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Elektrika figlia dei nostri giorni:solo la musica la fa sentir…
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liberamente tratto da Il grande quaderno di Agota Kristof prima parte della Trilogia della città di K.
Presentazione Rumor(s)cena
iShow site specific installation di Katia Giuliani
Due Lupi di Virgilio Sieni. Con Luisa e Silvia Pasello
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Teatro, Teatrorecensione — 16/01/2012 20:53
Elek ika figlia dei no
la fa en i e i a
i gio ni: olo la m ica
Posted by roberto.rinaldi
Elettra ovvero il dramma dell odio in assenza di rimorso o
pentimento. Solo vendetta alimentata da sentimenti e contraddizioni insanabili, sottoposti a conflitti superiori
alle loro forze e quindi destinati a soccombere. Tutti i personaggi del dramma sono votati alla tragedia che
alberga in ognuno di loro, sofferenti di una degenerazione irreversibile che mina la loro esistenza fisica e
psichica. In ognuno di loro c è qualcosa di buono e di generoso che però non impedisce al male di
commettere azioni delittuose, a cui opporsi risulta vano, ma proprio per questo sono sia condannati alla
dannazione che alla gloria.
Scritta da Sofocle, Elettra è una donna decisa a vendicarsi per la morte del padre, sia prima dell arrivo di
Oreste, sia quando gli viene detto che il fratello è morto, in realtà una falsa notizia per ingannare la madre
assassina Clitennestra e l amante Egisto. Di tante versioni per il teatro, quella lirica composta nel 1909 da
Richa d S a su libretto del poeta H go on Hofmann hal, è sicuramente la più celebre, il cui successo
la rese un trionfo a livello internazionale. Musica e Mito che per la Compagnia Macelleria Ettore diventa
Elektrika in una versione techno originale e robotizzata che viene ambientata in una sorta di consolle dove
ruota un giradischi e una puntina di proporzioni smisurate immersa in un atmosfera noir. Al centro una Elettra
-Maura Pettorruso abbigliata come una bambola meccanica a gambe incrociate bloccate da fasce nere
elastiche. Una sorte di Lady Dark a cui fa eco anche l Oreste di Wood Neri dalle sembianze simil-punk
dark con cresta colorata, pattini ai piedi, costume con borchie argentate e strass che luccicano. Le scene e i
costumo sono di Maria Paola Di Francesco. Sopra un podio tra tastiera elettronica, computer cavi e cips
c è Chiarastella Calconi, cantautrice e compositrice delle musiche che compongono la colonna sonora di
Elektrika (incise anche su cd edito da ACN music), a fungere da voce e coro della tragedia. Il mito greco si
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fa da parte per dare vita ad una versione del tutto originale in cui si distingue il suono amplificato a tutti gli
effetti coprotagonista assoluto, merito della partitura scritta da Chiarastella ed eseguita da lei stessa nelle veste
di dj e live electronics. Sette brani scandiscono l azione tra Elettra ed Oreste, dai titoli significativi come “La
mia estetica del dolore”, interpretato a tre voci, “Demoni che passano”, “Vittime e carnefici”, dove si
fondono melodie e sperimentazione, omaggi e tributi ai Baustelle, gruppo a cui l artista si rifà, ma per sua
ammissione ci sono citazioni anche per i Depeche Mode, The Cure e i Bat For Lashes e non ultimi i Massive
Attack. Dotata di una bella voce che crea il coro, la sua presenza vocale è determinante per creare ciò che la
stessa regista dello spettacolo, Carmen Giordano, intendeva realizzare.
Elektrika è tutto quanto fa electro dance , techno,
visual music, dove immergere la vicenda svuotata di tutti i suoi riferimenti originali e mitizzati per ricollocarla in
un contesto sociale e culturale il più vicino alla realtà contemporanea. La noia esistenziale dei giovani e il loro
malessere che scaturisce in forme di violenza. Figli che uccidono i genitori e lo dice il brano stesso “La mia
estetica del dolore con le parole: “ Ragazzi ricchi/Annoiati e infelici/Comprano pistole e poi
sparano/Venuti al mondo da madri distratte e padri che non li vedono/ Le notti in discoteca a non
pensare/Io mi voglio sballare”. Sono i dialoghi che si possono intercettare fuori dai bar, dalle discoteche,
dai luoghi di divertimento che frequentano le nuove generazioni in cerca di emozioni forti. Elettra ed Oreste
quindi come due vite di oggi, in preda all inquietudine e allo smarrimento. Se la scelta registica di Ca men
Gio dano in chiave drammaturgica è quella di trasportare l essenza della storia su un piano di attualità il più
simile a quella in cui viviamo, la scelta estetica e visiva -coreografica e musicale ci riporta indietro agli anni
80. Prendendo a prestito il titolo di una canzone di Raf “Cosa resterà degli anni Ottanta?”, in Eletrika si
respirano atmosfere come quelle degli “anni dorati” chiamate così da chi ha studiato le tendenze di
quell epoca.
Tempi in cui tutto era ostentato e accentuato, colorato. La scena, le atmosfere, la luce e il suono. Vengono in
mente un Alberto Camerini con il suo Arlecchino elettronico con creste multicolori quando cantava “Rock n
roll robot. Alberto Fortis, i Rockets, o i Plastic Bertrand. Accostamenti non voluti e cercati come ha spiegato
la stessa regista, una commistione di generi che però non dispiacevano. Il progetto nella sua complessità è
interessante e la ricerca e la cura si denota a partire dalla scrittura musicale, dalle voci di Chiarastella e anche
di Woddy Neri che oltre ad essere bravo come attore, in questa occasione sfodera una voce dal timbro
energico e ben impostata. La scelta registica si concentra sulla serialità del movimento. Maura Pettorruso si
muove come una statuina su di un carillon, bravissima nel gesticolare meccanicamente movimenti come un
robot telecomandato e così fa anche Woody Neri a cui è permesso solo di fare piccoli passi scivolando sui
pattini.
Sono come dei prigionieri di se stessi, della loro condizione di anime senza un destino o un futuro che gli
permetta di riscattarsi. Prigionieri di una patologia assai diffusa: l incomunicabilità. Sono marionette che si
muovono senza fili e parlano per loro le parole che transitano sul led: “ Disturbi del comportamento,
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problemi relazionali, non si applica, non parla di s ”. I mali che affliggono le nuove generazioni dove il
vuoto e la mancanza di dialogo tra figli e genitori è fonte di preoccupazione, senza però trovare risposte
efficaci. Manca una seria politica sociale e culturale che sappia affrontare e “curare” forme di disagio che
spesso esplodono in gesti di gravità inaudibile, reazioni violente, o legate a dipendenze come lo sballo da
alcool e droghe. Anestetizzati.
Elek rika è una “donna” che non si fa carico solo di una vendetta personale ma diventa una figura portatrice
di queste contraddizioni sociali dove all agio, al progresso e al benessere, fanno eco forme di emarginazione,
incomunicabilità, malessere sempre più diffuse. La sensazione è che queste tematiche siano ben annunciate
concettualmente ma che non trovino poi un esito compiuto del tutto. La parte visiva e musicale unitamente alla
recitazione volutamente inespressiva estraniante, di fatto predomina a scapito dell obiettivo drammaturgico
che necessita di uno scarto ulteriore, di una fase di elaborazione successiva, al fine di catturare maggiormente
l attenzione sul tema, assai attuale, della mancanza di comunicazione, altrimenti si rischia di perdere per strada
quell intenzione che c è alla base del progetto ambizioso e raffinato, al fine di dare maggiore peso nella
realizzazione che coinvolga i due protagonisti, grazie a soluzioni registiche adatte.
Elektrika un opera techno
Macelleria Ettore
con Maura Pettorruso e Woody Neri
regia e testo di Carmen Giordano
Chiarastella Calconi coro, live electronics, musiche originali
Maria Paola Di Francesco scene e costumi
Stefano Zullo assistente alla scenografia
William Trentini disegno luci
Daniele Filosi organizzazione
Produzione Trento Spettacoli e Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento
Visto al Teatro Cuminetti di Trento il 12 gennaio 2012
In replica dal 17 al 22 gennaio al Teatro Argot di Roma e poi a Borgo Valsugana (TN), Verona, Rovereto,
Bergamo e Trento.
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Antonio Rezza in 7,14,21,28 a
PSA
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A.T.A. uno spettacolo per
autovettura per soli 4
passeggeri
Teatro Persona:Aure e
Trattato dei M anichini, in
Russia e Polonia
Tags: Carmen Giordano Chiarastella Calconi Elektrika featured Macelleria Ettore Maura Pettorruso Woddy
Neri
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Autore: roberto.rinaldi
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