TRIMESTRALE - ANNO XXXIII - Nuova serie N. 1 - DICEMBRE/GENNAIO/FEBBRAIO 2011 - Tariffa R.O.C. Iscrizione n° 10621: “Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N° 46) art. 1, comma 1, DCB Modena - Tassa Riscossa - L’abbonamento riservato ai soci di Euro 2,00 è stato assolto nella quota associativa. Avviso importante all’attenzione di tutti i Soci!!! Ricollocazione temporale dei corsi Sezionali per 2011 Su indicazione del Coordinamento dei Direttori dei Corsi e dell’Assemblea degli Istruttori sezionali, nata per fare fronte al meglio alle numerose richieste di Soci e non soci, il Consiglio Direttivo ha deliberato la ricollocazione temporale, con l’esclusione di quelli invernali, di tutti i corsi in programma per il 2011. Cari consoci, vogliate prendere atto e informare tutti coloro che abbiano intenzione di iscriversi. Come sempre, il nostro notiziario “il Cimone”, i depliant informativi, o l’e-mail, se siete iscritti alla lista delle newsletter, “c’è @ per te”! Vi terranno velocemente informati. Il Presidente Giuliano Cavazzuti mer 15/12 Presentazione corso 13° Corso Escursionismo su neve Periodo: dal 12/1 al 6/3 Per coloro che desiderano percorrere l’ambiente innevato secondo itinerari escursionistici con le attrezzature e le informazioni adeguate mar 11/1 Presentazione corso 29° Corso Sci di fondo Corso di base e di perfezionamento con tecnica classica e pattinato su pista gio 3/3 Presentazione corso 1° Corso di Ciclo escursionismo Un mezzo? Un fine? O una opportunità in più per viaggiare e conoscere? Periodo: dal 11/1 al 13/2 Periodo: dal 31/3 al 29/5 mar 22/3 Presentazione corso 4° Corso di arrampicata avanzato Periodo: dal 6/4 al 26/6 Il corso è aperto unicamente ai Soci che hanno partecipato ai corsi di alpinismo, di roccia e arrampicata di base ven 1/4 Presentazione corso 7° Corso sentieri attrezzati e ferrate Periodo: dal 1/4 al 4/7 Sia per esperti di escursionismo, sia ai neofiti della montagna, per apprendere le tecniche di progressione e l’utilizzo degli strumenti di sicurezza mer 6/7 Presentazione corso 26° Corso Escursionismo Periodo: dal 6/9 al 16/10 Per un escursionismo consapevole che ti informa, ti educa e ti prepara a tornare a casa sicuro e appagato, non “un fai da te”! Novità tesseramento Mediante la Rivista del Club Alpino Italiano “Lo Scarpone” n. 9 del mese di Settembre 2010, la Sede Centrale ha comunicato a tutti i Soci, e contestualmente alle proprie sezioni, le scadenze e gli adempimenti inerenti il tesseramento. Nostro malgrado, le quote di tesseramento per l’anno 2011 dovranno essere ritoccate al rialzo, per far fonte all’aumento delle tariffe assicurative che garantiscono ai Soci la copertura sugli infortuni. La notizia di questi aumenti circolava da qualche tempo; anzi, nello scorso mese di aprile si è rischiata la revoca immediata del contratto da parte della compagnia assicurativa, e solo grazie ad una pronta risposta della sede centrale è stata evitata non solo la rottura del contratto, ma anche la continuità assicurativa per tutto il 2010 senza il ricorso a incrementi tariffari retroattivi. È giusto ricordare che il CAI Nazionale ha potuto far fronte a questa emergenza senza chiedere nulla agli associati grazie all’attività di accantonamento, compiuta negli anni passati a favore del Fondo Rischi Assicurativi e a un contributo del Corpo del Soc- corso Alpino, che ha consentito di coprire l’emergenza 2010 in piena autonomia. L’aumento della quota tariffaria per l’anno 2011 risale infatti al 23 maggio scorso, quando l’Assemblea dei Delegati CAI svoltasi a Riva del Garda, dopo un’attenta valutazione e un’analisi dei dati, ha deciso di mantenere inalterato il pacchetto assicurativo e le sue caratteristiche di risarcimento economico agli infortunati, a fronte però di un aumento di 3 euro a Socio sul costo della tessera annuale. Le ragioni dell’aumento, emerse anche nel dibattito durante l’assemblea, sono attribuibili al forte incremento di sinistrosità registrato a fine 2009 e all’inizio del 2010. Il fenomeno ha avuto origine nell’aumento dell’attività escursionistica, che ha portato in montagna un numero molto più alto di persone, innalzando quindi la probabilità statistica d’incidenti di varia entità; vi è stato inoltre un aumento, nello stesso anno, delle morti (da cinque a ventotto unità nel 2009, di cui undici Soci, dieci Istruttori, e sette tra soccorritori a terra e in volo). continua a pag. 8 Quote sociali 2011 Ricordiamo a tutti i Soci che è iniziata la campagna di rinnovo della quota sociale per l’anno 2011. Dove rinnovare le iscrizioni: • Direttamente in Sede, viale IV Novembre, 40 (negli orari di apertura della segreteria) • Tramite bollettino postale, c/c n° 10270411, intestato a “Club Alpino Italiano, via 4 novembre, 40, 41123 Modena” • Mediante bonifico bancario IBAN IT 43 Q 05387 12900 0000 000 10810, specificando nella causale il tipo di rinnovo e maggiorando la quota di 1 Euro quale rimborso spedizione postale del bollino • Rivolgendosi a uno dei seguenti Punti di Rinnovo di Modena e Provincia, validi fino e non oltre il 30 marzo: - Modena: Libreria Marco Polo - via Sant’Eufemia, 68 - tel. 059/211522 - Fanano: Ida Ballerini - c/o LAPAM, piazza della Vittoria, 21- tel. 0536/68889 - Lama Mocogno: Ovilio Fontana - via Giardini, 140 - tel. 0536/44405 - Pievepelago: Flavia Landi - tel. 0536/72115 - Pavullo: Banca Popolare dell’E.R. - via Giardini, 19 - Pierluigi Vignali tel. 0536/20195 - Savignano s/P: Fontana Sport - via Tavoni, 981 (50 m oltre il ponte sul Panaro) - tel. 059/762042 Quote di tesseramento per l’anno 2011: Ordinario 47 Euro; Famigliare 26 Euro; Giovane 21 Euro (nati nel 1994 e successivi) Per informazioni di carattere amministrativo e contabile, potete utilizzare il nuovo indirizzo mail della Segreteria: [email protected] per tutte le altre comunicazioni, l’indirizzo del CAI è: [email protected] Giardino Botanico Alpino Esperia... lavori in corso All’interno: di allora a contribuire a innalzare e/o riparare la rete di recinzione dell’ormai lontano 1981. Poi sono sopraggiunte le memorie di tutte le occasionali visite per le castagnate di fine attività sezionali degli anni ottanta, che si concludevano tutte al giardino. Poco alla volta, comparivano i volti di quei soci anziani, ormai quasi tutti “andati avanti” che hanno dato una mano contribuendo alla ricostruzione, alla manutenzione e alla rinascita del prestigio del Giardino, merito in primis della famiglia di Tina ed Enzo Zuccoli. continua a pag. 5 13° Corso di Escursionismo su Neve pag. 2 Martedì 3 agosto scorso sono iniziati, con l’abbattimento del rifugio di servizio al Giardino Botanico Alpino Esperia, i lavori per la ricostruzione del nuovo rifugio. All’evento, oltre ai due operai dell’impresa di costruzioni, erano presenti il sottoscritto e il Consigliere Mauro Barbieri. I pensieri e le riflessioni provate nel vedere all’opera la ruspa che si accaniva ad abbattere l’edificio “storico” erano contrastanti tra loro, da un lato i ricordi non potevano che correre alla mia prima visita “lavorativa” come volontario, in qualità di istruttore di alpinismo, chiamato con tutta la Scuola 29° Corso di Sci di Fondo pag. 2 1° Corso di Ciclo-Escursionismo pag. 2 Conversazioni in Montagna anno sesto pag. 3 Corso Invernale dell’Alpinismo Giovanile pag. 6 ES CU NEVE CAI 13° Corso di Escursionismo su neve RSIONISMO SU Il Corso, articolato in 8 lezioni teoriche e 6 giornate in ambiente (2 domeniche e due week end), si prefigge di introdurre ai Soci, sia esperti sia neofiti della montagna, l’approccio all’ambiente invernale: partendo dall’utilizzo delle varie attrezzature utili per la progressione, alla comprensione delle particolari conformazioni del manto nevoso e della sua stabilità, alle tecniche di orientamento e di lettura delle carte topografiche, fino all’elaborazione personale di un itinerario escursionistico. Saranno anche approcciate e analizzate le tecniche per l’autosoccorso in valanga con l’utilizzo degli adeguati strumenti (ARVA, pala e sonda). Direttore del corso sarà l’INV Saverio Venturelli, coadiuvato da istruttori sezionali. 29° Corso di Sci di Fondo CAI S CI E S C URSIONISTICO Tecnica Classica e Pattinato La Commissione Sezionale di Sci Fondo Escursionistico organizza per i propri Soci un Corso di Sci di Fondo su pista, di base e perfezionamento (prima parte) e Sci di Fondo Escursionistico di base (seconda parte), rivolto a tutti coloro che desiderano percorrere l’ambiente innevato secondo itinerari escursionistici con l’uso degli sci. Direttore del Corso è l’ISFE Stefano Aravecchia, Responsabile della Commissione, coadiuvato da Istruttori Sezionali. Programma mer 15/12/2010 ore 21.00 Presentazione del corso e inizio iscrizioni mer 12/1/2011 l.t. Abbigliamento ed equipaggiamento mer 19/1 l.t. Progressione con picozza e ramponi, bastoncini e racchette dom 23/1 Il Lago Santo Modenese e il bacino glaciale del lago Baccio (Appennino Modenese) mer 26/1 l.t. Nivologia ed analisi del manto nevoso mer 2/2 l.t. Nivometereologia sab 5 e dom 6/2 Il crinale appenninico tra il “Corno” e lo “Spigolino” (Appennino Modenese) mer 9/2 l.t. Topografia e Orientamento in ambiente innevato mer 16/2 l.t. Pericoli dell’ambiente invernale montano Uso apparecchi ARVA e sonde dom 20/2 Alla scoperta delle malghe dell’altopiano della Lessinia mer 23/2 l.t Primo intervento e chiamata del Soccorso - Alimentazione mer 2/3 l.t. Programmazione di un’escursione Scelta del percorso e della traccia sab 5 e dom 6/3 Parco Naturale Paneveggio e Pale di San Martino Laghi Colbricon - Cima Venegia (Dolomiti Orientali) ven 18/3 Che cosa faremo dopo??? - Cena di fine Corso Programma mar 11/1 ore 21.00 - Presentazione del Corso mar 18/1 l.t Attrezzatura e abbigliamento sab 22 e dom 23/1 Uscita pratica: Asiago-Campomulo mar 1/2 l.t. Tecniche dello sci di fondo sab 5 e dom 6/2 Uscita pratica: Asiago-Campomulo dom 13/2 Uscita pratica: Passo Coe 1° Corso di Ciclo-Escursionismo Un mezzo? Un fine? O una opportunità in più per viaggiare e conoscere? Cari consoci, ormai da tre anni un “nuovo” modo di frequentare gli ambienti naturali è approdato ufficialmente tra le file delle molteplici discipline del Club Alpino Italiano: il ciclo escursionismo - mtb. Il CAI ha sdoganato molto tardivamente questa disciplina, infatti sono ormai trascorsi cinque lustri da quando la prima mountain bike italiana, il leggendario “rampichino” prodotto dalla Ditta Cinelli, veniva presentata con un interessante articolo, corredato da significative fotografie, su di una rivista di natura e ambiente. Le preoccupazioni degli ambienti CAI erano perlopiù dovute, all’inizio, all’idea che questo costituisse soltanto a un fenomeno di moda, seguito dall’inevitabile esaurirsi della novità dell’oggetto. Successivamente subentrò l’apprensione per gli evidenti danni lasciati nell’ambiente sui sentieri e nei fuori percorsi e ancora la possibile incompatibilità con l’escursionismo pedestre. Venticinque anni dopo il “mercato” ha avuto ragione e molti posseggono una mtb, spesso utilizzata malamente, causando notevoli danni nell’ambiente naturale, o ignorando il codice della strada mettendo così in pericolo la propria incolumità, anche per la manutenzione e riparazione del mezzo. “Dulcis in fundo”, in questi anni, quattro Federazioni ciclistiche in ambito nazionale e numerose associazioni locali, sorte e appoggiate da Enti Locali, hanno elaborato codici e regole di comportamento e marcato sul terreno, con apposita segnaletica, i percorsi e il loro grado di difficoltà. Tutto ciò è stato fatto senza un reale coordinamento “in primis” con il C.A.I., in considerazione del fatto che tantissimi percorsi sono gli stessi della pre-esistente rete sentieristica. L’Alto Adige e le vicine Nazioni alpine con forte vocazione economica turistica, come l’Austria, la Svizzera e la Francia, hanno fatto passi da gigante nell’armonizzare le diverse funzioni, finanziando la creazione di circuiti locali, regionali e trans-nazionali, che spesso percorrono o superano grandi gruppi montuosi e confini di Stato. Queste realtà si avvalgono di una segnaletica condivisa, semplice e intuibile, corredata da ottima cartografia, dove vengono segnalati punti di noleggio, riparazione e alloggi per bikers. Questi Stati o Regioni hanno legiferato su specifici codici d’uso, punendone il mancato rispetto con forti ammende. I controlli esistono e anche la popolazione locale è coinvolta nella denuncia delle infrazioni e a segnalare fortemente le “deficienze”... in atto. Questa primavera la Commissione Sezionale Escursionismo, con la collaborazione della Sezione di Parma che già ha esperienza in merito, proporrà il suo 1° Corso con l’approccio alle prime due difficoltà individuate dal C.A.I. - 2 Commissione Centrale Escursionismo (si veda lo specchietto a pagina 8). In questo modo crediamo di fornire un servizio utile e razionale per conoscere, educare e organizzare con sicurezza e soddisfazione anche in questo campo le attività di tutti coloro che praticano o intendono praticare questo modo di viaggiare nell’ambiente naturale. Nello stesso tempo ci sarà per noi la possibilità di confrontarsi con tutte le associazioni ciclistiche - mtb che già operano sul territorio, collaborando per la stesura di metodi, difficoltà, sentieristica e codici di regolamentazione del delicato territorio sia alpino che appenninico. A.E. Giuliano Cavazzuti Programma gio 3/3 ore 21.00 - Presentazione corso gio 31/3 gio 7/4 Introduzione al ciclo escursionismo: scopi, difficoltà, mete Muoversi in bici-mtb: quale bicicletta, l’abbigliamento, il codice della strada Pianificare un viaggio: cartografie, guide Le colline modenesi - La postura nei percorsi La bicicletta / mtb: conoscere la bicicletta, meccanica di base, riparazioni d’emergenza, manutenzione Cenni di meteorologia Viaggio nella Maremma Toscana: le sue costiere Riparazioni d’emergenza gio 14/4 sab 16/4 gio 28/4 gio 5/5 sab 7 e dom 8/5 gio 12/5 gio 19/5 gio 26/5 sab 28 e dom 29/5 gio 23/6 Itinerari: - scala delle difficoltà - sentieristica - gps l’ambiente montano: codice etico per visitare, per conoscere e tutelare Alimentazione e salute in bicicletta Organizzazione di una ciclo escursione Chiamata del Soccorso Alpino, Primo soccorso Traversata dei Forti - Altipiani di Folgaria, Lavarone e Asiago - Una escursione storica e naturalistica Verifica dell’organizzazione Proiezione immagini. Cosa faremo dopo? Il CAI e le sue attività CAI ES COMMISSIONE ESCURSIONISMO CU R SIONISMO Sabato 18 Dicembre Spigolino by night (EEAI) Escursione notturna con la luna piena in Collaborazione con il Gruppo Over 50 Proponiamo un’interessante escursione invernale (e notturna) lungo il crinale modenese-pistoiese, per giungere al Monte Spigolino, sicuri di ammirare durante il tragitto un mare di luci nelle valli delle due regioni e un gioco di chiaroscuri dei monti, che si riflettono o si nascondono alla luna piena. La luna piena ha un grande fascino, è attraente, è fonte di curiosità naturale, è piena di mistero e di presagi antichi, mai pienamente sopiti. Se poi il luogo da dove la si ammira è un ambiente naturale, allora ecco che la sua luce crea delle ombre magiche, che si trasformano e fanno apparire tutto in uno strano contrasto, dove le sensazioni si amplificano. Ma non è finita: per aggiungere qualche elemento in più, pensate a un ambiente tra i monti, tutto ricoperto dalla neve. Allora gli effetti diventano ancor più macroscopici, come la Notte di Natale! Da qualche parte potrebbe comparire una stella cometa, mentre in valle è tutto un vibrare di luci tremolanti, un presepe... È mezzanotte, un botto, una fetta di panettone, un brindisi e tutti a casa... AEI/AAG Giuliano Cavazzuti Domenica 13 Febbraio Alba sul Monte Cavalbianco (EAI) Il monte Cavalbianco (1855 m) si trova all’interno del Parco Nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, completamente in territorio reggiano in quanto situato a nord del crinale, spartiacque fra Emilia e Toscana. Nei pressi del Cavalbianco si trova il passo Pradarena, a 1579 m (l’antico Pratum reni), utilizzato sin dai tempi antichi come valico di collegamento fra le vallate del Secchia e dell’Enza, sul versante emiliano, e della Garfagnana, sul versante toscano. Nel Medioevo fu transito dei pellegrini diretti a Roma, con tanto di ospizi situati sui due versanti (ancor oggi Ospitaletto a nord e Ospedaletto a sud). L’itinerario proposto è interessante e di grande soddisfazione per l’ambiente davvero unico e selvaggio in cui si svolge, ma a renderlo ancora più emozionante e solitario sarà la salita notturna che, in caso di nottata serena, sarà illuminata dalla luna e dalle stelle che in questo periodo saranno particolarmente lucenti. La partenza sarà in località Pianella, nei pressi di Ospitaletto, dove s’imbocca la strada forestale che ci conduce fino alla conca solitaria della Busa del Cavalbianco. In leggero semicerchio a sinistra si raggiunge il versante nord e quindi, per ripidi pendii, la vetta. L’arrivo in cima al Cavalbianco è previsto per l’alba, che tingerà di rosso il nostro sguardo verso un panorama grandioso sulla catena del Monte Cusna, Alpe di Succiso, Monte La Nuda ed Alpi Apuane. La discesa sarà verso il passo Pradarena dove ci aspetterà un’abbondante colazione! D.G. Daniele Lucca CONVERSAZIONI IN MONTAGNA di filosofia, letteratura, psicologia e altro ancora anno sesto Con il 2011 le Conversazioni in montagna entrano nel loro sesto anno di vita. L’argomento proposto per le prossime camminate, che avranno inizio a febbraio, è l’amore. Cercheremo di conoscere meglio questo sentimento o questa passione, facendoci guidare da psicoanalisti e sociologi (come Erich Fromm e Francesco Alberoni), leggendo storie famose (come quelle di Abelardo ed Eloisa o di Dino Campana e Sibilla Aleramo), lasciandoci trasportare nei suoi labirinti dalle pagine di grandi scrittori (come Ivan Bunin, Guy de Maupassant, Marcel Proust, Lev Tolstoj). Da essi trarremo spunto e alimento per le chiacchierate che faremo durante le soste in riva al mare della Liguria o sopra il Lago di Garda, lungo i sentieri del nostro Appennino o al sole delle malghe alpine. Alberto Meschiari Domenica 27 Febbraio Bocca di Magra Monte Marcello - Tellaro (E) (Liguria) Da Bocca di Magra, località fluviale e marinara, apprezzata fin dai tempi dell’antica Roma, costeggeremo il Monastero di Santa Croce, fondato nel 1176 dai monaci benedettini, e saliremo a Montemarcello, antico borgo medioevale a mt. 266 s.l.m., nel comune di Ameglia. Dalla sua posizione panoramica si può ammirare la piana del fiume Magra, la costa toscana con le Alpi Apuane (Marina di Carrara, Marina di Massa, Forte dei Marmi fin oltre Viareggio) e il golfo di La Spezia (Lerici e il Golfo dei Poeti con Portovenere, le isole Palmaria, Tino e Tinetto, fino alle Cinque Terre). Percorrendo il sentiero, il mare ci accompagnerà per buona parte del tragitto di andata: sotto di noi avremo le “spiagge” di Punta Corvo e Punta Bianca. Questa deve il suo nome alle rocce bianche calcaree impiegate già in epoca romana come materiale decorativo per edifici privati a Luni (che dà il nome alla Lunigiana). A Montemarcello, in località Monte Murlo, si trova l’Orto Botanico. Il promontorio è ricoperto di pini di Aleppo, che verso il mare lasciano però spazio alla macchia mediterranea: cespugli di cisto dai fiori bianchi e rosa, timo e lentisco, ginestre, finocchio marino e erba cipollina. E, se l’inverno sarà stato mite, avremo la fortuna di incontrare diverse mimose fiorite. Scenderemo quindi a Tellaro, uno dei luoghi più suggestivi del Golfo: un piccolo paese di circa 800 abitanti d’inverno e quasi 8000 nella stagione turistica, edificato su uno sperone roccioso a picco sul mare. Qui avremo tempo per una visita al paese e una sosta sugli scogli per la nostra conversazione, prima di riprendere la via del ritorno. D.G. Alberto Meschiari Domenica 6 Marzo Alpe di Siusi La Commissione Sezione di Sci di Fondo vi invita a scoprire l'Alpe di Siusi, che nella sua veste invernale si propone come autentico paradiso per gli appassionati di sci da fondo. Raggiungeremo l’altipiano dello Sciliar con la cabinovia, che parte da Siusi. Sull’Alpe avremo la possibilità di noleggiare l’attrezzatura e avremo a disposizione uno spogliatoio per cambiarci. Durante la gita potremo ammirare l’ampiezza apparentemente infinita di questo paesaggio assolato (speriamo) e lievemente collinare, interrotto armonicamente da ameni boschetti e circondato dalle forme bizzarre delle cime dolomitiche (Patrimonio Mondiale dell’umanità): insomma, un ambiente che sembra nato apposta per essere scoperto sugli sci da fondo. A disposizione degli amanti dello sci da fondo ci sono 60 km di piste perfettamente battute e tracciate per lo stile classico, nonché lisce e impeccabili per lo skating: piste con una lunghezza minima di 2 km per i principianti e altre più estese, come quella del “Giogo” che, con i suoi 15 km, è la più lunga pista da fondo in quota dell’Alpe di Siusi. 3 GRUPPO SENIORES OVER 50 Domenica 12 Dicembre Giovedì 3 Febbraio Il Sentiero del Sole e i Mercatini di Natale (T) Escursione con Ciaspole sul Col Santo (EAI) Limone del Garda/Arco Come ogni anno, il gruppo Over 50 vuole chiudere la propria attività escursionistica con la programmazione di un facile e simpatico percorso da svolgersi nella mattinata del 12 dicembre, dedicando così il pomeriggio alla visita dei mercatini di Natale nella Città di Arco. Ovviamente quest’uscita, aperta a tutti i soci CAI, si prefigge come obiettivo di trascorrere una giornata piena di emozioni esplorando a Limone sul Garda i luoghi dove si coltivano proprio i limoni. Questa coltivazione inizia nel Seicento e in forma quasi industriale dai primi anni del Settecento, quando si cominciarono a costruire le innumerevoli serre in muratura, che dovevano proteggere le piante durante i mesi più freddi. Tutto l’arco del golfo si vestì di muraglie, di scale, di portali, di travi di legno su cui, da novembre a marzo, si fissavano assi e materiali per difendere gli agrumi, particolarmente delicati. Nel pomeriggio, in tutta tranquillità, ci trasferiremo nella città di Arco per la visita turistica dei mercatini di Natale. Circa quaranta casette allestite nelle piazze del centro offrono la possibilità di acquistare articoli regalo e prodotti tipici del Natale. Un’ampia varietà di prodotti per ogni gusto e interesse: per chi sarà in cerca di souvenir tipicamente natalizi ci saranno presepi di ogni genere, ma anche candele particolarmente artistiche e molti prodotti naturali per la cosmesi e per l’igiene. L’oggettistica, che in questi casi rappresenta la parte più significativa del mercatino, consentirà di trovare il giusto regalo per il prossimo Natale, mentre la gastronomia ci permetterà di sorseggiare un caldo brulè di mele mentre si passeggia tra le bancarelle, di fare merenda con le caldarroste e gli strambe e, perché no, scegliere un goloso prodotto tipico. D.G. Remo Dai Prà Giovedì 20 Gennaio Corno d’Aquilio (EAI) (Monti Lessini) Una bellissima escursione che, partendo da p a s s o delle Fittanze a m. 1393, ci porta al pilastro nord orientale dei Lessini, il Corno d’Aquilio (o d’Aquiglio), m. 1545, per ammirare il grandioso panorama sulla val d’Adige e sul dirimpettaio monte Baldo. Straordinariamente bello il piccolo e dolcissimo altopiano di malga Fanta, dove si trova la celebre Spluga della Preta, una delle grotte più profonde al mondo, con pozzi di centinaia di metri che raggiungono la profondità di quasi mille metri, finora esplorati. Poco lontano dalla dolina, completamente recintata, si trova la chiesetta degli Speleologi e a qualche centinaio di metri si apre la Grotta del Ciabattino, fa- cilmente visitabile da tutti. Rimane in ogni caso impressionante e dura, con un solo ingresso, la Spluga della Preta, una cavità a cielo aperto che sprofonda sotto i pascoli dei Monti Lessini. Esplorata per la prima volta nel 1925, è stata considerata fino al 1953 l’abisso più profondo del mondo. Un percorso, proprio per questi elementi, interessante e suggestivo e adatto a essere percorso, grazie alle sue dolci doline, con le racchette da neve. Il punto di arrivo, la cima Corno d’Aquilio, è davvero stupefacente: all’improvviso, ai piedi della grande croce di ferro, si spalanca il baratro sulla val d’Adige, sull’altopiano e sulle contrade di Sant’Anna d’Alfaedo, che da qui appaiono piatti e bassi. Lo sguardo spazia senza intralci su tutta la Lessinia, le Piccole Dolomiti, i contrafforti della Valle dell’Adige, il Baldo e, in presenza di una giornata priva di foschia, sulla parte iniziale del lago di Garda. D.G. Remo Dai Prà Ecco una magnifica escursione in Vallarsa, partendo dalla località Giazzera, sulle colline sovrastanti a Rovereto, in direzione della vetta del Col Santo e Rif. Lancia. Per le caratteristiche del territorio e tenendo conto del periodo, è un percorso facile, panoramico e generalmente sicuro da valanghe, poiché si volge in gran parte su un’ampia dorsale, quindi una meta ideale per escursionisti con le ciaspole. Chi non se la sente di affrontare la salita che qui proponiamo, giunti nella zona sovrastante il Rif. Lancia, m.1802, potrà puntare a destra, prendendo in diagonale il versante, fra terrazzini prativi, che con la neve si trasformano in spettacolari piane bianche, fra qualche salto di roccia, la vista di una chiesuola e subito dopo il Rifugio. La salita è lieve e introduce all’ampia e amena conca prativa di Alpe Albe (m 1820), chiazzata da rialzi, dossi, conche e doline che ne rimarcano l’origine carsica. Quasi mimetizzati nella conformazione naturale del suolo si possono scorgere innumerevoli crateri provocati dallo scoppio dei proiettili d’artiglieria. Si tratta soprattutto di armi austriache, che da grandissima distanza (Finonchio, Serrada) cercavano di scardinare le postazioni tenute dagli italiani nel breve periodo fra il maggio 1915 e il maggio 1916. Risalendo il sentiero innevato, puntando gli occhi sul sottostante pianoro, s’individuano appena, di là dalla strada d’accesso all’alpe, le tracce di due piazzole di artiglieria contraerea, con le retrostanti fosse dove erano depositate le munizioni, unite fra loro da una trincea. La mulattiera guadagna quota e prende ora a salire il crinale, crivellato da buche e crateri. La natura ha evidentemente ripreso i suoi spazi e questi pendii scossi dalle esplosioni sono oggi gaiamente rivestiti di belle fioriture alpine, mentre nel periodo invernale si notano solo delle dolci e semplici doline, che rendono il manto nevoso ondulato come le onde del mare. Seguendo tutta la dorsale si raggiunge una selletta, posta alla base della vasta calotta montuosa; poi, con un ulteriore piccolo sforzo, ecco la vetta del Col Santo. D.G. Remo Dai Prà Domenica 13 Febbraio Monte Altissimo di Nago (EAI) La lunga catena di M. Baldo, che si sviluppa per 40 km parallelamente al Lago di Garda, è divisa in due parti dalla marcata sella della Bocca di Tratto Spino. Verso sud troviamo la parte più importante e notevole del gruppo: una sequenza di cime, per lo più alla portata del normale escursionista, culminanti nella Cima di Valdritta. Verso nord il gruppo s’innalza nell’ampia mole del Monte Altissimo di Nago. La cima, raggiungibile per mezzo di una comoda sterrata, permette la migliore visione possibile dell’estremità settentrionale del Lago di Garda. Considerata la facilità d’accesso, è una salita che ben si presta anche alla stagione invernale, ma con ghette e ciaspole, per via dell’innevamento talvolta molto consistente sino a primavera inoltrata. Il Monte Altissimo di Nago è senza dubbio uno dei più spettacolari punti panoramici sul lago di Garda settentrionale. La salita è facile e si svolge percorrendo la strada fino al Rif. Graziani, oppure tramite il sentiero delle Vipere, che porta in ogni caso al Rif. Graziani, infine per comoda mulattiera fino alla cima dove c’è il Rifugio Damiano Chiesa (bivacco invernale sempre aperto di Domenica). L’unico problema può essere rappresentato dalla nebbia: in sua presenza e specie con nevicate recenti, l’orientamento può diventare piuttosto difficoltoso, poiché la montagna in quota è totalmente priva di vegetazione e punti di riferimento evidenti. DG. Remo Dai Prà GRUPPO FRIGNANO Domenica 16 Gennaio Domenica 27 Febbraio L’Appennino Reggiano (EAI) Sella di Monte Acuto, Passo del Lagastrello per il Rifugio Sarzana Parco Naturale Regionale della Lessinia (EAI) Nel cuore dell’Appennino reggiano dorme un gigante. Nella notte dei tempi, dopo avere abitato in queste valli e camminato tra queste cime, non le volle lasciare, si distese e si addormentò per vegliare per sempre su di esse. Così la leggenda spiega la caratteristica forma del Monte Cusna, la cima più elevate dell’Appennino reggiano. Il crinale principale, che corre tra il Passo 4 del Lagastrello e il Passo delle Forbici, ha un’ortografia complessa. Infatti, la dorsale è interrotta da valichi profondi, alternati da sottili creste, dolci groppi nevosi, cime isolate e ampi valloni. Nel periodo invernale mostra il suo aspetto più maestoso e selvaggio, regalando agli amanti dell’escursionismo paesaggi mozzafiato. La panoramica Sella del Monte Acuto mostra il lato tranquillo e silenzioso di queste montagne, mentre l’ampia veduta che si apre in ogni direzione permette, nelle giornate più limpide, di ammirare quasi tutto il lontano arco alpino, che s’innalza oltre la Pianura Padana, mentre sul versante opposto si vedono le Alpi Apuane e buona parte dell’Appennino emiliano. D.G. Dante Severi Branchetto, Monte Tomba, Monte Sparavieri, Podestaria Il Parco Naturale della Lessinia si estende sull’altopiano dei Monti Lessini per oltre 100 km quadrati, comprendendo le verdi dorsali adibite a pascolo degli Alti Lessini e le fasce delle profonde incisioni vallive, detti vaj, della Marciora, dei Falconi e dell’Anguilla, tributari della Valpantena, di Squaranto, di Revolto e della val Fraselle, prolungamenti della val d’Illasi. Il paesaggio dell’altopiano è quello tipico prealpino, articolato in ampie dorsali contrassegnate da conche e vallette, disegnate da prati e pascoli alternati a boschi di carpino, faggio e abete rosso. I lembi di foresta, più estesi sui versanti dei vaj, testimoniano l’antica vitalità dei boschi prima che l’uomo rivelasse i reali contorni delle montagne, espandendo le aree di pascolo con una meticolosa e diffusa azione di disboscamento, iniziata probabilmente dal Neolitico. Dal rifugio Primaneve al monte Tomba grandiose le vedute: in lontananza la pianura veneta, il lago di Garda, la lunga catena del monte Baldo, i ghiacciai dell’Adamello e le montagne trentine, le cime delle Piccole Dolomiti. Non da meno è il panorama dal più solitario monte Sparavieri. Insomma, certamente uno dei più spettacolari posti panoramici del veronese e del Veneto. D.G. Dante Severi Scala di difficoltà dei percorsi per ciclo-escursionismo in MTB Il criterio generale per la definizione delle difficoltà dei percorsi per ciclo-escursionismo prevede che vengano separate le valutazioni della difficoltà fisico/atletica e della difficoltà tecnica di un percorso. L’identificazione della difficoltà di un percorso si esprime mediante le seguenti indicazioni obbligatorie: Per descrivere l’aspetto di impegno fisico: dislivello in m. e lunghezza in km. per descrivere l’aspetto di impegno tecnico: sigla/sigla Per descrivere l’aspetto tecnico, si definiscono le seguenti sigle: TC - MC - BC - OC si deve indicare una sigla per la salita e una per la discesa, separate da una barra (/) Le sigle per la descrizione della difficoltà tecnica s’identificano in base alla tipologia prevalente di fondo: TC (turistico) percorso su strade sterrate dal fondo compatto e scorrevole, di tipo carrozzabile: rientrano sotto questa sigla tutti i percorsi che si svolgono su strade agevolmente percorribili dalle comuni autovetture: sterrati inghiaiati, tratturi inerbiti o di terra battuta senza solchi, ecc.; anche se esulano dal cicloescursionismo, si faranno rientrare sotto questa sigla le strade pavimentate (asfaltate, cementate, acciottolate, lastricate...) MC (per cicloescursionisti di media capacità tecnica) percorso su sterrate con fondo poco sconnesso o poco irregolare (tratturi, carrarecce...) o su sentieri con fondo compatto e scorrevole: tutte le strade rientranti nelle categorie di tratturi, carrarecce, piste agro-silvopastorali o di servizio a impianti, strade militari alpine ecc., che sono agevolmente percorribili da veicoli fuoristrada e non da una comune autovettura, segnate da solchi e/o avvallamenti o con presenza di detrito che non penalizza la progressione (ma che induce a cambiare la traiettoria per cercare un passaggio più agevole). Mulattiere selciate, sentieri inerbiti o in terra battuta, con fondo compatto e scorrevole, senza ostacoli (solchi, gradini) rilevanti, dove l’unica difficoltà di conduzione è data dalla presenza di passaggi obbligati che impongano precisione di guida. BC (per cicloescursionisti di buone capacità tecniche) percorso su sterrate molto sconnesse ed accidentate o su mulattiere e sentieri dal fondo piuttosto sconnesso ma abbastanza scorrevole oppure compatto ma irregolare, con qualche ostacolo naturale (per es. gradini di roccia o radici): strade sterrate percorribili solo ed esclusivamente da veicoli fuoristrada, dal fondo sconnesso ed irregolare, con solchi e piccoli gradini; mulattiere e sentieri che presentano un fondo sconnesso, con detrito instabile, e con occasionali e modesti ostacoli elementari (radici, gradini non molto alti, avvallamenti) mulattiere e sentieri che presentano un fondo abbastanza compatto ma con presenza significativa di ostacoli elementari, radici o gradini non troppo elevati, in generale, oltre ad una buona conduzione e precisione di guida in passaggi obbligati, è anche richiesto un discreto equilibrio OC (per cicloescursionisti di ottime capacità tecniche) come sopra ma su sentieri dal fondo molto sconnesso e/o molto irregolare, con presenza significativa di ostacoli: mulattiere e sentieri dal fondo sconnesso ed inconsistente, caratterizzati da detrito abbondante e grossolano, penalizzante la progressione, con presenza di frequenti ostacoli anche instabili (es. grossi ciottoli non fissati al terreno) oppure di ostacoli compositi e in rapida successione, che richiedono grande precisione di guida, buone doti di equilibrio e ottime capacità di conduzione a bassa velocità, senza peraltro la necessità di dover applicare Per “sconnesso” si intende un fondo non compatto e cosparso di detriti; si considera “irregolare” un terreno non scorrevole segnato da solchi, gradini e/o avvallamenti. Alle sigle può essere aggiunto il segno + se sono presenti tratti significativi con pendenze sostenute. Per completezza, la scala proposta indica una quinta classe di difficoltà: EC (massimo livello per il cicloescursionista... estremo! ma possibilmente da evitare in gite sociali) percorso su sentieri molto irregolari, caratterizzati da gradoni e ostacoli in continua successione, che richiedono tecniche di tipo trialistico Quest’ultima classe è volutamente riportata a parte, in quanto si è stabilito di non prevedere questo tipo di difficoltà per attività sociali ufficiali e divulgate, nel senso che non prendiamo in considerazione percorsi con difficoltà di tipo trialistico, per quanto singoli ciclisti possano effettuarli. È doveroso sottolineare che questa classifica riguarda solo ed esclusivamente i percorsi di tipo escursionistico. Altre discipline, quali ad esempio downhill o free-ride, esulano dalla presente trattazione in quanto estranee alle attività CAI. Le linee guida per l’assegnazione delle classi di difficoltà tecnica sopra riportate tengono conto della media del percorso: per individuare una sigla è esclusivamente il tipo di fondo prevalente. Non hanno importanza né la pendenza, né la lunghezza, né il dislivello, né l’esposizione, né qualsivoglia altro parametro finora utilizzato nelle vecchie scale di difficoltà. E si sottolinea il “prevalente”: singoli brevi tratti di diverso tipo non accrescono né diminuiscono la classe di assegnazione. La determinazione è indipendente dal fatto che quel dato percorso sia affrontato in salita o in discesa. La valutazione deve essere effettuata tenendo conto delle condizioni ottimali, vale a dire con fondo asciutto: pioggia, neve, gelo, foglie, ecc., che elevano ovviamente il quoziente di difficoltà, non possono essere considerate nell’assegnazione della sigla. Il segno + si deve utilizzare solo se sono presenti tratti significativi con pendenze sostenute. Non serve ad indicare la presenza di tratti con fondo diverso e di difficoltà maggiore, neppure a significare una particolare lunghezza della salita o della discesa: solo una particolare ripidità complessiva o di lunghi tratti o di brevi ma frequenti tratti. Inoltre, come già detto, per la determinazione della sigla non si deve tenere conto di eventuali tratti non ciclabili. Qualora vi siano significativi tratti pianeggianti, essi concorrono alla assegnazione della sigla relativa alla salita, secondo il seguente criterio: per “discesa” si intendono tutti i tratti in cui l’avanzamento è possibile per la sola azione della gravità; per “salita” si intendono tutti i tratti in cui per avanzare è comunque necessario pedalare. La distinzione tiene conto della posizione in sella durante la guida. Giardino Botanico Alpino Esperia... lavori in corso continua da pagina 1 Come non pensare a tutti i frugali pranzi dei soci lavoranti domenicali: una pastasciutta e poi ciascuno tirava fuori del suo e lo metteva a disposizione di tutti, sia lavoranti che amici visitatori, le tante chiacchiere e idee sulle cose che rimanevano da fare, e le persone da coinvolgere a dare una mano. Poi vennero gli anni del volontariato dei ragazzi dell’Alpinismo Giovanile: quante generazioni hanno dormito il sabato sera “accatastati” l’uno sull’altro, sopra e sotto tavoli e panche, nella tarda primavera e nei ponti di Ognissanti e con la preoccupazione di trovarsi gli anch’essi mitici ghiri del rifugio, nel sacco pelo o a mangiare alimenti in dispensa. Ricordi che sembravano cadere e finire seppelliti sotto le macerie... quindi meglio riflettere in positivo pensando alla nuova realtà che si andava necessariamente a ricostruire, proprio perché tutto continuasse come e meglio di allora, come strut- tura certamente di nuovo al servizio del Giardino, ma anche di altre attività di formazione e conoscenza dell’ambiente alpino e di tutti i soci che vi lavoreranno. Nelle poche immagini a fianco di queste righe, appare il susseguirsi dei lavori, lavori che hanno subito diversi rallentamenti a causa dell’andamento meteorologico decisamente piovoso, su un terreno che già di per sé è ricco di fonti... Poi due nevicate e successive gelate tra fine ottobre e inizio novembre... chi conosce la stradina che conduce all’ingresso può ben comprendere i problemi per far giungere attrezzatura e mezzi carichi di materiali edili. Dall’alba al tramonto, carpentieri e muratori, hanno incessantemente lavorato per arrivare a mettere il tetto prima di sospendere i lavori che riprenderanno il maggio prossimo. Una gigantesca operazione questa, che mi ha fatto pensare possa considerarsi alla stregua di una vera e propria impresa alpinistica! Giuliano Cavazzuti 5 - - SCUOLA C.A.I. A G L I P O I V N A I N S I M L O E MO DEN A ALPINISMO GIOVANILE Corso di sci fondo escursionismo PROGRAMMA giovedì 13 gennaio ore 18.00 giovedì 20 gennaio Gruppo Senior - Junior - ragazzi nati dal 1997 al 1999 posti disponibili n° 20 Il Corso si propone è di far conoscere ai ragazzi la natura invernale, insegnando loro l’uso degli sci fondo in pista e su neve fresca, a orientarsi su percorsi innevati, ma soprattutto a interpretare e comprendere la morfologia del territorio invernale per scegliere il percorso più sicuro e consono alle proprie capacità ed esperienze. Saranno inoltre fornite ai giovani nozioni teorico-pratiche di nivologia, alimentazione ed equipaggiamento. Infine non mancheranno informazioni sulla vita della fauna durante il periodo invernale. Il Corso è diretto dall’Ac- compagnatore Alpinismo Giovanile (AAG) e Accompagnatore Escursionismo in Ambiente Invernale (AEI), Giuliano Cavazzuti, coadiuvato dall’Istruttore Sci Fondo Escursionistico (ISEF) Stefano Aravecchia, da Istruttori Sezionale esperti delle materie proposte. Il pernotto dei soggiorni avverrà in strutture diverse: alberghi, rifugi e Ostelli della Gioventù. Di volta in volta saranno inviate a tutti gli iscritti al corso, tramite posta elettronica, schede informative sulla logistica, costi, equipaggiamento e orari. domenica 23 gennaio giovedì 3 febbraio domenica 6 febbraio giovedì 17 febbraio domenica 20 febbraio giovedì 24 febbraio sabato 26 e domenica 27 febbraio giovedì 10 marzo Progetto Educativo dell’AG Presentazione Corso - Cosa mi occorre...? Uso dell’attrezzatura e quale alimentazione e presentazione uscita pratica Altipiani Veneto - Trentini tecniche di base in pista Nivologia e giochi sulla neve e presentazione uscita pratica Altipiani Veneto - Trentini tecniche di base su pista Lettura ambiente innevato e nivologia e presentazione uscita pratica Strada Ducale della Foce - Balzo delle Rose tecniche su neve fresca - sci escursionistica Pericoli in montagna, uso attrezzatura di soccorso in valanga e presentazione uscita pratica Scia traversata Altopiano del Paubio Tecniche di ricerca ARVA in valanga sci escursionistica Esperienze del corso, consegna attestati, immagini, cosa faremo dopo da domenica 2 a venerdì 7 gennaio SOGGIORNO SULLA NEVE di sci Alpino per ragazzi nati tra il 1993 e il 1999 Comprensorio sciistico Gruppo del Civetta - Belluno Come è ormai tradizione nel periodo di Capodanno organizziamo un Soggiorno sulla Neve per i giovani nati dal 1993 al 1999. L’attività che sviluppiamo è lo sci alpino, esso è rivolto sia ai principianti che agli esperti. Sci ai piedi, tramite piste, potremo percorrere, neve e sole permettendo, la zona del Comprensorio sciistico del Civetta e della Val Fiorentina famoso in tutta Italia. Sarà certo una esperienza utile e gratificante! A UN PASSO DALLA VETTA Salve a tutti e ben tornati ad “Un passo dalla vetta”! Anche quest’anno la scuola è iniziata, i ragazzi sono tornati tra i banchi, con i compiti delle vacanze negli zaini ed i ricordi dell’estate appena conclusa in testa. Proprio per questo, direi che possiamo iniziare il nostro incontro con i resoconti di coloro che hanno fatto per ultimi il soggiorno estivo; i Junior. Come località è stata scelta per loro quella delle Tre Cime di Lavaredo: un ambiente spettacolare, dove piccoli prati inclinati si susseguono a ghiaioni interminabili. E, tra una roccia e l’altra, c’era il nostro rifugio, il Locatelli, che già quattro anni fa ci aveva ospitato, l’anno in cui avevo, sì e no, 12 anni. Digressioni a parte, leggiamo subito il resoconto delle esperienze di Luca, uno tra i più piccoli del gruppo, che ha compiuto quest’avventura alla modesta età di 9 anni. - Sono tante le escursioni di questo soggiorno che mi sono piaciute comincia a raccontare - ad esempio mi ha particolarmente interessato quando siamo andati a cima Una, perché c’era un precipizio di 1000 metri e il panorama era bellissimo! Ma, se gli chiediamo qual è stato l’elemento che più lo ha colpito, la risposta è - Abbiamo trovato dei pezzi di bombe, ghiere, chiodi, bossoli... tutti della seconda guerra mondiale. Ovunque guardassimo c’era almeno un piccolo ferro arrugginito, ognuno con una sua storia. Credo sia impressionante quante impronte abbia lasciato la Storia! - 6 E alla domanda “hai per caso visto qualche animale, durante le escursioni?” la risposta è stata: - Ho visto delle marmotte che si nascondevano tra i sassi: erano marroncino chiaro, ma la coda era più scura ed erano molto carine “Un ultimo commento sul soggiorno?” - Mi piacerebbe tornarci per un’altra settimana! Bene, ora passiamo, invece, ad uno dei ragazzi più grandi, che ha voluto raccontarci la sua. Si tratta del prode Giovanni Nervosi. E voi mi chiederete: - Ma chi è? - Ma dai! È quello lì! - Quale? - Quello che ha sempre uno strano cappello rosso in testa! - Ma e proprio lui? - Certo! Ok, ora che ci siamo chiariti, leggiamo che cosa vuole raccontarci. Questo è stato di sicuro il più bel soggiorno che io abbia mai fatto. Le varie escursioni e le arrampicate sono state semplicemente fantastiche. Non mi divertivo così da tantissimo tempo. La cosa che mi è piaciuta di più è stata la galleria del Paterno e il meraviglioso sentiero attrezzato della Salsiccia di Francoforte, nella quale io, essendo l’ultimo. riuscivo (strano ma vero) a fare tutto con perfetta naturalezza. Le sere al rifugio poi, non le dimenticherò mai: la scelta del primo, del secondo e del dolce (facevamo delle mangiate che non ci saremmo immaginati neanche nei nostri sogni più “golosi”) erano subito seguite da chiacchiere, battute e sgridate di Mauro. Dopo cena, una bella lavata di denti e poi giù a giocare! Era uno spasso giocare tutti insieme e alle 22.00 tutti a letto. L’ultimo giorno ancora non mi sembrava vero che stavamo per tornare a casa; mi scorrevano davanti agli occhi tutti i momenti più belli: le escursioni, le arrampicate, la gita in piscina ... Non mi sembrava possibile che fosse già passata un settimana! Anche se adesso sono di nuovo a scuola, porterò sempre nel cuore il ricordo di questo soggiorno. Ciao! Allora, ringraziamo di cuore questi coraggiosi ragazzi che hanno voluto condividere con tutti voi, grandi e piccoli, ciò che pensavano. Ma ora spostiamoci su un altro gruppo di giovani coraggiosi, i ragazzi del gruppo di arrampicata! Tra questi troviamo sia i “veterani”, che già arrampicano dall’anno scorso ed ormai sono padroni delle pareti, ed i “nuovi arrivati”, che sono appena stati iniziati al mondo dei nodi e dei moschettoni. Grazie ad un formidabile team di istruttori, che li ha seguiti passo-passo nel loro cammino nell’apprendimento di questa affascinante disciplina, questi piccoli intrepidi hanno fatto passi da giganti non solo nell’ambito puramente tecnico, ma hanno imparato a conoscersi l’un l’altro, ad aiutarsi e a correggersi a vicenda. Pertanto mi sembra più che dovuto fare un caloroso applauso ai nuovi arrampicatori, segui- to da uno altrettanto caldo per gli istruttori (tra i quali Alice Boscherini, Matteo Cremonini, Nicolas Lazzarini detto “Cristian”, Giulia Aleotti, Martina Serafini, il “brillante Jack”, la famigerata Chiara Tremazzi ed anche il sottoscritto) che hanno lavorato duramente per insegnare e contemporaneamente far divertire i loro pupilli. Molto bene! Vi lascio lanciando un grandissimo “in bocca al lupo” ai partecipanti della gita di metà novembre che avrà come meta il King Rock, una delle palestre più attrezzate e belle d’Europa, che noi abbiamo la fortuna di avere proprio qui vicino, a Verona (beh, è relativamente vicino! Sicuramente rispetto ai tedeschi che arrivano fin lì dalle loro città, per noi è più vicino... XD). Vorrei aggiungere una particolarità a questa rubrica: mi piacerebbe che ognuno di voi mi scrivesse il titolo di un libro, di un film o di una canzone che vorrebbe condividere e questo sarà pubblicato qui, in fondo a tutto. Che ve ne pare? Visto che siamo a novembre, direi che il film perfetto da proporvi sia V per Vendetta, mentre come canzone vi consiglio di ascoltare Barroom Heroes, dei Drokick Murphys. Già che ci sono, vi dò anche un titolo di un libro: Il libro del destino, che consiglio alle persone di qualsiasi età. Arrivederci a tutti, ci vediamo nella prossima puntata di “Ad un passo dalla vetta”! Kinko ‘94 Proponiamo alla vostra lettura e al vostro sorriso questa fresco e vivace “reportage” dell’indimenticato e indimenticabile Prof. Mario Bertolani, pubblicato sul numero speciale de “Il Cimone” del 1952 in occasione del 25° anniversario della Rifondazione della nostra Sezione. Si intitola “Cinque anni fa..” e, ovviamente, i cinque anni sono da computarsi a ritroso dal 1952, quindi l’avventura descritta, come specificato nel testo, risale al 1947. All’epoca il GSE (Gruppo Speleologico Emiliano) e il Comitato Scientifico (in seguito e tuttora intitolato a Fernando Malavolti) costituivano la “punta di diamante” della nostra Sezione dal punto di vista esplorativo e scientifico. La foto che pubblichiamo a corredo dello spiritoso racconto si riferisce ad altra spedizione compiuta in zona in quegli anni da più o meno gli stessi personaggi citati nel testo. Ecco i “nostri Eroi” in balda schiera (c’è anche una signorina di bell’aspetto...) in marcia verso il “Campo Base”. In terzo piano al centro, con maglia a righe orizzontali, è l’Autore del racconto Mario Bertolani; in secondo piano con lo zaino affardellato c’è Fernando Malavolti. In primo piano sull’estrema destra e in braga corta, nella persona sotto l’elmetto americano si è autoriconosciuto il nostro carissimo Socio Arrigo Gambigliani Zoccoli, intervistato sulle colonne di questo Notiziario nel numero di giugno-luglio-agosto di quest’anno. A.M. 7 PO EM UP CAI SPELEOLOGICO IL IA GR NO MODENA GRUPPO SPELEOLOGICO EMILIANO 33° corso di introduzione alla speleologia Lo speleologo ha visto cose che il normale escursionista non può nemmeno immaginare In occasione del suo 80° anniversario, il Gruppo Speleologico Emiliano organizza il 33° Corso di Introduzione alla Speleologia. Il GSE è il più antico gruppo dell’Emilia Romagna e da anni organizza corsi per portare gli allievi alla conoscenza del meraviglioso e affascinante mondo sotterraneo. Le grotte raccontano storie millenarie ma sempre nuove, con forme e colori nati dallo scorrere senza tempo dell’acqua sulla roccia, in ambienti immensi, stretti cunicoli, laghi e fiumi, gallerie senza fine e abissi inimmaginabili, con stalattiti e stalagmiti dalle forme più strane e bizzarre. La speleologia è essenzialmente l’esplorazione e lo studio delle cavità, sia naturali sia artificiali, che si trovano nel sottosuolo, della loro genesi, delle loro trasformazioni. Scopo del nostro corso è portare gli allievi a un approccio con quest’universo sotterraneo, a una prima conoscenza delle cavità, delle rocce dove si sono formate, del carsismo e delle altre cause che le hanno generate. Il corso sarà diretto dall’Istruttore Nazionale Gian Luigi Mesini, durerà circa 6 settimane e affronterà argomenti come idrologia, carsismo, geologia, animali di grotta, cartografia, nonché sull’attrezzatura utilizzata nella progressione speleologica e sulle tecniche da seguire per muoversi in grotta. Le uscite pratiche condurranno gli allievi in cavità dall’andamento prevalentemente orizzontale e in altre ad andamento verticale, in modo da offrire una panoramica generale sui vari ambienti ipogei. Programma gio 10/3 dom 13/3 gio 17/3 dom 20/3 gio 24/3 gio 31/3 dom 3/4 gio 7/4 dom 10/4 gio 14/4 sab 16/4 dom 17/4 gio 21/4 gio 28/4 Iscrizioni e presentazione del corso; attrezzatura di base, vestizione e alimentazione in grotta Grotta orizzontale Geologia e carsismo Grotta orizzontale Idrologia e meteorologia Attrezzatura e tecniche di progressione in grotte verticali Palestra di roccia a Varana (MO) Topografia ipogea Grotta verticale Biospeleologia Palestra di roccia Grotta verticale Nozioni di primo soccorso Chiusura del corso Consegna degli attestati e proiezione di diapositive Novità tesseramento continua da pagina 1 Questi dati hanno portato la compagnia assicuratrice ad alzare il premio complessivo di diversi milioni di euro, ridotti con un’esorbitante trattativa “soli” 1,5 milioni di euro. I drammatici infortuni sopra ricordati non lasciano dubbi per l’anno 2011: il problema è da risolvere in tutta la sua pressante necessità, trovando 1,5 milioni di euro che il CAI Nazionale, con delibera dell’Assemblea dei Delegati ha deciso di coprire, in parte (per una quota pari a 600.000,00 euro) con l’espletamento di una gara comunitaria per i servizi assicurativi, forme diverse di contribuzione da spedizioni extraeuropee e l’aumento del contributo del Corpo Volontario del Soccorso Alpino e la parte rimanente (pari a 900.000,00 euro) verrebbe recuperata con la richiesta di un contributo di 3 euro per anno per ogni Socio del CAI. Ad aggravare la già pesante situazione e nonostante il CAI rientri nelle associazioni di volontariato soggette a beneficiare di tariffe agevolate per spedizioni editoriali verso i propri associati, c’è l’aumento dei costi per l’invio delle riviste del CAI nazionale (Lo Scarpone e la Rivista), poiché non si può più usufruire delle 8 tariffe agevolate in abbonamento postale. Infatti, un Decreto Ministeriale in vigore dal 1° aprile 2010, ha ritirato la disponibilità del Ministero dello Sviluppo Economico e di quello dell’Economia e delle Finanze a rimborsare alle Poste Italiane le compensazioni per i costi delle spedizioni editoriali a tariffa agevolata, così da innalzare i costi di spedizione per i trecentomila Soci CAI. Dovendo inevitabilmente fare fronte anche a quest’aumento economico, il CAI nazionale chiede a ogni Socio ordinario un contributo di un euro per anno (1 euro) da aggiungere sempre sulla quota associativa. Il Consiglio Direttivo della Sezione di Modena si rivolge perciò a tutti i propri associati, ricordando loro l’impegno profuso nelle attività svolte nel corso dell’anno 2010, che grazie al contributo di tanti soci, (che hanno partecipato, lavorato e organizzato gli innumerevoli corsi ed escursioni di ogni ordine e grado) ha permesso a questa sezione di essere la prima a livello regionale su ogni genere di attività. Si confida quindi nella continuità e nella crescita dei soci per continuare a dare impulso e nuova ninfa vitale per chi esprime un sentito amore per la montagna. Remo Dai Pra Domenica 16 Gennaio Buso della Pisatela Molti conoscono il Buso della Rana, grotta immensa, una delle più estese in Italia, che presenta tratti molto facili, adatti a chi non è mai stato in ambienti sotterranei. Ma pochi sanno che, oltre alla Rana, sotto il piccolo altopiano del monte Faedo e vicino al paese di Monte di Malo (VI), si aprono centinaia di cavità di varie dimensioni, e che una di queste è il Buso della Pisatela, che prende il nome dal termine dialettale “pissatela”, che significa girino, piccola rana... forse in omaggio ai sottostanti ambienti più famosi. Grotta scoperta poco alla volta, a forza di disostruzioni e superamenti di frana, presenta dimensioni imponenti, tanto da essere seconda, in questa zona, solo alla sottostante compagna Rana. Gli speleologi conoscono bene lo sviluppo delle due grotte, sanno che una si estende sotto all’altra, sanno che prima o poi riusciranno a congiungerle, ma per adesso quel momento non è ancora arrivato... ma solo rimandato. La Pisatela è adatta solo a esperti speleologi. Domenica 13 Febbraio Grotta Claudio Skilan Questa grotta è considerata il più grande sistema carsico sotterraneo dell’area triestina ed è stata paragonata, per dimensioni e bellezza, alla grotta Gigante e a quella di San Canziano. Presenta ambienti vastissimi e grandi pozzi, lunghe gallerie e concrezioni di forme particolari e uniche. Ma oltre alle meraviglie “consuete” delle grotte, altro motivo di grande interesse è stato il ritrovamento al suo interno di un grande deposito con resti fossili di animali di grotta, grossi mammiferi, prevalente- mente erbivori. Si trova a grande profondità, sopra un’enorme caverna dal soffitto altissimo, e si raggiunge dopo alcune ore di avvicinamento. In corrispondenza del deposito, sulla superficie esterna, si vedono le tracce di un’antica dolina, che fanno pensare alla presenza di un ingresso, ora ostruito, da cui probabilmente gli animali avevano accesso a luoghi di riparo. Una volta di più, il mondo sotterraneo non finisce di stupire, è sempre ricco di sorprese e le scoperte non finiscono mai. Per informazioni, siamo in sede il giovedì sera o potete scriverci una mail a [email protected] Domenica 27 Febbraio Grotta di Gaibola La grotta di apre nei gessi delle colline bolognesi, a poca distanza dalla città, tra castagni e alberi di sambuco. È la viva testimonianza di un’era antichissima, quando questa zona era il bacino di un’immensa e lontana laguna dove l’acqua salmastra evaporava rapidamente e sul fondo si depositavano i sali concentrati che, per effetto dei movimenti della crosta terrestre, sarebbero finiti nell’Appennino romagnolo sotto forma di cristalli di gesso. Gaibola si apre con una spaccatura triangolare in un blocco di gesso; si arriva presto in un ambiente basso da cui parte l’unico, breve pozzo della cavità, da scendere con una scaletta di ferro, in fondo alla quale ci s’infila nel primo dei numerosi cunicoli che percorrono la grotta. A un certo punto, s’incontra l’immancabile torrente sotterraneo, che scorre tra belle colate di calcare e finisce per scomparire misteriosamente, così come misteriosamente era comparso. Per visitare la grotta di Gaibola in certi tratti bisogna essere preparati a camminare a quattro zampe e a strisciare a mo’ di vermi, perché qui gli ambienti sono caratterizzati da una serie di cunicoli e gallerie, alcuni brevi, altri più lunghi, che ci danno veramente l’idea di essere nelle viscere della Terra. Ma tutto questo aumenta il divertimento. Niente di meglio che introdursi nei cunicoli di Gaibola per sentirsi parte, per un momento, della sua esistenza millenaria. il cimone Notiziario della Sezione di Modena del Club Alpino Italiano Via 4 Novembre, 40 - 41100 Modena - Tel. 059/826914 - Fax 059/826978 Internet Home Page: http://www.cai.mo.it - E-mail: [email protected] Direttore Responsabile: Maria Teresa Rubbiani Fotocomposizione e stampa: Borghi - Via Grandi, 63/65 - 41123 Modena Autorizz. del Tribunale di Modena n. 605 del 29 settembre 1977 Il notiziario è aperto alla collaborazione dei soci e simpatizzanti, ma gli articoli dei singoli autori non impegnano la redazione nè il Consiglio Direttivo del sodalizio. La pubblicazione può essere parziale. Anche se non pubblicati i testi non saranno restituiti. LA SEDE È APERTA NEI GIORNI DI MERCOLEDÌ E VENERDÌ (DALLE 17,00 - ALLE 19,30) E DI MARTEDÌ (DALLE 20,30 - ALLE 23,00). Gruppo sentieri Sentieri al freddo e Segnatori dal cuore caldo ...ovvero un po’ si lavora, un po’ ci si diverte, un po’ si mangia... Ogni anno in questo periodo mi trovo alle prese con il bilancio dell’anno di lavoro che volge al termine, con la soddisfazione per il lavoro fatto ma già con un occhio a quello che ci sarà da fare nella prossima stagione. Non è un “conto” facile, perchè da anni, ormai, il lavoro non è più soltanto una questione di numero di sentieri segnati o da segnare ma comprende tante altre attività collaterali. Per di più, quest’anno è speciale anche per me, perchè segna l’anno di chiusura del mio percorso universitario di diversi anni (non diciamo quanti anni perchè - si sa - la Laurea è donna e di una donna non si dice l’età) passati a dividermi tra studio e attività al CAI, forse più la seconda... A guardarmi indietro vedo il percorso fatto e vedo i cambiamenti e i progressi compiuti. Dall’ormai lontano 1998 - è passato un secolo, in fondo - quando ho frequentato il corso di Escursionismo e quello per Segnatori sia io che la Sentieristica siamo molto cambiati. Un tempo bastavano un pennello, un troncarami e tanta buona volontà e i sentieri erano a posto. Adesso se anche la buona volontà e l’attrezzatura sono un punto di partenza perchè la maggiore frequentazione della montagna da parte di turisti “non proprio attenti” ai sentieri e l’abbandono da parte dei montanari veri e propri sta rendendo il lavoro più complesso, soprattutto, come dicevamo lo scorso Cimone, per i problemi legati alle proprietà private e all’uso da parte di mezzi non “sentierocompatibili”. In questi 12 anni passati tra carte, pennelli e vernici... e amici Segnatori, ci sono stati alti e bassi, periodi in cui il Gruppo era numeroso e altri in cui i Soci che collaboravano erano pochi, periodi in cui i sentieri erano “in forma” e altri in cui sembrava che si sentissero soli e pretendevano che li andassimo a trovare spesso. È stata una bella esperienza che non posso che consigliare a tutti coloro che hanno voglia di fare qualcosa di più che andare per monti, qualcosa di utile per gli altri escursionisti. A inizio novembre si è tenuta la tradizionale Cena dei Segnatori, occasione per ringraziare i Soci Volontari del loro lavoro e per festeggiare insieme la chiusura dell’anno di lavoro. Come abbiamo avuto occasione di discutere tra una crescentina e l’altra, il Gruppo sta affrontando un periodo un po’ difficile. Sebbene siano 56 i Segnatori e 10 i Soci che con loro collaborano per portare avanti l’attività, le nostre forze non sono sufficienti. Il numero dei sentieri e l’estensione della rete sono aumentati e si è aggiunta anche l’attività di collaborazione con le Pubbliche Amministrazioni che ha favorito il nostro lavoro ma, allo stesso tempo, lo ha aumentato. In particolare è aumentato il lavoro “amministrativo”, di rilievo e di verifica della rete senza che aumentassero i Volontari a gestirlo. Ecco perchè chiediamo a voi Soci una mano per aiutarci a gestire quegli aspetti meno evidenti ma non certo secondari per l’attività: il Catasto, il rilievo e la raccolta dei dati. Non è un lavoro difficile, richiede soltanto la volontà di collaborare e qualche nozione di base di informatica. In ogni caso, però, la stagione fredda non fermerà le nostre “teste calde” che continueranno a occuparsi di sentieri per tutto l’inverno. Per poterci adattare agli incerti della stagione invernale, non abbiamo previsto date da calendario ma ogni domenica è buona per fare sentiero, per cui contattateci! Per collaborare con noi e per avere maggiori informazioni, il nostro indirizzo di posta elettronica è [email protected] o, in alternativa, ci potete trovare in sede il martedì sera. Andrea Gasparini Le norme di Maresca sessant’anni dopo Una nostra Delegazione ha presenziato alla cerimonia del 60° Anniversario della stipula delle “Norme di Maresca”, rievocazione svoltasi sabato 24 luglio al Rifugio del Montanaro del CAI di Maresca nell’Appennino pistoiese. In tale occasione si è tenuta la seconda Presentazione ufficiale del reprint del Bortolotti “Guida all’Alto Appennino BologneseModenese e Pistoiese dalle Piastre all’Abetone” edito nel 1963,disponibile in Sede al prezzo di Euro 20,00. Si precisa inoltre che nella foto scattata in quel lontano 1950 e riprodotta in prima pagina nello scorso numero del nostro Notiziario e riproposta anche in questo, l’ing. Giovanni Bortolotti è il robusto signore con occhiali quarto da destra. Dalla lontana Bretagna, in faccia all’Oceano, il nostro Socio geom. Filippo Fornasari ci comunica che in Valpadana abbiamo preso un clamoroso “granchio”... il nostro rappresentante modenese al Convegno di Maresca del 1950,il rag. Achille Fornaciari, non è la persona indicata nella didascalia della foto pubblicata nello scorso numero de ‘Il Cimone’, bensì è il primo da destra, con le brache “alla zuava” e il basco in testa: ce ne scusiamo con i famigliari, parenti, amici e con tutti i Soci e lettori. Alessandro Marchiorri Un nostro Socio famoso e... sconosciuto: Padre Candido Penso, Sacerdote e Vescovo di Alessandro Marchiorri Tutti i nostri Soci sanno, o almeno dovrebbero sapere, che l’indirizzo ufficiale della nostra Sede sezionale è viale IV Novembre: molti sanno che l’entrata di servizio abituale, quella con cancello e targa con logo CAI , è invece posta in Via Padre Candido. Parafrasando il famoso quesito di don Abbondio di manzoniana memoria, potremmo a nostra volta porci (da pronunciarsi rigorosamente con la ‘o’ stretta perché sennò con la ‘o’ larga saltan fuori dei suini..) potremmo porci, dicevo, il quesito in questione: “Carneade, pardon, padre Candido, chi era costui?” Dante Teodoro Maria Penso nacque nel 1895 a Bellinzona da genitori veneziani colà trasferitisi per motivi di lavoro. Rientrata la famiglia in Italia, Dante Teodoro Maria, maturata la sua scelta vocazionale religiosa, frequentò il Seminario di Venezia e quello di Ferrara e venne ordinato sacerdote dell’Ordine Domenicano con il nome di Padre Candido. Fra le varie città in cui visse ci fu anche Modena dove svolse il suo ministero, ovviamente in San Domenico. Ecco la sua foto: l’originale è di qualità mediocre, ma non ne abbiamo trovato una migliore... Grande appassionato di montagna e buon alpinista, durante la sua permanenza a Modena Padre Candido fu Socio della nostra sezione: ecco qua, a latere, la sua scheda personale conservata nel nostro archivio sezionale! Trasferito poi ad Appiano, vicino a Bolzano, egli si trovò a un dipresso dalle sue amate Dolomiti. Nel 1939 fu inviato missionario in Brasile, nello stato di Goias, dove operò a favore dei poveri e degli “ultimi” con tanto impegno e spirito di servizio pastorale che a Bologna, nel 1948, venne ordinato Vescovo. Per un paio d’anni viaggiò in Europa per promuovere la sua missione brasiliana e “ingaggiare” preti europei disposti a seguirlo... ma invano e ovviamente deluso se ne ritornò da solo tra la sua gente del Goias di cui diventò il primo Vescovo residente. Dopo una lunga malattia Padre Candido Penso si spense nel 1959 all’ospedale di San Paolo del Brasile. Così apprezzata fu la sua opera e le sue iniziative di promozione umana e religiosa che a Itaberai, città dello Stato del Goias, gli fu dedicata prima una via e poi un intero quartiere cittadino. Padre Candido, persona di grande sensibilità e di vastissima cultura, poliglotta, fu anche un brillante Enigmista: a metà degli anni ‘20, con lo pseudònimo prima di “Il Solitario” e poi di “Adamante”, tenne la pagina enigmistica del quotidiano cattolico “L’Avvenire d’Italia”. Ci piace ricordare Padre Candido Penso per tutta una serie di motivi, combinazioni ed enigmi: perché fu Socio della nostra Sezione, perchè per uno strano caso del destino la Sede CAI Modena da Via Caselline venne ad “abitare” nella Via a lui dedicata dal Comune di Modena, perché, pochi anni dopo la sua morte, a Concilio Vaticano II concluso, l’Arcivescovo di Modena, Mons. Amici, inviò i primi sacerdoti diocesani “fidei donum” proprio in Brasile, proprio nel Goias, proprio a Itaberai, dove tuttora i missionari modenesi vivono e operano. Ne sarà ben contento l’enigmista Padre Candido... o no? 9 VIII Puntata Gelicidio - Parte prima Quella mattina di dicembre sembrava che il Generale Inverno avesse deciso di fare finalmente irruzione sulla Pianura Padana, e lo fece dalla “Porta di Bora”, l’accesso all’Est del cielo padano! Le sue truppe, pilotate dall’Anticiclone Russo, erano partite giorni prima dalle gelide steppe siberiane, e si muovevano rapidamente verso la nostra pianura, che sembrava ancora sonnecchiare agli ultimi tepori autunnali. Gli sguardi di Milly e Matteo convergevano verso la mappa meteo, dove le isobare disegnavano cerchi concentrici che si rimpicciolivano fino a diventare un numero: 1050 hPa, scritto al di là degli Urali. Le linee più ampie, divenute ellissi, lambivano l’Italia centrale, e Milly sapeva che quelle linee avrebbero condotto su di noi l’aria delle gelide steppe. I due amici si guardarono, e all’unisono dissero: “Benvenuto Generale Inverno!” “Ma... non è tutt’oro quello che luccica” sospirò Milly. “E cos’è che non brilla?” chiese curioso Matteo, i cui occhi, sì, che brillavano. “C’è una buona notizia” puntualizzò Milly: “l’anticiclone russo... ma anche una cattiva...” Lo sguardo di Matteo inquadrò un’altra figura barica, molto più piccola, anch’essa a cerchi concentrici, posizionata sul Portogallo. Al centro la scritta: 980 hPa. “La cattiva è che gli anticicloni portano tempo freddo ma asciutto...”. “La brutta notizia è un’altra”, interruppe Matteo, “Si chiama Silvio...” “E no dai, non guastar le feste con certa politica...” “Che hai capito? Silvio è il nome del vortice depressionario che va approfondendosi sul Portogallo” “Allora è una buona notizia! Aria fredda giù, mite ed umida su, e dallo scontro nasce... la neve!” “Non è così scontato” disse Matteo in tono leggermente accademico: “Ci sono in gioco delicati equilibri...: abbiamo tre possibili esiti dello scontro: 1) Vince l’anticiclone: prevale quindi l’apporto freddo e secco, e noi abbiamo un gran freddo, ma solamente nubi alte e sottili. 2) Vince Sil… vince la depressione (mi suona meglio!): le precipitazioni non mancano, ma il freddo sì che manca... E tu sai che...” “Freddo e precipitazioni sono ingredienti indispensabili per una nevicata. Ma dimmi il terzo punto, che m’incuriosisce assai...” 3) “È il caso interessante, il caso limite, quello che crea grattacapi ai meteorologi padani (e dei versanti padani di Alpi e Appennini): il vortice depressionario s’avvicina a sufficienza da permettere le precipitazioni, ma... la domanda che attanaglia previsori e nevofili padani è: «RESISTERÀ LO STRATO FREDDO?». Allora fino 10 a poche ore prima dell’arrivo del vortice si guardano e riguardano mappe meteo, poi i dati meteo delle stazioni appenniniche, quindi le web cams, infine... la finestra! L’aria calda, più leggera, scorre sopra l’aria fredda, e piano piano la respinge verso nord...” “Dunque è inesorabile la resa del freddo?” “Non è detto: innanzitutto quest’aria fredda non giace statica sulla Pianura Padana, ma fluisce continuamente, pompata dall’anticiclone; inoltre la morfologia del catino padano fa si che l’aria fredda e densa rimanga più facilmente intrappolata. Certo che se l’aria calda insiste, o l’avvezione è irruente, allora lo spessore caldo si accresce, dall’alto verso il basso, e se al suo interno le temperature superano i 3-4°C il fiocco diventa inesorabilmente (ed in modo irreversibile) goccia. “In questi casi non serve scappar in montagna, vero?” “Purtroppo no: ci si avvicinerebbe soltanto allo strato caldo. Anzi, visto che il crinale appenninico è il primo luogo di accesso dell’aria calda (che giunge da sud o da sud-ovest), capita a volte che sul crinale inizia a piovere, sotto l’effetto della calda lingua mediterranea, mentre più a nord, sulla verticale della pianura, la lingua non è ancora arrivata e continua a nevicare”. “Allora scappiamo più a nord!” “Più ad ovest! Più a nord, infatti, è questione di poche ore, e talvolta nemmeno quelle: se l’aria calda arriva da sud s’incanala sull’Adriatico e giunge sulle Prealpi e pianura limitrofa prima che sulla nostra pianura e pedemontana, protetta in parte dall’Appennino.” “E più ad ovest? L’aria calda adriatica arriva dopo, giusto?”Oppure non arriva neppure: il Nordovest, incastonato com’è tra Alpi e Appennini, protegge bene il suo cuscinetto freddo.” “Ah... Fortunati loro!” “Finché non arriva il Föhn...” “Ah, già, è vero!” “Inoltre ci sono nevicate di altra genesi che sembrano nate apposta per soddisfare noi, e ancor più i romagnoli, mentre al Nordovest restano a bocc’asciutta. Però, tornando ad oggi, può capitare di tutto. E... se questo fa stare in ansia noi amanti della neve, è anche vero che ci appassiona e rende la meteorologia affascinante, mai scontata e sempre ricca di sorprese!”. “Ok, non divagare... pioverà o nevicherà qui?” “Innanzitutto stabiliamo qui dove !”. “Ah, già, è vero, dove siamo? Siamo a... a... a Pievepelago!” “Mh! Mi piace Pievepelago, ok! Anche se in questi casi potrebbe trovarsi in una sfavorita fascia altimetrica...”. In quel momento si sentirono 9 rintocchi, Milly guardò il termometro a muro, segnava -8°C, mentre da Modena, via SMS, gli avevano comunicato un bel -6°C. “Eh si, in queste situazioni la Pianura Padana diventa un lago d’aria fredda... Diamo anche uno sguardo in rete... Sestola -9°C, Abetone -10°C, M. Cimone -14°C: l’aria fredda sta facendo il suo dovere” come testimonia una gelida folata da nord est, che accentua ancor più la sensazione di freddo. “In Toscana, però, è un altro mondo: l’aria fredda è arrivata in misura minore, e Firenze ha da poco registrato una minima di 2°C”. Per i successivi due giorni grazie al soffio siberiano le temperature continuarono, gradualmente, a scendere, ma dal secondo giorno la pressione cominciò a scendere, per effetto dell’avvezione calda che già in quota s’impossessava del nostro cielo, e l’invasione di cirrostrati da SW verso NE ne erano il palese effetto, sia per il tipo di nubi, alte e sottili, sia per la provenienza meridionale. Milly strinse le mani attorno alla tazza di cioccolata per scaldarsi, mentre il suo sguardo si posò lungo la linea di crinale, dove le prime nubi basse andavano formandosi, e disse: “Ecco, sta entrando il SW: è iniziato lo scontro!” e con Matteo corsero fuori a guardare, inseguiti dalla barista urlante: “Dovete pagare la consumazione!”. Sull’Osservatorio del Cimone la bandierina dell’anemometro ora punta decisamente verso SW, e i termometri risalgono, da -17°C dell’alba ai -12°C del mezzogiorno, e non certo per il soleggiamento. La pressione continua silenziosamente a scendere: l’aria calda s’ispessisce. Compaiono nubi medie: altostrati e altocumuli. Ultimi refoli di vento da NE, poi una calma densa d’attesa, mentre il sole sembrava un occhio spento dietro la cortina di nubi sottili. “Il fiato caldo del Tirreno inizia già a farsi sentire: Firenze è passata da -4°C delle ore 9 a +8 delle 12, con cielo coperto e vento debole da SW. Pievepelago è passata da -11 a -3°C”. “Le mappe meteo mostrano il centro depressionario ormai sulle isole Baleari, e le immagini da satellite evidenziano un ampio corpo nuvoloso che va invorticandosi e travalica l’Appennino, ma... come mai non arriva il Föhn questa volta?” “Perché, superato l’Appennino, la massa d’aria calda non inizia il moto discendente con conseguente compressione - ma continua a salire, o resta stazionaria, a causa del cuscino freddo e denso che giace sulla Pianura Padana. Anche una volta iniziata l’erosione dello strato la discesa non sarà a picco, per cui non avremo le dinamiche che portano a scaldare e seccare la massa d’aria sottovento”. “Insomma, le precipitazioni arriveranno, staremo a vedere se solide o liquide!” Quella notte le raffiche di vento svegliarono Milly, che si mise alla finestra ad osservare il bosco: il Libeccio scuoteva forte i castagni, i cui tronchi umidi sembravano quasi sudare, mentre le ultime foglie venivano strappate e portate lontano. Le nubi galoppavano nel cielo, come una mandria impazzita che si getta verso la pianura. I termometri inesorabilmente salivano, i barometri scendevano. Superata la fatidica soglia degli 0°C. «Ormai ci siamo» pensò. Una telefonata notturna a Matteo: “Addio speranze, superati gli zero gradi” “Qui poche speranze: Cimone ancora -4°C, Abetone +1°C, Sestola (che è più a nord e meno esposta al Libeccio) -2°C, Piane di Mocogno 7°C con vento da NE, Modena -4°C, sempre col NE: verso la pianura resiste ancora il cuscino...” “Pensi anche tu quello che penso io?” “Vestiti che ti passo a prendere!” Venti minuti dopo la temperature era già +1°C, e dal cielo cadevano, inesorabili, le prime gocce. Anche all’Abetone pioveva (+2°C), mentre sul Cimone iniziava a nevicare con 3°C. La pianura restava in attesa, ma avrebbe sicuramente visto la neve, almeno nella prima fase. Driiinnnn! Milly scese in strada in un baleno: “Eccomi! Giacche a vento in più, thermos con tè caldo, panini, patatine e popcorn per lo spettacolo, macchina fotografica, ma anche taccuino per gli appunti e... termometrico portatile!” “Neanche io sono a mani vuote: PC portatile con connessione internet, e... guarda il baule...” “La tua stazione meteo ambulanteee!” “Via! Il Nord Ovest c’aspetta!” e partirono verso la via Giardini. Prima sosta Barigazzo, 1220 m. Matteo scende e fiuta l’aria: “Eh si, il SW è arrivato” e poco dopo una raffica di vento elimina ogni possibile dubbio. 75% di umidità, +3°C, “Svelti, scendiamo a valle, sfuggiamo a questo ventaccio!” Pavullo, 680 m, una suggestiva nebbiolina bassa (e brinosa) sembra freddo spalmato sul pianoro dell’aeroporto. Matteo fiuta ancora l’aria “Non è ancora arrivato lo Scirocco, come lo chiamano qua in Appennino, del resto fa un freddo cane!” 60% di umidità, -7°C, lieve Tramontana da NE. Casello Modena Nord, -4°C sul display della macchina e un... “Atroce dubbio!” “Che non nevicherà nemmeno a Cuneo?” “Peggio... NON HO SOLDI! E tu?” “Io giro senza di giorno, figurati di notte! E poi mi son preparata in fretta e pensavo che... con un cavaliere come te non avessi bisogno di soldi!” “Ok... restiamo a Modena, per fortuna che abbiamo da mangiare e...” “E siamo in riserva di benzinaaaa!!! Cosa può esserci di peggio?!” “La pioggia con -4°C!” “Cosaaaa?!?” “Te lo spiego la prossima puntata, ora non ho più... spazio!” (continua) Le nostre radici Con questa puntata terminiamo la ricerca storica sulle nostre Sottosezioni che ebbero vita nel quindicennio 1927-1941. LAMA MOCOGNO: fu certamente la più importante sottosezione, vuoi per il numero dei Soci, una trentina, vuoi per il ruolo che svolse per la promozione dello sci e della organizzazione delle attività sportive nel “campo sciatorio” delle Piane di Mocogno, merito principalmente del suo Reggente, il Cav. Enea Carlotti. Possidente terriero, il Carlotti mise a disposizione una superficie di sua proprietà alle Piane su cui vennero erette anche due baracche di legno che per un breve periodo svolsero funzioni di spogliatoio, di modesto ristoro di bevande calde e in cui ci si poteva anche dormire: custode e gestore delle baracche risulta essere stato il sig. Vignocchi. La figura del Carlotti meriterebbe una trattazione a parte non foss’altro perchè, caso unico a nostra conoscenza, lasciò nel suo testamento olografo alla Sezione di Modena del Club Alpino un appezzamento di terreno che, decenni più tardi, servì ad acquistare la vecchia Sede di Via Caselline. Ah, dimenticavo: per esigenze di “risparmio tipografico” useremo diffusamente due acronimi: CD per Comitato o Consiglio Direttivo della Sezione di Modena e SS (da non confondersi con i famigerati reparti nazisti) per Sottosezione o Sottosezioni; inoltre va precisato che in questo periodo non c’è uniformità di titolo per indicare la figura del Responsabile o Referente di SS: a volte viene definito come Presidente, altre come Reggente, altre Fiduciario. Bene. La SS di Lama è la prima a nascere: il 26 agosto 1927, pochi mesi dopo la Rifondazione della Sezione di Modena, ne viene approvata dal CD la costituzione sotto la guida del Carlotti, segretario amministrativo è il dott. Pasquini Adelmo e segretario sportivo il dott. Rivasi Marco; l’anno seguente, il 24-04-1928, la SS si fa carico della organizzazione di una Festa campestre alle Piane durante la quale è previsto il “battesimo” dei gagliardetti delle SS di Lama e di Pavullo; l’anno dopo, 1929, viene registrato nei Verbali del CD un certo movimento di nuovi Soci, ma il fatto più rilevante sono le dimissioni, per gravi motivi di salute, del Cav. Enea Carlotti che viene sostituito alla Presidenza dall’ing. Eldo Rossi di Pavullo, per poco però, perchè nell’inverno del 1930, in occasione di una domenica sulla neve, della SS di Lama figura essere Reggente il geom. Medardo Caselli. La situazione però improvvisamente precìpita: nella primavera del 1931 la SS di Lama va in crisi: sul Notiziario ‘Il Cimone’ del 21-05-1931 si pubblica che la SS di Lama, che allora vantava 35 Soci “..trascinante una vita artificiosa e grama, fu energicamente riorganizzata su basi più ristrette ma più sicure, previa regolarizzazione della sua situazione finanziaria nei confronti della Sezione”. Non è un po’ inquietante quell’avverbio ‘energicamente’? Dati i tempi, voglio sperare che l’“energicamente” sia stato realizzato per via incruenta e non si sia materializzato, viceversa, a suon di manganello e olio di ricino... Ma tale provvedimento non par proprio sortir effetto alcuno se nella riunione di CD del 23-06-1931 si ipotizza lo scioglimento per inattività della SS; la cura di cui sopra era forse stata troppo energica? Questa minaccia però pare galvanizzare la moribonda e in effetti, dopo appena due mesi, nel Verbale del CD si annota:”...considerata una ripresa dell’attività da parte della SS di Lama Mocogno si decide di soprassedere allo scioglimento e aderire a una progettata gita di essa al Lago Santo”. Ma è un fuoco di paglia: a settembre si registrano le dimissioni del Vice Presidente della SS, dott. De Maria e nell’ottobre uno “scoperto” della SS nei confronti della Sede Centrale; non risolvendosi anche quest’ultimo problema, a novembre il CD propone di inviare al Reggente della SS una lettera in cui si minaccia di nuovo lo scioglimento... la SS sana la magagna con la garanzia del Carlotti che poco dopo, rimessosi in salute, vorrebbe riassumere la presidenza. Passa un anno e nel novembre del ‘33 si ha notizia della radiazione di 3 Soci e la vita della SS si spegne silenziosamente così come quella del Carlotti. PAVULLO: la prima notizia storica di questa SS è del 24-04-1928 quando ne è previsto il “battesimo” del gagliardetto in occasione di una Festa campestre alle Piane di Mocogno. Nel giugno del ‘29 il rag. G.Cortelloni viene invitato dal CD a presentare il bilancio della SS di Pavullo per l’anno precedente e, nello stesso verbale, si conferisce l’incarico di riorganizzarla all’Ing. Eldo Rossi. Il famoso “battesimo” del gagliardetto evidentemente non ebbe luogo a suo tempo se il CD lo prevede ancora per la primavera del 1930... ma qualcosa non funziona, e non solo nei “battesimi” mancati, perchè nella seduta di CD del 22-051931 si registra che il Presidente “...insieme al Segretario faranno il possibile per poter almeno riavere la rimanenza di cassa esistente all’epoca dello scioglimento della Sottosezione”. Allora era già stata sciolta? Quando? Probabilmente nel 1930 ma non disponiamo di alcun documento al proposito... dopo di che si protrae per mesi un penoso “tira e molla” che culmina nel gennaio del ‘32 quando si registra la definitiva liquidazione della SS di Pavullo con l’avvenuta restituzione del Libretto di Risparmio di Lire 83,20 da parte del Presidente Avv. Comm. Ghibellini e così la SS di Pavullo definitivamente defunge. SASSUOLO: l’11-06-1929 vengono ratificate le nomine dei 2 segretari (l’uno amministrativo, l’altro sportivo) della SS di Sassuolo nelle persone dei signori Grossi e Coliva. Nel verbale del CD del 27-09-1929 si legge che viene espressa l’esigenza di “...un maggior contatto con le SS sia di carteggio, sia di attività” e si annuncia che la primavera seguente “abbiano luogo le cerimonie di inaugurazione dei gagliardetti delle SS di Pavullo e Sassuolo con intervento dei Soci della Sezione di Modena e che vengano organizzate manifestazioni in comune”. Ma nonostante tutte queste belle esternazioni e questi fantomatici gagliardetti da benedire, le cose non vanno a finir bene... il notiziario ‘Il Cimone’ in data 21-05-1931 pubblica la notizia dello scioglimento della SS di Sassuolo per inattività; a quella data la SS di Sassuolo aveva 14 Soci e Fiduciari erano stati in successione il sig.Canevazzi e il Prof.Martini. Il mese seguente si richiede al rag. Grillenzoni la consegna dei materiali e dei documenti contabili della SS; nel luglio poi si formula un ringraziamento a Canevazzi e Giroldi per l’opera svolta in seno alla SS di Sassuolo.. mah? per essere ringraziati bisogna pur dire che fossero stati gli unici a far qualcosa. La SS sassolese tira definitivamente le cuoia a fine agosto quando il Reggente rag. Grillenzoni consegna all’economo della Sezione di Modena rag. Bossetti tutto il materiale e i documenti. CARPI: stessa storia “fantasma” come già visto per Fanano... il 25-11-1927 il CD approva la costituzione della SS di Carpi con la presidenza del rag. Clodoveo Feltri che diventò poi Segretario federale del P.N.F. (Partito Nazionale Fascista) poi il nulla... questa SS svanisce nella nebbia (fenomeno peraltro ricorrente e massiccio, soprattutto un tempo, a quelle latitudini) e i carpigiani si rendono “uccel di bosco”; ricompariranno poi nel 1945 costituendo una sezione autonoma. MIRANDOLA:poco tempo dopo lo scioglimento per inattività di quasi tutte le SS di cui abbiam parlato (resisteva ancora quella di Lama, ma ormai era allo stremo), alè, ne nasce una nuova a Mirandola! ‘Il Cimone’ in data 15-07-1932 riporta testualmente: “Fra non molto la Sottosezione di Mirandola sarà un fatto compiuto; ad essa seguiranno, lo speriamo, quelle di altri centri importanti della nostra provincia”. Reggente della SS di Mirandola è il Cap. Cav. Uff. Enrico Tabacchi che, guarda un po’, risulta anche essere diventato il Podestà di Mirandola e segretario viene nominato il Sig.Malavasi Felice. La consistenza numerica a fine luglio del ‘35 è di 14 Soci. Anche per la SS della Bassa arriva la crisi: nel maggio del ‘37 si legge sul Libro Verbali del CD: “Il Presidente in seguito alla inattività del Reggente della Sottosezione di Mirandola ha provveduto a richiamarlo e chiedere (sic) il nominativo di persone in grado di sostituirlo”. A ogni buon conto, “di riffe o di raffe”, anche qui ci si mette una pezza: al gennaio del 1941 i Soci della SS di Mirandola risultano essere 17 e Reggente figura essere sempre il Tabacchi. Le ultime notizie della SS in tempo di guerra sono del 30-10-1942, data in cui il Reggente della Sezione di Modena, Ing. Lanfranco Giorgi scrive per combinare un incontro col Tabacchi, Reggente della SS di Mirandola. La SS di Mirandola regge alla bufera della guerra ed è l’unica che sopravvive: il 19-01-1948 la SS scrive a Modena per farsi corrispondere i ‘bollini’ per 25 Soci! Che cosa poi sia successo dopo, non si sa perchè non abbiamo ancora fatto ricerche oltre questa data. Ci riserviamo di farvelo sapere. Questo è tutto quello che per il momento abbiamo trovato sulla storia delle SS raccolto dalla lettura di tutti i numeri del Notiziario e da tutti i Verbali del Consiglio Direttivo di Modena. Così è se vi pare e se non vi pare.. è così lo stesso! Fine - ALESSANDRO MARCHIORRI 11 NOVITÀ IN BIBLIOTECA di Alessandro Marchiorri “Spegniamo il televisore e apriamo un libro!” Divisone alpina nel periodo in cui,nalla primavera del 1916, si svolse la prima ‘battaglia bianca’ sui ghiacciai dell’Adamello. Sansoni “VIE STORICHE ED ESCURSIONISMO” Ed. Provincia di Modena M. Rigoni Stern Rabanser - Colli “SASSOLUNGO - LE IMPRESE E GLI ALPINISTI” - Ed. Zanichelli Elegante monografia dedicata alla storia dell’alpinismo in questo famoso gruppo dolomitico. Gattera-Calenco-Menotti “CESARE BATTISTI E FABIO FILZI ULTIMO ATTO” Ed. Rossato La verità sull’attacco al Corno di Vallarsa. Cronaca della battaglia dalla relazione inedita del Maggiore Carlo Frottola, comandante del Battaglione Vicenza e dai diari storico-militari dei reparti partecipanti all’azione. Agile volumetto sulle vie storiche della nostra provincia e montagna: dalla Bibulca alla Matildica, dalla Romea alla Francigena alla Vandelli. Galetti “ABRUZZO IN FIORE” Ed. Menabò e Cooperativa Majambiente Ambiente e flora montana della Regina dei Parchi d’Abruzzo. Splendido volume riproducente tutte le specie botaniche presenti sul territorio. Primo Premio del XII Premio Nazionale di letteratura naturalistica. Cavaciocchi “L’IMPRESA DELL’ADAMELLO” Ed.Nordpress AA.VV “APPENNINO MONTAGNA D’EUROPA” Ed. Accademia Lunigianese di Scienze Dal diario del Comandante la 5ª Studi sulla Flora dell’Appennino martedì 1 e venerdì 4 marzo Serata di proiezione di Diapositive Storiche Il nostro Archivio sezionale dispone di una trentina di diapositive “storiche” relative a gite sezionali effettuate dalla fine degli anni ‘20 alla fine degli anni ‘40 del secolo scorso. Mamma mia, che anticaglie! Niente affatto! Costituiscono un patrimonio storicodocumentale di prim’ordine, altro che storie! Siamo sicuri che potranno costituire un momento gradevole e divertente per i giovani che dell’“album di famiglia” non conoscono nulla e per i meno giovani che potranno trovare le facce di genitori, nonni, zii, cugini, amici e conoscenti. La proiezione è prevista in doppia seduta: la prima martedì 1 marzo alle ore 21 per tutti quelli che vogliono o possono venire, la seconda venerdì 4 marzo alle ore 17,30 per quelli che vogliono ma non possono uscire dopo cena... più democratici di così. Qualcuno dirà qualche cosa di storico per ambientare le diapositive nel tempo e nello spazio. Alessandro Marchiorri Serata degli Auguri martedì 21 dicembre ore 21 Sono invitati i Soci e tutti gli amici. Non dimenticate di portare il necessario per ogni festa!!! Ricordiamo che la Sede rimarrà chiusa per le feste natalizie dal 23 dicembre al 6 gennaio compresi Il Consiglio Direttivo augura a tutti i Soci, ai famigliari e a tutti gli amici del C.A.I. Buone e Liete Feste e un Felice 2011 settentrionale dal Maggiorasca all’Alpe di Succiso con particolare riferimento alla spezzina Val di Vara. RINGRAZIAMENTI Si ringrazia il Socio Pietro Masina per aver donato alla nostra Biblioteca sezionale la bella opera di Walter Bonatti “In terre lontane” edito da Baldini & Castoldi. Ringraziamo di cuore la Sig.ra Diana Guerzoni Polacci per aver donato alla nostra Sezione un manifesto storico datato marzo 1922 relativo a un Comitato organizzativo per le Olimpiadi Universitarie che si sarebbero svolte nell’aprile seguente: tra i componenti figurava anche il defunto marito della Sig.ra Diana, Giuseppe Polacci, uno dei Soci Rifondatori della nostra Sezione del 1927, una figura di assoluto spicco sulla quale avremo modo di parlare in altra occasione. La Sig.ra Diana ha voluto anche omaggiarci di una bellissima piastrella artistica riproducente la struttura militare della Aeronautica presente sulla vetta del Cimone: essa fu donata dall’Autorità militare all’Avv. Giuseppe Polacci per i suoi meriti nella promozione del Monte Cimone come base ideale per i fini istituzionali della stessa. Assenze ingiustificate Nessuno di questi libri è ancora rincasato: Presidenti, Vice-Presidenti, Past-President, Direttori Gite di oggi, di ieri e di ieri l’altro, Consiglieri, Sindaci e Podestà, volete una buona volta controllare che questi libri siano ancora tra le vostre mani? Su da bravi, questi libri li avete presi voi, in assenza del personale bibliotecario predisposto! Malissimo! Vedete di rimediare, perbacco! - ISOLE 3 - ISOLE 4 - ISOLE 5 - ISOLE 6 - MAN ALP 49 - MAN ALP 53 - METEO 12 - METEO 13 - PR ALP VEN 16 - PR ALP VEN 17 - PR ALP VEN 36 - MISC 62 - DOLOM 14 - DOLOM 15 - DOLOM 20 - DOL OCC 4 - APP S 31 Itinerari sulle montagne della Sardegna A piedi in Sardegna vol. 1 Sardegna (collana Guida Monti d’Italia) 33 itinerari sulle montagne della Sardegna Manualetto di attività ‘Terre Alte’ Il grande libro della montagna La meteorologia in montagna I tempi son maturi Guida al Pasubio Gruppo Casarine-Cornaget Il parco delle cascate di Molina Ghiaccio verticale Vie ferrate Dolomiti nord Vie ferrate Dolomiti sud I 3000 delle Dolomiti Odle- Sella - Marmolada ( Collana Guida Monti d’Italia) I sentieri dei passi perduti Data la tipologia dei volumi di cui sopra, nessuno dei quali concesso al prestito, si deduce che fortemente indagati siano i direttori-gita da un paio d’anni a questa parte. Si chiede che costoro, ed eventualmente altri, controllino di non esserseli dimenticati a casa propria e si intima loro di riconsegnarli al più presto. venerdì 3 dicembre - ore 21.00 presso la Chiesa Santa Maria delle Grazie - Via S, Agostino, 40 Natale In Musica 2010 Concerto con il Coro Folk San Lazzaro Chi l’avrebbe mai detto 5 anni fa quando, come Club Alpino Italiano - Sezione di Modena - Settore Cultura si decise di riproporre, dopo qualche altra iniziativa sporadica, un concerto di canti di montagna e di suite natalizie aperto ai Soci e alla cittadinanza, che l’iniziativa sarebbe continuata, ma con una grande varietà di Cori, fino ad ora? Una scommessa, giocata dalla nostra Sezione, con la Confraternita San Geminiano che gestisce la Chiesa delle Grazie e ci ospita con la collaborazione della Circoscrizione Centro Storico che contribuisce all’iniziativa e i soci CAI e i cittadini modenesi che ogni anno ci sostengono con la loro presenza. Quest’anno abbiamo pensato di invitare un coro Modenese, il Coro Folk San Lazzaro, diretto da un uomo di montagna, Don Ezio Nicioli di Riolunato. Il coro, che proprio quest’anno ha compiuto 30 anni, si costituisce nel 1980, nell’ambito delle attività culturali e ricreative della Parrocchia dalla quale prende il nome, per merito di Don Ezio Nicioli, musicista autodidatta, che attualmente ancora lo dirige. Il Coro esegue i canti armonizzati da Don Nicioli e adattati per l’esecuzione delle quattro voci dispari (maschili e femminili) e si compone di una cinquantina di elementi accomunati dalla passione per il canto, quello semplice e spontaneo della gente comune. Attinge il proprio repertorio dal folclore regionale italiano raccogliendo quei canti che vanno scomparendo ma che costituiscono una importante eredità da salvaguardare e soprattutto da comunicare nello spirito più autenticamente popolare. Per la serata del 3 dicembre, il Coro eseguirà canti di Montagna fra quelli più conosciuti e belli, alcuni canti dell’Appennino modenese. “In musica, gli Auguri suonano meglio” Vi aspetto. Ivana Taverni