SALE SALSO SALARIO
SALE
Sàle, dal lat SALIS risalente a SAL, attestatosi ovunque, esclusa l’area indoiran (gr HALS HALOS, ted SALZ),
con i derivati e composti espliciti dal gr cui Alìcolo, Isoalìna e Isoalìno (col suff ISO uguale vale “linea
congiungente punti di eguale salinità”) e, dal lat, Salàcca, Salàma, Salàme, i dim Salamèlla, Salamìno, Salamòia
con Salampoiàre e Salmorìglio questo da un volg Salamoria; il percorso specifico da Sale conta Salàre con
Salagiòne, Salànte, Salàta, Salàto con Salatamènte e il dim Salatìno, Salatòio, Saltòre, Salatùra, Salièra, Salìgno,
Salìna “sale da cucina” con l’omn Salìna “miniera-impianto di salgemma”.
\ Saline di Margherita di Savoia, opera questa del Vanvitelli, oggi considerata la più importante ed estesa d’Europa, compresa dalla Zona
evaporante di 3.322 ettari composta di quattro ambienti “Alma Dannata, Salpi Nuovo, Vasca Paradiso, Salpi Vecchio”, la Zona salante di
530 ettari con 40 bacini di raccolta e la Zona umida di 3.871 ettari questa riconosciuta di interesse internazionale (Convenzione di Ramsar
del 2 febbraio 1971 e Decreto Ministeriale del 30 maggio 1979) popolata di Pivieri, Beccacce, Cardellini, Cavalieri d’Italia, Fraticelli,
Gabbiani, Aironi, Anatre selvatiche, Volpoche, Avocette, Fenicotteri. /
Il percorso prosegue con Salinàio o Salinàro, Salinàre e Salinatùra, Salìno con Salinità, i composti Primosàle”
sorta di formaggio”, Salìfero, Salificàre con Salificàbile e Salificaziòne, Salinòmetro. I prefissati Desalàre (pref
DE sottrattivo) o Dissalàre (pref DIS separativo) con Dissalamènto, Dissalatòre e Dissalaziòne, Desalinizzàre da
Salino cui Desalinizzaziòne,
Sale bianco, Sale indiano, Sale dolce, in ant locuzione, indicavano lo Zucchero.
Fuori percorso, Salicòrnia “pianta erbacea” delle Cheniopodiacee, attraverso il franc SALICORNE dal fitonimo
ar SALICOR inc con CORNE corno, cui Salicornèto.
Un termine veramente alieno nel percorso di Sale è Sàlico, poiché si riferisce al popolo franco dei Sali,
compilatori verso la fine del V sec di quella legge che escludeva le donne dalla successione, distribuendo eredità
e titoli tra i figli maschi, Legge Salica appunto, diversamente dal Maggiorascato.
Il percorso prosegue con Salèggiola o Solèggiola dal lat SENECIONEM crescione sovrapposto a Sale,
Salgèmma, Salmarìno. Insalàta è il termine coniato per indicare una porzione di “verdure generalmente crude
condite col sale”, oggi più che la semant è stata la moda delle diete a renderla del tutto insipida, in
contrapposizione al significato originale (fenomeno di enantiosemia); piatto natalizio campano è l’Insalata di
rinforzo.
Nel percorso, si conta Sàlice, o Sàlce o ancora Sàlcio con Salcìgno e Salciòlo, dal lat SALIX SALICIS cui
Salcerèlla o Salicària “sorta di pianta” snm di Riparella, Salcèto o Salicèto “campo di salici”, Salciàia “siepe”
con Salciaiòla “sorta di uccello”, Salicàcee (la Famiglia botanica) ed il percorso chimico-medico Salicìlico
questo indica la sostanza (ossiacido aromatico monocarbossilico) estratta dal salice ed utilizzata in medicina
(Aspirina), cui Salicilàto, Salicilìsmo, Salicìna, i composti Salicilamìde o Salicilammìde, la locuzione
farmacologica Acido salicilico. Aspirìna è il composto-acronimo ted di ACETYL (Acetile), SPIRSAURE (Acido
salicidico) e il suffisso chimico IN (INA)
Salmàstro e Salmastròso, dal lat SALMACIDUS, sono termini nati dall’inc di Sale con un suff peggiorativo
ASTRO (indicava conserve fatte col sale), e sovente riesumati per trasmettere la sensazione del sapore o
dell’odore di salsedine inerenti alle lagune, meno salate delle acque marine. Dello stesso percorso sembrerebbe
Salmistràre, in realtà coniato dal veneto SALMISTRO che sta per Salnìtro, questo dal lat SALNITRUM,
composto di SAL e NITRO 1; il termine Salmistràre vale allora “trattare con sale e nitro”, giusto come la lingua
di bue Salmistràta.
Sàla, dal tema med SALA erba palustre, sta ad indicare la provenienza da acque salse, salmastre, in connessione
con Saràcchio (sorta di pianta delle Graminacee).
Il termine Salmì sembrerebbe in percorso semantico con Salmastro, ma pare sia l’ipocoristico dell’ant locuzione
italica Salami conditi esportata in Francia, dove sarebbe divenuta SALMIGONDIS (pron salamigondì) e poi
l’ellittico SALMIS (pron salmì), rimpatriato e italianizzato Salmì.
La Salamànna o Alamànna “uva bianca” non è nel percorso semantico di Sale, bensì prende il nome del suo
importatore dalla Catalogna, Alemanno Salviati, nel Settecento dC.
Non lo è Salamelècco, questo una cattiva italianizzazione dell’ar SALAM ALAIK la pace sia su di te che è
invece di straordinaria musicalità. Non lo è, infine, Salesiàno, questo membro della congregazione fondata da
Giovanni Bosco nel 1859, poi santificato, a devozione di S. Francesco di Sales.
Dal lat medv SODAM cui Sòda, già ar SARWWAD, l’ingl ha coniato SODIUM ritornato in ital con Sòdio cui
l’aggettivo Sòdico, i composti il minerale Sodalìte (col gr LITHOS pietra e suff ITE), il medico Sodiemìa (col gr
HAIMA sangue); associandolo nella formula “Cloruro di Sodio” si ha il snm di Sale. Il lat aveva già NOTRIUM
per Sodio, cui Natriemìa o Natremìa (col gr HAIMA sangue), Natriùresi (composto con Diuresi) con
Natriurètico, Natriurìa o Natrùria (col gr URON urina) e l’esot Nàtron “minerale di carbonio idrato”, altrimenti
detto Sòda, attraverso l’ar NATRUN.
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Nìtro è dal lat NITRUM già gr NITRON, snm di Salnitro quale “nitrato di potassio”, snm di Sodanìtro quale “nitrato di sodio” o, ancora,
ipocoristico di Nitroglicerìna. In percorso, Nitràre, Nitrànte, Nitratàre, Nitrataziòne, Nitratìna, Nitràto cui, in locuzione, Nitrato di ammonio,
Nitrato di calcio, Nitrato di potassio e Nitrato di sodio, eppoi Nitrato d’argento, Nitrato di cobalto, Nitrato di manganese, Nitrato di nichel,
Nitrato di bario, Nitrato di magnesio, Nitrato di stronzio (con Strònzio”elemento chimico con simbolo Sr, omologismo in riferimento al
toponimo scozzese Strontian), ancora Nitrato di ferro e Nitrato di Zinco, infine Nitrato mercuroso, Nitrato di piombo, Nitrato di rame e
Nitrato di uranile, Nitratòre, Nitratùra, Nitraziòne, Nìtrico cui le locuzion Acido nitrico, Radicale nitrico, Nitrièra, Nitrìto (omn del verso
equino) cui la locuzione Nitrito di sodio, Nitrificàre con Nitrificànte e Nitrificaziòne, Nitrìle, Nitròso cui Nitrosàre, Nitrosaziòne e Nitrosìle,
Nitrùro (composto col lat NITROGENUM corrispondente ad Azoto e URO suff chimico) con Nitruraziòne, i composti col pref NITRO quali
Nitrobattèrio, Nitrobenzène, Nitrocellulòsa, Nitroderivàto, Nitrofilìa con Nitròfilo, Nitroglicerìna, Nitròmetro.
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Nitrobenzene ha il proprio snm in Mirbàna o Mirbàno con la locuzione Olio di mirbana, il cui ipotetico pref MIR apparirebbe connesso col
tema del gr MYRISTIKOS odoroso; l’ipotesi della connessione non appare azzardata poiché esiste una seconda locuzione Acido miristico
che vale “acido odoroso”.
\ Salaria
Salaria era la via consolare concepita appunto per agevolare il rifornimento di sale a Roma lungo l’itinerario Porto d’Ascoli,
il Piceno, Sabina, Viminale, Roma, Ostia, collegando coast to coast l’Adriatico al Tirreno, come si direbbe oggi nel lessico
turistico. Con riferimento al 1995, la produzione di sale in Italia conta, in ordine crescente, 3.900 tonnellate a Cagliari, 4.200
a Tarquinia, 18.700 a Cervia, 56.800 a S.Antioco (Sardegna) e 400.000 a Margherita di Savoia (Puglia).
La penisola conta altre consolari, nate a scopo essenzialmente militare, tutte partendo da Roma, che normalmente prendono il
nome del console ideatore, molte sopravvissute nella toponomastica odierna, pur con tracciati non più originali, quali
l’Aurelia per Genova dove si snoda la Postumia per Aquileia via Piacenza. La Flaminia attraverso Arezzo e Bologna per
Rimini e da qui l’Emilia per Piacenza, la via che avrebbe dato il toponimo alla regione Emilia oggi integrata con la Romagna.
La Latina per Capua dove s’immette nell’Appia che da Roma s’inoltra sino a Brindisi. La Popilia che ancora da Capua,
quindi un’importante località di smistamento, va a toccare Reggio Calabria.
Non a tutte le vie consolari, però, sebbene raramente, furono assegnati i nomi a ricordo dei consoli. Oltre alla Salaria che
prendeva il nome dal prodotto trasportato, alla Tiburtina fu imposto il nome dalla città di arrivo Tibur, oggi Tivoli.
L’importanza del sale, nell’alimentazione, ha indotto molti governi a ricavarne benefici di bilancio, imponendone la tassa sul
consumo, simile al tabacco. Napoleone la istituì, esemplare per gli altri Paesi, nel 1806, sostituendola all’imposta per la
manutenzione stradale, causa questa di forti lamentele popolari; il consigliere di stato, Duchatel, gli aveva infatti scritto, tra
l’altro, che “c’è il fatto che bisogna pagarla quando si è appena usciti da una buca o ci si sta per finire dentro.” Una frase che
non sarebbe mai più scomparsa dalle riflessioni dell’uomo “della strada”, d’ogni paese, d’ogni governo; l’arteria Romea, che
collega Venezia a Ravenna via Chioggia, n’è stata, per lunghi tratti, un eclatante esempio di incuria nel 2006.\
\ Pepe
In associazione a Sale, si ha Pèpe, questo dal lat PIPER, dal gr PEPERI con PEPERON che vale spezia, d’origine ind, cui un
sett Pever per Pepe con Pèvera (omn di Pevera da PLES) o Peveràccio (sorta di fungo di sapore pepato), Peveràda o Peveràta
dal medv PIPERATA già lat PIPERATUS pepato, Peverèlla o Peverèllo (sorta di piante)
Inevitabile il confronto del passaggio linguistico di Pepe da Pevere di PEPERI con quello di Bere dal precedente Bevere di
BIBERE.
Eppoi Pàprica esot su calco del serbo-croato PAPRIKA ampliamento del lat PIPER, Pepaiòla o Peparòla o ancora Pepièra,
Pepàre, il fig Peperìno “individuo vivace-pastina in grani” e Peperìno o Piperìno dal lat LAPIDEM PIPERINUM pietra
(grani) peperina, Peperìno o Piperìno (dim di pepe) con Piperìna (questo col suff chimico INA vale sostanza specifica del
pepe), Peperèlla o Piperèlla snm di Serpolino, Piperidìna (composto con Piridina), Peperìta o Piperìta dal lat MENTA
PIPERITA menta pepata con Peperìto o Piperìto, Peperòmia (col gr HOMOIOS simile), Pepièra, Pepinièra attraverso il franc
PEPIN seme vrs connesso con PEPERI, il fig Pepìno “ragazzo vivace” con un Pepìno questo attrraverso lo sp PEPINO
cetriolo, l’esot Pepìta dallo sp PEPITA fig “come seme di pepe”, Pepòso, il glb ingl Peppermit “menta piperita”, Piperàcee
(Famiglia di piante) e Piperazìna (composto con Pirazina).
Peperòne, cui Peperonàta e il dim Peperoncìno, è l’inc di Pepe col volg sett Pevron “peperone” e, infine, Pepolìno inc con
Serpolìno. Nel volg mer si ha Pipi in Calabria e Pipitigni sul Gargano. In Puglia, il Peperoncino piccante è indicato con
Diavulicchio.
Il lemma scherzoso Pimperimpàra o Pimperimpèra o ancora Pimpirimpì, è dal lat medv DIATRIONPEPEREON una
composizione lemmatica attraverso il gr DIA TRION PEPERON che sta per “pozione magica di tre spezie” per ciarlatani.
Attraverso l’ar FALAFIL pepe, l’ital conta l’omologismo Felàfel o Falàfel “crocchetta di fagioli o ceci ben speziata”.
Alieni l’omn Pepìno, omologismo dallo sp PEPINO cetriolo, Pepònide o Pepònio dal gr PEPON popone
\ Suffisso ACCO
Tabàcco è dall’ar TUBBAQ, che ritoviamo in Haiti e nello sp con TOBACO, cui Tabaccàio, Tabaccàre con Stabaccàre,
Tabaccàto, Tabacchìno, Tabacòsi ed altri derivati dal franc TABAC e TABAGISME cui Tabàgico, Tabagìsmo e Tabagìsta
col prefissato Atabàgico (A privativo), il prefissato Stabaccàre “fiutare il tabacco” (S intensivo); pseudoetim l’esot Tabàsco
“salsa” da Tabasco, questo uno stato messicano. Il Tabacco appartiene alle Solanacee, la stessa Famiglia botanica della
Melanzana, Patata, e Pomodoro.
Il Tabacco èra detto Erba Tornabuona dal nome del suo importatore dalla Spagna, originaria dalle Americhe.
Il suff sostantivante ACCO riappare in Bivacco dal franc BIVOUAC analizzato in altra terzina, Colbàcco dal turco
HALPAK. Il suff ACCO, pertanto, è un adattamento fonetico ital (omologismo) per termini stranieri terminanti in AC AK
AQ e, in ambito europeo, pare preesistente all’influsso celtico.
Cosàcco quale soldato di cavalleria è dal polacco KOSAK già turco KASAK nomade, il cui comandante militare era
chiamato Atamàno attraverso il russo ATAMAN. Da Cosacco l’ital conta Casàcca (sacca, cioè “veste del cosacco”) con un
snm in Gabardìna “casacca da operaio” attestatosi nell’indicare il tessuto, omologismo dallo sp GABARDINA attraverso il
franc GABERDINE cui il glb Gabardine. Sacco è dal semitico SAQ analizzato in altra terzina.
Con foglie di tabacco arrotolate nasce l’omologismo Sìgaro dallo sp CIGARRO, ma pare addirittura un nobile discendente
d’origine Maia da JIGAR; Sigarètta è il dim di Sigaro, calco del franc CIGARETTE, Pìpa è l’omologismo dal franc PIPE
cannuccia, (l’ingl conta PIPE tubo) snm di Botoco di genesi brasiliana; l’annerimento che caratterizza la pipa è indicato con
il glb franc Culottage, connesso con l’altrettanto glb Culotte. Il fig Pìpe indica una sorta di pasta alimentare tubolare. In
percorso, Pipàre, Pipàta, Pipètta attraverso il dim franc PIPETTE; la Pipa cinese, infine, è una sorta di strumento musicale a
corda, cinese per l’appunto.
Termini omn, gli omologismi Pìpa o Pipètta “palatizzazione linguistica” dal serbocroato PIPAK e Pìpa “sorta di anfibio”
attraverso una voce indigena americana, cui Pìpidi (la Famiglia); eppoi Pipèrno “roccia eruttiva” relativo al toponimo Piperno
(Latina).
Il tabacco contiene Nicotìna, questo omologismo dal franc NICOTINE, termine ispirato al medico J. Nicot (1530/1600) che
lo importò ne suo paese, cui Nicotìnico, Nicotinìsmo, ed il composto Nicotinamìde o Nicotinammìde (con Ammide); il
termine Niacìna, poi, è la composizione di Nicotina con Acido della Vitamina PP, rintracciabile nel pollame, tonno, latte e
nei legumi.
Da non equivocare con termini quali Nicodemìsmo e Nicodemìsta relativi al personaggio del Vangelo, il fariseo Nicodemo, e
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Nicoise questo unicamente nella locuzione gastronomica glb franc A la nicoise che sta per Alla nizzarda, dove Nizzarda e il
fem di Nizzàrdo quale versione ital di NICOISE relativo al toponimo Nizza. Altro assonante è il glb franc Nicol dal nome di
W. Nicol (1768/1851) inizialmente nella locuzione fisica Prisma di Nicol.
\ Salmo
Sàlmo, Salmìsta e il composto Salmògrafo sono i discendenti del gr PSALLO canto al suono della cetra, latinizzato
PSALMUS cui ancora Saltèrio (libro biblico e strumento a corde) dal lat cristiano PSALTERIUM già gr PSALTERION;
Salmodìa, cui Salmodiànte, Salmodiàre, Salmòdico, è l’inc col lat ODE canto-carme, che è rintracciabile nei suff italiani,
come in Parodìa che vale simile al canto o alla narrazione-contraffazione, col pref PARA somiglianza.
SALSO
Sàlso, dal lat SALSUS Pp di SALLERE salare, dal più ant SALDERE - che si ritrova nel ted SALZEN - con i
derivati, fig e composti: Sàlsa “condimento, impasto di pomodori” fig “fanghiglia” e “danza” questo “impasto di
note” attraverso lo sp americano SALSA, Salsèzza, Salsamentàrio, Salsèdine o Salsèzza, Salsùggine,
Salsoiòdico, Salsùme, Salsìccia o il volg Salcìccia “carne e sale” dal lat INSICIA insaccata cui il fig Albero
delle salcicce del Senegal, il cui estratto è utilizzato in cosmetologia, eppoi Salsèfica (in botanica) o Salsèfrica o
Sassèfrica dal lat volg SAXIFRICA o SAXIFRIGA, termine vrs in sovrapposizione con SAX sasso, altrimenti
detta Barba di becco, Salsièra, il prefissato Insùlso “non salato-gli manca il sale” questo anche metaf “sciocco,
privo d’arguzia” cui Insulsità e Insulsàggine.
Dal tardo lat MAZACARA salsiccia, vrs connesso fig col gr MAZA, l’ital conta Mazzàcchera “lenza” o
“lombrico (esca)”.
Dal coronimo franc Bearn, l’ital conta l’omologismo relativo Bearnèse, cui la locuzione Salsa bearnese o
semplicemente Bearnese. L’ingl, in coerenza indoeur, conta SAUCE salsa e dal coronimo ingl Worcestershire
cui la locuzione WORCESTERSHIRE SAUCE salsa di … è nato il glb Worcester adottato dal 1963.
Attraverso l’ar HARISA da HARASA pestare, l’ital conta la recente adozione dell’omologismo Hàrissa salsa
piccante, introdotto dal 1995, vrs tramite l’immigrazione.
\ Nei pressi di Manfredonia, sul litorale sud, seguendo la SP delle Saline, è ancora indicato il limnonimo Lago Salso, oggi oasi, che con
l’attigua Palude Frattarolo, è stato uno dei più estesi ambienti lacustri d’Europa, ricco di una enorme varietà di uccelli acquatici; qui
l’imperatore Federico II di Svevia trascorreva il tempo a soddisfare la propria passione per la venatoria lasciando ai posteri quel suo dettato
ognora d’importanza faunistica DE ARTE VENANDI CUM AVIBUS l’arte del cacciare con i volatili, scritto tra il 1236 e il ‘40.
/…/ a ribadire l'eccezionalità di questi documenti e di colui che li produsse è soprattutto la loro valenza intramontabile, che ogni falconiere
moderno saggia quotidianamente /…/ dal Foglio La Copertina n. 5/2007 autore Filippo Boer /..
Dal lat INSICIA insaccata è sorto il termine volg Cìccia “carne” cui il dim Cìcciolo (suff alterativo OLO)
meglio Cìccioli (specialità gastronomica), l’accr fig Cicciòne, eppoi Cicciòso, Cicciòtto e Cicciùto.
Salato, rispetto al snm Salso, non è accompagnato dal suo contrario (salso-insulso); nasce allora Insìpido, da
INSIPIDUS composto col pref IN privativo e con SAPIDUS saporoso, nella credenza che il sale accentuasse il
sapore dei cibi, cui Insipidèzza, Insipidità, Insipiènza, Insipiènte... e, in versione sopravvissuta nel volg, Sciàpo,
Sciàpido e Sciapìto attraverso Scìpido dal lat volg EXSIPIDUS (EX fuori-senza), il cui pref si muta in SCI,
donde Scipidìre con il Pp Scipidìto attestatosi in Scipìto con scomparsa del gruppo di.
Per correttezza etim, Sàpido significherebbe “sa di... ha sapore di...”, Insìpido (non sapido) “non sa di... non ha
sapore di...” Due percorsi semantici - Salato e Salso - da un comune rad, che ci conducono in pratica ai snm,
salvo qualche sfumatura: Salato è “con aggiunta di sale”, Salso è “sapore di sale”.
Il lat conta lo specifico BOTULUS salsiccia col dim BOTELLUM cui derivati e fig Budellàccio “sorta di
salume”, Budellàme, Budèllo “tubo intestinale” cui il plur Budèlla o Budèlle, Budellòne e il volg genovese Belo
e Belin “pene”e il fig Belinàta snm di Cazzata; eppoi, ancora fig, il termine scientifico Botulìno “sorta di bacillo
anaerobio” dalla locuzione che in lat scientifico CLOSTRIDIUM BOTULINUM identifica il germe, cui
Botulìnico, Botulìsmo, il composto Botulìgeno e la locuzione Neurotossina botulinica, utilizzata nell’Acalasia
per scopi terapeutici.
SALARIO
Il Salàrio, dal lat SALARIUM, era la razione di sale (alimento vitale) spettante per un umile, ma essenziale
lavoro eseguito; semant o fig, oggi è “la paga”. In percorso, Salariàle con Salarialìsmo, Salariàre con Salariàto, e
la locuzione glb ingl Salary Cap che vale “tetto salariale”, il limite massimo pianificato degli stipendi. La
sfumatura tra Paga e Stipendio mantiene tuttora l’antica relazione col salario: il salario all’operaio, ovvero il
Salariàto, lo stipendio all’impiegato ovvero lo Stipendiato. La razione di tabacco alle truppe calava dalla logica
salariale. Da qui la popolare espressione costo salato, che è come dire “costa una paga”.
\ L’espressione “pagare salato” s’addice perfettamente alla moglie di Lot, la quale fu tramutata in statua di sale per essersi voltata ad
osservare la distruzione di Sodoma, disobbedendo al Signore. Un Dio vendicativo ed enigmatico, che salvò il “buon” Lot dalla furia divina,
affrancandolo dallo sterminio dei cattivi, per poi indurlo all’incesto con le proprie figlie, le quali avrebbero generato i capostipiti dei Moabiti
e degli Ammoniti.
Dai vizi omosessuali della città di Sodoma, l’ital conta Sodomìa o Soddomìa, Sodomìta o Soddmìta con Sodomìto o Soddomìto, Sodomìtico
o Soddomìtico, Sodomizzàre, Sodomizzatòre e Sodomizzaiòne.\
\ Stipendio Paga
Stipèndio, dal lat STIPENDIUM paga militare, deriva dalla composizione lat di STIPS moneta con PENDERE sospendere,
stendere, pesare da rad PEN cui Pèndere (nel senso di pagare, pesando la moneta, omn di Pendere “penzolare”), cui
Stipendiàle, Stipendiàre, Stipendiàto, eppoi Pensiòne (da PENSIO pesatura svoltosi pagamento a giorno fissato), Pigiòne (da
PENSIONEM dal Pp PENSUS) e Pòndo da PONDUS peso con Ponderàre, Ponderaziòne e Ponderòso, l’ingl POUND o
PFUND, lo già slavo-russo PUND, i prefissati Compendiàre con Compèndio “pesare insieme” (CUM associativo),
Preponderàre “pesare prima” (dal lat PRAE prima) con Preponderànte e Prepoderànza; ancora, Pèndere nel senso di “pesare”
cui Pèso da PENSUM in estensione da PES piede quale unità di misura di lunghezza sopravvissuto nel mondo anglosassone.
Il Peso scorrevole delle bilance arabe è indicato con RUMAN ma che non ha nulla di connessione con Roma o con il lat,
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poiché è un termine fig dal semant ar melograno.
Il percorso continua con il fig Pesànza “angoscia” attraverso il provz PESANCE e Pesàre dal lat PENSARE questo iterativo
di PENDERE cui Pèsa, Pesàbile, il glb franc Pesage, Pesamènto, Pesàta, Pesatòre, Pesatùra, i prefissati Contrappesàre con
Contrappèso, Soppesàre (pref SOB modale), i composti quali Pesabambìni, Pesafìltro, Pesalàtte, Pesalèttere, Pesapersòne;
eppoi il Ppres aggettivato Pesànte con Pesantemènte, Pesantèzza, Pesièra, Pesìsta con Pesìstica e Pesìstico, un politico
Pesìsmo con Doppiopesìsmo, e i prefissati Appesantìre (AD allativo) con Appesantimènto. In percorso la moneta sp Pesèta
che è il dim di Peso.
Snm di Pesante dovrebbe essere l’omologismo Chiònzo dal long KLUNZ, ma questo s’è attestato metaf nel senso di “goffo,
tozzo”. Altro snm di Peso, è Càlibro, omologismo attinto all’ar QALIB forma da scarpa attraverso il franc CALIBRE, cui,
nell’attestazione corrente, Calibràre, Calibràto, Calibratòio, Calibratòre, Calibratùra, Calibraziòne.
Il gr conta il lemma PONOS fatica-peso col quale questo percorso è connesso, cui le composizioni Geopònica con
Geopònico, Idropònica con Idropònico.
Il percorso conta ancora i prefissati Compensàre da CUM PENSARE pesare insieme, cui Compensàbile con Pensabilità,
Compensamènto, Compensatìvo, Compensàto, Compensatòre, Compensatòrio, Compensaziòne e il devb Compènso, con i
correlativi Ricompensàre (RI iterativo) cui il devb Ricompènza, Ricompensàbile, Ricompensaziòne, ancora Scompensàre (S
sottrattivo) cui il devb Scompènso, Scompensàto; eppoi Spèndere da EX PENDERE pagare cui Spenderèccio, Spendìbile
con Spendibilità, Spendicchàre o Spenducchiàre, Spèndita e Spenditòre (calco di Vendita e Venditore), eppoi Spèsa dalla
locuzione PECUNIA EXPENSA soldi spesi, con Spesàre e Spesàto. Dall’ingl SHOP spesa, si conta il percorso glb Shopper,
Shopping e, in locuzione, Shopping cart (CART carrello), Shopping center (CENTER centro nel senso di ipermercato) o
Shopping mall (MALL isola pedonale per centro commerciale), il composto italoinglese Shoppingmanìa. Il percorso
prosegue con Perpendicolàre da Perpendìcolo in lat PERPENDICULUM filo (che pende) a piombo, Sospèndere con
Sospensiòne, Sospensòrio e Sospèso col pref SUB; la Sospensione è termine adottato nelle figure retoriche per cui un
enunciato viene volutamente interrotto, assimilabile alla Reticenza e all’Autocensura. Infine, Pensièro questo dal prvz
PENSIER dal lat PENSARE intensivo di PENDERE cui Pensàre e i pref Impensierìre (IN illativo), Spensieratàggine,
Spensieratèzza e Spensieràto (pref S di sottrazione). Attraverso il russo DUMAT pensare, cui DUMA assemblea, l’ital conta
dal XIX sec l’omologismo Dùma ma sempre in relazione alla Russia.
Il percorso semantico di PENDERE, partendo dunque dalla sospensione equilibrata della bilancia, dal pesare la quantità di
monete spettante, è giunto a significare la paga, lo stipendio ed il suo utilizzo; pertanto continua con Dispèndio dal lat
DISPENDIUM astratto del prefissato DISPENDERE pagare col pref DIS male sovrapposto al pref DIS distributivo,
attestatrosi quindi in “maldistribuire-sperperare” e Dispendiòso, ancora con Dispensàre dal lat DISPENSARE distribuire pref
DIS distributivo, questa volta nel senso di “ben distribuire”, verbo intensivo di DISPENDERE cui il devb Dispènsa,
Dispensàbile col prefissato Indispensàbile (IN negativo) nel senso che “non può essere distribuito, erogato, disperso” per la
sua importaza” con Indispensabilità, eppoi Dispensariàle, Dispensàrio attraverso l’ingl DISPENSARY e questo dal franc
DISPENSAIRE, Dispensatìvo, Dispensatòre con il glb ingl Dispenser, Dispensaziòne e Dispensière. Dal long SPARON
mettere in serbo il lat aveva coniato via via SPARNIARE, SPARMIARE, un sopravvissuto volg Sparagnare ui Sparagnino e
Sparagno, eppoi, col pref RI intensivo, RISPARMIARE inv nell’ital Risparmiàre con Risparmiatòre, Rispàrmio e un
Risparmiòso nato dalla pubblicità quale contrario di Dispendioso. Il termine Prosperàre è inv dal lat, denm di PROSPER
questo composto da PRO a favore e SPARO abbondante, cui Prosperamènto, Prosperaziòne, Prosperèvole, Prosperità,
Pròspero e Prosperòso conj Prosperosità; vrs la connessione con SPARON-SPARNIARE. Dal percorso lat l’onomastica
conta Prospero e dalla versione ar di rad “prosperare”, l’omologismo in onomastica Omar.
Altro curioso percorso avrebbero seguito il termine Pagàre, dal lat class PLACARE, mutatosi in PACARE sovrapposto a
PAX pace, ed infine volgarizzato in Pagare con lenizione sett, così attestatisi, cui Pàga, con un volg sett Pàga “pagatore”, col
dim Paghètta, Pagàbile, Pagamènto, Pagànte, Pagatòre, Pagatorìa, il sostantivo Pagherò snm di Cambiale o Tratta, e i
prefissati Appagàre con Appagamènto (pref AD), Inappagàbile con Inappagamènto e Inappagàto (doppio pref IN negativo),
l’iterativo Ripagàre, Soprappagàre con Soprappàga, Sottopagàre e Strapagàre.
\ Il non pagante, per accezione in uno spettacolo o simile, è fig indicato con Portoghèse. La definizione s’è diffusa dal XVIII sec e nasce
dall’evento di uno spettacolo allestito nell’ambasciata del Portogallo a Roma, di conseguenza chi si presentava dichiarandosi “portoghese”
entrava senza alcuna formalità.\
Il lat PLACARE, giunto immutato, è il causativo di PLACERE (così come Sedare lo è di Sedere) con rad PLAK concordare,
cui Piacère con Piacènte, Piacentière o Piacentièro, Piacènza con l’obsoleto Piagènza ed il toponimo Piacenza, Piacèvole con
Piacevolèzza, Piacimènto, Piaciòne e Piacionìsmo, i prefissati Compiacère con Compiacènza (pref COM associativo),
Dispiacère con Dispiacènza (pref DIS d’opposizione); il gr conta ERAO cui il lat ERASMUS piacevole che ha portato
l’onomastico Erasmo con Erasmiàno questo relativo a Erasmo da Rotterdam (1466 o 9\1536).
Il percorso da PLACARE continua con l’inv Placàre cui Placàto e Placaziòne, Plàcido “che piace” già aggettivo lat
PLACIDUS tranquillo con Placidèzza e Placidità, Plàcito dal Pp PLACITUM con Placitàre e Placitaziòne; infine, Placèbo
questo dalla prima persona sing del futuro lat PLACEBO piacerò, Placet questo dalla terza persona sing del presente lat
PLACET piace. Nel percorso lat PLACARE, l’ital conta il prefissato Implacàre con Implacàbile e Implacabilità con IN
negativo. La semant vuole che con il termine Pagare s’intenda Placare le attese di chi ha lavorato.
\ Lo stipendio per un funzionario d’Esattoria Comunale, nel dicembre del 1976, ammontava a Lire 1.634.863, ma che, decurtato delle
normali trattenute, contava una competenza totale di Lire 900.186, ben superiore alla media d’epoca quando un lavoratore o un giovane
impiegato, sposato con prole, percepiva intorno alle 300.000 mila.\
\ Radicale PEN
Dalla rad PEN, oltre al percorso di Peso e Stipendio, sono pervenuti Pèndere (omn di Pendere “pesare”) inv dal lat
PENDERE con Pendèvole, Pendìno, Pencolàre dal volg PENDICULARE cui fig il volg Pennichèlla da Pendichèlla,
Pendàglio (attraverso il franc PENDAILLE), Pendìce dal lat PENDIX PENDICIS col prefissato Appendìce da APPENDIX
(col AD verso, il termine si è allontanato dal significato di “in bilico per pesare” svoltosi in “parte aggiunta”) cui il percorso
medico-chirurgico Appendicìte, con Appendicectomìa, eppoi il relativo generico Appendicolàre da APPENDICULA dim di
APPENDIX, Appendicolària (Genere di Tunicati), il termine giornalistico Appendicìsta, Appendicolària (botanica) e
Appendìzie da un lat medv APPENDICIUM, Pendènza con Pendènte (fig anche pecuniaria) e Pendìo cui la composizione
Parapendìo (vale “paracadute per pendio”) e il glb Paraskì (vale Parapendio e il franc Ski sci), Pèndola, Pèndolo e Pèndulo
dal lat class PENDULUS cui il denm Pendolàre (verbo e anche sostantivo fig riferito al lavoratore itinerante), Pendolamènto,
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il dim Pendolìno con un fig Pendolìno “sorta d’uccello dei Paridi” per il suo nido pendulo, l’avverbio Pendolòne o Pendolòni,
questo Penzolòni o Penzolòne dal volg PENDJOLUS da PENDULUS cui Pènzulo, Penzolàre, eppoi Pènsile, con la variante
Pèsolo, dal lat PENSILIS con Pensilìna e, con i pref, Appassìre e Appassìto, Impassìre, da Passìre con Passìto e Pàsso nel
senso fig di “secco” (dopo essere stato steso al sole) snm di Passo “andatura”; attraverso il franc FANER appassire, l’ital
conta il glb Fanè “appassito”. Appèndere con Appèso e i composti Appendiàbito o Appendiàbiti e Appendigònna. Dipèndere
“pendere da qualcosa” o un desueto Depèndere con Dipendènte, Dipendènza e Indipendènza. Impèndere “impiccare” svoltosi
attraverso il lat IMPENDERE sacrificare. Propèndere dal lat PROPENDERE (col pref PRO sta per “essere inclinato avanti”)
con Propènso dal Pp PROPENSUS cui Propensiòne da PROPENSIO PROPENSIONIS.
Il lat conta, fuori questo percorso, il termine PAENE che vale quasi, cui Penepiàno “spianata” (straordinariamente composto
con l’igl PLANE piano dal lat PLANUM pianura), Penòmbra “quasi ombra”, Pentìre da PAENITERE non avere abbastanza
di qualcosa, con Penitènte, Penitènza, Penitenziàle e Penitenziàrio; infine, Penùltimo (quasi ultimo) in sequenza con
Terzultimo e Quartultimo, eppoi Penùria, dal lat PAENUR mancante.
\ Edonismo Aedo Poeta
Snm di Piacere in versione gr è Edonìsmo dal gr HEDONE piacere, cui Edonìsta quasi un snm di Egoista, con Edonìstico e
Edònico attraverso il franc HEDONIQUE, da non equivocare con Aèdo, questo sta per Poeta “cantore”, dal gr AOIDOS
cantore, da OIDO canto di AEIDEN cantare
Dal gr POIEO creo si ha POIESIS cui Poièsi “momento creativo”, l’aggettivo Poiètico, il suff POIESI con POIETICO col
significato di “produzione” per composizioni quali Anticorpopoièsi o Immunopoièsi, Autopoièsi con Autopoiètico,
Linfocitopoièsi, Linfopoièsi.
Poèta, inv dal lat POETA è dal gr POIETES nome d’agente di POIEO creo. Nome d’azione di POIETES è Poesìa,
poeticamente Poesì, dal lat POESIS, cui Poèma con Poemàtico e Poemètto, eppoi Poetàbile, Poetànte, Poetàre, Poetàstro (suff
ASTRO), Poeteggiàre, Poètica e Poètico (gr POIETIKOS), l’ironico Poeticherìa, Poeticìsmo, Poeticità, Poeticizzàre,
Poetizzàre, Poetrìa “creazione poetica” inv dal lat medv POETRIA, e il percorso pref Spoetàre (S sottrattivo) “privare
dall’essere un poeta” con l’omn Spoetàre (S intensivo) “comporre e declamare” in senso spregiativo e, in senso metaf
Spoetizzàre “deludere-disgustare” questo dal XVIII sec, usato in maniera corrente nel pugliese.
Un sedicente poeta può essere indicato con Mèvio, questo già nell’onomastica, pertanto associato al romano Mevio (I sec
aC), in polemica con Virgilio e Orazio, e che, pur essendo stato un poetastro, è ugualmente ricordato tra i posteri grazie al
fenomeno linguistico della metonimia.
Il poeta, oltre ad essere un Aedo, è un Vàte o un Rapsòdo. Il primo è dal lat VATICEN che canta come profeta, il cui verbo
denm è Vaticinàre. Il secondo è dal gr RAPTEIN cucire insieme, composto con un pref dal sostantivo OIDO canto, quindi
cucitore di canti, cui Rapsodìa.
\ È nato a Genova, all’alba del millennio, un movimento poetico “Rivoluzione poetica” a firma di Lawrence Ferlinghetti, Alejandro
Jodorowsky, Claudio Pozzani. Dal manifesto: \...\ a tutti coloro che credono che sogni e quotidiano debbano danzare insieme \...\ la poesia è
una voce di dissenso contro lo spreco delle parole. \
Snm di Piacere, ancora, in versione lat è Libìdine, dal lat LIBIDO desiderio dei sensi, dalla rad LEUBH provare piacere, cui
Lìbido, Libìdico, Libidinòso, Lìbito, la locuzione lat AD LIBITUM ancora in corso, che ritroviamo moralizzato nel ted LIEB
caro. Interessante la curiosità etim, per cui la rad LEUBH di libidine è l’estensione della rad LEU, che sta per fango. Termine
alieno Lìbico questo relativo alla Libia.
Infine, snm di Piacere è Godère, con un desueto Gaudère, cui Goderèccio, Godèvole, Godìbile con Godibilità, Godimènto,
Goditòre, Godùria con Goduriòso, e Godùta dal lat GAUDERE connesso col gr GETHEO dal rad GAWEDH cui i più
espliciti Gaudènte, Gàudio e l’onomastico Gaudenzio attraverso il Ppres GAUDENS di GAUDERE; fuori percorso
l’omologismo Godè o il glb Godet attraverso il franc GODET piccola ciotola, eppoi Godeliàno, con Godelizzaziòne, relativo
a K. Godel (1906/1978), infine il botanico Godèzia in onore di C. Godet (XIX sec).
L’astratto Giòia è dal franc JOIE tradotto dal lat GAUDIA, cui Gioiòso e Gioiosità, Gioìre e vrs Giòlito attraverso il prvz
JOLI gradevole, già catalano EN JOLIT.
Il concreto Giòia, meglio Giòie, e Gioièllo con Gioiellàre, Gioiellerìa, Gioiellière sono considerati fuori percorso, attinti al lat
IOCUS nel suo significato dell’effetto che emana (Ved Gioco Giogo in Lusorio…).
\ L’equivoco del Bardo
Snm di Poeta “cantore” è Bàrdo dal lat BARDUS ma già celt BARDO, cui Bardìsmo e Bardìto questo “canto di guerra
germanico” dal lat BARDITUM; Bardo sarebbe stato poi generalizzato quale poeta epico e lirico.
Tutta la letteratura gallese, ricca di poesie, è prodotta dai bardi; W. Shakespeare era noto come “Il Bardo” oltre a “Il cigno del
fiume Avon”.
A seguito della conquista del Galles da parte di Edoardo I (1283) i cantori “bardi” furono censurati dagli inglesi e finanche
derisi; pertanto, l’omn Bàrdo, che sta per sciocco, balordo, transitato dallo sp BALDE, potrebbe essere sorto in connessione
metaf (razzismo). Nel XVII sec scoppiò in Irlanda la cosiddetta Sfida dei bardi dove le famiglie rivali si affrontrarono a suon
di versi poetici.
In omonomia, Bardo è il sobborgo nordoccidentale di Tunisi dove s’erige, appunto, il castello del Bardo, che nel ‘700 fu
residenza del Bey “il principe, in età ottomana”, questo in epoca più moderna vale “funzionario di stato”cui l’omologismo
Bèi con Beilicàle e Beilicàto; il Bardo fu poi abbandonato nel XIX sec ed oggi è sede del museo archeologico Alaoui o del
Bardo. Qui si trova anche il palazzo di Qasr Sa‘id, la sede dove fu firmato il Trattato del Bardo.
In assonanza si ha il termine BAR-DO che nel buddismo definisce il tempo intermedio tra la morte e la rinascita, tradotto
BARDO (pron bardò) in franc.
\ Piangere Flebo Ridere
La rad PLAK placare, pare si sia sviluppata da PLAG piangere per sofferenza cui il lat PLANGERE (battere) percuotersi il
petto, donde il percorso ital Piàngere e l’astratto Piànto da PLANCTUS col composto Piantorìso (piangere e ridere), il
prefissato Compiàngere cui il Pp Compiànto, Piàgnere con l’iterativo Piagnucolàre, Piagnistèo dal medv PLANGISTERIUM,
i Piagnòni “seguaci di Girolamo Savonarola (1452-1498), altrimenti detti Fratèschi o Bigotti” Piàga con Piagàre e Piagòso, la
locuzione biblica Le dieci piaghe dell’Egitto, il prefissato Impiagàre (IN illativo) con Impiagamènto e Impiagatùra, fig dal lat
PLAGA percossa (omn di PLAGA plaga) e questo dal gr PLEGE colpo cui Plèttro, la pennetta per far vibrare le corde
musicali, metaf un colpo d’ispirazione artistica, dal lat PLECTRUM già gr PLEKTRON, Plegìa e i suff PLEGIA-PLEGICO,
cui Paraplegìa (pref PARA) con Paraplègico e la composizione Paraolimpìadi (Paraplegico e Olimpiadi su calco ingl
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PARALYMPCS) e Cerebroplègico.
Il lat comtempla ancora FLERE piangere, da rad onomatopeica PH L, cui Ploràre e Plòro, i prefissati Deploràre con
Deploràbile, Deploratòria, Deploraziòne e Deplorèvole questo con suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE; Imploràre con
Implorànte, Imploratòre, Imploraziòne.
Il lemma prefissato Esploràre, cui Esploratòre ed Esploraziòne, non può avere nulla in comune con Plorare di piangere;
pseudoetim in questo percorso, deriverebbe invece dal gr PLANAOMAI vado errando cui un pref PLANO di motilità
(connessi con PLANO da PLANUS piano), con pref EX estrattivo e starebbe per osservare attentamente la pianura per
estrarne cognizioni atte ad evitare i pericoli propri di esposizioni all’aperto, successivamente in riferimento ad ogni luogo; il
percorso conta composizioni quali Planoconìdio (dal gr KONIS polvere, snm di Zooconìdio), Planogamète (botanica) questo
dal gr GAMETES accoppiati per la riproduzione.
L’ebraico conta MERAGGEL per esploratore o spia, cui l’omologismo Marachèlla svoltosi nel senso di Bricconata; nessuna
connessione con Maràca “sorta di strumento musicale” questo omologismo dallo sp MARACA di genesi tupi.
La rad PH L aveva condotto ancora al gr PHLEPS PHLEBIS vena, in lat FLEBES vene, forse assimilando la fuoriuscita delle
lacrime (lat FLERE piangere) a quella del sangue dalle ferite, cui Flèbo, Flebìte con suff ITE per malattie acute, e il pref
FLEBO in composizioni quali Fleboclìsi, Flebografìa, Flebogràmma, Flebolìto Flebologìa, Fleborragìa (con Emorragia),
Fleboscleròsi o Flebosclèrosi (accento alla gr) col gr SKLEROS duro, Flebotomìa e Flebòtomo (questo sia termine medico
sia insetto dei Ditteri, sorta di zanzara) con suff da rad TEM tagliare, Flebotrombòsi (col gr THROMBOS grumo di sangue);
vrs in relazione alla debolezza riscontrante durante la pedita di sangue dalle vene, sono stati coniati i vari lemmi Fièvole,
questo con suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE, con Fievolèzza e il prefissato Affievolìre con Affievolimènto,
l’esplicito Flèbile.
Il termine Fleboclisi è composto col gr KLYSIS lavaggio cui Clìsma, Clistère; vrs connesso col rad di KHRISMA unzione di
Cresima.
Antitesi di Piangere è Rìdere, questo inv dal lat volg RIDERE, cui Ridacchiàre, Ridanciàno, Ridèvole, Ridènte, Ridìcolo o
Ridìculo da RIDICULUS nome di strumento di RIDERE cui Ridicolàggine, Ridicoleggiàre e Ridicolèzza con Ridicolozzàre,
e, coi pref, Arrìdxere, Dèridere con Derisiòne, Irrìdere con Irridènte, Irrìso, Irrisòre con Irrisòrio, Risìbile con Risibilità,
Sorrìdere con Sorridènte e Sorrìso. Nome astratto di Ridere è Rìso dal lat RISUS, cui Risàta, Risolìno e Risòrio questo da un
tardo lat RISORIUS da RISUS. Il gr conta lo specifico GELAN ridere d’area armena, cui Gelàsimo e il composto Geloscopìa
che sta per “vedere, capire” l’individuo attraverso la sua maniera di ridere.
\ Secondo uno studio, esistono 19 modi di sorridere, di cui però solo uno è considerato di vera gioia, quello che muove il muscolo
orbicolare.\
Il Riso può manifestarsi con un Ghìgno, questo il devb dal franc GUIGNER tradotto in Ghignàre, i quali si tramutano in
Sogghignàre e Sogghìgno col pref SO (SUB), compreso Sghignazzàre e Sghignàzzo col pref S durativo e suff peggiorativo
AZZO; dalla versione GRINAN-GRIGNIER l‘ital conta Digrignàre e Digrignamènto col pref DI conclusivo e possibile
connessione con GUIGNER.
Il gr conta BRYKHO io digrigno i denti cui Bruxìsmo “il digrignare durante il sonno”.
Di etim non accertato, l’ital conta Brùzzico “prima luce dell’alba”, ma si potrebbe asserire che sia connesso col
gr BRYKHO poiché al risveglio, si tende ad un a forma istintiva di masticamento.
\ Cetra Chitarra Liuto Gusla Vina
Strumenti musicali a corda, si contano Cetra e Chitarra; termini entrambi dal gr KITHARA cui il lat CITHARA svoltosi
nell’ital Cètra; l’omn Cètra “piccolo scudo” è dal lat CAETRA omologato da una voce africana. Direttamente dal gr
KITHARA, l’ital ha ricalcato Chitàrra, cui Chitarràta, Chitarrìna, Chitarrìsta, Chitarròne e Chitarronàta. La chitarra elettrica è
datata 1931. Charango è l’omologismo di genesi sudamericana, d’etim non trovata, attraverso lo sp. e sta per “chitarrina
costituita da una conchiglia”
Liùto, con gli obsoleti Lèuto e Leùto invece, è l’omologismo dall’ar AL UD, attraverso il franc LEUT che ne ha saldato
l’articolo. Da Liuto, l’ital conta Liutàio e Liuterìa. La forma Lèudo o Leùdo vale per una sorta d’imbarcazione, termine
attestatosi anche nel terzo snm di Liuto, fig per la forma del sartiame; l’omn Lèudo è l’omologismo dal ger LEUTE gente e
sta per “protetto dal signore (o dal re)”. Alla famiglia dei liuti appartiene la Tiòrba o Teòrba, d’etim non rintracciato.
Dal serbo-croato GUSLA, l’ital ha adottato l’omologismo Gùsla o Gùzla “strumento a corda russo-slavo”.
Dal sct VINA l’ital conta ancora un Vìna “strumento ind a quattro corde”
SALA SALIRE SCANDALO
SALA
Sàla è un termine polisemantico (o polisemico). Dal lat volg AXALIS, da AXIS asse, Sàla è l’asse delle ruote,
italianizzato Assàle con la perdita della prima sillaba AS-SALE(A). N’è rintracciabile un’attestazione nell’area
bal-slava AKSI, indoiran e gr AKS e da questo ancora il gr AKSON. Il gr HAM-AKS-A è il carro ad un solo
asse. Sala “erba palustre” (Ved Sale…). Sàla, dal franc SAL è originariamente una costruzione costituita da
un’unica stanza. (ted SAAL), cui Salètta, Salòne, il glb ingl Saloon, il derivante Suòlo dal lat SOLUM, col
prefissato Assuolàre o Assolàre (AD allativo), il composto Soliflùsso “lento fluttuare del terreno”, e Sòglia dal
volg SOLJA dal class SOLEA in origine sandalo poi suola cui il fig Sògliola da SOLEAM con Solèidi
“Famiglia di pesci”. Il termine Soglio, invece, è da connettere al verbo SEDERE (Ved Assessore…).
Dal class SOLEA è giunto il percorso di Soleàre, Solèo (dal lat fig da SOLEA pianta del piede), Solètta o
Suolètta, Solettàre e Suòla, dal collettivo lat SOLA di SOLUM suolo, con Suolàre o Solàre (questo meglio da
evitare per non equivocare con l’aggettivo di “sole”), Suolatùra o Solatùra, Suolifìcio tutti sovrapposti al lat
SOLUM, cui Suòlo. Il tutto è connesso col tema indoeur SELO-SOLO insediamento umano. Eppoi il glb Soling
“sorta di imbarcaione a vela” attraverso l’ingl SOLE suola. Il lemma Sòllo “soffice” riferito al terreno è vrs
connesso con SOLUM.
I longobardi chiamavano SALA il palazzo, privilegiandone il significato collettivo (tante sale); donde il
toponomastico Sala per molti comuni: Sala Consilina, Sala Baganza... sorti intorno ad un palazzo.
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La Sala d’oggi è il vano di un’abitazione, ben arredato per essere adibito a “rappresentanza”, pertanto, il termine
è stato esteso includendo gli alberghi, i circoli, gli uffici pubblici; poi il concetto di “ben arredata” è passato a
quello di “arredo specifico”, assorbendo così gli ospedali con Sala operatoria, le biblioteche con Sala di lettura,
le palestre con Sala di scherma, la chiesa con Sala capitolare e finanche le navi con Sala nautica...
Tornanado ad AXIS, da questo è pervenuto più esplicito il termine polisemico Asse-àsse cui il relativoAssiàle e
il prefissato Coassiàle (CUM associativo), il dim Assicèlla, Assero-àssero “stanga”, l’aggettivo biologico Assileàssile, Assìto ”pavimento o parete d’assi” e il sostantivo agricolo Asciàle da AXALEM con Ascialòne, l’accr
istologico Assòne o Axòne, meglio Assòni, con l’aggettivo Assònico, utilizzato nella terminologia scientifica
quale “collegamento tra neuroni” cui i snm Cilindràsse e Neurite. Asse è anche tavola così come oggi sopravvive
nella semant oltre all’organo meccanico.
Asse, dal lat ASSEM, è stata una moneta romana di tema med AS moneta cui Decùsse “dieci assi” con i fig
Decussàre e Decussàto. Eppoi Asso-àsso “carta da gioco importante” cui il fig “eccellente” dall’essere l’unità del
seme, con la locuzione Asso nella manica e il risvolto Piantare in asso (da solo) questo però meglio riferito ai
dadi il cui valore dell’uno è il minimo. Abassiàle (pref AB) è un termine botanico. Sommèsso (omn di
Sommesso “sottomesso”) dal lat composto SEMISSEM vale “mezzo asse” (SEMI ASSEM), unità di misura sett
per lunghezze usata dal XV sec.
\ Assometria Assonometria
Assometrìa o Assonometrìa, cui Assomètrico o Assonomètrico, dal gr AKSON AKSONOS asse e METRON misura, vale
misurazione sugli assi ed è il criterio geometrico descrittivo della proiezione parallela per rappresentare un oggetto sopra un
piano; pertanto si ha una sola immagine, ponendo in riferimento sia le sue dimensioni ovvero altezza, larghezza e profondità
sia un sistema di assi cartesiani ortogonali uscenti da una stessa origine. Insomma, è un metodo per dare volumetria agli
oggetti raffigurati, che tiene conto innanzitutto dell’intuizione. L’Assometria cavaliera o dimetrica obliqua mostra un oggetto
frontalmente dove il piano verticale è parallelo all’osservatore e quello orizzontale perpendicolare.
\ Spago Spaghetti
Il lat conta SCAPUS per assicella o rocchetto (del filo), già gr SKAPOS, cui l’attestazione metatetica SPACUM svoltosi
nell’ital Spàgo con il fig glb Spaghètti “sorta di pasta alimentare” plur del dim fig Spaghètto, con lenizione sett della c in g,
cui Spaghettàta, Spaghetterìa e la locuzione Prendersi uno spaghetto “spaventarsi” (dim di Spago) vrs in richiamo alla
locuzione Filo da torcere. Il termine Pìci vale “sorta di spaghetti di pasta fresca” termine dal senese.
\ Sugna Ala Volare
Il termine Sùgna, dal lat AXUNGIA, deriva sorprendentemente da AXIS asse, già gr AKS, composto con UNGUO unto (per
le assi dei carri). UNGUO è dal lat UNGERE variante di UNGUERE da un arcaico ONGWO, cui in complanare Ungereùngere o Ugnere-ùgnere con Ungimènto o Ugnimènto, Ungitòre e Ugnitòre, Ungitùra e Ugnitùra, Unguentàio, Unguentàre
inv dal lat UNGUENTARE, Unguentàrio e Unguentàio, Unguentière, Unguènto questo da UNGUENTUM, il composto
Unguentìfero; eppoi Unto-ùnto da UNCTUM e la variante Onto-ònto d’attestazione senese, Untàre, Untatòre, Untaziòne,
Untìccio, Untòre, Untorèllo, Untòrio, Untosità con l’obsoleto Untositàde, Untòso e Untuòso, Untuàrio, infine Unziòne dal
genitivo di UNCTIO UNCTIONIS con Unzionàrio. Il fenomemo della mutazione della O di ONGWO nella U di UNGUO,
dovuto al gruppo letterale ng, si ripete nell’attestazione di Spugna e di Unghia. Il termine Ungere può essere considerato
connesso con il sct ANAKTI da rad ENG. Il gr conta lo specifico ALEIPHAR ALEIPHATOS unguento, cui l’ital Alifàtico.
Il gr-lat AKS-AXIS, per la proprietà di articolazione, ha procreato il percorso con Asciàle, Ascia-àscia cui Asciàre, Asciàta e
la variante Ascie-àscie dal lat ASCIA in connessione col ted AXT, Assinomanzìa con Assinomànte e Assinomàntico
(divinazione attraverso il lancio dell’ascia), eppoi Ala-àla con un dim Alùla dal lat ALA legato ad AXIS a sua volta derivante
dal gr A(KS)LA che riappare nel ted ACKSEL ascella, eppoi Ascèlla cui Ascellàre che vale “piccola ala” dal dim lat
AXILLA. Le Ali, infatti, si associano alle Ascelle dei volatili. In botanica è adottato il termine Ascella per indicare la parte
compresa tra il fusto e il picciolo. In percorso rad il lat COXA connesso in area celt, ger, ind, e che per diversi percorsi
semantici, può assumere altri significati di articolazione, cui Còscia con Cosciàle e Còscio con Cosciòtto, il prefissato
Scosciàre (S sottrattivo) cui Scosciàta, Scosciàto, Scosciatùra e Scòscio che nella danza vale Spaccata, Soccòscio col pref lat
SUB sotto (riferito a un taglio di carne di suino). Il termine Cuscìno (dal XIV sec), dal lat medv COXINUM, è un derivato fig
di COXA e vale quindi semant “per appoggiare le cosce” ovvero “per sedersi” successivamente esteso anche in “appoggiare
la testa”, in connessione indoeur col franc COUSSIN cuscino e COUCHER coricare. Cortacòscia era l’epiteto del normanno
Roberto II (1051/1134).
Termine assonante è Cuscìtico cui Lingua cuscitica relativi ai Cusciti del sottogrupoo camitico.
Lo specifico lat è invece PULVINUS cuscino cui Pulvìno e Pulvinàre svoltosi in terminologia architettonica e botanica.
Dallo specifico gr PELEKYS ascia, il lat ha coniato fig PELECANUM “per la forma del becco” cui Pellicàno, la cui vita
media è di 45 anni, e Pelecanifòrmi “l’Ordine”.
Dal long SKINKO femore-coscia l’ital ha tratto l’omologismo Stìnco, rintracciabile nel friulano Stinc. Il lat conta lo
specifico FEMUS FEMORIS femore, cui Fèmore tratto dal genitivo, con il relativo Femoràle.
Derivati da ALA, Alàta e Aleggiàre, Alàto, Aliàre “volare”, Aliànte, i composti Alalònga, Aleriòne “aquilotto” attraverso il
franc ALERION e Aleròne sempre attraverso il franc AILERON da AILE ala, Alìpede “che ha le ali ai piedi”, Aliscàfo,
Alìvolo. Alàre è un lemma straordinario d’inc e di riferimento, oltre ad essere l’aggettivo legato alle Ali, è relativo al lat
LARES, che erano le divinità del focolare, della casa, nipoti del Tevere per essere state procreate dalla figlia Lara; semant, ai
giorni nostri, gli Alàri (snm di Capitoni), appunto dal lat LAREM focolare, sono comodi arnesi di ferro, già di pietra, posti ai
lati (fig “ali”) atti a sostenere lo spiedo o la legna nel camino perché bruci nella migliore maniera. Coesiste ancora un Alàre
(sost Alàggio) dal franc HALER, traslitterato dall’ol ant HALEM tirare, cui Alabàsso. È il termine utilizzato nel lessico
marinaresco e sta per “tirare le funi delle vele per l’approdo”; in ogni caso, per insiemistica d’idee, il percorso semantico
potrebbe aver avuto origine dall’azione del tirare con la forza delle ascelle. Un secondo percorso semantico potrebbe aver
avuto avvio nel dover fissare le funi ai fianchi (ali) dell'imbarcazione.
Fuori percorso ALA, Alabàrda o Labàrda (per aferesi) poiché è l’omologismo dal ted HELMBART ascia da combattimento,
cui Alabardàta e Alabardàto, Alabardière; altri termini alieni Alabàstro dal gr ALABASTRON cui Alabastràio e Alabastrìno,
Aleatòrio e Aleatòre “soggetto alla sorte” direttamente da ALEA gioco di dadi cui Ale-àlea inv dal lat, ed ancora Aleàtico
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che indica una varietà d’uva e la qualità di vino che se ne produce derivante dall’emiliano Aliadga “uva lugliatica” (di luglio)
cui il napoletano Agliànico. Eppoi, Alienìa “senza il funzionamento della milza” con Lienàle (aggettivo) dal lat LIEN milza
connesso col gr SPLEN SPLENOS e col sct PLIHA cui Splène (milza), Splenètico con Splènico, Splenìte (suff ITE per
malattia acuta), Splenizzaziòne e il pref SPLENO adattato per composizioni quali Splenectomìa, Splenocontraziòne, eppoi
Asplenìa “mancanza della milza” col pref A privativo (coniato nel XX sec) e un botanico Asplènio (già nel XV sec) col pref
AD allativo che vale “pianta per la cura della milza”; per il lemma Mìlza, l’ital ha preferito rifarsi al long MILZI, cui il
prefissato fig Smìlzo “esile” con S sottrattivo che semant sta “senza milza (pancia)”, vrs connesso in area indoeur con l’ingl
SLIM leggero. In parallelismo a LIEN troviamo REN RENIS e il suo plur RENES cui Rène, Rèni, Rognòne o Arniòne con
Rognonàta dal lat volg RENIONEM da REN RENIS, i prefissati Adrenalìna (snm di Epinefrina) questo dal lat AD REN con
doppio suff ALIS e INA (chimico) cui Adrenolìtico, Sderenàre o Sdirenàre (pref S intensivo), Surrène (pref SUR sopra) con
Surrenàle o Surrenàlico, con Ipersurrenalìsmo e Surrenalìte (suff ITE per “infiammazione”).
\ L’Adrenoleucodistrofìa è la nota grave malattia di Lorenzo Odone, deceduto nel 2008 all’età di 30 anni, che aveva ispirato il film “Olio di
Lorenzo” e successivamente il Progetto Mielina per lo studio di questa rarissima malattia; il tutto merito dei suoi genitori che erano riusciti
ad allungargli la vita grazie ad un empirico trattamento a base di acido erucico.\
Il gr conta lo specifico NEPHROS rene cui Nefrìdio, Nefrìte con Nefrìtico, Nefròide, Nefròma, Nefròne, Nefròsi con
Nefròsico o Nefròtico, il pref NEFRO adattato per composizioni quali Nefralgìa (gr ALGOS dolore), Nefrectomìa (gr
TEMNO taglio), Nefrocalcinòsi (gr CALX calce cui Calcino “fungo parassita” e suff medico OSI), Nefrocarcinòma (gr
KARKINOS cancro e suff medico OMA), Nefrocèle, Nefrogèno con Nefrogènico, Nefrografìa con Nefrogràfico,
Nefrogràmma, Nefrolìsi, Nefrolitìasi con Nefrolìto, Nefrolitotomìa, Nefrologìa con Nefrològico e Nefròlogo, Nefropatìa e
Nefropàtico, Nefròpe (col gr OPS OPOS aspetto,) Nefropèssi o Nefropessìa (gr PEKSIS fissazione cui il suff ital PESSIA o
PESSI) Nefroplegìa(con PLEGIA sofferenza), Nefròpsidi (gr OPS vista), Nefroptòsi (gr PTSOSIS caduta), Nefrorrafìa (gr
RAPTO cucio), Nefrorragìa (gr RHAGIA rottura), Nefroscleròsi o Nefrosclèrosi (accentazione gr), Nefrostomìa (gr STOMA
bocca), Nefrotomìa con Nefròtomo (con TOMIA taglio), Nefrotòssico, Nefrotropìsmo (gr TREPO volgo) Ancora, il suff
NEFROSI in Idronefròsi, Litonefròsi, Pionefròsi (col pref dal gr PYON pus),
Ancora alieni nel percorso ALA, infine, Alacre-àlacre o il non proprio corretto Alàcre dal lat ALACER cui Alacrità vrs
connesso in senso fig con ACER acre, Alamàro omologismo dall’ar AL AMARA corda attraverso lo sp ALAMAR, Alàno
dal tardo lat ALANUS vrs in riferimento al popolo degli Alani, Aligùsta questo una attestazione ligure dal lat LOCUSTA
così riprodotto in ital Locùsta in complanare con Aragòsta d’identica rad; il gr conta lo specifico ATTAKOS locusta tradotto
nel lat ATTACUS, cui l’ital Attàcidi “Famiglia di farfalle notturne”.
Volàre arriva lungo un percorso a sé, dalla rad G(WOLU) rintracciabile in area ind a conferma dell’origine indoeur, cui il
devb Vòlo e i derivati, anche fig nel senso di “variazione improvvisa” o “evaporazione”, quali Volànda o Volàndola
“cascame” con Volandièro questo attestatosi nella terminologia dei trasporti, Volàno, il glb franc Volant cui il sostantivo ital
Volànte col dim Volantìno, il Ppres aggettivato Volànte, il sostantivo Volantìno dal significato di “foglietto volante” con
Volantinàggio e Volantinàre, eppoi Volàta (anche sportivamente in gergo ciclistico) con Volatòna o Volatòne, Volàtile con
Volatilità, Volatilizzàre o Volatizzàre e Volatilizzaziòne, Volàtica con Volàtico, Volatìvo o Volatìo, Volàto, Volatòre, i glb
la lacuzione franc Vol-au-vent “involucro di pasta sfoglia” fig che “vola al vento” per la leggerezza, il termine sportivo franc
Volée, l’ingl Volleyball “pallavolo” con l’omologismo Volleìsta o Vollìsta e Beach volley “pallavolo sulla spiaggia” ed
ancora i verbi Volicchiàre e il frequentativo Volitàre, Volièra e la locuzione sportiva Volo a vela cui Volovelìsmo,
Volovelìsta e Volovelìstico. Col pref IN illativo-incoativo l’ital ha coniato Involàre, Invòlo nel senso di “decollare”, mentre
con IN illativo-intensivo, l’omn Involàre nel significato originario di “rapire” riferito agli uccelli da preda, termine questo,
oggi, utilizzato frequentemente nei verbali delle forze dell’ordine quale snm di Rubare. Col pref EX si conta il desueto
Svolàre cui Svolamènto e Svolacchiàre (questo col suff verbale attenuativo ACCHIARE dal suff dim-spregiativo ACCHIO)
nel senso di “volar via”; col pref durativo S e le forme tratte dal suff iterativo AZZO si conta Svolazzàre cui Svolazzamènto,
Svolazzànte, Svolazzatòre, Svolazzìo e Svolàzzo.
L’omn Volàre è dal lat VOLA palma della mano o pianta del piede, su calco di Plantare da Pianta. Se ne deduce che il
termine Volantino può essere una sovrapposizione lemmatica, dato che questo “foglietto svolazzante” è distribuito a mano.
\ Asciatico Ombra
Fuori percorso da Ascia, dunque pseudoetim, il termine Asciàtico dal gr SKIA ombra con il pref A privativo ed il suff
aggettivante TICO che sta ad indicare una derivazione (in questo caso dal sostantivo SKIA ombra), come, ancora un
esempio, in Fanatico da FANUM tempio; eppoi Sciènidi (Famiglia ittica) da SKIAINA pesce ombrina cui Scièna.
Il lemma Ombra-òmbra è dal lat UMBRA da un ant ONDH-SRA col significato originale di cieco, tenebra, cui il percorso
Ombràre-Umbràre col prefissato anche fig Adombràre o Adombràre cui Adombràbile e Adombramènto, eppoi i diretti
Ombràtile o Umbratìle dal lat UMBRATILEM, Ombrèlla o Ombrèllo con Ombrellìno, Ombrètto (cosmetica), Ombrìa, il
pesce Ombrìna snm del gr Sciena, Ombròso, i composti Ombrellìfere (botanica), Ombrìfero, l’onomastico Ombretta; vrs dal
calo di luce naturale durante i rovesci, il gr ha coniato il termine OMBROS pioggia cui Ombrinàle “bocca di scarico navale”
dal gr OMBRINOS pluviale e il pref OMBRO per composizioni in botanica quali Ombrofilìa “(pianta) che resiste alle forti
piogge” e il suo opposto Ombrofobìa, eppoi Ombrògrafo e Ombròmetro snm di Pluviografo e Pluviometro; lemmi
pseudoetim ed omn, fonte di equivoci, Ombrofilìa “attrazione per ombra” e Ombrofobìa “timore dell’ombra. Attraverso la
variante sp SOMBRA ombra l’ital conta l’omologismo Sombrèro.
In persiano FISIAK è Ombrellino cui l’omologismo Fusciàcco o Fuciàcco o Fuciàcchio “il drappo ad ombrello sui crocefissi
in processione”, donde il fem Fusciàcca o Fuciàcca “fascia attorno alla vita”.
\ Sin dalla preistoria, l’Ombra era considerata la manifestazione dello spirito individuale, ovvero, per dirla in termini cristiani, dell’anima,
pertanto è sopravvissuto il suo significato di presenza ultraterrena, le Ombre, le Malombre; forse la superstizione di non aprire gli ombrelli in
casa n’è un dilatamento.metaforico.\
\ Tifone Tornado Uragano
Tifòne dal cinese T’AI-FUNG da FUNG vento che sta per accezione “vento di Formosa”, transitato dall’ingl TYPHOON vrs
in sovrapposizione al termine lat TYPHOS fumo-vapore poi semant febbre eccitante, cui Tìfo con Tìfico, Tifòide con
Tifoidèo, Tifòsi (suff medico OSI) e Tifòso “affetto da tifo”; eppoi il fig Tìfo (nello sport) cui l’omn-snm Tifòso “che fa il
tifo per…” con Tifoserìa; termini alieni Tifàcee (Famiglia botanica) dal gr TYPHE “sorta di pianta acquatica” e Tifernàte
relativo al toponimo lat Tifernum oggi Città di Castello.
Tornàdo è dallo sp TRONADA tuono per svolgersi nel significato torrente attraverso l’ingl TORNADO tempesta.
245
Uragàno è dallo sp HURACAN ispirato all’epiteto indigeno sudamericano del dio delle tempeste.
\ Nel 2005, l’uragano Katrina s’abbattè sulle coste statunitensi provocando 1.800 vittime; nel 2008, tra agosto e settembre, l’uragano Gustav
ha indotto all’evacuazione l’intera città di New Orleans. /
SALIRE
Salìre, con l’obsoleto Sagliìre, è inv dal lat SALIRE saltare, montare, cui Saliènte, con l’obsoleto Sagliènte, dal
Ppres SALIENS SALIENTIS con Saliènza vale “dal basso verso l’alto”, il prefissato Assalìre la cui rad SEL
liberarsi da... alzarsi lo ha sorprendentemente reso parente di Cònsole con la variante Cònsolo da CONSUL di
CONSULERE nel senso di deliberare, Consìglio 1 da CONSILIUM devb di CONSULERE nel senso di
consultare, Esule-èsule da EXSUL, Prèsule da PRAESUL, insomma tramite i pref COM-EX-PRAE; pertanto,
Con-sole “alzato di dignità pari a...”, Con-siglio “suggerimento od organo autoritario” nel senso di “alto”,
E-sule “non libero in patria”, Pre-sule “preminente tra la gente libera”. Resiliènte, poi, con Resiliènza, vale
“saltare indietro” dalla variante RESILIRE di RE SALIRE (pref RE inversione di moto).
In percorso semat e fig, da Console si ha il relativo Consolàre, il verbo Consolàre da CONSOLARI dalla
variante SOLARI nel senso di confortare, eppoi Consolàto, Consolatòre, Consolatòrio, Consolaziòne, il
prefissato Procònsole e un glb franc Console (pron consòl) “sorta di mobile” fig da da CONSOLATEUR “figura
antropomorfa che sorregge una mensola”. Da Consiglio si ha Consigliàbile, il verbo Consigliàre con l’aggettivo
Consigliàre o Consiliàre, Consigliàto, Consigliatòre, Consiglière, Consigliòri attraverso l’italo-americano
Counsellor su modello di voce siciliana, e Consiliatùra . Da Esule si ha il denm Esulàre “andare in esilio”
attestatosi fig in “essere estraneo”.
L’aggettivo Salàce “piccante, pungente, eccitante” è metaf dal lat SALAX, derivato da SALIRE cui Salacità. Il
lemma Assìllo, d’origine etrusca, cui Assillàre e Assillànte, è rimbalzato in ital dal lat AD SALIRE saltare, cui
ASILUS tàfano. Salìva inv dal lat SALIVA, già gr SIALON cui Salivàle, Salivàre e Salivaziòne con i prefissati
Insalivàre e Insalivaziòne (IN illativo), Salivatòrio, eppoi il prefissato Asialìa o Ascialìa (senza saliva, con A
privativo). Saliva è vrs la sintesi della locuzione lat AQUA SALIVA l’acqua che sale (in bocca), ricalcando
Acqua sorgiva che si riduce lemmaticamente a Sorgiva. Gli Sciàli sono le masserie marine, così chiamate lungo
la costa sud del Tavoliere dal fenomeno della salsedine, Acqua salsa, che sale dai muri, giusto come la saliva; il
termine è l’erede di un ant volg Scialìva o Scilìva per Saliva, dal gr SIALON, come Sciàlo (omn di Scialo da
Scialare), Scialorrèa, Scialoadènte, Scialografìa, tutti elencati in campo medico.
Calcando il franc TRESSAILLIR (TRES SAILLIR), l’ital ha coniato Trasalìre, dal lat TRANS SALIRE
sobbalzare per un’improvvisa emozione, cui Trasalimènto. In composizione con altri pref, la forma d’agente
SULTOR di SALIRE diventa Desultòre con Desultòrio “che salta”, Esultànza con Esultàre, Insultàre (saltare
addosso) con Insùlto, Sussultàre, Sussùlto, Sussultòrio o Sussultòria (pref SUB “da sotto”, con OndulatorioOndulatoria sono sovente in locuzione con “movimento tellurico” o “scossa di terremoto”).
Salamàndra, cui Salamàndridi (la Famiglia) arriva direttamente dal gr SALAMANDRA d’etimo sperduto, ma
per il fatto che l’anfibio frequenta le zone collinose e montane, si potrebbe pensare ad un termine derivato della
composizione della rad SEL di Salire con il primitivo MANUS, che sarebbe divenuto MANIS buono nel senso
di capace (a salire), e il gr DRAMEIN correre.
Il lat SALIRE diventa SOLERE alzarsi cui il prefissato COM SOLERE attestatosi in CONSULERE deliberare
cui Consulènte e Consulènza, e nell’iterativo CONSULTARE cui Consultàre, il devb Consùlta, Consultatòre,
Consultaziòne, il glb ingl Consulting, Consultìvo, il Pp Consùlto, Consultòre, Consultòrio; diventa SALTARE
quale intensivo di SALIRE, cui Saltàre, Sàlto e Saltuàrio, i composti Saltasàssi “varietà alpina di pecora),
Saltimbànco, il prefissato Assaltàre denm di Assàlto e un Trassaltàrsi (doppio prefisso TRA). Risultàre o
Resultàre con Risultàto, Risultànza, Risaltàre con Risàlto composti con RI intensivo stanno fig per “più che
sporgere, emergere”, oltre naturalmente all’iterativo di Saltare.
Il verbo ital Solère, cui Sòlito, le locuzioni Di solito, Essere solito a…, il prefissato (IN di negazione) Insòlito da
INSOLITUM, Insolènte da INSOLENTEM (gà con valore di “insolito”) con Insolentìre e Insolènza da
INSOLENTIAM è dall’omn lat SOLERE essere uso di etim ignota ma d’origine indoeur; comunque, SOLERE
essere in uso è pur sempre metaf SOLERE alzarsi, ossia essere al di sopra rispetto al quale non si è più
avvezzi”.
I sacerdoti Salii, nell’antica Roma, erano danzatori sacri (coloro che saltavano…) e che a marzo onoravano il dio
con un lauto pranzo, donde il termine Saliàre nella locuzione Pranzo saliare; banchetto a parte, sfilavano in
processione per le strade con una coreografia di danza detta TRIPODIUM ossia ritmicamente in tre tempi, cui
l’ital Tripudio (ved da Semplice a… Dubbio in Sette…).
Il lat conta comunque SCANDARE, verbo durativo di SCANDERE salire, dal quale sono pervenuti Scàndere,
Scansiòne con Scansionàre e Scansìre: in ingl SCANNING con il glb Scanner cui l’omologismo Scannerizàre
con Scannerizzàbile. Eppoi Scandìre, Scandagliàre e Scandàglio questo nome di strumento da SCANDARE.
\ La notizia è del marzo 2008, la fonte è l’università di Bercheley negli USA; pare che abbiano trovato un sistema tecnologico per
scannerizzare l’attività cerebrale, ossia visualizzare le immagini pensate e sognate.\
Dal lat SCALA già SKANDSLA l’ital conta Scàla, dal tema rad SK-SKAND di SCANDERE salire, ma
nell’originario significato di mettersi in movimento, attestatosi anche nelle aree celt e ind; in area gr, la rad ha
portato a SKANDALON impedimento e, più esteso, in trabocchetto. In percorso, Scalàre “arrampicarsi”,
Scalàbile con Scalabilità, Scalamènto, il gerundio sostantivato Scalàndo, il marinaresco Scalandròne dal gr
SKALANTHRON lungo bastone inc con Scala e vrs connesso con Scalòccio “sorta di remo”, Scalàta, Scalàto,
Scalatòre, Scalèa e Scalèo, il fig geometrico Scalèno dal lat SCALENUS già gr SKALENOS disuguale246
zoppicante cui le locuzioni geometriche Triangolo scaleno, Trapezio scaleno e l’anatomica Muscoli scaleni,
Scalèra, il dim Scalètta con Scalettàre, il composto Scalìgero “che porta una scala” cui Scaligero relativo alla
cognomastica Della Scala, ant signoria di Verona e che pertanto ha assunto il valore di Veronese, il dim Scalìno
con Scalinàre, Scalinàta, Scalinàto, Scalinatùra, il marinaresco Scàlo, il geometrico Scalòide (suff OIDE simile
a…), l’accr Scalòne. Le locuzioni Scala mobile, che oltre a indicare la scala elettro-meccanica esprime fig il
meccanismo d’adeguamento, praticamente parziale, dei salari al costo della vita, Scala a chiocciola, Scala a
libretto.
Lo Scàndio, elemento chimico, è così definito in onore dello scandinavo L. F. Nilson (1840\1899) lo scopritore;
vrs, a ogni modo, la connessione di Scandinàvia e Scandinàvo, uno Scandìnavo non corretto, col tema rad
indoeur SK-SKAND.
Per Scala si intende anche una base di misurazione, di comparazione, di classificazione: Scala Numerica, Scala
Ordinale, Scala d'Intervalli, Scala di Rapporti, Scala a Toni Interi (musicale), Scala Logaritmica.
Scalabrìno non ha nulla della radice, dal lat medv SCANABRINUS, era la persona incaricata di seppellire gli
appestati (il manzoniano Monatto), in allusione a SCARABAEUS scarabeo, per il suo istinto naturale di
sotterrare gli escrementi degli animali. Lo Scalabrino si è metaf trasformato via via nel ladro furbo che sa
nascondere la refurtiva e in persona scaltra.
Gli Scalabriniàni, infine, sono i missionari di S. Carlo, l’istituzione fondata da Giovanni Battista Scalabrini
(1839 \ 1905).
1
In russo Consiglio è tradotto in SOVIET, diffuso dopo la Rivoluzione d’Ottobre del 1917, cui l’istituzione dell’Unione Sovietica, meglio
URSS (Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche) sciolta del 1991; in percorso gli omologismi Soviètico, Sovietizzàre,
Sovietizzaziòne, Sovietologìa e Sovietòlogo. Eppoi il glb Sovchoz ellittico dalla locuzione SOVETSKOE CHOZJAJSTVO azienda (agraria)
sovietica, cui l’omologismo Sovcosiàno.
\ Gamma Camma
In senso fig, Scala è anche un termine musicale che vale Gàmma, questo dalla lettera gr gamma scelta inizialmente da
Pitagora (VI sec aC) per indicare il suono fondamentale Sol, successivamente relativo al Do come elaborato da G. D’Arezzo,
e poi passato ad indicare la scala musicale nella sua intierezza. Gamma sta anche per radiazione, per simbolo d’unità di
misura della massa, per composti chimici, onda elettromagnetica, sfumature di colore, cui Gammacìsmo, Gammàto,
Gammaùt o Gammaùtte (con UT, antica nota corrispondente al Do), i composti Gammaglobulìna, Gammagrafìa,
Gammapatìa o Gammopatìa, Gammaterapìa.
Càmma, invece, è l’omologismo dal franc CAMME già ol KAMM pettine, attestatosi semant in “eccentrico sagomato”, un
pezzo meccanico.
Relativi al matematico-filosofo Pitagora, l’ital conta Pitagòrico (anche temperanza di rigore) e Pitagorìsmo e, in locuzione,
Tavola pitagorica e Silenzio pitagorico. I pitagòrici sono così chiamati i tifosi del Crotone, poiché in questa ant città Pitagora
fondò la sua scuola.
\ Note musicali
Le note musicali sono un invenzione di Guido D’Arezzo (992\1050). Do si suppone sia la prina sillaba del cognome di G. B.
Doni (1594/1647) il quale la sostituì al precedente Ut (ancora ricorrente in Francia), che era stato tratto dalla parola iniziale
del primo dei versetti di un inno dedicato a S. Giovanni Battista, da UT QUEANT LAXIS; seguono in ordine le prime sillabe
di testa per ogni versetto in sequenza, quali Re da RESONARE FIBRIS, Mi da MIRA GESTORUM, Fa da FAMULI
TUORUM, Sòl da SOLVE POLLUTIS, La da LABIIS REATUM, infine il Si introdotto da Bartolomeo Ramis de Pareja che
lo trasse dalle prime lettere delle due parole dell’ultimo versetto SANCTE IOHANNE S. Giovanni. Solmisaziòne o
Solmizzaziòne, dalle note Sol Mi, indica un sistema didattico. La composizione Bemòlle o Bimòlle, invece, è un alterazione
di nota e in origine si riferiva al Si che in precedenza era indicato con Be, cui Bemollàre e Bemolizzàre.
\ Giubileo
Quale snm di Esultanza troviamo Giùbilo, dalla serie onomatopeica IU IU grido d’allegria cui il lat IUBILARE e l’ital
Giubilàre, Giubilaziòne. Il termine Giubilèo è dal lat cristiano IUBILAEUM dal gr IOBELAIOS attinto all’ebraico YOBEL
capro (sacrificato), ma vrs è da connettere o da sovrapporre all’onomatopeico IU IU. Nel mondo cattolico il Giubileo ricorre
tradizionalmente ogni venticinque anni; nel 2000 c’è stato il Grande Giubileo a salutare il millennio.
SCANDALO
Scàndalo, dal lat eccl SCANDALUM, in percorso semantico SK-SKAND-SKANDSLA-SKANDALON, è il
termine che dal significato originario di salire, movimento, impedimento si è metaforizzato in insidia,
turbamento, discordia, seme d’agitazione pubblica, infrazione al comune senso del pudore e della morale.
L’associazione di Scàndere-Scàndalo ad Impedimento verrebbe dal fatto che le Salite sono dei reali intralci di
percorso. Scalata, dal significato reale di “salita” o di "disposizione graduale (come appunto i gradini)", si è
mutato metaf in quello di “ascesa al potere”.
Scala Mobile è l’espediente politico in regime di dissolvimento, che permette a stipendiati e pensionati di
adeguare, almeno in parte, le proprie competenze all’aumento del costo della vita. Escalation - italianizzato
Escalàre - è l’inglesismo adottato integralmente in ambito internazionale; fu coniato dal gen.Maxwell Taylor per
definire gli sforzi bellici in progressivo aumento. La semant lo ha già tradotto in “incremento graduale di
qualsiasi attività”; ma anche in ascesa carrieristica e sociale, in snm con Scalàta, il quale ultimo è qui preferibile,
per la sua genuinità di casa nostra.
Scaling è invece l'operazione eseguita da un esperto di Statistica, quando sceglie una tra le scale di misurazione.
\ Prefisso Suffisso TTERO PTERO
Branchiati Sauri
Suff di Ali è TTERO dal gr PTERON ala e PTERYKS PTERYGOS alato, cui Afanìtteri “Ordine di piccoli insetti” con il
prefissato APHANES invisibile (A privativo) da PHAINO io appaio, rintracciabile in Afanìte “pietra di paragone”con
Afanìtico; eppoi Ciclottèridi (Famiglia di pesci dei Scorpeniformi, alla quale appartiene il Lòmpo, questo attraverso il
composto ingl LUMPFISH pesce lompo ma di genesi ol), Coleòttero (coll gr KOLEON guaina) meglio Coleòtteri (Ordine
247
d’insetti) “ali con guaina” come le coccinelle, eppoi Dìttero o Dìptero “doppie ali” da DIPTEROS cui Dipterocarpàcee
“Famiglia botanica” (col gr KARPOS frutto); Dittero o Diptero è fig il tempio a doppia fila di colonne. Ancora, Emìtteri
“mezze ali” (Ordine d’insetti emimetaboli, col gr HEMI mezzo) o Emitteroidèi snm di Rincoti, Eudipte cui Eudipte
ciuffodorato snm di Pinguino, Eteròtteri (col gr HETEROS altro, Sottordine di Emitteri),Fenicòttero col gr PHOENIKS rosso
ma anche Fenicottero rosa, Sauropterìgi o Saurotterìgi col gr SAUROS rettile.
Nel termine botanico composto Coleòttile o Coleòptile “guaina delle Graminacee”, PTERON ala si trasfigura in PTILLON
penna leggera-piuma.
La forma greca PTERON ala, pur italianizzata, è sovente preferita nei pref, cui Atterigifòrmi (Ordine di uccelli) da
APTERYGIFORMES, Apterigòti o Atterigòti (Sottoclasse d’insetti), o Aptero-àptero o Attero-àttero vale “tarpato” con
Atterìsmo, tutti con A privativo nel senso di “assenza d’ali”; eppoi Pterosàuri, Pterobrànchi questo con il gr BRANKHIA
branchia, Pteròmalo questo col gr MALLOS fiocco di lana.
In percorso da BRANKHIA l’ital conta Brànchia, Branchiàle, Branchiàti (muniti di branchie) con Dibranchiàti (pref DI DIS
“due”), rintracciabile nel termine Branzìno che vale “branchino”, il pref BRANCHIO adattato per composizioni quali
Branchiòpodi (Sottordine dei crostacei, col gr POUS PODOS piede) al quale appartiene il piccolo crostaceo delle saline
Artemia salina, Branchiosàuro, Branchiòstoma (come l’Anfiosso, col gr STOMA bocca), Branchiùri (col gr URA coda),
eppoi Elasmobrànchi (Superordine di pesci Condritti) col gr ELASMOS piastra, snm di Euselaci.
Dal gr SAUROS rettile-lucertola l’ital conta Sàuri (solo plur) con il pref SAURI cui Saurìschi col gr ISKHION elemento
scheletrico, il suff suff SAURO nei composti quali Brontosàuro col gr BRONTE tuono, il fig Burosàuro con l’ellittico di
Burocrate, Ceratosàuro con un pref tratto da Cera, Dinosàuro col gr DEINOS spaventoso, Mesosàuro col gr MESOS medio,
Ofiosàuro colgr OPHIS OPHEOS serpente, Plesiosàuro col gr PLESION simile, vicino, Stegosàuro col gr STEGOS tetto
(rettile a doppia cresta) eppoi Saìride “sorta di pesce” col suff IDE “simile”; il suo omn Sàuro, al sing, vale “colore giallo del
cavallo” ed è dal prvz SAUR secco fig come un prato arido; Famiglia di Rettili Sauri è indicata con Tèidi, omologismo dallo
sp TEYU (pron teyù) di genesi indigena dell’America meridionale.
Col gr STEGOS tetto, l’ital conta ancora le composizioni Stegòbio (sorta di coleottero, col gr BIOS vita) e qui occorre
precisare che STEGOS diventa dimora dall’originale tetto grazie alla figura retorica della sinèddoche; eppoi Stegocèfali
(Ordine di anfibi, col gr KEPHALE testa), Stegomìa (sorta di zanzara, col gr MYIA mosca).
\ Consiglio Chiesa
Un Consiglio può essere emesso da un Concilio; non è un pleonasmo perché i due termini hanno rispettive origini rad. Da rad
KELA battere (in tal caso nel senso di attrarre l’attenzione-chiamare) il gr EKKALEO io chiamo e il lat CLAMA
CLAMARE, cui Chiamàre con il devb Chiàma, Chiamàta fem sostantivato del Pp Chiamàto, Chiamatòre, il composto
Chiamavettùre, col prefissato reiterativo Richiamàre cui Richiamàbile, Richiamàta, Richiamàto e Richiàmo; il sett conta
Ciamàre che vale Chiamare, mentre nel mer si conta Skamare “lamentare” (che con S intensivo sta per “più che chiamare”) e
il gruppo sk è dato per imprimere il suono mer strisciante sc che precede quello duro della k, come in miskino (meschino),
skifo (schifo). Il percorso continua con un Clamàre cui Clamaziòne, Clamòre, Clamorosamènte e Clamoròso, i prefissati
Acclamàre con Acclamatòre e Acclamaziòne, Conclamàre con Conclamàto e Conclamaziòne, Declamàre con Declamàto,
Declamatòre, Declamatòrio e Declamaziòne, Proclamàre con il devb Proclàma, Proclamatòre e Proclamaziòne, Reclamàre
con Reclamàbile, Reclamànte, Reclamaziòne e il devb Reclàmo; attraverso ill franc RECLAME l’ital ha adottato il glb
Rèclame che da un iniziale “richiamo topografico” s’è attestato in “pubblicità” cui gli esot Reclamìstico, Reclamizzàre e
Reclamizzaziòne.
Il percorso conta ancora Clangòre o Clangòr dal lat CLANGERE gridare cui Clàng con Clàngere e Clànghete. L’ital conta
l’omologismo Clàcson cui Clacsonàre dall’ingl CLAXSON, termine connesso in area indoeur con il gr EKKLAEO, il lat
CLARUS e l’ital Clamare-Chiamare.
Clàsse da CLASSEM nome di strumento da un CLADERE, da un precedente CLASSIS chiamata di leva, reclutamento, cui
Classàre (adottato dal 1790) con Classaziòne (dal 1830) attraverso il franc CLASSER, snm di Classificare (dal 1797) e
Classificazione (dal 1799), e Classamènto, Classìsmo e Classistico, Clàssica e Clàssico da CLASSICUM cui Classicheggiàte
e Classicheggiànte, Classicìsmo e Classicità, Classicìsmo con Classicìstica e Classicìstico, Classicizzàre, eppoi Classificàre
con Classìfica, Classificàbile, Classificatòre, Classificatòrio e Classificaziòne, i prefissati Declassàre con Declassamènto,
Declassàto e Declassificàre, Surclassàre.
Classiàrio è dal lat CLASSIARIUS marinaio da CLASSIS reclutamento svoltosi nel significato di flotta. Classènse è il
relativo del toponimo Classe (Ravenna), il porto dove, guarda caso, erano in rada le navi della flotta di Augusto.
Dalla locuzione lat CLASSICUM CORNU segnale di raduno è sorto il lemma Chiàsso, cui Chiassàre, Chiassàta, Chiassòne,
Chiassosità e Chiassòso; svoltosi fig in Chiàsso viuzza-piccolo corso l’ital conta infine Chiassaiòla o Chiassaiuòla attestatosi
in “canale di scolo”. Chiàsso, da “viuzza” si sarebbe attestato localmente nel significato di “quartiere”
Della stessa rad, CALERE-CALARE attivarsi (fig dal suo significato di essere inquieto), ma anche chiamare, cui Calatòre
(annunciatore), Calènde “il primo giorno d’ogni mese latino” e Calendàrio (scadenzario delle calende), Calendimàggio
(calende di maggio), Calèndola (fig il “fiore d’ogni mese” col dim Calenzòla o Calenzuòla e col snm Fiorràncio “fiore
arancio” cui il dim Fiorrancìno); dall’ar AL MANAKH calendario l’ital conta l’omologismo Almanàcco con Almanaccàre,
Almanacchìsta, Almanaccòne. Il percorso prosegue in Celebràre con Celebràbile, Celebràndo, Celebrànte, Celebratìvo,
Celebràto e il precfissato Incelebràto (IN negativo), Celebraziòne e Cèlebre (relativo al chiamare, convocare) ed il superlativo
Celebèrrimo dal lat CELEBERRIBUS, l’eccl Celebrèt, Celebrità, Concìlio (CUM CALERE convocazione) con Conciliàre,
Conciliatòre, Conciliaziòne e Conciliàbolo (suff BOLO dal gr BOLOS di BALLO metto), il prefissato Intercalàre verbo e
aggettivo, con Intercalàto snm di Interpolàto, Intercalaziòne. Dal gr EKKLESIA, da EKKALEO, e dal lat ECCLESIA
assemblea, adunanza, riunione, comunità fu coniato l’ital Chièsa, corrente già nel 1294, cui Ecclesiàle, Ecclesiàste,
Ecclesiasticamènte, Ecclesiasticìsta, Ecclesiàstico, i composti Ecclesiologìa con Ecclesiològico e Ecclesiòlogo.
In Italia esistono due comuni che, vrs, hanno un identico toponimo, Jesi nelle Marche e Jesolo nel Veneto; la rad potrebbe
essere un’attestazione di un ant volg GIESIA Chiesa, forse in riferimento a delle comunità quivi sorte. In particolare, il
toponimo veneto Jesolo, la cui sonorità dialettale è infatti giesolo, starebbe per “piccola comunità”, grazie al suff dim lat.
Dal rad KELA chiamare l’ital conta ancora il percorso di Chiàro dal lat CLARUS in grado di chiamare-sonoro (con suono
limpido) e fig luminoso, sereno, con l’onomastica Chiara e Clara cui l’ordine religioso delle Clarìsse con l’onomastico
Clarissa, e di molteplici lemmi, Chiaràre, Chiaràta, Chiarèa, Chiareggiàre, Chiarèlla, spesso in complanare, quali Chiarètto
con Clarètto, Chiarèzza e Clarèzza, Chiarìa, Chiarificàre o Clarificàre con Chiarificànte, Chiarificatòre e Chiarificaziòne con
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Clarificaziòne, Chiarìre o Clarìre e Chiarimènto, Chiarìna con Clarìna, la tecnica pittorica Chiarìsmo con Chiarìsta e
Chiarìstico in antitesi a Scurismo, Scurìsta e Scuristico, il superlativo Chiarìssimo, Chiarità con Chiaritàde e Chiaritàte o
Clarità con Claritàde e Claritàte, Chiarìto, Chiaritòio, Chiaritòre, Chiaritùdine o Claritùdine, Chiaritùra, Chiaròre o Claròre,
eppoi Clarìno con Clarinètto e Claròne dal lat CLARUS sonoro. Il percorso continua con i prefissati Acclaràre (pref AD),
Declaratòria e Declaratòrio dal lat DECLARARE, Dichiaràre con Dichiaramento, Dichiarànte, Dichiaratìvo, Dichiaràto,
Dichiaratòre e Dichiaraziòne dal lat DECLARARE, Preclarità con Preclàro (pref PRAE “superlativo”), Schiàrare da
EXCLARARE con Schiarìre, Schiarimènto, Schiarìta, Schiaritòio, Schiaritùra e, con il doppio pref, Rischiaràre e Rischiarìre
(pref RI) eppoi i composti Chiaroscùro con Chiaroscuràle e Chiaroscuràre, Chiarosonànte.
Termine alino Chiarantàna con le variazioni Chiarentàna, Chiarenzàna, Chiarintàna, Chiarinzàna e Chirinzàna, relativo al
coronimo Carinzia già Chiarentàna.
La stessa rad KELA-K(E)LA intende anche battere (Ved Clava… in Bastonare…), vrs da una primordiale maniera di
scegliere-chiamare-proclamare battendo una canna sulle spalle, un po’ come l’investitura di cavaliere usando la spada. Dalla
rad, infatti, il gr ha tratto KALAME stelo (del grano) e KALAMOS canna cui il lat CALAMUS e il percorso ital Càlamo con
Càlamo “sorta di Palma” questo snm di Penna (per scrivere), pertanto Calamàro e Calamàio e fig Calmàro “sorta di
mollusco” per la sostanza nera come l’inchiostro che secerne cui Calamrètto e l’attrezzo Calamarièra; il gr conta lo specifico
TEUTHIS calamaro (mollusco) cui il lat volg TOTIDUM svoltosi nell’ital Tòtano o Tòdano cui Totanàra, omn di un Tòtaro
“sorta di uccello” d’etim non rintracciato, probabile associazione fig per la sua livrea scura. Il percorso continua con
Calamìstro (strumento a canna per arricciare i capelli), Calamìta dal gr KALAMITA (ovvero l’ago - una piccola canna- della
bussola) cui Calamitàre, Calamitàto e Calamìtico, eppoi Calamòbio (sorta di coleottero, con KALME stelo e BIOS vita),
Caramèlla dalla locuzione lat CANNAM MELLIS canna del miele o canna da zucchero cui l’obsoleto Cannamèle adottato
già nel XIV sec, attraverso lo sp CARAMEL cui Caramellàre, Caramellàto, Caramellìsta, Caramèllo e Caramellòso.
Caramèlla è ancora fig snm di Monocolo.
Il glb Clàn, in lingua celt-gaelica CLAN, sta per famiglia, vrs connesso col gr KLADOS ramo e nulla vieta di immaginare
che gli appartenenti (del Clan) venissero radunati - chiamati - con suoni battenti (tamburo) K(E)LA; l’ital ha adottato
l’omologismo Clànico “relativo al clan”.
Altro termine derivato è Calamità (fig abbattimento, danno), dal lat CALAMITAS, cui Calamitòso. Intercalàre, invece, sia
verbo sia aggettivo, del percorso di “chiamare”, ha assunto il valore di “aggiungere-interporre”; pertanto, in risvolto
linguistico, l’Intercalare è la parola o locuzione che si interpone in una frase ma spesso meccanicamente pleonastica,
superflua, come lo strausato “Cioè”.
\ Calamo e Carpo, nella mitologia, erano due giovani amanti maschili morti durante una gara di nuoto nel fiume Meandro; il primo si tramutò
in canna ed il secondo in frutto di campo (Ved pref EPI in Mitra…), ad eterna memoria. Non può essere una coincidenza che la rad di
Meandro vale mutazione (Ved Dalla città ai meandri in Trivio…).\
\ Calare Intercalare
L’omn lat tardo CALARE o CHALARE sospendere è d’origine preromana, dal tema med KALA insenatura, cui il gr
KHALAO io allento, mollo (fig dal significato di scaricare in cala), dai quali è pervenuto, attraverso lo sp CALA, Càla col
dim Calètta, Calàre con l’omn-snm fig Càla “locale basso- immersione delle reti-intaglio alla base” ed anche “pasticca
d’ecstasy” in gergo giovalile, il gerundio sostantivato Calànda, il sostantivo Calàta dal Pp Calàto questo snm di Canestro
attraverso il gr KALATHOS canestro, Calasìa dal gr KHALASIS rilassamento col patologico prefissato Acalasìa (pref A
privativo) , Calatòia snm di Ribaltina, il composto Calavivànde o Calaprànzi qui nel senso di “discesa” tramite un apposito
ascensore; eppoi, dalle acque calanti, Calànco con Calànca “erosione argillosa” (appenninica), con il suff ANCA di tema
med, cui Calnchìvo e Decalàggio transitato dal franc DECALAGE scalamento.
Dal franc CALER incuneare, vrs connessione rad col lat CALARE (movimento in giù) l’ital conta Calètta “incavo” (omn del
dim di Cala) con Calettàre e i derivati Calettamènto, Calettatùra.
Con questo percorso è vrs connesso, fig o meno, il gr KALATHOS canestro cui Calàtide (botanica), Calàto “antico canestro”
eppoi Calàstra con Calastrèllo “trave-tavolone-attrezzo navale” attraverso il lat CALASTA; nel senso di “tavolone” è variato
con Catasta quale “impalcatura”. L’ital conta Calòtta attraverso il franc CALOTTE, vrs connesso col gr KALATHOS
canestro.
Nel volg sett si conta Calavèrna o Galavèrna “brina, nebbia” che pare significhi “che cala d’inverno”, in complanare con
Calabròsa o Galabròsa dove Bròsa sta per Brina; comunque, il termine Galaverna vale anche “attrezzo navale” e qui si
smarrisce o si confonde l’etim.
L’omologismo Kalàshnikov “sorta di fucile mitragliatore” prende il nome dal russo M. T. Kala.
\ Caldo Freddo Brivido
L’omn lat CALERE essere caldo, cui inv l’ital Calère “essere caldo” e Càle “è caldo - brucia - scotta...” questo da CALET
terza persona sing, ha generato CALIDUS poi il volg CALDUS cui l’ital Càldo, con Càlda, Caldàia colo veneto Caliera,
Caldàio o Caldàro e Caldaìsta, Caldamènte, Caldàna e Caldàno, Caldaràlla o Calderèlla, Caldarerìa, Caldarìna o Calderìna,
Caldaròne o Calderòne con il veneto Calieron, Caldeggiàre fig “sostenere-mantenere a caldo”, Caldèra con Calderàio o
Calderàro, questo snm di Stagnino e Magnano, Calderòtto, Caldèzza, il fig Caldìna “aiuola rivolta al sud”, Caldùra e
Calidàrio (nelle terme romane) dalla variante Càlido per Caldo, Caldùccio, eppoi l’idronimo Caldoli sul Gargano prodotto da
una sorgente d’acqua calda; la locuzione Caldo patologico indica una situazione meteorologica sfavorevole al benessere di
anziani e bambini, talvolta pericolosa per soggetti predisposti.
Il lat CALERE essere caldo, il franc ha tradotto in CHALOIR con valore di importare donde NONCHALOIR trascurare e il
glb Nonchalant “noncuranza”.
Un percorso forse connesso col veloce strofinìo della canna per ottenere il fuoco, la maniera tradizionale dei Boy Scout
“ragazzo esploratore”, una locuzione denominativa glb ingl dove SCOUT sta per “esploratore-scopritore” cui l’omologismo
Scoutìsmo, Scoutìsta e Scoutìstico, e BOY sta per giovane-ragazzo cui i glb Boyfriend “ragazzo amico (fidanzatino)” dove
FRIEND è amico rintracciabile ancora in Friendly “amichevole”, Girlfriend “ragazza amica (fidanzatina) dove GIRL è
ragazza, con, in locuzione, Family friendly “utile alle aspettative di una famiglia”, User friendly “di agevole uso” (nella
terminologia dei computer); eppoi Cowboy in origine “giovane mandriano”, poi esteso anche in età matura, dove COW
vacca, Playboy “giovane mondano (esteso anche qui in età matura)” da TO PLAY divertirsi, infine, in locuzione, Boy band
“banda musicale costituita da giovani”, Game boy “portatile per videogiochi” in origine studiato per i ragazzi, oggi pare sia
per tutti (marchio registrato), Golden boy “giovane di successo (ricco)” dove GOLDEN vale d’oro in senso fig, Teddy boy
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“giovane teppista” diffuso negli anni Cinquanta dove Teddy vale ipocoristico di Edward, in riferimento alla moda in età
edoardiana nel vestire, ossia specifica al tempo di re Edoardo VII d’Inghilterra.
Alcuni incendi boschivi, nei campi di grano secco e simili, scoppierebbero appunto per autocombustione (in verità rarissima
rispetto alla dolosità), ossia per strofinio insistente tra steli o rami, provocato dal vento, con caldo torrido. L’azione
preistorica dello strofinio o di battere velocemente due pietre per procurare le scintille e quindi il fuoco, fa ragionevolmente
supporre che il verbo CALERE essere caldo sia derivato dal rad K(E)LA battere, lo stesso di Clava. Il percorso prosegue con
i prefissati Accaldàrsi (AD allativo), Preriscaldàre (PRE prima) con Preriscaldamènto e Preriscaldatòre, l’iterativo Riscaldàre
con Riscaldamènto, Riscaldàta, Riscaldàto, Riscaldatòre, Riscaldatùra e il sostantivo Riscàldo, Scaldàre (S intensivo) cui
Scaldàta, Scaldìglia, Scaldìno, Scalducciàrsi da Calduccio, i composti Scaldaàcqua o Scaldàcqua, Scaldabàgno, il metaf
Scaldabànchi, Scaldalètto, Scaldamàni o Scaldamàno, Scaldamùscoli, Scaldapiàtti, Scaldapièdi, il militaresco Scaldaràncio,
Scaldasèggiole, Scaldavivànde; termine alieno il letterario Scàldico donde la locuzione Poesia scaldica, snm della gr-lat
Poesia epica, relativo a Scàldo un poeta-guerriero alle corti scandinave, dal nordico SKALD. Eppoi Surriscaldàre (pref SUR
che vale “in eccesso” con Surriscaldamènto, Surriscaldàto e Surriscaldatòre, il tecnologico Teleriscaldàre (pref TELE lontano
sta per “riscaldamento da vapore in eccesso di centrale termoelettrica”) con Teleriscaldamènto, i composti Caldalèssa snm di
Ballotta “castagna lessa”, Caldarròsta “castagna arrostita”con Caldarrostàio o Caldarrostàro, e fedeli al lat CALERE,
Calefaciènte “riscaldante”(col Ppres FACIENS di FACERE fare) con Calefaziòne. Fuori percorso etim Caldàico, relativo alla
regione storica della Caldea situata tra la Babilonia e il Golfo Persico, cui Caldèi.
Il gr conta lo specifico LEBES caldaia, cui Lebète, un ant recipiente di bronzo eppoi di terracotta, che ha dato il nome anche
ad una moneta cretese sostituita dallo Statere; termini alieni in questo percorso Lebìste dal gr LEBIAS “sorta di pesce
d’acqua dolce” e Lèben “latte fermentato” dalla locuzione lat Mycoderma LEBENIS “agente fermentante
Verbo denm da CALIDUS è Scaldàre col pref EX durativo che dà il significato di una progressione di caldo; il processo
linguistico continua con Riscaldàre il cui doppio pref iterativo RI esprime valore intensivo e che raggiunge il massimo col
terzo pref SUR sopra in Surriscaldàre con Surriscaldamènto. Il Surriscaldamento del pianeta è indicato in area glb con la
locuzione ingl Global warming dove WORMING sta per riscaldamento.
Il percorso continua con Calìa (residuo di stagno dopo la lavorazione a caldo) dal lat CADIVA da CADERE cadere inc col
lat medv CALIDA calda, Calòre da CALOREM cui Calorìa Calòrico e Caloròso con Calorosità e Calorosamènte,
Calorizzàre con Calorizzaziòne, Ciàlda questo transitato dal franc CHALDE da CALIDA, il prefissato Accaloràre e i
composti quali Calefaciènte, Calefaziòne e Calorìfico (da CALEFACERE scaldare con FACERE), Calorìfero attraverso il
franc CALORIFERE ma con il lat FERRE portare, Calorìgeno (col tem lat GEN generare), Calorimetrìa con Calorìmetro e
Calorimètrico. Dall’ingl WAFER cialda, si conta il glb Wàfer italianizzato Vàfer, termine adottato fig in elettronica.
Il gr conta lo specifico THERMOS per caldo, cui la locuzione THERMAI PEGAI calde sorgenti e il lat ne ha tratto la sintesi
THERMAE svoltosi nell’ital Tèrme con Termàle, Termalìsmo e Termalìsta, eppoi donde Tèrmico, Termidòro questo dal
mese rivoluzionario francese THERMIDOR (dal 19 luglio al 17 agosto) col gr DORON dono cui Termidorièno. Il toponimo
romano Termini (del quale prende il nome la stazione ferroviaria) è relativo alle Terme di Diocleaziano, sovente equivocabile
col significato di “termine” dei binari, non essendo una stazione di scorrimento. L’ital adotta il calco gr Tèrmos cui il prefsuff TERMO, il suff TERMIA-TERMICO in una nutrita serie di composizioni da Termoadesiòne a Termovisòre, passando
da Termocautèrio con Termocauterizzaziòne, Termocettòre (con Recettore),
Termocoibènte con Termocibènza,
Termoestesiòmetro, Termofilìa con Termòfilo, Termofobìa, Termòforo (col gr PHERO io porto), Termogènesi con
Termogenètico e Termogènico, Termoiòne con Termoiònia a Termoiònico (con Iòne dal gr ION), Termoosmòsi o
Termosmòsi, Termoretraìbile (con un derivato da Retrarre), il biologico Termotassìa o Termotàssi o ancora Termotattìsmo
(col gr TAKSIS schiera-disposizione), Termovalorizzatòre (trasformatore dei rifiuti in energia); eppoi da Aerotèrmo a
Xerotèrmo (Ved Fame… in Noto…) passando da Echistotèrmo (col gr HEKISTOS infimo), Ectotèrmo (col gr EKTOS fuori),
Endotèrmo (col gr ENDON dentro), Enotèrmo (col gr OINOS vino), Isallotèrmo o Isoallotèrmo (doppio pref gr ISOS uguale
ALLOS altro), Pecilotèrmo (col gr POILIKOS variegato), Stenotèrmo (col gr STENOS stretto). Infine da Alluminotermìa a
Stenotermìa passando da Diatermàno con Adiatermanità e Adiatermàno (A privativo), Diatermìa con Diatèrmico (dal
prefissato gr DIATHERMOS caldo profondo dove il pref DIA appare rafforzativo nel senso di oltre), Dicotermìa (col gr
DIKHA due parti), Ipertermìa, Pecilotermìa con Pecilotèrmico, Normotermìa (pref da Norma).
Col gr POLEIN vendee il lat conta TERMOPOLIUM “vendita di cibi caldi” antesignana della Tavola calda.
Dal 1929 l’ital conta un termine termodinamico Entalpìa tratto dal pref gr ENTHALPO riscaldo (EN illativo) conneso con
THERMOS.
Il gr conta ancora KAUMA calore solare, cui il lat CAUMA e, stante un risvolto fig, l’ital Càlma transitato dal prvz quale
termine marino. Calma non è affatto associato a Calmiere (Ved Canna… in Bastonare…); i suoi derivati semant e fig sono
Calmàre, Calmànte, Càlmo e, col pref S sottrattivo, Scalmàna, Scalmanàrsi, Scalmanàto, Scalmièra. Termine alieno
Calmùcco, questo relativo ai Calmucchi, una popolazione mongolica.
Opposto a Caldo è Frèddo dal lat FRIGUS svoltosi nel volg FRIGDUS da FRIGERE aver freddo dalla serie onomatopeica
BHR G. Curiosità etim del verbo lat FRIGERE friggere (Ved Consonanti Fricative in Metro…), è che s’è svolto in
enantiosmia nel FRIGERE aver freddo dalla sensazione di “pelle d’oca”, cui la voce siciliana Frittedda (minestra di fave,
carciofi e piselli, lasciata raffrreddare prima di consumarla) eppoi il percorso ital con Freddàre, Freddèzza, Freddìccio,
Freddolìna “sorta di pianta invernale” snm di Colchico, Freddolòso, il fig Freddùra con Freddurìsta, i prefissati Infreddolìre
con Infreddolìto, Raffreddàre con Raffreddamènto e Raffreddòre questo in uso dal 1795 soppiantando il snm Còriza o
Còrizza inv dallo specifico gr KORIZA catarro – muco, vrs di rad KER, già in uso dal XIV sec.
Il percorso continua in Soffreddàre con Soffrèddo (pref SO), e quello esplicito dal lat cui Frigidàrio (nelle terme romane), un
Frigidìno, Frigidèzza, Frigidità, Frìgido, Frìgo quale ellissi di Frigorifero, Frigorìa questo su calco di Calorìa, il composto
Frigorìfero con un glb franc Frigidaire, il glb ingl Freezer, il composto Refrigeràre inv dal lat REFRIGERARE denm di
FRIGUS FRIGORIS freddo (pref RE per verbi denominativi) con Refrigeramènto o Refrigeraziòne, Refrigerànte,
Refrigeratìvo, Refrigeràto, Refrigeratòre e Refrigèrio. L’ital conta ancora un pref FRIGO per composizioni quali Frigobàr,
Frigocongelatòre, Frigoconservaziòne, Frigorìfero con Frigorìsta, Frigorìgeno “che genera freddo” e Frigoterapìa. Fu W.
Cullen nel 1748 che scoprì la proprietà refrigerante dell’Etere, poi ci fu O. Evans che progettò una Macchina refrigerante
migliorata nel 1859 da F. Carré. Il frigorifero fu prodotto e installato in serie con l’uso non più pericoloso del Gas
refrigerante il Frèon, questo nome commerciale che racchiude la composizione Clorofluorocarbùri.
Fuori percorso Frìgio, dal lat PHRYGIUS dal gr PHRYGIOS relativo alla regione della Frigia.
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Da un secondo suono onomatopeico è nato il rad SRIG svoltosi nel gr RHIGOS-RHIGEO, cui il verbo lat RIGERE donde, in
sovrapposizione (o complanare) con FRIGERE aver freddo, si conta Rìgido con Rigidamènte, Rigidèzza, Rigidità e il
prefissato Irrigidìre con Irrigidimènto ed Irrigidìto, eppoi Rigòre con Rigorìsmo, Rigorìsta e Rigorìstico, Rigoròso con
Rigorosamènte e Rigorosità la locuzione inv dal lat RIGOR MORTIS rigidità cadaverica, la locuzione calcistica Calcio di
rigore e quella militaristica Arresti di rigore.
Dal lat volg BREVA, da identico tema med, ci viene inv Brèva, di rad europea localizzata nell’arco pirenaico-alpino,
d’origine onomatopeica B RR, vale freddo da tremare e, dall’inc col franc BISA “vento di nord est”, l’ital ha coniato
Brìvido, meglio Brìvidi, con Brividòso, il prefissato Rabbrividìre con la variante Abbrividìre (pref RAD o AD). Il franc BISA
deriva da un BISI che sta per grigio, vrs dal fatto che questo vento porta il cielo a coprirsi. Difficile trovare una certa
connessione fig con il volg veneto Bisi piselli, questo vrs sovrapposto a Riso nel piatto della gastronomia locale Risi e Bisi
“riso e piselli”.
\ Le terme
Tra le terme più note (tramandate a memoria) ricordiamo le romane Terme di Diocleziano e Terme di Caracalla fatte
costruire dagli omn imperatori, il primo Caio Aurelio Valerio Diocleziano in carica dal 284 al 305, il secondo Bassiano
Marco Aurelio Severo Antonino dal 211 al 217, cognominato Caracalla dal nome della tunica d’origine celtica che amava
indossare.
L’accesso alle terme era concesso a tutti, senza distinzione di classe, anche per gli schiavi, utilissime per l’igiene personale,
dato che l’acqua corrente, nonostante la grandiosa opera dell’Acquedotto romano, non era diffusa nelle abitazioni, eccetto le
dimore gentilizie e degli arricchiti. Una grandiosa costruzione con annessi una sorta di supermercato e sala giochi, compreso
il gioco della palla, pertanto, che “nelle terme di Caracalla i romani giocavano a palla” è realistico. Nelle terme, oltre agli
appuntamenti d’affari, si coglieva l’occasione di corteggiamenti e d’incontri pù spinti; le donne infatti, inizialmente le
frequentavano in promiscuità con gli uomini, successivamente furono creati appositi spazi. Le Terme erano essenzialmente
costituite dalla SCHOLA sala d’attesa, termine dal gr SKHOLE riposo, dall’APODYTERIUM lo Spogliatoio, dal
TEPIDARIUMJ il Tepidario ossia l’ambiente di passaggio (usato anche come spogliatoio) tra il FRIGIDARIUM il Frigidario
questo per i bagni freddi e il CALIDARIUM il Calidario per il bagno caldo. Eppoi c’era il Laconico dove ci si sottoponeva a
bagni di sudore in un ambiente caldissimo; il termine deriva dal gr LAKONIKOS in riferimento alla regione della Laconia in
Grecia, nel senso di “spartano” ossia fig “che resiste alla sofferenza”. Il tutto era completato dalla Palestra ginnica, dalla
NATATIO la Piscina, dove ognuno poteva praticare il nuoto e dalla sale dei Massaggi. L’acqua calda era prodotta nei
sotterranei tramite Forno e Caldaie attivati dagli schiavi e, insieme a quella fredda, convogliate separatamente con un
elaborato meccanismo di pompe e tubazioni. L’ingresso era gratuito per militari, bambini e schiavi. Una struttura
elegantissima rivestita di pregiati marmi, piastrelle e mosaici multicolori, arredata d’opere d’arte, La fine dell’impero con
l’invasione dei barbari comportò non solo il depauperamento dei rivestimenti ed arredi, ma riportò quel mondo civile e
progredito a ripiombare nella sporcizia e nella mancanza d’igiene, che perdurò per secoli, anche con i nuovi padroni nordici
civilizzati.
\ Colore
Termine astratto di CALERE essere caldo, in senso fig è Colòre da COLOR cui il denm Coloràre o Colorìre con Coloràbile,
Coloramènto, Colorànte, Coloràto, Coloratùra, Coloraziòne, Colorerìa, Colorìsmo con Colorìsta e Colorìstico, aggettivo e
sostantivo Colorìto, Coloritòre, Coloritùra, Colorizzàre con Colorizzàto, i composti Colorifìcio, Colorimetrìa con
Colorimètrico e Colorìmetro, i prefissati Decoloràre con Decolorànte, Decoloraziòne (DE di distacco), Discoloràre o
Discolorìre (DIS privativo), l’aggettivo Multicolòre o Molticolòre, Scoloràre o Scolorìre (S sottrattivo) con Scolorimènto,
Scolorìna e Scolorìto, Trascoloràre con Trascoloramènto.
La definizione di Daltonìsmo con Daltònico, omologismo dall’ingl DALTONISM, l’incapacità di percepire alcuni colori o di
vederli alterati, è legata al nome dello studioso J. Dalton (1766 \ 1844).
Il franc conta GRIS per colore inteso di “mescolanza bianco-nero”, pertanto l’ital adotta gli omologismi, cui GRISAILLE
svoltosi dell’ital Grisàglia o meglio Grisàglie, Grisatòio da GRESER schiacciare, per cui il termine, dato il colore indicato,
assume la semantica di pietra cui l’onomastico Ingrid attraverso il got GRIES pietra, e il percorso di Grìgio (il colore delle
pietre) cui Grigerògnolo (calco di Azzurrognolo), fig Grìgia (cattiva figura), Grigiàstro (suff ASTRO), Grigiòne (mammifero
dal colore del pelame), l’inv franc Grisette italianizzato Grisètta “grigio”, e le composizioni Grigioazzùrro, Grigiovèrde e
l’esot ingl Grizzly “orso grigio” sovrapposto a GRISLY spaventoso. Il Bigrìgio (grigio sia la cornetta sia il corpo) era un tipo
di telefono in auge prima dell’avvento del digitale. Il percorso del micidiale Grisù dal franc GRISOU (pron grisù) già
GRESOIS greco (dalla locuzione Fuoco greco) è vrs sovrapposto a GRIS per la sua scoperta tra le pietre delle gallerie
minerarie di carbone, cui Grisoumetro (pron grisùmetro) o meglio Grisùmetro e Grisoutòso (pron grisutòso) o meglio
Grisutòso. I termini Grisoumetro e Grisumetro sono omofoni ma non omografi, pur sinonimi.
Il lat conta lo specifico CANUS per Grigio, cui Càno o Canùto con Canutèzza da CANITIES, riferito per accezione al colore
dei capelli, e Canùtola, questo sorta di pianta, snm di Pòlio un suffrutice odoroso dal gr POLON.
D’etim non accertato è Scrèzio “varietà di colori”, fig “dissenso”, cui Screziàre, Screziatùra.
\ Pirenaico
Il termine Pirenàico ha il snm in Pirenèico, relativi alla catena dei Pirenei, forse connesso con il termine gr PYREN nocciolo,
seme ma anche nucleo, parte centrale cui Pirenomicèti (in botanica, con MYKES MYKETOS fungo) e Pirenòforo utilizzato
in Istologìa, cui Istològico e Istòlogo, questo prefissato ISTO cui il percorso Istochìmica, Istocompatibilità, Istogràmma, e
Istogènesi, Istopatologìa, dal gr HISTOS telaio-tela passato fig in tessuto organico cui Istòne.
\ Calendario Calende Calendario universale
In principio era Marzo. In realtà, l’antico calendario romano, attribuito a Romolo e che racchiudeva dieci mesi per un totale
di 304 giorni, incominciava da marzo, pertanto Quintile era il quinto mese, Sestile il sesto, Settembre il settimo, Ottobre
l’ottavo, Novembre il nono e Dicembre, l’ultimo, il decimo. Al tempo della monarchia dei sette re, riformatore Numa
Pompilio (700 aC), furono aggiunti Gennaio e Febbraio, per un totale di 355 giorni in riferimento alle 12 lunazioni di 29
giorni e 12 ore, più un giorno, questo accreditato dalla superstizione popolare di cattivo auspicio, ancora oggi considerato tale
estendendolo a tutto l’anno (bisestile); la corretta successione scivolò di due posti ma furono mantenuti, e sono rimasti, i
nomi dei mesi combacianti con l’ordine primitivo. Giulio Cesare, poi, richiamandosi al moto apparente del sole, lo portò a
365 giorni cadenzando ogni quattro anni un anno bisestile di 366. Bisestìle, da BIS SEXTUS due volte sesto poiché in origine
era inserito dopo il 24 (il sesto giorno dopo le Calende di marzo) identificato allora con 24 bis; il mese di Sestile, infine, fu
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ridenominato Agosto da Ottaviano (8 dC) in onore di Augusto. Così sarebbe avvenuto per il mese di Quintile, diventato
Luglio in onore di Giulio Cesare. Il calendario romano contava tre giorni fissi: le Calènde, dal lat CALARE chiamare
corrispondenti ad ogni primo del mese, quando il pontefice convocava il popolo per annunciare ritualmente le feste religiose
che si sarebbero articolate nel mese; le Nòne da NONAE di NOVEM nove (il nono giorno prima delle Idi), corrispondenti al
5 d’ogni mese ad eccezione di Marzo, Maggio, Luglio ed Ottobre quando ricadevano il 7. Infine, le Idi-ìdi da IDUS IDUUM
da un tema EIDU non connesso con lemmi d’altre lingue, ogni 13 del mese ad eccezione di Marzo, Maggio, Luglio ed
Ottobre che sorrispondevano al 15. Storicamente, Giulio Cesare fu assassinato nelle Idi di Marzo, ovvero il giorno 15.
Infine, il papa Gregorio XIII (1582), cancellò immediatamente dieci giorni per ovviare alla distorsione dei 12 minuti annui
inglobati nei secoli, spostando il giorno dell’anno bisestile in coda a Febbraio.
Le Calende, il primo giorno d’ogni mese lat, erano quindi contemplate esclusivamente dal calendario latino-romano, pertanto
la locuzione comune Alle calende greche nasconde metaf un’impossibilità.
L’anno 2008 Calendario Era Cristiana corrisponde a 5768 Era Ebraica - 2063 Era Induista - 2588 Era Buddista - 1428 Era
Islamica, questa cronologicamente dal 622 dC quando Maometto fuggì dalla Mecca per ripararsi alla Medina in Arabia
Saudita, il cui evento è indicato con Egira-ègira dall’ar HIGRA emigrazione; è come se l’era cristiana si calcolasse a partire
dalla fuga di Gesù in Egitto. Medina quale toponimo, con l’omologismo demotico Medinènse, è inv dall’ar MEDINA città,
cui in metonimia il termine Medìna “centro storico” sovente assimilato a Càsba queso omologismo dall’ar QASBA fortezza
ma anche la parte interna e fortificata di una città, corrispondente a Cittadella.
\ Suffisso ALE
Dito Ditale - Lingua Linguale - Ministero Ministeriale - Porto Portuale - Coro Corale – Porta Portale
Tale suff ALE, dal lat ALEM, si ritrova anche attestato in IALE o UALE per armonizzarlo al lessema. Suff aggettivante per
sostantivi d’origine latina, indica uno stato, una condizione, un’appartenenza, quali Ditale, Linguale e Glottale, Ministeriale,
Portuale, insomma va a sostituire una costruzione con le preposizioni Di Del Della Dello (di mano/manuale, del dito/ditale,
della lingua/linguale, della curia/curiale).
Ditàle è da Dìto dal lat DIGITUM - plur fem Dìta nel loro insieme (le dita di una mano), plur mas Dìti in particolare (i due
diti pollici) o relativi ai guanti, ad una generica quantità di misura - il fedele al lat Dìgita cui Digitàle con la locuzione
Impronta digitale, Digitàre; in percorso Diteggiàre, Diteggiatùra, i fig Ditèlla e Dìtola (sorta di fungi), l’accr Ditòne, il
prefissato Infradìto. Dal gr DAKTYLOS dito, svoltosi nel lat DACTYLUM, l’ital conta invece tutta una serie lemmatica, cui
Dàttero da DACTYLUS (per la sua forma a dito) sia delle palme che di mare (quest’ultimi appartengono alle forme protette);
il Tamarìndo, delle Papilionacee, è l’omologismo dall’ar TAMR HIND Dattero indiano connesso con Tamàrro “cafone”
dall’ar TAMMAR venditore di datteri. Il percorso DACTYLUS continua con Dattilìa, Dattìlico, Dàttilo, il prefissato
Adattilìa (con A privativo vale “privazione delle dita”, i composti dove il pref è DATTILO cui Dattilografìa con
Dattilogràfico, Dattilògrafo e Dattilografàre, Dattilogràmma, Dattilologìa con Dattilològico, il patologico Dattilomegalìa,
Dattilopatàggio, Dattiloscopìa con Dattiloscòpio, Dattiloscrìvere con Dattiloscrìtto, Dattilòttero “sirta di pesce” con il gr
PTERON ala cui Dattilotèrridi (La Famiglia), Dattilozòi o Dattilozòodi “sorta di Polipoidi” (col gr ZOION animale”).
Il Digitìgrado è l’animale che cammina appoggiando le dita, il Plantìgrado, invece, appoggia palmo e dita, ovvero la pianta
del piede, come l’Orso; il secondo membro Gràdo (omn di Grado da GRATUS grato) è dal lat GRADI camminare. Nel volg
mer d’Italia, Lu tigitale, con pron della g quasi c, vale ancora Il ditale. Il bretone conta BIZ dito donde BIZOU anello svoltosi
nel franc BIJOU con BIJOUTERIE, cui l’omologismo Bigiù con Bigiotterìa. Il Dito è segmentato in Falangi. Le dita sono
cinque: della mano s’indicano in Pòllice dal lat POLLEX rad connesso con lo slavo POLICI dito, Indice-ìndice (Ved rad
DEIK-DIK in Vendetta…). Pòllice è ancora una unità di misura di lunghezza già usata in diversi paesi; gli anglosassoni
(INCH pollice al plur INCHES pollici) l’avevano utilizzato insieme al Piede sino al 1995. In Italia, dove vige il sistema
metrico decimale, è adottato nella tecnologia meccanica come per l’ampiezza degli schermi televisivi o da computer;
equivale a 1/12 di Piede pari a 2,54 cm. In terminologia medica, il Duodèno “parte dell’intestino tenue” vale “lungo 12
pollici” dal lat DUODENI dal numerale DUODECIM dodici (12), cui l’aggettivo Duodenàle e Duodenìte (suff medico ITE
infiammazione).
\ Lo stereotipo dell’imperatore romano, con le dita chiuse a pugno e col solo pollice rivolto in basso, a sancire il colpo di grazia allo sconfitto
da parte del vincitore gladiatore o lottatore, è un falco storico, complice un dipinto del francese J. Leone Gerome (1872) che avrebbbe così
fatto cadere in errore la cinematografia; in realtà, il segnale di morte era raffigurato, al contrario, dal pollice verso l’alto e il segnale della vita
dal pugno chiuso attorno al pollice (arma sguainata e arma inguainata). L’artista, o chi per lui, aveva inteso la locuzione latina Pollice verso
come “verso il basso”.\
La distanza tra il pollice e il mignolo, con le dita aperte a ventaglio, è definita Spànna, cui l’aggettivo Spannàle, omologismo
invariato dal long SPANNA adottato dal XIV sec (riversatosi nel ted SPANNE palmo del piede), omn di Spànna questo
adottato nel XIX sec, un vitigno vercellese snm di Nebbiolo.
Mèdio e Mìgnolo (vedi Rad ME… in Lume…), Anulàre dal lat ANULARIS aggettivo di Anèllo, questo dal lat ANELLUS,
svoltosi nel volg ANELUM, dim di ANULUS e questo di ANUS anello anatomico, cui Ano-àno 1 con Anàle ed il percorso
Anellamènto, Anellàre, Anellàto, Anellaziòne, Anulìno; il termine Anèllidi utilizzato nella tassonomia animale identifica
specie come i lombrichi. L’ital conta Radància o Redància “anello di legno o metallo” d’etimo considerato sconosciuto, ma
nulla toglie che si potrebbe considerarlo in connessione rad con il percorso che ha portato all’ingl ROUND giro. Il long
conta BAUGA per anello cui Bòa “galleggiante per ormeggi e “sorta di aerostato” attraverso il genovese Boa; omn di Bòa
“frana” dal franc BOUEE (Bouée pron buè) e di Bòa “sorta di serpente” già dal lat BOA svoltosi da BOVA con caduta della
letta v, cui Bòidi (la Famiglia) alla quale appartiene anche il Pitòne (omn di Pitone “arpione”) dal gr-lat PHYTON, nome del
drago mitologico ucciso da Apollo, termine adottato dal 1871 cui Pitonìni (Sottofamiglia). Il lat tardo PHYTON vale anche
indovino cui Pitonèssa e Pitònico “profetico” (dal XIV sec).
Linguàle da Lìngua, inv dal lat LINGUA dalla rad DNGWA, cui Linguàccia e Linguacciùto questo con il raro snm
Linguàrdo o la variante Linguàdro (suff ARDO), Linguàggio attraverso il franc ant LANGUAGE, Linguaiòlo o Linguaiòlo,
Linguàle, Linguàta questo, oltre al snm di Leccata” è ancora snm di Passera “pesce”, Linguàto “termine araldico”, Linguàtula
da LINGUATULUS di molta lingua con Linguatùlidi (tassonomia animale), Lingueggiàre, i dim Linguèlla, Linguìna (tipo di
pasta), Lìngula, Lìnguòla (ago di bilancia) e Linguètta con Linguettàre, Lìngula “parte anatomica e fig “sorta di spada
romana”, Linguòso, il composto Linguifòrme, i relativi alla Lingua (Idioma) quali Linguàio “ricercatore linguistico”,
Linguìsta con Linguìstica e Linguìstico; eppoi un Lìgula, termine zoologico e botanico, quale dim del lat LIGULAM
cucchiaio o piccola lingua da LINGUAM con scomparsa della lettera n cui Ligulàto da LIGULATUM.
252
Da LINGUA il lat conta il devb LINGERE leccare cui l’erotico Cunnilìngio “stimolazione della vulva con la lingua” dalla
composizione CUNNILINGUS con CUNNUS vulva cui Cunnilìnguo “l’agente”; ancora, i prefissati Monolìngue
(neologismo riferito a una copia redatta, in uso dalla seconda metà del XX sec) il cui plur unico è Monolingui in percorso con
Monolinguìsmo, in serie con Bilìngue aggettivo in uso dal XIV sec con il lat LINGUIS il cui plur unico è Bilingui, in
percorso con Bilinguìsmo e Bilinguità, in serie con Trilìngue aggettivo invariabile adottato dal XVI sec nel senso di parlare e
dal XIX sec in quello di scrivere in percorso con Trilinguìsmo, Quadrilìngue coniato nell XIX sec col plur unico
Quadrilingui, eppoi Mistilìngue e i snm Moltilìngue, Multilìngue, Plurilìngue.
Nella rad DNGWA, il passaggio della consonante iniziale D in L testimonia una emulazione sabina, giusto come è avvenuto
per Lacrima dalla rad DAKRU. Dal gr, altresì, l’ital conta Glòssa, da GLOSSA lingua e GLOTTIS, cui Glossàre, Glossàrio,
Glossatòre, Glossèma “annotazione marginale” e “unità linguistica con valore semantico” cui Glossemàtica con
Glossemàtico e Glossematòre, ancora i composti linguistici quali Glossagràmma, Glossografìa con Glossogràfico e
Glossògrafo, Glossolàlia (col gr LALIA loquela), Glottologìa con Glottològico e Glottòlogo, Glottotècnica con
Glottotècnico, e i prefissati quali Alloglossìa con Alloglòtto (col gr ALLOS altro), Ioglòsso (col gr HYO tratto da
HYOEIDES che ha la forma della lettera y)
Poliglòtta o Poliglòtto, questo sia sostantivo sia aggettivo, con Poliglòttico e Poliglottìsmo (pref gr POLYS molto).
Eppoi, Glossìna (Genere d’insetti Ditteri), Glossodòride (Genere di Molluschi Gasteropodi), gli anatomici Glossofaringèo,
Glòttide “parte anatomica” da GLOTTIS cui Glottàle o Glottidàle, Glossìte (suff patologico ITE), il patologico Glossodinìa
(col gr ODYNE dolore), Glossoplegìa (PLEGIA “sofferenza”), Epiglòttide con Epiglòttico ed Epiglottìte (suff medico ITE).
L’ital conta Coinè o meglio l’inv Koinè che sta per “lingua comune sovrapposta ai dialetti”, termine tratto dalla locuzione gr
KOINE DIALEKTOS parlata comune cui le rare ital Koine culturale e Koine televisiva, dove KOINE è pertanto da
KOINOS comune. Il suff GLOTTO per il percorso Glottocronologìa con Glottocronològico, Glottodidàttica, Glottogènesi,
Ministeriàle da Ministèro, lat MINISTER servitore da un più ant MINUS piccolo, minore, cui Minestràre e Ministràre dal lat
MINISTRARE quale denm di MINISTER con il devb Minèstra cui Minestrrìna e Minestròne, i prefissati Amministràre (per
accezione, medicine e sacramenti, ironicamente “affibbiare”) con Amministratìvo, Amministratòre e Amministraziòne (pref
AD allativo), Somministràre con Somministrànte, Somministràto, Somministratòre, Somministraziòne (pref SUB sotto); il
Minìstro con un impossibile fem Ministrèssa, quindi, è correttamente il “servitore dello Stato”, con Ministrànte, Ministratòre,
Ministraziòne, Ministrèllo questo riadattato dal franc MENESTREL o ant MENESTRIER in Menestrèllo con gli obsoleti
corrispondenti Ministrière, Minestrière, Ministrièro; altro termine connesso è Mestière o Mestièri o ancora Mestièro,
Mistière, Mistièri e Mistièro attraverso il franc ant MESTIER dal lat MINISTERIUM che vale anche per Ministero, cui
Mestierànte. Quale snm odierno di Ministero (o Congregazione) è Dicastèro dal gr DIKASTERION “tribunale”.
Portuàle - sia aggettivo sia sostantivo - è dal lat PORTUALIS, da PORTUS, connesso con PORTARE, cui Pòrto, che in
origine indicava il passaggio di un fiume, il guado “portare di là” (omn di Porto”disponibilità” e di Porto Pp di Porgere), cui
Portofrànco dalla locuzione Porto franco, Portolàno, Portolàta o Portolàto e Portolàtto, Portuàle con Portualità, Portuàrio,
Portuòso con l’opposto Importuòso “privo di porto” e, inatteso, il termine prefissato fig Opportùno da OPPORTUNUS
prefissato OB PORTUNUS questo aggettivo di PORTUS tratto dalla locuzione VENTUS OPPORTUNUS vento che spinge
verso il porto (che porta al sicuro, giusto come il dio Portunus), con Opportunamènte, Opportunìsmo,Opportunìsta,
Opportunìstico e Opportunità cui Importùno “che disturba” col cambio di prefisso da OB a IN illativo, con Importunàre e
Importunità, eppoi l’opposto doppiamente prefissato (IN negativo) Inopportùno cui Innopportunamènte, Inopportunità; la rad
è PRTU ampliata dalla più antica PER traversare, al di là, connessa con la rad BHER portare e che si ritrova nel ted FURT –
in FRANKFURT (Francoforte) - e nel norvegese FJORD insenatura particolare, cui Fiòrdo. Quale consolidamento murario
nei porti, l’opera è definita Mòlo dal gbz MOLOS connesso al lat MOLEM mole. Dal toponimo ptg Oporto “O PORTO il
porto” è nato, diffondendosi in tutto il mondo, il pregevole vino liquoroso Pòrto.
Il suff ALE si ritrova anche unito ad un sostantivo per formarne un secondo, cui Corale, Portale … Coràle da Còro, lat-gr
CHORUS-KHORUS, che sta per danza con canti, cui Corètto “monofora interna di chiesa”, Còrico, Corìsta, connesso con il
suff CORIA da KHOREO mi sposto e che vale fig “disseminazione”. Nel gr, tuttavia, il termine KHOREIOS vale proprio
del coro, della danza, cui Coràgo o Corègo con Corègia “tributo” (richiesto per allestire un Coro, oggi Sponsorizzazione” e il
relativo Corègico, Corèico, Corèo (snm di Trocheo) col prefissato Dicorèo, Cordàce “sorta di antica danza di un coro
burlesco” dal gr KORDAKS, Corèuta e Corèutica, il composto Coreografìa con Coreogràfico e Coreògrafo, eppoi Orchèstico
con Orchèstra e Orchestràre questi dal gr ORKHESTRA spazio per il coro, cui anche Orchèstidi (crostacei detti volg “pulci
di mare”), eppoi la locuzione avverbiale corrente dal lat Coram populo “di fronte al popolo” dove CORAM vale fig “un
insieme (in coro) di gente”. Cantato in coro è l’inno; Inno-ìnno è dal lat HYMNUS già gr HYMNOS, cui Innàrio dal medv
HYMNARIUM, il verbo Inneggiàre dal lat HYMNIZARE cui Inneggiamènto, Inneggiànte e Inneggiatòre, i composti
Innodìa e Innòdico questi col gr OIDO canto, Innologìa con Innològico e Innòlogo, Innografìa con Innogràfico e Innògrafo.
Altro termine in associazione è Ditiràmbo dal gr DITHYRAMBOS “sorta di lirica corale”. L’ital conta ancora termini quali
Coròbate, Corografìa con Corogràfico e Corògrafo, dal gr KHOROS terreno, regione, cui ancora Corònimo questo “nome di
un territorio, di una regione” snm o estendendosi da Toponimo; si potrebbe asserire che un Coronimo è il collettivo, ovvero
racchiuderebbe più toponimi, pertanto è vrs una connessione con KHOREO “disseminazione”.
Portàle da Pòrta, dal lat inv PORTA passaggio, da PORTUS, connesso con PORTARE, cui Portèlla, Portellerìa, Portellìno,
Portèllo con Sportèllo e Sportellìno (pref S intensivo), Portellòne, Porterìa, Porticàto, Pòrtico con Porticàle, il prefissato
Sottopòrtico con il snm veneto Sottoportego con ancora una locuzione Portego scuro, Portièra, Portière con Portieràto,
Portinerìa con Portinàio, Portolàta e Portolàto o Portolàtto (termini marinareschi), Portuènse, da identica rad PRTU come
sopra in Portuale, Portinari questo concernente la cognomastica Della Porta (la Beatrice dantesca); eppoi Postièrla o Pustièrla
dalla locuzione lat POSTERULA PORTA porta posteriore. Il gr conta PYLE per porta, cui Pilòne (portale monumentale, per
accezione di tempio egizio, omn di Pilone da Pila), Pilòro (“porta” dello stomaco, composto col gr HORAO guardo) con
Pilòrico e i composti Pilorectomìa, Piloroplàstica e Pilorospàsmo, eppoi, col pref PRO davanti, PROPILYON svoltosi nel lat
PROPYLAEON davanti alla porta (del tempio) e nell’ital Propilèo. Il lat conta ancora JANUA per Porta, cui la derivazione
di Giano, poiché dio delle porte, guardiano delle case e del tempio, fig la rappresentazione dell’apertura mentale, delle
conoscenze, donde la grande devozione che aveva. Il lemma JANUA pare sia l’origine del toponimo Genova “porta del
mare”, in concorrenza con Genova dal gr XENA “città degli stranieri” da XENOS straniero, ed ancora con Genova fig da
GENU ginocchio per la particolare configurazione del golfo.
Un omn suff ALE è di competenza chimica, che indica la presenza di un composto aldèidico.
253
\ La porta del tempio dedicato a Giano era lasciata aperta durante le guerre e chiusa in tempo di pace, una pratica mistica omologata nel
cattolicesimo, dal diverso significato, vedi la Porta Santa del Vaticano aperta durante il Giubileo.
La Porta del Filarete è la porta principale di S. Pietro a Roma; Filarete è il soprannome di Antonio Averulino o Averlino nato a Firenze il
1400 e deceduto a Roma il 1469, scultore e architetto italiano. \
1
Il gr conta un PROKTOS per Ano, Deretano, cui PROCTO per composizioni quali Proctalgìa (col gr ALGOS dolore), Proctìte (suff
patologico ITE), Proctocèle (col gr KELE tumefazione), Proctodèo o Prottodèo (con il lat ODAEUM dal gr HODAIOS “sulla via” da
HODOS via), Proctologìa con Proctològico e Proctòlogo, Proctorragìa (col suff da rad REIK rompere, su modello di Emorragia),
Proctoscopìa. Il termine è anche utilizzato in suff, Ved Echinoprocto.
\ Prefisso *ALLO
Il pref ALLO, in Alloglotta, è dal gr ALLOS altro, anche nel senso di straniero cui Allòtrio da ALLOTRIOS estraneo con il
composto Allotriomòrfo adottato in mineralogia, e dispone una teoria di composizioni quali Allobiologìa con Allobiològico,
Allocentrìsmo, Allocorìa (col suff CORIA “disseminazione”), Allocortèccia “corteccia cerebrale” o il semiomologismo
Allocortex (con l’ingl CORTEX corteccia), Allocròico con Allocroìsmo (col gr KHROA colore della pelle connesso con
KHROMA colore), Allocromasìa (col gr KHROMA colore) con Allocromàtico, Allòfono, Allogènico, Allògrafo, Allolalìa
(col gr LALIA loquela), il biologico Allometrìa con Allomètrico, il linguistico Allomòrfo 1, il terapeutico Allopatìa con
Allopàtico snm di Enantiopatia, Allopàtria opposto di Sinpatria con Allopàtrico (termine zoologico), il biochimico
Allostèrico (col gr STEREOS solido), il genetico Allotìpo, Allotrapiànto, Allotropìa con Allotròpico e Allòtropo; Allobrògo è
il termine relativo all’ant popolo degli Allobrogi, vrs connesso col gr ALLOS altri.
1
In linguistica, per Allomorfo s’intende un termine (morfema) che presenta variante al fonema iniziale, ovvero l’inserimento di una fonema
diverso dall’etimologia, sia per motivi eufonici sia per altro, come, ad esempio, la protesi I in Istoria da Storia.
\ Orso
Orso-òrso dal lat URSUS già ant ORCSOS, forse connesso con ORCUS, di rad indoeur RKYO cui vrs il gr ARKTOS orso. Il
percorso lat conta Orsàggine, i dim Orsacchiòtto, Orsètto, l’onomastico Orsola dal dim lat URSULUS con Ursula, il dim Ulla
e con Orsolìna da S. Orsola, eppoi l’aggettivo Orsìno cui Orsini nella cognomastica, il composto Orsifòrmi, gli espliciti
Ursidi-ùrsidi (tassonomia, snm di Arctoidi) e Ursòni.
In percorso gr da ARKTOS, talvolta in complanare, l’ital conta ancora Arctìidi (Famiglia di Lepidotteri, fig per la peluria
delle larve), Arctoidèi o Arctòidi snm di Orsiformi, il pref ARCTO, talvolta semplificato ARTO, per composizioni quali
Arctocèbo o Artocèbo (con KEBOS scimmia), Arctocèfalo (col gr KEPHALE testa), Arcotoidèi o Arctoìdi (Superfamiglia di
mammiferi), il fig botanico Arctostàfilo (col gr STAPHYLOS grappolo) altrimenti detta Uva orsina.
\ Allobrogi
Gli Allobrogi, popolo antico che occupava le regioni oggi Delfinato e Savoia, citato storicamente nel memorandum del valico
di Annibale attraverso le Alpi. Nel 121 a.C furono asserviti dai Romani; sotto Augusto furono contenuti nella riserva della
Gallia Narbonese, ma con Diocleziano andarono a costituire la provincia autonoma della Gallia Viennese.
Narbonèse è in relazione al toponimo Narbona nella Francia meridionale.
\ Linguaggio Lingua Lessico Langue
Il Linguaggio, attraverso il franc ant LANGUAGE, è la proprietà dell’uomo d’esprimersi mediante suoni articolati ordinati in
parole; l’intesa in seno ad una collettività ne costruisce la Lingua.
Lingua è struttura contrassegnata da regole fonetiche e morfologiche, sintattiche e lessicali, adottate dagli appartenenti dì una
collettività etnica, politica e sociale, a beneficio di una comunicazione orale e scritta, evolutesi storicamente, rifondate,
riconosciute o modernizzate da autorevoli autori (Dante, Manzoni per l’Italiano). Una lingua unica, in trittico assieme alla
nazione ed al territorio, è irrinunciabile per la definizione di Stato, di là della diffusione di dialetti, di esotismi ed omologismi
(vocaboli stranieri foneticamente italianizzati) questi inalienabile patrimonio culturale e storico di una limitata comunità; il
bilinguismo è un fenomeno straordinario. La lingua peculiare di una nazione è anche chiamata Idioma attraverso il gr IDIOS
particolare.
Lessico, dal gr LEKSIS parola donde LEKSIKON libro delle parole in sinonimia con BIBLION libro, è l’insieme di parole
o locuzioni che costituiscono una Lingua, ovvero n’è il dizionario ed il vocabolario, la cui unità fondamentale è il Lessema.
In altre parole e per diverse definizioni, esso accomuna forme rare o difficili, forme e locuzioni proprie di un autore (lessico
pasoliniano), forme usate in una specifica disciplina o in un ambiente (lessico dell’informatica, lessico marinaresco), oppure
le parole conosciute e usate da un singolo individuo. Il termine è finito per attestarsi quale sinonimo di Dizionario, di
Vocabolario in genere, insomma quale insieme delle parole di una Lingua (lessico italiano).
Si pongano ad esempio due termini: Bastonare e Guardare. Bastonare viene dal latino volgare BASTIUM basto, attinto al gr
BASTAZO io trasporto, da tema med BASTA sostegno per trasporto, il cui lessema relativo alla radice è BAST, ovvero
quel gruppo letterale fisso al quale poi vengono saldati i morfemi (prefissi e suffissi, desinenze), pertanto il termine
appartiene al Lessico della Lingua italiana, puro erede mediterraneo, grecolatino. Si potrebbe continuare all’infinito, ad
esempio, con il lessema TORN, dal lat TORNUS giro già greco TORNOS, che diventa, tra l’altro, Contornare, Contornato,
Contorno, Ritornare, Ritornando, Ritornello, Ritorno, Stornare, Stornello, Storno…
Dal progenitore radicale WEG, cui il francone ant WARDON stare in guardia, l’italiano ha coniato una serie di omologismi,
quali Guardare con Guardingo e Guardiano attraverso il gotico WARDIAN accrescitivo di WARD. Il lessema GUARD è
così un adattamento eufonico in italiano relativo al tema straniero WEG WARD, pertanto il termine, pur partecipe della
lingua italiana non entra nel proprio Lessico, ma in quello francone e gotico.
Langue, italianizzato Lang, esotismo dal franc LANGUE (pron lag), dal lat LINGUA, è il termine coniato da F. De Saussurre
(1857/1913), omologato in diverse lingue; racchiude la teoria che indica come, in seno ad una collettività, dagli atti linguistici
si possa risalire al sistema (alla storia) lessicale, grammaticale e sintattico della Lingua. La Langue, insomma, è il modello
linguistico storico che riposa nella mente dell’utente e si contrappone a PAROLE parola, questa realizzazione individuale del
parlare nutrita di preferenze moralistiche e stilistiche e che si scosta dalla storia sia essa etimo-semantica. Esempio eclatante è
il termine Belladonna, una pianta erbacea medicinale, la quale, verosimilmente dalla pratica delle donne del passato di
imbellettarsi con un suo estratto, ha guadagnato uno specifico adattamento in metaplasmo assonante dal termine celtico
BLANDONA o BLADONA. Belladonna, pertanto, è una Parola che si contrappone alla propria storia, all’origine Blandona
o Bladona (Langue) la quale, quest’ultima, sosta sì nella nostra mente ma l’importante è non dimenticarla, con tantisime altre
poste a riposo, per sapere chi siamo e come siamo fatti.
GELO GELOSO GELOSIA
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GELO
Gèlo, dal lat GELU, di rad GEL associato alla sensazione d’essere punto, cui l’espressione “freddo pungente”.
Il significato di “pungente” può anche essere metaf “beffardo, mordace”, così come può esserlo un raccontino;
infatti, la più ant raccolta di barzellette è il Philogelos del V sec aC.
Oltre al ted KALT e all’ingl COLD, queste differenze foniche, lo ritroviamo nel lit GELTI e nell’ital Glaciàle
cui, in locuzione, Epoca glaciale, Periodo glaciale ed Epoca Postglaciale (la nostra), Glacialìsmo, Glacialità,
Glaciaziòne (inizio Era quaternaria), Glaciologìa con Glaciòlogo... con i glb franc Glacette e Glasè, tutti dal lat
class GLACIES e volg GLACIA, nati dall’inc di ACIES 1 punta con GELIS. Derivati espliciti dal tema GEL
GELU i vari Gelamènto, Gelàre, Gelàta, Gelatìna (o Galantìna dal tardo lat inv GALANTINA) con Gelatinòso e
Gelatinizzaziòne, Gelàto, Gelicìdio (suff lat CIDIUM da CADERE cadere), Gèlido, Gelificaziòne, Gelìvo, Gèlo,
Gelòne, i prefissati Congelàre (CON d’intensificazione) con Congelàbile, Congelamènto, Congelàto,
Congelatòre e Congelaziòne, Disgelàre con Disgèlo (DIS sottrattivo), Surgelàre, Surgelamènto, Surgelàto,
Surgelatòre e Surgelaziòne (SUR sopra-più che), la cui temperatura nelle celle domestiche dovrebbe essere di
almeno 18°C.
Dal tema class-volg GLACIES GLACIA si conta ancora Ghiàccio con un Diàccio (in sovrapposizione con
Addiàccio) cui Ghiaccèsco, Ghiàccia, Ghiacciàia o la variante in Diacciàia, Ghiacciàio, Ghiacciamènto,
Ghiacciàre o Diacciàre col prefissato Sghiacciàre (S sottrattivo), Ghiacciàta, Ghiacciàto o Diacciàto,
Ghiacciatùra o Diacciatùra, Ghiacciòlo o Ghiacciuòlo con Diacciòlo o Diacciuòlo… Gèl è quel prodotto
colloidale in forma semisolida, ellittico di Gelatina, cui Gelaziòne; in forma liquida, invece, è comunemente
chiamto Sòl, questo ellittico di Idrosoluzione, cui Solaziòne il passaggio da Gel a Sol. Dalla pron del franc
GLACE ghiaccio dal lat GLACIES, si ha l’esot Glàssa con Glassàre, Glassàre e Glassatùra. Il bagaglio comune
indoeur appare qui con l’ingl GLASS, il franc GLACE e il ted GLAS tutti con valore di vetro; dal russo si conta
il glb Glasnost che vale “trasparenza”, termine politico introdotto da M. Gorbaciov, ma, contrariamente a quanto
si creda, non ha niente di fig con vetro o ghiaccio, poiché in lingua russa GLAS sta per voce.
Termini pseudoetim, Gelàda dall’ar QILADA “grossa scimmia”, Gelàsimo “un granchio” dal gr GELASIMOS
“ridicolo d’aspetto”.
\ I ghiacciai si stanno ritirando, quello dell’Adamello pare si sia quasi dimezzato nel tempo di un secolo. Dall’anno 1000 sino al 1400, però,
c’era già stato un arretramento dei ghiacciai superiore ai giorni nostri, segno di un cambiamento climatico, che allora niente e nessuno
avrebbe potuto imputare all’Effetto serra. Successivamente, tra il 1400 ed il 1800 il pianeta aveva subito l’ultima piccola glaciazione, prima
di arrivare alla ritrazione dei ghiacciai d’oggi.\
L’eschimese IGLU casa (con blocchi di ghiaccio) è stato accolto dall’ingl in IGLOO (pron iglù) omologato
nell’ital con un adattamento in Iglò o Iglù. Eschimèse o Esquimèse, popolazione vrs emigrata nell’odierna isola
della Groenlandia dalle attuali terre canadesi circa 4000 anni fa, è l’omologismo dall’algonchino
WIYASKIMOWOK mangiatore di carne cruda cui Eschimo-èschimo “tipico giaccone adottato dai
sessantottini” o l’esot ingl Eskimo che vale anche “riassetto della canoa capovolta” dalla composizione
ESKIMOROLL capovolgimento eschimese; infine, Eschimotàggio attraverso il franc ESQUIMOTAGE questo
composto con CANOTAGE canottaggio. Eschimese è snm di Inuit-ìnuit “gente” abitante delle “terre verdi”,
così chiamata dai Vichinghi la Groenlandia, vrs perché vi approdarono storicamente durante un clima abbastanza
caldo rispetto alla norma attuale. Da sottolineare la connessione indoeur tra i termini GROEN di Groenlandia e
l’ingl GREEN con valore entrambi di verde. Oggi, le acque della Groenlandia risultano essere le più pulite al
mondo, tant’è che per metà pullula di pesci
\ Nel 2008 la Groenlandia, di dipendenza danese, vasta quanto la penisola italiana ma con poco meno di 60mila abitanti, vota pr la propria
autonomia nazionale, la cui lingua ufficiale sarà naturalmente l’Eschimese.\
Semantizzatosi da una precedente forma fig, dal gr KRYOS gelo, l’ital conta il lemma Cristàllo attraverso il lat
CRYSTALLUS già gr KRYSTALLOS, donde il nutrito percorso Cristallàio, Cristallàme, Cristallàre, Cristallàro,
Cristalleggiàre, Cristallerìa, Cristallìno, Cristallizzàre, con Cristallizzatòre e Cristallizzaziòne, Cristallòide, i
composti Cristalloblàstico (col gr BLASTOS germe), Cristallochìmica, Cristalloclàstico (col gr KLASTOS
rotto), Cristallofìsica, Cristallografìa con Cristallogràfico e Cristallògrafo, Cristalloterapìa. Dal gr KRYOS gelo
sono giunti i termini in semant originale col pref italianizzato CRIO gelo, quali Criobiologìa, Criocondensaziòne,
Crioconservaziòne, Crioelettrònica, Crioelettrotèrmica, Crioessiccaziòne, Criogenìa con Criogènico e Criògeno,
Criolìte “minerale” (col gr LITHOS pietra e suff scientifico ITE), Criologìa, Crioluminescènza, Criometrìa,
Criòmetro, Crionivàle, Criopatìa, Criopatologìa, Crioscopìa con Crioscòpico e Crioscòpio, Criosfèra, Criosònda,
Criòstato (col suff dal gr HISTEMI io sto), Criotècnica, Crioterapìa questo con Terapìa termine sovente usato in
composizione, dal gr THERAPEIA astratto da THERAPHEUO curo cui Terapèuta, Terapèutico, Teràpico e
Terapìsta, il suff TERAPICO come in Psicoteràpico.
Dal franc SERAC blocco di ghiaccio l’ital ha ricalcato l’omologismo Seraccàta (termine alpinistico) e Seràcco
(anche tipo di formaggio).
Rimanendo in ambito di gelo, andiamo ad analizzare Nève, questo dal lat NIX NIVIS risalente al tema rad SNEIGWH; in ingl, infatti, Neve è SNOW. Nel percorso si contano Nevàio, un raro Nevàle, Nevàto con Innevàto,
Nevicàre, Nevicàta, Nevosità, Nevòso, Nevìschio e i più etim espliciti Nivàle (Nevale), Nivaziòne, Nìveo, i
composti quali Nivologìa, Nivometeorològico e Nivòmetro.
L’oronimo asiatico Himalaya, o italianizzato Himalaia, sta in sct per Nevi eterne.
Il gr conta lo specifico CHION CHIONOS neve cui Isochìona (pref ISO uguale) “linea che unisce punti di
eguale spessore nevoso”
Dall’ingl SNOW neve, l’ital conta i glb Snowbike “bicicletta da neve” (con BIKE bicicletta), Snowboard con
255
BOARD tavoletta che si ritrova in Skateboard “monopattino” con SKATE pattino cui ancora
Skating”pattinaggio” e il tecnologico Antiskating, marchingegno per evitare lo slittamento del braccio sul
giradischi, da non associare al glb ingl Skeet “sorta di tiro a piattello”; eppoi Snowpark “parco innevato”, Snow
shoeing “attività sportiva con racchette da neve” con SHOE scarpa, infine Snow wear “indumenti sportivi da
neve” con WEAR abbigliamento; riprendendo il lemma SHOE scarpa, dal composto ingl SHOESHINE (pron
sciuscian) “lustrata di scarpe” dove SHINE vale semant splendore, è nato l’omologismo postbellico Sciuscià,
relativo ai ragazzi, abbandonato a se stessi, che s’arrabattavano a rimediare qualche moneta, pulendo le scarpe ai
passanti, in genere ai soldati alleati. Da qui, il film neorealista Sciuscià del 1946 di Vittorio De Sica e la storica e
fortunata serie di fumetti “Sciuscià”, ancora oggi ricercata dai collezionisti.
La neve, o meglio, i cristalli di neve cadono a fiocchi; il lemma Fiòcco, col prefissato Infioccàre, è dal lat
FLOCCUS batuffolo di lana, fig passato ad indicare anche di neve, cui Fiòcca, Fioccàre, Fiocchètto con
Fiocchettàre, Fiocchettatùra ed il prefissato Infiocchettàre, Fioccòso, Fioccùto, Flòcculo questo il dim esplicito
dal lat FLOCCULUS. L’omn Fiòcco o Flòcco è l’omologismo dall’ol FOK, una vela di nave, snm del termine
glb SPINNAKER che pare sia derivato dal lat SPHINX Sfinge, dall’omn nome dell’imbarcazione che l’avrebbe
utilizzata storicamente.
Batùffolo o Batùfolo, già ricorrente alla fine del XVII sec, sarebbe stato coniato dall’inc di Batacchio con il lat
TUFULUS questo termine evolutosi dal class TUBER tubero-escrescenza; un’origine chiaramente d’area
indoeur se attraverso il long STRUPF batuffolo, l’ital conta l’omologismo Strùffolo o Strùfolo adottato dal XVI
sec con un snm fig in Cicerchiata in uso dal 1956. Gli Struffoli partenopei, tanti batuffoletti di pasta fritta
decorati, sono tipici dolcetti natalizi, altrimenti indicati in Puglia con Denti di S. Giuseppe e, in vernacolo
salentino, Sannacchjutli italianizzati Sannacchiudere questi vrs da Sanna “dente”, con suff dim, attraverso il long
ZANN.
1
L’associazione nel tema indoeur GLACIES-GLACIA-ACIES la ritroviamo nell’ingl ICE cui ICEBERG composto con l’ol BERG
momtagna, cui la locuzione fig “La punta dell’iceberg”.
GELOSO
Gelòso, dal lat medv ZELOSUS, in cui il suono ZE viene lenito nel più fonetico GE. Il lat eccl aveva ZELUS,
donde Gelosìa col prefissato Ingelosìre, dal gr ZELOS emulazione, invidia, cui il lemma composto Zelotipìa
“emulazione, invidia”. L’adattamento in Celosìa vale “sorta di pianta erbacea” delle Amarantacee con valore di
“amaranto”.
La trasformazione di ZELU(S) invidia in GELU freddo è regionevolmente dovuta all’inc come nel caso di
“gelo-che punge” alla gelosia che è “invidia-che punge”. In ital è sopravvissuto Zèlo, ma svoltosi nel significato
di “fervore” cui Zelànte, Zelàre, Zelatòre; Zelòta era l’adepto di un’associazione giudaica al tempo della
dominazione romana”.
GELOSIA
Gelosìa è anche l’omonima chiusura a grata o a stecche inclinate per finestre - o per cori di monasteri - ed è
inoltre una piccola apertura d’una persiana. Tutto lascia suppore che siano state ideate (per gelosia) allo scopo di
non permettere una chiara visione delle donne (delle suore) agli sguardi esterni .
Tra i sentimenti negativi, oltre alla gelosia, esiste dunque l’Invìdia, dal lat IN-VIDERE guardare contro, di
traverso, cui Invidiòso, Invido-ìnvido.
Una scorretta attestazione volg fa chiamare Invidia anche quella gustosa insalata le cui foglie sono o molto
frastagliate o a lamina espansa; semant, questa è l’Indìvia o Endìvia, dal gr ENTYBIL-ON ma d’etimo
sconosciuto.
\ Un leggera sensazione, poco quanto basta, di gelosia o d’invidia, potrebbe essere sana, ovvero di stimolo, la prima all’amore, la seconda a
fare meglio le cose rispetto al prossimo invidiato, che evidentemente è più capace o fortunato.
La locuzione d’amore Essere geloso di…può far sorgere degli equivoci perché non vale riferita alla persona da amare, di conseguenza
occorre correttamente dichiarare, ad esempio, “essere geloso degli amici che frequentano la mia compagna”. Il pronunciare invece “essere
geloso della mia compagna” equivale considerarla una proprietà, alla stregua di un abito, un auto, un libro, … giacché l’espressione
presuppone il “custodire con scrupolosità”.
Un’attestazione vuole però che tale modo di dire equivalga ancora a manifestare il proteggere ciò che ci è caro in astratto, quali l’amicizia
(essere geloso dell’amicizia con…), l’amore (essere geloso del mio amore per…) ed ancora la difesa della patria comune europea, la dignità,
la fede, la laicità, la morale, la salute, l’onore… pertanto, è più corrispondente al lessico non aggiungervi riferimenti a persone, come accade
frequentemente.
La gelosia può raggiungere aspetti di violenza estrema come nel caso dell’Acidificazione, il deturpare cioè il viso della compagna con acidi,
perché non riceva più ammirazione da altri uomini (Oriente, India, Pakistan) \
\ Lenizione Z G o viceversa
La lenizione di Z in G - o viceversa di G in Z - ha cancellato dall’onomastica italiana una moltitudine d’omonimi,
scompigliandone le provenienze. Giorgi e Giorgetto del sud sono Zorzi e Zorzetto al nord. Zennaro del nord è Gennaro al
sud. Giannini e Giannetti del sud diventano Zanini (Zanin) e Zanetti al nord... Una mutazione fonetica attestatasi in loco, per
cui non è mica semplice andare a scoprirne le origini territoriali: il progenitore di Giannini viene dal Nord e quello di Zorzi
dal Sud? È accaduto ancora per cognomi come Mannino, divenuto Manin, Decano diventato Degani, Degan... o viceversa. Ci
ha pensato la lingua ad integrare la nazione, più d’ogni politica o tolleranza, e domani accadrà lo stesso fenomeno per
l’onomastica extracomunitaria, benché un’italianizzazione sia già avvenuta per nomi e cognomi europei e non, quali
Mucciaccito dallo sp, Gherardi e Sighinolfi dal ted, addirittura d’altri continenti, quale Zappalà dall’ar IZZ BI ALLAH,
l’embrione forse di una grande comunità futura, universale.
256
GUALCHIERA GUALDRAPPA BALDRACCA
GUALCHIERA
Da Gualcàre “pressare i panni”, con suff IERA d’origine franco-prvz, la Gualchièra è la macchina mossa ad
acqua per comprimere i tessuti tra magli, allo scopo di renderli più consistenti. L’addetto è il Gualchieràio.
Pratica e mestieri oramai in via d’estinzione.
Gualcare, omologismo dal long WALKAN rotolare, italianizzato dall’inc con Gualcìre “spiegazzare, sciupare”
cui Gualcìbile con Gualcibilità, i prefissati Ingualcìbile con Ingualcibilità (IN negativo), Sgualcìre con
Sgualcitùra (S durativo), dal long WALKJAN; evidente la rad comune WAL connessa con il ger WALT
dominatore fig da pressare, cui l’ onomastico Walter composto con HARI esercito e tradotto “capo dell’armata”
italianizzato Gualtiero.
GUALDRAPPA
Sembrerebbe in connessione rad con Gualcare, in verità non risultano relazioni etim attendibili. La Gualdràppa è
il drappo riccamente ostentato, che si mette tra la sella e la groppa del cavallo (e non tra sella e cavaliere) e il
particolare che essa è pressata dalla posizione del cavaliere ci fa tuttavia pensare al Gualcàre della Gualchièra; in
realtà, il termine Gualdrappa, con Gualdrappàto, è l’esito finale di un medv Guardanàppa, cui il prefissato
Ingualdrappàre (IN illativo).
Cavàllo, la cui vita media è di 30 anni, termine d’origine med-balcanica, dal lat volg CABALLUS già gr
KABALLES dal tema KABALLO cavallo, con il prefissato Accavallàre (AD allativo) “sovrapporre” con
Accavallàto, Accavallatòre, Accavallatrìce, Accavallatùra, eppoi Cavalière o Cavalièro (fig la parte sopraelevata
del ramparo di una fortezza) o Cavallière attraverso il prvz CAVALIER cui Cavalièra (nel Medioevo la consorte
del cavaliere), Cavalierèssa, Cavalieràto con l’onorificenza ital Cavaliere di Gran Croce (Ordine al merito della
Repubblica), il fig meccanico Cavalierìno “forcella ad U” omn dell’ancora fig Cavalierìno “baco da seta”, la
locuzione Cavaliere d’Italia “uccello migratore dei Recurvirostridi”, il fem Cavàlla, Cavallàio dal lat
CABALLARIUS, Cavallànte, Cavallàro, Cavallàta, Cavalleggèro o Cavalleggère o ancora Cavalleggièro,
Cavallerèsco con Cavallerescamènte, Cavallerìa, Cavallerìzza con Cavallerìzzo (transitato dallo sp
CABALLERIZO), il fig Cavallètta (“sorta d’insetto”, a causa del suo saltare come il cavallo); lo specifico gr di
Cavalletta è AKRIS col diminutivo AKRIDION, cui l’ital Acrìdio o Acrida mediterranea, Acridoidèi questo
quale Sottordine degli Ortotteri.
La locuzione fig Passare in cavalleria è sorta dal fatto che la Cavalleria quale arma di prestigio faceva proprie
delle provvidenze a scapito della Fanteria.
Il persorso continua con il fig Cavallètto con Cavallètta “attrezzatura” questo anche Mezzanella in terminologia
navale, il dim Cavallìna anche in senso fig e “sterco di cavallo”, il dim Cavallìno con l’aggettivo Cavallìno con,
in locuzione, Mosca cavallina e Tosse cavallina, l’accr Cavallòne anche fig “onda alta”, i dim fig Cavallòtto e
Cavallottìno, la locuzione fisica Cavallo vapore (unità di misura di potenza meccanica, simbolo CV), ancora il
dim Cavallùccio; eppoi Cavalcàre dal lat tardo CABALLICARE cui il pref Incavalcàre (IN illativo)
“sovrapporre” con Incavalcàto e Incavalcatùra, in complanare con Incavallàre con Incavallatùra, Cavalcàbile,
Cavalcànte, Cavalcàta, Cavalcatòio, Cavalcatòre, Cavalcatùra, il fig veneziano Cavalchìna “veglione del venerdi
grasso alla Fenice” dal XVIII sec, Cavalciàre attraverso il franc ant CHEVALCIER cui Cavalciòne meglio
Cavalciòni esclusivamente nella locuzione A cavalcioni, il composto Cavalcavìa. Infine, si conta un volg
Cavagliòne “ammasso di covoni”.
\ A due secoli dall’espulsione (1798) da Malta, donde difendevano la Cristianità dai Musulmani, i Cavalieri di Malta sono tornati ad occupare
la fortezza di S.Angelo-La Valletta, merito di un accordo tra il Grande Consigliere dell’Ordine, Marullo di Colajanni, ed il Premier maltese
Fenech Adami. \
Dal persiano SIPAHI soldato a cavallo, si conta il glb Sepoy (dal 1933) svoltosi nell’indicare l’indigeno
arruolato nelle truppe inglesi in India.
Il lat class conta invece EQUUS cavallo, di tema indoeur EKWOS connesso col sct ACVAS, cui Equèstre,
Equidi-èquidi (la Famiglia), Equìno dall’aggettivo EQUINUS, il botanico Equisèto snm di Rasperella e della
locuzione fig Coda cavallina (dalla forma di un pino in miniatura) (dalla forma di un pino in miniatura), ed
Equiasetàcee in composizione con il lat SAETA crine, Equitàre “cavalcare” con Equitatòre “cavalcatore”,
Equitaziòne, Equite-èquite “guardia a cavallo” e un esot Chinèa “cavallo” con un Acchinèa, transitati dal franc
HAQUENEE ricalcando l’ingl HACKNEY questa una località rinomata per l’allevamento di cavalli, il cui
toponimo è vrs derivato dal percorso tematico ACVAS-EKWOS-EQUUS.
Una festività romana era detta OCTOBER EQUUS dove si concorreva per il trofeo sacrificale consistente nella
“testa di cavallo” dedicato al dio Marte.
Dal lat volg ECIFERUM già class EQUIFERA “che porta (mostra) le fattezze equine” (suff da FERO da FERRE
portare), l’ital conta l’omologismo Zèbra attraverso il ptg-sp ZEBRA cavalla selvaggia, ma sovrapposta ad una
voce d’etim africano, con i fig Zebràre, Zebràto e Zebratùra; forse in connesione con Zèfiro in riferimento al
mito delle cavalle fecondate dal vento. Il verso della zebra ricorda un letto che cigola.
In associazione, il termine Brìglia, con Imbrigliàre, Imbrigliamènto, Imbrigliàto e Imbrigliatùra, è un
omologismo dal franc ant BRIDE già BREGDA, transitato dal sett Brìda, questo dal franc BRIDE di origine
germ, ed attestatosi nella forma corrente tramite il toscano; dalla variante triveneta Brana o Brena pare sia
derivato il fig Imbranàre, meglio Imbranàrsi, con Imbranatàggine, Imbranàto e Imbranatùra. Da altro esame, il
vocabolo Imbranato dovrebbe essere l’italianizzazione del tema volg mer (I)‘mprinatu - ‘mpranatu - ‘mbranatu
257
- ‘mbranà “impregnato” con valore di “impacciato”. Un terzo esame lo considera denm da Brènna brusca
omologismo dal franc EMBRENER imbrattarsi (di crusca o escrementi).
Il gr conta lo specifico LOROS briglia cui il composto Loroglòsso “sorta di pianta delle orchidacee”, col gr
GLOSSA lingua.
Il cavallo galoppa, trotta e caracolla.
Galoppàre è l’omologismo dal franc GALOPER da un ant WOLA LOPAN bene correre, cui il devb Galòppo
eppoi il glb Galop “danza”, Galoppànte, Galoppàta, Galoppatòio, Galoppatòre e il fig Galoppìno da GALOPIN
fattorino,
Trottàre, a sua volta, è l’omologismo dal ted ant TROTTON intensivo di TRETEN cui il ted d’oggi TRETEN
camminare e il percorso ital Trottàta, Trottatòio, Trottatòre, Trottìstico (suff aggettivale ISTICO), Tròtto,
Tròttola, gli iterativi Trottolàre e Trottorellàre, il composto fig Trottapiàno, il glb Trotter con Globe-trotter
attraverso l’ingl; quasi assonanti Trotzkismo e Trotzkista in riferimento a L. Trotzki (1879/1940). Il gr conta lo
specifico STROBILOS per trottola, cui il fig Stròbilo termine sia in sia in zoologia sia in botanica qui snm di
Cono o Pigna cui Strobilaziòne, ma anche per vortice cui Stroboscòpio con Stroboscopìa e Stroboscòpico.Il franc
conta PIROUETTE trottola poi svoltosi in capriola attraverso il gr PEIRAO foro cui Piroètta o Piruètta o ancora
Pirolètta con Piroettàre e Piroettànte questo snm di Pivotànte omologismo dal franc PIVOTANT di PIVOTER
girare “attorno ad un PIVOT perno”.
Caracollàre è il denm di Caracòllo, variante di Caracò, che indica il movimento del cavallo fig a chiocciola, dallo
sp CARACOL chiocciola vrs connesso etim col pref CARIO, cui fig Caracòra “imbarcazione malese” inv dallo
sp; sempre da CARACOL, l’ital conta l’omologismo Caracàlla o Caracò svoltosi in termine botanico. L’omn
Caracàlla sorta di tinica attillata è invece d’origine celt, cui il soprannome del noto imperatore romano. Tutti
omologismi.
\ Sella Staffa
Sèlla è della rad SED sedere con Sellàre e Sellàto, mentre il coprisella Bàrda è l’omologismo dall’ar BARD’A basto
d’origine persiana, cui Bardàglio, Bardamènto, Bardàre con l’opposto Sbardàre, Bardàro, Bardàto, Bardatùra, Bardèlla con
Bardellàre con l’opposto Sbardellàre cui Sbardellàto, e Bardellòne, Bardòtto attraverso il franc BARDOT “bestia fornito di
barda” o fig “giovane di fatica, di bottega”. Bardòsso è una cattiva variante dell’originale Bisdòsso, inc con Barda, con pref
BIS svoltosi “di allontanamento” e che vale “a cavallo senza sella-barda” ma solo in locuzione A bisdosso, A bardosso. Il
prefissato Imbardàre vale “vestire di barda il cavallo”. Imbardàta, invece, termine aeronautico omologato dal franc, da un
EMBARDER cui Imbardàre, è la rotazione del velivolo attorno all’asse verticale, attinto al marinaresco, qui snm di Guinata.
Stàffa, infine è inv dal long STAFFA predellino, cui Staffètta questo fig l’uomo che sta sulla staffa, Staffière, Stàffile questo
in origine indicava la striscia di pelle che reggeva la staffa; la locuzione Perdere le staffe è la metaf in riferimento al
nervosismo del fantino che prima o durante la corsa non ritrova le staffe.
\ La Staffa, fondamentale per l’equilibrio deii cavalieri in battaglia, già conosciuta dai cinesi e dagli arabi, nel mondo occidentale di
Carlomagno non era stata ancora capita e quindi poco utilizzata.\
In gr esiste il termine STAPHYLE grappolo d’uva cui il composto Stafilodromìa col gr DROMOS che corre che sta per
“gara di corsa col grappolo in mano in onore di Apollo 1”; il termine è adottato fig quale pref scientifico-medico STAFILO
cui Stafileàcee (Famiglia botanica), Stafilìnidi (Famiglia d’insetti), l’anatomico Stafilìno, Stafilocòcco (Genere di batteri) con
Stafilocòccico, Stafilòma (suff medico OMA), pertanto, il long STAFFA e il gr STAPHYLE pare siano accomunati da un
rad che vale penzolante.
Il lat conta un VERBERARE del valore di agire con lo staffile, denm da VERBERA, con variante in VERBENA, un’erba
che il sovrano utlizzava per battere simbolicamente, come una benedizione; in ital si ritrova in Verbèna con Verbenàcee (la
Famiglia) e in Verberàre, questo con il prefissato Riverberàre, cui Riverberamènto, Riverberatòrio, Riverberaziòne,
Rivèrbero, con attestazione di “ricaduta” anche in senso fig di calore, luce, suono, eppoi Transverberaziòne con valore di
“estasi (religiosa)”.
1
Apelle figlio di Apollo è un falso mitologico, indotto da una nota cantilena.
BALDRACCA
In ricordo di un’osteria medv fiorentina, con ambientazione stile Bagdad (italianizzato Baldacco), il lemma
Baldràcca (adottato dal XV sec) è dato dall’inc Baldacco-Baracca; Baldacco è ancora l’ispirazione per il termine
ital Baldacchìno. In vrs connessione ci sarebbe Bagàscia “donna da marciapiede (dall’aspetto volgare)” dall’ar
BAGASCH, con Bagasciòne “il cliente”; il termine BAGASSA attraversando il prvz BAGASSA s’è svolto
nell’omologismo fig Bagàssa “residuo di macinazione” (delle canne da zucchero). Eppoi, nulla vieta di
connettervi, almeno fig, il prvz BAGARRO zuffa termine glb Bagarre attraverso il franc.
Il termine Bagascia ha subito una corruzione nel dialetto napoletano in Vaiassa o Vajassa “serva” con lenizione
della B in V cui lo strumento musicale popolare a percussione Scetavajasse che lettaralmente sta per Svegliaserve.
Fuori percorso Baldànza, Baldanzòso, Bàldo e Baldòria dal franc BALD audace, cui l’onomastico Baldo col
ricorrente dim Duccio. Il franc BALD, in area comune indour, riappare fig nel toscano Baldoria “falò acceso
(che arde)” e nel ted BALTHA ardito cui l’onomastico Ubaldo “audace nel pensiero” composto con HUGU
pensiero e questo, quale HUG intelligente, nell’onomastico Ugo; un snm di Baldoria è Tafferùglio dall’ar
TAFFARUG, ma attraverso il veneziano TAFARUGIO. Termini assonanti, gli omologismi Tafferìa “piatto per
la polenta” attinto all’ar TAIFURIYYA, Taffetà o Taffettà “sorta di tessuto di seta” e un disusato significato di
“cerotto”, dal persiano TAFTE transitato dal franc TAFFETAS.
Il snm Sgualdrìna (dal XVI sec) con Sgualdrinèlla, ancora un omologismo, è invece l’inc di un Gheldrìna dim di
Ghèldra o Gèldra “assemblea festosa” dal franc GELDE, vrs connessi col gr GELAN ridere e sovrapposti a
Gualcare e Gualcire; Sgualdrina, allora, è colei che rovina sgualcisce una festa, oppure colei che gualca
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festosamente; a seconda della morale.
Il franc GELDE “assemblea festosa” si sarebbe svolto nel lat medv GELDA o GILDA corporazione , cui l’ingl
associazione di mercanti e artigiani, ma con la semant di “assemblea di ardimentosi” d’altronde con il conforto
del ger GILD valore e del long GILD denaro cui l’omologismo Guidrigìldo “indennizzo per un assassinio” dove
il pref è da WIDRE indietro. L’onomastico Gilda, fem di Gildo, personaggio indimenticabile interpretato da Rita
Hayworth nell’omn film del 1946, pertanto, s’intenderebbe “valorosa” attraverso GILD valore cui ancora
Ermenelgildo con il ger IRMIN grande, questo rintracciabile in Erminio “potente”, con Irma - in concorrenza
però con un Erminio dal lat ERMINIUS “armeno” - e in Ermelinda questo con il ted LINTA scudo-protezione;
eppoi, con GILD valore ancora in Gisella dall’ant ger GISHELD valorosa, in Imelde dal ger HIMILHELD
grande eroina (con un prefisso connesso con IRMIN grande. Se la verginità è un valore, gli onomastici Geltrude
d’origine sassone che sta per “vergine” e Glenda dal celt GLAN pura sono allora connessi col ger GILD valore.
Durante l’impero carlolingio, il Bargèllo dal lat BARIGILDUS era “funzionario di valore” ovvero di grado
elevato, termine esteso nell’indicare il palazzo della sua sede, sopravvissutodal 1841 nella traduzione sarda
Barracèllo o Baracèllo svoltosi in “guardia giurata-privata” attraverso lo sp BARACHEL
Altro snm di Baldracca è Meretrìce (già dal XIII sec), dal lat MERETRIX colei che guadagna denaro (attraverso
rapporti carnali) cui Meretricàre e Meretrìcio questo aggettivo e sostantivo. La rad è MER attrarre, quindi
attrarre verso di sé la propria parte (Meritare). In gr, PORNE sta per Meretrice, cui l’ital Pòrno (dal XX sec),
ma anche il franc PORNO, utilizzato in composizione quale Pornoattòre, Pornocassètta, Pornodìvo e Pornodìva
come l’indimenticata Moana Pozzi deceduta giovanissima per cancro e l’ungherese Ilona Staller eletta deputata
al Parlamento italiano, contemporanee alla fine del XX sec, eppoi Pornofìlm, Pornofumètto, Pornografìa con
Pornogràfico e Pornògrafo, Pornolocàle, Pornorivìsta, Pornosàla, Pornostàmpa, Pornotelèfono, Pornoturìsmo,
Pornovìdeo, i semiesot Pornoshop, Pornoshow, Pornosoft (con l’ingl SOFT leggero nel significato di moderato),
Pornostar.
Eppoi esiste il termine Prostitùta (adottato nel XIV sec), forma fem del Pp lat PROSTITUS di PRO STITUERE
mettere in vendita; il verbo è il denm da STATUS e Prostituìrsi vale per accezione “porsi a favore di ... mettersi in
vendita (il proprio corpo), con Prostitùto, Prostitutòre e Prostituziòne.
Ancora snm è Tròia nel senso fig di “scrofa impregnata”, con Troiàio e Troiàta (dal XIX sec), dalla locuzione lat
PORCUS TROIANUS maiale farcito fig “riempito” come il Cavallo di Troia (nel cui interno erano nascosti i
guerrieri greci), donde il percorso Intrugliàre, attestatosi in metaplasmo volg da un Introiare, con Intrùglio
Intrugliòne, l’aferetico Trùglio e un Intugliare (con afonia della r) “annodare” dal che la pochetta viene infatti
annodata. Troiàta vale ancora “seguito di masnadieri” già ricorrente nel XIV sec.
Infine, il snm Puttàna questo anche Pùtta su modello franc PUTE, è da un ant franc PUTAINE, termine nato da
una metaf e deviato dal lat volg PUTTUS bambino nudo scolpito o dipinto cui Pùtto con la versione fem Pùtta
(non puttana). Il percorso da Puttana conta una serie volg con Puttanàio “casino”, Puttanàta “canagliata”,
Puttaneggiàre, il dim Puttanèlla omn di Puttanèlla nella locuzione mer Uva puttanella di semant non trovata,
Puttanèsco, Puttanèsimo e Puttanière, eppoi il prefissato Sputtanàre (S intensivo) con Sputtanamènto e
Sputtanàta. Da PUTTUS il lat conterebbe un risvolto in PUTIUM piccolo cui il prefissato PRAEPUTIUM
(PRAE anteriore) e l’ital Prepùzio con Prepuziàle.
Si ha, pertanto, da scegliere tra la turco-fiorentina Baldracca, la franc Sgualdrina, le latine Meretrice e Prostituta,
in aggiunta alle fig popolari Troia e Puttana.
Cortigiàna, è un lemma in voga in epoca rinascimentale, ma che, in origine, designava la dama di compagnia dei
principi; dall’ant Grecia risuona ancora il nome della famosa Frine nell’inv termine Frìne quale etèra.
Trasformatasi in prostituta, comunque dotata di bellezza, femminilità e cultura, sorse l’esigenza moralistica di
diversificarla, pertanto fu coniato il termine Dama di corte.
Gli eufemismi, infine, sono tanti e adeguati ad ogni ambiente o epoca e ai paletti educativi, quali Donne di facili
costumi, Donne di malaffare, Donne di strada, Donnine allegre, Ragazze di vita, Ragazze-squillo (automunite, in
riferimento al clacson), Belle di notte, Massaggiatrici, Ragazze della gioia (dal franc), Lucciole, Mondane,
Passeggiatrici ...
A Napoli, nel XVII sec, erano chiamate Donne ingabellate, donde l’impropèrio Figlio di donna ingabellata;
l’omologismo Gabèlla, dall’ar QABALA, sta per Cauzione, Dazio, Imposta, cui Gabellòtto, da non equivocare
con Càbala o Càbbala che è invece l’omologismo dall’ebraico QABBALAH dottrina tramandata cui Cabalàre,
Cabalètta, Cabalìsta, Cabalìstico, Cabalizzàre, Cabalòne snm di Imbroglione; comunque, una fonte comune non
meraviglierebbe, poiché dottrine e tasse sono tutte inesorabilmente da tramandare. Gabellàre-Ingabellàre vale
quindi “sottoporre a pagamento”, Sgabellàre sta per “sdoganare”. Il motivo ché il verbo Gabellàre sia diventato
fig “(far) accettare per buono”, si consolida vrs dall’idea napoletana della prostituta che, dietro compenso, fa
passare per buono (amore) un vile atto meccanico. Dall’inc di Gabella con Scanno è nato il termine Sgabèllo già
Scabèllo con Sgabellàta, dal lat SCABELLUM, vrs posto (scanno) a pagamento. Scànno è dal lat SCAMNUM
dalla rad SK, cui una corruzione in Scàgno, Scannèllo (cassetta) e vrs Scrànna dal long SKRANNA, Scansìa o
un obsoleto Scancìa, connessa a SKAND salire attestatosi in “mobile a più piani”.
Vrs in questo percorso sarebbe sorta la voce volg Sgabei “frittelle di pane”, nel senso fig di “fatte in casa” e
pertano non a pagamento, insomma sdoganate.
Scansàre, con Scànso, fuori percorso, è invece il derivato fig dal durativo di Cansàre in lat CAMPSARE girare
per mare, deviare, dal gr aoristo KAMPSAI da KAMPT piego, cui i composti Scansabrìghe, Scansafatìche.
Sgabuzzìno, invece, è alieno nel percorso poiché è l’omologismo dall’ol KABUYS cui il franc CAMBUSE ed il
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genovese Cambùsa, questo adottato dall’ital, cui Cambusière; a ogni modo, l’incipit ol KAB di KABUYS
coincide con quello ar QAB di QABALA gabella, pertanto si può pensare ad una remota rad comune donde,
dalla Cambusa, i prodotti sarebbero distribuiti a pagamento o come compenso di lavoro. Cauziòne è nome
d’azione del verbo lat CAVERE stare all’erta, salvaguardarsi, da rad KEU, cui Càuto con Cautèla astratto di
CAUTUS Pp di CAVERE, Cautelàre e Cautelatìvo, la locuzione lat CAVE CANEM attenti al cane ognora
ricorrente, i prefissati Incàuto (IN negativo), Precauziòne (da PRAE CAVERE). Cauzione è quindi “pagare per
salvaguardarsi”. La rad KEU ampliata in KEUD battere ha dato l’ital Incùdine con Ancùde o Ancùdine (inc di
Incudine con Anca).
Per un ant eufemismo lat, Lùpa sta(va) per prostituta, ma c’è una ragione leggendaria. Romolo e Remo erano
stati allattati da una lupa, prima che fossero trovati ed allevati da Acca Larenzia, moglie del pastore Faustolo,
ricordata come prostituta col nomignolo appunto di Lupa. La lupa animale non sarebbe allora mai esistita. C’è di
più: la storia dei gemelli e quella della lupa è una FABULA o FAULA (Favola), come dicevano i latini, per cui
anche questo termine sarebbe diventato il nomignolo di Acca Larenzia e metaf di “prostituta”, oggi per buona
sorte archiviato nel rispetto almeno dei bambini. Lupanàre è il derivato che sopravvive timidamenmte a Lupa
quale prostituta, simile a Baccanàle, questo in percorso con Baccàglio e Baccagliàre, Baccàno, Baccànte questo
snm del poetico Evia-èvia dal lat EUHIAS già gr EUIAS, e Bàcchico (snm di Bassarico), Baccheggiàre, tutti dal
dio romano Bacco “il godereccio”; nel percorso di Bacco, si ha ancora Bacchèo o Bàcchio (omn di Bacchio
“bastone”) e Antibacchèo o Antibàcchio (dal 1829) altrimenti detto Palimbàcchio “piedi metrici” (col pref gr
PALIN di nuovo). In complanare al percorso romano di Bacco, poiché il dio era il corripondente del gr Dioniso,
si ha Dionisìaco o Dionìsio (adottati agli inizi del 1700) questo l’ant definizione per Antibaccheo, Dionìsie “feste
greche a lui dedicate”
Postrìbolo, connesso con Prostituta, è dal lat PROSTIBULUM nome di strumento e dissimulato da PRO-STARE
stare davanti (metatesi della consonante r). Il lat conta lo specifico HEUIAS baccante già gr EUIAS, cui l’tal
poetico Evia-èvia.
Bordèllo è il calco del franc ant BORDEL da BORD casetta (il corrispondente ital Casino), dalla lingua romanza
gallica BORDA capanna, e il percorso semantico era partito da un ant BORT asse, tavola, cui il franc BOURDE
palo e l’omologismo Lambùrda “termine per arboricoltura”, per diventare capanna (casetta) fatta di assi... ed
infine semplicemente capanna, casetta, cui Bòrdo “fatto di assi” attestatosi nel significato corrente della
terminologia navale ed aerea con i composti Babòrdo (lato sinistro), questo omologismo dall’ol BAKBOORD
dietro bordo, e Fuoribòrdo; eppoi Bordàglia “ciurmaglia”, Bordàme, Bordàre “stendere la vela” cui Bòrda,
ancora Bordàta, Bordeggiàre con Bordeggiamènto, Bordeggiàta e Bordèggio, infine i prefissati Abbordàre con
Abbòrdo, Abbordàbile (AD allativo) e Inabbordàbile (doppio pref IN di negazione), Abbordàggio con
Abbordatòre, eppoi Sciabordàre con Sciabordìo (pref SCI).
\ Data la risonanza di Bordello con Prostibolo, non appare decoroso l’avviso pubblico fatto affiggere dal comune di S. Donà del Piave,
durante la Fiera del Rosario del 2010, in cui si avvertono i visitatori che “durante la pausa del pranzo i bordelli rimangono chiusi”, in
riferimento alle baracche fieristiche. \
L’omologismo Bordolèse è dal franc BORDELAIS, che oltre ad indicare “della città di Bordeaux”, nella
Gironda, vale “sorta di fusto di legno” connesso quindi con BORT asse, BORD casetta e BORDA capanna cui
il toponimo francese.
Il percorso continua con Bordòne “bastone-sostegno” (per accezione, quello dei pellegrini) fig dal lat BURDO
asino e, fig o meno, Bordàre “lavorare assiduamente” (omn di Bordare da Bordo) che però pare sia alieno nel
percorso ossia d’etim non accertata, eppoi gli omn Bordòne “canna della cornamusa” (o d’altri strumenti) dal
franc ant BOURDON calabrone di genesi vrs onomatopeica, e Bordòne “penna d’uccello” inc col tema med
BROTO germoglio, Ancora dal franc BORD l’ital conta Bòrdo (orlo-margine) cui Bordàre “munire di orlosagomare” (omn di Bordare dal lat BURDO) con Bordatìno, Bordàto, Bordatòre e Bordatùra, Bordùra...
ragionevolmente di rad comune dal fatto che ogni capanna (casetta) ha una propria bordatura; eppoi
l’omologismo Borderò dal franc BORDEREAU annotazione marginale, il prefissato Debordàre attraverso il
franc DEBORDER andare oltre i limiti cui il glb Debordant.
Lenòne (protettore) - in volg Magnàccia, da Magnare (guadagnare illecitamente come certi politici) - dal lat
LENO, è letteralmente il mercante di schiave, fig il ruffiano, favoreggiatore.
Si potrebbe ardire una diversificazione aggiornata, partendo dalla semant originaria.
Baldracca o Bagascia è la frequentatrice di locali ed alberghetti, portuali e periferici, marciapiede incluso.
Sgualdrina è la professionista, una cortigiana all’inizio del terzo millennio, l’accompagnatrice prezzolata
elegante e seducente. Meretrice è l’occasionale, colei che vende alla bisogna il corpo, meritandosi il prezzo.
Puttana è chi lo fa per vizio, incluse donne-bene. Tutte, in ogni caso, sono Prostitute. Le ragazze mandate sulle
strade, coloro che lo fanno per costrizione, ricattate, sono solamente delle schiavizzate, vittime di una nuova
tratta internazionale, con la perseverante complicità criminale di numerosi maschi occidentali d’ogni ceto e
posizione, purtroppo con una connivenza femminile, delle loro compagne di sventura.
\ Nella Firenze umanistica e rinascimentale, dove il fenomeno della prostituzione vagante era inferiore solamente a Venezia, i Vicini, cioè gli
abitanti della Vicinia (Ved Trivio...), erano invitati a denunciare le donne ed i loro lenoni; le prime venivano allontanate ed i secondi, se
recidivi, condannati addirittura al rogo.\
Nel volg omologato in lingua nazionale, è comune il termine Zòccola “topo di fogna”, dal tema med SURK
svoltosi nel gr HYRAKS HYRAKOS sorcio, nel lat SOREX SORICEM cui Sòrcio o Sòrce o ancora Sòrco
l’aggettivo Sorcìno o Sorcìgno da SORICINUM e il volg Sorca “vulva”. Sempre volg, il termine Zoccola è stato
metaforizzato in prostituta-puttana da bassifondi. Dal gr HYRAKOS l’ital conta Iracoidèi (Ordine di
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mammiferi).
Zòccolo, con Zoccolàio, Zoccolàre, Zoccolìo, invece, è dal dim lat SOCCULUS di SOCCUS, cui il volg veneto
Socoler “zoccolaio”, di tema med SOKKO, una calzatura med di taglio basso indossata dai comici,
successivamente passata d’uso comune, in percorso il fig Zoccolatùra e Sòcco questo in connessione col volg
Ciocia-Ciocie o Cioce cui Ciociaro dall’onomatopeico CI CI battere con insistenza per rendere a poltiglia, da
quest’ultimo anche fig Cicisbèo per il suo cadenzato bisbigliare e Cìschero. Zòccolo indica fig l’unghia di alcuni
animali, come il cavallo ed il bue.
Entrambi i termini Zoccola e Zoccolo, si sono attestati nella lenizione popolare in z da s. Esiste un volg toscano
Zocca ad indicare il ciocco dove il macellaio taglie le carni e ne tronca le ossa; Ciòcco, infatti, è l’inc di Ceppo
con SOCCUS. L’omn volg toscano Ciocco è la variante di Chiocco. L’ital conta ancora il fig prefissato
Inciocchìre (IN illativo) che vale “restare inebetito”, da Ciòcco svoltosi in “ceppo da ardere” cui, in locuzione,
Dormire come un ciocco (profondamente) e Restare da ciocco (da ebete),
L’ital conta ancora il fem Ciòcca quale snm di Ciuffo, probabile termine fig dal lat CLOCCA campana, ed un
Cioccàre d’origine onomatopeica che sta per “sgridare” o voce marinaresca in riferimento ai cavi.
LEGA DELEGATO OBBLIGATO
LEGA
Lèga, di rad LEIG legare, sta per Associazione, Patto o Alleanza, ed è il devb da Legàre da lat LIGARE cui
anche Ligàre fedele al lat, donde Leghe Bianche, Lega Araba, Lega Nord e Liga Veneta (Italia).
\ Si evincerebbe che i Veneti, pur reclamando un maggior riconoscimento della loro identità inguistica, rimangono storicamente fedeli a
Roma ed alla sua lingua, adottando la versione LIGA, dal lat LIGARE, per il loro movimento socio-politico.\
Lega è la proprietà coesiva tra alcuni metalli quale il Pèltro (stagno, antimonio e rame o argento, da una
precedente di stagno e piombo ) inv dal tema med PELTRO già PELTRUM di genesi prelatina.
Lega è ancora la misura itineraria dal prvz LEGA, ripreso dal lat LAEGA d’origine gallica (celt), di diverso
valore secondo i Paesi. Derivati per coesione, Allegàre o Alligàre (lat ALLIGARE legare insieme, omn di
Allegare da Legge) con Allegagiòne, Allegamènto, Allegànte, Allegaziòne.
Legacciòlo da Legaccio, Legàme (suff AME per collettivi) da LIGAMEN, Legamènto con Legamentòso,
Legànte, Legatòre, Legatorìa, Legatùra; attraverso lo sp LIBAN dal lat LIGAMEN l’ital conta l’omologismo
Libàno “corda vegetale” che non ha nulla di Libanizzàre con Libanizzaziòne questi varianti di Libanesizzàre con
Libanesizzaziòne relativi alla situazione poilitica in Libano.
Attraverso l’ingl TO BOND legare si contano il glb Bond obbligazione (di credito) cui l’omologismo
Bonderizzaziòne; non è poi inverosimile una connessione rad con il sett Bondiòla “sorta di salame” “quindi
“avvolto-legato” con una variante Boldòne o Baldòne che sta per “sanguinaccio”.
Eppoi, il percorso prosegue con Littòre dall’agente LICTOR di un momentaneo LIGERE e vale (ufficiale)
portatore di fasci legati omologato nel Fascismo, cui Littoriàle, Littorìna, questo “automotrice ferroviaria”
ispirata alla locuzione Fascio littorio, omn di Littorina “un mollusco”, Littòrio dal lat LICTORIUS. I derivati per
associazione, l’ironico Legaiòlo, Leghìsmo, Leghìsta. Attraverso il franc LIEGE già LIGE ma dal lat medv
LETICUS di LETUS suddito (legato al signore in maniera indissolubile) l’ital conta Lìgio.
La rad LEIG, in percorso da LIGERE-LIGARE a Legare, ha ancora prodotto, con i pref, Collegàre cui Collèga,
Collegatàrio, Collegàto, Collegaziòne e Collegànza, Collègio con il glb ingl College, Collegiàle con Collegialità,
Collegialmènte, Collegiànte o Collegiàte, Collegiàta e Collegiàto, Rilegàre con Rilegatorìa e Rilegatùra, Slegàre
con Slegamènto, Slegàto e Slegatùra. Ancora, dal lat ALLIGARE il franc ha tratto ALLIER allegare insieme cui
Alleànza (col suff ANZA ricalcando il franc ALLIANCE), Alleàre e Alleàto. Dal verbo prefissato
COALESCERE unirsi insieme (CUM associativo e l’incoativo ALESCERE) l’ital conta Coalescènza, eppoi
Coaliziòne attraverso il franc COALITION già lat COALITIO con l’aggettivo Coalizionàle e il verbo
Coalizzàre.
Termine pseudoetim l’omologismo Allèa “viale alberato” dal franc ALLER andare, con la variante aferetica
Lèa.
\ In turco, UIGURI vale “alleati” e identifica un gruppo etnico turcofono stanziatosi nella Mongolia, chiamati TIE-LE dai cinesi. Nel 2009
sono tornati tragicamente alla cronaca per la repressione ai loro danni da parte della Cina. \
Il gr conta DEIN legare (l’assonanza rad con LEIG non è casuale) che col pref DIA attraverso diventa
DIADEIN legare attraverso, cui DIADEMA benda che nello specifico è per recingere la fronte, e da questo
l’inv lat e ital Diadèma nel significato corrente.
Attraverso l’ar MARBUT questo Pp di RABAT legare, l’ital conta l’omologismo marinaresco Marabòtto vrs
connesso con MARABIT acquartierato in senso fig, cui l’omologismo Marabùtto “santone musulmano” cui, in
estensione, “mausoleo” eppoi il fig Marabù “sorta di uccello” attraverso il franc MARABOUT.
Attraverso il ted BINDEN legare cui il franc BINDA fascia, l’ital conta l’omologismo Bènda con il denm
Bendàre e Bendàggio, Bendàto, Bendatùra, l’accr Bendòne.
\ Suffissi collettivi *AME IME UME ETO
Tegame Padella
Il lemma Legname possiede il suff AME per collettivi, derivato dal lat AMEN col quale terminavano i sostantivi tratti dai
verbi in ARE, quale CERTAMEN contesa da CERTARE gareggiare, poi svoltosi in un suff autonomo di valore collettivo,
quali Ferràme da Ferro (assortimento di pezzi ferrosi, snm di Ferraglia), con la variante IME come in Mangime o UME come
in Pacciume, Lordume o Luridume.
Tegàme è dal mer Tiganu sovrapposto al sett Tigan, tutti dal gr TEGANON con suff collettivo AME. Il snm Padèlla, invece,
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col prefissato Spadellàre (S intensivo), è dal dim lat PATELLA di un PATERA piatto snm di PLATTUS, vrs connessi;
PATERA si sarebbe diversificato in PATINA contenitore cui Patèna attraverso il franc PATENE, Pàtera “ant scodella
sacerdotale” con un corrente Pàtera “attaccapanni” attraverso il franc PATERA, successivamente svoltosi nel significato di
rivestimento a velatura cui Pàtina con Patinàre, Patinàta, Patinàto, Patinatòre, Patinatùra e Patinèso; inv dal lat, l’ital conta fig
Patèlla, Patellàre e Patèllidi (famiglia di molluschi).
Il suff ETO per collettivi è dal lat ETUM, rintracciabile in termini quali Alberèto o Arborèto da Alberi, Ghiaièto da Giàia.
Macerèto da Macerie; lo si ritrova al fem ETA in termini quale Carpinèta da Carpìni (snm di Carpineto) e nei toponimi quali
Castellaneta, Sabbioneta.
Toponimo Zapponeta
Esempio questo di come un toponimo possa evolversi nel tempo celando il proprio nome di battesino.
Zapponeta è un piccolo centro agricolo sulla statale delle saline Manfredonia-Margherita di Savoia a 23 km dalla prima.
Fondata nel 912 nei pressi dell’antica Salapia-Salpi, da marinai manfredoniani dediti in quell’area alla cattura delle seppie, il
nome originale Sapponeta, una corruzione questo di Salpi (col suffisso -eta o -eto per toponomastica), è transitato da
Salponeta, Zapponeto per attestarsi dal 1871 in Zapponeta. L’agglomerato è stato per 170 anni frazione di Manfredonia
(Siponto) e dal 1975 è comune autonomo.
DELEGATO
Delegàto da DE LEGATUS, la “persona conferita di un incarico rappresentativo”, idealmente unita al mandante,
è infatti il Pp prefissato di Legàre “lasciare (unire) in eredità” cui Legàto “ereditario” (omn-snm di Legare e
Legato “unire”) col pref DE conclusivo, dal lat LEGARE durativo di un momentaneo LIGERE cui Delegàre con
Dèlega e Delegaziòne, eppoi Condelegàre e Condelegàto “delegare e delegato insieme con altri” con i due pref
COM DE. Sul modello di Delegato, l’ital conta Ablegàto e Ablegaziòne col pref AB privativo.
Collètta cui Collettìvo con Collettivamènte, Collettìvìsmo, Collettività, Collettivìsta, Collettivìstico,
Collettivizzàre con Collettivizzaziòne, Collettàme, Collettàneo, Collettìzio Collètto (omn di Colletto da Collo e
Colletto da Colle), Collettòre, Colleziòne, discendono dal dal Pp COLLECTUS del prefissato CUM LIGERE COLLIGERE cogliere insieme.
Dal percorso semant del lat LEX-LEGIS, connesso con la rad LEIG, l’ital conta Lègge con Legàle (aggettivo e
sostantivo) e Legalità Legalitàrio, Legàre, (omn di Legare “unire”), Legatìzio, Legazìa, Legalizzàto, Legiferàre,
Legislatùra, Legislaziòne, Legisperìto, Legìsta, Legulèio (avvocato cavilloso, ma di scarsa competenza) e tutta la
serie di Legìttimo con Legìttima, Legittimaziòne, Legittimità, il prefissato Illegìttimo con Illegittimità (IN
negativo adattato), la composizione Privilègio (con PRIVUS singolo, sta per “singolo caso di legge”). Legaziòne
è dal lat LEGATIO con i prefissati Allegàre “a scopi legali” (AD allativo, omn di Allegare da Legare) e Illegalità
(pref IN negativo). In ambito comune indoeur, l’ingl conta LAW per Legge con LAWER avvocato, cui il glb
Common law “legge comune” corrispondente alla locuzione ital Legge delle tradizioni.
\ Di Leggi, ce ne sono un’infinità: del passato, contemporanee, statali, divine, scientifiche, comportamentali, straordinarie, marziali, sulla
censura, dei diritti naturali, umane, della giungla, della foresta, letterarie, artistiche, dell’onore, della morale, del cosmo, di gravità, di
conservazione... Leggi che portano il nome di chi le ha fatte istituire, formulate o scoperte, come Legge Debrè (scolastica), Legge Merlin
(Italia, abolizione delle Case Chiuse), Legge d’Ashby (Cibernetica), Legge Emmert (Percezione), Legge Gresham (Economia), Legge Say
(Domanda-Offerta), Legge Mammouth (Scolastica, Olandese), Legge Reale (Italia, Ordine Pubblico), Legge Mendel (Genetica)... e leggi che
portano il nome del luogo ove sono state deliberate, come Legge di Norimberga (nazista, antisemitica)... l’idea dell’Ora legale, ovvero “l’ora
per legge”, utile al risparmio energetico, già frullava nel cervello di Benjamin Franklin, nel 1784; in Italia fu adottata per la prima volta nel
1916, poi, dopo fasi alterne sino al secondo conflitto mondiale, divenne un appuntamento fisso europeo per i mesi primaverili ed estivi.dal
1966, detta anche Ora estiva rispetto all’Ora solare. e all’Ora sociale..\
Il lemma Legale, dal lat LEGALIS svoltosi nel franc ant LEIAL, è ritornato nella lingua ital in Leàle, cui
Lealìsmo, Lealìsta, Lealtà, Leànza.
Attraverso il volg romano influenzato dall’ebraico PASUL illegittimo, si conta il termine Fasùllo adottato dal
1942.
La rad LEIG ridotta a LEG cogliere-scegliere cui il lat LEGERE, ha prodotto i vari Lèggere “raccogliere o
scegliere (le parole)”, con Lètto e il fem sostantivato Lètta dal Pp LECTUS scelto cui Lectìna attraverso l’ingl
LECTIN (col suff chimico INA), eppoi Leggènda con Leggendàrio dal lat medv LEGENDA da LEGENDUS
quale gerundivo di LEGERE leggere, Leggìo, Legiòne (raccolta o scelta di soldati), Leziòne da LECTIO
LECTIONIS con Lezionàrio, il prefissato Seleziòne con Selezionàre, Selezionàto, Selezionatòre, Selezionatrìce e
Selezionìstico da SELECTUS Pp di SELIGERE (col pref SE a parte), in complanare con Selettòre da
SELECTOR cui Selettìvo, Selettività, Selettivamènte e il prefissato Selettocultùra, il suff LEGIO da LEGIUM
raccolta in termini quali Florilègio “raccolta di fiori”, Sacrilègio “raccolta di cose sacre” con Sacrìlego svoltosi
nel senso di profanazione, Sortilègio “raccolta di sorti” nel senso di presagio, Spicilègio dal lat SPICILEGIUM
“raccolta di spighe” composto con SPICA punta-spiga.
\ La nazione dove più si legge (ricerca 2007) pare sia l’India, a comprovare la grande tradizione culturale, madre dell’indoeuropeità.
I termini Lèttera, Letteràle, Letteratùra, Lettòre, Lettùra, Letturìsta, dal lat LITTERA, sono pseudoetim, ovvero
non sono in connessione con la rad LEG di Leggere, pur se il Pp di questo è Letto, ma derivati dal gr
DIPHTHERA tavoletta, successivamente sovrapposti al senso di “leggere”, cui Traslitteraziòne o
Translitteraziòne attraverso l’ingl TRASLITERATION con Traslitteràre o Translitteràre, per accezione riferito
ad un testo trascritto con alfabeto diverso dall’originale, ad esempio dal tipo cinese al tipo lat-ital.
Nella terminologia d’interpretazione dei geroglifici, si contano le locuzioni Segni unilitteri, Segni monolitteri,
Segni bilitteri (monosillabici).
Dalla rad LEG cogliere-scegliere, ci giungono ancora, e sorprendentemente, Aquilèia o Aquilègia (AQUA
LEGIA raccoglitrice d’acqua, cui il toponimo ital sett Aquileia), Lègno (raccolto) cui Lègna con la variante
Lìgno, Legnàme (suff AME per collettivi), Legnàre “raccogliere legna” ma anche fig snm di “bastonare” con
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Legnatùra e Legnàta, eppoi Legnàtico snm di Stirpatico, Legnòso con Legnosità, Lìgneo e Lìgnea, Lignificàre,
Lignificàto, Lignificaziòne, Lignìna, Lignìte, il composto Lignocellulòsa; lemma alieno è Legnòlo o Lignòlo dal
lat volg LINJOLUS da LINEUS di lino.
Legno pregiato è il Mògano, omologismo dall’amerindio MOHOGONI.
Dal gr KSYLON legno l’ital conta Xilèma snm di Adroma) con Xilemàtico, Xilène (suff ENE per idrocarburo),
Xilòlo (suff chimico OLO per alcol), Xilòsio (suff chimico OSIO per carboidrato). Xilitòlo (Xilosio con suff
OLO per alcol), il pref XILO adattato in SILO (non contemplando l’ital la lettera x che pertanto è desinata a
svolgersi in s) per composizioni quindi in complanare quali Xilòfago e Silòfago, Xilòfono o Silòfono, Xilografìa
e Silografìa, Xilologìa e Silologìa, Xilotèca e Silotèca, eppoi Xilofìto (col gr PHYTON pianta), Xilolìte col gr
LITHOS pietra che sta per “pavimentazione ad un solo pezzo” Pseudoetim il termine Sìlo o Sìlos, questo
attraverso lo sp SILO, dal lat SIRUS già gr SEIROS buca da grano cui Insilàre, Insilàto, Insilatrìce.
\ A Foggia, nella località Piano delle fosse (del grano), al margine del centro storico, è possibile visitare un SIRUS, oggi monumento
archeologico. \
Nel percorso di Legno, l’ital conta ancora Falegnàme questo col pref Fa dalla terza persona indicativo pres lat
FAT di Fare “che fa il legname-lo lavora” (lemma da associare per un identico meccanismo di composizione a
Fannullone), Allignàre questo col pref AD “far legna” dunque “maturare-mettere radici” e fig “attecchire”.
Ancora, Legùme (col pref UME collettivizzante) cui Legumièra, Legumìna (“proteina”, suff chimico INA) e
Leguminòse “Ordine botanico”da tema LEGU raccolto cui il gr LEGEIN cogliere e l’ital Cògliere con un
poetico Còrre e il Pp Còlto (omn di Colto da COLERE) e, coi pref, Accògliere con Accòlto, Accogliènza,
Accoglimènto, Accoglitìccio, Accòlta con una equivocabile variante in Accòlita, eppoi il doppio prefissato
Raccògliere, col poetico Raccòrre, cui Raccoglimènto, Raccoglitìccio, Raccoglitòre, Raccoglitrìce, Raccòlta e
Raccòlto (pref R variante di RAD) questo sia sostantivo sia aggettivo; infatti, pseudoetim nel tema, si ha
Accòlito cui Accolitàto, in relazione ad un ordine religioso minore che assiste il sacerdote, dal gr AKOLYTHOS
compagno di strada, in connessione con l’etim di Lituo-Liturgia.
Col pref RE e la forma LEGERE, è nato il termine Religiòne “atti di culto”, cui Religiòso, Religiosità con i
prefissati Areligiòso (pref A privativo), Irreligiòne, Irreligiosità e Irreligiòso (pref IN negativo).
Ancora da LIGERE, col pref INTER, Intelligènte con Intelligènza già Intelligènzia dal lat INTELLIGENTIA,
Intelligìbile o Intellegìbile con Intelligibilità, Intellètto con Intellettìbile, Intellettòre, Intellettuàle con
Intellettualìsmo, Intellettualìsta, Intellettualìstico, Intellettualità, Intellettualizzàre, Intellettualizzaziòne,
Intellettualòide, Intelleziòne, i glb Intelligence transitato dall’ingl, Intellighenzia dal russo, tutti da
INTELLIGERE; col pref DIS; Dilìgere che vale “amare”, con i derivati Dilètto, Diligènte, Diligènza “zelo” e, in
aggiunta il pref PRAE, Predilìgere, Predilètto, Prediliziòne. Diligènza (carrozza) è dal franc DILIGENCE, questo
sintesi di CARROSSE DE DILIGENCE che vale veicolo d’impegno, ovvero per lo zelo nel lavoro.
Sempre da LEG scegliere, con il pref EX estrattivo, il verbo lat ELIGERE, cui Elegànte, con Elegànza, che, in
altre parole, vale “chi sa scegliere”, e l’onomastico Eligio “l’eletto”; snm di Elegante è l’omologismo dal franc
SCHIC cui Scìcche, Scicchèria, Scicchettòso, Sciccòso.
Scègliere nasce dalla composizione lat EX ELIGERE, dove il pref EX si muta in SCI, donde il devb Scèlta dal
Pp Scèlto, eppoi Sceglitòre, con Sceltamènte e Sceltèzza. Con l’identico pref EX estrattivo diventa ancora
Elèggere “scegliere, fuori di...”. Il lemma Elettuàrio è dal lat ELECTUARIUM già gr EKLEIKHO, col pref lat
EX fuori ridotto in E, in gr EK, vale “medicina che si scioglie in bocca” (ovvero fuori dello stomaco come lo
sciroppo) con la variante aferetica Lattuàrio o Lattovàro, termine che si richiama al lat ELECTUS scelta (in tal
caso, di medicamenti da mescolare insieme) questo Pp astratto di ELIGERE, cui Elètta dal Pp fem lat ELECTA,
Elettìvo, Elètto, Elettòre da ELECTOR ed Eleziòne da ELECTIO ELECTIONIS; dal transito franc, qui ELITE,
Eletta è ritornata in Elite-èlite con Elitàrio, Elitarìsmo, Elitìsta, Elitìstico (suff aggettivale ISTICO).
Analizzando i termini, scopriamo che tutti presuppongono un’azione di raccolta e di ricerca; pertanto non è
inverosimile un primordiale percorso comune tra il cogliere (LEGERE), le norme di legge (LEGIS), per unirle,
legarle (LIGARE) insieme.
Elegìa “composizione poetica”, cui Elegìaco, Elegìsmo e i composti Elegìàmbo e Giambèlego (entrambi con
Giambo metro poetico classico), Elegiògrafo che vale scrittore di Elegie, invece, non sembrerebbero connesso
alla rad LEG; dal gr ELEGEIA con ELEGOS canto di dolore accompagnato dal suono del flauto, anche questo
termine potrebbe essere stato associato all’azione di raccolta e ricerca di note o di versi tristi. e i composti
Elegiàmbo e (entrambi col gr ELEGOS elegia).
Con il pref EC dal gr EK fuori cui EKLOGE scelta con valore di cogliere fuori, il lat conta ECLOGAM donde l’ital Eclòga
lenito in Eglòga “sorta componimento poetico o musicale” di toni pastorali e idillici.
\ Stero Stereo
Un’unità di misura volumetrica per il legname da ardere è Stèro pari ad 1 m3, dal gr STEREOS (genitivo di STER) fermo,
stabile, solido, rigido, ma anche nel senso di spaziale, tridimensionale, transitato dal franc STERE, cui i termini scientifici
Steròide, Steroidèo, Steròlo con Steròlico ed il pref STEREO in composizioni quali Stereoagnosìa, Stereoàngolo, questo snm
di Angoloide, con Steradiànte ellittico di Sterangolo radiante (questo unità di misura), eppoi Stereocinèsi, Stereofonìa con
Sterefònico, Stereoscopìa, Stereòtipo, eppoi il composto Cortisòne ellittico di Corticosteròne (con il lat CORTEX corteccia,
Sterolo e suff ONE) cui Cortisòlo (suff chimico OLO) e Cortisònico; in percorso chimico da CORTEX corteccia, l’ital conta
Corticìna attraverso il franc CORTICINE, Corticòide (suff OIDE simile), Corticosteròide, Cortocosurrène con
Corticosurrenàle, Corticotròpo (col gr TREPO io volgo e Corticotropìna (con Atropìna) snm di Adrenocorticòtropo questo
attraverso l’ingl ADRENOCORTICOTROPHIC e composto col pref ADRENO da Adrenalina.
In connessione indoeur col gr STEREOS stabile-solido, l’ingl conta STERLING “unità monetaria in corso”, come già era
263
accaduto con il lat SOLDUM moneta da SOLIDUS integro-solido, cui l’omologismo Sterlìna (dal 1873), dalla
locuzione POUND STERLING dove POUND vale “libbra” snm di STERLING-Sterlina e STERLING s’è svolto in “di
buona lega” cui il glb Sterling “sorta di vernice” con l’omologismo Sterlingàto. Moneta divisionale della Sterlina è il PENNY
(dal XVIII sec) attraverso il ted ant PFENNING.
OBBLIGATO
Obbligàto, Pp di Obbligàre, dal lat OB-LIGARE, con raddoppio della consonante del pref OB di valore
oppositivo innanzi al verbo LIGARE, per cui legato contro la volontà, costretto. Tra i derivati espliciti, lo
sdrucciolo Obbligo-òbbligo cui Obbligànte, Obbligatàrio, Obbligatòrio con Obbligatorietà, Obbligaziòne (anche
titolo di credito a reddito fisso) con Obbligazionàrio, Obbligazionàto e Obbligazionìsta.
\ Fede
Ogni Religione presuppone una fede. Fède è dal lat FIDES questo l’astratto del rad indoeur BHEIDH-BHIDH fidarsi, cui il
lat FIDARE inv nell’ital Fidàre. In percorso, i termini Fedèle o Fidèle con Fedelìssimo e l’opposto Infedèle (pref IN
negativo), Fedelizzàre, Fedeltà o Fidelità con le varianti Fedelità, Fedeltàde o Fedeltàte, Fidelitàde o Fidelitàte, da
FIDELITAS FIDELITATE, l’opposto Infedeltà, la locuzione Alta fedeltà (relativa al suono originale) attraverso l’ingl HIGH
FIDELITY cui la glb Hi-Fi; ancora, Fedìna (dim nel senso di simbolo di Fedeltà), da una convenzione dei primi Ottocento,
quando farsi crescere la barba, chiamata appunto Fedìna, era prova di fedeltà all’Impero Austro-Ungarico. Eppoi, Fìda,
Fidànza cui Fidanzàre con Fidanzàto, Fidatèzza, Fideìsmo con Fideìsta e Fideìstico, Fidelizzàre con Fidelizzaziòne attraverso
il franc FIDELISER, Fidènte, Fìdo da FIDUS, Fidùcia con Fiduciànte, Fiduciàrio e Fiduciòso, il composto Fideiussiòne con
Fideiussòre e Fideiussòrio con FIDES e IUBERE comandare; IUBERE è da rad YEUDH combattere, cui Iussìvo che vale
Imperativo. Eppoi i prefissati Affìdo con Affidamènto, Affidàre, Affidavit questo nella terminologia del diritto inglese e
statunitense, inv dal verbo lat AFFIDAVIT “depose a testimoniare”. Confidàre con Confidamènto, Confidènte (da non
equivocare con Confitente), Confidànza e Confidènza con Confidenziàle e Confidenzialità. Diffidàre con Diffidènte e
Diffidenza. Disfìda con Disfidàre (pref DIS dispersivo), snm di Sfìda e Sfidàre (con aferesi del gruppo letterale DI), valgono
“togliere la fede, provocare”. Pèrfido “contro ogni fede” con Perfìdia, è da PER e FIDUS (il pref PER qui vale “contro”) .
Una forma tematica del rad in BHOIDHO ha condotto al lat FOEDUS patto (di fedeltà), cui Federàle con Federalìsmo,
Federalìsta, Federalìstico, Federàre con Federatìvo, Federàto e Federaziòne, i prefissati Confederàle, Confederaziòne e il
composto Fedìgrafo, questo con FOEDUS e FRANGERE rompere; Fèdo è un lemma dantesco che vale “ripugnante” cui
Fedàre, svoltosi da FOEDUS vrs da un passaggio metaf in riferimento ad un patto col nemico. Dalla locuzione Mia fé s’era
attestato l’obsoleto Gnàffe “in fede mia”.
Snm di Perfidia-Perfido è Cainìsmo e Cainèsco (XX sec) in riferimento al biblico fraticida Caino.
Il termine Fede è anche utilizzato in composizioni quali Fedecommèttere o Fidecommèttere o ancora Fidecommìttere
“affidare all’altrui lealtà” con Fedecommèsso o Fidecommèsso o ancora Fidecommìsso, Fedecommissàrio o
Fedecommessàrio o ancora Fidecommessàrio o Fidecommissàrio, Fededègno, Fedelàggio (su calco di Vassallaggio),
Fedìfrago vale “chi rompe il patto, la fede” (con il lat FRANGERE spezzare), la locuzione glb ingl Fidelity card. Il ted conta
DRUD per fedele omologato nell’ital Drùdo. Il termine lat è invece rintracciabile nell’ar FIDA’I devoto, comprovante una
remota rad comune, cui FIDA’IN il noto Fedayin votato alla morte.
Termimi pseudoetim nel percorso lat, Fedelini, questo analizzato altrove, Federiciàno questo pertinente a Federico II di
Svevia (XIII sec) o Federico II di Prussia 1 (XVIII sec), Fidenziàno che sta per una manifestazione letteraria ispirata al
soprannome Fidenzio dello scrittore C. Scroffa per la sua opera Amorosa elegia del 1550, Fidìaco questo relativo allo
scultore gr Fidia (V sec aC); Fidìcine “suonatore di strumento a corde” dall’omn lat FIDES corde della lira composto con un
suff da CANERE cantare. Altro alieno è il suff atono FIDO, questo dal lat FINDERE fendere, con il valore di “scisso” in
termini quali Trìfido, eppoi Bipennatìfido da Pennatìfido.
L’ital conta l’omologismo Cafìro dall’ar Kafir infedele (non islamici).
Il glb Fedayn, con la variante Feddayn, cui l’omologismo Fedaìn, è dall’ar FIDA’I “votato alla morte pe fede” è vrs connesso
alle origini con la rad indoeur BHEIDH-BHIDH fidarsi.
\ La Fede è tra le più antiche pratiche dell’uomo, da accostare alla ricerca del nutrimento, e come quei cibi che consuma da sempre, questa
non può che arrecargli benefici, ossia l’ottimale equilibrio corpo-spirito; la mancanza di fede, pertanto, produce nell’organismo
manifestazioni negative, addirittura andrebbe a lederne le risposte immunitarie.\
1
In percorso dal coronimo Prussia si ha Prussianèsimo o Prussianìsmo, Prussiàno, Prùssico nella locuzione Acido prussico snm di Acido
cianidrico da una precedente Blu di Prussia.
\ Leghe
L'idea di una Lega, quale strumento di coesione delle intenzioni, per meglio armonizzarle, proteggerle e renderle vittoriose,
non ha mai storicamente funzionato del tutto, ritrovandosi smentita dagli avvenimenti incalzanti della stessa storia, l’unica a
gestire per davvero le cose, al di là, insomma, dei sogni di lega.
448 aC. Contro i Persiani, nacque in Grecia la Lega di Delo, dal nome dell’isola nel cui tempio dedicato ad Apollo era
custodito il finanziamento necessario per l’istituzione di una flotta confederata; flotta che poi era in realtà tutta ateniese,
compreso il comandante Cimone, il quale portò al trattato di non belligeranza con i persiani, ma che grazie ai soldi della
comunità si sarebbe reso strategicamente complice dell’egemonia di Atene sulla regione; oggi, nell’ottica della gente del nord
d’Italia, si direbbe "da Roma a Milano".
431 aC. La gente del Peloponneso non volle ricadere nella metaforica brace e s’inventò la Lega Peloponnesica, questa volta
per resistere alle pretese di Atene. Alla lega si unirono strategicamente Corinto e Sparta, desiderosi, più la seconda, di
sostituirsi ad Atene. Il conflitto finì però senza vincitori e vinti.
336 aC. Muore Filippo il Macedone - padre di Alessandro - il regista dell’unificazione dei Greci sotto un’unica bandiera a lui
però vassalla; aveva per questo favorito l’istituzione della Lega di Corinto, una città che si dannava di ricercare ogni
occasione di prevalere su Atene e Sparta.
323 aC. Muore giovanissimo anche Alessandro e con lui il sogno di gloria macedone. La Grecia tenta di riscattare la propria
autodeterminazione e nacquero addirittura due leghe, l’Achea e l’Etolica, la prima nel Peloponneso e la seconda nelle terre
oltre il golfo di Corinto, alle quali sia Atene che Sparta non vollero aderire, orgogliosi delle loro storie a sé.
1167 dC. Per soccorrere Milano nella resistenza contro il Barbarossa, fu giurata a Pontida la Lega Lombarda tra Comuni
lombardi, emiliani, piemontesi e veneti.
1508, Lega di Cambrai,voluta da papa Giulio II - costituita da Francia, Spagna, Austria (Massimiliano I) e Ferrara - contro
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Venezia e che segnò la fine dell’espansionismo di questa nell'entroterra.
1512, appena quattro anni dopo, lo stesso papa Giulio II alleò veneziani e spagnoli nella Lega Santa, allo scopo di
sottomettere Ferrara alle intenzioni della Chiesa, che intendeva incamerarsi quei territori . La Lega provocò l’inizio della fine
dell’egemonia franc nella penisola (ascesa degli italiani Sforza a Milano); è vero che la Francia di Francesco I sarebbe
ritornata grazie al soccorso dei veneziani, ma oramai incombeva l’imperialismo spagnolo.
1526, Lega (santa o italiana) stipulata a Cognac. A seguito delle guerre di successione franco-spagnola nella nostra penisola,
pendente a favore della Spagna (Carlo V), la Francia escogitò una lega tra il Papato (Clemente VII), Firenze, Venezia e
Milano (Francesco Sforza) per ricacciare gli spagnoli. La lega non solo fallì, ma si rivelò foriera di una delle più grandi
tragedie nel nostro paese, dal tempo dei barbari: la Francia, patologicamente delusa, ebbe la malsana idea di vendicarsi dei
politici di casa nostra, infierendo sulla popolazione. Sguinzagliò infatti sino a Roma masnade di lanzichenecchi 1, sbrigliati
per ogni sorta di sevizie e depredamenti. L’arma lanzichenecca fu vrs anche la prima “chimica” in assoluto, per l’epidemia di
peste che provocò.
Pare che i francesi avrebbero fatto di più, aizzando la pirateria saracena sulle nostre coste.
Lanzichenècco, cui l’ipocoristico Lànzo, meglio Lanzichenècchi, bande di mercenari tedeschi, dal ted LANDSKNECHT, termine composto
con LAND terra e KNECHT servo che sta per al servizio del paese. La famosa Loggia dei Lanzi a Firenze, è così chiamata perchè Cosimo I
la faceva sorvegliare dai Lanzi(chenecchi). Il termine è un omologismo storicamente utilizzato da Machiavelli (1527).
1
MAGO MAGONE IMAGO
MAGO
Dal lat MAGUS, dal gr MAGOS, e questo dall’ant persiano MAGUSH, al fem Màga, ed un cinquecentesco
Magàlda che sta per “prostituta”.
Un ant lemma contiene antichi derivati: Magìa, Màgico, Màgio... e sempre echeggianti di mistero. Il got conta
DARNS magico cui Indàrno “per magia” attestatosi però nel snm di Invano attraverso una interpretazione in era
cristiana.
Il termine Megèra non appare connesso al percorso di MAGUS-MAGOS, poiché è dal lat MEGAERA
ricopiando il gr MEGAIRA, nome di una delle Erinni.
\ In Oriente MAGUSH Màgio è ricerca, studio, scienza, degnamente rappresentati da Gaspare (dall’iranico GAZBAR portatore di tesori,
Melchiorre (dall’assiro BALATS USUR “Dio lo salvaguardi”) e Baldassarre (Ved Onomastica ebraica in Vano…). Avvicinandosi al nostro
mondo, il termine assume invece un significato di stregoneria, sino a scontrarsi con i princìpi del cristianesimo che lo hanno completamente
demonizzato. Una demonizzazione, che ai tempi dell’Inquisizione lo ha trascinato sul rogo. \
L’orientale MAGUSH diventa così, oltre a Fattucchiere, Stregòne, questo l’accr mas di Strèga dal lat STRIGA,
dal gr STRIKS, cui STRIGARE e l’ital Stregàre; il lemma è connesso con Strìge dal lat STRIX STRIGIS
volatile rapace notturno cui Strìgidi (la Famiglia) da STRIGIDAE e Strigifòrmi (l’Ordine) da STRIGIFORMES
eppoi Strìgolo (sorta di pianta erbacea delle Cariofillacee).
Agli Strigidi appartiene il Gùfo (dal XIV sec), la cui vita media è di 24 anni, dal lat tardo GUFO GUFONIS, cui
Gufàre, Gufèsco, il fig Gufàggine, Gufètto snm di Chiù (dal XIV) e di Assiòlo o il poetico Assiuòlo (già dal XIII
sec) questo dal lat AXIOLUM dim di AXIO AXIONIS; fuori percorso Guffìno, termine questo di memoria
fascista, relativo al GUF l’acronimo di Gruppo Universitario Fascista. Una seconda versione lat di Gufo è
BUBO BUBONIS cui il snm ital Bubòne con il verso Bubolàre o Bubilàre. Dall’incr di BUBO BUBONIS con il
lat volg UPUPULA questo dim di UPUPA, vrs connesso col gr EPOPS, cui l’ital Upupa-ùpupa, l’ital conta
Bùbbola cui il verso Bubbolàre e il devb Bùbbolo svoltosi in “sonaglio” con Bubbolièra e Bubbolìo; Bùbbola è
anche snm di Fandonia, cui ancora un Bubbolàre “ingannare” con Bubbolata; Bubbola, cui Bubbolìna, è infine
un fungo della Agaricacee snm di Mazza di tamburo. Upupa o civetta era indicata dal lat con PARRA d’etim non
accertato, cui Pàrra “sorta d’uccello africano”.
Incerta la connessione o la sovrapposizione di BUBO BUBONIS gufo con l’ital Bubbòne con Bubbònico;
comunque, il lat volg conta ancora un BUBO BUBONIS che sta per tumore ricalcando il gr BUBON
BUBONOS inguine.
Ancora una riflessione sul termine persiano MAGUSH, che pare ricopiato dal sct MANUSH “la creatura nata da
Dio” e che poi è passato semant ad indicare il popolo zingaro.
Il perché di Magiàro MAGYAR per “ungherese” è vrs connesso col tema di Magush; infatti, il popolo magiaro,
o ungherese (la cui lingua non appartiene al patrimonio indoeur) era dilagato dall’Asia guadando il Volga
intorno all’800, donde si sarebbero stanziati nelle terre attuali, tra il Danubio e il Tibisco, alla fine del sec IX.
Sciamàno, invece è dal ted SCHAMANE già mongolo SAMAN, cui Sciamànico, Sciamanìsmo; da non
equivocare con Sciamanno “abito ebraico” dall’aramaico SIMAN segno, vrs in arcaica connessione quale “abito
segno di distinzione”.
L’ant formula magica Abracadàbra è dall’ebraico (aramaico) HA BERAKAH DABERAH, successivamnente
omologata nel cristianesimo, reinterpretata quasi come un segno di croce e fatta derivare da AB Padre, BEN
Figlio, RAUCH AKADOSH Spirito Santo.
MAGONE
Nessun rapporto con Magush; ci arriva dal long MAGO e dal ted MAGEN gozzo - stomaco.
Il Magòne è infatti quella sensazione di groviglio allo stomaco, che sale sino ad annodare la gola, a seguito di un
dispiacere subìto o preavvertito. In alcune contrade, è il ventriglio dei polli.
Nella versione fem Magòna “officina-ferramenta-metallurgica”, snm o variante di Maona, ha assunto semant la
definizione di “grand’abbondanza di tutto”, presumibilmente dall’ar MA-UNA società, che lo si ritroverebbe nel
genovese MAONA compagnia (di navigazione).
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IMAGO
Immàgine o Imàgine dal lat IMAGO, astratto dell’ant IMARE che sopravvive nell’ital Imitàre-Im(it)are con
Imitàbile, Imitatìvo, Imitatròre e Imitaziòne, eppoi in Mimàre-(M)imare questo transitato dal franc MIMER. Da
Immagine sono discesi esplicitamente Immaginàre o il poetico Imaginàre con Immaginàbile, Immaginàrio o
Imaginàrio, Immaginatìva o Imaginatìva con Immaginatìvo o Imaginatìvo, Immaginatòre, Immaginaziòne o
Imaginaziòne, Immaginìfico o Imaginìfico “creatore di immagini” (termine dannunziano, col suff FICIO dal
verbo FACERE fare), Immaginìsmo (XX sec), Immaginifìcio (termine poetico composto col verbo FACERE,
che sta per “fucina cerebrale delle immagini”), Immaginòso o Imaginòso. La rad è l’indoeur YEM, la quale s’è
attestata nelle aree indoiran, bal, celt in doppio frutto, doppio prodotto, insomma doppia immagine, cui il lat
GEMINUS e il suo dim GEMELLUS, cui Gemèllo, Gemellàre, Gemellàggio, Gemellànza, Gemellàre,
Gemellarità, il plur Gemelli quale segno zodiacale, i composti Gemellìpara con Gemelliparità (suff dal lat
PARERE mostrare nel senso di partorire), Gemellologìa, un Gemellaro nella cognomastica ital. Eppoi anche
Gèmino con Geminàre, Geminàto, Geminatùra o Geminaziòne, e la sequenza prefissata Bigèmino da
BIGEMINUS (pref BI da BIS due volte), snm di Gemellare, cui Bigeminàto e Bigeminìsmo, Trigèmino da
TRIGEMINUS che vale “tre gemelli” con la variante Tergèmino (con il lat TER tre volte quale suffisso)
attestatosi in “triplice aspetto”, Quadrigèmino da QUADRIGEMINUS (col pref QUADRI) “quattro gemelli”
snm di Quadrigemellàre... Plurigèmino snm di Plurigemmellàre (pref PLURI dal lat PLUS PLURIS più). Dalla
locuzione lat GEMELLA MANUS mano gemella, ovvero mano doppia, l’ital conta Giumèlla che sta per quanto
possa contenere l’incavo delle due mani avvicinate.
I Gemèlli, infatti, sono l’immagine reciproca dell’uno nell’altro. Nella psicanalisi, Imàgo è un concetto di Jung,
idealizzante una figura reale o fantastica. Di Immagine, c'è quella Consecutiva Negativa (Percezione), di Sé
(autocritica spesso non veritiera) e quella Eidètica (l'immagine chiara e particolareggiata di un avvenimento
trascorso).
In aramaico, Gemello è tradotto T’OMA col quale è connesso il gr TOME taglio (un parto tagliato in due o più )
donde l’onomastico ricorrente Tommaso.
\ L’Immagine, oggi, è l’aspetto esteriore di un individuo in società; non importa la qualità, l’importante è averla,
quale marchio personale per accedervi e, ove non riesca a crearsela, può ricorrere ai “costruttori d’immagine”, i
tradizionali “truccatori”. Imagìsmo è stata quella fase dello sviluppo della poesia ingl, che nato come movimento
il 1912, portò al Modernismo. Ezra Pound ne fece parte.\
In percorso Gèmma “ciò che sporge-che s’evidenzia” col raddoppio della G per una forma più espressiva, cui
Gemmàre, Gemmàrio, Gemmàto, Gemmaziòne, Gèmmeo, Gemmìfero, il prefissato Ingemmàre con
Ingemmaziòne (IN illativo).
Esiste pertanto l’onomastico Gemma e il cognomastico ital Gemmellaro questo in coesistenza con Gemellaro
(vrs una variante ortografica ) diffusi, salvo alcune eccezioni, praticamente solo in Sicila; cognome che dovrebbe
avere avuto l’abbrivo dalla consonante g omologa della gr GAMMA già semitico GHIMMEL di rad indoeur
KAM curvo, successivamente passato a simbolo del cammello. Gemmellaro, quindi, sarebbe l’omologismo del
termine ar che vale “cammelliere”.
Pseudoetim il termine Agèmina “tecnica per lavorazione dei metalli” dall’ar AGAMI straniero-persiano cui
Ageminàre, Ageminatòre e Ageminatùra; poiché questa tecnica consiste nell’inserimento nei metalli di fili e
lamine di oro o d’altra natura, risulta spontaneo connettere il termine arabo con la rad indoeur YEM doppio
prodotto, cui Geminazione “raddoppiamento”.
Il lat aveva BIGNUS che stava per doppio-generato dal lessenma GNO generato-di natura-di specie… rintracciabile in Benigno e Maligno
(Ved Acqua Vino in Obiettivo…)
1
\ Icona
Snm di Immagine (adottato dal XIV sec) è Icòna (questo apparso nel 1589) d’origine gbz EIKON(A) immagine, fig dal gr
ANKON piegatura, ma nella sua accezione è il dipinto sacro su tavola. La versione Immagine è entrata, dunque, nel
linguaggio percettivo e psicologico, quella di Icona, ha invece una natura tangibile. Suoi derivati, Icònico (suff aggettivante
ICO) relativo ad un’immagine artistica, ma si è imposta anche quella computerizzata, con il contrario Anicònico (pref Alfa
negativo ), Iconoclastìa (dal gr KLAO rompo, da KLASTOS rotto vale “divieto del culto delle immagini” ma oggi è una
patologica opposizione alle convinzioni sociali, Iconolatrìa (culto delle immagini sacre), Iconoscòpio (strumento per le
riprese televisive), Iconostàsi (tramezzo ornato di statue, comunemente nelle chiese tra il presbiterio e la navata). Iconografìa
è la materia artistica, che studia, descrive e classifica le immagini, legata all’Iconologìa, che è relativa ai simbolici e alle
allegorie delle immagini; quest'ultima, in più, è soggetta alle varie trasformazioni del loro significato, col mutare dei tempi e
delle logiche. Sovente, Iconografìa, cui Iconògrafo e Iconògrafo, ed Iconologìa, cui Iconològico, sono associabili a
Ermenèutica, dal gr ERMENEUTIKE interpretatoria, che sta per arte di interpretare testi e documenti dell'antichità. In realtà,
l’Iconografia è una "ermenèutica visiva". In percorso semantico si cita l’Ermenèuta, ossia il cultore di questa branca.
Esistono ancora quei termini coll gr IKHNOS traccia, in connessione con EIKON immagine, quali Icnografìa cui Icnogràfico
e Icnògrafo, Icneumòne “che segue le tracce” (sorta di mammifero) e Icneumòidi (Famiglia di insetti), infine Icnologìa.
\ Ermetismo
Semant, il termine Ermètico, con Ermeticità ed Ermeticamènte, invece, si fa derivare dal lat medv HERMETICUS, relativo al
dio Hermes (Ermète) nella sua qualità di inventore dell’alchimia, e che quindi chiudeva le ampolle di vetro mediante la
fusione dello stesso “ermeticamente”. Derivati dall’eponimo sono Erma-èrma, questo in origine il busto scultoreo su pilastro
dedicato al dio Ermafrodito, figlio di Ermete con Afrodite (Venere), cui il termine Eramafrodìta o Ermafrodìto “effeminato,
bisessuale” con Ermafrodìsmo o Ermafroditìsmo snm di Androginia; altro nome di Venere è il gr AINA cui Enea dal gr
AINEIAS figlio della dea.
Ermes aveva il suo omologo lat in Mercurio l’annunciatore connesso col gr EIRO annunciare cui l’ancora ricorrente
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onomastico Ermes o Ermete “che annuncia”. Da non equivocare con Hermione, questo il figlio di Elena di Troia avuto da
Menelao.
L’Ermetìsmo era, in Grecia, la dottrina filisofico-religiosa di alcuni scritti mistici del II - III sec, che ci sono pervenuti a firma
di Ermète Trismegìsto o Trimesgìsto. Il termine è stato ricopiato da Francesco Flora per quei poeti contemporanei che
ostentano un linguaggio volutamente oscuro e intenso; lo scopo è di allontanare i versi dai valori comunicativi a beneficio
degli elementi espressivi ed evocativi. Poeti ermetici italiani, assoluti o parziali: G.Ungaretti, E. Montale, Quasimodo, M.
Luzi, C. Betochi, C. Bo e A. Zanzotto, quest'ultimo il poeta di connessione post-ermetismo. L'Ermetismo raggiunge
l’esasperazione degli spazi bianchi e l'impossibilità d’un diretto confronto con la realtà (autocensura o censura politica).
\ Alchimia Chimica Chemio Chimo
Alchimìa è dall’ar AL KIMIYA pietra filosofale, svoltosi nel lat CHIMIA, cui CHIMICUS e i due percorsi ital Alchèmico,
Alchìmico, Alchimìlla (la rugiada raccolta dagli alchimisti, poi fig “pianta erbacea” snm di Ventaglina), Alchimìsta,
Alchimìstico, Chimichièra (nave), Chìmico con Chìmica, Chimìsmo.
Attrraverso l’ingl CHEMICAL l’ital ha adottato il pref CHEMIO o CHEMO per composizioni quali Chemioautòtrofo con
Chenioeteròtrofo, Chemiolitòtrofo, Chemiocettòre o Chemiorecettòre con Chemocettòre o Chemorecettòre, Chemiogènesi,
Chemioprevenziòne, Chemiosìntesi o Chemosìntesi, Chemiotàssi con Chemiotàttico e Chemiotattìsmo, Chemioterapìa cui
l’ellittico Chèmio e con Chemioteràpico, Chemiotropìsmo o Chemotropìsmo, Chemosfèra,
Da contare ancora Chìmo “massa viscosa” dal lat CHYMUS gr KYMOS fluido cui Chimàsi “enzima”, Chimòsi o
Chimificaziòne, Chimosìna, i composti Ecchìmosi o Ecchimòsi “versamento di fluido (sangue)” dal gr EKKHIMOSIS (pref
EK fuori), Chimotripsìna questo con Tripsìna “enzima” da gr TRIPSIS triturazione cui Trìptico, i composti Tripsinògeno,
Triptofàno “amminoacido” (col gr PHAINO appaio).
Termine alieno Chemòsi “sorta di edema” termine fiug dal gr KHEME conchiglia.
\ Censura Questura
Dalla rad KENS dichiarare il lat class conta CENSERE dichiarare solennemente cui l’ital Censìre, ma anche Recensìre, con
Recensiòne e Recensòre, che col pref RE sta per “valutare” dal lat RECENSEO analizzare attraverso il ted REZENSIEREN;
nel percorso, l’ital conta ancora Cènso dal lat CENSUM elenco dei cittadini e dei loro averi che è l’astratto di CENSERE,
con Censuàle, Censuàrio, Censuaziòne. Dal significato originale di Censìre “dichiarare” (allo scopo di permettere una
valutazione), si è semant giunti a “valutazione negativa” delle dichiarazioni (di uno scritto, di un pronunciamento, di un'opera
artistica...), insomma a Censùra dal lat inv CENSURA relativo a CENSOR censore cui Censuràre, Censuratòre, Censoràto,
Censòre, Censòrio o Censoriàle. Censura appare sovente snm di Cesura relativamente all’azione del tagliare, stroncare…, se
non sovrapposti nell’etim. Snm di Censore è Catòne, a ricordo del censore romano Marco Porcio Catone (234/149 aC) cui
Catoneggiàre, Catoniàno e Catonìsmo (XIX sec). Censura può significare, metaf o meno, silenzio, cui la locuzione Silenzio
stampa. imposto da altri o voluto dagli autori, cui ancora Autocensùra, termine adottato in Psicologia.
\ La Censura (psicologia), quando riguarda un proprio desiderio o una propria pulsione, può verificarsi in dimensione inconscia
(Autocensùra) e provocare così una sintomatologia anche grave.\
Simile alla relazione CENSURA CENSOR l’ital conta Questùra con Questorìno da QUAESTURA e Questòre con Questòrio
da QUAESTOR, questo nome d’agente del lat QUAERERE cercare cui Chièdere con un obsoleto Acchièdere, ancora o
Chèrere o Chièrere, con Chièsto dal Pp regolare QUAESTUS in forma originale desiderativa, e, con i pref, Inchièdere (IN
illativo) con Inchièsta cui il neologismo giornalistico Inchiestàre (1963) con Inchiestìsta, Richièdere con Richièsta e un
obsoleto Richèrere da RE QUAERERE; termine alieno l’omologismo Cherimòlia o Cerimòlia “sorta di alberello” delle
Anonacee di genesi maya attraverso lo sp CHIRIMOYA. Il poercorso lat continua con Quesìto e Requisìto da un Pp
QUAESITUS ed ancora QUERI lamentarsi donde il termine Querelàre, Quèrulo con Querulòso. Infine il nome d’azione
QUAESTIO da QUESTUARE cui Quèstua, Questuàre “cercare” (specie denaro) con Questuànte, eppoi Questiòne con
Questionamènto, Questionànte, Questionàre, Questionàrio, Questionatòre e Questioneggiàre con le variante in complanare
Quistiòne cui Quistionàre e Quistionatòre, la loc glb ingl Question time “tempo fissato per il dibattito”. L’estensione semant
da Questuare “chiedere, ricercare” ai compiti del Questore, nasce dal fatto che tale figura (magistrato amministratore
dell’erario nella Roma Antica) era stata istituita per “domandare, interrogare”, allo scopo di poter sorvegliare l’uso della cosa
pubblica; oggi è il funzionario di polizia e il parlamentare addetto al mantenimento dell’ordine in aula. In connessione il
verbo lat QUIRITARE chiedere aiuto cui Gridàre) con Grìda questo fig anche “ordine dell’autorità” con Gridàrio “raccolta”,
eppoi Gridàta, Gridàto, Gridìo, il prefissato Sgridàre (S intensivo) con Sgridàta, la locuzione Ultimo grido “alla moda”.
Col pref allativo AD si ha Acquirènte da ADQUAERERE svoltosi in ADQUIRERE, questo con normale passaggio del
dittongo ae in i, la cui variante volg ACQUISITARE ha dato Acquistàre con Acquistàbile, Acquistàto e Acquìsto, con
l’iterativo Riacquistàre cui Riacquìsto. Col pref CUM inv dal lat volg si ha CONQUISTARE cui Conquistàre e Conquìsta,
forma iterativa di CONQUIRERE cui Conquìdere, inc con Chiedere, e il Pp Conquìso, questo svoltosi nel significato di
“sconfiggere-avvincere-sedurre”; con altri pref, l’ital conta Acquisìre dal Pp ADQUISITUS di ADQUIRERE (AD allativo)
cui Acquisitìvo, Acquisìto, Acquisitòre, Acquisiziòne e Acquirènte questo dal Pp ADQUIRENS con l’iterativo Riacquisìre,
Disquisìre da DISQUIRERE investigare (pref DIS di dispersione) snm di Discettare o Dissertare, cui Disquisiziòne, Inquìrere
da INQUIRERE indagare (pref IN illativo) cui Inquirènte dal Ppres INQUIRENS eppoi Inquisìre dal Pp INQUISITUS cui
Inquisìbile, Inquisitìvo, Inquisìto, Inquisitòre con Inquisitoriàle, Inquisitòrio e Inquisiziòne con il famigerato Tribunale
dell’Inquisizione, Perquisìre da PERQUIRERE cercare con impegno cui Perquisìto, Perquisitòre e Perquisiziòne in lat
PERQUISITIO (con PER rafforzativo), Requisìre dal Pp REQUISITUM di REQUIRERE esigere cui Requisìto, Requisitòria
e Requisiziòne eppoi Derequisìre e Derequisiziòne (doppio pref DE, adottato agli inizi del Novecento). Dal gerundio lat volg
QUAERIENDO dal class QUAERENDO di QUAERERE cercare, l’ital ha tradotto un poetico Caèndo o Caièdo “cercando”.
Dal composto EXQUISITUS Pp di EXQUIRERE ricercare (col pref EX vale “da cercare”), l’ital conta Squisìto,
Squisitèzza, che stanno per “ricercato e ricercatezza”, termini quindi non relativi al gusto.
\ Suffisso ALDO
Suff sostantivante ALDO italianizzato dal franc-ted-long AUD-AUT-ALD cui gli omologismi Aràldo dal franc ant HIRAUT
già HARIWALD burocrate militare dove HARI vale esercito, questo vrs connesso col gr dorico KARYX araldo, eppoi
Ribàldo o Rubàldo dal franc ant RIBAUD da RIBER essere dissoluto cui HRIBA prostituta e il ted RIBAN essere in calore,
attraverso il lat medv RIBALDUS, connesso con Ribòtta “convegno conviviale” dal franc RIBOTE introdotto da Carducci, in
cui oltre ad abbuffarsi si declama; Spavàldo dal lat PAVOR paura con pref S sottrattivo da PAVERE avere paura cui
Spavalderìa. Infine, Castàldo, e Castaldiòne, dal long GAST ALD amministratore dei beni del sovrano, cui Castàlda (la
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signora), Castaldàto “territorio”, Castalderìa (fattoria) o Castaldìa, vrs connesso con Casta. Di Castaldia restano alcuni
toponimi come una località nel veneziano. Da HARI esercito, l’ital contava l’omologismo Arimànno “uomo libero alle armi”
con Arimannìa o Arimànnia “terra concessa a beneficio di un singolo o dei più purché assoggettati alle armi”.
Il gr dorico conta dunque lo specifico KARYX araldo cui KARYKEION verga simbolica degli araldi svoltosi nel lat
CADUCEUM, nell’ital Caducèo o Cadùceo con Caduceàto e il composto Caducìfero questo epiteto del dio Mercurio, già gr
Hermes (Ermète), inventore dell’alchimia e per questo il Caduceo è il logo dell’Ordine dei medici (verga alata sulla sommità
con due serpenti attorcigliati).
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238 SALE SALSO SALARIO SALE Sàle, dal lat SALIS