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Grovaxrur VIrroruo PerrornNo
Lh rrsrcl DELr-rr soBRrETÀ. NE
msro, m urrÀ. o ANCoRA MENo
Edizioni Dedalo, Balj 2012
pp. L36, euro 15,00
sapete, siete spreconi imperdonabili, anche se lo spreco
per ignoranza non è punito
come il non sapere quanti
erano i re di Roma o chi era
Dante Alighieri. La punizione
Grazie, amico Pallottino: un
libro così, ruzionale, non ag-
per queste ultime deficienze
gressivo o integralista, istruttivo e convincente, ci voleva.
E non mi lascerò scappare la
possibilità di chiedere l'obbligatorietà nelle scuole. Forse,
fabetismo, per quelle defi-
addirittura iniziando dalla
tafoglio.
Ciò che Pallottino scrive può
e deve diventare il nuovo decalogo della nonna: la mia
amata r,oflna che imponeva
scuola pt'rma.fra. Noi, tecnologicamente obesi, abbiamo
a'nuto molte occasioni di essere sobri, ma non Le abbiamo prese sul serio come necessario. Pallottino ricorda
giustamente il Club di Roma
che aveva incominciato a fare i "conti in casa" e a mettere a carico delle famiglie evo-
lute gli sprechi. Oggi li riprendiamo quando gli sprechi sono ormai immani e il
Decalogo di Lussino non fa
parte del patrimonio pedago-
gico
di
avangtardia. Bene,
smettiamola di arricciare il
naso di snob pieni di anigogolati comfort e impariamo
un po' di regole di vita tec-
scolastiche è l'accusa
di anal-
cienze che chiameremo umane vista la loro diffusione non
c'è, se non contiamo l'obesità e l'alleggerimento del por-
di risparmiare l'olio, di spegnere le luci inutili e di coprirsi bene; e al più offriva
borse dell'acqua calda agli
anziani, recuperava la parte
buona delle pere e dava gli
avanzi al cane o al gatto. I
suoi
figli andavano a piedi e
a piedi facevano i due piani
di scale pet pranzarc con lei;
ma ho tirato in ballo la nonna
non per solleticare gli affetti di
chi spocchiosamene si mostra
intollerante (ignorante!) verso
la sobrietà; ma perché, con un
riferimento popolare, voglio
il problema in un
nologicamente sviluppata da
trasformare
tramandare a figli e nipoti
con il loro esatto motivo e significato. Se la caloria ha al'uto la sua apoteosi nella linea
delle signore, cerchiamo quale è stato il suo significato
nella espansione degli obesi.
fatto costituzionale. E ora mi
dedico a questo, qui di seguito, perché è ora di farlo esplicilamente, anche visti i rapporti che abbiamo con il resto
del mondo, specie con chi
non ha nulla, vive in media
C'è un Pallottino bravo
molto meno di noi e soffre
e
competente che ci spiega come fare e, grazie a Dio, sap-
molto di più.
piamo ancora leggere.
Abbiamo già in casa ciò che
serve: finestre, termosifoni,
caldaie, cucine, forni a microonde, acqta calda e fredda, condizionatori, televisori,
eccetera: goardatevi intorno;
sapete forse qualcosa delle
"efficienze" dei vostri acqui-
evoluta, come noi, ha molti
diritti e molti doveri. Un bravo cittadino, dicono gli inglesi, è un civil servant, un servitore dello Stato. Che cosa fa
sti, qualche numero significa-
Chi nasce in una democrazia
Secondo una diffusa immagine pubblicitaria televisiva che
appare su richiesta del governo, chi nonpaga le tasse è un
parassita della democrazia e.
come altri parassiti mostrati
nelle immagini, è un essere
repellente. Insomma, dobbiamo avere cura dei beni pubblici, specie se riguardano i
consumi: se consumiamo
ffoF
po, stiamo privando qualcun
altro di un bene che, essendo
comune, è anche un po' suo.
Dunque, per essere un cittadino che non ha colpe pendenti, dobbiamo saper cosa
facciamo quando usiamo cor-
rettamente
i beni pubblici.
Quanti cittadini sono in regola con questa "cultura del bene pubblico"? Pochi, temo.
Per questo, mi sembrerebbe
necessario e owio che I'istru-
zione che si compie prima
della maggiore età avesse un
insegnamento e un esame
obbligatorio in cui si appuri
la conoscenza che i ragazzi
hanno (e, speriamo, gli inse-
gnanti) dei problemi d'uso
dei beni pubblici. Mi è stato
detto che iragazzi, i bambini,
imparano volentieri a differenziare la raccolta dei rifiuti.
Bene. Ma andiamo avantilDa
questo punto di vista, il libro
di Pallottino, senza essere
estremista, è per me un libro
che non esito a definire "rivoluzionario" (e mi scuso con
lui degli involontari connota-
ti eversivi che questa aggettivazione potrebbe avere nella
nomenclatura giornalistica
un servitore dello Stato? Gode dei beni pubblici alui"af-
contemporanea). E ringrazio
l'autore che ha avr.rto la sen-
fidati", che si è assicurato facendo valere i suoi diritti. I
vero democratico
tivo, quanto vi basterebbe
e
beni pubblici sono anche
chiamati "servizi", perché
quanto ne sprecate? Se non
1o
sopperiscono alle nostre ne-
PAG.78 SAPERN - AGOSTO 2012
cessità ricorrendo a tecnologie adeguate messe a disposizione dall'impiego dei soldi
che paghiamo con le tasse.
sibilità di scrivedo come un
altruista.
Ma ora, usiamolo!
Corlo Bernordini
Almanacco della Scienza
Quindicinale a cura dell’Ufficio Stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche
N. 14 - 19 settembre 2012
Risparmiare basta?
Nella prefazione, il decano dei fisici italiani Carlo Bernardini si ripromette di chiedere
"l'obbligatorietà nelle scuole", addirittura "iniziando dalla scuola primaria", de 'La fisica della
sobrietà' del collega della Sapienza di Roma Giovanni Pallottino. Il testo si pone retoricamente la
domanda se sia "possibile continuare sulla strada dei consumi crescenti da parte di un numero di
persone a sua volta crescente", rispondendosi che la consapevolezza di quest'impossibilità "non è
particolarmente diffusa, e comunque non sembra sia sufficiente a indurre qualche cambiamento
negli stili di vita", anche se nel frattempo la crisi economica ha cominciato a rendere di 'moda' un
invito alla sobrietà che però, proprio in quanto "calata dall'alto non appare particolarmente
motivante".
Su questo si può dare senz'altro ragione all'autore: le prese di coscienza che partono da costrizioni
materiali esterne e non da una sincera riflessione interiore rischiano di restare superficiali e
contingenti. Ciò che l'autore auspica è invece un serio ritorno alla distinzione tra necessario e
superfluo, ricordando come ci sia "oltre un miliardo di persone il cui reddito non arriva a un dollaro
al giorno" e rimpiangendo apertamente i tempi in cui "si usava 'rivoltare' i vestiti e i cappotti", si
riparava ciò che non funzionava più invece di cambiarlo e, soprattutto, non si riteneva "normale
considerare tutto quello che usiamo e consumiamo come se provenisse da risorse infinite".
L'attacco di Pallottino investe, a 360 gradi, bancomat e carte di credito al cui massiccio impiego
rinvia la crisi finanziaria del 2008 (dei quali, invece, si incentiva sempre più l'uso), il "mito"
secondo cui ogni generazione è destinata a disporre di beni sempre maggiori e l'uso del Pil quale
indicatore del benessere di una nazione (secondo l'autore un mero "ben-avere"). Un j'accuse che se
ha il merito di non associarsi ad alcuni luoghi comuni semplicistici - ricordando per esempio
l'effetto serra è dannoso in eccesso ma vitale, altrimenti la temperatura media della Terra
scenderebbe da + 15 a -18°C, e l'inefficacia del protocollo di Kyoto nel momento in cui oltre un
quarto delle emissioni arriva dalla sola Cina - assume però altri tratti sconcertanti.
Pallottino ritiene tra l'altro pericolosi o sconvenienti l'energia geotermica, idroelettrica, fotovoltaica,
la rottamazione delle automobili, i prodotti alimentari a "chilometro zero" e i bio-carburanti. La sua
è insomma una vera battaglia contro i luoghi comuni, che investe anche le leggende metropolitane
sulla dannosità di microonde e telefonini o la diffusione di dati improvvisati, per esempio sullo
spreco di cibo, e un invito ad "avere fiducia nell'ingegno dell'uomo nel risolvere i problemi che man
mano si pongono e quindi anche nella tecnologia".
Un'operazione culturale meritoria basata su considerazioni senz'altro corrette. Perplime solo il
ridurre la soluzione, insieme con l'auspicabile risparmio (in Italia gli edifici consumano mediamente
circa 300 kWh/m2 all'anno contro i 200 kWh/m2 in Germania), ad accorgimenti quali "una semplice
borsa dell'acqua calda", "l'impiego del coperchio" in cucina, il riciclo delle lattine in alluminio o
l'attenzione a non usare lo stand by degli apparecchi elettrici ed elettronici, il cui costo è stimato
attorno ai 50 euro annui.
D'altronde, questa filosofia della sobrietà ha ormai molti e autorevolissimi testimonial, uno dei quali
viene citato in calce al libro dall'autore: "Per incidere su larga scala è necessario 'convertire' il
modello di sviluppo globale; lo richiedono ormai non solo lo scandalo della fame, ma anche le
emergenze ambientali ed energetiche", Benedetto XVI.
M. F.
titolo: La fisica della sobrietà
categoria: Saggi
autore/i: Bernardini Carlo
editore: Dedalo
pagine: 135
prezzo: € 15.00
TECNORassegne
Tecnologie
“deboli”
per l’energia
Sistemi e comportamenti
“virtuosi” potrebbero
e dovrebbero integrare
le tecnologie più “forti”
nel perseguimento
di consumi energetici
meno dispendiosi e nocivi.
Angelo Gallippi
L
a tecnologia evolve senza sosta verso
traguardi progressivamente più
ambiziosi, raggiunti grazie a un
livello crescente di sofisticazione; traguardi
che soprattutto negli ultimi decenni hanno
coinciso con la necessità di frenare i consumi
eccessivi di energia da parte di un numero
crescente di persone. Tuttavia questa necessità può essere soddisfatta anche da tecnologie
non particolarmente avanzate, che integrandosi opportunamente con le prime sono in
grado di arrecare un contributo importante
nel ridurre la nostra bolletta energetica, che
nel 2011 è stata di 63 miliardi di euro. Dell’intero fabbisogno nazionale circa un quarto
è utilizzato nelle abitazioni (supera di poco
quello dell’industria), e di esso circa l’80 per
cento copre le esigenze di riscaldamento.
Sono allora opportuni alcuni accorgimenti, come installare una caldaia a condensazione che, recuperando il calore dei fumi prodotti dalla combustione e facendo condensare il
vapore d’acqua in essi contenuto, raggiunge
un rendimento del 10 per cento superiore alle
caldaie tradizionali. O i doppi vetri, che permettono di dimezzare il calore che si disperde
attraverso le finestre, perdita che si riduce a
circa un sesto ricorrendo a doppi vetri speciali, a bassa conducibilità termica, o meglio ai
tripli vetri. Sono ovviamente da evitare temperature troppo calde d’inverno e troppo fredde
d’estate: per esempio, se la temperatura esterna è 10°C, un aumento di quella interna da 20
a 25°C comporta un raddoppio di spesa. Invece può costare 50 euro l’anno a famiglia l’abitudine di tenere i diversi apparecchi elettrici in
stand by e i caricatori dei telefonini permanentemente inseriti nelle prese di corrente
(meglio usare una ciabatta con interruttore).
MIT TECHNOLOGY REVIEW
EDIZIONE ITALIANA 1/2013
Questi e analoghi suggerimenti per evitare sprechi di energia nelle normali attività
quotidiane, ma anche per contribuire a
ridurre l’inquinamento globale del pianeta,
ci vengono dispensati da un succoso e gustoso saggio di Giovanni Vittorio Pallottino,
della Sapienza di Roma: La fisica della
sobrietà. Ne basta la metà o ancora meno
(Edizioni Dedalo, 2012). La fisica, secondo il
leit motiv del libro, ci insegna che esistono
oggetti e comportamenti virtuosi dal punto
di vista dell’efficienza energetica, ma anche
oggetti e comportamenti inefficienti e meno
sobri, che quindi andrebbero evitati senza,
per ciò, rinunciare al normale tenore di vita.
Tra i primi le lampadine fluorescenti
compatte, che trasformano in energia luminosa fino al 60 per cento dell’energia che
ricevono (contro il 3-5 per cento delle lampadine a filamento), con una efficacia luminosa
di 50 lumen/watt, o meglio ancora le nuove
lampadine a Led (o i prossimi Oled), che
consumano un decimo della elettricità di
quelle a filamento, con una efficacia di 60
lumen/watt, e durano 50mila ore (contro le
10mila delle fluorescenti compatte).
Raccomandabili anche, e non solo per
l’efficienza energetica, la pentola a pressione
e il forno a microonde: la prima minimizza lo
spreco di calore associato alla dispersione del
vapore d’acqua, il secondo produce il calore
all’interno dei cibi da cuocere e non solamente negli strati superficiali.
Bocciati invece oggetti popolari quali le
batterie, che producono energia elettrica a un
costo circa 10mila volte superiore a quello
della rete, i copritermosifoni, che bloccano i
moti convettivi dell’aria attraverso cui il calore
è ceduto agli ambienti, e i mastodontici Suv, al
tempo stesso superflui, dannosi e costosi, che
consumano da una volta e mezzo al doppio di
carburante rispetto alle auto usuali.
In effetti, più ancora del settore residenziale, quello che consuma più energia è il settore del trasporto (oltre un terzo del consumo totale): il mezzo in assoluto più efficiente è la bicicletta, che richiede appena 70 kilojoule per percorrere 1 km (alla velocità di 15
km/h). Seguono la camminata a piedi di
buon passo (150), il treno (600), l’autobus
(900), l’automobile (2.500), l’aereo (4.000)
e l’elicottero (16.000). Per quanto riguarda
l’automobile, tuttavia, si può aumentare il
consumo di carburante in diversi modi:
tenendo il motore male regolato (5-10 per
cento), il condizionatore in funzione (5-10
per cento), una guida aggressiva (20-40 per
cento) o troppo veloce (40-60 per cento se si
guida alla velocità massima anziché ai due
terzi di essa). Tenere gli pneumatici sgonfi fa
aumentare il consumo di carburante del 2-4
per cento, oltre a ridurre la sicurezza di guida
e accorciare la loro durata (del 20-40 per
cento); eppure nel 2006 il 90 per cento degli
automobilisti europei viaggiava con pneumatici più o meno sgonfi. Infine un motore
in folle consuma in tre minuti lo stesso carburante necessario a percorrere circa 1 km.
Insomma, il libro di Pallottino ci insegna
che esiste una tecnologia “domestica” o “personale”, fatta di oggetti e comportamenti virtuosi, che andrebbe usata insieme alla tecnologia più “forte” e ai prodotti che immette sul
mercato, al fine di raggiungere l’obiettivo,
«assieme etico ed estetico, di lasciare a chi ci
seguirà un pianeta meno malmesso, di fare
un po’ di spazio anche agli altri e inoltre, in
definitiva, di vivere meglio noi stessi». ■
Presto saranno disponibili per l’illuminazione
pannelli Oled, che raggiungono una efficienza
luminosa di 90 lumen/watt.
Angelo Gallippi, laureato in Fisica
e giornalista pubblicista,
scrive di privacy e di informatica.
27
Libri e riviste
GIOVANNI VITTORIO
PALLOTTINO
La Fisica della
sobrietà
Ne basta la metà o
ancora meno
Dedalo, Bari, 2012
pp. 136, euro 15,00
G. V. Pallottino, che da tempo si occupa di didattica della fisica in relazione al tema dell’energia1, con questo libro propone,
a partire da semplici nozioni di fisica elementare, una riflessione
sull’uso razionale, equo e responsabile delle risorse. Un’iniziativa
opportuna anche in relazione alla proclamazione del 2012 come
“anno internazionale dell’energia sostenibile per tutti”2.
Senza necessariamente associarsi all’entusiastica proposta di
Carlo Bernardini che – nell’Introduzione – ne propone l’adozione obbligatoria in tutte le scuole del Regno, quanto meno, più sobriamente, si può concordare sul fatto che la tematica affrontata nel testo è ineludibile in campo educativo. Non è il caso di pensare all’aggiunta di un n-esimo
item alla lunga lista di istituende “educazioni a…” (da ultimo pure l’educazione
sentimentale!), quanto piuttosto di studiare il modo di inserire efficacemente
queste problematiche trasversalmente alle discipline curricolari e diffusamente
nell’insegnamento della fisica.
E qui si impongono anche delle scelte di priorità: in termini di formazione del
cittadino, costruzione di conoscenze e metodi utili per una partecipazione consapevole alle scelte democratiche, sarà meglio discettare di Big Bang, universi paralleli, bosone di Higgs e similari temi avanzati oppure cercare di trasmettere il
messaggio che la fisica può essere uno strumento di comprensione del mondo
reale, della nostra esperienza quotidiana?
Allora questo libro, con il suo taglio semplice e concreto, a base di pillole di
“fisica pratica”, può essere molto adatto per una prima introduzione al tema, per
studenti di scuola secondaria di primo grado o del biennio della superiore.
L’obiettivo didattico è opportunamente circoscritto all’essenziale: apparato
teorico minimalista (nemmeno nel glossario finale si parla di entropia, sistemi
complessi, dinamica non-lineare, farfalle, ecc.), esempi numerici e valutazione di
ordini di grandezza (spesso nient’altro che il conto della spesa della cara nonna).
In effetti, un approccio meno astratto, steril(izzato) e iper-nozionistico di quanto capita di trovare solitamente nei libri di testo scolastici, che veda “le definizioni come punto di arrivo e i problemi come punto di partenza”, sembra più efficace nel produrre competenze specifiche3. Cioè, paradossalmente, un approccio
didatticamente più … sobrio, con meno pretese di programmi ipertrofici a tutto
mondo, può produrre risultati migliori.
Ultimamente la sobrietà, suo malgrado, è divenuta quanto mai attuale forse
più che altro, nostro malgrado, a causa della contingenza economica avversa che
stiamo attraversando: stando ad una delle ipotesi etimologiche (da “sine ebrius”)
il termine ingloba il segno meno, allude alla diminuzione. “Meno” di che cosa?
Siamo sicuri che la crisi abbia solo risvolti negativi e non costituisca l’opportunità di un cambio di rotta, quanto meno nel nostro piccolo? Siamo chiamati in causa in prima persona perché è meglio non farsi illusioni sul governo grande del
mondo, visti gli esiti dell’ultima conferenza sul clima di Rio del giugno scorso4.
Al massimo (o al minimo) nel nostro piccolo possiamo fare come le formiche di
Gino e Michele, ma qui il discorso si fa eminentemente politico e forse l’Autore
ha, saggiamente o per necessità, preferito non impegolarsi in questo campo. Per
esempio, nel testo – tanto meno nel titolo … e qui è facile controllare! – non incorrerete mai nel termine “decrescita”, che, pur avendo attirato anche l’attenzione di qualche comico non del tutto sobrio, sul piano pratico condivide con la “Fisica della sobrietà” molte proposte concrete.
Nel capitolo introduttivo sono richiamati concetti e idee ben noti da almeno
venti anni, se non dai tempi del famoso rapporto del Club di Roma sui limiti dello sviluppo o delle lungimiranti critiche di Pasolini alle “magnifiche sorti e progressive” del boom economico postbellico: ridurre i consumi energetici a parità
LIBRI E RIVISTE
136
La Fisica nella Scuola, XLV, 3, 2012
di utilizzo finale, ridurre gli sprechi, riciclare, riparare, dePILarsi di tutto il superfluo che non è mai abbastanza per essere felici, ecc.
Nei capitoli successivi, coerentemente con il riferimento alla fisica, Pallottino
passa in rassegna le varie stanze della casa (dell’oìkos, appunto), attirando spesso
l’attenzione su aspetti inconsueti o sottovalutati.
Per esempio, nel capitolo 2, “Il riscaldamento e il raffrescamento degli edifici”, non esita addirittura ad infilarsi sotto le coperte del letto: perché scaldare tutta la stanza fredda quando quello che ci interessa è solo l’interno del letto? A parte illustrare con un semplice calcolo il vantaggio in termini di costo energetico
della cara vecchia borsa dell’acqua calda rispetto a scaldaletto e termocoppie varie, Pallottino suggerisce di sfruttare, magari con il supporto di un buon grappino, la potenza termica di circa 100 watt che il corpo umano dissipa sotto le coperte, le quali per di più sono assai mediocri conduttori di calore.
E se - azzardo un’ulteriore proposta - si rendesse disponibile allo scopo qualche anima gentile? Allora potrebbe aggiungersi al tutto una dimensione conviviale/socializzante non disprezzabile, se non una nuova categoria lavorativa: la
boule umana, il riscaldatore di letti altrui5. Permette? Vuol favorire? Gradisca!
A proposito di riscaldamento di edifici pubblici, la mia scuola, edificio stile anni
’70, è un vero colabrodo energetico; ciononostante non ho mai assistito ad un sitin di protesta per il troppo calore in certe aule dove in pieno inverno assito a disinvolte esibizioni ombelicali. Devo suggerire ai nostri battaglieri rappresentanti in
Consiglio d’Istituto (studenti e non) la lettura di questo prezioso libretto!
Il capitolo 3 è illuminante e illuminato.
Con il quarto si passa in cucina: avete in casa pentole verniciate (esternamente) di colore nero? Siete dei teppisti termodinamici! A meno che non vogliate
scaldare, oltre che il contenuto della pentola, usandola a mo’ di stufetta, anche
la cucina, per irraggiamento secondo la legge di Stefan-Boltzmann.
Il coperchio poi, diabolica omissione, è un prezioso accessorio dimenticato.
L’Autore segnala che, utilizzato in modo appropriato (causa moti di convezione
e Clausius e Clapeyron), consente un risparmio di combustibile di oltre il 20%.
In bagno (cap. 4) il problema principale è quello dello spreco di acqua, questione non banale dato che, a differenza dell’energia, risulta ben più intuitivo e tangibile il fatto che la quantità-sostanza si conservi, passando dal rubinetto al lavandino: perché allora preoccuparsi del “consumo” di qualcosa che si conserva
palesemente? L’Autore si sofferma anche sul consumo di acqua in relazione all’eventuale esigenza di riscaldarla (l’acqua scaldata deve transitare attraverso le
condutture dal riscaldatore al rubinetto). Qui forse vale la pena ricordare un’invenzione del periodo di austerità (una variante coercitiva della sobrietà) degli anni
’70: un “lavandino termodinamico” in grado di recuperare il calore in uscita attraverso il sifone e di riscaldare il getto solo nel tratto utile, dal rubinetto allo scarico.
Brevetto di Mario Palazzetti, ingegnere del Centro Ricerche FIAT, ideatore anche di
un sistema di cogenerazione (produzione congiunta di calore ed elettricità, in sigla TOTEM, ricordato da Pallottino a p. 23) che utilizzava il motore della 1276. Entrambe le cose mai giunte allo stadio di produzione industriale su larga scala. A
quanto pare eventuali strategie di riconversione industriale dell’industria automobilistica negli anni sono state abbandonate per altre strade: dall’austero TOTal
Energy Module degli anni ’70 al lancio in produzione, nei tempi odierni della crisi, di un nuovo modello di SUV7 (il SUV, giustamente definito nel cap. 8, dedicato
alla “stanza auto-mobile” e ai trasporti, “l’apoteosi del superfluo”).
Il capitolo 6 riguarda “L’elettricità in casa”: interessante la segnalazione dell’iniziativa di una scuola romana (l’ITIS Vallauri) dove sono state installate otto
biciclette fisse, collegate ad altrettanti generatori, fruibili da studenti, genitori,
personale scolastico, allo scopo di produrre energia elettrica nei momenti di ozio.
LIBRI E RIVISTE
La Fisica nella Scuola, XLV, 3, 2012
Riccardo Urigu
Liceo sc.
“N. Copernico”,
Torino
Note
137
Da imitare. Ottima idea da provare nei collegi docenti: se ne uscirebbe almeno
con la confortante sensazione di essersi spesi per qualcosa di utile.
Il nono capitolo su “I rifiuti e la raccolta differenziata”, tra l’altro, focalizza
l’attenzione sul problema dello spreco alimentare: in Italia, ogni anno, quattro
milioni di tonnellate di alimenti, in larga parte perfettamente commestibili, finiscono nella spazzatura, anche direttamente dagli scaffali dei supermercati. Un
vero insulto per circa 800 milioni di persone (stime FAO) che soffrono per fame
e malnutrizione. Tuttavia nascono e si diffondono buone pratiche come quella
proposta da Andrea Segrè, docente e preside di Agraria a Bologna, più volte citato nel libro, inventore di Last Minute Market.
Sul tema del cibo mi sembra che sia stato trascurato un dato importante in
tema di efficienza energetica alimentare: quello del rilevante contributo dei consumi di carne alle emissioni globali di gas serra (pari al 18% del totale secondo la
FAO, al 51% secondo uno studio del Worldwatch Institute)8. Pare che gli allevamenti intensivi siano uno dei modi energeticamente meno efficienti per produrre cibo per l’uomo; quindi, anche senza convertirsi al vegetarianismo, un consumo più sobrio di carne nei paesi sviluppati potrebbe essere benefico per la salute
dell’ambiente, come sostiene per esempio Rajendra Pachauri, insignito con Al
Gore del premio Nobel per la pace nel 2007.
In tema di rifiuti cartacei (scolastici), le osservazioni di Pallottino mi hanno
fatto pensare al volume di fogli di compiti in classe che, nella mia scuola, provvediamo diligentemente a fascicolare e depositare in un apposito stanzino, per
una sosta tecnico-burocratica prima del traghettamento finale al macero9: stralciandone le pagine lasciate in bianco se ne potrebbe recuperare almeno la metà,
ma molti studenti e colleghi non considerano particolarmente elegante l’operazione. Una vera pidocchieria! Pallottino invece sottolinea spesso la valenza non
solo etica ma anche estetica delle buone pratiche di comportamento: dove il lato
estetico sta nel mettere in atto principi di comportamento di “minima distruzione” in armonia con le leggi fondamentali della Natura.
L’Autore chiude il libro riportando un appello alla responsabilità individuale
pronunciato da Benedetto XVI all’Angelus di domenica 12 novembre 2006 (Giornata del Ringraziamento). Più laicamente, a coronamento di questa meritoria iniziativa pedagogica per “il bene comune”, forse sarebbe stato più opportuno un riferimento neutrale. Infatti, come esemplificato ampiamente in questo ottimo
volumetto, direi che un approccio razionale ai problemi ambientali è sufficiente
(e necessario) per orientare in senso etico i comportamenti individuali. Nel dibattito pubblico anche su questi temi, non sarebbe meglio che le istanze religiose o
ideologiche personali venissero messe tra parentesi? Penso che se ne possa fare a
meno: anche in questo caso c’entra un certo tipo di sobrietà.
http://www.roma1.infn.it/rog/pallottino/didattici.html
Cfr.: http://www.sustainableenergyforall.org/
3
Michela Mayer, Insegnare l’energia a partire dal risparmio energetico e dalle fonti rinnovabili,
NUOVA SECONDARIA - N. 6 2009 - ANNO XXVII, 47-50
(http://www.roma1.infn.it/rog/pallottino/articoli%20didattici/ns06-Pallottino.pdf)
4 Vandana Shiva, RIO + 20: la grande inversione a U
(http://serenoregis.org/2012/07/rio-20-la-grande-inversione-a-u-vandana-shiva/)
5 L’idea della boule umana è stata effettivamente applicata in due hotel a Londra e in uno a Manchester. In questi alberghi, i “riscaldatori di letto” effettuano a richiesta e su prenotazione delle sedute di circa cinque minuti.
(http://www.telegraph.co.uk/finance/newsbysector/retailandconsumer/7009900/Hotel-chain-offers-human-bed-warmers.html)
1
2
LIBRI E RIVISTE
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La Fisica nella Scuola, XLV, 3, 2012
6 M. Palazzetti, M. Pallante, L’uso razionale dell’energia. Teoria e pratica del negawattora, Bollati
Boringhieri (1997)
7 Mirafiori aspetta il Suv. Grugliasco, via al 2013, Il Sole 24ore (11 aprile 2012)
8 http://www.worldwatch.org/node/6294 (R. Goodland - J. Anhang, Livestock and Climate Change,
2009); http://www.fao.org/docrep/010/a0701e/a0701e00.htm (Rapporto FAO 2006: Livestock’s
long shadow)
9 E le bottiglie di plastica, i sacchetti, … tutti quanti dove vogliono andare, cosa cercano? Dove finiscono? Qui: http://www.youtube.com/watch?v=YDBtCb61Sd4 (Plastic Bag un film di Ramin Bahrani, voce fuori campo di Werner Herzog, durata 18’ 33’’, USA 2009). Storia di un sacchetto di
plastica. Da far vedere in classe!
Il Centro Interuniversitario Agorà Scienza (www.agorascienza.it) opera da anni nel campo della diffusione della cultura scientifica, attraverso una molteplicità di progetti destinati a scopi e a pubblici diversi. Con lo scopo principale di coinvolgere maggiormente i giovani
nelle tematiche scientifiche, Agorà Scienza, a partire dall’anno scolastico 2009/2010, ha messo in campo un progetto innovativo dedicato agli studenti delle scuole secondarie di II grado.
«Scienza Attiva: i giovani e la scienza partecipata», questo il nome
completo del progetto, è a tutti gli effetti un percorso formativo e uno strumento, già ampiamente collaudato, di comunicazione scientifica e di cittadinanza attiva. Esso si fonda sull’utilizzo di processi dialogici tipici della democrazia deliberativa. I metodi deliberativi sono diffusi in molti paesi, in particolare in Nord
America e Nord Europa, e vengono utilizzati dalle istituzioni per sottoporre a un campione di cittadini proposte relative allo sviluppo di strategie, impianti o servizi tesi alla risoluzione di problematiche complesse.
In questi processi, quindi, l’obiettivo è far dialogare i cittadini sul tema e sui possibili scenari futuri attraverso una precisa informazione e una gestione delle discussioni guidata da facilitatori professionisti. Il progetto Scienza Attiva è basato sulle stesse caratteristiche e sfrutta le ricadute formative di questi metodi per
proporre alle scuole, attraverso il web, un modo diverso, flessibile e più coinvolgente per studiare e approfondire argomenti scientifici complessi.
Il sito dedicato www.scienzattiva.eu, oltre a raccogliere e proporre materiale didattico e contenuti multimediali per veicolare l’informazione, mette a disposizione dei partecipanti una serie di strumenti di interazione flessibili e facili da utilizzare.
I partecipanti, studenti delle scuole secondarie di II grado, sono chiamati a informarsi, dialogare tra loro
e con gli esperti, produrre relazioni e proposte. L’insegnante ha il ruolo di coordinatore e facilitatore del
processo. Gli esperti preparano il materiale didattico, rispondono alle domande dei ragazzi, condividono
gli stessi strumenti web e partecipano ai momenti finali di discussione dal vivo.
Nel corso delle passate edizioni Scienza Attiva si è occupata di: acqua, cambiamenti climatici, energia, inquinamento atmosferico. Grazie al sostegno del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, la
nuova edizione 2012/2013 sperimenterà il coinvolgimento di ragazzi da tutte le regioni d’Italia, sui temi
delle nanoscienze e delle cellule staminali.
Il progetto ha una durata semestrale, da novembre ad aprile. Il mese di novembre è dedicato alla formazione degli insegnanti e all’avvio delle attività in classe: indagine sulle conoscenze tacite e distribuzione
del materiale didattico. Febbraio è dedicato al dialogo e proposte con gli esperti. Nei mesi successivi le
classi sono coinvolte nell’elaborazione di scenari futuri, con il dibattito in classe e sul sito. Il percorso si
conclude con gli incontri dal vivo ai quali partecipano gli studenti rappresentanti delle classi, gli insegnanti e gli esperti, con lo scopo di formulare uno scenario condiviso per ogni tema, che viene infine consegnato ai rappresentanti delle istituzioni locali promotrici.
Il progetto è annualmente monitorato dal gruppo di lavoro del Centro Agorà Scienza che analizza i dati
raccolti relativi ai contributi inseriti sul sito e ai questionari, distribuiti sia on-line sia dal vivo nel corso degli incontri finali. L’analisi dei dati contenuti nei questionari evidenzia come la partecipazione al progetto
generi un cambiamento di opinione e/o una variazione dell’intensità delle posizioni degli studenti su molti aspetti delle tematiche proposte e, in generale, sulla ricerca scientifica.
LIBRI E RIVISTE
Nuovo Saggiatore, Vol.29, N. 1, 2013
RECENSIONI
G. V. PALLOTTINO
LA FISICA DELLA SOBRIETÀ
NE BASTA LA METÀ O ANCORA MENO
Prefazione di Carlo Bernardini
Edizioni Dedalo, Bari, 2012
pp. 131, € 15,00
ISBN 9788822068347
Con semplicità, precisione e coinvolgimento
affrontiamo un viaggio dedicato “al risparmio
energetico” dalle attente osservazioni e indicazioni di
Giovanni Pallottino. Al giorno d’oggi si fa un gran
parlare dei problemi energetici, delle gravi
ripercussioni che il nostro modo di vivere ha
sull’ambiente, con delle predizioni catastrofiche sul
futuro dell’umanità. Altre considerazioni invitano
invece ad una visione ottimistica del futuro. Il libro di
Pallottino ha come filo conduttore l’idea che
possiamo vivere e bene consumando la metà, ne
basta la metà di tutto (dall’energia al cibo) per una
vivibilità corretta. In effetti ciò è in linea con quanto
riportato dai giornali: a luglio avevamo già
consumato quanto prodotto dalla terra in un anno.
Nella rimanente parte dell’anno intaccheremo le
risorse terrestri con un continuo depauperamento di
quanto disponibile alle future generazioni. Come
fare? Il libro di Pallottino fornisce delle risposte e dei
dati con i quali è consentito al lettore di mettere in
pratica i diversi suggerimenti. Pregio dell’opera il
ricorso a dati numerici dedotti da considerazioni
fisiche, i numeri finalmente compaiono sotto forma di
tabelle e o di semplici valutazioni e sono alla base
dei conseguenti suggerimenti. Non c’è alcuna
formula, né sono presentati complicati ragionamenti
scientifici, l’esposizione è sempre piana e alla portata
del lettore comune. L’attenzione è posta al
quotidiano: come riscaldare e raffreddare gli edifici,
come illuminare i diversi ambienti, come selezionare
il modo più opportuno per cucinare, come adoperare
l’acqua, e come scegliere l’automobile e gestire i
rifiuti. Ogni tematica è affrontata con una breve
descrizione della fisica sottostante con pacatezza,
serietà e serenità; è necessario porre una certa
attenzione a ciò che ci circonda, analizzare le
diverse situazioni, valutare il corrispondente
consumo e decidere cercando di fare buon uso dei
suggerimenti presenti nel libro. Mettere in pratica i
suggerimenti dell’autore è una “rivoluzione” del modo
di vivere come dice Carlo Bernardini nella illuminante
prefazione. Consiglio vivamente la lettura del libro e
mi auguro che i colleghi fisici ne diffondano il
contenuto ai familiari e agli amici. Il libro costituisce
un ottimo complemento a quanto è insegnato nei
corsi di fisica delle scuole, è necessario infatti che
siano i giovani ad essere educati a tali
problematiche. Un appunto… di natura estetica, la
copertina nelle prossime edizioni dovrebbe avere dei
colori più vivaci, quella attuale è un po’ triste.
E. Rimini IMN-CNR, Catania
Universitas on line, n.126, 2013
La fisica della sobrietà - Ne basta la metà o ancora meno
Giovanni Vittorio Pallottino
Edizioni Dedalo, Bari 2012, pp. 138, 15 euro
Regole di buon senso per risparmiare energia e inquinare meno:
Giovanni Vittorio Pallottino, ordinario di Elettronica alla Sapienza
Università di Roma, spiega come fare all’insegna della sobrietà.
A fine lettura ci compreremo lampadine a risparmio energetico, pile
ricaricabili, staremo attenti a non tenere il motore acceso se in sosta,
sceglieremo con attenzione le pentole, apriremo il frigo il meno
possibile, preferiremo il treno rispetto all’auto quando possibile,
rifletteremo sull’importanza della raccolta differenziata, finiremo tutto
quello che avremo nel piatto e staremo attenti a non comprare cose
inutili e cibi troppo abbondanti, destinati alla spazzatura. Eviteremo di
stampare ogni cosa e leggeremo a video le notizie.
Istruzioni, quelle fornite da Pallottino con tanto di spiegazioni
scientifiche, per usare l’energia con parsimonia e pagare bollette meno
care. Non è necessario rinunciare all’auto a benzina (anche se inquina
più del diesel) o acquistare un’auto elettrica, basta controllare che gli
pneumatici non siano sgonfi (fanno consumare di più) ed evitare di
avere sopra all’auto il portabagli vuoto: inutile spreco di carburante. In
casa, per un doppio risparmio (di energia e di denaro) Pallottino dà
alcuni consigli: non accendere e spegnere in continuazione le luci,
aumenta i consumi e rovina le lampadine. Avere una luce efficace non
significa illuminare a giorno. Anzi, l’eccesso di illuminazione artificiale
nuoce alla salute. Meglio la luce solare: ce lo insegna il monastero di
Santa Chiara ad Urbino, pensato proprio per utilizzare la luce solare in
un’epoca in cui il massimo dell’illuminazione erano le candele. Le luci del
futuro saranno i led, gli oled, materiali plastici che emettono luce con
efficienza se attraversati da corrente elettrica e il laser, utilizzato per
ora da BMW per i fari di un’auto elettrica. Anche in cucina si può
risparmiare energia: no alle pentole nere o troppo grandi rispetto al
contenuto da cuocere; il coperchio serve a diminuire il consumo di
energia prima che l’acqua bolla, perché dopo non serve più. Meglio
mettere al minimo la fiamma, utile nel risparmio la pentola a pressione.
Benissimo il forno a microonde, ma attenzione al forno tradizionale che
consuma molto per riscaldare i cibi: se invece dobbiamo cuocere la
carne è perfetto. Ricordiamoci di spegnerlo però qualche minuto prima
che finisca la cottura, tanto continua a cuocere. Lo stesso possiamo fare
col ferro da stiro, spegnere prima di stirare le ultime cose, il calore
continua per un po’.
Insomma, la scienza declinata nella vita quotidiana.
Marialuisa Viglione
micron / libri
letture
Una dieta per obesi tecnologici
scite a imporre. Con l’eccezione di casi virtuosi come la provincia
Giovanna Dall’Ongaro
di Bolzano, dove l’abitabilità dei nuovi edifici viene concessa solo
se i consumi sono inferiori a 70 chilowattora al metro quadro
Mettere a dieta una generazione di obesi tecnologici. Questo è lo
all’anno (23% in meno della media nazionale), l’efficienza ener-
scopo del prezioso pamphlet di Giovanni Vittorio Pallottino, or-
getica non sembra ancora rientrare tra le priorità dei costruttori.
dinario di Elettronica alla Sapienza di Roma. Uno come lui, che
Insomma Pallottino, con l’autorevolezza dello scienziato, non fa
la tecnologia la studia e la apprezza nella sua sobrietà, non può
altro che ripeterci ciò che ci dicevano le nostre nonne: spegni
accettare che la maggior parte delle persone sedute al tavolo
la luce se non serve, abbassa la fiamma del fornello, metti il
del progresso la divori con ampie abbuffate a discapito di altre
coperchio sulla pentola. Un utile vademecum per conoscere le
che restano a guardare digiune. Non è solo una questione eco-
“efficienze” delle nostre azioni quotidiane, per capire quanto ci
nomica: risparmiare è anche un obbligo morale, perché, come
basterebbe e quanto invece sprechiamo. Il glossario finale rende
dice il fisico Carlo Bernandini nell’introduzione, dobbiamo tro-
vane le scuse degli analfabeti scientifici: chi vuole capire ha gli
vare il modo di tornare in regola con la “cultura del bene pub-
strumenti per farlo.
blico”. Ecco quindi un decalogo semplice ma efficace per ridurre
di metà, o ancora meno, i nostri consumi. Cominciamo con il
distinguere ciò che è necessario da ciò che è superfluo. Pallottino non ha la pretesa di imporre a ognuno di noi scelte che sa
benissimo essere del tutto soggettive, quel che è indispensabile
La Fisica della sobrietà
GIOVANNI VITTORIO PALLOTTINO
Edizioni Dedalo, Bari 2012
pp. 131, euro 15,00
per uno può non esserlo per un altro.
Ma non teme di giudicare superflui oggetti che scientificamente,
e quindi oggettivamente, faticano a trovare un senso compiuto:
un esempio per tutti i braccialetti Power Balance pubblicizzati come efficaci rimedi a vaghi disturbi psico-fisici. Ci pensa la
Napoli: un futuro remoto
scienza a indicarci la strada della sobrietà. Si passa per il ter-
Cristiana Pulcinelli
mostato di casa, che dovrebbe restare intorno ai 20° in inverno,
o per il desiderio di andare a dormire senza congelarsi. Inutile
Era il 1987 quando il fisico Vittorio Silvestrini si avventurò
scaldare l’intera stanza con una stufetta, basta assicurarsi il ca-
nell’impresa di organizzare un evento di divulgazione scientifica
lore accogliente di una borsa dell’acqua calda sotto le coperte.
a Napoli. Il sostegno economico dell’Agip era venuto meno, ma
La convenienza è presto calcolata: 160 calorie per avere un letto
Silvestrini e un altro gruppo di visionari decisero di provarci lo
confortevole contro le 10.000 calorie necessarie per aumentare
stesso. «Quando nella tarda serata del 25 ottobre Futuro Remoto
la temperatura dell’intera camera. Stesse accortezze si possono
1987 chiuse i suoi battenti … ci rendemmo conto che avevamo
impiegare per rinfrescare le case quando il termometro d’estate
ideato e portato a compimento il primo Festival della scienza mai
raggiunge temperature difficilmente sopportabili. Qui entra in
realizzato in Europa e forse anche nel mondo». Così lo racconta
gioco il condizionamento passivo, ossia l’uso accorto delle fine-
lo stesso Silvestrini nel suo nuovo libro Tessere del mio mosaico.
stre: aprirle alle prime ore del mattino e tenerle chiuse durante
Scienza e sogni di un fisico irrequieto (Scienza Express editore,
il giorno. Sono piccoli, e all’apparenza ovvi, consigli che ci aiute-
p. 316, euro 19,00). Futuro Remoto da allora si svolge ogni anno a
rebbero a far da noi ciò che le politiche governative non sono riu-
Napoli richiamando migliaia di visitatori, ma l’evento fu qualcosa
52
UNA GODIBILE "SUMMA" A USO DEL CONSUMATORE
Newsletter dell'Unione Nazionale Consumatori
498 (SdC – ott. 2012) – È possibile ridurre della metà i nostri consumi senza dovere effettuare rinunce
dolorose e abbassare il nostro tenore di vita? La risposta, fornita dall’ultimo libro di Giovanni Vittorio
Pallottino (La fisica della sobrietà - Ne basta la metà o ancora meno, Edizioni Dedalo) è che non solo
si può, ma si deve: per motivi etici (“fare un po’ di spazio anche agli altri. A quelli che già ci sono,
soprattutto nei paesi lontani da noi… e pure a quelli che verranno, … ai quali andrebbe lasciato un
pianeta non troppo depredato nelle sue risorse”), ma anche per il nostro portafoglio, se si pensa che la
bolletta energetica nazionale è stata di ben 63 miliardi di euro nel 2011.
La strada ci viene indicata dalla fisica, che dimostra come alcuni comportamenti diffusi siano
“sbagliati” dal punto di vista energetico e vadano quindi cambiati, come tenere d’estate l’aria
condizionata così bassa da costringerci a indossare un maglione, e inversamente riscaldare
eccessivamente gli appartamenti d’inverno, che può indurre “alla criminosa scelta di aprire le finestre
per riuscire a sopravvivere”. Se la temperatura esterna è 10°C, spiega Pallottino, un aumento di quella
interna da 20 a 25°C fa aumentare la spesa di ben il 50%. Sbagliato anche raffreddare un oggetto caldo
mettendolo nel frigorifero, consumare alimenti non di stagione e tenere in stand by i vari apparecchi
elettrici della casa (e i caricatelefonini sempre inseriti nelle prese), abitudine che può costare 50 euro
l’anno a famiglia.
Con garbata ironia l’autore, professore alla Sapienza di Roma, stila poi liste di oggetti “buoni” e
cattivi”: tra i primi: i coperchi per le pentole, la pentola a pressione, il forno a microonde, le lampadine
fluorescenti (presto affiancate da quelle a led), la caldaia a condensazione (recupera il calore dei fumi di
combustione, con un rendimento del 10% superiore a quelle tradizionali) , le celle solari, la manopola
termostatica sul calorifero, la bicicletta (usata anche per produrre elettricità), i doppi vetri (dimezzano
le perdite di calore verso l’esterno).
La lista dei cattivi inizia con il Suv (ingombrante, inquinante e pericoloso) e comprende il
copritermosifone e le collegate mensole (un “controsenso” che blocca la trasmissione del calore), la pila
(fornisce elettricità a un costo circa 10 mila volte superiore rispetto alla rete elettrica), il tritacarte
(sostituibile dalle più economiche e meno ingombranti forbici), le lampadine a filamento (al bando dal
settembre scorso) e lo scaldaacqua elettrico (“palesemente scandaloso”).
Ma la fisica sfata anche luoghi comuni, come quello che rottamare l’auto faccia “ridurre
l’inquinamento”. Dati alla mano, Pallottino osserva che per produrre un’automobile serve un’energia
equivalente a circa 4 mila litri di carburante. Se in un anno si percorrono 15 mila km, e si rottama
un’auto che percorre 10 km con un litro per una che ne percorre 20, il consumo complessivo di
carburante (compresi i 4 mila litri) si riduce solo dopo cinque anni.
Insomma, La fisica della sobrietà è un aureo manuale destinato a educare il consumatore, una piccola
ma esauriente (oltre che godibile) “summa” per il risparmio energetico della quale raccomandiamo la
lettura a tutti ma soprattutto ai più giovani; per questo il fisico Carlo Bernardini, nella prefazione, si
propone di chiederne “l’obbligatorietà nelle scuole… addirittura iniziando dalla scuola primaria”.
Fonte: Angelo Gallippi
Data: 17 Ottobre 2012
005958
www.ecostampa.it
Quotidiano
greenreport.it
1 ottobre 2013
La fisica della sobrietà. Ne basta la metà o
ancora meno
di Federico Gasperini
Per Giovanni Vittorio Pallottino, ordinario di
Elettronica all’Università “La Sapienza” di Roma,
il risparmio energetico è l’estetica scientifica della
sobrietà. Uno degli obiettivi della strategia
energetica europea per il 2020, la famosa 20-20-20,
è proprioquello di ridurre i consumi di fonti
primarie del 20% rispetto alle previsioni
tendenziali, mediante l’aumento dell’efficienza energetica. Per quanto riguarda il nostro Paese il
governo ha recentemente dedicato delle agevolazioni fiscali a famiglie ed imprese che effettuano
interventi per incrementare l’efficienza energetica e ridurre i consumi, che pare siano state
apprezzate dai cittadini. Infatti, in base ai dati dell’Osservatorio sull’efficienza energetica, realizzato
da Ispo, sarebbero oltre 2,6 milioni (12%) le famiglie che hanno in previsione di effettuare
interventi per migliorare le prestazione energetiche delle proprie abitazioni nei prossimi 12 mesi,
con una spesa complessiva che si aggirerebbe intorno a 10,2 miliardi di euro.
«Seguire il criterio del risparmio energetico – afferma Pallottino -significa scegliere le soluzioni
tecnologiche che conducono a ridurre i consumi di energia a parità di risultato finale, cioè senza
dover rinunciare a nulla». A monte di questa affermazione, l’autore invita a fare una riflessione più
profonda sul modello di sviluppo attuale, sul mito delle risorse infinite che già negli anni ’70 dello
scorso secolo alcuni avevano messo in dubbio, ma che ancora oggi impera.
Pallottino invita a riflettere sull’accumulo di beni che è andato progressivamente aumentando di
generazione in generazione, salvo interrompersi in questa fase storica, dove addirittura la tendenza
pare invertita a causa della crisi e del disagio socio-economico dei giovani. Nella società dei
consumi, l’approfondimento su ciò che è necessario e su ciò che invece è superfluo (entrambi
aspetti legati anche alla soggettività), non può che incrociarsi con la critica all’indicatore di misura
comunemente usato (Pil), per evidenziare la necessità di andare oltre il “conteggio” del mero
aspetto economico e allargare l’ottica alla “misura” della qualità della vita delle persone.
La tesi di Pallottino, argomentata attraverso esempi di fisica pratica, è quella che «…nella maggior
parte dei casi per vivere più che confortevolmente ne “basta la metà” o ancora meno… di tutto o
quasi tutto quello che consumiamo». Non si tratta di “decrescere” tout court (anche se per alcuni
consumi di materie prime ed energia è necessario) ma di vivere in modo sostenibile, riempiendo di
significato l’aggettivo, cioè considerando intanto il riequilibrio dei consumi e dell’utilizzo delle
risorse tra Nord e Sud del mondo e guardando alle generazioni future che hanno diritto a “ricevere”
un pianeta ancora “in vita”.
L’autore da una parte invita a guardare al passato e a ritrovare comportamenti di sobrietà che del
resto i nostri nonni adottavano ogni giorno, ma soprattutto ad avvalersi delle innovazioni
scientifiche applicate alla quotidianità per ridurre i consumi: a tal fine è necessario conoscere il
funzionamento di tutti gli oggetti di uso consueto e i principi base della fisica che li regolano.
Se l’utilizzo razionale dell’energia è il mezzo per raggiungere l’obiettivo del risparmio energetico,
che tra l’altro significa anche risparmio di risorse economiche per le famiglie, Pallottino porta in tal
senso esempi pratici, spiegando con l’aiuto della fisica di base applicata nei vari luoghi dove si
svolge la vita di tutti i giorni come evitare di compiere errori madornali.
Quindi gran parte del volume è dedicata alle buone pratiche, a partire da quelle da attuare nelle
abitazioni dove l’energia utilizzata ammonta a circa un quarto del fabbisogno nazionale. Si tratta di
consigli su riscaldamento, raffreddamento, illuminazione, su come evitare sprechi energetici in
cucina e sprechi energetici e idrici in bagno, su come acquistare un elettrodomestico efficiente o
anche, per uscire dall’abitazione, su come usare correttamente l’automobile.
Ovviamente ogni “buona pratica” ai fini del risparmio energetico e della riduzione dei consumi
viene spiegata in modo approfondito dal punto di vista scientifico mettendo in risalto banalità e
luoghi comuni che ci inducono a comportamenti errati. Consigli condivisibili sono forniti da
Pallottino anche per la riduzione dei consumi di materia, mentre approviamo meno la posizione
dell’autore sulla “rivoluzione verde” che ha migliorato certo la produttività agricola, ma è stata
anche una “rivoluzione chimica” basata sull’aumento esponenziale dei consumi di fertilizzanti ed
attuata con idee sviluppiste che nel tempo hanno mostrato tutti i loro limiti.
Invece, in sintonia con l’autore, ci troviamo quando mette in evidenza il disequilibrio mondiale dei
consumi di risorse (il 20% della popolazione ne consuma l’80%) correlato alla crescita delle
esigenze delle popolazioni emergenti e quindi alla necessità di cambiamenti culturali e di abitudini,
specialmente nel nord del Pianeta, per offrire a tutti uguali opportunità.
Pallottino conclude il volume confidando nell’intelligenza dell’uomo. «Dobbiamo avere fiducia
infatti nell’ingegno dell’uomo nel risolvere i problemi che man mano si pongono e quindi anche
nella tecnologia, quando ci aiuta sulla strada verso la sostenibilità… Naturalmente senza cadere in
trappole, quali ad esempio vanificare i risparmi di energia o di materie prime aumentandone
corrispondentemente i consumi. Essenziale al cambiamento di stile sarà una maggiore assunzione di
responsabilità nelle nostre scelte e nelle nostre azioni, a tutti i livelli».
PierLuigi Albini
159. Recensione di saggi
La fisica della sobrietà
Giovanni Vittorio Pallottino
La fisica della sobrietà
Ne basta la metà e ancora meno
Prefazione di Carlo Bernardini
Dedalo Edizioni
2012
135 pagine
Ancorché in ritardo sulla data dell’edizione, molto volentieri recensisco questo agile libro che, con
apparente leggerezza ma con rigore scientifico, ci dà dei consigli su come sopravvivere in una civiltà
dello spreco che si sta avviando al tramonto, fagocitata dal suo stesso successo e da fenomeni ormai
divenuti globali. Livelli di consumi elevati per una parte privilegiata dell’umanità, estesi – come pure
sarebbe giusto – a tutto il genere umano, richiederebbero le risorse di altre due o tre Terre. Può darsi che
la tecnologia ci potrà dare una mano, ma il cambiamento climatico è così accelerato – contrariamente ai
modelli previsionali di alcuni anni fa – da far temere che si debba arrivare sull’orlo o dentro il disastro
prima che si ponga seriamente mano a una efficace politica ambientale su scala mondiale.
Ci sono in campo diverse proposte, come quella di una decrescita felice, ovvero di una riduzione
e trasformazione progressiva dei consumi da parte dei Paesi più ricchi, ma il problema ancora non risolto
(e spesso sottaciuto) riguarda in primo luogo il chi decide un simile processo, e poi la questione del
come: ovvero, il problema di come “costringere” economia e popolazioni a modificare l’impianto del
modello produttivo e di consumo. Per non parlare del problema dell’equità, ossia della riduzione delle
abitudini di vita tra le diverse fasce della popolazione: l’élite più ricca accetterà una più che
proporzionale diminuzione dello stile di vita o cercherà di scaricare sul resto delle popolazioni tutto il
peso di un necessario cambiamento? Certe politiche economiche adottate, specialmente in Europa,
sembrano già muoversi in direzione di un modello che salvaguarda le sole élites. Insomma, il chi e il
come pongono un problema assai serio di democrazia. Sarà dura, se pensiamo agli elevatissimi consumi
(sprechi) energetici degli USA, ma anche di altri Paesi.
È però assolutamente convincente la tesi di fondo contenuta nel libro di Pallottino: ci avverte che
esiste un problema di abitudini sbagliate nell’uso degli strumenti di vita quotidiana, il cui cambiamento
non comporterebbe nessun problema nell’efficienza e nell’efficacia del loro impiego. Sullo sfondo c’è
anche la questione di un diffuso analfabetismo scientifico, per cui la non conoscenza di anche elementari
leggi della fisica comporta un uso sbagliato e uno spreco di risorse, specialmente energetiche, la cui
regolazione potrebbe dare invece un contributo non indifferente alla diminuzione di un utilizzo scrite-
riato delle risorse: rimanendo felici senza rinunciare al nostro tenore di vita. A parità di stile di vita
potremmo fare le stesse cose consumando/sprecando molto meno. Magari si potrebbe anche rinunciare
talvolta al superfluo, a cui ci spingono una martellante pubblicità e modelli di comportamento indotti
dai media: riempiendoci di gadget e di beni di cui non abbiamo bisogno e che sono destinati, di lì a poco,
ad essere dimenticati in qualche angolo della casa; o a rompersi per obsolescenza programmata. È vero
che la dissennata politica economica degli ultimi anni sta eliminando il superfluo dall’orizzonte di una
parte grande della popolazione, ma è anche vero che i consumi affluenti continuano in quella parte che
non è costretta dalle circostanze a privarsi del non necessario; e questa è però più la tendenza di un feroce
darwinismo sociale che una lucida politica diretta a salvare il Pianeta.
L’associazione puntuale - spesso venata da una piacevole ironia – che l’autore svolge tra analisi
delle attuali abitudini di consumo, le leggi fisiche sottostanti spiegate in modo chiaro e gli effetti che una
sensata utilizzazione dei mezzi strumentali attraverso cui viviamo e ci muoviamo, apre nel lettore una
inevitabile domanda: ma io cosa sto facendo di sbagliato – quale che sia la mia condizione economica e soprattutto di inutile nel fare quello che faccio? Una domanda che bisognerebbe cominciare a porre fin
dalle scuole elementari e per questo sarebbe bene adottare il testo di Pallottino come lettura nelle ore
(poche) dedicate alla scienza. Anche perché molti dei suggerimenti contenuti nel libro possono produrre
dei facili esperimenti, a scuola e a casa, per verificarne di persona la fondatezza e l’efficacia. Anzi, pur
essendo ormai passate le festività di fine anno, consiglierei di regalarne una copia agli amici, mentre le
associazioni di consumatori farebbero bene a promuoverne una più ampia diffusione.
Dal raffreddamento al rinfrescamento degli edifici, dall’illuminazione della casa ai comportamenti
in cucina, dall’uso del bagno a come governare l’elettricità in casa, fino alla questione dei rifiuti e della
raccolta differenziata e al frenetico uso dell’automobile, ce n’è abbastanza per avviare una rivoluzione
morbida che, intanto, cominci a dare coerenza ai comportamenti individuali. Gli esempi concreti
presentati nel libro sono così numerosi da impedirne una ricognizione puntuale. Tuttavia, quanti di noi
fanno bollire una pentola nel modo sbagliato? E quali sono le leggende metropolitane che circolano sui
forni a microonde? E se è giusto consumare preferibilmente i prodotti del territorio limitrofo, siamo
sicuri che quella del chilometro zero non sia una tendenza troppo mitizzata? Poi, non ci accorgiamo che
gli apparecchi elettrici lasciati in stand-by hanno “un costo stimato attorno a 50 euro all’anno per ogni
famiglia in Italia”. Una volta – ricordo – si usava spegnare le luci nelle stanze non frequentate: cosa che
non mi pare più tanto di moda. E che dire della rottamazione delle auto? Una nuova auto richiede per la
sua costruzione l’equivalente di 4000 litri di carburante e anche se vengono pubblicizzati nuovi modelli
che consumano di meno, quei 4000 litri verranno pareggiati solo dopo cinque anni.
Leggere il libro per fare anche un po’ di conti, può fare solo del bene al proprio portafogli e
all’ambiente. E poi la parola ‘sobrietà’ mi attrae di più dell’ossimoro ‘decrescita felice’ o di ‘austerità’.
Si sente un gran bisogno di sobrietà, in tutti i campi.
12-07-2014
Data
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