Francesco Lenzi
I Marinai di Terraferma
1
2
Alla mia Famiglia
" ....il cuore nella solitudine e nella pace va a poco a poco obliando i suoi affanni;
perché la pace e la libertà si compiacciono della semplice e solitaria natura...".
Ugo Foscolo
3
4
INDICE
Come non comprare un buco nell’acqua
7
Quanto costa mantenere un piccolo veliero
12
Il veliero carrellabile tra mito e realtà
13
Porti pubblici, porti privati, tra vizio e virtù
18
Daysailing o crociera?
19
Velisti della domenica
21
Navigare lontano dalla folla
23
Il manifesto dello “Slow Sailing”
24
Non lasciare traccia
26
Le buone maniere in barca
28
Le responsabilità dello skipper e dell’equipaggio
31
La nautica sociale e i porti verdi
33
Gli aspetti giuridici del salvataggio in mare
35
La sicurezza ed il comfort degli animali domestici in barca
38
Quelli che…
39
Terraferma Sailors, il decalogo
41
Tutto ciò che è necessario avere per un buon day sailing
42
Si vive meglio con una barca piccola
45
Alcune regole fondamentali per trainare la barca
49
The wind is free
55
5
6
Come non comprare un buco nell’acqua
Qualche giorno fa un noto broker francese metteva in vendita un 28 piedi in ottime
condizioni per soli 6000€ adducendo la necessità del proprietario di utilizzare il posto
barca per quella nuova. Giustamente qualcuno in un altrettanto noto forum asseriva:
"ma la barca ha un valore senza un posto barca?". Questa domanda la giro a tutti voi
assieme a tutta una serie di considerazioni che si dovrebbero fare prima di acquistare
una barca.
(Le considerazioni di seguito espresse sono state integrate, tradotte ed interpretate dal
sottoscritto da BoatSafeBlog).
Gli aneddoti più utilizzati per definire le imbarcazioni sono: "buchi nell'acqua, in cui
si gettano i soldi" e "i giorni più felici della vita dell'armatore di una barca sono il
giorno in cui compra la barca e il giorno in cui la rivende". Anche se molti sanno
bene quanto questi assiomi siano veri, pur tuttavia sembrano dimenticarsene non
appena si avvicinano alle barche e ai loro armatori.
Guarda bene prima di acquistare
Molti armatori sono infelici
semplicemente perché comprano la
barca sbagliata, perciò sarebbe
utile porsi alcune domande
preventive:
• Chi userà la barca? Solo in
famiglia o si inviteranno amici?
Questo
può
influire
sulle
dimensioni.
• Come pensate di utilizzare la
barca? Per la pesca, lo sci nautico,
la
crociera,
le
escursioni
giornaliere, i week-end o le lunghe
settimane di crociera?
• Quando e quanto spesso potrò utilizzare la barca? Avete la barca a disposizione
tutto l'anno o solo stagionalmente?
• Dove si naviga? In laghi, fiumi, baie, o sul mare?
• Quanto si può permettersi di spendere? Non dimenticare il costo iniziale di
acquisto è solo l'inizio. Ci sarà la manutenzione, assicurazione, spese di registrazione
e di istruzioni e tariffe dei corsi di sicurezza, le crociere costano.
• Che tipo di imbarcazione è più adatta alle tua personalità e temperamento?
Preferite spostarvi da un luogo ad un altro con grande velocità oppure pensate di
poter raggiungere la vostra destinazione comodamente a vela?
7
Sii sempre consapevole che venderai una "barca vecchia"
Certamente esistono molti libri sull'argomento tanto che tutto ciò si potrebbe
conoscere meglio andando in libreria. Comunque secondo me è indispensabile
conoscere la terminologia della navigazione, indugiare molto nei porti turistici e
parlare con la gente sull'argomento barche e navigazione. Parlando con i proprietari
della barca scoprirete quali sono i problemi che hanno incontrato e come i diversi tipi
di imbarcazioni si comportano. Scoprirete anche quali sono le caratteristiche che a
loro piacciono o non piacciono. Tutto ciò non lo potrete trovare nei libri.
E' sempre opportuno considerare una barca in termini di:
•
•
•
•
•
•
•
Sicurezza
Stato di conservazione
Opzioni e accessori
Bellezza
Performance
Costo
Nuovo o usato
Un marchio famoso o una nuova barca
possono essere belli sognare e da guardare
ma è necessario essere consapevoli che
comunque possano esserci dei problemi.
Certamente anche se le barche nuove sono
coperte da garanzia nessuno ha da
spendere tempo per la loro manutenzione
e le riparazioni, e non è possibile utilizzare
la barca quando è in riparazione.
Tantissimi sono gli esempi che si potrebbero citare in cui nuovi armatori hanno avuto
grossi problemi con barche nuove e pochissima assistenza. Il punto è, anche se una
barca nuova è qualcosa di cui fare tesoro, può essere opportuno prendere in
considerazione anche una barca usata.
Diventa un tecnico
Sia che si utilizzi un professionista o meno per la scelta della barca usata, è
necessario conoscere alcune cose importanti prima di acquistare una barca usata. Un
occhio attento, un buon orecchio e una lista di controllo vi condurrà a potenziali
problemi. Alcune delle cose da cercare sono:
• Vernici non corrispondenti: ciò potrebbe indicare che la barca ha avuto un
incidente e relative riparazioni. Anche se questo di per sé non può squalificare la
barca, se non è stato detto che cosa altro potrebbe non essere stato raccontato?
• Posizione e stato della chiglia: La chiglia è diritta sia orizzontalmente che
verticalmente? Quale è lo stato della vite di serraggio e quando è stata sostituita ed
eventualmente resinata?
8
• Linee d'acqua all'interno della barca o sul motore: E' presente della ruggine nella
zona inferiore del motore? Ciò potrebbe indicare che la barca ha preso parecchia
acqua.
• Movimento dell'entrobordo: quando si accende l'entrobordo la barca oscilla?
• Scheggiature o crepe: sono presenti?
• Parti meccaniche: non dovrebbero essere in grado di muoversi molto.
• Scafo e carena: Prendete una gomma di piccole dimensioni o un piccolo martello
di gomma e battete leggermente lo scafo intorno alla barca. Se si sentono vuoti in
fibra di vetro ci potrebbero essere problemi di riparazioni, vesciche, o
delaminazione.
• Ponte: passeggiate su e giù per li ponte e sulla prua , non si dovrebbero trovare
punti deboli.
• Pavimenti: come sono i pavimenti all'interno? ci sono macchie e punti deboli?
• Timone: la rotazione del timone è libera e facile da spostare?
• Rivestimento: il rivestimento è in buone condizioni?
• Aperture e oblò: controlla intorno agli oblò, ai passa-uomo e alle finestre: vedete
macchie d'acqua? Se è così, provate a schizzare acqua all'esterno.
• Muffe: C'è qualche cosa di ammuffito oppure odore di muffa all'interno? Questo
potrebbe indicare delle perdite, danni causati in precedenza dall'acqua o
semplicemente incuria.
• Attrezzature di bordo: Assicurarsi che sia siano legalmente in regola tutte le
attrezzature necessarie.
• Corrimano: tutto in buono stato inclusi i candelieri?
• Identificazioni nello scafo: corrispondono alla documentazione di bordo?
• Avvio del motore: quando si avvia il motore si dispone di un buon flusso di
acqua?
• Tubi e scarichi: controllare la presenza di eventuali incrinature o usura nei tubi e
negli scarichi.
• Olio motore: controllare l'olio utilizzando le dita, se si sente una qualsiasi forma di
grana, controllarne il colore e l'odore. Si potrebbe voler inviare un campione di
olio e del fluido di trasmissione ad un laboratorio per i test. Controllare il fluido di
trasmissione con lo stesso processo dell'olio.
• Girante motore: controllare la girante.
• Filtro motore: controllare il filtro.
• Apertura/ chiusura valvole a mare: verificare che le valvole a mare si aprano e si
chiudano e la loro facilità di spostamento.
• Fatture di manutenzione: verificarne l'esistenza e l'eventuale ricorrere di problemi.
• Proprietari: chiedere dei precedenti proprietari e acquisire eventuali informazioni
• Aspetti finanziari: verificare eventuali situazioni passive dei proprietari in merito
alla barca.
• Inclinazione motore: verificare allineamento.
• Corrosioni: verificarne la presenza dentro e fuori.
9
• Vele, attrezzature di coperta,
sartie: rifare una qualsiasi di
queste cose costa una cifra.
Tutte queste cose dovrebbero
tenervi occupati ma soprattutto
per frustrare il venditore,
abbiamo visto troppa gente
bruciata da quello che sembrava
essere un buon affare. Come
ogni altra cosa, se sembra
troppo bello per essere vero
probabilmente lo è.
Questo è solo un breve elenco di cose da considerare quando si intende acquistare
una barca, e se l'investimento è importante conviene rivolgersi anche ad un tecnico
qualificato.
Comprare o non comprare, questo è il dilemma
Spesso e volentieri ha poco senso possedere una barca visto che per l'utilizzo che se
ne fa può bastare un charter, soprattutto se si ha poco tempo per utilizzarla. Oltre la
spesa di acquisto ci sono da considerare molti altri aspetti tanto che, appena la si è
acquistata, siamo solo al 20% di quello che andremo a spendere.
VOCE
Ormeggio
Quote iscrizione
Attrezzature
Assicurazioni
Manutenzione
Riparazioni
Tasse
Carburante e olio
Crociere
Vari/ alaggi/ stoccaggi
TOTALE
COSTO / AA (€) *)
3000
400
200
100
600
200
50
150
1000
500
6200
*) simulazione plausibile per un 24 piedi
Una volta stimati i costi è bene guardarsi in giro sui prezzi dei charter e lasciare da
parte l'ambizione e l'orgoglio. Per questi potrebbe bastare una bella deriva, infatti se
l'uso della vostra barca è limitata solo alla stagione estiva o da altri fattori, questa può
essere la scelta più saggia.
10
Ora che vi ho completamente frustrato e confuso con pro e contro non scoraggiatevi.
Possedere e prendersi cura di una barca può essere un'esperienza molto piacevole.
Può essere un diversivo rilassante di un mondo altrimenti frenetico ed è uno sport in
cui tutta la famiglia può partecipare.
Una nota finale importante: quando si diventa proprietari di una barca nuova o usata,
assicuratevi di fare un corso di sicurezza in barca. Assicuratevi che tutti coloro che
verranno in barca ne conoscono il funzionamento e le modalità per condurla in
qualsiasi situazione. Se siete una famiglia di naviganti, fate il corso insieme. Potreste
essere sorpresi da ciò che anch'io non conosco.
11
Quanto costa mantenere un piccolo veliero
Quando si parla di piccoli cabinati le variabili che entrano in gioco sono diverse, se è
o non è carrellabile, se durante l'inverno lo teniamo o no sotto casa, se durante le
crociere ormeggiamo in rada oppure in porto. Comunque il tentativo è quello di
offrire uno strumento molto semplice per fare questo calcolo, poi ognuno potrà fare
tutte le dovute considerazioni. Oggi mantenere una barca è un lusso che non possono
permettersi tutti e chi lo vuol fare per passione, come noi, si deve adattare e
rinunciare a molte opportunità. Nella figura che segue ho messo una configurazione
di utilizzo massimo, noi, per esempio, facciamo molto meno e spendiamo anche
molto meno.
Riprendendo la tabella riportata nel paragrafo precedente abbiamo provato a fare una
simulazione più dettagliata. Dal blog è possibile scaricare la tabella.
Per concludere un consiglio, esiste una regola fondamentale per quando si acquista
una barca: MAI E POI MAI acquistare la barca che potete permettervi in quel
momento prosciugando tutti i vostri risparmi. Io l’ho fatto e me ne sono pentito a tal
punto che quella barca l’ho rivenduta subito.
Il veliero carrellabile tra mito e realtà
(Liberamente integrato, tradotto ed interpretato dalla rete, Ocean Spirit Magazine)
Il veliero carrellabile.
Probabilmente non esiste
nessun altro tipo di
imbarcazione che abbia
ispirato
un
maggior
numero di critiche o di
lodi
sperticate.
Mito
indiscusso per chi vuol
praticare la vela "povera e
senza pensieri", per il
velista puro viene quasi
sempre liquidato come
una sotto categoria di
barca, mentre il profano,
dopo aver raccolto tutti i
tipi di informazione,
fondate e non da ogni tipo
di fonte, arriva spesso alla
conclusione che è il sistema più veloce per arrivare ad una sorta di "suicidio nautico".
Ovviamente, nessuna di queste teorie è vera, né, se è per questo, il novanta per cento
di quello che si sente dire in giro sul veliero carrellabile rende l'immagine reale di ciò
a cui è destinato.
L'unico modo per capire davvero che cosa è veramente il veliero carrellabile è quello
di esaminare per primo il suo "yacht design" in relazione alla teoria della vela e
l'adattamento che entrambi hanno prodotto in una sorta di "barca ibrida", se così si
può chiamare.
L'aspetto più critico su cui si incentra l'insieme rimorchio + veliero è sempre la
chiglia, quindi esaminiamo brevemente la chiglia per vedere come funziona e quali
problemi potrebbero insorgere.
Un minimo di teoria
La teoria della vela ruota intorno a due centri di pressione: la pressione del vento
sulle vele e la pressione dell'acqua sulla chiglia. L'una non può funzionare senza
l'altra. Se non ci fosse la pressione sulle vele la barca non si muoverebbe e, per
contro, se non ci fosse la pressione sulla chiglia la barca non avanzerebbe,
muovendosi solo lateralmente sull'acqua cioè, come si dice in gergo, "scarrocciando".
Il punto teorico in cui la pressione del vento agisce sulle vele viene chiamato il centro
di sforzo, mentre il punto dove la pressione dell'acqua agisce sulla chiglia è il centro
della resistenza laterale. E' l'equilibrio tra il centro di sforzo e di resistenza laterale
che determina, in larga misura, il rendimento della barca.
In particolare quando la barca è in direzione del vento la resistenza laterale non è
necessaria e, quindi, la chiglia non è efficace. Sulla base di questo ragionamento
viene determinata la forma della chiglia, che offre la sua più grande superficie, e
quindi la sua più grande resistenza laterale, quando la pressione laterale nelle vele è
più grande. Così ne consegue che quanto più grande e più profonda è la chiglia più
offre la resistenza all'acqua. Ovviamente, c'é un punto in cui la sua dimensione
creerebbe più problemi che vantaggi ma, in ogni caso, una chiglia importante è il
mezzo ideale per ridurre la deriva laterale o lo "scarroccio", così come lo si voglia
chiamare. Ma i problemi sorgono quando la barca deve essere tirata fuori dall'acqua,
infatti una grande chiglia diventa fastidiosa. E' già abbastanza noiosa quando si
desidera avvicinarsi ad una spiaggia, ma del tutto inopportuna quando si vuole
mettere la barca su di un rimorchio e portarla a casa.
Un minimo di pratica
E'
stata
trovata
una
soluzione: una chiglia che
può essere sollevata per il
trasporto e abbassata per la
vela in modo da risolvere
entrambi i problemi, sistema
già utilizzato e sperimentato
a lungo nelle piccole derive.
Tuttavia, vi è un altro fattore
che va considerato: la
chiglia di uno yacht serve a
contrastare lo sbandamento
della barca e a prevenire la
scuffia.
Una chiglia di questo tipo deve essere zavorrata con un peso teorico pari a circa il 40
o 50 per cento del peso totale della barca e di fornire una forte leva di raddrizzamento
quando la barca è sbandata.
Tuttavia, è praticamente impossibile ottenere qualcosa di simile per una deriva
mobile. Vengono spesso utilizzate pesanti lastre di ferro, ma a causa della loro
sagoma relativamente sottile non potranno mai essere abbastanza pesanti. Per questo
motivo la leva essenziale per il raddrizzamento non è più sufficiente. Si è trovato
quindi il compromesso di zavorrare lo scafo, ma questo peso aggiuntivo non è
sufficiente a creare la necessaria leva di raddrizzamento. Questo significa che , nel
caso di una forte raffica di vento, la barca può scuffiare.
Il Problema
E questo è il mito irrisolto del veliero carrellabile in generale, anche se gli sviluppi
nella progettazione negli ultimi anni hanno ridotto questa tendenza, soprattutto
migliorando la sicurezza e quindi evitando il capovolgimento totale e garantendo la
inaffondabilità. Di fatto il problema di fondo presente nelle "derive mobili" non è
stato eliminato e l'unico sistema per evitare la scuffia sotto raffica sono l'esperienza e
la pratica del timoniere e dell'equipaggio.
Le risposte
Come già accennato la risposta principale da parte dei progettisti per ridurre il rischio
della scuffia è stato quello di zavorrare alcune parti dello scafo, anche con "water
ballast" che si autoalimentano quando la barca è in acqua. Ovviamente anche lo
studio della sezione della barca, come l'aumento del suo raggio, ha contribuito a
renderla più stabile e sicura, ma l'effetto combinato di zavorra e sezione non potrà
mai rendere la barca completamente stabile così come una chiglia pesante può
rendere in termini di leva di raddrizzamento. A questo punto la fantasia si è
sbizzarrita in sistemi utili per liberare la randa sotto la pressione del vento, così come
l'utilizzo sempre più frequente degli avvolgi fiocco o, addirittura, degli avvolgi randa.
Purtroppo, però, la realtà è che finché la leva di raddrizzamento rimarrà ridotta la
barca a vela, sotto la pressione di forti raffiche di vento, non sarà mai completamente
stabile. La conclusione è che nel momento in cui si decide di acquistare un veliero
carrellabile bisogna accettarne i suoi grandi pregi, ma anche i suoi limiti, limiti che
fanno entrare in gioco la capacità dello skipper di risolverli senza commettere gravi
errori.
I vantaggi e gli svantaggi
Si può quindi affermare, con
ragionevole certezza, che il veliero
carrellabile è il frutto di un
compromesso, insomma una via di
mezzo tra la barca a vela a chiglia
e un gommone. In quanto tale esso
eredita molti dei vantaggi di
entrambi, ma anche alcuni dei loro
svantaggi. Va aggiunto però, che il
veliero carrellabile ha delle
caratteristiche proprie. Uno degli
aspetti più critici relativi al veliero
carrellabile è stato quello di
inserirlo in una categoria specifica,
anche perché per veliero carrellabile si può intendere sia la piccola deriva che il
cabinato a chiglia di una certa dimensione.
Forse l'elemento che può in qualche modo classificarne il "design" è proprio il
rimorchio che indica inequivocabilmente se la barca è veramente carrellabile. Allo
stesso tempo i rimorchi possono essere di tipologie diverse in relazione al peso della
barca e al tipo di chiglia. Uno dei maggiori vantaggi del veliero carrellabile è il fatto
che questo può essere trasportato da un luogo ad un altro, esempio da un lago o da un
fiume fino al mare, senza che questo debba attraversare passaggi pericolosi o
completamente inaccessibili, quindi rimanere sempre dov'è. Questo vantaggio ha
colpito molto l'immaginazione del pubblico e specialmente in paesi come l'Australia
e la Nuova Zelanda. Parlando dell'Europa il veliero carrellabile ha avuto un enorme
successo in paesi come Germania, Polonia, Francia dove, non sempre, l'accesso al
mare è a portata di mano e dove esistono molti laghi e corsi d'acqua navigabili. Altri
fattori per cui la sua popolarità è aumentata sono stati il notevole risparmio per i costi
di ormeggio e manutenzione come risultato di poter tenere la barca fuori dall'acqua
nonché eventuali problemi che possono essere causati da fenomeni atmosferici di
grave entità.
La barca tenuta sotto un telone in
cortile, o addirittura in garage è
molto più protetta e sicura che in un
ormeggio. Anche la stessa protezione
dalla pioggia, dal sole e dalla luce è
importante per la conservazione del
gel-coat. Ovviamente, come qualsiasi
altro compromesso ci sono alcuni
svantaggi, soprattutto nello Yacht
Design.
Probabilmente il modo migliore per
valutare un veliero carrellabile è
quello di confrontare vantaggi e svantaggi e poi di trarne le dovute conclusioni, ed è
quello che vi proporremo nei paragrafi successivi.
Vantaggi:
• Prezzo: I risparmi in termini di costo ci sono, ma non importanti. C'è da
considerare inoltre il costo del rimorchio e del gancio sull'auto, che comunque
deve essere idonea al trasporto del rimorchio + barca.
• Manutenzione: Questo è un settore in cui il risparmio in termini di costo può
essere considerevole. Il carrellabile può essere tenuto in giardino o in un garage,
riducendo così la necessità di lavori di manutenzione, in particolare sulle vernici.
E' anche più probabile e conveniente perdere un ora per lucidare la barca sotto
casa che in un porto o in un ormeggio.
• Ormeggio: Se la barca si tiene a casa l'ormeggio non costa nulla quando non viene
utilizzata, contrariamente alle imbarcazioni a chiglia che devono pagare
l'ormeggio tutto l'anno. C'è anche da aggiungere la possibilità di tenerla
ormeggiata durante l'anno in porti più economici, esempio laghi e fiumi, e poi
durante l'estate portarla in vacanza.
• Incrostazioni: Una barca tenuta fuori di acqua non richiede anti-incrostazione. Un
altro buon risparmio sui costi.
• Trasportabilità: Il più grande vantaggio del veliero carrellabile è quello di poterlo
trasportare dove si vuole a condizione che vi sia acqua e un accesso. Va sempre
verificata la presenza di quest'ultimo, e che sia adeguato al tipo di barca e
rimorchio.
• Campeggio nautico: La barca carrellabile può essere tenuta sia sul carrello che in
acqua, alla boa o su pontile, per periodi delimitati di tempo. E' prassi comune in
Europa utilizzare degli spazi tipo "camping nautico". Purtroppo del tutto assenti in
Italia.
• Spiaggiamento: Un grandissimo vantaggio della barca carrellabile a deriva mobile
è la possibilità di avvicinarla a riva e di spiaggiarla senza il correre rischio di
rovinare la chiglia, che sollevata, non crea più nessun problema. In questo modo si
può arrivare a terra dal mare ovunque.
Svantaggi:
• Stabilità: Questo è senza dubbio il principale svantaggio del veliero carrellabile.
Anche se nei diversi tipi di imbarcazione il problema è stato affrontato con
approcci variegati , resta il fatto che senza una chiglia "importante", il veliero
carrellabile non potrà mai essere stabile come una Yacht a chiglia.
• Convenienza: Deve sempre considerata la gestione del rimorchio e della barca
includendo tutte le problematiche quali auto, alaggi, vari, alberatura, disalberatura,
parcheggio, ecc. Ovviamente questi "disagi" devono essere confrontati con i
vantaggi legati ai risparmi degli ormeggi e alla possibilità di andare a "veleggiare"
dove si vuole.
• Abitabilità: Normalmente inferiori nei velieri carrellabili che nelle barche a
chiglia.
Conclusioni:
A questo punto bisogna valutare se i vantaggi superano gli svantaggi. E la risposta,
ovviamente, dipende dalla singola barca e del singolo acquirente, e anche cosa
intende fare con il suo veliero. Se pensi di navigare principalmente in acque
tranquille e riparate gli svantaggi diventano poco significativi. Per altro se si mira a
navigare in mare aperto la minore stabilità del veliero carrellabile diventa uno
svantaggio importante.
Generalmente chi pensa di utilizzare
la barca con la famiglia durante la
giornata o per i week-end o anche per
fare qualche gara al Circolo Velico
può tranquillamente utilizzare un
veliero carrellabile, purché si tengano
sempre a mente i suoi limiti di
progettazione.
In questo caso i vantaggi superano gli
svantaggi.
Chi invece vuol far lunghe crociere in
mare aperto non può che scegliere
uno Yacht a chiglia. In questo caso
deve tener ben presenti i costi di
gestione più alti.
Per riassumere, abbiamo impostato la
seguente tabella nella quale vengono
indicati vantaggi e svantaggi riferiti a
velieri carrellabili o Yacht a chiglia.
Porti pubblici, porti privati, tra vizi e virtù
Erano gli inizi del secondo millennio, appena passati all'Euro, quei sessanta milioni in
banca risparmiati con duro lavoro e in gran parte da destinare all'acquisto di una
barca ci sembravano tantissimi. L'acquisto dell'Armagnac modello "ancien", la barca
dei miei sogni, era sfumato, non era tenuta come volevo e poi...quel posto barca in
terza fila a Fiumicino non era proprio un gran che. Approdammo in un porto della
Toscana, più vicino a casa. In vendita c'era un bellissimo motorsailer tutto legno e
ottoni, quello che faceva per noi e che ci avrebbe soddisfatto. Mia moglie era
titubante, se si faceva l'acquisto il conto in banca sarebbe andato completamente a
zero, ma si era convinta, la barca era proprio bella. Prima di firmare però parliamo
del posto barca. Ci rivolgiamo prima al Circolo Velico locale. Ci scrutano con
sufficienza come per dire ma cosa vogliono questi? Non se ne fa di niente se non si
conosce nessuno. Strano in qua e là erano ormeggiati cadaveri di barca che non si
capiva come facessero a stare a galla. Si ritorna dal "sensale" che ci stava trattando
l'acquisto della barca. Comincia a dire "ci penso io" e tra una strizzatina d'occhio e
un'altra ci spara una cifra annua vertiginosa. Ma è un porto pubblico dico io! Lui
risponde: O così o niente, a dimenticavo le provvigioni. A quel punto prendemmo
tempo, tornammo a casa e ci mettemmo una pietra sopra. Conclusione? Non mi
inteneriscono le lamentele di chi ce l'ha con lo Stato che affida i porti ai privati. In
Toscana si dice: “Il mal voluto non è mai troppo!”. I porti sono regalati ai privati? E’
da nausea, ma vediamo i conti. Cosa ci guadagnava prima lo stato tra complicità,
nepotismi, strizzatine d'occhio e piaceri personali? Cosa ci guadagnerà affidandoli ai
privati? Ve lo ripeto non mi piace ora, non mi piaceva prima. I Circoli Navali? Pieni
di carrette che occupavano posti barca per due lire? A quale titolo? Qualcuno me lo
può spiegare? Ultima considerazione: la vela è uno sport meraviglioso che da piacere
anche con un laser, in barba ai "privati", ai "pubblici", agli "amici" e a questa italietta
da quattro soldi. (Nella foto: Armagnac "ancien" di Harlé).
Daysailing o crociera?
Detto tra noi e fuori dai denti molti dei
miei "colleghi" velisti mi sembrano un
po' patetici, anzi lo sembriamo quasi
tutti. Il motivo è perché si trovano tutte
le giustificazioni plausibili per
convincere se stessi e gli altri che ci
sono mille motivi per continuare a
sostenere spese "insostenibili" per
mantenersi una barca: l'odore ed il
sapore della salsedine, il dondolare
delle onde, il caffè al tramonto in una
baia, il lavoretti in barca, l'amore per
la vela, il mare e la navigazione e alla
fine mettiamoci un po' di orgoglio e amor proprio. Tutti motivi però, a parte gli ultimi
due che ho menzionato, che non giustificano assolutamente la spesa di migliaia di
euro all'anno per farsi al massimo un mese di navigazione che si potrebbe comunque
fare sia con una barca piccola, e non uno yacht, che con un charter.
Allora ricominciamo da capo, ma questa volta voglio sottolineare un aspetto molto
importante al quale molti non danno peso e con il quale invece mi sono dovuto
scontrare fin dal primo giorno in cui acquistai il mio 24 piedi, e che oggi non ho più.
Si pensa alla spesa della barca, ok quelli sono in banca e una volta staccato l'assegno
non ci si pensa più, poi c'è il posto barca, l'antivegetativa, il varo e l'alaggio, la
manutenzione del motore ed infine qualche spesuccia di mantenimento. Tutti costi
preventivati e se non la metto in un marina troppo "impegnativo" me la posso cavare
con 300/€ mese, se in casa entrano 3-4000 €/ mese ci si può stare, non c'è bisogno di
essere molto ricchi per mantenersi una barca!
L'errore grave invece è quello di
fermarsi qui, infatti se si acquista una
barca da crociera, quindi da 7 metri in
su la crociera va fatta e la crociera
costa. Non mi metto a fare un elenco
dettagliato per non dilungarmi ma, ad
occhio e croce, le spese raddoppiano,
quindi si va come minimo a 600€/
mese. Infatti è impensabile ritenere
possibile di passare tutte le proprie
notti in rada e così le spese salgono.
Per contro mi sembrano ridicoli coloro
che si mantengono una barca di certe
dimensioni per farsi le uscitine giornaliere, e quanti ne ho visti.
Insomma, il 20% dello stipendio solo per la barca comincia ad essere veramente
tanto, non si risparmia più niente, non bisogna avere un mutuo casa e tutte le altre
spese come l'auto, la settimana bianca, i viaggi all'estero, l'università dei figli, etc.
cominciano ad essere pesanti. Ed è a questo punto che tutte le giustificazioni
diventano patetiche, tanto più quando ci sono annate di tempo perturbato o quando
siamo oberati da impegni familiari e lavorativi. Dal patetico si passa al tragico
quando scompaiano dall'orizzonte i figli/ equipaggio e ci si mette alla forsennata
ricerca di improbabili amici/ equipaggio, lascio a voi immaginare cosa significa
trovarsi a dover passare una vacanza/ crociera con persone che non sono
assolutamente adatte allo scopo o che non ci stanno simpatici.
Faccio infine presente che finora ho parlato di importi netti e che non ho considerato
né i cosiddetti "oneri finanziari", quindi come minimo la svalutazione della barca, né
i grossi imprevisti come il doversi far rimorchiare per un guasto o per il maltempo. A
me è successo il primo giorno che uscii con la mia nuova barca per un guasto al
motore, fortunatamente alle tre del pomeriggio si alzò il vento di mare che mi riportò
diritto all'ormeggio, altrimenti quanto avrei speso per farmi trainare per tre miglia
lungo l'Arno? Duecento, cinquecento, mille? Sei nelle mani del primo onesto o
farabutto che ha un rimorchiatore ed una corda.
Tutto qua, nient'altro da dire. Guadagnate centomila euro netti l'anno e potete
permettervi di andare almeno un mese in barca? Allora compratevi pure un bel dodici
metri, altrimenti vi do un consiglio: compratevi una barca a vela piccola piccola e
fatevi portare dal vento quando vi pare e come vi pare, senza pensieri e con poca
spesa, così la barca e la vela vi potranno dare grandissime soddisfazioni.
Insomma, classe media addio!
Velisti della domenica
Io sono proprio uno di quelli. Si e
no conosco le precedenze e appena
le leggere brezze pomeridiane
cominciano a farsi "preoccupanti"
tiro giù ogni cosa e me ne ritorno a
casa. Delle crociere per il
Mediterraneo poi non se parla più
da anni in casa mia, il sogno si è
infranto oltre le battagliole dalle
quali mia moglie e mia figlia si
sporgevano non appena il mare
diventava un tantino formato
mandando ai pesci il seppur misero
pasto della giornata, ah queste donne!
Marinai di Terraferma, poco inclini alla vera navigazione eppur attratti e affascinati
da quei rari momenti in cui ti senti, nel silenzio, portare dal vento.
Ma non era di questo che volevo parlare. L'altro ieri un commentatore del TG1 al
Salone di Genova ha tirato fuori la frase fatidica: oggi va il "day sailing!" e mi sono
improvvisamente risvegliato dal tipico torpore con cui sono abituato a guardare di
queste cose. Che stia cambiando qualcosa? A vedere le novità sul sito del Salone
sembra di no, ma la cosa mi ha incuriosito e sono andato a vedere in qua e là i
commenti di chi al Salone c'è stato. Ebbene mi ha colpito l'articoletto che un amico
velista ha fatto in un noto blog di vela in cui dichiarava che aveva deciso di
rinunciare al mitico "firstino" per una bella deriva, con la quale già sognava di solcare
mari e laghi in ogni dove. Troppo complicato armare, disarmare, troppo costoso avere
il fuoristrada, troppo impegnativo fissare gru e relativi ometti, insomma troppo tutto.
Eppure il "firstino" è uno delle più belle barche carrellabili.
Io stesso, pur essendo il mio Viko una barca molto "facile", mi rendo conto che
quando i miei figli vorranno andare per i fatti loro sarà problematico gestirlo da solo
con mia moglie. Certo per un altro anno o due potrò stare tranquillo, ma poi dovrò
ripensare a qualcosa di più piccolo e facilmente gestibile. Escluderei la deriva perché
alla fine sarei costretto ad andare da solo, una cabina seppur piccola è troppo comoda.
Ebbene ti metti alla ricerca e ti accorgi che di barche possibili si contano in una
mano. Alcune le ho citate nell'articoletto precedente ma mi ha stupito il fatto che non
ce n'è veramente una che racchiuda tutte le caratteristiche di trasportabilità, estetica e
facilità di utilizzo che vorrei: mi piace l'armo velico del Winning Cat ma ritengo un
po scomoda la barca, ammiro la semplicità del Ruegenjolle ma penso che l'estetica un
po datata, non sarebbe male l'R18 ... ma quella cabina cosi in avanti, insomma ancora
non ce n'è nessuna che mi appassioni.
Possibile che nessun progettista e nessun cantiere ci possa fare questo regalo, una
barca semplice, leggera, facile da armare da una persona, con una piccola cabina con
un unico letto matrimoniale dove riporre le poche cose utili alla giornata e le proprie
membra dopo i pasti, moderna nella
linea e alla fine, ovviamente, non
troppo costosa. Insomma sui 5 metri
di lunghezza, due di larghezza, 300
kg di peso, per 4 persone e due posti
letto, dodici metri quadri di vela e
che costi al massimo, motore
incluso, 15000 Euro. Chiedo
troppo? Forse la nuova edizione del
Maraudeur non sarebbe proprio
male, e pensare che è stato
progettato cinquanta anni fa.
(Nella foto un Maraudeur).
Navigare lontano dalla folla
Un noto scrittore e navigatore
francese, memore delle battaglie
combattute contro le onde e il
vento negli oceani, ci ha
deliziato in una breve poesia il
suo rimpianto e il malinconico
ricordo della placida tranquillità
dei laghi con le loro tenui brezze
e i loquaci moti ondosi. E'
questo quello che il lago
Trasimeno ci ha riservato ieri.
Aspettavamo questo giorno da
tempo dopo aver seguito
attentamente
le
condizioni
meteo.
Infatti è questo il periodo, tra giugno e luglio, in cui si presentano le condizioni
favorevoli tra calma piatta e sole caldo di giornate interamente soleggiate e ventose,
piacevolmente mosse da brezze leggere che durano quasi tutto il giorno. Nel mese di
agosto, invece, alla calma piatta si alterneranno tempeste di vento più adatte agli
appassionati regatanti dei circoli velici. Sei, sette nodi di vento al massimo ci hanno
garantito una piacevole navigazione verso l'Isola Polvese, la meraviglia del
Trasimeno. Abbiamo fatto circa 5 miglia in due ore e mezzo, ad una velocità media di
due nodi, tranquillo andamento per noi, marinai di terraferma, scaldati e illuminati dal
sole dell'Umbria e affascinati dalla bellezza della sua natura e della sua storia. Non
abbiamo quasi mai usato il motore, solo per uscire e rientrare al porto. Siamo
approdati davanti alla spiaggia della Polvese con le vele, e con le vele siamo ripartiti,
nel silenzio, rotto solamente da un gruppo di turisti un po' chiassosi. Il verde dei suoi
prati e i riflessi del lago sulle sue rocce, in questo periodo, rendono l'isola una
meraviglia. Abbiamo fatto anche il bagno e l'acqua era così calda e pulita che
sembrava di essere in una piscina.
Questa condizione, purtroppo, non
durerà molto. Il caldo estivo, nei
prossimi giorni, renderà il lago più
torbido e popolato da un'infinità di
vegetazione acquatica che lo renderà
meno piacevole. Questa giornata in
barca a vela ci ha regalato ciò che noi
velisti sogniamo ogni giorno, un
rapporto intenso e completo con la
natura, ma soprattutto con il vento che
amiamo e rispettiamo come qualcosa
che fa parte della nostra stessa anima.
Il manifesto dello “Slow Sailing”
(Liberamente integrato, tradotto ed interpretato dalla rete - The Invisible Workshop)
Qualunque sia la tua barca, che sia a
remi o uno yacht di lusso, è il rapporto
con lei e con la natura che ti circonda
che conta. Indipendentemente dal
tempo che ci vivi, dal suo prezzo e
dalle attrezzature che ci hai montato, la
tua barca non è un altro dei tuoi
numerosi possessi, ma piuttosto una
piacevole compagna di viaggio con la
quale è possibile conoscere la natura, il
mare, l'acqua, il vento ma soprattutto
te stesso.
Ci devi trascorrere del tempo a bordo della tua barca, anche se solamente in un
porto. Fai parte del suo spazio, fai piccoli lavori a bordo, questo aumenterà il tuo
senso di appartenenza e rafforzerà i legami con lei.
Dimenticati della fretta e delle preoccupazioni, lasciale sul molo quando alzi le
vele. Naviga senza pensare a quando devi ritornare, come se tu stessi per partire per
un lungo viaggio. Lascia a casa l'orologio e lascia che sia il sole a guidarti. Se ti
dimentichi della velocità e del tempo rimani solo con lo spazio: la natura.
Naviga senza una rotta o una destinazione. Lascia che siano il vento e la tua barca
a guidarti, ti porteranno dove essi vogliono. Non pensare alle miglia percorse o di
quante ne dovrai ancora fare. Non andare da nessuna parte, vai solo a vela e goditi il
momento.
Scollega l'elettronica e naviga come si faceva un tempo, impara a non dipendere
dagli strumenti. Quando è stata l'ultima volta che hai preso in mano un goniometro?
O hai osservato i movimenti del sole e delle stelle? Fai il punto della tua posizione e
segnalo sulla carta. Dimenticati l'indicatore della velocità del vento, senti il vento
sulla faccia. Impara l'arte della vela, diventata un vero marinaio.
Scollega il cellulare e spegni la musica, taglia il tuo legame con la terra. Ascolta la
natura, l'onda di prua, il lembo della vela, il respiro del vento.
Non mettere il timone automatico, lascia che lo prenda qualcun altro. Quanto
tempo è passato da quando sei rimasto disteso sul ponte o seduto a prua? Se sei da
solo, lega la barra del timone, regola le vele e lasciati andare. Confida nel tuo
equipaggio e sulla tua barca.
Scrivi il diario di bordo, descrivi i viaggi e la tua navigazione, dettaglia e annota i
tuoi sentimenti. Poi ritorna sui tuoi appunti e rivivi l'esperienza. Condividi le tue
esperienze con gli altri diversi da te in modo che possano migliorare anch'essi.
Corri, se è quello che ti piace, ma non per cercare una ricompensa. Vai, conosci
la natura, la barca e te stesso. Non c'è nessuna ricompensa più stimolante di questa.
Non lasciare mai sola la tua barca, lei non ti abbandonerebbe mai.
Contempla la natura un po' per volta, lascia che il suo flusso di energia entri
dentro di te e trasmettilo ovunque tu vada.
Grazie Joan e Ben.
Non lasciare traccia
La baia di Nisporto è una delle più
belle e caratteristiche dell'Elba, per
il suo mare e la sua natura
incontaminate. Purtroppo però non
è sempre così, nei periodi più
affollati dell'anno non è difficile
ritrovarsi in mezzo ad una
moltitudine di "residui organici e
non" galleggianti scaricati dagli
yacht di passaggio. Ciascun
navigante dovrebbe avere un etica
a riguardo e poco o nulla invece
viene fatto per sensibilizzare gli uomini ad avere più rispetto per l'ambiente e per i
propri simili.
A tal riguardo negli USA, in collaborazione tra privati, organizzazioni ambientali,
enti di gestione e controllo ambientale e scuola, è stato sviluppato un programma
etico ed educativo denominato "Leave No Trace", non lasciare traccia. Quali siano i
valori di riferimento è chiarissimo, qualunque attività si svolga durante le nostre
vacanze, che si trekking, campeggio o diporto nautico, per esempio, bisogna adottare
tecniche e metodologie tali da rilasciare il minor impatto ambientale possibile,
lasciare tutto esattamente come lo abbiamo trovato. Per ottenere ciò occorre un
programma educativo ed è questo lo scopo di Leave No Trace.
Questi sono i principi etici di riferimento di LNT che ciascun navigante dovrebbe fare
suoi:
Pianifica in anticipo e preparati
Studia le normative di riferimento, gli obblighi per le aree protette e le attenzioni
particolari della zona che si va a visitare. Preparati per eventuali fenomeni
meteorologici estremi, i pericoli, e le emergenze. Programma il tuo viaggio/
navigazione per evitare tempi di sosta inutili. Quando possibile, evita gli
assembramenti cercando di visitare luoghi meno frequentati. Riutilizza i contenitori e
gli alimenti stessi per minimizzare gli sprechi. Utilizza la mappa, la bussola le
tecniche di rilevamento per non lasciare segni di nessun genere.
Rispetto per i luoghi
Che tu sia a terra o in acqua sosta su superfici stabilite ed idoneamente preparate,
cercando di lasciare inalterata la natura del luogo, che siano le piante, la poseidonia o
le rocce e la sabbia del fondo. Tieniti ad adeguata distanza da riva, dai laghi e dai
ruscelli e cerca di non alterare il sito in nessun modo, non è necessario. Pianifica il
tuo percorso o la tua navigazione su sentieri, villaggi, campeggi, porti, ormeggi, boe
ed evita più possibile i luoghi incontaminati.
Smaltisci i rifiuti adeguatamente
Confeziona tutti i rifiuti, organici e inorganici, e non rilasciare mai niente
nell'ambiente. Prima di partire assicurati di avere tutto il necessario per gestirli e
definisci i luoghi dove questi devono essere smaltiti, informandoti sulla disponibilità
del luogo. Per lavare qualsiasi cosa utilizza sapone biodegradabile, il minimo
indispensabile. Anche l'acqua deve essere sempre utilizzata in piccole quantità perché
è un bene prezioso.
Lascia tutto come lo hai trovato
Preserva il passato: osserva, ma non toccare. Lascia rocce, piante e tutto ciò che è
naturale esattamente come lo hai trovato. Evita di introdurre o il trasporto di specie
non indigene. Non costruire strutture, evita di scavare buche.
Attenzione agli incendi
Il fuoco può causare effetti duraturi sull'ambiente. Utilizza metodi e tecniche idonei e
sicuri per la cucina e l'illuminazione. Accendi fuochi solo dove sono autorizzati ed in
tal caso predisponi tutti gli accorgimenti per delimitarne l'area, facendo attenzione
alle condizioni atmosferiche come il vento e il caldo, nonché eventuali fonti di
innesco. Preoccupati che i fuochi siano completamente spenti quando te ne vai.
Rispetto della fauna
Tieniti a distanza e rispetta la fauna. Non seguire o non avvicinarti ad animali in
libertà. Non nutrire mai gli animali. Nutrire qualsiasi animale allo stato di libertà è un
danno alla sua salute, altera i suoi comportamenti naturali, e lo espone ai predatori e
ad altri pericoli.
Proteggi la fauna selvatica dal tuo
cibo e dai tuoi rifiuti. Evita la
fauna selvatica nei momenti
delicati come l'accoppiamento, la
nidificazione, la gestione dei
piccoli, ecc.
Rispetta gli altri
Rispetta gli altri visitatori e tutela
la qualità della loro esperienza.
Siate cortesi, cedi sempre il passo.
Mantieniti più lontano possibile
dagli altri visitatori. Fai prevalere i
suoni della natura e non i tuoi,
evita di parlare a voce alta e i rumori.
Le buone maniere in barca
(Liberamente integrato, tradotto ed interpretato dalla rete)
Secondo alcuni la nautica da diporto ha più di
300 anni, più del baseball, del tennis e del golf,
secondo me invece la nautica da diporto esiste
fin dal tempo dei Fenici, e non è difficile trovare
nella letteratura degli antichi romani esperienze
di diportisti che si dilettavano lungo le coste
dell'impero. Le tradizioni in questo sport si sono
evolute in parte come cerimoniali, in parte per
necessità. Il galateo in barca è stato sviluppato
non tanto come una forma di gratifica, ma
piuttosto per definire un insieme di standard, di
regole e competenze nell’andar per mare che
possano infondere sicurezza in se stessi e negli
altri naviganti. Ai vostri vicini di ormeggio, per
esempio, potrebbe essere necessario chiedere
pazienza mentre gli state attraccando accanto,
oppure una qualsiasi altra necessità, come per
esempio, prendere una cima per fissarla al molo. È quindi opportuno stabilire con lui
un buon rapporto, obbedendo alle prassi esistenti, che siano per tradizione che per
buona norma. Il rispetto della privacy e l’aiuto reciproco sono le pietre angolari del
galateo in barca.
Il Codice della Nautica da Diporto detta le condizioni in cui bisogna condurre la
barca al fine di evitare collisioni. Tuttavia, anche se non esiste il rischio imminente di
abbordaggio, nessuno è libero di fare quello che vuole quando si è nelle vicinanze di
altre barche. La scia di una barca che corre ad alta velocità in porto può generare dei
danni sia alle strutture del porto stesso che alle altre imbarcazioni. Quando si procede
al sorpasso di una barca più lenta è sempre buona norma mantenere una distanza tale
che non vengano generate delle forti oscillazioni. Non c'è niente di peggio che essere
in cabina a cucinare la colazione e di essere improvvisamente superato da una barca
che non ha mantenuto una sufficiente distanza.
Se certamente tutti gli altri devono rispettare i limiti di velocità non dimentichiamoci
che a volte potrebbe essere necessario ridurre la nostra velocità se la barca che ci
deve sorpassare ha la precedenza. Se si deve sorpassare un’altra barca a vela, questo
sarà possibile se siamo sopravvento in modo da non interporsi tra lei e il vento.
Durante la navigazione in prossimità di una regata, bisogna cercare di starne ben
lontani e, ovviamente, non pretendere il diritto di precedenza. Infine gestite i
parabordi e le cime fuori bordo in sicurezza in modo che non vadano ad interferire
con i motori delle altre barche.
Quando si desidera ormeggiare o ancorare bisogna farlo a bassa velocità senza che la
nostra scia faccia dondolare i vicini a tal punto da rovinargli la cena. Bisogna stare
attenti a non ancorare troppo vicino alle altre barche perché il vento può cambiare
con la conseguenza di scontri o sovrapposizioni delle linee di ancoraggio. E’
consigliabile ancorare in prossimità di barche della stessa tipologia e dimensioni
poiché barche diverse si comportano diversamente l’una dall’altra, secondo i
cambiamenti del vento e delle maree.
Se necessario, accendere le luci per segnalare la propria posizione. Allo stesso tempo
fate attenzione al volume della voce, si potrebbe disturbare il vicino. Se possibile
considerate l’opportunità di usare dei remi al posto del motore quando utilizzate il
canotto per gli spostamenti in modo da non disturbare. La consuetudine vuole che se
ci si avvicina un’altra barca lo si dovrebbe fare sul lato dritta ad una distanza da sei a
dieci metri, poi bisogna farsi riconoscere salutando ad alta voce prima di avvicinarsi.
Alcuni diportisti sono socievoli, altri riservati pertanto bisogna essere amichevoli ma
non invadenti. Non salite mai a bordo di un’altra barca senza essere mai stati
espressamente invitati.
Assicuratevi sempre di aver ottenuto il permesso prima di prendere l’ormeggio
appartenente ad altri. Questo potrebbe essere stato riservato ad un'altra barca che sta
per arrivare, o può non essere adatto alla vostra imbarcazione. Considerate anche ciò
che avete intenzione di fare durante la notte. Un barbecue o una festa potrebbero
disturbare i vostri vicini, in tal caso mantenetevi alla debita distanza.
Quando siete al pontile per il rifornimento del carburante, cercate di essere veloci e
ricordatevi che altre imbarcazioni sono in attesa. Durante l’operazione di
rifornimento state attenti ad ormeggiare in modo sicuro e rimanete a bordo, questo
farà sì che altre imbarcazioni non possano avvicinarsi troppo. In caso di necessità
favorite l’avvicinamento e lo spostamento delle barche che vengono prima e dopo di
te al rifornimento.
Durante l’ormeggio o l’ancoraggio mantenete sempre la linea in chiaro in modo che
altri non ci si possano impigliare.
Se si naviga lentamente in una canale stretto date la precedenza a chi viene dopo di
voi e se si è costretti a salire su di un’altra barca per raggiungere il molo passate
sempre lungo il ponte e mai in pozzetto, così come le eventuali linee di attracco. Date
fiducia ai vostri ospiti in barca e vicini di ormeggio eseguendo con perizia i nodi
necessari.
Quando i componenti dell’equipaggio salgono a bordo, spiegategli chiaramente cosa
ci si aspetta da loro, soprattutto se hanno poca esperienza di navigazione. Una visita
pre partenza della barca, dei i suoi sistemi, e delle sue eventuali peculiarità renderà
più piacevole il tempo da trascorrere a bordo.
Fate presente al vostro equipaggio che a bordo bisogna avere le calzature adatte
secondo la temperatura dell’aria e dell’acqua e comunque con un adeguata suoletta
antiscivolo. E’ importante anche ricordare che lo spazio a bordo è limitato e che
quindi non ci si può portare tutto come se fossimo in un appartamento, ci sono però
alcune cose fondamentali da portarsi dietro come gli occhiali da sole, la crema solare
e il cappello.
In caso di viaggi all’estero assicuratevi sempre che ogni componente dell’equipaggio
abbia con se tutti i documenti necessari. Controllate anche che i giubbotti salvagente
siano idonei per tutti i passeggeri a bordo.
Una volta assegnato il proprio posto a ciascuno spiegategli l'importanza dell’ordine e
della precisione in modo che tutto possa essere ritrovato facilmente, specialmente nel
caso in cui un oggetto sia stato tolto dal proprio posto, come una torcia, una bussola,
un GPS, etc..
L'espressione "avete perso la barca" ha sicuramente un origine “nautica” (da noi in
verità si parla del treno). Non c’è niente di più frustrante che attendere persone in
ritardo, magari in una bella giornata soleggiata e ventilata. Per questo motivo
comunicate a tutti gli orari precisi e rendeteli consapevoli delle possibili variazioni
meteo e delle maree in modo che si rendano conto che è necessario essere precisi.
Rendete l’equipaggio consapevole che la riuscita di una crociera, piccola o grande
che sia, dipende dalla capacità di ciascuno di adattarsi e rispettare le regole. Lo
skipper deve essere il primo a salire a bordo e tutti gli altri dietro. L’equipaggio deve
essere anche consapevole che l’uso dei servizi igienici e dell’acqua devono essere
contenuti il più possibile e di fare attenzione a non ostruire gli scarichi in nessun
modo. La conservazione dell’acqua potabile è un aspetto di prioritaria importanza.
Informate
l’equipaggio
sulle
procedure di emergenza e di
sicurezza prima di partire. Spiegate le
procedure di rifornimento, attracco e
partenza. Accertatevi che qualcuno a
bordo è in grado di prendere il vostro
posto e che sia in grado di far
funzionare la radio VHF per chiedere
aiuto in caso di necessità.
Se sarete previdenti, onesti e chiari
con il vostro equipaggio, tutti a bordo
potranno trascorrere una navigazione
sicura e piacevole.
Le responsabilità dello skipper e dell’equipaggio
(Liberamente integrato, tradotto ed interpretato dalla rete – Suite101)
Il comandante o il capitano deve
essere un leader esperto che sia in
grado di delegare e gestire la barca
in tutte le condizioni, mentre
l'equipaggio deve eseguire gli
ordini. Prima di intraprendere una
navigazione, è fondamentale che
comandante ed equipaggio siano a
conoscenza di quali sono le loro
responsabilità e che siano in grado
di lavorare insieme come una
squadra, indipendentemente dalle
circostanze.
E' anche importante per entrambe le parti aver seguito qualche corso di
sopravvivenza in mare o una formazione di base per la navigazione per i ruoli che si
devono svolgere.
Responsabilità dello Skipper
Indipendentemente dal nome con il quale è conosciuto, "capitano", "comandante",
"capo", "skipper", "mister" o "boss" ci sono i ruoli chiave che questa posizione deve
soddisfare per aiutare tutti a bordo, e arrivare alla destinazione prescelta con
successo. Il Manuale della Sopravvivenza in Mare sottolinea le responsabilità
principali associate alla funzione dello skipper, che include le seguenti:
• Essere in grado di gestire la barca in tutte le condizioni
• Avere familiarità con la barca e tutte le attrezzature
• Essere addestrato e pronto ad affrontare tutte le possibili emergenze
• Comprendere appieno / conformarsi alle normative
• Essere in grado di navigare in modo sicuro sulla base di tutte le normative vigenti
• Essere in grado di interpretare le previsioni meteo e saper ottenere tutte le
informazioni meteo
• Essere in grado di fornire la formazione adeguata all'equipaggio, se necessario.
• Siate tolleranti con gli altri, purché non mettano a repentaglio la sicurezza.
Ulteriori competenze richieste per lo skipper sono quelle di saper coinvolgere ed
essere in grado di delegare, saper controllare, saper distribuire equamente i
compiti, saper prendere decisioni e promuovere la coesione nella squadra. Un
aspetto molto importante per essere un buon leader comprende anche la possibilità
di saper ascoltare l'equipaggio e saper prendere le misure necessarie per garantire
a tutti un adeguato benessere.
Responsabilità dell'equipaggio
Come lo skipper, anche l'equipaggio ha i propri ruoli e responsabilità, che include le
seguenti:
• Rispettare tutte le norme di sicurezza, per tutto il tempo della navigazione
• Capire come utilizzare tutto l'equipaggiamento di sicurezza e di emergenza
• Essere disposti ad eseguire tutti i lavori a bordo, sia quelli piacevoli che non
• Essere tolleranti con gli altri, ma senza compromettere la sicurezza
• Portare con se un coltello attaccato ad un cordino
• Essere in grado effettuare i nodi principali
• Mantenere la barca e le sue attrezzature in ordine
• Vestirsi adeguatamente
• Non gettare rifiuti in mare
• Aver frequentato un corso di sopravvivenza e navigazione
• Prendete un primo soccorso corso.
Come sottolineato in precedenza, se lo
skipper e l'equipaggio sono a
conoscenza dei reciproci ruoli e
responsabilità mentre navigano saranno
avvantaggiati e concluderanno con
successo la loro navigazione. Un corso
di sopravvivenza personale e di
navigazione sono fondamentali al fine
di prevenire situazioni inaspettate che si
potrebbero trasformare in tragedia. Se il
principale ruolo di skipper è quello di
essere
un
buon
leader,
indipendentemente dal meteo o dalle
circostanze, il ruolo dell'equipaggio è
quello di eseguire gli ordini, essere
tolleranti con gli altri, rispettare tutte le
norme di sicurezza e saper usare
correttamente tutti gli equipaggiamenti
di sicurezza e d'emergenza.
La nautica sociale e i porti verdi
Finalità del progetto "Porti Verdi":
proporre al Living Lakes, alle Regioni e
alle Provincie la realizzazione di una
rete di porti a basso impatto ambientale
per medie e piccole imbarcazioni
munite di carrello. Questa rete potrà
essere estesa, nel futuro, alle aree
marine protette.
Scopo del progetto:
a) ridurre l'impatto ambientale dei
"marina";
b) aumentare la disponibilità portuale per la piccola nautica favorendo l'utilizzo
"alternativo" del Porto Verde;
c) promuovere e sviluppare anche in Italia, già molto diffuso nei paesi anglosassoni,
il turismo nautico del natante carrellabile, itinerante, ecologico e sociale.
Localizzazione: privilegiare aree destinata alla riqualificazione ambientale,
paesaggistica e turistica entro un chilometro dalla costa.
Generalità del progetto: i "Porti verdi" dovranno essere costituiti da un ampio
parcheggio per auto e relativo carrello della capienza di circa 150 posti, strada di
collegamento dal parcheggio alla spiaggia/ costa, scivolo a quattro corsie sul lago/
mare dotato arganetto, piccola diga foranea di protezione dai frangenti, campo boe
della capienza di 25 posti.
Il parcheggio: Il parcheggio, posizionato a circa 500 - 1000 m dalla spiaggia/ costa
verrà inserito in un contesto paesaggistico e naturale costituito da prati e piante ad
alto fusto. Il parcheggio sarà adeguatamente protetto , dotato di servizi igienici, area
ristoro e pic-nic e parco giochi per bambini.
Fabbricati e pavimentazioni dovranno rispettare i canoni della bioedilizia in quanto
"ecologicamente orientati" evitando, per esempio, l'uso dell'asfalto ma idonee
pavimentazioni "a prato" oppure tecnologie costruttive bioedili ed impianti a basso
dispendio energetico.
Collegamento al lago/ mare: strada asfaltata a doppia corsia che collega il parcheggio
fino alla spiaggia/ costa, dove questa si interrompe.
Passaggio sulla spiaggia: il collegamento dalla strada agli scivoli dovrà garantire il
minimo impatto visivo, quindi costituito da materiali che siano compatibili con il
colore tipico della sabbia/ costa.
Scivoli: Scivolo a quattro corsie, munito di eventuale arganetto mobile, pendenza
naturale 10-12%. Gli scivoli saranno mobili, e quindi asportabili durante la stagione
invernale.
Diga foranea: piccola diga foranea di protezione dai frangenti di lunghezza adeguata
e posta da una distanza tale da garantire la sicurezza dei natanti in entrata e in uscita.
Campo boe: costituito da 25 posti per circa la metà protetti dalla diga.
Uso: i "Porti verdi" hanno come priorità l'uso "sociale" e lo sviluppo della nautica
minore, pertanto il loro utilizzo non deve essere destinato agli "stanziali", che già
sono privilegiati nell'utilizzo dei porti marini, ma per il turista che si muove. Gestione
e costi dovranno essere del tutto paragonabili a quelli di un'area di sosta camper/
parcheggio.
Gli aspetti giuridici del salvataggio in mare
(Liberamente integrato, tradotto ed interpretato dalla rete – Hisse et oh)
Salvataggio o assistenza?
Normalmente si abusa del termine
salvataggio perché di solito, è
d'assistenza che si tratta. Il diritto
internazionale della navigazione e
le
normative
nazionali
si
interessano all'assistenza in mare
nella misura in cui è previsto
soltanto il salvataggio delle vite
umane, e pertanto gratuito. Più in
generale, l'assistenza in mare è
invece normalmente definita come
"l'aiuto che una nave porta ad un
altra nave in pericolo".
Premesso ciò ci si pongono le seguenti domande:
- l'assistenza è obbligatoria?
- l'assistenza può essere remunerata?
- l'assistenza deve essere spontanea o pianificata anticipatamente?
1) Nozioni preliminari.
Nozione teorica d'assistenza. La nozione è ampia, poiché definisce ogni atto o attività
intrapresi per assistere una nave o qualsiasi altro bene in pericolo in acqua. La
nozione riguarda quindi l'assistenza in mare e in acque interne, quando si parla di
imbarcazioni, che si tratti di una nave o del suo carico umano e non. Ma non c'é
assistenza se si parla dei relitti, ovvero quando l'oggetto considerato soddisfa due
condizioni: la non galleggiabilità e lo stato d'abbandono.
Nozione pratica d'assistenza. Concretamente, l'assistenza presuppone un atto
materiale, un vero intervento umano sotto qualunque forma, ad eccezione degli atti
compiuti a distanza, come i consigli e gli orientamenti per radio. La fornitura di
combustibile rientra invece nell'assistenza. C'é da aggiungere che non si parla di
assistenza soltanto di fronte ad un pericolo poiché il diritto internazionale precisa che
la nave deve rischiare di affondare. Le decisioni dei giudici in merito a questo
argomento confermano la nozione più ampia che viene assegnata al "pericolo": la
valutazione deve essere effettuata dal capitano, che si suppone essere in pericolo dal
momento che lancia una chiamata d'emergenza, indipendentemente dalla ragione di
quest'appello.
2) L'assistenza è obbligatoria?
L'assistenza alle persone. Dal momento che una richiesta di soccorso riguarda un
aiuto alle persone, quindi un vero e proprio salvataggio, l'assistenza è obbligatoria e
chi se ne astiene è perseguibile penalmente, che sia una nave nelle vicinanze che le
autorità marittime competenti. Le pene sono equivalenti alla mancata assistenza nel
soccorso a terra. La pena massima, secondo le normative nazionali, può prevedere
anche due anni di prigionia oltre una ammenda di alcune migliaia di euro. Esiste una
sola eccezione a questo principio, quando il portare assistenza espone il soccorritore
ad un rischio immediato per se stesso, il suo equipaggio o la sua nave. In questo caso,
la consapevolezza del serio pericolo incorso può essere apprezzata soltanto dal
capitano che declina la sua assistenza. Infine, l'assistenza è obbligatoria alle sole
persone imbarcate che rischiano la vita, non agli animali che può essere non
obbligatoria né gratuita, secondo le circostanze.
L'assistenza ai beni. E' legalmente obbligatoria soltanto in caso d'abbordaggio. Ogni
nave implicata in un abbordaggio è obbligata a portare l'aiuto con tutti i mezzi di cui
dispone per salvare dal pericolo creato dall'abbordaggio l'altra imbarcazione, il suo
equipaggio ed i suoi passeggeri. In caso di mancata assistenza ai beni, le pene
possono essere le stesse sopra menzionate per la mancata assistenza alle persone.
Inoltre nessuna nave implicata in un abbordaggio può lasciare i luoghi senza:
- aver accertato che prima di tutto soltanto un'assistenza più lunga sarebbe stata
inutile;
- se l'imbarcazione è affondata, avere prodigato tutti i suoi sforzi per recuperala;
- avere segnalato il nome della nave, del numero d'immatricolazione, dei porti
d'origine e di destinazione. Anche in questo caso, questi obblighi sono previsti nel
caso in cui la nave interessata ed il suo equipaggio non si espongano ad un pericolo
serio. Oltre al caso dell'abbordaggio, qualsiasi assistenza ai beni è facoltativa. Così,
non si può ricercare la responsabilità di un capitano che rifiuti di portare assistenza ai
beni al di fuori di un abbordaggio ma non quando l'equipaggio della nave che chiama
è seriamente in pericolo come i dispersi in mare in una zattera. Infatti anche in questo
caso l'assistenza è obbligatoria essendo la barca di sola sopravvivenza. Il carattere
facoltativo dell'assistenza vale anche per la marina nazionale e le capitanerie.
Essendo l'assistenza facoltativa, può anche essere rifiutata dal beneficiario, in
qualsiasi circostanza, sia che la nave abbia lanciato una chiamata d'emergenza o che
l'assistente ritiene che la nave corra un serio pericolo che può causare la sua perdita.
Solo il capitano è infatti in grado di valutare la situazione nella quale si trova e la sua
capacità di uscirne, libero di prendersi la responsabilità in caso di sinistro.
3) L'assistenza può essere remunerata?
Si, poiché il principio di retribuzione è in gran parte previsto dalla legge, dal
momento che l'assistenza ha avuto un risultato utile, con riserva nel caso del
salvataggio delle vite umane, la cui gratuità è la norma. Si trae immediatamente una
conseguenza del criterio dell'utilità del risultato: ogni atto d'assistenza sprovvisto di
risultato, anche quando la nave avrà rifiutato l'assistenza offerta, non può essere
remunerato. Inoltre quello che porta assistenza ad una nave nonostante il rifiuto
espresso e ragionevole del suo capitano, non avrà diritto ad alcuna retribuzione. In
queste condizioni, chi può essere remunerato per un'assistenza? Nessuno perché atto
volontario. Quali sono i criteri della retribuzione? Quando il prezzo non è stato deciso
in anticipo, la legge prende in considerazione per base di valutazione:
- il successo ottenuto, gli sforzi fatti, il pericolo incorso, il tempo trascorso e le spese
sostenute;
- il valore delle cose aiutate.
Spetta al giudice fissare il prezzo dell'aiuto in mancanza d'accordo tra le parti.
4) L'assistenza può essere pianificata anticipatamente?
La legge autorizza il ricorso ad una convenzione d'assistenza, che può essere tanto
tacita che scritta. L'atto di salvataggio si può iscrivere infatti in un contratto detto
d'assistenza marittima, che si forma dal momento che l'assistenza richiesta venga
accettata. L'assistito si troverà così "ipso facto" sottoposto al regime giuridico, e
dunque tenuto all'obbligo di retribuzione se ne ha fatto richiesta, ed anche se nessun
contratto specifico era stato stabilito prima dell'intervento. La difficoltà di stabilire a
posteriori il prezzo dell'assistenza invita tuttavia a parlare del prezzo prima di
qualsiasi intervento. Così sia la Guardia Costiera che i centri di assistenza privati
possono, prima di portare assistenza ai beni, annunciare il prezzo che ne sarà
richiesto. è così anche che l'assistito la potrà rifiutare, una volta conosciuto il prezzo.
Nei casi particolari delle società professionali dell'assistenzasi usa anche di far
firmare dall'assistito un contratto preliminare prima di qualsiasi intervento. In questi
casi il non firmare equivale ad un rifiuto. Tuttavia, queste convenzioni possono essere
modificate o annullate dal giudice se ritiene che le condizioni non siano eque nei
confronti del servizio reso e sulla base di retribuzioni equamente note. Resta il caso di
un contratto firmato presso una società d'assistenza, la cui validità non è discutibile,
ma la cui portata può essere limitata dalle condizioni generali del contratto, che
possono declinare qualsiasi intervento in funzione delle circostanze enumerate.
Conclusione
Senza volere pretendere essere stati
esaustivi sull'argomento, il presente
articolo ha l'ambizione di portare
una risposta più chiara possibile su
un argomento che divide spesso ed
appassiona
sempre.
Sperando
naturalmente che nessuno si debba
mai trovare nelle condizioni sopra
evocate.
La sicurezza ed il comfort degli animali domestici in barca
Molti di noi portano i propri
animali domestici a bordo per
una giornata o durante una
crociera, a me è capitato sia
nell'uno che nell'altro caso con
la mia adorata Fox Terrier
chiamata Meg. Sinceramente
prima di partire non ho mai
pensato che anche lei avrebbe
dovuto avere l'opportunità di
passare delle giornate piacevoli
ed in sicurezza, come tutto il
resto dell'equipaggio.
Ragionandoci a freddo mi sentirei quindi di consigliare i seguenti accorgimenti:
• Prendere le cose con lentezza, specialmente se l'animale è a bordo per la prima
volta, anche il rumore del motore troppo accellerato potrebbe dare fastidio.
• Tieni a bordo anche i giubbotto personale per il tuo animale, anche lui ha diritto di
un dispositivo di galleggiamento in caso di incidente; la maggior parte di questi
giubbotti hanno anche una maniglia sul retro per sollevare l'animale dall'acqua in
caso di caduta.
• Predisponi un luogo dove lui possa stazionare comodamente e trovagli una
posizione ottimale e riparata mettendo a terra un pezzo di tappeto di gomma o una
stuoia (considerando che l'animale non indossa scarpe da barca).
• Controlla spesso la temperatura in barca, in coperta può diventare piuttosto caldo
e l'animale potrebbe soffrire specialmente alle zampette.
• E' fondamentale considerare l'animale alla stregua di qualsiasi altro membro
dell'equipaggio sia dal punto di vista del comfort che della sicurezza. L'animale
deve indossare il giubbotto salvagente ogni qual volta sia necessario come per gli
altri membri dell'equipaggio.
• Scendere a terra per quanto possibile e necessario per far si che l'animale possa
fare i suoi bisogni, per ogni animale non è solo una necessità fisica ma anche
psicologica.
• Tenere sempre a disposizione dell'animale la ciotola dell'acqua.
Quelli che…
Quelli che navigano senza preoccuparsi troppo di quello che gli succede intorno,
oh yeah
Quelli che preferiscono andare in barca piuttosto che lavorare e
quelli che hanno un’avversione particolare per le cose faticose e spiacevoli,
oh yeah
Quelli che non considerano le altre barche come nemiche
per il semplice fatto di sentirsi umiliati nell'avere sempre davanti il loro specchio di
poppa,
oh yeah
Quelli che non dipendono dall’ultima moda e dai soldi,
oh yeah
Quelli che preferiscono starsene da soli piuttosto che nei pontili affollati,
oh yeah
Quelli che non si preoccupano se si rompe il GPS o non arriva la prolunga della
corrente alla banchina,
oh yeah
Quelli che preferiscono lo sgombro alla griglia sulla spiaggia piuttosto che caviale in
un ristorante con vista mare,
oh yeah
Quelli che preferiscono fare tutto da soli,
oh yeah
Quelli che non possono passare più di tre settimane senza salire in barca,
oh yeah
Quelli che non amano il loro benefattore che gli fa del bene,
ma vaffa
Quelli che non si guardano indietro,
oh yeah
Quelli che non chiedono “cosa sta succedendo!” se qualcuno ha scorreggiato in
barca,
oh yeah
Quelli che non si sentono complessati se qualcuno dice “la mia barca è più grande e
più bella della tua, naaaa!”
oh yeah
Quelli che non confondono la comodità con il divertimento,
oh yeah
Quelli che sorridono quando osservano chi acquista l’ultimo 40 piedi con tutte le
opzioni possibili, quando vedono che ci naviga il primo anno per due settimane, due
giorni il secondo ed il terzo la rimette in vendita con il 40% di sconto,
oh yeah
Quelli che non provano nessuna sensazione nelle corsie dei saloni nautici,
oh yeah
Quelli che hanno cominciato a navigare da piccoli,
non hanno ancora finito adesso, non sanno ancora che ***** stanno facendo nella
vita, OH YEAH,
oh yeah, o yaeh, o yeah
Misto pesce tra Jannacci e l'osavoile!
Terraferma Sailors, il decalogo
Il nostro decalogo, all'incirca vero:
1) Quello che non c’è in barca non si rompe, ci basta l’essenziale
2) Amiamo la lentezza, troppo vento e velocità ci spaventano
3) Onde e frangenti sono fatte per i marinai veri
4) Adoriamo il silenzio e il dolce fruscio della barca che scivola nell’acqua
5) Meno si spende per andare in barca e più siamo contenti
6) Bello il tramonto in rada con i suoi orizzonti sconfinati, ma anche il letto morbido
e la doccia calda di casa
7) Ci piace navigare, ma la terraferma deve essere a portata di mano
8) Navighiamo lontano dalla folla, “la pace e la libertà si compiacciono della
semplice e solitaria natura”
9) Siamo frugali e paninari
10) Non lasciamo traccia, se non il dolce ricordo della nostra felicità
Tutto ciò che è necessario avere per un buon day sailing
Ovvero tutto ciò che è necessario per
non trasformare una tranquilla
passeggiata in barca a vela in un
incubo. Quelle che citerò di seguito
sono solo le dieci cose per me più
importanti, ma sicuramente ce ne
potrebbero essere altre, diciamo che si
parla dell'essenziale:
1. Esigenze fisiologiche: bugliolo o
secchio con grande apertura, Porta-Potti,
etc., Sapere di averli è un gran sollievo!
2. Cura della pelle: repellente contro
gli insetti, crema solare, protezione per
le labbra, cappello, guanti, tendalino.
Il sole coce!
3. Idratazione: Acqua in bottiglia, thé
freddo, ghiaccio, borsa termica.
Serbatoio dell'acqua e fornello sono
di grande utilità!
4. Alimentazione: fornellino a gas,
accendino/ fiammiferi, barrette di
cereali e/ o energetiche, scatolette,
caffé, zucchero. La galletta è utile
quanto un maglione!
5. Navigazione: carta nautica, squadrette
e goniometro, bussola, binocolo,
orologio. Tecnologia che passione!
6. Comunicazione: VHF palmare, cellulare.
Porta il cellulare ovunque!
7. Sicurezza: combustibile di riserva,
tutte le dotazioni di sicurezza previste,
torcia elettrica, estintore, pompa a mano,
secchio, pagaia, cassetta pronto soccorso,
fischietti e/ o tromba, specchio.
8. Meteo: barometro, termometro, guida
alle previsioni meteo. Boetta ed
estintore sono d’obbligo!
9. Guasti: pinze, martelli, cacciaviti,
chiavi, coltello, ago e filo per la vela,
nastro isolante, fusibili, coppiglie, parti
di ricambio varie, cime e cimette,
candela, elica di riserva, etc.
Stazioncina meteo, GPS e frigorifero,
tre cose importanti! Bisogna essere
sempre in grado di far ripartire il
motore!
10. Ormeggio: mezzomarinaio, parabordi,
doppia linea di ancoraggio e cime.
Si vive meglio con una barca piccola
(Liberamente integrato, tradotto ed interpretato dalla rete - Sailnet).
Quando facevo l'insegnante di business una vita fa, in uno dei miei corsi era previsto
un caso di studio sugli alimenti e di come fare ad iniziare una nuova piantagione di
ananas in una piccola isola del Pacifico. Prestate attenzione a questo caso, è
veramente divertente e significativo. Per portare a termine il caso abbiamo assunto
praticamente tutta la popolazione indigena, e alla fine il progetto ebbe successo. Ma
la cosa curiosa è che dopo aver pagato tutti nessun nativo tornò a lavorare alla
piantagione.
Ma diamine, che cosa era successo? Su questa isola remota i lussi consistevano in
tutto ciò che il piccolo negozio aveva a disposizione: specchi, tessuto stampato, sedie
di legno. Con il salario di due settimane i nativi furono in grado di acquistare tutti i
beni di lusso che avessero mai immaginato di appartenere e poiché la loro vita non
poteva essere migliorata di più non videro alcuna ragione per continuare a lavorare
nella piantagione.
C'è una lezione per i marinai in questo racconto. L'essenza della vela è il momento in
cui tutti i pensieri fastidiosi si perdono in una scia diritta, quando il movimento del
timone è diretto dall'orecchio, quando le vele e il cuore si gonfiano in concerto. Ma
per sperimentare questa magia è necessario solo uno scafo scivoloso e una vela
decente.
Eppure l'impressione inevitabile che si ottiene dalla maggior parte degli articoli
presenti in tutte le riviste patinate di nautica e di vela è quella che per ottenere il
massimo del piacere dalla navigazione bisogna possedere una barca bella grande, un
motore affidabile e avere tutte le ultime stregonerie elettroniche a disposizione. Io
credo invece che, ironia della sorte, il divertimento della vela può essere mascherato
o addirittura completamente annientato del tutto nel perseguimento di tutti questi
elementi, o nella continua frustrazione della loro assenza.
Già da subito si corre il rischio di perdere il lume della ragione con la scelta della
barca. In America si tende a pensare "grande è meglio", partendo dalle case più
grandi, poi nelle automobili, fino agli hamburger. Ma a questo punto bisogna porsi
una domanda: le barche a vela più grandi sono veramente più divertenti? La verità è
che alla fine della giornata abbiamo fatto un tale sforzo che le gite di piacere
diventano eventi. Quando si ha una barca piccola è possibile navigare in un batter
d'occhio, vantaggio estremamente importante per un passatempo totalmente
dipendente dai capricci del vento. Le piccole imbarcazioni godono di altri vantaggi
che sono in gran parte dimenticati dai media come il fatto che sono più facili da
gestire e forse anche più sicure per un equipaggio ridotto. Le conseguenze di un
errore come un incaglio o una collisione, per esempio, sono quasi sempre meno
gravi, e il recupero dell'imbarcazione più facile. Le piccole imbarcazioni sono sempre
a portata di mano, e possono essere utilizzate anche in acque protette e possono
attraversare anche acque basse.
Le piccole imbarcazioni sono anche più economiche da acquistare, gestire e
mantenere. Con tutte le altre attività che impegnano il tuo tempo libero, considerato il
piccolo investimento, le barche più piccole possono rimanere molto più
comodamente "inattive". Alla lunga questo aspetto ha un enorme impatto sulla
godibilità della vela. Non fraintendetemi, non sto qui a snobbare le barche grandi ma
mi sto rendendo conto che nella comunità della vela ci si avvicina di molto ad una
dinamica simile al principio di Peter, detto "principio di incompetenza" e cioè che
ogni lavoratore tende a salire fino al proprio livello di incompetenza. In pratica i
marinai si auto convincono a comprare barche sempre più grandi fino a quando la
loro proprietà diventa così onerosa che la vela non è più divertente. Come si fa a
difendersi da questa sciagura? Io non lo so. Se ci fosse stato un supermercato su
quell'isoletta del Pacifico ho pochi dubbi che la maggior parte degli indigeni sarebbe
ancora al lavoro oggi, ma per la maggior parte, non per tutti.
Io penso che lo stratagemma migliore sia quello di possedere una barca
sostanzialmente più piccola di quello che ci si possa permettere. In questo modo il
divertimento è quasi certo, e il denaro risparmiato permetterà di equipaggiare la barca
al meglio. I veri piaceri poi sono nella navigazione e mai a terra. Inoltre tra il tempo e
il denaro spesi per la barca, quello che dà sempre il ritorno maggiore è il tempo.
Molti miei lettori che vogliono acquistare una nuova barca mi chiedono sempre una
lista di "papabili" e una lista di quelle da evitare. La mia risposta, ovviamente, è che
non ho sufficienti informazioni visto che che se si parla di qualità o prestazioni
qualcosa la potrei dire, ma non so assolutamente niente sulla loro idoneità.
Tanto più che nessuna barca vi potrà mai soddisfare pienamente, la barca ideale non
esiste. Se volete una barca che vi ispiri fiducia a prima vista non aspettatevi che sia
brillante anche con vento leggero. Se invece una barca è divertente, tanto che renda
emozionante un week-end, non è probabile che possa attraversare un oceano. Non
aspettatevi mai forti accelerazioni e grande capacità di carico allo stesso tempo. È
possibile acquistare una barca per correre in un club velico e poi una per fare il giro
del mondo ma non ce ne sarà mai una che possa fare l'una e l'altra cosa
contemporaneamente.
Sembra quindi logico che il primo passo per determinare quale barca si dovrebbe
comprare dovrebbe essere quello di determinare in che modo avete intenzione di
utilizzare la barca. Ma la passione della vela è più epifanica che razionale, più
spirituale che pratica e trascurare questa verità ci mette a rischio di prendere la
decisione sbagliata, nonostante tutti i ragionamenti che si possano fare. Quindi per
me il primo aspetto da prendere in considerazione è la bellezza. Molto di ciò che mi
piace nella vela è l'aspetto estetico, se è la graziosa curva delle vele bianche contro il
blu del cielo, oppure i dolci fruscii che solleticano i miei timpani abusati, o il calore
inaspettato di una fuoriuscita di luce da un oblò nella notte. Di conseguenza trovo la
bellezza in una barca più appagante che la velocità, o lo spazio, o il design
innovativo. Quando mi faccio trascinare dalla mia barca mi accorgo che la mia testa
è inclinata più o meno allo stesso modo di quando ammiro un'opera d'arte. Mi sento
privilegiato di possedere una barca così bella. Questo senso di orgoglio ha sostenuto
la nostra relazione per 25 anni. Qualunque sia la vostra idea di una barca bella è che
dovrebbe comunque essere il punto di partenza nella ricerca. Se la velocità non è
importante per voi non lasciatevi condizionare da chi vi vuole scoraggiare dal
comprare una barca che ti piace perché è "lenta".
Limitate le vostre aspirazioni e piuttosto pensate a come utilizzarla da subito. Anche
la tanto discussa navigabilità o "marinità" sono concetti relativi, infatti la barca che si
acquista dovrebbe fornire un elevato livello di sicurezza per il modo in cui la si
utilizza quindi non sono valori assoluti, come la bellezza che è negli occhi di chi
guarda. È possibile trovare una barca che è veloce e allo stesso tempo di avere lo
spazio di un appartamento, ma se non ti senti un po' orgoglioso di essere il
proprietario di una barca da pesca, sei già sulla buona strada per guardare per la tua
prossima barca. Se ti interessano le corse piuttosto che le crociere la velocità diventa
l'aspetto prioritario e si può essere felici se la barca è veloce, ma.....
Non date troppa importanza alle performance perché, per esempio, la velocità è un
concetto relativo. In una tipica giornata di vela la barca più veloce della flotta getterà
l'ancora mentre sta arrivando la barca più lenta. In tema di velocità, mi si permetta
una piccola digressione. Vedo spesso citata l'affermazione che le barche veloci sono
anche più sicure. Questa logica troverebbe fondamento nel fatto che l'esposizione agli
agenti atmosferici è ridotta. Ma allora questo ragionamento dovrebbe valere anche
per le auto, premiamo sull'acceleratore così siamo meno esposti ai pericoli della
guida. Mi piace la velocità nella guida, come chiunque altro, ma più veloce va la
barca, più si corrono rischi di collisione, maggiore è lo stress sul rigging, e minore è il
tempo per reagire agli imprevisti. Se si dispone di abbastanza cibo e acqua a bordo la
semplice verità è che più la barca è lenta e più è sicura. Naturalmente, nessuno
vorrebbe andare alla deriva in un oceano, ma non non ci convinciamo che siamo più
sicuri in una barca veloce.
Tornando ai criteri di selezione, il costo è il numero 2 della mia lista. Per la maggior
parte di noi la vela è sempre in concorrenza con altre attività in relazione al tempo
libero che abbiamo. Se si spende troppo all'inizio si rischia di non potersi permettere
la manutenzione e l'ormeggio e alla fine si può arrivare alla triste conclusione che
non ci si può permettere la vela. Invece tutti possono permettersi di vela. Quello che
non può ci si può permettere è solo una barca sbagliata. Altro aspetto importante da
considerare è che la barca che si acquista sia adatta al tipo di navigazione si può fare
adesso, non quello che si spera di fare in futuro.
Tutte le altre considerazioni che si possono fare hanno meno importanza, scegliere
una barca è un lavoro duro, ma se sei onesto con te stesso, persistente e paziente, la
barca perfetta sarà la tua ricompensa.
"L'essenza della vela è il momento in cui tutti i pensieri fastidiosi si perdono in una
scia diritta, quando il movimento del timone è diretto dall'orecchio, quando le vele e
il cuore si gonfiano in concerto.”
Alcune regole fondamentali per trainare la barca
(Liberamente integrato, tradotto ed interpretato dalla rete)
La condizione della barca e il carico:
L'armatore deve assicurarsi che la barca
sia in ottime condizioni, senza bulloni
non serrati, spigoli vivi, crepe
strutturali, ecc Prima di rimorchiare la
barca accertarsi che il peso complessivo
della vostra barca con il rimorchio e le
attrezzature a bordo non ecceda la
capacità di traino del veicolo. Tenete
presente che se il rimorchio è "non
frenato" la capacità di traino del veicolo
va ridotta del 50%.
Attenzione: Quando si effettua il trasporto della barca lo spazio di frenata aumenta,
così come il tempo necessario per accelerare. Quando si gira intorno agli angoli il
raggio di sterzata aumenterà a causa della maggiore lunghezza del veicolo e del
rimorchio.
Tipologia di rimorchio: Per prima cosa è necessario che il rimorchio sia corretto per il
tipo di barca che si vuol trasportare, per esempio se la barca è a vela il rimorchio deve
essere predisposto per una barca a vela, infatti lo stesso dovrebbe sostenere
strutturalmente la barca da prua a poppa con il peso della barca equamente distribuiti.
I rulli, le slitte o le culle devono essere mantenuti in buono stato per proteggere lo
scafo da eventuali danni. E' importate che il peso della barca sia distribuito
principalmente lungo tutto l'asse della chiglia che è la parte più resistente dello scafo.
Sulle slitte o sui rulli laterali il peso
deve essere distribuito equamente e
deve essere molto minore a quello
che dovranno sopportare i rulli
centrali,
questo
per
evitare
deformazioni dello scafo nel punto di
pressione sullo stesso. Si consiglia di
allentare la deriva mobile tanto
quanto basta da farla appoggiare
sugli assi trasversali del carrello in
modo che il peso della stessa si
scarichi sul carrello e non sullo scafo.
Nota: Se si carica la barca con le attrezzature è inoltre necessario accertarsi che sia
equamente distribuito, facendo attenzione a non sovraccaricare il rimorchio e che le
stesse siano ben fissate all'interno e non eccedano le dimensioni massime di
lunghezza e larghezza ammessi.
Tutti i rimorchi hanno la targhetta di
identificazione con espressa la
capacità; assicuratevi che la barca
non superi la capacità del rimorchio
che comprende il peso aggiuntivo
delle attrezzature e del motore. Se la
targhetta non è più visibile
informatevi presso il produttore del
rimorchio.
Nota: I rulli laterali devono essere
regolati
in
modo
da
non
sovraccaricare il punto di contatto.
Gancio e accoppiamento del rimorchio all'auto: Assicuratevi di eseguire alla lettera
tutte le istruzioni fornite dal costruttore per attuare correttamente il processo di
accoppiamento tra auto e rimorchio. E 'indispensabile che questa operazione venga
effettuata correttamente e che il gancio sia idoneo per il rimorchio che si va ad
accoppiare, infatti anche il gancio ha un limite di capacità espresso nel libretto di
circolazione che deve corrispondere a quanto dichiarato nella targhetta del rimorchio.
E' necessario collegare un cavo in acciaio o una catena di sicurezza tra l'auto e il
rimorchio.
Collegate le parti elettriche facendo
attenzione che il numero di poli della
presa e della spina corrispondano,
altrimenti vi dovrete procurare un idoneo
adattatore, Vi sembrerà impossibile ma, di
domenica, ho dovuto rimandare un
viaggio perché all'ultimo momento mi
sono accordo che il numero di poli tra
presa e spina non corrispondevano.
Fissaggio della barca: Le funi e il cavo in acciaio dell'argano devono essere in grado
di garantire il perfetto fissaggio della barca che non deve rimbalzare né scivolare nel
rimorchio. L'ausilio del cavo di acciaio dell'argano è un buona base di partenza per
fissare la barca ma bisogna fare attenzione alla resistenza dichiarata dal costruttore e
che i denti di arresto dell'argano siano perfettamente funzionanti, infatti alcuni
prodotti a buon mercato rischiano di fallire. La fase successiva è fissare la barca con
le cinghie, due la devono tirare in avanti verso il basso e due la devono tirare indietro
verso il basso. Anche le cinghie devono essere di buona qualità così come,
ovviamente, le legature e i fissaggi alla barca e al rimorchio. Se la barca ha un
occhione di prua accertarsi che sia assicurato al rimorchio. Altre cinghie
supplementari e corde possono essere necessarie per fissare il motore, l'albero e il
sartiame.
Capacità dell'auto: Prima di acquistare un
rimorchio accertarsi che la vostra auto
possa trainare il peso complessivo della
barca con il rimorchio e le attrezzature e
quindi che tutto ciò non superi la capacità
di traino del veicolo. La capacità di traino
del veicolo deve comprendere il peso delle
persone a bordo del veicolo più il peso dei
bagagli e delle attrezzature stivate a bordo
dell'auto.
Eventualmente contattate il costruttore del veicolo per le informazioni relative alla
corretta capacità dell'auto anche in riferimento alla potenza del motore, per la
trasmissione, i freni, ecc. Può essere necessario installare un sistema di
raffreddamento più grande nel caso si facciano lunghi percorsi a pieno carico.
Nota: L'estensione deve essere ben fissata e
controllate il funzionamento delle luci
Capacità
della
barca:
Non
sovraccaricare mai la barca, non
imbarcare a bordo un numero
maggiore delle persone ammesse
dichiarate nella targhetta. Se la vostra
barca non ha la targhetta informatevi
presso il costruttore o un'associazione
di proprietari che normalmente sono in
possesso dei documenti originali.
Anche le attrezzature e i bagagli
trasportati a bordo non devono
superare il limite massimo consentito.
In strada: Prima di partire e andare in strada con la barca a rimorchio si devono prima
controllare i freni e determinare quanto tempo ci vorrebbe per fermare rapidamente il
treno auto + rimorchio. Il luogo migliore per controllare i freni è un grande
parcheggio oltre, naturalmente, il vostro meccanico di fiducia. Progressivamente
andare sempre più veloce (in modo sicuro), fermandosi a varie velocità per
determinare la distanza di arresto. Durante questo test dovete controllare anche il
corretto utilizzo degli specchi e se sono sufficienti per vedere tutto il lato della barca.
In caso contrario, provvedete all'acquisto degli specchi con l'estensione. Controllate
anche che funzionino correttamente tutte le luci, in particolare le luci dei freni.
Assicuratevi che la palla del gancio sia completamente coperta dal accoppiatore e sia
bloccata in posizione. Considerate inoltre che troppo peso sulla parte posteriore di un
rimorchio può generare la "coda di pesce" oppure, al contrario, troppo peso sul
gancio di traino può rendere difficile la sterzatura, e così via. E' infine indispensabile
assicurarsi di collegare il cavo di sicurezza in modo che se il rimorchio si staccasse
dal gancio questo rimarrebbe comunque collegato alla vostra auto almeno per il
tempo necessario per accostare la macchina da un lato e fermarla. Assicuratevi che
l'estensione del rimorchio con il gruppo luci e la targa sia correttamente fissata.
Controllare regolarmente la pressione
ottimale dei pneumatici dell'auto e del
rimorchio e lo stato dei cuscinetti ogni
qual volta questi vengano immersi in
acqua.
Nota: La targa ripetitrice gialla a
norma di legge è quella rilasciata dalla
Motorizzazione
Civile
salvo
presentazione
del
libretto
del
rimorchio e pagamento di un
bollettino. Provvedete in anticipo a
svolgere questa operazione, se non ha
già provveduto il rivenditore del
carrello.
Trainare correttamente: Non dimenticate mai che quando trainate il rimorchio lo
spazio di frenata aumenta, così come il tempo per accelerare. Quando si gira il raggio
di sterzata aumenta a causa della maggiore lunghezza del veicolo e del rimorchio.
Attenzione: E' indispensabile rimanere entro i limiti di velocità consentiti.
Regole per il varo: Aspetta il tuo turno e prepara la barca nel parcheggio prima di
avviarti alla rampa. Ciò include l'installazione del motore nello specchio di poppa, il
carico delle attrezzature, la messa dei parabordi, l'installazione corretta dell'albero, il
controllo del carburante, messa a punto accensione e spegnimento motore, e così via.
Fai tutto ciò che è necessario prima in modo da occupare la minor quantità di tempo
quando sarai sopra la rampa.
Prima di arrivare sullo scivolo per varare la barca controllare che:
• tutte le attrezzature siano già in barca;
• non ci siano danni causati dal trasporto;
• il motore sia sollevato in modo che non venga danneggiato durante l'operazione di
varo;
• la barca a vela sia stata alberata e fissate le sartie, altrimenti, appena eseguita
l'operazione spostarsi in un luogo tranquillo dove poter effettuare questa
operazione con calma ed in sicurezza;
• rimuovere l'estensione gruppo luci e targa;
• siano state rimosse le funi e le cinghie di fissaggio meno il cavo collegato
all'argano e alla barca nell'occhione di prua;
• siano tate predisposte delle cime collegate alla barca e a disposizione a terra per
poter gestire la barca una volta che è stata varata;
• lo scivolo sia idoneo, che non ci siano rocce o strapiombi e che non sia troppo
ripido per la potenza dell'auto. Le catene da neve potrebbero essere utili in caso di
forte pendenza e/ o terreno scivoloso, quindi controllare che siano a bordo;
• la temperatura dell'acqua non sia troppo fredda.
Una volta che tutto è stato controllato due o
più volte, sarebbe meglio avere una persona
che vi assiste durante il varo e se sei da solo
fai tutto con estrema cautela. Non lasciare che
altri si avvicinino alla barca durante le
operazioni di varo. Prima di lasciare
definitivamente la barca in acqua è bene
provare un paio di volte su e giù con l'auto in
modo da essere sicuri che il fondo sia buono
anche nelle operazioni di alaggio.
Non ascoltare i suggerimenti degli avventori dell'ultim'ora sempre pronti a dare
consigli. E' sempre meglio, anche se non sempre possibile, tenere le ruote posteriori e
il tubo di scarico fuori dall'acqua. E' preferibile tenere immerse le ruote del carrello
fino a metà, in modo che il gruppo frenante e l'asse delle ruote non vengano intaccate
dall'acqua. Quando si è arrivati al punto esatto del varo attivare il freno di
stazionamento e, se si hanno, mettere dei cunei ai pneumatici dell'auto. Assicuratevi
che qualcuno tenga la barca tramite le cime. Quando si è pronti varare la barca
lentamente spingendola in acqua e liberando lentamente la cinghia dell'argano finché
non la si vede galleggiare completamente. Abbassare il motore e spostarsi dalla
rampa verificando che non ci siano perdite di carburante. Una volta avviato il motore,
stando attenti che ci sia adeguata profondità, assicurarsi che esca l'acqua dal circuito
di raffreddamento. Allontanarsi dalla rampa lentamente, assicurare la barca in un
ormeggio e rimuovere l'auto e il rimorchio dalla rampa. Prima di procedere a tutte le
operazioni di varo, anzi prima della partenza, bisogna accertarsi che nei pressi dello
scivolo ci sia a disposizione del posto per parcheggiare auto e rimorchio in sicurezza.
Regole per l'alaggio: Quando si procede all'alaggio della barca sul rimorchio basta
invertire le fasi del varo. Spostare la barca verso la rampa, alzate il motore (sulle
barche a vela alzare anche la deriva mobile e assicurarsi tutte le cime siano sono a
bordo). Fissare la barca al rimorchio collegando il cavo del verricello all'occhione di
prua e cominciare ad azionare lentamente l'argano con la manovella. Guidare la barca
sul rimorchio con l'ausilio dell'argano finché non è completamente fuori dall'acqua e
posizionata correttamente sullo stesso.
Prima di rimettersi in viaggio ricontrollare la barca, il rimorchio, e il veicolo
verificando l'eventuale presenza di sporco e parassiti. Ci sono molti tipi di erbacce
invasive e animali che possono chiedere un passaggio, quindi assicuratevi la pulizia
di tutto il "treno", magari sciacquando abbondantemente il tutto con acqua dolce. E'
indispensabile sciacquare le ruote del rimorchio, l'asse delle ruote e il gruppo frenante
con acqua dolce e pulita.
Rimessaggio: Coprire la barca con
un telo avvolgendola. Mettere i
blocchi alle ruote del rimorchio e
possibilmente leggermente sollevato
con dei mattoni in modo che il peso,
durante l'inverno, non si scarichi tutto
sulle ruote.. Le vele e i dispositivi di
sicurezza devono essere conservati in
un luogo asciutto e non devono
essere lasciati sulla barca durante
l'inverno e con la pioggia.
Attenzione: Durante le fasi di "mast raising" assicurarsi di controllare sempre la
presenza di eventuali linee elettriche e che non siano nel raggio di caduta dell'albero,
regola valida per ogni angolo anche in caso di caduta accidentale.
Tipologia di patente in considerazione dell'auto e del rimorchio: E' fondamentale
verificare se la patente che si possiede è compatibile con "treno" composto da auto +
rimorchio + barca. Per far ciò è stato realizzato un foglio di calcolo idoneo allo
scopo: Formulario Trasporto TATS ..... salvo errori ed interpretazioni legislative.
The wind is free
Nonostante Elena mi abbia detto
che, secondo lei, questa frase
tradotta dall'inglese significa "il
vento è gratis" io mi ostino ad
interpretarla in modo molto meno
commerciale
e
più
poetico
sostituendo quel gratis con libero.
Ed è proprio così che è andata ieri al
lago, le previsioni davano sopra gli
otto nodi già dal primo pomeriggio
invece alla quattro e mezza eravamo
ancora con calma piatta.
La barchina procedeva inesorabilmente lenta sotto il sole caldo ma io non ho avuto
neanche un attimo di incertezza, a momenti arriva. E come previsto è arrivato, prima
leggero, trasportandoci piacevolmente tra le acque tranquille del lago procedendo tra
i due e i tre nodi poi, notando le lievi increspature in lontananza mi sono detto:
eccolo, è quello vero. Eravamo in poppa, la barca ha acquistato progressivamente
velocità, quasi si surfava a sei nodi, sembrava di volare e il piacevole fruscio della
barca sull'acqua si è trasformato in un vero e proprio rumore con lo scafo che lasciava
una scia come fossimo un motoscafo. Era bello procedere in poppa in quelle
condizioni, ma le acque basse del lago verso Sant'Arcangelo cominciavano a farsi
troppo vicine e, per quanto avessimo potuto sollevare la deriva, poi sarebbe stato
impossibile tornare indietro di bolina con la deriva alzata. Dopo la virata, con il
Maestrale in faccia, il vento ha fatto sentire tutta la sua potenza e la barca ha
cominciato a sbandare sempre di più tanto che se avessimo voluto continuare era
necessario procedere con i terzaroli, ma oramai erano quasi le sei e mezza e tra
rientrare in porto e ritornare a casa avremmo fatto le otto, a malincuore abbiamo
deciso di ammainare le vele e rientrare. Devo essere sincero quando sei lì che la barca
sbanda parecchio la paura ti assale, è inutile negarlo, unico rammarico come sempre è
la consapevolezza di non essere mai abbastanza preparati a controllare le vele ed il
vento e per questo ci vogliono esperienza ed attrezzature adeguate e la nostra barca
ha una attrezzatura "tarata" per venti deboli e medi. Una cosa è certa, non sono le
barche che fanno i marinai e ritengo che, a parte lo sfortunato caso di ritrovarsi in una
vera e propria tempesta, qualsiasi barca a vela adeguatamente attrezzata e con
equipaggio addestrato possa superare condizioni meteo marine estreme.
Abbiamo vissuto ancora un'esperienza bellissima e la possibilità di raggiungere il
lago in poco tempo e poterne godere specialmente in questo periodo tra settembre ed
ottobre quando il clima è ancora temperato è una grande opportunità. E' proprio vero,
the wind is free, Trasimeno is cool!
Imperdibili i tramonti al rientro a casa.
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