DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015
In Italia EURO 1,50
www.corriere.it
ANNO 140 - N. 217
.
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Il Festival di Venezia
IMMIGRATI
LA LEZIONE
AMERICANA
Le idee
Oggi
Leone sudamericano
Golino migliore attrice
Il capitalismo
è sotto attacco
(dai capitalisti)
Valerio Cappelli, Paolo Mereghetti
e Stefania Ulivi alle pagine 32 e 33
nel supplemento
in edicola
Senato, Pd bloccato
tra mediazioni e veti
Gran Bretagna Il partito archivia Tony Blair
di Alberto Alesina
e Francesco Giavazzi
Il sondaggio: sì alla riforma da 2 cittadini su 3
Ma il 73% è favorevole all’elezione diretta
F
continua a pagina 25
Impasse del Pd, tra mediazioni e veti, sulla riforma del
Senato: il nodo è l’articolo 2
sull’elettività. Sondaggio: due
cittadini su tre approvano la riforma e il 73% è favorevole all’elezione diretta dei senatori.
LAURA BOLDRINI
«Ue, più poteri
antipopulismi»
di Maurizio Caprara
❞
L
a presidente della Camera, Laura
Boldrini: «L’unico
antidoto ai populismi è l’integrazione politica europea».
a pagina 10
IL TENNIS E GLI ALTRI SPORT
Pennetta vince il derby italiano
«È un sogno, io mi fermo qui»
Corbyn, il nuovo leader del Labour
Vince un (altro) ribelle antisistema
di Antonio Polito
L’
evento è così eccezionale che i bookmaker lo davano 200 a 1. Sta di fatto che
ora Jeremy Corbyn (nella foto) è il nuovo leader del Partito laburista
britannico: ha simpatie per il greco Syriza, lo spagnolo Podemos, ma anche per
le formazioni antisistema di destra, compreso il francese Front National.
alle pagine 2 e 3 Cavalera, Farina, Montefiori e l’analisi di Dan Hodges
di Massimo Gaggi
e Gaia Piccardi
F
lavia Pennetta trionfa e annuncia l’addio al tennis. È la
regina di New York: ieri ha domato Roberta Vinci in due set
nella finale degli Us Open. Dall’abbraccio tra le due campionesse a Flushing Meadows (foto) al Giro di Spagna di ciclismo. Capolavoro di Fabio Aru:
è il sesto vincitore italiano della
Vuelta. Oggi passerella finale a
Madrid. MotoGp, San Marino:
pole per Lorenzo, poi Marquez
e Valentino Rossi. Eurobasket:
l’Italia cerca di piegare Israele.
alle pagine 36, 37, 39, 43
Bonarrigo, Caccia, Pasini,
Vanetti e il commento di
Daniele Dallera
di Aldo Grasso IL PROCESSO
● PADIGLIONE ITALIA
L’ASTRO NASCENTE CHE DIVIDE I CINQUESTELLE Compiti e amici
Yara, il diario
he poi, gira e rigira, quandella ditta Grillo & Casaleggio
Quello che si ritiene il meglio
do si tratta di presa di poteper capire che è uno non insen- Fico del bigoncio la prende male di una bambina
9 771120 498008
50 9 1 3>
C
re siamo tutti uguali, i grillini come noi. Succede questo:
durante una conferenza stampa
al Senato, Beppe Grillo si volta
amorevolmente verso Luigi Di
Maio, seduto al suo fianco, e lo
gratifica di una spiccia investitura: «Maledetto, sei il leader».
Che Di Maio sia l’astro nascente dei Cinquestelle lo pensiamo
tutti. Lasciamo perdere i sondaggi; basta vedere come veste,
come si muove, come ha abbandonato i facili slogan populisti
● GIANNELLI
da pagina 5 a pagina 8
REUTERS / STEFAN WERMUTH
ra vent’anni,
guardando le foto
dell’arrivo dei
profughi siriani a
Monaco, accolti
dall’Inno alla Gioia, della
colonna di automobili
austriache che trasportano
altri profughi verso la
Germania, della nostra
Marina che ha salvato migliaia
di persone nel Mediterraneo,
penseremo che quello fu il
momento in cui nacque
l’Europa multietnica.
Come gli Stati Uniti sono
una società di immigrati (più
o meno recenti), così, piaccia
o no, diventerà l’Europa. Al di
là del problema dei profughi
di guerra, l’Europa attira
centinaia di milioni di
potenziali immigrati che
vivono vicinissimi ai suoi
confini, per lo più con livelli
di reddito infinitamente più
bassi del nostro. Costruire,
intorno all’Europa una
muraglia, figurativa se non
reale, è impossibile: non
fermerebbe il flusso, avrebbe
solo l’effetto di selezionare i
più disperati. Controlli e
selezione sì, non muri.
Che cosa ci insegnano gli
Stati Uniti? Prima lezione: dal
punto di vista economico una
società multietnica può
funzionare assai bene.
Diversità di formazione,
cultura, punti di vista, abilità,
stimolano l’innovazione e la
produttività. Questo vale
soprattutto per immigrati con
un livello di istruzione
relativamente alto, ma non
solo. In Italia, per esempio, le
«badanti» straniere hanno
risolto l’assistenza agli
anziani, un problema sempre
più centrale nelle nostre vite.
Inoltre il livello di istruzione
di una popolazione può
aumentare, anche
rapidamente, con adeguati
investimenti in capitale
umano, cioè nella scuola e
nell’università.
Gelosia
Come
il rude
Roberto
Fico ha
bocciato
l’investitura
di Di Maio
sibile alla leadership del M5S.
Ma non aveva fatto i conti con la
gelosia di Roberto Fico, il rude
deputato napoletano, membro
del direttorio e presidente della
commissione di Vigilanza Rai.
Fico di tv capisce poco (basta risentire le sue esternazioni sul
caso Casamonica), ma gli piace
comandare e tutta la mitologia
della democrazia diretta, dell’uno vale uno, dei deputati come portavoce del popolo è già
un lontano ricordo.
e precisa: «Il leader è il movimento, ogni persona all’interno
del movimento fa la sua parte.
Ognuno, in qualche modo, è leader degli argomenti che porta
avanti e con la Rete riusciremo a
prendere il governo del Paese».
Traduzione: col cavolo che Di
Maio è il leader!
Grillo fa marcia indietro: sarà
la Rete a decidere. Traduzione:
maledetti, allora decideremo
.
ancora io & Casaleggio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
di Giuliana Ubbiali
C
ompiti, nuoto, cuoricini,
amiche: il diario scolastico
di Yara Gambirasio è lo specchio della normalità dei 13 anni
più da bambina che da piccola
donna. Il 25 novembre 2010, il
giorno prima del suo omicidio,
scrisse: «Trovo almeno otto cose che cambieranno la nostra
vita nel corso del tempo».
a pagina 17
REUTERS / MIKE SEGAR
Integrazione
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mail: [email protected]
FONDATO NEL 1876
PARI CON IL CHIEVO. OGGI INTER-MILAN
E la Juve soffre ancora
di Bocci, Sconcerti, Tomaselli, Valdiserri
alle pagine 40 e 41
Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera
2
.
#
Primo piano Gran Bretagna
Il maggior partito d’opposizione britannica elegge con una valanga di voti l’esponente radicale
L’allarme del responsabile della Difesa: «Potrebbe mettere a rischio la nostra sicurezza nazionale»
Londra, i laburisti virano a sinistra
Corbyn: disuguaglianze grottesche
La vicenda
● Alle elezioni
Parlamentari
dello scorso
maggio il
Labour guidato
da Ed Miliband
esce sconfitto,
il conservatore
David Cameron
resta alla guida
del governo
mentre il suo
avversario
appare subito
traballante
● Di fronte alle
critiche interne,
Ed Miliband
lascia già il
giorno
seguente la
dura sconfitta
elettorale
● Nel partito
laburista
britannico
comincia il
dibattito
mentre Harriet
Harman
prende le redini
del partito ad
interim
● Durante
l’estate
salgono le
quotazioni di
Jeremy Corbyn,
esponente
della sinistra
radicale che si
è sempre
opposto alla
«blairizzazione» del partito,
ovvero della
spinta al centro
che ha posto
fine alle
politiche di
nazionalizzazione
● A settembre,
per il 10, sono
convocati oltre
500 mila tra
iscritti e
sostenitori per
votare il nuovo
leader del
partito.
Polemiche sulle
nuove regole
che hanno
permesso ai
«simpatizzanti» di pagare
una quota di
tre sterline per
partecipare alla
scelta. Chiuse
le urne delle
primarie,
Corbyn è eletto
nuovo leader
del partito
laburista
DAL NOSTRO INVIATO
LONDRA «Aprite il vostro cuore e
la vostra mente». La voce di
Jeremy Corbyn risuona sotto il
Big Ben in un pomeriggio di
sole. È la prima apparizione
pubblica del nuovo leader laburista, al termine della marcia
per i rifugiati. La camicia azzurra e la giacca (eccezionalmente) scura, la stessa che portava
questa mattina davanti ai compagni-nemici, i parlamentari
che a grande maggioranza (220
su 240) non lo volevano, i tre rivali asfaltati con il 59,5% dei voti (percentuali che neanche il
Tony Blair della Cool Britannia)
nel più incredibile capovolgimento di fronte nella storia
della sinistra britannica.
Piazza del Parlamento gremita. Migliaia di persone hanno sfilato per chiedere al governo una politica di maggiore accoglienza per chi fugge dalla
guerra. Corbyn, campione della Poor Britannia, si sente a casa in questo prato davanti a Westminster dove ha manifestato
spesso in 32 anni da deputato.
Più a suo agio fuori che dentro
l’aula, dove per tutti era quello
«delle cause perse», il ribelle
sinistrorso e ingrigito degli ultimi banchi.
Tutto è cambiato nel giro di
un’estate. Da oggi Jeremy Corbyn, 66 anni, pacifista, antimonarchico, eurotiepido, socialista o populista, torna alla
Camera dei Comuni e si siederà
davanti. Ha già detto che voterà
L’analisi
di Dan Hodges
È possibile guardare i lati positivi, perché esistono. Il cambiamento è finalmente arrivato
a scuotere uno dei due grandi
partiti storici britannici. Un
cambiamento vero, non quelle
finte mosse tanto amate da politici, analisti e consulenti d’immagine. Un grande entusiasmo
ha circondato l’elezione di un
leader politico inglese. D’accordo, l’entusiasmo è rimasto circoscritto a coloro che già dimostrano un forte interesse per la
politica, ma costoro hanno
scelto di diventare partecipanti
attivi, anziché restare osservatori muti. Siamo davanti a un
momento storico, a una vera
svolta. Quello che è accaduto
oggi avrà un impatto sulla vita
della nostra nazione per anni a
venire, forse per decenni.
Fin qui gli aspetti positivi.
L’elezione di Jeremy Corbyn alla
guida del partito laburista è una
catastrofe. Una catastrofe per il
partito laburista. Una catastrofe
per il nostro sistema politico.
Una catastrofe per il paese.
Chiudiamo per un attimo le
orecchie alle esclamazioni di
giubilo proveniente dai laburi-
contro il piano del governo per
bombardare l’Isis in Siria.
La vittoria a valanga del vecchio Canottiera Rossa complica
i piani di chi in Parlamento
punta a defenestrarlo. Almeno
sei parlamentari si sono già dimessi dal governo ombra. Un
leader per caso, che a giugno
aveva accettato a malincuore di
correre come rappresentante
della sinistra («è il mio turno»)
ora deve forgiare quasi dal nulla una squadra. Non ha mai
avuto un incarico di governo.
Naturale che nel suo primo discorso abbia perorato la causa
dell’unità. E «un nuovo modo
di fare politica». Parole d’ordine: equità, giustizia, lotta alla
povertà «che non è giusta né
inevitabile». Non possiamo
«andare avanti in questo modo, con livelli grotteschi di disuguaglianza e povertà». Il frugale Corbyn («spendo poco, giro in bici») ha detto che anziché pensare ai nuovi grattacieli
occorre trovare soluzioni per
chi non si può permettere neanche un buco in affitto.
Ha sorpreso tutti l’ampiezza
di un trionfo che pure, negli ultimi giorni, sembrava scontato.
Che distacchi: Andy Burham,
ex ministro della Salute, lontano secondo con il 19%. Yvette
Cooper terza con il 17%. La super-blairiana Liz Kendall ultima con il 4,5%. Corbyn ha ottenuto la maggioranza anche nei
«blocchi» storici del partito: gli
iscritti, i sostenitori legati ai
sindacati. E ha stravinto (con
Album Corbyn in piazza contro l’apartheid nel 1984, con
Gerry Adams nel ‘95 e oggi con la terza moglie Laura
l’85%) tra le facce nuove delle
«3 sterline un voto», coloro che
per pochi euro hanno ottenuto
per la prima volta il diritto di
scegliere il nuovo leader. Una
sorta di «primarie aperte», riforma chiesta (ironia della sorte) dai blairiani per diluire il
potere dei sindacati.
Tre sterline e centomila voti
per Corbyn, ecco il risultato
della riforma promossa da Ed
Miliband, il leader che si è dimesso dopo la batosta del voto
di maggio. L’hanno accusato di
aver spinto il partito troppo a
sinistra, aprendo la strada al
trionfo dei conservatori di Cameron. Adesso Ed si prende
una piccola rivincita. Dando «il
suo pieno appoggio a Jeremy»
e alle sue politiche egualitarie.
Mentre dal fronte governativo
tuona il ministro della Difesa
David Fallon: «Corbyn è una
minaccia per la sicurezza del
Regno Unito».
Ieri sera in un pub vittoriano
a due passi dal Parlamento, tra
boccali di London Pride, l’astemio e vegetariano Jeremy ha
modicamente festeggiato la
vittoria. Tanti giovani, qualche
veterano con il pugno levato, la
moglie in lacrime, l’euforico
fratello meteorologo che non
crede al global warming. E una
frase che diventa titolo sui
giornali del mattino: «Ridevano quando dicevo che sarei diventato il leader dell’opposizione. Adesso non ridono più».
Michele Farina
© RIPRODUZIONE RISERVATA
«Un leader ineleggibile
Neppure lui si immagina
di diventare primo ministro»
L’autore
● Dan Hodges,
46 anni, è un
columnist del
Telegraph.
Figlio dell’ex
deputata
laburista e
attrice Glenda
Jackson, è stato
funzionario del
Labour e
manager di
campagne
elettorali. La
sua rubrica è
tra le preferite
di Cameron
sti inossidabili, e da tutti coloro
che si esaltano davanti a un futuro di speranza e al rinnovamento della sinistra. Chiudiamo le orecchie e apriamo gli occhi.
Ancora una volta, il partito
laburista è riuscito a eleggere
un leader ineleggibile. Il quale,
ancor prima di aver pronunciato una parola o annunciato una
qualsivoglia nuova linea politica, ha già consegnato il suo partito alla sconfitta nelle prossime elezioni politiche. Sì, è vero,
il partito laburista sapeva di
aver davanti una montagna da
scalare nel 2020, ma con le sue
azioni ha già effettivamente annunciato al suo sherpa: «Portaci fino in cima all’Everest, ma
per favore devi farlo con il cappuccio sugli occhi e trasportando sulle spalle questo pianoforte a coda». E poi, tanto per non
sbagliare, gli hanno spezzato
entrambe le gambe.
Gli oppositori di Jeremy Corbyn non riescono a immaginarlo nelle vesti di primo ministro.
Gli stessi sostenitori di Jeremy
Corbyn non riescono a immaginarlo nelle vesti di primo ministro. Persino Jeremy Corbyn
non riesce a immaginare se
stesso nelle vesti di primo mi-
Daniel Craig e le primarie Usa
E 007 sostiene il socialista Sanders
Attore Daniel
Craig, 47 anni
L’alter ego americano di Jeremy
Corbyn, il socialista Bernie
Sanders, ha ora un supporter di
peso: lo «007» Daniel Craig.
L’attore britannico residente negli
Usa ha fatto il suo endorsement
per lo sfidante della Clinton alla
.
nomination democratica.
Dem Bernie
Sanders, 74 anni
nistro. E come mai faranno gli
elettori a immaginarlo in quel
ruolo? Non lo immaginano, tutto qui.
Il partito laburista non ha
soltanto rinunciato a qualunque prospettiva di entrare a far
parte del governo, ha rinunciato a qualunque prospettiva di
diventare un partito di opposizione. All’inizio della settimana, David Cameron ha chiamato a raccolta i suoi ministri per
una riunione di gabinetto, allo
scopo di analizzare le potenziali
conseguenze politiche di una
vittoria di Corbyn. Un ministro
ha fatto notare le dimensioni
della base potenziale di attivisti
laburisti. Un altro ha sottolineato come l’entusiasmo per Corbyn tra i sostenitori laburisti gli
ricordava gli esordi del partito
nazionalista scozzese. Poi c’è
stata una pausa. E subito dopo
tutti sono scoppiati a ridere. E
si sono detti tutti d’accordo che
quel risultato elettorale andava
ben al di là delle loro più fantasiose aspettative.
(Traduzione di
Rita Baldassarre)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
● Parigi
Varoufakis e soci:
«Che sia fonte di luce
per il resto d’Europa»
di Stefano Montefiori
«S
pero che Corbyn
diventi una fonte
di luce per il resto
dell’Europa. Lo attende un
compito molto difficile»,
dice l’ex ministro delle
Finanze greco Yanis
Varoufakis davanti a una
platea che per la prima volta
dopo molti anni torna ad
applaudire i laburisti
britannici a entusiasmarsi
per il loro leader. Festa de
l’Humanité (il giornale della
sinistra radicale), stand del
Parti de Gauche: il deputato
europeo Jean-Luc Mélenchon
ha invitato Varoufakis, l’ex
ministro delle Finanze
tedesco Oskar Lafontaine e
l’ex viceministro italiano
Stefano Fassina a parlare di
un «piano B per l’Europa». Il
pubblico tributa ovazioni alle
due star, una presente —
Varoufakis — l’altra a Londra.
I contenuti del dibattito sono
stati anticipati da un testo
comune pubblicato il giorno
prima, i toni invece sono
legati alla vittoria di Jeremy
Corbyn: gli uomini sul palco,
a vario titolo messi ai margini
dalle sinistre di governo dei
loro Paesi, sembrano
assaporare una forma di
riscatto. «Ogni volta che
passa una rondine, per
continuare a lottare bisogna
credere che porti la
primavera», dice Mélénchon.
La rondine è Corbyn, che dà
nuovo vigore alle proposte
dei quattro. «Stasera siamo
più forti», grida Fassina tra
gli applausi. «Corbyn è una
scintilla di speranza, tiene in
mano una piccola candela
contro l’austerità — dice
ancora Varoufakis —.
Dobbiamo aiutarlo a
salvaguardare questa fiamma
perché possa allargarsi a
tutta l’Europa». Il piano A
proposto dalla sinistra
radicale sarebbe la poco
probabile rinegoziazione
totale dei trattati europei. Il
piano B, i cui contorni non
sono ancora definiti, è
pensato per «riaffermare il
semplice principio che
l’Europa è per gli europei, e le
valute sono strumenti per
promuovere la prosperità
diffusa, non strumenti di
tortura o armi per uccidere la
democrazia», si legge nel
testo comune. In sostanza,
l’orizzonte è la comparsa di
monete parallele e l’uscita
dall’euro. «Non me la auguro,
ma non bisogna neppure
averne paura», aggiunge
Varoufakis sul palco. La
riunione si conclude con i
pugni chiusi, e le note
dell’Internazionale.
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Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015
PRIMO PIANO
3
.
#
Lo stile
1 La maglia
della salute,
emblema dello
stile frugale: le
compra a 2
euro alle
bancarelle
2 La biro nel
taschino: altro
segno
distintivo
3 La barba
stile anni
Sessanta: era
già fuori moda
quando la
introdusse in
Parlamento nel
1983. Si ritiene
che sia il primo
leader barbuto
di un partito
mainstream
nel Paese dai
tempi di Keir
Hardie nel
1906 (uno dei
fondatori del
partito
laburista)
4 La bici: non
ha la macchina
3
1
2
4
IL PERSONAGGIO VITA E PENSIERO
Jeremy, il ribelle vegetariano
che odia l’austerity e la Nato
di Fabio Cavalera
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
LONDRA Orti per tutti. A Jeremy
Corbyn piace sognare. Anche
nell’ultima dura battaglia per
conquistare la leadership laburista ha messo in campo la sua
prolifica immaginazione. E per
ringalluzzire il popolo stanco del
centrosinistra ha rispolverato un
vecchio pallino: un giardino in
ogni casa e un pezzo di terra da
coltivare «in modo che ciascuno
abbia la possibilità di piantare
patate e pomodori». Lui stesso,
Jeremy Corbyn, è un appassionato di tuberi, bulbi e foglie. Nel
2003, dopo una lunga trafila, gli
recapitarono l’ autorizzazione a
curare un minuscolo appezzamento a Islington, nord londinese, il suo collegio elettorale che
da 32 anni lo conferma parlamentare alla Camera dei Comuni. Al mattino sale in bicicletta e
provvede direttamente a semine, tagli e innaffiature.
Non si prenda Jeremy Corbyn
per un pazzo eversore o per un
nostalgico e patetico ex figlio dei
fiori, visto che ha tagliato il traguardo delle sessantasei primavere. È così: idealista, cortese, di
modi semplici. E testardo, tanto
testardo da divorziare dalla moglie quando lei decise di spedire
uno dei figli alla grammar school, le scuole più selettive. Anche
Jeremy aveva frequentato una
grammar school ma voleva per la
prole, tre ragazzi, una secondaria popolare. Perse la partita in
famiglia e il matrimonio finì. Le
rigidità di un tempo sono svanite ma il Dna politico di Jeremy
Corbyin non ha subito alterazioni: piaccia o non piaccia è di sinistra, senza sbavature e senza ripensamenti. In Parlamento per
più di 500 volte, dal 1997 ovvero
da quando partì la modernizza-
❞
Osama Bin Laden
Uccidere Bin Laden è stata una
tragedia dopo altre tragedie. Non è
stato compiuto alcun tentativo di
arrestarlo. La risposta doveva essere la
legge non un assassinio
Hamas e Hezbollah
Se Tony Blair stringe la mano ai capi di
Hamas è una grande leader. Se io dico
che occorre dialogare con ogni parte in
causa nei conflitti, Hezbollah
compresa, sono un amico dei terroristi
Socialismo
Il Labour deve essere un partito
socialista. Magari con qualche
correzione, di sicuro dobbiamo
riscoprire il valore della proprietà
pubblica nei settori chiave dell’economia
Karl Marx
Marx è stato un grande osservatore
della vita umana e della società. È stato
un personaggio affascinante, un
filosofo capace di grandi analisi e dal
quale possiamo ancora imparare molto
Ingiustizia e povertà
Occorre dare a tutti un’opportunità
decente e la speranza alla gente
comune, piena fino all’orlo di
ingiustizie e disuguaglianza: la povertà
non è inevitabile
zione targata Tony Blair, ha votato contro le indicazioni del partito: no alla guerra in Iraq, no all’aumento delle tasse universitarie, no alle privatizzazioni. «In
Germania sarei più moderato
dei socialdemocratici», replica
alle critiche.
Lo hanno dipinto come un
«rosso» pericoloso. «Ci porterà
al disastro», hanno minacciato i
guru della terza via centrista. Ma
il feroce fuoco di sbarramento
degli architetti del New Labour
prima trionfanti oggi tramortiti,
i Tony Blair, i Peter Mandelson, i
Gordon Brown, accantonate le
loro dilaganti rivalità e gelosie
personali, non è servito a nulla.
Hanno tirato fuori qualche scheletro dall’armadio di Corbyn: ad
esempio le simpatie per «gli
amici di Hamas e degli Hezbollah» o l’invito a Westminster rivolto a Jerry Adams, capo dell’Ira, dopo le bombe a Brighton
nel 1984. Un buco nell’acqua. «Se
Tony Blair stringe la mano ai capi di Hamas è una grande leader.
Se io dico che occorre dialogare
con ogni parte in causa nei conflitti sono un amico dei terroristi».
Jeremy Corbyn non è un estremista con le armi nascoste sotto
il letto. È un melting pot di correnti, di movimenti, di convinzioni, di radicalismo educato. È
un pacifista, è un repubblicano
in un paese di ferventi monarchici, è un euroscettico in un
partito europeista, è un No Tav, è
abbagliato dai greci di Syriza e
dagli spagnoli di Podemos, è nemico del nucleare, sostiene la
piena eleggibilità dei Lord e non
la nomina di casta, è un uomo di
piazza che nel 1984, già sui banchi dei Comuni, fu arrestato per
un corteo non autorizzato contro l’apartheid in Sudafrica. Non
è mai cambiato dimostrando
.
una coerenza ferrea.
Un eretico, questo sì, che ha
sbaragliato il campo sia per il
manifesto grigiore degli altri
contendenti, percepiti come una
fotocopia in bianco e nero dell’establishment laburista targato
Blair, sia per via di quel suo motto che ha ripetuto all’infinito,
trovando consensi specie fra i
giovani e le donne: «Se siamo laburisti è perché vogliamo che il
partito laburista sia il veicolo del
cambiamento sociale». Sottinteso: l’omologazione ai Bush che
vanno in Iraq (leggi Blair), gli inchini alla City e alla finanza «creativa» (leggi Blair e Brown), le
balbuzie sul bilancio statale da
sfoltire coi tagli mirati (leggi Ed
Miliband) hanno regalato sconfitte. «È autodistruttivo opporre
l’austerità morbida all’ austerità
dura di Cameron». La svolta presuppone una forte caratterizzazione. «Altrimenti destra e sinistra sono uguali».
Jeremy Corbyn è piantato nel
solco della tradizione formatasi
con gli insegnamenti dei genitori, che si erano conosciuti nelle
proteste antifranchiste durante
la guerra civile spagnola, e con-
3
le mogli avute
da Jeremy
Corbyn.
L’ultima ha 20
anni di meno
59,5
la percentuale
di voti che ha
incoronato
Jeremy Corbyn
leader laburista
● La parola
TEETOTALER
Jeremy Corbyn è un «teetotaler», ovvero si
astiene completamente dal bere alcol.
Il«teetotalism» nacque come vero e proprio
movimento nell’Ottocento. Veniva praticato a
Preston, in Gran Bretagna, dalla Temperance
Society di Joseph Livesey, che si impegnava
ad «astenersi da ogni liquore di qualità
intossicante che sia birra chiara, birra scura,
vino o spiriti forti, tranne nel caso delle
medicine». Ma l’uso colloquiale odierno si
riferisce ad una scelta che può avere radici
diverse — psicologiche, religiose, per
ragioni di salute o di semplice preferenza.
Oltre a evitare l’alcol, Corbyn è vegetariano.
solidata al termine degli studi liceali quando stracciò l’iscrizione
all’università e partì per due anni
di volontariato in Giamaica seguiti dall’arruolamento nel sindacato. «Ma non guardo indietro, io guardo avanti con idee
nuove». Gli piacerebbe ristabilire la clausola dello statuto che
vincola i laburisti al socialismo.
«Magari con qualche correzione. Di sicuro dobbiamo riscoprire il valore della proprietà pubblica nei settori chiave dell’economia». Propone di rinazionalizzare le poste, le ferrovie e le
società che producono e distribuiscono energia.
È uno choc. Esistono due partiti laburisti: Corbyn e i corbynisti, gli eredi e gli orfani del New
Labour blairiano. Tenerli assieme è la prima scommessa di
Jeremy Corbyn. «Io intendo collaborare con tutti, però con
obiettivi chiari». Il che significa
ribaltare la linea di marcia e cancellare gli ultimi venti anni di
storia laburista. In politica estera
è per la distensione con la Russia
di Putin, per l’uscita dalla Nato,
per l’accantonamento dei missili
nucleari. Sull’Europa minaccia:
«Sono per l’Europa che armonizza le condizioni di lavoro.
Contrarissimo all’Europa del libero mercato». Il referendum incombe e Corbyn sbandiera la
possibilità di schierarsi per
l’uscita dall’Unione. Dirompente. Come pure sull’economia. Ha
scritto dieci punti, ricevendo
l’appoggio di 50 economisti capitanati da David Blanchflower,
un ex membro del comitato per
le politiche monetarie della Banca d’Inghilterra. Il succo è: basta
tagli alla spesa pubblica, più tasse per ricchi, banche, fondi. Poi
«il quantitative easing del popolo», l’ha chiamato così, ossia
l’istituto centrale che stampa
moneta da destinare alle infrastrutture e all’occupazione. «Il
dovere dei governi è assicurare
che l’economia lavori per l’intera
comunità e che riduca le diseguaglianze».
In fin dei conti, al nuovo leader interessa di più la coerenza
che l’ufficio a Downing Street. Se
gli andrà male ha sempre il suo
orto da coltivare. Una cosa è certa: con il «sovversivo» buono il
laburismo cambia pelle.
@fcavalera
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera
4
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Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015
5
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#
Primo piano Le riforme
«Ritocchi all’articolo 2». Il no di Guerini
D’Alema attacca ed evoca la scissione
L’ex premier: il Pd deperisce. Se Cuperlo darà battaglia dentro o altrove io darò una mano
Una breccia nel muro,
per dire che l’articolo 2 della riforma del Senato non è un totem e che si può fare «un intervento chirurgico». Giorgio Tonini, vicepresidente del gruppo
Pd a Palazzo Madama, rompe la
quiete di fine estate e lancia
una proposta che convince la
minoranza ma che trova subito
uno stop dall’alto, con il vicesegretario Lorenzo Guerini che
dice no: «Cambiare l’articolo 2
della Costituzione rischierebbe
di farci ripartire e quindi sarebbe un errore». Concorda Ettore
Rosato, capogruppo alla Camera: «Le modifiche all’articolo 2
non sono necessarie». E anche
il ministro Boschi dice: «Difficile riaprire».
Ma è Massimo D’Alema a
disseppellire l’ascia di guerra,
ROMA
La vicenda
● La prossima
settimana
riprende in
commissione
Affari
costituzionali
l’esame del ddl
Boschi sulle
riforme
● Giovedì 17
la presidente
della
commissione
Anna
Finocchiaro
dovrà decidere
se sono
ammissibili gli
emendamenti
all’articolo 2
(molti
presentati dalla
minoranza pd)
che puntano a
ripristinare
l’elezione
diretta dei
senatori
● Sul nodo
dell’elettività si
cerca da giorni
una
mediazione. Da
ambienti del
governo nei
giorni scorsi si
è ipotizzato di
scorporare dal
testo delle
riforme la
questione del
listino dei futuri
senatori e di
procedere, su
questo punto,
con una legge
ordinaria,
lasciando
inalterato
l’articolo 2 della
riforma e la
scelta di non
eleggere
direttamente i
componenti di
Palazzo
Madama
● Ieri il
vicepresidente
pd al Senato
Giorgio Tonini
ha invece
aperto
all’ipotesi di
modifiche
dell’articolo 2,
come chiede la
minoranza
dem. Stop dal
vicesegretario
del partito
Lorenzo
Guerini: «È
un errore»
dalla Festa dell’Unità di Firenze, rilanciando il tema della dirigenza: «Non è positivo che
premier e segretario siano la
stessa persona. Il partito sta deperendo». E ancora: «Una volta
c’era un compagno che diceva
che se il partito dice che il bianco è nero, allora è nero. Ora c’è
Lotti». Poi, parlando di Cuperlo e Speranza, ha evocato la
scissione: «Sia che decidano di
dare battaglia nel Pd sia che, in
un momento che nessuno si
L’apertura di Tonini
Il vicecapo dei senatori
pd aveva aperto all’idea
di Chiti di un Senato
di sindaci e governatori
La riforma
augura, possano pensare di costruire altrove una sinistra, io
darò una mano». Reazioni dure dai renziani.
Di fronte all’impasse sulle riforme intanto Tonini lancia
un’offerta che è anche una sfida: si verifichi insieme, dice all’Huffington Post, se ci sono le
condizioni per intervenire sull’articolo 2, cioè se si trova «una
maggioranza a prova di bomba» che vanifichi l’ostruzionismo. Se non ci fossero, però,
«la minoranza si impegni a
convergere» sul listino, lasciando intatta la Costituzione.
Spiega Tonini: «Bisogna verificare, con un emendamento o
un ordine del giorno, che ci siano le condizioni. Ma se constatiamo che FI non ci sta, che i
5 Stelle respingono al mittente
I NUMERI IN AULA
L’articolo 2 è al centro dello scontro:
per i membri del nuovo Senato
non è prevista l’elezione diretta; a sceglierli,
tra i consiglieri regionali e i sindaci, saranno
le assemblee regionali. È un fronte
trasversale a chiedere che i futuri senatori
siano eletti direttamente dai cittadini.
Tra cui la minoranza del Pd, che potrebbe
far mancare i numeri in Aula
LA COMPOSIZIONE
DEL NUOVO SENATO
la proposta e che Calderoli non
ritira gli emendamenti, allora
la minoranza si deve adeguare».
Tonini risponde a una proposta di Vannino Chiti che accetta l’idea che i nuovi senatori
siano consiglieri regionali e
sindaci. I cittadini, dunque,
eleggerebbero direttamente i
senatori, in una sorta di listino
nelle Regionali. Ma questo va
inserito in Costituzione. Passaggio non indolore per la
maggioranza, perché implica
una nuova navetta tra Camera e
Senato con i rischi connessi.
Per Chiti, le parole di Tonini
vanno nella «giusta direzione». Continua in quello che lui
stesso definisce un «incessante
lavoro di sintesi», il ministro
Maurizio Martina: «Non si viva
❞
D’Alema
Prima un
compagno
diceva che
se il partito
dice che il
bianco è
nero allora
è nero. Ora
c’è Lotti
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Chi vorrebbe mantenere inalterato l’impianto della riforma Renzi-Boschi e chi chiede l’elezione diretta dei senatori
Misto 5
Minoranza Pd 28
Area popolare 5
Gal 3
Per le Autonomie 1
Alleanza liberalpopolare 9
Gal 8
Area
popolare 30
Alleanza liberalpopolare 1
Forza Italia 45
Per le
Autonomie 18
Scelti dalle assemblee regionali
M5S 36
Lega 12
Pd 84
74
Consiglieri
regionali
questo passaggio come l’ennesimo atto di un congresso che
non c’è». Favorevole anche
Massimo Mucchetti: «Mi pare
un’apertura che fa cadere il tabù dell’articolo 2».
E Forza Italia? Paolo Romani,
accoglie «con favore» quella
che definisce «una proposta
importante»: «Abbiamo sempre sostenuto la tesi di un intervento chirurgico sulla Costituzione per l’elezione diretta».
Ma aggiunge: «Questa apertura
non mi sembra per ora corroborata dal consenso di alte personalità del Pd». Apre anche
Maurizio Lupi, di Ap (Ncd), ma
Renato Schifani ammette: «Alcuni miei colleghi sono per il
no».
Al. T.
21
Sindaci
Conservatori
e riformisti 10
5 nominati
dal capo
dello Stato
per alti meriti
Misto 25
TOTALE SENATORI
Per l’elezione
indiretta
100
Il presidente Pietro Grasso,
del Pd, per prassi non vota
149
membri
Per il Senato
elettivo
321
171
CdS
L’intervista
di Alessandro Trocino
Gotor: per la prima volta
c’è un segnale di dialogo
L’obiettivo è l’unità dei dem
«Lo stop dei vertici ? Resta una buona giornata»
ROMA «Ho accolto le parole di
Tonini con interesse e con favore, perché per la prima volta
dal fronte renziano emerge la
possibilità di far cadere il tabu
dell’immodificabilità dell’articolo 2». Miguel Gotor, dal fronte della minoranza pd, accoglie
favorevolmente, ma con prudenza, l’apertura di Giorgio Tonini, ma respinge quello che
chiama «il mercato dei principi»: «Verifichiamo la disponibilità delle opposizioni, ma se
dicessero no, sarebbe sufficiente il via libera di tutto il Pd,
insieme alla maggioranza di
governo, per andare avanti».
Apertura «chirurgica», dice Tonini.
«Mi sento di tranquillizzarlo: siamo disponibili anche alla
microchirurgia. Perché i principi, quando si scrive una Costituzione, non hanno una dimensione: sono principi. Il
principio è l’elettività diretta
dei senatori tra i consiglieri,
contestualmente alle elezioni
regionali, per mantenere il carattere di Senato delle Autonomie. La legge poi sarà scritta in
modo ordinario: non è che
l’Italicum sta in Costituzione, è
una legge ordinaria. Si farà un
addendum all’Italicum su co-
me si devono eleggere i consiglieri regionali».
Tonini è vicino a Renzi.
«Sì, ma è una personalità
abituata a ragionare con la sua
testa. Lo stimo, non è un replicante, è un uomo che ha convincimenti e li difende con caparbietà e serietà. È importante
che sia lui a dirlo, ma mi rendo
conto che Renzi e il mondo che
gli è vicino potrebbero non apprezzare».
Il vicesegretario Guerini
ha già detto no.
«Se oggi è il giorno delle colombe, se il falco lo fa Guerini,
allora resta una buona giornata: Guerini è un politico accorto e di ottima scuola. Staremo
L’ex premier
Enrico Letta:
non c’entro
con il nuovo jet
di Palazzo Chigi
«Con il nuovo “aereo blu” di Palazzo Chigi non c’entro nulla».
L’ex presidente del Consiglio Enrico Letta è intervenuto ieri per
smentire che la decisione di comprare un nuovo Airbus di Stato
sia stata presa durante la sua presidenza. Al contrario, ha scritto
Letta su Twitter ,«giudico la scelta sbagliata». Il riferimento
implicito è all’attuale presidente del Consiglio Matteo Renzi:
Palazzo Chigi ha deciso di ordinare in leasing un Airbus A330 ,
un velivolo capace di coprire lunghe distanze senza la necessità
di fare scalo. L’operazione ha un valore di oltre 175 milioni di
euro.
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Chi è
● Miguel
Gotor, 44 anni,
insegna Storia
moderna
all’Università di
Torino. È stato
eletto nel 2013
in Senato con il
Partito
democratico,
dopo aver
lavorato alla
campagna
elettorale di
Bersani. È tra i
senatori della
minoranza
a vedere».
Si teme di dover ricominciare da capo.
«È un tema falso, siamo ancora al terzo giro della prima
lettura, siamo nel momento
delle modifiche».
Che vantaggi ci sarebbero
dalle modifiche?
«L’unità del partito, che sarà
importante per vincere le elezioni; il superamento dell’ostruzionismo di Calderoli; il
compattamento della maggioranza di governo; lo stop al trasformismo, con lo scambio
con Verdini e i verdiniani. Perché non è vero che l’erba del vicino è sempre più verdina. Infine si eviterebbe il ricatto del
cambiamento dell’Italicum».
Si cambierà comunque la
legge elettorale?
«Per noi è fondamentale la
relazione tra riforma del Senato e legge elettorale perché
muta indirettamente la forma
di governo. Serve una riflessione sugli equilibri complessivi
del sistema che ne scaturirebbe, sui contrappesi e gli organi
di garanzia. Una democrazia
moderna non è come giocare
ad asso pigliatutto».
L’opposizione dirà no alla
riforma dell’articolo 2?
«Verificheremo. Ma certo,
se non ci fosse sarebbe per
motivi politici: perché un Pd
unito darebbe fastidio a molti».
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Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera
6
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#
Primo piano Il sondaggio
Scenari
I quesiti
La riforma prevede che i senatori non siano eletti
direttamente ma nominati dalle assemblee regionali,
tra consiglieri e sindaci. Lei…
di Nando Pagnoncelli
7%
non so
73%
N
ei mesi estivi abbiamo assistito ad un
dibattito molto
aspro sulla riforma
del Senato: le posizioni dei partiti e all’interno del
Pd permangono molto distanti, soprattutto sul tema riguardante la nomina dei senatori.
Nel complesso i cittadini
sembrano avere le idee molto
chiare sulla riforma e hanno
sostanzialmente mantenuto le
stesse opinioni rispetto all’estate dello scorso anno, a dispetto dei toni del confronto
politico e nonostante una maggiore conoscenza dei contenuti
della riforma: il 39% infatti dichiara di conoscere nel dettaglio o almeno a grandi linee i
contenuti della riforma contro
il 31% del luglio 2014. Insomma,
ne sanno di più ma non cambiano opinione.
Permane un largo dissenso
rispetto alla nomina dei senatori da parte dei consigli regionali: come lo scorso anno il
73% preferirebbe che i senatori
fossero eletti direttamente dai
cittadini. Si tratta di una sorta
di «riflesso condizionato» dell’opinione pubblica da attribuire sia alla disaffezione nei confronti della politica sia alla volontà di scegliere e di poter
«contare». Lo abbiamo registrato con l’Italicum (i capilista
bloccati sono invisi a due italiani su tre) e troviamo conferme
ogni qual volta si riduce la possibilità degli elettori di potersi
esprimere sui candidati.
Il dissenso prevale tra tutti
gli elettorati, con punte più elevate tra quelli della Lega (90%),
del M5S (86%), delle liste di
centro (83%) e tra gli astensionisti (75%). Gli elettori del Pd
appaiono più divisi: i contrari
rappresentano il 50% e i favorevoli il 46%.
Gli altri punti della riforma
che abbiamo testato incontrano un largo consenso, a partire
dalla riduzione del numero dei
senatori (da 315 a 100) che ottiene un plebiscito: il 95% si dichiara molto o abbastanza d’accordo (+2% rispetto al 2014), ovviamente senza grandi distinzioni tra gli elettori dei diversi
partiti.
Inoltre, il superamento del
bicameralismo paritario risulta
apprezzato da due italiani su
preferirebbe
che i senatori
fossero eletti
direttamente
dai cittadini
20%
è d’accordo
con questa
proposta
(valori in %)
Con quale di queste due frasi è più d’accordo?
9%
40%
18%
64%
molto
d'accordo
non so
anche se la riforma
non fosse perfetta,
bisogna superare
il bicameralismo,
che rende più
lunga e difficile
l’approvazione
delle leggi
per niente
d'accordo
24%
27%
poco
d'accordo
abbastanza
d'accordo
(valori in %)
90
86
83
È previsto il superamento del bicameralismo perfetto:
il Senato avrà potere di veto solo su poche leggi, tra cui
quelle costituzionali ed elettorali. Quanto è d'accordo?
18%
se non è una
buona riforma,
è meglio tenere
il Senato così
come è oggi
(valori in %)
89
83
71
67
56
50
46
44
40
4
Pd
5
5
Liste di
centro
FI
10
4
M5S
7
12
3
Lega
8 8
4
Pd
52
37
2627
33
28
28
12
64
54
Liste di
centro
9
FI
32
2623
19
10
4
M5S
8
Lega
7
3
Pd
10
Liste di
centro
16
13
FI
23
13
M5S
27
21
Lega
Sondaggio realizzato da: Ipsos PA per Corriere della Sera presso un campione casuale nazionale rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne secondo genere, età, livello di scolarità, area geografica di residenza, dimensione del comune
di residenza. Sono state realizzate 996 interviste (su 8.938 contatti), mediante sistema CATI, l'8 e 9 settembre 2015. Il documento informativo completo riguardante il sondaggio sarà inviato ai sensi di legge, per la sua pubblicazione, al sito
www.sondaggipoliticoelettorali.it.
d’Arco
Il bicameralismo va superato
per due italiani su tre
Il 73% vuole il Senato elettivo
La riforma, anche se imperfetta, deve andare avanti per il 64%
tre (il 67% è molto o abbastanza
d’accordo). Anche in questo caso il favore prevale tra gli elettori di tutti i partiti, sebbene tra
i leghisti e i grillini all’incirca
due su cinque si mostrino in
disaccordo.
● La parola
SISTEMA PARITARIO
Quello italiano è un bicameralismo paritario.
Tra Camera e Senato ci sono differenze: l’età
di chi vota e dei candidati, ad esempio, o il
fatto che Palazzo Madama è eletto su base
regionale. Ma i due rami hanno pari potere
nell’iter legislativo: il medesimo testo deve
essere approvato da entrambi. Ciascuna
camera può modificare un progetto di legge
approvato dall’altra, rendendo necessario un
ulteriore passaggio parlamentare.
Ed è proprio quest’ultimo
aspetto che rende accettabile
agli occhi dei cittadini l’intera
riforma: la prospettiva di semplificare e accelerare l’iter di
approvazione delle leggi. Il
64%, infatti, ritiene che sebbene la riforma non sia perfetta
sia giunto il momento di superare il bicameralismo; al contrario il 18% è del parere che sia
meglio mantenere la situazione attuale e un altro 18% non ha
un’idea in proposito. Si conferma la grande trasversalità delle
opinioni sia pure con valori più
contenuti tra gli elettori dei
partiti di opposizione, soprattutto Lega (52%) e M5S (64%),
mentre tra quelli del Pd (89%) e
delle liste di centro (83%) sembrano esserci pochi dubbi.
Sembra quindi che il dissenso
all’interno del Pd abbia poca
presa tra gli elettori del partito
che ritengono necessario chiu-
.
dere il percorso, superando le
perplessità pur di avere una
semplificazione degli iter parlamentari.
A proposito del dissenso di
una parte degli esponenti del
Pd, il 53% ritiene che si tratti di
un modo per far sentire la propria voce ma che alla fine si allineeranno con il partito mentre
il 24% prevede che andranno fino in fondo e renderanno difficile l’approvazione della riforma. E tra gli stessi elettori Pd
uno su tre è di questo avviso.
Dal sondaggio odierno
emergono quindi due indicazioni di un certo interesse.
La prima riguarda la relativa
impermeabilità delle opinioni
dei cittadini rispetto al dibattito politico recente e, soprattutto, alla fiducia nei confronti del
governo che ha fatto registrare
una significativa flessione rispetto al 2014: a differenza di
39
la percentuale
di chi dichiara
di conoscere
nel dettaglio
o a grandi linee
i contenuti
della riforma
95
la percentuale
di chi è molto
o abbastanza
d’accordo
alla riduzione
del numero
dei senatori
quanto osservato con l’Italicum
(i sondaggi fecero registrare
profondi cambiamenti nelle
valutazioni degli elettori nel
volgere di pochi mesi), sulla riforma del Senato gli atteggiamenti sono rimasti sostanzialmente gli stessi rilevati poco
più di un anno fa.
La seconda indicazione riguarda il giudizio complessivo
sulla riforma del Senato e può
essere utile in previsione del
referendum confermativo: come si diceva, nonostante il malumore provocato dalla nomina dei senatori da parte dei
consigli regionali al posto dell’elezione da parte dei cittadini,
prevale nettamente il consenso
alla riforma, per lo sfoltimento
dei senatori e, soprattutto per il
superamento del bicameralismo.
Molto spesso, infatti, la delusione e la sfiducia dei cittadini sono generate da processi legislativi astrusi, difficilmente
comprensibili ai più, e dall’elevata distanza temporale dal
momento dell’annuncio di un
provvedimento, alla sua approvazione definitiva, all’attuazione e alla percezione degli effetti concreti. Tutto ciò alimenta
la convinzione, largamente diffusa, che nel nostro Paese non
cambi mai nulla e che i politici
siano capaci di fare solo annunci.
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Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015
7
.
#
con
CATE BLANCHETT
in un film di MASSY TADJEDIN
QUESTA SERA
ALLE 20.25 SU CANALE 5
.
Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera
8
.
#
Primo piano Il governo
L’intervista
di Lorenzo Salvia
«Approviamo il testo
poi una legge ordinaria
per scegliere i senatori»
La chiamata a Tajani
Berlusconi:
al Carroccio
gli arrabbiati,
a noi i delusi
ROMA La telefonata arriva in un
Delrio: faremo un ecobonus per i condomini e nuovi sgravi al Sud
ROMA «Per sposarsi bisogna es-
sere in due». In che senso?
«Non è sbagliato che per modificare la Costituzione si cerchi
l’accordo con tutti. Ma ha ragione Ettore Rosato: se si sta al
merito un’intesa si trova anche
dentro al Pd. E invece vedo che
c’è chi tira fuori il listino, chi il
ritocco chirurgico. Non dimentichiamo l’impostazione originaria del progetto». Il ministro
delle Infrastrutture Graziano
Delrio ha seguito i primi passi
della riforma costituzionale
con il sostanziale ridimensionamento del Senato.
Qual era l’impostazione
iniziale, ministro?
«Il tema dell’elezione diretta
non è mai stato all’ordine del
giorno. Abbiamo sempre parlato di rappresentanza indiretta, attraverso i delegati delle
Regioni e degli enti territoriali.
Una scelta coerente, perché è la
stessa seguita per le Province.
Mi sembra, invece, che ci sia
ancora la tentazione di scimiottare la Camera. Tuttavia...».
Tuttavia?
«Il tema dell’elezione potrebbe essere rimandato a un
provvedimento successivo, a
una legge ordinaria».
Bersani ha già detto no.
«Eppure ampie schiere di
costituzionalisti sostengono
questa tesi. Così sarebbe possibile armonizzare le nuove regole con l’Italicum che, come
noto, è una legge ordinaria».
Per Renzi la maggioranza
c’è, il resto è contorno. Forse
è lui a dire no al matrimonio.
«Non direi. La decisione non
è mai una prova di forza ma la
risposta a un problema. Già negli anni ’50 Dossetti parlava
delle necessità di superare un
certo bicameralismo. Renzi
non vuole lasciare tutto a bagnomaria. Ed è una decisione
giusta».
Giusta anche la scelta di
andare a New York per la finale di tennis?
«Ha voluto rappresentare
l’orgoglio dell’Italia nel momento in cui il Paese è sotto gli
occhi di tutti, con due ragazze
del Sud protagoniste. Ha fatto
bene».
A Bari il premier doveva
parlare del piano per il Sud.
Che misure ci saranno?
«Intanto vorrei sottolineare
gli ultimi dati del nostro Mezzogiorno: in alcuni casi l’export
tira più che al Nord».
D’accordo ma che misure
state studiando?
«L’obiettivo è favorire gli imprenditori che decidono di potenziare la loro attività. Tra le
opzioni c’è la defiscalizzazione
degli investimenti».
Non c’è il rischio che l’Ue
consideri queste norme una
violazione della concorrenza?
«No, se valgono per un periodo limitato. Stiamo ragionando su un arco di tre anni».
Per il Sud ci sono anche interventi infrastrutturali?
«Certo. Puntiamo sulla interconnessione fra reti diverse,
collegando alla ferrovia gli aeroporti di Lamezia Terme e Catania, e alla metropolitana
quello di Napoli. Poi c’è il potenziamento della ferrovia Sa-
lerno-Reggio Calabria, della
Palermo-Catania, della...».
È il suo libro dei sogni, e
poi arriva il ministero dell’Economia?
«Nessun libro dei sogni. I
dati sul lavoro e sui consumi ci
dicono che c’è un inizio di ripresa. Adesso comincia la fase
due: oltre alle riforme e alla riduzione delle tasse, bisogna
rafforzare gli investimenti».
ristruttura casa migliorandone l’efficienza energetica?
«Non basta confermarlo, va
potenziato puntando non al
singolo appartamento ma direttamente ai condomìni. Sono
24 milioni gli italiani che ci vivono, spesso i consumi sono
più alti della media. Ma servono strumenti nuovi».
Quali?
«Il modello è quello delle
esco, le energy saving company. All’inizio dei lavori i condòmini non tirano fuori un euro e poi continuano a pagare la
stessa bolletta di prima, anche
se proprio grazie all’efficientamento dovrebbe essere più
bassa: l’investimento viene fatto dall’impresa».
Allora dov’è il vantaggio?
«Quel risparmio, mese per
mese, viene incassato dalla ditta che ha fatto i lavori. È quello
il suo guadagno insieme all’incentivo fiscale. Solo dopo qualche anno il prezzo scende anche per i condòmini. Così si investe, ma quasi senza accorgersene».
lorenzosalvia
Ma non aveva detto basta
con le grandi opere?
«Infatti non parlo di grandi
opere ma di progetti utili allo
sviluppo del Paese. L’edilizia è
il settore che ha pagato di più la
crisi. E da solo può far girare il
vento: l’80% dei materiali utilizzati viene dal nostro Paese, crea
un indotto formidabile».
Sta chiedendo di prorogare
l’ecobonus, lo sgravio per chi
Il ministro
Alfano a Milano
Strette di mano
e coda di due ore
Giornata a Expo per il
ministro dell’Interno
Angelino Alfano (nella foto
mentre visita il forno del
padiglione francese). Il
leader di Ncd, in visita con la
famiglia, non ha voluto
scorciatoie e si è messo in
coda (anche per due ore)
come gli altri turisti. Per lui
sorrisi e strette di mano.
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.
❞
Per aiutare
le imprese
che
vogliono
crescere
tra le
opzioni c’è
la defiscalizzazione
degli investimenti
per un
periodo
di tre anni
pausa della passeggiata che
Silvio Berlusconi si concede
assieme a Vladimir Putin
durante la visita in Crimea.
Visita che il leader azzurro,
anche parlando ai giovani
presenti al convegno
organizzato a Fiuggi da
Antonio Tajani, vuol far pesare,
visto che il suo intervento ruota
molto attorno alla politica
internazionale e poco a quella
interna.
Dopo aver ancora una volta
denunciato «l’intrigo
internazionale» contro il suo
governo nel 2011, infatti, il
leader azzurro spiega che si
trova in Russia per
«collaborare alla nascita di una
grande coalizione
internazionale per sconfiggere
l’Isis», che veda assieme «Ue,
Usa, Nato e Federazione russa
sotto la bandiera dell’Onu».
Una coalizione che intervenga
subito in Libia «con un
contingente militare, per
bloccare le organizzazioni dei
trafficanti di esseri umani,
cominciando dal blocco delle
imbarcazioni, privandole dei
motori», senza «distruggere
cose importanti per
quell’economia».
Intervento militare dunque, ma
anche accoglienza — predica
Berlusconi — perché «l’Europa
cristiana non può voltare la
testa da un’altra parte, le radici
cristiane ci impongono
solidarietà». E se non è una
risposta a Salvini, comunque ci
somiglia, perché la linea di FI
sull’immigrazione non è quella
della Lega. Tanto che
Berlusconi, quando affronta
l’argomento di come
riconquistare i milioni di
astensionisti che hanno
abbandonato anche il suo
partito, parla di un
«centrodestra che deve
allargarsi» e rivolgersi a
«questi italiani che non sono
incazzati, perché se sono
incazzati e di destra vanno a
votare Salvini, se di sinistra
Grillo», ma sono «delusi e
sfiduciati verso la classe
politica».
La Lega insomma, nell’idea di
Berlusconi, resta una forza
preziosa per l’alleanza ma non
centrale come deve esserlo FI
per il recupero del voto
moderato. Idea che non piace a
Salvini, per il quale allearsi con
Berlusconi resta «importante,
ma non a tutti i costi». Per il
leader del Carroccio infatti
«non è vero che la Lega sta con
gli incazzati». E anche di
questo si parlerà nell’incontro
tra lui e Berlusconi che
dovrebbe avvenire la prossima
settimana, ma che potrebbe
avere un antipasto già stasera:
«Domani (stasera,ndr) vado al
derby, durante la partita sarò
concentrato solo su quello che
succede in campo», dice
Salvini rispetto all’ipotesi di un
vis a vis già in tribuna stasera
con Berlusconi, che dovrebbe
tornare dalla Russia in tempo
per il fischio d’inizio. «Magari
parliamo dopo — scherza
Salvini — ma dipende dal
risultato: certo un 3 a 0
potrebbe convincermi a essere
più aperto al dialogo, ma non
partiamo da favoriti».
Paola Di Caro
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Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015
9
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Primo piano I partiti
«Lega via dall’Anci». Lite Salvini-Fassino
Il segretario annuncia l’uscita di 300 sindaci: ente romano inutile, i soldi dell’iscrizione alle famiglie
La replica del presidente dem: luoghi comuni strumentali, il vero obiettivo è attaccare il governo
8
mila
è il numero
dei Comuni
italiani
(la cifra esatta,
fornita
dall’Istat,
è 8.047).
Sono 141
quelli con più
di 50 mila
abitanti
ROMA Sono 300 i sindaci della
Lega Nord pronti a uscire dall’Associazione nazionale Comuni italiani (Anci) perché
«questo governo, come i precedenti Letta e Monti, sta massacrando i Comuni e l’Anci che
fa? Nulla». Il leader del Carroccio, Matteo Salvini, attacca a testa bassa anticipando quello
che diranno oggi molti sindaci
nel corso di una manifestazione di partito a Cittadella, vicino
a Padova, la città di Massimo
Bitonci, il primo cittadino che
tre giorni fa ha annunciato
l’uscita dall’Anci. Ma Piero Fassino, presidente dell’associazione e sindaco di Torino, replica: «Sono luoghi comuni,
strumentali e con un unico fine
politico: fare opposizione al
governo Renzi».
L’Anci «è un costo inutile,
tanto vale risparmiare i quattri-
Il retroscena
di Emanuele Buzzi
ni dell’iscrizione e con quelli
aiutare famiglie in difficoltà —
sottolinea Salvini —. È una riflessione di concretezza ed utilità, non politica. E non lo dico
solo per i sindaci della Lega,
ma è pieno di sindaci di liste civiche e della sinistra che dicono: “Perché devo fare il tassatore per conto di Roma che mi
frega anche i soldi che chiedo
ai cittadini?”. Non esiste. È un
inutile ente romano, meglio
abolirlo». Secondo il leader del
Carroccio, saranno 300 i sindaci leghisti a uscire dall’Associazione, ha scritto il quotidiano
Italia Oggi, ma potrebbero diventare un migliaio insieme a
altri loro colleghi del centrodestra e di sinistra. «Il governo,
con il sostegno del Pd, sta massacrando e saccheggiando i Comuni. Ormai non hanno più i
soldi per gli asili e le case di ri-
Sul Monviso
Il segretario
della Lega
Matteo Salvini,
42 anni, ieri alla
kermesse
del Carroccio
(Cavicchi)
poso e l’Anci tace. Dov’è Fassino? Avete sue notizie?», chiede
polemicamente il segretario
della Lega. «Calano le braghe e
i Comuni sono al collasso».
Fassino, però, respinge ogni
accusa: «Non è vero che non difendiamo i Comuni: Salvini
parla dell’Anci senza conoscerla. L’associazione rappresenta
gli 8 mila Comuni italiani, a
prescindere dal colore politico
di ogni giunta». E il sindaco
smentisce che l’ente si sia appiattito sulle posizioni dell’esecutivo: «Ogni scelta fatta dall’Anci è presa in modo unitario.
Ogni giorno questo ente rappresenta i Comuni e negozia
con il governo i provvedimenti.
Le leggi di Stabilità, ad esempio, sono tutte state modificate
rispetto all’iniziale proposta
proprio grazie alle richieste fatte dall’Anci». Quindi «mi auguro che ci si renda conto del
danno che si sta provocando ai
Comuni italiani — aggiunge —
e che, dunque, non si voglia
proseguire in una scelta sbagliata da cui nessun sindaco
trarrà alcun beneficio».
Contro Salvini si schierano
anche gli esponenti di Forza
Italia, Marcello Fiori ed Osvaldo Napoli, rispettivamente responsabile Enti locali del partito e sindaco di Valgioie: «L’idea
di Salvini è un regalo a Renzi
prima ancora che un errore politico. Il premier è personaggio
poco incline alla trattativa e del
tutto sordo ad ascoltare le ragioni di chicchessia, si tratti di
sindacati o sindaci. Un’Anci indebolita dalla diserzione dei
sindaci leghisti è un formidabile assist al premier». Inoltre
«significa lasciare ai soli sindaci del centrosinistra il potere di
rappresentanza dei territori nei
confronti del governo — fanno
notare —. L’idea di Salvini è
una accelerazione solitaria della Lega, quindi un ostacolo in
più sulla via della coalizione».
Francesco Di Frischia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Un posto a Casaleggio nello statuto
L’idea per rafforzare la guida del M5S
Due garanti nel nuovo documento: oggi c’è soltanto il «presidente» Grillo
La vicenda
● Negli ultimi
giorni, in
seguito a una
battuta di
Beppe Grillo
rivolta a Luigi
Di Maio («Sei tu
il leader»), è
scoppiata nel
Movimento la
questione della
guida alla
prossime
elezioni
Politiche
● Il
vicepresidente
della Camera
sembra in pole
position per la
candidatura a
premier del
M5S, ma sia
Grillo sia
Casaleggio
hanno ribadito
che non ci sono
leader e che le
decisioni
saranno
ratificate dalla
Rete
● Lo stratega
ha anche
annunciato
che, con la
nascita del
portale
Rousseau,
il direttorio
diventerà un
«comitato
operativo
allargato»
DAL NOSTRO INVIATO
REGGIO EMILIA Bocche cucite, ma
sorrisi e abbracci. I Cinque Stelle che si ritrovano a Reggio
Emilia per il matrimonio di
Maria Edera Spadoni sono già
proiettati ai prossimi mesi.
Con alcune novità in vista. Non
un cambio del dna del Movimento come qualcuno ha paventato, ma un abito nuovo,
quello sì, per una nuova stagione politica.
«Siamo uniti, vedremo cosa
accadrà, dateci tempo e vedrete
anche voi», dice qualche esponente. In mente ci sono le parole di Gianroberto Casaleggio
che, in un’intervista al Fatto
Quotidiano, ha ribadito con
fermezza che né lui né Beppe
Grillo allenteranno la loro pre-
che, però, vengono viste come
«un passo dovuto» da alcuni
parlamentari. La medesima
operazione potrebbe essere intrapresa anche con la proprietà
del marchio del Movimento,
registrato a suo tempo (nel
marzo 2012) dal solo Grillo.
D’altronde, si tratterebbe di
«ratificare» solo ciò che è già
visibile nei fatti.
Il logo di Italia 5 Stelle, la
kermesse in programma ad ottobre a Imola, ne è un esempio:
per la prima volta i due fondatori campeggiano insieme in
sidecar. Dettagli che nel linguaggio del Movimento hanno
un significato profondo e che
lanciano — insieme alla piattaforma Rousseau — una nuova
A Reggio Emilia Di Maio celebra le nozze della collega Spadoni
stagione. I garanti da una parte,
il portale e il direttorio allargato (che Casaleggio indica come
«comitato operativo») dall’altra. La struttura e la strategia
pentastellata prende forma, si
puntella, tenendo fede alla filosofia di base del Movimento: il
credo nella Rete, l’essenza leaderless. Ma con dei punti di riferimento. Così, quando lo
stratega spiega che il M5S non
ha un capo e apre al «comitato
operativo allargato», Di Maio
— da Reggio Emilia — gli fa
eco: «Il direttorio allargato?
Non c’è nulla di nuovo. Casaleggio ha fatto chiarezza come
sempre con la sua solita precisione».
Intanto si preparano le prossime battaglie e si delinea sempre più la silhouette futura del
Marchio
Anche il marchio del
movimento potrebbe
diventare di entrambi
i fondatori
Il direttorio
Sul direttorio allargato
il vicepresidente della
Camera spiega: stiamo
già lavorando così
senza all’interno del Movimento.
I legami, quello tra Grillo e
Casaleggio e quello dei due
fondatori con la loro creatura
politica, sono saldi. Anzi. Sta
prendendo corpo l’idea di rendere ancor più radicato — anche a livello formale — questo
sodalizio. A dicembre scadono
i tre anni di mandato dello statuto che definisce le cariche interne al Movimento, quello statuto che è stato presentato per
intenderci alle ultime elezioni
Politiche e che definisce presidente, segretario e tesoriere
dei Cinque Stelle.
L’ipotesi è con il nuovo corso
(le cariche durano tre anni) di
annoverare nel ruolo di competenza anche lo stratega dei
pentastellati. Lui e Grillo sullo
stesso piano, come nel ruolo
istituzionale di «garanti» che si
sono ritagliati. Indiscrezioni
Movimento. In una parola:
competenza. Occhi puntati su
chi lavora in commissione. Nei
prossimi mesi, a partire da
Imola, si cercherà di rendere
più visibili agli attivisti i responsabili delle varie iniziative:
un «chi fa cosa» per mettere in
rilievo il lavoro svolto in questi
anni in Parlamento e creare dei
punti di riferimento identificabili a seconda delle tematiche.
Sul piazzale del municipio,
davanti alla Sala del Tricolore,
qualcuno si lascia andare e profetizza: «Sarà un anno lungo,
dobbiamo rimanere calmi, con
i piedi per terra e cercare di
spiegare bene alla nostra base
cosa sta accadendo». Poi sono
di nuovo parole, sorrisi. Un
drone filma l’uscita degli sposi
dall’alto: per un giorno la politica sembra (abbastanza) lontana.
«Ci sarà un leader come candidato premier
ma il ministro dell’Economia conterà di più»
«Sono sicuro che il Movimento batte me, il Movimento
batte qualunque persona venga sondata come leader».
A parlare è Luigi Di Maio, che ha commentato così i
sondaggi che lo vedono al secondo posto per
gradimento tra i leader politici. «Noi siamo gli unici
che abbiamo questa caratteristica — spiega —: Renzi è
più alto come numeri del Pd, Salvini della Lega». Di
Maio — con tanto di fascia tricolore e accenno
d’orgoglio ai colori della bandiera — ieri a Reggio
Emilia ha officiato il matrimonio della deputata Maria
Edera Spadoni con il fidanzato Daniele Ruggeri. Il
vicepresidente della Camera, a margine della .
cerimonia, ha definito «fantastica» l’idea di un
Movimento leaderless: «Se ci sarà esigenza di un
leader sarà solo per la presidenza del Consiglio — ha
detto — ma magari il nostro ministro dell’Economia
conterà di più del premier». Ad attendere gli sposi, tra
gli altri, anche due membri del direttorio, Carlo Sibilia
e Alessandro Di Battista. Insieme a loro, qualche metro
più in là, la senatrice Elisa Bulgarelli, critica nei giorni
scorsi sulla questione della leadership. Pochi accenni
alla politica e toni canzonatori tra i parlamentari, che
hanno ironizzato sulla rendicontazione delle spese
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delle nozze.
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Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera
10
.
#
Primo piano Il dramma dei migranti
❞
Con i
colleghi
delle
assemblee
di Lussemburgo,
Francia e
Germania
invitiamo
ad avere il
coraggio di
condividere
la sovranità
❞
Gli impegni
europei
vanno
rispettati
ma devono
essere
sostenibili
socialmente
altrimenti
generano
rancore
verso le
istituzioni
❞
Il diritto
d’asilo va
usato come
testa
di ponte
per arrivare
a gestire
insieme i
grandi nodi
E la Ue
deve avere
risorse
sufficienti
L’INTERVISTA LAURA BOLDRINI
di Maurizio Caprara
«L’integrazione politica
europea è l’unico antidoto ai populismi», dice Laura Boldrini al
Corriere della Sera durante
un’intervista nel suo ufficio di
presidente della Camera. Per entrare nello studio si passa nella
saletta nella quale vengono ricevuti gli ospiti d’onore prima o
dopo le cerimonie ufficiali a
Montecitorio. Domani è previsto che vengano accolti il presidente del Bundestag tedesco
Norbert Lammert, il presidente
dell’Assemblée nationale francese Claude Bartolone e il presidente della Chambre des députés Mars Di Bartolomeo, lussemburghese come l’attuale presidenza di turno dell’Unione
europea.
Dopo averla presentata al
Quirinale al capo dello Stato Sergio Mattarella, i quattro presidenti di assemblee parlamentari firmeranno nella Sala della
Regina una dichiarazione che
evoca per l’Ue l’orizzonte di
un’Unione federale di Stati. Un
testo ideato in luglio tra rischi di
uscita della Grecia dall’euro e
sbarchi di profughi che sembrerà di avanguardia considerato il
lungo e perdurante periodo di
stasi, se non di arretramenti,
nell’integrazione europea. Fuorché sotto il profilo finanziario
nell’eurozona, da anni nell’Ue il
metodo comunitario è stato
compresso dal livello decisionale intergovernativo, ossia dalle
scelte compiute dai capi di Stato
e di governo pensando più ai rispettivi elettorati che all’insieme del progetto di una casa comune europea. Una tendenza
che martedì scorso a Tirana, in
un convegno della Comunità di
Sant’Egidio, ha portato Romano
Prodi a constatare che la Commissione europea ha perso potere a scapito del Consiglio europeo, a sua volta neppure troppo in salute.
Perché considera l’integrazione europea l’unico antidoto
ai populismi?
«Perché è la risposta ai bisogni delle persone e, allo stesso
tempo, a chi vuole disgregare
l’Europa», sostiene Laura Boldrini, già portavoce dell’Alto
commissario dell’Onu per i rifugiati, eletta deputata come indipendente nelle liste di Sinistra
ecologia e libertà.
E in che cosa consisterebbe
la risposta?
«In un mondo globalizzato
nessun Paese europeo da solo
può tutelare in modo efficace i
propri interessi. Per esempio,
sui flussi migratori, le crisi eco-
ROMA
(foto Reuters)
La tendopoli Una donna con il suo bambino all’interno di un centro di accoglienza a Roszke in Ungheria
«Patto per l’integrazione europea
Solo così si battono i populismi»
Intesa tra i presidenti di quattro Parlamenti: azione comune su immigrati e crisi
Chi è
● Laura
Boldrini, 54
anni, presiede
la Camera dal
16 marzo
2013, dopo
essere stata
eletta deputata
nelle liste di Sel.
È stata
portavoce
dell’Alto
commissariato
delle Nazioni
Unite per
i rifugiati
(Unhcr)
nomiche, il cambiamento climatico, l’energia. È impossibile
nonostante alcuni predichino
come soluzione ai nostri problemi il ritorno alle patrie nazionali. Nella dichiarazione sottolineiamo l’esigenza di coraggio e
pragmatismo per procedere verso una condivisione di sovranità
a livello europeo».
Crede che risulterà affascinante quanto meriterebbe?
«Comprendo che i giovani
non si innamorino dell’Europa
come lo siamo stati noi, figli degli anni Sessanta. Loro hanno
conosciuto un’Europa dei sacrifici. Nella dichiarazione la priorità è stimolare la crescita economica combattendo l’esclusione delle fasce più deboli della
società e ridare all’Europa centralità e competitivi a livello internazionale. Gli impegni europei vanno rispettati, ma devono
essere sostenibili socialmente,
altrimenti generano sfiducia e
rancore verso le istituzioni ed è
ciò di cui si nutrono i populismi».
Sente di avere alle spalle la
Camera che presiede? Non risulterà troppo all’avanguardia
rispetto a suoi settori ?
«Giovedì scorso in aula c’è
stato un dibattito di qualità sull’Europa e dispiace che non abbia ricevuto l’attenzione mediatica che avrebbe meritato.
L’espressione “Stati Uniti d’Europa” è risuonata chiara e forte
in molti interventi e nella risoluzione approvata».
Quella risoluzione, che impegna il governo al «rilancio
del processo di integrazione»
è stata accolta con maggioranza larga: 279 sì e 160 no. In
ogni caso, Cinque Stelle e Lega
puntano ad altro rispetto all’integrazione europea e Silvio
Berlusconi con i suoi governi è
stato tra i promotori del metodo intergovernativo.
«Infatti lo sforzo che stiamo
facendo è ridare centralità ai
Parlamenti. È importante che i
parlamentari, rappresentanti
dei cittadini, prendano parte al
dibattito su quale Europa vogliamo per il nostro futuro».
Su quali terreni, quali argomenti desidererebbe piantare
teste di ponte, sotto forma di
decisioni e norme, per far progredire il progetto di Stati Uniti d’Europa?
«Uno è il diritto di asilo. Va
usato, come dice lei, da testa di
ponte arrivando a condivisioni
anche su altri grandi temi che
gli Stati nazionali non riescono
ad affrontare da soli. E le istituzioni europee devono avere poteri e risorse sufficienti per farlo. Non si può continuare a usare l’Europa come capro espiatorio senza metterla in condizioni
● L’hashtag
#ALLWENEEDISMOREEU
Sarà #AllWeNeedIsMoreEU l’hashtag per la cerimonia di
domani alla Camera: quando i presidenti dei Parlamenti di
Italia, Germania, Francia e Lussemburgo firmeranno un
documento per rilanciare l’integrazione politica europea.
di agire».
Il presidente François Hollande e il premier David Cameron sono orientati a far bombardare in Siria, da aerei di
Francia e Regno Unito, postazioni dell’autoproclamato Califfato. Secondo lei è una scelta
utile per alleviare le sofferenze
di quanti adesso scappano
dalle loro case?
«Per esperienza di anni sul
terreno a constatare gli effetti
“collaterali” dei conflitti, direi
che operazioni di questo genere, peraltro senza cornice internazionale, hanno dato di rado i
risultati auspicati. Si è visto da
ultimo in Libia. La crisi siriana
va risolta essenzialmente a livello politico».
Significa con un accordo tra
parti che adesso si sparano addosso.
«Quella crisi è stata lasciata
per troppo tempo disattesa,
consentendo una degenerazione che colpisce Siria, Iraq, Libia
e che ha costretto milioni di persone a fuggire cercando sicurezza. Un diritto,la sicurezza, che
non è esclusiva dei Paesi occidentali».
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Il cardinale Caffarra: accogliere solo persone conosciute
La prudenza dell’arcivescovo di Bologna: i sacerdoti non possono fare da soli
DAL NOSTRO INVIATO
20
mila è la quota
di migranti che
le regioni si
apprestano ad
accogliere per
far fronte ai
nuovi arrivi:
1.636
andranno in
EmiliaRomagna, dove
oggi sono già
ospitati 5.816
profughi
È una nota meticolosa, quasi pignola. Con due
principi di base. Il primo: «Non
si tratterà di un’accoglienza
emergenziale di persone appena arrivate per le quali sono attivi appositi centri (Cara e Cas),
ma sarà invece rivolta a singoli
o nuclei familiari già identificati e conosciuti». Secondo: in
questo processo «inevitabilmente lento e ponderato», di
cui la Caritas e le istituzioni saranno perni centrali, fondamentale sarà il coinvolgimento
dei parrocchiani perché i sacerdoti non potrebbero da soli
far fronte al bisogno e «in tal
BOLOGNA
caso si prenderà atto con dolore dell’impossibilità di accogliere». A una settimana dall’appello di papa Francesco sul
dramma migrazione («Ogni
parrocchia accolga una famiglia di profughi»), il cardinale
Carlo Caffarra, 77 anni, teologo, da un decennio arcivescovo
di Bologna, successore di Giacomo Biffi (da poco scompar-
Le condizioni
«È fondamentale
coinvolgere
i parrocchiani
e muoversi con ordine»
so) e tra i più influenti nel campo dei cosiddetti conservatori,
ha messo nero su bianco una
serie «di indicazioni d’intenti
per iniziare a dare corpo alle richieste del Papa, sgombrare il
campo da improvvisazioni e
cercare di muoverci in modo
ordinato».
Non c’è bisogno di grande
esegesi per notare la differenza
tra l’enfasi dell’annuncio del
Pontefice e lo stile quasi ragionieristico di Caffarra, che arriva
a ipotizzare «la dolorosa» rinuncia all’accoglienza qualora
venissero meno alcune condizioni. Una frenata rispetto alle
.
aperture del Papa?
O piuttosto
una rivisitazione concreta, ca-
Cardinale
● Carlo
Caffarra, 77
anni, dal 2003
è arcivescovo
di Bologna. Nel
2013 presenta
una lettera
di rinuncia,
non accettata
lata nella realtà, del concetto di
accoglienza e dei conflitti connessi? Due le sponde del ragionamento del cardinale. Da un
lato, la volontà di offrire ai migranti un’accoglienza vera che
si traduca «in integrazione».
Dall’altro, «garantire chi accoglie di non essere lasciato a se
stesso nel gestire situazioni
spesso delicate e faticose»,
prevedendo «un quotidiano
monitoraggio». Il tono di Caffarra — «Siamo solo all’inizio»
— ha spinto taluni a leggere le
sue note come una «resistenza» verso le direttive papali. Il
cardinale è considerato tra i
«critici» della rivoluzione bergogliana, rigorista su temi co-
me i sacramenti ai divorziati risposati e le aperture ai gay. Eppure nel maggio del 2013,
quando, raggiunti i 75 anni,
espresse a Bergoglio la disponibilità a farsi da parte, gli fu
comunicato che «era volontà
del Santo Padre che continuasse per due anni il suo ministero». Due anni sono passati.
Successione complessa. Di sicuro per il peso specifico storicamente ricoperto dalla diocesi
bolognese (fra l’altro divenuta
ora una tra le più ricche dopo
l’imponente lascito Faac). Ma
forse anche perché di Caffarra,
in giro, non è facile trovarne.
Francesco Alberti
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Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015
PRIMO PIANO
.
Ungheria: una barriera
lungo i binari ferroviari
per fermare i profughi
Vienna accusa: Budapest li deporta come i nazisti
Mancano poche ore al vertice di domani che raccoglierà a Bruxelles i ministri degli Interni e della Giustizia dei 28
Paesi, chiamati a discutere sulla ridistribuzione dei migranti in quote obbligatorie. Mancano poche ore e l’Europa è in
marcia. Ma in direzioni opposte, mostrando le sue opposte anime.
In Ungheria, si costruisce un’altra
barriera, questa volta lungo i binari della ferrovia, per «proteggerla» dagli assalti dei disperati. E dal 15 settembre, gli
extracomunitari senza documenti potranno essere incarcerati. A Copenaghen, Danimarca, dove il governo ha appena annunciato che non accetterà le
quote di migranti imposte dalla Ue,
marciano in trentamila proprio contro
questa decisione. Così a Londra, altra
capitale del «no» alle quote di Bruxelles, in decine di migliaia da Hyde Park
fino a Downing Street sfilano sotto striscioni che invocano «Aprite le frontiere». A loro si unisce anche il neoeletto
leader laburista, Jeremy Corbyn. E ancora a Parigi, e già a Madrid, la stessa cosa.
Ma a Budapest, il primo ministro
Victor Orbán che guida il fronte del
«no» reclama da Bruxelles un piano di
aiuti da 3 miliardi di euro per Turchia,
Libano e Giordania, Paesi vicini della Siria in guerra e già meta di 4 milioni di
profughi. Come dire: paghiamoli, così
forse si terranno questa gente a casa loro. Una proposta giudicata «estremamente cinica» dal cancelliere austriaco
Werner Faymann e da un esponente del
governo tedesco.
Intanto nella vicina Varsavia, in quella Polonia che ora accetta le quote fra
mille distinguo, il corteo pure foltissi-
Iniziative
● Sono
181.014 i
migranti entrati
in Ungheria nel
2015. Per
fermarli,
Budapest a
luglio ha
iniziato a
costruire una
barriera di
cemento e filo
spinato al
confine con la
Serbia
● Nel Paese
martedì entra
in vigore una
nuova legge
più restrittiva
sui migranti
che prevede
l’arresto e
condanne fino
a 3 anni di
carcere
● Domani
dovrebbe
essere pronta
la barriera
lungo i binari
della ferrovia
mo è calamitato dallo striscione con la
scritta «L’Islam è la morte dell’Europa».
La folla si oppone alla marea dei profughi, non prepara certo l’accoglienza.
Uno degli organizzatori grida che «siamo qui perché la decisione di accogliere i musulmani nella Ue sia abbandonata», e chiede a tutti di pregare per questo «la nostra Vergine Maria».
Cori contro l’Ue e le sue «debolezze»
anche a Praga e Bratislava. Però la marcia più impressionante è proprio quella
si svolge nella notte in Ungheria accanto
ai binari della ferrovia più assediata
d’Europa, quella che dalla Serbia porta
all’Ungheria e da lì al Nord, all’Austria e
La proposta di Budapest
Orbàn ieri ha chiesto che
Bruxelles destini tre miliardi di
euro ai Paesi vicino alla Siria
alla Germania. Ombre in divisa, divisa
da poliziotto ma anche casacca da detenuto (poiché la forza-lavoro è stata reclutata anche dalle prigioni) sgobbano
a gran velocità per erigere l’altra barriera di filo spinato, che costeggi i binari
tra Subotica (Serbia) e Szeged (Ungheria) e si aggiunga al «muro» già costruito fra i boschi per ordine di Orbán. Da
Vienna, è ancora una volta il cancelliere
Faymann ad usare le parole più indignate: «Rinchiudere i rifugiati nei treni
risveglia il ricordo del periodo più cupo
nella storia del nostro continente».
Luigi Offeddu
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Cortei in Europa
La solidarietà
delle piazze
Decine di migliaia di europei
sono scesi in piazza ieri in
segno di solidarietà con i
profughi: almeno 90 mila a
Londra (nella foto Ap alcune
manifestanti con il cartello
«Solidarietà con i rifugiati»),
30 mila a Copenaghen. A
Varsavia invece in 5mila
hanno marciato contro
l’afflusso di migranti nel
Paese.
● Il caso
La console onoraria che si improvvisava scafista
I
Sospesa
Françoise
Olcay,
console
onorario nella
città turca
di Bodrum,
sorpresa a
vendere
gommoni ai
migranti
l ministro francese degli Affari
esteri Laurent Fabius ha sospeso
Françoise Olcay, la console
onoraria a Bodrum, in Turchia, che è
proprietaria di un negozio di articoli
nautici ed è stata sorpresa a vendere
gommoni ai profughi. La decisione,
preliminare all’espulsione dal corpo
diplomatico, è stata presa dopo che la
televisione pubblica France 2 ha
diffuso venerdì sera un reportage su
Bodrum, la città balneare della
Turchia da dove partono migliaia di
rifugiati siriani e iracheni verso la
Grecia e poi verso l’Europa. «È
cosciente del fatto che ci sono persone
che vanno a morire a bordo dei mezzi
che lei vende?», chiede un giornalista
con la telecamera nascosta.
«Certamente — risponde la console
—. Non possiamo impedire loro di
partire, ma se noi smettiamo di
vendere i gommoni, lo farà il negozio
qui accanto», dice la commerciante
all’interno del suo punto vendita che
esibisce la bandiera francese e una
targa che conferma la sua qualità di
console onorario della Repubblica
francese. «Ed è cosciente del fatto che
la console onoraria della Francia
alimenta il traffico dei profughi?», è la
domanda successiva. «Sì, ma a
Bodrum lo fanno anche il municipio,
il capitano del porto e il
sottoprefetto».
Romain Nadal, portavoce del Quai
d’Orsay, ha detto che tollerare questo
comportamento è «fuori questione» e
ha annunciato presto un
provvedimento definitivo.
S. Mon.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
.
11
#
Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera
12
#
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.
Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015
13
.
#
Primo piano La crisi in Medio Oriente
PORTFOLIO I PROFUGHI DELLA FEDE
1
1 Una
giovane fedele
assira segue la
messa nella
chiesa di San
Giorgio, nel
quartiere Sed
El Bauchrieh di
Beirut: è qui
che si
concentrano
i profughi
cristiani assiri
fuggiti dalle
violenze
dell’Isis in Siria
2 Helaneh,
una donna
assira di 67
anni, mostra le
fotografie dei
suoi cari:
rappresentano
la memoria del
villaggio natale,
in Siria, dove
vivevano in
relativa
tranquillità fino
all’arrivo dei
fanatici islamici
dell’Isis
Biografia
● Carole
Alfarah, 34
anni, è una
fotogiornalista
siriana che vive
tra Beirut e la
Spagna
Assiri
2
● Come milioni
di suoi
connazionali,
anche Carole
ha dovuto
fuggire dal suo
Paese a causa
della guerra
civile
● Il suo lavoro
si concentra
sulle storie di
profughi e vite
perdute
Rapiti e perseguitati perché cristiani
«Così siamo sfuggiti all’odio dell’Isis»
testo e foto di Carole Alfarah
C’
3 Micho, 28
anni, osserva
dal balcone
della sua casa
la città di
Beirut. Micho è
stato rapito e
tenuto
prigioniero
dall’Isis per sei
mesi. La
famiglia ha
dovuto pagare
un riscatto per
salvarlo
4 e 5 Fedeli
assiri nella
chiesa di San
Giorgio, a
Beirut,
seguono la
funzione
religiosa
3
è la storia di Micho,
28 anni: «Mi hanno
tenuto bendato per
sei mesi. Sono rimasto nel buio, così, mentre sentivo le grida disperate di chi veniva torturato. E poi rumori improvvisi, terribili. Credevo che
sarei stato ucciso in ogni momento».
O quella di Nina, un adolescente di 17: «Sono scappato in
Libano con mia sorella più piccola e mia nonna. Siamo fuggiti per sopravvivere mentre intorno a noi in 250 venivano catturati e portati via».
E poi ancora le vicende di
Helaneh, 67 anni, e tanti altri
che preferiscono rimanere
anonimi. Sono i cristiani assiri,
una delle «civiltà più antiche di
questa terra», come ci racconta
Nina: «La nostra unica arma è
l’amore e la nostra unica
espressione è la pace». Ma per i
militanti dell’Isis sono un nemico. Da eliminare. La storia di
Micho è esemplare. «Sono stato rapito — dice — mentre, in
autobus, ritornavo da Damasco
al mio villaggio di Al Hasaka,
nel Nordest della Siria. In pieno deserto, nell’area di Palmi-
© 2015 RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI
FONDATO NEL 1876
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
DIRETTORE RESPONSABILE
Luciano Fontana
PRESIDENTE
Maurizio Costa
AMMINISTRATORE DELEGATO
VICEDIRETTORE VICARIO
Pietro Scott Jovane
Barbara Stefanelli
CONSIGLIERI
VICEDIRETTORI
Daniele Manca
Antonio Polito (ROMA)
Venanzio Postiglione
Giampaolo Tucci
Gerardo Braggiotti, Laura Cioli, Paolo Colonna,
Teresa Cremisi, Dario Frigerio,
Tom Mockridge, Stefano Simontacchi
DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA
Alessandro Bompieri
Sede legale: Via Angelo Rizzoli, 8 - Milano
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ra, l’autista fu costretto a fermarsi a un posto di blocco dove
sventolava la bandiera nera
dell’Isis». L’incubo cominciò
allora: come nel passato più
buio dell’Europa, i militanti armati controllarono a uno a uno
i documenti. «I musulmani —
sono ancora le parole di Micho
— furono lasciati andare. Io e
un altro no: gli unici cristiani».
I due giovani furono portati in
un villaggio al confine con la
Turchia. «Per mesi ebbi paura
di morire, ogni giorno. Il mio
compagno di sventura fu ucciso perché la famiglia non aveva
soldi per il riscatto e lui non accettò di convertirsi all’Islam.
Quando fu il mio turno, fui più
fortunato: i miei trovarono i 20
mila dollari che avrebbero pagato la mia libertà». Micho, come altre migliaia di cristiani assiri, prese la strada del Libano,
di Beirut, la capitale. « Viviamo
tutti come rifugiati. Molti sognano di andare in Europa, per
studiare, lavorare, vivere una
vita normale. Ma io vorrei tornare al mio villaggio: lo sogno
ogni giorno».
Come lo sognano i 5 mila
che hanno trovato rifugio in un
Libano sempre più coinvolto in
una guerra non sua.
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Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera
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Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015
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Esteri
Diplomazie
Il caso
di Sara Gandolfi
di Viviana Mazza
Se in Brasile
anche Lula
finisce indagato
Brown ha studiato da prete: è contro la pena capitale, ma pro aborto
La vicenda
A
lla fine il caso
Petrobras risucchia
anche lui, l’ex
popolarissimo presidente
Luiz Inácio «Lula» da Silva,
l’uomo che aveva firmato il
«rinascimento» del Brasile e
finora era riuscito a
preservare il suo passato
senza macchia dal più grave
scandalo nazionale. Al punto
da annunciare la sua
candidatura per un terzo
mandato, nel 2018.
La polizia ha chiesto alla
Corte suprema federale di
poter interrogare Lula
nell’ambito dell’inchiesta
«Lava-jato» (autolavaggio)
che ha alzato il velo su una
tentacolare rete corruttiva
intorno al colosso petrolifero
di Stato. Dopo l’ondata di
arresti che ha decapitato i
vertici di Petrobras lo scorso
anno, i sospetti hanno subito
cominciato ad addensarsi
sull’apparato politico. L’ex
presidente sembrava
immune, nonostante l’arresto
del suo ex capo di staff, Joss
Dirceu. Finché non sono
emerse le prime
dichiarazioni dei «pentiti»:
«Lula da Silva e Dilma
Rousseff (l’attuale
presidente) non potevano
non sapere», ha assicurato
Paulo Roberto Costa, ex
dirigente della compagnia
dietro cui si muoveva,
secondo gli inquirenti, un
cartello che tra il 2004 e il
2012 avrebbe riciclato oltre 10
miliardi di real (3 miliardi di
euro). La richiesta firmata
giovedì dal capo della polizia
Joselio Azevedo de Sousa,
contiene accuse precise: l’ex
leader «potrebbe aver tratto
benefici personali, per il suo
Partito dei lavoratori o per il
suo governo dallo schema
corruttivo». Laconica la
reazione di Lula: «Non ne
sapevo nulla». È la stessa
risposta data a suo tempo da
Dilma Rousseff, che pure ha
guidato Petrobras per ben
sette anni. Gli inquirenti
sembrano crederle. D’altra
parte l’impeachment
della presidente resta
politicamente difficile,
sottolineano gli osservatori:
tra gli oltre 50 politici sotto
inchiesta ci sono molti
deputati di Camera e Senato,
che dovrebbero giudicarla. E
allora resta Lula, non coperto
da immunità. Tutto sembra
andare male, oggi, in Brasile:
il debito pubblico declassato
a «spazzatura» da
Standard&Poor’s, il real in
caduta libera, la recessione.
Colpa del crollo del prezzo del
petrolio di cui il Brasile è
grande esportatore. Ma anche
di quello scandalo economico
e finanziario che ora cerca il
perfetto capro espiatorio.
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In California sì all’eutanasia
Il dilemma del governatore
● La legge
approvata in
California, che
adesso attende
la firma (o il
veto) del
governatore
77enne Jerry
Brown (nella
foto) prevede
che le richieste
di suicidio
assistito
possano
arrivare solo
da chi ha
un’aspettativa
di vita inferiore
ai sei mesi.
Bisogna
presentare due
domande
«verbali» a una
distanza di
meno di 15
giorni l’una
dall’altra, più
una richiesta
scritta, firmata
anche da due
testimoni. È
previsto che
il medico
si consulti
privatamente
con il paziente
per evitare
coercizione. Tra
dieci anni
inoltre la legge
«scadrà» e
dovrà essere
riapprovata
C’è un episodio che il governatore della California Jerry
Brown ama raccontare. Una
volta, molti anni fa, si trovò di
fronte a un quesito d’esame a
quale non riusciva a trovare
una risposta soddisfacente:
«Scrivi la tua impressione su
una foglia verde». Erano così
tante le sfumature e i significati
della parola «impressione»,
così tanti i cliché da evitare —
come ha raccontato alla rivista
Atlantic — che si trovò incapace di rispondere. Erano gli anni
Sessanta e Brown era un giovane seminarista gesuita che, alla
fine, lasciò il noviziato per studiare Lettere classiche e Giurisprudenza e seguire le orme
del padre in politica. Oggi il governatore, che non ha perso comunque la fede di un tempo, si
trova di fronte ad un dilemma
morale e politico ben più lacerante: firmare o no la legge che
renderebbe l’eutanasia legale
in California? Ha poco più di
una settimana per decidere.
Per ora è rimasto in silenzio.
Il Senato della California ha
approvato venerdì la legge sul
suicidio assistito, con 23 voti
favorevoli e 14 contrari, dopo
che la Camera aveva fatto altrettanto (44 contro 35). Le
norme approvate in California
prevedono che le richieste possano arrivare solo da chi ha
un’aspettativa di vita inferiore
ai sei mesi e che tra dieci anni
la legge «scada» e debba essere
riapprovata.
La parola d’ordine della campagna pro eutanasia è stata
● Solo quattro
Stati americani
— Oregon,
Washington,
Montana e
Vermont —
consentono al
momento ai
medici di
prescrivere
farmaci che
consentono la
morte assistita.
L’Oregon è
stato il primo
ad approvare
una legge
sull’eutanasia
nel 1997. Da
allora i
sostenitori
hanno cercato
di presentare
proposte
di legge,
incontrando
forte
opposizione da
parte di gruppi
religiosi, alcune
associazioni di
medici e politici
bipartisan
«dignità», e il volto simbolo
quello di Brittany Maynard, la
ventinovenne californiana malata di un cancro incurabile al
cervello che lo scorso novembre si è trasferita in Oregon —
uno dei quattro Stati americani
dov’è legale insieme a Washin-
Simbolo
Debbie Ziegler
stringe il
ritratto della
figlia, Brittany
Maynard,
29enne
californiana
che si è
trasferita in
Oregon per
ottenere il
suicidio
assistito a
novembre (Ap)
gton, Montana e Vermont —
per poter fare la sua scelta. I genitori, con il ritratto della figlia
tra le braccia, hanno seguito
passo dopo passo la campagna.
«Questo è un movimento iniziato da Brittany», hanno spiegato in lacrime. La Chiesa cattolica si è fortemente opposta.
L’arcivescovo di Los Angeles José Gomez ha argomentato che
per i poveri «il suicidio assistito diventerà non una scelta ma
l’unica opzione». I contrari sostengono che di fronte a spese
astronomiche senza copertura
sanitaria le stesse famiglie dei
malati terminali li spingeranno
a scegliere «la pillola letale».
Il cattolico Jerry Brown resta
in silenzio, come un tempo di
fronte alle sfumature di quella
«foglia verde». La fede lo ha
portato a sposarsi in chiesa, a
lavorare con Madre Teresa di
Calcutta, a visitare più volte il
Vaticano, a opporsi alla pena di
morte. Non in tutto però è in linea con la Chiesa: è favorevole
all’aborto come pure alle nozze
gay. Il dilemma sull’eutanasia
si risolverà firmando la legge o
mettendo il suo veto. Se non fa
nulla, entrerà in vigore a gennaio. Se la blocca, i sostenitori
annunciano un referendum.
Il campo del «sì» è certo che
alla fine il governatore firmerà,
perché la maggioranza dei californiani è a favore della morte
assistita (il 76% secondo un
sondaggio dell’università di
Berkeley). Anche molti medici
hanno cambiato opinione, passando da un’opposizione decennale a una prospettiva più
neutrale: ora dicono che è una
scelta personale del paziente. Il
caso di Brittany ha dato impeto
a iniziative pro eutanasia in sedici Stati — per ora senza successo. Una vittoria in California
avrebbe un peso nazionale.
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Russia
Voto amministrativo
Ma le opposizioni
sono state tenute fuori
.
Russia al voto oggi per le amministrative, primo
importante test elettorale affrontato da Putin a
un anno e mezzo dall’annessione della Crimea e
nel pieno di una crisi economica che si
preannuncia ancora lunga. Ma per il leader del
Cremlino, che ha ricevuto l’amico Silvio
Berlusconi in Crimea per qualche giorno di
vacanza, è una vittoria annunciata.
L’opposizione extraparlamentare, l’unica a
contestare il potere, è stata infatti esclusa dal
voto in tre delle quattro regioni dove si era
presentata ed è stata ammessa in una quarta ma
tra ostacoli di varia natura, non ultimo la facile
accusa in questi tempi di essere al «servizio» di
Washington o di Kiev. Sono chiamati alle urne
59 milioni di elettori, poco più della metà degli
aventi diritto, in 83 delle 85 entità territoriali del
Paese (non si va alle urne solo in Ossezia del
Nord e in Kabardino-Balkaria), per eleggere 21
governatori, i parlamenti di 11 regioni e di 25
città, oltre a 1.300 capi di piccole
amministrazioni cittadine. In tutto sono in
palio 92 mila «poltrone». I seggi, 57.622,
apriranno alle 8.00 e chiuderanno alle 20.00
locali. Si tratta anche di una prova generale in
vista delle elezioni legislative del prossimo
anno, anticipate da dicembre a settembre con
nuovi collegi elettorali — secondo alcuni
analisti — per rendere più difficile la campagna
dell’opposizione.
Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera
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Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015
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Cronache
La storia
di Giuliana Ubbiali
Yara, l’ultima pagina del diario
«Così immagino il mio futuro»
Il compito annotato il giorno prima del delitto. I cuoricini e gli inviti alle amiche
1
3
2
4
Compito di inglese
sulla pagina del diario di scuola
del 25 novembre 2010: «Trovo
almeno otto cose che cambieranno la nostra vita nel corso
del tempo». L’annotazione di
Yara Gambirasio sotto «ripasso
di storia» e «ricopia frasi di
grammatica» segna il giorno
prima del suo omicidio. Il 26
novembre la tredicenne di
Brembate Sopra aveva l’interrogazione di musica, la ricerca di
arte su Leonardo da Vinci con la
raccomandazione a se stessa
«ps. occhio che potrebbe int. o
fare verifica» e per geografia
«studio bene».
L’agenda di scuola è stata
analizzata dai carabinieri del
Ros e del Racis (con un’esperta
psicologa) nel dicembre 2010.
Yara era sparita, ancora non si
sapeva che già giaceva senza vita nel campo di Chignolo d’Isola
dove verrà ritrovata tre mesi dopo la scomparsa. Il diario poteva
essere uno spunto: nomi, compleanno del papà di un’amica,
cuoricini e fiori che riempivano
la pagina del 18 ottobre e compiti che richiedevano riflessioni
sono stati oggetto di indagine.
Intercettazioni, tabulati, persone sentite come informate dei
fatti non hanno fatto emergere
nessuna ombra nella vita della
bambina. È agli atti, insieme ad
alcune pagine del diario. Ma
ora, gli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini che difendono Massimo Bossetti,
l’unico imputato dell’omicidio
della tredicenne, hanno chiesto
di leggerlo tutto per cercare
spunti che, secondo loro, sarebbero sfuggiti agli investigatori.
E la Corte d’Assise ha disposto
che i genitori di Yara (era stato
restituito alla famiglia) lo portino in procura, dove le parti hanno una settimana di tempo per
consultarlo prima che torni di
nuovo nello scrigno dei ricordi
BERGAMO
La vicenda
● Yara
Gambirasio è
scomparsa il
26 novembre
del 2010. Lo
stesso giorno è
stata uccisa e il
suo corpo è
stato ritrovato
il 26 febbraio
2011 a
Chignolo
d’Isola, a nove
chilometri da
Brembate
Sopra, dove
abitava. Aveva
13 anni.
Pubblichiamo
qui pagine del
suo diario
scolastico di
quell’anno
● Il 16 giugno
2014 viene
arrestato
Massimo
Giuseppe
Bossetti,
muratore
incensurato, 44
anni. A lui gli
inquirenti sono
arrivati
sovrapponendo il suo Dna
con quello sugli
indumenti di
Yara
di mamma e papà.
L’agenda di scuola della ginnasta è lo specchio della normalità dei 13 anni più da bambina che da piccola donna. Tra
numerosi «Tvb Yogon», il suo
nomignolo, sulle pagine di settembre ancora libere dai compiti c’è spazio solo per i «4ever»
delle coetanee che le giurano
eterna amicizia. Il massimo
della malizia è l’invito a casa per
un gelato. All’amica piace al
cioccolato e Yara sceglie i suoi
gusti preferiti tra 12 barrando le
caselline disegnate a mano seguendo i quadretti della pagina: yogurt, puffo e limone.
Poi, gli spazi concessi ai momenti più leggeri dei primi
giorni di scuola cedono il posto
ai capitoli di storia e di geografia da studiare, o agli esercizi di
tedesco e grammatica. Yara li
scrive spesso in prima persona,
come a volersi raccomandare di
non dimenticarsi nulla: «Faccio
prima mate, preparo la cartella,
vado in biblioteca, poi tedesco.
Non devo vedere la tv». Nella
Terza C della scuola media paritaria «Maria Regina» di via Broseta, a Bergamo, si chiedevano
anche momenti di riflessione.
Come per lunedì 27 settembre:
«Religione: in 2 minuti sto con
gli occhi chiusi e silenziosamente sento che cosa sento
fuori e dentro di me». E per il 2
dicembre: «Faccio la mia vita
sulla linea del tempo». Yara
non c’era già più. Le annotazioni si fermano al 5 dicembre. Poi
le pagine sono bianche. Il vuoto. Quelle precedenti restano
5
Il monito contro la corruzione
Il Papa: facciamo crescere l’economia onesta
In un momento in cui «l’aria della corruzione
arriva dappertutto», bisogna «far crescere
l’economia dell’onestà». Lo ha detto ieri papa
Francesco ricevendo un gruppo di dipendenti
delle banche cooperative. Il pontefice ha
esaltato il modello cooperativo, dove «non
comanda il capitale sugli uomini, ma gli uomini
sul capitale», e ha richiamato a un uso «solidale
e sociale» del denaro, che incentivi il lavoro e
nuove forme di welfare. Francesco ha invitato a
preoccuparsi del «rapporto tra l’economia e la
giustizia sociale, mantenendo al centro la
dignità e il valore delle persone» e «non il dio
denaro» e «far nascere imprese che diano
occupazione, ci sono tanti senza lavoro» e per
«sostenere le famiglie, sperimentare il microcredito e altri modi di umanizzare l’economia».
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piene di vita.
In fondo c’era sempre un po’
di spazio per annotare i compleanni. Quelli di Sarina,
Chiary, Roby accompagnati da
due cuoricini. Accanto le citazioni già stampate, come «La
vita è un colpo di scena in un teatro pieno di sorprese. (P. Ingrosso)». Il 7 novembre è uno
di questi giorni speciali. È domenica, così «comp. mamma»
si può scrivere in alto e in grande con sotto due faccine che
sorridono. Quel che resta di libero è tutto per lo sport. «Gara
serie D A.B.S.» in maiuscolo occupa tutta la pagina domenica
28 novembre. Yara non avrebbe
gareggiato, ma si era offerta come aiutante. È la competizione
per cui aveva portato lo stereo
in palestra, due sere prima. La
sera dell’omicidio. «Tremenda» è stampato sulla copertina,
sottotitolo «voglia di vivere».
Yara aveva riempito gli spazi dei
dati personali scrivendo nome
e cognome corredati di riccioli.
Accanto la pagina con stampata
«Positività», di don Antonio
Mazzi: «Ci sono due modi di vedere il domani, c’è chi lo vede
come un giorno chiuso tra due
notti e chi invece preferisce vedere nel domani una notte confinata tra due giorni».
Gli appunti
1 Il 27 settembre, Yara
segna religione,
storia e fotocopie da fare
2 Il 25
novembre
2010 è il giorno
prima di sparire
ed essere
uccisa. Yara
segna sul
diario il
compito
d’inglese sulle
otto cose che
cambieranno
la vita
3 La verifica
di geografia in
testa agli
appuntamenti
del 19 ottobre
4 Il 28
novembre è
segnata la gara
che non farà
mai
5 Il 7
novembre, il
compleanno
della mamma
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LETTERE & INTERVENTI
ISLAM E ISIS
Le scelte dell’Occidente
sanguinario come Assad,
militare. In queste morti l’Isis
l’Occidente e l’Onu hanno
troverà nuovo vigore, il
risposto prima col silenzio, poi pretesto per giustificare un
con un sostegno ai ribelli dove
odio dell’Occidente verso
ha trovato terreno fertile l’Isis.
l’Islam. La decisione scaverà
Ora pensiamo di ribaltare le
un divario ancora più profondo
alleanze, incoronando lo stesso con l’Occidente e convincerà
Assad. Come se il popolo
altri giovani ad arruolarsi alla
musulmano si dividesse solo
guerra santa, per difendere il
tra corrotti e integralisti, ci
loro popolo oppresso. Proprio lì
dimentichiamo che in mezzo
lì dove non siamo riusciti a
esiste la popolazione civile,
ergere dei ponti con l’Islam
.
destinata a pagare con la vita
moderato. Ho avuto la fortuna
il prezzo di un intervento
di visitare la Siria, quando era
un Paese sulla strada della
modernità, di conoscere medici
e professionisti con la
speranza di un futuro che è
stato annientato dalla guerra.
Oggi penso a loro, perché sono
loro la prime vere vittime
dell’Isis, l’Islam moderato che
✒
Sembra che non impariamo
niente dai nostri errori. Sedevo
sui banchi dell’università
quando l’Italia ha deciso di
seguire gli Stati Uniti nella
missione in Afghanistan,
reazione a un 11 settembre che
ancora scuote le nostre anime.
E poi la guerra in Iraq, quella
volontà di esportare la
democrazia, come l’aveva
descritta Bush jr, che invece ha
riportato Babilonia a una terra
flagellata dai conflitti tribali.
Il conflitto in Libia ci ha trovati
alleati della Francia e oggi
siamo ancora qui a vagliare
l’ipotesi di un bombardamento
come unica risposta a uno
scontro di civiltà, perché è
questo che l’Isis fomenta dietro
il terrorismo. Una guerra che
ha avuto inizio nel 2011
quando alla ribellione del
popolo siriano a un dittatore
l’Occidente continua a non
vedere e che, invece, dovrebbe
sostenere come alleato contro
un nemico comune, in quella
che non dovrebbe più essere
una guerra tra religioni.
Annalisa Corti
[email protected]
Le lettere vanno indirizzate al Corriere della Sera,
via Solferino 28, 20121 Milano. Fax: 02.6282.7579
E-mail: [email protected], oppure al sito www.corriere.it.
La rubrica di Sergio Romano riprenderà martedì 15
settembre.
18
Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera
CRONACHE
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L’italiano di 22 anni
inventore della «app»
che legge le immagini
● Il caso
Il progetto in Francia
«Tassare il web
per remunerare
chi scrive sui social»
di Elena Tebano
Alberto Rizzoli e l’«occhio artificiale» sul telefonino
«Già testato da 88 non vedenti, sono entusiasti»
DAL NOSTRO INVIATO
«Stai guardando un
cheeseburger su un piatto», dice la voce dal telefonino. La
donna resta senza parole, attonita, prima che l’emozione la
faccia esplodere in un incontenibile «Oh, mio Dio». Ha appena provato un’applicazione in
grado, se non proprio di ridarle
la vista, almeno di far lavorare la
sua sconfinata e allenatissima
immaginazione fornendogli
un’idea piuttosto precisa di ciò
che ha di fronte. «Aipoly», l’ultima evoluzione di quella che
viene definita la «visione artificiale», a novembre sarà disponibile in Applestore. Da ottobre
sarà possibile usare la versione
beta, quella di prova, iscrivend o s i g i à d a o r a a l s i to a i poly.com. Come funziona? Si fa
una foto e al massimo in una
ventina di secondi il cellulare
descrive l’immagine.
Semplice? Solo in apparenza.
Dopo il clic il programma trasmette via Internet la fotografia
a un server, che confronta con
altri milioni di immagini di tutti
i tipi relative a oltre 300 mila oggetti diversi e, quando trova
quella che le corrisponde, manda la risposta.
L’idea è venuta a due giovanissimi startupper, l’australiana
26enne Marita Cheng, premiata
come giovane dell’anno 2012
nel suo Paese, e il 22enne italiano Alberto Rizzoli. Figlio dell’ex
NEW YORK
pensato a come applicare le due
cose», aggiunge. Aipoly analizza, riconosce e descrive le figure
e la loro posizione, colori, ruolo
e azioni, ad esempio se una persona sta correndo o sorridendo.
In pochi secondi, chi non vede
può, ad esempio, sapere quello
che stanno indossando i suoi figli, riconoscere cartelli stradali,
oggetti fuori portata, il prezzo
di un vestito. Tutto senza l’assistenza di altre persone».
Steve Mahan, che presiede il
centro per non vedenti di Santa
Clara (California), il primo a testare le auto di Google che si
guidano da sole, di Aipoly apprezza «l’aiuto che dà a costrui-
S
re un’immagine mentale, perché solo alcuni ciechi sono capaci di formulare tali immagini». Per migliorare le
prestazioni dell’applicazione è
necessario aggiungere sempre
più immagini al database, cosa
demandata a un gruppo di programmatori. «Abbiamo fatto
provare l’applicazione a 88 non
vedenti e ne sono stati entusiasti. Ci sono 285 milioni di persone nel mondo come loro ed
entro il 2020 uno su tre utilizzerà uno smartphone», considera
Rizzoli, l’imprenditore.
Giuseppe Guastella
[email protected]
285
Come funziona Sopra, l’ideatore della app Alberto
Rizzoli in una dimostrazione pratica di cosa succede
con «Aipoly». In sovrimpressione, c’è la descrizione
letta da una voce artificiale: «Stai guardando un
uomo con camicia grigia botton down che regge un
bicchiere di succo d’arancia e sorride»
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Sociologo
Antonio
Casilli
insegna al
Paris Institute
of Technology (Foto
Didier Goupy)
Il meccanismo
Ogni figura viene
definita grazie
al confronto via web
con altri milioni di scatti
editore del Corriere della Sera
Angelo, morto nel 2013, e di Melania De Nichilo Rizzoli, ex deputato di Forza Italia, ora responsabile sanità del partito,
Alberto si è laureato in gestione
aziendale a Londra prima di approdare a Mountain View (California) grazie a un finanziamento da 30 mila euro dato da
Google per sviluppare Aipoly
nella Singularity University. È
un istituto sponsorizzato dal gigante di Internet che seleziona
giovani imprenditori da tutto il
mondo con l’obiettivo ambizioso di assisterli in progetti che
potrebbero migliorare la vita di
un miliardo di persone entro
dieci anni. Singularity è stata
fondata nel 2008 da Raymond
Kurzweil, 67 anni, pioniere nel
riconoscimento ottico dei caratteri e nelle tecnologie per ipovedenti.
Come è nato Aipoly? «Eravamo a Google e un ingegnere ci
parlava dei problemi legati alla
capacità di vedere di auto e robot e dei problemi che hanno
nel riconoscere il mondo fisico», racconta Rizzoli. Uno dei limiti di queste macchine, infatti,
è che di fronte a un bambino e a
un cono stradale che non possono evitare, non sanno ancora
distinguere quale dei due è meglio investire. «Poi abbiamo assistito alla dimostrazione di un
sistema in grado di fare una
narrazione semantica, cioè di
contestualizzare autonomamente frasi e parole. Abbiamo
Milioni
Sono le
persone non
vedenti nel
mondo.
Le previsioni
dicono che
entro il 2020
uno su tre
utilizzerà uno
smartphone.
Si apre dunque
il mercato delle
app pensate
per loro
iamo tutti
inconsapevoli
produttori digitali e
per questo il nostro lavoro
andrebbe remunerato
attraverso un reddito di
cittadinanza finanziato dai
giganti del web. È la tesi,
della quale si discute molto
in Francia, lanciata del
sociologo italiano Antonio
Casilli, professore al Paris
Institute of Technology e
ricercatore all’Ecole des
Hautes Etudes en Sciences
Sociales. Al centro del suo
ultimo libro (Qu’est-ce que
le Digital Labor uscito a
fine agosto per Ina) c’è il
concetto di«digital labor»,
lavoro digitale: «Con
l’avvento del web sociale, a
metà degli Anni 2000,
l’utente non è più un
semplice consumatore, ma
produce contenuti: anche
solo ripostare, taggare,
citare sono azioni che
aggiungono valore a quanto
circola su Internet— spiega
Casilli —. Nell’ultimo
lustro, inoltre, sono arrivati
i big data: sono i dati
personali dell’utente a
creare valore per le aziende.
Il fatto stesso di essere
online, anche senza fare
niente, si trasforma in
momento produttivo». I
dati così ricavati sono
infatti ormai uno dei tesori
del web. «Mentre le
comunità di navigatori
sono spinte dall’idea della
cooperazione come dono
reciproco, i giganti di
Internet guadagnano con la
cosiddetta value capture:
.
Google, Facebook, Uber e
Airbnb di fatto creano
molto poco valore ma ne
“catturano” tantissimo»,
nota il sociologo italiano. È
un nuovo modello
economico che mette in
crisi anche il rapporto
tradizionale tra aziende del
web e Stati nazionali. «Il
rapporto sulla fiscalità del
digitale commissionato dal
Ministero dell’economia
francese rileva che è
difficile tassare i colossi di
Internet perché il fatto che
guadagnino dai dati dei
loro utenti ci impedisce di
sapere dove producono
profitti. Quindi proponeva
di tassarle in base al
numero e all’attività degli
utenti presenti nei singoli
Paesi. Io vado un passo
ancora oltre e propongo di
usare quelle tasse per
finanziare un reddito
universale di cittadinanza».
E quindi restituire agli
inconsapevoli produttori
digitali parte dei proventi
del loro lavoro nascosto.Ma
perché un reddito
universale e non solo per i
navigatori? «In Italia solo il
62% della popolazione è
connessa a internet, in
Francia l’83% — dice Casilli
—: lo scarto tra utilizzatori
di internet e popolazione
generale si va riducendo».
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Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015
CRONACHE
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La famiglia
darà il ricavato
per riqualificare
un quartiere
milanese
Mike va all’asta
Facciamo un quiz. Chi è il
personaggio che in un’intervista al «Corriere della Sera» raccontò il seguente episodio:
«Un giorno in redazione avevano tutti i musi lunghi. Sono entrato e ho detto “Allegria!”. Avevano appena smesso di litigare
ma nonostante questo scoppiarono tutti a ridere. Capii che
quella battuta avrebbe funzionato». È lui, ovviamente: Mike
Bongiorno, l’uomo che inventò
la televisione italiana, mister
25 milioni di telespettatori,
icona e storia del nostro piccolo schermo.
Nei suoi 85 anni ha fatto così
tanto che la sua vita avrebbe
potuto contenerne diverse altre. E se per caso tutto questo
non fosse abbastanza chiaro
basterebbe dare un’occhiata —
il 16-17 e 18 ottobre — alla preview dell’asta organizzata in
suo nome. Poltrone, quadri, tavoli, argenti, fotografie, orologi, occhiali, caricature, cravatte, giacconi, sciarpe, coppe... di
tutto di più: 426 pezzi appartenuti a lui, usati da lui, regalati a
lui o con lui come soggetto. Da
vendere al miglior offerente in
un’asta, appunto, che si terrà
martedì 20 ottobre nella famosa casa d’Aste milanese «Il Ponte», che il fondatore Stefano
Redaelli volle a Palazzo Crivelli,
nel cuore di Brera.
«Abbiamo pensato di mettere all’asta pezzi della sua vita e
di condividere la sua quotidianità con chi gli ha voluto bene»
si emoziona sua moglie Daniela, raccontando dell’iniziativa.
Il ricavato? La Fondazione Mike
Bongiorno vorrebbe riqualificare gli spazi comuni di un
quartiere periferico di Milano e
creare una piazza che diventi
«luogo di incontro piacevole e
sicuro» per tutti. E ancora:
«Venderemo parte degli arredi
della casa di famiglia di Milano, fra cui il suo studio che verrà ricostruito nelle sale di Palazzo Crivelli per la preview».
Saranno esposti anche i moltissimi premi ricevuti da Mike
nel corso della sua lunga carriera, compresi i 25 Telegatti,
non in vendita perché il loro
posto, spera la famiglia, sarebbe in un eventuale museo della
televisione.
Se fosse dalla parte del pubblico proverebbe ad aggiudicarsi un oggetto anche la signora Bongiorno: «Sicuramente il BatMike — spiega lei stessa — un bombolotto con il
volto di Mike e le sembianze di
Batman, conteso anche dai
miei nipotini». Qualcuno vorrà
la giacca da smoking color
panna, altri lotteranno per le
giacche a vento del Mike versione scalatore. Ci sarà da battersi perfino per il presepe di
quand’era bambino, per una
coperta in camoscio e pelo di
pecora e per la carrozzina con
la quale portò a spasso i suoi figli neonati. E poi cappelli, tshirt, un bastone. Ogni oggetto
un ricordo. Il più dolce? La poesia che gli dedicò Alda Merini.
Giusi Fasano
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I memorabilia
Ecco alcuni dei
426 oggetti che
la Casa d’Aste
Il Ponte batterà
il 20 ottobre
1 Giacca
da smoking
bianca:
80/100 2 Mezzo
busto di Mike:
200/250 3 Foto in
cornice con
Silvio
Berlusconi:
80/100 4 Occhiali
da vista con
custodia
personalizzata:
50/60 5 Giacca
a vento
indossata sul
Cervino per
preparare la
spedizione al
Polo Nord:
100/120 Dagli smoking al mezzobusto
Tutta la sua vita in 426 oggetti
● Fabio Fazio
«Che onore
fare il battitore
per le sue cose»
1
2
4
5
3
«C
erto che so
dell’asta. Spero
che vengano in
tanti, che si divertano e che
si venda tutto perché va
tutto in beneficienza».
Fabio Fazio risponde da
ben informato. Anche
perché il 20 ottobre non
sarà solo spettatore o
eventuale acquirente
dell’«Asta Mike». «Farò il
battitore», annuncia.
E rivela che di quei 426
oggetti da vendere «molti li
conosco bene perché ho
abitato per anni proprio
sotto casa di Mike, a Milano.
Ero un suo affittuario e mi
capitava di andare a casa
sua, quindi alcuni di quegli
oggetti li ricordo
benissimo. Uno in
particolare che è fra i
memorabilia. Ma non
voglio svelare qual è. Dico
solo che appartiene alla
parte pop».
Fabio e Mike erano amici
prima che vicini di casa.
«Nei miei confronti era
molto paterno, affettuoso. Il
In Rai
Fabio Fazio
riporterà
in tv il quiz
«Rischiatutto»
.
suo ricordo è sempre molto
vivo per me e credo che lo
sia per tutti». Lo è di sicuro
per chi si presenta ai
provini del prossimo
«Rischiatutto», programma
a quiz che Mike condusse
nei primi anni Settanta e
che la Rai rilancerà in
primavera proprio con
Fabio Fazio. Che è convinto:
«Rimane il quiz più bello di
tutti i tempi. Fra chi viene a
fare i provini non c’è
persona che non parli di
Mike». Il rischio di un
confronto fra l’edizione che
fu e quella che sarà
«semplicemente non
esiste», taglia corto Fazio.
«Non può esserci confronto
fra lui e me. Lui era il
numero uno..». Pausa. La
memoria pesca un ricordo:
«Quando vivevo nel suo
stesso palazzo avevamo un
sistema video a circuito
chiuso che trasmetteva su
un canale tivù le immagini
riprese dalla telecamera sul
citofono. Una volta mi
fermai davanti allo schermo
per caso e lo vidi entrare nel
portone. Era in televisione
anche senza esserlo...».
G.Fas.
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Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera
CRONACHE
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#
I contenuti
Dalla parte dei robot
Via la voce ai cori
La mappa del sapere
E tu di che segno sei?
«La tecnologia porta speranza».
Lo dice lo studioso Serge Tisseron,
nell’intervista sul supplemento
Azzerati i fondi. Così tre milioni di
coristi in Italia rischiano di non poter
più cantare né partecipare a festival
Nonostante la tecnologia, il motore
della crescita professionale resta la
scuola. La visualizzazione dati
La punteggiatura è il nuovo zodiaco,
l’interpunzione parla di noi e delle
emozioni. Lo dicono i linguisti
L’iniziativa In edicola oggi (e per tutta la settimana) il nuovo numero della «Lettura»
Continua il «gioco social» su Facebook, Twitter e Instagram: centinaia di scatti e racconti dei lettori
1 Colori
ancora vivi,
un bel sole
autunnale,
espressioni a
metà tra l’ansia
e la curiosità:
ecco come
@scuro65 ha
condiviso su
Twitter i suoi
ricordi di scuola
nell’hashtag
#lamiascuola
2 «Per noi
bambini poveri
del Polesine
la scuola
era l’unica
salvezza»: con
queste parole
@ernestinanacca1 ha
accompagnato
lo scatto
in classe:
era il 1967
3 @dr40653
ci ricorda che
«quelli alti
stavano
sempre
all’ultimo
banco», senza
pensare a chi,
magari, non ci
vedeva bene
4 «Leggere
e imparare con
i bambini»: per
@Provincianna
è questa
#lamiascuola
5 Una
lavagna e un
pallottoliere
per i ricordi di
@laurabenedetto
6 Dettato,
piccole
operazioni,
esercizi
di scrittura
e di aritmetica:
il quaderno
di prima
elementare di
@Volpecarolina07
7 La scuola
continua,
ci confida
@mrcgst: libri,
pesi per tenersi
in forma e,
ovviamente,
un numero
de «la Lettura»
8 E infine:
«#lamiascuola
a sei anni dal
terremoto, sta
ancora così
#laquila»: così
@sterug67
ci ricorda che
i ricordi non
bastano e
che la realtà
deve farci
riflettere sui
punti critici del
nostro sistema
scolastico
1
2
Immagini (e memorie)
#LAMIASCUOLA
LE VOSTRE FOTO
3
5
7
D
a una parte il ricordo, magari in
bianco e nero o virato a seppia, il
fiocco color avorio e quell’odore di
pastelli; dall’altra, la realtà: mancanza di insegnanti, aule maltenute.
#Lamiascuola, il tema che abbiamo scelto
per salutare il nuovo numero de «la Lettura»
in edicola da oggi (che, fra i tanti argomenti
distribuiti in 48 pagine, dedica un articolo e
una visualizzazione dati al valore dell’istruzione nella crescita professionale), ha tratteggiato due istantanee diverse dell’immaginario scolastico. C’è la memoria, tenera, che
conserva la paura dell’interrogazione e della
curiosità. E, insieme, c’è la denuncia di un sistema che ha ancora molti punti critici.
Su Twitter, Facebook e Instagram sono arrivate centinaia di immagini e di post. C’è il
viso serio di @adocamil, colto nell’ansia del
primo giorno davanti alla maestra. Chissà,
presto questa emozione potrà essere decifrata e magari imitata da un robot, come ci fa
capire Serge Tisseron, specialista delle interazioni uomo-macchina, intervistato su «la
Lettura» da Stefano Montefiori. Su Twitter è
arrivata la vecchia foto di @dr40653, dove
tre scolari si dispongono in ordine d’altezza,
evocando in ciascuno di noi l’incubo della
crescita, dei centimetri che pesavano come
macigni nella «lotta di classe in classe».
Avanti, quanto sei alto? E quanto pesi?, ci si
chiedeva con un refolo di crudeltà.
Ma il baudelairiano «cuore messo a nudo», la sincerità a tutti i costi proclamata
dalla gigantesca opera narrativa del norvegese Karl Ove Knausgård basta? Se lo chiede
Adam Thirlwell, giovane scrittore londinese
del quale Guanda ha appena tradotto il romanzo Tenero&Violento, autore di una lun.
ga riflessione sul nostro tempo, ospitata
dal
supplemento culturale del «Corriere della
Sera». Qualche volta, per scoprire dove sta la
verità, verrebbe da affidarsi a un pallottoliere, come fa @laurabenedetto, che ci ha mandato una foto (seppiata) dei lontani giorni di
scuola, davanti a delle palline per far di conto. Una casualità misteriosa che pare animare le opere dell’artista Alessandro Kokocinski, del quale «la Lettura» propone un’analisi in occasione di una mostra a Roma.
Ma nelle foto dei lettori catturate dall’hashtag #lamiascuola c’è anche il quaderno di @Volpecarolina07: prima elementare,
anno 1967, il dettato «Il sole si leva, la barca
va sul mare». Fiorellini, numeri e parole vergate con la grafia incerta. Come ci spiega
Giuseppe Antonelli in un lungo articolo sulla grammatica, è l’interpunzione che ci contraddistingue. I famigerati puntini-puntini,
gli introvabili (e raffinati) punto-e-virgola.
Ma forse il dono della sintesi si acquisisce,
perché @albertariccardi racchiude un mondo in poche parole: «Arrossire per emozioni
potenti e sconosciute». Proprio come quelle
che può dare la danza. Alla Scala arriva La
Bella Addormentata nel bosco nella coreografia di Marius Petipa e ci si chiede: siamo
pronti a sprofondare in un sonno puro e profondo? A lasciarci andare alle emozioni che
la giovinezza a scuola ci regala e poi ci imprime nel ricordo?
Per la maggior parte dei nostri lettori è
stato così e oggi ci regalano foto toccanti. Ma
spicca, piena d’ombra, l’immagine di una
scuola aquilana, ancora rivestita di impalcature e sostegni post-terremoto, inviata da
@sterug67 e, sì, #lamiascuola è anche una
serie di problemi da risolvere. Continuate a
mandarci spunti, anche oggi, sui social
network. E, come sempre, #vivalaLettura.
Roberta Scorranese
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6
8
Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015
CRONACHE
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Il sì alla cattedra
da 8.532 precari
Ecco dove andranno
Scuola, sono il 97%. In totale rifiutano in 244
#
I numeri
XX
Chi ha accettato
Le assunzioni proposte
Piemonte 792
Chi ha rinunciato (comprende i no espliciti
e le mancate risposte)
Lombardia 2.650
757
99
2.586
i docenti che hanno
accettato l’incarico
5
Friuli-Venezia Giulia
35
244
104
64
Liguria 434
8.532
421
quelli che hanno
rifiutato o non
hanno risposto
965
13
19
La maggior parte insegnerà in Lombardia (2.586).
Poi nelle scuole del Lazio
(1.516), del Veneto (965), dell’Emilia (792) e del Piemonte
(757). Tutte coperte le 18 cattedre del Molise, le 83 dell’Abruzzo e le 26 della Basilicata. Quattordici no a quelle lombarde, cui si aggiungono ben
50 mancate risposte. Ma alla fine, su 8.776 proposte di assunzione, in 8.532 hanno detto sì
alla Buona scuola. Nonostante
tutto. Che significa per la maggior parte dei prof che hanno
accettato il posto a tempo indeterminato in questa fase B del
piano straordinario di immissioni in ruolo previsto dalla
Buona scuola preparare le valigie e partire. Verso la Lombardia prima di tutto, che con le
sue 2.650 cattedre vuote guidava la classifica del fabbisogno
di prof. Ma anche verso il Lazio,
Roma soprattutto, e poi il Veneto e il Piemonte.
Il 97 per cento comunque ha
accettato. Due su tre si sposteranno di regione, anche centinaia di chilometri. Per molti
però il trasloco resterà per ora
sulla carta. Approfitteranno
della possibilità data dal comma 99 della legge 107 che permette un altro anno di supplenza vicino casa. «Intanto reROMA
La riforma
● La riforma
della Buona
scuola dà il via
libera ad un
piano straordinario di
assunzioni
per l’anno
scolastico
2015-2016
per coprire le
cattedre
vacanti e
creare il nuovo
organico
dell’autonomia
● Oltre
100.000
docenti saranno assunti
quest’anno
attingendo
dalle Graduatorie ad
esaurimento
e dalle
Graduatorie
di merito
(concorsi)
stiamo qui, poi magari qualcosa cambierà», dice la professoressa Luna Brunone,
neoassunta a Roma per il sostegno, ma per il 2015-2016 ancora
docente di lettere a Lamezia
Terme, mamma di due bambini. «Io a Roma spero proprio di
non andare mai — dice —,
confido in cambiamenti nei
prossimi mesi, intanto già in
aprile potrò fare domanda per
restare a Lamezia». E come lei
la pensa la maggior parte di
quelli che già ha dato l’ok per la
supplenza di quest’anno. Non
tutti ce l’hanno fatta: chi non
ha ottenuto la supplenza, partirà subito.
Ma in 244 hanno detto no alla Buona scuola. In 52 lo hanno
fatto in maniera esplicita rimandando la proposta di assunzione al mittente, il ministero dell’Istruzione. Gli altri
192 non hanno proprio risposto.
La ministra dell’Istruzione
Stefania Giannini comunque
esulta: «Siamo soddisfatti, il
piano straordinario di assunzioni va avanti: stiamo dando
alla scuola i docenti di cui ha
bisogno per garantire ai nostri
studenti un’offerta più ricca
che risponda ai loro bisogni
formativi e guardi al futuro». E
il sottosegretario Davide Farao-
792
Veneto 984
17
61
Emilia-Romagna
3
Marche 64
652
809
55
3
Umbria 58
34
Toscana 686
Molise 18
Il ministro
Giannini: «Siamo
soddisfatti, il piano
straordinario di
assunzioni va avanti»
18
Lazio 1.550
100
4
Campania 104
1.516
Sicilia 91
4
34
5
83
87
Abruzzo 83
55
Calabria 60
153
106
26
2
2
Sardegna 155
Basilicata 26
Puglia 108
d’Arco
I trasferimenti
Due su tre dovranno
cambiare regione:
per la maggior parte
la meta è la Lombardia
.
ne, che a chi protestava per gli
spostamenti troppo lontani diceva: «I precari assunti ora potranno farsi un mutuo», oggi
ribadisce: «Non c’è stato alcun
boicottaggio, gli insegnanti
hanno capito che il governo sta
dando loro un’opportunità,
adesso potranno finalmente
avere una stabilità economica e
professionale. E la scuola una
didattica di qualità». Ma i sindacati parlano invece di «pistola puntata alla tempia» e ricordano che chi non accettava l’assunzione, restava fuori dalla
scuola per sempre. In realtà, gli
esclusi potranno partecipare al
concorso straordinario del
prossimo anno: circa 80 mila i
posti in ballo.
Ma la scuola, che per quasi
tutti gli studenti d’Italia riparte
tra domani e martedì, continuerà ad avere migliaia di supplenti. Ci saranno docenti che
copriranno cattedre di qualcun
altro che ha preferito restare
supplente per un anno vicino
casa e insegnanti che andran-
no su cattedre vuote perché il
cervellone del Miur non ha trovato i docenti adatti cui assegnarle. Le graduatorie ad esaurimento, che il piano straordinario di immissioni doveva
vuotare, continuano ad essere
affollate.
I precari di seconda fascia,
quelli abilitati e specializzati,
ma che dovranno fare il concorso per ottenere l’assunzione, continueranno ad insegnare. Ma questo, lo ha detto più
volte la Giannini, per la Buona
scuola è solo un anno di transizione. Il 2016 tutto andrà al posto giusto.
Claudia Voltattorni
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Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera
CRONACHE
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#
L’inno rivisto degli svizzeri
la percentuale
di residenti in
Svizzera nati
fuori dei confini
nazionali. Il
dato fa della
Svizzera lo
Stato europeo
con il più alto
tasso di
immigrazione.
Un referendum
ha deciso di
limitare il
numero di
nuovi arrivi
29
mila
Nel Paese della democrazia
diretta, anche l’inno nazionale
viene scelto con un referendum
tra i cittadini. Nel medesimo
Paese, dove quasi un residente
su quattro è nato fuori dei confini della patria, dal nuovo testo
spariscono gli ottocenteschi riferimenti a Dio che bacia il sacro suolo per far spazio a parole
come solidarietà e pluralità. Da
ieri la Svizzera ha un nuovo inno
nazionale, scaturito fra tre candidati grazie a una votazione via
web; e il nuovo testo, anche se
difficilmente vincerà il Nobel
per la letteratura, dice molto su
come il Paese è cambiato e su
come si percepisce.
Il governo di Berna, circa un
mese fa, si era reso conto che
l’orgoglio nazionale non era
sufficientemente sollecitato
dalle parole e dalla musica del
brano composto nel 1841 dal
monaco cistercense Alberik
Zwyssig, l’equivalente elvetico
di Goffredo Mameli: pochissimi
cittadini lo conoscevano, ancor
meno quelli che erano in grado
di intonarlo. La ragione? Un testo ritenuto troppo datato e non
al passo con l’immagine della
nazione. È stato perciò indetto
un concorso nazionale per scrivere il nuovo inno che evidente-
mente ha toccato una corda
sensibile: nel giro di poche settimane sono piovute oltre 200
proposte. Precisazione: la richiesta riguardava la sola riscrittura del testo mentre la
musica resta quella composta
Nel 2015
Rosso e bianco
in unità, la bandiera
svizzera simbolo
di libertà
e pace...
Forti e solidali siamo,
per la libertà lottiamo.
Sia la nostra società
luogo di pluralità
La folla dell’Expo
Record di visitatori
Superati i 200 mila
Giornata record per Expo, dove ieri i visitatori hanno superato la quota
200.919 di sabato scorso. A causa delle lunghe code, molti padiglioni hanno dovuto chiudere temporaneamente gli accessi. Poco dopo l’apertura, il
Giappone segnava già 5 ore di attesa (Fotogramma).
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leggi le storie degli Urbanatures e raccontaci la tua su Lumberjack.it
i richiedenti
asilo che la
Svizzera
prevede di
ospitare nel
corso del 2015.
Un dato molto
alto soprattutto
in relazione alla
popolazione
residente che
supera di poco
gli otto milioni
di abitanti
❞❞
Nel 1841
Quando l’alpe già
rosseggia
a pregare allor t’atteggia;
in favor del patrio suol...
Nella notte silenziosa
l’alma mia in Te riposa:
libertà, concordia, amor,
all’Elvezia
serba ognor.
dall’abate Zwyssig.
La rosa si è ridotta a tre proposte, il referendum via internet ieri ha decretato vincitrice
quella firmata dallo zurighese
Werner Widmer. «Sia la nostra
società luogo di pluralità» proclama la canzone, laddove fino
a ieri riecheggiava «l’Alpe che
rosseggia che a pregar t’atteggia..». Del resto la Svizzera è o
non è il Paese con il più alto tasso europeo d’immigrati
(22,7%)? È o non è la nazione
che fin dalla sua origine ha riunito sotto la stessa legge genti
di lingua e religioni diverse nel
cuore dell’Europa che si scannava in nome di Dio? Il melting
pot elvetico è in piena evoluzione: se nell’immediato dopoguerra la spinta arrivò da italiani, portoghesi e greci, adesso i
nuovi cittadini approdano dalla
Turchia, dal disgregarsi dell’ex
Jugoslavia, dall’Africa. E il cambiamento non è finito: nel corso del 2015 il governo prevede
di dare ospitalità a 29mila richiedenti asilo politico,
un’enormità in un Paese di 8
milioni di abitanti (l’Europa,
che di residenti ne ha 240 milioni, è in lite per dividersene
160mila).
Insomma, ci sarà bisogno di
note e di versi in grado di spronare la coesione e l’unità nazionale visto che il nuovo inno non
sembra nascere sotto la stella
più fortunata: ieri pomeriggio,
nel centro di Berna, la polizia
ha dovuto sedare disordini
scoppiati tra attivisti curdi e rivali turchi. Tutti regolarmente
residenti in Svizzera.
Claudio Del Frate
Giacomo Salizzoni/Urban farmer, fondatore di Orti Dipinti/ortidipinti.it
22,7
Il vecchio canto nazionale
cambiato con un referendum
Il testo dimentica Dio e le Alpi
ed esalta la pluralità
.
Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015
23
.
#
Moda
In coda Biglietti online per oltre mille persone
Ospiti Julia Roberts arriva alla sfilata
Cadute Candice Swanepoel. Non sarà la sola
Scarpe A tradire le modelle, le stringhe slacciate
In mille alla sfilata show
E Givenchy (a sorpresa)
diventa romantico
New York, i dieci anni di Tisci alla guida del marchio
DALLA NOSTRA INVIATA
Polo Ralph
Lauren
L’abito scivolato
Gant
Short con
l’abito aperto
Custo Barcelona
Attitudine
sportiva
Lacoste
Tutto coordinato,
omaggio a Rio
N E W YO R K «Caro Riccardo,
quando mi hai chiesto di lavorare con te a questo show mi
sono sentita onorata, ma ho
sentito anche una grande responsabilità... con amore Marina». E poi l’11 settembre, le parole libertà, onestà, discriminazione, cultura, religione e
speranza: la lettera dell’Abramovic, l’artista, a Tisci, lo stilista, è appoggiata su tutti i 1.000
posti a sedere, che sono casse
di legno riciclato, alla sfilata
newyorchese di Givenchy.
Il tramonto, il mare, le barche, i grattacieli, il fascio di luce di Ground Zero. E poi il canto di un monaco buddista, litanie ortodosse, l’Ave Maria. Le
baracche
di lamiera. Una ragazb
za sotto l’acqua, due amanti
che si baciano, un sacerdote
che tiene in mano due alberi,
un giovane che si arrampica su
di una scala. E poi, certo, gli
abiti: uomo, donna e alta moda, in un susseguirsi di riferimenti, suggestioni e ossessioni
che raccontano i dieci anni di
percorso creativo dello stilista
italiano che però mai come
questa volta è stato tanto romantico e dolce. Lui, di solito,
dark e quasi rabbioso. D’altronde è l’amore quello che l’inedito duo (Abramovic-Tisci) ha
voluto
rappresentare. E anche
v
se non ci sono impennate stilistiche e tutto è riconoscibilmente lui (dalla silhouette sottile alle lavorazioni ai bianchi e
neri) la leggerezza porta freschezza.
Un gong al tramonto dà il
via.
v La religione come filo conduttore lascia l’altro segno forte: gli svolazzanti cappotti
sciallati di seta che indossano
gli ebrei nei giorni di sabba,
certe piccole cappe ricordo di
liturgie antiche, i drappeggi
delle vesti dei monaci, nastri e
fettucce alla maniera buddista.
Non senza un effetto finale a
sorpresa, quasi lingerie con
sottovesti di pizzo che sono un
nulla o giacche scivolate come
vestaglie,
pantaloni di raso vav
gamente pigiama, top intimi,
tute di seta e chantilly che degradano in canotte a coste.
Il quadro «haute couture»
sono dieci esclusivi pezzi da
mille e una notte fatti di tulle
spumeggiante, perle d’oro, scaglie di coccodrillo e maschere
di piume.
Tacchi vertiginosi e traditori
che mal si addicono al percorso che è fatto anche di sali-escendi di pedane di legno. Uomo più rigoroso: camicia bianca (anche di pizzo) e completo
nero, preciso, con divagazione
sul pantalone nella versione
bermuda. L’Ave Maria cantata
dal vivo con lo sfondo della
notte che cala sull’Hudson lascia meravigliati tutti: da chi ha
vinto il biglietto online (più di
mille persone) alle celeb: Pedro
Almodovar, Julia Roberts, Uma
Thurman, Laetitia Casta, Nicki
Minaj, Kim Kardashian e Kanye
West, Liv Tyler con papà Steven, Courtney Love, Christina
Ricci. Insomma un parterre da
notte degli Oscar.
L’attesa della sfilata di Givenchy monopolizza la giornata
che scorre però fraa decine di
appuntamenti su e giù lungo
l’Hudson ora che non
n c’è più un
quartiere generalee della fashion week. Custo Barcelona e
Giulietta sono al Pier
ier 59, per
esempio.
La nuova collezione
ne di Custo
è più energizzante del solito
vuoi per i colori (ma
ma quelli, si
nche per le
sa, sono il dna) ma anche
costruzioni (sartoriali
iali però
con piglio moderno),
o), i materiali (molti pizzi e lavorazioni tecnologicamente
amente
avanzate), l’attitudine
ne sportiva
(la sneaker con l’abitino
itino quasi
Couture
Il volto
coperto
da una
maschera
in merletto
per la
modella di
Givenchy
lingerie). Stessa sala per Giulietta, griffe dietro la quale c’è
Sofia Sizzi. Ispirazione, il tennis, che sa di chiaroveggenza
con Pennetta e Vinci protagoniste degli Us Open: «Per
un’ideale di donna atletica e
forte ma femminile», racconta
la stilista che poi disegna un
body armatura che è il pezzo
forte.
Sport protagonista nella città che vive di sport. Una passeggiata per Lacoste: Felipe
Oliveira Baptista va oltre e rende omaggio già alle Olimpiadi
di Rio. Le bandiere della cerimonia diventano spolverini e
parka, poi polo tecniche, gonnelle e tubini, short e top tutti
modulari e trasformabili (il
cappotto che diventa una tuta o
il trench che diventa cappa).
Polo Ralph Lauren sceglie
invece i tetti di un edificio suggestivo per presentare un
«preppy» style più contemporaneo: tanti colori in più fra un
jeans e una riga, un blazer e
uno short. Da Gant tutto ruota
intorno alla camicia i cui dettagli (bottoni, orli) si ritrovano
ovunque.
Paola Pollo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Lo stilista
«Basta snobismi
Arrivo dalla strada,
voglio condividere»
DALLA NOSTRA INVIATA
«Sono molto soddisfatto. Perché era
un giorno speciale e triste. E invece con Marina
siamo riusciti a parlare di solidarietà, amore,
onestà e a celebrare l’11 settembre con rispetto».
Perché la religione?
«Non una, ma tante. Perché tutte portano allo
stesso punto l’amore. Nessun simbolo vero, ma
molti accenni. Per arrivare alla speranza».
Come è stato lavorare con un’artista come
Marina Abramovich?
«Fantastico lei è per me come una madre e lei
dice sempre che sono suo figlio adottivo. E poi quando non
c’è di mezzo il business, ma
conta l’amicizia, è tutto più
semplice. Parliamo la stessa
lingua e veniamo dalla stessa
tribù. Ci siamo presi un grosso
rischio nel pensare a ciò che l’11
settembre rappresenta per il
Riccardo
mondo. Bellissimo è stato
Tisci,
guardare insieme al futuro con
41 anni, di
la speranza e non la rabbia, così
Taranto, da
come per incanto, senza che ce
10 alla guida
ne accorgessimo, il lato dark
di Givenchy
che ci accomuna ha fatto posto
al lato romantico».
L’idea di aprire la sfilata alla gente comune?
«Io arrivo dalla strada e la strada resta una della massime espressioni del mio lavoro. Il fatto
poi di continuare ad essere cosi snob, così chiusi, solo per addetti ai lavori e celeb, lo trovo, specie a New York, superficiale».
Le strutture riciclate?
«Non volevamo arrivare qui come la grande
maison che può tutto. Abbiamo voluto fare con
quello che c’è già. Riciclando. Ci sembrava molto
più onesto, un altro bel messaggio».
Il bilancio di 10 anni da Givenchy.
«È stato un sogno che è diventato realtà. È stato un lavoro duro ma possibile grazie al mio team, che è come una famiglia, e all’amore».
Pa. Po.
NEW YORK
.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera
●
.
Svolte Il nuovo leader del partito laburista britannico ha
simpatie per il greco Syriza e lo spagnolo Podemos, ma il
suo programma ha punti in comune con le formazioni
antisistema di destra, compreso il francese Front National
ANALISI
& COMMENTI
O
● Il corsivo del giorno
di Danilo Taino
LA SFIDA CHE MERKEL
DEVE VINCERE (SUBITO)
ALTRIMENTI SI TROVERÀ
SOLA IN EUROPA
N
emmeno per Angela Merkel la
rivoluzione — dei rifugiati — che
ha annunciato in questi giorni sarà
un pranzo di gala. Ieri, Monaco e
Amburgo gliel’hanno fatto sapere. La
capitale bavarese era al limite, a rischio
collasso, con quasi diecimila profughi
arrivati in un solo giorno. Oggi, il fiume
continuerà. La città ha chiesto aiuto, pur di
sveltire le operazioni di partenza. Già da ieri
sera treni e bus sono partiti e oggi altri
partiranno: per Amburgo, Berlino, Colonia,
tutto il Paese. Altri rifugiati hanno per meta
la Svezia. La previsione è che in Germania
arrivino, nel week-end, 40 mila persone.
Anche l’organizzazione logistica tedesca è
sotto serio stress. L’entusiasmo mostrato nei
giorni scorsi dai cittadini di tutto il Paese,
Baviera in testa, sta dando segni di
cedimento.
Ad Amburgo, sempre ieri, erano previste
due manifestazioni a favore dei rifugiati.
Una, però, è finita in guerriglia urbana, con
la scusa di impedire un corteo di antiimmigrati che in realtà era stato vietato.
Scontri anche a Brema. Frau Merkel e il suo
governo hanno aperto i cancelli ai rifugiati e
questi ora arrivano a frotte. Nel medio e
lungo periodo il problema di integrarli sarà
portentoso: case, scuole, posti di lavoro e
soprattutto integrazione nelle comunità
locali, che è ben più facile a dirsi che a farsi.
Ora, però, l’emergenza è rispondere alle
ondate di arrivi, che sembrano avere
sorpreso anche le autorità. Non è solo
questione di organizzazione logistica: è
questione di politica. Ogni inefficienza sarà
usata in Germania per criticare l’apertura
della cancelliera; e in Europa per dire, da
parte di alcuni Paesi, che la sua scelta è
stata sbagliata e va ribaltata, comunque
non fatta diventare politica della Ue. Frau
Merkel deve vincere subito la sua sfida: se la
Germania desse l’idea di non farcela,
nessuno la seguirebbe. La cancelliera ha
messo in gioco molto. Davvero molto.
@danilotaino
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ra la Gran Bretagna non ha solo
il Regno più vecchio, ma anche
il Partito laburista più antico
della sua storia. A dire il vero
Jeremy Corbyn, leader di questa
nuova era elisabettiana della sinistra inglese, fosse per lui licenzierebbe la monarchia; farebbe anche uscire il Regno
Unito dalla Nato, nazionalizzerebbe ferrovie, gas ed energia,
aumenterebbe le tasse, e si alleerebbe agli «amici» di Hamas
ed Hezbollah. È difficile immaginare qualcosa di paragonabile
nella pur variopinta sinistra italiana (anche se adesso diventeranno tutti corbyani). È come se
Gino Strada fosse stato eletto
leader del Pd. L’evento è così eccezionale che appena tre mesi
fa i bookmaker lo davano 200 a
1. Blair aveva consigliato un trapianto di cuore ai militanti il cui
cuore batteva per Corbyn. Detto
fatto: da ieri il Labour si è davvero strappato dal petto il suo
cuore blairiano.
Eppure, a pensarci bene, la
svolta inglese è tutt’altro che
sorprendente. Il voto dei circa
quattrocentomila iscritti e simpatizzanti che a grande maggioranza hanno scelto Corbyn si
iscrive anzi alla perfezione nella
lunga serie di tsunami che ha
scosso gli elettorati di tutto l’Occidente dopo il trauma della
Grande Crisi. Lo stesso Corbyn
si paragona a Bernie Sanders, il
socialista del Vermont che sta
dando nei sondaggi e nelle
piazze filo da torcere alla moderata Hillary Clinton; o a Syriza, il
rassemblement che ha letteralmente ucciso il partito socialista in Grecia e ha strappato il
potere ai conservatori (anche se
non è detto che lo conservi dopo le prossime elezioni); o a Podemos, il movimento che si
candida in Spagna come discendente diretto delle piazze
degli indignados. Vi si potrebbe
aggiungere un altro formidabile
fenomeno analogo, l’ascesa improvvisa dei Cinque Stelle in Ita-
DORIANO SOLINAS
24
#
CON CORBYN SI AMPLIA
IL FRONTE POPULISTA
di Antonio Polito
lia da zero al 25 per cento (e forse, al momento, di più). Niente
di tutto questo era prevedibile,
eppure è successo.
Inutile scervellarsi su quale
sia l’elemento programmatico
comune alle forze che stanno
letteralmente mandando in soffitta la tradizionale sinistra socialdemocratica, sbaragliata in
Gran Bretagna, ansimante nei
Paesi Nordici, minoritaria in
Francia, gregaria in Germania.
Non sono i programmi il forte
dei nuovi populismi. Quello di
Corbyn, poi, sembra del tutto irrealizzabile visto che dei 232
parlamentari laburisti il 90% lo
considera un suicidio. Ciò che
spinge questi movimenti è piuttosto la voglia di dar voce a un
sentimento: la rivolta dei piccoli
e deboli contro l’establishment,
la rabbia contro l’uno per cento
dei ricchi che l’hanno sempre
vinta, l’insofferenza per una
.
economia in cui, anche dopo la
Crisi, c’è più ineguaglianza, meno lavori, e sempre più immigrati a contenderseli. Nessuno
di questi nuovi demagoghi sa
davvero dire come cambiare,
ma tutti sanno dire molto bene
che va tutto male.
È un problema davvero serio
per il socialismo democratico.
Ma attenzione, lo è anche per il
capitalismo liberale. Non è che
a destra, infatti, le cose vadano
molto diversamente. Donald
Trump tuona nel Partito Repubblicano contro i pescecani di
Wall Street e gli sfruttatori degli
hedge funds con argomenti
non dissimili da quelli che usa
Sanders nei Democratici. Il
Front National in Francia o la
Lega in Italia sono contro l’austerità quanto Corbyn in Gran
Bretagna. E questo ampio fronte di nazionalisti e di socialisti (i
due termini sommati possono
diventare esplosivi, come la storia ci insegna) è unito da un forte ripudio dell’Unione europea
e da una altrettanto forte simpatia per Putin e il suo autoritarismo.
Il Financial Times, che pure è
la Bibbia della City, si è spinto a
dire che se tutto questo accade è
colpa del capitalismo finanziario, che mostra di voler proseguire sul cammino interrotto
dalla Grande Crisi come se
niente fosse accaduto e niente
dovesse cambiare. Di certo la
socialdemocrazia europea è
uscita dalla recessione senza
un’idea nuova: non a caso i leader di maggior successo elettorale in Europa sono Merkel e
Renzi, due democristiani. E
quando si apre un vuoto di futuro, la nostalgia dell’antico è uno
sperimentato ed efficace balsamo.
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Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015
.
MERCATI
TROPPE PAURE SULLA CRISI CINESE
MA URGONO RIFORME PER IL FUTURO
●
COMMENTI
DAL MONDO
di Ian Bremmer
Scenari Non bisogna vivere
con preoccupazione i recenti tonfi
della Borsa, perché il Paese rimane
il più grande soggetto commerciale
del mondo. Tuttavia la stabilità
non è garantita nel lungo periodo
se Pechino non saprà sostenere
mercato interno e classe media
L’ex Birmania
verso il voto
ostaggio dei militari
Birmania si è
●
❞ Nell’ex
aperta la campagna per
le elezioni parlamentari che
porteranno al nuovo capo di
Stato, al posto dell’attuale
presidente Thein Sein,
generale ai tempi della
sanguinosa giunta militare
birmana. Ma l’attesa svolta
democratica non ci sarà,
«non fatevi ingannare da
slogan e colori esibiti dai
vari partiti: l’esercito è
tornato in forza» avverte
l’analista birmano Min Zin
sull’International New York
Times. Zin definisce «colpo
di Stato soft» la
manipolazione politica
messa in atto dai militari
che detengono il 25% dei
seggi (non elettivi) : dopo
aver impedito ad Aung San
Suu Kyi di candidarsi,
hanno esautorato da leader
del partito il suo alleato
Shwe Mann.
a cura di Alessandra Muglia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
MGA GROUP
l’economia cinese, anziché il
rialzo precedente, tra l’altro
molto più cospicuo? In realtà
siamo di fronte a un mercato
immaturo, che rappresenta un
barometro molto più affidabile
per misurare la volontà di controllo del governo, che non la
reale economia cinese. In Cina,
solo una persona su 30 detiene
azioni, una percentuale molto
inferiore rispetto ai mercati
evoluti.
Né è il caso di allarmarsi eccessivamente per la decisione
della Cina di svalutare la sua
moneta. Questa mossa non è
stata incisiva abbastanza da alterare significativamente la bilancia commerciale cinese con i
suoi maggiori partner, e il Fon-
vorire la creazione di un’ampia
classe media e assicurare una
crescita sostenibile a lungo termine. Pertanto il successo dipenderà da un enorme trasferimento di ricchezza ai consumatori cinesi.
Per assicurare che coloro che
saranno chiamati a mettere a
disposizione gran parte di questa ricchezza non ostacolino le
riforme, il presidente Xi Jinping
ha lanciato un movimento anticorruzione che ha già espulso
migliaia di funzionari dal governo, e ne ha spediti in prigione altrettanti. Per ora, Xi resta
saldamente al comando, ma un
numero crescente di potenziali
nemici all’interno della leadership potrebbe essere in attesa
del momento opportuno per
passare all’attacco e respingere
le riforme. Questo è un rischio a
lungo termine di cui si dovrà tener conto.
In breve, i timori per un dissesto a breve termine sono esagerati. Ma se riusciranno a convincere i governi e le imprese,
che dipendono dalla crescita
cinese, a prepararsi ad affrontare una maggior volatilità — e a
premunirsi contro l’eventualità
che la Cina non riesca a sostenere una crescita stabile sul
lungo periodo — allora questi
timori si saranno rivelati estremamente utili.
(Traduzione
di Rita Baldassarre)
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A
luglio, la China Digital Times, un osservatore basato negli
Stati Uniti che analizza le notizie provenienti dalla Cina, ha pubblicato un documento trafugato, il
quale, secondo le indiscrezioni,
informava i giornalisti cinesi,
impegnati a seguire i mercati finanziari del Paese, di essere
sotto sorveglianza da parte degli organi di governo. «Vi sconsigliamo dal condurre analisi
approfondite, dall’avanzare
congetture o valutazioni riguardo alle tendenze di mercato»,
avvertiva il memorandum.
«Non esagerate né diffondete
sensazioni di panico o di sconforto. Non utilizzate termini carichi di valenze emotive, come
“calo”, “impennata” o “crollo”».
Oggi sappiamo che il governo
cinese faceva terribilmente sul
serio. Negli ultimi giorni, difatti, i mezzi di comunicazione cinesi, controllati dallo Stato,
hanno pubblicato le «confessioni» rese dai giornalisti che si
sono accollati la responsabilità
dei recenti scossoni avvertiti
dal principale mercato azionario di riferimento, quello di
Shanghai.
Ma non è la volatilità del
mercato in Cina (né le possibili
ripercussioni sulla seconda
economia mondiale) a creare
timori, quanto piuttosto la reazione ufficiale di Pechino, che
davanti a questi problemi non
ha saputo far altro che mettere
a tacere ogni tentativo di discussione su come reagire alla
crisi, preferendo cercare capri
espiatori.
I timori per la tenuta dell’economia cinese sono indubbiamente esagerati. Da un lato, è
naturale temere l’impatto globale di un rallentamento superiore alle attese in quella parte
del mondo. La Cina, oggi, è il
più grande soggetto commerciale al mondo, da sola è in grado di determinare i prezzi delle
materie prime. I mercati azionari europei ed americani salgono o scendono a seconda dei
suoi ultimi dati manufatturieri.
Tuttavia, il gigante emergente
non è affatto avviato verso un
«atterraggio duro» nel prossimo futuro. La capacità dello
Stato di stimolare i prestiti bancari e di investire grosse cifre in
importanti progetti infrastrutturali suggerisce che la Cina riuscirà ad avvicinarsi al suo obiettivo di crescita per quest’anno,
fissato a «circa il 7 per cento».
È vero che la borsa di Shanghai ha perso il 40 per cento
nelle ultime settimane, ma questo segue un rialzo del 150 per
cento nell’arco dell’anno precedente. Perché mai dobbiamo
prendere il calo brusco come rivelatore della reale forza del-
do monetario internazionale ha
elogiato questa strategia, perché riporta il valore della moneta in linea con le forze di mercato. In breve, l’economia cinese è
più stabile di quanto non siamo
in grado di apprezzare.
Ma prima di decidere se sia il
caso di ignorare ogni timore
per la stabilità della Cina, speriamo che questa estate turbolenta convincerà i governi e le
imprese, che fanno troppo affidamento sull’espansione cinese, a prestare maggiore attenzione ai pericoli sul lungo termine, che sicuramente dovranno affrontare se non
adotteranno le dovute cautele.
È probabile che la Cina resterà
stabile negli anni a venire, ma
la tendenza dei suoi governanti
a fare marcia indietro sulle riforme necessarie — intervenendo, per esempio, a puntellare i mercati che sarebbe meglio lasciare agire indisturbati
— appare preoccupante. Ancor
più inquietante è l’abitudine
dei leader cinesi a ricorrere alla
censura e alla repressione.
Ma esiste anche un’altra preoccupazione. La Cina non resterà forte e stabile per sempre,
in assenza di riforme economiche. In particolare, il governo
cinese dovrà affrancare l’economia dall’eccessiva dipendenza
dalle esportazioni, invogliando
il pubblico cinese ad acquistare
beni di consumo prodotti in Cina. Questo è essenziale per fa-
25
#
INTEGRAZIONE
LA LEZIONE
AMERICANA
SUGLI
IMMIGRATI
SEGUE DALLA PRIMA
I
nvestimenti che sono certamente piu utili di quelli in
ponti o autostrade, come
dimostra lo straordinario
successo della Corea del
Sud. Questo non significa, o non
solo, più soldi pubblici: è soprattutto una questione di organizzazione e di merito, come scrivono
da tempo Roger Abravanel e Roberto Perotti. La seconda lezione
è che la generosità (quella privata,
ma anche il welfare pubblico)
funziona molto meglio fra persone della stessa nazionalità e cultura. Cioè, siamo più disposti a
pagare tasse anche elevate per un
welfare generoso (e talvolta sprecone) verso i nostri concittadini
nati qui; molto meno se percepiamo che del welfare beneficiano
anche gli immigrati (che peraltro
pagano anch’essi le tasse). Ci sono due modi per affrontare questo problema: uno è ridimensionare lo stato sociale, limitandolo
alle funzioni di base, cancellando
i benefici per chi non ne ha bisogno, eliminando privilegi e sprechi, cose che dovremo fare comunque — fra l’altro in Paesi come Italia e Germania che stanno
invecchiando rapidamente, un
flusso di immigrati giovani renderebbe il nostro welfare più sostenibile. L’altra risposta, odiosa,
è discriminare fra nativi ed immigrati, una strada non percorribile,
né moralmente, né praticamente.
Infine, i conflitti etnici diventano possibili, per quanto si faccia
per evitarli. In Europa potremmo
assistere alla crescita di partiti xenofobi, cui potrebbero opporsi
partiti etnici, cioè gruppi politici
interessati solo a promuovere gli
interessi degli immigrati, di questa o quella nazionalità. Ciò renderebbe ingestibile non solo la
politica dell’immigrazione ma
anche la politica tout court. Un rischio tanto maggiore quanto più
marcate sono le differenze culturali e religiose tra nativi e immigrati.
Come affrontare l’immigrazione, non solo quella con cui ci confrontiamo oggi, prodotta dalla
crisi profughi, sarà il problema di
gran lunga piu difficile che l’Europa e l’Italia dovranno affrontare
nei prossimi anni. Non illudiamoci: come insegna l’esperienza
americana sarà una strada piena
di ostacoli, con passi avanti e fallimenti. Dobbiamo riuscire ad attrarre non solo individui con basso livello di capitale umano, ma
anche persone più istruite e produttive. Ma non arriveranno solo
immigrati con molti anni di istruzione alle spalle. Dovremo quindi
fare uno sforzo per inserire loro e
i loro figli nella scuola e nelle università in modo da aumentarne
rapidamente il capitale umano.
Dagli immigrati dobbiamo esigere il rispetto assoluto delle leggi:
Germania, Gran Bretagna e Svezia, i Paesi europei che hanno le
più ampie popolazioni immigrate
(8% della popolazione in Germania e Gran Bretagna, 10 per cento
in Svezia, a fronte del nostro 6 per
cento) ci riescono.
Tutto ciò è molto piu facile in
un Paese che cresce e che ha un
bilancio pubblico in attivo, come
la Germania. Ecco un altro motivo
per cui far ripartire l’economia è
fondamentale. Con un’economia
che cresce è molto più facile sostenere la coesione sociale, che
invece si perde quando le risorse
non crescono e debbono essere
spartite fra più persone.
Alberto Alesina
Francesco Giavazzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera
26
.
#
Economia
Sefcovic: un patto del gas
tra Ue, Russia e Ucraina
di Giuditta Marvelli
L’autunno
dei mercati
e le strategie
di portafoglio
È
La scheda
● Maros
Sefcovic, 49
anni, slovacco,
sposato con tre
figli, è il
commissario
europeo
responsabile
per l’energia e
vice presidente
della
Commissione
Ue. Dal 2010 al
2014 ha
ricoperto il ruolo
di commissario
per le Relazioni
interistituzionali
e
l’amministrazione
● Sefcovic è l’ex
ambasciatore
slovacco in
Israele. In
precedenza, dal
2004 al 2009, è
stato il
rappresentato
permanente
della Slovacchia
presso la Ue
incrementata la quota di
emissioni a cedola
variabile. Anche se,
nell’immediato, la loro
redditività resterà molto
bassa. Al contrario, per chi
ha una maggiore
propensione al rischio, la
quota dei titoli indicizzati
dovrebbe restare molto
contenuta, sacrificando
soprattutto le scadenze
brevi. In ambedue i casi, in
prospettiva futura, la
presenza di Btp Italia
dovrebbe essere di medio
livello, perché se
l’economia interna
migliorerà e salirà il livello
dei consumi, il tasso
d’inflazione nazionale (a
cui questi titoli sono
agganciati) potrebbe
riprendere gradualmente a
salire. E ancora: una
diversificazione su
corporate bond, titoli
societari con merito di
credito basso e alto
rendimento oltre alle
emissioni in dollari o altre
valute può aiutare chi
desidera un extra
rendimento. A patto che si
possa comprendere e
sostenere bene il rischio di
questa scelta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
dichiara disponibile a cercare lavoro all’estero. Il
dato emerge da una ricerca dell’Istituto Toniolo. I
Paesi più attraenti: Australia, Usa, Regno Unito.
ENERGIA IL COMMISSARIO UE
Corriere Economia
tempo di prepararsi a
difendere il
portafoglio perché le
incertezze autunnali non
mancano e non
mancheranno. Saliranno i
tassi di interesse negli Stati
Uniti? E in Europa che cosa
succederà? Probabilmente
gli acquisti di titoli da parte
della Banca centrale di
Francoforte faranno da diga
ai possibili timori di
aumento dei rendimenti in
area euro. Una difesa di
carattere tecnico che non
potrà avere gli stessi effetti
sul comparto azionario.
Corriere Economia, il
settimanale economico e
finanziario in edicola
domani con il quotidiano,
mette in fila qualche idea
per le strategie di
portafoglio. Per chi non
ama rischiare andrebbe
gradualmente
61
per
cento Lavoro all’estero
È la percentuale di giovani tra 18 e 32 anni che si
«Il nostro obiettivo è porre le
basi per un accordo trilaterale
complessivo da chiudere tra
Ucraina, Russia e Ue prima che
inizi l’inverno e che soddisfi tutti come quello del passato». Il
vicepresidente della Commissione europea con delega all’Unione energetica, Maroš
Šefcovic, gioca il ruolo di mediatore nella partita tra Ucraina e
Russia, determinante per l’approvvigionamento di gas dell’Europa. Venerdì scorso ha incontrato a Vienna il ministro
dell’Energia russo, Alexander
Novak e due settimane fa il ministro dell’Energia ucraino, Vladimir Demchishin, e i vertici di
Naftogaz. La ripresa economica
è avviata e i consumi di energia,
diminuiti negli anni della crisi,
stanno riprendendo. L’Europa
importa il 53% della propria
energia e la Russia è il fornitore
principale. Lo scenario è complesso.
L’Europa è pronta per l’inverno o le tensioni con la Russia e nel Nord Africa rischiano
di creare problemi negli approvvigionamenti? Restiamo
vulnerabili agli choc?
«La sicurezza energetica è
una delle ragioni chiave che
hanno spinto gli Stati membri e
il Parlamento europeo a individuare la soluzione dell’Unione
dell’energia. Saremo in grado di
mostrare un maggiore sostegno
politico e più solidarietà in caso
di crisi energetiche come quelle
viste una paio di inverni fa,
quando i rifornimenti all’Europa furono bloccati. E potremo
anche giocare un ruolo più importante sul mercato energetico
internazionale rispetto al passato. Abbiamo imparato la lezione, abbiamo organizzato degli
stress test europei sul gas che ci
hanno rivelato che siamo più
preparati di prima e abbiamo
introdotto delle strategie e delle
misure che ci permettono di essere un partner molto più forte
La dipendenza energetica dell’Europa
Rapporto tra le importazioni e i consumi
Energia Totale
48,7%
100%
Gas
Gran
Bretagna
46,4%
50,1%
Ue - 28
53,2% 65,3%
11,9% 100% Estonia
62,7%
87,2%
25,8%
74,2%
Polonia
59,6% 95,6%
Area Euro
60,1% 70,3%
Francia
73,5%
100%
Portogallo
47,9%
97,4%
62,3% 75,5%
76,9%
88,1%
70,5%
98,6%
Spagna
Gli incentivi per l’energia pulita? La
Francia propone di farli pagare agli
automobilisti. La riforma del contributo
al servizio pubblico dell’elettricità
(Cspe), sul tavolo da parecchi anni,
dovrebbe essere inserita nella legge di
bilancio francese e contenere questa
importante novità, anticipa il
quotidiano Les Echos. Innanzitutto il
contributo, che viene prelevato sulla
bolletta elettrica, cambierà stato e
nome, per trasformarsi in una tassa.
Che, oltre all’elettricità, potrebbe essere
allargata anche ad altri tipi di energia,
in particolare ai carburanti e al gas.
La Cspe, che finanzia le energie
rinnovabili, le tariffe sociali
dell’elettricità e la perequazione
tariffaria nelle zone isolate, quest’anno
è già aumentata del 2,5% e rappresenta
ormai il 15% della bolletta.
Lo scopo della riforma? Parigi vuole
Slovacchia
Austria
ITALIA
62,1% 100%
Fonte: Eurostat
sul mercato globale: paghiamo
400 miliardi di euro per l’importazione di energia, ci meritiamo
un buon trattamento e prezzi favorevoli».
Come sono i rapporti tra Ue
e Russia?
«La relazione con la Russia è
molto complessa al momento,
c’è il conflitto nell’Ucraina dell’Est, c’è il regime di sanzioni approvato dalla Ue, ma nello stesso
tempo sappiamo che Mosca è e
rimane un importante partner
per l’Europa e il nostro obiettivo
è creare una relazione energetica basata su basi commerciali
giuste e trasparenti. Il vecchio
pacchetto invernale è stato molto utile e ha evitato che si creasse un dramma energetico. La
nostra ambizione è creare condizioni simili per questo inverno, per essere certi che l’Ucraina
abbia abbastanza energia, il
transito di gas attraverso il Paese
sia sicuro e la Russia sia in una
posizione di fornire i clienti europei attraverso un transito affidabile».
Che impatto avrà per l’Europa la scoperta del giacimento
gigante di gas egiziano com-
piuta dall’Eni?
«La scoperta dell’Eni segna
una svolta per l’Egitto, per l’Italia
e per l’U. E prova che la strategia
che abbiamo illustrato in Italia
negli ultimi colloqui di costruire
un hub del gas nel Mediterraneo
è corretta. La possibilità di avere
una compagnia italiana che lavora alla nuova scoperta vicina
all’Egitto apre nuove vie per rafforzare il ruolo dell’Italia come
hub del gas, attraverso le forniture di Lng (gas naturale liquefatto, ndr) provenienti da differenti fonti nel Mediterraneo. E’
vicina all’Egitto, ma anche a
Israele e Cipro. Arriverà presto il
Corridoio Sud che porta il gas
dal Mar Caspio all’Italia. Il vostro
Paese è un network con buone
connessioni con i Balcani e il
Sud Europa e questa è una buona notizia per Italia e Europa».
Per raggiungere la diversificazione energetica servono infrastrutture. Quali sono le
priorità della Ue, spinte anche
dal piano Juncker?
«Costruire infrastrutture europee è fondamentale. Il piano
Juncker ha un ruolo importante.
Dei progetti di interesse comu-
Grecia
❞
d’Arco
La
possibilità
di avere una
compagnia
italiana che
lavora alla
nuova
scoperta
vicina
all’Egitto
apre nuove
vie per
rafforzare il
ruolo
dell’Italia
come hub
del gas
TRIBUNALE DI SASSARI
Incentivi verdi? Parigi vuole tassare la benzina
miliardi. Il peso
della Cspe sulle
bollette
dell’elettricità
dei francesi,
ma il totale
supererà i 10
miliardi nel
2022 stima la
Commissione
francese per
l’energia (Cre)
55,9% 100% Lettonia
78,3% 100% Lituania
Germania
La proposta allo studio del governo
6
Finlandia
dare una «protezione» giuridica alla
Cspe, soprattutto nei confronti della
Commissione Ue che considera le
sovvenzioni alle energie rinnovabili al
pari di aiuti di Stato e quindi
incompatibili con il diritto
comunitario. L’inserimento della Cspe
nella legge di bilancio, inoltre,
garantirà il controllo del Parlamento
sulla sua evoluzione. Ma il governo
francese ha anche un altro obiettivo,
più controverso: dividere il prelievo su
più tipi di energia significa diminuire il
contributo sull’elettricità, in un
momento in cui il basso prezzo del
petrolio renderebbe l’aumento di
carburante e gas meno doloroso.
L’industria delle energie fossili, già
colpite dalla «carbon tax», però è
pronta ad opporsi.
Giu. Fer.
.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Avviso di vendita
FALLIMENTO N. 37/2013
Vendita senza incanto per il giorno 05.11.2015 ore
11:00. Le offerte si presentano in busta chiusa presso
la Cancelleria del Tribunale entro le ore 12,00 del
giorno precedente la data fissata per la vendita. All’offerta dovrà essere allegato assegno circolare per cauzione pari al 10% dell’importo base, intestato a:
“Fallimento n. 37/2013”. La vendita ha per oggetto:
Lotto unico
Porzione di complesso alberghiero localizzato nel Comune di Alghero sito all’interno dell’Area di Capo Caccia - Isola Piana costituito da beni immobili e beni
mobili. Il complesso alberghiero risulta costituito dai
seguenti immobili: nel Blocco Est e Ovest 76 camere,
quattro stanze uso ufficio, sala ristorante e colazione
con adiacente terrazza panoramica, locali accessori al
ristorante (cucina, deposito bevande, spogliatoi); nel
Blocco Nord 37 camere; nella Zona Mare bar, ristorante, cucina, discoteca, piscina con sovrastante terrazzo panoramico; quota pari al 50% del manufatto
che costituisce il depuratore; terreni di pertinenza. I
beni mobili costituendi il compendio sono costituiti da
arredi e da attrezzature varie, il tutto come indicato
nella relazione peritale pubblicata nei siti sotto indicati.
Prezzo Base: €. 14.350.000,00 - aumento minimo:
€. 50.000,00.
Per informazioni: Curatore Fallimentare 079/230340
mail: [email protected]
ne che sono sul tavolo e che riguardano l’Italia, ce ne sono 19
in campo elettrico, 10 nel settore
del gas, uno nel petrolio e uno
sulle smart grid, dove l’Italia è in
una posizione leader, uno dei
pochi Paesi in cui le smart grid
sono in fase di sviluppo. La prima conseguenza molto importante per l’Italia dell’Unione dell’energia con i relativi investimenti è che il grado di interconnessione elettrica che è
attualmente del 7%, salirà al 12%
nel 2020 e al 15% nel 2030. Questo consentirà una maggiore
competizione nel vostro mercato e avrà l’effetto positivo di
spingere in giù i prezzi dell’energia, soprattutto nell’elettricità».
Come procede la decarbonizzazione dell’economia europea? Ci sono Paesi come la
Polonia, ma anche la Germania, che continuano a usare il
carbone. Il Sistema di scambio
di quote di emissione (Ets) sta
funzionando o avete un piano
B?
«L’adozione quest’anno di
una riserva stabilizzatrice del
mercato significa che dal 2019
saranno messi all’asta 900 milioni di quote, che avranno
un’influenza positiva sul prezzo
del carbone. Abbiamo presentato il nuovo Sistema di scambio
di quote di emissione per il dopo 2020. Ad ottobre ci siamo dati obiettivi ambiziosi: la riduzione del 40% di emissioni di Co2. E
il nuovo Sistema è stato adeguato a questi numeri, quindi sarà
basato su uno scambio di piccoli
volumi di emissioni. Questo creerà le condizioni positive per la
decarbonizzazione e perché il
mercato stabilisca un giusto
prezzo. Credo anche che rispetti
il compromesso raggiunto con
quei Paesi che hanno ancora
una forte industria del carbone».
Francesca Basso
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Città di Albino
Provincia di Bergamo
AVVISO DI VENDITA
L’Amministrazione Comunale indice per il
giorno 21.09.2015 alle ore 14.30 (scadenza
offerte il 21.09.2015 ore 12.00) un’asta
per l’alienazione dell’AREA EDIFICABILE IN
VIA S. ALESSANDRO - importo a base d’asta
€ 110.000,00. L’asta si terrà col metodo di cui
all’art. 73 - lettera c) del R.D. 23/05/1924,
n. 827. Il bando di gara è disponibile sul sito
Comune di Albino www.albino.it.
Albino, lì 01.09.2015
RESPONSABILE DELL’AREA V - LL.PP.
(Arch. Azzali Giovanni Maria)
Per la pubblicità legale e finanziaria
rivolgersi a:
Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano
Tel. 02 2584 6665 - Fax 02 2588 6114
Via Campania, 59 C - 00187 Roma
Tel. 06 6882 8650 - Fax 06 6882 8682
Vico II San Nicola alla Dogana, 9
80133 Napoli
Tel. 081 49 777 11 - Fax 081 49 777 12
C.so Vittorio Emanuele II, 60 - 70122 Bari
Tel. 080 5760 111 - Fax 080 5760 126
Per ulteriori documenti visitare i siti:
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www.ivgtempiopausania.it - www.ivgSassari.com
www.entitribunali.it - www.astegiudiziarie.it
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Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015
ECONOMIA
27
.
Imposte «patrimoniali»
La stima Cgia: nel 2014
sono costate agli italiani
48,6 miliardi di euro
Nel 2014 le imposte patrimoniali sono costate agli
italiani la cifra record di 48,6 miliardi. Negli ultimi
25 anni, la loro incidenza sul Pil è raddoppiata,
mentre in termini assoluti il gettito è aumentato di
quasi 5 volte. A segnalarlo è l’Ufficio studi della
Cgia di Mestre.
Se per l’anno in corso il gettito complessivo
dovrebbe attestarsi sul livello raggiunto nel 2014,
solo dal 2016 dovremmo registrare una decisa
inversione di tendenza. «Se il governo confermerà
#
4,6
miliardi. Il risparmio per i
contribuenti nel 2016 se il
governo manterrà la promessa di
abolire le tasse sulla prima casa.
Uno sconto di quasi il 10%.
l’abolizione delle tasse che gravano sulla prima
casa, dell’Imu agricola e quella sugli imbullonati commenta Paolo Zabeo della Cgia - nel 2016
dovremmo risparmiare 4,6 miliardi di euro: vale a
dire uno sconto che sfiora il 10%».
Le patrimoniali che pesano sui portafogli degli
italiani sono «una quindicina, anche se da sole Tasi
e Imu garantiscono oltre la metà del gettito
complessivo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Padoan: rientro dei capitali,
a fine mese l’ultima finestra
● Il commento
La scelta di Yellen
sui tassi Usa
e il difficile ritorno
alla «normalità»
Visco (Bankitalia): scontata la revisione al rialzo del Pil, crescita da consolidare
I depositi
● La Germania
si oppone a un
sistema
comune di
garanzia dei
depositi in
Europa, un
meccanismo
voluto dalla
Commissione
Ue per
completare
l’Unione
bancaria, ma
che
presuppone
una maggiore
condivisone dei
rischi .
«Bisogna fare
attenzione a
non mettere il
carro davanti ai
buoi», ha
avvertito il
ministro
tedesco delle
Finanze,
Wolfgang
Schäuble
DALLA NOSTRA INVIATA
«L’abbiamo già
detto. Questi sono i termini: invito ad accelerare le procedure e
approfittare di questa finestra».
Il ministro dell’Economia Pier
Carlo Padoan non poteva essere
più chiaro: nessuna proroga per
la voluntary disclosure, la sanatoria che permette a chi ha capitali all’estero nascosti al Fisco di
riportarli in Italia e mettersi in
regola, dietro il pagamento delle tasse evase ma con uno sconto sulle sanzioni. La data di scadenza resta il 30 settembre.
Padoan ha parlato al termine
dell’Eurogruppo, il Consiglio
dei ministri finanziari dei 19 Paesi che hanno adottato la moneta unica, che ha seguito l’Ecofin,
che invece riunisce i ministri
dei Ventotto e a cui partecipano
anche i governatori delle Banche centrali. Ignazio Visco, prima di lasciare Lussemburgo, si
è soffermato sugli ultimi dati
macroeconomici italiani, confermando quanto spiegato al
LUSSEMBURGO
G20 di Ankara: l’Italia «è fuori
dalla recessione». L’aumento
della stime di crescita del Pil per
il 2015, inizialmente previste
dello 0,7%, «è un dato che era
già scontato» però «bisogna
puntare a rendere strutturale
questo fenomeno, che adesso è
congiunturale». La crescita «va
consolidata». Per Visco «ci sono
altri dati importanti come quelli
sui consumi». Si sentono «gli
effetti della politica monetaria
molto espansiva, delle riforme
che sono in corso. Bisogna continuare a farle».
Tra i temi affrontati nei due
Consigli informali anche il completamento dell’Unione monetaria. La Germania si è opposta
all’istituzione di un sistema comune di garanzie dei depositi,
proposto dalla Commissione Ue
per completare l’Unione bancaria ma che presuppone una
maggiore condivisione dei rischi. Si è tenuto anche un incontro informale tra gli undici
Paesi, fra cui l’Italia, che portano avanti la cooperazione raf-
●
La parola
VOLUNTARY
DISCLOSURE
La voluntary disclosure, o
«collaborazione
volontaria», è uno
strumento che consente ai
contribuenti che
detengono illecitamente
dei patrimoni all’estero
di regolarizzare la propria
posizione denunciando
all’amministrazione
finanziaria la violazione
degli obblighi di
monitoraggio.
La procedura per la
regolarizzazione, secondo
le regole in vigore, può
essere attivata fino al 30
settembre 2015 ed è
ammessa per le violazioni
commesse fino al 30
settembre 2014.
forzata su una tassa europea
sulle transazioni finanziarie
(Tobin tax): sono stati fatti
«passi avanti importanti – ha
spiegato Padoan - che richiederanno ulteriori approfondimenti tecnici». E’ escluso che entri
in vigore dal primo gennaio
2016 come ipotizzato in passato.
Sull’impatto economico dell’emergenza rifugiati, Padoan
ha osservato che se «è tutto da
vedere» quanto la Commissione Ue valuterà le misure adottate dagli Stati, è invece «importante» la discussione più ampia
su come le strategie di crescita e
sostegno al welfare dell’Ue possano tenere conto in futuro di
questo grande flusso: «Si è detto che una combinazione di investimenti infrastrutturali e integrazione più piena dei rifugiati nelle economie europee – ha
spiegato Padoan - può far passare la questione migranti da una
fase di gestione della crisi a una
fase di sviluppo per tutti».
Fr. Bas.
di Danilo Taino
La ripresa
● L’ipotesi di
una revisione a
rialzo delle
stime di
crescita «va
nella direzione
che avevamo
previsto, è un
dato che già
era scontato».
Così il
governatore
della Banca
d’Italia, Ignazio
Visco (foto).
«L’italia è fuori
dalla
recessione ma
la ripresa va
consolidata»
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● «Ci sono
dati importanti
come quello
dei consumi»,
ha detto Visco
Gli altri settori
«risentono
degli effetti
della politica
monetaria
molto
espansiva,
degli effetti
delle riforme
che sono in
corso e che
bisogna
continuare»
● Un
meccanismo
comune di
garanzie dei
depositi
sarebbe il terzo
pilastro
dell’Unione
bancaria, che
già conta su un
sistema di
supervisione e
di risoluzione
delle banche
Ecofin Da sinistra, il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, con il collega tedesco Wolfgang Schäuble e quello francese Pierre Moscovici ieri a Lussemburgo
Fusione Aci-Pra, una pratica costerà 39 euro in meno
Previsto un solo documento al posto di libretto e certificato di proprietà
Un documento in meno.
E un risparmio di 39 euro.
L’eterno dibattito sulla fusione
tra il Pra, il pubblico registro
automobilistico gestito dall’Automobili club, e la banca
dati della Motorizzazione poteva sembrare roba per cultori
della materia. Ma gli effetti pratici si vedono dalla bozza del
decreto legislativo, che dovrebbe arrivare in consiglio dei ministri nei prossimi giorni, e che
mette in pratica il principio fissato nella riforma della pubblica amministrazione, diventata
legge ad inizio in agosto.
Oggi il proprietario di un’auto ha bisogno di due documenti: il certificato di proprietà, ri-
ROMA
3
mila I
dipendenti
dell’Aci che si
occupano del
pubblico
registro
automobilistico
(Pra). Con la
semplificazione
dei registri
passeranno
alla
Motorizzazione
lasciato dal Pra, e la carta di circolazione, il famoso libretto, rilasciato dalla Motorizzazione.
Dice il decreto - allo studio dei
tecnici di Palazzo Chigi, ministero della Pubblica amministrazione e ministero delle Infrastrutture - che dal primo luglio 2016 di foglio ne basterà
uno solo. Si chiamerà «documento unico di circolazione»,
La riforma
Dal 1° luglio 2016 per
ogni auto servirà solo il
«documento unico di
circolazione»
e fra tariffa e bolli costerà 61 euro, contro i 100 che si devono
versare adesso per certificato e
libretto. Un risparmio di 39 euro per ogni immatricolazione e
anche per ogni passaggio di
proprietà.
La cosa più complicata sarà il
dietro le quinte. Per arrivare al
documento unico, l’Aci dovrà
trasferire alla Motorizzazione
sia tutte le informazioni in suo
possesso, sia quella parte dei
dipendenti, circa 3 mila su 7
mila, che si occupano del Pra. I
trasferimenti saranno volontari ma i dipendenti ex Aci conserveranno lo stipendio di pro.
venienza, in genere
più alto. Il
vantaggio sarà però tempora-
neo perché, si legge nella bozza
del decreto, «l’assegno ad personam sarà riassorbibile con i
successivi miglioramenti economici a qualunque titolo conseguiti». A gestire il documento unico, come previsto, sarà
una nuova agenzia del ministero delle Infrastrutture. Per evitare il rischio di un nuovo carrozzone, una quota dei soldi incassati grazie al rilascio dei
nuovi documenti sarà versata
allo Stato ogni sei mesi. La percentuale, però, non è stata ancora fissata. Al momento nel
testo c’è ancora una x.
Lorenzo Salvia
lorenzosalvia
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Il decreto
● È pronta la
bozza del
decreto
legislativo che
arriverà nei
prossimi giorni
al Consiglio dei
ministri sulla
fusione tra il
Pra pubblico
registro
automobilistico
e la banca dati
Motorizzazione
È
la settimana della Fed,
quella entrante. Roba
forte: la banca centrale
americana potrebbe alzare i
tassi d’interesse; non lo fa
dal 2006. Prima o poi, il
cambio di stagione arriverà:
la politica monetaria superaccomodante utilizzata per
affrontare le conseguenze
della Grande Crisi dovrà
finire, una certa normalità
dovrà tornare. Il problema è
quando. Governi di tutti i
continenti, mercati,
imprese si domandano se la
scelta sarà fatta già giovedì,
nell’attesissima riunione.
Più che in ogni altra
occasione, si sono creati
due schieramenti: Aspetta!
Fallo subito!
Al di là di calcoli e
previsioni su inflazione,
occupazione e crescita, ci
sono alcuni argomenti forti
da una parte e dall’altra.
Coloro che chiedono alla
banca guidata da Janet
Yellen di mantenere i tassi
allo 0-0,25% di oggi
ritengono che le incertezze
nell’economia siano ancora
alte per ridurre lo stimolo
monetario; giudicano
l’apprezzamento del dollaro
di per sé un freno ai pericoli
d’inflazione (che essi
comunque non vedono);
soprattutto sostengono che
sbagliare facendo salire
l’inflazione oltre al target
ufficiale (poco sotto al 2%)
sia meglio che correre il
rischio di finire in
deflazione (i tassi si
possono alzare all’infinito,
abbassare no). Coloro che
invece spingono per un
piccolo rialzo subito notano
che il mercato del lavoro
americano è vicino al
momento in cui i salari
cresceranno, spingendo
l’inflazione; dicono che
l’eccezionalità distorce i
mercati, quindi occorre
iniziare a tornare alla
normalità; soprattutto,
dicono che sarebbe meglio
alzare i tassi in modo da
togliere incertezze ai
mercati che sul tema si
arrovellano da mesi.
La scelta avrà conseguenze
notevoli fuori dagli Usa, nei
mercati emergenti, che
temono il rialzo (ma
vorrebbero chiarezza) e in
Europa, dove la politica
monetaria resterà per
parecchio tempo
estremamente espansiva. In
entrambi i casi, soprattutto
nei Paesi emergenti, c’è il
timore che tassi in crescita
in America aspirino capitali
dal resto del mondo. Come
sempre, però, Yellen e i
governatori decideranno
guardando solo ai dati
dell’America. Dati incerti,
però: questa volta, la Fed
sarà guidata più dalla
convinzione che dalla
statistica.
danilotaino
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Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera
28
#
.
.
Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015
ECONOMIA
29
.
L’aereo più venduto
È allarme in Usa, nello Stato di Washington, dopo
che la prestigiosa rivista Aviation Week ha rivelato
che la Boeing si appresta a delocalizzare in Cina
l’assemblaggio finale del 737 che, con 8.674
esemplari costruiti, è l’aereo di linea di maggior
successo della storia. La notizia ha messo in
agitazione sindacati e politici dello Stato dove
finora Boeing costruiva tutti i 737. L’ufficio del
governatore ha detto di non saperne nulla. Boeing
non ha commentato ma ha emesso una nota che
Boeing delocalizza in Cina
la produzione dei «737»
Timori negli Stati Uniti
La storia
di Fabrizio Massaro
Quando nel 2007 accettò di
fondere la Banca Lombarda e
Piemontese spa nella popolare
bergamasca Bpu per dare vita a
Ubi Banca, il patto di sindacato
delle famiglie bresciane storicamente guidato da Giovanni
Bazoli che fino ad allora aveva
gestito l’istituto acconsentì a fare un passo indietro: le azioni
non si contavano più, valeva solo il consenso dei soci in assemblea. Un potere ridotto,
sebbene compensato dalle
complesse regole di governance che suddividevano le cariche
tra i componenti delle due ex
banche. Acqua passata. Ora che
dal 10 ottobre Ubi sarà la prima
popolare a trasformarsi in spa
in applicazione del decreto
Renzi, si torna indietro. Le azioni tornano a pesare. E nei destini di Ubi, a incidere saranno soprattutto quelle dei bresciani.
Nonostante il voto capitario,
l’ex patto di sindacato ha mantenuto una sua coesione attraverso l’associazione Banca
Lombarda e Piemontese, che
raccoglie circa 300 famiglie
azioniste, il salotto buono di
Brescia. Non esistono numeri
certi — essendo tutte quote minime, suddivise tra vari nuclei
familiari — ma la stima in ambienti bancari è che i bresciani
possano contare su circa il 12%
del capitale di Ubi: un pacchetto che vale 630 milioni di euro.
Diversi azionisti bresciani di
peso in questi anni hanno continuato ad avere ruoli in Ubi, come il vicepresidente Alberto Folonari, che ha lo 0,19% cui vanno
sommate altre quote minori in
mano ai familiari, o Franco Polotti, presidente del consiglio di
gestione, che ha circa lo 0,35%.
Il maggiore azionista singolo è
Pietro Gussalli Beretta, con l’1%
intestato alla Ufipra sa. Ci sono
poi le famiglie di imprenditori
locali come gli Spada (0,2%), gli
Ebenestelli (0,13%), i Niboli
(0,42% con Raffmetal spa), i
Brunori (0,34% con Valsabbia
Investimenti), i commercialisti
milanesi Strazzera (Serfis,
0,13%), il patron delle ceramiche emiliane Giuseppe Zannoni
(0,3% con la moglie Silvana dall’Orto). Con lo 0,17% dovrebbe
esserci Helene de Prittwitz, moglie di Romain Zaleski, ex patron della Carlo Tassara spa, che
a sua volta ha l’1,4% della banca.
Un’altra fetta di capitale —
circa il 2% complessivo — sarebbe in mano a enti religiosi o
#
apre a questa soluzione dicendo di essere sempre
alla ricerca di sistemi per aumentare la produttività
e «un modo per farlo e lavorare con partner in giro
per il mondo, inclusa la Cina, il nostro più grande
mercato internazionale». Per Aviation Week,
l’impianto in Cina si «limiterà a dipingere le
fusoliere dei 737 costruiti nella fabbrica di Renton
nello Stato di Washington, ma completerà la
realizzazione degli interni ed effettuerà anche test
di volo».
Ubi, il «nocciolo» degli azionisti italiani
Il peso dei bresciani, delle fondazioni e dei fondi. La banca si prepara al riassetto delle popolari
La vicenda
Un anno a Piazza Affari
La legge
VENERDÌ
7,00 euro,
-1,34%
● Ubi Banca
nasce nel 2007
dalla fusione
tra la bresciana
Banca
Lombarda e
Piemontese,
una banca spa,
e Bpu, di
Bergamo. Per
favorire
l’integrazione
viene scelto lo
status di
popolare di
quest’ultima.
Per tutelare il
legame con il
territorio
nascono due
associazioni di
ex azionisti
bresciani e
bergamaschi. Il
ceo è Victor
Massiah (foto)
I SOCI PRINCIPALI
(sopra l’1%)
0
1
2
3
SINCHESTER
INTERNATIONAL
INVESTORS llp
7
4,90%
FONDAZIONE
CR CUNEO
FONDAZIONE
BANCA
DEL MONTE
DI LOMBARDIA
6
CARLO
TASSARA SPA
5
set
nov
gen
mar
mag
lug
set
2014 2015
UPIFRA SA
(fam. Gussalli
Beretta)
Fonte: Consob, dati societari, assemblea Ubi
vicini alla Curia, come la Congregazione delle suore ancelle
della carità (0,22% con la San
Giuseppe spa), la Diocesi di Milano (Lambriana, 011%), la casa
editrice La Scuola (0,64%). Quote di Ubi sono anche in mano
alla finanziaria bresciana Mittel
(0,15) e all’Istituto Atesino di
Sviluppo (0,3% circa), holding
trentina presieduta da Massi-
4
2,28%
1,60%
1,40%
1,0%
d’Arco
mo Tononi, prossimo numero
uno di Mps. Un ruolo non ininfluente lo giocheranno poi le
fondazioni bancarie: il 4% è
suddiviso tra Fondazione Cr
Cuneo (2,3%) e Fondazione
Banca del Monte di Lombardia
(1,6%): potrebbe toccare a loro
presentare la lista per il consiglio, visto che lo statuto richiede almeno l’1% del capitale.
Non sembra che questa sintonia storica tra soci possa portare alla nascita di una struttura
legale (holding o patto di sindacato), almeno per ora. «I bresciani sono pragmatici, un passo per volta», dice uno di loro.
«Per ora facciamo la spa, poi si
vede. L’assemblea per il consiglio è in primavera…». Non
sembra invece esistere un ana-
● La legge
sulle Popolari,
varata per
decreto a
gennaio dal
governo Renzi
e approvata a
marzo, prevede
entro 18 mesi
la
trasformazione
in banche spa
degli istituti
popolari che
abbiano attivi
superiori a 8
miliardi di euro.
Sono coinvolti
nella riforma
11 istituti: Ubi
Banca, Banco
Popolare, Bpm,
Bper, Credito
Valtellinese,
Pop. Sondrio,
Veneto Banca,
Pop. Vicenza,
Pop. Bari,
Iccrea Banca e
Popolare Alto
AdigeVolksbank
logo fronte bergamasco. Sono
pochi gli esponenti cittadini
con quote significative: avrebbero lo 0,5% a testa solo le famiglie Radici, Jannone e Zanetti. E
non appaiono compatti come i
bresciani. Per il momento dunque la futura Ubi sarà una public company. Ma a proteggerla
da eventuali scalate sarà il tetto
al 5% di possesso azionario valido fino a marzo 2017.
È vero che il gruppo bancario
guidato da Victor Massiah ha
oltre il 40% del capitale nelle
mani dei fondi d’investimento,
a cominciare da Sinchester International con il 4,9%. Da essi
non si potrà prescindere per i
voti in assemblea. Ma saranno
comunque gli italiani ad avere
in mano le redini della banca in
un periodo cruciale. Nei prossimi mesi sono attesi il rinnovo
dei consigli di sorveglianza e di
gestione e soprattutto la fusione con un altro istituto. In pole
position sono dati il Banco Popolare oppure il Montepaschi.
Sarà comunque Ubi a tirare le
fila del risiko: tra le Popolari è la
più capitalizzata e quella con i
soci privati più forti.
fabriziomassar0
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Il progetto Vince Uno-A
● Ubi ha
convocato per
il 10 ottobre
l’assemblea
per la
trasformazione
in spa. È la
prima banca
popolare a
farlo. Il nuovo
statuto
conserva il
sistema duale
di consiglio di
gestione e di
sorveglianza
(nella foto il
presidente
Andrea
Moltrasio). I
nuovi board
saranno eletti
ad aprile 2016
La nuova sede Telecom
sorgerà alle Torri dell’Eur
Telecom Italia porterà il quartier generale
alle Torri dell’Eur. Il consiglio di
amministrazione di Alfiere Spa, società
partecipata al 50% da Cdp Immobiliare e da
Telecom, ha scelto infatti il progetto di
recupero delle Torri dell’Eur, di cui lo studio
Uno-A si è aggiudicato la progettazione
L’autoriforma
Consulenti del Lavoro
Bcc e credito cooperativo,
il piano della holding comune
Tfr in busta paga, troppe tasse
Lo ha chiesto solo lo 0,83%
L’autoriforma delle banche di credito
cooperativo si farà entro il 2015, prima della
legge di Stabilità. Ne è convinto il direttore
generale della Bcc di Roma, Mauro Pastore, una
delle maggiori realtà del settore:«All’interno del
movimento cooperativo si sta trovando una
sintesi» che permetterà al governo di realizzare
un decreto sul tema. Secondo Pastore si
dovrebbe andare verso un «gruppo unico a
livello nazionale» con «una newco che sia in
grado di raccogliere fondi per il sistema», di cui
le Bcc dovrebbero avere almeno il 51%. Insieme
con il gruppo unico dovranno andare avanti le
aggregazioni fra Bcc in bonis.
L’intervento sul Tfr in busta paga si conferma
un flop a causa dell’imposizione ordinaria,
troppo penalizzante per il lavoratore. È quanto
emerge da una stima dei Consulenti del lavoro.
Nei primi 5 mesi dall’avvio della norma solo lo
0,83% ha chiesto il Tfr in busta paga. Volano
invece nei primi 8 mesi 2015 le richieste di
anticipazione del Tfr già maturato (+27%).
Su un campione di circa un milione di
dipendenti, ad agosto aprile, 5 mesi dopo
l’entrata in vigore della norma, la scelta di
liquidare il Tfr maturando in busta paga è
stata effettuata solo da 8.420 lavoratori, ossia lo
0,83%.
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© RIPRODUZIONE RISERVATA
Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera
30
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Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015
31
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Cultura
SETTE GIORNI DI TWEET
I consigli del fumettista
Sergio Ponchione. Da oggi
Marco Petrella, illustratore
e fumettista a sua volta,
indica un libro al giorno
sull’account @La_Lettura.
#
DOMENICA
LUNEDÌ
MARTEDÌ
MERCOLEDÌ GIOVEDÌ
VENERDÌ
SABATO
Bob
Andelman,
Will Eisner,
Una vita per il
fumetto.
Biografia
dell’Orson
Welles del
graphic novel
Joe R.
Lansdale,
Notizie dalle
tenebre.
Variegato per
palati forti,
come non te lo
aspetti
Marc-Antoine
Mathieu,
I sotterranei
del Revolù.
Sempre più
giù, negli
oscuri
meandri del
paradosso
Paco Roca,
L’inverno del
disegnatore.
L’utopia di
cinque autori
spagnoli che
diventa realtà
Philip K. Dick,
Confessioni di
un artista di
merda.
«Vedo, si
disse. Sì, vedo.
Morendo
comprese
tutto»
Magnus, Lo
sconosciuto.
Un’avventura
per ogni
ricordo, una
storia per ogni
sguardo
Dino Buzzati,
I misteri
d’Italia.
Memorabili
incontri
ravvicinati con
l’incredibile
che sfiora il
credibile
Il caso Sfida di comunicati, la presidente loda il rientrante Ferrero
● Anteprima
Apre a Torino
«Off 365»
Inaugura
Claudio Magris
I nodi del Salone:
la coabitazione
e l’Arabia Saudita
C
Cogoli resta (per ora) nel consiglio con Milella
I volti
di Cristina Taglietti
I
Direttore
Ernesto Ferrero
(1938) torna a
dirigere il Salone
Presidente
Giovanna Milella
(1949) presiede
la Fondazione
Ritirata
Giulia Cogoli
ha rinunciato alla
carica di direttore
L’ex
Rolando Picchioni
(1936), l’ex presidente indagato
per peculato
l giorno dopo il ribaltone
al Salone di Torino non c’è
molta voglia di parlare.
L’umore generale è del genere: abbiamo messo un punto, adesso bisogna cominciare
a lavorare. La guerra tra la presidente Giovanna Milella e Giulia Cogoli, che venerdì aveva
con amarezza rinunciato all’incarico di direttore editoriale, si
consuma a colpi di comunicati,
dopo che da due mesi tra loro
era sceso il silenzio.
Dichiarazioni scritte in punta di diplomazia, ma che qualcosa fanno capire. Se Giulia Cogoli ha sottolineato di ritirare la
disponibilità ad assumere l’incarico, avendo cura di specificare «con l’attuale presidente»,
Giovanna Milella risponde con
un comunicato in cui non si fa
nessun accenno a Cogoli. Milella spende parole solo per Ernesto Ferrero, richiamato di
gran carriera a salvare la pace
(e la prossima edizione). Un ritorno di cui la presidente si dice «molto contenta» perché «il
suo ruolo garantisce, da un lato, continuità ed esperienza,
dall’altro, equilibrio e creatività
per le iniziative future». Non
manca il riferimento allo « stile
personale di gentilezza» e «alla
capacità di dialogo con il mondo della cultura», prima di
concludere: «E sono altrettanto contenta che si sia presa
consapevolezza e si sia manifestata la volontà di risolvere la
complessa situazione economica, come da me fortemente
sollecitato, nella direzione in
cui sto lavorando dal giorno
della mia nomina».
E di questo si parlerà marte-
dì quando il vecchio-nuovo direttore Ernesto Ferrero incontrerà Milella. «Sono già pentito. Mia sorella — scherza al telefono — mi aveva invitato
all’Elba, pensavo di andarci con
i miei libri e starmene tranquillo. Martedì la presidente mi illustrerà che cosa è stato fatto e
quali sono i problemi, a partire
dal modello di gestione del Salone». Nessun timore su un
possibile ritardo: «Siamo in
tempo, la squadra è rodata e si
muove anche da sola».
Tra i problemi da mettere in
conto, per l’edizione 2016, c’è
anche il caso Arabia Saudita
Paese ospite, scivolosa eredità
lasciata dal presidente Rolando
Picchioni. Una scelta che aveva
suscitato molte critiche e sulla
quale Milella, già subito dopo
la nomina, aveva espresso la
necessità di un ripensamento.
«Certo è un’idea che mi suscita
molta perplessità — dice Ferrero — e può non essere sufficiente l’ipotesi buonista per cui
disporsi all’ascolto è un modo
per comprendere. Ma è una
partita più ampia che coinvolge la città, il Comune, la Regione: insomma, la politica. È una
questione diplomatica che non
possiamo decidere noi».
Certo è che nell’impasse delle nomine il Salone è caduto
proprio per volontà dei politici:
il matrimonio combinato tra
Giovanna Milella, candidata
dell’assessore alla cultura del
Comune, Maurizio Braccialarghe, e Giulia Cogoli, voluta dall’assessore alla cultura regionale Antonella Parigi, è stato un
fallimento e forse non ci si sarebbe arrivati se le nomine non
fossero state fatte in fretta e furia, sull’onda della perquisizione all’ex presidente Rolando
L’edizione
Il Salone
internazionale
del Libro di
Torino giunge
nel 2016 alla
sua
ventinovesima
edizione
(foto Giuseppe
Cacace/
Afp)
Polemiche
per il Paese
islamico
ospite nel
2016: «Ma è
questione
politica»
Cogoli non
disponibile
al ruolo di
direttore
solo «con
l’attuale
presidente»
Picchioni (accusato di peculato), dopo uno stillicidio di ipotesi e manovre durato mesi.
Tra le due milanesi (che si
sono conosciute da poco,
quando sono state nominate
nel consiglio d’amministrazione) c’è non soltanto differenza
di caratteri e di background
(come peraltro c’era tra Picchioni e Ferrero) ma anche di
modo di interpretare il lavoro
culturale e sicuramente di
aspettative sugli incarichi.
L’atteggiamento manageriale di Giulia Cogoli è noto a
chiunque conosca il suo lavoro
passato e che ci potessero essere conflitti sulle competenze e
sull’organizzazione di una
macchina complessa poteva
essere previsto. Un’impasse
che peraltro può avere degli
strascichi: Cogoli siede ancora
nel consiglio di amministrazione della Fondazione per il
Libro, la Musica e la Cultura
che gestisce il Salone e bisognerà vedere se decide di di-
mettersi o di restare al suo posto. Nella seconda ipotesi è evidente che il clima da separate
in consiglio non sarebbe dei
migliori e prendere decisioni
unanimi potrebbe rivelarsi
complicato.
Il ritorno di Ferrero è una
piccola rivincita anche per Picchioni, che la settimana prossima sarà interrogato dal giudice. «Non voglio dire nulla, tutta
la vicenda si commenta da sola. Io sono contento che il Salone — spiega al “Corriere” — sia
diventato l’ineludibile appuntamento che è, una risorsa a livello internazionale, da conservare e proteggere, anche se
adesso sembrano tutti ragionieri, è tutto un segno più o
meno». Il senso del suo pensiero lo consegna, come è sua abitudine, a una citazione. «Questa è di Laozi: “Ciò che è grande
continua, ciò che continua va
lontano, ciò che va lontano ritorna”».
on un incontro con
Claudio Magris si apre
la nuova stagione
culturale della Fondazione
per il Libro, la Musica e la
Cultura, il Salone Off 365 a
Torino. Gli incontri,
organizzati dal Salone del
Libro insieme a numerose
istituzioni culturali e
scolastiche e con la Scuola
Holden, prevede una serie
di conferenze con scrittori e
intellettuali italiani e
internazionali. Il primo
appuntamento sarà
appunto con Magris il 15
settembre nell’aula magna
del Campus Einaudi, e sarà
imperniato sul ruolo della
letteratura romanza nel
mondo contemporaneo: lo
scrittore ha infatti ottenuto
nel 2014 il Premio de
Literatura en Lenguas
Romances di Guadalajara e
la conferenza (Dal canto
degli ultimi al grande stile)
si svolgerà proprio in
occasione della visita di
Dulce María Zúñiga,
direttrice del
riconoscimento spagnolo
vinto dallo scrittore e
germanista; con Magris e
Zúñiga interverranno il
direttore del Salone,
Ernesto Ferrero, il filologo
Gian Luigi Beccaria e la
presidente di Fondazione
per il Libro, Giovanna
Milella (ore 18, consigliata
la prenotazione all’indirizzo
email off365
@salonelibro.it, telefono
011 5184268 /901). La
conferenza sarà in
streaming con gli Istituti di
cultura italiani in tutto il
mondo. Gli appuntamenti
successivi della rassegna
saranno in ottobre: il 9 con
lo psicoanalista Massimo
Recalcati e il 28 con l’autore
americano de Il
collezionista di ossa e di
Solitude Creek (Rizzoli),
Jeffery Deaver. (Ida Bozzi)
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I meridionali al Nord di Balzano si prendono il Campiello
Sorpresa a Venezia, il prof di liceo batte Scurati. Commozione per il premio postumo a Vassalli
La storia
● Il Campiello
è un premio
letterario
dedicato alla
narrativa
italiana. Fu
istituito nel
1962 per
volontà degli
industriali del
Veneto. La
prima edizione
si svolse nel
1963: premio
a Primo Levi
per il romanzo
La tregua
di Marisa Fumagalli
VENEZIA Stravince una storia di
emigrazione — quella di un
«terrone» a Milano — il Campiello 2015. Esulta Marco Balzano, autore de L’ultimo arrivato
(117 voti della Giuria popolare),
con la casa editrice Sellerio che
per la seconda volta consecutiva si aggiudica il Premio degli
industriali veneti.
«La trama è ispirata dai racconti di molte storie vere che
ho ascoltato», dice commosso
l’insegnante di liceo che trionfa
(tra applausi ed esultanze) al
Gran Teatro La Fenice di Venezia. Un tema d’attualità, un col-
po di fortuna. «Anche se —
spiega Balzano — mentre scrivevo la vita di Ninetto, l’esodo
biblico di queste settimane era
di là da venire». Ma dopo l’ingresso nella cinquina dei finalisti, per voto della Giuria dei
Letterati, presieduta quest’anno dal sociologo Ilvo Diamanti,
la storia del picciriddu emigrante nel 1962 ha preso il volo.
I 300 giudici popolari (in realtà,
hanno votato in 282) si sono lasciati prendere dalle vicissitudini del ragazzino siciliano pelleossa, bambino-adulto, un po’
poeta e sognatore, protagonista della storia. Negli anni Sessanta del Novecento emigravano i terroni, oggi in Italia arri-
vano i barconi dalla Libia. Situazioni e tempi diversi, ma il
collegamento è inevitabile. Di
sicuro, questo elemento ha fatto presa.
Il secondo, tra i finalisti del
Campiello, 53° edizione, è il romanzo di Antonio Scurati Il
tempo migliore della nostra vita (pubblicato da Bompiani, 75
● Marco
voti); il terzo Cade la terra
Balzano è nato
(uscito per Giunti, 35 voti) di
a Milano nel
Carmen Pellegrino; il quarto
1978. Ha vinto
Senti le rane (Nottetempo, 34
il Premio
voti) di Paolo Colagrande; il
Campiello con
quinto, infine, La Mappa (ediil romanzo
to dal Saggiatore, 21) di Vittorio
L’ultimo
Giacopini. Nella Giuria popola. re, equamente ripartita fra
arrivato edito
da Sellerio
donne e uomini, «trasversali»
Il vincitore
per regione di provenienza,
età, cultura, professione, ci sono tre attori — Marina Massironi, Vittoria Puccini, Giulia
Scarpati — e lo storico ed editorialista Ernesto Galli della
Loggia.
Ma il Campiello degli industriali veneti, cresciuto in oltre
mezzo secolo di storia, è articolato in più sezioni. Dall’Opera
Prima, scelta dalla Giuria dei
letterati che premia La vita
prodigiosa di Isidoro Sifflotin
(Feltrinelli) di Enrico Ianniello,
alle nuove leve della narrativa.
Anche qui, 5 finalisti come per
la sezione principale. Si è aggiudicato il Campiello Giovani
il racconto della ventenne cata-
nese Eva Mascolino Je suis
Charlie, definito dalla giuria
«postmoderno». Come si evince dal titolo, la trama e il protagonista si ricollegano al tragico
fatto di sangue di matrice jihadista che ha colpito la redazione parigina del giornale satirico «Charlie Hebdo».
Il riconoscimento per il miglior racconto estero va a Neve
di fuoco della giovane svizzera
Camilla Galante. Sebastiano
Vassalli, scomparso a luglio, è il
vincitore del Premio speciale
Fondazione Campiello. Lo
scrittore è stato ricordato con
affetto durante la serata al Gran
Teatro La Fenice.
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Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera
32
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Spettacoli
Venezia 2015
Stravolte
le previsioni
della vigilia
Il debuttante
Vigas batte tutti
Argento
Il regista
argentino
Pablo Trapero,
43 anni,
mentre riceve
il Leone
d’argento per il
suo «El Clan».
Ha dedicato il
premio al figlio
Coppia
I due registi
Charlie
Kaufman, 56
anni, e Duke
Johnson (36),
ricevono il
Gran premio
della giuria
per il film
«Anomalisa»
Il bambino
soldato
Abraham Attah
mostra il Premio
Mastroianni
ricevuto come
giovane miglior
attore emergente
in «Beasts of No
Nations» di Cary
Fukunaga
Il Leone sudamericano
DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
I rischi di un festival
troppo cinefilo
di Paolo Mereghetti
L
a giuria presieduta dal messicano
Alfonso Cuarón ha fatto trionfare
l’America Latina: Leone d’oro all’esordiente
venezuelano Lorenzo Vigas per Desde allá,
Leone d’argento per la miglior regia
all’argentino Pablo Trapero per El Clan.
«Terzi» gli Stati Uniti con il Gran premio
della giuria all’anti hollywoodiano
Anomalisa di Charlie Kaufman e Duke
Johnson, mentre l’Europa si è ripresa la
rivincita sul fronte della recitazione: miglior
attrice a Valeria Golino, miglior attore a
Fabrice Luchini. Sono premi condivisibili?
Sostanzialmente direi di sì, anche se per i
primi due avrei invertito i riconoscimenti:
El Clan è stato il mio «colpo di fulmine» al
festival. Se dispiace che alcuni registi non
abbiano ricevuto premi (penso a Bellocchio,
a Sokurov, a Laurie Anderson, al cinese
Zhao), non si può che condividere la scelta
di dimenticare quei titoli che avevano
preferito cavalcare una spettacolarità più
immediata e qualche volta fin superficiale.
La giuria selezionata dal direttore Barbera
era la più «cinefila» vista sul Lido da molti
anni a questa parte (con cinque registi di
fortissima personalità: Cuarón, Nuri Bilge
Ceylan, Pawel Pawlikowski, Hou Hsiaohsien e Francesco Munzi), quasi inevitabile
che si segnalasse per scelte coerenti,
rivendicando con più decisione degli stessi
selezionatori un cinema fatto di attenzione
autoriale e rigore stilistico. L’edizione di
quest’anno aveva fatto discutere proprio per
una scelta che sembrava non voler scegliere:
troppi film davano l’impressione di non
dialogare tra di loro, di seguire strade molto
distanti se non opposte. E se è giusto che un
festival non cerchi solo i «vecchi» nomi
sicuri e si apra alle tante suggestioni che
arrivano dall’evolversi del medium, mi
sembra altrettanto importante che Venezia
non rinunci all’impegno (e al rischio) di
compiere delle scelte, di indicare quello che
per lei vale davvero la pena di vedere. È per
questo che i festival sono importanti e non
solo perché registrano «una forma
cangiante» che «si modifica con molta più
velocità di quanto si potesse immaginare».
Altrimenti si corre il rischio opposto: che
una giuria molto orientata come quella di
quest’anno, escludendo le opere che
provengono da produzioni meno
«sperimentali» e «rigorose», finisca per
imporre coi suoi premi un’idea di festival
decisamente «contro». Contro un cinema
più aperto al confronto con il pubblico,
contro un gusto che non deve per forza
essere «francescano» o «punitivo». Venezia
in questi ultimi anni aveva saputo ritrovare
una sua centralità culturale ed estetica
indicando nuove strade (per esempio quella
del documentario) anche al mercato e non
solo agli addetti ai lavori. Sarebbe un peccato
che quegli sforzi si perdessero per poco
coraggio nelle proprie scelte.
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VENEZIA L’unico che avrebbe
scommesso qualcosa sul verdetto della giuria di Alfonso
Cuarón — la doppietta sudamerica con il venezuelano
esordiente Lorenzo Vigas incoronato con il Leone d’oro per
Desde allá e il Leone d’argento
all’argentino Pablo Trapero per
El Clan — era Alberto Barbera,
che, presentando la sua Venezia 72, aveva preconizzato un
cambiamento delle geografie
del cinema. «Un grande polo
contemporaneo è quello dell’America Latina, così come
qualche anno fa risultava essere quello asiatico». E, in effetti,
vista dal Lido, la Cina è lontanissima, con il grande favorito
Trionfa il Venezuela con «Desde allá»
film su omosessualità e degrado
Esclusi Sokurov, Anderson, Bellocchio
do Castro, attore feticcio di Pablo Larraín), un uomo di mezza
età che adesca ragazzini in una
Caracas di sgomentevole squallore. Li paga per guardarli,
mentre si masturba, da lontano. Il più fragile di loro, Elder,
sarà il suo braccio per chiudere
i conti con un padre odiato. In-
sieme una storia d’amore e di
vendetta. Abbraccia Cuarón, e
il Leone d’oro lo dedica al suo
Paese, il Venezuela. «Stiamo vivendo un momento difficile,
abbiamo tanti problemi. Ma
sono fiducioso, credo che ricominceremo a parlare tra di noi.
Questo premio aiuterà il mio
Outsider
Lorenzo Vigas,
48 anni, è nato
a Caracas, in
Venezuela. Alza
il Leone d’oro
vinto per la sua
opera prima
«Desde allà»
Animazione
Successo argentino
con «El Clan», premiata
l’animazione
di «Anomalisa»
degli ultimi toto-leoni, Liang
Zhao regista del documentario
Behemoth, ignorato da Cuarón
e i suoi (Elizabeth Banks, Emmanuel Carrère, Nuri Bilge
Ceylan, Hou Hsiao-hsien, Diane Kruger, Francesco Munzi,
Pawel Pawlikowski e Lynne
Ramsey).
Sconfitti anche i grandi maestri dati per certi nel palmarès,
in particolare Sokurov (Francofonia) e Gitai (Rabin, The Last
Day), ignorate opere come
l’elegia di Laurie Anderson
(Heart of a Dog) o il viaggio nel
tempo di Bellocchio. La sorpresa è stata Lorenzo Vigas. Classe
1967, una laurea in biologia,
studi di cinema a New York,
molti documentari all’attivo.
Desde allá (in Italia uscirà per
Cinema di Valerio De Paolis) è il
suo primo lungometraggio di
finzione, scritto con Guillermo
Arriaga. Al centro, l’odontotecnico Armando (il cileno Alfre-
Eddie
Redmayne
SORPRESE
E DELUSIONI
● Il commento
I personaggi
del Festival
di Valerio Cappelli
Paese». In Sala Grande tutti i
suoi, Arriaga compreso («Mi
ha aiutato a superare i miei limiti») a fare la ola. Applausi
anche da Trapero e il suo clan
(il film, prodotto dai fratelli Almodóvar, uscirà per Rai Cinema).
Ma la felicità contagiosa è
quella di Valeria Golino, radiosa, che ringrazia «la giuria incredibile di pezzi da novanta».
Nomina tutti, Giuseppe Gaudino, gli attori (Adriano Giannini, Massimiliano Gallo), si dilunga sui produttori a partire
dal suo compagno Riccardo
Scamarcio per Buena Onda
(«Abbiate pazienza, sono tanti»). Ha fatto il bis, dopo la coppa Volpi vinta nel 1986. «La gioia che provo oggi è la stessa di
quasi 30 anni fa. Mi accorgo
che dopo tutto questo tempo,
queste esperienze accumulate,
il premio mi dà la stessa infantile, ingenua allegria di allora.
Sono molto contenta per me».
L’ultimo grazie è per «i miei
amici non udenti», con il linguaggio dei segni, che ha imparato per recitare in Per amor
vostro.
Il discorso più breve è quello
di Abraham Attah, il bambino
soldato di Beasts of No Nation
di Cary Fukunaga ma la Sala
Grande è tutta per lui. La cerimonia scorre via liscia. Unico
fuori programma l’appello ai
governi nazionali e alla Ue che
la Mostra affida a Saverio Costanzo a favore di «For a Thousand Lives: Be Human».
Stefania Ulivi
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Paulina
Chapko
● L’attore più «femminile» è il
● Nei panni di se stessa, Paulina
protagonista di The Danish Girl, il
Chapko è l’attrice polacca nelle
primo transgender della Storia.
grinfie del produttore col sofà
Eddie Redmayne ha passato
pronto, in 11 minuti del «maestro»
alcune giornate con la comunità
Skolimowski. Bionda, 29 anni, una
trans in cerca di ispirazione: «È
delle poche donne veramente
stata una lezione di vita». Quando
belle quest’anno al Lido, passata
.
l’amore autentico non ha sesso
chissà perché inosservata, ma
(né preconcetti).
ormai è troppo tardi.
Christopher
Plummer
Tilda
Swinton
● Appare in collegamento via
Skype, appena arrivato a Toronto,
parla da un’anonima stanza di un
hotel, il trolley ancora chiuso.
Christopher Plummer, il patriarca
del cinema, classe 1929. Ognuno
cerca di rivedere in lui il mitico
capitano von Trapp di Tutti insieme
appassionatamente.
● Biondo platino, bellezza aliena,
altissima la «musa» di Luca
Guadagnino. Sua l’idea della
rocker senza voce in A Bigger
Splash, era la condizione perché
accettasse. Tilda Swinton aveva
perso da poco la madre, ancora
oggi non vuole interpretare film in
cui deve parlare.
Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015
SPETTACOLI
33
.
#
Felici
Valeria Golino
(49 anni) con il
compagno,
l’attore e
produttore
cinematografico Riccardo
Scamarcio (35),
ieri al Lido dove
l’attrice ha
ricevuto la
Coppa Volpi
per la migliore
interpretazione
femminile in
«Per amor
vostro». Diretto
da Giuseppe
Gaudino, il film,
quarto e ultimo
italiano in
concorso a
Venezia, è stato
accolto alla
proiezione
pubblica da
nove minuti di
applausi. Uscirà
nelle sale il 17
settembre
L’intervista
Valeria Golino è la miglior attrice:
con me vincono le donne oppresse
«Seconda Coppa Volpi, come Huppert e MacLaine. Il futuro? Torno alla regia»
ce le ha comprato tutto quello
che ha voluto. È la mia ignoranza che l’ha messa su quei tacchi
a spillo».
Lei ha detto di essere una
preda erotica nella vita.
«Era una conversazione leggera tra due donne, il modello
della donna aggressiva, dominatrice, americana, non è il
mio. Vengo da un’altra mentalità».
Cosa ricorda della Coppa
Volpi presa a 20 anni?
«Fui avvisata all’ultimo momento. Non avevo il vestito, lo
chiesi in prestito a mia madre.
Ricordo le domande un po’ stupide che mi facevano e le mie
risposte altrettanto stupide».
Venezia nella sua carriera?
«Ci sarò andata 20 volte, nelle diverse sezioni, come giurata. È un luogo evocativo, il festival della mia nazione. Venezia è
una grande madre per me. Ora
preparerò il mio secondo film
da regista, Euphoria: è un titolo
provvisorio, ma sarà drammatico e euforico».
Valerio Cappelli
Ha vinto «’a capasciacqua», in napoletano, «la testa
vuota». Così Valeria Golino viene definita in Per amor vostro
di Giuseppe Gaudino, che le ha
ridato la Coppa Volpi 29 anni
dopo Storia d’amore di Citto
Maselli. «Potete anche non dire
che è passato tutto questo tempo — sorride —. Sono l’unica
italiana ad averla vinta due volte. Le altre due sono straniere,
Isabelle Huppert e Shirley
MacLaine. Che onore». Una tamurriata psichedelica dove anche Haendel viene distorto, il
riscatto di una donna sposata a
un malavitoso.
«La cosa più difficile era rendere la sua incapacità di vedere
la realtà. Ma poi si ribella. Senza retorica, è un film importante per tutte le donne, anche se è
un racconto esistenziale che
vale per ogni essere umano».
Alla vigilia ci disse: è talmente atipico che potrebbero
farci a pezzi.
«Io sono una vecchia volpe,
l’avevo capito in sala che le cose
si mettevano bene. Gaudino è
visionario, fantasmagorico. Ho
capito come sarebbe stato il
film dopo che lo abbiamo girato. Nel montaggio costruiva le
immagini come un artigiano,
un marionettista che muoveva i
fili del suo mondo parallelo».
Ha una carriera discontinua, sparisce, riappare…
«Spero si capisca che è un
autore che ha qualcosa da dire,
non dovrebbe aspettare 15 anni
per poter fare un film. È un tentativo di fare un cinema diverso, ed è la prima volta che recito nel dialetto della mia Napoli.
Una Napoli imprevedibile, dantesca, con una sua fantasia barocca. Una sorpresa anche per
me, che l’ho interpretato. Non
mi dava punti di riferimento,
mi ha “fragilizzata”. Ora ho una
contentezza vera. Anche perché è stata una lotta quotidiana».
Perché?
«Questo film è contro tutto e
tutti, era più facile che non si
facesse. Ci negavano le location, la latitanza economica
istituzionale. Che ricordi mi ha
1986 Valeria Golino, Coppa Volpi per
«Storia d’amore» di Citto Maselli
Helmut
Berger
Il pupazzo
Michael
La cagnetta
Lolabelle
● Il documentario spietato di
Andreas Horvath su Helmut
Berger, la (rovinosa) caduta degli
dei. L’attore amato in gioventù
dall’esteta Luchino Visconti
appare oggi rabbioso, volgare,
povero, si barcamena in un
bilocale, si masturba davanti alla
foto di Luchino.
● Nell’animazione Anomalisa,
Michael, il pupazzo protagonista,
di professione motivatore, è
depresso; per certi versi somiglia a
Berger e fa sesso esplicito con una
sua fan. Corteggia, è anaffettivo,
poi torna al calduccio dalla moglie.
Quando i pupazzi sono peggio
degli uomini.
● Laurie Anderson con la cagnetta ● Se il documentario su Janis
Lolabelle ci parla di vita e morte; la
Joplin è costato sette anni di
spinge a improvvisare suoni con le
lavoro (e si vede), quello su Vasco
zampette sulla pianola, a dipingere Rossi è nato da alcune giornate
quadri astratti. Amore morboso
poco spericolate in sua
della regina dell’avanguardia,
compagnia. «È un capolavoro. E
vedova di Lou Reed. Ci vorrebbe
comunque si salvi chi può». Da
.
un telefono azzurro per i Rat
Albachiara a Tramontoscuro, il
Terrier.
tappeto è meno «rossi».
DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
VENEZIA
lasciato? I lividi presi dal marito manesco (Massimiliano Gallo), e l’aver appreso il linguaggio dei segni per comunicare
col figlio sordo».
La figlia che si ribella alla
madre nel film…
«Io non l’ho mai fatto, è una
cosa mai provata sulla mia pelle, non riesco a relazionarmi a
quel sentimento. È una figlia
del nostro momento storico,
con il suo trucco esagerato. La
madre le dice che per farla feli-
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Vasco
Rossi
❞
Senza
retorica
ho dato
voce a chi
è incapace
di vedere
la realtà e
poi riesce
a ribellarsi
❞
A 20 anni
fui premiata
per la prima
volta:
non avevo
il vestito
pronto, me
lo prestò
mia madre
Cuarón e il verdetto
Il presidente della giuria:
«Nessuna unanimità
e non ho favorito i latini»
DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
VENEZIA «Mi hanno dato tanti soldi» scherza in
italiano il presidente Alfonso Cuarón,
messicano, quando gli chiedono se non sia
stato troppo filo latino-americano
nell’assegnazione dei premi a Lorenzo Vigas per
Desde allá e Pablo Trapero per El Clan. Lui si fa
serio: «La carica di presidente di giuria ha lo
stesso potere che ha nelle decisioni politiche il
re di Svezia. Tutti i membri hanno lo stesso
potere di voto, la mia è solo una carica
rappresentativa» spiega. L’unanimità non c’è
stata, e qui si fa ironico: «Mi rendo conto che la
parola messicano unita a credibilità non è…
credibile. Ma il modo in cui abbiamo tenuto le
discussioni è stato libero. Un premio non
significa molto, sono il tempo e la Storia a
decidere il cammino di un film».
Il Leone d’oro è la storia dell’amore tra due
uomini, l’adulto che adesca i ragazzini. Un
messaggio politico ai Paesi contro il diritto al
matrimonio omosessuale? La giurata Diane
Kruger: «No, cercavamo film che facessero
conoscere nuovi registi, che avessero il senso
della scoperta. Ma se spingerà ad aprire una
discussione politica, ben venga».
Il giornalista israeliano chiede con veemenza
perché non ha vinto nulla Rabin, the Last Day
di Amos Gitai, dato tra i favoriti. Cuarón: «È
quello che accade in democrazia, alcuni film
ricevono voti e altri no». Francesco Munzi era il
giurato italiano e si prende il cerino acceso dei
mancati premi ai nostri quattro film in
concorso: Bellocchio, Guadagnino, Messina e
Gaudino. «Il Palmares parla da solo. Non voglio
entrare nello specifico, il direttore Alberto
Barbera mi ha chiesto di non parlare né prima
né dopo». D’accordo, ma nemmeno «durante»
l’unico momento concesso, quello della
conferenza stampa ufficiale?
V. Ca.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera
34
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.
Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015
SPETTACOLI
35
.
La rassegna
Autunno mozartiano
tra Paestum,
Napoli e Salerno
La polemica
#
La prima edizione dell’«Autunno Mozartiano» della sezione di
Salerno dell’Associazione Mozart Italia (nella foto Wolfgang
Amadeus Mozart) verrà inaugurata il 15 settembre nel sito
archeologico dei Templi di Paestum, in contemporanea con la mostra
«Mozart a Strisce», organizzata in collaborazione col Museo del
Fumetto di Milano. Il concerto nello scenario dei templi di Luca
Fanfoni ha in scaletta Violino virtuoso di Bach, Locatelli e Paganini;
seguirà una Tafel Musik aperta dai Mozart Boys and Girls con un
Ensamble di clarinetti con programma mozartiano diretti da
Giovanni D’Auria.
L’incidente sulle Ande
Precipita aereo della troupe di Cruise: 2 morti
Un velivolo con a bordo la troupe impegnata nel nuovo film di Tom
Cruise si è schiantato sulle Ande colombiane causando la morte di
due persone. L’aereo era un Piper Aerostar-600, lo stesso dal quale
l’attore era stato visto scendere dopo il suo arrivo a Medellin il 20
agosto per le riprese del fim Mena. Il velivolo è finito in una tempesta
dopo il decollo da Santa Fe de Antioquia in direzione Medellin. Le
vittime sono l’americano Alan Purwin e il colombiano Carlos Berl. La
terza persona a bordo, Jimmy Lee Garland, è in terapia intensiva.
Lite sull’eroe gay di «Guerre Stellari»
L’autore del romanzo ai fan che lo contestano: siete dinosauri, per voi è in arrivo un meteorite
C’
è vita nello spazio? E,
in caso affermativo,
nello spazio ci sono i
gay? La risposta al secondo quesito parrebbe essere
un ipotetico «sì». Ma non per i
numerosissimi fan della saga
di Guerre stellari, che con la loro passione alimentano un business che dal 1977 a oggi ha incassato solo al botteghino dei
cinema più di 4 miliardi di euro
(senza contare diritti tv e home
video, libri, fumetti e immenso
merchandising).
Adesso che un romanzo,
Star Wars: Aftermath di Chuck
Wendig, racconta cosa accadde
negli anni successivi a Il ritorno dello Jedi e ha tra i protagonisti un personaggio gay, una
parte dell’esercito globale di
fan — motivatissimi, inflessibili custodi del mito o come dicono loro del «Canone» — ha
scatenato una polemica decisamente aspra.
Wendig, accusato da alcuni
lettori nelle recensioni su Amazon.com di aver arbitrariamente cambiato la natura «per
bambini» del Canone cinematografico-editoriale con l’aggiunta di un tema come l’omosessualità («Porta avanti
Il libro
● «Star Wars:
Aftermath» è
il nuovo
romanzo di
Chuck Wendig:
il primo del
Nuovo Canone
dopo la
battaglia vista
in «Il Ritorno
dello Jedi».
Il libro ha
scatenato
polemiche dei
fan della saga
per aver tra i
protagonisti
un personaggio
omosessuale
Fuga L’attrice Daisy Ridley (Rey) e John Boyega (Finn) in una scena di «Star Wars: Il Risveglio della Forza»
l’agenda del movimento gay»),
ha risposto sul suo blog tradendo una evidente irritazione
(legittima, ma insultare qualcuno online non è mai una
buona idea).
Scrive l’autore: «Se siete dispiaciuti perché ho messo dei
personaggi gay nel mio libro, e
un protagonista gay, non posso
farci niente. Mi dispiace, cari
dinosauri petulanti, ma il me-
teorite sta arrivando. Ed è un
meteorite favolosamente gay a
forma di gatto Nyan (riferimento per nerd: trattasi di un
disegnino molto popolare
online qualche anno fa di un
gatto-meteora con il corpo a
forma di biscotto candito), con
una coda dei colori dell’arcobaleno e il vostro modo di pensare è in via d’estinzione. Non siete i Ribelli, non siete i buoni.
.
Siete il fottuto Impero. Siete il
merdoso, dittatoriale, totalitario Impero. Se immaginate un
mondo dove Luke Skywalker si
dispiacerebbe di avere dei gay
intorno a sé, avete completamente frainteso il senso di
Guerre stellari. È come immaginare Gesù che prende a calci
il lebbroso invece di curarlo.
Smettetela di comportarvi come l’Impero, unitevi a Ribelli.
La musica è bellissima e ci sono dei droidi molto carini».
Insomma il personaggio di
Sinjir Rath Velus che lascia le
truppe imperiali per unirsi a
Luke Skywalker e agli altri ribelli è già entrato nella storia
della saga di Guerre stellari che
per questi 38 anni era rimasta
rigidamente asessuata.
E la polemica online è destinata a continuare, in attesa dell’uscita del nuovo film della saga, l’Episodio VII che arriverà
in Italia il 16 dicembre, 48 ore
prima che negli Stati Uniti. Forse, dopo le nozze gay la nuova
frontiera della parità è proprio
quella della fantascienza.
Certo chissà cosa succederebbe, a giudicare da questa
polemica, se nel nuovo film
Luke Skywalker e Han Solo facessero coming out. Dichiarando la propria attrazione reciproca e gettando sui viaggi interstellari la stessa luce chiarificatrice che illuminò le amicizie
t r a cow b oy d i B r o ke b a c k
Mountain, il rude Far West che
ovviamente fu molto più gay di
quanto John Wayne ci avesse
mai raccontato.
Matteo Persivale
© RIPRODUZIONE RISERVATA
❞
Il vostro
modo di
pensare
è in via
d’estinzione
Siete come
il totalitario
Impero,
non siete
i buoni
Invece
dovreste
unirvi
ai Ribelli
Wendig
Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera
36
.
#
Sport
5
Slam conquistati dal tennis italiano
Con la vittoria di Flavia Pennetta sono saliti a 5 i titoli del Grande Slam
conquistati dagli italiani. Due titoli per Nicola Pietrangeli, uno per Adriano
Panatta e uno per Francesca Schiavone. Tutti e tre avevano vinto sulla
terra rossa di Parigi.
TENNIS LA GRANDE NOTTE TRICOLORE
La regina Flavia
Un bacio sul collo, a rete dopo uno Slam, non si era mai visto. «Madonna Robi, cosa ho
fatto. Ti voglio bene... ». Finisce così, senza rancore, con un
sorriso com’era cominciata all’inizio di questa storia di ragazze e tennis, mascara e unghie dipinte, imprese e fidanzati presi e lasciati, drittacci e
buoni sentimenti. Pennetta regina di New York, seduta accanto alla Vinci battuta. Chiacchierano, prima che si scateni
il temporale. Perché no? È solo
un gioco.
È un match di vecchia scuola, i gesti bianchi di Roberta e la
regolarità da fondo di Flavia, la
velocità dello scambio non è
obnubilata dal muscolo, lo
scambio è godibile senza essere iniettato di sangue, il piano
tattico chiaro: rovescio a due
mani, garanzia di punti, contro
l’antico back a una mano su cui
la Vinci edifica le geometrie,
fonte del suo tennis. È lì, nella
miniera da cui in semifinale
Roberta aveva estratto pepite
d’oro contro Serena Williams,
che la Pennetta s’infila con mestiere da veterana: conosce a
memoria la migliore nemica,
ne teme le invenzioni al punto
da inibirne la fantasia. Il lunghissimo quinto game si chiude alla settima palla break: Roberta è rigida per la tensione
come se avesse il braccio destro ingessato, Flavia ne approfitta e sale 4-2, con il match in
pugno (fin qui zero winners
della tarantina).
Lo schiaffo sveglia la Vinci,
Pennetta batte Vinci, conquista New York e saluta
Abbraccia l’amica rivale e dice: «Mi fermo qui»
che ricomincia a giocare. Controbreak, finale riaperta, giusto
tie break e benedetto chi l’ha
inventato (Jimmy Van Alen,
una prece). Come nelle sfide
tra le sorelle Williams, è impossibile odiarsi. Tra molte
cortesie per gli ospiti (in tribuna il gotha di Hollywood: da
Michael Douglas a Robert Redford), senza mai guardarsi in
faccia per paura di vedersi ri-
flesse nello specchio di un’amicizia quasi ventennale, la Pennetta prende il largo (7-4) ribaltando lo schema di bambine, quando a prevalere era,
spesso, la maestrina venuta da
Taranto. Incassato il primo set
(7-6 in 60’), Flavia riacquista
colore in volto, blinda il risultato con una maturità di recente
acquisizione mentre il boyfriend, Fabio Fognini, isolato
sugli spalti a seguire il match in
beata solitudine, inizia a regalare qualche sorriso alla telecamera. Sui social, intanto, fioriscono le parodie (Pennetta Pasta e Da Vinci Code, per esempio), perché è chiaro che
questa finale storica che ha inchiodato l’Italia davanti alla tv
nella sera della movida non ha
lo stesso appeal sul resto del
mondo, cui per un giorno inse-
Gli altri
Nicola
Pietrangeli,
2 titoli a Parigi
(‘59 e ‘60)
● Il commento
La musica non è finita
Il rock duro
di Rossi e Gallinari
potrebbe stordire tutti
di Daniele Dallera
La musica, e che musica ragazzi,
non è finita qui. Due maestri
d’orchestra come Flavia Pennetta da
New York e Fabio Aru dalla Vuelta
spagnola hanno fatto vivere un
sabato emozionante, storico (e con
gli aggettivi ci fermiamo qui, però
ovviamente si potrebbe continuare
all’infinito) ma il loro assolo artistico
potrebbe essere il lancio di una
domenica indimenticabile. Non si
tratta di essere ingordi, o sognatori,
ma di una ragionevole attesa fondata
su talenti tutti tricolore. A
cominciare dalla vicina Misano che
non aspetta altro che festeggiare
l’ennesimo capolavoro di Valentino
Rossi, un «vecchietto» che non si
stanca mai di vincere, difatti si è
messo in testa di conquistare il suo
decimo titolo mondiale
(l’appuntamento è per le ore 14.00).
E la musica azzurra potrebbe
diventare rock duro qualora l’Italia
dei giganti del basket ipnotizzasse
Israele negli ottavi degli Europei:
. il
anche qui, sopra tutto e tutti,
talento sicuro di Danilo Gallinari,
che ben si accompagna a quello
risvegliato di Andrea Bargnani e a
quello trascinante quando si
scatena di Marco Belinelli. Un’Italia,
quella della Pennetta & Aru, che
non nasce e vince per caso,
tutt’altro: questi ragazzi e ragazze
conquistano traguardi per certi
versi impensabili grazie al talento e
al sacrificio (e qui mettiamoci
anche Roberta Vinci, sconfitta
d’accordo ma anche lei resta un
formidabile esempio), campioni
che sanno bene cosa significhi
fatica, stare soli, lottare e... vincere.
Proprio come Vale e il Gallo. Qui si
tratta solo di aspettare. Oggi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Adriano
Panatta, un
titolo al Roland
Garros nel ‘76
Francesca
Schiavone,
regina di Parigi
nel 2010
gniamo un po’ di classe, buona
educazione, femminea determinazione. Roberta si seppellisce sotto l’asciugamano al cambio di campo, Flavia batte forte
il pugno sul petto dopo i break
in apertura di secondo set,
scappa 2-0, poi 4-0, sembra
tutto troppo bello per essere
vero mentre la Vinci evapora
sotto la stanchezza (6-2):
l’enormità dell’impresa contro
Serenona è stata impegnativa
da gestire, a certe emozioni
non si può essere abituate, la
rincorsa l’ha lasciata vuota, ferma sulle gambe, smunta come
dopo una bella malattia.
È la giornata di Flavia, United
States of Puglia. 3 milioni e 300
mila dollari per la vincitrice, ma
non è questione di soldi. È il fine carriera da urlo della veterana che sul traguardo si prende
Bacio
Le due azzurre si
scambiano un bacio
alla fine di una partita
di vecchia scuola
tutto: «Mi fermo qui». Lascerà a
fine stagione con l’Us Open, il
primo Slam della vita, fama,
gloria e sogni come Francesca
Schiavone (Parigi 2010) che sul
divano di casa si gode lo spettacolo. È stata la prima italiana a
dimostrare che nulla è impossibile, basta volerlo. Flavia volle,
fortissimamente volle. E adesso
piange e ride, stremata e felice,
incredula come un’esploratrice
che trova se stessa dietro l’ultima svolta della vita. E mai scoperta fu più bella.
Gaia Piccardi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015
SPORT
37
.
11
titoli
di Flavia in carriera
Con la vittoria di ieri agli Open degli Stati Uniti salgono a 11 i tornei vinti in
carriera da Flavia Pennetta. Quello di ieri è stato il primo del Grande Slam e
ovviamente il più importante tra quelli conquistati dall’azzurra nata il 25
febbraio ‘82 a Brindisi.
#
9
titoli
di Roberta in carriera
la finale di ieri rappresenta comunque uno dei momenti più alti della carriera di
Roberta Vinci. L’azzurra, nata a Taranto il 18 febbraio ‘83, che ha compiuto
l’impresa di battere in semifinale la strafavorita Serena Williams, resta a quota
9 tornei vinti in carriera.
Casa Pennetta, la tattica vincente
di papà Oronzo e mamma Concita
Il derby delle famiglie. «Macché ritiro, farò cambiare idea a mia figlia»
DAL NOSTRO INVIATO
«Sono felice, Flavia aveva più
benzina in corpo», esulta alla fine
Oronzo Pennetta, suo padre, che non a
caso a Brindisi è il titolare di una discreta rete di pompe di carburante che
rifornisce auto e barche dell’Adriatico.
«Ma Roberta ha donato un grande sorriso alla sua città», si commuove pure
Angelo Vinci, il papà, sull’altro mare di
questo derby di Puglia, lo Ionio, pensando alle tante ferite di Taranto, a cominciare dall’Ilva.
Ogni scaramanzia, comunque, è stata portata avanti fino in fondo con devozione. Da parte di tutti. In casa Vinci,
a Taranto, mamma Luisa a destra e papà Angelo a sinistra seduti sul divano:
contro la Williams aveva funzionato,
«squadra che vince non si cambia», dicevano convinti. In casa Pennetta, a
Brindisi, stesso concetto di fondo, ma
moglie e marito invece separati: papà
Oronzo giù in cantina e mamma Concita in salone, ognuno coi propri palpiti, come durante il match con la Halep.
Anche i nonni di Flavia, Isa e Renato,
hanno preferito stare a distanza. Isa,
infatti, 84 anni, dice che Renato parla
sempre e lei invece ha bisogno di concentrazione per seguire sua nipote
quando gioca. Ora, per far felice la sua
Flavia, quando tornerà dagli Us Open,
le farà trovare il piatto preferito: «le
cozze con la panna», annuncia. Famiglie che sono amiche, si conoscono da
una vita, ma per un giorno intero preferiscono ignorarsi. È lo sport. I tifosi
di Roberta Vinci, compresi gli ultrà
della squadra di calcio del Taranto per
cui lei tifa apertamente, incollati ai
maxischermi in piazza Vittoria; quelli
di Flavia a Brindisi davanti al teatro
Verdi. Per le amiche-nemiche di una
BRINDISI
Amiche
L’abbraccio tra
la vincitrice
Flavia
Pennetta, 33
anni, e Roberta
Vinci, 32, al
termine della
finale tutta
italiana degli Us
Open. La
Pennetta è
nata a Brindisi
ed è la numero
26 della
classifica Wta
nel singolo, è
allenata da
Salvador
Navarro. Ha
vinto 11 titoli
Wta nel singolo
e ha detto che
si ritirerà a fine
stagione
(Ap)
sera hanno gioito e sofferto insieme,
ma ha vinto comunque la Puglia e questo è ciò che conta.
Fino a ieri, dallo Ionio all’Adriatico
esisteva soprattutto il basket, Brindisi
in serie A con gli uomini arrivati l’anno
scorso ai playoff; Taranto campione
con le donne, vincitrici di 4 scudetti tra
il 2003 e il 2013. «State calmi», questo
l’sms inviato da Flavia a suo padre
Oronzo, prima di avviarsi dall’albergo.
Impresa mica facile, stare calmi in una
notte così, coi fuochi d’artificio sparati
prima, a scopo propiziatorio, dal circolo del tennis dove lei tennisticamente è
nata, in via Ciciriello: 230 soci già convocati per la festa di fine estate ora fremono davanti al maxischermo con ce-
Telefonino e camomilla
Il papà della tarantina
sconfitta ha spento il
telefonino e si è bevuto una
tazza di camomilla
na offerta dal direttore Carlo Faccini,
tagliolini alla crema di scampi e sorbetto ai frutti di mare giusto per iniziare.
State calmi, se potete. Macchè. Papà
Angelo Vinci, nella vita commercialista e giocatore di tennis anche lui, dopo aver stretto mani e concesso interviste a destra e a manca per tutto il giorno, alle otto e mezza ha spento il telefonino, è rientrato a casa e si è messo sul
divano con una tazza di camomilla vicino, mentre mamma Luisa, congedato il sindaco di Taranto Ippazio Stefano
in visita augurale, ha cominciato a fumare come una turca, una sigaretta
dopo l’altra e non ha più smesso.
Carla Gradella e Chiara Colelli, le
amiche del cuore di Flavia Pennetta,
che a lei furono vicine nel momento
terribile della fine della storia con Carlos Moya, hanno tenuto a distanza di
sicurezza i giornalisti. Per far capire
quanto Carla Gradella, tennista anche
lei, voglia bene alla Pennetta basta vedere come ha chiamato sua figlia, che
ha 9 anni: indovinate? Flavia.
A papà Oronzo hanno appena detto
che la vincitrice di Flushing Meadows
si mette in tasca quasi 3 milioni di dollari, alla sfidante più o meno la metà,
ma lui dice che «a Flavia i soldi non sono mai interessati, è mamma Concita
che le gestisce il conto, per lei oggi
conta solo Fabio», cioè Fognini, e il
matrimonio ormai sembra fissato:
«Nozze a Brindisi nel 2016», rivela il
genitore. Intenzionato, però, a far cambiare idea alla figlia che ha annunciato
a fine stagione il ritiro: «Macché ritiro,
una che è settima al mondo non può
lasciare...».
Il fratello di Roberta Vinci, Francesco, lavora in banca a Martina Franca, è
sposato con Francesca ed è con lei che
segue il match in pieno isolamento anche telefonico. Allo stesso modo la sorella di Flavia, Giorgia, ha giocato a beach-tennis nel pomeriggio vicino Taranto e ha respirato in prima persona
l’aria del derby. Poi è entrata in ritiro
spirituale con la cugina Fiorella dalle
parti di Otranto. Tutti in apnea, fino all’ora di riemergere. A mezzanotte
Oronzo telefona alla figlia. «Brava Flavia, hai seguito i miei consigli», dice
lui che da ragazzo giocava a tennis in
seconda categoria. «Ma quali consigli
— scherza lei — ho fatto tutto da sola».
Fabrizio Caccia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Capolavoro Aru, conquista la Vuelta e se stesso
Oggi passerella finale. L’allenatore: «Superata la crisi al Giro ha capito di poter puntare a tutto»
Fabio Aru è il sesto vincitore
italiano del Giro di Spagna. Un
piccolo club formatosi in 70
anni di storia della corsa: prima di lui Conterno, Gimondi,
Battaglin, Giovanetti e Nibali.
Massimo rispetto per i padri
nobili del nostro ciclismo ma,
Nibali a parte (2010), fino a pochi anni fa la Vuelta era una
corsa a partecipazione limitata.
Quella vinta da Aru allineava
invece i migliori corridori del
mondo: lui li ha battuti tutti, da
Froome a Quintana, da Rodriguez a Valverde. Infliggendo ieri il colpo del k.o. all’avversario
più tenace e meno atteso, il coetaneo olandese Tom Dumoulin che ha resistito per 19 tappe
e si è arreso sulla penultima salita della 20ª.
Una crisi così profonda da
farlo retrocedere dal primo al
sesto posto in classifica. Merito
dell’Astana (spesso criticata per
eccesso di generosità agonistica) che l’ha tempestato di colpi.
Quando Aru ha visto, finalmente, la maglia rossa staccarsi ha
lasciato sfogare (tenendoli però
a distanza ravvicinata) Nairo
Quintana (4°) e Rafal Maika
(3°) senza mollare Purito Rodriguez, arrivato secondo a 1’17”
dal leader. La tappa è stata vinta
in solitudine dall’iberico Plaza
Molina.
A 25 anni il sardo dell’Astana
vanta ora nel palmares due podi del Giro d’Italia (3° nel 2014,
2° nel 2015) e la Vuelta. Maurizio Mazzoleni, allenatore e
mentore bergamasco, individua quattro punti chiave nella
vittoria del corridore. «Il primo
— spiega Mazzoleni — è la maturazione delle qualità fisiche.
Fabio ha una capacità rara di resistere al dolore e scattare con i
muscoli imbottiti di acido lattico: è capace di fare sei scatti per
staccare gli avversari quando gli
altri scalatori si fermano a tre».
Il secondo? «Sa fare gruppo
sovvertendo regole consolidate
nel ciclismo. Ormai tutti i corridori vivono mesi in altura per
allenarsi, mettendo a rischio il
loro equilibrio psicologico. Per
combattere l’isolamento, Fabio
ha chiesto a noi di portare la fidanzata per trasformare il ritiro
da monastero a luogo di lavoro
duro ma piacevole, convincendo anche i compagni a fare lo
Emozione
Fabio Aru in
maglia rossa
nuovo leader
della classifica.
Oggi la passerella
verso Madrid e
poi la vittoria
finale (Ipp)
stesso. Ha cambiato le regole. È
un ragazzo riservato, capace però di creare rapporti straordinari con tutti, anche con i kazaki del gruppo, che hanno carattere chiusissimo: ieri Zeits
ha dato l’anima per lui anche
quando era sfinito».
Concetto ribadito dalla prima frase pronunciata ieri dopo
.
la vittoria: «Questa
Vuelta è della squadra. Anche di Nibali e Ti-
ralongo che hanno lasciato
troppo presto la corsa». L’abbraccio con i compagni è stato
poco convenzionale: in un’area
di servizio autostradale, dove
Fabio ha raggiunto il bus della
squadra che lo aspettava dopo
la premiazione.
La carriera di Aru è cambiata
dopo la tappa del Mortirolo al
Giro di quest’anno: «Fabio ha
superato — spiega Mazzoleni
Arrivo
20ª tappa,
San Lorenzo de El
Escorial-Cercedilla
di 175,8 km
1. Plaza (Spa)
in 4.37’05”
2. Goncavales
(Por) a 1’07”
3. De Marchi (Ita)
a 1’08”
14. Quintana
(Col) a 2’44”
24. Aru (Ita)
a 3’38”
35. Dumoulin
(Ola) a 7’30’’
38. Valverde
(Spa) s.t.
Classifica
1. Aru (Ita)
83.1’40’’
2. Rodriguez
(Spa)a 1’17’’
3. Majka (Pol) a
1’29’’
4. Quintana (Col)
a 2’02’’
5. Chaves (Col) a
3’30’’
6. Dumoulin (Ola)
a 3’46’’
— una crisi e un dolore di
inimmaginabile profondità. E
per questo già la sera, metabolizzata la sconfitta da Contador,
ha capito di poter puntare a
qualunque obiettivo». Il 13 agosto scorso, sull’amatissimo
Moncenisio, Aru ha effettuato
un test decisivo: «Ha voluto misurarsi — continua Mazzoleni
— a un anno esatto di distanza
dal test precedente: stesso
giorno, stessa ora. Quando ha
visto i risultati (molto migliori
del 2014) Fabio ha capito che
avrebbe potuto vincere la Vuelta e ha acquisito una serenità
straordinaria».
Celebrato anche da un tweet
del premier Renzi («Mitico Fabio Aru, la Vuelta 2015 è tua»).
Aru festeggerà la vittoria nella
passerella conclusiva di Madrid. Non parteciperà al mondiale di Richmond, puntando
direttamente al Lombardia. Il
prossimo anno cercherà la vittoria al Giro d’Italia. Per il Tour
c’è tempo: in Sardegna gli Aru
coltivano frutta e sanno bene
come farla maturare.
Marco Bonarrigo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera
38
.
#
Milena, Stefania, Manuela, Cristina, Giacomo ed
Alfredo annunciano la scomparsa del loro caro
Alberto Guerrieri
I funerali avranno luogo lunedì 14 settembre alle
ore 14.45 presso la chiesa di Santa Maria Segreta
in piazza Tommaseo a Milano.
- Milano, 12 settembre 2015.
Carlantonio e Giancarla si stringono al profondo
dolore di Milena Stefania e Manuela per la scomparsa di
Alberto
nostro fraterno amico.
- Milano, 13 settembre 2015.
Costantino con Patrizia, Carlantonio e Meggy
piange l’amico
Partecipa al lutto:
– Penny.
Alberto
Alberto
amore mio!- Grazie per avermi accompagnato in
questi cinquant’anni...- Milena.
- Milano, 12 settembre 2015.
Devo avere paura?- Non un uomo come te
papà
sei stato il mio grande amore.- Stefania.
- Milano, 12 settembre 2015.
Caro
nonno Pino
coraggio, talento, simpatia, energia ci hai insegnato tutto ciò, per questo un grande "grazie" vola verso l’infinito dove sei tu ora!- Per sempre nei nostri
cuori.- Grazie.- Cri e Giacomo.
- Milano, 12 settembre 2015.
Giorgio e Paola profondamente rattristati per la
perdita del carissimo amico
Alberto
si stringono nel dolore della famiglia tutta.
- Milano, 12 settembre 2015.
Carla con grande rimpianto e dolore abbraccia
forte Milena e figlie nel ricordo di
Alberto
- Cassina Rizzardi, 12 settembre 2015.
Partecipano al lutto:
– Augusta e Maurizio.
Gianni, Delia, Alessandro, Valentina Zuco sono
vicini a Milena e figlie nel ricordo dell’amico
Alberto
- Milano, 12 settembre 2015.
Alberto
caro amico ti porteremo sempre nel nostro cuore.Giorgio Luisa e Alessandro abbracciano forte Milena, Stefania e Manuela.
- Milano, 12 settembre 2015.
Giorgio, Milena, Sergio e Marina si stringono con
affetto a Milena e famiglia per la perdita del caro
amico
Alberto
- Forte dei Marmi, 12 settembre 2015.
Silvio e Giuliana Pomares partecipano con dolore al lutto della cara Milena e familiari per la morte
di
Alberto Guerrieri
la cui signorilità e sorridente gentilezza rimarrà
sempre nel loro cuore.
- Punta Aldia (Olbia), 12 settembre 2015.
Ciao
ricordando per sempre la sua allegria, simpatia e
tutte le zingarate fatte insieme per il nostro Milan
e abbraccia con tanto affetto Milena Stefy e Manuela. - Milano, 13 settembre 2015.
Partecipano al lutto:
– Arrigo Perin.
– Maria Grazia Dassereto.
Caro
Alberto
ricorderemo sempre il tuo sorriso e la tua allegria.Stefano e Aurelia, Gigi, Giorgio e Adriana, Anna
abbracciano con affetto Milena, Stefania e Manuela. - Cassina Rizzardi, 12 settembre 2015.
Caro
Le famiglie Restelli e Santambrogio si uniscono
al dolore di Milena Stefania e Manuela per la perdita del caro papà
Alberto
- Cassina Rizzardi, 12 settembre 2015.
Caro
Alberto
la tua grande simpatia classe eleganza ed amicizia
rimarranno sempre nel nostro cuore.- Eppe Ursula.
- Milano, 12 settembre 2015.
Amico
Alberto
ci mancherai.- Sergio, Susanna, Michele e Daniele
abbracciano forte Milena, Stefania e Manu.
- Milano, 13 settembre 2015.
Andrea e Anita Tosi coi figli abbracciano commossi Milena, Stefania ed Emanuela nel ricordo del
loro adorato
Alberto
- Milano, 12 settembre 2015.
Roberto e Gabriella sono vicini a Milena ed alla
sua famiglia nel ricordo del caro
Il Golf Club Monticello partecipa con profondo
cordoglio al dolore della famiglia per la scomparsa
di
Alberto
Alberto Guerrieri
- Cassina Rizzardi, 12 settembre 2015.
- Cassina Rizzardi, 12 settembre 2015.
Te ne sei andato in punta di piedi con la tua sofferenza, con dignità e riservatezza!- Ciao
Presidente, Consiglieri e collaboratori della Fondazione Cova ricordano con affetto e stima
Alberto
Alberto Guerrieri
Consigliere sempre attento e partecipe.
- Milano, 12 settembre 2015.
I tuoi amici ricorderanno sempre la tua allegria e
la tua gioia di vivere, con affetto Carloantonio, Eppe, Piero, Roberto, Giorgio, Giorgio, Mario, Felice,
Emilio, Emilio, Enzo.
- Milano, 12 settembre 2015.
Caro
Alberto
con te perdiamo un grande amico.- Il ricordo del
tempo felice vissuto insieme sarà per sempre con
noi.- Lena e Paolo, Cristina, Enrico e Nicoletta abbracciano Milena ed i suoi cari con grande affetto.
- Roma, 12 settembre 2015.
Mario Gallini con Antonella, Stefano e Martina
è vicino alla famiglia per la perdita del vecchio amico
Alberto Guerrieri
- Milano, 12 settembre 2015.
Giovanni e Rosemarie, Gianrenzo e Cristina,
Chicco e Lella, Roberto ed Elena ed Ezio sono vicini
a Milena con affetto per la perdita del carissimo
amico
Alberto
- Milano, 12 settembre 2015.
Profondamente commossi partecipiamo al dolore della famiglia nel ricordo del caro
Alberto
Massimo Zevi Sole Chiara e Serena, Silvano, Gingi
Cristina, Peo Tony, Marco Rossella, Giorgio Roberta. - Milano, 12 settembre 2015.
Partecipano al lutto:
– Renato e Lucetta Vismara.
– Giorgio e Carla Mailhac.
– Vanna e Paola Casorati.
– La famiglia Pampuri.
– Dario Anna Gelli.
– Vittorio Vera Pattumelli.
– Anna Maria Caracci.
– Fulcieri Marina Gorini.
– Aldo Norma Sinai.
– Giuseppe e Giuseppina Lombardi.
– Franco e Giuliana Corbella.
– Giovanna e Tino Volpe.
– Laci Lager.
– Rosanna Negri.
Partecipano al lutto:
– Maria Ester ed Alberto Zanobio.
Con tristezza e tanto affetto Maurizio ed Enrica
Dallocchio si stringono a Daniele per la dolorosa
perdita del papà
Angelo Ripamonti
- Milano, 12 settembre 2015.
Gli amici dello Studio Cornaglia & Associati e di
Assietta Private Equity SGR S.p.A. partecipano al
dolore dell’avvocato Daniele Ripamonti per la perdita del caro papà
Silvio
Angelo Ripamonti
sei stato per noi più di un fratello, hai lasciato un
vuoto incolmabile, sarai sempre nei nostri cuori.Pino Carmen Alberto.
- Milano, 13 settembre 2015.
- Milano, 12 settembre 2015.
Nadia, i figli Agostino e Niccolò, Alessia, Annalisa, Federica, Grazia e Paola, annunciano la morte
di
Silvio
Riccardo Terzi
carissimo, buono, corretto, sensibile... dopo tanta
sofferenza ci hai lasciati nel dolore!- Noi ti vogliamo ricordare con la chitarra ad allietarci le serate.Un grande abbraccio a Dani e Dodò.- Mimmo e
Carola, Gaia con Chicco, Anna e Alessandro.
- Milano, 12 settembre 2015.
Sarà possibile salutarlo martedì 15 settembre dalle
10 alle 12 presso la Camera del Lavoro di Milano.
- Milano, 12 settembre 2015.
Andrea Margheri Francesca Bucci con Guido Pietro Marco insieme ai compagni che diedero vita
alla rivista Argomenti Umani esprimono il loro dolore per la scomparsa di
Riccardo Terzi
rimpiangendo l’amicizia più che fraterna, l’alta cultura, la lucidissima intelligenza, la fermezza razionale e coerente con cui ha sostenuto i valori della
sinistra e le ragioni del lavoro e abbracciano con
affetto Nadia, Niccolò e Agostino.
- Milano, 12 settembre 2015.
Marialuisa, Guido, Laura con Giovanni, Marta,
Gloria, Beppe abbracciano Dolores, Daniele e Gabriela ricordando con affetto e rimpianto
Barbara Pollastrini e Pietro Modiano esprimono
profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia per la
scomparsa di
Silvio
- Milano, 12 settembre 2015.
Riccardo Terzi
Renzo e Luciana con Bettina Simona e le loro
famiglie partecipano profondamente addolorati al
lutto per la perdita di
Personalità della sinistra e del sindacato, colta, intelligente e coraggiosa.
- Milano, 12 settembre 2015.
Silvio
Aldo Bonomi, Gad Lerner e Matteo Bolocan ricordano
l’amico di sempre. - Milano, 12 settembre 2015.
Ennio con Katia, Dianella con Luigi, Gioia con
Raffaele e Wanna si stringono con affetto a Dolores
e famiglia nel ricordo di
Riccardo Terzi
amico e compagno di rara sensibilità culturale e
intelligenza politica.
- Milano, 13 settembre 2015.
Silvio Baldi
- Milano, 12 settembre 2015.
Claudio Petruccioli piange
Ciao
Riccardo Terzi
Silvio
compagno dagli anni giovanili.- Ne ricorda la serietà, l’allegria, l’intelligenza.
- Roma, 13 settembre 2015.
non ti dimenticheremo mai.- Alberto e Marialuisa.
- Milano, 12 settembre 2015.
Ci piace ricordarti nei momenti sereni passati con
i comuni amici.- Ciao
Riccardo Terzi
Silvio
Partecipa al lutto:
– Carlo Tognoli.
Virgilio Anca Vittorio Vanessa partecipano profondamente commossi al lutto di Dolores e Daniele
per la perdita di
- Milano, 13 settembre 2015.
Dott. Silvio Baldi
già Consigliere di Amministrazione della società.
- Milano, 12 settembre 2015.
Argira Lilia Nascimbeni Melo
Salvo
con grande affetto.- Enzo Bernadetta e Francesca.
- Milano, 12 settembre 2015.
Renato e Alessandra Barilli partecipano commossi al grande lutto delle da lui adorate moglie
e figlia per la scomparsa di
Salvo
massimo esponente dell’arte del secondo Novecento. - Bologna, 12 settembre 2015.
Sofia, Anna e Sara mandano tanti bacini al nonno
Gianmario Ferrari
Ciao
Alberto
zio Gianmario
Tullio e Grazia abbracciano con affetto Milena e i
suoi figli. - Milano, 13 settembre 2015.
ci mancherai tanto ti vogliamo bene.- Gli Spada.
- Milano, 13 settembre 2015.
Ciao Beppe, troppo presto e troppo vuoto.- Margherita con Francesca, Riccardo, Alessandro, Gabriella ed i piccoli Ettore, Arianna e Cesare.- Il funerale avrà luogo lunedì 14 settembre ore 14.45
presso la parrocchia del Corpus Domini a Milano.
- Milano, 12 settembre 2015.
Il Consiglio di Amministrazione di Fiordaliso
S.p.A. e i dipendenti tutti partecipano al lutto della
famiglia del
Salvatore (Salvo) Mangione
Ricordiamo
Giuseppe Chiaraviglio
Silvio
Paola con Fabio, Costanza, Emma, la sorella
Franca e i nipoti di Renzo Rossi annuncia con grandissimo dolore che la lunga e intensa vita terrena
di
- Milano, 12 settembre 2015.
Molto addolorati per la scomparsa del caro amico
Angelo Ripamonti
- Milano, 12 settembre 2015.
Caro
Emilio Mazzoli e famiglia con immenso dolore
piangono il grande artista
- Modena, 12 settembre 2015.
Camera Nazionale della Moda Italiana e Pitti Immagine ricorderanno
- Milano, 12 settembre 2015.
Pietro e Dora. - Milano, 12 settembre 2015.
Alberto Guerrieri
Alberto Guerrieri
Carlo
Marco con Ines accarezza il cuore dolente
dell’amico Daniele per la perdita del suo amato
papà
I cugini Percivalle Carlo Teodoro e Aurelio.
- Milano, 12 settembre 2015.
Alberto
Laura ti ricorda in unione spirituale con papà Riccardo, nel sedicesimo anniversario della tua morte. - Milano, 13 settembre 2015.
Angelo Ripamonti
Silvio
con te se ne è andata un’altra parte bella della
nostra vita.- Chicca e Checco.
- Milano, 12 settembre 2015.
Ciao
Rosetta, Simona, Marco, Lisa, Roberto, Davide,
Chiara e Stefano ricorderanno sempre con affetto
l’amico
Angelo Ripamonti
Siamo vicini alla famiglia Baldi per la perdita del
caro
Delia, Achille, Mimmo, Paola, Nuccio e Lucia con
Matteo, Chiara e figli, Marco, Fede, Mirko e figlia,
Marta, Robert, Margherita, Carlotta, Marcello e figlio piangono con Margherita
Paola. - Milano, 13 settembre 2015.
Lilia Nascimbeni Melo
Partecipano al lutto:
– Marialuisa, Paola e Peppino con Barbara.
.
e partecipa al dolore dei suoi cari.
- Milano, 12 settembre 2015.
Gabriella, Francesca, Rufo e Barbara Ruffo sono
vicini a Leonardo, Anna e a tutti i familiari nel dolore per la scomparsa di
Elena Visconti di Modrone
Franca Silvestri
Ferdinando Brambilla
- Milano, 13 settembre 2015.
13 settembre 2008 - 13 settembre 2015
Olga Leto di Priolo
sette anni, sei sempre con noi.- Le tue sorelle.
- Milano, 13 settembre 2015.
- Roma, 12 settembre 2015.
1996 - 2015
Doni, Micaela, Roberto, Andrea e Marco si stringono con affetto ai cugini Visconti nel ricordo della
zia Elena Visconti di Modrone
- Milano, 11 settembre 2015.
Gian Paolo Bossi Fedrigotti con la moglie Vanna
e la figlia Valérie con Heinrich von Lutterotti, Maurizio Bossi Fedrigotti con la moglie Verena ed i figli
Francesco, Valentina ed Isabella, Isabella Bossi Fedrigotti con i figli Vittorio ed Eduardo Botti si stringono con affetto a Luca, Marie José, Ferdinando,
Caterina e Filippo per la scomparsa della
Contessa
Elena Visconti di Modrone
Castellini
Mario Perla
Sei sempre con noi.- Anna Roberto Bin Laura.
- Milano, 13 settembre 2015.
Moj mozh, caro mozh
Rado Kenda
Francesca. - Milano, 13 settembre 2015.
Amelia Rossi
Ricordo, rimpianto, amore.- Renata, Valeria, Valerio. - Milano, 13 settembre 2015.
- Rovereto, 12 settembre 2015.
Il direttore Aldo Vitali e le redazioni di TV Sorrisi
e Canzoni, Telepiù e di Il Mio Papa sono vicine al
vicedirettore Bice Colarossi nel dolore per la scomparsa del padre
Vincenzo Colarossi
- Segrate, 12 settembre 2015.
Aldo, Alex, Anna, Daniela, Ezio, Francesco, Silvia
e Stefano abbracciano forte Bice in questo triste
giorno in cui se n’è andato suo papà
Vincenzo Colarossi
- Milano, 12 settembre 2015.
RCS MediaGroup S.p.A. - Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano
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PAGAMENTO CON CARTA DI CREDITO
È morto
Enzo Preda
Indimenticabile amico, nato a Milano nel 1932,
straordinario pittore e ceramista, cofondatore nel
1952 con Baj, Dangelo e Joe Colombo del Movimento Nucleare.- Le sue opere sono in tutto il mondo.- Intendiamo ricordarlo a tutti coloro che ebbero il privilegio di conoscerlo e di apprezzarne le sue
grandi qualità di uomo e di artista.- Paola ed Enrico
Pennasilico. - Milano, 12 settembre 2015.
I figli Giovanni, Irene, Angelo con l’affezionatissima nipote Angelica e tutti i parenti saranno uniti
nell’affetto per ricordare
Lina Mina Baule
Riposerà in pace accanto al marito Mario Baule
presso il cimitero di Bulgarograsso (Como) da lunedì 14 settembre ore 15.
- Milano, 12 settembre 2015.
Ci ha lasciati la nostra cara
Virginia Valdo Musci
Lo annunciano il marito Pino, i figli Manrico e Mariano con Stefania.- I funerali si svolgeranno lunedì
14 settembre, alle ore 15 nella Basilica di Santa
Maria Assunta in Gallarate.- Il Santo Rosario verrà
recitato domenica 13 settembre alle ore 19.30 in
Basilica. - Gallarate, 12 settembre 2015.
Giuseppe di San Giuliano con i figli Diego, Giulia
e Maria partecipa con grande affetto al dolore della dottoressa Raffaela Pedani per la perdita della
madre signora
Rosa Di Maggio
- Firenze, 12 settembre 2015.
Michele Finocchi
Pepi Carlo Cristina e Isabella si stringono commossi a Gianluca Chicco e Barbara per la perdita
della cara mamma
Luigia Vismara
Corriere della Sera
TARIFFE QUOTIDIANO (Iva esclusa) :
Necrologie: € 6,50
PER
PAROLA: Adesioni al lutto: € 13,00
Diritto di trasmissione: pagamento differito € 5,00
I testi verranno pubblicati anche sul sito
www.necrologi.corriere.it
È possibile richiedere servizi aggiuntivi,
disponibili solo on line
TARIFFE ONLINE (Iva esclusa):
Partecipazioni al lutto online
€ 20
Fotografia
€ 15
Biografia
€ 50
Abbonamento annuale pagina
defunto
€ 60
Fotografia + biografia +
abbonamento annuale pagina
defunto
€ 100
Gazzetta dello Sport
TARIFFE QUOTIDIANO (Iva esclusa):
PER
Necrologie: € 2,50
PAROLA: Adesioni al lutto: € 5,50
Diritto di trasmissione: pagamento differito € 5,00
Anniversari e ringraziamenti a modulo
Corriere della Sera Gazzetta dello Sport
€ 300,00 a modulo € 185,00 a modulo
- Milano, 12 settembre 2015.
Carlo Gigi e Pietro sono vicini a Nilde e Joelle
per la scomparsa dell’adorato fratello
Marco Bellavita
- Milano, 12 settembre 2015.
Da dieci anni ci ha lasciato
Fiorella Ghilardotti
Giuseppe Chiaraviglio
Lilia
Cristina e Francesca ricordano con amore e rimpianto il loro papà
Carlo Brambilla
Presidente della Regione Lombardia, Parlamentare
Europeo.- Il marito, i figli, i fratelli e loro famiglie
ne ricordano con commozione ed affetto il sorriso,
lo slancio e la perseveranza diffuse con entusiasmo
fino alla fine, nell’amore per la famiglia e nell’impegno civile.- Semi di buona volontà che ancor oggi germogliano azioni di bene.
- Milano, 13 settembre 2015.
- Milano, 12 settembre 2015.
- Milano, 12 settembre 2015.
La società Finprotek comunica il decesso del Senior Partner
Beppe
Tutto il personale del servizio di radiologia pediatrica della Clinica Pediatrica De Marchi, abbraccia
la dottoressa Francesca Chiaraviglio in queste tristissime ore. - Milano, 12 settembre 2015.
Piera ricorda con affetto e rimpianto la cara
- Desio, 12 settembre 2015.
Faber ricorda la sua "gioia" con struggente nostalgia.- Mi manchi tanto "piccola".- Ciao.
- Milano, 13 settembre 2015.
e l’immenso vuoto che ha lasciato nelle loro vite.
- Milano, 12 settembre 2015.
Giuseppe Chiaraviglio
Franco Nascimbeni partecipa addolorato al grave lutto per la scomparsa della cara cugina
13 settembre 2014 - 13 settembre 2015
Carlo
che ora ha ritrovato l’abbraccio del suo amico Matteo. - Milano, 12 settembre 2015.
Giuseppe Chiaraviglio
Barbara Vitti
con una Santa Messa, lunedì 14 settembre alle ore
9.30 presso la chiesa di San Marco piazza San Marco 2, Milano. - Milano, 13 settembre 2015.
Giorgio e Germana con Paola Marco e Chiara
condividono commossi il dolore di Elda e ricordano
con affetto il loro amico
Giuseppe Chiaraviglio
Profondamente commossi Vittorio, Carlo e Giorgio
sono vicini a Margherita, Francesca e Riccardo nel
dolore e nel rimpianto della sua ricca umanità.
- Milano, 12 settembre 2015.
mamma
Partecipano al lutto:
– Annamaria e Nino.
– Pinuccia e Marzia.
Ebe Mazziotti con il grande affetto di sempre saluta
A pochi mesi dalla nostra carissima Duni l’ha seguita il fratello
"Ecco Lilia fuoco e fiamma, par che spacchi il mondo intero, ma in lei batte per
davvero, un cuor tenero di mamma".
Le tue rime.- Ciao
e abbracciano Elda con amore.
- Saronno, 12 settembre 2015.
Gianmaria con Ivetta, Luigi, Federica, Pietro,
Francesca e Bianca abbraccia Margherita, Francesca, Riccardo e tutti i loro familiari nel dolore per
la scomparsa di
uomo buono e paziente, fratello affettuoso e sempre presente. - Milano, 12 settembre 2015.
si è conclusa il giorno 12 settembre 2015.- Si ringrazia con affetto la signora Mariya Savchuk che
l’ha assistita fino all’ultimo; la signora Luciana Salimbeni e chi l’ha confortata in questi anni.- La mia
gratitudine ai dottori Luca Citelli e Riccardo Castoldi.- Per l’ora e il giorno dei funerali si prega di contattare l’Impresa Simonetta al numero 02.341972.
- Milano, 13 settembre 2015.
Carla Pirola
ved. Pirazzi Maffiola
uomo affettuoso e gentile.
- Milano, 12 settembre 2015.
Nico Maione partecipa commosso al dolore
dell’amico Daniele per la scomparsa dell’amato
padre
Ernesto e Ivana Pellegrini partecipano al dolore
dell’amico Daniele per la grave perdita del padre
Silvio
Ho celebrato il tuo centenario anima sempre
grande, mamma ammirevole, nata il 7 febbraio
1915
e si stringe in un forte abbraccio.
- Milano, 12 settembre 2015.
- Roma, 13 settembre 2015.
non avrei potuto desiderare un suocero migliore di
te e nonno adorabile per i miei figli.- Continua a
proteggermi e consigliarmi dall’alto.- Ciao Silvio ti
voglio bene!- La tua nuora preferita Gabri.
- Milano, 12 settembre 2015.
la tua solarità e la tua grande amicizia ci hanno
accompagnato per tanti anni e sarai sempre nei
nostri cuori.- Anni, Piero, Luca e Monica abbracciano con affetto Milena, Stefania e Manuela.
- Cassina Rizzardi, 12 settembre 2015.
e abbracciano Milena.
- Milano, 12 settembre 2015.
Carlo Brambilla
I colleghi e collaboratori dello Studio Legale
Maione partecipano sentitamente al lutto dell’Avvocato Daniele Ripamonti per la perdita del padre
in questo momento di dolore assoluto vivo un distacco fisico che mi lascia senza fiato.- Trovo però
la forza di guardare avanti perché so con certezza
che ora tu sei tranquillo e felice in un posto migliore, suonando per noi la tua amata chitarra.- Non
dimenticherò mai il nostro ultimo lungo abbraccio
che rimarrà per sempre nel mio cuore.- La tua forza d’animo, il tuo spirito ed il tuo coraggio sono
stati un esempio indelebile ed una guida per me
durante questi anni.- Sono fiero che Beatrice, Ludovico e Leonardo possano ricordare per sempre
il loro amato nonno Silvio come esempio di onestà,
sincerità e altruismo.- Proteggici tutti come solo tu
saprai fare.- Mi mancherai ma mi accompagnerai
ogni giorno della mia vita.- Per sempre, tuo Daniele. - Milano, 12 settembre 2015.
Silvio
Alberto
È mancato all’affetto della moglie Elda, della cognata Silvana con Stefano e Giancarla
Angelo Ripamonti
- Roma, 13 settembre 2015.
babbo
Alberto
Antonio e Luisella Migliorini ricordano con affetto il caro amico
Carlo Alberto Giovanardi partecipa al dolore di
Daniele e della sua famiglia per la perdita del papà
Angelo Ripamonti
Ciao
La meravigliosa amicizia che ci hai regalato rimarrà per sempre nei nostri cuori.- Ciao
Caro
caro amico, rimarrai sempre con noi nel ricordo dei
tanti momenti felici trascorsi assieme.- Giorgio e
Angela. - Milano, 12 settembre 2015.
Tina e Guido, Alfredo, Barbara e Marina ti porteranno sempre nel cuore!
- Cassina Rizzardi, 12 settembre 2015.
Silvio Baldi
Lo annunciano con immenso dolore la moglie Dolores e il figlio Daniele con Gabriela, Beatrice, Ludovico e Leonardo.- Grazie di cuore all’Unità Cure
Palliative Ospedale Buzzi per la professionalità e
grande umanità dimostrate.- Il funerale avrà luogo
lunedì 14 settembre ore 11 presso la chiesa Vecchia Sant’Apollinare via Ceriani 3 Milano.
- Milano, 12 settembre 2015.
Alberto
vicini a Milena, Stefania, Manuela ti ricordiamo con
affetto e rimpianto.- Mimma Renata Antonella Roberto Matteo. - Milano, 12 settembre 2015.
ci mancherà la tua simpatica esuberanza nell’incitare la nostra squadra del cuore.- Ricorderemo
sempre gli allegri momenti trascorsi insieme.- I tuoi
amici del Milan: Piero Donatella, Marco Resi, Carlo
Ludovica, Carlantonio Giancarla, Marco Laura, Rudy Caia. - Milano, 12 settembre 2015.
Alberto
È mancato all’affetto dei suoi cari
13 settembre 2005 - 13 settembre 2015
Le amiche e gli amici dell’Associazione "Fiorella
Ghilardotti" ricordano
Fiorella
a dieci anni dalla sua scomparsa.
- Milano, 13 settembre 2015.
L’accettazione delle adesioni, richieste via web, e-mail e chiamate
da cellulari sono subordinate al pagamento con carta di credito
Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015
SPORT
❞
Giovanni Toti
Pres. Liguria (FI)
Il tifo si può fare benissimo
per un paio d’ore dalla tv
e per il resto occuparsi
dei problemi del Paese
❞
Giorgia Meloni
Presidente Fdi
.
Mi sarebbe piaciuta
la stessa prontezza
per i marò... Mette solo il
cappello sulle vittorie altrui
39
#
❞
Claudio Lotito
Pres. della Lazio
Bene ha fatto il presidente
del Consiglio a testimoniare
la vicinanza delle istituzioni
recandosi negli Stati Uniti
PRIMA LE CRITICHE POI LA FESTA
Renzi in tribuna oltre le polemiche:
«Per l’Italia è un giorno storico»
di Massimo Gaggi
a Flushing Meadows.
«Orgogliosa di rappresentare l’Italia», ha detto la Vinci
dopo la vittoria, immersa in
una felpa troppo grossa,
uscendo da una cena «normale» da Bistrò Milano, nel centro di Manhattan, mentre anche la Pennetta festeggiava la
sua vittoria dalle parti di Times Square.
Renzi ha deciso di essere
presente a questa inattesa e irripetibile festa italiana, di celebrare le due donne improvvisamente finite sulla bocca di
tutti in tutto il mondo, due
campionesse, in un periodo
nel quale lo sport italiano non
dà grandi soddisfazioni in
quasi nessuna disciplina. E
questa scelta ha suscitato
aspre polemiche politiche:
per i costi del viaggio, perché
per venire a New York il presidente del Consiglio ha disertato la Fiera del Levante a Bari e
perché qualcuno lo vorrebbe
più presente dove l’Italia vive
momenti difficili - ad esempio
tra i marò trattenuti in India e meno attento a incassare i
dividendi d’immagine dell’«Italia che funziona».
Il leader della Lega, Matteo
Salvini, attacca a testa bassa:
«E’ una vergogna, se vuole vedere il tennis non faccia il premier. Spero che in futuro abbia molto tempo per lo sport,
una volta che avrà lasciato Palazzo Chigi». Il sospetto è che
DAL NOSTRO INVIATO
NEW YORK Roberta Vinci e Flavia Pennetta entrano in campo
e la regia dà il via alla festa italiana accompagnando i primi
colpi di riscaldamento delle
due tenniste con la voce di Jovanotti e la sua «Estate addosso».
Dal box che gli è stato riservato Matteo Renzi parla coi tifosi italiani che riempiono
buona parte dell’Arthur Ashe
Stadium. Scende per qualche
minuto tra il pubblico. Qualche selfie con le famiglie e un
paio di battute: «Per noi è un
grande giorno, una giornata
storica: sono orgoglioso delle
nostre ragazze». Niente repliche alle polemiche sul suo
viaggio che l’hanno inseguito
attraverso l’Atlantico, ma dopo il match puntualizza: «E’
una giornata troppo bella per
fare o rispondere a polemiche.
Abbiamo voluto dare un segno di attenzione, per un
grande successo dello sport
femminile. Quella di Flavia e
Roberta è una storia bellissima di tenacia e orgoglio italiano. Godiamocela così. Tennis
ma non solo: ho chiamato anche Aru che ha praticamente
vinto la Vuelta per congratularmi: lo sport non è solo calcio».
Presente
Il premier
Matteo Renzi a
fianco al n° 1
del Coni
Malagò (Epa)
gno a stelle e strisce e il suo
racconto acqua e sapone della
strategia adottata per abbattere il monumento vivente del
tennis mondiale: «Butta la
palla dall’altra parte e corri,
senza pensare ad altro».
Ha funzionato, è stato l’11
settembre del tennis americano: un’intera nazione sportiva
attonita davanti all’impensabile spettacolo della corazzata
Williams affondata dal cacciatorpediniere Vinci quando,
vinti i tornei in Australia, a Parigi e a Londra, l’atleta statunitense era ormai all’imboccatura del porto del Grande Slam,
Sugli spalti
Tifo composto
(qualche «Forza
Puglia») americani
equamente divisi
Le contestazioni
La scelta di volare a
New York fa discutere
Ma Cuperlo lo difende
e ricorda Pertini nell’82
Una finale femminile dello
Us Open così, l’America non
l’aveva mai vista e se la ricorderà a lungo. Per lo smacco
della Williams, ma anche per
il clima di una partita che ricorda il tennis d’altri tempi: tifo composto (con qualche «viva l’Italia» e «forza Puglia»
nelle pause silenziose) e la sfida tra due atlete «normali».
Due donne minute che giocano un tennis veloce, intelligente, ma senza la potenza
spaziale di Serena.
Qualcuno aveva previsto
uno stadio semivuoto: invece
della partita che doveva dare il
Grande Slam a un’atleta americana, lo scontro fra due italiane, numero 26 e numero 43
del mondo. Il prezzo dei biglietti venduti dai bagarini
elettronici è effettivamente
crollato, da 1600 a 400 dollari
in media, alcuni posti costano
anche molto meno. Ma alla fine lo stadio è pieno anche di
americani. Col tifo equamente
diviso. Nei momenti difficili
del match lo stadio incoraggia
generosamente la Vinci che,
battuta la Williams, si è riconquistata la simpatia del pubblico con quel «sorry guys»: le
scuse per aver spezzato un so-
al leader leghista il successo di
due donne pugliesi non vada
tanto giù, anche se Salvini fa i
complimenti alle atlete. Duri
anche Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia («mette il cappello
sulle vittorie altrui»), Brunetta
e Giovanni Toti di Forza Italia
(«anch’io tifo Italia, ma da casa, non c’è bisogno di arrivare
fino a New York»). Non fa
sconti nemmeno Corrado Passera: per il leader di Italia Unica la scelta di Renzi non è condannabile, ma lui dovrebbe
essere più presente anche dove ci sono drammi e difficoltà,
non solo dove sventola la bandiera di un’Italia positiva «da
Istituto Luce».
A difendere il premier, a
sorpresa, ci pensa il «carissimo nemico» Gianni Cuperlo
che definisce la scelta di Renzi
di andare a New York «ragionevole, legittima, rispettabile:
un grande atto sportivo e di
costume. Giusto esserci».
Intanto allo stadio, quando
viene inquadrato nell’intervallo tra primo e secondo set,
Renzi incassa un’ovazione più
intensa di quella riservata a
Robert Redford e Michael
Douglas.
#198
/
Anno 5 - N. 37 (#198) Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano - Supplemento culturale settimanale da vendersi esclusivamente in abbinamento a Corriere della Sera ¤ 1,00 ¤ 0,50 + il prezzo del quotidiano. In CH Tic. Fr 1,00
Domenica
13 settembre 2015
EURO 0,50
Nathalie Djurberg e Hans Berg
.
per il Corriere della Sera
© RIPRODUZIONE RISERVATA
40
Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera
SPORT
.
#
Serie B
Marcia a punteggio pieno solo il Livorno di Christian Panucci (foto
Lapresse). I toscani vincono in rimonta 1-2 a Como e si piazzano al
comando della serie B con 6 punti dopo due gare. Alla rete dei padroni
di casa siglata da Sbaffo, rispondono Fedato e Vantaggiato su rigore.
Mezzo passo falso del favorito Cagliari. I sardi in vantaggio con Sau
vengono beffati al 95’ da Valjent che agguanta l’1-1 per la Ternana.
Spettacolare 2-2 tra Brescia e Salernitana. Il big match di giornata
Vicenza-Bari è solo 0-0. Nel resto della giornata quattro vittorie interne.
L’Avellino supera 2-0 il Modena. Primo successo anche per il Crotone
sul Novara, sempre ultimo a -1. È un ritorno in grande stile quello del
Il Livorno vince a Como,
Panucci in testa da solo
a punteggio pieno
Cagliari beffato al 95’
ripescato Entella che all’esordio batte 2-1 il Cesena. Va peggio all’Ascoli
battuto 2-0 a Lanciano. Risultati 2ª Giornata: Avellino-Modena 2-0;
Brescia-Salernitana 2-2; Como-Livorno 1-2; Crotone-Novara 2-1;
Entella-Cesena 2-1, Pescara-Perugia 2-1 (giocata venerdì); TernanaCagliari 1-1; Vicenza-Bari 0-0; Lanciano-Ascoli 2-0. Oggi (ore 17.30)
Spezia-Pro Vercelli. Domani (ore 20.30) Latina-Trapani. Classifica:
Livorno 6; Cagliari, Salernitana, Bari e Vicenza 4; Trapani, Pro Vercelli,
Entella, Cesena, Perugia, Lanciano, Avellino, Crotone e Pescara 3;
Latina, Brescia, Ternana 1; Spezia, Ascoli, Como e Modena 0; Novara -1.
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Juve, un punto e nessuna svolta
Solo grazie a un rigore di Dybala acciuffa l’1-1 con il Chievo che protesta per il gol annullato a Cesar
Bianconeri ancora senza vittorie dopo tre turni, da 52 anni non partivano così male. Fischi dei tifosi
L’inganno estetico
dei campioni
di Mario Sconcerti
N
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DA UNO DEI NOSTRI INVIATI A TORINO
Juventus
Cuadrado perfetto
6,5 Buffon Una gran parata delle
sue (quelle che forzano i concetti di
spazio e tempo) tiene in piedi la
Juve. Gigi c’è.
5 Caceres Impreciso, sfasato.
Soprattutto quando sale.
6 Barzagli La sua deviazione è un
assist involontario per Hetemaj.
6 Bonucci Qualche brivido di
troppo, anche in impostazione.
6 Alex Sandro Più quantità che
qualità nei cross, ma è tra le poche
note positive.
5 Pereyra Un errore clamoroso in
zona gol è il primo di una serie. Da
trequartista è un po’ più lucido. Ma
sbatte sul palo.
5 Marchisio L’intensità e la capacità
di dare profondità non si vedono.
Lascia dopo 45’.
4,5 Sturaro Anche lui come Pereyra
non «lega» il gioco e non spezza
nemmeno quello altrui. Involuto.
6 Hernanes Da trequartista a
regista, non è un mostro di
continuità. Ma i tre tiri più pericolosi
sono tutti suoi.
5 Morata Torna nella casa lasciata a
Berlino e trova tutti i mobili nuovi o
spostati. Spaesato.
6 Dybala Troppo distante dalla
porta, perde sicurezza. Il rigore è
una liberazione.
5,5 Pogba Si ripresenta con un tiro
sbilenco e un altro salvato da Frey.
Un po’ poco.
6,5 Cuadrado Veloce, tecnico e
furbo, si guadagna il rigore del pari.
È lui che dà la svolta.
5,5 Allegri Squadra scollegata e
imprecisa, ma di buona volontà. C’è
molto da lavorare. La materia prima
non manca.
● Il commento
on è stata una buona
Juve e infatti non ha
vinto. Ha evitato di
perdere solo su rigore alla
fine con una decisione
generosa, ma è stato
confermato che il gioco non
c’è ancora. Siamo tutti così
abituati al buon gioco della
Juve, ai suoi vecchi risultati,
che non riusciamo a
prenderci libertà
dell’evidenza, non ci va
quasi di parlarne. Ma la Juve
gioca male, non è ancora
una squadra pur avendo a
questi livelli giocatori
eccezionali. Ma la squadra è
fiacca, svogliata, un inganno
estetico che racconta la
mancanza di chiarezza nelle
idee. La Juve non ha ancora
nessun sintomo della
squadra. È così, nessuno è
orgoglioso di quel che
accade, ma accade. È una
Juve rovesciata rispetto
ancora a un anno fa. Oggi
nessuno offre il pallone
all’altro, tutti sbagliano
misura, tutti cercano di
salvare se stessi giocando il
facile. Non è più importante
dove potrà arrivare questa
Juve che continua a perdere
punti, sarà una domanda
successiva, di quando la
Juve ritroverà
l’accelerazione. Ora bisogna
avere la forza di dire che è
una partenza finta ma reale,
perfino prevedibile ma non
in questi limiti, che porta un
piccolo distacco abissale su
tutti gli altri in corsa.
Fallisce la squadra e si
sbiancano i singoli. Resta
veramente poco, giusto un
punto. E mi darete atto che
non ho parlato di arbitri,
come trovo sempre
comunque giusto. Brutta
anche la Roma, ma il
risultato è quello che serve.
Non tiene la squadra con
Totti-Iago Falque-GervinhoDzeko, senza Nainggolan a
correre nel mezzo, manca
movimento, manca voglia di
vincere. Il gol che davvero
decide è quasi un
infortunio. Però la Roma
risponde alle esigenze di chi
vuole correre, vincere
comunque sia. Ma anche a
Roma ci sono limiti. La
paura degli impegni di
Coppa sta già snaturando le
squadre. Questa è la vera
esperienza che manca ai
grandi allenatori giovani
come Garcia, Allegri, Sousa,
Sarri, Pioli. Per non fermarsi
per intero una partita, ne
inquinano sei-sette, cioè
mezza stagione. È vera
intelligenza? Non credo.
Le pagelle
Paolo Tomaselli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Chievo
Bizzarri super
Gol salvezza Paulo Dybala, 21 anni, trasforma al 38’ s.t. il rigore dell’1-1 concesso per atterramento di Cuadrado da parte di Cesar (Foto Sport Image)
❞
Allegri
Non è un
momento
fortunato,
ma abbiano
ampi
margini di
crescita
Nulla da
rimproverare
❞
Hernanes
ha fatto una
buona
partita,
io devo
trovare
un giusto
equilibrio
tra i
giocatori
DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
TORINO La Juve cancella la paura della
terza sconfitta consecutiva ad un paio di curve dal novantesimo grazie ad
un rigore conquistato da Cuadrado,
entrato diciotto minuti prima e trasformato con freddezza e precisione
da Dybala. Ma il colpo di reni, al tramonto di una partita complicata,
non cambia il senso della serata. La
ricostruzione bianconera è appena
avviata e il Chievo, partito lanciato,
per un’altra notte almeno si gode
meritatamente il primo posto in
classifica a fianco della Roma.
I Mussi Volanti hanno un nome da
extraterrestri, ma forse provengono
davvero da un altro pianeta: la squadra di Maran, miracolo di provincia,
annichilisce la Juventus con la forza
dell’organizzazione. Segna subito
con Hetemaj e se l’arbitro non annullasse misteriosamente il raddoppio
di Cesar, dopo un’ora, la rimonta juventina rischierebbe di svanire. È vero però che il signor Guida, con altrettanta disinvoltura, prima del rigore del decisivo pareggio, ne ignora
un altro abbastanza evidente per una
trattenuta di Dainelli (appena entrato al posto di Gamberini) su Pogba. E
che, nella ripresa, Bizzarri è il migliore del Chievo, decisivo per almeno
due volte su Hernanes.
Il pari non gratifica le ambizioni
della regina detronizzata, serve però
ad attenuare i fischi della gente che
nell’intervallo erano stati più forti e
continui. La Juve è ancora un cantiere
però ha molto talento e invidiabili soluzioni. È Cuadrado l’uomo della piccola svolta, quando entra a metà ripresa diventa imprendibile, una spina nel fianco e per poco alla fine il colombiano non va a guadagnarsi i tre
punti. Però la strada è lunga. La Juve è
volenterosa ma scollegata. Hernanes,
profeta al debutto, si fa apprezzare
soltanto nei tiri da fuori, gli interni
Pereyra e Sturaro attaccano male la
profondità, Dybala è elegante ma fumoso e Morata, alla prima partita da
titolare dopo la finale di Champions
League, deve ancora carburare. Così
la Juve soffre e il gol di Hetemaj, un
Juventus
Chievo
1
1
Marcatori: Hetemaj 5’ p.t.; Dybala su rigore 38’ s.t.
JUVENTUS (4-3-1-2): Buffon 6,5; Caceres 5,
Barzagli 6, Bonucci 6, Alex Sandro 6; Pereyra 5,
Marchisio 5 (Pogba 5,5 1’ s.t.), Sturaro 4,5
(Cuadrado 6,5 20’ s.t.); Hernanes 6; Morata 5
(Mandzukic s.v. 28’ s.t.), Dybala 6. All.: Allegri 5,5
CHIEVO (4-3-1-2): Bizzarri 7; Frey 6, Gamberini
6,5 (Dainelli 5,5 13’ s.t.), Cesar 5, Gobbi 5,5;
Castro 6, N. Rigoni 6, Hetemay 6,5; Birsa 6,5
(Pepe s.v. 28’ s.t.); Paloschi 6, Meggiorini 6 (Pinzi
6 21’ s.t.). All.: Maran 6,5
Arbitro: Guida 4,5
Ammoniti: Castro, Hernanes, Alex Sandro, Birsa,
.
Cesar
Recuperi: 0’ più 3’
destro a uscire che sorprende Buffon
e si infila nell’angolo, raddoppia l’ansia dei campioni d’Italia. La banda Allegri ha una buona reazione concentrata in tre tiri in tre minuti tra il 10’ e
il 13’ (Bizzarri vola su Hernanes), ma
poi si spegne. Anche perché il Chievo
non perde la testa, gioca leggero e sereno, accorcia gli spazi e rilancia appena è possibile.
Nel secondo tempo Allegri ridisegna il centrocampo, togliendo lo
spento e acciaccato Marchisio e inserendo Pogba. Hernanes diventa il
vertice basso, Pereyra quello alto. Ma
il risultato della rivoluzione è modesto. Il solito straordinario Buffon,
quasi d’istinto, devia sul palo la girata a colpo sicuro di Cesar. Lo stesso
Cesar raddoppia dieci minuti più tardi, ma l’arbitro annulla non si sa bene per che cosa. Anche i bianconeri,
per la verità, hanno le loro occasioni,
Pereyra colpisce il palo, Frey salva sul
tiro a colpo sicuro di Pogba, Bizzarri
para due volte su Hernanes. Sembra
fatta. Ma Cuadrado è una freccia e
Cesar ingenuo. Dybala non fallisce
dal dischetto, ma il pari resta una
mezza sconfitta: un punto in classifica dopo tre giornate come 52 anni fa.
Un record triste che Allegri nelle
prossime domeniche dovrà cancellare. Intanto si profila all’orizzonte la
Champions. Serve un’altra Juve nella
tana del Manchester City.
Alessandro Bocci
© RIPRODUZIONE RISERVATA
7 Bizzarri Solo un rigore poteva
dargli un dispiacere dopo le tre
parate su Hernanes. Quella su
punizione è super.
6 Frey In difficoltà all’inizio, si rifà
salvando un gol su Pogba.
6,5 Gamberini Controlla bene il
gioco aereo e fa una chiusura da
applausi su Sandro.
5 Cesar Sfiora il gol, ne segna uno
buono (annullato) e fa un fallo
ingenuo da rigore. Che pesa molto.
5,5 Gobbi Ridimensiona Caceres,
con Cuadrado non se la passa bene.
6 Castro Recupera palloni e incide
parastinchi.
6 N. Rigoni Veloce quando deve far
ripartire l’azione, ma anche come
cerniera lampo davanti alla difesa.
6,5 Hetemaj Un bel destro a uscire
al primo pallone toccato, ed è subito
gol. Poi rischia grosso con un buco
in area. Ma si conferma una delle
anime di questa squadra.
6,5 Birsa Fa il cross per il gol e per
un’ora è presente in tutte e due le
fasi. Poi non ce la fa più.
6 Paloschi Tanto impegno, qualche
controllo di palla da rivedere. E una
spizzata che porta al gol del 2-0.
6 Meggiorini Sempre presente
nelle ripartenze, pressa, corre, si
rende pericoloso.
5,5 Dainelli Rischia il rigore su
Pogba.
6,5 Maran Il Chievo, corto, rapido
ed equilibrato, gioca a memoria e
recrimina per il gol annullato. Non
avrebbe rubato la vittoria, figurarsi il
pareggio.
p.tom.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015
SPORT
41
.
#
Ginnastica ritmica
Azzurre fuori dal podio, ma con pass per Rio
Volley
Contro gli Usa, primo stop per la Nazionale
Atletica
Si ferma Gatlin, a Rieti luci sui mezzofondisti
Niente podio per le azzurre di ginnastica ritmica. Marta Pagnini,
Andrea Stefanescu, Camilla Patriarca, Alessia Maurelli, Sofia Lodi e
Martina Centofanti chiudono quarte (dietro Russia, Bulgaria e
Spagna) nella gara all around dei Mondiali di Stoccarda ma
ottengono il pass per i Giochi di Rio 2016. L’Italia, vice campione del
mondo di Kiev 2013 e di Izmir 2014, guidata da Emanuela
Maccarani, non scendeva dal podio da 10 anni. A Stoccarda un errore
nell’esercizio dei 5 nastri ha penalizzato le azzurre.
Dopo tre vittorie è arrivata, per la Nazionale impegnata nella World
League in Giappone, la prima sconfitta. Gli azzurri sono stati battuti
nettamente dagli Stati Uniti, che si sono imposti 3-0. La sconfitta
toglie il primato in classifica alla squadra di Blengini. Al comando ci
sono adesso le uniche due squadre ancora imbattute, la Polonia e,
appunto, gli Stati Uniti. ma il torneo, che assegna due pass per i
Giochi di Rio, è ancora lungo. E oggi alle 12 (diretta tv su Sky Sport 2)
gli azzurri hanno già la possibilità di rifarsi con il Giappone.
(v.vecc.) La stagione dell’atletica si chiude con «Rieti 2015», edizione
numero 45 del tradizionale meeting inserito nel circuito Iaaf World
Challenge (tv Rai Sport 1 dalle 17). Dopo il forfait di Justin Gatlin,
l’interesse si sposta, come vuole la tradizione dello stadio Guidobaldi,
sul mezzofondo: negli 800 occhi puntati sull’argento di Pechino, il
polacco Adam Kszczot, e sull’oro al femminile, la bielorussa Marina
Arzamova, sui 1500 punta a un grande tempo il campione olimpico
di Londra, l’algerino Taoufik Makhloufi.
Il Frosinone resta a mani vuote
la Roma prende i punti e scappa
Genoa battuto
Babacar segna
Rossi gioca
La Fiorentina è ok
Segnano Iago Falque e Iturbe nel finale, negato un rigore ai padroni di casa
DAL NOSTRO INVIATO
Prendi i punti e
scappa. La Roma conquista a
Frosinone una vittoria buona
per la classifica e per non far
scoppiare uno psicodramma in
vista della partita di Champions
con il Barcellona (mercoledì).
Ma è tutto qui. Il gioco latita.
L’esperimento Dzeko-Totti insieme non ha dato risultati. Il
Frosinone si lamenta, con mille
ragioni, per un rigore non concesso sull’1-0 per evidentissimo
fallo di mano di Digne su cross
di Rosi. Mancava mezzora al
termine e non è detto che, in
caso di 1-1, la Roma non avrebbe potuto vincere nel tempo restante. Però è un fatto che il rigore era netto e lo è anche che
la Roma stava soffrendo. Circostanza difficile da prevedere tra
due squadre che hanno un differenziale di 105 milioni di
monte ingaggi. Per adesso va
bene così, ma per puntare allo
scudetto serve di più e di meglio.
FROSINONE
Garcia ha scelto all’inizio un
4-2-3-1 (Gervinho-Totti-Falque
dietro a Dzeko) che ha avuto il
risultato di restringere ancora
di più gli spazi tra i troppi attaccanti. Totti è sembrato lontano
dalla miglior forma, e Gervinho
è rimasto 90’ in campo contro
ogni logica. Non si ricorda una
sola azione dell’ivoriano. Dzeko
è rimasto rintronato da un colpo alla testa subito nei primissimi minuti ed è sembrato condizionato. Ha sbagliato un gol
In gol
L’esultanza di
Iago Falque, 25
anni, in prestito
dal Genoa, alla
prima stagione
e alla prima rete
con la maglia
giallorossa
(LaPresse)
molto semplice e ha passato il
tempo a mettersi a posto il turbante di garza che gli è stato applicato in testa. È uscito al 12’
della ripresa, ma la Roma è paradossalmente peggiorata senza un punto di riferimento su
cui scaricare il pallone lungo.
Non è un caso che il migliore
dell’attacco sia stato il più umile: Iago Falque. Lo spagnolo è
stato bravo e fortunato in occasione del gol del vantaggio, al
43’ del primo tempo, e ha aiutato sempre Florenzi contro il migliore dei ciociari, Soddimo. E
non è un caso neppure che, nel
finale, quando Stellone ha ordinato ai suoi di buttarsi in avanti, la Roma abbia potuto colpire
con i due ingressi dalla panchina, Salah e Iturbe. L’egiziano, al
contrario di Gervinho, qualche
volta passa la palla ai compagni. L’argentino ha forse trovato
la sua dimensione: cambio nel
finale, per sfruttare da prima
punta la sua potenza contro avversari stanchi. Contro la Juve
aveva procurato l’espulsione di
Mourinho terzo k.o.
«Resto il migliore»
Cristiano Ronaldo fa cinquina
Il Manchester City fa cinquina, ma a sorridere
potrebbe essere soprattutto la Juve. La squadra
guidata da Pellegrini, in testa a punteggio pieno
in Premier League, l’ha spuntata sul Crystal Palace solo al 90’ con un gol del giovane nigeriano
Iheanacho che ha firmato la quinta vittoria consecutiva. A rendere però amaro il successo è l’infortunio al Kun Aguero, uscito al 25’ per una botta al ginocchio sinistro e sostituito da De Bruyne
(prima presenza), acquistato dai tedeschi del
Wolfsburg per la cifra record di 75 milioni.
«Aguero ha preso un brutto colpo, vedremo se
riuscirà a recuperare per martedì», ha spiegato il
tecnico del Manchester City che ospiterà la Juve
nella gara d’esordio di Champions League.
Chi vive una crisi senza
precedenti è José Mourinho, ancora sconfitto. Il
Chelsea è caduto (3-1) a
Goodison Park contro
l’Everton, affossato dalla
tripletta del 29enne scozzese Naismith, partito
dalla panchina e subentrato all’infortunato Besic.
Per i Blues, quintultimi
In crisi José Mourinho con appena 4 punti, è la
terza sconfitta in 5 gare. A
chi parlava di esonero Mourinho ha risposto:
«Non credo esista un manager migliore di me
per il Chelsea e per fare il mio lavoro. È semplice
e chiaro: io sono l’uomo giusto per questo posto,
anche se questi sono i risultati peggiori della
mia carriera». Nella grande classica del calcio inglese, il Manchester United batte 3-1 il Liverpool
e sale al secondo posto a 10 punti con l’Arsenal,
sbarazzatosi con un 2-0 dello Stoke.
Nella Liga spagnola tiene banco la grande abbuffata di Cristiano Ronaldo che spezza il digiuno delle prime due giornate segnando cinque
gol nella partita contro l’Espanyol, finita 0-6 per i
blancos. Non è la prima manita in carriera realizzata da Ronaldo: il portoghese ci era già riuscito nel 9-1 sul Granada dello scorso 5 aprile. La
cinquina spinge l’attaccante subito in testa alla
classifica dei bomber.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Frosinone
Roma
0
2
Marcatori: Falque 43’ p.t., Iturbe 48’ s.t.
FROSINONE (4-4-2): Leali 6; Rosi 6,
Diakitè 6, Blanchard 5, Pavlovic 5; Tonev 6,5,
Chibsah 6, Gucher s.v. (Sammarco 6 20’ p.t.),
Soddimo 6,5 (Longo s.v. 44’ s.t.); D. Ciofani
5, Dionisi 5 (Verde s.v. 32’ s.t.). All: Stellone 6
ROMA (4-2-3-1): Szczesny 6,5; Florenzi
6,5, Manolas 6, Ruediger 5,5, Digne 6; De
Rossi 5,5, Keita 6; Gervinho 4, Totti 5
(Iturbe 6,5 36’ s.t.), Falque 6,5 (Salah 6
25’ s.t.); Dzeko 5,5 (Nainggolan 6 12’ s.t.).
All: Garcia 5,5
Arbitro: Gervasoni 5 Ammoniti: Falque,
Totti, Diakitè, De Rossi, Pavlovic, Rosi,
Leali Recuperi: 2’ più 3’
Evra, ieri ha segnato il 2-0.
Il Frosinone non ha demeritato, ma ha un attacco da serie
B. L’unica speranza è che Castillo, quando sarà tornato in forma dopo il lungo infortunio, sia
davvero il centravanti di qualità
che descrivono.
Luca Valdiserri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Dopo il Milan, il Genoa. La Fiorentina in casa
non fa sconti. Gol partita di Babacar (nella foto)
dopo 15 minuti di un secondo tempo molto più
vivace del primo, avaro invece di emozioni col
Genoa in pressing individuale a tutto campo per
togliere lucidità e spazio agli avversari tanto che
Rincon si è dedicato esclusivamente a marcare a
uomo, come si usava un tempo, Borjo Valerio.
Eppure l’unica vera occasione dei primi 45 minuti per la Fiorentina è capitata proprio allo spagnolo, che non è riuscito però a centrare lo specchio della porta. La squadra di Gasperini ha concesso pochissimi spazi a Giuseppe Rossi e i suoi
fratelli che hanno fatto tantissimo possesso palla, senza quasi mai riuscire a trovare la verticalizzazione per mandare al tiro gli attaccanti. Confortante la prestazione di Pepito, tornato in campo per 60 minuti dopo un’attesa di 482 giorni.
«Avevo tanta voglia di giocare e mettermi in mostra: ora sono davvero soddisfatto» ha sottolineato l’attaccante. «Il suo ritorno è la notizia più
bella per tutti noi: l’ho visto bene e sono felice
perché lui è un ragazzo umile con un cuore straordinario» ha detto Paulo Sousa.
Il Genoa, per tutto il primo tempo, è stato ordinato, corto, compatto ma pure pronto a ripartire quando ne ha avuto l’opportunità e con Pandev (43’) si è procurato una buona occasione ma
il pallonetto dell’attaccante è finito di poco alto
sulla traversa. La Fiorentina nel secondo tempo
ha alzato il ritmo mentre il Genoa ha perso un
po’ di determinazione e intensità: Pasqual con
un gran tiro da fuori area ha spaventato Lamanna, poi su un calibrato cross dalla destra di Borja
Valero è arrivato il gol di Babacar, che ha anticipato di testa gli immobili difensori del Genoa. A
provare a rimettere in partita la squadra di Gasperini ci ha pensato Badelj, che si è beccato il
secondo giallo e lasciato la Fiorentina in 10 negli
ultimi 25 minuti. «A quel punto abbiamo provato a cambiare la partita e ci saremmo anche riusciti — ha commentato Gasperini —, ma ci è
mancata lucidità e qualità quando i nostri avversari si sono ritrovati con un uomo in meno».
E, infatti, la squadra di Sousa ha avuto l’opportunità di chiudere subito i giochi ma sulla punizione di Pasqual Marcos Alonso ha colpito di testa a colpo quasi sicuro senza riuscire a centrare
la porta. Poi sino alla fine assalto del Genoa che
non ha mai spaventato Tatarusanu.
Franco Fiocchini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Fiorentina
Genoa
1
0
Marcatore: Babacar 15’ s.t.
FIORENTINA (4-3-3): Tatarusanu 6; Tomovic 6, Astori 6,5,
Alonso 5,5, Pasqual 6; Borja Valero 6,5 (Blaszczykowski s.v. 35’
s.t.) Badelj 5, Vecino 5,5; Bernardeschi 6,5, Babacar 6,5 (Suarez
6 20’ s.t.) , G. Rossi 6 (Kalinic 6 17’ s.t.). All.: Sousa 6
GENOA (3-4-3): Lamanna 6; Izzo 5,5, Burdisso 6, De Majo 6
(Perotti 6 28’ s.t.); Cissokho 5,5, Rincòn 6, Tino Costa 5,5
(Dzemaili 6 10’ s.t.), Laxalt 5; Diego Capel 6 (Lazovic s.v. 31’
s.t.), Pandev 6, Olivier Nteham 5. All.: Gasperini 5
.
Arbitro: Doveri 6 Espulso: Badelj 18’ s.t.
Ammmoniti: Capel, Badelj, Vecino, Tino Costa, Tomovic, Olivier
Ntcham Recuperi: 1’ più 5’
42
Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera
SPORT
.
#
Derby
MILANO «Nel derby conta solo
vincere», dice Mancini sintetizzando il lapalissiano pensiero
dei tifosi di ogni colore. Per l’Inter però di più, perché ci arriva
a punteggio pieno, con la possibilità di staccare il Milan e dargli una randellata psicologica e
non solo. Il «non c’è nessuno
che rischia di più tra le due
squadre», lanciato dal tecnico
nerazzurro, è in fondo una
mezza verità, buona per non caricare di pressioni un ambiente
cui sono bastate due vittorie
per sentirsi forse già troppo
grande. Il tecnico nerazzurro
conosce il mestiere, predica il
verbo della calma «perché in
fondo per la classifica non è
una partita decisiva», ma sottolinea il peso del derby «da sempre il più importante d’Italia e
che deve tornare a essere una
sfida di alto livello internazionale».
Stasera l’Inter, in un Meazza
esaurito e affollato da 77.500
anime, ha la chance di centrare
un tris di successi, magari non
già cruciale per la classifica, però utile per «regalare fiducia e
dare continuità al bell’avvio sì».
Di là c’è il Milan di Mihajlovic
rallentato da un inizio più macchinoso di quello nerazzurro.
Mancini contro il tecnico serbo
ha già perso due derby (estivi e
amichevoli) e non ha intenzione di cedere ancora. «Sinisa
non allena i rossoneri grazie a
me e perché è stato il mio secondo, ma per le sue qualità e la
profonda conoscenza del calcio. Siamo amici, ci sentiamo
spesso, però saremo nemici per
90’, credo sia normale e giusto
così».
Maestro e allievo contro,
moduli simili, differenti modi
di intendere il calcio e di approcciare il 185° derby di serie
A. L’Inter si presenta con 4 acquisti last minute: Felipe Melo
sicuro di partire titolare, Alex
Telles («è uno tipo Maxwell,
deve adattarsi ma diventerà un
grandissimo anche per la Nazionale azzurra»), Adem Ljajic
spalla perfetta di Jovetic e Ivan
Perisic «capace di ricoprire tutti i ruoli d’attacco, anche di sostituire Icardi». Proprio Icardi
sarà il capitano anche se dovesse partire, come pare, Ranocchia dall’inizio al posto di Miranda non al meglio. Per il
bomber sarà di fatto l’esordio
in campionato dopo i soli 15’
spesi nella prima partita contro
MILANO Tanto tempo per miglio-
Mancini bada al sodo
«È il match più bello,
va vinto e basta»
3
gol segnati
dall’Inter
nelle prime
due partite di
campionato,
tutti realizzati
da Jovetic
15
minuti
giocati fin qui
dal capitano
Mauro Icardi
che si è
infortunato
con l’Atalanta
l’Atalanta. Gli attacchi saranno
fondamentali, «in fondo il derby si decide nelle porte, sennò
finisce 0-0».
Assente il presidente Erik
Thohir, non dovrebbero mancare il presidente della Figc Tavecchio, il c.t. azzurro Conte e
grandi ex come Djorkaeff, Eto’o
e Recoba. Sarà uno di quei derby tra due squadre diverse. La
potenza a centrocampo dell’Inter, contro una mediana più di
palleggio, il tridente nerazzurro opposto a una difesa di qualità. Mancini vuole solo vincere, «non mi interessa se giocheremo bene o male, il gioco
viene con i risultati, anche se il
Milan è favorito e avvantaggiato». Pochi dubbi li ha il croato
Perisic, attesissimo all’esordio.
«Sento la città in fibrillazione,
non mi piace fare pronostici,
ma vinciamo 4-2».
Guido De Carolis
Bomber
Mauro Icardi,
22 anni, oggi
contro il Milan
sarà capitano
nel derby. Il
bomber (22 gol
lo scorso anno)
nelle prime
due partite ha
giocato appena
15’ contro
l’Atalanta
(foto Ansa)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La novità
Il Corriere di Bologna al lunedì
Nasce l’edizione tutta sportiva
Bomber e mito
I bomber
Mattia Destro
e il presidente
della Virtus
Renato Villalta
L’Inter cerca il tris di vittorie
in un San Siro tutto esaurito
Il Milan vuole l’aggancio
per lasciarsi alle spalle le paure
Il Corriere Bologna inaugura domani l’edizione del lunedì. Un battesimo importante e prestigioso, otto pagine, interamente dedicate allo
sport, si aggiunge così a Corriere Imprese, il supplemento dedicato al mondo dell’economia dell’Emilia Romagna. «Il ritorno del Bologna in serie A rappresenta un capitolo di assoluto rilievo
che vogliamo seguire al meglio. Ecco perché anche la nostra redazione scenderà in campo. Per il
nostro giornale si tratta di una sfida appassionante, resa possibile dal sostegno di tifosi e lettori», spiega il direttore Enrico Franco.
L’edizione del lunedì del Corriere di Bologna
si occuperà non solo dei rossoblù ma darà ampio spazio a Carpi e Sassuolo, le altre due squadre di serie A della regione, e al Modena oggi in
serie B. In modo approfondito sarà seguita la
pallacanestro. Da sempre Bologna è la «Basket
City» d’Italia con due gloriose società come Virtus e Fortitudo e una passione vivissima.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
rare il gioco deludente visto con
l’Empoli non c’è stato, dal momento che gli ultimi nazionali
sono rientrati giovedì. «Ma sarà
difficile fare peggio», dice Sinisa Mihajlovic, non con la più
consolante delle frasi per affrontare un derby già decisivo,
ma con la schiettezza che tante
discussioni ha suscitato in settimana. Dunque mai come questa sera sarà una questione di
testa. Di là c’è un’Inter che tutti
danno per favorita («Ma Mancini ha detto che i favoriti siamo
noi, bella gufata! Farò di tutto
per dargli ragione»), esaltata
dal mercato, così di qua la parola d’ordine è «coraggio». E anche se non si può allenare (sostanzialmente Sinisa suggerirebbe uno stage di «vita di strada» per i suoi, ma non pare
realizzabile) si può sempre trovare nelle risorse più private. Sinisa il coraggio lo mette nelle
scelte di formazione: la tentazione è impiegare per la prima
volta Montolivo, nel ruolo di regista, lasciando fuori De Jong
(«i due sono compatibili solo
con un altro modulo»). O la va o
la spacca (per tutti): piedi buoni
contro i muscoli degli interisti
(Felipe Melo, ma anche quel
Kondogbia che il Milan ha fatto
di tutto per prendere, tanto che
Berlusconi aveva telefonato pure a Putin per convincere il presidente russo del Monaco). «Il
derby è la partita perfetta per
sbloccarsi».
Si torna sempre lì, a quelle
paure che un «Milan che da tre
anni non fa Milan» (senza articoli) fatica a togliersi di dosso. E
si torna, dunque, anche alle critiche pubbliche del tecnico serbo: eccessive, controproducenti, in contrasto con lo stile societario? Quanto Sinisa è riuscito a entrare nella testa dei suoi
lo si vedrà stasera, lui è il primo
a sperare di aver trovato infine
una chiave d’accesso: «Sono
straniero ma in genere riesco a
farmi capire, anche se guardando i miei giocatori non si direbbe...». E poi: «Avete detto che alcuni dei miei si sono offesi, ma
non sono bambini, le mie parole non erano per scaricarli, ma
per spronarli. So che i miei modi possono apparire bruschi,
ma non mi piace vendere fumo.
Non è autolesionismo ma ambizione. Dobbiamo abituarci a
chiedere di più da noi stessi. Se
vogliamo dire che tutto va bene
Mihajlovic fa coraggio
«Per sbloccarci
è la partita perfetta»
0
minuti
fin qui giocati
dal capitano
Riccardo
Montolivo che
potrebbe
giocare
4
tiri in porta
(con due gol)
del Milan
nelle prime due
partite: è la
squadra che ne
ha fatti di meno
stiamo più tranquilli, ma non ci
miglioriamo. Le critiche di oggi
diventeranno i successi di domani». Una strategia — assicura Mihajlovic — concordata con
Berlusconi ad Arcore («Nessun
problema, ho le mani libere, se
mi hanno preso è anche perché
sono fatto così»), ma che resterà inattaccabile solo con i risultati. Sinisa è il primo a saperlo,
tanto che parlando del suo amico Mancini butta lì: «Torneremo avversari tra sei mesi, se ci
saremo ancora...». La fiducia
del presidente va rafforzata
ogni giorno, i tifosi vanno ancora conquistati: «Quando saremo una squadra che gioca per
vincere ci appoggeranno. Una
tifoseria esigente come la nostra rifiuta chi si chiude e ha paura di sbagliare». Coraggio,
dunque, c’è un derby da usare
come trampolino.
Arianna Ravelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Serie A
3ª giornata
Ieri
FIORENTINA-GENOA
FROSINONE-ROMA
JUVENTUS-CHIEVO
Oggi, ore 12,30
VERONA-TORINO
Ore 15
EMPOLI-NAPOLI
PALERMO-CARPI
SAMPDORIA-BOLOGNA
SASSUOLO-ATALANTA
Ore 18
LAZIO-UDINESE
Ore 20,45
INTER-MILAN
Verona
Torino
4-3-3
3-5-2
1 Rafael
1 Padelli
3 Pisano
5 Bovo
4 Marquez
25 Glik
18 Moras
21 Gaston Silva
69 Souprayen 33 Peres
26 Sala
6 Acquah
24 Viviani
20 Vives
19 Greco
16 Baselli
26 Avelar
7 Jankovic
9 Toni
27 Quagliarella
9 Belotti
21 Gomez
Arbitro: Irrati di Pistoia
Tv: ore 12.30 Sky Supercalcio,
Sky Calcio 1
Empoli
Napoli
4-3-1-2
4-3-1-2
28 Skorupski
25 Reina
2 Laurini
11 Maggio
26 Tonelli
33 Albiol
19 Barba
26 Koulibaly
21 Mario Rui
31 Ghoulam
17 Zielinski
5 Allan
14 Diousse
16 Valdifiori
11 Croce
17 Hamsik
5 Saponara
24 Insigne
20 Pucciarelli
9 Higuain
7 Maccarone 7 Callejon
Arbitro: Banti di Livorno
Tv: ore 15 Sky Calcio 1, Premium
Calcio
Sassuolo
Atalanta
4-3-3
4-3-3
41 Consigli
57 Sportiello
11 Vrsaljko
5 Masiello
28 Cannavaro 29 Paletta
15 Acerbi
33 Cherubin
13 Peluso
93 Dramé
7 Missiroli
17 Carmona
4 Magnanelli 15 De Roon
32 Duncan
27 Kurtic
83 Floro Flores 11 Moralez
92 Defrel
51 Pinilla
10 Gomez
17 Sansone
Arbitro: Mariani di Aprilia
.
Tv: ore 15 Sky Calcio 4
Lazio
Udinese
4-2-3-1
3-5-2
22 Marchetti
31 Karnezis
8 Basta
2 Wague
33 Mauricio
5 Danilo
18 Gentiletti
89 Piris
26 Radu
21 Edenilson
16 Parolo
33 Kone
32 Cataldi
16 Iturra
87 Candreva
8 Fernandes
6 Mauri
53 Adnan
19 Lulic
9 Zapata
10 Di Natale
17 Matri
Arbitro: Calvarese di Teramo
Tv: ore 18 Sky Supercalcio, Calcio
2, Premium Calcio
Bomber Eder (Ansa)
1-0
0-2
1-1
Prossimo turno
Sabato 19/9
UDINESE-EMPOLI ore 18
MILAN-PALERMO ore 20,45
Domenica 20/9, ore 12,30
CHIEVO-INTER
Ore 15
ROMA-SASSUOLO
TORINO-SAMPDORIA
ATALANTA-VERONA
BOLOGNA-FROSINONE
GENOA-JUVENTUS
Ore 18
CARPI-FIORENTINA
Ore 20,45
NAPOLI-LAZIO
Ritorno
Riccardo
Montolivo, 30
anni. Dopo
essere stato
l’escluso
eccellente delle
prime partite,
complice una
condizione
fisica carente,
potrebbe
partire titolare
(Forte)
Classifica
Palermo
Carpi
3-5-2
3-5-2
70 Sorrentino 1 Brkic
2 Vitiello
5 Zaccardo
12 Gonzalez
18 Bubnjic
34 El Kaoutari 6 Gagliolo
3 Rispoli
3 Letizia
10 Hljemark
20 Lollo
28 Jajalo
8 Bianco
18 Chochev
58 Fedele
7 Lazaar
34 Gabriel Silva
20 Vazquez
7 Matos
15 Lasagna
11 Gilardino
Arbitro: Gavillucci di Latina
Tv: ore 15 Sky Calcio 3
Sampdoria
Bologna
4-3-1-2
4-2-3-1
2 Viviano
83 Mirante
5 Cassani
24 Ferrari
4 Moisander 13 Rossettini
26 Silvestre
20 Maietta
19 Regini
25 Masina
7 Fernando
8 Taider
17 Palombo
30 Donsah
8 Barreto
26 Mounier
21 Soriano
23 Brienza
17 Giaccherini
24 Muriel
10 Destro
23 Eder
Arbitro: Cervellera di Taranto
Tv: ore 15 Sky Calcio 2
Inter
Milan
4-3-3
4-3-1-2
1 Handanovic 1 Diego Lopez
21 Santon
20 Abate
23 Ranocchia
17 Zapata
24 Murillo
13 Romagnoli
5 Juan Jesus 2 De Sciglio
83 Melo
28 Bonaventura
17 Medel
18 Montolivo
7 Kondogbia 27 Kucka
44 Perisic
10 Honda
9 Icardi
9 Luiz Adriano
70 Bacca
10 Jovetic
Arbitro: Rocchi di Firenze
Tv: ore 20.45 Sky Sport 1,
Sky Supercalcio, Premium Sport
ROMA*
CHIEVO*
TORINO
INTER
SASSUOLO
PALERMO
FIORENTINA*
SAMPDORIA
ATALANTA
GENOA*
UDINESE
MILAN
LAZIO
NAPOLI
VERONA
JUVENTUS*
BOLOGNA
EMPOLI
FROSINONE*
CARPI
*una partita in più
7
7
6
6
6
6
6
4
3
3
3
3
3
1
1
1
0
0
0
0
corriere.it
Sul sito del
Corriere della
Sera le partite
in tempo reale
e tutti i gol e le
immagini della
giornata
www.corriere.it
Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015
SPORT
43
.
#
MotoGp
Basket, Europei
Lo squalo Jorge va a caccia
del pesce giallo Valentino
In scena il thriller Mondiale
Gallo, l’uomo copertina
deve guidare l’Italia
oltre le trappole di Israele
DAL NOSTRO INVIATO
Ogni mattina di un
Gran premio un pesce giallo si sveglia e
sa che deve nuotare più in fretta dello
squalo o verrà mangiato. Succederà anche oggi in un’arena esaurita, 90 mila
biglietti venduti e zero a disposizione
per i ritardatari: nella parte dello squalo
Jorge Lorenzo, in quella del pesce giallo
Valentino Rossi. La metafora sta disegnata sul casco ad hoc del Dottore (nella
foto) e un po’ stona, perché immaginare
il leader del Mondiale, nonché il più
grande di tutti, come una creatura indifesa è un clamoroso falso storico. Se però guardiamo la classifica, così è: Vale è
in fuga e Jorge lo caccia famelico, in
straforma e, tanto per cambiare, in pole
position, la sua terza dell’anno.
Buon per Rossi allora che, confermando i recenti miglioramenti in qualifica, ha acchiappato la prima fila, terzo,
con Marquez secondo nel panino. Una
condizione fondamentale per reggere
l’impatto col tuono di Maiorca: «Lui solitamente parte forte e se va via non lo
prendi più — racconta Rossi soddisfatto —. Ecco perché essere lì è fondamentale». A questo aggiungiamo che «come
passo non siamo lontani» e che, come
sempre, il weekend di Vale sta andando
in crescendo dopo l’avvio titubante di
venerdì, e capiremo che oggi sarà gara
equilibrata e spettacolare.
Tatticamente non ci sono segreti. Il
meteo stavolta non sarà un fattore. Una
possibile variabile tecnica, dice Rossi,
«sarà semmai il degrado delle gomme:
chi avrà il miglior setting avrà più gomma e dunque più chance nel finale».
Quanto all’umore, i due rivali fanno i rilassati, tanto che nemmeno un’incom-
DAL NOSTRO INVIATO
MISANO ADRIATICO
prensione a fine qualifica li ha indotti al
litigio. Rossi stava rientrando ai box, è
rimasto in traiettoria e ha involontariamente frenato Lorenzo: per questo la direzione di corsa gli ha sottratto un punto
sulla licenza di pilota. «Pensavo di essermi tolto ma in effetti ero in mezzo. Gli
ho chiesto scusa, anche se non penso di
avergli dato molto fastidio. In fondo, ha
fatto lo stesso la pole», ha spiegato Rossi. Lorenzo ha confermato: «Nessun
problema, ha chiesto scusa, succede».
Interessante, naturalmente, sarà anche il ruolo dell’arbitro Marquez, ma
decisivo più di tutto sarà l’atteggiamento mentale dei duellanti. «Se devo scegliere fra squalo e pesce sempre meglio
squalo», ha ringhiato Lorenzo. «Sì però
attenzione: il pesce giallo è duro da catturare», ha replicato Rossi. Parole da favoletta per bambini, ma oggi sarà un
gran thriller per solo adulti.
Alessandro Pasini
La griglia
1. Lorenzo
Yamaha 1:32.146
2. Marquez
Honda 1:32.252
3. Rossi
Yamaha 1:32.358
4. Pedrosa
Honda 1:32.434
5. Pirro
Ducati 1:32.736
6. Smith
Yamaha 1:32.801
7. Iannone
Ducati 1:32.821
8. Dovizioso
Ducati 1:32.934
9. Petrucci
Ducati 1:33.169
10.Espargaro
Suzuki 1:33.187.
Così in tv
ore 11 Moto3
ore12,20 Moto2
ore 14 MotoGp
SkyMotoGp,
SkySport1
La classifica
1. Rossi 236
2. Lorenzo 224
3. Marquez 159
4. Iannone 150
5. Dovizioso 120
6. Smith 115
7.Pedrosa102
8.Petrucci 83
Il gruppo e l’uomo-copertina.
L’Italia cerca di piegare Israele, storico
avversario di infinite battaglie (alcune,
ahinoi, dolorose), per salire sull’ottovolante dell’Eurobasket, il trenino che ieri,
nella corsa verso i quarti di finale, ha disarcionato a sorpresa la Slovenia. Consapevoli che in ballo ci sono la volata
per le medaglie e il primo passo verso i
Giochi 2016, gli azzurri percorreranno
due strade antitetiche ma non incompatibili, perché il rispetto delle regole di
una squadra non esclude il talento dei
singoli. E se le individualità di Belinelli
e Bargnani, o di Gentile, hanno colpito,
quella di Danilo Gallinari è esplosa, facendone un simbolo del torneo. Possiamo dire che il Gallo, dopo la brutta
esperienza del 2011 in Lituania e a causa
del fatto di aver giocato giusto qualche
partita nell’Eurolega (nell’anno del
lockout Nba), si è presentato solo ora all’Europa. Da sconosciuto – si fa per dire
– a stella.
Qualche dato: in certi grafici di rendimento è primo davanti a Pau Gasol; è
secondo tra i realizzatori e terzo nel tiro
da due; ed è terzo nell’offensive rating,
che calcola i punti ogni 100 possessi. Più
in generale, è certificato che la pericolosità di Azzurra è diffusa tra ali e guardie
(ruoli di Danilo e di Belinelli) e non nell’asse play-centro. «Però le cifre non
servono a nulla se non porti i risultati: le
statistiche da sole non contano» osserva Gallinari. Un Gallo che non desidera
primati nel «pollaio»: «C’è una squadra
con me. Non mi sento più importante di
altri: sono importante e basta».
Della sua quotidianità dentro il gruppo si raccontano alcuni episodi, ad
LILLA
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.
esempio che ha preso sotto la sua ala
Achille Polonara. Si diverte poi a scucire
soldi ai compagni con scommesse (vinte) su tiri da ogni posizione. E sempre in
tema di giochi, dato che Belinelli ha regalato a tutti le console Nintendo, il passatempo della Nazionale è diventato
Mario Kart: Gallinari batte tutti tranne
Gigi Datome («È insuperabile, non so
come mai») e Niccolò Melli, particolarmente «preparato» in diavolerie elettroniche. Questi spicchi di Azzurra servono a capire un aspetto basilare: «Rispetto al 2011 sono cambiate molte cose
— spiega Danilo —. Forse di quei giorni
rimpiango le condizioni di salute, che
erano migliori. Però oggi ho più esperienza, non solo del gioco europeo ma
anche del gruppo: ci conosciamo meglio tra di noi». Che l’uomo-copertina ci
guidi allora oltre le trappole dei guerrieri d’Israele.
Flavio Vanetti
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Ottavi
Ieri
Lettonia
73
Slovenia
66
Grecia
75
Belgio
54
Spagna
80
Polonia
66
Francia
76
Turchia
53
Oggi
Ore 12
Croazia
Repubblica Ceca
Ore 14.30
Serbia
Finlandia
Ore
18.30
Israele
ITALIA
Ore 21
Lituania
Georgia
Quarti
Martedì 15
e mercoledì 16
Semifinali
Giovedì 17
e venerdì 18
Finale
Domenica 20
Così in tv
Tutte le partite
in diretta
su Sky Sport 3
Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera
44
#
.
.
Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015
45
.
CorriereSalute
#
Medicina
Diritto
Che cosa sono
e come si curano
gli acufeni
Nuova accoglienza
per i malati
di Alzheimer
di Antonella Sparvoli
di Michele Farina
Le pagine del vivere bene
www.corriere.it/salute
La riflessione
di Claudio Mencacci*
SALUTE MENTALE
SEMPRE PIÙ FRAGILE
L’
articolo 34 della Legge 833 del ’78 fa
riferimento all’articolo 32 della Costituzione in cui è sancita la liceità di
curare la salute di un cittadino contro
la sua volontà se affetto da malattia mentale o
in alcune situazioni anche somatiche. Il tragico episodio accaduto di recente a Torino, nel
lasciare sgomenti, apre lo spazio per una riflessione profonda sui problemi di salute
mentale in costante crescita nel nostro Paese.
Il Trattamento sanitario obbligatorio (Tso)
psichiatrico è una procedura estrema che deve
essere rigorosamente circoscritta in caso di
effettiva urgenza sanitaria, non in risposta a
un mero allarme sociale; esso deve essere motivato solo dalla presenza di affezioni morbose
psichiche o fisiche che rechino nocumento
alla salute del singolo e della collettività. L’esecuzione del Tso, sovente sollecitato dai familiari o da terzi (in oltre il 70% dei casi) è oggetto di precise disposizioni e procedimenti che
necessitano di due specifiche richieste scritte
da parte di medici (di cui uno del Servizio sanitario) , non necessariamente psichiatri, di
un’ordinanza del Sindaco e di una convalida
da parte del giudice tutelare, che nel 5% circa
dei casi non viene concessa. È una pratica
esercitata a tutela della salute di una persona
in condizione di urgenza sanitaria psichica in
cui vengono rifiutante cure indispensabili
senza consapevolezza di malattia.
L’assenza di consapevolezza di malattia, il
rifiuto e la mancata aderenza alle cure oggi
vengono considerate sempre più un sintomo
di deficit cognitivo (Insight /impairment cognition) che soprattutto nei giovani ai primi
episodi peggiora molto gli esiti clinici.
In Italia i ricoveri ospedalieri psichiatrici
negli ultimi anni si sono ridotti del 20% così
come si sono ridotti i Tso ( Milano -30%):
la rete psichiatrica, preposta alla tutela dei più
deboli e fragili, se pur in affanno per carenze
di personale (malgrado la crescita esponenziale dei pazienti), garantisce la continuità delle
cure sviluppando protocolli diagnostico-terapeutici per tutte le patologie psichiche, in
un’ottica di omogeneità e di efficacia.
È indubbio che l’umanità e la preparazione
di tutti gli operatori coinvolti nella gestione di
persone con disturbi mentali severi, devono
essere altissime. Ma attenzione a non demonizzare questo problema, riportando la salute
mentale nell’ambito dello stigma da cui faticosamente sta riemergendo per avvicinare i pazienti alle cure e ai progressi terapeutici frutto
della ricerca e della pratica clinica.
*Direttore Neuroscienze
Fatebenefratelli, Milano
L’esperto
risponde
su temi
di medicina
dello sport
all’indirizzo:
http://forum.
corriere.it/
medicinasportiva/
Attività fisica
Quando serve l’ok
del
medico
Chi vuole iscrivere il bambino in piscina o chi intende frequentare
una palestra deve chiedere il certificato al dottore?
E lo sportivo della domenica deve fare l’elettrocardiogramma?
Le regole da seguire in base ai diversi livelli di impegno previsti
e i consigli degli esperti per non mettere a rischio la salute
●Il numero
Malattie rare, maggior attenzione
alle situazioni di emergenza
1.500
È il numero
di pazienti
affette
da sindrome
di Rett in Italia
S
i chiama «passaporto clinico», il progetto pilota avviato dall’Associazione italiana Sindrome di Rett Onlus (Airett ) per
garantire una migliore assistenza alle
bambine affette da questa malattia rara neurodegenerativa di origine genetica. Si tratta di uno
speciale braccialetto, con una memoria che
contiene la loro cartella clinica e una serie di
informazioni, compresi i contatti degli specialisti di riferimento, utile soprattutto quando le
pazienti si rivolgono al Pronto soccorso. Il progetto si propone come possibile modello anche
per altre malattie rare. La Sindrome di Rett colpisce quasi esclusivamente le femmine nei primi anni di vita: le pazienti sono chiamate
«bambine dagli occhi belli», perché riescono a
comunicare solo con lo sguardo. Per sostenere
la ricerca sulla malattia, dal 14 settembre
. lancia una raccolta fondi con
al 4 ottobre, Airett
Sms solidali al numero 45504.
46
Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera
SALUTE
.
#
Limiti di età
Dossier
In Regioni,
come
la Toscana,
per l’agonismo
è necessario
un “libretto
sanitario
sportivo”.
«Sul libretto precisano
all’ Ordine dei
medici di
Firenze - vanno
annotati i dati
dell’atleta e gli
estremi delle
visite superate.
Il documento
é utile per
seguire
l’atleta
nel tempo
e gli eventuali
trattamenti
cui si è
sottoposto».
P
er mio figlio, di dodici anni,
che praticherà judo a livello
agonistico e per l’altro mio figlio cha farà i tornei di pallavolo a scuola, quali certificati medici servono? E a mia madre,
che penserebbe a una ginnastica soft per la terza età, visto che
è anziana, occorre un certificato che ne attesti la buona salute? Mio marito, che gioca a calcetto con gli amici tutte le domeniche, non ha mai neppure
pensato a un certificato medico, ha fatto male? Magari non
tutte, ma qualcuna di queste
domande ve le state facendo
C
Quando si è
troppo giovani
per le gare
Medicina
Il libretto
hi già da «piccolo» si sente un atleta e
preme per iniziare un’attività agonistica
deve fare i conti con l’anagrafe. Infatti, c’è
un preciso limite di età per iniziare l’attività
agonistica. Stabilirlo per ciascuna disciplina spetta
alle Federazioni sportive nazionali e al Coni.
Per esempio, per il tennis l’età minima per l’attività
agonistica è 8 anni; per il calcio, l’atletica leggera e
le arti marziali è 12 anni; per il ciclismo 13 anni,
per il pugilato 14. Sempre in tema di bambini e
ragazzi un chiarimento che servirà a molti genitori:
per frequentare le ore di «educazione fisica» a
scuola non è necessario alcun tipo di certificato
medico: è una materia curriculare e la frequenza è
obbligatoria per tutti. Semmai, il certificato medico
può essere necessario per chiedere l’esonero dalle
lezioni di educazione fisica, quando lo stato
di salute dello studente è tale da sconsigliarne
la frequenza.
D. N.
Negli ultimi mesi si è molto discusso sull’opportunità di rivedere
i parametri di prevenzione per chi vuole svolgere attività fisica
ai diversi livelli. C’è chi chiede meno rigore e chi ne vorrebbe di più.
Ma per ora il rilascio del certificato di idoneità segue queste regole
Gioco, palestra, sport
senza correre rischi
anche a voi in questi giorni,
non solo perché è tempo di
buoni propositi ( vita più sana,
dieta e sport...), ma anche perché magari vi siete accorti che
per tutta l’estate (vedi articolo a
fianco) ha infuriato la polemica
su elettrocardiogramma obbligatorio o no, per praticare
sport. Per rispondere tocca cominciare da una premessa: l’attività sportiva agonistica, quella ludico-motoria e quella non
agonistica sono regolamentate
in modo specifico (la prima dal
Decreto ministeriale del 18 feb-
Generazioni a confronto
Italiani sportivi abituali (in migliaia)
11-19 anni
60 anni e più
5.000
4.053
4.000
3.888
3.241
3.000
2.422
2.550
2.478
484
407
636
797
1988
1995
2000
2.404
2.000
1.000
156
303
1982
1985
1.252
0
anno
Fonte: Istat
2006
2013
braio 1982, le altre due dal Decreto ministeriale del 24 aprile
2013 e dall’articolo 42-bis della
Legge n. 98 del 2013). E ci sono
anche le Linee guida del ministero della Salute (Decreto 8
agosto 2014). Ma vediamo, allo
stato attuale delle norme, come si distinguono questi tre tipi di attività e che cosa fare in
ciascuno dei casi, con la consulenza di Gianfranco Beltrami,
docente di Scienze motorie
Università di Parma.
Daniela Natali
Corriere della Sera
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L’attività ludico-motoria Agonismo solo per chi ottiene
non richiede la visita medica l’attestato da uno specialista
❞ L’
Anche
se la legge
non
lo impone,
è sempre
utile
consultarsi
con
il medico
sull’attività
che si vuole
iniziare
attività ludico-motoria
è quella praticata da
persone non tesserate
con Federazioni o Enti
di promozione sportiva e il suo
fine è mantenere il benessere
psico-fisico. Per esempio, nuotare in piscina, giocare a tennis,
a calcetto, fare ginnastica in palestra sono esempi di attività
ludico-motoria amatoriale.
La certificazione medica è
obbligatoria?
No, ma può essere utile consultarsi con il medico sull’attività che si intende intraprendere, sia per non correre rischi,
sia per fornire indicazioni a un
eventuale istruttore.
Molte piscine o palestre,
però, chiedono per l’iscrizione un certificato medico?
Ci possono essere ragioni assicurative: i responsabili della
struttura si vogliono tutelare.
Questo però non significa che
ci sia un obbligo di legge.
A quale medico eventualmente rivolgersi?
Al medico di famiglia o al
pediatra che conoscono l’assistito, a specialisti in Medicina
dello sport e ai medici della Federazione medico sportiva italiana, in linea di principio a
qualsiasi medico.
Cosa attesterà il medico?
Che il paziente gode di buona salute e non ha patologie in
atto tali da controindicare la
pratica sportiva ludico-motoria, oppure indicherà limitazioni all’attività da svolgere.
Il certificato si paga?
Sì e l’importo è lasciato alla
valutazione del medico (dovrebbe dirlo prima al paziente).
❞ S
Bisogna
misurare,
tra l’altro,
peso,
altezza e
la pressione
arteriosa,
nonché
eseguire
Ecg,
spirometria,
test visivo
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Cuore sotto sforzo
Verifiche approfondite
su maratoneti e fondisti
Se non si è tesserati da una società sportiva, ma si partecipa a
manifestazioni di “particolare ed elevato impegno
cardiovascolare”, patrocinate da società sportive, si impone una
particolare attenzione clinica. Manifestazioni di questo tipo sono,
per esempio, quelle podistiche di lunghezza superiore ai 20 km,
«gran fondo» di ciclismo, di nuoto, di sci di fondo.
In questi casi, il controllo medico deve comprendere, oltre alla
rilevazione della pressione arteriosa, un elettrocardiogramma
basale, uno Step test o un test ergometrico con monitoraggio
dell’attività cardiaca e altri eventuali accertamenti ritenuti utili e
opportuni a giudizio del medico.
I medici autorizzati a rilasciare questo tipo di certificato sono:
gli specialisti in Medicina dello sport negli ambulatori delle Asl
o in Centri privati autorizzati; i medici di medicina generale e
pediatri, limitatamente ai propri assistiti. I certificati sono a
pagamento e valgono un anno. Sul documento viene scritto che,
sulla base della visita effettuata, dei valori di pressione arteriosa
rilevati, del referto degli esami strumentali eseguiti (con
indicazione della tipologia e della data dei vari test svolti),
il soggetto non presenta controindicazioni in atto alla pratica di
attività sportiva di particolare ed elevato impegno cardiovascolare
(di cui all’art 4 del Decreto ministeriale 24/04/2013).
i può parlare di attività
agonistica sia per i ragazzi sia per gli adulti
quando pratichino uno
sport in modo continuativo ed
esclusivamente in forme organizzate dalle federazioni sportive nazionali, dagli enti di promozione sportiva riconosciuti
dal Coni, e dal ministero dell’Istruzione per quanto riguarda i Giochi della Gioventù a livello nazionale.
Quando un’attività viene
definita di livello agonistico?
La “qualificazione”, anche in
base ai limiti di età specifici per
ogni sport, è stabilita dalla singola federazione sportiva e dagli enti di promozione sportiva
riconosciuti dal Coni.
In questi casi è obbligatorio il certificato medico?
Sì, e lo possono rilasciare
soltanto i medici specialisti in
Medicina dello sport, in Centri
pubblici o privati accreditati.
La richiesta non deve provenire
dal singolo aspirante atleta, ma
dalla società sportiva della quale andrà a fare parte. La richiesta al medico va presentata su
un modulo regionale specifico.
Come si svolge la visita ?
Il medico deve fare la visita
garantendo lo svolgimento
contemporaneo di tutti gli accertamenti clinici obbligatori:
controllo dei parametri antropometrici, misurazione della
pressione arteriosa, elettrocardiogramma basale e sotto sforzo, Step test, spirometria, test
visivo, test delle urine, e altri
esami nel caso di sport fisicamente molti impegnativi come, per esempio, il pugilato. La
visita può essere comunque in-
tegrata da tutti gli i accertamenti che il medico ritenesse
necessari.
Cosa viene scritto sul certificato?
In genere il certificato dice
che: la persona è ritenuta idonea per la specifica attività agonistica indicata. Va inoltre
scritta la durata della certificazione: di solito un anno; per alcuni sport, come le bocce e il
golf, la validità è biennale. Se
l’atleta fa più attività agonistiche, avrà bisogno di distinte richieste e di separati certificati,
uno per ogni disciplina.
Chi paga per il certificato?
Fino ai 18 anni e in caso di
persone con disabilità il certificato è gratuito; negli altri casi è
a carico dell’interessato (o della
società sportiva).
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Anche se non si è «atleti» bisogna
presentare il nulla osta del dottore
❞ L’
È il caso, per
esempio,
di chi fa
attività non
curricolare
organizzata
però dalla
scuola,
come
un torneo
di pallavolo
tra classi
attività sportiva non
agonistica - forse quella per la quale si hanno
più dubbi a causa di
quel «non» che può dar adito
ad equivoci - riguarda solo tre
tipi di soggetti. E precisamente: chi fa attività sportiva non
curricolare organizzata però in
ambito scolastico (per esempio, la corsa campestre, i tornei
di pallavolo o pallacanestro tra
classi e così via); chi partecipa
ai giochi studenteschi a livello
provinciale e regionale; chi è
tesserato da una Federazione
oppure da un Ente di promozione dello sport.
In quest’ultima categoria
. rientra probabilmente il 99%
delle persone coinvolte in atti-
vità sportive non agonistiche.
Per l’attività non agonistica
è richiesto un certificato del
medico?
Sì. E deve essere rilasciato da
specialisti in Medicina dello
sport negli ambulatori delle
Asl, oppure presso i centri privati autorizzati; dai medici di
medicina generale e dai pediatri di libera scelta, limitatamente ai propri assistiti; dai
medici della Federazione medico sportiva del Coni.
Quali esami clinici sono
necessari?
Prima del rilascio del certificato, il medico deve raccogliere
l’anamnesi del paziente ed eseguire un esame obiettivo che
comprenda la misurazione del-
la pressione arteriosa. Inoltre,
il medico ha l’obbligo di acquisire agli atti copia del referto di
un elettrocardiogramma a riposo effettuato dal paziente almeno una volta nella vita. Se
l’esame non è mai stato effettuato in precedenza è evidente
che andrà fatto per l’occasione
Per chi ha più di 60 anni e
presenta fattori di rischio cardiovascolare, il medico prescriverà un elettrocardiogramma
basale ogni anno.
Va inoltre riferita la posizione ufficiale dei medici federali
di tutte le Federazioni sportive
italiane, che hanno suggerito a
tutti i loro tesserati di sottoporsi all’elettrocardiogramma
ogni anno.
Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015
SALUTE
47
.
I costi
Da Sud a Nord
aumenta il prezzo
dei controlli
a certificazione medico sportiva
in Italia, da parte dei medici di
medicina generale e dei pediatri
di libera scelta, costa meno
al Sud che al Nord — spiega Silvestro Scotti,
vice segretario nazionale della Federazione
italiana medici di medicina generale —. Si va
da una media di 30-40 euro al Sud, fino ai
70-80 del Nord». Un elettrocardiogramma
può costare da 25 a 35 euro. Ma la cifra
«L
Il dibattito
Italiani poco attivi
60%
3%
Fa sport
regolarmente
Non fa
alcuno
sport
10%
Fa sport
abbastanza
regolarmente
27%
Fa sport
raramente
I SEDENTARI
Tra
le donne
non fa
attività
fisica
il 44,1%
Tra
gli uomini
non fa
attività
fisica
il 35,5%
QUANTO CONTA IL BUON ESEMPIO
La quota di bambini e ragazzi che fa attività fisica,
a seconda dell’impegno sportivo dei genitori
Tra chi ha entrambi i genitori che fanno sport
il 78%
Tra chi ha un genitore che pratica sport
il 65,1%
Tra chi ha genitori sedentari
il 45,5%
LA «CLASSIFICA» EUROPEA
Percentuale di popolazione che fa sport almeno
una volta alla settimana
Percentuale di popolazione che non fa alcun
esercizio fisico
N
on bastasse il ginepraio dei certificati, esperti e politici sono tornati
a discutere anche sulla
necessità o meno dell’elettrocardiogramma. Al di là del
buonsenso del genitore, che
può comunque decidere di sottoporre il figlio all’esame, le linee guida del Ministero stabiliscono che l’Ecg debba essere
effettuato anche da chi pratica
un’attività non agonistica (vedi
nella pagina accanto) per ottenere il certificato medico.
Prima della pausa estiva, tuttavia, la Commissione Affari
sociali della Camera ha chiesto
che palestre e piscine “federate
Coni” non lo domandino più,
perché per la stessa attività le
altre strutture sono dispensate
dal chiedere la certificazione.
La risoluzione firmata all’unanimità chiede inoltre di far coprire dal Servizio sanitario gli
esami per il certificato sportivo
di minori, disabili ed anziani.
La Commissione sostiene
che gli accertamenti debbano
essere decisi dal medico di medicina generale o dal pediatra,
in relazione al paziente e al tipo
Buon senso
Un genitore può
decidere comunque
di sottoporre il figlio
al test cardiologico
DANIMARCA
68%
OLANDA
58%
SVEZIA
FINLANDIA
70% 66%
LUSSEMBURGO
ROMANIA
54%
60%
ITALIA
60%
PORTOGALLO
MALTA
BULGARIA
64%
75%
78%
Fonti: Eurobarometro 2014; Istat
E se l’aspirante sportivo, a
prescindere dall’età, soffre di
patologie croniche già note
che comportano un aumento
del rischio cardiovascolare,
che cosa succede?
In questi casi dovrebbe essere prescritta l’esecuzione di un
elettrocardiogramma basale
ogni anno.
Va detto, peraltro, che il medico può sempre prescrivere, a
suo libero giudizio, anche altri
accertamenti ed esami, in relazioni alle specifiche necessità
del paziente.
I certificati per l’attività
non agonistica sono a pagamento?
Sì, con l’eccezione di quanto
previsto in poche Regioni. Nei
casi di attività sportive parascolastiche - su specifica richiesta
del Dirigente scolastico - e di
partecipazione ai Giochi della
Gioventù i certificati sono inve-
CdS
ce rilasciati gratuitamente. Va
precisato che la gratuità riguarda soltanto la visita e la certificazione, mentre non riguarda
l’eventuale Ecg, o qualsiasi altro esame prescritto dal medico, il cui costo è a carico del paziente.
Ogni quanto tempo occorre rinnovare la certificazione
di idoneità per l’attività non
agonistica?
Ogni anno, ovviamente a
partire dalla data del rilascio.
Che cosa deve scrivere il
medico sul certificato che rilascia?
Il medico deve attestare che,
sulla base della visita effettuata, nonché del referto del tracciato Ecg - e dei referti di eventuali altri controlli - la persona
non presenta controindicazioni in atto alla pratica di attività
sportiva non agonistica.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
#
di attività, altrimenti anche a
causa del costo dell’esame (vedi box sopra) si rischia di allontanare la gente dallo sport.
Anche la Federazione italiana medici pediatri, assieme alla Società di pediatria e all’Associazione culturale pediatri,
di recente ha scritto al ministro
della Salute chiedendo che per
i bimbi sotto i 6 anni non sia richiesto il certificato, e neppure
l’elettrocardiogramma.
In realtà, già il Tavolo tecnico
che ha elaborato le linee guida
sui certificati per il ministero
della Salute ha concluso che
«dall’esame della letteratura
non vi sono evidenze che indichino in modo diretto il beneficio di uno screening elettrocardiografico di base in termine di riduzione della mortalità». E ha aggiunto: «Inoltre
non vi sono sufficienti evidenze per raccomandare un accertamento elettrocardiografico
generalizzato della popolazione sana. Sembrano invece
emergere sufficienti elementi
per consigliare l’accertamento
elettrocardiografico di base a
soggetti da avviare all’attività
sportiva di tipo competitivo
con particolare riguardo ai non
agonisti».
È stata proprio l’Italia - con
uno studio condotto in Veneto
dal 1979 al 2004 tra gli altri dal
professor Domenico Corrado
del Dipartimento di Scienze
cardiologiche, toraciche e vascolari dell’Università di Padova - a dimostrare a livello mondiale l’efficacia dell’elettrocardiogramma (a 12 derivazioni)
tra gli individui dai 14 ai 35 anni che praticano attività agoni- .
stica, per prevenire eventi
complessiva da sborsare per svolgere
un’attività sportiva può essere più alta, nel
caso l’esame sia refertato da un cardiologo.
«Mettendo tutto insieme — aggiunge Scotti
— si può pagare dai 100 ai 200 euro».
Proprio per venire incontro alle esigenze dei
pazienti, la Fimmg ha lanciato in quattro
regioni italiane (Marche, Toscana, Umbria e
Puglia) il progetto-pilota InNova . I medici
di famiglia offriranno a prezzi contenuti un
pacchetto “tutto incluso” con Ecg ed
eventuale controllo di uno specialistica.
«I pazienti potranno sottoporsi all’esame
nello studio del proprio medico di famiglia —
dice Scotti — . Una prima valutazione
potrebbe farla un collega che ha seguito un
percorso di formazione specifico. Poi il
medico potrebbe rivolgersi al cardiologo per
un consulto anche con la telemedicina».
R. Co.
L’elettrocardiogramma
protegge o scoraggia?
1%
È la quota
di morti
improvvise
per arresto
cardiaco che
si verificano
in ambito
sportivo.
A causarle
l’esercizio fisico
di intensità
significativa
e la presenza
di cardiopatie
o anomalie
cardiache
«silenti»
drammatici come la morte improvvisa. Paragonando l’incidenza di morte improvvisa da
sport prima e dopo l’adozione
del programma di screening
italiano, si è rilevata una riduzione del 90% di mortalità dopo un periodo di 25 anni.
«Questo perché — spiega
Corrado — tra i 14 e i 35 anni le
patologie che portano a morte
improvvisa, come le cardiomiopatie o le canalopatie, sono
identificabili con l’elettrocardiogramma. Sotto i 14 anni invece, l’esame può servire a
identificare sostanzialmente
solo la sindrome del QT lungo.
Altre malattie genetiche si sviluppano dopo la pubertà».
E dunque opportuno il ricorso all’elettrocardiogramma per
tutti? «Ho delle perplessità sull’efficacia e sull’utilizzo dell’Ecg
come mezzo di screening di
massa in età pre puberale — risponde Corrado —. Rischiamo
di moltiplicare i costi, perché
l’Ecg genera una serie di sospetti che richiedono altri accertamenti più onerosi».
Di diversa opinione è il professor Francesco Fedele, car-
diologo presidente della Fondazione italiana cuore e circolazione della Società italiana di
cardiologia, che rilancia invece
la proposta dell’esame elettrocardiografico tra i 6 ei 19 anni
nel periodo pre e postpuberale
«refertato da chi lo sappia fare», cioè da un cardiologo.
«È chiaro che possono risultare dei “falsi positivi” (cioè dei
falsi allarmi, ndr) — ammette
Fedele —. Come Fondazione,
abbiamo fatto quasi 30 mila
elettrocardiogrammi nelle
scuole di tutta Italia e abbiamo
riscontrato alterazioni nel 1520% dei ragazzi. Ciò non significa che siano tutti patologici. Il
risultato induce però a fare un
ulteriore accertamento, che
consente poi di scoprire quell’1% con patologie vere».
«Esistono tante campagne di
prevenzione — aggiunge Fedele —. Anche i nostri giovani
possono essere “a rischio” e allora vale davvero la pena di istituzionalizzare un elettrocardiogramma a scuola o nelle attività sportive».
Ruggiero Corcella
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L'esperto
risponde
alla domande
dei lettori
su temi
di medicina
dello sport
all’indirizzo:
http://forum.
corriere.it/
medicinasportiva/
e su temi
di cardiologia
all’indirizzo:
http://forum.
corriere.it/
cardiologia
48
Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera
SALUTE
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Medicina
A Venezia
ll’inizio di quest’anno il Presidente
americano Barak Obama ha lanciato la
Precision Medicine Initiative, con un
finanziamento di 215 milioni di dollari, un
progetto che si propone di raccogliere dati genetici
(ottenuti attraverso l’analisi del Dna) e non (per
esempio abitudini di vita, tipo di dieta, attitudine
all’esercizio fisico) di un milione di americani
(volontari) per permettere agli scienziati di
sviluppare protocolli di cura e prevenzione delle
A
La Conferenza
mondiale sul futuro
della scienza
malattie modulati sulle caratteristiche specifiche
di ogni individuo. «Voglio che il nostro Paese - ha
detto Obama - che ha sconfitto la poliomielite e ha
mappato il genoma umano, diventi pioniere di una
nuova era nel campo della salute». A questa nuova
frontiera della medicina è dedicata l’11°
Conferenza mondiale The future of Science,
organizzata a Venezia dal 17 al 19 settembre dalla
Fondazione Veronesi con la Fondazione Cini e la
Fondazione Silvio Tronchetti Provera.
Ogni malato avrà il suo farmaco
La nuova medicina «di precisione» vuole individuare con l’analisi del Dna la specifica
forma di patologia del singolo paziente, così da mirare ancora meglio la cura
L'esperto
risponde
alle domande
dei lettori
sui tumori
e le cure
http://www.
corriere.it/
salute/sportel
lo_cancro/
M
ary Ann Anselmo, 59
anni, cantante americana di jazz del
New Jersey, costa Est
degli Stati Uniti, e Marcia Stiefel, 68 anni, pensionata del
North Dakota. Due donne colpite dallo stesso tumore, un
glioblastoma del cervello (diciamo: uno dei più difficili da
curare), ma con un destino diverso.
A Mary Ann i medici dello
Sloan Kettering di New York,
uno dei più famosi istituti per
la cura del cancro al mondo,
hanno analizzato il genoma del
tumore, hanno scoperto una
alterazione del Dna (capace di
stimolare la crescita tumorale)
sensibile a un farmaco non
prescritto per il glioblastoma
(si usa nel melanoma), glielo
hanno somministrato, con
successo. Per Marcia non è stato così, non aveva la mutazione
(non solo: nel North Dakota, gli
ospedali non sono attrezzati
come a New York) e l’unica
prospettiva è stata quella di
continuare la chemioterapia.
Ecco, questo è un po’ il succo
della nuova medicina di precisione: la possibilità di individuare la particolare forma di
malattia di cui il paziente soffre
(attraverso l’analisi del Dna) e
curarla. Con i mezzi che si hanno già a disposizione o studiandone altri. Personalizzando, cioè, la cura in modo da
somministrare il farmaco giusto al paziente giusto. E non solo nel caso dei tumori.
Ormai da alcuni anni, però,
si parla di terapie personalizzate. Che cosa sta cambiando?
Progressi
Questa «rivoluzione»
è basata sulla odierna
capacità di analizzare
enormi quantità di dati
Sperimentazione
Occorrerà attuare
cambiamenti anche
nella conduzione
dei test clinici
«La medicina personalizzata, annunciata da tempo, —
precisa Giuseppe Testa, professore di Biologia molecolare all’Università di Milano e direttore del Laboratorio di Epigenetica delle cellule staminali all’Istituto europeo di Oncologia
— così non è stata. Si è limitata
a stratificare meglio i pazienti,
riclassificandoli a livello molecolare e individuando terapie
valide per quei gruppi, non per
il singolo (come, invece è accaduto per Mary Ann, ndr). Più
che di “personalizzazione” si
dovrebbe parlare di “gruppizzazione”».
L’ambizione, invece, è intervenire sul singolo.
«E questo comporta almeno
due problemi –—continua Testa —. Il primo riguarda le modalità con cui si dovrà dimostrare l’efficacia di un farmaco
e, il secondo, i sistemi regolatori, cioè tutto l’iter di registrazione di un medicinale».
Questo nuovo approccio,
dunque, porta a un cambiamento di mentalità nella ricerca scientifica, nella conduzione
La prospettiva
OGGI La medicina dell'imprecisione
I farmaci non funzionano
su tutti i pazienti
DOMANI La medicina di precisione
Le persone possono
essere affette
dalla stessa malattia,
però con alterazioni
genetiche diverse
Per ogni paziente
sarà scelto il farmaco
che va a colpire
le sue specifiche alterazioni
LE TAPPE DEL NUOVO APPROCCIO
Scoperta - Identificazione
delle alterazioni genetiche legate alla malattia
nel singolo paziente
Sviluppo - Sperimentazioni
del farmaco più mirate su quei pazienti
che possono trarne beneficio
Registrazione - Migliori garanzie di efficacia
e sicurezza, poiché i destinatari saranno
pre-selezionati in base ai test genetici
Pratica clinica - Ottimizzazione della cura
delle sperimentazioni cliniche
(oggi, per esempio, si comincia
a parlare di trial basket: si sperimenta un farmaco non in pazienti che hanno la stessa malattia, ma in coloro che hanno
la stessa mutazione genetica),
nei sistemi che dovranno regolare l’immissione in commercio e anche nei rapporti fra accademia e industria.
«Ne dobbiamo essere consapevoli — commenta Testa —.
L’idea che la scienza va avanti e
poi le leggi si adeguano non
funziona più. È indispensabile
che la scienza si confronti subito con la politica». Questo è
uno dei messaggi che usciranno dalla 11° Conferenza mondiale The future of Science di
Venezia, dedicata appunto alla
medicina di precisione.
Una rivoluzione, dunque,
basata anche sulla capacità che
abbiamo oggi di analizzare
enormi quantità di dati.
«Non solo i dati del genoma
- conclude Testa - ma anche
quelli che riguardano la nostra
vita quotidiana, quello che
mangiamo, quanti drink beviamo alla sera. Ormai le nostre vite sono digitalizzate. Basti pensare quante informazioni passano attraverso i social media,
come Facebook e Twitter«.
Sarà dall’incrocio di questi
dati che potranno emergere indicazioni per la cura, ma anche
per la prevenzione delle malattie.
Adriana Bazzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
È lunga e complessa
la ricerca per identificare
i bersagli molecolari
D
.
ruggability. Un nuovo
termine del vocabolario della ricerca farmacologica che sta a indicare la capacità di una proteina
dell’organismo umano di essere druggable, cioè “agganciata”
da un farmaco (drug).
Normalmente si tratta di una
proteina anomala (prodotta da
un gene difettoso) che causa
malattia e il farmaco (un anticorpo monoclonale) ha l’obiettivo di neutralizzarla. È il caso
dei tumori, per esempio, dove
l’alterazione di certi geni determina la produzione di proteine
anomale in grado di far proliferare le cellule.
Ma anche di alcune patologie autoimmuni, come il morbo di Crohn dell’intestino, di
certe malattie reumatiche come l’artrite reumatoide, o il
lupus eritematoso sistemico
(che interessa vari organi compresa la cute) che vengono già
curate con anticorpi monoclonali.
Trovare bersagli specifici e
farmaci specifici è la base delle
targeted therapies, le terapie a
bersaglio molecolare della medicina personalizzata.
La medicina di precisione
vuole andare addirittura oltre:
individuare proteine specifiche causa di malattia nel singolo paziente così da costruire
farmaci su misura, nel campo
dell’oncologia soprattutto, ma
anche in quello dell’immunologia.
«L’importante è identificare
il bersaglio — commenta Guido Guidi, capo di Pharma Europa della multinazionale farmaceutica Novartis, che terrà una
relazione sul tema in occasione
della 11° Conferenza sul Futuro
della Scienza a Venezia —, ma
questo non è tutto —. Il passo
successivo è mettere a punto il
farmaco, ma anche questo non
basta. Quando si stava studiando l’Imatinib (il capostipite dei
farmaci a bersaglio molecolare, nato come terapia della leucemia mieloide cronica, ma
poi utilizzato anche in altre forme di neoplasia), ci si accorse
che la somministrazione per
endovena provocava la formazione di trombi. In altre parole,
ci possono essere problemi legati alla molecola, alla sua stabilità, alla sua solubilità, alla
via di somministrazione che
devono essere affrontati. E
questo lo fa la ricerca dell’industria farmaceutica».
Ecco perché i tempi di sviluppo di un farmaco possono
essere molto lunghi e perché
certe scoperte che riguardano
target molecolari non possono
avere una immediata applicazione pratica e rischiano di creare, al momento, troppe aspettative fra i malati.
«Stiamo andando verso una
individualizzazione sempre
più spinta — continua Guidi
—. E medicina di precisione significa anche trovare, in un tumore, le nuove mutazioni che
lo rendono resistente ai farmaci utilizzati. E quindi individuare nuovi target molecolari.
L’obiettivo è quello di associare
più molecole, dirette contro
questi bersagli, per tenere sotto controllo il tumore e limitarne la progressione».
A. Bz.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015
49
SALUTE
.
#
In libreria
Medicina pratica
L’Atlante della salute
del Corriere della Sera
Mi spieghi dottore
Le tavole di medicina illustrata del «Corriere
Salute» per la prima volta riunite in una grande
enciclopedia medica per tutta la famiglia.
È infatti in libreria «Mi spieghi dottore. Atlante della
salute del Corriere della Sera», a cura di Luigi
Ripamonti e Antonella Sparvoli, con le illustrazioni
di Mirco Tangherlini e la prefazione di Umberto
Veronesi (288 pagine, 35 euro). Così,
l’appuntamento domenicale del Corriere Salute
diventa anche un volume da conservare e
consultare nel tempo, uno strumento illustrato
capace di guidare i lettori nella migliore
comprensione di sintomi e possibili malattie e di
consigliarli nella ricerca di esami, controlli, terapie.
Perché sento di continuo fischi e fruscii?
Lo specialista
L'acufene, o tinnito, è un disturbo caratterizzato dalla percezione di suoni, come ronzii, fischi, sibili o fruscii,
non legati a stimoli esterni. Può essere oggettivo o più spesso soggettivo (acufene propriamente detto)
Un disturbo fastidioso
chiamato acufene
che spesso ha una causa
vascolare o infettiva
LA PERCEZIONE DEI SUONI
Le onde sonore entrano nell’orecchio e sono convertite
in impulsi elettrici che «viaggiano» fino al cervello dove
vengono convertiti e interpretati
Le onde sonore in entrata sono captate dall’orecchio 1
esterno e incanalate nel condotto uditivo
Le onde sonore fanno vibrare il timpano 2
Le vibrazioni sono amplificate da una catena 3
di piccole ossa, gli ossicini (martello, staffa e incudine),
e trasmesse alla «finestra ovale» sulla coclea
Giunte nella coclea le vibrazioni inducono 4
il movimento di minuscole estremità nervose (stereocilia)
F
Specialista
in otorinolaringoiatria,
Gruppo
ospedaliero
Multimedica,
Milano/
Castellanza
(Varese)
Per saperne
di più
su temi
di salute
www.corriere.
it/salute
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Le stereocilia convertono i movimenti in segnali elettrici 5
I segnali elettrici viaggiano lungo il nervo acustico fino 6
a raggiungere la corteccia uditiva, nel cervello
ORECCHIO
INTERNO
ACUFENE OGGETTIVO
È percepibile anche dall’esterno appoggiando
un particolare strumento (fonendoscopio) sull’orecchio.
Si tratta in genere di rumori di origine vascolare, tubarica,
muscolare, trasmessi per via ossea e capaci di stimolare
il recettore cocleare
ORECCHIO
MEDIO
ORECCHIO ESTERNO
INCUDINE
STAFFA
MARTELLO
NERVO
ACUSTICO
6
5
4
2
3
1
ACUFENE SOGGETTIVO
Lo percepisce solo la persona che ne soffre.
Può essere distinto in
COCLEA
Acufene pulsante
(rumore ritmico, spesso sincrono
con il battito cardiaco)
Acufene non pulsante
Acuto
Di solito è conseguenza
di un deficit uditivo
improvviso, dovuto a sua
volta a problemi vascolari
o infettivi
Costante
Le cause sono spesso difficili
da individuare, ma la presenza
di altri «segnali» può essere d’aiuto
Perdita uditiva
Il tinnito è associato a deficit uditivi
trasmissivi (tappo di cerume, otite,
otosclerosi ecc) o neurosensoriali
(esposizione al rumore, perdita uditiva
cronica legata all’invecchiamento)
Vertigini
Gli acufeni possono essere
conseguenza di malattie
degenerative(sindrome di Menière),
dismetaboliche o tumorali
TIMPANO
I SINTOMI
Le cause principali sono
Variazioni del flusso sanguigno
nei vasi vicini all’orecchio dovute
per esempio all’ostruzione
o alla dilatazione di un vaso,
(stenosi aortica, aneurismi cerebrali ecc)
Turbolenze all’interno del vaso
nel caso in cui la sua parete interna
sia irregolare (aterosclerosi)
Perdita uditiva causata per esempio
da fenomeni catarrali
Disfunzioni dell’articolazione
temporo-mandibolare
L'orecchio (o entrambe le orecchie) percepisce
una varietà di suoni: ronzio, tintinnio, stridore, fischi,
fruscio, soffi, sibili e talvolta suoni pulsanti
(acufene pulsante)
La percezione può essere costante o intermittente,
debole o molto forte
Il fastidio causato dall’acufene può a sua volta
provocare altri sintomi come mal di testa, ansia,
disturbi del sonno e della concentrazione
LA DIAGNOSI
L’iter diagnostico in genere prevede
Accurata raccolta della storia medica
e personale del paziente
Valutazione delle caratteristiche dell’acufene
Esame obiettivo del condotto uditivo esterno
e della membrana timpanica mediante un'otoscopia
e la valutazione delle fosse nasali, della bocca
e dell’articolazione temporo-mandibolare
Esecuzione di test audiometrici (tra cui audiometria,
impedenziometria, timpanometria ecc) per distinguere
tra acufeni da causa uditiva e acufeni di altra origine
In alcuni casi questi primi accertamenti permettono
di formulare già una corretta diagnosi, in altri possono
rendersi necessarie ulteriori indagini (come la Tac,
la risonanza magnetica, l’eco-colordoppler)
e/o valutazioni da parte di altri specialisti
(neurologo, cardiologo, psichiatra ecc)
Esame
audiometrico
Mal di testa
Alcune forme di emicrania
si manifestano in modo atipico
con acufeni, a volte associati
anche a vertigini
LE CURE
Problemi psichiatrici
In genere il paziente sente una melodia
che si ripete in maniera ossessiva
Problemi somatici
Alterazioni cranio-cervicali e temporomandibolari possono dare origine
ad acufeni perché generano stimoli
elettrofisiologici che si trasmettono
alle vie nervose uditive
.
Non esiste una cura unica efficace per tutti i tipi di acufene
Nei casi in cui si riesce a risalire a una possibile causa, occorre intervenire su quella.
Per esempio se l’acufene è legato a deficit uditivi si ricorre a protesi acustiche o all’impianto cocleare;
se è associato a sindrome di Menière, a emicrania oppure a problemi cervicali o dell’articolazione
temporo- mandibolare si interviene con terapie mirate
Può invece essere molto difficoltoso curare i cosiddetti acufeni idiopatici, dei quali non si conosce
la causa. In questi casi, le principali armi a disposizione sono
Counseling psicologico per spezzare il circolo vizioso tra ansia, stress, depressione e percezione
dell’acufene
Rassicurazione del paziente sul fatto che l’acufene non è legato a malattie gravi
Terapia del suono, trattamento di desensibilizzazione basato sull'allenamento di apparato uditivo
e cervello, per «abituarli» a sentire i rumori prodotti dalla patologia in modo tale che, con il passare
del tempo, gli acufeni non vengano più percepiti o lo vengano in modo molto attenuato
Corriere della Sera / Mirco Tangherlini
Claudio
Albizzati
ischi, ronzii, sibili o fruscii uditi di continuo, senza stimoli esterni. Sono gli acufeni, disturbo molto fastidioso che interessa fino al 30% della popolazione, e
diventa insopportabile nell’1% dei casi, in quanto fonte di stress, ansia e depressione.
A che cosa sono dovuti?
«L’acufene è un sintomo che può avere cause
diverse, talvolta difficili da individuare — premette Claudio Albizzati, specialista in otorinolaringoiatria, gruppo ospedaliero Multimedica di
Milano/Castellanza (Va) —. In una minoranza
di casi l’acufene è oggettivo, quindi percepibile
anche a un uditore esterno (appoggiando sull’orecchio uno strumento, il fonendoscopio,
ndr), ma nella maggior parte dei casi il “rumore” viene sentito solo dalla persona che ne soffre, da un orecchio o da entrambi. In genere si
avverte un fruscio, un fischio o un ronzio, ma il
suono può anche essere ritmico (acufene pulsante). Le cause scatenanti comprendono
l’esposizione a rumori troppo forti, l’accumulo
di cerume, le otiti catarrali, deficit uditivi,
disfunzioni dell’articolazione temporo-mandibolare, fino ad alterazioni vascolari e patologie
psichiatriche».
Che cosa genera il rumore?
«Per molti anni si è pensato che gli acufeni
fossero dovuti a danni della coclea. Oggi sappiamo che questa struttura non è coinvolta in modo diretto nella loro genesi e che accade qualcosa di simile a quanto osservato nella sindrome
dell’arto fantasma, ovvero la sensazione anomala di dolore o fastidio a un arto amputato. La
percezione di fischi e sibili deriverebbe da alterazioni nell’attivazione della corteccia uditiva,
perché noi sentiamo con il cervello, non con le
orecchie. Prima di raggiungere il cervello, qualunque messaggio è però captato e valutato a
livello non cosciente: se un’informazione è classificata come sufficientemente importante, può
raggiungere la corteccia uditiva, dove avviene la
percezione conscia delle informazioni; se al
contrario il messaggio non è ritenuto importante viene rifiutato. Il nostro cervello è quindi in
grado di “filtrare” gli stimoli sonori senza che
noi ce ne rendiamo conto. Non solo: nella loro
percezione, oltre alla corteccia uditiva, entrano
in gioco altri centri nervosi a essa connessi che
mettono in relazione l’udito con lo stato emotivo e l’apprendimento. L’acufene si sviluppa
quando si verifica uno sbilanciamento dell’attività nervosa della corteccia uditiva. Nella maggior parte dei casi la presenza continua dell’acufene ci fa “abituare” al segnale: anche se la percezione è ancora possibile, il fastidio è assente o
minimo. In una minoranza di casi, la componente non cosciente e quella emotiva inducono
una sintonizzazione delle reti nervose a percepire il segnale, aumentando il fastidio».
Che cosa si può fare?
«Spesso chi cerca aiuto si sente rispondere
che non c’è nulla da fare. In realtà, anche se non
esiste una soluzione che vada bene per tutti,
agendo su più fronti si possono avere benefici.
Non solo: in circa il 60% dei casi l’acufene sparisce da solo entro sei mesi dall’insorgenza. Per
impostare una terapia, la prima cosa è cercare la
causa. Se, per esempio, l’acufene è insorto all’improvviso ed è associato a un’ipoacusia dovuta a patologie vascolari o infettive si ricorre a un
protocollo farmacologico d’urgenza, di solito a
farmaci vasodilatatori e cortisonici. Nei casi in
cui non si individua la causa è utile agire con un
supporto psicologico e con la cosiddetta terapia
del suono: desensibilizzazione con l’ascolto di
piccoli segnali sonori che aiutano il cervello a
compiere un’azione inibitoria sull’acufene».
Antonella Sparvoli
50
Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera
SALUTE
.
#
L’altra cucina
Alimentazione
Il kalakukko,
polpettone di pesce
finlandese
l nome è ostico: kalakukko (torta di pesce),
è il cibo da strada classico di Helsinki e delle
cittadine finlandesi. È un grosso panino, ripieno
di polpettone. Dato il contenuto energetico, ne
può bastare uno per saziare per parecchie ore. La
farcitura interna, non è a base di carne, come per il
nostro polpettone, è infatti prevalentemente
composta di pesciolini d’acqua dolce, mescolati
con salmone e poca carne grassa di maiale.
L’impasto viene poi avvolto in un involucro di pasta
I
Chi mangia camminando
tende a distrarsi
E va incontro all’abbuffata
L'esperto
risponde
alla domande
dei lettori
su temi
di nutrizione
all’indirizzo
http//forum.
corriere.it/
nutrizione
Linea in pericolo
A farci ingrassare
non è soltanto
l’abitudine sbagliata
di consumare
i pasti guardando
la televisione
Cibi da «passeggio»
S
e vi capita spesso di
mangiare camminando, per esempio di consumare un pezzo di pizza o di focaccia preso al volo all’ora di pranzo, fate attenzione:
mangiare così potrebbe favorire gli eccessi calorici più ancora di altre note “cattive abitudini”, come guardare la Tv mentre siete a tavola.
A suggerirlo è uno studio,
pubblicato on line sul Journal
of Health Psychology, svolto da
ricercatori dell’Università del
Surrey (Regno Unito) su 60 giovani donne, alcune delle quali a
dieta. Le partecipanti alla ricerca sono state invitate a consu-
Energia
kcal
Alimenti
Grassi
g
Panino (g 80)
con porchetta (g 120)
590
18
Trancio di pizza
con salame piccante (g 200)
567
26
Piadina con prosciutto crudo
e mozzarella (g 180)
536
25
Trancio di focaccia
al formaggio (g 150)
496
30
Arancino di riso
al ragù (g 150)
450
27
I valori variano, anche sensibilmente, in base alla tipologia degli ingredienti
mare una barretta di cereali, alcune camminando, altre guardando una sitcom alla Tv, altre
ancora stando sedute e conversando; tutte le donne sono poi
state sottoposte a un test nel
quale potevano consumare a
volontà quattro tipi di snack
(confetti di cioccolato, carote,
CdS
uva, salatini). I ricercatori hanno osservato che “mangiare e
camminare” è la combinazione
“peggiore”. In questa condizione, infatti, le donne a dieta
hanno mangiato decisamente
di più rispetto a quelle che
guardavano la Tv o chiacchieravano, e confrontando ragaz-
ze a stecchetto, e non, si è visto
che le prime camminando introducevano ben il quintuplo
di confetti di cioccolato e in generale più snack.
Insomma, sembrava che il
cibo mangiato camminando
venisse “dimenticato”, inducendo ad approfittare di più
degli snack proposti nella seconda fase dell’esperimento.
«Questo studio ci ricorda che
quando si segue una dieta è necessario focalizzare l’attenzione sul cibo, per controllare la
quantità ingerita — commenta
Nicoletta Cavazza, docente di
Psicologia sociale all’Università
di Modena-Reggio Emilia —.
In presenza di fattori di distrazione la focalizzazione viene
meno, con ripercussioni negative non solo sul cibo assunto
mentre si compie l’azione ma
anche, come è emerso, sul cibo
consumato successivamente.
Un altro aspetto che riguarda
l’atto specifico del camminare
sta nel fatto che questa attività
può fornire una giustificazione
del maggiore consumo di cibo
(e anche di cose poco sane)
perché chi fa movimento spesso si illude sulle calorie bruciate. Se l’obiettivo è controllare il
peso, conviene sedersi e concentrarsi solo sul cibo, considerando anche che la maggior
parte dello street food è, sì, gustoso, ma è anche più ricco di
grassi e di calorie di quanto
spesso si pensi».
Carla Favaro Nutrizionista
senza lievito, a base di cereali vari: segale,
frumento, orzo e burro. Il grosso panino così
ottenuto viene poi messo in forno. Niente a che
vedere con la cottura del calzone partenopeo che
si accontenta di pochi minuti in forno rovente: per il
kalakukko servono una decina di ore a
temperature degradanti dai 300 ai 150 gradi.
Croccante e dal gusto deciso, sembra nato per
scaldare mani e stomaco quando fuori fa freddo.
Roberta Salvadori
● La ricetta della salute
L’erbazzone,
la torta del contadino
Ingredienti per quattro
persone: 130 g di farina
bianca, 50 g di farina
integrale, un bicchiere
di latte, 3 porri, salvia,
400 g di verdura verde
lessata (erbette, bietole, tarassaco),
3 cucchiai di parmigiano grattugiato,
4 cucchiai di olio extravergine d’oliva, sale.
Preparazione: impastare le farine con un
pizzico di sale, un cucchiaio d’olio e il latte
sufficiente a formare un composto morbido;
coprirlo e conservarlo al fresco. Rosolare
i porri affettati con la salvia e un paio
di cucchiai di olio, aggiungere le verdure
lessate, strizzate e tritate , salare e cuocere
per 10 minuti, unire il parmigiano. Stendere
i 2/3 dell’impasto, rivestire una tortiera da
28 cm e distribuirvi le verdure. Coprire con
il restante impasto sigillando bene, bucare
con una forchetta, oliare leggermente e
cuocere nel forno a 190 gradi per 30 minuti.
Valore nutrizionale per porzione:
proteine g 12 , grassi g 14 (di cui saturi g 3,5),
carboidrati g 42 , kcal 331
Ricetta dello chef Giuseppe Capano
● Il commento
Non tutto lo street food è ricco di grassi
e di calorie. Esistono anche preparazioni più
«morigerate»: le pannocchie arrostite
o lessate, le caldarroste, la farinata di ceci
e alcune torte salate, se fatte, come in questa
ricetta, con una sfoglia semplice, ripiena di
verdura con poco formaggio e condimenti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Bisogna «coltivare» la flora intestinale
con più alimenti integrali e meno grassi
per ridurre peso e colesterolo
D
olci, fritti, salumi e formaggi grassi fanno schizzare verso l’alto l’ago della bilancia non solo perché sono ipercalorici,
ma anche perché “allevano” nel nostro
intestino colonie di batteri che remano contro il
mantenimento del peso forma. Stando a un’indagine presentata di recente al congresso della
Society for the Study of Ingestive Behavior statunitense, infatti, mangiare troppo spesso cibi ricchi di grassi peggiora la composizione della flora batterica intestinale e altera perfino i circuiti
cerebrali, impedendo di sentirci sazi.
«Di norma, i diversi ceppi di microrganismi
che fanno parte del “microbioma” - ovvero la popolazione batterica intestinale tipica per ciascuno di noi - costituiscono un insieme abbastanza
stabile, che “oscilla” poco perché ha un suo
equilibrio — spiega Krzysztof Czaja, dell’Università della Georgia, autore dello studio —. Se però
Rischio obesità
Se alteriamo il microbioma
con una dieta squilibrata, i segnali
di sazietà arrivano male al cervello
e non ci sentiamo mai appagati
cambiamo alimentazione, aumentando molto il
consumo di grassi, il microambiente dell’intestino si modifica, con un effetto quasi immediato
sui batteri che devono adattarsi per trarre energia da ciò che mangiamo: alcune specie “esplodono”, altre diminuiscono fin quasi a sparire. Il
risultato è una maggiore infiammazione locale,
con danni ai nervi che portano messaggi dall’intestino al cervello e viceversa. Di conseguenza i
segnali di sazietà non arrivano bene al sistema
nervoso centrale e perfino le aree cerebrali correlate ai comportamenti alimentari si riorganizzano».
Tutto ciò si traduce in una minor capacità di
essere appagati dal cibo e, quindi, nella tendenza a mangiare troppo, sulla base di un meccanismo che, secondo Czaja, sarebbe corresponsabi. le dell’attuale epidemia di obesità: «Il sistema di
comunicazione fra intestino e cervello si è evolu-
to per millenni mentre ci nutrivamo di cibi integrali da fonti naturali e non era pronto a fronteggiare i prodotti industriali e raffinati: mangiare
alimenti ricchi di zuccheri e grassi altera i delicati equilibri della microflora e “confonde” il cervello, spianando la strada all’accumulo di peso».
Oggi sta diventando sempre più chiaro che
nutrire bene la flora batterica intestinale significa rimanere sani: lo conferma anche una ricerca
apparsa nei giorni scorsi su Circulation Research, che dimostra come le specie di batteri presenti incidano non poco sul peso corporeo e anche sui livelli di colesterolo e trigliceridi nel sangue. Stando ai dati raccolti, su circa 900 olandesi, 34 ceppi di batteri contribuirebbero a discrete
differenze fra gli individui: chi ha la fortuna o il
merito, grazie a una dieta sana, di avere nell’intestino le specie “positive” è più magro, ha i trigliceridi più bassi e il colesterolo “buono” più elevato rispetto a chi non può contare su un microbioma altrettanto favorevole.
«L’uomo vive in simbiosi con i suoi batteri,
che sono in un numero dieci volte superiore a
quello delle cellule: si tratta quasi di un “organo”
a sé che influenza in modo consistente la nostra
salute, perché non solo ci aiuta a digerire il cibo,
assorbire i nutrienti, invia segnali al cervello e
contribuisce alla regolazione del metabolismo,
ma modula anche l’attività del sistema immunitario» osservano gli autori dello studio.
Non a caso la flora intestinale si modifica anche nei pazienti con diabete di tipo due, come
hanno appena dimostrato ricercatori dell’israeliano Weizmann Institute of Science, studiando i
tassi di crescita delle popolazioni batteriche del
microbioma.
Nella nostra pancia, esiste, quindi, un ecosistema complesso che ha un’influenza notevole
sulla salute, di cui possiamo prenderci cura con
un’alimentazione che promuova la crescita dei
batteri buoni. Quale sia la dieta ideale è ancora
allo studio, ma alcune indicazioni ci sono: oltre
ai cibi integrali, sembra utile introdurre molti
vegetali perché favoriscono i ceppi produttori di
acido butirrico, in grado di ridurre l’infiammazione e il rischio di tumore al colon.
Elena Meli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015
SALUTE
51
.
Convegno
Diritto
«Ricordati di me»
Familiari ed esperti
riuniti a Milano
#
onvegni e iniziative in tutta Italia. In
occasione della XXII Giornata Mondiale
dell’Alzheimer ( il 21settembre),
il 16 settembre la Federazione Alzheimer
Italia organizza il convegno dal titolo «Ricordati di
me. Gli ultimi dati della ricerca scientifica alla luce
della Dementia-friendly Community», presso la
Sala Alessi del Comune di Milano (in piazza della
Scala 2, dalle ore 9 alle ore 13). Neurologi, geriatri
e responsabili delle associazioni nazionali
C
Dalle community alle città solidali
I luoghi di vita con l’Alzheimer
O
Iniziativa
Il 21 settembre è
la Giornata mondiale
dedicata a questa
patologia
Frequenza
A livello mondiale, ogni
3 secondi e due decimi
si conta un nuovo
caso di demenza
Alzheimer Italia: 269 mila nuovi casi all’anno, 737 al giorno.
Il 21 settembre è la loro giornata, la festa-memento di quelli
«che si dimenticano», che perdono progressivamente la memoria e via via le altre facoltà.
Gente come Oscar, Oscar Silicato, 59 anni, che lo sa e non si
vergogna a dirlo. «È un po’ peggiorato negli ultimi mesi, non
trovi», sussurra la moglie Daniela. È vero, non parla più dell’adorato rugby come un anno
fa. Le frasi sono molto sconnesse. Ma non ha perso la consapevolezza: «Lo so che te l’avrò già
chiesto dieci volte: come va il
lavoro?». C’è ancora Venezia
nella sua vaga hit-parade positiva, mentre in quella negativa
ha guadagnato la vetta la paura
di ritrovarsi solo nella casa di
Milano mentre la Dany è al lavoro. Non si fida più a uscire, teme di perdersi, intorno ha un
ambiente se non ostile certo
poco amichevole, non per cattiveria, poco “friendly” come si
usa dire in inglese.
Una storia tra tante, uno stadio più lieve o avanzato della
malattia, in casa o in struttura.
Ogni storia è uguale e diversa.
In quante di quelle 737 teste
che ogni giorno vengono scritturate dal regista Alzheimer,
più o meno giovani, tanto o poco compromesse, passerà lo
stesso lampo di consapevolezza che colpisce Oscar sulla
NEL MONDO
50-60%
La quota
di casi
di Alzheimer
Le persone affette da demenza
(in milioni)
2015
46,8
74,7
2030
131,5
2050
IN ITALIA
Le persone colpite da demenza
1.241.000
2015
1.609.000
2030
2.272.000
2050
269 mila
I nuovi casi
nel 2015
37,6
miliardi di euro
I costi annui
per l’assistenza
3 milioni
Le persone
coinvolte
nell’assistenza
dei malati
Fonte: Alzheimer’s Disease International - Rapporto Mondiale Alzheimer 2015;
Federazione Alzheimer Italia
Corriere della Sera
spiaggia? Sto c...o di Alzheimer…
Si potrebbe così intitolare, in
modo molto colloquiale, uno
dei tanti convegni, uno dei mille incontri che fortunatamente
si dedicano all’Alzheimer e alle
demenze in questi giorni di settembre. Tenendo le cifre a effetto sullo sfondo assieme alle
frasi fatte, alle esortazioni-ripetizioni di rito, dando quasi per
assodata l’estensione crescente
del problema come la perdurante mancanza di farmaci toccasana. «Tutti speriamo che si
trovi una cura alla demenza —
dice Marc Wortmann, direttore
esecutivo di Adi — ma purtroppo non sappiamo dire quando
questo avverrà». Dieci anni è la
scadenza che si sono posti politici e ricercatori. Un traguardo
totale alle demenze, ne parla in
termini molto concreti. Municipali, per così dire. «Più che
costruire città dell’Alzheimer,
bisognerebbe mantenere le
persone con l’Alzheimer nelle
loro città».
Va bene sperimentare strutture protette e il più possibile
aperte al mondo esterno, sul
modello della tanto decantata
Hogewey alle porte di Amsterdam. Ma se non vogliamo ricostruire le “città dei matti” di sinistra memoria, allora la strada
da seguire è piuttosto quella
verso una meta che Trabucchi,
direttore scientifico del Gruppo
di ricerca geriatrica di Brescia,
indica con il cartello di “città
solidale”. Tre parole chiave:
«Dignità, libertà, autonomia».
In pratica? Una rivoluzione low-
Sensibilità
È importante che in un
ufficio o in una piazza
chi è ammalato
sia accettato, ascoltato
Serenità
Le famiglie devono
percepire un ambiente
amichevole, nel quale
potersi aprire
che ogni anno sembra spostarsi
un balzo più in là… «Per questo
è meglio accettare che la demenza sia una presenza stabile
nella società. Ecco perché il
concetto e la realizzazione delle
Dementia-Friendly Communities è così importante».
“Friendly”: amica, solidale.
Community nel senso di società, ambiente, spazio di vita. Delle esperienze che si stanno sviluppando in questa direzione
in vari Paesi del mondo Wortmann parlerà al Convegno del
16 settembre organizzato dalla
Federazione nazionale Alzheimer presso la Sala Alessi del
Comune di Milano. Si intitola
«Ricordati di me – Gli ultimi
dati della ricerca scientifica alla
luce della Dementia Friendly
Community». E in Italia? Il professor Marco Trabucchi, nostrano istigatore della battaglia
cost fatta di “piccoli interventi”
diffusi, da sviluppare a livello
locale con l’impulso di amministrazioni e sindaci lungimiranti, lasciando sullo sfondo i piani
nazionali, senza aspettarsi miracoli dalle progettate (e per
forza di budget limitate) Hogewey di casa nostra.
Primo passo: l’educazione
nelle scuole. Coinvolgere bambini e ragazzi. Non è difficile.
Quanti hanno un nonno o una
nonna con la demenza? Educazione per ridurre la paura, e
dunque lo stigma. Secondo: lavorare a tappeto sugli operatori.
Non solo quelli sanitari. Tutti
coloro che operano in una città:
forze dell’ordine, commercianti, chi lavora negli uffici aperti al
pubblico, spazzini, vescovi, becchini, insomma tutti. Spiegare
l’Alzheimer, i suoi colpi ma an- .
che le sue ricchezze, non solo
per fare in modo che il malato
che si perde per strada venga riportato a casa. Ancora più importante: che in un ufficio o in
una piazza una persona come
Oscar venga accolta, ascoltata,
trattata con dignità. Può sembrare una piccolezza, ma fa una
differenza capitale. Una differenza «che crea capitale sociale», modello solidale per altre
«emergenze vulnerabilità».
Un’atmosfera friendly dove anche la famiglia iperprotettiva e/
o iperstressata viene spinta ad
aprirsi, a non vergognarsi («restiamo a casa altrimenti facciamo brutta figura…»).
È un’impresa lentissima, capillare però soft, che non comporta grandi costi economici.
Un’impresa, sostiene Trabucchi, che è meglio sperimentare
prima nelle città medio-piccole,
non più di 20-30 mila abitanti,
dove è più facile il rapporto diretto e tutto è più vicino. In questo teatro devono collocarsi le
risposte concrete ai malati e alle
loro famiglie. Centri diurni, Caffè Alzheimer, meeting point,
Rsa aperte, interventi domiciliari. Tutti quei servizi che spesso mancano o sono insufficienti. Ma che senza quella cultura
diffusa, amica della demenza,
rischiano di diventare ghettizzanti, bocconi amari di un menu assistenzial-sanitario che a
quelli come Oscar, c’è da scommetterci, non vanno giù. Uno,
dieci, cento municipi solidali.
Sindaci d’Italia, che aspettate?
Michele Farina
@mikele_farina
© RIPRODUZIONE RISERVATA
C. S.
●Pensa la salute
di Riccardo Renzi
Quali modelli di accoglienza per garantire dignità, autonomia, servizi
scar cammina sul bagnasciuga in un giorno di ultima estate. Gli
scappa una volta, senza rabbia, una frase lucida,
spassionata: «Sto c...o di Alzheimer»… Poi riprende faticosamente a inanellare pensieri positivi, con entusiasmo a parlare
di quando era piccolo, qui al Lido di Venezia, di suo padre che
pescava (ma il verbo non gli viene) cioè «portava a casa di tutto» da quella diga, laggiù in
fondo alla spiaggia degli Alberoni.
Ogni 3 secondi e due decimi
nel mondo spunta un’altra persona malata come Oscar. Questa appartenenza a una sfilacciata community non li aiuta a
sentirsi meglio. Ma fa effetto
metterla in questi termini, in
questi numeri, come spiega il
Rapporto 2015 dell’Alzheimer
Disease International (Adi).
Soltanto in Italia oltre 1,2 milioni di individui con demenza, ricorda Gabriella Salvini Porro,
presidente della Federazione
internazionali dei malati si confronteranno sulle
nuove frontiere della ricerca e faranno il punto
sulla diagnosi precoce L’elenco delle iniziative si
può consultare sul sito delle Federazione
all’indirizzo:www.alzheimer.it. A Brescia, dal 21
settembre, il Gruppo di ricerca geriatrica organizza
una serie di incontri per approfondire in vari campi
le tematiche più rilevanti connesse con le demenze
e le relative cure. Info sul sito: www.grg-bs.it .
Gli effetti della diffidenza
verso le vaccinazioni
S
Per saperne
di più
Il Rapporto
mondiale
Alzheimer
2015 è
disponibile su
www.worldalz
report2015.
org
e nel mondo ogni anno muore
un milione e mezzo di bambini per
malattie che possono essere
prevenute con le vaccinazioni, non è
solo colpa della povertà, ma anche per quella
che l’Oms chiama vaccine hesitancy, che più
che un’esitazione è una diffidenza, quando
non una vera e propria ostilità da parte dei
genitori. È un fenomeno in crescita
preoccupante, che riguarda sia Paesi poveri
sia Paesi del mondo occidentale dove non ci
sono problemi di approvvigionamento dei
vaccini. Il caso dell’Ucraina (vedi articolo su
Corriere.it/salute), dove sono ricomparsi
anche due casi di poliomielite, è
significativo. Nei Paesi sviluppati la causa più
importante di un’ “esitazione” talvolta fatale
è costituita dai falsi miti, che oggi trovano
più rapida diffusione via Internet: i vaccini
provocano l’autismo (uno studio di
quest’anno sembra aver chiuso la questione
definitivamente), i vaccini rendono le donne
infertili, eccetera. In Italia, 4 genitori su 10
esprimono preoccupazioni riguardo alle
vaccinazioni. Come contrastare il fenomeno,
che ha caratteristiche molto diverse secondo
le diverse situazioni e culture locali? In
Europa come negli Usa già si stanno
studiando quali siano le migliori strategie di
comunicazione anti hesitancy. Interessante
una ricerca dell’Università dell’Illinois:
attraverso questionari ha messo in luce un
aspetto che, scusate la presunzione, noi
divulgatori conosciamo bene. Lo studio ha
concluso che serve poco contrastare i falsi
miti con argomenti scientifici, perché contro
le paure irrazionali hanno poca efficacia gli
argomenti razionali. Può essere più utile
mettere in evidenza i rischi che comportano
le malattie evitabili: vale a dire combattere la
paura con altre paure più fondate.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Parola di un esperto
delle piccole ferite.
Accelera la cicatrizzazione
favorisce la ricostruzione cutanea.
In caso di tagli, escoriazioni, scottature, abrasioni
e ragadi. Per le ferite infette c’è ialuset PLUS,
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Leggere attentamente le avvertenze e le istruzioni per l’uso.Autorizzazione del 09/05/2014.
Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera
52
#
.
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Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015
SALUTE
53
.
#
@
Corriere.it/salute
Vivere con il web
a cura di Daniela Natali
Disturbi del sonno
Lino Nobili
Centro
medicina
del sonno,
Dipartimento
neuroscienze,
Ospedale
Niguarda,
Milano
Sono decisamente preoccupata per il
comportamento del mio fidanzato e
vorrei chiedere un parere. Qualche giorno fa, alle tre del mattino, mi sono improvvisamente svegliata a causa di una
cuscinata in testa. Aperti gli occhi ho visto il mio ragazzo in piedi accanto al letto con il cuscino in mano, pronto a darmi un’altra cuscinata.
Il mio compagno dormiva, ma parlava: chiedeva chi fossi e chi ci fosse nella
stanza. Io, spaventata, l’ho svegliato in
modo molto brusco e lui, quando ha ripreso «conoscenza», mi ha detto che ricordava di avermi dato un colpo di cuscino in faccia, ma in quel momento
non sapeva chi fossi e aveva, in generale, un ricordo confuso dell’accaduto.
Non è la prima volta che il mio ragazzo ha episodi del genere, ma non come
questo. Gli capita però spesso di alzarsi
e parlare durante il sonno, spesso non
sa dove si trova e chi c’è vicino a lui.
Le notti in cui non ha questi episodi è
comunque agitato, si sveglia spesso
turbato o si alza per mangiare.
Il mio fidanzato ha 30 anni, è uno
psicologo del lavoro, ha una vita normale, mangia in maniera regolare e abbastanza sana, non soffre di disturbi fisici particolari. I suoi genitori mi hanno
detto che da bambino aveva episodi di
sonnambulismo, spesso dopo aver giocato con dei videogiochi.
Vorrei sapere se soffre di un vero e
proprio disturbo, se potrebbe diventare
realmente violento, se esistono rimedi
per curarlo. Quello che ho notato è che
ha sempre gli occhi aperti durante questi attacchi e in seguito ricorda vagamente l’accaduto.
I
Chiedete agli esperti
le vostre segnalazioni, i vostri
quesiti, i vostri dubbi, all'indirizzo
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Oltre 160 medici specialisti
rispondono online alle domande
dei lettori in 50 forum
[email protected]
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Il sito della settimana
DURANTE UN EPISODIO
DI SONNAMBULISMO PUÒ ACCADERE
DI FAR MALE A CHI È VICINO?
Risponde
Scriveteci
l suo fidanzato probabilmente soffre
di un disturbo del sonno definito
«parasonnia NREM» e, in particolare, di fenomeni di sonnambulismo.
Una breve disgressione per chiarire l’argomento: con sonno NREM ,ovvero non
REM, si intende il sonno «ortodosso», il
sonno REM è invece definito «paradosso» perché in questa fase si osservano
movimenti della pupilla e si sogna.
Le parasonnie sono disturbi del sonno
caratterizzati da comportamenti anomali, possono presentarsi nella fase
Rem sotto forma di incubi (anche «agiti», cioè accompagnati da azioni fisiche) o di paralisi temporanee; nella fase
NREM sotto forma di risvegli confusio-
nali; risvegli caratterizzati da terrore,
agitazione, tachicardia; sonnambulismo.
Il sonnambulismo è particolarmente
frequente in età infantile e tende a ridursi con l’avanzare dell’età, anche se
non mancano i casi di persistenza in età
adulta. Gli episodi di sonnambulismo
consistono in manifestazioni motorie
complesse, spesso differenti tra loro, e
non stereotipate: in un episodio si può
parlare, in un altro compiere gesti particolari e apparentemente finalizzati (ad
esempio, aprire armadi e cassetti, alzare
le tapparelle), in altri la componente
deambulatoria è prevalente. Spesso il
paziente al mattino non ricorda affatto
l’accaduto.
L’origine di tali disturbi non è completamente chiara. Spesso esiste un familiarità e si pensa che alla base di tali fenomeni ci sia una «dissociazione» tra
aree cerebrali in cui persiste uno stato
di sonno (ad esempio, quelle che controllano la memoria e quelle che sono
più coinvolte nei processi di “coscienza”) e altre che si attivano come quando
si è svegli (ad esempio, le aree motorie e
quelle del linguaggio).
Nei bambini tali disturbi sono spesso
favoriti dalla presenza di problemi respiratori durante il sonno (russamento,
apnee provocate dall’ipertrofia adenotonsillare).
La maggior parte delle volte questi disturbi non richiedono un trattamento
specifico. Tuttavia, soprattutto negli
adulti, sono stati descritti casi di episodi particolarmente violenti in cui il soggetto ha messo a rischio la propria vita o
quella di altri. Per questo bisogna innanzitutto conoscerne i fattori scatenanti e modificare le abitudini di vita in
funzione di questi.
In particolare le parasonnie NREM
possono aumentare in seguito a un ritmo sonno-veglia irregolare, alla deprivazione di sonno, oppure a episodi infettivi e infiammatori.
Inoltre, occorre sempre dormire in
un ambiente sicuro (tenere le tapparelle
abbassate, la porta di casa chiusa e senza le chiavi nella toppa).
Nel caso in cui, anche modificando
gli stili di vita, gli episodi fossero particolarmente violenti o frequenti si consiglia una visita presso un Centro per i disturbi del sonno, per avere una diagnosi
certa ed impostare una terapia
Aiuto alle mamme
in difficoltà
Dal forum dei nostri esperti
NEFROLOGIA
Troppi sali minerali «affaticano» il rene?
Ci sono diete che prevedono l’assunzione di
«estratti» di verdure che contengono una quantità altissima, oltre che di acqua, anche di sali
minerali; farà bene tutta questa roba o si rischia
un sovraccarico renale, alla lunga rischioso anche in persone con funzionalità renale normale?
Risponde
Un punto di riferimento per
le mamme che non sono
in grado di prendersi cura
del neonato, per disagi
economici, sociali
o psicologici, è il sito
www.ninnaho.org
dell’omonimo progetto
nazionale “Ninna no” a tutela
dell’infanzia abbandonata,
patrocinato dal ministero
della Salute e dalla Società
italiana di neonatologia.
Cliccando su «“Ninna ho”
risponde» si trovano le
indicazioni per richiedere
informazioni tramite mail o
chiamando il numero verde
800.320023 . La sezione
«La culla termica» contiene
approfondimenti su queste
strutture speciali, presenti in
diversi ospedali italiani, dove
le mamme in grave difficoltà
possono lasciare al sicuro
il neonato, nel completo
anonimato.
Cliccando su «Per saperne di
più», nell’area «Legislazione»
sono disponibili le norme
che tutelano i diritti
di mamme e neonati.
La più cliccata
Arrigo
Schieppati
Direttore
medico,
Un. nefrologia
e dialisi
Az. osp. Papa
Giovanni XXIII,
Bergamo
GASTROENTEROLOGIA
Come combattere lo stomaco gonfio?
Risponde
Beatrice
Salvioli
Unità operativa
Gastroenterologia,
Istituto
Humanitas,
Rozzano,
Milano
© RIPRODUZIONE RISERVATA
COSA C’È DI NUOVO... NOTIZIE DALLE AZIENDE
La linea Dolcevita di Inuvance, che realizza
la super pasta dietetica, in grado di aiutare
a controllare il peso corporeo, si arricchisce
con due nuove “entry”, il Formaggio
Italyco e la Farina di quinoa. Per mettere
d’accordo palato e sana nutrizione è nato
il primo formaggio crudo a pasta dura
totalmente privo di lattosio (lo zucchero
difficile da digerire), con il 20% in più di
calcio e fosforo, un’alta presenza di cellule
vive di fermenti lattici e il 20% in meno di
grassi. Sarà in commercio da settembre al
7° piano della Rinascente di Milano, nelle
migliori farmacie e nell’angolo
salute e benessere dei
supermarket. Con la Farina
di quinoa Dolcevita, grazie
alla presenza di chitosano,
una sostanza che contrasta
l’eccesso di colesterolo, si può
mangiare un’ottima pizza e
fare il pieno di salute.
Alleviare le sofferenze di chi è costretto a
una degenza regalando un sorriso è uno
dei modi più significativi per fare del bene
agli altri e a se stessi. Sabato 31 ottobre e il
7-14-21-28 novembre, dalle 9,30 alle 12,30
verrà presentato da A.V.O, l’Associazione
Volontari Ospedalieri, “Aiutarsi per
aiutare” il corso per entrare a far parte
del mondo dei volontari. L’appuntamento
è al Blocco C, 2° piano dell’Ospedale San
Paolo (via Di Rudinì 8 Milano). A.V.O
da 40 anni è accanto agli ammalati in 11
ospedali milanesi con oltre 800 volontari.
Si richiede la disponibilità a svolgere
almeno un turno settimanale. Il corso di
formazione base dura un mese e mezzo,
con lezioni a cadenza bisettimanale o al
sabato mattina. Dopo seguono sei mesi
di tirocinio in ospedale affiancati dagli
esperti. Per informazioni e colloqui
di ammissione: A.V.O., via Dezza 26,
. 337-4937994.
Milano; 02-48024215,
disturbi che descrive sono spesso presenti
nella premenopausa in quanto causati dalla riduzione degli ormoni (estrogeni). La prima
misura da adottare è limitare gli alimenti che
peggiorano il gonfiore (fibre). Se i sintomi persistono, consiglieri di approfondire con un esame
endoscopico e ricerca dell’Helicobacter pylori.
I
Come noi genitori mio figlio è miope. A neppure
13 anni ha 7 diottrie in meno. A un anno ne aveva già una in meno. Lei che cosa consiglierebbe:
lenti morbide multifocali o Atropina per tentare
di arginare il continuo peggioramento?
Risponde
Seconda opinione medica,
quando serve? Da domani
su corriere.it/salute videointervista con Nicola Fazio,
direttore Unità di oncologia
medica gastrointestinale
dell’Ist. europeo di oncologia
di Milano
Un’iniziativa che durerà per tutto il mese
di ottobre quella promossa da Onda, da
anni impegnata nel favorire la salute e
il benessere femminile. Durante l’Open
Month, attraverso oltre 115 strutture
ospedaliere che già posseggono il noto
“Bollino Rosa”, saranno offerte visite
gratuite, servizi, informazioni, per
correggere errori alimentari
e prevenire le principali
patologie femminili. Bouty
sostiene questa importante
iniziativa e lancia DaiGo
Meg, l’integratore di magnesio bisglicinato
e Acido Folico, arricchito con estratto secco
di Griffonia, utile nei casi di stanchezza e
sovraffaticamento mentale. DaiGo Meg
aiuta nei periodi di stress, in gravidanza,
menopausa e durante la fase premestruale.
In farmacia senza ricetta in confezione da
14 bustine al prezzo consigliato di 11,90 euro.
www.daigo.eu.
Da circa 5 mesi ho lo stomaco gonfio, fastidio
che in precedenza non avevo mai avuto.
Preciso che sono entrata in pre-menopausa e il
mio corpo si è parecchio «trasformato», ma è lo
stomaco perennemente gonfio a darmi più fastidio. Sono attenta alla dieta e faccio movimento
anche perché soffro di pressione alta, ma non so
più che cosa fare. Il mio stomaco si gonfia sempre, sia che mangi verdura ,sia che mangi frutta
e io non mi sento a posto. Che cosa mi potete
consigliare?
Una miopia infantile che peggiora
Il video
Dolcevita, insieme alla Pasta A.V.O lancia il 115° corso
per Volontari Ospedalieri
ecco i nuovi alimenti
I
OCULISTICA
La modella con il braccio
bionico alla conquista
di New York: Rebekah
Marine, 28enne nata senza
l’avambraccio destro, calca
le passerelle della NY Fashion
Week mostrando
la sua protesi mioelettrica
Bouty sostiene l’Open
Month dedicato alle donne
reni sani sono infaticabili, e «smaltiscono»
senza problemi ogni sostanza in eccesso che
competa loro eliminare (come acqua, sodio,
potassio). Il punto è: perché si deve ingerire
una quantità altissima di acqua e sali? Una dieta
che preveda un eccesso di qualunque cosa non
mi sembra intelligente, proprio perché non è
«equilibrata». Siamo bombardati da proposte di
diete più o meno bizzarre, basate su «presupposti scientifici» dubbi, se non francamente falsi,
che hanno magari testimonial famosi, ma che i
veri nutrizionisti non si stancano di bocciare.
Paolo Nucci
Direttore
Clinica
oculistica
universitaria,
Ospedale
S. Giuseppe,
Milano
ra le soluzioni proposte, le lenti a contatto
sono indicatissime anche nel bambino,
così come l’Atropina in collirio allo 0.01%.
Questa terapia è oggi la più ragionevole ed
è anche quella che probabilmente le proporrei.
Esistono numerosi studi, tra cui uno recentissimo su una delle riviste più prestigiose, che ne
hanno confermato l’efficacia dopo 5 anni nel ridurre la progressione della miopia. Questo però
non accade in tutti i pazienti, perché la miopia
ha cause multifattoriali non sempre completamente controllabili. Personalmente ne ho sperimentato la validità. in circa sei casi su dieci.
T
a cura di RCS MediaGroup Communication Solutions
Rientro a scuola felice
per i piccoli con Tau-Marin
Be-Total Immuno Plus
per affrontare i primi freddi
Sarà più allegro il ritorno a
scuola grazie a Tau-Marin,
l’azienda leader in farmacia
nella difesa della salute dei
denti di tutta la famiglia.
Con “Promozione Back To
School” si porrà l’attenzione
sull’importanza di una corretta
igiene orale fin dalla più tenera età,
così da garantire per tutta la vita
denti sani e un sorriso smagliante.
Dal 1 settembre fino al 31 dicembre
a coloro che acquistano due prodotti
tau-marin a scelta tra gli spazzolini
Joy e Smile o il dentifricio Baby Smile
verrà consegnata in omaggio una
simpatica confezione di cerotti Salvelox
scelti tra Spongebob e Hello Kitty.
Il regolamento completo si trova sul
sito www.igieneoraleperfetta.it (www.
taumarin.it), i prodotti nelle migliori
farmacie fino a esaurimento scorte.
Siamo alle porte dell’autunno, le
temperature iniziano ad abbassarsi e
l’organismo si trova esposto al noto rischio
di tosse, raffreddore, mal di gola. Ma con
una buona prevenzione si possono evitare
i malanni dell’inverno. Be-Total Immuno
Plus, mix di vitamine del
gruppo B, con l’aggiunta di
Zinco, Echinacea, Vitamina
C derivata dall’Acerola,
è l’integratore che aiuta
il sistema immunitario a funzionare al
meglio. Le vitamine B6, B9, B12 rendono
quest’ultimo più efficiente, insieme alla
B1 e alla B2 regalano maggiore energia,
il tutto è rinforzato dall’apporto di Zinco
(che protegge anche le cellule dallo
stress ossidativo), Echinacea e Acerola.
Una bustina al giorno, da sciogliere in
un bicchiere d’acqua, per 15-30 giorni. In
vendita in farmacia al prezzo consigliato di
14,90. www.betotal.net.
Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera
54
.
#
Tv
TELERACCOMANDO
di Maria Volpe
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La Gialappa
spalla ironica
di Savino
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3),24 (
G
randi novità nello
storico programma che
lega calcio e
intrattenimento: tornano i
collegamenti con gli stadi
come anni fa. Dunque
personaggi noti saranno lì a
commentare sugli spalti le
azioni della loro squadra
del cuore. Altra novità
l’arrivo della Gialappa’s
Band (foto) che affianca
con la sua ironia, il
conduttore Nicola Savino.
Comicità grazie alle
imitazioni e parodie di
Ubaldo Pantani e Lucia
Ocone. Il commento
tecnico è di Paolo Casarin.
Ospiti musicali di oggi:
Stefano Bollani, e Jasmine
Thompson.
Quelli che aspettano
Rai2, ore 13.45
Crisi immobiliare:
di chi è la colpa?
«C
asa dolce casa» è il
titolo dello Speciale
di stasera. Se le case non si
vendono è colpa della crisi,
del fisco o della bolla
immobiliare? E perché se ci
sono case vuote
l’emergenza abitativa
continua a crescere?
Speciale Tg1
Rai1, ore 23.20
Latella intervista
il ministro Boschi
T
ornano le interviste di
Maria Latella. Oggi si
parte con il ministro Maria
Elena Boschi. Tra i temi:
riforma del Senato, unioni
civili, immigrazione.
L’intervista
Sky Tg24, ore 11.30
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Corriere della Sera Domenica 13 Settembre 2015
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Sul web
Forum «Televisioni»: www.corriere.it/grasso
Videorubrica «Televisioni»: www.corriere.tv
LA TELEVISIONE IN NUMERI
Vespa fa il pieno di ascolti e conquista il pubblico giovane
Top & flop
S
e il «Casamonica Show» batte il Presidente
del Consiglio. Il caso tv della settimana è
senz’altro la puntata di «Porta a Porta» di
martedì sera con ospiti Vera Casamonica
(figlia del defunto boss Vittorio) e Vittorino
Casamonica (il nipote). Le proteste piovute sulla
trasmissione, anche da parte dei partiti politici,
hanno spinto Bruno Vespa a organizzare una «puntata riparatrice» il giorno successivo.
Se dovessimo giudicare il caso semplicemente
dall’interesse che la puntata incriminata ha suscitato nel pubblico, allora dovremmo dire che Vespa ha
centrato il bersaglio: la «versione dei Casamonica»
ha fruttato alla trasmissione un picco di share, fa-
ITALIA-BULGARIA
Daniele De Rossi
Primo tempo: 6.823.000
spettatori, 30,85% di share
Rai1, domenica 6
settembre ore 20.45
GREY’S ANATOMY
Ellen Pompeo
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La7, lunedì 7 settembre
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La puntata di «Porta a Porta» coi Casamonica ha
in qualche modo mutato genere: da «talk politico»
cugino — più o meno alla lontana — dei vari «Ballarò», «Di Martedì» etc. a pezzo di «infotainment»
giocato su toni da Bagaglino. L’irresistibile fascino
della «trash tv» — fra avanspettacolo e reality (Vittorino vorrebbe sfondare come cantante…) — ha
catalizzato spettatori più giovani (un insolito 11% fra
venti-trentenni). A conferma che in tv è tutta questione di generi (e che Vittorino è pronto per un talent e Vera per Barbara D’Urso). (a.g.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
In collaborazione con Massimo Scaglioni,
elaborazione Geca Italia su dati Auditel
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cendo registrare una delle performance migliori
dell’anno: 1.340.000 spettatori, per una share media
del 14,5% e picchi del 20%. La media di «Porta a Porta» nell’anno solare 2015 è del 12,4%, un paio di
punti in meno.
Due gli aspetti più interessanti che emergono
dall’analisi dei dati. Il primo, il fatto che Vera & Vittorino hanno suscitato più interesse di Matteo Renzi, in onda da Vespa proprio il giorno prima (con un
«traino» simile, per altro): per il presidente del
Consiglio gli spettatori sono stati 1.224.000, (14,2%).
Ma a cambiare — è questo il secondo aspetto interessante — non sono solamente i numeri, ma anche la fisionomia del pubblico.
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Altri giochi su www.corriere.it
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Domenica 13 Settembre 2015 Corriere della Sera
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