La liturgia di Pasqua è tutta
un’esplosione di gioia, un grido l’attraversa:
“Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
esultiamo insieme! Alleluia!”.
I nostri fratelli della Chiesa Orientale,
ancora oggi, quando si incontrano si abbracciano con questo saluto: “Cristo è davvero
risorto!”.
E’ questo l’annuncio che fece la gioia
delle donne che andarono al sepolcro e appresero la notizia che il Signore della vita non
era più lì; non poteva, come il seme di frumento, rimanere a lungo nella terra. E’ questo
l’annuncio che di anno in anno a Pasqua rimbalza gioioso e sconvolgente nelle assemblee
liturgiche dei cristiani e, da lì, nei nostri cuori,
nelle nostre case, per le nostre strade.
Celebriamo, infatti, la vita che irrompe
e si fa strada a dispetto della morte. Dice
l’apostolo Paolo: “Se Cristo, primogenito tra
fratelli è risorto, anche noi risorgeremo”. Questo significa che la vita è così forte che va oltre
la morte: cioè al di là della morte; c’è la vita
che continua; vuol dire che l’ultima parola è
quella della vita, del bene. Ecco la forza che
anima il cristiano: la certezza di essere chiamato ad una vita piena e definitiva.
“Sono risorto - dice il Signore - e sono
sempre con voi!” La risurrezione di Cristo è
non solo una realtà certa, ma anche presente,
attuale, sperimentabile.
Specie nell’Eucaristia domenicale,
quando siamo riuniti nel Suo nome, il Signore
è con noi. Ogni domenica è Pasqua perché
partecipando all’Eucaristia, noi entriamo nel
dinamismo della morte e risurrezione di Cristo
e formiamo l’assemblea del Risorto.
Gli evangelisti sono attenti nel rilevare
che le apparizioni di Cristo non sono semplici
prove della risurrezione, ma vere e proprie
“convocazioni”, vere assemblee; per questo le
apparizioni hanno quasi sempre un contesto
comunitario come quello che vede i discepoli
riuniti attorno ad una tavola in atto di consumare un pranzo o una cena in comune.
Ogni domenica, il Risorto, personalmente ci convoca in assemblea per essere
segno della sua continua presenza in mezzo
agli uomini; in persona proclama e interpreta
le Scritture, facendoci passare dalle tenebre
alla luce di una fede viva; inoltre spezza il
pane che fa di noi tutti un solo corpo; e infine
ci invia in mezzo ai fratelli, perché possiamo
essere quel “lievito nuovo” capace di far vibrare tutta la realtà che ci circonda, in un
processo di rinnovamento e di trasformazione
continua.
Solo vivendo in profondità le esigenze
della Pasqua il cristiano potrà spiegarsi perché
vive in questo mondo.
Con questi pensieri auguro a tutti di
vivere intensamente la Settimana Santa e…
Buona Pasqua!
don Sergio
sommario
La Pasqua per il cristiano p.2
Carramba che sorpresa p.3
Culto e iconografia dei SS.Martiri p.4
Tutto il mondo è sorpresa p.5
Pasquaredde ste a m’n p.6
Sorprendimi… continuamente p.7
Prepariamo la Scarcella p.7
Cari giovani, osate l’amore p.8
Lettera da Passau p.10
La demèneche de re Palme p.10
Intervista doppia: due donne intraprendenti p.11
L’indimenticabile “pranzo dei 100 giorni” p.12
Test p.13
La gioia di Pasqua p.14
Appuntamenti della
Settimana Santa p.15
Preghiera originale p.15
In copertina: Beato Angelico: Le Marie al Sepolcro,
particolare. Museo S.Marco - Firenze
Tornò a casa pieno di stupore...
“C
arramba che sorpresa!”
Titolo irriverente per
un giornale parrocchiale, esprime
con linguaggio contemporaneo lo
stupore che colse coloro che per
primi videro il sepolcro vuoto, evento
davvero
sorprendente. Narra
l’evangelista
Luca che Pietro
“tornò a casa pieno di stupore per
l’accaduto” (Lc 24,12). Anche
nell’episodio della pesca miracolosa, Luca racconta che Pietro e i
suoi amici furono colti da grande
stupore. E subito dopo aggiunge:
“Lasciarono tutto e lo seguirono” (Lc 5,11). La fede e la decisione
di seguire Gesù nascono dunque
dallo stupore, dalla meraviglia di
un incontro.
Ma anche Aristotele nella Metafisica afferma che “gli uomini hanno
incominciato a filosofare a causa
della meraviglia” perché “chi prova un senso di dubbio e di meraviglia riconosce di non sapere”. Un
grande scienziato come Pasteur
dice che “Meravigliarsi di tutto è il
primo passo della ragione verso la
scoperta”.
Einstein
precisa:
“Chi non è
più in grado di provare
né
stupore né sorpresa è, per così dire,
morto; i suoi occhi sono spenti”.
Dunque l’uomo è veramente uomo grazie alla propria capacità di
stupirsi, di non restare indifferente
davanti a tutto ciò che lo circonda
e soprattutto davanti a se stesso.
Solo chi si stupisce è capace poi di
interrogarsi, di riflettere, di cercare,
di porre domande e trovare risposte. E questa è una grande ricchezza dell’uomo. Lo esprime bene Giovanni Paolo II nel suo
testo poetico “Trittico Romano”, nel quale si legge: “Non
si stupisce una fiumara scendente … però un umano si
meraviglia”. E aggiunge, riferendosi ad Adamo: “Ed era
solo, col suo stupore, tra le creature senza
meraviglia – per le quali esistere e trascorrere era sufficiente”.
E noi sappiamo ancora meravigliarci? O forse abbiamo imparato
ad essere indifferenti a tutto, a non
accorgerci delle cose belle e inattese, a guardare il mondo con gli
occhi distratti di chi fa zapping?
Siamo forse troppo abituati a correre, a districarci tra mille impegni,
per cui non c’è possibilità di fermarsi e provare stupore? Oppure
siamo ormai convinti di sapere
tutto e che la tecnica possa dare
risposte a tutti i nostri bisogni?
Spesso si sente dire: “Oggi non c’é
da stupirsi più di nulla”. Ma poi qualcosa
si risveglia dentro di
noi e ci ritroviamo a
canticchiare
“Quando i bambini
fanno oh, che meraviglia, che meraviglia!” o ad esclamare
davanti ad un televisore “Carramba che sorpresa!”.
Massimo Cassanelli
E’
il titolo di un piccolo volume, edito a cura della
Regione Puglia e dell’Università della Terza Età di Bisceglie, che raccoglie le mie lezioni tenute sull’argomento
nella sede dell’UNI3,
nel corso di Storia
dell’Arte; è disponibile
fino ad esaurimento
delle copie presso la
stessa sede, per chi ne
faccia richiesta. E’ stato
presentato la sera del
25 novembre scorso
nel corso di una bella
cerimonia nella chiesa
di san Domenico, preceduta dalla celebrazione eucaristica di mons. Giovanni
Ricchiuti, arcivescovo di Acerenza e
socio fondatore dell’UNI 3; hanno
preso la parola lo stesso arcivescovo, che ha spiegato il significato
religioso del culto delle reliquie, e
l’avv. Giacinto La Notte, direttore
del Museo Diocesano di Bisceglie,
che accoglie la maggior parte delle
opere prese in esame; a sua volta
socio fondatore dell’UNI 3, egli realizzò nel 1994 una grande mostra
iconografica sui nostri tre Santi, alla
quale collaborai come funzionario
della Soprintendenza e che mi fornì
molti argomenti di riflessione; infine
è toccato a me parlare della nuova
pubblicazione, che si pone a complemento di alcuni miei studi legati
alla nostra cattedrale, sull’edificio
stesso, sul portale romanico, sui reliquiari d’argento.
Il volumetto è diviso in due parti; la
prima è dedicata
alle origini del
culto dei nostri Santi
Martiri, collocandole nel tempo e nello spazio, indagandone le
motivazioni storiche e sociali, su
base documentaria; la
seconda sviluppa il
tema
della
storia
dell’immagine che noi
veneriamo, seguendone il percorso attraverso i secoli e cercando
di spiegarne l’origine.
Siamo fortunati perché
disponiamo di un testo
molto importante, un
documento stilato proprio quando il culto
incomincia, nel 1167,
una Cronaca che puntualmente descrive gli eventi che
precedettero, accompagnarono e
seguirono il rinvenimento, nella
campagna biscegliese, delle reliquie
dei Santi martiri; essa inoltre ci consente di fare la conoscenza del suo
autore,
che risulta essere
l’eccezionale protagonista sia della
prima parte del libretto, sia, in un
certo senso, anche della seconda,
perché sarà lui a stabilire
l’iconografia dei nostri Santi, grazie
alla quale essi resteranno identificabili per sempre: si tratta di un grande vescovo di Bisceglie, Amando.
Q
uali sono le sorprese che stupiscono di più la gente? Le
emozioni più forti che ci prendono? Chissà
quante volte ce lo siamo chiesti e abbiamo
avuto l’istinto irrefrenabile di chiederlo in
giro. Noi lo abbiamo fatto! Eccoci qua, Mauro e Giovanni pronti per la nostra prima
missione (impossibile). Una fredda domenica
d’inverno armati
di carta e penna
partiamo per luoghi frequentati da
giovani e meno
giovani e via per
Piazza San Francesco, Piazza Vittorio Emanuele e
Via Tupputi domandando: “Qual è stata la
sorpresa più grande della sua vita?” Le
risposte sono state le più svariate e imprevedibili, da chi ha fatto riferimento a persone care come i figli, la ragazza o il ragazzo, il proprio fratello a chi ci ha parlato di
situazioni inaspettate come una vincita al
superenalotto, la nascita non prevista di un
figlio desiderato da tanti anni, ma anche la
nascita improvvisa di un figlio non proprio
desiderato!! Ah dimenticavamo… l’arrivo di
un parente con il quale non ci si incontrava
da 20 anni! Ci sono stati riferiti anche episodi più leggeri e divertenti come l’incontro
con un attore famoso al bar, l’aver ritrova-
to il portafogli per strada dopo tre giorni
dallo smarrimento, o lo scoprire un gatto
randagio nel letto di casa! Ma le grandi
sorprese, le forti emozioni possono anche
essere negative: un’improvvisa aggressione
subita, la truffa fatta da una persona di cui
ci si fidava molto o un voto bassissimo dopo
un esame brillante sostenuto all’università,
sono tra queste risposte. La risposta più
bella per noi? Quella di un simpatico ragazzo di colore che ci ha detto: “La sorpresa
più bella? Avere avuto passaporto italiano!!”.
Che dire?! Le nostre, ma sicuramente anche
le vostre curiosità saranno state appagate…
e abbiamo avuto anche un gran piacere e
soddisfazione nel sentire la risposta di un
anziano: “Voi giovani! Che diventate sempre più intraprendenti!”. Ed infine, anche
noi aggiungiamo la nostra grande sorpresa:
tra i tanti intervistati, un solo caso di evitabile colorita scortesia. Da parte di una
signora, e col compiacimento di chi
l’accompagnava... Davvero una grande
sorpresa!!
Pasquaredde stè a m’n!
m’n!
la Pasqua, cinquant’anni fa,
nei ricordi di Maurino Pedone
Cinquanta anni fa era molto importante
prepararsi alla Pasqua: prima di tutto
durante la Quaresima non si mangiava
assolutamente carne, le macellerie infatti,
lavoravano solo per i non credenti (si diceva: ten s' onna apr quen Pasquitt ova m’n);
il giovedi Santo, era consuetudine visitare
tutte le parrocchie per vedere i sepolcri e il
Venerdi Santo l' incontro fra Gesù che porta la croce e la Madonna Addolorata era un
rito molto sentito e commovente: le donne
infatti rivivevano in prima persona il dolore
della Madonna per la perdita del figlio perchè i loro figli o mariti erano in guerra o già morti per essa e
dunque urlavano e
piangevano dal dolore e si prostravano
ai piedi della statua
dell’Addolorata. La
scena di tanti volti sui
quali si leggeva una
profonda sofferenza,
spesso
segnati dalle lacrime, mi è rimasta profondamente radicata. La gente piangeva per
davvero, rompendo coi gemiti il profondo e
rispettoso silenzio.
La domenica di Pasqua invece, tutta la famiglia si riuniva a pranzo e si mangiava il
ragù, l' agnello al forno con le patate, r fov
d gung col formaggio (fave fresche), r
scarciuf fritt (carciofi fritti). Erano pochi i
bambini che ricevevano come regalo l'uovo
di cioccolato; ricordo che il mio primo uovo
di Pasqua lo vinsi nel 1946 ad una lotteria
di una salumeria, con il numero 58: pesava
7 kg, era di cioccolato svizzero e all' interno c'era una bambola alta una ventina di
centimetri, che mia madre collocò sulla
coperta del suo letto.
U lunedì du Pandein (lunedi del
a cura di Nicolangelo De Vincenzo
Pantano, ovvero la Pasquetta) era poi un
giorno di feste e divertimenti: si andava col
carretto e l'asinello in campagna dove si
riunivano due o tre famiglie fra amici e
parenti. Ognuna di queste aveva il compito
di preparare le pietanze, che poi venivano
messe in comune. Qualche volta, con grande sorpresa, capitava che i piatti erano gli
stessi: non c'erano i cellulari per mettersi
d'accordo sul menù… Per dolce c'
erano sempre r pzzeitt (mandorle e
gileppo): quando mia nonna li preparava, io ero solito “assaggiare” il
gileppo ancora liquido servendomi
del dito… e la nonna mi rimproverava: ”Tu agghia zmbo cur
disct!”. Altri dolci immancabili
erano: l ssmeindt (le sapienze), r
ciambeill (ciambelle) e la scarcid, cioè un
dolce cotto al forno, di svariate forme, con
treccine di biscotto al cui centro veniva
collocato un uovo sodo decorato con cera
e colorante. I bambini giocavano a tzzuo r
d' ouv: i due concorrenti con un uovo sodo
in mano lo facevano urtare contro quello
dell’avversario: vinceva chi restava con
l’uovo sano, e guadagnava così quello rotto del perdente. C' erano però i bambini
che slealmente dipingevano di rosa la pietra di mare (u lapid) spacciandola per uovo
sodo, e quindi vincevano sempre. Dopo
pranzo invece si facevano le passeggiate
per far visita agli amici nelle zone adiacenti.
Insomma, la Pasqua era prima digiuno,
riflessione e poi con la Resurrezione di
Cristo era finalmente festa e gioia di stare
insieme.
Sorprendimi…!!!
Quanti vorrebbero dirlo ad un amico,
alla persona che si ama o con la quale si
è condivisa tutta la vita? Gli Stadio hanno
voluto regalarci un’emozione con la loro
canzone “Sorprendimi” pubblicata nel 2003
nell’album “Storie E Geografie”. Non è facile stupire qualcuno né tantomeno lasciarsi
stupire. Ebbene bisogna lasciarsi andare in
alcune occasioni non restare sempre chiusi
nel guscio che autonomamente ci creiamo,
c’è bisogno di persone che si lascino stupire,
che accettino di cadere e chiedano aiuto ad
un altro per rialzarsi; solo così è possibile
arrivare davvero a capire le cose del mondo
come gli Stadio stessi affermano nel loro
testo. C’è bisogno di andare nel vento, di
riaprire le proprie ali e affidarsi all’altro
con fiducia tenendosi per mano. Si tratta a
mio modo di vedere di un
capolavoro musicale con
una melodia che si adatta perfettamente al
contesto di ciò che si sta
esprimendo. In conclusione riprendo l’invito
espresso nella canzone…
ANDIAMO
NEL
VENTO E RIAPRIAMO LE ALI…non
lasciamoci abbattere ma lasciamoci stupire
dalla vita!
Mauro Saccucci
Adesso andiamo nel vento e riapriamo le ali
c’è un volo molto speciale non torna domani
respiro nel tuo respiro e ti tengo le mani
qui non ci vede nessuno siam troppo vicini
e troppo veri ...
S
i impastano 300 gr di farina 00 con 2
uova, 2 cucchiai da minestra di olio, 100 gr
di zucchero, un po’ di latte, pochissimo sale e
buccia di limone grattugiata.
La pasta così preparata, si stende a ½ cm di
altezza e si ritagliano da essa tre ovali,
conservando i ritagli di pasta. Su una delle
estremità dell’ovale si poggia 1 uovo, crudo
e con il guscio ben lavato, e si fissa con i
ritagli di pasta, ridotti a strisce e incrociate.
Si cosparge il tutto di confettini colorati e di
zucchero e si inforna poggiandola su una
teglia appena unta. Controllare la cottura e
sfornarla dorata.
S
uocere e nuore se la scambiavano il
giorno di Pasqua, nella città vecchia, e dalla
grandezza del dolce e dal numero delle uova che conteneva (sì…. perché possono esserci più uova nella stessa scarcella) chi osservava la scena poteva immaginare come
fossero i rapporti fra le due: più era grande
la scarcella e più uova conteneva, più cose
c’erano da farsi perdonare...
a cura di Massimo Cassanelli
CARI GIOVANI,
OSATE L’AMORE!
Cari giovani, vorrei invitarvi a “osare
gni persona avverte il
l’amore”, a non desiderare cioè niendesiderio di amare e di
te di meno per la vostra vita che un
essere amata. Eppure quant’è
amore forte e bello, capace di rendedifficile amare, quanti errori e
re l’esistenza intera una gioiosa reafallimenti devono registrarsi
lizzazione del dono di voi stessi a
nell’amore! C’è persino chi
Dio e ai fratelli, ad imitazione
giunge a dubitare che
di Colui che mediante
l’amore sia possibile. Ma
l’amore ha vinto per semse carenze affettive o
pre l’odio e la morte (cfr
delusioni sentimentali
Ap 5,13). L’amore è la
possono far pensare
sola forza in grado di
che
amare
sia
cambiare
il
cuo re
un’utopia, un sogno
dell’uomo e l’umanità
irraggiungibile, bisointera, rendendo proficue
gna forse rassegnarsi?
le relazioni tra uomini e
No! L’amore è possibile
donne, tra ricchi e poveri,
e scopo di questo mio messaggio è di contri- tra culture e civiltà.
buire a ravvivare in ciascuno di voi, che siete
il futuro e la speranza dell’umanità, la fiducia
Dal Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI
nell’amore vero, fedele e forte; un amore
per la XXII Giornata Mondiale della Gioventù
che genera pace e gioia; un amore che lega
(1° aprile 2007).
le persone, facendole sentire libere nel reciIl testo integrale è disponibile sul sito
proco rispetto.
www.vatican.va nella sezione
O
AGAPE - REDAZIONE
Caporedattore
Donatella Di Pierro
Vice-Caporedattore
Massimo Cassanelli
In redazione
Nico Colamartino
Giovanni Contò
Valentina Cosmai
Nicolangelo De Vincenzo
Krizia Mastrapasqua
Mauro Saccucci
Hanno collaborato
don Sergio Ruggieri
Giulia Angarano
Alberto D’Andrea
Alfonsina Pasquale
Margherita Pasquale
Maurino Pedone
Silvia Sanna-Schmidtlein da Passau
- tutti gli intervistati in piazza -
leggi a colori questo numero di
AGAPE
dal sito www.ducinaltumaltervista.org
scrivici a
[email protected]
Carissimi amici della parrocchia e
carissimi lettori,
come cristiani siamo ormai prossimi a festeggiare la grande festa della Pasqua e siccome
con la Pasqua arrivano le uova e quindi le
sorprese, ho deciso di raccontarvi la sorpresa
più grande e commovente che ho avuto finora nella mia vita.
Sono italiana e da più di quindici anni vivo
in Germania, in Baviera nella bella città di
Passau. Però come tutti gli italiani all’estero
sono rimasta una nostalgica del mio Paese.
Spinta da questa grande nostalgia ho cominciato a ricercare nella rete mondiale di
Internet se anche in Italia qualcuno conosceva Passau, la mia città. E quindi immaginate
la mia grande sorpresa quando ho trovato
che nella vostra bellissima e incantevole
regione di terra e di mare, la Puglia, c’è
nell’antica città di Bisceglie una bianca chiesa che porta il nome di Passau: la vostra
parrocchia di Santa Maria di Passavia.
Che onore e che gioia poi è stato per me
quando nel 2003 ho conosciuto il vostro
parroco Don Sergio accompagnato dai suoi
parrocchiani, che avevano deciso, da veri
pellegrini, di intraprendere quel lungo viaggio per venire a visitare Passavia, il Duomo, le sue chiese, il vescovo, i suoi cittadini.
Il bello è che la mia grande sorpresa è viva e
si rinnova ogni volta che posso salutare di
cuore anch’io tutti i parrocchiani, Massimo e
Don Sergio porgendo loro oggi i saluti che mi
sono venuti dalla cara signora Maria Höllriegl e dal Vescovo emerito Franz Xaver Eder .
Buona Pasqua
Silvia Sanna-Schmidtlein
Già la Pasque s’avvecéne.
Véicchie, giùven’e uagnìune,
a la chiésie pòrt’ognìune
palme e crìuce a benedice.
E quann’ésse u saggiardòte
che la stòl’e l’acquasènde,
tutt’a spènge, tutte nnènde
pe la gran benedizziòne…
di Riccardo Monterisi
E pe tòtte la scernate
véde frasche sci gerènne,
ca se vònne regalènne,
palm’e crìuce benedètte.
Ed onìun’a chembessòie;
u precétte, la scarcédde,
la terròzze, la fresédde…
Oh, còm’ère bèll’appréme!
Nan te pòre chiù na chiésie,
Se deciaie a chire téimbe:
ma te pòre n’alevéte
“Chèss’è la palme, facime la pòce,
nda ne lòuche a Lamavète
quante mène u véinde fòrte. nan è téimbe de sta ngagnate,
pure le Turchie stònne mbòce,
chèss’è la palme, facime la pòce.”
a cura di Mauro Saccucci
Giulia Angarano
English teacher al liceo
scientifico “Da Vinci”
di Bisceglie
Nome, cognome
Professione
Alfonsina Pasquale
Imprenditrice in un’azienda
di famiglia che si occupa di
confezioni per bambini
4 figli maschi, il primo a 28 anni Numero di figli, a che Solo uno, Antonio, a 38 anni
età ha avuto il primo?
Si, sono stati voluti e fortunata- C’è una motivazione Inizialmente no, poi però il
mente mandati da Dio precisa alla base del lavoro mi ha spinto a non
numero di figli?
farne più
Tutto. Si ha meno tempo per sé stessi, si impara a dare la vita per gli
altri, per i propri figli. Comunque le
difficoltà maggiori le ho avute con i
primi due figli che sono nati a breve
distanza l’uno dall’altro.
Cosa è cambiato
nella sua vita?
Tantissimo. Antonio da piccolo era molto allegro;
quando ero al lavoro stavo
in ansia per lui ma quando
tornavo a casa era un sollievo per me vederlo allegro e
vivace.
Quando si sono dedicati alle
faccende domestiche,
nonostante siano maschi
Qual è la sorpresa
più grande fatta da
suo/dai suoi figlio/i?
Quando Antonio, andato in
vacanza all’estero, mi ha
scritto delle lettere
Aver formato una famiglia
Qual è stata la sorpresa E’ l’unica. Avere Antonio
più grande della sua vita?
Si, all’inizio ho rinunciato, poi ho
avuto provvidenzialmente un nuovo
incarico di lavoro e ho ricominciato
Ha mai pensato di
rinunciare alla sua
professione per i
figli?
No, perché mio figlio da
piccolo ha sempre avuto una
baby-sitter. Poi l’azienda si
trovava proprio sotto casa
Sognavo di viaggiare perché amavo le
lingue straniere poi per il numero di
figli ho cambiato programma
Da giovane cosa
sognava?
Ero molto appassionata nel lavoro e ho sempre sognato di autorealizzarmi in esso
All’inizio ho avuto l’aiuto dei miei Come concilia il
genitori. Adesso mi aiutano ancora. Mi lavoro con i figli?
alzo presto la mattina per preparargli
tutto e per il pranzo cucino la sera
oppure pranziamo da mia madre
Penso di fare una vita normale, lo
seguo in ciò che fa. Anche se adesso mi stanco a stargli dietro.
Non abbiate paura di mettere al mondo Rivolga un saluto I figli sono bellissimi, bisogna
figli nonostante questo sia un mondo o un consiglio ai stargli vicino e ascoltarli moldifficile ma con la Provvidenza di Dio si
futuri genitori
to
possono superare tutte le difficoltà lettori di agape
-103,-102,-101,-100....il conto alla rovescia devono essere sottoposti. Almeno per una
per i fatidici esami di stato è incominciato da volta in cinque anni sono loro che si sottoun pezzo...c’è chi non vede l’ora che arrivino, per “toglierseli davanti”, e chi invece
spera che i giorni passino mooolto lentamente...ma credo che tutti allo stesso modo attendano forse una delle giornate più belle del
quinto anno, il tanto atteso pranzo dei 100
giorni...Un giorno tradizionale, almeno per
noi del sud...in cosa consiste?...innanzi tutto
in genere corrisponde precisamente a 100
giorni prima degli esami, ed è un momento in
cui festeggiare la fine di questo quinquennio,
che ha lasciato tanto in noi...Una festa in
grande, direi, non solo tra ragazzi, ma anche
con i professori!!! E’ d’obbligo vestire in giac-
pongono al nostro integerrimo giudizio ☺ !!!
Urla e schiamazzi però si interrompono nel
momento più serio e forse più emozionante,
quello in cui i sono i proff a parlare. E’ un
attimo in cui riaffiorano nella mente di ognuno di noi tutti i flash degli anni trascorsi
insieme, momenti indimenticabili, che lasceranno sicuramente un’impronta indelebile
nel cuore di noi maturandi. Ma in alcuni
casi, come quello della sottoscritta, siamo
anche noi alunni ad essere chiamati a condividere con gli altri un nostro pensiero sugli
anni trascorsi, parole qualche volta accompagnate da qualche lacrimuccia. Ma poi la
ca e cravatta, per i boys, e in modo altrettanto elegante x le girls. Alle 8.10 o alle 9
tutti a scuola, girovagando per le classi,
orgogliosi di poter mostrare a tutti, almeno
per un giorno, quanto siamo belli (essendo
vestiti a festa ☺ )!!! Poi ancora baldoria a
scuola, musica e brindisi accompagnano così
le cinque ore. Quindi tutti insieme, proff
compresi, in direzione ristorante. Molti optano per l’agriturismo, altri per un ristorantino, ma comunque, in entrambi i casi, dopo
l’usuale “abbuffata” c’è spazio a volontà per
il divertimento. Balli e canzoni, animate dai
ragazzi, sono le torture a cui tutti i docenti
festa continua, il divertimento anche, fino al
momento del dolce. È arrivato quindi il momento dell’ultimo brindisi, quello conclusivo:
un saluto ai cinque anni ed un in bocca al
lupo a tutti i ragazzi, affinché proseguano
la loro carriera scolastica e la vita, nel migliore dei modi!!!
Donatella Di Pierro
ripetizioni “facili facili” del catechismo…
a cura di Nico Colamartino
1. Durante l’Ultima Cena Gesù istitui- c) pentitosi, tornò sui suoi passi, proclamansce:
dosi discepolo di Cristo durante il processo di Gesù dinanzi al Sinedrio
a) soltanto il Sacramento della Comu6. La condanna ufficiale del Signore,
nione
b) sia il Sacramento dell’Ordine Sacro affissa alla croce, per la quale Gesù
viene messo a morte è:
che della Comunione
c) il Sacramento del Battesimo, significaa) perché ha portato disordini sociali ai
to dalla Lavanda dei piedi
danni dell’Impero Romano, predicando la libertà degli schiavi
2. Durante la Lavanda dei Piedi, un
Apostolo si rifiuta di essere lavato i b) perché si è autoproclamato Re dei Giudei
c) perché è il Re dei Giudei
piedi dal Signore. Chi è?
7. Quali di questi personaggi, che
appaiono nella Passione di Gesù, in
realtà non è citato dai Vangeli:
3. Durante la preghiera nel Getsema- a) la Veronica
ni Gesù chiede al Padre:
b) Giuseppe di Arimatea
c) Simone di Cirène
a) di rafforzare il coraggio degli Apostoli perché lo aiutino a sfuggire al tradi- 8. Per sincerarsi dell’effettiva morte
mento di Giuda
di Gesù, i soldati:
b) che si compia la volontà di del Padre,
malgrado la sua paura di affrontare a) gli spezzano le gambe
b) gli trafiggono il costato
la Passione
c) che i discepoli sappiano restare svegli c) gli accostano alle labbra con una canna una spugna imbevuta di aceto
un’ora soltanto per consolare Gesù, che
suda sangue
9. Per evitare di far trafugare il corpo di
4. Durante il processo notturno ai Gesù, su richiesta dei Giudei, Pilato:
danni di Gesù, Pietro riesce ad entra- a) fa sigillare la pietra del sepolcro dai
re nel cortile della residenza del
notai, alla sua presenza
Sommo Sacerdote:
b) lo fa seppellire nel Tempio di Gerusalemme
a) perché si fa passare per Giuda, com- c) disloca presso il sepolcro alcune guardie permanentemente
plice dell’arresto, rinnegando pubblicamente Gesù
10. Il primo giorno dopo il sabato,
b) perché era stato ammesso come
giunta al sepolcro, Maria di Magdala
“testimone dei fatti” ma, interrogato
lo trova vuoto. Allora:
durante il processo, negò di conoscere Gesù
a) vede prima un angelo, che la consola,
c) grazie all’Apostolo Giovanni, che era conopoi vede Gesù risorto, ma lo confonde
sciuto dal Sommo Sacerdote
col giardiniere
b) vede due angeli sulla pietra ribaltata, e
5. Dopo aver rinnegato Gesù, Pietro:
fugge via per la paura
c) entra nel sepolcro e raccoglie le bende, per
a) pianse amaramente
portarle ai discepoli come testimonianza
b) supplicò il perdono, presentandosi ai
della resurrezione
piedi della croce di Gesù
- le soluzioni del test sono a pagina 15 -
a) Giovanni
b) Giuda
c) Pietro
Scriveva don Antonio, cinquant’anni fa...
Domenica 1 Aprile - Domenica delle Palme
ore 8.00 S.Messa con benedizione dei rami d’ulivo e lettura completa del Passio
ore 10.00 - 11.00 - 12.00 - 19.00 S.Messe domenicali come di consueto
Giovedì 5 Aprile - Giovedì Santo
ore 9.30 Trani, cattedrale, S.Messa crismale presieduta da mons. Arcivescovo
ore 18.30 in parrocchia (Santa Croce) S.Messa della Cena del Signore, con la Lavanda dei Piedi ai bambini
che nell’anno riceveranno la Prima Comunione
ore 20.00 - 23.00 adorazione eucaristica privata dinanzi all’altare della reposizione
ore 23-00 Ora Santa (ora di adorazione pubblica, come richiesta dal Sacro Cuore a S.Margherita)
Venerdì 6 Aprile - Venerdì Santo - DIGIUNO da un pasto principale e ASTINENZA dalle carni
ore 9.30 “incontro” in piazza Vittorio Emanuele
ore 12.00 presso Santa Croce, ora media comunitaria
ore 14.00 ufficio delle letture comunitario
ore 15.00 azione liturgia della Commemorazione della Morte del
Signore e adorazione della S.Croce
ore 18.00 Via Crucis parrocchiale
ore 19.30 Via Crucis cittadina in piazza Vittorio Emanuele
Sabato 7 Aprile - Sabato Santo
ore 9.30 - 12.30 e 18.00 - 20.00 Sante Confessioni presso Santa
Croce
ore 23.00 Solenne Veglia di Pasqua
Domenica 8 Aprile - Pasqua di Resurrezione
ore 8.30 - 10.00 - 11.00 - 12.00 - 19.00 SS.Messe
PREGHIERA ORIGINALE…
Un bambino pensando una preghiera, disse così: "Signore, questa notte
ti chiedo una cosa speciale … Trasformami in una televisione, così che
io possa occupare il suo posto. Mi piacerebbe vivere come vive la televisione di casa mia. In altre parole avere una stanza speciale per riunire
tutti i membri della mia famiglia attorno a me. Essere preso sul serio
quando parlo. Fa che io sia al centro dell’attenzione così che tutti mi
prestino ascolto senza interrompermi né discutere. Mi piacerebbe provare l’attenzione particolare che riceve la televisione quando qualcosa
non funziona ... E tener compagnia a mio papà quando torna a casa,
anche quando è stanco dal lavoro. E che mia mamma, al posto di ignorarmi, mi cerchi quando è sola e annoiata. E che i miei fratelli
e sorelle litighino per poter stare con me ... E che possa divertire tutta la famiglia, anche se a volte
non dica niente. Mi piacerebbe vivere la
sensazione di chi tralascia tutto per passare alcuni momenti al mio fianco. Signore
non ti chiedo molto. Solo vivere come
vive qualsiasi televisione".
da 10 a 7 risposte esatte
Conosci molto bene come si svolsero i fatti della morte di Gesù.
da 6 a 4 risposte esatte
Qualche elemento ti sfugge, circa
gli avvenimenti della Passione:
ascoltando il Vangelo il Venerdì
Santo potrai fugare tutti i dubbi.
da 3 a 0 risposte esatte
Quelli che sembrano dettagli
narrativi, in realtà sono segni
carichi di significati per la fede: se
non conosciamo la Passione di
Gesù, probabilmente ignoreremo
anche il significato della sua morte
in croce.
1.b 2.c 3.b 4.c 5.a 6.c 7.a 8.b 9.c 10.a
Soluzioni del test di pag.13
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i impastano 300 gr di farina 00 con 2