Settimanale d’informazione
ANNO LVII- N. 10
www.vocedellavallesina.it euro 1
Jesi, domenica 21 marzo 2010
Impôt reprisé Tassa riscossa Ufficio di Jesi
Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi
sport - basket
diocesi
Il sindaco:
solidarietà all’Aurora
Basket multata
per razzismo
di Giuseppe Papadia
15
pianello vallesina
Dal convegno
catechistico:
la forza della
narrazione
di Diego Mecenero
6
regionali
comunità
La costruzione di
Elia Compagnoni
in memoria delle
vittime ebree
I candidati di Jesi
e della Vallesina
per il consiglio
regionale
11
10
di Alessandra Rossi
La parrocchia
di san Giuseppe
invita alla festa e
alla Caminada
di Remo Uncini
9
19 e 23 marzo - Il “Centro Promozionale Famiglia – Consultorio La Famiglia” invita la cittadinanza e gli educatori
Il Consultorio “La famiglia” compie trent’anni
U
na realtà ben presente nella Vallesina che, in modi e tempi diversi, si è messa al fianco della famiglia,
come strumento silenzioso, ma preparato e competente, per seguire e accompagnare tante persone.
In realtà il primo embrione dell’associazione è di qualche anno prima:
nel 1975 nacque a Jesi un comitato a
difesa della vita. Il piccolo gruppo di
volontari si impegnò per lanciare un
messaggio positivo sulla sacralità della vita dopo l’emanazione della legge
194. L’iniziativa fu molto coinvolgente
tanto che quel gruppetto, con a capo il
dott. Primo Luigi Bini, il cav. Leonello
Mancia e don Savino Capogrossi, decise di proseguire affinché il messaggio cristiano sulla vita e sulla famiglia
fosse sempre meglio conosciuto. Così
nel 1979 nacque il Centro Promozionale Famiglia di cui il Consultorio fu
la prima emanazione. Fondamentale
è stato il sostegno, fin dall’inizio, del
vescovo padre Oscar Serfilippi, che ha
sempre seguito con attenzione l’attività offrendo i suoi preziosi suggerimenti e il suo incoraggiamento.
Da questo momento il Centro e il
Consultorio procedono parallelamente e quest’ultimo, pur rispecchiando
l’appartenenza ad una identità cristiana, si è sempre mosso in modo “laico”,
nel rispetto della vita e della persona
nella sua totalità e specificità, nell’accoglienza delle sue istanze individuali
cevendo alcun utente, si utilizzava la
sede, nelle due ore di apertura al pubblico, per studiare, pensare, discutere,
progettare le possibilità di interventi: in questo primo periodo più che
di Consultorio vero e proprio si dovrebbe parlare di momento creativo,
di laboratorio di progettazione della
struttura.
e culturali. I primi passi furono la formazione di alcuni operatori attraverso
corsi altamente specializzati (la scuola Ucipem, la scuola di Charles Wella
a Loreto) e l’iter burocratico per poter
ottenere il riconoscimento regionale.
Certo, a ripensarci oggi, eravamo tanto entusiasti di ciò che facevamo, ma
quanta inesperienza, quante difficoltà
abbiamo dovuto superare…. Nonostante tutto il nostro Consultorio, (la
prima sede in via degli Spalti), era
aperto tutti i pomeriggi e pur non ri-
Il nostro primo intervento sul territorio fu un corso di educazione sessuale agli adolescenti della scuola media
di Monsano. Gli operatori si prepararono con metodologie innovative e in
modo così approfondito che, visto il
successo ottenuto con ragazzi e genitori, venne loro richiesto di ripeterlo
l’anno seguente.
Avevamo imboccato la strada giusta
della prevenzione che è divenuta per
noi tanto importante, al punto che sul
territorio abbiamo anticipato i tempi
con le nostre proposte di formazione
e di convegni aperti alla città.
Nel corso degli anni siamo stati tra i
primi a sensibilizzare i cittadini su
temi come la prevenzione delle malattie femminili (in quell’occasione fu
inaugurato l’ambulatorio ginecologico
e il servizio di pap-test); l’educazione
sessuale rivolta ai ragazzi; la violenza
ai minori (il prof. Ernesto Caffo, relatore della prima serata, annunciò la
continua a pag. 10
Con il prossimo anno scolastico inizia l’attuazione della riforma
Trasmissioni di
RADIO DUOMO
95.2 MHz
SPECIALE
“PARROCCHIE”
la voce delle comunità della Vallesina
* Domenica alle 8.30
* Martedì alle 19.30 / 23.00
* Mercoledì alle 12.00
LA DOMEnICA
* alle 8.30
* alle 9.00
* alle 9.30
* alle 9.40
parrocchie diocesi Jesi
parrocchie diocesi Senigallia
settimanali diocesani
la Parola della domenica
Sei licei, assorbite le sperimentazioni
E
ntro la fine di marzo tutti gli alunni della scuola
secondaria di primo grado
(scuola media) dovranno
scegliere dove iscriversi
per continuare gli studi che
sono obbligatori fino a 16
anni. Questi alunni saranno
i primi che, a settembre, inizieranno ad attuare la riforma della scuola secondaria
di secondo grado approvata
qualche mese fa in via definitiva per tutti i cinque anni.
Il ministro Gelmini è stato
piuttosto deciso nel portarla avanti avendo potuto
usufruire anche degli studi
di tante commissioni che si
sono succedute negli ultimi
decenni, nonché delle prime
tentate realizzazioni degli ex
ministri Berlinguer, Moratti
e Fioroni. Voglio sottolineare che non è stata una riforma improvvisata e senza la
consultazione della base: è
in discussione da decenni ed
era doveroso, alla fine, concludere.
La riforma prevede l’assorbimento dei 400 orientamenti
sperimentali che vengono ricondotti e sintetizzati
nella creazione di sei licei:
classico, scientifico, artisti-
co, linguistico, musicale-coreutico, scienze umane. Gli
istituti tecnici si dividono
in due ambiti: economico e
tecnologico che, al loro interno, comprendono diversi
indirizzi. Ci sono poi gli istituti professionali che, pure,
sviluppano diverse specializzazioni. Si prevede, in linea di massima, una leggera
riduzione del numero delle
ore settimanali ed un incremento del numero degli
alunni per ogni classe con la
conseguente riduzione del
numero delle cattedre.
La ricomposizione, nelle
città, dei singoli licei e dei
singoli istituti comporterà
qualche problema e qualche… litigio tra dirigenti
scolastici per eventuali assorbimenti o esclusioni o
soppressioni di “doppioni”.
***
La lingua inglese è presente
in ogni corso e, nel quinto
anno, una materia verrà
insegnata in lingua inglese:
una vera rivoluzione in positivo che però, per la sua attuazione, comporta problemi non indifferenti. Trattasi
di una conferma che il voler
insegnare il dialetto nelle quelle del singolo istituto, a
scuole, come propone la quelle della scuola in geneLega, è una vera stupidag- re che si rifletteranno poi,
gine. Il dialetto - prezioso indirettamente, su quelle
in termini storico-lingui- della strada, delle leggi, delstico-filologici - va, even- la Costituzione ecc., e non
tualmente, introdotto solo - come paventa chi è contranelle università come una rio al voto di condotta - al
delle specializzazioni di controllo dell’etica personachi si laurea in lettere o in le e familiare o del proprio
lingue. Ma prima che i no- credo religioso: sarebbe uno
stri figli arrivino agli studi scadere nello Stato etico, di
universitari, devono saper nostra triste memoria con il
bene almeno due lingue: Ventennio fascista.
l’italiano e l’inglese. La pri- Un’ultima osservazione. Mi
ma per farsi capire in Italia, pare eccessivo il sancire che
la seconda per farsi capire saranno ammessi all’esanel mondo. Non dimenti- me di maturità soltanto gli
chiamo l’insegnamento di alunni che avranno la sufdon Milani: se non sai la ficienza in tutte le materie.
lingua non potrai difendere Certo nel voto di condoti tuoi diritti, da quelli so- ta, ma in tutte le mateciali a quelli personali e sei rie vorrebbe dire, di fatto,
escluso dalla vita pubblica. presentare diverse pagelle
Un elemento altamente po- “rielaborate” dal consiglio
sitivo della riforma è l’aver di classe e quindi “false”
valorizzato ulteriormente perché accomodate eccesil voto di condotta, abolito sivamente pur di ammettenella sua specificità alla fine re l’alunno. Sarebbe molto
del secolo scorso nonostan- meglio ammettere l’alunte le opposizioni del sotto- no con i suoi veri meriti. E
segretario di allora Luciano non ammettere soltanto chi
Corradini e reintrodotto presenta gravi lacune in più
dalla riforma Moratti nel materie.
2002. E’ un voto che invita
Vittorio Massaccesi
al rispetto delle regole, da
[email protected]
2
Cultura e società
21 marzo 2010
Del più e del meno
La vicenda umana ed artistica di Pergolesi
di Giuseppe Luconi
VII
S
i diceva, nel numero scorso, della inaugurazione del monumento
a Pergolesi, alla quale
si era arrivati dopo una
lunga e sofferta vigilia. Quella mattina del
2 ottobre 1910, le note
della banda di Fabriano
segnarono l’inizio della cerimonia e l’avvio di
un corteo preceduto dai
gonfaloni delle associazioni cit­tadine e scortato
dai pompieri di Jesi e di
Ancona in alta uni­forme.
Tra 1e autorità, in rappresentanza del governo, l’on. AntonioVi­cini.
Dopo la deposizione di
una corona sulla lapide
della casa natale di Pergolesi, in via degli Orefici, il corteo raggiunse
piazza dello Statuto (la
piazzetta delle Grazie),
dove il monumento si
presentava “nascosto da
due velari bianchi”.
Scoperto il monumento, prese la parola
il prof. Azeglio Felcini,
presidente del comitato:
“Nella gioia del sogno
realizzato – disse, memore delle tante pole­
miche - dimentichiamo
volentieri la diffidenza
che circondò l’opera nostra, le ostilità che sorsero sul nostro cammino,
le piccole competizioni
e le piccole miserie che
tentarono turbare quella serenità che ci
eravamo imposti”.
Il sindaco Belardinelli, nel suo intervento, promise che l’amministrazione
comunale avrebbe curato la stampa di
un’edizione critica delle opere del grande
concittadino e l’i­stituzione di una sala di
cimeli pergolesiani. Parlò an­che il rappresentante del governo. L’avvenimento venne ripreso da un operatore cinematografico. Seguì il banchetto ufficiale in onore dello
scultore, che ricevette una medaglia d’oro e i
complimenti del prof. Felcini: “Chiedemmo
un monumento ed il Lazzerini ci ha dato
un’opera d’arte”.
Infine la sera, a teatro, il concittadino
Giuseppe Radiciotti, insigne musicolo, tenne il discorso celebrativo. Quindi vennero
eseguiti lo Stabat Mater, la Serva padrona e un minuetto per violoncello ed arpa,
quest’ultimo “splendidamente interpretato dai signori Maria e Mi­chele Della Penna”. Ines Maria Ferraris ed Americo Neri si
mostrarono all’altezza nella Serva padrona.
Non furono soddisfacenti, invece, Tina De
Sana e Tina Alasia, le interpreti dello Stabat,
che mancò così “di quella fi­nezza o meglio
di quel non so che rende visibile quasi lo
spirito del Maestro”.
In
occasione
dell’inaugu­razione del monumento, furono pubblicate in o­nore di Pergolesi
diverse opere letterarie e
mu­sicali. Ricordiamo, su
tutte, il libro di Radiciotti, un testo fondamentale
sul musicista jesino. Poi
un’opera in tre atti musicata dal bolognese Veronesi
su libretto del Mingazzini, un dramma in due
atti di Francesco Beneducci, una bella cartolina
a quattro colori del prof.
Romolo Sisti, il numero
speciale del settimanale
L’Ora Presente (l’attuale
Voce della Vallesina).
E ancora, due inni
a Pergolesi, il primo su
parole del prof. Picciola,
musicato da Alessandro
Filipponi; il secondo musicato dal lucchese Guido
Ulivieri, pianista e professore di clarinetto (che
sonava senz’ancia!) su
parole del siciliano Carmelo Pitrolo: questi ultimi erano conosciuti a Jesi
perché insegnavano al
Collegio Salesiano (oggi
Collegio Pergolesi).
I versi del Pitrolo non
erano for­se gran cosa, si fece notare – “ma furono scritti con grande
fervore di mente e di cuore”. Così il primi
versi: “Immortal fra noi glorioso / Vivi ancor, risuona il canto / Di tua cetra / Dolce
nell’etra / Gloria sei d’Italia il vanto!” E
gli ultimi: “Sorridente ai verdi colli / La
gentil tua patria in festa / Nel suo seno
che t’appresta / loco, al tuo dovuto onor”.
In chiusura di giornata ci si congratulò
per la buona riuscita della manifestazione:
finalmente tutto era andato per il verso
giusto… In verità, proprio tutto no, perché bruciava l’assenza di Pietro Mascagni,
uno dei più illustri personaggi del panorama musicale italiano. Ai festeggiamenti,
era mancato proprio lui, il presidente del
comitato d’onore! Un’assenza polemica,
come vedremo nella prossima (e ultima)
puntata.
(7 – segue)
Nelle foto: la prima pagina del numero
speciale de “L’Ora Presente” e la cartolina commemorativa del prof. Sisti.
Sarà presentato a Jesi il libro di Galeazzi e Grignetti
Cinquant’anni di spiritualità
S
ono stati amici venticinque anni a Cracovia. Poi, per un altro
quarto di secolo, lei gli
è stata vicino in Vaticano. Ora che è avviato il
processo di beatificazione, sappiamo meglio
che nell’«inner circle» di
Papa Giovanni Paolo II
una donna laica ha spesso inciso sulle decisioni
quanto e più degli ecclesiastici di Curia. Quando sbarcò a Roma dalla
Polonia, i cardinali sapevano che Karol Wojtyla
aveva un’amica speciale,
una madre di famiglia
che aveva con lui da tanti anni una familiarità assoluta: Wanda Poltawska.
Ma grande fu la sorpresa di certi prelati
abituati ai rituali immutabili della curia, la
prima volta che videro Wanda Poltawska
apparire alla messa del mattino, quella privatissima, celebrata nella cappella dell’Appartamento papale. Capelli grigi, vestita
dimessamente, aveva preso posto con aria
fiera, senza degnare nessuno di uno sguardo. E la sorpresa si era poi trasformata in
un mormorio di perplessità quando, guardando in basso, ai suoi piedi venne notato
un paio di pantofole. E ancora, a funzione
terminata, mentre i dignitari della Chiesa
si allontanavano verso i loro uffici, il loro
sconcerto si tramutò in sbalordimento,
quando la videro intrattenersi a parlare
fitto in polacco con il Papa, da pari, ostentando con lui una sorprendente familiarità.
Giacomo Galeazzi e Francesco Grignetti,
giornalisti de “La Stampa”, hanno scritto
un intero libro, “Karol e Wanda”, (Sperling
& Kupfer), per raccontare questo sodalizio
che attraversa mezzo secolo, mescolando
vicende di spionaggio e miracoli, spiritualità e governo della Chiesa, dottrina e vacanze.
A Roma, in Vaticano, tutti sapevano che
Wojtyla non aveva famiglia. Né genitori
né fratelli o sorelle, nemmeno un nipote.
Chi era dunque quella donna? Wanda Poltawska, così si chiama la signora, oggi alle
soglie dei novant’anni, aveva conosciuto
Karol Wojtyla nei primi anni Cinquanta, quando lui era un giovane cappellano
dell’università di Cracovia e lei una semplice studentessa di medicina, segnata
dall’esperienza traumatica del lager nazista.
Avevano appena trent’anni. Da allora, per
tutta la vita, fino all’ultimo giorno, Wanda
Poltawska è stata per Karol Wojtyla una
madre, una sorella, un sostegno, un’amica.
“Ed è certo molto difficile – scrivono Galeazzi e Grignetti - ricostruire l’assiduità di
un rapporto tra un Papa e una donna laica
senza il rischio di creare malintesi. Ma non
è questo il caso”.
Cinquant’anni di quotidianità, attraversando i drammi della storia, e però anche
i fatti minuti della vita,
facendosi forza a vicenda, e influenzandosi,
scrivendo addirittura libri a quattro mani, sono
un’«anomalia» talmente
sorprendente per un
Pontefice, che non meraviglia se qualcuno ha
cercato di cancellare
Wanda dalla scena finale
del Pontificato. Accanto
al letto del Papa morente, infatti, l’amica di
una vita c’è, come sempre è accaduto in mezzo secolo. A Grignetti
e Galeazzi lo conferma
monsignor Camaldo, il
cerimoniere del Papa.
Ma nessuno ne registra
la presenza negli atti
ufficiali del Vaticano. Wanda è pressoché
cancellata. Sbianchettata. Di lei non c’è
cenno nei resoconti ufficiali del trapasso
come pure nelle ricostruzioni ufficiose.
E allora colpisce un aneddoto che apre il
libro: una volta entrato nella Città del Vaticano attraverso il cancello di Sant’Anna,
e dopo aver superato il cortile del Belvedere, il passaggio coperto detto il Grottone e poi ancora il cortile Borgia, solo il
visitatore eccellente può dirigersi verso il
cortile più interno, quello detto di San Damaso. Da lì, severamente sorvegliato dalla
guardia svizzera, passerà nel cortiletto di
Sisto V, dove c’è un piccolo ascensore che
porta ai piani alti del palazzo apostolico.
Vigilato da un soldato del Papa nella sua
splendida divisa color blu cobalto, l’ospite
giungerà al secondo piano, dove lo attendono un monumentale corridoio con immense vetrate – la seconda loggia, che ospita gli uffici della segreteria di Stato, ovvero
il governo della Chiesa – e l’appartamento
dove il Sommo Pontefice dà udienza. Ma
solo se è di particolarissimo riguardo, l’invitato potrà salire al piano successivo, la terza
loggia, l’Appartamento privato del Papa. I
controlli, naturalmente, sono ferrei; nessuno
può avvicinarsi a quell’ascensore senza scorta. E anche quando si è arrivati davanti alle
sue porte, non è finita: una chiave consente
l’accesso, un’altra permette l’avvio. Soltanto un pugno di persone dispone di queste
preziose chiavi: il segretario personale del
Pontefice, il monsignore cerimoniere, forse
il comandante della guardia svizzera, forse
il comandante della vigilanza. Nessun altro
dignitario di curia le ha, neppure il cardinale che regge la segreteria di Stato. La signora aveva entrambe le chiavi con cui salire
e scendere liberamente dalla terza loggia.
Aveva le chiavi di casa del Papa, insomma,
ed era stato lui, il Pontefice, a volerlo.
La presentazione del libro “Karol e Wanda” avverrà il 25 marzo alle ore 10,30
presso l’aula magna del Liceo Classico “V.
Emanuele II” di Jesi e alle ore 17,30 presso la sala teatro del Museo Diocesano.
L’Associazione “Giù pe’ Sant’Anna” festeggia i quaranta anni di attività
U
n concorso gratuito di arte pittorica
per gli amatori e per tutti i ragazzi delle
scuole primarie e secondarie della Vallesina
in occasione del quarantesimo anno di attività dell’Associazione “Giù pe’ Sant’Anna”.
Si intitola “L’Esino, il fiume che disegna la
nostra valle” e tratta anse, anfratti, colori e
forme plasmate dalla natura e dall’uomo. l
concorso sono ammesse tutte le tecniche
pittoriche ed è rivolto ai ragazzi di tutte le
fasce d’età, i quali saranno divisi a seconda
Un concorso di pittura per tutti
della classe scolastica frequentata. L’Associazione “Giù pe’ Sant’Anna”, che in questa
manifestazione ha ricevuto la preziosa collaborazione del cmune di Jesi, dell’Associazione Palio S. Floriano e di Banca Marche,
raccoglierà le iscrizioni nei giorni del 26 e 27
marzo, nella sede di Via S. Maria, 9.
I risultati della classifica delle opere saranno
resi noti domenica 9 maggio: la giuria sarà
composta da esperti in ambito artistico e le
opere esposte dalle ore 16 presso il Palazzo
del Convegni di Corso Matteotti. La premiazione avrà luogo alle ore 22 in Piazza Baccio
Pontelli nel contesto delle celebrazioni del
Palio di San Floriano.
Saranno premiati i primi tre classificati di
ogni categoria; inoltre, le prime tre scuole
con il miglior risultato riceveranno premi in
gettoni d’oro. Il primo classificato della categoria Scuole Superiori e Amatori riceverà
150 Euro in gettoni d’oro.
La vera novità di quest’anno è il collegamen-
to del concorso di pittura con la manifestazione del Palio di San Floriano: il punteggio
attribuito alle opere classificate, infatti, contribuirà alla vittoria del Palio del Comune di
residenza degli autori.
L’Associazione invita inoltre a visitare la
mostra storica, che racconta i momenti più
belli dei quaranta anni di attività, dal 2 all’8
maggio dalle 16 alle 19 presso la sede di Via
S. Maria, 9.
Marco Cremonesi
Arte
21 marzo 2010
3
Terzo incontro di storia dell’arte a Palazzo Pianetti con Romina Quarchioni
L’ebbrezza sacra dal mito alla Bibbia
SCUSATE IL BISTICCIO
(ghiribizzi lessicali)
Peter Pun (con la u)
www.peterpun.it
CIVILTà BERBERA?
Viviamo in un mondo in cui la vita pubblica
è dominata da: Berlusconi, Bersani (non
indegno epigono del mitico Berlinguer)
e Bertolaso; mentre Bertinotti risulta, al
momento, un po’ defilato. Nel mondo
ecclesiastico domina la figura del card.
Bertone. In campo cinematografico siamo
in attesa di qualche nuovo exploit di
Bernardo Bertolucci.
Nel mondo dell’intrattenimento occupa
un posto di rilievo il comico Bertolino.
Tra i giornalisti più quotati figura Berselli
(Edmondo). Nell’ambiente economicofinanziario una personalità molto in vista è
quella di Bernabè (Franco), amministratore
delegato di Telecom Italia. Non tralascerei
di menzionare l’on. Bernardini (Rita),
deputata della delegazione radicale nel PD.
(Manca solo che scoppi una epidemia di…
beri beri).
NOME BENE AUGURANTE
Si parla, in questi giorni, del presidente
nigeriano
“ad
interim”,
Goodluck
Jonathan. Il nome potrebbe sorprendere
un tantino. Riflettiamo però che noi, fino a
qualche decennio fa, avevamo un perfetto
corrispondente nel nome Bonaventura
(che non è soltanto un curioso personaggio
dell’indimenticabile Corriere dei piccoli).
ARCHITETTI
Quale opera accomuna i seguenti due
architetti settecenteschi (i cui cognomi, tra
l’altro, sono in rima tra loro): Alessandro
Antonelli e Luigi Vanvitelli? ***
Soluzione del gioco precedente:
Nerone morì nel 68 d.C. – Il Colosseo
(Anfiteatro Flavio) fu inaugurato (da
Vespasiano) ben 7 anni dopo!
I
l 24 febbraio a Palazzo
Pianetti la dott.ssa Romina Quarchioni ha presentato un’interessante e ben
documentata relazione su
“L’ebbrezza sacra: dal mito
di Dioniso al tema biblico”.
Il vino ha sempre rappresentato presso tutte le più
antiche civiltà un medium
di unione tra l’umano e il
divino. Ha svolto un ruolo
importantissimo sulle tavole
e sugli altari con un significato metaforico ambivalente,
perché porta l’uomo fuori di
sé e lo induce ad un contatto più intimo con la divinità.
Là dove la viticoltura è stata
più diffusa, si è legata al vino
una divinità specifica. Le
varie religioni hanno dato
al vino un duplice significato. La cultura islamica e
quella ebraica, più di quella
cristiana, hanno demonizzato l’effetto dell’ebbrezza.
Il Corano consiglia perentoriamente di evitare sia il
vino che il gioco d’azzardo,
definiti “sozzure, opere di
Satana”. Nel sufismo però in
origine il vino era ammesso;
un altro passo del Corano
afferma che questa bevanda è un premio per la buona condotta dell’uomo pio.
Nella Bibbia le attestazioni
della parola “vino” sono numerose quasi come quelle
di “Dio” e spesso hanno un
valore positivo: ad esempio, esso scorre in una delle
quattro diramazioni del fiume che percorre il Giardino
dell’Eden.
Il vino è sempre stato un
soggetto privilegiato per gli
artisti di tutti i tempi. Già
anfore del VI secolo a.C.
recano immagini relative al
mito di Dioniso. Singolare è
la sua doppia nascita: prima
da Semele, morta folgorata
a causa della gelosia di Era,
poi dal padre Zeus che fa
appena in tempo a salvare il
feto cucendoselo in una coscia che fungerà da grembo.
Dioniso sarà allevato con
uva e miele da Ino, sorella
di Semele, ma l’implacabile
Era farà impazzire i genitori adottivi del dio. Sarà Ermes a portarlo in salvo su
un monte dell’Arcadia dove
se ne prenderanno cura le
ninfe e il satiro Sileno, sempre ebbro, con il dono della
profezia e con zampe caprine perché sacra a Dioniso
era appunto la capra, di cui
si beveva il sangue durante
i baccanali. Queste feste risalenti al VII – VI sec. a.C.
erano frequentate in origine solo da donne; a Roma
verranno abolite nel 186
a.C. per motivi di pubblica
sicurezza. Cresciuto, Dioniso scoprirà come trarre
il vino dall’uva e porterà la
sua invenzione in giro per il
mondo.
Molte antiche dimore sono
state abbellite con storie di
Bacco, ad esempio il Palazzo
Ducale degli Este a Sassuolo,
con ben 41 episodi. Varia
è l’iconografia di Dioniso:
vecchio e grasso in Rubens,
sensuale, androgino e ma-
linconico in Caravaggio.
Diverse sono anche le rappresentazioni dei baccanali:
aulica quella di Tiziano, al
Prado, con sullo sfondo una
nave che approda sull’isola di Andro, dove da una
fonte inizia a sgorgare vino
che tutti abbondantemente bevono. Nell’Antico Testamento invece sono due
gli episodi celebri relativi
all’ebbrezza: quella di Noè e
quella di Lot. In essi non c’è
una condanna dello stato di
ubriachezza, ma vi si riconosce una valenza positiva.
Di Noè si dice che avrebbe
scoperto il metodo per produrre vino. Piantate delle
viti dopo il diluvio e ubriacatosi, Noè si addormentò
nudo nella sua tenda. Così
lo ritrovò il figlio Cam, che
l’avrebbe deriso, andando
poi a chiamare gli altri fratelli, i quali invece avrebbero
provato pietà per il genitore
e gli avrebbero porto un
mantello con le spalle voltate
per non vedere le sue nudità. Non si condanna quindi
l’ebbrezza, ma la mancanza di pietà filiale di Cam, la
cui discendenza venne poi
maledetta dal padre. Michelangelo nella Cappella Si-
stina riprende l’iconografia
di Benozzo Gozzoli secondo la quale Sem, il fratello
maggiore, copre suo padre,
mentre Cam e Iafet hanno
atteggiamenti simili. Sulla base del De civitate Dei
di S. Agostino è possibile
dare una versione spirituale dell’affresco, vedendo in
Sem il simbolo della volontà, in Cam quello della memoria e in Iafet l’intelletto.
Anche i colori dei mantelli
avrebbero un valore simbolico: il rosso indicherebbe
l’amore divino per il popolo,
il giallo-verde il peccato e il
blu la contemplazione che
eleva l’animo. Secondo Pietro Longhi L’ebbrezza di Noè
di Giovanni Bellini rappresenterebbe la prima opera di
arte moderna, perché il corpo del patriarca, su un fianco e in primo piano, sembra
tridimensionale. Molto successo ebbe poi a Napoli nel
‘600 il tema scabroso di Lot,
unico scampato con le figlie
alla distruzione di Sodoma e
Gomorra. Rifugiatisi in una
caverna, le figlie avrebbero
ubriacato il padre per poter
unirsi a lui ed avere una discendenza.
Nel Nuovo Testamento vi
sono almeno tre episodi
dove il vino è protagonista
e simbolo di Dio: le Nozze
di Cana, l’Ultima cena e la
Cena in Emmaus. Inoltre,
nel Vangelo di Giovanni,
Cristo fra le metafore per
definire se stesso include la
vite e il vino stesso.
L’argomento avrebbe potuto essere oggetto di una più
vasta trattazione. La relatrice ha osservato che anche
nella Galleria Pianetti sono
presenti immagini di Bacco,
di viti e di grappoli d’uva.
Fotoservizio
Cristina Franco
La mostra a cura dell’Associazione Italiana Carlo Urbani
“Le mani, le ali” 30 artisti solidali
La Citazione
a cura di Riccardo Ceccarelli
Lo sviluppo del pensiero scientifico
La religione cristiana è all’origine del più grande sviluppo del pensiero scientifico ed umanista in Europa e nel
mondo, e nessuno oggi nega che con il cristianesimo si
è realizzata la svolta decisiva che ha dato vita all’homo
faber capace di costruire il proprio futuro.
Carlo Cardia, in “Avvenire”, 26 febbraio 2010, p. 28
La p u l c e
“La Vecchia”: questo il secco titolo del volantino stampato per la festa di giovedì 11 marzo scorso tenuta “per le
vie principali del quartiere” più popoloso della città. Una
volta si aggiungeva “di mezza quaresima”: col sommesso
invito a riprendere il giorno dopo le pratiche penitenziali. Mah, che volete? anche questa è secolarizzazione. Magari a base di maritozzi e lupini.
“L
e Mani, le Ali” 30 Artisti
per Carlo Urbani è una
mostra d’arte, con contenuti
di natura sociale e solidale, dedicata a Carlo Urbani,
il medico di Castelplanio
scomparso nel 2003 a causa
della SARS da lui stesso scoperta e bloccata. L’iniziativa
è organizzata dall’Associa-
zione Italiana Carlo Urbani
onlus e dal comune di Ancona, assessorato alla Cultura
e Assessorato ai Servizi Sociali, e ha il patrocinio della
Regione, della Provincia e
del comune di Castelplanio,
città natale di Urbani.
Trenta artisti di diversa area
espressiva e da tutta Italia
hanno aderito e sviluppato il
tema dell’iniziativa, “le Mani,
le Ali”, quale sintesi della vita
di Carlo Urbani donando
proprie opere all’Associazione. La mostra vuole coinvolgere e far riflettere l’opinione pubblica sul tema della
dignità dei popoli e dell’accesso alla salute nelle aree
più povere del mondo, sensibilizzare l’opinione pubblica in relazione all’operato di
Carlo Urbani e ai temi collegati alla sua scelta umana e
professionale; comunicare
le motivazioni dell’Associazione; raccogliere fondi per
finanziare azioni. All’interno sono esposte anche foto
realizzate da Urbani.
Artisti partecipanti:
Simona Bramati, Renzo
Marasca, Daniele Bordoni,
Ariane Kipp, Gianfranco
Cipriani, Andrea Marconi,
Marida Gajtani, Manuela
Ientile, Luigi Pennacchietti,
Andrea Polzoni, Barbara
Reale, Gabriella Siciliano,
Marco Romoli, Cristiana
Casoni, Dina Bertolotti, Maurizio Barraco, Andrea Silicati, Enza Voglio,
Fabrizio Carotti, William
Vecchietti, Marco Manzoni,
Marco Aimone, Francesca
Mazzone, Cristina Messora,
Giovanni Schiaroli, Francesca Tilio, Morena Chiodi,
Maria Vittoria Franceschini, Massimo Volponi.
Info: la mostra presso la
Mola Vanvitelliana sarà aperta fino al 21 marzo dalle ore
17,30 alle 20 e il sabato e la
domenica anche dalle 10,30
alle 13.
Monte Roberto: conclusi gli incontri “Sapori e profumi tra castelli”
C
Un’iniziativa per lasciarsi sorprendere
on un incontro dedicato alla birra
fatta in casa, condotto dal sommelier Enrico Coppa, mercoledì 10
marzo a Pianello Vallesina, si è conclusa l’iniziativa “Sapori e profumi tra
castelli”, promossa dall’Amministrazione Comunale e dalla Pro Loco di
Monte Roberto. Aveva lo scopo di “lasciarci sorprendere da ciò che crediamo di conoscere”. La serie di cinque
incontri si proponeva infatti la scoperta di quanto di meglio si produce
nel nostro territorio, il vino in particolare, nel saperlo contestualizzare nella
nostra storia e nel nostro territorio,
nell’apprezzarlo per la sua qualità e
per la ricchezza che esso rappresenta
per la nostra terra. “Cose” che riteniamo di sapere e che invece diventano
una vera sorpresa non appena andiamo al di là dell’esperienza quotidiana,
riappropriandoci appunto dei “sapori
e dei profumi” che scaturiscono dai
prodotti delle nostre colline. Sorpresa
ma anche proposta per innamorarsi
di nuovo di questa terra, proposta rivolta a noi che l’abitiamo e a quanti, e
sono sempre di più, la scoprono per
la prima volta. I primi quattro incontri si sono svolti nel centro storico di
Monte Roberto ed hanno avuto oltre
una ventina di partecipanti guidati in
questa “scoperta” dal sommelier Sauro Boria. Brevi introduzioni sulla letteratura e sulla storia del vino hanno
arricchito le serate, rivelatesi anche
autentiche occasioni di aggregazione,
apprendendo a degustare e ad assaporare, oltre al vino con il dovuto equilibrio, momenti da vivere insieme con
gioia ed amicizia.
r. c.
4
Attualità
21 marzo 2010
Nel mondo del lavoro
Progettare il lavoro è una
di Riccardo Ceccarelli
responsabilità che abbiamo nei
nel miconfronti delle generazioni future Nonglioresi èdeiavviata
modi la campagna elettorale. Il centrodedi Gabriele Gabrielli *
A
gli inizi di marzo Alberto Orioli, in un editoriale pubblicato su Il Sole 24
Ore [9 marzo] dove lamentava il clima diffuso di scollamento che sta pervadendo il Paese, esordiva così:
“C’è una repubblica costituzionale fondata sul lavoro e una materiale fondata
sulle chiacchiere”. Quasi a
dire che quanti hanno la
responsabilità di avvicinare
sostanza e forma, progetto e realtà, valori e vissuto
stanno andando per conto
loro in tutt’altra direzione
da quella che vorrebbe la
gente, marcando così l’esistenza di due sensi di marcia e due differenti agende.
Nasce proprio da qui il diffuso senso di disorientamento che sta crescendo a
tutti i livelli e che trova la
sua forma di manifestazione
più visibile in questo ultimo
periodo nel moltiplicarsi di
iniziative di mobilitazione
contro tutti e contro tutto.
Qualcuno ha commentato
al riguardo che mentre le
piazze si riempiono, le idee
si svuotano.
La priorità rimane dunque
sempre il lavoro: quello perso, quello precario, quello
da trovare o da inventare.
Anche qui, però, ci sono
almeno due strategie e due
agende. C’è quella del Governo, portata avanti dal ministro Sacconi che sta concentrando sforzi ed energie
per rafforzare, da un lato,
gli ammortizzatori sociali
con l’obiettivo di proteggere
il reddito nelle fasi di inattività lavorativa e per realizzare, dall’altro, “una vera
formazione per adeguare le
competenze”. Strategia che
si completa con l’obiettivo
di mettere mano sul mercato del lavoro, disegnando un sistema che metta a
disposizione diffusi servizi
di incontro fra domanda
e offerta di lavoro [Il Sole
24 Ore, 11 marzo]. Questa
strategia vuole rispondere
alla necessità, cui dovremo far fronte nei prossimi
anni, di “accompagnare una
grande migrazione di lavoratori verso professionalità
nuove”. E’ per questa ragione che va anche resa più
efficace la capacità del sistema di monitorare e capire
dove realmente nascano e
si manifestino le esigenze di
lavoro, in quali settori e in
quali mestieri, per evitare il
paradosso che si abbiano –
argomenta il consulente del
ministro Michele Tiraboschi- “tante persone senza
lavoro, ma anche tante imprese senza i lavoratori di
cui hanno bisogno” [Avvenire, 17 febbraio 2010]. C’è,
però, anche un’altra strategia. E’ quella che pensa che
la direzione in cui si muove
il Governo, seppur condivisibile per le finalità che
persegue di valorizzare e
rendere efficace una potente leva come la formazione,
non basti da sola a ‘quadrare il cerchio’ e a prospettare
soluzioni sostenibili. Insieme alla riforma degli am-
mortizzatori sociali, della
formazione su cui governo,
regioni e parti sociali hanno
già raggiunto un’intesa, degli strumenti a servizio del
mercato del lavoro deve farsi strada –si sostiene- anche
la riforma della disciplina
dei nuovi rapporti di lavoro
prevedendo e incentivando
il ricorso a contratti a tempo indeterminato con tutele
crescenti nel tempo. Sono
in molti a sostenerlo, seppur con modalità diverse,
dal giurista e parlamentare
Pietro Ichino all’economista
Tito Boeri. Ma è una strategia che trova molti ostacoli
sulla sua strada, a cominciare dagli stessi sindacati
che non sembrano avere
una valutazione comune al
riguardo. La conseguenza
è che sul punto si sta consolidando una situazione
di stallo. I tempi non sono
maturi, si dice, per riformare il percorso di ingresso
nel mercato del lavoro ed
incentivare la domanda di
occupazione stabile da parte delle imprese oggi quasi
del tutto assente. Intanto,
si discutono e si raggiungono intese (senza la Cgil)
sull’”arbitrato” per ricercare
la “massima fluidificazione
dei rapporti di lavoro”, ma
che continuano a spostare l’attenzione e il dibattito
dalla questione vera.
Se dovessimo riprendere
il pensiero di Orioli da cui
siamo partiti, potremmo
adattarlo così: “C’è una repubblica
costituzionale
fondata sul diritto al lavoro e una materiale fondata
sulla sua tutela soltanto per
quelli che già un lavoro ce
l’hanno”. Ma continuando in
questa direzione, si rischia
di accentuare lo scollamento inter-generazionale già
forte. Sono in molti, infatti,
a mettere sotto processo la
generazione dei baby boomers, quelli nati cioè tra il
1946 e il 1964, che lascerebbe in eredità poco o niente
[A. Mingardi, Baby boomers,
grandi dissipatori, Il Sole 24
Ore, 28 febbraio 2010]. Una
generazione nata e cresciuta nella prosperità attraverso stili di vita al di sopra
delle possibilità consumando, a svantaggio delle generazioni future, beni e servizi offerti dal Pianeta. Una
generazione che, sul lavoro,
sembrerebbe inoltre più dedita a salvaguardare i propri
diritti che a tutelare quelli
delle altre generazioni. E’
questo allora uno dei terreni su cui si potrebbe dimostrare concretamente quella
solidarietà cui tutti ci appelliamo, ricordando che va
declinata nel suo significato
di “responsabilità che le generazioni presenti hanno
nei confronti di quelle future” [Messaggio di Benedetto XVI per la 43^ Giornata
mondiale della pace]. Progettare e costruire il lavoro
per le nuove generazioni è
una nostra responsabilità.
(*) Docente Università
Luiss Guido Carli
[email protected]
stra si ritiene sotto assedio,
almeno a Roma e a Milano,
il centrosinistra va all’attacco con Di Pietro in testa,
con cifre, ad esempio, come
quelle della manifestazione
di Roma di sabato 13: non
si sa se in piazza fossero in
250.000, come sostengono i
promotori o in 25.000 come
hanno calcolato gli uomini della questura. Eppure
ci dovrebbe essere qualche
differenza, ma a queste ormai non si fa più caso, si fa a
gara a chi le spara più grosse, cifre ma non solo, offese
al Presidente della Repubblica, le ormai quotidiane
contumelie al capo del governo, reciproche insolenze: l’impressione è generale,
si sta perdendo la testa. Da
una parte e dall’altra. Molti
pensano che la si stia perdendo solo da una parte ben
precisa, ed i motivi ci sono
quasi tutti, ma anche dall’altra non si scherza. Non c’è
richiamo che valga. Non c’è
appello che venga ascoltato,
anzi ho l’impressione che
più appelli si fanno e peggio
è, perché ciascuno ritiene
che l’appello valga per l’altro
e si rincara la dose. Ognuno
va per conto suo. La razionalità sembra un ricordo.
Non un esercizio quotidiano. Il particolare viene sempre di più universalizzato, si
cerca di colpire sempre più
in alto in maniera indiscriminata, il giustizialismo non
ha confini. L’ex magistrato
De Magistris, ora onorevole
europeo, dopo le inchieste
Non c’è
molta luce
del 2007 che a nulla hanno “Se diamo credito alla stamapprodato, ora (i giornali pa, dice Susanna Tamaro in
del 15 marzo) vuole che si “Tempi” del 17 marzo, p. 45,
interroghi il Papa sulla pe- viviamo in un paese di mandofilia. Si fanno le leggi e chi drilli assatanati che passano
dovrebbe applicarle spesso il loro tempo a organizzare
trova motivi per non farlo. festini da basso impero. E’ il
Le forme vanno rispettate, perverso piacere di vedere
non sono un orpello, come distrutta la vita altrui. E’ il
ha detto il Presidente della gusto sottile della gogna, il
Camera. “Il sabato è fatto macabro rito della ghigliotper l’uomo, non l’uomo per tina”. A questo rito siamo
il sabato” ha detto Gesù di invitati quasi tutti i giorni,
Nazaret che non presiede- quasi fosse un rito liberanva alcuna Camera. Le leggi te. Il rito sempre ben consono alla base della demo- fezionato, guarda caso, con
crazia e della convivenza, poche varianti, in tempo di
quando però vanno contro elezioni. Ma guai a dirlo!
l’esercizio della democrazia Ce la prendiamo ovviamenstessa qualcosa non por- te con chi comanda, “Piota. Spesso con il diritto si ve, governo ladro!”. Perché
creano ingiustizie, proprio siamo guidati contro tutti e
quando si esasperano le tutto da una sorta di risennorme del diritto. Le norme, timento e di livore. Siamo
le leggi ovviamente vanno alla continua richiesta di
rispettate ed il dilettanti- perfezione per gli altri da
smo, anche nella presenta- cui nasce quel giustizializione delle liste, non deve smo che tanto ci avvince,
essere tollerato, però credo che però non genera la giupure che la persona e i suoi stizia. “Chi è senza peccato
diritti siano al primo posto scagli la prima pietra”, “doe non il “sabato”. Si tratta di vrebbe essere il precetto
trovare il giusto equilibrio laico e cristiano che regolatra la norma, la persona, la menta la convivenza civile”,
democrazia ed il suo eser- dice ancora la Tamaro. Pacizio, equilibrio che ovvia- role però inascoltate. Oggi
mente non si ottiene con come ieri. Eppure il loro
l’esasperazione delle norme, ascolto si rivela sempre più
ma con l’intelligenza ed il necessario. Se le ascoltassibuon senso, “cioè quella va- mo verrebbe naturale darsi
lutazione che tiene presen- una calmata, proprio come
te il bene della persona e di da tempo dice Napolitano,
conseguenza di un contesto inascoltato pure lui, nonosociale, politico”. Sono pro- stante ci ricordi di conosceprio l’intelligenza ed il buon re e di “credere” nella Cosenso che sembrano essere stituzione. Forse non basta
stati mandati in letargo o neppure questa. Insomma
utilizzati secondo i propri non c’è molta luce, anzi si
esclusivi interessi ricoperti ha l’impressione di brancoda quelli pubblici. Non si lare nel buio. Se non quella
sa a chi dare credito, a chi di perdere o aver perduto la
dar fiducia, a chi credere. testa.
Terre Elementari
Ridatemi un “accompagno”
P
er chiarezza: accompagno è vocabolo dialettale
per indicare due cose. L’assistenza certificata ad un disabile (avere l’accompagno)
e il corteo funebre (quando
gli faranno l’accompagno?).
Qui vorrei soffermarmi sulla
seconda, per segnalare che
di cortei funebri non se ne
vedono più. La gente muore
lo stesso ma la visibilità di
questo evento è ristretta alla
camera mortuaria sanitaria
o a quella casalinga e alla cerimonia in chiesa. Qualche
tempo fa, per le strade, capitava di fermarsi in silenzio
sul ciglio del marciapiede,
interrompendo le proprie
faccende e i propri pensieri,
farsi il segno della croce e togliersi il cappello al passaggio
di un corteo funebre. Il prete
davanti, il carro con o senza
fiori, i parenti al seguito. E
capitava di rendersi conto
subito dell’età del defunto dal
numero delle persone: poche,
molti anni; molte, pochi anni.
Quello che però era visibile – per lo meno quello che
era visibile alla mia sensibilità – erano le espressioni delle
persone del corteo. Si poteva
vedere tutta la gamma della
partecipazione sofferente: da
quella dei parenti più stretti
a quella meno coinvolta dei
conoscenti con meno dimestichezza con il defunto. Era
una specie di gamma colorata
ELEZIONI
REGIONALI
Partirà alle ore 15 di lunedì 29 marzo, dopo la
chiusura dei seggi, la
diretta web dedicata
alle elezioni regionali a
cura della Struttura informazione e comunicazione dell’Assemblea
legislativa. L’evento si
svolgerà nella tribuna
dell’aula consiliare, dove
è stato allestito un set
televisivo per accogliere
gli ospiti invitati a commentare i risultati che
quest’anno confluiranno
direttamente nella sede
istituzionale, grazie ad
un servizio curato da un
apposito ufficio regionale. La diretta, che sarà
condotta dal giornalista
Simone Socionovo, sarà
accessibile per chiunque
attraverso il sito www.
consiglio.marche.it e
www.regione.marche.it.
Molte le personalità che
hanno già confermato
la loro presenza. Si alterneranno ai microfoni
della web tv dell’Assemblea consiglieri regionali,
parlamentari, amministratori,
imprenditori,
giornalisti, studiosi chiamati a esprimersi non
solo sull’andamento dello scrutinio, ma anche
su temi di attualità. Non
mancheranno le interviste tra la gente realizzate
da una troupe esterna e
servizi di approfondimento sull’attività svolta
durante la legislatura.
Per l’occasione è prevista inoltre una serie di
edizioni speciali della
newsletter che nel corso
della diretta on line sarà
inviata tramite mail agli
utenti accreditati.
Poste Italiane con il Segretario di Stato
Visita al Polo tecnologico
U
n incontro con la “grandelle emozioni di ciascuno ride famiglia” di Poste Itaspetto alla morte di qualcuno: liane. Il Segretario di Stato
la cartina al tornasole delle Vaticano, il cardinal Tarcisio
relazioni che il defunto aveva Bertone, ha viavuto in vita, riprodotta nella sitato, martedì
scia della processione fune- 16 marzo, la
bre. Comunque la si pensasse sede centrale e
dal punto di vista religioso, il polo tecnol’accompagno serviva (ma logico di Roma,
perché scrivo al passato…?) a rivolgendo ideprendere coscienza, anche se almente il suo
in pochi istanti, che qualcosa pensiero affetera cambiato e stava cam- tuoso a tutte
biando nella vita di qualcuno. le persone di
Si trattava (scrivo ancora al Poste Italiane,
passato…) di guardare e di anche in vista
vedere il passaggio dalla vita delle
immialla morte, seppure nella for- nenti festività
ma rituale di una processione pasquali. Il Segretario è stae dei suoi segni. Posso dire to ricevuto al suo arrivo alla
qui, coram populo, che l’ac- sede di viale Europa dal precompagno mi manca, e non sidente, Giovanni Ialongo, e
in virtù della mia età che si dall’amministratore delegato,
allunga nel tempo, ma invece Massimo Sarmi, con i quali
in virtù del fatto che l’accom- si è intrattenuto per un breve
pagno mi dava, da bambino colloquio riservato.
e da giovane, il segnale forte “La visita del Segretario di
e preciso (con uno schiaffo Stato Vaticano - ha dichiaanche emotivo) del Tempo. rato Massimo Sarmi – ha
L’ho scritto maiuscolo, per- rappresentato un’occasione
ché adesso l’accompagno non di grande intensità ed emosvolge più questa funzione, zione. Il Cardinal Bertone
messo da parte da un’altra si è complimentato per l’alto
parola che vorrei scrivere con livello tecnologico raggiunto
la t minuscola, ma non si può, dall’Azienda, con parole che
mi pare: ovvero il Traffico ci inorgogliscono e gratificaautomobilistico: che prova no. Sua Eminenza ha portato
a far scomparire il Tempo, un messaggio di serenità ed
mettendogli la t minuscola… ha espresso i sentimenti di
Almeno ci prova, complice la apprezzamento e affetto per
Pigrizia…
la “grande famiglia” di Poste
Silvano Sbarbati Italiane, 150 mila persone
che ogni giorno svolgono un
servizio per la comunità” .
Il Segretario ha quindi visitato il Polo tecnologico di Po-
ste Italiane, una “intelligenza
centralizzata”, la prima del
suo genere in Europa, che
da Roma, permette di tenere
sotto costante monitoraggio
l’efficienza, la qualità e la sicurezza del sistema postale
su tutto il territorio nazionale e di intervenire in tempo
reale per risolvere eventuali
problemi. Il Polo è costituito da un sistema di “cabine
di regia” ad alta tecnologia
digitale.
Subito dopo il Cardinale
Bertone, collegato in videoconferenza con tutte le sedi
nazionali di Poste Italiane, ha
rivolto un suo breve saluto al
personale, sottolineandone
l’impegno quotidiano a servizio dei cittadini e ricordando
la storica vocazione sociale
dell’azienda.
Teatro
Storie - Segnata da eventi straordinari la vita di Paolo Ferrari
P
Un teatro dedicato al ‘Padre
della commedia italiana’
aolo Ferrari, chi era costui? Se lo
chiedete in giro pochi vi sapranno
rispondere. Qualcuno forse lo identificherà con un personaggio televisivo
molto noto qualche decennio fa. Non è
lui, s’intende. A Paolo Ferrari però è intitolato uno dei più eleganti teatri storici delle Marche: quello di S. Marcello.
Naturale allora la curiosità di cercare
di identificare il personaggio.
Attingiamo notizie dalle sue stesse
memorie. E’ da mettere in chiaro innanzi tutto che non nacque a S. Marcello, ma a Modena, il 5 marzo del
1822. Suo padre, Sigismondo Ferrari,
era un capitano del genio che militava sotto Napoleone Bonaparte. Alla
caduta dell’Imperatore, da Francesco
IV, duca di Modena, fu nominato ingegnere capo del Ministero dei Lavori
Pubblici. Inaspettatamente si abbatté
su di lui una grave sventura. Divenne
pazzo e dovette essere rinchiuso nel
manicomio di S. Lazzaro. Lì ancora si
trovava quando nacque Paolo che di
conseguenza con sua madre, Elisabetta Palmieri, donna virtuosa e devota
e i suoi tre fratelli si trovò a vivere in
una situazione angosciosa gravata da
serie difficoltà economiche. Avvenne
però l’incredibile. Dopo quattro anni
uno psichiatra, del quale sarebbe davvero interessante conoscere il nome e
le virtù professionali, volle sperimentare sul malato una cura singolarissima.
Gli applicò un ferro rovente alla testa.
Miracolo. Sigismondo Ferrari rinsavì e
la sua famiglia da allora non ebbe più
problemi.
Cospiratore, rivoluzionario,
letterato
Compiuti gli studi e laureato in legge,
Paolo Ferrari entrò nella vita politica.
Nel 1848 prese parte ai moti rivoluzionari, ma, dopo la disfatta di Custoza,
dovette fuggire e nascondersi a Vignola
dove incominciò a scrivere per il teatro. Ritornerà alla cospirazione più
tardi, quando Cavour imprimerà un
nuovo indirizzo ai movimenti nazionali. Intanto aveva incominciato a farsi
un nome con le sue prime commedie.
Giudicato ‘una rivelazione’, iniziò a frequentare i teatri italiani al seguito di
una compagnia. Si stancò comunque
presto di una vita instabile e ritornò a
Modena, nella tranquilla casa paterna.
Gli furono affidati allora incarichi im-
21 marzo 2010
5
Jesi: gli autori Maffìa e Moscatiello al Liceo Classico
La scrittura come
comunicazione profonda
L’
importanza di poter
Nella sua attività di commediografo
incontrare un grande
è possibile distinguere due fasi, corri- scrittore della letteratura
spondenti press’a poco alla giovinezza
e alla maturità. Alla prima appartengono alcune commedie scritte in dialetto
modenese e di Massa, città dove Paolo
Ferrari aveva trascorso alcuni anni della sua infanzia. Possono essere ricordate “Sor Bartolomeo calzolaro”, più volte
rifatta; “Il codicillo dello zio Venanzio”,
“Un’anima debole”, anch’essa successivamente rimaneggiata e “Un’anima forte”,
trasformata poi nel romanzo, “Artista
e cospiratore”. Più tardi l’osservazione
dell’ambiente e dei costumi gli suggerirà commedie d’argomento storicoletterario come “Goldoni e le sue sedici
commedie nuove”, ispirate alle ‘Memoires’ goldoniane; “Una poltrona storica”
che si rifà all’autobiografia dell’Alfieri;
“La satira e Parini”; “Dante a Verona”. italiana ed un altro reduce
Durante gli anni che vive a Milano Pa- dalla pubblicazione della
olo Ferrari si fa più attento alla realtà sua prima opera: è l’opporportanti. Fu nominato direttore del- e alla società. Prende allora a scrivere tunità avuta dagli studenti
la ‘Gazzetta Ufficiale’; poi segretario commedie ‘a tesi’ o d’attualità. La pri- del Liceo Classico Vittorio
dell’università; professore di liceo a ma di queste, “Tartufo moderno” sarà Emanuele II di Jesi mercoModena; di storia e successivamente di da lui rimaneggiata in prosa diventan- ledì 10 marzo scorso.
letteratura all’Accademia Letteraria di do un vero e proprio ‘manifesto’ lette- Il noto scrittore si chiama
Milano; dove morì, giusto 121 anni fa, rario. In esso è chiaramente espressa la Dante Maff ìa, è nato in
il 9 marzo 1889. Ebbe esequie solenni condanna del teatro francese, troppo Calabria, a Roseto Capo
e gli fu intitolata una piazza. A Brera indulgente ad una morale tardoroman- Spulico, nel 1946, ed è pouna lapide lo ricorda. Le sue commedie tica falsamente poetica e decadente. A eta, romanziere e saggista.
tuttavia non vengono più rappresenta- questa etica fatiscente egli intende op- Da sempre appassionato ed
te. Questione di mode, costumi e gusti porre le modeste virtù di una vita sem- incline alla scrittura, Danche si evolvono e cambiano? Sic transit plice.
te Maff ìa fu scoperto nel
gloria mundi.
1974 da Aldo Palazzeschi,
La vita di studioso e letterato non fu Ancora un fatto inspiegabile?
il quale firmò la prefaziosempre tranquilla. Nel 1857 Paolo Fer- Pur avendo indagato intorno al per- ne della sua prima raccolta
rari divenne completamente cieco. La sonaggio non risulta tuttavia ancora di poesie. A lungo si è descienza aveva deposto le armi e dichia- chiaro perché S. Marcello abbia intito- dicato alla ricerca e all’inrato impossibile una guarigione. Invece, lato il suo teatro proprio a Paolo Fer- segnamento
nell’ambito
dopo due anni, un sedicente ‘dottore rari. Vero è che dal poeta Pietro Cossa della cattedra di letteratura
francese’ (nemmeno di questo ‘mago’ egli venne definito, forse con una certa italiana del prof. Luigi Reisi conosce il nome) riuscì a ridargli la enfasi, ‘padre della commedia italiana’; na, presso l’Università di
vista.
ma non risulta che questo autore abbia Salerno. Ha fondato riviste
mai avuto frequentazioni a S. Marcello letterarie di prestigio come
Comicità, storia, critica
o che qui abbia lasciato qualche suo di- “Il Policordo”, e diretto
di costume
scendente. Nessuno nega che sia giusto “Polimnia”: come critico
Vastissima è la produzione teatrale di ricordarlo. E’ però difficile compren- letterario ha collaborato
Palo Ferrari che combina nella sua arte dere il motivo per cui lo stesso teatro inoltre col quotidiano “Padue istintivi talenti: una spontanea vis non sia stato intitolato ad un altro illu- ese Sera”. Il suo lavoro più
comica e un’attenta osservazione criti- stre personaggio, effettivamente nato a importante è “Il romanzo
ca della realtà. Del suo tempo descrive S. Marcello, al quale per oltre mezzo di Tommaso Campanella”,
malattie sociali, decadenze, passioni. secolo furono affidate le sorti dei più del 1996. Nel 2004 Carlo
Spesso, per contrasto, rievoca gran- importanti teatri d’Italia: Alessandro Azeglio Ciampi lo ha insidi uomini del passato. I suoi frequenti Lanari, il ‘Napoleone degli impresari’. E gnito della medaglia d’oro
rifacimenti di alcuni testi teatrali di- anche questo, si lasci dire, può sembra- alla cultura della Presidenmostrano quanto scrupolosamente e re un fatto inspiegabile.
za della Repubblica.
responsabilmente egli scrivesse.
Augusta Franco Cardinali
Nel corso dell’incontro con
gli studenti, nel quale l’autore ha esaltato l’importanza della scrittura
e della comunicazione per mezzo di
essa, Maff ìa ha avuto l’opportunità di
presentare l’ultima
sua opera: “Milano
non esiste”. Il romanzo tratta il tema
mai desueto di un
ragazzo meridionale che si trasferisce
nel capoluogo lombardo alla ricerca di
lavoro: una Milano
che non riesce però
a far dimenticare
le proprie origini al
protagonista, il quale, al
contrario, viene sovente
emarginato.
Dopo l’intervento di Dante
Maff ìa, la preside Giuliana
Petta ha presentato al pubblico Massimo Moscatiello,
un giovane imprenditore
romano indirizzato alla
scrittura proprio da Maff ìa.
Moscatiello, nel corso della propria relazione, ha
dichiarato come avesse da
sempre usato la scrittura
come una forma di comunicazione maggiormente
emotiva, personale e profonda, rispetto a quella
usata
quotidianamente.
Proprio una sua storia di
vita, intitolata “Da qui… a
qui…”, dopo essere stata letta e profondamente
avallata da Maff ìa, è stata
appena pubblicata.
L’incontro al Liceo Classico
ha rappresentato la degna
conclusione di una mattinata dedicata interamente
alla cultura e alla letteratura: un ciclo di riflessioni
iniziato alla Biblioteca Planettiana, continuato a Palazzo Pianetti e concluso al
Liceo Vittorio Emanuele II.
Marco Cremonesi
Nella foto Dante Maffìa
Le inquietudini della Beat Generation nella letteratura americana contemporanea
La commedia umana di Fernanda Pivano
E’
stata un’attenta e serena osservatrice
del nostro tempo; di questa realtà e di
quella di milioni di americani Fernanda
Pivano. Vigile e tuttavia non partecipe, ma
vicina al cuore delle nuove generazioni e
felice di sentire pulsare energie, sogni, entusiasmi. Il ‘teatro della vita’ l’affascinava,
risvegliava la sua curiosità, le dava
gioia: soltanto perché era sempre
e comunque vita. La sua esistenza
è stata lunga, solare, estroversa,
ricca di incontri, continuamente
aperta ad orizzonti nuovi. Non
poteva non diventare, per simpatia e affinità di carattere, amica di
Valeria Moriconi.
Le dobbiamo molto. Ci ha fatto
conoscere i più importanti scrittori americani del ventesimo secolo, da
quelli dell’inquieta Beat Generation nata
negli anni ’50 in poi fino ai giorni nostri; da
Edgard Lee Masters a Faulkner, a Hemingway, a Scott Fitzgerald fino a Brett Easton
Ellis, Foster Wallace e Chuck Palahniuk e
a tantissimi altri. Le sue traduzioni hanno
fedelmente, specularmente riportato tutto
del loro pensiero e delle loro esperienze.
Fernanda Pivano ha parlato, commentandole, delle sue numerosissime incursioni
nel mondo letterario d’America nei suoi
‘Diari’ come pure in alcune interviste e colloqui illustrati da un film documentario, di
Ottavio Rosati, che ha fatto seguito ad uno
spettacolo grintoso, appassionato, spregiudicato in cui Giulio Casale l’ha evocata
al Pergolesi. Nel film, presentato al Teatro
Studio, Fernanda Pivano appare, anche in
età avanzata, come una donna appagata,
sorridente, dalla mente lucidissima. Non
l’avevano intaccate le esperienze di una vita
senza incrinature, senza scandali, senza
droghe o alcool. Proprio per questo era ancora capace di osservare il mondo con sem-
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CAP – per merci pericolose A.D.R. – per Autotrasportatori – Studi di consulenza Automobilistica e nautica
Jesi – Via Mura Occidentali, 31 – tel. 0731 209147 c.a. – fax. 0731 212487 - Jesi – Via Gallodoro, 65 – tel. 0731 200809 – fax 0731 226215
Jesi – Via Gallodoro, 65 – tel. 0731 200809 (Sede Consorzio Cons. A.C.) - Jesi – Via Marx, Zipa – tel. e fax 0731 211481 (Uff. oper. collaudi)
Altre sedi: Falconara M.ma (Corinaldesi – Adriatica – Falconarese) – Ostra – Marina di Montemarciano – Marzocca di Senigallia
pre nuovo interesse, di definire e mettere a
fuoco la realtà; di giudicarla serenamente.
Ora spetta a noi fare altrettanto anche attraverso le opere che lei ha tradotto: guardare cioè e discernere spassionatamente
quanto di positivo, ma anche di negativo,
è avvenuto nella mente, nelle esperienze e
nello stile di vita delle nuove generazioni.
Per filtrare tutto e lasciare sedimentare il
meglio. Altrimenti non sarebbe progresso.
Fotoservizio Augusta Franco Cardinali
Nella foto: tra William Graziosi, a sinistra, e
Franco Cecchini, a destra, l’assessore alle
Pari Opportunità, Bruna Aguzzi, che ha
reso note per il mese di marzo una serie di
iniziative dedicate alla donna, a partire
da quelle con le quali
è stata ricordata Fernanda Pivano.
6
Psicologia e società
21 marzo 2010
confessione o psicologia?
convegno catechistico 2010
L’
Narratori della
Buona Novella
uomo subisce da sempre il fascino della narrazione. Gli piace raccontare e ama ascoltare. Da
bambino consuma le storie
facendosele ripetere ininterrottamente e da adulto
sta incollato davanti alle telenovele o ai reality. Perché?
Perché il racconto coinvolge, trascina nella sua trama tutto dell’uomo: mente,
cuore e viscere. Perché fa
immedesimare in quanto
viene narrato e tocca tasti
dal tono esistenziale.
Non avviene lo stesso con
un documentario o una
trattazione teoretica. Lì
viene chiamato all’appello
solo il mondo delle idee e
dei concetti e al resto viene chiesto di restare fuori.
Ebbene, proprio alla Bibbia,
il libro che per eccellenza
narra di fatti e persone, il
cui stesso titolo dei libri
che la compongono spesso
coincide col nome proprio
di una persona, ebbene,
proprio a questo “libro”
doveva capitare di essere
spesso percepito e citato come insieme di buoni
pensieri astratti che scivolano automatici e scontati
nella “testa” senza il potere
di affondare nella “pancia”
dell’uomo?
Questo il nocciolo del messaggio lanciato dal prof.
Marco Tibaldi ai catechisti
e agli animatori presenti
domenica 14 marzo scorso a Jesi per il Convegno
annuale organizzato da
don Mariano Piccotti, direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano. “Vieni
e vedi: come rispondere
ai cercatori di Dio?”: già il
titolo dell’incontro sottolinea l’importanza di “come”
dire Dio, prima ancora che
quella di “cosa” dire di Lui.
Anzi, da “come” si dice Dio
si evince un’immagine stessa di Dio che vi è sottesa
e non raramente, a causa
di ciò, girano di Lui sembianze distorte che rendono impossibile percepirlo
come fonte di felicità per
l’uomo: un Dio assente, un
Dio “spirituale” che si occupa delle sole cose dell’anima, un Dio mercante che
chiede qualcosa in cambio,
un Dio da “comprare” per
ottenere favori, un Dio che
alla fin fine non convince
del tutto della sua bontà.
E così, l’abilità comunicativa e sapienziale del prof.
Tibaldi, filosofo e teologo,
insegnante presso l’IRSS
Santi Vitale e Agricola di
Bologna, ha ripetutamente preso al volo per le ali i
tentativi di decollo a razzo verso l’alto dei presenti
per riportarli simpaticamente giù verso la terra e
la quotidianità, là dove la
“pancia” dell’uomo vibra
di tutte quelle emozioni e
sentimenti che lo rendono vero. Giù nel concreto, aderenti all’unica pista
percorribile per tracciare
un sentiero di ricerca di
Dio: l’umano. E l’ha fatto
indicando una via maestra:
quella del racconto, della
narrazione. Nulla di nuovo.
Parlare all’uomo mediante
“storie” è da sempre nello
stile stesso di Dio e di Gesù:
il regno dei cieli è simile a...,
un uomo aveva due figli...,
chi mi ascolta è come uno
che ha costruito la sua casa
sulla roccia...
Chi è stato presente al
Convegno ha sperimentato
però in maniera rinnovata
la forza di coinvolgimento che si prova dinanzi a
qualcuno che sa veramente
narrare Dio e anche i più timidi non hanno esitato ad
alzare la mano per aggiungersi all’incalzante sommarsi di interventi causati
dal contatto con qualcosa
di vivo e provocante.
Ma le innumerevoli storie che sono presenti nella
Bibbia sono occasioni di incontro con Dio solo a patto
di “entrarvi” per davvero
con tutto di sé, immedesimandosi nei suoi fatti e nei
suoi personaggi in maniera attualizzata. Altrimenti
rimangono lettera morta
che ha il limitato potere di
nutrire per pochi istanti la
mente (solo quella) di chi
già appartiene alla comunità dei credenti (col rischio,
magari, che ritrovandosi
poi in occasioni concrete
della vita ci si ritrovi spiazzati a comportarsi più di
“pancia” che conseguentemente ai tanti bei concetti
sui quali si credeva d’essere
incentrati). È dunque così
che si risponde ai cercatori di Dio e, prima ancora,
a se stessi: narrando di Lui
in maniera viva e attuale,
chiedendosi cosa provano
i personaggi biblici, cosa
pensano e cosa fanno, nonché cosa proviamo, pensiamo e facciamo noi in situazioni simili. Se la Sacra
Scrittura è ispirata da Dio,
come afferma la Chiesa, significa che lo Spirito Santo
ha voluto che i racconti e le
storie che vi sono contenuti veicolino vita e salvezza:
narrare per aiutare a vivere,
narrare per far incontrare
Dio. Spetta quindi a ciascuno di noi, per se stesso innanzitutto e poi anche per
il proprio ruolo di catechista, di animatore o di credente saper “entrare” nelle
pergamene antiche della
Bibbia per ricomporne le
lettere in fresche pagine di
attualità capaci di comunicare significativamente Dio
all’uomo d’oggi.
Diego Mecenero
di
(3)
S
timolati da quel pensiero
apparso nella rubrica La
citazione, oggi proviamo a
chiudere le nostre riflessioni. In particolare proviamo
a chiederci se è proprio vero
che “il numero dei depressi e
dei malati di mente in continuo aumento” è il risultato
del fatto che “abbiamo abbandonato la confessione e
ci siamo affidati agli psicologi”. Perché, secondo me,
dire questo significa guardare le cose restando soltanto in superficie. Molto in
superficie. Ma procediamo
con calma.
Le due volte scorse ci siamo detti alcuni pensieri per
comprendere, almeno un
po’, come la confessione e
la psicologia non sono due
realtà in conflitto. Neanche
in concorrenza. Ma sono
semplicemente due realtà
diverse, due esperienze, nella vita di chi le incontra, che
rispondono a esigenze, bisogni e desideri diversi.
Nella frase citata si parla
di “depressi” e di “malati di
mente”. Così come scritte,
queste parole indicano categorie piuttosto generiche. Io
credo sia meglio parlare di
persone in situazioni di sofferenza, di grande sofferenza, piuttosto che di malati di
mente. Non perché la malattia mentale non esista, ma
perché non saremo in grado
di guardarla adeguatamente finché ci fermiamo sulle
diagnosi: come fosse un raffreddore o una polmonite.
Tutte quelle che chiamia-
Federico Cardinali
mo malattie della mente
possono essere comprese
e curate soltanto se attiviamo un processo di osservazione e di ascolto che sia in
grado di cogliere la sofferenza interiore dell’essere
umano. Sofferenza che si
esprime attraverso la malattia. Depressione, angoscia,
ansia, panico, disturbi nel
comportamento alimentare,
disturbi nell’attenzione, paranoie - e chi più sa più ne
metta - sono in realtà tanti
nomi che diamo alla sofferenza. Alla sofferenza della
mente e dell’anima.
I tanti nomi che la psichiatria usa servono soltanto a
‘descrivere’ il modo particolare in cui, in quella persona, si esprime la sofferenza
interiore. Che è il disagio di
vivere.
Per capirci meglio. Non esiste il depresso. Esiste quella
persona che esprime la sua
sofferenza interiore con una
modalità che noi chiamiamo depressione. Ma se non
ascoltiamo la sua sofferenza e non andiamo a lavorare per ritrovare e riattivare
le sue energie interiori, ci
perdiamo la persona e troviamo solo la depressione.
E’ questo, oggi, il rischio
che possiamo correre se
non ascoltiamo i segnali di
sofferenza che ci vengono
dalla nostra mente e dalla
nostra anima. Ed è questo
il rischio che possono correre le scienze psicologiche
e quelle mediche quando,
troppo velocemente, corrono verso le diagnosi (= la
faccia con cui si presenta il
dolore interiore), dimenti-
cando di andare oltre, per
ascoltare la sofferenza del
cuore.
Allora se vogliamo davvero
guardare dove trae origine
e alimento tanta sofferenza, credo che dovremmo
riconoscere quanto poco
essa abbia a che fare con la
diatriba tra confessione e
psicologia. E non è certo
l’aumento degli psicologi
che produce la sofferenza
interiore. Sarebbe come dire
che il cancro sta aumentando perché sono aumentati i centri che lo curano o
perché abbiamo affinato le
tecniche diagnostiche di cui
disponiamo.
Io penso che se vogliamo
avvicinarci seriamente a
ciò che chiamiamo ‘malattie della mente’, e chiederci
dove esse abbiano origine,
dovremmo guardare piuttosto a come stiamo vivendo,
a quali sono i ritmi che guidano le nostre giornate.
Dovremmo chiederci su
quali valori stiamo investendo le nostre energie. Quanto tempo dedichiamo a noi
stessi, alla cura delle nostre
relazioni affettive. Quanta
della nostra energia vitale
investiamo nel prenderci
cura di costruire una vita a
misura d’uomo e quanta, invece, spendiamo solo per accumulare cose su cose. Una
macchina più grossa, una
casa più bella, vestiti più alla
moda, telefonini dell’ultima
generazione, e via di questo
passo…
Il rischio è che oggi la nostra vita sia tutta proiettata
sull’esteriorità, sull’apparire,
sull’accumulare. Che ci lasciamo prendere da ritmi di
vita che ci tolgono il respiro.
Che ci facciamo catturare
dal nervosismo e dall’insoddisfazione, ponendo sempre
la nostra attenzione su ciò
che ci manca senza apprezzare ciò che abbiamo.
Vogliamo provare a darci
qualche ‘consiglio’ per una
vita sana? Immaginiamo che
sia la nostra anima a darceli.
Cerchiamo di trovare un po’
di tempo da passare con la
nostra famiglia, per ascoltarci l’un l’altro, per ‘giocare’
insieme. Ogni tanto prendiamo in mano un buon
libro. Regaliamoci qualche
minuto di silenzio, nella nostra giornata, per ascoltare
i nostri pensieri e dialogare
con loro.
Se poi ci ritroviamo anche
in una dimensione di fede,
se, in altre parole, siamo credenti - qualunque sia la religione in cui ci riconosciamo -, allora possiamo anche
provare a spendere qualche
minuto della nostra giornata nella preghiera. Intesa
come dialogo con noi stessi
e come dialogo con il Buon
Dio che ci tiene fra le sue
braccia in una relazione di
amore paterno e materno.
E se ci definiamo non-credenti, la nostra preghiera
possiamo viverla comunque.
Nella costruzione di pensieri di pace, nella ricerca
di armonia con la natura e
il mondo, nella ricerca del
bene. Per noi e per tutti gli
esseri viventi.
(3- fine)
Chi vuole scrivere allo psicologo può farlo o per e-mail ([email protected] o [email protected])
o per posta a Voce della Vallesina - colloqui con lo psicologo - P.za Federico II, 8 - 60035 JESI
Spaziodonna all’Ostello Villa Borgognoni: 20 marzo dalle ore 18,30
La Macina e il libro di Carla Marcellini
S
abato 20 marzo, l’Ostello Villa Borgognoni di Jesi
(via Crivelli, 1 - angolo via Gramsci) ospiterà la
prima edizione di SPAZIODONNA. L’iniziativa, organizzata dall’associazione di volontariato spaziOstello, intende affrontare in una prospettiva storica e
culturale temi legati alla condizione femminile, dalla
cultura orale marchigiana della prima metà del Novecento relativa al mondo femminile (come i canti delle
filandaie jesine), ai movimenti femministi degli anni
settanta e ottanta ad Ancona. L’evento prevede un
doppio appuntamento.
Ore 18,30: Carla Marcellini, Come il mercurio. Storie
di femminismo (Sensibili alle foglie, Roma 2010). Il
volume, fresco di stampa, sarà presentato e discusso
con l’autrice da Barbara Montesi, docente a contratto
di Storia contemporanea presso la Facoltà di Lingue e
Letterature straniere dell’Università di Urbino «Carlo
Bo» e collaboratrice dell’Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nelle Marche di Ancona. Anche Carla Marcellini lavora presso l’Istituto
anconetano, occupandosi in particolare di temi legati
alla memoria della guerra e della Resistenza, alle questioni di genere e alla didattica della storia.
A seguire: Buffet (prezzo 5 euro), a cura del Caffè
Imperiale.
Ore 21: Concerto in acustica: La Macina e l’altra
parte del cielo (La condizione femminile nel canto popolare marchigiano), con la partecipazione di
Gastone Pietrucci e Marco Gigli (ingresso libero).
Si tratta di uno spettacolo che, attraverso il canto popolare marchigiano, testimonia la condizione
femminile in un gioco di rimandi e suggestioni, di
delicate atmosfere. Gran parte del repertorio de La
Macina è stato raccolto da Gastone Pietrucci, dalla
viva voce delle donne, le sue più grandi “informatrici”
e “depositarie” di questo importante patrimonio di
canti e di ballate.
Presso l’Ostello Villa Borgognoni è inoltre possibile visitare (sino al 30 aprile) la mostra fotografica “IL CERCHIO”… la linea continua della
vita, della giovane fotografa senigalliese Maria Antonietta Chiaia.
Per info: www.coordinamentovillaborgognoni.blogspot.com; tel:
0731.214264 / 347.4821202 / 349.5832609.
Vita ecclesiale
LA CHIESA LOCALE
IL DIARIO
DEL VESCOVO
GERARDO
Giovedì 18 marzo
ore 19: Loreto, inizio Esercizi spirituali per giovani
della Regione
Venerdì 19 marzo
ore 7.15: Celebrazione dalle Suore del Duomo
Ore 10.30: Cattedrale, S. Messa per il Precetto
Pasquale delle Forze dell’Ordine.
Ore 17: Convegno organizzato dal Consultorio su
“Mediazione Familiare”
Ore 18.30: Parrocchia San Giuseppe
Ore 21: Parr. San Massimiliano K. incontro con i
fidanzati
Sabato 20 marzo
Loreto: Esercizi Spirituali Giovani della Regione
Domenica 21 marzo
Loreto, Esercizi Spirituali Giovani della Regione
Ore 16: Corinaldo Santuario S. Maria Goretti
Ore 18.30. S. Messa nella parrocchia di San
Giuseppe
ore 21: Incontro con il Gruppo di discernimento
Vocazionale
Lunedì 22 marzo
Ore 15: Parrocchia San Francesco di Assisi:
Incontro con i Ragazzi della Cresima
Ore 21: Seminario, incontro con Gruppo di Scout
Martedì 23 marzo
ore 15-17: il Vescovo riceve nella cappella di
San Floriano, in Duomo, coloro che desiderano
confessarsi o avere un colloquio spirituale. Senza
appuntamento.
Ore 17: Convegno organizzato dal Consultorio su
“Mediazione Familiare”
Ore 21: Commissione per la Pastorale Sociale e
del lavoro
Parola
di Dio
Dio è un padre misericordioso e paziente
Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel
tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare
loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo
alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a
scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si
alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne
andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e
la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono?
Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù
disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».
Commento
Siamo nel contesto della Festa delle
Capanne o detta anche Festa dei Cinquanta Giorni (Pentecoste) dalla Pasqua, che conclude la stagione della
mietitura. Gesù si trova a Gerusalemme nel Tempio ad insegnare. Arrivano
gli avversari, scribi e farisei, con una
donna sorpresa in adulterio (non si sa
dove sia andato a finire l’adùltero), per
cercare di mettere in difficoltà Gesù,
dato che in simili situazioni devono
essere lapidati sia l’uomo che la donna.
E Gesù trova lo stratagemma per allontanare gli attentatori. Per la nostra riflessione ci fermiamo sulle due espressioni finali: Nessuno ti ha condannata?
(in greco: katacrìno) e Va’ e d’ora in poi
non peccare più (in greco: amartàno).
Nessuno ti ha condannata?
Il verbo katacrìno significa sentenziare
contro, condannare, e viene usato come
termine tecnico nei tribunali civili; la
sua forma verbale indica un’azione
definitiva, che si compie una volta per
tutte. Gli uomini cercano spesso e volentieri le sentenze di condanna definitiva, Dio invece, in Gesù, ci dimostra
che, finché siamo sulla terra, nessuna
condanna è definitiva. Perché questo
atteggiamento di Dio? Perché Dio non
solo è un padre misericordioso, ma
ha pazienza e quindi speranza che un
figlio possa sempre rendersi conto del
male fatto e pentirsi. Egli fa il giudizio sul più o meno pentimento da noi
espresso e così la pena definitiva ha la
possibilità di scomparire, perché ama
ciascun peccatore e tenta tutte le carte
per ricondurlo sulla giusta strada. Lo
sguardo di Gesù, pieno di misericordia
e d’amore, fa sgorgare dal cuore dell’infelice un grande sentimento di riconoscenza e di fiducia, che si manifesta
nella risposta della donna: «Nessuno,
Signore [mi ha condannata]!». È così
che la peccatrice riconosce il suo peccato ed esprime il sentimento di pentimento davanti all’Uomo-Dio.
La quaresima ha la funzione di farmi
ritornare a Dio per rivivere il dono del-
L’accidia, il “male di vivere”, sembra
essere particolarmente diffuso nelle
odierne società occidentali, nei paesi
in cui l’ideale di una vita all’insegna
della sicurezza
e dell’abbondanza di beni
è maggiormente praticata.
Gli incontri proporranno una ricerca
che dalla Bibbia ai Padri, alle
tradizione religiose più diverse,
indica le cause e i rimedi.
L’accidia può essere prodotta
da una attività eccessiva:
ci si butta in un lavoro al di là delle proprie forze e si scoppia….
porta a iniziare le cose e a non finirne nessuna….“ Chi desidera
sempre ciò che non fa e si annoia di ciò che fa non gode del presente
né è colmato dal futuro”
(Ugo di san Vittore)
Settimanale di ispirazione cattolica
fondato nel 1953
Va’ e d’ora in poi non peccare più
Il verbo amartàno ha diversi significati:
aberrare, non conseguire, non ottenere,
perdere, restare privo, sbagliare, errare,
deviare e quindi peccare. Secondo alcuni esperti nelle sacre Scritture Gesù
chiede alla donna di non commettere
più un tale peccato, anche se Gesù la
invita praticamente ad abbandonare la
via del peccato in senso più ampio. Perché? Perché con il peccato è impossibile
sperimentare l’amore di Dio in pienezza. Questa donna ha sbagliato bersaglio,
non ha centrato il vero senso della vita
e Gesù cerca di riportarla all’esperienza della vera felicità che è liberazione
da ogni peccato e quindi pace interiore.
L’invito di Gesù è un ritorno alla vita,
quella che Lui le sta dando, perché il suo
futuro sia pieno di speranza. Ella è chiamata ad annunciare la vera conversione
che consiste in un cuore nuovo, che supera la legge e fa sperimentare la misericordia e l’amore di un vero Padre, Dio.
La novità di Gesù, avere un Dio Padre
amoroso, rivela la caducità e la fragilità
del cuore umano. Ma egli non discute,
agisce con il dono del perdono che ha
la sua vera penitenza nel «non peccare
più». Gesù chiede a noi tutti, peccatori
in cammino verso la santità, di spalancare un po’ del nostro cuore e allora egli
sarà capace di fare il resto. Solo chi riconosce di essere peccatore, sperimenta in
se stesso la presenza di Gesù.
Siamo vicini alla Pasqua: cerca di aprire il tuo cuore a Dio Padre per mezzo di
Gesù Cristo.
P. Silvio Capriotti ofm
appuntamenti di spiritualità per la Pasqua
Giovedì 25 marzo
Ore 7.20: S. Messa dalle Monache Clarisse
Ore 9.30: Seminario, Ritiro del Clero
Ore 17.30: Museo Diocesano, presentazione Libro
ore 19: Seminario, incontro con gli aspiranti al
diaconato
Domenica 28 marzo
Ore 10: Processione delle Palme e S. Messa in
cattedrale
Ore 21: Incontro con il Gruppo di discernimento
Vocazionale
la sua misericordia: sento il grande desiderio di essere perdonato e di vivere
una vita nuova con una buona «confessione?».
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 8,1-11)
2 mattinate di spiritualità
Sabato 27 marzo
Ore 9.30: Convegno
Ore 15.30: Giornata Mondiale della Gioventù
Ore 18.30: Cattedrale, S. Messa
7
21 marzo 2010 - quinta domenica del tempo di quaresima
Mercoledì 24 marzo
ore 18: Seminario: Incontro con gli insegnanti di
Religione
ore 21: Loreto, Santa Casa: Veglia di Preghiera per
le Vocazioni
Venerdì 26 marzo
ore 9-12: Pianello V., incontro con gli alunni della
scuola media nell’ambito dell’IRC
Ore 21.30: Incontro con un gruppo di Giovani di
Azione Cattolica
21 marzo 2010
DOMENICA 21
e DOMENICA 28 MARZO
sul tema
L’ACCIDIA, MALE DEL NOSTRO TEMPO
Ore 9,15: accoglienza
Ore 9,30: incontro (Sr Anna Maria Vissani)
Ore 11,15: celebrazione Eucaristica (don Mariano Piccotti)
NB. Anche alle ore 8,30 c’è la possibilità di una celebrazione sempre
presso la Chiesa attigua del Crocifisso
Non c’è bisogno di prenotazione : Info: 0731.813408
Centro di spiritualità “sul monte” – Castelplanio
Incontri della civetta – quaresima 2010
Piazza Federico II, 8 - 60035 Jesi An
Telefono 0731.208145
Fax 0731.208145
[email protected]
www.vocedellavallesina.it
c/c postale 13334602
Direttore responsabile Beatrice Testadiferro • Proprietà Diocesi di Jesi • Registrazione Tribunale di Ancona n. 143
del 10.1.1953 • Composizione grafica Giampiero Barchiesi • Stampa Galeati Industrie Grafiche, Imola www.galeati.it •
Spedizione in abbonamento postale • Abbonamento annuo 35 euro - di amicizia 50 euro - sostenitore 100 euro • Tutti
i diritti riservati • Esce ogni mercoledì • Associato alla Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici) • Comitato di
redazione: Vittorio Massaccesi, Giuseppe Quagliani, Antonio Quaranta, Antonio Lombardi
Ai sensi dell’articolo 13 del D. Lgs 196/2003 (Codice privacy) si comunica che i dati dei destinatari del giornale sono contenuti in un archivio informatico idoneo
a garantire la sicurezza e la riservatezza. Saranno utilizzati, salvo divieto espresso per iscritto dagli interessati, oltre che per il rispetto al rapporto di abbonamento, anche per proprie attività istituzionali e per conformarsi ad obblighi di legge.
† VENERDI SANTO
PER I GIOVANI
Incontro di spiritualità preparato per adolescenti e giovani sul tema:
GETSEMANI…
… quando è proprio difficile ascoltare il Signore
e seguirLo
Meditazione - Preghiera – silenzio –
possibilità di confessioni – digiuno
(si mangia solo pane e acqua)
Stop cellulari!
Inizia alle ore 9
Termina alle ore 16
Prenotare: Info: 0731.813408
† SABATO SANTO
PER GLI ADULTI
Incontro di spiritualità preparato per persone adulte sul tema:
LA TOMBA VUOTA…
… quando portiamo in cuore
la speranza di non morire
Meditazione e Preghiera
silenzio e
possibilità di confessioni
Inizia alle ore 9
Termina alle ore 12
Rai Vaticano sul web
Il prossimo 2 aprile, in occasione del Venerdì Santo e del
quinto anniversario della scomparsa di Giovanni Paolo II,
sarà on line su Rai.tv il nuovo spazio web di Rai Vaticano.
Un’idea nata dall’esigenza di valorizzare e di rendere disponibile a tutti l’inestimabile patrimonio multimediale
di questa importante struttura aziendale diretta da Giuseppe De Carli. L’obiettivo è quello di diventare il punto
di riferimento dell’informazione religiosa prodotta dalle
testate, dalle reti tv e dalla radiofonia Rai. I contenuti del
sito internet saranno costantemente aggiornati dalla redazione di Rai Vaticano. Sul nuovo spazio web, all’indirizzo www.raivaticano.rai.it, sarà pubblicata la storica
e memorabile iniziativa “La Bibbia Giorno e Notte”, la
lettura ininterrotta di Antico e Nuovo Testamento che si
è svolta nell’ottobre del 2008 nella basilica di Santa Croce
in Gerusalemme in Roma.
8
Vita ecclesiale
21 marzo 2010
Seminario Vita Nuova: incontro conclusivo Rinnovamento dello Spirito
“Ti solleverà su ali d’aquila”
a nostra vita è piena di Le “ossa aride ”
tanti problemi…, ma “Gesù qui, stasera, ci dice
tutto cambia se cambio che si può rinascere con la
io, se cambia il mio cuore… forza dello Spirito che crea
Allora divento capace di e ricrea… - dichiara la prof.
amare di più mio figlio, mio Borgognoni - e rievoca l’immarito, gli altri… e di per- magine del Creatore che,
donare sempre. E se cambio “alitando nelle narici dell’uoio, cambiano anche gli altri”. mo, gli ha dato Vita”. Quindi,
Lo afferma Adriana Borgo- alla luce della Parola profegnoni, responsabile dioce- tica di Ezechiele, fa intuire il
sana del Rinnovamento, nel dinamismo misterioso che
corso della sua catechesi dà vita alle “ossa aride” (Ez
sull’”effusione dello Spirito 37, 1-14) e commenta: “Lo
Santo” che il 14 marzo ha Spirito passa oltre le situaconcluso il Seminario “Vita zioni di morte per una vita
nuova” nel Duomo di Jesi.
nuova: dal caos al cosmos,
In apertura la numerosa as- come alle origini, sempre”.
semblea di giovani e adulti Segue la testimonianza perè stata invitata dai ragazzi sonale, che può essere queldel coro a cantare e a pre- la di uno di noi: “Io resto io
gare sintonizzando, a ritmo con la mia fragilità, ma ho
leggero di danza, la voce e sperimentato la salvezza, la
la gestualità per chiedere il presenza del Signore, non
dono dello Spirito: “Gesù ti più il Giudice, ma il Vivensta ascoltando, digli ciò che te, il Risorto. Lo Spirito é
vuoi!…”. Lo Spirito d’amore, Persona divina, è l’Amore,
effuso da Cristo con la Sua delicatezza e tenerezza: bimorte e risurrezione, nel sogna accoglierlo con tutto
“mistero pasquale”, disceso il cuore, con fede e pregare
a Pentecoste nel Cenaco- con amore per un incontro
lo su Maria e sugli apostoli, personale”.
primo nucleo della Chiesa,
anche oggi dona a chi lo in- La luce della Vita
voca con cuore sincero, luce, Si sa, l’uomo nella vita terrena ha bisogno di simboli
forza e consolazione.
Adriana con la storiella alle- per intuire in qualche modo
gorica dell’aquila e del pul- le realtà invisibili… Così
cino invita a guardare verso quella sera, al centro del
l’alto perché, anche se non Presbiterio era stato collocasiamo aquile, “le ali ci sono to il grande cero pasquale e
state date con il Battesimo”. intorno tanti piccoli ceri da
“Ma i sacramenti, osserva, accendere. Ma per arrivanon sono riti magici e la re ad accendere un lumino,
grazia non si esprime se non ogni persona del lungo corteo doveva fare una tappa
viviamo il sacramento”.
Può accadere anche ai bat- per ricevere dal sacerdote,
tezzati e ai cristiani prati- don Claudio Procicchiani,
canti che “la fonte di acqua “l’imposizione delle mani”:
viva sia ostruita da detriti, non un sacramento, ma un
pietre…” e allora bisogna “li- gesto con una preghiera allo
berare la vita” nel momento Spirito Santo.
favorevole, nel kairòs. A cia- Il lumino acceso indica
scuno di noi oggi Gesù ri- l’inizio di una vita nuovolge le parole dette alla Sa- va. Adriana avverte che “in
maritana presso il pozzo di questo momento il Signore
Giacobbe: “Se tu conoscessi agisce in modo misterioso
il dono di Dio e colui che ti con ogni persona” e spiega
dice: “Dammi da bere”, tu che “l’uomo non possiede lo
stessa gliene avresti chiesto Spirito per sempre, perché
ed egli ti avrebbe dato acqua é lo Spirito che ci possiede.
Questo è solo un inizio, un
viva…” (Gv 4, 10).
“L
lavacro di rigenerazione, ma
poiché siamo sempre aggrediti dalla “carne”, la vita
nello Spirito va guadagnata
ogni giorno con la preghiera
e con la vita!”.
Canti di lode e di grazie,
preghiere e suppliche provengono dall’assemblea che
invoca: “Santo Spirito vieni!”.
Una voce: “Grazie Signore,
non mi fa più paura la mia
debolezza, la mia povertà…
Tu sei la Vita”.
La Messa della IV Domenica di Quaresima, presieduta
dal Vescovo Gerardo, dopo
il cammino in salita per
l’inizio di una “vita nuova”, è
stata vissuta con gioia come
il punto luminoso di convergenza dell’umano e del divino nella Eucaristia, segno
efficace di comunione nello
Spirito.
Le meraviglie di Dio
Durante l’omelia sul brano
evangelico noto come “la
parabola del figliol prodigo”
(Lc15,11-32), il Vescovo ha
sottolineato quattro aspetti
di quel fatto emblematico
definendolo “una sintesi di
tutto il Vangelo”: la salvezza
gratuita di Dio; la misericordia; la vita nuova donata da
Dio; l’impegno a stare nella
comunità con spirito nuovo. Ha quindi tratteggiato
la condizione psichica e
spirituale dei due figli: il figlio minore che vuole essere
libero sperando di trovare la
gioia, “ci rappresenta quan-
do cerchiamo gioie e consolazioni fuggendo da Dio”.
Il padre rispetta la libertà
del ragazzo, il quale poi si
ritrova povero, affamato,
infelice… “Dio permette la
fatica e la tristezza - osserva
il Vescovo - per far capire
che la persona si trova bene
solo nella Sua casa”. Il padre,
appena lo vede da lontano,
va incontro al figlio e lo abbraccia. Si fa festa: il ragazzo indossa la veste più bella;
riceve l’anello con il “sigillo”
dell’autorità e i “sandali”,
simbolo di libertà. Citando
il Messaggio quaresimale di
Papa Benedetto, il Vescovo
mette in luce la “giustizia” di
Dio che é dono e misericordia fino al punto che Dio sacrifica il proprio Figlio.
Un’idea diversa della giustizia è quella del “figlio
maggiore”che non capisce
il comportamento del padre…: io ho fatto sempre il
mio dovere e non ho avuto
nulla…, ma per questo “tuo
figlio” che ha sperperato
tutto, tu fai uccidere “il vitello grasso” .
Don Gerardo nota con intuito spirituale che il fratello maggiore aveva “un rapporto servile con il padre,
non da figlio” e fa un’ipotesi
sulla fine della vicenda, con
un insegnamento per i credenti: “Quel figlio dice fra
sé: a saperlo, facevo anch’io
così. Anche noi cristiani a
volte guardiamo con invidia
quelli che si divertono…,
senza capire che la vera
gioia è vivere nell’abbraccio di Dio. Il figlio minore:
guardate che cosa ha fatto
mio padre per me; ha recuperato la mia vita! Noi cristiani non siamo i migliori,
ma siamo i perdonati, quelli
che hanno gustato l’amore
di Dio e sono riconciliati. Il
nostro annuncio: “Il Signore mi ha raggiunto e mi ha
donato la gioia della vita
nuova. Anche per te può
essere così perché Dio fa
meraviglie!”.
Maria Crisafulli
il racconto che ha vinto il concorso letterario “Il Molinello a Siena”
Le chiavi della vita
L
a chiave è un piccolo oggetto con
proprietà straordinarie: apre e
chiude cancelli, portoni di case e palazzi, porte di stanze in abitazioni o
uffici, armadi, cassetti, scrigni, bauli,
valigette e cofanetti…
Attiva l’accensione di un auto, di un macchinario, il movimento di un ascensore, di una gru o spegne il loro funzionamento. Ogni chiave apre soltanto
la porta in cui nella toppa c’è la stessa
sagomatura, e il constatare che la chiave funziona soltanto in accoppiamento
perfetto la rende ai miei occhi ancor
più speciale e preziosa. Ci sono tantissimi tipi di chiave che esprimono in
situazioni diverse la possibilità di apertura o chiusura: la chiave di volta per la
vita e la chiave di violino nella musica,
quella inglese usata dal meccanico e di
lettura per l’interpretazione di un testo,
la chiave del mistero e del successo...
Una chiave ci permette di entrare nel
cuore di altre persone e con una chiave altrettanto precisa lasciamo che altri
entrino nella nostra vita, e permettiamo
che l’affetto perfezioni nel tempo la sagomatura per ottenere una agile introduzione e una snella rimozione. Nella
nostra avventura di vita affiniamo e
modelliamo tante chiavi per avere molti
amici, per meritare la stima, il riconoscimento del nostro operato, usiamo la
chiave della fiducia per conquistare il
mondo superando quotidianamente
piccole o grandi difficoltà, utilizziamo
la chiave della speranza per impegnarci maggiormente nella realizzazione
di obiettivi prestigiosi, adoperiamo la
chiave della responsabilità per affrontare i rapporti e i ruoli nel sociale.
Scegliamo consapevolmente l’uso della chiave dell’amore, della rabbia e
caparbia, dell’intelligenza e furbizia,
dell’umorismo e spensieratezza, della
saggezza e serietà, della disponibilità
e generosità, della determinazione in
alcuni momenti e dell’attesa paziente in altre fasi della vita, a seconda
di cosa vogliamo ottenere. Credo che
alla nascita ci vengano consegnate un
gran mazzo di chiavi da sagomare che
noi possiamo modellare e utilizzare
per accedere a situazioni differenti, tipo di porta e si adatta facilmente ad
per entrare in certe realtà e viverle ogni toppa ed è il rispetto, la gentilezdal di dentro, per aprire senza sfon- za, l’amore per le persone, la natura e
dare, per avviare programmi futuri, le cose che diventa speciale quando
per chiudere rapporti controprodu- la rivestiamo di Voglia di Vivere con
centi, per penetrare in situazioni ine- Entusiasmo.
dite, per stimolare la collaborazione, “Affinare l’arte di vivere” significa vaper spalancare orizzonti, per chiudere lorizzare il mazzo di chiavi a disposifuori la falsità, l’ipocrisia e la cattive- zione e utilizzare quella giusta in ogni
ria, per cogliere le opportunità, per occasione e allenarsi costantemente a
aprire la porta all’ottimismo e alla po- sagomare quelle nuove perché ognuna
sitività e alle amicizie sincere. Esiste diventi la “chiave del successo”.
una chiave passepartout che apre ogni
Maria Lampa
San Pietro Apostolo: andar per facciate (III)
Anche don Cristoforo
giocava i terni al lotto
S
otto il pavimento
dell’attuale
chiesa di San Pietro
negli ultimi tempi
sono state condotte
due “campagne di
scavi” promosse dal
locale Archeoclub e
finanziate dalla Banca Popolare. Più di
una volta gli stessi
soci hanno guidato nei sotterranei,
opp or tunamente
attrezzati con luci
e passerelle, quanti
chiedevano di vedere i risultati di questo lavoro. Non è
però facile, di fronte
a quel complesso di
murature sovrapposte, rendersi conto
di com’era l’edificio
prima dell’attuale.
Per questo, circa un
anno fa, ha provveduto lo stesso
Archeoclub con un
fascicoletto d’una
decina di pagine. E
dato che non mi
risulta che sia stato divulgato, credo
bene farne qualche cenno.
In esso dunque si riporta
dapprima un manoscritto di
don Cristoforo Agostinelli
che, poco dopo la sua nomi-
na a parroco di San Pietro
nel 1746, così scrive: “Fui assalito dal sommo sentimento
[=pentimento] di averla accettata, vedendomi destinato
ad una chiesa quanto povera
altrettanto infelice… mentre
vedevasi il tetto minacciare
rovina… e tralasciamo di descrivere l’angusta abitazione
del Pievano e le di lei miserie…”. Per cui chiese al vescovo Fonseca se, almeno provvisoriamente, poteva andare
ad abitare nella non lontana
casa paterna. Ma l’orrendo stato della chiesa non gli
dava pace. Così che si recò
dal “mastro Fammelume,
uno degli architetti di questa città” a cui, avendo deciso di rifare la chiesa da capo,
chiese di mettere in carta un
progetto e azzardare un pre-
ventivo di spesa. Che però
raggiunse la bella cifretta
di scudi 1800. Per reperire i
quali il nostro intraprendente pievano pensò di giocare
un terno al lotto di
Roma “caricandolo ora di Mille ora
di due Milla scudi,
quali sempre replicai dall’anno 1746
fino a quasi tutto il
1748, ma senza frutto” (non so se ho
letto o capito male:
ma se quei soldi li
metteva subito per
la chiesa, non faceva
prima?). E continua:
“Ma riflettendo che
Iddio non volesse
servirsi di strada sì
vile per l’onor mio,
mi risolvei tentar la
Divina Provvidenza
col raccomandarmi
alla pietà dei cittadini più pii e divoti…la prima
[offerta] fu di una donna che
viveva del telare tessendo
panni”. Ma è la seconda parte
del citato fascicolo che più ci
interessa. Perché vi si riportano in maniera schematica
(magie del PC!) ma ben documentata (dagli scavi, appunto) le facciate della chiesa medievale e di quella che
si trovò a gestire il povero
don Cristoforo. Nella prima
risalta il porticato antistante: di cui è rimasta traccia
nell’arco gotico sulla parete
esterna, alla cui sommità si
trova la piccola lapide che
cita, chissà perché, Bonifacio VIII (l’”amico” di Dante!)
nell’anno 1293. Nel secondo
disegno si tracciano le linee
continua a pag. 15
In diocesi
21 marzo 2010
9
Parrocchia di San Giuseppe: il programma dal 19 al 21 marzo
Il quartiere fa festa con San Giuseppe
presto, con il suo abito talare nuovo, intento a mettere
tutto in ordine per l’arrivo
del Vescovo. Si viveva in
una atmosfera religiosa che
lasciava spazio alla festa e al
divertimento.
Perché, in fondo, la festa
serviva anche a questo, ad
incontrarsi mangiando lupini, a girare tra le bancarelle,
ad ascoltare l’altoparlante
che in continuazione invitava alla pesca di beneficenza.
La zona di San Giuseppe è
un po’ come un paese che
si ritrova per la festa del
patrono. Si è formato negli
anni ‘50 dall’immigrazione
dei contadini che dalle campagne si sono trasferiti nelle
vie limitrofe della città, tra
il cimitero e via Ancona e
immettendosi verso il cen-
Il programma di San Giuseppe
A
nche quest’anno siamo arrivati alla festa di
San Giuseppe di domenica
21 marzo. La manifestazione più grande di questa giornata è la Caminada
San Giuseppe” che vede
tanti cittadini di Jesi, super
organizzati con scarpette, salopette, zaini e qualche passeggino, mettersi
in fila per percorrere chi i
tre chilometri, chi i sei, chi
qualche centinaio di metri.
L’importante è partecipare.
Perché è una festa. Per tutta
la giornata la chiesa rimane
aperta con la statua del Santo collocata su un podio, vicino l’altare.
Ricordo le feste che vivevo
da giovane. La parrocchia
diventava un fermento di
iniziative di vario genere tra
cui le tre sere dove venivano
affrontati diversi problemi
sociali, religiosi e filosofici. Il parroco don Giuseppe
Palmolella già cominciava
ad indaffararsi dalla mattina
Venerdì 19 marzo alle ore 18,30: santa Messa celebrata dal Vescovo con le associazioni Cna e Confartigianato. Alle ore 21 gara di bocce al Circolo Acli di San
Giuseppe.
Sabato 20 marzo alle ore 18,30 Santa Messa. Alle ore
19,15 apertura della pesca di beneficienza.
Domenica 21 marzo. Sante Messe saranno celebrate la
mattina alle ore 8, 10 e 11,15 e nel pomeriggio alle ore
18,30 presieduta dal Vescovo preceduta, dalle ore 17, dal
concerto corale della Santa Lucia. Alle ore 8,30 apertura
della pesca e alle ore 9,30 partenza della 31° Caminada
San Giuseppe. Alle ore 15 apertura dei giochi organizzati dai gruppi parrocchiali e dalle Acli, presentazione
del Moto Club Enduro Albanesi, delle moto da strada e
cross e presentazione di auto. Alle ore 15,30 esibizione
degli sbandieratori, alle 16 raduno Ferrari.
tro. La chiesa collega
queste vie che sembrano voler fuggire
ma che sono tutte legate insieme, perché
se non lo fossero non
formerebbero il quartiere più popoloso di
Jesi. Serve la festa per
sentirsi comunità che
sa lavorare, pregare,
soffrire e stare insieme. La piazza è cambiata nel tempo grazie ai parroci mons.
Giuseppe Quagliani e
don Giuliano Fiorentini: ora
è pavimentata, aperta alla
gente, con gli ulivi che quasi contornano il luogo dove
sono passate generazioni di
parrocchiani, giovani, adulti
e anziani per frequentarla
e trovare il luogo della ricreazione, della preghiera
e dell’impegno. Siamo una
comunità in cammino che
vuole essere un segno nel
quartiere, segno di tolleranza e di integrazione. Sono
cambiati nel tempo i parrocchiani, che con le provenienze etiche più diverse
lo hanno fatto diventare un
quartiere pieno di dialetti,
di colori, ma anche di gente
che a noi chiede l’accoglienza per sentirsi a casa propria. In fondo, san Giuseppe
era uno di loro, che è stato
mandato nel deserto ed è ritornato nel suo paese ed ha
dovuto accontentarsi di una
stalla per far nascere suo Figlio.
Viviamo la festa e se possiamo facciamo assaggiare i
nostri lupini a quelle persone che, diverse da noi negli
abiti e nel colore della pelle,
ci vivono accanto.
Remo Uncini
Giornata Mondiale della Gioventù
Sabato 27 marzo
«Maestro buono, che cosa devo
fare per avere in eredità la vita
eterna?» (Mc 10,17)
E’ una delle grandi domande di
senso a cui Gesù risponde con
la sua Bella Notizia! Vuoi scoprire cosa dice? lo faremo insieme
nella Chiesa Cattedrale di Jesi
sabato 27 marzo dalle 15 alle
18 celebrando insieme al Vescovo
Gerardo la XXV Giornata Mondiale della Gioventù (2010). Ci
incontriamo tra tutti i gruppi giovanili delle parrocchie, e non solo,
alle 15 direttamente in Chiesa per
lasciarci accogliere da Gesù e dal
suo sguardo di Amore.
Attraverso un percorso a tappe
scopriremo e ci interrogheremo
su alcuni grandi temi del nostro
tempo: il progresso va di pari passo allo sviluppo umano? Fraternità e lo sviluppo economico della
società civile, sviluppo dei popoli,
diritti, doveri, ambiente, vivere
la collaborazione della famiglia
umana, sviluppo dei popoli e tecnica.
Alle 17 il Vescovo Gerardo ci
presenterà il Messaggio del Papa,
potremo fargli liberamente le nostre domande e concluderemo
con la presentazione dei prossimi
due appuntamenti: le 12 miglia
dell’Agorà 2010 che si terranno il
22 e 23 maggio prossimi e la GMG
di Madrid il 15 agosto 2011.
Don Cristiano Marasca e l’equipe
di Pastorale Giovanile
Radio Duomo
Senigallia in Blu
(95,2 Mhz)
Tutte le mattine alle ore 7,06 e in replica alle 24,00
il pensiero del giorno del vescovo Gerardo Rocconi
Giornale radio alle ore 12,30 e alle 19,03 con notizie da Jesi
Il Palazzo e dintorni il giovedì alle 12,45 e alle 19,20
10
Politica e società
21 marzo 2010
Elezioni regionali del 28 e 29 marzo - Candidati di Jesi e Vallesina
Alle prossime elezioni regionali sono tre i candidati alla carica di presidente della Regione Marche: Erminio Marinelli, Gian Mario Spacca e Massimo Rossi. Gli elettori,
i prossimi 28 e 29 marzo, saranno chiamati ad esprimere il loro voto al candidato presidente e ad un candidato consigliere in una delle liste provinciali della coalizione che lo sostiene. Il Consiglio regionale è composto da 42 Consiglieri e dal Presidente della Giunta regionale; i 42 seggi di Consigliere regionale sono attribuiti nelle
circoscrizioni elettorali provinciali. Il seggio del Presidente è attribuito alla coalizione regionale che ha ottenuto la maggiore cifra elettorale regionale
Erminio Marinelli
Gian Mario Spacca
Massimo Rossi
Alleanza Riformista: Mammoli Katia
Italia dei Valori: Cingolani Paolo e Ceppi Marco.
La Destra: Montaruli Massimo
Coalizione regionale n. 1
Per le Marche - è sostenuto
da: Popolo della Libertà, Insieme per il presidente (Movimento autonomo piceno,
Italia centro, partito Repubblicano Italiano, Movimento
per l’Italia), La Destra e Lega
Nord.
Coalizione regionale n. 2
Gian Mario Spacca presidente – è sostenuto da: Alleanza
per l’Italia, Alleanza Riformista (Movimento Repubblicani europei, Partito Socialista
Italiano, Democrazia Cristiana Marche), Italia dei Valori,
Liste Civiche Marche, Partito Democratico, Unione di
Centro, Verdi.
Teatro di Ostra - Goethe in chiave moderna
Coalizione regionale n. 3
Unione democratica per le
Marche – è sostenuto da
Rifondazione Comunisti
Italiani e Sinistra Ecologia
e Libertà.
Tra i tanti candidati
della provincia
di Ancona,
segnaliamo quelli
della Vallesina
Lega Nord: Curzi Rudi
Partito Democratico: Badiali Fabio e Giancarli
Enzo.
Popolo della Libertà: Ballante Ivana, Consoli
Tiziano, Cesaroni Enrico, Magnani Milva,
Cola Simone.
Rifondazione, Comunisti Italiani:
Bucciarelli Raffaele e Cesarini Daniela
Sinistra, Ecologia e Libertà: Romitelli Luigi
Unione di Centro: Bevilacqua Gabriele
e Cocciarini Monia
Verdi: Maiolatesi Gilberto
Un convegno per il trentennale del “Centro Promozionale Famiglia”
Il Consultorio “La famiglia” compie trent’anni
Un’interessante
rielaborazione del Faust
segue da pag. 1
L
o spettacolo teatrale
titolato La sfida è un
evento culturale degno di
nota e di stima. Presentato al teatro Ferrari di San
Marcello il 6 marzo, replicato il 14 marzo a Morro
d’Alba, lo sarà di nuovo a
Ostra il 27 marzo, in teatro alle ore 21. Il capolavoro settecentesco di Johann
Wolfgang Goethe Faust è
stato ridotto, semplificato,
reso godibile per un pubblico ragionevolmente impegnato ed esigente, data
la mole e la complessità
dell’opera originale, da un
attento lavoro di mediazione culturale effettuato
da Andrea Mertzlufft, signora tedesca sposata a
San Marcello, conoscitrice
dell’opera stessa, capace
quindi di una sintesi brillante e scorrevole su temi
difficili ed importanti che
perennemente agitano il
cuore dell’uomo. La sfida
che Mefistofele osa lanciare a Dio per strappargli
l’anima dotta ed inquieta
del dottor Faust affascina,
mettendo in gioco l’idea di
Dio sempre disponibile a
scommettere sulla libertà
e sulla fiducia nell’uomo
al di là dei suoi peccati ed
errori, anche se l’offensiva
del maligno farebbe pensare prudente costringere
la creatura umana in un
ferreo progetto di predestinazione e di obbedienza servile nei confronti
del Creatore. Dio si rivela pronto a scommettere
che “un uomo buono nel
suo intimo impulso/sa
bene quale è la retta via”.
Mefistofele sarà servo disponibile a esaudire ogni
desiderio di Faust, guidandolo tra piaceri, seduzioni,
magie, diventando però, in
maniera suadente, sempre
nascita del Telefono Azzurpiù il vero padrone della ro proprio in quell’occasiosituazione di fronte ad un ne); il rapporto tra nonni,
Faust disponibile a perder- genitori e figli; l’affidamento
si se il maligno riuscisse a familiare; corsi per genitori
persuadere un disilluso da gestiti in collaborazione
tutto come lui, anche per con il Centro Psicopedagoun solo attimo, della godi- gico per la Pace di Daniele
bilità della vita. “Dovessi Novara, l’anoressia e la budire all’attimo:- Fermati, limia; la conflittualità nella
sei così bello- allora getta- coppia.
mi in catene, allora accet- Negli anni ‘90 poi realizterò la mia fine”.
zammo un’indagine sulla
L’amore della bella e buo- situazione degli adolescenti
na Margherita, sedotta a Jesi coinvolgendo le scuomagicamente da Faust no- le medie inferiori e i biennostante la sua virtù e tra- ni delle superiori jesine ed
gicamente abbandonata al elaborammo una pubblicasuo destino scompaginerà zione presentata nel conil piano quasi riuscito del vegno “Sapore di futuro”,
maligno, lasciando il fina- apprezzata dalle diverse
le a modo di un discorso agenzie educative che si ocsospeso e mai concluso cupavano di adolescenti.
dell’eterna sfida del bene
del male.
In queste iniziative pubQuattro giovani musici- bliche impegnavamo tanto
sti interagiscono nel bra- tempo ed energie ma i sucno con antiche musiche cessi ci davano lo stimolo
celtiche e con brani mo- per sperimentare nuove
derni donando notevole strade. Sul territorio, a
forza espressiva a sta- poco a poco, ci siamo fatti
ti d’animo ed emozioni. conoscere e siamo diventati
Gli attori, quasi tutti gio- un riferimento per le temavani, riescono sempre a tiche affrontate. Attualmencreare atmosfera e sug- te prosegue il nostro impegestione, tengono desta gno nei corsi di educazione
l’intelligenza, costringono sessuale agli adolescenti
a porsi nuove domande e - che ora si chiamano “corriflessioni: operano insom- si all’affettività”- rivolti ai
ma, nella difficile epoca ragazzi delle scuole medie
della banalità del Grande inferiori e superiori e alle
Fratello, un evento cultu- varie associazioni .
rale godibile e non noioso Nel tempo, si sono aggiunsalvaguardando la serietà ti i corsi per le famiglie, le
degli argomenti trattati.
coppie, i genitori; corsi per
Una mamma presente in la preparazione al matriteatro con la figlia di otto monio nelle parrocchie, la
anni mi ha riferito di aver- sensibilizzazione all’affidale sempre dato spiegazioni mento familiare. Il consulalle sue domande, non di torio nel tempo è diventaaver dovuto sopportare to anche la sede del Corso
una bambina annoiata e triennale per consulenti
disinteressata: se i bambi- familiari che fa capo alla
ni possono essere la prova scuola Ucipem di Roma.
del nove di quanto fanno Abbiamo lavorato molto e
gli adulti...
aperto strade nuove. QueDon Alberto Balducci sto impegno ci è stato rico-
nosciuto anche dagli Enti
pubblici locali con i quali
da anni collaboriamo per
le problematiche minorili e
per la sensibilizzazione sui
temi dell’affido familiare.
Contemporaneamente la
nostra attività di consulenti
familiari, lentamente, si avviava. Tanta gente è passata
per le nostre sale di consu-
prevalentemente composto
da volontari (al di là della
propria formazione personale e professionale hanno
tutti frequentato il Corso
triennale per consulenti familiari della scuola Ucipem
di Roma) che offrono la
loro professionalità a titolo
gratuito.
In occasione del trentesimo
anniversario, il Centro Pro-
lenza, tante lacrime, tante mozionale “la famiglia” di
sofferenze, tante gioie… Se Jesi organizza un convegno
quei muri potessero parla- in due giornate sul tema
re, ne avrebbero di cose da della mediazione familiare,
raccontare, ma “loro”, come per presentare alla cittadinoi, sono tenuti al segreto nanza le caratteristiche di
professionale e quindi tac- questo percorso. Il conveciono. Tante persone han- gno vuole informare e senno ricevuto aiuto e questo sibilizzare sulle conseguenci riempie di gioia e di or- ze di una crisi familiare e si
goglio; e anche se non sia- svolgerà il 19 e il 23 marzo
mo riusciti a risolvere tutti prossimi, a Jesi, presso la
i problemi abbiamo sempre sala della Fondazione Coaccolto e ascoltato tutti.
locci, in via Angeloni dalE se ogni risultato positivo le ore 17. Questa iniziativa
ci dà gioia e voglia di con- è resa possibile grazie al
tinuare, ogni insuccesso ci sostegno della Fondazione
ricorda che non abbiamo Cassa di Risparmio di Jesi,
la “bacchetta magica”, ma del comune di Jesi, dell’Amsiamo solo persone inna- bito Territoriale Sociale
morate del nostro prossimo IX, della Regione Marche
e la conoscenza dei nostri e dell’Associazione Italiana
limiti serve per migliorarci Mediatori Sistemici.
nell’aiuto da dare agli altri.
“Vale la pena parlarsi?
Una possibilità per non
Il Consultorio svolge la sua dividere in due i propri fiattività grazie al contribu- gli” è il filo conduttore dei
to della Diocesi di Jesi ed è due pomeriggi di studio: il
primo, venerdì 19 marzo, sarà guidato dal prof.
Franco Nanetti, psicologo,
psicoterapeuta,
docente
dell’Università di Urbino,
presidente della Scuola di
Formazione in Counseling
Interpersonale
Integrato
Aipac.
Nel secondo, martedì 23
marzo, il prof. Dino Mazzei guiderà la riflessione e
proporrà le sue considerazioni sulla mediazione familiare come un possibile
percorso nelle problematiche della separazione. Il
prof. Mazzei è psicoterapeuta, mediatore familiare
AIMS, Associazione Internazionale Mediatori Sistemici, direttore della Scuola
di Psicoterapia Familiare di
Siena.
La presidente Anna Maria
Massacci e l’equipe del consultorio invitano la cittadinanza a partecipare a questo momento di riflessione
che vuole anche proporsi di
migliorare l’attività di accoglienza a sostegno della
persona, della coppia e del
gruppo familiare. Un invito particolare a prendere
parte a questi momenti formativi è per gli educatori,
i catechisti e gli animatori
dei bambini e ragazzi che si
trovano spesso con ragazzi
che vivono difficoltà familiari.
L’equipe del consultorio
Le consulenti familiari
Egizia Lodari Mimmotti e
Barbara Bedini presentano
le attività del consultorio
nel corso di una trasmissione radiofonica di Radio
Duomo Senigallia In Blu.
Sarà possibile ascoltare la
trasmissione mercoledì 17
marzo alle ore 12 e domenica 21 marzo alle ore 8,30.
Nella foto Egizia e Barbara
mentre preparano la
trasmissione radiofonica.
1923
Vallesina
21 marzo 2010
11
Jesi, 27 marzo ore 21,15: in occasione del suo ventesimo anniversario, la “Brunella Maggiori” invita la cittadinanza
La corale in teatro per l’Ail con “I Crodaioli”
P
arafrasando il contenuto di uno
spot pubblicitario verrebbe da
dire: “per celebrare un anniversario importante non c’è niente di
meglio di un importante appuntamento”. L’anniversario è quello
festeggiato dalla Corale “Brunella
Maggiori” di Jesi che da 20 anni
promuove l’antica tradizione del
cantare insieme, sia brani ispirati
al sacro e religioso, così come quelli della cultura popolare con particolare dedizione a quel fenomeno
tutto italiano dei cori così detti
“di montagna”. L’appuntamento è
quello del 27 marzo prossimo (ore
21,15) quando a condividere la festa di compleanno del gruppo di
canto jesino ritornerà in città uno
dei più blasonati complessi vocali
che hanno scelto il repertorio di
montagna per esaltare la tradizione, la storia, gli eventi e le atmosfere di una larga parte del territorio
nazionale; un coro la cui notorietà
ha varcato da tempo i confini nazionali e la cui armonia è diventata
fonte di ispirazione e di imitazione
per molti complessi vocali. Stiamo
parlando del Coro “I Crodaioli” di
Arzignano, un gruppo nato nell’ormai lontano 1958 che molti definiscono “Espressione coraggiosa della vicentinità”, una formazione che
ha al suo attivo più di tremila con- si esibirono con enorme successo
certi in ogni parte del mondo, una nel Santuario della Madonna delentità corale diretta da quel “mo- le Grazie. Per questa occasione,
stro” di professionalità che rispon- grazie alla sensibilità dell’Ammide al nome di Bepi de Marzi, uno nistrazione comunale, è stato loro
spirito libero che ha lavorato a lun- concesso di esibirsi nel massimo
go con il poeta padre David Maria tempio cittadino della musica: il
Turoldo nella elaborazione di salmi teatro “G. B. Pergolesi” , un amper la liturgia, un compositore di biente in cui le sonorità vocali
musica sacra che nel campo della sono esaltate da una acustica eccemusica popolare ha firmato oltre zionale.
150 brani, tra i quali il memorabi- L’iniziativa culturale è stata resa
le “Signore delle cime” cantato e possibile anche in virtù del contradotto in tutto il mondo. E’ sta- vinto appoggio dell’assessorato
to proprio De Marzi a fondare “I alla sanità della Regione Marche e
Crodaioli” che tuttora dirige; ha dell’Asur di zona che hanno consuonato per vent’anni l’organo e il diviso le finalità perseguite dalla
clavicembalo nei “Solisti Veneti” di “Brunella Maggiori” che nei suoi
Claudio Scimone, è insegnante nel venti anni di attività ha sempre
Conservatorio di musica di Padova portato all’attenzione delle platee
e svolge una intensa attività gior- l’impegno morale ed economico
nalistica e di narratore.
nei confronti dell’AIL, l’AssociaGià una decina di anni or sono, “I zione italiana contro le leucemie,
Crodaioli” arrivarono nella città linfomi e mieloma. Una missiodi Pergolesi per stringersi attorno ne testimoniata già nel suo nome,
ai giovanissimi cantori della “Bru- quello di Brunella Maggiori, stronnella Maggiori”; in quell’occasione cata da una grave malattia a soli 23
Pianello Vallesina: una costruzione Lego per ricordare
I bambini e le sofferenze degli ebrei
U
n bambino di V^ elementare della Scuola
Primaria di Pianello è rimasto profondamente colpito
dalla visione del film “La
vita è bella” di Benigni. In
occasione della Giornata
della Memoria dello scorso
27 gennaio, la maestra aveva
invitato i bambini a riflettere sulle condizioni disumane degli Ebrei, durante la
seconda guerra mondiale a
causa delle leggi razziali di
Hitler. Elia, tornato a casa,
ha cercato delle immagini su
Internet che riproducessero
il campo di concentramento di Auschwitz. Si è messo
subito all’opera, realizzando
nel giro di alcuni pomeriggi,
un modellino di cm 50 x 40
circa del lager nazista con
le costruzioni Lego, usate
tante altre volte per giocare
con robot, macchinette, piste, castelli… insieme ai suoi
amici. Il “plastico” realizzato
è stato portato da sua madre
a scuola, destando ammirazione tra i suoi compagni,
che lo hanno apprezzato
con un caloroso applauso.
Ancora oggi i bambini, se
opportunamente motivati,
dimostrano fantasia, spirito
di creatività, ma soprattutto una profonda sensibilità
verso il rispetto della vita
umana e la sua dignità. Un
esempio importante anche
per noi adulti, troppo spesso attratti da uno sterile materialismo e individualismo.
Alessandra Rossi
Nella foto Elia Compagnoni
e la sua realizzazione
San Paolo di Jesi ricorda il carabiniere Domenico Ricci
Commemorare e guardare al futuro
S
i è celebrata martedì 16 marzo a San Paolo
di Jesi la cerimonia di commemorazione
in ricordo del 32° anniversario della strage di
via Fani, in cui perse la vita Domenico Ricci.
Membro della scorta e autista di fiducia di Aldo
Moro, l’Appuntato dei Carabinieri originario di
San Paolo di Jesi morì a 42 anni durante il sequestro del politico da parte delle Brigate Rosse,
lasciando la moglie e due bambini. La cerimonia si è aperta in mattinata con la messa del Vescovo di Jesi Gerardo Rocconi, presso la Chiesa Parrocchiale del paese, per poi proseguire
al cimitero civico con la deposizione dei fiori
sulla tomba dell’Appuntato e il saluto del sindaco Sandro Barcaglioni. Oltre alle autorità locali, erano
presenti il presidente del Consiglio
della Provincia Luciano Antonietti, il sindaco di Staffolo Sauro Ragni, il comandante provinciale dei
Carabinieri di Ancona colonnello
Liviano Marino, il comandante
della Compagnia Carabinieri di Jesi
capitano Carmelo Grasso ed altri
esponenti delle forze dell’ordine.
“Questa giornata in memoria di
Ricci non ha solo valenza civile ma
anche religiosa - ha spiegato durante la cerimonia il vescovo Rocconi - la fuga dalla fede, infatti, porta all’egoismo e all’immoralità diffusa,
ad una perdita di spirito che ha risvolti poi nella
società civile”. Deciso anche l’intervento del sindaco Barcaglioni: “È il momento di recuperare
il patrimonio di valori condivisi che esistevano
in passato – ha detto – L’Italia di Ricci era diversa da quella attuale: povertà e miseria non
mancavano eppure c’era voglia di ricominciare.
Questi momenti ci siano da stimolo per affrontare il presente e guardare con fiducia il futuro”.
Chiara Cascio
anni. Con il pensiero rivolto a Brunella e all’Ail i “ragazzi” di Stefano
Contadini, direttore della corale
fin dalla sua nascita, si apprestano
a vivere questo momento di festa
di compleanno assieme ai “fratelli
maggiori” del coro “I Crodaioli” di
Bepi de Marzi; un festa che ancora una volta vuole proporsi come
occasione per stare vicini e raccogliere fondi da destinare alla ricerca contro le leucemie.
Questo il programma della serata:
apertura con il saluto delle autorità
tra le quali il dott. Pietro Leoni (vice-presidente Ail e direttore della
clinica di ematologia dell’ospedale
di Torrette), dott. Marco Lucchetti
(per la Regione Marche, presidente
della V commissione) M° Aldo Cicconofri, Presidente Associazione
regionale cori marchigiani – Arcom), oltre a rappresentanti del Comune di Jesi e dell’Asur 5. L’esecuzione di alcuni brani da parte della
corale Brunella Maggiori precederà
quella del coro “I Crodaioli”.
Rassegna ‘Amici della Musica’: flauto e clavicembalo in concerto
Nei giardini delle feste galanti
E’
stato detto che per comprendere la musica classica, soprattutto barocca, occorre
ascoltare immaginando paesaggi e ambien-
ti dell’epoca in cui essa fu composta. Non è
facile. Oggi tutto è profondamente cambiato.
Il canto degli uccelli, lo stormire degli alberi,
lo zampillare delle fontane, lo scrosciare della
pioggia, la voce del vento, la bellezza di giardini incantati non sono più sorgenti d’ispirazione. Asfalto, cemento, grattacieli, rumori e
grida che stordiscono hanno preso il loro posto. Non resta allora che avere di fronte quanto di un’epoca lontana le arti visive, soprattutto pittura e architettura, ancora ricordano.
Suggeriscono richiami simili J. S. Bach e
F. Händel, nati entrambi nel 1685, ma dalla
personalità spiccatamente diversa. Sono stati
ascoltati nel sesto concerto degli ‘Amici della
Musica’, il 7 marzo, in composizioni per flauto e clavicembalo affidate rispettivamente
all’interpretazione di Fabiola Santi, giovane
concertista marchigiana, collaboratrice della
Fondazione Pergolesi Spontini, e di Willem
DAL 1923
Peerik, olandese, nel verde degli anni anche
lui. E’ inoltre pianista, ricercatore, direttore di
coro e direttore del Festival di musica antica
‘Musicae amoeni loci’.
A quadri di C. Lorrain, alle vedute di G.
Van Wittel, agli affreschi di Giambattista e Giandomenico Tiepolo e soprattutto alle “Feste galanti” di J.A. Watteau ha
fatto pensare la arcadica Sonata per flauto e basso continuo BWV 1035 di Bach.
Nella Partita per flauto solo BWV 1013,
ancora di Bach, si respira la stessa atmosfera bucolica che diventa più scherzosa
e spensierata nella ‘Hamburger Sonate’
per flauto e basso continuo.
F. Händel stupisce invece per la sua fervida, esuberante ispirazione, evidente
anche in composizioni ‘minori’ , come
la Sonata HWV 367b per flauto e basso
continuo. Un agilissimo rincorrersi di
note, un virtuosismo strepitoso rivelano un deciso carattere anche nella Suite per clavicembalo HWV 428 e nella Sonata
per flauto e basso continuo HWV 362. Händel
guardò a grandi maestri italiani, a D. Scarlatti
per il canto, ad A. Corelli per la scrittura strumentale e ai compositori francesi, cogliendo
anche suggerimenti dalla musica popolare.
Tuttavia ogni espressione musicale riuscì ad
organizzare in forme nuove grazie ad un’eccezionale intuizione e ad una straordinaria
capacità di assimilazione e di elaborazione.
Nessun altro compositore riuscì, come lui, a
sintetizzare compiutamente tutti i caratteri
della musica barocca.
Ascoltando per sognare e ricordare. Con la
replica della ‘Hamburger Sonate’ si è concluso un concerto deliziosamente evocativo, fra
gli applausi del pubblico.
Fotoservizio Augusta Franco Cardinali
Nella foto il clavicembalista Willem Peerik,
la flautista Fabiola Santi
Tel. 0731-21.33.70 - www.mattoli.it
Diocesi di Jesi
Azione Cattolica
Comunione e Liberazione
VISITA ALLA SANTA SINDONE
Proposta A
Sabato 15 maggio 2010
Partenza: ore 3,00 dal Piazzale delle Corriere a Porta Valle
Arrivo a Torino: (previsto) ore 12,00
Ingresso in Duomo per la visita alla Santa Sindone ore 12,30
Pranzo al sacco oppure self service Ristoro don Bosco, su prenotazione al momento dell’iscrizione (€ 12,00)
Celebrazione S. Messa presieduta da S.E. Mons. Gerardo Rocconi alla Basilica Maria Ausiliatrice ore 15,00.
Partenza da Torino e rientro a Jesi.
Minimo 50 partecipanti.
La quota di partecipazione è di € 40,00.
Proposta B
Sabato 15 maggio 2010
Domenica 16 maggio 2010
Partenza: ore 3,00 dal Piazzale delle Corriere a Porta Valle
Arrivo a Torino: (previsto) ore 12,00
Ingresso in Duomo per la visita alla Santa Sindone ore 12,30
Pranzo al sacco oppure self service Ristoro don Bosco, su prenotazione al momento dell’iscrizione (€ 12,00)
Celebrazione S. Messa presieduta da S.E. Mons. Gerardo Rocconi alla Basilica Maria Ausiliatrice ore 15,00
Partenza da Torino per Pavia.
Trasferimento e sistemazione in hotel (Hotel ***Rosengarten/Excelsior) cena.
Domenica 16 maggio 2010:
Prima colazione.
S. Messa nella Basilica di San Pietro in Ciel d'Oro di Pavia ore 9,00
Visita guidata dell’Arca di Sant’Agostino, che accoglie le spoglie mortali del Santo, Padre della Chiesa
Pranzo al ristorante ore 12,30
Visita guidata alla Certosa di Pavia ore 15,00
Rientro a Jesi previsto alle ore 21,00 ca.
Minimo 50 partecipanti
La quota di partecipazione è di € 140,00 (Supplemento singola € 20,00) e comprende:
Il viaggio in pullman a/r; pernottamento a Pavia, la cena del sabato, la colazione ed il pranzo della
domenica.Non comprende: il pranzo del sabato e la cena della domenica lungo il viaggio.
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA entro il 15 aprile 2010 o fino ad esaurimento posti.
N.B. L’itinerario previsto nel programma potrebbe subire delle variazioni nell’ordine di effettuazione
senza comunque cambiare il contenuto.
Prenotazioni presso Incontri Europei, Viale del Lavoro 4/o , Jesi
Per informazioni tel. 340.6452327
Dopo la scadenza del 15 aprile 2010 le quote versate non potranno essere rimborsate.
Economia
21 marzo 2010
Il comune di Jesi e le iniziative per l’ambiente
Il CESTAS promuove il tema delle Foreste
I
I
13
Riduzione del traffico e controlli Un concorso per le scuole
l sindaco Fabiano Belcecchi e l’assessore
all’ambiente Gilberto Maiolatesi hanno
espresso soddisfazione per il successo della
“domenica ecologica” del 14 marzo e ringraziato i cittadini: “Una iniziativa che non voleva essere limitativa all’uso dell’auto, piuttosto propositiva per vivere la città senza il
bisogno di servirsi del proprio veicolo. Un
ringraziamento particolare va al corpo di polizia municipale per il grande lavoro svolto.
Nel corso della giornata di domenica si sono
alternate quattro pattuglie di vigili urbani la
mattina e tre nel pomeriggio. Preziosa la collaborazione dell’Associazione carabinieri in
congedo con due postazioni alle porte della
città e la grande disponibilità a spiegare agli
automobilisti che stavano entrando nel territorio comunale limitazioni e deroghe. Anche
sulla scorta dei risultati di questa “domenica ecologica”, l’Amministrazione comunale
si prepara alla migliore programmazione di
alcune giornate di targhe alterne da svolgersi nei mesi di aprile e maggio. Nei prossimi
giorni partirà una massiccia campagna di
comunicazione per informare al meglio la
cittadinanza.”
L’assessore all’ambiente del comune di Jesi,
Gilberto Maiolatesi, in una conferenza stampa dello scorso 17 febbraio, aveva illustrato
le misure, decise dalla Giunta comunale, per
ridurre l’inquinamento ambientale. Presente
alla conferenza stampa anche l’ing. Andrea
Crocetti, referente del gruppo di lavoro tecnico intersettoriale, voluto dalla Giunta per
affrontare l’andamento negativo dei dati rilevati sull’inquinamento della città. L’incarico del gruppo di lavoro è stato quello di dare
indicazioni di massima e suggerimenti, al governo cittadino, su come affrontare e migliorare la situazione ambientale preoccupante
che Jesi sta registrando da diversi anni.
E si è andato a ragionare proprio sul confronto dei dati degli ultimi sette anni. Se si paragonano i dati del mese di gennaio dal 2004 al
2010, risulterà che, anche per quanto riguarda il numero di giorni in cui è stato registrato
uno sforamento della percentuale di polveri
sottili nell’aria, il numero di quest’anno è in
linea con quella degli anni precedenti. Dal
2004 a oggi, infatti, la media degli sforamenti nel mese di gennaio, si attesta sui 16,8. Se
si considera che nel gennaio 2010 sono stati
17, la situazione pare non stia peggiorando.
Ed anche al confronto con le altre principali
realtà della provincia, alla luce dei dati delle
centraline, la situazione jesina è in linea con
quella delle altre città. Va detto , per correttezza, che questi dati risultano, comunque, al
di sopra di quelli consentiti dalla legge. Per
questo motivo, infatti, l’assessore Maiolatesi
dovrà affrontare un esposto in Procura per
non aver affrontato con tempestività l’emergenza smog che sta affliggendo l’aria che respirano gli jesini.
I provvedimenti, calcolati incrociando le
esigenze ambientali con quelle del piano del
traffico, si concentreranno maggiormente
sull’asse sud della città e su Viale della Vit-
toria. Per quanto riguarda il Viale, anche se
l Cestas (Centro di Educazione Sanitail numero dei veicoli calcolati che lo percorria e Tecnologie Appropriate Sanitarie) è
rono sono un terzo in meno rispetto all’asse un’Organizzazione non governativa da più
sud, si andrà ad intervenire sui semafori, cre- di 30 anni impegnata nella cooperazione
ando delle rotatorie, in modo da rendere più allo sviluppo e nella promozione di attività
scorrevole il traffico e da evitare soste spesso di Educazione allo Sviluppo che abbracciano
anche inutili.
tematiche relative alla tutela dei diritti umaPer quanto riguarda l’asse sud, gli interven- ni e dell’ambiente e alla promozione di pace
ti saranno più drastici. Saranno inibiti alla e intercultura.
circolazione i mezzi pesanti, superiori alle Attualmente il Cestas è impegnato nella pro35 tonnellate, dalla rotatoria di Viale Trie- mozione a livello nazionale di un progetto di
ste a quella di via del Molino. Da qui fino Educazione allo Sviluppo relativo alla tutela
alla rotatoria che si ricollega con via Roma, delle risorse forestali del mondo. Il progetto
potranno circolare i mezzi di tali dimensio- dal titolo “Sviluppo sostenibile delle risorse
ni solo ed esclusivamente se in possesso di forestali e comunità locali: esperienze di ong
appositi permessi, rilasciati per l’impossibi- in America Latina e Africa” è promosso da
lità dimostrata dagli esercizi commerciali di Cestas in collaborazione Cisv e Ctm e sostequella zona, a far circolare mezzi più piccoli. nuto dal Ministero degli Affari Esteri ItaliaDomenica 14 marzo è avvenuto il blocco to- no. L’obiettivo del progetto è quello di protale del traffico per tutta la città. Da questa muovere la conoscenza e l’applicazione delle
settimana, tutte le domeniche e tutti i lune- pratiche di uso e consumo sostenibile delle
dì, il traffico della città sarà a targhe alterne. risorse forestali nel mondo, in particolare
Probabili permessi verranno dati alle auto- di quelle primarie tropicali, attraverso una
vetture Euro 4, a quelle a metano o a Gpl, campagna di educazione allo sviluppo sosteed a quelle con almeno quattro passeggeri nibile e di comunicazione sociale
a bordo. Il provvedimento si ripeterà fino al Il progetto comprende diverse attività tra
30 aprile, quando si confronteranno i dati cui laboratori didattici per le scuole, un
delle centraline per valutare l’effettiva effi- bando di concorso e una mostra interattiva.
cacia dell’intervento.
Sono tre gli istituti scolastici della provincia
L’assessore Maiolatesi annuncia altre tipo- di Ancona che hanno aderito ai laboratori:
logie di interventi, che avranno effetti più l’Itas Galilei di Jesi, l’Ipsia E. Pieralisi (sede
a lungo termine. Aumenteranno i controlli
sulle caldaie, altra iniziativa fondamentale
se si considera che i valori più alti di pol- Progetto macrofiliera suina
veri nocive nell’aria si registrano nei giorni
più freddi dell’anno, anche a causa dell’aumento del regime di funzionamento delle
caldaie delle abitazioni. Vigilare sulla messa
arola d’ordine: superare la crisi. La sfida
a norma di queste, dunque, può dare alcuni
delle Marche tocca diversi settori, non
piccoli ma significativi risultati
ultimo l’agroalimentare, punto di ripartenMaiolatesi affronterà anche un’altra tipo- za per un territorio che deve rivedere un
logia di intervento, i cui risultati potranno sistema produttivo. Le misure del Piano
vedersi solo tra diversi anni. Diffondere de- di Sviluppo Rurale hanno cercato di forterminati valori culturali e di educazione nire alcuni strumenti utili per rilanciare il
ad un corretto comportamento del singolo comparto. Chi è stato capace di coglierli ha
cittadino, a difesa dell’ambiente, è un passo oggi alcune possibilità interessanti. Lo sta
fondamentale per raggiungere una più cor- facendo il settore suinicolo marchigiano,
retta convivenza tra uomo e natura. Ver- intenzionato a rilanciare dopo la grave criranno proposte dall’assessorato all’ambien- si che lo ha colpito portando alla chiusura
te numerose iniziative per sensibilizzare, di diversi allevamenti regionali. L’occasiosoprattutto i più piccoli, ad un rispetto di ne sono appunto i progetti integrati di fialcune piccole ma determinanti regole, per liera previsti dal PSR 2007-2013 e destinati
poter cambiare un atteggiamento culturale, ai prodotti agroalimentari di qualità. La
che è proprio di tutto il mondo occidentale, proposta è quella di Suinmarche OP, l’orgafortemente industrializzato. Una sfida, qua- nizzazione di produttori protagonista della
si una scommessa, difficilissima da vincere realtà suinicola marchigiana, che ribadisce
ma che vale la pena di essere giocata.
come il settore sia in grado di rispondere
Dunque, interventi di ampio raggio per pienamente alle istanze previste dai bandi
migliorare la situazione dell’inquinamento regionali appena pubblicati. Un progetto,
per la città di Jesi. Tali provvedimenti sem- presentato nei giorni scorsi ad operatori e
brano contrastare con l’atteggiamento di giornalisti, aperto a tutti gli operatori della
una Giunta comunale che, alla luce di dati regione e dal titolo emblematico, ‘Territoche provano l’effettiva pessima situazione rio + lavoro + maiale = Marche’.
dell’aria, decide di riaccendere uno stabi- “È la prima volta che si fa un’operazione
limento come quello dell’ex-zuccherificio, che coinvolge tutte le componenti del setche aumenterà il tasso di polveri nocive per tore, dall’allevatore al trasformatore fino a
la salute dei cittadini.
confezionamento e distribuzione”. È il comAndrea Antolini mento di Enrico Salvadego, presidente di
Suinmarche OP. “Qui risiede la possibilità
di andare incontro agli addetti del settore,
dando nuova linfa alle attività, ma anche
di certificare la qualità della carne di tutta
la carcassa suina”. Passaggio fondamentale
è infatti l’adesione degli allevatori a QM.
Così la pensa anche Fabio Onofri, dell’Assam, che ha ricordato come QM, marchio
di qualità della Regione Marche sia garanzia
della rintracciabilità del prodotto e dell’assenza di OGM nella sua preparazione: “QM
si inserisce appieno nella filiera suinicola di
cui oggi parliamo – ha detto Onofri – dove
la rintracciabilità viene garantita da un
organismo terzo di certificazione e dove l’assenza di OGM è garantita da analisi documentale e prelievo in campo”.
La strada è segnata: sviluppare un sistema
di qualità legato al territorio e alle sue tra-
Latte Fresco
Alta Qualità
Salvati di Pianello Vallesina) e l’Istituto Podesti di Chiaravalle.
I laboratori saranno realizzati attraverso la
presenza di educatori ambientali e la visione
di video, ascolto di sequenze audio, analisi di
articoli e immagini, lavori di gruppo, ricerca
bibliografica e on line, ideazione di prodotti
di comunicazione sociale.
In secondo luogo Il progetto prevede un
concorso a premi dal titolo “Mangi la foglia?”
rivolto agli istituti superiori di Marche, Emilia Romagna, Puglia e Piemonte, e ad associazioni giovanili per la realizzazione di un
prodotto di comunicazione sociale (manifesto, video, spot radio).
E’ inoltre prevista per il periodo di aprile
l’installazione di una mostra interattiva sulle foreste nel mondo pensata per esplorare i
diversi linguaggi della comunicazione sociale ambientale, per informare, sensibilizzare
e modificare le attitudini di uso e consumo
delle foreste in senso maggiormente equo e
sostenibile.
Tutti i cittadini della Vallesina sono invitati a
partecipare alle attività di questo percorso al
fine di invertire la brutale tendenza alla deforestazione.
È possibile scaricare il bando sul sito www.
cestas.org oppure richiedere informazioni
telefonando allo 0731 221881 o scrivendo
a [email protected].
nelle Marche
Si riparte dall’agroalimentare
P
dizioni gastronomiche (quelle del maiale
di qualità) che permetta agli allevamenti
nostrani di reggere l’urto della globalizzazione dei mercati e reagire alla crisi. Il
progetto presentato da Suinmarche OP
è anche finalizzato a trasferire al settore
primario una maggiore quota di valore aggiunto per le produzioni agroalimentari di
qualità.
Una strada che la Regione ha stimolato,
promuovendo i bandi di filiera anche per
quella suina: “Puntare sulla qualità e non
sulle grandi masse di produzione”: questo
l’input della macrofiliera, così come chiarito da Lorenzo Bisogni, della Regione
Marche, che ha poi indicato gli aspetti tecnici: “30mila capi e 20 produttori diretti le
condizioni di accesso per la macrofiliera
suina, che deve rimanere funzionante per
tre anni”. Entro il 16 aprile gli allevatori
devono manifestare il loro interesse per il
progetto, mentre dopo quella data la Regione si prenderà 30 giorni per l’istruttoria
del progetto e le imprese avranno 90 giorni
di tempo per la predisposizione della documentazione. “Il piano dovrebbe essere
operativo a partire da febbraio 2011”. 3
milioni di euro sono la cifra prevista per
la macrofiliera suina, dei quali le voci più
rilevanti riguardano la formazione degli
imprenditori (100mila euro) e la trasformazione dei prodotti biologici (1milione e
seicentomila euro).
La sfida del settore è dunque appena iniziata e non rinuncia anche all’apporto della
ricerca scientifica, che guarda alla “multifunzionalità, decisiva per gli agricoltori”, ha
detto, in occasione dell’incontro, Giuseppe Natale Frega, della Facoltà di Agraria
dell’Università Politecnica delle Marche.
Frega ha parlato di un’agricoltura “fondamentale per la collettività, dato che l’Italia
conta 900mila addetti, di cui 2,5 milioni
sono quelli occupati nel settore agroalimentare”. Proprio con l’Università, Suinmarche
OP si muoverà sul fronte della ricerca per
la valorizzazione economica dei sottoprodotti della macellazione del maiale e dei
tagli meno nobili della carcassa suina.
Maria Chiara La Rovere
14
Pagina Aperta
21 marzo 2010
Jesi – Il Palazzo e dintorni
Q
L’acqua del Tnt
ualche giorno fa, tra le tante notizie che arrivano da
Jesi via internet, mi ha interessato quella del TNT che invitava ad un incontro-dibattito sul
problema della privatizzazione
dell’acqua che, come si sa, è in
via di attuazione grazie al decreto legge n. 135 del settembre
scorso già convertito in legge.
Il tema, di per sé molto importante, con in più la curiosità di
toccare con mano il metodo del
TNT di portare all’attenzione
della città un certo problema,
mi ha spinto ad andare in quel
vecchio capannone nel quale
non ero più entrato dai tempi della crisi della Gherardi. Si
presenta amplissimo, disadorno, con bancarella per vendite
di caffè e saponette di solidarietà (e come fai a non comprare
qualche cosa?) e un nutrito
angolo bar. Sovrasta la scritta
“La rivoluzione continua” e ti
pervade un denso fumo di sigaretta che esce da molte bocche
dei presenti, una quarantina.
Illustra il tema Marco Bersani di Roma, dei Centri Sociali,
molto preparato, che espone
con chiarezza il tema e i rischi
qualora la gestione dell’acqua
(bene primario come l’aria) finisse in mano ai privati, spinti
solo dal guadagno: avremo o
l’aumento dei prezzi o l’abbandono della manutenzione o
servizi più scadenti, sempre in
nome del massimo guadagno
con il minimo sforzo. Il relatore
suggerisce, entrando nel merito
della situazione di Jesi e dintorni - cioè Muliservisi-Gorgovivo - di trasformare l’attuale
ente gestore da Spa in azienda
consortile, per cui si evita l’obbligo dell’appalto, di fronte al
quale, come vuole la legge, l’ente pubblico è perdente in quanto come Spa, non potrà detene-
re più del 30 per cento.
E’ seguita l’illustrazione, su altro piano, del sindaco di Monsano Gianluca Fioretti che ha
dimostrato alcune perplessità
nell’attuazione della via suggerita da Bersani. Infine c’è stato
l’intervento del consigliere comunale di Fabriano, Emanuele Rossi, che si è mosso su un
piano prevalentemente teorico.
Nell’insieme l’incontro è risultato utile, approfondito e tale
da stimolare la riflessione su
un tema delicatissimo. Strano
che i nostri “partitoni” ancora
non ne abbiano fatto oggetto di valutazione. Chissà cosa
pensa di fare Multiservizi che,
come è noto, è una Spa in mani
pubbliche al 100 per cento, ma
la legge voluta dall’Unione europea restringe il campo degli
enti pubblici al 30 per cento e
obbliga la concorrenza con i
privati. I quali sono già superagguerriti sia a livello nazionale
sia, più ancora, a livello di imprese multinazionali (Svizzera,
Francia) per impadronirsi della
gestione della nostra acqua.
Caro sindaco, dobbiamo stare
tranquilli? Il Consiglio comunale non ha niente da suggerire a Multiservizi Spa nella
quale siamo dentro con una
nostra quota? Che pensano
gli altri enti pubblici che fanno parte della Spa? E il capo
gruppo Pdl, che notte e giorno
interroga a fiumi il “non troppo amato” Belcecchi, trova un
posticino per una domanda
sull’avvenire della nostra acqua, possibilmente con una
terminologia che non sia molto al di sopra delle righe, come
purtroppo è avvenuto nei giorni scorsi, al punto da umiliare
sia chi la usa sia il parlamentino di Jesi?
v.m.
NotizieBrevi
Monte Roberto
Il comune di Monte Roberto promuove una serie
di incontri sulla relazione educativa e sulla prevenzione del disagio giovanile. Il prossimo appuntamento, presso il centro polivalente di Pianello
Vallesina, sarà il 30 marzo alle ore 21 con Lorenzo
Brocchini, avvocato, educatore e psicologo, che da anni
lavora nell’Associazione Oikos e si occupa del recupero
dei Tossicodipendenti e che terrà una conversazione sul
tema: “Guardiamoci negli occhi: la prevenzione possibile”.
I pastrocchi de nonno Pié
Torna sulla scena la compagnia teatrale El Passì con la
commedia brillante I pastrocchi de nonno Pié, nell’ambito della VII Rassegna in vernacolo jesino “Lo Sberleffo”.
Due le rappresentazioni in programma al Teatro Pergolesi di Jesi: sabato 20 marzo alle ore 21, e domenica 21
marzo alle ore 17,30. Il ricavato sarà devoluto alla Croce
Rossa Italiana.
Telefonata al medico:
Sto male muntobè
Dotto’, dotto’sto male muntobe’. Come? Sta male molto bene?
Noo male muntobee’… ncerte sdolorade! Evacua?... Sci sci
dotto’ tutt’acqua! Ci vuole un astringente… Ah c’ede tanta
gente?! Che c’entra la gente! Ha febbre?
Da sempre, dide? No, dottò,m’ha ‘ncominciado dopo che ho
magnado i fagioli!... Allora prenda un astringente, un limone,
per far passare il dolore!
Ah sta male pure ‘l fattore? Difatti ieri era gialletto be’, non
c’avrà le tirizie per via del fetego! Cosa centra il fegato! Cosa
c’entra il fattore!... Lei è un caso patologico! Biologico dide?Ce
l’ho ce l’ho i pummidori giuppe ‘l campo…Pure le patate, i fagioli, la lenta,l’ua, ‘gni sorta de verdure…
Ma signora, mi chiama per curarsi o per chiacchierare di
questo e quello?
Ah dide che doma’ è tempo bello? BASTA!... Lei signora ha
proprio voglia di farmi perdere tempo, io non la capisco:
Alla fine mi parla del biologico del suo campo e mi chiede
sul tempo di domani! E’ troppo!! Io sono un medico, mica un
interprete,un giornalista… O un indovino?!
Ecco! Brao dotto’, posso gi’ a guarda’ su Frade ‘Ndovino! Non
c’aveo pensado… Pure sci ammò che ho parlado co’ vu…me
pare che me s’è passade se sdolorade!
Effetto placebo! Si vede che avevate più intenzione di star
bene che male! Lei mi ha dato modo di sperimentare una
medicina alternativa! Brava signora! Lei ora sta veramente
molto bene!
Visto dotto’? Rimedi naturali…De giuppe ‘l campo…’N po’ de
comprensio’’,na chiacchierada, ‘na risada…E se passa ‘gnico’!
Maria Giannetta Grizi (dedicata al Passi’)
Laboratorio analisi dell’ospedale
Un nuovo sistema
D
al 1° marzo è attivo, presso il Laboratorio Analisi dell’Ospedale di Jesi, la
sperimentazione dell’apparecchiatura “LABEL”, un innovativo sistema di etichettatura
per le provette di laboratorio per ridurre
la possibilità di errore nell’identificazione
dei pazienti. Dopo l’accettazione del paziente presso la segreteria del Laboratorio
e l’elaborazione dei dati anagrafici, l’apparecchiatura produce infatti tutte le provette
necessarie per effettuare il prelievo già correttamente etichettate, munite di codice a
barre e poste automaticamente dentro una
scatola chiusa e sigillata (denominata kit
paziente, in plastica interamente riciclabile),
su cui sono stampati nome, cognome, data
di nascita, numero identificativo univoco.
Precedentemente la procedura era realizzata a mano e pertanto a maggior rischio di
errore. I valori aggiunti dell’apparecchiatura nel processo analitico sono numerosi,
particolarmente orientati verso la sicurezza. La scatola è costituita da materiale riciclabile. Intanto, come detto, rende sicura la
fase pre-analitica: ora si etichettano automaticamente le provette in modo indelebile
e a perfetta lettura per le apparecchiature di
analisi, con la completa tracciabilità dell’intero processo. Nello stesso tempo, l’apparecchiatura aumenta l’efficienza operativa,
con la riduzione dei tempi di attesa per
l’utente e del tempo/uomo infermieristico
(evitando l’etichettatura manuale da parte
degli infermieri e creando un flusso di utenti/campioni sicuro, costante e continuo),
diminuisce gli scarti e quindi i costi per le
provette. Tale apparecchiatura si inserisce
all’interno di un Laboratorio, diretto dalla
dott.ssa Paola Pauri, che ha conseguito la
certificazione di qualità ISO 9001:2000 dal
2006 e ISO 9001:2008 dal 2009, quindi già
riconosciuto eccellente dal punto di vista
della gestione della qualità delle prestazioni
erogate ai pazienti.
Si tratta della prima sperimentazione, gratuita, in ambito regionale di un’apparecchiatura di questo genere, una delle poche
a livello nazionale, installate presso grandi
ospedali come Milano, Padova, Roma e Bologna.
Sara Federici
15
Sport e tempo libero
21 marzo 2010
Juniores Jesina: il 20 marzo contro il San Marcello
VOLLEY - Monte Schiavo. Grande impresa a Villa Cortese.
opo la vittoria col Vallesina, ecco un altro sorriso per la Juniores Jesina di
mister Stefano Belardinelli.
Nella giornata di sabato 13
marzo i giovani leoncelli
hanno sconfitto per una rete
a zero la Fortitudo Fabriano. Importantissimi questi
tre punti conquistati lontano dall’Esino, punti che
consentono alla formazione
bianco-rossa di consolidare il secondo posto in classifica, a quota 48 punti e a
meno quattro lunghezze
dalla capolista Falconarese.
Alle spalle della Jesina resta
comunque la pressione del
Piano San Lazzaro (47 pt) e
della Passatempese (46 pt)
a reazione che tutti chiedevano
alla Monte Schiavo Banca Marche
dopo l’opaca prova di Bergamo è arrivata immediata e sul campo più ostico
dell’A1. Domenica scorsa le “prilline”
hanno espugnato al tie break il terreno
di Villa Cortese (parziali: 25-21, 23-25,
15-25, 25-22, 16-14), seconda forza del
torneo ed imbattuta tra le mura amiche. Tra le jesine, ottima prova di Negrini (nella foto, di Ballarini), autrice
di 19 punti. Coach Nesic nel corso della gara aveva dovuto sostituire per un
infortunio il libero titolare Mazzoni,
con la vice Mataloni, che si è ben comportata in difesa.
La classifica dopo la nona giornata di ritorno: Pesaro 47 punti; Villa Cortese 45; Bergamo 42; Monte Schiavo Banca Marche Jesi
38; Urbino 35; Busto Arsizio, Perugia 30;
Pavia 23; Castellana Grotte, Novara 22; Piacenza 16; Conegliano 10 punti.
Oggi, domenica 21 marzo, dopo due turni
in trasferta le “prilline” tornano al PalaTriccoli, dove le aspetta un’altra gara durissima:
CALCIO
E’ tempo di rush finale
D
che continuano ancora a
credere al sogno chiamato
scudetto. Tornando al match di Fabriano, è stata decisiva la rete del
terzino Zucchi: per lui secondo timbro stagionale. La
truppa di Belardinelli è stata
davvero molto solida in fase
difensiva e ha saputo tenere
la giusta concentrazione per
tutti i novanta minuti, cosa
che non accadeva da tempo.
Ora restano tre incontri prima del termine della stagione. Il vero rush finale inizierà
sabato 20 marzo al Carotti
contro il San Marcello, ultimo in classifica, per poi
proseguire a Osimo e terminare in casa contro il Fabria-
Eccellenza
La Jesina, in difficile trasferta a San
Benedetto del Tronto, capolista, il
cui portiere Chessari deteneva una
prolungata imbattibilità di 867 minuti, ha interrotto questo primato. Nel primo tempo, la Samb ha
dimostrato il suo valore, partendo
forte e sbloccando al 22’ il punteggio con Cacciatore. Ma nella ripresa i nostri, da veri leoncelli, hanno
dato filo da torcere allo squadrone
adriatico, che puntava a chiudere
la gara, ma senza risultato. Cresceva la nostra compagine, mentre i
Al PalaTriccoli arriva Pesaro per il derby
L
no. Bomber Tagoma non si
sbilancia: “Resta una piccola
speranza, ma è assai difficile
arrivare primi in classifica”.
Daniele Bartocci
Nella foto il terzino
Lorenzo Zucchi
locali evidenziavano un calo fisico
e mentale, che preparava il pareggio. Il nostro Marcoaldi calcia una
punizione sulla barriera e il loro
D’Angelo tocca di mano il pallone ed è rigore. Tra le urla di 2.700
spettatori, il nostro Gabrielloni
con freddezza segna il pareggio:
1-1 al 25’ della ripresa. Le proteste
si sprecano, a cominciare dal presidente sambenedettese, sig. Sergio
Spina. Esulta mr. Fenucci, lodando
gioiosamente l’impegno e la volontà leoncella.
Vir
San Pietro Apostolo: andar per facciate (III)
Anche don Cristoforo giocava i terni al lotto
segue da pag. 8
di un complesso parrocchiale messo proprio male. Sulla
sinistra è abbozzata la casa
canonica. Ma si stenta a riconoscere che il resto sia una
chiesa, a parte il campaniletto a vela. Davvero brutta la
facciata con quella scalinata
di traverso fiancheggiata da
un muro e con quei due finestroni rettangolari sovrastanti.
E’ invece davvero graziosa
(anzi, senza dubbio la più
bella della città) l’attuale,
mossa facciata, che fa pensare a quella ben più famosa di
Trinità dei Monti: in fondo
Roma non è poi così lontana!
Ad essa il Capponi aggiunse nel 1785 (poi restaurata
nel 1935 dal parroco don
Ugo Balestra, fratello di don
Ezio) la scenografica scalinata in pietra, secondo il gusto
del ‘700 che tendeva a “fare
di ogni episodio architettonico un luogo per la città,
progettandolo in termini di
grandezza, per suscitare lo
stupore e l’apprezzamento
degli abitanti e dei forestieri”. Da notare che – secondo
Urieli - le quattro nicchie
contenevano altrettante statue di apostoli, poi distrutte
dalla furia napoleonica nel
1798 (personalmente nutro
qualche dubbio: come nella
chiesa della Morte, le nicchie
potevano avere solo funzione di alleggerimento). Anche
perché di figure d’apostoli
ce n’è abbastanza all’interno:
oltre le sei belle statue in gesso, sopra l’altare li vediamo
nella tela del Ricci attorno a
Gesù che dà le chiavi a Pietro, mentre sulla destra li ritroviamo nella scena dell’incredulità di Tommaso. Che
si ravvide della propria poca
fede, come il nostro don Cristoforo: il quale si accorse
che fidarsi della Provvidenza
valeva più del giocare i terni
romani.
don Vittorio Magnanelli
1: la chiesa medievale; 2: la
chiesa prima del 1749; 3: la
chiesa attuale, 1690
il derby con il Pesaro, campione d’Italia e
capolista (ore 18). Le adriatiche però, non
stanno attraversando un momento felice.
L’eliminazione in Champions League per
mano di Bergamo è costata la panchina al
tecnico Vercesi, sostituito dal suo vice Marchesi. In campo, i punti fermi restano l’ex jesina Costagrande, il capitano Guiggi e la regista Ferretti. In casa rossoblu l’ex è Simona
Rinieri. All’andata finì 3-0 per la Scavolini.
Gip
BASKET - Si gioca sabato 20 alle 20.30
La Fileni Bpa anticipa con Veroli
I
l cammino della Fileni
Bpa verso la salvezza riprende dopo la pausa, con
una vittoria sofferta
sull’Imola.
Domenica
scorsa al PalaTriccoli
gli arancio-blu si
sono imposti per
89 a 87 sugli emiliani, al termine di
una gara dominata per tre quarti e
chiusa con troppo
affanno. “E’ stata
una partita intensa – ha detto coach Bartocci - più
bella perché Imola
non ha mai mollato. In campo abbiamo avuto
problemi quando c’è stata
più pressione sul perimetro,
in quei momenti abbiamo
smesso di correre”. Protagonista della vittoria, è stato
Adams (nella foto, di Candolfi), autore di 30 punti. La
classifica dopo l’ottavo turno
di ritorno: Sassari 34 punti;
Reggio Emilia, Brindisi 32;
Casale Monferrato, Veroli
28; Vigevano 26; Udine, Pistoia 24; Imola 22; Casalpusterlengo, Rimini 20; Scafati,
Fileni Bpa Jesi 18; Venezia
16; Pavia 14; Latina 12 punti. Oggi, sabato 20 marzo, gli
arancio-blu devono approfittare del
secondo turno casalingo consecutivo. Al PalaTriccoli
per l’anticipo (ore
20.30), arriva però,
un cliente non
semplice: il Veroli,
che qualche settimana fa ha vinto a
sorpresa la Coppa
Italia di Lega due.
La compagine allenata dal tecnico Cancellieri ha
nell’americano Hines e nell’israeliano Nissim
i cecchini infallibili. Occhio
però, anche agli italiani Gatto e Rosselli, oltre all’ex Mario Gigena.
Giuseppe Papadia
La società ed il sindaco: “accusa infondata”
L’Aurora multata per razzismo
J
esi è una città razzista? Secondo
il giudice sportivo della Lega due,
che ha inflitto alla Fileni Bpa una
multa di 1.333 Euro per “manifestazioni ispirate ad odio e discriminazione razziale nei confronti
di un atleta ben individuato della
squadra avversaria”, si. Questi i
fatti, risalenti alla gara di domenica scorsa tra Jesi ed Imola. Peter
Ezugwu, centro inglese di colore in
forza agli emiliani, è stato fischiato,
quando si è recato in lunetta per
fargli perdere concentrazione, al
pari degli altri compagni di squadra.
Ezugwu è un ex, che contro l’Aurora ha sempre giocato gare agonisticamente
molto sostenute. In certi casi però, il giocatore è andato un po’ sopra le righe, come
domenica, quando ha rivolto il dito medio
al pubblico jesino dopo una sessione di tiri
liberi, gesto che gli è costato anche un fallo
tecnico.
Su questa vicenda, l’Aurora Basket in un comunicato di lunedì 15, ha voluto esprimere
tutto il suo rammarico per “una sanzione
che ritiene immotivata ed ingiusta e che
infanga senza motivo il pubblico di Jesi, il
quale davvero non merita la disonorevole
etichetta di “razzista”. Nulla di imputabile
alla matrice razzista quindi, che non ha mai
avuto diritto di cittadinanza all’interno del
PalaTriccoli e più in generale a Jesi, che non
a caso è insignita dell’appellativo di “città
della pace”, grazie alle numerose iniziative a
favore dell’integrazione tra i popoli insieme
a personaggi del calibro del premio Nobel
Rigoberta Menchu e di Gino Strada”.
Ad assistere alla gara tra Fileni ed Imola c’era
anche il sindaco Fabiano Belcecchi, grande appassionato di basket. “Sostenere che il
pubblico di Jesi - dice il primo cittadino in un
comunicato - si sia reso protagonista di “manifestazioni ispirate ad odio e discriminazione razziale” nei confronti di un giocatore di
Imola non solo è falso, ma anche diffamatorio
per la pesante ombra che getta su una città
che fa della solidarietà, dell’inclusione sociale
e della tolleranza valori fondanti. Ho assistito alla partita e non ho notato il benché minimo accenno di una accusa così infamante.
Nell’esprimere il mio profondo dissenso per il
provvedimento del Giudice Sportivo, esprimo
piena solidarietà all’Aurora Basket, da sempre
impegnata nello sport come momento di promozione sociale ed educativa, fiducioso che
la stessa avrà modo di sottolineare nelle sedi
competenti l’assoluta estraneità dei propri tifosi ai fatti contestati”.
Giuseppe Papadia
Nella foto di Candolfi il sindaco Belcecchi
con il presidente dell’Aurora, Carlo Barchiesi
Verso il Congresso Eucaristico Nazionale Ancona 3-11 settembre 2011
Pellegrini con Maria
nelle diocesi delle Marche
DIOCESI DI JESI
6 APRILE 2010 - ore 17.00
JESI - Piazza della Repubblica
ACCOGLIENZA DELL’IMMAGINE
DELLA MADONNA DI LORETO
Pellegrinaggio verso la Cattedrale
All’arrivo in Cattedrale recita del Santo Rosario meditato
ore 18.30 Santa Messa presieduta dal Vescovo
AL TERMINE DELLA CELEBRAZIONE LA CATTEDRALE
RIMARRÀ APERTA FINO ALLE ORE 23.00
7 aprile 2010
ore 9.00
ore 16.30
ore 17.00
ManifPeregrinatioMariaeNeutro.indd 1
Santa Messa nella Chiesa Cattedrale presieduta dal Vescovo
Santo Rosario meditato
Partenza per la Chiesa di Santa Maria fuori di Monsano
4-12-2009 19:35:59
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