Scuola dell’infanzia
TURRI
a.s. 2006/ 2007
pRogeTTo
“gUaRdIamo Il cIelo”
Comune di Scandicci
Questa pubblicazione racchiude un grande “gioiello” che testimonia come le nostre scuole dell'infanzia continuino ad essere interessanti laboratori di sperimentazione didattica conosciuti a livello nazionale.
È possibile “fare scienza” con i bambini?
Questa esperienza, che con mio grande orgoglio è stata condotta dalle educatrici del Comune di Scandicci, dimostra come la formazione del pensiero scientifico affonda le proprie radici nella curiosità dei bambini.
Chi avrà il piacere di leggere questo lavoro si accorgerà di come sia stato sviluppato nei nostri “piccoli scienziati” il piacere all'osservazione del mondo circostante, alla scoperta e enunciazione del “perché”, fino alla risoluzione del problema.
La professionalità delle nostre educatrici ha fatto sì che questo piacere si sia sviluppato attraverso il gioco, l'esplorazione, la manipolazione, l'osservazione, ...,
nonché attraverso una precisa scelta organizzativa: l'”intergruppo”. Ciò ha consentito ai bambini di incontrare compagni di età diverse, agevolando il processo di continuità anche attraverso la conoscenza di tutto il corpo docente ed ausiliario.
La validità di questa proposta didattica è ulteriormente dimostrata dalla scelta
di coinvolgere anche i genitori, che insieme ai loro piccoli hanno giocato alla “scoperta del cielo”, diventando pertanto parti attive del progetto con la costruzione finale di una mongolfiera realmente funzionante.
Questa pubblicazione è un grande contributo per chi si occupa di educazione, e
non solo: dimostra come i nostri bambini sono perfettamente in grado di osservare,
descrivere, comprendere fenomeni scientifici, partendo naturalmente da validi progetti educativi volti a sviluppare la nascita e lo sviluppo del pensiero scientifico stesso.
Per l'Amministrazione Comunale, che da sempre sostiene e segue con attenzione
i propri servizi all'infanzia, è una ulteriore dimostrazione dell'importanza di investire nella “qualità” della scuola.
Mercedes Tamburin
Assessore alla Pubblica Istruzione
Indice
prima parte
1.
Introduzione e motivazioni, di D. Sgobino
pag. 7
2.
Perché guardare il cielo, di D. Becherini
pag. 13
3.
I laboratori del progetto
pag. 15
3.1
Primo ciclo: Laboratorio “Arcobaleno”, di C. Taddei
pag. 15
3.2
Secondo ciclo: Laboratorio “Lo spettrometro”, di C. Taddei
pag. 17
3.3
Primo ciclo: Laboratorio “Le stelle”, di S. Barbetti
pag. 20
3.4
Secondo ciclo: Laboratorio “Le Costellazioni”, di S. Barbetti
pag. 22
3.5
Primo ciclo: Laboratorio “Il cielo di giorno e di notte”,
di P. Masotti
pag. 26
3.6
Secondo ciclo: Laboratorio “I colori del cielo”, di P. Masotti
pag. 27
3.7
Primo ciclo: Laboratorio “Osserviamo il sole”, di M. Mazzi
pag. 29
3.8
Secondo ciclo: Laboratorio “A cosa serve il Sole?”, di M. Mazzi pag. 31
3.9
Primo ciclo: Laboratorio “Luci ed ombre”, di K. Vaiani
pag. 33
3.10 Secondo ciclo: Laboratorio “Le ombre colorate”, di K. Vaiani
pag. 36
3.11 Primo ciclo: Laboratorio “L’aria”, di C. Petrini
pag. 39
3.12 Secondo ciclo: Laboratorio “L’aria e la sua resistenza”,
di C. Petrini
pag. 41
4.
La documentazione, di D. Sgobino
pag. 43
5.
Il coinvolgimento dei genitori, di K. Vaiani
pag. 49
7.
La festa di fine anno, di G. Salvestrini
pag. 57
6.
Giocare con la scienza……con mamma e papà, di L. Albanese
pag. 60
8.
Verifica e valutazione del progetto, di F. Migliorini
pag. 63
Bibliografia
pag. 69
Sitografia
pag. 71
Seconda parte
Conversazioni e riflessioni tra bambini ed insegnanti durante
l’attività di intergruppo
pag. 73
1. Introduzione e motivazioni
Tutta l’esperienza vuole essere l’occasione per riflettere sui tanti aspetti dell’attività educativa ed in particolare sul “fare scienza”, con i bambini della scuola dell’infanzia. Fare scienza nel senso dell’imparare a chiedersi il perché delle cose,dei
fenomeni che ci circondano, con occhio attento e voglia di scoprire.
Per poter meglio comprendere la scelta di questo progetto, ci siamo poste delle
domande alle quali tentiamo di dare una spiegazione.
1.1. Quali i presupposti metodologici?
I criteri per la realizzazione di attività di tipo scientifico, traggono la loro origine da una consolidata formazione del personale, datata ormai 1981, ma continuamente rivista e contestualizzata, in cui il principio ispiratore, ancora oggi più che
mai valido, é l’attenzione ai bambini, alle loro conoscenze già acquisite, alla stimolazione della loro curiosità come molla del sapere, alla scoperta d’intuizioni
scientifiche già di fatto presenti nei bambini e non utilizzate, allo spazio da dare
alle loro parole che diventano confronto d’idee ed accettazione di punti di vista diversi, alla problematizzazione di fatti e situazioni, all’invito ad una ricerca individuale e collettiva di soluzioni creative dei problemi stessi. La scommessa, a nostro
parere vincente, è quella di condividere con le colleghe di nuovissima generazione
queste conoscenze, per analizzarne ogni aspetto e concordarne modalità d’applicazione, nonché verifiche ed aggiustamenti.
1.2. perché la scelta di fare attività di tipo scientifico?
L’introduzione al progetto in parte già lo spiega e tale scelta si motiva nella necessità di ampliare il significato di “educazione scientifica”, com’è possibile no9
tare dalla tipologia delle attività proposte, fino all’accezione di “educazione alla razionalità” con una reale attenzione ai processi d’apprendimento.
Le varie esperienze sorprendono ed interessano i bambini perché consuete ma
mai vissute con consapevolezza. Significano la possibilità di sviluppare le proprie
capacità cognitive attraverso l’acquisizione di concetti ai quali legare la propria
esperienza quotidiana (parliamo del comportamento d’alcuni fenomeni, degli oggetti in particolari situazioni, come pure la capacità di risolvere problemi ecc…).
Questo tipo d’attività scientifica niente toglie all’osservazione dell’ambiente circostante, alle classificazioni ed alle attività varie che ne scaturiscono, ma vuole compiere un passo in avanti, vuole cioè arrivare a fornire ai bambini gli strumenti per
“capire” il mondo che li circonda, attraverso il fare domande e soprattutto il tentare
di trovare, attraverso prove ed aggiustamenti, una risposta ragionevole.
Le esperienze coinvolgono anche gli altri campi esperenziali proprio per agevolare lo sviluppo armonico di tutte le potenzialità dei bambini e quindi, per gli aspetti
relativi alla corporeità, fanno parte delle esperienze i giochi sulla percezione dello
spazio, per la coordinazione motoria, la manipolazione di materiali vari, l’espressività mimica ma anche grafico-pittorica. Per gli aspetti linguistici si realizzano giochi
per l’ acquisizione di termini nuovi e corretti ma anche l’uso del linguaggio finalizzato alla socializzazione e alla trasmissione d’idee, pareri e conoscenze. Le abilità
di tipo pre-matematico si sviluppano attraverso le misurazioni, i confronti di quantità, di peso, la ricerca di codici per la registrazione di dati ecc.
L’aspetto socializzante invece è trasversale ad ogni iniziativa, dove si chiede di
raccontare, di cimentarsi in previsioni, di confrontare pareri ed opinioni diverse
dalle proprie, di aiutarsi vicendevolmente nell’uso di materiali e tecniche espressive, nonché nello stare semplicemente ma allegramente vicini, aspettando il turno
per intervenire o per lavorare.
1.3. perché gli intergruppi ?
Abbiamo deciso di organizzare un’attività d’intersezione o, come la chiamiamo
noi d’intergruppo, per offrire occasioni di relazione giocosa diversa dalle dinamiche
della sezione, per permettere a tutti i bambini di uscire dalla propria realtà ed incontrare compagni d’età diverse, in situazioni stimolanti ed emotivamente coinvolgenti per imparare cose nuove. D’altra parte i bambini più piccoli hanno spesso
meno inibizioni dei grandicelli nel tentare di mettersi in gioco ed offrono soluzioni
a volte estremamente pertinenti.
Programmiamo l’inizio dell’attività di intergruppo a partire dal mese di gennaio,
proprio per consentire un miglior ambientamento dei bambini nuovi, e soprattutto
dei bambini della sezione di nido. Il primo periodo richiede in alcuni casi maggiori
attenzioni e qualche coccola in più, soprattutto per i bambini più piccoli, quelli di
due anni, che frequentano per la prima volta la nostra scuola; appena è trascorso un
po’ di tempo però, notiamo quanta ricchezza di relazioni si va manifestando fra i
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bambini; osserviamo i più grandi, che fanno a gara a chi si prende cura degli altri,
ed i più piccoli che si affidano alle loro manine per spostarsi o per sedersi ad ascoltare, o addirittura per ricevere consigli ed aiuto nella realizzazione degli elaborati.
Questa disponibilità al dialogo fra bambini delle varie sezioni è verificabile anche
in altri momenti della giornata, nelle routines, nelle attività o nel gioco spontaneo e
permette la costruzione di relazioni simmetriche ed asimmetriche tali da arricchire
notevolmente le competenze sociolinguistiche.
Un ulteriore aspetto, assolutamente non meno importante, che motiva la scelta
dell’attività d’intergruppo, riguarda la continuità orizzontale e cioè quella delicata
fase in cui un bambino, concluso l’anno scolastico, si trova ad essere inserito in un
gruppo diverso, anche solo in parte, dal precedente, dove incontrerà nuovi compagni e insegnanti.
L’attività degli intergruppi infatti, oltre a permettere la conoscenza e l’affiatamento fra bambini di diversa sezione, consente anche la conoscenza di tutti gli
ambienti e gli adulti educatori presenti nella scuola ed ai quali i bambini stessi si
rapportano in modo del tutto spontaneo, nelle più varie situazioni di necessità,
tanto da poter dire che ogni bambino “è” in qualche modo “ anche un po’ delle
altre maestre”.
Succede a volte che un bambino che non ha notato un’insegnante, all’improvviso decida di “adottarla”, proprio in seguito al lavoro condiviso che crea occasioni
importanti dal punto di vista affettivo. Nascono così e si moltiplicano le possibilità
di scambio di dialoghi, cure, momenti affettuosi fra bambini e adulti non necessariamente della stessa sezione.
Questa maggiore disponibilità dei bambini ad affidarsi alle diverse insegnanti e
più in generale a tutti gli adulti della scuola, questa maggior conoscenza dell’ambiente, agevola in maniera sensibile l’ambientamento dei bambini nelle sezioni del
nuovo anno.
1.4. le ragioni del progetto.
Nel curriculum educativo della scuola dell’infanzia l’educazione scientifica è
intesa spesso come osservazione dell’ambiente naturale circostante e classificazione
in classi, famiglie e specie d’animali, vegetali e quant’altro si riesce a trovare attorno a noi.
Si tende a valorizzare l’aspetto classificatorio e linguistico rispetto a quello sperimentale e cognitivo dove il procedere per tentativi e correzioni induce alla curiosità, al ragionamento, alla formulazione d’ipotesi, al confronto di pareri per attivare
processi individuali e collettivi di conoscenza.
Il progetto “Guardiamo il cielo” vuole proporsi come un’opportunità per compiere esperienze semplici, di tipo scientifico, che partendo dalle conoscenze tacite
dei bambini (acquisite spontaneamente nelle più disparate occasioni della vita quotidiana), li porti a ragionare intorno all’elemento “cielo”, spesso trascurato nel cur11
riculum didattico.
Un ulteriore importante obiettivo è la scelta di favorire lo sviluppo di relazioni
asimmetriche fra bambini e la conoscenza di tutto il corpo docente ed ausiliario,
per una migliore socializzazione fra pari e per agevolare il processo di continuità
orizzontale.
1.5. obiettivi specifici:
Il progetto vuole fornire ai bambini l’occasione per:
a) compiere esperienze sensoriali interessanti ed inconsuete.
b) osservare il cielo, con le insegnanti e con i genitori, di giorno e di sera.
c) ragionare su semplici fenomeni.
d) fare previsioni.
e) tentare di trovare soluzioni creative a problemi come ad esempio: “ doveva il
sole di sera?”, “cos’è l’ombra e come si forma?”, “perché il cielo è azzurro?”.
La proposta didattica intende coinvolgere anche i genitori della scuola per collaborare con le insegnanti all’osservazione, insieme ai bambini, del cielo, e per costruire attraverso un laboratorio, una mongolfiera da far partire in occasione della
Festa della Primavera, la festa conclusiva dell’anno scolastico.
Daniela Sgobino
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2. perché guardare il cielo?
Perché tutto sopra di noi è cielo.
Perché il cielo è gratuito, disponibile a tutti sempre, anche nei luoghi e nei momenti più tragici della vita umana.
Perché il cielo ci insegna lo scorrere del tempo e ci parla del passato.
Perché scoprire il cielo ci permette di creare un rapporto diretto con la natura
che può condurci ad imparare a vedere, regalandoci consapevolezze ed emozioni
che soltanto le grandi imprese permettono.
Perché spesso lo guardiamo senza vederlo.
Arrivare a vedere il cielo è un cammino che richiede fiducia nei nostri occhi e
nelle nostre emozioni. Richiede di accantonare le verità scientifiche imparate sulla
carta, accettando che sia il sole a tramontare, la luna a scomparire e le stelle a muoversi intorno.
È necessario cominciare a guardare il cielo liberi, come se lo vedessimo per la
prima volta, perché la meraviglia alimenti sempre di più la nostra voglia di scoprire
e la nostra gioia nell’osservare, perché sia mantenuta viva quest’innata propensione
dell’uomo a fare scienza.
Il cielo è un grande strumento, forse il più efficace che la natura ci offra per portarci a comprendere quanto la scienza sia un’espressione della creatività umana strettamente intrecciata all’immaginario e alle emozioni, all’arte e all’espressività emotiva.
Da sempre i bambini e le bambine sono naturalmente grandi osservatori del cielo
ed è un privilegio poterli accompagnare nelle loro esplorazioni.
Solo l’ascolto profondo delle loro domande, delle loro ipotesi e teorie, permette
all’adulto che li segue di offrire altro materiale da cui sapranno cogliere nuovi spunti
di osservazione, interrogativi ed occasioni di scoperta.
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Così dal cielo scenderanno i colori: il rosso di un tramonto, il bianco di una nuvola, le meraviglie di un arcobaleno, i diversi colori delle stelle o le diverse tonalità di azzurro. Saranno presenti nei loro disegni, nei loro racconti, nelle teorie che
costruiranno e metteranno in comune.
Il sole e la luce porteranno con sé le ombre, che diventeranno amiche fedeli e
misteriose.
L’aria verrà trovata lì, proprio dove non si vede.
Si aprirà, insomma la strada ad un contatto con la natura e con se stessi, pieno
di curiosità e voglia di scoprire, requisiti indispensabili per raggiungere qualsiasi
conoscenza, scientifica e interiore.
I bambini sono anche molto generosi e regalano con grande slancio il loro entusiasmo ed il loro approccio alla realtà, riuscendo a contagiare tutti gli adulti che li
sanno ascoltare con rispetto.
Guardare e vedere il cielo con i bambini di una scuola di infanzia crea senzadubbio un’effervescenza generale. Per questo motivo non mi sono per niente meravigliata quando il 19 maggio di quest’anno, verso le 10 del mattino, ho visto nel
giardino della scuola Turri un papà in pigiama ed una mamma in accappatoio e cuffia
per la doccia, vagare con il naso all’insù, accompagnati da un gruppo di bambini:
stavano riscoprendo il cielo.
Daniela Becherini
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3. I laboratori del progetto
3.1 primo ciclo: laboratorio “arcobaleno”
Insegnanti: Chiara Taddei e Daniela Sgobino
Bambini: 12-13 per gruppo.
Tempi: Un’ora e mezzo sempre lo stesso giorno della settimana.
Strumenti:
• Tre ciotole trasparenti.
• Tre specchietti 15x15 cm.
• Tre torce elettriche.
• Tre prismi.
• Tre fotografie plastificate 40x30 cm.
• Fogli formato A 4.
• Appendicartelli.
• Adesivo colorato.
• Acquerelli.
obiettivi specifici:
• Approfondire il rapporto sole/acqua.
• Padroneggiare strumenti quali torcia, specchio, prisma, ciotola, acquerelli.
Svolgimento dell’attività:
Le insegnanti che hanno condotto l’attività sono state Daniela Sgobino e la sottoscritta, alternandoci. Dopo aver predisposto il materiale su tre tavoli invito i bambini
a sedersi sulle panche e spiego loro che quel giorno avrebbero fatto un’attività nuova.
Chiedo loro cosa potevano osservare: su ogni tavolo ci sono una ciotola trasparente
quasi completamente piena d’acqua, uno specchietto (chiamato “vetro” dai bambini)
di cm 15x15, una torcia elettrica (definita dai bambini “lampada” o “lucina”). Invito
i bambini a sedersi ai tre tavoli suddivisi per età (un bambino di 2 o 3 anni era sempre
affiancato da uno di 4 o 5 perché fosse aiutato). Successivamente, dopo aver oscurato
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l’ambiente, richiedo ad un bimbo “grande” (4-5 anni) di immergere lo specchietto
nella ciotola piena d’acqua; gli altri bambini del tavolo, a turno, impugnano la torcia
cercando di dirigere il fascio di luce verso la parte sommersa dello specchio (foto 1).
Il primo risultato visibile dell’operazione è della
luce riflessa sul soffitto.
Cercando di far ragionare i
bambini e cercando di non
dare loro risposte “preconfezionate” invito i piccoli
ad esprimere verbalmente
ciò che possono osservare.
“Vediamo la luce che si
muove!” “È una strana
luce!” “Vediamo l’arcobafoto 1
leno!”.
Alla parola “arcobaleno” domando ai bambini se l’avessero visto anche al di
fuori del contesto scolastico. “Si, in cielo!” “Dopo la pioggia!” “L’arcobaleno si
vede con le nuvole chiare”. “Di che colori è formato l’arcobaleno?” E i bimbi nominano i sette colori.
Dopo l’esperienza con la bacinella d’acqua (che viene rimossa dal tavolo con lo
specchietto) mostro ai bambini i tre prismi di diverse sfaccettature. “Cosa sono
questi?” “Sono diamanti!” E ne consegno uno per tavolo. Puntando la torcia sul
prisma, sempre in penombra, i bambini anche in questo caso notano l’arcobaleno.
Faccio loro notare che quindi c’è più di un modo per ricreare l’arcobaleno “in laboratorio” (foto 2).
Come fase successiva
mostro ai bambini tre foto
in cui si vede l’arcobaleno:
in una si vede l’arcobaleno
con dei nuvoloni grigi
dietro, in un’altra c’è l’arcobaleno con dei monti
sullo sfondo e nell’ultima
si vede l’arcobaleno con
dietro una cascata. Soffermandosi sulla foto della cascata chiedo ai bambini
foto 2
cosa possono notare nella
foto: la risposta è che l’arcobaleno è vicino all’acqua e i bimbi grandi riescono a ricollegare l’acqua della cascata con l’acqua della bacinella e a fare il parallelo tra la
torcia che hanno utilizzato in classe e il sole. “Come abbiamo fatto luce noi? C’è
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un sole in classe?” “È la torcia!”. Una parte dell’attività si svolge in giardino. Ogni
bambino prende un nebulizzatore ma in questo caso l’arcobaleno lo noto esclusivamente io. Alla fine la rielaborazione consiste nel riprodurre su un foglio formato
A 4 un arcobaleno utilizzando gli acquerelli; successivamente al foglio applichiamo
un appendicartello e abbelliamo il quadretto con una cornice colorata (foto 3).
Al termine della giornata ai genitori consegniamo una lettera in cui si spiega
l’attività svolta e invitiamo i genitori a riproporre a casa il laboratorio
con i bambini.
Riflessioni:
Anche i bambini più
piccoli si sono interessati.
I bambini non sono arrivati a spiegare il fenomeno complesso della rifrazione della luce nei
sette colori dell’arcobafoto 3
leno, del resto non si trattava di un obiettivo dell’esperienza. Una difficoltà è consistita nel cercare di rendere
accessibile anche ai bambini più piccoli un argomento così complesso come questo
tramite il linguaggio semplice, la ripetizione dei gesti, ecc.
3.2 Secondo ciclo: laboratorio “lo spettrometro”
Insegnanti: Chiara Taddei e Daniela Sgobino
Bambini: 12-13 per gruppo.
Tempi: Un’ora e mezzo sempre lo stesso giorno della settimana.
Strumenti:
• Tredici scatole di fiammiferi svedesi.
• Cd da tagliare a metà.
• Fogli bianchi.
• Cartone sottile da tagliare in dischetti.
• Stuzzicadenti.
• Tappini di sughero.
• Colla vinilica.
• Pennarelli.
obiettivi specifici:
• Utilizzare uno strumento insolito come lo spettrometro.
• Scoprire nuovi modi per poter vedere i colori di cui è formata la luce.
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Svolgimento dell’attività:
Anche il secondo ciclo degli intergruppi sull’arcobaleno è stato condotto da Daniela Sgobino e dalla sottoscritta. Invito i bambini a sedersi sulle panche. Con i
bambini ripercorro l’attività del primo ciclo: noto che tutti si ricordano in particolare l’esperienza delle bacinelle. “Come si fa a fare l’arcobaleno?” “Con l’acqua!”
“Lo specchietto!” “La torcia!”.
Successivamente mostro loro un cd. “Cos’è questo?” “È un disco!” “È un cd”
“Bene. Cosa vediamo?” “Si vede l’arcobaleno sul cd!”. Poi mostro ai bambini uno
spettrometro artigianale formato da una scatolina di fiammiferi svedesi con un’apertura sul lato superiore, dentro la quale c’è un cd tagliato a metà; incollato sulla parte
rialzata della scatolina c’è un foglietto di carta bianco dove col sole si riflette l’arcobaleno. I bambini sono sorpresi poiché
non hanno mai visto uno spettrometro. Ce
n’è uno per ciascuno, in tutto ne sono stati
costruiti tredici perché il numero massimo
dei partecipanti ad ogni intergruppo era di
tredici bambini; via via quindi i bambini
hanno utilizzato sempre gli stessi spettrometri. Nelle giornate in cui manca il sole
utilizzo una torcia che deve essere puntata
nella parte opposta rispetto a dove è sistemato il foglio. Con la torcia l’arcobaleno
foto 4
non si nota sul pezzetto di carta ma riflesso
sul cd e sul viso dei bimbi. Lo spettrometro diventa molto attraente nelle giornate
di sole poiché andando in giardino sul foglietto bianco applicato alla scatolina si
può notare un bellissimo arcobaleno (foto 4 e 5), direzionando lo spettrometro; a
seconda di come lo si muove e
a seconda dell’inclinazione
della luce, lo spettro solare è
più o meno ampio. Faccio notare ai bambini che ci sono,
quindi, molti modi di vedere i
colori di cui è formata la luce.
Dopo aver mostrato loro lo
spettrometro e dopo averlo sperimentato invito i bambini e sedersi in due gruppi, uno ad un
tavolo (i più grandi, 4-5 anni)
foto 5
ed uno ad un altro (i più piccoli,
2-3 anni); ai piccoli do un dischetto di carta suddiviso in spicchi già colorati con i
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sette colori dell’arcobaleno. Spiego loro che devono incollarlo ad un cartoncino
della stessa grandezza; i grandi, invece, hanno a disposizione sette pennarelli dei
sette colori dell’arcobaleno per colorare gli spicchi dei dischetti (foto 6). La fase
successiva consiste nell’incollare un pezzetto di sughero al cartoncino tondo e nell’infilare nel sughero lo
stuzzicadenti. Ed ecco
creata la trottola (!),
chiamata dai bambini
“girandola” (foto 7). Lo
scopo è poter vedere tramite lo spettro dei sette
colori girati vorticosamente il bianco. Noto
che alcuni bambini non
sono in grado di far girare la trottola per cui
dico loro come fare. Imfoto 6
mediatamente non notano il bianco, ma tentando e ritentando lo notano. “Bambini, questa trottola la portate a casa”. “Di che colore è la
luce?” “Gialla!”, “Bianca!”. “In
questo caso mescoliamo i colori
diversamente rispetto alla pittura, no?”
Dalla rifrazione della luce si
formano i sette colori dell’arcobaleno (primo ciclo) che poi tornano ad essere luce (secondo
ciclo).
Riflessioni: Abbiamo potuto notare che le nozioni acquisite lo
foto 7
scorso intergruppo erano state
introiettate. Sicuramente gli obiettivi che ci eravamo poste sono stati raggiunti: i
bambini hanno scoperto nuovi modi per vedere i colori di cui è formata la luce;
hanno imparato ad utilizzare uno strumento come lo spettrometro che non è uno
strumento di uso quotidiano; hanno potuto intuire così da cosa è formata la luce,
argomento che avranno occasione di approfondire in seguito. In questo intergruppo
i piccoli non sono stati affiancati dai grandi anche perché avevano acquisito una
loro autonomia e una certa padronanza degli strumenti.
Chiara Taddei
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3.3 primo ciclo: laboratorio “le stelle “
Insegnante: Simona Barbetti
Tutti gli incontri si aprono con un giro
di presentazioni che è importante ai fini
degli obiettivi relazionali e di continuità
educativa che ci siamo proposti col progetto.
Il dormitorio dei bambini del nido, una
stanza oscurabile, ha rappresentato il luogo
ideale dove poter osservare in gran comodità la volta del cielo. L’insegnante ha ricreato un originale planetario servendosi di
una lampada e di uno scolapasta di plastica,
foderato con scotch nero e forato in modo
che la proiezione della luce simulasse delle
stelle (foto 8).
La lampada posta al di sotto dello scolapasta non è visibile ai bambini che ragioneranno poi sulla differenza fra le stelle
proiettate e quelle del cielo (foto 9). Sono
invitati ad esprimersi sui luoghi in cui è cafoto 8
pitato loro di vedere bene le stelle; sono
sollecitati a dire perché le stelle si vedono molto male in città e, per evidenziare
l’effetto dell’illuminazione urbana o, addirittura, della luce del giorno, l’insegnante
accende la lampada della stanza: a quel punto è abbastanza evidente che si vedono
bene con il buio. L’illuminazione della stanza favorisce un’ulteriore riflessione,
quella per cui le stelle di giorno non si vedono per la presenza della luce del sole. Il
trucco dello scolapasta e della lampada nascosta viene svelato per chiarire dubbi
sulla possibilità che le stelle del cielo siano proiettate da qualcuno proprio come nel
nostro esperimento.
Successivamente l’insegnante con la lavagna luminosa proietta delle immagini
dello “spazio profondo”: i bambini ne sono rapiti. La discussione si orienta sulla percezione
delle distanze, sul perché alcune stelle ci appaiano così grandi e luminose a differenza di altre;
i bambini percepiscono i diversi gradi di luminosità delle stelle anche se non li attribuiscono alle
distanze (del resto, anche gli antichi pensavano
che le stelle “fisse” fossero tutte alla stessa distanza sull’ultima delle “sfere celesti”).
L’insegnante parlando dei nomi delle stelle
racconta di come i viaggiatori antichi le utilizzasfoto 9
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sero per orientarsi; mostra loro dei libri con mappe e foto di stelle, domanda loro chi
e come abbia potuto fare quelle foto e, dopo aver ascoltato le idee dei bambini, eventualmente racconta del telescopio e degli astronomi; il fatto di poter guardare immagini di questo tipo e di sfogliare un libro “per adulti” suscita generalmente entusiasmo,
curiosità e una gran voglia di esprimere conoscenze e fantasie.
Ultima proposta del laboratorio è la costruzione, nella stanza antistante, di una
mappa personale: ogni bambino ha a disposizione un cartoncino nero con una mappa
stellare disegnata e fa dei fori in prossimità delle stelle con l’aiuto di un punteruolo
per le piccole, e di un cacciavite a stella per le grandi in modo da riprodurre il cielo
notturno
fotografato;
poi, ne verificano l’effetto osservando la luce
di una lampada attraverso i fori (foto 10).
I bambini portano a
casa la mappa stellare e
una lettera in cui l’insegnante spiega alle famiglie le esperienze proposte all’interno del laboratorio e le invita a fare
osservare il cielo notturno quando possibile.
foto 10
obiettivi specifici:
• raccogliere le rappresentazioni delle conoscenze dei bambini e promuoverne
una rappresentazione scientifica
• riflettere e comprendere sul perché le stelle si vedano di notte, in zone con assenza di luci artificiali e in assenza della luce del sole
• cogliere la diversa luminosità delle stelle ed associarne la percezione a un diverso grado di distanza
• introdurre i primi di concetti di mappa per arrivare alle riproduzione di una
personale
• favorire la continuità educativa attraverso la promozione della socializzazione
fra i bambini e con l’insegnante
Si riportano alcuni stralci di dialogo sulle conoscenze dei bambini; dall’esperienza con il colapasta:
I: Allora vediamo un po’ lassù… Che cosa vedete?”
B: “Delle stelle!”
I: “Delle stelle? Ma sono le stelle vere?”
B: “No”
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I:
B:
I:
B:
B:
“Ma voi sapete dove sono le stelle vere? Dove le avete viste?”
“In cielo!”
“E quando vi è capitato?”
“Di notte!”
“Anch’io di notte!”
Sulla percezione della distanza:
I: Vi sembrano tutte uguali?
B: No…
I: Secondo voi sono tutte alla stessa distanza nel cielo?
Come ve le immaginate?
B: Alcune sono grandi e alcune sono piccole… …
Dall’osservazione dei lucidi:
I: Guardate questo!? Coro: Bello!
B: Anche la neve!
I: Macchè! Questo è proprio il cielo profondo…
perché di stelle noi ne vediamo poche, ma ce ne sono…
B: WOW! È una stella che cade dal cielo…
B: È una stella cadente…
B: Io l’ho vista una stella cadente! Ero con la mamma!
B: Io ero al mare!
I: Ti piacciono le stelle Mattia? Mattia: Ce ne è anche una bianca…
I: Ce ne è anche una bianca, è vero…
B: Non è proprio una stella quella lì… È un sasso…
B: È una stella cadente…
I: È una cometa, hai ragione… cos’è?
B: È un sasso che cade dal cielo…
I: È piena di materiale che si infiamma e allora lascia tutta quella polvere…
B: WOW! Bella , bella , bella!
B: Oh mamma che luminose!
3.4 Secondo ciclo: laboratorio “le costellazioni”
Insegnante: Simona Barbetti
La sezione è il luogo in cui si svolgono le attività di questo laboratorio. I bambini si accomodano su sedie rivolte verso la parete su cui l’insegnante con la lavagna luminosa proietta immagini di costellazioni. Ricordano le esperienze precedenti e ciò facilita l’introduzione del discorso su come gli antichi abbiano immaginato gruppi di stelle unite con linee immaginarie a formare disegni particolari e gli
abbiano assegnato dei significati. L’insegnante per aiutare i bambini nella compren22
sione fa l’esempio del gioco delle nuvole
nelle quali spesso ci piace ricercare delle
forme (non è da dare per scontato che
tutti lo conoscano).
Si pongono delle immagini delle costellazioni Cassiopea, Orsa Maggiore e Orsa
Minore sulla lavagna luminosa, si fanno osservare ai bambini e si mette un lucido trasparente su ognuna di esse (foto 11); si
foto 11
chiama un bambino – un cinquenne solitamente – a fare proprio come gli antichi: segnare con un cerchietto le stelle
più grandi e tracciare con un pennarello
le linee che le congiungono (foto 12); si
confrontano i tracciati con le mappe delle
costellazioni e i bambini con grande sorfoto 12
presa si accorgono che hanno lo stesso
disegno.
L’insegnante racconta che ci sono
moltissime costellazioni – 88 per l’esattezza – ma che non si possono vedere
tutte nello stesso momento, a parte quelle
che i bambini hanno disegnato anche se
in posizioni diverse poiché il cielo
foto 13
“ruota”.
L’insegnante propone tre tipologie di attività differenziate in base all’età dei bambini e alle loro competenze (foto 13):
1)
riprodurre su una tavoletta con
chiodini gialli di dimensioni grandi/piccoli la posizione delle stelle secondo gli
schemi tracciati sui lucidi
2) ripetere l’attività di cui sopra ma
incollando stelline argentate su un cartoncino di colore blu (foto 14)
3) Inventare una costellazione
foto 14
unendo i puntini-stella disegnati su un
23
foto 15
cartoncino (foto 15)
I bambini hanno chiesto comunque di poter fare tutti le stesse attività dimostrando grande concentrazione; così come nel gioco delle nuvole molti di loro avevano difficoltà ad individuare delle forme, sono emerse difficoltà anche nell’immaginarne una per la loro costellazione. L’insegnante durante le attività racconta le
storie dei miti di Cassiopea delle Orse che i bambini seguono generalmente con
grande attenzione.
Emergono continuamente riferimenti ai temi trattati negli altri laboratori: l’aria,
le ombre, l’arcobaleno.
I bambini portano a casa i loro prodotti e una lettera con la spiegazione delle
esperienze proposte all’interno del laboratorio.
obiettivi specifici:
• individuare all’interno di un gruppo di stelle quelle di maggiori dimensioni per
ripercorrere i processi dell’individuazione delle costellazioni
• suscitare l’interesse dei bambini per l’osservazione del cielo e verso storie mitologiche
• stimolare l’immaginazione
• comprendere che le costellazioni nascono dalla nostra immaginazione ai fini
dell’orientamento
• favorire la continuità educativa attraverso la promozione della socializzazione
fra i bambini e con l’insegnante
Stralci di dialogo sulle costellazioni:
I.: … Anche gli uomini antichi di notte, guardavano le stelle e poi si imma-
24
ginavano come se fossero unite da linee… sapete che è successo? Hanno
pensato di unire le stelle con le linee e si sono immaginati delle figure!
Voi avete mai fatto il gioco di unire i puntini? Se io metto una cosa qui
sopra e poi faccio dei pallini dove sono le stelle… poi vorrei chiedere a
Siria se può unire questi puntini…vieni che te lo tengo fermo... comincia
da quello… ecco... poi giù… Questa è una costellazione! Provate a dire
anche voi questa parola…
BB: Costellazione!
I: Le costellazioni sono queste figure: gruppi di stelle dove gli antichi hanno
visto delle figure…questa è quella che abbiamo fatto noi… guardate…
questa è quella che abbiamo fatto noi e questa è quella degli astronomi…
confrontiamo… mettiamola sopra… è uguale, solo un pochino più
storta… e questa è la costellazione di Cassiopea: provate a dirlo anche
voi...
BB: Cassiopea.
I: Cassiopea… guardate quante stelle ha questa costellazione: 1, 2, 3, 4, 5.
Cinque stelline! A cosa assomiglia?... Cosa sembra?
B: A delle montagne.
B: Degli orecchini.
I: E se la mettiamo così?... a una letterina…
B: Alla doppia v.
I: Adesso Marta prova ad unirle, cosa vi sembra?... ora levo il cielo scuro…
B: È blu.
I: Ma cosa vi sembra?
B: Quello lì mi sembra un rettangolo e…
I: E questo? Sapete come si chiama questo?
B: È l’orsa maggiore.
B: Nel film della Barbie del lago dei cigni c’è proprio questa forma qui.
I: È la costellazione dell’orsa maggiore, sapete come la chiamano anche? Il
grande carro! Vedete che sembra un carretto?
B: Sì, ma anche un cucchiaio.
I: A te cosa sembra?
B: Una carrozza, un carretto.
I: Guardate se questa somiglia a quella che abbiamo fatto noi.
BB: Sì, sì.
B: Però è più bellina questa.
I: È un po’ più bella, ma siamo stati bravi anche noi.
Simona Barbetti
25
3.5 primo ciclo: laboratorio “Il cielo di giorno e di notte”
Insegnanti: Patrizia Masotti e Francesca Migliorini
obiettivi:
• stimolare le capacità di osservazione verso ciò che circonda il bambino;
• acquisire consapevolezza dell’alternanza giorno/notte;
• descrivere, raccontare l’esperienza personale;
• stimolare il ragionamento tramite l’esperienza di tipo scientifico;
• rielaborare l’esperienza distinguendo gli elementi del giorno e della notte.
Spazi: sezione rossa.
materiali:
• cartoncini bristol a due colori (blu scuro = notte , celeste = giorno) su cui incollare i diversi elementi: sole, nuvole, luna e stelle;
• candeline.
modalità di svolgimento:
l’insegnante, dopo aver fatto osservare ai bambini il cielo dalla finestra, li stimola chiedendo: “cosa c’è in cielo?” .
I bambini rispondono: “il sole” […] “io il sole lo vedo su quella casa laggiù”
[…] “il sole è vicino a casa mia” […] “a volte in cielo ci sono anche le nuvole” […]
“un giorno ho visto tante nuvole che si muovevano veloci” […] “a volte il sole non
si vede perché è dietro le nuvole”.
Successivamente invita i bambini a sedersi sulle panche nell’angolo della conversazione e racconta “La storia della Pimpa e l’amico Sole…”1 dove Pimpa va a
trovare il Sole sopra le nuvole, ma il tempo passa e viene la notte….e visto che non
possiamo aspettare la notte, propone loro di fare buio nella stanza chiudendo le tende
e spengendo la luce; i bambini all’inizio restano immobili e silenziosi come stupiti,
poi i più grandi si rendono conto che le candeline fanno tante lucine (le candeline
erano state accese precedentemente l’inizio dell’attività, ma
nessuno le aveva notate; foto
16).
I bambini si esprimono:
“prima le candeline non si vedevano perché c’era la luce” […]
“io ho visto le stelle di notte
quando c’erano i fuochi d’artificio” […] “di giorno la luce la
fa il sole, di notte la fanno la luna
e le stelle” […] “di giorno le
stelle non si vedono” […] “io le
foto 16
stelle le ho viste in camera mia,
1) Altan,
26
Il mondo di Pimpa. Il cielo, Modena, F. Panini Ragazzi, 2001
ne ho tante che si illuminano”.
Rielaborazione dell’esperienza attraverso un collage:
ogni bambino ha a disposizione un cartoncino A4 diviso
a metà, la parte celeste rappresenta il cielo di giorno, la parte
blu scuro il cielo di notte. I
bambini sono invitati ad incollare diversi elementi nella
metà giusta del foglio: sole,
nuvole, luna e stelline; i bamfoto 17
bini grandi svolgono correttamente il lavoro in modo autonomo e i piccoli, invece, presentano difficoltà nel collocare i vari elementi al posto esatto (foto 17).
Il lavoro che i bambini hanno fatto e che portano a casa è accompagnato da una
spiegazione per mettere a conoscenza i genitori di tutto il procedimento svolto e
sensibilizzarli all’educazione scientifica, con l’invito, altresì, di far osservare ai
bambini la volta celeste.
3.6 Secondo ciclo: laboratorio “I colori del cielo”
Insegnanti: Patrizia Masotti e Francesca Migliorini
obiettivi:
• stimolare le capacità di osservazione verso il mondo circostante;
• distinguere i vari colori che il cielo può assumere;
• suscitare la curiosità nei bambini;
• conversare su ciò che si osserva;
• rielaborare l’esperienza rappresentando il cielo del colore preferito.
Spazi: sezione rossa.
materiali:
• contenitori di vetro trasparente pieni d’acqua;
• latte con cui macchiare l’acqua;
• faretto;
• varie foto del cielo;
• fogli ruvidi e acquerelli.
modalità di svolgimento:
l’insegnante, dopo aver fatto osservare ai bambini il cielo chiede…: “ma il cielo
oggi di che colore è ?”
I bambini rispondono: “è sereno, è bianco, è azzurro”.
L’insegnante continua la conversazione e domanda: “come mai il cielo è azzurro?”
27
I bambini stanno zitti, un po’ perplessi,
non sanno rispondere poi...: “il cielo è azzurro quando c’è il sole, il sole fa tanta
luce, quando il cielo è nuvoloso però è un
po’ grigino”.
L’insegnante propone ai bambini di
fare un esperimento, anzi un gioco nuovo,
così, dopo aver oscurato la stanza, illumina
con il faretto i contenitori di vetro trasparente con dentro acqua macchiata con
gocce di latte e chiede ai bambini: “cosa
vedete?” (foto 18)
I bambini dicono: “l’acqua bianca
bianca e un po’ azzurrina […] l’acqua
foto 18
gialla […] Io la vedo d’oro, arancione, celeste […] a luce spenta era grigia come è grigio il cielo quando non c’è il sole”.
L’insegnante stimola i bambini chiedendo: “allora il cielo è sempre azzurro?
Di quanti colori l’avete visto?”
I bambini rispondono: “l’ho visto un
po’ rosso in Calabria […] l’ho visto
arancione al tramonto […] l’ho visto con
i colori dell’arcobaleno, azzurro quando
facevo una passeggiata e c’era il sole,
viola quando sta per diventare buio […]
l’ho visto blu di notte […] Io di notte l’ho
visto nero, rosso quando fa caldo e sono
al mare”.
foto 19
Proseguendo l’insegnante dispone le
foto del cielo sopra le panche in modo che i bambini possano guardare con tranquillità ed osservare i vari colori che il cielo può assumere: dall’azzurro al blu, al
foto 20
28
foto 21
rosso, all’arancione, al rosa e…tante altre sfumature (foto 19).
attività pratica: il cielo che piace a me.
Ogni bambino sceglie la foto con il cielo del colore che più gli piace e lo rappresenta graficamente con la tecnica degli acquerelli (foto 20 e 21).
Il lavoro che i bambini hanno fatto e che portano a casa è accompagnato da
una spiegazione allo scopo di informare e stimolare i genitori sull’educazione
scientifica.
Patrizia Masotti
3.7 primo ciclo: laboratorio “osserviamo il Sole”
Insegnante: Monica Mazzi
Il primo ciclo di intergruppi si incentra soprattutto, sul tentativo di attirare l’attenzione dei bambini sulle caratteristiche esteriori del sole, a partire dal colore e
dalla forma. Per far questo abbiamo suddiviso l’attività in tre fasi di cui due svoltosi all’interno della sezione, e una in una stanza oscurabile. Nella prima parte dell’ora a nostra disposizione, i bambini si siedono in cerchio su delle panche per osservare alcune fotografie, ingrandite e plastificate, raffiguranti il sole da varie distanze e in vari momenti della giornata (il sole al tramonto, le macchie solari ecc..),
e vengono stimolati a parlare liberamente ed esprimere le proprie idee e congetture sul sole. Nel corso dei vari incontri abbiamo potuto notare che i bambini più
grandi (cinque anni), appaiono molto più reticenti nell’esprimere le proprie opinioni rispetto a quelli più piccoli, se non certi della loro esattezza. I bambini di tre
o quattro anni, infatti, non mostrano timore nel dare spiegazioni riguardo ai vari
fenomeni (le macchie solari, il tramonto, l’eclissi), anche molto creative, e non
sembrano troppo preoccupati da un eventuale giudizio dell’adulto o dei compagni,
come forse è accaduto ai più grandi.
Dalle dichiarazioni dei bambini emerge, per lo più, un sole visto come “una palla
con dentro il fuoco”o “una palla con dentro il sole”, “fatto di luce e che quando è vicino al mare cambia colore”, che “non si può raggiungere neanche con la scala dei
pompieri”, infatti “sembra piccolo perché è lontano, ma se ci avviciniamo è grande”.
Per molti bambini si sposta grazie al vento anche quando non sembra una giornata
ventosa, per tutti brucia (“ha il colore del fuoco e brucia come il fuoco”), e ha tre
possibili colorazioni, giallo, rosso o arancione (“quando va dentro il mare e si nasconde per tutta la notte e poi ritorna”). Durante la visione delle fotografie emergono, di volta in volta descrizioni interessanti, che confermano la curiosità suscitata
nei bambini da questo argomento e, con il susseguirsi dei gruppi, evidenziano anche
la “contaminazione” con le esperienze realizzate negli altri laboratori; abbiamo, però
notato che, in molti casi, le immagini raffiguranti le macchie solari sollevano perplessità e dubbi. Non è usuale, per loro, vedere raffigurata la nostra stella da vicino,
29
e questo può portare molti bambini a dubitare che sia veramente una rappresentazione del
sole (“è la luna” […] “è una
piadina”, “un’arancia nel
buio”) o a dare spiegazioni un
po’ fantasiose (“è il sole
sporco” […] “un gatto l’ha
sporcato” […] “un gabbiano
gigante ha bucato il sole” […]
“è la cacca del sole” […] “sono
le nuvole quando gli passano
davanti” […] “è il sole che si è
foto 22
bruciato”), che però accendono
il dibattito e favoriscono il confronto (“il sole è in cielo e i gatti non volano non possono sporcarlo” […] “il sole brucia non ci si può avvicinare per sporcarlo” […]
“Come hanno fatto a fare la foto dentro il sole per farcelo vedere se il sole brucia?”
[…] “Forse si sono bruciati”) (foto 22).
Durante la discussione, suscitata dalle fotografie, emerge spesso l’osservazione
che il sole dia fastidio agli occhi e che non sia possibile guardarlo direttamente;
questi spunti creano un ideale collegamento tra la prima e la seconda parte dell’attività, nella quale, ci spostiamo in una piccola stanza oscurata per osservare l’ombra
del sole. Una finestra viene coperta con del cartoncino nero, forato al centro con un
piccolo quadrato, dal quale passa la luce del sole che proietta, su un altro cartoncino, un’ombra che appare rotonda, e non quadrata, (“perché il sole è proprio
tondo”) da ingrandire o rimpicciolire spostando avanti e indietro il cartoncino.
Per concludere l’attività torniamo in sezione con il momento del laboratorio manuale
nel quale i bambini si siedono
al tavolino a colorare, con le
tempere, il loro personalissimo
sole da portare a casa in ricordo
dell’esperienza. Con della carta
di giornale e della colla sono
state, infatti, precedentemente
preparate delle palle che ogni
bambino può colorare a piacere
e poi ornare con degli stecchini
foto 23
da denti rappresentanti i raggi
(foto 23). La pittura si rivela, ogni volta, un’attività molto attraente, coinvolgente e
divertente, durante la quale non è raro cogliere ulteriori osservazioni o supposizioni
30
sul sole e sull’immaginario dei bambini (“io lo faccio metà giallo e metà rosso come
quando è vicino al mare” […] “il sole è alto ma io a 2 anni e mezzo con l’astronave
l’ho toccato”).
3.8 Secondo ciclo: laboratorio “a cosa serve il Sole?”
Insegnante: Monica Mazzi
Per il secondo ciclo di intergruppi sul sole abbiamo pensato di focalizzare l’attenzione dei bambini sul suo calore e sul suo possibile utilizzo.
Le attività si svolgono all’interno della sezione, allestita in 3 angoli distinti per
i 3 momenti in cui è stata suddivisa l’ora a nostra disposizione; l’esperimento, la
lettura, il laboratorio. Durante le attività viene favorito il più possibile, il dialogo
e la discussione con i bambini e tra bambini, stimolando soprattutto la formulazione
di supposizioni ed ipotesi.
In un primo momento i bambini si dispongono in cerchio intorno a quello che
viene denominato “forno solare”, che attira molto la loro curiosità fin dall’ingresso
nella sezione. È così costruito: sul coperchio di una scatola da pizza si ritaglia una
finestrella aperta su tre lati; si riveste quindi l’interno della scatola con della carta
di alluminio e si copre con della carta trasparente da lucido l’apertura incisa sul coperchio superiore facendo attenzione a non farvi aderire la finestrella, che serve per
vedere il fondo della scatola (“Sulla scatola c’hai fatto un taglio, sembra uno specchio…”).
Infine si pone sul fondo della scatola del cartoncino nero (“Hai usato la carta
d’argento e dentro una carta nera”). Tenendo inclinata con dei bastoncini la finestrella e facendo entrare all’interno della scatola (chiusa) la luce del sole, col suo
calore, sarebbe possibile cuocere qualsiasi pietanza (“Per fare battere la luce sulla
plastica e poi il ghiaccio si scioglie”). Dato, però, che i tempi di cottura “solari” si
sarebbero dimostrati troppo lunghi rispetto a quelli a nostra disposizione, viene utilizzata una lampada alogena
come surrogato del calore del
sole (“Con il caldo l’uovo diventa una frittata” […]
“Perché la luce brucia”[…] “Il
sole lo distrugge l’uovo dal calore”; foto 24).
L’esperimento suscita ogni
volta molto stupore nonostante
circoli tra i bambini la notizia
del “forno” per il susseguirsi
dei gruppi; si avvertono curiofoto 24
sità e meraviglia soprattutto
31
per l’utilizzo di un uovo vero (“Ohi-ohi, ma quello è un uovo vero!?”, foto 25).
Col succedersi dei giorni e dei vari gruppi di bambini si apportano delle piccole
variazioni all’attività per renderla più stimolante e attraente. L’insegnante si rende
conto nel primo incontro che
posizionando, all’interno della
scatola, solo il tuorlo di un uovo
è necessaria, al calore della
lampada, quasi tutta l’ora
perché ci siano modifiche di
stato evidenti per i bambini;
così negli incontri successivi
introduce nel forno anche dei
cubetti di ghiaccio che, dato il
rapido mutamento in acqua, attirano maggiormente l’attenfoto 25
zione, stimolando riflessioni e
supposizioni (“Si sghiacceranno i ghiaccioli perché la luce diventa calda” […] “Con
la luce si farà sciogliere il ghiaccio”).
Nell’attesa che la cottura avvenga all’interno del “forno solare”, ai bambini, seduti in cerchio, vengono presentati due libri.
Il primo, “Il sole, a che cosa serve?”2, è la storia della Capretta Macchietta che
decide di andare a staccare il sole perché lo crede una moneta d’oro e lo considera
il suo tesoro (“Io dico che non ce la farà mai a prenderlo”). Durante il viaggio di
avvicinamento al sole incontra, però, tanti personaggi che le fanno capire che questo
non può essere proprietà personale di nessuno, perché è tanto importante da essere
il tesoro di tutti. La storia, accompagnata da disegni ben definiti e colorati, attira
l’interesse dei bambini di tutte le fasce di età, divertendoli e incuriosendoli, come
si può dedurre dai loro commenti, il più delle volte spontanei, durante la lettura (“Il
sole non è una moneta è fuoco” […] “Quando il sole brucia si può andare a prendere il sole al mare” […] “Serve per quando è giorno ci fa andare a passeggio,
quando è notte fa notte” […] “Il sole fa fare le forme in terra”).
Dal secondo libro proposto, “Disegnare il sole”3 a cura di Munari, traiamo spunto
per l’attività di laboratorio. Nel libro, infatti, tra gli altri, sono raccolti disegni sul
sole realizzati con vari stili, particolari di quadri dove sia presente il sole, e riprodotte tante modalità in cui è possibile percepirlo (bianco, rosso, dietro le nuvole,
dietro le case, al tramonto, all’alba…). Al termine della lettura, spostandosi ai tavoli messi a loro disposizione, i bambini possono scegliere di rappresentare il sole
con materiali di vario genere (gessetti, collage con ritagli di carta colorata, matite,
fili di lana, colla). A loro disposizione viene, inoltre, lasciato il libro per potersi ispirare a qualche immagine raffigurata, o semplicemente per sfogliarlo e commentarlo
2) S. Bellier, Il sole a cosa serve, Bergamo, Laurus, 2002
3) B. Munari, Disegnare il sole, Mantova , Corraini, 2004
32
insieme agli amici (“Hanno disegnato il sole bianco ma è bianco se lo vedi da vicino” […] “L’hanno fatto con le macchie ma quello in cielo non ce l’ha” […] “L’hanno fatto mostruoso” […] “Hanno fatto un sole con le stelle”).
I bambini appaiono molto
divertiti dalla possibilità di
scegliere il materiale per il laboratorio, molti preferiscono
sperimentare più di una tecnica
per “fare” il sole (foto 26), ma
quella che sembra riscuotere
più successo (forse perché la
meno usuale durante le attività
dell’anno scolastico) è il collage con i fili di lana colorata
da incollare sul foglio in varie
foto 26
composizioni.
Monica Mazzi
3.9 primo ciclo: laboratorio “luci ed ombre”
Insegnante: Katiuscia Vaiani
obiettivi specifici:
• verificare le conoscenze dei bambini sulla Terra e il sistema in cui è inserita
• approfondire il rapporto luce/ombra
• interrogarsi sull’alternanza notte/giorno
• confrontare esperienze e generalizzarne i risultati
• sperimentare concetti quali ingrandimento, similitudine e trasformazione attraverso il gioco con le ombre
• stimolare la curiosità dei bambini e promuovere un atteggiamento critico rispetto alla realtà di cui quotidianamente facciamo esperienza
• favorire la continuità educativa attraverso la promozione della socializzazione
fra i bambini e con l’insegnante
proposta didattica:
L’insegnante conduce i bambini in una stanza oscurata, procura una lampada da
terra e predispone una parete preferibilmente bianca su cui i bambini possano osservare e giocare con la luce e le ombre. Sperimenta e discute con loro sul che cosa
sia un’ombra, sugli elementi che ne determinano le dimensioni e li invita a trovare
strategie che consentano di ottenere ombre della stessa altezza con corpi di grandezze diverse. I bambini intuiscono come al variare della distanza del corpo dalla
parete di proiezione cambi la dimensione dell’ombra ma non includono in questa
relazione anche quella dalla sorgente luminosa; hanno molta difficoltà a portare le
33
ombre di oggetti di dimensioni
diverse alla stessa grandezza. I
dueenni ed i treenni hanno difficoltà anche a rintracciare la
loro ombra nell’ambiente
quando gli sta di fronte; tentano
di acchiapparla e si accorgono
che segue ovunque un corpo in
movimento (foto 27).
Riportiamo uno stralcio di
dialogo sul confronto di ombre
di corpi di grandezza diversa:
foto 27
(Un cavallo a dondolo ed un furgoncino di dimensioni più piccole sono posti
fra la lampada e lo schermo; i bambini sono seduti dietro la lampada
in modo che le loro ombre non possano essere proiettate)
B: Io vedo il cavallo!
I: E poi?
B: Il furgone!
I: Perché vediamo il cavallo?
B: Perché è la sua ombra…
I: E l’ombra del furgone la vediamo?
Coro: No!!!
I: E come si potrebbe fare per vedere l’ombra del furgone?
B: La metto più alta sulla seggiola!
I: E come si può fare allora senza sedia? È possibile far diventare
l’ombra del camion alta come quella del cavallino?
B: Si mette un materasso alto alto…
B: Ci vuole il tavolo…
I: Può
diventare
l’ombra del cavallino
più bassa?
B: Gli si tagliano le
gambe… (del cavallino)
L’insegnante successivamente mostra loro un mappamondo invitandoli ad esprimere idee su ciò che potrebbe
rappresentare (foto 28); attacca
34
foto 28
su ciascuna metà di esso un omino di carta, ne illumina uno con la lampada ed insieme ai bambini osserva se ci siano differenze fra l’uno e l’altro: chi dei due è
esposto alla luce e chi al buio? Dove è giorno e dove è notte?
Propone in seguito l’osservazione di tre immagini: la Terra, la Terra all’alba (foto
29 e 30) e l’eclissi di Sole; nell’immagine in cui la Terra (all’alba) è illuminata solo
foto 29 - Tratta da http://www.pd.astro.it/
foto 30 - Tratta da http://www.mytom.it/
MOSTRA/NEW/A2012ERT.HTM
per metà i bambini non riconoscono il nostro pianeta, ma la “Luna” per la forma a
falce in cui è mostrata: già sono in grado di riconoscere le fasi di un pianeta anche
se non hanno la consapevolezza di che cosa le determini.
Riportiamo una parte del dialogo durante l’osservazione delle immagini:
(L’insegnante mostra la foto della Terra all’alba che
appare con la forma a falce)
I:
B:
B:
B:
I:
B:
I:
B:
B:
I:
B:
E questa cos’è secondo voi?
La Luna…
Il Sole sta andando via…
Qualcuno ha fatto la foto mentre il Sole sta andando via…
E questa che cos’è? (indico la parte della Terra illuminata)
È la Luna… Sta andando via il Sole dietro alla mezza luna…
Sta andando via il Sole dietro alla mezza luna? Dove va il Sole?
Va dietro la Luna e poi scende nel mare
Se scende nel mare dovrebbe bruciarsi il Sole…
Allora non scende nel mare?
No…
35
I: E dove va?
B: Va dietro la Luna per non farsi vedere…
L’ultima proposta è la costruzione di una sagoma su cui si fanno dei fori su cui
applicare della plastica trasparente colorata in modo da creare degli effetti di luce.
L’insegnante invita ad osservare come cambino le ombre a seconda della distanza e della posizione a cui tengano la sagoma rispetto al piano di proiezione ed
alla lampada.
Infine prepara una lettera per i genitori con la spiegazione delle esperienze del
laboratorio e con l’invito a discuterne insieme ai bambini.
3.10 Secondo ciclo: laboratorio “le ombre colorate”
Insegnante: Katiuscia Vaiani
obiettivi specifici:
• verificare le conoscenze dei bambini sulla formazione delle ombre
• approfondire il rapporto luce/ombra
• individuare strategie per colorare le ombre
• interrogarsi sugli effetti dei colori della luce
• confrontare ombre di corpi opachi e di corpi trasparenti
• rielaborare graficamente le esperienze delle ombre e dei fenomeni luminosi
proposta didattica:
L’insegnante conduce i bambini in una stanza oscurata, procura lampade con
luci di diverso colore (meglio se nei colori bianco, blu, verde e rosso, che sommandosi danno luogo a tutti i colori dello spettro fino a ricomporre una luce di colore
bianco), predispone una parete su cui i bambini possano osservare e giocare con la
luce e le ombre; prepara inoltre dei cartoncini colorati, fogli di plastica trasparente
in diversi colori e materiale da
disegno.
Discute con i bambini sulla
formazione delle ombre così da
verificare le acquisizioni del
precedente laboratorio e sul
loro colore, poi li invita a proporre e mettere alla prova delle
strategie per colorarle. Le
prime proposte dei bambini
sono quelle di fare il calco dell’ombra della mano su un foglio e di colorarla, oppure di cofoto 31
lorare il pavimento su cui
36
l’ombra verrà proiettata; l’insegnante li sostiene nella verifica delle loro ipotesi che
non producono però l’esito sperato. Si procede finché i bambini notando le lampade colorate che l’insegnante ha predisposto, non propongono di accenderle (foto
31); in questo caso si avrà l’accortezza di accenderne una alla volta in modo che si
rendano conto che con una sola lampada non è possibile colorare le ombre ma che
ne occorrano almeno due.
Si passa a giocare ai “travestimenti” con le sole luci colorate per osservare come
cambiano i colori dei vestiti e degli oggetti al variare di quello della luce.
Si distribuiscono i fogli trasparenti di plastica colorata e si lascia che i bambini
giochino rilanciando le affermazioni sui colori ottenuti dalla sovrapposizione dei
fogli fra loro, ed agli oggetti
della stanza (foto 32). Si chiede
di formulare un’ipotesi sul colore dell’ombra dei fogli di plastica, specificando che la luce
utilizzata è di colore bianco, e
si verifica con i bambini che a
turno guardano l’ombra proiettata dalla lampada e dal loro foglio. Generalmente le previsioni sul colore di queste
ombre sono corrette.
foto 32
Si distribuiscono i cartoncini colorati ed ancora una volta si chiede di formulare un’ipotesi motivata sul colore dell’ombra, specificando ancora che la luce utilizzata è di colore bianco, e si
verifica con i bambini che a turno guardano l’ombra proiettata dalla lampada e dal
loro cartoncino. Sostenuti dai risultati dell’esperienza precedente, tendono a formulare la stessa previsione: il colore di queste ombre è lo stesso di quello dei cartoncini; è soltanto attraverso ulteriori esperienze e la discussione sulla differenza
fra le proprietà di un foglio trasparente e di un cartoncino che riescono a dare una
spiegazione di questi fenomeni.
Riportiamo qualche battuta del dialogo abbastanza esemplificativa:
B: Guarda, questo giallo ora sul pavimento mi diventa rosso! (il bambino si
riferisce a un foglio di plastica trasparente di colore giallo)
I: E perché diventa rosso?
B: Perché c’è questa luce rossa accesa…
E ancora:
(Un cartoncino e un foglio di plastica trasparente colorata
sono posti di fronte alla lampada)
I: L’ombra del cartoncino la vedete? Di che colore è?
B: Blu!
I: È blu?
37
B:
I:
B:
I:
B:
I:
B:
I:
No… è nera…
E questa?
Blu!
E allora che differenza c’è fra il cartoncino e il foglio di plastica?
È nera…
Passa la luce da qua?
Sì…
La vedete la lampada? (Ho posto il foglio trasparente al di sopra della
testa dei bambini sotto alla lampada accesa del soffitto)
Coro: Sì!
I: E ora? (ho posto il cartoncino nella stessa posizione)
B: No!
I: Non passa… perché?
B: Perché questo cartoncino non è trasparente, e questo invece sì!
I: Allora l’ombra è colorata soltanto se c’è un foglio trasparente…
Si invitano i bambini a elaborare graficamente l’esperienza disegnando quello
che ricordano dei giochi fatti con le luci e le ombre; così, guardando i loro disegni
in una prospettiva evolutiva si osserva che:
• nei disegni dei dueenni compaiono degli scarabocchi multicolorati;
• in quelli dei treenni allo scarabocchio si associa il riferire che cosa hanno disegnato;
• in quelli dei quattrenni c’è
una chiara differenziazione
degli elementi e progettazione dello spazio, si tratta
per lo più di luci, soli ed
ombre colorate talvolta di
mostri e bambini;
• in quelli dei cinquenni ci
sono il corpo e la sua ombra
ad esso sovrapposta, lo si
osserva anche dal miscuglio
dei colori col nero;
foto 33
• in quelli dei seienni infine
c’è la chiara differenziazione fra il corpo, la luce e l’ombra e compaiono elementi narrativi sullo svolgimento del laboratorio (foto 33).
Fra i temi scelti per il disegno riemergono tutti quelli affrontati negli altri laboratori: il Sole, le stelle e l’arcobaleno in particolare. Infine l’insegnante prepara una
lettera per i genitori con la spiegazione delle esperienze del laboratorio e con l’invito a discuterne insieme ai bambini.
38
Katiuscia Vaiani
3.11 primo ciclo: laboratorio “l’aria”
Insegnanti: Caterina Petrini e Gabriella Salvestrini
Nel nostro intergruppo, suddiviso in due cicli di sei incontri ciascuno e della durata di un’ora alla settimana,
abbiamo trattato il tema dell’aria. Nel primo ciclo abbiamo
visto con i bambini l’aria “in
generale”: c’è ma non si vede
ed è dappertutto, si muove e fa
muovere le cose.
Nei nostri incontri, che si
svolgevano in vari angoli del
salone, ci siamo organizzate
nel seguente modo: all’ inizio
foto 34
abbiamo dato a ciascun bambino un sacchetto vuoto e li abbiamo invitati a correre per il salone agitandolo nell’aria in modo che si gonfiasse e infine lo abbiamo chiuso annodandolo cosìcchè
l’aria restasse all’interno come in un palloncino (foto 34).
Successivamente abbiamo chiesto ai bambini se il sacchetto fosse vuoto o pieno
e che cosa ci fosse dentro e perchè si fosse gonfiato. I bambini sono stati così liberi
di esprimere le loro opinioni e pensieri:
I: Cosa possiamo fare con questo sacchetto? Io voglio un po’ giocare! (e mi
metto ad agitarlo nell’aria) Cosa succede a questo sacchetto?
B: Prende aria e viene gonfio
I: È vero! Si gonfia e cosa c’è dentro?
B: L’aria.
I: Cosa c’è dentro Olga?
B: L’aria.
Dopo ciò, spostandoci in un altro angolo del salone, in una vasca d’acqua posta
sopra un tavolo ad altezza bambino l’insegnante ha immerso un bicchiere capovolto con dentro un batuffolo di cotone attaccato sul fondo con un pezzetto di scotch:
prima di effettuare l’esperimento però ha chiesto ai bambini se si sarebbe bagnato
o no. Ecco alcune loro ipotesi:
I: Facciamo un esperimento: io prendo questo bicchiere vedete cosa c’è
dentro?
Bambini: Il cotone!!!
I: Ora prendo questo bicchiere, lo capovolgo e lo metto dentro l’acqua.Secondo voi il cotone che è dentro il bicchiere si bagnerà oppure no?
Bambini: Nooooo, sìììì.
Allora domando a ciascuno se il cotone si bagnerà.
39
B:
B:
I:
B:
I:
B:
Si oppure affonderà.
No, perché è appiccicato dentro.
E l’acqua entra dentro il bicchiere?
No.
Perché l’acqua non entra dentro il bicchiere?
Perché è appiccicato dentro, e l’acqua non entra perché si imprigionerà.
Una volta immerso obliquamente il bicchiere è stato chiesto perché il cotone ora
si fosse bagnato e perché fossero uscite tutte quelle bollicine che salivano sopra
l’acqua e poi sparivano. I bambini hanno detto:
I: È entrata l’acqua e cosa è uscita?
Bambini: L’aria.
B: Ma io non l’ho sentita uscire.
I: Non l’hai sentita ma hai visto che dal bicchiere sono uscite le bolle? Dentro
le bolle c’è l’aria. Allora avete visto è uscita l’aria ed è entrata l’acqua.
Fintanto che l’aria
non usciva non poteva entrare l’acqua.
B: Perché lo difendeva.
Abbiamo fatto anche le
bolle d’aria soffiando nelle
cannucce immerse nell’acqua
(foto 35).
Infine, spostandoci in un
altro angolo del salone e accenfoto 35
dendo un ventilatore, i piccoli
hanno notato che le piante e le girandole (già pronte) che sono davanti si muovono.
Ecco cosa pensano i bambini:
I: Cosa fa il ventilatore?
B: Gira e fa l’aria. […]
I: Ma come fa il ventilatore a muovere le girandole.
se non le tocca?
B: Muove l’aria e l’aria muove le girandole.
Poi tutti a costruire le girandole (quelle lasciate da fare) e a correre per il salone
facendole girare grazie all’aria.
Tutti i bambini hanno portato a casa il sacchetto d’aria, la cannuccia e la girandola insieme ad una lettera di presentazione di tutte queste attività svolte a scuola
durante l’intergruppo per ripetere con i genitori gli esperimenti e renderli partecipi
dell’esperienza fatta a scuola.
Abbiamo seguito tale procedimento per tutti i sei gruppi di bambini del ciclo
40
cercando di valorizzare gli interventi dei bambini e tenendo conto dei loro interessi:
ogni volta così ci sono state piccole variazioni sia nei tempi che nei contenuti.
3.12 Secondo ciclo: laboratorio “l’aria e la sua resistenza”
Insegnanti: Caterina Petrini e Gabriella
Salvestrini
Nel secondo ciclo gli incontri si sono
svolti sempre in vari angoli del salone, abbiamo prodotto lo stesso tipo di documentazione del primo ciclo (lettera di presentazione delle attività svolte) e ci siamo soffermati sulla pressione dell’aria: l’aria sorregge, fa cadere le cose e le fa muovere
perché anche se non si vede ha una “forza”.
All’inizio veniva dato a ciascun bambino un oggetto diverso (piuma, carta velina, chiodo…) da far cadere dalla scala
(foto 36) o dal muretto del salone dopo aver
previsto se l’oggetto fosse caduto a terra
lentamente o velocemente e se fosse caduto
vicino o lontano:
Alla domanda se l’oggetto che ha in
mano sarebbe caduto lentamente o velocemente:
B: Ora io… cade piano… (butta)
B: Visto? piano!
Dopo di ciò i bambini seduti
a un tavolo hanno scelto un
aereo o un elicottero di carta e
hanno provato a farlo volare ed
hanno notato che rimane in
volo per lungo tempo (foto 37);
quando è stato chiesto loro il
motivo hanno risposto:
I: Vedete come girano
le eliche di questo
elicottero? Che cosa
le fa girare?
B: Il vento
foto 36
foto 37
41
B: L’aria
Successivamente sono stati gonfiati alcuni palloncini a cui abbiamo attaccato
una cannuccia e chiusi con una molletta. I bambini hanno quindi formulato le loro
ipotesi:
I: Che cosa succederà a questo palloncino se gli levo la pinza?
B: Quando gli levi la pinza va via e si sgonfia.
Se viene tolta la molletta i bambini hanno visto che il palloncino parte “come
un razzo” dato che erano appesi a un filo a circa due metri da terra.
Caterina Petrini
42
4. la documentazione
1. I diari
L’abitudine a documentare le nostre esperienze, non ci crea disagi particolari al
momento in cui viene deciso di registrare ciò che accade durante l’attività, nel cosiddetto “DIARIO” del gruppo. Si tratta di un normalissimo quaderno dove vengono annotati gli aspetti interessanti dell’ esperienza a cominciare proprio dai bambini.
Vi viene descritto innanzi tutto il gruppo dei bambini e la loro età, quindi la modalità di approccio all’attività, la descrizione delle varie fasi, delle relazioni tra bambini, alcuni loro interventi significativi e reazioni, comportamenti o atteggiamenti
di cui tener conto.
Vengono infine annotati aspetti positivi o problematici dell’esperienza, in modo
da poterne discutere con le colleghe, in vista di eventuali modifiche da apportare al
progetto.
Il diario, reso più gradevole da abbellimenti di tipo grafico-pittorico, contiene
anche la sbobinatura delle conversazioni svoltesi fra bambini e con l’adulto, la cui
analisi ci consente la possibilità di:
• analizzare il tipo di relazione tra i protagonisti e la composizione dei gruppi;
• verificare le conoscenze e credenze dei bambini,;
• sondare la disponibilità dei bambini a cimentarsi, ipotizzare, verificare, rilanciare la discussione,;
• analizzare le modalità di proporsi dell’adulto ed il tipo di linguaggio usato;
• valutare i tempi dell’esperienza in merito all’organizzazione delle varie fasi ed
alla sua durata.
Tutti questi elementi vengono quindi analizzati , durante gli incontri tra insegnanti ed esperti, per valutare il lavoro svolto ed apportare aggiustamenti e miglio43
ramenti là dove si renda necessario.
Ogni adulto educatore annota sul diario ciò che ritiene utile, secondo una modalità assolutamente libera e personalizzata, sia per quanto riguarda il testo che le parti
disegnate.
Intergruppo Il sole
Intergruppo Arcobaleno
Due esempi:
2. le “letterine”
L’esigenza delle “letterine” da inviare ai genitori, al termine dell’intergruppo
assieme ad un prodotto realizzato dai bambini, nasce dalla consapevolezza della
novità delle esperienze proposte negli intergruppi di quest’anno scolastico.
Tutte noi insegnanti, infatti, avvertiamo la necessità di spiegare ai familiari dei
bambini l’attività proposta, in modo da renderne più semplice la comprensione e la
condivisione in famiglia.
D’altra parte non capita spesso di vedersi arrivare a casa un sacchetto pieno di
“aria d.o.c.” o una mappa stellare da avvicinare ad una lampada per vedere brillare
una costellazione appena “inventata”.
Queste letterine, le chiamiamo così per la loro semplicità ed il linguaggio diretto e familiare, hanno anche l’obiettivo di far lavorare insieme genitori e figli per
la costruzione di oggetti interessanti quanto inusuali come ad esempio il “forno solare” o “lo spettrometro”.
L’ obiettivo di questa comunicazione tra scuola e famiglia, è anche quello di stimolare una nuova attenzione da parte degli adulti verso fenomeni consueti ma spesso
poco osservati e di farsi coinvolgere in questa scoperta dai propri figli, condivi44
dendo la sorpresa e le emozioni suscitate dalle “meraviglie del cielo”; emozioni testimoniate dal piacere dei bambini di regalare ai genitori veri e propri quadri con i
colori del cielo o dell’arcobaleno.
A tal fine ciascuna insegnante o coppia d’insegnanti realizza la letterina, focalizzando nel testo la peculiarità dell’intergruppo e ciò che si ritiene utile evidenziare.
Il messaggio viene poi consegnato ai singoli bambini, assieme al prodotto finale
dell’attività, per portarlo a casa, ai genitori.
45
46
47
Alcuni esempi di “letterine”:
3. conversazioni e riflessioni tra bambini ed insegnanti durante l’attività di intergruppo
Le conversazioni dei bambini sono state trascritte integralmente senza “ritocchi”
(vedi pag. 71), per offrire alle insegnanti ed al lettore interessato, la possibilità di
valutare l’esperienza compiuta, da più punti di vista:
1)
2)
3)
4)
l’interesse dei bambini;
le loro conoscenze pregresse;
le interazioni tra coetanei e tra bambini ed adulti;
la loro capacità di fare previsioni, tentare soluzioni possibili ai problemi
proposti;
5) la modalità di approccio a contenuti non semplici;
6) il linguaggio adottato dalle insegnanti;
7) gli aspetti organizzativi dell’attività stessa.
La spontaneità e l’assoluta fedeltà delle conversazioni rendono perfettamente e
realisticamente l’idea dello svolgimento dell’esperienza, tanto da poter dire che
“… sembra d’essere là …” Nei dialoghi manifestamente informali possono comparire a volte trasgressioni dialettiche o modi di dire popolari che rendono più colorita la conversazione. Questo strumento, ovvero la sbobinatura delle conversazioni svoltesi durante il lavoro di intergruppo, è stato voluto dalle persone coinvolte
nel progetto, a completamento della documentazione realizzata per i molteplici
aspetti dell’esperienza.
Daniela Sgobino
48
5. Il coinvolgimento dei genitori
I genitori hanno avuto un ruolo importante per l’andamento del progetto, sia
nello stimolare i bambini nel racconto delle loro esperienze a scuola, sia nella preparazione della festa di primavera; insieme alle insegnanti hanno organizzato e poi
condotto personalmente sei tipi di postazioni che richiedevano la preparazione del
materiale per circa novanta bambini comprensivi di fratelli, cugini e iscritti per il
prossimo anno scolastico4.
Per la preparazione di ciascun laboratorio è stato necessario un numero di tre incontri di due ore, sempre in orario pomeridiano dopo l’uscita dei bambini, dalle
17.30 alle 19.30 o, per quello dedicato alla costruzione della mongolfiera, serale,
dalle 21.00 alle 23.30 circa; questo laboratorio in particolare, a cui hanno preso
parte una decina di genitori e due insegnanti, non prevedeva il coinvolgimento dei
bambini in attività ludico-espressive, ma come spettatori, ed era un regalo che tutti
abbiamo sperato si rivelasse speciale al lancio. Realizzata infatti con materiali leggeri, carta velina, fil di ferro, colla per il pallone e una scatola di polistirolo come
base, era alimentata da una fiammella accesa dalla combustione di alcool etilico e
cotone; al momento del lancio, come previsto, la presenza del vento oltre a trascinarla via, raffreddava l’aria scaldata per combustione, ed i genitori pur di farla volare hanno dovuto ricorrere all’uso di un asciugacapelli!
In occasione della festa siamo riusciti ad avere – grazie alle esperte dell’Associazione Googol che ci hanno seguito nel progetto – il planetario gonfiabile all’interno del salone della nostra scuola: una piacevole e graditissima sorpresa per tutti
i presenti.
I genitori sono stati molto attenti anche nel riconsegnarci compilati i questionari che gli avevamo proposto sul progetto al termine del primo ciclo di laboratori
4) Anche questo è un aspetto del progetto di continuità educativa; questa festa rappresenta sia l’occasione per accogliere i nuovi iscritti, sia per ritrovare i bambini che sono ormai alla scuola elementare.
49
per verificare l’interesse e la curiosità suscitate dalle attività proposte, nei bambini
e nei genitori stessi.
Queste le domande a cui dovevano rispondere per iscritto:
Il/la bambino/a ha raccontato qualcosa di ciò che ha fatto negli
intergruppi?
SI ?
NO ?
Se sì, cosa vi ha raccontato?
Scrivete alcune frasi
Ha provato a ripetere l’esperienza con il vostro aiuto?
SI ?
NO ?
Raccontateci cosa e come:
Siete stati sufficientemente informati delle esperienze compiute?
Fra queste quali vi hanno colpito di più e perché?
Il/la bambino/a, nella vita quotidiana, ha manifestato nuove curiosità ed
attenzioni, influenzate da questa attività?
Raccontateci:
A vostro giudizio, avete maturato un’attenzione o una curiosità diversa riguardo questi fenomeni?
Vediamo ora come i genitori hanno accolto il nostro invito a rispondere:
Questionari pervenuti: 44 / Questionari non pervenuti: 34
• Il/la bambino/a ha raccontato qualcosa di ciò che ha fatto negli intergruppi?
SI 42
NO 02
• Se sì, cosa vi ha raccontato? Scrivete alcune frasi:
arcobaleno: 17 commenti; i bambini hanno raccontato come con uno specchietto, una torcia ed una bacinella d’acqua abbiano potuto vedere i colori
dell’arcobaleno; dai racconti emerge la necessità di avere l’acqua e la luce
come elementi fondamentali: associano l’acqua e la torcia così come il
sole e le nuvole. Elencano i colori dell’arcobaleno.
Sole colore: 16 commenti; i bambini hanno riferito che il sole si sposta col
vento come le nuvole, che di notte va a dormire, hanno mostrato ai genitori le palle di sole fatte da loro dicendo che non servono per giocare perché
50
sono il sole, ed hanno riferito chiaramente sui colori che ha nelle diverse
ore della giornata, in particolare al tramonto sarebbe rosso. Parlano anche
dei raggi: il sole sarebbe una palla di fuoco, una stella rotonda con degli
stecchi infilati (i raggi).
luce ed ombra: 13 commenti; i bambini hanno mostrato ai genitori come
hanno giocato con le ombre: mettendo le mani in controluce, facendole
variare di grandezza su un telo bianco (la superficie di proiezione), chiedendo di provare a prenderla e dicendo che ha le luci colorate.
Stelle: 15 commenti; i bambini hanno raccontato l’esperienza del colapasta
ed hanno provato a spiegare che le stelle e la luna di giorno non si vedono
perché c’è il sole. Una bambina ha riferito del mito di Cassiopea, un bambino di come sia possibile ricreare la volta del cielo anche forando un cartoncino ed illuminandolo con una torcia. Hanno provato a riferire sulla
forma di una stella, un tondo con le righe.
aria: 22 commenti; i bambini hanno raccontato di aver giocato con le girandole mosse dal vento, di aver soffiato con una cannuccia dentro una bacinella d’acqua per far venire le bolle, che l’aria non si vede ma che l’hanno presa col sacchetto e che quindi non era vuoto ma pieno d’aria, che
se si immerge in una bacinella d’acqua un bicchiere capovolto con dentro
del cotone asciutto, il cotone non si bagna, e che il vento muove le cose.
Il cielo di giorno e di notte e i suoi colori: 7 commenti; i bambini hanno
raccontato di aver visto tanti colori nel cielo, che la candelina accesa nella
stanza si vedeva al buio e non al sole, di aver visto il cielo di giorno e di
notte, di aver raccontato la storia della Pimpa (per un bambino quando vede
le stelle sarebbero quelle della Pimpa), che la luna resta sempre nel cielo
ma che di giorno non si vede, di aver incollato su un cartoncino nella metà
viola che rappresentava la notte la luna e le stelle.
• Ha provato a ripetere l’esperienza con il vostro aiuto?
SI 27
NO 16
NON RISPONDE 01
• Raccontateci cosa e come:
arcobaleno: 12 commenti; 9 per aver riprodotto l’arcobaleno con torcia,
bacinella d’acqua e specchietto; 1 per aver cercato lo spettro dalle gocce
del lampadario;1 per aver disegnato l’arcobaleno;1 per aver chiesto il
prisma.
51
Sole colore: 1 per l’osservazione del tramonto.
luce ed ombra: 11 commenti; 1 per aver giocato con le ombre ed una pila;
3 che le individuano all’aperto o in casa; 6 per aver giocato con le sagome
e le ombre colorate; 1 per aver riprodotto l’esperienza con il mappamondo
sull’alternanza giorno/notte.
Stelle: 1 commenti; 3 per aver riprodotto l’esperienza dello scolapasta; 2
per aver riprodotto l’esperienza con il disco bucato e la pila.
aria: 13 commenti; 5 per aver soffiato nel bicchiere con l’acqua per vedere le bollicine; 4 per aver preso l’aria nel sacchetto;4 per aver giocato
con la girandola
Il cielo di giorno e di notte e i suoi colori: 9 commenti; 8 per l’osservazione del cielo di notte; 1 per aver riprodotto le stelle con le candele;
• Siete stati sufficientemente informati delle esperienze compiute?
ABBASTANZA
SÌ
SÌ, IL/LA BAMBINO/A HA RACCONTATO
SÌ, PER LA RIUNIONE FATTA CON LE INSEGNANTI
SÌ, PER I MATERIALI ARRIVATI A CASA
COLLOQUI INFORMALI CON LE INSEGNANTI
02
16
05
09
09
03
• Fra queste quali vi hanno colpito di più e perché?
Tutte: 5. Commenti: stimolanti ed originali
le ombre: 3. Commenti: affascinante l’applicazione delle ombre all’astronomia; l’ombra non è un fenomeno banale;
l’esperienza del ricreare le stelle col colapasta: 2. Commenti: geniale
per la difficoltà dell’argomento che è invece risultato alla portata dei bambini;
l’esperienza del ricreare l’arcobaleno con lo specchio: 16. Commenti:
originale; alcuni non avevano pensato di poterlo riprodurre in un modo
così semplice, appare un fenomeno complesso.
gli esperimenti con l’aria: 12 di cui 7 per la girandola. Commenti: riescono a rendere visibile l’invisibile; hanno svelato anche nei genitori conoscenze nascoste.
52
Il cielo notturno: 1
le esperienze di luce: 1
Il sole: 1. Commenti: per un interesse personale.
• Il/la bambino/a, nella vita quotidiana, ha manifestato nuove curiosità ed
attenzioni, influenzate da questa attività?
Raccontateci:
Maggiore curiosità per l’osservazione del cielo di notte
(stelle, pianeti, luna):
Attenzione al vento che muove l’aria:
Maggiore interesse per i fenomeni meteorologici:
Cercano forme riconoscibili nelle nuvole e nelle stelle:
Attesa dell’eclissi per vedere come la luna si nascondesse:
Fa richieste su dove siano le stelle e la luna di giorno ed
il sole di notte, sulla velocità a cui si muovano,
sulla loro grandezza:
Gioca con le ombre e/o fornisce spiegazioni sulla loro
dimensione:
(un bambino ha notato che l’ombra di Pinocchio, nel
film di Benigni, alla fine, non si comporta proprio
come un’ombra)
Maggiore interesse per l’arcobaleno ed i colori della luce:
Gioca con le bolle di sapone o con le bolle in piscina:
Nessun cambiamento:
Cambiamento generico non specificato:
Non risponde:
15
1
2
2
1
1
3
2
2
2
1
11
• A vostro giudizio, avete maturato un’attenzione o una curiosità diversa
riguardo questi fenomeni?
Sì: 6
No: 1
Eravamo già attenti a queste cose: 1
Queste esperienze hanno rappresentato uno spunto
rispetto al non dare risposte precostituite:
Ringraziano per la possibilità che hanno avuto i bambini
di fare queste esperienze:
Scoperta e maggiore curiosità:
Si vogliono documentare sui fenomeni:
1
4
4
1
53
Sorpresa per la semplicità con cui sono stati trattati
fenomeni così complessi:
Restituire significato nel quotidiano a questo tipo di
esperienze:
Risveglio della memoria e ricordo del loro stupore di
bambini nella scoperta di questi fenomeni:
Scoperta di un nuovo modo di guardare ai loro figli:
3
3
2
2
Ce ne sono pervenuti circa il 57% e dal lavoro di elaborazione e quantificazione
dei risultati abbiamo avuto conferma delle nostre aspettative: sono rimasti colpiti
dal cambiamento di interesse dei loro bambini nell’osservazione del cielo (questo
anche per i piccoli del nido), dalle spiegazioni che erano in grado di fornire per
esempio rispetto all’alternanza notte/giorno e dalle proposte delle insegnanti (alcune valutate in modo davvero
originale); hanno raccontato
che i bambini hanno chiesto di
ripetere gli esperimenti a casa
ed in alcuni casi hanno ammesso di aver scoperto cose di
cui non si erano mai posti il
problema manifestando il desiderio di approfondire le loro
conoscenze. Per quanto riguarda l’informazione rispetto
al progetto sono stati determifoto 38
nanti gli elaborati dei bambini,
le lettere di accompagnamento con la spiegazione dei laboratori e gli incontri con
le insegnanti.
All’incontro organizzato nel
mese di maggio per i genitori e
condotto dalla nostra esperta
Lara Albanese (foto 38 e 39),
erano presenti circa cinquanta
genitori, che hanno ripercorso
con entusiasmo le tappe del
progetto, lasciandosi “incantare” dai mille modi in cui è
possibile promuovere un atteggiamento scientifico nei loro
bambini con giochi da fare, o
foto 39
54
interrogativi a cui rispondere a
casa.
Fra gli eventi conclusivi del
progetto ricordiamo anche “La
serata stellare” organizzata
presso la sede dell’Associazione Gruppo Astrofili M135 di
Scandicci in cui bambini, genitori, insegnanti ed operatrici
hanno potuto assistere alla proiezione di un filmato sulla
foto 40
creazione del sistema solare
(foto 40 e 41) ed osservare, grazie a ben tre telescopi, i crateri della Luna e gli anelli
di Saturno.
La valutazione del progetto
fatta agli incontri di sezione e
col Comitato è stata estremamente positiva; il progetto è
stato un evento straordinario,
che ha richiesto impegno ed
energie a bambini, genitori, insegnanti ed operatrici, tutti comunque soddisfatti ed entusiasti di avervi preso parte.
foto 41
Katiuscia Vaiani
5) L’attività del Gruppo Astrofili M13 di Scandicci mira sia ad attività osservative e alla realizzazione di fotografie
astronomiche che ad attività divulgative.
55
6. la festa di fine anno
A fine anno è consuetudine organizzare nella nostra scuola una festa conclusiva
che si svolge negli spazi esterni ed interni del complesso scolastico. A questa festa
sono invitati tutti i bambini frequentanti con i relativi genitori, fratelli, nonni ed
anche le famiglie coi bambini che frequenteranno l’anno successivo in modo da familiarizzare già con l’ambiente, i compagni e il personale adulto della scuola. Il
numero dei partecipanti si aggira sulle
300 persone pertanto è importante organizzarla bene e per questo ci avvaliamo anche dell’aiuto dei genitori del
comitato e di altri che si rendono disponibili per questa giornata.
È stata organizzata di sabato per
permettere la partecipazione della
maggior parte delle famiglie.
All’interno di questa festa abbiamo organizzato un percorso che
abbiamo chiamato proprio “col naso
all’insù” dove i bambini, insieme agli
adulti che li accompagnavano, avevano la possibilità di osservare, giocare, costruire, sperimentare attività
diverse ma sempre inerenti al tema
del cielo, visto che avevamo rilevato
l’interesse molto forte dei bambini e
dei loro genitori, per l’argomento trattato durante gli intergruppi.
56
Sono stati quindi individuati negli spazi della scuola 7 ambienti diversi dove in
ciascuno era stato preparato del materiale adatto per svolgere l’attività inerente al
laboratorio scelto.
Sono state poi formate 7 squadre e ciascuna squadra, composta da 13 bambini
con i relativi familiari, ha fatto un percorso consequenziale in questi laboratori predisposti. Vi mostriamo i contrassegni delle squadre:
I laboratori individuati sono:
I colori del cielo dove dopo aver osservato delle foto preparate si pitturava scegliendo varie tecniche: tempera, pennarelli, acquerelli, gessi, ecc (foto 42)
• Vola-vola dove con bastoncini, carta velina, colla si costruiva un aquilone (foto
•
foto 42
foto 43
57
43)
• luci e ombre dove si realizzava un piccolo teatro con burattini usando le sca•
tole della pizza (foto 44)
colori e bolle dove si soffiava con vari
foto 44
foto 45
strumenti nel sapone per rivedere nelle bolle giganti l’arcobaleno (foto 45)
me-ridiamo dove si potevano osservare vari tipi di orologi solari e si costruiva
con la carta e bastoncini un orologio/meridiana da polso (foto 46)
• prendi il volo dove si ritagliava la carta per realizzare dei serpentelli che attac•
foto 46
foto 47
cati ad un bastoncino giravano col movimento del braccio (foto 47)
Il planetario gonfiabile che le esperte dell’associazione Googol di Arcetri avevano portato nel salone della scuola dove si poteva entrare senza scarpe, in silenzio e al buio per osservare le stelle (foto 48)
Al termine del percorso ci ritroviamo tutti nella parte più spaziosa del giardino
per seguire il “lancio della mongolfiera”, realizzata dai genitori durante un laboratorio serale, organizzato proprio a questo scopo. Nel bel mezzo di un grande cerchio, costituito da tutti i partecipanti alla festa, due babbi tentano di far decollare la
mongolfiera, tra gli incoraggiamenti urlati dei presenti. Un po’ di pazienza poi la
mongolfiera prende il volo, anche se solo per pochi metri (foto 49). La soddisfazione comunque di essere riusciti a costruirla ed a farla volare è grande e traspare
•
58
foto 48
foto 49
dai sorrisi compiaciuti degli interessati.
La festa si è conclusa poi con un pranzo portato da ciascuna famiglia e condiviso tutti insieme (foto 50).
foto 50
Un’altra iniziativa della
festa è stata la serata stellare:
presso l’associazione Astrofili
di Scandicci a S. Martino si
sono ritrovati dopo cena insegnanti, bambini e genitori, per
osservare direttamente dal telescopio la luna, le stelle e, meraviglia delle meraviglie, il
pianeta Saturno con tutti i suoi
anelli.
Gabriella Salvestrini
59
7. giocare con la scienza……con mamma e papà.
I bambini e le bambine sono persone competenti in grado di sperimentare, ragionare mettere idee in comune. I contesti, gli ambienti le situazioni possono facilitare la sperimentazione favorendo il desiderio di ricercare, formulare nuove teorie,
ripetere esperimenti, insomma fare scienza.
La scienza non sta solo nei laboratori e non è patrimonio di pochi e spettinati
scienziati, il linguaggio scientifico può trovare canali di comunicazione adatti a tutti
anche ai bambini, alle bambine e ai loro genitori e, soprattutto, per i bambini è un
linguaggio come un altro, uno dei tanti linguaggi che aiutano a formarsi un’idea del
mondo. La scienza non è solo per gli addetti ai lavori, tutti a livello diverso possono avvicinarla. In quest’ottica è fondamentale che i bambini e le bambini non releghino a contesti e momenti particolari la sperimentazione, ma trovino terreni favorevoli in ogni contesto in particolare a scuola e a casa.
Il mondo del bambino non è infatti quello della scuola, della casa, del parco
giochi. Il mondo del bambino è anche quello della scuola, anche quello dalla casa,
anche quello del parco giochi. È fatto da una pluralità di luoghi, di spazi, di relazioni. Il mondo fisico confina con quello dell’immaginazione e della fantasia nel
quale le regole possono non essere più esattamente quelle della scienza e della fisica. La fantasia non è tuttavia opposta alla realtà è uno dei mezzi grazie ai quali
possiamo comprendere meglio la realtà e il mondo. Il mondo della fantasia, quello
della fisica, quello della scuola e della casa, dei boschi e delle città coesistono e la
conoscenza di ciascuno di essi aiuta a comprendere gli altri, a capire quali sono e
dove valgono le regole del gioco. Se l’arcobaleno fatto a scuola si forma in un certo
modo, ciò succede anche a casa, al parco giochi o a casa di un amico. In questo
senso è fondamentale che i genitori o gli adulti che condividono il tempo non scolastico coi bambini possano comprendere e condividere la loro esperienza. In campo
scientifico ciò non è spesso possibile. L’ignoranza scientifica dilagante nel nostro
60
paese fa sì che il bambino non trovi spesso nella casa il luogo in cui condividere alcune scoperte fatte a scuola. Il mondo della scienza diventa un mondo a parte che
si può esplorare solo in determinate circostanze e in determinati momenti e non
quando la curiosità e la voglia di sapere affollano la mente e il cuore dei bambini.
È quindi fondamentale in questo senso coinvolgere generalmente i genitori nelle
attività di tipo scientifico perchè non si crei una scissione fra il mondo dentro la
scuola e quello fuori dalle pareti scolastiche.
Un modo di dire comunemente usato nel nostro paese ci dà un idea di quanto
poco la scienza venga presa in considerazione, si usa infatti dire che una persona
colta anche in materia scientifica è “persona di scienza e di cultura” quasi a suggerire una cultura separata dalla scienza... Così spesso gli adulti non si sentono adeguati nel parlare di scienza e di fronte alle domande dei bambini preferiscono rimandare, delegare. Tante volte invece proprio l’investigazione scientifica può essere un momento comune di riflessione per adulti e per bambini. Perché il cielo è
azzurro? Cosa sono i lampi? Perché il sole è tondo? Perché le lacrime sono salate?
Perché queste ed altre domande non vengano delegate unicamente alla scuola ai
libri ed alla televisione bisogna favorire un contesto in cui anche i genitori abbiano
voglia di mettersi in gioco.
- Parliamone!
- Proviamoci!
Bisogna dimostrare che spesso in casa si usano le conoscenze scientifiche e si
fa scienza.
Così negli incontri coi genitori il primo passo è certamente la ricerca della scienza
nelle azioni e nei contesti quotidiani. In cucina per esempio, oppure nella vasca da
bagno... Si tratta semplicemente di valorizzare contenuti e azioni che genitori e bambini condividono abitualmente, si tratta semplicemente di scovare la scienza nella
azioni quotidiane.
La proposta di alcuni semplici giochi ed esperimenti da fare con materiale povero semplice o di recupero è sempre molto gradita durante gli incontri coi genitori
È importante però mettere in evidenza che si tratta di esempi, ma che dall’ascolto e
dalle richieste dei bambini e della bambine potranno nascere nuove interessanti sperimentazioni, nuovi giochi scientifici e, anche e soprattutto, che non esistono esperimenti “sbagliati” e che non tutte le sperimentazioni portano al risultato atteso.
Un’ultima osservazione : la scienza accomuna persone di diversa nazionalità favorendo la comunicazione e lo scambio non solo fra i bambini, ma anche fra gli
adulti che non parlano la stessa lingua.
Il contributo dei genitori è inoltre indispensabile per le attività legate all’osservazione del cielo, visto che, ahimè le stelle non si vedono in orario scolastico.
L’esperienza della scuola Turri di Scandicci ha visto i genitori coinvolti in un
61
incontro di scambio avvenuto al pomeriggio durante il quale sono stati proposti
giochi ed attività da fare coi figli e, soprattutto nell’organizzazione di un evento finale durante il quale si sono occupati, fra l’altro della costruzione di una mongolfiera realmente funzionante. Solo loro potrebbero riferire dell’importanza di questa
esperienza, anche se la grande partecipazione a questo tipo di incontri lascia presumere che abbiano una certa utilità.
Lara Albanese
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8. Verifica e valutazione del progetto
8.1. In che senso valutare?
Arrivati alla conclusione di questo percorso, svolto insieme ai bambini e alle
loro famiglie, cerchiamo adesso di “tirarne le fila”, ossia di trovare un momento
per riflettere e comprendere ciò che è accaduto durante questo cammino nel mondo
della scienza.
La molteplicità di esperienze e attività proposte ai bambini durante i due cicli di
intergruppi, ha infatti messo in moto un processo di sviluppo e apprendimento che
è importante cercare di osservare e valutare per arrivare alla consapevolezza stessa
del lavoro svolto.
L’osservazione e la valutazione sono momenti importanti per rendersi conto se
ciò che è stato svolto è risultato efficace e significativo, per individuare punti di
forza o debolezza del progetto, ma anche, e soprattutto, per entrare più profondamente in contatto con i vissuti dei bambini, con il loro modo di vivere, di sentire e
di comunicare quelle esperienze che noi abbiamo loro proposto.
Ciò che abbiamo cercato di fare durante i vari laboratori e attività sulle meraviglie del cielo non è stato altro che fornire ai bambini momenti, occasioni e pretesti
per osservare e discutere insieme su ciò che accade nel mondo attorno a noi, in particolare sopra la nostra testa, nel cielo.
Stimolare i bambini ad osservare, ad esprimersi, a porsi domande sul mondo e
ad azzardare ipotesi e spiegazioni su vari fenomeni, non è altro che un modo di incentivare la loro curiosità, la loro capacità di ragionamento, ed è questo il senso del
fare scienza con i bambini, la cui importanza è già stata ampliamente discussa e
supportata.
Tuttavia è importante ribadirla per tener conto che quando si va a valutare e verificare tali processi di apprendimento, si ha a che fare con processi di sviluppo che
possono non essere immediatamente osservabili, soprattutto con bambini molto pic63
coli. Non si tratta infatti di stimolare abilità o competenze specifiche come ad
esempio la motricità, la manualità o la competenza linguistica in senso stretto, ma
piuttosto di incentivare competenze trasversali che investono un po’ tutti i campi di
esperienza. Soprattutto sono competenze che riguardano modalità di pensiero e ragionamento, la curiosità di osservare, la capacità di intuire, il desiderio di porre domande, di azzardare risposte, di individuare strategie per raggiungere obiettivi anche
dal confronto con gli altri.
Perciò le attività di intergruppo che abbiamo svolto possono considerarsi come
piccoli semi gettati in un grande terreno fertile, terreno che rappresenta il bambino
e la sua mente: se l’educazione continuerà a stimolare tali capacità e competenze,
queste cresceranno e si renderanno visibili in contesti e occasioni diverse.
Perciò quando nei momenti di intergruppo il bambino non si è espresso, oppure
non è intervenuto durante la conversazione, non si è messo in gioco in qualche modo
durante l’attività, il suo silenzio non è da considerarsi disinteresse o non comprensione. Per lui è stata comunque un’esperienza, un pretesto di gioco diverso e stimolante, che potrà rielaborare e reinterpretare nei tempi e nelle modalità che sono a
lui possibili.
I momenti di verifica e valutazione di questo percorso di intergruppo, nel mondo
della scienza e dell’astronomia, sono diversi e molteplici, e cercano di mettere in
luce i diversi aspetti delle esperienze svolte, senza avere la pretesa di essere giunti
ad una conclusione finale, né di aver totalmente raggiunto gli obiettivi di partenza.
Piuttosto da tutte queste operazioni di osservazione, resteranno i segni per ricordare e rivedere il lavoro svolto, per interpretare i dati raccolti e per modificare il
nostro intervento in base ai bisogni e alle potenzialità dei bambini.
Quindi più che valutare il risultato dell’esperienza, valutiamo il processo in atto
e tracciamo la strada per il suo possibile sviluppo.
8.2. osservazione e valutazione nelle attività di intergruppo:
la risposta dei bambini
Ciascun intergruppo ha avuto a disposizione un quaderno da utilizzare come una
sorta di diario di bordo. In esso l’insegnante poteva riportare oltre che le modalità
di strutturare la propria attività, le proprie osservazioni, gli interventi dei bambini,
le loro reazioni e le dinamiche che volta a volta in gruppi diversi potevano presentarsi. In genere il quaderno veniva utilizzato lo stesso giorno o nei momenti più
prossimi alle attività proprio per permettere una riflessione fresca sui fenomeni osservati e non distorta dagli effetti del tempo.
L’osservazione durante lo svolgimento dell’attività si è concentrata sul coinvolgimento dei bambini, i loro interventi, le loro curiosità, ma anche sui loro silenzi,
sulle modalità di gioco dei più piccoli.
Spesso era difficile cogliere tutti i loro interventi, poichè il desiderio di espri64
mersi li portava a parlare tutti insieme, perciò l’osservazione è stata supportata dalla
registrazione audio che ha permesso di estrapolare le conversazioni dei bambini
nella loro spontaneità.
Per compiere un’osservazione più attendibile possibile, abbiamo deciso di registrare le conversazioni dei bambini secondo due diverse modalità:
1. Osservazione costante di un gruppo: le conversazioni sono state registrate e
analizzate per lo stesso gruppo di bambini, che hanno percorso le diverse attività
alla scoperta delle meraviglie del cielo.
Ciò ha permesso di osservare in modo più approfondito come gli stessi bambini
partecipavano ed interagivano nelle diverse esperienze, quali di queste hanno suscitato più entusiasmo, ma anche le reazioni dei singoli: infatti poteva accadere che
un bambino rimasto in silenzio o poco partecipe durante un’attività, ne abbia invece gradita un’altra nella quale si è potuto esprimere con interesse ed entusiasmo.
2. Osservazione ciclica di ogni attività di intergruppo: sono state programmate
le registrazioni audio in modo da monitorare ogni laboratorio e nello stesso tempo
controllando che fossero presenti ogni volta gruppi diversi di bambini.
Ciò ha permesso invece di studiare le modalità di interazione, coinvolgimento e
partecipazione di bambini diversi in tutte le diverse attività per evitare anche di non
focalizzarsi troppo sugli interventi di quei bambini che in un certo senso potevano
monopolizzare la conversazione in un particolare gruppo. Non di rado accadeva infatti che un bambino, magari del gruppo dei grandi, intervenisse continuamente
nelle conversazioni per dire la sua, sia per la grande curiosità e il forte interesse, sia
perché magari già in famiglia aveva avuto modo di trattare questi temi.
Dall’analisi finale che è scaturita dalle diverse osservazioni dei bambini nelle
varie attività, l’aspetto positivo che è emerso in modo più evidente è la curiosità
mostrata dai bambini durante l’attività stessa. I bambini esprimevano il desiderio
di scoprire ogni volta un gioco nuovo, un “gioco sul cielo”, e durante lo svolgimento ponevano continuamente domande, anche molto stravaganti, per le quali attendevano desiderosi delle risposte. Nel momento in cui stimolavamo loro al ragionamento, incoraggiandoli a dire le loro idee, le loro fantasie, notavamo l’entusiasmo
di trovare una soluzione, di formulare un’ipotesi interessante agli occhi degli altri
bambini.
In questi momenti di discussione i bambini più piccoli, soprattutto di due o tre
anni mostravano più resistenze nella partecipazione, ma trovavano comunque il
modo di esprimersi nei momenti di gioco e rielaborazione dell’esperienza.
In generale possiamo concludere che le attività di intergruppo hanno arricchito
la conoscenza di tutto il personale e di tutti i bambini della scuola, stimolando così
capacità relazionali con adulti e bambini diversi dal gruppo di riferimento.
Non sono ovviamente mancati momenti critici durante lo svolgimento delle attività pratiche e di rielaborazione, soprattutto per quanto riguarda i tempi di svolgi65
mento, che a volte erano un po’ ristretti, e per quanto riguarda la predisposizione
dei materiali, che avrebbe dovuto, in alcuni casi, essere maggiormente differenziata
a seconda delle età.
8.3. confronto e discussione fra le insegnanti nei collettivi e incontri con
gli esperti
Mensilmente in ogni incontro in collettivo, è stata dedicata una parte della discussione ad un brainstrorming all’andamento del proprio intergruppo. Ciò permetteva di far emergere le difficoltà incontrate nella gestione delle attività, i punti di
forza, le strategia che avevano riscosso un maggior coinvolgimento, ma anche
aspetti inerenti la progettazione stessa dei laboratori, in modo tale così da potersi
arricchire delle conoscenze, idee e contributi delle altre insegnanti.
La registrazione audio di cui abbiamo parlato precedentemente è stata programmata all’inizio dei due cicli di intergruppi, ma in realtà qualche insegnante l’ha utilizzata anche come proprio metodo di auto osservazione. Nel collettivo si poteva
perciò anche compiere una sorta di autocritica sul modo di svolgere volta volta l’attività.
Gli esperti oltre a dare un contributo su idee e attività particolari di ambito scientifico, ci hanno aiutato nella riflessione sulle modalità del nostro intervento durante
il laboratorio.
La difficoltà di alcune di noi, in particolare di chi era al primo approccio nel
“fare scienza”con i bambini, è stata quella di sentirsi in qualche modo spinte a spiegare, a dare risposte sensate al bambino, quasi per paura di innescare conoscenze
sbagliate sulla materia. Alcuni interrogativi più comuni erano quindi “Cosa gli dico
se mi chiede dove va a finire il sole di notte?” oppure “Come faccio a spiegargli la
rotazione della terra?”, “Come faccio se mi chiedono dove vanno le stelle di
giorno?”.
In realtà, come ben abbiamo approfondito in precedenza, il senso del fare scienza
con i bambini, non è dare risposte corrette a queste domande, anche perché anche
se dette nel modo più semplice possibile, un bambino di tre, quattro anni non potrà
mai comprenderle a fondo.
Così le insegnanti si sono messe alla prova e hanno cercato di contrastare questa
loro tendenza a spiegare, parlare, raccontare, e ripeto soprattutto le “nuove leve”.
Hanno provato a rilanciare la conversazione sul bambino, a stimolarlo e incuriosirlo dicendo ad esempio “È vero…chissà dove va il sole la notte…secondo voi dove
si nasconde quel birichino!”oppure “davvero non ci sono le stelle di giorno…che
cosa succede secondo voi…dove sono?Ma quelle candeline accese di giorno non
le avete mica viste…eppure erano lì...come mai?Proviamo un po’ a capire il
perché!”
E così con grande sorpresa e con tante risate abbiamo sentito uscire dalla bocca
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dei bambini le teorie più fantasiose, originali, buffe e spesso assurde… a volte anche
silenzi e qualche broncio perché non sapevano dare una risposta... a volte bisticci
perché quello che diceva un bambino non piaceva all’altro che si arrabbiava!
Tutto questo è stato per noi il modo di capire cosa significa stimolare, rendere
attivo e protagonista il bambino e osservare ciò che è in grado di creare in modo
autonomo.
Ripensando al percorso svolto, ci sono anche degli aspetti di criticità che sarebbe stato opportuno controllare e che hanno rappresentato momenti di difficoltà
per le insegnanti nella gestione dell’intergruppo. Innanzitutto la necessità di organizzare meglio il materiale prima dell’inizio dell’attività, per evitare così i tempi
morti che deconcentrano i bambini e permettere il rispetto dei tempi necessari all’attività stessa. Inoltre la mancanza di attrezzature idonee, come computer e testi
specifici, non ha permesso di trovare materiali di supporto e di arricchimento che
potevano essere importanti sia per i bambini che per le insegnanti alle prime esperienze con l’educazione scientifica.
Soprattutto per queste ultime sarebbe stata utile una formazione specifica più
strutturata, anche se la forte motivazione al progetto ha spinto le nuove insegnanti
a documentarsi autonomamente attraverso i testi e il confronto con le colleghe.
8.4. la risposta dei genitori
Il contributo dei genitori è stato per noi un feed-back importante per verificare
ciò che il bambino riportava a casa delle esperienze vissute a scuola. Come abbiamo
già spiegato, il coinvolgimento dei genitori è stato proposto sotto diverse forme: le
“letterine” di accompagnamento ad ogni elaborato del bambino, con la spiegazione
dell’attività svolta, i comitati, le riunioni di sezione, un incontro con gli esperti, il
laboratorio in preparazione della festa di primavera e, in conclusione, il questionario in cui ognuno poteva esprimersi riguardo al progetto e riportare anche in modo
specifico i racconti dei bambini, il loro modo di riproporre a casa l’esperienza vissuta a scuola.
Come abbiamo già visto più in dettaglio, le risposte ai questionari sono state indispensabili per la valutazione del progetto, perché ci hanno permesso di rilevare i
vissuti, i racconti, e tutto ciò che il bambino ha assimilato dei giochi e attività che
gli abbiamo proposto e che ha tentato di riproporre con la sua famiglia. Senza l’occhio attento del genitore ciò non sarebbe stato possibile, poiché la nostra osservazione si sarebbe limitata all’ambito scolastico.
In generale possiamo affermare che c’è stato un alto gradimento delle famiglie
per il progetto svolto, interesse e stupore per la molteplicità di stimoli offerti. Tutto
ciò dopo ovviamente aver spiegato loro in modo approfondito le finalità del progetto, poiché in alcuni, inizialmente, l’educazione scientifica ha destato qualche
dubbio e perplessità rapportata a bambini così piccoli. Soprattutto c’è stata soddisfazione nello scoprire quanto è facile trovare pretesti per parlare con i propri figli,
67
semplicemente osservando ciò che ci circonda, e come fenomeni molto semplici
offrono occasioni di accrescimento e conoscenza. Anche se non c’è stata un’alta
partecipazione, l’incontro con le esperte ha suscitato interesse, curiosità e meraviglia, poiché sono state mostrate ai genitori semplici giochi scientifici da fare a casa
con i loro bambini, anche con materiali di consumo quotidiano.
Le letterine di accompagnamento ad ogni elaborato, sono risultate indispensabili e, grazie ad esse, anche i genitori dei bambini più piccoli (2 anni) hanno potuto
interpretare e comprendere l’esperienza compiuta dal figlio, valorizzando il suo
racconto e la sua rielaborazione.
La festa della primavera è stata l’occasione conclusiva per permettere ai genitori di giocare e divertirsi con i bambini ma anche per mettersi all’opera e costruire
con le proprie mani una mongolfiera da far decollare nel cielo. Durante la festa sono
stati molti i genitori disposti a collaborare per gestire giochi e attività, mostrando
entusiasmo e soddisfazione per queste nuove esperienze.
Francesca Migliorini
68
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71
Scuola dell’infanzia
TURRI
pRogeTTo
“gUaRdIamo Il cIelo”
Conversazioni e riflessioni tra bambini ed insegnanti
durante l’attività di intergruppo
73
premessa
Le conversazioni qui trascritte sono riportate integralmente e senza “ritocchi”
per offrire alle insegnanti ed al lettore interessato, la possibilità di valutare attraverso i dialoghi, l’esperienza compiuta tenendo conto di molteplici aspetti:
• l’interesse dei bambini,
• le loro conoscenze pregresse,
• le interazioni tra bambini e con gli adulti,
• la loro capacità di fare previsioni, tentare soluzioni ragionevoli ai problemi
proposti,
• la modalità di approccio a contenuti non semplici,
• il linguaggio intercorso tra le insegnanti e i bambini,
• gli aspetti organizzativi dell’attività stessa.
La spontaneità e l’assoluta fedeltà delle conversazioni rendono perfettamente e
realisticamente l’idea dello svolgimento dell’esperienza, tanto da poter dire “...
.sembra d’essere là...”.
Nei dialoghi manifestamente informali possono comparire a volte trasgressioni linguistiche o modi di dire popolari che rendono più colorita la conversazione.
Questo strumento, la sbobinatura delle conversazioni svoltesi durante il lavoro
di intergruppo, è stato realizzato dalle persone coinvolte nel progetto, quale
momento di sintesi della documentazione realizzata sull’intera esperienza.
Daniela Sgobino
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Insegnante: Dobbiamo vedere cosa c’è
fuori dalla finestra, cosa vedete?
Bambino: Il sole
I.: Cosa c’è in cielo?
B.:Il sole…
I.: Oppure?
B.:Le nuvole!
I.: Il cielo è sempre uguale?
B.:No… delle volte può essere anche
nero perché è buio
I.: Andiamo sulle panchine, mettiamoci
comodi comodi… Vorrei sapere da
Mattia cosa c’è in cielo… è sempre
uguale il cielo?
B.:Delle volte è buio…
I.: E tu Marco che dici, cosa c’è in
cielo?
B.:Non lo so…
I.: E tu Leonardo, cosa hai visto alla finestra, ti viene in mente qualcosa?
B.:mmm…
I.: Sentiamo Nives…
B.:Le nuvole…
I.: Sentiamo Edoardo…
B.:È sempre uguale…
I.: È sempre uguale, davvero? Che dici
Pietro?
B.:No a volte è nero, quando è buio ed
è molto tardi… Poi il sole si nasconde e va dietro alle nuvole…
I.: Bravo! E tu Enrico vuoi dire qualcosa?
B.:Quando è buio ci sono le stelle…
I.: Bravo, dillo un po’ più forte però, è
molto bello quello che hai detto…
I.: Sentiamo cosa dice questa signorina,
Greta...
B.:Ho visto che c’è il sole…
I.: Oggi… e poi, a volte…
B.:Le nuvole…
I.: Sentiamo Pietro che sa un sacco di
cose… vuoi dirci ancora qualcosa …
B.:In cielo piove oppure il temporale
può venire… i lampi, le saette…
I.: I lampi, le saette!
B.:Anche i tuoni…
I.: C’è qualcuno che ha paura dei tuoni?
B.:Sì, io quando vengono di notte…
B.:Sì, io scappo…
I.: Davvero, ti fanno paura… Pietro,
vuoi raccontarci altro?
B.:Delle volte quando vado fuori poi
piove e vado alla Coop alla fine esco
e corri corri con il carrello metto tutta
la roba nel carrello e me ne vado a
casa…
I.: E cosa c’entra tutto questo con il
cielo?
B.:Per rifugiarsi dalla pioggia e dal bagnato!
I.: Questa signorina, Giulia vuole dirci
qualcosa? Cosa hai visto stamattina
in cielo?
B.:Il sole…
I.: È sempre uguale il cielo?
B.:No delle volte c’è il sole, delle volte
c’è le nuvole e delle volte c’è la
notte…
I.: Ti viene in mente altro? E Giorgia
cosa ci racconta sul cielo?
B.:Io una volta sono uscita per andare a
cena dalla nonna… e quando sono
uscita dopo tanto tanto era tutto
buio… era notte…
77
I.: E com’è il cielo la notte?
B.:C’è le stelle e la luna…
I.: Bene Giorgia, Sentiamo questo bambino… Pietro… cosa c’è in cielo?
B.:Di notte c’è la luna e di giorno c’è il
sole…
I.: Oppure?
B.:Oppure la notte c’è le stelle e la
luna…
I.: Sentiamo Alice… È sempre uguale il
cielo?
B.:No… a volte c’è il sole…
I.: Adesso vi racconto la storia della
Pimpa…vediamo che dice…
STORIA DELLA PIMPA
L’insegnante durante la lettura
mostra il libro ai bambini e chiede loro di
notare come è diventato il cielo...
B.:Blu… è notte!
I.: Bravo Pietro! È diventato scuro,
perché è notte… Ecco una stellina…
Durante la lettura…
I.: Che cosa fa il sole con i suoi raggi?
B.:Illumina!!!
B.:Bravo proprio questo…
B.:E poi viene le ombre!
Con i suoi raggi ci scalda e
ci illumina…
prosegue la lettura…
I.: Adesso vogliamo fare un lavoretto
bambini? Dividiamoci, un po’ di
bambini vanno a quel tavolo e un po’
vengono a questo… Proviamo a fare
il cielo di giorno e il cielo di notte…
L’insegnante distribuisce i cartoncini che
per metà sono in blu e per metà in azzurro,
il sole, la luna, le stelline e le nuvole
da incollare sopra.
78
B.:Questo è giorno e questo è la notte, è
buio vedi…
B.:Qui c’è il sole, dove lo attacchiamo,
nella notte o nel giorno?
I.: Allora voi mi avete detto che in cielo
di giorno c’è il sole ma la notte ci
sono le…
B.:Le stelle…
I.: Guardiamo un po’ se facciamo tutto
buio anche qua… Cosa ha detto Giorgia
prima, che per fare buio bisogna aspettare tanto tanto… però noi non possiamo restare qui fino a stasera vero?
B.:NO!
I.: Allora abbiamo spento le luci e abbiamo fatto…
B.:BUIO…
I.: E che cosa vediamo ora nella stanza?
B.:La luna e le stelle!
I.: No… cosa sono queste?
B.:Candele!
I.: Ecco, rappresentano che cosa?
B.:Le stelle!
I.: Abbiamo visto anche noi nella stanza
tante lucine… vero? Che cos’erano?
Tante candeline a…
B.:Accese….
I.: Tante candeline accese che però quando
c’era la luce non si vedevano vero? E
invece ora le abbiamo viste bene?
I.: Allora Mattia, ripetiamo perché non
si vedono di giorno le stelle?
B.:Perché il sole le copre…
I.: Bravo perché c’è il sole e allora non
le vediamo… e invece quando è
buio? Vanno in un altro paese…
I.: E non le vediamo… Voi volete dire
più niente?
B.:NO…
B.:Io sì! La luna va in un’altra città e il
sole viene a Firenze… arriva la luce!
Verbalizzazione:
I.: Chi vuole raccontare? Di che cosa
abbiamo parlato? Del cielo com’è di
giorno e com’è di notte…
B.:Quando è notte ci sono le stelle e la
luna… e quando è giorno il sole e le
nuvole…
I.: Il cielo è sempre uguale?
B.:No…
I.: Pietro tu che ci hai raccontato tante
cose, vuoi dirci qualcosa?
I.: Che di notte possono venire anche i
tuoni però dopo la saetta e poi c’è
pure i figli della saetta che sono i
lampi e fanno fsch… vanno giù e
fanno tutta la luce… a me non mi
fanno dormire però non fanno dormire tutti… e i tuoni danno noia noia
noia e poi anche i fulmini…
I.: Ma il cielo abbiamo detto che non è
sempre uguale… Racconta a Katiuscia che non c’era con noi com’è di
giorno…
B.:Di giorno c’è il sole ed è pure notte e
c’è tutte le stelle…
I.: Di giorno c’è il sole che ci illumina
e di notte? Stai facendo un po’ di confusione…
I.: Di notte c’è il sole Pietro?
B.:No c’è le stelle, infatti è tutto buio…
I.: Giorgia tu cosa vuoi dire?
I.: Giorgia che cosa hai fatto?
B.:Ho fatto il sole su un foglio…
I.: Dove lo avete fatto?
B.:Nella stanza rossa!
I.: Ma com’era fatto questo foglio?
I.: Da una parte era azzurro e rappresentava che cosa…
B.:Il giorno e la parte blu rappresentava
la notte…
I.: E cosa avete fatto con questi fogli?
B.:Ci abbiamo incollato sopra… e poi
abbiamo letto un libro, la Pimpa…
I.: Non ho capito cosa avete incollato
sul foglio azzurro?
B.:Dove c’è la parte blu le stelle e la luna
e dove c’è l’azzurro il sole e le nuvole…
I.: Che storia avete letto?
B.:La Pimpa…
I.: E che faceva?
I.: Che faceva? Voleva vedere cosa
c’era sopra…
B.:Il sole…
I.: No, sopra le nuvole c’era il… Chi ricorda la storia della Pimpa…
B.:Lei non sa dov’è il sole… vieni ti
porto io… e sali e sali e sali…
I.: Con cosa sale?
B.:Con un palloncino… e il palloncino
va su su su e poi fino su incontrò il sole
che dice sei bravo, sei andato il cugino
e poi la stella… il sole ha detto questa
è la mia mamma la stella e poi alla fine
ha detto che figlio bravo hai fatto…
I.: Perché era bravo, cosa faceva il sole
con i raggi?
B.:Faceva luce…
I.: E poi?
B.:E poi alzare tutti i bambini…
I.: E poi scaldava… e allora la Pimpa
dice: “Come sei brava Mamma
Lucia, hai fatto un sole che scalda e
che illumina!
I.: E ora un applauso! Bravissimi tutti!
Insegnanti
Patrizia Masotti
Francesca Migliorini
79
I.: Allora…vediamo…vi ricordate che
intergruppo facciamo nella stanza
rossa?
B.:I giochi con l’aria? Costruiamo
l’aereo?
B.:No! Si faceva il cielo!
I.: Bravi! Parliamo del cielo…e vi ricordate cosa abbiamo fatto la volta
scorsa?
B.:Io non c’ero!
B.:C’erano delle candele lassù’
B.:È vero! Erano sul barattolino dei biscotti!
I.: È vero! E come mai c’erano delle
candele, ve lo ricordate di cosa si era
parlato?
Non parlate tutti insieme…uno per
volta!
B.:Erano per fare la luce!
I.: Ma con la luce del giorno si vedevano?
B.:No…dopo! Quando abbiamo fatto
buio con le tende!
B.:Come di notte!
I.: È vero...abbiamo parlato del cielo
come è di giorno e com’è di
notte...Oggi invece vi volevo chiedere…ma il cielo oggi di che colore
è? L’avete guardato?
B.:Ci sono sole e nuvole!
B.:È bianco!
B.:È celeste!
B.:Azzurro
B.:È sereno
I.: E sentite un po’… c’è qualche bambino che me lo sa dire come mai il
80
cielo è proprio azzurro?
B.:Perché c’è la luce…c’è il sole!
Gli altri bambini rimangono zitti.
I.: Ma come mai è proprio azzurro,
come mai non è bianco o giallo come
il sole…come mai proprio azzurro?!
B.:È……È segno che è giorno!
I.: È vero… perché di notte com’è?
B.:È buio!
B.:È blu!
B.:È nero!
I.: Allora guardate cosa vi ho preparato…qui ci sono dei barattoli con
dentro dell’acqua sporca…ora facciamo un esperimento…proviamo a
illuminarli con questo faretto…
prima facciamo buio nella stanza poi
voi guardate bene che cosa succede…va bene?
chiudiamo le tende della stanza
B.:Diventano scuri!
I.: Aspetta un attimo si accende la
luce…si devono illuminare…
B.:Giallo!
B.:È diventato tutto bianco!
B.:Quello è grigio…c’è un po’ di polverina!
B.:È il colore delle nuvole
B.:Color nuvole!
B.:Questo sembra rosa quando ci avvicini la luce!
I.: Bravi è vero, ci vedete qualche altra
cosa? Qualche altro colorino?
B.:Io un po’ celeste!
B.:Si è vero si vede anche un po’ celeste
qui!
B.:Azzurro!…perché allontani un po’
più la luce e al posto della luce poi
viene il buio e poi la luce e poi il
buio..
I.: Bravi avete detto proprio delle cose
carine sapete!? Avete detto che avete
visto proprio tanti colori e a un certo
punto qualcuno mi ha detto anche
l’azzurro…
nel frattempo riapriamo le tende
I.: Ma allora scusate bambini ma come
è possibile che è diventata azzurra
l’acqua se ora è ritornata bianca!!
Come era possibile che si vedeva un
po’ di azzurro!!
B.:È stata la luce!
I.: E allora come mai secondo voi il
cielo si vede azzurro!?
B.:Perché c’è la luce! In realtà perché
c’è l’aria che si unisce all’altra aria e
diventa celeste…si perché io ho visto
anche un po’ di aria che girava intorno alla macchina!
I.: Ho capito è vero! Hai sentito l’aria..
B.:Ma che cosa si porta a casa oggi?
I.: Aspettate un attimo vi volevo dire
un’altra cosa…ma il cielo è solo azzurro? L’avete visto solo azzurro?
faccio parlare tutti i bambini a turno
B.:Nooo. Di notte è buio!
B.:È scuro!
B.:Io l’ho visto nero quando era buio.
B.:Io l’ho visto bianco anzi blu
B.:Io solo celeste!
B.:Come i tuoi occhi!
B.:Io l’ho visto rosso...quando tramontava!
B.:Io blu…di giorno!
B.:Io blu e nero quando c’erano le stelle
e la luna.
B.:Giallo...c’è il sole!
B.:Nero di notte
B.:Blu di notte.
B.:Rosso quando tramontava!
B.:Arancione quando tramontava!
B.:Qualche volta rosa, qualche volta
arancione qualche volta celeste un
po’ blu e qualche volta rosso…eh!
Tramontava!
I.: Accidenti quanti colori hai visto!
B.:Io arancione non l’ho mai visto!
I.: Eh allora prova a farci caso quando
sta per diventare buio...vedrai che lo
vedi..
B.:Lo sai che sembrava che bruciava!
I.: Allora visto che avete visto già un
sacco di colori in questo cielo...io
adesso vi faccio vedere una
cosa…tante foto dove c’è il cielo che
può diventare di tanti altri colori diversi…guardate qui!
faccio vedere le foto ai bambini
sistemandole sulle panche in modo che
loro possano guardarle
tutte con calma
B.:Bella! Questa è una nuvola gigante!
B.:Questa è viola e arancione
B.:Viola marrone e nero!
B.:Oddio bella, è rosso!
B.:Qui c’è l’acqua!!
B.:Giallo!
B.:Arancione! Anche l’acqua è arancione!
B.:Qui è rosa!
81
B.:Qui il mare è viola!
I.: Allora adesso che abbiamo guardato
queste foto mettetevi seduti ai tavoli e
facciamo un lavorino...le foto le lascio
qui così le potete guardare e potete scegliere la foto che più vi piace…con il
colore del cielo che più vi piace…
Dopo provate a rifarla con gli acquerelli…proprio con i colori del cielo
che vi è piaciuto di più!
i bambini si mettono a pitturare con
l'acquerello con entusiasmo scegliendo
bene quei colori che piu' li hanno
colpiti e riempiono tutto il foglio
proprio come nella foto.
I.: Lo vedete qui su questi tavoli che
cosa c’è?
B.:Sì
I.: Lorenzo vieni qui che vedi meglio…
Che cosa sono queste cose sul tavolo?
B.:L’acqua!
I.: E questo qui cos’è?
I.: Una luce? Come quelle lassù?
B.:No
I.: Come si chiama?
B.:La pila
B.:La torcia
I.: Sì, si chiama pila e anche torcia…
state a vedere, ne metto una qui su
questo tavolino, un’altra la metto di
qua e un’altra la metto di qua e poi
guardate cosa c’è… cosa sono
questi?
B.:Specchi!
I.: Specchi? Sì sono degli specchi, guardate dove li metto…
B.:Nell’acqua…
I.: E anche qui uno specchio nell’acqua… Adesso cominciamo a fare
questo gioco… Attenzione, devo fare
questa cosa qui, cosa sto facendo?
B.:Luci?!
Daniela fa tintinnare la ciotola
B.:Vetro!!!
I.: Vetro? Sono delle ciotole di vetro…
e dentro c’è?
B.:L’acqua
I.: Allora guardate che cosa vi do io,
oggi facciamo un gioco che non abbiamo mai fatto, cos’è questo qui?
I.: Mostra una torcia
B.:Luce
82
Insegnanti
Patrizia Masotti
Francesca Mgliorini
B.:Chiudi!
I.: Chiudo? Che cosa?
B.:Le tende…
I.: E allora chiudendo le tende che cosa
succede?
B.:È come prima…
I.: È come prima con le tende chiuse?
Adesso guardate che cosa succede…
Cos’è successo?
B.:C’è tutto buio nell’acqua.
I.: È tutto buio, allora ci dividiamo in tre
gruppetti per fare un gioco con le
luci, lo specchio e l’acqua… Intanto
cominciano i bambini più grandi a
prendere lo specchio, perché sennò si
può rompere. Lorenzo, vieni qui e
aspetta gli altri bambini che vengano
qui a giocare…
I.: Cosa si vede?
B.:Provo io ora!
I.: Muovi lo specchio… Vedete sul tavolo…
B.:Anche lassù! La luce!
I.: La luce di cosa?
B.:Dello specchio…
I.: Cos’è questa luce qui? Guardala,
guardala come si muove!
I bambini si sistemano.
I bambini cercano i riflessi della luce,
Daniela li sollecita a prestar attenzione
alla posizione dello specchio e a muoverlo
per ritrovare i propri colori…
I.: Allora il gioco è così: accendiamo la
torcia e poi mentre un bambino
manda la luce sullo specchio, un altro
bambino prova a muovere lo specchio per vedere che cosa succede…
allora, Davide tu gira lo specchio…
Filippo prova a muoverlo, Lorenzo
prova a muovere lo specchio e… attenzione provate a puntare il raggio
con la luce dentro l’acqua… Che si
vede? Che c’è laggiù?
B.:Una luce nello specchio…
I.: Una luce? La luce di che cosa?
I.: E sul tavolo, non si vede niente?
Coro.: Sì, luce!
I.: Ancora luce? Guardiamo un po’…
fai provare anche Jennifer… Guarda
cosa si vede sul tavolo! Che c’è qua?
Che si vede?
B.:Guarda alla parete!
B.:Guarda sulla tenda!
I bambini scoprono la luce in più punti.
B.:Ma questa è una magia!
I.: Cos’è la magia? Avete visto, ci sono
dei colori sul tavolo? Anche lassù sul
muro… Guarda bravo Simone… che
cos’è venuto?
B.:Sono stato io a farla venire lassù sul
muro…
I.: Avete visto come si muove la luce
dello specchio?
B.:È mia la luce! Via via!
I.: Cosa succede lì sul tavolo Rossalin?
B.:Via via…
B.:La voglio vedere
I.: La vuoi vedere? Prova, è pesantino…
I.: Adesso attenzione, vi faccio vedere
un altro gioco con le luci, porto via
le bacinelle, asciughiamo e … state
a vedere che cosa vi do… sempre con
la torcia facciamo un altro gioco…
Guardate cosa sono questi… Che vi
sembrano?
Coro.: Fili…
I.: Fili? E attaccato al filo che c’è?
B.:Cristalli…
83
I.: Sì, cristalli, questi cristalli, si usano
per fare i lampadari…. Allora Rossalin tieni un attimo te questo cristallo… guardate quest’altro… Tutti
poi ci giocate… Avete visto questo?
Guarda Lorenzo, guarda un po’ te
questo cristallo, dopo lo do anche a
Massimiliano e questo lo regge un attimo Alex… Allora uno alla volta,
provate a mandare la luce sopra il cristallo, prova Greta… Guardiamo che
succede?
B.: Viene l’ombra… nel cristallo…
I.: Viene l’ombra?
B.:Nel cristallo…
I.: Metti la luce qui… Guarda un
po’…cosa sono? fermo fermo, non
dondolare… Cosa c’è? Cosa viene?
B.:L’arcobaleno!
I.: L’arcobaleno? Tanti arcobaleni?
Guarda là…
B.:Sì… anche sulla maglia di Alex
I.: Anche sulla maglietta di Alex c’è
l’arcobaleno? Fammi vedere, è vero
ce l’ha sulla maglietta! Anche lì c’è,
guarda sul muro…
B.: Guarda un po’ quanti colori vengono
fuori!
I.: Guarda ce li ha sugli occhi Jennifer…Hai visto? Prova un pochino
te! Che cosa è venuto fuori?
B.:L’arcobaleno
I.: Guarda Massimiliano…cosa c’è
B.:L’arcobaleno!
I.: L’arcobaleno L’avete mai visto voi
l’arcobaleno?
B.:Io sì!
I.: Alex, Simone l’avete mai visto l’arcobaleno? Chi ha detto sì, dove l’hai
visto?
B.:Io l’ho visto al mare!
B.:Io l’ho visto a Scandicci!
84
I.: Tu l’hai visto a Scandicci? E tu Filippo, l’hai mai visto l’arcobaleno?
B.:Al centro… e al mare…
I.: Guardate un po’, quanti colori ha
l’arcobaleno, quanti colori vedete?
B.:Il rosso…
B.:Il blu…
B.:Il verde…
I.: Il rosso, il blu, il verde…
L’insegnante chiama vicino a sé Jennifer,
la aiuta a vedere l’arcobaleno ruotando
il filo. Antonella fa lo stesso con
Matilde e Greta.
I.: Guarda, guarda come girano…
A. Guarda quanti colori Greta…
I.: Vediamo quanti colori si vedono…
B.:Guarda guarda !
I.: Eccolo lassù sul soffitto…
I.: Allora adesso che avete visto l’arcobaleno con i cristalli vi faccio vedere
un arcobaleno vero… Ma di che è
fatto un arcobaleno? Lo sapete voi?
B.:Colori
I.: I colori?! E cos’è che fa venire l’arcobaleno? Ora si vede più l’arcobaleno?
B.:No!!!
I.: Come si faceva a vedere? Cosa ci
vuole?
B.:La luce e il cristallo!
I.: La luce e il cristallo? E tu dove lo hai
visto l’arcobaleno Lorenzo?
B.:A Scandicci!
I.: E avevi un cristallo per vedere l’arcobaleno?
B.:No…
I.: Allora dove l’hai visto… per aria, per
terra, su una tenda? Dov’era?
B.:Per aria!
I.: Te Simone dove l’hai visto l’arcoba-
leno? Hai detto al mare, ma c’era un
cristallo per farlo?
B.:Sulla terra…
I.: Sulla terra? E avevate una pila per
fare l’arcobaleno, oppure c’era
un’altra luce?
B.:C’era un’altra luce…
I.: Quale luce? Quale luce serviva per
fare l’arcobaleno che avete visto voi?
B.:Il sole…
I.: Il sole dice Alex, allora vediamo un
po’… Noi abbiamo usato una luce
che era la torcia e poi cosa abbiamo
usato per fare l’arcobaleno? I cristalli
e…
B.:Nooo!
I.: Nooo? Guarda eh, ora vi faccio vedere le figure di arcobaleno vere, ma
vere e grandi… Guardate come sono
belle, sono proprio fotografie di arcobaleni… Eccole qua, state a guardare, ve le attacco al vetro così le vedete meglio… Guardate questo…
B.:Bello!
B.:Bello!
I.: Dove si vede l’arcobaleno?
B.:Nel mare…
I.: È nel mare?
B.:È freddo, è d’inverno…
I.: Ma qui che posto è? Quassù…
B.:La neve…
I.: La neve? Vedi la neve?
B.:Io sì, è il ghiaccio…
I.: È il ghiaccio? Dove?
B.:Lì…
I.: Aspetta, la appoggio un attimo e poi
ci fai vedere dove sono la neve e il
ghiaccio…
B.:Anche Simone la voleva…
I.: Vieni Lorenzo, fammi vedere dov’è
il ghiaccio e dov’è la neve… Dove
sono?
B.:Qui…
B.:Quello lì è il ghiaccio sei sicuro?
Dove sta il ghiaccio, su nel cielo?
I.: È tipo una montagna? Questo qui è
ghiaccio Rossalin? No? Cos’è?
B.:È una nuvola…
I.: È una nuvola dice Rossalin?
I.: E allora che succede? Alex, tu te lo
sai spiegare?
B.:No, perché casca…
I.: Casca giù il ghiaccio?
B.:Sì..
I.: Ma da che cosa casca giù?
B.:Dalle nuvole
I.: Dalle nuvole… Allora l’arcobaleno
dov’è? Nel ghiaccio, nelle nuvole?
B.:Nel ghiaccio
I.: È nel ghiaccio questo arcobaleno?
B.:No
I.: Allora dov’è? Diccelo te Giorgia…
B.:Nel mare, nel mare!
I.: Questo è il mare che sta sulle nuvole… Il mare sta sopra le nuvole?
B.:No il mare è questo…
I.: Il mare è quello? Allora vediamo
quest’altro arcobaleno qui… Ci vedete? Vedete quest’altro arcobaleno?
Coro.: Le montagne!
I.: Sì, ha le montagne, e lì che cosa c’è
che fa venire l’arcobaleno allora?
B.:La cascata dell’acqua!
I.: Noi avevamo l’acqua?
B.:No!
B.:Sì
I.: Allora nelle bacinelle che cosa c’era?
B.:L’acqua!
I.: Allora noi abbiamo usato l’acqua e
la torcia, qui invece cos’è che fa venire l’arcobaleno?
B.:L’acqua…
I.: L’acqua… e poi? Che luce ci sarà?
La torcia? C’è una torcia fra le mon85
tagne?
B.:No!
I.: Allora che luce ci sarà?
B.:Il sole!
I.: Guardate quest’altro arcobaleno e
poi ditemi che cosa succede qui…
B.:Il sole…
B.:Le nuvole…
B.:Io non le vedo le nuvole…
B.:Neanche io le vedo le nuvole…
I.: Non le vedi le nuvole… il cielo
com’è, è chiaro, è celeste, è grigio…
Coro.: È celeste!
I.: Lo vedi celeste te?
B.:No azzurro scuro
I.: Allora, qui c’è l’acqua della cascata
e qui che cosa c’è che fa venire l’arcobaleno?
B.:Il mare…
I.: Il mare è quassù in mezzo alle nuvole?
B.:No…
I.: Che acqua c’è?
B.:La pioggia…
B.:Le nuvole fanno cascare la pioggia…
I.: Le nuvole fanno cascare la pioggia…
B.:… e poi viene l’arcobaleno…
I.: Allora per fare l’arcobaleno, ci vuole
la pioggia e poi quale luce ci vuole?
Massimiliano ha due anni e mezzo e un
bambino più grande commenta:
B.:Lui è piccolino piccolino
B.:Neanche io…
I.: Nemmeno la Matilde ci arriva lassù.
I.: Allora adesso sapete che facciamo?
Vi piace l’arcobaleno?
Coro .: Sì…
I.: Jennifer ti piace l’arcobaleno?
B.:Sì..
B.:Anch’io…
I.: Allora quando vedete che piove forte
e le nuvole che un po’ si spostano, voi
guardate da qualche parte in cielo
perché forse si sta formando l’arcobaleno…
Ora vi do un quadretto e voi provate
a fare l’arcobaleno per portarvelo a
casa…. Che colori ha l’arcobaleno?
Lo vedete?
B.:Rosso, giallo e celeste
I.: Rosso, giallo e celeste, poi che colori
avete visto voi sul tavolo?
B.:Blu
B.:Io giallo
B.:Verde
I.: Allora io vi do i colori e voi fate l’arcobaleno … Apriamo le tende che
vediamo meglio…
…. … …
Attività con acquerelli, acqua , pennelli
I.: Sopra ai monti quale luce ci sarà?
Coro.: Il sole!
I.: Il sole, mica la torcia! Si porta la
torcia lassù in cielo?
B.:Nooo! Non ci arriva!
I.: Non ci arriva? Te ci arrivi Rossalin
su in cielo con la torcia a fare luce?
B.:No
B.:Neanche io…
B.:Neanche io…
86
B.:Bello… Mi piace…
I.: Guardate quanti arcobaleni ci sono
qua… voi inventatelo come piace a
voi, con i colori che vi piacciono,
tutto nuovo fatto da voi…
B.:Guarda bello…
I.: Bravo Massimiliano, guarda quanti
colori… Ti piace il rosso?
B.:Sì
I.: Ecco allora fai un bell’arcobaleno
con tanti colori… Accipicchia
guarda lui…
B.:Blu...
B.:Va bene così, va bene così
B.:No così… capisci acquario…
I.: … Te Greta l’avevi mai visto un arcobaleno?
B.:nel mare!
I.: Quando sei andata al mare……. e
dov’era, dentro l’acqua o su nel
cielo?
B.:Nel cielo..
I.: Nel cielo hai visto l’arcobaleno!? Ti
è piaciuto, era bello? L’hai visto proprio così come su quelle foto lì?
B.:Si.
B.:Ho fatto…
I.: Bravo Massimiliano… adesso lo
mettiamo ad asciugare…
B.:Ho fatto..
I.: Anche te? Scriviamo il nome così
sappiamo di chi è…
Verbalizzazione in salone
I.: Lorenzo vi stava raccontando… ricomincia dall’inizio, per bene perché
loro in classe non c’erano e non
sanno…
I.: Racconta Simone… Siamo entrati in
classe e cosa c’era sui tavoli?
B.:Un vetro per terra…
I.: C’era un vetro per terra così appoggiato?
B.:No
I.: Cos’era?
B.:Era…
I.: C’erano tre bacinelle con l’acqua,
vero? Ma dentro cosa abbiamo
messo?
B.:Un vetro
I.: Ma era un vetro come la finestra?
B.:No
I.: Cos’era? Ve l’ho fatto anche vedere… Come si chiama quel vetro lì?
B.:Lo specchio
I.: Poi con lo specchio che avete fatto?
Cosa avevate in mano?
B.:La luce
I.: Una luce…. Lo dicono loro che ci
sono già stati… Manuel lo racconti
te?
B.:Una pila!!
I.: Avevamo una pila. E che ci faceva
una pila con lo specchio e l’acqua?
Lo doveva dire Lorenzo… te la senti
te Lorenzo di raccontare? Che ci faceva la torcia con lo specchio e
l’acqua?
Lorenzo non riesce a raccontare.
Neppure Rossalin.
I.: Filippo lo racconti te?
B.:Siamo entrati abbiamo girato lo
specchio con l’acqua poi c’era l’arcobaleno…
I.: Dov’era l’arcobaleno, te lo ricordi?
B.:Sulle tende e sul muro e sul tavolo,
poi abbiamo visto le fotografie e …
I.: E poi cosa vi ho dato in mano dopo
che avete giocato con la torcia, lo
specchio e l’acqua e avete visto l’arcobaleno, cosa vi ho dato in mano, te
lo ricordi?
B.:Un triangolo
I.: Eh… quei cristalli… che avete fatto
col cristallo?
B.:Si accendeva la luce e si facevano
tutti arcobaleni, sul tavolo, sulle
tende e sul muro!
B.:Tutti arcobaleni e sul soffitto
I.: E poi invece?
B.:E sopra…
I.: E dopo cosa avete visto? Cos’erano
87
quelle foto?
Coro .: L’arcobaleno!!!
I.: E quegli arcobaleni voi dove li avete
visti Filippo? Te li ricordi dove li
avete visti?
B.:Io al mare, in montagna e a Firenze
B.:Io anche al mare…
I.: E poi dopo aver parlato degli arcobaleni che cosa abbiamo fatto?
B.:Abbiamo fatto con i pennelli…
I.: Un quadretto vero? Avete fatto il vostro arcobaleno con gli acquerelli…
I.: Che cosa avevamo usato l’altra volta
per fare l’arcobaleno,Giorgio? Te lo
ricordi?
B.:La torcia e dell’acqua, una ciotola
d’acqua, un vetro poi abbiamo preso
un diamante e gli abbiamo puntato la
torcia.
I.: Anche i cristalli, si, ve lo ricordate?
B.:Sì!
I.: A che cosa erano appesi?
B.:A un filo.
I.: A un filino, e voi con la torcia cosa
facevate, con questi cristalli, Matteo
ce lo racconti te?
B.:Sì, ehm,con la torcia e con quelli
ehm, con quelli ehm…..
I.: Che succedeva? Che facevi con la
torcia?
B.:Ho detto dov’è l’arcobaleno, dov’è
l’arcobaleno? Mi sono puntato ed ho
visto l’arcobaleno.
I.: La luce della torcia era diven-
tata……?
B.:Arcobaleno.
I.: L’arcobaleno eh ?, di tanti colori, ma
la luce della torcia è di tanti colori?
B.:No, è blu e nera!
I.: La parte di plastica, ma la sua luce
era di tutti i colori?
B.:No, è soltanto gialla.
I.: Di che colore è la luce?
B.:Gialla bianca.
I.: Gialla bianca, e l’arcobaleno che è
nel cielo, Lorenzo,ti ricordi di quanti
colori l’avevamo visto, nelle fotografie?
B.:No,
I.: No? Te Enrico ti ricordi di quanti colori l’avevamo visto? Dicci un po’ i
colori che avevi visto nell’arcobaleno in cielo?
B.:Dillo su!
I.: Ce lo dice Leonardo?
B.:Non me lo ricordo.
88
I bambini mostrano l’arcobaleno
ai compagni…
Insegnanti
Daniela Sgobino
Chiara Taddei
I.: Non te lo ricordi, e te Greta te le ricordi quelle fotografie che avevamo
visto qui sul vetro?
B.:No, perché lei non c’era.
I.: Ah, lei non c’era? Allora ce lo dici te
Tommaso?
B.:Era di tanti colori.
I.: Era di tanti colori quell’arcobaleno lì
sulla fotografia vero? Ma quale luce,
fa l’arcobaleno nel cielo, quella della
torcia? Si va su nel cielo con le torce
per fare l’arcobaleno?
B.:No, l’acqua!
I.: L’acqua e in cielo che cos’è l’acqua?
È una bacinella che sta su nel cielo?
B.:No, è la pioggia.
I.: La pioggia, già in cielo ci sarà la
pioggia come acqua mica la bacinella……… e la luce? Che c’è una
torcia su nel cielo?
B.:Il sole!
I.: Il sole e il sole di che colore ha la luce
di tutti i colori oppure…….
B.:Giallo, bianco, rosso.
I.: Giallo bianco……
B.:Lo sai io quando ero andato a vedere
al mare, sono ritornato indietro e ho
visto l‘arcobaleno, però Mirco voleva fotografarlo però non c’è riuscito.
I.: Voleva fotografare l’arcobaleno e
non ce l’ha fatta eh?
B.:Non l’ha pigliato.
I.: Non ce l’ha fatta a riprenderlo con la
macchina fotografica?
I.: Allora l’arcobaleno del cielo lo fa la
luce del sole, avete detto, ma la luce
del sole è gialla e bianca mentre i colori dell’arcobaleno sono?
B.:Non rispondono
I.: L’arcobaleno del cielo è bianco?
B.:No….. maestra si vedono ( alludono
ai colori che si producono sui cd che l’insegnante ha preso dalla scrivania), si
vedono giallo,rosa,verde….
I.: Ora ve li do.
B.:Giallo, rosa, verde, rosso blu e celeste.
B.:Io ho visto rosso, celeste e verde.
I.: Allora la luce del sole bianca e gialla
fa venire l’arcobaleno di tanti colori.
Questa luce qui di che colore è? (indica la luce dei neon nella stanza)
B.:È bianca.
I.: È bianca ma volete vedere che anche
questa luce qui fa venire l’arcobaleno? Allora guardate eh?
B.:È un disco.
I.: Cos’è?
B.:Un disco!
I.: Un disco ma come si chiama?
B.:Dvd, cd.
I.: Un cd, bravi, allora volete vedere
come con un cd si riesce a vedere tutti
i colori dell’arcobaleno?
B.:Sì, dammelo.
I.: Ora ve li do. Guarda Leonardo,
guarda se vedi l’arcobaleno, prova a
muoverlo.
Vengono distribuiti i cd a tutti i bambini
perché ricerchino i colori dell’arcobaleno
sulla superficie.
B.:Si vede per terra.
B.:Noi si vede per terra.
I.: Si vede per terra? Lo vedete qui
sopra?
B.:C’è il viola.
I.: Ha visto anche il viola!
B.:Brava!
I.: Cercate tutti i colori….
B.:Blu
B.:Bello………!!!
89
B.:Ce l’hai un po’ diverso.
I.: Sì il mio è un po’ tagliato.
I.: Li vedete i colori della luce?
B.:Sì io blu.
B.:Allora, rosso giallo verde e blu.
I.: C’è Pietro che ci dice i colori che
vede sul cd.
B.:Sì, c’è rosso giallo verde e blu.
I.: Rosso, giallo verde e blu.
B.:Lo dico io maestra?
I.: Qualcuno ha detto anche viola, poi?
B.:Maestra guarda….
I.: Aspetta, sta parlando Matteo.
B.:Io rosso, arancione, verde, verdino
chiaro, verdino scuro e blu.
B.:L’ho visto anch’io l’arcobaleno!
I.: L’hai visto?
B.:Anche qui si vede l’arcobaleno.
I.: Aspetta che c’è Pietro V.
B.:Sì, c’ho blu, verde, rosso e basta.
I.: Blu, verde e rosso bene. Allora mi
date questi cd? Perché ora vi faccio
provare una macchinetta per vedere
tutti i colori della luce.
B.:A uno per uno?
I.: Sì, uno per uno, però bisogna spostarsi: state a vedere. Questa qui
cos’è?
B.:Una scatola.
I.: Una scatola di che cosa? L’avete mai
vista?
B.:Una scatola di fiammiferi.
I.: L’abbiamo trasformata……. Ascoltate bene perché è un nome difficilissimo, l’abbiamo trasformata in uno
spettrometro.
B.:Spettrometro.
I.: Serve per vedere qui dentro l’arcobaleno! I colori della luce. Adesso si
alza questo pezzettino, questo sportellino e si porta avanti la scatola un
pochino e qui dentro dovremo fare
90
entrare la luce. Però è molto più bello
se invece di far entrare la luce delle
lampade, ci facciamo entrare la
luce………quale altra luce?
B.:Del sole.
I.: Sì del sole! Vogliamo provare?
B.:Sì, sì!!
I bambini vengono accompagnati a
mettersi il cappotto per uscire in giardino.
I.: Una scatolina per ogni bambino e si
tiene un pochino aperta e vediamo
che succede. Si guarda in questo
sportellino qua.
B.:Ah, io ho capito! C’è il ……cd.
I.: C’è il cd, ma a cosa serve il cd?
B.:Per fare l’arcobaleno.
I.: Vediamo, siete sicuri che si vedrà
l’arcobaleno?
B.:Maestra io vedo l’arcobaleno qui.
B.:Perché si deve guardare nello sportellino?
I.: Provate a mettere verso il sole l’apertura della scatola e guardate qui; provate a muoverla per vedere cosa succede su questo sportellino.
B.:Eccolo!
B.:Guardate il mio!
I.: Guarda Leonardo, cosa si vede qui?
La luce del sole deve passare da qui
dentro (indica la fessura aperta della
scatolina); giralo un po’, qui, la luce
del sole deve passare di qui. Cosa c’è
su questo sportellino? Cosa si vede?
B.:L’arcobaleno.
I.: Si vede l’arcobaleno? Si vedono tutti
i colori?
B.:Sì io ho visto l’arcobaleno in cielo.
I.: In cielo? Questo è il cielo?
B.:Bisogna vedere l’arcobaleno.
B.:L’arcobaleno del cielo!
B.:Io non lo vedo.
I.: Non lo vedi te? Vediamo un po’, dobbiamo mettere bene……guarda,
guarda un po’ cosa succede.
B.:Eccolo!!
I.: Questi qui che sono?
B.:Io non lo so aprire da qui!.
I.: È perché devi spingere un pochino,
devi spingere così, un pochino in
fuori. Girati verso il sole…..ecco!!
Cosa c’è qui?
I.: Devi muovere la scatolina e devi
guardare nello sportellino.
I.: Guarda un po’, guarda quanti colori!
Vediamo un pochino chi ce l’ha fatta.
B.:Io ce l’ho fatta!
I.: Venite qua, si prova a fare una fotografia alla scatolina. Allora, puntate
tutti la scatolina verso il sole, vediamo se si vedono i raggi colorati,
eh?
I.: Puntatela un po’ verso il sole, vediamo chi ce la fa?
B.:Io ce l’ho fatta.
I.: Prova un po’ a muoverla…guarda
che bellezza, si si!!
B.:Anche io ce l’ho fatta.
I.: Vediamo, vediamo…..Io ho visto
prima che Mirco l’aveva trovato………
Oh no, no aspetta Pietro, guarda,
così; devi vederlo qui…..ecco, giralo
un po’ di qua…..
Ecco, guarda che colori?
B.:Io non li vedo!
I.: Uscite da davanti sennò Pietro non
vede più.
B.:Anch’io lo vedo!!
B.:Sullo sportellino!
I.: Vediamo un po’? Fermo fermo Pietro
eh? (viene fatta la fotografia).
B.:Ma a me non mi viene!
I.: Sì, sì, così, cerca dov’è il sole.
B.:Ecco!
I.: Eccolo, viene anche più grosso,
vedi? Prova un po’ a muovere la scatolina.
B.:Anche a me!
B.:Ma è andato via.
I.: Se muovi la scatolina……..guarda,
guarda, guarda……..uh…grande!!
B.:Maestra a me mi è andato via.
I.: Cosa è successo?
B.:Nulla.
B.:Non l’hai puntato verso il sole.
B.:Sì!
I.: Ecco, guarda, ora? Ora è puntato?
B.:No, ma perché vedi viene l’ombra!!
I.: Ecco e l’ombra ha tutti questi colori?
B.:No.
I.: Cosa serve… l’ombra o il sole?
B.:Il sole.
I bambini fanno ancora dei tentativi,
provano ha centrare lo spettro solare
nello sportellino, cogliendo i raggi del
sole. Vengono poi invitati a rientrare
in classe.
B.:L’ho richiusa io!
I.: Sì, sì, si possono richiudere. Mettete
qui le scatoline e poi si possono riprendere dopo, eventualmente.
I.: Sedetevi un attimo e tutti gli spettrometri si mettono li.
I.: Adesso sedetevi che vi faccio vedere
cosa c’ho io. Guardate un po’ cosa ho
qua?
B.:Arcobaleni!!
B.:Colori!
B.:Una girandola.
I.: Eh, è una girandola …..e poi?
B.:E i colori!
I.: Intanto che forma ha questo qui?
91
B.:È un tondo.
B.:Cerchio.
I.: È un cerchio con….
B.:Colorato.
I.: Colorato…
B.:Arancione, giallo,verde rosso, blu,
viola, azzurro e rosso.
I.: Dove li avete visti questi colori?
B.:Nell’arcobaleno.
I.: Lo sapete cosa succede ora? Succede
una cosa stranissima: io vi faccio costruire con questi colori ( cerchio colorato a settori) una trottola. La trottola ha i colori dell’arcobaleno però
succederà una cosa stranissima. Per
ora non ve lo voglio dire, ma dopo ve
ne accorgerete voi.
I bambini vengono divisi in due gruppi, i
più grandi si siedono ad un tavolo e
colorano le loro trottole seguendo un
campione. I più piccoli, seduti ad un altro
tavolo, usano un cerchio già colorato e
con l’aiuto dell’insegnante costruiscono la
loro trottola montando i vari pezzi:
cerchio colorato, cerchio di cartone,
cerchietto di cartone di sostegno e
stuzzicadenti.
Una volta costruite tutte le trottole da
portare a casa, proviamo a giocarci.
B.:Maestra guarda…….
I.: Vediamo un po’?
B.:Lui l’ha fatta con altri colori.
I.: Come mai l’hai fatta con quei colori?
Si può provare, vediamo cosa succede facendo girare la trottola nera e
grigio.
I.: Oh, come gira……
B.:Il viola è accanto al celeste e il rosso
è accanto al celeste.
I.: Colorate tutte? Benissimo, adesso,
provate a girarla più forte che potete.
92
B.:A me non mi riesce!
I.: Prova, prova, vedrai che ci riesci.
B.:Ho provato forte forte.
B.:Ecco!
B.:A me non mi viene mai.
I.: Non ti viene mai che cosa?
B.:Maestra, guarda quest’altro?
I.: Sta a vedere, gira!!
B.:Ma si porta a casa?
I.: Certo!
B.:Maestra, non gira più la trottola.
I.: Allora cosa si deve fare?
B.:Girare più forte.
I.: Guardate, io uso pollice e indice e
struscio i diti uno contro l’altro.
Guardate un po’, cosa si vede?
B.:Marrone.
I.: E poi?
B.:Bianco.
I.: Fa un po’ vedere con la tua Matteo?
B.:Rosso, verde……
I.: Se giro piano vedo rosso, verde,
giallo ma se giro forte? Vediamo?
B.:La mia non gira più.
B.:A me non mi riesce.
B.:A me mi riesce girare così.
B.:Si vede rosso, viola.
I.: Mi sa che voi cercate i colori dell’arcobaleno, ma non guardate bene
bene.
B.:Maestra mi è riuscito!
I.: Proviamo a girarla forte forte…..se
la giro io? Proviamo………che colore si vede?
B.:Bianco!
I.: Ah, bianco…..
B.:A me mi ricorda la neve.
I.: Proviamo a girarla ancora più forte?
B.:Questa è arancione e blu.
I.: Proviamo a girarne un’altra?
B.:Di chi è?
I.: È di Greta.
B.:No, s’è già provata.
I.: Allora
proviamo
quella
di
Pietro…….
B.:Uh, bianco.
B.:Giallo!
I.: Ma il giallo e il bianco l’abbiamo colorato noi?
B.:No, il giallo si ma il bianco no.
Si provano tutte, mentre le trottoline
funzionano sempre peggio perché lo
Segue alla presentazione dei bambini:
Insegnante: Chi di voi sa di cosa si parla
in questo intergruppo?
… nessuno risponde
I.: Vi faccio vedere una cosa… Cos’è?
Bambini: Il sole!
I.: Oggi c’è?
B.:Sì!
I.: Meno male!
B.:Si può andare in giardino!
I.: Davvero?
B.:Quando è freddo, non si può andare…
I.: Invece quando c’è il sole si può andare… e questo sole qui, com’è?
B.:Giallo…
I.: E quello lassù?
B.:Giallo.
I.: Il sole è sempre giallo?
stecchino sguscia nel foro,
non esercitando l’attrito dovuto.
I bambini a questo punto portano
le trottoline nei loro armadietti e
si recano in salone per ritrovarsi
con tutti gli altri compagni.
Insegnanti
Daniela Sgobino
Chiara Taddei
B.:Sì…
Greta: NO.
I.: No Greta?
Greta: Rosso.
B.:È rosso quando tramonta.
B.:Cambia…
I.: E come fa a cambiare?
B.:Col mare, con l’arancione.
I.: Perché col mare? Volevi dire quando
il sole è vicino al mare e allora diventa arancione?
B.:Sì… e rosso…
B.:Mentre tramonta…
I.: Manuel l’hai visto sempre giallo il
sole?
B.:Io di notte ero fuori e con gli amici
del babbo e della mamma l’ho visto
tramontare…
I.: E di che colore era?
B.:Rosso e arancione.
I.: Matilde, te di che colore l’hai visto?
B.:Giallo!
93
I.: Te Sofia di che colore l’hai visto?
… nessuno risponde
I.: E c’è sempre in cielo?
B.:Sì.
B.:No.
B.:Quando è buio.
B.:I nuvolosi.
B.:Le nuvole.
I.: Quando ci sono le nuvole, il sole
dove va?
B.:Dietro e non si vede…
I.: Dietro? E come fa?
B.:C’è buio…
I.: Ma che gli fanno al sole i nuvoloni?
B.:Il sole sposta i nuvolosi…
I.: Ferma Matilde… Dicevi?
B.:Il vento porta via le nuvole…
I.: Ma il sole sta tutto il giorno fermo in
un punto tutto suo?
B.:No, si sposta…
I.: E come fa?
B.:È… c’è l’aria…
I.: AH…
B.:Il vento lo trascina…
I.: E il vento è così forte?
B.:L’aria…
I.: È così forte da trasportare via il
sole…
B.:Io un giorno ho sentito il vento, mi
ha trascinata all’indietro...
I.: Siete così sicuri che il sole lo sposta
il vento?
B.:Sì
I.: E quando si sposta il sole voi sentite
sempre il vento?
….. nessuno risponde
I.: Per esempio il sole resta sempre lì o
si sposterà? Secondo te Manuel oggi
rimane sempre lì?
94
B.:No
I.: Ma oggi c’è il vento?
B.:No, c’è il sole…
I.: E come fa a spostarsi il sole se non
c’è vento?
B.:Con una paletta!
I.: Con una paletta? Vi faccio vedere
un’altra cosa…
B.:Oh… il sole è tramontato!
I.: E perché secondo te è tramontato?
B.:È mezzo il sole tramontato!
I.: Questo sole qui, com’è?
B.:Giallo
I.: E questo?
B.:Rosso
I.: E questo è il sole al tramonto… Ma
queste foto qui sono tutte uguali?
Niccolò: No… Questa ha il coso e
questa no…
I.: Il coso?
B.:Il tronco, l’uccellino…
I.: Ma cos’hanno di diverso queste
foto?
B.:Questo sole è giallo e quello è
rosso…
I.: E poi?
B.:L’uccellino con il tronco che qui non
ha… Perché qui è sopra il tronco…
I.: Allora vi faccio veder un’altra foto…
B.:È giallo…
I.: Cos’è questo?
B.:Un albero…
I.: Un albero?
B.:Un mondo…
I.: Manuel, cos’è secondo te? Filippo?!
B.:un mondo…
I.: Non dite tutti il mondo… di cosa abbiamo parlato oggi, pensateci…
….. nessuno risponde
I.: Di cosa parliamo oggi?
B.:Del sole!
I.: Potrebbe essere il sole? Cos’ha di
strano?
B.:È scuro…
I.: Tutto scuro?
B.:No è un po’ giallo e un po’ marrone…
B.:E un po’ arancione…
I.: Perché secondo voi?
B.:La luna…
I.: Come mai la luna? Com’è fatta la
luna?
B.:Tonda…
I.: Tonda?
B.:Delle volte è mezza e delle volte è
tonda…
I.: E di che colore è?
B.:Gialla!!!
I.: Tutta gialla? L’avete mai guardata?
B.:Sì, io l’ho guardata… Bianca,
gialla…
I.: E secondo voi perché questa potrebbe essere una luna?
B.:No una luna…
I.: È una luna o no?
B.:NO…
I.: E queste cose qui cosa potrebbero essere?
B.:È un sole…
I.: Come fa ad essere un sole se non lo
vediamo mai così?
Monica mostra tutte le foto ai bambini
I.: Ma noi il sole lo vediamo così o così?
B.:Così…
I.: Allora questo che sole è?
B.:Quanti soli ci sono?
B.:Uno!
B.:Come fa ad essere un sole?
B.:Non lo so nemmeno io…
I.: E queste cose qui cosa potrebbero essere?
silenzio
I.: un po’ gialle e un po’ marroni…
B.:È un raggio…
I.: Come vi sembra questo sole?
B.:Non lo so… È più grosso di tutti…
I.: Potrebbe essere un’idea…
B.:È più grosso!
I.: Perché ha tutte queste cose marroni?
La discussione prosegue ma non si
capisce, troppe voci soprammesse…
Poi situazione di stallo…
B.:Tutte le foto sono il sole ma due foto
non hanno le cose…
I.: Come hanno fatto a venirgli queste
cose qui?
….. nessuno risponde
I.: Allora vi faccio vedere questa foto
qui…
B.:Il sole!
I.: Siamo sicuri che sia il sole?
B.:I raggi!!!
B.:E c’è anche il mare!
I.: Ma quando il sole è vicino al mare di
che colore è?
B.:Rosso…
I.: E i raggi che cosa sono?
….. nessuno risponde
I.: Matilde, cosa vedi?
Matilde: Il sole…
I.: E da cosa lo vedi?
Matilde: Non ci sono le nuvole…
I.: Allora se non ci sono le nuvole si
vede il sole… Come fate a guardare
il sole?
B.:Si alza la testa…
I.: Alzate la testa e lo guardate così?
B.:Sì…
95
I.: E lo vedete?
B.:NO
B.:Io sì…
I.: Che succede se guardate il sole?
B.:Ci dà noia agli occhi…
B.:Ci vogliono gli occhiali…
B.:Io ce ne ho 7…
B.:Io 2…
I.: E se uno invece volesse guardarlo da
vicino?
B.:Fa male agli occhi…
B.:Con gli occhiali… o col cannocchiale…
I.: E guardandolo con il cannocchiale
come sarà?
B.:Non brucia agli occhi…
I.: Sarà sempre giallo col cannocchiale?
B.:Sì… così…
I.: Se ci muoviamo in silenzio, zitti zitti
andiamo in un’altra stanza e vi farò
vedere come si guarda il sole senza
farsi male agli occhi… Si prova?
B.:Sì…
I.: Le foto le lasciamo qua, così se vi venisse in mente perché il sole in alcune
è rosso, in altre arancione, giallo o
marrone poi me lo dite… Si prende
questo cartoncino e si parte…
Nell’altra stanza…
I.: Siamo arrivati… Dove siamo?
B.:In ufficio…
I.: Si chiude la porta, si spenge la luce…
Secondo voi che si fa con questo cartoncino?
B.:BO!
I.: Cosa abbiamo detto che siamo venuti
a vedere?
B.:Il sole..
I.: E dov’è il sole?
B.:Là…
96
I.: E allora cosa ci faccio con questo cartoncino?
B.:Il sole…
I.: Se lo metto qui vedo il sole?
B.:No…
I.: Dov’è il sole?
B.:In cielo
I.: Vado in cielo col cartoncino?
B.:NO!
I.: Dove lo posso mettere per vedere il
sole?
B : Alla finestra!
I.: Alla finestra… Vediamo un po’ che
fa questo sole…
B.:Dà noia…
I.: Allora…
I.: Venite più vicini al termosifone, Enrico, vieni qui, cosa vedi?
B.:Il sole…
I.: Dove lo vedi? Matilde, vieni qui,
dove lo vedete?
B.:Lì, lì… sulla mano…
I bambini scoppiano a ridere
I.: Allora… vi dà noia agli occhi?
B.:No..
I.: E che forma ha?
B.:Tonda…
B.:È giallo…
I.: Hanno ragione? È proprio così il
sole?
B.:Ha i raggi…
B.:Non ha i raggi, è nero!
I.: Massi, Matilde dov’è il sole? Vi dà
noia agli occhi?
B.:NO!
I.: Ora che abbiamo visto come guardare il sole, guardate cosa faccio…
Cosa fa il sole?
B.:Si muove!
I.: Si muove e basta?
B.:Diventa piccolo e grande! Lo muovi!
I.: Sto muovendo il sole o qualcos’altro?
B.:Il cartoncino…
Monica e i bambini giocano a far
diventare il sole grande e piccolo,
poi tornano nell’altra stanza…
I.: Cosa abbiamo visto nell’altra stanza?
B.:Il sole… e cosa si fa dopo?
I.: Avrei preparato… Bisogna mettersi
il grembiule così non ci si sporca…
Ditemi… di che colore volete fare il
sole?
B.:È blu il sole!
B.:Giallo.
B.:Giallo.
B.:Giallo.
B.:Giallo.
I.: Tutti giallo?
B.:Rosso!
I.: Quand’è che il sole è rosso? Come
farà a diventare da giallo a rosso…
B.:La mattina è così…
I.: E quando tramonta? Come fa a cambiare colore?
B.:Perché quando tramonta non è
così… è meglio!
L’insegnante dà i colori ai bambini e
chiede:
I.: Oltre a essere tondo, cos’ha intorno?
I raggi…
B.:Come si fa a tirarlo su?
I.: Dove? Nel cielo?
B.:Per colorarlo…
I.: Con i bastoncini…
B.:E nel cielo?
I.: Dopo ve lo faccio vedere… Non vi è
venuto in mente cosa potrebbero essere queste cose qui?
Sofia piange e Monica la chiama
accanto a sé ed a Ginevra…
Distribuzione dei pennelli e del colore
I.: Ci siamo dimenticati di una cosa per
fare il sole… cosa abbiamo detto che
ha?
B.:I raggi
I.: Con cosa possiamo farli?
B.:Col rosso…
I.: Li vuoi fare col rosso i raggi?
B.:Sì…
I.: Ho dato a tutti lo stecchino per tenere
su il sole?
I.: Vi metto le foto qui così se volete le
guardate… Ma i raggi secondo voi di
cosa saranno fatti?
….. nessuno risponde
I.: Ma voi i raggi del sole li vedete
sempre?
B.:Sì!!!
B.:Io qualche volta sì, qualche volta
no…
B.:Li vedo quando è più alto e quando
tramonta non li vedo…
I.: Non li vedi?
B.:Nemmeno io quando tramonta…
I.: Vi è venuto in mente come mai
quella foto del sole è tutta colorata in
quel modo?
B.:No…
B.:Neanche a me..
I.: Ma noi quando lo abbiamo visto sul
cartoncino,di che colore era?
B.:Giallo!
B.:Giallo e rosso…
B.:Arancione…
I.: Sul cartoncino era di tutti questi colori?
B.:No, un po’ giallo…
I.: E come mai?
97
….. nessuno risponde
I.: E questa cosa qui, cos’è? Che cos’ha
il sole intorno?
B.:I raggi…
B.:Ma qui non è un raggio, è marrone…
I.: Ma qui non è un raggio, è marrone…
e invece di che colore sono i raggi?
B.:Gialli!
B.:Bisogna colorare anche i raggi?
I.: Come vuoi…Antonella, non ci è ancora venuto in mente come mai il
sole qui è marrone… mi hanno dato
questa foto e mi hanno detto che è il
sole… eppure è marrone!
B.:Mannaggia!
I.: Guarda Filippo è l’unico che lo ha
fatto rosso…
B.:Io rosso e giallo…
I.: Come mai rosso e giallo?
B.:Si vede al mare così…
Entra in stanza Giulia di un altro gruppo
I.: Giulia questi bambini non hanno ancora capito come mai il sole è un po’
marrone… Tu lo sai?
B.:Perché è sporco!
I.: secondo te Simona potrebbe avere
ragione Giulia?
B.:Sì…
I.: Ma sporco di che?
B.:Boooh! È questo che non sappiamo!
B.:Nemmeno io…
B.:Ma un gigante non può averlo sporcato perché non ci arriva nemmeno
un gigante…
Verbalizzazione
I.: Simona cosa abbiamo fatto?
B.:Abbiamo visto delle foto… abbiamo
98
parlato del sole e visto delle foto
dove c’era il sole…
I.: Com’erano queste foto?
B.:C’era il sole…
I.: Poi?
B.:Poi abbiamo fatto il sole…
I.: Com’erano queste foto del sole?
B.:Giallo… rosso… scuro…
B.:E rosso…
I.: Poi dove siamo andati?
B.:Nella stanza arancione…
B.:E per fare i raggi del sole con lo stecchino…
B.:c’erano gli stecchini, c’era una palla
tonda…s’è colorata di giallo e …
I.: Tutta di giallo l’avete colorata?
B.:No, s’è colorata di giallo e di rosso…
B.:Anch’io di rosso…
I.: Poi cosa abbiamo visto? Dove siamo
andati?Siamo andati nella stanza
arancione, abbiamo parlato del sole
e abbiamo visto delle foto; poi abbiamo colorato il sole con i raggi.
Non abbiamo fatto nient’altro?
….. nessuno risponde
I.: Poi siamo andati in ufficio… A fare
che cosa?
B.:A vedere il sole che non ci dà noia
agli occhi…
I.: sì, a vedere il sole che non dà noia
agli occhi con un …
B.:con un cartoncino…
Insegnante:
Monica Mazzi
Insegnante: Eccoci qua, ora ditemi tutto
quello che vedete. Dunque, cosa c’è
qui di fronte a voi?
Bambino: Una scatola da pizza
I.: Da pizza normale?
B.:No.
B.:C’hai messo una lampadina.
B.:Una lampadona.
B.:Un faro.
B.:Per fare le ombre.
I.: Perché, di solito cosa c’avete fatto
con questo faro?
Coro: Le ombre.
B.:E ora si fa le ombre.
I.: Ma si fanno le ombre anche oggi?
Coro: No.
I.: Vediamo poi cosa ci si può fare, ma
alla scatola di pizza cosa è successo?
B.:Gli hai tagliato tutto.
I.: Gli ho tagliato tutto?
B.:Gli hai tagliato un pezzetto quadrato
B.:E lì ci stava la pizza.
I.: E cosa c’ho messo?
B.:Un cartellone.
B.:Nero.
B.:No, blu.
I.: Come mai nero?
B.:Perché… chissà.
I.: Poi si chiude.
B.:Poi c’hai messo gli stecchini.
B.:Per tenere il sopra.
I.: Il sopra?
B.:Il tetto.
I.: E qui?
B.:La carta.
I.: E che carta è?
B.:Carta stagnola.
I.: L’avete vista usare?
B.:Io da piccola sì.
I.: Secondo voi ora cosa ci si fa qui
dentro?
B.:L’ovo.
I.: Come l’uovo? Va beh ora che si
prende?
B.:Un cartellone nero: e si mette dentro
la nostra scatola da pizza.
B.:Ohi ohi quello è un uovo vero?
I.: Guarda un po’ se è vero? (Sbattendolo
sul tavolino lo rompo e lo metto dentro
la scatola)
B.:È vero!
I.: E poi qui che c’ho?
B.:Il ghiaccio.
I.: Quanti pezzettini?
B.:Due, tre.
Coro: Tre.
I.: Si mettono dentro anche questi.
B.:Ah e l’uovo diventa ghiacciato.
I.: Chiudiamo il tutto e secondo voi
cosa faccio?
B.:Si accende la luce.
I.: Allora vado… cosa succederà secondo voi?
B.:Si scioglie il ghiaccio e l’uovo si
cuoce.
I.: Si cuoce? E come fa a cuocere?
B.:Si fa fritto.
B.:Con il calore della luce della lampada.
B.:E poi si mangia.
I.: Ma la lampada c’ha calore?
99
B.:Noo.
B.:Si, con la luce si, diciamo di sì.
B.:Aspetta però, e le tende?
I.: Per far cosa?
B.:Le ombre.
I.: Ma noi qui facciamo le ombre?
B.:No.
I.: E cosa si fa noi oggi?
B.:Si cuoce l’uovo e poi si mangia.
I.: Ma ci vorrà tanto tempo o poco
tempo?
B.:Tanto.
I.: Allora due alla volta vi faccio vedere
da vicino e di preciso l’uovo, venite
vi faccio vedere l’uovo, com’ è fatto?
B.:Giallo.
I.: E se muovo la scatola sta fermo o si
muove?
B.:Si muove.
I.: Venite altri due, vedete bene il
ghiaccio?
Coro: Sì.
I.: E l’uovo com’è fatto?
B.:Tondo.
I.: E di che colore?
Coro: Giallo.
I.: E intorno?
B.:L’olio.
I.: Venite qua altri due, com’è fatto
l’uovo? Se muovo la scatola, sta
fermo o si muove?
B.:Giallo, si muove. Lo muovi tu.
(A turno chiamo anche gli altri per far
vedere da vicino come sono fatti l’uovo e il
ghiaccio, poi ci sediamo sulle panche.
Tutti dicono che è giallo tranne un
bambino che dice Arancione)
I.: Dopo dovete dirmi se è cambiato
qualcosa, per quello ve l’ho fatto vedere. Allora, mentre aspettiamo che
100
succeda qualcosa faremo alcune
cose. Mentre le facciamo a turno andrete a vedere cosa è successo alla
nostra scatola da pizza. Quella luce,
qualcuno ha detto, cosa farà all’uovo?
B.:Lo cuocerà.
B.:Lo farà arrosto.
B.:E poi si mangia.
I.: Ma c’è un’altra luce che secondo
voi…
Due bambini in coro: Il sole
B.:E le torce
I.: Possono fare la stessa cosa?
B.:Sì.
I.: Perché, il sole com’è?
B.:È tondo.
B.:Coi raggi.
I.: Ma perché è tondo può cuocere
l’uovo, il sole?
B.:No, perché c’è il fuoco.
I.: È fatto con il fuoco il sole?
B.:Noo.
B.:Sì.
I.: Com’è fatto il sole?
B.:Con il fuoco.
B.:Maestra, ti ricordi quando un bambino diceva che quella lì era la cacca,
quella lì sul sole? (Riferendosi ad una
foto appesa alla finestra con in evidenza
le macchie solari)
I.: È vero, chissà cos’è, ancora nessuno
mica me l’ha detto cos’è?
I.: Le macchioline.
I.: Mentre aspettiamo si legge un librino
poi si torna a vedere se è successo
qualcosa. Questo libro s’intitola “Il
sole, a che cosa serve?” A che cosa
servirà il sole secondo voi?
B.:A bruciare.
B.:A fare luce.
B.:Ad arrostire.
B.:A me un giorno mi s’è bruciato il sole
in faccia.
B.:Dà noia all’occhi.
Commenti durante la lettura del testo:
B.:Ma che è il sole il suo tesoro?
I.: Ha deciso che è una moneta d’oro,
ma è una moneta d’oro?
B.:No è il sole.
B.:Scotta.
B.:Si scioglie la mano.
(Macchietta, la protagonista della storia,
incontra un’ape che raccoglie il nettare)
I.: Cosa ci fanno le api con il nettare?
B.:Se lo mangiano.
I.: Se lo mangiano?
B.:No se lo cucinano come un miele.
I.: Fanno il miele.
(Alla fine della storia)
I.: Ma se Macchietta staccava il sole
come diventa il mondo senza sole?
B.:Bianco e nero
( nella storia la capretta ha incontrato un
pastore che le ha detto che è il sole a dare
al mondo i suoi colori)
B.:Nero.
B.:Senza sole non si va in piscina.
B.:È la pioggia.
B.:Nero e blu.
I.: Ora piano piano si va a vedere se è
successo qualcosa.
B.:S’è sciolto un po’
I.: Intanto io muovo un po’ la scatola per
vedere se l’uovo si muove ancora. Si
muove?
Coro: Sì.
I.: È tutto come prima?
Coro: No
I.: Che cosa è successo?
B.:È diventato un bel sole.
B.:Guarda, il ghiaccio si sta si sta…
B.:Sembra acqua qui.
I.: Ora torniamo sulle panche e vi faccio
vedere un librettino, ma non è una
storia, dove sono raccolti dei disegni.
Voi quando disegnate il sole come lo
fate?
B.:Giallo.
B.:Rosso.
B.:Coi raggi.
I.: Io ora vi faccio vedere dei disegni di
bambini che hanno fatto il sole in
tanti modi diversi (Mi riferisco al libro
di Munari “Disegnare il sole”) poi
dopo vi ho preparato tante attività per
poter rifare il sole come pare a voi.
Cominciamo dal primo cosa c’è?
(Pag. 3)
B.:L’Italia.
I.: L’Italia?
B.:C’è il nero.
B.:È tutto in bianco e nero.
B.:E grigio.
I.: Ma il sole non c’è? (Giro pagina)
B.:Eccolo!
B.:Ma allora quelle erano le nuvole.
I.: Ah erano le nuvole!
B.:Sta per spuntare.
B.:Ora è l’arcobaleno (Pag. 13)
B.:Sembra un tornado
B.:Tutti i colori
I.: E qui cosa si vede? (Pag.14)
B.:La luna.
I.: Ma siamo sicuri che sia la luna?
B.:No è il sole bianco.
I.: E come fa ad essere bianco?
B.:Perché quando è notte diventa bianco
101
B.:No è la luna.
B.:Ma la luna non è tonda.
I.: Ma voi il sole bianco l’avete mai
visto?
Coro: No.
B.:Io sì.
I.: Quando?
B.:Quando nevicava.
I.: E qui come l’hanno fatto? (Pag.19)
B.:Bordeaux.
B.:Ci sono i marziani dentro.
I.: E qui (Pag.20)
B.:L’inferno.
I.: L’inferno?
Coro: Il fuoco.
B.:Il sole con il fuoco.
I.: E qui cosa hanno disegnato al sole?
(Pagg. 22, 23)
B.:È un piatto.
B.:Le macchioline.
B.:I dolci.
I.: Hanno disegnato il sole con i dolci?
B.:È un tornado (Pagg. 24, 25).
B.:È un sole rosso e giallo cascato sulla
terra.
B.:Il sole a mezzanotte.
B.:Il sole con la coda, è fatto a coda.
B.:Sembra un braccialetto (Pag.27).
B.:Il sole come quello dei Gormiti.
B.:Lì tramonta (Pag. 49).
B.:Va a dormire.
I.: Va a dormire con il pigiama?
Coro: No.
B.:I raggi vanno.
B.:Va a dormire nell’acqua.
I.: Ora vi mettete intorno ai tavolini e
decidete come volete fare il vostro
sole. Io vi faccio vedere poi decidete
102
cosa volete fare. Potete usare i gessetti, le matite, il collage…
B.:Io voglio fare il collage.
I.: Va bene poi ci sono dei gomitoli di
lana da tagliare e attaccare. Intanto
via via potete andare a vedere se è
successo qualcosa al nostro uovo.
B.:Ci sono due pezzettini non sciolti. È
ancora giallo l’uovo.
B.:No è sciolto il ghiaccio .
B.:Non si sono sciolti tutti e tre.
I.: Ma sono uguali a prima?
B.:No, sono molto più piccoli.
(Dopo i lavorini…)
B.:Ehi vieni si sono sciolti.
I.: Ma all’uovo non è successo niente?
Prima si muoveva?
B.:Sì.
I.: E ora?
B.:È incollato.
I.: E chi l’ha incollato?
B.:Boh.
B.:Chi è che racconta questa storia che
l’uovo non si muove più?
I.: Come mai l’uovo non si muove più?
B.:L’hanno incollato.
I.: Ma chi l’ha incollato.
B.:La luce!
B.:Guarda il ghiaccio si è sciolto.
B.:Non si muove, ma non è incollato
nessuno ha potuto toccarlo.
Insegnante:
Monica Mazzi
Faccio vedere il sacchetto di plastica e
invito i bambini ad aprirlo ed agitarlo
nell’aria e domando:
I.: Che cosa c’è dentro il sacchetto?
B.:L’aria
I.: Che cos’è l’aria?
B.:È quella che si respira quando si
dorme. Prova a toccare qui. (Mi fa
sentire con la mano l’aria che esce dalla
sua bocca).
I.: Pietro mi ha fatto sentire l’aria che
esce dalla sua bocca, provate anche
voi a sentire l’aria che esce dalla vostra bocca.
I bambini emettono l’aria con la mano
davanti alla bocca
Io intanto ho preso il sacchetto di Yuri e
l’ho chiuso, poi gliel’ho reso.
I.: Guardate Yuri che ha preso tanta aria
nel suo sacchetto.
B.:L’ha imprigionata
I.: Attenti ora imprigiono l’aria nel sacchetto di Mattia attenti attenti attenti
ecco l’ho imprigionata.
B.:Anch’io l’ho imprigionata
I.: Ma l’aria si vede?
B.:No! è invisibile
I.: Dov’era l’aria prima che si imprigionasse dentro il sacchetto?
B.:Qua
I.: Qua dove?
B.:In cielo.
I.: Ed ora sapete cosa facciamo? Prendiamo l’aria dentro il sacchetto, la
chiudiamo e la portiamo a casa a far
vedere alle nostre mamme.
Aiuto i bambini a fare il nodo al sacchetto
B.:Ma a me non mi entra prendere l’aria
B.:Ma a me si è sgonfiato il sacchetto!
I.: Guardate bambini il sacchetto di
Edoardo si è sgonfiato perché?
B.:C’era un buchino.
B.:Anche a me l’aria è andata via.
I.: Prenderemo un altro sacchetto che
non è bucato e imprigioneremo l’aria
di nuovo. Ora mettiamo tutti i sacchetti sulla panchina e andiamo a vedere cosa è stato preparato sul tavolo.
Sul tavolo c’è una piccola piscina piena di
acqua. Ci disponiamo in piedi intorno al
tavolo. Era stato preparato anche
un bicchiere dove sul fondo era attaccato
con lo scotch un batuffolo di cotone.
I.: Facciamo un esperimento: Io prendo
questo bicchiere vedete cosa c’è
dentro?
B.:Il cotone!!!
I.: Ora prendo questo bicchiere, lo capovolgo e lo metto dentro l’acqua.
Secondo voi il cotone che è dentro il
bicchiere si bagnerà oppure no?
B.:“Nooooo” “Siiiiiii”
103
Allora domando a ciascuno
se il cotone si bagnerà
I.: Ma come fa? Lo sapete voi? Rimettiamolo!
B.:Sì oppure affonderà.
B.:No, perché è appiccicato dentro.
I.: E l’acqua entra dentro il bicchiere?
B.:No.
I.: Perché l’acqua non entra dentro il
bicchiere?
B.:Perché è appiccicato dentro, e
l’acqua non entra perché si imprigionerà.
I.: Si bagnerà il cotone dentro il bicchiere?
B.:Sì.
B.:Sì.
B.:Si bagnerà.
B.:Sì.
B.:Non si bagnerà.
I.: Perché?
B.:Perché non entra l’acqua dentro.
I.: Perché non entra l’acqua dentro?
B.:Perché lui galleggia qui.
I.: Il cotone galleggia?
B.:Un po’ però affonda.
I.: Se io metto questo bicchiere qui
dentro, il cotone che è dentro il bicchiere si bagnerà?
B.:Sì.
I.: E te Marco cosa dici, si bagnerà?
B.:No.
B.:No .
I.: Allora attenzione, ora proviamo
eh!!!! Lo metto proprio fino in fondo
eh! Ora vediamo bambini se il cotone
si è bagnato oppure no; vediamo un
po’... Uno, due e tre via.
Provate a toccarlo bambini si è bagnato?
B.: (con un po’ di delusione) Noooo!
Non è bagnato.
B.:Voglio toccare anch’io. No è asciutto
Nel frattempo Mattia ha osservato che il
bicchiere dentro l’acqua sembra molto più
piccolo ed alcuni bambini gli hanno dato
ragione.
104
I.: Guardiamo dentro il bicchiere il cotone è bagnato ora.
B.:Sì, è bagnato
I.: Le tue mani sono bagnate. Prova un
po’ Mattia te che non hai le mani bagnate?
B.:No.
I.: Cosa è successo ho messo il bicchiere dentro l’acqua e il cotone non
si è bagnato. Perché Greta?
B.:Perché è appiccicato.
I.: E se non era appiccicato si bagnava.
B.:Si cascava e si bagnava.
I.: Ma l’acqua qui dentro il bicchiere c’è
entrata?
B.:No.
I.: Perché non c’è entrata? Cosa ci sarà
dentro il bicchiere.
B.:Il cotone.
I.: E perché non si è bagnato il cotone?
Cosa c’è intorno al cotone?
B.:il bicchiere.
I.: Ma cosa abbiamo detto che c’è dappertutto.
Coro: L’aria.
I.: Ma l’aria non si vede abbiamo detto
B.:Ma il bicchiere è bagnato perché
l’hai messo nell’acqua.
I.: E il cotone?
B.:No.
I.: Il cotone non si è bagnato perché che
cosa gli impedisce di bagnarsi?
B.:L’aria che lo difende manda via
l’acqua.
I.: Riproviamo ancora. Il cotone non si
bagna perché c’è l’aria che lo difende.
I.: E ora, guardate bambini rimetto il
bicchiere dentro e lo piego e faccio
uscire l’aria e cosa entra dentro?
Guardate?
Coro: L’acqua.
I.: E il cotone è bagnato.
B.:Bagnato.
I.: È entrata l’acqua.
B.:Posso sentire?
I.: Certo lo sentite tutti.
Faccio toccare a tutti il cotone bagnato
I.: È entrata l’acqua e cosa è uscita?
B.:L’aria.
B.:Ma io non l’ho sentita uscire.
I.: Non l’hai sentita ma hai visto che dal
Mi riallaccio al precedente intergruppo nel
quale si sperimentava dove si trova l’aria,
e domando:
I.: Vi ricordate dove si trova l’aria?
B.:A casa ho preso una busta e poi l’ ho
scosso ed ho preso l’aria e l’ho messa
dentro un sacchetto per conservarla.
I.: L’aria si è conservata?
B.:Sì.
I.: Cosa facciamo? Ho preparato una
scala e poi ci sono degli oggetti che
darò a ciascuno.
bicchiere sono uscite le bolle?
Dentro le bolle c’è l’aria. Allora
avete visto è uscita l’aria ed è entrata
l’acqua. Fintanto che l’aria non
usciva non poteva entrare l’acqua.
B.:Perché lo difendeva.
I.: Allora sono venute fuori dal bicchiere le bolle. Ma ora proviamo a far
venire le bolle con la cannuccia?
Provo io soffio nella cannuccia che
ho messo nell’acqua e dall’acqua
escono tante bolle.
Do a tutti i bambini una cannuccia e tutti
insieme soffiando facciamo venire le bolle.
Insegnanti
Caterina Petrini
Gabriella Salvestrini
I.: Dopo cosa è successo? Che ne fai di
quest’aria?
B.:Poi avevo finito e l’ho data alla
mamma.
I.: Sono molto contenta che ti è piaciuto
il gioco di acchiappare l’aria col sacchetto!
B.:Sì.
I.: Anche oggi giochiamo con l’aria.
B.:Gabriella a me mi sembrava che
questo filo alto ci si attaccasse i
panni.
I.: Ti sembrava che questo filo alto ci si
105
attaccasse i panni? Invece vediamo
voi e faremo cadere dall’alto…
Distribuisco gli oggetti ai bambini:
A Syria do una carta velina distesa,
a Martina una carta velina accartocciata,
a Marta un cartoncino disteso, a Paolo un
cartoncino accartocciato, a Niccolò C un
fazzoletto, ad Alessio una corda,
ad Elena C. una piuma, ad Elena D. la
chiave inglese, a Niccolò C. i coriandoli,
io invece prendo un chiodo piccolo.
A turno i bambini salgono sulla scala e
prima di far cadere i loro oggetti fanno
una previsione di come cadranno:
(se veloce o lentamente,
se vicino o lontano).
I.: Io ho un chiodo di cosa è fatto?
B.:Di metallo.
I.: Io monto sulla scala e faccio cadere
il chiodo dall’alto, come cadrà?
B.:Veloce.
B.:Veloce.
B.:Piano.
B.:Forte.
B.:Forte.
B.:Forte.
B.:Pianino.
B.:Forte.
B.:Piano.
I.: Secondo voi perché cadrà forte?
B.:Perché è peso.
I.: Eppure è piccolino, vediamo?
Dopo l’esperienza
Tutti: Veloce.
“caRTa VelINa dISTeSa”
B.:Piano.
I.: Secondo te perché cadrà piano?
B.:Non lo so.
106
Dopo
Tutti: Piano.
Proviamo a buttare contemporaneamente
il chiodo e la carta
I.: Qual è caduto prima?
Tutti: Il chiodo.
I.: Perché la carta velina è caduta volando?
Tutti: ?????
“caRTa VelINa
accaRToccIaTa”
Prima
I.: Attenzione anche la Martina ha la
carta velina ma è accartocciata, cosa
dici Martina come cadrà?
B.:Piano.
Dopo
B.:Piano.
Alcuni: Veloce.
“caRTa VelINa dISTeSa”
“caRTa VelINa
accaRToccIaTa”
contemporaneamente
Dopo
I.: Chi è caduta prima?
Tutti: La pallina
I.: Come mai?
B.:Perché c’è l’aria e lui vola.
I.: Allora è l’aria che non lo fa cadere
diritta.
B.:La fa muovere.
“caRToNcINo dISTeSo”
Prima
I.: Secondo voi il cartoncino è più leggero o pesante della carta?
Tutti: Pesante.
I.: Cadrà veloce o lento?
Tutti: Veloce.
Dopo
Tutti: Piano.
B.:Era un po’ veloce.
I.: Sei sicuro che era un po’ veloce?
B.: Perché qui c’è l’aria e fa ... (il verso
di volare)
“FaZZoleTTo dI caRTa”
Prima
I.:
Come cadrà questo fazzolettino.
B.:Forte.
I.: Perché cadrà forte?
B.:Perché è leggero.
Dopo
B.:Un po’ piano e un po’ forte.
“caRToNcINo
accaRToccIaTo”
“coRda”
Prima
B.:E questo come cade?
Dopo
Tutti: Veloce.
B.:Come la pallina della Martina.
B.:
Come cadrà questa cordicella?
B.:Lento.
I.: E dove cadrà vicino a un po’ lontano?
B.:Laggiù.
Dopo
“caRToNcINo dISTeSo”
“caRToNcINo
accaRToccIaTo”
contemporaneamente
Tutti: Veloce.
“pIUma”
Prima
I.:
Chi cadrà prima quello disteso o
quello accartocciato?
Tutti: Quello accartocciato.
Dopo
I.: Perché è caduto prima quello accartocciato?
B.: Perché il cartoncino accartocciato è
più pesante il cartoncino disteso non
è più pesante.
Prima
I.: Come cadrà la piuma?
B.:Lenta.
I.: Cadrà vicino o lontano?
B.:La mia mamma mi ha regalato una
piuma per salire in su.
Dopo
Tutti: Piano.
107
“cHIaVe INgleSe”
Prima
B.:Farà anche un botto quella!
I.: Perché Syria?
B.:Perché è molto pesante.
I.: Perché è pesante e l’aria non ce la fa
a sorreggerlo.
Elena ha lanciato la chiave.
Dopo
B.:Te lo detto che faceva un botto
B.:Lontano
I.: Perché è caduta lontano? Cosa l’ha
spinta?
B.:Il vento.
B.:L’aria.
B.:No la spinta lei.
“coRIaNdolI”
Prima
I.: Come cadranno i coriandoli?
Tutti: Lenti.
B.:Forte.
B.:Piano.
B.:Forte.
B.:Lento.
B.:Piano.
B.:Piano.
B.:Piano.
B.:Piano.
Dopo
Tutti: Piano
Prendo le bolle di sapone e le soffio
nell’aria e invito i bambini a osservare
quanto ci mettono a cadere per terra.
I bambini non resistono alla tentazione
108
di scoppiarle ma poi osservano che stanno
in aria tanto tempo prima di cadere.
Ora prendo un aereo e lo faccio vedere ai
bambini e domando indicandogliele che
cosa hanno gli aerei.
Tutti: Le ali per volare.
I.: Voi sapete volare? Allora chi è che
vola?
Tutti: Gli uccelli.
I.: Che cosa hanno tutti per volare?
Tutti: Le ali.
Faccio vedere anche l’elicottero.
I.: Vedete come girano le eliche di
questo elicottero Che cosa le fa girare?
B.:Il vento.
B.:L’aria.
Andiamo a sedere intorno al tavolo per
costruire insieme gli aerei e gli elicotteri.
Io li avevo gia fatti con la carta e
i bambini scelgono cosa preferiscono e ci
attaccano sopra delle etichette tonde per
abbellirlo dopo di che li facciamo volare
nel salone.
Proviamo con gli aerei a mandarli il più
lontano possibile, mentre gli elicotteri a
farli restare in aria il più possibile.
Ed ora gonfiamo dei palloncini a cui
abbiamo attaccato una cannuccia e li
chiudiamo con una molletta. Infiliamo la
cannuccia ad un filo che abbiamo steso.
Se togliamo la molletta al palloncino che
cosa succederà? Vediamo che i palloncini
si muoveranno come un razzo sul filo.
I.: Che cosa succederà a questo pallon-
cino se gli levo la pinza?
B.:Quando gli levi la pinza va via e si
sgonfia.
I.: Che cosa succederà a questo palloncino quando si sgonfia?
B.:Scoppia.
Un bambino che passava di lì dice che
non scoppia ma parte veloce veloce
e va sul filo come un razzo.
I.: Ma Pietro fa il furbino, l’ha già visto
allora vediamolo insieme. Ecco
guardate cosa è successo?
B.:Perché era nel filo, gli hai levato la
pinza ed è volato via.
I.: Ma che cosa è uscito dal palloncino?
B.:L’aria.
I.: Allora l’aria che esce con forza dal
palloncino è potente e lo spinge dall’altra parte.
Faccio osservare ai bambini come
è cambiata la stanza: vedono la luce, il
mondo, la casina sopra al tavolino,
un tendone e la lampada…
Dico loro che dobbiamo fare buio
e tirare le tende come quando si dorme;
si accorgono che dal vetro della porta
entra comunque la luce.
Accendiamo la lampada, i bambini
vedono la loro ombra sul soffitto.
I.: Che cos’è l’ombra?
Un palloncino era appiccicato e
l’aria usciva lentamente e
il palloncino andava piano
I.: Avete visto perché il palloncino va
piano Elena?
B.:Perché l’aria esce piano.
I.: E questo palloncino che è molto più
gonfio andrà più lontano o vicino?
Tutti: Lontano.
Continuiamo il gioco a sgonfiare
i palloncini prima sul filo e poi
anche liberi.
Insegnanti
Caterina Petrini
Gabriella Salvestrini
B.:Una forma.
I.: Di che cosa?
B.:Delle persone…
Sara intanto guarda la luce e tocca
la lampadina mentre Daniele ulula...
Gli altri bambini stanno giocando
con la loro ombra.
B.:Brucia!
I.: Come mai si vede la forma?
B.:La forma s’è rotta perché è caduta, è
109
inciampata!
B.:Chi è inciampata?
B.:Diletta!
Invito Diletta a venire verso di noi e
i bambini notano che la sua ombra
si è ingrandita.
B.:Ganzissimo!
Daniele che era di fronte al telo scappa
e i bambini si accorgono che la sua
ombra è sparita. Tommaso si è messo
davanti alla lampada.
I.: Ma dov’è andata l’ombra di Daniele?
B.:Non c'è più!
B.:Tommaso è sopra e davanti non c’è
più!
I.: Perché?
B.:È in cielo! (In realtà sul soffitto possono
vedere l’ombra di Tommaso, ma non
quella di Daniele che se ne è andato
dietro alla lampada). Daniele torna di
fronte alla lampada ma Sara gli si mette
davanti.
I.: Ma perché l’ombra di Daniele non si
vede più?
B.:Perché Sara si è messa davanti alla
lampada…
I.: Vediamo lo stesso l’ombra di Daniele con Sara davanti?
B.:Un pochino, è leggera leggera sul
telo, ma si vede sulle pareti e in
cielo…
I bambini iniziano a fare un girotondo
intorno alla lampada; dicono che
il mondo sia pirati, erba, mare, città,
la pioggia, ombra…
B.:Il mare è quello lì tutto celeste…
I.: C’è anche l’ombra nel mondo?
B.:Io vedo l’ombra del mondo!
110
Il pallamondo
I.: Abbiamo due omini… e questo è il
mondo, avete detto che ci sono le
città… sapete dove abitiamo?
Coro:A Firenze, a Scandicci!
B.: La nostra casa è accanto alla scuola!
I.: Allora guardate, vado a cercare qui
sopra Scandicci e ci metto un
omino… Scandicci è piccola ma
l’omino è grosso… quest’omino
abita a Scandicci… Adesso facciamo
fare un giro al mondo… Avete mai
sentito parlare delle isole Hawaii?
Coro:Sì!
I.: Bene, ci appiccichiamo un altro
omino… Ricordate cosa avete detto
prima del mondo?
B.:È nello spazio, si muove… gira!
I.: Gira intorno a qualcosa?
B.:Nello spazio!
I.: Cosa c’è nello spazio?
B.:Il sole, le stelle…
B.:Il mare!
Coro: Macchè!!!
I.: Elena ha tre anni… ci racconta quello
che sa, vero? Mettiamo il mappamondo su questo carrello e facciamolo girare… Venite a sedervi
però… cercate di lasciar stare i
giochi della stanza… Avviciniamo la
lampada e proviamo a vedere dove
va l’ombra…
B.:È sulla parete! Si vedono anche gli
omini…
I.: Sicuri? Venite, guardiamo uno per
volta i due omini per vedere se sono
uguali…
B.:Per me sono uguali!
B.:L’omino e il mondo è di tutti i colori…
B.:Io vedo l’ombra di Ginevra sul
mondo…
I.: Dove va la luce della lampada?
B : Sul telo…
I.: La luce su quale omino è?
B.:Su questo…
I.: L’altro ce l’ha?
B.:No!
I.: Bambini, Marco ci ha detto una cosa
importante… L’omino che abita alle
Hawaii ha la luce, mentre quello che
abita a Scandicci no…
Giro il mondo per mostrare che solo uno
dei due omini ha la luce ma i bambini
non mi seguono più…
I.: Cos’è che ci dà la luce?
B.:La lampada…
I.: E fuori?
B.:Il sole…
I.: E quando il sole dà la luce a noi, la
Avviso i bambini di non toccare
le lampade da soli perché
potrebbero farsi male.
Passiamo poi alla presentazione.
Aspettiamo Mirco e Mattia che stanno
girando per la stanza...
I.: Vi ricordate l’altra volta cosa siamo
venuti a fare?
B.:Le ombre...
B.:E stavolta le rifacciamo...
I.: Sì, sembra proprio di sì... vi ricordate come abbiamo fatto per fare le
ombre?
dà alle Hawaii?
B.:No…
Le foto, alcune frasi dei bambini:
La Terra
“Bella! Il mare… i colori… la neve!”
La Terra in ombra
“Qui c’è il sole e l’ombra… È la luna…
c’è una città… e l’ombra è tutta intorno…”
Luna in eclisse
“Sta uscendo il sole, è tutto nero, è la
luna!”
Insegnante:
Katiuscia Vaiani
B.:Con la luce, con quella lampada...
I.: E quella grande?
B.:Spenta!
I.: Vi ricordate di che colore sono le
ombre?
B.:Nere...
B.:Nere...
B.:Sono grigie...
I.: Secondo voi è possibile colorare le
ombre? Le avete mai viste le ombre
colorate?
B.:Sì, tipo la plastica colorata tipo carta
di ombra si vede colorata...
111
I.: È vero e lo abbiamo visto l’altra
volta... L’abbiamo messa anche
dentro le nostre sagomine... Ma
senza plastica colorata come possiamo fare?
B.:Una luce colorata e poi si fanno le
ombre...
I.: Ah, con una luce colorata!? Vogliamo provare se una luce colorata
fa venire un’ombra colorata?
Coro: Sì!!!
I.: Secondo voi è possibile? Vediamo...
Coro: Sì!!!
I.: Ci vuole qualcuno che spenga le
luci... Noemi ci pensi tu?
...
I.: Che luce abbiamo acceso?
B.:La rossa...
B.:Guarda la parete è fucsia!
I.: E le ombre come sono?
B.:Nere...
I.: Sono sempre nere... Con una luce
colorata allora non è possibile...
Come si può fare?
Coro: Ma...
Aspetto un po’ e poi riprendo...
I.: Ne vogliamo provare un’altra?
B.:Sì!
I.: Con questa come sono?
B.:Gialle!
I.: Che cosa... le ombre?
B.:No sono sempre grigine...
B.:Guarda lassù...
I.: Come si può fare allora?
B.:Con questa!
I.: Con quella?
B.:Sì...
I.: Allora proviamo ad accendere anche
questa per vedere se c’è modo di
avere l’ombra colorata...
112
Accendiamo anche la lampada blu...
I.: E adesso di che colore sono?
B.:Nere...
I.: Sicuri?
B.:No... Grigia... Gialla... e anche blu!
I.: Ora provo a spengere una di queste
lampade...
...
I.: Di che colore sono le ombre?
Coro: Nere!
I.: Vediamo allora se ne accendo
un’altra...
Coro: Fucsia!
I.: E ora come sono le ombre? Allontaniamoci dalla parete però, altrimenti
i più piccoli non le vedono...
B.:Maestra sono di tutti i colori!
I.: Mattia vieni a vedere... Noemi, vieni
anche tu... Mirco ed Enrico... Guardate, l’ombra è sempre nera?
B.:No...
I.: Ma avete capito come si fa a colorare
le ombre?
Coro: Sì...
I.: E come si fa?
B.:Con le luci colorate...
I.: Con le luci colorate... Ma quante?
I bambini iniziano a contarle...
Coro: Una, due, tre e quattro! Quattro!
I.: Allora... Aspettate... venite qua vicino a me (faccio uscire i bambini dal
cono d’ombra).
I.: Come mai non ci sono più le ombre?
Dove sono andate a finire?
B.:Perché non ci sono più uomini...
I.: Già, perché non ci sono più uomini...
Guardate, se io spengo questa luce,
le ombre sono ancora colorate?
Coro: Sì...
I.: E se io spengo anche questa luce?
Coro: Sì...
I.: E se io spengo anche questa?
Coro:No...
I.: Allora quante luci ci vogliono per colorare le ombre?
B.:Una!
B.:Cinque!
B.:Tre!
I.: Allora guardate, quante ce ne sono
accese?
Coro: ora una!
I.: E ora?
Coro: Due!
I.: E le ombre sono colorate?
Coro: Sì!
I.: Allora quante luci ci vogliono?
B.:due...
I.: Sì, ci vogliono almeno due luci colorate...
...
I.: Vogliamo provare a fotografarle e a
vedere che cosa succede?
Coro: Sì!
I.: Vediamo un po’... siamo pronti?
Pronti via!
B.:Fammi vedere...
I.: Mirco, Mattia, Noemi guardate le
vostre ombre... provo a fotografarvi...
I.: Vediamo come sono venute... Ecco,
qui un pochino si vedono, vero?
B.:Sì...
B.:Anch’io...
A turno i bambini guardano le foto poi
spengo tutte le lampade...
I.: Guardate, spengo una luce, due, tre...
Vorrei che guardaste di che colore
siete vestiti...
B.:Rosso... Verde...
B.:Io arancione...
B.:Rosso...
I.: E tu Enrico?
B.:Io ho la maglia con il coccodrillo!
I.: E di che colore è?
B.:Gialla...
I.: Sicuro? Cele...
B.:Celeste!
I.: E i pantaloni di Mirco come sono?
B.:Rossi...
I.: Venite che facciamo un esperimento,
accendiamo questa luce qua... (la
rossa) Di che colore è diventata la
maglia di Simone?
B.:Rossa
B.:La mia è diventata grigia...
I.: E la maglia di Enrico?
B.:Rossa, arancione...
I.: La maglia di Mirco di che colore è diventata?
I bambini cominciano a parlare tutti
insieme; tutti vedono come sono
cambiati i colori dei loro vestiti...
I.: Vediamo con questa luce... (lampada
blu) Di che colore è diventata la maglia di Simone?
Coro: Verde!
I.: E la maglia di Filippo?
B.:Nera!
I.: E la maglia di Mattia?
B.:Un po’ grigia...
I.: Vediamo con la luce gialla di che colore diventano i vostri vestiti?
B.:La mia gialla...
B.:La mia è ridiventata rossa... e la tua
è di nuovo arancione!
I.: E quella di Noemi?
B.:Gialla...
I.: E i pantaloni di Mirco?
113
B.:Tutti gialli!
I.: E la maglia di Simone?
B.:Arancione...
I.: Riguardiamo com’erano questi colori, accendiamo la luce... Allora?
Cosa accade ai colori se accendiamo
una luce colorata?
B.:Si trasformano...
I.: La luce del sole di che colore è?
B.:Gialla...
I.: E se invece fosse rossa? I colori resterebbero gli stessi?
B.:No...
I.: Abbiamo visto che cambiano vero?
Coro: Sì...
I.: Adesso vi do dei fogli di plastica colorati...
B.:Io rosso...
B.:Io blu lo voglio...
B.:Maestra marrone!
I.: Che cosa è marrone?
B.:Guarda, li abbiamo mischiati e sono
diventati marroni...
I.: Avete mescolato la panca gialla, il foglio rosso e quello blu... E col blu
com’è diventata?
B.:Verde!
I.: E col rosso?
B.:Sempre rosso!
B.:Vediamo un po’ se te lo metto sopra
io!?
B.:Viola è diventato!
B.:Viola!
I.: Sì con blu e rosso è diventato viola e
con blu e giallo?
B.:Verde!
I.: Rosso e giallo cosa diventa?
B.:Arancione!
I.: Proviamo con blu, rosso, giallo tutti
insieme?
Coro: Sì!
I.: Come diventa?
114
B.:Marrone...
B.:La mia scarpa è diventata...
I.: Come?
B.:La mia marrone!
I.: E i vostri vestiti? Cambiano colore?
Coro: Sì...
Tutti i bambini provano i fogli
di plastica sui loro vestiti e vedono
che cambiano colore...
I.: Spengiamo le luci e andiamo a veder
le ombre di che colore sono?
Coro: Sì...
I bambini si avvicinano alla parete sulla
quale appoggiano i fogli...
I.: Bambini... state guardando le ombre
o di che colore sono i vostri fogli?
Giorgio cosa stai guardando?
B.:L’ombra!
I.: Tienilo un po’ distante dalla parete,
altrimenti non puoi vedere l’ombra...
di che colore è?
B.:Blu!
I.: Mattia vai anche tu... Bambini tenete
i fogli lontani... è vero che vedete i
colori, ma non quelli dell’ombra...
sediamoci sulle panche...
A turno i bambini si avvicinano alla parete
per guardare l’ombra dei fogli; osservano
che è dello stesso colore dei fogli.
Distribuisco i cartoncini.
I.: Ora vi do un’altra cosa per vedere
l’ombre... Rimanete seduti perché
vorrei farvi una domanda...
I.: Di che colore sarà l’ombra di quel
cartoncino?
B.:Blu...
I.: E la tua Giorgio?
B.:Nero, scuro... non si vede molto
bene...
I.: E la tua Noemi?
B.:Rossa...
I.: Rossa? E quella del tuo cartoncino
Enrico
Per tutti tranne che per Giorgio che ha
in mano un cartoncino blu è dello stesso
colore del cartoncino.
I.: Giorgio, hai sentito cosa dicono i tuoi
amici? Chi ha il cartoncino giallo ha
detto che sarà gialla, chi ce l’ha
rosso, rossa... Di che colore sarà
l’ombra del tuo cartoncino? Non me
lo ricordo...
B.:Nera!
I.: Perché dici nera?
B.:Guarda, vedi l’ombra del mio dito sul
cartoncino?
I.: Allora bambini, vogliamo veder di
che colore sono le ombre? Andate a
vedere!
Di che colore è?
Coro: Nera!
I.: Come mai è scura? Mi avevate detto
che sarebbe stata colorata! Chi me lo
dice?
B.:Io no!
I.: Come no! Sei stato tu a dirmi che era
scura mentre gli altri dicevano che
era colorata!
Allora guardiamo se riuscite a vedere
la differenza fra il cartoncino e il foglio di plastica colorata... Vuoi fargliela vedere tu Noemi?
...
I.: L’ombra del cartoncino la vedete? Di
che colore è?
B.:Blu!
I.: È blu?
B.:No... è nera...
I.: E questa?
B.:Blu!
I.: E allora che differenza c’è fra il cartoncino e il foglio di plastica?
B.:È nera...
I.: Passa la luce da qua?
B.:Sì...
I.: La vedete la lampadina? (Ho posto il
foglio trasparente di fronte al neon del
soffitto)
Coro: Sì!
I.: E ora?
B.:No!
I.: Non passa... perché?
B.:Perché questo cartoncino non è trasparente, e questo invece sì!
I.: Allora l’ombra è colorata soltanto se
c’è un foglio trasparente...
I.: Le vogliamo rivedere le ombre tutte
colorate?
Coro: Sì!
I.: Allora riaccendiamo tutte le lampade!
B.:Fucsia!
B.:Guarda, questo giallo ora sul pavimento mi diventa rosso!
I.: E perché diventa rosso?
B.:Perché c’è questa luce accesa...
I.: Ma quante sono le luci accese?
B.:Maestra guarda, io vedo tutti i colori!
B.:Tante!
I.: È vero, abbiamo detto che con tante
luci colorate accese si fanno le ombre
colorate...
B.:Lassù le ombre arancioni!
I.: Bene, adesso rimettiamo a posto i
cartoncini e vediamo se riusciamo a
mettere le luci orientate sul soffitto
per vedere cosa succede...
B.:Diventa giallo!
B.:Wow! È di tutti i colori... sembra di
essere in discoteca...
115
I.: Però le ombre si vedono?
B.:No...
I.: Vediamo se riusciamo a metterle
sopra la testa... Quelle del pavimento
sono colorate?
Coro: sì...
I.: Proviamo a stendere il telo in terra...
Mi aiutate?
B.:Sì...
I.: Ecco, vediamo se sistemandolo per
bene come un tappeto si vedono meglio le ombre...
Coro: Bello...
I bambini si sdraiano sul telo e fingono
di dormire...
I.: Visto come si vedono bene? Proviamo ad alzarci dal telo... facciamo
un girotondo intorno al telo per vedere come si vedono?
Coro: Sì...
Cantiamo e balliamo un girotondo
finché il gioco non si esaurisce.
I.: Adesso do a tutti un foglio per fare
un disegno... Vi chiedo di disegnare
qualcosa sulle ombre visto che ci abbiamo giocato sia l’altra volta che
oggi... Ho i lapis e i pastelli...
Distribuisco i materiali a tutti,
ad ognuno quel che desidera.
I.: Potete disegnare quel che volete,
però sulle ombre... le ombre, le
ombre colorate, le luci colorate...
B.:Possiamo fare un fantasma?
I.: Con l’ombra? Il tuo fantasma ha
l’ombra?
B.:Sì...
I.: Va bene...
B.:Io un mostro...
116
I.: Un mostro con l’ombra...
B.:Sì...
I.: Va bene... Potete disegnare quello
che volete...
B.:Questa è la cornice mia...
I.: Sì, e ci puoi disegnare e colorare...
Poi scriviamo dietro che cosa avete
disegnato...
Qui cosa scrivo?
B.:Un fantasma...
I.: E questi colori?
B.:Le ombre...
I.: Un fantasma con le ombre colorate!?
B.:Sì
B.:Io me lo scrivo da solo...
B.:Un fantasma...
I.: E ce l’ha l’ombra?
B.:Sì, è questa...
I.: È un fantasma con l’ombra scura allora! Giorgio, tu cosa stai disegnando?
B.:Un cammello con l’ombra...
I.: E l’ombra gliel’hai disegnata?
B.:Gliela sto disegnando...
B.:Io un drago...
B.:Io l’ombra di un mimmo...
I.: L’ombra di un bambino... Me la fai
vedere col dito?
B. Sì, eccola...
I.: Ecco, questa è l’ombra... e questi?
B.:Un aereo e l’ombra del bambino...
I.: È il bambino con l’ombra sotto,
vero?
B.:Guarda come l’ho disegnata
l’ombra!
I.: Bene... bravo... Adesso scriviamo il
nome dietro al vostro disegno...
Insegnante:
Katiuscia Vaiani
L’intergruppo delle “stelle” ha seguito
un iter leggermente diverso perché è
stata registrata non solo una conver
sazione per ogni tipo di attività ma tutti
gli incontri con i bambini; questo per
avere la documentazione di un
percorso completo.
I.: Sapete che si fa? A me mi hanno dato
un compito difficilissimo, di parlare
di una cosa che di giorno non si può
vedere. Allora come si fa? Io sono
preoccupata ma voi sarete così bravi
che mi aiuterete, va bene? Siete d’accordo? Allora cominciamo a scambiarci i nomi? Tu chi sei?
B.:Alessio...
I.: Della stanza?
B.:Rossa
B.:Alessia della stanza arancione...
I.: Guardate che strano... Alessio e
Alessia seduti vicini. E tu?
B.:Alessia e Alessio...
B.:E tu?
B.:Bisbiglia
I.: Forte!!
B.:Bisbiglia
I.: È così forte? Urla allora!
B.:Fai così OH!!!
B.:Non so
I.: Non sai urlare? E tu Martina? E tu chi
sei?
B.:Irene.
Via via i bambini si presentano.
I.: E io chi sono?
B.:Simona!!
I.: Ora che ci siamo scambiati i nomi, vi
voglio portare subito in un posticino
che è di là, dove ho organizzato un
gioco... .vediamo che cosa vi fa venire in mente. Però per andarci, visto
che ho tirato le tende ed ho fatto un
po’ buio, dobbiamo darci le mani e
andare piano piano a vedere, senza
nessuna paura perché è solo un
gioco. Andiamo a vedere cosa c’è.
Venite, venite, dovete stare attenti,
c’è un filino... A sedere su quelle
seggioline. Vediamo un po’... vai a
sedere Damiano... Alessia, cercatevi
un posticino... guarda Matteo te sei
grande, gira dall’altra parte, in quella
panca là, grazie... Martina di qua...
abbiamo trovato un posticino? Girate
di là, sedete per favore...
B.:Cosa c’è da vedere?
B.:No, andate a sedere...
I.: Eccoci... mi voglio sedere anch’io!
Guardate un po’ cosa c’è?
B.:La luna.
I.: Cosa vedete?
B.:Le luci.
I.: Le luci, che cosa sembrano?
B.:Dei pallini!
I.: Dei pallini, ma cosa vi sembrano?
B.:A me...
I.: A cosa assomigliano queste lucine?
B.:Stelle!
I.: A stelle? Giorgio che bell’idea! Sembrano stelle eh? Delle stelline... guardate quante! E voi l’avete ... ...
B.:Stelline!
I.: Si stelline, ma voi l’avete viste le
117
stelline?... Si, vai anche lì... però
guardate lassù in alto. Dove l’avete
viste voi?
B.:Di notte.
I.: Di notte? Di notte, ma dove vi è capitato di vederle?
B.:Nel cielo!
I.: Nel cielo! Te Alessio le hai viste a
casa tua le stelle qualche volta?
B.:Ma quando... quando è di notte...
I.: Quando è di notte, e infatti secondo
voi... se io ora... come ho fatto a farle
venire così...
B.:Con quello...
I.: Con questo, ma perché si vedono?...
Certo che me lo puoi dire...
B.:Perché la luce riflette sul muro e ci
vengono quei pallini... anche qui ci
sono.
I.: Anche qui si vedono? Giorgio ha già
capito come ho fatto questo gioco,
perché quelle sono stelle vere?
B.:No!!
B.:È luce!!
I.: È luce... quella luce arriva lassù in
cima, si riflette sul muro, ma era per
fare finta che siamo in un posto dove
ci sono le stelle di notte. Ma voi conoscete qualche nome di stelle?
B.:No.
B.:Luce, luna...
B.:Stella cadente...
I.: Una stella cadente... tu che nome sai?
B.:Io niente.
B.:Io... una luce... ma...
B.:Ohh!
I.: Lo sapete che queste stelle... io ho
cercato di disegnare alcune che c’hanno un nome speciale...
B.:È bello stare qui...
I.: È bello, rilassante, hai ragione...
perché i viaggiatori antichi, quando
118
di giorno faceva tanto caldo, loro
avevano scelto di viaggiare di notte,
però sapete cosa succedeva? Avevano paura di perdere la strada... e allora... avevano imparato a guardare
le stelle per non perdere la strada e
avevano visto che c’erano delle stelle
che stavano quasi sempre nella stessa
posizione... una soprattutto stava là,
in alto, e lo sapete come l’hanno
chiamata?
B.:No.
I.: La Stella Polare.
B.:Polare!
I.: Polare, la stella Polare e poi avevano
visto che vicino alla Stella Polare
c’erano delle altre stelline che formavano una specie di carretto e l’hanno
chiamato il Piccolo Carro, lo vedete?
Io ho provato a disegnarlo ma non
sono tanto brava, lo vedete lì, che c’è
una stella un po’più grossa vicino
alla ventola poi altre stelline che sono
il manico del carretto e poi quattro
stelline tutte vicine che sembrano un
carretto. Provate a vedere... Ma io ne
ho fatto solo una perché non sono
brava... là per esempio ho provato a
farne un’altra ma non è venuta tanto
bene, ho provato a disegnare Cassiopea, lì accanto...
B.:Cassiopea...
I.: Ah, ti piace questo nome? Gli antichi
avevano un sacco di fantasia... eh? E
allora, guardando il cielo si immaginavano che c’erano delle figure... che
le stelle rappresentavano delle figure... ma a voi che vi fa venire in
mente queste stelline?
B.:Le stelle di notte.
I.: Le stelle di notte... Ascoltate, vi voglio far vedere com’è questo gioco...
guardate con che cosa buffa l’ho
fatto... devo accendere un attimo la
luce... guardate il cielo? Vedete un
po’... eh? Se accendo la luce che succede?
B.:Vanno via.
B.:Non ci sono.
I.: Come mai?
B.:Perché la luce è luce.
B.:Si vedono pochino
I.: Si vedono?
B.:No, pochino...
I.: Proviamo a vedere se tornano?
Aspettate eh... devo andare fino all’interruttore... sono tornate?
B.:Sì, guarda, si muovevano...
I.: Eh... perché... lo sapete perché? Damiano muove il lettino... guarda
muove tutto...
B.:Noh... hai visto?
I.: Come mai se io accendo la luce non
si vedono più?
B.:Perché c’è tutte e due le luci e quindi
spariscono.
I.: Spariscono... perché la luce del neon
com’è... com’è rispetto a questa lucina qui... è più... com’è la luce del
neon...
B.:È grossa.
I.: È più grossa; ora vediamo un po’...
eh... facciamola sparire ancora...
B.:Rispariscono!
I.: Rispariscono; guardate un po’ con
che cosa ho fatto questo gioco...
B.:Ritornano
I.: Ritornano... se si spenge la luce ritornano. Anche le stelle sapete, di
giorno non le vediamo ma ci sono...
solo che cos’è che fa tanta luce forte
forte, quand’è giorno?
B.:Il sole!
I.: Il sole eh? Allora lì c’è il sole e le
stelle non si vedono. Appena il sole...
che fa il sole poi?
B.:Tramonta...
I.: Tramonta, allora non fa più quella
luce forte forte e vediamo le stelle.
Però anche quando è giorno le stelle
ci sono, solo che il sole è così forte
che non ce le fa vedere... Guardate se
riconoscete questo... che cos’è?
B.:Una luce grande!
I.: Questa è una luce, guardate tra l’altro
si era girata e non ci faceva vedere
bene le stelle, e questo che cos’è?
B.:Una pentola.
I.: È una pentola?
B.:È uno scolapasta.
I.: È un... ?
B.:Scolapasta.
I.: È uno scolapasta e io ho fatto questo
gioco...
B.:Questa brucia...
I.: Eh... brucia la lampada...
B.:Accidenti!
I.: Questo è diventato caldo... sentite...
la luce l’ha scaldato.
B.:Si scaldato troppo.
I.: Però questo era un gioco; ora sapete
cos’è questa?... Guardate... adesso
sedetevi...
B.:Prova a toccarla...
I.: Massimo guarda ora com’è grossa
quella luce eh? Ora spengo questa
perché vi ho portato delle fotografie
vere del cielo. Guardate un po’, eh?
Il cielo di notte... siccome qui non si
viene mai a scuola di notte, allora ho
detto: “Però gliela voglio fare vedere
una foto del cielo di notte”. Guardate
un po’ là?
B.:È notte.
I.: Eh... lo vedete?
B.:Bello!!!
119
I.: Irene, siediti qui sennò non riesci a
vedere, qui, qui vicino...
B.:Prova a toccare...
I.: No, è meglio di no...
B.:Brucia.
I.: Ma si vede solo il cielo o si vede
qualcos’altro?
B.:Le stelle.
I.: Le stelle.
B.:Si vede anche un po’ d’alberi.
I.: Oh, si vedono anche un po’ gli alberi,vedete... si vedono anche le
montagne.
B.:Un lago.
I.: È vero, c’è anche un po’ d’acqua,
sembra un lago.
B.:Le finestre.
I.: Le finestre illuminate, eh... hai ragione. Ora ve ne faccio vedere
un’altra eh? Guardate... adesso ce n’è
un’altra...
B.:Bella!!
B.:Bella!!
B.:Le stelle?
B.:Ohh!
B.:Il prato.
I.: Qui si vede benissimo, guardate...
possiamo proiettare un po’ più in
alto... vedete... eccola... guardate
com’è bella!
B.:Posso andare vicino alla lavagna?
I.: No, si va dall’altra parte. Ma l’avete
visto così, qualche volta il cielo?
B.:No.
I.: Non così belle?
Coro: No!!!
I.: Ma secondo voi dove si vedono meglio le stelle, in campagna o in città?
B.:Quando è notte.
I.: Te lo sai?
B.:In campagna.
I.: In campagna, ma perché in cam120
pagna... cosa c’è quando arriva il
buio... c’è meno...
B.:Luce!!
I.: Meno luce eh! In città ci sono i lampioni e invece in campagna... se vi
capiterà di andare in campagna... c’è
un buio!!!! Questa è bellissima eh?
B.:Ohh, bella!!
I.: Guardate un po’... questa è speciale
eh? Cosa c’è anche?
B.:Una stella cadente!
I.: Una stella cadente, una stella cometa,
è una stella vedete che c’ha tutta una
scia di lumicini... e guardate
un’altra...
B.:Ora si vede le stelle...
B.:Non si vede più.
I.: Non si vedono più? Ancora, ancora,
guarda...
B.:Uhmm
B.:Belle, ora si che si vede bene.
I.: Ora si che si vedono! Non toccare...
l’ultima è la più bella eh, ve l’ho lasciata per ultima. Guardate questa...
B.:Bella!!
B.:Bella!!
B.:Bella questa!!
I.: Ma sono tantissime!
B.:Beh si!!
B.:Tantissime!
B.:Sono centomila.
I.: Vedete... sono tutte luminose uguali?
Aspetta... secondo te Matteo sono
tutte luminose uguali?
B.:No.
I.: Ci sono quelle che brillano di più,
vedi?
B.:Non brillano di più.
I.: Ma come mai?
B.:Perché c’hanno la luce da una parte
e da quell’altra c’è tanta luce.
I.: C’è tanta luce... ma secondo voi le
stelle sono vicine o lontane?
B.:Lontane.
B.:Lontane.
B.:Son vicine.
B.:Lontane
B.:Lontane.
I.: Lontane, ma lo sapete che ce n’è una
anche abbastanza vicina? Di stelle?
Quella che abbiamo detto prima...
c’ha la luce forte forte... chi era?
B.:Il sole.
I.: Chi?
B.:Il sole!
I.: Il sole.
B.:Il sole quale?
I.: Quale, qui sotto.
B.:Quello in mezzo.
I.: No,no,qui non si vede... si vedono
delle stelle più brillanti, delle stelle
più lontane, delle stelle più vicine,
ma il sole... lo sapete che è una stella
anche lui? Il sole è fortissimo, eh?
Lui è il più vicino, è il più grosso!
B.:È il capo...
I.: È il capo? Eh, forse per noi è il capo
perché è il più vicino.
B.:E quello laggiù che è?
I.: Io non li so tutti i nomi delle stelle,
alcune c’hanno luce più gialla, vedete cosa ha notato Matteo? E alcune
hanno la luce più bianca... ma di che
saranno fatte le stelle?
B.:Di luce.
I.: Di luce, ma che cosa dà la luce, che
cosa fa...
B.:L’ombre! Mandano questa qui...
I.: Voi lo sapete di che cosa son fatte le
stelle?
B.:Di luce!
I.: Di luce... son fatte di luce... va bene.
B.:Maestra anche lì c’è un trucco!
I.: Un trucco...
B.:Questo lo mette qui, lo porta qui...
I.: Davvero, ma... c’è lo specchio con la
lente... bah... ce lo rimanda sul
muro... questo lo sapete come si
chiama? È una lavagna luminosa; io
ho fatto fare queste foto e per farle
grandi grandi le ho messe su questa
lavagna... ora però si va di là e... c’ho
ancora dei libri e una foto del cielo
bellissima...
B.:Guarda bellissima questa!!
I.: Bella... tutto pieno di stelle... accendo la luce e così potete piano
piano uscire... e ci sediamo intorno
al tavolo... attenti a quel filo, mi raccomando... come? Non ho capito...
cosa vi sembra?
B.:Il nulla
I.: Il nulla? Ma io delle cose le vedo...
B.:Io vedo dei tondi.
I.: Vedi dei tondi...
B.:Si vede una girandola.
I.: Guarda guarda, Irene, davvero
sembra una girandola... sapete come
si chiama quella?
B.:No.
I.: Nebulosa.
B.:Ne bu lo sa.
B.:Tutti insieme: nebulosa...
I.: Nebulosa, è fatta da tante e tante
stelle... guardate eh?
B.:Come una nuvola...
I.: Questo è un libro che ve la fa vedere,
ve lo voglio proprio far vedere.
B.:Uh!
I.: Guardate un po’... oh, dove lo possiamo mettere perché si veda dall’alto... sennò non la vede... devo trovare la posizione... eccoci, qui va
bene? Vedete tutti? Voi però sapete
cosa può essere questo?
B.:Il cannocchiale.
121
I.: Eh, forse ancora più forte del cannocchiale... un tele...
B.:... scopio!
I.: Bravi! E sapete come si chiamano le
persone che studiano il cielo e guardano le stelle?
B.:No.
I.: Gli...
B.:Astronomi.
I.: Gli astronomi, che guardano il
cielo...
B.:Guardano il cielo...
I.: E sapete che nel cielo gli antichi
hanno visto nelle stelle delle figure,
poi magari la prossima volta ne riparliamo bene perché... si chiamano costellazioni; una l’hanno chiamata
Orsa...
B.:Il Carro...
I.: Il Carro è anche l’Orsa... il Serpente,
il Cane, il Cigno... tanti e tanti nomi
perché loro avevano tanta fantasia e
poi non c’era la luce...
B.:Non c’era la luce...
I.: C’era la luce nei tempi antichi?
B.:No!
I.: La luce elettrica?
B.:No, c’era la candela.
I.: Eh si, facevano le torce, facevano i
fuochi... più le notti erano lunghissime e il cielo si vedeva bene bene.
Adesso vi voglio far vedere come gli
astronomi hanno fatto le mappe del
cielo... posso farvele vedere?
B.:Sì, dai!
I.: Guardate... questa è una mappa del
cielo.
B.:La mappa del cielo...
I.: Davvero... e qui hanno scritto i nomi
di tutte le stelle e le costellazioni che
possiamo vedere... Io ora ne ho preparata una per ognuno di voi... cer122
chiamo di vedere bene qua vicino...
guardate un po’... guardate... ognuno
la sua mappa del cielo...
B.:Io ce l’ho!
B.:Eccola!
B.:Guarda!
I.: Che cosa ha questa mappa del cielo?
B.:Quale?
I.: Eccola, questa mappa del cielo...
B.:Maestra io non la trovo...
I.: Proviamo a osservarla... ci sono dei
puntini bianchi, alcuni grossi e alcuni...
B.:Piccoli...
I.: Somiglia un po’ a quella foto, vedete? Anche in quella foto ci sono dei
puntini più grossi e dei puntini più
piccoli. Adesso io vi do un feltrino...
la Martina vi dà un punteruolo.
B.:Grazie.
I.: No quello... solo i punteruoli dagli...
questo lo sapete come si chiama?
Ca... cacciavite a...
B.:Punta.
I.: No, cacciavite a ste...
B.:...lla
I.: A stella, per l'appunto! E noi lo
usiamo per fare le stelle grosse. Invece con codesti... li usiamo... state
attenti per favore... facciamo le
stelle. Scusate ma ... prendi e comincia a fare i buchini... dove sono i
pallini bianchi fate i buchini e potrete
avere anche voi un bellissimo cielo
stellato da portare a casa vostra. Va
bene Alessia? Quante più possibile...
ce la facciamo?... Proviamo...
Alessio dai, fai i buchini... poi la spostate e la girate... quelle grosse poi le
facciamo coi buchi più grossi, va
bene?... Secondo voi le stelle che abbiamo visto col telescopio sono
uguali alle stelle che disegnate voi
sul disegno?
B.:No!
I.: Voi come fate le stelle?
B.:Grandi...
I: ...con le punte... queste invece... sono
come dei tondini eh? Ma vi viene in
mente una filastrocca delle stelle?
B.:Maestra guarda!
B.:Io no.
B.:Io no.
I.: Se la comincio... la sapete... Stel...
Coro: Stella stellina la notte s’avvicina,
la fiamma traballa... (la dicono tutta).
B.:Bella!
I.: Bravi... dopo sapete che si fa? Si accende quella lampada e si fa la prova.
Più buchini avete fatto e più stelle ci
saranno nel vostro cielo. Ancora, ancora... se non siete sul feltro non le
bucate... devi bucarla sennò non
viene... forza, forza... ma bucate
dove sono i puntini... cercate dove
sono, dai!
B.:Maestra, il cielo...
I.: Benissimo... avete visto nel mezzo...
vedete c’è una stella, quella c’ha il
nome che vi ho detto prima: la Stella
Polare.
B.:La Stella Polare.
I.: Lo vedete? Quella è la Stella Polare
e poi ci sono tutte le stelline che
fanno delle forme particolari; ci sono
i nomi.
Quando la portate a casa la mamma
e il babbo ve li possono leggere.
B.:Anche questa e anche questa...
I.: E una canzone sulle stelle, la conoscete?
B.:No.
I.: No!?! Tre...
B.:Tutti insieme all’insegnante: tre stel-
line di tutte le sere... (la cantano tutta).
I.: Mamma mia, sono tante eh? Vi state
impegnando!
B.:Io ho già fatto.
I.: Bene, ora quando avete fatto tante di
quelle piccole... tieni Giorgia... bisogna fare quelle grosse. Ora ti do
anche a te quello che fa i buconi
grossi. Vedi che ci sono quelle grosse
da bucare?
B.:Che c’è?
I.: Non ti sembra che l’hai bucato poco?
Prova anche dall’altra parte. Dietro
si vede quanti buchi avete fatto eh!
B.:Guarda io ne ho fatte e una... io ho
fatto prima...
B.:Maestra io ho già bucato...
B.:Io ho fatto tanto...
I.: Però ci vuole il morbido sotto, non
puoi fare se non c’è il morbido...
B.:Io ho fatto.
I.: Eh! Dai! Te Irene hai fatto tanti
buchi? Uno, due tre, quattro, cinque,
sei, tanti, tanti...
Adesso quelle grosse dobbiamo fare
eh?
B.:Sì, quelle grosse.
I.: Eh, sì, una grossa grossa... ancora ancora... vediamo... ancora un po’ piccole... tieni Martina, buca quelle
grosse... per le stelle più grosse facciamo i buchi più grossi... con
questo... vediamo un po’... questo è
il cielo di Niccolò... Vediamo
Giorgio... questo è il cielo di Alessia.
Vi siete stancati?
B.:No!
B.:Io ce n’ho pochi.
I.: Per favore Martina e Luna andate un
po’ assieme ad Alessio sennò non ce
la fa. Ora guardiamo quello, intanto
bucate... Vi posso leggere la lettera
123
che ho scritto per il vostro babbo e la
vostra mamma? (legge il testo della lettera).
B.:Maestra va bene?
I.: Bello! Com’è? È bello? Hai finito?
Hai visto che c’è una parte che non
hai bucato... ma hai visto che le stelle
non sono in una sola zona del cielo...
sono dappertutto, ma proprio dappertutto!
B.:Io ce l’ho bucate!
B.:Si può bucare le stelle.
I.: Brava Martina, brava, brava. L’hai
fatto bello! Vieni Enrico, ti faccio vedere come sono belle le tue stelle...
stai a vedere... bello eh? Ti piace?
Dopo lo porti a casa, va bene?
B.:Mi fanno male i muscoli.
B.:Maestra, va bene?
I.: Scrivi il tuo nome e fammi vedere...
belle! Anche tu scrivi il tuo nome poi
si controlla... com’è? Bellissimo eh?
Ne hai fatte tante, bravo. Ora vai a
metterlo nella taschina.
B.:Sì, me l’ha fatta fare Giorgio.
I.: Te l’ha fatta fare Giorgio?
B.:Sì.
I.: Andate a vedere questo libro delle
stelle; qua c’è un libro grosso delle
stelle per chi lo vuol vedere.
B.:Io lo voglio vedere!
L’attività termina mentre tutti i bambini
verificano le loro stelline con la lampada
e poi sistemano il loro lavoro nelle
proprie “taschine” presso gli armadietti.
Incontro del 21 febbraio 2007
I.: Ci siamo scambiati i nomi... an124
diamo, venite ... su in piedi, uno
dietro l’altro... andiamo nella stanza.
C’è buio ma non vi preoccupate...
serve solo per fare questo gioco eh!
B.:A me non mi piace il buio!
B.:Guarda bello!
I.: Attenzione eh! Venite con me e mettiamoci seduti sulle panchette. Ecco
qua... attento al filo... mettiamoci
tutti seduti... attenti eh, mettiamoci
tutti seduti di qua e di là, senza toccare nulla. Di là ... puoi andare a sedere... ho preparato delle panche...
sedetevi sulle panchette...
B.:Le stelle!
B.:Che hai fatto Simona?
I.: Eh... chi lo sa? Aspettate che chiudo
eh? Ecco qua... e poi vi chiedo di
guardare tutti in alto...
B.:Le stelle!
B.:Che bello!
B.:Belle!
B.:Quante stelle!
I.: Mamma mia quante stelle!
B.:Ce l’ha anche sopra Marco.
I.: Guardiamo in su, tutti bene in alto...
secondo voi queste vi fanno ricordare
le stelle... ma dove le avete viste le
stelle?
B.:Che paura... perché hai chiuso la
porta?
I.: Oh... l’ho fatto perché se c’è luce
questo gioco non viene bene... però
vi devo chiedere di stare seduti ai vostri posti...
B.:Perché l’hai chiusa quella porta?
I.: Perché dopo vi voglio far scoprire
cosa c’è... è una specie di indovinello... allora sentiamo... voi guardate tutti in alto eh? Voglio vedere
queste faccine che guardano in su...
vediamo un po’...
B.:Ecco... belle!
I.: Che belle!
B.:Lassù... uhh!
I.: Tutti guardano in alto? Vediamo...
cosa vedete?
B.:Le stelle, il sole...
I.: Ma vi è già capitato di vedere le
stelle?
B.:Sì di notte.
I.: Di notte... e dove l’avete viste voi le
stelle?
B.:Nel cielo!
I.: Nel cielo...
B.:A La Verna.
I.: A La Verna.
B.:C’è anche la luna!
I.: C’è anche la luna... senti ma come
mai a La Verna si vedono benissimo?
B.:Perché sono un po’ bianche
bianche...
I.: Perché?
B.:Perché sono tutte bianche.
B.:perché siamo in alto, in alto sul
monte.
B.:C’è un libro delle stelle blu!
I.: Davvero? Ma voi sapete che le stelle
hanno dei nomi?
B.:Sì... e tutte colorate.
I.: Tutte colorate... ma secondo voi le
stelle che si vedono di notte nel
cielo... come sono... vicine, lontane...
Coro: Lontane!
B.:Lontane e lontane nel cielo!
B.:Però a La Verna non sono lontane,
perché è un monte alto alto.
I.: Ho capito... allora il monte è alto alto
e sei un po’ più vicino alle stelle.
B.:Ma in alto è buio.
I.: Ho capito... ma quando si vede le
stelle vuol dire che non c’è quella
grossa grossa che fa tanta luce...
Chi è?
B.:Il sole!
I.: Eh... perché il sole... cos’è il sole?
B.:Il sole è più bello come le stelle.
B.:Il sole è una stella.
I.: Il sole è una stella... ma quando c’è
lui, queste cosa fanno?
B.:Vanno via.
I.: Vanno via? O vediamo...
B.:Perché li butta i raggi...
I.: Gli butta i raggi e vanno via? Proviamo... proviamo a vedere... accendo una cosa eh? Guardate ... facciamo finta che questo che accendo
è...
B.:Il sole!
I.: Il sole...
B.:Non si vedono più.
I.: Però secondo voi ci sono ancora?
B.:Sì!
B.:No!
I.: Eh... guardiamo un po’... eccole! Vedete... ci sono!
B.:Maestra a me piace una stella che si
chiama Vega.
I.: Una stella che si chiama Vega... C’è
anche una stella che si chiama la
Stella Polare... io ho cercato di farvela vedere... guardate eh?
B.:Guarda... quando piove c’è il temporale...
I.: Il temporale... questa invece si
chiama Stella Polare e nei tempi antichi i viaggiatori sapete che camminavano di notte perché di giorno era
molto caldo...
B.:Camminavano di notte perché di
giorno erano a dormire...
I.: No, no, i viaggiatori dei paesi caldi...
B.:Guarda la luna andava sulla nuvola...
I.: Davvero... però sto raccontando la
storia dei viaggiatori dei paesi caldi
che avevano paura di perdersi a viag125
giare di notte e dicevano:” E se poi
perdiamo la strada?”... allora avevano imparato che delle stelle stavano sempre nello stesso posto; viaggiavano guardando le stelle e dicevano: “Se vado sempre dritto verso
quella stella non mi perderò”... e
così...
B.:Perché le stelle fanno luce.
I.: Eh... le stelle sono luminose! Loro di
notte le vedevano e imparavano ad
orientarsi e a non perdersi anche nei
viaggi lunghi lunghi in mezzo al deserto. Ma secondo voi come avrò
fatto a fare queste stelle? Ve lo posso
far vedere? Ve lo svelo il mio segreto... il mio gioco?
B.:Sì!!
I.: Vi faccio vedere che per fare le stelline ho usato una cosa che la mamma
usa sempre...ma non per fare le stelline... ma per fare un altro lavoro...
ecco... spostiamo questi teli... e appare... cos’è?
B.:Uhm...
I.: Un bel... come si chiama?
B.:Una lampadina!
I.: Una lampadina ... e poi un...
B.:Una ciotola.
B.:Uno scolapasta!
I.: Bravissima Elena... questo è uno scolapasta normale che la mamma usa
quando fa gli spaghetti... la cola... e
io l’ho usato per fare per voi questo
gioco, perché non sapevo come
fare...
B.:E la pastasciutta...
I.: Non sapevo come fare a vedere le
stelle nel cielo quando era giorno...
ma... se era notte? Come si poteva
vedere le stelle se era notte...
B.:Si guardava fuori!
126
I.: Eh... dice bene Pietro... se era sera si
faceva bene... si andava fuori e si
guardava quelle vere...
B.:La pastasciutta e il prosciutto.
B.:Ma non c’entra nulla... si fa col maiale il prosciutto...
I.: È vero... non c’entra nulla con le
stelle il prosciutto. Adesso però vi
voglio far vedere delle stelle vere.
B.:Come fai?
I.: Eh... vi faccio vedere una cosa... accendo questa macchina... lo sapete
come si chiama questa macchina?
B.:No.
B.:È il ventilatore?
I.: No, no, no c’ha una specie di ventola
che fa rumore ma si chiama... Lavagna luminosa e può servire... vedete... per fare i giochi che avete fatto
voi...
B.:Uh! Un’ombra... luminosa!
I.: Oh, questa serve benissimo per fare
le ombre però io oggi ve la voglio far
vedere per un’altra cosa... non per
fare le ombre... ma per vedere queste
foto vere del cielo di notte.
B.:Quando arrivano le stelle?
I.: Attenti eh... guardate un po’ là...
B.:Giù...
I.: Ora spengo la luciona...
B.:Che belle!!
I.: Guardate che bello! Che cosa vedete?
B.:Stelle... stelle... stelle...
I.: Stelle... ma si vede anche qualcos’altro oltre alle stelle...
B.:Le nuvole, gli alberi...
B.:Un ponte...
I.: Un ponte...
B.:Le montagne...
I.: Le montagne.
B.:Il mare... un paese...
I.: Un paese con tutte le lucine.
B.:Le case.
I.: Come si fa a vedere che ci sono le
case? Si vedono... cosa?
B.:Le lucine.
I.: Le luci delle finestre. Ora ve ne
faccio vedere un’altra però dovete
stare seduti... guardate questa...
Coro: Ah!! Che bella!!
I.: Ecco qua... vedete... si è spostata e
non si vede più... ecco qua... vediamo
un po’...
B.:Le stelle da vicino!
I.: Questa è stata fatta in una notte limpida limpida perché... come si vedono? Sono tutte uguali?
B.:No! Sono medie, piccole, grandi...
I.: Medie, piccole, grandi... ma come
mai sono di misure così diverse?
B.:Un grande e un medio...
I.: Perché secondo voi? Come mai sono
così diverse?
B.:Perché sono tutte belle e colorate...
I.: Ma perché qualcuna è piccola?
B.:Perché sono lontane...
I.: Sono lontane... e quelle grandi sono
un po’...
B.:Vicine.
I.: E il sole come si vede?
B.:Grande!
I.: Eh... rispetto a queste è grandissimo,
allora vuol dire... che è... più...
B.:Grande...
B.:Vicino!
I.: Ancora più vicino, davvero... .anche
qui si vede il profilo delle montagne,
lo vedete? Adesso invece ve ne
faccio vedere alcune dove è il cielo...
il cielo profondo... guardate qui che
è una cosa specialissima... questa...
del cielo profondo...
B.:Uaho... che belle!!
B.:Uaho...
B.:Un universo!
B.:L’universo!
I.: È proprio il cielo profondo.
B.:Il mio papà me lo dice dell’universo.
I.: Davvero? È appassionato di astronomia... che bello!
B.:Va sempre a vedere col cannocchiale.
I.: Ah, allora te sai un sacco di cose!
Guardate questa!
B.:Oh!
B.:Una stella che cade dal cielo.
B.:È una stella cadente.
B.:Io l’ho vista una stelle cadente.
B.:Anche la mamma.
B.:Io al mare!
B.:Anch’io al mare!
I.: Ti piace Mattia? Ti piacciono le
stelle, eh?
B.:Sembra una pianta...
I.: Sembra una pianta, è vero!
B.:Non è proprio una stella quella lì,
quella è una stella cadente.
I.: È una cometa...
B.:È una di quelle che cade dal cielo...
I.: Eh si, è piena di materiale che si infiamma e allora lascia tuta quella polvere...
B.:Metti il sole!
I.: Io non ce l’ho il sole, io c’ho solo le
stelle. Guardate questa! Questa è
bella eh?
B.:Oh, bella!
I.: Qui si vede benissimo...
B.:O mamma che luminose!
B.:Di tutti i colori...
I.: Davvero, sono di tutti i colori... no,
proprio di tutti i colori no... ma diverse di colore... vero?
Guarda... qualcuna va più sul blu e
qualcuna più giallina, eh?
B.:Qualcuna quadrata...
127
I.: Sembra quadrata... lo sapete, questa
foto l’hanno fatta con quella macchina che usa il babbo di Davide...
come si chiama?
B.:Telescopio!
I.: Col telescopio... secondo me l’hanno
ingrandito questo cielo col telescopio
perché se ne vedono troppe... ma noi,
quando guardiamo nel cielo di notte,
ne vediamo così tante? No... se ne vedono meno... eh?
B.:No!
I.: Sono un po’ più rare... vi piace allora?
B.:Sì.
I.: Qual è che vi è piaciuta di più?
B.:Quella.
I.: Quella.
B.:Quella.
I.: Allora, adesso, se siete d’accordo, ci
spostiamo e andiamo nell’altra
stanza a vedere alcuni di quei libri
dell’universo che dice Davide che al
suo babbo piacciono tanto.
B.:Si va a vedere l’arcobaleno...
I.: Aspetta un attimo...
B.:È chiuso...
I.: No, non è chiuso...
B.:Aiuto! Che paura... che paura... (ridendo)
I.: State attenti ai filini... attenti...
B.:Io non c’ho posto... c’è un gatto...
I.: Andate avanti che c’è posto... aspettate... questo ve lo faccio vedere io
eh... perché è bellissimo questo
libro... no, non è un gatto...
B.:È un orso...
I.: Ora vi racconto eh... Intanto guardate
qui, si vede...
B.:È quello che ha visto il mio babbo...
I.: Che cos’è? Il... ...
B.:Telescopio!
128
I.: Lo usano tutte le persone che...
B.:Non ci vedo io!
I.: Niccolò guarda, se ti sposti un po’ lì,
sta meglio anche Diletta... scorrete...
sapete come si chiamano le persone
che studiano il cielo? Gli a... a... a...
B.:Astronautici!
I.: Astronomi... provate a dirlo... .
Coro: a... stro... no... mi
I.: A... stro... no... mi e gli astronomi,
studia studia il cielo, hanno visto che
le stelle non sono messe lì a caso, alcune stelle sono messe in modo da
sembrare delle figure. Gli antichi
hanno immaginato che delle stelle
tipo questa somigliano a un’orsa...
B.:Quale?
I.: Questa... oppure a un serpente... o un
cane... o l’Orsa Maggiore, questa
grossa... l’Orsa Minore, questa piccola...
B.:E quella?
I.: Sai cos’è questa Alessandro? I Gemelli... gli hanno dato i nomi, dei
nomi di personaggi mitologici... le
costellazioni...
B.:Guarda!
B.:Le stelle!
B.:È l’universo!
I.: Sì, questo è l’universo... anche
questo è l’universo...
B.:Guarda bella!
I.: E io vi ho portato anche questa...
guardate eh?.... È una co... cometa.
B.:Che bella!
B.:È bella guarda!
I.: Davvero Davide, è bellissima... sai
cos’è questo? È un osservatorio
astronomico. Ce ne abbiamo uno a
Firenze, l’Osservatorio di Arcetri. Di
solito li costruiscono sopra le montagne perché, come ha visto lui a La
Verna, funzionava bene di veder le
stelle... se si va sulle montagne alte...
B.:Anch’io vo a La Verna...
B.:Oppure questo cielo...
I.: È bellissimo... e questa sapete che
cos’è?
B.:È la terra...
I.: Macchè!
B.:Il telescopio!
I.: Guarda, che cos’è questa?
B.:Mappamondo...
I.: No, è una mappa del cielo che c’ha
tutti i nome delle stelle... guarda
questa com’è... è una mappa del
cielo... e questo... vediamo cos’è...
“alcuni radiotelescopi del gigantesco
complesso che c’è nel deserto del
NewMessico negli Stati Uniti...”
B.:Maestra, guarda qui!
B.:Che è questo?
B.:Guarda che bello!
I.: Vediamo che cosa... che cosa ho preparato per voi... questa è quella che
abbiamo visto eh?
B.:Bella la mappa del mondo!
I.: Non è la mappa del mondo, questa è
la mappa del cielo, è la mappa delle
stelle...
B.:Dai...
I.: Si che ve la do, appena avete finito
coi libri ve la do.
B.:Guarda un’astronave!
I.: Davvero... ecco Niccolò... una a Melissa, una a Marco... .sapete che possiamo fare... .
B.:Guarda bello, guarda!
I.: Una nebulosa... è come quella...
guarda... somiglia, vedi? Una a
Elena...
B.:Maestra, guarda questi...
B.:E guarda qui questi...
B.:Guarda bello!
B.:Uuhh !
I.: Ascoltate adesso... facciamo così...
adesso finiamo questo lavoro... di
preparare... ho pensato...
B.:Io ce l’ho rotto però...
I.: Cos’è rotto? Tieni... ce l’avete tutti
adesso? Sofia ce l’hai? Ecco, tieni...
adesso vi distribuisco questi feltrino
perché... sapete cosa ho pensato? Ho
pensato che se voi provate a fare dei
buchi dove ci sono i puntini grandi...
ecco, guardate... scorri Laura, un po’
più vicino a Niccolò, Marco... ora te
la do Mattia... intanto potete fare... ce
l’avete tutti? Ecco fatto, adesso si fa
questo bel lavorino... ci sono dei
puntini grossi e dei puntini piccoli...
voi dovreste bucare quelli più piccoli. Per quelli grossi vi ho portato
questo... che è questo attrezzo?
Come si chiana?
B.:Cacciavite.
I.: Cacciavite come... cacciavite a...
B.:Stella!
I.: Per l'appunto... allora... dopo che
avete fatto quelle piccole, fate le stellone col cacciavite.
Vedrete cosa può succedere, eh? Arriva una sorpresa... allora... sentite,
voi li conoscete i nomi delle stelle?
B.:Io no.
B.:Sì.
I.: Ha detto Vega, l’ha detto Davide eh?
Sirio, l’avete mai sentita nominare
una stella che si chiama Sirio?
B.:No, come la Siria...
I.: Sirio è una stella luminosissima che
si vede... e poi avete mai sentito parlare delle costellazioni?
B.:Mio papà mi ha detto che cade una
stella da lì.
I.: Davvero?
129
B.:Sì.
B.:Anche il mio babbo me l’ha detto.
I.: Adesso vi faccio vedere una ruota
che gira nello spazio... fa un gran polverone... fa tutto buio!
Vi viene in mente qualche storia delle
stelle?
B.:No.
B.:Forse della luna.
B.:Ho visto la luna!
I.: Hai visto la luna, ci credo!... Hai fatto
tanti buchi?... E la filastrocca sulle
stelle, chi la sa? Se la comincio io, la
sai... vediamo se vi viene in mente da
soli...
B.:Stella, stellina... (la dicono in coro)
I.: Bene ... e una canzone con le stelle,
chi la sa? Tre...
B.:... Stelline di tutte le sere... (la cantano
tutti assieme)
I.: Guardate eh... controlliamo così...
quando se n’è fatti tantissimi... allora
vediamo...
I bambini vengono aiutati a controllare,
davanti ad una lampada, l’effetto cielo
stellato che scaturisce dalla mappa
stellare appena traforata.
La registrazione del nastro però si
interrompe a questo punto.
Viene infine letta ai bambini la letterina
che porteranno ai genitori dove viene
spiegata l’attività e dove si invitano a
condividere l’esperienza delle stelle e
del cielo di notte, con i loro figli.
Incontro del 20 febbraio 2007
I.: Sapete come mi chiamo?
B.:Sì, Simona.
130
I.: Ora ci presentiamo... (tutti i bambini
dicono il proprio nome e la sezione d’appartenenza).
Sapete, io sono molto contenta di trovarmi qui con voi ma sono un po’
preoccupata perché devo parlare di
una cosa un po’ difficile; voi mi dovrete aiutare: ho preparato un gioco...
ora vado di là un attimo e poi vi
chiamo. Andiamo tutti in quella
stanza e poi mi dovrete dire che cosa
vi sembra che sia quello che vedete,
d’accordo? Devo spengere le luci,
faccio un po’ di buio ma non vi preoccupate perché è un gioco, non c’è
niente di pauroso... ecco qua...
B.:Ora c’è il lupo...
I.: No, no, non ci sono lupi, state tranquilli... è una cosa che riguarda il
cielo... venite con me, uno dietro
l’altro, andiamo in questa stanzina e
proviamo a sederci su queste panchette... dovete stare un po’ attenti al
filo... a non inciampare... sedetevi
sulle seggioline poi guardate in alto...
zitti, zitti, eh? E poi, quando ve lo
dico io, mi dite cosa vedete... eccoci... io chiudo bene la porta... ecco!
State guardando in alto? Vi siete seduti?
B.:Sì, io vedo tante macchie.
I.: Che saranno? Cosa vi sembrano?
B.:Niente, le macchie.
B.:Un pesciolino.
I.: Davvero... ma cosa vi sembrano
quelle?
B.:Dei buchi con le luci!
I.: In giù, ma lassù? Con un po’ di fantasia possiamo pensare che sono...
B.:Le macchie!
I.: Che sono... macchie... macchie di
luce! Dove si possono vedere delle
macchie di luce così? Dove le possiamo vedere? Cercate di guardare in
alto perché... cos’è... questo ve lo
faccio vedere dopo.
B.:Io vedo ora le gocce di pioggia.
I.: Sembrano gocce di pioggia? A me
sapete che mi sembra, mi sembra il
cielo di notte!
B.:Con le stelle.
I.: Eh, Chiara, ti sembra con le stelle?
B.:Sì.
B.:Anche a me!
I.: Anche a te? Ah, che bello! Quando
m’avete detto che sembrava la
pioggia mi sono un po’ preoccupata,
ho detto “Ma con tutto questo buio e
queste lucine lassù, come fanno a
pensare alla pioggia?”. Tu che ne
pensi... ti sembra... cosa ti sembrano?
B.:La pioggia.
I.: La pioggia... e a te invece?
B.:Le stelle!
I.: Le stelle.
B.:Anche a me le stelle.
I.: Le stelle... ma voi l’avete viste
qualche volta le stelle?
B.:Sì.
B.:Io in cielo!
I.: In cielo... e dove eravate, quando vedevate le stelle?
B.:Io in campeggio.
B.:Eravamo fuori.
I.: Al campeggio di notte... si vedevano
bene al campeggio, eh?
B.:Anch’io sono andato al campeggio...
I.: E le hai viste le stelle?
B.:Anch’io!
B.:Anch’io!
I.: Te, Chiara dove le hai viste?
B.:Io, ai botti di festa.
I.: I botti di festa si vedono nel cielo di
notte... come si chiamano quei botti?
B.:Fuochi d’artificio!
I.: I fuochi d’artificio... quelli si che son
grossi eh?
B.:Io vedo le stelle.
I.: Tu vedi le stelle... ma secondo voi di
che son fatte le stelle?
B.:Io vedo l’arcobaleno...
B.:Di luce!
I.: Le stelle son fatte di luce... son fatte
di luce... ma secondo voi quando si
vedono le stelle? Avete detto...
B.:Di notte...
I.: Di notte, e di giorno invece che cosa
c’è...
B.:Il sole!
I.: E il sole secondo voi che cos’è...
B.:La luce.
B.:Una palla di sole!
B.:Una palla di fuoco!
I.: Una palla di fuoco... e le stelle invece?
B.:Le stelle sono delle... delle... come il
sole però... però...
I.: Come il sole...
B.:Sì però... c’è le punte... non è proprio
uguale al sole...
I.: Le stelle hanno le punte non proprio
uguale al sole...
B.:Ma però sono bianche...
I.: Le stelle sono più bianche e il sole,
invece, come lo vediamo?
B.:Giallo!
I.: Più giallo... .però...
B.:Anche la luna si vede gialla...
I.: Anche la luna si vede gialla...
B.:Una volta la mia mamma ha visto la
luna rossa.
I.: È vero! Ascoltate... ora se io faccio
una cosa... come se arrivasse il sole
all’improvviso... eh... dove sono andate a finire le nostre stelline?
B.:Non ci sono più.
131
I.: Non ci sono più?
B.:Perché c’è due luci quindi non si
vedon più le lucine...
I.: Ecco!! Però non sono scomparse...
guardate eh? Eccole di nuovo!
B.:Uhm!
I.: Allora forse anche le stelle... che
dite...
B.:Perché c’hai quello?
I.: Adesso te lo faccio vedere. Ascolta...
ma secondo voi... allora ditemi un
po’ questa cosa...quando di giorno
c’è il sole... le stelle non si vedono...
B.:No, perché vanno a dormire...
B.:Secondo te Antonio vanno a dormire? Oppure non si vedono perché
c’è quel sole così forte che non ce le
fa vedere? Che vince lui... che dici?
B.:No, perché poi si nascondono.
I.: Ah, ecco... si nascondono... allora,
voi siete curiosi... vorreste vedere
come ho fatto a fare queste stelle?
B.:Sì!
B.:Sì!
I.: Perché non sono mica stelle vere!
B.:No!
I.: No, vero?
B.:Sono pallini di luce.
I.: Son pallini di luce, li ho fatti io...
.adesso vi faccio vedere con che cosa
li ho fatti... accendo un attimo la luce
e si smonta questo gioco. Guardate
eh? Questi cosa sono?
B.:Quali?
I.: Questo, cos’è?
B.:Un telo.
I.: Un telo... questo?
B.:Un telo.
I.: Un telo... e questo cos’è?
B.:È un coperchio.
I.: Un coperchio? Uhm... che cos’è?
B.:È uno per colare la pasta.
132
I.: Ecco, è una cosa per colare la pasta.
Guardate cosa ho inventato...
B.:Lì c’entra l’acqua.
I.: Sì, c’entra l’acqua e va via dai
buchi... eh? E io l’ho coperto e c’ho
fatto dei buchi per far passare..
Che cosa passa da qui?
B.:La luce!
I.: La luce di questo faretto eh... di
questa lampadina. Adesso... aspetta
eh... perché stanno... stanno... stanno
bussando. Proviamo ad aprire... vediamo un po’... macchè... io aspettavo un signore e invece c’è una signora... può venire questa signora?
La possiamo far entrare piano piano
eh? Accendi la luce... io aspettavo un
signore a fare il video e invece è arrivata una signora... gli facciamo vedere a questa signora come è fatto
questo gioco? Vediamo... il gioco
delle stelle. Buongiorno (entra l’operatore per il video), devi fare qui da
noi... allora ... ascoltate un attimo...
è venuto questo signore, gli dobbiamo far vedere quella cosa che facciamo se c’è spenta la luce?
B.:Sì!
I.: Allora guarda... si rifà un attimo...
.gli facciamo vedere che noi facciamo delle magie in questa stanzina.
Eccoci qua, guarda che succede?
Siamo tutti qui, a guardare in alto.
B.:Le stelle!
I.: Abbiamo fatto le stelle.
B.:Sembrano pallini.
I.: Sembrano pallini, son venute un po’
così così e ora si smonta questo
gioco, va bene?
B.:Eh, perché son quadrate e son venute
così.
I.: Son venute così perché... con che
cosa le stavo facendo?
B.:Perché i pallini son quadrati, quindi...
I.: Eh Noemi, vai ad aprire la luce così
vediamo tutti con che cosa si è fatto
questo gioco... e noi lo abbiamo fatto
con dei teli... lo abbiamo già visto,
vero? Abbiam preso dei teli per nascondere... che cos’è questo?
B.:La luce.
I.: La luce.
B.:E questo.
I.: E questo cos’è?
B.:Quello per colare la pasta.
I.: Avete visto che magia? Con quello
per colare la pasta abbiamo fatto venire le stelle. Però cosa c’è qui sopra?
Cosa ho fatto?
B.:Dei buchi!.
I.: Dei buchi ... e ci passa...
B.:La luce.
I.: Eh la luce... ora però volevo farvi vedere anche delle stelle vere... allora
ho preso quest’altra macchina... voi
sapete come si chiama questa? No?
Questa è una lavagna luminosa. Ora
vi chiudo la luce eh... perché tanto...
lei... guarda quanta luce fa. Antonio
siediti perché devi guardare là,
guarda eh? Perché ora vi ho portato
delle foto di stelle vere, eh? Perché
ho detto: “Questi bambini non vorranno mica vedere solo delle stelle
finte, fatte con un colapasta! Vorranno vedere delle stelle vere!”
Guardate un po’... cos’è questo?
B.:È notte.
I.: È notte... .che vedete?
B.:Le stelle.
I.: E poi? Olga è là che si vede... guarda.
B.:L’acqua e gli alberi.
I.: Eh si, si vede anche un po’ d’alberi.
Vediamo se ce n’è un’altra... dove si
vede ancora meglio... guardate
questa!
B.:Bella! I fuochi d’artificio!
I.: Eh... sembrano, vero?
B.:Io, una volta, ero andata fuori di notte
e avevo visto i fuochi d’artificio.
B.:I fuochi d’artificio.
I.: Scusa Antonio, se non ti siedi non
vedi bene perché ti illumina la luce...
oh... così... Andrea guarda là, è là che
succede... non da questa parte... e ora
guardate eh... perché ce ne sono ancora tre specialissime. Vediamo
questa...
B.:Oh!
B.:Oh!
I.: Cosa vedete?
B.:I fuochi d’artificio!
I.: Che cosa vi sembra questa?
B.:Fuochi d’artificio.
I.: Un fuoco d’artificio...
B.:È lo spazio con le stelle!
I.: Eh già!
B.:Eh!
I.: Vedete un po’ diverso questo cielo?
Quell’altro era blu e questo invece...
B.:Quella li era una stella cadente.
B.:I fuochi d’artificio.
I.: Macchè! Che cos’è questo?
B.:Mi sembra il cielo con le stelle.
B.:Nello spazio.
I.: Però ce ne sono tantissime, eh? Sono
tutte uguali?
B.:No!
I.: Come sono?
B.:Ci sono anche blu, ci sono colorate.
I.: È vero... qualcuna c’ha una luce
quasi blu e qualcuna invece...
B.:Guarda che sono i fuochi d’artificio
colorati.
I.: Sembrano ma non sono fuochi d’artificio, è il cielo... voi ne avete mai
133
viste così tante stelle?
B.:No.
I.: No, perché questa è una foto fatta con
una macchina che ingrandisce il
cielo. È fatta con un telescopio
perché noi a occhio nudo non è che
riusciamo a vederne tante... eh?
Vero?
B.:Uhm...
I.: Anche se ci si mette in cima a una
montagna o al campeggio come la
Siria, dove le stelle si vedono bene,
non se ne vede così tante, eh?
B.:No.
I.: Se ne vede un po’, come in quelle
altre foto... mentre in questa... ecco...
anche in questa, vedete...
B.:Ohh!
I.: Anche in questa...
B.:C’è i fuochi d’artificio.
I.: Anche in questa... dici tutte “fuochi
d’artificio”...
B.:L’arcobaleno!
B.:Lì.
I.: C’è il riflesso della lampada, forse
hai ragione... allora, quale vi è piaciuta di più delle foto delle stelle?
B.:Quella all’inizio.
I.: La prima, quella dell’inizio? Allora
vediamo se ve la rimetto un attimo...
questa?
B.:Anche a me mi piace...
I.: Questa!
B.:Sì!
I.: Eh... come mai vi piace di più?
B.:Perché fra le stelle mi sembra...
B.:Perché non si vedono gli alberi.
I.: E le stelle sono blu, il cielo è più blu,
invece quegli altri son troppo neri...
allora... va bene.
Allora... io non ce n’ho più... avevo
solo queste... ci spostiamo di là?
134
B.:Ho visto l’arcobaleno! Sotto la macchina!
I.: E dai... alè... ora vede arcobaleni dappertutto... allora... accendo la luce e
spengo la macchina... e ci spostiamo
di là, eh? Ho preparato dei libroni
grossi e possiamo vedere ancora tutte
le stelle che si vuole. Va bene?
B.:Quando si va?
I.: Eh... ora... un attimo... chiudiamo
questo... poi spostiamo anche
questo... e andiamo... venite.
Andiamo?... Eccoci! Ci si sposta a
questo tavolino perché adesso si fa
una cosa bella eh?... Vedrete che cosa
inventiamo... Sedetevi... guardate un
po’ questa... questa è l’ultima sorpresa eh!
B.:Ma qui non c’è posto!
I.: Guardate come è bella questa foto del
cielo? Anche questa è fatta...
B.:I libri del cielo!
I.: Ci sono i libri del cielo... dopo si
guardano tutti... ora vi voglio far vedere questo...
B.:Ma io non ce l’ho...
I.: Non ce l’hai... ma non è che ce n’è
uno per uno eh! Questo è più facile,
vedete? È fatto per bambini un po’
più piccoli, come voi, perché parlare
del cielo è una cosa un po’ difficile.
Questa per esempio è una foto ingrandita del cielo e questa che si vede
è una galassia. Avete mai sentito parlare di galassie? È una parola difficile... guardate invece qui, che si
vede? Si vede quella macchina che vi
ho detto io, che serve a studiare le
stelle... a vederle più da vicino. Sapete come si chiama?
B.:Telescopio.
I.: Brava Chiara, si chiama telescopio...
e gli uomini che guardano il cielo e
sanno tutto delle stelle, come si chiamano? Astro...
B.:Astronavi.
I.: Astronavi? Astronave che cos’è?
B.:L’astronave...
I.: È un mezzo per andare nello spazio...
invece gli astronomi sono le persone
che studiano il cielo... e sapete che...
studia studia... hanno studiato cosa
succedeva nei tempi antichi. Sapete
che nei tempi antichi gli uomini viaggiavano di notte perché di giorno il
sole bruciava troppo... e viaggiavano
tanto... ed avevano paura di perdersi... allora avevano visto che certe
stelle stavano sempre nello stesso
posto e gli avevano dato dei nomi.
C’era una stella che avevano chiamato Polare... che... (a questo punto
la registrazione si interrompe).
Incontro del 22 febbraio 2007
L’attività comincia con la conoscenza
dei nomi di tutti i componenti il gruppo.
I.: Sapete che devo parlare con voi di
una cosa complicatissima perché è
una cosa che quando c’è questo bel
sole non si vede...
B.:Perché c’è la notte
B.:La luna e le stelle e il cielo!
I.: Ecco ... allora io ho fatto un gioco per
immaginarci com’è quando è notte...
però l’ho preparato in quella stanzina
lì.
B.:Dove?
I.: C’è un po’ di buio ma non abbiate
paura che è solo un gioco... venite
con me e proviamo a vedere qualcosa
di bello. Quando entrate vi dovete sedere sulle panchettine, va bene?...
Eccoci qua... piano piano... non è
proprio buio.
B.:Che buio!!!
I.: Non si inciampa, vi potete sedere
piano piano senza pestare quello che
c’è nel mezzo... Vi sedete? Mattia seduto! Non ci vedi?
Cos’è quello li? (indica il colapasta).
Vediamo un po’... Avete trovato un
posticino? Guarda! Provate a guardare verso l’alto... non si vede
niente... sono sparite... sapete che è
successo? Chiudete gli occhi un attimo sennò la sorpresa... guardate un
po’, che si vede?
B.:Le stelle!
I.: Sembrano stelle vero? Ma voi dove
le avete viste le stelle?
B.:Si e la luna, anche la luna...
I.: Io vedo solo lucine piccole... ma voi
dove le avete viste le stelle vere?
Scusa ma lui non vuole.
B.:Io si... io si...
I.: Dove le avete viste? Proviamo a fare
un giro così tutti mi dicono dove le
hanno viste... tu Pietro dove le hai
viste?
B.:A casa mia e da Marco che è un bambino che è più grande dell’altro
Marco, tutte in cielo, lampeggiano..
I.: Lampeggiano? E tu Alice le hai viste
qualche volta le stelle? Dove?
B.:In montagna.
I.: In montagna. Anch’io quando sono
nella mia casa in campagna le vedo
benissimo, ma come mai se siamo
lontani dalla città le vediamo meglio? Come mai Leonardo secondo
te? In montagna le hai viste?
135
B.:Ho visto la nebbia.
I.: Ah, c’era la nebbia... è vero, se capita che c’è la nebbia o che il cielo è
nuvoloso si vedono le stelle?
B.:Ho visto anche che il sole era a scaldare...
I.: Ah... bello; ma qualcun altro ha visto
le stelle vere di notte?
B.:Io, io, io...
I.: Tu Greta?
B.:Io... io...
I.: Sì, sì, dove le hai viste Mattia?
B.:Io nella mia montagna.
B.:Io quando andavo fuori col babbo.
B.:Quando ritorno a casa mia io vedo in
cielo le stelle.
I.: Tu Marco le hai viste?
B.:Sì.
I.: Davvero? E come sono queste stelle?
Proviamo a descriverle... Giulia secondo te come sono?
B.:Gialle.
I.: Proviamo a dire qualche altra caratteristica; di colore sono gialle dice
lei, oppure anche un po’...
B.:Bianche!
I.: Bianche... E poi come sono... grandi,
piccole...
B.:Piccolissime e vanno fortissimo se
cadono nel cielo...
I.: Ah, piccolissime... ma son tutte
grandi uguali?
B.:No!
I.: Lo sapete che gli uomini antichi
guardavano tanto il cielo perché non
c’erano le luci elettriche che rischiaravano... allora le notti erano lunghe
lunghe e spesso viaggiavano di notte
perché di giorno faceva troppo
caldo... avevano paura di perdere la
strada e allora sapete cosa facevano?
B.:Prendevano la bussola.
136
I.: No, non ce l’avevano la bussola, non
l’avevano ancora inventata... guardavano le stelle e si accorsero una stella
restava proprio in mezzo al cielo e
stava li ferma e non si spostava mai...
la chiamarono Stella Polare. Poi si
accorsero che le altre stelle un pochino si muovevano, non erano
sempre allo stesso posto e seguendo
queste stelle loro si orientavano e non
perdevano mai la strada.
Secondo voi come ho fatto a fare
questo gioco delle stelle?
B.:Con quello!
I.: Ora accendo la luce; se accendo la
luce cosa succederà secondo voi?
B.:Non si vedono più!
I.: Proviamo un po’ se Mattia ha ragione. Proviamo. Guardate in alto.
Più, e come mai?
B.:È venuto il sole!
I.: Bravissima, questa luce forte è come
quando viene il sole! Allora anche
quando viene il giorno forse le stelle
ci sono ma noi non le possiamo vedere!
Come è successo? E se io spengo e
faccio notte? Vediamo.
B.:Si vedono, uh!
B.:Si vedono sì.
I.: Guardate come ho fatto a fare questo
gioco... ho preso questi due teli che
mi sono serviti per nascondere
questa cosa che usa anche la
mamma... cos’è?
B.:Scolapasta!
B.:Quello per le paste!
I.: Quello per la pastasciutta, lo scolapasta... poi ci ho fatto dei buchini, vedete?... Poi sotto c’era una lampada
e faceva passare la luce. Le stelle
vere invece hanno la loro luce, non è
che gliela mandiamo noi, vero? Però
sapete che vi ho portato delle foto di
stelle vere vere e ora ve le faccio vedere con questa macchina... sapete
come si chiama questa macchina?
B.:No, no.
B.:Macchina fotografica!
I.: No, non è una macchina fotografica
ma una lavagna luminosa; attenzione
però devo togliere queste cose che mi
sono dimenticata se no vediamo le
foto con queste cose... Ecco qua...
forse non ci dà noia... ma togliamo
anche questo dalle foto... ottimo e poi
lo riattacco... vi faccio vedere delle
foto di stelle vere vere; guardiamo un
po’!
B.:Ce lo portiamo a casa?
I.: No, questo no, questa vi faccio vedere... che cosa si vede? Che cosa vedete?
B.:Ma questa macchina come fa a far
vedere.
I.: C’è una luce, una lente, uno specchio
e proietta le immagini.
B.:Questa è una foto di cielo...
B.:Di giorno... uhm...
I.: È una notte un po’ chiara perché cosa
si riesce a vedere lì in basso?
B.:Gli alberi e il fiume...
I.: Già, gli alberi, il fiume e quelle lucine piccole che saranno?
B.:Stelle!
I.: No, quelle in basso lungo tutto il
fiume...
B.:Luci delle case.
I.: Bravi, le luci dentro le case... e nel
cielo... guardate quante...
B.:È notte
B.:È la notte dove c’è le stelle
B.:Le stelle... qui si vedono bene...
I.: Edoardo, qui cosa vedi? Questa è un
po’ più buia, è un po’ più scuro il
cielo ma qui in fondo si vedono...
B.:Montagne!
I.: Adesso però vi faccio vedere delle
foto dove si vede solo il cielo... guardate...
B.:Solo cielo ... buio...
I.: E come sono queste stelle, tutte
uguali?
B.:No...
B.:Alcune piccole, alcune grosse,
guarda bello!
B.:Vedo l’arcobaleno lì sotto, ci sono i
colori.
I.: Ora ve ne faccio vedere un’altra.
B.:Come? Però come si fa a vederlo lì
sotto?
I.: Te lo spiegherò un giorno, ora stiamo
facendo un’altra cosa... guardate
questa com’è...
B.:Bella, bella... ... guarda... .
B.:È più bella di quella di prima!
I.: Ancora più bella ma voi ne avete mai
viste tante così?
B.:Una sembra dentifricio.
I.: Vedete che cambiano anche di colore? E poi ce n’è un’altra... vediamo
Pietro cosa ci vede in questa... cos’è?
B.:Una strada, sembra una strada.
B.:È una strada.
I.: Guardatela così...
B.:Forse era un aereo... ma tu lo vedi
Simo?
B.:Io pensavo che era una freccia.
B.:Forse era un aereo che andava in giù.
I.: Ma non avete mai sentito parlare di
una stella con una scia luminosa? Potrebbe essere una cometa, non avete
mai sentito questo nome?
Quale vi è piaciuta di più?
B.:A me la prima...
I.: Va bene e poi?
137
B.:A me la seconda, questa a Greta e a
Pietro.
B.:A me no!
B.:A me quella che sembrano fuochi
d’artificio.
I.: Adesso sapete che si fa? Ci spostiamo
di là... vi sedete... c’è un posticino...
non lo tirare non vuole... così, Edoardo e lui... vieni vicino a me.
B.:Piange, piange
I.: Mattia se lo tiri lui non vuole... vieni
Marco, vieni qui da me... potete
aspettare ad aprire i libri? Perché io
voglio scoprire una foto del cielo...
guarda Marco, voglio scoprire una
foto del cielo... prendi una seggiolina... mettiti lì accanto a Edoardo...
Greta scorri, mettiamoci comodi...
pronti? Guardate questa! È più bella
perché ci sono anche i colori!
B.:Ce la fai vedere con la macchina?
I.: Questa non si può, è fatta con una
macchina che ingrandisce un pezzo
di cielo e riesce a farci vedere tantissime stelle... è una galassia.
Ma ora voglio farvi vedere questo librino che è fatto proprio per i bambini... intanto chi mi sa dire cos’è
questo attrezzo che serve per osservare il cielo?
B.:Cannocchiale.
I.: Più forte del cannocchiale.
B.:Binocolo.
I.: Di più, di più, tele... telescopio. Avete
mai sentito questo nome? E gli uomini che studiano il cielo? Uomini e
donne che guardano il cielo, sapete
come si chiamano? Mattia... astro...
Astronomi, avete mai sentito questa
parola? Gli astronomi hanno guardato il cielo con quelle macchine, col
telescopio hanno studiato le stelle e
138
hanno visto che non sono messe a
caso nel cielo e si sono immaginati
che le stelle formassero delle figure.
Si sono immaginati di vedere nel
cielo l’Orsa, il Cigno, la Giraffa, il
Cane, e anche personaggi del mondo
antico. Si può vedere Cassiopea,
Orione...
B.:Ce li fai vedere?
I.: Sì... e hanno dato un nome alle
stelle... voi sapete dei nomi di stelle?
Ne conoscete?
Poi hanno costruito le mappe del
cielo. Vi posso far vedere una mappa
del cielo? Ecco qua, guardate...
B.:Bello!!
B.:Come si fanno le piantine delle città,
la carte...
(vengono mostrate le mappe stellari)
B.:Uguale... come mai è venuta uguale?
I.: Le ho preparate per darvene una per
uno perché qui ci sono i nomi delle
stelle e questa in mezzo è la Stella
Polare che vi dicevo prima... l’Orsa
Maggiore e l’Orsa Minore... qui ci
sono scritti tutti i nomi e quando la
portate a casa i babbi e le mamme ve
li possono leggere e vi possono aiutare a cercarle nel cielo... va bene?
Adesso si fa un lavoro specialissimo
per costruire una mappa con la luce
delle stelle... intanto ve ne do una per
uno... una a Pietro, una ad Alice... poi
potremo vedere anche questi altri
libri del cielo... ve li appoggio qui
così quando avete finito potete andare a guardarli per terra... Ascolta
Mattia, potresti distribuire questi
feltri, dovremmo avere tutti un feltro
e una mappa.
B.:Io prendo questo.
B.:Io maestra...
B.:Io non ce l’ho.
I.: Uno per Leonardo, uno per Mattia,
uno per Marco... E poi vi do... lo conoscete questo? Sapete cos’è?
B.:Il punteruolo!
I.: Perché voi quando vedete sulla
mappa tutti quei puntini, sono le
stelle; fate dei buchini... .. uno anche
a lui... Mattia, ti prego, non vedi che
è senza Alice?... Grazie, grazie mille.
L’avete preso il punteruolo?
B.:Io no, io no...
B.:Cosa si deve fare Simona? Le stelle?
I.: L’ho detto ora... si devono bucare
tutti i puntini bianchi che vediamo,
più se ne bucano e più poi... vedrete
che sorpresa!
B.:Quelle piccole si bucano, guarda!
I.: Quelle piccole, Pietro? Così... tutte!
Quelle più grosse le bucheremo poi
con questo attrezzo che si chiama...
B.:Cacciavite.
I.: Già, cacciavite a...?
B.:Stella!
I.: Proprio così, cacciavite a stella e lo
usiamo per bucare le stelle grosse...
dopo aver bucate le piccole lo prenderete per bucare le grosse... dopo lascialo in mezzo perché ne ho tre per
tutti i bambini... poi col pennarello
alla fine scriviamo i nomi e così
ognuno avrà la sua mappa del cielo e
se la potrà portare a casa...
B.:Maestra guarda...
I.: Sì, dai, tante così, poi la metteremo
davanti alla lampada e vi farò vedere
le stelle... ecco ora metto la lampada
e vi farò vedere come vengono se si
bucano tanto tanto... Se si buca forte
forte... dai Edoardo, dai Alice,
forza... vediamo ... un buco solo
Pietro? Dai, buca forte... devi fare il
buco se no non passa la luce... vediamo la Giulia se ha bucato... guardate, vedete? Se si mette davanti alla
lampada si vede il cielo con le stelline. Dai fatene tanti così è più bello!
B.:Se ne fa tanti?
I.: Chi più ne fa, ha più stelle.
B.:Ce ne ho poche.
I.: Ce ne hai poche? Allora dai bucane
ancora tante! Anche Marco deve bucare... dai prendi il punteruolo con la
manina... guarda ... così e poi ... puc,
puc, puc, facciamo tanti buchini ... ce
la fai da solo? Sai pigiare forte...
B.:Guarda quante ne ho fatte! Simona
guarda!
I.: Brava Nives, fanne dappertutto, un
po’ di qui, un po’ di là, riempiamo di
buchini... forza, forza...
Ma la filastrocca delle stelle la sapete?
B.:Sì, la sappiamo.
I.: La sapete? Come dice?
B.:Tutti insieme: stella stellina la notte
s’avvicina... ( la recitano tutta)
I.: Ma le stelle vanno a nanna?
B.:No, stanno sveglie.
I.: Di che cosa saranno fatte le stelle?
B.:Di bianco...
B.:Di luce.
B.:O di fuoco perché viaggiano forte
come il fuoco.
B.:O forse come le scintille che vanno
nelle foglie.
B.:Ma io non so nemmeno dove vanno...
B.:Girano nel cielo e quella nel mezzo
è la Stella Polare.
B.:Guarda!
I.: Non ancora, bisogna riuscire a bucarle tutte. Come siete bravi, Pietro
anche un po’ quelle piccole si bu139
cano... guarda! Quelle piccole
Pietro! Nel muro... cercate di controllare le zone dove non avete bucato e andate a fare i buchi proprio
lì... guardate Marco come è bravo!
B.:Simona, ma questa qui grossa va bucata?
I.: Lo facciamo col cacciavite a stella...
quella grossa... vai Edoardo... facciamo un po’ di quelle grosse col cacciavitone... guarda io... ci vuole
forza... e una canzone delle stelle
come dice?
B.:Stella stellina...
I.: No, questa è la filastrocca, la canzone
come dice? Tre...
tutti insieme: tre stelline di tutte le sere...
(la cantano tutta)
I.: mentre guarda il lavoro svolto: vai,
Incontro del 2 aprile 2007
I.: Sapete cosa usiamo oggi? Sapete
come si chiama? Lavagna luminosa
perché come vedete manda una
grande luce... ora la spegniamo un attimo, perché vi voglio raccontare un
po’ cosa si fa se no non ci divertiamo
abbastanza.
B.:Si fa l’Orsa, io fo Cassiopea
B.:Io avrei un’idea... perché questo qui
non lo levi e poi lo metti qui sopra e
lo leggi sul muro?
I.: Potrei fare anche quello, ma voi non
sapete ancora leggere,vedreste solo
140
perfetto! Ancora, ancora poi vi passate il cacciavite... Sapete cosa ci
mettiamo insieme a queste mappe?
Una lettera per i babbi e le mamme...
B.:Sìììì
I.: Io ho scritto una lettera ... volete sapere cosa c’è scritto? Marco ha bisogno di un fazzolettino... dai, non
bucare dove non serve...
B.:Simona ma per tutti i lucidi hai usato
quella macchina fotocopiatrice?
I.: È una lavagna luminosa e forse la
useremo ancora... perché è bello,
vero? Sentite la lettera... (viene letta)
E ora mettiamo la vostra mappa
contro la lampada: sorpresa!!!
Insegnante:
Simona Barbetti
delle letterine... allora io ho preparato delle bellissime foto del cielo di
notte, diverse da quelle dell’altra
volta perché... ma Sofia sapeva già di
cosa si parlava...
B.:Si parlava delle costellazioni; dell’Orsa Maggiore e dell’Orsa Minore
I.: Aspettate un po’, non correte
troppo... vi è mai capitato di fare un
gioco, magari quando andate in macchina col babbo o con la mamma
B.:No
I.: Aspetta!Oppure al mare,di guardare
in cielo le nuvole e dire “Questa mi
sembra che somigli ad un omino in
bicicletta, questa mi sembra che somigli ad un cavallo che vola”... lo
avete mai fatto questo gioco?
B.:Sì!, io si. Io sì.
B.:Allora io vedevo nel cielo... vedevo
un mare con un sasso e sopra c’era
seduta una sirena.
B.:Io di notte avevo visto un satellite.
B.:Io, un cavallo.
I.: Bene, visto che qualcuno questo
gioco lo conosce vi voglio raccontare
come gli uomini antichi, questo
gioco che facciamo di giorno, lo facevano di notte; vi ricordate che vi ho
detto l’altra volta che viaggiavano di
notte, guardavano il cielo e per non
perdersi avevano scoperto che
c’erano dei gruppi di stelle che stavano nella stessa posizione... ecco
loro immaginavano che nel cielo ci
fossero addirittura delle figure e per
farlo univano le stelle con righe immaginarie... voi avete mai fatto il
gioco di unire i puntini per scoprire
una figura?
B.:Sì, sì.
B.:Sì, 1, 2, 3... bisogna unire...
I.: Proprio quel gioco lì. Ecco, facendo
quel gioco noi scopriamo delle figure, gli antichi si immaginavano di
unire le stelle e così formavano delle
figure e poi davano loro dei nomi; sapete ne hanno trovate tantissime ...
88... e sono chiamate...
B.:Orsa maggiore, Orsa minore.
I.: Questi sono due nomi... le hanno
chiamate costellazioni... diciamolo
tutti:costellazioni.
B.:Costellazioni.
B.:Una però è chiamata Orsa maggiore e
una Orsa minore perché è più piccola.
I.: È vero, e una l’hanno chiamata Cas-
siopea...
B.:Cassiopea
I.: Guardate, questa è la figura dell’Orsa
come se la immaginavano gli antichi,
questa invece è la figura di Cassiopea... guardate! Cassiopea era una
regina, Irma guarda, con una stella in
fronte, una stella sul trono, una dove
sta piegata e una stella ai piedi...
dunque Cassiopea era una regina vanitosa.
B.:Che vuol dire?
I.: Che stava sempre allo specchio e diceva “come sono bella!”oppure “voglio mettermi questo anello per essere più bella”; “mi voglio truccare
così anche con un po’ di rossetto”;
“sono proprio la più bella di tutti!”...
Gli uomini del suo tempo decisero di
darle una specie di punizione immaginandola nel cielo seduta, perché
quando il cielo girava e le stelle cambiavano posizione la si vedeva con la
testa in giù e le gambe per aria...
perché le stelle ruotano nel cielo...
solo una sta ferma...
B.:La stella polare.
I.: Così le vediamo delle volte così,
delle altre così... è come se il cielo
fosse un ombrello, un grande ombrello! Avete mai provato a girare
l’ombrello quando è aperto?
B.:Io sì, io sì.
B.:Io faccio così.
I.: Ecco, proprio così gira il cielo... e ora
siete pronti? Tutti con gli occhi alla
parete perché vi voglio far vedere...
ecco questo è il cielo...
B.:Bello! Bello!
B.:La stella polare.
I.: Non è la stella polare, ma sono stelle
molto luminose... vieni Mattia...
141
questa è la costellazione di Cassiopea... ci sono le stelle grosse... ce
n’è una qui, una qui... Mattia prova a
fare un cerchietto intorno alle stelle
così le vediamo meglio... la vedete?... poi un’altra qui.
B.:Ganzo! Ganzo!
I.: Poi un’altra... ora proviamo a unirle
con le righe come facevano gli antichi... Irma vedi cosa succede?...
Ecco qua!
B.:È la Cassiopea.
I.: È Cassiopea, ora levo la foto del cielo
e a cosa somiglia?
B.:È una montagna.
I.: questa è la mappa che ha fatto Mattia,
vediamo se quella che hanno fatto gli
astronomi è uguale...
B.:È uguale.
I.: Vedete è uguale e somiglia a una
montagna sola?
B.:No, due.
I.: E se la rigiriamo a cosa può somigliare?
B.:A nulla.
I.: Quella letterina che si usa per scrivere viva la conoscete?
B.:Sì, è la v.
B.:La v di viva, la W.
I.: E quante stelle ha Cassiopea?
B.:Quattro.
I.: Sicuro?
B.:Cinque.
I.: Contiamole:1, 2, 3, 4 e 5... ora Mattia
si sposta e viene qui la Tatiana... proviamo a conoscere un’altra costellazione: l’Orsa maggiore che vi era
piaciuta tanto... guardate là... questo
è un cielo più buio... vieni Tati proviamo con un altro colore a fare i tondini intorno alle stelle più grosse: 1...
2... 3... 4... e poi 5... 6... 7...
142
B.:È più grossa questa!
B.:7, non vedo.
I.: Proviamo a unire per vedere che disegno viene... aspetta...
B.:Un quadrato.
B.:Un aquilone.
B.:È l’Orsa quella! L’Orsa maggiore.
I.: Guardate là sul muro che vedete meglio... ecco, non ho messo il lucidino.
Di nuovo, fo sempre questi sbagli,
aspettate che ce lo metto... ora dobbiamo ricopiare tutto... perché abbiamo disegnato sulla foto, invece di
farlo qui... allora cosa vi sembra?
Avete detto un aquilone ... oppure...
B.:L’Orsa maggiore!
I.: Sì, è vero, la chiamiamo così, ma sapete come la chiamano anche? Il
grande carro... eccolo lo vedete che
sembra un carretto?
B.:Sì sì.
I.: L’Orsa maggiore la chiamano anche
il grande carro.
B.:Facciamola camminare.
I.: Prendiamo la mappa degli astronomi, vediamo se è uguale.
B.:Bella.
B.:Ma è l’Orsa minore!
I.: No, è la stessa.
B.:Mi sembra più corta.
I.: È fatta un pochino più piccola... .vedete che bello.
B.:La voglio fare anch’io.
I.: Proviamo a fare l’Orsa minore.
B.:Io non l’ho fatta.
I.: Tutti non si può, ora lo farà... la
Giorgia.
B.:Poi io vero?
I.: Se ne fa un altro, prendetemi il lucido... qualcuno può dare una mano
a quei bambini e li aiuta a vedere le
stelle?... L’Orsa minore ha un cielo
buio buio... vediamo se riusciamo a
vedere qualcosa...
B.:Non si vede.
B.:La vedo.
B.:Di sotto, di sotto.
B.:Bella questa perché la metti di sotto?
B.:Bellissima, è blu.
I.: Mettiamo questa con la descrizione
così la facciamo meglio... l’Orsa minore sembra anche lei un carrettino
ma un po’ diverso...
B.:Provo io!
I.: Vieni Giorgia, 1... 2... 3... poi un’altra
stellina e questa la chiamano piccolo
carro... è fatto... e questa grossa in
fondo sapete cos’è?
B.:La polare!
I.: Bravo Mattia, proprio quella! Guardate ecco qua!
B.:Verde!
B.:L’abbiamo fatta col verde.
B.:Io, io, dai io.
I.: Questa è la nostra mappa e questa è
degli astronomi...
Ora però non ne facciamo più perché
i bambini piccoli si stanno anche un
po’ annoiando... sapete che si fa...
proviamo a costruirle noi...
B.:Io voglio fare la maggiore.
I.: Ognuno trova una tavoletta... venite a
vedere... vediamo se c’è per tutti, fate
scorrere i piccoli laggiù in fondo... venite... Massimiliano vieni... c’è un posticino per ogni bambino?... piano,
piano non lo tirare Mattia... c’è un posticino per te qui... Adesso vediamo se
le riconoscete le vostre mappe, Mattia
ti prego, aspetta un attimo perché ho
bisogno di bambini grandi... aspettate! Non sapete ancora cosa c’è da
fare... dai Mattia... Giorgia aspetta un
attimo, Giorgia per favore! Se non sai
che si fa... guardate un po’ questa
mappa qui a quale somiglia?
B.:L’Orsa minore.
B.:No, l’Orsa maggiore.
I.: Ecco, l’attacco qui e vi dico cosa si
può fare con quei chiodini... immaginiamo che i chiodini sono le stelle,
sono gialli e di varie misure:stelle
grandi, chiodini grandi, stelle piccole
chiodini piccoli... cercate di rifare
sulla tavoletta queste figure,mettendo solo le stelline
B.:Ma anche quelle degli altri?
I.: Potete scegliere quelli che volete...
chi vuol fare Cassiopea, dov’è la sua
mappa?
B.:Qua.
I.: Quanti chiodini serviranno per fare
Cassiopea? Quante stelle ha?
B.:Cinque, cinque.
I.: Ora attacco anche l’ultima che ha
fatto Giorgia che è per l’appunto...
B.:L’Orsa minore.
I.: Tu, Tatiana quale hai scelto?
B.:Questa!
I.: L’Orsa maggiore, e tu Irma quale
fai?....guarda se lo metto qui...
Giorgia stai mettendo troppi chiodini, bastano i tondi, quale vuoi fare?
Quale hai scelto?
B.:Questa.
I.: Dove ha le stelline... una qui, una qui,
una qua e poi c’è quella specie di manico ne ha una qua e poi ne ha una
grossa che è la stella polare.
B.:Io non ce l’ho
I.: Piano Damiano se no cadono i chiodini... ne servono cinque o sette...
vedi Giorgia il tuo lo riconosci?...
Interruzione della registrazione.
143
Incontro del 16 aprile 2007
I.: Quando viaggiavano gli uomini antichi, di notte, guardavano il cielo
perché erano molto...
B.:E poi si difendevano...
B.:Con la clava
I.: Sì, avevano anche la clava, ma
quando viaggiavano tranquilli guardavano il cielo per vari motivi... per
non perdere la strada, perché avevano capito che alcune stelle stavano
sempre in un punto soprattutto la
stella polare; allora loro seguendo la
stella polare non sbagliavano la
strada nel loro viaggio e si trovavano
dove volevano andare... poi avevano
immaginato delle figure nelle stelle
che avevano chiamato costellazioni... Avete mai sentito parlare di
costellazioni?
B.:Io no.
B.:Io sì.
I.: Questa per esempio è una costellazione che si vede facilmente nel cielo,
è fatta di 5 stelle... 1... 2... 3... 4... 5...
e l’hanno chiamata Cassiopea... Cassiopea sapete era una regina molto
vanitosa che voleva essere sempre la
più bella e gli antichi che la conoscevano hanno detto: “ora ora gli facciamo un bello scherzo: diciamo che
Cassiopea è quella che sta nel cielo
seduta sul trono e siccome nel cielo
le stelle girano Cassiopea qualche
volta era seduta così e qualche volta
invece stava con la testa in giù e i
piedi per aria e la prendevano un po’
in giro: “guarda guarda in che posizione si trova ora la regina”...
Il cielo girando l’aveva fatta mettere
a testa in giù e i piedi per aria... poi
144
per le stelle continuano a girare girare... pensate un po’ come un grande
ombrello con nel mezzo la stella polare e intorno le altre stelle che girano... avete mai provato a girare
l’ombrello?
B.:Come a Natale.
I.: Già come a Natale,quando si girava
l’ombrello... Immaginate il cielo
come un grandissimo ombrellone in
cui le stelle girano e cambiano posizione e delle volte si vedono in un
posto e delle volte in un altro... Oggi
parliamo di Cassiopea e dell’Orsa
maggiore e...
B.:Dell’Orsa minore!
I.: E dell’Orsa minore che è più piccolina e cerchiamo di trovarle nel cielo
nelle foto fatte sui lucidi della lavagna
luminosa...guardate tutti il muro che
arrivano le immagini... ecco qua...
mettiamo un po’ più giù così vedete
meglio... ma non troppo se no cade...
cominciamo con Cassiopea... questa
è una foto del cielo di notte.
B.:Uuu!
B.:Bello!
I.: Vedete che ci sono delle stelle piccole e delle stelle più grandi... ora
proviamo a disegnare un tondino intorno alle stelle più grandi...
I.: Anch’io.
I.: Sofia ora lo fa lui... dove vedi la stella
ci facciamo un tondino... vedete che
arrivano i tondini... 1 in alto... 2... poi
3... 4... 5... ora proviamo a unire... lo
avete mai fatto quel gioco che si uniscono i puntini e i numeri per formare
delle figure?... forse i bambini più
grandi l’hanno fatto... uno lo avete
fatto anche con Daniela... si formava
una paperella ad unire tutti i puntini...
guardate là che si vede nel muro...
ecco una foto del cielo...
B.:Bello!
I.: A cosa somiglia questo?... questa è
Cassiopea e per vederla meglio abbiamo unito le stelle con le righe...
questo è quello che ha fatto la Rossalinn, questa invece è quella degli
astronomi... guardate: è uguale.
B.:Sì, sì.
I.: Come si chiama questa costellazione?
B.:Cassiopea.
B.:Cassiopea.
I.: Adesso proviamo a far lo stesso
gioco, viene Daniele questa
volta,con l’Orsa maggiore... vediamo se la riconosciamo... giratevi
guardate la... l’Orsa maggiore che
somiglia ad un carretto... qui il cielo
è più scuro, guarda Sara qui è più
notte buia... aspetta che devo mettere
un lucido se no poi si sporca anche
questo... prova a fare dei tondini intorno alle stelle più grosse... guardate
se vedete arrivare i tondini lassù 1...
2... 3... 4... 5... 6... 7... sapete come
hanno chiamato questa Orsa anche?
Il Grande carro... unisci con le
righe... vediamo se è davvero un
carro... così... bravo qui e qui e qua;
ora levo la foto della notte e ... eccolo!
B.:Bello!
I.: Orsa maggiore... proviamo a dirlo
tutti questo nome.
B.:Orsa maggiore.
I.: E guardiamo se gli astronomi... ma
scusate perché non guardate sul
muro... guardiamo se gli astronomi
l’hanno fatta uguale a noi... vedete?
È uguale!
B.:Sì, sì.
B.:È fatta un pochino più grande ma è
fatta uguale a questa... è... l’Orsa
maggiore.
I.: Adesso vediamo l’Orsa minore che
ha anche la stella polare... viene
Tommaso a fare questa...
B.:E io poi...
I.: Vediamo, tu farai un’altra cosa...
l’Orsa minore è più difficile... vediamo se la trovo. Prendiamo
questa...
B.:Com’è?
I.: Mamma mia qui c’è troppo buio, vediamo se la trovo qui...
B.:Ma quante sono qui!
I.: Qui sono due, l’Orsa maggiore e
l’Orsa minore... proviamo a farla,
prendiamo un altro colore... prendiamo il verde... devi fare tondini
piccoli... quella... poi questa...
B.:Non si vede!
I.: Ci sono quelle tre... unisci il carretto
1, 2, 3, 4... dovete guardare il muro!
B.:Si vede la mano...
I.: Si vede la mano, ma ora arriva la figura... dateci tempo... guardate ora
tolgo la notte e arriva...
B.:Bello!
I.: Il piccolo carro!... vediamo gli astronomi come l’hanno fatta... è un po’ più
grande noi abbiamo un carrettino piccolo... loro un po’ più grosso, ma
uguale... questa è l’Orsa minore e
questo stellone quassù sapete cos’è?...
è la stella polare che sta proprio in
mezzo del cielo... adesso sapete che si
fa? Ci spostiamo e proviamo... aspettate che vi dico che si fa... .non usate
nulla... cerchiamo di trovare il posto
per sedere... Rossalinn per favore...
dobbiamo spostare questa panca... voi
145
scorrete in fondo, all’ultima tavoletta... Daniele aiuta i più piccoli... lì
c’è un posto vuoto... Luna scorri... vai
all’ultimo... scorri Sara... scorri
Olga... qui Giulia... qui si può mettere
una seggiolina... qui ci può entrare
Giada... allora in questa può venire
Lorenzo... cerchiamo di organizzarci... e questa è per Melissa... vediamo se attacco anche le vostre
mappe... riconoscete dove le devo attaccare?... questa è l’Orsa maggiore...
dove la metto? Vicino a quale?
B.:A quella!
I.: Bravissimi! Voi ora dovete pensare
che quei chiodini gialli sono le
stelle... avete pensato?
B.:Sì.
I.: Quei chiodini gialli sono le stelle...
poi dovete scegliere quale costellazione volete riprodurre.
B.:Io, la rossa.
B.:Io, blu.
B.:Anch’io quella blu.
I.: Potete anche scegliere la stessa, non
bisticcia nessuno, potete scegliere...
B.:Anch’io rossa.
B.:Allora io sono quella verde.
I.: Orsa maggiore, Orsa minore, Cassiopea... .sapete come fare?.....dove
c’è un tondino, mettete un chiodino...
va bene?.....quindi quanti chiodini ti
servono?
B.:7 soli.
I.: Hai capito?.....non mi pare... Lorenzo
hai
capito?.....tu
cosa
hai
fatto?....Cassiopea! Bravo!...le hai
fatte così perché erano più piccole e
più grandi? Se no puoi cercare chiodini più uguali...
B.:Maestra!
I.: Che c’è?....io non ho detto di riem146
pire le righe, ma di mettere solo i
puntini stella... le righe le abbiamo
fatte solo per vedere meglio la
forma... vedete?
B.:Maestra ho trovato questo...
I.: Perché ci sono stelle piccole... e si
possono mettere quelli... hai fatto
Cassiopea... brava... guardate come
è brava Rossalinn... guarda hanno
scelto Cassiopea... quale vuoi fare?
B.:Quella rossa.
I.: Quella rossa? Allora dobbiamo cominciare a mettere un stellina... .
B.:Io quella verde.
B.:No, io quella verde...
I.: Poi ne mettiamo un’altra... poi facciamo questa... 4 mettile per fare il
carretto... il grande carro, la chiamiamo quella... fai vedere... bella
Olga, qual è la tua?... hai fatto Cassiopea.
B.:La mia è quella verde.
B.:Io la porto a casa.
I.: La porti a casa?
B.:Sì.
I.: Hai fatto l’Orsa minore, quella
verde?
B.:Io voglio fare quella blu.
B.:Io voglio fare quella verde.
I.: Soprattutto per i bambini grandi ho
preparato questo gioco... su questo
foglio ho fatto dei puntini... voi potete scegliere dei colori e fare le costellazioni a fantasia... però non dimenticate questo schema perché
dopo incolliamo le stelline... allora
Tommaso va a fare questo gioco...
Lorenzo... Rossalinn... “disegno la
mia costellazione “ c’è scritto... voi
restate qui che facciamo il collage...
poi ci scambiamo... qui siete liberi...
potete inventare quello che volete...
animali, forme, case ... quello che volete... a fantasia vostra... io qui vi
metto quelle che avete visto prima,
ma voi fatene di vostre... le costellazioni hanno tanti nomi... il cane ... il
cigno... la giraffa... il serpente ... il sagittario... cambiate anche i colori...
ne fate una viola... una gialla.
B.:Maestra ho finito.
B.:Ho finito.
I.: Ora vi faccio fare un altro giochino...
restate al vostro posto... sapete che i
chiodini non si possono portare a
casa... allora ho preparato dei cartoncini dove invece incolliamo queste
stelline brillanti che noi possiamo
portare a casa.
B.:Bello!
I.: La nostra costellazione... liberiamo il
tavolo dai chiodini... poi si prova...
B.:Si mette tutto qua dentro?
I.: Sì,grazie... mille grazie.
B.:Simona, si possono anche colorare?
I.: No, non importa che siano colorate...
però se fate qualcosa di particolare
potete anche colorare... finite che poi
ci scambiamo... Olga ecco il tuo cartoncino, grazie Giada!
B.:Si fa anche per la mia mamma?
I.: Dietro il cartoncino c’è la lettera per
la mamma...
Incontro del 2 maggio 2007
I.: Oggi vi voglio raccontare una storia
bellissima ma prima dobbiamo trovare un posticino per Mirco e Mattia.
Qui, qui, vieni qui. Vogliono stare
qui, in piedi, stai vicino a me? Va
bene... allora...
B.:Anch’io qui!
I.: Vieni, amore, allora... ascoltate
eh?...C’era una volta un bambino che
quando andava in macchina col suo
babbo e la sua mamma si divertiva a
guardare le nuvole e si immaginava
che le nuvole avessero delle forme
strane e diceva: “Mamma, questa nuvola mi sembra un cavallo!” C’era il
suo fratellino che diceva: “Ma no, a
me sembra un uccello che vola!”
Ognuno con la sua fantasia può immaginare delle cose diverse... invece
un altro bambino sapeva fare un
gioco: quando gli capitavano dei
puntini, si divertiva a unire i puntini
con una matita o con un pennarello
così da formare delle figure.
Voi li avete mai fatti questi giochi?
B.:Sì.
I.: Il gioco dei puntini lo avete fatto?
B.:Sì!
I.: Immaginare le nuvole nel cielo che
hanno forme strane?
B.:Sì.
I.: E i giochi come questi... gli uomini
antichi... l’arcobaleno!
Questa è una foto del cielo di notte e
gli uomini antichi immaginavano che
unendo le stelle con delle linee si formassero delle figure e siccome viaggiavano tanto di notte e avevano tanta
fantasia, pensavano che nel cielo ci
fossero tante e tante figure, guarda
Greta! Ne hanno scoperte 88 e le
hanno chiamate con i nomi più strani:
il Cane, la Giraffa, il Leone, l’Orsa, i
Gemelli, poi gli hanno dato i nomi di
personaggi antichi come Cassiopea,
Orione, Pegaso, e hanno chiamato
queste figure “costellazioni”.
Adesso ve le faccio vedere... puoi
dare la mano a Mattia che forse vi147
cino a te sta volentieri...
Guardate, che vi faccio vedere le foto
con quella lavagna lì; guardate
perché arriva una tanto bella.
B.:Bella!!!!
I.: Cosa sembrano quelle lì?
B.:L’arcobaleno!!
I.: L’arcobaleno ormai lo vedete dappertutto. Le stelle più grosse sono dei
meteoriti.
B.:Maestra, Mattia piange.
I.: Vieni, vieni vicino a me... guarda che
ti metto su questa seggiolina così vedi
bene il cielo in alto... guarda come
vedi bene il cielo da qui. Ora voglio
un bambino grande, vieni Pietro, vieni
e proviamo a disegnare, come facevano gli antichi, la mappa di queste
stelle che sono la Costellazione di
Cassiopea. Dobbiamo fare un giro intorno a quelle più grandi... 1, 2, 3...
guardate la parete che vedete i puntini... 4... e 5. Ho sbagliato, non ho
messo il lucido, ora lo rifacciamo,
anche le maestre sbagliano... 1, 2, 3,
4, 5. Adesso dobbiamo unirli con delle
righe... stiamo facendo come gli antichi e come gli astronomi quando vogliono disegnare le mappe del cielo.
B.:Le montagne?
I.: Somiglia alle montagne e questa è la
mappa di Cassiopea come l’hanno
fatta gli astronomi. Guardate, è
uguale.
B.:Sì, sì!
I.: Sembrano delle montagne ma anche
le letterine per scrivere “viva”... dovete guardarla là... sì, anche mettendola una sull’altra... lo vedete sulla
parete?
B.:Viva!
I.: Questa è Cassiopea, ditelo anche voi.
148
I. e B.: Cassiopea.
I.: Ora ve ne faccio vedere un’altra. Vi
faccio vedere l’Orsa Maggiore... ora
la ricostruiamo e viene un altro bambino... viene Giorgio...
B.:Io... io... anch’io...
I.: Ora la facciamo con un altro colore,
vediamo il rosso... vi prego di guardare là... Attenzione, vedi Giorgio
che ci sono le stelline più grandi...
prova a fare un cerchio... lo sapete
che l’Orsa Maggiore ...
B.:Io la vedo!
I.: L’hanno chiamata anche Il Grande
Carro... oh no! Ho risbagliato! Bene
rifai li sopra. Il Grande Carro e ora vi
faccio vedere perché... unisci le
linee... da qui a qui... vedete che
sembra un carretto e il manico ... qui,
qui e qui... ora è finito, guardate...
cosa sembra?
B.:Sì, un carretto!!
I.: Vediamo se somiglia al nostro,
quello degli astronomi..
B.:Davvero!!
B.:Ma non sembra un’orsa!
I.: Non sembra un’orsa infatti avevano
molta fantasia.
B.:Posso farlo ora io?
I.: Sì, vieni Matteo che ora facciamo
l’Orsa Minore.
B.:Minore?
I.: Sì, vedi che questa ha già la mappa
un po’ preparata... Prendi il verde...
i bambini mi hanno detto che somiglia al carrello per fare la spesa...
B.:Per portare la roba!
I.: sapete, quella che sta disegnando ora
è la Stella Polare... questa qui è la
Stella Polare... anche qui e anche qui...
Il nastro si interrompe.
Incontro del 19 maggio 2007
Maestra: Vi è mai capitato di vedere in
cielo le nuvole e di pensare che sembrano delle cose particolari... una nuvola...
Bambino: Io, una volta che andavo a...
avevo visto delle nuvole che sembravano i sette nani.
B.:Piange.
I.: Non piangere Sofia, che è successo,
vieni qui; io, una volta, ho visto una
nuvola che mi sembrava un cavallo...
a voi è capitato di vedere qualcosa di
speciale?
B.:A me, una volta, sembrava un uccello
I.: Questa cosa la facevano anche gli uomini antichi di notte, guardavano le
stelle e poi si immaginavano come se
fossero unite da linee... sapete che è
successo? Hanno pensato di unire le
stelle con le linee e si sono immaginati delle figure! Voi avete mai fatto
il gioco di unire i puntini?
B.:La Sofia ci ha un libro e c’era una papera di puntini che poi è diventata
una papera.
I.: Una papera... ecco un gioco di questo
tipo, gli antichi lo facevano con le
stelle... ma ora vi faccio vedere... con
questa macchina... ci dobbiamo spostare un po’... Sofia si può sedere
qui... venite spostatevi pure bimbi...
B.:Ih, ih, ih,
I.: Guarda non spengo la luce Sofia... è
come il cinema... vediamo cosa
vedi... non fare le ugge... guarda
bello! Adesso ti faccio vedere una
foto del cielo di notte, guarda un
po’...
B.:Bello!
B.:L’arcobaleno, lì.
I.: Dove lo vedi?
B.:Lì sotto...
I.: Ci sono i riflessi della luce... Guardate! Vedete questa stella? Com’è?
B.:Piccola.
I.: Riuscite a vedere se ce ne sono di più
grandi?
B.:Ci sono anche piccole piccole.
I.: Tra quelle piccole piccole ce ne sono
alcune più grandi... se io metto una
cosa qui sopra e poi faccio dei pallini
dove sono le stelle... poi vorrei chiedere a Siria se può unire questi puntini... vieni che te lo tengo fermo...
comincia da quello... ecco... poi giù...
lo vogliamo rifare? Perché è venuto
un errorino... perché non avevamo
capito bene... attenti che sembrano
dei percorsi... si può rifare... fai un
tondino, poi un altro... lo sapete come
si chiamano queste stelline? Questa
è una costellazione! Provate a dire
anche voi questa parola...
B.:Costellazione!
I.: Le costellazioni sono queste figure:
gruppi di stelle dove gli antichi
hanno visto delle figure... questa è
quella che abbiamo fatto noi...
B.:Uh, uh , uh.
I.: Adesso Sofia vedrà una cosa bellissima... perché, guardate... questa è
quella che abbiamo fatto noi e questa
è quella degli astronomi... confrontiamo... mettiamola sopra... è uguale,
solo un pochino più storta... e questa
è la costellazione di Cassiopea: provate a dirlo anche voi.
B.:Cassiopea.
I.: Cassiopea... guardate quante stelle
ha questa costellazione: 1,2,3,4,5.
Cinque stelline! A cosa assomiglia?..
Cosa sembra?
149
B.:A delle montagne.
B.:Degli orecchini.
I.: E se la mettiamo così?... a una letterina...
B.:Alla doppia v.
I.: Bravo Paolo, alla doppia v; infatti
Cassiopea si riconosce bene in cielo
perché ha questa forma così facile,
assomiglia ad una doppia v. Dopo vi
voglio raccontare chi era Cassiopea... ora si passa ad un'altra costellazione sempre facile, vediamo se
ci riesce tracciare anche questa... .eccole qui. Qui ne vediamo addirittura
due... guardate un po’... vedete da
questa parte ci sono.
B.:Sì, le vedo!
I.: E di qua ancora...
B.:Sì.
I.: Vogliamo provare a rifare quello che
abbiamo fatto prima? Forse lo facciamo meglio su questa... guardate
qui si vede ingrandita, ancora più
grande... ora prova la Marta... mettiamo il lucido e la Marta prova...
com’è qui il cielo luminoso o molto
buio?
B.:Molto buio!
I.: È proprio buio, facciamo dei pallini
intorno alle lucine... 1, 2, 3, 4, 5, 6 e
7. Adesso Marta prova ad unirle,
cambiamo il pennarello che quello
non funziona tanto bene... questo non
fa per niente... proviamo questo...
cosa vi sembra?... ora levo il cielo
scuro...
B.:È blu.
I.: Ma cosa vi sembra?
B.:Quello lì mi sembra un rettangolo e...
I.: E questo? Sapete come si chiama
questo?
B.:È l’Orsa Maggiore.
150
B.:Nel film della Barbie del lago dei
cigni c’è proprio questa forma qui.
I.: È la costellazione dell’Orsa Maggiore, sapete come la chiamano
anche? Il Grande Carro! Vedete che
sembra un carretto?
B.:Sì, ma anche un cucchiaio.
I.: A te cosa sembra?
B.:Una carrozza, un carretto.
I.: Guardate se questa somiglia a quella
che abbiamo fatto noi.
B.:Sì,sì.
B.:Però è più bellina questa.
I.: È un po’ più bella, ma siamo stati
bravi anche noi.
B.:Quello lì non funzionava.
I.: È vero il pennarello funzionava
poco... ora ve ne faccio vedere
un'altra, che ha quasi lo stesso nome:
si chiama Piccolo Carro o anche Orsa
Minore.
B.:Guarda,è un carrello! Da qua su ti
tieni con le mani, e giù ci metti la
roba.
I.: Davvero, come quello del supermercato.
B.:Ci sono le ruote sotto.
I.: Qui ci sono anche i nomi delle
stelle... questa in alto dove Siria dice
che è il manico è la Stella Polare...
Andrea,non ti interessa?
B.:Sì.
I.: Allora vieni a vedere, la Stella Polare
sta proprio nel mezzo del cielo e tutte
le altre stelle girano un po’ intorno e
delle volte le vediamo diritte e delle
volte le vediamo un po’ arrovesciate,
ma queste tre nel cielo le vediamo
sempre...
Adesso ve le faccio rivedere grandi,
questa qui che ha fatto la Siria si
chiama... Cassiopea, ditelo anche voi
B.:Cassiopea!
B.:Chiassopea!
B.:Ha detto Chiassopea!
B.:E questa Grande Carro.
I.: È vero, anche quello lì è un carretto,
l’Orsa minore o piccolo carro... Oggi
conosciamo queste tre, ma le costellazioni sono tantissime nel cielo, gli
astronomi ne hanno disegnate 88,
due volte 8.
B.:88? Sono mille!
I.: E hanno tanti nomi buffi: il cane, il
serpente, Orione, i gemelli, i pesci...
tanti nomi buffi!
B.:E lì cosa c’è scritto?
I.: Adesso vediamo... venite qua a
questo tavolino e accendiamo la
luce... guardate come hanno immaginato l’orsa gli uomini antichi, loro
se la immaginavano così come un
orso vero...
B.:Ma non è uguale a quella lì.
B.:Questa è più grande e questa è più ...
B.:Più piccola e non c’è questo
I.: Questa, guardate...
B.:È la regina!
I.: È la regina Cassiopea, vedete le stelline che abbiamo visto noi?
B.:Sì,sì.
I.: Hanno immaginato che fosse una regina seduta sul trono, la regina Cassiopea era molto vanitosa, voleva essere bellissima e combinava un po’
di guai, dava noia a un po’ di ragazze,
voleva essere la più bella di tutte... un
po’ come la regina di Biancaneve...
B.:È brutta quella regina.
I.: Questa però, ad un certo punto
l’hanno punita, l’hanno messa seduta
sul trono nel mezzo del cielo e così
quando gira delle volte la possiamo
vedere anche con la testa all’ingiù.
B.:Capovolta!
I.: Capovolta, quando girano nel cielo
tutte le stelle ... perché noi dobbiamo
immaginarci il cielo come un grande
ombrello sopra di noi che gira gira...
avete visto che qualche volta lo giriamo l’ombrello?... Cassiopea,
qualche volta la vediamo anche volta
in giù!
B.:Capovolta!
I.: E gli antichi ridevano e dicevano:
ben gli sta! Ora sta un po’ col sedere
in sue la testa in giù, quella vanitosa
della nostra regina!
B.:È bellina però.
B.:Questo è il grande carro, vero?
B.:Quale grande carro?
B.:È l’Orsa , la grande Orsa.
B.:L’Orsa Maggiore.
I.: Davvero! Però avevano fantasia...
B.:Ma lì io vedo un uomo...
I.: Perché questi sono i gemelli, ma ce
ne sono altri personaggi, perché nel
cielo ne vedevano tanti... io ne ho
portati solo tre. Sapete cosa possiamo fare adesso? Possiamo prendere le tavolette e provare ad infilare
i chiodini in modo da rifare Cassiopea o il carro... un attimo che ci organizziamo...
Cercate di prendere i chiodini e di rifare la costellazione,potete usare
chiodini più piccoli o più grandi...
vediamo chi ci riesce... Vieni Andrea
qui, così stai più comodo, se no non
c’entri.
Vediamo come sono buffe le nostre
mappe, se ci mettiamo dietro un foglio bianco le vediamo ancora meglio...
B.:Ho fatto!
B.:Hai!
151
I.: Fammi vedere, Cassiopea? Bravo
Paolo... Aspettate che voglio farvi
una foto mentre fate la costellazione... cerchiamo di metterli bene...
no,non rovesciate... ora metto una
carta anche qui così vedete meglio.
B.:Vedi come è piccolissimo, piccolissimo, non si vede neanche.
I.: Fai vedere? Marta comincia dai!
Quale vuoi fare? Quale ti piace di
più? Il Carro o Cassiopea?
B.:Il carro.
I.: Allora comincia dal fare il carro... ne
metti uno qui, poi uno qui,poi uno
giù e fai quello che hai detto.
B.:Sembra un rettangolo...
I.: Paolo mettilo giù se no nella foto non
riesco a vedere
B.:Grande!
I.: Bene Alessia, guarda che le stelle
non sono tutte intorno, prova a metterle in mezzo come fanno Siria e
anche Elena, bravissima Elena...
puoi fare il Carro se vuoi...
B.:Io voglio fare questo.
I.: Cassiopea, bravissimo! Ti è venuta
proprio bene.
B.:Non si vuole mettere qui dentro...
I.: Ecco, quando lo avete fatto possiamo
proprio dire che è finito.
B.:Il mio non vuole entrare qua dentro...
I.: Prova con un altro di questi..
B.:Il mio si, guarda!
I.: E poi c’è da fare il manico del carro.
B.:Ho finito maestra!
I.: Che bello, brava Siria.
B.:È il Carro.
I.: L’Orsa Maggiore hai fatto... Ora ci
dividiamo in due gruppi perché ho
due proposte per voi, una è qui... ho
preparato un bel cielo blu e delle stelline da incollare, guardate come sono
152
carine... .quello che avete fatto sulle
tavolette, potete cercare di rifarlo
qui, va bene? Potete rifare le costellazioni incollando le stelle... vi ho
preparato lì anche le foto così vi aiutano a rifare Cassiopea, il Piccolo o
il Grande Carro.
B.:Io ho fatto il carro, quello lì.
I.: Adesso puoi incollare le stelline...
Facciamo che un po’ di bambini
grandi... tu hai finito? Bene ti puoi
trasferire di qua e anche voi... qui i
bambini possono fare quest’altro
gioco... Abbiamo parlato di unire i
puntini per fare le costellazioni... gli
antichi se ne sono inventate tante
come abbiamo visto, ma anche voi
potete inventarne di nuove unendo
questi puntini; poi mi direte cosa
avete immaginato... qui c’è scritto:
disegno la mia costellazione... Allora
lasciate lì le tavolette e ci trasferiamo
a questo tavolo... i bambini più
grandi vengono qua.
B.:Io ho finito!
I.: Brava Elena,va bene... tanto poi possiamo farli tutte e due... facciamo
prima questo e poi quello... potete
scegliere il colore... ti siedi, scegli un
posticino, scegli i colori che vuoi...
Andrea vieni...
B.:Io scelgo l’arancione!
I.: Potete anche usare più colori, guardate qui ho una foto di bambini che
hanno fatto le costellazioni unendo i
puntini.
B.:Ho fatto!
I.: Bene, benissimo... io vi do questo
pennellino... .
B.:Io non ce l’ho la stella.
I.: Vieni Sofi che incolliamo le stelline... non ce l’hai la stella, ma ora te
la do io... quale vuoi fare Cassiopea
o l’Orsa... mettete intanto le stelline
sul foglio che poi si incollano... vieni
Elena, quale vuoi fare? Provaci...
bravissimi... proviamo a mettere le
stelline, non tante, poche per ogni
bambino. Ora mettiamo la colla... io
metto la colla e tu metti le stelle
sopra... la sai mettere? Facciamo
Cassiopea, mettiamo le stelle sopra
la colla... tu cosa vuoi fare? Cassiopea?
B.:Sì!
I.: Allora cominciamo da qua, Sofia
mettile dove è la colla se no scappano
le stelline... 1 2 3 4 vai, vai... mettine
ancora... adesso faccio una foto ai
bambini più grandi e poi ne faccio
una anche a voi... bellissimo questo
gioco! Vediamo loro invece... .potete
anche cambiare colore... bello Andrea sembrano delle vere costellazioni... Ora ritagliamo il nome della
costellazione e lo incolliamo... ecco
il nome anche per te, Cassiopea... per
te ecco Orsa Maggiore... anche Elena
ha fatto Cassiopea, è un nome difficile... la regina vanitosa... Alessia
ecco... Orsa Maggiore... brava Martina, dietro scrivi il tuo nome.
Siete stati tutti bravissimi... ora
questo lavoro lo portate a casa e si
può fare lo scambio tra i due gruppi...
Incontro del 27 maggio 2007
I.: Vi ricordate che l’altra volta, nella
stanzina di là, vi ho fatto vedere le
foto delle stelle?
B.: Sììì! Belle!
I.: Questa volta ho usato questa macchina. Vi ricordate come si
chiama?... (brusio: “no... si...”)... si
chiama “lavagna luminosa”... non
state troppo vicini e vi farò vedere
ancora delle foto belle grandi di
stelle. Però, se Giulia sta zitta, riuscirò anche a raccontarvi delle cose...
Vi è mai capitato, guardando il cielo,
di vedere delle nuvole?
B.:No... sì... io sì...
I.: Vi è mai capitato di immaginare che
quelle nuvole potevano sembrare
qualcosa... una figura...
B.:A me una nuvola, mentre venivo qui,
mi sembrava una macchina lunghissima.
B.:Quando vado dalle parti, tute le nuvole mi sembrano una strada.
I.: Una volta, a me una nuvola sembrava
un cavallo. Lorenzo, a te è mai capitato di immaginarti delle figure nelle
nuvole?
B.:No.
I.: Ho visto che qualche bambino
questo gioco lo ha fatto. Tu, Alessia?
B.:Ho visto una nuvola che quando andavo a casa della mia mamma sembrava che mi inseguiva e era a forma
di bicicletta.
B.:Certo, era...
I.: Gli uomini antichi, questo gioco che
noi facciamo con le nuvole lo facevano di notte con le stelle. Non c’era
la luce elettrica come ora nelle città
e le notti erano lunghissime. Spesso
dormivano all’aperto, oppure camminavano di notte per fare lunghi
viaggi. Le avevano le macchine, gli
antichi?
B.:No, no, no, c’erano le carrozze con i
cavalli.
153
I.: Ma prima prima camminavano
anche tantissimo a piedi e si immaginavano che delle stelle che erano
vicine tra loro rappresentassero delle
figure. Questi gruppi di stelle vicine
li hanno chiamati “costellazioni”.
Ora ve ne faccio vedere alcune. Ve ne
ho portate solo tre da mostrarvi, ma
ce ne sono tantissime. Le costellazioni che hanno visto gli antichi sono
88; ancora oggi si chiamano con gli
stessi nomi che gli avevano dato nei
tempi antichi (pensate: ogni notte le
stelle ritornano sempre uguali!). Le
costellazioni hanno nomi buffi: Pegaso, Orione, Cassiopea...
B.:Pegaso è il cavallo di Ercole!
I.: Si chiamano Sagittario, Scorpione,
Cane, Giraffa, Serpente... Io ve ne ho
portate tre, di quelle che possiamo
vedere sempre nel nostro cielo.
L’altra volta vi ho parlato della Stella
Polare?
B.:Mmm...
I.: Vi ho detto che era quella che stava
ferma.
B.:Era quella che stava nel mezzo! E il
cielo girava intorno... e lei stava
ferma lì.
I.: Vi faccio vedere qual è la stella polare.
B.:Sta qui!
I.: È in una costellazione che si chiama
Orsa Minore; intanto accendo, ci vedete bene? Alessia, se non ci vedi
perché stai troppo sotto, ti puoi spostare qui dietro, forse qui accanto a
Chiara. Poi, ho bisogno di qualche
bambino grande...
B.:Anch’io! (Giulia)
I.: No, tu ci vedi benissimo lì davanti...
Adesso voglio farvi vedere... ve154
diamo se trovo la Stella Polare, sono
foto fatte col buio, dobbiamo avere
gli occhi buonissimi... Riuscite a vedere dei puntini?
Io ve li indico con la matita: li vedete?
I.: Questo gruppo di 7 stelle (ecco: 1, 2,
3, 4, 5, 6., 7) fanno una costellazione
e quest’altro ancora di 7 (1, 2, 3, 4,
5, 6., 7) ne fanno un’altra. Vedete, in
alto? Questa è la Stella Polare, nella
costellazione che si chiama Orsa Minore; e la prima l’hanno chiamata
Orsa Maggiore. Ma si chiamano pure
Piccolo Carro e Grande Carro...
Però, ve le voglio fare vedere bene!
Guardiamo questa: qui si vede benissimo.
B.:Sì, bella!
I.: Guardate come è bella, la giro. È fatta
con le stelle, è rosa...
B.:Bello!
I.: Vedete qua? (indico con il pennarello)
guardate sul muro 1, 2, 3, 4, 5, 6., 7.
B.:Io quella grande la vedo in basso.
B.:È in basso, anch’io la vedo...
I.: Intorno ad ogni stellina, voi guardate
sul muro: si vede là quello che fa
Alessia. Qui, poi qui, poi qui...
B.:Si vede tutto verde!
I.: E l’ultima qua. E poi, sapete, uniamo
queste stelle: avete fatto mai il gioco
di unire i puntini?
B.:Anche io lo ho fatto!
B.:Io no.
I.: È così che gli antichi si immaginavano le figure. Vedete? Guardate un
po’ qui che cosa si vede...
B.:Come quello... come quello...
I.: Non stiamo a fare i giochi, stiamo a
vedere le stelle... Vieni qui, ferma un
po’? Guardate, lo vedete: sembra
anche a voi un carretto?
B.:Sì, sì...
I.: Bellissimo, si vede meglio. Ora vi
levo il cielo nero così lo vedete meglio ancora. Questo lo hanno chiamato Grande Carro; ma ci hanno immaginato anche un orso con tre cacciatori che lo rincorrevano per ucciderlo: e lo hanno chiamato l’ “Orsa
Maggiore”. Provate a dirlo...
B.:Orsa Maggiore!
I.: Guardatela un po’ perché poi proviamo a rifarla con dei materiali che
ho preparato. Ora ve ne faccio vedere
un’altra bellissima che ha un nome
strano, strano... Chissà se gli astronomi lo hanno fatto come noi questo
schema... guardate, questa è la nostra mappa che abbiamo fatto noi;
guardiamo questa degli astronomi: è
uguale?
B.:Sì, sì...
I.: È uguale! Siamo stati bravi come gli
astronomi!
B.:Noi siamo degli astronomi! Questa si
chiama Orsa... Polare.
B.:No, Orsa Maggiore...
I.: Adesso questo gioco lo facciamo con
un’altra, che si chiama Cassiopea.
Adesso viene Chiara al posto di
Alessia, vediamo se ce la fa anche lei
a fare la mappa. Guarda, Lorenzo,
guarda qui: ci sono 5 stelline, guardate che provo a indicarle: 1, 2, 3, 4,
5, vedete come sono luminose?
B.:Sì!
B.:5 come i miei anni!
B.:Anche i miei...
I.: Questa costellazione si chiama Cassiopea: proviamo a dirlo insieme...
B.:Cassiopea!
I.: Adesso prova ad unire i punti con
una riga: vedete che ha una forma?
Questo non sembra però un carretto... vediamo a cosa somiglia.
B.:Alle onde del mare!... Sì, alle onde
del mare quando è arrabbiato.
I.: Non funziona (il pennarello)! Aspetta
che prendo un altro colore, ho sbagliato, dovevo mettere il lucido!
Faccio io per fare veloce, vediamo
che forma ha: lei ha detto “le onde del
mare”... guardate... oppure, cosa
può sembrare?
B.:È all’incontrario, però, è all’incontrario...
I.: Allora guardiamola così. Cosa
sembra?
B.:Anche un po’ di montagne
B.:O forse una letterina che vuol dire
Viva!, una doppia V, W; o anche una
M rovesciata: bellissima.
I.: Lo sapete ridire questo nome? Cassiopea, Cassiopea, riditelo un po’...
B.:Cassiopea...
I.: Come?
B.:Cassiopea!
I.: Vediamo se anche questa mappa somiglia a quella degli astronomi. Attenzione! Dov’è? Guardate la nostra
e quella degli astronomi: se la mettiamo sopra è proprio uguale.
Guarda...
I.: Siamo stati bravissimi con Cassiopea
B.: (Giulia) Io!...io!...
I.: Adesso ne ho un’altra che si chiama
Orsa Minore: ve la faccio vedere.
Ecco, guardate qua; anche questa somiglia a un carretto. L’ho messa al
contrario! Sapete, alcuni bambini mi
hanno detto che sembra quello del
supermercato: è vero? Questa qua!
Proviamo a fare noi la mappa, vediamo come viene bella. Vieni, Lo155
renzo, rifai qua il disegno delle stelle.
Questo è il Piccolo Carro. Questa è
una stellina... e in cima al Piccolo
Carro c’è quella stella che abbiamo
già nominato: questa è la...
B.:Stella Polare!
I.: Eccola! Allora, come si chiama?
B.:Stella Polare!
I.: Si, e tutta la costellazione si chiama
Piccolo Carro, oppure Orsa Minore.
Perché è più piccola dell’altra. Qui si
vede bene, perché si vedono tutte e
due insieme... vedete... la piccola e la
grande.
B.:Sì.
I.: E nel cielo le vediamo così, delle
volte più dritte e delle volte più rovesciate. Ora, sapete che si fa? Attacchiamo queste mappe alla parete e
venite tutti qua, seduti. Ognuno
prende una tavoletta e dei chiodini e
proviamo a rifare con i chiodini le
stelle delle costellazioni. Mettiamo
qui una panchetta e una seggiolina.
Lorenzo, scorri! Non vedi che c’è
posto? Qui vengono anche altri bambini... Dovete cercare di mettere le
stelle in modo da formare quelle figure; ne scegliete una...
B.:Scelgo Cassiopea!
B.:Le attacco qua perché quelle che abbiamo fatto noi sono più facili.
Questa è...
B.:Cassiopea!
I.: Questa la metto vicino alla sua foto.
L’Orsa Minore e la Grande Orsa o
Orsa Maggiore. Accendo la luce, di
qua.
B.:A me piace farlo con le stelline...
I.: Aspetta... Tu, Chiara, quale vuoi rifare? Hai scelto?
B.:Io ho fatto... questa è la stella...
156
I.: Devi cercare di guardare qui lo
schema per rifarlo: guarda come
sono messe. Se vuoi fare Cassiopea,
devi metterle così, se devi fare
l’Orsa, invece, così. Non importa
riempire le righe, bastano le stelle.
B.:Bello!
I.: Vediamo dove possiamo mettere le
stelle: non dobbiamo rifare le righe,
solo i punti delle stelle; perché gli antichi se le sono immaginate, le righe:
nel cielo non ci sono... Tu cosa vuoi
fare? Hai scelto l’Orsa Minore?
B.:Anch’io!
I.: Bravo Lorenzo. Vedete, potete fare
così come fa Lorenzo e fare solo le
stelle; non importa tutto, tutto. E
poi... va bene: adesso devi fargli
quelle stelline che fanno il manico...
qui...
B.:Guarda...
I.: Brava, anche in mezzo; forza, provate a fare Cassiopea che è facilissima...
B.:Io voglio fare questo.
I.: Guarda Andrea, una stellina qui, una
qua... continua... piano Giulia;
ascolta, usa i piccoli, piccoli. Eccola!
Questa è Cassiopea!
B.:Maestra, è un po’ piccolina!
I.: Così è, qua c’è la stella polare: Lui
l’ha fatto così... Luna, secondo te andava in qua o in qua? Guardalo bene:
per farlo bene così devi mettere il carrello di qua. Adesso che avete fatto...
Lorenzo, non importa fare la cornice,
basta attaccare le stelline. Appena
avete preparato il vostro schema, vi
do il cartoncino blu che è il cielo e voi
cercate di attaccare le stelle proprio
come avete fatto con i chiodini, d’accordo? Bene, Allegra, ti servirà per
attaccare le stelline. Tu hai fatto Cassiopea? Forse ci hai messo una stellina di troppo; vediamo: 1, 2, 3, 4, 5,
una specie di montagna...
B.:Anche il mare...
I.: Vediamo Manuel.. se non riesce lo
aiutate? Il Grande Carro non lo ha
fatto nessuno?
B.:Lo sta facendo Filippo.
I.: Vero che fai quella in mezzo? Come
sta venendo bella! 1, 2, 3, 4, quello è
il Carro grosso, poi c’è il manicone
grosso; questo è il Carretto, vedi
bello? Bastano così, perché sono
poche le stelle delle costellazioni.
Adesso, i bambini che hanno finito
prendono il cartoncino. Dietro il cartoncino ci ho scritto la lettera per i
babbi e le mamme, c’è scritto quello
che abbiamo fatto oggi... Lascialo lì,
quello serve anche a te, Lorenzo, per
vedere dove mettere le stelline. Con
il lapis puoi fare i punti dove incollare le stelline. Guardate che stelle
bellissime!... Fammi vedere. Ora
metti le stelline sui punti, poi incolliamo: bastava un puntino piccolo...
Sono più alte... Ora vi do le stelline...
Andrea per te... guarda: bravo lui!
Adesso incolliamo. Ne hai messe un
po’ troppe Lorenzo.
B.:Anch’io voglio questo qua...
I.: Si mette poca colla... si deve mettere
la colla così: 1, 2, 3 ,4.
B.:Anch’io lo voglio!
I.: Ora lo do anche a te, certo. Vediamo:
bravo! Incolliamo un po’ per volta;
con un pennellino, Chiara, cerca di
farlo come lo hai fatto qui... Guarda
che Lorenzo l’ha fatta... Come si
chiama la tua?
B.:Orsa Minore.
I.: Ora ce la incolliamo; e poi vi do un
altro lavoro... un po’ più larghe, tesoro.
B.:Anch’io!
I.: Ora vengo che da te...
B.:Oggi chi racconta?
I.: Oggi non tocca a noi, noi abbiamo
raccontato l’altra volta.
B.:Voglio la colla!
I.: Aspetta, Giulia. Vediamo come le
mettiamo: vuoi fare Cassiopea?
B.:Sì.
I.: Allora come una montagna, 1, 2, 3, 4,
5, brava, ora metti le stelline sopra la
colla. Anche a Lorenzo... incolla
l’Orsa Minore, poi scrivi il tuo nome:
con il lapis, e poi vai là ci sono cartoncini e si fa un altro lavoro. Vediamo un po’... Le hai incollate tutte?
Questa si chiama Cassiopea: allora si
incolla anche il nome... ti do i nome
Cassiopea, bravissimo. Anche Giulia
ha messo le sue stelline, anche lei
deve incollare Cassiopea. Sapete che
Cassiopea è il nome di una regina
molto vanitosa? Lo prendi? No,
Giulia, basta ora, hai messo troppe
stelline! Basta ora... bravissima! No
moltissime, bellissime! Alessio,
vieni, solo i puntini devi mettere. Tu
puoi andare a disegnare là, adesso ti
faccio vedere che si fa... Quale vuoi
fare di queste? Cassiopea, anche te?
Cassiopea è come una montagna, ci
sono le stelline. In questo tavolo invece si fa un lavoro di fantasia.
Vedete qui: questa è l’Orsa e Cassiopea la regina vanitosa e queste
sono altre figure di costellazioni. Qui
ci sono disegnati tanti puntini, voi
potete unirli come volete e inventare
la vostra costellazione come hanno
157
fatto questi bambini di una scuola
che non è la nostra. Hanno inventato
tante figure, animali, casette... Inventi quello che vuoi, unisci i puntini
e dici “ho fatto un carretto”, “ho fatto
una mappa nuova”...
B.:Guarda cosa ha fatto la Giulia!
I.: Lasciala fare,basta che non rovini
quello degli altri. Ognuno sul suo.
Bravissimo, adesso incolliamo il
nome e poi scriviamo Lorenzo De
Dominicis.
B.:Simo, dove li metto i puntini?
I.: Filippo, ora tocca anche a te: quale
vuoi fare? Questa? Allora, fai due
puntini più in alto... e poi... puoi
guardare e poi decidere. Sara, per favore: 1, 2, 3, 4, 5, metti le stelline poi
metti la colla e incollale. Filippo,
quale vuoi fare di costellazione?
L’Orsa piccola o l’Orsa grande?
Questa? Allora dobbiamo fare i puntini 1, 2, 3, 4, e poi il manico...
B.:Guarda qua.
158
I.: Lorenzo! Questa è la casa e questa è
la stradina...
B.:Maestra...
I.: E poi ci incolliamo le stelline. Sara,
lavora per benino: se ne mette poca
di colla... Incollaci il nome, va bene.
Ora metti la colla dove hai fatto i
puntini; vediamo se viene bene una
qua e una là. Puoi usare un altro pennellino. Anche tu vuoi fare Cassiopea, questa? Allora fai i puntini e
poi metti la colla... E tu, quale vuoi
fare? Puoi fare l’Orsa Maggiore,
guarda, un puntino, un altro puntino... ora incolliamo il nome. Bravo
Manuel. Ora mettete le stelline.
Anche lui fa la sua costellazione: vai
a disegnare. Dov’è la Giulia? Ti
avevo persa. Credevo fossi andata a
fare pipì...
Insegnante:
Simona Barbetti
Impaginazione
C.R.E.D. - Comune di Scandicci
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