LA SICILIA MARTEDÌ 10 MAGGIO 2011 10. i FATTI MAFIA E STATO. Interrogato, il figlio di don Vito racconta una quinta versione «La carta su De Gennaro mi fu data da un “puparo”» Ora Ciancimino parla di un «suggeritore» GIORGIO PETTA PALERMO. Versione numero 1: «Non c’è stato nessun copia e incolla». Versione numero 2: «L’ho fatto io il copia e incolla, ma non me ne sono accorto». Versione numero 3: «Il documento mi è stato spedito a casa dentro una busta». Versione numero 4: «Il documento mi è stato dato in busta chiusa mentre presentavo a Palazzo Steri, a Palermo, il libro scritto con il giornalista La Licata». Versione numero 5: «C’è un "puparo", un suggeritore dietro tutto ciò». Massimo Ciancimino, il figlio del defunto ex sindaco di Palermo, è con le spalle al muro a proposito del documento consegnato lo scorso autunno ai pm che indagano sulla presunta trattativa Stato-Cosa nostra avviata dopo le stragi mafiose dei primi anni ’90. Nel documento – una fotocopia – il nome dell’ex capo della polizia Gianni De Gennaro è stato accostato al misterioso e tuttora non identificato «signor Franco», lo 007 che avrebbe avuto un ruolo nella trattativa. Un documento taroccato – come hanno accertato gli esperti della polizia scientifica – e che è costato, il 21 aprile scorso, l’arresto di Ciancimino jr con l’accusa di calunnia aggravata nei confronti di De Gennaro. Da allora, il quartogenito di «don Vito» è in cella. Prima nel carcere di Parma; dal 2 maggio ai «Pagliarelli» di Palermo. Ed è qui che sabato scorso è stato interrogato dai pm palermitani Antonio Ingroia, Nino Di Matteo e Paolo Guido e avrebbe cercato, rispondendo alel loro domande, di dare più di una spiegazione – come emergerebbe dal riassunto del verbale di interrogatorio segnato da molti "omissis" – alla vicenda della fotocopia del documento. Anche se, in conclusione, Massimo Ciancimino – che oggi deporrà come teste dei pubblici ministeri Antonio Ingroia e Nino Di Matteo nel processo che vede imputati per favoreggiamento di Cosa nostra il generale Mario Mori e il colonnello Mauro Obinu – insiste a parlare dell’ex capo della polizia. Sostenendo che De Gennaro – che lo ha già querelato per calunnia – avrebbe saputo dei contatti tra suo padre Vito e il superboss Bernardo Provenzano. Di novità, comunque, ne emergerebbero altre dall’interrogatorio, a parte le indicazioni dello stesso Ciancimino jr che hanno permesso agli agenti della Dia di trovare – sabato scorso – l’archivio segreto del padre in uno sgabuzzino mai perquisito sopra l’appartamento di via Torrearsa 5 e di scoprire – il 22 aprile – seppelliti nel giardinetto, 13 candelotti di dinamite, 21 detonatori e diversi metri di miccia. Ritrova- La rivelazione. L’uomo, già identificato dalla Dia, gli avrebbe consegnato la fotocopia e altri documenti a Palazzo Steri MASSIMO CIANCIMINO IL PENTITO TRANCHINA L’ex autista di Graviano è un fiume in piena racconta dalla strage Borsellino ai nuovi boss PALERMO. Dalla strage Borsellino ai nuovi boss di Cosa nostra. Parla e riempie pagine di verbali di interrogatorio Fabio Tranchina, l’ex autista del capomafia Giuseppe Graviano che ha deciso di collaborare con la Giustizia. Arrestato mentre si trovava con l’amante, Tranchina aveva iniziato a parlare con i magistrati di Firenze, rivelando particolari inediti sulle fasi preparatorie e organizzative dell’attentato di via D’Amelio. Ma dopo un colloquio con la moglie, sorella del boss Cesare Lupo, aveva fatto marcia indietro e aveva pure tentato di suicidarsi. Tornato sui propri passi, ha rotto con i familiari e ha ripreso a parlare. Con i pm di Caltanissetta sulla strage di via D’Amelio, con quelli di Palermo sui nuovi capi di Cosa nostra. Tutti gli interrogatori – compreso il confronto con il pentito Gaspare Spatuzza – sono stati videoregistrati, anche perché le sue dichiarazioni saranno fondamentali per la revisione dei processi Borsellino ormai passati in giudicato. Per fare il punto sulle rivelazioni finora raccolte, ieri i pm delle due Procure si sono incontrati a Palermo, presenti i procuratori Francesco Messineo e Sergio Lari. in breve O ACCORDO TRA REGIONE E PEDIATRI mento che gli è costata l’accusa di detenzione di esplosivi. La novità più clamorosa riguarda il «puparo» che già sarebbe stato identificato dagli investigatori della Dia. Sarebbe stato lui ad averlo avvicinato a Palazzo Steri il 7 aprile 2010 e a consegnargli la fotocopia taroccata con il nome di De Gennaro nonché diversi documenti e missive del padre. «Puparo» di cui non avrebbe mai parlato in precedenza e che, a questo punto, aprirebbe nuovi fronti di indagine. Ma intanto, in vista dell’udienza di oggi, esplodono le polemiche. Per il presidente dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri, è uno scandalo il fatto che Ciancimino jr sia ascoltato come testimone contro «un autentico eroe» come il generale Mario Mori, «considerando – spiega – che si presenterà da detenuto per l’accusa di calunnia, mentre dovrebbe essere in galera anche per il possesso di un’ingente quantità di candelotti di tritolo. Quanto poi all’archivio del padre, noto boss mafioso, è mai possibile che nessuna autorità si sia chiesta come mai queste carte spuntino fuori solo ora e mai nessun pm abbia pensato di cercare in casa di Ciancimino? I solerti magistrati, che per anni lo hanno elevato al rango di oracolo, che dicono di fronte a questa visibile negligenza? Insomma, siamo di fronte ad un caso veramente paradossale. In passato altri magistrati non vollero avvalersi della testimonianza del figlio di don Vito definendolo inattendibile. D’altra parte le sue velleità da star sono ampiamente documentate in note intercettazioni». Per Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, «ogni dichiarazione di Ciancimino peggiora la situazione. È veramente incredibile che un personaggio del genere venga usato come testimone nei confronti di un uomo che ha guidato la guerra contro la mafia come il generale Mori. Davvero un bel tipo uno che a falsificato dei documenti su De Gennaro e che è stato trovato in possesso di un bel numero di candelotti di tritolo. Prima parlava di uno strano uomo nero, adesso gli sono state consegnate le carte contro De Gennaro da un altro personaggio misterioso». Obiettivo: maggiore qualità Cambia per i bimbi la sanità PALERMO. La pediatria siciliana si rinnova. La Regione, grazie ad un accordo innovativo con la Federazione italiana medici pediatri (Fimp) ha predisposto una nuova piattaforma dell’assistenza in età pediatrica. Nuove assunzioni di pediatri (36 in tutto), l’istituzione del «Libretto sanitario pediatrico», l’avvio del progetto qualità, il potenziamento dell’associazionismo professionale e una maggiore qualificazione del progetto «Salute infanzia» – che comprende i «Bilanci di salute», cioè visite periodiche nella fase di sviluppo del bambino e la «Scheda sanitaria pediatrica», che facilita il passaggio dell’adolescente al medico di famiglia – sono alcuni dei punti cardine del del nuovo accordo. Previsto anche l’inserimento dei giovani pediatri, per il 50 per cento delle ore disponibili, nei 62 punti di primo soccorso pediatrico che saranno presto realizzati in Sicilia. Si tratta in tutto di 23 articoli che ridisegnano in maniera innovativa l’attività pediatrica sul territorio siciliano. «Si tratta di un ottimo accordo – ha spiegato l’assessore per la Salute, Massimo Russo – che avrà una eccellente ricaduta positiva innanzitutto sui cittadini, ma anche sugli stessi medici pediatri che avranno così la possibilità di lavorare in un sistema più qualificato e professionale. Stiamo cambiando la sanità offrendo dei servizi che rinnovano radicalmente la pediatria di famiglia». Soddisfazione è stata espressa da Giuseppe Mele, presidente nazionale della Fimp: «E’ un accordo avanzatissimo che offre garanzia ai pediatri siciliani e alle famiglie sulla base di scelte politiche ed economiche trasparenti. Migliorerà la salute in questa regione non solo per quel che riguarda i bambini, ma anche per le loro famiglie». ANTONIO FIASCONARO O DOMANDE ENTRO IL 7 GIUGNO Primo passo ufficiale per l’interporto di Termini PALERMO. Il primo passo è stato fatto: la pubblicazione della gara d’appalto per la progettazione, realizzazione e gestione dell’interporto che sorgerà a Termini Imerese. La notizia è stata ufficializzata ieri mattina. Il progetto vede la compartecipazione di pubblico e privato, per una spesa complessiva di 75 milioni di euro, in cui il pubblico (la Regione), si impegna con 60 milioni di euro – 48 dei quali dai fondi Por Fesr 2007-2013 –, la restante parte spetterà a imprese o a gruppi che si aggiudicheranno l’appalto che gestiranno a un canone di 400mila euro annui. Dei 75 milioni di euro, circa 55 milioni sono destinati alla copertura delle spese relative ai lavori, mentre il resto dovrebbe comprendere i costi per gli espropri, le spese tecniche e gli imprevisti. L’interporto si estenderà su un’area di 285 mila metri quadrati che sarà costituita da quattro poli: uno direzionale (nell’area della ex Chimed); una foresteria/motel e aree di ristorazione; il polo di stoccaggio e infine il polo logistico. Due scadenze incombono sul progetto: il 7 giugno per la presentazione delle domande e il 2015, anno entro il quale l’interporto dovrà essere operativo. ELISABETTA CANNONE