Settimanale d’informazione ANNO LVII- N. 10 www.vocedellavallesina.it euro 1 Jesi, domenica 21 marzo 2010 Impôt reprisé Tassa riscossa Ufficio di Jesi Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi sport - basket diocesi Il sindaco: solidarietà all’Aurora Basket multata per razzismo di Giuseppe Papadia 15 pianello vallesina Dal convegno catechistico: la forza della narrazione di Diego Mecenero 6 regionali comunità La costruzione di Elia Compagnoni in memoria delle vittime ebree I candidati di Jesi e della Vallesina per il consiglio regionale 11 10 di Alessandra Rossi La parrocchia di san Giuseppe invita alla festa e alla Caminada di Remo Uncini 9 19 e 23 marzo - Il “Centro Promozionale Famiglia – Consultorio La Famiglia” invita la cittadinanza e gli educatori Il Consultorio “La famiglia” compie trent’anni U na realtà ben presente nella Vallesina che, in modi e tempi diversi, si è messa al fianco della famiglia, come strumento silenzioso, ma preparato e competente, per seguire e accompagnare tante persone. In realtà il primo embrione dell’associazione è di qualche anno prima: nel 1975 nacque a Jesi un comitato a difesa della vita. Il piccolo gruppo di volontari si impegnò per lanciare un messaggio positivo sulla sacralità della vita dopo l’emanazione della legge 194. L’iniziativa fu molto coinvolgente tanto che quel gruppetto, con a capo il dott. Primo Luigi Bini, il cav. Leonello Mancia e don Savino Capogrossi, decise di proseguire affinché il messaggio cristiano sulla vita e sulla famiglia fosse sempre meglio conosciuto. Così nel 1979 nacque il Centro Promozionale Famiglia di cui il Consultorio fu la prima emanazione. Fondamentale è stato il sostegno, fin dall’inizio, del vescovo padre Oscar Serfilippi, che ha sempre seguito con attenzione l’attività offrendo i suoi preziosi suggerimenti e il suo incoraggiamento. Da questo momento il Centro e il Consultorio procedono parallelamente e quest’ultimo, pur rispecchiando l’appartenenza ad una identità cristiana, si è sempre mosso in modo “laico”, nel rispetto della vita e della persona nella sua totalità e specificità, nell’accoglienza delle sue istanze individuali cevendo alcun utente, si utilizzava la sede, nelle due ore di apertura al pubblico, per studiare, pensare, discutere, progettare le possibilità di interventi: in questo primo periodo più che di Consultorio vero e proprio si dovrebbe parlare di momento creativo, di laboratorio di progettazione della struttura. e culturali. I primi passi furono la formazione di alcuni operatori attraverso corsi altamente specializzati (la scuola Ucipem, la scuola di Charles Wella a Loreto) e l’iter burocratico per poter ottenere il riconoscimento regionale. Certo, a ripensarci oggi, eravamo tanto entusiasti di ciò che facevamo, ma quanta inesperienza, quante difficoltà abbiamo dovuto superare…. Nonostante tutto il nostro Consultorio, (la prima sede in via degli Spalti), era aperto tutti i pomeriggi e pur non ri- Il nostro primo intervento sul territorio fu un corso di educazione sessuale agli adolescenti della scuola media di Monsano. Gli operatori si prepararono con metodologie innovative e in modo così approfondito che, visto il successo ottenuto con ragazzi e genitori, venne loro richiesto di ripeterlo l’anno seguente. Avevamo imboccato la strada giusta della prevenzione che è divenuta per noi tanto importante, al punto che sul territorio abbiamo anticipato i tempi con le nostre proposte di formazione e di convegni aperti alla città. Nel corso degli anni siamo stati tra i primi a sensibilizzare i cittadini su temi come la prevenzione delle malattie femminili (in quell’occasione fu inaugurato l’ambulatorio ginecologico e il servizio di pap-test); l’educazione sessuale rivolta ai ragazzi; la violenza ai minori (il prof. Ernesto Caffo, relatore della prima serata, annunciò la continua a pag. 10 Con il prossimo anno scolastico inizia l’attuazione della riforma Trasmissioni di RADIO DUOMO 95.2 MHz SPECIALE “PARROCCHIE” la voce delle comunità della Vallesina * Domenica alle 8.30 * Martedì alle 19.30 / 23.00 * Mercoledì alle 12.00 LA DOMEnICA * alle 8.30 * alle 9.00 * alle 9.30 * alle 9.40 parrocchie diocesi Jesi parrocchie diocesi Senigallia settimanali diocesani la Parola della domenica Sei licei, assorbite le sperimentazioni E ntro la fine di marzo tutti gli alunni della scuola secondaria di primo grado (scuola media) dovranno scegliere dove iscriversi per continuare gli studi che sono obbligatori fino a 16 anni. Questi alunni saranno i primi che, a settembre, inizieranno ad attuare la riforma della scuola secondaria di secondo grado approvata qualche mese fa in via definitiva per tutti i cinque anni. Il ministro Gelmini è stato piuttosto deciso nel portarla avanti avendo potuto usufruire anche degli studi di tante commissioni che si sono succedute negli ultimi decenni, nonché delle prime tentate realizzazioni degli ex ministri Berlinguer, Moratti e Fioroni. Voglio sottolineare che non è stata una riforma improvvisata e senza la consultazione della base: è in discussione da decenni ed era doveroso, alla fine, concludere. La riforma prevede l’assorbimento dei 400 orientamenti sperimentali che vengono ricondotti e sintetizzati nella creazione di sei licei: classico, scientifico, artisti- co, linguistico, musicale-coreutico, scienze umane. Gli istituti tecnici si dividono in due ambiti: economico e tecnologico che, al loro interno, comprendono diversi indirizzi. Ci sono poi gli istituti professionali che, pure, sviluppano diverse specializzazioni. Si prevede, in linea di massima, una leggera riduzione del numero delle ore settimanali ed un incremento del numero degli alunni per ogni classe con la conseguente riduzione del numero delle cattedre. La ricomposizione, nelle città, dei singoli licei e dei singoli istituti comporterà qualche problema e qualche… litigio tra dirigenti scolastici per eventuali assorbimenti o esclusioni o soppressioni di “doppioni”. *** La lingua inglese è presente in ogni corso e, nel quinto anno, una materia verrà insegnata in lingua inglese: una vera rivoluzione in positivo che però, per la sua attuazione, comporta problemi non indifferenti. Trattasi di una conferma che il voler insegnare il dialetto nelle quelle del singolo istituto, a scuole, come propone la quelle della scuola in geneLega, è una vera stupidag- re che si rifletteranno poi, gine. Il dialetto - prezioso indirettamente, su quelle in termini storico-lingui- della strada, delle leggi, delstico-filologici - va, even- la Costituzione ecc., e non tualmente, introdotto solo - come paventa chi è contranelle università come una rio al voto di condotta - al delle specializzazioni di controllo dell’etica personachi si laurea in lettere o in le e familiare o del proprio lingue. Ma prima che i no- credo religioso: sarebbe uno stri figli arrivino agli studi scadere nello Stato etico, di universitari, devono saper nostra triste memoria con il bene almeno due lingue: Ventennio fascista. l’italiano e l’inglese. La pri- Un’ultima osservazione. Mi ma per farsi capire in Italia, pare eccessivo il sancire che la seconda per farsi capire saranno ammessi all’esanel mondo. Non dimenti- me di maturità soltanto gli chiamo l’insegnamento di alunni che avranno la sufdon Milani: se non sai la ficienza in tutte le materie. lingua non potrai difendere Certo nel voto di condoti tuoi diritti, da quelli so- ta, ma in tutte le mateciali a quelli personali e sei rie vorrebbe dire, di fatto, escluso dalla vita pubblica. presentare diverse pagelle Un elemento altamente po- “rielaborate” dal consiglio sitivo della riforma è l’aver di classe e quindi “false” valorizzato ulteriormente perché accomodate eccesil voto di condotta, abolito sivamente pur di ammettenella sua specificità alla fine re l’alunno. Sarebbe molto del secolo scorso nonostan- meglio ammettere l’alunte le opposizioni del sotto- no con i suoi veri meriti. E segretario di allora Luciano non ammettere soltanto chi Corradini e reintrodotto presenta gravi lacune in più dalla riforma Moratti nel materie. 2002. E’ un voto che invita Vittorio Massaccesi al rispetto delle regole, da [email protected] 2 Cultura e società 21 marzo 2010 Del più e del meno La vicenda umana ed artistica di Pergolesi di Giuseppe Luconi VII S i diceva, nel numero scorso, della inaugurazione del monumento a Pergolesi, alla quale si era arrivati dopo una lunga e sofferta vigilia. Quella mattina del 2 ottobre 1910, le note della banda di Fabriano segnarono l’inizio della cerimonia e l’avvio di un corteo preceduto dai gonfaloni delle associazioni cittadine e scortato dai pompieri di Jesi e di Ancona in alta uniforme. Tra 1e autorità, in rappresentanza del governo, l’on. AntonioVicini. Dopo la deposizione di una corona sulla lapide della casa natale di Pergolesi, in via degli Orefici, il corteo raggiunse piazza dello Statuto (la piazzetta delle Grazie), dove il monumento si presentava “nascosto da due velari bianchi”. Scoperto il monumento, prese la parola il prof. Azeglio Felcini, presidente del comitato: “Nella gioia del sogno realizzato – disse, memore delle tante pole miche - dimentichiamo volentieri la diffidenza che circondò l’opera nostra, le ostilità che sorsero sul nostro cammino, le piccole competizioni e le piccole miserie che tentarono turbare quella serenità che ci eravamo imposti”. Il sindaco Belardinelli, nel suo intervento, promise che l’amministrazione comunale avrebbe curato la stampa di un’edizione critica delle opere del grande concittadino e l’istituzione di una sala di cimeli pergolesiani. Parlò anche il rappresentante del governo. L’avvenimento venne ripreso da un operatore cinematografico. Seguì il banchetto ufficiale in onore dello scultore, che ricevette una medaglia d’oro e i complimenti del prof. Felcini: “Chiedemmo un monumento ed il Lazzerini ci ha dato un’opera d’arte”. Infine la sera, a teatro, il concittadino Giuseppe Radiciotti, insigne musicolo, tenne il discorso celebrativo. Quindi vennero eseguiti lo Stabat Mater, la Serva padrona e un minuetto per violoncello ed arpa, quest’ultimo “splendidamente interpretato dai signori Maria e Michele Della Penna”. Ines Maria Ferraris ed Americo Neri si mostrarono all’altezza nella Serva padrona. Non furono soddisfacenti, invece, Tina De Sana e Tina Alasia, le interpreti dello Stabat, che mancò così “di quella finezza o meglio di quel non so che rende visibile quasi lo spirito del Maestro”. In occasione dell’inaugurazione del monumento, furono pubblicate in onore di Pergolesi diverse opere letterarie e musicali. Ricordiamo, su tutte, il libro di Radiciotti, un testo fondamentale sul musicista jesino. Poi un’opera in tre atti musicata dal bolognese Veronesi su libretto del Mingazzini, un dramma in due atti di Francesco Beneducci, una bella cartolina a quattro colori del prof. Romolo Sisti, il numero speciale del settimanale L’Ora Presente (l’attuale Voce della Vallesina). E ancora, due inni a Pergolesi, il primo su parole del prof. Picciola, musicato da Alessandro Filipponi; il secondo musicato dal lucchese Guido Ulivieri, pianista e professore di clarinetto (che sonava senz’ancia!) su parole del siciliano Carmelo Pitrolo: questi ultimi erano conosciuti a Jesi perché insegnavano al Collegio Salesiano (oggi Collegio Pergolesi). I versi del Pitrolo non erano forse gran cosa, si fece notare – “ma furono scritti con grande fervore di mente e di cuore”. Così il primi versi: “Immortal fra noi glorioso / Vivi ancor, risuona il canto / Di tua cetra / Dolce nell’etra / Gloria sei d’Italia il vanto!” E gli ultimi: “Sorridente ai verdi colli / La gentil tua patria in festa / Nel suo seno che t’appresta / loco, al tuo dovuto onor”. In chiusura di giornata ci si congratulò per la buona riuscita della manifestazione: finalmente tutto era andato per il verso giusto… In verità, proprio tutto no, perché bruciava l’assenza di Pietro Mascagni, uno dei più illustri personaggi del panorama musicale italiano. Ai festeggiamenti, era mancato proprio lui, il presidente del comitato d’onore! Un’assenza polemica, come vedremo nella prossima (e ultima) puntata. (7 – segue) Nelle foto: la prima pagina del numero speciale de “L’Ora Presente” e la cartolina commemorativa del prof. Sisti. Sarà presentato a Jesi il libro di Galeazzi e Grignetti Cinquant’anni di spiritualità S ono stati amici venticinque anni a Cracovia. Poi, per un altro quarto di secolo, lei gli è stata vicino in Vaticano. Ora che è avviato il processo di beatificazione, sappiamo meglio che nell’«inner circle» di Papa Giovanni Paolo II una donna laica ha spesso inciso sulle decisioni quanto e più degli ecclesiastici di Curia. Quando sbarcò a Roma dalla Polonia, i cardinali sapevano che Karol Wojtyla aveva un’amica speciale, una madre di famiglia che aveva con lui da tanti anni una familiarità assoluta: Wanda Poltawska. Ma grande fu la sorpresa di certi prelati abituati ai rituali immutabili della curia, la prima volta che videro Wanda Poltawska apparire alla messa del mattino, quella privatissima, celebrata nella cappella dell’Appartamento papale. Capelli grigi, vestita dimessamente, aveva preso posto con aria fiera, senza degnare nessuno di uno sguardo. E la sorpresa si era poi trasformata in un mormorio di perplessità quando, guardando in basso, ai suoi piedi venne notato un paio di pantofole. E ancora, a funzione terminata, mentre i dignitari della Chiesa si allontanavano verso i loro uffici, il loro sconcerto si tramutò in sbalordimento, quando la videro intrattenersi a parlare fitto in polacco con il Papa, da pari, ostentando con lui una sorprendente familiarità. Giacomo Galeazzi e Francesco Grignetti, giornalisti de “La Stampa”, hanno scritto un intero libro, “Karol e Wanda”, (Sperling & Kupfer), per raccontare questo sodalizio che attraversa mezzo secolo, mescolando vicende di spionaggio e miracoli, spiritualità e governo della Chiesa, dottrina e vacanze. A Roma, in Vaticano, tutti sapevano che Wojtyla non aveva famiglia. Né genitori né fratelli o sorelle, nemmeno un nipote. Chi era dunque quella donna? Wanda Poltawska, così si chiama la signora, oggi alle soglie dei novant’anni, aveva conosciuto Karol Wojtyla nei primi anni Cinquanta, quando lui era un giovane cappellano dell’università di Cracovia e lei una semplice studentessa di medicina, segnata dall’esperienza traumatica del lager nazista. Avevano appena trent’anni. Da allora, per tutta la vita, fino all’ultimo giorno, Wanda Poltawska è stata per Karol Wojtyla una madre, una sorella, un sostegno, un’amica. “Ed è certo molto difficile – scrivono Galeazzi e Grignetti - ricostruire l’assiduità di un rapporto tra un Papa e una donna laica senza il rischio di creare malintesi. Ma non è questo il caso”. Cinquant’anni di quotidianità, attraversando i drammi della storia, e però anche i fatti minuti della vita, facendosi forza a vicenda, e influenzandosi, scrivendo addirittura libri a quattro mani, sono un’«anomalia» talmente sorprendente per un Pontefice, che non meraviglia se qualcuno ha cercato di cancellare Wanda dalla scena finale del Pontificato. Accanto al letto del Papa morente, infatti, l’amica di una vita c’è, come sempre è accaduto in mezzo secolo. A Grignetti e Galeazzi lo conferma monsignor Camaldo, il cerimoniere del Papa. Ma nessuno ne registra la presenza negli atti ufficiali del Vaticano. Wanda è pressoché cancellata. Sbianchettata. Di lei non c’è cenno nei resoconti ufficiali del trapasso come pure nelle ricostruzioni ufficiose. E allora colpisce un aneddoto che apre il libro: una volta entrato nella Città del Vaticano attraverso il cancello di Sant’Anna, e dopo aver superato il cortile del Belvedere, il passaggio coperto detto il Grottone e poi ancora il cortile Borgia, solo il visitatore eccellente può dirigersi verso il cortile più interno, quello detto di San Damaso. Da lì, severamente sorvegliato dalla guardia svizzera, passerà nel cortiletto di Sisto V, dove c’è un piccolo ascensore che porta ai piani alti del palazzo apostolico. Vigilato da un soldato del Papa nella sua splendida divisa color blu cobalto, l’ospite giungerà al secondo piano, dove lo attendono un monumentale corridoio con immense vetrate – la seconda loggia, che ospita gli uffici della segreteria di Stato, ovvero il governo della Chiesa – e l’appartamento dove il Sommo Pontefice dà udienza. Ma solo se è di particolarissimo riguardo, l’invitato potrà salire al piano successivo, la terza loggia, l’Appartamento privato del Papa. I controlli, naturalmente, sono ferrei; nessuno può avvicinarsi a quell’ascensore senza scorta. E anche quando si è arrivati davanti alle sue porte, non è finita: una chiave consente l’accesso, un’altra permette l’avvio. Soltanto un pugno di persone dispone di queste preziose chiavi: il segretario personale del Pontefice, il monsignore cerimoniere, forse il comandante della guardia svizzera, forse il comandante della vigilanza. Nessun altro dignitario di curia le ha, neppure il cardinale che regge la segreteria di Stato. La signora aveva entrambe le chiavi con cui salire e scendere liberamente dalla terza loggia. Aveva le chiavi di casa del Papa, insomma, ed era stato lui, il Pontefice, a volerlo. La presentazione del libro “Karol e Wanda” avverrà il 25 marzo alle ore 10,30 presso l’aula magna del Liceo Classico “V. Emanuele II” di Jesi e alle ore 17,30 presso la sala teatro del Museo Diocesano. L’Associazione “Giù pe’ Sant’Anna” festeggia i quaranta anni di attività U n concorso gratuito di arte pittorica per gli amatori e per tutti i ragazzi delle scuole primarie e secondarie della Vallesina in occasione del quarantesimo anno di attività dell’Associazione “Giù pe’ Sant’Anna”. Si intitola “L’Esino, il fiume che disegna la nostra valle” e tratta anse, anfratti, colori e forme plasmate dalla natura e dall’uomo. l concorso sono ammesse tutte le tecniche pittoriche ed è rivolto ai ragazzi di tutte le fasce d’età, i quali saranno divisi a seconda Un concorso di pittura per tutti della classe scolastica frequentata. L’Associazione “Giù pe’ Sant’Anna”, che in questa manifestazione ha ricevuto la preziosa collaborazione del cmune di Jesi, dell’Associazione Palio S. Floriano e di Banca Marche, raccoglierà le iscrizioni nei giorni del 26 e 27 marzo, nella sede di Via S. Maria, 9. I risultati della classifica delle opere saranno resi noti domenica 9 maggio: la giuria sarà composta da esperti in ambito artistico e le opere esposte dalle ore 16 presso il Palazzo del Convegni di Corso Matteotti. La premiazione avrà luogo alle ore 22 in Piazza Baccio Pontelli nel contesto delle celebrazioni del Palio di San Floriano. Saranno premiati i primi tre classificati di ogni categoria; inoltre, le prime tre scuole con il miglior risultato riceveranno premi in gettoni d’oro. Il primo classificato della categoria Scuole Superiori e Amatori riceverà 150 Euro in gettoni d’oro. La vera novità di quest’anno è il collegamen- to del concorso di pittura con la manifestazione del Palio di San Floriano: il punteggio attribuito alle opere classificate, infatti, contribuirà alla vittoria del Palio del Comune di residenza degli autori. L’Associazione invita inoltre a visitare la mostra storica, che racconta i momenti più belli dei quaranta anni di attività, dal 2 all’8 maggio dalle 16 alle 19 presso la sede di Via S. Maria, 9. Marco Cremonesi Arte 21 marzo 2010 3 Terzo incontro di storia dell’arte a Palazzo Pianetti con Romina Quarchioni L’ebbrezza sacra dal mito alla Bibbia SCUSATE IL BISTICCIO (ghiribizzi lessicali) Peter Pun (con la u) www.peterpun.it CIVILTà BERBERA? Viviamo in un mondo in cui la vita pubblica è dominata da: Berlusconi, Bersani (non indegno epigono del mitico Berlinguer) e Bertolaso; mentre Bertinotti risulta, al momento, un po’ defilato. Nel mondo ecclesiastico domina la figura del card. Bertone. In campo cinematografico siamo in attesa di qualche nuovo exploit di Bernardo Bertolucci. Nel mondo dell’intrattenimento occupa un posto di rilievo il comico Bertolino. Tra i giornalisti più quotati figura Berselli (Edmondo). Nell’ambiente economicofinanziario una personalità molto in vista è quella di Bernabè (Franco), amministratore delegato di Telecom Italia. Non tralascerei di menzionare l’on. Bernardini (Rita), deputata della delegazione radicale nel PD. (Manca solo che scoppi una epidemia di… beri beri). NOME BENE AUGURANTE Si parla, in questi giorni, del presidente nigeriano “ad interim”, Goodluck Jonathan. Il nome potrebbe sorprendere un tantino. Riflettiamo però che noi, fino a qualche decennio fa, avevamo un perfetto corrispondente nel nome Bonaventura (che non è soltanto un curioso personaggio dell’indimenticabile Corriere dei piccoli). ARCHITETTI Quale opera accomuna i seguenti due architetti settecenteschi (i cui cognomi, tra l’altro, sono in rima tra loro): Alessandro Antonelli e Luigi Vanvitelli? *** Soluzione del gioco precedente: Nerone morì nel 68 d.C. – Il Colosseo (Anfiteatro Flavio) fu inaugurato (da Vespasiano) ben 7 anni dopo! I l 24 febbraio a Palazzo Pianetti la dott.ssa Romina Quarchioni ha presentato un’interessante e ben documentata relazione su “L’ebbrezza sacra: dal mito di Dioniso al tema biblico”. Il vino ha sempre rappresentato presso tutte le più antiche civiltà un medium di unione tra l’umano e il divino. Ha svolto un ruolo importantissimo sulle tavole e sugli altari con un significato metaforico ambivalente, perché porta l’uomo fuori di sé e lo induce ad un contatto più intimo con la divinità. Là dove la viticoltura è stata più diffusa, si è legata al vino una divinità specifica. Le varie religioni hanno dato al vino un duplice significato. La cultura islamica e quella ebraica, più di quella cristiana, hanno demonizzato l’effetto dell’ebbrezza. Il Corano consiglia perentoriamente di evitare sia il vino che il gioco d’azzardo, definiti “sozzure, opere di Satana”. Nel sufismo però in origine il vino era ammesso; un altro passo del Corano afferma che questa bevanda è un premio per la buona condotta dell’uomo pio. Nella Bibbia le attestazioni della parola “vino” sono numerose quasi come quelle di “Dio” e spesso hanno un valore positivo: ad esempio, esso scorre in una delle quattro diramazioni del fiume che percorre il Giardino dell’Eden. Il vino è sempre stato un soggetto privilegiato per gli artisti di tutti i tempi. Già anfore del VI secolo a.C. recano immagini relative al mito di Dioniso. Singolare è la sua doppia nascita: prima da Semele, morta folgorata a causa della gelosia di Era, poi dal padre Zeus che fa appena in tempo a salvare il feto cucendoselo in una coscia che fungerà da grembo. Dioniso sarà allevato con uva e miele da Ino, sorella di Semele, ma l’implacabile Era farà impazzire i genitori adottivi del dio. Sarà Ermes a portarlo in salvo su un monte dell’Arcadia dove se ne prenderanno cura le ninfe e il satiro Sileno, sempre ebbro, con il dono della profezia e con zampe caprine perché sacra a Dioniso era appunto la capra, di cui si beveva il sangue durante i baccanali. Queste feste risalenti al VII – VI sec. a.C. erano frequentate in origine solo da donne; a Roma verranno abolite nel 186 a.C. per motivi di pubblica sicurezza. Cresciuto, Dioniso scoprirà come trarre il vino dall’uva e porterà la sua invenzione in giro per il mondo. Molte antiche dimore sono state abbellite con storie di Bacco, ad esempio il Palazzo Ducale degli Este a Sassuolo, con ben 41 episodi. Varia è l’iconografia di Dioniso: vecchio e grasso in Rubens, sensuale, androgino e ma- linconico in Caravaggio. Diverse sono anche le rappresentazioni dei baccanali: aulica quella di Tiziano, al Prado, con sullo sfondo una nave che approda sull’isola di Andro, dove da una fonte inizia a sgorgare vino che tutti abbondantemente bevono. Nell’Antico Testamento invece sono due gli episodi celebri relativi all’ebbrezza: quella di Noè e quella di Lot. In essi non c’è una condanna dello stato di ubriachezza, ma vi si riconosce una valenza positiva. Di Noè si dice che avrebbe scoperto il metodo per produrre vino. Piantate delle viti dopo il diluvio e ubriacatosi, Noè si addormentò nudo nella sua tenda. Così lo ritrovò il figlio Cam, che l’avrebbe deriso, andando poi a chiamare gli altri fratelli, i quali invece avrebbero provato pietà per il genitore e gli avrebbero porto un mantello con le spalle voltate per non vedere le sue nudità. Non si condanna quindi l’ebbrezza, ma la mancanza di pietà filiale di Cam, la cui discendenza venne poi maledetta dal padre. Michelangelo nella Cappella Si- stina riprende l’iconografia di Benozzo Gozzoli secondo la quale Sem, il fratello maggiore, copre suo padre, mentre Cam e Iafet hanno atteggiamenti simili. Sulla base del De civitate Dei di S. Agostino è possibile dare una versione spirituale dell’affresco, vedendo in Sem il simbolo della volontà, in Cam quello della memoria e in Iafet l’intelletto. Anche i colori dei mantelli avrebbero un valore simbolico: il rosso indicherebbe l’amore divino per il popolo, il giallo-verde il peccato e il blu la contemplazione che eleva l’animo. Secondo Pietro Longhi L’ebbrezza di Noè di Giovanni Bellini rappresenterebbe la prima opera di arte moderna, perché il corpo del patriarca, su un fianco e in primo piano, sembra tridimensionale. Molto successo ebbe poi a Napoli nel ‘600 il tema scabroso di Lot, unico scampato con le figlie alla distruzione di Sodoma e Gomorra. Rifugiatisi in una caverna, le figlie avrebbero ubriacato il padre per poter unirsi a lui ed avere una discendenza. Nel Nuovo Testamento vi sono almeno tre episodi dove il vino è protagonista e simbolo di Dio: le Nozze di Cana, l’Ultima cena e la Cena in Emmaus. Inoltre, nel Vangelo di Giovanni, Cristo fra le metafore per definire se stesso include la vite e il vino stesso. L’argomento avrebbe potuto essere oggetto di una più vasta trattazione. La relatrice ha osservato che anche nella Galleria Pianetti sono presenti immagini di Bacco, di viti e di grappoli d’uva. Fotoservizio Cristina Franco La mostra a cura dell’Associazione Italiana Carlo Urbani “Le mani, le ali” 30 artisti solidali La Citazione a cura di Riccardo Ceccarelli Lo sviluppo del pensiero scientifico La religione cristiana è all’origine del più grande sviluppo del pensiero scientifico ed umanista in Europa e nel mondo, e nessuno oggi nega che con il cristianesimo si è realizzata la svolta decisiva che ha dato vita all’homo faber capace di costruire il proprio futuro. Carlo Cardia, in “Avvenire”, 26 febbraio 2010, p. 28 La p u l c e “La Vecchia”: questo il secco titolo del volantino stampato per la festa di giovedì 11 marzo scorso tenuta “per le vie principali del quartiere” più popoloso della città. Una volta si aggiungeva “di mezza quaresima”: col sommesso invito a riprendere il giorno dopo le pratiche penitenziali. Mah, che volete? anche questa è secolarizzazione. Magari a base di maritozzi e lupini. “L e Mani, le Ali” 30 Artisti per Carlo Urbani è una mostra d’arte, con contenuti di natura sociale e solidale, dedicata a Carlo Urbani, il medico di Castelplanio scomparso nel 2003 a causa della SARS da lui stesso scoperta e bloccata. L’iniziativa è organizzata dall’Associa- zione Italiana Carlo Urbani onlus e dal comune di Ancona, assessorato alla Cultura e Assessorato ai Servizi Sociali, e ha il patrocinio della Regione, della Provincia e del comune di Castelplanio, città natale di Urbani. Trenta artisti di diversa area espressiva e da tutta Italia hanno aderito e sviluppato il tema dell’iniziativa, “le Mani, le Ali”, quale sintesi della vita di Carlo Urbani donando proprie opere all’Associazione. La mostra vuole coinvolgere e far riflettere l’opinione pubblica sul tema della dignità dei popoli e dell’accesso alla salute nelle aree più povere del mondo, sensibilizzare l’opinione pubblica in relazione all’operato di Carlo Urbani e ai temi collegati alla sua scelta umana e professionale; comunicare le motivazioni dell’Associazione; raccogliere fondi per finanziare azioni. All’interno sono esposte anche foto realizzate da Urbani. Artisti partecipanti: Simona Bramati, Renzo Marasca, Daniele Bordoni, Ariane Kipp, Gianfranco Cipriani, Andrea Marconi, Marida Gajtani, Manuela Ientile, Luigi Pennacchietti, Andrea Polzoni, Barbara Reale, Gabriella Siciliano, Marco Romoli, Cristiana Casoni, Dina Bertolotti, Maurizio Barraco, Andrea Silicati, Enza Voglio, Fabrizio Carotti, William Vecchietti, Marco Manzoni, Marco Aimone, Francesca Mazzone, Cristina Messora, Giovanni Schiaroli, Francesca Tilio, Morena Chiodi, Maria Vittoria Franceschini, Massimo Volponi. Info: la mostra presso la Mola Vanvitelliana sarà aperta fino al 21 marzo dalle ore 17,30 alle 20 e il sabato e la domenica anche dalle 10,30 alle 13. Monte Roberto: conclusi gli incontri “Sapori e profumi tra castelli” C Un’iniziativa per lasciarsi sorprendere on un incontro dedicato alla birra fatta in casa, condotto dal sommelier Enrico Coppa, mercoledì 10 marzo a Pianello Vallesina, si è conclusa l’iniziativa “Sapori e profumi tra castelli”, promossa dall’Amministrazione Comunale e dalla Pro Loco di Monte Roberto. Aveva lo scopo di “lasciarci sorprendere da ciò che crediamo di conoscere”. La serie di cinque incontri si proponeva infatti la scoperta di quanto di meglio si produce nel nostro territorio, il vino in particolare, nel saperlo contestualizzare nella nostra storia e nel nostro territorio, nell’apprezzarlo per la sua qualità e per la ricchezza che esso rappresenta per la nostra terra. “Cose” che riteniamo di sapere e che invece diventano una vera sorpresa non appena andiamo al di là dell’esperienza quotidiana, riappropriandoci appunto dei “sapori e dei profumi” che scaturiscono dai prodotti delle nostre colline. Sorpresa ma anche proposta per innamorarsi di nuovo di questa terra, proposta rivolta a noi che l’abitiamo e a quanti, e sono sempre di più, la scoprono per la prima volta. I primi quattro incontri si sono svolti nel centro storico di Monte Roberto ed hanno avuto oltre una ventina di partecipanti guidati in questa “scoperta” dal sommelier Sauro Boria. Brevi introduzioni sulla letteratura e sulla storia del vino hanno arricchito le serate, rivelatesi anche autentiche occasioni di aggregazione, apprendendo a degustare e ad assaporare, oltre al vino con il dovuto equilibrio, momenti da vivere insieme con gioia ed amicizia. r. c. 4 Attualità 21 marzo 2010 Nel mondo del lavoro Progettare il lavoro è una di Riccardo Ceccarelli responsabilità che abbiamo nei nel miconfronti delle generazioni future Nonglioresi èdeiavviata modi la campagna elettorale. Il centrodedi Gabriele Gabrielli * A gli inizi di marzo Alberto Orioli, in un editoriale pubblicato su Il Sole 24 Ore [9 marzo] dove lamentava il clima diffuso di scollamento che sta pervadendo il Paese, esordiva così: “C’è una repubblica costituzionale fondata sul lavoro e una materiale fondata sulle chiacchiere”. Quasi a dire che quanti hanno la responsabilità di avvicinare sostanza e forma, progetto e realtà, valori e vissuto stanno andando per conto loro in tutt’altra direzione da quella che vorrebbe la gente, marcando così l’esistenza di due sensi di marcia e due differenti agende. Nasce proprio da qui il diffuso senso di disorientamento che sta crescendo a tutti i livelli e che trova la sua forma di manifestazione più visibile in questo ultimo periodo nel moltiplicarsi di iniziative di mobilitazione contro tutti e contro tutto. Qualcuno ha commentato al riguardo che mentre le piazze si riempiono, le idee si svuotano. La priorità rimane dunque sempre il lavoro: quello perso, quello precario, quello da trovare o da inventare. Anche qui, però, ci sono almeno due strategie e due agende. C’è quella del Governo, portata avanti dal ministro Sacconi che sta concentrando sforzi ed energie per rafforzare, da un lato, gli ammortizzatori sociali con l’obiettivo di proteggere il reddito nelle fasi di inattività lavorativa e per realizzare, dall’altro, “una vera formazione per adeguare le competenze”. Strategia che si completa con l’obiettivo di mettere mano sul mercato del lavoro, disegnando un sistema che metta a disposizione diffusi servizi di incontro fra domanda e offerta di lavoro [Il Sole 24 Ore, 11 marzo]. Questa strategia vuole rispondere alla necessità, cui dovremo far fronte nei prossimi anni, di “accompagnare una grande migrazione di lavoratori verso professionalità nuove”. E’ per questa ragione che va anche resa più efficace la capacità del sistema di monitorare e capire dove realmente nascano e si manifestino le esigenze di lavoro, in quali settori e in quali mestieri, per evitare il paradosso che si abbiano – argomenta il consulente del ministro Michele Tiraboschi- “tante persone senza lavoro, ma anche tante imprese senza i lavoratori di cui hanno bisogno” [Avvenire, 17 febbraio 2010]. C’è, però, anche un’altra strategia. E’ quella che pensa che la direzione in cui si muove il Governo, seppur condivisibile per le finalità che persegue di valorizzare e rendere efficace una potente leva come la formazione, non basti da sola a ‘quadrare il cerchio’ e a prospettare soluzioni sostenibili. Insieme alla riforma degli am- mortizzatori sociali, della formazione su cui governo, regioni e parti sociali hanno già raggiunto un’intesa, degli strumenti a servizio del mercato del lavoro deve farsi strada –si sostiene- anche la riforma della disciplina dei nuovi rapporti di lavoro prevedendo e incentivando il ricorso a contratti a tempo indeterminato con tutele crescenti nel tempo. Sono in molti a sostenerlo, seppur con modalità diverse, dal giurista e parlamentare Pietro Ichino all’economista Tito Boeri. Ma è una strategia che trova molti ostacoli sulla sua strada, a cominciare dagli stessi sindacati che non sembrano avere una valutazione comune al riguardo. La conseguenza è che sul punto si sta consolidando una situazione di stallo. I tempi non sono maturi, si dice, per riformare il percorso di ingresso nel mercato del lavoro ed incentivare la domanda di occupazione stabile da parte delle imprese oggi quasi del tutto assente. Intanto, si discutono e si raggiungono intese (senza la Cgil) sull’”arbitrato” per ricercare la “massima fluidificazione dei rapporti di lavoro”, ma che continuano a spostare l’attenzione e il dibattito dalla questione vera. Se dovessimo riprendere il pensiero di Orioli da cui siamo partiti, potremmo adattarlo così: “C’è una repubblica costituzionale fondata sul diritto al lavoro e una materiale fondata sulla sua tutela soltanto per quelli che già un lavoro ce l’hanno”. Ma continuando in questa direzione, si rischia di accentuare lo scollamento inter-generazionale già forte. Sono in molti, infatti, a mettere sotto processo la generazione dei baby boomers, quelli nati cioè tra il 1946 e il 1964, che lascerebbe in eredità poco o niente [A. Mingardi, Baby boomers, grandi dissipatori, Il Sole 24 Ore, 28 febbraio 2010]. Una generazione nata e cresciuta nella prosperità attraverso stili di vita al di sopra delle possibilità consumando, a svantaggio delle generazioni future, beni e servizi offerti dal Pianeta. Una generazione che, sul lavoro, sembrerebbe inoltre più dedita a salvaguardare i propri diritti che a tutelare quelli delle altre generazioni. E’ questo allora uno dei terreni su cui si potrebbe dimostrare concretamente quella solidarietà cui tutti ci appelliamo, ricordando che va declinata nel suo significato di “responsabilità che le generazioni presenti hanno nei confronti di quelle future” [Messaggio di Benedetto XVI per la 43^ Giornata mondiale della pace]. Progettare e costruire il lavoro per le nuove generazioni è una nostra responsabilità. (*) Docente Università Luiss Guido Carli [email protected] stra si ritiene sotto assedio, almeno a Roma e a Milano, il centrosinistra va all’attacco con Di Pietro in testa, con cifre, ad esempio, come quelle della manifestazione di Roma di sabato 13: non si sa se in piazza fossero in 250.000, come sostengono i promotori o in 25.000 come hanno calcolato gli uomini della questura. Eppure ci dovrebbe essere qualche differenza, ma a queste ormai non si fa più caso, si fa a gara a chi le spara più grosse, cifre ma non solo, offese al Presidente della Repubblica, le ormai quotidiane contumelie al capo del governo, reciproche insolenze: l’impressione è generale, si sta perdendo la testa. Da una parte e dall’altra. Molti pensano che la si stia perdendo solo da una parte ben precisa, ed i motivi ci sono quasi tutti, ma anche dall’altra non si scherza. Non c’è richiamo che valga. Non c’è appello che venga ascoltato, anzi ho l’impressione che più appelli si fanno e peggio è, perché ciascuno ritiene che l’appello valga per l’altro e si rincara la dose. Ognuno va per conto suo. La razionalità sembra un ricordo. Non un esercizio quotidiano. Il particolare viene sempre di più universalizzato, si cerca di colpire sempre più in alto in maniera indiscriminata, il giustizialismo non ha confini. L’ex magistrato De Magistris, ora onorevole europeo, dopo le inchieste Non c’è molta luce del 2007 che a nulla hanno “Se diamo credito alla stamapprodato, ora (i giornali pa, dice Susanna Tamaro in del 15 marzo) vuole che si “Tempi” del 17 marzo, p. 45, interroghi il Papa sulla pe- viviamo in un paese di mandofilia. Si fanno le leggi e chi drilli assatanati che passano dovrebbe applicarle spesso il loro tempo a organizzare trova motivi per non farlo. festini da basso impero. E’ il Le forme vanno rispettate, perverso piacere di vedere non sono un orpello, come distrutta la vita altrui. E’ il ha detto il Presidente della gusto sottile della gogna, il Camera. “Il sabato è fatto macabro rito della ghigliotper l’uomo, non l’uomo per tina”. A questo rito siamo il sabato” ha detto Gesù di invitati quasi tutti i giorni, Nazaret che non presiede- quasi fosse un rito liberanva alcuna Camera. Le leggi te. Il rito sempre ben consono alla base della demo- fezionato, guarda caso, con crazia e della convivenza, poche varianti, in tempo di quando però vanno contro elezioni. Ma guai a dirlo! l’esercizio della democrazia Ce la prendiamo ovviamenstessa qualcosa non por- te con chi comanda, “Piota. Spesso con il diritto si ve, governo ladro!”. Perché creano ingiustizie, proprio siamo guidati contro tutti e quando si esasperano le tutto da una sorta di risennorme del diritto. Le norme, timento e di livore. Siamo le leggi ovviamente vanno alla continua richiesta di rispettate ed il dilettanti- perfezione per gli altri da smo, anche nella presenta- cui nasce quel giustizializione delle liste, non deve smo che tanto ci avvince, essere tollerato, però credo che però non genera la giupure che la persona e i suoi stizia. “Chi è senza peccato diritti siano al primo posto scagli la prima pietra”, “doe non il “sabato”. Si tratta di vrebbe essere il precetto trovare il giusto equilibrio laico e cristiano che regolatra la norma, la persona, la menta la convivenza civile”, democrazia ed il suo eser- dice ancora la Tamaro. Pacizio, equilibrio che ovvia- role però inascoltate. Oggi mente non si ottiene con come ieri. Eppure il loro l’esasperazione delle norme, ascolto si rivela sempre più ma con l’intelligenza ed il necessario. Se le ascoltassibuon senso, “cioè quella va- mo verrebbe naturale darsi lutazione che tiene presen- una calmata, proprio come te il bene della persona e di da tempo dice Napolitano, conseguenza di un contesto inascoltato pure lui, nonosociale, politico”. Sono pro- stante ci ricordi di conosceprio l’intelligenza ed il buon re e di “credere” nella Cosenso che sembrano essere stituzione. Forse non basta stati mandati in letargo o neppure questa. Insomma utilizzati secondo i propri non c’è molta luce, anzi si esclusivi interessi ricoperti ha l’impressione di brancoda quelli pubblici. Non si lare nel buio. Se non quella sa a chi dare credito, a chi di perdere o aver perduto la dar fiducia, a chi credere. testa. Terre Elementari Ridatemi un “accompagno” P er chiarezza: accompagno è vocabolo dialettale per indicare due cose. L’assistenza certificata ad un disabile (avere l’accompagno) e il corteo funebre (quando gli faranno l’accompagno?). Qui vorrei soffermarmi sulla seconda, per segnalare che di cortei funebri non se ne vedono più. La gente muore lo stesso ma la visibilità di questo evento è ristretta alla camera mortuaria sanitaria o a quella casalinga e alla cerimonia in chiesa. Qualche tempo fa, per le strade, capitava di fermarsi in silenzio sul ciglio del marciapiede, interrompendo le proprie faccende e i propri pensieri, farsi il segno della croce e togliersi il cappello al passaggio di un corteo funebre. Il prete davanti, il carro con o senza fiori, i parenti al seguito. E capitava di rendersi conto subito dell’età del defunto dal numero delle persone: poche, molti anni; molte, pochi anni. Quello che però era visibile – per lo meno quello che era visibile alla mia sensibilità – erano le espressioni delle persone del corteo. Si poteva vedere tutta la gamma della partecipazione sofferente: da quella dei parenti più stretti a quella meno coinvolta dei conoscenti con meno dimestichezza con il defunto. Era una specie di gamma colorata ELEZIONI REGIONALI Partirà alle ore 15 di lunedì 29 marzo, dopo la chiusura dei seggi, la diretta web dedicata alle elezioni regionali a cura della Struttura informazione e comunicazione dell’Assemblea legislativa. L’evento si svolgerà nella tribuna dell’aula consiliare, dove è stato allestito un set televisivo per accogliere gli ospiti invitati a commentare i risultati che quest’anno confluiranno direttamente nella sede istituzionale, grazie ad un servizio curato da un apposito ufficio regionale. La diretta, che sarà condotta dal giornalista Simone Socionovo, sarà accessibile per chiunque attraverso il sito www. consiglio.marche.it e www.regione.marche.it. Molte le personalità che hanno già confermato la loro presenza. Si alterneranno ai microfoni della web tv dell’Assemblea consiglieri regionali, parlamentari, amministratori, imprenditori, giornalisti, studiosi chiamati a esprimersi non solo sull’andamento dello scrutinio, ma anche su temi di attualità. Non mancheranno le interviste tra la gente realizzate da una troupe esterna e servizi di approfondimento sull’attività svolta durante la legislatura. Per l’occasione è prevista inoltre una serie di edizioni speciali della newsletter che nel corso della diretta on line sarà inviata tramite mail agli utenti accreditati. Poste Italiane con il Segretario di Stato Visita al Polo tecnologico U n incontro con la “grandelle emozioni di ciascuno ride famiglia” di Poste Itaspetto alla morte di qualcuno: liane. Il Segretario di Stato la cartina al tornasole delle Vaticano, il cardinal Tarcisio relazioni che il defunto aveva Bertone, ha viavuto in vita, riprodotta nella sitato, martedì scia della processione fune- 16 marzo, la bre. Comunque la si pensasse sede centrale e dal punto di vista religioso, il polo tecnol’accompagno serviva (ma logico di Roma, perché scrivo al passato…?) a rivolgendo ideprendere coscienza, anche se almente il suo in pochi istanti, che qualcosa pensiero affetera cambiato e stava cam- tuoso a tutte biando nella vita di qualcuno. le persone di Si trattava (scrivo ancora al Poste Italiane, passato…) di guardare e di anche in vista vedere il passaggio dalla vita delle immialla morte, seppure nella for- nenti festività ma rituale di una processione pasquali. Il Segretario è stae dei suoi segni. Posso dire to ricevuto al suo arrivo alla qui, coram populo, che l’ac- sede di viale Europa dal precompagno mi manca, e non sidente, Giovanni Ialongo, e in virtù della mia età che si dall’amministratore delegato, allunga nel tempo, ma invece Massimo Sarmi, con i quali in virtù del fatto che l’accom- si è intrattenuto per un breve pagno mi dava, da bambino colloquio riservato. e da giovane, il segnale forte “La visita del Segretario di e preciso (con uno schiaffo Stato Vaticano - ha dichiaanche emotivo) del Tempo. rato Massimo Sarmi – ha L’ho scritto maiuscolo, per- rappresentato un’occasione ché adesso l’accompagno non di grande intensità ed emosvolge più questa funzione, zione. Il Cardinal Bertone messo da parte da un’altra si è complimentato per l’alto parola che vorrei scrivere con livello tecnologico raggiunto la t minuscola, ma non si può, dall’Azienda, con parole che mi pare: ovvero il Traffico ci inorgogliscono e gratificaautomobilistico: che prova no. Sua Eminenza ha portato a far scomparire il Tempo, un messaggio di serenità ed mettendogli la t minuscola… ha espresso i sentimenti di Almeno ci prova, complice la apprezzamento e affetto per Pigrizia… la “grande famiglia” di Poste Silvano Sbarbati Italiane, 150 mila persone che ogni giorno svolgono un servizio per la comunità” . Il Segretario ha quindi visitato il Polo tecnologico di Po- ste Italiane, una “intelligenza centralizzata”, la prima del suo genere in Europa, che da Roma, permette di tenere sotto costante monitoraggio l’efficienza, la qualità e la sicurezza del sistema postale su tutto il territorio nazionale e di intervenire in tempo reale per risolvere eventuali problemi. Il Polo è costituito da un sistema di “cabine di regia” ad alta tecnologia digitale. Subito dopo il Cardinale Bertone, collegato in videoconferenza con tutte le sedi nazionali di Poste Italiane, ha rivolto un suo breve saluto al personale, sottolineandone l’impegno quotidiano a servizio dei cittadini e ricordando la storica vocazione sociale dell’azienda. Teatro Storie - Segnata da eventi straordinari la vita di Paolo Ferrari P Un teatro dedicato al ‘Padre della commedia italiana’ aolo Ferrari, chi era costui? Se lo chiedete in giro pochi vi sapranno rispondere. Qualcuno forse lo identificherà con un personaggio televisivo molto noto qualche decennio fa. Non è lui, s’intende. A Paolo Ferrari però è intitolato uno dei più eleganti teatri storici delle Marche: quello di S. Marcello. Naturale allora la curiosità di cercare di identificare il personaggio. Attingiamo notizie dalle sue stesse memorie. E’ da mettere in chiaro innanzi tutto che non nacque a S. Marcello, ma a Modena, il 5 marzo del 1822. Suo padre, Sigismondo Ferrari, era un capitano del genio che militava sotto Napoleone Bonaparte. Alla caduta dell’Imperatore, da Francesco IV, duca di Modena, fu nominato ingegnere capo del Ministero dei Lavori Pubblici. Inaspettatamente si abbatté su di lui una grave sventura. Divenne pazzo e dovette essere rinchiuso nel manicomio di S. Lazzaro. Lì ancora si trovava quando nacque Paolo che di conseguenza con sua madre, Elisabetta Palmieri, donna virtuosa e devota e i suoi tre fratelli si trovò a vivere in una situazione angosciosa gravata da serie difficoltà economiche. Avvenne però l’incredibile. Dopo quattro anni uno psichiatra, del quale sarebbe davvero interessante conoscere il nome e le virtù professionali, volle sperimentare sul malato una cura singolarissima. Gli applicò un ferro rovente alla testa. Miracolo. Sigismondo Ferrari rinsavì e la sua famiglia da allora non ebbe più problemi. Cospiratore, rivoluzionario, letterato Compiuti gli studi e laureato in legge, Paolo Ferrari entrò nella vita politica. Nel 1848 prese parte ai moti rivoluzionari, ma, dopo la disfatta di Custoza, dovette fuggire e nascondersi a Vignola dove incominciò a scrivere per il teatro. Ritornerà alla cospirazione più tardi, quando Cavour imprimerà un nuovo indirizzo ai movimenti nazionali. Intanto aveva incominciato a farsi un nome con le sue prime commedie. Giudicato ‘una rivelazione’, iniziò a frequentare i teatri italiani al seguito di una compagnia. Si stancò comunque presto di una vita instabile e ritornò a Modena, nella tranquilla casa paterna. Gli furono affidati allora incarichi im- 21 marzo 2010 5 Jesi: gli autori Maffìa e Moscatiello al Liceo Classico La scrittura come comunicazione profonda L’ importanza di poter Nella sua attività di commediografo incontrare un grande è possibile distinguere due fasi, corri- scrittore della letteratura spondenti press’a poco alla giovinezza e alla maturità. Alla prima appartengono alcune commedie scritte in dialetto modenese e di Massa, città dove Paolo Ferrari aveva trascorso alcuni anni della sua infanzia. Possono essere ricordate “Sor Bartolomeo calzolaro”, più volte rifatta; “Il codicillo dello zio Venanzio”, “Un’anima debole”, anch’essa successivamente rimaneggiata e “Un’anima forte”, trasformata poi nel romanzo, “Artista e cospiratore”. Più tardi l’osservazione dell’ambiente e dei costumi gli suggerirà commedie d’argomento storicoletterario come “Goldoni e le sue sedici commedie nuove”, ispirate alle ‘Memoires’ goldoniane; “Una poltrona storica” che si rifà all’autobiografia dell’Alfieri; “La satira e Parini”; “Dante a Verona”. italiana ed un altro reduce Durante gli anni che vive a Milano Pa- dalla pubblicazione della olo Ferrari si fa più attento alla realtà sua prima opera: è l’opporportanti. Fu nominato direttore del- e alla società. Prende allora a scrivere tunità avuta dagli studenti la ‘Gazzetta Ufficiale’; poi segretario commedie ‘a tesi’ o d’attualità. La pri- del Liceo Classico Vittorio dell’università; professore di liceo a ma di queste, “Tartufo moderno” sarà Emanuele II di Jesi mercoModena; di storia e successivamente di da lui rimaneggiata in prosa diventan- ledì 10 marzo scorso. letteratura all’Accademia Letteraria di do un vero e proprio ‘manifesto’ lette- Il noto scrittore si chiama Milano; dove morì, giusto 121 anni fa, rario. In esso è chiaramente espressa la Dante Maff ìa, è nato in il 9 marzo 1889. Ebbe esequie solenni condanna del teatro francese, troppo Calabria, a Roseto Capo e gli fu intitolata una piazza. A Brera indulgente ad una morale tardoroman- Spulico, nel 1946, ed è pouna lapide lo ricorda. Le sue commedie tica falsamente poetica e decadente. A eta, romanziere e saggista. tuttavia non vengono più rappresenta- questa etica fatiscente egli intende op- Da sempre appassionato ed te. Questione di mode, costumi e gusti porre le modeste virtù di una vita sem- incline alla scrittura, Danche si evolvono e cambiano? Sic transit plice. te Maff ìa fu scoperto nel gloria mundi. 1974 da Aldo Palazzeschi, La vita di studioso e letterato non fu Ancora un fatto inspiegabile? il quale firmò la prefaziosempre tranquilla. Nel 1857 Paolo Fer- Pur avendo indagato intorno al per- ne della sua prima raccolta rari divenne completamente cieco. La sonaggio non risulta tuttavia ancora di poesie. A lungo si è descienza aveva deposto le armi e dichia- chiaro perché S. Marcello abbia intito- dicato alla ricerca e all’inrato impossibile una guarigione. Invece, lato il suo teatro proprio a Paolo Fer- segnamento nell’ambito dopo due anni, un sedicente ‘dottore rari. Vero è che dal poeta Pietro Cossa della cattedra di letteratura francese’ (nemmeno di questo ‘mago’ egli venne definito, forse con una certa italiana del prof. Luigi Reisi conosce il nome) riuscì a ridargli la enfasi, ‘padre della commedia italiana’; na, presso l’Università di vista. ma non risulta che questo autore abbia Salerno. Ha fondato riviste mai avuto frequentazioni a S. Marcello letterarie di prestigio come Comicità, storia, critica o che qui abbia lasciato qualche suo di- “Il Policordo”, e diretto di costume scendente. Nessuno nega che sia giusto “Polimnia”: come critico Vastissima è la produzione teatrale di ricordarlo. E’ però difficile compren- letterario ha collaborato Palo Ferrari che combina nella sua arte dere il motivo per cui lo stesso teatro inoltre col quotidiano “Padue istintivi talenti: una spontanea vis non sia stato intitolato ad un altro illu- ese Sera”. Il suo lavoro più comica e un’attenta osservazione criti- stre personaggio, effettivamente nato a importante è “Il romanzo ca della realtà. Del suo tempo descrive S. Marcello, al quale per oltre mezzo di Tommaso Campanella”, malattie sociali, decadenze, passioni. secolo furono affidate le sorti dei più del 1996. Nel 2004 Carlo Spesso, per contrasto, rievoca gran- importanti teatri d’Italia: Alessandro Azeglio Ciampi lo ha insidi uomini del passato. I suoi frequenti Lanari, il ‘Napoleone degli impresari’. E gnito della medaglia d’oro rifacimenti di alcuni testi teatrali di- anche questo, si lasci dire, può sembra- alla cultura della Presidenmostrano quanto scrupolosamente e re un fatto inspiegabile. za della Repubblica. responsabilmente egli scrivesse. Augusta Franco Cardinali Nel corso dell’incontro con gli studenti, nel quale l’autore ha esaltato l’importanza della scrittura e della comunicazione per mezzo di essa, Maff ìa ha avuto l’opportunità di presentare l’ultima sua opera: “Milano non esiste”. Il romanzo tratta il tema mai desueto di un ragazzo meridionale che si trasferisce nel capoluogo lombardo alla ricerca di lavoro: una Milano che non riesce però a far dimenticare le proprie origini al protagonista, il quale, al contrario, viene sovente emarginato. Dopo l’intervento di Dante Maff ìa, la preside Giuliana Petta ha presentato al pubblico Massimo Moscatiello, un giovane imprenditore romano indirizzato alla scrittura proprio da Maff ìa. Moscatiello, nel corso della propria relazione, ha dichiarato come avesse da sempre usato la scrittura come una forma di comunicazione maggiormente emotiva, personale e profonda, rispetto a quella usata quotidianamente. Proprio una sua storia di vita, intitolata “Da qui… a qui…”, dopo essere stata letta e profondamente avallata da Maff ìa, è stata appena pubblicata. L’incontro al Liceo Classico ha rappresentato la degna conclusione di una mattinata dedicata interamente alla cultura e alla letteratura: un ciclo di riflessioni iniziato alla Biblioteca Planettiana, continuato a Palazzo Pianetti e concluso al Liceo Vittorio Emanuele II. Marco Cremonesi Nella foto Dante Maffìa Le inquietudini della Beat Generation nella letteratura americana contemporanea La commedia umana di Fernanda Pivano E’ stata un’attenta e serena osservatrice del nostro tempo; di questa realtà e di quella di milioni di americani Fernanda Pivano. Vigile e tuttavia non partecipe, ma vicina al cuore delle nuove generazioni e felice di sentire pulsare energie, sogni, entusiasmi. Il ‘teatro della vita’ l’affascinava, risvegliava la sua curiosità, le dava gioia: soltanto perché era sempre e comunque vita. La sua esistenza è stata lunga, solare, estroversa, ricca di incontri, continuamente aperta ad orizzonti nuovi. Non poteva non diventare, per simpatia e affinità di carattere, amica di Valeria Moriconi. Le dobbiamo molto. Ci ha fatto conoscere i più importanti scrittori americani del ventesimo secolo, da quelli dell’inquieta Beat Generation nata negli anni ’50 in poi fino ai giorni nostri; da Edgard Lee Masters a Faulkner, a Hemingway, a Scott Fitzgerald fino a Brett Easton Ellis, Foster Wallace e Chuck Palahniuk e a tantissimi altri. Le sue traduzioni hanno fedelmente, specularmente riportato tutto del loro pensiero e delle loro esperienze. Fernanda Pivano ha parlato, commentandole, delle sue numerosissime incursioni nel mondo letterario d’America nei suoi ‘Diari’ come pure in alcune interviste e colloqui illustrati da un film documentario, di Ottavio Rosati, che ha fatto seguito ad uno spettacolo grintoso, appassionato, spregiudicato in cui Giulio Casale l’ha evocata al Pergolesi. Nel film, presentato al Teatro Studio, Fernanda Pivano appare, anche in età avanzata, come una donna appagata, sorridente, dalla mente lucidissima. Non l’avevano intaccate le esperienze di una vita senza incrinature, senza scandali, senza droghe o alcool. Proprio per questo era ancora capace di osservare il mondo con sem- Autoscuole Corinaldesi s.r.l. Autoscuole – Scuola Nautica – Corsi di recupero punti per patenti – Corsi di Formazione Professionale CAP – per merci pericolose A.D.R. – per Autotrasportatori – Studi di consulenza Automobilistica e nautica Jesi – Via Mura Occidentali, 31 – tel. 0731 209147 c.a. – fax. 0731 212487 - Jesi – Via Gallodoro, 65 – tel. 0731 200809 – fax 0731 226215 Jesi – Via Gallodoro, 65 – tel. 0731 200809 (Sede Consorzio Cons. A.C.) - Jesi – Via Marx, Zipa – tel. e fax 0731 211481 (Uff. oper. collaudi) Altre sedi: Falconara M.ma (Corinaldesi – Adriatica – Falconarese) – Ostra – Marina di Montemarciano – Marzocca di Senigallia pre nuovo interesse, di definire e mettere a fuoco la realtà; di giudicarla serenamente. Ora spetta a noi fare altrettanto anche attraverso le opere che lei ha tradotto: guardare cioè e discernere spassionatamente quanto di positivo, ma anche di negativo, è avvenuto nella mente, nelle esperienze e nello stile di vita delle nuove generazioni. Per filtrare tutto e lasciare sedimentare il meglio. Altrimenti non sarebbe progresso. Fotoservizio Augusta Franco Cardinali Nella foto: tra William Graziosi, a sinistra, e Franco Cecchini, a destra, l’assessore alle Pari Opportunità, Bruna Aguzzi, che ha reso note per il mese di marzo una serie di iniziative dedicate alla donna, a partire da quelle con le quali è stata ricordata Fernanda Pivano. 6 Psicologia e società 21 marzo 2010 confessione o psicologia? convegno catechistico 2010 L’ Narratori della Buona Novella uomo subisce da sempre il fascino della narrazione. Gli piace raccontare e ama ascoltare. Da bambino consuma le storie facendosele ripetere ininterrottamente e da adulto sta incollato davanti alle telenovele o ai reality. Perché? Perché il racconto coinvolge, trascina nella sua trama tutto dell’uomo: mente, cuore e viscere. Perché fa immedesimare in quanto viene narrato e tocca tasti dal tono esistenziale. Non avviene lo stesso con un documentario o una trattazione teoretica. Lì viene chiamato all’appello solo il mondo delle idee e dei concetti e al resto viene chiesto di restare fuori. Ebbene, proprio alla Bibbia, il libro che per eccellenza narra di fatti e persone, il cui stesso titolo dei libri che la compongono spesso coincide col nome proprio di una persona, ebbene, proprio a questo “libro” doveva capitare di essere spesso percepito e citato come insieme di buoni pensieri astratti che scivolano automatici e scontati nella “testa” senza il potere di affondare nella “pancia” dell’uomo? Questo il nocciolo del messaggio lanciato dal prof. Marco Tibaldi ai catechisti e agli animatori presenti domenica 14 marzo scorso a Jesi per il Convegno annuale organizzato da don Mariano Piccotti, direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano. “Vieni e vedi: come rispondere ai cercatori di Dio?”: già il titolo dell’incontro sottolinea l’importanza di “come” dire Dio, prima ancora che quella di “cosa” dire di Lui. Anzi, da “come” si dice Dio si evince un’immagine stessa di Dio che vi è sottesa e non raramente, a causa di ciò, girano di Lui sembianze distorte che rendono impossibile percepirlo come fonte di felicità per l’uomo: un Dio assente, un Dio “spirituale” che si occupa delle sole cose dell’anima, un Dio mercante che chiede qualcosa in cambio, un Dio da “comprare” per ottenere favori, un Dio che alla fin fine non convince del tutto della sua bontà. E così, l’abilità comunicativa e sapienziale del prof. Tibaldi, filosofo e teologo, insegnante presso l’IRSS Santi Vitale e Agricola di Bologna, ha ripetutamente preso al volo per le ali i tentativi di decollo a razzo verso l’alto dei presenti per riportarli simpaticamente giù verso la terra e la quotidianità, là dove la “pancia” dell’uomo vibra di tutte quelle emozioni e sentimenti che lo rendono vero. Giù nel concreto, aderenti all’unica pista percorribile per tracciare un sentiero di ricerca di Dio: l’umano. E l’ha fatto indicando una via maestra: quella del racconto, della narrazione. Nulla di nuovo. Parlare all’uomo mediante “storie” è da sempre nello stile stesso di Dio e di Gesù: il regno dei cieli è simile a..., un uomo aveva due figli..., chi mi ascolta è come uno che ha costruito la sua casa sulla roccia... Chi è stato presente al Convegno ha sperimentato però in maniera rinnovata la forza di coinvolgimento che si prova dinanzi a qualcuno che sa veramente narrare Dio e anche i più timidi non hanno esitato ad alzare la mano per aggiungersi all’incalzante sommarsi di interventi causati dal contatto con qualcosa di vivo e provocante. Ma le innumerevoli storie che sono presenti nella Bibbia sono occasioni di incontro con Dio solo a patto di “entrarvi” per davvero con tutto di sé, immedesimandosi nei suoi fatti e nei suoi personaggi in maniera attualizzata. Altrimenti rimangono lettera morta che ha il limitato potere di nutrire per pochi istanti la mente (solo quella) di chi già appartiene alla comunità dei credenti (col rischio, magari, che ritrovandosi poi in occasioni concrete della vita ci si ritrovi spiazzati a comportarsi più di “pancia” che conseguentemente ai tanti bei concetti sui quali si credeva d’essere incentrati). È dunque così che si risponde ai cercatori di Dio e, prima ancora, a se stessi: narrando di Lui in maniera viva e attuale, chiedendosi cosa provano i personaggi biblici, cosa pensano e cosa fanno, nonché cosa proviamo, pensiamo e facciamo noi in situazioni simili. Se la Sacra Scrittura è ispirata da Dio, come afferma la Chiesa, significa che lo Spirito Santo ha voluto che i racconti e le storie che vi sono contenuti veicolino vita e salvezza: narrare per aiutare a vivere, narrare per far incontrare Dio. Spetta quindi a ciascuno di noi, per se stesso innanzitutto e poi anche per il proprio ruolo di catechista, di animatore o di credente saper “entrare” nelle pergamene antiche della Bibbia per ricomporne le lettere in fresche pagine di attualità capaci di comunicare significativamente Dio all’uomo d’oggi. Diego Mecenero di (3) S timolati da quel pensiero apparso nella rubrica La citazione, oggi proviamo a chiudere le nostre riflessioni. In particolare proviamo a chiederci se è proprio vero che “il numero dei depressi e dei malati di mente in continuo aumento” è il risultato del fatto che “abbiamo abbandonato la confessione e ci siamo affidati agli psicologi”. Perché, secondo me, dire questo significa guardare le cose restando soltanto in superficie. Molto in superficie. Ma procediamo con calma. Le due volte scorse ci siamo detti alcuni pensieri per comprendere, almeno un po’, come la confessione e la psicologia non sono due realtà in conflitto. Neanche in concorrenza. Ma sono semplicemente due realtà diverse, due esperienze, nella vita di chi le incontra, che rispondono a esigenze, bisogni e desideri diversi. Nella frase citata si parla di “depressi” e di “malati di mente”. Così come scritte, queste parole indicano categorie piuttosto generiche. Io credo sia meglio parlare di persone in situazioni di sofferenza, di grande sofferenza, piuttosto che di malati di mente. Non perché la malattia mentale non esista, ma perché non saremo in grado di guardarla adeguatamente finché ci fermiamo sulle diagnosi: come fosse un raffreddore o una polmonite. Tutte quelle che chiamia- Federico Cardinali mo malattie della mente possono essere comprese e curate soltanto se attiviamo un processo di osservazione e di ascolto che sia in grado di cogliere la sofferenza interiore dell’essere umano. Sofferenza che si esprime attraverso la malattia. Depressione, angoscia, ansia, panico, disturbi nel comportamento alimentare, disturbi nell’attenzione, paranoie - e chi più sa più ne metta - sono in realtà tanti nomi che diamo alla sofferenza. Alla sofferenza della mente e dell’anima. I tanti nomi che la psichiatria usa servono soltanto a ‘descrivere’ il modo particolare in cui, in quella persona, si esprime la sofferenza interiore. Che è il disagio di vivere. Per capirci meglio. Non esiste il depresso. Esiste quella persona che esprime la sua sofferenza interiore con una modalità che noi chiamiamo depressione. Ma se non ascoltiamo la sua sofferenza e non andiamo a lavorare per ritrovare e riattivare le sue energie interiori, ci perdiamo la persona e troviamo solo la depressione. E’ questo, oggi, il rischio che possiamo correre se non ascoltiamo i segnali di sofferenza che ci vengono dalla nostra mente e dalla nostra anima. Ed è questo il rischio che possono correre le scienze psicologiche e quelle mediche quando, troppo velocemente, corrono verso le diagnosi (= la faccia con cui si presenta il dolore interiore), dimenti- cando di andare oltre, per ascoltare la sofferenza del cuore. Allora se vogliamo davvero guardare dove trae origine e alimento tanta sofferenza, credo che dovremmo riconoscere quanto poco essa abbia a che fare con la diatriba tra confessione e psicologia. E non è certo l’aumento degli psicologi che produce la sofferenza interiore. Sarebbe come dire che il cancro sta aumentando perché sono aumentati i centri che lo curano o perché abbiamo affinato le tecniche diagnostiche di cui disponiamo. Io penso che se vogliamo avvicinarci seriamente a ciò che chiamiamo ‘malattie della mente’, e chiederci dove esse abbiano origine, dovremmo guardare piuttosto a come stiamo vivendo, a quali sono i ritmi che guidano le nostre giornate. Dovremmo chiederci su quali valori stiamo investendo le nostre energie. Quanto tempo dedichiamo a noi stessi, alla cura delle nostre relazioni affettive. Quanta della nostra energia vitale investiamo nel prenderci cura di costruire una vita a misura d’uomo e quanta, invece, spendiamo solo per accumulare cose su cose. Una macchina più grossa, una casa più bella, vestiti più alla moda, telefonini dell’ultima generazione, e via di questo passo… Il rischio è che oggi la nostra vita sia tutta proiettata sull’esteriorità, sull’apparire, sull’accumulare. Che ci lasciamo prendere da ritmi di vita che ci tolgono il respiro. Che ci facciamo catturare dal nervosismo e dall’insoddisfazione, ponendo sempre la nostra attenzione su ciò che ci manca senza apprezzare ciò che abbiamo. Vogliamo provare a darci qualche ‘consiglio’ per una vita sana? Immaginiamo che sia la nostra anima a darceli. Cerchiamo di trovare un po’ di tempo da passare con la nostra famiglia, per ascoltarci l’un l’altro, per ‘giocare’ insieme. Ogni tanto prendiamo in mano un buon libro. Regaliamoci qualche minuto di silenzio, nella nostra giornata, per ascoltare i nostri pensieri e dialogare con loro. Se poi ci ritroviamo anche in una dimensione di fede, se, in altre parole, siamo credenti - qualunque sia la religione in cui ci riconosciamo -, allora possiamo anche provare a spendere qualche minuto della nostra giornata nella preghiera. Intesa come dialogo con noi stessi e come dialogo con il Buon Dio che ci tiene fra le sue braccia in una relazione di amore paterno e materno. E se ci definiamo non-credenti, la nostra preghiera possiamo viverla comunque. Nella costruzione di pensieri di pace, nella ricerca di armonia con la natura e il mondo, nella ricerca del bene. Per noi e per tutti gli esseri viventi. (3- fine) Chi vuole scrivere allo psicologo può farlo o per e-mail ([email protected] o [email protected]) o per posta a Voce della Vallesina - colloqui con lo psicologo - P.za Federico II, 8 - 60035 JESI Spaziodonna all’Ostello Villa Borgognoni: 20 marzo dalle ore 18,30 La Macina e il libro di Carla Marcellini S abato 20 marzo, l’Ostello Villa Borgognoni di Jesi (via Crivelli, 1 - angolo via Gramsci) ospiterà la prima edizione di SPAZIODONNA. L’iniziativa, organizzata dall’associazione di volontariato spaziOstello, intende affrontare in una prospettiva storica e culturale temi legati alla condizione femminile, dalla cultura orale marchigiana della prima metà del Novecento relativa al mondo femminile (come i canti delle filandaie jesine), ai movimenti femministi degli anni settanta e ottanta ad Ancona. L’evento prevede un doppio appuntamento. Ore 18,30: Carla Marcellini, Come il mercurio. Storie di femminismo (Sensibili alle foglie, Roma 2010). Il volume, fresco di stampa, sarà presentato e discusso con l’autrice da Barbara Montesi, docente a contratto di Storia contemporanea presso la Facoltà di Lingue e Letterature straniere dell’Università di Urbino «Carlo Bo» e collaboratrice dell’Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nelle Marche di Ancona. Anche Carla Marcellini lavora presso l’Istituto anconetano, occupandosi in particolare di temi legati alla memoria della guerra e della Resistenza, alle questioni di genere e alla didattica della storia. A seguire: Buffet (prezzo 5 euro), a cura del Caffè Imperiale. Ore 21: Concerto in acustica: La Macina e l’altra parte del cielo (La condizione femminile nel canto popolare marchigiano), con la partecipazione di Gastone Pietrucci e Marco Gigli (ingresso libero). Si tratta di uno spettacolo che, attraverso il canto popolare marchigiano, testimonia la condizione femminile in un gioco di rimandi e suggestioni, di delicate atmosfere. Gran parte del repertorio de La Macina è stato raccolto da Gastone Pietrucci, dalla viva voce delle donne, le sue più grandi “informatrici” e “depositarie” di questo importante patrimonio di canti e di ballate. Presso l’Ostello Villa Borgognoni è inoltre possibile visitare (sino al 30 aprile) la mostra fotografica “IL CERCHIO”… la linea continua della vita, della giovane fotografa senigalliese Maria Antonietta Chiaia. Per info: www.coordinamentovillaborgognoni.blogspot.com; tel: 0731.214264 / 347.4821202 / 349.5832609. Vita ecclesiale LA CHIESA LOCALE IL DIARIO DEL VESCOVO GERARDO Giovedì 18 marzo ore 19: Loreto, inizio Esercizi spirituali per giovani della Regione Venerdì 19 marzo ore 7.15: Celebrazione dalle Suore del Duomo Ore 10.30: Cattedrale, S. Messa per il Precetto Pasquale delle Forze dell’Ordine. Ore 17: Convegno organizzato dal Consultorio su “Mediazione Familiare” Ore 18.30: Parrocchia San Giuseppe Ore 21: Parr. San Massimiliano K. incontro con i fidanzati Sabato 20 marzo Loreto: Esercizi Spirituali Giovani della Regione Domenica 21 marzo Loreto, Esercizi Spirituali Giovani della Regione Ore 16: Corinaldo Santuario S. Maria Goretti Ore 18.30. S. Messa nella parrocchia di San Giuseppe ore 21: Incontro con il Gruppo di discernimento Vocazionale Lunedì 22 marzo Ore 15: Parrocchia San Francesco di Assisi: Incontro con i Ragazzi della Cresima Ore 21: Seminario, incontro con Gruppo di Scout Martedì 23 marzo ore 15-17: il Vescovo riceve nella cappella di San Floriano, in Duomo, coloro che desiderano confessarsi o avere un colloquio spirituale. Senza appuntamento. Ore 17: Convegno organizzato dal Consultorio su “Mediazione Familiare” Ore 21: Commissione per la Pastorale Sociale e del lavoro Parola di Dio Dio è un padre misericordioso e paziente Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più». Commento Siamo nel contesto della Festa delle Capanne o detta anche Festa dei Cinquanta Giorni (Pentecoste) dalla Pasqua, che conclude la stagione della mietitura. Gesù si trova a Gerusalemme nel Tempio ad insegnare. Arrivano gli avversari, scribi e farisei, con una donna sorpresa in adulterio (non si sa dove sia andato a finire l’adùltero), per cercare di mettere in difficoltà Gesù, dato che in simili situazioni devono essere lapidati sia l’uomo che la donna. E Gesù trova lo stratagemma per allontanare gli attentatori. Per la nostra riflessione ci fermiamo sulle due espressioni finali: Nessuno ti ha condannata? (in greco: katacrìno) e Va’ e d’ora in poi non peccare più (in greco: amartàno). Nessuno ti ha condannata? Il verbo katacrìno significa sentenziare contro, condannare, e viene usato come termine tecnico nei tribunali civili; la sua forma verbale indica un’azione definitiva, che si compie una volta per tutte. Gli uomini cercano spesso e volentieri le sentenze di condanna definitiva, Dio invece, in Gesù, ci dimostra che, finché siamo sulla terra, nessuna condanna è definitiva. Perché questo atteggiamento di Dio? Perché Dio non solo è un padre misericordioso, ma ha pazienza e quindi speranza che un figlio possa sempre rendersi conto del male fatto e pentirsi. Egli fa il giudizio sul più o meno pentimento da noi espresso e così la pena definitiva ha la possibilità di scomparire, perché ama ciascun peccatore e tenta tutte le carte per ricondurlo sulla giusta strada. Lo sguardo di Gesù, pieno di misericordia e d’amore, fa sgorgare dal cuore dell’infelice un grande sentimento di riconoscenza e di fiducia, che si manifesta nella risposta della donna: «Nessuno, Signore [mi ha condannata]!». È così che la peccatrice riconosce il suo peccato ed esprime il sentimento di pentimento davanti all’Uomo-Dio. La quaresima ha la funzione di farmi ritornare a Dio per rivivere il dono del- L’accidia, il “male di vivere”, sembra essere particolarmente diffuso nelle odierne società occidentali, nei paesi in cui l’ideale di una vita all’insegna della sicurezza e dell’abbondanza di beni è maggiormente praticata. Gli incontri proporranno una ricerca che dalla Bibbia ai Padri, alle tradizione religiose più diverse, indica le cause e i rimedi. L’accidia può essere prodotta da una attività eccessiva: ci si butta in un lavoro al di là delle proprie forze e si scoppia…. porta a iniziare le cose e a non finirne nessuna….“ Chi desidera sempre ciò che non fa e si annoia di ciò che fa non gode del presente né è colmato dal futuro” (Ugo di san Vittore) Settimanale di ispirazione cattolica fondato nel 1953 Va’ e d’ora in poi non peccare più Il verbo amartàno ha diversi significati: aberrare, non conseguire, non ottenere, perdere, restare privo, sbagliare, errare, deviare e quindi peccare. Secondo alcuni esperti nelle sacre Scritture Gesù chiede alla donna di non commettere più un tale peccato, anche se Gesù la invita praticamente ad abbandonare la via del peccato in senso più ampio. Perché? Perché con il peccato è impossibile sperimentare l’amore di Dio in pienezza. Questa donna ha sbagliato bersaglio, non ha centrato il vero senso della vita e Gesù cerca di riportarla all’esperienza della vera felicità che è liberazione da ogni peccato e quindi pace interiore. L’invito di Gesù è un ritorno alla vita, quella che Lui le sta dando, perché il suo futuro sia pieno di speranza. Ella è chiamata ad annunciare la vera conversione che consiste in un cuore nuovo, che supera la legge e fa sperimentare la misericordia e l’amore di un vero Padre, Dio. La novità di Gesù, avere un Dio Padre amoroso, rivela la caducità e la fragilità del cuore umano. Ma egli non discute, agisce con il dono del perdono che ha la sua vera penitenza nel «non peccare più». Gesù chiede a noi tutti, peccatori in cammino verso la santità, di spalancare un po’ del nostro cuore e allora egli sarà capace di fare il resto. Solo chi riconosce di essere peccatore, sperimenta in se stesso la presenza di Gesù. Siamo vicini alla Pasqua: cerca di aprire il tuo cuore a Dio Padre per mezzo di Gesù Cristo. P. Silvio Capriotti ofm appuntamenti di spiritualità per la Pasqua Giovedì 25 marzo Ore 7.20: S. Messa dalle Monache Clarisse Ore 9.30: Seminario, Ritiro del Clero Ore 17.30: Museo Diocesano, presentazione Libro ore 19: Seminario, incontro con gli aspiranti al diaconato Domenica 28 marzo Ore 10: Processione delle Palme e S. Messa in cattedrale Ore 21: Incontro con il Gruppo di discernimento Vocazionale la sua misericordia: sento il grande desiderio di essere perdonato e di vivere una vita nuova con una buona «confessione?». Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 8,1-11) 2 mattinate di spiritualità Sabato 27 marzo Ore 9.30: Convegno Ore 15.30: Giornata Mondiale della Gioventù Ore 18.30: Cattedrale, S. Messa 7 21 marzo 2010 - quinta domenica del tempo di quaresima Mercoledì 24 marzo ore 18: Seminario: Incontro con gli insegnanti di Religione ore 21: Loreto, Santa Casa: Veglia di Preghiera per le Vocazioni Venerdì 26 marzo ore 9-12: Pianello V., incontro con gli alunni della scuola media nell’ambito dell’IRC Ore 21.30: Incontro con un gruppo di Giovani di Azione Cattolica 21 marzo 2010 DOMENICA 21 e DOMENICA 28 MARZO sul tema L’ACCIDIA, MALE DEL NOSTRO TEMPO Ore 9,15: accoglienza Ore 9,30: incontro (Sr Anna Maria Vissani) Ore 11,15: celebrazione Eucaristica (don Mariano Piccotti) NB. Anche alle ore 8,30 c’è la possibilità di una celebrazione sempre presso la Chiesa attigua del Crocifisso Non c’è bisogno di prenotazione : Info: 0731.813408 Centro di spiritualità “sul monte” – Castelplanio Incontri della civetta – quaresima 2010 Piazza Federico II, 8 - 60035 Jesi An Telefono 0731.208145 Fax 0731.208145 [email protected] www.vocedellavallesina.it c/c postale 13334602 Direttore responsabile Beatrice Testadiferro • Proprietà Diocesi di Jesi • Registrazione Tribunale di Ancona n. 143 del 10.1.1953 • Composizione grafica Giampiero Barchiesi • Stampa Galeati Industrie Grafiche, Imola www.galeati.it • Spedizione in abbonamento postale • Abbonamento annuo 35 euro - di amicizia 50 euro - sostenitore 100 euro • Tutti i diritti riservati • Esce ogni mercoledì • Associato alla Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici) • Comitato di redazione: Vittorio Massaccesi, Giuseppe Quagliani, Antonio Quaranta, Antonio Lombardi Ai sensi dell’articolo 13 del D. 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Inizia alle ore 9 Termina alle ore 16 Prenotare: Info: 0731.813408 SABATO SANTO PER GLI ADULTI Incontro di spiritualità preparato per persone adulte sul tema: LA TOMBA VUOTA… … quando portiamo in cuore la speranza di non morire Meditazione e Preghiera silenzio e possibilità di confessioni Inizia alle ore 9 Termina alle ore 12 Rai Vaticano sul web Il prossimo 2 aprile, in occasione del Venerdì Santo e del quinto anniversario della scomparsa di Giovanni Paolo II, sarà on line su Rai.tv il nuovo spazio web di Rai Vaticano. Un’idea nata dall’esigenza di valorizzare e di rendere disponibile a tutti l’inestimabile patrimonio multimediale di questa importante struttura aziendale diretta da Giuseppe De Carli. L’obiettivo è quello di diventare il punto di riferimento dell’informazione religiosa prodotta dalle testate, dalle reti tv e dalla radiofonia Rai. I contenuti del sito internet saranno costantemente aggiornati dalla redazione di Rai Vaticano. Sul nuovo spazio web, all’indirizzo www.raivaticano.rai.it, sarà pubblicata la storica e memorabile iniziativa “La Bibbia Giorno e Notte”, la lettura ininterrotta di Antico e Nuovo Testamento che si è svolta nell’ottobre del 2008 nella basilica di Santa Croce in Gerusalemme in Roma. 8 Vita ecclesiale 21 marzo 2010 Seminario Vita Nuova: incontro conclusivo Rinnovamento dello Spirito “Ti solleverà su ali d’aquila” a nostra vita è piena di Le “ossa aride ” tanti problemi…, ma “Gesù qui, stasera, ci dice tutto cambia se cambio che si può rinascere con la io, se cambia il mio cuore… forza dello Spirito che crea Allora divento capace di e ricrea… - dichiara la prof. amare di più mio figlio, mio Borgognoni - e rievoca l’immarito, gli altri… e di per- magine del Creatore che, donare sempre. E se cambio “alitando nelle narici dell’uoio, cambiano anche gli altri”. mo, gli ha dato Vita”. Quindi, Lo afferma Adriana Borgo- alla luce della Parola profegnoni, responsabile dioce- tica di Ezechiele, fa intuire il sana del Rinnovamento, nel dinamismo misterioso che corso della sua catechesi dà vita alle “ossa aride” (Ez sull’”effusione dello Spirito 37, 1-14) e commenta: “Lo Santo” che il 14 marzo ha Spirito passa oltre le situaconcluso il Seminario “Vita zioni di morte per una vita nuova” nel Duomo di Jesi. nuova: dal caos al cosmos, In apertura la numerosa as- come alle origini, sempre”. semblea di giovani e adulti Segue la testimonianza perè stata invitata dai ragazzi sonale, che può essere queldel coro a cantare e a pre- la di uno di noi: “Io resto io gare sintonizzando, a ritmo con la mia fragilità, ma ho leggero di danza, la voce e sperimentato la salvezza, la la gestualità per chiedere il presenza del Signore, non dono dello Spirito: “Gesù ti più il Giudice, ma il Vivensta ascoltando, digli ciò che te, il Risorto. Lo Spirito é vuoi!…”. Lo Spirito d’amore, Persona divina, è l’Amore, effuso da Cristo con la Sua delicatezza e tenerezza: bimorte e risurrezione, nel sogna accoglierlo con tutto “mistero pasquale”, disceso il cuore, con fede e pregare a Pentecoste nel Cenaco- con amore per un incontro lo su Maria e sugli apostoli, personale”. primo nucleo della Chiesa, anche oggi dona a chi lo in- La luce della Vita voca con cuore sincero, luce, Si sa, l’uomo nella vita terrena ha bisogno di simboli forza e consolazione. Adriana con la storiella alle- per intuire in qualche modo gorica dell’aquila e del pul- le realtà invisibili… Così cino invita a guardare verso quella sera, al centro del l’alto perché, anche se non Presbiterio era stato collocasiamo aquile, “le ali ci sono to il grande cero pasquale e state date con il Battesimo”. intorno tanti piccoli ceri da “Ma i sacramenti, osserva, accendere. Ma per arrivanon sono riti magici e la re ad accendere un lumino, grazia non si esprime se non ogni persona del lungo corteo doveva fare una tappa viviamo il sacramento”. Può accadere anche ai bat- per ricevere dal sacerdote, tezzati e ai cristiani prati- don Claudio Procicchiani, canti che “la fonte di acqua “l’imposizione delle mani”: viva sia ostruita da detriti, non un sacramento, ma un pietre…” e allora bisogna “li- gesto con una preghiera allo berare la vita” nel momento Spirito Santo. favorevole, nel kairòs. A cia- Il lumino acceso indica scuno di noi oggi Gesù ri- l’inizio di una vita nuovolge le parole dette alla Sa- va. Adriana avverte che “in maritana presso il pozzo di questo momento il Signore Giacobbe: “Se tu conoscessi agisce in modo misterioso il dono di Dio e colui che ti con ogni persona” e spiega dice: “Dammi da bere”, tu che “l’uomo non possiede lo stessa gliene avresti chiesto Spirito per sempre, perché ed egli ti avrebbe dato acqua é lo Spirito che ci possiede. Questo è solo un inizio, un viva…” (Gv 4, 10). “L lavacro di rigenerazione, ma poiché siamo sempre aggrediti dalla “carne”, la vita nello Spirito va guadagnata ogni giorno con la preghiera e con la vita!”. Canti di lode e di grazie, preghiere e suppliche provengono dall’assemblea che invoca: “Santo Spirito vieni!”. Una voce: “Grazie Signore, non mi fa più paura la mia debolezza, la mia povertà… Tu sei la Vita”. La Messa della IV Domenica di Quaresima, presieduta dal Vescovo Gerardo, dopo il cammino in salita per l’inizio di una “vita nuova”, è stata vissuta con gioia come il punto luminoso di convergenza dell’umano e del divino nella Eucaristia, segno efficace di comunione nello Spirito. Le meraviglie di Dio Durante l’omelia sul brano evangelico noto come “la parabola del figliol prodigo” (Lc15,11-32), il Vescovo ha sottolineato quattro aspetti di quel fatto emblematico definendolo “una sintesi di tutto il Vangelo”: la salvezza gratuita di Dio; la misericordia; la vita nuova donata da Dio; l’impegno a stare nella comunità con spirito nuovo. Ha quindi tratteggiato la condizione psichica e spirituale dei due figli: il figlio minore che vuole essere libero sperando di trovare la gioia, “ci rappresenta quan- do cerchiamo gioie e consolazioni fuggendo da Dio”. Il padre rispetta la libertà del ragazzo, il quale poi si ritrova povero, affamato, infelice… “Dio permette la fatica e la tristezza - osserva il Vescovo - per far capire che la persona si trova bene solo nella Sua casa”. Il padre, appena lo vede da lontano, va incontro al figlio e lo abbraccia. Si fa festa: il ragazzo indossa la veste più bella; riceve l’anello con il “sigillo” dell’autorità e i “sandali”, simbolo di libertà. Citando il Messaggio quaresimale di Papa Benedetto, il Vescovo mette in luce la “giustizia” di Dio che é dono e misericordia fino al punto che Dio sacrifica il proprio Figlio. Un’idea diversa della giustizia è quella del “figlio maggiore”che non capisce il comportamento del padre…: io ho fatto sempre il mio dovere e non ho avuto nulla…, ma per questo “tuo figlio” che ha sperperato tutto, tu fai uccidere “il vitello grasso” . Don Gerardo nota con intuito spirituale che il fratello maggiore aveva “un rapporto servile con il padre, non da figlio” e fa un’ipotesi sulla fine della vicenda, con un insegnamento per i credenti: “Quel figlio dice fra sé: a saperlo, facevo anch’io così. Anche noi cristiani a volte guardiamo con invidia quelli che si divertono…, senza capire che la vera gioia è vivere nell’abbraccio di Dio. Il figlio minore: guardate che cosa ha fatto mio padre per me; ha recuperato la mia vita! Noi cristiani non siamo i migliori, ma siamo i perdonati, quelli che hanno gustato l’amore di Dio e sono riconciliati. Il nostro annuncio: “Il Signore mi ha raggiunto e mi ha donato la gioia della vita nuova. Anche per te può essere così perché Dio fa meraviglie!”. Maria Crisafulli il racconto che ha vinto il concorso letterario “Il Molinello a Siena” Le chiavi della vita L a chiave è un piccolo oggetto con proprietà straordinarie: apre e chiude cancelli, portoni di case e palazzi, porte di stanze in abitazioni o uffici, armadi, cassetti, scrigni, bauli, valigette e cofanetti… Attiva l’accensione di un auto, di un macchinario, il movimento di un ascensore, di una gru o spegne il loro funzionamento. Ogni chiave apre soltanto la porta in cui nella toppa c’è la stessa sagomatura, e il constatare che la chiave funziona soltanto in accoppiamento perfetto la rende ai miei occhi ancor più speciale e preziosa. Ci sono tantissimi tipi di chiave che esprimono in situazioni diverse la possibilità di apertura o chiusura: la chiave di volta per la vita e la chiave di violino nella musica, quella inglese usata dal meccanico e di lettura per l’interpretazione di un testo, la chiave del mistero e del successo... Una chiave ci permette di entrare nel cuore di altre persone e con una chiave altrettanto precisa lasciamo che altri entrino nella nostra vita, e permettiamo che l’affetto perfezioni nel tempo la sagomatura per ottenere una agile introduzione e una snella rimozione. Nella nostra avventura di vita affiniamo e modelliamo tante chiavi per avere molti amici, per meritare la stima, il riconoscimento del nostro operato, usiamo la chiave della fiducia per conquistare il mondo superando quotidianamente piccole o grandi difficoltà, utilizziamo la chiave della speranza per impegnarci maggiormente nella realizzazione di obiettivi prestigiosi, adoperiamo la chiave della responsabilità per affrontare i rapporti e i ruoli nel sociale. Scegliamo consapevolmente l’uso della chiave dell’amore, della rabbia e caparbia, dell’intelligenza e furbizia, dell’umorismo e spensieratezza, della saggezza e serietà, della disponibilità e generosità, della determinazione in alcuni momenti e dell’attesa paziente in altre fasi della vita, a seconda di cosa vogliamo ottenere. Credo che alla nascita ci vengano consegnate un gran mazzo di chiavi da sagomare che noi possiamo modellare e utilizzare per accedere a situazioni differenti, tipo di porta e si adatta facilmente ad per entrare in certe realtà e viverle ogni toppa ed è il rispetto, la gentilezdal di dentro, per aprire senza sfon- za, l’amore per le persone, la natura e dare, per avviare programmi futuri, le cose che diventa speciale quando per chiudere rapporti controprodu- la rivestiamo di Voglia di Vivere con centi, per penetrare in situazioni ine- Entusiasmo. dite, per stimolare la collaborazione, “Affinare l’arte di vivere” significa vaper spalancare orizzonti, per chiudere lorizzare il mazzo di chiavi a disposifuori la falsità, l’ipocrisia e la cattive- zione e utilizzare quella giusta in ogni ria, per cogliere le opportunità, per occasione e allenarsi costantemente a aprire la porta all’ottimismo e alla po- sagomare quelle nuove perché ognuna sitività e alle amicizie sincere. Esiste diventi la “chiave del successo”. una chiave passepartout che apre ogni Maria Lampa San Pietro Apostolo: andar per facciate (III) Anche don Cristoforo giocava i terni al lotto S otto il pavimento dell’attuale chiesa di San Pietro negli ultimi tempi sono state condotte due “campagne di scavi” promosse dal locale Archeoclub e finanziate dalla Banca Popolare. Più di una volta gli stessi soci hanno guidato nei sotterranei, opp or tunamente attrezzati con luci e passerelle, quanti chiedevano di vedere i risultati di questo lavoro. Non è però facile, di fronte a quel complesso di murature sovrapposte, rendersi conto di com’era l’edificio prima dell’attuale. Per questo, circa un anno fa, ha provveduto lo stesso Archeoclub con un fascicoletto d’una decina di pagine. E dato che non mi risulta che sia stato divulgato, credo bene farne qualche cenno. In esso dunque si riporta dapprima un manoscritto di don Cristoforo Agostinelli che, poco dopo la sua nomi- na a parroco di San Pietro nel 1746, così scrive: “Fui assalito dal sommo sentimento [=pentimento] di averla accettata, vedendomi destinato ad una chiesa quanto povera altrettanto infelice… mentre vedevasi il tetto minacciare rovina… e tralasciamo di descrivere l’angusta abitazione del Pievano e le di lei miserie…”. Per cui chiese al vescovo Fonseca se, almeno provvisoriamente, poteva andare ad abitare nella non lontana casa paterna. Ma l’orrendo stato della chiesa non gli dava pace. Così che si recò dal “mastro Fammelume, uno degli architetti di questa città” a cui, avendo deciso di rifare la chiesa da capo, chiese di mettere in carta un progetto e azzardare un pre- ventivo di spesa. Che però raggiunse la bella cifretta di scudi 1800. Per reperire i quali il nostro intraprendente pievano pensò di giocare un terno al lotto di Roma “caricandolo ora di Mille ora di due Milla scudi, quali sempre replicai dall’anno 1746 fino a quasi tutto il 1748, ma senza frutto” (non so se ho letto o capito male: ma se quei soldi li metteva subito per la chiesa, non faceva prima?). E continua: “Ma riflettendo che Iddio non volesse servirsi di strada sì vile per l’onor mio, mi risolvei tentar la Divina Provvidenza col raccomandarmi alla pietà dei cittadini più pii e divoti…la prima [offerta] fu di una donna che viveva del telare tessendo panni”. Ma è la seconda parte del citato fascicolo che più ci interessa. Perché vi si riportano in maniera schematica (magie del PC!) ma ben documentata (dagli scavi, appunto) le facciate della chiesa medievale e di quella che si trovò a gestire il povero don Cristoforo. Nella prima risalta il porticato antistante: di cui è rimasta traccia nell’arco gotico sulla parete esterna, alla cui sommità si trova la piccola lapide che cita, chissà perché, Bonifacio VIII (l’”amico” di Dante!) nell’anno 1293. Nel secondo disegno si tracciano le linee continua a pag. 15 In diocesi 21 marzo 2010 9 Parrocchia di San Giuseppe: il programma dal 19 al 21 marzo Il quartiere fa festa con San Giuseppe presto, con il suo abito talare nuovo, intento a mettere tutto in ordine per l’arrivo del Vescovo. Si viveva in una atmosfera religiosa che lasciava spazio alla festa e al divertimento. Perché, in fondo, la festa serviva anche a questo, ad incontrarsi mangiando lupini, a girare tra le bancarelle, ad ascoltare l’altoparlante che in continuazione invitava alla pesca di beneficenza. La zona di San Giuseppe è un po’ come un paese che si ritrova per la festa del patrono. Si è formato negli anni ‘50 dall’immigrazione dei contadini che dalle campagne si sono trasferiti nelle vie limitrofe della città, tra il cimitero e via Ancona e immettendosi verso il cen- Il programma di San Giuseppe A nche quest’anno siamo arrivati alla festa di San Giuseppe di domenica 21 marzo. La manifestazione più grande di questa giornata è la Caminada San Giuseppe” che vede tanti cittadini di Jesi, super organizzati con scarpette, salopette, zaini e qualche passeggino, mettersi in fila per percorrere chi i tre chilometri, chi i sei, chi qualche centinaio di metri. L’importante è partecipare. Perché è una festa. Per tutta la giornata la chiesa rimane aperta con la statua del Santo collocata su un podio, vicino l’altare. Ricordo le feste che vivevo da giovane. La parrocchia diventava un fermento di iniziative di vario genere tra cui le tre sere dove venivano affrontati diversi problemi sociali, religiosi e filosofici. Il parroco don Giuseppe Palmolella già cominciava ad indaffararsi dalla mattina Venerdì 19 marzo alle ore 18,30: santa Messa celebrata dal Vescovo con le associazioni Cna e Confartigianato. Alle ore 21 gara di bocce al Circolo Acli di San Giuseppe. Sabato 20 marzo alle ore 18,30 Santa Messa. Alle ore 19,15 apertura della pesca di beneficienza. Domenica 21 marzo. Sante Messe saranno celebrate la mattina alle ore 8, 10 e 11,15 e nel pomeriggio alle ore 18,30 presieduta dal Vescovo preceduta, dalle ore 17, dal concerto corale della Santa Lucia. Alle ore 8,30 apertura della pesca e alle ore 9,30 partenza della 31° Caminada San Giuseppe. Alle ore 15 apertura dei giochi organizzati dai gruppi parrocchiali e dalle Acli, presentazione del Moto Club Enduro Albanesi, delle moto da strada e cross e presentazione di auto. Alle ore 15,30 esibizione degli sbandieratori, alle 16 raduno Ferrari. tro. La chiesa collega queste vie che sembrano voler fuggire ma che sono tutte legate insieme, perché se non lo fossero non formerebbero il quartiere più popoloso di Jesi. Serve la festa per sentirsi comunità che sa lavorare, pregare, soffrire e stare insieme. La piazza è cambiata nel tempo grazie ai parroci mons. Giuseppe Quagliani e don Giuliano Fiorentini: ora è pavimentata, aperta alla gente, con gli ulivi che quasi contornano il luogo dove sono passate generazioni di parrocchiani, giovani, adulti e anziani per frequentarla e trovare il luogo della ricreazione, della preghiera e dell’impegno. Siamo una comunità in cammino che vuole essere un segno nel quartiere, segno di tolleranza e di integrazione. Sono cambiati nel tempo i parrocchiani, che con le provenienze etiche più diverse lo hanno fatto diventare un quartiere pieno di dialetti, di colori, ma anche di gente che a noi chiede l’accoglienza per sentirsi a casa propria. In fondo, san Giuseppe era uno di loro, che è stato mandato nel deserto ed è ritornato nel suo paese ed ha dovuto accontentarsi di una stalla per far nascere suo Figlio. Viviamo la festa e se possiamo facciamo assaggiare i nostri lupini a quelle persone che, diverse da noi negli abiti e nel colore della pelle, ci vivono accanto. Remo Uncini Giornata Mondiale della Gioventù Sabato 27 marzo «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?» (Mc 10,17) E’ una delle grandi domande di senso a cui Gesù risponde con la sua Bella Notizia! Vuoi scoprire cosa dice? lo faremo insieme nella Chiesa Cattedrale di Jesi sabato 27 marzo dalle 15 alle 18 celebrando insieme al Vescovo Gerardo la XXV Giornata Mondiale della Gioventù (2010). Ci incontriamo tra tutti i gruppi giovanili delle parrocchie, e non solo, alle 15 direttamente in Chiesa per lasciarci accogliere da Gesù e dal suo sguardo di Amore. Attraverso un percorso a tappe scopriremo e ci interrogheremo su alcuni grandi temi del nostro tempo: il progresso va di pari passo allo sviluppo umano? Fraternità e lo sviluppo economico della società civile, sviluppo dei popoli, diritti, doveri, ambiente, vivere la collaborazione della famiglia umana, sviluppo dei popoli e tecnica. Alle 17 il Vescovo Gerardo ci presenterà il Messaggio del Papa, potremo fargli liberamente le nostre domande e concluderemo con la presentazione dei prossimi due appuntamenti: le 12 miglia dell’Agorà 2010 che si terranno il 22 e 23 maggio prossimi e la GMG di Madrid il 15 agosto 2011. Don Cristiano Marasca e l’equipe di Pastorale Giovanile Radio Duomo Senigallia in Blu (95,2 Mhz) Tutte le mattine alle ore 7,06 e in replica alle 24,00 il pensiero del giorno del vescovo Gerardo Rocconi Giornale radio alle ore 12,30 e alle 19,03 con notizie da Jesi Il Palazzo e dintorni il giovedì alle 12,45 e alle 19,20 10 Politica e società 21 marzo 2010 Elezioni regionali del 28 e 29 marzo - Candidati di Jesi e Vallesina Alle prossime elezioni regionali sono tre i candidati alla carica di presidente della Regione Marche: Erminio Marinelli, Gian Mario Spacca e Massimo Rossi. Gli elettori, i prossimi 28 e 29 marzo, saranno chiamati ad esprimere il loro voto al candidato presidente e ad un candidato consigliere in una delle liste provinciali della coalizione che lo sostiene. Il Consiglio regionale è composto da 42 Consiglieri e dal Presidente della Giunta regionale; i 42 seggi di Consigliere regionale sono attribuiti nelle circoscrizioni elettorali provinciali. Il seggio del Presidente è attribuito alla coalizione regionale che ha ottenuto la maggiore cifra elettorale regionale Erminio Marinelli Gian Mario Spacca Massimo Rossi Alleanza Riformista: Mammoli Katia Italia dei Valori: Cingolani Paolo e Ceppi Marco. La Destra: Montaruli Massimo Coalizione regionale n. 1 Per le Marche - è sostenuto da: Popolo della Libertà, Insieme per il presidente (Movimento autonomo piceno, Italia centro, partito Repubblicano Italiano, Movimento per l’Italia), La Destra e Lega Nord. Coalizione regionale n. 2 Gian Mario Spacca presidente – è sostenuto da: Alleanza per l’Italia, Alleanza Riformista (Movimento Repubblicani europei, Partito Socialista Italiano, Democrazia Cristiana Marche), Italia dei Valori, Liste Civiche Marche, Partito Democratico, Unione di Centro, Verdi. Teatro di Ostra - Goethe in chiave moderna Coalizione regionale n. 3 Unione democratica per le Marche – è sostenuto da Rifondazione Comunisti Italiani e Sinistra Ecologia e Libertà. Tra i tanti candidati della provincia di Ancona, segnaliamo quelli della Vallesina Lega Nord: Curzi Rudi Partito Democratico: Badiali Fabio e Giancarli Enzo. Popolo della Libertà: Ballante Ivana, Consoli Tiziano, Cesaroni Enrico, Magnani Milva, Cola Simone. Rifondazione, Comunisti Italiani: Bucciarelli Raffaele e Cesarini Daniela Sinistra, Ecologia e Libertà: Romitelli Luigi Unione di Centro: Bevilacqua Gabriele e Cocciarini Monia Verdi: Maiolatesi Gilberto Un convegno per il trentennale del “Centro Promozionale Famiglia” Il Consultorio “La famiglia” compie trent’anni Un’interessante rielaborazione del Faust segue da pag. 1 L o spettacolo teatrale titolato La sfida è un evento culturale degno di nota e di stima. Presentato al teatro Ferrari di San Marcello il 6 marzo, replicato il 14 marzo a Morro d’Alba, lo sarà di nuovo a Ostra il 27 marzo, in teatro alle ore 21. Il capolavoro settecentesco di Johann Wolfgang Goethe Faust è stato ridotto, semplificato, reso godibile per un pubblico ragionevolmente impegnato ed esigente, data la mole e la complessità dell’opera originale, da un attento lavoro di mediazione culturale effettuato da Andrea Mertzlufft, signora tedesca sposata a San Marcello, conoscitrice dell’opera stessa, capace quindi di una sintesi brillante e scorrevole su temi difficili ed importanti che perennemente agitano il cuore dell’uomo. La sfida che Mefistofele osa lanciare a Dio per strappargli l’anima dotta ed inquieta del dottor Faust affascina, mettendo in gioco l’idea di Dio sempre disponibile a scommettere sulla libertà e sulla fiducia nell’uomo al di là dei suoi peccati ed errori, anche se l’offensiva del maligno farebbe pensare prudente costringere la creatura umana in un ferreo progetto di predestinazione e di obbedienza servile nei confronti del Creatore. Dio si rivela pronto a scommettere che “un uomo buono nel suo intimo impulso/sa bene quale è la retta via”. Mefistofele sarà servo disponibile a esaudire ogni desiderio di Faust, guidandolo tra piaceri, seduzioni, magie, diventando però, in maniera suadente, sempre nascita del Telefono Azzurpiù il vero padrone della ro proprio in quell’occasiosituazione di fronte ad un ne); il rapporto tra nonni, Faust disponibile a perder- genitori e figli; l’affidamento si se il maligno riuscisse a familiare; corsi per genitori persuadere un disilluso da gestiti in collaborazione tutto come lui, anche per con il Centro Psicopedagoun solo attimo, della godi- gico per la Pace di Daniele bilità della vita. “Dovessi Novara, l’anoressia e la budire all’attimo:- Fermati, limia; la conflittualità nella sei così bello- allora getta- coppia. mi in catene, allora accet- Negli anni ‘90 poi realizterò la mia fine”. zammo un’indagine sulla L’amore della bella e buo- situazione degli adolescenti na Margherita, sedotta a Jesi coinvolgendo le scuomagicamente da Faust no- le medie inferiori e i biennostante la sua virtù e tra- ni delle superiori jesine ed gicamente abbandonata al elaborammo una pubblicasuo destino scompaginerà zione presentata nel conil piano quasi riuscito del vegno “Sapore di futuro”, maligno, lasciando il fina- apprezzata dalle diverse le a modo di un discorso agenzie educative che si ocsospeso e mai concluso cupavano di adolescenti. dell’eterna sfida del bene del male. In queste iniziative pubQuattro giovani musici- bliche impegnavamo tanto sti interagiscono nel bra- tempo ed energie ma i sucno con antiche musiche cessi ci davano lo stimolo celtiche e con brani mo- per sperimentare nuove derni donando notevole strade. Sul territorio, a forza espressiva a sta- poco a poco, ci siamo fatti ti d’animo ed emozioni. conoscere e siamo diventati Gli attori, quasi tutti gio- un riferimento per le temavani, riescono sempre a tiche affrontate. Attualmencreare atmosfera e sug- te prosegue il nostro impegestione, tengono desta gno nei corsi di educazione l’intelligenza, costringono sessuale agli adolescenti a porsi nuove domande e - che ora si chiamano “corriflessioni: operano insom- si all’affettività”- rivolti ai ma, nella difficile epoca ragazzi delle scuole medie della banalità del Grande inferiori e superiori e alle Fratello, un evento cultu- varie associazioni . rale godibile e non noioso Nel tempo, si sono aggiunsalvaguardando la serietà ti i corsi per le famiglie, le degli argomenti trattati. coppie, i genitori; corsi per Una mamma presente in la preparazione al matriteatro con la figlia di otto monio nelle parrocchie, la anni mi ha riferito di aver- sensibilizzazione all’affidale sempre dato spiegazioni mento familiare. Il consulalle sue domande, non di torio nel tempo è diventaaver dovuto sopportare to anche la sede del Corso una bambina annoiata e triennale per consulenti disinteressata: se i bambi- familiari che fa capo alla ni possono essere la prova scuola Ucipem di Roma. del nove di quanto fanno Abbiamo lavorato molto e gli adulti... aperto strade nuove. QueDon Alberto Balducci sto impegno ci è stato rico- nosciuto anche dagli Enti pubblici locali con i quali da anni collaboriamo per le problematiche minorili e per la sensibilizzazione sui temi dell’affido familiare. Contemporaneamente la nostra attività di consulenti familiari, lentamente, si avviava. Tanta gente è passata per le nostre sale di consu- prevalentemente composto da volontari (al di là della propria formazione personale e professionale hanno tutti frequentato il Corso triennale per consulenti familiari della scuola Ucipem di Roma) che offrono la loro professionalità a titolo gratuito. In occasione del trentesimo anniversario, il Centro Pro- lenza, tante lacrime, tante mozionale “la famiglia” di sofferenze, tante gioie… Se Jesi organizza un convegno quei muri potessero parla- in due giornate sul tema re, ne avrebbero di cose da della mediazione familiare, raccontare, ma “loro”, come per presentare alla cittadinoi, sono tenuti al segreto nanza le caratteristiche di professionale e quindi tac- questo percorso. Il conveciono. Tante persone han- gno vuole informare e senno ricevuto aiuto e questo sibilizzare sulle conseguenci riempie di gioia e di or- ze di una crisi familiare e si goglio; e anche se non sia- svolgerà il 19 e il 23 marzo mo riusciti a risolvere tutti prossimi, a Jesi, presso la i problemi abbiamo sempre sala della Fondazione Coaccolto e ascoltato tutti. locci, in via Angeloni dalE se ogni risultato positivo le ore 17. Questa iniziativa ci dà gioia e voglia di con- è resa possibile grazie al tinuare, ogni insuccesso ci sostegno della Fondazione ricorda che non abbiamo Cassa di Risparmio di Jesi, la “bacchetta magica”, ma del comune di Jesi, dell’Amsiamo solo persone inna- bito Territoriale Sociale morate del nostro prossimo IX, della Regione Marche e la conoscenza dei nostri e dell’Associazione Italiana limiti serve per migliorarci Mediatori Sistemici. nell’aiuto da dare agli altri. “Vale la pena parlarsi? Una possibilità per non Il Consultorio svolge la sua dividere in due i propri fiattività grazie al contribu- gli” è il filo conduttore dei to della Diocesi di Jesi ed è due pomeriggi di studio: il primo, venerdì 19 marzo, sarà guidato dal prof. Franco Nanetti, psicologo, psicoterapeuta, docente dell’Università di Urbino, presidente della Scuola di Formazione in Counseling Interpersonale Integrato Aipac. Nel secondo, martedì 23 marzo, il prof. Dino Mazzei guiderà la riflessione e proporrà le sue considerazioni sulla mediazione familiare come un possibile percorso nelle problematiche della separazione. Il prof. Mazzei è psicoterapeuta, mediatore familiare AIMS, Associazione Internazionale Mediatori Sistemici, direttore della Scuola di Psicoterapia Familiare di Siena. La presidente Anna Maria Massacci e l’equipe del consultorio invitano la cittadinanza a partecipare a questo momento di riflessione che vuole anche proporsi di migliorare l’attività di accoglienza a sostegno della persona, della coppia e del gruppo familiare. Un invito particolare a prendere parte a questi momenti formativi è per gli educatori, i catechisti e gli animatori dei bambini e ragazzi che si trovano spesso con ragazzi che vivono difficoltà familiari. L’equipe del consultorio Le consulenti familiari Egizia Lodari Mimmotti e Barbara Bedini presentano le attività del consultorio nel corso di una trasmissione radiofonica di Radio Duomo Senigallia In Blu. Sarà possibile ascoltare la trasmissione mercoledì 17 marzo alle ore 12 e domenica 21 marzo alle ore 8,30. Nella foto Egizia e Barbara mentre preparano la trasmissione radiofonica. 1923 Vallesina 21 marzo 2010 11 Jesi, 27 marzo ore 21,15: in occasione del suo ventesimo anniversario, la “Brunella Maggiori” invita la cittadinanza La corale in teatro per l’Ail con “I Crodaioli” P arafrasando il contenuto di uno spot pubblicitario verrebbe da dire: “per celebrare un anniversario importante non c’è niente di meglio di un importante appuntamento”. L’anniversario è quello festeggiato dalla Corale “Brunella Maggiori” di Jesi che da 20 anni promuove l’antica tradizione del cantare insieme, sia brani ispirati al sacro e religioso, così come quelli della cultura popolare con particolare dedizione a quel fenomeno tutto italiano dei cori così detti “di montagna”. L’appuntamento è quello del 27 marzo prossimo (ore 21,15) quando a condividere la festa di compleanno del gruppo di canto jesino ritornerà in città uno dei più blasonati complessi vocali che hanno scelto il repertorio di montagna per esaltare la tradizione, la storia, gli eventi e le atmosfere di una larga parte del territorio nazionale; un coro la cui notorietà ha varcato da tempo i confini nazionali e la cui armonia è diventata fonte di ispirazione e di imitazione per molti complessi vocali. Stiamo parlando del Coro “I Crodaioli” di Arzignano, un gruppo nato nell’ormai lontano 1958 che molti definiscono “Espressione coraggiosa della vicentinità”, una formazione che ha al suo attivo più di tremila con- si esibirono con enorme successo certi in ogni parte del mondo, una nel Santuario della Madonna delentità corale diretta da quel “mo- le Grazie. Per questa occasione, stro” di professionalità che rispon- grazie alla sensibilità dell’Ammide al nome di Bepi de Marzi, uno nistrazione comunale, è stato loro spirito libero che ha lavorato a lun- concesso di esibirsi nel massimo go con il poeta padre David Maria tempio cittadino della musica: il Turoldo nella elaborazione di salmi teatro “G. B. Pergolesi” , un amper la liturgia, un compositore di biente in cui le sonorità vocali musica sacra che nel campo della sono esaltate da una acustica eccemusica popolare ha firmato oltre zionale. 150 brani, tra i quali il memorabi- L’iniziativa culturale è stata resa le “Signore delle cime” cantato e possibile anche in virtù del contradotto in tutto il mondo. E’ sta- vinto appoggio dell’assessorato to proprio De Marzi a fondare “I alla sanità della Regione Marche e Crodaioli” che tuttora dirige; ha dell’Asur di zona che hanno consuonato per vent’anni l’organo e il diviso le finalità perseguite dalla clavicembalo nei “Solisti Veneti” di “Brunella Maggiori” che nei suoi Claudio Scimone, è insegnante nel venti anni di attività ha sempre Conservatorio di musica di Padova portato all’attenzione delle platee e svolge una intensa attività gior- l’impegno morale ed economico nalistica e di narratore. nei confronti dell’AIL, l’AssociaGià una decina di anni or sono, “I zione italiana contro le leucemie, Crodaioli” arrivarono nella città linfomi e mieloma. Una missiodi Pergolesi per stringersi attorno ne testimoniata già nel suo nome, ai giovanissimi cantori della “Bru- quello di Brunella Maggiori, stronnella Maggiori”; in quell’occasione cata da una grave malattia a soli 23 Pianello Vallesina: una costruzione Lego per ricordare I bambini e le sofferenze degli ebrei U n bambino di V^ elementare della Scuola Primaria di Pianello è rimasto profondamente colpito dalla visione del film “La vita è bella” di Benigni. In occasione della Giornata della Memoria dello scorso 27 gennaio, la maestra aveva invitato i bambini a riflettere sulle condizioni disumane degli Ebrei, durante la seconda guerra mondiale a causa delle leggi razziali di Hitler. Elia, tornato a casa, ha cercato delle immagini su Internet che riproducessero il campo di concentramento di Auschwitz. Si è messo subito all’opera, realizzando nel giro di alcuni pomeriggi, un modellino di cm 50 x 40 circa del lager nazista con le costruzioni Lego, usate tante altre volte per giocare con robot, macchinette, piste, castelli… insieme ai suoi amici. Il “plastico” realizzato è stato portato da sua madre a scuola, destando ammirazione tra i suoi compagni, che lo hanno apprezzato con un caloroso applauso. Ancora oggi i bambini, se opportunamente motivati, dimostrano fantasia, spirito di creatività, ma soprattutto una profonda sensibilità verso il rispetto della vita umana e la sua dignità. Un esempio importante anche per noi adulti, troppo spesso attratti da uno sterile materialismo e individualismo. Alessandra Rossi Nella foto Elia Compagnoni e la sua realizzazione San Paolo di Jesi ricorda il carabiniere Domenico Ricci Commemorare e guardare al futuro S i è celebrata martedì 16 marzo a San Paolo di Jesi la cerimonia di commemorazione in ricordo del 32° anniversario della strage di via Fani, in cui perse la vita Domenico Ricci. Membro della scorta e autista di fiducia di Aldo Moro, l’Appuntato dei Carabinieri originario di San Paolo di Jesi morì a 42 anni durante il sequestro del politico da parte delle Brigate Rosse, lasciando la moglie e due bambini. La cerimonia si è aperta in mattinata con la messa del Vescovo di Jesi Gerardo Rocconi, presso la Chiesa Parrocchiale del paese, per poi proseguire al cimitero civico con la deposizione dei fiori sulla tomba dell’Appuntato e il saluto del sindaco Sandro Barcaglioni. Oltre alle autorità locali, erano presenti il presidente del Consiglio della Provincia Luciano Antonietti, il sindaco di Staffolo Sauro Ragni, il comandante provinciale dei Carabinieri di Ancona colonnello Liviano Marino, il comandante della Compagnia Carabinieri di Jesi capitano Carmelo Grasso ed altri esponenti delle forze dell’ordine. “Questa giornata in memoria di Ricci non ha solo valenza civile ma anche religiosa - ha spiegato durante la cerimonia il vescovo Rocconi - la fuga dalla fede, infatti, porta all’egoismo e all’immoralità diffusa, ad una perdita di spirito che ha risvolti poi nella società civile”. Deciso anche l’intervento del sindaco Barcaglioni: “È il momento di recuperare il patrimonio di valori condivisi che esistevano in passato – ha detto – L’Italia di Ricci era diversa da quella attuale: povertà e miseria non mancavano eppure c’era voglia di ricominciare. Questi momenti ci siano da stimolo per affrontare il presente e guardare con fiducia il futuro”. Chiara Cascio anni. Con il pensiero rivolto a Brunella e all’Ail i “ragazzi” di Stefano Contadini, direttore della corale fin dalla sua nascita, si apprestano a vivere questo momento di festa di compleanno assieme ai “fratelli maggiori” del coro “I Crodaioli” di Bepi de Marzi; un festa che ancora una volta vuole proporsi come occasione per stare vicini e raccogliere fondi da destinare alla ricerca contro le leucemie. Questo il programma della serata: apertura con il saluto delle autorità tra le quali il dott. Pietro Leoni (vice-presidente Ail e direttore della clinica di ematologia dell’ospedale di Torrette), dott. Marco Lucchetti (per la Regione Marche, presidente della V commissione) M° Aldo Cicconofri, Presidente Associazione regionale cori marchigiani – Arcom), oltre a rappresentanti del Comune di Jesi e dell’Asur 5. L’esecuzione di alcuni brani da parte della corale Brunella Maggiori precederà quella del coro “I Crodaioli”. Rassegna ‘Amici della Musica’: flauto e clavicembalo in concerto Nei giardini delle feste galanti E’ stato detto che per comprendere la musica classica, soprattutto barocca, occorre ascoltare immaginando paesaggi e ambien- ti dell’epoca in cui essa fu composta. Non è facile. Oggi tutto è profondamente cambiato. Il canto degli uccelli, lo stormire degli alberi, lo zampillare delle fontane, lo scrosciare della pioggia, la voce del vento, la bellezza di giardini incantati non sono più sorgenti d’ispirazione. Asfalto, cemento, grattacieli, rumori e grida che stordiscono hanno preso il loro posto. Non resta allora che avere di fronte quanto di un’epoca lontana le arti visive, soprattutto pittura e architettura, ancora ricordano. Suggeriscono richiami simili J. S. Bach e F. Händel, nati entrambi nel 1685, ma dalla personalità spiccatamente diversa. Sono stati ascoltati nel sesto concerto degli ‘Amici della Musica’, il 7 marzo, in composizioni per flauto e clavicembalo affidate rispettivamente all’interpretazione di Fabiola Santi, giovane concertista marchigiana, collaboratrice della Fondazione Pergolesi Spontini, e di Willem DAL 1923 Peerik, olandese, nel verde degli anni anche lui. E’ inoltre pianista, ricercatore, direttore di coro e direttore del Festival di musica antica ‘Musicae amoeni loci’. A quadri di C. Lorrain, alle vedute di G. Van Wittel, agli affreschi di Giambattista e Giandomenico Tiepolo e soprattutto alle “Feste galanti” di J.A. Watteau ha fatto pensare la arcadica Sonata per flauto e basso continuo BWV 1035 di Bach. Nella Partita per flauto solo BWV 1013, ancora di Bach, si respira la stessa atmosfera bucolica che diventa più scherzosa e spensierata nella ‘Hamburger Sonate’ per flauto e basso continuo. F. Händel stupisce invece per la sua fervida, esuberante ispirazione, evidente anche in composizioni ‘minori’ , come la Sonata HWV 367b per flauto e basso continuo. Un agilissimo rincorrersi di note, un virtuosismo strepitoso rivelano un deciso carattere anche nella Suite per clavicembalo HWV 428 e nella Sonata per flauto e basso continuo HWV 362. Händel guardò a grandi maestri italiani, a D. Scarlatti per il canto, ad A. Corelli per la scrittura strumentale e ai compositori francesi, cogliendo anche suggerimenti dalla musica popolare. Tuttavia ogni espressione musicale riuscì ad organizzare in forme nuove grazie ad un’eccezionale intuizione e ad una straordinaria capacità di assimilazione e di elaborazione. Nessun altro compositore riuscì, come lui, a sintetizzare compiutamente tutti i caratteri della musica barocca. Ascoltando per sognare e ricordare. Con la replica della ‘Hamburger Sonate’ si è concluso un concerto deliziosamente evocativo, fra gli applausi del pubblico. Fotoservizio Augusta Franco Cardinali Nella foto il clavicembalista Willem Peerik, la flautista Fabiola Santi Tel. 0731-21.33.70 - www.mattoli.it Diocesi di Jesi Azione Cattolica Comunione e Liberazione VISITA ALLA SANTA SINDONE Proposta A Sabato 15 maggio 2010 Partenza: ore 3,00 dal Piazzale delle Corriere a Porta Valle Arrivo a Torino: (previsto) ore 12,00 Ingresso in Duomo per la visita alla Santa Sindone ore 12,30 Pranzo al sacco oppure self service Ristoro don Bosco, su prenotazione al momento dell’iscrizione (€ 12,00) Celebrazione S. Messa presieduta da S.E. Mons. Gerardo Rocconi alla Basilica Maria Ausiliatrice ore 15,00. Partenza da Torino e rientro a Jesi. Minimo 50 partecipanti. La quota di partecipazione è di € 40,00. Proposta B Sabato 15 maggio 2010 Domenica 16 maggio 2010 Partenza: ore 3,00 dal Piazzale delle Corriere a Porta Valle Arrivo a Torino: (previsto) ore 12,00 Ingresso in Duomo per la visita alla Santa Sindone ore 12,30 Pranzo al sacco oppure self service Ristoro don Bosco, su prenotazione al momento dell’iscrizione (€ 12,00) Celebrazione S. Messa presieduta da S.E. Mons. Gerardo Rocconi alla Basilica Maria Ausiliatrice ore 15,00 Partenza da Torino per Pavia. Trasferimento e sistemazione in hotel (Hotel ***Rosengarten/Excelsior) cena. Domenica 16 maggio 2010: Prima colazione. S. Messa nella Basilica di San Pietro in Ciel d'Oro di Pavia ore 9,00 Visita guidata dell’Arca di Sant’Agostino, che accoglie le spoglie mortali del Santo, Padre della Chiesa Pranzo al ristorante ore 12,30 Visita guidata alla Certosa di Pavia ore 15,00 Rientro a Jesi previsto alle ore 21,00 ca. Minimo 50 partecipanti La quota di partecipazione è di € 140,00 (Supplemento singola € 20,00) e comprende: Il viaggio in pullman a/r; pernottamento a Pavia, la cena del sabato, la colazione ed il pranzo della domenica.Non comprende: il pranzo del sabato e la cena della domenica lungo il viaggio. PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA entro il 15 aprile 2010 o fino ad esaurimento posti. N.B. L’itinerario previsto nel programma potrebbe subire delle variazioni nell’ordine di effettuazione senza comunque cambiare il contenuto. Prenotazioni presso Incontri Europei, Viale del Lavoro 4/o , Jesi Per informazioni tel. 340.6452327 Dopo la scadenza del 15 aprile 2010 le quote versate non potranno essere rimborsate. Economia 21 marzo 2010 Il comune di Jesi e le iniziative per l’ambiente Il CESTAS promuove il tema delle Foreste I I 13 Riduzione del traffico e controlli Un concorso per le scuole l sindaco Fabiano Belcecchi e l’assessore all’ambiente Gilberto Maiolatesi hanno espresso soddisfazione per il successo della “domenica ecologica” del 14 marzo e ringraziato i cittadini: “Una iniziativa che non voleva essere limitativa all’uso dell’auto, piuttosto propositiva per vivere la città senza il bisogno di servirsi del proprio veicolo. Un ringraziamento particolare va al corpo di polizia municipale per il grande lavoro svolto. Nel corso della giornata di domenica si sono alternate quattro pattuglie di vigili urbani la mattina e tre nel pomeriggio. Preziosa la collaborazione dell’Associazione carabinieri in congedo con due postazioni alle porte della città e la grande disponibilità a spiegare agli automobilisti che stavano entrando nel territorio comunale limitazioni e deroghe. Anche sulla scorta dei risultati di questa “domenica ecologica”, l’Amministrazione comunale si prepara alla migliore programmazione di alcune giornate di targhe alterne da svolgersi nei mesi di aprile e maggio. Nei prossimi giorni partirà una massiccia campagna di comunicazione per informare al meglio la cittadinanza.” L’assessore all’ambiente del comune di Jesi, Gilberto Maiolatesi, in una conferenza stampa dello scorso 17 febbraio, aveva illustrato le misure, decise dalla Giunta comunale, per ridurre l’inquinamento ambientale. Presente alla conferenza stampa anche l’ing. Andrea Crocetti, referente del gruppo di lavoro tecnico intersettoriale, voluto dalla Giunta per affrontare l’andamento negativo dei dati rilevati sull’inquinamento della città. L’incarico del gruppo di lavoro è stato quello di dare indicazioni di massima e suggerimenti, al governo cittadino, su come affrontare e migliorare la situazione ambientale preoccupante che Jesi sta registrando da diversi anni. E si è andato a ragionare proprio sul confronto dei dati degli ultimi sette anni. Se si paragonano i dati del mese di gennaio dal 2004 al 2010, risulterà che, anche per quanto riguarda il numero di giorni in cui è stato registrato uno sforamento della percentuale di polveri sottili nell’aria, il numero di quest’anno è in linea con quella degli anni precedenti. Dal 2004 a oggi, infatti, la media degli sforamenti nel mese di gennaio, si attesta sui 16,8. Se si considera che nel gennaio 2010 sono stati 17, la situazione pare non stia peggiorando. Ed anche al confronto con le altre principali realtà della provincia, alla luce dei dati delle centraline, la situazione jesina è in linea con quella delle altre città. Va detto , per correttezza, che questi dati risultano, comunque, al di sopra di quelli consentiti dalla legge. Per questo motivo, infatti, l’assessore Maiolatesi dovrà affrontare un esposto in Procura per non aver affrontato con tempestività l’emergenza smog che sta affliggendo l’aria che respirano gli jesini. I provvedimenti, calcolati incrociando le esigenze ambientali con quelle del piano del traffico, si concentreranno maggiormente sull’asse sud della città e su Viale della Vit- toria. Per quanto riguarda il Viale, anche se l Cestas (Centro di Educazione Sanitail numero dei veicoli calcolati che lo percorria e Tecnologie Appropriate Sanitarie) è rono sono un terzo in meno rispetto all’asse un’Organizzazione non governativa da più sud, si andrà ad intervenire sui semafori, cre- di 30 anni impegnata nella cooperazione ando delle rotatorie, in modo da rendere più allo sviluppo e nella promozione di attività scorrevole il traffico e da evitare soste spesso di Educazione allo Sviluppo che abbracciano anche inutili. tematiche relative alla tutela dei diritti umaPer quanto riguarda l’asse sud, gli interven- ni e dell’ambiente e alla promozione di pace ti saranno più drastici. Saranno inibiti alla e intercultura. circolazione i mezzi pesanti, superiori alle Attualmente il Cestas è impegnato nella pro35 tonnellate, dalla rotatoria di Viale Trie- mozione a livello nazionale di un progetto di ste a quella di via del Molino. Da qui fino Educazione allo Sviluppo relativo alla tutela alla rotatoria che si ricollega con via Roma, delle risorse forestali del mondo. Il progetto potranno circolare i mezzi di tali dimensio- dal titolo “Sviluppo sostenibile delle risorse ni solo ed esclusivamente se in possesso di forestali e comunità locali: esperienze di ong appositi permessi, rilasciati per l’impossibi- in America Latina e Africa” è promosso da lità dimostrata dagli esercizi commerciali di Cestas in collaborazione Cisv e Ctm e sostequella zona, a far circolare mezzi più piccoli. nuto dal Ministero degli Affari Esteri ItaliaDomenica 14 marzo è avvenuto il blocco to- no. L’obiettivo del progetto è quello di protale del traffico per tutta la città. Da questa muovere la conoscenza e l’applicazione delle settimana, tutte le domeniche e tutti i lune- pratiche di uso e consumo sostenibile delle dì, il traffico della città sarà a targhe alterne. risorse forestali nel mondo, in particolare Probabili permessi verranno dati alle auto- di quelle primarie tropicali, attraverso una vetture Euro 4, a quelle a metano o a Gpl, campagna di educazione allo sviluppo sosteed a quelle con almeno quattro passeggeri nibile e di comunicazione sociale a bordo. Il provvedimento si ripeterà fino al Il progetto comprende diverse attività tra 30 aprile, quando si confronteranno i dati cui laboratori didattici per le scuole, un delle centraline per valutare l’effettiva effi- bando di concorso e una mostra interattiva. cacia dell’intervento. Sono tre gli istituti scolastici della provincia L’assessore Maiolatesi annuncia altre tipo- di Ancona che hanno aderito ai laboratori: logie di interventi, che avranno effetti più l’Itas Galilei di Jesi, l’Ipsia E. Pieralisi (sede a lungo termine. Aumenteranno i controlli sulle caldaie, altra iniziativa fondamentale se si considera che i valori più alti di pol- Progetto macrofiliera suina veri nocive nell’aria si registrano nei giorni più freddi dell’anno, anche a causa dell’aumento del regime di funzionamento delle caldaie delle abitazioni. Vigilare sulla messa arola d’ordine: superare la crisi. La sfida a norma di queste, dunque, può dare alcuni delle Marche tocca diversi settori, non piccoli ma significativi risultati ultimo l’agroalimentare, punto di ripartenMaiolatesi affronterà anche un’altra tipo- za per un territorio che deve rivedere un logia di intervento, i cui risultati potranno sistema produttivo. Le misure del Piano vedersi solo tra diversi anni. Diffondere de- di Sviluppo Rurale hanno cercato di forterminati valori culturali e di educazione nire alcuni strumenti utili per rilanciare il ad un corretto comportamento del singolo comparto. Chi è stato capace di coglierli ha cittadino, a difesa dell’ambiente, è un passo oggi alcune possibilità interessanti. Lo sta fondamentale per raggiungere una più cor- facendo il settore suinicolo marchigiano, retta convivenza tra uomo e natura. Ver- intenzionato a rilanciare dopo la grave criranno proposte dall’assessorato all’ambien- si che lo ha colpito portando alla chiusura te numerose iniziative per sensibilizzare, di diversi allevamenti regionali. L’occasiosoprattutto i più piccoli, ad un rispetto di ne sono appunto i progetti integrati di fialcune piccole ma determinanti regole, per liera previsti dal PSR 2007-2013 e destinati poter cambiare un atteggiamento culturale, ai prodotti agroalimentari di qualità. La che è proprio di tutto il mondo occidentale, proposta è quella di Suinmarche OP, l’orgafortemente industrializzato. Una sfida, qua- nizzazione di produttori protagonista della si una scommessa, difficilissima da vincere realtà suinicola marchigiana, che ribadisce ma che vale la pena di essere giocata. come il settore sia in grado di rispondere Dunque, interventi di ampio raggio per pienamente alle istanze previste dai bandi migliorare la situazione dell’inquinamento regionali appena pubblicati. Un progetto, per la città di Jesi. Tali provvedimenti sem- presentato nei giorni scorsi ad operatori e brano contrastare con l’atteggiamento di giornalisti, aperto a tutti gli operatori della una Giunta comunale che, alla luce di dati regione e dal titolo emblematico, ‘Territoche provano l’effettiva pessima situazione rio + lavoro + maiale = Marche’. dell’aria, decide di riaccendere uno stabi- “È la prima volta che si fa un’operazione limento come quello dell’ex-zuccherificio, che coinvolge tutte le componenti del setche aumenterà il tasso di polveri nocive per tore, dall’allevatore al trasformatore fino a la salute dei cittadini. confezionamento e distribuzione”. È il comAndrea Antolini mento di Enrico Salvadego, presidente di Suinmarche OP. “Qui risiede la possibilità di andare incontro agli addetti del settore, dando nuova linfa alle attività, ma anche di certificare la qualità della carne di tutta la carcassa suina”. Passaggio fondamentale è infatti l’adesione degli allevatori a QM. Così la pensa anche Fabio Onofri, dell’Assam, che ha ricordato come QM, marchio di qualità della Regione Marche sia garanzia della rintracciabilità del prodotto e dell’assenza di OGM nella sua preparazione: “QM si inserisce appieno nella filiera suinicola di cui oggi parliamo – ha detto Onofri – dove la rintracciabilità viene garantita da un organismo terzo di certificazione e dove l’assenza di OGM è garantita da analisi documentale e prelievo in campo”. La strada è segnata: sviluppare un sistema di qualità legato al territorio e alle sue tra- Latte Fresco Alta Qualità Salvati di Pianello Vallesina) e l’Istituto Podesti di Chiaravalle. I laboratori saranno realizzati attraverso la presenza di educatori ambientali e la visione di video, ascolto di sequenze audio, analisi di articoli e immagini, lavori di gruppo, ricerca bibliografica e on line, ideazione di prodotti di comunicazione sociale. In secondo luogo Il progetto prevede un concorso a premi dal titolo “Mangi la foglia?” rivolto agli istituti superiori di Marche, Emilia Romagna, Puglia e Piemonte, e ad associazioni giovanili per la realizzazione di un prodotto di comunicazione sociale (manifesto, video, spot radio). E’ inoltre prevista per il periodo di aprile l’installazione di una mostra interattiva sulle foreste nel mondo pensata per esplorare i diversi linguaggi della comunicazione sociale ambientale, per informare, sensibilizzare e modificare le attitudini di uso e consumo delle foreste in senso maggiormente equo e sostenibile. Tutti i cittadini della Vallesina sono invitati a partecipare alle attività di questo percorso al fine di invertire la brutale tendenza alla deforestazione. È possibile scaricare il bando sul sito www. cestas.org oppure richiedere informazioni telefonando allo 0731 221881 o scrivendo a [email protected]. nelle Marche Si riparte dall’agroalimentare P dizioni gastronomiche (quelle del maiale di qualità) che permetta agli allevamenti nostrani di reggere l’urto della globalizzazione dei mercati e reagire alla crisi. Il progetto presentato da Suinmarche OP è anche finalizzato a trasferire al settore primario una maggiore quota di valore aggiunto per le produzioni agroalimentari di qualità. Una strada che la Regione ha stimolato, promuovendo i bandi di filiera anche per quella suina: “Puntare sulla qualità e non sulle grandi masse di produzione”: questo l’input della macrofiliera, così come chiarito da Lorenzo Bisogni, della Regione Marche, che ha poi indicato gli aspetti tecnici: “30mila capi e 20 produttori diretti le condizioni di accesso per la macrofiliera suina, che deve rimanere funzionante per tre anni”. Entro il 16 aprile gli allevatori devono manifestare il loro interesse per il progetto, mentre dopo quella data la Regione si prenderà 30 giorni per l’istruttoria del progetto e le imprese avranno 90 giorni di tempo per la predisposizione della documentazione. “Il piano dovrebbe essere operativo a partire da febbraio 2011”. 3 milioni di euro sono la cifra prevista per la macrofiliera suina, dei quali le voci più rilevanti riguardano la formazione degli imprenditori (100mila euro) e la trasformazione dei prodotti biologici (1milione e seicentomila euro). La sfida del settore è dunque appena iniziata e non rinuncia anche all’apporto della ricerca scientifica, che guarda alla “multifunzionalità, decisiva per gli agricoltori”, ha detto, in occasione dell’incontro, Giuseppe Natale Frega, della Facoltà di Agraria dell’Università Politecnica delle Marche. Frega ha parlato di un’agricoltura “fondamentale per la collettività, dato che l’Italia conta 900mila addetti, di cui 2,5 milioni sono quelli occupati nel settore agroalimentare”. Proprio con l’Università, Suinmarche OP si muoverà sul fronte della ricerca per la valorizzazione economica dei sottoprodotti della macellazione del maiale e dei tagli meno nobili della carcassa suina. Maria Chiara La Rovere 14 Pagina Aperta 21 marzo 2010 Jesi – Il Palazzo e dintorni Q L’acqua del Tnt ualche giorno fa, tra le tante notizie che arrivano da Jesi via internet, mi ha interessato quella del TNT che invitava ad un incontro-dibattito sul problema della privatizzazione dell’acqua che, come si sa, è in via di attuazione grazie al decreto legge n. 135 del settembre scorso già convertito in legge. Il tema, di per sé molto importante, con in più la curiosità di toccare con mano il metodo del TNT di portare all’attenzione della città un certo problema, mi ha spinto ad andare in quel vecchio capannone nel quale non ero più entrato dai tempi della crisi della Gherardi. Si presenta amplissimo, disadorno, con bancarella per vendite di caffè e saponette di solidarietà (e come fai a non comprare qualche cosa?) e un nutrito angolo bar. Sovrasta la scritta “La rivoluzione continua” e ti pervade un denso fumo di sigaretta che esce da molte bocche dei presenti, una quarantina. Illustra il tema Marco Bersani di Roma, dei Centri Sociali, molto preparato, che espone con chiarezza il tema e i rischi qualora la gestione dell’acqua (bene primario come l’aria) finisse in mano ai privati, spinti solo dal guadagno: avremo o l’aumento dei prezzi o l’abbandono della manutenzione o servizi più scadenti, sempre in nome del massimo guadagno con il minimo sforzo. Il relatore suggerisce, entrando nel merito della situazione di Jesi e dintorni - cioè Muliservisi-Gorgovivo - di trasformare l’attuale ente gestore da Spa in azienda consortile, per cui si evita l’obbligo dell’appalto, di fronte al quale, come vuole la legge, l’ente pubblico è perdente in quanto come Spa, non potrà detene- re più del 30 per cento. E’ seguita l’illustrazione, su altro piano, del sindaco di Monsano Gianluca Fioretti che ha dimostrato alcune perplessità nell’attuazione della via suggerita da Bersani. Infine c’è stato l’intervento del consigliere comunale di Fabriano, Emanuele Rossi, che si è mosso su un piano prevalentemente teorico. Nell’insieme l’incontro è risultato utile, approfondito e tale da stimolare la riflessione su un tema delicatissimo. Strano che i nostri “partitoni” ancora non ne abbiano fatto oggetto di valutazione. Chissà cosa pensa di fare Multiservizi che, come è noto, è una Spa in mani pubbliche al 100 per cento, ma la legge voluta dall’Unione europea restringe il campo degli enti pubblici al 30 per cento e obbliga la concorrenza con i privati. I quali sono già superagguerriti sia a livello nazionale sia, più ancora, a livello di imprese multinazionali (Svizzera, Francia) per impadronirsi della gestione della nostra acqua. Caro sindaco, dobbiamo stare tranquilli? Il Consiglio comunale non ha niente da suggerire a Multiservizi Spa nella quale siamo dentro con una nostra quota? Che pensano gli altri enti pubblici che fanno parte della Spa? E il capo gruppo Pdl, che notte e giorno interroga a fiumi il “non troppo amato” Belcecchi, trova un posticino per una domanda sull’avvenire della nostra acqua, possibilmente con una terminologia che non sia molto al di sopra delle righe, come purtroppo è avvenuto nei giorni scorsi, al punto da umiliare sia chi la usa sia il parlamentino di Jesi? v.m. NotizieBrevi Monte Roberto Il comune di Monte Roberto promuove una serie di incontri sulla relazione educativa e sulla prevenzione del disagio giovanile. Il prossimo appuntamento, presso il centro polivalente di Pianello Vallesina, sarà il 30 marzo alle ore 21 con Lorenzo Brocchini, avvocato, educatore e psicologo, che da anni lavora nell’Associazione Oikos e si occupa del recupero dei Tossicodipendenti e che terrà una conversazione sul tema: “Guardiamoci negli occhi: la prevenzione possibile”. I pastrocchi de nonno Pié Torna sulla scena la compagnia teatrale El Passì con la commedia brillante I pastrocchi de nonno Pié, nell’ambito della VII Rassegna in vernacolo jesino “Lo Sberleffo”. Due le rappresentazioni in programma al Teatro Pergolesi di Jesi: sabato 20 marzo alle ore 21, e domenica 21 marzo alle ore 17,30. Il ricavato sarà devoluto alla Croce Rossa Italiana. Telefonata al medico: Sto male muntobè Dotto’, dotto’sto male muntobe’. Come? Sta male molto bene? Noo male muntobee’… ncerte sdolorade! Evacua?... Sci sci dotto’ tutt’acqua! Ci vuole un astringente… Ah c’ede tanta gente?! Che c’entra la gente! Ha febbre? Da sempre, dide? No, dottò,m’ha ‘ncominciado dopo che ho magnado i fagioli!... Allora prenda un astringente, un limone, per far passare il dolore! Ah sta male pure ‘l fattore? Difatti ieri era gialletto be’, non c’avrà le tirizie per via del fetego! Cosa centra il fegato! Cosa c’entra il fattore!... Lei è un caso patologico! Biologico dide?Ce l’ho ce l’ho i pummidori giuppe ‘l campo…Pure le patate, i fagioli, la lenta,l’ua, ‘gni sorta de verdure… Ma signora, mi chiama per curarsi o per chiacchierare di questo e quello? Ah dide che doma’ è tempo bello? BASTA!... Lei signora ha proprio voglia di farmi perdere tempo, io non la capisco: Alla fine mi parla del biologico del suo campo e mi chiede sul tempo di domani! E’ troppo!! Io sono un medico, mica un interprete,un giornalista… O un indovino?! Ecco! Brao dotto’, posso gi’ a guarda’ su Frade ‘Ndovino! Non c’aveo pensado… Pure sci ammò che ho parlado co’ vu…me pare che me s’è passade se sdolorade! Effetto placebo! Si vede che avevate più intenzione di star bene che male! Lei mi ha dato modo di sperimentare una medicina alternativa! Brava signora! Lei ora sta veramente molto bene! Visto dotto’? Rimedi naturali…De giuppe ‘l campo…’N po’ de comprensio’’,na chiacchierada, ‘na risada…E se passa ‘gnico’! Maria Giannetta Grizi (dedicata al Passi’) Laboratorio analisi dell’ospedale Un nuovo sistema D al 1° marzo è attivo, presso il Laboratorio Analisi dell’Ospedale di Jesi, la sperimentazione dell’apparecchiatura “LABEL”, un innovativo sistema di etichettatura per le provette di laboratorio per ridurre la possibilità di errore nell’identificazione dei pazienti. Dopo l’accettazione del paziente presso la segreteria del Laboratorio e l’elaborazione dei dati anagrafici, l’apparecchiatura produce infatti tutte le provette necessarie per effettuare il prelievo già correttamente etichettate, munite di codice a barre e poste automaticamente dentro una scatola chiusa e sigillata (denominata kit paziente, in plastica interamente riciclabile), su cui sono stampati nome, cognome, data di nascita, numero identificativo univoco. Precedentemente la procedura era realizzata a mano e pertanto a maggior rischio di errore. I valori aggiunti dell’apparecchiatura nel processo analitico sono numerosi, particolarmente orientati verso la sicurezza. La scatola è costituita da materiale riciclabile. Intanto, come detto, rende sicura la fase pre-analitica: ora si etichettano automaticamente le provette in modo indelebile e a perfetta lettura per le apparecchiature di analisi, con la completa tracciabilità dell’intero processo. Nello stesso tempo, l’apparecchiatura aumenta l’efficienza operativa, con la riduzione dei tempi di attesa per l’utente e del tempo/uomo infermieristico (evitando l’etichettatura manuale da parte degli infermieri e creando un flusso di utenti/campioni sicuro, costante e continuo), diminuisce gli scarti e quindi i costi per le provette. Tale apparecchiatura si inserisce all’interno di un Laboratorio, diretto dalla dott.ssa Paola Pauri, che ha conseguito la certificazione di qualità ISO 9001:2000 dal 2006 e ISO 9001:2008 dal 2009, quindi già riconosciuto eccellente dal punto di vista della gestione della qualità delle prestazioni erogate ai pazienti. Si tratta della prima sperimentazione, gratuita, in ambito regionale di un’apparecchiatura di questo genere, una delle poche a livello nazionale, installate presso grandi ospedali come Milano, Padova, Roma e Bologna. Sara Federici 15 Sport e tempo libero 21 marzo 2010 Juniores Jesina: il 20 marzo contro il San Marcello VOLLEY - Monte Schiavo. Grande impresa a Villa Cortese. opo la vittoria col Vallesina, ecco un altro sorriso per la Juniores Jesina di mister Stefano Belardinelli. Nella giornata di sabato 13 marzo i giovani leoncelli hanno sconfitto per una rete a zero la Fortitudo Fabriano. Importantissimi questi tre punti conquistati lontano dall’Esino, punti che consentono alla formazione bianco-rossa di consolidare il secondo posto in classifica, a quota 48 punti e a meno quattro lunghezze dalla capolista Falconarese. Alle spalle della Jesina resta comunque la pressione del Piano San Lazzaro (47 pt) e della Passatempese (46 pt) a reazione che tutti chiedevano alla Monte Schiavo Banca Marche dopo l’opaca prova di Bergamo è arrivata immediata e sul campo più ostico dell’A1. Domenica scorsa le “prilline” hanno espugnato al tie break il terreno di Villa Cortese (parziali: 25-21, 23-25, 15-25, 25-22, 16-14), seconda forza del torneo ed imbattuta tra le mura amiche. Tra le jesine, ottima prova di Negrini (nella foto, di Ballarini), autrice di 19 punti. Coach Nesic nel corso della gara aveva dovuto sostituire per un infortunio il libero titolare Mazzoni, con la vice Mataloni, che si è ben comportata in difesa. La classifica dopo la nona giornata di ritorno: Pesaro 47 punti; Villa Cortese 45; Bergamo 42; Monte Schiavo Banca Marche Jesi 38; Urbino 35; Busto Arsizio, Perugia 30; Pavia 23; Castellana Grotte, Novara 22; Piacenza 16; Conegliano 10 punti. Oggi, domenica 21 marzo, dopo due turni in trasferta le “prilline” tornano al PalaTriccoli, dove le aspetta un’altra gara durissima: CALCIO E’ tempo di rush finale D che continuano ancora a credere al sogno chiamato scudetto. Tornando al match di Fabriano, è stata decisiva la rete del terzino Zucchi: per lui secondo timbro stagionale. La truppa di Belardinelli è stata davvero molto solida in fase difensiva e ha saputo tenere la giusta concentrazione per tutti i novanta minuti, cosa che non accadeva da tempo. Ora restano tre incontri prima del termine della stagione. Il vero rush finale inizierà sabato 20 marzo al Carotti contro il San Marcello, ultimo in classifica, per poi proseguire a Osimo e terminare in casa contro il Fabria- Eccellenza La Jesina, in difficile trasferta a San Benedetto del Tronto, capolista, il cui portiere Chessari deteneva una prolungata imbattibilità di 867 minuti, ha interrotto questo primato. Nel primo tempo, la Samb ha dimostrato il suo valore, partendo forte e sbloccando al 22’ il punteggio con Cacciatore. Ma nella ripresa i nostri, da veri leoncelli, hanno dato filo da torcere allo squadrone adriatico, che puntava a chiudere la gara, ma senza risultato. Cresceva la nostra compagine, mentre i Al PalaTriccoli arriva Pesaro per il derby L no. Bomber Tagoma non si sbilancia: “Resta una piccola speranza, ma è assai difficile arrivare primi in classifica”. Daniele Bartocci Nella foto il terzino Lorenzo Zucchi locali evidenziavano un calo fisico e mentale, che preparava il pareggio. Il nostro Marcoaldi calcia una punizione sulla barriera e il loro D’Angelo tocca di mano il pallone ed è rigore. Tra le urla di 2.700 spettatori, il nostro Gabrielloni con freddezza segna il pareggio: 1-1 al 25’ della ripresa. Le proteste si sprecano, a cominciare dal presidente sambenedettese, sig. Sergio Spina. Esulta mr. Fenucci, lodando gioiosamente l’impegno e la volontà leoncella. Vir San Pietro Apostolo: andar per facciate (III) Anche don Cristoforo giocava i terni al lotto segue da pag. 8 di un complesso parrocchiale messo proprio male. Sulla sinistra è abbozzata la casa canonica. Ma si stenta a riconoscere che il resto sia una chiesa, a parte il campaniletto a vela. Davvero brutta la facciata con quella scalinata di traverso fiancheggiata da un muro e con quei due finestroni rettangolari sovrastanti. E’ invece davvero graziosa (anzi, senza dubbio la più bella della città) l’attuale, mossa facciata, che fa pensare a quella ben più famosa di Trinità dei Monti: in fondo Roma non è poi così lontana! Ad essa il Capponi aggiunse nel 1785 (poi restaurata nel 1935 dal parroco don Ugo Balestra, fratello di don Ezio) la scenografica scalinata in pietra, secondo il gusto del ‘700 che tendeva a “fare di ogni episodio architettonico un luogo per la città, progettandolo in termini di grandezza, per suscitare lo stupore e l’apprezzamento degli abitanti e dei forestieri”. Da notare che – secondo Urieli - le quattro nicchie contenevano altrettante statue di apostoli, poi distrutte dalla furia napoleonica nel 1798 (personalmente nutro qualche dubbio: come nella chiesa della Morte, le nicchie potevano avere solo funzione di alleggerimento). Anche perché di figure d’apostoli ce n’è abbastanza all’interno: oltre le sei belle statue in gesso, sopra l’altare li vediamo nella tela del Ricci attorno a Gesù che dà le chiavi a Pietro, mentre sulla destra li ritroviamo nella scena dell’incredulità di Tommaso. Che si ravvide della propria poca fede, come il nostro don Cristoforo: il quale si accorse che fidarsi della Provvidenza valeva più del giocare i terni romani. don Vittorio Magnanelli 1: la chiesa medievale; 2: la chiesa prima del 1749; 3: la chiesa attuale, 1690 il derby con il Pesaro, campione d’Italia e capolista (ore 18). Le adriatiche però, non stanno attraversando un momento felice. L’eliminazione in Champions League per mano di Bergamo è costata la panchina al tecnico Vercesi, sostituito dal suo vice Marchesi. In campo, i punti fermi restano l’ex jesina Costagrande, il capitano Guiggi e la regista Ferretti. In casa rossoblu l’ex è Simona Rinieri. All’andata finì 3-0 per la Scavolini. Gip BASKET - Si gioca sabato 20 alle 20.30 La Fileni Bpa anticipa con Veroli I l cammino della Fileni Bpa verso la salvezza riprende dopo la pausa, con una vittoria sofferta sull’Imola. Domenica scorsa al PalaTriccoli gli arancio-blu si sono imposti per 89 a 87 sugli emiliani, al termine di una gara dominata per tre quarti e chiusa con troppo affanno. “E’ stata una partita intensa – ha detto coach Bartocci - più bella perché Imola non ha mai mollato. In campo abbiamo avuto problemi quando c’è stata più pressione sul perimetro, in quei momenti abbiamo smesso di correre”. Protagonista della vittoria, è stato Adams (nella foto, di Candolfi), autore di 30 punti. La classifica dopo l’ottavo turno di ritorno: Sassari 34 punti; Reggio Emilia, Brindisi 32; Casale Monferrato, Veroli 28; Vigevano 26; Udine, Pistoia 24; Imola 22; Casalpusterlengo, Rimini 20; Scafati, Fileni Bpa Jesi 18; Venezia 16; Pavia 14; Latina 12 punti. Oggi, sabato 20 marzo, gli arancio-blu devono approfittare del secondo turno casalingo consecutivo. Al PalaTriccoli per l’anticipo (ore 20.30), arriva però, un cliente non semplice: il Veroli, che qualche settimana fa ha vinto a sorpresa la Coppa Italia di Lega due. La compagine allenata dal tecnico Cancellieri ha nell’americano Hines e nell’israeliano Nissim i cecchini infallibili. Occhio però, anche agli italiani Gatto e Rosselli, oltre all’ex Mario Gigena. Giuseppe Papadia La società ed il sindaco: “accusa infondata” L’Aurora multata per razzismo J esi è una città razzista? Secondo il giudice sportivo della Lega due, che ha inflitto alla Fileni Bpa una multa di 1.333 Euro per “manifestazioni ispirate ad odio e discriminazione razziale nei confronti di un atleta ben individuato della squadra avversaria”, si. Questi i fatti, risalenti alla gara di domenica scorsa tra Jesi ed Imola. Peter Ezugwu, centro inglese di colore in forza agli emiliani, è stato fischiato, quando si è recato in lunetta per fargli perdere concentrazione, al pari degli altri compagni di squadra. Ezugwu è un ex, che contro l’Aurora ha sempre giocato gare agonisticamente molto sostenute. In certi casi però, il giocatore è andato un po’ sopra le righe, come domenica, quando ha rivolto il dito medio al pubblico jesino dopo una sessione di tiri liberi, gesto che gli è costato anche un fallo tecnico. Su questa vicenda, l’Aurora Basket in un comunicato di lunedì 15, ha voluto esprimere tutto il suo rammarico per “una sanzione che ritiene immotivata ed ingiusta e che infanga senza motivo il pubblico di Jesi, il quale davvero non merita la disonorevole etichetta di “razzista”. Nulla di imputabile alla matrice razzista quindi, che non ha mai avuto diritto di cittadinanza all’interno del PalaTriccoli e più in generale a Jesi, che non a caso è insignita dell’appellativo di “città della pace”, grazie alle numerose iniziative a favore dell’integrazione tra i popoli insieme a personaggi del calibro del premio Nobel Rigoberta Menchu e di Gino Strada”. Ad assistere alla gara tra Fileni ed Imola c’era anche il sindaco Fabiano Belcecchi, grande appassionato di basket. “Sostenere che il pubblico di Jesi - dice il primo cittadino in un comunicato - si sia reso protagonista di “manifestazioni ispirate ad odio e discriminazione razziale” nei confronti di un giocatore di Imola non solo è falso, ma anche diffamatorio per la pesante ombra che getta su una città che fa della solidarietà, dell’inclusione sociale e della tolleranza valori fondanti. Ho assistito alla partita e non ho notato il benché minimo accenno di una accusa così infamante. Nell’esprimere il mio profondo dissenso per il provvedimento del Giudice Sportivo, esprimo piena solidarietà all’Aurora Basket, da sempre impegnata nello sport come momento di promozione sociale ed educativa, fiducioso che la stessa avrà modo di sottolineare nelle sedi competenti l’assoluta estraneità dei propri tifosi ai fatti contestati”. Giuseppe Papadia Nella foto di Candolfi il sindaco Belcecchi con il presidente dell’Aurora, Carlo Barchiesi Verso il Congresso Eucaristico Nazionale Ancona 3-11 settembre 2011 Pellegrini con Maria nelle diocesi delle Marche DIOCESI DI JESI 6 APRILE 2010 - ore 17.00 JESI - Piazza della Repubblica ACCOGLIENZA DELL’IMMAGINE DELLA MADONNA DI LORETO Pellegrinaggio verso la Cattedrale All’arrivo in Cattedrale recita del Santo Rosario meditato ore 18.30 Santa Messa presieduta dal Vescovo AL TERMINE DELLA CELEBRAZIONE LA CATTEDRALE RIMARRÀ APERTA FINO ALLE ORE 23.00 7 aprile 2010 ore 9.00 ore 16.30 ore 17.00 ManifPeregrinatioMariaeNeutro.indd 1 Santa Messa nella Chiesa Cattedrale presieduta dal Vescovo Santo Rosario meditato Partenza per la Chiesa di Santa Maria fuori di Monsano 4-12-2009 19:35:59