Scuola dell’infanzia TURRI a.s. 2006/ 2007 pRogeTTo “gUaRdIamo Il cIelo” Comune di Scandicci Questa pubblicazione racchiude un grande “gioiello” che testimonia come le nostre scuole dell'infanzia continuino ad essere interessanti laboratori di sperimentazione didattica conosciuti a livello nazionale. È possibile “fare scienza” con i bambini? Questa esperienza, che con mio grande orgoglio è stata condotta dalle educatrici del Comune di Scandicci, dimostra come la formazione del pensiero scientifico affonda le proprie radici nella curiosità dei bambini. Chi avrà il piacere di leggere questo lavoro si accorgerà di come sia stato sviluppato nei nostri “piccoli scienziati” il piacere all'osservazione del mondo circostante, alla scoperta e enunciazione del “perché”, fino alla risoluzione del problema. La professionalità delle nostre educatrici ha fatto sì che questo piacere si sia sviluppato attraverso il gioco, l'esplorazione, la manipolazione, l'osservazione, ..., nonché attraverso una precisa scelta organizzativa: l'”intergruppo”. Ciò ha consentito ai bambini di incontrare compagni di età diverse, agevolando il processo di continuità anche attraverso la conoscenza di tutto il corpo docente ed ausiliario. La validità di questa proposta didattica è ulteriormente dimostrata dalla scelta di coinvolgere anche i genitori, che insieme ai loro piccoli hanno giocato alla “scoperta del cielo”, diventando pertanto parti attive del progetto con la costruzione finale di una mongolfiera realmente funzionante. Questa pubblicazione è un grande contributo per chi si occupa di educazione, e non solo: dimostra come i nostri bambini sono perfettamente in grado di osservare, descrivere, comprendere fenomeni scientifici, partendo naturalmente da validi progetti educativi volti a sviluppare la nascita e lo sviluppo del pensiero scientifico stesso. Per l'Amministrazione Comunale, che da sempre sostiene e segue con attenzione i propri servizi all'infanzia, è una ulteriore dimostrazione dell'importanza di investire nella “qualità” della scuola. Mercedes Tamburin Assessore alla Pubblica Istruzione Indice prima parte 1. Introduzione e motivazioni, di D. Sgobino pag. 7 2. Perché guardare il cielo, di D. Becherini pag. 13 3. I laboratori del progetto pag. 15 3.1 Primo ciclo: Laboratorio “Arcobaleno”, di C. Taddei pag. 15 3.2 Secondo ciclo: Laboratorio “Lo spettrometro”, di C. Taddei pag. 17 3.3 Primo ciclo: Laboratorio “Le stelle”, di S. Barbetti pag. 20 3.4 Secondo ciclo: Laboratorio “Le Costellazioni”, di S. Barbetti pag. 22 3.5 Primo ciclo: Laboratorio “Il cielo di giorno e di notte”, di P. Masotti pag. 26 3.6 Secondo ciclo: Laboratorio “I colori del cielo”, di P. Masotti pag. 27 3.7 Primo ciclo: Laboratorio “Osserviamo il sole”, di M. Mazzi pag. 29 3.8 Secondo ciclo: Laboratorio “A cosa serve il Sole?”, di M. Mazzi pag. 31 3.9 Primo ciclo: Laboratorio “Luci ed ombre”, di K. Vaiani pag. 33 3.10 Secondo ciclo: Laboratorio “Le ombre colorate”, di K. Vaiani pag. 36 3.11 Primo ciclo: Laboratorio “L’aria”, di C. Petrini pag. 39 3.12 Secondo ciclo: Laboratorio “L’aria e la sua resistenza”, di C. Petrini pag. 41 4. La documentazione, di D. Sgobino pag. 43 5. Il coinvolgimento dei genitori, di K. Vaiani pag. 49 7. La festa di fine anno, di G. Salvestrini pag. 57 6. Giocare con la scienza……con mamma e papà, di L. Albanese pag. 60 8. Verifica e valutazione del progetto, di F. Migliorini pag. 63 Bibliografia pag. 69 Sitografia pag. 71 Seconda parte Conversazioni e riflessioni tra bambini ed insegnanti durante l’attività di intergruppo pag. 73 1. Introduzione e motivazioni Tutta l’esperienza vuole essere l’occasione per riflettere sui tanti aspetti dell’attività educativa ed in particolare sul “fare scienza”, con i bambini della scuola dell’infanzia. Fare scienza nel senso dell’imparare a chiedersi il perché delle cose,dei fenomeni che ci circondano, con occhio attento e voglia di scoprire. Per poter meglio comprendere la scelta di questo progetto, ci siamo poste delle domande alle quali tentiamo di dare una spiegazione. 1.1. Quali i presupposti metodologici? I criteri per la realizzazione di attività di tipo scientifico, traggono la loro origine da una consolidata formazione del personale, datata ormai 1981, ma continuamente rivista e contestualizzata, in cui il principio ispiratore, ancora oggi più che mai valido, é l’attenzione ai bambini, alle loro conoscenze già acquisite, alla stimolazione della loro curiosità come molla del sapere, alla scoperta d’intuizioni scientifiche già di fatto presenti nei bambini e non utilizzate, allo spazio da dare alle loro parole che diventano confronto d’idee ed accettazione di punti di vista diversi, alla problematizzazione di fatti e situazioni, all’invito ad una ricerca individuale e collettiva di soluzioni creative dei problemi stessi. La scommessa, a nostro parere vincente, è quella di condividere con le colleghe di nuovissima generazione queste conoscenze, per analizzarne ogni aspetto e concordarne modalità d’applicazione, nonché verifiche ed aggiustamenti. 1.2. perché la scelta di fare attività di tipo scientifico? L’introduzione al progetto in parte già lo spiega e tale scelta si motiva nella necessità di ampliare il significato di “educazione scientifica”, com’è possibile no9 tare dalla tipologia delle attività proposte, fino all’accezione di “educazione alla razionalità” con una reale attenzione ai processi d’apprendimento. Le varie esperienze sorprendono ed interessano i bambini perché consuete ma mai vissute con consapevolezza. Significano la possibilità di sviluppare le proprie capacità cognitive attraverso l’acquisizione di concetti ai quali legare la propria esperienza quotidiana (parliamo del comportamento d’alcuni fenomeni, degli oggetti in particolari situazioni, come pure la capacità di risolvere problemi ecc…). Questo tipo d’attività scientifica niente toglie all’osservazione dell’ambiente circostante, alle classificazioni ed alle attività varie che ne scaturiscono, ma vuole compiere un passo in avanti, vuole cioè arrivare a fornire ai bambini gli strumenti per “capire” il mondo che li circonda, attraverso il fare domande e soprattutto il tentare di trovare, attraverso prove ed aggiustamenti, una risposta ragionevole. Le esperienze coinvolgono anche gli altri campi esperenziali proprio per agevolare lo sviluppo armonico di tutte le potenzialità dei bambini e quindi, per gli aspetti relativi alla corporeità, fanno parte delle esperienze i giochi sulla percezione dello spazio, per la coordinazione motoria, la manipolazione di materiali vari, l’espressività mimica ma anche grafico-pittorica. Per gli aspetti linguistici si realizzano giochi per l’ acquisizione di termini nuovi e corretti ma anche l’uso del linguaggio finalizzato alla socializzazione e alla trasmissione d’idee, pareri e conoscenze. Le abilità di tipo pre-matematico si sviluppano attraverso le misurazioni, i confronti di quantità, di peso, la ricerca di codici per la registrazione di dati ecc. L’aspetto socializzante invece è trasversale ad ogni iniziativa, dove si chiede di raccontare, di cimentarsi in previsioni, di confrontare pareri ed opinioni diverse dalle proprie, di aiutarsi vicendevolmente nell’uso di materiali e tecniche espressive, nonché nello stare semplicemente ma allegramente vicini, aspettando il turno per intervenire o per lavorare. 1.3. perché gli intergruppi ? Abbiamo deciso di organizzare un’attività d’intersezione o, come la chiamiamo noi d’intergruppo, per offrire occasioni di relazione giocosa diversa dalle dinamiche della sezione, per permettere a tutti i bambini di uscire dalla propria realtà ed incontrare compagni d’età diverse, in situazioni stimolanti ed emotivamente coinvolgenti per imparare cose nuove. D’altra parte i bambini più piccoli hanno spesso meno inibizioni dei grandicelli nel tentare di mettersi in gioco ed offrono soluzioni a volte estremamente pertinenti. Programmiamo l’inizio dell’attività di intergruppo a partire dal mese di gennaio, proprio per consentire un miglior ambientamento dei bambini nuovi, e soprattutto dei bambini della sezione di nido. Il primo periodo richiede in alcuni casi maggiori attenzioni e qualche coccola in più, soprattutto per i bambini più piccoli, quelli di due anni, che frequentano per la prima volta la nostra scuola; appena è trascorso un po’ di tempo però, notiamo quanta ricchezza di relazioni si va manifestando fra i 10 bambini; osserviamo i più grandi, che fanno a gara a chi si prende cura degli altri, ed i più piccoli che si affidano alle loro manine per spostarsi o per sedersi ad ascoltare, o addirittura per ricevere consigli ed aiuto nella realizzazione degli elaborati. Questa disponibilità al dialogo fra bambini delle varie sezioni è verificabile anche in altri momenti della giornata, nelle routines, nelle attività o nel gioco spontaneo e permette la costruzione di relazioni simmetriche ed asimmetriche tali da arricchire notevolmente le competenze sociolinguistiche. Un ulteriore aspetto, assolutamente non meno importante, che motiva la scelta dell’attività d’intergruppo, riguarda la continuità orizzontale e cioè quella delicata fase in cui un bambino, concluso l’anno scolastico, si trova ad essere inserito in un gruppo diverso, anche solo in parte, dal precedente, dove incontrerà nuovi compagni e insegnanti. L’attività degli intergruppi infatti, oltre a permettere la conoscenza e l’affiatamento fra bambini di diversa sezione, consente anche la conoscenza di tutti gli ambienti e gli adulti educatori presenti nella scuola ed ai quali i bambini stessi si rapportano in modo del tutto spontaneo, nelle più varie situazioni di necessità, tanto da poter dire che ogni bambino “è” in qualche modo “ anche un po’ delle altre maestre”. Succede a volte che un bambino che non ha notato un’insegnante, all’improvviso decida di “adottarla”, proprio in seguito al lavoro condiviso che crea occasioni importanti dal punto di vista affettivo. Nascono così e si moltiplicano le possibilità di scambio di dialoghi, cure, momenti affettuosi fra bambini e adulti non necessariamente della stessa sezione. Questa maggiore disponibilità dei bambini ad affidarsi alle diverse insegnanti e più in generale a tutti gli adulti della scuola, questa maggior conoscenza dell’ambiente, agevola in maniera sensibile l’ambientamento dei bambini nelle sezioni del nuovo anno. 1.4. le ragioni del progetto. Nel curriculum educativo della scuola dell’infanzia l’educazione scientifica è intesa spesso come osservazione dell’ambiente naturale circostante e classificazione in classi, famiglie e specie d’animali, vegetali e quant’altro si riesce a trovare attorno a noi. Si tende a valorizzare l’aspetto classificatorio e linguistico rispetto a quello sperimentale e cognitivo dove il procedere per tentativi e correzioni induce alla curiosità, al ragionamento, alla formulazione d’ipotesi, al confronto di pareri per attivare processi individuali e collettivi di conoscenza. Il progetto “Guardiamo il cielo” vuole proporsi come un’opportunità per compiere esperienze semplici, di tipo scientifico, che partendo dalle conoscenze tacite dei bambini (acquisite spontaneamente nelle più disparate occasioni della vita quotidiana), li porti a ragionare intorno all’elemento “cielo”, spesso trascurato nel cur11 riculum didattico. Un ulteriore importante obiettivo è la scelta di favorire lo sviluppo di relazioni asimmetriche fra bambini e la conoscenza di tutto il corpo docente ed ausiliario, per una migliore socializzazione fra pari e per agevolare il processo di continuità orizzontale. 1.5. obiettivi specifici: Il progetto vuole fornire ai bambini l’occasione per: a) compiere esperienze sensoriali interessanti ed inconsuete. b) osservare il cielo, con le insegnanti e con i genitori, di giorno e di sera. c) ragionare su semplici fenomeni. d) fare previsioni. e) tentare di trovare soluzioni creative a problemi come ad esempio: “ doveva il sole di sera?”, “cos’è l’ombra e come si forma?”, “perché il cielo è azzurro?”. La proposta didattica intende coinvolgere anche i genitori della scuola per collaborare con le insegnanti all’osservazione, insieme ai bambini, del cielo, e per costruire attraverso un laboratorio, una mongolfiera da far partire in occasione della Festa della Primavera, la festa conclusiva dell’anno scolastico. Daniela Sgobino 12 2. perché guardare il cielo? Perché tutto sopra di noi è cielo. Perché il cielo è gratuito, disponibile a tutti sempre, anche nei luoghi e nei momenti più tragici della vita umana. Perché il cielo ci insegna lo scorrere del tempo e ci parla del passato. Perché scoprire il cielo ci permette di creare un rapporto diretto con la natura che può condurci ad imparare a vedere, regalandoci consapevolezze ed emozioni che soltanto le grandi imprese permettono. Perché spesso lo guardiamo senza vederlo. Arrivare a vedere il cielo è un cammino che richiede fiducia nei nostri occhi e nelle nostre emozioni. Richiede di accantonare le verità scientifiche imparate sulla carta, accettando che sia il sole a tramontare, la luna a scomparire e le stelle a muoversi intorno. È necessario cominciare a guardare il cielo liberi, come se lo vedessimo per la prima volta, perché la meraviglia alimenti sempre di più la nostra voglia di scoprire e la nostra gioia nell’osservare, perché sia mantenuta viva quest’innata propensione dell’uomo a fare scienza. Il cielo è un grande strumento, forse il più efficace che la natura ci offra per portarci a comprendere quanto la scienza sia un’espressione della creatività umana strettamente intrecciata all’immaginario e alle emozioni, all’arte e all’espressività emotiva. Da sempre i bambini e le bambine sono naturalmente grandi osservatori del cielo ed è un privilegio poterli accompagnare nelle loro esplorazioni. Solo l’ascolto profondo delle loro domande, delle loro ipotesi e teorie, permette all’adulto che li segue di offrire altro materiale da cui sapranno cogliere nuovi spunti di osservazione, interrogativi ed occasioni di scoperta. 13 Così dal cielo scenderanno i colori: il rosso di un tramonto, il bianco di una nuvola, le meraviglie di un arcobaleno, i diversi colori delle stelle o le diverse tonalità di azzurro. Saranno presenti nei loro disegni, nei loro racconti, nelle teorie che costruiranno e metteranno in comune. Il sole e la luce porteranno con sé le ombre, che diventeranno amiche fedeli e misteriose. L’aria verrà trovata lì, proprio dove non si vede. Si aprirà, insomma la strada ad un contatto con la natura e con se stessi, pieno di curiosità e voglia di scoprire, requisiti indispensabili per raggiungere qualsiasi conoscenza, scientifica e interiore. I bambini sono anche molto generosi e regalano con grande slancio il loro entusiasmo ed il loro approccio alla realtà, riuscendo a contagiare tutti gli adulti che li sanno ascoltare con rispetto. Guardare e vedere il cielo con i bambini di una scuola di infanzia crea senzadubbio un’effervescenza generale. Per questo motivo non mi sono per niente meravigliata quando il 19 maggio di quest’anno, verso le 10 del mattino, ho visto nel giardino della scuola Turri un papà in pigiama ed una mamma in accappatoio e cuffia per la doccia, vagare con il naso all’insù, accompagnati da un gruppo di bambini: stavano riscoprendo il cielo. Daniela Becherini 14 3. I laboratori del progetto 3.1 primo ciclo: laboratorio “arcobaleno” Insegnanti: Chiara Taddei e Daniela Sgobino Bambini: 12-13 per gruppo. Tempi: Un’ora e mezzo sempre lo stesso giorno della settimana. Strumenti: • Tre ciotole trasparenti. • Tre specchietti 15x15 cm. • Tre torce elettriche. • Tre prismi. • Tre fotografie plastificate 40x30 cm. • Fogli formato A 4. • Appendicartelli. • Adesivo colorato. • Acquerelli. obiettivi specifici: • Approfondire il rapporto sole/acqua. • Padroneggiare strumenti quali torcia, specchio, prisma, ciotola, acquerelli. Svolgimento dell’attività: Le insegnanti che hanno condotto l’attività sono state Daniela Sgobino e la sottoscritta, alternandoci. Dopo aver predisposto il materiale su tre tavoli invito i bambini a sedersi sulle panche e spiego loro che quel giorno avrebbero fatto un’attività nuova. Chiedo loro cosa potevano osservare: su ogni tavolo ci sono una ciotola trasparente quasi completamente piena d’acqua, uno specchietto (chiamato “vetro” dai bambini) di cm 15x15, una torcia elettrica (definita dai bambini “lampada” o “lucina”). Invito i bambini a sedersi ai tre tavoli suddivisi per età (un bambino di 2 o 3 anni era sempre affiancato da uno di 4 o 5 perché fosse aiutato). Successivamente, dopo aver oscurato 15 l’ambiente, richiedo ad un bimbo “grande” (4-5 anni) di immergere lo specchietto nella ciotola piena d’acqua; gli altri bambini del tavolo, a turno, impugnano la torcia cercando di dirigere il fascio di luce verso la parte sommersa dello specchio (foto 1). Il primo risultato visibile dell’operazione è della luce riflessa sul soffitto. Cercando di far ragionare i bambini e cercando di non dare loro risposte “preconfezionate” invito i piccoli ad esprimere verbalmente ciò che possono osservare. “Vediamo la luce che si muove!” “È una strana luce!” “Vediamo l’arcobafoto 1 leno!”. Alla parola “arcobaleno” domando ai bambini se l’avessero visto anche al di fuori del contesto scolastico. “Si, in cielo!” “Dopo la pioggia!” “L’arcobaleno si vede con le nuvole chiare”. “Di che colori è formato l’arcobaleno?” E i bimbi nominano i sette colori. Dopo l’esperienza con la bacinella d’acqua (che viene rimossa dal tavolo con lo specchietto) mostro ai bambini i tre prismi di diverse sfaccettature. “Cosa sono questi?” “Sono diamanti!” E ne consegno uno per tavolo. Puntando la torcia sul prisma, sempre in penombra, i bambini anche in questo caso notano l’arcobaleno. Faccio loro notare che quindi c’è più di un modo per ricreare l’arcobaleno “in laboratorio” (foto 2). Come fase successiva mostro ai bambini tre foto in cui si vede l’arcobaleno: in una si vede l’arcobaleno con dei nuvoloni grigi dietro, in un’altra c’è l’arcobaleno con dei monti sullo sfondo e nell’ultima si vede l’arcobaleno con dietro una cascata. Soffermandosi sulla foto della cascata chiedo ai bambini foto 2 cosa possono notare nella foto: la risposta è che l’arcobaleno è vicino all’acqua e i bimbi grandi riescono a ricollegare l’acqua della cascata con l’acqua della bacinella e a fare il parallelo tra la torcia che hanno utilizzato in classe e il sole. “Come abbiamo fatto luce noi? C’è 16 un sole in classe?” “È la torcia!”. Una parte dell’attività si svolge in giardino. Ogni bambino prende un nebulizzatore ma in questo caso l’arcobaleno lo noto esclusivamente io. Alla fine la rielaborazione consiste nel riprodurre su un foglio formato A 4 un arcobaleno utilizzando gli acquerelli; successivamente al foglio applichiamo un appendicartello e abbelliamo il quadretto con una cornice colorata (foto 3). Al termine della giornata ai genitori consegniamo una lettera in cui si spiega l’attività svolta e invitiamo i genitori a riproporre a casa il laboratorio con i bambini. Riflessioni: Anche i bambini più piccoli si sono interessati. I bambini non sono arrivati a spiegare il fenomeno complesso della rifrazione della luce nei sette colori dell’arcobafoto 3 leno, del resto non si trattava di un obiettivo dell’esperienza. Una difficoltà è consistita nel cercare di rendere accessibile anche ai bambini più piccoli un argomento così complesso come questo tramite il linguaggio semplice, la ripetizione dei gesti, ecc. 3.2 Secondo ciclo: laboratorio “lo spettrometro” Insegnanti: Chiara Taddei e Daniela Sgobino Bambini: 12-13 per gruppo. Tempi: Un’ora e mezzo sempre lo stesso giorno della settimana. Strumenti: • Tredici scatole di fiammiferi svedesi. • Cd da tagliare a metà. • Fogli bianchi. • Cartone sottile da tagliare in dischetti. • Stuzzicadenti. • Tappini di sughero. • Colla vinilica. • Pennarelli. obiettivi specifici: • Utilizzare uno strumento insolito come lo spettrometro. • Scoprire nuovi modi per poter vedere i colori di cui è formata la luce. 17 Svolgimento dell’attività: Anche il secondo ciclo degli intergruppi sull’arcobaleno è stato condotto da Daniela Sgobino e dalla sottoscritta. Invito i bambini a sedersi sulle panche. Con i bambini ripercorro l’attività del primo ciclo: noto che tutti si ricordano in particolare l’esperienza delle bacinelle. “Come si fa a fare l’arcobaleno?” “Con l’acqua!” “Lo specchietto!” “La torcia!”. Successivamente mostro loro un cd. “Cos’è questo?” “È un disco!” “È un cd” “Bene. Cosa vediamo?” “Si vede l’arcobaleno sul cd!”. Poi mostro ai bambini uno spettrometro artigianale formato da una scatolina di fiammiferi svedesi con un’apertura sul lato superiore, dentro la quale c’è un cd tagliato a metà; incollato sulla parte rialzata della scatolina c’è un foglietto di carta bianco dove col sole si riflette l’arcobaleno. I bambini sono sorpresi poiché non hanno mai visto uno spettrometro. Ce n’è uno per ciascuno, in tutto ne sono stati costruiti tredici perché il numero massimo dei partecipanti ad ogni intergruppo era di tredici bambini; via via quindi i bambini hanno utilizzato sempre gli stessi spettrometri. Nelle giornate in cui manca il sole utilizzo una torcia che deve essere puntata nella parte opposta rispetto a dove è sistemato il foglio. Con la torcia l’arcobaleno foto 4 non si nota sul pezzetto di carta ma riflesso sul cd e sul viso dei bimbi. Lo spettrometro diventa molto attraente nelle giornate di sole poiché andando in giardino sul foglietto bianco applicato alla scatolina si può notare un bellissimo arcobaleno (foto 4 e 5), direzionando lo spettrometro; a seconda di come lo si muove e a seconda dell’inclinazione della luce, lo spettro solare è più o meno ampio. Faccio notare ai bambini che ci sono, quindi, molti modi di vedere i colori di cui è formata la luce. Dopo aver mostrato loro lo spettrometro e dopo averlo sperimentato invito i bambini e sedersi in due gruppi, uno ad un tavolo (i più grandi, 4-5 anni) foto 5 ed uno ad un altro (i più piccoli, 2-3 anni); ai piccoli do un dischetto di carta suddiviso in spicchi già colorati con i 18 sette colori dell’arcobaleno. Spiego loro che devono incollarlo ad un cartoncino della stessa grandezza; i grandi, invece, hanno a disposizione sette pennarelli dei sette colori dell’arcobaleno per colorare gli spicchi dei dischetti (foto 6). La fase successiva consiste nell’incollare un pezzetto di sughero al cartoncino tondo e nell’infilare nel sughero lo stuzzicadenti. Ed ecco creata la trottola (!), chiamata dai bambini “girandola” (foto 7). Lo scopo è poter vedere tramite lo spettro dei sette colori girati vorticosamente il bianco. Noto che alcuni bambini non sono in grado di far girare la trottola per cui dico loro come fare. Imfoto 6 mediatamente non notano il bianco, ma tentando e ritentando lo notano. “Bambini, questa trottola la portate a casa”. “Di che colore è la luce?” “Gialla!”, “Bianca!”. “In questo caso mescoliamo i colori diversamente rispetto alla pittura, no?” Dalla rifrazione della luce si formano i sette colori dell’arcobaleno (primo ciclo) che poi tornano ad essere luce (secondo ciclo). Riflessioni: Abbiamo potuto notare che le nozioni acquisite lo foto 7 scorso intergruppo erano state introiettate. Sicuramente gli obiettivi che ci eravamo poste sono stati raggiunti: i bambini hanno scoperto nuovi modi per vedere i colori di cui è formata la luce; hanno imparato ad utilizzare uno strumento come lo spettrometro che non è uno strumento di uso quotidiano; hanno potuto intuire così da cosa è formata la luce, argomento che avranno occasione di approfondire in seguito. In questo intergruppo i piccoli non sono stati affiancati dai grandi anche perché avevano acquisito una loro autonomia e una certa padronanza degli strumenti. Chiara Taddei 19 3.3 primo ciclo: laboratorio “le stelle “ Insegnante: Simona Barbetti Tutti gli incontri si aprono con un giro di presentazioni che è importante ai fini degli obiettivi relazionali e di continuità educativa che ci siamo proposti col progetto. Il dormitorio dei bambini del nido, una stanza oscurabile, ha rappresentato il luogo ideale dove poter osservare in gran comodità la volta del cielo. L’insegnante ha ricreato un originale planetario servendosi di una lampada e di uno scolapasta di plastica, foderato con scotch nero e forato in modo che la proiezione della luce simulasse delle stelle (foto 8). La lampada posta al di sotto dello scolapasta non è visibile ai bambini che ragioneranno poi sulla differenza fra le stelle proiettate e quelle del cielo (foto 9). Sono invitati ad esprimersi sui luoghi in cui è cafoto 8 pitato loro di vedere bene le stelle; sono sollecitati a dire perché le stelle si vedono molto male in città e, per evidenziare l’effetto dell’illuminazione urbana o, addirittura, della luce del giorno, l’insegnante accende la lampada della stanza: a quel punto è abbastanza evidente che si vedono bene con il buio. L’illuminazione della stanza favorisce un’ulteriore riflessione, quella per cui le stelle di giorno non si vedono per la presenza della luce del sole. Il trucco dello scolapasta e della lampada nascosta viene svelato per chiarire dubbi sulla possibilità che le stelle del cielo siano proiettate da qualcuno proprio come nel nostro esperimento. Successivamente l’insegnante con la lavagna luminosa proietta delle immagini dello “spazio profondo”: i bambini ne sono rapiti. La discussione si orienta sulla percezione delle distanze, sul perché alcune stelle ci appaiano così grandi e luminose a differenza di altre; i bambini percepiscono i diversi gradi di luminosità delle stelle anche se non li attribuiscono alle distanze (del resto, anche gli antichi pensavano che le stelle “fisse” fossero tutte alla stessa distanza sull’ultima delle “sfere celesti”). L’insegnante parlando dei nomi delle stelle racconta di come i viaggiatori antichi le utilizzasfoto 9 20 sero per orientarsi; mostra loro dei libri con mappe e foto di stelle, domanda loro chi e come abbia potuto fare quelle foto e, dopo aver ascoltato le idee dei bambini, eventualmente racconta del telescopio e degli astronomi; il fatto di poter guardare immagini di questo tipo e di sfogliare un libro “per adulti” suscita generalmente entusiasmo, curiosità e una gran voglia di esprimere conoscenze e fantasie. Ultima proposta del laboratorio è la costruzione, nella stanza antistante, di una mappa personale: ogni bambino ha a disposizione un cartoncino nero con una mappa stellare disegnata e fa dei fori in prossimità delle stelle con l’aiuto di un punteruolo per le piccole, e di un cacciavite a stella per le grandi in modo da riprodurre il cielo notturno fotografato; poi, ne verificano l’effetto osservando la luce di una lampada attraverso i fori (foto 10). I bambini portano a casa la mappa stellare e una lettera in cui l’insegnante spiega alle famiglie le esperienze proposte all’interno del laboratorio e le invita a fare osservare il cielo notturno quando possibile. foto 10 obiettivi specifici: • raccogliere le rappresentazioni delle conoscenze dei bambini e promuoverne una rappresentazione scientifica • riflettere e comprendere sul perché le stelle si vedano di notte, in zone con assenza di luci artificiali e in assenza della luce del sole • cogliere la diversa luminosità delle stelle ed associarne la percezione a un diverso grado di distanza • introdurre i primi di concetti di mappa per arrivare alle riproduzione di una personale • favorire la continuità educativa attraverso la promozione della socializzazione fra i bambini e con l’insegnante Si riportano alcuni stralci di dialogo sulle conoscenze dei bambini; dall’esperienza con il colapasta: I: Allora vediamo un po’ lassù… Che cosa vedete?” B: “Delle stelle!” I: “Delle stelle? Ma sono le stelle vere?” B: “No” 21 I: B: I: B: B: “Ma voi sapete dove sono le stelle vere? Dove le avete viste?” “In cielo!” “E quando vi è capitato?” “Di notte!” “Anch’io di notte!” Sulla percezione della distanza: I: Vi sembrano tutte uguali? B: No… I: Secondo voi sono tutte alla stessa distanza nel cielo? Come ve le immaginate? B: Alcune sono grandi e alcune sono piccole… … Dall’osservazione dei lucidi: I: Guardate questo!? Coro: Bello! B: Anche la neve! I: Macchè! Questo è proprio il cielo profondo… perché di stelle noi ne vediamo poche, ma ce ne sono… B: WOW! È una stella che cade dal cielo… B: È una stella cadente… B: Io l’ho vista una stella cadente! Ero con la mamma! B: Io ero al mare! I: Ti piacciono le stelle Mattia? Mattia: Ce ne è anche una bianca… I: Ce ne è anche una bianca, è vero… B: Non è proprio una stella quella lì… È un sasso… B: È una stella cadente… I: È una cometa, hai ragione… cos’è? B: È un sasso che cade dal cielo… I: È piena di materiale che si infiamma e allora lascia tutta quella polvere… B: WOW! Bella , bella , bella! B: Oh mamma che luminose! 3.4 Secondo ciclo: laboratorio “le costellazioni” Insegnante: Simona Barbetti La sezione è il luogo in cui si svolgono le attività di questo laboratorio. I bambini si accomodano su sedie rivolte verso la parete su cui l’insegnante con la lavagna luminosa proietta immagini di costellazioni. Ricordano le esperienze precedenti e ciò facilita l’introduzione del discorso su come gli antichi abbiano immaginato gruppi di stelle unite con linee immaginarie a formare disegni particolari e gli abbiano assegnato dei significati. L’insegnante per aiutare i bambini nella compren22 sione fa l’esempio del gioco delle nuvole nelle quali spesso ci piace ricercare delle forme (non è da dare per scontato che tutti lo conoscano). Si pongono delle immagini delle costellazioni Cassiopea, Orsa Maggiore e Orsa Minore sulla lavagna luminosa, si fanno osservare ai bambini e si mette un lucido trasparente su ognuna di esse (foto 11); si foto 11 chiama un bambino – un cinquenne solitamente – a fare proprio come gli antichi: segnare con un cerchietto le stelle più grandi e tracciare con un pennarello le linee che le congiungono (foto 12); si confrontano i tracciati con le mappe delle costellazioni e i bambini con grande sorfoto 12 presa si accorgono che hanno lo stesso disegno. L’insegnante racconta che ci sono moltissime costellazioni – 88 per l’esattezza – ma che non si possono vedere tutte nello stesso momento, a parte quelle che i bambini hanno disegnato anche se in posizioni diverse poiché il cielo foto 13 “ruota”. L’insegnante propone tre tipologie di attività differenziate in base all’età dei bambini e alle loro competenze (foto 13): 1) riprodurre su una tavoletta con chiodini gialli di dimensioni grandi/piccoli la posizione delle stelle secondo gli schemi tracciati sui lucidi 2) ripetere l’attività di cui sopra ma incollando stelline argentate su un cartoncino di colore blu (foto 14) 3) Inventare una costellazione foto 14 unendo i puntini-stella disegnati su un 23 foto 15 cartoncino (foto 15) I bambini hanno chiesto comunque di poter fare tutti le stesse attività dimostrando grande concentrazione; così come nel gioco delle nuvole molti di loro avevano difficoltà ad individuare delle forme, sono emerse difficoltà anche nell’immaginarne una per la loro costellazione. L’insegnante durante le attività racconta le storie dei miti di Cassiopea delle Orse che i bambini seguono generalmente con grande attenzione. Emergono continuamente riferimenti ai temi trattati negli altri laboratori: l’aria, le ombre, l’arcobaleno. I bambini portano a casa i loro prodotti e una lettera con la spiegazione delle esperienze proposte all’interno del laboratorio. obiettivi specifici: • individuare all’interno di un gruppo di stelle quelle di maggiori dimensioni per ripercorrere i processi dell’individuazione delle costellazioni • suscitare l’interesse dei bambini per l’osservazione del cielo e verso storie mitologiche • stimolare l’immaginazione • comprendere che le costellazioni nascono dalla nostra immaginazione ai fini dell’orientamento • favorire la continuità educativa attraverso la promozione della socializzazione fra i bambini e con l’insegnante Stralci di dialogo sulle costellazioni: I.: … Anche gli uomini antichi di notte, guardavano le stelle e poi si imma- 24 ginavano come se fossero unite da linee… sapete che è successo? Hanno pensato di unire le stelle con le linee e si sono immaginati delle figure! Voi avete mai fatto il gioco di unire i puntini? Se io metto una cosa qui sopra e poi faccio dei pallini dove sono le stelle… poi vorrei chiedere a Siria se può unire questi puntini…vieni che te lo tengo fermo... comincia da quello… ecco... poi giù… Questa è una costellazione! Provate a dire anche voi questa parola… BB: Costellazione! I: Le costellazioni sono queste figure: gruppi di stelle dove gli antichi hanno visto delle figure…questa è quella che abbiamo fatto noi… guardate… questa è quella che abbiamo fatto noi e questa è quella degli astronomi… confrontiamo… mettiamola sopra… è uguale, solo un pochino più storta… e questa è la costellazione di Cassiopea: provate a dirlo anche voi... BB: Cassiopea. I: Cassiopea… guardate quante stelle ha questa costellazione: 1, 2, 3, 4, 5. Cinque stelline! A cosa assomiglia?... Cosa sembra? B: A delle montagne. B: Degli orecchini. I: E se la mettiamo così?... a una letterina… B: Alla doppia v. I: Adesso Marta prova ad unirle, cosa vi sembra?... ora levo il cielo scuro… B: È blu. I: Ma cosa vi sembra? B: Quello lì mi sembra un rettangolo e… I: E questo? Sapete come si chiama questo? B: È l’orsa maggiore. B: Nel film della Barbie del lago dei cigni c’è proprio questa forma qui. I: È la costellazione dell’orsa maggiore, sapete come la chiamano anche? Il grande carro! Vedete che sembra un carretto? B: Sì, ma anche un cucchiaio. I: A te cosa sembra? B: Una carrozza, un carretto. I: Guardate se questa somiglia a quella che abbiamo fatto noi. BB: Sì, sì. B: Però è più bellina questa. I: È un po’ più bella, ma siamo stati bravi anche noi. Simona Barbetti 25 3.5 primo ciclo: laboratorio “Il cielo di giorno e di notte” Insegnanti: Patrizia Masotti e Francesca Migliorini obiettivi: • stimolare le capacità di osservazione verso ciò che circonda il bambino; • acquisire consapevolezza dell’alternanza giorno/notte; • descrivere, raccontare l’esperienza personale; • stimolare il ragionamento tramite l’esperienza di tipo scientifico; • rielaborare l’esperienza distinguendo gli elementi del giorno e della notte. Spazi: sezione rossa. materiali: • cartoncini bristol a due colori (blu scuro = notte , celeste = giorno) su cui incollare i diversi elementi: sole, nuvole, luna e stelle; • candeline. modalità di svolgimento: l’insegnante, dopo aver fatto osservare ai bambini il cielo dalla finestra, li stimola chiedendo: “cosa c’è in cielo?” . I bambini rispondono: “il sole” […] “io il sole lo vedo su quella casa laggiù” […] “il sole è vicino a casa mia” […] “a volte in cielo ci sono anche le nuvole” […] “un giorno ho visto tante nuvole che si muovevano veloci” […] “a volte il sole non si vede perché è dietro le nuvole”. Successivamente invita i bambini a sedersi sulle panche nell’angolo della conversazione e racconta “La storia della Pimpa e l’amico Sole…”1 dove Pimpa va a trovare il Sole sopra le nuvole, ma il tempo passa e viene la notte….e visto che non possiamo aspettare la notte, propone loro di fare buio nella stanza chiudendo le tende e spengendo la luce; i bambini all’inizio restano immobili e silenziosi come stupiti, poi i più grandi si rendono conto che le candeline fanno tante lucine (le candeline erano state accese precedentemente l’inizio dell’attività, ma nessuno le aveva notate; foto 16). I bambini si esprimono: “prima le candeline non si vedevano perché c’era la luce” […] “io ho visto le stelle di notte quando c’erano i fuochi d’artificio” […] “di giorno la luce la fa il sole, di notte la fanno la luna e le stelle” […] “di giorno le stelle non si vedono” […] “io le foto 16 stelle le ho viste in camera mia, 1) Altan, 26 Il mondo di Pimpa. Il cielo, Modena, F. Panini Ragazzi, 2001 ne ho tante che si illuminano”. Rielaborazione dell’esperienza attraverso un collage: ogni bambino ha a disposizione un cartoncino A4 diviso a metà, la parte celeste rappresenta il cielo di giorno, la parte blu scuro il cielo di notte. I bambini sono invitati ad incollare diversi elementi nella metà giusta del foglio: sole, nuvole, luna e stelline; i bamfoto 17 bini grandi svolgono correttamente il lavoro in modo autonomo e i piccoli, invece, presentano difficoltà nel collocare i vari elementi al posto esatto (foto 17). Il lavoro che i bambini hanno fatto e che portano a casa è accompagnato da una spiegazione per mettere a conoscenza i genitori di tutto il procedimento svolto e sensibilizzarli all’educazione scientifica, con l’invito, altresì, di far osservare ai bambini la volta celeste. 3.6 Secondo ciclo: laboratorio “I colori del cielo” Insegnanti: Patrizia Masotti e Francesca Migliorini obiettivi: • stimolare le capacità di osservazione verso il mondo circostante; • distinguere i vari colori che il cielo può assumere; • suscitare la curiosità nei bambini; • conversare su ciò che si osserva; • rielaborare l’esperienza rappresentando il cielo del colore preferito. Spazi: sezione rossa. materiali: • contenitori di vetro trasparente pieni d’acqua; • latte con cui macchiare l’acqua; • faretto; • varie foto del cielo; • fogli ruvidi e acquerelli. modalità di svolgimento: l’insegnante, dopo aver fatto osservare ai bambini il cielo chiede…: “ma il cielo oggi di che colore è ?” I bambini rispondono: “è sereno, è bianco, è azzurro”. L’insegnante continua la conversazione e domanda: “come mai il cielo è azzurro?” 27 I bambini stanno zitti, un po’ perplessi, non sanno rispondere poi...: “il cielo è azzurro quando c’è il sole, il sole fa tanta luce, quando il cielo è nuvoloso però è un po’ grigino”. L’insegnante propone ai bambini di fare un esperimento, anzi un gioco nuovo, così, dopo aver oscurato la stanza, illumina con il faretto i contenitori di vetro trasparente con dentro acqua macchiata con gocce di latte e chiede ai bambini: “cosa vedete?” (foto 18) I bambini dicono: “l’acqua bianca bianca e un po’ azzurrina […] l’acqua foto 18 gialla […] Io la vedo d’oro, arancione, celeste […] a luce spenta era grigia come è grigio il cielo quando non c’è il sole”. L’insegnante stimola i bambini chiedendo: “allora il cielo è sempre azzurro? Di quanti colori l’avete visto?” I bambini rispondono: “l’ho visto un po’ rosso in Calabria […] l’ho visto arancione al tramonto […] l’ho visto con i colori dell’arcobaleno, azzurro quando facevo una passeggiata e c’era il sole, viola quando sta per diventare buio […] l’ho visto blu di notte […] Io di notte l’ho visto nero, rosso quando fa caldo e sono al mare”. foto 19 Proseguendo l’insegnante dispone le foto del cielo sopra le panche in modo che i bambini possano guardare con tranquillità ed osservare i vari colori che il cielo può assumere: dall’azzurro al blu, al foto 20 28 foto 21 rosso, all’arancione, al rosa e…tante altre sfumature (foto 19). attività pratica: il cielo che piace a me. Ogni bambino sceglie la foto con il cielo del colore che più gli piace e lo rappresenta graficamente con la tecnica degli acquerelli (foto 20 e 21). Il lavoro che i bambini hanno fatto e che portano a casa è accompagnato da una spiegazione allo scopo di informare e stimolare i genitori sull’educazione scientifica. Patrizia Masotti 3.7 primo ciclo: laboratorio “osserviamo il Sole” Insegnante: Monica Mazzi Il primo ciclo di intergruppi si incentra soprattutto, sul tentativo di attirare l’attenzione dei bambini sulle caratteristiche esteriori del sole, a partire dal colore e dalla forma. Per far questo abbiamo suddiviso l’attività in tre fasi di cui due svoltosi all’interno della sezione, e una in una stanza oscurabile. Nella prima parte dell’ora a nostra disposizione, i bambini si siedono in cerchio su delle panche per osservare alcune fotografie, ingrandite e plastificate, raffiguranti il sole da varie distanze e in vari momenti della giornata (il sole al tramonto, le macchie solari ecc..), e vengono stimolati a parlare liberamente ed esprimere le proprie idee e congetture sul sole. Nel corso dei vari incontri abbiamo potuto notare che i bambini più grandi (cinque anni), appaiono molto più reticenti nell’esprimere le proprie opinioni rispetto a quelli più piccoli, se non certi della loro esattezza. I bambini di tre o quattro anni, infatti, non mostrano timore nel dare spiegazioni riguardo ai vari fenomeni (le macchie solari, il tramonto, l’eclissi), anche molto creative, e non sembrano troppo preoccupati da un eventuale giudizio dell’adulto o dei compagni, come forse è accaduto ai più grandi. Dalle dichiarazioni dei bambini emerge, per lo più, un sole visto come “una palla con dentro il fuoco”o “una palla con dentro il sole”, “fatto di luce e che quando è vicino al mare cambia colore”, che “non si può raggiungere neanche con la scala dei pompieri”, infatti “sembra piccolo perché è lontano, ma se ci avviciniamo è grande”. Per molti bambini si sposta grazie al vento anche quando non sembra una giornata ventosa, per tutti brucia (“ha il colore del fuoco e brucia come il fuoco”), e ha tre possibili colorazioni, giallo, rosso o arancione (“quando va dentro il mare e si nasconde per tutta la notte e poi ritorna”). Durante la visione delle fotografie emergono, di volta in volta descrizioni interessanti, che confermano la curiosità suscitata nei bambini da questo argomento e, con il susseguirsi dei gruppi, evidenziano anche la “contaminazione” con le esperienze realizzate negli altri laboratori; abbiamo, però notato che, in molti casi, le immagini raffiguranti le macchie solari sollevano perplessità e dubbi. Non è usuale, per loro, vedere raffigurata la nostra stella da vicino, 29 e questo può portare molti bambini a dubitare che sia veramente una rappresentazione del sole (“è la luna” […] “è una piadina”, “un’arancia nel buio”) o a dare spiegazioni un po’ fantasiose (“è il sole sporco” […] “un gatto l’ha sporcato” […] “un gabbiano gigante ha bucato il sole” […] “è la cacca del sole” […] “sono le nuvole quando gli passano davanti” […] “è il sole che si è foto 22 bruciato”), che però accendono il dibattito e favoriscono il confronto (“il sole è in cielo e i gatti non volano non possono sporcarlo” […] “il sole brucia non ci si può avvicinare per sporcarlo” […] “Come hanno fatto a fare la foto dentro il sole per farcelo vedere se il sole brucia?” […] “Forse si sono bruciati”) (foto 22). Durante la discussione, suscitata dalle fotografie, emerge spesso l’osservazione che il sole dia fastidio agli occhi e che non sia possibile guardarlo direttamente; questi spunti creano un ideale collegamento tra la prima e la seconda parte dell’attività, nella quale, ci spostiamo in una piccola stanza oscurata per osservare l’ombra del sole. Una finestra viene coperta con del cartoncino nero, forato al centro con un piccolo quadrato, dal quale passa la luce del sole che proietta, su un altro cartoncino, un’ombra che appare rotonda, e non quadrata, (“perché il sole è proprio tondo”) da ingrandire o rimpicciolire spostando avanti e indietro il cartoncino. Per concludere l’attività torniamo in sezione con il momento del laboratorio manuale nel quale i bambini si siedono al tavolino a colorare, con le tempere, il loro personalissimo sole da portare a casa in ricordo dell’esperienza. Con della carta di giornale e della colla sono state, infatti, precedentemente preparate delle palle che ogni bambino può colorare a piacere e poi ornare con degli stecchini foto 23 da denti rappresentanti i raggi (foto 23). La pittura si rivela, ogni volta, un’attività molto attraente, coinvolgente e divertente, durante la quale non è raro cogliere ulteriori osservazioni o supposizioni 30 sul sole e sull’immaginario dei bambini (“io lo faccio metà giallo e metà rosso come quando è vicino al mare” […] “il sole è alto ma io a 2 anni e mezzo con l’astronave l’ho toccato”). 3.8 Secondo ciclo: laboratorio “a cosa serve il Sole?” Insegnante: Monica Mazzi Per il secondo ciclo di intergruppi sul sole abbiamo pensato di focalizzare l’attenzione dei bambini sul suo calore e sul suo possibile utilizzo. Le attività si svolgono all’interno della sezione, allestita in 3 angoli distinti per i 3 momenti in cui è stata suddivisa l’ora a nostra disposizione; l’esperimento, la lettura, il laboratorio. Durante le attività viene favorito il più possibile, il dialogo e la discussione con i bambini e tra bambini, stimolando soprattutto la formulazione di supposizioni ed ipotesi. In un primo momento i bambini si dispongono in cerchio intorno a quello che viene denominato “forno solare”, che attira molto la loro curiosità fin dall’ingresso nella sezione. È così costruito: sul coperchio di una scatola da pizza si ritaglia una finestrella aperta su tre lati; si riveste quindi l’interno della scatola con della carta di alluminio e si copre con della carta trasparente da lucido l’apertura incisa sul coperchio superiore facendo attenzione a non farvi aderire la finestrella, che serve per vedere il fondo della scatola (“Sulla scatola c’hai fatto un taglio, sembra uno specchio…”). Infine si pone sul fondo della scatola del cartoncino nero (“Hai usato la carta d’argento e dentro una carta nera”). Tenendo inclinata con dei bastoncini la finestrella e facendo entrare all’interno della scatola (chiusa) la luce del sole, col suo calore, sarebbe possibile cuocere qualsiasi pietanza (“Per fare battere la luce sulla plastica e poi il ghiaccio si scioglie”). Dato, però, che i tempi di cottura “solari” si sarebbero dimostrati troppo lunghi rispetto a quelli a nostra disposizione, viene utilizzata una lampada alogena come surrogato del calore del sole (“Con il caldo l’uovo diventa una frittata” […] “Perché la luce brucia”[…] “Il sole lo distrugge l’uovo dal calore”; foto 24). L’esperimento suscita ogni volta molto stupore nonostante circoli tra i bambini la notizia del “forno” per il susseguirsi dei gruppi; si avvertono curiofoto 24 sità e meraviglia soprattutto 31 per l’utilizzo di un uovo vero (“Ohi-ohi, ma quello è un uovo vero!?”, foto 25). Col succedersi dei giorni e dei vari gruppi di bambini si apportano delle piccole variazioni all’attività per renderla più stimolante e attraente. L’insegnante si rende conto nel primo incontro che posizionando, all’interno della scatola, solo il tuorlo di un uovo è necessaria, al calore della lampada, quasi tutta l’ora perché ci siano modifiche di stato evidenti per i bambini; così negli incontri successivi introduce nel forno anche dei cubetti di ghiaccio che, dato il rapido mutamento in acqua, attirano maggiormente l’attenfoto 25 zione, stimolando riflessioni e supposizioni (“Si sghiacceranno i ghiaccioli perché la luce diventa calda” […] “Con la luce si farà sciogliere il ghiaccio”). Nell’attesa che la cottura avvenga all’interno del “forno solare”, ai bambini, seduti in cerchio, vengono presentati due libri. Il primo, “Il sole, a che cosa serve?”2, è la storia della Capretta Macchietta che decide di andare a staccare il sole perché lo crede una moneta d’oro e lo considera il suo tesoro (“Io dico che non ce la farà mai a prenderlo”). Durante il viaggio di avvicinamento al sole incontra, però, tanti personaggi che le fanno capire che questo non può essere proprietà personale di nessuno, perché è tanto importante da essere il tesoro di tutti. La storia, accompagnata da disegni ben definiti e colorati, attira l’interesse dei bambini di tutte le fasce di età, divertendoli e incuriosendoli, come si può dedurre dai loro commenti, il più delle volte spontanei, durante la lettura (“Il sole non è una moneta è fuoco” […] “Quando il sole brucia si può andare a prendere il sole al mare” […] “Serve per quando è giorno ci fa andare a passeggio, quando è notte fa notte” […] “Il sole fa fare le forme in terra”). Dal secondo libro proposto, “Disegnare il sole”3 a cura di Munari, traiamo spunto per l’attività di laboratorio. Nel libro, infatti, tra gli altri, sono raccolti disegni sul sole realizzati con vari stili, particolari di quadri dove sia presente il sole, e riprodotte tante modalità in cui è possibile percepirlo (bianco, rosso, dietro le nuvole, dietro le case, al tramonto, all’alba…). Al termine della lettura, spostandosi ai tavoli messi a loro disposizione, i bambini possono scegliere di rappresentare il sole con materiali di vario genere (gessetti, collage con ritagli di carta colorata, matite, fili di lana, colla). A loro disposizione viene, inoltre, lasciato il libro per potersi ispirare a qualche immagine raffigurata, o semplicemente per sfogliarlo e commentarlo 2) S. Bellier, Il sole a cosa serve, Bergamo, Laurus, 2002 3) B. Munari, Disegnare il sole, Mantova , Corraini, 2004 32 insieme agli amici (“Hanno disegnato il sole bianco ma è bianco se lo vedi da vicino” […] “L’hanno fatto con le macchie ma quello in cielo non ce l’ha” […] “L’hanno fatto mostruoso” […] “Hanno fatto un sole con le stelle”). I bambini appaiono molto divertiti dalla possibilità di scegliere il materiale per il laboratorio, molti preferiscono sperimentare più di una tecnica per “fare” il sole (foto 26), ma quella che sembra riscuotere più successo (forse perché la meno usuale durante le attività dell’anno scolastico) è il collage con i fili di lana colorata da incollare sul foglio in varie foto 26 composizioni. Monica Mazzi 3.9 primo ciclo: laboratorio “luci ed ombre” Insegnante: Katiuscia Vaiani obiettivi specifici: • verificare le conoscenze dei bambini sulla Terra e il sistema in cui è inserita • approfondire il rapporto luce/ombra • interrogarsi sull’alternanza notte/giorno • confrontare esperienze e generalizzarne i risultati • sperimentare concetti quali ingrandimento, similitudine e trasformazione attraverso il gioco con le ombre • stimolare la curiosità dei bambini e promuovere un atteggiamento critico rispetto alla realtà di cui quotidianamente facciamo esperienza • favorire la continuità educativa attraverso la promozione della socializzazione fra i bambini e con l’insegnante proposta didattica: L’insegnante conduce i bambini in una stanza oscurata, procura una lampada da terra e predispone una parete preferibilmente bianca su cui i bambini possano osservare e giocare con la luce e le ombre. Sperimenta e discute con loro sul che cosa sia un’ombra, sugli elementi che ne determinano le dimensioni e li invita a trovare strategie che consentano di ottenere ombre della stessa altezza con corpi di grandezze diverse. I bambini intuiscono come al variare della distanza del corpo dalla parete di proiezione cambi la dimensione dell’ombra ma non includono in questa relazione anche quella dalla sorgente luminosa; hanno molta difficoltà a portare le 33 ombre di oggetti di dimensioni diverse alla stessa grandezza. I dueenni ed i treenni hanno difficoltà anche a rintracciare la loro ombra nell’ambiente quando gli sta di fronte; tentano di acchiapparla e si accorgono che segue ovunque un corpo in movimento (foto 27). Riportiamo uno stralcio di dialogo sul confronto di ombre di corpi di grandezza diversa: foto 27 (Un cavallo a dondolo ed un furgoncino di dimensioni più piccole sono posti fra la lampada e lo schermo; i bambini sono seduti dietro la lampada in modo che le loro ombre non possano essere proiettate) B: Io vedo il cavallo! I: E poi? B: Il furgone! I: Perché vediamo il cavallo? B: Perché è la sua ombra… I: E l’ombra del furgone la vediamo? Coro: No!!! I: E come si potrebbe fare per vedere l’ombra del furgone? B: La metto più alta sulla seggiola! I: E come si può fare allora senza sedia? È possibile far diventare l’ombra del camion alta come quella del cavallino? B: Si mette un materasso alto alto… B: Ci vuole il tavolo… I: Può diventare l’ombra del cavallino più bassa? B: Gli si tagliano le gambe… (del cavallino) L’insegnante successivamente mostra loro un mappamondo invitandoli ad esprimere idee su ciò che potrebbe rappresentare (foto 28); attacca 34 foto 28 su ciascuna metà di esso un omino di carta, ne illumina uno con la lampada ed insieme ai bambini osserva se ci siano differenze fra l’uno e l’altro: chi dei due è esposto alla luce e chi al buio? Dove è giorno e dove è notte? Propone in seguito l’osservazione di tre immagini: la Terra, la Terra all’alba (foto 29 e 30) e l’eclissi di Sole; nell’immagine in cui la Terra (all’alba) è illuminata solo foto 29 - Tratta da http://www.pd.astro.it/ foto 30 - Tratta da http://www.mytom.it/ MOSTRA/NEW/A2012ERT.HTM per metà i bambini non riconoscono il nostro pianeta, ma la “Luna” per la forma a falce in cui è mostrata: già sono in grado di riconoscere le fasi di un pianeta anche se non hanno la consapevolezza di che cosa le determini. Riportiamo una parte del dialogo durante l’osservazione delle immagini: (L’insegnante mostra la foto della Terra all’alba che appare con la forma a falce) I: B: B: B: I: B: I: B: B: I: B: E questa cos’è secondo voi? La Luna… Il Sole sta andando via… Qualcuno ha fatto la foto mentre il Sole sta andando via… E questa che cos’è? (indico la parte della Terra illuminata) È la Luna… Sta andando via il Sole dietro alla mezza luna… Sta andando via il Sole dietro alla mezza luna? Dove va il Sole? Va dietro la Luna e poi scende nel mare Se scende nel mare dovrebbe bruciarsi il Sole… Allora non scende nel mare? No… 35 I: E dove va? B: Va dietro la Luna per non farsi vedere… L’ultima proposta è la costruzione di una sagoma su cui si fanno dei fori su cui applicare della plastica trasparente colorata in modo da creare degli effetti di luce. L’insegnante invita ad osservare come cambino le ombre a seconda della distanza e della posizione a cui tengano la sagoma rispetto al piano di proiezione ed alla lampada. Infine prepara una lettera per i genitori con la spiegazione delle esperienze del laboratorio e con l’invito a discuterne insieme ai bambini. 3.10 Secondo ciclo: laboratorio “le ombre colorate” Insegnante: Katiuscia Vaiani obiettivi specifici: • verificare le conoscenze dei bambini sulla formazione delle ombre • approfondire il rapporto luce/ombra • individuare strategie per colorare le ombre • interrogarsi sugli effetti dei colori della luce • confrontare ombre di corpi opachi e di corpi trasparenti • rielaborare graficamente le esperienze delle ombre e dei fenomeni luminosi proposta didattica: L’insegnante conduce i bambini in una stanza oscurata, procura lampade con luci di diverso colore (meglio se nei colori bianco, blu, verde e rosso, che sommandosi danno luogo a tutti i colori dello spettro fino a ricomporre una luce di colore bianco), predispone una parete su cui i bambini possano osservare e giocare con la luce e le ombre; prepara inoltre dei cartoncini colorati, fogli di plastica trasparente in diversi colori e materiale da disegno. Discute con i bambini sulla formazione delle ombre così da verificare le acquisizioni del precedente laboratorio e sul loro colore, poi li invita a proporre e mettere alla prova delle strategie per colorarle. Le prime proposte dei bambini sono quelle di fare il calco dell’ombra della mano su un foglio e di colorarla, oppure di cofoto 31 lorare il pavimento su cui 36 l’ombra verrà proiettata; l’insegnante li sostiene nella verifica delle loro ipotesi che non producono però l’esito sperato. Si procede finché i bambini notando le lampade colorate che l’insegnante ha predisposto, non propongono di accenderle (foto 31); in questo caso si avrà l’accortezza di accenderne una alla volta in modo che si rendano conto che con una sola lampada non è possibile colorare le ombre ma che ne occorrano almeno due. Si passa a giocare ai “travestimenti” con le sole luci colorate per osservare come cambiano i colori dei vestiti e degli oggetti al variare di quello della luce. Si distribuiscono i fogli trasparenti di plastica colorata e si lascia che i bambini giochino rilanciando le affermazioni sui colori ottenuti dalla sovrapposizione dei fogli fra loro, ed agli oggetti della stanza (foto 32). Si chiede di formulare un’ipotesi sul colore dell’ombra dei fogli di plastica, specificando che la luce utilizzata è di colore bianco, e si verifica con i bambini che a turno guardano l’ombra proiettata dalla lampada e dal loro foglio. Generalmente le previsioni sul colore di queste ombre sono corrette. foto 32 Si distribuiscono i cartoncini colorati ed ancora una volta si chiede di formulare un’ipotesi motivata sul colore dell’ombra, specificando ancora che la luce utilizzata è di colore bianco, e si verifica con i bambini che a turno guardano l’ombra proiettata dalla lampada e dal loro cartoncino. Sostenuti dai risultati dell’esperienza precedente, tendono a formulare la stessa previsione: il colore di queste ombre è lo stesso di quello dei cartoncini; è soltanto attraverso ulteriori esperienze e la discussione sulla differenza fra le proprietà di un foglio trasparente e di un cartoncino che riescono a dare una spiegazione di questi fenomeni. Riportiamo qualche battuta del dialogo abbastanza esemplificativa: B: Guarda, questo giallo ora sul pavimento mi diventa rosso! (il bambino si riferisce a un foglio di plastica trasparente di colore giallo) I: E perché diventa rosso? B: Perché c’è questa luce rossa accesa… E ancora: (Un cartoncino e un foglio di plastica trasparente colorata sono posti di fronte alla lampada) I: L’ombra del cartoncino la vedete? Di che colore è? B: Blu! I: È blu? 37 B: I: B: I: B: I: B: I: No… è nera… E questa? Blu! E allora che differenza c’è fra il cartoncino e il foglio di plastica? È nera… Passa la luce da qua? Sì… La vedete la lampada? (Ho posto il foglio trasparente al di sopra della testa dei bambini sotto alla lampada accesa del soffitto) Coro: Sì! I: E ora? (ho posto il cartoncino nella stessa posizione) B: No! I: Non passa… perché? B: Perché questo cartoncino non è trasparente, e questo invece sì! I: Allora l’ombra è colorata soltanto se c’è un foglio trasparente… Si invitano i bambini a elaborare graficamente l’esperienza disegnando quello che ricordano dei giochi fatti con le luci e le ombre; così, guardando i loro disegni in una prospettiva evolutiva si osserva che: • nei disegni dei dueenni compaiono degli scarabocchi multicolorati; • in quelli dei treenni allo scarabocchio si associa il riferire che cosa hanno disegnato; • in quelli dei quattrenni c’è una chiara differenziazione degli elementi e progettazione dello spazio, si tratta per lo più di luci, soli ed ombre colorate talvolta di mostri e bambini; • in quelli dei cinquenni ci sono il corpo e la sua ombra ad esso sovrapposta, lo si osserva anche dal miscuglio dei colori col nero; foto 33 • in quelli dei seienni infine c’è la chiara differenziazione fra il corpo, la luce e l’ombra e compaiono elementi narrativi sullo svolgimento del laboratorio (foto 33). Fra i temi scelti per il disegno riemergono tutti quelli affrontati negli altri laboratori: il Sole, le stelle e l’arcobaleno in particolare. Infine l’insegnante prepara una lettera per i genitori con la spiegazione delle esperienze del laboratorio e con l’invito a discuterne insieme ai bambini. 38 Katiuscia Vaiani 3.11 primo ciclo: laboratorio “l’aria” Insegnanti: Caterina Petrini e Gabriella Salvestrini Nel nostro intergruppo, suddiviso in due cicli di sei incontri ciascuno e della durata di un’ora alla settimana, abbiamo trattato il tema dell’aria. Nel primo ciclo abbiamo visto con i bambini l’aria “in generale”: c’è ma non si vede ed è dappertutto, si muove e fa muovere le cose. Nei nostri incontri, che si svolgevano in vari angoli del salone, ci siamo organizzate nel seguente modo: all’ inizio foto 34 abbiamo dato a ciascun bambino un sacchetto vuoto e li abbiamo invitati a correre per il salone agitandolo nell’aria in modo che si gonfiasse e infine lo abbiamo chiuso annodandolo cosìcchè l’aria restasse all’interno come in un palloncino (foto 34). Successivamente abbiamo chiesto ai bambini se il sacchetto fosse vuoto o pieno e che cosa ci fosse dentro e perchè si fosse gonfiato. I bambini sono stati così liberi di esprimere le loro opinioni e pensieri: I: Cosa possiamo fare con questo sacchetto? Io voglio un po’ giocare! (e mi metto ad agitarlo nell’aria) Cosa succede a questo sacchetto? B: Prende aria e viene gonfio I: È vero! Si gonfia e cosa c’è dentro? B: L’aria. I: Cosa c’è dentro Olga? B: L’aria. Dopo ciò, spostandoci in un altro angolo del salone, in una vasca d’acqua posta sopra un tavolo ad altezza bambino l’insegnante ha immerso un bicchiere capovolto con dentro un batuffolo di cotone attaccato sul fondo con un pezzetto di scotch: prima di effettuare l’esperimento però ha chiesto ai bambini se si sarebbe bagnato o no. Ecco alcune loro ipotesi: I: Facciamo un esperimento: io prendo questo bicchiere vedete cosa c’è dentro? Bambini: Il cotone!!! I: Ora prendo questo bicchiere, lo capovolgo e lo metto dentro l’acqua.Secondo voi il cotone che è dentro il bicchiere si bagnerà oppure no? Bambini: Nooooo, sìììì. Allora domando a ciascuno se il cotone si bagnerà. 39 B: B: I: B: I: B: Si oppure affonderà. No, perché è appiccicato dentro. E l’acqua entra dentro il bicchiere? No. Perché l’acqua non entra dentro il bicchiere? Perché è appiccicato dentro, e l’acqua non entra perché si imprigionerà. Una volta immerso obliquamente il bicchiere è stato chiesto perché il cotone ora si fosse bagnato e perché fossero uscite tutte quelle bollicine che salivano sopra l’acqua e poi sparivano. I bambini hanno detto: I: È entrata l’acqua e cosa è uscita? Bambini: L’aria. B: Ma io non l’ho sentita uscire. I: Non l’hai sentita ma hai visto che dal bicchiere sono uscite le bolle? Dentro le bolle c’è l’aria. Allora avete visto è uscita l’aria ed è entrata l’acqua. Fintanto che l’aria non usciva non poteva entrare l’acqua. B: Perché lo difendeva. Abbiamo fatto anche le bolle d’aria soffiando nelle cannucce immerse nell’acqua (foto 35). Infine, spostandoci in un altro angolo del salone e accenfoto 35 dendo un ventilatore, i piccoli hanno notato che le piante e le girandole (già pronte) che sono davanti si muovono. Ecco cosa pensano i bambini: I: Cosa fa il ventilatore? B: Gira e fa l’aria. […] I: Ma come fa il ventilatore a muovere le girandole. se non le tocca? B: Muove l’aria e l’aria muove le girandole. Poi tutti a costruire le girandole (quelle lasciate da fare) e a correre per il salone facendole girare grazie all’aria. Tutti i bambini hanno portato a casa il sacchetto d’aria, la cannuccia e la girandola insieme ad una lettera di presentazione di tutte queste attività svolte a scuola durante l’intergruppo per ripetere con i genitori gli esperimenti e renderli partecipi dell’esperienza fatta a scuola. Abbiamo seguito tale procedimento per tutti i sei gruppi di bambini del ciclo 40 cercando di valorizzare gli interventi dei bambini e tenendo conto dei loro interessi: ogni volta così ci sono state piccole variazioni sia nei tempi che nei contenuti. 3.12 Secondo ciclo: laboratorio “l’aria e la sua resistenza” Insegnanti: Caterina Petrini e Gabriella Salvestrini Nel secondo ciclo gli incontri si sono svolti sempre in vari angoli del salone, abbiamo prodotto lo stesso tipo di documentazione del primo ciclo (lettera di presentazione delle attività svolte) e ci siamo soffermati sulla pressione dell’aria: l’aria sorregge, fa cadere le cose e le fa muovere perché anche se non si vede ha una “forza”. All’inizio veniva dato a ciascun bambino un oggetto diverso (piuma, carta velina, chiodo…) da far cadere dalla scala (foto 36) o dal muretto del salone dopo aver previsto se l’oggetto fosse caduto a terra lentamente o velocemente e se fosse caduto vicino o lontano: Alla domanda se l’oggetto che ha in mano sarebbe caduto lentamente o velocemente: B: Ora io… cade piano… (butta) B: Visto? piano! Dopo di ciò i bambini seduti a un tavolo hanno scelto un aereo o un elicottero di carta e hanno provato a farlo volare ed hanno notato che rimane in volo per lungo tempo (foto 37); quando è stato chiesto loro il motivo hanno risposto: I: Vedete come girano le eliche di questo elicottero? Che cosa le fa girare? B: Il vento foto 36 foto 37 41 B: L’aria Successivamente sono stati gonfiati alcuni palloncini a cui abbiamo attaccato una cannuccia e chiusi con una molletta. I bambini hanno quindi formulato le loro ipotesi: I: Che cosa succederà a questo palloncino se gli levo la pinza? B: Quando gli levi la pinza va via e si sgonfia. Se viene tolta la molletta i bambini hanno visto che il palloncino parte “come un razzo” dato che erano appesi a un filo a circa due metri da terra. Caterina Petrini 42 4. la documentazione 1. I diari L’abitudine a documentare le nostre esperienze, non ci crea disagi particolari al momento in cui viene deciso di registrare ciò che accade durante l’attività, nel cosiddetto “DIARIO” del gruppo. Si tratta di un normalissimo quaderno dove vengono annotati gli aspetti interessanti dell’ esperienza a cominciare proprio dai bambini. Vi viene descritto innanzi tutto il gruppo dei bambini e la loro età, quindi la modalità di approccio all’attività, la descrizione delle varie fasi, delle relazioni tra bambini, alcuni loro interventi significativi e reazioni, comportamenti o atteggiamenti di cui tener conto. Vengono infine annotati aspetti positivi o problematici dell’esperienza, in modo da poterne discutere con le colleghe, in vista di eventuali modifiche da apportare al progetto. Il diario, reso più gradevole da abbellimenti di tipo grafico-pittorico, contiene anche la sbobinatura delle conversazioni svoltesi fra bambini e con l’adulto, la cui analisi ci consente la possibilità di: • analizzare il tipo di relazione tra i protagonisti e la composizione dei gruppi; • verificare le conoscenze e credenze dei bambini,; • sondare la disponibilità dei bambini a cimentarsi, ipotizzare, verificare, rilanciare la discussione,; • analizzare le modalità di proporsi dell’adulto ed il tipo di linguaggio usato; • valutare i tempi dell’esperienza in merito all’organizzazione delle varie fasi ed alla sua durata. Tutti questi elementi vengono quindi analizzati , durante gli incontri tra insegnanti ed esperti, per valutare il lavoro svolto ed apportare aggiustamenti e miglio43 ramenti là dove si renda necessario. Ogni adulto educatore annota sul diario ciò che ritiene utile, secondo una modalità assolutamente libera e personalizzata, sia per quanto riguarda il testo che le parti disegnate. Intergruppo Il sole Intergruppo Arcobaleno Due esempi: 2. le “letterine” L’esigenza delle “letterine” da inviare ai genitori, al termine dell’intergruppo assieme ad un prodotto realizzato dai bambini, nasce dalla consapevolezza della novità delle esperienze proposte negli intergruppi di quest’anno scolastico. Tutte noi insegnanti, infatti, avvertiamo la necessità di spiegare ai familiari dei bambini l’attività proposta, in modo da renderne più semplice la comprensione e la condivisione in famiglia. D’altra parte non capita spesso di vedersi arrivare a casa un sacchetto pieno di “aria d.o.c.” o una mappa stellare da avvicinare ad una lampada per vedere brillare una costellazione appena “inventata”. Queste letterine, le chiamiamo così per la loro semplicità ed il linguaggio diretto e familiare, hanno anche l’obiettivo di far lavorare insieme genitori e figli per la costruzione di oggetti interessanti quanto inusuali come ad esempio il “forno solare” o “lo spettrometro”. L’ obiettivo di questa comunicazione tra scuola e famiglia, è anche quello di stimolare una nuova attenzione da parte degli adulti verso fenomeni consueti ma spesso poco osservati e di farsi coinvolgere in questa scoperta dai propri figli, condivi44 dendo la sorpresa e le emozioni suscitate dalle “meraviglie del cielo”; emozioni testimoniate dal piacere dei bambini di regalare ai genitori veri e propri quadri con i colori del cielo o dell’arcobaleno. A tal fine ciascuna insegnante o coppia d’insegnanti realizza la letterina, focalizzando nel testo la peculiarità dell’intergruppo e ciò che si ritiene utile evidenziare. Il messaggio viene poi consegnato ai singoli bambini, assieme al prodotto finale dell’attività, per portarlo a casa, ai genitori. 45 46 47 Alcuni esempi di “letterine”: 3. conversazioni e riflessioni tra bambini ed insegnanti durante l’attività di intergruppo Le conversazioni dei bambini sono state trascritte integralmente senza “ritocchi” (vedi pag. 71), per offrire alle insegnanti ed al lettore interessato, la possibilità di valutare l’esperienza compiuta, da più punti di vista: 1) 2) 3) 4) l’interesse dei bambini; le loro conoscenze pregresse; le interazioni tra coetanei e tra bambini ed adulti; la loro capacità di fare previsioni, tentare soluzioni possibili ai problemi proposti; 5) la modalità di approccio a contenuti non semplici; 6) il linguaggio adottato dalle insegnanti; 7) gli aspetti organizzativi dell’attività stessa. La spontaneità e l’assoluta fedeltà delle conversazioni rendono perfettamente e realisticamente l’idea dello svolgimento dell’esperienza, tanto da poter dire che “… sembra d’essere là …” Nei dialoghi manifestamente informali possono comparire a volte trasgressioni dialettiche o modi di dire popolari che rendono più colorita la conversazione. Questo strumento, ovvero la sbobinatura delle conversazioni svoltesi durante il lavoro di intergruppo, è stato voluto dalle persone coinvolte nel progetto, a completamento della documentazione realizzata per i molteplici aspetti dell’esperienza. Daniela Sgobino 48 5. Il coinvolgimento dei genitori I genitori hanno avuto un ruolo importante per l’andamento del progetto, sia nello stimolare i bambini nel racconto delle loro esperienze a scuola, sia nella preparazione della festa di primavera; insieme alle insegnanti hanno organizzato e poi condotto personalmente sei tipi di postazioni che richiedevano la preparazione del materiale per circa novanta bambini comprensivi di fratelli, cugini e iscritti per il prossimo anno scolastico4. Per la preparazione di ciascun laboratorio è stato necessario un numero di tre incontri di due ore, sempre in orario pomeridiano dopo l’uscita dei bambini, dalle 17.30 alle 19.30 o, per quello dedicato alla costruzione della mongolfiera, serale, dalle 21.00 alle 23.30 circa; questo laboratorio in particolare, a cui hanno preso parte una decina di genitori e due insegnanti, non prevedeva il coinvolgimento dei bambini in attività ludico-espressive, ma come spettatori, ed era un regalo che tutti abbiamo sperato si rivelasse speciale al lancio. Realizzata infatti con materiali leggeri, carta velina, fil di ferro, colla per il pallone e una scatola di polistirolo come base, era alimentata da una fiammella accesa dalla combustione di alcool etilico e cotone; al momento del lancio, come previsto, la presenza del vento oltre a trascinarla via, raffreddava l’aria scaldata per combustione, ed i genitori pur di farla volare hanno dovuto ricorrere all’uso di un asciugacapelli! In occasione della festa siamo riusciti ad avere – grazie alle esperte dell’Associazione Googol che ci hanno seguito nel progetto – il planetario gonfiabile all’interno del salone della nostra scuola: una piacevole e graditissima sorpresa per tutti i presenti. I genitori sono stati molto attenti anche nel riconsegnarci compilati i questionari che gli avevamo proposto sul progetto al termine del primo ciclo di laboratori 4) Anche questo è un aspetto del progetto di continuità educativa; questa festa rappresenta sia l’occasione per accogliere i nuovi iscritti, sia per ritrovare i bambini che sono ormai alla scuola elementare. 49 per verificare l’interesse e la curiosità suscitate dalle attività proposte, nei bambini e nei genitori stessi. Queste le domande a cui dovevano rispondere per iscritto: Il/la bambino/a ha raccontato qualcosa di ciò che ha fatto negli intergruppi? SI ? NO ? Se sì, cosa vi ha raccontato? Scrivete alcune frasi Ha provato a ripetere l’esperienza con il vostro aiuto? SI ? NO ? Raccontateci cosa e come: Siete stati sufficientemente informati delle esperienze compiute? Fra queste quali vi hanno colpito di più e perché? Il/la bambino/a, nella vita quotidiana, ha manifestato nuove curiosità ed attenzioni, influenzate da questa attività? Raccontateci: A vostro giudizio, avete maturato un’attenzione o una curiosità diversa riguardo questi fenomeni? Vediamo ora come i genitori hanno accolto il nostro invito a rispondere: Questionari pervenuti: 44 / Questionari non pervenuti: 34 • Il/la bambino/a ha raccontato qualcosa di ciò che ha fatto negli intergruppi? SI 42 NO 02 • Se sì, cosa vi ha raccontato? Scrivete alcune frasi: arcobaleno: 17 commenti; i bambini hanno raccontato come con uno specchietto, una torcia ed una bacinella d’acqua abbiano potuto vedere i colori dell’arcobaleno; dai racconti emerge la necessità di avere l’acqua e la luce come elementi fondamentali: associano l’acqua e la torcia così come il sole e le nuvole. Elencano i colori dell’arcobaleno. Sole colore: 16 commenti; i bambini hanno riferito che il sole si sposta col vento come le nuvole, che di notte va a dormire, hanno mostrato ai genitori le palle di sole fatte da loro dicendo che non servono per giocare perché 50 sono il sole, ed hanno riferito chiaramente sui colori che ha nelle diverse ore della giornata, in particolare al tramonto sarebbe rosso. Parlano anche dei raggi: il sole sarebbe una palla di fuoco, una stella rotonda con degli stecchi infilati (i raggi). luce ed ombra: 13 commenti; i bambini hanno mostrato ai genitori come hanno giocato con le ombre: mettendo le mani in controluce, facendole variare di grandezza su un telo bianco (la superficie di proiezione), chiedendo di provare a prenderla e dicendo che ha le luci colorate. Stelle: 15 commenti; i bambini hanno raccontato l’esperienza del colapasta ed hanno provato a spiegare che le stelle e la luna di giorno non si vedono perché c’è il sole. Una bambina ha riferito del mito di Cassiopea, un bambino di come sia possibile ricreare la volta del cielo anche forando un cartoncino ed illuminandolo con una torcia. Hanno provato a riferire sulla forma di una stella, un tondo con le righe. aria: 22 commenti; i bambini hanno raccontato di aver giocato con le girandole mosse dal vento, di aver soffiato con una cannuccia dentro una bacinella d’acqua per far venire le bolle, che l’aria non si vede ma che l’hanno presa col sacchetto e che quindi non era vuoto ma pieno d’aria, che se si immerge in una bacinella d’acqua un bicchiere capovolto con dentro del cotone asciutto, il cotone non si bagna, e che il vento muove le cose. Il cielo di giorno e di notte e i suoi colori: 7 commenti; i bambini hanno raccontato di aver visto tanti colori nel cielo, che la candelina accesa nella stanza si vedeva al buio e non al sole, di aver visto il cielo di giorno e di notte, di aver raccontato la storia della Pimpa (per un bambino quando vede le stelle sarebbero quelle della Pimpa), che la luna resta sempre nel cielo ma che di giorno non si vede, di aver incollato su un cartoncino nella metà viola che rappresentava la notte la luna e le stelle. • Ha provato a ripetere l’esperienza con il vostro aiuto? SI 27 NO 16 NON RISPONDE 01 • Raccontateci cosa e come: arcobaleno: 12 commenti; 9 per aver riprodotto l’arcobaleno con torcia, bacinella d’acqua e specchietto; 1 per aver cercato lo spettro dalle gocce del lampadario;1 per aver disegnato l’arcobaleno;1 per aver chiesto il prisma. 51 Sole colore: 1 per l’osservazione del tramonto. luce ed ombra: 11 commenti; 1 per aver giocato con le ombre ed una pila; 3 che le individuano all’aperto o in casa; 6 per aver giocato con le sagome e le ombre colorate; 1 per aver riprodotto l’esperienza con il mappamondo sull’alternanza giorno/notte. Stelle: 1 commenti; 3 per aver riprodotto l’esperienza dello scolapasta; 2 per aver riprodotto l’esperienza con il disco bucato e la pila. aria: 13 commenti; 5 per aver soffiato nel bicchiere con l’acqua per vedere le bollicine; 4 per aver preso l’aria nel sacchetto;4 per aver giocato con la girandola Il cielo di giorno e di notte e i suoi colori: 9 commenti; 8 per l’osservazione del cielo di notte; 1 per aver riprodotto le stelle con le candele; • Siete stati sufficientemente informati delle esperienze compiute? ABBASTANZA SÌ SÌ, IL/LA BAMBINO/A HA RACCONTATO SÌ, PER LA RIUNIONE FATTA CON LE INSEGNANTI SÌ, PER I MATERIALI ARRIVATI A CASA COLLOQUI INFORMALI CON LE INSEGNANTI 02 16 05 09 09 03 • Fra queste quali vi hanno colpito di più e perché? Tutte: 5. Commenti: stimolanti ed originali le ombre: 3. Commenti: affascinante l’applicazione delle ombre all’astronomia; l’ombra non è un fenomeno banale; l’esperienza del ricreare le stelle col colapasta: 2. Commenti: geniale per la difficoltà dell’argomento che è invece risultato alla portata dei bambini; l’esperienza del ricreare l’arcobaleno con lo specchio: 16. Commenti: originale; alcuni non avevano pensato di poterlo riprodurre in un modo così semplice, appare un fenomeno complesso. gli esperimenti con l’aria: 12 di cui 7 per la girandola. Commenti: riescono a rendere visibile l’invisibile; hanno svelato anche nei genitori conoscenze nascoste. 52 Il cielo notturno: 1 le esperienze di luce: 1 Il sole: 1. Commenti: per un interesse personale. • Il/la bambino/a, nella vita quotidiana, ha manifestato nuove curiosità ed attenzioni, influenzate da questa attività? Raccontateci: Maggiore curiosità per l’osservazione del cielo di notte (stelle, pianeti, luna): Attenzione al vento che muove l’aria: Maggiore interesse per i fenomeni meteorologici: Cercano forme riconoscibili nelle nuvole e nelle stelle: Attesa dell’eclissi per vedere come la luna si nascondesse: Fa richieste su dove siano le stelle e la luna di giorno ed il sole di notte, sulla velocità a cui si muovano, sulla loro grandezza: Gioca con le ombre e/o fornisce spiegazioni sulla loro dimensione: (un bambino ha notato che l’ombra di Pinocchio, nel film di Benigni, alla fine, non si comporta proprio come un’ombra) Maggiore interesse per l’arcobaleno ed i colori della luce: Gioca con le bolle di sapone o con le bolle in piscina: Nessun cambiamento: Cambiamento generico non specificato: Non risponde: 15 1 2 2 1 1 3 2 2 2 1 11 • A vostro giudizio, avete maturato un’attenzione o una curiosità diversa riguardo questi fenomeni? Sì: 6 No: 1 Eravamo già attenti a queste cose: 1 Queste esperienze hanno rappresentato uno spunto rispetto al non dare risposte precostituite: Ringraziano per la possibilità che hanno avuto i bambini di fare queste esperienze: Scoperta e maggiore curiosità: Si vogliono documentare sui fenomeni: 1 4 4 1 53 Sorpresa per la semplicità con cui sono stati trattati fenomeni così complessi: Restituire significato nel quotidiano a questo tipo di esperienze: Risveglio della memoria e ricordo del loro stupore di bambini nella scoperta di questi fenomeni: Scoperta di un nuovo modo di guardare ai loro figli: 3 3 2 2 Ce ne sono pervenuti circa il 57% e dal lavoro di elaborazione e quantificazione dei risultati abbiamo avuto conferma delle nostre aspettative: sono rimasti colpiti dal cambiamento di interesse dei loro bambini nell’osservazione del cielo (questo anche per i piccoli del nido), dalle spiegazioni che erano in grado di fornire per esempio rispetto all’alternanza notte/giorno e dalle proposte delle insegnanti (alcune valutate in modo davvero originale); hanno raccontato che i bambini hanno chiesto di ripetere gli esperimenti a casa ed in alcuni casi hanno ammesso di aver scoperto cose di cui non si erano mai posti il problema manifestando il desiderio di approfondire le loro conoscenze. Per quanto riguarda l’informazione rispetto al progetto sono stati determifoto 38 nanti gli elaborati dei bambini, le lettere di accompagnamento con la spiegazione dei laboratori e gli incontri con le insegnanti. All’incontro organizzato nel mese di maggio per i genitori e condotto dalla nostra esperta Lara Albanese (foto 38 e 39), erano presenti circa cinquanta genitori, che hanno ripercorso con entusiasmo le tappe del progetto, lasciandosi “incantare” dai mille modi in cui è possibile promuovere un atteggiamento scientifico nei loro bambini con giochi da fare, o foto 39 54 interrogativi a cui rispondere a casa. Fra gli eventi conclusivi del progetto ricordiamo anche “La serata stellare” organizzata presso la sede dell’Associazione Gruppo Astrofili M135 di Scandicci in cui bambini, genitori, insegnanti ed operatrici hanno potuto assistere alla proiezione di un filmato sulla foto 40 creazione del sistema solare (foto 40 e 41) ed osservare, grazie a ben tre telescopi, i crateri della Luna e gli anelli di Saturno. La valutazione del progetto fatta agli incontri di sezione e col Comitato è stata estremamente positiva; il progetto è stato un evento straordinario, che ha richiesto impegno ed energie a bambini, genitori, insegnanti ed operatrici, tutti comunque soddisfatti ed entusiasti di avervi preso parte. foto 41 Katiuscia Vaiani 5) L’attività del Gruppo Astrofili M13 di Scandicci mira sia ad attività osservative e alla realizzazione di fotografie astronomiche che ad attività divulgative. 55 6. la festa di fine anno A fine anno è consuetudine organizzare nella nostra scuola una festa conclusiva che si svolge negli spazi esterni ed interni del complesso scolastico. A questa festa sono invitati tutti i bambini frequentanti con i relativi genitori, fratelli, nonni ed anche le famiglie coi bambini che frequenteranno l’anno successivo in modo da familiarizzare già con l’ambiente, i compagni e il personale adulto della scuola. Il numero dei partecipanti si aggira sulle 300 persone pertanto è importante organizzarla bene e per questo ci avvaliamo anche dell’aiuto dei genitori del comitato e di altri che si rendono disponibili per questa giornata. È stata organizzata di sabato per permettere la partecipazione della maggior parte delle famiglie. All’interno di questa festa abbiamo organizzato un percorso che abbiamo chiamato proprio “col naso all’insù” dove i bambini, insieme agli adulti che li accompagnavano, avevano la possibilità di osservare, giocare, costruire, sperimentare attività diverse ma sempre inerenti al tema del cielo, visto che avevamo rilevato l’interesse molto forte dei bambini e dei loro genitori, per l’argomento trattato durante gli intergruppi. 56 Sono stati quindi individuati negli spazi della scuola 7 ambienti diversi dove in ciascuno era stato preparato del materiale adatto per svolgere l’attività inerente al laboratorio scelto. Sono state poi formate 7 squadre e ciascuna squadra, composta da 13 bambini con i relativi familiari, ha fatto un percorso consequenziale in questi laboratori predisposti. Vi mostriamo i contrassegni delle squadre: I laboratori individuati sono: I colori del cielo dove dopo aver osservato delle foto preparate si pitturava scegliendo varie tecniche: tempera, pennarelli, acquerelli, gessi, ecc (foto 42) • Vola-vola dove con bastoncini, carta velina, colla si costruiva un aquilone (foto • foto 42 foto 43 57 43) • luci e ombre dove si realizzava un piccolo teatro con burattini usando le sca• tole della pizza (foto 44) colori e bolle dove si soffiava con vari foto 44 foto 45 strumenti nel sapone per rivedere nelle bolle giganti l’arcobaleno (foto 45) me-ridiamo dove si potevano osservare vari tipi di orologi solari e si costruiva con la carta e bastoncini un orologio/meridiana da polso (foto 46) • prendi il volo dove si ritagliava la carta per realizzare dei serpentelli che attac• foto 46 foto 47 cati ad un bastoncino giravano col movimento del braccio (foto 47) Il planetario gonfiabile che le esperte dell’associazione Googol di Arcetri avevano portato nel salone della scuola dove si poteva entrare senza scarpe, in silenzio e al buio per osservare le stelle (foto 48) Al termine del percorso ci ritroviamo tutti nella parte più spaziosa del giardino per seguire il “lancio della mongolfiera”, realizzata dai genitori durante un laboratorio serale, organizzato proprio a questo scopo. Nel bel mezzo di un grande cerchio, costituito da tutti i partecipanti alla festa, due babbi tentano di far decollare la mongolfiera, tra gli incoraggiamenti urlati dei presenti. Un po’ di pazienza poi la mongolfiera prende il volo, anche se solo per pochi metri (foto 49). La soddisfazione comunque di essere riusciti a costruirla ed a farla volare è grande e traspare • 58 foto 48 foto 49 dai sorrisi compiaciuti degli interessati. La festa si è conclusa poi con un pranzo portato da ciascuna famiglia e condiviso tutti insieme (foto 50). foto 50 Un’altra iniziativa della festa è stata la serata stellare: presso l’associazione Astrofili di Scandicci a S. Martino si sono ritrovati dopo cena insegnanti, bambini e genitori, per osservare direttamente dal telescopio la luna, le stelle e, meraviglia delle meraviglie, il pianeta Saturno con tutti i suoi anelli. Gabriella Salvestrini 59 7. giocare con la scienza……con mamma e papà. I bambini e le bambine sono persone competenti in grado di sperimentare, ragionare mettere idee in comune. I contesti, gli ambienti le situazioni possono facilitare la sperimentazione favorendo il desiderio di ricercare, formulare nuove teorie, ripetere esperimenti, insomma fare scienza. La scienza non sta solo nei laboratori e non è patrimonio di pochi e spettinati scienziati, il linguaggio scientifico può trovare canali di comunicazione adatti a tutti anche ai bambini, alle bambine e ai loro genitori e, soprattutto, per i bambini è un linguaggio come un altro, uno dei tanti linguaggi che aiutano a formarsi un’idea del mondo. La scienza non è solo per gli addetti ai lavori, tutti a livello diverso possono avvicinarla. In quest’ottica è fondamentale che i bambini e le bambini non releghino a contesti e momenti particolari la sperimentazione, ma trovino terreni favorevoli in ogni contesto in particolare a scuola e a casa. Il mondo del bambino non è infatti quello della scuola, della casa, del parco giochi. Il mondo del bambino è anche quello della scuola, anche quello dalla casa, anche quello del parco giochi. È fatto da una pluralità di luoghi, di spazi, di relazioni. Il mondo fisico confina con quello dell’immaginazione e della fantasia nel quale le regole possono non essere più esattamente quelle della scienza e della fisica. La fantasia non è tuttavia opposta alla realtà è uno dei mezzi grazie ai quali possiamo comprendere meglio la realtà e il mondo. Il mondo della fantasia, quello della fisica, quello della scuola e della casa, dei boschi e delle città coesistono e la conoscenza di ciascuno di essi aiuta a comprendere gli altri, a capire quali sono e dove valgono le regole del gioco. Se l’arcobaleno fatto a scuola si forma in un certo modo, ciò succede anche a casa, al parco giochi o a casa di un amico. In questo senso è fondamentale che i genitori o gli adulti che condividono il tempo non scolastico coi bambini possano comprendere e condividere la loro esperienza. In campo scientifico ciò non è spesso possibile. L’ignoranza scientifica dilagante nel nostro 60 paese fa sì che il bambino non trovi spesso nella casa il luogo in cui condividere alcune scoperte fatte a scuola. Il mondo della scienza diventa un mondo a parte che si può esplorare solo in determinate circostanze e in determinati momenti e non quando la curiosità e la voglia di sapere affollano la mente e il cuore dei bambini. È quindi fondamentale in questo senso coinvolgere generalmente i genitori nelle attività di tipo scientifico perchè non si crei una scissione fra il mondo dentro la scuola e quello fuori dalle pareti scolastiche. Un modo di dire comunemente usato nel nostro paese ci dà un idea di quanto poco la scienza venga presa in considerazione, si usa infatti dire che una persona colta anche in materia scientifica è “persona di scienza e di cultura” quasi a suggerire una cultura separata dalla scienza... Così spesso gli adulti non si sentono adeguati nel parlare di scienza e di fronte alle domande dei bambini preferiscono rimandare, delegare. Tante volte invece proprio l’investigazione scientifica può essere un momento comune di riflessione per adulti e per bambini. Perché il cielo è azzurro? Cosa sono i lampi? Perché il sole è tondo? Perché le lacrime sono salate? Perché queste ed altre domande non vengano delegate unicamente alla scuola ai libri ed alla televisione bisogna favorire un contesto in cui anche i genitori abbiano voglia di mettersi in gioco. - Parliamone! - Proviamoci! Bisogna dimostrare che spesso in casa si usano le conoscenze scientifiche e si fa scienza. Così negli incontri coi genitori il primo passo è certamente la ricerca della scienza nelle azioni e nei contesti quotidiani. In cucina per esempio, oppure nella vasca da bagno... Si tratta semplicemente di valorizzare contenuti e azioni che genitori e bambini condividono abitualmente, si tratta semplicemente di scovare la scienza nella azioni quotidiane. La proposta di alcuni semplici giochi ed esperimenti da fare con materiale povero semplice o di recupero è sempre molto gradita durante gli incontri coi genitori È importante però mettere in evidenza che si tratta di esempi, ma che dall’ascolto e dalle richieste dei bambini e della bambine potranno nascere nuove interessanti sperimentazioni, nuovi giochi scientifici e, anche e soprattutto, che non esistono esperimenti “sbagliati” e che non tutte le sperimentazioni portano al risultato atteso. Un’ultima osservazione : la scienza accomuna persone di diversa nazionalità favorendo la comunicazione e lo scambio non solo fra i bambini, ma anche fra gli adulti che non parlano la stessa lingua. Il contributo dei genitori è inoltre indispensabile per le attività legate all’osservazione del cielo, visto che, ahimè le stelle non si vedono in orario scolastico. L’esperienza della scuola Turri di Scandicci ha visto i genitori coinvolti in un 61 incontro di scambio avvenuto al pomeriggio durante il quale sono stati proposti giochi ed attività da fare coi figli e, soprattutto nell’organizzazione di un evento finale durante il quale si sono occupati, fra l’altro della costruzione di una mongolfiera realmente funzionante. Solo loro potrebbero riferire dell’importanza di questa esperienza, anche se la grande partecipazione a questo tipo di incontri lascia presumere che abbiano una certa utilità. Lara Albanese 62 8. Verifica e valutazione del progetto 8.1. In che senso valutare? Arrivati alla conclusione di questo percorso, svolto insieme ai bambini e alle loro famiglie, cerchiamo adesso di “tirarne le fila”, ossia di trovare un momento per riflettere e comprendere ciò che è accaduto durante questo cammino nel mondo della scienza. La molteplicità di esperienze e attività proposte ai bambini durante i due cicli di intergruppi, ha infatti messo in moto un processo di sviluppo e apprendimento che è importante cercare di osservare e valutare per arrivare alla consapevolezza stessa del lavoro svolto. L’osservazione e la valutazione sono momenti importanti per rendersi conto se ciò che è stato svolto è risultato efficace e significativo, per individuare punti di forza o debolezza del progetto, ma anche, e soprattutto, per entrare più profondamente in contatto con i vissuti dei bambini, con il loro modo di vivere, di sentire e di comunicare quelle esperienze che noi abbiamo loro proposto. Ciò che abbiamo cercato di fare durante i vari laboratori e attività sulle meraviglie del cielo non è stato altro che fornire ai bambini momenti, occasioni e pretesti per osservare e discutere insieme su ciò che accade nel mondo attorno a noi, in particolare sopra la nostra testa, nel cielo. Stimolare i bambini ad osservare, ad esprimersi, a porsi domande sul mondo e ad azzardare ipotesi e spiegazioni su vari fenomeni, non è altro che un modo di incentivare la loro curiosità, la loro capacità di ragionamento, ed è questo il senso del fare scienza con i bambini, la cui importanza è già stata ampliamente discussa e supportata. Tuttavia è importante ribadirla per tener conto che quando si va a valutare e verificare tali processi di apprendimento, si ha a che fare con processi di sviluppo che possono non essere immediatamente osservabili, soprattutto con bambini molto pic63 coli. Non si tratta infatti di stimolare abilità o competenze specifiche come ad esempio la motricità, la manualità o la competenza linguistica in senso stretto, ma piuttosto di incentivare competenze trasversali che investono un po’ tutti i campi di esperienza. Soprattutto sono competenze che riguardano modalità di pensiero e ragionamento, la curiosità di osservare, la capacità di intuire, il desiderio di porre domande, di azzardare risposte, di individuare strategie per raggiungere obiettivi anche dal confronto con gli altri. Perciò le attività di intergruppo che abbiamo svolto possono considerarsi come piccoli semi gettati in un grande terreno fertile, terreno che rappresenta il bambino e la sua mente: se l’educazione continuerà a stimolare tali capacità e competenze, queste cresceranno e si renderanno visibili in contesti e occasioni diverse. Perciò quando nei momenti di intergruppo il bambino non si è espresso, oppure non è intervenuto durante la conversazione, non si è messo in gioco in qualche modo durante l’attività, il suo silenzio non è da considerarsi disinteresse o non comprensione. Per lui è stata comunque un’esperienza, un pretesto di gioco diverso e stimolante, che potrà rielaborare e reinterpretare nei tempi e nelle modalità che sono a lui possibili. I momenti di verifica e valutazione di questo percorso di intergruppo, nel mondo della scienza e dell’astronomia, sono diversi e molteplici, e cercano di mettere in luce i diversi aspetti delle esperienze svolte, senza avere la pretesa di essere giunti ad una conclusione finale, né di aver totalmente raggiunto gli obiettivi di partenza. Piuttosto da tutte queste operazioni di osservazione, resteranno i segni per ricordare e rivedere il lavoro svolto, per interpretare i dati raccolti e per modificare il nostro intervento in base ai bisogni e alle potenzialità dei bambini. Quindi più che valutare il risultato dell’esperienza, valutiamo il processo in atto e tracciamo la strada per il suo possibile sviluppo. 8.2. osservazione e valutazione nelle attività di intergruppo: la risposta dei bambini Ciascun intergruppo ha avuto a disposizione un quaderno da utilizzare come una sorta di diario di bordo. In esso l’insegnante poteva riportare oltre che le modalità di strutturare la propria attività, le proprie osservazioni, gli interventi dei bambini, le loro reazioni e le dinamiche che volta a volta in gruppi diversi potevano presentarsi. In genere il quaderno veniva utilizzato lo stesso giorno o nei momenti più prossimi alle attività proprio per permettere una riflessione fresca sui fenomeni osservati e non distorta dagli effetti del tempo. L’osservazione durante lo svolgimento dell’attività si è concentrata sul coinvolgimento dei bambini, i loro interventi, le loro curiosità, ma anche sui loro silenzi, sulle modalità di gioco dei più piccoli. Spesso era difficile cogliere tutti i loro interventi, poichè il desiderio di espri64 mersi li portava a parlare tutti insieme, perciò l’osservazione è stata supportata dalla registrazione audio che ha permesso di estrapolare le conversazioni dei bambini nella loro spontaneità. Per compiere un’osservazione più attendibile possibile, abbiamo deciso di registrare le conversazioni dei bambini secondo due diverse modalità: 1. Osservazione costante di un gruppo: le conversazioni sono state registrate e analizzate per lo stesso gruppo di bambini, che hanno percorso le diverse attività alla scoperta delle meraviglie del cielo. Ciò ha permesso di osservare in modo più approfondito come gli stessi bambini partecipavano ed interagivano nelle diverse esperienze, quali di queste hanno suscitato più entusiasmo, ma anche le reazioni dei singoli: infatti poteva accadere che un bambino rimasto in silenzio o poco partecipe durante un’attività, ne abbia invece gradita un’altra nella quale si è potuto esprimere con interesse ed entusiasmo. 2. Osservazione ciclica di ogni attività di intergruppo: sono state programmate le registrazioni audio in modo da monitorare ogni laboratorio e nello stesso tempo controllando che fossero presenti ogni volta gruppi diversi di bambini. Ciò ha permesso invece di studiare le modalità di interazione, coinvolgimento e partecipazione di bambini diversi in tutte le diverse attività per evitare anche di non focalizzarsi troppo sugli interventi di quei bambini che in un certo senso potevano monopolizzare la conversazione in un particolare gruppo. Non di rado accadeva infatti che un bambino, magari del gruppo dei grandi, intervenisse continuamente nelle conversazioni per dire la sua, sia per la grande curiosità e il forte interesse, sia perché magari già in famiglia aveva avuto modo di trattare questi temi. Dall’analisi finale che è scaturita dalle diverse osservazioni dei bambini nelle varie attività, l’aspetto positivo che è emerso in modo più evidente è la curiosità mostrata dai bambini durante l’attività stessa. I bambini esprimevano il desiderio di scoprire ogni volta un gioco nuovo, un “gioco sul cielo”, e durante lo svolgimento ponevano continuamente domande, anche molto stravaganti, per le quali attendevano desiderosi delle risposte. Nel momento in cui stimolavamo loro al ragionamento, incoraggiandoli a dire le loro idee, le loro fantasie, notavamo l’entusiasmo di trovare una soluzione, di formulare un’ipotesi interessante agli occhi degli altri bambini. In questi momenti di discussione i bambini più piccoli, soprattutto di due o tre anni mostravano più resistenze nella partecipazione, ma trovavano comunque il modo di esprimersi nei momenti di gioco e rielaborazione dell’esperienza. In generale possiamo concludere che le attività di intergruppo hanno arricchito la conoscenza di tutto il personale e di tutti i bambini della scuola, stimolando così capacità relazionali con adulti e bambini diversi dal gruppo di riferimento. Non sono ovviamente mancati momenti critici durante lo svolgimento delle attività pratiche e di rielaborazione, soprattutto per quanto riguarda i tempi di svolgi65 mento, che a volte erano un po’ ristretti, e per quanto riguarda la predisposizione dei materiali, che avrebbe dovuto, in alcuni casi, essere maggiormente differenziata a seconda delle età. 8.3. confronto e discussione fra le insegnanti nei collettivi e incontri con gli esperti Mensilmente in ogni incontro in collettivo, è stata dedicata una parte della discussione ad un brainstrorming all’andamento del proprio intergruppo. Ciò permetteva di far emergere le difficoltà incontrate nella gestione delle attività, i punti di forza, le strategia che avevano riscosso un maggior coinvolgimento, ma anche aspetti inerenti la progettazione stessa dei laboratori, in modo tale così da potersi arricchire delle conoscenze, idee e contributi delle altre insegnanti. La registrazione audio di cui abbiamo parlato precedentemente è stata programmata all’inizio dei due cicli di intergruppi, ma in realtà qualche insegnante l’ha utilizzata anche come proprio metodo di auto osservazione. Nel collettivo si poteva perciò anche compiere una sorta di autocritica sul modo di svolgere volta volta l’attività. Gli esperti oltre a dare un contributo su idee e attività particolari di ambito scientifico, ci hanno aiutato nella riflessione sulle modalità del nostro intervento durante il laboratorio. La difficoltà di alcune di noi, in particolare di chi era al primo approccio nel “fare scienza”con i bambini, è stata quella di sentirsi in qualche modo spinte a spiegare, a dare risposte sensate al bambino, quasi per paura di innescare conoscenze sbagliate sulla materia. Alcuni interrogativi più comuni erano quindi “Cosa gli dico se mi chiede dove va a finire il sole di notte?” oppure “Come faccio a spiegargli la rotazione della terra?”, “Come faccio se mi chiedono dove vanno le stelle di giorno?”. In realtà, come ben abbiamo approfondito in precedenza, il senso del fare scienza con i bambini, non è dare risposte corrette a queste domande, anche perché anche se dette nel modo più semplice possibile, un bambino di tre, quattro anni non potrà mai comprenderle a fondo. Così le insegnanti si sono messe alla prova e hanno cercato di contrastare questa loro tendenza a spiegare, parlare, raccontare, e ripeto soprattutto le “nuove leve”. Hanno provato a rilanciare la conversazione sul bambino, a stimolarlo e incuriosirlo dicendo ad esempio “È vero…chissà dove va il sole la notte…secondo voi dove si nasconde quel birichino!”oppure “davvero non ci sono le stelle di giorno…che cosa succede secondo voi…dove sono?Ma quelle candeline accese di giorno non le avete mica viste…eppure erano lì...come mai?Proviamo un po’ a capire il perché!” E così con grande sorpresa e con tante risate abbiamo sentito uscire dalla bocca 66 dei bambini le teorie più fantasiose, originali, buffe e spesso assurde… a volte anche silenzi e qualche broncio perché non sapevano dare una risposta... a volte bisticci perché quello che diceva un bambino non piaceva all’altro che si arrabbiava! Tutto questo è stato per noi il modo di capire cosa significa stimolare, rendere attivo e protagonista il bambino e osservare ciò che è in grado di creare in modo autonomo. Ripensando al percorso svolto, ci sono anche degli aspetti di criticità che sarebbe stato opportuno controllare e che hanno rappresentato momenti di difficoltà per le insegnanti nella gestione dell’intergruppo. Innanzitutto la necessità di organizzare meglio il materiale prima dell’inizio dell’attività, per evitare così i tempi morti che deconcentrano i bambini e permettere il rispetto dei tempi necessari all’attività stessa. Inoltre la mancanza di attrezzature idonee, come computer e testi specifici, non ha permesso di trovare materiali di supporto e di arricchimento che potevano essere importanti sia per i bambini che per le insegnanti alle prime esperienze con l’educazione scientifica. Soprattutto per queste ultime sarebbe stata utile una formazione specifica più strutturata, anche se la forte motivazione al progetto ha spinto le nuove insegnanti a documentarsi autonomamente attraverso i testi e il confronto con le colleghe. 8.4. la risposta dei genitori Il contributo dei genitori è stato per noi un feed-back importante per verificare ciò che il bambino riportava a casa delle esperienze vissute a scuola. Come abbiamo già spiegato, il coinvolgimento dei genitori è stato proposto sotto diverse forme: le “letterine” di accompagnamento ad ogni elaborato del bambino, con la spiegazione dell’attività svolta, i comitati, le riunioni di sezione, un incontro con gli esperti, il laboratorio in preparazione della festa di primavera e, in conclusione, il questionario in cui ognuno poteva esprimersi riguardo al progetto e riportare anche in modo specifico i racconti dei bambini, il loro modo di riproporre a casa l’esperienza vissuta a scuola. Come abbiamo già visto più in dettaglio, le risposte ai questionari sono state indispensabili per la valutazione del progetto, perché ci hanno permesso di rilevare i vissuti, i racconti, e tutto ciò che il bambino ha assimilato dei giochi e attività che gli abbiamo proposto e che ha tentato di riproporre con la sua famiglia. Senza l’occhio attento del genitore ciò non sarebbe stato possibile, poiché la nostra osservazione si sarebbe limitata all’ambito scolastico. In generale possiamo affermare che c’è stato un alto gradimento delle famiglie per il progetto svolto, interesse e stupore per la molteplicità di stimoli offerti. Tutto ciò dopo ovviamente aver spiegato loro in modo approfondito le finalità del progetto, poiché in alcuni, inizialmente, l’educazione scientifica ha destato qualche dubbio e perplessità rapportata a bambini così piccoli. Soprattutto c’è stata soddisfazione nello scoprire quanto è facile trovare pretesti per parlare con i propri figli, 67 semplicemente osservando ciò che ci circonda, e come fenomeni molto semplici offrono occasioni di accrescimento e conoscenza. Anche se non c’è stata un’alta partecipazione, l’incontro con le esperte ha suscitato interesse, curiosità e meraviglia, poiché sono state mostrate ai genitori semplici giochi scientifici da fare a casa con i loro bambini, anche con materiali di consumo quotidiano. Le letterine di accompagnamento ad ogni elaborato, sono risultate indispensabili e, grazie ad esse, anche i genitori dei bambini più piccoli (2 anni) hanno potuto interpretare e comprendere l’esperienza compiuta dal figlio, valorizzando il suo racconto e la sua rielaborazione. La festa della primavera è stata l’occasione conclusiva per permettere ai genitori di giocare e divertirsi con i bambini ma anche per mettersi all’opera e costruire con le proprie mani una mongolfiera da far decollare nel cielo. Durante la festa sono stati molti i genitori disposti a collaborare per gestire giochi e attività, mostrando entusiasmo e soddisfazione per queste nuove esperienze. Francesca Migliorini 68 Bibliografia C. Bernardini, P. Galluzzi, (a cura di), (2002), l’educazione scientifica nelle scuole della Toscana, Atti del Convegno Firenze, dicembre 2001, Firenze, Giunti C. Bernardini, G. Sbordoni, (a cura di), (1987), Il bambino ragionevole. primi segni del pensiero scientifico nelle scuole comunali dell’infanzia a Scandicci, Firenze, Luciano Manzuoli Editore P. Rossi, E. Scalise, (a cura di), (1986), Il bambino e la scienza, Firenze, La Nuova Italia S. Sturloni, V. Vecchi, (a cura di), (1999), Tutto ha un’ombra meno le formiche, Reggio Emila, Reggio Children L. 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Capocasale, (2004), I cinque sensi, supplemento al numero 5 di “Scuola dell’infanzia”, Firenze, Giunti Scuola 70 Sitografia http://it.wikipedia.org/wiki/Arcobaleno (settembre 2007) http://www.arcetri.astro.it/Italiano/EduPage/edu.html (gennaio 2007) http://www.cittadellascienza.it/portale_scuola/risorse.cfm?id_risorsa=7&action= scheda&sw=3 (luglio 2007) http://www.coelum.com/calanca/lunghezze_onda_luce.htm (luglio 2007) http://www.googol.it/googol/attivita.html (gennaio 2007) http://www.itislanciano.it/web/lavori/ottica/otticageometrica1.html (agosto 2007) http://www.les.unina.it/Le%20attivita/percorsi/luce/Sceneggiaturaluce11.pdf (marzo 2007) http://www.mporzio.astro.it/~amendola/eclissi/what.html (gennaio 2007) http://www.mytom.it/categoria_sfondi.php?catID=natura(gennaio 2007) http://pctidifi.mi.infn.it/lucevisione/libretto/libr_1.htm (marzo 2007) http://pctidifi.mi.infn.it/lanciano/ (marzo 2007) http://www.pianetagalileo.it (febbraio 2007) http://webvision.med.utah.edu (maggio 2007) http://www.pd.astro.it/MOSTRA/NEW/A2012ERT.HTM(gennaio 2007) http://www.pubblica.istruzione.it/mpi/progettoscuola/index.shtml (giugno 2007) http://www.ruediger-weingarten.de/Schriftsprache/Eye/Oculo.htm (agosto 2007) http://www.unifi.it/clscfp/CMpro-v-p-121.html (giugno 2007) http://w3.uniroma1.it/cattedra_michelotti/Colori.ppt (giugno 2007) http://web.uniud.it/cird/secif/termo/senso/senso01.htm (settembre 2007) http://web.uniud.it/cird/secif/termo/senso/senso09_1.htm (settembre 2007) 71 Scuola dell’infanzia TURRI pRogeTTo “gUaRdIamo Il cIelo” Conversazioni e riflessioni tra bambini ed insegnanti durante l’attività di intergruppo 73 premessa Le conversazioni qui trascritte sono riportate integralmente e senza “ritocchi” per offrire alle insegnanti ed al lettore interessato, la possibilità di valutare attraverso i dialoghi, l’esperienza compiuta tenendo conto di molteplici aspetti: • l’interesse dei bambini, • le loro conoscenze pregresse, • le interazioni tra bambini e con gli adulti, • la loro capacità di fare previsioni, tentare soluzioni ragionevoli ai problemi proposti, • la modalità di approccio a contenuti non semplici, • il linguaggio intercorso tra le insegnanti e i bambini, • gli aspetti organizzativi dell’attività stessa. La spontaneità e l’assoluta fedeltà delle conversazioni rendono perfettamente e realisticamente l’idea dello svolgimento dell’esperienza, tanto da poter dire “... .sembra d’essere là...”. Nei dialoghi manifestamente informali possono comparire a volte trasgressioni linguistiche o modi di dire popolari che rendono più colorita la conversazione. Questo strumento, la sbobinatura delle conversazioni svoltesi durante il lavoro di intergruppo, è stato realizzato dalle persone coinvolte nel progetto, quale momento di sintesi della documentazione realizzata sull’intera esperienza. Daniela Sgobino 75 Insegnante: Dobbiamo vedere cosa c’è fuori dalla finestra, cosa vedete? Bambino: Il sole I.: Cosa c’è in cielo? B.:Il sole… I.: Oppure? B.:Le nuvole! I.: Il cielo è sempre uguale? B.:No… delle volte può essere anche nero perché è buio I.: Andiamo sulle panchine, mettiamoci comodi comodi… Vorrei sapere da Mattia cosa c’è in cielo… è sempre uguale il cielo? B.:Delle volte è buio… I.: E tu Marco che dici, cosa c’è in cielo? B.:Non lo so… I.: E tu Leonardo, cosa hai visto alla finestra, ti viene in mente qualcosa? B.:mmm… I.: Sentiamo Nives… B.:Le nuvole… I.: Sentiamo Edoardo… B.:È sempre uguale… I.: È sempre uguale, davvero? Che dici Pietro? B.:No a volte è nero, quando è buio ed è molto tardi… Poi il sole si nasconde e va dietro alle nuvole… I.: Bravo! E tu Enrico vuoi dire qualcosa? B.:Quando è buio ci sono le stelle… I.: Bravo, dillo un po’ più forte però, è molto bello quello che hai detto… I.: Sentiamo cosa dice questa signorina, Greta... B.:Ho visto che c’è il sole… I.: Oggi… e poi, a volte… B.:Le nuvole… I.: Sentiamo Pietro che sa un sacco di cose… vuoi dirci ancora qualcosa … B.:In cielo piove oppure il temporale può venire… i lampi, le saette… I.: I lampi, le saette! B.:Anche i tuoni… I.: C’è qualcuno che ha paura dei tuoni? B.:Sì, io quando vengono di notte… B.:Sì, io scappo… I.: Davvero, ti fanno paura… Pietro, vuoi raccontarci altro? B.:Delle volte quando vado fuori poi piove e vado alla Coop alla fine esco e corri corri con il carrello metto tutta la roba nel carrello e me ne vado a casa… I.: E cosa c’entra tutto questo con il cielo? B.:Per rifugiarsi dalla pioggia e dal bagnato! I.: Questa signorina, Giulia vuole dirci qualcosa? Cosa hai visto stamattina in cielo? B.:Il sole… I.: È sempre uguale il cielo? B.:No delle volte c’è il sole, delle volte c’è le nuvole e delle volte c’è la notte… I.: Ti viene in mente altro? E Giorgia cosa ci racconta sul cielo? B.:Io una volta sono uscita per andare a cena dalla nonna… e quando sono uscita dopo tanto tanto era tutto buio… era notte… 77 I.: E com’è il cielo la notte? B.:C’è le stelle e la luna… I.: Bene Giorgia, Sentiamo questo bambino… Pietro… cosa c’è in cielo? B.:Di notte c’è la luna e di giorno c’è il sole… I.: Oppure? B.:Oppure la notte c’è le stelle e la luna… I.: Sentiamo Alice… È sempre uguale il cielo? B.:No… a volte c’è il sole… I.: Adesso vi racconto la storia della Pimpa…vediamo che dice… STORIA DELLA PIMPA L’insegnante durante la lettura mostra il libro ai bambini e chiede loro di notare come è diventato il cielo... B.:Blu… è notte! I.: Bravo Pietro! È diventato scuro, perché è notte… Ecco una stellina… Durante la lettura… I.: Che cosa fa il sole con i suoi raggi? B.:Illumina!!! B.:Bravo proprio questo… B.:E poi viene le ombre! Con i suoi raggi ci scalda e ci illumina… prosegue la lettura… I.: Adesso vogliamo fare un lavoretto bambini? Dividiamoci, un po’ di bambini vanno a quel tavolo e un po’ vengono a questo… Proviamo a fare il cielo di giorno e il cielo di notte… L’insegnante distribuisce i cartoncini che per metà sono in blu e per metà in azzurro, il sole, la luna, le stelline e le nuvole da incollare sopra. 78 B.:Questo è giorno e questo è la notte, è buio vedi… B.:Qui c’è il sole, dove lo attacchiamo, nella notte o nel giorno? I.: Allora voi mi avete detto che in cielo di giorno c’è il sole ma la notte ci sono le… B.:Le stelle… I.: Guardiamo un po’ se facciamo tutto buio anche qua… Cosa ha detto Giorgia prima, che per fare buio bisogna aspettare tanto tanto… però noi non possiamo restare qui fino a stasera vero? B.:NO! I.: Allora abbiamo spento le luci e abbiamo fatto… B.:BUIO… I.: E che cosa vediamo ora nella stanza? B.:La luna e le stelle! I.: No… cosa sono queste? B.:Candele! I.: Ecco, rappresentano che cosa? B.:Le stelle! I.: Abbiamo visto anche noi nella stanza tante lucine… vero? Che cos’erano? Tante candeline a… B.:Accese…. I.: Tante candeline accese che però quando c’era la luce non si vedevano vero? E invece ora le abbiamo viste bene? I.: Allora Mattia, ripetiamo perché non si vedono di giorno le stelle? B.:Perché il sole le copre… I.: Bravo perché c’è il sole e allora non le vediamo… e invece quando è buio? Vanno in un altro paese… I.: E non le vediamo… Voi volete dire più niente? B.:NO… B.:Io sì! La luna va in un’altra città e il sole viene a Firenze… arriva la luce! Verbalizzazione: I.: Chi vuole raccontare? Di che cosa abbiamo parlato? Del cielo com’è di giorno e com’è di notte… B.:Quando è notte ci sono le stelle e la luna… e quando è giorno il sole e le nuvole… I.: Il cielo è sempre uguale? B.:No… I.: Pietro tu che ci hai raccontato tante cose, vuoi dirci qualcosa? I.: Che di notte possono venire anche i tuoni però dopo la saetta e poi c’è pure i figli della saetta che sono i lampi e fanno fsch… vanno giù e fanno tutta la luce… a me non mi fanno dormire però non fanno dormire tutti… e i tuoni danno noia noia noia e poi anche i fulmini… I.: Ma il cielo abbiamo detto che non è sempre uguale… Racconta a Katiuscia che non c’era con noi com’è di giorno… B.:Di giorno c’è il sole ed è pure notte e c’è tutte le stelle… I.: Di giorno c’è il sole che ci illumina e di notte? Stai facendo un po’ di confusione… I.: Di notte c’è il sole Pietro? B.:No c’è le stelle, infatti è tutto buio… I.: Giorgia tu cosa vuoi dire? I.: Giorgia che cosa hai fatto? B.:Ho fatto il sole su un foglio… I.: Dove lo avete fatto? B.:Nella stanza rossa! I.: Ma com’era fatto questo foglio? I.: Da una parte era azzurro e rappresentava che cosa… B.:Il giorno e la parte blu rappresentava la notte… I.: E cosa avete fatto con questi fogli? B.:Ci abbiamo incollato sopra… e poi abbiamo letto un libro, la Pimpa… I.: Non ho capito cosa avete incollato sul foglio azzurro? B.:Dove c’è la parte blu le stelle e la luna e dove c’è l’azzurro il sole e le nuvole… I.: Che storia avete letto? B.:La Pimpa… I.: E che faceva? I.: Che faceva? Voleva vedere cosa c’era sopra… B.:Il sole… I.: No, sopra le nuvole c’era il… Chi ricorda la storia della Pimpa… B.:Lei non sa dov’è il sole… vieni ti porto io… e sali e sali e sali… I.: Con cosa sale? B.:Con un palloncino… e il palloncino va su su su e poi fino su incontrò il sole che dice sei bravo, sei andato il cugino e poi la stella… il sole ha detto questa è la mia mamma la stella e poi alla fine ha detto che figlio bravo hai fatto… I.: Perché era bravo, cosa faceva il sole con i raggi? B.:Faceva luce… I.: E poi? B.:E poi alzare tutti i bambini… I.: E poi scaldava… e allora la Pimpa dice: “Come sei brava Mamma Lucia, hai fatto un sole che scalda e che illumina! I.: E ora un applauso! Bravissimi tutti! Insegnanti Patrizia Masotti Francesca Migliorini 79 I.: Allora…vediamo…vi ricordate che intergruppo facciamo nella stanza rossa? B.:I giochi con l’aria? Costruiamo l’aereo? B.:No! Si faceva il cielo! I.: Bravi! Parliamo del cielo…e vi ricordate cosa abbiamo fatto la volta scorsa? B.:Io non c’ero! B.:C’erano delle candele lassù’ B.:È vero! Erano sul barattolino dei biscotti! I.: È vero! E come mai c’erano delle candele, ve lo ricordate di cosa si era parlato? Non parlate tutti insieme…uno per volta! B.:Erano per fare la luce! I.: Ma con la luce del giorno si vedevano? B.:No…dopo! Quando abbiamo fatto buio con le tende! B.:Come di notte! I.: È vero...abbiamo parlato del cielo come è di giorno e com’è di notte...Oggi invece vi volevo chiedere…ma il cielo oggi di che colore è? L’avete guardato? B.:Ci sono sole e nuvole! B.:È bianco! B.:È celeste! B.:Azzurro B.:È sereno I.: E sentite un po’… c’è qualche bambino che me lo sa dire come mai il 80 cielo è proprio azzurro? B.:Perché c’è la luce…c’è il sole! Gli altri bambini rimangono zitti. I.: Ma come mai è proprio azzurro, come mai non è bianco o giallo come il sole…come mai proprio azzurro?! B.:È……È segno che è giorno! I.: È vero… perché di notte com’è? B.:È buio! B.:È blu! B.:È nero! I.: Allora guardate cosa vi ho preparato…qui ci sono dei barattoli con dentro dell’acqua sporca…ora facciamo un esperimento…proviamo a illuminarli con questo faretto… prima facciamo buio nella stanza poi voi guardate bene che cosa succede…va bene? chiudiamo le tende della stanza B.:Diventano scuri! I.: Aspetta un attimo si accende la luce…si devono illuminare… B.:Giallo! B.:È diventato tutto bianco! B.:Quello è grigio…c’è un po’ di polverina! B.:È il colore delle nuvole B.:Color nuvole! B.:Questo sembra rosa quando ci avvicini la luce! I.: Bravi è vero, ci vedete qualche altra cosa? Qualche altro colorino? B.:Io un po’ celeste! B.:Si è vero si vede anche un po’ celeste qui! B.:Azzurro!…perché allontani un po’ più la luce e al posto della luce poi viene il buio e poi la luce e poi il buio.. I.: Bravi avete detto proprio delle cose carine sapete!? Avete detto che avete visto proprio tanti colori e a un certo punto qualcuno mi ha detto anche l’azzurro… nel frattempo riapriamo le tende I.: Ma allora scusate bambini ma come è possibile che è diventata azzurra l’acqua se ora è ritornata bianca!! Come era possibile che si vedeva un po’ di azzurro!! B.:È stata la luce! I.: E allora come mai secondo voi il cielo si vede azzurro!? B.:Perché c’è la luce! In realtà perché c’è l’aria che si unisce all’altra aria e diventa celeste…si perché io ho visto anche un po’ di aria che girava intorno alla macchina! I.: Ho capito è vero! Hai sentito l’aria.. B.:Ma che cosa si porta a casa oggi? I.: Aspettate un attimo vi volevo dire un’altra cosa…ma il cielo è solo azzurro? L’avete visto solo azzurro? faccio parlare tutti i bambini a turno B.:Nooo. Di notte è buio! B.:È scuro! B.:Io l’ho visto nero quando era buio. B.:Io l’ho visto bianco anzi blu B.:Io solo celeste! B.:Come i tuoi occhi! B.:Io l’ho visto rosso...quando tramontava! B.:Io blu…di giorno! B.:Io blu e nero quando c’erano le stelle e la luna. B.:Giallo...c’è il sole! B.:Nero di notte B.:Blu di notte. B.:Rosso quando tramontava! B.:Arancione quando tramontava! B.:Qualche volta rosa, qualche volta arancione qualche volta celeste un po’ blu e qualche volta rosso…eh! Tramontava! I.: Accidenti quanti colori hai visto! B.:Io arancione non l’ho mai visto! I.: Eh allora prova a farci caso quando sta per diventare buio...vedrai che lo vedi.. B.:Lo sai che sembrava che bruciava! I.: Allora visto che avete visto già un sacco di colori in questo cielo...io adesso vi faccio vedere una cosa…tante foto dove c’è il cielo che può diventare di tanti altri colori diversi…guardate qui! faccio vedere le foto ai bambini sistemandole sulle panche in modo che loro possano guardarle tutte con calma B.:Bella! Questa è una nuvola gigante! B.:Questa è viola e arancione B.:Viola marrone e nero! B.:Oddio bella, è rosso! B.:Qui c’è l’acqua!! B.:Giallo! B.:Arancione! Anche l’acqua è arancione! B.:Qui è rosa! 81 B.:Qui il mare è viola! I.: Allora adesso che abbiamo guardato queste foto mettetevi seduti ai tavoli e facciamo un lavorino...le foto le lascio qui così le potete guardare e potete scegliere la foto che più vi piace…con il colore del cielo che più vi piace… Dopo provate a rifarla con gli acquerelli…proprio con i colori del cielo che vi è piaciuto di più! i bambini si mettono a pitturare con l'acquerello con entusiasmo scegliendo bene quei colori che piu' li hanno colpiti e riempiono tutto il foglio proprio come nella foto. I.: Lo vedete qui su questi tavoli che cosa c’è? B.:Sì I.: Lorenzo vieni qui che vedi meglio… Che cosa sono queste cose sul tavolo? B.:L’acqua! I.: E questo qui cos’è? I.: Una luce? Come quelle lassù? B.:No I.: Come si chiama? B.:La pila B.:La torcia I.: Sì, si chiama pila e anche torcia… state a vedere, ne metto una qui su questo tavolino, un’altra la metto di qua e un’altra la metto di qua e poi guardate cosa c’è… cosa sono questi? B.:Specchi! I.: Specchi? Sì sono degli specchi, guardate dove li metto… B.:Nell’acqua… I.: E anche qui uno specchio nell’acqua… Adesso cominciamo a fare questo gioco… Attenzione, devo fare questa cosa qui, cosa sto facendo? B.:Luci?! Daniela fa tintinnare la ciotola B.:Vetro!!! I.: Vetro? Sono delle ciotole di vetro… e dentro c’è? B.:L’acqua I.: Allora guardate che cosa vi do io, oggi facciamo un gioco che non abbiamo mai fatto, cos’è questo qui? I.: Mostra una torcia B.:Luce 82 Insegnanti Patrizia Masotti Francesca Mgliorini B.:Chiudi! I.: Chiudo? Che cosa? B.:Le tende… I.: E allora chiudendo le tende che cosa succede? B.:È come prima… I.: È come prima con le tende chiuse? Adesso guardate che cosa succede… Cos’è successo? B.:C’è tutto buio nell’acqua. I.: È tutto buio, allora ci dividiamo in tre gruppetti per fare un gioco con le luci, lo specchio e l’acqua… Intanto cominciano i bambini più grandi a prendere lo specchio, perché sennò si può rompere. Lorenzo, vieni qui e aspetta gli altri bambini che vengano qui a giocare… I.: Cosa si vede? B.:Provo io ora! I.: Muovi lo specchio… Vedete sul tavolo… B.:Anche lassù! La luce! I.: La luce di cosa? B.:Dello specchio… I.: Cos’è questa luce qui? Guardala, guardala come si muove! I bambini si sistemano. I bambini cercano i riflessi della luce, Daniela li sollecita a prestar attenzione alla posizione dello specchio e a muoverlo per ritrovare i propri colori… I.: Allora il gioco è così: accendiamo la torcia e poi mentre un bambino manda la luce sullo specchio, un altro bambino prova a muovere lo specchio per vedere che cosa succede… allora, Davide tu gira lo specchio… Filippo prova a muoverlo, Lorenzo prova a muovere lo specchio e… attenzione provate a puntare il raggio con la luce dentro l’acqua… Che si vede? Che c’è laggiù? B.:Una luce nello specchio… I.: Una luce? La luce di che cosa? I.: E sul tavolo, non si vede niente? Coro.: Sì, luce! I.: Ancora luce? Guardiamo un po’… fai provare anche Jennifer… Guarda cosa si vede sul tavolo! Che c’è qua? Che si vede? B.:Guarda alla parete! B.:Guarda sulla tenda! I bambini scoprono la luce in più punti. B.:Ma questa è una magia! I.: Cos’è la magia? Avete visto, ci sono dei colori sul tavolo? Anche lassù sul muro… Guarda bravo Simone… che cos’è venuto? B.:Sono stato io a farla venire lassù sul muro… I.: Avete visto come si muove la luce dello specchio? B.:È mia la luce! Via via! I.: Cosa succede lì sul tavolo Rossalin? B.:Via via… B.:La voglio vedere I.: La vuoi vedere? Prova, è pesantino… I.: Adesso attenzione, vi faccio vedere un altro gioco con le luci, porto via le bacinelle, asciughiamo e … state a vedere che cosa vi do… sempre con la torcia facciamo un altro gioco… Guardate cosa sono questi… Che vi sembrano? Coro.: Fili… I.: Fili? E attaccato al filo che c’è? B.:Cristalli… 83 I.: Sì, cristalli, questi cristalli, si usano per fare i lampadari…. Allora Rossalin tieni un attimo te questo cristallo… guardate quest’altro… Tutti poi ci giocate… Avete visto questo? Guarda Lorenzo, guarda un po’ te questo cristallo, dopo lo do anche a Massimiliano e questo lo regge un attimo Alex… Allora uno alla volta, provate a mandare la luce sopra il cristallo, prova Greta… Guardiamo che succede? B.: Viene l’ombra… nel cristallo… I.: Viene l’ombra? B.:Nel cristallo… I.: Metti la luce qui… Guarda un po’…cosa sono? fermo fermo, non dondolare… Cosa c’è? Cosa viene? B.:L’arcobaleno! I.: L’arcobaleno? Tanti arcobaleni? Guarda là… B.:Sì… anche sulla maglia di Alex I.: Anche sulla maglietta di Alex c’è l’arcobaleno? Fammi vedere, è vero ce l’ha sulla maglietta! Anche lì c’è, guarda sul muro… B.: Guarda un po’ quanti colori vengono fuori! I.: Guarda ce li ha sugli occhi Jennifer…Hai visto? Prova un pochino te! Che cosa è venuto fuori? B.:L’arcobaleno I.: Guarda Massimiliano…cosa c’è B.:L’arcobaleno! I.: L’arcobaleno L’avete mai visto voi l’arcobaleno? B.:Io sì! I.: Alex, Simone l’avete mai visto l’arcobaleno? Chi ha detto sì, dove l’hai visto? B.:Io l’ho visto al mare! B.:Io l’ho visto a Scandicci! 84 I.: Tu l’hai visto a Scandicci? E tu Filippo, l’hai mai visto l’arcobaleno? B.:Al centro… e al mare… I.: Guardate un po’, quanti colori ha l’arcobaleno, quanti colori vedete? B.:Il rosso… B.:Il blu… B.:Il verde… I.: Il rosso, il blu, il verde… L’insegnante chiama vicino a sé Jennifer, la aiuta a vedere l’arcobaleno ruotando il filo. Antonella fa lo stesso con Matilde e Greta. I.: Guarda, guarda come girano… A. Guarda quanti colori Greta… I.: Vediamo quanti colori si vedono… B.:Guarda guarda ! I.: Eccolo lassù sul soffitto… I.: Allora adesso che avete visto l’arcobaleno con i cristalli vi faccio vedere un arcobaleno vero… Ma di che è fatto un arcobaleno? Lo sapete voi? B.:Colori I.: I colori?! E cos’è che fa venire l’arcobaleno? Ora si vede più l’arcobaleno? B.:No!!! I.: Come si faceva a vedere? Cosa ci vuole? B.:La luce e il cristallo! I.: La luce e il cristallo? E tu dove lo hai visto l’arcobaleno Lorenzo? B.:A Scandicci! I.: E avevi un cristallo per vedere l’arcobaleno? B.:No… I.: Allora dove l’hai visto… per aria, per terra, su una tenda? Dov’era? B.:Per aria! I.: Te Simone dove l’hai visto l’arcoba- leno? Hai detto al mare, ma c’era un cristallo per farlo? B.:Sulla terra… I.: Sulla terra? E avevate una pila per fare l’arcobaleno, oppure c’era un’altra luce? B.:C’era un’altra luce… I.: Quale luce? Quale luce serviva per fare l’arcobaleno che avete visto voi? B.:Il sole… I.: Il sole dice Alex, allora vediamo un po’… Noi abbiamo usato una luce che era la torcia e poi cosa abbiamo usato per fare l’arcobaleno? I cristalli e… B.:Nooo! I.: Nooo? Guarda eh, ora vi faccio vedere le figure di arcobaleno vere, ma vere e grandi… Guardate come sono belle, sono proprio fotografie di arcobaleni… Eccole qua, state a guardare, ve le attacco al vetro così le vedete meglio… Guardate questo… B.:Bello! B.:Bello! I.: Dove si vede l’arcobaleno? B.:Nel mare… I.: È nel mare? B.:È freddo, è d’inverno… I.: Ma qui che posto è? Quassù… B.:La neve… I.: La neve? Vedi la neve? B.:Io sì, è il ghiaccio… I.: È il ghiaccio? Dove? B.:Lì… I.: Aspetta, la appoggio un attimo e poi ci fai vedere dove sono la neve e il ghiaccio… B.:Anche Simone la voleva… I.: Vieni Lorenzo, fammi vedere dov’è il ghiaccio e dov’è la neve… Dove sono? B.:Qui… B.:Quello lì è il ghiaccio sei sicuro? Dove sta il ghiaccio, su nel cielo? I.: È tipo una montagna? Questo qui è ghiaccio Rossalin? No? Cos’è? B.:È una nuvola… I.: È una nuvola dice Rossalin? I.: E allora che succede? Alex, tu te lo sai spiegare? B.:No, perché casca… I.: Casca giù il ghiaccio? B.:Sì.. I.: Ma da che cosa casca giù? B.:Dalle nuvole I.: Dalle nuvole… Allora l’arcobaleno dov’è? Nel ghiaccio, nelle nuvole? B.:Nel ghiaccio I.: È nel ghiaccio questo arcobaleno? B.:No I.: Allora dov’è? Diccelo te Giorgia… B.:Nel mare, nel mare! I.: Questo è il mare che sta sulle nuvole… Il mare sta sopra le nuvole? B.:No il mare è questo… I.: Il mare è quello? Allora vediamo quest’altro arcobaleno qui… Ci vedete? Vedete quest’altro arcobaleno? Coro.: Le montagne! I.: Sì, ha le montagne, e lì che cosa c’è che fa venire l’arcobaleno allora? B.:La cascata dell’acqua! I.: Noi avevamo l’acqua? B.:No! B.:Sì I.: Allora nelle bacinelle che cosa c’era? B.:L’acqua! I.: Allora noi abbiamo usato l’acqua e la torcia, qui invece cos’è che fa venire l’arcobaleno? B.:L’acqua… I.: L’acqua… e poi? Che luce ci sarà? La torcia? C’è una torcia fra le mon85 tagne? B.:No! I.: Allora che luce ci sarà? B.:Il sole! I.: Guardate quest’altro arcobaleno e poi ditemi che cosa succede qui… B.:Il sole… B.:Le nuvole… B.:Io non le vedo le nuvole… B.:Neanche io le vedo le nuvole… I.: Non le vedi le nuvole… il cielo com’è, è chiaro, è celeste, è grigio… Coro.: È celeste! I.: Lo vedi celeste te? B.:No azzurro scuro I.: Allora, qui c’è l’acqua della cascata e qui che cosa c’è che fa venire l’arcobaleno? B.:Il mare… I.: Il mare è quassù in mezzo alle nuvole? B.:No… I.: Che acqua c’è? B.:La pioggia… B.:Le nuvole fanno cascare la pioggia… I.: Le nuvole fanno cascare la pioggia… B.:… e poi viene l’arcobaleno… I.: Allora per fare l’arcobaleno, ci vuole la pioggia e poi quale luce ci vuole? Massimiliano ha due anni e mezzo e un bambino più grande commenta: B.:Lui è piccolino piccolino B.:Neanche io… I.: Nemmeno la Matilde ci arriva lassù. I.: Allora adesso sapete che facciamo? Vi piace l’arcobaleno? Coro .: Sì… I.: Jennifer ti piace l’arcobaleno? B.:Sì.. B.:Anch’io… I.: Allora quando vedete che piove forte e le nuvole che un po’ si spostano, voi guardate da qualche parte in cielo perché forse si sta formando l’arcobaleno… Ora vi do un quadretto e voi provate a fare l’arcobaleno per portarvelo a casa…. Che colori ha l’arcobaleno? Lo vedete? B.:Rosso, giallo e celeste I.: Rosso, giallo e celeste, poi che colori avete visto voi sul tavolo? B.:Blu B.:Io giallo B.:Verde I.: Allora io vi do i colori e voi fate l’arcobaleno … Apriamo le tende che vediamo meglio… …. … … Attività con acquerelli, acqua , pennelli I.: Sopra ai monti quale luce ci sarà? Coro.: Il sole! I.: Il sole, mica la torcia! Si porta la torcia lassù in cielo? B.:Nooo! Non ci arriva! I.: Non ci arriva? Te ci arrivi Rossalin su in cielo con la torcia a fare luce? B.:No B.:Neanche io… B.:Neanche io… 86 B.:Bello… Mi piace… I.: Guardate quanti arcobaleni ci sono qua… voi inventatelo come piace a voi, con i colori che vi piacciono, tutto nuovo fatto da voi… B.:Guarda bello… I.: Bravo Massimiliano, guarda quanti colori… Ti piace il rosso? B.:Sì I.: Ecco allora fai un bell’arcobaleno con tanti colori… Accipicchia guarda lui… B.:Blu... B.:Va bene così, va bene così B.:No così… capisci acquario… I.: … Te Greta l’avevi mai visto un arcobaleno? B.:nel mare! I.: Quando sei andata al mare……. e dov’era, dentro l’acqua o su nel cielo? B.:Nel cielo.. I.: Nel cielo hai visto l’arcobaleno!? Ti è piaciuto, era bello? L’hai visto proprio così come su quelle foto lì? B.:Si. B.:Ho fatto… I.: Bravo Massimiliano… adesso lo mettiamo ad asciugare… B.:Ho fatto.. I.: Anche te? Scriviamo il nome così sappiamo di chi è… Verbalizzazione in salone I.: Lorenzo vi stava raccontando… ricomincia dall’inizio, per bene perché loro in classe non c’erano e non sanno… I.: Racconta Simone… Siamo entrati in classe e cosa c’era sui tavoli? B.:Un vetro per terra… I.: C’era un vetro per terra così appoggiato? B.:No I.: Cos’era? B.:Era… I.: C’erano tre bacinelle con l’acqua, vero? Ma dentro cosa abbiamo messo? B.:Un vetro I.: Ma era un vetro come la finestra? B.:No I.: Cos’era? Ve l’ho fatto anche vedere… Come si chiama quel vetro lì? B.:Lo specchio I.: Poi con lo specchio che avete fatto? Cosa avevate in mano? B.:La luce I.: Una luce…. Lo dicono loro che ci sono già stati… Manuel lo racconti te? B.:Una pila!! I.: Avevamo una pila. E che ci faceva una pila con lo specchio e l’acqua? Lo doveva dire Lorenzo… te la senti te Lorenzo di raccontare? Che ci faceva la torcia con lo specchio e l’acqua? Lorenzo non riesce a raccontare. Neppure Rossalin. I.: Filippo lo racconti te? B.:Siamo entrati abbiamo girato lo specchio con l’acqua poi c’era l’arcobaleno… I.: Dov’era l’arcobaleno, te lo ricordi? B.:Sulle tende e sul muro e sul tavolo, poi abbiamo visto le fotografie e … I.: E poi cosa vi ho dato in mano dopo che avete giocato con la torcia, lo specchio e l’acqua e avete visto l’arcobaleno, cosa vi ho dato in mano, te lo ricordi? B.:Un triangolo I.: Eh… quei cristalli… che avete fatto col cristallo? B.:Si accendeva la luce e si facevano tutti arcobaleni, sul tavolo, sulle tende e sul muro! B.:Tutti arcobaleni e sul soffitto I.: E poi invece? B.:E sopra… I.: E dopo cosa avete visto? Cos’erano 87 quelle foto? Coro .: L’arcobaleno!!! I.: E quegli arcobaleni voi dove li avete visti Filippo? Te li ricordi dove li avete visti? B.:Io al mare, in montagna e a Firenze B.:Io anche al mare… I.: E poi dopo aver parlato degli arcobaleni che cosa abbiamo fatto? B.:Abbiamo fatto con i pennelli… I.: Un quadretto vero? Avete fatto il vostro arcobaleno con gli acquerelli… I.: Che cosa avevamo usato l’altra volta per fare l’arcobaleno,Giorgio? Te lo ricordi? B.:La torcia e dell’acqua, una ciotola d’acqua, un vetro poi abbiamo preso un diamante e gli abbiamo puntato la torcia. I.: Anche i cristalli, si, ve lo ricordate? B.:Sì! I.: A che cosa erano appesi? B.:A un filo. I.: A un filino, e voi con la torcia cosa facevate, con questi cristalli, Matteo ce lo racconti te? B.:Sì, ehm,con la torcia e con quelli ehm, con quelli ehm….. I.: Che succedeva? Che facevi con la torcia? B.:Ho detto dov’è l’arcobaleno, dov’è l’arcobaleno? Mi sono puntato ed ho visto l’arcobaleno. I.: La luce della torcia era diven- tata……? B.:Arcobaleno. I.: L’arcobaleno eh ?, di tanti colori, ma la luce della torcia è di tanti colori? B.:No, è blu e nera! I.: La parte di plastica, ma la sua luce era di tutti i colori? B.:No, è soltanto gialla. I.: Di che colore è la luce? B.:Gialla bianca. I.: Gialla bianca, e l’arcobaleno che è nel cielo, Lorenzo,ti ricordi di quanti colori l’avevamo visto, nelle fotografie? B.:No, I.: No? Te Enrico ti ricordi di quanti colori l’avevamo visto? Dicci un po’ i colori che avevi visto nell’arcobaleno in cielo? B.:Dillo su! I.: Ce lo dice Leonardo? B.:Non me lo ricordo. 88 I bambini mostrano l’arcobaleno ai compagni… Insegnanti Daniela Sgobino Chiara Taddei I.: Non te lo ricordi, e te Greta te le ricordi quelle fotografie che avevamo visto qui sul vetro? B.:No, perché lei non c’era. I.: Ah, lei non c’era? Allora ce lo dici te Tommaso? B.:Era di tanti colori. I.: Era di tanti colori quell’arcobaleno lì sulla fotografia vero? Ma quale luce, fa l’arcobaleno nel cielo, quella della torcia? Si va su nel cielo con le torce per fare l’arcobaleno? B.:No, l’acqua! I.: L’acqua e in cielo che cos’è l’acqua? È una bacinella che sta su nel cielo? B.:No, è la pioggia. I.: La pioggia, già in cielo ci sarà la pioggia come acqua mica la bacinella……… e la luce? Che c’è una torcia su nel cielo? B.:Il sole! I.: Il sole e il sole di che colore ha la luce di tutti i colori oppure……. B.:Giallo, bianco, rosso. I.: Giallo bianco…… B.:Lo sai io quando ero andato a vedere al mare, sono ritornato indietro e ho visto l‘arcobaleno, però Mirco voleva fotografarlo però non c’è riuscito. I.: Voleva fotografare l’arcobaleno e non ce l’ha fatta eh? B.:Non l’ha pigliato. I.: Non ce l’ha fatta a riprenderlo con la macchina fotografica? I.: Allora l’arcobaleno del cielo lo fa la luce del sole, avete detto, ma la luce del sole è gialla e bianca mentre i colori dell’arcobaleno sono? B.:Non rispondono I.: L’arcobaleno del cielo è bianco? B.:No….. maestra si vedono ( alludono ai colori che si producono sui cd che l’insegnante ha preso dalla scrivania), si vedono giallo,rosa,verde…. I.: Ora ve li do. B.:Giallo, rosa, verde, rosso blu e celeste. B.:Io ho visto rosso, celeste e verde. I.: Allora la luce del sole bianca e gialla fa venire l’arcobaleno di tanti colori. Questa luce qui di che colore è? (indica la luce dei neon nella stanza) B.:È bianca. I.: È bianca ma volete vedere che anche questa luce qui fa venire l’arcobaleno? Allora guardate eh? B.:È un disco. I.: Cos’è? B.:Un disco! I.: Un disco ma come si chiama? B.:Dvd, cd. I.: Un cd, bravi, allora volete vedere come con un cd si riesce a vedere tutti i colori dell’arcobaleno? B.:Sì, dammelo. I.: Ora ve li do. Guarda Leonardo, guarda se vedi l’arcobaleno, prova a muoverlo. Vengono distribuiti i cd a tutti i bambini perché ricerchino i colori dell’arcobaleno sulla superficie. B.:Si vede per terra. B.:Noi si vede per terra. I.: Si vede per terra? Lo vedete qui sopra? B.:C’è il viola. I.: Ha visto anche il viola! B.:Brava! I.: Cercate tutti i colori…. B.:Blu B.:Bello………!!! 89 B.:Ce l’hai un po’ diverso. I.: Sì il mio è un po’ tagliato. I.: Li vedete i colori della luce? B.:Sì io blu. B.:Allora, rosso giallo verde e blu. I.: C’è Pietro che ci dice i colori che vede sul cd. B.:Sì, c’è rosso giallo verde e blu. I.: Rosso, giallo verde e blu. B.:Lo dico io maestra? I.: Qualcuno ha detto anche viola, poi? B.:Maestra guarda…. I.: Aspetta, sta parlando Matteo. B.:Io rosso, arancione, verde, verdino chiaro, verdino scuro e blu. B.:L’ho visto anch’io l’arcobaleno! I.: L’hai visto? B.:Anche qui si vede l’arcobaleno. I.: Aspetta che c’è Pietro V. B.:Sì, c’ho blu, verde, rosso e basta. I.: Blu, verde e rosso bene. Allora mi date questi cd? Perché ora vi faccio provare una macchinetta per vedere tutti i colori della luce. B.:A uno per uno? I.: Sì, uno per uno, però bisogna spostarsi: state a vedere. Questa qui cos’è? B.:Una scatola. I.: Una scatola di che cosa? L’avete mai vista? B.:Una scatola di fiammiferi. I.: L’abbiamo trasformata……. Ascoltate bene perché è un nome difficilissimo, l’abbiamo trasformata in uno spettrometro. B.:Spettrometro. I.: Serve per vedere qui dentro l’arcobaleno! I colori della luce. Adesso si alza questo pezzettino, questo sportellino e si porta avanti la scatola un pochino e qui dentro dovremo fare 90 entrare la luce. Però è molto più bello se invece di far entrare la luce delle lampade, ci facciamo entrare la luce………quale altra luce? B.:Del sole. I.: Sì del sole! Vogliamo provare? B.:Sì, sì!! I bambini vengono accompagnati a mettersi il cappotto per uscire in giardino. I.: Una scatolina per ogni bambino e si tiene un pochino aperta e vediamo che succede. Si guarda in questo sportellino qua. B.:Ah, io ho capito! C’è il ……cd. I.: C’è il cd, ma a cosa serve il cd? B.:Per fare l’arcobaleno. I.: Vediamo, siete sicuri che si vedrà l’arcobaleno? B.:Maestra io vedo l’arcobaleno qui. B.:Perché si deve guardare nello sportellino? I.: Provate a mettere verso il sole l’apertura della scatola e guardate qui; provate a muoverla per vedere cosa succede su questo sportellino. B.:Eccolo! B.:Guardate il mio! I.: Guarda Leonardo, cosa si vede qui? La luce del sole deve passare da qui dentro (indica la fessura aperta della scatolina); giralo un po’, qui, la luce del sole deve passare di qui. Cosa c’è su questo sportellino? Cosa si vede? B.:L’arcobaleno. I.: Si vede l’arcobaleno? Si vedono tutti i colori? B.:Sì io ho visto l’arcobaleno in cielo. I.: In cielo? Questo è il cielo? B.:Bisogna vedere l’arcobaleno. B.:L’arcobaleno del cielo! B.:Io non lo vedo. I.: Non lo vedi te? Vediamo un po’, dobbiamo mettere bene……guarda, guarda un po’ cosa succede. B.:Eccolo!! I.: Questi qui che sono? B.:Io non lo so aprire da qui!. I.: È perché devi spingere un pochino, devi spingere così, un pochino in fuori. Girati verso il sole…..ecco!! Cosa c’è qui? I.: Devi muovere la scatolina e devi guardare nello sportellino. I.: Guarda un po’, guarda quanti colori! Vediamo un pochino chi ce l’ha fatta. B.:Io ce l’ho fatta! I.: Venite qua, si prova a fare una fotografia alla scatolina. Allora, puntate tutti la scatolina verso il sole, vediamo se si vedono i raggi colorati, eh? I.: Puntatela un po’ verso il sole, vediamo chi ce la fa? B.:Io ce l’ho fatta. I.: Prova un po’ a muoverla…guarda che bellezza, si si!! B.:Anche io ce l’ho fatta. I.: Vediamo, vediamo…..Io ho visto prima che Mirco l’aveva trovato……… Oh no, no aspetta Pietro, guarda, così; devi vederlo qui…..ecco, giralo un po’ di qua….. Ecco, guarda che colori? B.:Io non li vedo! I.: Uscite da davanti sennò Pietro non vede più. B.:Anch’io lo vedo!! B.:Sullo sportellino! I.: Vediamo un po’? Fermo fermo Pietro eh? (viene fatta la fotografia). B.:Ma a me non mi viene! I.: Sì, sì, così, cerca dov’è il sole. B.:Ecco! I.: Eccolo, viene anche più grosso, vedi? Prova un po’ a muovere la scatolina. B.:Anche a me! B.:Ma è andato via. I.: Se muovi la scatolina……..guarda, guarda, guarda……..uh…grande!! B.:Maestra a me mi è andato via. I.: Cosa è successo? B.:Nulla. B.:Non l’hai puntato verso il sole. B.:Sì! I.: Ecco, guarda, ora? Ora è puntato? B.:No, ma perché vedi viene l’ombra!! I.: Ecco e l’ombra ha tutti questi colori? B.:No. I.: Cosa serve… l’ombra o il sole? B.:Il sole. I bambini fanno ancora dei tentativi, provano ha centrare lo spettro solare nello sportellino, cogliendo i raggi del sole. Vengono poi invitati a rientrare in classe. B.:L’ho richiusa io! I.: Sì, sì, si possono richiudere. Mettete qui le scatoline e poi si possono riprendere dopo, eventualmente. I.: Sedetevi un attimo e tutti gli spettrometri si mettono li. I.: Adesso sedetevi che vi faccio vedere cosa c’ho io. Guardate un po’ cosa ho qua? B.:Arcobaleni!! B.:Colori! B.:Una girandola. I.: Eh, è una girandola …..e poi? B.:E i colori! I.: Intanto che forma ha questo qui? 91 B.:È un tondo. B.:Cerchio. I.: È un cerchio con…. B.:Colorato. I.: Colorato… B.:Arancione, giallo,verde rosso, blu, viola, azzurro e rosso. I.: Dove li avete visti questi colori? B.:Nell’arcobaleno. I.: Lo sapete cosa succede ora? Succede una cosa stranissima: io vi faccio costruire con questi colori ( cerchio colorato a settori) una trottola. La trottola ha i colori dell’arcobaleno però succederà una cosa stranissima. Per ora non ve lo voglio dire, ma dopo ve ne accorgerete voi. I bambini vengono divisi in due gruppi, i più grandi si siedono ad un tavolo e colorano le loro trottole seguendo un campione. I più piccoli, seduti ad un altro tavolo, usano un cerchio già colorato e con l’aiuto dell’insegnante costruiscono la loro trottola montando i vari pezzi: cerchio colorato, cerchio di cartone, cerchietto di cartone di sostegno e stuzzicadenti. Una volta costruite tutte le trottole da portare a casa, proviamo a giocarci. B.:Maestra guarda……. I.: Vediamo un po’? B.:Lui l’ha fatta con altri colori. I.: Come mai l’hai fatta con quei colori? Si può provare, vediamo cosa succede facendo girare la trottola nera e grigio. I.: Oh, come gira…… B.:Il viola è accanto al celeste e il rosso è accanto al celeste. I.: Colorate tutte? Benissimo, adesso, provate a girarla più forte che potete. 92 B.:A me non mi riesce! I.: Prova, prova, vedrai che ci riesci. B.:Ho provato forte forte. B.:Ecco! B.:A me non mi viene mai. I.: Non ti viene mai che cosa? B.:Maestra, guarda quest’altro? I.: Sta a vedere, gira!! B.:Ma si porta a casa? I.: Certo! B.:Maestra, non gira più la trottola. I.: Allora cosa si deve fare? B.:Girare più forte. I.: Guardate, io uso pollice e indice e struscio i diti uno contro l’altro. Guardate un po’, cosa si vede? B.:Marrone. I.: E poi? B.:Bianco. I.: Fa un po’ vedere con la tua Matteo? B.:Rosso, verde…… I.: Se giro piano vedo rosso, verde, giallo ma se giro forte? Vediamo? B.:La mia non gira più. B.:A me non mi riesce. B.:A me mi riesce girare così. B.:Si vede rosso, viola. I.: Mi sa che voi cercate i colori dell’arcobaleno, ma non guardate bene bene. B.:Maestra mi è riuscito! I.: Proviamo a girarla forte forte…..se la giro io? Proviamo………che colore si vede? B.:Bianco! I.: Ah, bianco….. B.:A me mi ricorda la neve. I.: Proviamo a girarla ancora più forte? B.:Questa è arancione e blu. I.: Proviamo a girarne un’altra? B.:Di chi è? I.: È di Greta. B.:No, s’è già provata. I.: Allora proviamo quella di Pietro……. B.:Uh, bianco. B.:Giallo! I.: Ma il giallo e il bianco l’abbiamo colorato noi? B.:No, il giallo si ma il bianco no. Si provano tutte, mentre le trottoline funzionano sempre peggio perché lo Segue alla presentazione dei bambini: Insegnante: Chi di voi sa di cosa si parla in questo intergruppo? … nessuno risponde I.: Vi faccio vedere una cosa… Cos’è? Bambini: Il sole! I.: Oggi c’è? B.:Sì! I.: Meno male! B.:Si può andare in giardino! I.: Davvero? B.:Quando è freddo, non si può andare… I.: Invece quando c’è il sole si può andare… e questo sole qui, com’è? B.:Giallo… I.: E quello lassù? B.:Giallo. I.: Il sole è sempre giallo? stecchino sguscia nel foro, non esercitando l’attrito dovuto. I bambini a questo punto portano le trottoline nei loro armadietti e si recano in salone per ritrovarsi con tutti gli altri compagni. Insegnanti Daniela Sgobino Chiara Taddei B.:Sì… Greta: NO. I.: No Greta? Greta: Rosso. B.:È rosso quando tramonta. B.:Cambia… I.: E come fa a cambiare? B.:Col mare, con l’arancione. I.: Perché col mare? Volevi dire quando il sole è vicino al mare e allora diventa arancione? B.:Sì… e rosso… B.:Mentre tramonta… I.: Manuel l’hai visto sempre giallo il sole? B.:Io di notte ero fuori e con gli amici del babbo e della mamma l’ho visto tramontare… I.: E di che colore era? B.:Rosso e arancione. I.: Matilde, te di che colore l’hai visto? B.:Giallo! 93 I.: Te Sofia di che colore l’hai visto? … nessuno risponde I.: E c’è sempre in cielo? B.:Sì. B.:No. B.:Quando è buio. B.:I nuvolosi. B.:Le nuvole. I.: Quando ci sono le nuvole, il sole dove va? B.:Dietro e non si vede… I.: Dietro? E come fa? B.:C’è buio… I.: Ma che gli fanno al sole i nuvoloni? B.:Il sole sposta i nuvolosi… I.: Ferma Matilde… Dicevi? B.:Il vento porta via le nuvole… I.: Ma il sole sta tutto il giorno fermo in un punto tutto suo? B.:No, si sposta… I.: E come fa? B.:È… c’è l’aria… I.: AH… B.:Il vento lo trascina… I.: E il vento è così forte? B.:L’aria… I.: È così forte da trasportare via il sole… B.:Io un giorno ho sentito il vento, mi ha trascinata all’indietro... I.: Siete così sicuri che il sole lo sposta il vento? B.:Sì I.: E quando si sposta il sole voi sentite sempre il vento? ….. nessuno risponde I.: Per esempio il sole resta sempre lì o si sposterà? Secondo te Manuel oggi rimane sempre lì? 94 B.:No I.: Ma oggi c’è il vento? B.:No, c’è il sole… I.: E come fa a spostarsi il sole se non c’è vento? B.:Con una paletta! I.: Con una paletta? Vi faccio vedere un’altra cosa… B.:Oh… il sole è tramontato! I.: E perché secondo te è tramontato? B.:È mezzo il sole tramontato! I.: Questo sole qui, com’è? B.:Giallo I.: E questo? B.:Rosso I.: E questo è il sole al tramonto… Ma queste foto qui sono tutte uguali? Niccolò: No… Questa ha il coso e questa no… I.: Il coso? B.:Il tronco, l’uccellino… I.: Ma cos’hanno di diverso queste foto? B.:Questo sole è giallo e quello è rosso… I.: E poi? B.:L’uccellino con il tronco che qui non ha… Perché qui è sopra il tronco… I.: Allora vi faccio veder un’altra foto… B.:È giallo… I.: Cos’è questo? B.:Un albero… I.: Un albero? B.:Un mondo… I.: Manuel, cos’è secondo te? Filippo?! B.:un mondo… I.: Non dite tutti il mondo… di cosa abbiamo parlato oggi, pensateci… ….. nessuno risponde I.: Di cosa parliamo oggi? B.:Del sole! I.: Potrebbe essere il sole? Cos’ha di strano? B.:È scuro… I.: Tutto scuro? B.:No è un po’ giallo e un po’ marrone… B.:E un po’ arancione… I.: Perché secondo voi? B.:La luna… I.: Come mai la luna? Com’è fatta la luna? B.:Tonda… I.: Tonda? B.:Delle volte è mezza e delle volte è tonda… I.: E di che colore è? B.:Gialla!!! I.: Tutta gialla? L’avete mai guardata? B.:Sì, io l’ho guardata… Bianca, gialla… I.: E secondo voi perché questa potrebbe essere una luna? B.:No una luna… I.: È una luna o no? B.:NO… I.: E queste cose qui cosa potrebbero essere? B.:È un sole… I.: Come fa ad essere un sole se non lo vediamo mai così? Monica mostra tutte le foto ai bambini I.: Ma noi il sole lo vediamo così o così? B.:Così… I.: Allora questo che sole è? B.:Quanti soli ci sono? B.:Uno! B.:Come fa ad essere un sole? B.:Non lo so nemmeno io… I.: E queste cose qui cosa potrebbero essere? silenzio I.: un po’ gialle e un po’ marroni… B.:È un raggio… I.: Come vi sembra questo sole? B.:Non lo so… È più grosso di tutti… I.: Potrebbe essere un’idea… B.:È più grosso! I.: Perché ha tutte queste cose marroni? La discussione prosegue ma non si capisce, troppe voci soprammesse… Poi situazione di stallo… B.:Tutte le foto sono il sole ma due foto non hanno le cose… I.: Come hanno fatto a venirgli queste cose qui? ….. nessuno risponde I.: Allora vi faccio vedere questa foto qui… B.:Il sole! I.: Siamo sicuri che sia il sole? B.:I raggi!!! B.:E c’è anche il mare! I.: Ma quando il sole è vicino al mare di che colore è? B.:Rosso… I.: E i raggi che cosa sono? ….. nessuno risponde I.: Matilde, cosa vedi? Matilde: Il sole… I.: E da cosa lo vedi? Matilde: Non ci sono le nuvole… I.: Allora se non ci sono le nuvole si vede il sole… Come fate a guardare il sole? B.:Si alza la testa… I.: Alzate la testa e lo guardate così? B.:Sì… 95 I.: E lo vedete? B.:NO B.:Io sì… I.: Che succede se guardate il sole? B.:Ci dà noia agli occhi… B.:Ci vogliono gli occhiali… B.:Io ce ne ho 7… B.:Io 2… I.: E se uno invece volesse guardarlo da vicino? B.:Fa male agli occhi… B.:Con gli occhiali… o col cannocchiale… I.: E guardandolo con il cannocchiale come sarà? B.:Non brucia agli occhi… I.: Sarà sempre giallo col cannocchiale? B.:Sì… così… I.: Se ci muoviamo in silenzio, zitti zitti andiamo in un’altra stanza e vi farò vedere come si guarda il sole senza farsi male agli occhi… Si prova? B.:Sì… I.: Le foto le lasciamo qua, così se vi venisse in mente perché il sole in alcune è rosso, in altre arancione, giallo o marrone poi me lo dite… Si prende questo cartoncino e si parte… Nell’altra stanza… I.: Siamo arrivati… Dove siamo? B.:In ufficio… I.: Si chiude la porta, si spenge la luce… Secondo voi che si fa con questo cartoncino? B.:BO! I.: Cosa abbiamo detto che siamo venuti a vedere? B.:Il sole.. I.: E dov’è il sole? B.:Là… 96 I.: E allora cosa ci faccio con questo cartoncino? B.:Il sole… I.: Se lo metto qui vedo il sole? B.:No… I.: Dov’è il sole? B.:In cielo I.: Vado in cielo col cartoncino? B.:NO! I.: Dove lo posso mettere per vedere il sole? B : Alla finestra! I.: Alla finestra… Vediamo un po’ che fa questo sole… B.:Dà noia… I.: Allora… I.: Venite più vicini al termosifone, Enrico, vieni qui, cosa vedi? B.:Il sole… I.: Dove lo vedi? Matilde, vieni qui, dove lo vedete? B.:Lì, lì… sulla mano… I bambini scoppiano a ridere I.: Allora… vi dà noia agli occhi? B.:No.. I.: E che forma ha? B.:Tonda… B.:È giallo… I.: Hanno ragione? È proprio così il sole? B.:Ha i raggi… B.:Non ha i raggi, è nero! I.: Massi, Matilde dov’è il sole? Vi dà noia agli occhi? B.:NO! I.: Ora che abbiamo visto come guardare il sole, guardate cosa faccio… Cosa fa il sole? B.:Si muove! I.: Si muove e basta? B.:Diventa piccolo e grande! Lo muovi! I.: Sto muovendo il sole o qualcos’altro? B.:Il cartoncino… Monica e i bambini giocano a far diventare il sole grande e piccolo, poi tornano nell’altra stanza… I.: Cosa abbiamo visto nell’altra stanza? B.:Il sole… e cosa si fa dopo? I.: Avrei preparato… Bisogna mettersi il grembiule così non ci si sporca… Ditemi… di che colore volete fare il sole? B.:È blu il sole! B.:Giallo. B.:Giallo. B.:Giallo. B.:Giallo. I.: Tutti giallo? B.:Rosso! I.: Quand’è che il sole è rosso? Come farà a diventare da giallo a rosso… B.:La mattina è così… I.: E quando tramonta? Come fa a cambiare colore? B.:Perché quando tramonta non è così… è meglio! L’insegnante dà i colori ai bambini e chiede: I.: Oltre a essere tondo, cos’ha intorno? I raggi… B.:Come si fa a tirarlo su? I.: Dove? Nel cielo? B.:Per colorarlo… I.: Con i bastoncini… B.:E nel cielo? I.: Dopo ve lo faccio vedere… Non vi è venuto in mente cosa potrebbero essere queste cose qui? Sofia piange e Monica la chiama accanto a sé ed a Ginevra… Distribuzione dei pennelli e del colore I.: Ci siamo dimenticati di una cosa per fare il sole… cosa abbiamo detto che ha? B.:I raggi I.: Con cosa possiamo farli? B.:Col rosso… I.: Li vuoi fare col rosso i raggi? B.:Sì… I.: Ho dato a tutti lo stecchino per tenere su il sole? I.: Vi metto le foto qui così se volete le guardate… Ma i raggi secondo voi di cosa saranno fatti? ….. nessuno risponde I.: Ma voi i raggi del sole li vedete sempre? B.:Sì!!! B.:Io qualche volta sì, qualche volta no… B.:Li vedo quando è più alto e quando tramonta non li vedo… I.: Non li vedi? B.:Nemmeno io quando tramonta… I.: Vi è venuto in mente come mai quella foto del sole è tutta colorata in quel modo? B.:No… B.:Neanche a me.. I.: Ma noi quando lo abbiamo visto sul cartoncino,di che colore era? B.:Giallo! B.:Giallo e rosso… B.:Arancione… I.: Sul cartoncino era di tutti questi colori? B.:No, un po’ giallo… I.: E come mai? 97 ….. nessuno risponde I.: E questa cosa qui, cos’è? Che cos’ha il sole intorno? B.:I raggi… B.:Ma qui non è un raggio, è marrone… I.: Ma qui non è un raggio, è marrone… e invece di che colore sono i raggi? B.:Gialli! B.:Bisogna colorare anche i raggi? I.: Come vuoi…Antonella, non ci è ancora venuto in mente come mai il sole qui è marrone… mi hanno dato questa foto e mi hanno detto che è il sole… eppure è marrone! B.:Mannaggia! I.: Guarda Filippo è l’unico che lo ha fatto rosso… B.:Io rosso e giallo… I.: Come mai rosso e giallo? B.:Si vede al mare così… Entra in stanza Giulia di un altro gruppo I.: Giulia questi bambini non hanno ancora capito come mai il sole è un po’ marrone… Tu lo sai? B.:Perché è sporco! I.: secondo te Simona potrebbe avere ragione Giulia? B.:Sì… I.: Ma sporco di che? B.:Boooh! È questo che non sappiamo! B.:Nemmeno io… B.:Ma un gigante non può averlo sporcato perché non ci arriva nemmeno un gigante… Verbalizzazione I.: Simona cosa abbiamo fatto? B.:Abbiamo visto delle foto… abbiamo 98 parlato del sole e visto delle foto dove c’era il sole… I.: Com’erano queste foto? B.:C’era il sole… I.: Poi? B.:Poi abbiamo fatto il sole… I.: Com’erano queste foto del sole? B.:Giallo… rosso… scuro… B.:E rosso… I.: Poi dove siamo andati? B.:Nella stanza arancione… B.:E per fare i raggi del sole con lo stecchino… B.:c’erano gli stecchini, c’era una palla tonda…s’è colorata di giallo e … I.: Tutta di giallo l’avete colorata? B.:No, s’è colorata di giallo e di rosso… B.:Anch’io di rosso… I.: Poi cosa abbiamo visto? Dove siamo andati?Siamo andati nella stanza arancione, abbiamo parlato del sole e abbiamo visto delle foto; poi abbiamo colorato il sole con i raggi. Non abbiamo fatto nient’altro? ….. nessuno risponde I.: Poi siamo andati in ufficio… A fare che cosa? B.:A vedere il sole che non ci dà noia agli occhi… I.: sì, a vedere il sole che non dà noia agli occhi con un … B.:con un cartoncino… Insegnante: Monica Mazzi Insegnante: Eccoci qua, ora ditemi tutto quello che vedete. Dunque, cosa c’è qui di fronte a voi? Bambino: Una scatola da pizza I.: Da pizza normale? B.:No. B.:C’hai messo una lampadina. B.:Una lampadona. B.:Un faro. B.:Per fare le ombre. I.: Perché, di solito cosa c’avete fatto con questo faro? Coro: Le ombre. B.:E ora si fa le ombre. I.: Ma si fanno le ombre anche oggi? Coro: No. I.: Vediamo poi cosa ci si può fare, ma alla scatola di pizza cosa è successo? B.:Gli hai tagliato tutto. I.: Gli ho tagliato tutto? B.:Gli hai tagliato un pezzetto quadrato B.:E lì ci stava la pizza. I.: E cosa c’ho messo? B.:Un cartellone. B.:Nero. B.:No, blu. I.: Come mai nero? B.:Perché… chissà. I.: Poi si chiude. B.:Poi c’hai messo gli stecchini. B.:Per tenere il sopra. I.: Il sopra? B.:Il tetto. I.: E qui? B.:La carta. I.: E che carta è? B.:Carta stagnola. I.: L’avete vista usare? B.:Io da piccola sì. I.: Secondo voi ora cosa ci si fa qui dentro? B.:L’ovo. I.: Come l’uovo? Va beh ora che si prende? B.:Un cartellone nero: e si mette dentro la nostra scatola da pizza. B.:Ohi ohi quello è un uovo vero? I.: Guarda un po’ se è vero? (Sbattendolo sul tavolino lo rompo e lo metto dentro la scatola) B.:È vero! I.: E poi qui che c’ho? B.:Il ghiaccio. I.: Quanti pezzettini? B.:Due, tre. Coro: Tre. I.: Si mettono dentro anche questi. B.:Ah e l’uovo diventa ghiacciato. I.: Chiudiamo il tutto e secondo voi cosa faccio? B.:Si accende la luce. I.: Allora vado… cosa succederà secondo voi? B.:Si scioglie il ghiaccio e l’uovo si cuoce. I.: Si cuoce? E come fa a cuocere? B.:Si fa fritto. B.:Con il calore della luce della lampada. B.:E poi si mangia. I.: Ma la lampada c’ha calore? 99 B.:Noo. B.:Si, con la luce si, diciamo di sì. B.:Aspetta però, e le tende? I.: Per far cosa? B.:Le ombre. I.: Ma noi qui facciamo le ombre? B.:No. I.: E cosa si fa noi oggi? B.:Si cuoce l’uovo e poi si mangia. I.: Ma ci vorrà tanto tempo o poco tempo? B.:Tanto. I.: Allora due alla volta vi faccio vedere da vicino e di preciso l’uovo, venite vi faccio vedere l’uovo, com’ è fatto? B.:Giallo. I.: E se muovo la scatola sta fermo o si muove? B.:Si muove. I.: Venite altri due, vedete bene il ghiaccio? Coro: Sì. I.: E l’uovo com’è fatto? B.:Tondo. I.: E di che colore? Coro: Giallo. I.: E intorno? B.:L’olio. I.: Venite qua altri due, com’è fatto l’uovo? Se muovo la scatola, sta fermo o si muove? B.:Giallo, si muove. Lo muovi tu. (A turno chiamo anche gli altri per far vedere da vicino come sono fatti l’uovo e il ghiaccio, poi ci sediamo sulle panche. Tutti dicono che è giallo tranne un bambino che dice Arancione) I.: Dopo dovete dirmi se è cambiato qualcosa, per quello ve l’ho fatto vedere. Allora, mentre aspettiamo che 100 succeda qualcosa faremo alcune cose. Mentre le facciamo a turno andrete a vedere cosa è successo alla nostra scatola da pizza. Quella luce, qualcuno ha detto, cosa farà all’uovo? B.:Lo cuocerà. B.:Lo farà arrosto. B.:E poi si mangia. I.: Ma c’è un’altra luce che secondo voi… Due bambini in coro: Il sole B.:E le torce I.: Possono fare la stessa cosa? B.:Sì. I.: Perché, il sole com’è? B.:È tondo. B.:Coi raggi. I.: Ma perché è tondo può cuocere l’uovo, il sole? B.:No, perché c’è il fuoco. I.: È fatto con il fuoco il sole? B.:Noo. B.:Sì. I.: Com’è fatto il sole? B.:Con il fuoco. B.:Maestra, ti ricordi quando un bambino diceva che quella lì era la cacca, quella lì sul sole? (Riferendosi ad una foto appesa alla finestra con in evidenza le macchie solari) I.: È vero, chissà cos’è, ancora nessuno mica me l’ha detto cos’è? I.: Le macchioline. I.: Mentre aspettiamo si legge un librino poi si torna a vedere se è successo qualcosa. Questo libro s’intitola “Il sole, a che cosa serve?” A che cosa servirà il sole secondo voi? B.:A bruciare. B.:A fare luce. B.:Ad arrostire. B.:A me un giorno mi s’è bruciato il sole in faccia. B.:Dà noia all’occhi. Commenti durante la lettura del testo: B.:Ma che è il sole il suo tesoro? I.: Ha deciso che è una moneta d’oro, ma è una moneta d’oro? B.:No è il sole. B.:Scotta. B.:Si scioglie la mano. (Macchietta, la protagonista della storia, incontra un’ape che raccoglie il nettare) I.: Cosa ci fanno le api con il nettare? B.:Se lo mangiano. I.: Se lo mangiano? B.:No se lo cucinano come un miele. I.: Fanno il miele. (Alla fine della storia) I.: Ma se Macchietta staccava il sole come diventa il mondo senza sole? B.:Bianco e nero ( nella storia la capretta ha incontrato un pastore che le ha detto che è il sole a dare al mondo i suoi colori) B.:Nero. B.:Senza sole non si va in piscina. B.:È la pioggia. B.:Nero e blu. I.: Ora piano piano si va a vedere se è successo qualcosa. B.:S’è sciolto un po’ I.: Intanto io muovo un po’ la scatola per vedere se l’uovo si muove ancora. Si muove? Coro: Sì. I.: È tutto come prima? Coro: No I.: Che cosa è successo? B.:È diventato un bel sole. B.:Guarda, il ghiaccio si sta si sta… B.:Sembra acqua qui. I.: Ora torniamo sulle panche e vi faccio vedere un librettino, ma non è una storia, dove sono raccolti dei disegni. Voi quando disegnate il sole come lo fate? B.:Giallo. B.:Rosso. B.:Coi raggi. I.: Io ora vi faccio vedere dei disegni di bambini che hanno fatto il sole in tanti modi diversi (Mi riferisco al libro di Munari “Disegnare il sole”) poi dopo vi ho preparato tante attività per poter rifare il sole come pare a voi. Cominciamo dal primo cosa c’è? (Pag. 3) B.:L’Italia. I.: L’Italia? B.:C’è il nero. B.:È tutto in bianco e nero. B.:E grigio. I.: Ma il sole non c’è? (Giro pagina) B.:Eccolo! B.:Ma allora quelle erano le nuvole. I.: Ah erano le nuvole! B.:Sta per spuntare. B.:Ora è l’arcobaleno (Pag. 13) B.:Sembra un tornado B.:Tutti i colori I.: E qui cosa si vede? (Pag.14) B.:La luna. I.: Ma siamo sicuri che sia la luna? B.:No è il sole bianco. I.: E come fa ad essere bianco? B.:Perché quando è notte diventa bianco 101 B.:No è la luna. B.:Ma la luna non è tonda. I.: Ma voi il sole bianco l’avete mai visto? Coro: No. B.:Io sì. I.: Quando? B.:Quando nevicava. I.: E qui come l’hanno fatto? (Pag.19) B.:Bordeaux. B.:Ci sono i marziani dentro. I.: E qui (Pag.20) B.:L’inferno. I.: L’inferno? Coro: Il fuoco. B.:Il sole con il fuoco. I.: E qui cosa hanno disegnato al sole? (Pagg. 22, 23) B.:È un piatto. B.:Le macchioline. B.:I dolci. I.: Hanno disegnato il sole con i dolci? B.:È un tornado (Pagg. 24, 25). B.:È un sole rosso e giallo cascato sulla terra. B.:Il sole a mezzanotte. B.:Il sole con la coda, è fatto a coda. B.:Sembra un braccialetto (Pag.27). B.:Il sole come quello dei Gormiti. B.:Lì tramonta (Pag. 49). B.:Va a dormire. I.: Va a dormire con il pigiama? Coro: No. B.:I raggi vanno. B.:Va a dormire nell’acqua. I.: Ora vi mettete intorno ai tavolini e decidete come volete fare il vostro sole. Io vi faccio vedere poi decidete 102 cosa volete fare. Potete usare i gessetti, le matite, il collage… B.:Io voglio fare il collage. I.: Va bene poi ci sono dei gomitoli di lana da tagliare e attaccare. Intanto via via potete andare a vedere se è successo qualcosa al nostro uovo. B.:Ci sono due pezzettini non sciolti. È ancora giallo l’uovo. B.:No è sciolto il ghiaccio . B.:Non si sono sciolti tutti e tre. I.: Ma sono uguali a prima? B.:No, sono molto più piccoli. (Dopo i lavorini…) B.:Ehi vieni si sono sciolti. I.: Ma all’uovo non è successo niente? Prima si muoveva? B.:Sì. I.: E ora? B.:È incollato. I.: E chi l’ha incollato? B.:Boh. B.:Chi è che racconta questa storia che l’uovo non si muove più? I.: Come mai l’uovo non si muove più? B.:L’hanno incollato. I.: Ma chi l’ha incollato. B.:La luce! B.:Guarda il ghiaccio si è sciolto. B.:Non si muove, ma non è incollato nessuno ha potuto toccarlo. Insegnante: Monica Mazzi Faccio vedere il sacchetto di plastica e invito i bambini ad aprirlo ed agitarlo nell’aria e domando: I.: Che cosa c’è dentro il sacchetto? B.:L’aria I.: Che cos’è l’aria? B.:È quella che si respira quando si dorme. Prova a toccare qui. (Mi fa sentire con la mano l’aria che esce dalla sua bocca). I.: Pietro mi ha fatto sentire l’aria che esce dalla sua bocca, provate anche voi a sentire l’aria che esce dalla vostra bocca. I bambini emettono l’aria con la mano davanti alla bocca Io intanto ho preso il sacchetto di Yuri e l’ho chiuso, poi gliel’ho reso. I.: Guardate Yuri che ha preso tanta aria nel suo sacchetto. B.:L’ha imprigionata I.: Attenti ora imprigiono l’aria nel sacchetto di Mattia attenti attenti attenti ecco l’ho imprigionata. B.:Anch’io l’ho imprigionata I.: Ma l’aria si vede? B.:No! è invisibile I.: Dov’era l’aria prima che si imprigionasse dentro il sacchetto? B.:Qua I.: Qua dove? B.:In cielo. I.: Ed ora sapete cosa facciamo? Prendiamo l’aria dentro il sacchetto, la chiudiamo e la portiamo a casa a far vedere alle nostre mamme. Aiuto i bambini a fare il nodo al sacchetto B.:Ma a me non mi entra prendere l’aria B.:Ma a me si è sgonfiato il sacchetto! I.: Guardate bambini il sacchetto di Edoardo si è sgonfiato perché? B.:C’era un buchino. B.:Anche a me l’aria è andata via. I.: Prenderemo un altro sacchetto che non è bucato e imprigioneremo l’aria di nuovo. Ora mettiamo tutti i sacchetti sulla panchina e andiamo a vedere cosa è stato preparato sul tavolo. Sul tavolo c’è una piccola piscina piena di acqua. Ci disponiamo in piedi intorno al tavolo. Era stato preparato anche un bicchiere dove sul fondo era attaccato con lo scotch un batuffolo di cotone. I.: Facciamo un esperimento: Io prendo questo bicchiere vedete cosa c’è dentro? B.:Il cotone!!! I.: Ora prendo questo bicchiere, lo capovolgo e lo metto dentro l’acqua. Secondo voi il cotone che è dentro il bicchiere si bagnerà oppure no? B.:“Nooooo” “Siiiiiii” 103 Allora domando a ciascuno se il cotone si bagnerà I.: Ma come fa? Lo sapete voi? Rimettiamolo! B.:Sì oppure affonderà. B.:No, perché è appiccicato dentro. I.: E l’acqua entra dentro il bicchiere? B.:No. I.: Perché l’acqua non entra dentro il bicchiere? B.:Perché è appiccicato dentro, e l’acqua non entra perché si imprigionerà. I.: Si bagnerà il cotone dentro il bicchiere? B.:Sì. B.:Sì. B.:Si bagnerà. B.:Sì. B.:Non si bagnerà. I.: Perché? B.:Perché non entra l’acqua dentro. I.: Perché non entra l’acqua dentro? B.:Perché lui galleggia qui. I.: Il cotone galleggia? B.:Un po’ però affonda. I.: Se io metto questo bicchiere qui dentro, il cotone che è dentro il bicchiere si bagnerà? B.:Sì. I.: E te Marco cosa dici, si bagnerà? B.:No. B.:No . I.: Allora attenzione, ora proviamo eh!!!! Lo metto proprio fino in fondo eh! Ora vediamo bambini se il cotone si è bagnato oppure no; vediamo un po’... Uno, due e tre via. Provate a toccarlo bambini si è bagnato? B.: (con un po’ di delusione) Noooo! Non è bagnato. B.:Voglio toccare anch’io. No è asciutto Nel frattempo Mattia ha osservato che il bicchiere dentro l’acqua sembra molto più piccolo ed alcuni bambini gli hanno dato ragione. 104 I.: Guardiamo dentro il bicchiere il cotone è bagnato ora. B.:Sì, è bagnato I.: Le tue mani sono bagnate. Prova un po’ Mattia te che non hai le mani bagnate? B.:No. I.: Cosa è successo ho messo il bicchiere dentro l’acqua e il cotone non si è bagnato. Perché Greta? B.:Perché è appiccicato. I.: E se non era appiccicato si bagnava. B.:Si cascava e si bagnava. I.: Ma l’acqua qui dentro il bicchiere c’è entrata? B.:No. I.: Perché non c’è entrata? Cosa ci sarà dentro il bicchiere. B.:Il cotone. I.: E perché non si è bagnato il cotone? Cosa c’è intorno al cotone? B.:il bicchiere. I.: Ma cosa abbiamo detto che c’è dappertutto. Coro: L’aria. I.: Ma l’aria non si vede abbiamo detto B.:Ma il bicchiere è bagnato perché l’hai messo nell’acqua. I.: E il cotone? B.:No. I.: Il cotone non si è bagnato perché che cosa gli impedisce di bagnarsi? B.:L’aria che lo difende manda via l’acqua. I.: Riproviamo ancora. Il cotone non si bagna perché c’è l’aria che lo difende. I.: E ora, guardate bambini rimetto il bicchiere dentro e lo piego e faccio uscire l’aria e cosa entra dentro? Guardate? Coro: L’acqua. I.: E il cotone è bagnato. B.:Bagnato. I.: È entrata l’acqua. B.:Posso sentire? I.: Certo lo sentite tutti. Faccio toccare a tutti il cotone bagnato I.: È entrata l’acqua e cosa è uscita? B.:L’aria. B.:Ma io non l’ho sentita uscire. I.: Non l’hai sentita ma hai visto che dal Mi riallaccio al precedente intergruppo nel quale si sperimentava dove si trova l’aria, e domando: I.: Vi ricordate dove si trova l’aria? B.:A casa ho preso una busta e poi l’ ho scosso ed ho preso l’aria e l’ho messa dentro un sacchetto per conservarla. I.: L’aria si è conservata? B.:Sì. I.: Cosa facciamo? Ho preparato una scala e poi ci sono degli oggetti che darò a ciascuno. bicchiere sono uscite le bolle? Dentro le bolle c’è l’aria. Allora avete visto è uscita l’aria ed è entrata l’acqua. Fintanto che l’aria non usciva non poteva entrare l’acqua. B.:Perché lo difendeva. I.: Allora sono venute fuori dal bicchiere le bolle. Ma ora proviamo a far venire le bolle con la cannuccia? Provo io soffio nella cannuccia che ho messo nell’acqua e dall’acqua escono tante bolle. Do a tutti i bambini una cannuccia e tutti insieme soffiando facciamo venire le bolle. Insegnanti Caterina Petrini Gabriella Salvestrini I.: Dopo cosa è successo? Che ne fai di quest’aria? B.:Poi avevo finito e l’ho data alla mamma. I.: Sono molto contenta che ti è piaciuto il gioco di acchiappare l’aria col sacchetto! B.:Sì. I.: Anche oggi giochiamo con l’aria. B.:Gabriella a me mi sembrava che questo filo alto ci si attaccasse i panni. I.: Ti sembrava che questo filo alto ci si 105 attaccasse i panni? Invece vediamo voi e faremo cadere dall’alto… Distribuisco gli oggetti ai bambini: A Syria do una carta velina distesa, a Martina una carta velina accartocciata, a Marta un cartoncino disteso, a Paolo un cartoncino accartocciato, a Niccolò C un fazzoletto, ad Alessio una corda, ad Elena C. una piuma, ad Elena D. la chiave inglese, a Niccolò C. i coriandoli, io invece prendo un chiodo piccolo. A turno i bambini salgono sulla scala e prima di far cadere i loro oggetti fanno una previsione di come cadranno: (se veloce o lentamente, se vicino o lontano). I.: Io ho un chiodo di cosa è fatto? B.:Di metallo. I.: Io monto sulla scala e faccio cadere il chiodo dall’alto, come cadrà? B.:Veloce. B.:Veloce. B.:Piano. B.:Forte. B.:Forte. B.:Forte. B.:Pianino. B.:Forte. B.:Piano. I.: Secondo voi perché cadrà forte? B.:Perché è peso. I.: Eppure è piccolino, vediamo? Dopo l’esperienza Tutti: Veloce. “caRTa VelINa dISTeSa” B.:Piano. I.: Secondo te perché cadrà piano? B.:Non lo so. 106 Dopo Tutti: Piano. Proviamo a buttare contemporaneamente il chiodo e la carta I.: Qual è caduto prima? Tutti: Il chiodo. I.: Perché la carta velina è caduta volando? Tutti: ????? “caRTa VelINa accaRToccIaTa” Prima I.: Attenzione anche la Martina ha la carta velina ma è accartocciata, cosa dici Martina come cadrà? B.:Piano. Dopo B.:Piano. Alcuni: Veloce. “caRTa VelINa dISTeSa” “caRTa VelINa accaRToccIaTa” contemporaneamente Dopo I.: Chi è caduta prima? Tutti: La pallina I.: Come mai? B.:Perché c’è l’aria e lui vola. I.: Allora è l’aria che non lo fa cadere diritta. B.:La fa muovere. “caRToNcINo dISTeSo” Prima I.: Secondo voi il cartoncino è più leggero o pesante della carta? Tutti: Pesante. I.: Cadrà veloce o lento? Tutti: Veloce. Dopo Tutti: Piano. B.:Era un po’ veloce. I.: Sei sicuro che era un po’ veloce? B.: Perché qui c’è l’aria e fa ... (il verso di volare) “FaZZoleTTo dI caRTa” Prima I.: Come cadrà questo fazzolettino. B.:Forte. I.: Perché cadrà forte? B.:Perché è leggero. Dopo B.:Un po’ piano e un po’ forte. “caRToNcINo accaRToccIaTo” “coRda” Prima B.:E questo come cade? Dopo Tutti: Veloce. B.:Come la pallina della Martina. B.: Come cadrà questa cordicella? B.:Lento. I.: E dove cadrà vicino a un po’ lontano? B.:Laggiù. Dopo “caRToNcINo dISTeSo” “caRToNcINo accaRToccIaTo” contemporaneamente Tutti: Veloce. “pIUma” Prima I.: Chi cadrà prima quello disteso o quello accartocciato? Tutti: Quello accartocciato. Dopo I.: Perché è caduto prima quello accartocciato? B.: Perché il cartoncino accartocciato è più pesante il cartoncino disteso non è più pesante. Prima I.: Come cadrà la piuma? B.:Lenta. I.: Cadrà vicino o lontano? B.:La mia mamma mi ha regalato una piuma per salire in su. Dopo Tutti: Piano. 107 “cHIaVe INgleSe” Prima B.:Farà anche un botto quella! I.: Perché Syria? B.:Perché è molto pesante. I.: Perché è pesante e l’aria non ce la fa a sorreggerlo. Elena ha lanciato la chiave. Dopo B.:Te lo detto che faceva un botto B.:Lontano I.: Perché è caduta lontano? Cosa l’ha spinta? B.:Il vento. B.:L’aria. B.:No la spinta lei. “coRIaNdolI” Prima I.: Come cadranno i coriandoli? Tutti: Lenti. B.:Forte. B.:Piano. B.:Forte. B.:Lento. B.:Piano. B.:Piano. B.:Piano. B.:Piano. Dopo Tutti: Piano Prendo le bolle di sapone e le soffio nell’aria e invito i bambini a osservare quanto ci mettono a cadere per terra. I bambini non resistono alla tentazione 108 di scoppiarle ma poi osservano che stanno in aria tanto tempo prima di cadere. Ora prendo un aereo e lo faccio vedere ai bambini e domando indicandogliele che cosa hanno gli aerei. Tutti: Le ali per volare. I.: Voi sapete volare? Allora chi è che vola? Tutti: Gli uccelli. I.: Che cosa hanno tutti per volare? Tutti: Le ali. Faccio vedere anche l’elicottero. I.: Vedete come girano le eliche di questo elicottero Che cosa le fa girare? B.:Il vento. B.:L’aria. Andiamo a sedere intorno al tavolo per costruire insieme gli aerei e gli elicotteri. Io li avevo gia fatti con la carta e i bambini scelgono cosa preferiscono e ci attaccano sopra delle etichette tonde per abbellirlo dopo di che li facciamo volare nel salone. Proviamo con gli aerei a mandarli il più lontano possibile, mentre gli elicotteri a farli restare in aria il più possibile. Ed ora gonfiamo dei palloncini a cui abbiamo attaccato una cannuccia e li chiudiamo con una molletta. Infiliamo la cannuccia ad un filo che abbiamo steso. Se togliamo la molletta al palloncino che cosa succederà? Vediamo che i palloncini si muoveranno come un razzo sul filo. I.: Che cosa succederà a questo pallon- cino se gli levo la pinza? B.:Quando gli levi la pinza va via e si sgonfia. I.: Che cosa succederà a questo palloncino quando si sgonfia? B.:Scoppia. Un bambino che passava di lì dice che non scoppia ma parte veloce veloce e va sul filo come un razzo. I.: Ma Pietro fa il furbino, l’ha già visto allora vediamolo insieme. Ecco guardate cosa è successo? B.:Perché era nel filo, gli hai levato la pinza ed è volato via. I.: Ma che cosa è uscito dal palloncino? B.:L’aria. I.: Allora l’aria che esce con forza dal palloncino è potente e lo spinge dall’altra parte. Faccio osservare ai bambini come è cambiata la stanza: vedono la luce, il mondo, la casina sopra al tavolino, un tendone e la lampada… Dico loro che dobbiamo fare buio e tirare le tende come quando si dorme; si accorgono che dal vetro della porta entra comunque la luce. Accendiamo la lampada, i bambini vedono la loro ombra sul soffitto. I.: Che cos’è l’ombra? Un palloncino era appiccicato e l’aria usciva lentamente e il palloncino andava piano I.: Avete visto perché il palloncino va piano Elena? B.:Perché l’aria esce piano. I.: E questo palloncino che è molto più gonfio andrà più lontano o vicino? Tutti: Lontano. Continuiamo il gioco a sgonfiare i palloncini prima sul filo e poi anche liberi. Insegnanti Caterina Petrini Gabriella Salvestrini B.:Una forma. I.: Di che cosa? B.:Delle persone… Sara intanto guarda la luce e tocca la lampadina mentre Daniele ulula... Gli altri bambini stanno giocando con la loro ombra. B.:Brucia! I.: Come mai si vede la forma? B.:La forma s’è rotta perché è caduta, è 109 inciampata! B.:Chi è inciampata? B.:Diletta! Invito Diletta a venire verso di noi e i bambini notano che la sua ombra si è ingrandita. B.:Ganzissimo! Daniele che era di fronte al telo scappa e i bambini si accorgono che la sua ombra è sparita. Tommaso si è messo davanti alla lampada. I.: Ma dov’è andata l’ombra di Daniele? B.:Non c'è più! B.:Tommaso è sopra e davanti non c’è più! I.: Perché? B.:È in cielo! (In realtà sul soffitto possono vedere l’ombra di Tommaso, ma non quella di Daniele che se ne è andato dietro alla lampada). Daniele torna di fronte alla lampada ma Sara gli si mette davanti. I.: Ma perché l’ombra di Daniele non si vede più? B.:Perché Sara si è messa davanti alla lampada… I.: Vediamo lo stesso l’ombra di Daniele con Sara davanti? B.:Un pochino, è leggera leggera sul telo, ma si vede sulle pareti e in cielo… I bambini iniziano a fare un girotondo intorno alla lampada; dicono che il mondo sia pirati, erba, mare, città, la pioggia, ombra… B.:Il mare è quello lì tutto celeste… I.: C’è anche l’ombra nel mondo? B.:Io vedo l’ombra del mondo! 110 Il pallamondo I.: Abbiamo due omini… e questo è il mondo, avete detto che ci sono le città… sapete dove abitiamo? Coro:A Firenze, a Scandicci! B.: La nostra casa è accanto alla scuola! I.: Allora guardate, vado a cercare qui sopra Scandicci e ci metto un omino… Scandicci è piccola ma l’omino è grosso… quest’omino abita a Scandicci… Adesso facciamo fare un giro al mondo… Avete mai sentito parlare delle isole Hawaii? Coro:Sì! I.: Bene, ci appiccichiamo un altro omino… Ricordate cosa avete detto prima del mondo? B.:È nello spazio, si muove… gira! I.: Gira intorno a qualcosa? B.:Nello spazio! I.: Cosa c’è nello spazio? B.:Il sole, le stelle… B.:Il mare! Coro: Macchè!!! I.: Elena ha tre anni… ci racconta quello che sa, vero? Mettiamo il mappamondo su questo carrello e facciamolo girare… Venite a sedervi però… cercate di lasciar stare i giochi della stanza… Avviciniamo la lampada e proviamo a vedere dove va l’ombra… B.:È sulla parete! Si vedono anche gli omini… I.: Sicuri? Venite, guardiamo uno per volta i due omini per vedere se sono uguali… B.:Per me sono uguali! B.:L’omino e il mondo è di tutti i colori… B.:Io vedo l’ombra di Ginevra sul mondo… I.: Dove va la luce della lampada? B : Sul telo… I.: La luce su quale omino è? B.:Su questo… I.: L’altro ce l’ha? B.:No! I.: Bambini, Marco ci ha detto una cosa importante… L’omino che abita alle Hawaii ha la luce, mentre quello che abita a Scandicci no… Giro il mondo per mostrare che solo uno dei due omini ha la luce ma i bambini non mi seguono più… I.: Cos’è che ci dà la luce? B.:La lampada… I.: E fuori? B.:Il sole… I.: E quando il sole dà la luce a noi, la Avviso i bambini di non toccare le lampade da soli perché potrebbero farsi male. Passiamo poi alla presentazione. Aspettiamo Mirco e Mattia che stanno girando per la stanza... I.: Vi ricordate l’altra volta cosa siamo venuti a fare? B.:Le ombre... B.:E stavolta le rifacciamo... I.: Sì, sembra proprio di sì... vi ricordate come abbiamo fatto per fare le ombre? dà alle Hawaii? B.:No… Le foto, alcune frasi dei bambini: La Terra “Bella! Il mare… i colori… la neve!” La Terra in ombra “Qui c’è il sole e l’ombra… È la luna… c’è una città… e l’ombra è tutta intorno…” Luna in eclisse “Sta uscendo il sole, è tutto nero, è la luna!” Insegnante: Katiuscia Vaiani B.:Con la luce, con quella lampada... I.: E quella grande? B.:Spenta! I.: Vi ricordate di che colore sono le ombre? B.:Nere... B.:Nere... B.:Sono grigie... I.: Secondo voi è possibile colorare le ombre? Le avete mai viste le ombre colorate? B.:Sì, tipo la plastica colorata tipo carta di ombra si vede colorata... 111 I.: È vero e lo abbiamo visto l’altra volta... L’abbiamo messa anche dentro le nostre sagomine... Ma senza plastica colorata come possiamo fare? B.:Una luce colorata e poi si fanno le ombre... I.: Ah, con una luce colorata!? Vogliamo provare se una luce colorata fa venire un’ombra colorata? Coro: Sì!!! I.: Secondo voi è possibile? Vediamo... Coro: Sì!!! I.: Ci vuole qualcuno che spenga le luci... Noemi ci pensi tu? ... I.: Che luce abbiamo acceso? B.:La rossa... B.:Guarda la parete è fucsia! I.: E le ombre come sono? B.:Nere... I.: Sono sempre nere... Con una luce colorata allora non è possibile... Come si può fare? Coro: Ma... Aspetto un po’ e poi riprendo... I.: Ne vogliamo provare un’altra? B.:Sì! I.: Con questa come sono? B.:Gialle! I.: Che cosa... le ombre? B.:No sono sempre grigine... B.:Guarda lassù... I.: Come si può fare allora? B.:Con questa! I.: Con quella? B.:Sì... I.: Allora proviamo ad accendere anche questa per vedere se c’è modo di avere l’ombra colorata... 112 Accendiamo anche la lampada blu... I.: E adesso di che colore sono? B.:Nere... I.: Sicuri? B.:No... Grigia... Gialla... e anche blu! I.: Ora provo a spengere una di queste lampade... ... I.: Di che colore sono le ombre? Coro: Nere! I.: Vediamo allora se ne accendo un’altra... Coro: Fucsia! I.: E ora come sono le ombre? Allontaniamoci dalla parete però, altrimenti i più piccoli non le vedono... B.:Maestra sono di tutti i colori! I.: Mattia vieni a vedere... Noemi, vieni anche tu... Mirco ed Enrico... Guardate, l’ombra è sempre nera? B.:No... I.: Ma avete capito come si fa a colorare le ombre? Coro: Sì... I.: E come si fa? B.:Con le luci colorate... I.: Con le luci colorate... Ma quante? I bambini iniziano a contarle... Coro: Una, due, tre e quattro! Quattro! I.: Allora... Aspettate... venite qua vicino a me (faccio uscire i bambini dal cono d’ombra). I.: Come mai non ci sono più le ombre? Dove sono andate a finire? B.:Perché non ci sono più uomini... I.: Già, perché non ci sono più uomini... Guardate, se io spengo questa luce, le ombre sono ancora colorate? Coro: Sì... I.: E se io spengo anche questa luce? Coro: Sì... I.: E se io spengo anche questa? Coro:No... I.: Allora quante luci ci vogliono per colorare le ombre? B.:Una! B.:Cinque! B.:Tre! I.: Allora guardate, quante ce ne sono accese? Coro: ora una! I.: E ora? Coro: Due! I.: E le ombre sono colorate? Coro: Sì! I.: Allora quante luci ci vogliono? B.:due... I.: Sì, ci vogliono almeno due luci colorate... ... I.: Vogliamo provare a fotografarle e a vedere che cosa succede? Coro: Sì! I.: Vediamo un po’... siamo pronti? Pronti via! B.:Fammi vedere... I.: Mirco, Mattia, Noemi guardate le vostre ombre... provo a fotografarvi... I.: Vediamo come sono venute... Ecco, qui un pochino si vedono, vero? B.:Sì... B.:Anch’io... A turno i bambini guardano le foto poi spengo tutte le lampade... I.: Guardate, spengo una luce, due, tre... Vorrei che guardaste di che colore siete vestiti... B.:Rosso... Verde... B.:Io arancione... B.:Rosso... I.: E tu Enrico? B.:Io ho la maglia con il coccodrillo! I.: E di che colore è? B.:Gialla... I.: Sicuro? Cele... B.:Celeste! I.: E i pantaloni di Mirco come sono? B.:Rossi... I.: Venite che facciamo un esperimento, accendiamo questa luce qua... (la rossa) Di che colore è diventata la maglia di Simone? B.:Rossa B.:La mia è diventata grigia... I.: E la maglia di Enrico? B.:Rossa, arancione... I.: La maglia di Mirco di che colore è diventata? I bambini cominciano a parlare tutti insieme; tutti vedono come sono cambiati i colori dei loro vestiti... I.: Vediamo con questa luce... (lampada blu) Di che colore è diventata la maglia di Simone? Coro: Verde! I.: E la maglia di Filippo? B.:Nera! I.: E la maglia di Mattia? B.:Un po’ grigia... I.: Vediamo con la luce gialla di che colore diventano i vostri vestiti? B.:La mia gialla... B.:La mia è ridiventata rossa... e la tua è di nuovo arancione! I.: E quella di Noemi? B.:Gialla... I.: E i pantaloni di Mirco? 113 B.:Tutti gialli! I.: E la maglia di Simone? B.:Arancione... I.: Riguardiamo com’erano questi colori, accendiamo la luce... Allora? Cosa accade ai colori se accendiamo una luce colorata? B.:Si trasformano... I.: La luce del sole di che colore è? B.:Gialla... I.: E se invece fosse rossa? I colori resterebbero gli stessi? B.:No... I.: Abbiamo visto che cambiano vero? Coro: Sì... I.: Adesso vi do dei fogli di plastica colorati... B.:Io rosso... B.:Io blu lo voglio... B.:Maestra marrone! I.: Che cosa è marrone? B.:Guarda, li abbiamo mischiati e sono diventati marroni... I.: Avete mescolato la panca gialla, il foglio rosso e quello blu... E col blu com’è diventata? B.:Verde! I.: E col rosso? B.:Sempre rosso! B.:Vediamo un po’ se te lo metto sopra io!? B.:Viola è diventato! B.:Viola! I.: Sì con blu e rosso è diventato viola e con blu e giallo? B.:Verde! I.: Rosso e giallo cosa diventa? B.:Arancione! I.: Proviamo con blu, rosso, giallo tutti insieme? Coro: Sì! I.: Come diventa? 114 B.:Marrone... B.:La mia scarpa è diventata... I.: Come? B.:La mia marrone! I.: E i vostri vestiti? Cambiano colore? Coro: Sì... Tutti i bambini provano i fogli di plastica sui loro vestiti e vedono che cambiano colore... I.: Spengiamo le luci e andiamo a veder le ombre di che colore sono? Coro: Sì... I bambini si avvicinano alla parete sulla quale appoggiano i fogli... I.: Bambini... state guardando le ombre o di che colore sono i vostri fogli? Giorgio cosa stai guardando? B.:L’ombra! I.: Tienilo un po’ distante dalla parete, altrimenti non puoi vedere l’ombra... di che colore è? B.:Blu! I.: Mattia vai anche tu... Bambini tenete i fogli lontani... è vero che vedete i colori, ma non quelli dell’ombra... sediamoci sulle panche... A turno i bambini si avvicinano alla parete per guardare l’ombra dei fogli; osservano che è dello stesso colore dei fogli. Distribuisco i cartoncini. I.: Ora vi do un’altra cosa per vedere l’ombre... Rimanete seduti perché vorrei farvi una domanda... I.: Di che colore sarà l’ombra di quel cartoncino? B.:Blu... I.: E la tua Giorgio? B.:Nero, scuro... non si vede molto bene... I.: E la tua Noemi? B.:Rossa... I.: Rossa? E quella del tuo cartoncino Enrico Per tutti tranne che per Giorgio che ha in mano un cartoncino blu è dello stesso colore del cartoncino. I.: Giorgio, hai sentito cosa dicono i tuoi amici? Chi ha il cartoncino giallo ha detto che sarà gialla, chi ce l’ha rosso, rossa... Di che colore sarà l’ombra del tuo cartoncino? Non me lo ricordo... B.:Nera! I.: Perché dici nera? B.:Guarda, vedi l’ombra del mio dito sul cartoncino? I.: Allora bambini, vogliamo veder di che colore sono le ombre? Andate a vedere! Di che colore è? Coro: Nera! I.: Come mai è scura? Mi avevate detto che sarebbe stata colorata! Chi me lo dice? B.:Io no! I.: Come no! Sei stato tu a dirmi che era scura mentre gli altri dicevano che era colorata! Allora guardiamo se riuscite a vedere la differenza fra il cartoncino e il foglio di plastica colorata... Vuoi fargliela vedere tu Noemi? ... I.: L’ombra del cartoncino la vedete? Di che colore è? B.:Blu! I.: È blu? B.:No... è nera... I.: E questa? B.:Blu! I.: E allora che differenza c’è fra il cartoncino e il foglio di plastica? B.:È nera... I.: Passa la luce da qua? B.:Sì... I.: La vedete la lampadina? (Ho posto il foglio trasparente di fronte al neon del soffitto) Coro: Sì! I.: E ora? B.:No! I.: Non passa... perché? B.:Perché questo cartoncino non è trasparente, e questo invece sì! I.: Allora l’ombra è colorata soltanto se c’è un foglio trasparente... I.: Le vogliamo rivedere le ombre tutte colorate? Coro: Sì! I.: Allora riaccendiamo tutte le lampade! B.:Fucsia! B.:Guarda, questo giallo ora sul pavimento mi diventa rosso! I.: E perché diventa rosso? B.:Perché c’è questa luce accesa... I.: Ma quante sono le luci accese? B.:Maestra guarda, io vedo tutti i colori! B.:Tante! I.: È vero, abbiamo detto che con tante luci colorate accese si fanno le ombre colorate... B.:Lassù le ombre arancioni! I.: Bene, adesso rimettiamo a posto i cartoncini e vediamo se riusciamo a mettere le luci orientate sul soffitto per vedere cosa succede... B.:Diventa giallo! B.:Wow! È di tutti i colori... sembra di essere in discoteca... 115 I.: Però le ombre si vedono? B.:No... I.: Vediamo se riusciamo a metterle sopra la testa... Quelle del pavimento sono colorate? Coro: sì... I.: Proviamo a stendere il telo in terra... Mi aiutate? B.:Sì... I.: Ecco, vediamo se sistemandolo per bene come un tappeto si vedono meglio le ombre... Coro: Bello... I bambini si sdraiano sul telo e fingono di dormire... I.: Visto come si vedono bene? Proviamo ad alzarci dal telo... facciamo un girotondo intorno al telo per vedere come si vedono? Coro: Sì... Cantiamo e balliamo un girotondo finché il gioco non si esaurisce. I.: Adesso do a tutti un foglio per fare un disegno... Vi chiedo di disegnare qualcosa sulle ombre visto che ci abbiamo giocato sia l’altra volta che oggi... Ho i lapis e i pastelli... Distribuisco i materiali a tutti, ad ognuno quel che desidera. I.: Potete disegnare quel che volete, però sulle ombre... le ombre, le ombre colorate, le luci colorate... B.:Possiamo fare un fantasma? I.: Con l’ombra? Il tuo fantasma ha l’ombra? B.:Sì... I.: Va bene... B.:Io un mostro... 116 I.: Un mostro con l’ombra... B.:Sì... I.: Va bene... Potete disegnare quello che volete... B.:Questa è la cornice mia... I.: Sì, e ci puoi disegnare e colorare... Poi scriviamo dietro che cosa avete disegnato... Qui cosa scrivo? B.:Un fantasma... I.: E questi colori? B.:Le ombre... I.: Un fantasma con le ombre colorate!? B.:Sì B.:Io me lo scrivo da solo... B.:Un fantasma... I.: E ce l’ha l’ombra? B.:Sì, è questa... I.: È un fantasma con l’ombra scura allora! Giorgio, tu cosa stai disegnando? B.:Un cammello con l’ombra... I.: E l’ombra gliel’hai disegnata? B.:Gliela sto disegnando... B.:Io un drago... B.:Io l’ombra di un mimmo... I.: L’ombra di un bambino... Me la fai vedere col dito? B. Sì, eccola... I.: Ecco, questa è l’ombra... e questi? B.:Un aereo e l’ombra del bambino... I.: È il bambino con l’ombra sotto, vero? B.:Guarda come l’ho disegnata l’ombra! I.: Bene... bravo... Adesso scriviamo il nome dietro al vostro disegno... Insegnante: Katiuscia Vaiani L’intergruppo delle “stelle” ha seguito un iter leggermente diverso perché è stata registrata non solo una conver sazione per ogni tipo di attività ma tutti gli incontri con i bambini; questo per avere la documentazione di un percorso completo. I.: Sapete che si fa? A me mi hanno dato un compito difficilissimo, di parlare di una cosa che di giorno non si può vedere. Allora come si fa? Io sono preoccupata ma voi sarete così bravi che mi aiuterete, va bene? Siete d’accordo? Allora cominciamo a scambiarci i nomi? Tu chi sei? B.:Alessio... I.: Della stanza? B.:Rossa B.:Alessia della stanza arancione... I.: Guardate che strano... Alessio e Alessia seduti vicini. E tu? B.:Alessia e Alessio... B.:E tu? B.:Bisbiglia I.: Forte!! B.:Bisbiglia I.: È così forte? Urla allora! B.:Fai così OH!!! B.:Non so I.: Non sai urlare? E tu Martina? E tu chi sei? B.:Irene. Via via i bambini si presentano. I.: E io chi sono? B.:Simona!! I.: Ora che ci siamo scambiati i nomi, vi voglio portare subito in un posticino che è di là, dove ho organizzato un gioco... .vediamo che cosa vi fa venire in mente. Però per andarci, visto che ho tirato le tende ed ho fatto un po’ buio, dobbiamo darci le mani e andare piano piano a vedere, senza nessuna paura perché è solo un gioco. Andiamo a vedere cosa c’è. Venite, venite, dovete stare attenti, c’è un filino... A sedere su quelle seggioline. Vediamo un po’... vai a sedere Damiano... Alessia, cercatevi un posticino... guarda Matteo te sei grande, gira dall’altra parte, in quella panca là, grazie... Martina di qua... abbiamo trovato un posticino? Girate di là, sedete per favore... B.:Cosa c’è da vedere? B.:No, andate a sedere... I.: Eccoci... mi voglio sedere anch’io! Guardate un po’ cosa c’è? B.:La luna. I.: Cosa vedete? B.:Le luci. I.: Le luci, che cosa sembrano? B.:Dei pallini! I.: Dei pallini, ma cosa vi sembrano? B.:A me... I.: A cosa assomigliano queste lucine? B.:Stelle! I.: A stelle? Giorgio che bell’idea! Sembrano stelle eh? Delle stelline... guardate quante! E voi l’avete ... ... B.:Stelline! I.: Si stelline, ma voi l’avete viste le 117 stelline?... Si, vai anche lì... però guardate lassù in alto. Dove l’avete viste voi? B.:Di notte. I.: Di notte? Di notte, ma dove vi è capitato di vederle? B.:Nel cielo! I.: Nel cielo! Te Alessio le hai viste a casa tua le stelle qualche volta? B.:Ma quando... quando è di notte... I.: Quando è di notte, e infatti secondo voi... se io ora... come ho fatto a farle venire così... B.:Con quello... I.: Con questo, ma perché si vedono?... Certo che me lo puoi dire... B.:Perché la luce riflette sul muro e ci vengono quei pallini... anche qui ci sono. I.: Anche qui si vedono? Giorgio ha già capito come ho fatto questo gioco, perché quelle sono stelle vere? B.:No!! B.:È luce!! I.: È luce... quella luce arriva lassù in cima, si riflette sul muro, ma era per fare finta che siamo in un posto dove ci sono le stelle di notte. Ma voi conoscete qualche nome di stelle? B.:No. B.:Luce, luna... B.:Stella cadente... I.: Una stella cadente... tu che nome sai? B.:Io niente. B.:Io... una luce... ma... B.:Ohh! I.: Lo sapete che queste stelle... io ho cercato di disegnare alcune che c’hanno un nome speciale... B.:È bello stare qui... I.: È bello, rilassante, hai ragione... perché i viaggiatori antichi, quando 118 di giorno faceva tanto caldo, loro avevano scelto di viaggiare di notte, però sapete cosa succedeva? Avevano paura di perdere la strada... e allora... avevano imparato a guardare le stelle per non perdere la strada e avevano visto che c’erano delle stelle che stavano quasi sempre nella stessa posizione... una soprattutto stava là, in alto, e lo sapete come l’hanno chiamata? B.:No. I.: La Stella Polare. B.:Polare! I.: Polare, la stella Polare e poi avevano visto che vicino alla Stella Polare c’erano delle altre stelline che formavano una specie di carretto e l’hanno chiamato il Piccolo Carro, lo vedete? Io ho provato a disegnarlo ma non sono tanto brava, lo vedete lì, che c’è una stella un po’più grossa vicino alla ventola poi altre stelline che sono il manico del carretto e poi quattro stelline tutte vicine che sembrano un carretto. Provate a vedere... Ma io ne ho fatto solo una perché non sono brava... là per esempio ho provato a farne un’altra ma non è venuta tanto bene, ho provato a disegnare Cassiopea, lì accanto... B.:Cassiopea... I.: Ah, ti piace questo nome? Gli antichi avevano un sacco di fantasia... eh? E allora, guardando il cielo si immaginavano che c’erano delle figure... che le stelle rappresentavano delle figure... ma a voi che vi fa venire in mente queste stelline? B.:Le stelle di notte. I.: Le stelle di notte... Ascoltate, vi voglio far vedere com’è questo gioco... guardate con che cosa buffa l’ho fatto... devo accendere un attimo la luce... guardate il cielo? Vedete un po’... eh? Se accendo la luce che succede? B.:Vanno via. B.:Non ci sono. I.: Come mai? B.:Perché la luce è luce. B.:Si vedono pochino I.: Si vedono? B.:No, pochino... I.: Proviamo a vedere se tornano? Aspettate eh... devo andare fino all’interruttore... sono tornate? B.:Sì, guarda, si muovevano... I.: Eh... perché... lo sapete perché? Damiano muove il lettino... guarda muove tutto... B.:Noh... hai visto? I.: Come mai se io accendo la luce non si vedono più? B.:Perché c’è tutte e due le luci e quindi spariscono. I.: Spariscono... perché la luce del neon com’è... com’è rispetto a questa lucina qui... è più... com’è la luce del neon... B.:È grossa. I.: È più grossa; ora vediamo un po’... eh... facciamola sparire ancora... B.:Rispariscono! I.: Rispariscono; guardate un po’ con che cosa ho fatto questo gioco... B.:Ritornano I.: Ritornano... se si spenge la luce ritornano. Anche le stelle sapete, di giorno non le vediamo ma ci sono... solo che cos’è che fa tanta luce forte forte, quand’è giorno? B.:Il sole! I.: Il sole eh? Allora lì c’è il sole e le stelle non si vedono. Appena il sole... che fa il sole poi? B.:Tramonta... I.: Tramonta, allora non fa più quella luce forte forte e vediamo le stelle. Però anche quando è giorno le stelle ci sono, solo che il sole è così forte che non ce le fa vedere... Guardate se riconoscete questo... che cos’è? B.:Una luce grande! I.: Questa è una luce, guardate tra l’altro si era girata e non ci faceva vedere bene le stelle, e questo che cos’è? B.:Una pentola. I.: È una pentola? B.:È uno scolapasta. I.: È un... ? B.:Scolapasta. I.: È uno scolapasta e io ho fatto questo gioco... B.:Questa brucia... I.: Eh... brucia la lampada... B.:Accidenti! I.: Questo è diventato caldo... sentite... la luce l’ha scaldato. B.:Si scaldato troppo. I.: Però questo era un gioco; ora sapete cos’è questa?... Guardate... adesso sedetevi... B.:Prova a toccarla... I.: Massimo guarda ora com’è grossa quella luce eh? Ora spengo questa perché vi ho portato delle fotografie vere del cielo. Guardate un po’, eh? Il cielo di notte... siccome qui non si viene mai a scuola di notte, allora ho detto: “Però gliela voglio fare vedere una foto del cielo di notte”. Guardate un po’ là? B.:È notte. I.: Eh... lo vedete? B.:Bello!!! 119 I.: Irene, siediti qui sennò non riesci a vedere, qui, qui vicino... B.:Prova a toccare... I.: No, è meglio di no... B.:Brucia. I.: Ma si vede solo il cielo o si vede qualcos’altro? B.:Le stelle. I.: Le stelle. B.:Si vede anche un po’ d’alberi. I.: Oh, si vedono anche un po’ gli alberi,vedete... si vedono anche le montagne. B.:Un lago. I.: È vero, c’è anche un po’ d’acqua, sembra un lago. B.:Le finestre. I.: Le finestre illuminate, eh... hai ragione. Ora ve ne faccio vedere un’altra eh? Guardate... adesso ce n’è un’altra... B.:Bella!! B.:Bella!! B.:Le stelle? B.:Ohh! B.:Il prato. I.: Qui si vede benissimo, guardate... possiamo proiettare un po’ più in alto... vedete... eccola... guardate com’è bella! B.:Posso andare vicino alla lavagna? I.: No, si va dall’altra parte. Ma l’avete visto così, qualche volta il cielo? B.:No. I.: Non così belle? Coro: No!!! I.: Ma secondo voi dove si vedono meglio le stelle, in campagna o in città? B.:Quando è notte. I.: Te lo sai? B.:In campagna. I.: In campagna, ma perché in cam120 pagna... cosa c’è quando arriva il buio... c’è meno... B.:Luce!! I.: Meno luce eh! In città ci sono i lampioni e invece in campagna... se vi capiterà di andare in campagna... c’è un buio!!!! Questa è bellissima eh? B.:Ohh, bella!! I.: Guardate un po’... questa è speciale eh? Cosa c’è anche? B.:Una stella cadente! I.: Una stella cadente, una stella cometa, è una stella vedete che c’ha tutta una scia di lumicini... e guardate un’altra... B.:Ora si vede le stelle... B.:Non si vede più. I.: Non si vedono più? Ancora, ancora, guarda... B.:Uhmm B.:Belle, ora si che si vede bene. I.: Ora si che si vedono! Non toccare... l’ultima è la più bella eh, ve l’ho lasciata per ultima. Guardate questa... B.:Bella!! B.:Bella!! B.:Bella questa!! I.: Ma sono tantissime! B.:Beh si!! B.:Tantissime! B.:Sono centomila. I.: Vedete... sono tutte luminose uguali? Aspetta... secondo te Matteo sono tutte luminose uguali? B.:No. I.: Ci sono quelle che brillano di più, vedi? B.:Non brillano di più. I.: Ma come mai? B.:Perché c’hanno la luce da una parte e da quell’altra c’è tanta luce. I.: C’è tanta luce... ma secondo voi le stelle sono vicine o lontane? B.:Lontane. B.:Lontane. B.:Son vicine. B.:Lontane B.:Lontane. I.: Lontane, ma lo sapete che ce n’è una anche abbastanza vicina? Di stelle? Quella che abbiamo detto prima... c’ha la luce forte forte... chi era? B.:Il sole. I.: Chi? B.:Il sole! I.: Il sole. B.:Il sole quale? I.: Quale, qui sotto. B.:Quello in mezzo. I.: No,no,qui non si vede... si vedono delle stelle più brillanti, delle stelle più lontane, delle stelle più vicine, ma il sole... lo sapete che è una stella anche lui? Il sole è fortissimo, eh? Lui è il più vicino, è il più grosso! B.:È il capo... I.: È il capo? Eh, forse per noi è il capo perché è il più vicino. B.:E quello laggiù che è? I.: Io non li so tutti i nomi delle stelle, alcune c’hanno luce più gialla, vedete cosa ha notato Matteo? E alcune hanno la luce più bianca... ma di che saranno fatte le stelle? B.:Di luce. I.: Di luce, ma che cosa dà la luce, che cosa fa... B.:L’ombre! Mandano questa qui... I.: Voi lo sapete di che cosa son fatte le stelle? B.:Di luce! I.: Di luce... son fatte di luce... va bene. B.:Maestra anche lì c’è un trucco! I.: Un trucco... B.:Questo lo mette qui, lo porta qui... I.: Davvero, ma... c’è lo specchio con la lente... bah... ce lo rimanda sul muro... questo lo sapete come si chiama? È una lavagna luminosa; io ho fatto fare queste foto e per farle grandi grandi le ho messe su questa lavagna... ora però si va di là e... c’ho ancora dei libri e una foto del cielo bellissima... B.:Guarda bellissima questa!! I.: Bella... tutto pieno di stelle... accendo la luce e così potete piano piano uscire... e ci sediamo intorno al tavolo... attenti a quel filo, mi raccomando... come? Non ho capito... cosa vi sembra? B.:Il nulla I.: Il nulla? Ma io delle cose le vedo... B.:Io vedo dei tondi. I.: Vedi dei tondi... B.:Si vede una girandola. I.: Guarda guarda, Irene, davvero sembra una girandola... sapete come si chiama quella? B.:No. I.: Nebulosa. B.:Ne bu lo sa. B.:Tutti insieme: nebulosa... I.: Nebulosa, è fatta da tante e tante stelle... guardate eh? B.:Come una nuvola... I.: Questo è un libro che ve la fa vedere, ve lo voglio proprio far vedere. B.:Uh! I.: Guardate un po’... oh, dove lo possiamo mettere perché si veda dall’alto... sennò non la vede... devo trovare la posizione... eccoci, qui va bene? Vedete tutti? Voi però sapete cosa può essere questo? B.:Il cannocchiale. 121 I.: Eh, forse ancora più forte del cannocchiale... un tele... B.:... scopio! I.: Bravi! E sapete come si chiamano le persone che studiano il cielo e guardano le stelle? B.:No. I.: Gli... B.:Astronomi. I.: Gli astronomi, che guardano il cielo... B.:Guardano il cielo... I.: E sapete che nel cielo gli antichi hanno visto nelle stelle delle figure, poi magari la prossima volta ne riparliamo bene perché... si chiamano costellazioni; una l’hanno chiamata Orsa... B.:Il Carro... I.: Il Carro è anche l’Orsa... il Serpente, il Cane, il Cigno... tanti e tanti nomi perché loro avevano tanta fantasia e poi non c’era la luce... B.:Non c’era la luce... I.: C’era la luce nei tempi antichi? B.:No! I.: La luce elettrica? B.:No, c’era la candela. I.: Eh si, facevano le torce, facevano i fuochi... più le notti erano lunghissime e il cielo si vedeva bene bene. Adesso vi voglio far vedere come gli astronomi hanno fatto le mappe del cielo... posso farvele vedere? B.:Sì, dai! I.: Guardate... questa è una mappa del cielo. B.:La mappa del cielo... I.: Davvero... e qui hanno scritto i nomi di tutte le stelle e le costellazioni che possiamo vedere... Io ora ne ho preparata una per ognuno di voi... cer122 chiamo di vedere bene qua vicino... guardate un po’... guardate... ognuno la sua mappa del cielo... B.:Io ce l’ho! B.:Eccola! B.:Guarda! I.: Che cosa ha questa mappa del cielo? B.:Quale? I.: Eccola, questa mappa del cielo... B.:Maestra io non la trovo... I.: Proviamo a osservarla... ci sono dei puntini bianchi, alcuni grossi e alcuni... B.:Piccoli... I.: Somiglia un po’ a quella foto, vedete? Anche in quella foto ci sono dei puntini più grossi e dei puntini più piccoli. Adesso io vi do un feltrino... la Martina vi dà un punteruolo. B.:Grazie. I.: No quello... solo i punteruoli dagli... questo lo sapete come si chiama? Ca... cacciavite a... B.:Punta. I.: No, cacciavite a ste... B.:...lla I.: A stella, per l'appunto! E noi lo usiamo per fare le stelle grosse. Invece con codesti... li usiamo... state attenti per favore... facciamo le stelle. Scusate ma ... prendi e comincia a fare i buchini... dove sono i pallini bianchi fate i buchini e potrete avere anche voi un bellissimo cielo stellato da portare a casa vostra. Va bene Alessia? Quante più possibile... ce la facciamo?... Proviamo... Alessio dai, fai i buchini... poi la spostate e la girate... quelle grosse poi le facciamo coi buchi più grossi, va bene?... Secondo voi le stelle che abbiamo visto col telescopio sono uguali alle stelle che disegnate voi sul disegno? B.:No! I.: Voi come fate le stelle? B.:Grandi... I: ...con le punte... queste invece... sono come dei tondini eh? Ma vi viene in mente una filastrocca delle stelle? B.:Maestra guarda! B.:Io no. B.:Io no. I.: Se la comincio... la sapete... Stel... Coro: Stella stellina la notte s’avvicina, la fiamma traballa... (la dicono tutta). B.:Bella! I.: Bravi... dopo sapete che si fa? Si accende quella lampada e si fa la prova. Più buchini avete fatto e più stelle ci saranno nel vostro cielo. Ancora, ancora... se non siete sul feltro non le bucate... devi bucarla sennò non viene... forza, forza... ma bucate dove sono i puntini... cercate dove sono, dai! B.:Maestra, il cielo... I.: Benissimo... avete visto nel mezzo... vedete c’è una stella, quella c’ha il nome che vi ho detto prima: la Stella Polare. B.:La Stella Polare. I.: Lo vedete? Quella è la Stella Polare e poi ci sono tutte le stelline che fanno delle forme particolari; ci sono i nomi. Quando la portate a casa la mamma e il babbo ve li possono leggere. B.:Anche questa e anche questa... I.: E una canzone sulle stelle, la conoscete? B.:No. I.: No!?! Tre... B.:Tutti insieme all’insegnante: tre stel- line di tutte le sere... (la cantano tutta). I.: Mamma mia, sono tante eh? Vi state impegnando! B.:Io ho già fatto. I.: Bene, ora quando avete fatto tante di quelle piccole... tieni Giorgia... bisogna fare quelle grosse. Ora ti do anche a te quello che fa i buconi grossi. Vedi che ci sono quelle grosse da bucare? B.:Che c’è? I.: Non ti sembra che l’hai bucato poco? Prova anche dall’altra parte. Dietro si vede quanti buchi avete fatto eh! B.:Guarda io ne ho fatte e una... io ho fatto prima... B.:Maestra io ho già bucato... B.:Io ho fatto tanto... I.: Però ci vuole il morbido sotto, non puoi fare se non c’è il morbido... B.:Io ho fatto. I.: Eh! Dai! Te Irene hai fatto tanti buchi? Uno, due tre, quattro, cinque, sei, tanti, tanti... Adesso quelle grosse dobbiamo fare eh? B.:Sì, quelle grosse. I.: Eh, sì, una grossa grossa... ancora ancora... vediamo... ancora un po’ piccole... tieni Martina, buca quelle grosse... per le stelle più grosse facciamo i buchi più grossi... con questo... vediamo un po’... questo è il cielo di Niccolò... Vediamo Giorgio... questo è il cielo di Alessia. Vi siete stancati? B.:No! B.:Io ce n’ho pochi. I.: Per favore Martina e Luna andate un po’ assieme ad Alessio sennò non ce la fa. Ora guardiamo quello, intanto bucate... Vi posso leggere la lettera 123 che ho scritto per il vostro babbo e la vostra mamma? (legge il testo della lettera). B.:Maestra va bene? I.: Bello! Com’è? È bello? Hai finito? Hai visto che c’è una parte che non hai bucato... ma hai visto che le stelle non sono in una sola zona del cielo... sono dappertutto, ma proprio dappertutto! B.:Io ce l’ho bucate! B.:Si può bucare le stelle. I.: Brava Martina, brava, brava. L’hai fatto bello! Vieni Enrico, ti faccio vedere come sono belle le tue stelle... stai a vedere... bello eh? Ti piace? Dopo lo porti a casa, va bene? B.:Mi fanno male i muscoli. B.:Maestra, va bene? I.: Scrivi il tuo nome e fammi vedere... belle! Anche tu scrivi il tuo nome poi si controlla... com’è? Bellissimo eh? Ne hai fatte tante, bravo. Ora vai a metterlo nella taschina. B.:Sì, me l’ha fatta fare Giorgio. I.: Te l’ha fatta fare Giorgio? B.:Sì. I.: Andate a vedere questo libro delle stelle; qua c’è un libro grosso delle stelle per chi lo vuol vedere. B.:Io lo voglio vedere! L’attività termina mentre tutti i bambini verificano le loro stelline con la lampada e poi sistemano il loro lavoro nelle proprie “taschine” presso gli armadietti. Incontro del 21 febbraio 2007 I.: Ci siamo scambiati i nomi... an124 diamo, venite ... su in piedi, uno dietro l’altro... andiamo nella stanza. C’è buio ma non vi preoccupate... serve solo per fare questo gioco eh! B.:A me non mi piace il buio! B.:Guarda bello! I.: Attenzione eh! Venite con me e mettiamoci seduti sulle panchette. Ecco qua... attento al filo... mettiamoci tutti seduti... attenti eh, mettiamoci tutti seduti di qua e di là, senza toccare nulla. Di là ... puoi andare a sedere... ho preparato delle panche... sedetevi sulle panchette... B.:Le stelle! B.:Che hai fatto Simona? I.: Eh... chi lo sa? Aspettate che chiudo eh? Ecco qua... e poi vi chiedo di guardare tutti in alto... B.:Le stelle! B.:Che bello! B.:Belle! B.:Quante stelle! I.: Mamma mia quante stelle! B.:Ce l’ha anche sopra Marco. I.: Guardiamo in su, tutti bene in alto... secondo voi queste vi fanno ricordare le stelle... ma dove le avete viste le stelle? B.:Che paura... perché hai chiuso la porta? I.: Oh... l’ho fatto perché se c’è luce questo gioco non viene bene... però vi devo chiedere di stare seduti ai vostri posti... B.:Perché l’hai chiusa quella porta? I.: Perché dopo vi voglio far scoprire cosa c’è... è una specie di indovinello... allora sentiamo... voi guardate tutti in alto eh? Voglio vedere queste faccine che guardano in su... vediamo un po’... B.:Ecco... belle! I.: Che belle! B.:Lassù... uhh! I.: Tutti guardano in alto? Vediamo... cosa vedete? B.:Le stelle, il sole... I.: Ma vi è già capitato di vedere le stelle? B.:Sì di notte. I.: Di notte... e dove l’avete viste voi le stelle? B.:Nel cielo! I.: Nel cielo... B.:A La Verna. I.: A La Verna. B.:C’è anche la luna! I.: C’è anche la luna... senti ma come mai a La Verna si vedono benissimo? B.:Perché sono un po’ bianche bianche... I.: Perché? B.:Perché sono tutte bianche. B.:perché siamo in alto, in alto sul monte. B.:C’è un libro delle stelle blu! I.: Davvero? Ma voi sapete che le stelle hanno dei nomi? B.:Sì... e tutte colorate. I.: Tutte colorate... ma secondo voi le stelle che si vedono di notte nel cielo... come sono... vicine, lontane... Coro: Lontane! B.:Lontane e lontane nel cielo! B.:Però a La Verna non sono lontane, perché è un monte alto alto. I.: Ho capito... allora il monte è alto alto e sei un po’ più vicino alle stelle. B.:Ma in alto è buio. I.: Ho capito... ma quando si vede le stelle vuol dire che non c’è quella grossa grossa che fa tanta luce... Chi è? B.:Il sole! I.: Eh... perché il sole... cos’è il sole? B.:Il sole è più bello come le stelle. B.:Il sole è una stella. I.: Il sole è una stella... ma quando c’è lui, queste cosa fanno? B.:Vanno via. I.: Vanno via? O vediamo... B.:Perché li butta i raggi... I.: Gli butta i raggi e vanno via? Proviamo... proviamo a vedere... accendo una cosa eh? Guardate ... facciamo finta che questo che accendo è... B.:Il sole! I.: Il sole... B.:Non si vedono più. I.: Però secondo voi ci sono ancora? B.:Sì! B.:No! I.: Eh... guardiamo un po’... eccole! Vedete... ci sono! B.:Maestra a me piace una stella che si chiama Vega. I.: Una stella che si chiama Vega... C’è anche una stella che si chiama la Stella Polare... io ho cercato di farvela vedere... guardate eh? B.:Guarda... quando piove c’è il temporale... I.: Il temporale... questa invece si chiama Stella Polare e nei tempi antichi i viaggiatori sapete che camminavano di notte perché di giorno era molto caldo... B.:Camminavano di notte perché di giorno erano a dormire... I.: No, no, i viaggiatori dei paesi caldi... B.:Guarda la luna andava sulla nuvola... I.: Davvero... però sto raccontando la storia dei viaggiatori dei paesi caldi che avevano paura di perdersi a viag125 giare di notte e dicevano:” E se poi perdiamo la strada?”... allora avevano imparato che delle stelle stavano sempre nello stesso posto; viaggiavano guardando le stelle e dicevano: “Se vado sempre dritto verso quella stella non mi perderò”... e così... B.:Perché le stelle fanno luce. I.: Eh... le stelle sono luminose! Loro di notte le vedevano e imparavano ad orientarsi e a non perdersi anche nei viaggi lunghi lunghi in mezzo al deserto. Ma secondo voi come avrò fatto a fare queste stelle? Ve lo posso far vedere? Ve lo svelo il mio segreto... il mio gioco? B.:Sì!! I.: Vi faccio vedere che per fare le stelline ho usato una cosa che la mamma usa sempre...ma non per fare le stelline... ma per fare un altro lavoro... ecco... spostiamo questi teli... e appare... cos’è? B.:Uhm... I.: Un bel... come si chiama? B.:Una lampadina! I.: Una lampadina ... e poi un... B.:Una ciotola. B.:Uno scolapasta! I.: Bravissima Elena... questo è uno scolapasta normale che la mamma usa quando fa gli spaghetti... la cola... e io l’ho usato per fare per voi questo gioco, perché non sapevo come fare... B.:E la pastasciutta... I.: Non sapevo come fare a vedere le stelle nel cielo quando era giorno... ma... se era notte? Come si poteva vedere le stelle se era notte... B.:Si guardava fuori! 126 I.: Eh... dice bene Pietro... se era sera si faceva bene... si andava fuori e si guardava quelle vere... B.:La pastasciutta e il prosciutto. B.:Ma non c’entra nulla... si fa col maiale il prosciutto... I.: È vero... non c’entra nulla con le stelle il prosciutto. Adesso però vi voglio far vedere delle stelle vere. B.:Come fai? I.: Eh... vi faccio vedere una cosa... accendo questa macchina... lo sapete come si chiama questa macchina? B.:No. B.:È il ventilatore? I.: No, no, no c’ha una specie di ventola che fa rumore ma si chiama... Lavagna luminosa e può servire... vedete... per fare i giochi che avete fatto voi... B.:Uh! Un’ombra... luminosa! I.: Oh, questa serve benissimo per fare le ombre però io oggi ve la voglio far vedere per un’altra cosa... non per fare le ombre... ma per vedere queste foto vere del cielo di notte. B.:Quando arrivano le stelle? I.: Attenti eh... guardate un po’ là... B.:Giù... I.: Ora spengo la luciona... B.:Che belle!! I.: Guardate che bello! Che cosa vedete? B.:Stelle... stelle... stelle... I.: Stelle... ma si vede anche qualcos’altro oltre alle stelle... B.:Le nuvole, gli alberi... B.:Un ponte... I.: Un ponte... B.:Le montagne... I.: Le montagne. B.:Il mare... un paese... I.: Un paese con tutte le lucine. B.:Le case. I.: Come si fa a vedere che ci sono le case? Si vedono... cosa? B.:Le lucine. I.: Le luci delle finestre. Ora ve ne faccio vedere un’altra però dovete stare seduti... guardate questa... Coro: Ah!! Che bella!! I.: Ecco qua... vedete... si è spostata e non si vede più... ecco qua... vediamo un po’... B.:Le stelle da vicino! I.: Questa è stata fatta in una notte limpida limpida perché... come si vedono? Sono tutte uguali? B.:No! Sono medie, piccole, grandi... I.: Medie, piccole, grandi... ma come mai sono di misure così diverse? B.:Un grande e un medio... I.: Perché secondo voi? Come mai sono così diverse? B.:Perché sono tutte belle e colorate... I.: Ma perché qualcuna è piccola? B.:Perché sono lontane... I.: Sono lontane... e quelle grandi sono un po’... B.:Vicine. I.: E il sole come si vede? B.:Grande! I.: Eh... rispetto a queste è grandissimo, allora vuol dire... che è... più... B.:Grande... B.:Vicino! I.: Ancora più vicino, davvero... .anche qui si vede il profilo delle montagne, lo vedete? Adesso invece ve ne faccio vedere alcune dove è il cielo... il cielo profondo... guardate qui che è una cosa specialissima... questa... del cielo profondo... B.:Uaho... che belle!! B.:Uaho... B.:Un universo! B.:L’universo! I.: È proprio il cielo profondo. B.:Il mio papà me lo dice dell’universo. I.: Davvero? È appassionato di astronomia... che bello! B.:Va sempre a vedere col cannocchiale. I.: Ah, allora te sai un sacco di cose! Guardate questa! B.:Oh! B.:Una stella che cade dal cielo. B.:È una stella cadente. B.:Io l’ho vista una stelle cadente. B.:Anche la mamma. B.:Io al mare! B.:Anch’io al mare! I.: Ti piace Mattia? Ti piacciono le stelle, eh? B.:Sembra una pianta... I.: Sembra una pianta, è vero! B.:Non è proprio una stella quella lì, quella è una stella cadente. I.: È una cometa... B.:È una di quelle che cade dal cielo... I.: Eh si, è piena di materiale che si infiamma e allora lascia tuta quella polvere... B.:Metti il sole! I.: Io non ce l’ho il sole, io c’ho solo le stelle. Guardate questa! Questa è bella eh? B.:Oh, bella! I.: Qui si vede benissimo... B.:O mamma che luminose! B.:Di tutti i colori... I.: Davvero, sono di tutti i colori... no, proprio di tutti i colori no... ma diverse di colore... vero? Guarda... qualcuna va più sul blu e qualcuna più giallina, eh? B.:Qualcuna quadrata... 127 I.: Sembra quadrata... lo sapete, questa foto l’hanno fatta con quella macchina che usa il babbo di Davide... come si chiama? B.:Telescopio! I.: Col telescopio... secondo me l’hanno ingrandito questo cielo col telescopio perché se ne vedono troppe... ma noi, quando guardiamo nel cielo di notte, ne vediamo così tante? No... se ne vedono meno... eh? B.:No! I.: Sono un po’ più rare... vi piace allora? B.:Sì. I.: Qual è che vi è piaciuta di più? B.:Quella. I.: Quella. B.:Quella. I.: Allora, adesso, se siete d’accordo, ci spostiamo e andiamo nell’altra stanza a vedere alcuni di quei libri dell’universo che dice Davide che al suo babbo piacciono tanto. B.:Si va a vedere l’arcobaleno... I.: Aspetta un attimo... B.:È chiuso... I.: No, non è chiuso... B.:Aiuto! Che paura... che paura... (ridendo) I.: State attenti ai filini... attenti... B.:Io non c’ho posto... c’è un gatto... I.: Andate avanti che c’è posto... aspettate... questo ve lo faccio vedere io eh... perché è bellissimo questo libro... no, non è un gatto... B.:È un orso... I.: Ora vi racconto eh... Intanto guardate qui, si vede... B.:È quello che ha visto il mio babbo... I.: Che cos’è? Il... ... B.:Telescopio! 128 I.: Lo usano tutte le persone che... B.:Non ci vedo io! I.: Niccolò guarda, se ti sposti un po’ lì, sta meglio anche Diletta... scorrete... sapete come si chiamano le persone che studiano il cielo? Gli a... a... a... B.:Astronautici! I.: Astronomi... provate a dirlo... . Coro: a... stro... no... mi I.: A... stro... no... mi e gli astronomi, studia studia il cielo, hanno visto che le stelle non sono messe lì a caso, alcune stelle sono messe in modo da sembrare delle figure. Gli antichi hanno immaginato che delle stelle tipo questa somigliano a un’orsa... B.:Quale? I.: Questa... oppure a un serpente... o un cane... o l’Orsa Maggiore, questa grossa... l’Orsa Minore, questa piccola... B.:E quella? I.: Sai cos’è questa Alessandro? I Gemelli... gli hanno dato i nomi, dei nomi di personaggi mitologici... le costellazioni... B.:Guarda! B.:Le stelle! B.:È l’universo! I.: Sì, questo è l’universo... anche questo è l’universo... B.:Guarda bella! I.: E io vi ho portato anche questa... guardate eh?.... È una co... cometa. B.:Che bella! B.:È bella guarda! I.: Davvero Davide, è bellissima... sai cos’è questo? È un osservatorio astronomico. Ce ne abbiamo uno a Firenze, l’Osservatorio di Arcetri. Di solito li costruiscono sopra le montagne perché, come ha visto lui a La Verna, funzionava bene di veder le stelle... se si va sulle montagne alte... B.:Anch’io vo a La Verna... B.:Oppure questo cielo... I.: È bellissimo... e questa sapete che cos’è? B.:È la terra... I.: Macchè! B.:Il telescopio! I.: Guarda, che cos’è questa? B.:Mappamondo... I.: No, è una mappa del cielo che c’ha tutti i nome delle stelle... guarda questa com’è... è una mappa del cielo... e questo... vediamo cos’è... “alcuni radiotelescopi del gigantesco complesso che c’è nel deserto del NewMessico negli Stati Uniti...” B.:Maestra, guarda qui! B.:Che è questo? B.:Guarda che bello! I.: Vediamo che cosa... che cosa ho preparato per voi... questa è quella che abbiamo visto eh? B.:Bella la mappa del mondo! I.: Non è la mappa del mondo, questa è la mappa del cielo, è la mappa delle stelle... B.:Dai... I.: Si che ve la do, appena avete finito coi libri ve la do. B.:Guarda un’astronave! I.: Davvero... ecco Niccolò... una a Melissa, una a Marco... .sapete che possiamo fare... . B.:Guarda bello, guarda! I.: Una nebulosa... è come quella... guarda... somiglia, vedi? Una a Elena... B.:Maestra, guarda questi... B.:E guarda qui questi... B.:Guarda bello! B.:Uuhh ! I.: Ascoltate adesso... facciamo così... adesso finiamo questo lavoro... di preparare... ho pensato... B.:Io ce l’ho rotto però... I.: Cos’è rotto? Tieni... ce l’avete tutti adesso? Sofia ce l’hai? Ecco, tieni... adesso vi distribuisco questi feltrino perché... sapete cosa ho pensato? Ho pensato che se voi provate a fare dei buchi dove ci sono i puntini grandi... ecco, guardate... scorri Laura, un po’ più vicino a Niccolò, Marco... ora te la do Mattia... intanto potete fare... ce l’avete tutti? Ecco fatto, adesso si fa questo bel lavorino... ci sono dei puntini grossi e dei puntini piccoli... voi dovreste bucare quelli più piccoli. Per quelli grossi vi ho portato questo... che è questo attrezzo? Come si chiana? B.:Cacciavite. I.: Cacciavite come... cacciavite a... B.:Stella! I.: Per l'appunto... allora... dopo che avete fatto quelle piccole, fate le stellone col cacciavite. Vedrete cosa può succedere, eh? Arriva una sorpresa... allora... sentite, voi li conoscete i nomi delle stelle? B.:Io no. B.:Sì. I.: Ha detto Vega, l’ha detto Davide eh? Sirio, l’avete mai sentita nominare una stella che si chiama Sirio? B.:No, come la Siria... I.: Sirio è una stella luminosissima che si vede... e poi avete mai sentito parlare delle costellazioni? B.:Mio papà mi ha detto che cade una stella da lì. I.: Davvero? 129 B.:Sì. B.:Anche il mio babbo me l’ha detto. I.: Adesso vi faccio vedere una ruota che gira nello spazio... fa un gran polverone... fa tutto buio! Vi viene in mente qualche storia delle stelle? B.:No. B.:Forse della luna. B.:Ho visto la luna! I.: Hai visto la luna, ci credo!... Hai fatto tanti buchi?... E la filastrocca sulle stelle, chi la sa? Se la comincio io, la sai... vediamo se vi viene in mente da soli... B.:Stella, stellina... (la dicono in coro) I.: Bene ... e una canzone con le stelle, chi la sa? Tre... B.:... Stelline di tutte le sere... (la cantano tutti assieme) I.: Guardate eh... controlliamo così... quando se n’è fatti tantissimi... allora vediamo... I bambini vengono aiutati a controllare, davanti ad una lampada, l’effetto cielo stellato che scaturisce dalla mappa stellare appena traforata. La registrazione del nastro però si interrompe a questo punto. Viene infine letta ai bambini la letterina che porteranno ai genitori dove viene spiegata l’attività e dove si invitano a condividere l’esperienza delle stelle e del cielo di notte, con i loro figli. Incontro del 20 febbraio 2007 I.: Sapete come mi chiamo? B.:Sì, Simona. 130 I.: Ora ci presentiamo... (tutti i bambini dicono il proprio nome e la sezione d’appartenenza). Sapete, io sono molto contenta di trovarmi qui con voi ma sono un po’ preoccupata perché devo parlare di una cosa un po’ difficile; voi mi dovrete aiutare: ho preparato un gioco... ora vado di là un attimo e poi vi chiamo. Andiamo tutti in quella stanza e poi mi dovrete dire che cosa vi sembra che sia quello che vedete, d’accordo? Devo spengere le luci, faccio un po’ di buio ma non vi preoccupate perché è un gioco, non c’è niente di pauroso... ecco qua... B.:Ora c’è il lupo... I.: No, no, non ci sono lupi, state tranquilli... è una cosa che riguarda il cielo... venite con me, uno dietro l’altro, andiamo in questa stanzina e proviamo a sederci su queste panchette... dovete stare un po’ attenti al filo... a non inciampare... sedetevi sulle seggioline poi guardate in alto... zitti, zitti, eh? E poi, quando ve lo dico io, mi dite cosa vedete... eccoci... io chiudo bene la porta... ecco! State guardando in alto? Vi siete seduti? B.:Sì, io vedo tante macchie. I.: Che saranno? Cosa vi sembrano? B.:Niente, le macchie. B.:Un pesciolino. I.: Davvero... ma cosa vi sembrano quelle? B.:Dei buchi con le luci! I.: In giù, ma lassù? Con un po’ di fantasia possiamo pensare che sono... B.:Le macchie! I.: Che sono... macchie... macchie di luce! Dove si possono vedere delle macchie di luce così? Dove le possiamo vedere? Cercate di guardare in alto perché... cos’è... questo ve lo faccio vedere dopo. B.:Io vedo ora le gocce di pioggia. I.: Sembrano gocce di pioggia? A me sapete che mi sembra, mi sembra il cielo di notte! B.:Con le stelle. I.: Eh, Chiara, ti sembra con le stelle? B.:Sì. B.:Anche a me! I.: Anche a te? Ah, che bello! Quando m’avete detto che sembrava la pioggia mi sono un po’ preoccupata, ho detto “Ma con tutto questo buio e queste lucine lassù, come fanno a pensare alla pioggia?”. Tu che ne pensi... ti sembra... cosa ti sembrano? B.:La pioggia. I.: La pioggia... e a te invece? B.:Le stelle! I.: Le stelle. B.:Anche a me le stelle. I.: Le stelle... ma voi l’avete viste qualche volta le stelle? B.:Sì. B.:Io in cielo! I.: In cielo... e dove eravate, quando vedevate le stelle? B.:Io in campeggio. B.:Eravamo fuori. I.: Al campeggio di notte... si vedevano bene al campeggio, eh? B.:Anch’io sono andato al campeggio... I.: E le hai viste le stelle? B.:Anch’io! B.:Anch’io! I.: Te, Chiara dove le hai viste? B.:Io, ai botti di festa. I.: I botti di festa si vedono nel cielo di notte... come si chiamano quei botti? B.:Fuochi d’artificio! I.: I fuochi d’artificio... quelli si che son grossi eh? B.:Io vedo le stelle. I.: Tu vedi le stelle... ma secondo voi di che son fatte le stelle? B.:Io vedo l’arcobaleno... B.:Di luce! I.: Le stelle son fatte di luce... son fatte di luce... ma secondo voi quando si vedono le stelle? Avete detto... B.:Di notte... I.: Di notte, e di giorno invece che cosa c’è... B.:Il sole! I.: E il sole secondo voi che cos’è... B.:La luce. B.:Una palla di sole! B.:Una palla di fuoco! I.: Una palla di fuoco... e le stelle invece? B.:Le stelle sono delle... delle... come il sole però... però... I.: Come il sole... B.:Sì però... c’è le punte... non è proprio uguale al sole... I.: Le stelle hanno le punte non proprio uguale al sole... B.:Ma però sono bianche... I.: Le stelle sono più bianche e il sole, invece, come lo vediamo? B.:Giallo! I.: Più giallo... .però... B.:Anche la luna si vede gialla... I.: Anche la luna si vede gialla... B.:Una volta la mia mamma ha visto la luna rossa. I.: È vero! Ascoltate... ora se io faccio una cosa... come se arrivasse il sole all’improvviso... eh... dove sono andate a finire le nostre stelline? B.:Non ci sono più. 131 I.: Non ci sono più? B.:Perché c’è due luci quindi non si vedon più le lucine... I.: Ecco!! Però non sono scomparse... guardate eh? Eccole di nuovo! B.:Uhm! I.: Allora forse anche le stelle... che dite... B.:Perché c’hai quello? I.: Adesso te lo faccio vedere. Ascolta... ma secondo voi... allora ditemi un po’ questa cosa...quando di giorno c’è il sole... le stelle non si vedono... B.:No, perché vanno a dormire... B.:Secondo te Antonio vanno a dormire? Oppure non si vedono perché c’è quel sole così forte che non ce le fa vedere? Che vince lui... che dici? B.:No, perché poi si nascondono. I.: Ah, ecco... si nascondono... allora, voi siete curiosi... vorreste vedere come ho fatto a fare queste stelle? B.:Sì! B.:Sì! I.: Perché non sono mica stelle vere! B.:No! I.: No, vero? B.:Sono pallini di luce. I.: Son pallini di luce, li ho fatti io... .adesso vi faccio vedere con che cosa li ho fatti... accendo un attimo la luce e si smonta questo gioco. Guardate eh? Questi cosa sono? B.:Quali? I.: Questo, cos’è? B.:Un telo. I.: Un telo... questo? B.:Un telo. I.: Un telo... e questo cos’è? B.:È un coperchio. I.: Un coperchio? Uhm... che cos’è? B.:È uno per colare la pasta. 132 I.: Ecco, è una cosa per colare la pasta. Guardate cosa ho inventato... B.:Lì c’entra l’acqua. I.: Sì, c’entra l’acqua e va via dai buchi... eh? E io l’ho coperto e c’ho fatto dei buchi per far passare.. Che cosa passa da qui? B.:La luce! I.: La luce di questo faretto eh... di questa lampadina. Adesso... aspetta eh... perché stanno... stanno... stanno bussando. Proviamo ad aprire... vediamo un po’... macchè... io aspettavo un signore e invece c’è una signora... può venire questa signora? La possiamo far entrare piano piano eh? Accendi la luce... io aspettavo un signore a fare il video e invece è arrivata una signora... gli facciamo vedere a questa signora come è fatto questo gioco? Vediamo... il gioco delle stelle. Buongiorno (entra l’operatore per il video), devi fare qui da noi... allora ... ascoltate un attimo... è venuto questo signore, gli dobbiamo far vedere quella cosa che facciamo se c’è spenta la luce? B.:Sì! I.: Allora guarda... si rifà un attimo... .gli facciamo vedere che noi facciamo delle magie in questa stanzina. Eccoci qua, guarda che succede? Siamo tutti qui, a guardare in alto. B.:Le stelle! I.: Abbiamo fatto le stelle. B.:Sembrano pallini. I.: Sembrano pallini, son venute un po’ così così e ora si smonta questo gioco, va bene? B.:Eh, perché son quadrate e son venute così. I.: Son venute così perché... con che cosa le stavo facendo? B.:Perché i pallini son quadrati, quindi... I.: Eh Noemi, vai ad aprire la luce così vediamo tutti con che cosa si è fatto questo gioco... e noi lo abbiamo fatto con dei teli... lo abbiamo già visto, vero? Abbiam preso dei teli per nascondere... che cos’è questo? B.:La luce. I.: La luce. B.:E questo. I.: E questo cos’è? B.:Quello per colare la pasta. I.: Avete visto che magia? Con quello per colare la pasta abbiamo fatto venire le stelle. Però cosa c’è qui sopra? Cosa ho fatto? B.:Dei buchi!. I.: Dei buchi ... e ci passa... B.:La luce. I.: Eh la luce... ora però volevo farvi vedere anche delle stelle vere... allora ho preso quest’altra macchina... voi sapete come si chiama questa? No? Questa è una lavagna luminosa. Ora vi chiudo la luce eh... perché tanto... lei... guarda quanta luce fa. Antonio siediti perché devi guardare là, guarda eh? Perché ora vi ho portato delle foto di stelle vere, eh? Perché ho detto: “Questi bambini non vorranno mica vedere solo delle stelle finte, fatte con un colapasta! Vorranno vedere delle stelle vere!” Guardate un po’... cos’è questo? B.:È notte. I.: È notte... .che vedete? B.:Le stelle. I.: E poi? Olga è là che si vede... guarda. B.:L’acqua e gli alberi. I.: Eh si, si vede anche un po’ d’alberi. Vediamo se ce n’è un’altra... dove si vede ancora meglio... guardate questa! B.:Bella! I fuochi d’artificio! I.: Eh... sembrano, vero? B.:Io, una volta, ero andata fuori di notte e avevo visto i fuochi d’artificio. B.:I fuochi d’artificio. I.: Scusa Antonio, se non ti siedi non vedi bene perché ti illumina la luce... oh... così... Andrea guarda là, è là che succede... non da questa parte... e ora guardate eh... perché ce ne sono ancora tre specialissime. Vediamo questa... B.:Oh! B.:Oh! I.: Cosa vedete? B.:I fuochi d’artificio! I.: Che cosa vi sembra questa? B.:Fuochi d’artificio. I.: Un fuoco d’artificio... B.:È lo spazio con le stelle! I.: Eh già! B.:Eh! I.: Vedete un po’ diverso questo cielo? Quell’altro era blu e questo invece... B.:Quella li era una stella cadente. B.:I fuochi d’artificio. I.: Macchè! Che cos’è questo? B.:Mi sembra il cielo con le stelle. B.:Nello spazio. I.: Però ce ne sono tantissime, eh? Sono tutte uguali? B.:No! I.: Come sono? B.:Ci sono anche blu, ci sono colorate. I.: È vero... qualcuna c’ha una luce quasi blu e qualcuna invece... B.:Guarda che sono i fuochi d’artificio colorati. I.: Sembrano ma non sono fuochi d’artificio, è il cielo... voi ne avete mai 133 viste così tante stelle? B.:No. I.: No, perché questa è una foto fatta con una macchina che ingrandisce il cielo. È fatta con un telescopio perché noi a occhio nudo non è che riusciamo a vederne tante... eh? Vero? B.:Uhm... I.: Anche se ci si mette in cima a una montagna o al campeggio come la Siria, dove le stelle si vedono bene, non se ne vede così tante, eh? B.:No. I.: Se ne vede un po’, come in quelle altre foto... mentre in questa... ecco... anche in questa, vedete... B.:Ohh! I.: Anche in questa... B.:C’è i fuochi d’artificio. I.: Anche in questa... dici tutte “fuochi d’artificio”... B.:L’arcobaleno! B.:Lì. I.: C’è il riflesso della lampada, forse hai ragione... allora, quale vi è piaciuta di più delle foto delle stelle? B.:Quella all’inizio. I.: La prima, quella dell’inizio? Allora vediamo se ve la rimetto un attimo... questa? B.:Anche a me mi piace... I.: Questa! B.:Sì! I.: Eh... come mai vi piace di più? B.:Perché fra le stelle mi sembra... B.:Perché non si vedono gli alberi. I.: E le stelle sono blu, il cielo è più blu, invece quegli altri son troppo neri... allora... va bene. Allora... io non ce n’ho più... avevo solo queste... ci spostiamo di là? 134 B.:Ho visto l’arcobaleno! Sotto la macchina! I.: E dai... alè... ora vede arcobaleni dappertutto... allora... accendo la luce e spengo la macchina... e ci spostiamo di là, eh? Ho preparato dei libroni grossi e possiamo vedere ancora tutte le stelle che si vuole. Va bene? B.:Quando si va? I.: Eh... ora... un attimo... chiudiamo questo... poi spostiamo anche questo... e andiamo... venite. Andiamo?... Eccoci! Ci si sposta a questo tavolino perché adesso si fa una cosa bella eh?... Vedrete che cosa inventiamo... Sedetevi... guardate un po’ questa... questa è l’ultima sorpresa eh! B.:Ma qui non c’è posto! I.: Guardate come è bella questa foto del cielo? Anche questa è fatta... B.:I libri del cielo! I.: Ci sono i libri del cielo... dopo si guardano tutti... ora vi voglio far vedere questo... B.:Ma io non ce l’ho... I.: Non ce l’hai... ma non è che ce n’è uno per uno eh! Questo è più facile, vedete? È fatto per bambini un po’ più piccoli, come voi, perché parlare del cielo è una cosa un po’ difficile. Questa per esempio è una foto ingrandita del cielo e questa che si vede è una galassia. Avete mai sentito parlare di galassie? È una parola difficile... guardate invece qui, che si vede? Si vede quella macchina che vi ho detto io, che serve a studiare le stelle... a vederle più da vicino. Sapete come si chiama? B.:Telescopio. I.: Brava Chiara, si chiama telescopio... e gli uomini che guardano il cielo e sanno tutto delle stelle, come si chiamano? Astro... B.:Astronavi. I.: Astronavi? Astronave che cos’è? B.:L’astronave... I.: È un mezzo per andare nello spazio... invece gli astronomi sono le persone che studiano il cielo... e sapete che... studia studia... hanno studiato cosa succedeva nei tempi antichi. Sapete che nei tempi antichi gli uomini viaggiavano di notte perché di giorno il sole bruciava troppo... e viaggiavano tanto... ed avevano paura di perdersi... allora avevano visto che certe stelle stavano sempre nello stesso posto e gli avevano dato dei nomi. C’era una stella che avevano chiamato Polare... che... (a questo punto la registrazione si interrompe). Incontro del 22 febbraio 2007 L’attività comincia con la conoscenza dei nomi di tutti i componenti il gruppo. I.: Sapete che devo parlare con voi di una cosa complicatissima perché è una cosa che quando c’è questo bel sole non si vede... B.:Perché c’è la notte B.:La luna e le stelle e il cielo! I.: Ecco ... allora io ho fatto un gioco per immaginarci com’è quando è notte... però l’ho preparato in quella stanzina lì. B.:Dove? I.: C’è un po’ di buio ma non abbiate paura che è solo un gioco... venite con me e proviamo a vedere qualcosa di bello. Quando entrate vi dovete sedere sulle panchettine, va bene?... Eccoci qua... piano piano... non è proprio buio. B.:Che buio!!! I.: Non si inciampa, vi potete sedere piano piano senza pestare quello che c’è nel mezzo... Vi sedete? Mattia seduto! Non ci vedi? Cos’è quello li? (indica il colapasta). Vediamo un po’... Avete trovato un posticino? Guarda! Provate a guardare verso l’alto... non si vede niente... sono sparite... sapete che è successo? Chiudete gli occhi un attimo sennò la sorpresa... guardate un po’, che si vede? B.:Le stelle! I.: Sembrano stelle vero? Ma voi dove le avete viste le stelle? B.:Si e la luna, anche la luna... I.: Io vedo solo lucine piccole... ma voi dove le avete viste le stelle vere? Scusa ma lui non vuole. B.:Io si... io si... I.: Dove le avete viste? Proviamo a fare un giro così tutti mi dicono dove le hanno viste... tu Pietro dove le hai viste? B.:A casa mia e da Marco che è un bambino che è più grande dell’altro Marco, tutte in cielo, lampeggiano.. I.: Lampeggiano? E tu Alice le hai viste qualche volta le stelle? Dove? B.:In montagna. I.: In montagna. Anch’io quando sono nella mia casa in campagna le vedo benissimo, ma come mai se siamo lontani dalla città le vediamo meglio? Come mai Leonardo secondo te? In montagna le hai viste? 135 B.:Ho visto la nebbia. I.: Ah, c’era la nebbia... è vero, se capita che c’è la nebbia o che il cielo è nuvoloso si vedono le stelle? B.:Ho visto anche che il sole era a scaldare... I.: Ah... bello; ma qualcun altro ha visto le stelle vere di notte? B.:Io, io, io... I.: Tu Greta? B.:Io... io... I.: Sì, sì, dove le hai viste Mattia? B.:Io nella mia montagna. B.:Io quando andavo fuori col babbo. B.:Quando ritorno a casa mia io vedo in cielo le stelle. I.: Tu Marco le hai viste? B.:Sì. I.: Davvero? E come sono queste stelle? Proviamo a descriverle... Giulia secondo te come sono? B.:Gialle. I.: Proviamo a dire qualche altra caratteristica; di colore sono gialle dice lei, oppure anche un po’... B.:Bianche! I.: Bianche... E poi come sono... grandi, piccole... B.:Piccolissime e vanno fortissimo se cadono nel cielo... I.: Ah, piccolissime... ma son tutte grandi uguali? B.:No! I.: Lo sapete che gli uomini antichi guardavano tanto il cielo perché non c’erano le luci elettriche che rischiaravano... allora le notti erano lunghe lunghe e spesso viaggiavano di notte perché di giorno faceva troppo caldo... avevano paura di perdere la strada e allora sapete cosa facevano? B.:Prendevano la bussola. 136 I.: No, non ce l’avevano la bussola, non l’avevano ancora inventata... guardavano le stelle e si accorsero una stella restava proprio in mezzo al cielo e stava li ferma e non si spostava mai... la chiamarono Stella Polare. Poi si accorsero che le altre stelle un pochino si muovevano, non erano sempre allo stesso posto e seguendo queste stelle loro si orientavano e non perdevano mai la strada. Secondo voi come ho fatto a fare questo gioco delle stelle? B.:Con quello! I.: Ora accendo la luce; se accendo la luce cosa succederà secondo voi? B.:Non si vedono più! I.: Proviamo un po’ se Mattia ha ragione. Proviamo. Guardate in alto. Più, e come mai? B.:È venuto il sole! I.: Bravissima, questa luce forte è come quando viene il sole! Allora anche quando viene il giorno forse le stelle ci sono ma noi non le possiamo vedere! Come è successo? E se io spengo e faccio notte? Vediamo. B.:Si vedono, uh! B.:Si vedono sì. I.: Guardate come ho fatto a fare questo gioco... ho preso questi due teli che mi sono serviti per nascondere questa cosa che usa anche la mamma... cos’è? B.:Scolapasta! B.:Quello per le paste! I.: Quello per la pastasciutta, lo scolapasta... poi ci ho fatto dei buchini, vedete?... Poi sotto c’era una lampada e faceva passare la luce. Le stelle vere invece hanno la loro luce, non è che gliela mandiamo noi, vero? Però sapete che vi ho portato delle foto di stelle vere vere e ora ve le faccio vedere con questa macchina... sapete come si chiama questa macchina? B.:No, no. B.:Macchina fotografica! I.: No, non è una macchina fotografica ma una lavagna luminosa; attenzione però devo togliere queste cose che mi sono dimenticata se no vediamo le foto con queste cose... Ecco qua... forse non ci dà noia... ma togliamo anche questo dalle foto... ottimo e poi lo riattacco... vi faccio vedere delle foto di stelle vere vere; guardiamo un po’! B.:Ce lo portiamo a casa? I.: No, questo no, questa vi faccio vedere... che cosa si vede? Che cosa vedete? B.:Ma questa macchina come fa a far vedere. I.: C’è una luce, una lente, uno specchio e proietta le immagini. B.:Questa è una foto di cielo... B.:Di giorno... uhm... I.: È una notte un po’ chiara perché cosa si riesce a vedere lì in basso? B.:Gli alberi e il fiume... I.: Già, gli alberi, il fiume e quelle lucine piccole che saranno? B.:Stelle! I.: No, quelle in basso lungo tutto il fiume... B.:Luci delle case. I.: Bravi, le luci dentro le case... e nel cielo... guardate quante... B.:È notte B.:È la notte dove c’è le stelle B.:Le stelle... qui si vedono bene... I.: Edoardo, qui cosa vedi? Questa è un po’ più buia, è un po’ più scuro il cielo ma qui in fondo si vedono... B.:Montagne! I.: Adesso però vi faccio vedere delle foto dove si vede solo il cielo... guardate... B.:Solo cielo ... buio... I.: E come sono queste stelle, tutte uguali? B.:No... B.:Alcune piccole, alcune grosse, guarda bello! B.:Vedo l’arcobaleno lì sotto, ci sono i colori. I.: Ora ve ne faccio vedere un’altra. B.:Come? Però come si fa a vederlo lì sotto? I.: Te lo spiegherò un giorno, ora stiamo facendo un’altra cosa... guardate questa com’è... B.:Bella, bella... ... guarda... . B.:È più bella di quella di prima! I.: Ancora più bella ma voi ne avete mai viste tante così? B.:Una sembra dentifricio. I.: Vedete che cambiano anche di colore? E poi ce n’è un’altra... vediamo Pietro cosa ci vede in questa... cos’è? B.:Una strada, sembra una strada. B.:È una strada. I.: Guardatela così... B.:Forse era un aereo... ma tu lo vedi Simo? B.:Io pensavo che era una freccia. B.:Forse era un aereo che andava in giù. I.: Ma non avete mai sentito parlare di una stella con una scia luminosa? Potrebbe essere una cometa, non avete mai sentito questo nome? Quale vi è piaciuta di più? B.:A me la prima... I.: Va bene e poi? 137 B.:A me la seconda, questa a Greta e a Pietro. B.:A me no! B.:A me quella che sembrano fuochi d’artificio. I.: Adesso sapete che si fa? Ci spostiamo di là... vi sedete... c’è un posticino... non lo tirare non vuole... così, Edoardo e lui... vieni vicino a me. B.:Piange, piange I.: Mattia se lo tiri lui non vuole... vieni Marco, vieni qui da me... potete aspettare ad aprire i libri? Perché io voglio scoprire una foto del cielo... guarda Marco, voglio scoprire una foto del cielo... prendi una seggiolina... mettiti lì accanto a Edoardo... Greta scorri, mettiamoci comodi... pronti? Guardate questa! È più bella perché ci sono anche i colori! B.:Ce la fai vedere con la macchina? I.: Questa non si può, è fatta con una macchina che ingrandisce un pezzo di cielo e riesce a farci vedere tantissime stelle... è una galassia. Ma ora voglio farvi vedere questo librino che è fatto proprio per i bambini... intanto chi mi sa dire cos’è questo attrezzo che serve per osservare il cielo? B.:Cannocchiale. I.: Più forte del cannocchiale. B.:Binocolo. I.: Di più, di più, tele... telescopio. Avete mai sentito questo nome? E gli uomini che studiano il cielo? Uomini e donne che guardano il cielo, sapete come si chiamano? Mattia... astro... Astronomi, avete mai sentito questa parola? Gli astronomi hanno guardato il cielo con quelle macchine, col telescopio hanno studiato le stelle e 138 hanno visto che non sono messe a caso nel cielo e si sono immaginati che le stelle formassero delle figure. Si sono immaginati di vedere nel cielo l’Orsa, il Cigno, la Giraffa, il Cane, e anche personaggi del mondo antico. Si può vedere Cassiopea, Orione... B.:Ce li fai vedere? I.: Sì... e hanno dato un nome alle stelle... voi sapete dei nomi di stelle? Ne conoscete? Poi hanno costruito le mappe del cielo. Vi posso far vedere una mappa del cielo? Ecco qua, guardate... B.:Bello!! B.:Come si fanno le piantine delle città, la carte... (vengono mostrate le mappe stellari) B.:Uguale... come mai è venuta uguale? I.: Le ho preparate per darvene una per uno perché qui ci sono i nomi delle stelle e questa in mezzo è la Stella Polare che vi dicevo prima... l’Orsa Maggiore e l’Orsa Minore... qui ci sono scritti tutti i nomi e quando la portate a casa i babbi e le mamme ve li possono leggere e vi possono aiutare a cercarle nel cielo... va bene? Adesso si fa un lavoro specialissimo per costruire una mappa con la luce delle stelle... intanto ve ne do una per uno... una a Pietro, una ad Alice... poi potremo vedere anche questi altri libri del cielo... ve li appoggio qui così quando avete finito potete andare a guardarli per terra... Ascolta Mattia, potresti distribuire questi feltri, dovremmo avere tutti un feltro e una mappa. B.:Io prendo questo. B.:Io maestra... B.:Io non ce l’ho. I.: Uno per Leonardo, uno per Mattia, uno per Marco... E poi vi do... lo conoscete questo? Sapete cos’è? B.:Il punteruolo! I.: Perché voi quando vedete sulla mappa tutti quei puntini, sono le stelle; fate dei buchini... .. uno anche a lui... Mattia, ti prego, non vedi che è senza Alice?... Grazie, grazie mille. L’avete preso il punteruolo? B.:Io no, io no... B.:Cosa si deve fare Simona? Le stelle? I.: L’ho detto ora... si devono bucare tutti i puntini bianchi che vediamo, più se ne bucano e più poi... vedrete che sorpresa! B.:Quelle piccole si bucano, guarda! I.: Quelle piccole, Pietro? Così... tutte! Quelle più grosse le bucheremo poi con questo attrezzo che si chiama... B.:Cacciavite. I.: Già, cacciavite a...? B.:Stella! I.: Proprio così, cacciavite a stella e lo usiamo per bucare le stelle grosse... dopo aver bucate le piccole lo prenderete per bucare le grosse... dopo lascialo in mezzo perché ne ho tre per tutti i bambini... poi col pennarello alla fine scriviamo i nomi e così ognuno avrà la sua mappa del cielo e se la potrà portare a casa... B.:Maestra guarda... I.: Sì, dai, tante così, poi la metteremo davanti alla lampada e vi farò vedere le stelle... ecco ora metto la lampada e vi farò vedere come vengono se si bucano tanto tanto... Se si buca forte forte... dai Edoardo, dai Alice, forza... vediamo ... un buco solo Pietro? Dai, buca forte... devi fare il buco se no non passa la luce... vediamo la Giulia se ha bucato... guardate, vedete? Se si mette davanti alla lampada si vede il cielo con le stelline. Dai fatene tanti così è più bello! B.:Se ne fa tanti? I.: Chi più ne fa, ha più stelle. B.:Ce ne ho poche. I.: Ce ne hai poche? Allora dai bucane ancora tante! Anche Marco deve bucare... dai prendi il punteruolo con la manina... guarda ... così e poi ... puc, puc, puc, facciamo tanti buchini ... ce la fai da solo? Sai pigiare forte... B.:Guarda quante ne ho fatte! Simona guarda! I.: Brava Nives, fanne dappertutto, un po’ di qui, un po’ di là, riempiamo di buchini... forza, forza... Ma la filastrocca delle stelle la sapete? B.:Sì, la sappiamo. I.: La sapete? Come dice? B.:Tutti insieme: stella stellina la notte s’avvicina... ( la recitano tutta) I.: Ma le stelle vanno a nanna? B.:No, stanno sveglie. I.: Di che cosa saranno fatte le stelle? B.:Di bianco... B.:Di luce. B.:O di fuoco perché viaggiano forte come il fuoco. B.:O forse come le scintille che vanno nelle foglie. B.:Ma io non so nemmeno dove vanno... B.:Girano nel cielo e quella nel mezzo è la Stella Polare. B.:Guarda! I.: Non ancora, bisogna riuscire a bucarle tutte. Come siete bravi, Pietro anche un po’ quelle piccole si bu139 cano... guarda! Quelle piccole Pietro! Nel muro... cercate di controllare le zone dove non avete bucato e andate a fare i buchi proprio lì... guardate Marco come è bravo! B.:Simona, ma questa qui grossa va bucata? I.: Lo facciamo col cacciavite a stella... quella grossa... vai Edoardo... facciamo un po’ di quelle grosse col cacciavitone... guarda io... ci vuole forza... e una canzone delle stelle come dice? B.:Stella stellina... I.: No, questa è la filastrocca, la canzone come dice? Tre... tutti insieme: tre stelline di tutte le sere... (la cantano tutta) I.: mentre guarda il lavoro svolto: vai, Incontro del 2 aprile 2007 I.: Sapete cosa usiamo oggi? Sapete come si chiama? Lavagna luminosa perché come vedete manda una grande luce... ora la spegniamo un attimo, perché vi voglio raccontare un po’ cosa si fa se no non ci divertiamo abbastanza. B.:Si fa l’Orsa, io fo Cassiopea B.:Io avrei un’idea... perché questo qui non lo levi e poi lo metti qui sopra e lo leggi sul muro? I.: Potrei fare anche quello, ma voi non sapete ancora leggere,vedreste solo 140 perfetto! Ancora, ancora poi vi passate il cacciavite... Sapete cosa ci mettiamo insieme a queste mappe? Una lettera per i babbi e le mamme... B.:Sìììì I.: Io ho scritto una lettera ... volete sapere cosa c’è scritto? Marco ha bisogno di un fazzolettino... dai, non bucare dove non serve... B.:Simona ma per tutti i lucidi hai usato quella macchina fotocopiatrice? I.: È una lavagna luminosa e forse la useremo ancora... perché è bello, vero? Sentite la lettera... (viene letta) E ora mettiamo la vostra mappa contro la lampada: sorpresa!!! Insegnante: Simona Barbetti delle letterine... allora io ho preparato delle bellissime foto del cielo di notte, diverse da quelle dell’altra volta perché... ma Sofia sapeva già di cosa si parlava... B.:Si parlava delle costellazioni; dell’Orsa Maggiore e dell’Orsa Minore I.: Aspettate un po’, non correte troppo... vi è mai capitato di fare un gioco, magari quando andate in macchina col babbo o con la mamma B.:No I.: Aspetta!Oppure al mare,di guardare in cielo le nuvole e dire “Questa mi sembra che somigli ad un omino in bicicletta, questa mi sembra che somigli ad un cavallo che vola”... lo avete mai fatto questo gioco? B.:Sì!, io si. Io sì. B.:Allora io vedevo nel cielo... vedevo un mare con un sasso e sopra c’era seduta una sirena. B.:Io di notte avevo visto un satellite. B.:Io, un cavallo. I.: Bene, visto che qualcuno questo gioco lo conosce vi voglio raccontare come gli uomini antichi, questo gioco che facciamo di giorno, lo facevano di notte; vi ricordate che vi ho detto l’altra volta che viaggiavano di notte, guardavano il cielo e per non perdersi avevano scoperto che c’erano dei gruppi di stelle che stavano nella stessa posizione... ecco loro immaginavano che nel cielo ci fossero addirittura delle figure e per farlo univano le stelle con righe immaginarie... voi avete mai fatto il gioco di unire i puntini per scoprire una figura? B.:Sì, sì. B.:Sì, 1, 2, 3... bisogna unire... I.: Proprio quel gioco lì. Ecco, facendo quel gioco noi scopriamo delle figure, gli antichi si immaginavano di unire le stelle e così formavano delle figure e poi davano loro dei nomi; sapete ne hanno trovate tantissime ... 88... e sono chiamate... B.:Orsa maggiore, Orsa minore. I.: Questi sono due nomi... le hanno chiamate costellazioni... diciamolo tutti:costellazioni. B.:Costellazioni. B.:Una però è chiamata Orsa maggiore e una Orsa minore perché è più piccola. I.: È vero, e una l’hanno chiamata Cas- siopea... B.:Cassiopea I.: Guardate, questa è la figura dell’Orsa come se la immaginavano gli antichi, questa invece è la figura di Cassiopea... guardate! Cassiopea era una regina, Irma guarda, con una stella in fronte, una stella sul trono, una dove sta piegata e una stella ai piedi... dunque Cassiopea era una regina vanitosa. B.:Che vuol dire? I.: Che stava sempre allo specchio e diceva “come sono bella!”oppure “voglio mettermi questo anello per essere più bella”; “mi voglio truccare così anche con un po’ di rossetto”; “sono proprio la più bella di tutti!”... Gli uomini del suo tempo decisero di darle una specie di punizione immaginandola nel cielo seduta, perché quando il cielo girava e le stelle cambiavano posizione la si vedeva con la testa in giù e le gambe per aria... perché le stelle ruotano nel cielo... solo una sta ferma... B.:La stella polare. I.: Così le vediamo delle volte così, delle altre così... è come se il cielo fosse un ombrello, un grande ombrello! Avete mai provato a girare l’ombrello quando è aperto? B.:Io sì, io sì. B.:Io faccio così. I.: Ecco, proprio così gira il cielo... e ora siete pronti? Tutti con gli occhi alla parete perché vi voglio far vedere... ecco questo è il cielo... B.:Bello! Bello! B.:La stella polare. I.: Non è la stella polare, ma sono stelle molto luminose... vieni Mattia... 141 questa è la costellazione di Cassiopea... ci sono le stelle grosse... ce n’è una qui, una qui... Mattia prova a fare un cerchietto intorno alle stelle così le vediamo meglio... la vedete?... poi un’altra qui. B.:Ganzo! Ganzo! I.: Poi un’altra... ora proviamo a unirle con le righe come facevano gli antichi... Irma vedi cosa succede?... Ecco qua! B.:È la Cassiopea. I.: È Cassiopea, ora levo la foto del cielo e a cosa somiglia? B.:È una montagna. I.: questa è la mappa che ha fatto Mattia, vediamo se quella che hanno fatto gli astronomi è uguale... B.:È uguale. I.: Vedete è uguale e somiglia a una montagna sola? B.:No, due. I.: E se la rigiriamo a cosa può somigliare? B.:A nulla. I.: Quella letterina che si usa per scrivere viva la conoscete? B.:Sì, è la v. B.:La v di viva, la W. I.: E quante stelle ha Cassiopea? B.:Quattro. I.: Sicuro? B.:Cinque. I.: Contiamole:1, 2, 3, 4 e 5... ora Mattia si sposta e viene qui la Tatiana... proviamo a conoscere un’altra costellazione: l’Orsa maggiore che vi era piaciuta tanto... guardate là... questo è un cielo più buio... vieni Tati proviamo con un altro colore a fare i tondini intorno alle stelle più grosse: 1... 2... 3... 4... e poi 5... 6... 7... 142 B.:È più grossa questa! B.:7, non vedo. I.: Proviamo a unire per vedere che disegno viene... aspetta... B.:Un quadrato. B.:Un aquilone. B.:È l’Orsa quella! L’Orsa maggiore. I.: Guardate là sul muro che vedete meglio... ecco, non ho messo il lucidino. Di nuovo, fo sempre questi sbagli, aspettate che ce lo metto... ora dobbiamo ricopiare tutto... perché abbiamo disegnato sulla foto, invece di farlo qui... allora cosa vi sembra? Avete detto un aquilone ... oppure... B.:L’Orsa maggiore! I.: Sì, è vero, la chiamiamo così, ma sapete come la chiamano anche? Il grande carro... eccolo lo vedete che sembra un carretto? B.:Sì sì. I.: L’Orsa maggiore la chiamano anche il grande carro. B.:Facciamola camminare. I.: Prendiamo la mappa degli astronomi, vediamo se è uguale. B.:Bella. B.:Ma è l’Orsa minore! I.: No, è la stessa. B.:Mi sembra più corta. I.: È fatta un pochino più piccola... .vedete che bello. B.:La voglio fare anch’io. I.: Proviamo a fare l’Orsa minore. B.:Io non l’ho fatta. I.: Tutti non si può, ora lo farà... la Giorgia. B.:Poi io vero? I.: Se ne fa un altro, prendetemi il lucido... qualcuno può dare una mano a quei bambini e li aiuta a vedere le stelle?... L’Orsa minore ha un cielo buio buio... vediamo se riusciamo a vedere qualcosa... B.:Non si vede. B.:La vedo. B.:Di sotto, di sotto. B.:Bella questa perché la metti di sotto? B.:Bellissima, è blu. I.: Mettiamo questa con la descrizione così la facciamo meglio... l’Orsa minore sembra anche lei un carrettino ma un po’ diverso... B.:Provo io! I.: Vieni Giorgia, 1... 2... 3... poi un’altra stellina e questa la chiamano piccolo carro... è fatto... e questa grossa in fondo sapete cos’è? B.:La polare! I.: Bravo Mattia, proprio quella! Guardate ecco qua! B.:Verde! B.:L’abbiamo fatta col verde. B.:Io, io, dai io. I.: Questa è la nostra mappa e questa è degli astronomi... Ora però non ne facciamo più perché i bambini piccoli si stanno anche un po’ annoiando... sapete che si fa... proviamo a costruirle noi... B.:Io voglio fare la maggiore. I.: Ognuno trova una tavoletta... venite a vedere... vediamo se c’è per tutti, fate scorrere i piccoli laggiù in fondo... venite... Massimiliano vieni... c’è un posticino per ogni bambino?... piano, piano non lo tirare Mattia... c’è un posticino per te qui... Adesso vediamo se le riconoscete le vostre mappe, Mattia ti prego, aspetta un attimo perché ho bisogno di bambini grandi... aspettate! Non sapete ancora cosa c’è da fare... dai Mattia... Giorgia aspetta un attimo, Giorgia per favore! Se non sai che si fa... guardate un po’ questa mappa qui a quale somiglia? B.:L’Orsa minore. B.:No, l’Orsa maggiore. I.: Ecco, l’attacco qui e vi dico cosa si può fare con quei chiodini... immaginiamo che i chiodini sono le stelle, sono gialli e di varie misure:stelle grandi, chiodini grandi, stelle piccole chiodini piccoli... cercate di rifare sulla tavoletta queste figure,mettendo solo le stelline B.:Ma anche quelle degli altri? I.: Potete scegliere quelli che volete... chi vuol fare Cassiopea, dov’è la sua mappa? B.:Qua. I.: Quanti chiodini serviranno per fare Cassiopea? Quante stelle ha? B.:Cinque, cinque. I.: Ora attacco anche l’ultima che ha fatto Giorgia che è per l’appunto... B.:L’Orsa minore. I.: Tu, Tatiana quale hai scelto? B.:Questa! I.: L’Orsa maggiore, e tu Irma quale fai?....guarda se lo metto qui... Giorgia stai mettendo troppi chiodini, bastano i tondi, quale vuoi fare? Quale hai scelto? B.:Questa. I.: Dove ha le stelline... una qui, una qui, una qua e poi c’è quella specie di manico ne ha una qua e poi ne ha una grossa che è la stella polare. B.:Io non ce l’ho I.: Piano Damiano se no cadono i chiodini... ne servono cinque o sette... vedi Giorgia il tuo lo riconosci?... Interruzione della registrazione. 143 Incontro del 16 aprile 2007 I.: Quando viaggiavano gli uomini antichi, di notte, guardavano il cielo perché erano molto... B.:E poi si difendevano... B.:Con la clava I.: Sì, avevano anche la clava, ma quando viaggiavano tranquilli guardavano il cielo per vari motivi... per non perdere la strada, perché avevano capito che alcune stelle stavano sempre in un punto soprattutto la stella polare; allora loro seguendo la stella polare non sbagliavano la strada nel loro viaggio e si trovavano dove volevano andare... poi avevano immaginato delle figure nelle stelle che avevano chiamato costellazioni... Avete mai sentito parlare di costellazioni? B.:Io no. B.:Io sì. I.: Questa per esempio è una costellazione che si vede facilmente nel cielo, è fatta di 5 stelle... 1... 2... 3... 4... 5... e l’hanno chiamata Cassiopea... Cassiopea sapete era una regina molto vanitosa che voleva essere sempre la più bella e gli antichi che la conoscevano hanno detto: “ora ora gli facciamo un bello scherzo: diciamo che Cassiopea è quella che sta nel cielo seduta sul trono e siccome nel cielo le stelle girano Cassiopea qualche volta era seduta così e qualche volta invece stava con la testa in giù e i piedi per aria e la prendevano un po’ in giro: “guarda guarda in che posizione si trova ora la regina”... Il cielo girando l’aveva fatta mettere a testa in giù e i piedi per aria... poi 144 per le stelle continuano a girare girare... pensate un po’ come un grande ombrello con nel mezzo la stella polare e intorno le altre stelle che girano... avete mai provato a girare l’ombrello? B.:Come a Natale. I.: Già come a Natale,quando si girava l’ombrello... Immaginate il cielo come un grandissimo ombrellone in cui le stelle girano e cambiano posizione e delle volte si vedono in un posto e delle volte in un altro... Oggi parliamo di Cassiopea e dell’Orsa maggiore e... B.:Dell’Orsa minore! I.: E dell’Orsa minore che è più piccolina e cerchiamo di trovarle nel cielo nelle foto fatte sui lucidi della lavagna luminosa...guardate tutti il muro che arrivano le immagini... ecco qua... mettiamo un po’ più giù così vedete meglio... ma non troppo se no cade... cominciamo con Cassiopea... questa è una foto del cielo di notte. B.:Uuu! B.:Bello! I.: Vedete che ci sono delle stelle piccole e delle stelle più grandi... ora proviamo a disegnare un tondino intorno alle stelle più grandi... I.: Anch’io. I.: Sofia ora lo fa lui... dove vedi la stella ci facciamo un tondino... vedete che arrivano i tondini... 1 in alto... 2... poi 3... 4... 5... ora proviamo a unire... lo avete mai fatto quel gioco che si uniscono i puntini e i numeri per formare delle figure?... forse i bambini più grandi l’hanno fatto... uno lo avete fatto anche con Daniela... si formava una paperella ad unire tutti i puntini... guardate là che si vede nel muro... ecco una foto del cielo... B.:Bello! I.: A cosa somiglia questo?... questa è Cassiopea e per vederla meglio abbiamo unito le stelle con le righe... questo è quello che ha fatto la Rossalinn, questa invece è quella degli astronomi... guardate: è uguale. B.:Sì, sì. I.: Come si chiama questa costellazione? B.:Cassiopea. B.:Cassiopea. I.: Adesso proviamo a far lo stesso gioco, viene Daniele questa volta,con l’Orsa maggiore... vediamo se la riconosciamo... giratevi guardate la... l’Orsa maggiore che somiglia ad un carretto... qui il cielo è più scuro, guarda Sara qui è più notte buia... aspetta che devo mettere un lucido se no poi si sporca anche questo... prova a fare dei tondini intorno alle stelle più grosse... guardate se vedete arrivare i tondini lassù 1... 2... 3... 4... 5... 6... 7... sapete come hanno chiamato questa Orsa anche? Il Grande carro... unisci con le righe... vediamo se è davvero un carro... così... bravo qui e qui e qua; ora levo la foto della notte e ... eccolo! B.:Bello! I.: Orsa maggiore... proviamo a dirlo tutti questo nome. B.:Orsa maggiore. I.: E guardiamo se gli astronomi... ma scusate perché non guardate sul muro... guardiamo se gli astronomi l’hanno fatta uguale a noi... vedete? È uguale! B.:Sì, sì. B.:È fatta un pochino più grande ma è fatta uguale a questa... è... l’Orsa maggiore. I.: Adesso vediamo l’Orsa minore che ha anche la stella polare... viene Tommaso a fare questa... B.:E io poi... I.: Vediamo, tu farai un’altra cosa... l’Orsa minore è più difficile... vediamo se la trovo. Prendiamo questa... B.:Com’è? I.: Mamma mia qui c’è troppo buio, vediamo se la trovo qui... B.:Ma quante sono qui! I.: Qui sono due, l’Orsa maggiore e l’Orsa minore... proviamo a farla, prendiamo un altro colore... prendiamo il verde... devi fare tondini piccoli... quella... poi questa... B.:Non si vede! I.: Ci sono quelle tre... unisci il carretto 1, 2, 3, 4... dovete guardare il muro! B.:Si vede la mano... I.: Si vede la mano, ma ora arriva la figura... dateci tempo... guardate ora tolgo la notte e arriva... B.:Bello! I.: Il piccolo carro!... vediamo gli astronomi come l’hanno fatta... è un po’ più grande noi abbiamo un carrettino piccolo... loro un po’ più grosso, ma uguale... questa è l’Orsa minore e questo stellone quassù sapete cos’è?... è la stella polare che sta proprio in mezzo del cielo... adesso sapete che si fa? Ci spostiamo e proviamo... aspettate che vi dico che si fa... .non usate nulla... cerchiamo di trovare il posto per sedere... Rossalinn per favore... dobbiamo spostare questa panca... voi 145 scorrete in fondo, all’ultima tavoletta... Daniele aiuta i più piccoli... lì c’è un posto vuoto... Luna scorri... vai all’ultimo... scorri Sara... scorri Olga... qui Giulia... qui si può mettere una seggiolina... qui ci può entrare Giada... allora in questa può venire Lorenzo... cerchiamo di organizzarci... e questa è per Melissa... vediamo se attacco anche le vostre mappe... riconoscete dove le devo attaccare?... questa è l’Orsa maggiore... dove la metto? Vicino a quale? B.:A quella! I.: Bravissimi! Voi ora dovete pensare che quei chiodini gialli sono le stelle... avete pensato? B.:Sì. I.: Quei chiodini gialli sono le stelle... poi dovete scegliere quale costellazione volete riprodurre. B.:Io, la rossa. B.:Io, blu. B.:Anch’io quella blu. I.: Potete anche scegliere la stessa, non bisticcia nessuno, potete scegliere... B.:Anch’io rossa. B.:Allora io sono quella verde. I.: Orsa maggiore, Orsa minore, Cassiopea... .sapete come fare?.....dove c’è un tondino, mettete un chiodino... va bene?.....quindi quanti chiodini ti servono? B.:7 soli. I.: Hai capito?.....non mi pare... Lorenzo hai capito?.....tu cosa hai fatto?....Cassiopea! Bravo!...le hai fatte così perché erano più piccole e più grandi? Se no puoi cercare chiodini più uguali... B.:Maestra! I.: Che c’è?....io non ho detto di riem146 pire le righe, ma di mettere solo i puntini stella... le righe le abbiamo fatte solo per vedere meglio la forma... vedete? B.:Maestra ho trovato questo... I.: Perché ci sono stelle piccole... e si possono mettere quelli... hai fatto Cassiopea... brava... guardate come è brava Rossalinn... guarda hanno scelto Cassiopea... quale vuoi fare? B.:Quella rossa. I.: Quella rossa? Allora dobbiamo cominciare a mettere un stellina... . B.:Io quella verde. B.:No, io quella verde... I.: Poi ne mettiamo un’altra... poi facciamo questa... 4 mettile per fare il carretto... il grande carro, la chiamiamo quella... fai vedere... bella Olga, qual è la tua?... hai fatto Cassiopea. B.:La mia è quella verde. B.:Io la porto a casa. I.: La porti a casa? B.:Sì. I.: Hai fatto l’Orsa minore, quella verde? B.:Io voglio fare quella blu. B.:Io voglio fare quella verde. I.: Soprattutto per i bambini grandi ho preparato questo gioco... su questo foglio ho fatto dei puntini... voi potete scegliere dei colori e fare le costellazioni a fantasia... però non dimenticate questo schema perché dopo incolliamo le stelline... allora Tommaso va a fare questo gioco... Lorenzo... Rossalinn... “disegno la mia costellazione “ c’è scritto... voi restate qui che facciamo il collage... poi ci scambiamo... qui siete liberi... potete inventare quello che volete... animali, forme, case ... quello che volete... a fantasia vostra... io qui vi metto quelle che avete visto prima, ma voi fatene di vostre... le costellazioni hanno tanti nomi... il cane ... il cigno... la giraffa... il serpente ... il sagittario... cambiate anche i colori... ne fate una viola... una gialla. B.:Maestra ho finito. B.:Ho finito. I.: Ora vi faccio fare un altro giochino... restate al vostro posto... sapete che i chiodini non si possono portare a casa... allora ho preparato dei cartoncini dove invece incolliamo queste stelline brillanti che noi possiamo portare a casa. B.:Bello! I.: La nostra costellazione... liberiamo il tavolo dai chiodini... poi si prova... B.:Si mette tutto qua dentro? I.: Sì,grazie... mille grazie. B.:Simona, si possono anche colorare? I.: No, non importa che siano colorate... però se fate qualcosa di particolare potete anche colorare... finite che poi ci scambiamo... Olga ecco il tuo cartoncino, grazie Giada! B.:Si fa anche per la mia mamma? I.: Dietro il cartoncino c’è la lettera per la mamma... Incontro del 2 maggio 2007 I.: Oggi vi voglio raccontare una storia bellissima ma prima dobbiamo trovare un posticino per Mirco e Mattia. Qui, qui, vieni qui. Vogliono stare qui, in piedi, stai vicino a me? Va bene... allora... B.:Anch’io qui! I.: Vieni, amore, allora... ascoltate eh?...C’era una volta un bambino che quando andava in macchina col suo babbo e la sua mamma si divertiva a guardare le nuvole e si immaginava che le nuvole avessero delle forme strane e diceva: “Mamma, questa nuvola mi sembra un cavallo!” C’era il suo fratellino che diceva: “Ma no, a me sembra un uccello che vola!” Ognuno con la sua fantasia può immaginare delle cose diverse... invece un altro bambino sapeva fare un gioco: quando gli capitavano dei puntini, si divertiva a unire i puntini con una matita o con un pennarello così da formare delle figure. Voi li avete mai fatti questi giochi? B.:Sì. I.: Il gioco dei puntini lo avete fatto? B.:Sì! I.: Immaginare le nuvole nel cielo che hanno forme strane? B.:Sì. I.: E i giochi come questi... gli uomini antichi... l’arcobaleno! Questa è una foto del cielo di notte e gli uomini antichi immaginavano che unendo le stelle con delle linee si formassero delle figure e siccome viaggiavano tanto di notte e avevano tanta fantasia, pensavano che nel cielo ci fossero tante e tante figure, guarda Greta! Ne hanno scoperte 88 e le hanno chiamate con i nomi più strani: il Cane, la Giraffa, il Leone, l’Orsa, i Gemelli, poi gli hanno dato i nomi di personaggi antichi come Cassiopea, Orione, Pegaso, e hanno chiamato queste figure “costellazioni”. Adesso ve le faccio vedere... puoi dare la mano a Mattia che forse vi147 cino a te sta volentieri... Guardate, che vi faccio vedere le foto con quella lavagna lì; guardate perché arriva una tanto bella. B.:Bella!!!! I.: Cosa sembrano quelle lì? B.:L’arcobaleno!! I.: L’arcobaleno ormai lo vedete dappertutto. Le stelle più grosse sono dei meteoriti. B.:Maestra, Mattia piange. I.: Vieni, vieni vicino a me... guarda che ti metto su questa seggiolina così vedi bene il cielo in alto... guarda come vedi bene il cielo da qui. Ora voglio un bambino grande, vieni Pietro, vieni e proviamo a disegnare, come facevano gli antichi, la mappa di queste stelle che sono la Costellazione di Cassiopea. Dobbiamo fare un giro intorno a quelle più grandi... 1, 2, 3... guardate la parete che vedete i puntini... 4... e 5. Ho sbagliato, non ho messo il lucido, ora lo rifacciamo, anche le maestre sbagliano... 1, 2, 3, 4, 5. Adesso dobbiamo unirli con delle righe... stiamo facendo come gli antichi e come gli astronomi quando vogliono disegnare le mappe del cielo. B.:Le montagne? I.: Somiglia alle montagne e questa è la mappa di Cassiopea come l’hanno fatta gli astronomi. Guardate, è uguale. B.:Sì, sì! I.: Sembrano delle montagne ma anche le letterine per scrivere “viva”... dovete guardarla là... sì, anche mettendola una sull’altra... lo vedete sulla parete? B.:Viva! I.: Questa è Cassiopea, ditelo anche voi. 148 I. e B.: Cassiopea. I.: Ora ve ne faccio vedere un’altra. Vi faccio vedere l’Orsa Maggiore... ora la ricostruiamo e viene un altro bambino... viene Giorgio... B.:Io... io... anch’io... I.: Ora la facciamo con un altro colore, vediamo il rosso... vi prego di guardare là... Attenzione, vedi Giorgio che ci sono le stelline più grandi... prova a fare un cerchio... lo sapete che l’Orsa Maggiore ... B.:Io la vedo! I.: L’hanno chiamata anche Il Grande Carro... oh no! Ho risbagliato! Bene rifai li sopra. Il Grande Carro e ora vi faccio vedere perché... unisci le linee... da qui a qui... vedete che sembra un carretto e il manico ... qui, qui e qui... ora è finito, guardate... cosa sembra? B.:Sì, un carretto!! I.: Vediamo se somiglia al nostro, quello degli astronomi.. B.:Davvero!! B.:Ma non sembra un’orsa! I.: Non sembra un’orsa infatti avevano molta fantasia. B.:Posso farlo ora io? I.: Sì, vieni Matteo che ora facciamo l’Orsa Minore. B.:Minore? I.: Sì, vedi che questa ha già la mappa un po’ preparata... Prendi il verde... i bambini mi hanno detto che somiglia al carrello per fare la spesa... B.:Per portare la roba! I.: sapete, quella che sta disegnando ora è la Stella Polare... questa qui è la Stella Polare... anche qui e anche qui... Il nastro si interrompe. Incontro del 19 maggio 2007 Maestra: Vi è mai capitato di vedere in cielo le nuvole e di pensare che sembrano delle cose particolari... una nuvola... Bambino: Io, una volta che andavo a... avevo visto delle nuvole che sembravano i sette nani. B.:Piange. I.: Non piangere Sofia, che è successo, vieni qui; io, una volta, ho visto una nuvola che mi sembrava un cavallo... a voi è capitato di vedere qualcosa di speciale? B.:A me, una volta, sembrava un uccello I.: Questa cosa la facevano anche gli uomini antichi di notte, guardavano le stelle e poi si immaginavano come se fossero unite da linee... sapete che è successo? Hanno pensato di unire le stelle con le linee e si sono immaginati delle figure! Voi avete mai fatto il gioco di unire i puntini? B.:La Sofia ci ha un libro e c’era una papera di puntini che poi è diventata una papera. I.: Una papera... ecco un gioco di questo tipo, gli antichi lo facevano con le stelle... ma ora vi faccio vedere... con questa macchina... ci dobbiamo spostare un po’... Sofia si può sedere qui... venite spostatevi pure bimbi... B.:Ih, ih, ih, I.: Guarda non spengo la luce Sofia... è come il cinema... vediamo cosa vedi... non fare le ugge... guarda bello! Adesso ti faccio vedere una foto del cielo di notte, guarda un po’... B.:Bello! B.:L’arcobaleno, lì. I.: Dove lo vedi? B.:Lì sotto... I.: Ci sono i riflessi della luce... Guardate! Vedete questa stella? Com’è? B.:Piccola. I.: Riuscite a vedere se ce ne sono di più grandi? B.:Ci sono anche piccole piccole. I.: Tra quelle piccole piccole ce ne sono alcune più grandi... se io metto una cosa qui sopra e poi faccio dei pallini dove sono le stelle... poi vorrei chiedere a Siria se può unire questi puntini... vieni che te lo tengo fermo... comincia da quello... ecco... poi giù... lo vogliamo rifare? Perché è venuto un errorino... perché non avevamo capito bene... attenti che sembrano dei percorsi... si può rifare... fai un tondino, poi un altro... lo sapete come si chiamano queste stelline? Questa è una costellazione! Provate a dire anche voi questa parola... B.:Costellazione! I.: Le costellazioni sono queste figure: gruppi di stelle dove gli antichi hanno visto delle figure... questa è quella che abbiamo fatto noi... B.:Uh, uh , uh. I.: Adesso Sofia vedrà una cosa bellissima... perché, guardate... questa è quella che abbiamo fatto noi e questa è quella degli astronomi... confrontiamo... mettiamola sopra... è uguale, solo un pochino più storta... e questa è la costellazione di Cassiopea: provate a dirlo anche voi. B.:Cassiopea. I.: Cassiopea... guardate quante stelle ha questa costellazione: 1,2,3,4,5. Cinque stelline! A cosa assomiglia?.. Cosa sembra? 149 B.:A delle montagne. B.:Degli orecchini. I.: E se la mettiamo così?... a una letterina... B.:Alla doppia v. I.: Bravo Paolo, alla doppia v; infatti Cassiopea si riconosce bene in cielo perché ha questa forma così facile, assomiglia ad una doppia v. Dopo vi voglio raccontare chi era Cassiopea... ora si passa ad un'altra costellazione sempre facile, vediamo se ci riesce tracciare anche questa... .eccole qui. Qui ne vediamo addirittura due... guardate un po’... vedete da questa parte ci sono. B.:Sì, le vedo! I.: E di qua ancora... B.:Sì. I.: Vogliamo provare a rifare quello che abbiamo fatto prima? Forse lo facciamo meglio su questa... guardate qui si vede ingrandita, ancora più grande... ora prova la Marta... mettiamo il lucido e la Marta prova... com’è qui il cielo luminoso o molto buio? B.:Molto buio! I.: È proprio buio, facciamo dei pallini intorno alle lucine... 1, 2, 3, 4, 5, 6 e 7. Adesso Marta prova ad unirle, cambiamo il pennarello che quello non funziona tanto bene... questo non fa per niente... proviamo questo... cosa vi sembra?... ora levo il cielo scuro... B.:È blu. I.: Ma cosa vi sembra? B.:Quello lì mi sembra un rettangolo e... I.: E questo? Sapete come si chiama questo? B.:È l’Orsa Maggiore. 150 B.:Nel film della Barbie del lago dei cigni c’è proprio questa forma qui. I.: È la costellazione dell’Orsa Maggiore, sapete come la chiamano anche? Il Grande Carro! Vedete che sembra un carretto? B.:Sì, ma anche un cucchiaio. I.: A te cosa sembra? B.:Una carrozza, un carretto. I.: Guardate se questa somiglia a quella che abbiamo fatto noi. B.:Sì,sì. B.:Però è più bellina questa. I.: È un po’ più bella, ma siamo stati bravi anche noi. B.:Quello lì non funzionava. I.: È vero il pennarello funzionava poco... ora ve ne faccio vedere un'altra, che ha quasi lo stesso nome: si chiama Piccolo Carro o anche Orsa Minore. B.:Guarda,è un carrello! Da qua su ti tieni con le mani, e giù ci metti la roba. I.: Davvero, come quello del supermercato. B.:Ci sono le ruote sotto. I.: Qui ci sono anche i nomi delle stelle... questa in alto dove Siria dice che è il manico è la Stella Polare... Andrea,non ti interessa? B.:Sì. I.: Allora vieni a vedere, la Stella Polare sta proprio nel mezzo del cielo e tutte le altre stelle girano un po’ intorno e delle volte le vediamo diritte e delle volte le vediamo un po’ arrovesciate, ma queste tre nel cielo le vediamo sempre... Adesso ve le faccio rivedere grandi, questa qui che ha fatto la Siria si chiama... Cassiopea, ditelo anche voi B.:Cassiopea! B.:Chiassopea! B.:Ha detto Chiassopea! B.:E questa Grande Carro. I.: È vero, anche quello lì è un carretto, l’Orsa minore o piccolo carro... Oggi conosciamo queste tre, ma le costellazioni sono tantissime nel cielo, gli astronomi ne hanno disegnate 88, due volte 8. B.:88? Sono mille! I.: E hanno tanti nomi buffi: il cane, il serpente, Orione, i gemelli, i pesci... tanti nomi buffi! B.:E lì cosa c’è scritto? I.: Adesso vediamo... venite qua a questo tavolino e accendiamo la luce... guardate come hanno immaginato l’orsa gli uomini antichi, loro se la immaginavano così come un orso vero... B.:Ma non è uguale a quella lì. B.:Questa è più grande e questa è più ... B.:Più piccola e non c’è questo I.: Questa, guardate... B.:È la regina! I.: È la regina Cassiopea, vedete le stelline che abbiamo visto noi? B.:Sì,sì. I.: Hanno immaginato che fosse una regina seduta sul trono, la regina Cassiopea era molto vanitosa, voleva essere bellissima e combinava un po’ di guai, dava noia a un po’ di ragazze, voleva essere la più bella di tutte... un po’ come la regina di Biancaneve... B.:È brutta quella regina. I.: Questa però, ad un certo punto l’hanno punita, l’hanno messa seduta sul trono nel mezzo del cielo e così quando gira delle volte la possiamo vedere anche con la testa all’ingiù. B.:Capovolta! I.: Capovolta, quando girano nel cielo tutte le stelle ... perché noi dobbiamo immaginarci il cielo come un grande ombrello sopra di noi che gira gira... avete visto che qualche volta lo giriamo l’ombrello?... Cassiopea, qualche volta la vediamo anche volta in giù! B.:Capovolta! I.: E gli antichi ridevano e dicevano: ben gli sta! Ora sta un po’ col sedere in sue la testa in giù, quella vanitosa della nostra regina! B.:È bellina però. B.:Questo è il grande carro, vero? B.:Quale grande carro? B.:È l’Orsa , la grande Orsa. B.:L’Orsa Maggiore. I.: Davvero! Però avevano fantasia... B.:Ma lì io vedo un uomo... I.: Perché questi sono i gemelli, ma ce ne sono altri personaggi, perché nel cielo ne vedevano tanti... io ne ho portati solo tre. Sapete cosa possiamo fare adesso? Possiamo prendere le tavolette e provare ad infilare i chiodini in modo da rifare Cassiopea o il carro... un attimo che ci organizziamo... Cercate di prendere i chiodini e di rifare la costellazione,potete usare chiodini più piccoli o più grandi... vediamo chi ci riesce... Vieni Andrea qui, così stai più comodo, se no non c’entri. Vediamo come sono buffe le nostre mappe, se ci mettiamo dietro un foglio bianco le vediamo ancora meglio... B.:Ho fatto! B.:Hai! 151 I.: Fammi vedere, Cassiopea? Bravo Paolo... Aspettate che voglio farvi una foto mentre fate la costellazione... cerchiamo di metterli bene... no,non rovesciate... ora metto una carta anche qui così vedete meglio. B.:Vedi come è piccolissimo, piccolissimo, non si vede neanche. I.: Fai vedere? Marta comincia dai! Quale vuoi fare? Quale ti piace di più? Il Carro o Cassiopea? B.:Il carro. I.: Allora comincia dal fare il carro... ne metti uno qui, poi uno qui,poi uno giù e fai quello che hai detto. B.:Sembra un rettangolo... I.: Paolo mettilo giù se no nella foto non riesco a vedere B.:Grande! I.: Bene Alessia, guarda che le stelle non sono tutte intorno, prova a metterle in mezzo come fanno Siria e anche Elena, bravissima Elena... puoi fare il Carro se vuoi... B.:Io voglio fare questo. I.: Cassiopea, bravissimo! Ti è venuta proprio bene. B.:Non si vuole mettere qui dentro... I.: Ecco, quando lo avete fatto possiamo proprio dire che è finito. B.:Il mio non vuole entrare qua dentro... I.: Prova con un altro di questi.. B.:Il mio si, guarda! I.: E poi c’è da fare il manico del carro. B.:Ho finito maestra! I.: Che bello, brava Siria. B.:È il Carro. I.: L’Orsa Maggiore hai fatto... Ora ci dividiamo in due gruppi perché ho due proposte per voi, una è qui... ho preparato un bel cielo blu e delle stelline da incollare, guardate come sono 152 carine... .quello che avete fatto sulle tavolette, potete cercare di rifarlo qui, va bene? Potete rifare le costellazioni incollando le stelle... vi ho preparato lì anche le foto così vi aiutano a rifare Cassiopea, il Piccolo o il Grande Carro. B.:Io ho fatto il carro, quello lì. I.: Adesso puoi incollare le stelline... Facciamo che un po’ di bambini grandi... tu hai finito? Bene ti puoi trasferire di qua e anche voi... qui i bambini possono fare quest’altro gioco... Abbiamo parlato di unire i puntini per fare le costellazioni... gli antichi se ne sono inventate tante come abbiamo visto, ma anche voi potete inventarne di nuove unendo questi puntini; poi mi direte cosa avete immaginato... qui c’è scritto: disegno la mia costellazione... Allora lasciate lì le tavolette e ci trasferiamo a questo tavolo... i bambini più grandi vengono qua. B.:Io ho finito! I.: Brava Elena,va bene... tanto poi possiamo farli tutte e due... facciamo prima questo e poi quello... potete scegliere il colore... ti siedi, scegli un posticino, scegli i colori che vuoi... Andrea vieni... B.:Io scelgo l’arancione! I.: Potete anche usare più colori, guardate qui ho una foto di bambini che hanno fatto le costellazioni unendo i puntini. B.:Ho fatto! I.: Bene, benissimo... io vi do questo pennellino... . B.:Io non ce l’ho la stella. I.: Vieni Sofi che incolliamo le stelline... non ce l’hai la stella, ma ora te la do io... quale vuoi fare Cassiopea o l’Orsa... mettete intanto le stelline sul foglio che poi si incollano... vieni Elena, quale vuoi fare? Provaci... bravissimi... proviamo a mettere le stelline, non tante, poche per ogni bambino. Ora mettiamo la colla... io metto la colla e tu metti le stelle sopra... la sai mettere? Facciamo Cassiopea, mettiamo le stelle sopra la colla... tu cosa vuoi fare? Cassiopea? B.:Sì! I.: Allora cominciamo da qua, Sofia mettile dove è la colla se no scappano le stelline... 1 2 3 4 vai, vai... mettine ancora... adesso faccio una foto ai bambini più grandi e poi ne faccio una anche a voi... bellissimo questo gioco! Vediamo loro invece... .potete anche cambiare colore... bello Andrea sembrano delle vere costellazioni... Ora ritagliamo il nome della costellazione e lo incolliamo... ecco il nome anche per te, Cassiopea... per te ecco Orsa Maggiore... anche Elena ha fatto Cassiopea, è un nome difficile... la regina vanitosa... Alessia ecco... Orsa Maggiore... brava Martina, dietro scrivi il tuo nome. Siete stati tutti bravissimi... ora questo lavoro lo portate a casa e si può fare lo scambio tra i due gruppi... Incontro del 27 maggio 2007 I.: Vi ricordate che l’altra volta, nella stanzina di là, vi ho fatto vedere le foto delle stelle? B.: Sììì! Belle! I.: Questa volta ho usato questa macchina. Vi ricordate come si chiama?... (brusio: “no... si...”)... si chiama “lavagna luminosa”... non state troppo vicini e vi farò vedere ancora delle foto belle grandi di stelle. Però, se Giulia sta zitta, riuscirò anche a raccontarvi delle cose... Vi è mai capitato, guardando il cielo, di vedere delle nuvole? B.:No... sì... io sì... I.: Vi è mai capitato di immaginare che quelle nuvole potevano sembrare qualcosa... una figura... B.:A me una nuvola, mentre venivo qui, mi sembrava una macchina lunghissima. B.:Quando vado dalle parti, tute le nuvole mi sembrano una strada. I.: Una volta, a me una nuvola sembrava un cavallo. Lorenzo, a te è mai capitato di immaginarti delle figure nelle nuvole? B.:No. I.: Ho visto che qualche bambino questo gioco lo ha fatto. Tu, Alessia? B.:Ho visto una nuvola che quando andavo a casa della mia mamma sembrava che mi inseguiva e era a forma di bicicletta. B.:Certo, era... I.: Gli uomini antichi, questo gioco che noi facciamo con le nuvole lo facevano di notte con le stelle. Non c’era la luce elettrica come ora nelle città e le notti erano lunghissime. Spesso dormivano all’aperto, oppure camminavano di notte per fare lunghi viaggi. Le avevano le macchine, gli antichi? B.:No, no, no, c’erano le carrozze con i cavalli. 153 I.: Ma prima prima camminavano anche tantissimo a piedi e si immaginavano che delle stelle che erano vicine tra loro rappresentassero delle figure. Questi gruppi di stelle vicine li hanno chiamati “costellazioni”. Ora ve ne faccio vedere alcune. Ve ne ho portate solo tre da mostrarvi, ma ce ne sono tantissime. Le costellazioni che hanno visto gli antichi sono 88; ancora oggi si chiamano con gli stessi nomi che gli avevano dato nei tempi antichi (pensate: ogni notte le stelle ritornano sempre uguali!). Le costellazioni hanno nomi buffi: Pegaso, Orione, Cassiopea... B.:Pegaso è il cavallo di Ercole! I.: Si chiamano Sagittario, Scorpione, Cane, Giraffa, Serpente... Io ve ne ho portate tre, di quelle che possiamo vedere sempre nel nostro cielo. L’altra volta vi ho parlato della Stella Polare? B.:Mmm... I.: Vi ho detto che era quella che stava ferma. B.:Era quella che stava nel mezzo! E il cielo girava intorno... e lei stava ferma lì. I.: Vi faccio vedere qual è la stella polare. B.:Sta qui! I.: È in una costellazione che si chiama Orsa Minore; intanto accendo, ci vedete bene? Alessia, se non ci vedi perché stai troppo sotto, ti puoi spostare qui dietro, forse qui accanto a Chiara. Poi, ho bisogno di qualche bambino grande... B.:Anch’io! (Giulia) I.: No, tu ci vedi benissimo lì davanti... Adesso voglio farvi vedere... ve154 diamo se trovo la Stella Polare, sono foto fatte col buio, dobbiamo avere gli occhi buonissimi... Riuscite a vedere dei puntini? Io ve li indico con la matita: li vedete? I.: Questo gruppo di 7 stelle (ecco: 1, 2, 3, 4, 5, 6., 7) fanno una costellazione e quest’altro ancora di 7 (1, 2, 3, 4, 5, 6., 7) ne fanno un’altra. Vedete, in alto? Questa è la Stella Polare, nella costellazione che si chiama Orsa Minore; e la prima l’hanno chiamata Orsa Maggiore. Ma si chiamano pure Piccolo Carro e Grande Carro... Però, ve le voglio fare vedere bene! Guardiamo questa: qui si vede benissimo. B.:Sì, bella! I.: Guardate come è bella, la giro. È fatta con le stelle, è rosa... B.:Bello! I.: Vedete qua? (indico con il pennarello) guardate sul muro 1, 2, 3, 4, 5, 6., 7. B.:Io quella grande la vedo in basso. B.:È in basso, anch’io la vedo... I.: Intorno ad ogni stellina, voi guardate sul muro: si vede là quello che fa Alessia. Qui, poi qui, poi qui... B.:Si vede tutto verde! I.: E l’ultima qua. E poi, sapete, uniamo queste stelle: avete fatto mai il gioco di unire i puntini? B.:Anche io lo ho fatto! B.:Io no. I.: È così che gli antichi si immaginavano le figure. Vedete? Guardate un po’ qui che cosa si vede... B.:Come quello... come quello... I.: Non stiamo a fare i giochi, stiamo a vedere le stelle... Vieni qui, ferma un po’? Guardate, lo vedete: sembra anche a voi un carretto? B.:Sì, sì... I.: Bellissimo, si vede meglio. Ora vi levo il cielo nero così lo vedete meglio ancora. Questo lo hanno chiamato Grande Carro; ma ci hanno immaginato anche un orso con tre cacciatori che lo rincorrevano per ucciderlo: e lo hanno chiamato l’ “Orsa Maggiore”. Provate a dirlo... B.:Orsa Maggiore! I.: Guardatela un po’ perché poi proviamo a rifarla con dei materiali che ho preparato. Ora ve ne faccio vedere un’altra bellissima che ha un nome strano, strano... Chissà se gli astronomi lo hanno fatto come noi questo schema... guardate, questa è la nostra mappa che abbiamo fatto noi; guardiamo questa degli astronomi: è uguale? B.:Sì, sì... I.: È uguale! Siamo stati bravi come gli astronomi! B.:Noi siamo degli astronomi! Questa si chiama Orsa... Polare. B.:No, Orsa Maggiore... I.: Adesso questo gioco lo facciamo con un’altra, che si chiama Cassiopea. Adesso viene Chiara al posto di Alessia, vediamo se ce la fa anche lei a fare la mappa. Guarda, Lorenzo, guarda qui: ci sono 5 stelline, guardate che provo a indicarle: 1, 2, 3, 4, 5, vedete come sono luminose? B.:Sì! B.:5 come i miei anni! B.:Anche i miei... I.: Questa costellazione si chiama Cassiopea: proviamo a dirlo insieme... B.:Cassiopea! I.: Adesso prova ad unire i punti con una riga: vedete che ha una forma? Questo non sembra però un carretto... vediamo a cosa somiglia. B.:Alle onde del mare!... Sì, alle onde del mare quando è arrabbiato. I.: Non funziona (il pennarello)! Aspetta che prendo un altro colore, ho sbagliato, dovevo mettere il lucido! Faccio io per fare veloce, vediamo che forma ha: lei ha detto “le onde del mare”... guardate... oppure, cosa può sembrare? B.:È all’incontrario, però, è all’incontrario... I.: Allora guardiamola così. Cosa sembra? B.:Anche un po’ di montagne B.:O forse una letterina che vuol dire Viva!, una doppia V, W; o anche una M rovesciata: bellissima. I.: Lo sapete ridire questo nome? Cassiopea, Cassiopea, riditelo un po’... B.:Cassiopea... I.: Come? B.:Cassiopea! I.: Vediamo se anche questa mappa somiglia a quella degli astronomi. Attenzione! Dov’è? Guardate la nostra e quella degli astronomi: se la mettiamo sopra è proprio uguale. Guarda... I.: Siamo stati bravissimi con Cassiopea B.: (Giulia) Io!...io!... I.: Adesso ne ho un’altra che si chiama Orsa Minore: ve la faccio vedere. Ecco, guardate qua; anche questa somiglia a un carretto. L’ho messa al contrario! Sapete, alcuni bambini mi hanno detto che sembra quello del supermercato: è vero? Questa qua! Proviamo a fare noi la mappa, vediamo come viene bella. Vieni, Lo155 renzo, rifai qua il disegno delle stelle. Questo è il Piccolo Carro. Questa è una stellina... e in cima al Piccolo Carro c’è quella stella che abbiamo già nominato: questa è la... B.:Stella Polare! I.: Eccola! Allora, come si chiama? B.:Stella Polare! I.: Si, e tutta la costellazione si chiama Piccolo Carro, oppure Orsa Minore. Perché è più piccola dell’altra. Qui si vede bene, perché si vedono tutte e due insieme... vedete... la piccola e la grande. B.:Sì. I.: E nel cielo le vediamo così, delle volte più dritte e delle volte più rovesciate. Ora, sapete che si fa? Attacchiamo queste mappe alla parete e venite tutti qua, seduti. Ognuno prende una tavoletta e dei chiodini e proviamo a rifare con i chiodini le stelle delle costellazioni. Mettiamo qui una panchetta e una seggiolina. Lorenzo, scorri! Non vedi che c’è posto? Qui vengono anche altri bambini... Dovete cercare di mettere le stelle in modo da formare quelle figure; ne scegliete una... B.:Scelgo Cassiopea! B.:Le attacco qua perché quelle che abbiamo fatto noi sono più facili. Questa è... B.:Cassiopea! I.: Questa la metto vicino alla sua foto. L’Orsa Minore e la Grande Orsa o Orsa Maggiore. Accendo la luce, di qua. B.:A me piace farlo con le stelline... I.: Aspetta... Tu, Chiara, quale vuoi rifare? Hai scelto? B.:Io ho fatto... questa è la stella... 156 I.: Devi cercare di guardare qui lo schema per rifarlo: guarda come sono messe. Se vuoi fare Cassiopea, devi metterle così, se devi fare l’Orsa, invece, così. Non importa riempire le righe, bastano le stelle. B.:Bello! I.: Vediamo dove possiamo mettere le stelle: non dobbiamo rifare le righe, solo i punti delle stelle; perché gli antichi se le sono immaginate, le righe: nel cielo non ci sono... Tu cosa vuoi fare? Hai scelto l’Orsa Minore? B.:Anch’io! I.: Bravo Lorenzo. Vedete, potete fare così come fa Lorenzo e fare solo le stelle; non importa tutto, tutto. E poi... va bene: adesso devi fargli quelle stelline che fanno il manico... qui... B.:Guarda... I.: Brava, anche in mezzo; forza, provate a fare Cassiopea che è facilissima... B.:Io voglio fare questo. I.: Guarda Andrea, una stellina qui, una qua... continua... piano Giulia; ascolta, usa i piccoli, piccoli. Eccola! Questa è Cassiopea! B.:Maestra, è un po’ piccolina! I.: Così è, qua c’è la stella polare: Lui l’ha fatto così... Luna, secondo te andava in qua o in qua? Guardalo bene: per farlo bene così devi mettere il carrello di qua. Adesso che avete fatto... Lorenzo, non importa fare la cornice, basta attaccare le stelline. Appena avete preparato il vostro schema, vi do il cartoncino blu che è il cielo e voi cercate di attaccare le stelle proprio come avete fatto con i chiodini, d’accordo? Bene, Allegra, ti servirà per attaccare le stelline. Tu hai fatto Cassiopea? Forse ci hai messo una stellina di troppo; vediamo: 1, 2, 3, 4, 5, una specie di montagna... B.:Anche il mare... I.: Vediamo Manuel.. se non riesce lo aiutate? Il Grande Carro non lo ha fatto nessuno? B.:Lo sta facendo Filippo. I.: Vero che fai quella in mezzo? Come sta venendo bella! 1, 2, 3, 4, quello è il Carro grosso, poi c’è il manicone grosso; questo è il Carretto, vedi bello? Bastano così, perché sono poche le stelle delle costellazioni. Adesso, i bambini che hanno finito prendono il cartoncino. Dietro il cartoncino ci ho scritto la lettera per i babbi e le mamme, c’è scritto quello che abbiamo fatto oggi... Lascialo lì, quello serve anche a te, Lorenzo, per vedere dove mettere le stelline. Con il lapis puoi fare i punti dove incollare le stelline. Guardate che stelle bellissime!... Fammi vedere. Ora metti le stelline sui punti, poi incolliamo: bastava un puntino piccolo... Sono più alte... Ora vi do le stelline... Andrea per te... guarda: bravo lui! Adesso incolliamo. Ne hai messe un po’ troppe Lorenzo. B.:Anch’io voglio questo qua... I.: Si mette poca colla... si deve mettere la colla così: 1, 2, 3 ,4. B.:Anch’io lo voglio! I.: Ora lo do anche a te, certo. Vediamo: bravo! Incolliamo un po’ per volta; con un pennellino, Chiara, cerca di farlo come lo hai fatto qui... Guarda che Lorenzo l’ha fatta... Come si chiama la tua? B.:Orsa Minore. I.: Ora ce la incolliamo; e poi vi do un altro lavoro... un po’ più larghe, tesoro. B.:Anch’io! I.: Ora vengo che da te... B.:Oggi chi racconta? I.: Oggi non tocca a noi, noi abbiamo raccontato l’altra volta. B.:Voglio la colla! I.: Aspetta, Giulia. Vediamo come le mettiamo: vuoi fare Cassiopea? B.:Sì. I.: Allora come una montagna, 1, 2, 3, 4, 5, brava, ora metti le stelline sopra la colla. Anche a Lorenzo... incolla l’Orsa Minore, poi scrivi il tuo nome: con il lapis, e poi vai là ci sono cartoncini e si fa un altro lavoro. Vediamo un po’... Le hai incollate tutte? Questa si chiama Cassiopea: allora si incolla anche il nome... ti do i nome Cassiopea, bravissimo. Anche Giulia ha messo le sue stelline, anche lei deve incollare Cassiopea. Sapete che Cassiopea è il nome di una regina molto vanitosa? Lo prendi? No, Giulia, basta ora, hai messo troppe stelline! Basta ora... bravissima! No moltissime, bellissime! Alessio, vieni, solo i puntini devi mettere. Tu puoi andare a disegnare là, adesso ti faccio vedere che si fa... Quale vuoi fare di queste? Cassiopea, anche te? Cassiopea è come una montagna, ci sono le stelline. In questo tavolo invece si fa un lavoro di fantasia. Vedete qui: questa è l’Orsa e Cassiopea la regina vanitosa e queste sono altre figure di costellazioni. Qui ci sono disegnati tanti puntini, voi potete unirli come volete e inventare la vostra costellazione come hanno 157 fatto questi bambini di una scuola che non è la nostra. Hanno inventato tante figure, animali, casette... Inventi quello che vuoi, unisci i puntini e dici “ho fatto un carretto”, “ho fatto una mappa nuova”... B.:Guarda cosa ha fatto la Giulia! I.: Lasciala fare,basta che non rovini quello degli altri. Ognuno sul suo. Bravissimo, adesso incolliamo il nome e poi scriviamo Lorenzo De Dominicis. B.:Simo, dove li metto i puntini? I.: Filippo, ora tocca anche a te: quale vuoi fare? Questa? Allora, fai due puntini più in alto... e poi... puoi guardare e poi decidere. Sara, per favore: 1, 2, 3, 4, 5, metti le stelline poi metti la colla e incollale. Filippo, quale vuoi fare di costellazione? L’Orsa piccola o l’Orsa grande? Questa? Allora dobbiamo fare i puntini 1, 2, 3, 4, e poi il manico... B.:Guarda qua. 158 I.: Lorenzo! Questa è la casa e questa è la stradina... B.:Maestra... I.: E poi ci incolliamo le stelline. Sara, lavora per benino: se ne mette poca di colla... Incollaci il nome, va bene. Ora metti la colla dove hai fatto i puntini; vediamo se viene bene una qua e una là. Puoi usare un altro pennellino. Anche tu vuoi fare Cassiopea, questa? Allora fai i puntini e poi metti la colla... E tu, quale vuoi fare? Puoi fare l’Orsa Maggiore, guarda, un puntino, un altro puntino... ora incolliamo il nome. Bravo Manuel. Ora mettete le stelline. Anche lui fa la sua costellazione: vai a disegnare. Dov’è la Giulia? Ti avevo persa. Credevo fossi andata a fare pipì... Insegnante: Simona Barbetti Impaginazione C.R.E.D. - Comune di Scandicci Stampa