Anno XIII N. 25 Febbraio 2012 Segreteria tel.3336971959 Periodico dell’Associazione “Il Clan/Destino onlus” Sede legale: Via San Giuseppe, 36 - 21047 Saronno VA www.il-clan-destino.it scrivici@ il-clan-destino.it Registrazione n° 07/02 del Tribunale di Busto Arsizio Direttore Responsabile: Lucia Saccardo IL CLAN/DESTINO fuori dal centro LE NOSTRE VOCI “Alla tua salute …” Cominciamo oggi per cambiare il domani Il Gruppo FAREASSIEME di Saronno è nato su iniziativa degli Operatori dell’ Unità Operativa di Psichiatria di Saronno, dei volontari familiari e utenti, e le loro Associazioni e la Cooperativa dei Facilitatori. A questo gruppo iniziale si sono aggiunte altre Associazioni saronnesi quali ANPI, Ass. Centro Arti Orientali Saronno, AUSER, Banca del Tempo, Centro Recupero Arti e Mestieri, D & M, Diabetici, GASusa, Gruppo Alice, Gruppo Micologico, Le Stonate, LILT, Paolo Maruti, Pro Loco, Saronno per Tutti, Shiatsu – do, Somsart, Tnb Swing Band, UNICEF, UNITRE, LIONS CLUB – Saronno, Associazione Nazionale Carabinieri, SOS di Uboldo, I.A.L. Lombardia, Tennis Club di Saronno. Tutti assieme abbiamo promosso una tre giorni, da Venerdì 30 Settembre a Domenica 02 Ottobre, a cui abbiamo dato il titolo: “Alla tua salute..” dell’Ospedale di Saronno P. Valentini, il direttore del CESVOV Ampollini, e Don V. Colmegna. Tra un intervento e l’altro la neonata Band musicale, composta da Valentina, Liliana, Simone, Christian e Massimo, sono intervenuti con brani musicali inediti di loro creazione. Sabato 1 Ottobre dalle ore 8.30 alle ore 13,30: al Teatro dell’Arcivescovile seminario su: “Ben - essere psico-fisico e inclusione sociale”. Riflessioni e confronto tra utenti, familiari, volontari e operatori, con la presentazione delle “buone pratiche” in psichiatria ed inclusione territoriale e sociale. Nelle stesse ore, dalle 10 fino alle 18, da piazza San Francesco lungo Corso Italia fino a piazza Libertà, si sono svolti intrattenimenti di varia natura ed articolazione, che, sulla base dell’improvvisazione, coinvolgevano i passanti. Ovvero “…cominciamo oggi per cambiare il domani.” Partendo dall’idea che la vita nelle città non è sempre così vivibile: traffico, rumori, fretta, problemi legati alla convivenza. Anche le realtà legate al mondo del lavoro, dell’abitare e del tempo libero sono sempre più critiche. Spesso siamo giustamente preoccupati per la nostra salute, per la crisi economica, per le barriere che rendono difficile l’incontro dell’altro (vicino di casa, nuove amicizie, paura della violenza). Il gruppo “Fareassieme” ha proposto questo “evento cittadino” sul Ben-essere che vuole essere un segno di come i grossi problemi si possano affrontare e, forse, risolvere se ci mettiamo assieme per offrire proposte verso possibili soluzioni. I problemi dei cittadini vanno affrontati di comune accordo e solo le grosse concertazioni possono offrire ipotesi risolutive che dipendono da tutti: dalle Istituzioni fino al più umile cittadino. Questa manifestazione si è tenuta a di Saronno e ha voluto coinvolgere i gruppi e le Associazioni interessate non tanto ad una presenza formale di auto-promozione, quanto a promuovere iniziative intorno al miglioramento del vivere comune. Una particolare attenzione è stata dedicata ai giovani, proponendo in tutte le scuole di Saronno ( di ordine e grado, pubbliche e private), un concorso di produzioni artistiche (poesia, prosa, fotografia, pittura, musica) sul tema del Ben-Essere; la premiazione delle opere ricevute si è svolta la Domenica pomeriggio a conclusione dell’iniziativa. Alla sera, dalle 21 alle 23, in P.za Libertà musica con la Tnb Swing Band, che si è esibita in un repertorio di musica e balli Swing. Il sintetico programma della tre giorni: Venerdì 30 Settembre ore 21.00: alla Sala Convegni dell’Istituto Padre Monti incontro sul tema “Volontariato in festa”. Riflessioni sul volontariato e sulla festa come forma di benessere sociale e presentazione dell’evento. Sono intervenuti il Sindaco L. Porro, gli Assessori L. Valioni e C. Cavaterra, l’Assessore Provinciale C. Campiotti, Il Direttore Sanitario Pag. 1 Domenica 2 Ottobre: Dalla mattina al pomeriggio continuazione delle attività del sabato: gare e attività sportive e iniziative artistiche - espressive sul Ben - Essere. Pomeriggio: dibattito in piazza sul tema “Star bene... dentro” con la partecipazione di Mons. Rolla e G.Uboldi. Alta è stata la partecipazione del pubblico a questa nuova esperienza, che è stata giudicata molto interessante, in quanto tutti, credenti e non credenti, abbiamo nel profondo di sé delle domande alle quali Ragione e Fede cercano di dare delle risposte. A seguire, conclusione con la premiazione finale degli elaborati degli studenti che hanno partecipato al concorso scolastico. Incontro del Venerdì sera Le dimensioni del volontariato secondo Don Colmegna (a cura di Franca Marchina) 5) Volontariato che COMBATTA LA CULTURA DELLA RICCHEZZA e porti alla sobrietà, ad uno stile di vita più povero con maggior riflessione e più spiritualità. Tale apertura all'altro ci aiuta a conoscere meglio noi stessi e ci aiuta a diventare "uomini di rottura": rottura del perbenismo e perfino dentro le istituzioni. Uomini capaci di improvvisare soluzioni nuove senza però essere autoreferenziali. Alla serata d'apertura della nostra 3 giorni abbiamo ascoltato con vero interesse la visione di Don Colmegna sul volontariato. Egli ha sintetizzato in cinque punti chiave il cammino che dovrebbe percorrere ciascuno di noi volontari e valido in qualunque ambito di operatività. 1) Volontariato inteso come FESTA perché vivere con gli altri dà molte emozioni che ci aiutano a crescere e ad acquisire uno sguardo diverso sulla realtà fino a percepire gli altri come risorsa. 2) Volontariato che rompe i muri dell'indifferenza aprendo ponti di speranza. E' la dimensione della vera GRATUITA' che entra in tutti i campi. Essa è un valore che dobbiamo custodire affinché non ci capiti mai di chiederci "chi me lo fa fare?" .Anzi la gratuità dovrebbe diventare il nostro stile di vita dove il disinteresse si fa "custode" del nostro rapporto con l'altro. 3) Volontariato che recupera il "VALORE DELLA PROSSIMITA' " dando voce a chi non ha voce. E' un incontro con la "diversità" che costruisce l'inclusione e porta una dimensione etica nella città. La CITTA' INCLUSIVA per l'appunto che tiene conto della sofferenza urbana e non allontana nessuno dal territorio in cui si trova a vivere e ne salva i legami primari. Solo così l'etica si immerge nella dimensione politica...... 4) Un volontariato che dia il SENSO DEL VIVERE, del raccontarsi, del raccontare e porti la centro i volti delle persone che avviciniamo. Approccio del dialogo che scava dentro le difficoltà, sfida i limiti delle istituzioni e inventa il futuro. Progetto straordinario che ci regala maggior esperienza culturale ed accresce il nostro gusto del vivere. Seminario del Sabato mattina Benessere psico-fisico ed inclusione sociale (a cura di Marco Goglio) forme dello star bene ed in particolare di quei percorsi di inclusione Il ben-essere psichico è quello che sta a cuore sia a noi medici che ad sociale che hanno come tema lo sport, il tempo libero ed il lavoro. ogni cittadino ma il ben-essere è tale solo se è un ben-essere che coinvolge il corpo, lo spirito, il nostro modo di stare al mondo con gli I contributi del sabato primo ottobre sono stati molti e molto ricchi a altri. partire dall’introduzione del dr. Balduzzi che ci ha offerto il proprio vissuto storico varesino della riforma psichiatrica. Per questo il gruppo Fareassieme, composto da operatori, utenti, volontari e familiari, ha promosso un seminario dove parlare delle varie Pag. 2 Gli interventi si sono susseguiti per tutta la mattina a partire da esperienze sportive di calcio, volley e tennis, con contributi saronnesi ma anche di realtà milanesi e comasche che favoriscono la partecipazione di utenti ad attività sportive. La sezione dedicata all’inclusione sociale è stata quella più ricca dei contributi di utenti, di operatori, di volontari; questo aspetto mi sembra un buon segno di qualità in quanto dimostra come sia elevata l’offerta di occasioni sociali rivolta a persone con disagio psichico. Attraverso tali percorsi si offre la possibilità di tornare padroni della propria partecipazione sociale e frequentare ambiti di interesse come fa ogni cittadino. Ha chiuso i lavori della mattinata il problematico tema dell’inclusione lavorativa. Pur nella difficile situazione odierna, che offre poche possibilità lavorative ad ogni cittadino, abbiamo ascoltato alcune esperienze che chiamerei eroiche (ALA Sacco, Facilitatori, percorsi di tirocinio promossi dal CPS) che hanno come obiettivo l’offerta di percorsi di avvicinamento al modo del lavoro fino all’inclusione lavorativa finale lavorativa finale. Gli utenti sono stati i protagonisti del seminario sia nella sua conduzione come chairman, sia per i molti interventi, sia nell’intervista finale dove il Presidente del Clan/Destino ha intervistato alcuni Facilitatori Sociali, autori del testo: “Dottore non sono di psichiatria!”. Lo slogan del seminario credo che si possa sintetizzare in: chi soffre di un disagio psichico può tornare ad essere un cittadino attivo che partecipa al benessere comune con altri cittadini. A Trento per “Le parole ritrovate” Una tre giorni … di cui parlare (a cura di Simone Turetta) Il fulcro del convegno era la “legge 181” , che altro non è che una proposta di aggiornamento della famosa Legge 180 che ancora non è stata applicata per intero. La legge 180 su certi punti era più che chiara ma, per convenienza, o per pigrizia od altro si è trovata a scontrarsi contro il non volere di una parte degli operatori del settore o per carenze burocratiche. Per questi motivi la particolarità della “legge 181”, evidenziata al convegno, si trova nel fatto che non è partita dall’alto ma viene dal basso, ovvero dalle associazioni di volontariato, dei familiari e da quelle degli utenti anziché dagli operatori. Esiste anche un problema che, in certe zone d’Italia, si praticano ancora interventi che sembravano superati (es. elettroshock) e si hanno esempi in cui i pazienti psichici condividono strutture con pazienti con disabilità psicofisiche. Una cosa che mi ha lasciato sgomento è che, una parte dei dottori presenti in sala, non sapeva niente della proposta relativa alla 181 o ne era sfavorevole. Sono rimasto meravigliato sentire un dottore pronunciarsi a favore della contenzione del TSO lungo e delle sedazioni forzate. Roba da matti !! da mettersi le mani nei capelli !! non sembrava essere nel 2011. Per concludere sebbene si dica che la “181 sia la figlia della “180, ritengo che questo parto avrà un lungo travaglio ! In tutto questo grosso dibattito io e Valentina siamo riusciti ad avere uno spazio per poter leggere delle poesie e per accennare qualcosa al riguardo del progetto della Band musicale del CRA che ormai è avviato a pieno ritmo anche se ancora non abbiamo trovato un nome. Oltre a questo ci sono state parecchie cose buone come cibo ed aria pulita. Alloggiavamo in un agriturismo in montagna un po’ distanti dal centro e la signora che lo gestisce è stata molto gentile con noi, ci ha fatto mangiare in modo ottimo facendoci gustare anche prodotti tipici. Abbiamo anche trovato qualche ora per fare un giro in centro e darsi allo shopping che è sempre un toccasana e poi Trento l’ho trovata una città magnifica, mi è spiaciuto non aver potuto visitare il Castello del Buonconsiglio ed il Duomo per mancanza di tempo. Ora vi saluto, spero di essere stato chiaro e, arrivederci al prossimo convegno. A Trento il 6, 7 e 8 ottobre 2011 si è tenuto il 12° incontro nazionale all’auditorium Santa Chiara dal titolo “Le parole ritrovate”, le buone pratiche del fare-assieme nella salute mentale. Era il primo convegno a cui partecipavo, quindi non sapevo cosa aspettarmi e cosa avrei incontrato una volta arrivato. Partiamo il 6 di buon’ora (sono un dormiglione patologico), proprio alle 6 !!, carichiamo sul furgone del CRA le poche cose che serviranno per la bancarella del Clan/Destino ed andiamo incontro ad una città che non avevo mai visitato a fare una cosa che non avevo mai fatto !!! Con molti dubbi, ansie, perplessità … ma, il buon’umore generale, mi contagia ed alla fine sono più che partecipe. Arriviamo circa a metà mattinata ed i problema maggiore è il parcheggio perché davanti all’auditorium tutti i posti papabili erano già occupati da chi probabilmente veniva da più vicino o, prende alla lettera, i termini alzandosi di buon ora !! Comunque troviamo un parcheggio vicino, scarichiamo tutte le cose che ci servono (magliette, cappellini, giornali e libri…) ed andiamo a “scavarci” un nostro angolino all’interno della struttura. E’ successo che al ritorno dal pranzo, qualcuno si era mangiato il nostro tavolo ?, ma ci aveva lasciato il materiale. Recuperato il tutto ci siamo arrangiati con delle ottime seggiole ! Devo confessare che non sapevo neanche molto sull’argomento e sul perché si tenesse questo convegno, ma ascoltando in parte e chiedendo sono riuscito a comprendere: del resto eravamo accompagnati da 2 educatori di primordine (riconosco di essere un po’ adulatore). Gli altri ragazzi che facevano parte della spedizione erano tutti simpatici ed attivi. Devo dire che ci siamo tutti dati da fare alla “bancarella” e che ci siamo comportati bene riuscendo a vendere la gran parte delle “cose” che abbiamo portato ed il ricavato è stato degno di nota. Pag. 3 ho tratto da questo e’ decisamente positivo. Mi ha colpito in particolar modo la fiducia che hanno dimostrato gli interventi di utenti,familiari e operatori nel confronto del miglioramento e in alcuni casi della guarigione della malattia psichica esercitando, fra le tante cose, la pratica ormai diffusa del fare assieme. Nell’incontro ci sono stati anche momenti di piacevoli intrattenimenti musicali di utenti provenienti da diverse parti d’Italia e c’e’ stato un ampio dibattito, l’ultimo giorno del convegno, sulla legge 181 che apre a un consolidamento e a un miglioramento della legge 180. Ma il convegno non e’ stato solo questo. Lo stare insieme con i colleghi del Clan/Destino durante il viaggio e nelle piacevoli ore trascorse nell’agriturismo che ci ospitava e’ stata un’occasione per consolidare i nostri rapporti e, per me, il piacevole incontro con Gianpaolo, che alloggiava nella mia stessa camera, un motivo per scoprire un nuovo caro amico. Pensieri a partecipanti ruota libera di Mi chiamo Savini Aldo e frequento il CRA di Saronno come semiresidente. Quest’anno mi hanno proposto di andare a Trento al convegno nazionale delle “Parole ritrovate” ed ho accettato. Il convegno è stato interessante c’erano più di mille partecipanti ed ogni uno poteva dire la sua storia od opinione. Massimo ha trovato alloggio sul Monte Bondone ed abbiamo potuto gustare le leccornie locali, in oltre abbiamo venduto molti dei nostri prodotti che avevamo portato (magliette, borse, capellini ma anche i quaderni e diverse copie del libro dei facilitatori). Questi 3 giorni sono stati molto belli ed interessanti ma, per me, anche molto stancanti. altri Luciano Lisi E’ la prima volta che vado con gli amici del Clan/Destino all’incontro nazionale sulle Parole ritrovate a Trento. L’esperienza che A Porlezza “Prevenire è formare” Azioni concrete di prevenzione del disagio psichico, di integrazione sociale e di lotta allo stigma (a cura di Massimo Airoldi) con calma, intelligenza, rassicurando e mettendo a loro agio gli studenti, di gran lunga emozionati e ansiosi, di fronte ad un arbitro “vero” o ad un microfono e una telecamera “veri”. Il 17 e 18 ottobre 2011, siamo stati invitati dai colleghi di Como, a partecipare come docenti ad un corso formativo, all’interno del loro progetto di sensibilizzazione e prevenzione del disagio psichico in ambito scolastico. L’intento era di far acquisire ai partecipanti al corso le competenze riguardo a nuove metodologie di prevenzione, disagio mentale, integrazione sociale e lotta allo stigma, sperimentando attività sportive in un’ottica di aggregazione, integrazione e divertimento. Il corso, rivolto a studenti delle classi superiori, prevedeva un momento di formazione frontale teorica e una seconda parte pratica, dove ciascuno era coinvolto direttamente e messo alla prova. Ed è in questa seconda parte che si colloca il nostro intervento, nella scuola Alberghiera di Porlezza, assieme agli studenti delle classi quinte, agli utenti del DSM e ai soci delle associazioni Polisportiva Global Sport Lario - Como, e Polisportiva “Bellaria-Capuccini” di Pontedera (PI). L’organizzazione prevedeva la partecipazione tutti assieme (studenti, pazienti, operatori), suddivisi in squadre miste, contraddistinte da maglietta colorata e logata per l’occasione , ad un torneo sportivo di Calcio e Pallavolo e presentazione di attività sportive come Judo e Tiro con l’arco. Gli incontri erano gestiti e diretti da alcuni pazienti “esperti e competenti”, ciascuno in una mansione sportiva. Da parte nostra noi abbiamo organizzato, in parallelo, due sessioni speciali: la prima “Arbitro… non solo cornuto!” - simulazione dei compiti e responsabilità di un arbitro di calcio- ideata e condotta da Edoardo Piazza e la seconda “L’angolo dell’intervista”- raccolta di riflessioni sull’esperienza in atto, attraverso domande a ciascun partecipante, con tanto di microfono e telecamera- ideata e gestita da Valentina Danielis. Il tutto si svolgeva contemporaneamente, secondo un sistema articolato e regolato da precise scansioni temporali, che permetteva alle squadre di ruotare e partecipare a tutte le sessioni e occupava l’intera mattinata. Il tutto è stato documentato, registrato e ripreso e sarà pubblicato sul sito del Provveditorato. Inoltre non sono mancati momenti di relax, tra cui un bel giro turistico in compagnia dei comaschi, per i monti appena sopra Porlezza, borghi e valli e tornanti, dal paesaggio beneficante. E siamo tornati a casa, stanchini ma più “pesanti” di quella consapevolezza di poter giocare anche altri ruoli, oltre quello del paziente fruitore di servizi. E cioè quello di essere anche attori e protagonisti e produttori di cose sane e buone e belle per gli altri, con pari dignità, a dimostrazione che anche in psichiatria si possono fare “buone pratiche” a favore dei giovani e della loro formazione, per una nuova tolleranza della diversità. L’esperienza è stata molto interessante e originale. L’impegno è stato notevole per i nostri “eroi”, ma hanno saputo reggere brillantemente il loro compito, dall’inizio alla fine, e sono stati da tutti molto apprezzati. Io stesso sono rimasto favorevolmente colpito dall’estremo impegno e serietà con cui Edo e Valentina hanno svolto dal primo all’ultimo minuto il loro ruolo. Sottolineo la loro totale autonomia, direttamente a contatto coi gruppi di ragazzi, da soli, a svolgere ed affrontare con grande senso del dovere e di responsabilità (io avevo un ruolo solo esterno e marginale). E posso assicurare che non era per niente facile: diversi sono stati i momenti problematici e i comportamenti inattesi o imprevisti dei ragazzi, ma loro, Edo e Vale, hanno saputo affrontare ogni difficoltà Pag. 4 Pranzo in mensa scolastica, rallegrato dalle chiassosissime voci dei bimbi della vicina Scuola Media, facciamo una gita in auto, inoltrandoci nella vicina valle. Piacevolmente scopro paesaggi di rara bellezza che mai avrei pensato di vedere in quella zona. Per fortuna o purtroppo non è sufficientemente pubblicizzata come si dovrebbe per cui non è stata deturpata dal turismo e la valle si può ancora ammirare nella sua naturalezza, aspetto non usuale nella nostra Italia. La sera partecipo a una cena ufficiale ed ho la possibilità di confrontarmi con gli amici di Pontedera e, mentre parlano, gli invidio per il loro dialetto toscano dai toni molto spiccati. La seconda giornata prosegue con un miglior discernimento della tempistica degli interventi, e il tutto si conclude con la premiazione finale nel palazzetto sportivo. Rientro a casa contento, per aver parlato di sport, per non essere stato tacciato (almeno una volta) di “arbitro cornuto” ma sono stato considerato una persona comune innamorata del calcio e con la passione per l’arbitraggio. Sono soddisfatto anche per lo stile nei rapporti interpersonali che ho trovato, ed ho verificato, una volta ancora, che lo sport unisce tutti senza stigma o differenze sociali. Questo non è poco, in una società, dove spesso si perdono i valori ma che non può sostituire la freschezza e la forza dei sentimenti veri che, nonostante tutto e tutti, non muoio mai. Per finire voglio ringraziare per la loro compagnia Massimo e Valentina, miei splendidi compagni in una due giorni che difficilmente dimenticherò. Alla faccia del “cornuto”. (a cura di Edoardo Piazza) E’ una Domenica sera diversa dal solito, niente calcio in TV. Si arriva giusto in tempo per la cena. Una splendida Luna un ramo davvero incantevole del lago di Lugano. Rivedo i miei monti. Passano gli anni ma Porlezza rimane intatta nell’ostentare le bellezze tipiche di un piccolo borgo lacustre. Come arbitro ho girato molto, ma non ero mai stato in un residence, una struttura moderna e confortevole. Unico neo: la TV non va! Una pizza veloce e ci si prepara per il giorno dopo. La mattina mi ritrovo in un’aula scolastica, dove si susseguono tre squadre, ciascuna divisa in due sottogruppi, munite di vistose magliette colorate, alle quali illustro la stesura di un rapporto di una gara di calcio. Le “formazioni” sono composte di operatori, studenti, utenti delle strutture del DSM di Como, in collaborazioni con i colleghi di Pontedera (PI). Mentre espongo le mie tesi, sono confortato da un interessamento tangibile anche da parte di chi raramente mastica attività sportive e tantomeno di calcio. La cosa mi gratifica e mi permette di dare il meglio di me. Band Musicale: “La Nuova Risonanza” La nostra musica vuole ricomporre il suono di parole antiche, sprofondate nel silenzio oscuro della sofferenza. (a cura di Massimo Airoldi) creatività. Per questa operazione avremo il supporto di alcuni amici professionisti nel campo dell’editing e del mastering musicale e artistico, al fine di elaborare un prodotto di qualità professionale capace di competere sul mercato nazionale. Il confezionamento del format finale del CD prevede anche la collaborazione di altri utenti, per l’impostazione grafica ed i contenuti del libretto illustrativo allegato. Al termine l’intero prodotto sarà regolarmente depositato per la tutela del diritto d’autore. All’origine di tutto questo è stato il felice incontro fra Massimo e Christian, un anno fa. Il primo, da 13 anni educatore – musico terapista della UOP, il secondo giunto lo scorso anno come psicologo specializzando ma attivo ed evoluto musicista; ambedue accomunati dalla voglia di sperimentare ed elaborare nuove vie di cura con la musica. La medesima intuizione, venuta con tempi e sfumature e da strade diverse, li trova ora “legati” da questo progetto elaborato assieme, nato ed iniziato prima nel cuore e solo dopo nella testa, come spesso capita per le grandi passioni che hanno a che fare con l’Arte. Col nostro progetto vorremmo creare uno spazio tale in cui questo nucleo creativo, parte integrante della storia e del funzionamento personale, possa trovare modo di rielaborare il proprio materiale interno, ridandogli voce, suono e forma, creare “nuove risonanze” appunto, per poterlo riconoscere e riappropriarsene, per poi poter comunicare. Sollecitando così il desiderio alla bellezza ed il beneficio al benessere, tipico dell’esperienza artistico – estetica. riattivando la propria identità e autostima. La Band si rivolge alle persone con disagio psichico che hanno spiccata tendenza all’espressione artistica e musicale, una franca motivazione al progetto che permetta di esporre la propria identità storica, affettiva e artistico musicale, un vissuto storico effettivamente legato ad esperienze musicali o simili (musica, canto, ritmi, danza, poetica ). Favorendo l’inclusione sociale, coerente coi principi dell’empowerment e della recovery della persona, linee guida della riabilitazione psicosociale attraverso la creazione di un “vero” gruppo musicale, composto da persone con disagio psichico, che abbiano già un’attitudine artistico musicale o delle competenze musicali (cantare, suonare, scrivere testi). Questo vogliamo realizzarlo concretamente attraverso una grande ambizione: La produzione di un disco di canzoni inedite e la sua vendita sul mercato musicale. Il materiale (musiche e testi) sarà esclusivamente quello che le persone con disagio psichico producono per sé stessi e che vorranno offrire liberamente, appartenente al loro mondo interno e all’esercizio della loro Pag. 5 Realizzare esibizioni pubbliche, con partecipazioni ad eventi pubblici e privati (convegni, manifestazioni, collaborazioni su invito,ecc.) ma progettiamo anche la realizzazione di un intero spettacolo auto-prodotto, in collaborazione con altre forme di spettacolo, in uno stile di ricerca e sperimentazione. Le prove ci impegnano molto: due volte alla settimana, dalle 16 alle 19, tre ore filate durante le quali nessuno esce a fumare e nemmeno va in bagno (!) Questa nostra avventura è iniziata nel settembre 2011. Il gruppo, a tutt’oggi, è formato da 3 pazienti e due operatori e altri due pazienti in arrivo. Inoltre hanno collaborato con noi tre musicisti e un tecnico mastering. Da allora abbiamo prodotto 6 canzoni finite, 4 basi masterizzate, 2 brani recitati. Abbiamo partecipato a tre rappresentazioni pubbliche e ad una presentazione congressuale con grande successo. In cantiere ci sono due brani in elaborazione e altri cinque testi in lista d’attesa, scritti da due pazienti. La parola chiave è “Noi”. In gruppo si fa tutto assieme: si decide, si sceglie, si modifica, si confronta, si progetta, si costruisce, si prova ed alla fine si crea. Ogni minima cosa passa solo se è condivisa, compresa e maturata tra tutti del gruppo, altrimenti si aspetta. Non abbiamo fretta, né affanni, ci muoviamo “a piccoli passi”, al nostro passo, col nostro fiato, unico ma inarrestabile. È una ginnastica alla tolleranza ed ai tempi dell’altro tra gli altri. Pensiamo di coinvolgere nei nostri progetti anche altre persone, del campo musicale e non, ma che giochino le loro varie competenze, offrendo il loro contributo per il confezionamento intero del prodotto finale (spettacolo, scenografie, album, copertina e testi del CD-book, foto, video, sito internet, ecc…). Da ultimo.…. ci stiamo accorgendo ( Massimo e Christian) che siamo proprio fortunati: questa speciale esperienza fa bene anche alla nostra anima, ci divertiamo, agiamo la nostra creatività, viviamo la nostra passione, siamo noi stessi, liberi di incontrare e di creare, viviamo emozioni uniche che hanno a che fare col nostro mondo interno e ..… questo gruppo se ne prende cura !!! Così come si aggiungeranno anche altri collaboratori, amici musicisti o tecnici i cui destini si sono incrociati in passato con noi, che potranno offrire le loro capacità,il loro tempo e il loro desiderio a partecipare, magari anche ad una sola parte di un solo brano, ma regalando quel “suo tocco” unico, che fa la differenza. La gioventù non ha età (a cura di Gigi per conto di tutti gli iscritti all’As.V.A.P. 4) NICOLINI la onnipresente presidentessa dell’As.V.A.P. 4, dalle 8 del mattino fino a sera la trovi ovunque e non è mai stanca; anzi col suo incedere ci precede tutti, ovunque si vada e, per chi rimane indietro, sono problemi suoi o di altri, Lei sempre avanti va. Forse pochi sanno del suo lato sconosciuto che si chiama “appetito”, Lei non ha mai fame, si è sempre preparato troppo da mangiare, le porzioni sono troppo abbondanti ma al dunque … è la prima ad iniziare e l’ultima a finire “la testa sollevò dal fiero pasto…” Scherzi a parte se non ci fosse, la dovremmo inventare, il 6 Febbraio di quest’anno ha compiuto 80 anni mentre si trovava in Salvador, dopo essere stata alcuni giorni in una missione in Guatemala. Questo perché a Lei le distanze non guastano e, quando è tornata, non è rimasta a casa neppure un giorno per riposare, Giovedì 9 era già in giro in bici (temperatura - 4°) alle 9 del mattino dopo esser arrivata la sera precedente con un viaggio di molte ore. Nella sera del 13 con molti altri amici della nostra Associazione ci siamo trovati per festeggiarla in modo adeguato. Oggi Il Clan/Destino, a nome di tutti coloro che lo frequentano, Le dice: “auguri di buon compleanno Elisa, continua così e non ti fermare” !!! Non possiamo dire che è nata una stella, ma possiamo dire che una stella molti, ma molti e molti anni fa ha iniziato i suoi primi passi parlando con tutti quelli che incontrava. Quel vizio o meglio, questo suo modo di fare, continua anche oggi dopo aver martoriato per quasi quarant’anni intere generazioni di giovani studenti o lavoratori alle quali forse “del mezzo del cammin di nostra vita….” non interessava molto. Ma a Lei no ! si doveva sapere ! Ora molti di quei giovani divenuti padri o madri quando la incontrano per la via la salutano con rispetto ed ammirazione, nonostante tutto quello che hanno dovuto sopportare, ma la sua simpatia e sincerità ha conquistato tutti e non l’abbandona mai. Anche a noi oggi capita di doverla ascoltare e spesso sbuffiamo, ma poi ci accorgiamo che è vera e il suo sorriso aperto e schietto ci fa passare tutto. Chi meglio di Lei conosce tutte le persone che si vedono per via a Saronno e possono dare un aiuto alla nostra causa ?? Naturalmente stiamo parlando della nostra ELISA Pag. 6