QUINDICINALE DI ATTUALITA’, CULTURA, SPORT E TRADIZIONI l’Altopiano La voce degli 8 Comuni pag.10 I SAPORI DELLA TRADIZIONE www.giornalealtopiano.it ASIAGO CONCO ENEGO FOZA GALLIO LUSIANA ROANA ROTZO “IL PRIMO ED UNICO GIORNALE DELL’ALTOPIANO” N. 398 - ANNO XIV - EURO 1,50 ASIAGO “Dal fotovoltaico vent’anni di prezioso ossigeno per le casse comunali” Pagina 3 LUSIANA Le tante iniziative del Progetto Giovani “Per formare cittadini partecipi ed attivi” Pagina 19 Treschè Conca Terre Partigiane: una giornata dedicata alla Resistenza Pagina 14 ROANA GALLIO 5 milioni di gettito IMU che arrivano soprattutto dalle seconde case Sara Bianca Pertile è la prima donna arbitro dell’Altopiano Pagina 12 Pagina 21 La nuova terra promessa I giovani altopianesi e il fascino dell’Australia SPORT E TURISMO Procede l’ambizioso progetto di restyling del Golf Club Asiago: si realizzeranno altre 9 buche Pagine 8-9 ENEGO CERCA IL NUOVO SINDACO Soccorritori Due liste in corsa per le prossime elezioni Rodeghiero si ripropone, lo sfida Cappellari Nasce anche in Altopiano un Centro di formazione per l’uso del defibrillatore Pagina 20 Grafica Altopiano SABATO 11 MAGGIO 2013 Pagina 23 Pagina 12 Pagina 10 Sabato 11 maggio 2013 l’Altopiano Verso l’Unione montana Da Asiago il via ai primi tentativi di coesione territoriale Con l’approvazione da parte del consiglio comunale di Asiago, nella seduta di lunedì 30 aprile svoltasi nella frazione Sasso, di una convenzione per l’istituzione della centrale unica di committenza alla Spettabile Reggenza si è, di fatto, compiuto il primo atto della rifondazione della Comunità Montana. La convenzione è prevista dal decreto “Salva Italia” e precisamente dalla legge 214/2011 secondo cui “I Comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti ricadenti nel territorio di ciascuna Provincia affidano obbligatoriamente ad un’unica centrale di committenza l’acquisizione di lavori, servizi e forniture nell’ambito delle unioni dei comuni, di cui all’art. 32 del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000 n. 267, ove esistenti, ovvero costituendo un apposito accordo consortile tra i comuni medesimi e avvalendosi dei competenti uffici”. In pratica con la convenzione, che sarà sottoscritta a breve anche da altri Comuni dell’Altopiano (precisamente da Conco, Lusiana, Rotzo ed Enego), gli enti locali altopianesi formalizzano la propria volontà di istituire l’unione montana come previsto nella quale rientra anche Asiago che, contando una popolazione superiore 2 La voce degli 8 Comuni ai 5 mila abitanti, non era tenuta a parteciparvi. A mancare all’appello sono Roana, Gallio e Foza che avevano già precedentemente firmato un simile accordo tra loro; una scelta che aveva creato qualche polemica ma che il sindaco di Roana, Valentino Frigo, smorza spiegando che “E’ chiaro che prima o dopo tutti i Comuni altopianesi, per la gestione di servizi associati, convoglieranno assieme nell’unione montana. Si è voluto solo procedere in attesa degli sviluppi cioè di sapere cosa avrebbe fatto Asiago e quali saranno le disposizioni finali della Regione sull’unione montana”. “Ad Asiago sembrava giusto dare un segnale ed indirizzare i propri appalti verso un’unica commissione giudicatrice – commenta il sindaco di Asiago Andrea Gios – Una commissione formata da personale della Spettabile Reggenza e tecnici comunali nostri e che dovrebbe così sgravare i Comuni più piccoli da una spesa importante nei bilanci”. “Noi crediamo in questa nuova unione montana – conclude Gios – che auspichiamo possa diventare davvero il fulcro amministrativo dell’Altopiano dove tutti i Comuni si possono trovare per individuare politiche collegiali nell’interesse della popolazione altopianese”. Gerardo Rigoni Approvato il Masterplan per il Centenario della Grande Guerra Il Masterplan del progetto per le Celebrazioni del Centenario della Grande Guerra nel Veneto è stato approvato dal Comitato Esecutivo, convocato a Palazzo Balbi sede della giunta regionale dal vicepresidente e assessore alla cultura Marino Zorzato e dall’assessore al turismo Marino Finozzi. Era presente anche il coordinatore del Comitato Scientifico Marzio Favero. Il Masterplan si riferisce in particolare alla realizzazione di un “ecomuseo” della Grande Guerra diffuso sul territorio regionale. Esso si basa su un’indagine capillare della realtà esistente e su quanto proposto in occasione dei numerosi incontri che si sono tenuti nei mesi scorsi. Da tutto questo è emersa una proposta di organizzazione del territorio per grandi nuclei, identificati in base ad una lettura comparativa degli elementi storico-cronologici connessi alla Grande Guerra, ma anche geografici e tematici. Le “cronoaree” individuate nel Masterplan sono sette: le Dolomiti bellunesi; le Prealpi vicentine; Grappa, Tomba, Piave e Montello; il Veneziano; il Baldo e laLessinia; l’area di Padova; il Polesine. Elementi chiave del sistema “a rete” saranno i musei esistenti nel territorio. Nel corso dell’incontro è stata data approvazione anche alla costituzione del Comitato dei Soci Partecipanti, che è l’organismo che riunisce tutti i soggetti, pubblici e privati, interessati a contribuire alle attività per il Centenario e alla realizzazione delle sue finalità. Inoltre, è stato ratificato anche il testo del regolamento per la concessione dell’uso del nome e del logo, relativo alle celebrazioni regionali, di cui il Comitato Regionale Veneto è titolare esclusivo. Sabato 11 maggio 2013 l’Altopiano 3 La voce degli 8 Comuni Asiago - Il sindaco risponde al consigliere Maurizio Rossetto (prima parte) Impianto fotovoltaico E’ evidente che io e il consigliere Rossetto abbiamo una diversa opinione in relazione alle priorità degli interventi di finanza pubblica ed ai doveri del “buon padre di famiglia” e mi sembra altrettanto chiaro che Rossetto non conosce bene i meccanismi giuridici e ragionieristici che determinano i vincoli e le scelte di bilancio negli enti pubblici come in tutte le aziende e le imprese. Vorrei, in primo luogo, precisare che l’impianto fotovoltaico che abbiamo realizzato sul tetto dello stadio del ghiaccio (costato 933.500 euro) sta dando ottimi risultati e, sulla base dei dati raccolti nei primi otto mesi di attività, dovrebbe portare un beneficio di circa 130/140 mila euro annui nelle casse del Comune: beneficio economico che si protrarrà per i prossimi 20 anni.Altro che investimento di “dubbia resa”.Va poi evidenziato che i fondi utilizzati per la realizzazione dell’impianto fotovoltaico derivano essenzialmente dall’alienazione del secondo piano della casa di riposo che il Comune ha ceduto all’ente che la gestisce e rappresentano un’entrata straordinaria, non ripetitiva, frutto dell’alienazione di un bene comunale.E’ norma generale di buona e corretta amministrazione che le entrate straordinarie (specialmente quelle derivanti dall’alienazione di beni in proprietà) non vengano destinate ad attività di “manutenzione ordinaria” e siano destinate ad investimenti che possano dare frutti in futuro o che consentano, in ogni caso, di incrementare il pa- L’impianto fotovoltaico: “Una riserva d’ossigeno per le casse comunali” Per i manti stradali: “Già predisposto un dettagliato piano d’intervento” trimonio comunale. Mi pare, pertanto che la realizzazione dell’impianto fotovoltaico rappresenti un ottimo investimento che consentirà di introitare, nell’arco della sua vita utile, oltre 2.600.000 euro da poter utilizzare in parte corrente o per finanziare qualche altra opera pubblica: potrebbe addirittura essere utilizzato per garantire in questi 20 anni la manutenzione dei manti bitumati che sembrano interessare così tanto a Rossetto. Vorrei chiarire che se avessimo investito tutto il denaro utilizzato per il fotovoltaico nel rifacimento dei manti bitumati, una volta spesi i 933.000 euro impegnati ci saremo trovati senza ulteriori risorse ed avremmo “mangiato” tutto il capitale disponibile (con l’aggravante che tra alcuni anni ci saremo trovati da capo a dover rifare i manti bitumati). Attraverso l’investimento nel fotovoltaico abbiamo, invece, quasi triplicato le risorse disponibili e fornito una importantissima “riserva di ossigeno” ai bilanci comunali dei prossimi 20 anni. Non mi sembra un risultato da poco e non mi pare proprio di aver fatto una scelta scellerata come vorrebbe fare intendere Rossetto o chi gli ha suggerito la lettera pubblicata. Da ultimo è opportuno precisare che non è vero che gli introiti del fotovoltaico”non possono essere spesi” come vorrebbe far credere il consigliere Rossetto. Si tratta di introiti che hanno duplice natura: da una parte riducono direttamente il costo dell’energia elettrica utilizzata per far funzionare lo stadio del ghiaccio e dall’altra (il corrispettivo della vendita dell’energia residua e il contributo statale) rappresentano entrate correnti che finanziano le funzioni essenziali i sevizi primari che il Comune eroga ai cittadini. Sono, al contrario, una risorsa importantissima per poter fronteggiare la “morsa micidiale” del patto di stabilità. Sistemazione dei manti stradali Mi pare che il Consigliere Rossetto su questo tema si sia fatto prendere la mano da sterili posizioni di pura demagogia. Non c’è dubbio alcuno Storia e luoghi dell’Altopiano: un progetto per conoscerli meglio Frequentare la montagna e il territorio in generale, sia come fonte di conoscenza del territorio stesso che di benessere fisico e psicologico. Sono questi i principali obiettivi di un progetto rivolto a tutte le scuole medie dell’Altopiano ideato e organizzato dall’assessore allo sport di Asiago Franco Sella, per primo un grande appassionato dell’andare in montagna, con il supporto dell’Ufficio Sport e cultura. Un progetto presentato in Regione dalla Comunità Montana per essere finanziato con i fondi della legge 482 sulle minoranze linguistiche. “Ai nostri studenti, a seconda della classe frequentata – spiega Franco Sella – si propongono delle lezioni di storia dell’Altopiano, anche con l’ausilio di esperti locali, alle quali far seguire delle uscite sul territorio visitando luoghi che hanno attinenza con questo studiato, luoghi dei quali conoscere orografia, toponimi e storia. Alla base c’è l’educazione alla montagna e al rispetto dell’ambiente, sempre partendo dal presupposto che per amare e rispettare c’è bisogno di conoscere”. Così se in prima media si studiano le origini fino alla nascita della Reggenza, le uscite abbinate saranno ai graffiti della Val d’Assa, al Bostel, all’Altar Knotto, allo SpitzKnotto, al Corgnon, alle Seleghen Baiblen, alla Grotta di Ernesto (al- cune riguardano tutti, altre vengono proposte in base alla vicinanza alle varie scuole). In seconda media si affronterà il periodo della Reggenza, di conseguenza le escursioni indicate sono ai Castelloni di San Marco e ai cippi di confine, alla Calà del Sasso, alla Torre scaligera di Enego e lungo le vecchie vie di comunicazione tra paesi dell’Altopiano e della sottostante pianura. In terza media l’argomento di studio sarà infine la Grande Guerra, quindi le uscite si faranno ai principali forti e ai luoghi in cui si è combattuto, Ortigara in primis. “Ovviamente – aggiunge Sella – ci saranno delle lezioni in loco soprattutto sulla toponomastica, scoprendo il perché di certi nomi dati ai luoghi spesso derivanti dalla morfologia o dai fatti lì accaduti”. Il costo per l’attuazione del progetto, che potrà prendere il via tra un paio d’anni e che avrà lo stesso Franco Sella come principale coordinatore, è di oltre 67 mila euro. S.L. che le strade dissestate vanno riparate e devono essere sistemate. Non tanto e non solo per una questione di sicurezza ma anche per il decoro urbano della nostra Città.Va anche detto che la situazione è precipitata nel corso dell’inverno scorso in cui si sono registrate ben ventisette nevicate e la pulizia ripetuta delle strade con le benne e con le pale meccaniche ha logorato il fondo stradale e creato il dissesto che è sotto gli occhi di tutti. Mi pare, peraltro, che il disagio dei manti bitumati sia generale in tutto l’Altopiano ed anche in molte città della pianura.In ogni caso, prima dell’inverno il problema non sussisteva e la situazione, dopo i cospicui interventi del periodo compreso tra il 2008 ed il 2010, non appariva critica. Tengo, comunque, a precisare che abbiamo già predisposto un programma di intervento e in sede di ripartizione dell’avanzo di amministrazione 2012 destineremo gli importi necessari a sistemare la situazione. A questo riguardo, ritengo opportuno sottolineare che l’avanzo di amministrazione dell’anno 2012 (pari 651.595 euro) è costituito essenzialmente da economie di spesa registrate nell’esecuzione di opere pubbliche e mi pare corretto che la manutenzione straordinaria delle strade che ci troviamo ad affrontare sia eseguita con risorse di questa natura senza gravare nelle tasche dei cittadini o senza sacrificare la realizzazione di altre opere pubbliche. Va, comunque, precisato, che alcuni dei tratti stradali dissestati (circa il 40 per cento) sono di competenza di Etra e di Vi-Energia i quali si erano impegnati al rifacimento del manto bitumato in seguito ai lavori di loro competenza (sistemazione reti, scolmatore e teleriscaldamento). Siamo già in contatto con i rispettivi uffici tecnici e sono certo che a breve termine inizieranno i lavori di sistemazione delle tratte di loro competenza. Vorrei, ad ogni buon conto, sottolineare che a differenza di quello che vorrebbe far credere Rossetto, il Comune, negli anni 2010, 2011 e 2012, ha speso ben 511.732,47 euro per la sistemazione di manti bitumati. Non mi pare poco in anni difficili come quelli che stiamo attraversando. Il fatto poi che il consigliere Rossetto voglia far credere che buche ed abrasioni dei fondi stradali “sono direttamente correlate con la posa di manti di asfalto sottili” evidenzia la spinta demagogica che vuole dare al suo intervento e la malafede con cui approccia il problema. Per prima cosa vorrei far notare che la gran parte delle strade dissestate sono state asfaltate moltissimi anni fa e l’usura è quasi fisiologica. Gli vorrei, inoltre, evidenziare che nelle tratte interessate da lavori di Etra e Vi-Energia le stesse non hanno ancora dato il fine lavori con la stesura del manto definitivo. Da ultimo ritengo utile precisare che il Comune di Asiago nella stragrande maggioranza dei casi, quando fa interventi di sistemazione dei manti stradali,effettua lavori a regola d’arte con fresatura, bynder e tappeto di asfalto. Gli “asfalti sottili” citati da Rossetto vengono utilizzati solo laddove vi siano scavi parziali per allacci o posa di reti che prevedono rifacimenti parziali. Andrea Gios Sul prossimo numero la risposta del sindaco sulle altre questioni sollevate da Maurizio Rossetto Sabato 11 maggio 2013 l’Altopiano 4 La voce degli 8 Comuni ASIAGO Zona artigianale: “D’ora in poi più attenzione da parte del Comune” Più attenzione per la zona artigianale e in generale per le aree periferiche della città. La garantisce il sindaco di Asiago Andrea Gios dopo la lettera di un residente in via dell’Artigianato pubblicata recentemente sul nostro giornale. Una riflessione che puntava i riflettori sulla reale situazione di degrado in cui versava la zona, usata spesso come deposito, come grande magazzino all’aperto vedi per esempio per i bidoni della raccolta rifiuti andati in disuso con l’arrivo dei press container o per il materiale dell’operazione Mato Grosso o ancora per la neve rimossa dal centro cittadino. “Alcuni dei problemi evidenziati – dice Gios – sono stati prontamente risolti. Etra, ancor prima che il Comune la sollecitasse, ha subito provveduto a rimuovere i cassonetti, mentre in occasione dell’ultima raccolta di materiale dell’operazione Mato Grosso avvenuta nei giorni 4 e 5 maggio, è stata individuata un’altra zona di deposito (l’area adiacente al Consorzio fra i caseifici di Asiago, in via Francesco Baracca, ndr)”. “Per quanto riguarda il deposito della neve – continua il sindaco – mi risulta sia successo solo una volta e si è trattato di un’emergenza, tanto che avevamo prontamente provveduto alla pulizia”. Ci sono poi delle questioni che l’attuale amministrazione si è trovata in eredità, vedi per esempio la viabilità inadeguata, per le quali comunque si sono cercate delle possibili soluzioni. “La strettoia della via d’accesso – spiega Gios – è dovuta alla presenza delle due case, che certo non possiamo abbattere. Nel nuovo PAT abbiamo individuato la possibile alternativa, quella di far passare una strada al di là delle case, che passa però attraverso l’acquisizione di terreni privati e della stessa vecchia casa che troviamo, arrivando, sulla destra. Sono pratiche che dunque andranno per le lunghe”. Per quanto riguarda l’area centrale, si tratterebbe di una cosidetta zona F sulla quale il l’Altopiano Sabato 11 maggio 2013 L’Altopiano srl - Società unipersonale Sede legale: Via Iacopo Scajaro, 97 - 36012 Asiago (Vi) Redazione: Via Iacopo Scajaro, 23 - 36012 Asiago (Vi) Registrazione n. 10/02 del 04/12/2002 presso il tribunale di Bassano del Grappa Telefono servizio lettori: 348 - 3138606 Telefono servizio abbonati 338 -1460517 Telefono per inserzioni pubblicitarie 338-1460517 Telefono Redazione 0424-462575 E-mail: [email protected] [email protected] Direttore responsabile: Stefania Longhini Segretaria di redazione: Silvana Bortoli In redazione: Giovanni Dalle Fusine, Cesare Pivotto, Gerardo Rigoni, Martina Rossi, Stefania Simi, Egidio Zampese Hanno collaborato: don Marco Pozza, Virginia Gianello, Aurora Carli, Andrea Gios, Michelangelo Cecchetto, Silvia Rodeghiero, Giovanni Frigo, Silvia Borgo, Giulia Rossi, Sergio Bonato, Alessandro Siviero, Matteo Dal Pozzo, Filippo Fracaro, Serena Baù Responsabile grafico : Fabrizio Favaro Impaginazione : Davide Degiampietro Foto: Archivio Giornale Stampa: Centro Stampa delle Venezie Via Austria, 19/b - 35217 Padova Edizione chiusa il 9 maggio alle ore 23.30 vecchio piano regolatore prevedeva la realizzazione di un edificio pubblico per la vendita dei prodotti artigianali. Nel tempo sono state proposte diverse soluzioni che per vari motivi non è stato possibile realizzare. Attualmente si pensa ad un edificio per studi professionali, cioè una piccola “Casa delle professioni”; il Comune è disposto a concedere l’area gratuitamente a chi s’impegna a costruirla. “Per quanto concerne i lotti residui – spiega ancora Gios – semplicemente erano troppo piccoli per soddisfare le richieste: sono stati messi a disposizione 4 lotti da 1500 mq perché queste erano le necessità”. “Oltre a quello che non va – aggiunge Gios - mi piacerebbe però si ricordasse anche ciò che abbiamo fatto come l’asfaltatura della strada da Ceresara fino alla zona artigianale e l’allacciamento del metano della quale si parlava da 20 anni” Il sindaco chiude con un invito: “Ringraziamo i cittadini per le sollecitazioni che sono sempre utili, come anche in questo caso, per migliorare le cose, ricordo che è possibile espor- Prorogato il termine per la richiesta di contributi Gal Dieci giorni di tempo in più per consegnare le domande di contributo economico per le Misure 311, 312 e 313 C’è tempo fino a venerdì 24 maggio per poter presentare le domande di contributo a fondo perduto per la realizzazione di progetti utili allo sviluppo del territorio della Montagna Vicentina. Lo ha deciso il Consiglio di Amministrazione del Gal che ha spostato la deadline di dieci giorni (dal 14 al 24 maggio, appunto) per inoltrare le richieste di contributi economici delle Misure 311, 312 e 313, per un totale di quasi un milione e mezzo di Euro di fondi a disposizione. Sviluppo dell’attività agrituristica, creazione e sviluppo di microimprese, promozione del turismo: precisamente 1.480.973,44 Euro di contributi per gli imprenditori dell’agricoltura, della ricettività e della ristorazione e per alcune categorie artigiane, associazioni, consorzi ed enti pubblici. Ecco le singole azioni: Misura 311 “Diversificazione in attività non agricole” Azione 2 “Sviluppo dell’ospitalità agrituristica” 270.000 Euro Misura 312 “Sostegno alla creazione e allo sviluppo di microimprese” Azione 1 “Creazione e sviluppo di microimprese” 900.000 Euro Misura 313 “Incentivazione delle attività turistiche” Azione 2 - Accoglienza - 50.000 Euro Azione 4 - Informazione - 200.000 Euro Azione 5 - Integrazione dell’offerta turistica 60.973,44 Euro Le diverse azioni bandite dal Gal lo scorso 1º marzo sono descritte nei testi completi dei bandi scaricabili dal sito www.montagnavicentina.com. Ogni eventuale informazione o approfondimento possono essere liberamente richiesti agli uffici del Gal Montagna Vicentina. re le problematiche, che non sono certo architettate apposta per penalizzare un’area del paese piuttosto che un’altra, direttamente a me o agli assessori competenti. Siamo aperti all’ascolto, al dialogo e al confronto costruttivo”. Stefania Longhini La Cassa Rurale ed Artigiana e il suo prezioso contributo al “bene comune” Domenica 5 maggio al Millepini di Asiago si è tenuta l’annuale assemblea dei soci della Cassa Rurale Artigiana di Roana, con una buona partecipazione grazie anche ai ben 157 nuovi entrati nel 2012 che hanno portato la compagine sociale ad un totale di 1.121 membri. Questo è un bel segnale di vitalità e il riconoscimento della fiducia e delle aspettative che hanno le persone dei nostri territori nei confronti della loro Banca. Quello che ha positivamente impressionato gli ospiti provenienti dalle banche consorelle, anche del Trentino, e gli organi istituzionali del credito cooperativo presenti all’Assemblea, è stato il clima di grande serenità in cui si è svolta l’assemblea stessa. Pur emergendo chiaramente, dalla lettura delle relazioni e del bilancio, una realistica immagine della difficile congiuntura in cui i nostri territori sono immersi e da cui nessuna azienda e quindi anche nessuna Banca, grande o piccola che sia, può dire di non essere toccata, la base sociale ha fatto trasparire di aver pienamente coscienza del ruolo essenziale del nostro istituto di credito, che pur tra le difficoltà, svolge appieno il proprio ruolo mettendo al centro quei valori per noi fattore irrinunciabile. E’ stata apprezzata e compresa la concreta esposizione della situazione aziendale che vede la nostra piccola Banca combattere e difendersi più che dignitosamente. Ecco alcuni numeri del bilancio 2012: utile d’esercizio 503.761,00 euro, accantonamenti 3.016.409,00, patrimonio di base 19.5 milioni, l’indice di solidità della banca denominato “tier 1 capital ratio” passa dal 10.13 del 2011 al 11.54% del 2012. Infine la remunerazione pagata a chi ha sottoscritto l’aumento di capitale è stata del 3.50%. Nonostante la negativa congiuntura, gli interventi della Banca sul territorio si sono mantenuti praticamente costanti, altre iniziative sono decollate come il dono dei defibrillatori all’associazione soccorritori e altre sono allo studio in aggiunta alle molte ormai consolidate. Conforta riscontrare che le persone sono sempre più consapevoli del fatto che sia necessario, più che inseguire il piccolo tornaconto personale, facendo valere la qualità di Socio o cliente di una banca locale, prendere atto dell’apporto della cooperativa al bene comune, grazie anche alla concessione di credito su conoscenza personale dei richiedenti, delle loro storie e non sulla base dei soli numeri, tramite l’offerta di prodotti di investimento semplici, sicuri, trasparenti e sostenendo con contributi le iniziative che lo meritano. Concludendo con un sorriso: sempre grande attenzione ai valori e alla loro condivisione, ma senza dimenticare il momento conviviale nei ristoranti del territorio, secondo una programmata rotazione per non mancare di coerenza nell’ essere equi nei nostri comportamenti. Sabato 11 maggio 2013 l’Altopiano 5 La voce degli 8 Comuni AGRICOLTURA Gita in Altopiano per farsi conoscere e per conoscere i soci altopianesi ed i loro bisogni. Il presidente della Coldiretti Vicenza Martino Cerantola ha incontrato una cinquantina di allevatori locali: un confronto informale nel quale si è parlato di tutto, dalle necessità a diversificare le aziende agricole alle nuove tendenze dei mercati alle nuove direttive europee. Particolare attenzione è stata poi posta sulla questione nitrati: un tipo di inquinamento delle acque sotterranee da sempre attribuito, per quanto riguarda l’Altopiano, agli allevamenti di vacche da latte diventati sempre più intensivi per rimanere competitivi, fatto che però pro- Visita agli allevatori altopianesi del presidente provinciale Coldiretti voca un accumulo di letame e quindi di nitrati, che, secondo alcuni, il territorio fatica a smaltire. In un recente studio della Comunità europea effettuato sui 27 Stati membri nel 66% delle stazioni di monitoraggio della qualità delle acque sotterranee la concentrazione di nitrati si è mantenuta stabile o è diminuita. Il 15 % delle stazioni ha tuttavia registrato concentrazioni di nitrati superiori alla soglia di qualità Indennità per gli agricoltori delle zone montane: le domande vanno presentate entro il 15 maggio di 50 mg per litro. Le concentrazioni di nitrati sono risultate maggiori nei livelli poco profondi (tra i 5 e i 15 metri di profondità). Non così invece per il neo presidente. “Non si può attribuire al sistema agricolo tutto il carico di responsabilità per i nitrati; anzi i nitrati di origine zootecnica sono, in alcuni casi, minori di quelli di derivazione industriale ed umana – ha commentato Cerantola – Dobbiamo fare massa critica per far sentire la nostra voce; il comparto agricolo ha investito molto per ridurre l’impatto dei nitrati sul suolo e sottosuolo ma questa presa di coscienza deve essere fatta anche dal comparto industriale e ancora di più Il presidente della Coldiretti Vicenza Martino Cerantola dalle aziende di gestione delle acque nere”. “Il problema è che non si vuole ammettere la percen- tuale di nitrati di origine umana in rapporto a quella di provenienza degli allevamenti di bestiame – ha aggiunto Rampazzo – Uno studio della Regione Lombardia lo ha già dimostrato; chiediamo a gran voce che uno studio analogo si faccia anche in Veneto”. “Quello dei nitrati è solo uno dei tanti problemi che assale l’agricoltura, in particolare quella di montagna – ha concluso il presidente Coldiretti Altopiano Dino Panozzo – però è solo uniti che possiamo avere la forza per imporre alla politica di affrontare queste nostre necessità e permettere che l’agricoltura continui e prosperi rimanendo così parte integrante della nostra terra”. Gerardo Rigoni Progetto Scuola CoopAttiva: grazie alla Cassa Rurale costituita l’A.C.S. Young Style Scadranno il 15 maggio i termini per la presentazione delle domande per le “Indennità a favore degli agricoltori delle zone montane” allo Sportello Unico Agricolo Avepa della propria provincia. E’ quanto prevede il bando del Programma di Sviluppo Rurale del Veneto che ha attivato anche per il 2013 le risorse della specifica Misura 211. “Si tratta di 14 milioni di euro – ha fatto presente l’assessore all’agricoltura Franco Manzato – finalizzati a mantenere nelle zone montane una comunità agricola vitale ed imprese agricole che utilizzino metodi di coltivazione compatibili con la salvaguardia ambientale e dello spazio naturale, allo scopo di mantenere e tutelare un ambiente difficile dove l’assenza dell’uomo potrebbe avere effetti molto negativi per tutto il territorio”. I testi ufficiali sono stati pubblicati sul Bollettino Ufficiale della Regione. E’ stata costituita lo scorso 11 marzo presso l’Istituto di Istruzione superiore di Asiago, l’Associazione Cooperativa Scolastica – Young Style A.C.S. i cui soci sono gli alunni della classe 3^A che hanno partecipato al progetto “Scuola CoopAttiva- La cooperazione fa scuola”, realizzato grazie alla collaborazione tra la Confcooperative – Unione provinciale di Vicenza, l’Istituto regionale per l’Educazione e studi cooperativi – Irecoop Veneto e la Cassa Rurale ed Artigiana di Roana, che ha supportato l’iniziativa in termini organizzativi ed economici. Un progetto che, tramite incontri con esperti, ha come obiettivo la diffusione della cultura d’impresa, facendo conoscere in particolare la formula della cooperativa e dell’impresa sociale, dando l’opportunità agli studenti di confrontarsi direttamente con chi opera sul campo e con chi vive ogni giorno l’esperienza coo- perativa. In concreto i ragazzi, coordinati dall’insegnante Giovani Battista Vanzo, hanno potuto approfondire la cooperazione non solo come materia di studio, ma anche mettendo in pratica la realizzazione di un modello di impresa, elaborando un progetto imprenditoriale e costituendo una ACS (Associazione Cooperativa Scolastica) con tanto di assemblea dei soci, statuto e consiglio di amministrazione. Una società cooperativa in pie- na regola composta, oltre che dagli organi sociali, dai vari servizi quali ufficio vendite, ufficio marketing/organizzazione, ufficio acquisti, ecc …e per la quale ogni socio ha sottoscritto una quota sociale pari a 5 euro. “Oltre a diffondere la conoscenza dei principi, della storia, dell’organizzazione e della funzione sociale della cooperazione tra i ragazzi – spiega Maurizio Casarotto della Cassa Rurale di Roana, che ha coordinato il progetto per con- to dell’Istituto di credito cooperativo – gli scopi dell’A.C.S. sono quelli di sviluppare fra i soci lo spirito di collaborazione e la solidarietà, favorendo la sensibilità morale, sociale ed economica, promuovendo l’autogestione e la partecipazione democratica fra i giovani. Gli utili vengono destinati all’acquisto di servizi e strumenti per la scuola e per iniziative di solidarietà ed aiuto anche esterno”. L’ A.C.S. costituita dai ragazzi della 3^A della Ragioneria di Asiago si occuperà dell’acquisto e della vendita di tshirt. La società avrà durata fino alla fine dell’anno scolastico 2013/2014 e quindi verrà sciolta. La Cassa Rurale ed Artigiana di Roana, oltre ad aver organizzato e finanziato la formazione, ha offerto ai ragazzi il finanziamento in denaro necessario per dare vita alla cooperativa. l’Altopiano Sabato 11 maggio 2013 6 La voce degli 8 Comuni La visita pastorale del Vescovo Antonio Mattiazzo “La disparità col vicino Trentino? Ne soffriamo anche nella Chiesa!” Nell’ambito della visita pastorale alle parrocchie del Vicariato di Asiago (comuni di Asiago, Roana, Gallio, Rotzo e Foza), sabato 27 aprile, il Vescovo di Padova Antonio Mattiazzo ha anche incontrato, nel Municipio di Asiago, la comunità civile. A dare il benvenuto a Monsignor Mattiazzo è stato il sindaco di Asiago Andrea Gios. “Stiamo vivendo tempi difficili sotto tutti i profili – ha sottolineato il primo cittadino nel suo saluto – mi auguro che la politica sappia fare quello che ha saputo fare la Chiesa con l’elezione di Papa Francesco ovvero rinnovarsi e adeguarsi ai tempi moderni. Da parte nostra, stiamo lavorando con impegno dando sempre più attenzione alle famiglie e alle imprese. Lavoriamo per dare ai nostri figli la possibilità di continuare a vivere qui. Lavoriamo con fiducia sapendo che dai momenti storici difficili del passato questa terra ha sempre saputo venirne fuori”. Il sindaco di Rotzo Lucio Spagnolo ha presentato al Vescovo una relazione di carattere socio economico sul territorio mettendo anzitutto l’accentosulle difficoltà del vivere in montagna. “La montagna è nemica dei ragionieri. – ha esordito – Secondo i calcoli dei legislatori non abbiamo i numeri per avere ciò che ci dovrebbe essere dato di diritto, istruzione e sanità in particolare. Maisoli c’è! L’Onlus, nata per dare voce e sostegno agli altopianesi che soffrono o hanno sofferto di una malattia oncologica, opera ad Asiago da sei mesi e sarà presente con i suoi associati e volontari domenica 19 maggio in Piazza Carli ad Asiago dalle 9.30 alle 16.30 in occasione dell’8^ “Giornata Nazionale del Malato Oncologico”. I volontari saranno a disposizione per raccontare la loro esperienza di soci e di partecipanti al Gruppo di Sostegno e Auto Mutuo Aiuto, dando inoltre la possibilità a chi lo desidera di iscriversi all’associazione, o donare un piccolo contributo per aiutarne i progetti. La malattia oncologica, se vissuta non in solitudine ma in condivisione con altre persone portatrici dello stesso problema, può essere affrontata con uno spirito e una forza diversa, come testimoniano due amiche asiaghesi che frequentano l’associazione. “Quando meno te lo aspetti – raccontano - eccoti coinvolto in qualcosa più grande di te che non risparmia niente e ti devasta. Puoi essere forte finché vuoi, ma i momenti tristi ci sono. A casa non vogliono sentirne parlare o vederti La Regione ha dimostrato attenzione con l’impegno per rilanciare i servizi sanitari e garantire il diritto alla salute, c’è un grande impegno da parte nostra per salvare le scuole dei piccoli paesi, abbiamo necessità di avere dirigenti esperti e un corpo docente preparato. Grande anche lo sforzo dei nostri imprenditori che cercano in tutti i modi di mantenere qui la produzione con enorme fatica da parte di tutti”. Non è mancato un accenno allo svantaggio sofferto dall’Altopiano rispetto ai privilegi concessi alla confinante regione a statuto speciale. Ha poi preso la parola Monsignor Mattiazzo che ha anzitutto sottolineato il suo rapporto personale e quello della diocesi con l’Altopiano. “L’ultima volta che sono stato in questa sala – ha detto con piacere – è stata per la presentazione del candidato parroco, secondo le regole dello ius patronato. Amo la montagna e mi piace camminare tra le cime. Qualche volta ho anche celebrato la Messa a Cima XII che il punto più alto della diocesi di Padova. Ho avuto anche il piacere di partecipare alla Grande Rogazione, primo Vescovo a farlo. La montagna ha un grande valore simbolico: le grandi manifestazioni di Dio sono tutte avvenute su una montagna. Essa rappresenta l’elevazione spirituale”. Riguardo alle sfide e alle necessità dei nostri tempi, il Vescovo si è soffermato sulla frammentarietà dei valori di cui la politica è specchio. “Unione, solidarietà, equità sono valori fondamentali che oggi mancano. Siamo in balia della corruzione, del degrado e degli individualismi. In questo momento, in cui serve un profondo rinnovamento, dobbiamo tirar fuori tutte le nostre energie, avere creatività e collaborare, nel rispetto dei ruoli, anzitutto in una maggiore attenzione alla famiglia cellula debole e in crisi. La famiglia è fondamentale per avere una società sana”. Monsignor Mattiazzo ha ricordato alcuni impegni che la diocesi si è presa a cuore: l’offerta di occasioni di formazione all’impegno socio politico improntata sulla dottrina sociale della Chiesa, aperta e tutti; l’avvio del fondo straordinario di solidarietà per il mondo del lavoro al quale si può accedere attraverso i centri di ascolto aperti dalla Caritas (uno è attivo anche ad Asiago). Il Vescovo ha anche affermato di comprendere molto bene il disagio rispetto ai privilegi concessi al confinante Trentino: “E’ una situazione di disparità che purtroppo sentiamo forte anche nella Chiesa!”. L’incontro si è chiuso con la recita del Padre nostro e con la benedizione del Vescovo sui rappresentanti della Comunità civile ed economica. “Invoco per voi saggezza e coraggio affinché possiate sempre svolgere il vostro compito come un servizio al bene comune”. Stefania Longhini Domenica 19 maggio è la Giornata Nazionale del Malato Oncologico” In piazza con Maisoli Onlus I volontari del gruppo saranno a disposizione per raccontare la loro esperienza di soci e partecipanti al Gruppo di Sostegno e Auto Mutuo Aiuto, dando anche la possibilità di iscriversi all’associazione piangere … vogliono vederti sempre forte e combattiva. Con Maisoli c’è la possibilità di parlare senza timore, perché tutti hanno più o meno gli stessi problemi e ognuno può sfogarsi senza sentirsi giudicato. Di fronte ad una malattia seria a volte ci si può trovare da soli: pur avendo una famiglia alle spalle può accadere che non ci sia dialogo su questo argomento, sia da parte dei famigliari che non parlano, pensando di proteggere l’ammalato o se stessi da una grande sofferenza, e viceversa. Se questa cosa fosse condivisa, sicuramente sarebbe un peso più leggero da portare. Noi ci siamo trovate in questa situazione parecchi anni fa. Ci è andata bene! Ora siamo entrate nel gruppo Maisoli, per portare un po’ di aiuto e speranza a chi ne può aver bisogno e vor- rà accettarlo.” Il Gruppo di Sostegno e Auto Mutuo Aiuto è passato dall’iniziale appuntamento una volta al mese, a ritrovarsi ogni secondo e quarto venerdì, rispondendo così a un’esplicita richiesta dei partecipanti. A maggio il prossimo incontro, sempre presso i locali del Distretto sanitario in Via Monte Sisemol, si terrà venerdì 24, nel consueto orario dalle ore 15.30 alle 17.00. Per lunedì 27 maggio, (stesso orario e luogo) Maisoli sarà inoltre presente con la propria estetista volontaria Renata Zarpellon, nell’ambito del progetto “La Forza e il Sorriso”, il cui scopo è quello di dare la possibilità alle donne in trattamento oncologico di avere informazioni utili, consigli, ac- corgimenti pratici per fronteggiare gli aspetti secondari delle terapie e per ritrovare autostima e fiducia in se stesse. Sono previsti successivi appuntamenti, con il dono di un kit di bellezza al termine del laboratorio di make-up. Altra iniziativa, che prenderà il via sabato 8 giugno, è un corso di base di nordic walking, grazie alla collaborazione volon- taria di Francesca Di Salvo, istruttrice della Scuola Italiana Nordic Walking. “Per avere maggiori informazioni sui progetti e sull’attività della nostra Associazione – invita la dottoressa Rosella Rigoni Zurlo, psicologa facilitatore gruppi – venite in Piazza Carli il 19 maggio, in occasione della giornata che vede manifestazioni a sostegno dei malati oncologici in tutta Italia. Nel nostro piccolo, ci attiveremo per far passare il messaggio di non vivere questa malattia in solitudine, visto che la condivisione con chi ha gli stessi problemi non può che far bene al corpo, allo spirito e alla mente. Per questo vorremmo fare un grande ringraziamento a coloro che frequentano il Gruppo di Sostegno e di Auto Mutuo Aiuto e hanno trovato il coraggio di aprirsi per donare la loro esperienza di malattia ad ogni altro componente, aprendosi la strada verso l’adattamento ad una nuova e più preziosa vita. Vi aspettiamo dunque in piazza, perché Maisoli è vicino al malato oncologico e alla sua famiglia: non siete soli!”. Oltre alle già citate Renata Zarpellon, Francesca Di Salvo, Rosella Rigoni Zurlo, un grazie va espresso alla presidente Silva Corà, forza propulsiva dell’associazione, e a tutti coloro che collaborano con Maisoli, dall’Asl n.3 con il responsabile del Distretto di Montagna dottor Gilbert Nanhoungue che danno la disponibilità del locale dove vengono svolte le attività, fino ad Asiago Spedizioni che offrirà l’utilizzo di tavolo e panchine per l’appuntamento in piazza Carli. Per ulteriori informazioni è possibile visitare il sito www.maisolionlus.it o la pagina Facebook, oppure scrivere all’indirizzo e-mail [email protected], o telefonare al n. 348 0066349. Maisoli ricorda infine che è possibile donarle il 5x1000, con il numero 91011820247. Silvana Bortoli Sabato 11 maggio 2013 l’Altopiano La voce degli 8 Comuni 7 Sabato 11 maggio 2013 l’Altopiano 8 La voce degli 8 Comuni AUSTRALIA - LA NUOVA TERRA PROMESSA Australia, il fascino di una terra lontana che sembra diventare richiamo sempre più forte anche per tanti giovani altopianesi Pagine a cura di Silvana Bortoli L’Australia, ieri meta lontanissima e sofferta, oggi è sempre più la nuova terra promessa. Un sogno per tanti ragazzi che non solo cercano lavoro, ma che hanno anche voglia di mettersi alla prova nel fare un’esperienza nuova, necessità sempre più forte tra i giovani italiani. Secondo le ultime statistiche, recentemente sono stati oltre 50.000 i giovani emigranti italiani, età media 25 anni, che hanno scelto di partire per l’Australia con l’obiettivo di trovare un lavoro, e di farlo scoprendo questa terra bellissima, la sua natura, la sua cultura, la sua società tra le più cosmopolite del mondo. Le stime per il futuro parlano di numeri incredibilmente in crescita tra coloro che partiranno per l’Australia con l’intento di passarci qualche mese, stabilirvisi per qualche anno o … per tutta la vita. Un tempo, quando anche dall’Altopiano son partiti in tanti per andare alla ricerca di un po’ di fortuna, dall’Italia ci voleva un mese di viaggio in nave per andare in Australia. Oggi basta un giorno o poco più, mettendo insieme le oltre 20 ore di volo e i tempi di attesa e trasferimenti negli aeroporti. I contatti con chi rimane a casa sono diventati facili e immediati: nell’era di internet ci si scrive, ci si sente, ci si vede in video, senza costi. Vista così, l’Australia sembra diventata molto più vicina, ma resta comunque sempre dall’altra parte del globo. Così come chi vi si trasferisce, per poco o per tanto, difficilmente riesce a sentirsi a casa propria. Almeno è ciò che sostiene la maggioranza delle persone, siano gli emigranti partiti tanti anni fa, che coloro che son volati oltre oceano in tempi più recenti. Che in Australia il lavoro si trovi, a differenza dall’Italia, è un’idea piuttosto comune, ma anche qui non è tutto semplice. Certo non si può partire allo sbaraglio, come hanno fatto i nostri genitori o nonni, ma bisogna organizzarsi e informarsi. Non basta risparmiare i soldi per il biglietto, sapere spiccicare qualche parola in inglese, trovare un primo alloggio in ostello o da parenti. Bisogna conoscere le leggi australiane in materia di lavoro, sapere che per lavorare serve un permesso di soggiorno. Ottenere un lavoro non è sempre facile per un emigrante, perché, giunti a destinazione è questo che si diventa, e potrebbero essere necessarie determinate qualifiche professionali. La soluzione, per coloro che non hanno ancora trent’anni, è il “working-holiday Visa”, che rende le cose facili a chi non è in possesso di una specifica qualifica e può trovare lavoro come lavapiatti, cameriere e, soprattutto, raccoglitore di prodotti agricoli. Letteralmente tradotto in “visto vacanza – lavoro” il “working holiday Visa” ha una durata di 12 mesi, e dà la possibilità a chi vuole fare esperienza in Australia, viaggiando e studiando, di manLa vastità dell’Australia tenersi lavorando in rapportata all’Europa modo occasionale, con il dichiarato obiettivo da parte del Governo australiano di favorire lo scambio culturale, concedendo ai giovani di fare una vacanza supportata da un lavoro a tempo determinato. Un programma di “vacanze e lavoro” che l’ente del Turismo del paese promuove anche tramite un’iniziativa altisonante, ripetuta recentemente e che ha avuto grande risonanza mediatica: l’ offerta di quello che viene chiamato “Il miglior lavoro del mondo”, con 100mila dollari di guadagno per sei mesi di occupazione. E non per un lavoro qualsiasi, bensì per qualcosa di assai originale e molto ambito, visto la grandissima partecipazione che il concorso ha registrato. Che tipo di mestiere offre il “Best job in the world”? Sono 6 i posti disponibili : guardiano di un parco naturale, custode di un’isola di canguri, esploratore dell’Outback, fotografo trendy per le vie di Melbourne, specialista del divertimento (esiste anche un lavoro di questo genere!) e pure quello di maestro del gusto. Chi vincerà il concorso, avendo i titoli per essere assunto in una di queste sei mansioni, potrà godere non solo di un lavoro da so- gno, ma anche di un eccellente stipendio di circa 80.000 euro in sei mesi. Sembra una cosa quasi incredibile, in realtà è un modo per fare pubblicità alle bellezze naturali, attirando turisti ma anche immigrati, per poter contare su nuove forze lavoro. L’esperienza di alcuni ragazzi altopianesi nella terra dei canguri Jacopo Rigoni Il racconto dei giovani che hanno fatto un’esperienza in Australia inizia da quello di Jacopo Rigoni, che lo scorso autunno, a vent’anni, ha deciso di fare un viaggio di un paio di mesi e andare “in avanscoperta” per capire come si vive oggi nella terra dove alla fine degli anni ’50 emigrarono i suoi nonni e dove è nata sua madre. Con in tasca il doppio passaporto, italiano ed australiano, quest’ultimo acquisito dopo aver ottenuto la cittadinanza per discendenza (possibilità data ai figli di persone nate lì) e dunque con nessuna limitazione temporale e senza necessità di visto di alcun tipo. Prima della sua partenza, tra i conoscenti e parenti contattati, c’era chi asseriva che se avesse voluto fermarsi e lavorare sarebbe stato facile, ma c’erano anche coloro che gli dicevano che il lavoro è diminuito anche per chi già ci vive e che, se non si ha una specializzazione per certi tipi di attività tra quelle più richieste, trovare un posto non è poi così semplice. “Una volta, lì – racconta Jacopo - ho provato a informarmi sulle possibilità di lavoro, capendo che per potersi mantenere serve un’attività ben remunerata, che ti viene offerta solo se hai una qualifica nel settore. Il mio diploma di tecnico della gestione aziendale lì non serve a nulla visto che i sistemi sono diversi, avrei potuto lavorare nel settore della ristorazione nel quale è abbastanza facile trovare un posto, anche se preferiscono chi ha già esperienza e una discreta conoscenza dell’inglese. Ho conosciuto numerosi italiani che sono andati là con l’intenzione di restarci, alcuni soddisfatti, altri che alla fine hanno desistito di fronte alle difficoltà che non avevano messo in conto. La vita in Australia è molto cara, pur se rapportata ai loro stipendi che sono alti rispetto ai nostri, ma solo se ci sono le qualifiche professionali. I luoghi sono bellissimi, le cose da vedere infinite, ma nonostante in un giorno ci si arrivi o si torni, non è facile vivere così lontano da casa: l’immensa distanza si sente soprattutto nel fuso orario, quando pensi che dove sei tu è giorno e al tuo paese è notte, e viceversa”. AUSTRALIA - LA NUOVA TERRA PROMESSA Nicole: “Un posto che mi affascinal’Altopiano Luca: “All’inizio la cosa più strana9è moltissimo, ma non ci vivrei” l’accento australiano, molto diverso da quello inglese o americano” Sabato 11 maggio 2013 Fin dal suo primo viaggio in Nicole Lunardi Australia nel 2000 con i genitori, quando aveva appena 12 anni, Nicole Lunardi si è innamorata dell’Australia. “Forse è l’aria che si respira lì – dice – e che ho percepito immediatamente ogni volta che sono arrivata all’aeroporto!” Sono ben quattro le volte in cui Nicole ha affrontato il lungo viaggio verso l’Australia: dopo il primo è tornata nel 2008 per qualche settimana, partendo con un viaggio organizzato dagli Alpini, e girando poi per conto proprio. Poi, l’anno scorso, dopo essersi laureata e aver sentito forte il bisogno di fare un’esperienza all’estero che non fosse però in Europa, ha deciso di ripartire munendosi del working-holiday Visa, che ha sfruttato prima per 6 mesi, quindi per altri 3 . “I motivi che mi hanno spinta ad andare in Australia per un periodo più lungo sono stati principalmente quello di mettermi alla prova e arrangiarmi da sola, lavorando per mantenermi, ma anche risparmiare qualcosa per girare e scoprire una terra immensa e bellissima. Oltre che per imparare l’inglese, rendendomi conto che quello che si conosce a livello scolastico è niente”. “Anche se ci ho pensato – continua Nicole – il mio obiettivo non era comunque quello di rimanere là, se non per il periodo permesso dal visto: da qua sembra facile, ma quando sei sul posto è un’altra cosa, non ti senti a casa tua. L’Australia mi piace tantissimo, ho una bellissima opinione su quel paese, ma ho capito che non è un posto dove vorrei vivere. Non ci trovo sentimento, anche se è una terra che ti dà un grande senso di libertà: lì mi sentivo bene, con tanta voglia di fare diverse cose, si conoscono persone da tutto il mondo, appena fuori dalle città ci sono posti meravigliosi. A Melbourne, come in tutte le città, ognuno vive la propria vita in modo frenetico, ho avuto l’impressione che si pensi solo agli affari, alla carriera, ai soldi. E’ que- L’interesse per l’Australia in Christian Gloder, 28enne di Gallio (Hell Bovi per gli amici!) nasce da bambino, quando la nonna Clelia gli raccontava le vicende di famiglia: di 6 fratelli era l’unica ad essere rimasta in Italia, tutti gli altri Gloria Gravic emigrarono a Melbourne negli anni ’30, alla ricerca di una situazione migliore. “Si può quindi immaginare – dice Christian - quanti parenti abbia da queste parti. Qualche anno fa ho iniziato a incontrarne alcuni che hanno più o meno la mia età mentre viaggiavano per l’Europa, da lì è bastato poco per convincermi a fare questa esperienza!” Finiti gli esami universitari, Christian si è fatto due mesi in Australia con visto turistico, tra novembre 2012 e gennaio 2013. E’ tornato in Italia per la laurea all’Accademia di Belle Arti di Venezia, indirizzo di Pittura. Come La voce degli 8 Comuni sto che probabilmente mi ha poco convinta.” E per quanto riguarda il lavoro? “Per i giovani ci sono parecchie possibilità, anche se non mancano le difficoltà e, a differenza dell’Italia, la società è basata sul merito. Io ho sempre fatto la cameriera, all’inizio mi sono sentita sfruttata, come penso sia per tutti gli stranieri: a loro facciamo comodo perché ci diamo da fare e lavoriamo molto. Poi ho trovato un posto migliore, ben pagato. Anche se la vita è cara, stando attenti si riesce a risparmiare qualcosa”. Partita a marzo, dopo 6 mesi Nicole ha sentito la mancanza di casa, è tornata a Foza pensando che l’esperienza fosse sufficiente. Invece poi ci ha ripensato, ha deciso di terminare il suo visto ed è rivolata in Australia. “Prima di tornare di nuovo a casa – racconta – son partita da Melbourne, sola con il mio zainetto, alla scoperta della vera Australia, in un viaggio incentrato soprattutto sulla cultura aborigena, che mi ha interessato fin da bambina. Sono stata anche in Nuova Zelanda, realizzando dunque il desiderio di fare il viaggio che avevo in mente”. “Mi era stata data anche la possibilità di fermarmi – conclude Nicole – ma il pensiero di essere là per lavorare e nel contempo visitare un po’ il paese è una cosa, una prospettiva di trasferimento è un’altra. Andando in Australia, dall’altra parte del mondo, ti sembra quasi di andare sulla luna: per un periodo di ferie è una cosa, ma per viverci è ben diverso. Credo che la cosa più importante sia poter fare un’esperienza forte e portarsela a casa, con tutti i suoi lati positivi e negativi, che ti aiutano comunque a crescere, a migliorare. Quando sono partita avevo delle idee, son tornata con altre, alcune cose ora fatico a sopportarle, altre le apprezzo molto di più rispetto a prima”. Luca Costa (a sinistra) con amici incontrati in Australia Per Luca Costa di Canove, l’Australia, dove si trova dallo scorso dicembre, rappresenta una sorta di “meta di riserva”. Laureatosi in ingegneria civile nel 2011, dopo aver fatto la tesi di laurea a Lund, in Svezia dal settembre 2010 a febbraio 2011, ci era ritornato poi a lavorare come ricercatore per l’università fino al luglio 2012. “Nonostante mi trovassi bene – racconta – ho deciso di finire il contratto in Svezia perché avevo voglia di fare un’esperienza come ingegnere in Giappone, dunque a settembre sono andato a Tokyo per una decina di giorni, ospite di un’università. Ho fatto alcuni colloqui con ditte e un paio di istituti di ricerca, però c’era il problema della lingua: quasi tutti mi hanno detto che per lavorare lì avrei dovuto imparare il giapponese, quindi ho abbandonato l’idea, per il momento. Il pia- no di “riserva” era l’Australia, che mi incuriosiva principalmente perché ne parlano tutti bene”. “Arrivato a Melbourne, dove non avevo nessun contatto – continua Luca - per i primi 4 giorni sono stato in ostello, poi ho trovato una stanza in un appartamento dove c’erano già 4 giapponesi e 2 francesi. Ho trovato lavoro il primo giorno in cui l’ho cercato, è abbastanza facile a livello di hospitality: ho iniziato in un ristorante, dove ho fatto un po’ di tutto, dal cameriere, all’addetto ai caffè, fino a cucinare la pasta! Lavori più professionali invece richiedono che tu abbia qualche visto di tipo permanente. L’inserimento non è stato difficile… la cosa più strana all’inizio era l’accento australiano, che non avevo idea fosse così diverso rispetto all’inglese british o americano”. In Australia Luca si è fatto subito delle amicizie, preferendo Christian: “Qui si lamentano sempre del tempo, se sapessero come sono gli inverni da noi!” una specie di sentimento comune, e tentano di darsi una mano a vicenda, se non altro… Tra i ragazzi italiani che ho incontrato, ho potuto constatare che, senza cercare qualcosa di specifico, non hanno avuto troppe difficoltà a trovare lavoro, in particolare nei numerosi ristoranti o bar italiani sparsi per la città”. “Tra i miei scopi – continua Christian – c’è quello di migliorare sempre di più il mio inglese, di conseguenza evito di passare troppo tempo a parlare italiano, se possibile esco con australiani doc per conoscere me- Christian Gloder primo lavoro fa il tatuatore professionista, ma cerca sempre di ritagliarsi del tempo per la pittura. Una volta laureato, ha deciso di tornare in Australia per 12 mesi (la durata del Working Holiday Visa). “Al momento non ho ancora lavorato – racconta - visto che mi sto ancora ri-ambientando, ma entro brevissimo conto di iniziare a cercare lavoro nel mio settore, visto che Melbourne è una città molto “tatuata” e i negozi di tatuaggi abbondano”. “Sono partito senza avere troppe nozioni su cosa mi aspettasse – continua – pur avendo una vaga idea e delle aspettative, che sono state ampiamente soddisfatte! La gente qui è molto rilassata, non si vedono le scene tipiche delle metropoli europee dove lo stress è alle stelle. Tutti sono molto amichevoli, forse perché, abituati ad essere tagliati fuori dal mondo, è nato in loro glio la cultura e lo slang”. Si fa poi una bella risata Christian nel riferire come abbia notato che a Melbourne tutti si lamentino del tempo. “O è troppo caldo, o è troppo freddo, o è troppo ventoso…se sapessero com’è un inverno da noi sull’Altopiano ci penserebbero due volte pri- ritrovarsi il più possibile con ragazzi e ragazze giapponesi, visto che la cultura di quel paese lo affascina molto. “Ci sono un sacco di altri ragazzi come me – continua nel suo racconto - con la mentalità di viaggiare e vivere giorno per giorno senza pensare a cosa succede domani. Una cosa che mi colpisce è il fatto che la gente sembri essere molto più rilassata qui che da noi. Probabilmente hanno meno problemi economici e quindi meno pensieri. Le persone sono molto amichevoli, pronte ad aiutarti se chiedi loro indicazioni e informazioni. E se entri in un locale o negozio ti salutano domandandoti come stai… Ora ho deciso di lasciare Melbourne e partire per la Gold Coast. Mi fermerò lì se trovo lavoro, altrimenti opterò per Brisbane. Qua costa tutto parecchio e quindi è meglio trovar lavoro il prima possibile!” ma di lamentarsi!” Infine Christian ci parla di come, in una terra dalle distanze immense qual è l’Australia, abbia trovato che per spostarsi sia molto naturale l’idea di salire su un aereo all’ultimo minuto e volare via per passare il weekend in un’altra città. “L’ho fatto anch’io verso Perth, costa ovest, e Sydney, e lo farò ancora, visto che mi manca da vedere un bel po’, specialmente la parte interna, selvaggia dell’Australia, e quella settentrionale, più tropicale. Conto perciò di poter muovermi per qualche esperienza interessante, non solo all’interno dell’Australia, ma anche magari in Giappone o Nuova Zelanda, tenendo Melbourne come campo base, visto che il discorso è abbastanza economico”. (Nel prossimo numero avremo i racconti di altre esperienze australiane di ragazzi altopianesi). Sabato 11 maggio 2013 l’Altopiano 10 La voce degli 8 Comuni Il Golf di Asiago punta all’ampliamento Oltre 60 gare organizzate, per più di 6.000 giocatori presenti; una Pro-Am con 34 squadre partecipanti, compresi i Pro Edoardo Molinari e Andrea Pavan e, complessivamente, circa 30.000 persone che hanno trascorso almeno una giornata al Circolo. Con questi numeri si era chiusa la stagione 2012 del Golf Club di Asiago che l’anno scorso si era proposto con notevoli interventi di rinnovamento della struttura per una maggiore funzionalità e piacevolezza di gioco. “Un discreto successo, tanti apprezzamenti, anche sui media, e un bilancio più che positivo – aveva sintetizzato la presidente Irene Gemmo – il tutto ci esorta a proseguire sulla strada intrapresa per aumentare la redditività”. L’obiettivo dichiarato per il futuro, da raggiungere possibilmente in tempi abbastanza stretti, è l’innalzamento del posizionamento di questa struttura e la possibilità di far vivere il Golf Club Asiago tutto l’anno. Un Golf Club che, con la rinnovata ed elegantissima Club House, diventa anche prestigiosa sede per iniziative culturali e di intrattenimento aperte a tutti. “Quando sono diventata presidente – sottolinea Irene Gemmo – impegno che mi son proposta di affrontare con L’obiettivo della presidente Irene Gemmo è l’innalzamento del posizionamento di questa struttura in ambito internazionale e la possibilità di farla vivere tutto l’anno grande passione e determinazione, ho deciso di portare avanti i progetti che aveva mio padre quand’è era stato presidente e che per un tempo purtroppo piuttosto lungo erano stati abbandonati. In due anni e mezzo, quindi in tempi decisamente brevi, siamo riusciti, grazie anche all’appoggio dell’amministrazione comunale di Asiago che ha creduto in noi, a riposizionare l’albergo, che inizialmente si collocava come un bed&breakfast, e ad ampliare del 30 per cento la Club House realizzando una struttura adeguata ai tempi e in grado di competere con qualsiasi altra Club House d’Europa; abbiamo investito molto nell’albergo con la realizzazione della Spa di altissimo livello e stiamo investendo tutt’oggi nelle stanze. I dati sono sicuramente positivi, basta dire che stiamo dando lavoro a 35 persone fisse tutto l’anno che raddoppiano nei periodi di punta”. Diversi ed importanti gli interventi fatti anche sul campo da Golf: un nuovo puttin green, un restyling del percorso, l’inaugurazione nel giugno scorso delle prime quattro buche del Compact Course e della nuova Asiago Golf Academy con il nuovo campo pratica di 220 metri di lunghezza per 28 postazioni di cui 6 coperte, dotato di macchinari per la ripresa e la successiva visualizzazione del gesto sportivo. La volontà è quella di continuare a fare investimenti e migliorare la struttura puntando alla realizzazione di altre nove buche. “Sarebbe anche fondamentale – sottolinea Irene Gemmo - riuscire a far capire alla Regione le enormi potenzialità del Golf Club di Asiago che con adeguati investimenti può diventare sempre più un’attrattiva turistica importante non solo per Asiago ma per tutto il Veneto. La cri- si ci costringe a ripensarci a tutti i livelli. Il fatto che il Ministero del turismo in Italia non sia mai stato considerato in maniera strategica è una cosa incredibile. Spero che per il futuro si possa finalmente avere questo per cominciare a organizzare il turismo in modo nuovo e imprenditoriale. Anche il Veneto deve ripensare al suo modo di organizzare lo sviluppo e la promozione turistica”. Intanto, con l’arrivo di maggio, dopo una lunga stagione invernale, il Golf Club di Asiago è stato riaperto con il via ufficiale alla stagione 2013 che si presenta ricca di appuntamenti di prestigio. Da sottolineare senz’altro le gare d’alto tasso agonistico che il calendario di quest’anno propone: la Rolex Cup, in programma il 18 luglio, che per la prima volta nei 18 anni di storia di questo prestigioso trofeo si svolge ad Asiago; torna poi la ProAm con un montepremi di 30 mila euro che vedrà la partecipazione, come lo scorso anno, di Edoardo Molinari, che tra l’altro ha stretto con il Golf Club di Asiago una partnerchip che lo vedrà ambasciatore del nostro circolo nel mondo, e di Diana Luna. Per la ProAm è stato anche istituito il “Premio Vhernier” che andrà alla squadra femminile prima classificata. Restando in tema di gare, dal 4 al 6 settembre si svolgerà la Alps Tour riservata ai migliori giovani professionisti. Sarà ricco anche il programma di intrattenimento e di proposte culturali del Golf Club Asiago. Il primo appuntamento di richiamo è senz’altro l’evento intitolato “Il Baccalà sarai tu”, serata dedicata al baccalà con due scuole a confronto in una schermaglia prima verbale e poi ai fornelli: la Venerabile Confraternita del Baccalà rappresentata da Antonio Chemello e la Confraternita del Baccalà Mantecato rappresentata da Franco Favaretto. Stefania Longhini l’Altopiano Sabato 11 maggio 2013 11 La voce degli 8 Comuni RIFIUTI “Niente è come sembra”: la nuova campagna di Etra per migliorare la raccolta differenziata della plastica Le attività suddivise in tre fasi: una prima di proposta, una seconda di adesione e una terza di controlli “Niente è come sembra”: si chiama così la nuova campagna di Etra per migliorare la raccolta differenziata delle plastica. Già con il titolo si vuole evidenziare l’idea che non tutto ciò è di plastica va nella plastica, e che la “purezza” dei rifiuti portati agli impianti dipende in prima battuta dai cittadini che li separano in casa. «Come abbiamo annunciato negli scorsi mesi, –spiega Stefano Svegliado, presidente del Consiglio di gestione di Etra – in molti Comuni è stata raggiunta un’alta percentuale di raccolta differenziata, con una media ben superiore al 70%; le difficoltà, però, nascono con l’introduzione sul mercato di prodotti sempre nuovi, di origine plastica ma non facilmente classificabili; in più da maggio 2012 sono stati ammessi anche piatti e bicchieri usa e getta e il Corepla, da parte sua, ha abbassato i limiti di “frazione estranea”, cioè la percentuale tollerabile di materiali diversi dalla plastica. Questi limiti sono passati dal 22% del primo semestre 2012 al 18% del primo semestre di quest’anno, e nei prossimi sei mesi si ridurranno ulteriormente, fino al 16%. Superare questi limiti implica una penalizzazione, il cosiddetto “declassamento”, e nel territorio da noi gestito sono più d’una le situazioni non ancora positive, nonostante i miglioramenti registrati dopo la campagna “Plastica o secco?” lanciata due anni fa. Da qui la necessità di rafforzare il messaggio». Proposta, adesione e controlli: la campagna in tre fasi La nuova campagna di comunicazione sarà coordinata da Etra con la collaborazione di tutti i Comuni soci in cui si ha la gestione del servizio rifiuti. I primi destinatari sono i cittadini e le aziende che conferiscono la plastica, ma l’intento è di coinvolgere anche i dipendenti di Etra e quelli comunali, le istituzioni (Province di Padova e Vicenza, Regione), le associazioni, le scuole. Le attività si suddivideranno in tre fasi: una prima di proposta, una seconda di adesione e una terza di controlli. La fase di proposta consentirà di diffondere un’informazione più capillare riguardo le modalità di separazione, conferimento e riciclaggio della plastica. Informazione che avverrà su piani diversi: inizierà Etra con la divulgazione di obiettivi e azioni sul notiziario interno per i dipendenti; poi l’approfondimento sul periodico E... tra l’altroindirizzato alle utenze, sul calendario rifiuti 2014 e sul sito www.etraspa.it(da cui si può scaricare il calendario). Spazio per la campagna anche sulla stampa locale e sui notiziari e siti comunali. «Renderemo “visibile” la campagna “Niente è come sembra” anche con manifesti e cartelli vicino ai contenitori stradali» aggiunge Svegliado. Le famiglie e le aziende riceveranno inoltre una lettera dove si spiega come nasce questa iniziativa e un pieghevole illustrativo con raffigurate le maggiori categorie di rifiuti da conferire separate da quelle destinate ad altre frazioni. Una circolare sarà recapitata agli insegnanti delle scuole, per ricordare i risvolti educativi della raccolta differenziata e proporre alcune attività, e agli organizzatori di eventi, sagre e manifestazioni paesane che si impegnano a differenziare correttamente. A questa fase di informazione seguirà quella di adesione, che permetterà a Etra di rendere attivi tutti i partecipanti alla campagna: ecco allora la formazione con i dipendenti della multiutility e con quelli dei Comuni, che incontreranno gli addetti alla raccolta per un aggiornamento sulla gestione dei rifiuti; sempre in accordo con le Amministrazioni comunali si terranno delle serate pubbliche rivolte alla cittadinanza; altri punti informativi saranno allestiti nei Centri di raccolta, a rotazione secondo un certo calendario, e durante sagre o altri eventi, così da distribuire materiali infor- Stefano Svegliado, presidente di Etra mativi e registrare interviste spot dai cittadini. «Questa fase è importante perché porta nella realtà la teoria della prima fase. – sottolinea Manuela Lanzarin, presidente del Consiglio di sorveglianza di Etra – L’interazione con la popolazione e chi lavora alla raccolta e negli impianti fa scattare la consapevolezza. È l’approccio che scegliamo anche nelle scuole: educazione che diventa azione. Così ognuno sente propria la responsabilità di contribuire a una buona differenziata e a tutti i benefici, ambientali ed economici, che ne derivano». E, a proposito di scuole, non mancheranno lezioni nelle classi e laboratori, visite didattiche agli impianti di trattamento di Etra o di altri enti, incontri per insegnanti e personale scolastico, opuscoli a bambini e ragazzi, realizzazione della raccolta differenziata negli istituti, con nomina di un “waste manager” (“manager dei rifiuti”) eletto direttamente degli studenti. «Per i ragazzi di quarta superiore – continua Manuela Lanzarin – è in programma “La grande sfida”, un insieme di attività sui temi della plastica: dibattiti tra le classi, proiezione di video e sfide per testare quanto imparato». Aria di competizione anche nel concorso rivolto ad associazioni e cooperative, che gareggeranno costruendo dei gadget in plastica riciclata. Il miglio- re sarà distribuito al Weekendone sostenibile di educazione ambientale per l’edizione 2014. Ultima, ma non meno importante, la fase di controllo. Spiega Stefano Svegliado: «Questa fase ci aiuta a dare continuità al messaggio lanciato nella campagna “Niente è come sembra”. Famiglie, aziende, scuole e associazioni saranno da subito messe al corrente del compito affidato agli operatori addetti alla raccolta, che sarà quello di valorizzare i comportamenti corretti nel conferimento della plastica penalizzando, contemporaneamente, le irregolarità». Ciò avverrà attraverso controlli, porta a porta o con presìdi nelle vicinanze dei contenitori stradali, che proseguiranno fino alla fine del 2014. Gli operatori faranno delle verifiche sui sacchetti e sui bidoni esposti fuori dalle case la sera prima del giorno di raccolta previsto o, nel caso delle utenze non domestiche, durante l’orario d’apertura degli esercizi. Dei sacchi riposti nei contenitori stradali sarà ispezionato il contenuto. A seconda dell’esito del controllo, gli operatori rilasceranno un cartellino di colore diverso: verde, se la differenziazione è corretta; giallo, da ammonizione, se la plastica non è stata conferita bene; rosso, successivo all’ammonizione, con errori palesi o reiterati. Etra fornirà, quindi, dei resoconti periodici ai Comuni e, in presenza di cartellini rossi, si potranno prevedere sanzioni o la sospensione delle riduzioni tariffarie oppure, per i cartellini verdi, l’estrazione di premi. «Vogliamo sottolineare, – dice Svegliado – non tanto l’intento sanzionatorio, quanto la volontà di premiare e incoraggiare i cittadini che fanno bene la raccolta». Le conseguenze di una cattiva raccolta e i benefici di una buona Ma quali sono i motivi per fare una buona raccolta della plastica? Sono spiegati nell’opuscolo che Etra distribuirà agli utenti: differenziare male significa, innanzitutto, perdere del materiale potenzialmente riciclabile, che diventa scarto. Significa anche sprecare energia per la selezione, rallentare il processo di recupero, aumentare l’impatto ambientale per il mancato riciclo delle risorse.Per produrre 30 bottiglie di plastica da un litro e mezzo servono due chili di petrolio e più di 17 litri d’acqua, senza contare l’inquinamento: una busta di plastica, che spesso viene utilizzata per qualche minuto, può restare nell’ambiente, se dispersa, tra i 15 e i 1.000 anni. L’altro lato della medaglia mostra i benefici di una raccolta virtuosa: realizzazione di nuovi oggetti (con una ventina di bottiglie Pet si può produrre un maglione di pile ); risparmio energetico e minor inquinamento ambientale; contenimento dei costi di gestione dei rifiuti; maggiore responsabilizzazione del cittadino. Negli ultimi dieci anni il recupero degli imballaggi di plastica ha portato benefici sociali (posti di lavoro negli impianti), economici e ambientali per un valore pari a 2,7 miliardi di euro. Plastica sì, plastica no Per una buona raccolta della plastica è fondamentale che il cittadino sappia cosa va nella plastica e cosa no. Lo dice Etra: nella black list, quindi materiali non conformi alla raccolta della plastica, ci sono, tra gli altri, pettini e spazzole per capelli, cd, dvd, videocassette, dischi in vinile, cartucce per stampanti, toner, piccoli elettrodomestici, oggetti di grandi dimensioni in plastica (come le sedie da giardino), cartoni per bevande (succhi di frutta, latte) che vanno invece nella carta, bottiglie con evidenti residui, giocattoli, posate usa e getta, canne per l’irrigazione di orti e giardini. Vanno invece nella plastica: imballaggi in polistirolo e polistirene, piatti e bicchieri usa e getta, tubetti del dentifricio o di alimenti, stagnola e contenitori in alluminio, tappi in plastica e metallo, sacchetti della spesa (in plastica o biodegradabili), bottiglie di plastica vuote (meglio se schiacciate), reti per frutta e verdura, lattine e barattoli vuoti. Un elenco degli errori più frequenti è riportato nell’opuscolo illustrativo. Al suo interno gli utenti che lo vorranno compileranno anche un questionario, rispondendo alla domanda “Questi rifiuti vanno nel contenitore per plastica e metalli?”. Le risposte andranno inviate all’indirizzo e m a i l [email protected] o all’indirizzo postale Ufficio comunicazione, Etra Spa, via del Telarolo 9, 35013 Cittadella (PD). Se risulteranno corrette, Etra invierà un gadget utile per la raccolta o la riduzione dei rifiuti.Per informazioni: Numero verde 800 247842, dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 20; email [email protected]. Sabato 11 maggio 2013 l’Altopiano 12 La voce degli 8 Comuni Nel comune di Roana il gettito dell’Imu supera i 5 milioni di euro “Senza il ricavato dall’imposta sulle seconde case – afferma il sindaco - il Comune si sarebbe trovato in grosse difficoltà nel far fronte agli investimenti previsti, alle tante necessità della popolazione e alle normali funzioni amministrative”. Le fasce più deboli sono state tutelate Il gettito dell’IMU a Roana ammonta a oltre 5 milioni, 3 dei quali che resteranno nelle casse comunali per essere destinati ad opere e servizi. Con l’imposta sugli immobili, il Comune di Roana riuscirà a dare ossigeno alle proprie casse ma senza gravare sui residenti. Le 2.043 prime case presenti nel territorio comunale hanno infatti goduto dell’aliquota agevolata del 2 per mille (il minimo consentito) tanto che il maggior numero dei nuclei famigliari è stato esentato dal pagamento dell’Imu. Il contribuito che arriva dalle abitazioni dei residenti ammonta a soli 23.090,08 euro. Considerato che il Comune di Roana ha applicato l’aliquota agevolata del 5,6 per mille alle attività e ai beni strumentali relativi alle imprese, l’aliquota del 4,6 per mille sulle case degli emigranti iscritti all’Aire, il 5,6 per mille sulle case locate e il 4,6 per mille sulle abitazioni cedute in uso gratuito giocoforza il maggior peso dell’Imu è caduto sulle residenze turistiche. Nello specifico su complessivi 5.251.314 euro di cui 3.111.501 euro per le casse comunali e 2.139.812 euro all’erario, gli immobili ce- duti in uso gratuito, ovvero case cedute dai genitori ai figli o dai figli ai genitori, hanno portato 2.713 euro nelle casse comunali e 49.132 euro all’erario così come le case affittate hanno dato complessivamente 17.887 euro di cui 5,750 al Comune. Le abitazioni degli emigranti hanno prodotto un gettito di 15.600 euro di cui 2.713 sono rimasti al Comune. In pratica, a fronte di queste riduzioni ed agevolazioni, il “peso” dell’Imu è stato supportato dalle seconde case che hanno versato complessivamente 4.750.000 euro di cui 2.750.000 euro al Comune. “Senza il ricavato dell’Imu sulle seconde case, dove abbiamo applicato un’aliquota del 9,6 per mille, inferiore al massimo, il Comune si sarebbe trovato in grosse difficoltà nel far fronte agli investimenti previsti, alle tante necessità della popolazione e alle normali funzioni amministrative – prosegue Frigo – Nella deliberazione abbiamo anche voluto tutelare le fasce più deboli equiparando ad abitazione principale gli immobili posseduti a titolo di proprietà o usufrutto da anziani o disabili che acquisisco- Ninfee nel laghetto di Roana per ricordare Erica e Marco Erano venuti in Altopiano a visitare l’Acropark di Roana, poco prima di partire per l’Australia, Erica Pasinato e Marco Beghetto, la coppia di fidanzati di 25 anni rispettivamente di Fontaniva e Cittadella, prematuramente scomparsa a causa di un incidente stradale avvenuto nella terra in cui stavano cercando una nuova vita. In Australia erano andati nell’ottobre del 2012. Il 21 gennaio stavano tornando dal lavoro a piedi a Manjimup. Un’auto di connazionali ha dato loro un passaggio. Nella corsa, è finita fuori strada contro un albero. I due giovani sono deceduti all’istante. Feriti, ma salvi, gli altri tre occupanti. Due giovani profondamente rispettosi della natura e del contatto con il pianeta, così domenica 5 maggio le famiglie dei due giovani ed alcuni amici, hanno piantato una decina di ninfee nel laghetto artificiale dell’area. Un altro modo semplice, ma molto significativo, per ricordarli. Alcuni amici han- no portato anche la grande foto con la coppia abbracciata ed avvolta nella bandiera della pace, quella che più rappresenta i giovani, altri indossavano le maglie colorate con le impronte dei piedi create per il giorno delle esequie. Soprattutto Marco amava farlo per mantenere il contatto con la terra. Molto significativa la presenza del consigliere Roberto Tortora con altri amministratori e della Polizia locale che hanno accolto il gruppo con la massima stima, sensibilità e vicinanza. Una partecipazione molto apprezzata da tutti i presenti. Marco ha lasciato la mamma Lucia, il papà Fernando ed il fratello Luca. Erica la mamma Francesca, il papà Augusto, il fratello Devis e la sorella Lidia. Marco come da sue volontà è stato cremato. La sua urna ed il feretro della fidanzata sono stati tumulati assieme nel cimitero di Fontaniva. Uniti per sempre. Michelangelo Cecchetto no la residenza in istituti di ricovero a condizione che la casa non venga affittata a terzi”. “Per l’anno 2013 lo Stato ha sospeso il versamento della prima rata e riteniamo che tutto l’argomento sarà rivisto – conclude il sindaco - Comunque l’amministrazione fin d’ora si impegna a riservare uno speciale trattamento ai residenti, come già fatto per l’anno 2012". Gerardo Rigoni La Cassa Rurale ed Artigiana a sostegno dell’Associazione Italiana Soccorritori Domenica 28 aprile,nella sala gentilmente messa a disposizione dal Gruppo Alpini di Roana, l’AIS Associazione Italiana Soccorritori, sezione Altopiano dei Sette Comuni, ha ufficialmente annunciato l’apertura del nuovo Centro di Formazione per esecutori BLSD-a (Basic Life Support and Defibrillation). L’AIS Settecomuni, fin dal 1990 operante su tutto il territorio dell’Altopiano con Corsi di Primo Soccorso, da quest’anno è anche accreditata dal SUEM di Vicenza ad istruire del personale laico all’utilizzo del Defibrillatore Automatico Esterno (con il recente Decreto “Balduzzi” viene di fatto sancito l’obbligo per tutte le Associazioni Sportive, dilettantistiche e non, di dotarsi di questo apparecchio salvavita). A raggiungere questo traguardo ha contribuito in modo decisivo la Cassa Rurale e Artigiana di Roana che, tramite l’interessamento in prima persona del presidente dott. Maurizio Zovi, ha donato all’AIS due defibrillatori scuola e un nuovo manichino speciale per la pratica nella rianimazione cardio-polmonare.Un Istituto di Credito questo che, oltre a fornire un ottimo servizio ai suoi clienti, è sempre stato un ente attento al mondo del volontariato econ la donazione di quattro defibrillatori (due distribuiti nel Comune di Roana, uno nel comune di Foza e uno in quello di Cogollo del Cengio), spera di riuscire a dare un valido contributo in caso di un’emergenza importante quale l’arresto cardio-respiratorio. A questa piccola festa hanno partecipato alcuni rappresentanti della Comunità Montana, del Comune di Roana, di Foza, l’assessore allo sport del Comune di Gallio, un gruppo di volontari della Protezione Civile di Cogollo del Cengio, e nell’occasione sono stati anche consegnati gli attestati ai primi corsisti diplomati del neonato Centro di Formazione. L’Associazione Italiana Soccorritori, sezione Altopiano dei Sette Comuni, nella persona del Presidente Carlo Tura ringrazia il Gruppo Alpini di Roana per l’ospitalità e la simpatia. Un grazie particolare alla Cassa Rurale e Artigiana di Roana e al suo presidente Maurizio Zovi per la disponibilità e l’attenzione riservate all’associazione. Si coglie l’occasione per informare che sono in programma due corsi per esecutore BLSD-a, aperti a tutta la popolazione, in data 18 maggio e 8 giugno. (per informazioni: ais.settecomuni@ gmail.com oppure telefonare al 339 1902672). Foto di Alessandra Allodi l’Altopiano Sabato 11 maggio 2013 13 La voce degli 8 Comuni Foto di Alessandra Allodi Grande successo per la Sagra San di Marco Finita la sagra e Foto di Alessandra Allodi smontato il palatenda che di anno in anno si conferma sempre più il cuore pulsante della festa assieme alle giostre e alle bancarelle dei cuchi, per gli organizzatori della Pro Loco Canove è il momento di riprendere fiato e di fare un primo bilancio dell’evento. “Bilancio che non può che essere positivo – commenta il presidente Giuseppe Frigo – visto che è andato tutto bene, l’afflusso di gente è stato ottimo, l’organizzazione ha funzionato a dove- mico ha visto presenze in re, e le piccole novità in- crescita, riuscendo ad trodotte hanno contribu- accontentare tutti coloro ito al successo delle se- che hanno partecipato rate. Lo stand gastrono- alle serate. Molto apprez- zati e richiesti anche i “panini onti”, novità di quest’anno assieme alla casetta delle creme e delle grappe alla frutta, che è stata affollatissima.” Non ci si può nemmeno lamentare del tempo, che tutto sommato ha ben tenuto, regalando soprattutto una splendida giornata nella ricorrenza del patrono, il 25 aprile. La serata del sabato poi impossibile stabilire quanta gente, di ogni età ma soprattutto giovani, si sia soffermata tanto o poco sotto al tendone: grande è stato il successo del tributo musicale a Vasco Rossi con il Nuovo Fronte, terminato con un immenso coro dei presenti che hanno cantato insieme i maggiori successi del cantante. Tornando agli elementi tradizionali della sagra, molto apprezzato è stato il cuco simbolo di quest’anno creato come sempre da Diego Poloniato, che è andato esaurito rapidamente. Soddisfatte anche le volontarie che ogni anno organizzano la pesca di beneficienza a favore della cooperativa San Matteo e San Luigi, le quali desiderano ringraziare tutti coloro che hanno offerto i premi da mettere in palio. La sagra è stata occasione anche di altre iniziative benefiche, come quella a favore della scuola materna. Infine va citato l’appuntamento “aggiunto” di quest’anno, quando il 1° maggio il palatenda è stato teatro della festa per il 25° del Canove Calcio, anche questa andata per il meglio. Come non fare allora un plauso a tutti i volontari che si sono prodigati per mettere in moto e poi gestire l’evento? Oltre al gruppo consueto e collaudato da tanti anni, quest’anno si sono dati da fare numerosi giovani, che hanno mosso così i primi passi in questa attività importante per tenere in vita tradizioni e appuntamenti paesani, dando buone speranze perché ci possa essere una continuità del volontariato anche in futuro. Ora la Pro Loco pensa già agli impegni estivi, che il buon andamento della sagra paesana permette di af- frontare con maggiore tranquillità ed entusiasmo. Intanto domenica 12 maggio il gruppo sarà impegnato nella preparazione dei pasti in occasione del tradizionale ritrovo paesano alla Cattedra nella ricorrenza dell’Ascensione. S.B. Numeri vincenti sottoscrizione a premi 1° premio: tv Panasonic 42° led 3d smart N° 948 2° premio: Tablet Samsung Galaxi N° 2566 3° premio: week end beauty total welness x 2 N° 645 Altri numeri vincenti: 2163 – 2212 – 13711527- 1909 - 2569 – 2184 - 2769 - 2418 – 1770 3134 - 952 – 2200 – 1864 – 178 – 1522 – 2836 – 751 – 2339 – 707 – 1272 – 1280 – 459 – 1066 – 1213 – 373 - 2955 Nonostante il brutto tempo, buon successo di concorrenti e spettatori per la prova cinetica Nonostante il tempo inclemente, è ben riuscita l’importante prova cinetica organizzata il 27 e 28 aprile dalla Società Italiana Pro Segugio di Vicenza sui territori del comune di Roana, grazie alla collaborazione del comprensorio alpino n.4. Denominata “Prova di lavoro di Canove di Roana”, la manifestazione a carattere nazionale era aperta a segugi italiani ed esteri delle classi singole coppie mute categoria A (cani iscritti) e B (cani non iscritti), ed ha richiamato molti concorrenti da varie regioni, oltre che un numeroso pubblico accorso per vedere all’opera i cani negli stupendi areali della zona. Centoncinquanta i conduttori che si sono dati battaglia con i propri ausiliari, per aggiudicarsi i vari trofei, in primis quello offerto dalla Riserva di Roana presieduta da Mauro Panozzo. “Il numero di partecipanti e spettatori è in crescita di anno in anno – commenta il direttivo SIPS – e questo ci dà grande soddisfazione, ripa- gandoci per l’impegno profuso nell’organizzazione dell’evento. Gli stessi giudici E.N.C.I., che hanno modo di svolgere il proprio lavoro in tutta Italia, nel commentare le due giornate della manifestazione si sono soffermati ad elogiare le meraviglie dei luoghi, difficilmente riscontrabili in altri posti, oltre all’ottima organizzazione e al grande supporto dato dai segugisti altopianesi. A loro va anche un ringraziamento particolare da parte della nostra associazione”. “Per quanto riguarda la classifica finale – continuano i componenti il direttivo SIPS di Vicenza –va detto ch non sono state molte le qualifiche, proprio a causa del tempo avverso. Di questo ce ne dispiace, ma allo stesso tempo siamo consapevoli che i veri segugisti sanno apprezzare queste prove proprio nelle loro difficoltà. Nel ringraziare tutti coloro che in vari modi hanno contribuito alla riuscita dell’evento, vorremmo citare in particolare il nostro vice presidente Stefano Frigo, principale ideatore e promotore della prova. Un arri- Stefano Frigo (a destra) premia Graziano Pozza, distintosi nella prova vederci all’anno prossimo, con l’intento di mettere un impegno ancora maggiore per valorizzare sempre più la manifestazione, e con essa l’Altopiano che ci ospita, che consideriamo un fiore all’occhiello della nostra bella provincia di Vicenza”. S.B. Sabato 11 maggio 2013 l’Altopiano 14 La voce degli 8 Comuni ROANA Terre Partigiane: a Treschè Conca una giornata dedicata alla Resistenza Una giornata per celebrare l’anniversario del rastrellamento del 13-14 maggio 1944 a Treschè Conca, ma anche per rendere onore alla Resistenza dei garibaldini di Treschè Conca del Battaglione “Pretto” e della Brigata “Pino” della Garemi, ricordando inoltre la strage del 27 aprile 1945. E’ quella organizzata da Giorgio Spiller per domenica 19 maggio, con un convegno e un’escursione sui luoghi teatro dei tragici fatti. “Pochi territori del vicentino hanno visto una così totale adesione della popolazione al movimento resistenziale come Tresché Conca: Fondi, Cavrari, Conca Bassa e Sculazzon – spiega l’organizzatore, appassionato raccoglitore e custode di testimonianze vive sul periodo della Resistenza ma non solo – finora però quel che è successo in queste contrade non è mai stato ufficial- mente ricordato. Ecco dunque l’idea di organizzare questo primo appuntamento che sarà inserito nel calendario annuale delle celebrazioni ANPI e AVL”. Sulla strage di Treschè Conca, proprio a cura di Giorgio Spiller, è in fase di stampa una pubblicazione con documenti e numerose testimonianze sulla Resistenza dei garibaldini della “Pino”. L’uscita è prevista per il prossimo giugno; sarà il n. 9 della collana “Quaderni della Resistenza Vicentina dell’AVL”. Tornando alla giornata di domenica 19 maggio, il ritrovo è fissato alle 9.30 nella trattoria Al Cacciatore, in contrada Ostarelli, dove i protagonisti superstiti e i parenti delle vittime si confronteranno con gli storici e i ricercatori. “Proprio nella trattoriaAl Cacciatore – racconta Spiller - il 14 maggio 1944 i nazifascisti radunarono 30 persone che vennero incarcerate ad Asiago. Successivamente una decina di loro venne portata a Vicenza e cinque finirono a Mauthausen. Prima di andarsene, i fascisti lanciarono all’interno delle bombe a mano perché lì nei giorni prima si erano riuniti i partigiani”. Saranno presenti dei testimoni diretti di quei giorni, tre partigiani combattenti di Montecchio Maggiore, Tresché Conca e Rotzo, lasceranno le loro testimonianze sulla lotta di Liberazione. Si tratta di Renzo Ghiotto “Tempesta” (classe 1924), commissario politico della “Pino”, superstite dei rastrellamenti di malga Fossetta, già protagonista dei “Piccoli Maestri” di Luigi Meneghello. “Dopo essere stato ospite d’onore della recente celebrazione del 25 Aprile in Piazza dei Signori a Vicenza, - dice Giorgio Spiller - Renzo verrà a testimoniare la sua riconoscenza al territorio di Tresché Conca”. Ci saranno Elso Panozzo “Tosca” (classe 1925), della contrada Rossi e Claudio Dal Pozzo “Lampo” (classe 1923), di Castelletto. Saranno presenti inoltre molte donne; staffette, mogli, fiancheggiatrici che furono l’ossatura della Resistenza, spesso vittime incolpevoli e di cui si è sem- Le donne, eroine della Resistenza Il prossimo 19 maggio a Tresché Conca verranno molti dei protagonisti a raccontarci come era la vita quotidiana durante la guerra di Resistenza; un popolo solidale che dopo l’8 settembre del 1943 é stato costretto a fare la guerra contro una guerra in cui non credeva più. Soldati anziani reduci dalla Russia, dai Balcani, dalla Francia hanno capito quanto demenziale sia stata la guerra a cui sono stati condotti; a loro si sono unite le giovani reclute che per vari motivi hanno rifiutato di arruolarsi nella “Repubblichetta di Salò” e hanno scelto la macchia. Il reduce Marco Frigo dalle Oche dai Cavrari addirittura è rimasto in Francia a combattere con i “maquis”, i partigiani francesi che proprio dalla macchia hanno preso il loro nome. A Tresché Conca sono state le donne l’ossatura della Resistenza; madri, mogli, fidanzate, sorelle, bambine... tante grandi, piccole storie che sono state completamente dimenticate. Renzo Ghiotto, il comandante “Tempesta”, ricorda sempre con grande riconoscenza il contributo che ha avuto dalla popolazione locale ricordando in particolare che solo a casa di Nelda e Dora Flossi si è sentito al sicuro. Mi piace ricordare altre eroiche donne che non potranno essere presenti al convegno in Conca Bassa; Maria (1925) e Erminia (1931) Panozzo “Billo” che con un’altra sorella, la madre e la nonna gestivano l’osteria “al Sole” ai Fondi. Ora vivono in Australia dove negli anni dopo la guerra sono state costrette ad emigrare come gran parte degli abitanti di Tresché La carta d’identità falsa di Maria Panozzo “Billo” Conca. Maria ci ha raccontato che nell’inverno del 1944 con i fascisti alle calcagna è stata costretta a cambiare i propri connotati; da bionda è diventata mora. Di notte è dovuta Antonia Capriz “Anita” fuggire precipitosamente giù per il sentiero del Raparo a S. Capriz “Anita” (1923); le gambe Pietro Valdastico; lì l’organizza- l’hanno definitivamente tradita. zione le ha fatto avere la carta di Non era così un tempo: “Anita” identità falsa con il nome di saliva e scendeva la Valdassa Rebellato Clara. Da allora Maria verso Conca Bassa come salire e è diventata un’importante staf- scendere per le scale di casa. Già fetta di collegamento tra la briga- allora le gambe le si gonfiavano e ta “Avesani” di Verona e la zona alla sera, di ritorno dalle missioni, di Thiene; in bicicletta, rischian- era costretta ad immergere i piedi do la vita sotto i bombardamenti, nella mastella con acqua e sale; attraverso i posti di controllo, ma quando, a tutte le ore, bussaportava i messaggi alla staffetta vano alla sua porta “Marte”, “Katia” di Carré che è morta po- “Tempesta”, “Nembo”, “Tullio”... chi anni dopo la guerra in segui- carichi di zaini da portare alle to alle torture subite a Marano. A Fratte o in Valdastico, era pronta sostituire Maria in Altopiano è a partire. Per lei i “tusi” erano subentra la sorella Erminia; attra- come fratelli, lei avrebbe dato tutverso i boschi di Cesuna si reca- to alla Resistenza; la fede politica va a Canove dove consegnava i l’aveva appresa dalla madre Mamessaggi nascosti nelle forcine ria Costa che era molto più antidei capelli al conte “Bianco” alla fascista di lei e faceva la cuoca segheria Bortolaso al bivio Taliano. nei cantieri della ricostruzione. Ad Albaredo da qualche anno vive “Anita” non ha mai conosciuto il immobilizzata a letto Antonietta padre di origine friulana: dall’Ar- gentina dove è emigrato non ha più fatto più ritorno. Donne sole, eroiche, vessate dal fascismo che le aveva private di tutto svuotando le loro cantine e lasciandole senza mucche e senza la tessera annonaria, costrette a elemosinare un pentolino di latte dal vicinato. “Anita” è passata per le carceri fasciste di Thiene dove le sono stati applicati i cavi elettrici su tutto il corpo. A raccontare la sua storia ed altre storie dei garibaldini doveva essere quello che Antonia chiama “me compare Pierin”, Pietro Scaggiari; purtroppo tra le sue carte sono rimaste solo poche cose tra cui un lungo elenco di partigiani della brigata “Pino” di cui il comandante “Regolo” è stato uno dei fondatori. È proprio tra queste carte che abbiamo trovato il nome di “Anita”. Sono tante le storie eroiche, tutte al femminile, di questa parte dell’Altopiano; domenica 19 maggio a Tresché Conca, tra le altre testimoni, ci sarà anche Bruna Zanotelli (1928) dai Rebeschini di Roana. Bruna all’epoca era fidanzata con “Tullio” e verrà a testimoniarci della sua famiglia e dello zio Nicola che gestiva l’albergo rifugio al Ghertele; le sue cugine divennero compagne e mogli di importanti comandanti partigiani. Quando i fascisti hanno tradotto nelle carceri l’intera famiglia dello zio, è stata Bruna a subentrare come staffetta e a mantenere i contatti con la cugina Irma “Sonia” che si era rifugiata a Tresché Conca. Giorgio Spiller pre parlato poco. Hanno dunque assicurato la loro presenza: Marina Pasqua Rigoni, moglie di Federico Covolo “Brocca”; Rosi Panozzo Pellarin che ha avuto padre e sorella uccisi nella strage; Bruna Zanotelli, staffetta, all’epoca compagna di “Tullio”; Ondina Panozzo Lughetto, i cui padre e lo zio furono fucilati nella strage; Dusolina Frigo fiancheggiatrice, il cui padre è morto a Gusen; Mafalda Frigo Oste, testimone della strage e moglie del comandante “Vento”; Gianbruno Frigo Baleti, fiancheggiatore, il cui padre è morto a Gusen; Elio Panozzo Fadini “Piccolo Baldo”, staffetta, anche suo padre é morto a Gusen; Silvano Frigo Oste, fiancheggiatore partigiano; Bruno Frigo da Campiello e Guido Panozzo Stradin entrambi testimoni della strage e di altri fatti; Giovanni Dalla Via, il calzolaio che saliva a piedi dal Raparo con il padre, superstiti del massacro di Settecà. Saranno presenti anche alcuni superstiti dei campi di concentramento. Nutrito anche il gruppo di ricercatori e storici della Resistenza che hanno dato la loro adesione per questo incontro; tra questi i rappresentanti dell’ Istrevi di Vicenza e dell’Istituto Veneto per la storia della Resistenza di Padova. Dopo il pranzo, verso le 14.30 si partirà, a piedi o con mezzi 4x4 per l’escursione guidata sui luoghi della “Pino”. Il percorso si snoda tra casa Mosele, Sculazzon, Dosso, Roi, Cavernette, Mosca, Mantovani, Raparo, val di Barco, Prà del Roi, Corbin, Cengio. Si costeggerà il margine occidentale dell’Altopiano che si affaccia sulle valli del Ghelpach, Assa, Astico; luoghi poco conosciuti e di grande valore paesaggistico e naturalistico. S.L. Ricordo del Partigiano “Gian Burrasca” La sezione ANPI di Sanremo ha salutato per l’ultima volta il suo storico presidente Gian Cristiano Pesavento Landi, scomparso nel settembre scorso all’età di 90 anni. Nato ad Asiago nel 1922, si trasferì con la famiglia nella Valle Argentina, in provincia di Imperia, dove, durante la guerra, iniziò la sua attività di antifascista. Successivamente tornò nella zona di Asiago e si unì alle formazioni partigiane che lì operavano per sfuggire all’obbligo di arruolamento nell’esercito repubblichino. Ritornò poi a Imperia, sfuggendo alla cattura perché travestito da tedesco, con i suoi capelli biondi e gli occhi chiari, e si unì alle bande partigiane garibaldine della I^ Zona Liguria , che operavano nella Valle Argentina, col nome di battaglia “Gian Burrasca”. La sua vita trascorsa con l’amatissima moglie Eliana, fu dedita al lavoro e soprattutto all’impegno politico nel PCI – fu consigliere d’opposizione nel Comune di Sanremo negli anni ’70 – e ininterrottamente nell’ANPI che per vent’anni nella città di Sanremo rappresentò con una incessante passione per mantenere viva la memoria dei compagni caduti e delle vicende occorse, e con l’obiettivo di trasmettere ai giovani nelle scuole la conoscenza di quel momento storico in cui maturarono i principi che ritroviamo nella nostra Costituzione. I compagni dell’ANPI di Sanremo l’hanno salutato con queste parole: “…Sei stato e sei rimasto un Partigiano nel tuo modo corretto e coraggioso di affrontare i fatti, nel tuo perseverare nel ricercare la verità, senza nascondere le ombre e mettendo in risalto le luci degli avvenimenti che andavi a ricostruire e senza permettere che le difficoltà ti fermassero. Sei stato e sei rimasto un Partigiano nel tuo saper dare valore ai sentimenti e alle persone, sapendo cogliere anche nelle più umili la grandezza dell’essere umano. Sei stato e sei rimasto un Partigiano nelle tue scelte politiche, volte sempre alla ricerca della solidarietà e della giustizia. Sei stato e sei rimasto un Partigiano perché per le tue idee hai sempre lottato con la fierezza e l’intelligenza di un combattente della Resistenza. Sei stato e sei rimasto un Partigiano perché chi, come è accaduto a tanti di noi, ha avuto la fortuna di conoscerti, ha trovato in te un maestro e un esempio costante di coerenza…” La sezione ANPI di Sanremo è stata intitolata a suo nome, per scelta unanime dei suoi compagni di lotta e di idee. Amelia Narciso Sabato 11 maggio 2013 l’Altopiano 15 La voce degli 8 Comuni DI PADRE IN FIGLIO… Vittorio, Franco e Michele: le tre generazioni dell’Oreficeria Frigo È con la storia della Famiglia Frigo e della loro oreficeria che riprendiamo, dopo un po’ di tempo, questa rubrica che ci accompagnerà nel corso delle settimane facendoci fare un tuffo nel passato, ripercorrendo la storia e le origini delle realtà imprenditoriali altopianesi che si sono trasmesse, e continuano a trasmettersi, di generazione in generazione. Tutti ad Asiago conoscono il negozio “del Frigo” ma forse non tutti, almeno non i più giovani, sanno che, un tempo, lì non si entrava solo per riparare l’orologio malfunzionante o per acquistare un pegno d’amore ma anche per aggiustare la bicicletta o il motorino! Possono apparire due mestieri antitetici tra loro quello dell’orologiaio e del meccanico eppure proprio entrambi questi lavori svolgeva Vittorio Frigo, classe 1918, padre di Franco e Anna, che ringraziamo per l’appassionante (e appassionato) racconto. È la spiccata manualità a caratterizzare Vittorio già all’età di tredici anni, quando collabora alla costruzione del Sacrario militare di Asiago quale fabbro, emergendo per la sua abilità all’interno di una squadra di quaranta operai ben più maturi ed esperti! Manualità e genialità: basti pensare che la prima motoslitta in Altopiano è stata costruita proprio da lui! Sono i motori, assieme agli orologi, infatti, la sua grande pas- sione; passione che riesce a concretizzare quando, nell’ormai lontano 1935, apre una piccola officina in Via Lobbia (vicino a dove ora è situata l’oreficeria del figlio Franco), continuando, parallelamente, l’attività di orologiaio. Con lo scoppio del secondo conflitto mondiale e il relativo impegno militare, egli si trova costretto ad affidare la gestione del negozio alla sorella e ad uno dei fratelli ma non smette mai di lavorare: infatti, anche durante il servizio di leva continua occasionalmente a riparare qualche orologio, utilizzando gli attrezzi che porta sempre con sé, all’interno dell’inseparabile zaino. Finita la guerra e dopo una parentesi di prigionia tedesca, finalmente Vittorio riesce a tornare nell’amata terra natìa, si sposa, nascono i figli Franco e Anna e riprende appena possibile l’attività forzatamente interrotta. Sono anni difficili quelli che lo attendono: anni caratterizzati da duro lavoro e immensi sacrifici, ripagati quando, nel 1950, riesce a realizzare quel sogno che ancora oggi è per molti giovani un’utopia: l’acquisto della casa. Si rende necessario concentrarsi su una sola delle due attività e, alla fine, la passione per gli orologi prevale; così, negli anni ’60, l’attività viene ampliata ad oreficeria, grazie all’esperienza maturata da Vittorio nelle saldature, che lo fa diventare abile anche in questo settore. Ha appena 8 anni Franco quando, sulle orme del padre, impara a smontare e rimontare il primo orologio e pochi anni dopo si trova costretto a sostituire il padre (temporaneamente trasferitosi in Australia) nella gestione dell’attività di famiglia, maturando quell’esperienza che gli consentirà di prendere definitivamente in mano le redini del negozio negli anni ’70. Siamo ormai ai giorni nostri ed una nuova generazione Frigo si avvicina alla professione: il figlio di Franco, Michele, frequenta la Scuola orafi a Vicenza oltre a vari corsi di specializzazione, tra cui quello di gemmologia e incastonatura. Non eredita invece dal papà e dal nonno l’interesse per gli orologi, tanto che Franco resta l’ultimo orologiaio presente in Altopiano. Un’arte, quella dell’orologeria, ormai abbandonata dai giovani, un po’ per il progresso tecnologico ma soprattutto per la pazienza certosina che la medesima richiede, unitamente ad una rara passione e ad un’ altrettanto rara manualità, che lo stesso Franco accosta a quella di un microchirurgo. Non ci resta, di questi tempi, che fare un grosso in bocca al lupo a Michele per il proseguimento di questa ormai storica attività, nella speranza che la tradizione non venga interrotta nemmeno dalle future generazioni! Silvia Rodeghiero Sabato 11 maggio 2013 l’Altopiano 16 La voce degli 8 Comuni La Grande Rogazione: il Giro del Nostro Mondo Sabato si avvicina e nella crescente trepidazione, giovani e adulti preparano scarponi e vettovaglie per compiere insieme anche quest’anno il rito che è probabilmente il più profondamente radicatonel sentire di asiaghesi e altopianesi. Possiamo dar per scontato che cosa significhi la Rogazione per noi, oppure cercar di comprendere le origini storiche e le prospettive future di questo rito e scegliere quindi con più coscienza masempre liberamente il significato che intendiamo attribuire al nostro camminare insieme. Credo che una riflessione sul senso di questa ritualità sia tanto più necessaria in questi ultimi anni, nei quali è dato rilevare con sano realismo l’esistenza di diverse “sensibilità” da parte di chi vi partecipa. Se infatti per alcune persone la processione riveste ancora un carattere sacrale e penitenziale, che si riassume nel far memoria della peste del XVII secolo, altri sembrano attribuire all’evento valori secolarizzati:di socialità, festivi e talvolta quasi sportivi.Vorrei cercare di mostrare che la presenza di un’evoluzione nell’attribuzione di diversi significati alla nostra Rogazione non deve affatto stupirci o spaventarci, ma costituisce invece la cifra dei fenomeni culturali in generale e della nostra processione in particolare. Sarebbe viceversa preoccupante se nulla mutasse, se la realtà si pietrificasse per sempre in qualcosa di cristallizzato e immutabile. La storia delle religioni ci aiuta a capire che anche in passato, in molte parti del mondo si è usato segnare l’inizio dell’anno, della stagione o del ciclo agricolo con una serie di cerimonie pubbliche, le quali manifestano l’importanza esistenziale che tali riti rivestivano e rivestono per molte popolazioni del mondo. In questo senso possiamo affermare che sin dalla nascita dell’agricoltura (datata con fonti certe a partire dall’VIII millennio a.C. in Mesopotamia, nella Cina Orientale e nella Mesoamerica) e soprattutto nella fase greco-romana della civiltà mediterranea occidentale, si svilupparono vari riti di processione campestre. Nel periodo romano, per esempio, Lupercalia, Lustratio, Robigalia ed Ambarvalia si costituirono come riti purificatori e/ o propiziatori in diversi periodi dell’anno, processioni dal carattere sacrale che contenevano al loro interno tutta una serie di altre ritualità. A partire dal IV secolo d.C., con la cristianizzazione dell’Impero romano l’istituzione ecclesiastica dapprima tentò di reprimere queste processioni, considerate espressione di paganesimo (da pagus, l’abitato rurale) per poi avviarne una lenta integrazione nel corpus dottrinale cattolico-romano. Così le rogazioni, parzialmente modi- ficate e assorbite dalla religione cristiana, son giunte sino a noi. Da un punto di vista squisitamente storico la rogazione di Asiago rientrerebbe nelle cosiddette rogazioni triduane (dispiegate su tre giornate) che furono istituite, secondo la tradizione ecclesiastica, da Claudiano Mamerto, vescovo di Vienne (nei pressi di Lione) nel V secolo d.C. Esse sono dette anche minori (per distinguerle dalle rogazioni maggiori, derivazioni dei Robigalia romani e istituite il 25 aprile sotto la protezione dell’evangelista Marco), o anche gallicane proprio per il fatto che Mamerto operò nell’attuale Francia. Le fonti documentarie al riguardo non mancano. Il vescovo Alcimo Ecdicio Avito di Vienne, consegnò alla memoria dei posteri l’operato del suo predecessore Mamerto, redigendo l’Homelia de rogationibus, dalla quale si comprende che gli anni del tardo V secolo furono tragici per molte popolazioni dell’esanime Impero romano. Mamerto pensò allora (474 d.C.) di imporre al suo popolo la penitenza e la preghiera, con l’esortazione ad eseguire per tre giorni, precisamente quelli precedenti la festa che fa memoria dell’Ascensione di Gesù al cielo, dei riti di processione. I Concili nazionali di Orleans, di Tours e di Lione (VI sec. d.C.) prescrissero che tali pratiche fossero diffuse in tutto il Regno franco e, da lì, in Spagna ed in Italia sulla scia delprogetto imperiale di Carlo Magno. A Roma le rogazioni gallicane furono introdotte a partire dal pontificato di Leone III (papa dal 795 all’816 d.C.), chedecretò così la dimensione universale delle rogazioni di Mamerto. Per quanto riguarda contenuto e prassi, è solo all’inizio del ‘500 che avvenne una loro formale e compiuta definizione, quando il domenicano Domenico Castellani (nel Liber sacerdotalis, Venezia 1523) riunì e integrò i testi e i canti liturgici della rogazione maggiore romana del 25 aprile, trasferendoli poi a quelle triduane-minori. Da quando questa formulazione passò nel Rituale romano, uscito dal Concilio di Trento e pubblicato da Paolo V nel 1614 d.C., l’uniformità dei riti dominò fino alla riforma del Vaticano II e quindi ad oggi. Nel passaggio da pagano a cristiano il rito mutò anche la sua funzione principale: dalle finalità propiziatorie e purificatorie diventarono preminenti quelle di ringraziamento-scongiura, con precisi ed evidenti riflessi sul rito stesso e soprattutto nell’atteggiamento dei partecipanti che passò sostanzialmente da festivo a penitenziale. Se guardiamo alle funzioni che possono venir attribuite a tali riti oggi, scopriamo che la presenza di diversi significati storici, personali e sociali è una ricchezza, che può aiutarci a chiarire che cosa rappresenti per noi la Grande Rogazione. Il significato principale e più noto è quello penitenziale per approfondire il quale occorre rivolgerci a considerare il luogo del Lazzaretto. Questo era il sito cimiteriale e di quarantena per i malati della pestilenza che colpì prevalentemente il Nord Italia intorno al 1630. La rogazione sarebbe stata quindi istituita, o modificata, nel senso di una richiesta di purificazione e ringraziamento al divino per il venir meno del suddetto flagello infettivo. Mi ricordava il Prof. Pesavento Nes che un elemento importante nel sottolineare tale funzione penitenziale, altrimenti latente negli ultimi anni, avvenne quando al principio di una Rogazione che si presagiva molto bagnata il Mons. Antonio Bortoli decise che “proprio per rinvigorire il significato religioso, che comporta anche sacrificio, la Rogazione si deve tenere con qualsiasi tempo”. In questo senso attribuire un significato religioso e penitenziale alla Rogazione significa anche promuovere un’omologazione spirituale alla condizione sofferente del Cristo, che si manifesta nell’imitazione etica ed estetica della Passione nella processione. Molto forte appare poi il ruolo di ridefinizione del territorio collettivo degli Slegar, e con ciò, dell’identità stessa della comunità asiaghese, attraverso la circumambulazione dei propri confini. In questo senso vi è nella processione un implicito intento conservativo di quelli che sono gli equilibri sociali e le strutture di gerarchia e di proprietà. Tutto origina dal fatto che ogni anno anche la comunità asiaghese deve fare i conti con i naturali eventi della vita (nascite, morti, matrimoni, …) che comportano dei mutamenti nell’assetto relazionale del gruppo sociale stesso. Tali “crisi” possono essere risolte anche attraverso questo “camminare insieme”, ed è proprio il “tema dell’insieme” a far da sfondo a diverse riflessioni che hanno insistito su questo significato del Giro del mondo. Giancarlo Bortoli ci ricorda ad esempio che “la Rogazione è anche affermazione dell’identità culturale dei «cimbri» di Asiago e dintorni, dunque un rito conservativo di cultura e tradizione di un popolo senza il quale «quel» popolo non sarebbe più tale ma una parte qualsiasi della popolazione italiana in fase di omologazione a quella europea”. Massimiliano Marangon sottolinea che il bisogno di definirsi come “alterità” rispetto a chi non è “indigeno” risulta essere “anche un modo per esorcizzare il rischio - più volte sperimentato di non esserci più nella storia come comunità, rifondando annualmente quel gusto di esistere come persone, famiglie, gruppi, che è, in uno, anche il piacere di riconoscersi come mondo ancora diverso dal resto di un’indifferente, e sempre più indifferenziata, umanità”. Sergio Bonato evidenzia che” al passare di questo giro, i recinti dei campi custoditi tanto gelosamente vengono aperti, quasi spa- riscono o vengono sospesi i sentimenti di possesso egoistico, per affermare il valore della solidarietà e della fraternità, oltre gli angusti vincoli di proprietà e di divisione”. Infine il caro Maestro Patrizio Rigoni ci ricordava come “la Rogazione sembra infatti ribadire, anno dopo anno, che siamo veramente gli uni degli altri sia nei momenti positivi sia ed ancor più in quelli negativi. Insieme, quindi, non soltanto alla Rogazione!”. In tempi di crisi ecologica ed energetica partecipare alla Rogazione può avere per alcuni anche una valenza di “riscoperta della natura” nel senso della possibilità di riscoprirsi parte dell’ambiente in cui si vive e non alienati consumatori e sovrani della natura. Avere la possibilità di faticare in una processione come la nostra, potendo immergersi per molti kilometri nella natura da poco risvegliatasi, può assumere il valore di un vero e proprio, nelle parole di Bonato, “pellegrinaggio attraverso la natura, quasi per riscoprire i rapporti essenziali di una comunità con l’ecosistema biologico in cui si è formata e sviluppata. Un pellegrinaggio nella fresca primavera di una giornata di maggio, quando il paesaggio di Asiago diventa una musica di onde gialle nel tenero verde che si perde all’orizzonte dei boschi confusi nell’azzurro del cielo. Un pellegrinaggio in cui si sente intimamente che la natura non è un serbatoio inesauribile di risorse da consumare (…), ma un grembo materno in cui non solo la vita umana, ma anche quella di ogni animale e di ogni vegetale trova origine, alimento ed energia”. Perciò anche attraverso la processione si tratta realmente di scegliere il proprio futuro come parte di un ambiente prezioso da salvaguardare. Infine, che lo si ammetta o meno esiste nelle processioni primaverili in genere così come nella nostra,una funzione di propiziazione cosmica e umana, nella quale le esistenze umane a quella naturale si connettono nella suggestiva metafora di “una marcia come un abbraccio” ideata dal nostro Rigoni Stern. L’Uomo sembra in tal modo essere cosciente del suo “essere solo un pezzo di terra” e in questo suo sentire intuitivo e profondo sembra desiderare la fusione con i propri simili nell’ostinata affermazione della vita, quasi rispecchiandosi nella stessa voluntas di vita della “terra in amore”, che emerge dall’ordine ricreante della primavera. Lo scambio delle uova, ad esempio, procede secondo uno schema che veicola un preciso significato ben descritto da Marangon: “la promessa di fecondità femminile, spesso avidamente ricercata dai maschi, esigeva comunque un loro impegno ad un legame, simbolizzato da un contro-dono (...) Il ribadire il confine e la perdurante complementarietà tra i due sessi è tuttavia uno dei tratti funzionali strutturalmente tipici della processione, anche ai nostri giorni: e questa sorta di latente conflitto limitato è anche segnato dal tono, che è talora quasi di sfida reciproca, dei canti dei cori maschili e femminili che, come un tempo (dove la divisione di genere incrociava quella territoriale) si snodano, alternandosi, durante tutto il percorso”. Esistono perciò nella realtà concreta del Giro del mondo anche questi momenti che possono essere visti come possibilità di carattere propiziatorio ed indirettamente pro-creativo, i quali manifestano nel possibile corteggiamento tra i giovani tutta la forza del risveglio primaverile. Malgrado qualcuno creda di poter fossilizzare un presunto significato originario della Rogazione, essa come fenomeno culturale è costitutivamente un insieme multiforme che si trasforma, per cui ogni tentativo di controllarne dogmaticamente il contenuto ne significherebbe probabilmente il soffocamento o la riduzione ad evento promosso da parte di un gruppo ristretto. Quello che risulta importante ricordare è che anche la Rogazione asiaghese, come qualsiasi altro prodotto culturale, è il risultato di un processo storico che vede lo stratificarsi nel tempo di fenomeni, pratiche e significati, la cui trasformazione è inevitabile e “naturale”. Le testimonianze che ho cercato di riportare ci fanno comprendere alcuni fondamentali elementi, indicativi del valore sociale e culturale di questa festa, che è una sintesi periodica di penitenza, propiziazione, ma forse soprattutto di riaffermata socialità tra parenti e paesani. Capiamo perciò che piuttosto che reclamare una presunta autenticità negli spazi angusti di appartenenze ideologiche risulta ben più utile acquisire consapevolezza e conoscenza dell’intreccio di significati che la Rogazione può possedere, nella cui trama ognuno rimane libero di scegliere i propri. Quest’anno, la Rogazione cade l’11 maggio, giorno che nel 1860 vide sbarcare i Mille di Garibaldi sulle coste di Marsala, evento dal quale deriva parzialmente il nostro essere italiani. Nell’emozione che ci portiamo dentro, qualunque siano i significati che ognuno deciderà di donare alla sua Rogazione, l’importante è che il nostro camminare insieme non si limiti ad un’abitudine o ad un vanto personale, ma sia invece simile a quello dei Mille, sia cioè ispirato da ideali di libertà e coesione, sia tra di noi che con l’ambiente e i luoghi che abbiamo il privilegio di abitare e la responsabilità di difendere. Giovanni Frigo Sabato 11 maggio 2013 l’Altopiano 17 La voce degli 8 Comuni Il Primo maggio di solidarietà: una festa in cui si sente la gioia di essere “gli uni degli altri” Una giornata di quelle che ti riempiono il cuore; per gli occhi incrociati, i sorrisi scambiati, i saluti, le battute, le risate, per il bene che circola nell’aria, che senti arrivarti dentro e che ti vien spontaneo dare. Ci ripensi, a distanza di qualche ora o di qualche giorno, e ti scorrono davanti i volti incontrati e le mani operose di chi ti ha messo sul piatto un pezzo di pizza o quell’assaggio di carne o quel la fetta di dolce, di chi ti ha allungato quel bicchiere di macedonia. E tra i volti due in particolare, di Antonio e di Sonia che c’erano in ogni cosa, in ogni posto, in ogni attimo di amicizia. Sensazioni ed emozioni di una festa di piazza il cui leit motiv è la solidarietà: la festa si fa per raccogliere fondi da destinare ad iniziative benefiche, alla festa si partecipa per dare il Sabato 11 maggio Ad Asiago si tiene la Grande Rogazione. Processione religiosa con partenza alle 6, ai rintocchi del Matio, dal piazzale del Duomo. Domenica 12 maggio A Camporovere la tradizionale Festa della “Fortaja coi sponsoi”. Alle 15.30 santa messa e benedizione delle auto, a seguire stand gastronomico a base di fortaia coi sponsoi, giochi vari per bambini e la 1^ gara degli aquiloni con premi per i tre aquiloni più belli e creativi. A Canove la Festa dell’Ascensione con Messa e pranzo all’aperto in località Cattedra Martedì 14 maggio A Gallio, nella sede di Polimedica Altopiano, con inizio alle 20.30, incontro sulla nutrizione clinica con la dott.ssa Paola Buoso medico chirurgo specialista in scienza dell’alimentazione. proprio piccolo contributo allo scopo. Quest’anno più che mai ce lo hanno ricordato gli amici di Carpi (Mo) con quello striscione e quei grembiuli con la scritta “Insieme per ricostruire”. “Da quando abbiamo avuto il terremoto - ci dicono - ci teniamo ancor di più ad essere presenti e ci rendiamo conto di quanta importanza abbiano le iniziative di solidarietà come questa”. Altri amici arrivano da Reggio Emilia, altri ancora da Castelfranco Veneto e da Vicenza. Sono qui perché conoscono Lorenzo Longhini, ideatore e principale organizzatore della festa, ma anche perché il circuito della solidarietà è diventato orami una grande famiglia e così ci si ritrova una volta di qua e una volta di là e una mano lava l’altra: oggi io Giovedì 16 maggio Ad Asiago, al Residence Des Alpes, per la serie di incontri informativi gratuiti promossi dalla sezione di Asiago dell’Associazione Alzheimer A.M.A.dOnlus è in programma l’incontro sul tema “I bisogni del malato e dei familiari nelle diverse fasi della malattia”. Giovedì 23 maggio Ad Asiago Alzheimer: vivere la quotidianità. Incontri informativi gratuiti promossi dalla sezione di Asiago dell’Associazione Alzheimer A.M.A.dOnlus. Temi della serata: L’importanza dell’ambiente per la persona con demenza, l’ausizio nella gestione del paziente con demenza. Residence Des Alpes ore 20.30 Sabato 18 maggio A Conco, il Comitato Biblioteca presenta: “In viaggio verso il Peru’ – Esperienze e racconti”, a cura di Antonio Paganin. Biblioteca Comunale – Sala Marco Poli – ore 20.45. A Lusiana, nell’ambito della Notte dei musei, visita guidata in notturna “Sgarbando sotto la luna” al Parco del Sojo, dalle ore 21.00 alle 24.00.Obbligatoria la prenotazione. Il ritrovo è presso la chiesetta del Covolo, abbigliamento sportivo e dotarsi di pila elettrica, euro 5,00 a persona. Domenica 19 maggio Ad Asiago, Mercatino dell’Antiquariato e del Collezionismo. Sabato 25 maggio A Gallio Agrighel Truck. Mostra espositiva di macchine agricole e forestali. Loc. Valbella dalle ore 10.00. A Conco Le associazioni Alpini e Donatori di sangue del Comune, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, inaugurano laCasa Alpina del Verde. Alle 15:00 ammassamento di fronte al piazzale del Rifugio Val Lastaro, alle 15:30 partenza della sfilata verso la Casa Alpina, in località Malga Verde. Sarà presente la Banda “Attilio Boscato” di Fontanelle. Alle 16:00 la Messa e a seguire saluto delle Autorità presenti e taglio del nastro. dono a te, domani tu doni a me. E’ una cosa grandiosa! All’ombra dei gazebo, i banchetti che non offrono da bere o da mangiare sono pochi e si distinguono: anche quest’anno ci sono gli Amici del cuore con il via vai di chi approfitta del servizio offerto dal dottor Cinetto e company ovvero la misurazione gratuita della glicemia. Al centro della piazza un banchetto vende il libro che raccoglie gli scritti di Patrizio Rigoni, su un cartoncino in bella vista una frase dell’indimenticato maestro che riassume al meglio lo spirito del Primo maggio di solidarietà: “Siamo gli uni degli altri”. La stampa del libro è stata finanziata dagli Amici di Antonio Pertile e Sonia Sartori; nel corso della Festa, Sergio Stella presidente del Comitato genitori che ha curato la pubblicazione, ha riconsegnato a Roberto Sartori, presidente degli Amici, i primi 2.500 euro raccolti con la vendita del libro. Il circolo virtuoso della solidarietà! I Blond Brothers e i Dogma 16 si sono alternati sul palco per garantire per tutto il giorno buona musica e le Tiracche Matte, duo di giocolieri, ha fatto divertire grandi e piccoli coinvolgendo nei loro numeri anche il pubblico. Vista la numerosa partecipazione e il divertimento generale, il bilancio in chiusura di giornata è ottimo e grande la soddisfazione. Appuntamento dunque all’anno prossimo: Lorenzo andava in giro a dire che l’impegno è troppo grosso e che questa era l’ultima volta, ma sembra proprio non ci creda nessuno! Stefania Longhini Sabato 11 maggio 2013 l’Altopiano La voce degli 8 Comuni 18 Sabato 11 maggio 2013 l’Altopiano 19 La voce degli 8 Comuni LUSIANA Il progetto giovani tra social day e teatro Costruire percorsi di partecipazione alla vita sociale del Comune sta alla base del coinvolgimento dei più giovani. A Lusiana da anni si lavora in questa direzione grazie al Progetto Giovani del Comune promosso dall’Assessorato alle Politiche Giovanili. L’obiettivo è quello di valorizzare la partecipazione attiva dei ragazzi della scuola media e superiore; le attività del gruppo sono coordinate da due operatrici della Cooperativa Adelante alla quale il Comune ha affidato l’incarico. Le operatrici si occupano di dare ascolto ai giovani, capire in che modo essi vorrebbero vivere il territorio, fornire loro gli strumenti per attivare il dinamismo e il desiderio di partecipare alla vita della comunità. I ragazzi si ritrovano settimanalmente nelle stanze messe a disposizione del Comune e hanno organizzato una serie di attività per rendere il proprio paese più vicino alle esigenze dei ragazzi più giovani. Ad aprile i ragazzi delle classi seconda e terza media di Lusiana hanno partecipato all’iniziativa del Social Day, un percorso di cittadinanza attiva delle giovani generazioni, insieme ai ragazzi degli Istituti Superiori sia del Bassanese che dell’Altopiano. Il Social Day è formazione, volontariato e raccolta fondi per progetti di impegno sociale (in Tanzania, Bolivia, Brasile, Sicilia) chiamando altri cittadini a sporcarsi le mani nel proprio paese in iniziative sociali. Le associazioni del paese (Protezione civile,Alpini, Mano d’ar- gento, centroAuser) insieme agli insegnanti dell’Istituto Comprensivo e al Comune sono state coinvolte in questa iniziativa per collaborare con i ragazzi durante le attività. I ragazzi più grandi del gruppo giovani di Lusiana “Quota 752” e di Conco “ConCoraggio” hanno partecipato al Social Day proponendo alla popolazione uno spettacolo teatrale dal titolo “‘Ndemo de novo a far filò”. Uno spettacolo creato in collaborazione con il Centro Anziani per creare un ponte tra le generazioni per recuperare le antiche tradizioni mettendo in scena il “Filò”. I ragazzi si sono cimentati nella ricerca delle tradizioni dei loro nonni e hanno scritto il copione. “Sia con il Social Day che con lo spettacolo teatrale “Ndemo de novo a far filò” i nostri ragazzi hanno dato prova di grande impegno e responsabilità mettendosi a disposizione del proprio paese con attività di volontariato a favore di progetti sociali e con una bella rappresentazione teatrale che ci ha fatto fare un divertente tuffo nel passato - spiega l’assessore alle Politiche Giovanili Sabrina Passuello - promuovere attività che coinvolgano i ragazzi più giovani rappresenta un’azione fondamentale per far crescere il paese e per fare in modo che i ragazzi si rendano cittadini attivi e partecipi della vita del paese”. Egidio Zampese CONCO A Conco la prima casa privata certificata “Casaclima Classe A” Il protocollo di certificazione energetica CasaClima, conferito agli edifici “virtuosi” che offrono confort abitativo, risparmio energetico e sostenibilità ambientale, sta acquisendo sempre maggiore rilevanza nell’ambito costruttivo. Al giorno d’oggi CasaClima non si limita più alla sola provincia di Bolzano, dove è nato, ma è già una realtà consolidata in tutto il territorio nazionale, e in alcuni casi anche fuori dai confini italiani. In Altopiano il primo fabbricato realizzato da famiglia privata certificato CasaClima classe A è sorto recentemente in Comune di Conco, località Caselli, a quota 800 slm. L’edificio è adibito ad uso residenziale unifamiliare, progettato e costruito cercando di coniugare il rispetto delle caratteristiche tipologiche locali con le esigenze tecnico-costruttive di efficienza energetica. Sabato 4 maggio, Silvano Zanella, presidente del CasaClima Network Vicenza-Bassano (associazione culturale che rappresenta CasaClima nel territorio Vicentino) ha voluto consegnare al committente del fabbricato Gianni Girardi il certificato e la targhetta CasaClima. Presenti per l’occasione anche il progettista architettonico geom. Nereo Ronzani, il progettista degli impianti e consulente CasaClima il perito Manuele Pettenon, il costruttore edile Diego Pozza e il costruttore impiantistico Lorenzo Lovison. Il Comune investe sul futuro dedicando attenzione ai giovani cittadini Si è svolta sabato 27 aprile nella Sala Consiliare del Palazzon una cerimonia durante la quale il sindaco Antonella Corradin insieme all’assessore Sabrina Passuello hanno consegnato a tutti i 30 nuovi nati del Comune un libretto postale come “Buono Nascita”, le borse di studio agli studenti che nell’anno scolastico 2011/2012 hanno conseguito i migliori risultati e la Costituzione della Repubblica Italiana ai neo maggiorenni. Il “Buono Nascita” è un contributo pensato per tutti i bambini nati nel 2012, sostegno che rientra nel programma di interventi a favore delle famiglie residenti nel Comune di Lusiana. La natalità del Comune fortunatamente è in aumento, nel 2010 i bimbi nati erano 23, nel 2011 sono stati 31 e mentre nel 2012 30. Dai piccoli Lusianesi si è passati poi alla consegna delle borse di studio agli studenti che si sono particolarmente distinti nell’impegno scolastico dell’ultimo anno di scuola media inferiore, superiore e università; i ragazzi premiati sono stati: Lara Pozza, Valentina Ava, Luca Brunello, Alberto Cantele, Gianmarco Dalle Nogare, Marta Xausa, Ilaria Garzotto, Sara Porro, Francesca Rubbo, Chiara Rubbo, Alberto Sartori e Chiara Sartori. A concludere la cerimonia la consegna delle Costituzioni della Repubblica italiana ai ragazzi che sono già diventati maggiorenni o lo diventeranno nel corso del 2013. Un gesto concreto per lanciare un messaggio di responsabilità verso i giovani cittadini che iniziano ad assumersi a pieno titolo diritti e doveri nei confronti dello Stato Italiano. E.Z. Aperta la stagione del Museo diffuso Anche se la primavera finora non è stata clemente, sono iniziate, dai primi giorni di aprile, le visite delle scolaresche ai siti del Museo Diffuso, in particolare al Villaggio Preistorico del Monte Corgnon e al Museo Palazzon. Quest’ultimo in continua evoluzione con l’allestimento di nuove spazi espositivi dedicati alla paglia, alla pastorizia e all’abbigliamento popolare. La rinnovata sezione della paglia ha sostituito quella precedente presentando al visitatore il ciclo della produzione, dalla preparazione del terreno alla semina nelle “piantele”, alla “fastugadura”, alla “dressa”, fasi che venivano eseguite proprio nei campi e nelle contrade di Lusiana. Borse e cappelli venivano poi confezionati nei vari laboratori sparsi da Conco a Marostica. La sezione della pastorizia presenta le sagome dei pastori ricoperti con il tipico “tabarro”, quelli esposti sono del Matìo Parlio, il pastore descritto in diversi libri di Mario Stern. Seguendo il filo di lana si rivive la vita quotidiana del pastore con il suo gregge. Queste nuove stanze verranno inaugurate domenica 19 maggio alle ore 17.00, mentre sabato 18 maggio, in occasione della Notte Europea dei Musei ,alle ore 20.45 verrà proiettato il video di Giovanni Rigoni Schirat : “Con i pastori Magonara dall’Adige al Portule”. Il video ha ottenuto un importante riconoscimento internazionale. Il museo Palazzon rimarrà aperto fino a tardi come tanti altri musei europei. Le attività proseguono per l’estate con un programma di varie escursioni sui luoghi della Grande Guerra nella zona di Granezza e di incontri letterari nei boschi raccontati da Mario Stern verso il Monte Corno. Altre escursioni sono previste nella Valle dei Mulini e nell’area delle calcare del Labiolo. Per i ragazzi ci saranno vari laboratori botanici al Giardino Alpino del M.Corno e altri dell’intreccio al Museo Palazzon. Aspettiamo tutti a partecipare alle iniziative e a visitare le nuove esposizioni. Per informazioni tel. 0424-407264 o www.museodilusiana.it o seguiteci su facebook Museo Diffuso di Lusiana per rimanere sempre aggiornati. l’Altopiano Sabato 11 maggio 2013 20 La voce degli 8 Comuni ENEGO - ELEZIONI AMMINISTRATIVE 26-27 maggio 2013 LISTA NUMERO 1- Insieme per Enego LISTA NUMERO 2 - Enego e le sue contrade “Un impegno fondato sul dialogo e sullo scambio di idee con i cittadini” “Obiettivo primario il rinnovamento del paese” Candidato sindaco: Fosco Cappellari Candidati consiglieri: Alfonso Menghini, Loris Frison, Alessandro Bussolaro, Stefania Nalon, Maria Teresa Goller, Lara Galvan. Rilanciare Enego. E’ l’impegno principale della lista “Insieme per Enego”; impegno attorno al quale ruota tutto il programma del gruppo capeggiato da Fosco Cappellari. “Enego è alle prese con problemi derivanti da decisioni non condivise, da ritardi, da scarsa iniziativa – spiega Cappellari – Sono caratteristiche comuni a molte zone di montagna ma che devono essere superate attraverso la collegialità territoriale; insieme l’Altopiano può essere forte, diviso rimane ai margini delle scelte politiche”. Tra le novità c’è la riduzione delle liste e, conseguentemente, il dimezzamento dei componenti del consiglio comunale dagli attuali 12 a 6 più sindaco; condivide? “Assolutamente no. Temo che in questo modo le varie anime paesane non potranno essere correttamente rappresentate. Sono convinto che l’artigianato, il turismo, il commercio e l’agricoltura siano componenti fondamentali del tessuto eneghese; sono intimamente legati tra loro, operano in definitiva verso un’unica finalità che è quella dello sviluppo del paese, ma senza una giusta rappresentatività si rischia di tralasciare aspetti importanti di questa strada improntata alla valorizzazione di Enego e di quello che sa offrire”. Com’è composto il gruppo che la affiancherà? “Ci sono volti nuovi come Lara Galvan, Stefania Nalon, Alessandro Bussolaro e Loris Frison abbinati a gente di comprovata esperienza come l’attuale capogruppo di opposizione Alfonso Meneghini e l’ex sindaco Maria Teresa Gholler. Infine ci sono io, geometra 59enne, che si divide tra Enego, ovvero casa, e Vicenza, dove ho molti lavori. Assicuro comunque, per togliere ogni dubbio, che qualora venissi eletto sarò sindaco a tempo pieno portando anche tutta l’attività lavorativa ad Enego proprio per stare vicino e a disposizione dei cittadini”. Quali critiche muove all’attuale amministrazione? “Anzitutto obietterei sulle aliquote dell’Imu che gravano pesantemente sulle attività produttive. Pur dichiarando che le imprese pagano il 4,6 per mille in realtà troppi pagano il 10,5 equiparando i locali aziendali alle seconde case. Ma tutto forse si può catalogare sotto la voce del poco ascolto delle persone, la non apertura ai suggerimenti o alle proposte fatte da chi non è considerato parte del gruppo di maggioranza. Come nel caso del progetto di Marcesina”. Appunto, lei è tra i fondatori del gruppo d’opinione che si è opposto al progetto. “Non tutto il progetto sia chiaro; riteniamo il progetto valido in molte parti. Bene il restauro degli edifici pubblici e dei manufatti della Grande Guerra. Bene la valorizzazione delle torbiere, l’istituzione di percorsi didattici, la sistemazione della viabilità. Però 900 posti auto per affrontare un periodo di grande afflusso ridotto a poche settimane lo riteniamo uno spreco. Questi soldi possono essere spesi in maniera più proficua come l’interramento delle linee elettriche o portare l’acqua potabile alle malghe. Il turista cerca sempre più la genuinità nell’ambiente così come nei prodotti; dobbiamo quindi valorizzare il nostro grande patrimonio naturalistico partendo dal- La lista è uguale nel nome e nel simbolo, ma profondamente cambiata nei nomi che la costituiscono Candidato sindaco: Igor Rodeghiero Candidati consiglieri: Manuele Caregnato, Loretta Guzzo, Gianluigi Rossi, Pietro Scalco, Sonia Caregnato, Gaetano Spagolla le malghe che possono costituire un volano economico e turistico importante da dove iniziare il definitivo rilancio del paese”. Altri obiettivi che ritenete fondamentali? “L’istruzione e il potenziamento dei servizi offerti alle famiglie e agli anziani. In più intendiamo porre grande attenzione ad ogni valida iniziativa, sia turistica sia che possa favorire la creazione di occupazione. Vogliamo dedicarci all’agricoltura spendendoci per la ricerca di fondi e finanziamenti regionali, statali ed europei preoccupandoci poi di farli conoscere ai nostri agricoltori. C’è poi il sociale che necessita di grande attenzione soprattutto in questo momento di grande difficoltà”. Quale è, secondo voi, la caratteristica che dovrebbe far prevalere la preferenza degli elettori eneghesi sulla vostra lista? “La ferma volontà di instaurare un rapporto di fiducia con i cittadini; uno scambio d’idee franco e sincero che coltiveremo con l’organizzazione di incontri periodici con gli abitanti volti a formare, informare e raccogliere informazioni. Vogliamo rinsaldare le divisioni create proprio per la mancanza di dialogo, per le scelte dettate senza il coinvolgimento della popolazione. Tornando al discorso iniziale sulla riduzione dei consiglieri, proprio ora più che mai serve la collaborazione dell’elettorato e vedute ampie per promulgare politiche lungimiranti e durature”. Gerardo Rigoni Igor Rodeghiero è stato eletto sindaco di Enego nell’aprile del 2008 raccogliendo il 59,76 per cento dei voti ed ereditando una comunità profondamente divisa; una divisione che aveva portato al commissariamento del Comune e al blocco di servizi ed opere. Ora Rodeghiero si presenta nuovamente alla guida della lista “Enego e le sue contrade” uguale nel nome e nel simbolo, ma profondamente cambiato nei nomi che la costituiscono. Su sei candidati consiglieri presenti nella lista troviamo solo 2 degli attuali assessori ma non per questo Rodeghiero vuole che si pensi che ci siano stati contrasti interni. “Voglio sottolineare come non ci siano stati dissidi o defezioni – spiega – Anzi, adesso, con il ridimensionamento degli enti locali imposto dallo Stato che ci costringerà a lavorare “con le ridotte”, chi non è più in lista nominalmente rimane parte del gruppo per portare avanti il lavoro fin qui fatto. Credo che l’immagine più giusta sia quello della squadra di calcio che vince la coppa; la vittoria ed i risultati raggiunti sono merito anche di chi sta in panchina pronto ad entrare in campo appena ci sia la necessità. Se siamo riusciti a fare molto è anche grazie a chi ci sosteneva, chi lavorava “dietro le quinte”, chi si è speso per la comunità. I nostri successi sono soprattutto loro”. Ci presenti la sua lista. “Sono sei persone che credo rappresentino molti aspetti della nostra comunità; il commercio e il turismo con Pietro Scalco, lo sport con Sonia Caregnato, i prodotti tipici con Gaetano Spagolla, la protezione civile e il volontariato con Gianluigi Rossi oltre agli assessori per il sociale Loretta Guzzo e per il territorio Manuele Caregnato”. Qual è lo spirito che anima Enego e le sue Contrade? “Come 5 anni fa puntiamo a rinnovare il paese; rinnovamento inteso come partecipazione comunitaria scollegata da vecchie logiche clanistiche ma anche rinnovamento dell’economia turistica e artigianale, rinnovamento nella promozione della nostra terra, rinnovamento nel far conoscere la nostra storia, le nostre eccellenze, la nostre tipicità”. Igor Rodeghiero è conosciuto per il suo dinamismo e la sua caparbietà; cosa lo rende orgoglioso del suo mandato, cosa non è riuscito a fare e quali sono le prospettive future? “Sono orgoglioso di aver prodotto oltre 9 milioni di euro di investimenti e altri 7 milioni in via di progettazione o di finanziamento. Un’operosità che ha aumentato di 10 volte l’attività degli uffici finanziari, istituzionali, sociali e di vigilanza e di 4 volte le determine dell’area tecnica. Un trend di crescita e di sviluppo tra i primi nel Veneto. Tradotto sono 34 opere finite e 12 finanziate ed in corso di ultimazione o di progettazione definitiva; sono opere per 9.398.511 euro di cui 6.416.601 euro di contributi e 2.699.264 euro di fondi propri. Vogliamo proseguire su questa strada e dopo la riqualificazione del paese vogliamo rivolgere la nostra attenzione al territorio con progetti di ampio respiro in particolare nelle zone boschive e montane senza trascurare l’abbellimento urbano con il progetto di recupero totale del castello. Il cruccio forse è quello di non vedere completato il progetto Marcesina bloccato da dissidi tra province e Regioni. Sarebbe stato bello presentare il risultato di un lavoro difficile mettendo a tacere tante illazioni scorrette”. Ecco, appunto, il progetto Marcesina: come sta evolvendo l’intricata vicenda che da anni la impegna? “Con il via libera definitivo dei fondi Odi finalmente si parte; sono già stati appaltati 4 stralci. Un progetto poi osteggiato perché mai approfondito; molti lo hanno giudicato senza mai chiedere copia del progetto per poi formulare critiche frutto di pregiudizi. E’ invece un progetto fondamentale per la salvaguardia della piana e, nello stesso tempo, per la sua promozione turistica con ricaduta benefica sul paese. La piana attualmente è soggetta nei periodi estivi ad un flusso turistico abnorme che un eco sistema così delicato fatica a supportare. Una vera invasione simboleggiata dai 20 mila euro annui che il Comune deve sborsare per raccattare e convogliare i rifiuti abbandonati sulla piana stessa. Quello che, secondo me, dà fastidio è la regolamentazione degli accessi, l’imposizione finalmente di regole laddove prima esisteva il far west, le zone riservate ai beneficiari di usi civici. Sono azioni che dichiarano apertamente una riacquisizione della piana da parte degli eneghesi e questo fa rabbia a chi finora ha sempre fatto ciò che ha voluto”. L’asso nella manica? “Sono tre: il primo è la dimostrazione che abbiamo governato in maniera oculata dove, a fronte di investimenti per oltre 9 milioni, abbiamo ridotto l’indebitamento complessivo comunale di 115 mila euro e lasciato un avanzo di bilancio al 31 dicembre 2012 di oltre 172 mila euro; il secondo, l’assoluta mancanza di interessi privati nelle scelte amministrative: il terzo, il progetto malghe. Un progetto da 1,6 milioni di euro che riqualificherà e recupererà tutto il nostro patrimonio di malghe sia sotto il profilo turistico sia sotto quello dell’attività imprenditoriale agricola dove si cercherà di favorire la diversificazione delle attività in chiave di aumento della redditività delle imprese agricole attraverso l’istituzione di attività agrituristica ma anche di ricettività prevedendo pernottamenti e lasciando spazio poi ad attività collaterali come d’estate escursioni guidate o uscite fitness e d’inverno ciaspolade o raid sciistici”. Gerardo Rigoni Sabato 11 maggio 2013 l’Altopiano ENEGO All’artigiano emigrante il San Giuseppe d’oro La consueta ed attesa sagra di Fosse di Enego del primo maggio si è svolta anche quest’anno con buon successo grazie alla bravura ed alla tenacia degli organizzatori, che riescono sempre a creare una piacevole ed invitante atmosfera familiare. La tradizionale festa è giunta quest’anno alla sua 40^ edizione, alla 14° per quanto riguarda il premio del S. Giuseppe d’oro, e a questo proposito è stato giustamente consegnato un riconoscimento a colui che più di ogni altro rappresenta il 1° maggio a Fosse, Giacomo Caregnato, infaticabile organizzatore della festa. Come vuole la tradizione, dopo la Messa delle 10, sono stati premiati i ragazzi delle scuole medie e superiori, che nello scorso anno scolastico hanno ottenuto un buon punteggio. Alla presenza della prof.ssa Dell’Aquila per la Scuola secondaria di 2° grado, di Andrea Dalla Palma in rappresentanza della Coldiretti e di Sabrina Galvan del Comitato Genitori, sono state consegnate borse di studio a: Aurora Caregnato, Noemi Finco, Anna Gabrieli, per le medie, Anna Dalla Costa per le scuole superiori. Sempre riconoscendo un importantissimo e delicato ruolo nella formazione ed educazione dei più giovani, sono stati consegnati dei presenti alle suore della congregazione delle Dimesse, che per tanti anni hanno gestito la scuola materna di Fosse, crescendo tanti bimbi ovvero le suore Lucia, Mercedes, Narcisa, Nicoletta, Alberta, Eleonora, Maddalena, Clelia e Lina, queste ultime due presenti alla cerimonia. Quindi è stato festeggiato il 10° anno di vita del gruppo di volontari del 118, che hanno creato l’Associazione Monte Lisser, sempre attiva in paese 24 ore su 24. Infine si è svolta, alla presenza del sindaco Rodeghiero, la premiazione del San Giuseppe d’oro, che da 14 anni riconosce il ruolo svolto da un eneghese che si è distinto in ambito lavorativo. Quest’anno la commissione che si occupa di proporre e decidere a chi conferire l’ambito premio ha concordato, all’unanimità, di assegnarlo nuovamente ad un artigiano, Gino Bertizzolo. Testimone ancora di quella generazione che doveva, stando a ferree e rigide regole, e lavorando duro, trovarsi uno spazio in un paese straniero, per dare una mano a casa e per assicurarsi un futuro: un emigrante. Nell’officina di casa, Gino apprese dal padre, fontaniere, idraulico, fabbro, lattoniere e maniscalco, l’arte della lavorazione del ferro e di altri materiali. All’età di 17 anni, dovette emigrare in Svizzera per un decennio, dove perfezionò l’arte del “plombier”(idraulico) e lattoniere, apprendendo e affinando nuovi tipi di lavorazioni di materiali, fondamentali per la sua futura attività, che oggi viene perpetuata con successo dal figlio, una tradizione familiare giunta alla 3^ generazione. Stefania Simi 21 La voce degli 8 Comuni GALLIO Sara e Fabio, due cuori e una divisa Due cuori e una divisa, quella da arbitro! Sara Bianca Pertile e Fabio Manfio, di Gallio, marito e moglie, sono uniti anche dalla profonda passione per il calcio che li ha portati a frequentare insieme e quindi a superare il corso per arbitri tenutosi da ottobre a dicembre 2012 a Bassano del Grappa. A febbraio la prova del campo per entrambi con l’arbitraggio della prima partita: Sara ha diretto ASD Facca –Virtus Romano (categoria Giovanissimi); Fabio invece, sempre per la categoria Giovanissimi, si è cimentato nell’incontro San Vito Bassano – Villaggio San Lazzaro. Una grande emozione e un grande impegno, non senza difficoltà: in campo servono massima attenzione, preparazione fisica oltre che tecnica, polso con i giocatori e, cosa più difficile, la capacità di prendere la decisione giusta in soli tre secondi. Inevitabile dunque qualche sbaglio, ma tutto serve per imparare e maturare esperienza. Sara che, a 31 anni, è contenta di potersi cimentare in questa sfida è da sempre appassionata di calcio: grandissima tifosa, è stata negli ultimi anni segretaria dell’ASD Gallio. Una passione che, fin da piccola, le ha trasmesso suo padre portandola con se su- gli spalti. Poi è arrivato anche l’impegno in prima persona come dirigente nella società calcistica del suo paese. Ora però, con la nuova qualifica, ha dovuto dimettersi dall’incarico di segretaria. A proposito: Sara ringrazia di cuore l’ACD Gallio per le congratulazioni e gli auguri fatti a lei e a Fabio per questa nostra nuova avventura. Anche dal di fuori, la nostra donna arbitro continua comunque a seguire con grande interesse l’attività calcistica altopianese, specie quella giovanile e in modo ancor più particolare dei “boce” allenati da suo padre Giandomenico. Importante per lei, per crescere ed imparare, è sicuramente lo scambio di idee, di opinioni e d’aiuto con suo marito Fabio. Lui è già andato a veder- la qualche volta, dandole degli ottimi suggerimenti. Fabio è già arrivato ad arbitrare anche la categoria Juniores. Sara per il momento varia tra esordienti e giovanissimi. Non è ancora riuscita ad assistere ad un arbitraggio di suo marito anche perché si devono dividere pure i “compiti familiari” soprattutto la gestione di Evan il loro bambino che ha appena compiuto un anno. E quando sono impegnati entrambi, per fortuna ci sono sempre i nonni. Se tra gli associati all’AIA di Bassano del Grappa insieme a Sara c’è una quindicina di donne di varie età e sui campi da calcio diventa sempre più frequente la presenza di donne arbitro, un primato è indiscutibilmente suo: è la prima donna arbitro dell’Altopiano di Asiago. La sua intenzione è quella di vivere al meglio questa esperienza, cercando anche di divertirsi. Già è molto contenta di essere entrata a far parte dell’AIA Bassano che è come una grande famiglia. Bello il ritrovarsi insieme per incontri di approfondimento o anche per fare festa, conoscere tanta bella gente e godere di una bella opportunità di crescita e di arricchimento personale. Fare l’arbitro significa, per Sara come per gli altri, anche disciplina personale, significa acquisire un nuovo stile di vita perché l’arbitro è di fatto un atleta che ha bisogno di allenamento fisico e di un buon regime alimentare. Ora,quando guarda una partita o quando la arbitra, Sara non piò fare a meno di pensare a quante volte da tifosa ha contestato gli arbitri e quante imprecazioni ha rivolto verso di loro. Solo mettendosi dall’altra parte è riuscita a capire le difficoltà di questo ruolo e quanta preparazione esso richieda. Per fortuna al corso per arbitri insegnano anche a non ascoltare mai quello che dice il pubblico e ad andare avanti cercando di fare sempre il meglio con fermezza e autorità. Stefania Longhini Agrighel Truck, in località Valbella una mostra di mezzi agricoli e forestali Torna anche quest’anno a Gallio la tradizionale Gara di Tiro con carabina, giunta alla 17^ edizione. L’appuntamento è per sabato 25 e domenica 26 maggio in località Valbella. Una due giorni che si propone con una bella ed interessante novità: la manifestazione sarà infatti arricchita dall’abbinamento con una mostra di macchine agricole dedicate in particolare all’agricoltura montana e di macchinari per il lavoro boschivo. La volontà è quella di esporre le attrezzature più moderne attualmente sul mercato e di creare un momento privilegiato di contatto tra commercianti e utilizzatori, nonché un’ulteriore attrattiva per turisti e residenti. “Sarà - sottolinea il sindaco Pino Rossi - un’occasione per dare risalto al settore primario altopianese e ai suoi pregiati prodotti”. L’inaugurazione dello spazio espositivo è prevista alle 10.30 di sabato 25 maggio. La mostra rimarrà aperta tutto il giorno fino alle 18.30. Domenica l’orario di apertu- ra sarà dalle 10 alle 18 con due momenti assolutamente da non perdere: alle 11 una dimostrazione di cavalli da tiro e alle 14.30 lo show dei boscaioli. Durante tutta la durata della manifestazione sarà aperto uno stand gastronomico curato dall’associazione Alpini di Gallio. La manifestazione è organizzata dal Comune di Gallio, dai Cacciatori di montagna di Gallio e dall’associazione Pro Gallio con il patrocinio di Comunità Montana, Coldiretti Vicenza e Associazione Provinciale Allevatori di Vicenza. l’Altopiano Sabato 11 maggio 2013 22 La voce degli 8 Comuni CULTURA Notte dei Musei in Altopiano Nella notte tra il 18 e 19 maggio i Musei di tutta Europa si mostreranno nella seducente veste serale. Per l’Altopiano aderiscono Corbin e Museo dei Cuchi. L’evento è patrocinato dall’Unesco e dal Consiglio d’Europa Con la primavera, che per quanto riguarda temperature e tempo soleggiato non sembra rispettare il calendario, ritorna anche l’appuntamento con la Notte Europea dei Musei. La manifestazione è promossa dal Ministero per la Cultura francese e coinvolge 40 paesi del Consiglio d’Europa, tra cui l’Italia. E’ un’iniziativa che intende proporre un nuovo modo di an- dare al museo e di scoprire questi luoghi sotto una veste diversa, che il fascino della notte riesce a conferire loro. Ormai è un appuntamento tradizionale, a cui l’ente “Musei Altovicentino” ha aderito sin dalla prima edizione nel 2005, ma rimane un evento sempre capace di rinnovarsi. Nella magia della notte di primavera, i musei, gli spazi attorno ad essi, le nostre stesse città diventano teatro di incontri ed eventi e si trasformano in luoghi vivi, ricchi di emozioni legate alla storia, al territorio e all’arte. Sull’altopiano di Asiago numerose realtà museali fanno capo al Centro Servizi che ha sede a Malo, tuttavia quest’anno solo due hanno aderito all’iniziativa, si tratta del Museo dei Cuchi e del Mu- Cansiglio Terra Cimbra Non tutti sanno che il Cansiglio, zona di montagna situata tra la provincia di Belluno e la provincia di Treviso, è una terra interessata dalla tradizione cimbra. Sappiamo, anche in base alla documentazione storica, che verso la fine del 1700 e nel primo 1800, gruppi di famiglie di Roana che lavoravano nei boschi e nell’artigianato del legno, poiché non trovavano sull’altopiano risorse sufficienti per vivere, si sono trasferiti, prima temporaneamente e poi definitivamente, nei boschi del Cansiglio. Erano famiglie con i cognomi di Azzolini, Slaviero, Bonato, Gandin, tutte provenienti dalla contrada Roana di sopra. Andavano e venivano dal Cansiglio a piedi, con carriole e con carretti. Ora i discendenti di queste famiglie vivono in diverse zone delle provincie di Belluno e di Treviso e conservano con i loro cognomi anche la memoria delle loro origini, pur avendo perduto l’uso della lingua cimbra. Un articolo scritto da G. Zanussi nel 1928 sulla rivista “La vie d’Italia” presenta diverse informazioni storiche e geografiche su questa montagna del Cansiglio. Un articolo ricco anche di belle suggestioni. Esso inizia: “Al bosco del Cansiglio, come a tutti i capolavori che sono usciti dal tormentoso travaglio dell’uomo o dal fecondo grembo della natura, bisogna accostarsi lentamente…” Nel bosco si entra come in un “lembo di mistero e di sogno”. “Faggi enormi, che superano i trenta metri, talmente vicini da nascondere quasi la volta del cielo, attraverso il quale le loro cime e i loro rami frondosi, come supplici braccia umane, par si cerchino avidamente; abeti e larici lunghi e sottili, allineati in bell’ordine come le colonne di un tempio, sfumanti a piramide nell’azzurro; e tra questi e quelli, folte macchie, ispidi cespugli, piccole radure, ove il sole riesce finalmente a irrompere come un riso perlaceo di gioia; e tutto intorno, un senso profondo, augusto, religioso di pace… La visione che se ne riceve è ineffabile; e l’anima, scrigno profondo di intime gioie che valgono tutti i gioielli del mondo, la serba gelosamente per sempre.” Seguono notizie storiche che in gran parte sono comuni all’altopiano, come i rapporti con la Repubblica di Venezia, il passaggio sotto il Regno d’Italia, le distruzioni della Grande Guerra, gli inizi del movimento turistico (anni Venti del secolo scorso). Il Cansiglio era rinomato per il legno da remi: una relazione del 1500 dice che esso era considerato “il più bello per remi che sia in molti altri luoghi.” Dopo il maggio 1915 il Cansiglio diede oltre 300 mila metri cubi di legname per le necessità della guerra. Accennando al legame con la tradizione cimbra, l’articolo di Zanussi riporta come: “Un altro elemento pittoresco e caratteristico del Cansiglio è dato dai “scatoleri”, poche centinaia di individui semplici, laboriosi e frugali, di origine tedesca (Cimbri) emigrati dall’Altopiano dei Sette Comuni all’inizio del secolo scorso, che vivono in misere case di legno, raccolte prevalentemente nei pressi del Reggio Palazzo Vallorch, Le Rotte, ai Pich, Pian Osteria, Campon e Pian Canaie, dedicandosi quasi esclusivamente alla fabbircazione di scatole e crivelli. Sino a non molto tempo fa, essi parlavano a stento l’italiano e, non emigrando e non contraendo matrimonio che tra loro, costituivano una specie di comunità totalmente separata dalle popolazioni dei luoghi contigui. Oggi questo stato di cose è in parte cambiato, benchè nel complesso gli “scatoleri” continuano a fare vita a sé e a evitare per quanto è possibile, relazioni e contatti con i vicini…” I cimbri del Cansiglio sono oggi costituiti in una associazione che fa parte del Comitato delle associazioni culturali cimbre. Essi svolgono diverse attività. In stretto rapporto con l’Istituto di cultura cimbra di Roana promuovono la lingua cimbra, organizzano feste, corsi di lingua cimbra, realizzano pubblicazioni come “TzimbarBint” (Vento Cimbro), un periodico di informazione e di cultura in cui si sente vivamente il loro orgoglio di sentirsi legati all’identità cimbra. Sergio Bonato seo Storico Militare Forte di Punta Corbin. Sabato 18 maggio l’esposizione di figuli a Treschè Cesuna resterà aperta con orario serale dalle 20,30 alle 23,30, con possibilità di visite libere o guidate. Per quanto riguarda il Forte Corbin l’orario è dalle 14,00 alle 19,00, qui la famiglia Panozzo, proprietaria della struttura, ha organizzato un incontro con splendidi rapaci accompagnati da esperti istruttori. Ai presenti verrà spiegato il mondo di questi volatili, le loro caratteristiche e le tecniche di addestramento. Nella splendida cornice naturale del Corbin, affacciandosi al ciglio che sprofonda nella Valle dell’Astico, sarà possibile ammirare il volo dei selvatici. L’ingresso al forte è gratuito. In loco possibilità di usufruire di bar e cucina. Per informazioni e prenotazioni: 349.2685543. Giovanni Dalle Fusine A Rotzo uno straordinario concerto di musica brasiliana e argentina Una particolare serata è in programma a Rotzo giovedì 16 maggio alle 20.30 nella chiesa parrocchiale. Organizzata dal Comune di Rotzo in collaborazione con la Parrocchia, con la Pro loco, con l’Associazione Musica Altopiano e l’Istituto di Cultura Cimbra, l’appuntamento vede l’intervento di un qualificato gruppo di musica sudamericana impegnato in una tournèe in Italia e in Europa, iniziativa patrocinata e sostenuta dal Ministero della Cultura del Brasile. Saranno a Rotzo Alejandro Brittes, con la sua fisarmonica ricca di sonorità antiche e nuove, Andrè Ely e Lucas Rocha, con le loro straordinarie chitarre a sette corde. Alejandro Brittes ha inciso 7 cd, ha composto oltre 50 canzoni, ha riscosso successi in diverse parti del mondo. Egli è uno dei principali interpreti del Chamamè, una fusione di musica europea e di ritmi guaranis, un mantra nella cultura musicale brasiliana. La sua musica è piena di profumo della terra sudamericana, piena di vento della Pampa, di calore della vita e del folklore popolare; è piena di sapore della cultura brasiliana e argentina, tra la nostalgia della tradizione e il gusto creativo contemporaneo. “Con questo concerto – dice il sindaco Lucio Spagnolo – il Comune di Rotzo vuole anche ricordare i suoi emigranti che si sentono ancora fortemente uniti alla loro terra d’origine, impegnati ad avviare un gemellaggio tra i paesi di Rotzo e di Antonio Prado nel sud del Brasile”. La serata è ideata e coordinata da Fernando Roveda, un emigrante veneto in Brasile, autore di diverse iniziative nel campo delle relazioni tra Veneto e Brasile, animatore tra l’altro di un documentario sul dialetto veneto e sul cimbro in brasile. Sergio Bonato Sabato 11 maggio 2013 l’Altopiano 23 La voce degli 8 Comuni CINEMA Hemingway e l’Altopiano Serata in giallo al Grillo Parlante Il gruppo Made as Rage del laboratorio teatrale scolastico dell’Istituto Superiore di Asiago ha messo in scena, con successo, uno spettacolo costruito su due testi di Agata Christie. Sabato 18 maggio, alle 20.30, si replica al teatro di Canove Ancora una volta la compagnia teatrale dell’Istituto Superiore di Asiago ha fatto centro. Tutto esaurito al “Grillo Parlante”, la sera del 4 maggio, con Dieci piccoli indiani e Delitto sul Nilo di Agatha Christie. Il pubblico è stato sequestrato per tre ore: questa la durata di un lavoro-fiume, in cui si doveva rendere merito ai 30 ragazzi coinvolti, tra attori, scenografi e tecnici. La scelta dei due testi della Christie e il loro intrecciarsi si sono imposti fin da settembre, quando una folla di aspiranti attori e scenografi si è presentata all’appello del trio AllodiAmort-Borgo che da anni tiene le redini del laboratorio teatrale scolastico “MADE AS RAGE”. Dinanzi a tanta grazia bisognava correre ai ripari di una scrittrice d’eccezione e lavorare di fino a intersecare due testi abbastanza capienti da offrire una parte a ogni attore e tra loro coerenti. Ecco il perché di questi due titoli, accomunati dalla claustrofobia dell’isolamento, dal rimpiattino delle colpe e delle accuse, dal sapore amaro della vendetta. Il lavoro si è snodato lungo due percorsi compresenti, destinati a rispecchiarsi l’uno nell’altro. I ragazzi, a turno, sono stati artefici di uno di questi e tifosi dell’altro; hanno sperimentato la reciprocità, trepidato al quadrato. Per sette dei nostri attori, scenografi e tecnici storici, Angela, Anna, Federica, Francesca, Cristian, Matteo e... Matteo, oggi alle soglie dell’Esame di Stato, è giunto il momento di passare il testimone alle nuove leve (promettenti e numerose, appunto), di migrare verso altri traguardi. Difficile lasciarli andare, difficile spiccare il volo dopo aver dato e ricevuto tanto. Chi li ha visti lavorare penserà sempre a loro con un sorriso di gratitudine. Non possiamo che augurare loro, di questi tempi, …di cambiare il mondo! A noi che restiamo, il compito di cambiare nuovamente meta (inutile dirvi che è già in cantiere il lavoro per l’anno prossimo), di continuare ad alimentare gli entusiasmi, di insegnare l’arte umile e vigile del labor limae. Perché questo si fa in scena: si impara a sbagliare e a rialzarsi, a credere in sé e negli altri. In scena si gioca a vivere secondo schemi inediti e condivisi. Mentre gli attori conducevano gli spettatori sul filo della suspence, dietro le quinte imperversava l’emozione come un piovasco rigenerante e bizzarro: bisbiglìo di scenografi–risolvi-tutto che amministravano quei dettagli impalpabili senza i quali nulla sarebbe visibile; borbottìo scaramantico di battute stralette su copioni lisi; disperazioni passeggere (“Qualcuno ha visto il mio copione?” “Quante statuine sono rimaste in scena???” “Come facciamo a raccogliere il proiettile?” “No, il sipario no!” “Buio, bip, buio!” etc. etc.) ... Ricordi. Questo resta. Ricordi impagabili: quello di sentirsi impastati come l’acqua e la farina; quello delle attese fuori scena, dove l’adrenalina si taglia a fette; quello di un sorriso che dice più di tante parole; quello delle nuvole di talco tra le righe. Luce! Musica! Si replica presso il Teatro di Canove sabato 18 maggio alle ore 20:30! Vi teniamo un posto? Silvia Borgo Tra i tanti capolavori dell’ambito cinematografico, approda quest’anno agli occhi dei telespettatori un film lungometraggio della durata di ottanta minuti, dedicato al noto scrittore del ‘900, Ernest Hemingway, prodotto dalla Venice Film Production, in collaborazione con la Regione del Veneto, la Treviso Film Commission e la RunningTv International. “My name is Ernest. Hemingway e l’Italia”, il titolo scelto dal regista padovano Emilio Briguglio per raccontare i momenti di vita salienti che il noto scrittore trascorse in Italia ed in Veneto durante il primo conflitto mondiale e la successiva vacanza. Il lungometraggio, fa riferimento, nel particolare, a due periodi precisi che segnarono la vita di Hemingway, narrati in: “Addio alle armi” e in “Di là dal fiume fra gli alberi”. Il primo periodo, in cui Hemingway approda per la prima volta in Italia nel ’18, come volontario della Croce Rossa Italiana, vede il suo ferimento a Fossalta di Piave, e il suo successivo innamoramento per l’infermiera Agnes. Il suo ritorno vacanziero in Italia nel ’48, narrato tra Caorle, Venezia e Cortina, lo rende, invece, nuovamente protagonista dell’ innamoramento per la nobildonna Adriana Ivancich. Numerose le riprese, effettuate nel mese di ottobre in tutto il Veneto, nelle città di: Venezia, Caorle, Chioggia, Torre di Mosto, Padova, Abano Terme, Verona, Nervesa del- la Battaglia e Fossalta di Piave. Seppur non vi siano scene girate ad Asiago, tutta la prima parte, relativa alla Prima guerra mondiale riporta l’atmosfera di quei luoghi dell’Altopiano dove lo stesso Hemingway ha combattuto e che chiaramente ricorda così: “Vorrei essere seppellito sull’Altopiano, dove li abbiamo battuti, sul Grappa, sull’angolo morto di qualsiasi pendio, crivellato di granate, purché mandino le vacche a pascolare... » nel libro “Di là dal fiume e tra gli alberi”. Le riprese, sono state condotte dall’ormai consolidato cast di Briguglio, con la sceneggiatura di Riccardo Fabrizi, la fotografia diretta da Lorenzo Pezzano, la scenografia di Antonio Panzuto con la partecipazione di attori d’eccezione scelti in seguito ad un cast tenutosi tra Padova e Roma. Un film che ha già ottenuto l’eleggibilità come film d’interesse culturale da parte del MIBAC (Ministero dei Beni e le Attività Culturali), che vi cullerà in un viaggio pieno di emozioni alla scoperta di quell’epoca. Giulia Rossi l’Altopiano Sabato 11 maggio 2013 24 La voce degli 8 Comuni CALCIO - 3^ CATEGORIA Lo Stocca affronta la partita che vale un’intera stagione Tutti pronti per festeggiare la promozione dello Stoccareddo in seconda categoria: manca infatti un punto soltanto al raggiungimento dell’obiettivo. Era questo il tema principale della gara in programma domenica 5 maggio all’ impianto comunale di Gallio ma il maltempo ci si è messo di mezzo e ha costretto l’arbitro, in accordo con i capitani delle 2 squadre, a rinviare la partita tra gli altopianesi e il San Lazzaro Santa Croce, penultimo della classe con niente più da dire in questo campionato vista l’impossibilità di raggiungere posti di classifica migliori. Festa dunque rinviata a sabato 11 maggio sempre che i bianco blu riescano a conquistare almeno quel fatidico punto per assicurarsi la vittoria in campionato e il passaggio alla categoria superiore. Giocatori, staff, tifosi sono tutti in fermento per l’attesissima partita. I magici supporters quest’anno non hanno mai deluso le aspettative seguendo la squadra in tutte le trasferte, figuriamoci in casa dove la partita, comunque vada, si trasforma sempre in una festa capace di coinvolgere anche il tifo avversario. La “Curva” dello Stocca è stata per tutto il campionato il vero uomo in più di questa formazione che può centrare uno storico salto di categoria al primo tentativo visto che la società è stata rifondata proprio quest’anno. Ricordiamo che la classifica vede il San Pietro Rosà e lo Stoccareddo in testa a quota 52 punti, con gli avversari in vantaggio sugli scontri diretti ma con tutte le partite già disputate così come il Fellette, guastafeste di coppa che però ha chiuso il campionato in terza posizione. Tutto in mano ai nostri ragazzi insomma, con appuntamento a Sabato 11 Maggio alle ore 15.30 a Gallio per la partita che vale un’intera stagione. F.F. I Giallorossi di Mister Lorenzi ancora in corsa per i play off Tempo di verdetti per i giallorossi di mister Lorenzi che, ad una sola giornata dalla fine del campionato vicentino di terza categoria (l’ultimo incontro è in programma domenica 12 maggio), si trovano ad un bivio: disputare o meno i playoff . Tutto questo dipende da moltissimi risultati e molteplici sono le soluzioni possibili. A 90 minuti dal termine del girone, la classifica recita: San Quirico al comando a 55 punti e già promosso in seconda categoria con largo anticipo; Valli secondo a 48 punti, Monte di Malo 40, Asiago 39 in quarta piazza, Silva 38 e Valdastico 37 punti, per citare le prime della graduatoria. Gli altopianesi si giocheranno tutto in casa del Valdastico e con un successo i playoff sa- rebbero assicurati (in caso di un distacco di 10 punti o maggiore della seconda squadra dalla terza, le prime due vengono promosse direttamente e i playoff non vengono disputati). Quindi dovesse verificarsi una vittoria delValli sul Monte di Malo e un concomitante pareggio o anche sconfitta dell’Asiago in trasferta sarebbe tutto già deciso con due promozioni dirette. La stagione è dunque tutta in mano ai nostri ragazzi che hanno raggiunto il quarto posto in classifica grazie anche all’importante vittoria di domenica 5 Maggio in casa dello Zane: un netto 2-0 con una splendida doppietta di Gheller e che si è rivelato davvero fondamentale per questo finale di campionato dove di certo non mancheranno le sorprese. F.F. Partito il campionato inline femminile Al via Asiago Pink Vipers, Piacenza, Roma e Torino. Il titolo verrà assegnato il 9 giugno Ha preso il via domenica scorsa il campionato di Hockey Inline femminile seniores 2013. Alla competizione (dopo i ritiri di Catania, Sacile e NP Molinese) sono iscritte quattro squadre: Asiago Pink Vipers, Piacenza Lepis, Mammuth Roma e Torino Draghi per una stagione che sarà articolata in 4 concentramenti a tre squadre e che fra poco più di un mese attribuirà il titolo di Campione d’Italia 2013. Esordio stagionale e primo concentramento, come detto, che si è disputato domenica scorsa 5 maggio proprio sulla pista di via Cinque ad Asiago ed ha visto impegnate, oltre ovviamente alla padrone di casa, le squadre di Piacenza e Roma (riposava Torino). Sul campo asiaghese sono andate dunque in scena le prime gare di questa stagione che per il vero non sono state molto fortunate per la formazione di casa. Nel match d’esordio contro Roma, infatti, le Pink Vipers dei coach Covolo e Petrone sono state sconfitte per 2 reti a 5, stesso punteggio con cui le asiaghesi sono state battute anche nel match conclusivo della giornata da Piacenza (da segnalare come delle quattro reti Pink tre sono state realizzate da Elenora Dalprà, trentina di Cavalese, maglia n° 8, l’al- tra dalla n° 77, la bellunese Linda De Rocco); nell’incontro “di mezzo” del programma Piacenza ha regolato di misura, 4 a 3 , Roma. “I divari non sono così evidenti come dicono i risultati – commenta la capitana asiaghese Erika Rodeghiero – anche se le avversarie sono migliorate ed il livello è più alto. Cosa ci manca? Qualcosa di sicuro, compreso un pizzico di buona sorte (domenica in due partite abbiano colpito 6 ferri!); dopo i sogni tricolori e la corsa (sfumata) al titolo dell’anno scorso, quest’anno si è deciso di allargare il gruppo e quindi necessita tempo e pazienza per farlo crescere. Inoltre ci servirebbe poterci allenare di più tutte insieme, visto che le “straniere” (quelle non dell’Altopiano, ndr) si allena- no con noi quando possono”. “Noi siano comunque tranquille e fiduciose – conclude determinatissima Erika - il gruppo è compatto e determinato, ognuna ha il suo spazio e … la corsa è ancora lunga! Domenica 12 maggio saremo a Roma è lì sarà tosta perché troveremo anche le Campionesse in carica del Torino (contro cui abbiamo perso la finale 2012) ma… siamo positive”. Si torna dunque in pista a Roma domenica 12 maggio per il secondo concentramento che vedrà i confronti Roma/Torino, Pink Vipers Asiago/Torino, Roma/ Pink Vipers Asiago (riposa Piacenza). Il terzo andrà in scena a Piacenza la successiva domenica 19 maggio con le partite Piacenza/Torino, Torino/ Roma, Piacenza/Roma (riposeranno le Pink Vipers). Il quarto ed ultimo si gioche- PORTIERI Bonato Francesca Grottanelli Silvia GIOCATRICI Alzetta Daniela Angeloni Michela Dalprà Eleonora De Rocco Linda Fistarol Federica Frigo Erika Lunardi Nicole Martello Ilaria Pesavento Monica Pretto Sara Rigoni Maria Rodeghiero Erika Rossi Alessandra Tata Francesca Toffano Silvia ALLENATORI Covolo Luca Petrone Giacomo rà a Torino domenica 2 giugno con di fronte Torino/ Piacenza, Piacenza/ Pink Vipers Asiago e Torino/ Pink Vipers Asiago (riposa Roma). La stagione avrà il suo epilogo domenica 9 giugno (sede da definire) quando si disputerà la Final four che assegnerà il titolo di campione d’Italia 2013; il programma prevede la disputa delle semifinali 1^ vs 4^ e 2^ vs 3^ (rispettivamente alle 10 ed alle 11:30) e nel pomeriggio delle finali 1°-2° e 3°-4° posto. Cesare Pivotto l’Altopiano Sabato 11 maggio 2013 26 La voce degli 8 Comuni VOLLEY CESUNA Per Under 14 e Under 12 femminile un finale di campionato in crescendo La Prima Divisione maschile, girone A, sponsorizzata dal Caseificio Pennar di Asiago, che sta svolgendo la fase finale dei play-out, il 30 aprile scorso ha perso per tre set a due contro il Bassano Volley dopo una gara combattuta in tutti i set. Decisivo il tie-break finito 14 a 16 per gli avversari. Anche nell’incontro giocato il 4 maggio in casa contro il S.Croce di Bassano del Grappa, il Caseificio Pennar ha subito una sconfitta per tre set a uno. La Terza Divisione Femminile Under 20 ha perso l’ultima partita fuori casa contro il Valdagno Volley per tre set a zero e si trova in fondo alla classifica a parità di punti con il Volley Sottoriva di Marano Vicentino. Un’annata molto dif- ficile per la compagine allenata da Beatrice Pesavento che dovrà ritrovare gli equilibri per affrontare con serenità la prossima stagione agonistica. Bene il finale di stagione per l’Under 14 Femminile, allenata da Michela Silvagni e Stefania Costa, che ha chiuso al terzo posto il proprio girone con venti punti in classifica, frutto di sette vittorie e cinque sconfitte. Ha ottenuto una bella vittoria il 24 aprile per tre set a uno in casa contro la Polisportiva Cogollo mentre ha perso il 4 maggio per tre set a uno a Nove. L’Under 13 maschile, torneo braccio di ferro, allenata da Fabio Carli e Daniele Magnabosco, ha perso in casa nel palazzetto di Mezzaselva contro il Bassano Volley l’ultima partita. La squadra disputerà la finale per il 5° e 6° posto il 12 Maggio a Zanè contro il Contea. Anche l’Under 12 femminile, nel torneo Braccio di Ferro, ha realizzato un’ottima vittoria per tre set a zero il 28 aprile vincendo con un punteggio di 25/22, 25/19 e 25/22 contro il Nove, mentre ha perso per tre set a zero a Pove del Grappa contro la Polisportiva S.Croce, disputando comunque una discreta gara, sempre alla ricerca del terzo passaggio. Una forte carica di entusiasmo per queste ragazzine di 10, 11 e 12 anni, allenate da Serena Allodi e Giulia Forte, che giocano con allegria, contagiando anche il pubblico presente con la loro esuberanza. La squadra altopianese dovrà ancora disputare due partite, la prima in casa il 12 Maggio contro il Povolaro e l’ultima il 19 Maggio a Marano Vicentino contro il Belvedere. La Seconda Divisione Femminile, Girone A, guidata da mister Corrado Pesavento con l’aiuto di Chiara Costa, sponsorizzata dall’Agenzia Immobiliare La Bussola di Asiago e dall’Assicurazione Fondiaria SAI di Asiago, ha terminato le fatiche del campionato in seconda posizione, guadagnando con due turni di anticipo la promozione in Prima Divisione. Le ragazze del Cesuna hanno voluto coinvolgere anche i rispettivi fidanzati giocando contro di essi una partita di fine stagione. Ovviamente le ragazze hanno avuto la meglio vincendo per tre set ad uno, ma i ragazzi si sono battuti con determinazione riuscendo anche a vincere un set. Al termine della partita tutti in pizzeria a festeggiare l’avvenuta promozione. Matteo Dal Pozzo VOLLEYASIAGO ALTOPIANO L’Under 13 conquista la finale AICS L’U13 Azzurro batte l’Antares in gara 5 e stacca il pass per la finalissima del 19 Maggio contro il Brogliano. L’U13 Bianco in finale per il 3° posto. Chiusi i raduni Minivolley Con il 3 a 0 maturato in gara 5 a favore delle giovanissime atlete asiaghesi, si chiude una tiratissima serie di semifinale play off contro l’Antares e si apre definitivamente la strada per la finalissima del 19 Maggio, a Nove, contro la corazzata del Brogliano. Squadra che ha sempre vinto con tutte le rivali del campionato AICS e che si presenta come una vera ed autentica corazzata. Mese di finali quello di Maggio anche per l’Asiago Bianco che affronterà l’Antares Vicenza per il 3^ - 4^ posto. Ma per una panoramica sul campionato delle due U13 e dei prossimi importanti impegni ne parliamo direttamente con coach Ulisse Munari: “La semifinale tra l’Asiago Azzurro e l’Antares Vicenza ha richiesto, per definire la vincente, la disputa di gara 5 andata in scena al Palasport di Asiago sabato scorso. L’Asiago Azzurro ha chiuso sul 3:0 aggiudicandosi la serie di semifinale per 3 a 2, una serie bella ed avvincente anche per la possibilità di disputare cinque partite consecutive di buon livello, tutte tiratissime nel punteggio, che sono state sia un ottimo allenamento in vista della finale ma anche hanno offerto alle nostre giovani atlete la possibilità di imparare a gestire le difficoltà proprie, cementare il gruppo, portare ad ogni successiva partita le novità tecniche e tattiche per controbattere ad un avversario in nettissima crescita rispetto alla regular season. Il Brogliano? Beh... che dire... imbattuta durante tutto il campionato e i playoff, e composta tutta da ragazze un anno più grandi delle giovanissime altopianesi, ancora in età da Under 12, campionato provinciale appena vinto dopo aver vinto l’anno scorso quello di MiniVolley! Anche se il pronostico sembrerebbe chiuso, le ragazze di Asiago stanno accrescendo ancor più il loro impegno e motivazione in questi ultimi allenamenti, pronte a rendere assai dura la vita al Brogliano.” Sul fronte delle altre categorie, ormai tutti i campionati sono chiusi e già si pensa alla formazione delle nuove squadre con, in primis, la squadra di seconda divisione. Squadra che la società ha intenzione di portare in prima divisione nel minor tempo possibile e si sta quindi cercando di creare un team di allenatori e preparatori per seguire al meglio le 12 che andranno a calcare i parquet di questo campionato. Infine chiudiamo con un’ampia parentesi sul Mini e Gioca Volley. Con domenica scorsa si è chiusa la stagione dei raggruppamenti AICS e anche per il mini volley si inizia a pensare alla prossima stagione. Ma per un bilancio su quanto è stato fatto quest’anno e sulle previsioni per il prossimo ne parliamo con il responsabile del settore Alessandro Siviero: “Direi che anche quella di quest’anno è stata una stagione esaltante per il settore Mini Volley. Siamo ulteriormente cresciuti come numeri, e questo è per noi un segnale importante perché significa che abbiamo la fiducia dei genitori che portano il loro figli a fare pallavolo, e continuiamo a crescere in qualità in quanto anche quest’anno, come del resto quello scorso, abbiamo ottenuto risultati importanti in tutti i 7 raduni ai quali abbiamo partecipato. Credo che i frutti del lavoro che viene svolto al Mini e al Gioca Volley si inizino a vedere proprio adesso, con i successi che stiamo ottenendo nelle categorie superiori; questo era l’obiettivo che ci eravamo posti e che abbiamo raggiunto: un continuo pro- durre atlete che arrivino all’Under 12 con un background già formato e sul quale lavorare per migliorarlo e non per crearlo. Ora che abbiamo finito i raggruppamenti stiamo già pensando a mettere in campo grande le atlete che escono di categoria, proprio perché si trovino di più a loro agio il prossimo anno quando faranno il salto in Under. Nel gioca quest’anno siamo letteralmente esplosi, con ben 28 atlete di 1a, 2a e 3a elementare ufficialmente tesserate in AICS! Buona parte di loro, quelle di 3a, passeranno al Mini il prossimo anno. Naturalmente abbiamo dovuto far fronte a questi numeri potenziando anche il parco allenatori: quest’anno abbiamo seguito il Mini io e Katia Stefani (che sta seguendo il corso allievi di Federazione), mentre il gioca lo hanno seguito ben 5 allenatori/istruttori: Massimo Basso, Claudio Bongiovanni, Sara Pertile, Francesca Rigoni e, a turno, un’atleta della squadra di 3a Divisione. Chiaramente a tutti loro va il mio più sentito ringraziamento. Che dire, noi cerchiamo di far divertire questi bambini insegnando la pallavolo giocando, se i bambini vengono significa che siamo sulla strada giusta e cercheremo di mantenere questa rotta.” Sabato 11 maggio 2013 l’Altopiano 27 La voce degli 8 Comuni CICLISMO Grande successo per la Granfondo Rigoni di Asiago Domenica 5 maggio le strade dell’Altopiano sono state testimoni del matrimonio tra la Granfondo “Città di Vicenza”, manifestazione ciclistica giunta alla sua 13a edizione, e la Granfondo “Rigoni di Asiago”, gara giunta invece alla sua 7a edizione. Una corsa che ha condotto i ciclisti lungo un percorso panoramico attraverso diversi paesi altopianesi e della pedemontana e che lo stesso ex pro Marino Basso ha descritto come “Il percorso più bello che più bello non si può”. Si sono trovati in oltre 500 alla partenza allestita al palaghiaccio di Asiago: un’allegra combriccola mista di amatori e semi professionisti che annoverava tra i suoi nomi il procuratore calcistico Claudio Pasqualin, l’olimpionica Dorina Vaccaroni, l’ex direttore del Consorzio tutela formaggio Asiago Antonio Pozzan. E poi una nutrita schiera di atleti del compionato nazionale “50 & più” organizzato dall’omonima associazione di ultracinquantenni della Confcommercio che hanno infoltito il gruppo (circa 120 ciclisti) che ha percorso il tracciato breve di 64 km. Per il lungo, tracciato di 121,2 km, erano invece in oltre 400 che hanno offerto un bellissimo spettacolo di ciclismo. Il percorso breve, vinto poi da Davide Magon dell’asd team Syntec con un tempo di 1:41:17:30 e da Sabrina Zogli della gs Alpilatte BRPneum Zané con tempo finale di 1:52:16:30, ha portato gli atleti dal palaghiaccio a località Sciessere di Lusiana deviando poi dal gruppo del percorso lungo e scendere verso Santa Caterina, proseguire verso Conco e continuare sulla provinciale della Fratellanza per poi ricondurre il gruppo su per Viale della Vittoria e al traguardo. Appena lasciato Asiago Davide Magon, Marco Foschesato, Stefano Mogno, Diego Piotto e Francesco Avanzo si sono piazzati alla testa del gruppo senza più lasciarla. Alle prime difficoltà Fochesato e Magon hanno decisamente messo la quinta cercando di staccare definitivamente gli altri. Ad un chilometro dal traguardo il quintetto si è presentato compatto; a metà di viale della Vittoria Magon ha prolungato quel tanto da tagliare il traguardo con le braccia alzate. Il lungo invece, vinto da Alessandro Bertuola della Legend – Miche – Gobbi col tempo di 3:02:47:00 e da Marina Ilmer della Gobbi – LGL – Somec con il tempo di 3:28:06:60, dal bivio di località Sciessere è proseguito lungo la lunga discesa verso Salcedo. Giunti a Laverda i corridori hanno affrontato 4 km di salita per scollinare a Santa Caterina di Lusiana da dove, dopo la storica salita della Rosina, hanno proseguito per Pradipaldo e, attraverso brevi tratti di salita che hanno spezzato il ritmo di molti, proseguito per Contrada Miotti. Dal lusianese, attraverso una strada militare immer- Orienteering: i boschi di Valgiardini teatro degli Highlands Open 2013 Anche quest’anno l’Erebus Orientamento Vicenza organizza gli Highlands Open, manifestazione di orienteering giunta alla sua tredicesima edizione. La gara, in programma domenica 12 maggio in Valgiardini, tra i comuni di Asiago e Gallio, è valevole come Campionato Veneto e Trentino sulla lunga distanza. Sono circa 500 i concorrenti attesi, in arrivo anche da Alto Adige, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Friuli e Puglia. La mappa di Valgiardini, già teatro dei Campionati Italiani Middle nel 2011, metterà a dura prova i concorrenti delle categorie assolute con i suoi boschi molto tecnici e i dislivelli impegnativi. Molti atleti della nazionale italiana saranno al via per saggiare i terreni in vista dei Mondiali del 2014 sull’Altopiano dei 7 Comuni. Per il titolo veneto i favoriti sono gli atleti del gruppo sportivo Forestale Emiliano Corona e Daniele Pagliari, ma il pronostico in assoluto è a favore di Manuel Negrello, dominatore della prima prova di Coppa Italia a Transacqua. Il titolo veneto femminile sarà una lotta tra Erebus e Orienteering Tarzo; a contenderselo ci sono infatti la vicentina Stefania Lerose e le trevigiane Cristina Bez e Denise Baggio. Fiducioso nel buon esito della manifestazione il direttore di gara Cristian Bellotto; i percorsi tracciati da Michele Cera promettono un giusto mix tra tecnica di orientamento e componente atletica. Il ritrovo è in Valgiardini alle 9, con prima partenza alle 10. I percorsi vanno dai 2 chilometri degli esordienti (iscrizioni anche sul posto) agli 8 chilometri per le categorie assolute. La gara di domenica si inserisce in un più ampio programma di gare e training camp che culminerà a luglio 2014 con i Campionati del Mondo Assoluti di corsa orientamento che si disputeranno tra Veneto e Trentino. sa nel bosco che ha definitivamente fatto selezione, i ciclisti hanno attraversato Sasso e Stoccareddo, attra- versato Gallio, raggiunto il Turcio per poi involarsi verso l’ultima salita di Viale della Vittoria. Le salite hanno lasciando una coppia sola al comando, Bertuola ed Enrico Zen. Duetto che dopo 2h e 50' di gara era già convinto di contendersi lo scalino più alto del podio con uno sprint finale. Ed invece a 500 metri dall’arrivo i due sono stati raggiunti dal “terzo incomodo” Roberto Cunico che ha conteso ai due la vit- toria poi conquistata da Bertuola con un colpo di reni finale. “L’Altopiano è una palestra ideale per il ciclismo – commenta Andrea Rigoni della Rigoni di Asiago e main sponsor dell’evento – Il ciclismo è insito sul territorio, con questa manifestazione non facciamo altro che coordinare un’iniziativa spontanea. Noi ci crediamo e speriamo che la nostra convinzione possa essere supportata da un movimento sempre più numeroso seguito da un pubblico sempre più appassionato”, Gerardo Rigoni KARATE Si è svolta a Gallio la 3^ tappa del Gran premio giovanile Libertas Domenica 28 aprile, al Palazzetto dello Sport di Gallio, si è svolta la 3^ tappa del Gran Premio Giovanile Libertas 2013 - 4° Trofeo Immobiliare Neve, manifestazione riservata alle classi Bambini (nati nel 2006 e 2007), Fanciulli (nati nel 2004 e 2005) e Ragazzi (nati nel 2002 e 2003) che ha visto la partecipazione di 150 atleti di 19 Società provenienti dal tutto il Veneto. In programma gare di kata (forme), percorso ad ostacoli, gioco tecnico del palloncino e kumite (combattimento). Dopo i tradizionali saluti da parte delle autorità, l’assessore allo sport Giorgio Tagliaro ed il responsabile del Comitato Regionale Veneto Libertas karate Paolo Bonora, oltre che di Manuel Pertile (che ha sponsorizzato l’evento galliese), il programma si è aperto con la classe Bambini, per proseguire con la classe Fanciulli, mentre nel pomeriggio si sono svolte le prove per la classe Ragazzi. Ottima l’organizzazione che ha garantito la perfetta riuscita della gara e per questo va dato un doveroso ringraziamento allo staff dell’Ufficio Turistico di Gallio e a tutti i collaboratori che si sono prodigati per l’intera giornata. Stavolta giocavano in casa i piccoli atleti altopianesi dell’A.S.D. Fuji-Yama Karate-Do Sette Comuni e non hanno mancato all’appuntamento con le medaglie, dominando in particolare la categoria Fanciulli 2 cinture verdi-blu-marroni. Questi i risultati ottenuti dagli atleti di casa: Rachele Pertile (classe Bambini 1 cinture bianche-gialle-arancio) 2^ classificata nella prova del palloncino e 3^ cl. nella prova del kata; Martina Pertile (classe Bambini 2 cinture verdi-blu-marroni) 1^ classificata nella prova di kata, 1^ cl. nella prova del palloncino e 1^ cl. nella prova del percorso;Nicolò Gemmellaro(classe Fanciulli 2 cinture verdi-blu-marroni) 1° classificato nella prova del percorso, 2 cl. nella prova del kata e 3° cl. nella prova del palloncino;Martina Gemmellaro (classe Fanciulli 2 cinture verdi-blu-marroni) 1^ classificata nella prova del palloncino e 3^ cl. nella prova del percorso; Francesco Traverso(classe Fanciulli 2 cinture verdi-blu-marroni) 2° classificato nella prova del palloncino e 3° classificato nella prova del percorso;Giovanni Pertile (classe Ragazzi 2 cinture verdi-blu-marroni) 3° classificato nella prova del percorso. Cesare Pivotto Cesare Pivotto Sabato 11 maggio 2013 l’Altopiano 28 La voce degli 8 Comuni SAPOR D’ACQUA NATIA La più vecchia artiglieria da combattimento: la mamma Reggono le sorti del mondo con la semplice forza delle cose di tutti i giorni: la loro arte – discendenti dirette della Donna dei Vangeli – è quella di tessere in un’unica tela il quotidiano e l’eterno, i giorni lavorativi e quelli di festa, la fatica della settimana e la gaiezza della domenica, il lievito e la farina. Sono donne simili a mille altre, eppure la maternità che le ha rese madri ha lasciato in loro un fremito di novità. Nessuna di loro è nata mamma: anche la loro, come l’avventura disumana di ogni vocazione, non prevede un addestramento a priori ma esige lo sbaraglio più imprevedibile. Eppure sembrano creature nate coi vestiti cuciti addosso tanto sono diventate ambasciatrici collaudate della vita che non muore: nelle sale parto degli ospedali come nelle trepidanti sale d’attesa di un ambulatorio, aggomitolate alle loro stoviglie come titaniche da- vanti alle sbarre di una galera, festose a condire pietanze come indaffarate a tenere accesa la speranza, le trovi sempre pronte al posto giusto. Più che fortuna è fedeltà ad una chiamata, più che improvvisazione è imperscrutabile mistero di donna, più che supplenza è garanzia di una presenza che mai scompare. Nascoste e invecchiate, silenziose e indomite, con le occhiaie e a piedi scalzi, invisibili eppure presenti nel cuore della storia. Le più audaci le tro- vi agli incroci dell’esistenza, laddove le strade si restringono, scorrono sul limitare di un burrone, sembrano essere “a vicolo cieco”. Sono le strade nelle quali abita la malattia e la miseria, il fallimento e la desolazione, l’ambiguità e l’insofferenza. Sono le strade che, assieme alla polvere, rendono i vestiti sudici di angoscia e di timore, di quel sentimento opaco e pericoloso chiamato vergogna. A quegli incroci – fossero pure le sbarre di una patria galera – le contempli ritte in piedi: dietro di loro i giudizi del mondo, davanti a loro la forza dei sentimenti, dentro di loro la semplicità d’essere capaci di tracciare la rotta dentro un mare in tempesta. Perché diventare madre è cucirsi addosso una missione che toglie il respiro, che sfida l’ignoto, che tutela la vita fin dentro i bassifondi polverosi della storia dell’uomo. Il loro esserci quando la miseria fiacca l’animo e la vergogna offusca lo sguardo è l’eco di una speranza che sempre abiterà nel ventre della storia. Fin quando, almeno, una donna troverà il coraggio di prestare alla vita il suo grembo perché possa trasformarlo in un laboratorio in cui tessere una nuova nascita. La vecchiaia che avanza non le rende più anziane ma più sapienti, le spalle incurvate dalla fatica in loro non disgustano ma tengono la forza dei tronchi annodati, le loro lacrime profumano sovente di paura ma mai di rassegnazione. Quella delle madri è una vecchia artiglieria da combattimento, avvezza alle lunghe attese e ai più aspri combattimenti: c’è la vita da salvare. Senza elmetto e senz’armi, scalze e martoriate, piccole e inermi la storia raccomanda che è sempre meglio averle nelle vesti di alleate e non di avversarie: la forza d’animo di una donna che s’aggrappa alla vita è “simile al vento orientale, che squarcia le navi di Tarsis” (Sal 48,8). Perché quando le guardi, pensi davvero che per loro l’augurio più bello è oggi la convinzione che Darwin formulò in capo ad una vita di esperimenti: a sopravvivere non sarà la specie più intelligente ma quella più capace di adattarsi ai cambiamenti. I cambiamenti di chi, nata un giorno donna, della sua femminilità non tenne gelosa custodia ma, accettando mille rischi, seppe fare del suo grembo la “sala parto” di una piccola meraviglia chiamata vita. Quella che anche in tempi di incertezze e tremolii rimane la scorribanda inarrestabile del- PER TE, MAMMA A maggio quando il cielo si fa di perla, e, tanti, germogliano richiami, nuovi fiori mi sbocciano nel cuore. Siano lume sempre acceso per te, mamma. Mina Zavadini la creatura i cui limiti sono a tutt’oggi in fase di studio. Perché tendenti all’Infinito. Don Marco Pozza L’AVVOCATO RISPONDE IL CAMBIAMENO DEL NOME E DEL COGNOME Il diritto al nome è tutelato in primis dalla Costituzione, che lo inserisce tra i diritti inviolabili ed essenziali della persona. L’articolo 6 del Codice Civile, inoltre, garantisce il diritto di ogni persona ad avere un nome attribuito per legge, diritto che si acquisisce al momento della formazione dell’atto di nascita. Il medesimo articolo indica la suddivisione del nome in prenome e cognome. Com’è noto, il prenome è il nome proprio o di battesimo, mentre il cognome è il nome di “famiglia”, ovvero quello indicante l’appartenenza di una persona ad una determinata discendenza. Lo stesso art. 6, comma terzo del Codice civile, però, dopo aver stabilito e garantito il diritto al nome, enuncia chiaramente il principio della sua immodificabilità, con ciò chiaramente evidenziando la volontà del legislatore di attribuire al nome un carattere di certezza e stabilità, vietandone cambiamenti, aggiunte o rettifiche, se non nei casi e nelle forme previste dalla legge. Ogni anno circa 1.400 italiani decidono di cambiare il proprio nome o cognome, va quindi sottolineato che chiunque voglia cambiare il proprio nome o cognome od aggiungere al proprio un altro cognome, quindi, dovrà seguire la procedura stabilita dal D.P.R. n.396/ 2000, anche conosciuto come Regolamento per la semplificazione dell’ordinamento dello stato civile, che distingue due fattispecie di modifica del nome, autonome e separate tra loro. Vi potrà essere, infatti, una domanda di cambiamento del nome, di aggiunta al proprio di un altro nome o di mutamento del cognome motivata dal fatto che lo stesso risulti essere ridicolo o vergognoso o rivelante origine naturale, la quale sarà attribuita alla competenza del Prefetto (e che viene disciplinata dagli articoli 88-92 del D.P.R. n.396/2000). Vi potrà poi essere una richiesta di cambiamento del cognome, o di aggiunta al proprio di un altro cognome, per motivi differenti dal ridicolo, vergogna o rivelazione di origine naturale, richiesta che sarà in questo caso devoluta alla competenza del Ministero dell’Interno (e che viene disciplinata dagli articoli 84-87 del D.P.R. n.396/2000). Va sottolineato in ogni caso, ed a scanso di equivoci, che la concessione del provvedimento di modifica risulta essere del tutto discrezionale da parte del Prefetto competente o del Ministero dell’Interno e che, comunque, la stessa risulta essere subordinata alla valutazione delle motivazioni sottostanti la domanda stessa. I provvedimenti di cambiamento o modificazione del nome o del cognome, infatti, dato il loro carattere eccezionale, potranno essere ammessi solo ed esclusivamente in presenza di situazioni oggettivamente rilevanti, supportate da adeguata e pregnante documentazione e da solide e significative motivazioni. Non potrà in alcun caso affermarsi, infatti, che sussista un diritto al cambiamento o alla modificazione del nome. In nessun caso, infine, potrà essere richiesta l’attribuzione di cognomi di importanza storica o comunque tali da indurre in errore circa l’appartenenza del richiedente a famiglie illustri o particolarmente note nel luogo in cui il richiedente è nato o risiede. Quanto alla procedura, come chiarito dal sito del Ministero degli Interni, la richiesta di cambiare il nome o il cognome perché ridicolo o vergognoso o perché rivela origine naturale andrà rivolta, in carta semplice, al Prefetto della Provincia del luogo di residenza o del luogo di nascita del richiedente. Il Prefetto effettuerà l’istruttoria e, in presenza dei requisiti previsti, emanerà il decreto con il quale si autorizza l’affissione del sunto dell’istanza medesima nell’albo pretorio del Comune di na- scita e del Comune di attuale residenza. Con il decreto con cui si autorizzano le affissioni, potrà essere prescritto che il richiedente notifichi a determinate persone (eventualmente interessare al cambiamento richiesto) il sunto della domanda. Durante il periodo di affissione (trenta giorni) e durante i trenta giorni successivi, eventuali controinteressati potranno presentare opposizione al Prefetto competente. Decorsi detti periodi, il Prefetto emanerà il provvedimento definitivo, che, se favorevole, andrà trascritto e annotato, a cura dell’interessato, nel registro dello stato civile. La richiesta di cambiare il cognome o di aggiungere altro cognome al proprio, per motivi diversi per motivi diversi da dal fatto che lo stesso risulti ridicolo o vergognoso o rivelante l’origine naturale andrà rivolta, invece, su carta bollata, al Ministero dell’Interno, per il tramite del Prefetto della Provincia del luogo di residenza. Il Prefetto, effettuata l’istruttoria, trasmetterà la relativa documentazione, unitamente al proprio parere, al Ministero. Qualora la richiesta appaia meritevole di considerazione, il Ministro, o il sottosegretario di Stato a ciò delegato, autorizzerà, con proAvvocato Serena Baù prio provvedimento, l’affissioI lettori che vogliano ne della richiesta stessa all’alsottoporre domande su bo pretorio del comune di resiqualsiasi questione di denza e di nascita dell’interescarattere legale al nostro avvocato possono inviare sato. una mail all’indirizzo Varranno i medesimi termini per l’opposizione visti in prece- [email protected] o scrivere a “L’avvocato denza, trascorsi i quali potranrisponde” – Giornale no essere effettuate le annotaAltopiano, Via Jacopo Scajaro, 23 - 36012 zioni di legge all’anagrafe comAsiago (Vi) petente. Sabato 11 maggio 2013 l’Altopiano Grazie al sindaco di Roana Il sindaco di Roana è finora l’unico sindaco dell’Altopiano a rendere noto il gettito IMU. Così sappiamo che tra riduzioni e agevolazioni i residenti fissi contribuiscono per 108.422 euro complessivamente (quota comunale ed Erario) mentre, sì proprio mentre, i residenti temporanei hanno versato complessivamente (per le due quote) 4.750.000 euro, quattromilioni settecentocinquantamilaeuro. Una sproporzione tanto enorme quanto inqualificabile. Intanto ci sarebbe da dire per le aliquote diversificate (2 per mille per le prime case contro il 9,6 per mille delle seconde case) ma questo è un altro discorso che riguarda prima di tutto la legittimità di una legge che colpisce in misura diversa immobili (trattasi di imposta patrimoniale che colpisce la rendita non il reddito) di pari valore economico! Ma torniamo a Roana. Sorprendente davvero che sia il ricavato IMU sulle seconde case a mandare avanti l’azienda comunale; lo sostiene il sindaco quando ammette che il Comune si sarebbe trovato in grosse difficoltà per far fronte perfino alle normali funzioni amministrative (a rischio default quindi). Dunque i residenti temporanei non solo contribuiscono come sa- rebbe giusto, ma addirittura intervengono pressochè esclusivamente (quasi cinque milioni contro qualche decina di euro dei locali) per mantenere funzioni e servizi essenziali. Dei quali e per la gran parte i temporanei non possono né prendere parte né usufruirne: dagli organismi di governo che non eleggono ai servizi demografici, dall’istruzione all’assistenza, dagli investimenti alla gestione corrente. E non basta; perché bisogna anche ricordare quell’antica espressione della rivoluzione americana: nessuna tassa senza rappresentanza politica, principio questo che ritroviamo nell’art. 22 della Costituzione italiana che affida solo alla legge, dunque a un atto del Parlamento cioè in rappresentanza dei cittadini, l’imposizione di prestazioni patrimoniali. Cosa vuol dire 29 La voce degli 8 Comuni tutto questo: che a parte l’impianto della legge la scelta delle aliquote tra un minimo e un massimo, l’applicazione delle riduzioni e delle agevolazioni in concreto sono opera del consiglio comunale, nel quale i temporanei, in qualità di soggetti di imposta, non hanno né rappresentanza né voce alcuna. E non è prevista nemmeno una qualche forma di partecipazione per legittimare costituzionalmente l’applicazione della legge. Insomma una situazione poco “civile” e piuttosto imbarazzante da parte delle istituzioni. Che fare? Sul versante della partecipazione c’è un tentativo proveniente dal nostro Panorama village di Camporovere, il quale dopo essersi costituito in assemblea, ha nominato i propri rappresentanti e già avviato i primi contatti con il Comune. E’ questo un timido inizio ma che tuttavia potrà svilupparsi se in questo esperimento si affiancheranno anche altri quartieri per far sentire, tutti insieme, la voce dei residenti temporanei e per sollecitare dal Comune una qualche iniziativa di confronto e di partecipazione sui principali servizi. E’ questo un invito al sindaco, se non altro per un dovere e per riguardo verso chi sostiene il Comune e la vita del paese. Giovanni Bertacche Una scelta azzeccata Quando abbiamo inaugurato la chiesetta di Campolongo di Rotzo il 9 settembre 2001, mai avremmo pensato che una Papa potesse scegliere il nome di Francesco (sibi nomen imposuit Franciscus) e ne siamo orgogliosi. La chiesetta tipica di montagna è stata restaurata grazie al lavoro gratuito di molti volontari ed ad un finanziamento della Regione Veneto. Da parecchi anni questo manufatto ormai fatiscente annesso alla Malga di Campolongo, adibito all’allevamento di maiali, era stato dismesso per essere convertito in Centro Fondo dotato di un Ristorante e di camere per l’alloggio dei turisti. La chiesetta custodisce ora un esemplare della Croce Astile. La Croce originale in vetroresina è stata issata il 15 aprile 2001 al Polo Nord, al termine di una spedizione celebrativa guidata da Mons. Liberio Andreatta,Amministratore delegato dell’O.P.R. (Ope- ra Romana Pellegrinaggi) e custodita ora al Museo di San Pietroburgo. Mons. Andreatta si era allenato sulle nevi di Campolongo in preparazione della spedizione conclusasi felicemente e ha voluto mantenere la promessa fatta alla vigilia di donare un esemplare al Comune di Rotzo. L’intitolazione della chiesetta a San Francesco riveste diversi significati: San Francesco è considerato il difensore e custode dell’ambiente nella sua più vasta accezione; ci troviamo infatti in un territorio di eccezionale rilevanza ambientale, per la presenza di vasti pascoli, di abetaie incontaminate, di flora e di tipica fauna alpina; la vicinanza del Forte di Campolongo e di Forte Verena, fortezze italiane della grande guerra, ora simboli di pace di fratellanza fra i popoli; la memoria delle passate generazioni, sopravvissute fra stenti e fatiche inenarrabili in tempore famis. Molti sono emigrati oltreoceano alla ricerca di più dignitose condizioni di vita. Tutto questo ha voluto significare l’intitolazione della Chiesetta di San Francesco, che porta ora anche il nome del nuovo Papa. Quest’anno la 2a domenica di settembre festeggeremo il tredicesimo Anniversario della Chiesetta, meta in questi anni di numerosi visitatori e turisti e che l’O.F.S. (l’Opera Francescana Secolare), vorrebbe denominare la Porziuncola delle Alpi. In quell’occasione la Messa verrà celebrata dal parroco di Rotzo don Pierangelo Panozzo, Monsignor Flavio Carraro vescovo emerito di Verona e don Elia Ferro delegato del Vescovo di Padova per i migranti. Chissà che un giorno, grazie alla mediazione di Mons.Andreatta, si possa avverare il miracolo di una visita di Papa Francesco a Campolongo. Edoardo Sartori Nessuno muore sulla terra finchè vive nel cuore di chi resta CATERINA GIANESINI Ved.Pompele di anni 84 Lascia nel dolore i figli Marcolina, Lucia, Natale, Luigina e Tiziana, la nuora, i generi, i nipoti e parenti tutti. GALLIO 24 Aprile 2013 ELENA FRACARO Ved.Fracaro Puschera di anni 90 EZIA AZZOLINI di anni 89 Lascia nel dolore i figli Nica con Toni e Fiorenzo, i nipoti e pronipoti. Partecipano con commozione e affetto i nipoti Fracaro, Costa e la sua cara amica Lidia Zotti AUSTRALIA, ASIAGO 28 Aprile 2013 Lascia nel dolore le sorelle Iris e Nives, gli affezionati nipoti, i pronipoti e parenti tutti. ROANA 8 Maggio 2013 Inviate il ricordo dei vostri cari all’indirizzo e-mail [email protected] oppure tramite posta all’indirizzo: L’Altopiano, via J.Scajaro, 23 - Asiago (le inserzioni sono gratuite) a cura di Giovanni Dalle Fusine Sabato 11 maggio 2013 24 maggio Da sabato 11 a venerdì l’Altopiano La voce degli 8 Comuni 30 L’11 maggio è il 131º giorno del calendario gregoriano. Mancano 234 giorni alla fine dell’anno Sabato 11 S. Fabio Domenica 12 Ascens.del Signore Lunedì 13 Maria di Fatima Martedì 14 S. Mattia (dipinto) Mercoledì 15 Torquato Giovedì 16 S. Ubaldo Venerdì 17 S. Pasquale Sabato 18 S. Giovanni I Domenica 19 Pentecoste Lunedì 20 S. Bernardino Martedì 21 S. Vittorio Mercoledì 22 S. Rita Giovedì 23 S. Desiderio Venerdì 24 S. B. V. Maria A. L’11 maggio il sole nel vicentino sorge alle ore 5.46, passa in meridiano alle 13.06 e tramonta alle 20.29. Il 24 maggio il sole sorge alle ore 5.31 e tramonta alle 20.43 Maggio è il mese dell’amore. Lo è fin dall’antichità. Non solo perché la bellezza della stagione suggerisce pensieri “romantici”, ma anche per un motivo molto più concreto e pratico: dopo i rigori dell’inverno (ai quali, con la diffusione del Cristianesimo si aggiunsero i rigori della Quaresima), lo sbocciare della bella stagione (e, sempre con il diffondersi del Cristianesimo, del tempo pasquale) diventava l’occasione per organizzare feste popolari: occasione privilegiata per gli incontri fra giovani e quindi per il nascere di affetti e di progetti matrimoniali. La letteratura colta e popolare poi insisté molto su questo abbinamento fra maggio e amore, contribuendo così a rafforzarlo e a radicarlo nell’immaginario collettivo. Maggio è anche il mese delle rose. Per la verità adesso non lo è più, da quando l’innesto con una varietà di piccole rose orientali (sec. XIX) ha dato alle nostre rose la caratteristica che mancava, e cioè la rifiorenza. Adesso abbiamo rose da aprile a novembre, ma un tempo le rose erano proprie del solo mese di maggio, il che accentuava la loro preziosità e anche la particolare bellezza di questo mese: e anche questo è un elemento che predispone il terreno alla marianità di maggio. 2 proverbi 2. - Maggio, Maggio canto i colori, riempio i giardini e i prati di fiori; tutto è più bello e profumato ed anche il bosco si è risvegliato. - Se piove i primi di maggio, noci e fichi faranno buon viaggio. Astrologia. I nati l’11 maggio hanno un modo molto particolare di vedere il mondo. Se danno voce ai loro sentimenti in pubblico o agiscono sulla base delle loro fantasie, possono attirare un’attenzione non voluta: per questo il più delle volte tengono nascosto ciò che hanno dentro. In casi estremi, però, possono arrivare a esprimere le loro stranezze: familiari e amici, che ci sono abituati, trattengono il fiato quando uno di loro parla, e alzano le sopracciglia dopo che questi ha finito. I nati l’undicesimo giorno sono governati dal numero 2 (1+1=2) e dalla Luna. Rende meglio se lavora in squadra, piuttosto che in posizioni dirigenziali, la loro natura molto particolare li rende più adatti ad attività indipendenti o a carattere libero-professionale. Previsioni meteo a lungo termine: dal 12 al 13 maggio arriva un temporaneo promontorio di alta pressione sul Mediterraneo centrale dal Nord Africa il quale porterà cieli più soleggiati e tempo più asciutto soprattutto al Sud e diffusamente anche al Centro, salvo qualche temporale di calore sui rilievi nelle ore pomeridiane. Il tempo sarà un po’ più compromesso al Nord dove si farà sentire di più l’influenza di un flusso di aria instabile da Sudovest responsabile Dalle ore 8.45 di sabato 11 alle ore 8.45 di sabato 18 maggio GALLIO: Farmacia di Gallio snc del dr. Stefano Dalla Valle – Via Prestinari, 34 Dalle ore 8.45 di sabato 18 alle ore 8.45 di sabato 25 maggio ASIAGO: Farmacia Rossi sas del dr. Adelchi Zuccato – Viale Matteotti di una maggiore nuvolosità e di piogge o temporali sparsi specie nelle ore diurne. Verso il giorno 17 il tempo sull’Italia sarà più instabile oltre che ancora al Nord, anche al Centro con piogge più frequenti e locali temporali pomeridiani, in qualche caso anche forti. Non mancheranno, tuttavia, fasi più soleggiate. Al Sud continuerà a esserci un tempo migliore ma anche qui si farà più frequente l’instabilità pomeridiana con rovesci o locali temporali nelle ore più calde del giorno e soprattutto in prossimità dei rilievi. Tra il 18 e il 21 maggio, sull’Italia il tempo continua a essere più compromesso al Nord e in parte al Centro per via dell’insistenza di correnti moderatamente instabili sudoccidentali con locali piogge o temporali specie nelle ore diurne anche se in un contesto dove non mancheranno certamente anche ampie fasi soleggiate. Accadde oggi, ma tanti anni fa: 11 maggio 1904, nacque Salvador Dalì. Fu uno dei più stravaganti ed eccentrici artisti, esponenti di rilievo del movimento surrealista fondato da A. Breton. Nel 1921 si iscrisse all’accademia di belle arti di Madrid conoscendo gli intellettuali dell’epoca. Espulso da quest’ultima cominciò a lavorare con Luis Bunuel attirando l’attenzione di Breton. Conobbe Gala Eluard che divenne sua amante e musa ispiratrice. Si trasferì nel 1948 a Port Lligat con Gala dedicandosi a molte attività oltre a quella di pittore. La sua prima mostra si tenne nel 1979 a Parigi e poi a Londra dove ottenne grande successo. Rinomato per i suoi dipinti folli e visionari, curò i particolari e creò le ‘immagini doppie’ cioè un oggetto poteva essere visto sia come parte del corpo umano che parte del paesaggio. Nelle sue opere cambiò a suo piacimento le proporzioni degli oggetti, tramutando anche solidi in liquidi e viceversa. Si trasferì per 8 anni negli Stati Uniti vivendo soprattutto a New York, ed al suo ritorno la rottura con il surrealismo fu netta. Nelle ultime opere seguì l’influenza dell’espressionismo e della pop art. Morì in solitudine nel castello di Pubol il 23 gennaio 1989 e fu sepolto, dopo essere stato imbalsamato, nel suo museo a Figueras. Un dolce di primavera, Ciambella soffice al miele. Ingredienti: Farina gr 200, zucchero gr 60, miele (millefiori) gr 60, burro gr 60, 1 uovo, latte ml 150, 1 bustina di lievito vanigliato. Frullare l’uovo con lo zucchero, aggiungendo poi il burro ammorbidito e il miele e continuando a frullare. Aggiungere il latte a filo, mescolando. Infine incorporare la farina e il lievito. Imburrare e infarinare uno stampo per ciambella (va bene uno da 20 cm di diametro) e infornare a 180° per circa 25 minuti, ma è meglio fare sempre la prova dello stuzzicadenti. Domenica 12 maggio ASIAGO: ENI – Via Verdi, 14 LUSIANA: Nord Petroli – Via Europa, 50 Domenica 19 maggio ASIAGO: TOTALERG – Via Autieri d’Italia ARIETE Le idee innovative e la fantasia non vi mancano: potete scegliere se vivere nell’amore il vostro bisogno di rimodernamento e dunque cercare soddisfazione dei vostri desideri in un nuovo rapporto. Se invece volete dei cambiamenti nell’ambiente di lavoro, procuratevi informazioni attendibili sugli sviluppi recenti della scienza, cominciando con l’informatica. TORO Il vostro bisogno di novità può essere soddisfatto, a condizione di scegliere in quale settore volete indirizzare il favore degli astri. Se è l’amore, basta rinunciare a una posizione intransigente nei confronti del partner e dargli ragione, soprattutto se ha torto (o almeno così sembra). Il risultato vi sorprenderà! Nel lavoro e nelle amicizie le novità possono essere poco vistose, ma gratificanti. GEMELLI Non serve ricordare la presenza di Plutone nel vostro segno, dove resterà a lungo; ormai avete portato a termine quel processo di crescita che il signore dell’inconscio suggerisce a chi vuole davvero andare avanti nel cammino dell’evoluzione. Le cose vi sono facilitate da Saturno in buon aspetto, che garantisce al vostra credibilità, anzitutto nel lavoro. CANCRO Se avete una visione abbastanza chiara della situazione, siete in grado di prendere le redini di un rapporto in crisi, che può riacquistare vitalità se è davvero importante per voi. In caso contrario, se a una spregiudicata analisi dovreste dedurre che non è il caso di insistere, guardatevi attorno con ottimismo: vi è certo qualcuno, che ancora non avete notato, da prendere in considerazione. LEONE Sapete bene che in certe situazioni il rigore non basta, ci vuole anche fantasia,intuito e la disponibilità alle novità. Nell’amore siete in grado di farvi ascoltare con successo da un partner che sembra (ma non è!) insensibile al vostro fascino. Nel lavoro e in fatto di soldi avete varie opzioni: se non vale la pensa di impegnarsi a fondo, potete permettervi di cedere. VERGINE Sapete bene di dover affrontare qualche cambiamento, che sarà positivo soltanto se saprete interpretare il destino, che vi presenta varie opportunità. Ben quattro pianeti all’opposizione del segno non sono da trascurare. Un rapporto difficile può diventare piacevole, ma anche arrivate alla sua fine. Nel lavoro puntate anzitutto al riconoscimento dei vostri diritti. BILANCIA La vostra natura riservata e prudente è vincente: potete approfittare di una occasione favorevole per prendere una iniziativa per voi insolita, come quella di sostenere apertamente le vostre ragioni con chi fa finta di non capire. Nell’amore avete fortuna: per chi è single ci sono varie occasioni da cogliere al volo, per chi è già in coppia sono possibili piacevoli sviluppi del rapporto. SCORPIONE Siete in grado di farvi avanti con successo in ogni settore: amore, lavoro, amicizie, affarucci di stagione, tutto è improvvisamente a portata di mano, occorre soltanto scegliere dove e come beneficiare di un destino favorevole, e agire con prudenza e coraggio. Nella vita sentimentale, se avete bisogno di cambiamenti, il destino ve li offre, basta saperli individuare. SAGITTARIO Inutile ricordarvi che Plutone è tuttora all’opposizione del vostro segno, cosa che vi rende più prudenti e meno inclini a facili illusioni d’amore o di soldi. Per fortuna il pianeta della ragione, Saturno, è dalla vostra parte, e consiglia massima cautela. Nell’amore, se vi sono incomprensioni con un partner esigente, fate finta di niente e assentatevi prontamente dal rapporto. CAPRICORNO La vostra fantasia e la vostra genialità hanno la meglio su tutto e su tutti, purché sappiate cogliere il momento opportuno per farvi avanti. Nell’amore e nel lavoro una iniziativa coraggiosa potrà andare in porto grazie al favore di ben quattro pianeti importanti, che vi permettono di prendere le redini di una situazione che vi sta sfuggendo di mano. ACQUARIO Siete tuttora condizionati da Saturno, che suggerisce una rinuncia coraggiosa per progredire sul cammino intrapreso. Se avete iniziato una dieta dimagrante, non cedete alla tentazione di abbandonare l’impresa, che il pianeta della ragione favorisce visibilmente. Nell’amore, se vi è stata maretta, la miglior cosa da fare è aspettare un segno giustificativo. PESCI Potete ancora contare sul favore del destino, con quattro pianeti nel vostro segno, dunque è finalmente possibile risolvere un problema d’amore o di lavoro, ricordando però che non si può avere tutto. Occorre scegliere, rinunciando a qualcosa. In amore, se avete dovuto affrontare un periodo difficile con un partner insolitamente esigente, è il momento di un po’ di auto analisi. Sabato 11 maggio 2013 l’Altopiano La voce degli 8 Comuni Il GRUPPO FOLK “DE GRÛTZIGAR” CERCA NUOVI COMPONENTI Il gruppo folk “De Grûtzigar”, unico in Altopiano, da molti anni ormai persegue l’obiettivo di valorizzare la cultura locale proponendo balli e musiche in cimbro, e promuovere l’Altopiano in Italia e all’estero. Nel tempo, il gruppo si è esibito in molte località, sia a livello regionale che internazionale, riscuotendo ovunque apprezzamento. Attualmente il gruppo è formato da circa quindici componenti ed intende incrementarne il numero, dando agli Altopianesi la possibilità di partecipare all’attività del gruppo folk. L’invito è rivolto in particolare ai giovani, ma è ovviamente esteso a chiunque abbia voglia di suo- nare, ballare, cantare o semplicemente di proporre idee nuove da sviluppare in futuro. Chi è interessato può dare la propria di- sponibilità a Marcella Azzolini telefono 340.5572963 mail [email protected] oppure [email protected] I neolaureati dell’Altopiano Il 23 aprile, all’Università degli Studi di Padova, Michela Cherubin è diventata dottoressa magistrale in giurisprudenza, presentando la tesi intitolata “La Spettabile Reggenza dei Sette Comuni: il fenomeno del banditismo e i tentativi di repressione”. Ancora complimenti a Michela da mamma, papà e Marco che le dicono “Siamo orgogliosissimi di te!”. Si uniscono tutte le persone che le vogliono bene 31 Azienda altopianese valuta assunzione anche part-time di persona seria e in buona salute come apprendista/ operaio nel settore metalmeccanico e infissi. Richiesta patente C. Per informazioni scrivere a curriculum.asiago @libero.it Il 5 Maggio Dina e Giovanni Forte hanno festeggiato il 58^ anniversario di matrimonio, attorniati dai figli Gianbattista, Lilia e Nadia con nuora, generi e nipoti. Con queste righe rinnoviamo gli auguri per tanti altri anni sereni assieme. Sabato 11 maggio 2013 l’Altopiano La voce degli 8 Comuni 32