Ivrea Jazz Club - Music Studio di Ivrea e Canavese edizione 3.2 27, 28, 29, 30, 31 marzo 2012 Ivrea, Banchette, Chiaverano, Bollengo Open Jazz e Open World jazz... due festival un solo pensiero. Un festival è equilibrio, non spettacolarizzazione, questo è sempre stato il nostro ideale, il convivio con i musicisti, il prima, il dopo….. la musica è il centro, ma serve meno volgarità, più rispetto per questa magia che appartiene a pochi intimi e a momenti che sanno di infinito, renderla un evento da circo lo troviamo avvilente e lavoriamo da sempre per allontanarci da quel modello di plastica. Da musicisti sappiamo quali sono i festival dove si riesce a “suonare”, sono quelli dove sei accolto… aspettato, rispettato, dove il pubblico non si sente solo pubblico ma parte di quell’appuntamento… il progetto è il “festival”, è il disegno complessivo che conta, il rito ogni singolo concerto è un pezzo del mosaico, il tema intorno a cui ruota il festival. Sentiamo da sempre un dovere morale, verso il territorio in cui viviamo, verso la musica, la cultura, il dovere di difendere da sciacalli e hobbysti dei tempi miserabili in cui viviamo, quel valore collettivo che non deve finire preda di gente senza arte né parte. Sia per chi suona ma anche di un qualunque cittadino, sia che i soldi siano pubblici sia che i molti privati (ormai almeno tre quarti del totale). Un’ultima cosa, il festival da quest’anno non userà più la parola euro (euro jazz), noi come Ivrea Jazz Club vogliamo rivendicare una nuova storia,che seppur nella continuità vuole esser più “nostra”, quindi ge- mella dell’Open World Autunnale che non parente di quel festival nato 32 anni fa, ma che ormai da oltre dieci anni avevamo lentamente trasformato in una cosa diversa dagli anni ottanta. Con i concerti nei comuni limitrofi e con infiniti appuntamenti, convegni, presentazioni di libri, mostre, perfomance di danza, seminari, stage, aperitivi, ed anche perché quella parola traeva molti (le nuove generazioni) in inganno rispetto al significato della nuova moneta europea, quindi due festival uno “Open World Jazz” in autunno ed uno “Open Jazz” a primavera. Music Studio e Ivrea Jazz Club vogliono infine ringraziare: i comuni d’Ivrea, Banchette, Bollengo e Chiaverano; l’Archivio Storico Olivetti; gli sponsor come Isis Papyrus e Saint l’Oreal senza i quali queste idee non potrebbero svilupparsi; il gruppo dei volontari, Mauro, Valerio, Luca, Gabriele, Edoardo, Filippo, Andrea, Tony... così tanti che non possiamo elencarli tutti, amici che da sempre permettono che vi siano sempre soluzioni logistiche anche all’ultimo momento. Ma allo stesso modo un ringraziamento va al pubblico che da più di trenta anni segue questo percorso condividendolo con noi. Convinti che la cultura non è un bene a cui si possa rinunciare, e che il volontariato con cui la alimentiamo ne sia la testimonianza… speriamo che questo si riesca a comprendere. Music Studio – Ivrea Jazz Club Martedì 27 Marzo Mercoledì 28 Marzo Chiaverano, ore 21.30, concerto Ivrea, ore 17.30, convegno - concerto Teatro Bertagnolio, via del Teatro 19 Archivio Storico Olivetti, via Miniere 31 Miroslav Vitous Maurizio Brunod Duo L’Olivetti e la cultura “E(x)stinzione” Miroslav Vitous: contrabbasso Maurizio Brunod: chitarra “tesi di laurea e progetti nati da quella storia” 3a parte Interverranno: Sergio Giolito (La Sentinella del Canavese) Franco Bergoglio (Jazzitalia) Guido Michelone (Musica Jazz- Il Manifesto) Marco Basso (La Stampa) a seguire concerto: Presentazione cd “Kandinsky” Massimo Barbiero: batteria e percussioni Marcella Carboni: arpa Bollengo, ore 21.30, concerto Salone Comunale, P.zza Statuto 1 ContaMinata Omaggio a Mina Paola Mei: voce Sandro Gibellini: chitarra Lucio Terzano: contrabbasso Vittorio Marinoni: batteria Giovedì 29 Marzo Banchette, ore 21.30, concerto Sala “E. Pinchia”, via Roma, 59 Enten Eller Orkestra E(x)stinzione Alberto Mandarini: tromba Maurizio Brunod: chitarra Giovanni Maier: contrabbasso Massimo Barbiero: batteria Special Guest: Giancarlo Schiaffini: trombone Marcella Carboni: arpa Carlo Actis Dato: sax tenore, baritono e clarinetto basso Laura Conti: voce e recitativi Orchestra d’archi di “B.Bruni” di Cuneo Foto e proiezioni: Luca d’ Agostino Allestimento: Toni Muroni Testi: Franco Bergoglio Banchette, ore 23.50, concerto “Ivrea Jazz Club” Il Punto e Basta, via Roma 86 Pank’u Quartet Andrea Mignone: chitarra Valentina Valenzano: pianoforte Luca Russo: basso Massimo Serra: batteria Venerdì 30 Marzo Ivrea, ore 17.30, mostra - presentazione Ivrea, ore 21.00, concerto Galleria d’arte Gozzano 12, via Gozzano 12 Teatro Giacosa, Piazza Teatro 1 Antonio Muroni - Jestijazz Pittura gestuale & nonsoloswing Nuance Presentazione libro Marcella Carboni: arpa e live effects Elisabetta Antonini: voce & live electronics “Non chiamatelo Jazz” di Giancarlo Schiaffini Interverranno i giornalisti: Alberto Bazzurro Guido Michelone Sergio Giolito Luca d’ Agostino (Fotografo) A seguire: concerto di Giancarlo Schiaffini Area Patrizio Fariselli: pianoforte e tastiere Ares Tavolazzi: basso elettrico e contrabbasso Paolo Tofani: chitarra elettrica e trikanta U.T. Gandhi: batteria Banchette, ore 23.50, concerto Ivrea, ore 18.30, concerto - aperitivo “Ivrea Jazz Club” Il Punto e Basta, via Roma 86 Enoteca Vino & Dintorni, via Arduino 126 Blu Reflection Gianni Denitto e Max Carletti Gianni Denitto: sax Max Carletti: chitarra Giorgio Trivero: trombone Lino Pastore: chitarra Gianni Martina: contrabbasso/basso elettrico Beppe Scarpulla: batteria Maria Giachetti: voce Sabato 31 Marzo Ivrea, ore 11.00, concerto Borghetto Big Band Dimensione Musica Con mercatino e degustazioni Ivrea, ore 18.00, danza Galleria d’arte “Kunsthaus”, via Gozzano 56 Infinito vuoto/pieno performance di danza di Roberta Tirassa, installazione di Marco Sbizzera Ivrea, ore 19.00, concerto - aperitivo Enoteca Vino & Dintorni, via Arduino 126 Presentazione libro di Guido Michelone A seguire concerto: Gianni Denitto: sax Alberto Gurrisi: organo Hammond Ivrea, ore 21.00, concerto Teatro Giacosa, Piazza Teatro 1 Enrico Rava Tribe Enrico Rava: tromba Gianluca Petrella: trombone Giovanni Guidi: pianoforte Gabriele Evangelista: contrabbasso Fabrizio Sferra: batteria Banchette, ore 23.50, concerto “Ivrea Jazz Club” Il Punto e Basta, via Roma 86 Di Bucci Trio Fabio Buonarrota: tromba e flicorno Max Tempia Hammond: organo Claudio Di Bucci: batteria Mostre Antonio Muroni “JESTIJAZZ” pittura gestuale & nonsoloswing Collettiva Arteinfuga “in tempo di crisi noi mangiamo arte” come gli uomini delle caverne dopo la caccia per la sopravvivenza oggi questi artisti trovano il tempo e la forza per cercare di scalfire il muro... Dusit Dughera: restauratore e pittore Francesca Paonessa: pittrice Linda Berti: illustratrice Lucia Fuso: grafica Roberto Phc Ferrari: cartoon e fumetti Susanna Clarino: pittrice Tiziana Clarino: pittrice Miroslav Vitous Iniziò lo studio del violino all’età di sei anni, pianoforte a dieci anni, e contrabbasso a quattordici. Vitous fu anche un nuotatore da competizione. Uno dei suoi primi gruppi fu il Junior Trio, con suo fratello Alan alla batteria e con l’amico ceco, presto anch’egli famoso, Jan Hammer alle tastiere. Vitous studiò al conservatorio di Praga (sotto F. Posta), e vinse successivamente un concorso internazionale a Vienna, ottenendo una borsa di studio per la Berklee College Of Music di Boston. Il virtuosismo di Vitous nell’ambito del contrabbasso ha spinto molti critici ad affiancarlo a bassisti del calibro di Scott LaFaro, Dave Holland, Niels-Henning Ørsted Pedersen e Christian McBride. Un esempio rappresentativo del talento di Vitous al contrabbasso è il disco Now He Sings, Now He Sobs (1968), con Chick Corea al pianoforte e Roy Haynes alla batteria. Questo disco presenta forte senso ritmico, innovative linee di walking bass ed un intenso uso dell’improvvisazione. È stato uno dei membri fondatori del gruppo Weather Report, ha lavorato con Jan Hammer, Freddie Hubbard, Miles Davis, Chick Corea, Wayne Shorter, Joe Zawinul e Jan Garbarek. Vitous ha sempre ribadito ai giornalisti che la sua controversa uscita dai Weather Report fu causata dal cattivo rapporto con Joe Zawinul, tastierista e co-fondatore del suddetto gruppo. Maurizio Brunod I concerti verranno presentati da: Daniele Lucca Chitarra classica, acustica, elettrica, live sampling. Chitarrista e compositore nato a Ivrea nel 1968, è sicuramente tra i più noti del panorama jazzistico e d’avanguardia italiano. Le sue influenze spaziano dal progressive rock al jazz di ricerca passando per la world music e la classica. ContaMinata Quartetto Mina vestita di jazz Lo spettacolo ContaMinata ha la forma di un vero e proprio concerto jazz in cui ogni canzone viene valorizzata musicalmente oltre che melodicamente. Gli arrangiamenti acquistano quindi una valenza autonoma nel contesto totale e camminano di pari passo con la linea melodica in uno scambio creativo molto efficace. Si passa quindi dal blues di Sabato Notte alle bossa nova di Conversazione e Parole Parole alle ballad E se domani e Piano al cha cha di Cubetti di ghiaccio in un viaggio attraverso lo sterminato repertorio mazziniano che presta più che mai il fianco alla contaminazione intesa come ‘vestizione’. Mina vestita di jazz, delle creazioni di un grande chitarrista jazz come Sandro Gibellini e della voce di Paola Mei affine per timbro e stile alla grande cantante. Un concerto divertente e accattivante, a tratti molto emozionante, che unisce la musica italiana leggera al jazz in modo naturale, mai forzato, con rispetto e con amore. Enten Eller Orkestra E(x)stinzione La storia degli Enten Eller è lunga un quarto di secolo. L’insegna fu innalzata nel 1986 dal batterista e percussionista piemontese Massimo Barbiero, allora ventitreenne, con dichiarati intenti sperimentali, ma l’attuale formazione del quartetto è più recente d’un decennio. Insieme a lui, sin dall’inizio, c’è il chitarrista Maurizio Brunod col quale condivide ampia porzione d’interessi: i due hanno spesso collaborato anche in altri progetti proponendosi anche in duo. Il primo lavoro in quartetto con Alberto Mandarini (tromba e flicorno) e Giovanni Maier (contrabbasso) è “trait d’union”, del 1997, e curiosamente la cosa si è ripetuta una sola volta (“Atlantide”, 2007). Nulla da eccepire: la formazione ha costituzione talmente solida da poter accettare rapporti esterni senza tema di tradimenti, ma anzi godendone appieno gli arricchimenti espressivi. Così nel 99 e nel 2000 ha flirtato con Tim Berne i “Melquiades” e “Auto da Fè”, nel 2003 e nel 2006 ha ingoblato Achille Succi e Lauro Rossi (“Euclide” e “Settimo sigillo”) e l’anno scorso ha incrociato gli strumenti con i fiati dell’ormai italo-argentino Javier Girotto. Maurizio Favot “Suono”luglio 2011 Nuance Questo nuovo progetto con quattro importati solisti ed un orchestra d’archi festeggia venticinque anni di attività Il progetto: l’idea di fondo del progetto è, descrivere attraverso quello che Luigi Onori definì parlando di Enten Eller “un’inquietudine metropolitana , un’angoscia mista a poesia, un abbandono intrecciato a controllato rigore”… su Alias 2000, lo stato e la decadenza della cosiddetta fine della società industriale e dell’utopia che nella città che ha dato i natali a 2/4 di Enten Eller la fine di un grande gruppo come fu Olivetti, mentre per i restanti componenti situazioni analoghe in quel di Monfalcone o di Asti. Questo non come fine “politico” ma come metafora della decadenza e dell’incapacità di difendere quanto costruito, da qui il titolo “Estinzione” ispirato al famoso romanzo dello scrittore Thomas Bernhard. Non vi è né l’interesse a descrivere le vicende del canavese né a cercare colpevoli ma più semplicemente leggere attraverso l’occhio (obbiettivo di Luca d’Agostino) con foto copertina libretto l’architettura Olivettiana i Cantieri Navali di Monfalcone la Centrale di Trino… diventino oggi manifesto/metafora di quella decadenza. Questa immagine è applicabile non solo a Ivrea, all’Italia ma forse a tutto un occidente che ha perso di vista “l’uomo”... ... nonostante la chiara cifra storica di Enten Eller quello che vorremo cercare è un elemento di poesia che nella sua crudezza vuole fotografare o almeno provarci il tempo in cui vive, senza rinunciare ad un ruolo... ... troppo spesso l’arte di oggi rinuncia a responsabilità, morali, politiche, etiche... Area Un’arpa e una voce: un gioco di sfumature e rimandi che abbraccia il jazz e la canzone, le sonorità classiche e l’improvvisazione. “Nuance”, il duo composto da Elisabetta Antonini e Marcella Carboni, brilla per i suoi chiaroscuri timbrici. Quelle «flessibili e leggere gravità», come canta la voce in Cerco il mare, da cui traspare l’intenzione di restare in equilibrio fra la delicatezza di un sound carezzevole e la complessità di composizioni ricercate. Il materiale contenuto in questo loro primo disco (prodotto da Sergio Cossu per Blue Serge) scivola elegantemente fra brani di Ralph Towner e Guinga, Kenny Wheeler e Tom Jobim, soffermandosi sui punti di contatto fra la storia e la contemporaneità grazie alla grande tecnica delle due musiciste, docenti dei Seminari di Nuoro Jazz (diretti da Paolo Fresu), dove il progetto è nato nel 2008. Elisabetta Antonini, cresciuta musicalmente fra l’Europa e gli Stati Uniti, si è fatta strada attraverso un’intensa attività concertistica che l’ha portata a collaborare con nomi come Paul McCandless e Kenny Wheeler. Da sempre riserva un’attenzione mirata alla composizione e all’arrangiamento rielaborando con cura alcune pagine del jazz di oggi e scrivendo brani originali, tre dei quali trovano spazio nel progetto “Nuance”. Marcella Carboni esplora con tenacia e passione un universo di suoni che raramente ha visto protagonista l’arpa. Dopo un folgorante incontro con l’arpista newyorchese Park Stickney, la musicista ha cercato una sintesi confluita in quel suo “equilibrio fra il jazz e la musica europea, fra scrittura e improvvisazione, tecnica impeccabile e suono affascinante” . Franco Fayenz, Il Foglio, 18 agosto 2007 International Popular Group Quante sono le rockband italiane conosciute ovunque? Pochissime. Tra queste, sicuramente, gli Area. Inutile provare a definire il loro genere e i loro percorsi, perché si deve chiamare in causa il jazz, il rock, il progressive, la world music (che allora non esisteva neppure come definizione), l’avanguardia, la pura sperimentazione, la canzone politica. Dopo 30 anni di cambiamenti sociali ed evoluzioni musicali oltre che tecnologiche, ecco Ares Tavolazzi (basso), Paolo Tofani (chitarre e synth) e Patrizio Fariselli (tastiere) nuovamente insieme sul palco. Sarà un concerto “strano”: una band senza il suo elemento simbolico, il cantante e vocalist Demetrio Stratos. Eppure, per tutti coloro che hanno amato gli Area, sarà un evento emozionante, una sfida a cui Tavolazzi, Fariselli e Tofani si sono offerti con coraggio. Quella di Fariselli, Tofani e Tavolazzi non è una “reunion” vera e propria dal sapore nostalgico ma un’operazione musicale di ben più ampio respiro: facendo tesoro del comune passato, i nostri vogliono guardare soprattutto al futuro proponendo non solo la musica degli Area ma anche i rispettivi percorsi musicali individuali intrapresi dopo la fine di quella incredibile esperienza musicale e sociale chiamata Area. Enrico Rava In trent’anni di carriera Enrico Rava, compositore, trombettista e flicornista triestino, ha accumulato oltre settanta incisioni discografiche, delle quali sedici a proprio nome. Le altre sono tutte in collaborazione con illustri protagonisti della scena jazz internazionale. A partire dal 1972, anno nel quale ha pubblicato Il giro del giorno in 80 mondi, il primo disco a suo nome, Rava forma e dirige eccellentemente quartetti, sia nei club newyorkesi che in tournée in Europa e in Sud America, quasi sempre privi di pianoforte. Le sue incisioni si sono susseguite, preziose e a ritmo serrato, in collaborazione con prestigiosi musicisti italiani, europei, americani. Tra questi vanno annoverati: John Abercombie, Joe Henderson, Roswell Rudd, Cecil Taylor, Ray Anderson, Franco D’Andrea (ex Perigeo), Massimo Urbani, Miroslav Vitous (ex Weather Report), Paul Motian, John Taylor, Archie Shepp, Misha Mengelberg, Richard Galliano, Lee Konitz (solo per citarne alcuni). Musicista rigoroso e strumentista raffinato, questo “poeta” dello strumento a fiato per eccellenza è anche un abile e sensibile compositore, amante del jazz, ma capace di spaziare nei più disparati contesti e di fondere nel suo personalissimo stile molteplici influenze musicali. Fra le numerose doti di Rava, vi è anche quella di essere un portentoso talent scout capace di scovare e lanciare giovani musicisti di grande talento. Un esempio per tutti è Stefano Bollani. E scusate se è poco. Il 23 e il 24 aprile 2011, a conclusione della rassegna Ferrara in Jazz, il Jazz Club di Ferrara, situato nello splendido Torrione San Giovanni, ha ospitato Enrico Rava con il suo quintetto: Gianluca Petrella, Giovan- ni Guidi, Gabriele Evangelista, Fabrizio Sferra. I due concerti del quintetto di Rava sono stati annunciati egregiamente il 23 aprile, con grande competenza, dal giornalista e critico musicale del quotidiano La Nuova Ferrara, che ringrazio ossequiosamente. Gianluca Petrella è considerato dalla critica uno tra i più dotati trombonisti jazz attualmente in circolazione. Giovanni Guidi, nato nel 1985, venne notato ai seminari estivi di Siena Jazz dallo stesso Rava, che lo inserì nella formazione Rava New Generation. Oltre a collaborare con il Maestro di Trieste, è membro della Cosmic Band, diretta da Gianluca Petrella, del quartetto di Mauro Negri, del quartetto di Lello Pareti e del trio di Fabrizio Sferra. Gabriele Evangelista, nato nel 1988, è già un pluripremiato contrabbassista e ha collaborato con i migliori jazzisti italiani. Fabrizio Sferra ha iniziato la sua attività musicale di batterista jazz alla fine degli anni Settanta, affermandosi sulla scena nazionale grazie a numerose collaborazioni con prestigiosi musicisti italiani e stranieri. Grazie a: AQUILA NERA da Tony Corso Nigra, 56 IVREA Camere con cultura 0125-425857 - Via Patrioti 17 - 10015 Ivrea www.spaziobiancoivrea.it I concerti ferraresi di Rava e soci sono stati entrambi all’altezza delle aspettative. Naturalmente è stato presentato il recente progetto dal titolo “Tribe”, ma non sono mancati alcuni dei “cavalli di battaglia” dell’illustre Maestro. Grande la vena compositiva di Rava, grande il talento collettivo nell’esecuzione dei brani ormai divenuti cover, altrettanto grande il talento dei singoli musicisti, grande l’affiatamento tra gli stessi. Se al tutto aggiungiamo lo splendido ambiente, caldo e raffinato, del Torrione San Giovanni, otteniamo due concerti davvero memorabili. È stata la conferma che il “vecchio” leone di Trieste, la cui “zampata” non smette mai di lasciare il segno, è sempre uno dei migliori musicisti attualmente sulla piazza, nazionale e internazionale. Arturo Casalati Organizzazione eventi musicali www.music-studio.it Grazie ad un accordo con il Gruppo Turismo di Confindustria Canavese, i seguenti alberghi e ristoranti hanno predisposto delle specifiche offerte con tariffe agevolate in occasione dell’Open Jazz Festival: Canavese Golf & Country Club Torre Canavese Castello di Pavone Pavone Canavese Hotel Crystal Palace Banchette Hotel Gardenia Romano Canavese Hotel La Villa Ivrea Hotel Santa Fe’ San Giusto Canavese Hotel Sirio Ivrea Spazio Bianco B&B Ivrea Ristorante Balla Ivrea Ristorante Gardenia Caluso Villa Soleil Colleretto Giacosa Propongono iniziative speciali anche il Tour operator Over Imagination Travel ed il Laboratorio-museo Tecnologic@mente di Ivrea. Per informazioni: www.confindustriacanavese.it/turismo www.isis-papyrus.com Profumerie Erniani BUROLO - IVREA - TORINO Comune di Banchette di Ivrea e Canavese Comune di Bollengo Comune di Chiaverano Prevendite presso: Associazione “Il Contato” - Piazza Municipio 12 - Ivrea - Tel. 0125 641.161 Orari: dal lunedì al venerdì dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 16.30 Music Studio - Tel.: 0125 40450 - [email protected] Ingressi: mar-mer-gio: 10 € / ven-sab: 15 € / abbonamento: 45 € La manifestazione è organizzata da: Ivrea Jazz Club, Music Studio, Comuni di Chiaverano, Bollengo, Banchette e Ivrea Direzione Artistica: Ivrea Jazz Club / Music Studio - www.music-studio.it Biko Web & Grafica - www.bikoweb.net We Jazz Up Information Technology