TRIMESTRALE - ANNO XXXIII - Nuova serie N. 1 - DICEMBRE/GENNAIO/FEBBRAIO 2011 - Tariffa R.O.C. Iscrizione n° 10621: “Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento
Postale D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N° 46) art. 1, comma 1, DCB Modena - Tassa Riscossa - L’abbonamento riservato ai soci di Euro 2,00 è stato assolto nella quota associativa.
Avviso importante all’attenzione di tutti i Soci!!!
Ricollocazione temporale dei corsi Sezionali per 2011
Su indicazione del Coordinamento dei Direttori dei Corsi e dell’Assemblea degli Istruttori sezionali, nata per fare fronte al meglio alle numerose richieste di
Soci e non soci, il Consiglio Direttivo ha deliberato la ricollocazione temporale, con l’esclusione di quelli invernali, di tutti i corsi in programma per il 2011. Cari
consoci, vogliate prendere atto e informare tutti coloro che abbiano intenzione di iscriversi. Come sempre, il nostro notiziario “il Cimone”, i depliant informativi,
o l’e-mail, se siete iscritti alla lista delle newsletter, “c’è @ per te”! Vi terranno velocemente informati.
Il Presidente Giuliano Cavazzuti
mer 15/12 Presentazione corso
13° Corso Escursionismo su neve
Periodo: dal 12/1 al 6/3
Per coloro che desiderano percorrere l’ambiente innevato secondo itinerari escursionistici con le attrezzature e le informazioni adeguate
mar 11/1 Presentazione corso
29° Corso Sci di fondo
Corso di base e di perfezionamento con tecnica classica e pattinato
su pista
gio 3/3 Presentazione corso
1° Corso di Ciclo escursionismo
Un mezzo? Un fine? O una opportunità in più per viaggiare e conoscere?
Periodo: dal 11/1 al 13/2
Periodo: dal 31/3 al 29/5
mar 22/3 Presentazione corso
4° Corso di arrampicata avanzato
Periodo: dal 6/4 al 26/6
Il corso è aperto unicamente ai Soci che hanno partecipato ai corsi di alpinismo, di roccia e arrampicata di base
ven 1/4 Presentazione corso
7° Corso sentieri attrezzati e ferrate
Periodo: dal 1/4 al 4/7
Sia per esperti di escursionismo, sia ai neofiti della montagna, per apprendere le tecniche di progressione e l’utilizzo degli strumenti di sicurezza
mer 6/7 Presentazione corso
26° Corso Escursionismo
Periodo: dal 6/9 al 16/10
Per un escursionismo consapevole che ti informa, ti educa e ti prepara a tornare a casa sicuro e appagato, non “un fai da te”!
Novità tesseramento
Mediante la Rivista del Club Alpino Italiano
“Lo Scarpone” n. 9 del mese di Settembre
2010, la Sede Centrale ha comunicato a
tutti i Soci, e contestualmente alle proprie
sezioni, le scadenze e gli adempimenti
inerenti il tesseramento. Nostro malgrado,
le quote di tesseramento per l’anno 2011
dovranno essere ritoccate al rialzo, per far
fonte all’aumento delle tariffe assicurative
che garantiscono ai Soci la copertura sugli
infortuni. La notizia di questi aumenti
circolava da qualche tempo; anzi, nello
scorso mese di aprile si è rischiata la revoca
immediata del contratto da parte della
compagnia assicurativa, e solo grazie ad
una pronta risposta della sede centrale è
stata evitata non solo la rottura del contratto, ma anche la continuità assicurativa
per tutto il 2010 senza il ricorso a incrementi
tariffari retroattivi.
È giusto ricordare che il CAI Nazionale ha
potuto far fronte a questa emergenza senza
chiedere nulla agli associati grazie all’attività
di accantonamento, compiuta negli anni
passati a favore del Fondo Rischi Assicurativi e a un contributo del Corpo del Soc-
corso Alpino, che ha consentito di coprire
l’emergenza 2010 in piena autonomia.
L’aumento della quota tariffaria per l’anno
2011 risale infatti al 23 maggio scorso,
quando l’Assemblea dei Delegati CAI
svoltasi a Riva del Garda, dopo un’attenta
valutazione e un’analisi dei dati, ha deciso
di mantenere inalterato il pacchetto
assicurativo e le sue caratteristiche di
risarcimento economico agli infortunati, a
fronte però di un aumento di 3 euro a
Socio sul costo della tessera annuale.
Le ragioni dell’aumento, emerse anche nel
dibattito durante l’assemblea, sono attribuibili
al forte incremento di sinistrosità registrato
a fine 2009 e all’inizio del 2010. Il fenomeno ha avuto origine nell’aumento
dell’attività escursionistica, che ha portato
in montagna un numero molto più alto di
persone, innalzando quindi la probabilità
statistica d’incidenti di varia entità; vi è stato
inoltre un aumento, nello stesso anno, delle
morti (da cinque a ventotto unità nel 2009,
di cui undici Soci, dieci Istruttori, e sette tra
soccorritori a terra e in volo).
continua a pag. 8
Quote sociali 2011
Ricordiamo a tutti i Soci che è iniziata la campagna di
rinnovo della quota sociale per l’anno 2011.
Dove rinnovare le iscrizioni:
• Direttamente in Sede, viale IV Novembre, 40 (negli orari di
apertura della segreteria)
• Tramite bollettino postale, c/c n° 10270411, intestato a
“Club Alpino Italiano, via 4 novembre, 40, 41123 Modena”
• Mediante bonifico bancario IBAN IT 43 Q 05387 12900 0000
000 10810, specificando nella causale il tipo di rinnovo e
maggiorando la quota di 1 Euro quale rimborso spedizione postale del bollino
• Rivolgendosi a uno dei seguenti Punti di Rinnovo di Modena e Provincia,
validi fino e non oltre il 30 marzo:
- Modena: Libreria Marco Polo - via Sant’Eufemia, 68 - tel. 059/211522
- Fanano: Ida Ballerini - c/o LAPAM, piazza della Vittoria, 21- tel. 0536/68889
- Lama Mocogno: Ovilio Fontana - via Giardini, 140 - tel. 0536/44405
- Pievepelago: Flavia Landi - tel. 0536/72115
- Pavullo: Banca Popolare dell’E.R. - via Giardini, 19 - Pierluigi Vignali tel. 0536/20195
- Savignano s/P: Fontana Sport - via Tavoni, 981 (50 m oltre il ponte sul
Panaro) - tel. 059/762042
Quote di tesseramento per l’anno 2011: Ordinario 47 Euro; Famigliare
26 Euro; Giovane 21 Euro (nati nel 1994 e successivi)
Per informazioni di carattere amministrativo e contabile, potete utilizzare
il nuovo indirizzo mail della Segreteria: [email protected]
per tutte le altre comunicazioni, l’indirizzo del CAI è: [email protected]
Giardino Botanico Alpino Esperia... lavori in corso
All’interno:
di allora a contribuire a innalzare e/o
riparare la rete di recinzione dell’ormai
lontano 1981. Poi sono sopraggiunte le
memorie di tutte le occasionali visite per
le castagnate di fine attività sezionali degli
anni ottanta, che si concludevano tutte
al giardino. Poco alla volta, comparivano
i volti di quei soci anziani, ormai quasi
tutti “andati avanti” che hanno dato una
mano contribuendo alla ricostruzione,
alla manutenzione e alla rinascita
del prestigio del Giardino, merito in primis
della famiglia di Tina ed Enzo Zuccoli.
continua a pag. 5
13° Corso di Escursionismo
su Neve
pag. 2
Martedì 3 agosto scorso sono iniziati,
con l’abbattimento del rifugio di servizio
al Giardino Botanico Alpino Esperia, i
lavori per la ricostruzione del nuovo rifugio.
All’evento, oltre ai due operai dell’impresa
di costruzioni, erano presenti il sottoscritto
e il Consigliere Mauro Barbieri. I pensieri
e le riflessioni provate nel vedere all’opera
la ruspa che si accaniva ad abbattere
l’edificio “storico” erano contrastanti tra
loro, da un lato i ricordi non potevano
che correre alla mia prima visita “lavorativa” come volontario, in qualità di istruttore
di alpinismo, chiamato con tutta la Scuola
29° Corso di Sci
di Fondo
pag. 2
1° Corso di
Ciclo-Escursionismo
pag. 2
Conversazioni in Montagna
anno sesto
pag. 3
Corso Invernale
dell’Alpinismo Giovanile
pag. 6
ES
CU
NEVE
CAI
13° Corso di Escursionismo su neve
RSIONISMO SU
Il Corso, articolato in 8 lezioni teoriche e 6 giornate in ambiente (2 domeniche
e due week end), si prefigge di introdurre ai Soci, sia esperti sia neofiti della
montagna, l’approccio all’ambiente invernale: partendo dall’utilizzo delle varie
attrezzature utili per la progressione, alla comprensione delle particolari
conformazioni del manto nevoso e della sua stabilità, alle tecniche di orientamento
e di lettura delle carte topografiche, fino all’elaborazione personale di un
itinerario escursionistico.
Saranno anche approcciate e analizzate le tecniche per l’autosoccorso in
valanga con l’utilizzo degli adeguati strumenti (ARVA, pala e sonda). Direttore
del corso sarà l’INV Saverio Venturelli, coadiuvato da istruttori sezionali.
29° Corso di Sci di Fondo
CAI
S CI
E S C URSIONISTICO
Tecnica Classica e Pattinato
La Commissione Sezionale di Sci Fondo Escursionistico organizza per i propri
Soci un Corso di Sci di Fondo su pista, di base e perfezionamento (prima parte)
e Sci di Fondo Escursionistico di base (seconda parte), rivolto a tutti coloro
che desiderano percorrere l’ambiente innevato secondo itinerari escursionistici
con l’uso degli sci. Direttore del Corso è l’ISFE Stefano Aravecchia, Responsabile della Commissione, coadiuvato da Istruttori Sezionali.
Programma
mer 15/12/2010
ore 21.00 Presentazione del corso e inizio iscrizioni
mer 12/1/2011
l.t. Abbigliamento ed equipaggiamento
mer 19/1
l.t. Progressione con picozza e ramponi, bastoncini e racchette
dom 23/1
Il Lago Santo Modenese e il bacino glaciale
del lago Baccio (Appennino Modenese)
mer 26/1
l.t. Nivologia ed analisi del manto nevoso
mer 2/2
l.t. Nivometereologia
sab 5 e dom 6/2
Il crinale appenninico tra il “Corno” e lo “Spigolino”
(Appennino Modenese)
mer 9/2
l.t. Topografia e Orientamento in ambiente innevato
mer 16/2
l.t. Pericoli dell’ambiente invernale montano
Uso apparecchi ARVA e sonde
dom 20/2
Alla scoperta delle malghe dell’altopiano della Lessinia
mer 23/2
l.t Primo intervento e chiamata del Soccorso - Alimentazione
mer 2/3
l.t. Programmazione di un’escursione
Scelta del percorso e della traccia
sab 5 e dom 6/3
Parco Naturale Paneveggio e Pale di San Martino
Laghi Colbricon - Cima Venegia (Dolomiti Orientali)
ven 18/3
Che cosa faremo dopo??? - Cena di fine Corso
Programma
mar 11/1
ore 21.00 - Presentazione del Corso
mar 18/1
l.t Attrezzatura e abbigliamento
sab 22 e dom 23/1
Uscita pratica: Asiago-Campomulo
mar 1/2
l.t. Tecniche dello sci di fondo
sab 5 e dom 6/2
Uscita pratica: Asiago-Campomulo
dom 13/2
Uscita pratica: Passo Coe
1° Corso di Ciclo-Escursionismo
Un mezzo? Un fine? O una opportunità in più per viaggiare e conoscere?
Cari consoci, ormai da tre anni un
“nuovo” modo di frequentare gli ambienti naturali è approdato ufficialmente tra le file delle molteplici discipline del Club Alpino Italiano: il ciclo
escursionismo - mtb. Il CAI ha sdoganato molto tardivamente questa
disciplina, infatti sono ormai trascorsi
cinque lustri da quando la prima
mountain bike italiana, il leggendario
“rampichino” prodotto dalla Ditta
Cinelli, veniva presentata con un interessante articolo, corredato da significative
fotografie, su di una rivista di natura e ambiente. Le preoccupazioni degli
ambienti CAI erano perlopiù dovute, all’inizio, all’idea che questo costituisse
soltanto a un fenomeno di moda, seguito dall’inevitabile esaurirsi della novità
dell’oggetto. Successivamente subentrò l’apprensione per gli evidenti danni
lasciati nell’ambiente sui sentieri e nei fuori percorsi e ancora la possibile
incompatibilità con l’escursionismo pedestre. Venticinque anni dopo il “mercato”
ha avuto ragione e molti posseggono una mtb, spesso utilizzata malamente,
causando notevoli danni nell’ambiente naturale, o ignorando il codice della
strada mettendo così in pericolo la propria incolumità, anche per la manutenzione
e riparazione del mezzo. “Dulcis in fundo”, in questi anni, quattro Federazioni
ciclistiche in ambito nazionale e numerose associazioni locali, sorte e appoggiate
da Enti Locali, hanno elaborato codici e regole di comportamento e marcato sul
terreno, con apposita segnaletica, i percorsi e il loro grado di difficoltà. Tutto ciò
è stato fatto senza un reale coordinamento “in primis” con il C.A.I., in considerazione
del fatto che tantissimi percorsi sono gli stessi della pre-esistente rete sentieristica.
L’Alto Adige e le vicine Nazioni alpine con forte vocazione economica turistica,
come l’Austria, la Svizzera e la Francia, hanno fatto passi da gigante
nell’armonizzare le diverse funzioni, finanziando la creazione di circuiti locali,
regionali e trans-nazionali, che spesso percorrono o superano grandi gruppi
montuosi e confini di Stato. Queste realtà si avvalgono di una segnaletica
condivisa, semplice e intuibile, corredata da ottima cartografia, dove vengono
segnalati punti di noleggio, riparazione e alloggi per bikers. Questi Stati o Regioni
hanno legiferato su specifici codici d’uso, punendone il mancato rispetto con forti
ammende. I controlli esistono e anche la popolazione locale è coinvolta nella
denuncia delle infrazioni e a segnalare fortemente le “deficienze”... in atto.
Questa primavera la Commissione Sezionale Escursionismo, con la
collaborazione della Sezione di Parma che già ha esperienza in merito, proporrà
il suo 1° Corso con l’approccio alle prime due difficoltà individuate dal C.A.I. -
2
Commissione Centrale Escursionismo (si veda lo specchietto a pagina 8). In
questo modo crediamo di fornire un servizio utile e razionale per conoscere,
educare e organizzare con sicurezza e soddisfazione anche in questo campo
le attività di tutti coloro che praticano o intendono praticare questo modo di
viaggiare nell’ambiente naturale. Nello stesso tempo ci sarà per noi la possibilità
di confrontarsi con tutte le associazioni ciclistiche - mtb che già operano sul
territorio, collaborando per la stesura di metodi, difficoltà, sentieristica e codici
di regolamentazione del delicato territorio sia alpino che appenninico.
A.E. Giuliano Cavazzuti
Programma
gio 3/3
ore 21.00 - Presentazione corso
gio 31/3
gio 7/4
Introduzione al ciclo escursionismo: scopi, difficoltà, mete
Muoversi in bici-mtb: quale bicicletta, l’abbigliamento,
il codice della strada
Pianificare un viaggio: cartografie, guide
Le colline modenesi - La postura nei percorsi
La bicicletta / mtb: conoscere la bicicletta, meccanica
di base, riparazioni d’emergenza, manutenzione
Cenni di meteorologia
Viaggio nella Maremma Toscana: le sue costiere
Riparazioni d’emergenza
gio 14/4
sab 16/4
gio 28/4
gio 5/5
sab 7 e dom 8/5
gio 12/5
gio 19/5
gio 26/5
sab 28 e dom 29/5
gio 23/6
Itinerari: - scala delle difficoltà - sentieristica - gps
l’ambiente montano: codice etico per visitare,
per conoscere e tutelare
Alimentazione e salute in bicicletta
Organizzazione di una ciclo escursione
Chiamata del Soccorso Alpino, Primo soccorso
Traversata dei Forti - Altipiani di Folgaria, Lavarone
e Asiago - Una escursione storica e naturalistica
Verifica dell’organizzazione
Proiezione immagini. Cosa faremo dopo? Il CAI e le sue attività
CAI
ES
COMMISSIONE
ESCURSIONISMO
CU
R SIONISMO
Sabato 18 Dicembre
Spigolino by night (EEAI)
Escursione notturna con la luna piena
in Collaborazione con il Gruppo Over 50
Proponiamo un’interessante escursione invernale (e notturna) lungo il
crinale modenese-pistoiese, per
giungere al Monte Spigolino, sicuri di
ammirare durante il tragitto un mare
di luci nelle valli delle due regioni e un
gioco di chiaroscuri dei monti, che si
riflettono o si nascondono alla luna
piena. La luna piena ha un grande
fascino, è attraente, è fonte di curiosità
naturale, è piena di mistero e di presagi
antichi, mai pienamente sopiti. Se poi
il luogo da dove la si ammira è un
ambiente naturale, allora ecco che la
sua luce crea delle ombre magiche,
che si trasformano e fanno apparire
tutto in uno strano contrasto, dove le
sensazioni si amplificano. Ma non è
finita: per aggiungere qualche elemento in più, pensate a un ambiente
tra i monti, tutto ricoperto dalla neve.
Allora gli effetti diventano ancor più
macroscopici, come la Notte di Natale!
Da qualche parte potrebbe comparire
una stella cometa, mentre in valle è
tutto un vibrare di luci tremolanti, un
presepe... È mezzanotte, un botto,
una fetta di panettone, un brindisi e
tutti a casa...
AEI/AAG Giuliano Cavazzuti
Domenica 13 Febbraio
Alba sul Monte Cavalbianco (EAI)
Il monte Cavalbianco (1855 m) si trova
all’interno del Parco Nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, completamente in territorio reggiano in quanto
situato a nord del crinale, spartiacque
fra Emilia e Toscana. Nei pressi del
Cavalbianco si trova il passo Pradarena, a 1579 m (l’antico Pratum reni),
utilizzato sin dai tempi antichi come
valico di collegamento fra le vallate
del Secchia e dell’Enza, sul versante
emiliano, e della Garfagnana, sul versante toscano. Nel Medioevo fu transito dei pellegrini diretti a Roma, con
tanto di ospizi situati sui due versanti
(ancor oggi Ospitaletto a nord e
Ospedaletto a sud). L’itinerario
proposto è interessante e di grande
soddisfazione per l’ambiente davvero
unico e selvaggio in cui si svolge, ma
a renderlo ancora più emozionante e
solitario sarà la salita notturna che, in
caso di nottata serena, sarà illuminata
dalla luna e dalle stelle che in questo
periodo saranno particolarmente
lucenti. La partenza sarà in località
Pianella, nei pressi di Ospitaletto, dove
s’imbocca la strada forestale che ci
conduce fino alla conca solitaria della
Busa del Cavalbianco. In leggero
semicerchio a sinistra si raggiunge il
versante nord e quindi, per ripidi pendii,
la vetta. L’arrivo in cima al Cavalbianco
è previsto per l’alba, che tingerà di
rosso il nostro sguardo verso un
panorama grandioso sulla catena del
Monte Cusna, Alpe di Succiso, Monte
La Nuda ed Alpi Apuane. La discesa
sarà verso il passo Pradarena dove ci
aspetterà un’abbondante colazione!
D.G. Daniele Lucca
CONVERSAZIONI
IN MONTAGNA
di filosofia, letteratura, psicologia e altro ancora anno sesto
Con il 2011 le Conversazioni in montagna entrano nel loro sesto anno di
vita. L’argomento proposto per le prossime camminate, che avranno inizio
a febbraio, è l’amore. Cercheremo di
conoscere meglio questo sentimento
o questa passione, facendoci guidare
da psicoanalisti e sociologi (come Erich
Fromm e Francesco Alberoni), leggendo storie famose (come quelle di
Abelardo ed Eloisa o di Dino Campana
e Sibilla Aleramo), lasciandoci trasportare nei suoi labirinti dalle pagine
di grandi scrittori (come Ivan Bunin,
Guy de Maupassant, Marcel Proust,
Lev Tolstoj). Da essi trarremo spunto
e alimento per le chiacchierate che
faremo durante le soste in riva al mare
della Liguria o sopra il Lago di Garda,
lungo i sentieri del nostro Appennino
o al sole delle malghe alpine.
Alberto Meschiari
Domenica 27 Febbraio
Bocca di Magra
Monte Marcello - Tellaro (E) (Liguria)
Da Bocca di
Magra,
località
fluviale
e marinara,
apprezzata fin dai tempi dell’antica Roma,
costeggeremo il Monastero di Santa
Croce, fondato nel 1176 dai monaci
benedettini, e saliremo a Montemarcello, antico borgo medioevale a mt.
266 s.l.m., nel comune di Ameglia.
Dalla sua posizione panoramica si può
ammirare la piana del fiume Magra,
la costa toscana con le Alpi Apuane
(Marina di Carrara, Marina di Massa,
Forte dei Marmi fin oltre Viareggio) e
il golfo di La Spezia (Lerici e il Golfo
dei Poeti con Portovenere, le isole
Palmaria, Tino e Tinetto, fino alle
Cinque Terre).
Percorrendo il sentiero, il mare ci
accompagnerà per buona parte del
tragitto di andata: sotto di noi avremo
le “spiagge” di Punta Corvo e Punta
Bianca. Questa deve il suo nome alle
rocce bianche calcaree impiegate già
in epoca romana come materiale
decorativo per edifici privati a Luni
(che dà il nome alla Lunigiana). A
Montemarcello, in località Monte Murlo,
si trova l’Orto Botanico. Il promontorio
è ricoperto di pini di Aleppo, che verso
il mare lasciano però spazio alla
macchia mediterranea: cespugli di
cisto dai fiori bianchi e rosa, timo e
lentisco, ginestre, finocchio marino e
erba cipollina. E, se l’inverno sarà stato
mite, avremo la fortuna di incontrare
diverse mimose fiorite. Scenderemo
quindi a Tellaro, uno dei luoghi più
suggestivi del Golfo: un piccolo paese
di circa 800 abitanti d’inverno e quasi
8000 nella stagione turistica, edificato
su uno sperone roccioso a picco sul
mare. Qui avremo tempo per una visita
al paese e una sosta sugli scogli per
la nostra conversazione, prima di
riprendere la via del ritorno.
D.G. Alberto Meschiari
Domenica 6 Marzo
Alpe di Siusi
La Commissione Sezione di Sci di
Fondo vi invita a scoprire l'Alpe di
Siusi, che nella sua veste invernale si
propone come autentico paradiso per
gli appassionati di sci da fondo.
Raggiungeremo l’altipiano dello Sciliar
con la cabinovia, che parte da Siusi.
Sull’Alpe avremo la possibilità di
noleggiare l’attrezzatura e avremo a
disposizione uno spogliatoio per cambiarci. Durante la gita potremo
ammirare l’ampiezza apparentemente
infinita di questo paesaggio assolato
(speriamo) e lievemente collinare,
interrotto armonicamente da ameni
boschetti e circondato dalle forme
bizzarre delle cime dolomitiche
(Patrimonio Mondiale dell’umanità):
insomma, un ambiente che sembra
nato apposta per essere scoperto sugli
sci da fondo.
A disposizione degli amanti dello sci
da fondo ci sono 60 km di piste perfettamente battute e tracciate per lo stile
classico, nonché lisce e impeccabili per
lo skating: piste con una lunghezza
minima di 2 km per i principianti e altre
più estese, come quella del “Giogo” che,
con i suoi 15 km, è la più lunga pista da
fondo in quota dell’Alpe di Siusi.
3
GRUPPO SENIORES OVER 50
Domenica 12 Dicembre
Giovedì 3 Febbraio
Il Sentiero del Sole e i Mercatini di Natale (T)
Escursione con Ciaspole
sul Col Santo (EAI)
Limone del Garda/Arco
Come ogni
anno, il
gruppo
Over 50
vuole chiudere la propria attività
escursionistica con la programmazione di
un facile e simpatico percorso da svolgersi
nella mattinata del 12 dicembre, dedicando
così il pomeriggio alla visita dei mercatini
di Natale nella Città di Arco. Ovviamente
quest’uscita, aperta a tutti i soci CAI, si
prefigge come obiettivo di trascorrere una
giornata piena di emozioni esplorando a
Limone sul Garda i luoghi dove si coltivano
proprio i limoni. Questa coltivazione inizia
nel Seicento e in forma quasi industriale
dai primi anni del Settecento, quando si
cominciarono a costruire le innumerevoli
serre in muratura, che dovevano proteggere
le piante durante i mesi più freddi. Tutto
l’arco del golfo si vestì di muraglie, di scale,
di portali, di travi di legno su cui, da
novembre a marzo, si fissavano assi e
materiali per difendere gli agrumi,
particolarmente delicati.
Nel pomeriggio, in tutta tranquillità, ci
trasferiremo nella città di Arco per la
visita turistica dei mercatini di Natale.
Circa quaranta casette allestite nelle
piazze del centro offrono la possibilità
di acquistare articoli regalo e prodotti
tipici del Natale. Un’ampia varietà di prodotti per ogni gusto e interesse: per chi
sarà in cerca di souvenir tipicamente
natalizi ci saranno presepi di ogni genere,
ma anche candele particolarmente
artistiche e molti prodotti naturali per la
cosmesi e per l’igiene. L’oggettistica,
che in questi casi rappresenta la parte
più significativa del mercatino, consentirà
di trovare il giusto regalo per il prossimo
Natale, mentre la gastronomia ci
permetterà di sorseggiare un caldo brulè
di mele mentre si passeggia tra le
bancarelle, di fare merenda con le
caldarroste e gli strambe e, perché no,
scegliere un goloso prodotto tipico.
D.G. Remo Dai Prà
Giovedì 20 Gennaio
Corno d’Aquilio (EAI) (Monti Lessini)
Una bellissima
escursione
che, partendo da
p a s s o
delle Fittanze a m.
1393, ci porta al pilastro nord orientale
dei Lessini, il Corno d’Aquilio (o
d’Aquiglio), m. 1545, per ammirare il
grandioso panorama sulla val d’Adige e
sul dirimpettaio monte Baldo.
Straordinariamente bello il piccolo e
dolcissimo altopiano di malga Fanta, dove
si trova la celebre Spluga della Preta, una
delle grotte più profonde al mondo, con
pozzi di centinaia di metri che raggiungono
la profondità di quasi mille metri, finora
esplorati. Poco lontano dalla dolina, completamente recintata, si trova la chiesetta
degli Speleologi e a qualche centinaio di
metri si apre la Grotta del Ciabattino, fa-
cilmente visitabile da tutti. Rimane in ogni
caso impressionante e dura, con un solo
ingresso, la Spluga della Preta, una cavità
a cielo aperto che sprofonda sotto i pascoli
dei Monti Lessini. Esplorata per la prima
volta nel 1925, è stata considerata fino al
1953 l’abisso più profondo del mondo.
Un percorso, proprio per questi elementi,
interessante e suggestivo e adatto a
essere percorso, grazie alle sue dolci
doline, con le racchette da neve. Il punto
di arrivo, la cima Corno d’Aquilio, è davvero stupefacente: all’improvviso, ai piedi
della grande croce di ferro, si spalanca
il baratro sulla val d’Adige, sull’altopiano
e sulle contrade di Sant’Anna d’Alfaedo,
che da qui appaiono piatti e bassi.
Lo sguardo spazia senza intralci su tutta
la Lessinia, le Piccole Dolomiti, i contrafforti della Valle dell’Adige, il Baldo e, in
presenza di una giornata priva di foschia,
sulla parte iniziale del lago di Garda.
D.G. Remo Dai Prà
Ecco una magnifica escursione in
Vallarsa, partendo dalla località
Giazzera, sulle colline sovrastanti a
Rovereto, in direzione della vetta del
Col Santo e Rif. Lancia. Per le caratteristiche del territorio e tenendo conto
del periodo, è un percorso facile, panoramico e generalmente sicuro da
valanghe, poiché si volge in gran parte
su un’ampia dorsale, quindi una meta
ideale per escursionisti con le ciaspole.
Chi non se la sente di affrontare la
salita che qui proponiamo, giunti nella
zona sovrastante il Rif. Lancia, m.1802,
potrà puntare a destra, prendendo in
diagonale il versante, fra terrazzini
prativi, che con la neve si trasformano
in spettacolari piane bianche, fra qualche salto di roccia, la vista di una
chiesuola e subito dopo il Rifugio. La
salita è lieve e introduce all’ampia e
amena conca prativa di Alpe Albe (m
1820), chiazzata da rialzi, dossi,
conche e doline che ne rimarcano
l’origine carsica. Quasi mimetizzati
nella conformazione naturale del suolo
si possono scorgere innumerevoli
crateri provocati dallo scoppio dei
proiettili d’artiglieria. Si tratta soprattutto
di armi austriache, che da grandissima
distanza (Finonchio, Serrada) cercavano di scardinare le postazioni tenute
dagli italiani nel breve periodo fra il
maggio 1915 e il maggio 1916.
Risalendo il sentiero innevato, puntando gli occhi sul sottostante pianoro,
s’individuano appena, di là dalla strada
d’accesso all’alpe, le tracce di due
piazzole di artiglieria contraerea, con le
retrostanti fosse dove erano depositate
le munizioni, unite fra loro da una trincea.
La mulattiera guadagna quota e prende
ora a salire il crinale, crivellato da buche
e crateri. La natura ha evidentemente
ripreso i suoi spazi e questi pendii scossi
dalle esplosioni sono oggi gaiamente
rivestiti di belle fioriture alpine, mentre
nel periodo invernale si notano solo delle
dolci e semplici doline, che rendono il
manto nevoso ondulato come le onde
del mare. Seguendo tutta la dorsale si
raggiunge una selletta, posta alla base
della vasta calotta montuosa; poi, con
un ulteriore piccolo sforzo, ecco la vetta
del Col Santo.
D.G. Remo Dai Prà
Domenica 13 Febbraio
Monte Altissimo di Nago (EAI)
La lunga catena di M. Baldo, che si
sviluppa per 40 km parallelamente al
Lago di Garda, è divisa in due parti dalla
marcata sella della Bocca di Tratto Spino.
Verso sud troviamo la parte più
importante e notevole del gruppo: una
sequenza di cime, per lo più alla portata
del normale escursionista, culminanti
nella Cima di Valdritta. Verso nord il
gruppo s’innalza nell’ampia mole del
Monte Altissimo di Nago. La cima,
raggiungibile per mezzo di una comoda
sterrata, permette la migliore visione
possibile dell’estremità settentrionale
del Lago di Garda. Considerata la facilità
d’accesso, è una salita che ben si presta
anche alla stagione invernale, ma con
ghette e ciaspole, per via dell’innevamento talvolta molto consistente sino
a primavera inoltrata.
Il Monte Altissimo di Nago è senza
dubbio uno dei più spettacolari punti
panoramici sul lago di Garda settentrionale. La salita è facile e si svolge
percorrendo la strada fino al Rif. Graziani, oppure tramite il sentiero delle
Vipere, che porta in ogni caso al Rif.
Graziani, infine per comoda mulattiera
fino alla cima dove c’è il Rifugio Damiano
Chiesa (bivacco invernale sempre aperto
di Domenica). L’unico problema può
essere rappresentato dalla nebbia: in
sua presenza e specie con nevicate
recenti, l’orientamento può diventare
piuttosto difficoltoso, poiché la montagna
in quota è totalmente priva di vegetazione e punti di riferimento evidenti.
DG. Remo Dai Prà
GRUPPO FRIGNANO
Domenica 16 Gennaio
Domenica 27 Febbraio
L’Appennino Reggiano (EAI)
Sella di Monte Acuto, Passo del Lagastrello
per il Rifugio Sarzana
Parco Naturale Regionale
della Lessinia (EAI)
Nel cuore dell’Appennino reggiano
dorme un gigante. Nella notte dei tempi, dopo avere abitato in queste valli e
camminato tra queste cime, non le volle
lasciare, si distese e si addormentò per
vegliare per sempre su di esse. Così
la leggenda spiega la caratteristica
forma del Monte Cusna, la cima più
elevate dell’Appennino reggiano. Il
crinale principale, che corre tra il Passo
4
del Lagastrello e il Passo delle Forbici,
ha un’ortografia complessa. Infatti, la
dorsale è interrotta da valichi profondi,
alternati da sottili creste, dolci groppi
nevosi, cime isolate e ampi valloni. Nel
periodo invernale mostra il suo aspetto
più maestoso e selvaggio, regalando
agli amanti dell’escursionismo paesaggi
mozzafiato. La panoramica Sella del
Monte Acuto mostra il lato tranquillo e
silenzioso di queste montagne, mentre
l’ampia veduta che si apre in ogni
direzione permette, nelle giornate più
limpide, di ammirare quasi tutto il
lontano arco alpino, che s’innalza oltre
la Pianura Padana, mentre sul versante
opposto si vedono le Alpi Apuane e
buona parte dell’Appennino emiliano.
D.G. Dante Severi
Branchetto, Monte Tomba,
Monte Sparavieri, Podestaria
Il Parco Naturale della Lessinia si
estende sull’altopiano dei Monti Lessini
per oltre 100 km quadrati, comprendendo le verdi dorsali adibite a pascolo
degli Alti Lessini e le fasce delle
profonde incisioni vallive, detti vaj, della Marciora, dei Falconi e dell’Anguilla,
tributari della Valpantena, di Squaranto,
di Revolto e della val Fraselle, prolungamenti della val d’Illasi. Il paesaggio dell’altopiano è quello tipico
prealpino, articolato in ampie dorsali
contrassegnate da conche e vallette,
disegnate da prati e pascoli alternati
a boschi di carpino, faggio e abete
rosso. I lembi di foresta, più estesi sui
versanti dei vaj, testimoniano l’antica
vitalità dei boschi prima che l’uomo
rivelasse i reali contorni delle montagne, espandendo le aree di pascolo
con una meticolosa e diffusa azione
di disboscamento, iniziata probabilmente dal Neolitico. Dal rifugio Primaneve al monte Tomba grandiose le vedute: in lontananza la pianura veneta,
il lago di Garda, la lunga catena del
monte Baldo, i ghiacciai dell’Adamello
e le montagne trentine, le cime delle
Piccole Dolomiti. Non da meno è il
panorama dal più solitario monte
Sparavieri. Insomma, certamente uno
dei più spettacolari posti panoramici
del veronese e del Veneto.
D.G. Dante Severi
Scala di difficoltà dei percorsi per ciclo-escursionismo in MTB
Il criterio generale per la definizione delle difficoltà dei percorsi per ciclo-escursionismo prevede che vengano separate le valutazioni della difficoltà fisico/atletica
e della difficoltà tecnica di un percorso. L’identificazione della difficoltà di un percorso si esprime mediante le seguenti indicazioni obbligatorie:
Per descrivere l’aspetto di impegno fisico: dislivello in m. e lunghezza in km.
per descrivere l’aspetto di impegno tecnico: sigla/sigla
Per descrivere l’aspetto tecnico, si definiscono le seguenti sigle: TC - MC - BC - OC
si deve indicare una sigla per la salita e una per la discesa, separate da una barra (/)
Le sigle per la descrizione della difficoltà tecnica s’identificano in base alla tipologia prevalente di fondo:
TC
(turistico) percorso su strade sterrate dal fondo compatto e scorrevole, di tipo carrozzabile:
rientrano sotto questa sigla tutti i percorsi che si svolgono su strade agevolmente percorribili dalle comuni autovetture: sterrati inghiaiati,
tratturi inerbiti o di terra battuta senza solchi, ecc.; anche se esulano dal cicloescursionismo, si faranno rientrare sotto questa sigla le strade
pavimentate (asfaltate, cementate, acciottolate, lastricate...)
MC
(per cicloescursionisti di media capacità tecnica) percorso su sterrate con fondo poco sconnesso o poco irregolare (tratturi,
carrarecce...) o su sentieri con fondo compatto e scorrevole:
tutte le strade rientranti nelle categorie di tratturi, carrarecce, piste agro-silvopastorali o di servizio a impianti, strade militari alpine ecc., che
sono agevolmente percorribili da veicoli fuoristrada e non da una comune autovettura, segnate da solchi e/o avvallamenti o con presenza
di detrito che non penalizza la progressione (ma che induce a cambiare la traiettoria per cercare un passaggio più agevole). Mulattiere
selciate, sentieri inerbiti o in terra battuta, con fondo compatto e scorrevole, senza ostacoli (solchi, gradini) rilevanti, dove l’unica difficoltà
di conduzione è data dalla presenza di passaggi obbligati che impongano precisione di guida.
BC
(per cicloescursionisti di buone capacità tecniche) percorso su sterrate molto sconnesse ed accidentate o su mulattiere e sentieri
dal fondo piuttosto sconnesso ma abbastanza scorrevole oppure compatto ma irregolare, con qualche ostacolo naturale (per es.
gradini di roccia o radici):
strade sterrate percorribili solo ed esclusivamente da veicoli fuoristrada, dal fondo sconnesso ed irregolare, con solchi e piccoli gradini;
mulattiere e sentieri che presentano un fondo sconnesso, con detrito instabile, e con occasionali e modesti ostacoli elementari (radici, gradini
non molto alti, avvallamenti) mulattiere e sentieri che presentano un fondo abbastanza compatto ma con presenza significativa di ostacoli
elementari, radici o gradini non troppo elevati, in generale, oltre ad una buona conduzione e precisione di guida in passaggi obbligati, è
anche richiesto un discreto equilibrio
OC
(per cicloescursionisti di ottime capacità tecniche) come sopra ma su sentieri dal fondo molto sconnesso e/o molto irregolare,
con presenza significativa di ostacoli:
mulattiere e sentieri dal fondo sconnesso ed inconsistente, caratterizzati da detrito abbondante e grossolano, penalizzante la progressione,
con presenza di frequenti ostacoli anche instabili (es. grossi ciottoli non fissati al terreno) oppure di ostacoli compositi e in rapida successione,
che richiedono grande precisione di guida, buone doti di equilibrio e ottime capacità di conduzione a bassa velocità, senza peraltro la necessità
di dover applicare
Per “sconnesso” si intende un fondo non compatto e cosparso di detriti; si considera “irregolare” un terreno non scorrevole segnato da solchi, gradini e/o
avvallamenti. Alle sigle può essere aggiunto il segno + se sono presenti tratti significativi con pendenze sostenute.
Per completezza, la scala proposta indica una quinta classe di difficoltà:
EC
(massimo livello per il cicloescursionista... estremo! ma possibilmente da evitare in gite sociali) percorso su sentieri molto irregolari, caratterizzati
da gradoni e ostacoli in continua successione, che richiedono tecniche di tipo trialistico
Quest’ultima classe è volutamente riportata a parte, in quanto si è stabilito di non prevedere questo tipo di difficoltà per attività sociali ufficiali e divulgate, nel senso che non
prendiamo in considerazione percorsi con difficoltà di tipo trialistico, per quanto singoli ciclisti possano effettuarli. È doveroso sottolineare che questa classifica riguarda solo ed
esclusivamente i percorsi di tipo escursionistico. Altre discipline, quali ad esempio downhill o free-ride, esulano dalla presente trattazione in quanto estranee alle attività CAI.
Le linee guida per l’assegnazione delle classi di difficoltà tecnica sopra riportate tengono conto della media del percorso: per individuare una sigla è esclusivamente
il tipo di fondo prevalente. Non hanno importanza né la pendenza, né la lunghezza, né il dislivello, né l’esposizione, né qualsivoglia altro parametro finora
utilizzato nelle vecchie scale di difficoltà. E si sottolinea il “prevalente”: singoli brevi tratti di diverso tipo non accrescono né diminuiscono la classe di assegnazione.
La determinazione è indipendente dal fatto che quel dato percorso sia affrontato in salita o in discesa. La valutazione deve essere effettuata tenendo conto
delle condizioni ottimali, vale a dire con fondo asciutto: pioggia, neve, gelo, foglie, ecc., che elevano ovviamente il quoziente di difficoltà, non possono essere
considerate nell’assegnazione della sigla.
Il segno + si deve utilizzare solo se sono presenti tratti significativi con pendenze sostenute. Non serve ad indicare la presenza di tratti con fondo diverso e di
difficoltà maggiore, neppure a significare una particolare lunghezza della salita o della discesa: solo una particolare ripidità complessiva o di lunghi tratti o di
brevi ma frequenti tratti. Inoltre, come già detto, per la determinazione della sigla non si deve tenere conto di eventuali tratti non ciclabili.
Qualora vi siano significativi tratti pianeggianti, essi concorrono alla assegnazione della sigla relativa alla salita, secondo il seguente criterio: per “discesa” si
intendono tutti i tratti in cui l’avanzamento è possibile per la sola azione della gravità; per “salita” si intendono tutti i tratti in cui per avanzare è comunque
necessario pedalare. La distinzione tiene conto della posizione in sella durante la guida.
Giardino Botanico Alpino Esperia... lavori in corso
continua da pagina 1
Come non pensare a tutti i frugali pranzi dei soci lavoranti domenicali: una
pastasciutta e poi ciascuno tirava fuori
del suo e lo metteva a disposizione di
tutti, sia lavoranti che amici visitatori,
le tante chiacchiere e idee sulle cose
che rimanevano da fare, e le persone
da coinvolgere a dare una mano. Poi
vennero gli anni del volontariato dei
ragazzi dell’Alpinismo Giovanile:
quante generazioni hanno dormito il
sabato sera “accatastati” l’uno sull’altro,
sopra e sotto tavoli e panche, nella
tarda primavera e nei ponti di Ognissanti e con la preoccupazione di trovarsi gli anch’essi mitici ghiri del rifugio,
nel sacco pelo o a mangiare alimenti
in dispensa. Ricordi che sembravano
cadere e finire seppelliti sotto le macerie... quindi meglio riflettere in positivo pensando alla nuova realtà che
si andava necessariamente a ricostruire, proprio perché tutto continuasse come e meglio di allora, come strut-
tura certamente di nuovo al servizio
del Giardino, ma anche di altre attività
di formazione e conoscenza dell’ambiente alpino e di tutti i soci che vi
lavoreranno. Nelle poche immagini a
fianco di queste righe, appare il
susseguirsi dei lavori, lavori che hanno
subito diversi rallentamenti a causa
dell’andamento meteorologico
decisamente piovoso, su un terreno
che già di per sé è ricco di fonti...
Poi due nevicate e successive gelate
tra fine ottobre e inizio novembre... chi
conosce la stradina che conduce all’ingresso può ben comprendere i problemi per far giungere attrezzatura e
mezzi carichi di materiali edili. Dall’alba
al tramonto, carpentieri e muratori, hanno
incessantemente lavorato per arrivare
a mettere il tetto prima di sospendere i
lavori che riprenderanno il maggio
prossimo. Una gigantesca operazione
questa, che mi ha fatto pensare possa
considerarsi alla stregua di una vera e
propria impresa alpinistica!
Giuliano Cavazzuti
5
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SCUOLA C.A.I.
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ALPINISMO GIOVANILE
Corso di sci fondo
escursionismo
PROGRAMMA
giovedì 13 gennaio
ore 18.00
giovedì 20 gennaio
Gruppo Senior - Junior - ragazzi nati dal 1997 al 1999
posti disponibili n° 20
Il Corso si propone è di far conoscere
ai ragazzi la natura invernale,
insegnando loro l’uso degli sci fondo
in pista e su neve fresca, a orientarsi
su percorsi innevati, ma soprattutto
a interpretare e comprendere la morfologia del territorio invernale per scegliere il percorso più sicuro e consono
alle proprie capacità ed esperienze.
Saranno inoltre fornite ai giovani
nozioni teorico-pratiche di nivologia,
alimentazione ed equipaggiamento.
Infine non mancheranno informazioni
sulla vita della fauna durante il periodo
invernale. Il Corso è diretto dall’Ac-
compagnatore Alpinismo Giovanile
(AAG) e Accompagnatore Escursionismo in Ambiente Invernale (AEI),
Giuliano Cavazzuti, coadiuvato dall’Istruttore Sci Fondo Escursionistico
(ISEF) Stefano Aravecchia, da
Istruttori Sezionale esperti delle
materie proposte. Il pernotto dei
soggiorni avverrà in strutture diverse:
alberghi, rifugi e Ostelli della Gioventù.
Di volta in volta saranno inviate a tutti
gli iscritti al corso, tramite posta
elettronica, schede informative sulla
logistica, costi, equipaggiamento e
orari.
domenica 23 gennaio
giovedì 3 febbraio
domenica 6 febbraio
giovedì 17 febbraio
domenica 20 febbraio
giovedì 24 febbraio
sabato 26 e domenica
27 febbraio
giovedì 10 marzo
Progetto Educativo dell’AG
Presentazione Corso - Cosa mi occorre...?
Uso dell’attrezzatura e quale alimentazione
e presentazione uscita pratica
Altipiani Veneto - Trentini
tecniche di base in pista
Nivologia e giochi sulla neve
e presentazione uscita pratica
Altipiani Veneto - Trentini
tecniche di base su pista
Lettura ambiente innevato e nivologia
e presentazione uscita pratica
Strada Ducale della Foce - Balzo delle Rose
tecniche su neve fresca - sci escursionistica
Pericoli in montagna, uso attrezzatura di soccorso
in valanga e presentazione uscita pratica
Scia traversata Altopiano del Paubio
Tecniche di ricerca ARVA in valanga sci escursionistica
Esperienze del corso, consegna attestati,
immagini, cosa faremo dopo
da domenica 2 a venerdì 7 gennaio
SOGGIORNO SULLA NEVE
di sci Alpino
per ragazzi nati tra il 1993 e il 1999
Comprensorio sciistico Gruppo del Civetta - Belluno
Come è ormai tradizione nel periodo di Capodanno organizziamo un
Soggiorno sulla Neve per i giovani nati dal 1993 al 1999.
L’attività che sviluppiamo è lo sci alpino, esso è rivolto sia ai principianti
che agli esperti. Sci ai piedi, tramite piste, potremo percorrere, neve
e sole permettendo, la zona del Comprensorio sciistico del Civetta
e della Val Fiorentina famoso in tutta Italia.
Sarà certo una esperienza utile e gratificante!
A UN PASSO DALLA VETTA
Salve a tutti e ben tornati ad “Un passo
dalla vetta”!
Anche quest’anno la scuola è iniziata,
i ragazzi sono tornati tra i banchi, con
i compiti delle vacanze negli zaini ed
i ricordi dell’estate appena conclusa
in testa.
Proprio per questo, direi che possiamo
iniziare il nostro incontro con i resoconti
di coloro che hanno fatto per ultimi il
soggiorno estivo; i Junior. Come località è stata scelta per loro quella delle
Tre Cime di Lavaredo: un ambiente
spettacolare, dove piccoli prati inclinati
si susseguono a ghiaioni interminabili.
E, tra una roccia e l’altra, c’era il nostro
rifugio, il Locatelli, che già quattro anni
fa ci aveva ospitato, l’anno in cui avevo,
sì e no, 12 anni.
Digressioni a parte, leggiamo subito il
resoconto delle esperienze di Luca,
uno tra i più piccoli del gruppo, che ha
compiuto quest’avventura alla modesta
età di 9 anni.
- Sono tante le escursioni di questo
soggiorno che mi sono piaciute comincia a raccontare - ad esempio
mi ha particolarmente interessato
quando siamo andati a cima Una,
perché c’era un precipizio di 1000 metri
e il panorama era bellissimo! Ma, se gli chiediamo qual è stato l’elemento che più lo ha colpito, la risposta
è - Abbiamo trovato dei pezzi di bombe, ghiere, chiodi, bossoli... tutti della
seconda guerra mondiale. Ovunque
guardassimo c’era almeno un piccolo
ferro arrugginito, ognuno con una sua
storia. Credo sia impressionante quante impronte abbia lasciato la Storia! -
6
E alla domanda “hai per caso visto
qualche animale, durante le
escursioni?” la risposta è stata:
- Ho visto delle marmotte che si nascondevano tra i sassi: erano marroncino chiaro, ma la coda era più scura
ed erano molto carine “Un ultimo commento sul soggiorno?”
- Mi piacerebbe tornarci per un’altra
settimana! Bene, ora passiamo, invece, ad uno
dei ragazzi più grandi, che ha voluto
raccontarci la sua. Si tratta del prode
Giovanni Nervosi.
E voi mi chiederete: - Ma chi è? - Ma dai! È quello lì! - Quale? - Quello che ha sempre uno strano
cappello rosso in testa! - Ma e proprio lui? - Certo! Ok, ora che ci siamo chiariti, leggiamo
che cosa vuole raccontarci.
Questo è stato di sicuro il più bel
soggiorno che io abbia mai fatto.
Le varie escursioni e le arrampicate
sono state semplicemente fantastiche.
Non mi divertivo così da tantissimo
tempo. La cosa che mi è piaciuta di
più è stata la galleria del Paterno e il
meraviglioso sentiero attrezzato della
Salsiccia di Francoforte, nella quale
io, essendo l’ultimo. riuscivo (strano
ma vero) a fare tutto con perfetta
naturalezza. Le sere al rifugio poi, non
le dimenticherò mai: la scelta del primo,
del secondo e del dolce (facevamo
delle mangiate che non ci saremmo
immaginati neanche nei nostri sogni
più “golosi”) erano subito seguite da
chiacchiere, battute e sgridate di
Mauro. Dopo cena, una bella lavata di
denti e poi giù a giocare! Era uno
spasso giocare tutti insieme e alle
22.00 tutti a letto. L’ultimo giorno ancora
non mi sembrava vero che stavamo
per tornare a casa; mi scorrevano
davanti agli occhi tutti i momenti più
belli: le escursioni, le arrampicate, la
gita in piscina ... Non mi sembrava
possibile che fosse già passata un
settimana! Anche se adesso sono di
nuovo a scuola, porterò sempre nel
cuore il ricordo di questo soggiorno.
Ciao!
Allora, ringraziamo di cuore questi
coraggiosi ragazzi che hanno voluto
condividere con tutti voi, grandi e piccoli, ciò che pensavano.
Ma ora spostiamoci su un altro gruppo
di giovani coraggiosi, i ragazzi del
gruppo di arrampicata!
Tra questi troviamo sia i “veterani”,
che già arrampicano dall’anno scorso
ed ormai sono padroni delle pareti, ed
i “nuovi arrivati”, che sono appena stati
iniziati al mondo dei nodi e dei
moschettoni.
Grazie ad un formidabile team di
istruttori, che li ha seguiti passo-passo
nel loro cammino nell’apprendimento
di questa affascinante disciplina, questi
piccoli intrepidi hanno fatto passi da
giganti non solo nell’ambito puramente
tecnico, ma hanno imparato a conoscersi l’un l’altro, ad aiutarsi e a correggersi a vicenda. Pertanto mi sembra
più che dovuto fare un caloroso
applauso ai nuovi arrampicatori, segui-
to da uno altrettanto caldo per gli istruttori (tra i quali Alice Boscherini, Matteo
Cremonini, Nicolas Lazzarini detto
“Cristian”, Giulia Aleotti, Martina Serafini, il “brillante Jack”, la famigerata
Chiara Tremazzi ed anche il sottoscritto) che hanno lavorato duramente
per insegnare e contemporaneamente
far divertire i loro pupilli.
Molto bene! Vi lascio lanciando un
grandissimo “in bocca al lupo” ai partecipanti della gita di metà novembre
che avrà come meta il King Rock, una
delle palestre più attrezzate e belle
d’Europa, che noi abbiamo la fortuna
di avere proprio qui vicino, a Verona
(beh, è relativamente vicino! Sicuramente rispetto ai tedeschi che arrivano
fin lì dalle loro città, per noi è più
vicino... XD).
Vorrei aggiungere una particolarità a
questa rubrica: mi piacerebbe che
ognuno di voi mi scrivesse il titolo di
un libro, di un film o di una canzone
che vorrebbe condividere e questo
sarà pubblicato qui, in fondo a tutto.
Che ve ne pare?
Visto che siamo a novembre, direi che
il film perfetto da proporvi sia V per
Vendetta, mentre come canzone vi
consiglio di ascoltare Barroom
Heroes, dei Drokick Murphys. Già che
ci sono, vi dò anche un titolo di un
libro: Il libro del destino, che consiglio
alle persone di qualsiasi età.
Arrivederci a tutti, ci vediamo nella
prossima puntata di “Ad un passo dalla
vetta”!
Kinko ‘94
Proponiamo alla vostra lettura e al vostro sorriso questa fresco e vivace “reportage” dell’indimenticato e indimenticabile Prof. Mario Bertolani, pubblicato sul numero speciale de “Il Cimone”
del 1952 in occasione del 25° anniversario della Rifondazione della nostra Sezione. Si intitola
“Cinque anni fa..” e, ovviamente, i cinque anni sono da computarsi a ritroso dal 1952, quindi
l’avventura descritta, come specificato nel testo, risale al 1947. All’epoca il GSE (Gruppo
Speleologico Emiliano) e il Comitato Scientifico (in seguito e tuttora intitolato a Fernando
Malavolti) costituivano la “punta di diamante” della nostra Sezione dal punto di vista esplorativo
e scientifico. La foto che pubblichiamo a corredo dello spiritoso racconto si riferisce ad altra
spedizione compiuta in zona in quegli anni da più o meno gli stessi personaggi citati nel testo.
Ecco i “nostri Eroi” in balda schiera (c’è anche una signorina di bell’aspetto...) in marcia verso
il “Campo Base”. In terzo piano al centro, con maglia a righe orizzontali, è l’Autore del racconto
Mario Bertolani; in secondo piano con lo zaino affardellato c’è Fernando Malavolti. In primo
piano sull’estrema destra e in braga corta, nella persona sotto l’elmetto americano si è autoriconosciuto il nostro carissimo Socio Arrigo Gambigliani Zoccoli, intervistato sulle colonne di
questo Notiziario nel numero di giugno-luglio-agosto di quest’anno.
A.M.
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SPELEOLOGICO
IL IA
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MODENA
GRUPPO SPELEOLOGICO EMILIANO
33° corso di introduzione
alla speleologia
Lo speleologo ha visto cose che il normale
escursionista non può nemmeno immaginare
In occasione del suo 80° anniversario,
il Gruppo Speleologico Emiliano organizza il 33° Corso di Introduzione alla
Speleologia. Il GSE è il più antico
gruppo dell’Emilia Romagna e da anni
organizza corsi per portare gli allievi
alla conoscenza del meraviglioso e
affascinante mondo sotterraneo. Le
grotte raccontano storie millenarie ma
sempre nuove, con forme e colori nati
dallo scorrere senza tempo dell’acqua
sulla roccia, in ambienti immensi, stretti cunicoli, laghi e fiumi, gallerie senza
fine e abissi inimmaginabili, con stalattiti e stalagmiti dalle forme più strane
e bizzarre. La speleologia è essenzialmente l’esplorazione e lo studio
delle cavità, sia naturali sia artificiali,
che si trovano nel sottosuolo, della
loro genesi, delle loro trasformazioni.
Scopo del nostro corso è portare gli
allievi a un approccio con quest’universo sotterraneo, a una prima conoscenza delle cavità, delle rocce dove
si sono formate, del carsismo e delle
altre cause che le hanno generate. Il
corso sarà diretto dall’Istruttore Nazionale Gian Luigi Mesini, durerà circa
6 settimane e affronterà argomenti
come idrologia, carsismo, geologia,
animali di grotta, cartografia, nonché
sull’attrezzatura utilizzata nella progressione speleologica e sulle tecniche da seguire per muoversi in grotta.
Le uscite pratiche condurranno gli
allievi in cavità dall’andamento prevalentemente orizzontale e in altre ad
andamento verticale, in modo da offrire una panoramica generale sui vari
ambienti ipogei.
Programma
gio 10/3
dom 13/3
gio 17/3
dom 20/3
gio 24/3
gio 31/3
dom 3/4
gio 7/4
dom 10/4
gio 14/4
sab 16/4
dom 17/4
gio 21/4
gio 28/4
Iscrizioni e presentazione del corso; attrezzatura di base,
vestizione e alimentazione in grotta
Grotta orizzontale
Geologia e carsismo
Grotta orizzontale
Idrologia e meteorologia
Attrezzatura e tecniche di progressione in grotte verticali
Palestra di roccia a Varana (MO)
Topografia ipogea
Grotta verticale
Biospeleologia
Palestra di roccia
Grotta verticale
Nozioni di primo soccorso
Chiusura del corso
Consegna degli attestati e proiezione di diapositive
Novità tesseramento
continua da pagina 1
Questi dati hanno portato la compagnia assicuratrice ad alzare il premio
complessivo di diversi milioni di euro,
ridotti con un’esorbitante trattativa
“soli” 1,5 milioni di euro.
I drammatici infortuni sopra ricordati
non lasciano dubbi per l’anno 2011:
il problema è da risolvere in tutta la
sua pressante necessità, trovando 1,5
milioni di euro che il CAI Nazionale,
con delibera dell’Assemblea dei
Delegati ha deciso di coprire, in parte
(per una quota pari a 600.000,00 euro)
con l’espletamento di una gara comunitaria per i servizi assicurativi, forme
diverse di contribuzione da spedizioni
extraeuropee e l’aumento del contributo del Corpo Volontario del Soccorso Alpino e la parte rimanente (pari
a 900.000,00 euro) verrebbe recuperata con la richiesta di un contributo
di 3 euro per anno per ogni Socio del
CAI. Ad aggravare la già pesante
situazione e nonostante il CAI rientri
nelle associazioni di volontariato
soggette a beneficiare di tariffe agevolate per spedizioni editoriali verso
i propri associati, c’è l’aumento dei
costi per l’invio delle riviste del CAI
nazionale (Lo Scarpone e la Rivista),
poiché non si può più usufruire delle
8
tariffe agevolate in abbonamento
postale. Infatti, un Decreto Ministeriale
in vigore dal 1° aprile 2010, ha ritirato
la disponibilità del Ministero dello Sviluppo Economico e di quello dell’Economia e delle Finanze a rimborsare alle Poste Italiane le compensazioni per i costi delle spedizioni
editoriali a tariffa agevolata, così da
innalzare i costi di spedizione per i
trecentomila Soci CAI. Dovendo
inevitabilmente fare fronte anche a
quest’aumento economico, il CAI
nazionale chiede a ogni Socio ordinario un contributo di un euro
per anno (1 euro) da aggiungere
sempre sulla quota associativa.
Il Consiglio Direttivo della Sezione di
Modena si rivolge perciò a tutti i propri
associati, ricordando loro l’impegno
profuso nelle attività svolte nel corso
dell’anno 2010, che grazie al contributo
di tanti soci, (che hanno partecipato,
lavorato e organizzato gli innumerevoli
corsi ed escursioni di ogni ordine e
grado) ha permesso a questa sezione
di essere la prima a livello regionale su
ogni genere di attività. Si confida quindi
nella continuità e nella crescita dei soci
per continuare a dare impulso e nuova
ninfa vitale per chi esprime un sentito
amore per la montagna.
Remo Dai Pra
Domenica 16 Gennaio
Buso della Pisatela
Molti conoscono il Buso della Rana,
grotta immensa, una delle più estese
in Italia, che presenta tratti molto facili,
adatti a chi non è mai stato in ambienti
sotterranei. Ma pochi sanno che, oltre
alla Rana, sotto il piccolo altopiano del
monte Faedo e vicino al paese di Monte di Malo (VI), si aprono centinaia di
cavità di varie dimensioni, e che una
di queste è il Buso della Pisatela, che
prende il nome dal termine dialettale
“pissatela”, che significa girino, piccola
rana... forse in omaggio ai sottostanti
ambienti più famosi. Grotta scoperta
poco alla volta, a forza di disostruzioni
e superamenti di frana, presenta dimensioni imponenti, tanto da essere
seconda, in questa zona, solo alla sottostante compagna Rana. Gli speleologi
conoscono bene lo sviluppo delle due
grotte, sanno che una si estende sotto
all’altra, sanno che prima o poi riusciranno a congiungerle, ma per adesso quel momento non è ancora arrivato... ma solo rimandato. La Pisatela
è adatta solo a esperti speleologi.
Domenica 13 Febbraio
Grotta Claudio Skilan
Questa grotta è considerata il più
grande sistema carsico sotterraneo
dell’area triestina ed è stata paragonata, per dimensioni e bellezza,
alla grotta Gigante e a quella di San
Canziano. Presenta ambienti vastissimi e grandi pozzi, lunghe gallerie
e concrezioni di forme particolari e
uniche. Ma oltre alle meraviglie
“consuete” delle grotte, altro motivo
di grande interesse è stato il ritrovamento al suo interno di un grande
deposito con resti fossili di animali di
grotta, grossi mammiferi, prevalente-
mente erbivori. Si trova a grande
profondità, sopra un’enorme caverna
dal soffitto altissimo, e si raggiunge
dopo alcune ore di avvicinamento. In
corrispondenza del deposito, sulla
superficie esterna, si vedono le tracce
di un’antica dolina, che fanno pensare
alla presenza di un ingresso, ora
ostruito, da cui probabilmente gli
animali avevano accesso a luoghi di
riparo. Una volta di più, il mondo
sotterraneo non finisce di stupire, è
sempre ricco di sorprese e le scoperte
non finiscono mai.
Per informazioni, siamo in sede il giovedì sera o
potete scriverci una mail a [email protected]
Domenica 27 Febbraio
Grotta di Gaibola
La grotta di apre nei gessi delle colline
bolognesi, a poca distanza dalla città,
tra castagni e alberi di sambuco. È la
viva testimonianza di un’era antichissima, quando questa zona era il bacino
di un’immensa e lontana laguna dove
l’acqua salmastra evaporava rapidamente e sul fondo si depositavano i
sali concentrati che, per effetto dei
movimenti della crosta terrestre, sarebbero finiti nell’Appennino romagnolo
sotto forma di cristalli di gesso. Gaibola
si apre con una spaccatura triangolare
in un blocco di gesso; si arriva presto
in un ambiente basso da cui parte
l’unico, breve pozzo della cavità, da
scendere con una scaletta di ferro, in
fondo alla quale ci s’infila nel primo
dei numerosi cunicoli che percorrono
la grotta. A un certo punto, s’incontra
l’immancabile torrente sotterraneo,
che scorre tra belle colate di calcare
e finisce per scomparire misteriosamente, così come misteriosamente
era comparso. Per visitare la grotta di
Gaibola in certi tratti bisogna essere
preparati a camminare a quattro zampe e a strisciare a mo’ di vermi, perché qui gli ambienti sono caratterizzati
da una serie di cunicoli e gallerie,
alcuni brevi, altri più lunghi, che ci
danno veramente l’idea di essere nelle
viscere della Terra. Ma tutto questo
aumenta il divertimento. Niente di
meglio che introdursi nei cunicoli di
Gaibola per sentirsi parte, per un
momento, della sua esistenza
millenaria.
il cimone
Notiziario della Sezione di Modena del Club Alpino Italiano
Via 4 Novembre, 40 - 41100 Modena - Tel. 059/826914 - Fax 059/826978
Internet Home Page: http://www.cai.mo.it - E-mail: [email protected]
Direttore Responsabile: Maria Teresa Rubbiani
Fotocomposizione e stampa: Borghi - Via Grandi, 63/65 - 41123 Modena
Autorizz. del Tribunale di Modena n. 605 del 29 settembre 1977
Il notiziario è aperto alla collaborazione dei soci e simpatizzanti,
ma gli articoli dei singoli autori non impegnano la redazione nè il Consiglio
Direttivo del sodalizio. La pubblicazione può essere parziale.
Anche se non pubblicati i testi non saranno restituiti.
LA SEDE È APERTA NEI GIORNI DI
MERCOLEDÌ E VENERDÌ (DALLE 17,00 - ALLE 19,30)
E DI MARTEDÌ (DALLE 20,30 - ALLE 23,00).
Gruppo
sentieri
Sentieri al freddo e Segnatori dal cuore caldo
...ovvero un po’ si lavora, un po’ ci si diverte, un po’ si mangia...
Ogni anno in questo periodo mi trovo
alle prese con il bilancio dell’anno di
lavoro che volge al termine, con la
soddisfazione per il lavoro fatto ma
già con un occhio a quello che ci sarà
da fare nella prossima stagione. Non
è un “conto” facile, perchè da anni,
ormai, il lavoro non è più soltanto una
questione di numero di sentieri segnati
o da segnare ma comprende tante
altre attività collaterali. Per di più,
quest’anno è speciale anche per me,
perchè segna l’anno di chiusura del
mio percorso universitario di diversi
anni (non diciamo quanti anni perchè
- si sa - la Laurea è donna e di una
donna non si dice l’età) passati a
dividermi tra studio e attività al CAI,
forse più la seconda... A guardarmi
indietro vedo il percorso fatto e vedo
i cambiamenti e i progressi compiuti.
Dall’ormai lontano 1998 - è passato
un secolo, in fondo - quando ho frequentato il corso di Escursionismo e
quello per Segnatori sia io che la Sentieristica siamo molto cambiati. Un
tempo bastavano un pennello, un
troncarami e tanta buona volontà e i
sentieri erano a posto. Adesso se
anche la buona volontà e l’attrezzatura
sono un punto di partenza perchè la
maggiore frequentazione della montagna da parte di turisti “non proprio
attenti” ai sentieri e l’abbandono da parte
dei montanari veri e propri sta rendendo
il lavoro più complesso, soprattutto,
come dicevamo lo scorso Cimone, per
i problemi legati alle proprietà private e
all’uso da parte di mezzi non “sentierocompatibili”. In questi 12 anni passati
tra carte, pennelli e vernici... e amici
Segnatori, ci sono stati alti e bassi,
periodi in cui il Gruppo era numeroso e
altri in cui i Soci che collaboravano erano
pochi, periodi in cui i sentieri erano “in
forma” e altri in cui sembrava che si
sentissero soli e pretendevano che li
andassimo a trovare spesso. È stata
una bella esperienza che non posso
che consigliare a tutti coloro che hanno
voglia di fare qualcosa di più che andare
per monti, qualcosa di utile per gli altri
escursionisti.
A inizio novembre si è tenuta la tradizionale Cena dei Segnatori, occasione
per ringraziare i Soci Volontari del loro
lavoro e per festeggiare insieme la
chiusura dell’anno di lavoro. Come abbiamo avuto occasione di discutere tra
una crescentina e l’altra, il Gruppo sta
affrontando un periodo un po’ difficile.
Sebbene siano 56 i Segnatori e 10 i
Soci che con loro collaborano per portare
avanti l’attività, le nostre forze non sono
sufficienti. Il numero dei sentieri e
l’estensione della rete sono aumentati
e si è aggiunta anche l’attività di
collaborazione con le Pubbliche
Amministrazioni che ha favorito il nostro
lavoro ma, allo stesso tempo, lo ha
aumentato. In particolare è aumentato
il lavoro “amministrativo”, di rilievo e di
verifica della rete senza che
aumentassero i Volontari a gestirlo. Ecco
perchè chiediamo a voi Soci una mano
per aiutarci a gestire quegli aspetti meno
evidenti ma non certo secondari per
l’attività: il Catasto, il rilievo e la raccolta
dei dati. Non è un lavoro difficile, richiede
soltanto la volontà di collaborare e
qualche nozione di base di informatica.
In ogni caso, però, la stagione fredda
non fermerà le nostre “teste calde”
che continueranno a occuparsi di sentieri per tutto l’inverno. Per poterci
adattare agli incerti della stagione
invernale, non abbiamo previsto date
da calendario ma ogni domenica è
buona per fare sentiero, per cui
contattateci! Per collaborare con noi
e per avere maggiori informazioni, il
nostro indirizzo di posta elettronica è
[email protected]
o, in alternativa, ci potete trovare in
sede il martedì sera.
Andrea Gasparini
Le norme di Maresca sessant’anni dopo
Una nostra Delegazione ha presenziato alla cerimonia del 60° Anniversario della stipula delle “Norme di Maresca”,
rievocazione svoltasi sabato 24 luglio al Rifugio del Montanaro del CAI di Maresca nell’Appennino pistoiese. In tale
occasione si è tenuta la seconda Presentazione ufficiale del reprint del Bortolotti “Guida all’Alto Appennino BologneseModenese e Pistoiese dalle Piastre all’Abetone” edito nel 1963,disponibile in Sede al prezzo di Euro 20,00.
Si precisa inoltre che nella foto scattata in quel lontano 1950 e riprodotta in prima pagina nello scorso numero del nostro
Notiziario e riproposta anche in questo, l’ing. Giovanni Bortolotti è il robusto signore con occhiali quarto da destra.
Dalla lontana Bretagna, in faccia all’Oceano, il nostro Socio geom. Filippo Fornasari ci comunica che in Valpadana
abbiamo preso un clamoroso “granchio”... il nostro rappresentante modenese al Convegno di Maresca del 1950,il
rag. Achille Fornaciari, non è la persona indicata nella didascalia della foto pubblicata nello scorso numero de ‘Il
Cimone’, bensì è il primo da destra, con le brache “alla zuava” e il basco in testa: ce ne scusiamo con i famigliari,
parenti, amici e con tutti i Soci e lettori.
Alessandro Marchiorri
Un nostro Socio famoso e... sconosciuto:
Padre Candido Penso, Sacerdote e Vescovo
di Alessandro Marchiorri
Tutti i nostri
Soci sanno, o
almeno dovrebbero sapere, che l’indirizzo ufficiale
della nostra
Sede sezionale è viale IV
Novembre:
molti sanno
che l’entrata di
servizio abituale, quella con cancello e targa con
logo CAI , è invece posta in Via Padre
Candido. Parafrasando il famoso quesito di don Abbondio di manzoniana
memoria, potremmo a nostra volta
porci (da pronunciarsi rigorosamente
con la ‘o’ stretta perché sennò con la
‘o’ larga saltan fuori dei suini..)
potremmo porci, dicevo, il quesito in
questione: “Carneade, pardon, padre
Candido, chi era costui?”
Dante Teodoro Maria Penso nacque
nel 1895 a Bellinzona da genitori
veneziani colà trasferitisi per motivi di
lavoro. Rientrata la famiglia in Italia,
Dante Teodoro Maria, maturata la sua
scelta vocazionale religiosa, frequentò
il Seminario di Venezia e quello di
Ferrara e venne ordinato sacerdote
dell’Ordine Domenicano con il nome
di Padre Candido. Fra le varie città in
cui visse ci fu anche Modena dove
svolse il suo ministero, ovviamente in
San Domenico. Ecco la sua foto:
l’originale è di qualità mediocre, ma
non ne abbiamo trovato una migliore...
Grande appassionato di montagna e
buon alpinista, durante la sua
permanenza a Modena Padre Candido
fu Socio della nostra sezione: ecco
qua, a latere, la sua scheda personale
conservata nel nostro archivio
sezionale! Trasferito poi ad Appiano,
vicino a Bolzano, egli si trovò a un
dipresso dalle sue amate Dolomiti. Nel
1939 fu inviato missionario in Brasile,
nello stato di Goias, dove operò a
favore dei poveri e degli “ultimi” con
tanto impegno e spirito di servizio
pastorale che a Bologna, nel 1948,
venne ordinato Vescovo. Per un paio
d’anni viaggiò in Europa per
promuovere la sua missione brasiliana
e “ingaggiare” preti europei disposti a
seguirlo... ma invano e ovviamente
deluso se ne ritornò da solo tra la sua
gente del Goias di cui diventò il primo
Vescovo residente. Dopo una lunga
malattia Padre Candido Penso si
spense nel 1959 all’ospedale di San
Paolo del Brasile. Così apprezzata fu
la sua opera e le sue iniziative di
promozione umana e religiosa che a
Itaberai, città dello Stato del Goias, gli
fu dedicata prima una via e poi un
intero quartiere cittadino.
Padre Candido, persona di grande
sensibilità e di vastissima cultura,
poliglotta, fu anche un brillante
Enigmista: a metà degli anni ‘20, con
lo pseudònimo prima di “Il Solitario” e
poi di “Adamante”, tenne la pagina
enigmistica del quotidiano cattolico
“L’Avvenire d’Italia”.
Ci piace ricordare Padre Candido
Penso per tutta una serie di motivi,
combinazioni ed enigmi: perché fu
Socio della nostra Sezione, perchè
per uno strano caso del destino la
Sede CAI Modena da Via Caselline
venne ad “abitare” nella Via a lui
dedicata dal Comune di Modena,
perché, pochi anni dopo la sua morte,
a Concilio Vaticano II concluso,
l’Arcivescovo di Modena, Mons. Amici,
inviò i primi sacerdoti diocesani “fidei
donum” proprio in Brasile, proprio nel
Goias, proprio a Itaberai, dove tuttora
i missionari modenesi vivono e
operano. Ne sarà ben contento
l’enigmista Padre Candido... o no?
9
VIII Puntata
Gelicidio - Parte prima
Quella mattina di dicembre sembrava
che il Generale Inverno avesse deciso
di fare finalmente irruzione sulla
Pianura Padana, e lo fece dalla “Porta
di Bora”, l’accesso all’Est del cielo
padano!
Le sue truppe, pilotate dall’Anticiclone
Russo, erano partite giorni prima dalle
gelide steppe siberiane, e si
muovevano rapidamente verso la
nostra pianura, che sembrava ancora
sonnecchiare agli ultimi tepori
autunnali. Gli sguardi di Milly e Matteo
convergevano verso la mappa meteo,
dove le isobare disegnavano cerchi
concentrici che si rimpicciolivano fino
a diventare un numero: 1050 hPa,
scritto al di là degli Urali. Le linee più
ampie, divenute ellissi, lambivano
l’Italia centrale, e Milly sapeva che
quelle linee avrebbero condotto su di
noi l’aria delle gelide steppe.
I due amici si guardarono, e all’unisono
dissero: “Benvenuto Generale
Inverno!”
“Ma... non è tutt’oro quello che luccica”
sospirò Milly. “E cos’è che non brilla?”
chiese curioso Matteo, i cui occhi, sì,
che brillavano. “C’è una buona notizia”
puntualizzò Milly: “l’anticiclone russo...
ma anche una cattiva...” Lo sguardo
di Matteo inquadrò un’altra figura
barica, molto più piccola, anch’essa a
cerchi concentrici, posizionata sul
Portogallo. Al centro la scritta: 980
hPa. “La cattiva è che gli anticicloni
portano tempo freddo ma asciutto...”.
“La brutta notizia è un’altra”, interruppe
Matteo, “Si chiama Silvio...” “E no dai,
non guastar le feste con certa
politica...”
“Che hai capito? Silvio è il nome del
vortice depressionario che va
approfondendosi sul Portogallo”
“Allora è una buona notizia! Aria fredda
giù, mite ed umida su, e dallo scontro
nasce... la neve!”
“Non è così scontato” disse Matteo in
tono leggermente accademico: “Ci
sono in gioco delicati equilibri...:
abbiamo tre possibili esiti dello scontro:
1) Vince l’anticiclone: prevale quindi
l’apporto freddo e secco, e noi
abbiamo un gran freddo, ma
solamente nubi alte e sottili.
2) Vince Sil… vince la depressione
(mi suona meglio!): le precipitazioni
non mancano, ma il freddo sì che
manca... E tu sai che...” “Freddo e
precipitazioni sono ingredienti
indispensabili per una nevicata. Ma
dimmi il terzo punto, che
m’incuriosisce assai...”
3) “È il caso interessante, il caso limite,
quello che crea grattacapi ai
meteorologi padani (e dei versanti
padani di Alpi e Appennini): il vortice
depressionario s’avvicina a
sufficienza da permettere le
precipitazioni, ma... la domanda
che attanaglia previsori e nevofili
padani è: «RESISTERÀ LO
STRATO FREDDO?». Allora fino
10
a poche ore prima dell’arrivo del
vortice si guardano e riguardano
mappe meteo, poi i dati meteo delle
stazioni appenniniche, quindi le
web cams, infine... la finestra! L’aria
calda, più leggera, scorre sopra
l’aria fredda, e piano piano la
respinge verso nord...”
“Dunque è inesorabile la resa del
freddo?”
“Non è detto: innanzitutto quest’aria
fredda non giace statica sulla Pianura
Padana, ma fluisce continuamente,
pompata dall’anticiclone; inoltre la
morfologia del catino padano fa si che
l’aria fredda e densa rimanga più
facilmente intrappolata. Certo che se
l’aria calda insiste, o l’avvezione è
irruente, allora lo spessore caldo si
accresce, dall’alto verso il basso, e se
al suo interno le temperature superano
i 3-4°C il fiocco diventa inesorabilmente
(ed in modo irreversibile) goccia.
“In questi casi non serve scappar in
montagna, vero?”
“Purtroppo no: ci si avvicinerebbe
soltanto allo strato caldo. Anzi, visto
che il crinale appenninico è il primo
luogo di accesso dell’aria calda (che
giunge da sud o da sud-ovest), capita
a volte che sul crinale inizia a piovere,
sotto l’effetto della calda lingua
mediterranea, mentre più a nord, sulla
verticale della pianura, la lingua non
è ancora arrivata e continua a
nevicare”. “Allora scappiamo più a
nord!”
“Più ad ovest! Più a nord, infatti, è
questione di poche ore, e talvolta
nemmeno quelle: se l’aria calda arriva
da sud s’incanala sull’Adriatico e
giunge sulle Prealpi e pianura limitrofa
prima che sulla nostra pianura e
pedemontana, protetta in parte
dall’Appennino.”
“E più ad ovest? L’aria calda adriatica
arriva dopo, giusto?”Oppure non arriva
neppure: il Nordovest, incastonato
com’è tra Alpi e Appennini, protegge
bene il suo cuscinetto freddo.”
“Ah... Fortunati loro!” “Finché non arriva
il Föhn...” “Ah, già, è vero!” “Inoltre ci
sono nevicate di altra genesi che
sembrano nate apposta per soddisfare
noi, e ancor più i romagnoli, mentre al
Nordovest restano a bocc’asciutta.
Però, tornando ad oggi, può capitare
di tutto. E... se questo fa stare in ansia
noi amanti della neve, è anche vero
che ci appassiona e rende la
meteorologia affascinante, mai
scontata e sempre ricca di sorprese!”.
“Ok, non divagare... pioverà o
nevicherà qui?” “Innanzitutto stabiliamo
qui dove !”. “Ah, già, è vero, dove
siamo? Siamo a... a... a Pievepelago!”
“Mh! Mi piace Pievepelago, ok! Anche
se in questi casi potrebbe trovarsi in
una sfavorita fascia altimetrica...”.
In quel momento si sentirono 9
rintocchi, Milly guardò il termometro a
muro, segnava -8°C, mentre da
Modena, via SMS, gli avevano
comunicato un bel -6°C.
“Eh si, in queste situazioni la Pianura
Padana diventa un lago d’aria fredda...
Diamo anche uno sguardo in rete...
Sestola -9°C, Abetone -10°C, M.
Cimone -14°C: l’aria fredda sta
facendo il suo dovere” come testimonia
una gelida folata da nord est, che
accentua ancor più la sensazione di
freddo. “In Toscana, però, è un altro
mondo: l’aria fredda è arrivata in
misura minore, e Firenze ha da poco
registrato una minima di 2°C”.
Per i successivi due giorni grazie al
soffio siberiano le temperature
continuarono, gradualmente, a
scendere, ma dal secondo giorno la
pressione cominciò a scendere, per
effetto dell’avvezione calda che già in
quota s’impossessava del nostro cielo,
e l’invasione di cirrostrati da SW verso
NE ne erano il palese effetto, sia per
il tipo di nubi, alte e sottili, sia per la
provenienza meridionale. Milly strinse
le mani attorno alla tazza di cioccolata
per scaldarsi, mentre il suo sguardo
si posò lungo la linea di crinale, dove
le prime nubi basse andavano
formandosi, e disse: “Ecco, sta
entrando il SW: è iniziato lo scontro!”
e con Matteo corsero fuori a guardare,
inseguiti dalla barista urlante: “Dovete
pagare la consumazione!”.
Sull’Osservatorio del Cimone la
bandierina dell’anemometro ora punta
decisamente verso SW, e i termometri
risalgono, da -17°C dell’alba ai -12°C
del mezzogiorno, e non certo per il
soleggiamento. La pressione continua
silenziosamente a scendere: l’aria
calda s’ispessisce. Compaiono nubi
medie: altostrati e altocumuli. Ultimi
refoli di vento da NE, poi una calma
densa d’attesa, mentre il sole
sembrava un occhio spento dietro la
cortina di nubi sottili. “Il fiato caldo del
Tirreno inizia già a farsi sentire: Firenze
è passata da -4°C delle ore 9 a +8
delle 12, con cielo coperto e vento
debole da SW. Pievepelago è passata
da -11 a -3°C”.
“Le mappe meteo mostrano il centro
depressionario ormai sulle isole
Baleari, e le immagini da satellite
evidenziano un ampio corpo nuvoloso
che va invorticandosi e travalica
l’Appennino, ma... come mai non arriva
il Föhn questa volta?” “Perché,
superato l’Appennino, la massa d’aria
calda non inizia il moto discendente con conseguente compressione - ma
continua a salire, o resta stazionaria,
a causa del cuscino freddo e denso
che giace sulla Pianura Padana. Anche
una volta iniziata l’erosione dello strato
la discesa non sarà a picco, per cui
non avremo le dinamiche che portano
a scaldare e seccare la massa d’aria
sottovento”.
“Insomma, le precipitazioni
arriveranno, staremo a vedere se
solide o liquide!”
Quella notte le raffiche di vento
svegliarono Milly, che si mise alla
finestra ad osservare il bosco: il
Libeccio scuoteva forte i castagni, i
cui tronchi umidi sembravano quasi
sudare, mentre le ultime foglie
venivano strappate e portate lontano.
Le nubi galoppavano nel cielo, come
una mandria impazzita che si getta
verso la pianura. I termometri
inesorabilmente salivano, i barometri
scendevano. Superata la fatidica soglia
degli 0°C. «Ormai ci siamo» pensò.
Una telefonata notturna a Matteo:
“Addio speranze, superati gli zero
gradi” “Qui poche speranze: Cimone
ancora -4°C, Abetone +1°C, Sestola
(che è più a nord e meno esposta al
Libeccio) -2°C, Piane di Mocogno 7°C con vento da NE, Modena -4°C,
sempre col NE: verso la pianura resiste
ancora il cuscino...”
“Pensi anche tu quello che penso io?”
“Vestiti che ti passo a prendere!”
Venti minuti dopo la temperature era
già +1°C, e dal cielo cadevano,
inesorabili, le prime gocce. Anche
all’Abetone pioveva (+2°C), mentre
sul Cimone iniziava a nevicare con 3°C. La pianura restava in attesa, ma
avrebbe sicuramente visto la neve,
almeno nella prima fase.
Driiinnnn! Milly scese in strada in un
baleno: “Eccomi! Giacche a vento in
più, thermos con tè caldo, panini,
patatine e popcorn per lo spettacolo,
macchina fotografica, ma anche
taccuino per gli appunti e...
termometrico portatile!” “Neanche io
sono a mani vuote: PC portatile con
connessione internet, e... guarda il
baule...” “La tua stazione meteo
ambulanteee!” “Via! Il Nord Ovest
c’aspetta!” e partirono verso la via
Giardini.
Prima sosta Barigazzo, 1220 m.
Matteo scende e fiuta l’aria: “Eh si, il
SW è arrivato” e poco dopo una raffica
di vento elimina ogni possibile dubbio.
75% di umidità, +3°C, “Svelti,
scendiamo a valle, sfuggiamo a questo
ventaccio!”
Pavullo, 680 m, una suggestiva
nebbiolina bassa (e brinosa) sembra
freddo spalmato sul pianoro
dell’aeroporto. Matteo fiuta ancora
l’aria “Non è ancora arrivato lo
Scirocco, come lo chiamano qua in
Appennino, del resto fa un freddo
cane!” 60% di umidità, -7°C, lieve
Tramontana da NE.
Casello Modena Nord, -4°C sul display
della macchina e un... “Atroce dubbio!”
“Che non nevicherà nemmeno a
Cuneo?” “Peggio... NON HO SOLDI!
E tu?” “Io giro senza di giorno, figurati
di notte! E poi mi son preparata in
fretta e pensavo che... con un cavaliere
come te non avessi bisogno di soldi!”
“Ok... restiamo a Modena, per fortuna
che abbiamo da mangiare e...” “E
siamo in riserva di benzinaaaa!!! Cosa
può esserci di peggio?!” “La pioggia
con -4°C!” “Cosaaaa?!?” “Te lo spiego
la prossima puntata, ora non ho più...
spazio!”
(continua)
Le nostre radici
Con questa puntata terminiamo la ricerca storica sulle nostre Sottosezioni che ebbero vita nel quindicennio 1927-1941.
LAMA MOCOGNO: fu certamente la più importante sottosezione, vuoi per il numero dei Soci, una trentina, vuoi per il ruolo che svolse per la promozione dello
sci e della organizzazione delle attività sportive nel “campo sciatorio” delle Piane di Mocogno, merito principalmente del suo Reggente, il Cav. Enea Carlotti.
Possidente terriero, il Carlotti mise a disposizione una superficie di sua proprietà alle Piane su cui vennero erette anche due baracche di legno che per un breve
periodo svolsero funzioni di spogliatoio, di modesto ristoro di bevande calde e in cui ci si poteva anche dormire: custode e gestore delle baracche risulta essere
stato il sig. Vignocchi. La figura del Carlotti meriterebbe una trattazione a parte non foss’altro perchè, caso unico a nostra conoscenza, lasciò nel suo testamento
olografo alla Sezione di Modena del Club Alpino un appezzamento di terreno che, decenni più tardi, servì ad acquistare la vecchia Sede di Via Caselline.
Ah, dimenticavo: per esigenze di “risparmio tipografico” useremo diffusamente due acronimi: CD per Comitato o Consiglio Direttivo della Sezione di
Modena e SS (da non confondersi con i famigerati reparti nazisti) per Sottosezione o Sottosezioni; inoltre va precisato che in questo periodo non c’è
uniformità di titolo per indicare la figura del Responsabile o Referente di SS: a volte viene definito come Presidente, altre come Reggente, altre Fiduciario.
Bene. La SS di Lama è la prima a nascere: il 26 agosto 1927, pochi mesi dopo la Rifondazione della Sezione di Modena, ne viene approvata dal CD la
costituzione sotto la guida del Carlotti, segretario amministrativo è il dott. Pasquini Adelmo e segretario sportivo il dott. Rivasi Marco; l’anno seguente, il
24-04-1928, la SS si fa carico della organizzazione di una Festa campestre alle Piane durante la quale è previsto il “battesimo” dei gagliardetti delle SS di
Lama e di Pavullo; l’anno dopo, 1929, viene registrato nei Verbali del CD un certo movimento di nuovi Soci, ma il fatto più rilevante sono le dimissioni,
per gravi motivi di salute, del Cav. Enea Carlotti che viene sostituito alla Presidenza dall’ing. Eldo Rossi di Pavullo, per poco però, perchè nell’inverno
del 1930, in occasione di una domenica sulla neve, della SS di Lama figura essere Reggente il geom. Medardo Caselli. La situazione però improvvisamente
precìpita: nella primavera del 1931 la SS di Lama va in crisi: sul Notiziario ‘Il Cimone’ del 21-05-1931 si pubblica che la SS di Lama, che allora vantava
35 Soci “..trascinante una vita artificiosa e grama, fu energicamente riorganizzata su basi più ristrette ma più sicure, previa regolarizzazione della sua
situazione finanziaria nei confronti della Sezione”. Non è un po’ inquietante quell’avverbio ‘energicamente’? Dati i tempi, voglio sperare che l’“energicamente”
sia stato realizzato per via incruenta e non si sia materializzato, viceversa, a suon di manganello e olio di ricino... Ma tale provvedimento non par proprio
sortir effetto alcuno se nella riunione di CD del 23-06-1931 si ipotizza lo scioglimento per inattività della SS; la cura di cui sopra era forse stata troppo
energica? Questa minaccia però pare galvanizzare la moribonda e in effetti, dopo appena due mesi, nel Verbale del CD si annota:”...considerata una ripresa
dell’attività da parte della SS di Lama Mocogno si decide di soprassedere allo scioglimento e aderire a una progettata gita di essa al Lago Santo”. Ma è
un fuoco di paglia: a settembre si registrano le dimissioni del Vice Presidente della SS, dott. De Maria e nell’ottobre uno “scoperto” della SS nei confronti
della Sede Centrale; non risolvendosi anche quest’ultimo problema, a novembre il CD propone di inviare al Reggente della SS una lettera in cui si minaccia
di nuovo lo scioglimento... la SS sana la magagna con la garanzia del Carlotti che poco dopo, rimessosi in salute, vorrebbe riassumere la presidenza. Passa
un anno e nel novembre del ‘33 si ha notizia della radiazione di 3 Soci e la vita della SS si spegne silenziosamente così come quella del Carlotti.
PAVULLO: la prima notizia storica di questa SS è del 24-04-1928 quando ne è previsto il “battesimo” del gagliardetto in occasione di una Festa campestre
alle Piane di Mocogno. Nel giugno del ‘29 il rag. G.Cortelloni viene invitato dal CD a presentare il bilancio della SS di Pavullo per l’anno precedente e, nello
stesso verbale, si conferisce l’incarico di riorganizzarla all’Ing. Eldo Rossi. Il famoso “battesimo” del gagliardetto evidentemente non ebbe luogo a suo tempo
se il CD lo prevede ancora per la primavera del 1930... ma qualcosa non funziona, e non solo nei “battesimi” mancati, perchè nella seduta di CD del 22-051931 si registra che il Presidente “...insieme al Segretario faranno il possibile per poter almeno riavere la rimanenza di cassa esistente all’epoca dello scioglimento
della Sottosezione”. Allora era già stata sciolta? Quando? Probabilmente nel 1930 ma non disponiamo di alcun documento al proposito... dopo di che si protrae
per mesi un penoso “tira e molla” che culmina nel gennaio del ‘32 quando si registra la definitiva liquidazione della SS di Pavullo con l’avvenuta restituzione
del Libretto di Risparmio di Lire 83,20 da parte del Presidente Avv. Comm. Ghibellini e così la SS di Pavullo definitivamente defunge.
SASSUOLO: l’11-06-1929 vengono ratificate le nomine dei 2 segretari (l’uno amministrativo, l’altro sportivo) della SS di Sassuolo nelle persone dei signori
Grossi e Coliva. Nel verbale del CD del 27-09-1929 si legge che viene espressa l’esigenza di “...un maggior contatto con le SS sia di carteggio, sia di attività” e
si annuncia che la primavera seguente “abbiano luogo le cerimonie di inaugurazione dei gagliardetti delle SS di Pavullo e Sassuolo con intervento dei Soci
della Sezione di Modena e che vengano organizzate manifestazioni in comune”. Ma nonostante tutte queste belle esternazioni e questi fantomatici gagliardetti
da benedire, le cose non vanno a finir bene... il notiziario ‘Il Cimone’ in data 21-05-1931 pubblica la notizia dello scioglimento della SS di Sassuolo per inattività;
a quella data la SS di Sassuolo aveva 14 Soci e Fiduciari erano stati in successione il sig.Canevazzi e il Prof.Martini. Il mese seguente si richiede al rag.
Grillenzoni la consegna dei materiali e dei documenti contabili della SS; nel luglio poi si formula un ringraziamento a Canevazzi e Giroldi per l’opera svolta
in seno alla SS di Sassuolo.. mah? per essere ringraziati bisogna pur dire che fossero stati gli unici a far qualcosa. La SS sassolese tira definitivamente le cuoia
a fine agosto quando il Reggente rag. Grillenzoni consegna all’economo della Sezione di Modena rag. Bossetti tutto il materiale e i documenti.
CARPI: stessa storia “fantasma” come già visto per Fanano... il 25-11-1927 il CD approva la costituzione della SS di Carpi con la presidenza del rag.
Clodoveo Feltri che diventò poi Segretario federale del P.N.F. (Partito Nazionale Fascista) poi il nulla... questa SS svanisce nella nebbia (fenomeno peraltro
ricorrente e massiccio, soprattutto un tempo, a quelle latitudini) e i carpigiani si rendono “uccel di bosco”; ricompariranno poi nel 1945 costituendo una
sezione autonoma.
MIRANDOLA:poco tempo dopo lo scioglimento per inattività di quasi tutte le SS di cui abbiam parlato (resisteva ancora quella di Lama, ma ormai era
allo stremo), alè, ne nasce una nuova a Mirandola! ‘Il Cimone’ in data 15-07-1932 riporta testualmente: “Fra non molto la Sottosezione di Mirandola
sarà un fatto compiuto; ad essa seguiranno, lo speriamo, quelle di altri centri importanti della nostra provincia”. Reggente della SS di Mirandola è il Cap.
Cav. Uff. Enrico Tabacchi che, guarda un po’, risulta anche essere diventato il Podestà di Mirandola e segretario viene nominato il Sig.Malavasi Felice.
La consistenza numerica a fine luglio del ‘35 è di 14 Soci. Anche per la SS della Bassa arriva la crisi: nel maggio del ‘37 si legge sul Libro Verbali del
CD: “Il Presidente in seguito alla inattività del Reggente della Sottosezione di Mirandola ha provveduto a richiamarlo e chiedere (sic) il nominativo di
persone in grado di sostituirlo”. A ogni buon conto, “di riffe o di raffe”, anche qui ci si mette una pezza: al gennaio del 1941 i Soci della SS di Mirandola
risultano essere 17 e Reggente figura essere sempre il Tabacchi. Le ultime notizie della SS in tempo di guerra sono del 30-10-1942, data in cui il Reggente
della Sezione di Modena, Ing. Lanfranco Giorgi scrive per combinare un incontro col Tabacchi, Reggente della SS di Mirandola. La SS di Mirandola regge
alla bufera della guerra ed è l’unica che sopravvive: il 19-01-1948 la SS scrive a Modena per farsi corrispondere i ‘bollini’ per 25 Soci! Che cosa poi sia
successo dopo, non si sa perchè non abbiamo ancora fatto ricerche oltre questa data. Ci riserviamo di farvelo sapere.
Questo è tutto quello che per il momento abbiamo trovato sulla storia delle SS raccolto dalla lettura di tutti i numeri del Notiziario e da tutti i Verbali del
Consiglio Direttivo di Modena.
Così è se vi pare e se non vi pare.. è così lo stesso!
Fine - ALESSANDRO MARCHIORRI
11
NOVITÀ IN BIBLIOTECA
di Alessandro Marchiorri
“Spegniamo
il televisore
e apriamo
un libro!”
Divisone alpina nel periodo in cui,nalla
primavera del 1916, si svolse la prima
‘battaglia bianca’ sui ghiacciai dell’Adamello.
Sansoni
“VIE STORICHE ED
ESCURSIONISMO”
Ed. Provincia di Modena
M. Rigoni Stern
Rabanser - Colli
“SASSOLUNGO - LE IMPRESE
E GLI ALPINISTI” - Ed. Zanichelli
Elegante monografia dedicata alla
storia dell’alpinismo in questo famoso
gruppo dolomitico.
Gattera-Calenco-Menotti
“CESARE BATTISTI E FABIO
FILZI ULTIMO ATTO”
Ed. Rossato
La verità sull’attacco al Corno di
Vallarsa. Cronaca della battaglia dalla
relazione inedita del Maggiore Carlo
Frottola, comandante del Battaglione
Vicenza e dai diari storico-militari dei
reparti partecipanti all’azione.
Agile volumetto sulle vie storiche della
nostra provincia e montagna: dalla
Bibulca alla Matildica, dalla Romea
alla Francigena alla Vandelli.
Galetti
“ABRUZZO IN FIORE”
Ed. Menabò e Cooperativa
Majambiente
Ambiente e flora montana della Regina
dei Parchi d’Abruzzo. Splendido
volume riproducente tutte le specie
botaniche presenti sul territorio. Primo
Premio del XII Premio Nazionale di
letteratura naturalistica.
Cavaciocchi
“L’IMPRESA DELL’ADAMELLO”
Ed.Nordpress
AA.VV “APPENNINO
MONTAGNA D’EUROPA”
Ed. Accademia Lunigianese di
Scienze
Dal diario del Comandante la 5ª
Studi sulla Flora dell’Appennino
martedì 1 e venerdì 4 marzo
Serata di proiezione di
Diapositive Storiche
Il nostro Archivio sezionale dispone di
una trentina di diapositive “storiche”
relative a gite sezionali effettuate dalla
fine degli anni ‘20 alla fine degli anni
‘40 del secolo scorso. Mamma mia,
che anticaglie! Niente affatto! Costituiscono un patrimonio storicodocumentale di prim’ordine, altro che
storie! Siamo sicuri che potranno costituire un momento gradevole e divertente per i giovani che dell’“album di
famiglia” non conoscono nulla e per i
meno giovani che potranno trovare le
facce di genitori, nonni, zii, cugini,
amici e conoscenti.
La proiezione è prevista in doppia
seduta: la prima martedì 1 marzo alle
ore 21 per tutti quelli che vogliono o
possono venire, la seconda venerdì 4
marzo alle ore 17,30 per quelli che
vogliono ma non possono uscire dopo
cena... più democratici di così. Qualcuno dirà qualche cosa di storico per
ambientare le diapositive nel tempo e
nello spazio.
Alessandro Marchiorri
Serata degli Auguri
martedì 21 dicembre ore 21
Sono invitati i Soci e tutti gli amici.
Non dimenticate di portare
il necessario per ogni festa!!!
Ricordiamo che la Sede rimarrà chiusa per le
feste natalizie dal 23 dicembre al 6 gennaio compresi
Il Consiglio Direttivo augura a tutti i Soci,
ai famigliari e a tutti gli amici del C.A.I.
Buone e Liete Feste e un Felice 2011
settentrionale dal Maggiorasca all’Alpe
di Succiso con particolare riferimento
alla spezzina Val di Vara.
RINGRAZIAMENTI
Si ringrazia il Socio Pietro Masina per
aver donato alla nostra Biblioteca
sezionale la bella opera di Walter
Bonatti “In terre lontane” edito da
Baldini & Castoldi.
Ringraziamo di cuore la Sig.ra Diana
Guerzoni Polacci per aver donato
alla nostra Sezione un manifesto
storico datato marzo 1922 relativo a
un Comitato organizzativo per le
Olimpiadi Universitarie che si
sarebbero svolte nell’aprile seguente:
tra i componenti figurava anche il
defunto marito della Sig.ra Diana,
Giuseppe Polacci, uno dei Soci
Rifondatori della nostra Sezione del
1927, una figura di assoluto spicco
sulla quale avremo modo di parlare in
altra occasione.
La Sig.ra Diana ha voluto anche omaggiarci di una bellissima piastrella artistica riproducente la struttura militare
della Aeronautica presente sulla vetta
del Cimone: essa fu donata dall’Autorità militare all’Avv. Giuseppe Polacci
per i suoi meriti nella promozione del
Monte Cimone come base ideale per
i fini istituzionali della stessa.
Assenze ingiustificate
Nessuno di questi libri è ancora rincasato: Presidenti, Vice-Presidenti,
Past-President, Direttori Gite di oggi, di ieri e di ieri l’altro, Consiglieri,
Sindaci e Podestà, volete una buona volta controllare che questi libri
siano ancora tra le vostre mani? Su da bravi, questi libri li avete presi
voi, in assenza del personale bibliotecario predisposto! Malissimo!
Vedete di rimediare, perbacco!
- ISOLE 3
- ISOLE 4
- ISOLE 5
- ISOLE 6
- MAN ALP 49
- MAN ALP 53
- METEO 12
- METEO 13
- PR ALP VEN 16
- PR ALP VEN 17
- PR ALP VEN 36
- MISC 62
- DOLOM 14
- DOLOM 15
- DOLOM 20
- DOL OCC 4
- APP S 31
Itinerari sulle montagne della Sardegna
A piedi in Sardegna vol. 1
Sardegna (collana Guida Monti d’Italia)
33 itinerari sulle montagne della Sardegna
Manualetto di attività ‘Terre Alte’
Il grande libro della montagna
La meteorologia in montagna
I tempi son maturi
Guida al Pasubio
Gruppo Casarine-Cornaget
Il parco delle cascate di Molina
Ghiaccio verticale
Vie ferrate Dolomiti nord
Vie ferrate Dolomiti sud
I 3000 delle Dolomiti
Odle- Sella - Marmolada ( Collana Guida Monti d’Italia)
I sentieri dei passi perduti
Data la tipologia dei volumi di cui sopra, nessuno dei quali concesso
al prestito, si deduce che fortemente indagati siano i direttori-gita da
un paio d’anni a questa parte. Si chiede che costoro, ed eventualmente
altri, controllino di non esserseli dimenticati a casa propria e si intima
loro di riconsegnarli al più presto.
venerdì 3 dicembre - ore 21.00
presso la Chiesa Santa Maria delle Grazie - Via S, Agostino, 40
Natale In Musica 2010
Concerto con il Coro Folk San Lazzaro
Chi l’avrebbe mai detto 5 anni fa quando, come Club Alpino
Italiano - Sezione di Modena - Settore Cultura si decise di
riproporre, dopo qualche altra iniziativa sporadica, un concerto
di canti di montagna e di suite natalizie aperto ai Soci e
alla cittadinanza, che l’iniziativa sarebbe continuata, ma con
una grande varietà di Cori, fino ad ora? Una scommessa,
giocata dalla nostra Sezione, con la Confraternita San
Geminiano che gestisce la Chiesa delle Grazie e ci ospita
con la collaborazione della Circoscrizione Centro Storico
che contribuisce all’iniziativa e i soci CAI e i cittadini modenesi che ogni anno ci sostengono con la
loro presenza. Quest’anno abbiamo pensato di invitare un coro Modenese, il Coro Folk San Lazzaro,
diretto da un uomo di montagna, Don Ezio Nicioli di Riolunato. Il coro, che proprio quest’anno ha
compiuto 30 anni, si costituisce nel 1980, nell’ambito delle attività culturali e ricreative della Parrocchia
dalla quale prende il nome, per merito di Don Ezio Nicioli, musicista autodidatta, che attualmente ancora
lo dirige. Il Coro esegue i canti armonizzati da Don Nicioli e adattati per l’esecuzione delle quattro voci
dispari (maschili e femminili) e si compone di una cinquantina di elementi accomunati dalla passione
per il canto, quello semplice e spontaneo della gente comune. Attinge il proprio repertorio dal folclore
regionale italiano raccogliendo quei canti che vanno scomparendo ma che costituiscono una importante
eredità da salvaguardare e soprattutto da comunicare nello spirito più autenticamente popolare. Per
la serata del 3 dicembre, il Coro eseguirà canti di Montagna fra quelli più conosciuti e belli, alcuni canti
dell’Appennino modenese. “In musica, gli Auguri suonano meglio”
Vi aspetto. Ivana Taverni
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Il Cimone N. 01 - CAI sezione di Modena