DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015 In Italia EURO 1,50 www.corriere.it ANNO 140 - N. 217 . Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821 Roma, Via Campania 59/C - Tel. 06 688281 Il Festival di Venezia IMMIGRATI LA LEZIONE AMERICANA Le idee Oggi Leone sudamericano Golino migliore attrice Il capitalismo è sotto attacco (dai capitalisti) Valerio Cappelli, Paolo Mereghetti e Stefania Ulivi alle pagine 32 e 33 nel supplemento in edicola Senato, Pd bloccato tra mediazioni e veti Gran Bretagna Il partito archivia Tony Blair di Alberto Alesina e Francesco Giavazzi Il sondaggio: sì alla riforma da 2 cittadini su 3 Ma il 73% è favorevole all’elezione diretta F continua a pagina 25 Impasse del Pd, tra mediazioni e veti, sulla riforma del Senato: il nodo è l’articolo 2 sull’elettività. Sondaggio: due cittadini su tre approvano la riforma e il 73% è favorevole all’elezione diretta dei senatori. LAURA BOLDRINI «Ue, più poteri antipopulismi» di Maurizio Caprara ❞ L a presidente della Camera, Laura Boldrini: «L’unico antidoto ai populismi è l’integrazione politica europea». a pagina 10 IL TENNIS E GLI ALTRI SPORT Pennetta vince il derby italiano «È un sogno, io mi fermo qui» Corbyn, il nuovo leader del Labour Vince un (altro) ribelle antisistema di Antonio Polito L’ evento è così eccezionale che i bookmaker lo davano 200 a 1. Sta di fatto che ora Jeremy Corbyn (nella foto) è il nuovo leader del Partito laburista britannico: ha simpatie per il greco Syriza, lo spagnolo Podemos, ma anche per le formazioni antisistema di destra, compreso il francese Front National. alle pagine 2 e 3 Cavalera, Farina, Montefiori e l’analisi di Dan Hodges di Massimo Gaggi e Gaia Piccardi F lavia Pennetta trionfa e annuncia l’addio al tennis. È la regina di New York: ieri ha domato Roberta Vinci in due set nella finale degli Us Open. Dall’abbraccio tra le due campionesse a Flushing Meadows (foto) al Giro di Spagna di ciclismo. Capolavoro di Fabio Aru: è il sesto vincitore italiano della Vuelta. Oggi passerella finale a Madrid. MotoGp, San Marino: pole per Lorenzo, poi Marquez e Valentino Rossi. Eurobasket: l’Italia cerca di piegare Israele. alle pagine 36, 37, 39, 43 Bonarrigo, Caccia, Pasini, Vanetti e il commento di Daniele Dallera di Aldo Grasso IL PROCESSO ● PADIGLIONE ITALIA L’ASTRO NASCENTE CHE DIVIDE I CINQUESTELLE Compiti e amici Yara, il diario he poi, gira e rigira, quandella ditta Grillo & Casaleggio Quello che si ritiene il meglio do si tratta di presa di poteper capire che è uno non insen- Fico del bigoncio la prende male di una bambina 9 771120 498008 50 9 1 3> C re siamo tutti uguali, i grillini come noi. Succede questo: durante una conferenza stampa al Senato, Beppe Grillo si volta amorevolmente verso Luigi Di Maio, seduto al suo fianco, e lo gratifica di una spiccia investitura: «Maledetto, sei il leader». Che Di Maio sia l’astro nascente dei Cinquestelle lo pensiamo tutti. Lasciamo perdere i sondaggi; basta vedere come veste, come si muove, come ha abbandonato i facili slogan populisti ● GIANNELLI da pagina 5 a pagina 8 REUTERS / STEFAN WERMUTH ra vent’anni, guardando le foto dell’arrivo dei profughi siriani a Monaco, accolti dall’Inno alla Gioia, della colonna di automobili austriache che trasportano altri profughi verso la Germania, della nostra Marina che ha salvato migliaia di persone nel Mediterraneo, penseremo che quello fu il momento in cui nacque l’Europa multietnica. Come gli Stati Uniti sono una società di immigrati (più o meno recenti), così, piaccia o no, diventerà l’Europa. Al di là del problema dei profughi di guerra, l’Europa attira centinaia di milioni di potenziali immigrati che vivono vicinissimi ai suoi confini, per lo più con livelli di reddito infinitamente più bassi del nostro. Costruire, intorno all’Europa una muraglia, figurativa se non reale, è impossibile: non fermerebbe il flusso, avrebbe solo l’effetto di selezionare i più disperati. Controlli e selezione sì, non muri. Che cosa ci insegnano gli Stati Uniti? Prima lezione: dal punto di vista economico una società multietnica può funzionare assai bene. Diversità di formazione, cultura, punti di vista, abilità, stimolano l’innovazione e la produttività. Questo vale soprattutto per immigrati con un livello di istruzione relativamente alto, ma non solo. In Italia, per esempio, le «badanti» straniere hanno risolto l’assistenza agli anziani, un problema sempre più centrale nelle nostre vite. Inoltre il livello di istruzione di una popolazione può aumentare, anche rapidamente, con adeguati investimenti in capitale umano, cioè nella scuola e nell’università. Gelosia Come il rude Roberto Fico ha bocciato l’investitura di Di Maio sibile alla leadership del M5S. Ma non aveva fatto i conti con la gelosia di Roberto Fico, il rude deputato napoletano, membro del direttorio e presidente della commissione di Vigilanza Rai. Fico di tv capisce poco (basta risentire le sue esternazioni sul caso Casamonica), ma gli piace comandare e tutta la mitologia della democrazia diretta, dell’uno vale uno, dei deputati come portavoce del popolo è già un lontano ricordo. e precisa: «Il leader è il movimento, ogni persona all’interno del movimento fa la sua parte. Ognuno, in qualche modo, è leader degli argomenti che porta avanti e con la Rete riusciremo a prendere il governo del Paese». Traduzione: col cavolo che Di Maio è il leader! Grillo fa marcia indietro: sarà la Rete a decidere. Traduzione: maledetti, allora decideremo . ancora io & Casaleggio. © RIPRODUZIONE RISERVATA di Giuliana Ubbiali C ompiti, nuoto, cuoricini, amiche: il diario scolastico di Yara Gambirasio è lo specchio della normalità dei 13 anni più da bambina che da piccola donna. Il 25 novembre 2010, il giorno prima del suo omicidio, scrisse: «Trovo almeno otto cose che cambieranno la nostra vita nel corso del tempo». a pagina 17 REUTERS / MIKE SEGAR Integrazione Servizio Clienti - Tel. 02 63797510 mail: [email protected] FONDATO NEL 1876 PARI CON IL CHIEVO. OGGI INTER-MILAN E la Juve soffre ancora di Bocci, Sconcerti, Tomaselli, Valdiserri alle pagine 40 e 41 Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera 2 . # Primo piano Gran Bretagna Il maggior partito d’opposizione britannica elegge con una valanga di voti l’esponente radicale L’allarme del responsabile della Difesa: «Potrebbe mettere a rischio la nostra sicurezza nazionale» Londra, i laburisti virano a sinistra Corbyn: disuguaglianze grottesche La vicenda ● Alle elezioni Parlamentari dello scorso maggio il Labour guidato da Ed Miliband esce sconfitto, il conservatore David Cameron resta alla guida del governo mentre il suo avversario appare subito traballante ● Di fronte alle critiche interne, Ed Miliband lascia già il giorno seguente la dura sconfitta elettorale ● Nel partito laburista britannico comincia il dibattito mentre Harriet Harman prende le redini del partito ad interim ● Durante l’estate salgono le quotazioni di Jeremy Corbyn, esponente della sinistra radicale che si è sempre opposto alla «blairizzazione» del partito, ovvero della spinta al centro che ha posto fine alle politiche di nazionalizzazione ● A settembre, per il 10, sono convocati oltre 500 mila tra iscritti e sostenitori per votare il nuovo leader del partito. Polemiche sulle nuove regole che hanno permesso ai «simpatizzanti» di pagare una quota di tre sterline per partecipare alla scelta. Chiuse le urne delle primarie, Corbyn è eletto nuovo leader del partito laburista DAL NOSTRO INVIATO LONDRA «Aprite il vostro cuore e la vostra mente». La voce di Jeremy Corbyn risuona sotto il Big Ben in un pomeriggio di sole. È la prima apparizione pubblica del nuovo leader laburista, al termine della marcia per i rifugiati. La camicia azzurra e la giacca (eccezionalmente) scura, la stessa che portava questa mattina davanti ai compagni-nemici, i parlamentari che a grande maggioranza (220 su 240) non lo volevano, i tre rivali asfaltati con il 59,5% dei voti (percentuali che neanche il Tony Blair della Cool Britannia) nel più incredibile capovolgimento di fronte nella storia della sinistra britannica. Piazza del Parlamento gremita. Migliaia di persone hanno sfilato per chiedere al governo una politica di maggiore accoglienza per chi fugge dalla guerra. Corbyn, campione della Poor Britannia, si sente a casa in questo prato davanti a Westminster dove ha manifestato spesso in 32 anni da deputato. Più a suo agio fuori che dentro l’aula, dove per tutti era quello «delle cause perse», il ribelle sinistrorso e ingrigito degli ultimi banchi. Tutto è cambiato nel giro di un’estate. Da oggi Jeremy Corbyn, 66 anni, pacifista, antimonarchico, eurotiepido, socialista o populista, torna alla Camera dei Comuni e si siederà davanti. Ha già detto che voterà L’analisi di Dan Hodges È possibile guardare i lati positivi, perché esistono. Il cambiamento è finalmente arrivato a scuotere uno dei due grandi partiti storici britannici. Un cambiamento vero, non quelle finte mosse tanto amate da politici, analisti e consulenti d’immagine. Un grande entusiasmo ha circondato l’elezione di un leader politico inglese. D’accordo, l’entusiasmo è rimasto circoscritto a coloro che già dimostrano un forte interesse per la politica, ma costoro hanno scelto di diventare partecipanti attivi, anziché restare osservatori muti. Siamo davanti a un momento storico, a una vera svolta. Quello che è accaduto oggi avrà un impatto sulla vita della nostra nazione per anni a venire, forse per decenni. Fin qui gli aspetti positivi. L’elezione di Jeremy Corbyn alla guida del partito laburista è una catastrofe. Una catastrofe per il partito laburista. Una catastrofe per il nostro sistema politico. Una catastrofe per il paese. Chiudiamo per un attimo le orecchie alle esclamazioni di giubilo proveniente dai laburi- contro il piano del governo per bombardare l’Isis in Siria. La vittoria a valanga del vecchio Canottiera Rossa complica i piani di chi in Parlamento punta a defenestrarlo. Almeno sei parlamentari si sono già dimessi dal governo ombra. Un leader per caso, che a giugno aveva accettato a malincuore di correre come rappresentante della sinistra («è il mio turno») ora deve forgiare quasi dal nulla una squadra. Non ha mai avuto un incarico di governo. Naturale che nel suo primo discorso abbia perorato la causa dell’unità. E «un nuovo modo di fare politica». Parole d’ordine: equità, giustizia, lotta alla povertà «che non è giusta né inevitabile». Non possiamo «andare avanti in questo modo, con livelli grotteschi di disuguaglianza e povertà». Il frugale Corbyn («spendo poco, giro in bici») ha detto che anziché pensare ai nuovi grattacieli occorre trovare soluzioni per chi non si può permettere neanche un buco in affitto. Ha sorpreso tutti l’ampiezza di un trionfo che pure, negli ultimi giorni, sembrava scontato. Che distacchi: Andy Burham, ex ministro della Salute, lontano secondo con il 19%. Yvette Cooper terza con il 17%. La super-blairiana Liz Kendall ultima con il 4,5%. Corbyn ha ottenuto la maggioranza anche nei «blocchi» storici del partito: gli iscritti, i sostenitori legati ai sindacati. E ha stravinto (con Album Corbyn in piazza contro l’apartheid nel 1984, con Gerry Adams nel ‘95 e oggi con la terza moglie Laura l’85%) tra le facce nuove delle «3 sterline un voto», coloro che per pochi euro hanno ottenuto per la prima volta il diritto di scegliere il nuovo leader. Una sorta di «primarie aperte», riforma chiesta (ironia della sorte) dai blairiani per diluire il potere dei sindacati. Tre sterline e centomila voti per Corbyn, ecco il risultato della riforma promossa da Ed Miliband, il leader che si è dimesso dopo la batosta del voto di maggio. L’hanno accusato di aver spinto il partito troppo a sinistra, aprendo la strada al trionfo dei conservatori di Cameron. Adesso Ed si prende una piccola rivincita. Dando «il suo pieno appoggio a Jeremy» e alle sue politiche egualitarie. Mentre dal fronte governativo tuona il ministro della Difesa David Fallon: «Corbyn è una minaccia per la sicurezza del Regno Unito». Ieri sera in un pub vittoriano a due passi dal Parlamento, tra boccali di London Pride, l’astemio e vegetariano Jeremy ha modicamente festeggiato la vittoria. Tanti giovani, qualche veterano con il pugno levato, la moglie in lacrime, l’euforico fratello meteorologo che non crede al global warming. E una frase che diventa titolo sui giornali del mattino: «Ridevano quando dicevo che sarei diventato il leader dell’opposizione. Adesso non ridono più». Michele Farina © RIPRODUZIONE RISERVATA «Un leader ineleggibile Neppure lui si immagina di diventare primo ministro» L’autore ● Dan Hodges, 46 anni, è un columnist del Telegraph. Figlio dell’ex deputata laburista e attrice Glenda Jackson, è stato funzionario del Labour e manager di campagne elettorali. La sua rubrica è tra le preferite di Cameron sti inossidabili, e da tutti coloro che si esaltano davanti a un futuro di speranza e al rinnovamento della sinistra. Chiudiamo le orecchie e apriamo gli occhi. Ancora una volta, il partito laburista è riuscito a eleggere un leader ineleggibile. Il quale, ancor prima di aver pronunciato una parola o annunciato una qualsivoglia nuova linea politica, ha già consegnato il suo partito alla sconfitta nelle prossime elezioni politiche. Sì, è vero, il partito laburista sapeva di aver davanti una montagna da scalare nel 2020, ma con le sue azioni ha già effettivamente annunciato al suo sherpa: «Portaci fino in cima all’Everest, ma per favore devi farlo con il cappuccio sugli occhi e trasportando sulle spalle questo pianoforte a coda». E poi, tanto per non sbagliare, gli hanno spezzato entrambe le gambe. Gli oppositori di Jeremy Corbyn non riescono a immaginarlo nelle vesti di primo ministro. Gli stessi sostenitori di Jeremy Corbyn non riescono a immaginarlo nelle vesti di primo ministro. Persino Jeremy Corbyn non riesce a immaginare se stesso nelle vesti di primo mi- Daniel Craig e le primarie Usa E 007 sostiene il socialista Sanders Attore Daniel Craig, 47 anni L’alter ego americano di Jeremy Corbyn, il socialista Bernie Sanders, ha ora un supporter di peso: lo «007» Daniel Craig. L’attore britannico residente negli Usa ha fatto il suo endorsement per lo sfidante della Clinton alla . nomination democratica. Dem Bernie Sanders, 74 anni nistro. E come mai faranno gli elettori a immaginarlo in quel ruolo? Non lo immaginano, tutto qui. Il partito laburista non ha soltanto rinunciato a qualunque prospettiva di entrare a far parte del governo, ha rinunciato a qualunque prospettiva di diventare un partito di opposizione. All’inizio della settimana, David Cameron ha chiamato a raccolta i suoi ministri per una riunione di gabinetto, allo scopo di analizzare le potenziali conseguenze politiche di una vittoria di Corbyn. Un ministro ha fatto notare le dimensioni della base potenziale di attivisti laburisti. Un altro ha sottolineato come l’entusiasmo per Corbyn tra i sostenitori laburisti gli ricordava gli esordi del partito nazionalista scozzese. Poi c’è stata una pausa. E subito dopo tutti sono scoppiati a ridere. E si sono detti tutti d’accordo che quel risultato elettorale andava ben al di là delle loro più fantasiose aspettative. (Traduzione di Rita Baldassarre) © RIPRODUZIONE RISERVATA ● Parigi Varoufakis e soci: «Che sia fonte di luce per il resto d’Europa» di Stefano Montefiori «S pero che Corbyn diventi una fonte di luce per il resto dell’Europa. Lo attende un compito molto difficile», dice l’ex ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis davanti a una platea che per la prima volta dopo molti anni torna ad applaudire i laburisti britannici a entusiasmarsi per il loro leader. Festa de l’Humanité (il giornale della sinistra radicale), stand del Parti de Gauche: il deputato europeo Jean-Luc Mélenchon ha invitato Varoufakis, l’ex ministro delle Finanze tedesco Oskar Lafontaine e l’ex viceministro italiano Stefano Fassina a parlare di un «piano B per l’Europa». Il pubblico tributa ovazioni alle due star, una presente — Varoufakis — l’altra a Londra. I contenuti del dibattito sono stati anticipati da un testo comune pubblicato il giorno prima, i toni invece sono legati alla vittoria di Jeremy Corbyn: gli uomini sul palco, a vario titolo messi ai margini dalle sinistre di governo dei loro Paesi, sembrano assaporare una forma di riscatto. «Ogni volta che passa una rondine, per continuare a lottare bisogna credere che porti la primavera», dice Mélénchon. La rondine è Corbyn, che dà nuovo vigore alle proposte dei quattro. «Stasera siamo più forti», grida Fassina tra gli applausi. «Corbyn è una scintilla di speranza, tiene in mano una piccola candela contro l’austerità — dice ancora Varoufakis —. Dobbiamo aiutarlo a salvaguardare questa fiamma perché possa allargarsi a tutta l’Europa». Il piano A proposto dalla sinistra radicale sarebbe la poco probabile rinegoziazione totale dei trattati europei. Il piano B, i cui contorni non sono ancora definiti, è pensato per «riaffermare il semplice principio che l’Europa è per gli europei, e le valute sono strumenti per promuovere la prosperità diffusa, non strumenti di tortura o armi per uccidere la democrazia», si legge nel testo comune. In sostanza, l’orizzonte è la comparsa di monete parallele e l’uscita dall’euro. «Non me la auguro, ma non bisogna neppure averne paura», aggiunge Varoufakis sul palco. La riunione si conclude con i pugni chiusi, e le note dell’Internazionale. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015 PRIMO PIANO 3 . # Lo stile 1 La maglia della salute, emblema dello stile frugale: le compra a 2 euro alle bancarelle 2 La biro nel taschino: altro segno distintivo 3 La barba stile anni Sessanta: era già fuori moda quando la introdusse in Parlamento nel 1983. Si ritiene che sia il primo leader barbuto di un partito mainstream nel Paese dai tempi di Keir Hardie nel 1906 (uno dei fondatori del partito laburista) 4 La bici: non ha la macchina 3 1 2 4 IL PERSONAGGIO VITA E PENSIERO Jeremy, il ribelle vegetariano che odia l’austerity e la Nato di Fabio Cavalera DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA Orti per tutti. A Jeremy Corbyn piace sognare. Anche nell’ultima dura battaglia per conquistare la leadership laburista ha messo in campo la sua prolifica immaginazione. E per ringalluzzire il popolo stanco del centrosinistra ha rispolverato un vecchio pallino: un giardino in ogni casa e un pezzo di terra da coltivare «in modo che ciascuno abbia la possibilità di piantare patate e pomodori». Lui stesso, Jeremy Corbyn, è un appassionato di tuberi, bulbi e foglie. Nel 2003, dopo una lunga trafila, gli recapitarono l’ autorizzazione a curare un minuscolo appezzamento a Islington, nord londinese, il suo collegio elettorale che da 32 anni lo conferma parlamentare alla Camera dei Comuni. Al mattino sale in bicicletta e provvede direttamente a semine, tagli e innaffiature. Non si prenda Jeremy Corbyn per un pazzo eversore o per un nostalgico e patetico ex figlio dei fiori, visto che ha tagliato il traguardo delle sessantasei primavere. È così: idealista, cortese, di modi semplici. E testardo, tanto testardo da divorziare dalla moglie quando lei decise di spedire uno dei figli alla grammar school, le scuole più selettive. Anche Jeremy aveva frequentato una grammar school ma voleva per la prole, tre ragazzi, una secondaria popolare. Perse la partita in famiglia e il matrimonio finì. Le rigidità di un tempo sono svanite ma il Dna politico di Jeremy Corbyin non ha subito alterazioni: piaccia o non piaccia è di sinistra, senza sbavature e senza ripensamenti. In Parlamento per più di 500 volte, dal 1997 ovvero da quando partì la modernizza- ❞ Osama Bin Laden Uccidere Bin Laden è stata una tragedia dopo altre tragedie. Non è stato compiuto alcun tentativo di arrestarlo. La risposta doveva essere la legge non un assassinio Hamas e Hezbollah Se Tony Blair stringe la mano ai capi di Hamas è una grande leader. Se io dico che occorre dialogare con ogni parte in causa nei conflitti, Hezbollah compresa, sono un amico dei terroristi Socialismo Il Labour deve essere un partito socialista. Magari con qualche correzione, di sicuro dobbiamo riscoprire il valore della proprietà pubblica nei settori chiave dell’economia Karl Marx Marx è stato un grande osservatore della vita umana e della società. È stato un personaggio affascinante, un filosofo capace di grandi analisi e dal quale possiamo ancora imparare molto Ingiustizia e povertà Occorre dare a tutti un’opportunità decente e la speranza alla gente comune, piena fino all’orlo di ingiustizie e disuguaglianza: la povertà non è inevitabile zione targata Tony Blair, ha votato contro le indicazioni del partito: no alla guerra in Iraq, no all’aumento delle tasse universitarie, no alle privatizzazioni. «In Germania sarei più moderato dei socialdemocratici», replica alle critiche. Lo hanno dipinto come un «rosso» pericoloso. «Ci porterà al disastro», hanno minacciato i guru della terza via centrista. Ma il feroce fuoco di sbarramento degli architetti del New Labour prima trionfanti oggi tramortiti, i Tony Blair, i Peter Mandelson, i Gordon Brown, accantonate le loro dilaganti rivalità e gelosie personali, non è servito a nulla. Hanno tirato fuori qualche scheletro dall’armadio di Corbyn: ad esempio le simpatie per «gli amici di Hamas e degli Hezbollah» o l’invito a Westminster rivolto a Jerry Adams, capo dell’Ira, dopo le bombe a Brighton nel 1984. Un buco nell’acqua. «Se Tony Blair stringe la mano ai capi di Hamas è una grande leader. Se io dico che occorre dialogare con ogni parte in causa nei conflitti sono un amico dei terroristi». Jeremy Corbyn non è un estremista con le armi nascoste sotto il letto. È un melting pot di correnti, di movimenti, di convinzioni, di radicalismo educato. È un pacifista, è un repubblicano in un paese di ferventi monarchici, è un euroscettico in un partito europeista, è un No Tav, è abbagliato dai greci di Syriza e dagli spagnoli di Podemos, è nemico del nucleare, sostiene la piena eleggibilità dei Lord e non la nomina di casta, è un uomo di piazza che nel 1984, già sui banchi dei Comuni, fu arrestato per un corteo non autorizzato contro l’apartheid in Sudafrica. Non è mai cambiato dimostrando . una coerenza ferrea. Un eretico, questo sì, che ha sbaragliato il campo sia per il manifesto grigiore degli altri contendenti, percepiti come una fotocopia in bianco e nero dell’establishment laburista targato Blair, sia per via di quel suo motto che ha ripetuto all’infinito, trovando consensi specie fra i giovani e le donne: «Se siamo laburisti è perché vogliamo che il partito laburista sia il veicolo del cambiamento sociale». Sottinteso: l’omologazione ai Bush che vanno in Iraq (leggi Blair), gli inchini alla City e alla finanza «creativa» (leggi Blair e Brown), le balbuzie sul bilancio statale da sfoltire coi tagli mirati (leggi Ed Miliband) hanno regalato sconfitte. «È autodistruttivo opporre l’austerità morbida all’ austerità dura di Cameron». La svolta presuppone una forte caratterizzazione. «Altrimenti destra e sinistra sono uguali». Jeremy Corbyn è piantato nel solco della tradizione formatasi con gli insegnamenti dei genitori, che si erano conosciuti nelle proteste antifranchiste durante la guerra civile spagnola, e con- 3 le mogli avute da Jeremy Corbyn. L’ultima ha 20 anni di meno 59,5 la percentuale di voti che ha incoronato Jeremy Corbyn leader laburista ● La parola TEETOTALER Jeremy Corbyn è un «teetotaler», ovvero si astiene completamente dal bere alcol. Il«teetotalism» nacque come vero e proprio movimento nell’Ottocento. Veniva praticato a Preston, in Gran Bretagna, dalla Temperance Society di Joseph Livesey, che si impegnava ad «astenersi da ogni liquore di qualità intossicante che sia birra chiara, birra scura, vino o spiriti forti, tranne nel caso delle medicine». Ma l’uso colloquiale odierno si riferisce ad una scelta che può avere radici diverse — psicologiche, religiose, per ragioni di salute o di semplice preferenza. Oltre a evitare l’alcol, Corbyn è vegetariano. solidata al termine degli studi liceali quando stracciò l’iscrizione all’università e partì per due anni di volontariato in Giamaica seguiti dall’arruolamento nel sindacato. «Ma non guardo indietro, io guardo avanti con idee nuove». Gli piacerebbe ristabilire la clausola dello statuto che vincola i laburisti al socialismo. «Magari con qualche correzione. Di sicuro dobbiamo riscoprire il valore della proprietà pubblica nei settori chiave dell’economia». Propone di rinazionalizzare le poste, le ferrovie e le società che producono e distribuiscono energia. È uno choc. Esistono due partiti laburisti: Corbyn e i corbynisti, gli eredi e gli orfani del New Labour blairiano. Tenerli assieme è la prima scommessa di Jeremy Corbyn. «Io intendo collaborare con tutti, però con obiettivi chiari». Il che significa ribaltare la linea di marcia e cancellare gli ultimi venti anni di storia laburista. In politica estera è per la distensione con la Russia di Putin, per l’uscita dalla Nato, per l’accantonamento dei missili nucleari. Sull’Europa minaccia: «Sono per l’Europa che armonizza le condizioni di lavoro. Contrarissimo all’Europa del libero mercato». Il referendum incombe e Corbyn sbandiera la possibilità di schierarsi per l’uscita dall’Unione. Dirompente. Come pure sull’economia. Ha scritto dieci punti, ricevendo l’appoggio di 50 economisti capitanati da David Blanchflower, un ex membro del comitato per le politiche monetarie della Banca d’Inghilterra. Il succo è: basta tagli alla spesa pubblica, più tasse per ricchi, banche, fondi. Poi «il quantitative easing del popolo», l’ha chiamato così, ossia l’istituto centrale che stampa moneta da destinare alle infrastrutture e all’occupazione. «Il dovere dei governi è assicurare che l’economia lavori per l’intera comunità e che riduca le diseguaglianze». In fin dei conti, al nuovo leader interessa di più la coerenza che l’ufficio a Downing Street. Se gli andrà male ha sempre il suo orto da coltivare. Una cosa è certa: con il «sovversivo» buono il laburismo cambia pelle. @fcavalera © RIPRODUZIONE RISERVATA Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera 4 # . . Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015 5 . # Primo piano Le riforme «Ritocchi all’articolo 2». Il no di Guerini D’Alema attacca ed evoca la scissione L’ex premier: il Pd deperisce. Se Cuperlo darà battaglia dentro o altrove io darò una mano Una breccia nel muro, per dire che l’articolo 2 della riforma del Senato non è un totem e che si può fare «un intervento chirurgico». Giorgio Tonini, vicepresidente del gruppo Pd a Palazzo Madama, rompe la quiete di fine estate e lancia una proposta che convince la minoranza ma che trova subito uno stop dall’alto, con il vicesegretario Lorenzo Guerini che dice no: «Cambiare l’articolo 2 della Costituzione rischierebbe di farci ripartire e quindi sarebbe un errore». Concorda Ettore Rosato, capogruppo alla Camera: «Le modifiche all’articolo 2 non sono necessarie». E anche il ministro Boschi dice: «Difficile riaprire». Ma è Massimo D’Alema a disseppellire l’ascia di guerra, ROMA La vicenda ● La prossima settimana riprende in commissione Affari costituzionali l’esame del ddl Boschi sulle riforme ● Giovedì 17 la presidente della commissione Anna Finocchiaro dovrà decidere se sono ammissibili gli emendamenti all’articolo 2 (molti presentati dalla minoranza pd) che puntano a ripristinare l’elezione diretta dei senatori ● Sul nodo dell’elettività si cerca da giorni una mediazione. Da ambienti del governo nei giorni scorsi si è ipotizzato di scorporare dal testo delle riforme la questione del listino dei futuri senatori e di procedere, su questo punto, con una legge ordinaria, lasciando inalterato l’articolo 2 della riforma e la scelta di non eleggere direttamente i componenti di Palazzo Madama ● Ieri il vicepresidente pd al Senato Giorgio Tonini ha invece aperto all’ipotesi di modifiche dell’articolo 2, come chiede la minoranza dem. Stop dal vicesegretario del partito Lorenzo Guerini: «È un errore» dalla Festa dell’Unità di Firenze, rilanciando il tema della dirigenza: «Non è positivo che premier e segretario siano la stessa persona. Il partito sta deperendo». E ancora: «Una volta c’era un compagno che diceva che se il partito dice che il bianco è nero, allora è nero. Ora c’è Lotti». Poi, parlando di Cuperlo e Speranza, ha evocato la scissione: «Sia che decidano di dare battaglia nel Pd sia che, in un momento che nessuno si L’apertura di Tonini Il vicecapo dei senatori pd aveva aperto all’idea di Chiti di un Senato di sindaci e governatori La riforma augura, possano pensare di costruire altrove una sinistra, io darò una mano». Reazioni dure dai renziani. Di fronte all’impasse sulle riforme intanto Tonini lancia un’offerta che è anche una sfida: si verifichi insieme, dice all’Huffington Post, se ci sono le condizioni per intervenire sull’articolo 2, cioè se si trova «una maggioranza a prova di bomba» che vanifichi l’ostruzionismo. Se non ci fossero, però, «la minoranza si impegni a convergere» sul listino, lasciando intatta la Costituzione. Spiega Tonini: «Bisogna verificare, con un emendamento o un ordine del giorno, che ci siano le condizioni. Ma se constatiamo che FI non ci sta, che i 5 Stelle respingono al mittente I NUMERI IN AULA L’articolo 2 è al centro dello scontro: per i membri del nuovo Senato non è prevista l’elezione diretta; a sceglierli, tra i consiglieri regionali e i sindaci, saranno le assemblee regionali. È un fronte trasversale a chiedere che i futuri senatori siano eletti direttamente dai cittadini. Tra cui la minoranza del Pd, che potrebbe far mancare i numeri in Aula LA COMPOSIZIONE DEL NUOVO SENATO la proposta e che Calderoli non ritira gli emendamenti, allora la minoranza si deve adeguare». Tonini risponde a una proposta di Vannino Chiti che accetta l’idea che i nuovi senatori siano consiglieri regionali e sindaci. I cittadini, dunque, eleggerebbero direttamente i senatori, in una sorta di listino nelle Regionali. Ma questo va inserito in Costituzione. Passaggio non indolore per la maggioranza, perché implica una nuova navetta tra Camera e Senato con i rischi connessi. Per Chiti, le parole di Tonini vanno nella «giusta direzione». Continua in quello che lui stesso definisce un «incessante lavoro di sintesi», il ministro Maurizio Martina: «Non si viva ❞ D’Alema Prima un compagno diceva che se il partito dice che il bianco è nero allora è nero. Ora c’è Lotti © RIPRODUZIONE RISERVATA Chi vorrebbe mantenere inalterato l’impianto della riforma Renzi-Boschi e chi chiede l’elezione diretta dei senatori Misto 5 Minoranza Pd 28 Area popolare 5 Gal 3 Per le Autonomie 1 Alleanza liberalpopolare 9 Gal 8 Area popolare 30 Alleanza liberalpopolare 1 Forza Italia 45 Per le Autonomie 18 Scelti dalle assemblee regionali M5S 36 Lega 12 Pd 84 74 Consiglieri regionali questo passaggio come l’ennesimo atto di un congresso che non c’è». Favorevole anche Massimo Mucchetti: «Mi pare un’apertura che fa cadere il tabù dell’articolo 2». E Forza Italia? Paolo Romani, accoglie «con favore» quella che definisce «una proposta importante»: «Abbiamo sempre sostenuto la tesi di un intervento chirurgico sulla Costituzione per l’elezione diretta». Ma aggiunge: «Questa apertura non mi sembra per ora corroborata dal consenso di alte personalità del Pd». Apre anche Maurizio Lupi, di Ap (Ncd), ma Renato Schifani ammette: «Alcuni miei colleghi sono per il no». Al. T. 21 Sindaci Conservatori e riformisti 10 5 nominati dal capo dello Stato per alti meriti Misto 25 TOTALE SENATORI Per l’elezione indiretta 100 Il presidente Pietro Grasso, del Pd, per prassi non vota 149 membri Per il Senato elettivo 321 171 CdS L’intervista di Alessandro Trocino Gotor: per la prima volta c’è un segnale di dialogo L’obiettivo è l’unità dei dem «Lo stop dei vertici ? Resta una buona giornata» ROMA «Ho accolto le parole di Tonini con interesse e con favore, perché per la prima volta dal fronte renziano emerge la possibilità di far cadere il tabu dell’immodificabilità dell’articolo 2». Miguel Gotor, dal fronte della minoranza pd, accoglie favorevolmente, ma con prudenza, l’apertura di Giorgio Tonini, ma respinge quello che chiama «il mercato dei principi»: «Verifichiamo la disponibilità delle opposizioni, ma se dicessero no, sarebbe sufficiente il via libera di tutto il Pd, insieme alla maggioranza di governo, per andare avanti». Apertura «chirurgica», dice Tonini. «Mi sento di tranquillizzarlo: siamo disponibili anche alla microchirurgia. Perché i principi, quando si scrive una Costituzione, non hanno una dimensione: sono principi. Il principio è l’elettività diretta dei senatori tra i consiglieri, contestualmente alle elezioni regionali, per mantenere il carattere di Senato delle Autonomie. La legge poi sarà scritta in modo ordinario: non è che l’Italicum sta in Costituzione, è una legge ordinaria. Si farà un addendum all’Italicum su co- me si devono eleggere i consiglieri regionali». Tonini è vicino a Renzi. «Sì, ma è una personalità abituata a ragionare con la sua testa. Lo stimo, non è un replicante, è un uomo che ha convincimenti e li difende con caparbietà e serietà. È importante che sia lui a dirlo, ma mi rendo conto che Renzi e il mondo che gli è vicino potrebbero non apprezzare». Il vicesegretario Guerini ha già detto no. «Se oggi è il giorno delle colombe, se il falco lo fa Guerini, allora resta una buona giornata: Guerini è un politico accorto e di ottima scuola. Staremo L’ex premier Enrico Letta: non c’entro con il nuovo jet di Palazzo Chigi «Con il nuovo “aereo blu” di Palazzo Chigi non c’entro nulla». L’ex presidente del Consiglio Enrico Letta è intervenuto ieri per smentire che la decisione di comprare un nuovo Airbus di Stato sia stata presa durante la sua presidenza. Al contrario, ha scritto Letta su Twitter ,«giudico la scelta sbagliata». Il riferimento implicito è all’attuale presidente del Consiglio Matteo Renzi: Palazzo Chigi ha deciso di ordinare in leasing un Airbus A330 , un velivolo capace di coprire lunghe distanze senza la necessità di fare scalo. L’operazione ha un valore di oltre 175 milioni di euro. . © RIPRODUZIONE RISERVATA Chi è ● Miguel Gotor, 44 anni, insegna Storia moderna all’Università di Torino. È stato eletto nel 2013 in Senato con il Partito democratico, dopo aver lavorato alla campagna elettorale di Bersani. È tra i senatori della minoranza a vedere». Si teme di dover ricominciare da capo. «È un tema falso, siamo ancora al terzo giro della prima lettura, siamo nel momento delle modifiche». Che vantaggi ci sarebbero dalle modifiche? «L’unità del partito, che sarà importante per vincere le elezioni; il superamento dell’ostruzionismo di Calderoli; il compattamento della maggioranza di governo; lo stop al trasformismo, con lo scambio con Verdini e i verdiniani. Perché non è vero che l’erba del vicino è sempre più verdina. Infine si eviterebbe il ricatto del cambiamento dell’Italicum». Si cambierà comunque la legge elettorale? «Per noi è fondamentale la relazione tra riforma del Senato e legge elettorale perché muta indirettamente la forma di governo. Serve una riflessione sugli equilibri complessivi del sistema che ne scaturirebbe, sui contrappesi e gli organi di garanzia. Una democrazia moderna non è come giocare ad asso pigliatutto». L’opposizione dirà no alla riforma dell’articolo 2? «Verificheremo. Ma certo, se non ci fosse sarebbe per motivi politici: perché un Pd unito darebbe fastidio a molti». © RIPRODUZIONE RISERVATA Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera 6 . # Primo piano Il sondaggio Scenari I quesiti La riforma prevede che i senatori non siano eletti direttamente ma nominati dalle assemblee regionali, tra consiglieri e sindaci. Lei… di Nando Pagnoncelli 7% non so 73% N ei mesi estivi abbiamo assistito ad un dibattito molto aspro sulla riforma del Senato: le posizioni dei partiti e all’interno del Pd permangono molto distanti, soprattutto sul tema riguardante la nomina dei senatori. Nel complesso i cittadini sembrano avere le idee molto chiare sulla riforma e hanno sostanzialmente mantenuto le stesse opinioni rispetto all’estate dello scorso anno, a dispetto dei toni del confronto politico e nonostante una maggiore conoscenza dei contenuti della riforma: il 39% infatti dichiara di conoscere nel dettaglio o almeno a grandi linee i contenuti della riforma contro il 31% del luglio 2014. Insomma, ne sanno di più ma non cambiano opinione. Permane un largo dissenso rispetto alla nomina dei senatori da parte dei consigli regionali: come lo scorso anno il 73% preferirebbe che i senatori fossero eletti direttamente dai cittadini. Si tratta di una sorta di «riflesso condizionato» dell’opinione pubblica da attribuire sia alla disaffezione nei confronti della politica sia alla volontà di scegliere e di poter «contare». Lo abbiamo registrato con l’Italicum (i capilista bloccati sono invisi a due italiani su tre) e troviamo conferme ogni qual volta si riduce la possibilità degli elettori di potersi esprimere sui candidati. Il dissenso prevale tra tutti gli elettorati, con punte più elevate tra quelli della Lega (90%), del M5S (86%), delle liste di centro (83%) e tra gli astensionisti (75%). Gli elettori del Pd appaiono più divisi: i contrari rappresentano il 50% e i favorevoli il 46%. Gli altri punti della riforma che abbiamo testato incontrano un largo consenso, a partire dalla riduzione del numero dei senatori (da 315 a 100) che ottiene un plebiscito: il 95% si dichiara molto o abbastanza d’accordo (+2% rispetto al 2014), ovviamente senza grandi distinzioni tra gli elettori dei diversi partiti. Inoltre, il superamento del bicameralismo paritario risulta apprezzato da due italiani su preferirebbe che i senatori fossero eletti direttamente dai cittadini 20% è d’accordo con questa proposta (valori in %) Con quale di queste due frasi è più d’accordo? 9% 40% 18% 64% molto d'accordo non so anche se la riforma non fosse perfetta, bisogna superare il bicameralismo, che rende più lunga e difficile l’approvazione delle leggi per niente d'accordo 24% 27% poco d'accordo abbastanza d'accordo (valori in %) 90 86 83 È previsto il superamento del bicameralismo perfetto: il Senato avrà potere di veto solo su poche leggi, tra cui quelle costituzionali ed elettorali. Quanto è d'accordo? 18% se non è una buona riforma, è meglio tenere il Senato così come è oggi (valori in %) 89 83 71 67 56 50 46 44 40 4 Pd 5 5 Liste di centro FI 10 4 M5S 7 12 3 Lega 8 8 4 Pd 52 37 2627 33 28 28 12 64 54 Liste di centro 9 FI 32 2623 19 10 4 M5S 8 Lega 7 3 Pd 10 Liste di centro 16 13 FI 23 13 M5S 27 21 Lega Sondaggio realizzato da: Ipsos PA per Corriere della Sera presso un campione casuale nazionale rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne secondo genere, età, livello di scolarità, area geografica di residenza, dimensione del comune di residenza. Sono state realizzate 996 interviste (su 8.938 contatti), mediante sistema CATI, l'8 e 9 settembre 2015. Il documento informativo completo riguardante il sondaggio sarà inviato ai sensi di legge, per la sua pubblicazione, al sito www.sondaggipoliticoelettorali.it. d’Arco Il bicameralismo va superato per due italiani su tre Il 73% vuole il Senato elettivo La riforma, anche se imperfetta, deve andare avanti per il 64% tre (il 67% è molto o abbastanza d’accordo). Anche in questo caso il favore prevale tra gli elettori di tutti i partiti, sebbene tra i leghisti e i grillini all’incirca due su cinque si mostrino in disaccordo. ● La parola SISTEMA PARITARIO Quello italiano è un bicameralismo paritario. Tra Camera e Senato ci sono differenze: l’età di chi vota e dei candidati, ad esempio, o il fatto che Palazzo Madama è eletto su base regionale. Ma i due rami hanno pari potere nell’iter legislativo: il medesimo testo deve essere approvato da entrambi. Ciascuna camera può modificare un progetto di legge approvato dall’altra, rendendo necessario un ulteriore passaggio parlamentare. Ed è proprio quest’ultimo aspetto che rende accettabile agli occhi dei cittadini l’intera riforma: la prospettiva di semplificare e accelerare l’iter di approvazione delle leggi. Il 64%, infatti, ritiene che sebbene la riforma non sia perfetta sia giunto il momento di superare il bicameralismo; al contrario il 18% è del parere che sia meglio mantenere la situazione attuale e un altro 18% non ha un’idea in proposito. Si conferma la grande trasversalità delle opinioni sia pure con valori più contenuti tra gli elettori dei partiti di opposizione, soprattutto Lega (52%) e M5S (64%), mentre tra quelli del Pd (89%) e delle liste di centro (83%) sembrano esserci pochi dubbi. Sembra quindi che il dissenso all’interno del Pd abbia poca presa tra gli elettori del partito che ritengono necessario chiu- . dere il percorso, superando le perplessità pur di avere una semplificazione degli iter parlamentari. A proposito del dissenso di una parte degli esponenti del Pd, il 53% ritiene che si tratti di un modo per far sentire la propria voce ma che alla fine si allineeranno con il partito mentre il 24% prevede che andranno fino in fondo e renderanno difficile l’approvazione della riforma. E tra gli stessi elettori Pd uno su tre è di questo avviso. Dal sondaggio odierno emergono quindi due indicazioni di un certo interesse. La prima riguarda la relativa impermeabilità delle opinioni dei cittadini rispetto al dibattito politico recente e, soprattutto, alla fiducia nei confronti del governo che ha fatto registrare una significativa flessione rispetto al 2014: a differenza di 39 la percentuale di chi dichiara di conoscere nel dettaglio o a grandi linee i contenuti della riforma 95 la percentuale di chi è molto o abbastanza d’accordo alla riduzione del numero dei senatori quanto osservato con l’Italicum (i sondaggi fecero registrare profondi cambiamenti nelle valutazioni degli elettori nel volgere di pochi mesi), sulla riforma del Senato gli atteggiamenti sono rimasti sostanzialmente gli stessi rilevati poco più di un anno fa. La seconda indicazione riguarda il giudizio complessivo sulla riforma del Senato e può essere utile in previsione del referendum confermativo: come si diceva, nonostante il malumore provocato dalla nomina dei senatori da parte dei consigli regionali al posto dell’elezione da parte dei cittadini, prevale nettamente il consenso alla riforma, per lo sfoltimento dei senatori e, soprattutto per il superamento del bicameralismo. Molto spesso, infatti, la delusione e la sfiducia dei cittadini sono generate da processi legislativi astrusi, difficilmente comprensibili ai più, e dall’elevata distanza temporale dal momento dell’annuncio di un provvedimento, alla sua approvazione definitiva, all’attuazione e alla percezione degli effetti concreti. Tutto ciò alimenta la convinzione, largamente diffusa, che nel nostro Paese non cambi mai nulla e che i politici siano capaci di fare solo annunci. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015 7 . # con CATE BLANCHETT in un film di MASSY TADJEDIN QUESTA SERA ALLE 20.25 SU CANALE 5 . Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera 8 . # Primo piano Il governo L’intervista di Lorenzo Salvia «Approviamo il testo poi una legge ordinaria per scegliere i senatori» La chiamata a Tajani Berlusconi: al Carroccio gli arrabbiati, a noi i delusi ROMA La telefonata arriva in un Delrio: faremo un ecobonus per i condomini e nuovi sgravi al Sud ROMA «Per sposarsi bisogna es- sere in due». In che senso? «Non è sbagliato che per modificare la Costituzione si cerchi l’accordo con tutti. Ma ha ragione Ettore Rosato: se si sta al merito un’intesa si trova anche dentro al Pd. E invece vedo che c’è chi tira fuori il listino, chi il ritocco chirurgico. Non dimentichiamo l’impostazione originaria del progetto». Il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio ha seguito i primi passi della riforma costituzionale con il sostanziale ridimensionamento del Senato. Qual era l’impostazione iniziale, ministro? «Il tema dell’elezione diretta non è mai stato all’ordine del giorno. Abbiamo sempre parlato di rappresentanza indiretta, attraverso i delegati delle Regioni e degli enti territoriali. Una scelta coerente, perché è la stessa seguita per le Province. Mi sembra, invece, che ci sia ancora la tentazione di scimiottare la Camera. Tuttavia...». Tuttavia? «Il tema dell’elezione potrebbe essere rimandato a un provvedimento successivo, a una legge ordinaria». Bersani ha già detto no. «Eppure ampie schiere di costituzionalisti sostengono questa tesi. Così sarebbe possibile armonizzare le nuove regole con l’Italicum che, come noto, è una legge ordinaria». Per Renzi la maggioranza c’è, il resto è contorno. Forse è lui a dire no al matrimonio. «Non direi. La decisione non è mai una prova di forza ma la risposta a un problema. Già negli anni ’50 Dossetti parlava delle necessità di superare un certo bicameralismo. Renzi non vuole lasciare tutto a bagnomaria. Ed è una decisione giusta». Giusta anche la scelta di andare a New York per la finale di tennis? «Ha voluto rappresentare l’orgoglio dell’Italia nel momento in cui il Paese è sotto gli occhi di tutti, con due ragazze del Sud protagoniste. Ha fatto bene». A Bari il premier doveva parlare del piano per il Sud. Che misure ci saranno? «Intanto vorrei sottolineare gli ultimi dati del nostro Mezzogiorno: in alcuni casi l’export tira più che al Nord». D’accordo ma che misure state studiando? «L’obiettivo è favorire gli imprenditori che decidono di potenziare la loro attività. Tra le opzioni c’è la defiscalizzazione degli investimenti». Non c’è il rischio che l’Ue consideri queste norme una violazione della concorrenza? «No, se valgono per un periodo limitato. Stiamo ragionando su un arco di tre anni». Per il Sud ci sono anche interventi infrastrutturali? «Certo. Puntiamo sulla interconnessione fra reti diverse, collegando alla ferrovia gli aeroporti di Lamezia Terme e Catania, e alla metropolitana quello di Napoli. Poi c’è il potenziamento della ferrovia Sa- lerno-Reggio Calabria, della Palermo-Catania, della...». È il suo libro dei sogni, e poi arriva il ministero dell’Economia? «Nessun libro dei sogni. I dati sul lavoro e sui consumi ci dicono che c’è un inizio di ripresa. Adesso comincia la fase due: oltre alle riforme e alla riduzione delle tasse, bisogna rafforzare gli investimenti». ristruttura casa migliorandone l’efficienza energetica? «Non basta confermarlo, va potenziato puntando non al singolo appartamento ma direttamente ai condomìni. Sono 24 milioni gli italiani che ci vivono, spesso i consumi sono più alti della media. Ma servono strumenti nuovi». Quali? «Il modello è quello delle esco, le energy saving company. All’inizio dei lavori i condòmini non tirano fuori un euro e poi continuano a pagare la stessa bolletta di prima, anche se proprio grazie all’efficientamento dovrebbe essere più bassa: l’investimento viene fatto dall’impresa». Allora dov’è il vantaggio? «Quel risparmio, mese per mese, viene incassato dalla ditta che ha fatto i lavori. È quello il suo guadagno insieme all’incentivo fiscale. Solo dopo qualche anno il prezzo scende anche per i condòmini. Così si investe, ma quasi senza accorgersene». lorenzosalvia Ma non aveva detto basta con le grandi opere? «Infatti non parlo di grandi opere ma di progetti utili allo sviluppo del Paese. L’edilizia è il settore che ha pagato di più la crisi. E da solo può far girare il vento: l’80% dei materiali utilizzati viene dal nostro Paese, crea un indotto formidabile». Sta chiedendo di prorogare l’ecobonus, lo sgravio per chi Il ministro Alfano a Milano Strette di mano e coda di due ore Giornata a Expo per il ministro dell’Interno Angelino Alfano (nella foto mentre visita il forno del padiglione francese). Il leader di Ncd, in visita con la famiglia, non ha voluto scorciatoie e si è messo in coda (anche per due ore) come gli altri turisti. Per lui sorrisi e strette di mano. © RIPRODUZIONE RISERVATA . ❞ Per aiutare le imprese che vogliono crescere tra le opzioni c’è la defiscalizzazione degli investimenti per un periodo di tre anni pausa della passeggiata che Silvio Berlusconi si concede assieme a Vladimir Putin durante la visita in Crimea. Visita che il leader azzurro, anche parlando ai giovani presenti al convegno organizzato a Fiuggi da Antonio Tajani, vuol far pesare, visto che il suo intervento ruota molto attorno alla politica internazionale e poco a quella interna. Dopo aver ancora una volta denunciato «l’intrigo internazionale» contro il suo governo nel 2011, infatti, il leader azzurro spiega che si trova in Russia per «collaborare alla nascita di una grande coalizione internazionale per sconfiggere l’Isis», che veda assieme «Ue, Usa, Nato e Federazione russa sotto la bandiera dell’Onu». Una coalizione che intervenga subito in Libia «con un contingente militare, per bloccare le organizzazioni dei trafficanti di esseri umani, cominciando dal blocco delle imbarcazioni, privandole dei motori», senza «distruggere cose importanti per quell’economia». Intervento militare dunque, ma anche accoglienza — predica Berlusconi — perché «l’Europa cristiana non può voltare la testa da un’altra parte, le radici cristiane ci impongono solidarietà». E se non è una risposta a Salvini, comunque ci somiglia, perché la linea di FI sull’immigrazione non è quella della Lega. Tanto che Berlusconi, quando affronta l’argomento di come riconquistare i milioni di astensionisti che hanno abbandonato anche il suo partito, parla di un «centrodestra che deve allargarsi» e rivolgersi a «questi italiani che non sono incazzati, perché se sono incazzati e di destra vanno a votare Salvini, se di sinistra Grillo», ma sono «delusi e sfiduciati verso la classe politica». La Lega insomma, nell’idea di Berlusconi, resta una forza preziosa per l’alleanza ma non centrale come deve esserlo FI per il recupero del voto moderato. Idea che non piace a Salvini, per il quale allearsi con Berlusconi resta «importante, ma non a tutti i costi». Per il leader del Carroccio infatti «non è vero che la Lega sta con gli incazzati». E anche di questo si parlerà nell’incontro tra lui e Berlusconi che dovrebbe avvenire la prossima settimana, ma che potrebbe avere un antipasto già stasera: «Domani (stasera,ndr) vado al derby, durante la partita sarò concentrato solo su quello che succede in campo», dice Salvini rispetto all’ipotesi di un vis a vis già in tribuna stasera con Berlusconi, che dovrebbe tornare dalla Russia in tempo per il fischio d’inizio. «Magari parliamo dopo — scherza Salvini — ma dipende dal risultato: certo un 3 a 0 potrebbe convincermi a essere più aperto al dialogo, ma non partiamo da favoriti». Paola Di Caro © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015 9 . # Primo piano I partiti «Lega via dall’Anci». Lite Salvini-Fassino Il segretario annuncia l’uscita di 300 sindaci: ente romano inutile, i soldi dell’iscrizione alle famiglie La replica del presidente dem: luoghi comuni strumentali, il vero obiettivo è attaccare il governo 8 mila è il numero dei Comuni italiani (la cifra esatta, fornita dall’Istat, è 8.047). Sono 141 quelli con più di 50 mila abitanti ROMA Sono 300 i sindaci della Lega Nord pronti a uscire dall’Associazione nazionale Comuni italiani (Anci) perché «questo governo, come i precedenti Letta e Monti, sta massacrando i Comuni e l’Anci che fa? Nulla». Il leader del Carroccio, Matteo Salvini, attacca a testa bassa anticipando quello che diranno oggi molti sindaci nel corso di una manifestazione di partito a Cittadella, vicino a Padova, la città di Massimo Bitonci, il primo cittadino che tre giorni fa ha annunciato l’uscita dall’Anci. Ma Piero Fassino, presidente dell’associazione e sindaco di Torino, replica: «Sono luoghi comuni, strumentali e con un unico fine politico: fare opposizione al governo Renzi». L’Anci «è un costo inutile, tanto vale risparmiare i quattri- Il retroscena di Emanuele Buzzi ni dell’iscrizione e con quelli aiutare famiglie in difficoltà — sottolinea Salvini —. È una riflessione di concretezza ed utilità, non politica. E non lo dico solo per i sindaci della Lega, ma è pieno di sindaci di liste civiche e della sinistra che dicono: “Perché devo fare il tassatore per conto di Roma che mi frega anche i soldi che chiedo ai cittadini?”. Non esiste. È un inutile ente romano, meglio abolirlo». Secondo il leader del Carroccio, saranno 300 i sindaci leghisti a uscire dall’Associazione, ha scritto il quotidiano Italia Oggi, ma potrebbero diventare un migliaio insieme a altri loro colleghi del centrodestra e di sinistra. «Il governo, con il sostegno del Pd, sta massacrando e saccheggiando i Comuni. Ormai non hanno più i soldi per gli asili e le case di ri- Sul Monviso Il segretario della Lega Matteo Salvini, 42 anni, ieri alla kermesse del Carroccio (Cavicchi) poso e l’Anci tace. Dov’è Fassino? Avete sue notizie?», chiede polemicamente il segretario della Lega. «Calano le braghe e i Comuni sono al collasso». Fassino, però, respinge ogni accusa: «Non è vero che non difendiamo i Comuni: Salvini parla dell’Anci senza conoscerla. L’associazione rappresenta gli 8 mila Comuni italiani, a prescindere dal colore politico di ogni giunta». E il sindaco smentisce che l’ente si sia appiattito sulle posizioni dell’esecutivo: «Ogni scelta fatta dall’Anci è presa in modo unitario. Ogni giorno questo ente rappresenta i Comuni e negozia con il governo i provvedimenti. Le leggi di Stabilità, ad esempio, sono tutte state modificate rispetto all’iniziale proposta proprio grazie alle richieste fatte dall’Anci». Quindi «mi auguro che ci si renda conto del danno che si sta provocando ai Comuni italiani — aggiunge — e che, dunque, non si voglia proseguire in una scelta sbagliata da cui nessun sindaco trarrà alcun beneficio». Contro Salvini si schierano anche gli esponenti di Forza Italia, Marcello Fiori ed Osvaldo Napoli, rispettivamente responsabile Enti locali del partito e sindaco di Valgioie: «L’idea di Salvini è un regalo a Renzi prima ancora che un errore politico. Il premier è personaggio poco incline alla trattativa e del tutto sordo ad ascoltare le ragioni di chicchessia, si tratti di sindacati o sindaci. Un’Anci indebolita dalla diserzione dei sindaci leghisti è un formidabile assist al premier». Inoltre «significa lasciare ai soli sindaci del centrosinistra il potere di rappresentanza dei territori nei confronti del governo — fanno notare —. L’idea di Salvini è una accelerazione solitaria della Lega, quindi un ostacolo in più sulla via della coalizione». Francesco Di Frischia © RIPRODUZIONE RISERVATA Un posto a Casaleggio nello statuto L’idea per rafforzare la guida del M5S Due garanti nel nuovo documento: oggi c’è soltanto il «presidente» Grillo La vicenda ● Negli ultimi giorni, in seguito a una battuta di Beppe Grillo rivolta a Luigi Di Maio («Sei tu il leader»), è scoppiata nel Movimento la questione della guida alla prossime elezioni Politiche ● Il vicepresidente della Camera sembra in pole position per la candidatura a premier del M5S, ma sia Grillo sia Casaleggio hanno ribadito che non ci sono leader e che le decisioni saranno ratificate dalla Rete ● Lo stratega ha anche annunciato che, con la nascita del portale Rousseau, il direttorio diventerà un «comitato operativo allargato» DAL NOSTRO INVIATO REGGIO EMILIA Bocche cucite, ma sorrisi e abbracci. I Cinque Stelle che si ritrovano a Reggio Emilia per il matrimonio di Maria Edera Spadoni sono già proiettati ai prossimi mesi. Con alcune novità in vista. Non un cambio del dna del Movimento come qualcuno ha paventato, ma un abito nuovo, quello sì, per una nuova stagione politica. «Siamo uniti, vedremo cosa accadrà, dateci tempo e vedrete anche voi», dice qualche esponente. In mente ci sono le parole di Gianroberto Casaleggio che, in un’intervista al Fatto Quotidiano, ha ribadito con fermezza che né lui né Beppe Grillo allenteranno la loro pre- che, però, vengono viste come «un passo dovuto» da alcuni parlamentari. La medesima operazione potrebbe essere intrapresa anche con la proprietà del marchio del Movimento, registrato a suo tempo (nel marzo 2012) dal solo Grillo. D’altronde, si tratterebbe di «ratificare» solo ciò che è già visibile nei fatti. Il logo di Italia 5 Stelle, la kermesse in programma ad ottobre a Imola, ne è un esempio: per la prima volta i due fondatori campeggiano insieme in sidecar. Dettagli che nel linguaggio del Movimento hanno un significato profondo e che lanciano — insieme alla piattaforma Rousseau — una nuova A Reggio Emilia Di Maio celebra le nozze della collega Spadoni stagione. I garanti da una parte, il portale e il direttorio allargato (che Casaleggio indica come «comitato operativo») dall’altra. La struttura e la strategia pentastellata prende forma, si puntella, tenendo fede alla filosofia di base del Movimento: il credo nella Rete, l’essenza leaderless. Ma con dei punti di riferimento. Così, quando lo stratega spiega che il M5S non ha un capo e apre al «comitato operativo allargato», Di Maio — da Reggio Emilia — gli fa eco: «Il direttorio allargato? Non c’è nulla di nuovo. Casaleggio ha fatto chiarezza come sempre con la sua solita precisione». Intanto si preparano le prossime battaglie e si delinea sempre più la silhouette futura del Marchio Anche il marchio del movimento potrebbe diventare di entrambi i fondatori Il direttorio Sul direttorio allargato il vicepresidente della Camera spiega: stiamo già lavorando così senza all’interno del Movimento. I legami, quello tra Grillo e Casaleggio e quello dei due fondatori con la loro creatura politica, sono saldi. Anzi. Sta prendendo corpo l’idea di rendere ancor più radicato — anche a livello formale — questo sodalizio. A dicembre scadono i tre anni di mandato dello statuto che definisce le cariche interne al Movimento, quello statuto che è stato presentato per intenderci alle ultime elezioni Politiche e che definisce presidente, segretario e tesoriere dei Cinque Stelle. L’ipotesi è con il nuovo corso (le cariche durano tre anni) di annoverare nel ruolo di competenza anche lo stratega dei pentastellati. Lui e Grillo sullo stesso piano, come nel ruolo istituzionale di «garanti» che si sono ritagliati. Indiscrezioni Movimento. In una parola: competenza. Occhi puntati su chi lavora in commissione. Nei prossimi mesi, a partire da Imola, si cercherà di rendere più visibili agli attivisti i responsabili delle varie iniziative: un «chi fa cosa» per mettere in rilievo il lavoro svolto in questi anni in Parlamento e creare dei punti di riferimento identificabili a seconda delle tematiche. Sul piazzale del municipio, davanti alla Sala del Tricolore, qualcuno si lascia andare e profetizza: «Sarà un anno lungo, dobbiamo rimanere calmi, con i piedi per terra e cercare di spiegare bene alla nostra base cosa sta accadendo». Poi sono di nuovo parole, sorrisi. Un drone filma l’uscita degli sposi dall’alto: per un giorno la politica sembra (abbastanza) lontana. «Ci sarà un leader come candidato premier ma il ministro dell’Economia conterà di più» «Sono sicuro che il Movimento batte me, il Movimento batte qualunque persona venga sondata come leader». A parlare è Luigi Di Maio, che ha commentato così i sondaggi che lo vedono al secondo posto per gradimento tra i leader politici. «Noi siamo gli unici che abbiamo questa caratteristica — spiega —: Renzi è più alto come numeri del Pd, Salvini della Lega». Di Maio — con tanto di fascia tricolore e accenno d’orgoglio ai colori della bandiera — ieri a Reggio Emilia ha officiato il matrimonio della deputata Maria Edera Spadoni con il fidanzato Daniele Ruggeri. Il vicepresidente della Camera, a margine della . cerimonia, ha definito «fantastica» l’idea di un Movimento leaderless: «Se ci sarà esigenza di un leader sarà solo per la presidenza del Consiglio — ha detto — ma magari il nostro ministro dell’Economia conterà di più del premier». Ad attendere gli sposi, tra gli altri, anche due membri del direttorio, Carlo Sibilia e Alessandro Di Battista. Insieme a loro, qualche metro più in là, la senatrice Elisa Bulgarelli, critica nei giorni scorsi sulla questione della leadership. Pochi accenni alla politica e toni canzonatori tra i parlamentari, che hanno ironizzato sulla rendicontazione delle spese © RIPRODUZIONE RISERVATA delle nozze. © RIPRODUZIONE RISERVATA Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera 10 . # Primo piano Il dramma dei migranti ❞ Con i colleghi delle assemblee di Lussemburgo, Francia e Germania invitiamo ad avere il coraggio di condividere la sovranità ❞ Gli impegni europei vanno rispettati ma devono essere sostenibili socialmente altrimenti generano rancore verso le istituzioni ❞ Il diritto d’asilo va usato come testa di ponte per arrivare a gestire insieme i grandi nodi E la Ue deve avere risorse sufficienti L’INTERVISTA LAURA BOLDRINI di Maurizio Caprara «L’integrazione politica europea è l’unico antidoto ai populismi», dice Laura Boldrini al Corriere della Sera durante un’intervista nel suo ufficio di presidente della Camera. Per entrare nello studio si passa nella saletta nella quale vengono ricevuti gli ospiti d’onore prima o dopo le cerimonie ufficiali a Montecitorio. Domani è previsto che vengano accolti il presidente del Bundestag tedesco Norbert Lammert, il presidente dell’Assemblée nationale francese Claude Bartolone e il presidente della Chambre des députés Mars Di Bartolomeo, lussemburghese come l’attuale presidenza di turno dell’Unione europea. Dopo averla presentata al Quirinale al capo dello Stato Sergio Mattarella, i quattro presidenti di assemblee parlamentari firmeranno nella Sala della Regina una dichiarazione che evoca per l’Ue l’orizzonte di un’Unione federale di Stati. Un testo ideato in luglio tra rischi di uscita della Grecia dall’euro e sbarchi di profughi che sembrerà di avanguardia considerato il lungo e perdurante periodo di stasi, se non di arretramenti, nell’integrazione europea. Fuorché sotto il profilo finanziario nell’eurozona, da anni nell’Ue il metodo comunitario è stato compresso dal livello decisionale intergovernativo, ossia dalle scelte compiute dai capi di Stato e di governo pensando più ai rispettivi elettorati che all’insieme del progetto di una casa comune europea. Una tendenza che martedì scorso a Tirana, in un convegno della Comunità di Sant’Egidio, ha portato Romano Prodi a constatare che la Commissione europea ha perso potere a scapito del Consiglio europeo, a sua volta neppure troppo in salute. Perché considera l’integrazione europea l’unico antidoto ai populismi? «Perché è la risposta ai bisogni delle persone e, allo stesso tempo, a chi vuole disgregare l’Europa», sostiene Laura Boldrini, già portavoce dell’Alto commissario dell’Onu per i rifugiati, eletta deputata come indipendente nelle liste di Sinistra ecologia e libertà. E in che cosa consisterebbe la risposta? «In un mondo globalizzato nessun Paese europeo da solo può tutelare in modo efficace i propri interessi. Per esempio, sui flussi migratori, le crisi eco- ROMA (foto Reuters) La tendopoli Una donna con il suo bambino all’interno di un centro di accoglienza a Roszke in Ungheria «Patto per l’integrazione europea Solo così si battono i populismi» Intesa tra i presidenti di quattro Parlamenti: azione comune su immigrati e crisi Chi è ● Laura Boldrini, 54 anni, presiede la Camera dal 16 marzo 2013, dopo essere stata eletta deputata nelle liste di Sel. È stata portavoce dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) nomiche, il cambiamento climatico, l’energia. È impossibile nonostante alcuni predichino come soluzione ai nostri problemi il ritorno alle patrie nazionali. Nella dichiarazione sottolineiamo l’esigenza di coraggio e pragmatismo per procedere verso una condivisione di sovranità a livello europeo». Crede che risulterà affascinante quanto meriterebbe? «Comprendo che i giovani non si innamorino dell’Europa come lo siamo stati noi, figli degli anni Sessanta. Loro hanno conosciuto un’Europa dei sacrifici. Nella dichiarazione la priorità è stimolare la crescita economica combattendo l’esclusione delle fasce più deboli della società e ridare all’Europa centralità e competitivi a livello internazionale. Gli impegni europei vanno rispettati, ma devono essere sostenibili socialmente, altrimenti generano sfiducia e rancore verso le istituzioni ed è ciò di cui si nutrono i populismi». Sente di avere alle spalle la Camera che presiede? Non risulterà troppo all’avanguardia rispetto a suoi settori ? «Giovedì scorso in aula c’è stato un dibattito di qualità sull’Europa e dispiace che non abbia ricevuto l’attenzione mediatica che avrebbe meritato. L’espressione “Stati Uniti d’Europa” è risuonata chiara e forte in molti interventi e nella risoluzione approvata». Quella risoluzione, che impegna il governo al «rilancio del processo di integrazione» è stata accolta con maggioranza larga: 279 sì e 160 no. In ogni caso, Cinque Stelle e Lega puntano ad altro rispetto all’integrazione europea e Silvio Berlusconi con i suoi governi è stato tra i promotori del metodo intergovernativo. «Infatti lo sforzo che stiamo facendo è ridare centralità ai Parlamenti. È importante che i parlamentari, rappresentanti dei cittadini, prendano parte al dibattito su quale Europa vogliamo per il nostro futuro». Su quali terreni, quali argomenti desidererebbe piantare teste di ponte, sotto forma di decisioni e norme, per far progredire il progetto di Stati Uniti d’Europa? «Uno è il diritto di asilo. Va usato, come dice lei, da testa di ponte arrivando a condivisioni anche su altri grandi temi che gli Stati nazionali non riescono ad affrontare da soli. E le istituzioni europee devono avere poteri e risorse sufficienti per farlo. Non si può continuare a usare l’Europa come capro espiatorio senza metterla in condizioni ● L’hashtag #ALLWENEEDISMOREEU Sarà #AllWeNeedIsMoreEU l’hashtag per la cerimonia di domani alla Camera: quando i presidenti dei Parlamenti di Italia, Germania, Francia e Lussemburgo firmeranno un documento per rilanciare l’integrazione politica europea. di agire». Il presidente François Hollande e il premier David Cameron sono orientati a far bombardare in Siria, da aerei di Francia e Regno Unito, postazioni dell’autoproclamato Califfato. Secondo lei è una scelta utile per alleviare le sofferenze di quanti adesso scappano dalle loro case? «Per esperienza di anni sul terreno a constatare gli effetti “collaterali” dei conflitti, direi che operazioni di questo genere, peraltro senza cornice internazionale, hanno dato di rado i risultati auspicati. Si è visto da ultimo in Libia. La crisi siriana va risolta essenzialmente a livello politico». Significa con un accordo tra parti che adesso si sparano addosso. «Quella crisi è stata lasciata per troppo tempo disattesa, consentendo una degenerazione che colpisce Siria, Iraq, Libia e che ha costretto milioni di persone a fuggire cercando sicurezza. Un diritto,la sicurezza, che non è esclusiva dei Paesi occidentali». © RIPRODUZIONE RISERVATA Il cardinale Caffarra: accogliere solo persone conosciute La prudenza dell’arcivescovo di Bologna: i sacerdoti non possono fare da soli DAL NOSTRO INVIATO 20 mila è la quota di migranti che le regioni si apprestano ad accogliere per far fronte ai nuovi arrivi: 1.636 andranno in EmiliaRomagna, dove oggi sono già ospitati 5.816 profughi È una nota meticolosa, quasi pignola. Con due principi di base. Il primo: «Non si tratterà di un’accoglienza emergenziale di persone appena arrivate per le quali sono attivi appositi centri (Cara e Cas), ma sarà invece rivolta a singoli o nuclei familiari già identificati e conosciuti». Secondo: in questo processo «inevitabilmente lento e ponderato», di cui la Caritas e le istituzioni saranno perni centrali, fondamentale sarà il coinvolgimento dei parrocchiani perché i sacerdoti non potrebbero da soli far fronte al bisogno e «in tal BOLOGNA caso si prenderà atto con dolore dell’impossibilità di accogliere». A una settimana dall’appello di papa Francesco sul dramma migrazione («Ogni parrocchia accolga una famiglia di profughi»), il cardinale Carlo Caffarra, 77 anni, teologo, da un decennio arcivescovo di Bologna, successore di Giacomo Biffi (da poco scompar- Le condizioni «È fondamentale coinvolgere i parrocchiani e muoversi con ordine» so) e tra i più influenti nel campo dei cosiddetti conservatori, ha messo nero su bianco una serie «di indicazioni d’intenti per iniziare a dare corpo alle richieste del Papa, sgombrare il campo da improvvisazioni e cercare di muoverci in modo ordinato». Non c’è bisogno di grande esegesi per notare la differenza tra l’enfasi dell’annuncio del Pontefice e lo stile quasi ragionieristico di Caffarra, che arriva a ipotizzare «la dolorosa» rinuncia all’accoglienza qualora venissero meno alcune condizioni. Una frenata rispetto alle . aperture del Papa? O piuttosto una rivisitazione concreta, ca- Cardinale ● Carlo Caffarra, 77 anni, dal 2003 è arcivescovo di Bologna. Nel 2013 presenta una lettera di rinuncia, non accettata lata nella realtà, del concetto di accoglienza e dei conflitti connessi? Due le sponde del ragionamento del cardinale. Da un lato, la volontà di offrire ai migranti un’accoglienza vera che si traduca «in integrazione». Dall’altro, «garantire chi accoglie di non essere lasciato a se stesso nel gestire situazioni spesso delicate e faticose», prevedendo «un quotidiano monitoraggio». Il tono di Caffarra — «Siamo solo all’inizio» — ha spinto taluni a leggere le sue note come una «resistenza» verso le direttive papali. Il cardinale è considerato tra i «critici» della rivoluzione bergogliana, rigorista su temi co- me i sacramenti ai divorziati risposati e le aperture ai gay. Eppure nel maggio del 2013, quando, raggiunti i 75 anni, espresse a Bergoglio la disponibilità a farsi da parte, gli fu comunicato che «era volontà del Santo Padre che continuasse per due anni il suo ministero». Due anni sono passati. Successione complessa. Di sicuro per il peso specifico storicamente ricoperto dalla diocesi bolognese (fra l’altro divenuta ora una tra le più ricche dopo l’imponente lascito Faac). Ma forse anche perché di Caffarra, in giro, non è facile trovarne. Francesco Alberti © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015 PRIMO PIANO . Ungheria: una barriera lungo i binari ferroviari per fermare i profughi Vienna accusa: Budapest li deporta come i nazisti Mancano poche ore al vertice di domani che raccoglierà a Bruxelles i ministri degli Interni e della Giustizia dei 28 Paesi, chiamati a discutere sulla ridistribuzione dei migranti in quote obbligatorie. Mancano poche ore e l’Europa è in marcia. Ma in direzioni opposte, mostrando le sue opposte anime. In Ungheria, si costruisce un’altra barriera, questa volta lungo i binari della ferrovia, per «proteggerla» dagli assalti dei disperati. E dal 15 settembre, gli extracomunitari senza documenti potranno essere incarcerati. A Copenaghen, Danimarca, dove il governo ha appena annunciato che non accetterà le quote di migranti imposte dalla Ue, marciano in trentamila proprio contro questa decisione. Così a Londra, altra capitale del «no» alle quote di Bruxelles, in decine di migliaia da Hyde Park fino a Downing Street sfilano sotto striscioni che invocano «Aprite le frontiere». A loro si unisce anche il neoeletto leader laburista, Jeremy Corbyn. E ancora a Parigi, e già a Madrid, la stessa cosa. Ma a Budapest, il primo ministro Victor Orbán che guida il fronte del «no» reclama da Bruxelles un piano di aiuti da 3 miliardi di euro per Turchia, Libano e Giordania, Paesi vicini della Siria in guerra e già meta di 4 milioni di profughi. Come dire: paghiamoli, così forse si terranno questa gente a casa loro. Una proposta giudicata «estremamente cinica» dal cancelliere austriaco Werner Faymann e da un esponente del governo tedesco. Intanto nella vicina Varsavia, in quella Polonia che ora accetta le quote fra mille distinguo, il corteo pure foltissi- Iniziative ● Sono 181.014 i migranti entrati in Ungheria nel 2015. Per fermarli, Budapest a luglio ha iniziato a costruire una barriera di cemento e filo spinato al confine con la Serbia ● Nel Paese martedì entra in vigore una nuova legge più restrittiva sui migranti che prevede l’arresto e condanne fino a 3 anni di carcere ● Domani dovrebbe essere pronta la barriera lungo i binari della ferrovia mo è calamitato dallo striscione con la scritta «L’Islam è la morte dell’Europa». La folla si oppone alla marea dei profughi, non prepara certo l’accoglienza. Uno degli organizzatori grida che «siamo qui perché la decisione di accogliere i musulmani nella Ue sia abbandonata», e chiede a tutti di pregare per questo «la nostra Vergine Maria». Cori contro l’Ue e le sue «debolezze» anche a Praga e Bratislava. Però la marcia più impressionante è proprio quella si svolge nella notte in Ungheria accanto ai binari della ferrovia più assediata d’Europa, quella che dalla Serbia porta all’Ungheria e da lì al Nord, all’Austria e La proposta di Budapest Orbàn ieri ha chiesto che Bruxelles destini tre miliardi di euro ai Paesi vicino alla Siria alla Germania. Ombre in divisa, divisa da poliziotto ma anche casacca da detenuto (poiché la forza-lavoro è stata reclutata anche dalle prigioni) sgobbano a gran velocità per erigere l’altra barriera di filo spinato, che costeggi i binari tra Subotica (Serbia) e Szeged (Ungheria) e si aggiunga al «muro» già costruito fra i boschi per ordine di Orbán. Da Vienna, è ancora una volta il cancelliere Faymann ad usare le parole più indignate: «Rinchiudere i rifugiati nei treni risveglia il ricordo del periodo più cupo nella storia del nostro continente». Luigi Offeddu © RIPRODUZIONE RISERVATA Cortei in Europa La solidarietà delle piazze Decine di migliaia di europei sono scesi in piazza ieri in segno di solidarietà con i profughi: almeno 90 mila a Londra (nella foto Ap alcune manifestanti con il cartello «Solidarietà con i rifugiati»), 30 mila a Copenaghen. A Varsavia invece in 5mila hanno marciato contro l’afflusso di migranti nel Paese. ● Il caso La console onoraria che si improvvisava scafista I Sospesa Françoise Olcay, console onorario nella città turca di Bodrum, sorpresa a vendere gommoni ai migranti l ministro francese degli Affari esteri Laurent Fabius ha sospeso Françoise Olcay, la console onoraria a Bodrum, in Turchia, che è proprietaria di un negozio di articoli nautici ed è stata sorpresa a vendere gommoni ai profughi. La decisione, preliminare all’espulsione dal corpo diplomatico, è stata presa dopo che la televisione pubblica France 2 ha diffuso venerdì sera un reportage su Bodrum, la città balneare della Turchia da dove partono migliaia di rifugiati siriani e iracheni verso la Grecia e poi verso l’Europa. «È cosciente del fatto che ci sono persone che vanno a morire a bordo dei mezzi che lei vende?», chiede un giornalista con la telecamera nascosta. «Certamente — risponde la console —. Non possiamo impedire loro di partire, ma se noi smettiamo di vendere i gommoni, lo farà il negozio qui accanto», dice la commerciante all’interno del suo punto vendita che esibisce la bandiera francese e una targa che conferma la sua qualità di console onorario della Repubblica francese. «Ed è cosciente del fatto che la console onoraria della Francia alimenta il traffico dei profughi?», è la domanda successiva. «Sì, ma a Bodrum lo fanno anche il municipio, il capitano del porto e il sottoprefetto». Romain Nadal, portavoce del Quai d’Orsay, ha detto che tollerare questo comportamento è «fuori questione» e ha annunciato presto un provvedimento definitivo. S. Mon. © RIPRODUZIONE RISERVATA . 11 # Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera 12 # . . Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015 13 . # Primo piano La crisi in Medio Oriente PORTFOLIO I PROFUGHI DELLA FEDE 1 1 Una giovane fedele assira segue la messa nella chiesa di San Giorgio, nel quartiere Sed El Bauchrieh di Beirut: è qui che si concentrano i profughi cristiani assiri fuggiti dalle violenze dell’Isis in Siria 2 Helaneh, una donna assira di 67 anni, mostra le fotografie dei suoi cari: rappresentano la memoria del villaggio natale, in Siria, dove vivevano in relativa tranquillità fino all’arrivo dei fanatici islamici dell’Isis Biografia ● Carole Alfarah, 34 anni, è una fotogiornalista siriana che vive tra Beirut e la Spagna Assiri 2 ● Come milioni di suoi connazionali, anche Carole ha dovuto fuggire dal suo Paese a causa della guerra civile ● Il suo lavoro si concentra sulle storie di profughi e vite perdute Rapiti e perseguitati perché cristiani «Così siamo sfuggiti all’odio dell’Isis» testo e foto di Carole Alfarah C’ 3 Micho, 28 anni, osserva dal balcone della sua casa la città di Beirut. Micho è stato rapito e tenuto prigioniero dall’Isis per sei mesi. La famiglia ha dovuto pagare un riscatto per salvarlo 4 e 5 Fedeli assiri nella chiesa di San Giorgio, a Beirut, seguono la funzione religiosa 3 è la storia di Micho, 28 anni: «Mi hanno tenuto bendato per sei mesi. Sono rimasto nel buio, così, mentre sentivo le grida disperate di chi veniva torturato. E poi rumori improvvisi, terribili. Credevo che sarei stato ucciso in ogni momento». O quella di Nina, un adolescente di 17: «Sono scappato in Libano con mia sorella più piccola e mia nonna. Siamo fuggiti per sopravvivere mentre intorno a noi in 250 venivano catturati e portati via». E poi ancora le vicende di Helaneh, 67 anni, e tanti altri che preferiscono rimanere anonimi. Sono i cristiani assiri, una delle «civiltà più antiche di questa terra», come ci racconta Nina: «La nostra unica arma è l’amore e la nostra unica espressione è la pace». Ma per i militanti dell’Isis sono un nemico. Da eliminare. La storia di Micho è esemplare. «Sono stato rapito — dice — mentre, in autobus, ritornavo da Damasco al mio villaggio di Al Hasaka, nel Nordest della Siria. In pieno deserto, nell’area di Palmi- © 2015 RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI FONDATO NEL 1876 CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE Luciano Fontana PRESIDENTE Maurizio Costa AMMINISTRATORE DELEGATO VICEDIRETTORE VICARIO Pietro Scott Jovane Barbara Stefanelli CONSIGLIERI VICEDIRETTORI Daniele Manca Antonio Polito (ROMA) Venanzio Postiglione Giampaolo Tucci Gerardo Braggiotti, Laura Cioli, Paolo Colonna, Teresa Cremisi, Dario Frigerio, Tom Mockridge, Stefano Simontacchi DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA Alessandro Bompieri Sede legale: Via Angelo Rizzoli, 8 - Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 5825 del 3 febbraio 1962 Responsabile del trattamento dei dati (D. Lgs. 196/2003): Luciano Fontana [email protected] - fax 02-6205.8011 © COPYRIGHT RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo quotidiano può essere riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge. DIREZIONE, REDAZIONE E TIPOGRAFIA 20121 Milano - Via Solferino, 28 - Tel. 0262821 ra, l’autista fu costretto a fermarsi a un posto di blocco dove sventolava la bandiera nera dell’Isis». L’incubo cominciò allora: come nel passato più buio dell’Europa, i militanti armati controllarono a uno a uno i documenti. «I musulmani — sono ancora le parole di Micho — furono lasciati andare. Io e un altro no: gli unici cristiani». I due giovani furono portati in un villaggio al confine con la Turchia. «Per mesi ebbi paura di morire, ogni giorno. Il mio compagno di sventura fu ucciso perché la famiglia non aveva soldi per il riscatto e lui non accettò di convertirsi all’Islam. Quando fu il mio turno, fui più fortunato: i miei trovarono i 20 mila dollari che avrebbero pagato la mia libertà». Micho, come altre migliaia di cristiani assiri, prese la strada del Libano, di Beirut, la capitale. « Viviamo tutti come rifugiati. Molti sognano di andare in Europa, per studiare, lavorare, vivere una vita normale. Ma io vorrei tornare al mio villaggio: lo sogno ogni giorno». Come lo sognano i 5 mila che hanno trovato rifugio in un Libano sempre più coinvolto in una guerra non sua. EDIZIONI TELETRASMESSE: RCS Produzioni Milano S.p.A. 20060 Pessano con Bornago - Via R. Luxemburg - Tel. 02-6282.8238 • RCS Produzioni S.p.A. 00169 Roma - Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 • RCS Produzioni Padova S.p.A. 35100 Padova Corso Stati Uniti 23 - Tel. 049-87.00.073 • Tipografia SEDIT Servizi Editoriali S.r.l. 70026 Modugno (Ba) - Via delle Orchidee, 1 Z.I. - Tel. 080-58.57.439 • Società Tipografica Siciliana S.p.A. 95030 Catania - Strada 5ª n. 35 - Tel. 095-59.13.03 • L’Unione Sarda S.p.A. 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ISSN 1120-4982 - Certificato ADS n. 7971 del 9-2-2015 La tiratura di sabato 12 settembre è stata di 430.173 copie Hong Kong HK$ 45; Thailandia THB 190; UK Lg. 1,80; Ungheria Huf. 700; U.S.A. USD 5,00. ABBONAMENTI: Per informazioni sugli abbonamenti nazionali e per l’estero tel. 0039-02-63.79.85.20 fax 02-62.82.81.41 (per gli Stati Uniti tel. 001-718-3610815 fax 001-718-3610815). ARRETRATI: [email protected]. 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Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015 15 . # Esteri Diplomazie Il caso di Sara Gandolfi di Viviana Mazza Se in Brasile anche Lula finisce indagato Brown ha studiato da prete: è contro la pena capitale, ma pro aborto La vicenda A lla fine il caso Petrobras risucchia anche lui, l’ex popolarissimo presidente Luiz Inácio «Lula» da Silva, l’uomo che aveva firmato il «rinascimento» del Brasile e finora era riuscito a preservare il suo passato senza macchia dal più grave scandalo nazionale. Al punto da annunciare la sua candidatura per un terzo mandato, nel 2018. La polizia ha chiesto alla Corte suprema federale di poter interrogare Lula nell’ambito dell’inchiesta «Lava-jato» (autolavaggio) che ha alzato il velo su una tentacolare rete corruttiva intorno al colosso petrolifero di Stato. Dopo l’ondata di arresti che ha decapitato i vertici di Petrobras lo scorso anno, i sospetti hanno subito cominciato ad addensarsi sull’apparato politico. L’ex presidente sembrava immune, nonostante l’arresto del suo ex capo di staff, Joss Dirceu. Finché non sono emerse le prime dichiarazioni dei «pentiti»: «Lula da Silva e Dilma Rousseff (l’attuale presidente) non potevano non sapere», ha assicurato Paulo Roberto Costa, ex dirigente della compagnia dietro cui si muoveva, secondo gli inquirenti, un cartello che tra il 2004 e il 2012 avrebbe riciclato oltre 10 miliardi di real (3 miliardi di euro). La richiesta firmata giovedì dal capo della polizia Joselio Azevedo de Sousa, contiene accuse precise: l’ex leader «potrebbe aver tratto benefici personali, per il suo Partito dei lavoratori o per il suo governo dallo schema corruttivo». Laconica la reazione di Lula: «Non ne sapevo nulla». È la stessa risposta data a suo tempo da Dilma Rousseff, che pure ha guidato Petrobras per ben sette anni. Gli inquirenti sembrano crederle. D’altra parte l’impeachment della presidente resta politicamente difficile, sottolineano gli osservatori: tra gli oltre 50 politici sotto inchiesta ci sono molti deputati di Camera e Senato, che dovrebbero giudicarla. E allora resta Lula, non coperto da immunità. Tutto sembra andare male, oggi, in Brasile: il debito pubblico declassato a «spazzatura» da Standard&Poor’s, il real in caduta libera, la recessione. Colpa del crollo del prezzo del petrolio di cui il Brasile è grande esportatore. Ma anche di quello scandalo economico e finanziario che ora cerca il perfetto capro espiatorio. © RIPRODUZIONE RISERVATA In California sì all’eutanasia Il dilemma del governatore ● La legge approvata in California, che adesso attende la firma (o il veto) del governatore 77enne Jerry Brown (nella foto) prevede che le richieste di suicidio assistito possano arrivare solo da chi ha un’aspettativa di vita inferiore ai sei mesi. Bisogna presentare due domande «verbali» a una distanza di meno di 15 giorni l’una dall’altra, più una richiesta scritta, firmata anche da due testimoni. È previsto che il medico si consulti privatamente con il paziente per evitare coercizione. Tra dieci anni inoltre la legge «scadrà» e dovrà essere riapprovata C’è un episodio che il governatore della California Jerry Brown ama raccontare. Una volta, molti anni fa, si trovò di fronte a un quesito d’esame a quale non riusciva a trovare una risposta soddisfacente: «Scrivi la tua impressione su una foglia verde». Erano così tante le sfumature e i significati della parola «impressione», così tanti i cliché da evitare — come ha raccontato alla rivista Atlantic — che si trovò incapace di rispondere. Erano gli anni Sessanta e Brown era un giovane seminarista gesuita che, alla fine, lasciò il noviziato per studiare Lettere classiche e Giurisprudenza e seguire le orme del padre in politica. Oggi il governatore, che non ha perso comunque la fede di un tempo, si trova di fronte ad un dilemma morale e politico ben più lacerante: firmare o no la legge che renderebbe l’eutanasia legale in California? Ha poco più di una settimana per decidere. Per ora è rimasto in silenzio. Il Senato della California ha approvato venerdì la legge sul suicidio assistito, con 23 voti favorevoli e 14 contrari, dopo che la Camera aveva fatto altrettanto (44 contro 35). Le norme approvate in California prevedono che le richieste possano arrivare solo da chi ha un’aspettativa di vita inferiore ai sei mesi e che tra dieci anni la legge «scada» e debba essere riapprovata. La parola d’ordine della campagna pro eutanasia è stata ● Solo quattro Stati americani — Oregon, Washington, Montana e Vermont — consentono al momento ai medici di prescrivere farmaci che consentono la morte assistita. L’Oregon è stato il primo ad approvare una legge sull’eutanasia nel 1997. Da allora i sostenitori hanno cercato di presentare proposte di legge, incontrando forte opposizione da parte di gruppi religiosi, alcune associazioni di medici e politici bipartisan «dignità», e il volto simbolo quello di Brittany Maynard, la ventinovenne californiana malata di un cancro incurabile al cervello che lo scorso novembre si è trasferita in Oregon — uno dei quattro Stati americani dov’è legale insieme a Washin- Simbolo Debbie Ziegler stringe il ritratto della figlia, Brittany Maynard, 29enne californiana che si è trasferita in Oregon per ottenere il suicidio assistito a novembre (Ap) gton, Montana e Vermont — per poter fare la sua scelta. I genitori, con il ritratto della figlia tra le braccia, hanno seguito passo dopo passo la campagna. «Questo è un movimento iniziato da Brittany», hanno spiegato in lacrime. La Chiesa cattolica si è fortemente opposta. L’arcivescovo di Los Angeles José Gomez ha argomentato che per i poveri «il suicidio assistito diventerà non una scelta ma l’unica opzione». I contrari sostengono che di fronte a spese astronomiche senza copertura sanitaria le stesse famiglie dei malati terminali li spingeranno a scegliere «la pillola letale». Il cattolico Jerry Brown resta in silenzio, come un tempo di fronte alle sfumature di quella «foglia verde». La fede lo ha portato a sposarsi in chiesa, a lavorare con Madre Teresa di Calcutta, a visitare più volte il Vaticano, a opporsi alla pena di morte. Non in tutto però è in linea con la Chiesa: è favorevole all’aborto come pure alle nozze gay. Il dilemma sull’eutanasia si risolverà firmando la legge o mettendo il suo veto. Se non fa nulla, entrerà in vigore a gennaio. Se la blocca, i sostenitori annunciano un referendum. Il campo del «sì» è certo che alla fine il governatore firmerà, perché la maggioranza dei californiani è a favore della morte assistita (il 76% secondo un sondaggio dell’università di Berkeley). Anche molti medici hanno cambiato opinione, passando da un’opposizione decennale a una prospettiva più neutrale: ora dicono che è una scelta personale del paziente. Il caso di Brittany ha dato impeto a iniziative pro eutanasia in sedici Stati — per ora senza successo. Una vittoria in California avrebbe un peso nazionale. © RIPRODUZIONE RISERVATA Russia Voto amministrativo Ma le opposizioni sono state tenute fuori . Russia al voto oggi per le amministrative, primo importante test elettorale affrontato da Putin a un anno e mezzo dall’annessione della Crimea e nel pieno di una crisi economica che si preannuncia ancora lunga. Ma per il leader del Cremlino, che ha ricevuto l’amico Silvio Berlusconi in Crimea per qualche giorno di vacanza, è una vittoria annunciata. L’opposizione extraparlamentare, l’unica a contestare il potere, è stata infatti esclusa dal voto in tre delle quattro regioni dove si era presentata ed è stata ammessa in una quarta ma tra ostacoli di varia natura, non ultimo la facile accusa in questi tempi di essere al «servizio» di Washington o di Kiev. Sono chiamati alle urne 59 milioni di elettori, poco più della metà degli aventi diritto, in 83 delle 85 entità territoriali del Paese (non si va alle urne solo in Ossezia del Nord e in Kabardino-Balkaria), per eleggere 21 governatori, i parlamenti di 11 regioni e di 25 città, oltre a 1.300 capi di piccole amministrazioni cittadine. In tutto sono in palio 92 mila «poltrone». I seggi, 57.622, apriranno alle 8.00 e chiuderanno alle 20.00 locali. Si tratta anche di una prova generale in vista delle elezioni legislative del prossimo anno, anticipate da dicembre a settembre con nuovi collegi elettorali — secondo alcuni analisti — per rendere più difficile la campagna dell’opposizione. Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera 16 # . . Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015 17 . # Cronache La storia di Giuliana Ubbiali Yara, l’ultima pagina del diario «Così immagino il mio futuro» Il compito annotato il giorno prima del delitto. I cuoricini e gli inviti alle amiche 1 3 2 4 Compito di inglese sulla pagina del diario di scuola del 25 novembre 2010: «Trovo almeno otto cose che cambieranno la nostra vita nel corso del tempo». L’annotazione di Yara Gambirasio sotto «ripasso di storia» e «ricopia frasi di grammatica» segna il giorno prima del suo omicidio. Il 26 novembre la tredicenne di Brembate Sopra aveva l’interrogazione di musica, la ricerca di arte su Leonardo da Vinci con la raccomandazione a se stessa «ps. occhio che potrebbe int. o fare verifica» e per geografia «studio bene». L’agenda di scuola è stata analizzata dai carabinieri del Ros e del Racis (con un’esperta psicologa) nel dicembre 2010. Yara era sparita, ancora non si sapeva che già giaceva senza vita nel campo di Chignolo d’Isola dove verrà ritrovata tre mesi dopo la scomparsa. Il diario poteva essere uno spunto: nomi, compleanno del papà di un’amica, cuoricini e fiori che riempivano la pagina del 18 ottobre e compiti che richiedevano riflessioni sono stati oggetto di indagine. Intercettazioni, tabulati, persone sentite come informate dei fatti non hanno fatto emergere nessuna ombra nella vita della bambina. È agli atti, insieme ad alcune pagine del diario. Ma ora, gli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini che difendono Massimo Bossetti, l’unico imputato dell’omicidio della tredicenne, hanno chiesto di leggerlo tutto per cercare spunti che, secondo loro, sarebbero sfuggiti agli investigatori. E la Corte d’Assise ha disposto che i genitori di Yara (era stato restituito alla famiglia) lo portino in procura, dove le parti hanno una settimana di tempo per consultarlo prima che torni di nuovo nello scrigno dei ricordi BERGAMO La vicenda ● Yara Gambirasio è scomparsa il 26 novembre del 2010. Lo stesso giorno è stata uccisa e il suo corpo è stato ritrovato il 26 febbraio 2011 a Chignolo d’Isola, a nove chilometri da Brembate Sopra, dove abitava. Aveva 13 anni. Pubblichiamo qui pagine del suo diario scolastico di quell’anno ● Il 16 giugno 2014 viene arrestato Massimo Giuseppe Bossetti, muratore incensurato, 44 anni. A lui gli inquirenti sono arrivati sovrapponendo il suo Dna con quello sugli indumenti di Yara di mamma e papà. L’agenda di scuola della ginnasta è lo specchio della normalità dei 13 anni più da bambina che da piccola donna. Tra numerosi «Tvb Yogon», il suo nomignolo, sulle pagine di settembre ancora libere dai compiti c’è spazio solo per i «4ever» delle coetanee che le giurano eterna amicizia. Il massimo della malizia è l’invito a casa per un gelato. All’amica piace al cioccolato e Yara sceglie i suoi gusti preferiti tra 12 barrando le caselline disegnate a mano seguendo i quadretti della pagina: yogurt, puffo e limone. Poi, gli spazi concessi ai momenti più leggeri dei primi giorni di scuola cedono il posto ai capitoli di storia e di geografia da studiare, o agli esercizi di tedesco e grammatica. Yara li scrive spesso in prima persona, come a volersi raccomandare di non dimenticarsi nulla: «Faccio prima mate, preparo la cartella, vado in biblioteca, poi tedesco. Non devo vedere la tv». Nella Terza C della scuola media paritaria «Maria Regina» di via Broseta, a Bergamo, si chiedevano anche momenti di riflessione. Come per lunedì 27 settembre: «Religione: in 2 minuti sto con gli occhi chiusi e silenziosamente sento che cosa sento fuori e dentro di me». E per il 2 dicembre: «Faccio la mia vita sulla linea del tempo». Yara non c’era già più. Le annotazioni si fermano al 5 dicembre. Poi le pagine sono bianche. Il vuoto. Quelle precedenti restano 5 Il monito contro la corruzione Il Papa: facciamo crescere l’economia onesta In un momento in cui «l’aria della corruzione arriva dappertutto», bisogna «far crescere l’economia dell’onestà». Lo ha detto ieri papa Francesco ricevendo un gruppo di dipendenti delle banche cooperative. Il pontefice ha esaltato il modello cooperativo, dove «non comanda il capitale sugli uomini, ma gli uomini sul capitale», e ha richiamato a un uso «solidale e sociale» del denaro, che incentivi il lavoro e nuove forme di welfare. Francesco ha invitato a preoccuparsi del «rapporto tra l’economia e la giustizia sociale, mantenendo al centro la dignità e il valore delle persone» e «non il dio denaro» e «far nascere imprese che diano occupazione, ci sono tanti senza lavoro» e per «sostenere le famiglie, sperimentare il microcredito e altri modi di umanizzare l’economia». © RIPRODUZIONE RISERVATA piene di vita. In fondo c’era sempre un po’ di spazio per annotare i compleanni. Quelli di Sarina, Chiary, Roby accompagnati da due cuoricini. Accanto le citazioni già stampate, come «La vita è un colpo di scena in un teatro pieno di sorprese. (P. Ingrosso)». Il 7 novembre è uno di questi giorni speciali. È domenica, così «comp. mamma» si può scrivere in alto e in grande con sotto due faccine che sorridono. Quel che resta di libero è tutto per lo sport. «Gara serie D A.B.S.» in maiuscolo occupa tutta la pagina domenica 28 novembre. Yara non avrebbe gareggiato, ma si era offerta come aiutante. È la competizione per cui aveva portato lo stereo in palestra, due sere prima. La sera dell’omicidio. «Tremenda» è stampato sulla copertina, sottotitolo «voglia di vivere». Yara aveva riempito gli spazi dei dati personali scrivendo nome e cognome corredati di riccioli. Accanto la pagina con stampata «Positività», di don Antonio Mazzi: «Ci sono due modi di vedere il domani, c’è chi lo vede come un giorno chiuso tra due notti e chi invece preferisce vedere nel domani una notte confinata tra due giorni». Gli appunti 1 Il 27 settembre, Yara segna religione, storia e fotocopie da fare 2 Il 25 novembre 2010 è il giorno prima di sparire ed essere uccisa. Yara segna sul diario il compito d’inglese sulle otto cose che cambieranno la vita 3 La verifica di geografia in testa agli appuntamenti del 19 ottobre 4 Il 28 novembre è segnata la gara che non farà mai 5 Il 7 novembre, il compleanno della mamma © RIPRODUZIONE RISERVATA LETTERE & INTERVENTI ISLAM E ISIS Le scelte dell’Occidente sanguinario come Assad, militare. In queste morti l’Isis l’Occidente e l’Onu hanno troverà nuovo vigore, il risposto prima col silenzio, poi pretesto per giustificare un con un sostegno ai ribelli dove odio dell’Occidente verso ha trovato terreno fertile l’Isis. l’Islam. La decisione scaverà Ora pensiamo di ribaltare le un divario ancora più profondo alleanze, incoronando lo stesso con l’Occidente e convincerà Assad. Come se il popolo altri giovani ad arruolarsi alla musulmano si dividesse solo guerra santa, per difendere il tra corrotti e integralisti, ci loro popolo oppresso. Proprio lì dimentichiamo che in mezzo lì dove non siamo riusciti a esiste la popolazione civile, ergere dei ponti con l’Islam . destinata a pagare con la vita moderato. Ho avuto la fortuna il prezzo di un intervento di visitare la Siria, quando era un Paese sulla strada della modernità, di conoscere medici e professionisti con la speranza di un futuro che è stato annientato dalla guerra. Oggi penso a loro, perché sono loro la prime vere vittime dell’Isis, l’Islam moderato che ✒ Sembra che non impariamo niente dai nostri errori. Sedevo sui banchi dell’università quando l’Italia ha deciso di seguire gli Stati Uniti nella missione in Afghanistan, reazione a un 11 settembre che ancora scuote le nostre anime. E poi la guerra in Iraq, quella volontà di esportare la democrazia, come l’aveva descritta Bush jr, che invece ha riportato Babilonia a una terra flagellata dai conflitti tribali. Il conflitto in Libia ci ha trovati alleati della Francia e oggi siamo ancora qui a vagliare l’ipotesi di un bombardamento come unica risposta a uno scontro di civiltà, perché è questo che l’Isis fomenta dietro il terrorismo. Una guerra che ha avuto inizio nel 2011 quando alla ribellione del popolo siriano a un dittatore l’Occidente continua a non vedere e che, invece, dovrebbe sostenere come alleato contro un nemico comune, in quella che non dovrebbe più essere una guerra tra religioni. Annalisa Corti [email protected] Le lettere vanno indirizzate al Corriere della Sera, via Solferino 28, 20121 Milano. Fax: 02.6282.7579 E-mail: [email protected], oppure al sito www.corriere.it. La rubrica di Sergio Romano riprenderà martedì 15 settembre. 18 Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera CRONACHE . # L’italiano di 22 anni inventore della «app» che legge le immagini ● Il caso Il progetto in Francia «Tassare il web per remunerare chi scrive sui social» di Elena Tebano Alberto Rizzoli e l’«occhio artificiale» sul telefonino «Già testato da 88 non vedenti, sono entusiasti» DAL NOSTRO INVIATO «Stai guardando un cheeseburger su un piatto», dice la voce dal telefonino. La donna resta senza parole, attonita, prima che l’emozione la faccia esplodere in un incontenibile «Oh, mio Dio». Ha appena provato un’applicazione in grado, se non proprio di ridarle la vista, almeno di far lavorare la sua sconfinata e allenatissima immaginazione fornendogli un’idea piuttosto precisa di ciò che ha di fronte. «Aipoly», l’ultima evoluzione di quella che viene definita la «visione artificiale», a novembre sarà disponibile in Applestore. Da ottobre sarà possibile usare la versione beta, quella di prova, iscrivend o s i g i à d a o r a a l s i to a i poly.com. Come funziona? Si fa una foto e al massimo in una ventina di secondi il cellulare descrive l’immagine. Semplice? Solo in apparenza. Dopo il clic il programma trasmette via Internet la fotografia a un server, che confronta con altri milioni di immagini di tutti i tipi relative a oltre 300 mila oggetti diversi e, quando trova quella che le corrisponde, manda la risposta. L’idea è venuta a due giovanissimi startupper, l’australiana 26enne Marita Cheng, premiata come giovane dell’anno 2012 nel suo Paese, e il 22enne italiano Alberto Rizzoli. Figlio dell’ex NEW YORK pensato a come applicare le due cose», aggiunge. Aipoly analizza, riconosce e descrive le figure e la loro posizione, colori, ruolo e azioni, ad esempio se una persona sta correndo o sorridendo. In pochi secondi, chi non vede può, ad esempio, sapere quello che stanno indossando i suoi figli, riconoscere cartelli stradali, oggetti fuori portata, il prezzo di un vestito. Tutto senza l’assistenza di altre persone». Steve Mahan, che presiede il centro per non vedenti di Santa Clara (California), il primo a testare le auto di Google che si guidano da sole, di Aipoly apprezza «l’aiuto che dà a costrui- S re un’immagine mentale, perché solo alcuni ciechi sono capaci di formulare tali immagini». Per migliorare le prestazioni dell’applicazione è necessario aggiungere sempre più immagini al database, cosa demandata a un gruppo di programmatori. «Abbiamo fatto provare l’applicazione a 88 non vedenti e ne sono stati entusiasti. Ci sono 285 milioni di persone nel mondo come loro ed entro il 2020 uno su tre utilizzerà uno smartphone», considera Rizzoli, l’imprenditore. Giuseppe Guastella [email protected] 285 Come funziona Sopra, l’ideatore della app Alberto Rizzoli in una dimostrazione pratica di cosa succede con «Aipoly». In sovrimpressione, c’è la descrizione letta da una voce artificiale: «Stai guardando un uomo con camicia grigia botton down che regge un bicchiere di succo d’arancia e sorride» © RIPRODUZIONE RISERVATA Sociologo Antonio Casilli insegna al Paris Institute of Technology (Foto Didier Goupy) Il meccanismo Ogni figura viene definita grazie al confronto via web con altri milioni di scatti editore del Corriere della Sera Angelo, morto nel 2013, e di Melania De Nichilo Rizzoli, ex deputato di Forza Italia, ora responsabile sanità del partito, Alberto si è laureato in gestione aziendale a Londra prima di approdare a Mountain View (California) grazie a un finanziamento da 30 mila euro dato da Google per sviluppare Aipoly nella Singularity University. È un istituto sponsorizzato dal gigante di Internet che seleziona giovani imprenditori da tutto il mondo con l’obiettivo ambizioso di assisterli in progetti che potrebbero migliorare la vita di un miliardo di persone entro dieci anni. Singularity è stata fondata nel 2008 da Raymond Kurzweil, 67 anni, pioniere nel riconoscimento ottico dei caratteri e nelle tecnologie per ipovedenti. Come è nato Aipoly? «Eravamo a Google e un ingegnere ci parlava dei problemi legati alla capacità di vedere di auto e robot e dei problemi che hanno nel riconoscere il mondo fisico», racconta Rizzoli. Uno dei limiti di queste macchine, infatti, è che di fronte a un bambino e a un cono stradale che non possono evitare, non sanno ancora distinguere quale dei due è meglio investire. «Poi abbiamo assistito alla dimostrazione di un sistema in grado di fare una narrazione semantica, cioè di contestualizzare autonomamente frasi e parole. Abbiamo Milioni Sono le persone non vedenti nel mondo. Le previsioni dicono che entro il 2020 uno su tre utilizzerà uno smartphone. Si apre dunque il mercato delle app pensate per loro iamo tutti inconsapevoli produttori digitali e per questo il nostro lavoro andrebbe remunerato attraverso un reddito di cittadinanza finanziato dai giganti del web. È la tesi, della quale si discute molto in Francia, lanciata del sociologo italiano Antonio Casilli, professore al Paris Institute of Technology e ricercatore all’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales. Al centro del suo ultimo libro (Qu’est-ce que le Digital Labor uscito a fine agosto per Ina) c’è il concetto di«digital labor», lavoro digitale: «Con l’avvento del web sociale, a metà degli Anni 2000, l’utente non è più un semplice consumatore, ma produce contenuti: anche solo ripostare, taggare, citare sono azioni che aggiungono valore a quanto circola su Internet— spiega Casilli —. Nell’ultimo lustro, inoltre, sono arrivati i big data: sono i dati personali dell’utente a creare valore per le aziende. Il fatto stesso di essere online, anche senza fare niente, si trasforma in momento produttivo». I dati così ricavati sono infatti ormai uno dei tesori del web. «Mentre le comunità di navigatori sono spinte dall’idea della cooperazione come dono reciproco, i giganti di Internet guadagnano con la cosiddetta value capture: . Google, Facebook, Uber e Airbnb di fatto creano molto poco valore ma ne “catturano” tantissimo», nota il sociologo italiano. È un nuovo modello economico che mette in crisi anche il rapporto tradizionale tra aziende del web e Stati nazionali. «Il rapporto sulla fiscalità del digitale commissionato dal Ministero dell’economia francese rileva che è difficile tassare i colossi di Internet perché il fatto che guadagnino dai dati dei loro utenti ci impedisce di sapere dove producono profitti. Quindi proponeva di tassarle in base al numero e all’attività degli utenti presenti nei singoli Paesi. Io vado un passo ancora oltre e propongo di usare quelle tasse per finanziare un reddito universale di cittadinanza». E quindi restituire agli inconsapevoli produttori digitali parte dei proventi del loro lavoro nascosto.Ma perché un reddito universale e non solo per i navigatori? «In Italia solo il 62% della popolazione è connessa a internet, in Francia l’83% — dice Casilli —: lo scarto tra utilizzatori di internet e popolazione generale si va riducendo». © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015 CRONACHE 19 . # La famiglia darà il ricavato per riqualificare un quartiere milanese Mike va all’asta Facciamo un quiz. Chi è il personaggio che in un’intervista al «Corriere della Sera» raccontò il seguente episodio: «Un giorno in redazione avevano tutti i musi lunghi. Sono entrato e ho detto “Allegria!”. Avevano appena smesso di litigare ma nonostante questo scoppiarono tutti a ridere. Capii che quella battuta avrebbe funzionato». È lui, ovviamente: Mike Bongiorno, l’uomo che inventò la televisione italiana, mister 25 milioni di telespettatori, icona e storia del nostro piccolo schermo. Nei suoi 85 anni ha fatto così tanto che la sua vita avrebbe potuto contenerne diverse altre. E se per caso tutto questo non fosse abbastanza chiaro basterebbe dare un’occhiata — il 16-17 e 18 ottobre — alla preview dell’asta organizzata in suo nome. Poltrone, quadri, tavoli, argenti, fotografie, orologi, occhiali, caricature, cravatte, giacconi, sciarpe, coppe... di tutto di più: 426 pezzi appartenuti a lui, usati da lui, regalati a lui o con lui come soggetto. Da vendere al miglior offerente in un’asta, appunto, che si terrà martedì 20 ottobre nella famosa casa d’Aste milanese «Il Ponte», che il fondatore Stefano Redaelli volle a Palazzo Crivelli, nel cuore di Brera. «Abbiamo pensato di mettere all’asta pezzi della sua vita e di condividere la sua quotidianità con chi gli ha voluto bene» si emoziona sua moglie Daniela, raccontando dell’iniziativa. Il ricavato? La Fondazione Mike Bongiorno vorrebbe riqualificare gli spazi comuni di un quartiere periferico di Milano e creare una piazza che diventi «luogo di incontro piacevole e sicuro» per tutti. E ancora: «Venderemo parte degli arredi della casa di famiglia di Milano, fra cui il suo studio che verrà ricostruito nelle sale di Palazzo Crivelli per la preview». Saranno esposti anche i moltissimi premi ricevuti da Mike nel corso della sua lunga carriera, compresi i 25 Telegatti, non in vendita perché il loro posto, spera la famiglia, sarebbe in un eventuale museo della televisione. Se fosse dalla parte del pubblico proverebbe ad aggiudicarsi un oggetto anche la signora Bongiorno: «Sicuramente il BatMike — spiega lei stessa — un bombolotto con il volto di Mike e le sembianze di Batman, conteso anche dai miei nipotini». Qualcuno vorrà la giacca da smoking color panna, altri lotteranno per le giacche a vento del Mike versione scalatore. Ci sarà da battersi perfino per il presepe di quand’era bambino, per una coperta in camoscio e pelo di pecora e per la carrozzina con la quale portò a spasso i suoi figli neonati. E poi cappelli, tshirt, un bastone. Ogni oggetto un ricordo. Il più dolce? La poesia che gli dedicò Alda Merini. Giusi Fasano © RIPRODUZIONE RISERVATA I memorabilia Ecco alcuni dei 426 oggetti che la Casa d’Aste Il Ponte batterà il 20 ottobre 1 Giacca da smoking bianca: 80/100 2 Mezzo busto di Mike: 200/250 3 Foto in cornice con Silvio Berlusconi: 80/100 4 Occhiali da vista con custodia personalizzata: 50/60 5 Giacca a vento indossata sul Cervino per preparare la spedizione al Polo Nord: 100/120 Dagli smoking al mezzobusto Tutta la sua vita in 426 oggetti ● Fabio Fazio «Che onore fare il battitore per le sue cose» 1 2 4 5 3 «C erto che so dell’asta. Spero che vengano in tanti, che si divertano e che si venda tutto perché va tutto in beneficienza». Fabio Fazio risponde da ben informato. Anche perché il 20 ottobre non sarà solo spettatore o eventuale acquirente dell’«Asta Mike». «Farò il battitore», annuncia. E rivela che di quei 426 oggetti da vendere «molti li conosco bene perché ho abitato per anni proprio sotto casa di Mike, a Milano. Ero un suo affittuario e mi capitava di andare a casa sua, quindi alcuni di quegli oggetti li ricordo benissimo. Uno in particolare che è fra i memorabilia. Ma non voglio svelare qual è. Dico solo che appartiene alla parte pop». Fabio e Mike erano amici prima che vicini di casa. «Nei miei confronti era molto paterno, affettuoso. Il In Rai Fabio Fazio riporterà in tv il quiz «Rischiatutto» . suo ricordo è sempre molto vivo per me e credo che lo sia per tutti». Lo è di sicuro per chi si presenta ai provini del prossimo «Rischiatutto», programma a quiz che Mike condusse nei primi anni Settanta e che la Rai rilancerà in primavera proprio con Fabio Fazio. Che è convinto: «Rimane il quiz più bello di tutti i tempi. Fra chi viene a fare i provini non c’è persona che non parli di Mike». Il rischio di un confronto fra l’edizione che fu e quella che sarà «semplicemente non esiste», taglia corto Fazio. «Non può esserci confronto fra lui e me. Lui era il numero uno..». Pausa. La memoria pesca un ricordo: «Quando vivevo nel suo stesso palazzo avevamo un sistema video a circuito chiuso che trasmetteva su un canale tivù le immagini riprese dalla telecamera sul citofono. Una volta mi fermai davanti allo schermo per caso e lo vidi entrare nel portone. Era in televisione anche senza esserlo...». G.Fas. © RIPRODUZIONE RISERVATA 20 Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera CRONACHE . # I contenuti Dalla parte dei robot Via la voce ai cori La mappa del sapere E tu di che segno sei? «La tecnologia porta speranza». Lo dice lo studioso Serge Tisseron, nell’intervista sul supplemento Azzerati i fondi. Così tre milioni di coristi in Italia rischiano di non poter più cantare né partecipare a festival Nonostante la tecnologia, il motore della crescita professionale resta la scuola. La visualizzazione dati La punteggiatura è il nuovo zodiaco, l’interpunzione parla di noi e delle emozioni. Lo dicono i linguisti L’iniziativa In edicola oggi (e per tutta la settimana) il nuovo numero della «Lettura» Continua il «gioco social» su Facebook, Twitter e Instagram: centinaia di scatti e racconti dei lettori 1 Colori ancora vivi, un bel sole autunnale, espressioni a metà tra l’ansia e la curiosità: ecco come @scuro65 ha condiviso su Twitter i suoi ricordi di scuola nell’hashtag #lamiascuola 2 «Per noi bambini poveri del Polesine la scuola era l’unica salvezza»: con queste parole @ernestinanacca1 ha accompagnato lo scatto in classe: era il 1967 3 @dr40653 ci ricorda che «quelli alti stavano sempre all’ultimo banco», senza pensare a chi, magari, non ci vedeva bene 4 «Leggere e imparare con i bambini»: per @Provincianna è questa #lamiascuola 5 Una lavagna e un pallottoliere per i ricordi di @laurabenedetto 6 Dettato, piccole operazioni, esercizi di scrittura e di aritmetica: il quaderno di prima elementare di @Volpecarolina07 7 La scuola continua, ci confida @mrcgst: libri, pesi per tenersi in forma e, ovviamente, un numero de «la Lettura» 8 E infine: «#lamiascuola a sei anni dal terremoto, sta ancora così #laquila»: così @sterug67 ci ricorda che i ricordi non bastano e che la realtà deve farci riflettere sui punti critici del nostro sistema scolastico 1 2 Immagini (e memorie) #LAMIASCUOLA LE VOSTRE FOTO 3 5 7 D a una parte il ricordo, magari in bianco e nero o virato a seppia, il fiocco color avorio e quell’odore di pastelli; dall’altra, la realtà: mancanza di insegnanti, aule maltenute. #Lamiascuola, il tema che abbiamo scelto per salutare il nuovo numero de «la Lettura» in edicola da oggi (che, fra i tanti argomenti distribuiti in 48 pagine, dedica un articolo e una visualizzazione dati al valore dell’istruzione nella crescita professionale), ha tratteggiato due istantanee diverse dell’immaginario scolastico. C’è la memoria, tenera, che conserva la paura dell’interrogazione e della curiosità. E, insieme, c’è la denuncia di un sistema che ha ancora molti punti critici. Su Twitter, Facebook e Instagram sono arrivate centinaia di immagini e di post. C’è il viso serio di @adocamil, colto nell’ansia del primo giorno davanti alla maestra. Chissà, presto questa emozione potrà essere decifrata e magari imitata da un robot, come ci fa capire Serge Tisseron, specialista delle interazioni uomo-macchina, intervistato su «la Lettura» da Stefano Montefiori. Su Twitter è arrivata la vecchia foto di @dr40653, dove tre scolari si dispongono in ordine d’altezza, evocando in ciascuno di noi l’incubo della crescita, dei centimetri che pesavano come macigni nella «lotta di classe in classe». Avanti, quanto sei alto? E quanto pesi?, ci si chiedeva con un refolo di crudeltà. Ma il baudelairiano «cuore messo a nudo», la sincerità a tutti i costi proclamata dalla gigantesca opera narrativa del norvegese Karl Ove Knausgård basta? Se lo chiede Adam Thirlwell, giovane scrittore londinese del quale Guanda ha appena tradotto il romanzo Tenero&Violento, autore di una lun. ga riflessione sul nostro tempo, ospitata dal supplemento culturale del «Corriere della Sera». Qualche volta, per scoprire dove sta la verità, verrebbe da affidarsi a un pallottoliere, come fa @laurabenedetto, che ci ha mandato una foto (seppiata) dei lontani giorni di scuola, davanti a delle palline per far di conto. Una casualità misteriosa che pare animare le opere dell’artista Alessandro Kokocinski, del quale «la Lettura» propone un’analisi in occasione di una mostra a Roma. Ma nelle foto dei lettori catturate dall’hashtag #lamiascuola c’è anche il quaderno di @Volpecarolina07: prima elementare, anno 1967, il dettato «Il sole si leva, la barca va sul mare». Fiorellini, numeri e parole vergate con la grafia incerta. Come ci spiega Giuseppe Antonelli in un lungo articolo sulla grammatica, è l’interpunzione che ci contraddistingue. I famigerati puntini-puntini, gli introvabili (e raffinati) punto-e-virgola. Ma forse il dono della sintesi si acquisisce, perché @albertariccardi racchiude un mondo in poche parole: «Arrossire per emozioni potenti e sconosciute». Proprio come quelle che può dare la danza. Alla Scala arriva La Bella Addormentata nel bosco nella coreografia di Marius Petipa e ci si chiede: siamo pronti a sprofondare in un sonno puro e profondo? A lasciarci andare alle emozioni che la giovinezza a scuola ci regala e poi ci imprime nel ricordo? Per la maggior parte dei nostri lettori è stato così e oggi ci regalano foto toccanti. Ma spicca, piena d’ombra, l’immagine di una scuola aquilana, ancora rivestita di impalcature e sostegni post-terremoto, inviata da @sterug67 e, sì, #lamiascuola è anche una serie di problemi da risolvere. Continuate a mandarci spunti, anche oggi, sui social network. E, come sempre, #vivalaLettura. Roberta Scorranese © RIPRODUZIONE RISERVATA 4 6 8 Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015 CRONACHE 21 . Il sì alla cattedra da 8.532 precari Ecco dove andranno Scuola, sono il 97%. In totale rifiutano in 244 # I numeri XX Chi ha accettato Le assunzioni proposte Piemonte 792 Chi ha rinunciato (comprende i no espliciti e le mancate risposte) Lombardia 2.650 757 99 2.586 i docenti che hanno accettato l’incarico 5 Friuli-Venezia Giulia 35 244 104 64 Liguria 434 8.532 421 quelli che hanno rifiutato o non hanno risposto 965 13 19 La maggior parte insegnerà in Lombardia (2.586). Poi nelle scuole del Lazio (1.516), del Veneto (965), dell’Emilia (792) e del Piemonte (757). Tutte coperte le 18 cattedre del Molise, le 83 dell’Abruzzo e le 26 della Basilicata. Quattordici no a quelle lombarde, cui si aggiungono ben 50 mancate risposte. Ma alla fine, su 8.776 proposte di assunzione, in 8.532 hanno detto sì alla Buona scuola. Nonostante tutto. Che significa per la maggior parte dei prof che hanno accettato il posto a tempo indeterminato in questa fase B del piano straordinario di immissioni in ruolo previsto dalla Buona scuola preparare le valigie e partire. Verso la Lombardia prima di tutto, che con le sue 2.650 cattedre vuote guidava la classifica del fabbisogno di prof. Ma anche verso il Lazio, Roma soprattutto, e poi il Veneto e il Piemonte. Il 97 per cento comunque ha accettato. Due su tre si sposteranno di regione, anche centinaia di chilometri. Per molti però il trasloco resterà per ora sulla carta. Approfitteranno della possibilità data dal comma 99 della legge 107 che permette un altro anno di supplenza vicino casa. «Intanto reROMA La riforma ● La riforma della Buona scuola dà il via libera ad un piano straordinario di assunzioni per l’anno scolastico 2015-2016 per coprire le cattedre vacanti e creare il nuovo organico dell’autonomia ● Oltre 100.000 docenti saranno assunti quest’anno attingendo dalle Graduatorie ad esaurimento e dalle Graduatorie di merito (concorsi) stiamo qui, poi magari qualcosa cambierà», dice la professoressa Luna Brunone, neoassunta a Roma per il sostegno, ma per il 2015-2016 ancora docente di lettere a Lamezia Terme, mamma di due bambini. «Io a Roma spero proprio di non andare mai — dice —, confido in cambiamenti nei prossimi mesi, intanto già in aprile potrò fare domanda per restare a Lamezia». E come lei la pensa la maggior parte di quelli che già ha dato l’ok per la supplenza di quest’anno. Non tutti ce l’hanno fatta: chi non ha ottenuto la supplenza, partirà subito. Ma in 244 hanno detto no alla Buona scuola. In 52 lo hanno fatto in maniera esplicita rimandando la proposta di assunzione al mittente, il ministero dell’Istruzione. Gli altri 192 non hanno proprio risposto. La ministra dell’Istruzione Stefania Giannini comunque esulta: «Siamo soddisfatti, il piano straordinario di assunzioni va avanti: stiamo dando alla scuola i docenti di cui ha bisogno per garantire ai nostri studenti un’offerta più ricca che risponda ai loro bisogni formativi e guardi al futuro». E il sottosegretario Davide Farao- 792 Veneto 984 17 61 Emilia-Romagna 3 Marche 64 652 809 55 3 Umbria 58 34 Toscana 686 Molise 18 Il ministro Giannini: «Siamo soddisfatti, il piano straordinario di assunzioni va avanti» 18 Lazio 1.550 100 4 Campania 104 1.516 Sicilia 91 4 34 5 83 87 Abruzzo 83 55 Calabria 60 153 106 26 2 2 Sardegna 155 Basilicata 26 Puglia 108 d’Arco I trasferimenti Due su tre dovranno cambiare regione: per la maggior parte la meta è la Lombardia . ne, che a chi protestava per gli spostamenti troppo lontani diceva: «I precari assunti ora potranno farsi un mutuo», oggi ribadisce: «Non c’è stato alcun boicottaggio, gli insegnanti hanno capito che il governo sta dando loro un’opportunità, adesso potranno finalmente avere una stabilità economica e professionale. E la scuola una didattica di qualità». Ma i sindacati parlano invece di «pistola puntata alla tempia» e ricordano che chi non accettava l’assunzione, restava fuori dalla scuola per sempre. In realtà, gli esclusi potranno partecipare al concorso straordinario del prossimo anno: circa 80 mila i posti in ballo. Ma la scuola, che per quasi tutti gli studenti d’Italia riparte tra domani e martedì, continuerà ad avere migliaia di supplenti. Ci saranno docenti che copriranno cattedre di qualcun altro che ha preferito restare supplente per un anno vicino casa e insegnanti che andran- no su cattedre vuote perché il cervellone del Miur non ha trovato i docenti adatti cui assegnarle. Le graduatorie ad esaurimento, che il piano straordinario di immissioni doveva vuotare, continuano ad essere affollate. I precari di seconda fascia, quelli abilitati e specializzati, ma che dovranno fare il concorso per ottenere l’assunzione, continueranno ad insegnare. Ma questo, lo ha detto più volte la Giannini, per la Buona scuola è solo un anno di transizione. Il 2016 tutto andrà al posto giusto. Claudia Voltattorni © RIPRODUZIONE RISERVATA 22 Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera CRONACHE . # L’inno rivisto degli svizzeri la percentuale di residenti in Svizzera nati fuori dei confini nazionali. Il dato fa della Svizzera lo Stato europeo con il più alto tasso di immigrazione. Un referendum ha deciso di limitare il numero di nuovi arrivi 29 mila Nel Paese della democrazia diretta, anche l’inno nazionale viene scelto con un referendum tra i cittadini. Nel medesimo Paese, dove quasi un residente su quattro è nato fuori dei confini della patria, dal nuovo testo spariscono gli ottocenteschi riferimenti a Dio che bacia il sacro suolo per far spazio a parole come solidarietà e pluralità. Da ieri la Svizzera ha un nuovo inno nazionale, scaturito fra tre candidati grazie a una votazione via web; e il nuovo testo, anche se difficilmente vincerà il Nobel per la letteratura, dice molto su come il Paese è cambiato e su come si percepisce. Il governo di Berna, circa un mese fa, si era reso conto che l’orgoglio nazionale non era sufficientemente sollecitato dalle parole e dalla musica del brano composto nel 1841 dal monaco cistercense Alberik Zwyssig, l’equivalente elvetico di Goffredo Mameli: pochissimi cittadini lo conoscevano, ancor meno quelli che erano in grado di intonarlo. La ragione? Un testo ritenuto troppo datato e non al passo con l’immagine della nazione. È stato perciò indetto un concorso nazionale per scrivere il nuovo inno che evidente- mente ha toccato una corda sensibile: nel giro di poche settimane sono piovute oltre 200 proposte. Precisazione: la richiesta riguardava la sola riscrittura del testo mentre la musica resta quella composta Nel 2015 Rosso e bianco in unità, la bandiera svizzera simbolo di libertà e pace... Forti e solidali siamo, per la libertà lottiamo. Sia la nostra società luogo di pluralità La folla dell’Expo Record di visitatori Superati i 200 mila Giornata record per Expo, dove ieri i visitatori hanno superato la quota 200.919 di sabato scorso. A causa delle lunghe code, molti padiglioni hanno dovuto chiudere temporaneamente gli accessi. Poco dopo l’apertura, il Giappone segnava già 5 ore di attesa (Fotogramma). © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi le storie degli Urbanatures e raccontaci la tua su Lumberjack.it i richiedenti asilo che la Svizzera prevede di ospitare nel corso del 2015. Un dato molto alto soprattutto in relazione alla popolazione residente che supera di poco gli otto milioni di abitanti ❞❞ Nel 1841 Quando l’alpe già rosseggia a pregare allor t’atteggia; in favor del patrio suol... Nella notte silenziosa l’alma mia in Te riposa: libertà, concordia, amor, all’Elvezia serba ognor. dall’abate Zwyssig. La rosa si è ridotta a tre proposte, il referendum via internet ieri ha decretato vincitrice quella firmata dallo zurighese Werner Widmer. «Sia la nostra società luogo di pluralità» proclama la canzone, laddove fino a ieri riecheggiava «l’Alpe che rosseggia che a pregar t’atteggia..». Del resto la Svizzera è o non è il Paese con il più alto tasso europeo d’immigrati (22,7%)? È o non è la nazione che fin dalla sua origine ha riunito sotto la stessa legge genti di lingua e religioni diverse nel cuore dell’Europa che si scannava in nome di Dio? Il melting pot elvetico è in piena evoluzione: se nell’immediato dopoguerra la spinta arrivò da italiani, portoghesi e greci, adesso i nuovi cittadini approdano dalla Turchia, dal disgregarsi dell’ex Jugoslavia, dall’Africa. E il cambiamento non è finito: nel corso del 2015 il governo prevede di dare ospitalità a 29mila richiedenti asilo politico, un’enormità in un Paese di 8 milioni di abitanti (l’Europa, che di residenti ne ha 240 milioni, è in lite per dividersene 160mila). Insomma, ci sarà bisogno di note e di versi in grado di spronare la coesione e l’unità nazionale visto che il nuovo inno non sembra nascere sotto la stella più fortunata: ieri pomeriggio, nel centro di Berna, la polizia ha dovuto sedare disordini scoppiati tra attivisti curdi e rivali turchi. Tutti regolarmente residenti in Svizzera. Claudio Del Frate Giacomo Salizzoni/Urban farmer, fondatore di Orti Dipinti/ortidipinti.it 22,7 Il vecchio canto nazionale cambiato con un referendum Il testo dimentica Dio e le Alpi ed esalta la pluralità . Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015 23 . # Moda In coda Biglietti online per oltre mille persone Ospiti Julia Roberts arriva alla sfilata Cadute Candice Swanepoel. Non sarà la sola Scarpe A tradire le modelle, le stringhe slacciate In mille alla sfilata show E Givenchy (a sorpresa) diventa romantico New York, i dieci anni di Tisci alla guida del marchio DALLA NOSTRA INVIATA Polo Ralph Lauren L’abito scivolato Gant Short con l’abito aperto Custo Barcelona Attitudine sportiva Lacoste Tutto coordinato, omaggio a Rio N E W YO R K «Caro Riccardo, quando mi hai chiesto di lavorare con te a questo show mi sono sentita onorata, ma ho sentito anche una grande responsabilità... con amore Marina». E poi l’11 settembre, le parole libertà, onestà, discriminazione, cultura, religione e speranza: la lettera dell’Abramovic, l’artista, a Tisci, lo stilista, è appoggiata su tutti i 1.000 posti a sedere, che sono casse di legno riciclato, alla sfilata newyorchese di Givenchy. Il tramonto, il mare, le barche, i grattacieli, il fascio di luce di Ground Zero. E poi il canto di un monaco buddista, litanie ortodosse, l’Ave Maria. Le baracche di lamiera. Una ragazb za sotto l’acqua, due amanti che si baciano, un sacerdote che tiene in mano due alberi, un giovane che si arrampica su di una scala. E poi, certo, gli abiti: uomo, donna e alta moda, in un susseguirsi di riferimenti, suggestioni e ossessioni che raccontano i dieci anni di percorso creativo dello stilista italiano che però mai come questa volta è stato tanto romantico e dolce. Lui, di solito, dark e quasi rabbioso. D’altronde è l’amore quello che l’inedito duo (Abramovic-Tisci) ha voluto rappresentare. E anche v se non ci sono impennate stilistiche e tutto è riconoscibilmente lui (dalla silhouette sottile alle lavorazioni ai bianchi e neri) la leggerezza porta freschezza. Un gong al tramonto dà il via. v La religione come filo conduttore lascia l’altro segno forte: gli svolazzanti cappotti sciallati di seta che indossano gli ebrei nei giorni di sabba, certe piccole cappe ricordo di liturgie antiche, i drappeggi delle vesti dei monaci, nastri e fettucce alla maniera buddista. Non senza un effetto finale a sorpresa, quasi lingerie con sottovesti di pizzo che sono un nulla o giacche scivolate come vestaglie, pantaloni di raso vav gamente pigiama, top intimi, tute di seta e chantilly che degradano in canotte a coste. Il quadro «haute couture» sono dieci esclusivi pezzi da mille e una notte fatti di tulle spumeggiante, perle d’oro, scaglie di coccodrillo e maschere di piume. Tacchi vertiginosi e traditori che mal si addicono al percorso che è fatto anche di sali-escendi di pedane di legno. Uomo più rigoroso: camicia bianca (anche di pizzo) e completo nero, preciso, con divagazione sul pantalone nella versione bermuda. L’Ave Maria cantata dal vivo con lo sfondo della notte che cala sull’Hudson lascia meravigliati tutti: da chi ha vinto il biglietto online (più di mille persone) alle celeb: Pedro Almodovar, Julia Roberts, Uma Thurman, Laetitia Casta, Nicki Minaj, Kim Kardashian e Kanye West, Liv Tyler con papà Steven, Courtney Love, Christina Ricci. Insomma un parterre da notte degli Oscar. L’attesa della sfilata di Givenchy monopolizza la giornata che scorre però fraa decine di appuntamenti su e giù lungo l’Hudson ora che non n c’è più un quartiere generalee della fashion week. Custo Barcelona e Giulietta sono al Pier ier 59, per esempio. La nuova collezione ne di Custo è più energizzante del solito vuoi per i colori (ma ma quelli, si nche per le sa, sono il dna) ma anche costruzioni (sartoriali iali però con piglio moderno), o), i materiali (molti pizzi e lavorazioni tecnologicamente amente avanzate), l’attitudine ne sportiva (la sneaker con l’abitino itino quasi Couture Il volto coperto da una maschera in merletto per la modella di Givenchy lingerie). Stessa sala per Giulietta, griffe dietro la quale c’è Sofia Sizzi. Ispirazione, il tennis, che sa di chiaroveggenza con Pennetta e Vinci protagoniste degli Us Open: «Per un’ideale di donna atletica e forte ma femminile», racconta la stilista che poi disegna un body armatura che è il pezzo forte. Sport protagonista nella città che vive di sport. Una passeggiata per Lacoste: Felipe Oliveira Baptista va oltre e rende omaggio già alle Olimpiadi di Rio. Le bandiere della cerimonia diventano spolverini e parka, poi polo tecniche, gonnelle e tubini, short e top tutti modulari e trasformabili (il cappotto che diventa una tuta o il trench che diventa cappa). Polo Ralph Lauren sceglie invece i tetti di un edificio suggestivo per presentare un «preppy» style più contemporaneo: tanti colori in più fra un jeans e una riga, un blazer e uno short. Da Gant tutto ruota intorno alla camicia i cui dettagli (bottoni, orli) si ritrovano ovunque. Paola Pollo © RIPRODUZIONE RISERVATA Lo stilista «Basta snobismi Arrivo dalla strada, voglio condividere» DALLA NOSTRA INVIATA «Sono molto soddisfatto. Perché era un giorno speciale e triste. E invece con Marina siamo riusciti a parlare di solidarietà, amore, onestà e a celebrare l’11 settembre con rispetto». Perché la religione? «Non una, ma tante. Perché tutte portano allo stesso punto l’amore. Nessun simbolo vero, ma molti accenni. Per arrivare alla speranza». Come è stato lavorare con un’artista come Marina Abramovich? «Fantastico lei è per me come una madre e lei dice sempre che sono suo figlio adottivo. E poi quando non c’è di mezzo il business, ma conta l’amicizia, è tutto più semplice. Parliamo la stessa lingua e veniamo dalla stessa tribù. Ci siamo presi un grosso rischio nel pensare a ciò che l’11 settembre rappresenta per il Riccardo mondo. Bellissimo è stato Tisci, guardare insieme al futuro con 41 anni, di la speranza e non la rabbia, così Taranto, da come per incanto, senza che ce 10 alla guida ne accorgessimo, il lato dark di Givenchy che ci accomuna ha fatto posto al lato romantico». L’idea di aprire la sfilata alla gente comune? «Io arrivo dalla strada e la strada resta una della massime espressioni del mio lavoro. Il fatto poi di continuare ad essere cosi snob, così chiusi, solo per addetti ai lavori e celeb, lo trovo, specie a New York, superficiale». Le strutture riciclate? «Non volevamo arrivare qui come la grande maison che può tutto. Abbiamo voluto fare con quello che c’è già. Riciclando. Ci sembrava molto più onesto, un altro bel messaggio». Il bilancio di 10 anni da Givenchy. «È stato un sogno che è diventato realtà. È stato un lavoro duro ma possibile grazie al mio team, che è come una famiglia, e all’amore». Pa. Po. NEW YORK . © RIPRODUZIONE RISERVATA Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera ● . Svolte Il nuovo leader del partito laburista britannico ha simpatie per il greco Syriza e lo spagnolo Podemos, ma il suo programma ha punti in comune con le formazioni antisistema di destra, compreso il francese Front National ANALISI & COMMENTI O ● Il corsivo del giorno di Danilo Taino LA SFIDA CHE MERKEL DEVE VINCERE (SUBITO) ALTRIMENTI SI TROVERÀ SOLA IN EUROPA N emmeno per Angela Merkel la rivoluzione — dei rifugiati — che ha annunciato in questi giorni sarà un pranzo di gala. Ieri, Monaco e Amburgo gliel’hanno fatto sapere. La capitale bavarese era al limite, a rischio collasso, con quasi diecimila profughi arrivati in un solo giorno. Oggi, il fiume continuerà. La città ha chiesto aiuto, pur di sveltire le operazioni di partenza. Già da ieri sera treni e bus sono partiti e oggi altri partiranno: per Amburgo, Berlino, Colonia, tutto il Paese. Altri rifugiati hanno per meta la Svezia. La previsione è che in Germania arrivino, nel week-end, 40 mila persone. Anche l’organizzazione logistica tedesca è sotto serio stress. L’entusiasmo mostrato nei giorni scorsi dai cittadini di tutto il Paese, Baviera in testa, sta dando segni di cedimento. Ad Amburgo, sempre ieri, erano previste due manifestazioni a favore dei rifugiati. Una, però, è finita in guerriglia urbana, con la scusa di impedire un corteo di antiimmigrati che in realtà era stato vietato. Scontri anche a Brema. Frau Merkel e il suo governo hanno aperto i cancelli ai rifugiati e questi ora arrivano a frotte. Nel medio e lungo periodo il problema di integrarli sarà portentoso: case, scuole, posti di lavoro e soprattutto integrazione nelle comunità locali, che è ben più facile a dirsi che a farsi. Ora, però, l’emergenza è rispondere alle ondate di arrivi, che sembrano avere sorpreso anche le autorità. Non è solo questione di organizzazione logistica: è questione di politica. Ogni inefficienza sarà usata in Germania per criticare l’apertura della cancelliera; e in Europa per dire, da parte di alcuni Paesi, che la sua scelta è stata sbagliata e va ribaltata, comunque non fatta diventare politica della Ue. Frau Merkel deve vincere subito la sua sfida: se la Germania desse l’idea di non farcela, nessuno la seguirebbe. La cancelliera ha messo in gioco molto. Davvero molto. @danilotaino © RIPRODUZIONE RISERVATA Su Corriere.it Puoi condividere sui social network le analisi dei nostri editorialisti e commentatori: le trovi su www.corriere.it ra la Gran Bretagna non ha solo il Regno più vecchio, ma anche il Partito laburista più antico della sua storia. A dire il vero Jeremy Corbyn, leader di questa nuova era elisabettiana della sinistra inglese, fosse per lui licenzierebbe la monarchia; farebbe anche uscire il Regno Unito dalla Nato, nazionalizzerebbe ferrovie, gas ed energia, aumenterebbe le tasse, e si alleerebbe agli «amici» di Hamas ed Hezbollah. È difficile immaginare qualcosa di paragonabile nella pur variopinta sinistra italiana (anche se adesso diventeranno tutti corbyani). È come se Gino Strada fosse stato eletto leader del Pd. L’evento è così eccezionale che appena tre mesi fa i bookmaker lo davano 200 a 1. Blair aveva consigliato un trapianto di cuore ai militanti il cui cuore batteva per Corbyn. Detto fatto: da ieri il Labour si è davvero strappato dal petto il suo cuore blairiano. Eppure, a pensarci bene, la svolta inglese è tutt’altro che sorprendente. Il voto dei circa quattrocentomila iscritti e simpatizzanti che a grande maggioranza hanno scelto Corbyn si iscrive anzi alla perfezione nella lunga serie di tsunami che ha scosso gli elettorati di tutto l’Occidente dopo il trauma della Grande Crisi. Lo stesso Corbyn si paragona a Bernie Sanders, il socialista del Vermont che sta dando nei sondaggi e nelle piazze filo da torcere alla moderata Hillary Clinton; o a Syriza, il rassemblement che ha letteralmente ucciso il partito socialista in Grecia e ha strappato il potere ai conservatori (anche se non è detto che lo conservi dopo le prossime elezioni); o a Podemos, il movimento che si candida in Spagna come discendente diretto delle piazze degli indignados. Vi si potrebbe aggiungere un altro formidabile fenomeno analogo, l’ascesa improvvisa dei Cinque Stelle in Ita- DORIANO SOLINAS 24 # CON CORBYN SI AMPLIA IL FRONTE POPULISTA di Antonio Polito lia da zero al 25 per cento (e forse, al momento, di più). Niente di tutto questo era prevedibile, eppure è successo. Inutile scervellarsi su quale sia l’elemento programmatico comune alle forze che stanno letteralmente mandando in soffitta la tradizionale sinistra socialdemocratica, sbaragliata in Gran Bretagna, ansimante nei Paesi Nordici, minoritaria in Francia, gregaria in Germania. Non sono i programmi il forte dei nuovi populismi. Quello di Corbyn, poi, sembra del tutto irrealizzabile visto che dei 232 parlamentari laburisti il 90% lo considera un suicidio. Ciò che spinge questi movimenti è piuttosto la voglia di dar voce a un sentimento: la rivolta dei piccoli e deboli contro l’establishment, la rabbia contro l’uno per cento dei ricchi che l’hanno sempre vinta, l’insofferenza per una . economia in cui, anche dopo la Crisi, c’è più ineguaglianza, meno lavori, e sempre più immigrati a contenderseli. Nessuno di questi nuovi demagoghi sa davvero dire come cambiare, ma tutti sanno dire molto bene che va tutto male. È un problema davvero serio per il socialismo democratico. Ma attenzione, lo è anche per il capitalismo liberale. Non è che a destra, infatti, le cose vadano molto diversamente. Donald Trump tuona nel Partito Repubblicano contro i pescecani di Wall Street e gli sfruttatori degli hedge funds con argomenti non dissimili da quelli che usa Sanders nei Democratici. Il Front National in Francia o la Lega in Italia sono contro l’austerità quanto Corbyn in Gran Bretagna. E questo ampio fronte di nazionalisti e di socialisti (i due termini sommati possono diventare esplosivi, come la storia ci insegna) è unito da un forte ripudio dell’Unione europea e da una altrettanto forte simpatia per Putin e il suo autoritarismo. Il Financial Times, che pure è la Bibbia della City, si è spinto a dire che se tutto questo accade è colpa del capitalismo finanziario, che mostra di voler proseguire sul cammino interrotto dalla Grande Crisi come se niente fosse accaduto e niente dovesse cambiare. Di certo la socialdemocrazia europea è uscita dalla recessione senza un’idea nuova: non a caso i leader di maggior successo elettorale in Europa sono Merkel e Renzi, due democristiani. E quando si apre un vuoto di futuro, la nostalgia dell’antico è uno sperimentato ed efficace balsamo. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015 . MERCATI TROPPE PAURE SULLA CRISI CINESE MA URGONO RIFORME PER IL FUTURO ● COMMENTI DAL MONDO di Ian Bremmer Scenari Non bisogna vivere con preoccupazione i recenti tonfi della Borsa, perché il Paese rimane il più grande soggetto commerciale del mondo. Tuttavia la stabilità non è garantita nel lungo periodo se Pechino non saprà sostenere mercato interno e classe media L’ex Birmania verso il voto ostaggio dei militari Birmania si è ● ❞ Nell’ex aperta la campagna per le elezioni parlamentari che porteranno al nuovo capo di Stato, al posto dell’attuale presidente Thein Sein, generale ai tempi della sanguinosa giunta militare birmana. Ma l’attesa svolta democratica non ci sarà, «non fatevi ingannare da slogan e colori esibiti dai vari partiti: l’esercito è tornato in forza» avverte l’analista birmano Min Zin sull’International New York Times. Zin definisce «colpo di Stato soft» la manipolazione politica messa in atto dai militari che detengono il 25% dei seggi (non elettivi) : dopo aver impedito ad Aung San Suu Kyi di candidarsi, hanno esautorato da leader del partito il suo alleato Shwe Mann. a cura di Alessandra Muglia © RIPRODUZIONE RISERVATA MGA GROUP l’economia cinese, anziché il rialzo precedente, tra l’altro molto più cospicuo? In realtà siamo di fronte a un mercato immaturo, che rappresenta un barometro molto più affidabile per misurare la volontà di controllo del governo, che non la reale economia cinese. In Cina, solo una persona su 30 detiene azioni, una percentuale molto inferiore rispetto ai mercati evoluti. Né è il caso di allarmarsi eccessivamente per la decisione della Cina di svalutare la sua moneta. Questa mossa non è stata incisiva abbastanza da alterare significativamente la bilancia commerciale cinese con i suoi maggiori partner, e il Fon- vorire la creazione di un’ampia classe media e assicurare una crescita sostenibile a lungo termine. Pertanto il successo dipenderà da un enorme trasferimento di ricchezza ai consumatori cinesi. Per assicurare che coloro che saranno chiamati a mettere a disposizione gran parte di questa ricchezza non ostacolino le riforme, il presidente Xi Jinping ha lanciato un movimento anticorruzione che ha già espulso migliaia di funzionari dal governo, e ne ha spediti in prigione altrettanti. Per ora, Xi resta saldamente al comando, ma un numero crescente di potenziali nemici all’interno della leadership potrebbe essere in attesa del momento opportuno per passare all’attacco e respingere le riforme. Questo è un rischio a lungo termine di cui si dovrà tener conto. In breve, i timori per un dissesto a breve termine sono esagerati. Ma se riusciranno a convincere i governi e le imprese, che dipendono dalla crescita cinese, a prepararsi ad affrontare una maggior volatilità — e a premunirsi contro l’eventualità che la Cina non riesca a sostenere una crescita stabile sul lungo periodo — allora questi timori si saranno rivelati estremamente utili. (Traduzione di Rita Baldassarre) Dal 4 settembre al 31 gennaio 2016 OGNI MESE PUOI VINCERE *Importo massimo, iva inclusa, erogato all’impresa che realizzerà i lavori. Montepremi clienti 125.000 € iva inclusa. Regolamento completo su www.ilcalorechetipremia.it. Conserva lo scontrino o la fattura. . Stufa a legna ventilata modello Flò colore bianco A luglio, la China Digital Times, un osservatore basato negli Stati Uniti che analizza le notizie provenienti dalla Cina, ha pubblicato un documento trafugato, il quale, secondo le indiscrezioni, informava i giornalisti cinesi, impegnati a seguire i mercati finanziari del Paese, di essere sotto sorveglianza da parte degli organi di governo. «Vi sconsigliamo dal condurre analisi approfondite, dall’avanzare congetture o valutazioni riguardo alle tendenze di mercato», avvertiva il memorandum. «Non esagerate né diffondete sensazioni di panico o di sconforto. Non utilizzate termini carichi di valenze emotive, come “calo”, “impennata” o “crollo”». Oggi sappiamo che il governo cinese faceva terribilmente sul serio. Negli ultimi giorni, difatti, i mezzi di comunicazione cinesi, controllati dallo Stato, hanno pubblicato le «confessioni» rese dai giornalisti che si sono accollati la responsabilità dei recenti scossoni avvertiti dal principale mercato azionario di riferimento, quello di Shanghai. Ma non è la volatilità del mercato in Cina (né le possibili ripercussioni sulla seconda economia mondiale) a creare timori, quanto piuttosto la reazione ufficiale di Pechino, che davanti a questi problemi non ha saputo far altro che mettere a tacere ogni tentativo di discussione su come reagire alla crisi, preferendo cercare capri espiatori. I timori per la tenuta dell’economia cinese sono indubbiamente esagerati. Da un lato, è naturale temere l’impatto globale di un rallentamento superiore alle attese in quella parte del mondo. La Cina, oggi, è il più grande soggetto commerciale al mondo, da sola è in grado di determinare i prezzi delle materie prime. I mercati azionari europei ed americani salgono o scendono a seconda dei suoi ultimi dati manufatturieri. Tuttavia, il gigante emergente non è affatto avviato verso un «atterraggio duro» nel prossimo futuro. La capacità dello Stato di stimolare i prestiti bancari e di investire grosse cifre in importanti progetti infrastrutturali suggerisce che la Cina riuscirà ad avvicinarsi al suo obiettivo di crescita per quest’anno, fissato a «circa il 7 per cento». È vero che la borsa di Shanghai ha perso il 40 per cento nelle ultime settimane, ma questo segue un rialzo del 150 per cento nell’arco dell’anno precedente. Perché mai dobbiamo prendere il calo brusco come rivelatore della reale forza del- do monetario internazionale ha elogiato questa strategia, perché riporta il valore della moneta in linea con le forze di mercato. In breve, l’economia cinese è più stabile di quanto non siamo in grado di apprezzare. Ma prima di decidere se sia il caso di ignorare ogni timore per la stabilità della Cina, speriamo che questa estate turbolenta convincerà i governi e le imprese, che fanno troppo affidamento sull’espansione cinese, a prestare maggiore attenzione ai pericoli sul lungo termine, che sicuramente dovranno affrontare se non adotteranno le dovute cautele. È probabile che la Cina resterà stabile negli anni a venire, ma la tendenza dei suoi governanti a fare marcia indietro sulle riforme necessarie — intervenendo, per esempio, a puntellare i mercati che sarebbe meglio lasciare agire indisturbati — appare preoccupante. Ancor più inquietante è l’abitudine dei leader cinesi a ricorrere alla censura e alla repressione. Ma esiste anche un’altra preoccupazione. La Cina non resterà forte e stabile per sempre, in assenza di riforme economiche. In particolare, il governo cinese dovrà affrancare l’economia dall’eccessiva dipendenza dalle esportazioni, invogliando il pubblico cinese ad acquistare beni di consumo prodotti in Cina. Questo è essenziale per fa- 25 # INTEGRAZIONE LA LEZIONE AMERICANA SUGLI IMMIGRATI SEGUE DALLA PRIMA I nvestimenti che sono certamente piu utili di quelli in ponti o autostrade, come dimostra lo straordinario successo della Corea del Sud. Questo non significa, o non solo, più soldi pubblici: è soprattutto una questione di organizzazione e di merito, come scrivono da tempo Roger Abravanel e Roberto Perotti. La seconda lezione è che la generosità (quella privata, ma anche il welfare pubblico) funziona molto meglio fra persone della stessa nazionalità e cultura. Cioè, siamo più disposti a pagare tasse anche elevate per un welfare generoso (e talvolta sprecone) verso i nostri concittadini nati qui; molto meno se percepiamo che del welfare beneficiano anche gli immigrati (che peraltro pagano anch’essi le tasse). Ci sono due modi per affrontare questo problema: uno è ridimensionare lo stato sociale, limitandolo alle funzioni di base, cancellando i benefici per chi non ne ha bisogno, eliminando privilegi e sprechi, cose che dovremo fare comunque — fra l’altro in Paesi come Italia e Germania che stanno invecchiando rapidamente, un flusso di immigrati giovani renderebbe il nostro welfare più sostenibile. L’altra risposta, odiosa, è discriminare fra nativi ed immigrati, una strada non percorribile, né moralmente, né praticamente. Infine, i conflitti etnici diventano possibili, per quanto si faccia per evitarli. In Europa potremmo assistere alla crescita di partiti xenofobi, cui potrebbero opporsi partiti etnici, cioè gruppi politici interessati solo a promuovere gli interessi degli immigrati, di questa o quella nazionalità. Ciò renderebbe ingestibile non solo la politica dell’immigrazione ma anche la politica tout court. Un rischio tanto maggiore quanto più marcate sono le differenze culturali e religiose tra nativi e immigrati. Come affrontare l’immigrazione, non solo quella con cui ci confrontiamo oggi, prodotta dalla crisi profughi, sarà il problema di gran lunga piu difficile che l’Europa e l’Italia dovranno affrontare nei prossimi anni. Non illudiamoci: come insegna l’esperienza americana sarà una strada piena di ostacoli, con passi avanti e fallimenti. Dobbiamo riuscire ad attrarre non solo individui con basso livello di capitale umano, ma anche persone più istruite e produttive. Ma non arriveranno solo immigrati con molti anni di istruzione alle spalle. Dovremo quindi fare uno sforzo per inserire loro e i loro figli nella scuola e nelle università in modo da aumentarne rapidamente il capitale umano. Dagli immigrati dobbiamo esigere il rispetto assoluto delle leggi: Germania, Gran Bretagna e Svezia, i Paesi europei che hanno le più ampie popolazioni immigrate (8% della popolazione in Germania e Gran Bretagna, 10 per cento in Svezia, a fronte del nostro 6 per cento) ci riescono. Tutto ciò è molto piu facile in un Paese che cresce e che ha un bilancio pubblico in attivo, come la Germania. Ecco un altro motivo per cui far ripartire l’economia è fondamentale. Con un’economia che cresce è molto più facile sostenere la coesione sociale, che invece si perde quando le risorse non crescono e debbono essere spartite fra più persone. Alberto Alesina Francesco Giavazzi © RIPRODUZIONE RISERVATA Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera 26 . # Economia Sefcovic: un patto del gas tra Ue, Russia e Ucraina di Giuditta Marvelli L’autunno dei mercati e le strategie di portafoglio È La scheda ● Maros Sefcovic, 49 anni, slovacco, sposato con tre figli, è il commissario europeo responsabile per l’energia e vice presidente della Commissione Ue. Dal 2010 al 2014 ha ricoperto il ruolo di commissario per le Relazioni interistituzionali e l’amministrazione ● Sefcovic è l’ex ambasciatore slovacco in Israele. In precedenza, dal 2004 al 2009, è stato il rappresentato permanente della Slovacchia presso la Ue incrementata la quota di emissioni a cedola variabile. Anche se, nell’immediato, la loro redditività resterà molto bassa. Al contrario, per chi ha una maggiore propensione al rischio, la quota dei titoli indicizzati dovrebbe restare molto contenuta, sacrificando soprattutto le scadenze brevi. In ambedue i casi, in prospettiva futura, la presenza di Btp Italia dovrebbe essere di medio livello, perché se l’economia interna migliorerà e salirà il livello dei consumi, il tasso d’inflazione nazionale (a cui questi titoli sono agganciati) potrebbe riprendere gradualmente a salire. E ancora: una diversificazione su corporate bond, titoli societari con merito di credito basso e alto rendimento oltre alle emissioni in dollari o altre valute può aiutare chi desidera un extra rendimento. A patto che si possa comprendere e sostenere bene il rischio di questa scelta. © RIPRODUZIONE RISERVATA dichiara disponibile a cercare lavoro all’estero. Il dato emerge da una ricerca dell’Istituto Toniolo. I Paesi più attraenti: Australia, Usa, Regno Unito. ENERGIA IL COMMISSARIO UE Corriere Economia tempo di prepararsi a difendere il portafoglio perché le incertezze autunnali non mancano e non mancheranno. Saliranno i tassi di interesse negli Stati Uniti? E in Europa che cosa succederà? Probabilmente gli acquisti di titoli da parte della Banca centrale di Francoforte faranno da diga ai possibili timori di aumento dei rendimenti in area euro. Una difesa di carattere tecnico che non potrà avere gli stessi effetti sul comparto azionario. Corriere Economia, il settimanale economico e finanziario in edicola domani con il quotidiano, mette in fila qualche idea per le strategie di portafoglio. Per chi non ama rischiare andrebbe gradualmente 61 per cento Lavoro all’estero È la percentuale di giovani tra 18 e 32 anni che si «Il nostro obiettivo è porre le basi per un accordo trilaterale complessivo da chiudere tra Ucraina, Russia e Ue prima che inizi l’inverno e che soddisfi tutti come quello del passato». Il vicepresidente della Commissione europea con delega all’Unione energetica, Maroš Šefcovic, gioca il ruolo di mediatore nella partita tra Ucraina e Russia, determinante per l’approvvigionamento di gas dell’Europa. Venerdì scorso ha incontrato a Vienna il ministro dell’Energia russo, Alexander Novak e due settimane fa il ministro dell’Energia ucraino, Vladimir Demchishin, e i vertici di Naftogaz. La ripresa economica è avviata e i consumi di energia, diminuiti negli anni della crisi, stanno riprendendo. L’Europa importa il 53% della propria energia e la Russia è il fornitore principale. Lo scenario è complesso. L’Europa è pronta per l’inverno o le tensioni con la Russia e nel Nord Africa rischiano di creare problemi negli approvvigionamenti? Restiamo vulnerabili agli choc? «La sicurezza energetica è una delle ragioni chiave che hanno spinto gli Stati membri e il Parlamento europeo a individuare la soluzione dell’Unione dell’energia. Saremo in grado di mostrare un maggiore sostegno politico e più solidarietà in caso di crisi energetiche come quelle viste una paio di inverni fa, quando i rifornimenti all’Europa furono bloccati. E potremo anche giocare un ruolo più importante sul mercato energetico internazionale rispetto al passato. Abbiamo imparato la lezione, abbiamo organizzato degli stress test europei sul gas che ci hanno rivelato che siamo più preparati di prima e abbiamo introdotto delle strategie e delle misure che ci permettono di essere un partner molto più forte La dipendenza energetica dell’Europa Rapporto tra le importazioni e i consumi Energia Totale 48,7% 100% Gas Gran Bretagna 46,4% 50,1% Ue - 28 53,2% 65,3% 11,9% 100% Estonia 62,7% 87,2% 25,8% 74,2% Polonia 59,6% 95,6% Area Euro 60,1% 70,3% Francia 73,5% 100% Portogallo 47,9% 97,4% 62,3% 75,5% 76,9% 88,1% 70,5% 98,6% Spagna Gli incentivi per l’energia pulita? La Francia propone di farli pagare agli automobilisti. La riforma del contributo al servizio pubblico dell’elettricità (Cspe), sul tavolo da parecchi anni, dovrebbe essere inserita nella legge di bilancio francese e contenere questa importante novità, anticipa il quotidiano Les Echos. Innanzitutto il contributo, che viene prelevato sulla bolletta elettrica, cambierà stato e nome, per trasformarsi in una tassa. Che, oltre all’elettricità, potrebbe essere allargata anche ad altri tipi di energia, in particolare ai carburanti e al gas. La Cspe, che finanzia le energie rinnovabili, le tariffe sociali dell’elettricità e la perequazione tariffaria nelle zone isolate, quest’anno è già aumentata del 2,5% e rappresenta ormai il 15% della bolletta. Lo scopo della riforma? Parigi vuole Slovacchia Austria ITALIA 62,1% 100% Fonte: Eurostat sul mercato globale: paghiamo 400 miliardi di euro per l’importazione di energia, ci meritiamo un buon trattamento e prezzi favorevoli». Come sono i rapporti tra Ue e Russia? «La relazione con la Russia è molto complessa al momento, c’è il conflitto nell’Ucraina dell’Est, c’è il regime di sanzioni approvato dalla Ue, ma nello stesso tempo sappiamo che Mosca è e rimane un importante partner per l’Europa e il nostro obiettivo è creare una relazione energetica basata su basi commerciali giuste e trasparenti. Il vecchio pacchetto invernale è stato molto utile e ha evitato che si creasse un dramma energetico. La nostra ambizione è creare condizioni simili per questo inverno, per essere certi che l’Ucraina abbia abbastanza energia, il transito di gas attraverso il Paese sia sicuro e la Russia sia in una posizione di fornire i clienti europei attraverso un transito affidabile». Che impatto avrà per l’Europa la scoperta del giacimento gigante di gas egiziano com- piuta dall’Eni? «La scoperta dell’Eni segna una svolta per l’Egitto, per l’Italia e per l’U. E prova che la strategia che abbiamo illustrato in Italia negli ultimi colloqui di costruire un hub del gas nel Mediterraneo è corretta. La possibilità di avere una compagnia italiana che lavora alla nuova scoperta vicina all’Egitto apre nuove vie per rafforzare il ruolo dell’Italia come hub del gas, attraverso le forniture di Lng (gas naturale liquefatto, ndr) provenienti da differenti fonti nel Mediterraneo. E’ vicina all’Egitto, ma anche a Israele e Cipro. Arriverà presto il Corridoio Sud che porta il gas dal Mar Caspio all’Italia. Il vostro Paese è un network con buone connessioni con i Balcani e il Sud Europa e questa è una buona notizia per Italia e Europa». Per raggiungere la diversificazione energetica servono infrastrutture. Quali sono le priorità della Ue, spinte anche dal piano Juncker? «Costruire infrastrutture europee è fondamentale. Il piano Juncker ha un ruolo importante. Dei progetti di interesse comu- Grecia ❞ d’Arco La possibilità di avere una compagnia italiana che lavora alla nuova scoperta vicina all’Egitto apre nuove vie per rafforzare il ruolo dell’Italia come hub del gas TRIBUNALE DI SASSARI Incentivi verdi? Parigi vuole tassare la benzina miliardi. Il peso della Cspe sulle bollette dell’elettricità dei francesi, ma il totale supererà i 10 miliardi nel 2022 stima la Commissione francese per l’energia (Cre) 55,9% 100% Lettonia 78,3% 100% Lituania Germania La proposta allo studio del governo 6 Finlandia dare una «protezione» giuridica alla Cspe, soprattutto nei confronti della Commissione Ue che considera le sovvenzioni alle energie rinnovabili al pari di aiuti di Stato e quindi incompatibili con il diritto comunitario. L’inserimento della Cspe nella legge di bilancio, inoltre, garantirà il controllo del Parlamento sulla sua evoluzione. Ma il governo francese ha anche un altro obiettivo, più controverso: dividere il prelievo su più tipi di energia significa diminuire il contributo sull’elettricità, in un momento in cui il basso prezzo del petrolio renderebbe l’aumento di carburante e gas meno doloroso. L’industria delle energie fossili, già colpite dalla «carbon tax», però è pronta ad opporsi. Giu. Fer. . © RIPRODUZIONE RISERVATA Avviso di vendita FALLIMENTO N. 37/2013 Vendita senza incanto per il giorno 05.11.2015 ore 11:00. Le offerte si presentano in busta chiusa presso la Cancelleria del Tribunale entro le ore 12,00 del giorno precedente la data fissata per la vendita. All’offerta dovrà essere allegato assegno circolare per cauzione pari al 10% dell’importo base, intestato a: “Fallimento n. 37/2013”. La vendita ha per oggetto: Lotto unico Porzione di complesso alberghiero localizzato nel Comune di Alghero sito all’interno dell’Area di Capo Caccia - Isola Piana costituito da beni immobili e beni mobili. Il complesso alberghiero risulta costituito dai seguenti immobili: nel Blocco Est e Ovest 76 camere, quattro stanze uso ufficio, sala ristorante e colazione con adiacente terrazza panoramica, locali accessori al ristorante (cucina, deposito bevande, spogliatoi); nel Blocco Nord 37 camere; nella Zona Mare bar, ristorante, cucina, discoteca, piscina con sovrastante terrazzo panoramico; quota pari al 50% del manufatto che costituisce il depuratore; terreni di pertinenza. I beni mobili costituendi il compendio sono costituiti da arredi e da attrezzature varie, il tutto come indicato nella relazione peritale pubblicata nei siti sotto indicati. Prezzo Base: €. 14.350.000,00 - aumento minimo: €. 50.000,00. Per informazioni: Curatore Fallimentare 079/230340 mail: [email protected] ne che sono sul tavolo e che riguardano l’Italia, ce ne sono 19 in campo elettrico, 10 nel settore del gas, uno nel petrolio e uno sulle smart grid, dove l’Italia è in una posizione leader, uno dei pochi Paesi in cui le smart grid sono in fase di sviluppo. La prima conseguenza molto importante per l’Italia dell’Unione dell’energia con i relativi investimenti è che il grado di interconnessione elettrica che è attualmente del 7%, salirà al 12% nel 2020 e al 15% nel 2030. Questo consentirà una maggiore competizione nel vostro mercato e avrà l’effetto positivo di spingere in giù i prezzi dell’energia, soprattutto nell’elettricità». Come procede la decarbonizzazione dell’economia europea? Ci sono Paesi come la Polonia, ma anche la Germania, che continuano a usare il carbone. Il Sistema di scambio di quote di emissione (Ets) sta funzionando o avete un piano B? «L’adozione quest’anno di una riserva stabilizzatrice del mercato significa che dal 2019 saranno messi all’asta 900 milioni di quote, che avranno un’influenza positiva sul prezzo del carbone. Abbiamo presentato il nuovo Sistema di scambio di quote di emissione per il dopo 2020. Ad ottobre ci siamo dati obiettivi ambiziosi: la riduzione del 40% di emissioni di Co2. E il nuovo Sistema è stato adeguato a questi numeri, quindi sarà basato su uno scambio di piccoli volumi di emissioni. Questo creerà le condizioni positive per la decarbonizzazione e perché il mercato stabilisca un giusto prezzo. Credo anche che rispetti il compromesso raggiunto con quei Paesi che hanno ancora una forte industria del carbone». Francesca Basso © RIPRODUZIONE RISERVATA Città di Albino Provincia di Bergamo AVVISO DI VENDITA L’Amministrazione Comunale indice per il giorno 21.09.2015 alle ore 14.30 (scadenza offerte il 21.09.2015 ore 12.00) un’asta per l’alienazione dell’AREA EDIFICABILE IN VIA S. ALESSANDRO - importo a base d’asta € 110.000,00. L’asta si terrà col metodo di cui all’art. 73 - lettera c) del R.D. 23/05/1924, n. 827. Il bando di gara è disponibile sul sito Comune di Albino www.albino.it. Albino, lì 01.09.2015 RESPONSABILE DELL’AREA V - LL.PP. (Arch. Azzali Giovanni Maria) Per la pubblicità legale e finanziaria rivolgersi a: Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Tel. 02 2584 6665 - Fax 02 2588 6114 Via Campania, 59 C - 00187 Roma Tel. 06 6882 8650 - Fax 06 6882 8682 Vico II San Nicola alla Dogana, 9 80133 Napoli Tel. 081 49 777 11 - Fax 081 49 777 12 C.so Vittorio Emanuele II, 60 - 70122 Bari Tel. 080 5760 111 - Fax 080 5760 126 Per ulteriori documenti visitare i siti: www.astagiudiziaria.com www.ivgtempiopausania.it - www.ivgSassari.com www.entitribunali.it - www.astegiudiziarie.it RCS MediaGroup S.p.A. Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015 ECONOMIA 27 . Imposte «patrimoniali» La stima Cgia: nel 2014 sono costate agli italiani 48,6 miliardi di euro Nel 2014 le imposte patrimoniali sono costate agli italiani la cifra record di 48,6 miliardi. Negli ultimi 25 anni, la loro incidenza sul Pil è raddoppiata, mentre in termini assoluti il gettito è aumentato di quasi 5 volte. A segnalarlo è l’Ufficio studi della Cgia di Mestre. Se per l’anno in corso il gettito complessivo dovrebbe attestarsi sul livello raggiunto nel 2014, solo dal 2016 dovremmo registrare una decisa inversione di tendenza. «Se il governo confermerà # 4,6 miliardi. Il risparmio per i contribuenti nel 2016 se il governo manterrà la promessa di abolire le tasse sulla prima casa. Uno sconto di quasi il 10%. l’abolizione delle tasse che gravano sulla prima casa, dell’Imu agricola e quella sugli imbullonati commenta Paolo Zabeo della Cgia - nel 2016 dovremmo risparmiare 4,6 miliardi di euro: vale a dire uno sconto che sfiora il 10%». Le patrimoniali che pesano sui portafogli degli italiani sono «una quindicina, anche se da sole Tasi e Imu garantiscono oltre la metà del gettito complessivo. © RIPRODUZIONE RISERVATA Padoan: rientro dei capitali, a fine mese l’ultima finestra ● Il commento La scelta di Yellen sui tassi Usa e il difficile ritorno alla «normalità» Visco (Bankitalia): scontata la revisione al rialzo del Pil, crescita da consolidare I depositi ● La Germania si oppone a un sistema comune di garanzia dei depositi in Europa, un meccanismo voluto dalla Commissione Ue per completare l’Unione bancaria, ma che presuppone una maggiore condivisone dei rischi . «Bisogna fare attenzione a non mettere il carro davanti ai buoi», ha avvertito il ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schäuble DALLA NOSTRA INVIATA «L’abbiamo già detto. Questi sono i termini: invito ad accelerare le procedure e approfittare di questa finestra». Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan non poteva essere più chiaro: nessuna proroga per la voluntary disclosure, la sanatoria che permette a chi ha capitali all’estero nascosti al Fisco di riportarli in Italia e mettersi in regola, dietro il pagamento delle tasse evase ma con uno sconto sulle sanzioni. La data di scadenza resta il 30 settembre. Padoan ha parlato al termine dell’Eurogruppo, il Consiglio dei ministri finanziari dei 19 Paesi che hanno adottato la moneta unica, che ha seguito l’Ecofin, che invece riunisce i ministri dei Ventotto e a cui partecipano anche i governatori delle Banche centrali. Ignazio Visco, prima di lasciare Lussemburgo, si è soffermato sugli ultimi dati macroeconomici italiani, confermando quanto spiegato al LUSSEMBURGO G20 di Ankara: l’Italia «è fuori dalla recessione». L’aumento della stime di crescita del Pil per il 2015, inizialmente previste dello 0,7%, «è un dato che era già scontato» però «bisogna puntare a rendere strutturale questo fenomeno, che adesso è congiunturale». La crescita «va consolidata». Per Visco «ci sono altri dati importanti come quelli sui consumi». Si sentono «gli effetti della politica monetaria molto espansiva, delle riforme che sono in corso. Bisogna continuare a farle». Tra i temi affrontati nei due Consigli informali anche il completamento dell’Unione monetaria. La Germania si è opposta all’istituzione di un sistema comune di garanzie dei depositi, proposto dalla Commissione Ue per completare l’Unione bancaria ma che presuppone una maggiore condivisione dei rischi. Si è tenuto anche un incontro informale tra gli undici Paesi, fra cui l’Italia, che portano avanti la cooperazione raf- ● La parola VOLUNTARY DISCLOSURE La voluntary disclosure, o «collaborazione volontaria», è uno strumento che consente ai contribuenti che detengono illecitamente dei patrimoni all’estero di regolarizzare la propria posizione denunciando all’amministrazione finanziaria la violazione degli obblighi di monitoraggio. La procedura per la regolarizzazione, secondo le regole in vigore, può essere attivata fino al 30 settembre 2015 ed è ammessa per le violazioni commesse fino al 30 settembre 2014. forzata su una tassa europea sulle transazioni finanziarie (Tobin tax): sono stati fatti «passi avanti importanti – ha spiegato Padoan - che richiederanno ulteriori approfondimenti tecnici». E’ escluso che entri in vigore dal primo gennaio 2016 come ipotizzato in passato. Sull’impatto economico dell’emergenza rifugiati, Padoan ha osservato che se «è tutto da vedere» quanto la Commissione Ue valuterà le misure adottate dagli Stati, è invece «importante» la discussione più ampia su come le strategie di crescita e sostegno al welfare dell’Ue possano tenere conto in futuro di questo grande flusso: «Si è detto che una combinazione di investimenti infrastrutturali e integrazione più piena dei rifugiati nelle economie europee – ha spiegato Padoan - può far passare la questione migranti da una fase di gestione della crisi a una fase di sviluppo per tutti». Fr. Bas. di Danilo Taino La ripresa ● L’ipotesi di una revisione a rialzo delle stime di crescita «va nella direzione che avevamo previsto, è un dato che già era scontato». Così il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco (foto). «L’italia è fuori dalla recessione ma la ripresa va consolidata» © RIPRODUZIONE RISERVATA ● «Ci sono dati importanti come quello dei consumi», ha detto Visco Gli altri settori «risentono degli effetti della politica monetaria molto espansiva, degli effetti delle riforme che sono in corso e che bisogna continuare» ● Un meccanismo comune di garanzie dei depositi sarebbe il terzo pilastro dell’Unione bancaria, che già conta su un sistema di supervisione e di risoluzione delle banche Ecofin Da sinistra, il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, con il collega tedesco Wolfgang Schäuble e quello francese Pierre Moscovici ieri a Lussemburgo Fusione Aci-Pra, una pratica costerà 39 euro in meno Previsto un solo documento al posto di libretto e certificato di proprietà Un documento in meno. E un risparmio di 39 euro. L’eterno dibattito sulla fusione tra il Pra, il pubblico registro automobilistico gestito dall’Automobili club, e la banca dati della Motorizzazione poteva sembrare roba per cultori della materia. Ma gli effetti pratici si vedono dalla bozza del decreto legislativo, che dovrebbe arrivare in consiglio dei ministri nei prossimi giorni, e che mette in pratica il principio fissato nella riforma della pubblica amministrazione, diventata legge ad inizio in agosto. Oggi il proprietario di un’auto ha bisogno di due documenti: il certificato di proprietà, ri- ROMA 3 mila I dipendenti dell’Aci che si occupano del pubblico registro automobilistico (Pra). Con la semplificazione dei registri passeranno alla Motorizzazione lasciato dal Pra, e la carta di circolazione, il famoso libretto, rilasciato dalla Motorizzazione. Dice il decreto - allo studio dei tecnici di Palazzo Chigi, ministero della Pubblica amministrazione e ministero delle Infrastrutture - che dal primo luglio 2016 di foglio ne basterà uno solo. Si chiamerà «documento unico di circolazione», La riforma Dal 1° luglio 2016 per ogni auto servirà solo il «documento unico di circolazione» e fra tariffa e bolli costerà 61 euro, contro i 100 che si devono versare adesso per certificato e libretto. Un risparmio di 39 euro per ogni immatricolazione e anche per ogni passaggio di proprietà. La cosa più complicata sarà il dietro le quinte. Per arrivare al documento unico, l’Aci dovrà trasferire alla Motorizzazione sia tutte le informazioni in suo possesso, sia quella parte dei dipendenti, circa 3 mila su 7 mila, che si occupano del Pra. I trasferimenti saranno volontari ma i dipendenti ex Aci conserveranno lo stipendio di pro. venienza, in genere più alto. Il vantaggio sarà però tempora- neo perché, si legge nella bozza del decreto, «l’assegno ad personam sarà riassorbibile con i successivi miglioramenti economici a qualunque titolo conseguiti». A gestire il documento unico, come previsto, sarà una nuova agenzia del ministero delle Infrastrutture. Per evitare il rischio di un nuovo carrozzone, una quota dei soldi incassati grazie al rilascio dei nuovi documenti sarà versata allo Stato ogni sei mesi. La percentuale, però, non è stata ancora fissata. Al momento nel testo c’è ancora una x. Lorenzo Salvia lorenzosalvia © RIPRODUZIONE RISERVATA Il decreto ● È pronta la bozza del decreto legislativo che arriverà nei prossimi giorni al Consiglio dei ministri sulla fusione tra il Pra pubblico registro automobilistico e la banca dati Motorizzazione È la settimana della Fed, quella entrante. Roba forte: la banca centrale americana potrebbe alzare i tassi d’interesse; non lo fa dal 2006. Prima o poi, il cambio di stagione arriverà: la politica monetaria superaccomodante utilizzata per affrontare le conseguenze della Grande Crisi dovrà finire, una certa normalità dovrà tornare. Il problema è quando. Governi di tutti i continenti, mercati, imprese si domandano se la scelta sarà fatta già giovedì, nell’attesissima riunione. Più che in ogni altra occasione, si sono creati due schieramenti: Aspetta! Fallo subito! Al di là di calcoli e previsioni su inflazione, occupazione e crescita, ci sono alcuni argomenti forti da una parte e dall’altra. Coloro che chiedono alla banca guidata da Janet Yellen di mantenere i tassi allo 0-0,25% di oggi ritengono che le incertezze nell’economia siano ancora alte per ridurre lo stimolo monetario; giudicano l’apprezzamento del dollaro di per sé un freno ai pericoli d’inflazione (che essi comunque non vedono); soprattutto sostengono che sbagliare facendo salire l’inflazione oltre al target ufficiale (poco sotto al 2%) sia meglio che correre il rischio di finire in deflazione (i tassi si possono alzare all’infinito, abbassare no). Coloro che invece spingono per un piccolo rialzo subito notano che il mercato del lavoro americano è vicino al momento in cui i salari cresceranno, spingendo l’inflazione; dicono che l’eccezionalità distorce i mercati, quindi occorre iniziare a tornare alla normalità; soprattutto, dicono che sarebbe meglio alzare i tassi in modo da togliere incertezze ai mercati che sul tema si arrovellano da mesi. La scelta avrà conseguenze notevoli fuori dagli Usa, nei mercati emergenti, che temono il rialzo (ma vorrebbero chiarezza) e in Europa, dove la politica monetaria resterà per parecchio tempo estremamente espansiva. In entrambi i casi, soprattutto nei Paesi emergenti, c’è il timore che tassi in crescita in America aspirino capitali dal resto del mondo. Come sempre, però, Yellen e i governatori decideranno guardando solo ai dati dell’America. Dati incerti, però: questa volta, la Fed sarà guidata più dalla convinzione che dalla statistica. danilotaino © RIPRODUZIONE RISERVATA Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera 28 # . . Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015 ECONOMIA 29 . L’aereo più venduto È allarme in Usa, nello Stato di Washington, dopo che la prestigiosa rivista Aviation Week ha rivelato che la Boeing si appresta a delocalizzare in Cina l’assemblaggio finale del 737 che, con 8.674 esemplari costruiti, è l’aereo di linea di maggior successo della storia. La notizia ha messo in agitazione sindacati e politici dello Stato dove finora Boeing costruiva tutti i 737. L’ufficio del governatore ha detto di non saperne nulla. Boeing non ha commentato ma ha emesso una nota che Boeing delocalizza in Cina la produzione dei «737» Timori negli Stati Uniti La storia di Fabrizio Massaro Quando nel 2007 accettò di fondere la Banca Lombarda e Piemontese spa nella popolare bergamasca Bpu per dare vita a Ubi Banca, il patto di sindacato delle famiglie bresciane storicamente guidato da Giovanni Bazoli che fino ad allora aveva gestito l’istituto acconsentì a fare un passo indietro: le azioni non si contavano più, valeva solo il consenso dei soci in assemblea. Un potere ridotto, sebbene compensato dalle complesse regole di governance che suddividevano le cariche tra i componenti delle due ex banche. Acqua passata. Ora che dal 10 ottobre Ubi sarà la prima popolare a trasformarsi in spa in applicazione del decreto Renzi, si torna indietro. Le azioni tornano a pesare. E nei destini di Ubi, a incidere saranno soprattutto quelle dei bresciani. Nonostante il voto capitario, l’ex patto di sindacato ha mantenuto una sua coesione attraverso l’associazione Banca Lombarda e Piemontese, che raccoglie circa 300 famiglie azioniste, il salotto buono di Brescia. Non esistono numeri certi — essendo tutte quote minime, suddivise tra vari nuclei familiari — ma la stima in ambienti bancari è che i bresciani possano contare su circa il 12% del capitale di Ubi: un pacchetto che vale 630 milioni di euro. Diversi azionisti bresciani di peso in questi anni hanno continuato ad avere ruoli in Ubi, come il vicepresidente Alberto Folonari, che ha lo 0,19% cui vanno sommate altre quote minori in mano ai familiari, o Franco Polotti, presidente del consiglio di gestione, che ha circa lo 0,35%. Il maggiore azionista singolo è Pietro Gussalli Beretta, con l’1% intestato alla Ufipra sa. Ci sono poi le famiglie di imprenditori locali come gli Spada (0,2%), gli Ebenestelli (0,13%), i Niboli (0,42% con Raffmetal spa), i Brunori (0,34% con Valsabbia Investimenti), i commercialisti milanesi Strazzera (Serfis, 0,13%), il patron delle ceramiche emiliane Giuseppe Zannoni (0,3% con la moglie Silvana dall’Orto). Con lo 0,17% dovrebbe esserci Helene de Prittwitz, moglie di Romain Zaleski, ex patron della Carlo Tassara spa, che a sua volta ha l’1,4% della banca. Un’altra fetta di capitale — circa il 2% complessivo — sarebbe in mano a enti religiosi o # apre a questa soluzione dicendo di essere sempre alla ricerca di sistemi per aumentare la produttività e «un modo per farlo e lavorare con partner in giro per il mondo, inclusa la Cina, il nostro più grande mercato internazionale». Per Aviation Week, l’impianto in Cina si «limiterà a dipingere le fusoliere dei 737 costruiti nella fabbrica di Renton nello Stato di Washington, ma completerà la realizzazione degli interni ed effettuerà anche test di volo». Ubi, il «nocciolo» degli azionisti italiani Il peso dei bresciani, delle fondazioni e dei fondi. La banca si prepara al riassetto delle popolari La vicenda Un anno a Piazza Affari La legge VENERDÌ 7,00 euro, -1,34% ● Ubi Banca nasce nel 2007 dalla fusione tra la bresciana Banca Lombarda e Piemontese, una banca spa, e Bpu, di Bergamo. Per favorire l’integrazione viene scelto lo status di popolare di quest’ultima. Per tutelare il legame con il territorio nascono due associazioni di ex azionisti bresciani e bergamaschi. Il ceo è Victor Massiah (foto) I SOCI PRINCIPALI (sopra l’1%) 0 1 2 3 SINCHESTER INTERNATIONAL INVESTORS llp 7 4,90% FONDAZIONE CR CUNEO FONDAZIONE BANCA DEL MONTE DI LOMBARDIA 6 CARLO TASSARA SPA 5 set nov gen mar mag lug set 2014 2015 UPIFRA SA (fam. Gussalli Beretta) Fonte: Consob, dati societari, assemblea Ubi vicini alla Curia, come la Congregazione delle suore ancelle della carità (0,22% con la San Giuseppe spa), la Diocesi di Milano (Lambriana, 011%), la casa editrice La Scuola (0,64%). Quote di Ubi sono anche in mano alla finanziaria bresciana Mittel (0,15) e all’Istituto Atesino di Sviluppo (0,3% circa), holding trentina presieduta da Massi- 4 2,28% 1,60% 1,40% 1,0% d’Arco mo Tononi, prossimo numero uno di Mps. Un ruolo non ininfluente lo giocheranno poi le fondazioni bancarie: il 4% è suddiviso tra Fondazione Cr Cuneo (2,3%) e Fondazione Banca del Monte di Lombardia (1,6%): potrebbe toccare a loro presentare la lista per il consiglio, visto che lo statuto richiede almeno l’1% del capitale. Non sembra che questa sintonia storica tra soci possa portare alla nascita di una struttura legale (holding o patto di sindacato), almeno per ora. «I bresciani sono pragmatici, un passo per volta», dice uno di loro. «Per ora facciamo la spa, poi si vede. L’assemblea per il consiglio è in primavera…». Non sembra invece esistere un ana- ● La legge sulle Popolari, varata per decreto a gennaio dal governo Renzi e approvata a marzo, prevede entro 18 mesi la trasformazione in banche spa degli istituti popolari che abbiano attivi superiori a 8 miliardi di euro. Sono coinvolti nella riforma 11 istituti: Ubi Banca, Banco Popolare, Bpm, Bper, Credito Valtellinese, Pop. Sondrio, Veneto Banca, Pop. Vicenza, Pop. Bari, Iccrea Banca e Popolare Alto AdigeVolksbank logo fronte bergamasco. Sono pochi gli esponenti cittadini con quote significative: avrebbero lo 0,5% a testa solo le famiglie Radici, Jannone e Zanetti. E non appaiono compatti come i bresciani. Per il momento dunque la futura Ubi sarà una public company. Ma a proteggerla da eventuali scalate sarà il tetto al 5% di possesso azionario valido fino a marzo 2017. È vero che il gruppo bancario guidato da Victor Massiah ha oltre il 40% del capitale nelle mani dei fondi d’investimento, a cominciare da Sinchester International con il 4,9%. Da essi non si potrà prescindere per i voti in assemblea. Ma saranno comunque gli italiani ad avere in mano le redini della banca in un periodo cruciale. Nei prossimi mesi sono attesi il rinnovo dei consigli di sorveglianza e di gestione e soprattutto la fusione con un altro istituto. In pole position sono dati il Banco Popolare oppure il Montepaschi. Sarà comunque Ubi a tirare le fila del risiko: tra le Popolari è la più capitalizzata e quella con i soci privati più forti. fabriziomassar0 © RIPRODUZIONE RISERVATA Il progetto Vince Uno-A ● Ubi ha convocato per il 10 ottobre l’assemblea per la trasformazione in spa. È la prima banca popolare a farlo. Il nuovo statuto conserva il sistema duale di consiglio di gestione e di sorveglianza (nella foto il presidente Andrea Moltrasio). I nuovi board saranno eletti ad aprile 2016 La nuova sede Telecom sorgerà alle Torri dell’Eur Telecom Italia porterà il quartier generale alle Torri dell’Eur. Il consiglio di amministrazione di Alfiere Spa, società partecipata al 50% da Cdp Immobiliare e da Telecom, ha scelto infatti il progetto di recupero delle Torri dell’Eur, di cui lo studio Uno-A si è aggiudicato la progettazione L’autoriforma Consulenti del Lavoro Bcc e credito cooperativo, il piano della holding comune Tfr in busta paga, troppe tasse Lo ha chiesto solo lo 0,83% L’autoriforma delle banche di credito cooperativo si farà entro il 2015, prima della legge di Stabilità. Ne è convinto il direttore generale della Bcc di Roma, Mauro Pastore, una delle maggiori realtà del settore:«All’interno del movimento cooperativo si sta trovando una sintesi» che permetterà al governo di realizzare un decreto sul tema. Secondo Pastore si dovrebbe andare verso un «gruppo unico a livello nazionale» con «una newco che sia in grado di raccogliere fondi per il sistema», di cui le Bcc dovrebbero avere almeno il 51%. Insieme con il gruppo unico dovranno andare avanti le aggregazioni fra Bcc in bonis. L’intervento sul Tfr in busta paga si conferma un flop a causa dell’imposizione ordinaria, troppo penalizzante per il lavoratore. È quanto emerge da una stima dei Consulenti del lavoro. Nei primi 5 mesi dall’avvio della norma solo lo 0,83% ha chiesto il Tfr in busta paga. Volano invece nei primi 8 mesi 2015 le richieste di anticipazione del Tfr già maturato (+27%). Su un campione di circa un milione di dipendenti, ad agosto aprile, 5 mesi dopo l’entrata in vigore della norma, la scelta di liquidare il Tfr maturando in busta paga è stata effettuata solo da 8.420 lavoratori, ossia lo 0,83%. © RIPRODUZIONE RISERVATA . © RIPRODUZIONE RISERVATA Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera 30 # . . Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015 31 . Cultura SETTE GIORNI DI TWEET I consigli del fumettista Sergio Ponchione. Da oggi Marco Petrella, illustratore e fumettista a sua volta, indica un libro al giorno sull’account @La_Lettura. # DOMENICA LUNEDÌ MARTEDÌ MERCOLEDÌ GIOVEDÌ VENERDÌ SABATO Bob Andelman, Will Eisner, Una vita per il fumetto. Biografia dell’Orson Welles del graphic novel Joe R. Lansdale, Notizie dalle tenebre. Variegato per palati forti, come non te lo aspetti Marc-Antoine Mathieu, I sotterranei del Revolù. Sempre più giù, negli oscuri meandri del paradosso Paco Roca, L’inverno del disegnatore. L’utopia di cinque autori spagnoli che diventa realtà Philip K. Dick, Confessioni di un artista di merda. «Vedo, si disse. Sì, vedo. Morendo comprese tutto» Magnus, Lo sconosciuto. Un’avventura per ogni ricordo, una storia per ogni sguardo Dino Buzzati, I misteri d’Italia. Memorabili incontri ravvicinati con l’incredibile che sfiora il credibile Il caso Sfida di comunicati, la presidente loda il rientrante Ferrero ● Anteprima Apre a Torino «Off 365» Inaugura Claudio Magris I nodi del Salone: la coabitazione e l’Arabia Saudita C Cogoli resta (per ora) nel consiglio con Milella I volti di Cristina Taglietti I Direttore Ernesto Ferrero (1938) torna a dirigere il Salone Presidente Giovanna Milella (1949) presiede la Fondazione Ritirata Giulia Cogoli ha rinunciato alla carica di direttore L’ex Rolando Picchioni (1936), l’ex presidente indagato per peculato l giorno dopo il ribaltone al Salone di Torino non c’è molta voglia di parlare. L’umore generale è del genere: abbiamo messo un punto, adesso bisogna cominciare a lavorare. La guerra tra la presidente Giovanna Milella e Giulia Cogoli, che venerdì aveva con amarezza rinunciato all’incarico di direttore editoriale, si consuma a colpi di comunicati, dopo che da due mesi tra loro era sceso il silenzio. Dichiarazioni scritte in punta di diplomazia, ma che qualcosa fanno capire. Se Giulia Cogoli ha sottolineato di ritirare la disponibilità ad assumere l’incarico, avendo cura di specificare «con l’attuale presidente», Giovanna Milella risponde con un comunicato in cui non si fa nessun accenno a Cogoli. Milella spende parole solo per Ernesto Ferrero, richiamato di gran carriera a salvare la pace (e la prossima edizione). Un ritorno di cui la presidente si dice «molto contenta» perché «il suo ruolo garantisce, da un lato, continuità ed esperienza, dall’altro, equilibrio e creatività per le iniziative future». Non manca il riferimento allo « stile personale di gentilezza» e «alla capacità di dialogo con il mondo della cultura», prima di concludere: «E sono altrettanto contenta che si sia presa consapevolezza e si sia manifestata la volontà di risolvere la complessa situazione economica, come da me fortemente sollecitato, nella direzione in cui sto lavorando dal giorno della mia nomina». E di questo si parlerà marte- dì quando il vecchio-nuovo direttore Ernesto Ferrero incontrerà Milella. «Sono già pentito. Mia sorella — scherza al telefono — mi aveva invitato all’Elba, pensavo di andarci con i miei libri e starmene tranquillo. Martedì la presidente mi illustrerà che cosa è stato fatto e quali sono i problemi, a partire dal modello di gestione del Salone». Nessun timore su un possibile ritardo: «Siamo in tempo, la squadra è rodata e si muove anche da sola». Tra i problemi da mettere in conto, per l’edizione 2016, c’è anche il caso Arabia Saudita Paese ospite, scivolosa eredità lasciata dal presidente Rolando Picchioni. Una scelta che aveva suscitato molte critiche e sulla quale Milella, già subito dopo la nomina, aveva espresso la necessità di un ripensamento. «Certo è un’idea che mi suscita molta perplessità — dice Ferrero — e può non essere sufficiente l’ipotesi buonista per cui disporsi all’ascolto è un modo per comprendere. Ma è una partita più ampia che coinvolge la città, il Comune, la Regione: insomma, la politica. È una questione diplomatica che non possiamo decidere noi». Certo è che nell’impasse delle nomine il Salone è caduto proprio per volontà dei politici: il matrimonio combinato tra Giovanna Milella, candidata dell’assessore alla cultura del Comune, Maurizio Braccialarghe, e Giulia Cogoli, voluta dall’assessore alla cultura regionale Antonella Parigi, è stato un fallimento e forse non ci si sarebbe arrivati se le nomine non fossero state fatte in fretta e furia, sull’onda della perquisizione all’ex presidente Rolando L’edizione Il Salone internazionale del Libro di Torino giunge nel 2016 alla sua ventinovesima edizione (foto Giuseppe Cacace/ Afp) Polemiche per il Paese islamico ospite nel 2016: «Ma è questione politica» Cogoli non disponibile al ruolo di direttore solo «con l’attuale presidente» Picchioni (accusato di peculato), dopo uno stillicidio di ipotesi e manovre durato mesi. Tra le due milanesi (che si sono conosciute da poco, quando sono state nominate nel consiglio d’amministrazione) c’è non soltanto differenza di caratteri e di background (come peraltro c’era tra Picchioni e Ferrero) ma anche di modo di interpretare il lavoro culturale e sicuramente di aspettative sugli incarichi. L’atteggiamento manageriale di Giulia Cogoli è noto a chiunque conosca il suo lavoro passato e che ci potessero essere conflitti sulle competenze e sull’organizzazione di una macchina complessa poteva essere previsto. Un’impasse che peraltro può avere degli strascichi: Cogoli siede ancora nel consiglio di amministrazione della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura che gestisce il Salone e bisognerà vedere se decide di di- mettersi o di restare al suo posto. Nella seconda ipotesi è evidente che il clima da separate in consiglio non sarebbe dei migliori e prendere decisioni unanimi potrebbe rivelarsi complicato. Il ritorno di Ferrero è una piccola rivincita anche per Picchioni, che la settimana prossima sarà interrogato dal giudice. «Non voglio dire nulla, tutta la vicenda si commenta da sola. Io sono contento che il Salone — spiega al “Corriere” — sia diventato l’ineludibile appuntamento che è, una risorsa a livello internazionale, da conservare e proteggere, anche se adesso sembrano tutti ragionieri, è tutto un segno più o meno». Il senso del suo pensiero lo consegna, come è sua abitudine, a una citazione. «Questa è di Laozi: “Ciò che è grande continua, ciò che continua va lontano, ciò che va lontano ritorna”». on un incontro con Claudio Magris si apre la nuova stagione culturale della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura, il Salone Off 365 a Torino. Gli incontri, organizzati dal Salone del Libro insieme a numerose istituzioni culturali e scolastiche e con la Scuola Holden, prevede una serie di conferenze con scrittori e intellettuali italiani e internazionali. Il primo appuntamento sarà appunto con Magris il 15 settembre nell’aula magna del Campus Einaudi, e sarà imperniato sul ruolo della letteratura romanza nel mondo contemporaneo: lo scrittore ha infatti ottenuto nel 2014 il Premio de Literatura en Lenguas Romances di Guadalajara e la conferenza (Dal canto degli ultimi al grande stile) si svolgerà proprio in occasione della visita di Dulce María Zúñiga, direttrice del riconoscimento spagnolo vinto dallo scrittore e germanista; con Magris e Zúñiga interverranno il direttore del Salone, Ernesto Ferrero, il filologo Gian Luigi Beccaria e la presidente di Fondazione per il Libro, Giovanna Milella (ore 18, consigliata la prenotazione all’indirizzo email off365 @salonelibro.it, telefono 011 5184268 /901). La conferenza sarà in streaming con gli Istituti di cultura italiani in tutto il mondo. Gli appuntamenti successivi della rassegna saranno in ottobre: il 9 con lo psicoanalista Massimo Recalcati e il 28 con l’autore americano de Il collezionista di ossa e di Solitude Creek (Rizzoli), Jeffery Deaver. (Ida Bozzi) © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA I meridionali al Nord di Balzano si prendono il Campiello Sorpresa a Venezia, il prof di liceo batte Scurati. Commozione per il premio postumo a Vassalli La storia ● Il Campiello è un premio letterario dedicato alla narrativa italiana. Fu istituito nel 1962 per volontà degli industriali del Veneto. La prima edizione si svolse nel 1963: premio a Primo Levi per il romanzo La tregua di Marisa Fumagalli VENEZIA Stravince una storia di emigrazione — quella di un «terrone» a Milano — il Campiello 2015. Esulta Marco Balzano, autore de L’ultimo arrivato (117 voti della Giuria popolare), con la casa editrice Sellerio che per la seconda volta consecutiva si aggiudica il Premio degli industriali veneti. «La trama è ispirata dai racconti di molte storie vere che ho ascoltato», dice commosso l’insegnante di liceo che trionfa (tra applausi ed esultanze) al Gran Teatro La Fenice di Venezia. Un tema d’attualità, un col- po di fortuna. «Anche se — spiega Balzano — mentre scrivevo la vita di Ninetto, l’esodo biblico di queste settimane era di là da venire». Ma dopo l’ingresso nella cinquina dei finalisti, per voto della Giuria dei Letterati, presieduta quest’anno dal sociologo Ilvo Diamanti, la storia del picciriddu emigrante nel 1962 ha preso il volo. I 300 giudici popolari (in realtà, hanno votato in 282) si sono lasciati prendere dalle vicissitudini del ragazzino siciliano pelleossa, bambino-adulto, un po’ poeta e sognatore, protagonista della storia. Negli anni Sessanta del Novecento emigravano i terroni, oggi in Italia arri- vano i barconi dalla Libia. Situazioni e tempi diversi, ma il collegamento è inevitabile. Di sicuro, questo elemento ha fatto presa. Il secondo, tra i finalisti del Campiello, 53° edizione, è il romanzo di Antonio Scurati Il tempo migliore della nostra vita (pubblicato da Bompiani, 75 ● Marco voti); il terzo Cade la terra Balzano è nato (uscito per Giunti, 35 voti) di a Milano nel Carmen Pellegrino; il quarto 1978. Ha vinto Senti le rane (Nottetempo, 34 il Premio voti) di Paolo Colagrande; il Campiello con quinto, infine, La Mappa (ediil romanzo to dal Saggiatore, 21) di Vittorio L’ultimo Giacopini. Nella Giuria popola. re, equamente ripartita fra arrivato edito da Sellerio donne e uomini, «trasversali» Il vincitore per regione di provenienza, età, cultura, professione, ci sono tre attori — Marina Massironi, Vittoria Puccini, Giulia Scarpati — e lo storico ed editorialista Ernesto Galli della Loggia. Ma il Campiello degli industriali veneti, cresciuto in oltre mezzo secolo di storia, è articolato in più sezioni. Dall’Opera Prima, scelta dalla Giuria dei letterati che premia La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin (Feltrinelli) di Enrico Ianniello, alle nuove leve della narrativa. Anche qui, 5 finalisti come per la sezione principale. Si è aggiudicato il Campiello Giovani il racconto della ventenne cata- nese Eva Mascolino Je suis Charlie, definito dalla giuria «postmoderno». Come si evince dal titolo, la trama e il protagonista si ricollegano al tragico fatto di sangue di matrice jihadista che ha colpito la redazione parigina del giornale satirico «Charlie Hebdo». Il riconoscimento per il miglior racconto estero va a Neve di fuoco della giovane svizzera Camilla Galante. Sebastiano Vassalli, scomparso a luglio, è il vincitore del Premio speciale Fondazione Campiello. Lo scrittore è stato ricordato con affetto durante la serata al Gran Teatro La Fenice. © RIPRODUZIONE RISERVATA Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera 32 . # Spettacoli Venezia 2015 Stravolte le previsioni della vigilia Il debuttante Vigas batte tutti Argento Il regista argentino Pablo Trapero, 43 anni, mentre riceve il Leone d’argento per il suo «El Clan». Ha dedicato il premio al figlio Coppia I due registi Charlie Kaufman, 56 anni, e Duke Johnson (36), ricevono il Gran premio della giuria per il film «Anomalisa» Il bambino soldato Abraham Attah mostra il Premio Mastroianni ricevuto come giovane miglior attore emergente in «Beasts of No Nations» di Cary Fukunaga Il Leone sudamericano DA UNO DEI NOSTRI INVIATI I rischi di un festival troppo cinefilo di Paolo Mereghetti L a giuria presieduta dal messicano Alfonso Cuarón ha fatto trionfare l’America Latina: Leone d’oro all’esordiente venezuelano Lorenzo Vigas per Desde allá, Leone d’argento per la miglior regia all’argentino Pablo Trapero per El Clan. «Terzi» gli Stati Uniti con il Gran premio della giuria all’anti hollywoodiano Anomalisa di Charlie Kaufman e Duke Johnson, mentre l’Europa si è ripresa la rivincita sul fronte della recitazione: miglior attrice a Valeria Golino, miglior attore a Fabrice Luchini. Sono premi condivisibili? Sostanzialmente direi di sì, anche se per i primi due avrei invertito i riconoscimenti: El Clan è stato il mio «colpo di fulmine» al festival. Se dispiace che alcuni registi non abbiano ricevuto premi (penso a Bellocchio, a Sokurov, a Laurie Anderson, al cinese Zhao), non si può che condividere la scelta di dimenticare quei titoli che avevano preferito cavalcare una spettacolarità più immediata e qualche volta fin superficiale. La giuria selezionata dal direttore Barbera era la più «cinefila» vista sul Lido da molti anni a questa parte (con cinque registi di fortissima personalità: Cuarón, Nuri Bilge Ceylan, Pawel Pawlikowski, Hou Hsiaohsien e Francesco Munzi), quasi inevitabile che si segnalasse per scelte coerenti, rivendicando con più decisione degli stessi selezionatori un cinema fatto di attenzione autoriale e rigore stilistico. L’edizione di quest’anno aveva fatto discutere proprio per una scelta che sembrava non voler scegliere: troppi film davano l’impressione di non dialogare tra di loro, di seguire strade molto distanti se non opposte. E se è giusto che un festival non cerchi solo i «vecchi» nomi sicuri e si apra alle tante suggestioni che arrivano dall’evolversi del medium, mi sembra altrettanto importante che Venezia non rinunci all’impegno (e al rischio) di compiere delle scelte, di indicare quello che per lei vale davvero la pena di vedere. È per questo che i festival sono importanti e non solo perché registrano «una forma cangiante» che «si modifica con molta più velocità di quanto si potesse immaginare». Altrimenti si corre il rischio opposto: che una giuria molto orientata come quella di quest’anno, escludendo le opere che provengono da produzioni meno «sperimentali» e «rigorose», finisca per imporre coi suoi premi un’idea di festival decisamente «contro». Contro un cinema più aperto al confronto con il pubblico, contro un gusto che non deve per forza essere «francescano» o «punitivo». Venezia in questi ultimi anni aveva saputo ritrovare una sua centralità culturale ed estetica indicando nuove strade (per esempio quella del documentario) anche al mercato e non solo agli addetti ai lavori. Sarebbe un peccato che quegli sforzi si perdessero per poco coraggio nelle proprie scelte. © RIPRODUZIONE RISERVATA VENEZIA L’unico che avrebbe scommesso qualcosa sul verdetto della giuria di Alfonso Cuarón — la doppietta sudamerica con il venezuelano esordiente Lorenzo Vigas incoronato con il Leone d’oro per Desde allá e il Leone d’argento all’argentino Pablo Trapero per El Clan — era Alberto Barbera, che, presentando la sua Venezia 72, aveva preconizzato un cambiamento delle geografie del cinema. «Un grande polo contemporaneo è quello dell’America Latina, così come qualche anno fa risultava essere quello asiatico». E, in effetti, vista dal Lido, la Cina è lontanissima, con il grande favorito Trionfa il Venezuela con «Desde allá» film su omosessualità e degrado Esclusi Sokurov, Anderson, Bellocchio do Castro, attore feticcio di Pablo Larraín), un uomo di mezza età che adesca ragazzini in una Caracas di sgomentevole squallore. Li paga per guardarli, mentre si masturba, da lontano. Il più fragile di loro, Elder, sarà il suo braccio per chiudere i conti con un padre odiato. In- sieme una storia d’amore e di vendetta. Abbraccia Cuarón, e il Leone d’oro lo dedica al suo Paese, il Venezuela. «Stiamo vivendo un momento difficile, abbiamo tanti problemi. Ma sono fiducioso, credo che ricominceremo a parlare tra di noi. Questo premio aiuterà il mio Outsider Lorenzo Vigas, 48 anni, è nato a Caracas, in Venezuela. Alza il Leone d’oro vinto per la sua opera prima «Desde allà» Animazione Successo argentino con «El Clan», premiata l’animazione di «Anomalisa» degli ultimi toto-leoni, Liang Zhao regista del documentario Behemoth, ignorato da Cuarón e i suoi (Elizabeth Banks, Emmanuel Carrère, Nuri Bilge Ceylan, Hou Hsiao-hsien, Diane Kruger, Francesco Munzi, Pawel Pawlikowski e Lynne Ramsey). Sconfitti anche i grandi maestri dati per certi nel palmarès, in particolare Sokurov (Francofonia) e Gitai (Rabin, The Last Day), ignorate opere come l’elegia di Laurie Anderson (Heart of a Dog) o il viaggio nel tempo di Bellocchio. La sorpresa è stata Lorenzo Vigas. Classe 1967, una laurea in biologia, studi di cinema a New York, molti documentari all’attivo. Desde allá (in Italia uscirà per Cinema di Valerio De Paolis) è il suo primo lungometraggio di finzione, scritto con Guillermo Arriaga. Al centro, l’odontotecnico Armando (il cileno Alfre- Eddie Redmayne SORPRESE E DELUSIONI ● Il commento I personaggi del Festival di Valerio Cappelli Paese». In Sala Grande tutti i suoi, Arriaga compreso («Mi ha aiutato a superare i miei limiti») a fare la ola. Applausi anche da Trapero e il suo clan (il film, prodotto dai fratelli Almodóvar, uscirà per Rai Cinema). Ma la felicità contagiosa è quella di Valeria Golino, radiosa, che ringrazia «la giuria incredibile di pezzi da novanta». Nomina tutti, Giuseppe Gaudino, gli attori (Adriano Giannini, Massimiliano Gallo), si dilunga sui produttori a partire dal suo compagno Riccardo Scamarcio per Buena Onda («Abbiate pazienza, sono tanti»). Ha fatto il bis, dopo la coppa Volpi vinta nel 1986. «La gioia che provo oggi è la stessa di quasi 30 anni fa. Mi accorgo che dopo tutto questo tempo, queste esperienze accumulate, il premio mi dà la stessa infantile, ingenua allegria di allora. Sono molto contenta per me». L’ultimo grazie è per «i miei amici non udenti», con il linguaggio dei segni, che ha imparato per recitare in Per amor vostro. Il discorso più breve è quello di Abraham Attah, il bambino soldato di Beasts of No Nation di Cary Fukunaga ma la Sala Grande è tutta per lui. La cerimonia scorre via liscia. Unico fuori programma l’appello ai governi nazionali e alla Ue che la Mostra affida a Saverio Costanzo a favore di «For a Thousand Lives: Be Human». Stefania Ulivi © RIPRODUZIONE RISERVATA Paulina Chapko ● L’attore più «femminile» è il ● Nei panni di se stessa, Paulina protagonista di The Danish Girl, il Chapko è l’attrice polacca nelle primo transgender della Storia. grinfie del produttore col sofà Eddie Redmayne ha passato pronto, in 11 minuti del «maestro» alcune giornate con la comunità Skolimowski. Bionda, 29 anni, una trans in cerca di ispirazione: «È delle poche donne veramente stata una lezione di vita». Quando belle quest’anno al Lido, passata . l’amore autentico non ha sesso chissà perché inosservata, ma (né preconcetti). ormai è troppo tardi. Christopher Plummer Tilda Swinton ● Appare in collegamento via Skype, appena arrivato a Toronto, parla da un’anonima stanza di un hotel, il trolley ancora chiuso. Christopher Plummer, il patriarca del cinema, classe 1929. Ognuno cerca di rivedere in lui il mitico capitano von Trapp di Tutti insieme appassionatamente. ● Biondo platino, bellezza aliena, altissima la «musa» di Luca Guadagnino. Sua l’idea della rocker senza voce in A Bigger Splash, era la condizione perché accettasse. Tilda Swinton aveva perso da poco la madre, ancora oggi non vuole interpretare film in cui deve parlare. Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015 SPETTACOLI 33 . # Felici Valeria Golino (49 anni) con il compagno, l’attore e produttore cinematografico Riccardo Scamarcio (35), ieri al Lido dove l’attrice ha ricevuto la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile in «Per amor vostro». Diretto da Giuseppe Gaudino, il film, quarto e ultimo italiano in concorso a Venezia, è stato accolto alla proiezione pubblica da nove minuti di applausi. Uscirà nelle sale il 17 settembre L’intervista Valeria Golino è la miglior attrice: con me vincono le donne oppresse «Seconda Coppa Volpi, come Huppert e MacLaine. Il futuro? Torno alla regia» ce le ha comprato tutto quello che ha voluto. È la mia ignoranza che l’ha messa su quei tacchi a spillo». Lei ha detto di essere una preda erotica nella vita. «Era una conversazione leggera tra due donne, il modello della donna aggressiva, dominatrice, americana, non è il mio. Vengo da un’altra mentalità». Cosa ricorda della Coppa Volpi presa a 20 anni? «Fui avvisata all’ultimo momento. Non avevo il vestito, lo chiesi in prestito a mia madre. Ricordo le domande un po’ stupide che mi facevano e le mie risposte altrettanto stupide». Venezia nella sua carriera? «Ci sarò andata 20 volte, nelle diverse sezioni, come giurata. È un luogo evocativo, il festival della mia nazione. Venezia è una grande madre per me. Ora preparerò il mio secondo film da regista, Euphoria: è un titolo provvisorio, ma sarà drammatico e euforico». Valerio Cappelli Ha vinto «’a capasciacqua», in napoletano, «la testa vuota». Così Valeria Golino viene definita in Per amor vostro di Giuseppe Gaudino, che le ha ridato la Coppa Volpi 29 anni dopo Storia d’amore di Citto Maselli. «Potete anche non dire che è passato tutto questo tempo — sorride —. Sono l’unica italiana ad averla vinta due volte. Le altre due sono straniere, Isabelle Huppert e Shirley MacLaine. Che onore». Una tamurriata psichedelica dove anche Haendel viene distorto, il riscatto di una donna sposata a un malavitoso. «La cosa più difficile era rendere la sua incapacità di vedere la realtà. Ma poi si ribella. Senza retorica, è un film importante per tutte le donne, anche se è un racconto esistenziale che vale per ogni essere umano». Alla vigilia ci disse: è talmente atipico che potrebbero farci a pezzi. «Io sono una vecchia volpe, l’avevo capito in sala che le cose si mettevano bene. Gaudino è visionario, fantasmagorico. Ho capito come sarebbe stato il film dopo che lo abbiamo girato. Nel montaggio costruiva le immagini come un artigiano, un marionettista che muoveva i fili del suo mondo parallelo». Ha una carriera discontinua, sparisce, riappare… «Spero si capisca che è un autore che ha qualcosa da dire, non dovrebbe aspettare 15 anni per poter fare un film. È un tentativo di fare un cinema diverso, ed è la prima volta che recito nel dialetto della mia Napoli. Una Napoli imprevedibile, dantesca, con una sua fantasia barocca. Una sorpresa anche per me, che l’ho interpretato. Non mi dava punti di riferimento, mi ha “fragilizzata”. Ora ho una contentezza vera. Anche perché è stata una lotta quotidiana». Perché? «Questo film è contro tutto e tutti, era più facile che non si facesse. Ci negavano le location, la latitanza economica istituzionale. Che ricordi mi ha 1986 Valeria Golino, Coppa Volpi per «Storia d’amore» di Citto Maselli Helmut Berger Il pupazzo Michael La cagnetta Lolabelle ● Il documentario spietato di Andreas Horvath su Helmut Berger, la (rovinosa) caduta degli dei. L’attore amato in gioventù dall’esteta Luchino Visconti appare oggi rabbioso, volgare, povero, si barcamena in un bilocale, si masturba davanti alla foto di Luchino. ● Nell’animazione Anomalisa, Michael, il pupazzo protagonista, di professione motivatore, è depresso; per certi versi somiglia a Berger e fa sesso esplicito con una sua fan. Corteggia, è anaffettivo, poi torna al calduccio dalla moglie. Quando i pupazzi sono peggio degli uomini. ● Laurie Anderson con la cagnetta ● Se il documentario su Janis Lolabelle ci parla di vita e morte; la Joplin è costato sette anni di spinge a improvvisare suoni con le lavoro (e si vede), quello su Vasco zampette sulla pianola, a dipingere Rossi è nato da alcune giornate quadri astratti. Amore morboso poco spericolate in sua della regina dell’avanguardia, compagnia. «È un capolavoro. E vedova di Lou Reed. Ci vorrebbe comunque si salvi chi può». Da . un telefono azzurro per i Rat Albachiara a Tramontoscuro, il Terrier. tappeto è meno «rossi». DA UNO DEI NOSTRI INVIATI VENEZIA lasciato? I lividi presi dal marito manesco (Massimiliano Gallo), e l’aver appreso il linguaggio dei segni per comunicare col figlio sordo». La figlia che si ribella alla madre nel film… «Io non l’ho mai fatto, è una cosa mai provata sulla mia pelle, non riesco a relazionarmi a quel sentimento. È una figlia del nostro momento storico, con il suo trucco esagerato. La madre le dice che per farla feli- © RIPRODUZIONE RISERVATA Vasco Rossi ❞ Senza retorica ho dato voce a chi è incapace di vedere la realtà e poi riesce a ribellarsi ❞ A 20 anni fui premiata per la prima volta: non avevo il vestito pronto, me lo prestò mia madre Cuarón e il verdetto Il presidente della giuria: «Nessuna unanimità e non ho favorito i latini» DA UNO DEI NOSTRI INVIATI VENEZIA «Mi hanno dato tanti soldi» scherza in italiano il presidente Alfonso Cuarón, messicano, quando gli chiedono se non sia stato troppo filo latino-americano nell’assegnazione dei premi a Lorenzo Vigas per Desde allá e Pablo Trapero per El Clan. Lui si fa serio: «La carica di presidente di giuria ha lo stesso potere che ha nelle decisioni politiche il re di Svezia. Tutti i membri hanno lo stesso potere di voto, la mia è solo una carica rappresentativa» spiega. L’unanimità non c’è stata, e qui si fa ironico: «Mi rendo conto che la parola messicano unita a credibilità non è… credibile. Ma il modo in cui abbiamo tenuto le discussioni è stato libero. Un premio non significa molto, sono il tempo e la Storia a decidere il cammino di un film». Il Leone d’oro è la storia dell’amore tra due uomini, l’adulto che adesca i ragazzini. Un messaggio politico ai Paesi contro il diritto al matrimonio omosessuale? La giurata Diane Kruger: «No, cercavamo film che facessero conoscere nuovi registi, che avessero il senso della scoperta. Ma se spingerà ad aprire una discussione politica, ben venga». Il giornalista israeliano chiede con veemenza perché non ha vinto nulla Rabin, the Last Day di Amos Gitai, dato tra i favoriti. Cuarón: «È quello che accade in democrazia, alcuni film ricevono voti e altri no». Francesco Munzi era il giurato italiano e si prende il cerino acceso dei mancati premi ai nostri quattro film in concorso: Bellocchio, Guadagnino, Messina e Gaudino. «Il Palmares parla da solo. Non voglio entrare nello specifico, il direttore Alberto Barbera mi ha chiesto di non parlare né prima né dopo». D’accordo, ma nemmeno «durante» l’unico momento concesso, quello della conferenza stampa ufficiale? V. Ca. © RIPRODUZIONE RISERVATA Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera 34 . # Milano Via Solferino, 36 tel.02/6282.7555 - 7422, fax 02/6552.436 Si precisa che ai sensi dell’Art. 1, Legge 903 del 9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale devono sempre intendersi rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza della Legge sulla privacy (L.196/03). ACQUISTIAMO, VENDIAMO, PERMUTIAMO •OROLOGI MARCHE PRESTI- GIOSE, gioielli firmati, brillanti, coralli. 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La rassegna Autunno mozartiano tra Paestum, Napoli e Salerno La polemica # La prima edizione dell’«Autunno Mozartiano» della sezione di Salerno dell’Associazione Mozart Italia (nella foto Wolfgang Amadeus Mozart) verrà inaugurata il 15 settembre nel sito archeologico dei Templi di Paestum, in contemporanea con la mostra «Mozart a Strisce», organizzata in collaborazione col Museo del Fumetto di Milano. Il concerto nello scenario dei templi di Luca Fanfoni ha in scaletta Violino virtuoso di Bach, Locatelli e Paganini; seguirà una Tafel Musik aperta dai Mozart Boys and Girls con un Ensamble di clarinetti con programma mozartiano diretti da Giovanni D’Auria. L’incidente sulle Ande Precipita aereo della troupe di Cruise: 2 morti Un velivolo con a bordo la troupe impegnata nel nuovo film di Tom Cruise si è schiantato sulle Ande colombiane causando la morte di due persone. L’aereo era un Piper Aerostar-600, lo stesso dal quale l’attore era stato visto scendere dopo il suo arrivo a Medellin il 20 agosto per le riprese del fim Mena. Il velivolo è finito in una tempesta dopo il decollo da Santa Fe de Antioquia in direzione Medellin. Le vittime sono l’americano Alan Purwin e il colombiano Carlos Berl. La terza persona a bordo, Jimmy Lee Garland, è in terapia intensiva. Lite sull’eroe gay di «Guerre Stellari» L’autore del romanzo ai fan che lo contestano: siete dinosauri, per voi è in arrivo un meteorite C’ è vita nello spazio? E, in caso affermativo, nello spazio ci sono i gay? La risposta al secondo quesito parrebbe essere un ipotetico «sì». Ma non per i numerosissimi fan della saga di Guerre stellari, che con la loro passione alimentano un business che dal 1977 a oggi ha incassato solo al botteghino dei cinema più di 4 miliardi di euro (senza contare diritti tv e home video, libri, fumetti e immenso merchandising). Adesso che un romanzo, Star Wars: Aftermath di Chuck Wendig, racconta cosa accadde negli anni successivi a Il ritorno dello Jedi e ha tra i protagonisti un personaggio gay, una parte dell’esercito globale di fan — motivatissimi, inflessibili custodi del mito o come dicono loro del «Canone» — ha scatenato una polemica decisamente aspra. Wendig, accusato da alcuni lettori nelle recensioni su Amazon.com di aver arbitrariamente cambiato la natura «per bambini» del Canone cinematografico-editoriale con l’aggiunta di un tema come l’omosessualità («Porta avanti Il libro ● «Star Wars: Aftermath» è il nuovo romanzo di Chuck Wendig: il primo del Nuovo Canone dopo la battaglia vista in «Il Ritorno dello Jedi». Il libro ha scatenato polemiche dei fan della saga per aver tra i protagonisti un personaggio omosessuale Fuga L’attrice Daisy Ridley (Rey) e John Boyega (Finn) in una scena di «Star Wars: Il Risveglio della Forza» l’agenda del movimento gay»), ha risposto sul suo blog tradendo una evidente irritazione (legittima, ma insultare qualcuno online non è mai una buona idea). Scrive l’autore: «Se siete dispiaciuti perché ho messo dei personaggi gay nel mio libro, e un protagonista gay, non posso farci niente. Mi dispiace, cari dinosauri petulanti, ma il me- teorite sta arrivando. Ed è un meteorite favolosamente gay a forma di gatto Nyan (riferimento per nerd: trattasi di un disegnino molto popolare online qualche anno fa di un gatto-meteora con il corpo a forma di biscotto candito), con una coda dei colori dell’arcobaleno e il vostro modo di pensare è in via d’estinzione. Non siete i Ribelli, non siete i buoni. . Siete il fottuto Impero. Siete il merdoso, dittatoriale, totalitario Impero. Se immaginate un mondo dove Luke Skywalker si dispiacerebbe di avere dei gay intorno a sé, avete completamente frainteso il senso di Guerre stellari. È come immaginare Gesù che prende a calci il lebbroso invece di curarlo. Smettetela di comportarvi come l’Impero, unitevi a Ribelli. La musica è bellissima e ci sono dei droidi molto carini». Insomma il personaggio di Sinjir Rath Velus che lascia le truppe imperiali per unirsi a Luke Skywalker e agli altri ribelli è già entrato nella storia della saga di Guerre stellari che per questi 38 anni era rimasta rigidamente asessuata. E la polemica online è destinata a continuare, in attesa dell’uscita del nuovo film della saga, l’Episodio VII che arriverà in Italia il 16 dicembre, 48 ore prima che negli Stati Uniti. Forse, dopo le nozze gay la nuova frontiera della parità è proprio quella della fantascienza. Certo chissà cosa succederebbe, a giudicare da questa polemica, se nel nuovo film Luke Skywalker e Han Solo facessero coming out. Dichiarando la propria attrazione reciproca e gettando sui viaggi interstellari la stessa luce chiarificatrice che illuminò le amicizie t r a cow b oy d i B r o ke b a c k Mountain, il rude Far West che ovviamente fu molto più gay di quanto John Wayne ci avesse mai raccontato. Matteo Persivale © RIPRODUZIONE RISERVATA ❞ Il vostro modo di pensare è in via d’estinzione Siete come il totalitario Impero, non siete i buoni Invece dovreste unirvi ai Ribelli Wendig Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera 36 . # Sport 5 Slam conquistati dal tennis italiano Con la vittoria di Flavia Pennetta sono saliti a 5 i titoli del Grande Slam conquistati dagli italiani. Due titoli per Nicola Pietrangeli, uno per Adriano Panatta e uno per Francesca Schiavone. Tutti e tre avevano vinto sulla terra rossa di Parigi. TENNIS LA GRANDE NOTTE TRICOLORE La regina Flavia Un bacio sul collo, a rete dopo uno Slam, non si era mai visto. «Madonna Robi, cosa ho fatto. Ti voglio bene... ». Finisce così, senza rancore, con un sorriso com’era cominciata all’inizio di questa storia di ragazze e tennis, mascara e unghie dipinte, imprese e fidanzati presi e lasciati, drittacci e buoni sentimenti. Pennetta regina di New York, seduta accanto alla Vinci battuta. Chiacchierano, prima che si scateni il temporale. Perché no? È solo un gioco. È un match di vecchia scuola, i gesti bianchi di Roberta e la regolarità da fondo di Flavia, la velocità dello scambio non è obnubilata dal muscolo, lo scambio è godibile senza essere iniettato di sangue, il piano tattico chiaro: rovescio a due mani, garanzia di punti, contro l’antico back a una mano su cui la Vinci edifica le geometrie, fonte del suo tennis. È lì, nella miniera da cui in semifinale Roberta aveva estratto pepite d’oro contro Serena Williams, che la Pennetta s’infila con mestiere da veterana: conosce a memoria la migliore nemica, ne teme le invenzioni al punto da inibirne la fantasia. Il lunghissimo quinto game si chiude alla settima palla break: Roberta è rigida per la tensione come se avesse il braccio destro ingessato, Flavia ne approfitta e sale 4-2, con il match in pugno (fin qui zero winners della tarantina). Lo schiaffo sveglia la Vinci, Pennetta batte Vinci, conquista New York e saluta Abbraccia l’amica rivale e dice: «Mi fermo qui» che ricomincia a giocare. Controbreak, finale riaperta, giusto tie break e benedetto chi l’ha inventato (Jimmy Van Alen, una prece). Come nelle sfide tra le sorelle Williams, è impossibile odiarsi. Tra molte cortesie per gli ospiti (in tribuna il gotha di Hollywood: da Michael Douglas a Robert Redford), senza mai guardarsi in faccia per paura di vedersi ri- flesse nello specchio di un’amicizia quasi ventennale, la Pennetta prende il largo (7-4) ribaltando lo schema di bambine, quando a prevalere era, spesso, la maestrina venuta da Taranto. Incassato il primo set (7-6 in 60’), Flavia riacquista colore in volto, blinda il risultato con una maturità di recente acquisizione mentre il boyfriend, Fabio Fognini, isolato sugli spalti a seguire il match in beata solitudine, inizia a regalare qualche sorriso alla telecamera. Sui social, intanto, fioriscono le parodie (Pennetta Pasta e Da Vinci Code, per esempio), perché è chiaro che questa finale storica che ha inchiodato l’Italia davanti alla tv nella sera della movida non ha lo stesso appeal sul resto del mondo, cui per un giorno inse- Gli altri Nicola Pietrangeli, 2 titoli a Parigi (‘59 e ‘60) ● Il commento La musica non è finita Il rock duro di Rossi e Gallinari potrebbe stordire tutti di Daniele Dallera La musica, e che musica ragazzi, non è finita qui. Due maestri d’orchestra come Flavia Pennetta da New York e Fabio Aru dalla Vuelta spagnola hanno fatto vivere un sabato emozionante, storico (e con gli aggettivi ci fermiamo qui, però ovviamente si potrebbe continuare all’infinito) ma il loro assolo artistico potrebbe essere il lancio di una domenica indimenticabile. Non si tratta di essere ingordi, o sognatori, ma di una ragionevole attesa fondata su talenti tutti tricolore. A cominciare dalla vicina Misano che non aspetta altro che festeggiare l’ennesimo capolavoro di Valentino Rossi, un «vecchietto» che non si stanca mai di vincere, difatti si è messo in testa di conquistare il suo decimo titolo mondiale (l’appuntamento è per le ore 14.00). E la musica azzurra potrebbe diventare rock duro qualora l’Italia dei giganti del basket ipnotizzasse Israele negli ottavi degli Europei: . il anche qui, sopra tutto e tutti, talento sicuro di Danilo Gallinari, che ben si accompagna a quello risvegliato di Andrea Bargnani e a quello trascinante quando si scatena di Marco Belinelli. Un’Italia, quella della Pennetta & Aru, che non nasce e vince per caso, tutt’altro: questi ragazzi e ragazze conquistano traguardi per certi versi impensabili grazie al talento e al sacrificio (e qui mettiamoci anche Roberta Vinci, sconfitta d’accordo ma anche lei resta un formidabile esempio), campioni che sanno bene cosa significhi fatica, stare soli, lottare e... vincere. Proprio come Vale e il Gallo. Qui si tratta solo di aspettare. Oggi. © RIPRODUZIONE RISERVATA Adriano Panatta, un titolo al Roland Garros nel ‘76 Francesca Schiavone, regina di Parigi nel 2010 gniamo un po’ di classe, buona educazione, femminea determinazione. Roberta si seppellisce sotto l’asciugamano al cambio di campo, Flavia batte forte il pugno sul petto dopo i break in apertura di secondo set, scappa 2-0, poi 4-0, sembra tutto troppo bello per essere vero mentre la Vinci evapora sotto la stanchezza (6-2): l’enormità dell’impresa contro Serenona è stata impegnativa da gestire, a certe emozioni non si può essere abituate, la rincorsa l’ha lasciata vuota, ferma sulle gambe, smunta come dopo una bella malattia. È la giornata di Flavia, United States of Puglia. 3 milioni e 300 mila dollari per la vincitrice, ma non è questione di soldi. È il fine carriera da urlo della veterana che sul traguardo si prende Bacio Le due azzurre si scambiano un bacio alla fine di una partita di vecchia scuola tutto: «Mi fermo qui». Lascerà a fine stagione con l’Us Open, il primo Slam della vita, fama, gloria e sogni come Francesca Schiavone (Parigi 2010) che sul divano di casa si gode lo spettacolo. È stata la prima italiana a dimostrare che nulla è impossibile, basta volerlo. Flavia volle, fortissimamente volle. E adesso piange e ride, stremata e felice, incredula come un’esploratrice che trova se stessa dietro l’ultima svolta della vita. E mai scoperta fu più bella. Gaia Piccardi © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015 SPORT 37 . 11 titoli di Flavia in carriera Con la vittoria di ieri agli Open degli Stati Uniti salgono a 11 i tornei vinti in carriera da Flavia Pennetta. Quello di ieri è stato il primo del Grande Slam e ovviamente il più importante tra quelli conquistati dall’azzurra nata il 25 febbraio ‘82 a Brindisi. # 9 titoli di Roberta in carriera la finale di ieri rappresenta comunque uno dei momenti più alti della carriera di Roberta Vinci. L’azzurra, nata a Taranto il 18 febbraio ‘83, che ha compiuto l’impresa di battere in semifinale la strafavorita Serena Williams, resta a quota 9 tornei vinti in carriera. Casa Pennetta, la tattica vincente di papà Oronzo e mamma Concita Il derby delle famiglie. «Macché ritiro, farò cambiare idea a mia figlia» DAL NOSTRO INVIATO «Sono felice, Flavia aveva più benzina in corpo», esulta alla fine Oronzo Pennetta, suo padre, che non a caso a Brindisi è il titolare di una discreta rete di pompe di carburante che rifornisce auto e barche dell’Adriatico. «Ma Roberta ha donato un grande sorriso alla sua città», si commuove pure Angelo Vinci, il papà, sull’altro mare di questo derby di Puglia, lo Ionio, pensando alle tante ferite di Taranto, a cominciare dall’Ilva. Ogni scaramanzia, comunque, è stata portata avanti fino in fondo con devozione. Da parte di tutti. In casa Vinci, a Taranto, mamma Luisa a destra e papà Angelo a sinistra seduti sul divano: contro la Williams aveva funzionato, «squadra che vince non si cambia», dicevano convinti. In casa Pennetta, a Brindisi, stesso concetto di fondo, ma moglie e marito invece separati: papà Oronzo giù in cantina e mamma Concita in salone, ognuno coi propri palpiti, come durante il match con la Halep. Anche i nonni di Flavia, Isa e Renato, hanno preferito stare a distanza. Isa, infatti, 84 anni, dice che Renato parla sempre e lei invece ha bisogno di concentrazione per seguire sua nipote quando gioca. Ora, per far felice la sua Flavia, quando tornerà dagli Us Open, le farà trovare il piatto preferito: «le cozze con la panna», annuncia. Famiglie che sono amiche, si conoscono da una vita, ma per un giorno intero preferiscono ignorarsi. È lo sport. I tifosi di Roberta Vinci, compresi gli ultrà della squadra di calcio del Taranto per cui lei tifa apertamente, incollati ai maxischermi in piazza Vittoria; quelli di Flavia a Brindisi davanti al teatro Verdi. Per le amiche-nemiche di una BRINDISI Amiche L’abbraccio tra la vincitrice Flavia Pennetta, 33 anni, e Roberta Vinci, 32, al termine della finale tutta italiana degli Us Open. La Pennetta è nata a Brindisi ed è la numero 26 della classifica Wta nel singolo, è allenata da Salvador Navarro. Ha vinto 11 titoli Wta nel singolo e ha detto che si ritirerà a fine stagione (Ap) sera hanno gioito e sofferto insieme, ma ha vinto comunque la Puglia e questo è ciò che conta. Fino a ieri, dallo Ionio all’Adriatico esisteva soprattutto il basket, Brindisi in serie A con gli uomini arrivati l’anno scorso ai playoff; Taranto campione con le donne, vincitrici di 4 scudetti tra il 2003 e il 2013. «State calmi», questo l’sms inviato da Flavia a suo padre Oronzo, prima di avviarsi dall’albergo. Impresa mica facile, stare calmi in una notte così, coi fuochi d’artificio sparati prima, a scopo propiziatorio, dal circolo del tennis dove lei tennisticamente è nata, in via Ciciriello: 230 soci già convocati per la festa di fine estate ora fremono davanti al maxischermo con ce- Telefonino e camomilla Il papà della tarantina sconfitta ha spento il telefonino e si è bevuto una tazza di camomilla na offerta dal direttore Carlo Faccini, tagliolini alla crema di scampi e sorbetto ai frutti di mare giusto per iniziare. State calmi, se potete. Macchè. Papà Angelo Vinci, nella vita commercialista e giocatore di tennis anche lui, dopo aver stretto mani e concesso interviste a destra e a manca per tutto il giorno, alle otto e mezza ha spento il telefonino, è rientrato a casa e si è messo sul divano con una tazza di camomilla vicino, mentre mamma Luisa, congedato il sindaco di Taranto Ippazio Stefano in visita augurale, ha cominciato a fumare come una turca, una sigaretta dopo l’altra e non ha più smesso. Carla Gradella e Chiara Colelli, le amiche del cuore di Flavia Pennetta, che a lei furono vicine nel momento terribile della fine della storia con Carlos Moya, hanno tenuto a distanza di sicurezza i giornalisti. Per far capire quanto Carla Gradella, tennista anche lei, voglia bene alla Pennetta basta vedere come ha chiamato sua figlia, che ha 9 anni: indovinate? Flavia. A papà Oronzo hanno appena detto che la vincitrice di Flushing Meadows si mette in tasca quasi 3 milioni di dollari, alla sfidante più o meno la metà, ma lui dice che «a Flavia i soldi non sono mai interessati, è mamma Concita che le gestisce il conto, per lei oggi conta solo Fabio», cioè Fognini, e il matrimonio ormai sembra fissato: «Nozze a Brindisi nel 2016», rivela il genitore. Intenzionato, però, a far cambiare idea alla figlia che ha annunciato a fine stagione il ritiro: «Macché ritiro, una che è settima al mondo non può lasciare...». Il fratello di Roberta Vinci, Francesco, lavora in banca a Martina Franca, è sposato con Francesca ed è con lei che segue il match in pieno isolamento anche telefonico. Allo stesso modo la sorella di Flavia, Giorgia, ha giocato a beach-tennis nel pomeriggio vicino Taranto e ha respirato in prima persona l’aria del derby. Poi è entrata in ritiro spirituale con la cugina Fiorella dalle parti di Otranto. Tutti in apnea, fino all’ora di riemergere. A mezzanotte Oronzo telefona alla figlia. «Brava Flavia, hai seguito i miei consigli», dice lui che da ragazzo giocava a tennis in seconda categoria. «Ma quali consigli — scherza lei — ho fatto tutto da sola». Fabrizio Caccia © RIPRODUZIONE RISERVATA Capolavoro Aru, conquista la Vuelta e se stesso Oggi passerella finale. L’allenatore: «Superata la crisi al Giro ha capito di poter puntare a tutto» Fabio Aru è il sesto vincitore italiano del Giro di Spagna. Un piccolo club formatosi in 70 anni di storia della corsa: prima di lui Conterno, Gimondi, Battaglin, Giovanetti e Nibali. Massimo rispetto per i padri nobili del nostro ciclismo ma, Nibali a parte (2010), fino a pochi anni fa la Vuelta era una corsa a partecipazione limitata. Quella vinta da Aru allineava invece i migliori corridori del mondo: lui li ha battuti tutti, da Froome a Quintana, da Rodriguez a Valverde. Infliggendo ieri il colpo del k.o. all’avversario più tenace e meno atteso, il coetaneo olandese Tom Dumoulin che ha resistito per 19 tappe e si è arreso sulla penultima salita della 20ª. Una crisi così profonda da farlo retrocedere dal primo al sesto posto in classifica. Merito dell’Astana (spesso criticata per eccesso di generosità agonistica) che l’ha tempestato di colpi. Quando Aru ha visto, finalmente, la maglia rossa staccarsi ha lasciato sfogare (tenendoli però a distanza ravvicinata) Nairo Quintana (4°) e Rafal Maika (3°) senza mollare Purito Rodriguez, arrivato secondo a 1’17” dal leader. La tappa è stata vinta in solitudine dall’iberico Plaza Molina. A 25 anni il sardo dell’Astana vanta ora nel palmares due podi del Giro d’Italia (3° nel 2014, 2° nel 2015) e la Vuelta. Maurizio Mazzoleni, allenatore e mentore bergamasco, individua quattro punti chiave nella vittoria del corridore. «Il primo — spiega Mazzoleni — è la maturazione delle qualità fisiche. Fabio ha una capacità rara di resistere al dolore e scattare con i muscoli imbottiti di acido lattico: è capace di fare sei scatti per staccare gli avversari quando gli altri scalatori si fermano a tre». Il secondo? «Sa fare gruppo sovvertendo regole consolidate nel ciclismo. Ormai tutti i corridori vivono mesi in altura per allenarsi, mettendo a rischio il loro equilibrio psicologico. Per combattere l’isolamento, Fabio ha chiesto a noi di portare la fidanzata per trasformare il ritiro da monastero a luogo di lavoro duro ma piacevole, convincendo anche i compagni a fare lo Emozione Fabio Aru in maglia rossa nuovo leader della classifica. Oggi la passerella verso Madrid e poi la vittoria finale (Ipp) stesso. Ha cambiato le regole. È un ragazzo riservato, capace però di creare rapporti straordinari con tutti, anche con i kazaki del gruppo, che hanno carattere chiusissimo: ieri Zeits ha dato l’anima per lui anche quando era sfinito». Concetto ribadito dalla prima frase pronunciata ieri dopo . la vittoria: «Questa Vuelta è della squadra. Anche di Nibali e Ti- ralongo che hanno lasciato troppo presto la corsa». L’abbraccio con i compagni è stato poco convenzionale: in un’area di servizio autostradale, dove Fabio ha raggiunto il bus della squadra che lo aspettava dopo la premiazione. La carriera di Aru è cambiata dopo la tappa del Mortirolo al Giro di quest’anno: «Fabio ha superato — spiega Mazzoleni Arrivo 20ª tappa, San Lorenzo de El Escorial-Cercedilla di 175,8 km 1. Plaza (Spa) in 4.37’05” 2. Goncavales (Por) a 1’07” 3. De Marchi (Ita) a 1’08” 14. Quintana (Col) a 2’44” 24. Aru (Ita) a 3’38” 35. Dumoulin (Ola) a 7’30’’ 38. Valverde (Spa) s.t. Classifica 1. Aru (Ita) 83.1’40’’ 2. Rodriguez (Spa)a 1’17’’ 3. Majka (Pol) a 1’29’’ 4. Quintana (Col) a 2’02’’ 5. Chaves (Col) a 3’30’’ 6. Dumoulin (Ola) a 3’46’’ — una crisi e un dolore di inimmaginabile profondità. E per questo già la sera, metabolizzata la sconfitta da Contador, ha capito di poter puntare a qualunque obiettivo». Il 13 agosto scorso, sull’amatissimo Moncenisio, Aru ha effettuato un test decisivo: «Ha voluto misurarsi — continua Mazzoleni — a un anno esatto di distanza dal test precedente: stesso giorno, stessa ora. Quando ha visto i risultati (molto migliori del 2014) Fabio ha capito che avrebbe potuto vincere la Vuelta e ha acquisito una serenità straordinaria». Celebrato anche da un tweet del premier Renzi («Mitico Fabio Aru, la Vuelta 2015 è tua»). Aru festeggerà la vittoria nella passerella conclusiva di Madrid. Non parteciperà al mondiale di Richmond, puntando direttamente al Lombardia. Il prossimo anno cercherà la vittoria al Giro d’Italia. Per il Tour c’è tempo: in Sardegna gli Aru coltivano frutta e sanno bene come farla maturare. Marco Bonarrigo © RIPRODUZIONE RISERVATA Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera 38 . # Milena, Stefania, Manuela, Cristina, Giacomo ed Alfredo annunciano la scomparsa del loro caro Alberto Guerrieri I funerali avranno luogo lunedì 14 settembre alle ore 14.45 presso la chiesa di Santa Maria Segreta in piazza Tommaseo a Milano. - Milano, 12 settembre 2015. Carlantonio e Giancarla si stringono al profondo dolore di Milena Stefania e Manuela per la scomparsa di Alberto nostro fraterno amico. - Milano, 13 settembre 2015. Costantino con Patrizia, Carlantonio e Meggy piange lamico Partecipa al lutto: Penny. Alberto Alberto amore mio!- Grazie per avermi accompagnato in questi cinquantanni...- Milena. - Milano, 12 settembre 2015. Devo avere paura?- Non un uomo come te papà sei stato il mio grande amore.- Stefania. - Milano, 12 settembre 2015. Caro nonno Pino coraggio, talento, simpatia, energia ci hai insegnato tutto ciò, per questo un grande "grazie" vola verso linfinito dove sei tu ora!- Per sempre nei nostri cuori.- Grazie.- Cri e Giacomo. - Milano, 12 settembre 2015. Giorgio e Paola profondamente rattristati per la perdita del carissimo amico Alberto si stringono nel dolore della famiglia tutta. - Milano, 12 settembre 2015. Carla con grande rimpianto e dolore abbraccia forte Milena e figlie nel ricordo di Alberto - Cassina Rizzardi, 12 settembre 2015. Partecipano al lutto: Augusta e Maurizio. Gianni, Delia, Alessandro, Valentina Zuco sono vicini a Milena e figlie nel ricordo dellamico Alberto - Milano, 12 settembre 2015. Alberto caro amico ti porteremo sempre nel nostro cuore.Giorgio Luisa e Alessandro abbracciano forte Milena, Stefania e Manuela. - Milano, 12 settembre 2015. Giorgio, Milena, Sergio e Marina si stringono con affetto a Milena e famiglia per la perdita del caro amico Alberto - Forte dei Marmi, 12 settembre 2015. Silvio e Giuliana Pomares partecipano con dolore al lutto della cara Milena e familiari per la morte di Alberto Guerrieri la cui signorilità e sorridente gentilezza rimarrà sempre nel loro cuore. - Punta Aldia (Olbia), 12 settembre 2015. Ciao ricordando per sempre la sua allegria, simpatia e tutte le zingarate fatte insieme per il nostro Milan e abbraccia con tanto affetto Milena Stefy e Manuela. - Milano, 13 settembre 2015. Partecipano al lutto: Arrigo Perin. Maria Grazia Dassereto. Caro Alberto ricorderemo sempre il tuo sorriso e la tua allegria.Stefano e Aurelia, Gigi, Giorgio e Adriana, Anna abbracciano con affetto Milena, Stefania e Manuela. - Cassina Rizzardi, 12 settembre 2015. Caro Le famiglie Restelli e Santambrogio si uniscono al dolore di Milena Stefania e Manuela per la perdita del caro papà Alberto - Cassina Rizzardi, 12 settembre 2015. Caro Alberto la tua grande simpatia classe eleganza ed amicizia rimarranno sempre nel nostro cuore.- Eppe Ursula. - Milano, 12 settembre 2015. Amico Alberto ci mancherai.- Sergio, Susanna, Michele e Daniele abbracciano forte Milena, Stefania e Manu. - Milano, 13 settembre 2015. Andrea e Anita Tosi coi figli abbracciano commossi Milena, Stefania ed Emanuela nel ricordo del loro adorato Alberto - Milano, 12 settembre 2015. Roberto e Gabriella sono vicini a Milena ed alla sua famiglia nel ricordo del caro Il Golf Club Monticello partecipa con profondo cordoglio al dolore della famiglia per la scomparsa di Alberto Alberto Guerrieri - Cassina Rizzardi, 12 settembre 2015. - Cassina Rizzardi, 12 settembre 2015. Te ne sei andato in punta di piedi con la tua sofferenza, con dignità e riservatezza!- Ciao Presidente, Consiglieri e collaboratori della Fondazione Cova ricordano con affetto e stima Alberto Alberto Guerrieri Consigliere sempre attento e partecipe. - Milano, 12 settembre 2015. I tuoi amici ricorderanno sempre la tua allegria e la tua gioia di vivere, con affetto Carloantonio, Eppe, Piero, Roberto, Giorgio, Giorgio, Mario, Felice, Emilio, Emilio, Enzo. - Milano, 12 settembre 2015. Caro Alberto con te perdiamo un grande amico.- Il ricordo del tempo felice vissuto insieme sarà per sempre con noi.- Lena e Paolo, Cristina, Enrico e Nicoletta abbracciano Milena ed i suoi cari con grande affetto. - Roma, 12 settembre 2015. Mario Gallini con Antonella, Stefano e Martina è vicino alla famiglia per la perdita del vecchio amico Alberto Guerrieri - Milano, 12 settembre 2015. Giovanni e Rosemarie, Gianrenzo e Cristina, Chicco e Lella, Roberto ed Elena ed Ezio sono vicini a Milena con affetto per la perdita del carissimo amico Alberto - Milano, 12 settembre 2015. Profondamente commossi partecipiamo al dolore della famiglia nel ricordo del caro Alberto Massimo Zevi Sole Chiara e Serena, Silvano, Gingi Cristina, Peo Tony, Marco Rossella, Giorgio Roberta. - Milano, 12 settembre 2015. Partecipano al lutto: Renato e Lucetta Vismara. Giorgio e Carla Mailhac. Vanna e Paola Casorati. La famiglia Pampuri. Dario Anna Gelli. Vittorio Vera Pattumelli. Anna Maria Caracci. Fulcieri Marina Gorini. Aldo Norma Sinai. Giuseppe e Giuseppina Lombardi. Franco e Giuliana Corbella. Giovanna e Tino Volpe. Laci Lager. Rosanna Negri. Partecipano al lutto: Maria Ester ed Alberto Zanobio. Con tristezza e tanto affetto Maurizio ed Enrica Dallocchio si stringono a Daniele per la dolorosa perdita del papà Angelo Ripamonti - Milano, 12 settembre 2015. Gli amici dello Studio Cornaglia & Associati e di Assietta Private Equity SGR S.p.A. partecipano al dolore dellavvocato Daniele Ripamonti per la perdita del caro papà Silvio Angelo Ripamonti sei stato per noi più di un fratello, hai lasciato un vuoto incolmabile, sarai sempre nei nostri cuori.Pino Carmen Alberto. - Milano, 13 settembre 2015. - Milano, 12 settembre 2015. Nadia, i figli Agostino e Niccolò, Alessia, Annalisa, Federica, Grazia e Paola, annunciano la morte di Silvio Riccardo Terzi carissimo, buono, corretto, sensibile... dopo tanta sofferenza ci hai lasciati nel dolore!- Noi ti vogliamo ricordare con la chitarra ad allietarci le serate.Un grande abbraccio a Dani e Dodò.- Mimmo e Carola, Gaia con Chicco, Anna e Alessandro. - Milano, 12 settembre 2015. Sarà possibile salutarlo martedì 15 settembre dalle 10 alle 12 presso la Camera del Lavoro di Milano. - Milano, 12 settembre 2015. Andrea Margheri Francesca Bucci con Guido Pietro Marco insieme ai compagni che diedero vita alla rivista Argomenti Umani esprimono il loro dolore per la scomparsa di Riccardo Terzi rimpiangendo lamicizia più che fraterna, lalta cultura, la lucidissima intelligenza, la fermezza razionale e coerente con cui ha sostenuto i valori della sinistra e le ragioni del lavoro e abbracciano con affetto Nadia, Niccolò e Agostino. - Milano, 12 settembre 2015. Marialuisa, Guido, Laura con Giovanni, Marta, Gloria, Beppe abbracciano Dolores, Daniele e Gabriela ricordando con affetto e rimpianto Barbara Pollastrini e Pietro Modiano esprimono profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia per la scomparsa di Silvio - Milano, 12 settembre 2015. Riccardo Terzi Renzo e Luciana con Bettina Simona e le loro famiglie partecipano profondamente addolorati al lutto per la perdita di Personalità della sinistra e del sindacato, colta, intelligente e coraggiosa. - Milano, 12 settembre 2015. Silvio Aldo Bonomi, Gad Lerner e Matteo Bolocan ricordano lamico di sempre. - Milano, 12 settembre 2015. Ennio con Katia, Dianella con Luigi, Gioia con Raffaele e Wanna si stringono con affetto a Dolores e famiglia nel ricordo di Riccardo Terzi amico e compagno di rara sensibilità culturale e intelligenza politica. - Milano, 13 settembre 2015. Silvio Baldi - Milano, 12 settembre 2015. Claudio Petruccioli piange Ciao Riccardo Terzi Silvio compagno dagli anni giovanili.- Ne ricorda la serietà, lallegria, lintelligenza. - Roma, 13 settembre 2015. non ti dimenticheremo mai.- Alberto e Marialuisa. - Milano, 12 settembre 2015. Ci piace ricordarti nei momenti sereni passati con i comuni amici.- Ciao Riccardo Terzi Silvio Partecipa al lutto: Carlo Tognoli. Virgilio Anca Vittorio Vanessa partecipano profondamente commossi al lutto di Dolores e Daniele per la perdita di - Milano, 13 settembre 2015. Dott. Silvio Baldi già Consigliere di Amministrazione della società. - Milano, 12 settembre 2015. Argira Lilia Nascimbeni Melo Salvo con grande affetto.- Enzo Bernadetta e Francesca. - Milano, 12 settembre 2015. Renato e Alessandra Barilli partecipano commossi al grande lutto delle da lui adorate moglie e figlia per la scomparsa di Salvo massimo esponente dellarte del secondo Novecento. - Bologna, 12 settembre 2015. Sofia, Anna e Sara mandano tanti bacini al nonno Gianmario Ferrari Ciao Alberto zio Gianmario Tullio e Grazia abbracciano con affetto Milena e i suoi figli. - Milano, 13 settembre 2015. ci mancherai tanto ti vogliamo bene.- Gli Spada. - Milano, 13 settembre 2015. Ciao Beppe, troppo presto e troppo vuoto.- Margherita con Francesca, Riccardo, Alessandro, Gabriella ed i piccoli Ettore, Arianna e Cesare.- Il funerale avrà luogo lunedì 14 settembre ore 14.45 presso la parrocchia del Corpus Domini a Milano. - Milano, 12 settembre 2015. Il Consiglio di Amministrazione di Fiordaliso S.p.A. e i dipendenti tutti partecipano al lutto della famiglia del Salvatore (Salvo) Mangione Ricordiamo Giuseppe Chiaraviglio Silvio Paola con Fabio, Costanza, Emma, la sorella Franca e i nipoti di Renzo Rossi annuncia con grandissimo dolore che la lunga e intensa vita terrena di - Milano, 12 settembre 2015. Molto addolorati per la scomparsa del caro amico Angelo Ripamonti - Milano, 12 settembre 2015. Caro Emilio Mazzoli e famiglia con immenso dolore piangono il grande artista - Modena, 12 settembre 2015. Camera Nazionale della Moda Italiana e Pitti Immagine ricorderanno - Milano, 12 settembre 2015. Pietro e Dora. - Milano, 12 settembre 2015. Alberto Guerrieri Alberto Guerrieri Carlo Marco con Ines accarezza il cuore dolente dellamico Daniele per la perdita del suo amato papà I cugini Percivalle Carlo Teodoro e Aurelio. - Milano, 12 settembre 2015. Alberto Laura ti ricorda in unione spirituale con papà Riccardo, nel sedicesimo anniversario della tua morte. - Milano, 13 settembre 2015. Angelo Ripamonti Silvio con te se ne è andata unaltra parte bella della nostra vita.- Chicca e Checco. - Milano, 12 settembre 2015. Ciao Rosetta, Simona, Marco, Lisa, Roberto, Davide, Chiara e Stefano ricorderanno sempre con affetto lamico Angelo Ripamonti Siamo vicini alla famiglia Baldi per la perdita del caro Delia, Achille, Mimmo, Paola, Nuccio e Lucia con Matteo, Chiara e figli, Marco, Fede, Mirko e figlia, Marta, Robert, Margherita, Carlotta, Marcello e figlio piangono con Margherita Paola. - Milano, 13 settembre 2015. Lilia Nascimbeni Melo Partecipano al lutto: Marialuisa, Paola e Peppino con Barbara. . e partecipa al dolore dei suoi cari. - Milano, 12 settembre 2015. Gabriella, Francesca, Rufo e Barbara Ruffo sono vicini a Leonardo, Anna e a tutti i familiari nel dolore per la scomparsa di Elena Visconti di Modrone Franca Silvestri Ferdinando Brambilla - Milano, 13 settembre 2015. 13 settembre 2008 - 13 settembre 2015 Olga Leto di Priolo sette anni, sei sempre con noi.- Le tue sorelle. - Milano, 13 settembre 2015. - Roma, 12 settembre 2015. 1996 - 2015 Doni, Micaela, Roberto, Andrea e Marco si stringono con affetto ai cugini Visconti nel ricordo della zia Elena Visconti di Modrone - Milano, 11 settembre 2015. Gian Paolo Bossi Fedrigotti con la moglie Vanna e la figlia Valérie con Heinrich von Lutterotti, Maurizio Bossi Fedrigotti con la moglie Verena ed i figli Francesco, Valentina ed Isabella, Isabella Bossi Fedrigotti con i figli Vittorio ed Eduardo Botti si stringono con affetto a Luca, Marie José, Ferdinando, Caterina e Filippo per la scomparsa della Contessa Elena Visconti di Modrone Castellini Mario Perla Sei sempre con noi.- Anna Roberto Bin Laura. - Milano, 13 settembre 2015. Moj mozh, caro mozh Rado Kenda Francesca. - Milano, 13 settembre 2015. Amelia Rossi Ricordo, rimpianto, amore.- Renata, Valeria, Valerio. - Milano, 13 settembre 2015. - Rovereto, 12 settembre 2015. Il direttore Aldo Vitali e le redazioni di TV Sorrisi e Canzoni, Telepiù e di Il Mio Papa sono vicine al vicedirettore Bice Colarossi nel dolore per la scomparsa del padre Vincenzo Colarossi - Segrate, 12 settembre 2015. Aldo, Alex, Anna, Daniela, Ezio, Francesco, Silvia e Stefano abbracciano forte Bice in questo triste giorno in cui se nè andato suo papà Vincenzo Colarossi - Milano, 12 settembre 2015. RCS MediaGroup S.p.A. - Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano SERVIZIO ACQUISIZIONE NECROLOGIE ATTIVO DA LUNEDI A DOMENICA 13.30-19.30 Tel. 02 50984519 www.necrologi.corriere.it e-mail: [email protected] PAGAMENTO CON CARTA DI CREDITO È morto Enzo Preda Indimenticabile amico, nato a Milano nel 1932, straordinario pittore e ceramista, cofondatore nel 1952 con Baj, Dangelo e Joe Colombo del Movimento Nucleare.- Le sue opere sono in tutto il mondo.- Intendiamo ricordarlo a tutti coloro che ebbero il privilegio di conoscerlo e di apprezzarne le sue grandi qualità di uomo e di artista.- Paola ed Enrico Pennasilico. - Milano, 12 settembre 2015. I figli Giovanni, Irene, Angelo con laffezionatissima nipote Angelica e tutti i parenti saranno uniti nellaffetto per ricordare Lina Mina Baule Riposerà in pace accanto al marito Mario Baule presso il cimitero di Bulgarograsso (Como) da lunedì 14 settembre ore 15. - Milano, 12 settembre 2015. Ci ha lasciati la nostra cara Virginia Valdo Musci Lo annunciano il marito Pino, i figli Manrico e Mariano con Stefania.- I funerali si svolgeranno lunedì 14 settembre, alle ore 15 nella Basilica di Santa Maria Assunta in Gallarate.- Il Santo Rosario verrà recitato domenica 13 settembre alle ore 19.30 in Basilica. - Gallarate, 12 settembre 2015. Giuseppe di San Giuliano con i figli Diego, Giulia e Maria partecipa con grande affetto al dolore della dottoressa Raffaela Pedani per la perdita della madre signora Rosa Di Maggio - Firenze, 12 settembre 2015. Michele Finocchi Pepi Carlo Cristina e Isabella si stringono commossi a Gianluca Chicco e Barbara per la perdita della cara mamma Luigia Vismara Corriere della Sera TARIFFE QUOTIDIANO (Iva esclusa) : Necrologie: € 6,50 PER PAROLA: Adesioni al lutto: € 13,00 Diritto di trasmissione: pagamento differito € 5,00 I testi verranno pubblicati anche sul sito www.necrologi.corriere.it È possibile richiedere servizi aggiuntivi, disponibili solo on line TARIFFE ONLINE (Iva esclusa): Partecipazioni al lutto online € 20 Fotografia € 15 Biografia € 50 Abbonamento annuale pagina defunto € 60 Fotografia + biografia + abbonamento annuale pagina defunto € 100 Gazzetta dello Sport TARIFFE QUOTIDIANO (Iva esclusa): PER Necrologie: € 2,50 PAROLA: Adesioni al lutto: € 5,50 Diritto di trasmissione: pagamento differito € 5,00 Anniversari e ringraziamenti a modulo Corriere della Sera Gazzetta dello Sport € 300,00 a modulo € 185,00 a modulo - Milano, 12 settembre 2015. Carlo Gigi e Pietro sono vicini a Nilde e Joelle per la scomparsa delladorato fratello Marco Bellavita - Milano, 12 settembre 2015. Da dieci anni ci ha lasciato Fiorella Ghilardotti Giuseppe Chiaraviglio Lilia Cristina e Francesca ricordano con amore e rimpianto il loro papà Carlo Brambilla Presidente della Regione Lombardia, Parlamentare Europeo.- Il marito, i figli, i fratelli e loro famiglie ne ricordano con commozione ed affetto il sorriso, lo slancio e la perseveranza diffuse con entusiasmo fino alla fine, nellamore per la famiglia e nellimpegno civile.- Semi di buona volontà che ancor oggi germogliano azioni di bene. - Milano, 13 settembre 2015. - Milano, 12 settembre 2015. - Milano, 12 settembre 2015. La società Finprotek comunica il decesso del Senior Partner Beppe Tutto il personale del servizio di radiologia pediatrica della Clinica Pediatrica De Marchi, abbraccia la dottoressa Francesca Chiaraviglio in queste tristissime ore. - Milano, 12 settembre 2015. Piera ricorda con affetto e rimpianto la cara - Desio, 12 settembre 2015. Faber ricorda la sua "gioia" con struggente nostalgia.- Mi manchi tanto "piccola".- Ciao. - Milano, 13 settembre 2015. e limmenso vuoto che ha lasciato nelle loro vite. - Milano, 12 settembre 2015. Giuseppe Chiaraviglio Franco Nascimbeni partecipa addolorato al grave lutto per la scomparsa della cara cugina 13 settembre 2014 - 13 settembre 2015 Carlo che ora ha ritrovato labbraccio del suo amico Matteo. - Milano, 12 settembre 2015. Giuseppe Chiaraviglio Barbara Vitti con una Santa Messa, lunedì 14 settembre alle ore 9.30 presso la chiesa di San Marco piazza San Marco 2, Milano. - Milano, 13 settembre 2015. Giorgio e Germana con Paola Marco e Chiara condividono commossi il dolore di Elda e ricordano con affetto il loro amico Giuseppe Chiaraviglio Profondamente commossi Vittorio, Carlo e Giorgio sono vicini a Margherita, Francesca e Riccardo nel dolore e nel rimpianto della sua ricca umanità. - Milano, 12 settembre 2015. mamma Partecipano al lutto: Annamaria e Nino. Pinuccia e Marzia. Ebe Mazziotti con il grande affetto di sempre saluta A pochi mesi dalla nostra carissima Duni lha seguita il fratello "Ecco Lilia fuoco e fiamma, par che spacchi il mondo intero, ma in lei batte per davvero, un cuor tenero di mamma". Le tue rime.- Ciao e abbracciano Elda con amore. - Saronno, 12 settembre 2015. Gianmaria con Ivetta, Luigi, Federica, Pietro, Francesca e Bianca abbraccia Margherita, Francesca, Riccardo e tutti i loro familiari nel dolore per la scomparsa di uomo buono e paziente, fratello affettuoso e sempre presente. - Milano, 12 settembre 2015. si è conclusa il giorno 12 settembre 2015.- Si ringrazia con affetto la signora Mariya Savchuk che lha assistita fino allultimo; la signora Luciana Salimbeni e chi lha confortata in questi anni.- La mia gratitudine ai dottori Luca Citelli e Riccardo Castoldi.- Per lora e il giorno dei funerali si prega di contattare lImpresa Simonetta al numero 02.341972. - Milano, 13 settembre 2015. Carla Pirola ved. Pirazzi Maffiola uomo affettuoso e gentile. - Milano, 12 settembre 2015. Nico Maione partecipa commosso al dolore dellamico Daniele per la scomparsa dellamato padre Ernesto e Ivana Pellegrini partecipano al dolore dellamico Daniele per la grave perdita del padre Silvio Ho celebrato il tuo centenario anima sempre grande, mamma ammirevole, nata il 7 febbraio 1915 e si stringe in un forte abbraccio. - Milano, 12 settembre 2015. - Roma, 13 settembre 2015. non avrei potuto desiderare un suocero migliore di te e nonno adorabile per i miei figli.- Continua a proteggermi e consigliarmi dallalto.- Ciao Silvio ti voglio bene!- La tua nuora preferita Gabri. - Milano, 12 settembre 2015. la tua solarità e la tua grande amicizia ci hanno accompagnato per tanti anni e sarai sempre nei nostri cuori.- Anni, Piero, Luca e Monica abbracciano con affetto Milena, Stefania e Manuela. - Cassina Rizzardi, 12 settembre 2015. e abbracciano Milena. - Milano, 12 settembre 2015. Carlo Brambilla I colleghi e collaboratori dello Studio Legale Maione partecipano sentitamente al lutto dellAvvocato Daniele Ripamonti per la perdita del padre in questo momento di dolore assoluto vivo un distacco fisico che mi lascia senza fiato.- Trovo però la forza di guardare avanti perché so con certezza che ora tu sei tranquillo e felice in un posto migliore, suonando per noi la tua amata chitarra.- Non dimenticherò mai il nostro ultimo lungo abbraccio che rimarrà per sempre nel mio cuore.- La tua forza danimo, il tuo spirito ed il tuo coraggio sono stati un esempio indelebile ed una guida per me durante questi anni.- Sono fiero che Beatrice, Ludovico e Leonardo possano ricordare per sempre il loro amato nonno Silvio come esempio di onestà, sincerità e altruismo.- Proteggici tutti come solo tu saprai fare.- Mi mancherai ma mi accompagnerai ogni giorno della mia vita.- Per sempre, tuo Daniele. - Milano, 12 settembre 2015. Silvio Alberto È mancato allaffetto della moglie Elda, della cognata Silvana con Stefano e Giancarla Angelo Ripamonti - Roma, 13 settembre 2015. babbo Alberto Antonio e Luisella Migliorini ricordano con affetto il caro amico Carlo Alberto Giovanardi partecipa al dolore di Daniele e della sua famiglia per la perdita del papà Angelo Ripamonti Ciao La meravigliosa amicizia che ci hai regalato rimarrà per sempre nei nostri cuori.- Ciao Caro caro amico, rimarrai sempre con noi nel ricordo dei tanti momenti felici trascorsi assieme.- Giorgio e Angela. - Milano, 12 settembre 2015. Tina e Guido, Alfredo, Barbara e Marina ti porteranno sempre nel cuore! - Cassina Rizzardi, 12 settembre 2015. Silvio Baldi Lo annunciano con immenso dolore la moglie Dolores e il figlio Daniele con Gabriela, Beatrice, Ludovico e Leonardo.- Grazie di cuore allUnità Cure Palliative Ospedale Buzzi per la professionalità e grande umanità dimostrate.- Il funerale avrà luogo lunedì 14 settembre ore 11 presso la chiesa Vecchia SantApollinare via Ceriani 3 Milano. - Milano, 12 settembre 2015. Alberto vicini a Milena, Stefania, Manuela ti ricordiamo con affetto e rimpianto.- Mimma Renata Antonella Roberto Matteo. - Milano, 12 settembre 2015. ci mancherà la tua simpatica esuberanza nellincitare la nostra squadra del cuore.- Ricorderemo sempre gli allegri momenti trascorsi insieme.- I tuoi amici del Milan: Piero Donatella, Marco Resi, Carlo Ludovica, Carlantonio Giancarla, Marco Laura, Rudy Caia. - Milano, 12 settembre 2015. Alberto È mancato allaffetto dei suoi cari 13 settembre 2005 - 13 settembre 2015 Le amiche e gli amici dellAssociazione "Fiorella Ghilardotti" ricordano Fiorella a dieci anni dalla sua scomparsa. - Milano, 13 settembre 2015. L’accettazione delle adesioni, richieste via web, e-mail e chiamate da cellulari sono subordinate al pagamento con carta di credito Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015 SPORT ❞ Giovanni Toti Pres. Liguria (FI) Il tifo si può fare benissimo per un paio d’ore dalla tv e per il resto occuparsi dei problemi del Paese ❞ Giorgia Meloni Presidente Fdi . Mi sarebbe piaciuta la stessa prontezza per i marò... Mette solo il cappello sulle vittorie altrui 39 # ❞ Claudio Lotito Pres. della Lazio Bene ha fatto il presidente del Consiglio a testimoniare la vicinanza delle istituzioni recandosi negli Stati Uniti PRIMA LE CRITICHE POI LA FESTA Renzi in tribuna oltre le polemiche: «Per l’Italia è un giorno storico» di Massimo Gaggi a Flushing Meadows. «Orgogliosa di rappresentare l’Italia», ha detto la Vinci dopo la vittoria, immersa in una felpa troppo grossa, uscendo da una cena «normale» da Bistrò Milano, nel centro di Manhattan, mentre anche la Pennetta festeggiava la sua vittoria dalle parti di Times Square. Renzi ha deciso di essere presente a questa inattesa e irripetibile festa italiana, di celebrare le due donne improvvisamente finite sulla bocca di tutti in tutto il mondo, due campionesse, in un periodo nel quale lo sport italiano non dà grandi soddisfazioni in quasi nessuna disciplina. E questa scelta ha suscitato aspre polemiche politiche: per i costi del viaggio, perché per venire a New York il presidente del Consiglio ha disertato la Fiera del Levante a Bari e perché qualcuno lo vorrebbe più presente dove l’Italia vive momenti difficili - ad esempio tra i marò trattenuti in India e meno attento a incassare i dividendi d’immagine dell’«Italia che funziona». Il leader della Lega, Matteo Salvini, attacca a testa bassa: «E’ una vergogna, se vuole vedere il tennis non faccia il premier. Spero che in futuro abbia molto tempo per lo sport, una volta che avrà lasciato Palazzo Chigi». Il sospetto è che DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK Roberta Vinci e Flavia Pennetta entrano in campo e la regia dà il via alla festa italiana accompagnando i primi colpi di riscaldamento delle due tenniste con la voce di Jovanotti e la sua «Estate addosso». Dal box che gli è stato riservato Matteo Renzi parla coi tifosi italiani che riempiono buona parte dell’Arthur Ashe Stadium. Scende per qualche minuto tra il pubblico. Qualche selfie con le famiglie e un paio di battute: «Per noi è un grande giorno, una giornata storica: sono orgoglioso delle nostre ragazze». Niente repliche alle polemiche sul suo viaggio che l’hanno inseguito attraverso l’Atlantico, ma dopo il match puntualizza: «E’ una giornata troppo bella per fare o rispondere a polemiche. Abbiamo voluto dare un segno di attenzione, per un grande successo dello sport femminile. Quella di Flavia e Roberta è una storia bellissima di tenacia e orgoglio italiano. Godiamocela così. Tennis ma non solo: ho chiamato anche Aru che ha praticamente vinto la Vuelta per congratularmi: lo sport non è solo calcio». Presente Il premier Matteo Renzi a fianco al n° 1 del Coni Malagò (Epa) gno a stelle e strisce e il suo racconto acqua e sapone della strategia adottata per abbattere il monumento vivente del tennis mondiale: «Butta la palla dall’altra parte e corri, senza pensare ad altro». Ha funzionato, è stato l’11 settembre del tennis americano: un’intera nazione sportiva attonita davanti all’impensabile spettacolo della corazzata Williams affondata dal cacciatorpediniere Vinci quando, vinti i tornei in Australia, a Parigi e a Londra, l’atleta statunitense era ormai all’imboccatura del porto del Grande Slam, Sugli spalti Tifo composto (qualche «Forza Puglia») americani equamente divisi Le contestazioni La scelta di volare a New York fa discutere Ma Cuperlo lo difende e ricorda Pertini nell’82 Una finale femminile dello Us Open così, l’America non l’aveva mai vista e se la ricorderà a lungo. Per lo smacco della Williams, ma anche per il clima di una partita che ricorda il tennis d’altri tempi: tifo composto (con qualche «viva l’Italia» e «forza Puglia» nelle pause silenziose) e la sfida tra due atlete «normali». Due donne minute che giocano un tennis veloce, intelligente, ma senza la potenza spaziale di Serena. Qualcuno aveva previsto uno stadio semivuoto: invece della partita che doveva dare il Grande Slam a un’atleta americana, lo scontro fra due italiane, numero 26 e numero 43 del mondo. Il prezzo dei biglietti venduti dai bagarini elettronici è effettivamente crollato, da 1600 a 400 dollari in media, alcuni posti costano anche molto meno. Ma alla fine lo stadio è pieno anche di americani. Col tifo equamente diviso. Nei momenti difficili del match lo stadio incoraggia generosamente la Vinci che, battuta la Williams, si è riconquistata la simpatia del pubblico con quel «sorry guys»: le scuse per aver spezzato un so- al leader leghista il successo di due donne pugliesi non vada tanto giù, anche se Salvini fa i complimenti alle atlete. Duri anche Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia («mette il cappello sulle vittorie altrui»), Brunetta e Giovanni Toti di Forza Italia («anch’io tifo Italia, ma da casa, non c’è bisogno di arrivare fino a New York»). Non fa sconti nemmeno Corrado Passera: per il leader di Italia Unica la scelta di Renzi non è condannabile, ma lui dovrebbe essere più presente anche dove ci sono drammi e difficoltà, non solo dove sventola la bandiera di un’Italia positiva «da Istituto Luce». A difendere il premier, a sorpresa, ci pensa il «carissimo nemico» Gianni Cuperlo che definisce la scelta di Renzi di andare a New York «ragionevole, legittima, rispettabile: un grande atto sportivo e di costume. Giusto esserci». Intanto allo stadio, quando viene inquadrato nell’intervallo tra primo e secondo set, Renzi incassa un’ovazione più intensa di quella riservata a Robert Redford e Michael Douglas. #198 / Anno 5 - N. 37 (#198) Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano - Supplemento culturale settimanale da vendersi esclusivamente in abbinamento a Corriere della Sera ¤ 1,00 ¤ 0,50 + il prezzo del quotidiano. In CH Tic. Fr 1,00 Domenica 13 settembre 2015 EURO 0,50 Nathalie Djurberg e Hans Berg . per il Corriere della Sera © RIPRODUZIONE RISERVATA 40 Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera SPORT . # Serie B Marcia a punteggio pieno solo il Livorno di Christian Panucci (foto Lapresse). I toscani vincono in rimonta 1-2 a Como e si piazzano al comando della serie B con 6 punti dopo due gare. Alla rete dei padroni di casa siglata da Sbaffo, rispondono Fedato e Vantaggiato su rigore. Mezzo passo falso del favorito Cagliari. I sardi in vantaggio con Sau vengono beffati al 95’ da Valjent che agguanta l’1-1 per la Ternana. Spettacolare 2-2 tra Brescia e Salernitana. Il big match di giornata Vicenza-Bari è solo 0-0. Nel resto della giornata quattro vittorie interne. L’Avellino supera 2-0 il Modena. Primo successo anche per il Crotone sul Novara, sempre ultimo a -1. È un ritorno in grande stile quello del Il Livorno vince a Como, Panucci in testa da solo a punteggio pieno Cagliari beffato al 95’ ripescato Entella che all’esordio batte 2-1 il Cesena. Va peggio all’Ascoli battuto 2-0 a Lanciano. Risultati 2ª Giornata: Avellino-Modena 2-0; Brescia-Salernitana 2-2; Como-Livorno 1-2; Crotone-Novara 2-1; Entella-Cesena 2-1, Pescara-Perugia 2-1 (giocata venerdì); TernanaCagliari 1-1; Vicenza-Bari 0-0; Lanciano-Ascoli 2-0. Oggi (ore 17.30) Spezia-Pro Vercelli. Domani (ore 20.30) Latina-Trapani. Classifica: Livorno 6; Cagliari, Salernitana, Bari e Vicenza 4; Trapani, Pro Vercelli, Entella, Cesena, Perugia, Lanciano, Avellino, Crotone e Pescara 3; Latina, Brescia, Ternana 1; Spezia, Ascoli, Como e Modena 0; Novara -1. © RIPRODUZIONE RISERVATA Juve, un punto e nessuna svolta Solo grazie a un rigore di Dybala acciuffa l’1-1 con il Chievo che protesta per il gol annullato a Cesar Bianconeri ancora senza vittorie dopo tre turni, da 52 anni non partivano così male. Fischi dei tifosi L’inganno estetico dei campioni di Mario Sconcerti N © RIPRODUZIONE RISERVATA DA UNO DEI NOSTRI INVIATI A TORINO Juventus Cuadrado perfetto 6,5 Buffon Una gran parata delle sue (quelle che forzano i concetti di spazio e tempo) tiene in piedi la Juve. Gigi c’è. 5 Caceres Impreciso, sfasato. Soprattutto quando sale. 6 Barzagli La sua deviazione è un assist involontario per Hetemaj. 6 Bonucci Qualche brivido di troppo, anche in impostazione. 6 Alex Sandro Più quantità che qualità nei cross, ma è tra le poche note positive. 5 Pereyra Un errore clamoroso in zona gol è il primo di una serie. Da trequartista è un po’ più lucido. Ma sbatte sul palo. 5 Marchisio L’intensità e la capacità di dare profondità non si vedono. Lascia dopo 45’. 4,5 Sturaro Anche lui come Pereyra non «lega» il gioco e non spezza nemmeno quello altrui. Involuto. 6 Hernanes Da trequartista a regista, non è un mostro di continuità. Ma i tre tiri più pericolosi sono tutti suoi. 5 Morata Torna nella casa lasciata a Berlino e trova tutti i mobili nuovi o spostati. Spaesato. 6 Dybala Troppo distante dalla porta, perde sicurezza. Il rigore è una liberazione. 5,5 Pogba Si ripresenta con un tiro sbilenco e un altro salvato da Frey. Un po’ poco. 6,5 Cuadrado Veloce, tecnico e furbo, si guadagna il rigore del pari. È lui che dà la svolta. 5,5 Allegri Squadra scollegata e imprecisa, ma di buona volontà. C’è molto da lavorare. La materia prima non manca. ● Il commento on è stata una buona Juve e infatti non ha vinto. Ha evitato di perdere solo su rigore alla fine con una decisione generosa, ma è stato confermato che il gioco non c’è ancora. Siamo tutti così abituati al buon gioco della Juve, ai suoi vecchi risultati, che non riusciamo a prenderci libertà dell’evidenza, non ci va quasi di parlarne. Ma la Juve gioca male, non è ancora una squadra pur avendo a questi livelli giocatori eccezionali. Ma la squadra è fiacca, svogliata, un inganno estetico che racconta la mancanza di chiarezza nelle idee. La Juve non ha ancora nessun sintomo della squadra. È così, nessuno è orgoglioso di quel che accade, ma accade. È una Juve rovesciata rispetto ancora a un anno fa. Oggi nessuno offre il pallone all’altro, tutti sbagliano misura, tutti cercano di salvare se stessi giocando il facile. Non è più importante dove potrà arrivare questa Juve che continua a perdere punti, sarà una domanda successiva, di quando la Juve ritroverà l’accelerazione. Ora bisogna avere la forza di dire che è una partenza finta ma reale, perfino prevedibile ma non in questi limiti, che porta un piccolo distacco abissale su tutti gli altri in corsa. Fallisce la squadra e si sbiancano i singoli. Resta veramente poco, giusto un punto. E mi darete atto che non ho parlato di arbitri, come trovo sempre comunque giusto. Brutta anche la Roma, ma il risultato è quello che serve. Non tiene la squadra con Totti-Iago Falque-GervinhoDzeko, senza Nainggolan a correre nel mezzo, manca movimento, manca voglia di vincere. Il gol che davvero decide è quasi un infortunio. Però la Roma risponde alle esigenze di chi vuole correre, vincere comunque sia. Ma anche a Roma ci sono limiti. La paura degli impegni di Coppa sta già snaturando le squadre. Questa è la vera esperienza che manca ai grandi allenatori giovani come Garcia, Allegri, Sousa, Sarri, Pioli. Per non fermarsi per intero una partita, ne inquinano sei-sette, cioè mezza stagione. È vera intelligenza? Non credo. Le pagelle Paolo Tomaselli © RIPRODUZIONE RISERVATA Chievo Bizzarri super Gol salvezza Paulo Dybala, 21 anni, trasforma al 38’ s.t. il rigore dell’1-1 concesso per atterramento di Cuadrado da parte di Cesar (Foto Sport Image) ❞ Allegri Non è un momento fortunato, ma abbiano ampi margini di crescita Nulla da rimproverare ❞ Hernanes ha fatto una buona partita, io devo trovare un giusto equilibrio tra i giocatori DA UNO DEI NOSTRI INVIATI TORINO La Juve cancella la paura della terza sconfitta consecutiva ad un paio di curve dal novantesimo grazie ad un rigore conquistato da Cuadrado, entrato diciotto minuti prima e trasformato con freddezza e precisione da Dybala. Ma il colpo di reni, al tramonto di una partita complicata, non cambia il senso della serata. La ricostruzione bianconera è appena avviata e il Chievo, partito lanciato, per un’altra notte almeno si gode meritatamente il primo posto in classifica a fianco della Roma. I Mussi Volanti hanno un nome da extraterrestri, ma forse provengono davvero da un altro pianeta: la squadra di Maran, miracolo di provincia, annichilisce la Juventus con la forza dell’organizzazione. Segna subito con Hetemaj e se l’arbitro non annullasse misteriosamente il raddoppio di Cesar, dopo un’ora, la rimonta juventina rischierebbe di svanire. È vero però che il signor Guida, con altrettanta disinvoltura, prima del rigore del decisivo pareggio, ne ignora un altro abbastanza evidente per una trattenuta di Dainelli (appena entrato al posto di Gamberini) su Pogba. E che, nella ripresa, Bizzarri è il migliore del Chievo, decisivo per almeno due volte su Hernanes. Il pari non gratifica le ambizioni della regina detronizzata, serve però ad attenuare i fischi della gente che nell’intervallo erano stati più forti e continui. La Juve è ancora un cantiere però ha molto talento e invidiabili soluzioni. È Cuadrado l’uomo della piccola svolta, quando entra a metà ripresa diventa imprendibile, una spina nel fianco e per poco alla fine il colombiano non va a guadagnarsi i tre punti. Però la strada è lunga. La Juve è volenterosa ma scollegata. Hernanes, profeta al debutto, si fa apprezzare soltanto nei tiri da fuori, gli interni Pereyra e Sturaro attaccano male la profondità, Dybala è elegante ma fumoso e Morata, alla prima partita da titolare dopo la finale di Champions League, deve ancora carburare. Così la Juve soffre e il gol di Hetemaj, un Juventus Chievo 1 1 Marcatori: Hetemaj 5’ p.t.; Dybala su rigore 38’ s.t. JUVENTUS (4-3-1-2): Buffon 6,5; Caceres 5, Barzagli 6, Bonucci 6, Alex Sandro 6; Pereyra 5, Marchisio 5 (Pogba 5,5 1’ s.t.), Sturaro 4,5 (Cuadrado 6,5 20’ s.t.); Hernanes 6; Morata 5 (Mandzukic s.v. 28’ s.t.), Dybala 6. All.: Allegri 5,5 CHIEVO (4-3-1-2): Bizzarri 7; Frey 6, Gamberini 6,5 (Dainelli 5,5 13’ s.t.), Cesar 5, Gobbi 5,5; Castro 6, N. Rigoni 6, Hetemay 6,5; Birsa 6,5 (Pepe s.v. 28’ s.t.); Paloschi 6, Meggiorini 6 (Pinzi 6 21’ s.t.). All.: Maran 6,5 Arbitro: Guida 4,5 Ammoniti: Castro, Hernanes, Alex Sandro, Birsa, . Cesar Recuperi: 0’ più 3’ destro a uscire che sorprende Buffon e si infila nell’angolo, raddoppia l’ansia dei campioni d’Italia. La banda Allegri ha una buona reazione concentrata in tre tiri in tre minuti tra il 10’ e il 13’ (Bizzarri vola su Hernanes), ma poi si spegne. Anche perché il Chievo non perde la testa, gioca leggero e sereno, accorcia gli spazi e rilancia appena è possibile. Nel secondo tempo Allegri ridisegna il centrocampo, togliendo lo spento e acciaccato Marchisio e inserendo Pogba. Hernanes diventa il vertice basso, Pereyra quello alto. Ma il risultato della rivoluzione è modesto. Il solito straordinario Buffon, quasi d’istinto, devia sul palo la girata a colpo sicuro di Cesar. Lo stesso Cesar raddoppia dieci minuti più tardi, ma l’arbitro annulla non si sa bene per che cosa. Anche i bianconeri, per la verità, hanno le loro occasioni, Pereyra colpisce il palo, Frey salva sul tiro a colpo sicuro di Pogba, Bizzarri para due volte su Hernanes. Sembra fatta. Ma Cuadrado è una freccia e Cesar ingenuo. Dybala non fallisce dal dischetto, ma il pari resta una mezza sconfitta: un punto in classifica dopo tre giornate come 52 anni fa. Un record triste che Allegri nelle prossime domeniche dovrà cancellare. Intanto si profila all’orizzonte la Champions. Serve un’altra Juve nella tana del Manchester City. Alessandro Bocci © RIPRODUZIONE RISERVATA 7 Bizzarri Solo un rigore poteva dargli un dispiacere dopo le tre parate su Hernanes. Quella su punizione è super. 6 Frey In difficoltà all’inizio, si rifà salvando un gol su Pogba. 6,5 Gamberini Controlla bene il gioco aereo e fa una chiusura da applausi su Sandro. 5 Cesar Sfiora il gol, ne segna uno buono (annullato) e fa un fallo ingenuo da rigore. Che pesa molto. 5,5 Gobbi Ridimensiona Caceres, con Cuadrado non se la passa bene. 6 Castro Recupera palloni e incide parastinchi. 6 N. Rigoni Veloce quando deve far ripartire l’azione, ma anche come cerniera lampo davanti alla difesa. 6,5 Hetemaj Un bel destro a uscire al primo pallone toccato, ed è subito gol. Poi rischia grosso con un buco in area. Ma si conferma una delle anime di questa squadra. 6,5 Birsa Fa il cross per il gol e per un’ora è presente in tutte e due le fasi. Poi non ce la fa più. 6 Paloschi Tanto impegno, qualche controllo di palla da rivedere. E una spizzata che porta al gol del 2-0. 6 Meggiorini Sempre presente nelle ripartenze, pressa, corre, si rende pericoloso. 5,5 Dainelli Rischia il rigore su Pogba. 6,5 Maran Il Chievo, corto, rapido ed equilibrato, gioca a memoria e recrimina per il gol annullato. Non avrebbe rubato la vittoria, figurarsi il pareggio. p.tom. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015 SPORT 41 . # Ginnastica ritmica Azzurre fuori dal podio, ma con pass per Rio Volley Contro gli Usa, primo stop per la Nazionale Atletica Si ferma Gatlin, a Rieti luci sui mezzofondisti Niente podio per le azzurre di ginnastica ritmica. Marta Pagnini, Andrea Stefanescu, Camilla Patriarca, Alessia Maurelli, Sofia Lodi e Martina Centofanti chiudono quarte (dietro Russia, Bulgaria e Spagna) nella gara all around dei Mondiali di Stoccarda ma ottengono il pass per i Giochi di Rio 2016. L’Italia, vice campione del mondo di Kiev 2013 e di Izmir 2014, guidata da Emanuela Maccarani, non scendeva dal podio da 10 anni. A Stoccarda un errore nell’esercizio dei 5 nastri ha penalizzato le azzurre. Dopo tre vittorie è arrivata, per la Nazionale impegnata nella World League in Giappone, la prima sconfitta. Gli azzurri sono stati battuti nettamente dagli Stati Uniti, che si sono imposti 3-0. La sconfitta toglie il primato in classifica alla squadra di Blengini. Al comando ci sono adesso le uniche due squadre ancora imbattute, la Polonia e, appunto, gli Stati Uniti. ma il torneo, che assegna due pass per i Giochi di Rio, è ancora lungo. E oggi alle 12 (diretta tv su Sky Sport 2) gli azzurri hanno già la possibilità di rifarsi con il Giappone. (v.vecc.) La stagione dell’atletica si chiude con «Rieti 2015», edizione numero 45 del tradizionale meeting inserito nel circuito Iaaf World Challenge (tv Rai Sport 1 dalle 17). Dopo il forfait di Justin Gatlin, l’interesse si sposta, come vuole la tradizione dello stadio Guidobaldi, sul mezzofondo: negli 800 occhi puntati sull’argento di Pechino, il polacco Adam Kszczot, e sull’oro al femminile, la bielorussa Marina Arzamova, sui 1500 punta a un grande tempo il campione olimpico di Londra, l’algerino Taoufik Makhloufi. Il Frosinone resta a mani vuote la Roma prende i punti e scappa Genoa battuto Babacar segna Rossi gioca La Fiorentina è ok Segnano Iago Falque e Iturbe nel finale, negato un rigore ai padroni di casa DAL NOSTRO INVIATO Prendi i punti e scappa. La Roma conquista a Frosinone una vittoria buona per la classifica e per non far scoppiare uno psicodramma in vista della partita di Champions con il Barcellona (mercoledì). Ma è tutto qui. Il gioco latita. L’esperimento Dzeko-Totti insieme non ha dato risultati. Il Frosinone si lamenta, con mille ragioni, per un rigore non concesso sull’1-0 per evidentissimo fallo di mano di Digne su cross di Rosi. Mancava mezzora al termine e non è detto che, in caso di 1-1, la Roma non avrebbe potuto vincere nel tempo restante. Però è un fatto che il rigore era netto e lo è anche che la Roma stava soffrendo. Circostanza difficile da prevedere tra due squadre che hanno un differenziale di 105 milioni di monte ingaggi. Per adesso va bene così, ma per puntare allo scudetto serve di più e di meglio. FROSINONE Garcia ha scelto all’inizio un 4-2-3-1 (Gervinho-Totti-Falque dietro a Dzeko) che ha avuto il risultato di restringere ancora di più gli spazi tra i troppi attaccanti. Totti è sembrato lontano dalla miglior forma, e Gervinho è rimasto 90’ in campo contro ogni logica. Non si ricorda una sola azione dell’ivoriano. Dzeko è rimasto rintronato da un colpo alla testa subito nei primissimi minuti ed è sembrato condizionato. Ha sbagliato un gol In gol L’esultanza di Iago Falque, 25 anni, in prestito dal Genoa, alla prima stagione e alla prima rete con la maglia giallorossa (LaPresse) molto semplice e ha passato il tempo a mettersi a posto il turbante di garza che gli è stato applicato in testa. È uscito al 12’ della ripresa, ma la Roma è paradossalmente peggiorata senza un punto di riferimento su cui scaricare il pallone lungo. Non è un caso che il migliore dell’attacco sia stato il più umile: Iago Falque. Lo spagnolo è stato bravo e fortunato in occasione del gol del vantaggio, al 43’ del primo tempo, e ha aiutato sempre Florenzi contro il migliore dei ciociari, Soddimo. E non è un caso neppure che, nel finale, quando Stellone ha ordinato ai suoi di buttarsi in avanti, la Roma abbia potuto colpire con i due ingressi dalla panchina, Salah e Iturbe. L’egiziano, al contrario di Gervinho, qualche volta passa la palla ai compagni. L’argentino ha forse trovato la sua dimensione: cambio nel finale, per sfruttare da prima punta la sua potenza contro avversari stanchi. Contro la Juve aveva procurato l’espulsione di Mourinho terzo k.o. «Resto il migliore» Cristiano Ronaldo fa cinquina Il Manchester City fa cinquina, ma a sorridere potrebbe essere soprattutto la Juve. La squadra guidata da Pellegrini, in testa a punteggio pieno in Premier League, l’ha spuntata sul Crystal Palace solo al 90’ con un gol del giovane nigeriano Iheanacho che ha firmato la quinta vittoria consecutiva. A rendere però amaro il successo è l’infortunio al Kun Aguero, uscito al 25’ per una botta al ginocchio sinistro e sostituito da De Bruyne (prima presenza), acquistato dai tedeschi del Wolfsburg per la cifra record di 75 milioni. «Aguero ha preso un brutto colpo, vedremo se riuscirà a recuperare per martedì», ha spiegato il tecnico del Manchester City che ospiterà la Juve nella gara d’esordio di Champions League. Chi vive una crisi senza precedenti è José Mourinho, ancora sconfitto. Il Chelsea è caduto (3-1) a Goodison Park contro l’Everton, affossato dalla tripletta del 29enne scozzese Naismith, partito dalla panchina e subentrato all’infortunato Besic. Per i Blues, quintultimi In crisi José Mourinho con appena 4 punti, è la terza sconfitta in 5 gare. A chi parlava di esonero Mourinho ha risposto: «Non credo esista un manager migliore di me per il Chelsea e per fare il mio lavoro. È semplice e chiaro: io sono l’uomo giusto per questo posto, anche se questi sono i risultati peggiori della mia carriera». Nella grande classica del calcio inglese, il Manchester United batte 3-1 il Liverpool e sale al secondo posto a 10 punti con l’Arsenal, sbarazzatosi con un 2-0 dello Stoke. Nella Liga spagnola tiene banco la grande abbuffata di Cristiano Ronaldo che spezza il digiuno delle prime due giornate segnando cinque gol nella partita contro l’Espanyol, finita 0-6 per i blancos. Non è la prima manita in carriera realizzata da Ronaldo: il portoghese ci era già riuscito nel 9-1 sul Granada dello scorso 5 aprile. La cinquina spinge l’attaccante subito in testa alla classifica dei bomber. © RIPRODUZIONE RISERVATA Frosinone Roma 0 2 Marcatori: Falque 43’ p.t., Iturbe 48’ s.t. FROSINONE (4-4-2): Leali 6; Rosi 6, Diakitè 6, Blanchard 5, Pavlovic 5; Tonev 6,5, Chibsah 6, Gucher s.v. (Sammarco 6 20’ p.t.), Soddimo 6,5 (Longo s.v. 44’ s.t.); D. Ciofani 5, Dionisi 5 (Verde s.v. 32’ s.t.). All: Stellone 6 ROMA (4-2-3-1): Szczesny 6,5; Florenzi 6,5, Manolas 6, Ruediger 5,5, Digne 6; De Rossi 5,5, Keita 6; Gervinho 4, Totti 5 (Iturbe 6,5 36’ s.t.), Falque 6,5 (Salah 6 25’ s.t.); Dzeko 5,5 (Nainggolan 6 12’ s.t.). All: Garcia 5,5 Arbitro: Gervasoni 5 Ammoniti: Falque, Totti, Diakitè, De Rossi, Pavlovic, Rosi, Leali Recuperi: 2’ più 3’ Evra, ieri ha segnato il 2-0. Il Frosinone non ha demeritato, ma ha un attacco da serie B. L’unica speranza è che Castillo, quando sarà tornato in forma dopo il lungo infortunio, sia davvero il centravanti di qualità che descrivono. Luca Valdiserri © RIPRODUZIONE RISERVATA Dopo il Milan, il Genoa. La Fiorentina in casa non fa sconti. Gol partita di Babacar (nella foto) dopo 15 minuti di un secondo tempo molto più vivace del primo, avaro invece di emozioni col Genoa in pressing individuale a tutto campo per togliere lucidità e spazio agli avversari tanto che Rincon si è dedicato esclusivamente a marcare a uomo, come si usava un tempo, Borjo Valerio. Eppure l’unica vera occasione dei primi 45 minuti per la Fiorentina è capitata proprio allo spagnolo, che non è riuscito però a centrare lo specchio della porta. La squadra di Gasperini ha concesso pochissimi spazi a Giuseppe Rossi e i suoi fratelli che hanno fatto tantissimo possesso palla, senza quasi mai riuscire a trovare la verticalizzazione per mandare al tiro gli attaccanti. Confortante la prestazione di Pepito, tornato in campo per 60 minuti dopo un’attesa di 482 giorni. «Avevo tanta voglia di giocare e mettermi in mostra: ora sono davvero soddisfatto» ha sottolineato l’attaccante. «Il suo ritorno è la notizia più bella per tutti noi: l’ho visto bene e sono felice perché lui è un ragazzo umile con un cuore straordinario» ha detto Paulo Sousa. Il Genoa, per tutto il primo tempo, è stato ordinato, corto, compatto ma pure pronto a ripartire quando ne ha avuto l’opportunità e con Pandev (43’) si è procurato una buona occasione ma il pallonetto dell’attaccante è finito di poco alto sulla traversa. La Fiorentina nel secondo tempo ha alzato il ritmo mentre il Genoa ha perso un po’ di determinazione e intensità: Pasqual con un gran tiro da fuori area ha spaventato Lamanna, poi su un calibrato cross dalla destra di Borja Valero è arrivato il gol di Babacar, che ha anticipato di testa gli immobili difensori del Genoa. A provare a rimettere in partita la squadra di Gasperini ci ha pensato Badelj, che si è beccato il secondo giallo e lasciato la Fiorentina in 10 negli ultimi 25 minuti. «A quel punto abbiamo provato a cambiare la partita e ci saremmo anche riusciti — ha commentato Gasperini —, ma ci è mancata lucidità e qualità quando i nostri avversari si sono ritrovati con un uomo in meno». E, infatti, la squadra di Sousa ha avuto l’opportunità di chiudere subito i giochi ma sulla punizione di Pasqual Marcos Alonso ha colpito di testa a colpo quasi sicuro senza riuscire a centrare la porta. Poi sino alla fine assalto del Genoa che non ha mai spaventato Tatarusanu. Franco Fiocchini © RIPRODUZIONE RISERVATA Fiorentina Genoa 1 0 Marcatore: Babacar 15’ s.t. FIORENTINA (4-3-3): Tatarusanu 6; Tomovic 6, Astori 6,5, Alonso 5,5, Pasqual 6; Borja Valero 6,5 (Blaszczykowski s.v. 35’ s.t.) Badelj 5, Vecino 5,5; Bernardeschi 6,5, Babacar 6,5 (Suarez 6 20’ s.t.) , G. Rossi 6 (Kalinic 6 17’ s.t.). All.: Sousa 6 GENOA (3-4-3): Lamanna 6; Izzo 5,5, Burdisso 6, De Majo 6 (Perotti 6 28’ s.t.); Cissokho 5,5, Rincòn 6, Tino Costa 5,5 (Dzemaili 6 10’ s.t.), Laxalt 5; Diego Capel 6 (Lazovic s.v. 31’ s.t.), Pandev 6, Olivier Nteham 5. All.: Gasperini 5 . Arbitro: Doveri 6 Espulso: Badelj 18’ s.t. Ammmoniti: Capel, Badelj, Vecino, Tino Costa, Tomovic, Olivier Ntcham Recuperi: 1’ più 5’ 42 Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera SPORT . # Derby MILANO «Nel derby conta solo vincere», dice Mancini sintetizzando il lapalissiano pensiero dei tifosi di ogni colore. Per l’Inter però di più, perché ci arriva a punteggio pieno, con la possibilità di staccare il Milan e dargli una randellata psicologica e non solo. Il «non c’è nessuno che rischia di più tra le due squadre», lanciato dal tecnico nerazzurro, è in fondo una mezza verità, buona per non caricare di pressioni un ambiente cui sono bastate due vittorie per sentirsi forse già troppo grande. Il tecnico nerazzurro conosce il mestiere, predica il verbo della calma «perché in fondo per la classifica non è una partita decisiva», ma sottolinea il peso del derby «da sempre il più importante d’Italia e che deve tornare a essere una sfida di alto livello internazionale». Stasera l’Inter, in un Meazza esaurito e affollato da 77.500 anime, ha la chance di centrare un tris di successi, magari non già cruciale per la classifica, però utile per «regalare fiducia e dare continuità al bell’avvio sì». Di là c’è il Milan di Mihajlovic rallentato da un inizio più macchinoso di quello nerazzurro. Mancini contro il tecnico serbo ha già perso due derby (estivi e amichevoli) e non ha intenzione di cedere ancora. «Sinisa non allena i rossoneri grazie a me e perché è stato il mio secondo, ma per le sue qualità e la profonda conoscenza del calcio. Siamo amici, ci sentiamo spesso, però saremo nemici per 90’, credo sia normale e giusto così». Maestro e allievo contro, moduli simili, differenti modi di intendere il calcio e di approcciare il 185° derby di serie A. L’Inter si presenta con 4 acquisti last minute: Felipe Melo sicuro di partire titolare, Alex Telles («è uno tipo Maxwell, deve adattarsi ma diventerà un grandissimo anche per la Nazionale azzurra»), Adem Ljajic spalla perfetta di Jovetic e Ivan Perisic «capace di ricoprire tutti i ruoli d’attacco, anche di sostituire Icardi». Proprio Icardi sarà il capitano anche se dovesse partire, come pare, Ranocchia dall’inizio al posto di Miranda non al meglio. Per il bomber sarà di fatto l’esordio in campionato dopo i soli 15’ spesi nella prima partita contro MILANO Tanto tempo per miglio- Mancini bada al sodo «È il match più bello, va vinto e basta» 3 gol segnati dall’Inter nelle prime due partite di campionato, tutti realizzati da Jovetic 15 minuti giocati fin qui dal capitano Mauro Icardi che si è infortunato con l’Atalanta l’Atalanta. Gli attacchi saranno fondamentali, «in fondo il derby si decide nelle porte, sennò finisce 0-0». Assente il presidente Erik Thohir, non dovrebbero mancare il presidente della Figc Tavecchio, il c.t. azzurro Conte e grandi ex come Djorkaeff, Eto’o e Recoba. Sarà uno di quei derby tra due squadre diverse. La potenza a centrocampo dell’Inter, contro una mediana più di palleggio, il tridente nerazzurro opposto a una difesa di qualità. Mancini vuole solo vincere, «non mi interessa se giocheremo bene o male, il gioco viene con i risultati, anche se il Milan è favorito e avvantaggiato». Pochi dubbi li ha il croato Perisic, attesissimo all’esordio. «Sento la città in fibrillazione, non mi piace fare pronostici, ma vinciamo 4-2». Guido De Carolis Bomber Mauro Icardi, 22 anni, oggi contro il Milan sarà capitano nel derby. Il bomber (22 gol lo scorso anno) nelle prime due partite ha giocato appena 15’ contro l’Atalanta (foto Ansa) © RIPRODUZIONE RISERVATA La novità Il Corriere di Bologna al lunedì Nasce l’edizione tutta sportiva Bomber e mito I bomber Mattia Destro e il presidente della Virtus Renato Villalta L’Inter cerca il tris di vittorie in un San Siro tutto esaurito Il Milan vuole l’aggancio per lasciarsi alle spalle le paure Il Corriere Bologna inaugura domani l’edizione del lunedì. Un battesimo importante e prestigioso, otto pagine, interamente dedicate allo sport, si aggiunge così a Corriere Imprese, il supplemento dedicato al mondo dell’economia dell’Emilia Romagna. «Il ritorno del Bologna in serie A rappresenta un capitolo di assoluto rilievo che vogliamo seguire al meglio. Ecco perché anche la nostra redazione scenderà in campo. Per il nostro giornale si tratta di una sfida appassionante, resa possibile dal sostegno di tifosi e lettori», spiega il direttore Enrico Franco. L’edizione del lunedì del Corriere di Bologna si occuperà non solo dei rossoblù ma darà ampio spazio a Carpi e Sassuolo, le altre due squadre di serie A della regione, e al Modena oggi in serie B. In modo approfondito sarà seguita la pallacanestro. Da sempre Bologna è la «Basket City» d’Italia con due gloriose società come Virtus e Fortitudo e una passione vivissima. © RIPRODUZIONE RISERVATA rare il gioco deludente visto con l’Empoli non c’è stato, dal momento che gli ultimi nazionali sono rientrati giovedì. «Ma sarà difficile fare peggio», dice Sinisa Mihajlovic, non con la più consolante delle frasi per affrontare un derby già decisivo, ma con la schiettezza che tante discussioni ha suscitato in settimana. Dunque mai come questa sera sarà una questione di testa. Di là c’è un’Inter che tutti danno per favorita («Ma Mancini ha detto che i favoriti siamo noi, bella gufata! Farò di tutto per dargli ragione»), esaltata dal mercato, così di qua la parola d’ordine è «coraggio». E anche se non si può allenare (sostanzialmente Sinisa suggerirebbe uno stage di «vita di strada» per i suoi, ma non pare realizzabile) si può sempre trovare nelle risorse più private. Sinisa il coraggio lo mette nelle scelte di formazione: la tentazione è impiegare per la prima volta Montolivo, nel ruolo di regista, lasciando fuori De Jong («i due sono compatibili solo con un altro modulo»). O la va o la spacca (per tutti): piedi buoni contro i muscoli degli interisti (Felipe Melo, ma anche quel Kondogbia che il Milan ha fatto di tutto per prendere, tanto che Berlusconi aveva telefonato pure a Putin per convincere il presidente russo del Monaco). «Il derby è la partita perfetta per sbloccarsi». Si torna sempre lì, a quelle paure che un «Milan che da tre anni non fa Milan» (senza articoli) fatica a togliersi di dosso. E si torna, dunque, anche alle critiche pubbliche del tecnico serbo: eccessive, controproducenti, in contrasto con lo stile societario? Quanto Sinisa è riuscito a entrare nella testa dei suoi lo si vedrà stasera, lui è il primo a sperare di aver trovato infine una chiave d’accesso: «Sono straniero ma in genere riesco a farmi capire, anche se guardando i miei giocatori non si direbbe...». E poi: «Avete detto che alcuni dei miei si sono offesi, ma non sono bambini, le mie parole non erano per scaricarli, ma per spronarli. So che i miei modi possono apparire bruschi, ma non mi piace vendere fumo. Non è autolesionismo ma ambizione. Dobbiamo abituarci a chiedere di più da noi stessi. Se vogliamo dire che tutto va bene Mihajlovic fa coraggio «Per sbloccarci è la partita perfetta» 0 minuti fin qui giocati dal capitano Riccardo Montolivo che potrebbe giocare 4 tiri in porta (con due gol) del Milan nelle prime due partite: è la squadra che ne ha fatti di meno stiamo più tranquilli, ma non ci miglioriamo. Le critiche di oggi diventeranno i successi di domani». Una strategia — assicura Mihajlovic — concordata con Berlusconi ad Arcore («Nessun problema, ho le mani libere, se mi hanno preso è anche perché sono fatto così»), ma che resterà inattaccabile solo con i risultati. Sinisa è il primo a saperlo, tanto che parlando del suo amico Mancini butta lì: «Torneremo avversari tra sei mesi, se ci saremo ancora...». La fiducia del presidente va rafforzata ogni giorno, i tifosi vanno ancora conquistati: «Quando saremo una squadra che gioca per vincere ci appoggeranno. Una tifoseria esigente come la nostra rifiuta chi si chiude e ha paura di sbagliare». Coraggio, dunque, c’è un derby da usare come trampolino. Arianna Ravelli © RIPRODUZIONE RISERVATA Serie A 3ª giornata Ieri FIORENTINA-GENOA FROSINONE-ROMA JUVENTUS-CHIEVO Oggi, ore 12,30 VERONA-TORINO Ore 15 EMPOLI-NAPOLI PALERMO-CARPI SAMPDORIA-BOLOGNA SASSUOLO-ATALANTA Ore 18 LAZIO-UDINESE Ore 20,45 INTER-MILAN Verona Torino 4-3-3 3-5-2 1 Rafael 1 Padelli 3 Pisano 5 Bovo 4 Marquez 25 Glik 18 Moras 21 Gaston Silva 69 Souprayen 33 Peres 26 Sala 6 Acquah 24 Viviani 20 Vives 19 Greco 16 Baselli 26 Avelar 7 Jankovic 9 Toni 27 Quagliarella 9 Belotti 21 Gomez Arbitro: Irrati di Pistoia Tv: ore 12.30 Sky Supercalcio, Sky Calcio 1 Empoli Napoli 4-3-1-2 4-3-1-2 28 Skorupski 25 Reina 2 Laurini 11 Maggio 26 Tonelli 33 Albiol 19 Barba 26 Koulibaly 21 Mario Rui 31 Ghoulam 17 Zielinski 5 Allan 14 Diousse 16 Valdifiori 11 Croce 17 Hamsik 5 Saponara 24 Insigne 20 Pucciarelli 9 Higuain 7 Maccarone 7 Callejon Arbitro: Banti di Livorno Tv: ore 15 Sky Calcio 1, Premium Calcio Sassuolo Atalanta 4-3-3 4-3-3 41 Consigli 57 Sportiello 11 Vrsaljko 5 Masiello 28 Cannavaro 29 Paletta 15 Acerbi 33 Cherubin 13 Peluso 93 Dramé 7 Missiroli 17 Carmona 4 Magnanelli 15 De Roon 32 Duncan 27 Kurtic 83 Floro Flores 11 Moralez 92 Defrel 51 Pinilla 10 Gomez 17 Sansone Arbitro: Mariani di Aprilia . Tv: ore 15 Sky Calcio 4 Lazio Udinese 4-2-3-1 3-5-2 22 Marchetti 31 Karnezis 8 Basta 2 Wague 33 Mauricio 5 Danilo 18 Gentiletti 89 Piris 26 Radu 21 Edenilson 16 Parolo 33 Kone 32 Cataldi 16 Iturra 87 Candreva 8 Fernandes 6 Mauri 53 Adnan 19 Lulic 9 Zapata 10 Di Natale 17 Matri Arbitro: Calvarese di Teramo Tv: ore 18 Sky Supercalcio, Calcio 2, Premium Calcio Bomber Eder (Ansa) 1-0 0-2 1-1 Prossimo turno Sabato 19/9 UDINESE-EMPOLI ore 18 MILAN-PALERMO ore 20,45 Domenica 20/9, ore 12,30 CHIEVO-INTER Ore 15 ROMA-SASSUOLO TORINO-SAMPDORIA ATALANTA-VERONA BOLOGNA-FROSINONE GENOA-JUVENTUS Ore 18 CARPI-FIORENTINA Ore 20,45 NAPOLI-LAZIO Ritorno Riccardo Montolivo, 30 anni. Dopo essere stato l’escluso eccellente delle prime partite, complice una condizione fisica carente, potrebbe partire titolare (Forte) Classifica Palermo Carpi 3-5-2 3-5-2 70 Sorrentino 1 Brkic 2 Vitiello 5 Zaccardo 12 Gonzalez 18 Bubnjic 34 El Kaoutari 6 Gagliolo 3 Rispoli 3 Letizia 10 Hljemark 20 Lollo 28 Jajalo 8 Bianco 18 Chochev 58 Fedele 7 Lazaar 34 Gabriel Silva 20 Vazquez 7 Matos 15 Lasagna 11 Gilardino Arbitro: Gavillucci di Latina Tv: ore 15 Sky Calcio 3 Sampdoria Bologna 4-3-1-2 4-2-3-1 2 Viviano 83 Mirante 5 Cassani 24 Ferrari 4 Moisander 13 Rossettini 26 Silvestre 20 Maietta 19 Regini 25 Masina 7 Fernando 8 Taider 17 Palombo 30 Donsah 8 Barreto 26 Mounier 21 Soriano 23 Brienza 17 Giaccherini 24 Muriel 10 Destro 23 Eder Arbitro: Cervellera di Taranto Tv: ore 15 Sky Calcio 2 Inter Milan 4-3-3 4-3-1-2 1 Handanovic 1 Diego Lopez 21 Santon 20 Abate 23 Ranocchia 17 Zapata 24 Murillo 13 Romagnoli 5 Juan Jesus 2 De Sciglio 83 Melo 28 Bonaventura 17 Medel 18 Montolivo 7 Kondogbia 27 Kucka 44 Perisic 10 Honda 9 Icardi 9 Luiz Adriano 70 Bacca 10 Jovetic Arbitro: Rocchi di Firenze Tv: ore 20.45 Sky Sport 1, Sky Supercalcio, Premium Sport ROMA* CHIEVO* TORINO INTER SASSUOLO PALERMO FIORENTINA* SAMPDORIA ATALANTA GENOA* UDINESE MILAN LAZIO NAPOLI VERONA JUVENTUS* BOLOGNA EMPOLI FROSINONE* CARPI *una partita in più 7 7 6 6 6 6 6 4 3 3 3 3 3 1 1 1 0 0 0 0 corriere.it Sul sito del Corriere della Sera le partite in tempo reale e tutti i gol e le immagini della giornata www.corriere.it Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015 SPORT 43 . # MotoGp Basket, Europei Lo squalo Jorge va a caccia del pesce giallo Valentino In scena il thriller Mondiale Gallo, l’uomo copertina deve guidare l’Italia oltre le trappole di Israele DAL NOSTRO INVIATO Ogni mattina di un Gran premio un pesce giallo si sveglia e sa che deve nuotare più in fretta dello squalo o verrà mangiato. Succederà anche oggi in un’arena esaurita, 90 mila biglietti venduti e zero a disposizione per i ritardatari: nella parte dello squalo Jorge Lorenzo, in quella del pesce giallo Valentino Rossi. La metafora sta disegnata sul casco ad hoc del Dottore (nella foto) e un po’ stona, perché immaginare il leader del Mondiale, nonché il più grande di tutti, come una creatura indifesa è un clamoroso falso storico. Se però guardiamo la classifica, così è: Vale è in fuga e Jorge lo caccia famelico, in straforma e, tanto per cambiare, in pole position, la sua terza dell’anno. Buon per Rossi allora che, confermando i recenti miglioramenti in qualifica, ha acchiappato la prima fila, terzo, con Marquez secondo nel panino. Una condizione fondamentale per reggere l’impatto col tuono di Maiorca: «Lui solitamente parte forte e se va via non lo prendi più — racconta Rossi soddisfatto —. Ecco perché essere lì è fondamentale». A questo aggiungiamo che «come passo non siamo lontani» e che, come sempre, il weekend di Vale sta andando in crescendo dopo l’avvio titubante di venerdì, e capiremo che oggi sarà gara equilibrata e spettacolare. Tatticamente non ci sono segreti. Il meteo stavolta non sarà un fattore. Una possibile variabile tecnica, dice Rossi, «sarà semmai il degrado delle gomme: chi avrà il miglior setting avrà più gomma e dunque più chance nel finale». Quanto all’umore, i due rivali fanno i rilassati, tanto che nemmeno un’incom- DAL NOSTRO INVIATO MISANO ADRIATICO prensione a fine qualifica li ha indotti al litigio. Rossi stava rientrando ai box, è rimasto in traiettoria e ha involontariamente frenato Lorenzo: per questo la direzione di corsa gli ha sottratto un punto sulla licenza di pilota. «Pensavo di essermi tolto ma in effetti ero in mezzo. Gli ho chiesto scusa, anche se non penso di avergli dato molto fastidio. In fondo, ha fatto lo stesso la pole», ha spiegato Rossi. Lorenzo ha confermato: «Nessun problema, ha chiesto scusa, succede». Interessante, naturalmente, sarà anche il ruolo dell’arbitro Marquez, ma decisivo più di tutto sarà l’atteggiamento mentale dei duellanti. «Se devo scegliere fra squalo e pesce sempre meglio squalo», ha ringhiato Lorenzo. «Sì però attenzione: il pesce giallo è duro da catturare», ha replicato Rossi. Parole da favoletta per bambini, ma oggi sarà un gran thriller per solo adulti. Alessandro Pasini La griglia 1. Lorenzo Yamaha 1:32.146 2. Marquez Honda 1:32.252 3. Rossi Yamaha 1:32.358 4. Pedrosa Honda 1:32.434 5. Pirro Ducati 1:32.736 6. Smith Yamaha 1:32.801 7. Iannone Ducati 1:32.821 8. Dovizioso Ducati 1:32.934 9. Petrucci Ducati 1:33.169 10.Espargaro Suzuki 1:33.187. Così in tv ore 11 Moto3 ore12,20 Moto2 ore 14 MotoGp SkyMotoGp, SkySport1 La classifica 1. Rossi 236 2. Lorenzo 224 3. Marquez 159 4. Iannone 150 5. Dovizioso 120 6. Smith 115 7.Pedrosa102 8.Petrucci 83 Il gruppo e l’uomo-copertina. L’Italia cerca di piegare Israele, storico avversario di infinite battaglie (alcune, ahinoi, dolorose), per salire sull’ottovolante dell’Eurobasket, il trenino che ieri, nella corsa verso i quarti di finale, ha disarcionato a sorpresa la Slovenia. Consapevoli che in ballo ci sono la volata per le medaglie e il primo passo verso i Giochi 2016, gli azzurri percorreranno due strade antitetiche ma non incompatibili, perché il rispetto delle regole di una squadra non esclude il talento dei singoli. E se le individualità di Belinelli e Bargnani, o di Gentile, hanno colpito, quella di Danilo Gallinari è esplosa, facendone un simbolo del torneo. Possiamo dire che il Gallo, dopo la brutta esperienza del 2011 in Lituania e a causa del fatto di aver giocato giusto qualche partita nell’Eurolega (nell’anno del lockout Nba), si è presentato solo ora all’Europa. Da sconosciuto – si fa per dire – a stella. Qualche dato: in certi grafici di rendimento è primo davanti a Pau Gasol; è secondo tra i realizzatori e terzo nel tiro da due; ed è terzo nell’offensive rating, che calcola i punti ogni 100 possessi. Più in generale, è certificato che la pericolosità di Azzurra è diffusa tra ali e guardie (ruoli di Danilo e di Belinelli) e non nell’asse play-centro. «Però le cifre non servono a nulla se non porti i risultati: le statistiche da sole non contano» osserva Gallinari. Un Gallo che non desidera primati nel «pollaio»: «C’è una squadra con me. Non mi sento più importante di altri: sono importante e basta». Della sua quotidianità dentro il gruppo si raccontano alcuni episodi, ad LILLA © RIPRODUZIONE RISERVATA . esempio che ha preso sotto la sua ala Achille Polonara. Si diverte poi a scucire soldi ai compagni con scommesse (vinte) su tiri da ogni posizione. E sempre in tema di giochi, dato che Belinelli ha regalato a tutti le console Nintendo, il passatempo della Nazionale è diventato Mario Kart: Gallinari batte tutti tranne Gigi Datome («È insuperabile, non so come mai») e Niccolò Melli, particolarmente «preparato» in diavolerie elettroniche. Questi spicchi di Azzurra servono a capire un aspetto basilare: «Rispetto al 2011 sono cambiate molte cose — spiega Danilo —. Forse di quei giorni rimpiango le condizioni di salute, che erano migliori. Però oggi ho più esperienza, non solo del gioco europeo ma anche del gruppo: ci conosciamo meglio tra di noi». Che l’uomo-copertina ci guidi allora oltre le trappole dei guerrieri d’Israele. Flavio Vanetti © RIPRODUZIONE RISERVATA Ottavi Ieri Lettonia 73 Slovenia 66 Grecia 75 Belgio 54 Spagna 80 Polonia 66 Francia 76 Turchia 53 Oggi Ore 12 Croazia Repubblica Ceca Ore 14.30 Serbia Finlandia Ore 18.30 Israele ITALIA Ore 21 Lituania Georgia Quarti Martedì 15 e mercoledì 16 Semifinali Giovedì 17 e venerdì 18 Finale Domenica 20 Così in tv Tutte le partite in diretta su Sky Sport 3 Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera 44 # . . Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015 45 . CorriereSalute # Medicina Diritto Che cosa sono e come si curano gli acufeni Nuova accoglienza per i malati di Alzheimer di Antonella Sparvoli di Michele Farina Le pagine del vivere bene www.corriere.it/salute La riflessione di Claudio Mencacci* SALUTE MENTALE SEMPRE PIÙ FRAGILE L’ articolo 34 della Legge 833 del ’78 fa riferimento all’articolo 32 della Costituzione in cui è sancita la liceità di curare la salute di un cittadino contro la sua volontà se affetto da malattia mentale o in alcune situazioni anche somatiche. Il tragico episodio accaduto di recente a Torino, nel lasciare sgomenti, apre lo spazio per una riflessione profonda sui problemi di salute mentale in costante crescita nel nostro Paese. Il Trattamento sanitario obbligatorio (Tso) psichiatrico è una procedura estrema che deve essere rigorosamente circoscritta in caso di effettiva urgenza sanitaria, non in risposta a un mero allarme sociale; esso deve essere motivato solo dalla presenza di affezioni morbose psichiche o fisiche che rechino nocumento alla salute del singolo e della collettività. L’esecuzione del Tso, sovente sollecitato dai familiari o da terzi (in oltre il 70% dei casi) è oggetto di precise disposizioni e procedimenti che necessitano di due specifiche richieste scritte da parte di medici (di cui uno del Servizio sanitario) , non necessariamente psichiatri, di un’ordinanza del Sindaco e di una convalida da parte del giudice tutelare, che nel 5% circa dei casi non viene concessa. È una pratica esercitata a tutela della salute di una persona in condizione di urgenza sanitaria psichica in cui vengono rifiutante cure indispensabili senza consapevolezza di malattia. L’assenza di consapevolezza di malattia, il rifiuto e la mancata aderenza alle cure oggi vengono considerate sempre più un sintomo di deficit cognitivo (Insight /impairment cognition) che soprattutto nei giovani ai primi episodi peggiora molto gli esiti clinici. In Italia i ricoveri ospedalieri psichiatrici negli ultimi anni si sono ridotti del 20% così come si sono ridotti i Tso ( Milano -30%): la rete psichiatrica, preposta alla tutela dei più deboli e fragili, se pur in affanno per carenze di personale (malgrado la crescita esponenziale dei pazienti), garantisce la continuità delle cure sviluppando protocolli diagnostico-terapeutici per tutte le patologie psichiche, in un’ottica di omogeneità e di efficacia. È indubbio che l’umanità e la preparazione di tutti gli operatori coinvolti nella gestione di persone con disturbi mentali severi, devono essere altissime. Ma attenzione a non demonizzare questo problema, riportando la salute mentale nell’ambito dello stigma da cui faticosamente sta riemergendo per avvicinare i pazienti alle cure e ai progressi terapeutici frutto della ricerca e della pratica clinica. *Direttore Neuroscienze Fatebenefratelli, Milano L’esperto risponde su temi di medicina dello sport all’indirizzo: http://forum. corriere.it/ medicinasportiva/ Attività fisica Quando serve l’ok del medico Chi vuole iscrivere il bambino in piscina o chi intende frequentare una palestra deve chiedere il certificato al dottore? E lo sportivo della domenica deve fare l’elettrocardiogramma? Le regole da seguire in base ai diversi livelli di impegno previsti e i consigli degli esperti per non mettere a rischio la salute ●Il numero Malattie rare, maggior attenzione alle situazioni di emergenza 1.500 È il numero di pazienti affette da sindrome di Rett in Italia S i chiama «passaporto clinico», il progetto pilota avviato dall’Associazione italiana Sindrome di Rett Onlus (Airett ) per garantire una migliore assistenza alle bambine affette da questa malattia rara neurodegenerativa di origine genetica. Si tratta di uno speciale braccialetto, con una memoria che contiene la loro cartella clinica e una serie di informazioni, compresi i contatti degli specialisti di riferimento, utile soprattutto quando le pazienti si rivolgono al Pronto soccorso. Il progetto si propone come possibile modello anche per altre malattie rare. La Sindrome di Rett colpisce quasi esclusivamente le femmine nei primi anni di vita: le pazienti sono chiamate «bambine dagli occhi belli», perché riescono a comunicare solo con lo sguardo. Per sostenere la ricerca sulla malattia, dal 14 settembre . lancia una raccolta fondi con al 4 ottobre, Airett Sms solidali al numero 45504. 46 Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera SALUTE . # Limiti di età Dossier In Regioni, come la Toscana, per l’agonismo è necessario un “libretto sanitario sportivo”. «Sul libretto precisano all’ Ordine dei medici di Firenze - vanno annotati i dati dell’atleta e gli estremi delle visite superate. Il documento é utile per seguire l’atleta nel tempo e gli eventuali trattamenti cui si è sottoposto». P er mio figlio, di dodici anni, che praticherà judo a livello agonistico e per l’altro mio figlio cha farà i tornei di pallavolo a scuola, quali certificati medici servono? E a mia madre, che penserebbe a una ginnastica soft per la terza età, visto che è anziana, occorre un certificato che ne attesti la buona salute? Mio marito, che gioca a calcetto con gli amici tutte le domeniche, non ha mai neppure pensato a un certificato medico, ha fatto male? Magari non tutte, ma qualcuna di queste domande ve le state facendo C Quando si è troppo giovani per le gare Medicina Il libretto hi già da «piccolo» si sente un atleta e preme per iniziare un’attività agonistica deve fare i conti con l’anagrafe. Infatti, c’è un preciso limite di età per iniziare l’attività agonistica. Stabilirlo per ciascuna disciplina spetta alle Federazioni sportive nazionali e al Coni. Per esempio, per il tennis l’età minima per l’attività agonistica è 8 anni; per il calcio, l’atletica leggera e le arti marziali è 12 anni; per il ciclismo 13 anni, per il pugilato 14. Sempre in tema di bambini e ragazzi un chiarimento che servirà a molti genitori: per frequentare le ore di «educazione fisica» a scuola non è necessario alcun tipo di certificato medico: è una materia curriculare e la frequenza è obbligatoria per tutti. Semmai, il certificato medico può essere necessario per chiedere l’esonero dalle lezioni di educazione fisica, quando lo stato di salute dello studente è tale da sconsigliarne la frequenza. D. N. Negli ultimi mesi si è molto discusso sull’opportunità di rivedere i parametri di prevenzione per chi vuole svolgere attività fisica ai diversi livelli. C’è chi chiede meno rigore e chi ne vorrebbe di più. Ma per ora il rilascio del certificato di idoneità segue queste regole Gioco, palestra, sport senza correre rischi anche a voi in questi giorni, non solo perché è tempo di buoni propositi ( vita più sana, dieta e sport...), ma anche perché magari vi siete accorti che per tutta l’estate (vedi articolo a fianco) ha infuriato la polemica su elettrocardiogramma obbligatorio o no, per praticare sport. Per rispondere tocca cominciare da una premessa: l’attività sportiva agonistica, quella ludico-motoria e quella non agonistica sono regolamentate in modo specifico (la prima dal Decreto ministeriale del 18 feb- Generazioni a confronto Italiani sportivi abituali (in migliaia) 11-19 anni 60 anni e più 5.000 4.053 4.000 3.888 3.241 3.000 2.422 2.550 2.478 484 407 636 797 1988 1995 2000 2.404 2.000 1.000 156 303 1982 1985 1.252 0 anno Fonte: Istat 2006 2013 braio 1982, le altre due dal Decreto ministeriale del 24 aprile 2013 e dall’articolo 42-bis della Legge n. 98 del 2013). E ci sono anche le Linee guida del ministero della Salute (Decreto 8 agosto 2014). Ma vediamo, allo stato attuale delle norme, come si distinguono questi tre tipi di attività e che cosa fare in ciascuno dei casi, con la consulenza di Gianfranco Beltrami, docente di Scienze motorie Università di Parma. Daniela Natali Corriere della Sera © RIPRODUZIONE RISERVATA L’attività ludico-motoria Agonismo solo per chi ottiene non richiede la visita medica l’attestato da uno specialista ❞ L’ Anche se la legge non lo impone, è sempre utile consultarsi con il medico sull’attività che si vuole iniziare attività ludico-motoria è quella praticata da persone non tesserate con Federazioni o Enti di promozione sportiva e il suo fine è mantenere il benessere psico-fisico. Per esempio, nuotare in piscina, giocare a tennis, a calcetto, fare ginnastica in palestra sono esempi di attività ludico-motoria amatoriale. La certificazione medica è obbligatoria? No, ma può essere utile consultarsi con il medico sull’attività che si intende intraprendere, sia per non correre rischi, sia per fornire indicazioni a un eventuale istruttore. Molte piscine o palestre, però, chiedono per l’iscrizione un certificato medico? Ci possono essere ragioni assicurative: i responsabili della struttura si vogliono tutelare. Questo però non significa che ci sia un obbligo di legge. A quale medico eventualmente rivolgersi? Al medico di famiglia o al pediatra che conoscono l’assistito, a specialisti in Medicina dello sport e ai medici della Federazione medico sportiva italiana, in linea di principio a qualsiasi medico. Cosa attesterà il medico? Che il paziente gode di buona salute e non ha patologie in atto tali da controindicare la pratica sportiva ludico-motoria, oppure indicherà limitazioni all’attività da svolgere. Il certificato si paga? Sì e l’importo è lasciato alla valutazione del medico (dovrebbe dirlo prima al paziente). ❞ S Bisogna misurare, tra l’altro, peso, altezza e la pressione arteriosa, nonché eseguire Ecg, spirometria, test visivo © RIPRODUZIONE RISERVATA Cuore sotto sforzo Verifiche approfondite su maratoneti e fondisti Se non si è tesserati da una società sportiva, ma si partecipa a manifestazioni di “particolare ed elevato impegno cardiovascolare”, patrocinate da società sportive, si impone una particolare attenzione clinica. Manifestazioni di questo tipo sono, per esempio, quelle podistiche di lunghezza superiore ai 20 km, «gran fondo» di ciclismo, di nuoto, di sci di fondo. In questi casi, il controllo medico deve comprendere, oltre alla rilevazione della pressione arteriosa, un elettrocardiogramma basale, uno Step test o un test ergometrico con monitoraggio dell’attività cardiaca e altri eventuali accertamenti ritenuti utili e opportuni a giudizio del medico. I medici autorizzati a rilasciare questo tipo di certificato sono: gli specialisti in Medicina dello sport negli ambulatori delle Asl o in Centri privati autorizzati; i medici di medicina generale e pediatri, limitatamente ai propri assistiti. I certificati sono a pagamento e valgono un anno. Sul documento viene scritto che, sulla base della visita effettuata, dei valori di pressione arteriosa rilevati, del referto degli esami strumentali eseguiti (con indicazione della tipologia e della data dei vari test svolti), il soggetto non presenta controindicazioni in atto alla pratica di attività sportiva di particolare ed elevato impegno cardiovascolare (di cui all’art 4 del Decreto ministeriale 24/04/2013). i può parlare di attività agonistica sia per i ragazzi sia per gli adulti quando pratichino uno sport in modo continuativo ed esclusivamente in forme organizzate dalle federazioni sportive nazionali, dagli enti di promozione sportiva riconosciuti dal Coni, e dal ministero dell’Istruzione per quanto riguarda i Giochi della Gioventù a livello nazionale. Quando un’attività viene definita di livello agonistico? La “qualificazione”, anche in base ai limiti di età specifici per ogni sport, è stabilita dalla singola federazione sportiva e dagli enti di promozione sportiva riconosciuti dal Coni. In questi casi è obbligatorio il certificato medico? Sì, e lo possono rilasciare soltanto i medici specialisti in Medicina dello sport, in Centri pubblici o privati accreditati. La richiesta non deve provenire dal singolo aspirante atleta, ma dalla società sportiva della quale andrà a fare parte. La richiesta al medico va presentata su un modulo regionale specifico. Come si svolge la visita ? Il medico deve fare la visita garantendo lo svolgimento contemporaneo di tutti gli accertamenti clinici obbligatori: controllo dei parametri antropometrici, misurazione della pressione arteriosa, elettrocardiogramma basale e sotto sforzo, Step test, spirometria, test visivo, test delle urine, e altri esami nel caso di sport fisicamente molti impegnativi come, per esempio, il pugilato. La visita può essere comunque in- tegrata da tutti gli i accertamenti che il medico ritenesse necessari. Cosa viene scritto sul certificato? In genere il certificato dice che: la persona è ritenuta idonea per la specifica attività agonistica indicata. Va inoltre scritta la durata della certificazione: di solito un anno; per alcuni sport, come le bocce e il golf, la validità è biennale. Se l’atleta fa più attività agonistiche, avrà bisogno di distinte richieste e di separati certificati, uno per ogni disciplina. Chi paga per il certificato? Fino ai 18 anni e in caso di persone con disabilità il certificato è gratuito; negli altri casi è a carico dell’interessato (o della società sportiva). © RIPRODUZIONE RISERVATA Anche se non si è «atleti» bisogna presentare il nulla osta del dottore ❞ L’ È il caso, per esempio, di chi fa attività non curricolare organizzata però dalla scuola, come un torneo di pallavolo tra classi attività sportiva non agonistica - forse quella per la quale si hanno più dubbi a causa di quel «non» che può dar adito ad equivoci - riguarda solo tre tipi di soggetti. E precisamente: chi fa attività sportiva non curricolare organizzata però in ambito scolastico (per esempio, la corsa campestre, i tornei di pallavolo o pallacanestro tra classi e così via); chi partecipa ai giochi studenteschi a livello provinciale e regionale; chi è tesserato da una Federazione oppure da un Ente di promozione dello sport. In quest’ultima categoria . rientra probabilmente il 99% delle persone coinvolte in atti- vità sportive non agonistiche. Per l’attività non agonistica è richiesto un certificato del medico? Sì. E deve essere rilasciato da specialisti in Medicina dello sport negli ambulatori delle Asl, oppure presso i centri privati autorizzati; dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta, limitatamente ai propri assistiti; dai medici della Federazione medico sportiva del Coni. Quali esami clinici sono necessari? Prima del rilascio del certificato, il medico deve raccogliere l’anamnesi del paziente ed eseguire un esame obiettivo che comprenda la misurazione del- la pressione arteriosa. Inoltre, il medico ha l’obbligo di acquisire agli atti copia del referto di un elettrocardiogramma a riposo effettuato dal paziente almeno una volta nella vita. Se l’esame non è mai stato effettuato in precedenza è evidente che andrà fatto per l’occasione Per chi ha più di 60 anni e presenta fattori di rischio cardiovascolare, il medico prescriverà un elettrocardiogramma basale ogni anno. Va inoltre riferita la posizione ufficiale dei medici federali di tutte le Federazioni sportive italiane, che hanno suggerito a tutti i loro tesserati di sottoporsi all’elettrocardiogramma ogni anno. Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015 SALUTE 47 . I costi Da Sud a Nord aumenta il prezzo dei controlli a certificazione medico sportiva in Italia, da parte dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, costa meno al Sud che al Nord — spiega Silvestro Scotti, vice segretario nazionale della Federazione italiana medici di medicina generale —. Si va da una media di 30-40 euro al Sud, fino ai 70-80 del Nord». Un elettrocardiogramma può costare da 25 a 35 euro. Ma la cifra «L Il dibattito Italiani poco attivi 60% 3% Fa sport regolarmente Non fa alcuno sport 10% Fa sport abbastanza regolarmente 27% Fa sport raramente I SEDENTARI Tra le donne non fa attività fisica il 44,1% Tra gli uomini non fa attività fisica il 35,5% QUANTO CONTA IL BUON ESEMPIO La quota di bambini e ragazzi che fa attività fisica, a seconda dell’impegno sportivo dei genitori Tra chi ha entrambi i genitori che fanno sport il 78% Tra chi ha un genitore che pratica sport il 65,1% Tra chi ha genitori sedentari il 45,5% LA «CLASSIFICA» EUROPEA Percentuale di popolazione che fa sport almeno una volta alla settimana Percentuale di popolazione che non fa alcun esercizio fisico N on bastasse il ginepraio dei certificati, esperti e politici sono tornati a discutere anche sulla necessità o meno dell’elettrocardiogramma. Al di là del buonsenso del genitore, che può comunque decidere di sottoporre il figlio all’esame, le linee guida del Ministero stabiliscono che l’Ecg debba essere effettuato anche da chi pratica un’attività non agonistica (vedi nella pagina accanto) per ottenere il certificato medico. Prima della pausa estiva, tuttavia, la Commissione Affari sociali della Camera ha chiesto che palestre e piscine “federate Coni” non lo domandino più, perché per la stessa attività le altre strutture sono dispensate dal chiedere la certificazione. La risoluzione firmata all’unanimità chiede inoltre di far coprire dal Servizio sanitario gli esami per il certificato sportivo di minori, disabili ed anziani. La Commissione sostiene che gli accertamenti debbano essere decisi dal medico di medicina generale o dal pediatra, in relazione al paziente e al tipo Buon senso Un genitore può decidere comunque di sottoporre il figlio al test cardiologico DANIMARCA 68% OLANDA 58% SVEZIA FINLANDIA 70% 66% LUSSEMBURGO ROMANIA 54% 60% ITALIA 60% PORTOGALLO MALTA BULGARIA 64% 75% 78% Fonti: Eurobarometro 2014; Istat E se l’aspirante sportivo, a prescindere dall’età, soffre di patologie croniche già note che comportano un aumento del rischio cardiovascolare, che cosa succede? In questi casi dovrebbe essere prescritta l’esecuzione di un elettrocardiogramma basale ogni anno. Va detto, peraltro, che il medico può sempre prescrivere, a suo libero giudizio, anche altri accertamenti ed esami, in relazioni alle specifiche necessità del paziente. I certificati per l’attività non agonistica sono a pagamento? Sì, con l’eccezione di quanto previsto in poche Regioni. Nei casi di attività sportive parascolastiche - su specifica richiesta del Dirigente scolastico - e di partecipazione ai Giochi della Gioventù i certificati sono inve- CdS ce rilasciati gratuitamente. Va precisato che la gratuità riguarda soltanto la visita e la certificazione, mentre non riguarda l’eventuale Ecg, o qualsiasi altro esame prescritto dal medico, il cui costo è a carico del paziente. Ogni quanto tempo occorre rinnovare la certificazione di idoneità per l’attività non agonistica? Ogni anno, ovviamente a partire dalla data del rilascio. Che cosa deve scrivere il medico sul certificato che rilascia? Il medico deve attestare che, sulla base della visita effettuata, nonché del referto del tracciato Ecg - e dei referti di eventuali altri controlli - la persona non presenta controindicazioni in atto alla pratica di attività sportiva non agonistica. © RIPRODUZIONE RISERVATA # di attività, altrimenti anche a causa del costo dell’esame (vedi box sopra) si rischia di allontanare la gente dallo sport. Anche la Federazione italiana medici pediatri, assieme alla Società di pediatria e all’Associazione culturale pediatri, di recente ha scritto al ministro della Salute chiedendo che per i bimbi sotto i 6 anni non sia richiesto il certificato, e neppure l’elettrocardiogramma. In realtà, già il Tavolo tecnico che ha elaborato le linee guida sui certificati per il ministero della Salute ha concluso che «dall’esame della letteratura non vi sono evidenze che indichino in modo diretto il beneficio di uno screening elettrocardiografico di base in termine di riduzione della mortalità». E ha aggiunto: «Inoltre non vi sono sufficienti evidenze per raccomandare un accertamento elettrocardiografico generalizzato della popolazione sana. Sembrano invece emergere sufficienti elementi per consigliare l’accertamento elettrocardiografico di base a soggetti da avviare all’attività sportiva di tipo competitivo con particolare riguardo ai non agonisti». È stata proprio l’Italia - con uno studio condotto in Veneto dal 1979 al 2004 tra gli altri dal professor Domenico Corrado del Dipartimento di Scienze cardiologiche, toraciche e vascolari dell’Università di Padova - a dimostrare a livello mondiale l’efficacia dell’elettrocardiogramma (a 12 derivazioni) tra gli individui dai 14 ai 35 anni che praticano attività agoni- . stica, per prevenire eventi complessiva da sborsare per svolgere un’attività sportiva può essere più alta, nel caso l’esame sia refertato da un cardiologo. «Mettendo tutto insieme — aggiunge Scotti — si può pagare dai 100 ai 200 euro». Proprio per venire incontro alle esigenze dei pazienti, la Fimmg ha lanciato in quattro regioni italiane (Marche, Toscana, Umbria e Puglia) il progetto-pilota InNova . I medici di famiglia offriranno a prezzi contenuti un pacchetto “tutto incluso” con Ecg ed eventuale controllo di uno specialistica. «I pazienti potranno sottoporsi all’esame nello studio del proprio medico di famiglia — dice Scotti — . Una prima valutazione potrebbe farla un collega che ha seguito un percorso di formazione specifico. Poi il medico potrebbe rivolgersi al cardiologo per un consulto anche con la telemedicina». R. Co. L’elettrocardiogramma protegge o scoraggia? 1% È la quota di morti improvvise per arresto cardiaco che si verificano in ambito sportivo. A causarle l’esercizio fisico di intensità significativa e la presenza di cardiopatie o anomalie cardiache «silenti» drammatici come la morte improvvisa. Paragonando l’incidenza di morte improvvisa da sport prima e dopo l’adozione del programma di screening italiano, si è rilevata una riduzione del 90% di mortalità dopo un periodo di 25 anni. «Questo perché — spiega Corrado — tra i 14 e i 35 anni le patologie che portano a morte improvvisa, come le cardiomiopatie o le canalopatie, sono identificabili con l’elettrocardiogramma. Sotto i 14 anni invece, l’esame può servire a identificare sostanzialmente solo la sindrome del QT lungo. Altre malattie genetiche si sviluppano dopo la pubertà». E dunque opportuno il ricorso all’elettrocardiogramma per tutti? «Ho delle perplessità sull’efficacia e sull’utilizzo dell’Ecg come mezzo di screening di massa in età pre puberale — risponde Corrado —. Rischiamo di moltiplicare i costi, perché l’Ecg genera una serie di sospetti che richiedono altri accertamenti più onerosi». Di diversa opinione è il professor Francesco Fedele, car- diologo presidente della Fondazione italiana cuore e circolazione della Società italiana di cardiologia, che rilancia invece la proposta dell’esame elettrocardiografico tra i 6 ei 19 anni nel periodo pre e postpuberale «refertato da chi lo sappia fare», cioè da un cardiologo. «È chiaro che possono risultare dei “falsi positivi” (cioè dei falsi allarmi, ndr) — ammette Fedele —. Come Fondazione, abbiamo fatto quasi 30 mila elettrocardiogrammi nelle scuole di tutta Italia e abbiamo riscontrato alterazioni nel 1520% dei ragazzi. Ciò non significa che siano tutti patologici. Il risultato induce però a fare un ulteriore accertamento, che consente poi di scoprire quell’1% con patologie vere». «Esistono tante campagne di prevenzione — aggiunge Fedele —. Anche i nostri giovani possono essere “a rischio” e allora vale davvero la pena di istituzionalizzare un elettrocardiogramma a scuola o nelle attività sportive». Ruggiero Corcella © RIPRODUZIONE RISERVATA L'esperto risponde alla domande dei lettori su temi di medicina dello sport all’indirizzo: http://forum. corriere.it/ medicinasportiva/ e su temi di cardiologia all’indirizzo: http://forum. corriere.it/ cardiologia 48 Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera SALUTE . # Medicina A Venezia ll’inizio di quest’anno il Presidente americano Barak Obama ha lanciato la Precision Medicine Initiative, con un finanziamento di 215 milioni di dollari, un progetto che si propone di raccogliere dati genetici (ottenuti attraverso l’analisi del Dna) e non (per esempio abitudini di vita, tipo di dieta, attitudine all’esercizio fisico) di un milione di americani (volontari) per permettere agli scienziati di sviluppare protocolli di cura e prevenzione delle A La Conferenza mondiale sul futuro della scienza malattie modulati sulle caratteristiche specifiche di ogni individuo. «Voglio che il nostro Paese - ha detto Obama - che ha sconfitto la poliomielite e ha mappato il genoma umano, diventi pioniere di una nuova era nel campo della salute». A questa nuova frontiera della medicina è dedicata l’11° Conferenza mondiale The future of Science, organizzata a Venezia dal 17 al 19 settembre dalla Fondazione Veronesi con la Fondazione Cini e la Fondazione Silvio Tronchetti Provera. Ogni malato avrà il suo farmaco La nuova medicina «di precisione» vuole individuare con l’analisi del Dna la specifica forma di patologia del singolo paziente, così da mirare ancora meglio la cura L'esperto risponde alle domande dei lettori sui tumori e le cure http://www. corriere.it/ salute/sportel lo_cancro/ M ary Ann Anselmo, 59 anni, cantante americana di jazz del New Jersey, costa Est degli Stati Uniti, e Marcia Stiefel, 68 anni, pensionata del North Dakota. Due donne colpite dallo stesso tumore, un glioblastoma del cervello (diciamo: uno dei più difficili da curare), ma con un destino diverso. A Mary Ann i medici dello Sloan Kettering di New York, uno dei più famosi istituti per la cura del cancro al mondo, hanno analizzato il genoma del tumore, hanno scoperto una alterazione del Dna (capace di stimolare la crescita tumorale) sensibile a un farmaco non prescritto per il glioblastoma (si usa nel melanoma), glielo hanno somministrato, con successo. Per Marcia non è stato così, non aveva la mutazione (non solo: nel North Dakota, gli ospedali non sono attrezzati come a New York) e l’unica prospettiva è stata quella di continuare la chemioterapia. Ecco, questo è un po’ il succo della nuova medicina di precisione: la possibilità di individuare la particolare forma di malattia di cui il paziente soffre (attraverso l’analisi del Dna) e curarla. Con i mezzi che si hanno già a disposizione o studiandone altri. Personalizzando, cioè, la cura in modo da somministrare il farmaco giusto al paziente giusto. E non solo nel caso dei tumori. Ormai da alcuni anni, però, si parla di terapie personalizzate. Che cosa sta cambiando? Progressi Questa «rivoluzione» è basata sulla odierna capacità di analizzare enormi quantità di dati Sperimentazione Occorrerà attuare cambiamenti anche nella conduzione dei test clinici «La medicina personalizzata, annunciata da tempo, — precisa Giuseppe Testa, professore di Biologia molecolare all’Università di Milano e direttore del Laboratorio di Epigenetica delle cellule staminali all’Istituto europeo di Oncologia — così non è stata. Si è limitata a stratificare meglio i pazienti, riclassificandoli a livello molecolare e individuando terapie valide per quei gruppi, non per il singolo (come, invece è accaduto per Mary Ann, ndr). Più che di “personalizzazione” si dovrebbe parlare di “gruppizzazione”». L’ambizione, invece, è intervenire sul singolo. «E questo comporta almeno due problemi –—continua Testa —. Il primo riguarda le modalità con cui si dovrà dimostrare l’efficacia di un farmaco e, il secondo, i sistemi regolatori, cioè tutto l’iter di registrazione di un medicinale». Questo nuovo approccio, dunque, porta a un cambiamento di mentalità nella ricerca scientifica, nella conduzione La prospettiva OGGI La medicina dell'imprecisione I farmaci non funzionano su tutti i pazienti DOMANI La medicina di precisione Le persone possono essere affette dalla stessa malattia, però con alterazioni genetiche diverse Per ogni paziente sarà scelto il farmaco che va a colpire le sue specifiche alterazioni LE TAPPE DEL NUOVO APPROCCIO Scoperta - Identificazione delle alterazioni genetiche legate alla malattia nel singolo paziente Sviluppo - Sperimentazioni del farmaco più mirate su quei pazienti che possono trarne beneficio Registrazione - Migliori garanzie di efficacia e sicurezza, poiché i destinatari saranno pre-selezionati in base ai test genetici Pratica clinica - Ottimizzazione della cura delle sperimentazioni cliniche (oggi, per esempio, si comincia a parlare di trial basket: si sperimenta un farmaco non in pazienti che hanno la stessa malattia, ma in coloro che hanno la stessa mutazione genetica), nei sistemi che dovranno regolare l’immissione in commercio e anche nei rapporti fra accademia e industria. «Ne dobbiamo essere consapevoli — commenta Testa —. L’idea che la scienza va avanti e poi le leggi si adeguano non funziona più. È indispensabile che la scienza si confronti subito con la politica». Questo è uno dei messaggi che usciranno dalla 11° Conferenza mondiale The future of Science di Venezia, dedicata appunto alla medicina di precisione. Una rivoluzione, dunque, basata anche sulla capacità che abbiamo oggi di analizzare enormi quantità di dati. «Non solo i dati del genoma - conclude Testa - ma anche quelli che riguardano la nostra vita quotidiana, quello che mangiamo, quanti drink beviamo alla sera. Ormai le nostre vite sono digitalizzate. Basti pensare quante informazioni passano attraverso i social media, come Facebook e Twitter«. Sarà dall’incrocio di questi dati che potranno emergere indicazioni per la cura, ma anche per la prevenzione delle malattie. Adriana Bazzi © RIPRODUZIONE RISERVATA È lunga e complessa la ricerca per identificare i bersagli molecolari D . ruggability. Un nuovo termine del vocabolario della ricerca farmacologica che sta a indicare la capacità di una proteina dell’organismo umano di essere druggable, cioè “agganciata” da un farmaco (drug). Normalmente si tratta di una proteina anomala (prodotta da un gene difettoso) che causa malattia e il farmaco (un anticorpo monoclonale) ha l’obiettivo di neutralizzarla. È il caso dei tumori, per esempio, dove l’alterazione di certi geni determina la produzione di proteine anomale in grado di far proliferare le cellule. Ma anche di alcune patologie autoimmuni, come il morbo di Crohn dell’intestino, di certe malattie reumatiche come l’artrite reumatoide, o il lupus eritematoso sistemico (che interessa vari organi compresa la cute) che vengono già curate con anticorpi monoclonali. Trovare bersagli specifici e farmaci specifici è la base delle targeted therapies, le terapie a bersaglio molecolare della medicina personalizzata. La medicina di precisione vuole andare addirittura oltre: individuare proteine specifiche causa di malattia nel singolo paziente così da costruire farmaci su misura, nel campo dell’oncologia soprattutto, ma anche in quello dell’immunologia. «L’importante è identificare il bersaglio — commenta Guido Guidi, capo di Pharma Europa della multinazionale farmaceutica Novartis, che terrà una relazione sul tema in occasione della 11° Conferenza sul Futuro della Scienza a Venezia —, ma questo non è tutto —. Il passo successivo è mettere a punto il farmaco, ma anche questo non basta. Quando si stava studiando l’Imatinib (il capostipite dei farmaci a bersaglio molecolare, nato come terapia della leucemia mieloide cronica, ma poi utilizzato anche in altre forme di neoplasia), ci si accorse che la somministrazione per endovena provocava la formazione di trombi. In altre parole, ci possono essere problemi legati alla molecola, alla sua stabilità, alla sua solubilità, alla via di somministrazione che devono essere affrontati. E questo lo fa la ricerca dell’industria farmaceutica». Ecco perché i tempi di sviluppo di un farmaco possono essere molto lunghi e perché certe scoperte che riguardano target molecolari non possono avere una immediata applicazione pratica e rischiano di creare, al momento, troppe aspettative fra i malati. «Stiamo andando verso una individualizzazione sempre più spinta — continua Guidi —. E medicina di precisione significa anche trovare, in un tumore, le nuove mutazioni che lo rendono resistente ai farmaci utilizzati. E quindi individuare nuovi target molecolari. L’obiettivo è quello di associare più molecole, dirette contro questi bersagli, per tenere sotto controllo il tumore e limitarne la progressione». A. Bz. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015 49 SALUTE . # In libreria Medicina pratica L’Atlante della salute del Corriere della Sera Mi spieghi dottore Le tavole di medicina illustrata del «Corriere Salute» per la prima volta riunite in una grande enciclopedia medica per tutta la famiglia. È infatti in libreria «Mi spieghi dottore. Atlante della salute del Corriere della Sera», a cura di Luigi Ripamonti e Antonella Sparvoli, con le illustrazioni di Mirco Tangherlini e la prefazione di Umberto Veronesi (288 pagine, 35 euro). Così, l’appuntamento domenicale del Corriere Salute diventa anche un volume da conservare e consultare nel tempo, uno strumento illustrato capace di guidare i lettori nella migliore comprensione di sintomi e possibili malattie e di consigliarli nella ricerca di esami, controlli, terapie. Perché sento di continuo fischi e fruscii? Lo specialista L'acufene, o tinnito, è un disturbo caratterizzato dalla percezione di suoni, come ronzii, fischi, sibili o fruscii, non legati a stimoli esterni. Può essere oggettivo o più spesso soggettivo (acufene propriamente detto) Un disturbo fastidioso chiamato acufene che spesso ha una causa vascolare o infettiva LA PERCEZIONE DEI SUONI Le onde sonore entrano nell’orecchio e sono convertite in impulsi elettrici che «viaggiano» fino al cervello dove vengono convertiti e interpretati Le onde sonore in entrata sono captate dall’orecchio 1 esterno e incanalate nel condotto uditivo Le onde sonore fanno vibrare il timpano 2 Le vibrazioni sono amplificate da una catena 3 di piccole ossa, gli ossicini (martello, staffa e incudine), e trasmesse alla «finestra ovale» sulla coclea Giunte nella coclea le vibrazioni inducono 4 il movimento di minuscole estremità nervose (stereocilia) F Specialista in otorinolaringoiatria, Gruppo ospedaliero Multimedica, Milano/ Castellanza (Varese) Per saperne di più su temi di salute www.corriere. it/salute © RIPRODUZIONE RISERVATA Le stereocilia convertono i movimenti in segnali elettrici 5 I segnali elettrici viaggiano lungo il nervo acustico fino 6 a raggiungere la corteccia uditiva, nel cervello ORECCHIO INTERNO ACUFENE OGGETTIVO È percepibile anche dall’esterno appoggiando un particolare strumento (fonendoscopio) sull’orecchio. Si tratta in genere di rumori di origine vascolare, tubarica, muscolare, trasmessi per via ossea e capaci di stimolare il recettore cocleare ORECCHIO MEDIO ORECCHIO ESTERNO INCUDINE STAFFA MARTELLO NERVO ACUSTICO 6 5 4 2 3 1 ACUFENE SOGGETTIVO Lo percepisce solo la persona che ne soffre. Può essere distinto in COCLEA Acufene pulsante (rumore ritmico, spesso sincrono con il battito cardiaco) Acufene non pulsante Acuto Di solito è conseguenza di un deficit uditivo improvviso, dovuto a sua volta a problemi vascolari o infettivi Costante Le cause sono spesso difficili da individuare, ma la presenza di altri «segnali» può essere d’aiuto Perdita uditiva Il tinnito è associato a deficit uditivi trasmissivi (tappo di cerume, otite, otosclerosi ecc) o neurosensoriali (esposizione al rumore, perdita uditiva cronica legata all’invecchiamento) Vertigini Gli acufeni possono essere conseguenza di malattie degenerative(sindrome di Menière), dismetaboliche o tumorali TIMPANO I SINTOMI Le cause principali sono Variazioni del flusso sanguigno nei vasi vicini all’orecchio dovute per esempio all’ostruzione o alla dilatazione di un vaso, (stenosi aortica, aneurismi cerebrali ecc) Turbolenze all’interno del vaso nel caso in cui la sua parete interna sia irregolare (aterosclerosi) Perdita uditiva causata per esempio da fenomeni catarrali Disfunzioni dell’articolazione temporo-mandibolare L'orecchio (o entrambe le orecchie) percepisce una varietà di suoni: ronzio, tintinnio, stridore, fischi, fruscio, soffi, sibili e talvolta suoni pulsanti (acufene pulsante) La percezione può essere costante o intermittente, debole o molto forte Il fastidio causato dall’acufene può a sua volta provocare altri sintomi come mal di testa, ansia, disturbi del sonno e della concentrazione LA DIAGNOSI L’iter diagnostico in genere prevede Accurata raccolta della storia medica e personale del paziente Valutazione delle caratteristiche dell’acufene Esame obiettivo del condotto uditivo esterno e della membrana timpanica mediante un'otoscopia e la valutazione delle fosse nasali, della bocca e dell’articolazione temporo-mandibolare Esecuzione di test audiometrici (tra cui audiometria, impedenziometria, timpanometria ecc) per distinguere tra acufeni da causa uditiva e acufeni di altra origine In alcuni casi questi primi accertamenti permettono di formulare già una corretta diagnosi, in altri possono rendersi necessarie ulteriori indagini (come la Tac, la risonanza magnetica, l’eco-colordoppler) e/o valutazioni da parte di altri specialisti (neurologo, cardiologo, psichiatra ecc) Esame audiometrico Mal di testa Alcune forme di emicrania si manifestano in modo atipico con acufeni, a volte associati anche a vertigini LE CURE Problemi psichiatrici In genere il paziente sente una melodia che si ripete in maniera ossessiva Problemi somatici Alterazioni cranio-cervicali e temporomandibolari possono dare origine ad acufeni perché generano stimoli elettrofisiologici che si trasmettono alle vie nervose uditive . Non esiste una cura unica efficace per tutti i tipi di acufene Nei casi in cui si riesce a risalire a una possibile causa, occorre intervenire su quella. Per esempio se l’acufene è legato a deficit uditivi si ricorre a protesi acustiche o all’impianto cocleare; se è associato a sindrome di Menière, a emicrania oppure a problemi cervicali o dell’articolazione temporo- mandibolare si interviene con terapie mirate Può invece essere molto difficoltoso curare i cosiddetti acufeni idiopatici, dei quali non si conosce la causa. In questi casi, le principali armi a disposizione sono Counseling psicologico per spezzare il circolo vizioso tra ansia, stress, depressione e percezione dell’acufene Rassicurazione del paziente sul fatto che l’acufene non è legato a malattie gravi Terapia del suono, trattamento di desensibilizzazione basato sull'allenamento di apparato uditivo e cervello, per «abituarli» a sentire i rumori prodotti dalla patologia in modo tale che, con il passare del tempo, gli acufeni non vengano più percepiti o lo vengano in modo molto attenuato Corriere della Sera / Mirco Tangherlini Claudio Albizzati ischi, ronzii, sibili o fruscii uditi di continuo, senza stimoli esterni. Sono gli acufeni, disturbo molto fastidioso che interessa fino al 30% della popolazione, e diventa insopportabile nell’1% dei casi, in quanto fonte di stress, ansia e depressione. A che cosa sono dovuti? «L’acufene è un sintomo che può avere cause diverse, talvolta difficili da individuare — premette Claudio Albizzati, specialista in otorinolaringoiatria, gruppo ospedaliero Multimedica di Milano/Castellanza (Va) —. In una minoranza di casi l’acufene è oggettivo, quindi percepibile anche a un uditore esterno (appoggiando sull’orecchio uno strumento, il fonendoscopio, ndr), ma nella maggior parte dei casi il “rumore” viene sentito solo dalla persona che ne soffre, da un orecchio o da entrambi. In genere si avverte un fruscio, un fischio o un ronzio, ma il suono può anche essere ritmico (acufene pulsante). Le cause scatenanti comprendono l’esposizione a rumori troppo forti, l’accumulo di cerume, le otiti catarrali, deficit uditivi, disfunzioni dell’articolazione temporo-mandibolare, fino ad alterazioni vascolari e patologie psichiatriche». Che cosa genera il rumore? «Per molti anni si è pensato che gli acufeni fossero dovuti a danni della coclea. Oggi sappiamo che questa struttura non è coinvolta in modo diretto nella loro genesi e che accade qualcosa di simile a quanto osservato nella sindrome dell’arto fantasma, ovvero la sensazione anomala di dolore o fastidio a un arto amputato. La percezione di fischi e sibili deriverebbe da alterazioni nell’attivazione della corteccia uditiva, perché noi sentiamo con il cervello, non con le orecchie. Prima di raggiungere il cervello, qualunque messaggio è però captato e valutato a livello non cosciente: se un’informazione è classificata come sufficientemente importante, può raggiungere la corteccia uditiva, dove avviene la percezione conscia delle informazioni; se al contrario il messaggio non è ritenuto importante viene rifiutato. Il nostro cervello è quindi in grado di “filtrare” gli stimoli sonori senza che noi ce ne rendiamo conto. Non solo: nella loro percezione, oltre alla corteccia uditiva, entrano in gioco altri centri nervosi a essa connessi che mettono in relazione l’udito con lo stato emotivo e l’apprendimento. L’acufene si sviluppa quando si verifica uno sbilanciamento dell’attività nervosa della corteccia uditiva. Nella maggior parte dei casi la presenza continua dell’acufene ci fa “abituare” al segnale: anche se la percezione è ancora possibile, il fastidio è assente o minimo. In una minoranza di casi, la componente non cosciente e quella emotiva inducono una sintonizzazione delle reti nervose a percepire il segnale, aumentando il fastidio». Che cosa si può fare? «Spesso chi cerca aiuto si sente rispondere che non c’è nulla da fare. In realtà, anche se non esiste una soluzione che vada bene per tutti, agendo su più fronti si possono avere benefici. Non solo: in circa il 60% dei casi l’acufene sparisce da solo entro sei mesi dall’insorgenza. Per impostare una terapia, la prima cosa è cercare la causa. Se, per esempio, l’acufene è insorto all’improvviso ed è associato a un’ipoacusia dovuta a patologie vascolari o infettive si ricorre a un protocollo farmacologico d’urgenza, di solito a farmaci vasodilatatori e cortisonici. Nei casi in cui non si individua la causa è utile agire con un supporto psicologico e con la cosiddetta terapia del suono: desensibilizzazione con l’ascolto di piccoli segnali sonori che aiutano il cervello a compiere un’azione inibitoria sull’acufene». Antonella Sparvoli 50 Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera SALUTE . # L’altra cucina Alimentazione Il kalakukko, polpettone di pesce finlandese l nome è ostico: kalakukko (torta di pesce), è il cibo da strada classico di Helsinki e delle cittadine finlandesi. È un grosso panino, ripieno di polpettone. Dato il contenuto energetico, ne può bastare uno per saziare per parecchie ore. La farcitura interna, non è a base di carne, come per il nostro polpettone, è infatti prevalentemente composta di pesciolini d’acqua dolce, mescolati con salmone e poca carne grassa di maiale. L’impasto viene poi avvolto in un involucro di pasta I Chi mangia camminando tende a distrarsi E va incontro all’abbuffata L'esperto risponde alla domande dei lettori su temi di nutrizione all’indirizzo http//forum. corriere.it/ nutrizione Linea in pericolo A farci ingrassare non è soltanto l’abitudine sbagliata di consumare i pasti guardando la televisione Cibi da «passeggio» S e vi capita spesso di mangiare camminando, per esempio di consumare un pezzo di pizza o di focaccia preso al volo all’ora di pranzo, fate attenzione: mangiare così potrebbe favorire gli eccessi calorici più ancora di altre note “cattive abitudini”, come guardare la Tv mentre siete a tavola. A suggerirlo è uno studio, pubblicato on line sul Journal of Health Psychology, svolto da ricercatori dell’Università del Surrey (Regno Unito) su 60 giovani donne, alcune delle quali a dieta. Le partecipanti alla ricerca sono state invitate a consu- Energia kcal Alimenti Grassi g Panino (g 80) con porchetta (g 120) 590 18 Trancio di pizza con salame piccante (g 200) 567 26 Piadina con prosciutto crudo e mozzarella (g 180) 536 25 Trancio di focaccia al formaggio (g 150) 496 30 Arancino di riso al ragù (g 150) 450 27 I valori variano, anche sensibilmente, in base alla tipologia degli ingredienti mare una barretta di cereali, alcune camminando, altre guardando una sitcom alla Tv, altre ancora stando sedute e conversando; tutte le donne sono poi state sottoposte a un test nel quale potevano consumare a volontà quattro tipi di snack (confetti di cioccolato, carote, CdS uva, salatini). I ricercatori hanno osservato che “mangiare e camminare” è la combinazione “peggiore”. In questa condizione, infatti, le donne a dieta hanno mangiato decisamente di più rispetto a quelle che guardavano la Tv o chiacchieravano, e confrontando ragaz- ze a stecchetto, e non, si è visto che le prime camminando introducevano ben il quintuplo di confetti di cioccolato e in generale più snack. Insomma, sembrava che il cibo mangiato camminando venisse “dimenticato”, inducendo ad approfittare di più degli snack proposti nella seconda fase dell’esperimento. «Questo studio ci ricorda che quando si segue una dieta è necessario focalizzare l’attenzione sul cibo, per controllare la quantità ingerita — commenta Nicoletta Cavazza, docente di Psicologia sociale all’Università di Modena-Reggio Emilia —. In presenza di fattori di distrazione la focalizzazione viene meno, con ripercussioni negative non solo sul cibo assunto mentre si compie l’azione ma anche, come è emerso, sul cibo consumato successivamente. Un altro aspetto che riguarda l’atto specifico del camminare sta nel fatto che questa attività può fornire una giustificazione del maggiore consumo di cibo (e anche di cose poco sane) perché chi fa movimento spesso si illude sulle calorie bruciate. Se l’obiettivo è controllare il peso, conviene sedersi e concentrarsi solo sul cibo, considerando anche che la maggior parte dello street food è, sì, gustoso, ma è anche più ricco di grassi e di calorie di quanto spesso si pensi». Carla Favaro Nutrizionista senza lievito, a base di cereali vari: segale, frumento, orzo e burro. Il grosso panino così ottenuto viene poi messo in forno. Niente a che vedere con la cottura del calzone partenopeo che si accontenta di pochi minuti in forno rovente: per il kalakukko servono una decina di ore a temperature degradanti dai 300 ai 150 gradi. Croccante e dal gusto deciso, sembra nato per scaldare mani e stomaco quando fuori fa freddo. Roberta Salvadori ● La ricetta della salute L’erbazzone, la torta del contadino Ingredienti per quattro persone: 130 g di farina bianca, 50 g di farina integrale, un bicchiere di latte, 3 porri, salvia, 400 g di verdura verde lessata (erbette, bietole, tarassaco), 3 cucchiai di parmigiano grattugiato, 4 cucchiai di olio extravergine d’oliva, sale. Preparazione: impastare le farine con un pizzico di sale, un cucchiaio d’olio e il latte sufficiente a formare un composto morbido; coprirlo e conservarlo al fresco. Rosolare i porri affettati con la salvia e un paio di cucchiai di olio, aggiungere le verdure lessate, strizzate e tritate , salare e cuocere per 10 minuti, unire il parmigiano. Stendere i 2/3 dell’impasto, rivestire una tortiera da 28 cm e distribuirvi le verdure. Coprire con il restante impasto sigillando bene, bucare con una forchetta, oliare leggermente e cuocere nel forno a 190 gradi per 30 minuti. Valore nutrizionale per porzione: proteine g 12 , grassi g 14 (di cui saturi g 3,5), carboidrati g 42 , kcal 331 Ricetta dello chef Giuseppe Capano ● Il commento Non tutto lo street food è ricco di grassi e di calorie. Esistono anche preparazioni più «morigerate»: le pannocchie arrostite o lessate, le caldarroste, la farinata di ceci e alcune torte salate, se fatte, come in questa ricetta, con una sfoglia semplice, ripiena di verdura con poco formaggio e condimenti. © RIPRODUZIONE RISERVATA Bisogna «coltivare» la flora intestinale con più alimenti integrali e meno grassi per ridurre peso e colesterolo D olci, fritti, salumi e formaggi grassi fanno schizzare verso l’alto l’ago della bilancia non solo perché sono ipercalorici, ma anche perché “allevano” nel nostro intestino colonie di batteri che remano contro il mantenimento del peso forma. Stando a un’indagine presentata di recente al congresso della Society for the Study of Ingestive Behavior statunitense, infatti, mangiare troppo spesso cibi ricchi di grassi peggiora la composizione della flora batterica intestinale e altera perfino i circuiti cerebrali, impedendo di sentirci sazi. «Di norma, i diversi ceppi di microrganismi che fanno parte del “microbioma” - ovvero la popolazione batterica intestinale tipica per ciascuno di noi - costituiscono un insieme abbastanza stabile, che “oscilla” poco perché ha un suo equilibrio — spiega Krzysztof Czaja, dell’Università della Georgia, autore dello studio —. Se però Rischio obesità Se alteriamo il microbioma con una dieta squilibrata, i segnali di sazietà arrivano male al cervello e non ci sentiamo mai appagati cambiamo alimentazione, aumentando molto il consumo di grassi, il microambiente dell’intestino si modifica, con un effetto quasi immediato sui batteri che devono adattarsi per trarre energia da ciò che mangiamo: alcune specie “esplodono”, altre diminuiscono fin quasi a sparire. Il risultato è una maggiore infiammazione locale, con danni ai nervi che portano messaggi dall’intestino al cervello e viceversa. Di conseguenza i segnali di sazietà non arrivano bene al sistema nervoso centrale e perfino le aree cerebrali correlate ai comportamenti alimentari si riorganizzano». Tutto ciò si traduce in una minor capacità di essere appagati dal cibo e, quindi, nella tendenza a mangiare troppo, sulla base di un meccanismo che, secondo Czaja, sarebbe corresponsabi. le dell’attuale epidemia di obesità: «Il sistema di comunicazione fra intestino e cervello si è evolu- to per millenni mentre ci nutrivamo di cibi integrali da fonti naturali e non era pronto a fronteggiare i prodotti industriali e raffinati: mangiare alimenti ricchi di zuccheri e grassi altera i delicati equilibri della microflora e “confonde” il cervello, spianando la strada all’accumulo di peso». Oggi sta diventando sempre più chiaro che nutrire bene la flora batterica intestinale significa rimanere sani: lo conferma anche una ricerca apparsa nei giorni scorsi su Circulation Research, che dimostra come le specie di batteri presenti incidano non poco sul peso corporeo e anche sui livelli di colesterolo e trigliceridi nel sangue. Stando ai dati raccolti, su circa 900 olandesi, 34 ceppi di batteri contribuirebbero a discrete differenze fra gli individui: chi ha la fortuna o il merito, grazie a una dieta sana, di avere nell’intestino le specie “positive” è più magro, ha i trigliceridi più bassi e il colesterolo “buono” più elevato rispetto a chi non può contare su un microbioma altrettanto favorevole. «L’uomo vive in simbiosi con i suoi batteri, che sono in un numero dieci volte superiore a quello delle cellule: si tratta quasi di un “organo” a sé che influenza in modo consistente la nostra salute, perché non solo ci aiuta a digerire il cibo, assorbire i nutrienti, invia segnali al cervello e contribuisce alla regolazione del metabolismo, ma modula anche l’attività del sistema immunitario» osservano gli autori dello studio. Non a caso la flora intestinale si modifica anche nei pazienti con diabete di tipo due, come hanno appena dimostrato ricercatori dell’israeliano Weizmann Institute of Science, studiando i tassi di crescita delle popolazioni batteriche del microbioma. Nella nostra pancia, esiste, quindi, un ecosistema complesso che ha un’influenza notevole sulla salute, di cui possiamo prenderci cura con un’alimentazione che promuova la crescita dei batteri buoni. Quale sia la dieta ideale è ancora allo studio, ma alcune indicazioni ci sono: oltre ai cibi integrali, sembra utile introdurre molti vegetali perché favoriscono i ceppi produttori di acido butirrico, in grado di ridurre l’infiammazione e il rischio di tumore al colon. Elena Meli © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015 SALUTE 51 . Convegno Diritto «Ricordati di me» Familiari ed esperti riuniti a Milano # onvegni e iniziative in tutta Italia. In occasione della XXII Giornata Mondiale dell’Alzheimer ( il 21settembre), il 16 settembre la Federazione Alzheimer Italia organizza il convegno dal titolo «Ricordati di me. Gli ultimi dati della ricerca scientifica alla luce della Dementia-friendly Community», presso la Sala Alessi del Comune di Milano (in piazza della Scala 2, dalle ore 9 alle ore 13). Neurologi, geriatri e responsabili delle associazioni nazionali C Dalle community alle città solidali I luoghi di vita con l’Alzheimer O Iniziativa Il 21 settembre è la Giornata mondiale dedicata a questa patologia Frequenza A livello mondiale, ogni 3 secondi e due decimi si conta un nuovo caso di demenza Alzheimer Italia: 269 mila nuovi casi all’anno, 737 al giorno. Il 21 settembre è la loro giornata, la festa-memento di quelli «che si dimenticano», che perdono progressivamente la memoria e via via le altre facoltà. Gente come Oscar, Oscar Silicato, 59 anni, che lo sa e non si vergogna a dirlo. «È un po’ peggiorato negli ultimi mesi, non trovi», sussurra la moglie Daniela. È vero, non parla più dell’adorato rugby come un anno fa. Le frasi sono molto sconnesse. Ma non ha perso la consapevolezza: «Lo so che te l’avrò già chiesto dieci volte: come va il lavoro?». C’è ancora Venezia nella sua vaga hit-parade positiva, mentre in quella negativa ha guadagnato la vetta la paura di ritrovarsi solo nella casa di Milano mentre la Dany è al lavoro. Non si fida più a uscire, teme di perdersi, intorno ha un ambiente se non ostile certo poco amichevole, non per cattiveria, poco “friendly” come si usa dire in inglese. Una storia tra tante, uno stadio più lieve o avanzato della malattia, in casa o in struttura. Ogni storia è uguale e diversa. In quante di quelle 737 teste che ogni giorno vengono scritturate dal regista Alzheimer, più o meno giovani, tanto o poco compromesse, passerà lo stesso lampo di consapevolezza che colpisce Oscar sulla NEL MONDO 50-60% La quota di casi di Alzheimer Le persone affette da demenza (in milioni) 2015 46,8 74,7 2030 131,5 2050 IN ITALIA Le persone colpite da demenza 1.241.000 2015 1.609.000 2030 2.272.000 2050 269 mila I nuovi casi nel 2015 37,6 miliardi di euro I costi annui per l’assistenza 3 milioni Le persone coinvolte nell’assistenza dei malati Fonte: Alzheimer’s Disease International - Rapporto Mondiale Alzheimer 2015; Federazione Alzheimer Italia Corriere della Sera spiaggia? Sto c...o di Alzheimer… Si potrebbe così intitolare, in modo molto colloquiale, uno dei tanti convegni, uno dei mille incontri che fortunatamente si dedicano all’Alzheimer e alle demenze in questi giorni di settembre. Tenendo le cifre a effetto sullo sfondo assieme alle frasi fatte, alle esortazioni-ripetizioni di rito, dando quasi per assodata l’estensione crescente del problema come la perdurante mancanza di farmaci toccasana. «Tutti speriamo che si trovi una cura alla demenza — dice Marc Wortmann, direttore esecutivo di Adi — ma purtroppo non sappiamo dire quando questo avverrà». Dieci anni è la scadenza che si sono posti politici e ricercatori. Un traguardo totale alle demenze, ne parla in termini molto concreti. Municipali, per così dire. «Più che costruire città dell’Alzheimer, bisognerebbe mantenere le persone con l’Alzheimer nelle loro città». Va bene sperimentare strutture protette e il più possibile aperte al mondo esterno, sul modello della tanto decantata Hogewey alle porte di Amsterdam. Ma se non vogliamo ricostruire le “città dei matti” di sinistra memoria, allora la strada da seguire è piuttosto quella verso una meta che Trabucchi, direttore scientifico del Gruppo di ricerca geriatrica di Brescia, indica con il cartello di “città solidale”. Tre parole chiave: «Dignità, libertà, autonomia». In pratica? Una rivoluzione low- Sensibilità È importante che in un ufficio o in una piazza chi è ammalato sia accettato, ascoltato Serenità Le famiglie devono percepire un ambiente amichevole, nel quale potersi aprire che ogni anno sembra spostarsi un balzo più in là… «Per questo è meglio accettare che la demenza sia una presenza stabile nella società. Ecco perché il concetto e la realizzazione delle Dementia-Friendly Communities è così importante». “Friendly”: amica, solidale. Community nel senso di società, ambiente, spazio di vita. Delle esperienze che si stanno sviluppando in questa direzione in vari Paesi del mondo Wortmann parlerà al Convegno del 16 settembre organizzato dalla Federazione nazionale Alzheimer presso la Sala Alessi del Comune di Milano. Si intitola «Ricordati di me – Gli ultimi dati della ricerca scientifica alla luce della Dementia Friendly Community». E in Italia? Il professor Marco Trabucchi, nostrano istigatore della battaglia cost fatta di “piccoli interventi” diffusi, da sviluppare a livello locale con l’impulso di amministrazioni e sindaci lungimiranti, lasciando sullo sfondo i piani nazionali, senza aspettarsi miracoli dalle progettate (e per forza di budget limitate) Hogewey di casa nostra. Primo passo: l’educazione nelle scuole. Coinvolgere bambini e ragazzi. Non è difficile. Quanti hanno un nonno o una nonna con la demenza? Educazione per ridurre la paura, e dunque lo stigma. Secondo: lavorare a tappeto sugli operatori. Non solo quelli sanitari. Tutti coloro che operano in una città: forze dell’ordine, commercianti, chi lavora negli uffici aperti al pubblico, spazzini, vescovi, becchini, insomma tutti. Spiegare l’Alzheimer, i suoi colpi ma an- . che le sue ricchezze, non solo per fare in modo che il malato che si perde per strada venga riportato a casa. Ancora più importante: che in un ufficio o in una piazza una persona come Oscar venga accolta, ascoltata, trattata con dignità. Può sembrare una piccolezza, ma fa una differenza capitale. Una differenza «che crea capitale sociale», modello solidale per altre «emergenze vulnerabilità». Un’atmosfera friendly dove anche la famiglia iperprotettiva e/ o iperstressata viene spinta ad aprirsi, a non vergognarsi («restiamo a casa altrimenti facciamo brutta figura…»). È un’impresa lentissima, capillare però soft, che non comporta grandi costi economici. Un’impresa, sostiene Trabucchi, che è meglio sperimentare prima nelle città medio-piccole, non più di 20-30 mila abitanti, dove è più facile il rapporto diretto e tutto è più vicino. In questo teatro devono collocarsi le risposte concrete ai malati e alle loro famiglie. Centri diurni, Caffè Alzheimer, meeting point, Rsa aperte, interventi domiciliari. Tutti quei servizi che spesso mancano o sono insufficienti. Ma che senza quella cultura diffusa, amica della demenza, rischiano di diventare ghettizzanti, bocconi amari di un menu assistenzial-sanitario che a quelli come Oscar, c’è da scommetterci, non vanno giù. Uno, dieci, cento municipi solidali. Sindaci d’Italia, che aspettate? Michele Farina @mikele_farina © RIPRODUZIONE RISERVATA C. S. ●Pensa la salute di Riccardo Renzi Quali modelli di accoglienza per garantire dignità, autonomia, servizi scar cammina sul bagnasciuga in un giorno di ultima estate. Gli scappa una volta, senza rabbia, una frase lucida, spassionata: «Sto c...o di Alzheimer»… Poi riprende faticosamente a inanellare pensieri positivi, con entusiasmo a parlare di quando era piccolo, qui al Lido di Venezia, di suo padre che pescava (ma il verbo non gli viene) cioè «portava a casa di tutto» da quella diga, laggiù in fondo alla spiaggia degli Alberoni. Ogni 3 secondi e due decimi nel mondo spunta un’altra persona malata come Oscar. Questa appartenenza a una sfilacciata community non li aiuta a sentirsi meglio. Ma fa effetto metterla in questi termini, in questi numeri, come spiega il Rapporto 2015 dell’Alzheimer Disease International (Adi). Soltanto in Italia oltre 1,2 milioni di individui con demenza, ricorda Gabriella Salvini Porro, presidente della Federazione internazionali dei malati si confronteranno sulle nuove frontiere della ricerca e faranno il punto sulla diagnosi precoce L’elenco delle iniziative si può consultare sul sito delle Federazione all’indirizzo:www.alzheimer.it. A Brescia, dal 21 settembre, il Gruppo di ricerca geriatrica organizza una serie di incontri per approfondire in vari campi le tematiche più rilevanti connesse con le demenze e le relative cure. Info sul sito: www.grg-bs.it . Gli effetti della diffidenza verso le vaccinazioni S Per saperne di più Il Rapporto mondiale Alzheimer 2015 è disponibile su www.worldalz report2015. org e nel mondo ogni anno muore un milione e mezzo di bambini per malattie che possono essere prevenute con le vaccinazioni, non è solo colpa della povertà, ma anche per quella che l’Oms chiama vaccine hesitancy, che più che un’esitazione è una diffidenza, quando non una vera e propria ostilità da parte dei genitori. È un fenomeno in crescita preoccupante, che riguarda sia Paesi poveri sia Paesi del mondo occidentale dove non ci sono problemi di approvvigionamento dei vaccini. Il caso dell’Ucraina (vedi articolo su Corriere.it/salute), dove sono ricomparsi anche due casi di poliomielite, è significativo. Nei Paesi sviluppati la causa più importante di un’ “esitazione” talvolta fatale è costituita dai falsi miti, che oggi trovano più rapida diffusione via Internet: i vaccini provocano l’autismo (uno studio di quest’anno sembra aver chiuso la questione definitivamente), i vaccini rendono le donne infertili, eccetera. In Italia, 4 genitori su 10 esprimono preoccupazioni riguardo alle vaccinazioni. Come contrastare il fenomeno, che ha caratteristiche molto diverse secondo le diverse situazioni e culture locali? In Europa come negli Usa già si stanno studiando quali siano le migliori strategie di comunicazione anti hesitancy. Interessante una ricerca dell’Università dell’Illinois: attraverso questionari ha messo in luce un aspetto che, scusate la presunzione, noi divulgatori conosciamo bene. Lo studio ha concluso che serve poco contrastare i falsi miti con argomenti scientifici, perché contro le paure irrazionali hanno poca efficacia gli argomenti razionali. Può essere più utile mettere in evidenza i rischi che comportano le malattie evitabili: vale a dire combattere la paura con altre paure più fondate. © RIPRODUZIONE RISERVATA Parola di un esperto delle piccole ferite. Accelera la cicatrizzazione favorisce la ricostruzione cutanea. In caso di tagli, escoriazioni, scottature, abrasioni e ragadi. Per le ferite infette c’è ialuset PLUS, con sulfadiazina argentica. Con Acido ialuronico ® ® ialuset . Di pelle se ne intende. n infette Ferite no fette Ferite in Ialuset è un Dispositivo Medico 0373. Ialuset Plus è un Dispositivo Medico 0344. Leggere attentamente le avvertenze e le istruzioni per l’uso.Autorizzazione del 09/05/2014. Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera 52 # . . Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015 SALUTE 53 . # @ Corriere.it/salute Vivere con il web a cura di Daniela Natali Disturbi del sonno Lino Nobili Centro medicina del sonno, Dipartimento neuroscienze, Ospedale Niguarda, Milano Sono decisamente preoccupata per il comportamento del mio fidanzato e vorrei chiedere un parere. Qualche giorno fa, alle tre del mattino, mi sono improvvisamente svegliata a causa di una cuscinata in testa. Aperti gli occhi ho visto il mio ragazzo in piedi accanto al letto con il cuscino in mano, pronto a darmi un’altra cuscinata. Il mio compagno dormiva, ma parlava: chiedeva chi fossi e chi ci fosse nella stanza. Io, spaventata, l’ho svegliato in modo molto brusco e lui, quando ha ripreso «conoscenza», mi ha detto che ricordava di avermi dato un colpo di cuscino in faccia, ma in quel momento non sapeva chi fossi e aveva, in generale, un ricordo confuso dell’accaduto. Non è la prima volta che il mio ragazzo ha episodi del genere, ma non come questo. Gli capita però spesso di alzarsi e parlare durante il sonno, spesso non sa dove si trova e chi c’è vicino a lui. Le notti in cui non ha questi episodi è comunque agitato, si sveglia spesso turbato o si alza per mangiare. Il mio fidanzato ha 30 anni, è uno psicologo del lavoro, ha una vita normale, mangia in maniera regolare e abbastanza sana, non soffre di disturbi fisici particolari. I suoi genitori mi hanno detto che da bambino aveva episodi di sonnambulismo, spesso dopo aver giocato con dei videogiochi. Vorrei sapere se soffre di un vero e proprio disturbo, se potrebbe diventare realmente violento, se esistono rimedi per curarlo. Quello che ho notato è che ha sempre gli occhi aperti durante questi attacchi e in seguito ricorda vagamente l’accaduto. I Chiedete agli esperti le vostre segnalazioni, i vostri quesiti, i vostri dubbi, all'indirizzo di posta elettronica Oltre 160 medici specialisti rispondono online alle domande dei lettori in 50 forum [email protected] www.corriere.it/salute/forum Il sito della settimana DURANTE UN EPISODIO DI SONNAMBULISMO PUÒ ACCADERE DI FAR MALE A CHI È VICINO? Risponde Scriveteci l suo fidanzato probabilmente soffre di un disturbo del sonno definito «parasonnia NREM» e, in particolare, di fenomeni di sonnambulismo. Una breve disgressione per chiarire l’argomento: con sonno NREM ,ovvero non REM, si intende il sonno «ortodosso», il sonno REM è invece definito «paradosso» perché in questa fase si osservano movimenti della pupilla e si sogna. Le parasonnie sono disturbi del sonno caratterizzati da comportamenti anomali, possono presentarsi nella fase Rem sotto forma di incubi (anche «agiti», cioè accompagnati da azioni fisiche) o di paralisi temporanee; nella fase NREM sotto forma di risvegli confusio- nali; risvegli caratterizzati da terrore, agitazione, tachicardia; sonnambulismo. Il sonnambulismo è particolarmente frequente in età infantile e tende a ridursi con l’avanzare dell’età, anche se non mancano i casi di persistenza in età adulta. Gli episodi di sonnambulismo consistono in manifestazioni motorie complesse, spesso differenti tra loro, e non stereotipate: in un episodio si può parlare, in un altro compiere gesti particolari e apparentemente finalizzati (ad esempio, aprire armadi e cassetti, alzare le tapparelle), in altri la componente deambulatoria è prevalente. Spesso il paziente al mattino non ricorda affatto l’accaduto. L’origine di tali disturbi non è completamente chiara. Spesso esiste un familiarità e si pensa che alla base di tali fenomeni ci sia una «dissociazione» tra aree cerebrali in cui persiste uno stato di sonno (ad esempio, quelle che controllano la memoria e quelle che sono più coinvolte nei processi di “coscienza”) e altre che si attivano come quando si è svegli (ad esempio, le aree motorie e quelle del linguaggio). Nei bambini tali disturbi sono spesso favoriti dalla presenza di problemi respiratori durante il sonno (russamento, apnee provocate dall’ipertrofia adenotonsillare). La maggior parte delle volte questi disturbi non richiedono un trattamento specifico. Tuttavia, soprattutto negli adulti, sono stati descritti casi di episodi particolarmente violenti in cui il soggetto ha messo a rischio la propria vita o quella di altri. Per questo bisogna innanzitutto conoscerne i fattori scatenanti e modificare le abitudini di vita in funzione di questi. In particolare le parasonnie NREM possono aumentare in seguito a un ritmo sonno-veglia irregolare, alla deprivazione di sonno, oppure a episodi infettivi e infiammatori. Inoltre, occorre sempre dormire in un ambiente sicuro (tenere le tapparelle abbassate, la porta di casa chiusa e senza le chiavi nella toppa). Nel caso in cui, anche modificando gli stili di vita, gli episodi fossero particolarmente violenti o frequenti si consiglia una visita presso un Centro per i disturbi del sonno, per avere una diagnosi certa ed impostare una terapia Aiuto alle mamme in difficoltà Dal forum dei nostri esperti NEFROLOGIA Troppi sali minerali «affaticano» il rene? Ci sono diete che prevedono l’assunzione di «estratti» di verdure che contengono una quantità altissima, oltre che di acqua, anche di sali minerali; farà bene tutta questa roba o si rischia un sovraccarico renale, alla lunga rischioso anche in persone con funzionalità renale normale? Risponde Un punto di riferimento per le mamme che non sono in grado di prendersi cura del neonato, per disagi economici, sociali o psicologici, è il sito www.ninnaho.org dell’omonimo progetto nazionale “Ninna no” a tutela dell’infanzia abbandonata, patrocinato dal ministero della Salute e dalla Società italiana di neonatologia. Cliccando su «“Ninna ho” risponde» si trovano le indicazioni per richiedere informazioni tramite mail o chiamando il numero verde 800.320023 . La sezione «La culla termica» contiene approfondimenti su queste strutture speciali, presenti in diversi ospedali italiani, dove le mamme in grave difficoltà possono lasciare al sicuro il neonato, nel completo anonimato. Cliccando su «Per saperne di più», nell’area «Legislazione» sono disponibili le norme che tutelano i diritti di mamme e neonati. La più cliccata Arrigo Schieppati Direttore medico, Un. nefrologia e dialisi Az. osp. Papa Giovanni XXIII, Bergamo GASTROENTEROLOGIA Come combattere lo stomaco gonfio? Risponde Beatrice Salvioli Unità operativa Gastroenterologia, Istituto Humanitas, Rozzano, Milano © RIPRODUZIONE RISERVATA COSA C’È DI NUOVO... NOTIZIE DALLE AZIENDE La linea Dolcevita di Inuvance, che realizza la super pasta dietetica, in grado di aiutare a controllare il peso corporeo, si arricchisce con due nuove “entry”, il Formaggio Italyco e la Farina di quinoa. Per mettere d’accordo palato e sana nutrizione è nato il primo formaggio crudo a pasta dura totalmente privo di lattosio (lo zucchero difficile da digerire), con il 20% in più di calcio e fosforo, un’alta presenza di cellule vive di fermenti lattici e il 20% in meno di grassi. Sarà in commercio da settembre al 7° piano della Rinascente di Milano, nelle migliori farmacie e nell’angolo salute e benessere dei supermarket. Con la Farina di quinoa Dolcevita, grazie alla presenza di chitosano, una sostanza che contrasta l’eccesso di colesterolo, si può mangiare un’ottima pizza e fare il pieno di salute. Alleviare le sofferenze di chi è costretto a una degenza regalando un sorriso è uno dei modi più significativi per fare del bene agli altri e a se stessi. Sabato 31 ottobre e il 7-14-21-28 novembre, dalle 9,30 alle 12,30 verrà presentato da A.V.O, l’Associazione Volontari Ospedalieri, “Aiutarsi per aiutare” il corso per entrare a far parte del mondo dei volontari. L’appuntamento è al Blocco C, 2° piano dell’Ospedale San Paolo (via Di Rudinì 8 Milano). A.V.O da 40 anni è accanto agli ammalati in 11 ospedali milanesi con oltre 800 volontari. Si richiede la disponibilità a svolgere almeno un turno settimanale. Il corso di formazione base dura un mese e mezzo, con lezioni a cadenza bisettimanale o al sabato mattina. Dopo seguono sei mesi di tirocinio in ospedale affiancati dagli esperti. Per informazioni e colloqui di ammissione: A.V.O., via Dezza 26, . 337-4937994. Milano; 02-48024215, disturbi che descrive sono spesso presenti nella premenopausa in quanto causati dalla riduzione degli ormoni (estrogeni). La prima misura da adottare è limitare gli alimenti che peggiorano il gonfiore (fibre). Se i sintomi persistono, consiglieri di approfondire con un esame endoscopico e ricerca dell’Helicobacter pylori. I Come noi genitori mio figlio è miope. A neppure 13 anni ha 7 diottrie in meno. A un anno ne aveva già una in meno. Lei che cosa consiglierebbe: lenti morbide multifocali o Atropina per tentare di arginare il continuo peggioramento? Risponde Seconda opinione medica, quando serve? Da domani su corriere.it/salute videointervista con Nicola Fazio, direttore Unità di oncologia medica gastrointestinale dell’Ist. europeo di oncologia di Milano Un’iniziativa che durerà per tutto il mese di ottobre quella promossa da Onda, da anni impegnata nel favorire la salute e il benessere femminile. Durante l’Open Month, attraverso oltre 115 strutture ospedaliere che già posseggono il noto “Bollino Rosa”, saranno offerte visite gratuite, servizi, informazioni, per correggere errori alimentari e prevenire le principali patologie femminili. Bouty sostiene questa importante iniziativa e lancia DaiGo Meg, l’integratore di magnesio bisglicinato e Acido Folico, arricchito con estratto secco di Griffonia, utile nei casi di stanchezza e sovraffaticamento mentale. DaiGo Meg aiuta nei periodi di stress, in gravidanza, menopausa e durante la fase premestruale. In farmacia senza ricetta in confezione da 14 bustine al prezzo consigliato di 11,90 euro. www.daigo.eu. Da circa 5 mesi ho lo stomaco gonfio, fastidio che in precedenza non avevo mai avuto. Preciso che sono entrata in pre-menopausa e il mio corpo si è parecchio «trasformato», ma è lo stomaco perennemente gonfio a darmi più fastidio. Sono attenta alla dieta e faccio movimento anche perché soffro di pressione alta, ma non so più che cosa fare. Il mio stomaco si gonfia sempre, sia che mangi verdura ,sia che mangi frutta e io non mi sento a posto. Che cosa mi potete consigliare? Una miopia infantile che peggiora Il video Dolcevita, insieme alla Pasta A.V.O lancia il 115° corso per Volontari Ospedalieri ecco i nuovi alimenti I OCULISTICA La modella con il braccio bionico alla conquista di New York: Rebekah Marine, 28enne nata senza l’avambraccio destro, calca le passerelle della NY Fashion Week mostrando la sua protesi mioelettrica Bouty sostiene l’Open Month dedicato alle donne reni sani sono infaticabili, e «smaltiscono» senza problemi ogni sostanza in eccesso che competa loro eliminare (come acqua, sodio, potassio). Il punto è: perché si deve ingerire una quantità altissima di acqua e sali? Una dieta che preveda un eccesso di qualunque cosa non mi sembra intelligente, proprio perché non è «equilibrata». Siamo bombardati da proposte di diete più o meno bizzarre, basate su «presupposti scientifici» dubbi, se non francamente falsi, che hanno magari testimonial famosi, ma che i veri nutrizionisti non si stancano di bocciare. Paolo Nucci Direttore Clinica oculistica universitaria, Ospedale S. Giuseppe, Milano ra le soluzioni proposte, le lenti a contatto sono indicatissime anche nel bambino, così come l’Atropina in collirio allo 0.01%. Questa terapia è oggi la più ragionevole ed è anche quella che probabilmente le proporrei. Esistono numerosi studi, tra cui uno recentissimo su una delle riviste più prestigiose, che ne hanno confermato l’efficacia dopo 5 anni nel ridurre la progressione della miopia. Questo però non accade in tutti i pazienti, perché la miopia ha cause multifattoriali non sempre completamente controllabili. Personalmente ne ho sperimentato la validità. in circa sei casi su dieci. T a cura di RCS MediaGroup Communication Solutions Rientro a scuola felice per i piccoli con Tau-Marin Be-Total Immuno Plus per affrontare i primi freddi Sarà più allegro il ritorno a scuola grazie a Tau-Marin, l’azienda leader in farmacia nella difesa della salute dei denti di tutta la famiglia. Con “Promozione Back To School” si porrà l’attenzione sull’importanza di una corretta igiene orale fin dalla più tenera età, così da garantire per tutta la vita denti sani e un sorriso smagliante. Dal 1 settembre fino al 31 dicembre a coloro che acquistano due prodotti tau-marin a scelta tra gli spazzolini Joy e Smile o il dentifricio Baby Smile verrà consegnata in omaggio una simpatica confezione di cerotti Salvelox scelti tra Spongebob e Hello Kitty. Il regolamento completo si trova sul sito www.igieneoraleperfetta.it (www. taumarin.it), i prodotti nelle migliori farmacie fino a esaurimento scorte. Siamo alle porte dell’autunno, le temperature iniziano ad abbassarsi e l’organismo si trova esposto al noto rischio di tosse, raffreddore, mal di gola. Ma con una buona prevenzione si possono evitare i malanni dell’inverno. Be-Total Immuno Plus, mix di vitamine del gruppo B, con l’aggiunta di Zinco, Echinacea, Vitamina C derivata dall’Acerola, è l’integratore che aiuta il sistema immunitario a funzionare al meglio. Le vitamine B6, B9, B12 rendono quest’ultimo più efficiente, insieme alla B1 e alla B2 regalano maggiore energia, il tutto è rinforzato dall’apporto di Zinco (che protegge anche le cellule dallo stress ossidativo), Echinacea e Acerola. Una bustina al giorno, da sciogliere in un bicchiere d’acqua, per 15-30 giorni. In vendita in farmacia al prezzo consigliato di 14,90. www.betotal.net. Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera 54 . # Tv TELERACCOMANDO di Maria Volpe /,44 /,24 .,44 .,4# !,44 !,34 La Gialappa spalla ironica di Savino &,44 &,4# &,## )4,3# )4,## )3,44 )3,34 ,!.5+3 .3 ) ,!.5+C(., )$ .>+,;( ) ,!.5+C(., % .3 ) ,!.5+C(., 34)2 .3 .>+,;( ;;3 >,C(., >,C(., ;;>*(; )2,24 ,!.5+3 )$,44 >6(* )/,#4 ) ,!.5+C(., ).,2# , .>+,;5(. )!,#4 >(C 34,44 ,!.53 34,2# 5(; 3),24 ( G randi novità nello storico programma che lega calcio e intrattenimento: tornano i collegamenti con gli stadi come anni fa. Dunque personaggi noti saranno lì a commentare sugli spalti le azioni della loro squadra del cuore. Altra novità l’arrivo della Gialappa’s Band (foto) che affianca con la sua ironia, il conduttore Nicola Savino. Comicità grazie alle imitazioni e parodie di Ubaldo Pantani e Lucia Ocone. Il commento tecnico è di Paolo Casarin. Ospiti musicali di oggi: Stefano Bollani, e Jasmine Thompson. Quelli che aspettano Rai2, ore 13.45 Crisi immobiliare: di chi è la colpa? «C asa dolce casa» è il titolo dello Speciale di stasera. Se le case non si vendono è colpa della crisi, del fisco o della bolla immobiliare? E perché se ci sono case vuote l’emergenza abitativa continua a crescere? Speciale Tg1 Rai1, ore 23.20 Latella intervista il ministro Boschi T ornano le interviste di Maria Latella. Oggi si parte con il ministro Maria Elena Boschi. Tra i temi: riforma del Senato, unioni civili, immigrazione. L’intervista Sky Tg24, ore 11.30 32,34 4,3# 4,$# 4,#4 .++( 1; =D//2 ) ;;>*(; ) ,!.5+C(., ,!.5+3 .3 3,4# .>+,;( 3,2# .>+,;( /,44 /,24 .,44 .,34 !,44 !,$# *"*+ .>+,;( !3 !3 *"*+ *"*+ &,24 .3 )4,)# ;;>*(; )),44 ;;>*(; )2,44 3 ,!.5+3 )2,24 3 ,!.5+3 )2,$# 5(; )#,24 53 ).,)4 &4 0.5; )!,44 &4 *).>; *"*+ 34,24 3 %34,24 ,!.5+C(., 3),44 ,,,, *"*+ 3),$# ,,,, 4.6666(., *"*+ 33,$4 0.5; ),44 3 ,!.5+C(., ),34 ;;>*(; ),#4 3 ,!.5+C(., ).,#4 ,!.5+C(., ).,## 5( ;? )&,24 5( ;? 34,34 5( ;? 3),)4 5( ;? 32,44 4,$# >5( )#,$# ).,24 2 )&,)# 0;;.*. 3),)# 34)# 0;;.*. 32,44 4,24 3,44 0;;.*. )#,## - ).,24 ?'+.?( )&,)# .>+3 34,)# .3 3),)# 34)# 0;;.*. 32,)# .;.(*(6+. 4,)# 3,44 .>+,;5(. 6%5; ( 5( *"*+ .,2# .3 53 .>+,;( 2 ,!.5+C(., 5(; .3 ,!.5+C(., 2 ,!.5+C(., .++( &,34 )4,)4 )),4# )3,44 )3,3# )2,3# )$,44 )$,)# )$,24 16 /--/2 )#,44 2 ,!.5+C(., )/,4# .,2# !,3# &,3# )4,44 $ ,!3 (;.+ .3 , >,C(., *(%(.6 )4,#4 ,,, .>+,;( ,!.5+C(., )),## , ,!.5+C(., )3,44 5(; )$,)4 ,;5;;,(+,;. .++( 16 /- -2 )#,4# , ,!.5+C( ., )/,34 6;5, 1; /-7<2 '2 ;;>*(; 2 ,!.5+C(., ,!.5+C(., (;(., , *+ .>+,;( 3,)4 &5(**5 16 =DD$2 33,44 , ,!.5+C(., 32,24 .5+;. /8- ,!.5+C(., )&,24 , ,!.5+C(., )&,2# - .0 3),)# 4,$4 $ )#,## ).,2# ,!.5+C(., ).,$4 )&,34 3),)4 33,## 5( ;? ),4# ,!.5+C(., ),)4 *- + )&,)4 )&,)4 )&,2# )&,$# 34,44 !, !, $ !, *# !, 34,44 !, 34,4# !, $ 34,24 3 !, .0 # ,!.5+3 # ,!.5+C(., , ,!.5+C(., )!,24 ,!.5+3 )!,## , ,!.5+C(., )&,44 ,!.5+C(., ),$4 5(; 3,)4 - )!,24 34)$034)# %C(, )!,## *"*+ )&,$# *"*+ 34,2# *"*+ 33,)# *"*+ 32,4# 5;., 4,34 34)$034)# 0;;.*. 3),)4 .++( 16 =DD/2 ( . .;& - " 2 ,;6;(. 169>.? *, =D/$2 ( ;5 )6., - '% 33,$# .++( 1; =D/<2 ( .,5. 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Il caso tv della settimana è senz’altro la puntata di «Porta a Porta» di martedì sera con ospiti Vera Casamonica (figlia del defunto boss Vittorio) e Vittorino Casamonica (il nipote). Le proteste piovute sulla trasmissione, anche da parte dei partiti politici, hanno spinto Bruno Vespa a organizzare una «puntata riparatrice» il giorno successivo. Se dovessimo giudicare il caso semplicemente dall’interesse che la puntata incriminata ha suscitato nel pubblico, allora dovremmo dire che Vespa ha centrato il bersaglio: la «versione dei Casamonica» ha fruttato alla trasmissione un picco di share, fa- ITALIA-BULGARIA Daniele De Rossi Primo tempo: 6.823.000 spettatori, 30,85% di share Rai1, domenica 6 settembre ore 20.45 GREY’S ANATOMY Ellen Pompeo 276.000 spettatori, 1,2% di share La7, lunedì 7 settembre ore 21.19 )/! %% 37= 3 3= 3* 2= 9/ $ La puntata di «Porta a Porta» coi Casamonica ha in qualche modo mutato genere: da «talk politico» cugino — più o meno alla lontana — dei vari «Ballarò», «Di Martedì» etc. a pezzo di «infotainment» giocato su toni da Bagaglino. L’irresistibile fascino della «trash tv» — fra avanspettacolo e reality (Vittorino vorrebbe sfondare come cantante…) — ha catalizzato spettatori più giovani (un insolito 11% fra venti-trentenni). A conferma che in tv è tutta questione di generi (e che Vittorino è pronto per un talent e Vera per Barbara D’Urso). (a.g.) © RIPRODUZIONE RISERVATA In collaborazione con Massimo Scaglioni, elaborazione Geca Italia su dati Auditel 3 = /&)'6 %% *(= *(*2 *(8( *(8( *( cendo registrare una delle performance migliori dell’anno: 1.340.000 spettatori, per una share media del 14,5% e picchi del 20%. La media di «Porta a Porta» nell’anno solare 2015 è del 12,4%, un paio di punti in meno. Due gli aspetti più interessanti che emergono dall’analisi dei dati. Il primo, il fatto che Vera & Vittorino hanno suscitato più interesse di Matteo Renzi, in onda da Vespa proprio il giorno prima (con un «traino» simile, per altro): per il presidente del Consiglio gli spettatori sono stati 1.224.000, (14,2%). Ma a cambiare — è questo il secondo aspetto interessante — non sono solamente i numeri, ma anche la fisionomia del pubblico. 3 2 3 3( 3 *(* *(87 *(7 *(7 *(83 9); /$&) -9/6) *7 066&/ 8= 066&/ $' %6$&) -9/6) 82 066&/ )66)/ '"*# '(* #(* "# "0 #'"# # #" "#, "#" '"0 '+ % 6&+) +!!$)/ 0'0$$%&'6 % )/ )0' 6/ )!!$ )&'$ )' /);0$ 6&+)/%$ $90$ /$0"$) '" $ %)%$ '9$/!$ )' %%!&'6$, /;% $% 6&+) 0$966) &+$&'6 0)%!!$6) 09% /06) % '6/) 0%;) -9%" +$)!!$ )% 6/ &/$ <$) 0)% +/;%'6 % 9, / $'$<$) 066$&' 6&+) &$!%$)/ );9'-9 0%;) +$: '9$ -9%" )% +$)!!$ 09 %+$ /%+$1 +$: 0)% % '6/)09 /06) % )/, &%+ !$#((# ' $# #*"0 *"0'# ' )06 )/$') $%') /'6) '<$ /$06 '); )%)!' $/'< /9!$ ')' .-9$% )& &+)00) +)%$ /$ )6'< 6'</) '!# , %/$ 6'$ %/&) %!"/) !%$/$ %$ )% 9;)%) )+/6) $)!!$ );0$ &+)/%$ ; )/< =47 )/< 4 )/< 342 )/< 4( $ !" )# !#! #*. ) ##! #4!# )* !. $+ $/ $ $ $ $ $ /5 0, $+ 0+ 0+ 0, 0 ) %#**# .! )#.#! 1!# )!4 !#2 !" !. 0/ $$ $, $ $ $0 05 0+ 0 0" 0 $+ 0+ 0/ !" %) $" $5 $+ 0$ $, $+ $ ('1 **! !# %# !. !" 0/ 0/ 0, 0, 00 0 0" ) # +)) &)00) )%6) &)00) )%6) !$66) !. $" $ $0 $0 $/ $$ $" ) )1 *) * #.!4 & ) 0 0, 0 0, 0 0/ /$ !" # $, $, $/ $ $/ $/ $/ #)!# )!.# )*. ! !4 )#! !" !. $0 05 /') !" 7 72 18 76 70 8 6 9 50 90 50 BARI CAGLIARI FIRENZE GENOVA MILANO NAPOLI PALERMO ROMA TORINO VENEZIA NAZIONALE 51 39 28 68 17 63 19 73 45 37 75 36 20 19 38 19 89 70 62 33 64 52 61 82 82 48 62 10 73 78 11 12 71 64 22 75 74 10 21 37 76 85 36 85 !" 00 $/ !. !" 0/ ) 05 #* )+/6) !" 0, ) $ !! );0$ $, $ $0 0 $ 10eLotto I numeri vincenti 6 45 7 50 8 51 9 63 17 68 18 70 19 72 28 73 37 76 39 90 7 Numero Oro 4 24 46 48 Ai 4: Ai 3: Ai 5 stella: 57.925,01 Ai 4 stella: 345,11 18,09 - 68 5 18 4 23 28 Joker Replay www.corriere.it/giochiepronostici ' Ai 3 stella: 1.809,00 Ai 2 stella: 100,00 Agli 1 stella: 10,00 Agli 0 stella: 5,00 30 382971 8 39 3 3 5 6 6 2 LA SOLUZIONE DI IERI 4 3 7 1 2 9 8 5 6 9 1 6 5 8 3 7 2 4 2 8 5 7 4 6 1 3 9 7 4 2 8 3 5 9 6 1 8 5 9 2 6 1 3 4 7 1 6 3 4 9 7 2 8 5 5 2 4 9 1 8 6 7 3 3 7 1 6 5 2 4 9 8 6 9 8 3 7 4 5 1 2 Come si gioca Bisogna riempire la griglia in modo che ogni riga, colonna e riquadro contengano una sola volta i numeri da 1 a 9 Altri giochi su www.corriere.it . +'(* "# '" "' 050 )#!. )# 0/5 /5/ / )#!. 1*# ( " '# ! # "*# - #' #( " ( $05 +"( " '"(# /"/ *" )#!. # "" #/# ** ((# 2 $5 ' ** )**#! $5$ '( 5 ' #" (#" , '(, #! 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