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Responsabilità sociale di impresa
La responsabilità sociale d'impresa
La Responsabilità Sociale d'Impresa può essere definita
come:« integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali
ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni
commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate. »
Essere socialmente responsabili significa: “Non solo soddisfare
pienamente gli obblighi giuridici applicabili ma anche andare al di là
investendo di più nel capitale umano, nell’ambiente e nei rapporti con
le altre parti interessate”
(Libro Verde: Promuovere un quadro europeo per la responsabilità sociale delle imprese, Commissione
Europea 18/7/2001)
In questo modulo analizzeremo i comportamenti dell’impresa in rapporto
all’ambiente in cui opera per arrivare a una sua definizione etica e per
individuare le certificazioni e i codici di responsabilità sociale. Infine, vedremo
come i consumatori di oggi, attenti alle problematiche relative ai bisogni sociali e
ambientali, condizionino l’operare delle imprese.
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Prerequisiti e obiettivi disciplinari
Conoscenze preliminari
Conoscere il significato di impresa
Saper cogliere le relazioni intercorrenti tra i soggetti di un sistema economico
Obiettivi
Sapere
La dimensione sociale dell'impresa,
l'impatto sociale e ambientale, lo sviluppo
sostenibile
I principali strumenti di responsabilità
sociale di impresa
Saper fare
Individuare il rapporto tra l'impresa
etica e i suoi stakeholders
Riconoscere il ruolo dei
consumatori nel contesto
economico attuale
Individuare i limiti della RSI
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Il contesto
Un'impresa che adotti un comportamento socialmente responsabile, monitorando e
rispondendo alle aspettative economiche, ambientali, sociali di tutti i portatori di
interesse (stakeholders) coglie anche l'obiettivo di conseguire un vantaggio competitivo
e a massimizzare gli utili di lungo periodo.
Un prodotto, infatti, non è apprezzato unicamente per le caratteristiche qualitative
esteriori o funzionali; il suo valore è stimato in gran parte per le caratteristiche non
materiali, quali le condizioni di fornitura, i servizi di assistenza e di personalizzazione,
l’immagine ed infine la storia del prodotto stesso.
La consapevolezza, dei produttori e dei consumatori, circa la centralità di tali aspetti
nelle dinamiche competitive e la “tracciabilità storica” della catena dei processi che
hanno portato alla realizzazione del prodotto stanno attualmente guadagnando
l’attenzione dei vari attori presenti sul mercato.
Risulta pertanto evidente come l’impegno “etico” di un’impresa sia entrato direttamente
nella cosiddetta catena del valore prospettando così l’utilizzo di nuovi percorsi e leve
competitive coerenti con uno “sviluppo sostenibile” per la collettività. All’interno del
mercato globale e locale, le imprese non hanno, infatti, un’esistenza a sé stante, ma
sono enti che vivono e agiscono in un tessuto sociale che comprende vari soggetti, tra
cui spicca sicuramente una società civile molto attenta all’operato imprenditoriale.
Fonti: (1)
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L'impatto sociale e ambientale
Negli ultimi anni il problema della tutela dell’ambiente naturale e delle realtà
sociali si è fatto sempre più pressante, diventando un fatto sociale e
culturale di notevole rilevanza. Anche le imprese sono coinvolte in questa
azione di sensibilizzazione, non solo attraverso specifiche norme, ma anche
su iniziativa volontaria.
L’impatto sociale consiste nell’insieme degli effetti provocati sulla
situazione sociale e culturale da iniziative economiche; in modo
analogo, l’impatto ambientale è dato dalle alterazioni dell’ambiente
provocate da cause artificiali collegate a iniziative di carattere
economico.
Alcune delle situazioni che sono analizzate nello studio dell’impatto sociale
si riferiscono, ad esempio, al rispetto delle condizioni di lavoro, all’assenza
di lavoro minorile e alla preferenza dei prodotti con elevato contenuto di
manodopera come quelli artigianali.
Per ciò che riguarda l’impatto ambientale gli aspetti da considerare sono
molteplici, ad esempio l’assenza di inquinamento e il basso consumo di
energia, l’utilizzo di materiali riciclati e la preferenza di prodotti di lunga
durata che possano essere riparati.
In casi particolari l’impatto ambientale e sociale sono soggetti a valutazione
e l’impresa può esserne interessata.
Fonti: (2)
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Lo sviluppo sostenibile
L’impresa si trova a interagire in un contesto complesso, destinato a
modificarsi nel tempo anche in relazione alle scelte economiche, sia delle
stesse imprese sia dei governi. Per poter rispondere al meglio alle esigenze
sociali è opportuno tenere presente che tale contesto deve essere
adeguatamente sviluppato, in modo sostenibile.
Lo sviluppo sostenibile consiste in una crescita economica equa ed
equilibrata che permetta il miglioramento del benessere della
società, tenendo conto non solo delle esigenze attuali, ma anche di
quelle delle generazioni future, che vanno salvaguardate.
Si tratta di ricercare una migliore qualità della vita, per tutti, adesso e per le
generazioni che verranno, attraverso un sviluppo economico adeguato e una
contestuale protezione degli esseri umani, in una situazione in cui esistono
squilibri demografici e economici tra paesi industrializzati e non.
Questo tipo di sviluppo vuole anche rispondere alla richiesta di tutelare le
risorse planetarie, in certi casi scarse, nell’ottica di promuovere nel lungo
periodo prospettive di crescita che non siano limitate oggi da sfruttamento
anomalo delle risorse, da sprechi e/o da investimenti non adeguati.
Il concetto di sviluppo sostenibile, pertanto, tiene conto di tre
dimensioni, che sono quelle dell’equilibrio economico, ambientale e
sociale, che devono essere correttamente collegate e armonizzate nel
medio-lungo periodo.
Fonti: (3)
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U.E. e sviluppo sostenibile
L’Unione europea da tempo ha adottato questo concetto di sviluppo attraverso la
partecipazione a importanti incontri, dove sono state prese iniziative specifiche sulle
quali concentrare le politiche comunitarie. Alcuni tra gli obiettivi più importanti da
raggiungere nel contesto di uno sviluppo sostenibile si riferiscono ai seguenti aspetti,
per i quali l’Unione europea ha stanziato dei fondi:
le risorse idriche, per ridurre il numero di persone che non hanno accesso all’acqua
potabile e ai servizi igienici;
la produzione di energia, per cercare di incrementare l’uso di fonti rinnovabili, come ad
esempio l’energia solare;
la protezione della biodiversità, per evitare quanto possibile l’estinzione della varietà
degli esseri viventi;
l’attenzione ai cambiamenti climatici, che possono essere prodotti da un utilizzo
anomalo di sostanze disperse nell’aria;
la cooperazione tra paesi ricchi e paesi poveri, nei confronti dei quali sono stati
elaborati diversi progetti relativi ad aree di intervento, come ad esempio la purificazione
delle acque, che hanno lo scopo di migliorare le condizioni di vita e ridurre lo stato di
povertà;
le imprese europee, che devono essere incoraggiate ad assumere la loro
responsabilità sociale.
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Fonti: (4)
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armi
artigianali
benessere
distribuzione
energia
generazioni
imballaggio
inquinamento
minorile
regimi
riciclati
risorse
Il consumo critico deve tenere conto sia dell'impatto sociale che di quello
ambientale.
Impatto Sociale
* Assenza di lavoro
.
* Assenza di produzione di
.
* Assenza di rapporti con
oppressivi.
* Preferenza verso prodotti
, o in generale a elevato
contenuto di manodopera.
Impatto Ambientale
* Assenza di
* Basso consumo di
* Elevato utilizzo di materiali
dovuto agli impianti.
della tecnologia impiegata.
o risorse rinnovabili, basso
utilizzo di risorse non rinnovabili.
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L'impresa etica
L’impresa etica fonda la sua attività su regole di condotta morali
che la portano a svolgere l’attività aziendale tutelando in modo
esplicito gli aspetti sociali e ambientali.
Nell’impresa etica sono definite in modo chiaro le responsabilità
etico-sociali dei soggetti coinvolti nell’attività di impresa; qui sono
perseguiti il rispetto dei diritti umani, e quindi dei lavoratori, la tutela contro
lo sfruttamento dei minori e le garanzie di sicurezza sul posto di lavoro
attraverso un codice etico applicato e controllato dai responsabili aziendali.
Fonti: (5)
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Le attenzioni dell'impresa al territorio
L’impresa socialmente responsabile svolge un ruolo fondamentale
nel perseguire uno sviluppo sostenibile che permetta, nel contempo,
di stimolare la crescita economica mediante il rafforzamento della
competitività e di garantire la tutela dell’ambiente naturale e
sociale.
Le imprese possono trarre vantaggio dal programmare e gestire la propria
attività in linea con i principi ecologici, proprio perché il danno ambientale si
può ripercuotere negativamente sull’attività aziendale, determinando uno
spreco di risorse e danni spesso irreparabili, nonché una perdita di
immagine. Gli interventi autonomi delle aziende possono riferirsi al
risparmio di risorse, al riutilizzo o al recupero delle risorse già impiegate in
precedenza e alla sostituzione di materiali con elevato impatto ambientale
con altri meno inquinanti e dannosi.
Ad esempio, le imprese si trovano spesso a dover combattere forme di
inquinamento quali l’inquinamento idrico, atmosferico e del suolo attraverso i
rifiuti.
Fonti: (6)
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La condivisione sociale del progetto di impresa
L’impresa nasce su iniziativa dell’imprenditore o dei soci e questi soggetti
sono i primi ad essere interessati e coinvolti nell’attività aziendale.
È necessario, però, considerare che l’impresa non può sottostare
esclusivamente alla logica del tornaconto personale, ma che, essendo
inserita in un contesto geografico e sociale, deve collegarsi e coordinarsi
con l’ambiente in cui è inserita. Ecco allora che, oltre ai portatori di capitale
di rischio, possiamo individuare altri soggetti che sono strettamente
collegati all’impresa.
Gli stakeholder, pertanto, sono tutti i soggetti interessati in modo
diretto o indiretto all’attività aziendale e che assumono un ruolo
fondamentale nell’impresa, in particolare nell’impresa etica.
Gli stakeholder primari sono i soggetti necessari per la sopravvivenza
dell’impresa, come l’imprenditore o i soci, i dipendenti e i collaboratori, i
finanziatori, i clienti e i fornitori, la Pubblica amministrazione, che fornisce
le infrastrutture, i mercati e le norme.
Gli stakeholder secondari sono i soggetti che non sono indispensabili per
la sopravvivenza di un’impresa o che non hanno un’influenza diretta sullo
svolgimento dell’attività aziendale; in questo contesto, nell’ambito del
concetto di sviluppo sostenibile, possiamo individuare le generazioni future.
Il concetto di stakeholder, nell’ambito dell’impresa etica è allargato e
funzionale al suo sviluppo; in questo contesto diventa importante prendere
iniziative che tengano conto delle esigenze di tutti, in modo tale che il
progetto di impresa risulti condivisibile e accettato.
In questo intreccio di soggetti e interessi diversi i consumatori
assumono un ruolo speciale, perché sono loro che decretano la bontà
o l’affossamento dei prodotti presenti sul mercato.
Fonti: (7)
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Minitest - riempimento 2
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ambiente
bisogni
profitto
responsabili
creazione
ricchezza
innovare
sociale
massimizzando
sostenibile
tutti
Le principali funzioni di un'impresa consistono nel creare valore tramite la
produzione di beni e servizi che la società richiede, generando al contempo
profitti per i suoi titolari e azionisti nonché
per la società, in
particolare tramite un processo continuo di
di posti di lavoro.
Tuttavia, le nuove forme di pressione sociale e commerciale inducono le
imprese a modificare progressivamente i propri valori ed orizzonti.
Le imprese prendono sempre più coscienza del fatto che gli obiettivi di un
successo commerciale sostenibile e di benefici durevoli per gli azionisti non
sono perseguibili
i profitti a breve termine, bensì
adottando comportamenti vigili nei confronti del mercato, ma
nei confronti di tutti gli interlocutori con cui la stessa ha
rapporti.
Occorre “ripensare un modello di sviluppo basato soprattutto sulla finanza e sul
profitto” e far crescere la consapevolezza della “responsabilità
dell'impresa”. E' quanto ha detto Benedetto XVI nell'incontrarsi questo sabato
(06/02/2010), in Vaticano, con i dirigenti e il personale dell'Azienda Comunale
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I principali strumenti di RSI
I principali strumenti di applicazione della Responsabilità sociale di impresa (Corporate
Social Responsibility - CSR) sono:
1) AA 1000;
2) SA 8000;
3) Bilancio Sociale (a cura del prof. Salvatore Nucci, sul sito Economia-aziendale.it);
4) Social Statement;
5) Codice Etico;
6) Global Compact;
7) ISO 26000;
8) Il progetto Q-RES
In questa unità didattica ci soffermiamo sul "codice etico" e sulla "certificazione SA
8000".
Gli altri strumenti sono consultabili sul sito della Camera di Commercio di Savona
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Codice etico
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Il Codice Etico o di Condotta
Il Codice Etico può definirsi come la "Carta Costituzionale" dell'impresa, ovvero una
carta dei diritti e dei doveri morali che definisce la responsabilità etico-sociale di ogni
partecipante all'organizzazione imprenditoriale. In pratica, è uno strumento volontario
e non vincolante ai sensi di legge che costituisce una dichiarazione di valori di cui
un'organizzazione si dota.
E' un mezzo a disposizione delle imprese per prevenire comportamenti irresponsabili o
illeciti da parte di chi opera in nome e per conto dell'azienda, perché introduce una
definizione chiara ed esplicita delle responsabilità etiche e sociali dei propri dirigenti,
quadri, dipendenti e spesso anche fornitori verso i diversi gruppi di stakeholders.
Il Codice Etico è uno strumento di implementazione dell'etica all'interno dell'azienda e
per lo stakeholder manager costituisce un mezzo che permette di garantire una
gestione equa ed efficace delle transazioni e delle relazioni umane e che sostiene la
reputazione dell'impresa, in modo da creare fiducia verso l'esterno. La sua credibilità,
ad oggi, dipende dal livello di serietà e di monitoraggio a cui è sottoposto dall'impresa e
dagli stakeholders.
Queste le finalità del codice di condotta:
- eliminare o prevenire atti palesemente contrari alla morale comune o agli interessi
dell'impresa;
- aiutare i dipendenti a risolvere problematiche di natura "etica";
- migliorare il rapporto con gli stakeholders.
Alcuni principi generali contenuti nel Codice Etico sono:
- equità ed eguaglianza;
- trasparenza;
- onestà;
- diligenza;
- imparzialità;
- riservatezza;
- tutela della persona;
- tutela ambientale.
Alcuni esempi di Codice Etico
- Il Codice di Condotta di Granarolo S.p.A. (Formato file pdf - 187 kb)
- Il Codice Etico del Gruppo Edison. (Formato file pdf - 139 kb)
- Il Codice di Condotta del Gruppo Fiat. (Formato file pdf - 67 kb)
- Il Codice Etico del gruppo CARIGE. (Formato file pdf - 511,34 kb)
- Il Codice Etico del gruppo Generali. (Formato file pdf - 230 kb)
- Il Codice Etico di Poste Italiane S.p.A. (Formato file pdf - 1,22 Mb)
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Fonti: (8)
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SA 8000
E' l'unico standard internazionale volontario di certificazione rilasciato da terzi, secondo
un meccanismo analogo a quello utilizzato per i sistemi di gestione UNI EN ISO 9000
(Sistema di Qualità), UNI EN ISO 14000 ed EMAS II (Sistemi di Gestione Ambientale),
che mira a coniugare criteri di gestione aziendali e principi di responsabilità sociale.
L'SA 8000 riguarda: il rispetto dei diritti umani, il rispetto dei diritti dei lavoratori, la tutela
contro lo sfruttamento dei minori, le garanzie di sicurezza e igiene sul posto di lavoro.
Nello specifico, quindi, SA8000 prevede otto requisiti sociali, che devono essere
soddisfatti dall'azienda richiedente la certificazione:
1) lavoro infantile;
2) lavoro obbligato;
3) salute e sicurezza sul lavoro;
4) libertà di associazione e diritto alla contrattazione collettiva;
5) discriminazione;
6) procedure disciplinari;
7) orario di lavoro;
8) criteri retributivi.
A questi si aggiunge un ulteriore requisito relativo all'adozione da parte dell'azienda di
un sistema di gestione della responsabilità sociale orientato al miglioramento continuo.
SA 8000 richiama, quindi, in modo specifico i documenti internazionali che devono
essere rispettati dall'azienda che intende certificarsi e che costituiscono la base su cui è
stata elaborata la norma SA 8000. Tra questi, a titolo di esempio, abbiamo: la
dichiarazione Universale dei Diritti Umani dell'ONU;
- Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia dell'ONU; la convenzione delle
Nazioni Unite per eliminare tutte le forme di discriminazione contro le donne; le
convenzioni ILO 29 e 105 (Lavoro Obbligato e Vincolato). Elenco completo nel link a
fondo pagina.
L´applicazione dello standard SA 8000 offre alle aziende un'importante occasione per
dimostrare il loro impegno verso l'attuazione di buone pratiche nella produzione e nella
gestione etica delle merci che producono e vendono.
I propositi della SA 8000 sono principalmente i seguenti:
- migliorare globalmente le condizioni di lavoro;
- fornire una norma universale per tutti i mercati e le nazioni;
- lavorare in parallelo con le organizzazioni del lavoro e per i diritti umani a livello
mondiale;
- fornire un incentivo che dia beneficio al mercato ed ai consumatori.
Gli obiettivi dello standard SA 8000 sono:
- sviluppare, mantenere e sostenere politiche e procedure al fine di gestire gli aspetti
che possono essere controllati o influenzati;
- dimostrare alle parti interessate che le politiche, le procedure e la loro applicazione
sono conformi ai requisiti della norma.
Le principali motivazioni che spingono le aziende e le organizzazioni ad utilizzare lo
standard SA 8000 sono per lo più le seguenti:
- preservare la credibilità e la reputazione: la dimostrazione del rispetto dei diritti umani
e dei lavoratori attraverso un sistema di gestione di responsabilità sociale genera nel
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mercato un'immagine positiva che si riflette in una maggiore rispettabilità del marchio
aziendale;
- maggiore fiducia da parte dei consumatori e delle organizzazioni sociali;
- miglioramento dei rapporti con le istituzioni;
- controllo dell'eticità e della correttezza sociale nella catena dei fornitori e dei
sub-fornitori;
- miglioramento del clima aziendale: i lavoratori si sentono tutelati dall'impresa stessa in
cui operano, che si assume impegni precisi per il miglioramento continuo delle
condizioni di lavoro e maggiormente coinvolti nel raggiungimento degli obiettivi.
Caratteristica della SA 8000 è la sua particolare flessibilità, in quanto può essere
applicata sia nei Paesi in via di sviluppo, sia nei Paesi industrializzati, da aziende
piccole e di grandi dimensioni, nonché da enti pubblici e privati.
Ulteriore caratteristica di SA 8000 è data dal fatto che l'ente che intende certificarsi
deve garantire che anche la propria catena dei fornitori/subappaltatori e, ove
opportuno, anche dei sub-fornitori, rispetti tali requisiti sociali. Quindi, anche i
fornitori dovranno attivarsi per ottenere quantomeno lo stato di "Applicant" se non
fossero già muniti della certificazione SA 8000 stessa, o, ove questo fosse impossibile,
fornire almeno un'auto certificazione relativa agli stessi temi toccati dalla SA 8000.
Fonti: (9)
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Minitest - riempimento 3
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completezza
dipendenti
economico
fornitori
successo
valutare
qualità
rifiuti
Stralcio "codice etico" della Iride SpA
Iride adotta una strategia di crescita che persegue sia obiettivi di incremento del
valore
d’impresa sia obiettivi di sviluppo sostenibile in favore
delle comunità e dell’ambiente in cui opera, considerando tale modello di
sviluppo fattore fondamentale per il
d’impresa.
Iride contribuisce al benessere economico della comunità privilegiando il
rapporto con le realtà territoriali nelle quali si trova ad operare e sostenendo in
particolare iniziative sociali e culturali.
Tutte le azioni di Iride e le relazioni coi propri stakeholder quali
, fornitori, finanziatori, azionisti, clienti, pubblica
amministrazione e comunità, sono effettuate garantendo
,
correttezza, uniformità e tempestività d’informazione, al fine di prestare
particolare attenzione alle aspettative e alle esigenze degli interlocutori.
Il principio di trasparenza verte sull’impegno di rendere facilmente comprensibile
il processo alla base delle diverse scelte aziendali, al fine di permettere agli
stakeholder di
la gestione e comprendere i risultati.
Tutti i servizi vengono progettati e realizzati secondo gli standard metodologici
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Il ruolo dei consumatori
Negli ultimi anni il consumatore è maturato, non si ferma più al primo
richiamo pubblicitario, vuole conoscere il prodotto, il produttore e chiede
delle garanzie. C’è stata una crescita culturale che ha spinto le imprese a
considerare in modo diverso e con più attenzione il mercato e gli acquirenti.
I consumatori hanno di fatto creato una nuova cultura del consumo, più
rispettosa dell’ambiente: il consumo “intelligente” è consapevole dei rischi
ambientali e sociali e chiede un utilizzo efficiente delle risorse, più genuino e
in grado di salvaguardare la natura.
Spesso i consumatori attribuiscono grande importanza alle iniziative di
carattere sociale e ambientale delle imprese, nel momento in cui scelgono un
prodotto.
Ciò significa che gran parte di essi valuta positivamente le scelte di
marketing sociale delle imprese e sono disposti anche a pagare un prezzo
più alto; sono attenti alle produzioni biologiche e alla sostenibilità sociale ed
ambientale; sono inoltre interessati ad acquistare prodotti artigianali o di
provenienza da paesi più poveri per sostenere un commercio equo e
solidale. Gli stessi consumatori guardano con favore le etichette sociali e
ecologiche e mostrano particolare interesse per i prodotti delle imprese
certificate SA 8000.
Fonti: (10)
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Commercio equo e solidale
Il concetto di commercio equo e solidale si riferisce a operazioni di natura
commerciale che sostengono i produttori e proprietari, per evitare che essi
vengano emarginati nell'ambito dell'economia mondiale.
Questo tipo di commercio riguarda principalmente i paesi in via di sviluppo e si
prefigge, in particolare, di assicurare una più equa distribuzione della ricchezza
mondiale per di migliorare le condizioni di vita delle persone coinvolte nel medio /
lungo periodo.
Il produttore
Garantisce un salario equo per i lavoratori.
Rispetta la normativa internazionale in materia di salute e sicurezza dei lavoratori
e la libertà sindacale.
Non ricorre al lavoro dei minori né a quello forzato.
Si impegna per il rispetto dell’ambiente.
Il rivenditore (supermercati e negozi)
Garantisce un prezzo minimo al produttore.
Aiuta il produttore a finanziare progetti di sviluppo.
Paga all’ordine e offre termini di produzione ragionevoli.
Si impegna ad avere relazioni commerciali di lungo termine.
Il consumatore
Si informa sulle politiche etiche del supermercato.
Insiste perché aumenti l’assortimento di prodotti del commercio equo e solidale.
Privilegia i prodotti “etici” nei suoi acquisti, consapevole del fatto che
contribuiscono allo sviluppo economico del Sud del mondo.
Fonti: (11)
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Etichette sociali e ecologiche
Una risposta a queste nuove esigenze dei consumatori, con particolare
riferimento alla necessità di garantire il rispetto dei diritti umani e dell’ambiente, è
l’utilizzo di etichette sociali.
Le etichette sociali e ecologiche sono dei marchi attraverso i quali
l’impresa garantisce una fabbricazione esente da qualunque forma di
sfruttamento.
Queste iniziative sono però limitate, perché nella generalità dei casi sono
circoscritte a prodotti particolari destinati a mercati piccoli e specializzati o a
prodotti importati destinati a consumatori più agiati.
Anche l’Unione europea ha creato un’etichetta ecologica da applicare in relazione alle
prestazioni ambientali di taluni prodotti: ha come simbolo una margherita ed è definita
Ecolabel. Questo marchio garantisce che il prodotto ha un ridotto impatto ambientale nel
corso del ciclo di vita, dalla produzione, all’utilizzo e allo smaltimento finale. Ad oggi
viene attribuita alle seguenti categorie di prodotti: vernici per interni, calzature, detersivi,
saponi shampoo e balsami, prodotti tessili, materassi, carta, coperture per pavimenti,
servizi per ricettività turistica e campeggi; al momento non è applicabile a prodotti
alimentari e farmaceutici.
Un'altra etichetta è il marchio Oeko-Tex Standard 100. Esso indica che sul
prodotto sono stati effettuati test per ricercare la presenza di sostanze nocive per
la salute e per l’ambiente e i livelli riscontrati sono inferiori alle soglie previste
dallo Standard 100, standard proprio dell’Associazione Oeko-Tex (Associazione
Internazionale per la Ricerca e Prova nel campo dell’Ecologia Tessile). La
verifica viene fatta attraverso analisi di laboratorio effettuate da un istituto
appartenente all’associazione.
Fonti: (12)
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Minitest - domande Vero/Falso
Domanda Vero-Falso
Nel commercio equo e solidale:
il produttore garantisce il salario necessario per l'acquisto dei generi alimentari del
lavoratore
Vero
Falso
il rivenditore si impegna a pagare a 90 giorni
Vero
Falso
il consumatore presta attenzione ai comportamenti etici del supermercato
Vero
Falso
Domanda Vero-Falso
A proposito di etichette ecologiche:
Ecolabel è una etichetta ecologica che ha come simbolo un panda
Vero
Falso
su un prodotto con marchio Oeko-Tex Standard 100 c'è assenza di sostanze nocive
per la salute
Vero
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Falso
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Critiche alla RSI
Alla Rsi (responsabilità sociale di impresa) nata dalla dottrina economica di Freeman si
contrappone, sostanzialmente, la Teoria degli shareholder che venne elaborata nel 1970 dal
Nobel per l’economia Milton Friedman. Una approccio economico, quest’ultimo, che individua
negli interessi degli azionisti la traccia portante della politica aziendale. Si tratta di una visione
pura ed essenziale che interpreta l’etica degli affari come un insieme di regole che segnano i
buoni rapporti e le relazioni tra imprese (o tra “uomini d’affari”, tra investitori, tra l’azienda ed il
mercato), ma essenzialmente nell’interesse degli azionisti e per la creazione di valore
economico. Insomma, il rapporto con gli stakeholder, e la dimensione sociale dell’impresa (che
genera valore diverso da quello puramente economico) viene considerata questione
secondaria. È di Milton Friedman il famoso detto “business of business is business!”. E su
questa base dottrinale continua la critica alla Rsi da numerosi economisti. Mentre, all'interno
dell'ambiente della Rsi, una della critiche più sostanziali che viene mossa alla teoria degli
stakeholder è quella di Jacopo Schettini Gherardini che vede nell’approccio proposto da
Freeman il rischio di un modello in cui ogni singola azienda, in accordo ai suoi particolari
stakeholder, approdi ad una “etica” particolare, provinciale, portando la Rsi ad essere un
insieme “etiche” di “comodo” con tante regole particolari (morali, ideologiche o religiose)
rinunciando “ad applicare un modello sociale condiviso”. In sostanza, viene sposata l’idea che
l’imprenditore può fare molto per migliorare la qualità della vita per le future generazione, ma
deve agire nel rispetto di linee guida comuni. Responsabilità e sostenibilità sono imprescindibili
dalla democrazia e dal progresso libero, maturo e condiviso, e l’azienda che pratica la Rsi non
dovrebbe cedere a valori oscurantisti, di matrice morale o religiosa, ma muoversi in linea con i
grandi obbiettivi di sviluppo che la comunità sintetizza nell'agire di alcune importanti
organizzazioni internazionali (come l’ONU, l’OCSE o l’UE).
Fonti: (13)
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You tube e la RSI
Il caso Sabaf SpA in una inchiesta sulla responsabilità sociale a cura di "RAI Report"
primo video:
secondo video:
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La RSI secondo ERG
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Verifica sommativa - autovalutazione
In questa sezione hai l'opportunità di cimentarti con il modulo appena studiato.
Qui trovi una serie di test che ti consentiranno di valutare la tua preparazione.
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Cruciverba
Torna a "Hot potatoes"
RSI 4
Cruciverba di Salvatore Nucci
Clicca su un numero all'interno della griglia per vedere la definizione. Completa
lo schema, poi clicca su "Controlla risposte" per controllare le tue risposte.
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3
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5
6
7
8
9
Controlla risposte
Torna a "Hot potatoes"
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Correlazione
Torna a "Hot potatoes"
RSI 5
Correlazione di Salvatore Nucci
Trascina i termini sulla destra affiancandoli a quelli sulla sinistra
Controlla risposte
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SA 8000
bilancio sociale
EQUO E SOLIDALE
fornitori
IMPATTO
AMBIENTALE
lavoro forzato
SVILUPPO
SOSTENIBILE
varietà esseri viventi
STAKEHOLDER
prezzi garantiti al
produttore
STRUMENTO DI
RSI
benessere della
società
CODICE ETICO
MILTON
FRIEDMAN
business of
business is
business
basso consumo di
energia
BIODIVERSITA'
principio di onestà
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Completamento
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RSI 6
Esercizio di riempimento di Salvatore Nucci
Riempi gli spazi vuoti con la parola giusta, poi clicca su "Controlla risposte" per
verificare le tue risposte
comportamenti
condotta
distribuzione
etico
lavoratori
profitto
sfruttano
sicurezza
sindacale
sviluppo
Le grandi imprese ce la mettono tutta per presentarsi con la faccia pulita e
gentile dei benefattori, ma dietro la maschera di perbenismo spesso si cela il
muso duro dei mastini che deturpano l'ambiente,
i lavoratori,
violano i diritti umani. I danni delle imprese ricadono su tutti, ma non è un
destino ineluttabile: come cittadini che esplicano il proprio potere attraverso la
politica, il consumo, il risparmio, possiamo indurre le imprese a
più corretti tramite la denuncia, le campagne, il
consumo critico, l'investimento
. Ma tutto ciò richiede
consapevolezza. (Fonte: CENTRO NUOVO MODELLO DI SVILUPPO, Imprese
alla sbarra)
Come si comportano i supermercati con i fornitori di prodotti alimentari
provenienti dai Paesi in via di sviluppo e quali sono le politiche di
approvvigionamento e di promozione dei prodotti "etici" (come frutta tropicale
fresca, riso, caffè, tè, cacao e zucchero di canna)? Nella nostra inchiesta,
Auchan, Carrefour, Conad, Coop, Esselunga e Lidl.
Un brutto segnale viene proprio dai fornitori del Sud del mondo che non hanno
risposto alle nostre domande sui rapporti con i supermercati che riforniscono.
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Analisi di casi aziendali
Caso 1 - STMicroelectronics
La STMicroelectronics è una multinazionale italofrancese che si occupa di
microelettronica, famosa
per le sue attività nel sociale: l’impegno ecologico di risparmio energetico, di acqua e di
materiali chimici dura da undici anni, mentre il prossimo obiettivo della società è di
essere, entro il 2010, completamente neutra all’emissione di gas effetto serra. Il
presidente Ottaviani ha tenuto a dimostrare come l’investimento nella responsabilità
sociale si traduca in risparmio nel lungo termine, in motivazioni accresciute del
personale, in un maggior senso di appartenenza e, infine, in un utile più alto: «La nostra
iniziativa ecologica nel solo 2003 ha portato, al netto di tutte le spese per conseguire i
risparmi ambientali che abbiamo realizzato, un utile di 100 milioni di dollari; siamo
arrivati al punto di quantificare che i nostri investimenti ecologici, in media, si ripagano in
due anni e mezzo con i risparmi che noi otteniamo attraverso loro. «Naturalmente la
responsabilità sociale d’impresa
non deve essere puro imbellettamento, travestito di facciata o moda del momento,
deve essere incentrata su valori etici, solo così l’impresa potrà essere più competitiva».
(Tratto da: “Forum del terzo settore”, Ethical Village:
il terzo settore a SMAU 2004)
Caso 2 - Keyhinge Toys
Si lavora 9 o 10 ore al giorno dal lunedì alla domenica alla Keyhinge Toys di Da Nang
City per fabbricare i giocattoli che McDonald’s regala a tutti i piccoli consumatori di
“Happy Meals”.
La denuncia proviene dal National Labour Commitee, un’associazione di New York,
nata per difendere i diritti dei lavoratori nel mondo. Gli operai della Keyhinge, una
società che ha sede a Hong Kong, sono pagati meno del minimo salariale previsto
dalla legge vietnamita e lavorano in condizioni spaventose: 220 operaie sono rimaste
intossicate dall’acetone. La maggioranza dei lavoratori riceve dai 6 ai 10 cent USA
all’ora che complessivamente non riescono nemmeno a coprire le spese per vitto,
alloggio e trasporto. Ma il salario da fame non è il maggior problema nella fabbrica di
giocattoli. Un recente rapporto mette in evidenza le disastrose condizioni di lavoro,
soprattutto nel reparto verniciatura, dove gli operai sono esposti alle esalazioni di
acetone, che provocano nausea, mal di testa e svenimenti. Ma i dirigenti della fabbrica
hanno ritenuto che la salute non è un buon motivo per assentarsi dal lavoro, dopo che
220 operaie hanno dovuto lasciare la linea di produzione, vinte dalla nausea. Il giorno
seguente, 200 di loro sono state licenziate. In seguito alle proteste, il vice direttore
dell’impianto ha affermato che si trattava soltanto di una sospensione temporanea e
che tutte le operaie sarebbero state riprese in fabbrica. A mesi di distanza dall’incidente
la promessa non è stata mantenuta. Le associazioni dei lavoratori che hanno seguito
da
vicino la vicenda hanno chiesto chiarimenti alla Mc- Donald’s e alla M-B Sales, la
società di Chicago
che per conto della multinazionale ha subappaltato la costruzione dei giocattoli in
Vietnam.
È stato anche sostenuto che per correggere questa grave situazione la McDonald’s
doveva intervenire in prima persona per il monitoraggio delle imprese che producono
per suo conto. Ovviamente la risposta è stata negativa: la responsabilità ricade
interamente sulla M-B Sales.
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(Liberamente tratto dal sito http://www.tmcrew.org/mcd/nam.html
Caso 3 - Monnalisa
Ha appena tagliato un traguardo d’eccellenza – è la prima impresa italiana del settore
moda ad avere la certificazione di responsabilità sociale – ma la Monnalisa di Arezzo è
pronta a giocare una nuova scommessa, questa volta sul fronte distributivo. Tra poche
settimane aprirà il flag shop di Firenze, un negozio costato più di 500.000 euro che farà
da “bandiera” all’immagine del marchio di abbigliamento bimba, aggiungendosi al
monomarca inaugurato tre anni fa a Torino e a quello storico di Arezzo. Assieme ai
punti vendita di proprietà, Piero Jacomoni, fondatore e titolare di Monnalisa, sta
lavorando all’allestimento di undici corner nelle grandi catene italiane ed estere, da
Harrod’s a Londra a Saks fifth avenue a New York. Nei prossimi due anni l’impresa
concentrerà gli sforzi sul versante distributivo; l’obiettivo è quello di fare esperimenti con
propri mezzi e, una volta decollati,
di coinvolgere i clienti nella gestione dei punti vendita. Clienti che Monnalisa sceglie con
cura.
Il segreto? Cercare solo chi è innamorato del prodotto, che si colloca nella fascia alta di
mercato.
Distribuzione solida e capi innovativi sono alla base della crescita aziendale. Il balzo del
2002 consolida un trend che in sei anni ha portato Monnalisa a raddoppiare i ricavi,
diventando
una delle imprese italiane leader nel segmento bimbo di alta qualità.
La confezione dei circa 5.000 capi prodotti ogni anno viene realizzata da terzisti
prevalentemente italiani, mentre nel quartiere generale di Arezzo sono concentrati lo
stile, il taglio, i prototipi. La scelta di specializzarsi nell’abbigliamento per bambine è
legata al “fiuto” di Jacomoni che, già prima
di fondare l’impresa nel 1968, aveva previsto che le future generazioni di mamme non
avrebbero avuto molto tempo per mettersi a confezionare abiti alle figlie, ma avrebbero
gradito vestirle bene e alla moda. La certificazione ottenuta da Monnalisa garantisce
standard sociali ed etici per lavoratori e fornitori in ogni fase della catena produttiva,
garantendo in sostanza che i prodotti realizzati non siano frutto di discriminazioni, abusi
o sfruttamento. I dipendenti, infatti, danno valore aggiunto al prodotto se lavorano
volentieri, mentre i consumatori devono apprezzare non solo cosa si produce ma anche
come. Per far conoscere la certificazione ottenuta, Monnalisa distribuirà in tutti i punti
vendita un libretto da colorare che illustra questo strumento: un modo per divertire i
bambini, ma anche per farli riflettere.
(Da un articolo di Silvia Pieraccini, “Il Sole 24 Ore”)
Dopo aver letto i tre casi rispondi alle seguenti domande.
1. In quali delle tre situazioni descritte i momenti economico e sociale convivono in un
rapporto
di reciproca funzionalità?
2. Condividi l’affermazione secondo la quale il consumatore dovrebbe conoscere come
è stato prodotto un bene/servizio e se nel corso della sua produzione sono stati violati i
diritti
fondamentali delle persone che lavorano?
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Motiva la risposta.
3. A tuo parere è giusto che la McDonald’s non si senta responsabile della violazione dei diritti
umani dell’impresa vietnamita?
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Fonti e links
Fonti
(1) (13) “Responsabilità sociale d’impresa”, in Wikipedia
(2) (3) (4) (5) (6) (7) (10) “La dimensione sociale dell’impresa”, Monica Ceccherelli, ed.
Paramond
(8) “Codice etico”, Camera di commercio di Savona
(9) “SA 8000”, Camera di commercio di Savona
(11) "Poca etica nel carrello dei supermercati", in rivista ALTROCONSUMO,
aprile 2010
(12) "Orientarsi nella giungla dei marchi certificati", in rivista ALTROCONSUMO
Links
CENTRO NUOVO MODELLO DI SVILUPPO, Imprese alla sbarra
“Scarpe da jogging: etica e test”, in rivista ALTROCONSUMO, giugno 2009
"I principali strumenti di RSI", sul sito della Camera di Commercio di Savona
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Glossario
INQUINAMENTO
L’inquinamento idrico consiste nello scarico effettuato nelle acque, dei
fiumi, dei laghi e del mare, di sostanze che possono mettere in pericolo la
salute umana, nuocere a tutti gli esseri viventi e al sistema ecologico, oltre a
ostacolare gli usi legittimi delle acque stesse. Le imprese possono diventare
soggetti inquinanti nel caso in cui il processo di fabbricazione preveda
l’utilizzo delle acque per la lavorazione e il loro successivo scarico: è
possibile, infatti, che dopo il processo di lavorazione delle materie prime,
l’acqua utilizzata sia inquinata da sostanze estranee, prodotte all’interno
dell’azienda e scartate insieme con l’acqua stessa. Ciò è molto evidente in
alcuni tipi di imprese artigiane, industriali o agricole, nel caso in cui facciano
massiccio ricorso, ad esempio, a pesticidi e fertilizzanti, che si mescolano
con le acque. Le norme danno indicazioni precise sui limiti di accettabilità
relativi all’inquinamento idrico. Le imprese, a loro volta, devono operarsi
per evitare danni all’ambiente, attraverso investimenti adeguati, ad esempio
per l’installazione di depuratori delle acque in uscita, o l’utilizzo più
razionale di concimi chimici e similari.
L’inquinamento atmosferico consiste nella modificazione della
composizione dell’aria atmosferica. Anche in questo caso le fonti
dell’inquinamento sono molteplici e con effetti dannosi per la salute umana,
oltre che rovinosi per l’intero ambiente. Le imprese possono alimentare
l’inquinamento atmosferico attraverso l’emissione di fumi nocivi che
alterano la composizione dell’aria. Ciò può avvenire nell’ambito di attività
industriali e agricole, di incenerimento di rifiuti solidi o, in generale, quando
è necessario produrre calore attraverso un processo di combustione. Anche
in questo ambito le norme danno indicazioni precise, con riferimento, ad
esempio, all’inquinamento atmosferico provocato da impianti industriali. .
I rifiuti consistono nei residui che restano dopo un’attività produttiva o di
consumo. Anche in questo caso le imprese sono i soggetti che producono
gran parte dei rifiuti, che devono poi essere smaltiti. Il problema principale
dei rifiuti è infatti proprio quello dello smaltimento.
In alcuni casi è possibile per le aziende recuperare immediatamente i materiali di
scarto per immetterli di nuovo nel ciclo produttivo; certe aziende, ad esempio,
utilizzano rifiuti per produrre calore attraverso un processo di incenerimento
controllato. In altri casi esistono aziende all’avanguardia che sono in grado di
riciclare i rifiuti che sono stati raccolti in modo differenziato, per produrre di nuovo
materiali da utilizzare, come avviene, ad esempio, con la “carta riciclata” o con il
vetro. Per questi motivi le norme prevedono la raccolta differenziata, non solo per
le famiglie, ma anche per tutte le attività produttive che generano rifiuti: ciò per
recuperare i materiali e per evitare l’inquinamento del suolo attraverso il loro
abbandono.
MARKETING SOCIALE
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Il marketing sociale prende in esame non solo i bisogni e desideri dei
soggetti destinatari dei prodotti aziendali, ma anche i problemi della
società dei quali l’impresa si fa carico per contribuire a garantire il
benessere nel lungo periodo.
VALUTAZIONE IMPATTO
impatto ambientale (nota con la sigla V.I.A. o E.I.A. dall’inglese
Environmental Impact Assessment), consiste in una procedura complessa
che analizza gli effetti rilevanti, positivi o negativi, che potrebbero
manifestarsi nell’ambiente in seguito a scelte di intervento e trasformazione
del territorio, e che sono assoggettati a controlli e autorizzazioni da parte
delle amministrazioni competenti. I soggetti richiedenti possono essere
privati o pubblici; questa procedura si applica ad esempio nel caso di
imprese industriali di particolare rischio ecologico e consiste nella raccolta
di informazioni specifiche necessarie per il rilascio dell’autorizzazione alla
costruzione e alla successiva produzione;
impatto sociale (noto con la sigla V.I.S. o S.I.A. dall’inglese Social Impact
Assessment) consiste in un’analisi sistematica dell’impatto di un progetto o
di un’attività economica sulla situazione sociale e culturale delle comunità
interessate e può essere collegata alla precedente.
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Credits
Salvatore Nucci
Insegnante di Economia Aziendale presso l'Istituto Tecnico Commerciale e per
Geometri "Enrico Mattei" di Decimomannu (CA).
Questa unità didattica
(http://www.exelearning.it/)
è
stata
realizzata
con
"EXELEARNING"
I test sono stati preparati con "Hot potatoes" (http://hotpot.uvic.ca/)
Settembre 2010
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file pdf - Economia Aziendale