Comunica diversaMente: genitori in gioco
I Disturbi Specifici di Apprendimento
Vico del Gargano, 2 aprile 2014
Relatrice:
Dott.ssa Caterina Apruzzese
Cosa sono i Disturbi
Specifici di Apprendimento
AUTOMATIZZARE
Leggere e scrivere
sono atti così semplici
ed automatici che
risulta
difficile
comprendere
la
difficoltà
di
un
bambino
dislessico
che
fatica
ad
automatizzare questi
processi.
• “Ma com'è possibile che una cosa appena studiata,
dopo poche ore o già l'indomani... l'ha già
dimenticata?!“;
• “Ma com'è possibile che pur essendo così intelligente è
un distastro nei compiti di scuola?".
• “Perchè non se ne sono accorti prima?”;
• “Perchè nessuna mi ha detto niente prima? ”
DISLESSIA
la lettura è una fatica eccessiva, e,
dunque, i ragazzini leggono con errori e
molto lentamente.
Se io pefo leggere duesta vrase e inferdo il fuomo o le
vorne belle lettere com altre finili, allora sdaglio, la
qifficolta bel pandino con dislessia è drobrio duesta!
Se io devo leggere questa frase e inverto il suono o le forme delle
lettere con altre simili, allora sbaglio, la difficoltà del bambino con
dislessia è proprio questa!
DISORTOGRAFIA
prima di scriverla la devo avere a mente, devo apprendere che
il suono "FFFF" corrisponde alla lettera "F",
devo apprendere che la parola "tuTTo" ha le doppie,
devo apprendere che la parola cinQue si scrive con la Q e
non con la C.
DISCALCULIA
Il ragazzino è alle volte come "assente" di fronte al compito di
calcolo, alle volte, quando esegue gli esercizi i risultati sono tutti
sbagliati, pur avendoli già spiegati, fatti e rifatti centinai di volte...
Infatti la maggior parte dei genitori racconta che ripetono, giorno
e notte, calcoli e procedure, ma, basta poco e......... il bambino non
si ricorda più niente!
DISGRAFIA
non si capisce nulla
di quello che il
bambino scrive, con
una fatica che è
IMMENSA
ed
evidente anche la
stanchezza
fisica
nello scrivere.
Criteri Diagnostici (DSM -5 , ICD 10 , Consensus C.)
Criteri di Esclusione
• CE.1--Disabilità Intellettiva;
• CE.2—Disturbi neurologici, traumatici o malattia;
• CE.3– Disturbi sensoriali, visivi o uditivi;
• CE.4– Condizioni di svantaggio psicosociale;
• CE.5– Inadeguato ambiente educativo;
• CE.6– Non perfetta conoscenza della lingua d’insegnamento.
QUANDO NON SI CONOSCE
I DSA esistono e sono proprio le diagnosi specialistiche ad indicare che
non sono causa di ritardo cognitivo (in caso sarebbe altro), non sono
causa di cattivo insegnamento (anche se un buon insegnante gioca un ruolo
fondamentale), non sono causati dai genitori che non seguono il proprio
figlio (anzi, molto spesso si studia tutto il pomeriggio senza terminare i
compiti), e soprattutto:
"akulona ingane nge dyslexia ongafuni kodwa bengayi"
Se compresi in maniera chiara e semplice, a scuola con adattamenti
didattici mirati può dispensarli da attività faticosissime o impossibili da
eseguire e compensare in modo alternativo. Ciò con l'unico obiettivo di
migliorare l'apprendimento del bambino partendo dalle proprie
caratteristiche di apprendimento specifico.
< E se la torta diventa trota, nessuno si arrabbia più, perché
sappiamo che non dipende da lui, non è né “asino”, né “diverso”, né
quant'altro pensava di essere: é semplicemente dislessico!>
Perché mio figlio è dislessico?
È come avere gli occhi chiari, o gli occhi scuri. E' un fatto di
predisposizione neurobiologica, mista anche ad certa una
percentuale (dal 35% al 75%) di ereditarietà familiare. E’ un
qualcosa che può capitare a tutti, e magari, molti sono
dislessici, o discalculici, ma non è mai venuto fuori: vuoi per
via di aver compensato adeguatamente una difficoltà di grado
lieve, oppure perchè, purtroppo, gli si attribuivano le difficoltà
scolastiche solo allo scarso impegno, alla sua emotività,
oppure al suo comportamento.
False credenze
La dislessia non è una malattia e pertanto non si
guarisce. Si COMPENSA (LEGGE 170);
FALSE CREDENZE
È colpa dei genitori
FALSE CREDENZE
Dislessici si diventa
FALSE CREDENZE
I DSA sono una moda, una
nuova invenzione;
FALSE CREDENZE
Serve l'insegnante di sostegno!
FALSE CREDENZE
Quando vuole le cose le sa fare...;
Io l'aiuto ma è lui che proprio non
capisce;
Come aiutare?
•Diagnosi;
•Intervento specialistico;
•PDP;
LEGGE n. 170/10
LINEE GUIDA SUI DSA 12 luglio 2011
Nel 2010 la vittoria più attesa con la Legge n°170 definita “Nuove
norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito
scolastico”, in cui all’interno vi è il riconoscimento istituzionale della
problematica. Art. 1 “La presente legge riconosce la dislessia, la
disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di
apprendimento, di seguito denominati «DSA», che si manifestano in
presenza di capacita` cognitive adeguate, in assenza di patologie
neurologiche e di deficit sensoriali, ma possono costituire una
limitazione importante per alcune attivita` della vita quotidiana.”
STRUMENTI COMPENSATIVI
• Tempi più lunghe per le verifiche;
• Interrogazioni programmate;
• Mappe concettuali utilizzabili;
• Calcolatrice;
• Tavola pitagorica;
• Computer-correttore ortografico;
• Sintesi vocale;
• Audioregistratore;
• Libri di testo in formato digitale;
• audiolibri
STRUMENTI DISPENSATIVI
• Lettura ad alta voce;
• Scrittura veloce sotto dettatura;
• Copiatura alla lavagna;
• Uso del vocabolario;
• Studio mnemonico;
• Prendere appunti (compito cognitivo e non
automatico per chi ha un D.S.A.);
• Diminuire la mole di compiti;
• Privilegiare interrogazioni orali nelle
lingue straniere;
• Se le verifiche sono scritte utilizzare testo
pre-scritto con caratteri corpo grande e non
scritte a mano.
ART. 10
Per gli alunni con DSA adeguatamente certificate, la
valutazione e la verifica degli apprendimenti, comprese
quelle effettuate in sede di esame conclusivo dei cicli,
devono tener conto delle specifiche situazioni soggettive di
tali alunni (….) utilizzo degli strumenti metodologicididattici compensativi e dispensativi ritenuti più idonei. Nel
diploma finale rilasciato al termine degli esami non viene
fatta menzione delle modalità di svolgimento e della
differenziazione delle prove.
• Aiutano il bambino;
• Favoriscono l’autonomia;
• Sostengono l’autostima.
L’APPRENDIMENTO DEVE ESSERE UN
PIACERE.
ESSO E’ FIGLIO DELLA MOTIVAZIONE
E NON DELLA FATICA!
DIAGNOSI
Dislessia, disortografia e disgrafia: a partire dalla fine della II elementare;
Discalculia: fine III elementare.
Da un team di specialisti attraverso una testistica ben precisa, così come evidenziato
dal P.A.R.C.C. 2011.
La diagnosi va ripetuta ad ogni cambio ci ciclo scolastico. Non perché la dislessia
scompaia, ma poiché essendo un disturbo evolutivo cambia espressione e quindi è
necessaria personalizzarla di volta in volta.
DOPO CHE FARE?
Portale la diagnosi a scuola, protocollarla e la scuola provvederà a redigere il PDP
(Piano Didattico Personalizzato) e a convocare la famiglia per la condivisione e la
presa visione.
INTERVENTO LOGOPEDICO
• Modificare il disordine migliorando le funzioni sottostanti (migliorare
le funzioni, migliora la prestazione);
• Correggere gli errori di lettura e scrittura;
• Incrementare la rapidità di lettura;
• Migliorare la comprensione;
• Insegnare strategie di compenso (funzionare meglio nonostante il
deficit);
• Modificare l’ambiente scolastico e familiare.
SEGNALI PRECOCI
• Confusione di ordine spazio-temporali e di lateralizzazione;
• Difficoltà nel memorizzare le cose in sequenza: tabelline, mesi e giorni
o lista di numeri e parole in una determinata sequenza;
• Difficoltà a leggere l’orologio;
• Ritardo di linguaggio;
• Disordini fonologici;
• Ritardo nell’acquisizione di abilità motorie fini;
• Lettura lenta e scorretta;
• Scrittura poco chiara con molti errori;
• Inverte le lettere e i numeri;
• Confonde b-d-p-q-m-n;
• Difficoltà nell’utilizzo di parole nuove o lunghe;
• Difficoltà nel ritrovare termini specifici;
• Difficoltà nell’acquisizione di una lingua straniera;
• Faticano a scrivere sotto dettatura o a copiare dalla lavagna;
• Leggono sillabando anche parole comuni.
Essendo una problematica su base neurobiologica,
osservazioni del tipo “si impegna poco” “è pigro”
“impiega molto, troppo tempo”, non sono da
imputare al ragazzino, ma alla problematica, anzi il
ragazzino andrebbe gratificato per l’immenso sforzo
che impiega per affrontare lo studio.
Queste difficoltà fanno sperimentare in modo
costante difficoltà a scuola, il ragazzo si sente
diverso dagli altri compagni, spesso stupido. Il
senso di incapacità può indurlo a ridurre il suo
impegno scolastico o ad abbandonare la scuola. In
taluni casi queste difficoltà si trasformano in
problemi psicologici.
Di fronte alle difficoltà e alle fatica di apprendere la
lettura, la voglia di imparare e la curiosità si
riducono precocemente.
La convinzione di valere poco si insinua in lui,
l'autostima va sotto i tacchi.
E iniziano i mal di pancia, gli incubi notturni.
«La lettera a Babbo Natale non la scriverò di certo. Se
non mi dà una mano la mamma, rischio che mi porti un
cudo, un ternino!” A questo punto viene la parte
difficile per una mamma: passare oltre la cortina dei
pianti e della rabbia per arrivare a scoprire che c'è un
effettivo “problema”.»
Non si parla solo ed esclusivamente di lettura e
scrittura, di crisi di pianto per i compiti, di lettere
sbagliate, invertite, confuse, di grafia illeggibile
e faticosa, di sillabe che si mescolano nella
lettura.
In questi che dovrebbero essere gli anni
spensierati dell'infanzia, il bambino che
conoscevo solare ed entusiasta diventa sempre
più cupo, oppositivo. Sempre più solitario.
Sempre più triste.
Nessuno nega che sia un percorso difficile! Anche se
in famiglia il capire e conoscere rende il “problema”
non più così problema, molto spesso ci si deve
confrontare con chi non conosce e non capisce. Ecco
la parola chiave: CAPIRE»
Tu vedi quello che sai, se non sai una cosa non la vedi. D. Garlainer
…Grazie!!!
Dott.ssa
Caterina Apruzzese
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