Corso di laurea in Ingegneria delle TECNOLOGIE DI INTERNET Elementi di ECONOMIA ED ORGANIZZAZIONE AZIENDALE Roma Prof.Ing. Leopoldo Lama a.a.2012-13 Prof.Ing. Leopoldo Lama AMBIENTE Il contesto economico-sociale all’interno del quale l’impresa è chiamata a svolgere le sue funzioni Il contesto è definito dalle condizioni politiche, legislative, sociali, culturali ed economiche che determinano il sistema di vincoli-opportunità per l’impresa Prof.Ing. Leopoldo Lama AMBIENTE I Mercati Nel suo ambiente l’impresa attiva un sistema di scambi con gli altri attori dell’ambiente stesso, generando mercati distinti. In termini economici si ha un mercato quando ci sono almeno due contraenti disposti a scambiare fra di loro i beni posseduti. Un mercato è perciò formato dagli acquirenti e dai venditori di un particolare prodotto. Prof.Ing. Leopoldo Lama AMBIENTE Mercato di produzione Mercato finanziario IMPRESA Mercato del lavoro Mercato di sbocco Sistema tecnologico Sistema socio-demografico Sistema economico Sistema politico-istituzionale Prof.Ing. Leopoldo Lama AMBIENTE Acquirente/i Venditore/i Bene/i Mercato del lavoro Impresa Lavoratori Forza lavoro Mercato finanziario Impresa, investitori Impresa, banche, etc. Capitali, azioni, etc. Mercato della produzione Impresa Fornitori Materie prime, semilavorati, etc. Mercato di sbocco Clienti Impresa Prodotti/servizi dell’impresa Prof.Ing. Leopoldo Lama SOTTOSISTEMI DELL’AMBIENTE Il sottosistema politico-istituzionale È definito dalla forma di governo e dall’ordinamento legislativo prevalenti nel territorio considerato Prof.Ing. Leopoldo Lama SOTTOSISTEMI DELL’AMBIENTE Il sottosistema culturale-tecnologico La tecnologia influenza soprattutto l’impiego delle risorse, mentre la cultura si riflette anche sul loro consumo sotto forma di beni e servizi prodotti Prof.Ing. Leopoldo Lama SOTTOSISTEMI DELL’AMBIENTE Il sottosistema demografico-sociale È rappresentato dalla struttura della popolazione (ripartizione per classi di età, livello socioeconomico, etc.) residente e dalle relazioni fra gli individui e i gruppi che la compongono Prof.Ing. Leopoldo Lama SOTTOSISTEMI DELL’AMBIENTE Il sottosistema economico Rappresenta il sistema generale dell’economia che regola la vita di una comunità. Il sistema economico si differenzia dal mercato. Il sistema economico può differenziarsi in base a diversi aspetti, tra i più importanti: Meccanismo di regolazione Proprietà dei mezzi di produzione Prof.Ing. Leopoldo Lama OPPORTUNITÀ E VINCOLI Le opportunità e i vincoli per l’impresa dipendono dalle caratteristiche dei sottosistemi: dipendono cioè dalle leggi e dai provvedimenti amministrativi, dal modello di cultura prevalente, dalla composizione e dalla mobilità delle classi sociali, dal tipo di governo dell’economia e dal grado di benessere della comunità. L’ambiente influenza cioè il comportamento dell’impresa. Può essere vero il contrario, cioè alcune imprese (soprattutto quelle più grandi) influenzano l’ambiente. In questo caso si ha una forte interrelazione fra l’evoluzione dell’ambiente e la trasformazione dell’organizzazione delle imprese. Prof.Ing. Leopoldo Lama INDUSTRIA O SETTORE L’insieme del produttori di un determinato prodotto/servizio viene chiamato industria o settore (si rammenta che il mercato di un determinato prodotto/servizio è l’insieme dei venditori e degli acquirenti di quel particolare prodotto/servizio). In realtà i confini di un mercato e/o di un settore non sono facilmente definibili a causa della sostituibilità dei prodotti. Il concetto di sostituibilità è relativo alla diversità di comportamento del consumatore. In questo senso i limiti settoriali e/o di mercato non sono definiti ma devono essere specificati caso per caso. Prof.Ing. Leopoldo Lama FILIERA DI PRODUZIONE Mentre il concetto di settore è inteso in senso orizzontale perché raggruppa entità omogenee (i produttori di beni sostituibili), quello di filiera di produzione è inteso in senso verticale perché comprende la catena di operatori che partecipano alla realizzazione di un determinato prodotto/servizio. Prof.Ing. Leopoldo Lama STAKEHOLDER Sono gli interlocutori dell’impresa. Originariamente con questo termine si intendevano solo coloro che avevano un interesse diretto nella vita dell’impresa, successivamente il significato del termine si è ampliato per comprendere tutti coloro che possono esercitare un’influenza sulle decisioni dell’impresa. Si parla pertanto di stakeholder primari (cioè gli stakeholder nel senso originario del termine: lavoratori, fornitori, finanziatori, etc.) e stakeholder secondari. Gruppi ambientalisti Gruppi di opinione Fornitori Proprietari IMPRESA Gruppi di consumatori Clienti Comunità locale Società civile Dipendenti Sindacati Media Prof.Ing. Leopoldo Lama Cos’è un’Organizzazione ? …un insieme ordinato di componenti Concetto che implica efficienza, coordinamento di più componenti, che si configurano in qualcosa di differente e di migliore rispetto ad un loro aggregato casuale Una parte di una totalità, collegata ad altre componenti, di cui contribuisce al funzionamento o alla sopravvivenza Fonte: A. Grandori Prof.Ing. Leopoldo Lama L’Organizzare si articola in due attività •Identificare parti/componenti •Suddividere attività e risorse tra le parti/componenti individuate Il collegare/ coordinare Il dividere •Definire e gestire le modalità di coordinamento tra le parti/componenti Fonte: A. Grandori Prof.Ing. Leopoldo Lama Organizzazioni e teoria organizzativa 1. Il concetto di organizzazione 2. Organizzazioni, sistemi chiusi e sistemi aperti 3. L’impresa come organizzazione e sistema aperto Prof.Ing. Leopoldo Lama Organizzazioni e teoria organizzativa Turbolenza organizzativa Competizione globale Prof.Ing. Leopoldo Lama Che cosa è un’organizzazione Le organizzazioni sono (1) entità sociali (2) guidate da obiettivi (3) progettate come sistemi di attività deliberatamente strutturate e coordinate che (4) interagiscono con l’ambiente esterno Prof.Ing. Leopoldo Lama Le organizzazioni come sistemi Un sistema è un insieme di elementi interagenti. Un’organizzazione può essere considerata un sistema perché tipicamente in un’organizzazione gli individui e le attività dipendono uno dall’altro e lavorano insieme Insieme di elementi non interagenti Insieme di elementi interagenti Sistema Prof.Ing. Leopoldo Lama Sistemi aperti e sistemi chiusi Sistema chiuso Non dipende dall’ambiente in cui si trova. In pratica è autonomo, delimitato e isolato dal mondo esterno Sistema aperto Per sopravvivere interagisce con l’ambiente attraverso un flusso bidirezionale di risorse Risorse input Sistema chiuso Risorse output Sistema aperto Prof.Ing. Leopoldo Lama L’impresa come organizzazione L’impresa è una struttura composita (formata da uomini e mezzi tecnici), organizzata nelle sue varie parti (organi) per il perseguimento di un obiettivo. IMPRESA •Mettono insieme risorse per raggiungere Le singole attività organizzative gli obiettivi e i risultati desiderati Integrazione delle varie attività •Producono beni in maniera efficiente •Facilitano l’innovazione E’ necessario creare in •Utilizzano moderne tecnologie produttive un’impresa i meccanismi di •Si adattano all’ambiente in integrazione per il trasformazione e lo influenzano coordinamento delle attività •Creano valore per gli azionisti, i clienti e i dipendenti •Conciliano le sfide attuali di motivazione, di etica e di gestione della diversità con le esigenze di maggiore coordinamento delle risorse umane Prof.Ing. Leopoldo Lama L’impresa come sistema aperto Ambiente Materie prime Persone Risorse informative Input Processo di trasformazione Output Prodott ie servizi Risorse finanziarie Sottosistemi Monitoraggio dei confini Produzione, manutenzione, adattamento, gestione Monitoraggio dei confini Prof.Ing. Leopoldo Lama Un modello di configurazione organizzativa esempio Il modello di Mintzberg Vertice strategico Tecnostruttura Linea intermedia Staff di supporto Nucleo operativo Prof.Ing. Leopoldo Lama È quindi una modalità di divisione del lavoro tra componenti (attori), e di individuazione e gestione delle loro forme di coordinamento L’Organizzazione è una modalità di fare qualcosa, piuttosto che un oggetto Fonte: A. Grandori Prof.Ing. Leopoldo Lama Configurazione dell’organizzazione Variabili chiave Configurazioni •Economie di specializzazione, di scala e di scopo, di complementarietà •Incertezza ed interdipendenze •Insostituibilità e valore delle risorse •Forme di interesse Parametri di valutazione •Efficacia •Efficienza •Capitale netto •Legami tra le unità •Legami attraverso meccanismi di coordinamento Fonte: A. Grandori Prof.Ing. Leopoldo Lama Tipologie di configurazione di un’Organizzazione Per funzione Per prodotto Per progetto Per area geografica Per matrice Per processi Prof.Ing. Leopoldo Lama Configurazione per funzione Il processo produttivo è concepito come un flusso che procede da monte a valle secondo fasi naturali. In ciascuna fase o funzione vige il principio di stretta relazione fra aree di responsabilità e livello di autorità. L’obiettivo che porta alla scelta di una simile configurazione è la ricerca dell’efficienza tramite la competenza specialistica rispetto alle risorse da trattare ed alle attività specifiche da svolgere. Si raggruppano tutte le attività aventi medesima natura. Prof.Ing. Leopoldo Lama Configurazione Funzionale DIREZIONE GENERALE CENTRO ELABORAZIONE DATI DIREZIONE COMMERCIALE DIREZIONE TECNICA (PROD.) Amministr. Clienti Marketing Distribuzione Vendite Italia Vendite Export DIREZIONE AMMINISTRATIVA Progettazione Tecnologie e impianti Produzione ACQUISTI Contabilità generale Contabilità industriale Finanza STAB. 1 Rep. 1 Rep. 2 Rep. 3 STAB. 2 Rep. 1 Rep. 2 Rep. 3 Prof.Ing. Leopoldo Lama Configurazione funzionale Caratteristiche della configurazione funzionale: 1. Obiettivi di efficienza tramite la competenza specialistica, la riduzione dei costi, la possibilità di realizzare economie di scala. 2. Formazione specialistica dei dipendenti 3. Centralizza il controllo 4. Accentra le responsabilità di profitto 5. Consente un facile controllo dei costi delle funzioni 6. Consente una gestione rapida delle eccezioni operative tramite la gerarchia 7. Consente una buona flessibilità operativa con gamma di prodotti/mercati limitata Prof.Ing. Leopoldo Lama Principali limiti e svantaggi della configurazione funzionale: 1. Lo sviluppo dimensionale porta ad una verticalizzazione della configurazione e quindi ad un appesantimento del coordinamento con tendenza alla burocratizzazione 2. I responsabili aziendali tendono a resistere alla diversificazione prodotti/mercati e non viene favorita in genere l’innovazione. 3. Non si sviluppano in genere competenze manageriali integrate 4. Situazioni di instabilità e grossi cambiamenti nelle variabili ambientali sono difficilmente gestibili. Prof.Ing. Leopoldo Lama Configurazione per prodotto Quando all’aumentare del grado di diversificazione dei prodotti e della difficoltà nel gestirli cresce l’esigenza di spostare l’attenzione dalle funzioni ai prodotti si parla di configurazione per PRODOTTO. Funzioni Prodotti Influenza relativa nel processo decisionale Tipi di Configurazione Per funzioni Per matrice Per prodotti integrazioni Gruppi di lavoro per prodotto Gruppi di lavoro per funzione Ruoli di coordinamento Per funzioni Sistema informativo Rapporti funzionali Per prodotti Sistema duplice di informazione Rapporti per prodotto Prof.Ing. Leopoldo Lama Configurazione per prodotto L’obiettivo primario per cui si passa ad una configurazione prodotto è quello di concentrare energie e risorse specifiche sui singoli prodotti. Resteranno centralizzate solo le funzioni che gestiscono risorse comuni. Le unità responsabili di prodotti sono dette divisioni. È corretto parlare di configurazione divisionale quando alle strutture in questione si assegna responsabilità di profitto. Prof.Ing. Leopoldo Lama Configurazione divisionale per prodotto DIREZIONE GENERALE DIREZIONE PIANIFICAZIONE E CONTROLLO DIREZIONE FINANZA SERVIZIO LEGALE SERVIZIO RELAZ. SINDACALI DIVISIONE ABBIGLIAMENTO Direzione vendite Italia Export Direzione marketing DIVISIONE TESSILE DIVISIONE ARREDAMENTO …………… …………… Direzione Direzione Direzione produzione amministr. programm. Stabilim. Direzione personale Servizi di produzione Prof.Ing. Leopoldo Lama Configurazione divisionale per prodotto Caratteristiche della configurazione per prodotto: 1. Consente lo sviluppo dimensionale mediante aggregazione di unità e tramite la crescita e la diversificazione dei prodotti. 2. Consente autonomia decisionale e di comportamento delle singole unità adeguate ai rispettivi mercati di riferimento. 3. Garantisce l’attenzione e l’impiego del management sui singoli prodotti 4. Consente il decentramento delle responsabilità di profitto 5. Favorisce, col decentramento, lo sviluppo di quadri direttivi con capacità di gestione totale. 6. Favorisce elasticità operativa e flessibilità gestionale e di miglioramento di prodotto, anche in situazioni multi-prodotto 7. Richiede un potenziamento e sviluppo di sistemi di pianificazione e controllo di gestione. Prof.Ing. Leopoldo Lama Configurazione divisionale per prodotto Svantaggi della configurazione per prodotto 1. Se le dimensioni complessive sono rilevanti: • Se lo sviluppo dimensionale avviene tramite la crescita delle singole divisioni ogni singola divisione finisce per subire i problemi tipici di una configurazione per funzione • Se lo sviluppo dimensionale si ottiene aumentando il numero di divisioni si produce un sovraccarico di decisioni per la direzione ed il coordinamento. 2. Si possono avere fra le divisioni conflitti fra esigenze di innovazione e stabilità 3. Crescono i problemi di controllo e coordinamento al centro. Si possono verificare conflitti circa la distribuzione delle risorse comuni o circa l’ingerenza delle unità centrali 4. Compaiono sicuramente duplicazioni di risorse specialistiche 5. Possono venire a mancare dirigenti con sufficienti capacità manageriali. Prof.Ing. Leopoldo Lama Configurazione divisionale per prodotto Strutture a holding: si parla di configurazione ad holding quando la delega da parte della divisione centrale è completa, su tutte le responsabilità di decisione, e le divisioni vengono rese anche giuridicamente autonome, ovvero societariamente separate. Alla direzione centrale resta il controllo finanziario e certe funzioni comuni. Strutture conglomerate: con questo termine vengono indicate quelle strutture ad holding in cui la direzione centrale, nell’assolvere le funzioni tipiche della holding, gestisce le aziende in un’ottica puramente finanziaria cioè in termini di acquisizioni o mantenimento o cessione puramente sulla base dei risultati di gestione conseguiti. Prof.Ing. Leopoldo Lama Configurazione per area geografica Quando la variabile critica non è la diversificazione dei prodotti ma la diversificazione geografica di unità complesse ed autosufficienti, si ricorre appunto alla suddivisione per aree geografiche. La configurazione ha come criterio di specializzazione il mercato, la nazione o una qualunque variabile di tipo territoriale. Prof.Ing. Leopoldo Lama Configurazione per area geografica DIREZIONE GENERALE STAFF CENTRALI AREA 1 AREA 2 AREA 3 FUNZIONI FUNZIONI FUNZIONI Prof.Ing. Leopoldo Lama Configurazione per area geografica Le principali caratteristiche di questa configurazione sono: 1. Consente lo sviluppo dimensionale mediante aggregazione di unità e tramite la crescita e la diversificazione dei mercati. 2. Consente autonomia decisionale e di comportamento delle singole unità adeguate ai rispettivi mercati di riferimento. 3. Garantisce l’attenzione e l’impiego del management sui singoli mercati 4. Consente il decentramento delle responsabilità di profitto 5. Favorisce, col decentramento, lo sviluppo di quadri direttivi con capacità di gestione totale. 6. Richiede un potenziamento e sviluppo di sistemi di pianificazione e controllo di gestione. 7. Favorisce economie nei costi di trasporto e di fornitura 8. Privilegia l’interfunzionalità nell’area ma può provocare difficoltà di coordinamento delle stesse funzioni fra le diverse aree 9. Consente una eventuale differenziazione rispetto ai mercati. Prof.Ing. Leopoldo Lama Configurazione per area geografica Svantaggi della configurazione per area geografica 1. Se le dimensioni complessive sono rilevanti: • Se lo sviluppo dimensionale avviene tramite la crescita delle singole aree geografiche ogni singola area finisce per subire i problemi tipici di una configurazione per funzione • Se lo sviluppo dimensionale si ottiene aumentando il numero di aree geografiche si produce un sovraccarico di decisioni per la direzione ed il coordinamento. 2. Si possono avere fra le aree conflitti fra esigenze di innovazione e stabilità 3. Crescono i problemi di controllo e coordinamento al centro. Si possono verificare conflitti circa la distribuzione delle risorse comuni o circa l’ingerenza delle unità centrali 4. Compaiono sicuramente duplicazioni di risorse specialistiche 5. Possono venire a mancare dirigenti con sufficienti capacità manageriali. Prof.Ing. Leopoldo Lama Configurazione per matrice Quando le esigenze di specializzazione e gestione delle funzioni e dei progetti si ritengono equivalenti e bilanciate si può ricorrere ad una configurazione per matrice basata sull’incrocio delle due responsabilità. Tale configurazione consente di variare nel tempo la distribuzione delle risorse fra i diversi progetti adeguando il personale alle caratteristiche del progetto, secondo le necessità e garantendo flessibilità e adattamento. I responsabili funzionali hanno la responsabilità di reperire mantenere e sviluppare le risorse nonché di garantire la disponibilità di tali risorse. I responsabili di progetto hanno la responsabilità dell’uso di tali risorse e di garantire la programmazione ed il controllo del progetto. Prof.Ing. Leopoldo Lama Configurazione per matrice DIREZIONE GENERALE Progettazione Produzione Collaudo Vendite Gestione amministrativa Responsabile progetto A Responsabile progettazione Responsabile produzione Collaudatori Responsabile vendite Responsabile amministraz. Responsabile progetto B Responsabile progettazione Responsabile produzione Collaudatori Responsabile vendite Responsabile amministraz. Responsabile progetto C Responsabile progettazione Responsabile produzione Collaudatori Responsabile vendite Responsabile amministraz. Prof.Ing. Leopoldo Lama Configurazione per matrice Una configurazione per matrice può nascere come incrocio prodotto/funzione, mercato/funzione o mercato/prodotti e così via. In generale quando si ritiene di incrociare due criteri che si ritengono importanti e critici per la realizzazione del task. In realtà poche aziende seguono strategie di questo tipo, data la difficoltà di gestione del tipo di configurazione. Prof.Ing. Leopoldo Lama Configurazione per matrice di un ente di ricerca e progettazione nuovi prodotti DIRETTORE RICERCA E PROGETTAZIONE SERVIZIO MECCANICA SERVIZIO ELETTRONICA SERVIZIO COMPONENTI SERVIZIO METALLURGICO SERVIZIO PRE-PROGETTI Prodotti domestici Strumentazione industriale Applicazioni industriali Prof.Ing. Leopoldo Lama Configurazione per matrice Nella configurazione a matrice il responsabile della colonna ha la responsabilità del coordinamento delle risorse, ovvero: 1. Distribuisce le risorse sulle righe 2. Garantisce l’adeguatezza delle stesse 3. Gestisci i problemi operativi 4. Coordina l’uso delle risorse comuni Il capo della riga ha come ruolo quello di: 1. Coordinare e controllare l’avanzamento del lavoro 2. È responsabile degli interventi professionali del progetto 3. È responsabile dell’uso delle risorse Prof.Ing. Leopoldo Lama Configurazione per matrice Le caratteristiche principali di una configurazione per matrice sono: 1. Permette di vedere le interazioni fra le diverse componenti di un organizzazione 2. Richiede una nuova mentalità con cui affrontare i ruoli e le posizioni organizzative 3. • Diverso orientamento al concetto di autorità (sui risultati) • Diverso orientamento al conflitto naturale e positivo • Orientamento al lavoro a matrice; corresponsabilità È caratterizzato da due linee di autorità • Una sulle risorse e sulle funzioni • Una centrata sull’obiettivo 4. Le due linee di autorità devono essere in equilibrio 5. È necessario un forte coordinamento di vertice 6. È necessario un supporto di sistemi formali di programmazione e controllo • Uso e risorse • Avanzamento e progetti Prof.Ing. Leopoldo Lama Configurazione per matrice I vantaggi principali della configurazione a matrice sono: 1. Flessibilità 2. Interfunzionalità 3. Orientamento alla cooperazione e al coordinamento più che al controllo 4. La tensione verso gli obiettivi 5. La spinta innovativa Gli svantaggi principali sono: 1. Potenziali conflittualità a causa del doppio comando e doppia dipendenza 2. Potenziali sovraccarichi decisionali e di coordinamento Prof.Ing. Leopoldo Lama Configurazione per progetto Se l’azienda o l’unità organizzativa oltre a svolgere un’attività primaria, deve realizzare attività specifiche, non ripetitive, di durata e importanza significativa, nasce l’esigenza di garantire il coordinamento la programmazione ed il controllo. Le soluzioni in questo caso si basano sulla creazione di ruoli di coordinamento dei singoli progetti e si differenziano appunto sul tipo di autorità assegnata al capo progetto. Nella configurazione per progetto debole o per influenza il capo progetto coordina ma non ha responsabilità gerarchica sulle risorse Nella configurazione per progetto pura o forte il capo progetto ha la completa responsabilità gerarchica sulle risorse a lui assegnate Nella configurazione per progetto per matrice il capo progetto condivide le sue risorse con i diversi responsabili funzionali ai cui settori le risorse fanno riferimento. Prof.Ing. Leopoldo Lama Configurazione per progetto La scelta del tipo di configurazione dipende da una delle seguenti variabili: 1. Durata dei progetti 2. Numero dei progetti contemporanei in atto 3. Grado di ripetitività 4. Dimensioni 5. Proporzione fra numero di risorse impegnate sui progetti e in attività normali 6. Interdipendenza dei progetti fra loro e con l’attività di base Prof.Ing. Leopoldo Lama Configurazione per progetto debole o per influenza Al capo progetto è affidato il compito di coordinamento pianificazione e controllo dello specifico progetto, trasversalmente alle diverse funzioni ma senza assegnazione gerarchica di risorse a tempo pieno. Guiderà queste risorse esercitando la sua influenza e non il comando. Di solito è responsabile di avanzamento, costi e qualità del progetto. I limiti e le difficoltà tipiche di questa soluzione sono 1. Ambiguità e difficoltà del ruolo che il capo progetto è chiamato a svolgere. 2. Necessità che questo ruolo venga ricoperto da persona con notevole competenza, esperienza ed immagine aziendale. 3. Necessità di svolgere un ruolo basato solo sull’influenza e non sul comando gerarchico Prof.Ing. Leopoldo Lama Configurazione per progetto debole o per influenza DIREZIONE GENERALE AMMINISTRAZ. PROGETTAZIONE PRODUZIONE PERSONALE ACQUISTI CAPO PROG. A CAPO PROG. B Prof.Ing. Leopoldo Lama Configurazione per progetto pura o forte Si ha quando le risorse necessarie sono assegnate in maniera stabile, almeno per la durata del progetto, ai diversi progetti e quindi sono sotto la responsabilità diretta del capo progetto. A livello centrale rimane la gestione delle risorse comuni e la responsabilità di creare e dimensionare i gruppi secondo le esigenze di progetto. In questo caso le difficoltà dei capi progetto sono molto ridotte essendo ridotta l’ambiguità del ruolo di coordinamento. D’altro canto una configurazione di questo tipo comporta problemi di duplicazione di risorse o di attività funzionale. Prof.Ing. Leopoldo Lama Configurazione per progetto pura o forte DIREZIONE GENERALE RICERCA E SVILUPPO VENDITE PIANIFIC. A LUNGO TERMINE AMMINISTRAZIONE CAPO PROGETTO A Progettaz. Produzione Gestione contratti CAPO PROGETTO B Collaudi Controllo qualità Contabilità progetto Personale Progettaz. Produzione Gestione contratti Collaudi Personale Contabilità progetto Controllo qualità Prof.Ing. Leopoldo Lama Nuovi paradigmi organizzativi Paradigma del sistema meccanico Paradigma del sistema biologico Struttura orizzontale Struttura verticale Compiti di routine Sistemi formali Cultura rigida Strategia competitiva Ambiente stabile Prestazioni efficienti Cambiamento organizzativo a servizio delle prestazioni Arricchimento dei ruoli Cultura adattiva Informazioni condivise Strategia collaborativa Ambiente turbolento Learning organization Prof.Ing. Leopoldo Lama Configurazione per processi E’ un’aggregazione di attività finalizzate al raggiungimento di uno stesso obiettivo L’obiettivo comune delle attività del processo viene definito output del processo Prof.Ing. Leopoldo Lama Configurazione per processi Lo svolgimento delle attività di un processo richiede l’uso di determinati input Il processo è una catena di attività attraverso le quali, partendo da determinati input, si ottengono gli output desiderati Prof.Ing. Leopoldo Lama Configurazione per processi Le singole attività di un processo sono caratterizzate da tre elementi fondamentali: Il costo dell’attività Il tempo di esecuzione dell’attività La qualità dell’output dell’attività Prof.Ing. Leopoldo Lama Configurazione per processi Processi principali facenti parte direttamente del ciclo di acquisto - trasformazione - vendita Processi di supporto Prof.Ing. Leopoldo Lama Configurazione per processi Programmazione della produzione Progettazione/sviluppo nuovi prodotti Approvvigionamento e logistica in entrata Manutenzione Produzione Controllo di gestione, EDP Gestione risorse umane Pianificazione e strategia Logistica in uscita Gestione finanziaria Vendite e marketing Gestione amministrativa Fonte: D. Pierantozzi = Processi principali = Processi di supporto Prof.Ing. Leopoldo Lama Configurazione per processi (esempio) Esempio: processo di gestione degli ordini Blocco ordine Ricevimento ordine Inserimento ordine nel sistema informativo Generazione di distinta di prelievo Magazzino Valutazione ordine Ufficio amministrativo Prelievo da magazzino Controllo qualità Pesatura/ imballo Generazione bolla/fattura Ufficio amm. Spedizione Reparto spedizioni Prof.Ing. Leopoldo Lama Configurazione per processi Perché La soddisfazione del cliente è determinata in via immediata dal funzionamento dei processi e solo indirettamente dalle funzioni Si identificano più efficacemente le responsabilità nei confronti del cliente esterno e della direzione aziendale •Interventi di ordine incrementale •Interventi di ordine radicale (business process reengineering) Prof.Ing. Leopoldo Lama Configurazione per processi caratteristiche configurazione organizzativa basata sui processi Organizzazione del lavoro imperniata sui processi Per ogni processo viene individuato un responsabile (process owner) All’interno di ogni processo il lavoro è articolato in team guidati da un team leader Strutture piatte o orizzontali Empowerment del personale Prof.Ing. Leopoldo Lama Configurazione per processi Cambiamento frenetico e difficilmente gestibile dei processi Preoccupazione di perdere le competenze funzionali Preoccupazione di una base instabile su cui fondare l’organizzazione •….molte imprese hanno semplicemente imposto la gestione del processo come una dimensione aggiuntiva della Configurazione, assegnando le responsabilità di processo a manager con incarichi funzionali o di prodotto Prof.Ing. Leopoldo Lama Le dimensioni della progettazione organizzativa 11 dimensioni organizzative • 5 dimensioni contestuali • 6 dimensioni strutturali Obiettivi e strategia Ambiente Dimensione Struttura Cultura 1. 2. 3. 4. 5. 6. Formalizzazione Specializzazione Gerarchia Centralizzazione Professionalità Indicatori del personale Tecnologia Prof.Ing. Leopoldo Lama Strategia Creare un portafoglio composto di business generatori di liquidità e di business utilizzatori di liquidità, ma con interessanti opportunità... … mantenendo al contempo un bilancio di cassa positivo. Prof.Ing. Leopoldo Lama A cosa serve la strategia? Definisce la direzione Fornisce coerenza Strategia Focalizza gli sforzi Definisce il profilo dell’organizzazione Prof.Ing. Leopoldo Lama L’evoluzione nella formulazione della strategia ANNI 50/60 ANNI 70 Pianificazione e budget Strategia di gruppo Pianificazione di portafoglio Controllo su budget finanziario basato su su budget operativi Sinergie, SBU, curve di esperienza, rendimento azionario Budgeting finanziario, piano investimenti, progetti TECNICHE Direzione finanziaria SCIENTIFICHE DIVERSIFICAZIONE ANNI 80/90 ANNI 2000 Vantaggio competitivo Innovazione strategica Fonti del vantaggio Vantaggio strategico e organizzativo Risorse e competenze Reenginering del processo di business Standard, conoscenza e apprendimento METODI PIÙ FLESSIBILI Reti , alleanze NUOVE FORME ALLEANZE L’ATTENZIONE DEL MANAGEMENT SI È SPOSTATA NEL TEMPO DAL PROCESSO DI PIANIFICAZIONE ALLA CAPACITA’ DI OTTENERE UN VANTAGGIO COMPETITIVO – DA COSA NASCE LA LA CAPACITÀ DELL’IMPRESA DI OTTENERE RISULTATI SUPERIORI? – DOVE SONO LE CONDIZIONI PIÙ FAVOREVOLI? – COME SI PUÒ COMPETERE ? Prof.Ing. Leopoldo Lama Ruoli della strategia di impresa Strategia come... • La strategia come supporto alle decisioni : la strategia è un disegno unificante o una linea guida, essa stabilisce un complesso di linee di condotta e di criteri per dare un ordine alle decisioni delle persone • La strategia come strumento di coordinamento e comunicazione: il processo di pianificazione deve agire come un meccanismo di comunicazione • La strategia come obiettivo collega la mission e la vision nell’individuare gli obiettivi di impresa Prof.Ing. Leopoldo Lama Mission, vision e obiettivi MISSION VISION OBIETTIVI strategia PERCHE’ MISSION (scopo/finalità: perché l’azienda esiste) CHE COSA VISION ( lo stato futuro desiderato del business ) OBIETTIVI STRATEGICI E OPERATIVI ( misurano il raggiungimento della vision attesa ) COME Prof.Ing. Leopoldo Lama MISSION VISION OBIETTIVI STRATEGICI OBIETTIVI OPERATIVI Prof.Ing. Leopoldo Lama Strategie di business La classica “catena del valore” Fornitore Azienda Generazione di valore Cliente Prof.Ing. Leopoldo Lama La “catena del valore allargata” Fornitore Azienda Generazione di valore Cliente Prof.Ing. Leopoldo Lama La leadership del network FORNITORI COMPLEMENTORS COMPETITORS CLIENTI Prof.Ing. Leopoldo Lama Il network del valore • Obiettivo dell’azienda non è la crescita in termini di dimensioni, ma il raggiungimento di una LEADERSHIP nel network • Il coinvolgimento dei soggetti nel network è mirato all’accrescimento del suo VALORE complessivo • I soggetti vanno coinvolti in modo tale che OGNUNO generi del valore aggiunto • I soggetti possono avere RUOLI MOLTEPLICI: fornitori, clienti, complementor, competitor; a seconda della situazione . • Il valore del network AUMENTA con l’aumentare dei soggetti. Prof.Ing. Leopoldo Lama Il Complementor (lato cliente) Un soggetto è un “Complementor” quando: il Cliente considera il prodotto della nostra Azienda più interessante quando questo si accompagna al prodotto di quel soggetto rispetto a quando il nostro prodotto viene fornito da solo. Per identificare un complementor è opportuno domandarsi: che cosa altro potrebbe interessare al mio cliente che può aggiungere valore al mio prodotto? Con quali altri prodotti (o servizi) il mio prodotto (o servizio) potrebbe soddisfare meglio le sue esigenze? Prof.Ing. Leopoldo Lama Il Competitor Un soggetto è un “Competitor” quando: il Cliente considera il prodotto della nostra Azienda meno interessante quando ha disponibile anche il prodotto di quel soggetto. Per identificare un competitor è opportuno domandarsi: che cosa potrebbe comprare/ottenere il mio cliente che può sottrarre valore al mio prodotto? In quale altri modi potrebbe soddisfare i bisogni che il mio prodotto vuole soddisfare? Prof.Ing. Leopoldo Lama Complementor (lato fornitore) Un soggetto è un “Complementor” quando il Fornitore considera più interessante fornire risorse alla nostra azienda mentre le fornisce anche a quel soggetto piuttosto che quando le fornisce solo a lei. Per identificare un complementor è opportuno domandarsi: a chi altri il mio fornitore potrebbe fornire il suo prodotto in modo tale da poter soddisfare meglio le mie esigenze (es. ridurre i costi di progettazione)? Prof.Ing. Leopoldo Lama Competitor (dal lato del fornitore) Un soggetto è un “Competitor” quando il Fornitore considera meno interessante fornire risorse alla nostra Azienda mentre le fornisce anche a quel soggetto rispetto a quando le fornisce solo a lei. Per identificare un competitor è opportuno domandarsi: quali sono le situazioni in cui il mio fornitore può erogare beni/servizi e sottrarre valore al mio prodotto? A chi può fornire prodotti/servizi che vogliono soddisfare bisogni che noi stessi vogliamo soddisfare? Prof.Ing. Leopoldo Lama La “customer success” Oltre il modello della “customer satisfaction”: Azienda Gli sforzi devono concentrarsi non tanto su un soddisfacente livello di servizio, ma sulla possibilità reale che ciò che offriamo possa far ottenere al Cliente cliente i risultati che desidera Prof.Ing. Leopoldo Lama Lo sviluppo dell’offerta Materie prime Ora vende... Prodotti Ora vende... Servizi Ora vende... Experience ! Prof.Ing. Leopoldo Lama La “Matrice BCG” ALTA CRESCITA (della domanda) BASSA BASSO ALTO VANTAGGIO COMPETITIVO (generazione di cassa) Prof.Ing. Leopoldo Lama Business “Cash Cow” ALTA CRESCITA (della domanda) BASSA BASSO ALTO VANTAGGIO COMPETITIVO (generazione di cassa) Alcuni business generano molte più risorse di quante non riescano a reinvestirne profittevolmente. Prof.Ing. Leopoldo Lama Aziende “Cash Cow” Aziende che stanno crescendo lentamente e quindi non richiedono molte risorse per sostenerne la crescita Poiché queste aziende hanno forti posizioni di mercato, dovrebbero essere avvantaggiate in termini di costi e profitti e quindi generare una forte liquidità. Prof.Ing. Leopoldo Lama Business Dog ALTA CRESCITA (della domanda) BASSA BASSO ALTO VANTAGGIO COMPETITIVO (generazione di cassa) La maggioranza dei business generano pochissima cassa pur usandone poca. Gli utili devono essere reinvestiti e probabilmente lo saranno sempre. Questi business sono “mangiasoldi” Prof.Ing. Leopoldo Lama Aziende Dog Il tasso di crescita è basso e anche le relative posizioni di mercato. Poiché queste aziende sono competitivamente svantaggiate è improbabile che possano generare un grande surplus di cassa Proprio per questi motivi potrebbero assorbire risorse perfino quando registrano profitti: tali business sono “mangiasoldi” che possono anche finire per creare un valore negativo. Prof.Ing. Leopoldo Lama Business Question Mark ALTA CRESCITA (della domanda) BASSA BASSO ALTO VANTAGGIO COMPETITIVO (generazione di cassa) Molti business hanno un fabbisogno di cassa molto più grande di quanta non ne generino. Prof.Ing. Leopoldo Lama Aziende Question Mark Business di mercati a crescita sostenuta che tuttavia non hanno ancora raggiunto un vantaggio competitivo. Non stanno generando cassa e ne hanno anzi un forte bisogno per consentire al management di potenziare il vantaggio e spostare il business il più possibile verso la posizione “star” In mancanza di risorse necessarie alla crescita il business rallenta, scivolando verso il quadrante inferiore destro fino a diventare un “dog”. Prof.Ing. Leopoldo Lama Business Star ALTA CRESCITA (della domanda) BASSA BASSO ALTO VANTAGGIO COMPETITIVO (generazione di cassa) Alcuni business hanno un flusso di cassa autosufficiente. Con l’andare del tempo diventeranno molto più grandi nonché importanti generatori netti di liquidità. Prof.Ing. Leopoldo Lama Aziende Star Business che crescono molto rapidamente e hanno bisogno di molta cassa. Essendo però dei leader competitivi generano anche una porzione se non la totalità della cassa di cui necessitano. Prof.Ing. Leopoldo Lama Categoria di business Quota di mercato Redditivita del business Investimenti necessari Flusso di cassa netto STAR Mantenere aumentare elevata Elevati Intorno allo zero negativo Ridotti Molto positivo Cash cow Question mark DOG mantenere Aumentare o liquidare liquidare elevata Nessuna o negativa Molto elevati Estremamente Negativo Bassa o negativa disinvestimento positivo Bassa o negativa disinvestimento Positivo Prof.Ing. Leopoldo Lama BCG: esempio ALTA CRESCITA (della domanda) BASSA BASSO ALTO VANTAGGIO COMPETITIVO (generazione di cassa) Prof.Ing. Leopoldo Lama BCG: esempio positivo ALTA CRESCITA (della domanda) BASSA BASSO ALTO VANTAGGIO COMPETITIVO (generazione di cassa) Prof.Ing. Leopoldo Lama BCG: esempio negativo ALTA CRESCITA (della domanda) BASSA BASSO ALTO VANTAGGIO COMPETITIVO (generazione di cassa) Prof.Ing. Leopoldo Lama