6 ° GIOVEDÌ 19 NOVEMBRE 2015 ore 20.30 VENERDÌ 20 NOVEMBRE 2015 ore 20.3 0 OMER MEIR WELLBER | Direttore CHRISTIAN BLACKSHAW | Pianoforte Strauss Mozart Schubert 6 ° GIOVEDÌ 19 NOVEMBRE 2015 ore 20.30 VENERDÌ 20 NOVEMBRE 2015 ore 20.3 0 OMER MEIR WELLBER | Direttore CHRISTIAN BLACKSHAW | Pianoforte Richard Strauss (1864-1949) Serenata in mi bemolle maggiore op. 7 per tredici strumenti a fiato (1881) Andante – Più animato – Tempo I Durata: 10’ ca. Ultima esecuzione Rai a Torino: 14 gennaio 2001, Francesco Pomarico, Domenica Musica. Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) Concerto n. 27 in si bemolle maggiore KV 595 per pianoforte e orchestra (1791) Allegro Larghetto Allegro Durata: 34’ ca. Ultima esecuzione Rai a Torino: 6 giugno 1997, Umberto Benedetti Michelangeli, Alexander Lonquich. Franz Schubert (1797-1828) Sinfonia n. 3 in re maggiore D 200 (1815) Adagio maestoso – Allegro con brio Allegretto Minuetto vivace – Trio Presto vivace Durata: 24’ ca. Ultima esecuzione Rai a Torino: 6 aprile 2012, Juraj Valčuha. Il concerto è registrato e andrà in onda su Radio 3 per il programma “Radio 3 Suite” RICHARD STRAUSS Serenata in mi bemolle maggiore op. 7 Risale al 1881 questo breve lavoro per soli strumenti a fiato (2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 4 corni, 2 fagotti e un controfagotto), che a suo tempo rese molto popolare l’autore, allora diciassettenne. La maestria della scrittura si rivela davvero notevole: plastico lo svolgimento formale, ricco e attraente l’amalgama timbrico, godibile l’atmosfera espressiva, d’una serenità generalmente nobile e lieta. Vi risuona un romanticismo che si libra tra rimembranze mozartiane ed echi brahmsiani, ma che pure ha il pregio di sembrare pienamente personale, tutt’altro che imitativo. Dedicata da Strauss al proprio insegnante di composizione Friedrich Wilhelm Meyer, la Serenata in mi bemolle maggiore op. 7 fu eseguita per la prima volta nel novembre del 1882 a Dresda e pubblicata nello stesso anno a Monaco. In tutta la sua vita, Strauss ideò soltanto quattro lavori con un simile organico: due quasi al principio e due quasi alla fine. Fu il suo amore per il “guter Klang” a spingerlo in tale direzione: la ricerca di un suono di squisita fattura che aveva i suoi punti di riferimento in opere simili di Lachner, Dvořák e Brahms. Sonorità nitide e levigate insieme alla freschezza dell’inventiva sono alla base di questo lavoro. In un unico movimento, Andante, organizzato in forma-sonata, la Serenata si articola in tre sezioni confluenti l’una nell’altra con sfumature dai tenui contrasti, suggerendo l’ipotesi di una suddivisione in tre movimenti. Apre l’esposizione un graziosissimo tema, al quale risponde un secondo soggetto più animato; nella sezione centrale, dopo l’assolo modulante dell’oboe, una sorta di ricamo melodico sul secondo tema, lo sviluppo si arricchisce di tensioni armoniche e ritmiche, in cui corni e fagotti si rendono protagonisti. La ripresa serena del tempo primo conclude questo piccolo gioiello di stile ed equilibrio formale, dotato di una sapiente strumentazione, anche se nel 1909 uno Strauss più maturo e critico ne parlerà con modestia definendolo “il dignitoso compito di uno studente di composizione”. Monica Luccisano (dal programma di sala del 14 gennaio 2001) WOLFGANG AMADEUS MOZART Concerto n. 27 in si bemolle maggiore KV 595, per pianoforte e orchestra L’estraneità a ogni fare estroverso, e un tono d’intimità che in molti punti lo avvicina alla riservatezza della musica da camera, valgono a questo Concerto l’aura, un po’ fastidiosa, di opera del commiato. Come se, oltre a quella della storia, esistesse un’astuzia del destino e se il fatto di essere l’ultima fra le composizioni scritte da Mozart per pianoforte e orchestra non fosse semplicemente frutto del caso. Nell’abitudine diffusa a usare per le composizioni strumentali del 1791 (peraltro niente affatto numerose e spesso singolari) termini come rassegnazione e rinuncia, l’aggettivo “autunnale”, d’obbligo nelle interpretazioni di questo lavoro, finisce per prestare una sigla riassuntiva all’ultimo anno di Mozart. Resta il fatto, tuttavia, che, da una parte, quell’ultimo anno di vita è ben lontano da lasciarsi riepilogare nella tinta esclusiva del distacco, dall’altra, che il lavoro, registrato nel catalogo il 5 gennaio del ‘9 I, è probabile risalga in realtà e in buona parte a periodo precedente. Si è notato infatti, per quante certezze si possano ricavare da questo genere di cose, indagini su filigrane e tipi d’inchiostro, osservazioni sui caratteri della scrittura, che fin quasi la metà dell’ultimo movimento il concerto è scritto su carta che Mozart aveva usato soltanto tra il dicembre 1787 e il febbraio ‘89, e ci si è persino azzardati a riconoscere nel manoscritto tracce di un abbozzo, da riferirsi appunto a quel periodo, separando un primo strato con le parti del solista, dei bassi e dei primi violini da quello che solo in seguito si aggiunse per riempire e completare la partitura. Nonostante queste traversie vige nel concerto un’unità di tono incondizionata. In un clima di equilibrio veramente sovrano, non ci sono sorprese, non vi è nulla del carattere sperimentale incontrato per esempio nel KV 271 e niente di appariscente. Non sono piu le novità a interessare nella semplicità da terzo stile, e anche le cose magistrali e i passaggi piu lavorati preferiscono nascondersi tra le pieghe della reticenza. I dialoghi in imitazione fra oboe e fagotto, nel meraviglioso sviluppo del primo movimento, poi il canone fra violini primi e secondi, tutto sono fuorché l’esibizione di uno stile dotto. E in alcune zone di transizione, come di consueto riservate ai soli legni, sembra quasi impossibile che l’economia dei mezzi sia tale da chiedere al solista di partecipare con un’unica nota. Si può dire che la strumentazione del concerto sia una riconciliazione con uno strumento, il flauto, che Mozart non aveva mai amato, e che qui, da solo o insieme al pianoforte, conosce i più bei momenti che gli abbia mai dedicato. Nel Larghetto il solista espone una melodia di assoluta rarefazione, senza accompagnamento, con il solo sostegno dell’armonia, di un colore bianco da far pensare a quegli strani strumenti, la Glasharmonica o l’organo meccanico, per i quali si era prestato a scrivere nell'ultimo anno. Ci vuole una mano che conosca tutti i segreti del tocco nel momento in cui i bassi cominciano a scandire il tempo, secondo uno schema prediletto, impiegato mille volte e negli ultimi mesi in pagine incantate del Flauto magico e del Requiem, e il pianoforte intona un lungo canto di malinconia, con quella miracolosa concordia mozartiana fra sentimento, confidenza e astrazione. Anche qui, come del resto in tutto il concerto, non escluso nemmeno il finale danzante, ha un ruolo decisivo uno dei caratteri del Mozart maturo: tutti i movimenti sono in maggiore, tuttavia mano a mano che si sviluppano, la differenza fra maggiore e minore tende a scomparire, un modo passa nell’altro e i due convivono in un unico paesaggio, in una sola maniera di sentire. Nel segno di questa ambivalenza, si capirà lo spirito del Rondò tenendo a mente le due parole che formano il titolo di un Lied, Nostalgia di primavera, scritto sempre nel gennaio ‘91 e in cui Mozart ne riutilizza il tema. È una pagina leggera e solo all’apparenza senza grande impegno: ma la raffinatezza è tale che ormai nemmeno ci accorgiamo come tutto, fra ritorni del tema ed episodi, fra modulazioni e sviluppo, sia al suo posto esattamente e come ogni sezione, compresi passi di bravura e una cadenza, duri né piu né meno e non una battuta in piu di quanto imposto da una forma perfetta. Ernesto Napolitano (dal programma di sala del 6 giugno 1997) FRANZ SCHUBERT Sinfonia n. 3 in re maggiore D 200 Due mesi dopo aver completato la Seconda Sinfonia, Schubert iniziò la Terza. Era il 24 maggio del 1815 e il lavoro sembrava avviato verso una rapida conclusione, ma, dopo solo 47 battute, la stesura si interruppe bruscamente, per essere ripresa e completata in luglio. Difficile ricostruire i motivi di questa pausa; ma fu senza dubbio rigenerante per l’ispirazione schubertiana, che riprese con maggior vigore e fantasia. In particolare è la coerenza a emergere come tratto distintivo della Terza Sinfonia: quella fisionomia frammentaria, che in alcuni momenti sembra ostacolare la linearità dei lavori immediatamente precedenti, si fa da parte in favore di una vena popolare continua dalla prima all’ultima nota. L’introduzione in tempo lento dichiara una certa ambizione stilistica: Schubert apre con una solennità un po’ posticcia, che si sgretola subito in due tempi bucolici affidati alle tinte pastello di clarinetto e oboe. Lo sviluppo del primo movimento elabora alcune cellule dei personaggi melodici principali, mettendo in scena intensi contrasti dinamici. Ma è nella ripresa, quando riappare il gorgheggio del clarinetto che si torna a respirare a pieni polmoni tutto il genio di Schubert: le idee principali sono così perfette che verrebbe voglia di salvarle dalle fauci cervellotiche dell’elaborazione motivica. L’Allegretto non si preoccupa di avanzare con cristallina ingenuità, proprio come quelle costruzioni lineari che sembrano gridare la loro semplicità alla faccia di tutti gli artifici. Il Minuetto, anche in questo caso, si segnala per la sua fresca immediatezza: accenti rubati alla musica popolare che conquistano l’ascoltatore con la loro andatura genuinamente zoppicante. Tocca a una tarantella furibonda il compito di chiudere con irresistibile joie de vivre la sinfonia: un Presto vivace che scorre con abbagliante luminosità, anticipando i toni mediterranei su cui Mendelssohn chiuderà un paio di decenni dopo la sua Sinfonia "itaIiana”. Andrea Malvano (dal programma di sala del 5 aprile 2012) OMER MEIR WELLBER Nato nel 1981 nel Be’er Sheva, Israele, all’età di cinque anni ha studiato fisarmonica e pianoforte e a nove anni composizione con Tania Taler. Si è diplomato al conservatorio della sua città ed è stato allievo di Michael Wolpe. Ha ricevuto una borsa di studio dalla American-Israel Cultural Foundation, si è laureato sotto la guida di Eugene Zirlin all´Accademia di Musica di Gerusalemme e ha frequentato il Master nella classe di Mendi Rodan. Direttore ospite della Filarmonica d'Israele, della Semperoper di Dresda, della Bayerischen Staatsoper di Monaco, della Fenice di Venezia e dell’Arena di Verona, dal 2009 è Direttore Musicale stabile della Raanana Symphoniette Orchestra, fondata nel 1991 per aiutare l’integrazione degli ebrei immigrati in Israele. La stagione 2015/16 lo vede sul podio della Bayerischen Staatsoper, della City of Birmingham Orchestra, dell'Orchestra della Fenice di Venezia (con la violinista Midori). Torna alla Semperoper di Dresda con il Don Giovanni di Mozart e dirige l’Ottava di Mahler al Festival di Dresda con la Filarmonica d'Israele. Nelle scorse stagioni ha diretto anche la Pittsburgh Symphony, la London Philharmonic, la Gewandhausorchester di Lipsia, l'Orchestre de Paris, la Filarmonica della Scala, la NDR Radiophilharmonie di Hannover, la RadioSinfonieorchester di Francoforte, al Maggio Musicale Fiorentino, al Teatro Massimo di Palermo, alla Berliner Staatsoper, al Festival di Glyndebourne e al Wiener Festwochen. Dal 2010 al 2014 è stato Direttore musicale al Palau de les Arts Reina Sofia di Valencia, dove ha diretto concerti e opere tra cui I due Foscari di Verdi con Placido Domingo. Tra il 2008 e il 2010 è stato assistente di Daniel Barenboim alla Staatsoper di Berlino e alla Scala di Milano (applaudito per Aida all'Opera d'Israele con l'Orchestra della Scala). Ha diretto Salome di Strauss come sostituto di Seiji Ozawa al Saito Kinen Festival di Matsumoto. Dal 2005 appare regolarmente all'Opera d'Israele di Tel Aviv. Nel 2013 ha ricevuto la carica di Ambasciatore dall’organizzazione non-profit “Save a Child’s Heart”. È anche iniziatore e co-fondatore del progetto educativo “Sarab – Strings of Change”, che offre una formazione musicale ai giovani beduini nel deserto del Negev in Israele. CHRISTIAN BLACKSHAW Interprete appassionato, è apprezzato dalla critica per “la musicalità pura e l'umanità” delle sue interpretazioni. Dopo gli studi con Gordon Green al Royal College di Manchester e alla Royal Academy di Londra, e la vittoria delle medaglie d'oro in entrambe le istituzioni, è stato il primo pianista inglese a studiare al Conservatorio di Leningrado con Moisei Halfin. In seguito ha lavorato a stretto contatto con Clifford Curzon a Londra. È Direttore Artistico dell'Hellens Music Festival che è stato fondato nella primavera del 2013. I recenti debutti significativi includono quello con i Berliner Philharmoniker e recital a Tokyo e al Festival di Aldeburgh. Valery Gergiev lo ha invitato al “Festival delle Notti Bianche” a interpretare il ciclo delle Sonate di Mozart ed è tornato ospite del South Bank International Piano Series. L'integrale delle Sonate di Mozart alla Wigmore Hall, che si è conclusa nel 2013, è stata fortemente acclamata e dal concerto live sono stati realizzati quattro doppi CD. I critici hanno elogiato all'unanimità questa incisione, descrivendola come “una pietra miliare, accattivante e magica”. È già stato ospite dell’OSN Rai nel 2004 per l’interpretazione del Concerto in re minore KV 466 di Mozart. PARTECIPANO AL CONCERTO VIOLINI PRIMI *Alessandro Milani (di spalla), °Marco Lamberti, Antonio Bassi, Lorenzo Brufatto, Irene Cardo, Patricia Greer, Martina Mazzon, Enxhi Nini, Sara Pastine, Matteo Ruffo, Lynn Westerberg, Demian Baraldi. VIOLINI SECONDI *Paolo Giolo, Valentina Busso, Pietro Bernardin, Michal Ďuriš, Rodolfo Girelli, Paolo Lambardi, Alessandro Mancuso, Francesco Sanna, Isabella Tarchetti, Carola Zosi. TROMBE *Marco Braito, Daniele Greco D’Alceo. TIMPANI *Claudio Romano Alessandro Milani suona un violino “Francesco Gobetti” del 1711, generosamente messo a disposizione dalla Fondazione Pro Canale di Milano. VIOLE *Ula Ulijona, Matilde Scarponi, Giovanni Matteo Brasciolu, Giorgia Cervini, Riccardo Freguglia, Agostino Mattioni, Davide Ortalli, Clara Trullén Sáez. VIOLONCELLI *Pierpaolo Toso, Giuseppe Ghisalberti, Giacomo Berutti, Stefano Blanc, Stefano Pezzi, Fabio Storino. CONTRABBASSI *Gabriele Carpani, Silvio Albesiano, Luigi Defonte, Francesco Platoni. FLAUTI *Alberto Barletta, Luigi Arciuli. OBOI *Carlo Romano, Sandro Mastrangeli. CLARINETTI *Enrico Maria Baroni, Franco Da Ronco. FAGOTTI *Elvio Di Martino, Mauro Monguzzi. CONTROFAGOTTO Bruno Giudice CORNI *Ettore Bongiovanni, Valerio Maini, Bruno Tornato, Marco Tosello. *prime parti ° concertini CLASSICA PER TUTTI Ascoltare, conoscere, incontrare, ricevere inviti per concerti fuori abbonamento, scoprire pezzi d’archivio, seguire le tournée dell’Orchestra, avere sconti e facilitazioni. In una parola, diventare AMICI. Sono molti i vantaggi offerti dall’associazione Amici dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai: scegliete la quota associativa che preferite e iscrivetevi subito! Tutte le informazioni e gli appuntamenti sono disponibili sul sito www.amiciosnrai.it o scrivendo a [email protected]. Torino - Auditorium Rai - Concerti - Stagione 2015.2016 4 concerti per le famiglie con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai MERCOLEDÌ 23 DICEMBRE 2015 ore 15.30 Concerto di Natale “Fiaba e Musica” JURAJ VALČUHA | direttore LORENZO BRANCHETTI (Milo Cotogno) | attore Musiche di Ljadov, Grieg, Prokof’ev, Rimskij-Korsakov, Dukas SABATO 9 GENNAIO 2016 ore 16.00 presentazione di Massimo Bernardini JAMES CONLON | direttore Musiche di Varèse, Beethoven Auditorium Rai "Arturo Toscanini" di Torino CONVENZIONE OSN RAI - VITTORIO PARK Tutti gli Abbonati, i possessori di Carnet e gli acquirenti dei singoli Concerti per la Stagione Sinfonica OSN Rai 2015/16 che utilizzeranno il VITTORIO PARK DI PIAZZA VITTORIO VENETO nelle serate previste dal cartellone, vidimando il biglietto di sosta nell’apposita macchinetta installata nel foyer dell’Auditorium Toscanini, avranno diritto allo sconto del 25% sulla tariffa oraria ordinaria. PER INFORMAZIONI RIVOLGERSI AL PERSONALE DI SALA O IN BIGLIETTERIA. Le varie convenzioni sono consultabili sul sito www.osn.rai.it alla sezione "riduzioni". Biglietteria via Rossini 15 10124 - Torino Tel: 011/8104653 011/8104961 Fax: 011/8170861 [email protected] www.osn.rai.it Biglietti in vendita dal 1° dicembre 2015 Poltrona numerata in ogni settore: 10,00 euro Poltrona numerata Under 15 in ogni settore: 5,00 euro SABATO 16 GENNAIO 2016 ore 16.00 presentazione di Massimo Bernardini JURAJ VALČUHA | direttore TRULS MØRK | violoncello Musica di Schumann SABATO 5 MARZO 2016 ore 16.00 presentazione di Massimo Bernardini JURAJ VALČUHA | direttore NIKOLAJ DEMIDENKO | pianoforte Musica di Ligeti, Beethoven LE DOMENICHE DELL’AUDITORIUM 4 5 ° CAMERATA STRUMENTALE “EPTAFONÉ” 5 concerti dei complessi da camera dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai I concerti saranno preceduti da brevi presentazioni a cura degli esecutori stessi ° CONSTANTIN BESCHIERU | Violino SALVATORE PASSALACQUA | Clarinetto CRISTIAN CREVENA | Fagotto MARCO BRAITO | Tromba DEVID CESTE | Trombone VINCENZO VENNERI | Contrabbasso CARMELO GULLOTTO | Percussioni DOMENICA 22 NOVEMBRE 2015 ore 10.30 Igor Stravinskij Histoire du soldat, balletto in due parti su libretto di Charles-Fernand Ramuz (con narrazione degli esecutori stessi) COMPLESSO D’ARCHI DELL’OSN RAI ALESSANDRO MILANI | concertatore e primo violino GRAZIANO MANCINI | clarinetto MAURO MONGUZZI | fagotto GIUSEPPE LERCARA, MARCO LAMBERTI, PATRICIA GREER, MARTINA MAZZON, SARA PASTINE | violini I ANTONIO BASSI, LORENZO BRUFATTO, RODOLFO GIRELLI, CAROLA ZOSI | Violini II ULA ULIJONA, MATILDE SCARPONI, RICCARDO FREGUGLIA, DAVIDE ORTALLI | viole PIERPAOLO TOSO, STEFANO BLANC, STEFANO PEZZI | violoncelli GABRIELE CARPANI, FRANCESCO PLATONI | contrabbassi MARGHERITA BASSANI | arpa Edvard Grieg Dai tempi di Holberg, suite in stile antico op. 40 per orchestra d’archi Richard Strauss Duetto concertino per clarinetto e fagotto con orchestra d’archi e arpa Pëtr Il’ič Čajkovskij Serenata in do maggiore op. 48 per archi DOMENICA 29 NOVEMBRE 2015 ore 10.30 In collaborazione con Tutti i concerti saranno registrati e andranno in onda su Radio 3. Poltrona numerata in ogni settore 5,00 euro LIONS CLUBS INTERNATIONAL DISTRETTO 108 Ia 1 Poltrona numerata Under 30 in ogni settore 3,00 euro I CONCERTI 7 ° GIOVEDÌ 26 NOVEMBRE 2015 ore 20.3 0 VENERDÌ 27 NOVEMBRE 2015 ore 20.3 0 JURAJ VALČUHA | Direttore VILDE FRANG | Violino Benjamin Britten Concerto in re minore op. 15 per violino e orchestra Felix Mendelssohn-Bartholdy Sinfonia n. 3 in la minore op. 56 Scozzese CARNET da un minimo di 6 concerti scelti fra i due turni e in tutti i settori Adulti: 24,00 euro a concerto Under 30: 5,00 euro a concerto SINGOLO CONCERTO Poltrona numerata: da 30,00 a 15,00 euro (ridotto giovani) INGRESSO Posto non assegnato: da 20,00 a 9,00 euro (ridotto giovani) BIGLIETTERIA Tel. 011/8104653 - 8104961 - Fax 011/8170861 [email protected] - www.osn.rai.it www.facebook.com/osnrai instagram.com/orchestrasinfonicarai @OrchestraRai