La liturgia di Pasqua è tutta un’esplosione di gioia, un grido l’attraversa: “Questo è il giorno che ha fatto il Signore: esultiamo insieme! Alleluia!”. I nostri fratelli della Chiesa Orientale, ancora oggi, quando si incontrano si abbracciano con questo saluto: “Cristo è davvero risorto!”. E’ questo l’annuncio che fece la gioia delle donne che andarono al sepolcro e appresero la notizia che il Signore della vita non era più lì; non poteva, come il seme di frumento, rimanere a lungo nella terra. E’ questo l’annuncio che di anno in anno a Pasqua rimbalza gioioso e sconvolgente nelle assemblee liturgiche dei cristiani e, da lì, nei nostri cuori, nelle nostre case, per le nostre strade. Celebriamo, infatti, la vita che irrompe e si fa strada a dispetto della morte. Dice l’apostolo Paolo: “Se Cristo, primogenito tra fratelli è risorto, anche noi risorgeremo”. Questo significa che la vita è così forte che va oltre la morte: cioè al di là della morte; c’è la vita che continua; vuol dire che l’ultima parola è quella della vita, del bene. Ecco la forza che anima il cristiano: la certezza di essere chiamato ad una vita piena e definitiva. “Sono risorto - dice il Signore - e sono sempre con voi!” La risurrezione di Cristo è non solo una realtà certa, ma anche presente, attuale, sperimentabile. Specie nell’Eucaristia domenicale, quando siamo riuniti nel Suo nome, il Signore è con noi. Ogni domenica è Pasqua perché partecipando all’Eucaristia, noi entriamo nel dinamismo della morte e risurrezione di Cristo e formiamo l’assemblea del Risorto. Gli evangelisti sono attenti nel rilevare che le apparizioni di Cristo non sono semplici prove della risurrezione, ma vere e proprie “convocazioni”, vere assemblee; per questo le apparizioni hanno quasi sempre un contesto comunitario come quello che vede i discepoli riuniti attorno ad una tavola in atto di consumare un pranzo o una cena in comune. Ogni domenica, il Risorto, personalmente ci convoca in assemblea per essere segno della sua continua presenza in mezzo agli uomini; in persona proclama e interpreta le Scritture, facendoci passare dalle tenebre alla luce di una fede viva; inoltre spezza il pane che fa di noi tutti un solo corpo; e infine ci invia in mezzo ai fratelli, perché possiamo essere quel “lievito nuovo” capace di far vibrare tutta la realtà che ci circonda, in un processo di rinnovamento e di trasformazione continua. Solo vivendo in profondità le esigenze della Pasqua il cristiano potrà spiegarsi perché vive in questo mondo. Con questi pensieri auguro a tutti di vivere intensamente la Settimana Santa e… Buona Pasqua! don Sergio sommario La Pasqua per il cristiano p.2 Carramba che sorpresa p.3 Culto e iconografia dei SS.Martiri p.4 Tutto il mondo è sorpresa p.5 Pasquaredde ste a m’n p.6 Sorprendimi… continuamente p.7 Prepariamo la Scarcella p.7 Cari giovani, osate l’amore p.8 Lettera da Passau p.10 La demèneche de re Palme p.10 Intervista doppia: due donne intraprendenti p.11 L’indimenticabile “pranzo dei 100 giorni” p.12 Test p.13 La gioia di Pasqua p.14 Appuntamenti della Settimana Santa p.15 Preghiera originale p.15 In copertina: Beato Angelico: Le Marie al Sepolcro, particolare. Museo S.Marco - Firenze Tornò a casa pieno di stupore... “C arramba che sorpresa!” Titolo irriverente per un giornale parrocchiale, esprime con linguaggio contemporaneo lo stupore che colse coloro che per primi videro il sepolcro vuoto, evento davvero sorprendente. Narra l’evangelista Luca che Pietro “tornò a casa pieno di stupore per l’accaduto” (Lc 24,12). Anche nell’episodio della pesca miracolosa, Luca racconta che Pietro e i suoi amici furono colti da grande stupore. E subito dopo aggiunge: “Lasciarono tutto e lo seguirono” (Lc 5,11). La fede e la decisione di seguire Gesù nascono dunque dallo stupore, dalla meraviglia di un incontro. Ma anche Aristotele nella Metafisica afferma che “gli uomini hanno incominciato a filosofare a causa della meraviglia” perché “chi prova un senso di dubbio e di meraviglia riconosce di non sapere”. Un grande scienziato come Pasteur dice che “Meravigliarsi di tutto è il primo passo della ragione verso la scoperta”. Einstein precisa: “Chi non è più in grado di provare né stupore né sorpresa è, per così dire, morto; i suoi occhi sono spenti”. Dunque l’uomo è veramente uomo grazie alla propria capacità di stupirsi, di non restare indifferente davanti a tutto ciò che lo circonda e soprattutto davanti a se stesso. Solo chi si stupisce è capace poi di interrogarsi, di riflettere, di cercare, di porre domande e trovare risposte. E questa è una grande ricchezza dell’uomo. Lo esprime bene Giovanni Paolo II nel suo testo poetico “Trittico Romano”, nel quale si legge: “Non si stupisce una fiumara scendente … però un umano si meraviglia”. E aggiunge, riferendosi ad Adamo: “Ed era solo, col suo stupore, tra le creature senza meraviglia – per le quali esistere e trascorrere era sufficiente”. E noi sappiamo ancora meravigliarci? O forse abbiamo imparato ad essere indifferenti a tutto, a non accorgerci delle cose belle e inattese, a guardare il mondo con gli occhi distratti di chi fa zapping? Siamo forse troppo abituati a correre, a districarci tra mille impegni, per cui non c’è possibilità di fermarsi e provare stupore? Oppure siamo ormai convinti di sapere tutto e che la tecnica possa dare risposte a tutti i nostri bisogni? Spesso si sente dire: “Oggi non c’é da stupirsi più di nulla”. Ma poi qualcosa si risveglia dentro di noi e ci ritroviamo a canticchiare “Quando i bambini fanno oh, che meraviglia, che meraviglia!” o ad esclamare davanti ad un televisore “Carramba che sorpresa!”. Massimo Cassanelli E’ il titolo di un piccolo volume, edito a cura della Regione Puglia e dell’Università della Terza Età di Bisceglie, che raccoglie le mie lezioni tenute sull’argomento nella sede dell’UNI3, nel corso di Storia dell’Arte; è disponibile fino ad esaurimento delle copie presso la stessa sede, per chi ne faccia richiesta. E’ stato presentato la sera del 25 novembre scorso nel corso di una bella cerimonia nella chiesa di san Domenico, preceduta dalla celebrazione eucaristica di mons. Giovanni Ricchiuti, arcivescovo di Acerenza e socio fondatore dell’UNI 3; hanno preso la parola lo stesso arcivescovo, che ha spiegato il significato religioso del culto delle reliquie, e l’avv. Giacinto La Notte, direttore del Museo Diocesano di Bisceglie, che accoglie la maggior parte delle opere prese in esame; a sua volta socio fondatore dell’UNI 3, egli realizzò nel 1994 una grande mostra iconografica sui nostri tre Santi, alla quale collaborai come funzionario della Soprintendenza e che mi fornì molti argomenti di riflessione; infine è toccato a me parlare della nuova pubblicazione, che si pone a complemento di alcuni miei studi legati alla nostra cattedrale, sull’edificio stesso, sul portale romanico, sui reliquiari d’argento. Il volumetto è diviso in due parti; la prima è dedicata alle origini del culto dei nostri Santi Martiri, collocandole nel tempo e nello spazio, indagandone le motivazioni storiche e sociali, su base documentaria; la seconda sviluppa il tema della storia dell’immagine che noi veneriamo, seguendone il percorso attraverso i secoli e cercando di spiegarne l’origine. Siamo fortunati perché disponiamo di un testo molto importante, un documento stilato proprio quando il culto incomincia, nel 1167, una Cronaca che puntualmente descrive gli eventi che precedettero, accompagnarono e seguirono il rinvenimento, nella campagna biscegliese, delle reliquie dei Santi martiri; essa inoltre ci consente di fare la conoscenza del suo autore, che risulta essere l’eccezionale protagonista sia della prima parte del libretto, sia, in un certo senso, anche della seconda, perché sarà lui a stabilire l’iconografia dei nostri Santi, grazie alla quale essi resteranno identificabili per sempre: si tratta di un grande vescovo di Bisceglie, Amando. Q uali sono le sorprese che stupiscono di più la gente? Le emozioni più forti che ci prendono? Chissà quante volte ce lo siamo chiesti e abbiamo avuto l’istinto irrefrenabile di chiederlo in giro. Noi lo abbiamo fatto! Eccoci qua, Mauro e Giovanni pronti per la nostra prima missione (impossibile). Una fredda domenica d’inverno armati di carta e penna partiamo per luoghi frequentati da giovani e meno giovani e via per Piazza San Francesco, Piazza Vittorio Emanuele e Via Tupputi domandando: “Qual è stata la sorpresa più grande della sua vita?” Le risposte sono state le più svariate e imprevedibili, da chi ha fatto riferimento a persone care come i figli, la ragazza o il ragazzo, il proprio fratello a chi ci ha parlato di situazioni inaspettate come una vincita al superenalotto, la nascita non prevista di un figlio desiderato da tanti anni, ma anche la nascita improvvisa di un figlio non proprio desiderato!! Ah dimenticavamo… l’arrivo di un parente con il quale non ci si incontrava da 20 anni! Ci sono stati riferiti anche episodi più leggeri e divertenti come l’incontro con un attore famoso al bar, l’aver ritrova- to il portafogli per strada dopo tre giorni dallo smarrimento, o lo scoprire un gatto randagio nel letto di casa! Ma le grandi sorprese, le forti emozioni possono anche essere negative: un’improvvisa aggressione subita, la truffa fatta da una persona di cui ci si fidava molto o un voto bassissimo dopo un esame brillante sostenuto all’università, sono tra queste risposte. La risposta più bella per noi? Quella di un simpatico ragazzo di colore che ci ha detto: “La sorpresa più bella? Avere avuto passaporto italiano!!”. Che dire?! Le nostre, ma sicuramente anche le vostre curiosità saranno state appagate… e abbiamo avuto anche un gran piacere e soddisfazione nel sentire la risposta di un anziano: “Voi giovani! Che diventate sempre più intraprendenti!”. Ed infine, anche noi aggiungiamo la nostra grande sorpresa: tra i tanti intervistati, un solo caso di evitabile colorita scortesia. Da parte di una signora, e col compiacimento di chi l’accompagnava... Davvero una grande sorpresa!! Pasquaredde stè a m’n! m’n! la Pasqua, cinquant’anni fa, nei ricordi di Maurino Pedone Cinquanta anni fa era molto importante prepararsi alla Pasqua: prima di tutto durante la Quaresima non si mangiava assolutamente carne, le macellerie infatti, lavoravano solo per i non credenti (si diceva: ten s' onna apr quen Pasquitt ova m’n); il giovedi Santo, era consuetudine visitare tutte le parrocchie per vedere i sepolcri e il Venerdi Santo l' incontro fra Gesù che porta la croce e la Madonna Addolorata era un rito molto sentito e commovente: le donne infatti rivivevano in prima persona il dolore della Madonna per la perdita del figlio perchè i loro figli o mariti erano in guerra o già morti per essa e dunque urlavano e piangevano dal dolore e si prostravano ai piedi della statua dell’Addolorata. La scena di tanti volti sui quali si leggeva una profonda sofferenza, spesso segnati dalle lacrime, mi è rimasta profondamente radicata. La gente piangeva per davvero, rompendo coi gemiti il profondo e rispettoso silenzio. La domenica di Pasqua invece, tutta la famiglia si riuniva a pranzo e si mangiava il ragù, l' agnello al forno con le patate, r fov d gung col formaggio (fave fresche), r scarciuf fritt (carciofi fritti). Erano pochi i bambini che ricevevano come regalo l'uovo di cioccolato; ricordo che il mio primo uovo di Pasqua lo vinsi nel 1946 ad una lotteria di una salumeria, con il numero 58: pesava 7 kg, era di cioccolato svizzero e all' interno c'era una bambola alta una ventina di centimetri, che mia madre collocò sulla coperta del suo letto. U lunedì du Pandein (lunedi del a cura di Nicolangelo De Vincenzo Pantano, ovvero la Pasquetta) era poi un giorno di feste e divertimenti: si andava col carretto e l'asinello in campagna dove si riunivano due o tre famiglie fra amici e parenti. Ognuna di queste aveva il compito di preparare le pietanze, che poi venivano messe in comune. Qualche volta, con grande sorpresa, capitava che i piatti erano gli stessi: non c'erano i cellulari per mettersi d'accordo sul menù… Per dolce c' erano sempre r pzzeitt (mandorle e gileppo): quando mia nonna li preparava, io ero solito “assaggiare” il gileppo ancora liquido servendomi del dito… e la nonna mi rimproverava: ”Tu agghia zmbo cur disct!”. Altri dolci immancabili erano: l ssmeindt (le sapienze), r ciambeill (ciambelle) e la scarcid, cioè un dolce cotto al forno, di svariate forme, con treccine di biscotto al cui centro veniva collocato un uovo sodo decorato con cera e colorante. I bambini giocavano a tzzuo r d' ouv: i due concorrenti con un uovo sodo in mano lo facevano urtare contro quello dell’avversario: vinceva chi restava con l’uovo sano, e guadagnava così quello rotto del perdente. C' erano però i bambini che slealmente dipingevano di rosa la pietra di mare (u lapid) spacciandola per uovo sodo, e quindi vincevano sempre. Dopo pranzo invece si facevano le passeggiate per far visita agli amici nelle zone adiacenti. Insomma, la Pasqua era prima digiuno, riflessione e poi con la Resurrezione di Cristo era finalmente festa e gioia di stare insieme. Sorprendimi…!!! Quanti vorrebbero dirlo ad un amico, alla persona che si ama o con la quale si è condivisa tutta la vita? Gli Stadio hanno voluto regalarci un’emozione con la loro canzone “Sorprendimi” pubblicata nel 2003 nell’album “Storie E Geografie”. Non è facile stupire qualcuno né tantomeno lasciarsi stupire. Ebbene bisogna lasciarsi andare in alcune occasioni non restare sempre chiusi nel guscio che autonomamente ci creiamo, c’è bisogno di persone che si lascino stupire, che accettino di cadere e chiedano aiuto ad un altro per rialzarsi; solo così è possibile arrivare davvero a capire le cose del mondo come gli Stadio stessi affermano nel loro testo. C’è bisogno di andare nel vento, di riaprire le proprie ali e affidarsi all’altro con fiducia tenendosi per mano. Si tratta a mio modo di vedere di un capolavoro musicale con una melodia che si adatta perfettamente al contesto di ciò che si sta esprimendo. In conclusione riprendo l’invito espresso nella canzone… ANDIAMO NEL VENTO E RIAPRIAMO LE ALI…non lasciamoci abbattere ma lasciamoci stupire dalla vita! Mauro Saccucci Adesso andiamo nel vento e riapriamo le ali c’è un volo molto speciale non torna domani respiro nel tuo respiro e ti tengo le mani qui non ci vede nessuno siam troppo vicini e troppo veri ... S i impastano 300 gr di farina 00 con 2 uova, 2 cucchiai da minestra di olio, 100 gr di zucchero, un po’ di latte, pochissimo sale e buccia di limone grattugiata. La pasta così preparata, si stende a ½ cm di altezza e si ritagliano da essa tre ovali, conservando i ritagli di pasta. Su una delle estremità dell’ovale si poggia 1 uovo, crudo e con il guscio ben lavato, e si fissa con i ritagli di pasta, ridotti a strisce e incrociate. Si cosparge il tutto di confettini colorati e di zucchero e si inforna poggiandola su una teglia appena unta. Controllare la cottura e sfornarla dorata. S uocere e nuore se la scambiavano il giorno di Pasqua, nella città vecchia, e dalla grandezza del dolce e dal numero delle uova che conteneva (sì…. perché possono esserci più uova nella stessa scarcella) chi osservava la scena poteva immaginare come fossero i rapporti fra le due: più era grande la scarcella e più uova conteneva, più cose c’erano da farsi perdonare... a cura di Massimo Cassanelli CARI GIOVANI, OSATE L’AMORE! Cari giovani, vorrei invitarvi a “osare gni persona avverte il l’amore”, a non desiderare cioè niendesiderio di amare e di te di meno per la vostra vita che un essere amata. Eppure quant’è amore forte e bello, capace di rendedifficile amare, quanti errori e re l’esistenza intera una gioiosa reafallimenti devono registrarsi lizzazione del dono di voi stessi a nell’amore! C’è persino chi Dio e ai fratelli, ad imitazione giunge a dubitare che di Colui che mediante l’amore sia possibile. Ma l’amore ha vinto per semse carenze affettive o pre l’odio e la morte (cfr delusioni sentimentali Ap 5,13). L’amore è la possono far pensare sola forza in grado di che amare sia cambiare il cuo re un’utopia, un sogno dell’uomo e l’umanità irraggiungibile, bisointera, rendendo proficue gna forse rassegnarsi? le relazioni tra uomini e No! L’amore è possibile donne, tra ricchi e poveri, e scopo di questo mio messaggio è di contri- tra culture e civiltà. buire a ravvivare in ciascuno di voi, che siete il futuro e la speranza dell’umanità, la fiducia Dal Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI nell’amore vero, fedele e forte; un amore per la XXII Giornata Mondiale della Gioventù che genera pace e gioia; un amore che lega (1° aprile 2007). le persone, facendole sentire libere nel reciIl testo integrale è disponibile sul sito proco rispetto. www.vatican.va nella sezione O AGAPE - REDAZIONE Caporedattore Donatella Di Pierro Vice-Caporedattore Massimo Cassanelli In redazione Nico Colamartino Giovanni Contò Valentina Cosmai Nicolangelo De Vincenzo Krizia Mastrapasqua Mauro Saccucci Hanno collaborato don Sergio Ruggieri Giulia Angarano Alberto D’Andrea Alfonsina Pasquale Margherita Pasquale Maurino Pedone Silvia Sanna-Schmidtlein da Passau - tutti gli intervistati in piazza - leggi a colori questo numero di AGAPE dal sito www.ducinaltumaltervista.org scrivici a [email protected] Carissimi amici della parrocchia e carissimi lettori, come cristiani siamo ormai prossimi a festeggiare la grande festa della Pasqua e siccome con la Pasqua arrivano le uova e quindi le sorprese, ho deciso di raccontarvi la sorpresa più grande e commovente che ho avuto finora nella mia vita. Sono italiana e da più di quindici anni vivo in Germania, in Baviera nella bella città di Passau. Però come tutti gli italiani all’estero sono rimasta una nostalgica del mio Paese. Spinta da questa grande nostalgia ho cominciato a ricercare nella rete mondiale di Internet se anche in Italia qualcuno conosceva Passau, la mia città. E quindi immaginate la mia grande sorpresa quando ho trovato che nella vostra bellissima e incantevole regione di terra e di mare, la Puglia, c’è nell’antica città di Bisceglie una bianca chiesa che porta il nome di Passau: la vostra parrocchia di Santa Maria di Passavia. Che onore e che gioia poi è stato per me quando nel 2003 ho conosciuto il vostro parroco Don Sergio accompagnato dai suoi parrocchiani, che avevano deciso, da veri pellegrini, di intraprendere quel lungo viaggio per venire a visitare Passavia, il Duomo, le sue chiese, il vescovo, i suoi cittadini. Il bello è che la mia grande sorpresa è viva e si rinnova ogni volta che posso salutare di cuore anch’io tutti i parrocchiani, Massimo e Don Sergio porgendo loro oggi i saluti che mi sono venuti dalla cara signora Maria Höllriegl e dal Vescovo emerito Franz Xaver Eder . Buona Pasqua Silvia Sanna-Schmidtlein Già la Pasque s’avvecéne. Véicchie, giùven’e uagnìune, a la chiésie pòrt’ognìune palme e crìuce a benedice. E quann’ésse u saggiardòte che la stòl’e l’acquasènde, tutt’a spènge, tutte nnènde pe la gran benedizziòne… di Riccardo Monterisi E pe tòtte la scernate véde frasche sci gerènne, ca se vònne regalènne, palm’e crìuce benedètte. Ed onìun’a chembessòie; u precétte, la scarcédde, la terròzze, la fresédde… Oh, còm’ère bèll’appréme! Nan te pòre chiù na chiésie, Se deciaie a chire téimbe: ma te pòre n’alevéte “Chèss’è la palme, facime la pòce, nda ne lòuche a Lamavète quante mène u véinde fòrte. nan è téimbe de sta ngagnate, pure le Turchie stònne mbòce, chèss’è la palme, facime la pòce.” a cura di Mauro Saccucci Giulia Angarano English teacher al liceo scientifico “Da Vinci” di Bisceglie Nome, cognome Professione Alfonsina Pasquale Imprenditrice in un’azienda di famiglia che si occupa di confezioni per bambini 4 figli maschi, il primo a 28 anni Numero di figli, a che Solo uno, Antonio, a 38 anni età ha avuto il primo? Si, sono stati voluti e fortunata- C’è una motivazione Inizialmente no, poi però il mente mandati da Dio precisa alla base del lavoro mi ha spinto a non numero di figli? farne più Tutto. Si ha meno tempo per sé stessi, si impara a dare la vita per gli altri, per i propri figli. Comunque le difficoltà maggiori le ho avute con i primi due figli che sono nati a breve distanza l’uno dall’altro. Cosa è cambiato nella sua vita? Tantissimo. Antonio da piccolo era molto allegro; quando ero al lavoro stavo in ansia per lui ma quando tornavo a casa era un sollievo per me vederlo allegro e vivace. Quando si sono dedicati alle faccende domestiche, nonostante siano maschi Qual è la sorpresa più grande fatta da suo/dai suoi figlio/i? Quando Antonio, andato in vacanza all’estero, mi ha scritto delle lettere Aver formato una famiglia Qual è stata la sorpresa E’ l’unica. Avere Antonio più grande della sua vita? Si, all’inizio ho rinunciato, poi ho avuto provvidenzialmente un nuovo incarico di lavoro e ho ricominciato Ha mai pensato di rinunciare alla sua professione per i figli? No, perché mio figlio da piccolo ha sempre avuto una baby-sitter. Poi l’azienda si trovava proprio sotto casa Sognavo di viaggiare perché amavo le lingue straniere poi per il numero di figli ho cambiato programma Da giovane cosa sognava? Ero molto appassionata nel lavoro e ho sempre sognato di autorealizzarmi in esso All’inizio ho avuto l’aiuto dei miei Come concilia il genitori. Adesso mi aiutano ancora. Mi lavoro con i figli? alzo presto la mattina per preparargli tutto e per il pranzo cucino la sera oppure pranziamo da mia madre Penso di fare una vita normale, lo seguo in ciò che fa. Anche se adesso mi stanco a stargli dietro. Non abbiate paura di mettere al mondo Rivolga un saluto I figli sono bellissimi, bisogna figli nonostante questo sia un mondo o un consiglio ai stargli vicino e ascoltarli moldifficile ma con la Provvidenza di Dio si futuri genitori to possono superare tutte le difficoltà lettori di agape -103,-102,-101,-100....il conto alla rovescia devono essere sottoposti. Almeno per una per i fatidici esami di stato è incominciato da volta in cinque anni sono loro che si sottoun pezzo...c’è chi non vede l’ora che arrivino, per “toglierseli davanti”, e chi invece spera che i giorni passino mooolto lentamente...ma credo che tutti allo stesso modo attendano forse una delle giornate più belle del quinto anno, il tanto atteso pranzo dei 100 giorni...Un giorno tradizionale, almeno per noi del sud...in cosa consiste?...innanzi tutto in genere corrisponde precisamente a 100 giorni prima degli esami, ed è un momento in cui festeggiare la fine di questo quinquennio, che ha lasciato tanto in noi...Una festa in grande, direi, non solo tra ragazzi, ma anche con i professori!!! E’ d’obbligo vestire in giac- pongono al nostro integerrimo giudizio ☺ !!! Urla e schiamazzi però si interrompono nel momento più serio e forse più emozionante, quello in cui i sono i proff a parlare. E’ un attimo in cui riaffiorano nella mente di ognuno di noi tutti i flash degli anni trascorsi insieme, momenti indimenticabili, che lasceranno sicuramente un’impronta indelebile nel cuore di noi maturandi. Ma in alcuni casi, come quello della sottoscritta, siamo anche noi alunni ad essere chiamati a condividere con gli altri un nostro pensiero sugli anni trascorsi, parole qualche volta accompagnate da qualche lacrimuccia. Ma poi la ca e cravatta, per i boys, e in modo altrettanto elegante x le girls. Alle 8.10 o alle 9 tutti a scuola, girovagando per le classi, orgogliosi di poter mostrare a tutti, almeno per un giorno, quanto siamo belli (essendo vestiti a festa ☺ )!!! Poi ancora baldoria a scuola, musica e brindisi accompagnano così le cinque ore. Quindi tutti insieme, proff compresi, in direzione ristorante. Molti optano per l’agriturismo, altri per un ristorantino, ma comunque, in entrambi i casi, dopo l’usuale “abbuffata” c’è spazio a volontà per il divertimento. Balli e canzoni, animate dai ragazzi, sono le torture a cui tutti i docenti festa continua, il divertimento anche, fino al momento del dolce. È arrivato quindi il momento dell’ultimo brindisi, quello conclusivo: un saluto ai cinque anni ed un in bocca al lupo a tutti i ragazzi, affinché proseguano la loro carriera scolastica e la vita, nel migliore dei modi!!! Donatella Di Pierro ripetizioni “facili facili” del catechismo… a cura di Nico Colamartino 1. Durante l’Ultima Cena Gesù istitui- c) pentitosi, tornò sui suoi passi, proclamansce: dosi discepolo di Cristo durante il processo di Gesù dinanzi al Sinedrio a) soltanto il Sacramento della Comu6. La condanna ufficiale del Signore, nione b) sia il Sacramento dell’Ordine Sacro affissa alla croce, per la quale Gesù viene messo a morte è: che della Comunione c) il Sacramento del Battesimo, significaa) perché ha portato disordini sociali ai to dalla Lavanda dei piedi danni dell’Impero Romano, predicando la libertà degli schiavi 2. Durante la Lavanda dei Piedi, un Apostolo si rifiuta di essere lavato i b) perché si è autoproclamato Re dei Giudei c) perché è il Re dei Giudei piedi dal Signore. Chi è? 7. Quali di questi personaggi, che appaiono nella Passione di Gesù, in realtà non è citato dai Vangeli: 3. Durante la preghiera nel Getsema- a) la Veronica ni Gesù chiede al Padre: b) Giuseppe di Arimatea c) Simone di Cirène a) di rafforzare il coraggio degli Apostoli perché lo aiutino a sfuggire al tradi- 8. Per sincerarsi dell’effettiva morte mento di Giuda di Gesù, i soldati: b) che si compia la volontà di del Padre, malgrado la sua paura di affrontare a) gli spezzano le gambe b) gli trafiggono il costato la Passione c) che i discepoli sappiano restare svegli c) gli accostano alle labbra con una canna una spugna imbevuta di aceto un’ora soltanto per consolare Gesù, che suda sangue 9. Per evitare di far trafugare il corpo di 4. Durante il processo notturno ai Gesù, su richiesta dei Giudei, Pilato: danni di Gesù, Pietro riesce ad entra- a) fa sigillare la pietra del sepolcro dai re nel cortile della residenza del notai, alla sua presenza Sommo Sacerdote: b) lo fa seppellire nel Tempio di Gerusalemme a) perché si fa passare per Giuda, com- c) disloca presso il sepolcro alcune guardie permanentemente plice dell’arresto, rinnegando pubblicamente Gesù 10. Il primo giorno dopo il sabato, b) perché era stato ammesso come giunta al sepolcro, Maria di Magdala “testimone dei fatti” ma, interrogato lo trova vuoto. Allora: durante il processo, negò di conoscere Gesù a) vede prima un angelo, che la consola, c) grazie all’Apostolo Giovanni, che era conopoi vede Gesù risorto, ma lo confonde sciuto dal Sommo Sacerdote col giardiniere b) vede due angeli sulla pietra ribaltata, e 5. Dopo aver rinnegato Gesù, Pietro: fugge via per la paura c) entra nel sepolcro e raccoglie le bende, per a) pianse amaramente portarle ai discepoli come testimonianza b) supplicò il perdono, presentandosi ai della resurrezione piedi della croce di Gesù - le soluzioni del test sono a pagina 15 - a) Giovanni b) Giuda c) Pietro Scriveva don Antonio, cinquant’anni fa... Domenica 1 Aprile - Domenica delle Palme ore 8.00 S.Messa con benedizione dei rami d’ulivo e lettura completa del Passio ore 10.00 - 11.00 - 12.00 - 19.00 S.Messe domenicali come di consueto Giovedì 5 Aprile - Giovedì Santo ore 9.30 Trani, cattedrale, S.Messa crismale presieduta da mons. Arcivescovo ore 18.30 in parrocchia (Santa Croce) S.Messa della Cena del Signore, con la Lavanda dei Piedi ai bambini che nell’anno riceveranno la Prima Comunione ore 20.00 - 23.00 adorazione eucaristica privata dinanzi all’altare della reposizione ore 23-00 Ora Santa (ora di adorazione pubblica, come richiesta dal Sacro Cuore a S.Margherita) Venerdì 6 Aprile - Venerdì Santo - DIGIUNO da un pasto principale e ASTINENZA dalle carni ore 9.30 “incontro” in piazza Vittorio Emanuele ore 12.00 presso Santa Croce, ora media comunitaria ore 14.00 ufficio delle letture comunitario ore 15.00 azione liturgia della Commemorazione della Morte del Signore e adorazione della S.Croce ore 18.00 Via Crucis parrocchiale ore 19.30 Via Crucis cittadina in piazza Vittorio Emanuele Sabato 7 Aprile - Sabato Santo ore 9.30 - 12.30 e 18.00 - 20.00 Sante Confessioni presso Santa Croce ore 23.00 Solenne Veglia di Pasqua Domenica 8 Aprile - Pasqua di Resurrezione ore 8.30 - 10.00 - 11.00 - 12.00 - 19.00 SS.Messe PREGHIERA ORIGINALE… Un bambino pensando una preghiera, disse così: "Signore, questa notte ti chiedo una cosa speciale … Trasformami in una televisione, così che io possa occupare il suo posto. Mi piacerebbe vivere come vive la televisione di casa mia. In altre parole avere una stanza speciale per riunire tutti i membri della mia famiglia attorno a me. Essere preso sul serio quando parlo. Fa che io sia al centro dell’attenzione così che tutti mi prestino ascolto senza interrompermi né discutere. Mi piacerebbe provare l’attenzione particolare che riceve la televisione quando qualcosa non funziona ... E tener compagnia a mio papà quando torna a casa, anche quando è stanco dal lavoro. E che mia mamma, al posto di ignorarmi, mi cerchi quando è sola e annoiata. E che i miei fratelli e sorelle litighino per poter stare con me ... E che possa divertire tutta la famiglia, anche se a volte non dica niente. Mi piacerebbe vivere la sensazione di chi tralascia tutto per passare alcuni momenti al mio fianco. Signore non ti chiedo molto. Solo vivere come vive qualsiasi televisione". da 10 a 7 risposte esatte Conosci molto bene come si svolsero i fatti della morte di Gesù. da 6 a 4 risposte esatte Qualche elemento ti sfugge, circa gli avvenimenti della Passione: ascoltando il Vangelo il Venerdì Santo potrai fugare tutti i dubbi. da 3 a 0 risposte esatte Quelli che sembrano dettagli narrativi, in realtà sono segni carichi di significati per la fede: se non conosciamo la Passione di Gesù, probabilmente ignoreremo anche il significato della sua morte in croce. 1.b 2.c 3.b 4.c 5.a 6.c 7.a 8.b 9.c 10.a Soluzioni del test di pag.13