PIANO DI MANUTENZIONE
MANUALE D'USO
Azienda Regionale Territoriale per l'Edilizia della Spezia
via XXIV Maggio 369 19125 La Spezia
REGIONE LIGURIA
COMUNE DELLA SPEZIA
PROGRAMMA SOCIAL HOUSING 2
DGR 1082 DEL 31/07/09
PROGETTO PER LA REALIZZAZIONE DI 12 ALLOGGI ERS E DI 25
ALLOGGI DI EDILIZIA RESIDENZIALE , COMMERCIALE E
DIREZIONALE IN VIA UGO FOSCOLO ALLA SPEZIA
L'amministratore Unico
Arch. Giancarlo RATTI
Il R.U.P.
Ing. Stefano POLLINA
_________________
_________________
Il progettista archiettonico
Arch. Massimiliano ALI'
________________
Il Tecnico
Ing. Marzia SPAGNOLI
PROGETTO ESECUTIVO
DATA
SCALA
Aggiornamenti:
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OTTOBRE 2012
TAVOLA N°
Manuale d'Uso
Comune di:
Provincia di:
Oggetto:
Comune della Spezia
Provincia della Spezia
PROGRAMMA SOCIAL HOUSING 2
PROGETTO PER LA REALIZZAZIONE DI 12 ALLOGGI ERS E
DI 25 ALLOGGI DI EDILIZIA RESIDENZIALE,
COMMERCIALE E DIREZIONALE
IN VIA UGO FOSCOLO ALLA SPEZIA
Il presente Piano di manutenzione dell'opera e delle sue parti è redatto a corredo del progetto esecutivo ai sensi dell'art. 40
del D.P.R. 554/99 e s.m.i..
E' costituito dai seguenti documenti operativi:
• Manuale d'uso;
• Manuale di Manutenzione;
• Programma di manutenzione.
I suddetti documenti, al termine della realizzazione dell'interveento, saranno aggiornati a cura della Direzione Lavori.
DESCRIZIONE DELL'OPERA
Il “Programma Social Housing 2” riguarda la realizzazione di 12 alloggi ers e di 25 alloggi di edilizia residenziale,
commerciale e direzionale in Via Ugo Foscolo alla Spezia.
L’intervento contrattuale consiste in lavori di realizzazione di fabbricato ERS, autorimessa interrata, sistemazioni
esterne ed urbanizzazioni e prevede le lavorazioni di seguito sinteticamente elencate:
• Scavi di sbancamento entro palificata di contenimento perimetrale (realizzata in appalto precedente);
• Realizzazione di pali di fondazione;
• Opere strutturali quali platea di fondazione, rampa e muri in c.a.;
• Opere di impermeabilizzazione e drenaggio;
• Opere strutturali in c.a., costituite da travi, pilastri, setti, muri, scale, solette, solai laterocementizi;
• Strutture in acciaio in copertura;
• Opere in legno per le strutture di copertura;
• Realizzazione di murature varie di tamponamento e divisorie;
• Impermeabilizzazioni, isolamenti e massetti;
• Intonaci interni e porzioni di intonaci esterni in premìscelato;
• Realizzazione di facciate ventilate;
• Pavimenti e rivestimenti interni, pavimentazione terrazze, logge e scale, pavimentazione marciapiedi e piazza in gres
e marmo;
• Tinteggiature interne ed esterne;
• Serramenti esterni e tapparelle in PVC, porte interne in legno tamburate, portoncini caposcala blindati, portoni di
ingresso in PVC e doppio vetro;
• Impianto elettrico, telefonico, TV e citofonico;
• Impianto ascensore;
• Impianto idrosanitario e gas;
• Impianto di riscaldamento centralizzato a radiatori e pannelli solari per acs;
• Opere in marmo o pietra;
• Opere in ferro per ringhiere;
• Lattonerie in rame;
• Sistemazioni esterne, piazza e parcheggi.
Per ulteriori chiarimenti si rimanda agli elaborati progettuali.
Per la sezione relativa alle opere strutturali si veda il "Piano di Manutenzione delle strutture" allegato al Progetto
Strutturale Esecutivo.
SOGGETTI INTERESSATI
COMMITENTE:
A.R.T.E. - AZIENDA REGIONALE TERRITORIALE PER L'EDILIZIA DELLA PROVINCIA DELLA SPEZIA - Via XXIV Maggio
369 - 19125 La Spezia, Tel. 0187.56681, Fax. 0187.523449
RESPONSABILE DEI LAVORI:
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Manuale d'Uso
Ing. Stefano POLLINA, Direttore Tecnico ARTE SP
PROGETTO ARCHITETTONICO
Arch. Massimiliano ALI'
Piazza della Cittadella, n. 32, 19121 La Spezia (SP)
PROGETTO STRUTTURE
Ing. Alberto ALI'
Via Privata Cieli, n. 41, 19126 La Spezia (SP)
PROGETTO IMPIANTI
Per.Ind. Marco SODINI, ARTE SP
COORDINATORE IN MATERIA DI SICUREZZA E DI SALUTE DURANTE LA PROGETTAZIONE DELL'OPERA:
Ing. Marzia SPAGNOLI, Dipendente ARTE La Spezia
COORDINATORE IN MATERIA DI SICUREZZA E DI SALUTE DURANTE LA REALIZZAZIONE DELL'OPERA:
Arch. Massimiliano ALI'
Piazza della Cittadella, n. 32, 19121 La Spezia (SP)
DIRETTORE DEI LAVORI
Arch. Luca TRAPANI, ARTE SP
IMPRESE ESECUTRICI
Da indicare a seguito dell'appalto
COLLAUDATORE
Elenco dei Corpi d'Opera:
° 01 Fabbricati
° 02 Impianti antincendio
° 03 Sistemazioni esterne
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Manuale d'Uso
Corpo d'Opera: 01
Fabbricati
Unità Tecnologiche:
° 01.01 Pareti esterne
° 01.02 Rivestimenti esterni
° 01.03 Pareti interne
° 01.04 Pavimentazioni interne
° 01.05 Rivestimenti interni
° 01.06 Infissi interni
° 01.07 Infissi esterni
° 01.08 Portoni
° 01.09 Coperture piane
° 01.10 Coperture inclinate
° 01.11 Balconi e logge
° 01.12 Pavimentazioni esterne
° 01.13 Impianto elettrico
° 01.14 Impianto di messa a terra
° 01.15 Impianto telefonico e citofonico
° 01.16 Impianto di distribuzione del gas
° 01.17 Impianto di riscaldamento
° 01.18 Impianto di distribuzione acqua fredda e calda
° 01.19 Impianto di smaltimento acque reflue
° 01.20 Impianto di smaltimento acque meteoriche
° 01.21 Recinzioni e cancelli
° 01.22 Ascensori
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 01.01
Pareti esterne
Insieme degli elementi tecnici verticali del sistema edilizio aventi funzione di separare gli spazi interni del sistema edilizio stesso
rispetto all'esterno.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 01.01.01 Murature intonacate
° 01.01.02 Murature a cassa vuota
° 01.01.03 Parete ventilata
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.01.01
Murature intonacate
Unità Tecnologica: 01.01
Pareti esterne
Una muratura composta in elementi vari e rivestita mediante intonaco a base cementizia.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
Vedere elaborati architettonici
Modalità di uso corretto:
Non compromettere l'integrità delle pareti. Controllo periodico del grado di usura delle parti in vista. Controllare periodicamente
l'integrità delle superfici del rivestimento attraverso valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie evidenti.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.01.01.A01 Alveolizzazione
01.01.01.A02 Bolle d'aria
01.01.01.A03 Cavillature superficiali
01.01.01.A04 Crosta
01.01.01.A05 Decolorazione
01.01.01.A06 Deposito superficiale
01.01.01.A07 Disgregazione
01.01.01.A08 Distacco
01.01.01.A09 Efflorescenze
01.01.01.A10 Erosione superficiale
01.01.01.A11 Esfoliazione
01.01.01.A12 Fessurazioni
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Manuale d'Uso
01.01.01.A13 Macchie e graffiti
01.01.01.A14 Mancanza
01.01.01.A15 Patina biologica
01.01.01.A16 Penetrazione di umidità
01.01.01.A17 Polverizzazione
01.01.01.A18 Presenza di vegetazione
01.01.01.A19 Rigonfiamento
01.01.01.A20 Scheggiature
CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
01.01.01.C01 Controllo facciata
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo della facciata e delle parti a vista. Controllo di eventuali anomalie.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Regolarità delle finiture.
Anomalie riscontrabili: 1) Alveolizzazione; 2) Cavillature superficiali; 3) Crosta; 4) Decolorazione; 5) Deposito superficiale; 6)
Disgregazione; 7) Distacco; 8) Efflorescenze; 9) Erosione superficiale; 10) Esfoliazione; 11) Macchie e graffiti; 12) Mancanza;
13) Patina biologica; 14) Polverizzazione; 15) Presenza di vegetazione; 16) Rigonfiamento; 17) Scheggiature.
Elemento Manutenibile: 01.01.02
Murature a cassa vuota
Unità Tecnologica: 01.01
Pareti esterne
Si tratta di murature realizzate con intercapedine areata o coibentata di dimensioni e caratteristiche diverse. In genere si tratta di
doppie pareti in laterizio con cassa vuota costituita da camera d'aria di 5-6 cm di spessore. Le due pareti possono anche essere
mutuamente collegate mediante ancoraggi metallici.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati architettonici
Modalità di uso corretto:
Pagina 7
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Manuale d'Uso
Non compromettere l'integrità delle pareti. Controllo periodico del grado di usura delle parti in vista. Riscontro di eventuali
anomalie.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.01.02.A01 Alveolizzazione
01.01.02.A02 Crosta
01.01.02.A03 Decolorazione
01.01.02.A04 Deposito superficiale
01.01.02.A05 Disgregazione
01.01.02.A06 Distacco
01.01.02.A07 Efflorescenze
01.01.02.A08 Erosione superficiale
01.01.02.A09 Esfoliazione
01.01.02.A10 Fessurazioni
01.01.02.A11 Macchie e graffiti
01.01.02.A12 Mancanza
01.01.02.A13 Patina biologica
01.01.02.A14 Penetrazione di umidità
01.01.02.A15 Pitting
01.01.02.A16 Polverizzazione
01.01.02.A17 Presenza di vegetazione
01.01.02.A18 Rigonfiamento
CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
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Manuale d'Uso
01.01.02.C01 Controllo facciata
Cadenza: ogni 3 anni
Tipologia: Controllo a vista
Controllo della facciata e dello stato dei corsi di malta. Controllo di eventuali anomalie.
Requisiti da verificare: 1) Regolarità delle finiture.
• Anomalie riscontrabili: 1) Alveolizzazione; 2) Crosta; 3) Decolorazione; 4) Deposito superficiale; 5) Disgregazione; 6) Distacco;
7) Efflorescenze; 8) Erosione superficiale; 9) Esfoliazione; 10) Fessurazioni; 11) Macchie e graffiti; 12) Mancanza; 13) Patina
biologica; 14) Penetrazione di umidità; 15) Pitting; 16) Polverizzazione; 17) Presenza di vegetazione; 18) Rigonfiamento.
•
Elemento Manutenibile: 01.01.03
Parete ventilata
Unità Tecnologica: 01.01
Pareti esterne
Si tratta di una soluzione costruttiva caratterizzata dalla presenza di uno strato di ventilazione. La parete ventilata è caratterizzata al
suo interno di un movimento d'aria ascendente che utilizza il calore radiante proveniente dall'esterno. Tale movimento permette
l'evacuazione del vapore acqueo che proviene dall'interno facendo diminuire la possibilità di condensazioni interstiziali. Inoltre nella
facciata ventilata la posizione esterna dell'isolante consente di controllare i ponti termici e le condensazioni superficiali. Da un punto
di vista della stratificazione funzionale essa è composta da: strato di protezione, strato di ventilazione, strato di isolamento termico,
elemento di collegamento e strato resistente.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati architettonici
Modalità di uso corretto:
La parete ventilata è particolarmente indicata per climi caratterizzati da elevate precipitazioni con presenza di vento e in climi
particolarmente caldi. Non compromettere l'integrità delle pareti. Controllo periodico del grado di usura delle parti in vista.
Riscontro di eventuali anomalie.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.01.03.A01 Decolorazione
01.01.03.A02 Deposito superficiale
01.01.03.A03 Disgregazione
01.01.03.A04 Distacco
01.01.03.A05 Efflorescenze
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Manuale d'Uso
01.01.03.A06 Erosione superficiale
01.01.03.A07 Esfoliazione
01.01.03.A08 Fessurazioni
01.01.03.A09 Macchie e graffiti
01.01.03.A10 Mancanza
01.01.03.A11 Patina biologica
01.01.03.A12 Penetrazione di umidità
01.01.03.A13 Polverizzazione
01.01.03.A14 Presenza di vegetazione
01.01.03.A15 Rigonfiamento
CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
01.01.03.C01 Controllo generale delle parti a vista
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo del grado di usura delle parti in vista ed in particolare degli strati di protezione. Riscontro di eventuali anomalie
(penetrazione di umidità, microfessurazioni, ecc.).
Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Tenuta all'acqua.
• Anomalie riscontrabili: 1) Decolorazione; 2) Deposito superficiale; 3) Efflorescenze; 4) Erosione superficiale; 5) Esfoliazione; 6)
Macchie e graffiti; 7) Mancanza; 8) Patina biologica; 9) Penetrazione di umidità; 10) Polverizzazione; 11) Presenza di
vegetazione; 12) Rigonfiamento.
•
Pagina 10
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 01.02
Rivestimenti esterni
Si tratta di strati funzionali, facenti parte delle chiusure verticali, la cui funzione principale è quella di proteggere il sistema di
chiusura dalle sollecitazioni esterne degli edifici e dagli agenti atmosferici nonché di assicurargli un aspetto uniforme ed
ornamentale.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 01.02.01 Intonaco
° 01.02.02 Tinteggiature e decorazioni
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.02.01
Intonaco
Unità Tecnologica: 01.02
Rivestimenti esterni
Si tratta di un sottile strato di malta la cui funzione è quella di rivestimento nelle strutture edilizie. Svolge inoltre la funzione di
protezione, delle strutture, dall'azione degradante degli agenti atmosferici e dei fattori ambientali è allo stesso tempo protettiva e
decorativa. Il rivestimento a intonaco è comunque una superficie che va rinnovata periodicamente e in condizioni normali esso
fornisce prestazioni accettabili per 20 - 30 anni. La malta per intonaco è costituita da leganti (cemento, calce idraulica, calce aerea,
gesso), da inerti (sabbia) e da acqua nelle giuste proporzioni a secondo del tipo di intonaco; vengono, in alcuni casi, inoltre aggiunti
all'impasto additivi che restituiscono all'intonaco particolari qualità a secondo del tipo d'impiego. Nell'intonaco tradizionale a tre
strati il primo, detto rinzaffo, svolge la funzione di aggrappo al supporto e di grossolano livellamento; il secondo, detto arriccio,
costituisce il corpo dell'intonaco la cui funzione è di resistenza meccanica e di tenuta all'acqua; il terzo strato, detto finitura,
rappresenta la finitura superficiale e contribuisce a creare una prima barriera la cui funzione è quella di opporsi alla penetrazione
dell'acqua e delle sostanze aggressive. Gli intonaci per esterni possono suddividersi in intonaci ordinari e intonaci speciali. A loro
volta i primi possono ulteriormente suddividersi in intonaci miscelati in cantiere ed in intonaci premiscelati; i secondi invece in
intonaci additivati, intonaci a stucco o lucidi, intonaci plastici ed infine intonaci monostrato.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati architettonici
Modalità di uso corretto:
Controllare periodicamente l'integrità delle superfici del rivestimento attraverso valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie
evidenti (presenza di bolle e screpolature, macchie da umidità, ecc.). Comunque affinché tali controlli risultino efficaci affidarsi a
personale tecnico con esperienza.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.02.01.A01 Alveolizzazione
01.02.01.A02 Attacco biologico
01.02.01.A03 Bolle d'aria
01.02.01.A04 Cavillature superficiali
01.02.01.A05 Crosta
01.02.01.A06 Decolorazione
01.02.01.A07 Deposito superficiale
01.02.01.A08 Disgregazione
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Manuale d'Uso
01.02.01.A09 Distacco
01.02.01.A10 Efflorescenze
01.02.01.A11 Erosione superficiale
01.02.01.A12 Esfoliazione
01.02.01.A13 Fessurazioni
01.02.01.A14 Macchie e graffiti
01.02.01.A15 Mancanza
01.02.01.A16 Patina biologica
01.02.01.A17 Penetrazione di umidità
01.02.01.A18 Pitting
01.02.01.A19 Polverizzazione
01.02.01.A20 Presenza di vegetazione
01.02.01.A21 Rigonfiamento
01.02.01.A22 Scheggiature
CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
01.02.01.C01 Controllo funzionalità
Cadenza: quando occorre
Tipologia: Controllo a vista
Controllare la funzionalità dell'intonaco attraverso l'uso di strumenti il cui impiego è da definire in relazione all'oggetto specifico del
controllo e dal tipo di intonaco (analisi fisico-chimiche su campioni, analisi stratigrafiche, sistemi di rilevamento umidità, carotaggi
per controllo aderenza, prove sclerometriche per la valutazione delle caratteristiche di omogeneità, monitoraggi per verificare la
presenza di sali, indagini endoscopiche, ecc.).
•
•
Requisiti da verificare: 1) Regolarità delle finiture; 2) Resistenza agli attacchi biologici.
Anomalie riscontrabili: 1) Disgregazione; 2) Distacco; 3) Fessurazioni; 4) Mancanza; 5) Rigonfiamento; 6) Scheggiature.
01.02.01.C02 Controllo generale delle parti a vista
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo dello stato di conservazione delle finiture e verifica del grado di usura delle parti in vista. Controllare l'uniformità
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Manuale d'Uso
dell'aspetto cromatico delle superfici. Riscontro di eventuali anomalie (bolle, screpolature, depositi, efflorescenze, microfessurazioni,
ecc.) e/o difetti di esecuzione.
Requisiti da verificare: 1) Regolarità delle finiture.
• Anomalie riscontrabili: 1) Decolorazione; 2) Deposito superficiale; 3) Efflorescenze; 4) Macchie e graffiti; 5) Presenza di
vegetazione.
•
Elemento Manutenibile: 01.02.02
Tinteggiature e decorazioni
Unità Tecnologica: 01.02
Rivestimenti esterni
La vasta gamma delle tinteggiature o pitture varia a secondo delle superficie e degli ambienti dove trovano utilizzazione. Per gli
ambienti esterni di tipo rurale si possono distinguere le pitture a calce, le pitture a colla, le idropitture, le pitture ad olio; per gli
ambienti di tipo urbano si possono distinguere le pitture alchidiche, le idropitture acrilviniliche (tempere); per le tipologie industriali
si hanno le idropitture acriliche, le pitture siliconiche, le pitture epossidiche, le pitture viniliche, ecc.. Le decorazioni trovano il loro
impiego particolarmente per gli elementi di facciata o comunque a vista. La vasta gamma di materiali e di forme varia a secondo
dell'utilizzo e degli ambienti d'impiego. Possono essere elementi prefabbricati o gettati in opera, lapidei, gessi, laterizi, ecc.. Talvolta
gli stessi casseri utilizzati per il getto di cls ne assumono forme e tipologie diverse tali da raggiungere aspetti decorativi nelle
finiture.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati architettonici
Modalità di uso corretto:
Controllare periodicamente l'integrità delle superfici del rivestimento attraverso valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie
evidenti (macchie, disgregazioni superficiali, rigonfiamenti, distacco, ecc.).
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.02.02.A01 Alveolizzazione
01.02.02.A02 Bolle d'aria
01.02.02.A03 Cavillature superficiali
01.02.02.A04 Crosta
01.02.02.A05 Decolorazione
01.02.02.A06 Deposito superficiale
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Manuale d'Uso
01.02.02.A07 Disgregazione
01.02.02.A08 Distacco
01.02.02.A09 Efflorescenze
01.02.02.A10 Erosione superficiale
01.02.02.A11 Esfoliazione
01.02.02.A12 Fessurazioni
01.02.02.A13 Macchie e graffiti
01.02.02.A14 Mancanza
01.02.02.A15 Patina biologica
01.02.02.A16 Penetrazione di umidità
01.02.02.A17 Pitting
01.02.02.A18 Polverizzazione
01.02.02.A19 Presenza di vegetazione
01.02.02.A20 Rigonfiamento
01.02.02.A21 Scheggiature
01.02.02.A22 Sfogliatura
CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
01.02.02.C01 Controllo generale delle parti a vista
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo dello stato di conservazione delle finiture e verifica del grado di usura delle parti in vista in particolare di depositi sugli
aggetti, cornicioni, davanzali, ecc.. Controllare l'uniformità dell'aspetto cromatico delle superfici. Riscontro di eventuali anomalie
(macchie, disgregazioni superficiali, rigonfiamenti, distacco, ecc.) e/o difetti di esecuzione.
Requisiti da verificare: 1) Assenza di emissioni di sostanze nocive; 2) Regolarità delle finiture; 3) Resistenza agli agenti
aggressivi; 4) Resistenza agli attacchi biologici.
• Anomalie riscontrabili: 1) Alveolizzazione; 2) Bolle d'aria; 3) Cavillature superficiali; 4) Crosta; 5) Decolorazione; 6) Deposito
superficiale; 7) Disgregazione; 8) Distacco; 9) Efflorescenze; 10) Erosione superficiale; 11) Esfoliazione; 12) Fessurazioni; 13)
•
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Manuale d'Uso
Macchie e graffiti; 14) Mancanza; 15) Patina biologica; 16) Penetrazione di umidità; 17) Pitting; 18) Polverizzazione; 19)
Presenza di vegetazione; 20) Rigonfiamento; 21) Scheggiature; 22) Sfogliatura.
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 01.03
Pareti interne
Insieme degli elementi tecnici verticali del sistema edilizio aventi funzione di dividere, conformare ed articolare gli spazi interni
dell'organismo edilizio.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 01.03.01 Tramezzi in laterizio
° 01.03.02 Lastre di cartongesso
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.03.01
Tramezzi in laterizio
Unità Tecnologica: 01.03
Pareti interne
Si tratta di pareti costituenti le partizioni interne verticali, realizzate mediante elementi forati di laterizio di spessore variabile ( 8-12
cm) legati con malta idraulica per muratura con giunti con andamento regolare con uno spessore di circa 6 mm. Le murature sono
eseguite con elementi interi, posati a livello, e con giunti sfalsati rispetto ai sottostanti.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati architettonici
Modalità di uso corretto:
Non compromettere l'integrità delle pareti.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.03.01.A01 Decolorazione
01.03.01.A02 Disgregazione
01.03.01.A03 Distacco
01.03.01.A04 Efflorescenze
01.03.01.A05 Erosione superficiale
01.03.01.A06 Esfoliazione
01.03.01.A07 Fessurazioni
01.03.01.A08 Macchie e graffiti
01.03.01.A09 Mancanza
01.03.01.A10 Penetrazione di umidità
01.03.01.A11 Polverizzazione
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01.03.01.A12 Rigonfiamento
01.03.01.A13 Scheggiature
CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
01.03.01.C01 Controllo generale delle parti a vista
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo del grado di usura delle parti in vista e di eventuali anomalie (distacchi, fessurazioni, rotture, rigonfiamenti, ecc.).
Requisiti da verificare: 1) Regolarità delle finiture; 2) Resistenza agli urti; 3) .
• Anomalie riscontrabili: 1) Decolorazione; 2) Disgregazione; 3) Distacco; 4) Efflorescenze; 5) Erosione superficiale; 6)
Esfoliazione; 7) Fessurazioni; 8) Macchie e graffiti; 9) Mancanza; 10) Penetrazione di umidità; 11) Polverizzazione; 12)
Rigonfiamento; 13) Scheggiature.
•
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
01.03.01.I01 Pulizia
Cadenza: quando occorre
Pulizia delle superfici e rimozione di sporcizia e macchie mediante ritocchi di pittura e/o ripristino dei rivestimenti.
Elemento Manutenibile: 01.03.02
Lastre di cartongesso
Unità Tecnologica: 01.03
Pareti interne
le lastre di cartongesso sono realizzate con materiale costituito da uno strato di gesso di cava racchiuso fra due fogli di cartone
speciale resistente ed aderente. Il mercato offre vari prodotti diversi per tipologia. Gli elementi di cui è composto sono estremamente
naturali tanto da renderlo un prodotto ecologico, che bene si inserisce nelle nuove esigenze di costruzione. Le lastre di cartongesso
sono create per soddisfare qualsiasi tipo di soluzione, le troviamo di tipo standard per la realizzazione normale, di tipo ad alta
flessibilità per la realizzazione delle superfici curve, di tipo antifuoco trattate con vermiculite o cartoni ignifughi classificate in
Classe 1 o 0 di reazione al fuoco, di tipo idrofugo con elevata resistenza all'umidità o al vapore acqueo, di tipo fonoisolante o ad alta
resistenza termica che, accoppiate a pannello isolante in fibre o polistirene estruso, permettono di creare delle contropareti di
tamponamento che risolvono i problemi di condensa o umidità, migliorando notevolmente le condizioni climatiche dell'ambiente. Le
lastre vengono fissate con viti autofilettanti a strutture metalliche in lamiera di acciaio zincato, o nel caso delle contropareti, fissate
direttamente sulla parete esistente con colla e tasselli, le giunzioni sono sigillate e rasate con apposito stucco e banda.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati architettonici
Modalità di uso corretto:
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Manuale d'Uso
Non compromettere l'integrità delle pareti.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.03.02.A01 Decolorazione
01.03.02.A02 Disgregazione
01.03.02.A03 Distacco
01.03.02.A04 Efflorescenze
01.03.02.A05 Erosione superficiale
01.03.02.A06 Esfoliazione
01.03.02.A07 Fessurazioni
01.03.02.A08 Macchie
01.03.02.A09 Mancanza
01.03.02.A10 Penetrazione di umidità
01.03.02.A11 Polverizzazione
CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
01.03.02.C01 Controllo generale delle parti a vista
Cadenza: quando occorre
Tipologia: Controllo a vista
Controllo del grado di usura delle parti in vista e di eventuali anomalie (distacchi, fessurazioni, rotture, rigonfiamenti, ecc.).
Requisiti da verificare: 1) Regolarità delle finiture; 2) Resistenza agli urti; 3) Resistenza meccanica.
• Anomalie riscontrabili: 1) Decolorazione; 2) Disgregazione; 3) Distacco; 4) Efflorescenze; 5) Erosione superficiale; 6)
Esfoliazione; 7) Fessurazioni; 8) Macchie; 9) Mancanza; 10) Penetrazione di umidità; 11) Polverizzazione.
•
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
01.03.02.I01 Pulizia
Cadenza: quando occorre
Pulizia delle superfici e rimozione di sporcizia e macchie mediante ritocchi di pittura e/o ripristino dei rivestimenti.
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 01.04
Pavimentazioni interne
Le pavimentazioni fanno parte delle partizioni interne orizzontali e ne costituiscono l'ultimo strato funzionale. In base alla
morfologia del rivestimento possono suddividersi in continue (se non sono nel loro complesso determinabili sia morfologicamente
che dimensionalmente) e discontinue (quelle costituite da elementi con dimensioni e morfologia ben precise). La loro funzione, oltre
a quella protettiva, è quella di permettere il transito ai fruitori dell'organismo edilizio e la relativa resistenza ai carichi. Importante è
che la superficie finale dovrà risultare perfettamente piana con tolleranze diverse a secondo del tipo di rivestimento e della
destinazione d'uso degli ambienti. Gli spessori variano in funzione al traffico previsto in superficie. La scelta degli elementi, il
materiale, la posa, il giunto, le fughe, gli spessori, l'isolamento, le malte, i collanti, gli impasti ed i fissaggi variano in funzione degli
ambienti e del loro impiego. Le pavimentazioni interne possono essere di tipo:
- cementizio;
- lapideo;
- resinoso;
- resiliente;
- tessile;
- ceramico;
- lapideo di cava;
- lapideo in conglomerato;
- ligneo.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 01.04.01 Rivestimenti ceramici
° 01.04.02 Rivestimenti in gres porcellanato
° 01.04.03 Rivestimenti lapidei
° 01.04.04 Rivestimenti cementizi
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.04.01
Rivestimenti ceramici
Unità Tecnologica: 01.04
Pavimentazioni interne
Si tratta di rivestimenti che trovano il loro impiego nell'edilizia residenziale, ospedaliera, scolastica, industriale, ecc.. Le varie
tipologie si differenziano per aspetti quali:
- materie prime e composizione dell'impasto;
- caratteristiche tecniche prestazionali;
- tipo di finitura superficiale;
- ciclo tecnologico di produzione;
- tipo di formatura;
- colore.
Tra i tipi più diffusi di rivestimenti ceramici presenti sul mercato, in tutti i formati (dimensioni, spessori, ecc.), con giunti aperti o
chiusi e con o meno fughe, troviamo: cotto, cottoforte, monocottura rossa, monocottura chiara, monocotture speciali, gres rosso, gres
ceramico e klinker. La posa può essere eseguita mediante l'utilizzo di malte o di colle.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati architettonici
Modalità di uso corretto:
Per i rivestimenti ceramici la scelta del prodotto va fatta in funzione dell'ambiente di destinazione. Inoltre altrettanto rilevante risulta
la posa in opera che è preferibile affidare ad imprese specializzate del settore. La manutenzione quindi varia a secondo del prodotto.
In genere la pulibilità delle piastrelle è maggiore se maggiore è la compattezza e l'impermeabilità. Allo stesso modo le piastrelle
smaltate a differenza di quelle non smaltate saranno più pulibili. Con il tempo l'usura tende alla formazione di microporosità
superficiali compromettendo le caratteristiche di pulibilità. Per ambienti pubblici ed industriale è consigliabile l'impiego di
rivestimenti ceramici non smaltati, a basso assorbimento d'acqua, antisdrucciolo e con superfici con rilievi. Importante è che dalla
posa trascorrino almeno 30 giorni prima di sottoporre la pavimentazione a sollecitazioni. I controlli in genere si limitano ad ispezioni
visive sullo stato superficiale dei rivestimenti, in particolare del grado di usura e di eventuali rotture o distacchi dalle superfici di
posa.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.04.01.A01 Alterazione cromatica
01.04.01.A02 Degrado sigillante
01.04.01.A03 Deposito superficiale
01.04.01.A04 Disgregazione
01.04.01.A05 Distacco
01.04.01.A06 Erosione superficiale
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Manuale d'Uso
01.04.01.A07 Fessurazioni
01.04.01.A08 Macchie e graffiti
01.04.01.A09 Mancanza
01.04.01.A10 Perdita di elementi
01.04.01.A11 Scheggiature
01.04.01.A12 Sollevamento e distacco dal supporto
CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
01.04.01.C01 Controllo generale delle parti a vista
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo dello stato di conservazione delle finiture e verifica del grado di usura, di erosione e di brillantezza delle parti in vista ed in
particolare dei giunti. Controllare l'uniformità dell'aspetto cromatico delle superfici e verifica della planarità generale. Riscontro di
eventuali anomalie (depositi, macchie, graffiti, abrasioni, efflorescenze, microfessurazioni, ecc.).
Requisiti da verificare: 1) Regolarità delle finiture; 2) ; 3) .
• Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Degrado sigillante; 3) Deposito superficiale; 4) Disgregazione; 5) Distacco;
6) Erosione superficiale; 7) Fessurazioni; 8) Macchie e graffiti; 9) Mancanza; 10) Perdita di elementi; 11) Scheggiature; 12)
Sollevamento e distacco dal supporto.
•
Elemento Manutenibile: 01.04.02
Rivestimenti in gres porcellanato
Unità Tecnologica: 01.04
Pavimentazioni interne
I rivestimenti in gres porcellanato vengono ottenuti da impasti di argille naturali greificanti, opportunamente corrette con fondenti e
smagranti (argille artificiali). Adatto per pavimenti e rivestimenti, sia in interni sia in esterni, è impermeabile, compatto, duro, opaco,
dotato di alta inerzia chimica, antigelivo, resistente alla rottura, all'abrasione, alla compressione (sino a 200-300 N/mM2),ai carichi e
al fuoco. Il grès porcellanato è disponibile in un'ampia e articolata gamma di formati.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati architettonici
Modalità di uso corretto:
Controllare periodicamente l'integrità delle superfici del rivestimento attraverso valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie
evidenti. Comunque affinché tali controlli risultino efficaci affidarsi a personale tecnico con esperienza.
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Manuale d'Uso
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.04.02.A01 Alterazione cromatica
01.04.02.A02 Degrado sigillante
01.04.02.A03 Deposito superficiale
01.04.02.A04 Disgregazione
01.04.02.A05 Distacco
01.04.02.A06 Erosione superficiale
01.04.02.A07 Fessurazioni
01.04.02.A08 Macchie e graffiti
01.04.02.A09 Mancanza
01.04.02.A10 Perdita di elementi
01.04.02.A11 Scheggiature
01.04.02.A12 Sollevamento e distacco dal supporto
CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
01.04.02.C01 Controllo generale delle parti a vista
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo dello stato di conservazione delle finiture e verifica del grado di usura, di erosione e di brillantezza delle parti in vista ed in
particolare dei giunti. Controllare l'uniformità dell'aspetto cromatico delle superfici e verifica della planarità generale. Riscontro di
eventuali anomalie (depositi, macchie, graffiti, abrasioni, efflorescenze, microfessurazioni, ecc.).
Requisiti da verificare: 1) Regolarità delle finiture; 2) ; 3) .
• Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Degrado sigillante; 3) Deposito superficiale; 4) Disgregazione; 5) Distacco;
6) Erosione superficiale; 7) Fessurazioni; 8) Macchie e graffiti; 9) Mancanza; 10) Perdita di elementi; 11) Scheggiature; 12)
Sollevamento e distacco dal supporto.
•
Elemento Manutenibile: 01.04.03
Rivestimenti lapidei
Unità Tecnologica: 01.04
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Manuale d'Uso
Pavimentazioni interne
Per le pavimentazioni interne sono adatti la maggior parte dei materiali lapidei. In genere la scelta su questi tipi di materiale cade
oltre che per fattori estetici per la elevata resistenza all'usura. La scelta dei materiali va fatta in funzione dei luoghi e dei tipi di
applicazione a cui essi sono destinati. La lavorazione superficiale degli elementi, lo spessore, le dimensioni, ecc. variano anch'essi in
funzione degli ambienti d'impiego. Trovano utilizzo nella fattispecie tutti i tipi di marmo (lucidati in opera o prelucidati), i graniti, i
travertini, le pietre, i marmi-cemento, le marmette e marmettoni, i graniti ricomposti. La tecnica di posa è abbastanza semplice ed
avviene per i rivestimenti continui ad impasto mentre per quelli discontinui a malta o a colla.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati architettonici
Modalità di uso corretto:
Controllare periodicamente l'integrità delle superfici del rivestimento attraverso valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie
evidenti. Comunque affinché tali controlli risultino efficaci affidarsi a personale tecnico con esperienza.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.04.03.A01 Alterazione cromatica
01.04.03.A02 Degrado sigillante
01.04.03.A03 Deposito superficiale
01.04.03.A04 Disgregazione
01.04.03.A05 Distacco
01.04.03.A06 Erosione superficiale
01.04.03.A07 Fessurazioni
01.04.03.A08 Macchie e graffiti
01.04.03.A09 Mancanza
01.04.03.A10 Perdita di elementi
01.04.03.A11 Scheggiature
01.04.03.A12 Sgretolamento
01.04.03.A13 Sollevamento e distacco dal supporto
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Manuale d'Uso
CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
01.04.03.C01 Controllo generale delle parti a vista
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo dello stato di conservazione delle finiture e verifica del grado di usura, di erosione, di brillantezza delle parti in vista.
Controllare l'uniformità dell'aspetto cromatico delle superfici. Riscontro di eventuali anomalie (depositi, macchie, graffi,
efflorescenze, lesioni, microfessurazioni, ecc.).
Requisiti da verificare: 1) Regolarità delle finiture; 2) ; 3) .
• Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Degrado sigillante; 3) Deposito superficiale; 4) Disgregazione; 5) Distacco;
6) Erosione superficiale; 7) Fessurazioni; 8) Macchie e graffiti; 9) Mancanza; 10) Perdita di elementi; 11) Scheggiature; 12)
Sgretolamento; 13) Sollevamento e distacco dal supporto.
•
Elemento Manutenibile: 01.04.04
Rivestimenti cementizi
Unità Tecnologica: 01.04
Pavimentazioni interne
Si tratta di pavimentazioni che trovano generalmente il loro impiego in locali di servizio (se il rivestimento cementizio è del tipo
semplice), in edilizia industriale, impianti sportivi, ecc. (se il rivestimento cementizio è del tipo additivato). Tra le tipologie di
rivestimenti cementizi per interni si hanno: il battuto comune di cemento, il rivestimento a spolvero, rivestimenti a strato incorporato
antiusura, il rivestimento a strato riportato antiusura, rivestimenti con additivi bituminosi e rivestimenti con additivi resinosi. A
secondo delle geometrie delle pavimentazioni da realizzare, si possono eseguire rivestimenti in elementi in strisce di larghezza
variabile.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati architettonici
Modalità di uso corretto:
Controllare periodicamente l'integrità delle superfici del rivestimento attraverso valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie
evidenti. Comunque affinché tali controlli risultino efficaci affidarsi a personale tecnico con esperienza.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.04.04.A01 Alterazione cromatica
01.04.04.A02 Degrado sigillante
01.04.04.A03 Deposito superficiale
01.04.04.A04 Disgregazione
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Manuale d'Uso
01.04.04.A05 Distacco
01.04.04.A06 Erosione superficiale
01.04.04.A07 Fessurazioni
01.04.04.A08 Macchie e graffiti
01.04.04.A09 Mancanza
01.04.04.A10 Perdita di elementi
01.04.04.A11 Scheggiature
CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
01.04.04.C01 Controllo generale delle parti a vista
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo dello stato di conservazione delle finiture e verifica del grado di usura o di erosione delle parti in vista ed in particolare dei
giunti. Controllare l'uniformità dell'aspetto cromatico delle superfici. Riscontro di eventuali anomalie (depositi, macchie, graffiti,
presenza di vegetazione, efflorescenze, microfessurazioni, ecc.).
•
•
Requisiti da verificare: 1) Regolarità delle finiture per rivestimenti cementizi.
Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Degrado sigillante; 3) Deposito superficiale; 4) Disgregazione; 5) Distacco;
6) Erosione superficiale; 7) Fessurazioni; 8) Macchie e graffiti; 9) Mancanza; 10) Perdita di elementi; 11) Scheggiature.
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 01.05
Rivestimenti interni
Si tratta di strati funzionali, facenti parte delle chiusure verticali, la cui funzione principale è quella di proteggere il sistema di
chiusure interne dalle sollecitazioni interne degli edifici e di assicurare un aspetto uniforme ed ornamentale degli ambienti.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 01.05.01 Intonaco
° 01.05.02 Tinteggiature e decorazioni
° 01.05.03 Rivestimenti in ceramica
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.05.01
Intonaco
Unità Tecnologica: 01.05
Rivestimenti interni
Si tratta di un sottile strato di malta la cui funzione è quella di rivestimento nelle strutture edilizie. Svolge inoltre la funzione di
protezione dai fattori ambientali è allo stesso tempo protettiva e decorativa. Il rivestimento a intonaco è comunque una superficie che
va rinnovata periodicamente e in condizioni normali esso fornisce prestazioni accettabili per 20 - 30 anni. La malta per intonaco è
costituita da leganti (cemento, calce idraulica, calce aerea, gesso), da inerti (sabbia) e da acqua nelle giuste proporzioni a secondo
del tipo di intonaco; vengono, in alcuni casi, inoltre aggiunti all'impasto additivi che restituiscono all'intonaco particolari qualità a
secondo del tipo d'impiego. Nell'intonaco tradizionale a tre strati il primo, detto rinzaffo, svolge la funzione di aggrappo al supporto
e di grossolano livellamento; il secondo, detto arriccio, costituisce il corpo dell'intonaco la cui funzione è di resistenza meccanica e
di tenuta all'acqua; il terzo strato, detto finitura, rappresenta la finitura superficiale e contribuisce a creare una prima barriera la cui
funzione è quella di opporsi alla penetrazione dell'acqua e delle sostanze aggressive. Gli intonaci per interni possono suddividersi in
intonaci ordinari e intonaci speciali. A loro volta i primi possono ulteriormente suddividersi in intonaci miscelati in cantiere ed in
intonaci premiscelati; i secondi invece in intonaci additivati, intonaci a stucco o lucidi, intonaci plastici o rivestimenti plastici
continui ed infine intonaci monostrato.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati architettonici
Modalità di uso corretto:
Controllare periodicamente l'integrità delle superfici del rivestimento attraverso valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie
evidenti (presenza di bolle e screpolature, macchie da umidità, ecc.). Comunque affinché tali controlli risultino efficaci affidarsi a
personale tecnico con esperienza.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.05.01.A01 Bolle d'aria
01.05.01.A02 Decolorazione
01.05.01.A03 Deposito superficiale
01.05.01.A04 Disgregazione
01.05.01.A05 Distacco
01.05.01.A06 Efflorescenze
01.05.01.A07 Erosione superficiale
01.05.01.A08 Esfoliazione
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Manuale d'Uso
01.05.01.A09 Fessurazioni
01.05.01.A10 Macchie e graffiti
01.05.01.A11 Mancanza
01.05.01.A12 Penetrazione di umidità
01.05.01.A13 Polverizzazione
01.05.01.A14 Rigonfiamento
CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
01.05.01.C01 Controllo generale delle parti a vista
Cadenza: ogni mese
Tipologia: Controllo a vista
Controllo dello stato di conservazione delle finiture e verifica del grado di usura delle parti in vista. Controllare l'uniformità
dell'aspetto cromatico delle superfici. Riscontro di eventuali anomalie (bolle, screpolature, depositi, efflorescenze, microfessurazioni,
ecc.) e/o difetti di esecuzione.
Requisiti da verificare: 1) Regolarità delle finiture.
• Anomalie riscontrabili: 1) Decolorazione; 2) Deposito superficiale; 3) Efflorescenze; 4) Macchie e graffiti.
•
Elemento Manutenibile: 01.05.02
Tinteggiature e decorazioni
Unità Tecnologica: 01.05
Rivestimenti interni
La vasta gamma delle tinteggiature o pitture varia a secondo delle superficie e degli ambienti dove trovano utilizzazione. Per gli
ambienti interni di tipo rurale si possono distinguere le pitture a calce, le pitture a colla, le idropitture, le pitture ad olio; per gli
ambienti di tipo urbano si possono distinguere le pitture alchidiche, le idropitture acrilviniliche (tempere); per le tipologie industriali
si hanno le idropitture acriliche, le pitture siliconiche, le pitture epossidiche, le pitture viniliche, ecc. Le decorazioni trovano il loro
impiego particolarmente per gli elementi di finitura interna o comunque a vista. La vasta gamma di materiali e di forme varia a
secondo dell'utilizzo e degli ambienti d'impiego. Possono essere elementi prefabbricati, lapidei, gessi, laterizi, ecc.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati architettonici
Modalità di uso corretto:
Controllare periodicamente l'integrità delle superfici del rivestimento attraverso valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie
evidenti (macchie, disgregazioni superficiali, rigonfiamenti, distacco, ecc.).
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Manuale d'Uso
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.05.02.A01 Bolle d'aria
01.05.02.A02 Decolorazione
01.05.02.A03 Deposito superficiale
01.05.02.A04 Disgregazione
01.05.02.A05 Distacco
01.05.02.A06 Efflorescenze
01.05.02.A07 Erosione superficiale
01.05.02.A08 Fessurazioni
01.05.02.A09 Macchie e graffiti
01.05.02.A10 Mancanza
01.05.02.A11 Penetrazione di umidità
01.05.02.A12 Polverizzazione
01.05.02.A13 Rigonfiamento
CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
01.05.02.C01 Controllo generale delle parti a vista
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo dello stato di conservazione delle finiture e verifica del grado di usura delle parti in vista. Controllare l'uniformità
dell'aspetto cromatico delle superfici. Riscontro di eventuali anomalie (macchie, disgregazioni superficiali, rigonfiamenti, distacco,
ecc.) e/o difetti di esecuzione.
Requisiti da verificare: 1) Assenza di emissioni di sostanze nocive; 2) Regolarità delle finiture; 3) Resistenza agli agenti
aggressivi; 4) Resistenza agli attacchi biologici.
• Anomalie riscontrabili: 1) Bolle d'aria; 2) Decolorazione; 3) Deposito superficiale; 4) Disgregazione; 5) Distacco; 6) Erosione
superficiale; 7) Fessurazioni; 8) Macchie e graffiti; 9) Mancanza; 10) Penetrazione di umidità; 11) Polverizzazione; 12)
Rigonfiamento.
•
Elemento Manutenibile: 01.05.03
Pagina 31
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Manuale d'Uso
Rivestimenti in ceramica
Unità Tecnologica: 01.05
Rivestimenti interni
I rivestimenti in ceramica sono caratterizzati dai diversi impasti di argilla, di lucidatura e finiture. Possono essere smaltate, lucide,
opache, metallizzate, ecc.. La loro applicazione è indicata per pavimentazioni e muri di zone poco utilizzate anche se a differenza di
quelle in porcellana hanno una maggiore resistenza ai colpi. Sono facilmente pulibili.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati architettonici
Modalità di uso corretto:
Controllare periodicamente l'integrità delle superfici del rivestimento attraverso valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie
evidenti. Comunque affinché tali controlli risultino efficaci affidarsi a personale tecnico con esperienza.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.05.03.A01 Decolorazione
01.05.03.A02 Deposito superficiale
01.05.03.A03 Disgregazione
01.05.03.A04 Distacco
01.05.03.A05 Macchie e graffiti
01.05.03.A06 Mancanza
CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
01.05.03.C01 Controllo generale delle parti a vista
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo dello stato di conservazione delle finiture e verifica del grado di usura o di erosione delle parti in vista ed in particolare dei
giunti. Controllare l'uniformità dell'aspetto cromatico delle superfici. Riscontro di eventuali anomalie (depositi, macchie, graffiti,
ecc.).
•
•
Requisiti da verificare: 1) Regolarità delle finiture.
Anomalie riscontrabili: 1) Decolorazione; 2) Deposito superficiale; 3) Macchie e graffiti.
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 01.06
Infissi interni
Gli infissi interni hanno per scopo quello di permettere il controllo della comunicazione tra gli spazi interni dell'organismo edilizio.
In particolare l'utilizzazione dei vari ambienti in modo da permettere o meno il passaggio di persone, cose, luce naturale ed aria tra i
vari ambienti interni.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 01.06.01 Porte
Pagina 33
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.06.01
Porte
Unità Tecnologica: 01.06
Infissi interni
Le porte hanno funzione di razionalizzare l'utilizzazione dei vari spazi in modo da regolare il passaggio di persone, cose, luce
naturale ed aria fra ambienti adiacenti, oltre che funzioni di ordine estetico e architettonico. La presenza delle porte a secondo della
posizione e delle dimensioni determina lo svolgimento delle varie attività previste negli spazi di destinazione. In commercio esiste
un'ampia gamma di tipologie diverse sia per materiale (legno, metallo, plastica, vetro, ecc.) che per tipo di apertura (a rotazione, a
ventola, scorrevole, a tamburo, ripiegabile, a fisarmonica, basculante, a scomparsa). Le porte interne sono costituite da: anta o
battente (l'elemento apribile), telaio fisso (l'elemento fissato al controtelaio che contorna la porta e la sostiene per mezzo di cerniere),
battuta (la superficie di contatto tra telaio fisso e anta mobile), cerniera (l'elemento che sostiene l'anta e ne permette la rotazione
rispetto al telaio fisso), controtelaio (formato da due montanti ed una traversa è l'elemento fissato alla parete che consente l'alloggio
al telaio), montante (l'elemento verticale del telaio o del controtelaio) e traversa (l'elemento orizzontale del telaio o del controtelaio).
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati architettonici
Modalità di uso corretto:
E' necessario provvedere alla manutenzione periodica delle porte in particolare al rinnovo degli strati protettivi (qualora il tipo di
rivestimento lo preveda) con prodotti idonei al tipo di materiale ed alla pulizia e rimozione di residui che possono compromettere
l'uso e quindi le manovre di apertura e chiusura. Controllare inoltre l'efficienza delle maniglie, delle serrature, delle cerniere e delle
guarnizioni; provvedere alla loro lubrificazione periodicamente. Per le operazioni più specifiche rivolgersi a personale tecnico
specializzato.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.06.01.A01 Alterazione cromatica
01.06.01.A02 Bolla
01.06.01.A03 Corrosione
01.06.01.A04 Deformazione
01.06.01.A05 Deposito superficiale
01.06.01.A06 Distacco
01.06.01.A07 Fessurazione
01.06.01.A08 Frantumazione
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Manuale d'Uso
01.06.01.A09 Fratturazione
01.06.01.A10 Incrostazione
01.06.01.A11 Infracidamento
01.06.01.A12 Lesione
01.06.01.A13 Macchie
01.06.01.A14 Non ortogonalità
01.06.01.A15 Patina
01.06.01.A16 Perdita di lucentezza
01.06.01.A17 Perdita di materiale
01.06.01.A18 Perdita di trasparenza
01.06.01.A19 Scagliatura, screpolatura
01.06.01.A20 Scollaggi della pellicola
CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
01.06.01.C01 Controllo delle serrature
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo della loro funzionalità.
Requisiti da verificare: 1) Riparabilità.
• Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione.
•
01.06.01.C02 Controllo guide di scorrimento
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo della loro funzionalità e dell'assenza di depositi nei binari di scorrimento (per porte scorrevoli).
Requisiti da verificare: 1) Pulibilità; 2) Riparabilità.
• Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione; 2) Deposito superficiale; 3) Non ortogonalità.
•
01.06.01.C03 Controllo maniglia
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Controllo a vista
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Manuale d'Uso
Controllo del corretto funzionamento.
•
Requisiti da verificare: 1) Riparabilità; 2) Sostituibilità.
01.06.01.C04 Controllo parti in vista
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo delle parti in vista, delle finiture e dello strato di protezione superficiale (qualora il tipo di rivestimento lo preveda).
Controllo dei fissaggi del telaio al controtelaio.
Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Pulibilità; 3) Regolarità delle finiture.
• Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Bolla; 3) Corrosione; 4) Deformazione; 5) Deposito superficiale; 6)
Distacco; 7) Fessurazione; 8) Frantumazione; 9) Fratturazione; 10) Incrostazione; 11) Infracidamento; 12) Lesione; 13)
Macchie; 14) Non ortogonalità; 15) Patina; 16) Perdita di lucentezza; 17) Perdita di materiale; 18) Perdita di trasparenza; 19)
Scagliatura, screpolatura; 20) Scollaggi della pellicola.
•
01.06.01.C05 Controllo vetri
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo uniformità dei vetri e delle sigillature vetro-telaio. Controllare la presenza di depositi o sporco. Verifica di assenza di
anomalie e/o difetti (rottura, depositi, macchie, ecc.).
•
•
Requisiti da verificare: 1) Oscurabilità; 2) Pulibilità; 3) Sostituibilità.
Anomalie riscontrabili: 1) Deposito superficiale; 2) Frantumazione; 3) Fratturazione; 4) Perdita di lucentezza; 5) Perdita di
trasparenza.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
01.06.01.I01 Lubrificazione serrature, cerniere
Cadenza: ogni 6 mesi
Lubrificazione ed ingrassaggio delle serrature e cerniere con prodotti siliconici, verifica del corretto funzionamento.
01.06.01.I02 Pulizia ante
Cadenza: quando occorre
Pulizia delle ante con prodotti detergenti non aggressivi idonei al tipo di materiale.
01.06.01.I03 Pulizia delle guide di scorrimento
Cadenza: ogni 6 mesi
Pulizia dei residui organici che possono compromettere la funzionalità delle guide di scorrimento.
01.06.01.I04 Pulizia organi di movimentazione
Cadenza: quando occorre
Pulizia degli organi di movimentazione tramite detergenti comuni.
01.06.01.I05 Pulizia telai
Cadenza: ogni 6 mesi
Pulizia del telaio con prodotti detergenti non aggressivi idonei al tipo di materiale.
01.06.01.I06 Pulizia vetri
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Manuale d'Uso
Cadenza: quando occorre
Pulizia e rimozione dello sporco e dei depositi superficiali con detergenti idonei.
01.06.01.I07 Registrazione maniglia
Cadenza: ogni 6 mesi
Registrazione e lubrificazione della maniglia, delle viti e degli accessori di manovra apertura-chiusura.
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 01.07
Infissi esterni
Gli infissi esterni fanno parte del sistema chiusura del sistema tecnologico. Il loro scopo è quello di soddisfare i requisiti di
benessere quindi di permettere l'illuminazione e la ventilazione naturale degli ambienti, garantendo inoltre le prestazioni di
isolamento termico-acustico. Gli infissi offrono un'ampia gamma di tipologie diverse sia per materiale che per tipo di apertura.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 01.07.01 Serramenti in materie plastiche (PVC)
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.07.01
Serramenti in materie plastiche (PVC)
Unità Tecnologica: 01.07
Infissi esterni
Si tratta di infissi in plastica realizzati in PVC (ossia in polivinilcloruro) mediante processo di estrusione. I telai sono realizzati
mediante giunzioni meccaniche o con saldature a piastra calda dei profili. Per la modesta resistenza meccanica del materiale gli
infissi vengono realizzati a sezioni con più camere e per la chiusura di luci elevate si fa ricorso a rinforzi con profilati di acciaio. I
principali vantaggi dei serramenti in PVC sono la resistenza agli agenti aggressivi e all'umidità, la leggerezza, l'imputrescibilità,
l'elevata coibenza termica. Difficoltà invece nell'impiego riguarda nel comportamento alle variazioni di temperature e
conseguentemente alle dilatazioni; si sconsigliano infatti profilati in colori scuri. Si possono ottenere anche effetto legno mediante
l'incollaggio a caldo di un film acrilico sui profilati.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati architettonici
Modalità di uso corretto:
E' necessario provvedere alla manutenzione periodica degli infissi in particolare alla rimozione di residui che possono
compromettere guarnizioni e sigillature e alla regolazione degli organi di manovra. Per le operazioni più specifiche rivolgersi a
personale tecnico specializzato.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.07.01.A01 Alterazione cromatica
01.07.01.A02 Bolla
01.07.01.A03 Condensa superficiale
01.07.01.A04 Corrosione
01.07.01.A05 Deformazione
01.07.01.A06 Degrado degli organi di manovra
01.07.01.A07 Degrado delle guarnizioni
01.07.01.A08 Deposito superficiale
01.07.01.A09 Frantumazione
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Manuale d'Uso
01.07.01.A10 Macchie
01.07.01.A11 Non ortogonalità
01.07.01.A12 Perdita di materiale
01.07.01.A13 Perdita trasparenza
01.07.01.A14 Rottura degli organi di manovra
CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
01.07.01.C01 Controllo frangisole
Cadenza: ogni anno
Tipologia: Controllo a vista
Controllo funzionalità degli organi di manovra e delle parti in vista.
Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo del fattore solare; 2) (Attitudine al) controllo del flusso luminoso.
• Anomalie riscontrabili: 1) Non ortogonalità; 2) Degrado degli organi di manovra; 3) Rottura degli organi di manovra.
•
01.07.01.C02 Controllo generale
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo delle finiture e dello strato di protezione superficiale, controllo dei giochi e planarità delle parti.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Pulibilità; 4) Tenuta all'acqua.
Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Bolla; 3) Corrosione; 4) Deformazione; 5) Deposito superficiale; 6)
Frantumazione; 7) Macchie; 8) Non ortogonalità; 9) Perdita di materiale; 10) Perdita trasparenza.
01.07.01.C04 Controllo guide di scorrimento
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo della loro funzionalità.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Pulibilità; 3) Tenuta all'acqua.
Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione; 2) Non ortogonalità.
01.07.01.C05 Controllo maniglia
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo del corretto funzionamento.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Resistenza a manovre false e violente.
Anomalie riscontrabili: 1) Non ortogonalità.
01.07.01.C06 Controllo organi di movimentazione
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
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Manuale d'Uso
Controllo dell'efficacia delle cerniere e della perfetta chiusura dell'anta col telaio fisso. Controllo degli organi di serraggio con
finestra aperta e controllo dei movimenti delle aste di chiusure.
Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Tenuta all'acqua.
• Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione; 2) Degrado degli organi di manovra; 3) Non ortogonalità; 4) Rottura degli organi di
manovra.
•
01.07.01.C07 Controllo persiane
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo dello stato di conservazione e comunque del grado di usura delle parti in vista. Controllo delle cerniere e dei fissaggi alla
parete.
Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Resistenza all'acqua; 4) Tenuta all'acqua.
• Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione.
•
01.07.01.C09 Controllo serrature
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo della loro funzionalità.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Resistenza a manovre false e violente.
Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Non ortogonalità.
01.07.01.C12 Controllo vetri
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo uniformità dei vetri e delle sigillature vetro-telaio. Controllare la presenza di depositi o sporco. Verifica di assenza di
anomalie e/o difetti (rottura, depositi, macchie, ecc.).
Requisiti da verificare: 1) Isolamento acustico; 2) Isolamento termico; 3) Permeabilità all'aria; 4) Pulibilità; 5) Resistenza agli
urti; 6) Resistenza al vento; 7) Tenuta all'acqua.
• Anomalie riscontrabili: 1) Condensa superficiale; 2) Deposito superficiale; 3) Frantumazione; 4) Macchie; 5) Perdita
trasparenza.
•
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
01.07.01.I01 Lubrificazione serrature e cerniere
Cadenza: ogni 6 anni
Lubrificazione ed ingrassaggio delle serrature e cerniere con prodotti siliconici, verifica del corretto funzionamento.
01.07.01.I02 Pulizia delle guide di scorrimento
Cadenza: ogni 6 mesi
Pulizia dei residui organici che possono compromettere la funzionalità delle guide di scorrimento.
01.07.01.I03 Pulizia frangisole
Cadenza: quando occorre
Pulizia e rimozione dello sporco e dei depositi superficiali con detergenti idonei.
01.07.01.I04 Pulizia guarnizioni di tenuta
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Manuale d'Uso
Cadenza: ogni 12 mesi
Pulizia dei residui e depositi che ne possono pregiudicare il buon funzionamento con detergenti non aggressivi.
01.07.01.I05 Pulizia organi di movimentazione
Cadenza: quando occorre
Pulizia degli organi di movimentazione tramite detergenti comuni.
01.07.01.I06 Pulizia telai fissi
Cadenza: ogni 6 mesi
Pulizia dei residui organici che possono provocare l'otturazione delle asole, dei canali di drenaggio, dei fori, delle battute. Pulizia del
telaio fisso con detergenti non aggressivi.
01.07.01.I07 Pulizia telai mobili
Cadenza: ogni 12 mesi
Pulizia dei telai mobili con detergenti non aggressivi.
01.07.01.I08 Pulizia telai persiane
Cadenza: quando occorre
Pulizia dei telai con detergenti non aggressivi.
01.07.01.I09 Pulizia vetri
Cadenza: quando occorre
Pulizia e rimozione dello sporco e dei depositi superficiali con detergenti idonei.
01.07.01.I10 Registrazione maniglia
Cadenza: ogni 6 mesi
Registrazione e lubrificazione della maniglia, delle viti e degli accessori di manovra apertura-chiusura.
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 01.08
Portoni
I portoni hanno la funzione di razionalizzare l'utilizzazione degli spazi esterni con quelli interni in modo da regolare il passaggio di
persone, merci, cose, ecc..
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 01.08.01 Portoni ad ante
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.08.01
Portoni ad ante
Unità Tecnologica: 01.08
Portoni
Essi si contraddistinguono dalle modalità di apertura (verso l'esterno o l'interno) delle parti costituenti, ossia delle ante, per regolare
il passaggio di persone, merci, cose, ecc.. Possono essere costituiti da materiali diversi o accoppiati tra di loro (legno, alluminio,
lamiera zincata, PVC, vetro, plexiglas, gomma, ecc.). Si possono distinguere: a due ante, a tre ante, a quattro ante e a ventola.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati architettonici
Modalità di uso corretto:
E' necessario provvedere alla manutenzione periodica dei portoni in particolare al rinnovo degli strati protettivi (qualora il tipo di
rivestimento lo preveda) con prodotti idonei al tipo di materiale ed alla pulizia e rimozione di residui che possono compromettere
l'uso e quindi le manovre di apertura e chiusura. Controllare inoltre l'efficienza delle maniglie, delle serrature, delle cerniere e delle
guarnizioni; provvedere alla loro lubrificazione periodicamente. Per le operazioni più specifiche rivolgersi a personale tecnico
specializzato. Le serrature e gli elementi di manovra possono essere semplici o complesse, a comando e/o collegate ai sistemi di
antifurto.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.08.01.A01 Alterazione cromatica
01.08.01.A02 Corrosione
01.08.01.A03 Deformazione
01.08.01.A04 Lesione
01.08.01.A05 Non ortogonalità
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 01.09
Coperture piane
Insieme degli elementi tecnici orizzontali o suborizzontali del sistema edilizio aventi funzione di separare gli spazi interni del
sistema edilizio stesso dallo spazio esterno sovrastante. Le coperture piane (o coperture continue) sono caratterizzate dalla presenza
di uno strato di tenuta all'acqua, indipendentemente dalla pendenza della superficie di copertura, che non presenta soluzioni di
continuità ed è composto da materiali impermeabili che posti all'esterno dell'elemento portante svolgono la funzione di barriera alla
penetrazione di acque meteoriche. L'organizzazione e la scelta dei vari strati funzionali nei diversi schemi di funzionamento della
copertura consente di definire la qualità della copertura e soprattutto i requisiti prestazionali. Gli elementi e i strati funzionali si
possono raggruppare in:
- elemento di collegamento;
- elemento di supporto;
- elemento di tenuta;
- elemento portante;
- elemento isolante;
- strato di barriera al vapore;
- strato di continuità;
- strato della diffusione del vapore;
- strato di imprimitura;
- strato di ripartizione dei carichi;
- strato di pendenza;
- strato di pendenza;
- strato di protezione;
- strato di separazione o scorrimento;
- strato di tenuta all'aria;
- strato di ventilazione;
- strato drenante;
- strato filtrante.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 01.09.01 Accessi alla copertura
° 01.09.02 Canali di gronda e pluviali
° 01.09.03 Comignoli e terminali
° 01.09.04 Parapetti ed elementi di coronamento
° 01.09.05 Strato di protezione con pavimento galleggiante
° 01.09.06 Strato di tenuta con membrane bituminose
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.09.01
Accessi alla copertura
Unità Tecnologica: 01.09
Coperture piane
Si tratta di elementi che permettono il passaggio ed eventuali ispezioni in copertura (botole, lucernari, ecc.).
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati architettonici
Modalità di uso corretto:
L'utente dovrà provvedere al controllo delle condizioni di funzionalità ed accessibilità di botole, lucernari e/o altri accessi. Dovrà
controllare inoltre l'integrità con gli elementi di fissaggio. A secondo delle necessità provvedere al reintegro degli elementi
costituenti botole, lucernari e/o altri accessi nonché degli elementi di fissaggio. Vanno sistemate inoltre le giunzioni e gli elementi di
tenuta interessati.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.09.01.A01 Alterazioni cromatiche
01.09.01.A02 Deliminazione e scagliatura
01.09.01.A03 Deformazione
01.09.01.A04 Deposito superficiale
01.09.01.A05 Distacco
01.09.01.A06 Fessurazioni, microfessurazioni
01.09.01.A07 Penetrazione e ristagni d'acqua
01.09.01.A08 Rottura
01.09.01.A09 Scollamenti tra membrane, sfaldature
CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
01.09.01.C01 Controllo dello stato
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Manuale d'Uso
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllare le condizioni e la funzionalità dell'accessibilità di botole, lucernari e/o altri accessi. Controllo degli elementi di fissaggio.
Requisiti da verificare: 1) Impermeabilità ai liquidi; 2) Resistenza al vento; 3) Resistenza all'acqua; 4) Resistenza meccanica.
• Anomalie riscontrabili: 1) Penetrazione e ristagni d'acqua.
•
Elemento Manutenibile: 01.09.02
Canali di gronda e pluviali
Unità Tecnologica: 01.09
Coperture piane
I canali di gronda sono gli elementi dell'impianto di raccolta delle acque meteoriche che si sviluppano lungo la linea di gronda. Le
pluviali hanno la funzione di convogliare ai sistemi di smaltimento al suolo le acque meteoriche raccolte nei canali di gronda. Essi
sono destinati alla raccolta ed allo smaltimento delle acque meteoriche dalle coperture degli edifici. I vari profilati possono essere
realizzati in PVC, in lamiera metallica (in alluminio, in rame, in acciaio, in zinco, ecc.). Per formare i sistemi completi di
canalizzazioni, essi vengono dotati di appropriati accessori (fondelli di chiusura, bocchelli, parafoglie, staffe di sostegno, ecc.)
collegati tra di loro. La forma e le dimensioni dei canali di gronda e delle pluviali dipendono dalla quantità d'acqua che deve essere
convogliata e dai parametri della progettazione architettonica. La capacità di smaltimento del sistema dipende dal progetto del tetto e
dalle dimensioni dei canali di gronda e dei pluviali.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati architettonici
Modalità di uso corretto:
Le pluviali vanno posizionate nei punti più bassi della copertura. In particolare lo strato impermeabile di rivestimento della corona
del bocchettone non deve trovarsi a livello superiore del piano corrente della terrazza. Per ovviare al problema viene ricavata intorno
al pluviale una sezione con profondità di 1 - 2 cm. Particolare attenzione va posta al numero, al dimensionamento (diametro di
scarico) ed alla disposizione delle pluviali in funzione delle superfici di copertura servite. I fori dei bocchettoni devono essere
provvisti di griglie parafoglie e paraghiaia removibili.
Controllare la funzionalità delle pluviali, delle griglie parafoglie e di eventuali depositi e detriti di foglie ed altre ostruzioni che
possono compromettere il corretto deflusso delle acque meteoriche. In particolare è opportuno effettuare controlli generali degli
elementi di deflusso in occasione di eventi meteo di una certa entità che possono aver compromesso la loro integrità. Controllare gli
elementi accessori di fissaggio e connessione.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.09.02.A01 Alterazioni cromatiche
01.09.02.A02 Deformazione
01.09.02.A03 Deposito superficiale
01.09.02.A04 Difetti di ancoraggio, di raccordo, di sovrapposizione, di assemblaggio
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Manuale d'Uso
01.09.02.A05 Distacco
01.09.02.A06 Errori di pendenza
01.09.02.A07 Fessurazioni, microfessurazioni
01.09.02.A08 Mancanza elementi
01.09.02.A09 Penetrazione e ristagni d'acqua
01.09.02.A10 Presenza di vegetazione
01.09.02.A11 Rottura
CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
01.09.02.C01 Controllo dello stato
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllare le condizioni e la funzionalità dei canali di gronda e delle pluviali. Controllo della regolare disposizione degli elementi
dopo il verificarsi di fenomeni meteorologici particolarmente intensi. Verifica dell'assenza di eventuali anomalie. Controllare la
funzionalità delle pluviali, delle griglie parafoglie e di eventuali depositi e detriti di foglie ed altre ostruzioni che possono
compromettere il corretto deflusso delle acque meteoriche. Controllare gli elementi di fissaggio ed eventuali connessioni.
Requisiti da verificare: 1) Impermeabilità ai liquidi; 2) Resistenza al vento; 3) Resistenza all'acqua; 4) Resistenza meccanica per
canali di gronda e pluviali.
• Anomalie riscontrabili: 1) Alterazioni cromatiche; 2) Deformazione; 3) Deposito superficiale; 4) Difetti di ancoraggio, di
raccordo, di sovrapposizione, di assemblaggio; 5) Distacco; 6) Errori di pendenza; 7) Fessurazioni, microfessurazioni; 8)
Mancanza elementi; 9) Penetrazione e ristagni d'acqua; 10) Presenza di vegetazione; 11) Rottura.
•
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
01.09.02.I01 Pulizia griglie, canali di gronda, bocchettoni di raccolta
Cadenza: ogni 6 mesi
Pulizia ed asportazione dei residui di fogliame e detriti depositati nei canali di gronda. Rimozione delle griglie paraghiaia e
parafoglie dai bocchettoni di raccolta e loro pulizia.
Elemento Manutenibile: 01.09.03
Comignoli e terminali
Unità Tecnologica: 01.09
Coperture piane
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Manuale d'Uso
Si tratta di elementi integrati nella copertura con la funzione di semplificare lo scambio di aeriformi con l'atmosfera in relazione agli
impianti per fluidi del sistema edilizio di cui fanno parte. Di essi fanno parte:
- i camini (la parte della canna fumaria che emerge dalla copertura con la funzione di fuoriuscita dei prodotti derivanti dalla
combustione ad una altezza maggiore rispetto a quella di copertura);
- gli sfiati (la parte delle canalizzazioni che fuoriescono dalla copertura con la funzione di assicurare lo sfogo degli aeriformi in
atmosfera);
- gli aeratori (gli elementi che fuoriescono dalla copertura con la funzione di assicurare il passaggio di aria con l'atmosfera);
- terminali di camini per lo sfiato (gli elementi situati all'estremità di camini e sfiati con la funzione di permettere il tiraggio e la
dispersione dei prodotti di combustione e degli aeriformi nell'atmosfera nonché di fungere da protezione dagli agenti atmosferici le
canalizzazioni inferiori).
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati architettonici
Modalità di uso corretto:
L'utente dovrà provvedere al controllo dei terminali (camini, sfiati, aeratori, terminali di camini per lo sfiato), degli elementi di
coronamento e della tenuta dei giunti fra gli elementi di copertura. Si dovrà inoltre provvedere al controllo degli elementi di
fissaggio e di eventuali connessioni. Controllare la eventuale presenza di nidi o altri depositi in prossimità delle estremità dei
comignoli. Effettuare periodicamente la pulizia dei tiraggi dei camini mediante spazzolatura interna e rimozione dei depositi
provenienti dai prodotti della combustione. A secondo delle necessità provvedere al ripristino dei terminali, degli elementi di
coronamento e della tenuta dei giunti fra gli elementi di copertura. Provvedere inoltre al ripristino degli elementi di fissaggio.
Rimuovere eventuali nidi e/o altri depositi in prossimità delle estremità dei comignoli.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.09.03.A01 Accumulo e depositi
01.09.03.A02 Deposito superficiale
01.09.03.A03 Difetti di ancoraggio
01.09.03.A04 Dislocazione di elementi
01.09.03.A05 Distacco
01.09.03.A06 Fessurazioni, microfessurazioni
01.09.03.A07 Penetrazione e ristagni d'acqua
01.09.03.A08 Presenza di nidi
01.09.03.A09 Presenza di vegetazione
01.09.03.A10 Rottura
01.09.03.A11 Scollamenti tra membrane, sfaldature
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Manuale d'Uso
CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
01.09.03.C01 Controllo dello stato
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo dei terminali (camini, sfiati, aeratori, terminali di camini per lo sfiato), e della tenuta dei giunti fra gli elementi di
copertura. Si dovrà inoltre provvedere al controllo degli elementi di fissaggio e di eventuali connessioni. Controllare la eventuale
presenza di nidi o altri depositi in prossimità delle estremità dei comignoli.
Requisiti da verificare: 1) Impermeabilità ai liquidi; 2) Resistenza al vento; 3) Resistenza all'acqua; 4) Resistenza meccanica per
comignoli e terminali.
• Anomalie riscontrabili: 1) Accumulo e depositi; 2) Deposito superficiale; 3) Difetti di ancoraggio; 4) Dislocazione di elementi; 5)
Distacco; 6) Fessurazioni, microfessurazioni; 7) Penetrazione e ristagni d'acqua; 8) Presenza di nidi; 9) Presenza di
vegetazione; 10) Rottura; 11) Scollamenti tra membrane, sfaldature.
•
Elemento Manutenibile: 01.09.04
Parapetti ed elementi di coronamento
Unità Tecnologica: 01.09
Coperture piane
Si tratta di elementi affioranti dalla copertura con la funzione di riparo, difesa o in alternativa di decorazione. Di essi fanno parte: i
parapetti (la cui funzione è quella di riparare persone e cose da eventuali cadute nel vuoto), i coronamenti (si tratta di elementi
perimetrali continui sporgenti alla copertura con funzione decorativa e in alcuni casi anche di parapetto) e gli ornamenti (la cui
funzione è di abbellimento delle coperture).
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati architettonici
Modalità di uso corretto:
L'utente dovrà provvedere al controllo dello stato degli elementi con particolare attenzione alla loro integrità e stabilità. Controllare
periodicamente l'integrità delle superfici dei rivestimenti attraverso valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie evidenti.
Interventi mirati al mantenimento dell'efficienza degli elementi di protezione e decorazione.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.09.04.A01 Corrosione
01.09.04.A02 Decolorazione
01.09.04.A03 Deformazione
01.09.04.A04 Deposito superficiale
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Manuale d'Uso
01.09.04.A05 Disgregazione
01.09.04.A06 Distacco
01.09.04.A07 Efflorescenze
01.09.04.A08 Erosione superficiale
01.09.04.A09 Fessurazioni, microfessurazioni
01.09.04.A10 Mancanza
01.09.04.A11 Patina biologica
01.09.04.A12 Penetrazione di umidità
01.09.04.A13 Presenza di vegetazione
CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
01.09.04.C01 Controllo dello stato
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo dei parapetti ed elementi di coronamento con particolare attenzione alla loro integrità e stabilità. Controllare
periodicamente l'integrità delle superfici dei rivestimenti attraverso valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie evidenti.
Requisiti da verificare: 1) Impermeabilità ai liquidi; 2) Resistenza al vento; 3) Resistenza all'acqua; 4) Resistenza meccanica per
parapetti ed elementi di coronamento.
• Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Decolorazione; 3) Deformazione; 4) Deposito superficiale; 5) Disgregazione; 6)
Distacco; 7) Efflorescenze; 8) Erosione superficiale; 9) Fessurazioni, microfessurazioni; 10) Mancanza; 11) Patina biologica;
12) Penetrazione di umidità; 13) Presenza di vegetazione.
•
Elemento Manutenibile: 01.09.05
Strato di protezione con pavimento galleggiante
Unità Tecnologica: 01.09
Coperture piane
Esso è costituito dalla presenza di uno strato di protezione realizzato con quadrotti su sostegni dischiformi che, posti all'esterno
dell'elemento portante, garantiscono da barriera alla penetrazione delle acque meteoriche. In generale lo strato di protezione ha il
compito di resistere alle sollecitazioni di carattere meccanico, fisico, chimico e di conferire al manto un'eventuale colorazione e/o
funzione decorativa. Nelle coperture continue lo strato può presentarsi in combinazione o integrazione con l'elemento di tenuta
(membrane autoprotette, resine, ecc.). Nelle coperture accessibili ai pedoni, la protezione svolge anche la funzione di ripartizione dei
carichi, assicurando l'elemento di tenuta nei confronti dei rischi derivanti da fattori esterni (vento, altro).
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Manuale d'Uso
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati architettonici
Modalità di uso corretto:
L'utente dovrà provvedere alla pulizia del manto di copertura mediante la rimozione di elementi di deposito in prossimità dei canali
di gronda e delle linee di compluvio. In particolare è opportuno effettuare controlli generali del manto in occasione di eventi meteo
di una certa entità che possono aver compromesso l'integrità degli elementi di copertura. Fare attenzione alla praticabilità o meno
della copertura.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.09.05.A01 Alterazioni cromatiche
01.09.05.A02 Deliminazione e scagliatura
01.09.05.A03 Deformazione
01.09.05.A04 Deposito superficiale
01.09.05.A05 Difetti di ancoraggio, di raccordo, di sovrapposizione, di assemblaggio.
01.09.05.A06 Disgregazione
01.09.05.A07 Dislocazione di elementi
01.09.05.A08 Distacco
01.09.05.A09 Efflorescenze
01.09.05.A10 Errori di pendenza
01.09.05.A11 Fessurazioni, microfessurazioni
01.09.05.A12 Imbibizione
01.09.05.A13 Mancanza elementi
01.09.05.A14 Patina biologica
01.09.05.A15 Penetrazione e ristagni d'acqua
01.09.05.A16 Presenza di vegetazione
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Manuale d'Uso
01.09.05.A17 Rottura
CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
01.09.05.C01 Controllo del manto
Cadenza: ogni 12 settimane
Tipologia: Controllo a vista
Controllare le condizioni dello strato di protezione della pavimentazione galleggiante realizzato in quadrotti su sostegni dischiformi
ponendo particolare attenzione in corrispondenza dei canali di gronda e delle linee di compluvio. Verifica dell'assenza di eventuali
anomalie. Controllare la tenuta della guaina, ove ispezionabile, in corrispondenza di lucernari, botole, pluviali, in genere, e nei punti
di discontinuità della guaina. Controllo delle giunzioni, dei risvolti, di eventuali scollamenti di giunti e fissaggi.
Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo della condensazione interstiziale; 2) Impermeabilità ai liquidi; 3) Isolamento
termico.
• Anomalie riscontrabili: 1) Disgregazione; 2) Fessurazioni, microfessurazioni; 3) Imbibizione; 4) Penetrazione e ristagni d'acqua;
5) Rottura.
•
Elemento Manutenibile: 01.09.06
Strato di tenuta con membrane bituminose
Unità Tecnologica: 01.09
Coperture piane
Le membrane bituminose sono costituite da bitume selezionato e da armature, quali feltri, tessuti, laminati, fibre naturali. Esse
consentono di ovviare in parte agli inconvenienti causati dall'esposizione diretta dell'impermeabilizzazione alle diverse condizioni
climatiche. Le membrane bituminose si presentano sottoforma di rotoli di dimensioni di 1 x 10 metri con spessore variabile intorno
ai 2 - 5 mm. In generale lo strato di tenuta ha il compito di conferire alla copertura la necessaria impermeabilità all'acqua meteorica
secondo l'uso previsto, proteggendo, nel contempo, gli strati della copertura che non devono venire a contatto con l'acqua, resistendo
alle sollecitazioni fisiche, meccaniche, chimiche indotte dall'ambiente esterno (vento, pioggia, neve, grandine, ecc.). Nelle coperture
continue la funzione di tenuta è garantita dalle caratteristiche intrinseche dei materiali costituenti (manti impermeabili). In alcuni casi
lo strato può avere anche funzioni di protezione (manti autoprotetti) e di barriera al vapore (per le coperture rovesce).
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati architettonici
Modalità di uso corretto:
Nelle coperture continue l'elemento di tenuta può essere disposto:
- all'estradosso della copertura;
- sotto lo strato di protezione;
- sotto l'elemento termoisolante.
La posa in opera può avvenire mediante spalmatura di bitume fuso o mediante riscaldamento della superficie inferiore e posa in
opera dei fogli contigui saldati a fiamma. Una volta posate le membrane, non protette, saranno coperte mediante strati di protezione
idonei. L'utente dovrà provvedere al controllo della tenuta della guaina, ove ispezionabile, in corrispondenza di lucernari, botole,
pluviali, in genere, e nei punti di discontinuità della guaina. In particolare è opportuno controllare le giunzioni, i risvolti, ed eventuali
scollamenti di giunti e fissaggi. Controllare inoltre l'assenza di depositi e ristagni d'acqua. Il rinnovo del manto impermeabile può
avvenire mediante inserimento di strati di scorrimento a caldo. Invece il rifacimento completo del manto impermeabile comporta la
rimozione del vecchio manto e la posa dei nuovi strati.
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Manuale d'Uso
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.09.06.A01 Alterazioni superficiali
01.09.06.A02 Deformazione
01.09.06.A03 Degrado chimico - fisico
01.09.06.A04 Deliminazione e scagliatura
01.09.06.A05 Deposito superficiale
01.09.06.A06 Difetti di ancoraggio, di raccordo, di sovrapposizione, di assemblaggio
01.09.06.A07 Disgregazione
01.09.06.A08 Dislocazione di elementi
01.09.06.A09 Distacco
01.09.06.A10 Distacco dei risvolti
01.09.06.A11 Efflorescenze
01.09.06.A12 Errori di pendenza
01.09.06.A13 Fessurazioni, microfessurazioni
01.09.06.A14 Imbibizione
01.09.06.A15 Incrinature
01.09.06.A16 Infragilimento e porosizzazione della membrana
01.09.06.A17 Mancanza elementi
01.09.06.A18 Patina biologica
01.09.06.A19 Penetrazione e ristagni d'acqua
01.09.06.A20 Presenza di abrasioni, bolle, rigonfiamenti, incisioni superficiali
01.09.06.A21 Presenza di vegetazione
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Manuale d'Uso
01.09.06.A22 Rottura
01.09.06.A23 Scollamenti tra membrane, sfaldature
01.09.06.A24 Sollevamenti
CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
01.09.06.C01 Controllo impermeabilizzazione
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllare la tenuta della guaina, ove ispezionabile, in corrispondenza di lucernari, botole, pluviali, in genere, e nei punti di
discontinuità della guaina. Controllare l'assenza di anomalie (fessurazioni, bolle, scorrimenti, distacchi, ecc.) Controllo delle
giunzioni, dei risvolti, di eventuali scollamenti di giunti e fissaggi. Controllare l'assenza di depositi e ristagni d'acqua.
Requisiti da verificare: 1) Impermeabilità ai liquidi per strato di tenuta con membrane bituminose; 2) Resistenza agli agenti
aggressivi per strato di tenuta con membrane bituminose; 3) Resistenza all'acqua; 4) Resistenza all'irraggiamento solare per
strato di tenuta con membrane bituminose.
• Anomalie riscontrabili: 1) Alterazioni superficiali; 2) Deformazione; 3) Disgregazione; 4) Distacco; 5) Distacco dei risvolti; 6)
Fessurazioni, microfessurazioni; 7) Imbibizione; 8) Incrinature; 9) Infragilimento e porosizzazione della membrana; 10)
Penetrazione e ristagni d'acqua; 11) Presenza di abrasioni, bolle, rigonfiamenti, incisioni superficiali; 12) Rottura; 13)
Scollamenti tra membrane, sfaldature; 14) Sollevamenti.
•
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 01.10
Coperture inclinate
Insieme degli elementi tecnici orizzontali o suborizzontali del sistema edilizio aventi funzione di separare gli spazi interni del
sistema edilizio stesso dallo spazio esterno sovrastante. Le coperture inclinate (coperture discontinue) sono caratterizzate dalle
soluzioni di continuità dell'elemento di tenuta all'acqua e necessitano per un corretto funzionamento di una pendenza minima del
piano di posa che dipende dai componenti utilizzati e dal clima di riferimento. L'organizzazione e la scelta dei vari strati funzionali
nei diversi schemi di funzionamento della copertura consente di definire la qualità della copertura e soprattutto i requisiti
prestazionali. Gli elementi e i strati funzionali si possono raggruppare in:
- elemento di collegamento;
- elemento di supporto;
- elemento di tenuta;
- elemento portante;
- elemento isolante;
- strato di barriera al vapore;
- strato di ripartizione dei carichi;
- strato di protezione;
- strato di tenuta all'aria;
- strato di ventilazione.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 01.10.01 Canali di gronda e pluviali
° 01.10.02 Comignoli e terminali
° 01.10.03 Accessi alla copertura
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.10.01
Canali di gronda e pluviali
Unità Tecnologica: 01.10
Coperture inclinate
I canali di gronda sono gli elementi dell'impianto di raccolta delle acque meteoriche che si sviluppano lungo la linea di gronda. Le
pluviali hanno la funzione di convogliare ai sistemi di smaltimento al suolo le acque meteoriche raccolte nei canali di gronda. Essi
sono destinati alla raccolta ed allo smaltimento delle acque meteoriche dalle coperture degli edifici. I vari profilati possono essere
realizzati in PVC, in lamiera metallica (in alluminio, in rame, in acciaio, in zinco, ecc.). Per formare i sistemi completi di
canalizzazioni, essi vengono dotati di appropriati accessori (fondelli di chiusura, bocchelli, parafoglie, staffe di sostegno, ecc.)
collegati tra di loro. La forma e le dimensioni dei canali di gronda e delle pluviali dipendono dalla quantità d'acqua che deve essere
convogliata e dai parametri della progettazione architettonica. La capacità di smaltimento del sistema dipende dal progetto del tetto e
dalle dimensioni dei canali di gronda e dei pluviali.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati architettonici
Modalità di uso corretto:
Le pluviali vanno posizionate nei punti più bassi della copertura. In particolare lo strato impermeabile di rivestimento della corona
del bocchettone non deve trovarsi a livello superiore del piano corrente della terrazza. Per ovviare al problema viene ricavata intorno
al pluviale una sezione con profondità di 1 - 2 cm. Particolare attenzione va posta al numero, al dimensionamento (diametro di
scarico) ed alla disposizione delle pluviali in funzione delle superfici di copertura servite. I fori dei bocchettoni devono essere
provvisti di griglie parafoglie e paraghiaia removibili. Controllare la funzionalità delle pluviali, delle griglie parafoglie e di eventuali
depositi e detriti di foglie ed altre ostruzioni che possono compromettere il corretto deflusso delle acque meteoriche. In particolare è
opportuno effettuare controlli generali degli elementi di deflusso in occasione di eventi meteo di una certa entità che possono aver
compromesso la loro integrità. Controllare gli elementi accessori di fissaggio e connessione.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.10.01.A01 Alterazioni cromatiche
01.10.01.A02 Deformazione
01.10.01.A03 Deposito superficiale
01.10.01.A04 Difetti di ancoraggio, di raccordo, di sovrapposizione, di assemblaggio
01.10.01.A05 Distacco
01.10.01.A06 Errori di pendenza
01.10.01.A07 Fessurazioni, microfessurazioni
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Manuale d'Uso
01.10.01.A08 Mancanza elementi
01.10.01.A09 Penetrazione e ristagni d'acqua
01.10.01.A10 Presenza di vegetazione
01.10.01.A11 Rottura
CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
01.10.01.C01 Controllo dello stato
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllare le condizioni e la funzionalità dei canali di gronda e delle pluviali. Controllo della regolare disposizione degli elementi
dopo il verificarsi di fenomeni meteorologici particolarmente intensi. Verifica dell'assenza di eventuali anomalie. Controllare la
funzionalità delle pluviali, delle griglie parafoglie e di eventuali depositi e detriti di foglie ed altre ostruzioni che possono
compromettere il corretto deflusso delle acque meteoriche. Controllare gli elementi di fissaggio ed eventuali connessioni.
Requisiti da verificare: 1) Impermeabilità ai liquidi; 2) Resistenza al vento; 3) Resistenza all'acqua; 4) Resistenza meccanica per
canali di gronda e pluviali.
• Anomalie riscontrabili: 1) Alterazioni cromatiche; 2) Deformazione; 3) Deposito superficiale; 4) Difetti di ancoraggio, di
raccordo, di sovrapposizione, di assemblaggio; 5) Distacco; 6) Errori di pendenza; 7) Fessurazioni, microfessurazioni; 8)
Mancanza elementi; 9) Penetrazione e ristagni d'acqua; 10) Presenza di vegetazione; 11) Rottura.
•
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
01.10.01.I01 Pulizia griglie, canali di gronda, bocchettoni di raccolta
Cadenza: ogni 6 mesi
Pulizia ed asportazione dei residui di fogliame e detriti depositati nei canali di gronda. Rimozione delle griglie paraghiaia e
parafoglie dai bocchettoni di raccolta e loro pulizia.
Elemento Manutenibile: 01.10.02
Comignoli e terminali
Unità Tecnologica: 01.10
Coperture inclinate
Si tratta di elementi integrati nella copertura con la funzione di semplificare lo scambio di aeriformi con l'atmosfera in relazione agli
impianti per fluidi del sistema edilizio di cui fanno parte. Di essi fanno parte:
- i camini (la parte della canna fumaria che emerge dalla copertura con la funzione di fuoriuscita dei prodotti derivanti dalla
combustione ad una altezza maggiore rispetto a quella di copertura);
- gli sfiati (la parte delle canalizzazioni che fuoriescono dalla copertura con la funzione di assicurare lo sfogo degli aeriformi in
atmosfera);
- gli aeratori (gli elementi che fuoriescono dalla copertura con la funzione di assicurare il passaggio di aria con l'atmosfera);
- terminali di camini per lo sfiato (gli elementi situati all'estremità di camini e sfiati con la funzione di permettere il tiraggio e la
dispersione dei prodotti di combustione e degli aeriformi nell'atmosfera nonché di fungere da protezione dagli agenti atmosferici le
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Manuale d'Uso
canalizzazioni inferiori).
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati architettonici
Modalità di uso corretto:
L'utente dovrà provvedere al controllo dei terminali (camini, sfiati, aeratori, terminali di camini per lo sfiato), degli elementi di
coronamento e della tenuta dei giunti fra gli elementi di copertura. Si dovrà inoltre provvedere al controllo degli elementi di
fissaggio e di eventuali connessioni. Controllare la eventuale presenza di nidi o altri depositi in prossimità delle estremità dei
comignoli. Effettuare periodicamente la pulizia dei tiraggi dei camini mediante spazzolatura interna e rimozione dei depositi
provenienti dai prodotti della combustione. A secondo delle necessità provvedere al ripristino dei terminali, degli elementi di
coronamento e della tenuta dei giunti fra gli elementi di copertura. Provvedere inoltre al ripristino degli elementi di fissaggio.
Rimuovere eventuali nidi e/o altri depositi in prossimità delle estremità dei comignoli.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.10.02.A01 Accumulo e depositi
01.10.02.A02 Deposito superficiale
01.10.02.A03 Difetti di ancoraggio
01.10.02.A04 Dislocazione di elementi
01.10.02.A05 Distacco
01.10.02.A06 Fessurazioni, microfessurazioni
01.10.02.A07 Penetrazione e ristagni d'acqua
01.10.02.A08 Presenza di nidi
01.10.02.A09 Presenza di vegetazione
01.10.02.A10 Rottura
01.10.02.A11 Scollamenti tra membrane, sfaldature
CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
01.10.02.C01 Controllo dello stato
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
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Manuale d'Uso
Controllo dei terminali (camini, sfiati, aeratori, terminali di camini per lo sfiato), e della tenuta dei giunti fra gli elementi di
copertura. Si dovrà inoltre provvedere al controllo degli elementi di fissaggio e di eventuali connessioni. Controllare la eventuale
presenza di nidi o altri depositi in prossimità delle estremità dei comignoli.
Requisiti da verificare: 1) Impermeabilità ai liquidi; 2) Resistenza al vento per comignoli e terminali; 3) Resistenza all'acqua; 4)
Resistenza meccanica per comignoli e terminali.
• Anomalie riscontrabili: 1) Accumulo e depositi; 2) Deposito superficiale; 3) Difetti di ancoraggio; 4) Dislocazione di elementi; 5)
Distacco; 6) Fessurazioni, microfessurazioni; 7) Penetrazione e ristagni d'acqua; 8) Presenza di nidi; 9) Presenza di
vegetazione; 10) Rottura; 11) Scollamenti tra membrane, sfaldature.
•
Elemento Manutenibile: 01.10.03
Accessi alla copertura
Unità Tecnologica: 01.10
Coperture inclinate
Si tratta di elementi che permettono il passaggio ed eventuali ispezioni in copertura (botole, lucernari, ecc.).
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati architettonici
Modalità di uso corretto:
L'utente dovrà provvedere al controllo delle condizioni di funzionalità ed accessibilità di botole, lucernari e/o altri accessi. Dovrà
controllare inoltre l'integrità con gli elementi di fissaggio. A secondo delle necessità provvedere al reintegro degli elementi
costituenti botole, lucernari e/o altri accessi nonché degli elementi di fissaggio. Vanno sistemate inoltre le giunzioni e gli elementi di
tenuta interessati.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.10.03.A01 Alterazioni cromatiche
01.10.03.A02 Deliminazione e scagliatura
01.10.03.A03 Deformazione
01.10.03.A04 Deposito superficiale
01.10.03.A05 Distacco
01.10.03.A06 Fessurazioni, microfessurazioni
01.10.03.A07 Penetrazione e ristagni d'acqua
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Manuale d'Uso
01.10.03.A08 Rottura
01.10.03.A09 Scollamenti tra membrane, sfaldature
CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
01.10.03.C01 Controllo dello stato
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllare le condizioni e la funzionalità dell'accessibilità di botole, lucernari e/o altri accessi. Controllo degli elementi di fissaggio.
Requisiti da verificare: 1) Impermeabilità ai liquidi; 2) Resistenza al vento; 3) Resistenza all'acqua; 4) Resistenza meccanica.
• Anomalie riscontrabili: 1) Penetrazione e ristagni d'acqua.
•
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 01.11
Balconi e logge
Si tratta di insiemi di elementi tecnici orizzontali, con forme e geometrie diverse, praticabili con funzione di affaccio su spazi aperti
rispetto alle facciate. I balconi svolgono anche funzione abitativa in quanto estensione verso l'esterno degli spazi interni. In
particolare i balconi possono assumere tipologie a sporto, in linea, segmentati, sfalsati o di rientranza rispetto al fronte di veduta
degli edifici. O ancora, pensili, in continuità, sospesi, ecc.. I balconi possono inoltre distinguersi in:
- balconi con struttura indipendente;
- balconi con struttura semi-dipendente;
- balconi portati (balconi a mensola, balconi in continuità, balconi pensili, balconi sospesi).
In fase di progettazione vanno considerate tutte quelle operazioni indispensabili agli interventi di manutenzione (raggiungibilità,
manutenibilità,ecc.). Controllare periodicamente l'integrità delle superfici dei rivestimenti attraverso valutazioni visive mirate a
riscontrare anomalie evidenti. Interventi mirati al mantenimento dell'efficienza e/o alla sostituzione degli elementi di protezione e
separazione quali: frontalini, ringhiere, balaustre, corrimano, sigillature, vernici protettive e saldature.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 01.11.01 Corrimano
° 01.11.02 Parapetti e ringhiere in metallo
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.11.01
Corrimano
Unità Tecnologica: 01.11
Balconi e logge
Si tratta di dispositivi la cui funzione è quella di aiutare ed agevolare l'utente a mantenere l'equilibrio durante la percorrenza di
spazi pedonali. In fase di progettazione e di dimensionamento, tener conto della destinazione d'uso e del tipo di utenza (anziani,
bambini, portatori di handicap, ecc.). Possono essere realizzati con materiali diversi (legno, metallo, plastica, materiali misti, ecc.).
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati architettonici
Modalità di uso corretto:
Controllare periodicamente la stabilità nei punti di aggancio a parete o ad altri elementi. Verificare le altezze d'uso e di sicurezza. In
caso di rampe i corrimano vanno previsti per entrambi i lati per permettere a più persone di potere scendere e salire
contemporaneamente con sicurezza utilizzando come appoggio sia la mano destra che la sinistra. Provvedere alle operazioni di
pulizia periodica con la rimozione di polveri, macchie, ecc..
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.11.01.A01 Altezza inadeguata
01.11.01.A02 Sganciamenti
Elemento Manutenibile: 01.11.02
Parapetti e ringhiere in metallo
Unità Tecnologica: 01.11
Balconi e logge
Si tratta di elementi esterni di delimitazione di balconi, logge o passarelle, la cui funzione è quella di protezione dalle cadute verso
spazi vuoti. I parapetti possono essere pieni o con vuoti. Sono generalmente costituiti da telai realizzati mediante elementi metallici
pieni, aperti o scatolari saldati e conformati tra loro. Possono generalmente essere accoppiati ad altri materiali. In genere le ringhiere
possono essere accoppiate alla soletta e/o altro elemento orizzontale mediante: semplice appoggio, ancoraggio alla muratura
perimetrale, ancoraggio alla soletta (al bordo esterno, all'intradosso) o pilastrini di ancoraggio.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati architettonici
Pagina 63
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Manuale d'Uso
Modalità di uso corretto:
Essi non devono essere scalabili, attraversabili e sfondabili in caso di urti. Devono consentire la visione verso l'esterno ed
assicurarne l'utilizzo anche per i bambini senza essere fonti di pericoli. Evitare la realizzazione di angoli o parti non raggiungibili per
operazioni di pulizia o di manutenzione. Verificare l'assenza di anomalie (corrosione, mancanza, ecc.). Rinnovare periodicamente gli
strati di protezione con prodotti idonei ai tipi di superfici e alle condizioni ambientali. Controllare periodicamente la stabilità nei
punti di aggancio a parete o ad altri elementi. Controllare lo stato delle saldature. Verificare le altezze d'uso e di sicurezza. Sostituire
eventuali parti degradate.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.11.02.A01 Altezza inadeguata
01.11.02.A02 Corrosione
01.11.02.A03 Decolorazione
01.11.02.A04 Deformazione
01.11.02.A05 Disposizione elementi inadeguata
01.11.02.A06 Mancanza di elementi
01.11.02.A07 Rottura di elementi
Pagina 64
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 01.12
Pavimentazioni esterne
Le pavimentazioni esterne fanno parte delle partizioni orizzontali esterne. La loro funzione, oltre a quella protettiva, è quella di
permettere il transito ai fruitori e la relativa resistenza ai carichi. Importante è che la superficie finale dovrà risultare perfettamente
piana con tolleranze diverse a secondo del tipo di rivestimento e della destinazione d'uso dei luoghi. Gli spessori variano in funzione
al traffico previsto in superficie. La scelta degli elementi, il materiale, la posa, il giunto, le fughe, gli spessori, l'isolamento, le malte,
i collanti, gli impasti ed i fissaggi variano in funzione dei luoghi e del loro impiego. Le pavimentazioni esterne possono essere di
tipo: cementizie, lapideo, resinoso, resiliente, ceramico, lapideo di cava e lapideo in conglomerato.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 01.12.01 Rivestimenti in gres porcellanato
° 01.12.02 Pavimenti in pietra ricomposta
° 01.12.03 Rivestimenti lapidei
Pagina 65
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.12.01
Rivestimenti in gres porcellanato
Unità Tecnologica: 01.12
Pavimentazioni esterne
I rivestimenti in gres porcellanato vengono ottenuti da impasti di argille naturali greificanti, opportunamente corrette con fondenti e
smagranti (argille artificiali). Adatto per pavimenti e rivestimenti, sia in interni sia in esterni, è impermeabile, compatto, duro, opaco,
dotato di alta inerzia chimica, antigelivo, resistente alla rottura, all'abrasione, alla compressione (sino a 200-300 N/mM2),ai carichi e
al fuoco. Il grès porcellanato è disponibile in un'ampia e articolata gamma di formati.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati architettonici
Modalità di uso corretto:
Controllare periodicamente l'integrità delle superfici del rivestimento attraverso valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie
evidenti. Comunque affinché tali controlli risultino efficaci affidarsi a personale tecnico con esperienza.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.12.01.A01 Alterazione cromatica
01.12.01.A02 Degrado sigillante
01.12.01.A03 Deposito superficiale
01.12.01.A04 Disgregazione
01.12.01.A05 Distacco
01.12.01.A06 Erosione superficiale
01.12.01.A07 Fessurazioni
01.12.01.A08 Macchie e graffiti
01.12.01.A09 Mancanza
01.12.01.A10 Perdita di elementi
01.12.01.A11 Scheggiature
Pagina 66
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Manuale d'Uso
01.12.01.A12 Sollevamento e distacco dal supporto
CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
01.12.01.C01 Controllo generale delle parti a vista
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo dello stato di conservazione delle finiture e verifica del grado di usura, di erosione e di brillantezza delle parti in vista ed in
particolare dei giunti. Controllare l'uniformità dell'aspetto cromatico delle superfici e verifica della planarità generale. Riscontro di
eventuali anomalie (depositi, macchie, graffiti, abrasioni, efflorescenze, microfessurazioni, ecc.).
Requisiti da verificare: 1) Regolarità delle finiture; 2) ; 3) .
• Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Degrado sigillante; 3) Deposito superficiale; 4) Disgregazione; 5) Distacco;
6) Erosione superficiale; 7) Fessurazioni; 8) Macchie e graffiti; 9) Mancanza; 10) Perdita di elementi; 11) Scheggiature; 12)
Sollevamento e distacco dal supporto.
•
Elemento Manutenibile: 01.12.02
Pavimenti in pietra ricomposta
Unità Tecnologica: 01.12
Pavimentazioni esterne
I pavimenti in pietra ricomposta sono composti da elementi realizzati mediante un impasto di graniglia, polvere di marmo, quarzo ed
altri materiali inerti miscelati a leganti speciali. Tale composizione consente di riprodurre una pietra molto fedele a quella naturale.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati architettonici
Modalità di uso corretto:
Controllare periodicamente l'integrità delle superfici del pavimento attraverso valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie
evidenti. Comunque affinché tali controlli risultino efficaci affidarsi a personale tecnico con esperienza.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.12.02.A01 Alterazione cromatica
01.12.02.A02 Degrado sigillante
01.12.02.A03 Deposito superficiale
01.12.02.A04 Disgregazione
Pagina 67
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Manuale d'Uso
01.12.02.A05 Distacco
01.12.02.A06 Erosione superficiale
01.12.02.A07 Fessurazioni
01.12.02.A08 Macchie e graffiti
01.12.02.A09 Mancanza
01.12.02.A10 Perdita di elementi
01.12.02.A11 Scheggiature
01.12.02.A12 Sgretolamento
01.12.02.A13 Sollevamento e distacco dal supporto
CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
01.12.02.C01 Controllo generale delle parti a vista
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo dello stato di conservazione delle finiture e verifica del grado di usura, di erosione, di brillantezza delle parti in vista.
Controllare l'uniformità dell'aspetto cromatico delle superfici. Riscontro di eventuali anomalie (depositi, macchie, graffi,
efflorescenze, lesioni, microfessurazioni, ecc.).
•
•
Requisiti da verificare: 1) Resistenza alla compressione.
Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Degrado sigillante; 3) Deposito superficiale; 4) Disgregazione; 5) Distacco;
6) Erosione superficiale; 7) Fessurazioni; 8) Macchie e graffiti; 9) Mancanza; 10) Perdita di elementi; 11) Scheggiature; 12)
Sgretolamento; 13) Sollevamento e distacco dal supporto.
Elemento Manutenibile: 01.12.03
Rivestimenti lapidei
Unità Tecnologica: 01.12
Pavimentazioni esterne
Per le pavimentazioni esterne sono adatti la maggior parte dei materiali lapidei. In genere la scelta su questi tipi di materiale cade
oltre che per fattori estetici per la elevata resistenza all'usura. La scelta dei materiali va fatta in funzione dei luoghi e dei tipi di
applicazione a cui essi sono destinati. La lavorazione superficiale degli elementi, lo spessore, le dimensioni, ecc. variano anch'essi in
funzione degli ambienti d'impiego. Trovano utilizzo nella fattispecie tutti i tipi di marmo, a meno di ambienti particolarmente
sfavorevoli, i graniti; i travertini. Le pietre: cubetti di porfido; blocchi di basalto; lastre di ardesia; lastre di quarzite. Vi sono inoltre i
marmi-cemento; le marmette e marmettoni; i graniti ricomposti. La tecnica di posa è abbastanza semplice ed avviene per i
rivestimenti continui ad impasto mentre per quelli discontinui a malta o a colla.
Pagina 68
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Manuale d'Uso
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati architettonici
Modalità di uso corretto:
Controllare periodicamente l'integrità delle superfici del rivestimento attraverso valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie
evidenti. Comunque affinché tali controlli risultino efficaci affidarsi a personale tecnico con esperienza.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.12.03.A01 Alterazione cromatica
01.12.03.A02 Degrado sigillante
01.12.03.A03 Deposito superficiale
01.12.03.A04 Disgregazione
01.12.03.A05 Distacco
01.12.03.A06 Erosione superficiale
01.12.03.A07 Fessurazioni
01.12.03.A08 Macchie e graffiti
01.12.03.A09 Mancanza
01.12.03.A10 Perdita di elementi
01.12.03.A11 Scheggiature
01.12.03.A12 Sgretolamento
01.12.03.A13 Sollevamento e distacco dal supporto
CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
01.12.03.C01 Controllo generale delle parti a vista
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo dello stato di conservazione delle finiture e verifica del grado di usura, di erosione, di brillantezza delle parti in vista.
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Manuale d'Uso
Controllare l'uniformità dell'aspetto cromatico delle superfici. Riscontro di eventuali anomalie (depositi, macchie, graffi,
efflorescenze, lesioni, microfessurazioni, ecc.).
Requisiti da verificare: 1) Resistenza agli agenti aggressivi; 2) Regolarità delle finiture; 3) Resistenza meccanica.
• Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Degrado sigillante; 3) Deposito superficiale; 4) Disgregazione; 5) Distacco;
6) Erosione superficiale; 7) Fessurazioni; 8) Macchie e graffiti; 9) Mancanza; 10) Perdita di elementi; 11) Scheggiature; 12)
Sgretolamento; 13) Sollevamento e distacco dal supporto.
•
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 01.13
Impianto elettrico
L'impianto elettrico, nel caso di edifici per civili abitazioni, ha la funzione di addurre, distribuire ed erogare energia elettrica. Per
potenze non superiori a 50 kW l'ente erogatore fornisce l'energia in bassa tensione mediante un gruppo di misura; da quest'ultimo
parte una linea primaria che alimenta i vari quadri delle singole utenze. Dal quadro di zona parte la linea secondaria che deve essere
sezionata (nel caso di edifici per civili abitazioni) in modo da avere una linea per le utenze di illuminazione e l'altra per le utenze a
maggiore assorbimento ed evitare così che salti tutto l'impianto in caso di corti circuiti. La distribuzione principale dell'energia
avviene con cavi posizionati in apposite canalette; la distribuzione secondaria avviene con conduttori inseriti in apposite guaine di
protezione (di diverso colore: il giallo-verde per la messa a terra, il blu per il neutro, il marrone-grigio per la fase). L'impianto deve
essere progettato secondo le norme CEI vigenti per assicurare una adeguata protezione.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 01.13.01 Canalizzazioni in PVC
° 01.13.02 Prese e spine
° 01.13.03 Quadri di bassa tensione
° 01.13.04 Interruttori
° 01.13.05 Contattore
° 01.13.06 Fusibili
° 01.13.07 Motori
° 01.13.08 Sezionatore
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.13.01
Canalizzazioni in PVC
Unità Tecnologica: 01.13
Impianto elettrico
Le "canalette" sono tra gli elementi più semplici per il passaggio dei cavi elettrici; sono generalmente realizzate in PVC e devono
essere conformi alle prescrizioni di sicurezza delle norme CEI (dovranno essere dotate di marchio di qualità o certificate secondo le
disposizioni di legge).
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati impiantistici
Modalità di uso corretto:
Le canalizzazioni in PVC possono essere facilmente distinguibili a seconda del colore dei tubi protettivi che possono essere in:
- serie pesante (colore nero): impiegati in pavimenti e in tutte quelle applicazioni nelle quali è richiesta una particolare resistenza
meccanica;
- serie leggera (colore cenere): impiegati in tutte le applicazioni nelle quali non è richiesta una particolare resistenza meccanica.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.13.01.A01 Corto circuiti
01.13.01.A02 Difetti agli interruttori
01.13.01.A03 Difetti di taratura
01.13.01.A04 Disconnessione dell'alimentazione
01.13.01.A05 Interruzione dell'alimentazione principale
01.13.01.A06 Interruzione dell'alimentazione secondaria
01.13.01.A07 Surriscaldamento
Elemento Manutenibile: 01.13.02
Prese e spine
Unità Tecnologica: 01.13
Pagina 72
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Manuale d'Uso
Impianto elettrico
Le prese e le spine dell'impianto elettrico hanno il compito di distribuire alle varie apparecchiature alle quali sono collegati l'energia
elettrica proveniente dalla linea principale di adduzione. Sono generalmente sistemate in appositi spazi ricavati nelle pareti o a
pavimento (cassette).
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati impiantistici
Modalità di uso corretto:
Tutte le eventuali operazioni, dopo aver tolto la tensione, devono essere effettuate con personale qualificato e dotato di idonei
dispositivi di protezione individuali quali guanti e scarpe isolanti. Nel locale dove è installato il quadro deve essere presente un
cartello sul quale sono riportate le funzioni degli interruttori, le azioni da compiere in caso di emergenza su persone colpite da
folgorazione. Le prese e le spine devono essere posizionate in modo da essere facilmente individuabili e quindi di facile utilizzo; la
distanza dal pavimento di calpestio deve essere di 17,5 cm se la presa è a parete, di 7 cm se è in canalina, 4 cm se da torretta,
100-120 cm nei locali di lavoro. I comandi luce sono posizionati in genere a livello maniglie porte.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.13.02.A01 Corto circuiti
01.13.02.A02 Difetti agli interruttori
01.13.02.A03 Difetti di taratura
01.13.02.A04 Disconnessione dell'alimentazione
01.13.02.A05 Surriscaldamento
Elemento Manutenibile: 01.13.03
Quadri di bassa tensione
Unità Tecnologica: 01.13
Impianto elettrico
Le strutture più elementari sono centralini da incasso, in materiale termoplastico autoestinguente, con indice di protezione IP40, fori
asolati e guida per l'assemblaggio degli interruttori e delle morsette. Questi centralini si installano all'interno delle abitazioni e
possono essere anche a parete. Esistono, inoltre, centralini stagni in materiale termoplastico con grado di protezione IP55 adatti per
officine e industrie.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
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Manuale d'Uso
vedere elaborati impiantistici
Modalità di uso corretto:
Tutte le eventuali operazioni, dopo aver tolto la tensione, devono essere effettuate da personale qualificato e dotato di idonei
dispositivi di protezione individuali quali guanti e scarpe isolanti. Nel locale dove è installato il quadro deve essere presente un
cartello sul quale sono riportate le funzioni degli interruttori, le azioni da compiere in caso di emergenza su persone colpite da
folgorazione. Inoltre devono essere presenti oltre alla documentazione dell'impianto anche i dispositivi di protezione individuale e i
dispositivi di estinzione incendi.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.13.03.A01 Anomalie dei contattori
01.13.03.A02 Anomalie dei fusibili
01.13.03.A03 Anomalie dell'impianto di rifasamento
01.13.03.A04 Anomalie dei magnetotermici
01.13.03.A05 Anomalie dei relè
01.13.03.A06 Anomalie della resistenza
01.13.03.A07 Anomalie delle spie di segnalazione
01.13.03.A08 Anomalie dei termostati
01.13.03.A09 Depositi di materiale
01.13.03.A10 Difetti agli interruttori
Elemento Manutenibile: 01.13.04
Interruttori
Unità Tecnologica: 01.13
Impianto elettrico
Gli interruttori generalmente utilizzati sono del tipo ad interruzione in esafluoruro di zolfo con pressione relativa del SF6 di primo
riempimento a 20 °C uguale a 0,5 bar. Gli interruttori possono essere dotati dei seguenti accessori:
- comando a motore carica molle;
- sganciatore di apertura;
- sganciatore di chiusura;
- contamanovre meccanico;
- contatti ausiliari per la segnalazione di aperto-chiuso dell'interruttore.
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Manuale d'Uso
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati impiantistici
Modalità di uso corretto:
Tutte le eventuali operazioni, dopo aver tolto la tensione, devono essere effettuate con personale qualificato e dotato di idonei
dispositivi di protezione individuali quali guanti e scarpe isolanti. Gli interruttori devono essere posizionati in modo da essere
facilmente individuabili e quindi di facile utilizzo; la distanza dal pavimento di calpestio deve essere di 17,5 cm se la presa è a
parete, di 7 cm se è in canalina, 4 cm se da torretta, 100-120 cm nei locali di lavoro. I comandi luce sono posizionati in genere a
livello maniglie porte. Il comando meccanico dell'interruttore dovrà essere garantito per almeno 10.000 manovre.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.13.04.A01 Anomalie dei contatti ausiliari
01.13.04.A02 Anomalie delle molle
01.13.04.A03 Anomalie degli sganciatori
01.13.04.A04 Corto circuiti
01.13.04.A05 Difetti agli interruttori
01.13.04.A06 Difetti di taratura
01.13.04.A07 Disconnessione dell'alimentazione
01.13.04.A08 Surriscaldamento
Elemento Manutenibile: 01.13.05
Contattore
Unità Tecnologica: 01.13
Impianto elettrico
È un apparecchio meccanico di manovra che funziona in ON/OFF ed è comandato da un elettromagnete. Il contattore si chiude
quando la bobina dell'elettromagnete è alimentata e, attraverso i poli, crea il circuito tra la rete di alimentazione e il ricevitore. Le
parti mobili dei poli e dei contatti ausiliari sono comandati dalla parte mobile dell'elettromagnete che si sposta nei seguenti casi:
- per rotazione, ruotando su un asse;
- per traslazione, scivolando parallelamente sulle parti fisse;
- con un movimento di traslazione-rotazione.
Quando la bobina è posta fuori tensione il circuito magnetico si smagnetizza e il contattore si apre a causa:
- delle molle di pressione dei poli e della molla di ritorno del circuito magnetico mobile;
- della gravità.
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Manuale d'Uso
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati impiantistici
Modalità di uso corretto:
Il contattore rende possibile:
-interrompere grandi correnti monofase o polifase operando su un ausiliario di comando attraversato da bassa corrente;
-garantire sia il servizio ad intermittenza che quello continuo;
-realizzare a distanza un comando manuale o automatico per mezzo di cavi di piccola sezione;
-aumentare i posti di comando collocandoli vicino all'operatore.
Altri vantaggi del contattore sono: la robustezza e l'affidabilità in quanto non contiene meccanismi delicati; è adattabile velocemente
e facilmente alla tensione di alimentazione del circuito di comando; in caso di interruzione della corrente assicura, attraverso un
comando con pulsanti ad impulso, la sicurezza del personale contro gli avviamenti intempestivi; se non sono state prese le opportune
precauzioni, agevola la distribuzione dei posti di arresto di emergenza e di asservimento impedendo la messa in moto
dell'apparecchio; protegge il ricevitore dalle cadute di tensione consistenti.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.13.05.A01 Anomalie della bobina
01.13.05.A02 Anomalie del circuito magnetico
01.13.05.A03 Anomalie dell'elettromagnete
01.13.05.A04 Anomalie della molla
01.13.05.A05 Anomalie delle viti serrafili
01.13.05.A06 Difetti dei passacavo
01.13.05.A07 Rumorosità
Elemento Manutenibile: 01.13.06
Fusibili
Unità Tecnologica: 01.13
Impianto elettrico
I fusibili realizzano una protezione fase per fase con un grande potere di interruzione a basso volume e possono essere installati o su
appositi supporti (porta-fusibili) o in sezionatori porta-fusibili al posto di manicotti o barrette. Si classificano in due categorie:
- fusibili "distribuzione" tipo gG: proteggono sia contro i corto-circuiti sia contro i sovraccarichi i circuiti che non hanno picchi di
corrente elevati, come i circuiti resistivi; devono avere un carico immediatamente superiore alla corrente di pieno carico del circuito
protetto;
- fusibili "motore" tipo aM: proteggono contro i corto-circuiti i circuiti sottoposti ad elevati picchi di corrente, sono fatti in maniera
tale che permettono ai fusibili aM di far passare queste sovracorrenti rendendoli non adatti alla protezione contro i sovraccarichi;
una protezione come questa deve essere fornita di un altro dispositivo quale il relè termico; devono avere un carico immediatamente
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Manuale d'Uso
superiore alla corrente di pieno carico del circuito protetto.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati impiantistici
Modalità di uso corretto:
L'utente deve verificare che i fusibili installati siano idonei rispetto all'impianto. Verificare che i fusibili siano installati correttamente
in modo da evitare guasti all'impianto.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.13.06.A01 Depositi vari
01.13.06.A02 Difetti di funzionamento
01.13.06.A03 Umidità
Elemento Manutenibile: 01.13.07
Motori
Unità Tecnologica: 01.13
Impianto elettrico
Le parti principali di un motore sono lo statore (induttore) e il rotore (indotto).
Lo statore è la parte fissa del motore formata da un'armatura in ghisa che contiene una corona di lamierini molto sottili in acciaio al
silicio isolati tra loro da ossidazione o vernice isolante. Gli avvolgimenti dello statore che devono innescare il campo rotante (tre in
caso di motore trifase) sono collocati negli appositi incastri di cui sono forniti i lamierini. Ognuno degli avvolgimenti è fatto di varie
bobine che si accoppiano tra loro definendo il numero di coppie di poli del motore e, di conseguenza, la velocità di rotazione.
Il rotore è la parte mobile del motore formata da un impilaggio di lamierini sottili isolati tra loro e che compongono un cilindro
inchiavettato sull'albero del motore. Il rotore può essere dei tipi di seguito descritti.
A gabbia di scoiattolo. Sulla parte esterna del cilindro sono posizionati degli incastri su cui si dispongono dei conduttori collegati ad
ognuna delle estremità da una corona metallica e su cui si esercita la coppia motore generata dal campo rotante. I conduttori sono
inclinati di poco verso l'esterno per fare in modo che la coppia sia regolare, questo conferisce al rotore il tipico aspetto di una gabbia
di scoiattolo. Nei motori di piccole dimensioni la gabbia è un pezzo unico fatta di alluminio iniettato sotto pressione; anche le alette
di raffreddamento sono colate in questo modo e formano un corpo unico con il rotore. La coppia di avviamento di questi motori è
bassa e la corrente assorbita alla messa sotto tensione è molto maggiore rispetto alla corrente nominale.
A doppia gabbia. È il rotore più diffuso; è formato da due gabbie concentriche: una esterna con resistenza maggiore e una interna
con resistenza minore. All'inizio dell'avviamento, le correnti indotte si oppongono alla penetrazione del flusso nella gabbia interna
perché questo ha una frequenza elevata. La coppia prodotta dalla gabbia esterna resistente è elevata e lo spunto di corrente ridotto. A
fine avviamento si ha una diminuzione della frequenza del rotore e, di conseguenza, è più agevole il passaggio del flusso attraverso
la gabbia interna. Il motore, quindi, agisce come se fosse formato da una sola gabbia poco resistente. In regime stabilito la velocità è
inferiore solo di poco a quella del motore a gabbia singola.
A gabbia resistente - Sono molto diffusi, soprattutto in gabbia singola. Di solito la gabbia è racchiusa tra due anelli in inox resistente.
Questi motori, alcuni dei quali sono moto-ventilati, hanno un rendimento meno buono e la variazione di velocità si può ottenere
soltanto agendo sulla tensione. Hanno, però, una buona coppia di avviamento.
Sbobinato (rotore ad anelli). Degli avvolgimenti uguali a quelli dello statore sono collocati negli incastri alla periferia del rotore che,
di solito, è trifase. L'estremità di ogni avvolgimento è collegata ad un punto comune (accoppiamento a stella). Le estremità libere o
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Manuale d'Uso
si collegano ad un'interfaccia centrifuga o a tre anelli in rame, isolati e integrati al rotore. Su questi anelli si muovono delle spazzole
in grafite collegate direttamente al dispositivo di avviamento. In base al valore delle resistenze inserite nel circuito rotorico, questo
tipo di motore può sviluppare una coppia di avviamento che può arrivare fino ad oltre 2,5 volte la coppia nominale. Il picco di
corrente all'avviamento è uguale a quello della coppia.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati impiantistici
Modalità di uso corretto:
Evitare di aprire i dispositivi dei motori in caso di malfunzionamenti. Rivolgersi a personale specializzato e togliere l'alimentazione
per evitare folgorazioni. Evitare inoltre di posizionare i motori in prossimità di possibili contatti con liquidi.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.13.07.A01 Anomalie del rotore
01.13.07.A02 Aumento della temperatura
01.13.07.A03 Difetti del circuito di ventilazione
01.13.07.A04 Difetti delle guarnizioni
01.13.07.A05 Difetti di marcia
01.13.07.A06 Difetti di serraggio
01.13.07.A07 Difetti dello statore
01.13.07.A08 Rumorosità
01.13.07.A09 Sovraccarico
Elemento Manutenibile: 01.13.08
Sezionatore
Unità Tecnologica: 01.13
Impianto elettrico
Il sezionatore è un apparecchio meccanico di connessione che risponde, in posizione di apertura, alle prescrizioni specificate per la
funzione di sezionamento. È formato da un blocco tripolare o tetrapolare, da uno o due contatti ausiliari di preinterruzione e da un
dispositivo di comando che determina l'apertura e la chiusura dei poli.
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Manuale d'Uso
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati impiantistici
Modalità di uso corretto:
La velocità di intervento dell'operatore (manovra dipendente manuale) determina la rapidità di apertura e chiusura dei poli. Il
sezionatore è un congegno a "rottura lenta" che non deve essere maneggiato sotto carico: deve essere prima interrotta la corrente nel
circuito d'impiego attraverso l'apparecchio di commutazione. Il contatto ausiliario di preinterruzione si collega in serie con la bobina
del contattore; quindi, in caso di manovra in carico, interrompe l'alimentazione della bobina prima dell'apertura dei poli. Nonostante
questo il contatto ausiliario di preinterruzione non può e non deve essere considerato un dispositivo di comando del contattore che
deve essere dotato del comando Marcia/Arresto. La posizione del dispositivo di comando, l'indicatore meccanico separato
(interruzione completamente apparente) o contatti visibili (interruzione visibile) devono segnalare in modo chiaro e sicuro lo stato
dei contatti. Non deve mai essere possibile la chiusura a lucchetto del sezionatore in posizione di chiuso o se i suoi contatti sono
saldati in conseguenza di un incidente. I fusibili possono sostituire nei sezionatori i tubi o le barrette di sezionamento.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.13.08.A01 Anomalie dei contatti ausiliari
01.13.08.A02 Anomalie delle molle
01.13.08.A03 Anomalie degli sganciatori
01.13.08.A04 Corto circuiti
01.13.08.A05 Difetti delle connessioni
01.13.08.A06 Difetti ai dispositivi di manovra
01.13.08.A07 Difetti di taratura
01.13.08.A08 Surriscaldamento
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 01.14
Impianto di messa a terra
L'impianto di messa a terra ha la funzione di collegare determinati punti, elettricamente definiti, con un conduttore a potenziale
nullo. E’ il sistema migliore per evitare gli infortuni dovuti a contatti indiretti, ossia contatti con parti metalliche in tensione a causa
di mancanza di isolamento o altro. L’impianto di terra deve essere unico e deve collegare le masse di protezione e quelle di
funzionamento, inclusi i centri stella dei trasformatori per i sistemi TN, gli eventuali scaricatori e le discese contro le scariche
atmosferiche ed elettrostatiche. Lo scopo è quello di ridurre allo stesso potenziale, attraverso i dispersori e i conduttori di
collegamento, le parti metalliche dell’impianto e il terreno circostante. Per il collegamento alla rete di terra è possibile utilizzare,
oltre ai dispersori ed ai loro accessori, i ferri dei plinti di fondazione. L’impianto di terra è generalmente composto da collettore di
terra, i conduttori equipotenziali, il conduttore di protezione principale e quelli che raccordano i singoli impianti. I collegamenti
devono essere sconnettibili e il morsetto principale deve avere il contrassegno di terra.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 01.14.01 Conduttori di protezione
° 01.14.02 Sistema di dispersione
° 01.14.03 Sistema di equipotenzializzazione
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.14.01
Conduttori di protezione
Unità Tecnologica: 01.14
Impianto di messa a terra
I conduttori di protezione principale o montanti sono quelli che raccolgono i conduttori di terra dai piani dell’edificio.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati impiantistici
Modalità di uso corretto:
Generalmente questi conduttori vengono realizzati con un cavo di colore giallo-verde. L'utente deve controllare il serraggio dei
bulloni e che gli elementi siano privi di fenomeni di corrosione.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.14.01.A01 Difetti di connessione
Elemento Manutenibile: 01.14.02
Sistema di dispersione
Unità Tecnologica: 01.14
Impianto di messa a terra
Il sistema di dispersione ha il compito di trasferire le cariche captate dalle calate in un collettore interrato che così realizza un anello
di dispersione.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati impiantistici
Rappresentazione grafica e descrizione
Dispersore
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Manuale d'Uso
Modalità di uso corretto:
Per gli organi di captazione si adoperano in linea di massima tondini e piattine in rame, o in acciaio zincato di sezione 50-70 mm
quadrati: per la bandella piattine di sezione 30 x 40 mm, per motivi di rigidità metallica. Per le coperture metalliche gli spessori non
devono essere inferiori a 10-20 mm per scongiurare perforazioni catalitiche. Una sezione doppia di quella degli organi di captazione
si utilizza per le grondaie e le ringhiere; per le tubazioni e i contenitori in metallo si devono adoperare spessori di 2,5 mm che
arrivano a 4,5 mm per recipienti di combustibili. Gli ancoraggi tra la struttura e gli organi di captazione devono essere fatti con
brasatura forte, saldatura, bullonatura o con morsetti; in ogni caso occorre garantire superfici minime di contatto di 200 mm
quadrati.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.14.02.A01 Corrosioni
Elemento Manutenibile: 01.14.03
Sistema di equipotenzializzazione
Unità Tecnologica: 01.14
Impianto di messa a terra
I conduttori equipotenziali principali e supplementari sono quelli che collegano al morsetto principale di terra i tubi metallici.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati impiantistici
Modalità di uso corretto:
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Manuale d'Uso
Generalmente questi conduttori vengono realizzati con un cavo di colore giallo-verde. L'utente deve controllare il serraggio dei
bulloni e che gli elementi siano privi di fenomeni di corrosione.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.14.03.A01 Corrosione
01.14.03.A02 Difetti di serraggio
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 01.15
Impianto telefonico e citofonico
Insieme degli elementi tecnici del sistema edilizio con funzione di distribuire e regolare flussi informativi telefonici e citofonici. La
centrale telefonica deve essere ubicata in modo da garantire la funzionalità del sistema ed essere installata in locale idoneo.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 01.15.01 Alimentatori
° 01.15.02 Apparecchi telefonici
° 01.15.03 Pulsantiere
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.15.01
Alimentatori
Unità Tecnologica: 01.15
Impianto telefonico e citofonico
L'alimentatore è un elemento dell'impianto telefonico e citofonico per mezzo del quale i componenti ad esso collegati possono essere
alimentati.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati impiantistici
Modalità di uso corretto:
L'alimentatore deve essere fornito completo del certificato del costruttore che deve dichiarare che la costruzione è stata realizzata
applicando un sistema di controllo della qualità e che i componenti dell'alimentatore sono stati selezionati in relazione allo scopo
previsto e che sono idonei ad operare in accordo alle specifiche tecniche. In caso di guasti o di emergenza non cercare di aprire l'
alimentatore senza aver avvisato i tecnici preposti per evitare di danneggiare l'intero apparato. Eseguire periodicamente una pulizia
delle connessioni per eliminare eventuali accumuli di materiale.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.15.01.A01 Perdita di carica accumulatori
01.15.01.A02 Difetti di tenuta dei morsetti
01.15.01.A03 Difetti di regolazione
01.15.01.A04 Perdite di tensione
01.15.01.A05 Incrostazioni
Elemento Manutenibile: 01.15.02
Apparecchi telefonici
Unità Tecnologica: 01.15
Impianto telefonico e citofonico
Gli apparecchi telefonici sono elementi dell'impianto telefonico per mezzo dei quali vengono trasmessi i flussi informativi tra un
apparecchio ed un altro.
Pagina 85
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Manuale d'Uso
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati impiantistici
Modalità di uso corretto:
Gli apparecchi telefonici devono essere forniti completi del certificato del costruttore che deve dichiarare che la costruzione è stata
realizzata applicando un sistema di controllo della qualità e che i componenti utilizzati sono idonei ad operare in accordo alle
specifiche tecniche. Per non causare danni agli apparati telefonici evitare usi impropri ed eseguire una pulizia delle connessioni per
eliminare eventuali accumuli di materiale che possano compromettere il regolare funzionamento degli apparecchi stessi.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.15.02.A01 Incrostazioni
01.15.02.A02 Difetti di regolazione
01.15.02.A03 Difetti di tenuta dei morsetti
Elemento Manutenibile: 01.15.03
Pulsantiere
Unità Tecnologica: 01.15
Impianto telefonico e citofonico
Le pulsantiere sono elementi dell'impianto citofonico per mezzo dei quali vengono attivati e successivamente trasmessi i flussi
informativi tra un apparecchio ed un altro.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati impiantistici
Modalità di uso corretto:
Le pulsantiere e gli apparecchi derivati devono essere forniti completi del certificato del costruttore che deve dichiarare che la
costruzione è stata realizzata applicando un sistema di controllo della qualità e che i componenti utilizzati sono idonei ad operare in
accordo alle specifiche tecniche. Per non causare danni agli apparati telefonici e citofonici evitare usi impropri ed eseguire una
pulizia delle connessioni per eliminare eventuali accumuli di materiale che possano compromettere il regolare funzionamento degli
apparecchi stessi.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.15.03.A01 Incrostazioni
Pagina 86
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Manuale d'Uso
01.15.03.A02 Difetti dei cavi
01.15.03.A03 Difetti dei pulsanti
01.15.03.A04 Difetti di regolazione
01.15.03.A05 Difetti di tenuta dei morsetti
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 01.16
Impianto di distribuzione del gas
L'impianto di distribuzione del gas è l'insieme degli elementi tecnici aventi la funzione di addurre, distribuire ed erogare
combustibili gassosi per alimentare apparecchi utilizzatori (cucine, scaldacqua, bruciatori di caldaie, ecc.). La rete di distribuzione
del gas può essere realizzata utilizzando tubazioni in: acciaio, in rame e in polietilene. Per quanto riguarda i raccordi questi possono
essere realizzati anche utilizzando materiali diversi quali metallo-polietilene. in ogni caso il materiale con cui sono costituiti i
raccordi deve rispondere ai requisiti specificati nelle norme.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 01.16.01 Tubazioni in acciaio
° 01.16.02 Tubazioni in polietilene
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.16.01
Tubazioni in acciaio
Unità Tecnologica: 01.16
Impianto di distribuzione del gas
Le tubazioni provvedono all'adduzione e alla successiva erogazione del gas destinato ad alimentare gli apparecchi utilizzatori.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati impiantistici
Modalità di uso corretto:
I tubi in acciaio possono essere senza saldatura oppure con saldatura e devono avere caratteristiche qualitative e quantitative non
inferiori a quelle previste dalla norma UNI 8863. Per le tubazioni con saldatura, se interrate, occorre prevedere tubazioni aventi
caratteristiche uguali a quelle dei tubi usati per pressioni di esercizio minore o uguale a 5 bar (riferimento alla norma UNI 9034). La
marcatura dei tubi deve comportare almeno i seguenti dati:
- il nome o il marchio del fabbricante del tubo (X);
- il numero della norma di riferimento (UNI EN 10208);
- la designazione simbolica dell’acciaio;
- il tipo di tubo (S o W).
Gli addetti alla manutenzione devono verificare periodicamente la perfetta tenuta delle tubazioni utilizzando allo scopo un rilevatore
o prodotti schiumogeni.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.16.01.A01 Corrosione
01.16.01.A02 Difetti ai raccordi o alle connessioni
01.16.01.A03 Difetti alle valvole
01.16.01.A04 Fughe di gas
01.16.01.A05 Incrostazioni
Elemento Manutenibile: 01.16.02
Tubazioni in polietilene
Unità Tecnologica: 01.16
Impianto di distribuzione del gas
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Manuale d'Uso
L'adduzione e l'erogazione del gas destinato ad alimentare gli apparecchi utilizzatori possono essere affidate a tubazioni realizzate in
polietilene.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati impiantistici
Modalità di uso corretto:
I tubi in polietilene devono avere caratteristiche qualitative e quantitative non inferiori a quelle previste dalla norma e devono essere
utilizzate solo per tubazioni interrate e devono avere un diametro minimo di 3 mm.
La marcatura dei tubi deve comportare almeno i seguenti dati:
- l'indicazione del materiale e della classe (PE A o B);
- il tipo di tubo (315);
- il valore del diametro esterno (D);
- l'indicazione della serie di spessore (S = 12,5 - S = 8 - S = 5);
- il marchio di fabbrica;
- l'indicazione del periodo di produzione (anno e mese);
- la parola GAS.
Gli addetti alla manutenzione devono verificare periodicamente la perfetta tenuta delle tubazioni utilizzando allo scopo un rilevatore
o prodotti schiumogeni.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.16.02.A01 Difetti ai raccordi o alle connessioni
01.16.02.A02 Difetti alle valvole
01.16.02.A03 Fughe di gas
01.16.02.A04 Incrostazioni
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 01.17
Impianto di riscaldamento
L'impianto di riscaldamento è l'insieme degli elementi tecnici aventi funzione di creare e mantenere nel sistema edilizio determinate
condizioni termiche. Le reti di distribuzione e terminali hanno la funzione di trasportare i fluidi termovettori, provenienti dalle
centrali termiche o dalle caldaie, fino ai terminali di scambio termico con l'ambiente e di controllare e/o regolare il loro
funzionamento. A secondo del tipo dell'impianto (a colonne montanti o a zone) vengono usate tubazioni in acciaio nero senza
saldatura (del tipo Mannessman), in rame o in materiale plastico per il primo tipo mentre per l'impianto a zona vengono usate
tubazioni in acciaio o in rame opportunamente isolate (e vengono incluse nel massetto del pavimento). I terminali hanno la funzione
di realizzare lo scambio termico tra la rete di distribuzione e l'ambiente in cui sono collocati. I tipi di terminali sono:
- radiatori costituiti da elementi modulari (realizzati in ghisa, in alluminio o in acciaio) accoppiati tra loro per mezzo di manicotti
filettati (nipples) e collegati alle tubazioni di mandata e ritorno;
- piastre radianti realizzate in acciaio o in alluminio;
- pannelli radianti realizzati con serpentine in tubazioni di rame o di materiale plastico (polietilene reticolato) poste nel massetto del
pavimento;
- termoconvettori e ventilconvettori costituiti da uno scambiatore di calore a serpentina alettata in rame posto all'interno di un
involucro di lamiera dotato di una apertura (per la ripresa dell'aria) nella parte bassa e una di mandata nella parte alta;
- unità termoventilanti sono costituite da una batteria di scambio termico in tubi di rame o di alluminio alettati, un ventilatore di tipo
assiale ed un contenitore metallico per i collegamenti ai condotti d'aria con i relativi filtri;
- aerotermi che basano il loro funzionamento su meccanismi di convezione forzata;
- sistema di regolazione e controllo. Tutte le tubazioni saranno installate in vista o in appositi cavedi, con giunzioni realizzate
mediante pezzi speciali evitando l'impiego di curve a gomito; in ogni caso saranno coibentate, senza discontinuità, con rivestimento
isolante di spessore, conduttività e reazione conformi alle normative vigenti. Nel caso di utilizzazione di radiatori o di piastre
radianti per ottimizzare le prestazioni è opportuno che:
- la distanza tra il pavimento e la parte inferiore del radiatore non sia inferiore a 11 cm;
- la distanza tra il retro dei radiatori e la parete a cui sono appesi non sia inferiore a 5 cm;
- la distanza tra la superficie dei radiatori ed eventuali nicchie non sia inferiore a 10 cm.
Nel caso di utilizzazione di termoconvettori prima della installazione dei mobiletti di contenimento dovranno essere poste in opera
le batterie radianti ad una distanza da terra di 15 cm leggermente inclinate verso l'alto in modo da favorire la fuoriuscita dell'aria.
Nel caso si utilizzano serpentine radianti a pavimento è opportuno coprire i pannelli coibenti delle serpentine con fogli di polietilene
per evitare infiltrazioni della gettata soprastante.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 01.17.01 Centrale termica
° 01.17.02 Vaso di espansione chiuso
° 01.17.03 Camini
° 01.17.04 Dispositivi di controllo e regolazione
° 01.17.05 Tubazioni in rame
° 01.17.06 Valvole a saracinesca
° 01.17.07 Radiatori
° 01.17.08 Valvole termostatiche per radiatori
° 01.17.09 Coibente
° 01.17.10 Contatori gas
° 01.17.11 Scaldacqua solari
° 01.17.12 Serbatoi di accumulo
° 01.17.13 Termostati
° 01.17.14 Valvole motorizzate
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.17.01
Centrale termica
Unità Tecnologica: 01.17
Impianto di riscaldamento
E’ il cuore di un impianto. Il vano destinato a Centrale Termica deve avere i seguenti requisiti: superficie in pianta non inferiore a 6
mq; altezza non inferiore a 2,5 m (la distanza minima della caldaia dal solaio deve essere di 1 m); distanza della caldaia dalle pareti
non inferiore a 0,6 m; strutture con resistenza al fuoco non inferiore a 120’; accesso da spazio a cielo libero con porta apribile verso
l’esterno; aperture di aerazione senza serramenti in misura pari a 1/30 della superficie del locale; nel caso di alimentazione con
combustibile liquido va impermeabilizzato il pavimento e le pareti per almeno 0,2 m; il serbatoio del combustibile non può avere
capacità superiore a 15 m3 e deve essere interrato a una distanza non inferiore a 0,5 m dal muro più vicino e con la parte superiore a
non meno di 0,7 m dal piano di calpestio, se transitabile da veicoli. Deve essere dotato di tubo di sfiato del serbatoio e di canna
fumaria installata all’esterno dell’edificio.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati impiantistici
Modalità di uso corretto:
Al momento del primo avviamento dell’impianto occorre innanzitutto verificare che i generatori di calore siano installati in locali
dotati delle prescritte aperture di ventilazione prive di elementi di ostruzione in genere. Inoltre è necessario procedere ad un
controllo qualitativo della combustione dei focolari dell’impianto, accertando che la fiamma sia ben formata e priva di fumosità. I
materiali utilizzati per la realizzazione delle centrali termiche devono possedere caratteristiche tecniche rispondenti alle normative
vigenti (art. 7 del D.M. 22/01/2008 n.37) nonché alle prescrizioni delle norme UNI in ogni caso rispondenti alla regola dell'arte.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.17.01.A01 Difetti dei filtri
01.17.01.A02 Difetti di regolazione
01.17.01.A03 Difetti di tenuta
01.17.01.A04 Rumorosità
01.17.01.A05 Sbalzi di temperatura
Elemento Manutenibile: 01.17.02
Vaso di espansione chiuso
Unità Tecnologica: 01.17
Pagina 92
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Manuale d'Uso
Impianto di riscaldamento
Il vaso di espansione chiuso è generalmente realizzato in maniera da compensare le variazioni di volume del fluido termovettore
mediante variazioni di volume connesse con la compressione di una massa di gas in essi contenuta. Negli impianti a vaso di
espansione chiuso l’acqua non entra mai in contatto con l’atmosfera. Il vaso d’espansione chiuso può essere a diaframma o senza
diaframma, a seconda che l’acqua sia a contatto con il gas o ne sia separata da un diaframma.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati impiantistici
Modalità di uso corretto:
Ogni due mesi è opportuno controllare eventuali perdite di acqua chiudendo le valvole d'alimentazione per tutto il tempo necessario
e controllando il livello dell'acqua nell'impianto. Prima dell'avvio controllare che la valvola d'alimentazione non faccia passare acqua
e che la pressione sia quella di esercizio. Con impianto funzionante verificare che la pressione di esercizio sia quella prevista, che
l'acqua non circoli nel vaso e non fuoriesca dalle valvole di sicurezza. Verificare che in prossimità dei terminali e delle tubazioni non
ci siano perdite di acqua.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.17.02.A01 Corrosione
01.17.02.A02 Difetti di coibentazione
01.17.02.A03 Difetti di regolazione
01.17.02.A04 Difetti di tenuta
Elemento Manutenibile: 01.17.03
Camini
Unità Tecnologica: 01.17
Impianto di riscaldamento
I camini sono utilizzati per convogliare i prodotti della combustione dai generatori di calore verso l'atmosfera esterna. Generalmente
sono realizzati in materiali refrattari quali argille (sotto forma di mattoni) o conglomerati cementizi additivati.
I camini devono essere classificati secondo le seguenti caratteristiche di prestazione:
- temperatura;
- pressione;
- resistenza al fuoco di fuliggine;
- resistenza alla condensa;
- resistenza alla corrosione;
- resistenza termica;
- distanza da materiali combustibili.
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Manuale d'Uso
Collocazione nell'intervento dell'elemento
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Modalità di uso corretto:
Verificare che sia presente alla base del collettore (verso l'uscita nella canna fumaria) una camera di raccolta di altezza minima di 50
cm. L'accesso a detta camera deve essere garantito mediante aperture munite di sportello metallico di chiusura a tenuta d'aria. Il
regolamento condominiale dovrebbe individuare una figura responsabile (per esempio l'amministratore o una figura tecnica da esso
indicata) cui far riferimento per tutte le operazioni di manutenzione e/o modifica del sistema in modo tale che siano mantenute le
condizioni progettuali.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.17.03.A01 Anomalie del rivestimento
01.17.03.A02 Anomalie degli sportelli
01.17.03.A03 Depositi
01.17.03.A04 Difetti di ancoraggio
01.17.03.A05 Difetti dell'isolamento
01.17.03.A06 Difetti di tenuta fumi
01.17.03.A07 Difetti di tiraggio
01.17.03.A08 Fessurazioni, microfessurazioni
Elemento Manutenibile: 01.17.04
Dispositivi di controllo e regolazione
Unità Tecnologica: 01.17
Impianto di riscaldamento
I dispositivi di controllo e regolazione consentono di monitorare il corretto funzionamento dell'impianto di riscaldamento segnalando
eventuali anomalie e/o perdite del circuito. Sono generalmente costituiti da una centralina di regolazione, da dispositivi di
termoregolazione che possono essere del tipo a due posizioni o del tipo con valvole a movimento rettilineo. Sono anche dotati di
dispositivi di contabilizzazione.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
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Manuale d'Uso
vedere elaborati impiantistici
Modalità di uso corretto:
Prima dell'avvio dell'impianto ed verificare che le valvole servocomandate siano funzionanti e che il senso di rotazione sia corretto.
Verificare che non ci siano incrostazioni che impediscano il normale funzionamento delle valvole e che non ci siano segni di
degrado intorno agli organi di tenuta delle valvole.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.17.04.A01 Difetti di taratura
01.17.04.A02 Incrostazioni
01.17.04.A03 Perdite di acqua
01.17.04.A04 Sbalzi di temperatura
Elemento Manutenibile: 01.17.05
Tubazioni in rame
Unità Tecnologica: 01.17
Impianto di riscaldamento
Le tubazioni in rame hanno la funzione di trasportare i fluidi termovettori alla rubinetteria degli apparecchi sanitari.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati impiantistici
Modalità di uso corretto:
I materiali utilizzati per la realizzazione dei tubi in rame devono possedere caratteristiche tecniche rispondenti alle normative vigenti
(art. 7 del D.M. 22/01/2008 n.37) nonché alle prescrizioni delle norme UNI. Tutte le tubazioni saranno installate in vista o in
appositi cavedi, con giunzioni realizzate mediante pezzi speciali evitando l'impiego di curve a gomito; in ogni caso saranno
coibentate, senza discontinuità, con rivestimento isolante di spessore, conduttività e reazione conformi alle normative vigenti.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.17.05.A01 Corrosione
01.17.05.A02 Difetti ai raccordi o alle connessioni
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Manuale d'Uso
01.17.05.A03 Difetti alle valvole
01.17.05.A04 Incrostazioni
Elemento Manutenibile: 01.17.06
Valvole a saracinesca
Unità Tecnologica: 01.17
Impianto di riscaldamento
Per consentire l'interruzione sia parziale sia completa del flusso e per regolare la pressione di esercizio vengono installate, lungo le
tubazioni dell'impianto, delle valvole denominate saracinesche. Le valvole a saracinesca sono realizzate in leghe di rame e sono
classificate, in base al tipo di connessione, come : saracinesche filettate internamente e su entrambe le estremità, saracinesche
filettate esternamente su un lato ed internamente sull'altro, saracinesche a connessione frangiate, saracinesche a connessione a tasca e
saracinesche a connessione a tasca per brasatura capillare.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati impiantistici
Modalità di uso corretto:
Evitare di forzare il volantino quando bloccato; in questi casi è necessario provvedere alla rimozione dei depositi che causano il
bloccaggio.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.17.06.A01 Anomalie dell'otturatore
01.17.06.A02 Difetti dell'anello a bicono
01.17.06.A03 Difetti della guarnizione
01.17.06.A04 Difetti di serraggio
01.17.06.A05 Difetti di tenuta
01.17.06.A06 Difetti del volantino
01.17.06.A07 Incrostazioni
Elemento Manutenibile: 01.17.07
Pagina 96
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Manuale d'Uso
Radiatori
Unità Tecnologica: 01.17
Impianto di riscaldamento
I radiatori sono costituiti da elementi modulari (realizzati in ghisa, in alluminio o in acciaio) accoppiati tra loro per mezzo di
manicotti filettati (nipples) e collegati alle tubazioni di mandata e ritorno con l’interposizione di due valvole di regolazione. La
prima valvola serve per la taratura del circuito nella fase di equilibratura dell’impianto; la seconda rende possibile la diminuzione
ulteriore della portata in funzione delle esigenze di riscaldamento, può anche essere di tipo automatico (valvola termostatica). La
resa termica di questi componenti è fornita dal costruttore, espressa per elemento e per numero di colonne. Il radiatore in ghisa ha la
più alta capacità termica.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati impiantistici
Modalità di uso corretto:
Ad inizio stagione verificare la tenuta degli elementi eliminando eventuali perdite che si dovessero riscontrare ed effettuare uno
spurgo dell'aria accumulatasi nei radiatori. Effettuare una pulizia per eliminare polvere e ruggine. Devono essere reperibili le
seguenti dimensioni nominali:
- profondità;
- altezza;
- lunghezza;
- dimensione, tipo e posizione degli attacchi;
- peso a vuoto;
- contenuto in acqua.
In caso di utilizzo di radiatori ad elementi le dimensioni sono riferite all’elemento. La potenza termica deve essere determinata con i
metodi ed il programma di prova specificati nelle EN 442 in un laboratorio rispondente a quanto disposto dalla norma UNI EN
45001.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.17.07.A01 Corrosione e ruggine
01.17.07.A02 Difetti di regolazione
01.17.07.A03 Difetti di tenuta
01.17.07.A04 Sbalzi di temperatura
Elemento Manutenibile: 01.17.08
Valvole termostatiche per radiatori
Unità Tecnologica: 01.17
Pagina 97
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Manuale d'Uso
Impianto di riscaldamento
Per consentire l'interruzione sia parziale sia completa del flusso e per regolare la temperatura di esercizio vengono installate in
prossimità di ogni radiatore delle valvole dette appunto termostatiche. Queste valvole sono dotate di dispositivi denominati selettori
di temperatura che consentono di regolare la temperatura degli ambienti nei quali sono installati i radiatori.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati impiantistici
Modalità di uso corretto:
Questi particolari dispositivi devono essere utilizzati solo in casi particolari (guasti improvvisi dell'impianto, imprevisti, ecc.) e
pertanto devono essere manovrati da persone qualificate per evitare arresti improvvisi o non voluti dell'impianto. Per garantire un
efficace utilizzo in caso di necessità è buona norma oliare le valvole. Evitare di forzare il selettore della temperatura quando
bloccato; in questi casi è necessario provvedere alla rimozione dei depositi che causano il bloccaggio.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.17.08.A01 Anomalie dell'otturatore
01.17.08.A02 Anomalie del selettore
01.17.08.A03 Anomalie dello stelo
01.17.08.A04 Anomalie del trasduttore
01.17.08.A05 Difetti del sensore
01.17.08.A06 Difetti di tenuta
01.17.08.A07 Difetti di serraggio
01.17.08.A08 Incrostazioni
01.17.08.A09 Sbalzi della temperatura
Elemento Manutenibile: 01.17.09
Coibente
Unità Tecnologica: 01.17
Impianto di riscaldamento
Pagina 98
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Manuale d'Uso
Le tubazioni adibite al trasporto dei fluidi termovettori devono essere opportunamente protette con uno strato di coibente. Questo
viene generalmente realizzato con lana di vetro, materiali sintetico ed altro.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati impiantistici
Modalità di uso corretto:
L'utente deve verificare che lo strato di coibente sia efficiente e non presenti strappi o mancanze tali da pregiudicare la temperatura
dei fluidi trasportati.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.17.09.A01 Anomalie coibente
01.17.09.A02 Difetti di tenuta
01.17.09.A03 Mancanze
Elemento Manutenibile: 01.17.10
Contatori gas
Unità Tecnologica: 01.17
Impianto di riscaldamento
I contatori sono strumenti che consentono di registrare attraverso strumenti misuratori i consumi di gas (registrati su appositi
totalizzatori detti tamburelli).
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati impiantistici
Modalità di uso corretto:
Devono essere installati in prossimità dell'adduzione principale ed opportunamente protetti da scatole o nicchie. Evitare
manomissioni o tentativi di allacciamenti superiori a quelli consentiti; effettuare la taratura del contatore prima dell'utilizzo.
Verificare l'integrità dei sigilli prima della installazione del contatore e che le targhe contengano tutte le informazioni di
funzionamento quali:
- numero di matricola e anno di fabbricazione;
- portata massima espressa in m3/h;
- portata minima espressa in m3/h;
- pressione massima di funzionamento espressa in N/m2;
- valore nominale del volume ciclico espresso in dm3;
- il simbolo T scritto su fondo rosso che indica la rispondenza dell'apparecchio alla norma.
Pagina 99
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Manuale d'Uso
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.17.10.A01 Anomalie degli elementi di controllo
01.17.10.A02 Anomalie del rivestimento
01.17.10.A03 Corrosione
01.17.10.A04 Difetti dei tamburelli
01.17.10.A05 Difetti dispositivi di regolazione
01.17.10.A06 Mancanza di lubrificazione
01.17.10.A07 Perdite di fluido
01.17.10.A08 Rotture vetri
Elemento Manutenibile: 01.17.11
Scaldacqua solari
Unità Tecnologica: 01.17
Impianto di riscaldamento
Gli scaldacqua a pannelli solari utilizzano l'energia solare per la produzione dell'acqua calda. Generalmente uno scalda acqua solare
è costituito da: una copertura; un assorbitore, un rivestimento superficiale assorbitore, un isolamento termico, un contenitore e
supporto strutturale e guarnizioni di tenuta e sigillanti.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati impiantistici
Modalità di uso corretto:
Gli scaldacqua solari devono essere fissati alle strutture portanti dell'edificio o al terreno per resistere all'azione degli agenti
atmosferici ed avere un trattamento superficiale (zincatura, ossidazione anodica o simili) per proteggere gli elementi dalla
corrosione. Tutte le tubazioni dell'impianto solare devono essere rivestite con un coibente incombustibile di spessore e rivestito
all'esterno con lamierino di alluminio bordato e ancorato con viti autofilettanti per dare anche una schermatura termica.
In seguito ad eventi meteorici eccezionali (nubifragi, temporali, grandinate, nevicate, ecc.) verificare la tenuta delle tubazioni e dei
pannelli e dei relativi sistemi di fissaggio.
ANOMALIE RISCONTRABILI
Pagina 100
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Manuale d'Uso
01.17.11.A01 Depositi superficiali
01.17.11.A02 Difetti di fissaggio
01.17.11.A03 Difetti di serraggio morsetti
01.17.11.A04 Difetti di tenuta
01.17.11.A05 Incrostazioni
01.17.11.A06 Infiltrazioni
Elemento Manutenibile: 01.17.12
Serbatoi di accumulo
Unità Tecnologica: 01.17
Impianto di riscaldamento
Consentono il corretto funzionamento dei riscaldatori ed assicurano una riserva di combustibile adeguata alle necessità degli utenti
in caso di cattivo funzionamento delle reti di distribuzione o in caso di arresti della erogazione da parte del gestore del servizio di
erogazione. Possono essere interrati o fuori terra. Si differenziano a secondo del combustibile contenuto: gpl, gasolio, kerosene.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati impiantistici
Modalità di uso corretto:
Qualora si rendesse necessario una pulizia dei fondami, gli operatori che devono entrare all'interno del serbatoio devono adottare
idonee misure di sicurezza (ventilazione preventiva del serbatoio, immissione continua dall'esterno di aria di rinnovo, uso di
respiratore collegato con l'esterno, cintura di sicurezza e collegata con corda ancorata all'esterno e saldamente tenuta da altro
operatore). Sui serbatoi devono essere indicati i parametri dimensionali quali diametro, spessore, distanza tra le costole, lunghezza.
Inoltre le seguenti informazioni dovranno essere indicate in maniera indelebile in specifiche posizioni del serbatoio differenziate
secondo la sua classificazione (serbatoio di tipo A o di tipo B):
- il riferimento alla norma europea EN 976-1;
- tipo A o tipo B;
- classe 1 o classe 2;
- grado 1 o grado 2;
- la capacità del serbatoio, in litri, ed il diametro del serbatoio, in millimetri;
- il nome del fabbricante;
- il codice di produzione che dà accesso alle informazioni come data di fabbricazione, prove per il controllo di qualità, ecc..
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.17.12.A01 Corrosione tubazioni di adduzione
Pagina 101
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Manuale d'Uso
01.17.12.A02 Difetti ai raccordi con le tubazioni
01.17.12.A03 Incrostazioni
Elemento Manutenibile: 01.17.13
Termostati
Unità Tecnologica: 01.17
Impianto di riscaldamento
Il termostato di ambiente è un dispositivo sensibile alla temperatura dell'aria che ha la funzione di mantenere, entro determinati
parametri, la temperatura dell'ambiente nel quale è installato. Il funzionamento del termostato avviene tramite l'apertura e la chiusura
di un dispositivo collegato ad un circuito elettrico.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati impiantistici
Modalità di uso corretto:
Evitare di forzare i dispositivi di comando nel caso di difficoltà di apertura e chiusura; prima di effettuare qualsiasi intervento
togliere l'alimentazione elettrica per evitare danni derivanti da folgorazione. Nel caso di usura delle batterie di alimentazione
secondaria queste vanno sostituite con altre dello stesso tipo per evitare malfunzionamenti del termostato.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.17.13.A01 Anomalie delle batterie
01.17.13.A02 Difetti di funzionamento
01.17.13.A03 Difetti di regolazione
01.17.13.A04 Sbalzi di temperatura
Elemento Manutenibile: 01.17.14
Valvole motorizzate
Unità Tecnologica: 01.17
Impianto di riscaldamento
Pagina 102
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Manuale d'Uso
Le valvole motorizzate vengono utilizzate negli impianti di riscaldamento per l'intercettazione ed il controllo della portata dell'acqua
ma possono essere utilizzate anche negli impianti di ventilazione e di condizionamento. Generalmente sono azionate da un
servocomando che viene applicato sulla testa della valvola che può essere montata sia in posizione verticale che in posizione
orizzontale.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati impiantistici
Modalità di uso corretto:
Verificare la corretta posizione dei servocomandi prima di azionare le valvole; controllare che le guarnizioni siano ben serrate.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.17.14.A01 Anomalie dei motori
01.17.14.A02 Difetti delle molle
01.17.14.A03 Difetti di connessione
01.17.14.A04 Difetti di tenuta
01.17.14.A05 Difetti del raccoglitore impurità
01.17.14.A06 Mancanza di lubrificazione
01.17.14.A07 Strozzatura della valvola
Pagina 103
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 01.18
Impianto di distribuzione acqua fredda e calda
L'impianto di distribuzione dell'acqua fredda e calda consente l'utilizzazione di acqua nell'ambito degli spazi interni del sistema
edilizio o degli spazi esterni connessi. L'impianto è generalmente costituito dai seguenti elementi tecnici:
- allacciamenti, che hanno la funzione di collegare la rete principale (acquedotto) alle reti idriche d'utenza;
- macchine idrauliche, che hanno la funzione di controllare sia le caratteristiche fisico-chimiche, microbiologiche, ecc. dell'acqua da
erogare sia le condizioni di pressione per la distribuzione in rete;
- accumuli, che assicurano una riserva idrica adeguata alle necessità degli utenti consentendo il corretto funzionamento delle
macchine idrauliche e/o dei riscaldatori;
- riscaldatori, che hanno la funzione di elevare la temperatura dell'acqua fredda per consentire di soddisfare le necessità degli utenti;
- reti di distribuzione acqua fredda e/o calda, aventi la funzione di trasportare l'acqua fino ai terminali di erogazione;
- reti di ricircolo dell'acqua calda, che hanno la funzione di mantenere in costante circolazione l'acqua calda in modo da assicurarne
l'erogazione alla temperatura desiderata;
- apparecchi sanitari e rubinetteria che consentono agli utenti di utilizzare acqua calda e/o fredda per soddisfare le proprie esigenze.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 01.18.01 Apparecchi sanitari e rubinetteria
° 01.18.02 Collettori solari
° 01.18.03 Serbatoi di accumulo
° 01.18.04 Tubazioni in rame
° 01.18.05 Cassette di scarico a zaino
° 01.18.06 Tubazioni multistrato
Pagina 104
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.18.01
Apparecchi sanitari e rubinetteria
Unità Tecnologica: 01.18
Impianto di distribuzione acqua fredda e
calda
Gli apparecchi sanitari sono quegli elementi dell'impianto idrico che consentono agli utenti lo svolgimento delle operazioni connesse
agli usi igienici e sanitari utilizzando acqua calda e/o fredda. Per utilizzare l'acqua vengono utilizzati rubinetti che mediante idonei
dispositivi di apertura e chiusura consentono di stabilire la quantità di acqua da utilizzare. Tali dispositivi possono essere del tipo
semplice cioè dotati di due manopole differenti per l'acqua fredda e per l'acqua calda oppure dotati di miscelatori che consentono di
regolare con un unico comando la temperatura dell'acqua.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
elaborati impiantistici ed architettonici
Modalità di uso corretto:
Gli apparecchi sanitari vanno installati nel rispetto di quanto previsto dalle normative vigenti ed in particolare si deve avere che:
- il vaso igienico sarà fissato al pavimento in modo tale da essere facilmente rimosso senza demolire l'intero apparato sanitario;
inoltre dovrà essere posizionato a 10 cm dalla vasca e dal lavabo, a 15 cm dalla parete, a 20 cm dal bidet e dovrà avere uno spazio
frontale libero da ostacoli di almeno 55 cm. Nel caso che il vaso debba essere utilizzato da persone con ridotte capacità motorie il
locale deve avere una superficie in pianta di almeno 180 x 180 cm ed il vaso sarà posizionato ad almeno 40 cm dalla parete laterale,
con il bordo superiore a non più di 50 cm dal pavimento e con il bordo anteriore ad almeno 75 cm dalla parete posteriore; il vaso
sarà collegato alla cassetta di risciacquo ed alla colonna di scarico delle acque reflue; infine sarà dotato di sedile coprivaso
(realizzato in materiale a bassa conduttività termica);
- il bidet sarà posizionato secondo le stesse prescrizioni indicate per il vaso igienico; sarà dotati di idonea rubinetteria, sifone e
tubazione di scarico acque;
- il lavabo sarà posizionato a 5 cm dalla vasca, a 10 cm dal vaso e dal bidet, a 15 cm dalla parete e dovrà avere uno spazio frontale
libero da ostacoli di almeno 55 cm; nel caso che il lavabo debba essere utilizzato da persone con ridotte capacità motorie il lavabo
sarà posizionato con il bordo superiore a non più di 80 cm dal pavimento e con uno spazio frontale libero da ostacoli di almeno 80
cm;
- il piatto doccia sarà installato in maniera da evitare qualsiasi ristagno d'acqua a scarico aperto al suo interno e rendere agevole la
pulizia di tutte le parti. Prima del montaggio bisognerà impermeabilizzare il pavimento con una guaina bituminosa armata sistemata
aderente al massetto del solaio e verticalmente lungo le pareti perimetrali. Il lato di accesso al piatto doccia deve avere uno spazio
libero di almeno 55 cm da qualsiasi ostacolo fisso;
-la vasca da bagno sarà installata in maniera tale da: evitare infiltrazioni d'acqua lungo le pareti cui è addossata, evitare qualsiasi
ristagno d'acqua a scarico aperto al suo interno e rendere agevole la pulizia di tutte le parti. Prima del montaggio bisognerà
impermeabilizzare il pavimento con una guaina bituminosa armata sistemata aderente al massetto del solaio e verticalmente lungo le
pareti perimetrali. La vasca da bagno dovrà, inoltre, essere posizionata rispettando le seguenti distanze minime: per gli spazi laterali
5 cm dal lavabo, 10 cm dal vaso e 20 cm dal bidet; per gli spazi di accesso: 55 cm da qualsiasi ostacolo fisso;
- la vasca idromassaggio sarà installata in maniera tale da evitare infiltrazioni d'acqua lungo le pareti cui è addossata, evitare
qualsiasi ristagno d'acqua a scarico aperto al suo interno e rendere agevole la pulizia di tutte le parti. Prima del montaggio bisognerà
impermeabilizzare il pavimento con una guaina bituminosa armata sistemata aderente al massetto del solaio e verticalmente lungo le
pareti perimetrali. La vasca idromassaggio dovrà, inoltre, essere posizionata rispettando le seguenti distanze minime: per gli spazi
laterali 5 cm dal lavabo, 10 cm dal vaso e 20 cm dal bidet; per gli spazi di accesso 55 cm da qualsiasi ostacolo fisso;
- il lavello dovrà essere collocato su mensole di sostegno fissate a parete verificando prima l'idoneità della stessa a resistere
all'azione dei carichi sospesi. Frontalmente dovrà avere uno spazio libero di almeno 100 cm da qualsiasi ostacolo fisso;
- il lavatoio dovrà essere collocato su mensole di sostegno fissate a parete verificando prima l'idoneità della stessa a resistere
all'azione dei carichi sospesi. Frontalmente dovrà avere uno spazio libero di almeno 55 cm da qualsiasi ostacolo fisso;
- il lavabo reclinabile per disabili dovrà essere collocato su mensole pneumatiche di sostegno fissate a parete verificando prima
l'idoneità della stessa a resistere all'azione dei carichi sospesi. Dovrà inoltre essere posizionato in maniera da assicurare gli spazi di
manovra e accostamento all'apparecchio sanitario prescritti dal D.M. 14.6.1989 n.236 e cioè: un minimo di 80 cm dal bordo
anteriore del lavabo, piano superiore ad un massimo di 80 cm dal pavimento, sifone incassato o accostato a parete;
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Manuale d'Uso
- la vasca da bagno a sedile per disabili dovrà essere installata in modo da evitare infiltrazioni d'acqua lungo le pareti a cui è
addossata, impedire ristagni d'acqua al suo interno a scarico aperto e rendere agevole la pulizia di tutte le sue parti. Prima del
montaggio bisognerà impermeabilizzare il pavimento con una guaina bituminosa armata sistemata aderente al massetto del solaio e
verticalmente lungo le pareti perimetrali. La vasca da bagno a sedile dovrà essere collocata in una posizione tale da consentire
l'avvicinamento su tre lati per agevolare interventi di assistenza alla persona che utilizza la vasca e in maniera da assicurare gli spazi
di manovra e accostamento all'apparecchio sanitario prescritti dal D.M. 14.6.1989 n.236 e cioè: un minimo di 140 cm misurati dal
bordo vasca lato accesso per una lunghezza di almeno 80 cm;
- la cassetta di scarico tipo zaino sarà fissata al vaso con viti regolabili idonee e sarà equipaggiata con rubinetto a galleggiante e
tubazione di scarico per il risciacquo del vaso cui è collegata;
- la cassetta di scarico tipo alto sarà fissata a parete previa verifica dell'idoneità di questa a resistere all'azione dei carichi sospesi e
sarà equipaggiata con rubinetto a galleggiante e tubazione di scarico per il risciacquo del vaso cui è collegata;
- la cassetta di scarico tipo ad incasso sarà incassata a parete accertandone la possibilità di accesso per le operazioni di pulizia e
manutenzione. Sarà inoltre equipaggiata con rubinetto a galleggiante e tubazione di scarico per il risciacquo del vaso cui è collegata.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.18.01.A01 Cedimenti
01.18.01.A02 Corrosione
01.18.01.A03 Difetti ai flessibili
01.18.01.A04 Difetti ai raccordi o alle connessioni
01.18.01.A05 Difetti alle valvole
01.18.01.A06 Incrostazioni
01.18.01.A07 Interruzione del fluido di alimentazione
01.18.01.A08 Scheggiature
Elemento Manutenibile: 01.18.02
Collettori solari
Unità Tecnologica: 01.18
Impianto di distribuzione acqua fredda e
calda
I collettori solari vengono generalmente utilizzati per impianti di produzione dell'acqua calda. Un collettore solare è costituito da:
copertura, assorbitore, rivestimento superficiale assorbitore, isolamento termico, contenitore e supporto strutturale e guarnizioni di
tenuta e sigillanti.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
Pagina 106
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Manuale d'Uso
elaborati impiantistici
Modalità di uso corretto:
I collettori solari devono essere fissati alle strutture portanti dell’edificio o al terreno per resistere all’azione degli agenti atmosferici
ed avere un trattamento superficiale (zincatura, ossidazione anodica o simili) per proteggere gli elementi dalla corrosione. Tutte le
tubazioni dell’impianto solare devono essere rivestite con un coibente incombustibile di spessore e conduttività a norma del D.M.
37/08 e comunque rivestito all’esterno con lamierino di alluminio bordato e ancorato con viti autofilettanti per dare anche una
schermatura termica. Tutte le tubazioni coibentate dovranno essere etichettate con fascette distintive di colore al fine di identificare
il tipo di fluido ed il verso di percorrenza. Le staffe ed i collari guida che fisseranno le tubazioni alle strutture dovranno comunque
permettere il libero movimento delle tubazioni causato dalle dilatazioni termiche. Una valvola di sicurezza omologata ISPESL dovrà
essere collocata sulla tubazione in uscita dai collettori solari, ad una distanza massima di 0,5 m ed a monte di qualsiasi organo di
intercettazione. Gli impianti elettrici a servizio delle apparecchiature dell’impianto solare saranno conformi alle norme CEI e a
quelle di prevenzione incendi. I comandi dei vari circuiti, tranne quelli inclusi nell’impianto, saranno centralizzati su un quadro
elettrico collocato in un luogo facilmente accessibile in modo da disattivare tutte le apparecchiature se necessario. In seguito ad
eventi meteorici eccezionali (nubifragi, temporali, grandinate, nevicate, ecc.) eseguire un controllo delle tubazioni e dei pannelli.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.18.02.A01 Difetti di fissaggio
01.18.02.A02 Difetti di serraggio morsetti
01.18.02.A03 Difetti di tenuta
01.18.02.A04 Incrostazioni
01.18.02.A05 Infiltrazioni
Elemento Manutenibile: 01.18.03
Serbatoi di accumulo
Unità Tecnologica: 01.18
Impianto di distribuzione acqua fredda e
calda
I serbatoi di accumulo consentono il corretto funzionamento delle macchine idrauliche e/o dei riscaldatori ed assicurano una riserva
idrica adeguata alle necessità degli utenti in caso di cattivo funzionamento delle reti di distribuzione o in caso di arresti della
erogazione da parte dei gestori del servizio di erogazione.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
elaborati impiantistici
Modalità di uso corretto:
Pagina 107
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Manuale d'Uso
L'utente deve verificare il corretto funzionamento del galleggiante, della valvola di alimentazione e la tenuta del tubo di troppo pieno
e deve provvedere ad eliminare le eventuali perdite di acqua che dovessero verificarsi. In ogni caso, prima della messa in funzione
della rete di distribuzione dell'acqua potabile è opportuno procedere alcune operazioni quali prelavaggio della rete per l'eliminazione
della sporcizia, disinfezione mediante immissione in rete di prodotti ossidanti (cloro gassoso o miscela di acqua e cloro gassoso o
soluzione di ipoclorito di calcio) e successivo risciacquo finale con acqua potabile sino a quando il liquido scaricato non assume le
caratteristiche chimiche e batteriologiche dell'acqua di alimentazione.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.18.03.A01 Difetti del galleggiante
01.18.03.A02 Difetti di regolazione
01.18.03.A03 Perdita di carico
Elemento Manutenibile: 01.18.04
Tubazioni in rame
Unità Tecnologica: 01.18
Impianto di distribuzione acqua fredda e
calda
Le tubazioni in rame hanno la funzione di trasportare i fluidi termovettori alla rubinetteria degli apparecchi sanitari.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
elaborati impiantistici
Modalità di uso corretto:
I materiali utilizzati per la realizzazione dei tubi in rame devono possedere caratteristiche tecniche rispondenti alle normative vigenti
(art.7 del D.M. 22/01/2008 n.37) nonché alle prescrizioni delle norme UNI. Tutte le tubazioni saranno installate in vista o in appositi
cavedi, con giunzioni realizzate mediante pezzi speciali evitando l'impiego di curve a gomito; in ogni caso saranno coibentate, senza
discontinuità, con rivestimento isolante di spessore, conduttività e reazione conformi alle normative vigenti.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.18.04.A01 Difetti di coibentazione
01.18.04.A02 Difetti di regolazione e controllo
01.18.04.A03 Difetti di tenuta
01.18.04.A04 Deformazione
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Manuale d'Uso
01.18.04.A05 Errori di pendenza
01.18.04.A06 Incrostazioni
Elemento Manutenibile: 01.18.05
Cassette di scarico a zaino
Unità Tecnologica: 01.18
Impianto di distribuzione acqua fredda e
calda
Possono essere realizzate nei seguenti materiali:
- porcellana sanitaria (vitreus china): mistura di argilla bianca, caolino, quarzo e feldspato; l'articolo viene smaltato a crudo e
sottoposto a monocottura in forno fino a 1250 °C, lo smalto è composto da caolino, quarzo, feldspato, calcare ed è opacizzato con
silicato di zirconio o con ossido di stagno, il materiale ottenuto ha una buona resistenza agli urti e consente un bassissimo
assorbimento dell'acqua;
- grès fine porcellanato (fire clay): mistura di argilla cotta, argilla refrattaria e quarzo; l'articolo viene smaltato a crudo e sottoposto a
monocottura in forno fino a 1250 °C, il materiale è caratterizzato da un assorbimento dell'acqua relativamente alto;
- resina metacrilica: amalgama sintetico che si ricava dalla polimerizzazione del metacrilicato con derivati degli acidi acrilico e
metacrilico con altre quantità minime di copolimeri, la resina ha il vantaggio di assorbire minimamente l'acqua, di avere bassa
conducibilità al calore e, quindi, capacità di trattenerlo; gli apparecchi sanitari realizzati in resina risultano di peso molto ridotto.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
elaborati impiantistici
Modalità di uso corretto:
Evitare manovre false e violente per evitare danneggiamenti. Non forzare o tentare di ruotare in senso inverso i dispositivi di
comando quali rubinetti e/o valvole. Controllare lo stato della tenuta dei flessibili e verificare l'integrità delle parti a vista.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.18.05.A01 Anomalie del galleggiante
01.18.05.A02 Corrosione
01.18.05.A03 Difetti ai flessibili
01.18.05.A04 Difetti dei comandi
01.18.05.A05 Interruzione del fluido di alimentazione
01.18.05.A06 Scheggiature
Pagina 109
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.18.06
Tubazioni multistrato
Unità Tecnologica: 01.18
Impianto di distribuzione acqua fredda e
calda
Le tubazioni multistrato sono quei tubi la cui parete è costituita da almeno due strati di materiale plastico legati ad uno strato di
alluminio o leghe di alluminio, tra di loro interposto. I materiali plastici utilizzati per la realizzazione degli specifici strati costituenti
la parete del tubo multistrato sono delle poliolefine adatte all'impiego per il convogliamento di acqua in pressione e possono essere
di:
- polietilene PE;
- polietilene reticolato PE-Xa / PE-Xb / PE-Xc;
- polipropilene PP;
- polibutilene PB.
Allo scopo di assicurare l'integrità dello strato interno lo spessore di tale strato non deve essere minore di 0,5 mm.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
elaborati impiantistici
Modalità di uso corretto:
Evitare di introdurre all'interno delle tubazioni oggetti che possano comprometterne il buon funzionamento. Non immettere fluidi
con pressione superiore a quella consentita per il tipo di tubazione utilizzata.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.18.06.A01 Alterazioni cromatiche
01.18.06.A02 Deformazione
01.18.06.A03 Difetti ai raccordi o alle connessioni
01.18.06.A04 Distacchi
01.18.06.A05 Errori di pendenza
Pagina 110
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 01.19
Impianto di smaltimento acque reflue
L'impianto di smaltimento acque reflue è l'insieme degli elementi tecnici aventi funzione di eliminare le acque usate e di scarico
dell'impianto idrico sanitario e convogliarle verso le reti esterne di smaltimento. Gli elementi dell'impianto di smaltimento delle
acque reflue devono essere autopulibili per assicurare la funzionalità dell'impianto evitando la formazione di depositi sul fondo dei
condotti e sulle pareti delle tubazioni. Al fine di concorre ad assicurare i livelli prestazionali imposti dalla normativa per il controllo
del rumore è opportuno dimensionare le tubazioni di trasporto dei fluidi in modo che la velocità di tali fluidi non superi i limiti
imposti dalla normativa.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 01.19.01 Collettori
° 01.19.02 Tubazioni
Pagina 111
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.19.01
Collettori
Unità Tecnologica: 01.19
Impianto di smaltimento acque reflue
I collettori fognari sono tubazioni o condotti di altro genere, normalmente interrati funzionanti essenzialmente a gravità, che hanno
la funzione di convogliare nella rete fognaria acque di scarico usate e/o meteoriche provenienti da più origini.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
elaborati impiantistici ed architettonici
Modalità di uso corretto:
È necessario verificare e valutare la prestazione delle connessioni di scarico e dei collettori di fognatura durante la realizzazione dei
lavori, al termine dei lavori e anche durante la successiva operatività del sistema. Esistono tre tipi di sistemi diversi, ossia:
- i sistemi indipendenti;
- i sistemi misti;
- i sistemi parzialmente indipendenti.
Gli scarichi ammessi nel sistema sono:
- le acque usate domestiche;
- gli effluenti industriali ammessi;
- le acque di superficie.
Le verifiche e le valutazioni devono considerare alcuni aspetti tra i quali:
- la tenuta all'acqua;
- la tenuta all'aria;
- l'assenza di infiltrazione;
- un esame a vista;
- un'ispezione con televisione a circuito chiuso;
- una valutazione della portata in condizioni di tempo asciutto;
- un monitoraggio degli arrivi nel sistema;
- un monitoraggio della qualità, quantità e frequenza dell'effluente nel punto di scarico nel corpo ricettore;
- un monitoraggio all'interno del sistema rispetto a miscele di gas tossiche e/o esplosive;
- un monitoraggio degli scarichi negli impianti di trattamento provenienti dal sistema.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.19.01.A01 Accumulo di grasso
01.19.01.A02 Corrosione
01.19.01.A03 Difetti ai raccordi o alle connessioni
01.19.01.A04 Erosione
01.19.01.A05 Incrostazioni
Pagina 112
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Manuale d'Uso
01.19.01.A06 Intasamento
01.19.01.A07 Odori sgradevoli
01.19.01.A08 Penetrazione di radici
01.19.01.A09 Sedimentazione
Elemento Manutenibile: 01.19.02
Tubazioni
Unità Tecnologica: 01.19
Impianto di smaltimento acque reflue
Le tubazioni dell'impianto di smaltimento delle acque provvedono allo sversamento dell'acqua nei collettori fognari o nelle vasche di
accumulo se presenti.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
elaborati impiantistici ed architettonici
Modalità di uso corretto:
I tubi utilizzabili devono rispondere alle prescrizioni indicate dalle norme specifiche ed in particolare rispetto al tipo di materiale
utilizzato per la realizzazione delle tubazioni quali:
- tubi di acciaio zincato;
- tubi di ghisa che devono essere del tipo centrifugato e ricotto, possedere rivestimento interno di catrame, resina epossidica ed
essere esternamente catramati o verniciati con vernice antiruggine;
- tubi di piombo che devono essere lavorati in modo da ottenere sezione e spessore costanti in ogni punto del percorso. Essi devono
essere protetti con catrame e verniciati con vernici bituminose per proteggerli dall'azione aggressiva del cemento;
- tubi di gres;
- tubi di fibrocemento;
- tubi di calcestruzzo non armato;
- tubi di PVC per condotte all'interno dei fabbricati;
- tubi di PVC per condotte interrate;
- tubi di polietilene ad alta densità (PEad) per condotte interrate;
- tubi di polipropilene (PP);
- tubi di polietilene ad alta densità (PEad) per condotte all'interno dei fabbricati.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.19.02.A01 Accumulo di grasso
01.19.02.A02 Corrosione
01.19.02.A03 Difetti ai raccordi o alle connessioni
Pagina 113
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Manuale d'Uso
01.19.02.A04 Erosione
01.19.02.A05 Incrostazioni
01.19.02.A06 Odori sgradevoli
01.19.02.A07 Penetrazione di radici
01.19.02.A08 Sedimentazione
Pagina 114
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 01.20
Impianto di smaltimento acque meteoriche
Si intende per impianto di scarico acque meteoriche (da coperture o pavimentazioni all'aperto) l'insieme degli elementi di raccolta,
convogliamento, eventuale stoccaggio e sollevamento e recapito (a collettori fognari, corsi d'acqua, sistemi di dispersione nel
terreno). I vari profilati possono essere realizzati in PVC (plastificato e non), in lamiera metallica (in alluminio, in rame, in acciaio,
in zinco, ecc.). Il sistema di scarico delle acque meteoriche deve essere indipendente da quello che raccoglie e smaltisce le acque
usate ed industriali. Gli impianti di smaltimento acque meteoriche sono costituiti da:
- punti di raccolta per lo scarico (bocchettoni, pozzetti, caditoie, ecc.);
- tubazioni di convogliamento tra i punti di raccolta ed i punti di smaltimento (le tubazioni verticali sono dette pluviali mentre quelle
orizzontali sono dette collettori);
- punti di smaltimento nei corpi ricettori (fognature, bacini, corsi d'acqua, ecc.). I materiali ed i componenti devono rispettare le
prescrizioni riportate dalla normativa quali:
- devono resistere all'aggressione chimica degli inquinanti atmosferici, all'azione della grandine, ai cicli termici di temperatura
(compreso gelo/disgelo) combinate con le azioni dei raggi IR, UV, ecc.;
- gli elementi di convogliamento ed i canali di gronda realizzati in metallo devono resistere alla corrosione, se di altro materiale
devono rispondere alle prescrizioni per i prodotti per le coperture, se verniciate dovranno essere realizzate con prodotti per esterno;
- i tubi di convogliamento dei pluviali e dei collettori devono rispondere, a seconda del materiale, a quanto indicato dalle norme
relative allo scarico delle acque usate;
- i bocchettoni ed i sifoni devono essere sempre del diametro delle tubazioni che immediatamente li seguono, tutte le caditoie a
pavimento devono essere sifonate, ogni inserimento su un collettore orizzontale deve avvenire ad almeno 1,5 m dal punto di innesto
di un pluviale;
- per i pluviali ed i collettori installati in parti interne all'edificio (intercapedini di pareti, ecc.) devono essere prese tutte le
precauzioni di installazione (fissaggi elastici, materiali coibenti acusticamente, ecc.) per limitare entro valori ammissibili i rumori
trasmessi.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 01.20.01 Collettori di scarico
° 01.20.02 Pozzetti e caditoie
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.20.01
Collettori di scarico
Unità Tecnologica: 01.20
Impianto di smaltimento acque
meteoriche
I collettori fognari sono tubazioni o condotti di altro genere, normalmente interrati, funzionanti essenzialmente a gravità, che hanno
la funzione di convogliare nella rete fognaria acque di scarico usate e/o meteoriche provenienti da più origini.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
elaborati impiantistici ed architettonici
Modalità di uso corretto:
I collettori possono essere realizzati in tre tipi di sistemi diversi, ossia:
- i sistemi indipendenti;
- i sistemi misti;
- i sistemi parzialmente indipendenti.
Gli scarichi ammessi nel sistema sono le acque usate domestiche, gli effluenti industriali ammessi e le acque di superficie. Il
dimensionamento e le verifiche dei collettori devono considerare alcuni aspetti tra i quali:
- la tenuta all'acqua;
- la tenuta all'aria;
- l'assenza di infiltrazione;
- un esame a vista;
- un'ispezione con televisione a circuito chiuso;
- una valutazione della portata in condizioni di tempo asciutto;
- un monitoraggio degli arrivi nel sistema;
- un monitoraggio della qualità, quantità e frequenza dell'effluente nel punto di scarico nel corpo ricettore;
- un monitoraggio all'interno del sistema rispetto a miscele di gas tossiche e/o esplosive;
- un monitoraggio degli scarichi negli impianti di trattamento provenienti dal sistema.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.20.01.A01 Accumulo di grasso
01.20.01.A02 Corrosione
01.20.01.A03 Difetti ai raccordi o alle connessioni
01.20.01.A04 Erosione
01.20.01.A05 Odori sgradevoli
01.20.01.A06 Penetrazione di radici
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Manuale d'Uso
01.20.01.A07 Sedimentazione
Elemento Manutenibile: 01.20.02
Pozzetti e caditoie
Unità Tecnologica: 01.20
Impianto di smaltimento acque
meteoriche
I pozzetti sono dei dispositivi di scarico la cui sommità è costituita da un chiusino o da una griglia e destinati a ricevere le acque
reflue attraverso griglie o attraverso tubi collegati al pozzetto.
I pozzetti e le caditoie hanno la funzione di convogliare nella rete fognaria, per lo smaltimento, le acque di scarico usate e/o
meteoriche provenienti da più origini (strade, pluviali, ecc.).
Collocazione nell'intervento dell'elemento
elaborati impiantistici ed architettonici
Modalità di uso corretto:
Controllare la funzionalità dei pozzetti, delle caditoie ed eliminare eventuali depositi e detriti di foglie ed altre ostruzioni che
possono compromettere il corretto deflusso delle acque meteoriche.
È necessario verificare e valutare la prestazione dei pozzetti e delle caditoie durante la realizzazione dei lavori, al termine dei lavori
e anche durante la vita del sistema. Le verifiche e le valutazioni comprendono:
- prova di tenuta all'acqua;
- prova di tenuta all'aria;
- prova di infiltrazione;
- esame a vista;
- valutazione della portata in condizioni di tempo asciutto;
- tenuta agli odori.
Un ulteriore controllo può essere richiesto ai produttori facendo verificare alcuni elementi quali l'aspetto, le dimensioni, i materiali,
la classificazione in base al carico.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.20.02.A01 Difetti ai raccordi o alle tubazioni
01.20.02.A02 Difetti dei chiusini
01.20.02.A03 Erosione
01.20.02.A04 Intasamento
01.20.02.A05 Odori sgradevoli
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 01.21
Recinzioni e cancelli
Le recinzioni sono strutture verticali aventi funzione di delimitare e chiudere le aree esterne di proprietà privata o di uso pubblico.
Possono essere costituite da:
- recinzioni opache in muratura piena a faccia vista o intonacate;
- recinzioni costituite da base in muratura e cancellata in ferro;
- recinzione in rete a maglia sciolta con cordolo di base e/o bauletto;
- recinzioni in legno;
- recinzioni in siepi vegetali e/o con rete metallica.
I cancelli sono costituiti da insiemi di elementi mobili con funzione di apertura-chiusura e separazione di locali o aree e di controllo
degli accessi legati al sistema edilizio e/o ad altri sistemi funzionali. Gli elementi costituenti tradizionali possono essere in genere in
ferro, legno, materie plastiche, ecc., inoltre, la struttura portante dei cancelli deve comunque essere poco deformabile e garantire un
buon funzionamento degli organi di guida e di sicurezza. In genere sono legati ad automatismi di controllo a distanza del comando
di apertura-chiusura.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 01.21.01 Recinzioni in elementi prefabbricati
° 01.21.02 Recinzioni in ferro
° 01.21.03 Cancelli in ferro
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.21.01
Recinzioni in elementi prefabbricati
Unità Tecnologica: 01.21
Recinzioni e cancelli
Si tratta di strutture verticali con elementi prefabbricati in cls realizzati, in forme diverse, da elementi ripetuti con la funzione di
delimitazione e chiusura delle aree esterne di proprietà privata o di uso pubblico.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
elaborati architettonici
Modalità di uso corretto:
Le recinzioni vanno realizzate e manutenute nel rispetto delle norme relative alla distanza dal ciglio stradale, alla sicurezza del
traffico e della visibilità richiesta dall'Ente proprietario della strada o dell'autorità preposta alla sicurezza del traffico e comunque del
codice della strada. Sarebbe opportuno prima di realizzare e/o intervenire sulle recinzioni di concordare con le aziende competenti
per la raccolta dei rifiuti solidi urbani, la realizzazione di appositi spazi, accessibili dalla via pubblica, da destinare all'alloggiamento
dei cassonetti o comunque alle aree di deposito rifiuti. Il ripristino di recinzioni deteriorate va fatto attraverso interventi puntuali nel
mantenimento della tipologia e nel rispetto di recinzioni adiacenti e prospicienti sulla stessa via. Inoltre le recinzioni dovranno
relazionarsi alle caratteristiche storiche, tipologiche e di finitura dei fabbricati di cui costituiscono pertinenza. I controlli saranno
mirati alla verifica del grado di integrità ed individuazione di anomalie (corrosione, deformazione, perdita di elementi, screpolatura
vernici, ecc.). Inoltre a secondo delle tipologie e dei materiali costituenti, le recinzioni vanno periodicamente:
- ripristinate nelle protezioni superficiali delle parti in vista;
- integrate negli elementi mancanti o degradati;
- tinteggiate con opportune vernici e prodotti idonei al tipo di materiale e all'ambiente di ubicazione;
- colorate in relazione ad eventuali piani di colore e/o riferimenti formali all'ambiente circostante.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.21.01.A01 Decolorazione
01.21.01.A02 Deposito superficiale
01.21.01.A03 Distacco
01.21.01.A04 Erosione superficiale
01.21.01.A05 Fessurazioni
01.21.01.A06 Perdita di materiale
01.21.01.A07 Presenza di vegetazione
Elemento Manutenibile: 01.21.02
Pagina 119
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Manuale d'Uso
Recinzioni in ferro
Unità Tecnologica: 01.21
Recinzioni e cancelli
Si tratta di strutture verticali con elementi in ferro con la funzione di delimitazione e chiusura delle aree esterne di proprietà privata o
di uso pubblico. Possono essere costituite da base o cordolo (bauletto) in muratura, cls, elementi Si tratta di strutture verticali con
elementi in ferro con la funzione di delimitazione e chiusura delle aree esterne di proprietà privata o di uso pubblico. Possono essere
costituite da base o cordolo (bauletto) in muratura, cls, elementi prefabbricati, ecc..
Collocazione nell'intervento dell'elemento
elaborati architettonici
Modalità di uso corretto:
Le recinzioni vanno realizzate e manutenute nel rispetto delle norme relative alla distanza dal ciglio stradale, alla sicurezza del
traffico e della visibilità richiesta dall'Ente proprietario della strada o dell'autorità preposta alla sicurezza del traffico e comunque del
codice della strada. Sarebbe opportuno prima di realizzare e/o intervenire sulle recinzioni di concordare con le aziende competenti
per la raccolta dei rifiuti solidi urbani, la realizzazione di appositi spazi, accessibili dalla via pubblica, da destinare all'alloggiamento
dei cassonetti o comunque alle aree di deposito rifiuti. Il ripristino di recinzioni deteriorate va fatto attraverso interventi puntuali nel
mantenimento della tipologia e nel rispetto di recinzioni adiacenti e prospicienti sulla stessa via. Inoltre le recinzioni dovranno
relazionarsi alle caratteristiche storiche, tipologiche e di finitura dei fabbricati di cui costituiscono pertinenza. I controlli saranno
mirati alla verifica del grado di integrità ed individuazione di anomalie (corrosione, deformazione, perdita di elementi, screpolatura
vernici, ecc.). Inoltre a secondo delle tipologie e dei materiali costituenti, le recinzioni vanno periodicamente:
- ripristinate nelle protezioni superficiali delle parti in vista;
- integrate negli elementi mancanti o degradati;
- tinteggiate con opportune vernici e prodotti idonei al tipo di materiale e all'ambiente di ubicazione;
- colorate in relazione ad eventuali piani di colore e/o riferimenti formali all'ambiente circostante.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.21.02.A01 Corrosione
01.21.02.A02 Deformazione
01.21.02.A03 Mancanza
Elemento Manutenibile: 01.21.03
Cancelli in ferro
Unità Tecnologica: 01.21
Recinzioni e cancelli
Sono costituiti da insiemi di elementi mobili realizzati in materiale metallico con funzione di apertura-chiusura e separazione di
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Manuale d'Uso
locali o aree e di controllo degli accessi legati al sistema edilizio e/o ad altri sistemi funzionali. In genere sono legati ad automatismi
di controllo a distanza del comando di apertura-chiusura.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
elaborati architettonici
Modalità di uso corretto:
I cancelli motorizzati devono potersi azionare anche manualmente. Inoltre gli apparati per l'azionamento manuale delle ante non
devono creare pericoli di schiacciamento e/o di taglio con le parti fisse e mobili disposte nel contorno del loro perimetro. Sui
cancelli motorizzati va indicato: il numero di fabbricazione, il nome del fornitore, dell'installatore o del fabbricante, l'anno di
costruzione o dell'installazione della motorizzazione, la massa in kg degli elementi mobili che vanno sollevati durante le aperture.
Sui dispositivi di movimentazione va indicato: il nome del fornitore o del fabbricante, l'anno di costruzione e il relativo numero di
matricola, il tipo, la velocità massima di azionamento espressa in m/sec o il numero di giri/min, la spinta massima erogabile espressa
in Newton metro. Controllare periodicamente l'integrità degli elementi, il grado di finitura ed eventuali anomalie (corrosione,
bollature, perdita di elementi, ecc.) evidenti. Interventi mirati al mantenimento dell'efficienza degli organi di apertura-chiusura e
degli automatismi connessi. Controllo delle guide di scorrimento ed ingranaggi di apertura-chiusura e verifica degli ancoraggi di
sicurezza che vanno protette contro la caduta in caso accidentale di sganciamento dalle guide. Inoltre le ruote di movimento delle
parti mobili vanno protette onde evitare deragliamento dai binari di scorrimento. E' vietato l'uso di vetri (può essere ammesso
soltanto vetro di sicurezza) o altri materiali fragili come materie d'impiego nella costruzione di parti. Ripresa puntuale delle vernici
protettive ed anticorrosive. Sostituzione puntuale dei componenti usurati.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.21.03.A01 Corrosione
01.21.03.A02 Deformazione
01.21.03.A03 Non ortogonalità
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 01.22
Ascensori
Gli ascensori sono impianti di trasporto verticale per persone. Generalmente sono costituiti da un apparecchio elevatore, da una
cabina (le cui dimensioni consentono il passaggio delle persone) che scorre lungo delle guide verticali o inclinate al massimo di 15°
rispetto alla verticale. Gli ascensori sono classificati in classi:
- classe I: adibiti al trasporto di persone;
- classe II: adibiti al trasporto di persone ma che possono trasportare anche merci;
- classe III: adibiti al trasporto di letti detti anche montalettighe;
- classe IV: adibiti al trasporto di merci accompagnate da persone;
- classe V: adibiti al trasporto esclusivo di cose.
Il manutentore è l'unico responsabile dell'impianto e pertanto deve effettuare le seguenti verifiche, annotandone i risultati
sull'apposito libretto dell'impianto: integrità ed efficienza di tutti i dispositivi dell'impianto quali limitatori, paracadute, ecc.,
elementi portanti quali funi e catene e isolamento dell'impianto elettrico ed efficienza dei collegamenti di terra. Gli ascensori e
montacarichi vanno sottoposti a verifiche periodiche da parte di uno dei seguenti soggetti: Azienda Sanitaria Locale competente per
territorio, ispettorati del Ministero del Lavoro e organismi abilitati dalla legge.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 01.22.01 Cabina
° 01.22.02 Macchinari oleodinamici
° 01.22.03 Vani corsa
° 01.22.04 Porte di piano
° 01.22.05 Pulsantiera
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.22.01
Cabina
Unità Tecnologica: 01.22
Ascensori
La cabina dell'impianto di ascensore è quella parte dell'impianto che è adibita al trasporto di persone e/o cose a secondo della classe
dell'ascensore.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
ved. documentazione da allegare a seguito dell'installazione
Modalità di uso corretto:
Per evitare un sovraccarico della cabina da parte di persone, la superficie utile della cabina deve essere limitata. Pertanto devono
essere rispettate le corrispondenze tra portata e superficie utile massima della cabina indicate dalle norme vigenti. Nella cabina deve
essere apposta l’indicazione della portata dell’ascensore espressa in chilogrammi e del numero di persone. Deve essere apposto il
nome del venditore e il suo numero di identificazione dell’ascensore. Evitare l'uso improprio dei comandi della cabina per evitare
arresti indesiderati. L’altezza libera interna della cabina non deve essere inferiore a 2 m.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.22.01.A01 Difetti ai meccanismi di leveraggio
01.22.01.A02 Difetti di lubrificazione
Elemento Manutenibile: 01.22.02
Macchinari oleodinamici
Unità Tecnologica: 01.22
Ascensori
Sono gli organi motori che assicurano il movimento e l’arresto dell’ascensore. I macchinari oleodinamici basano il loro
funzionamento su due metodi di azionamento: ad azione diretta o ad azione indiretta. Se, per sollevare la cabina, si usano più gruppi
cilindro-pistone, essi devono essere interconnessi idraulicamente per assicurare la parità delle pressioni.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
ved. documentazione da allegare a seguito dell'installazione
Modalità di uso corretto:
Pagina 123
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Manuale d'Uso
L’ascensore deve essere corredato di un libretto o un fascicolo sul quale siano riportate una parte tecnica in cui figurano la data della
messa in servizio dell’ascensore, le caratteristiche principali dell’ascensore e di quei componenti per le quali è richiesta la verifica
della conformità. Inoltre il libretto d'ascensore deve contenere i grafici che indicano la posizione dell'ascensore nell’edificio, gli
schemi elettrici e gli schemi idraulici redatti con le opportune simbologie, la pressione statica massima, le caratteristiche o il tipo del
fluido idraulico.
Sul fascicolo, che deve essere messo a disposizione delle persone che hanno l’incarico della manutenzione, vanno annotate le copie
dei verbali dei controlli e delle visite con tutte le osservazioni. L'ascensore deve essere corredato di un manuale di istruzioni
contenente tutte le informazioni per l’uso normale dell’ascensore e per le operazioni di soccorso in caso di guasti o anomalie nonché
le precauzioni da prendere in caso di ascensori con vano di corsa chiuso parzialmente. Tutte le targhe, avvisi, marcature e istruzioni
per la manovra devono essere leggibili e facilmente comprensibili sia con il testo che con l’aiuto di segnali o segni grafici. Devono
essere non lacerabili, di materiale durevole, disposti bene in vista, redatti nella lingua del Paese in cui si trova l’ascensore (o, se
necessario, in più lingue).
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.22.02.A01 Cadute di pressione
01.22.02.A02 Difetti degli ammortizzatori
01.22.02.A03 Difetti dei contatti
01.22.02.A04 Difetti dei dispositivi di blocco
01.22.02.A05 Difetti del limitatore di velocità
01.22.02.A06 Difetti del paracadute
01.22.02.A07 Difetti di isolamento
01.22.02.A08 Diminuzione di tensione
01.22.02.A09 Mancanza di energia elettrica
Elemento Manutenibile: 01.22.03
Vani corsa
Unità Tecnologica: 01.22
Ascensori
Il vano corsa è il volume entro il quale si spostano la cabina, il contrappeso o la massa di bilanciamento. Questo volume di norma è
materialmente delimitato dal fondo della fossa, dalle pareti e dal soffitto del vano.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
Pagina 124
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Manuale d'Uso
elaborati architettonici
Modalità di uso corretto:
Nelle parti di edificio ove il vano di corsa deve contribuire contro il propagarsi degli incendi, il vano di corsa deve essere
completamente chiuso da pareti, pavimento e soffitto ciechi. Sono ammesse solo le seguenti aperture:
- accessi delle porte di piano;
- accessi delle porte di ispezione o di soccorso del vano e degli sportelli di ispezione;
- aperture di uscita di gas e fumi in caso di incendio;
- aperture di ventilazione;
- aperture necessarie per il funzionamento tra il vano di corsa ed il locale del macchinario o delle pulegge di rinvio;
- aperture nella difesa di separazione tra ascensori.
Quando il vano di corsa non deve partecipare alla protezione dell’edificio contro il propagarsi di un incendio, per esempio nel caso
di ascensori panoramici, non è necessario che il vano di corsa sia completamente chiuso purché sia garantita la sicurezza delle
persone. Il vano di corsa deve essere adibito solo al servizio dell’ascensore e pertanto non deve contenere cavi o dispositivi, ecc.
estranei al servizio dell’ascensore.
Il vano di corsa deve essere munito di illuminazione elettrica installata stabilmente che assicuri un’intensità di illuminazione di
almeno 50 lux all’altezza di 1 m sopra il tetto della cabina e sopra il pavimento della fossa del vano, anche quando tutte le porte sono
chiuse. Questa illuminazione deve comprendere una lampada ad una distanza non maggiore di 0,50 m dal punto più alto e più basso
del vano con lampade intermedie.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.22.03.A01 Difetti ai meccanismi di leveraggio
Elemento Manutenibile: 01.22.04
Porte di piano
Unità Tecnologica: 01.22
Ascensori
Le porte di piano consentono ai passeggeri di entrare in cabina e sono gli elementi essenziali per la funzionalità e la sicurezza
dell'impianto ascensore. Negli impianti moderni le porte di piano sono collegate a quelle della cabina (vengono azionate da un
motore installato sul tetto della cabina).
Collocazione nell'intervento dell'elemento
ved. documentazione da allegare a seguito dell'installazione
Modalità di uso corretto:
Evitare l'uso improprio dei comandi delle porte per evitare arresti indesiderati della cabina. Le porte di piano devono avere
dimensioni minime di 80 cm di larghezza e di 200 cm di altezza per consentire l'ingresso all'interno della cabina (che deve avere
un'altezza minima non inferiore a 2 m).
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.22.04.A01 Corrosione
Pagina 125
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Manuale d'Uso
01.22.04.A02 Deformabilità porte
01.22.04.A03 Difetti di chiusura
01.22.04.A04 Difetti di lubrificazione
01.22.04.A05 Non ortogonalità
01.22.04.A06 Scollaggi dei rivestimenti
Elemento Manutenibile: 01.22.05
Pulsantiera
Unità Tecnologica: 01.22
Ascensori
La pulsantiera (o quadro dei bottoni di comando) della cabina e dei vari piani sono quei dispositivi per mezzo dei quali gli utenti
danno i comandi all'ascensore. Il funzionamento di detti dispositivi è basato su un circuito che viene chiuso quando viene premuto
un pulsante e questo comando viene trasmesso al sistema di manovra dell'ascensore.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
ved. documentazione da allegare a seguito dll'installazione
Modalità di uso corretto:
Gli utenti devono evitare urti o manovre violente sulle pulsantiere per evitare malfunzionamenti. In caso di cattivo funzionamenti dei
comandi evitare di aprire la pulsantiera e rivolgersi al personale addetto alla manutenzione; inoltre gli utenti devono segnalare
eventuali anomalie delle spie di segnalazione presenti sulle pulsantiere della cabina o di quelle di piano.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.22.05.A01 Anomalie dei pulsanti
01.22.05.A02 Difetti delle spie
01.22.05.A03 Difetti di serraggio
Pagina 126
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Manuale d'Uso
Corpo d'Opera: 02
Impianti antincendio
Insieme delle unità e degli elementi tecnici del sistema edilizio aventi funzione di tutelare gli utenti e/o il sistema edilizio a fronte di eventuali
situazioni di pericolo che potrebbero sorgere.
Unità Tecnologiche:
° 02.01 Impianto di sicurezza e antincendio
Pagina 127
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 02.01
Impianto di sicurezza e antincendio
L'impianto di sicurezza deve fornire segnalazioni ottiche e/o acustiche agli occupanti di un edificio affinché essi, in caso di possibili
incendi, possano intraprendere adeguate azioni di protezione contro l'incendio oltre ad eventuali altre misure di sicurezza per un
tempestivo esodo. Le funzioni di rivelazione incendio e allarme incendio possono essere combinate in un unico sistema.
Generalmente un impianto di rivelazione e allarme è costituito da:
- rivelatori d'incendio;
- centrale di controllo e segnalazione;
- dispositivi di allarme incendio;
- punti di segnalazione manuale;
- dispositivo di trasmissione dell'allarme incendio;
- stazione di ricevimento dell'allarme incendio;
- comando del sistema automatico antincendio;
- sistema automatico antincendio;
- dispositivo di trasmissione dei segnali di guasto;
- stazione di ricevimento dei segnali di guasto;
- apparecchiatura di alimentazione.
L'impianto antincendio è l'insieme degli elementi tecnici aventi funzione di prevenire, eliminare, limitare o segnalare incendi.
L'impianto antincendio, nel caso di edifici per civili abitazioni, è richiesto quando l'edificio supera i 24 metri di altezza. L'impianto è
generalmente costituito da:
- rete idrica di adduzione in ferro zincato;
- bocche di incendio in cassetta (manichette, lance, ecc.);
- attacchi per motopompe dei VV.FF.;
- estintori (idrici, a polvere, a schiuma, carrellati, ecc.).
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 02.01.01 Cassetta a rottura del vetro
° 02.01.02 Estintori a polvere
° 02.01.03 Idranti a colonna soprasuolo
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.01.01
Cassetta a rottura del vetro
Unità Tecnologica: 02.01
Impianto di sicurezza e antincendio
La cassetta a rottura del vetro, detta anche avvisatore manuale di incendio, è un dispositivo di allarme per sistemi antincendio che
può essere abbinato facilmente ad una centrale. Essa è costituita da una cassetta generalmente in termoplastica chiusa con un vetro
protetto da pellicola antinfortunistica.
Lo scopo di un punto di allarme manuale è di consentire a una persona che scopre un incendio di avviare il funzionamento del
sistema di segnalazione d’incendio in modo che possano essere adottate le misure appropriate.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati VVF
Modalità di uso corretto:
È importante che i punti di allarme manuali siano riconoscibili e semplici da utilizzare, senza bisogno di leggere istruzioni elaborate,
in modo che chiunque scopra un incendio sia in grado di utilizzare il punto di allarme manuale senza la precedente familiarità con
esso.
Il colore dell’area superficiale visibile del punto di allarme manuale deve essere rosso.
I pulsanti convenzionali possono essere di due tipi (entrambi a rottura del vetro):
- il sistema di allarme può essere attivato rompendo il vetro di protezione della cassetta;
- il sistema di allarme può essere attivato abbassando la maniglia verso il basso.
In questo caso per ripristinare il pulsante basta svitare la vita a brugola e quindi con una semplice operazione di apertura e chiusura
si può riportare la maniglia in posizione normale.
Le cassette a rottura del vetro devono essere collocate in posizioni tali da non essere manomesse, essere visibili e facilmente
accessibili (ad un’altezza compresa tra 1 m e 1,4 m) in caso di incendio. L'utente deve verificare che i componenti della cassetta
(vetro di protezione, martelletto per la rottura del vetro) siano in buone condizioni. In caso di utilizzo con conseguente rottura del
vetro registrare le viti di serraggio con la sostituzione del vetro danneggiato.
Ciascun punto di allarme manuale deve essere marcato in modo permanente con le seguenti informazioni:
- il numero della norma di riferimento (ovvero EN 54-11);
- il nome o il marchio di fabbrica del fabbricante o del fornitore;
- la designazione del modello (tipo A o tipo B);
- la categoria ambientale (interno/esterno, condizioni ambientali particolari);
- le designazioni della morsetteria di collegamento;
- alcuni marchi o codici (per esempio il numero di serie o il codice lotto), tramite i quali il fabbricante può identificare almeno la
data o il lotto e il luogo di fabbricazione, inoltre il numero di versione di eventuali software contenuti nel punto di allarme
manuale.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.01.01.A01 Difetti di funzionamento
Elemento Manutenibile: 02.01.02
Estintori a polvere
Unità Tecnologica: 02.01
Pagina 129
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Manuale d'Uso
Impianto di sicurezza e antincendio
A polvere (di tipo pressurizzato con aria o azoto, l'erogazione viene effettuata con tubo flessibile e ugello erogatore o con
bomboletta di anidride carbonica in cui l'erogazione viene effettuata con tubo flessibile e pistola ad intercettazione).
Collocazione nell'intervento dell'elemento
vedere elaborati VVF
Modalità di uso corretto:
Gli estintori vanno collocati in prossimità di accessi e di apparecchiature a rischio, lungo i corridoi di accesso e nei punti di maggior
pericolo facendo si che siano ben visibili, di facile accesso e protetti dagli urti. Non vanno esposti al gelo. Per l'utilizzo tirare la
sicura ed impugnare l'estintore dirigendo il getto estinguente alla base dell'incendio.
L’estinguente può essere tenuto costantemente in pressione con gas compresso o messo in pressione al momento dell’utilizzo con
una cartuccia di CO2. Gli estintori devono essere accompagnati dai certificati di omologazione.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.01.02.A01 Difetti alle valvole di sicurezza
02.01.02.A02 Perdita di carico
CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
02.01.02.C01 Controllo carica
Cadenza: ogni mese
Tipologia: Controllo a vista
Verificare che l'indicatore di pressione sia all'interno del campo verde.
Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo della portata dei fluidi; 2) (Attitudine al) controllo della tenuta; 3) Efficienza.
• Anomalie riscontrabili: 1) Perdita di carico.
•
Elemento Manutenibile: 02.01.03
Idranti a colonna soprasuolo
Unità Tecnologica: 02.01
Impianto di sicurezza e antincendio
L'idrante è uno strumento adatto allo spengimento d'incendi in quanto rende immediatamente disponibile il getto d'acqua. Gli idranti
a colonna soprasuolo sono costituiti da un dispositivo collegato ad una rete idrica di alimentazione; questo dispositivo generalmente
a colonna è dotato di uno o più attacchi per l'aggancio delle tubazioni. Gli idranti a colonna sono classificati, secondo i tipi
costruttivi e l'uso: con attacco a lato o con attacco assiale.
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Manuale d'Uso
Collocazione nell'intervento dell'elemento
elaborati VVF
Modalità di uso corretto:
Ogni idrante deve riportare in maniera indelebile il modello, il nome del costruttore, l'anno di costruzione, il diametro nominale. In
caso di incendio togliere il tappo di chiusura, agganciare la tubazione ed aprire la valvola d'intercettazione. Il lancio dell'acqua deve
essere indirizzato alla base dell'incendio controllando di non dirigere il getto direttamente su parti elettriche in tensione.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.01.03.A01 Difetti attacchi
02.01.03.A02 Difetti di tenuta
02.01.03.A03 Difetti dispositivi di manovra
02.01.03.A04 Rottura tappi
Pagina 131
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Manuale d'Uso
Corpo d'Opera: 03
Sistemazioni esterne
Unità Tecnologiche:
° 03.01 Aree a verde
° 03.02 Aree pedonali e marciapiedi
° 03.03 Parcheggi
° 03.04 Arredo urbano
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 03.01
Aree a verde
Le aree a verde costituiscono l'insieme dei parchi, dei giardini e delle varietà arboree degli spazi urbani ed extra urbani. La
distribuzione degli spazi verdi varia in funzione a standard urbanistici ed esigenze di protezione ambientale. Il verde urbano può
avere molteplici funzioni di protezione ambientale: ossigenazione dell'aria, assorbimento del calore atmosferico e barriera contro i
rumori ed altre fonti di inquinamento.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 03.01.01 Alberi
° 03.01.02 Tappeti erbosi
° 03.01.03 Ghiaia e pietrisco
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 03.01.01
Alberi
Unità Tecnologica: 03.01
Aree a verde
Si tratta di piante legnose caratterizzate da tronchi eretti e ramificati formanti una chioma posta ad una certa distanza dalla base. Gli
alberi si differenziano per: tipo, specie, caratteristiche botaniche, caratteristiche ornamentali, caratteristiche agronomiche,
caratteristiche ambientali e tipologia d'impiego.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
elaborati architettonici
Modalità di uso corretto:
La scelta dei tipi di alberi va fatta: in funzione dell'impiego previsto (viali, alberate stradali, filari, giardini, parchi, ecc.), delle
condizioni al contorno (edifici, impianti, inquinamento atmosferico, ecc.), della massima altezza di crescita, della velocità di
accrescimento, delle caratteristiche del terreno, delle temperature stagionali, dell'umidità, del soleggiamento e della tolleranza alla
salinità. In ogni caso in fase di progettazione e scelta di piante affidarsi a personale specializzato (agronomi, botanici, ecc.). Dal
punto di vista manutentivo le operazioni previste riguardano: la potatura, l'irrigazione, la concimazione, contenimento della
vegetazione, cura delle malattie, semina e messa a dimora.
ANOMALIE RISCONTRABILI
03.01.01.A01 Crescita confusa
03.01.01.A02 Malattie a carico delle piante
03.01.01.A03 Presenza di insetti
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
03.01.01.I02 Innaffiaggio
Cadenza: quando occorre
Innaffiaggio delle piante. L'operazione può essere condotta manualmente oppure da prevedersi con innaffiatoi automatici a tempo
regolati in funzione delle stagioni e dei fabbisogni.
Elemento Manutenibile: 03.01.02
Tappeti erbosi
Unità Tecnologica: 03.01
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Manuale d'Uso
Aree a verde
Essi vengono utilizzati per la sistemazione a prato di superfici dove è richiesto un rapido inerbimento. Possono essere del tipo a
tappeti erbosi o in strisce a zolle. Le qualità variano a secondo delle specie prative di provenienza: cotica naturale, miscugli di
graminacee e leguminose, ecc..
Collocazione nell'intervento dell'elemento
elaborati architettonici
Modalità di uso corretto:
Le attività manutentive riguardano principalmente: il taglio; l'innaffiaggio; la concimazione. Nel caso di rifacimento dei tappeti
erbosi prevedere le seguenti fasi : asportare i vecchi strati, rastrellare, rullare ed innaffiare gli strati inferiori del terreno, posare i
nuovi tappeti erbosi, concimare ed innaffiare. Affidarsi a personale specializzato.
ANOMALIE RISCONTRABILI
03.01.02.A01 Crescita di vegetazione spontanea
03.01.02.A02 Prato diradato
Elemento Manutenibile: 03.01.03
Ghiaia e pietrisco
Unità Tecnologica: 03.01
Aree a verde
Si tratta di materiale alluvionale o proveniente dalla frantumazione di rocce con dimensioni comprese fra i 2 e 50 mm utilizzato
generalmente nella sistemazione di vialetti e percorsi pedonali adiacenti ad aree a verde.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
elaborati architettonici
Modalità di uso corretto:
Provvedere alla corretta distribuzione e costipamento del materiale lungo i percorsi in uso nonché al riempimento di zone sprovviste.
Particolare attenzione va posta nella messa in opera in zone adiacenti a tombini o griglie in uso.
ANOMALIE RISCONTRABILI
03.01.03.A01 Granulometria irregolare
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Manuale d'Uso
03.01.03.A02 Mancanza
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 03.02
Aree pedonali e marciapiedi
Le aree pedonali insieme ai marciapiedi costituiscono quei percorsi pedonali che possono essere adiacenti alle strade veicolari
oppure autonomi rispetto alla rete viaria. Essi vengono previsti per raccordare funzioni tra loro correlate (residenze, scuole,
attrezzature di interesse comune, ecc.).
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 03.02.01 Pavimentazione pedonale in masselli prefabbricati in cls
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 03.02.01
Pavimentazione pedonale in masselli prefabbricati in
cls
Unità Tecnologica: 03.02
Aree pedonali e marciapiedi
Si tratta di prodotti di calcestruzzo realizzati in monostrato o pluristrato, caratterizzati da un ridotto rapporto di unità tra lo spessore
e i lati. Essi trovano largo impiego come rivestimenti per le pavimentazioni ad uso veicolare e pedonale. I principali tipi di masselli
possono distinguersi in: elementi con forma singola, elementi con forma composta e elementi componibili. Sul mercato si trovano
prodotti con caratteristiche morfologiche del tipo: con spessore compreso tra i 40 e 150 mm, con rapporto tra il lato piccolo e lo
spessore varia da 0,6 a 2,5, con rapporto tra il lato più grande e quello più piccolo varia tra 1 e 3 e con superficie di appoggio non
minore di 0,05 m2 (la superficie reale maggiore dovrà essere pari al 50% di un rettangolo circoscritto).
Collocazione nell'intervento dell'elemento
elaborati architettonici
Modalità di uso corretto:
La posa può essere eseguita manualmente o a macchina collocando i masselli sul piano di allettamento secondo schemi e disegni
prestabiliti. La compattazione viene eseguita a macchina livellando i vari masselli e curando la sigillatura dei giunti con materiali
idonei. Controllare periodicamente l'integrità degli elementi attraverso valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie evidenti.
Comunque affinché tali controlli risultino efficaci affidarsi a personale tecnico con esperienza.
ANOMALIE RISCONTRABILI
03.02.01.A01 Degrado sigillante
03.02.01.A02 Deposito superficiale
03.02.01.A03 Distacco
03.02.01.A04 Fessurazioni
03.02.01.A05 Perdita di elementi
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 03.03
Parcheggi
Si tratta di aree destinate a sosta ad uso frequente di autoveicoli. Essi sono direttamente connessi alla viabilità di scorrimento e
rapportati alla presenza di particolari punti di interesse. I parcheggi devono essere proporzionati alle effettive necessità e fabbisogni
dell'utenza. Devono garantire, nelle zone delle aree urbane ed extraurbane, l'accessibilità ai punti di interesse. Per garantire la
fluidità del traffico bisogna prevedere la separazione delle zone di scorrimento degli autoveicoli da quelle necessarie per le manovre
connesse alla sosta. Le aree di servizio destinate al parcheggio ed alla sosta dei veicoli devono essere dotate di stalli di sosta con
indicazioni e delimitazione segnaletiche (strisce longitudinali bianche e/o blu). Gli stalli di sosta vanno muniti del segnale di
parcheggio. Vanno inoltre adeguatamente dimensionati gli spazi di sosta nonché gli spazi di manovra. Particolare cura va posta alle
uscite ed all'ingresso dei parcheggi per i coni di visibilità. Bisogna inoltre prevedere parcheggi per portatori di handicap (secondo
quanto previsto dalle norme vigenti in materia di barriere architettoniche). Si possono distinguere diverse tipologie di parcheggio,
tra le quali: parcheggio a raso, parcheggio coperto, parcheggi multipiano interrati o fuori terra e parcheggi meccanizzati.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 03.03.01 Pavimentazioni bituminose
° 03.03.02 Segnaletica
° 03.03.03 Delimitazioni
Pagina 139
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 03.03.01
Pavimentazioni bituminose
Unità Tecnologica: 03.03
Parcheggi
Si tratta di pavimentazioni realizzate con additivi bituminosi ottenuti dai processi di raffinazione e lavorazione del petrolio greggio
utilizzate in parcheggi all'aperto sottoposti a particolare usura.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
elaborati architettonici
Modalità di uso corretto:
Controllare periodicamente l'integrità delle superfici del rivestimento attraverso valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie
evidenti. Comunque affinché tali controlli risultino efficaci affidarsi a personale tecnico con esperienza.
ANOMALIE RISCONTRABILI
03.03.01.A01 Deposito superficiale
03.03.01.A02 Distacco
Elemento Manutenibile: 03.03.02
Segnaletica
Unità Tecnologica: 03.03
Parcheggi
La segnaletica a servizio delle aree destinate a parcheggi servono a disciplinare gli utenti ad effettuare le operazioni di manovra in
sicurezza degli autoveicoli (sosta, circolazione, uscita, ingresso, ecc.) anche in funzione dei pedoni. Può essere costituita da simboli,
segnali orizzontali e verticali, ecc., e realizzata mediante l'applicazione di pittura, materiali termoplastici, materiali plastici indurenti
a freddo, linee e simboli preformati o mediante altri sistemi.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
elaborati architettonici
Modalità di uso corretto:
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Manuale d'Uso
Tutti i segnali devono essere realizzati con materiali tali da renderli visibili sia di giorno che di notte anche in presenza di pioggia o
con fondo stradale bagnato. Le attività di manutenzione rivolte alla segnaletica interessano il controllo dello stato ed il rifacimento
della simbologia convenzionale dei parcheggi nonché della segnaletica verticale.
ANOMALIE RISCONTRABILI
03.03.02.A01 Usura
Elemento Manutenibile: 03.03.03
Delimitazioni
Unità Tecnologica: 03.03
Parcheggi
Si tratta di linee di divisione a delimitazione degli stalli di sosta realizzati con colorazione mediante vernici speciali rifrangenti o
mediante l'applicazione a caldo di laminati plastici colorati o autoadesivi (strisce bianche, blu, gialle, ecc). In alternativa possono
essere inseriti nella pavimentazione elementi (blocchetti di cls, pietre, ecc.) a colorazioni diverse.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
elaborati architettonici
Modalità di uso corretto:
Le delimitazioni devono essere realizzate con materiali tali da essere visibili sia di giorno che di notte anche in presenza di pioggia o
con fondo stradale bagnato. Le attività di manutenzione rivolte alle delimitazioni interessano il controllo dello stato ed il rifacimento
delle linee e della simbologia convenzionale.
ANOMALIE RISCONTRABILI
03.03.03.A01 Usura
Pagina 141
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 03.04
Arredo urbano
Si tratta di attrezzature utilizzate nella sistemazione degli spazi pubblici. Esse devono relazionarsi con gli spazi creando ambienti
confortevoli e gradevoli sotto i diversi profili. Negli arredi urbani va controllato periodicamente l'integrità degli elementi e della loro
funzionalità anche in rapporto ad attività di pubblico esercizio.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 03.04.01 Cestini portarifiuti in lamiera zincata
° 03.04.02 Fioriere in conglomerato cementizio
° 03.04.03 Panchine amovibili
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 03.04.01
Cestini portarifiuti in lamiera zincata
Unità Tecnologica: 03.04
Arredo urbano
Si tratta di elementi con funzione di raccolta e deposito rifiuti. I cestini portarifiuti possono essere di forma, dimensioni e materiali
diversi. Sono realizzati in lamiera zincata e verniciata, accoppiati spesso ad altri materiali (cemento, PVC, ecc.). Possono essere
fissati su pali o a parete e sono provvisti di dispositivo meccanico di chiusura nonché di fori per l'aerazione e di eventuali scarichi di
acqua. La capacità di immagazzinamento viene espressa in litri. All'interno dei cestini viene generalmente alloggiato un sacchetto di
plastica, in cestelli estraibili, per il convogliamento dei rifiuti e per la loro facile rimozione.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
elaborati architettonici
Modalità di uso corretto:
Provvedere alla sostituzione giornaliera dei sacchetti portarifiuti con altri analoghi, effettuare cicli di pulizia e rimozione di eventuali
depositi lungo le superfici.
ANOMALIE RISCONTRABILI
03.04.01.A01 Deposito superficiale
03.04.01.A02 Instabilità ancoraggi
Elemento Manutenibile: 03.04.02
Fioriere in conglomerato cementizio
Unità Tecnologica: 03.04
Arredo urbano
Si tratta di elementi per il contenimento di piante ed essenze vegetali contraddistinte da forme, dimensioni e materiali diversi a
secondo degli innumerevoli prodotti presenti sul mercato. Sono generalmente costituite da contenitori in conglomerato cementizio
(armato, vibrato, sabbiato) con trattamento antidegrado. Sono spesso decorate con fasce in rame. All'interno sono disposte vaschette
zincate per l'alloggiamento del terreno e delle piante. Possono anche essere collocate unitamente a segnaletiche informative.
Collocazione nell'intervento dell'elemento
elaborati architettonici
Pagina 143
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Manuale d'Uso
Modalità di uso corretto:
Provvedere alla rimozione e pulizia all'interno delle fioriere di materiali estranei (lattine, carte, mozziconi, ecc.). Verificare la loro
corretta posizione rispetto alle condizioni di traffico pedonale, veicolare, visibilità, ecc. La scelta della tipologia deve
opportunamente tener conto degli altri elementi di arredo presenti.
ANOMALIE RISCONTRABILI
03.04.02.A01 Alterazione cromatica
03.04.02.A02 Deposito superficiale
03.04.02.A03 Macchie e graffiti
03.04.02.A04 Scheggiature
Elemento Manutenibile: 03.04.03
Panchine amovibili
Unità Tecnologica: 03.04
Arredo urbano
Si tratta di elementi di seduta (di peso <= 200 kg) con più posti a sedere, con o senza schienali, disposti ad una certa altezza dal
suolo e ad esso appoggiati. Le tipologie, le dimensioni, il design, i materiali, ecc. variano a secondo dei diversi prodotti presenti sul
mercato. Vengono generalmente utilizzati materiali diversi accoppiati tra di loro. Nella maggior parte dei casi le strutture sono in
metallo (acciaio, ghisa, ecc.) mentre le sedute sono realizzate in legno, elementi prefabbricati, lamiere di acciaio laminate in plastico,
ecc..
Collocazione nell'intervento dell'elemento
elaborati architettonici
Modalità di uso corretto:
Le panchine dovranno essere progettate, realizzate e installate tenendo conto delle prescrizioni generali di sicurezza. Esse dovranno
essere prive di spigoli, angoli e sporgenze nonché di aperture e spazi accessibili. Le forme e i profili dovranno consentire il facile
deflusso di acque meteoriche o di lavaggio. I materiali in uso non dovranno presentare incompatibilità chimico-fisica. Dovranno
inoltre assicurare la stabilità ossia la capacità di resistere a forze di ribaltamento. Periodicamente va verificata la stabilità e i relativi
ancoraggi al suolo. Prevedere cicli di pulizia continui e di rimozione di depositi per consentirne la fruizione giornaliera. Esse
dovranno essere accessibili e non da intralcio a persone portatori di handicap.
ANOMALIE RISCONTRABILI
03.04.03.A01 Alterazione cromatica
Pagina 144
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Manuale d'Uso
03.04.03.A02 Corrosione
03.04.03.A03 Deposito superficiale
Pagina 145
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Manuale d'Uso
INDICE
01 Fabbricati
01.01
Pareti esterne
pag.
4
5
01.01.01
Murature intonacate
6
01.01.02
Murature a cassa vuota
7
01.01.03
Parete ventilata
9
01.02
Rivestimenti esterni
11
01.02.01
Intonaco
12
01.02.02
Tinteggiature e decorazioni
14
01.03
Pareti interne
17
01.03.01
Tramezzi in laterizio
18
01.03.02
Lastre di cartongesso
19
01.04
Pavimentazioni interne
21
01.04.01
Rivestimenti ceramici
22
01.04.02
Rivestimenti in gres porcellanato
23
01.04.03
Rivestimenti lapidei
24
01.04.04
Rivestimenti cementizi
26
01.05
Rivestimenti interni
28
01.05.01
Intonaco
29
01.05.02
Tinteggiature e decorazioni
30
01.05.03
Rivestimenti in ceramica
31
01.06
01.06.01
01.07
01.07.01
01.08
01.08.01
01.09
Infissi interni
33
Porte
34
Infissi esterni
38
Serramenti in materie plastiche (PVC)
Portoni
Portoni ad ante
Coperture piane
39
43
44
45
01.09.01
Accessi alla copertura
46
01.09.02
Canali di gronda e pluviali
47
01.09.03
Comignoli e terminali
48
01.09.04
Parapetti ed elementi di coronamento
50
01.09.05
Strato di protezione con pavimento galleggiante
51
Strato di tenuta con membrane bituminose
53
01.09.06
01.10
Coperture inclinate
56
01.10.01
Canali di gronda e pluviali
57
01.10.02
Comignoli e terminali
58
Accessi alla copertura
60
01.10.03
01.11
Balconi e logge
62
01.11.01
Corrimano
63
Parapetti e ringhiere in metallo
63
01.11.02
01.12
Pavimentazioni esterne
65
01.12.01
Rivestimenti in gres porcellanato
66
01.12.02
Pavimenti in pietra ricomposta
67
Rivestimenti lapidei
68
01.12.03
01.13
Impianto elettrico
71
01.13.01
Canalizzazioni in PVC
72
01.13.02
Prese e spine
72
01.13.03
Quadri di bassa tensione
73
01.13.04
Interruttori
74
01.13.05
Contattore
75
01.13.06
Fusibili
76
Pagina 146
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Manuale d'Uso
01.13.07
Motori
77
01.13.08
Sezionatore
78
01.14
80
Impianto di messa a terra
01.14.01
Conduttori di protezione
81
01.14.02
Sistema di dispersione
81
Sistema di equipotenzializzazione
82
01.14.03
01.15
Impianto telefonico e citofonico
84
01.15.01
Alimentatori
85
01.15.02
Apparecchi telefonici
85
Pulsantiere
86
01.15.03
01.16
01.16.01
01.16.02
01.17
Impianto di distribuzione del gas
88
Tubazioni in acciaio
89
Tubazioni in polietilene
89
91
Impianto di riscaldamento
01.17.01
Centrale termica
92
01.17.02
Vaso di espansione chiuso
92
01.17.03
Camini
93
01.17.04
Dispositivi di controllo e regolazione
94
01.17.05
Tubazioni in rame
95
01.17.06
Valvole a saracinesca
96
01.17.07
Radiatori
96
01.17.08
Valvole termostatiche per radiatori
97
01.17.09
Coibente
98
01.17.10
Contatori gas
01.17.11
Scaldacqua solari
100
01.17.12
Serbatoi di accumulo
101
01.17.13
Termostati
102
01.17.14
Valvole motorizzate
102
01.18
99
Impianto di distribuzione acqua fredda e calda
104
01.18.01
Apparecchi sanitari e rubinetteria
105
01.18.02
Collettori solari
106
01.18.03
Serbatoi di accumulo
107
01.18.04
Tubazioni in rame
108
01.18.05
Cassette di scarico a zaino
109
01.18.06
Tubazioni multistrato
110
01.19
01.19.01
01.19.02
01.20
Impianto di smaltimento acque reflue
111
Collettori
112
Tubazioni
113
Impianto di smaltimento acque meteoriche
115
01.20.01
Collettori di scarico
116
01.20.02
Pozzetti e caditoie
117
01.21
Recinzioni e cancelli
118
01.21.01
Recinzioni in elementi prefabbricati
119
01.21.02
Recinzioni in ferro
119
Cancelli in ferro
120
01.21.03
01.22
Ascensori
122
01.22.01
Cabina
01.22.02
Macchinari oleodinamici
123
01.22.03
Vani corsa
124
01.22.04
Porte di piano
125
01.22.05
Pulsantiera
126
02 Impianti antincendio
123
pag.
127
Pagina 147
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Manuale d'Uso
Impianto di sicurezza e antincendio
128
02.01.01
Cassetta a rottura del vetro
129
02.01.02
Estintori a polvere
129
02.01.03
Idranti a colonna soprasuolo
130
02.01
03 Sistemazioni esterne
03.01
pag.
Aree a verde
132
133
03.01.01
Alberi
134
03.01.02
Tappeti erbosi
134
Ghiaia e pietrisco
135
03.01.03
03.02
03.02.01
03.03
Aree pedonali e marciapiedi
137
138
Pavimentazione pedonale in masselli prefabbricati in cls
Parcheggi
139
03.03.01
Pavimentazioni bituminose
03.03.02
Segnaletica
140
03.03.03
Delimitazioni
141
03.04
140
142
Arredo urbano
03.04.01
Cestini portarifiuti in lamiera zincata
143
03.04.02
Fioriere in conglomerato cementizio
143
03.04.03
Panchine amovibili
144
IL TECNICO
Ing. Marzia Spagnoli
Pagina 148
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Elemento Manutenibile: 01.01.01 - Arte SP