Anno XXIV
Numero 230 Dicembre 2011
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Carissimi,
Abbiamo da il poco celebrato il 30° di fondazione della
Parrocchia e ringrazio ancora il
Signore per il dono grande della
presenza del Card. Vallini,
Vicario del Vescovo di Roma
Benedetto XVI. Una presenza
segno della sollecitudine della
Chiesa che, da vera Madre,
guida ed accompagna sempre il
popolo di Dio.
E’ stato per tutti un momento
forte: di ascolto, di suggerimenti
e di preghiera. Il Cardinale
Vicario ci ha richiamato che
viviamo un tempo che esige coraggio, testimonianza
coerente, accoglienza ed onestà. Ha auspicato che in
parrocchia non manchino momenti di ascolto e di
condivisione della Parola di Dio (Lectio Divina); che
rifiorisca nei credenti quello spirito di annuncio della Parola
che ha caratterizzato i giorni della Missione Cittadina, ed
ha sollecitato noi adulti ad essere testimoni credibili
della fede perché i ragazzi ed i giovani hanno bisogno di
testimoni più che di maestri.
Ma il nostro è anche un tempo favorevole. Mai come
oggi si avverte un diffuso senso di fragilità ad ogni
livello: umano, sociale, economico … si sente ovunque
parlare, soprattutto nel nostro mondo occidentale, di
bisogno di salvezza. Forse è il tempo di gridare a tutti
che la salvezza di cui abbiamo bisogno è quel bambino
che è nato a Betlemme e che , da allora ogni anno, si
presenta a noi con le braccia aperte che offrono e
chiedono amore. Dio e l’uomo che insieme operano per
il bene: la storia della salvezza, appunto. Questo il
messaggio straordinario del Natale.
Auguri vivissimi di un santo Natale
Don Tarcisio
Saluto del parroco al cardinale A.Vallini
Em. Rev.ma
A Lei, nella persona di Vicario del S. Padre, il nostro cordiale
saluto e benvenuto e dalla Comunità Parrocchiale e dai Padri
Rosminiani. Nella sua presenza oggi tra noi vediamo la
sollecitudine paterna del Pastore nei confronti del gregge a
lui affidato dal Signore Gesù; di questo la ringraziamo e
assieme ringraziamo il Signore per il dono della fede.
30 anni fa, con decreto dell’allor Cardinale Poletti veniva
eretta la Parrocchia dedicata allo Spirito Santo alla Ferratella;
oggi possiamo dire, grazie al lavoro indefesso dei Padri che
mi hanno preceduto, don Giuseppe Marabelli, don Vito
Nardin, don Mario Adobati e loro collaboratori, del caro
defunto diac. don Mario Francioni, dei tanti laici che si sono
prodigati con dispendio di energie fisiche, intellettuali,
spirituali ed anche economiche e all’opera nascosta ma
costante dello Spirito Santo, la Comunità è cresciuta ed anche
… avanzata in età.
Sono presenti in parrocchia oltre al CPP e CAEP, un
Accolito, una piccola Comunita delle Suore della carità di
Never, i Ministri della Comunione, il Gruppo Caritas con
Centro di Ascolto, il gruppo Catechisti, un piccolo ma
impegnato Gruppo Giovanile che anima il canto e l’Oratorio,
l’Apostolato della Preghiera, il gruppo decoro chiesa, oltre ai
Movimenti laicali di Rinnovamento nello Spirito, Legio
Mariae, Gesù Risorto.
Particolare menzione al Centro Aiuto alla Vita (CAV) che da
anni svolge una preziosa opera si accompagnamento e
assistenza alle ragazze madri (finora circa 400 donne). Da più
di un anno si è inoltre iniziata una feconda collaborazione
con la Comunità S. Egidio; mentre ogni Domenica le porte
della chiesa sono aperte alla comunità Filippina per la
celebrazione Eucaristica.
Non manca neppure una apprezzata Compagnia Teatrale.
Una ricca pluralità di carismi e doni che cercano unità e
comunione
nella
Eucaristia
domenicale
e
nell’Adorazione Eucaristica del Giovedì pomeriggio.
Organo di informazione e collegamento il Notiziario
Parrocchiale Comunità Viva.
Sono ancora presenti nel territorio parrocchiale scuole
statali: materne, elementari, medie e superiori, mentre
l’UNISPED tiene corsi di vario genere alle persone della
terza età.
Non mancano le problematiche: Il progressivo
avanzamento dell’età media col conseguente ridursi della
fascia giovanile; il coinvolgimento dei Genitori
nell’opera educativa; la sempre difficile coesione fra le
varie forze parrocchiali, …
La pastorale parrocchiale è attualmente impegnata su tre
fronti, oltre naturalmente quello della comunione interna:
quello adolescenziale-giovanile (catechesi di iniziazione
alla fede ed Oratorio settimanale e festivo);
quello famigliare (Genitori dei ragazzi della catechesi –
dei battezzandi –preparazione al Matrimonio - visite
famiglie – Lectio Divina)
e quello della consolazione (anziani ed ammalati) che va
allargandosi sempre più di anno in anno.
Da dati demografici della circoscrizione, nel 2007 la
popolazione della parrocchia era di 7.093 con una
presenza di persone vedove (con netta prevalenza
femminile) (circa 6%) di separati (3%) e divorziati
(2,6%).
Per le vedove e le persone separate si stanno cercando
nuove strade di vicinanza e di accompagnamento.
il Parroco
Don Tarcisio De Tomasi
Festa per il 30° anno di costuzione della Parrocchia
La nostra parrocchia, eretta con decreto del 1.12.1981, ha
raggiunto e festeggiato il 30.mo anno di fervida attività.
Il programma celebrativo si è aperto con una serie di eventi
svoltisi nella settimana precedente l'anniversario.
Un concerto è stato offerta dal coro parrocchiale “Sig's
Singers”. Il nome significa “i coristi di Sig,” cioè Sigfrido,
nome del direttore. E' composto da: Mario Cerroni, basso;
Andrea Coscetti e Amelio Cerroni, tenori; Sara Gasponi,
Martina Gasponi, Elena Buccafurni, Valentina Mazzarella,
Rossella Smacchia, contralti; Rebekka Fiori, Anna Boero,
Ludovica Paletti, soprani; lo dirige Sigfrido Menicucci,
anch'esso tenore; Francesco Ladi è il tecnico; hanno eseguito
brani “a cappella” a quattro voci dalla polifonia
rinascimentale e barocca al carisma francescano.
Due sono state le rappresentazioni teatrali: La prima, “Non è
vero ma ci credo” di Peppino de Filippo, realizzata dalla
compagnia formata da Mario Del Noce, Barbara Lama, Daria
Barletta, Diego Lamagna, Eligio Aldieri, Francesco Ladi,
Giorgia Garofalo, Luciano Monari, Mario de Santis,
Simonetta Angelico e Vincenzo Ricciardi, regista; la
seconda, “L’importanza di chiamarsi Johnsonn” diretta e
messa in scena da Francesco Ladi, Mario Cerroni, Ludovica
Paletti, Amelio Cerroni, Chiara Sommariva, Diego Lamagna,
Elisabetta Tribulato e Giulia Brandoli.
Don Eduino Menestrina ha svolto la bella conferenza su “Le
idee e le Azioni politiche di A. Rosmini”, sottolineando due
aspetti fondamentali: Rosmini si interessò e partecipò alla
vita politica italiana, tra l'altro, redigendo progetti di
Costituzioni ed effettuando una missione diplomatica a
Roma con l'elaborazione di uno schema di Federazione
Italiana; Rosmini scrisse di politica ricercando le sue basi
(diritto, morale, verità) e i suoi scopi (utile, giusto, buono,
bene); don Eduino ha fatto notare come i primi 13 articoli
della Costituzione italiana siano di ispirazione rosminiana e
ha ricordato che statisti come Sturzo, De Gasperi, Capograssi
si riunivano a Porta Latina con Padre Bozzetti.
I fini dicitori e napoletani veraci Mario Del Noce ed Eligio
Aldieri hanno offerto un recital di poesie tra folklore e
tradizione, tra risate e commozione.
Il musical “Musica e Parole” di G. Gibertini, Presidente
CAV, sul tema della vita, ha visto la partecipazione di
mamme e papà di bambini nati con l'assistenza del CAV
parrocchiale. I temi di riflessione sulla vita sono stati svolti
con Preghiere, la lettura di una lettera di una mamma
(“l'aborto non è un diritto, è una costrizione – diceva – dal
quale può aiutare il sostegno altrui), lettura di poesie (“Er
regazzino in carozella” di Gibertini) e il brano “Ci alzeremo
in piedi” di Giovanni Paolo II. Il tutto intramezzato dal
musica natalizia, eseguita con violino e pianola da Greta e
Agnese, due giovani, impegnate e generose ragazze. Al
termine, ai bambini e alle loro eroiche mamme è stato offerto
un dono natalizio, che babbo natale ha anticipato per
l'occasione. A seguire un rinfresco.
L' adorazione eucaristica ha rappresentato il momento
spirituale.
Tra le iniziative storico-culturali, è stato realizzato un libretto
“Trent'anni di cammino comune”, contenenti brevi cenni
storici ed una agile descrizione fotografica della nostra
realtà. In chiesa è stato sistemato, per nascondere una utile
ma antiestetica scala che arriva sino al soffitto, un telo con
disegno ispirato allo Spirito Santo, opera di Emanuela
Rocchi, ideatrice del logo del Giubileo. La sistemazione è
stata studiata dall'Arch. Massimo Domenicucci.
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L'apice della festa ha avuto luogo sabato 3 dicembre, con
la visita del Card. Agostino Vallini, Vicario del Papa per la
Diocesi di Roma, e la solenne concelebrazione eucaristica.
Ad essa hanno partecipato P. J. Flynn. Preposito generale
dell'Istituto della Carità, P. Claudio M. Papa, Provinciale,
P. Domenico Mariani, Segretario della Curia Generalizia,
P. Eduino Menestrina, don Franco Costaraoss, i due
precedenti parroci don Vito Nardin, ora direttore di
Charitas e Maestro dei Novizi e don Mario Adobati,
assieme all'attuale parroco don Tarcisio de Tomasi e il
vicario don Michele Palermo. Era presente una folta
rappresentanza dei filippini che ospitiamo.
Il Card. Vicario ha dapprima incontrato la comunità dei
sacerdoti. Poi in salone ha avuto un incontro con gli
operatori pastorali e parrocchiani vari. Ad essi, ricordando
che Gesù inviò i suoi discepoli ad ammaestrare “tutte” le
genti, ha chiesto suggerimenti per poter portare il
messaggio evangelico anche a quel 80-90% di
parrocchiani che non praticano la chiesa. Numerosi sono
stati gli interventi che hanno messo in luce vari aspetti:
vivere la religione non èlitariamente, agire da cristiano in
tutte le manifestazioni umane quali lavoro, politica...,
approcciarsi agli altri più con l'esempio e la coerenza;
promuovere gesti di solidarietà, aiuto, sostegno specie nel
bisogno, nella sofferenza, nella solitudine; prestare
attenzione ed ascolto ai giovani, proponendo valori e
fiducia... Il Cardinale ha ascoltato ed ha delineato tre linee
forti: la testimonianza e la missionarietà talora, come nei
luoghi di lavoro, può essere praticata solo dai laici; ha
quindi affidato alla parrocchia il compito di promuovere
Centri di ascolto della Parola nelle case e negli uffici e di
praticare la Lectio divina per confrontarsi e pregare.
Occasione privilegiata di incontro con chi ricerca il senso
religioso è il battesimo, che
richiede un clima attraente,
un'accoglienza caritatevole,
una unione di famiglie che
crei
appartenenza
alla
comunità (e non una
stazione di servizio). Tale
atteggiamento va posto in
essere anche nel ministero
della consolazione, che va
espletato non solo dal
Ministro ma pure dal
cristiano della porta accanto.
Infine la cura dei giovani, i
cui nati post 1995 ha
definito “nativi digitali” (per
differenziali
dagli
“immigrati digitali” qual
sono i nati ante '95), con
tutto ciò che consegue: dar
loro messaggi credibili,
convivere di emozioni e
testimonianze..
Ha poi avuto luogo la
Card.Vicario A.Vallini
solenne
concelebrazione
eucaristica, diretta dal Segretario del Cardinale e dal nostro
accolito Salvatore Terlizzi che ha seguito i ministranti.
Don Claudio Papa ha rivolto al cardinale un indirizzo di
saluto e ringraziamento, ricordando Mons. Riva che volle
(Continua a pagina 3)
affidare la parrocchia ai rosminiani e il primo parroco don
Giuseppe, assente per motivi di età e salute. All'omelia il
Cardinale ha espresso la soddisfazione di vivere con la
comunità parrocchiale l'inizio dell'anno liturgico e la ripresa
del cammino, rimirando il traguardo. Ha spiegato i testi della
II° domenica di avvento, tempo non solo di preparazione al
Natale ma tempo di attesa dell'ultimo giorno e della venuta
quotidiana del Signore. Nello svolgersi del tempo, Dio non è
mai venuto meno, neppure nei contesti difficili, arrecando
consolazione, speranza, fiducia. Per essere, come il Battista,
discepoli protesi all'incontro con
Cristo, è necessaria la Fede, che si
alimenta con la conoscenza della
Bibbia e la familiarità col Vangelo;
l'Eucaristia, nutrimento dell'anima e
lievito di un popolo nuovo; la carità,
che applica per gli altri l'amore e la
testimonianza.
Prima della benedizione, il Cardinale ha ringraziato il
Padre Generale e Provinciale, i parroci che si sono
succeduti e i rosminiani tutti che, a qualunque titolo, si
sono prodigati per seminare il carisma additato da Rosmini,
il cui seme ha germogliato divenendo una pianta la cui
ombra giova a parrocchie, scuole, missioni, alle anime e
alle menti assetate di carità materiale, spirituale, culturale,
alla Chiesa intera impegnata nelle difficili sfide del tempo
attuale.
Dopo la celebrazione, ha avuto luogo un simpatico buffet,
che ha dato la possibilità di salutare amici e conoscenti e
brindare assieme al traguardo raggiunto col taglio di una
squisita torta decorata con la cioccolata col n. 30 e la
riproduzione della chiesa.
Antonio Pillucci
Pannello Spirito Santo
Il rapporto tra architettura ed arte sacra ha
contradistinto tutta la straordinaria storia delle
nostre Chiese, gli spazi erano progettati in
funzione delle future opere d’arte che
avrebbero arricchito la Chiesa ed il sentimento
religioso dei fedeli.
Tale rapporto nell’architettura contemporanea è
diventato sempre più distante, determinando un
conflitto tra le scelte architettoniche
estremamente razionalizzate nelle quali poco si
concede alla presenza di opere d’arte e le
aspettative dei fedeli di ritrovare nel loro
interno rappresentazioni o immagini sacre.
Lo stesso linguaggio dell’arte sacra spesso si
manifesta in forme astratte poco vicine alla
devozione, pur tuttavia è evidente che come è
sempre stato bisogna esprimersi con il
linguaggio della contemporaneità.
Sono questi gli aspetti che sono stati discussi
quando con il parroco si è deciso di collocare
un’opera d’arte
nella nostra Chiesa.
nell’ambito delle iniziative programmate per la
ricorrenza del suo trentesimo anniversario.
E’ stato deciso di realizzare un’opera dedicata
allo Spirito Santo, stabilendone posizione e
forma
in
un
settore
della
Chiesa
particolarmente adatto per la sua ubicazione e
visibilità, corrispondente all’abside dei
confessionali
nella
“navata
centrale”,
determinando
una
rinnovata
visione
prospettica dall’altare e schermando la vista
della scala a chiocciola di servizio.
Rocchi (autrice del Logo scelto da Giovanni
Paolo II per il Giubileo del 2000), ed è stato
riprodotto su tela sintetica ed intelaiato
Semplici ed essenziali segni abbinati ad un
equilibrato uso del colore determinano un
immagine evocativa e dinamica. con un
linguaggio fresco ed attuale che si avvicina
al popolo dei fedeli.
Architetto Massimo Domenicucci
L’opera rappresenta lo Spirito Santo al centro
della comunità cristiana che cingendosi le mani
evoca il nome di Maria, illuminata dalla
“Grazia” che proviene dal taglio di luce sulla
copertura.
SPIRITO SANTO
di Emanuela Rocchi
cm 900 x 180 - Opera riprodotta da
disegno colorato a mano con ritocco
digitale su tela sintetica
Tale pannello delle dimensioni di metri 9,00 x
1,80 è stato elaborato dal disegno, realizzato
appositamente per l’evento da Emanuela
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Dialogo Ecumenico
Di recente è stato pubblicato in modo congiunto dal
Consiglio ecumenico delle Chiese, il pontificio Consiglio per
il dialogo interreligioso e l'Alleanza evangelica mondiale, un
documento intitolato: “La testimonianza cristiana in un
mondo multireligioso”. Il testo è frutto degli incontri tra le
chiese cristiane tra il 2006 e il 2011, conclusosi a Bangkok.
Le diverse Chiese cristiane hanno elaborato una strategia
comune sul modo di fare missione in contesti socio-culturali
sempre più caratterizzati da pluralismo religioso, nel rispetto
delle altrui tradizioni religiose. In altre parole, come
conciliare l'amore per l'altro nell'annunciare con “parresia” la
novità del Cristo, evitando letture falsate delle altre religioni.
Gli elementi fondamentali della testimonianza sono “fatti”:
l'imitazione di Cristo, il modello della comunità primitiva, il
servizio al prossimo, la testimonianza credibile del
vangelo...Il documento offre poi delle linee guida per
attuare questi principi. Insomma: l'ecumenismo, forse,
troverà difficilmente soluzione ma può trovare
composizione. E' un mistero che il cattolicesimo, che
crediamo la religione vera, sia ancora minoritario nel
mondo. La divisione religiosa è senz'altro uno scandalo ma
può contenere elementi di risorsa: penso ai francescani che
si sono divisi per essere “migliori”. L'ecumenismo,
probabilmente, deve “tralasciare” l'obiettivo della
“conversione” dell'altro, che è sempre e sola opera dello
Spirito Santo, che si serve di uomini ma non necessita di
surrogati umani.
Antonio Pillucci
Cenni storici
La divisione religiosa c'è sempre stata. La divisione tra
cristiani è avvenuta nel corso della storia. La prima grande
assemblea del movimento ecumenico si ebbe a Stoccolma
nel 1921. Da allora, con fatica e a piccoli passi, il movimento
e la coscienza ecumenica si irrobustirono, espansero ed
organizzarono. Ha “osservatori” in tutto il mondo. Il suo
scopo è attuare l'annuncio missionario e realizzare il “ut
unum sint”. Importante al riguardo fu la fulgida iniziativa del
“Papa Buono”, Giovanni XXIII, che indisse il Concilio
ecumenico Vaticano II. Detta assise costituì un'apertura al
dialogo con le religioni e col mondo, attenzione ai segni dei
tempi, ospitò “osservatori” di altre Chiese, abolì epiteti poco
caritatevoli nei confronti degli altri (quale quello del
“perfidi” giudei) e, rosminianamente, additò alla Gerarchia
di emanciparsi da vincoli terreni e dedicarsi alla Ecclesia
celeste. L'ecumenismo raggiunse un altro traguardo con
l'enciclica “Populorum progressio” di Paolo VI, che
additava diritti e valori non solo per i credenti ma per tutti
gli uomini della terra. Si intensificarono lo scambio di
visite tra Capi delle diverse religioni. Il beato Giovanni
Paolo II,con l'incontro interreligioso di preghiera tenutosi
ad Assisi, aprì una nuova strada aperta a tutti, denominata
“lo spirito di Assisi”. Non più solo un passo avanti o uno
scalino in più ma un clima, una relazione permanente.
Giuseppe Crifò
Natale
Una festa invernale chiamata Natale
coinvolge la gente nel freddo pungente,
e questa festa, dal ritmo annuale,
investe il ricco e quello più abbiente.
Perché la festa si chiama Natale?
Perché ricorda più da vicino
quella nascita. per noi essenziale.
Di Gesù Cristo, nato bambino.
Il piccolo re di tutti i cristiani
è nato assai povero in una stalla,
ma anche i re magi, studiosi pagani,
l’hanno trovato, seguendo una stella.
Perché è importante il piccin pargoletto?
Non è per gli ebrei l’atteso profeta,
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solo ed inerme, al nostro cospetto,
per noi è venuto senza moneta,
per palesarci, con tragica sorte,
senza gli onori e senza compenso,
con la sua vita e con la sua morte
l’amore del Padre, per noi immenso.
A Lui crediamo con sincera fede,
pur non avendolo con gli occhi visto,
ogni cristiano in Lui spera e crede
nel redentore, bambin Gesù Cristo.
fb
Quel verde tram di la&a a righine gialle
Avevo solo 4 anni tanti natali fa, eppure quel ricordo è
ancora sveglio e nitido. Dentro e fuori aleggiava una quieta
atmosfera di festa imminente. Luceva una poesia di attesa.
Dalla terrazza della mia casa occhieggiava una piazzetta con
la fontana al centro e un girotondo di cavalli schizzanti acqua
dalle narici frementi. Lì, vi sostavano in quel periodo, le
bancarelle dei balocchi, grande curiosità e fermento di noi
piccoli. Al mio infante spirito da fiaba, la nascita del Magico
Bambinello significava solo “giocattoli” quindi, con mio
fratello maggiore e la sorellina, si aspettava ansiosi questa
sorpresa. Eccoci a Natale! Con le vesti della notte ancora
addosso, noi di corsa a raggiungere il tavolone all'ingresso,
strapazzo dei nostri giochi dove in un prato di caramelle alla
frutta sonnecchiavano i nostri desiderati balocchi. A me: una
pupa di pezza, accompagnata da uno spoglio lettuccio di
legno e pomelli dorati; a mio fratello un tram di latta verde,
con righine gialle ai fianchi e abbastanza grande. Ai genitori
accorsi a rapire la gioia dai nostri occhi, io regali uno
sguardo amareggiato e deluso. Perché mai questa pupattola
statica e pitturata vivacemente? Puah! Non l'avrei mai amata
e me ne distaccai subito con il broncio. Chissà, forse, una
grossa trottola girellona e lucente di colori o un tamburo
chiassone sarebbero stati più confacenti al mio carattere.
Intanto mio fratello, al colmo dell'entusiasmo, si coccolava il
suo bel verde tram di latta, che a me faceva gola. Cercai di
sfiorarglielo, ma lui geloso mi respinse. Immediata la mia
saturnina reazione: il lettuccio di legno sbatacchiato a terra
si schiodò e la povera finì sbudellata senza pietà. Respirai
paga incurante del dispiacere ai miei genitori i quali non
penetravano il perché. Per molte notti sognai il verde tram
di latta a righine gialle che mi trasportava lontano. Vennero
altri fratelli e sorelline, ma io ho fatto di tutto perché non
spuntasse mai più una bambola. Quando poi nacque mia
figlia, a due anni, provai a regalarle una bambola di plastica
somigliante a una bimba. Con malgarbo se la trascinò per i
capelli, eppure le bambine tutte ninnano di slancio le
bambole con infinita dolcezza. Quel suo gesto mi riportò
turbata al mio lontano ricordo natalizio. Più tardi, lei è
diventata la fedele compagna delle sue pupattole. Da allora
ne ho comprate tante di bambole non sofisticate, ma le più
originali. Volevo riconciliarmi con loro e infine per non
farle troppo sciupare da mia figlia, dopo un poco gliele
sottraevo per conservarle religiosamente, sia pure con le
vestine e i musini sporchi. Ogni tanto, in segreto, me le
vado a baciare con gli occhi. Però... quel verde tram di latta
a righine gialle, nonostante sia già bisnonna, affiora ancora
nel mio sogno...
“Bisnonna” Vittoria Cattani
Telefonami, almeno a Natale...
Con l’arrivo delle festività natalizie, molti di noi già sono in
agitazione per i regali da fare o per organizzare al meglio il
cenone e il pranzo di Natale.
C’è anche chi preferisce approfittare di queste feste per
andare in montagna . Ma chi fa questa scelta forse, non lo fa
solo per vedere la neve, ma per fuggire dalla solita routine e
allontanarsi dal rumore della città e chissà, forse anche per
allontanarsi dai familiari e dagli amici di sempre senza tener
conto che è proprio a loro che dobbiamo spesso la nostra
tranquillità, il nostro benessere psicologico.
Ci sono persone che colgono l’occasione per andarsene,
senza minimamente pensare ai genitori anziani lasciandoli in
completa solitudine. Si pensa infatti che basti far loro gli
auguri, accompagnandoli magari con un inutile regalo, per
sentirsi poi liberi dagli obblighi familiari.
Invece è proprio in queste circostanze, quando la città è in
festa e tutto si anima di luci e colori, che le persone sensibili
sentono di più la loro solitudine interiore.
Vivono tristemente la condizione di essere senza un
partner, lontani dai figli e senza il conforto di una vera
amicizia.
Sono proprio queste persone che non potendo più contare
su quei momenti di intimità familiare, forse, avrebbero
bisogno almeno a Natale, di qualcuno che si ricordi di loro
magari semplicemente con una telefonata in più.
In tal modo, potremmo contribuire non solo a ridurre quel
senso di vuoto che spesso accompagna chi è solo e meno
fortunato, ma anche insegnare ai nostri figli , con
l’occasione del Natale, che la famiglia è un gran valore e
come tale, va considerata, rispettata, protetta e amata anche
se a volte, dobbiamo rinunciare a ciò che più ci piace.
Maria Ferrara
(Consulente familiare in parrocchia ogni
giovedì pomeriggio per appuntamento)
All’asta inedi di Buzzan
Il 14 dicembre scorso la casa Bloomsbury ha battuto
all'asta scritti di Dino Buzzati. Si tratta di 26 “pezzi” tra
lettere, biglietti, vari disegni, 3 blocchi di appunti, 20 foto
dello scrittore e 4 di Carla Marchi, sua compagna. Il lotto sta
tra i 4mila e i 5mila euro. Le lettere risalgono al '40, allorchè
Buzzati era lontano da Milano e corrispondeva con Carla per
salutarla, suggerirle consigli, risolvere problemi,
corredando spesso le lettere con disegni, specie di animali,
di cui era appassionato. Essendo un “poeta delle nostre
strade”, a saperlo prima!
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La no&e di San Silvestro
La notte di San Silvestro corrisponde alla notte tra il 31
dicembre e il Capodanno. Essa è celebrata in diversi modi a
seconda della nazione. Si chiama così in quanto il 31
dicembre il santo che si
festeggia
è proprio
San
Silvestro.
In Italia, è
tradizione fare la cosiddetta
cena di Capodanno, il cui piatto
tradizionale è lo zampone o il
cotechino con le lenticchie.
Che cenone è, se non ci sono le
lenticchie? Da nord a sud della
Penisola, su ogni tavola arriva un piatto ricco di piccoli
legumi. La lenticchia, già in epoca romana, simboleggiava
l’abbondanza, il denaro. Ogni lenticchia è una moneta, quindi
più ne mangeremo e più soldi avremo!
Per salutare l’anno vecchio che se ne va e per festeggiare 12
nuovi mesi che arrivano, ci sono altre tradizioni, che ormai si
tramandano da anni. Speranza, fortuna, abbondanza, amore,
serenità… piccoli gesti e riti scaramantici che strizzano
l’occhio alla fortuna. Ecco i classiconi di
capodanno!
Una pianta ritenuta beneaugurale è il
vischio che secondo la tradizione dona
prolificità sia materiale che spirituale.
Sacro ai popoli antichi, i Druidi lo usavano
nei sacri cerimoniali e nelle celebrazioni di
purificazione, mentre i Celti ritenevano che
quest’arboscello nascesse dove era scesa una folgore e che
una bevanda particolare composta di questa pianta fosse un
potente elisir contro la sterilità e donasse prolificità sia
materiale che spirituale.
Non possono poi mancare sulla tavola le melagrane, il cui
trionfo di chicchi è stato narrato da leggende in tutto il
mondo e in tutte le letterature: come nel mito di Proserpina,
che venne legata indissolubilmente a sé dal dio dell’Ade
Plutone dopo aver addentato una melagrana: da allora
simboleggia la fedeltà coniugale.
Dopo mezzanotte fate entrare in casa un prete o un uomo
molto alto dai capelli neri, porterà fortuna alla vostra
abitazione per tutto il nuovo anno, il cui arrivo si festeggia
trascorrendone la notte si san Silvestro in compagnia dei
parenti e degli amici in quello che è il cosiddetto veglione; i
festeggiamenti non di rado proseguono fino alle prime luci
del mattino del primo dell'anno. Tradizionalmente, in ogni
angolo d’Italia, anche nel paesino più
sperduto, la mezzanotte di San Silvestro
è l’occasione per dare il via ad una vera
e propria guerra a suon di fuochi
d’artificio.
I botti, considerati
manifestazione di gioia “esplosiva” per
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l’avvento del nuovo anno, un tempo invece avevano il
preciso intento di scacciare gli spiriti maligni.
Ecco la preghiera anti-botti: "Signore, difendici e
proteggici dalla guerra di San Silvestro. Dio della pace e
della serenità, che ci insegni l’amore, la solidarietà e
alimenti la civile convivenza tra le genti non permettere
che questo Capodanno 2012 si trasformi per le nostre
comunità in lutti e afflizioni per
morti ammazzati e feriti più o
meno gravi conseguenti allo sparo
dei fuochi artificiali illegali e di
ogni forma di violenza che si
consuma sulla nostra Terra".
Per salutare l’anno vecchio che se
ne va e per festeggiare 12 nuovi
mesi che arrivano, ci sono tante riti,
alcuni recenti, altri che si perdono nella notte dei tempi.
Speranza, fortuna, abbondanza, amore, serenità… Piccoli
gesti, cibi particolari o riti che strizzano l’occhio alla
fortuna.
La tradizione italiana prevede una serie di rituali
scaramantici per Capodanno: come quello di vestire
biancheria intima di colore rosso. Il rosso, oltre ad
indicare amore e fortuna, è un ottimo amuleto per la
fertilità sia femminile che maschile.
Altro rito era
quello di gettare dalla finestra oggetti vecchi o
inutilizzati, usanza quest’ultima, che pian piano è stata
quasi totalmente abbandonata.
La moda di festeggiare il passaggio dal vecchio al nuovo
anno trae origine dalla notte dei tempi, furono i
Babilonesi circa 4000 anni fa a festeggiare per primi il
capodanno. Gli antichi Romani continuarono a celebrare
l’anno nuovo nel tardo marzo, ma il loro calendario era
continuamente ‘manomesso’ dai vari imperatori; si
scelse quindi di ‘sincronizzarlo’ con il sole. Fu Giulio
Cesare, nel 46 a.C., a creare quello che ancora oggi è
conosciuto come il ‘calendario Giuliano’, che stabiliva
che l’anno nuovo iniziava il primo gennaio.
Il primo di gennaio i Romani usavano invitare a pranzo
gli amici e scambiarsi il dono di un vaso bianco con
miele, datteri e fichi, il tutto accompagnato da ramoscelli
d’alloro, detti strenne come augurio di fortuna e felicità.
L'usanza delle strenne risale a Romolo, il primo re di
Roma, che aveva fatto costruire le mura attorno alla città
da lui fondata. In segno di gioia e di prosperità i suoi
amici gli offrirono un gran fascio di rami verdi, tagliati
dal vicino bosco dedicato a Strenia, la dea della potenza
e della fortuna, da qui il nome strenna.
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Ricominciare
ma razionalità e consapevolezza
ti mostreranno l'altra faccia del destino,
ed ogni volta che ti rialzerai da una caduta
troverai un nuovo equilibrio, una nuova luce.
Ora, guardando indietro nel tempo, si vede
solo il futuro di chi ha avuto il coraggio
di rimettere in gioco se stesso.
Infatti, ricominciare non è una sconfitta
ma bensì, l'inizio di una nuova vita!
Ogni volta che guardi al passato
rivedi errori o piccole soddisfazioni:
l'innocenza dell'infanzia, l'adolescenza
e la maturità di fronte ad un bivio
e prima o poi, si deve fare una scelta,
a volte drastica, o non condivisa.
Ricominciare!
Reimparare a confrontarsi
e ad integrarsi con il nuovo mondo,
quello che credevi di conoscere
con le sue mille sfaccettature
e che può darti un'alternativa.
Lo so, ricominciare fa paura,
Maurizio Lai
Il nostro Presepe Vivente
Cosa, tra statuine e disegni, può meglio raffigurare Gesù
Bambino, di un bambino vero del nostro quartiere (Cristian),
soprattutto se sdraiato nel fieno (durante una gita in
campagna)? Anche lui “scende dalle stelle” nel ventre
materno per venire alla luce e diventare, crescendo in età,
sapienza e grazia, “re della terra” che è chiamato ad
assoggettare, prima, e “re del Cielo”, poi. Il nostro augurio è
che trovi un mondo migliore e si industri a costruire una
società a misura d'uomo! A tutti, auspici di un Natale santo,
ricco di grazie, di un Anno venturo, “nuovo” di nome e di
fatto e voti di bene.
La vita è bella
Apri gli occhi e vedi il sole,
apri le finestre… e il profumo
dei fiori ti riempirà di gioia,
il chiasso e le risa dei bambini
ti riempiranno il cuore, e chi
ha la vita piena di impegni
correrà per raggiungere
il proprio obiettivo.
Il velo sfarzoso
di un abito bianco
e il riso sull’asfalto,
riflettono la felicità di chi
sta realizzando il suo sogno.
E chi non ha l’amore, l’avrà!
Sì, è bella la vita,
anche se a volte è dura:
c’è chi muore in sofferenza,
ma c’è chi si spenge in serenità
con il sorriso sulle labbra.
La vita va accettata, vissuta
ed anche lasciata come fanno
i petali cadendo dal proprio fiore
in un oblio eterno senza conoscere
mai la vera morte!
Che bella la vita,
quando puoi sorridere e
regalare speranza a chi verrà, e
per quanto essa possa essere amara
hai avuto la possibilità di assaporarla e
renderti conto, che in fondo la vita è bella.
Maurizio Lai
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APPELLO
Con animo accorato e partecipi al dolore della famiglia, si pubblica l'appello per il ritrovamento di Laura Baglioni, nostra
parrocchiana, scomparsa misteriosamente e della quale non si ha notizia.
L’HAI VISTA?
CHIAMA IL 328 0507919 o 329 9848738
LAURA E’ SCOMPARSA DALL’OSPEDALE SANT’EUGENIO
(ROMA) IL 12.12, VESTITA CON
MAGLIA ROSA FIORATA GRIGIA
PANTALONI MARRONI
SCARPE DA GINNASTICA NIKE BIANCHE/BLU
NON HA NE’ DOCUMENTI NE’ SOLDI CON SE’!
GRAZIE
Noziario della Parrocchia Spirito Santo alla Ferratella - Padri Rosminiani
Dire&ore Responsabile: Don Vito Nardin
Dire&ore editoriale: Don Tarcisio De Tomasi
Redazione: C.Fucelli Pessot del Bò - A.Pillucci Proge&o grafico: A.Cerroni
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