QUINDICINALE DI ATTUALITA’, CULTURA, SPORT E TRADIZIONI
l’Altopiano
La voce degli 8 Comuni
pag.10
I SAPORI
DELLA
TRADIZIONE
www.giornalealtopiano.it
ASIAGO CONCO ENEGO FOZA GALLIO LUSIANA ROANA ROTZO
“IL PRIMO ED UNICO GIORNALE DELL’ALTOPIANO”
N. 398 - ANNO XIV - EURO 1,50
ASIAGO
“Dal fotovoltaico vent’anni
di prezioso ossigeno
per le casse comunali”
Pagina 3
LUSIANA
Le tante
iniziative del
Progetto
Giovani
“Per formare
cittadini
partecipi ed
attivi”
Pagina 19
Treschè Conca
Terre Partigiane:
una giornata
dedicata alla
Resistenza
Pagina 14
ROANA
GALLIO
5 milioni di
gettito IMU
che arrivano
soprattutto
dalle seconde
case
Sara Bianca
Pertile è
la prima
donna arbitro
dell’Altopiano
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Pagina 21
La nuova terra promessa
I giovani
altopianesi
e il fascino
dell’Australia
SPORT E
TURISMO
Procede
l’ambizioso
progetto di
restyling
del Golf Club
Asiago: si
realizzeranno
altre 9 buche
Pagine 8-9
ENEGO CERCA IL NUOVO SINDACO
Soccorritori
Due liste in
corsa per le
prossime elezioni
Rodeghiero
si ripropone, lo
sfida Cappellari
Nasce anche
in Altopiano
un Centro
di formazione
per l’uso del
defibrillatore
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Grafica Altopiano
SABATO 11 MAGGIO 2013
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Pagina 10
Sabato 11 maggio 2013
l’Altopiano
Verso l’Unione montana
Da Asiago il via ai primi
tentativi di coesione territoriale
Con l’approvazione da parte del
consiglio comunale di Asiago,
nella seduta di lunedì 30 aprile
svoltasi nella frazione Sasso, di
una convenzione per l’istituzione della centrale unica di
committenza alla Spettabile
Reggenza si è, di fatto, compiuto il primo atto della
rifondazione della Comunità
Montana.
La convenzione è prevista dal
decreto “Salva Italia” e precisamente dalla legge 214/2011
secondo cui “I Comuni con
popolazione non superiore a
5.000 abitanti ricadenti nel territorio di ciascuna Provincia
affidano obbligatoriamente ad
un’unica
centrale
di
committenza l’acquisizione di
lavori, servizi e forniture nell’ambito delle unioni dei comuni, di cui all’art. 32 del testo
unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000 n. 267, ove
esistenti, ovvero costituendo
un apposito accordo consortile
tra i comuni medesimi e
avvalendosi dei competenti uffici”.
In pratica con la convenzione,
che sarà sottoscritta a breve
anche da altri Comuni
dell’Altopiano (precisamente da
Conco, Lusiana, Rotzo ed
Enego), gli enti locali altopianesi
formalizzano la propria volontà di istituire l’unione montana
come previsto nella quale rientra anche Asiago che, contando una popolazione superiore
2
La voce degli 8 Comuni
ai 5 mila abitanti, non era tenuta
a parteciparvi.
A mancare all’appello sono
Roana, Gallio e Foza che avevano già precedentemente firmato un simile accordo tra loro;
una scelta che aveva creato qualche polemica ma che il sindaco
di Roana, Valentino Frigo, smorza spiegando che “E’ chiaro che
prima o dopo tutti i Comuni
altopianesi, per la gestione di
servizi associati, convoglieranno assieme nell’unione montana. Si è voluto solo procedere
in attesa degli sviluppi cioè di sapere cosa avrebbe fatto Asiago
e quali saranno le disposizioni finali della Regione sull’unione
montana”.
“Ad Asiago sembrava giusto
dare un segnale ed indirizzare i
propri appalti verso un’unica
commissione giudicatrice –
commenta il sindaco di Asiago
Andrea Gios – Una commissione formata da personale della Spettabile Reggenza e tecnici comunali nostri e che dovrebbe così sgravare i Comuni più piccoli da una spesa importante nei bilanci”. “Noi crediamo in questa nuova unione
montana – conclude Gios –
che auspichiamo possa diventare davvero il fulcro amministrativo dell’Altopiano dove tutti
i Comuni si possono trovare
per individuare politiche
collegiali nell’interesse della
popolazione altopianese”.
Gerardo Rigoni
Approvato il Masterplan per il
Centenario della Grande Guerra
Il Masterplan del progetto per le Celebrazioni del Centenario della
Grande Guerra nel
Veneto è stato approvato dal Comitato Esecutivo, convocato a Palazzo Balbi sede della
giunta regionale dal
vicepresidente e assessore alla cultura Marino
Zorzato e dall’assessore al turismo Marino Finozzi. Era presente anche il coordinatore del
Comitato Scientifico Marzio
Favero. Il Masterplan si riferisce in particolare alla realizzazione di un “ecomuseo” della
Grande Guerra diffuso sul territorio regionale. Esso si basa
su un’indagine capillare della
realtà esistente e su quanto proposto in occasione dei numerosi incontri che si sono tenuti
nei mesi scorsi. Da tutto questo è emersa una proposta di
organizzazione del territorio per
grandi nuclei, identificati in base
ad una lettura comparativa degli elementi storico-cronologici
connessi alla Grande Guerra,
ma anche geografici e tematici.
Le “cronoaree” individuate nel
Masterplan sono sette: le Dolomiti bellunesi; le Prealpi
vicentine; Grappa, Tomba,
Piave e Montello; il Veneziano;
il Baldo e laLessinia; l’area di
Padova; il Polesine. Elementi
chiave del sistema “a rete” saranno i musei esistenti nel territorio. Nel corso dell’incontro
è stata data approvazione anche alla costituzione del Comitato dei Soci Partecipanti, che è
l’organismo che riunisce tutti i
soggetti, pubblici e privati, interessati a contribuire alle attività per
il Centenario e alla realizzazione
delle sue finalità. Inoltre, è stato
ratificato anche il testo del regolamento per la concessione dell’uso del nome e del logo, relativo alle celebrazioni regionali, di
cui il Comitato Regionale Veneto
è titolare esclusivo.
Sabato 11 maggio 2013
l’Altopiano
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La voce degli 8 Comuni
Asiago - Il sindaco risponde al consigliere Maurizio Rossetto (prima parte)
Impianto fotovoltaico
E’ evidente che io e il consigliere Rossetto abbiamo una
diversa opinione in relazione
alle priorità degli interventi di
finanza pubblica ed ai doveri
del “buon padre di famiglia”
e mi sembra altrettanto chiaro che Rossetto non conosce
bene i meccanismi giuridici e
ragionieristici che determinano i vincoli e le scelte di bilancio negli enti pubblici
come in tutte le aziende e le
imprese.
Vorrei, in primo luogo, precisare
che
l’impianto
fotovoltaico che abbiamo realizzato sul tetto dello stadio
del ghiaccio (costato 933.500
euro) sta dando ottimi risultati e, sulla base dei dati raccolti nei primi otto mesi di
attività, dovrebbe portare un
beneficio di circa 130/140
mila euro annui nelle casse
del Comune: beneficio economico che si protrarrà per
i prossimi 20 anni.Altro che
investimento di “dubbia
resa”.Va poi evidenziato che
i fondi utilizzati per la realizzazione dell’impianto
fotovoltaico derivano essenzialmente dall’alienazione del
secondo piano della casa di
riposo che il Comune ha ceduto all’ente che la gestisce
e rappresentano un’entrata
straordinaria, non ripetitiva,
frutto dell’alienazione di un
bene comunale.E’ norma
generale di buona e corretta
amministrazione che le entrate straordinarie (specialmente quelle derivanti dall’alienazione di beni in proprietà) non vengano destinate ad attività di “manutenzione ordinaria” e siano destinate ad investimenti che
possano dare frutti in futuro o che consentano, in ogni
caso, di incrementare il pa-
L’impianto fotovoltaico: “Una riserva
d’ossigeno per le casse comunali”
Per i manti stradali: “Già predisposto
un dettagliato piano d’intervento”
trimonio comunale. Mi pare,
pertanto che la realizzazione
dell’impianto fotovoltaico
rappresenti un ottimo investimento che consentirà di
introitare, nell’arco della sua
vita utile, oltre 2.600.000
euro da poter utilizzare in
parte corrente o per finanziare qualche altra opera pubblica: potrebbe addirittura
essere utilizzato per garantire in questi 20 anni la manutenzione dei manti bitumati
che sembrano interessare
così tanto a Rossetto.
Vorrei chiarire che se avessimo investito tutto il denaro utilizzato per il
fotovoltaico nel rifacimento
dei manti bitumati, una volta
spesi i 933.000 euro impegnati ci saremo trovati senza ulteriori risorse ed avremmo “mangiato” tutto il capitale disponibile (con l’aggravante che tra alcuni anni ci
saremo trovati da capo a dover rifare i manti bitumati).
Attraverso l’investimento nel
fotovoltaico abbiamo, invece, quasi triplicato le risorse
disponibili e fornito una importantissima “riserva di ossigeno” ai bilanci comunali
dei prossimi 20 anni. Non mi
sembra un risultato da poco
e non mi pare proprio di aver
fatto una scelta scellerata
come vorrebbe fare intendere
Rossetto o chi gli ha suggerito la lettera pubblicata. Da
ultimo è opportuno precisare che non è vero che gli introiti del fotovoltaico”non
possono essere spesi” come
vorrebbe far credere il consigliere Rossetto. Si tratta di
introiti che hanno duplice natura: da una parte riducono
direttamente il costo dell’energia elettrica utilizzata per
far funzionare lo stadio del
ghiaccio e dall’altra (il
corrispettivo della
vendita dell’energia residua e il contributo statale) rappresentano entrate
correnti che finanziano le funzioni
essenziali i sevizi
primari che il Comune eroga ai cittadini. Sono, al
contrario, una risorsa importantissima per poter
fronteggiare la
“morsa micidiale”
del patto di stabilità.
Sistemazione dei
manti stradali
Mi pare che il Consigliere
Rossetto su questo tema si sia
fatto prendere la mano da sterili posizioni di pura demagogia. Non c’è dubbio alcuno
Storia e luoghi dell’Altopiano:
un progetto per conoscerli meglio
Frequentare la montagna e il territorio in generale, sia come
fonte di conoscenza del territorio stesso che di benessere
fisico e psicologico. Sono questi i principali obiettivi di un
progetto rivolto a tutte le scuole medie dell’Altopiano ideato e organizzato dall’assessore allo sport di Asiago Franco
Sella, per primo un grande appassionato dell’andare in montagna, con il supporto dell’Ufficio Sport e cultura.
Un progetto presentato in Regione dalla Comunità Montana
per essere finanziato con i fondi della legge 482 sulle minoranze linguistiche.
“Ai nostri studenti, a seconda della classe frequentata –
spiega Franco Sella – si propongono delle lezioni di storia
dell’Altopiano, anche con l’ausilio di esperti locali, alle quali
far seguire delle uscite sul territorio visitando luoghi che
hanno attinenza con questo studiato, luoghi dei quali conoscere orografia, toponimi e storia.
Alla base c’è l’educazione alla montagna e al rispetto dell’ambiente, sempre partendo dal presupposto che per amare e rispettare c’è bisogno di conoscere”.
Così se in prima media si studiano le origini fino alla nascita della Reggenza, le uscite abbinate saranno ai graffiti della
Val d’Assa, al Bostel, all’Altar Knotto, allo SpitzKnotto, al
Corgnon, alle Seleghen Baiblen, alla Grotta di Ernesto (al-
cune riguardano tutti, altre
vengono proposte in base
alla vicinanza alle varie
scuole).
In seconda media si affronterà il periodo della Reggenza, di conseguenza le escursioni indicate sono ai
Castelloni di San Marco e ai
cippi di confine, alla Calà del
Sasso, alla Torre scaligera di Enego e lungo le vecchie vie
di comunicazione tra paesi dell’Altopiano e della
sottostante pianura. In terza media l’argomento di studio
sarà infine la Grande Guerra, quindi le uscite si faranno ai
principali forti e ai luoghi in cui si è combattuto, Ortigara
in primis. “Ovviamente – aggiunge Sella – ci saranno delle lezioni in loco soprattutto sulla toponomastica, scoprendo il perché di certi nomi dati ai luoghi spesso derivanti dalla
morfologia o dai fatti lì accaduti”.
Il costo per l’attuazione del progetto, che potrà prendere il
via tra un paio d’anni e che avrà lo stesso Franco Sella come
principale coordinatore, è di oltre 67 mila euro.
S.L.
che le strade dissestate vanno riparate e devono essere
sistemate. Non tanto e non
solo per una questione di sicurezza ma anche per il decoro urbano della nostra
Città.Va anche detto che la situazione è precipitata nel corso dell’inverno scorso in cui
si sono registrate ben
ventisette nevicate e la pulizia
ripetuta delle strade con le
benne e con le pale meccaniche ha logorato il fondo stradale e creato il dissesto che è
sotto gli occhi di tutti. Mi pare,
peraltro, che il disagio dei
manti bitumati sia generale in
tutto l’Altopiano ed anche in
molte città della pianura.In
ogni caso, prima dell’inverno
il problema non sussisteva e
la situazione, dopo i cospicui
interventi del periodo compreso tra il 2008 ed il 2010, non
appariva critica.
Tengo, comunque, a precisare che abbiamo già predisposto un programma di intervento e in sede di ripartizione dell’avanzo di amministrazione
2012 destineremo gli importi
necessari a sistemare la situazione. A questo riguardo, ritengo opportuno sottolineare
che l’avanzo di amministrazione dell’anno 2012 (pari
651.595 euro) è costituito essenzialmente da economie di
spesa registrate nell’esecuzione di opere pubbliche e mi
pare corretto che la manutenzione straordinaria delle strade che ci troviamo ad affrontare sia eseguita con risorse
di questa natura senza gravare nelle tasche dei cittadini o
senza sacrificare la realizzazione di altre opere pubbliche.
Va, comunque, precisato, che
alcuni dei tratti stradali dissestati (circa il 40 per cento)
sono di competenza di Etra e
di Vi-Energia i quali si erano
impegnati al rifacimento del
manto bitumato in seguito ai
lavori di loro competenza (sistemazione reti, scolmatore e
teleriscaldamento). Siamo già
in contatto con i rispettivi uffici tecnici e sono certo che a
breve termine inizieranno i lavori di sistemazione delle tratte di
loro competenza.
Vorrei, ad ogni buon
conto, sottolineare
che a differenza di
quello che vorrebbe
far credere Rossetto,
il Comune, negli anni
2010, 2011 e 2012,
ha
speso
ben
511.732,47 euro per
la sistemazione di
manti bitumati. Non
mi pare poco in anni
difficili come quelli
che stiamo attraversando.
Il fatto poi che il consigliere Rossetto voglia far credere che
buche ed abrasioni
dei fondi stradali
“sono direttamente correlate
con la posa di manti di asfalto sottili” evidenzia la spinta
demagogica che vuole dare al
suo intervento e la malafede
con cui approccia il problema.
Per prima cosa vorrei far notare che la gran parte delle
strade dissestate sono state
asfaltate moltissimi anni fa e
l’usura è quasi fisiologica. Gli
vorrei, inoltre, evidenziare che
nelle tratte interessate da lavori di Etra e Vi-Energia le
stesse non hanno ancora dato
il fine lavori con la stesura del
manto definitivo. Da ultimo
ritengo utile precisare che il
Comune di Asiago nella
stragrande maggioranza dei
casi, quando fa interventi di
sistemazione dei manti
stradali,effettua lavori a regola
d’arte con fresatura, bynder
e tappeto di asfalto. Gli “asfalti sottili” citati da Rossetto
vengono utilizzati solo laddove
vi siano scavi parziali per allacci o posa di reti che prevedono rifacimenti parziali.
Andrea Gios
Sul prossimo numero la risposta del sindaco sulle altre questioni sollevate da
Maurizio Rossetto
Sabato 11 maggio 2013
l’Altopiano
4
La voce degli 8 Comuni
ASIAGO
Zona artigianale: “D’ora in poi più
attenzione da parte del Comune”
Più attenzione per la zona
artigianale e in generale
per le aree periferiche
della città. La garantisce
il sindaco di Asiago Andrea Gios dopo la lettera di
un residente in via dell’Artigianato pubblicata recentemente sul nostro giornale. Una riflessione che puntava i riflettori sulla reale situazione di degrado in cui
versava la zona, usata
spesso come deposito, come
grande magazzino all’aperto
vedi per esempio per i bidoni della
raccolta rifiuti andati in disuso con
l’arrivo dei press container o per
il materiale dell’operazione Mato
Grosso o ancora per la neve rimossa dal centro cittadino.
“Alcuni dei problemi evidenziati
– dice Gios – sono stati prontamente risolti. Etra, ancor prima
che il Comune la sollecitasse, ha
subito provveduto a rimuovere i
cassonetti, mentre in occasione
dell’ultima raccolta di materiale
dell’operazione Mato Grosso
avvenuta nei giorni 4 e 5 maggio, è stata individuata un’altra
zona di deposito (l’area adiacente al Consorzio fra i caseifici di
Asiago, in via Francesco Baracca, ndr)”.
“Per quanto riguarda il deposito della neve – continua il sindaco – mi risulta sia successo
solo una volta e si è trattato di
un’emergenza, tanto che avevamo prontamente provveduto alla
pulizia”.
Ci sono poi delle questioni che
l’attuale amministrazione si è trovata in eredità, vedi per esempio
la viabilità inadeguata, per le quali
comunque si sono cercate delle
possibili soluzioni.
“La strettoia della via d’accesso
– spiega Gios – è dovuta alla
presenza delle due case, che
certo non possiamo abbattere.
Nel nuovo PAT abbiamo individuato la possibile alternativa,
quella di far passare una strada
al di là delle case, che passa però
attraverso l’acquisizione di terreni privati e della stessa vecchia casa che troviamo, arrivando, sulla destra. Sono pratiche
che dunque andranno per le lunghe”.
Per quanto riguarda l’area centrale, si tratterebbe di una
cosidetta zona F sulla quale il
l’Altopiano
Sabato 11 maggio 2013
L’Altopiano srl - Società unipersonale
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Foto: Archivio Giornale
Stampa: Centro Stampa delle Venezie
Via Austria, 19/b - 35217 Padova
Edizione chiusa il 9 maggio alle ore 23.30
vecchio piano regolatore prevedeva la realizzazione di un edificio pubblico per la vendita dei
prodotti artigianali. Nel tempo
sono state proposte diverse soluzioni che per vari motivi non è
stato possibile realizzare. Attualmente si pensa ad un edificio per
studi professionali, cioè una piccola “Casa delle professioni”;
il Comune è disposto a concedere l’area gratuitamente a chi
s’impegna a costruirla.
“Per quanto concerne
i lotti residui – spiega
ancora Gios – semplicemente erano troppo
piccoli per soddisfare
le richieste: sono stati
messi a disposizione 4
lotti da 1500 mq perché queste erano le
necessità”.
“Oltre a quello che
non va – aggiunge
Gios - mi piacerebbe
però si ricordasse anche ciò
che abbiamo fatto come
l’asfaltatura della strada da
Ceresara fino alla zona artigianale e l’allacciamento del
metano della quale si parlava
da 20 anni”
Il sindaco chiude con un invito: “Ringraziamo i cittadini per
le sollecitazioni che sono sempre utili, come anche in questo caso, per migliorare le cose,
ricordo che è possibile espor-
Prorogato il termine per la
richiesta di contributi Gal
Dieci giorni di tempo in più per
consegnare le domande di contributo
economico per le Misure 311, 312 e 313
C’è tempo fino a venerdì 24 maggio per poter presentare le domande di contributo a fondo perduto
per la realizzazione di progetti utili allo sviluppo
del territorio della Montagna Vicentina.
Lo ha deciso il Consiglio di Amministrazione del
Gal che ha spostato la deadline di dieci giorni (dal
14 al 24 maggio, appunto) per inoltrare le richieste di contributi economici delle Misure 311, 312 e
313, per un totale di quasi un milione e mezzo di
Euro di fondi a disposizione.
Sviluppo dell’attività agrituristica, creazione e sviluppo di microimprese, promozione del turismo: precisamente 1.480.973,44 Euro di contributi per gli
imprenditori dell’agricoltura, della ricettività e
della ristorazione e per alcune categorie artigiane, associazioni, consorzi ed enti pubblici.
Ecco le singole azioni:
Misura 311 “Diversificazione in attività non agricole”
Azione 2 “Sviluppo dell’ospitalità agrituristica” 270.000 Euro
Misura 312 “Sostegno alla creazione e allo sviluppo di microimprese”
Azione 1 “Creazione e sviluppo di microimprese” 900.000 Euro
Misura 313 “Incentivazione delle attività turistiche”
Azione 2 - Accoglienza - 50.000 Euro
Azione 4 - Informazione - 200.000 Euro
Azione 5 - Integrazione dell’offerta turistica 60.973,44 Euro
Le diverse azioni bandite dal Gal lo scorso 1º marzo sono descritte nei testi completi dei bandi
scaricabili dal sito www.montagnavicentina.com.
Ogni eventuale informazione o approfondimento
possono essere liberamente richiesti agli uffici del
Gal Montagna Vicentina.
re le problematiche, che non
sono certo architettate apposta per penalizzare un’area del
paese piuttosto che un’altra,
direttamente a me o agli assessori competenti. Siamo
aperti all’ascolto, al dialogo e
al confronto costruttivo”.
Stefania Longhini
La Cassa Rurale ed Artigiana
e il suo prezioso contributo
al “bene comune”
Domenica 5 maggio al Millepini
di Asiago si è tenuta l’annuale
assemblea dei soci della Cassa
Rurale Artigiana di Roana, con
una buona partecipazione grazie
anche ai ben 157 nuovi entrati
nel 2012 che hanno portato la
compagine sociale ad un totale
di 1.121 membri. Questo è un
bel segnale di vitalità e il riconoscimento della fiducia e delle
aspettative che hanno le persone dei nostri territori nei confronti
della loro Banca. Quello che ha
positivamente impressionato gli
ospiti provenienti dalle banche
consorelle, anche del Trentino, e
gli organi istituzionali del credito
cooperativo presenti all’Assemblea, è stato il clima di grande
serenità in cui si è svolta l’assemblea stessa. Pur emergendo
chiaramente, dalla lettura delle
relazioni e del bilancio, una
realistica immagine della difficile congiuntura in cui i nostri territori sono immersi e da cui nessuna azienda e quindi anche nessuna Banca, grande o piccola che
sia, può dire di non essere toccata, la base sociale ha fatto trasparire di aver pienamente coscienza del ruolo essenziale del
nostro istituto di credito, che pur
tra le difficoltà, svolge appieno il
proprio ruolo mettendo al centro
quei valori per noi fattore irrinunciabile. E’ stata apprezzata e
compresa la concreta esposizione della situazione aziendale che
vede la nostra piccola Banca
combattere e difendersi più che
dignitosamente. Ecco alcuni numeri del bilancio 2012: utile
d’esercizio 503.761,00 euro, accantonamenti 3.016.409,00, patrimonio di base 19.5 milioni, l’indice di solidità della banca denominato “tier 1 capital ratio” passa dal 10.13 del 2011 al 11.54%
del 2012. Infine la remunerazione
pagata a chi ha sottoscritto l’aumento di capitale è stata del
3.50%. Nonostante la negativa
congiuntura, gli interventi della
Banca sul territorio si sono mantenuti praticamente costanti, altre iniziative sono decollate come
il dono dei defibrillatori all’associazione soccorritori e altre sono
allo studio in aggiunta alle molte
ormai consolidate. Conforta riscontrare che le persone sono
sempre più consapevoli del fatto che sia necessario, più che
inseguire il piccolo tornaconto
personale, facendo valere la qualità di Socio o cliente di una banca locale, prendere atto dell’apporto della cooperativa al bene
comune, grazie anche alla concessione di credito su conoscenza personale dei richiedenti, delle loro storie e non sulla base dei
soli numeri, tramite l’offerta di
prodotti di investimento semplici, sicuri, trasparenti e sostenendo con contributi le iniziative che
lo meritano. Concludendo con
un sorriso: sempre grande attenzione ai valori e alla loro
condivisione, ma senza dimenticare il momento conviviale nei
ristoranti del territorio, secondo
una programmata rotazione per
non mancare di coerenza nell’
essere equi nei nostri comportamenti.
Sabato 11 maggio 2013
l’Altopiano
5
La voce degli 8 Comuni
AGRICOLTURA
Gita in Altopiano per farsi
conoscere e per conoscere i soci altopianesi ed i loro
bisogni. Il presidente della
Coldiretti Vicenza Martino
Cerantola ha incontrato
una cinquantina di allevatori
locali: un confronto informale nel quale si è parlato
di tutto, dalle necessità a
diversificare le aziende
agricole alle nuove tendenze dei mercati alle nuove
direttive europee. Particolare attenzione è stata poi
posta sulla questione nitrati:
un tipo di inquinamento delle acque sotterranee da
sempre attribuito, per quanto riguarda l’Altopiano, agli
allevamenti di vacche da
latte diventati sempre più
intensivi per rimanere competitivi, fatto che però pro-
Visita agli allevatori altopianesi
del presidente provinciale Coldiretti
voca un accumulo di letame e quindi di nitrati, che,
secondo alcuni, il territorio
fatica a smaltire.
In un recente studio della
Comunità europea effettuato sui 27 Stati membri nel
66% delle stazioni di
monitoraggio della qualità
delle acque sotterranee la
concentrazione di nitrati si
è mantenuta stabile o è diminuita. Il 15 % delle stazioni ha tuttavia registrato
concentrazioni di nitrati superiori alla soglia di qualità
Indennità per gli agricoltori
delle zone montane: le
domande vanno presentate
entro il 15 maggio
di 50 mg per litro. Le concentrazioni di nitrati sono
risultate maggiori nei livelli
poco profondi (tra i 5 e i 15
metri di profondità).
Non così invece per il neo
presidente.
“Non si può attribuire al sistema agricolo tutto il carico di responsabilità per i
nitrati; anzi i nitrati di origine zootecnica sono, in alcuni casi, minori di quelli di
derivazione industriale ed
umana – ha commentato
Cerantola – Dobbiamo fare
massa critica per far sentire la nostra voce; il
comparto agricolo ha investito molto per ridurre l’impatto dei nitrati sul suolo e
sottosuolo ma questa presa
di coscienza deve essere
fatta anche dal comparto
industriale e ancora di più
Il presidente
della
Coldiretti
Vicenza
Martino
Cerantola
dalle aziende di gestione
delle acque nere”.
“Il problema è che non si
vuole ammettere la percen-
tuale di nitrati di origine
umana in rapporto a quella
di provenienza degli allevamenti di bestiame – ha aggiunto Rampazzo – Uno
studio della Regione Lombardia lo ha già dimostrato;
chiediamo a gran voce che
uno studio analogo si faccia anche in Veneto”.
“Quello dei nitrati è solo
uno dei tanti problemi che
assale l’agricoltura, in particolare quella di montagna
– ha concluso il presidente
Coldiretti Altopiano Dino
Panozzo – però è solo uniti
che possiamo avere la forza per imporre alla politica
di affrontare queste nostre
necessità e permettere che
l’agricoltura continui e prosperi rimanendo così parte
integrante della nostra terra”.
Gerardo Rigoni
Progetto Scuola CoopAttiva: grazie alla
Cassa Rurale costituita l’A.C.S. Young Style
Scadranno il 15 maggio i termini per la
presentazione delle domande per le “Indennità a
favore degli agricoltori delle zone montane” allo
Sportello Unico Agricolo Avepa della propria
provincia. E’ quanto prevede il bando del Programma
di Sviluppo Rurale del Veneto che ha attivato anche
per il 2013 le risorse della specifica Misura 211.
“Si tratta di 14 milioni di euro – ha fatto presente
l’assessore all’agricoltura Franco Manzato –
finalizzati a mantenere nelle zone montane una
comunità agricola vitale ed imprese agricole che
utilizzino metodi di coltivazione compatibili con
la salvaguardia ambientale e dello spazio naturale,
allo scopo di mantenere e tutelare un ambiente
difficile dove l’assenza dell’uomo potrebbe avere
effetti molto negativi per tutto il territorio”.
I testi ufficiali sono stati pubblicati sul Bollettino
Ufficiale della Regione.
E’ stata costituita lo scorso 11
marzo presso l’Istituto di Istruzione superiore di Asiago, l’Associazione Cooperativa Scolastica – Young Style A.C.S. i cui
soci sono gli alunni della classe
3^A che hanno partecipato al
progetto “Scuola CoopAttiva- La
cooperazione fa scuola”, realizzato grazie alla collaborazione tra
la Confcooperative – Unione
provinciale di Vicenza, l’Istituto
regionale per l’Educazione e studi
cooperativi – Irecoop Veneto e
la Cassa Rurale ed Artigiana di
Roana, che ha supportato l’iniziativa in termini organizzativi ed
economici. Un progetto che, tramite incontri con esperti, ha
come obiettivo la diffusione della cultura d’impresa, facendo
conoscere in particolare la formula della cooperativa e dell’impresa sociale, dando l’opportunità agli studenti di confrontarsi direttamente con chi
opera sul campo e con chi vive
ogni giorno l’esperienza coo-
perativa. In concreto i ragazzi, coordinati dall’insegnante
Giovani Battista Vanzo, hanno potuto approfondire la cooperazione non solo come materia di studio, ma anche mettendo in pratica la realizzazione di un modello di impresa,
elaborando un progetto imprenditoriale e costituendo una
ACS (Associazione Cooperativa Scolastica) con tanto di
assemblea dei soci, statuto e
consiglio di amministrazione.
Una società cooperativa in pie-
na regola composta, oltre che
dagli organi sociali, dai vari servizi quali ufficio vendite, ufficio
marketing/organizzazione, ufficio
acquisti, ecc …e per la quale ogni
socio ha sottoscritto una quota
sociale pari a 5 euro.
“Oltre a diffondere la conoscenza dei principi, della storia, dell’organizzazione e della funzione sociale della cooperazione tra i ragazzi – spiega Maurizio Casarotto della
Cassa Rurale di Roana, che ha
coordinato il progetto per con-
to dell’Istituto di credito cooperativo – gli scopi
dell’A.C.S. sono quelli di
sviluppare fra i soci lo spirito di collaborazione e la
solidarietà, favorendo la
sensibilità morale, sociale
ed economica, promuovendo l’autogestione e la partecipazione democratica fra
i giovani. Gli utili vengono
destinati all’acquisto di servizi e strumenti per la scuola e per iniziative di solidarietà ed aiuto anche esterno”. L’ A.C.S. costituita dai
ragazzi della 3^A della Ragioneria di Asiago si occuperà dell’acquisto e della vendita di tshirt. La società avrà durata fino
alla fine dell’anno scolastico
2013/2014 e quindi verrà sciolta.
La Cassa Rurale ed Artigiana di
Roana, oltre ad aver organizzato e finanziato la formazione, ha
offerto ai ragazzi il finanziamento in denaro necessario per dare
vita alla cooperativa.
l’Altopiano
Sabato 11 maggio 2013
6
La voce degli 8 Comuni
La visita pastorale del Vescovo Antonio Mattiazzo
“La disparità col vicino Trentino?
Ne soffriamo anche nella Chiesa!”
Nell’ambito della visita pastorale alle parrocchie del Vicariato di
Asiago (comuni di Asiago, Roana, Gallio, Rotzo e Foza), sabato
27 aprile, il Vescovo di Padova Antonio Mattiazzo ha anche incontrato, nel Municipio di Asiago, la comunità civile.
A dare il benvenuto a Monsignor Mattiazzo è stato il sindaco di
Asiago Andrea Gios.
“Stiamo vivendo tempi difficili sotto tutti i profili – ha sottolineato
il primo cittadino nel suo saluto – mi auguro che la politica sappia
fare quello che ha saputo fare la Chiesa con l’elezione di Papa
Francesco ovvero rinnovarsi e adeguarsi ai tempi moderni. Da
parte nostra, stiamo lavorando con impegno dando sempre più
attenzione alle famiglie e alle imprese. Lavoriamo per dare ai nostri figli la possibilità di continuare a vivere qui. Lavoriamo con
fiducia sapendo che dai momenti storici difficili del passato questa terra ha sempre saputo venirne fuori”.
Il sindaco di Rotzo Lucio Spagnolo ha presentato al Vescovo una
relazione di carattere socio economico sul territorio mettendo
anzitutto l’accentosulle difficoltà del vivere in montagna.
“La montagna è nemica dei ragionieri. – ha esordito – Secondo i
calcoli dei legislatori non abbiamo i numeri per avere ciò che ci
dovrebbe essere dato di diritto, istruzione e sanità in particolare.
Maisoli c’è! L’Onlus, nata per
dare voce e sostegno agli
altopianesi che soffrono o
hanno sofferto di una malattia oncologica, opera ad
Asiago da sei mesi e sarà presente con i suoi associati e
volontari domenica 19 maggio in Piazza Carli ad Asiago
dalle 9.30 alle 16.30 in occasione dell’8^ “Giornata Nazionale del Malato Oncologico”.
I volontari saranno a disposizione per raccontare la loro
esperienza di soci e di partecipanti al Gruppo di Sostegno
e Auto Mutuo Aiuto, dando
inoltre la possibilità a chi lo
desidera di iscriversi all’associazione, o donare un piccolo
contributo per aiutarne i progetti. La malattia oncologica,
se vissuta non in solitudine ma
in condivisione con altre persone portatrici dello stesso
problema, può essere affrontata con uno spirito e una forza diversa, come testimoniano due amiche asiaghesi che
frequentano l’associazione.
“Quando meno te lo aspetti –
raccontano - eccoti coinvolto
in qualcosa più grande di te
che non risparmia niente e ti
devasta. Puoi essere forte finché vuoi, ma i momenti tristi
ci sono. A casa non vogliono
sentirne parlare o vederti
La Regione ha dimostrato attenzione con l’impegno per rilanciare
i servizi sanitari e garantire il diritto alla salute, c’è un grande
impegno da parte nostra per salvare le scuole dei piccoli paesi,
abbiamo necessità di avere dirigenti esperti e un corpo docente
preparato. Grande anche lo sforzo dei nostri imprenditori che
cercano in tutti i modi di mantenere qui la produzione con enorme
fatica da parte di tutti”. Non è mancato un accenno allo svantaggio sofferto dall’Altopiano rispetto ai privilegi concessi alla confinante regione a statuto speciale.
Ha poi preso la parola Monsignor Mattiazzo che ha anzitutto sottolineato il suo rapporto personale e quello della diocesi con
l’Altopiano.
“L’ultima volta che sono stato in questa sala – ha detto con piacere – è stata per la presentazione del candidato parroco, secondo le
regole dello ius patronato. Amo la montagna e mi piace camminare tra le cime. Qualche volta ho anche celebrato la Messa a Cima
XII che il punto più alto della diocesi di Padova. Ho avuto anche
il piacere di partecipare alla Grande Rogazione, primo Vescovo a
farlo. La montagna ha un grande valore simbolico: le grandi manifestazioni di Dio sono tutte avvenute su una montagna. Essa
rappresenta l’elevazione spirituale”.
Riguardo alle sfide e alle necessità dei nostri tempi, il Vescovo si è
soffermato sulla frammentarietà dei valori di cui la politica è specchio.
“Unione, solidarietà, equità sono valori fondamentali che oggi
mancano. Siamo in balia della corruzione, del degrado e degli
individualismi. In questo momento, in cui serve un profondo rinnovamento, dobbiamo tirar fuori tutte le nostre energie, avere
creatività e collaborare, nel rispetto dei ruoli, anzitutto in una maggiore attenzione alla famiglia cellula debole e in crisi. La famiglia è
fondamentale per avere una società sana”.
Monsignor Mattiazzo ha ricordato alcuni impegni che la diocesi si
è presa a cuore: l’offerta di occasioni di formazione all’impegno
socio politico improntata sulla dottrina sociale della Chiesa, aperta
e tutti; l’avvio del fondo straordinario di solidarietà per il mondo
del lavoro al quale si può accedere attraverso i centri di ascolto
aperti dalla Caritas (uno è attivo anche ad Asiago).
Il Vescovo ha anche affermato di comprendere molto bene il disagio rispetto ai privilegi concessi al confinante Trentino: “E’ una
situazione di disparità che purtroppo sentiamo forte anche nella
Chiesa!”.
L’incontro si è chiuso con la recita del Padre nostro e con la
benedizione del Vescovo sui rappresentanti della Comunità civile
ed economica. “Invoco per voi saggezza e coraggio affinché
possiate sempre svolgere il vostro compito come un servizio al
bene comune”.
Stefania Longhini
Domenica 19 maggio è la Giornata Nazionale del Malato Oncologico”
In piazza con Maisoli Onlus
I volontari del gruppo saranno a disposizione per raccontare la loro
esperienza di soci e partecipanti al Gruppo di Sostegno e Auto Mutuo
Aiuto, dando anche la possibilità di iscriversi all’associazione
piangere … vogliono vederti
sempre forte e combattiva.
Con Maisoli c’è la possibilità di parlare senza timore,
perché tutti hanno più o meno
gli stessi problemi e ognuno
può sfogarsi senza sentirsi giudicato. Di fronte ad una malattia seria a volte ci si può
trovare da soli: pur avendo
una famiglia alle spalle può
accadere che non ci sia dialogo su questo argomento, sia
da parte dei famigliari che
non parlano, pensando di proteggere l’ammalato o se stessi da una grande sofferenza,
e viceversa. Se questa cosa
fosse condivisa, sicuramente
sarebbe un peso più leggero
da portare. Noi ci siamo trovate in questa situazione parecchi anni fa. Ci è andata
bene! Ora siamo entrate nel
gruppo Maisoli, per portare
un po’ di aiuto e speranza a
chi ne può aver bisogno e vor-
rà accettarlo.” Il Gruppo di Sostegno e Auto
Mutuo Aiuto è passato
dall’iniziale appuntamento una volta al
mese, a ritrovarsi ogni
secondo e quarto venerdì, rispondendo così
a un’esplicita richiesta
dei partecipanti. A maggio il prossimo incontro, sempre presso i
locali del Distretto sanitario in Via Monte
Sisemol, si terrà venerdì 24, nel consueto orario dalle
ore 15.30 alle 17.00. Per lunedì 27 maggio, (stesso orario e luogo) Maisoli sarà inoltre presente con la propria
estetista volontaria Renata
Zarpellon, nell’ambito del progetto “La Forza e il Sorriso”,
il cui scopo è quello di dare la
possibilità alle donne in trattamento oncologico di avere informazioni utili, consigli, ac-
corgimenti pratici per fronteggiare gli aspetti secondari delle terapie e per ritrovare
autostima e fiducia in se stesse. Sono previsti successivi
appuntamenti, con il dono di
un kit di bellezza al termine del
laboratorio di make-up. Altra
iniziativa, che prenderà il via
sabato 8 giugno, è un corso
di base di nordic walking, grazie alla collaborazione volon-
taria di Francesca Di Salvo, istruttrice della Scuola Italiana Nordic Walking.
“Per avere maggiori informazioni sui progetti e sull’attività della nostra Associazione – invita la dottoressa Rosella Rigoni
Zurlo,
psicologa
facilitatore gruppi – venite in Piazza Carli il 19
maggio, in occasione della giornata che vede manifestazioni a sostegno dei
malati oncologici in tutta
Italia. Nel nostro piccolo, ci
attiveremo per far passare il
messaggio di non vivere questa malattia in solitudine, visto che la condivisione con chi
ha gli stessi problemi non può
che far bene al corpo, allo
spirito e alla mente. Per questo vorremmo fare un grande
ringraziamento a coloro che
frequentano il Gruppo di Sostegno e di Auto Mutuo Aiuto
e hanno trovato il coraggio di
aprirsi per donare la loro
esperienza di malattia ad ogni
altro componente, aprendosi
la strada verso l’adattamento ad una nuova e più preziosa vita. Vi aspettiamo dunque
in piazza, perché Maisoli è
vicino al malato oncologico
e alla sua famiglia: non siete
soli!”. Oltre alle già citate
Renata Zarpellon, Francesca
Di Salvo, Rosella Rigoni
Zurlo, un grazie va espresso
alla presidente Silva Corà, forza propulsiva dell’associazione, e a tutti coloro che collaborano con Maisoli, dall’Asl
n.3 con il responsabile del Distretto di Montagna dottor
Gilbert Nanhoungue che danno la disponibilità del locale
dove vengono svolte le attività, fino ad Asiago Spedizioni
che offrirà l’utilizzo di tavolo
e panchine per l’appuntamento in piazza Carli. Per ulteriori
informazioni è possibile visitare
il
sito
www.maisolionlus.it o la pagina Facebook, oppure scrivere all’indirizzo e-mail
[email protected], o
telefonare al n. 348 0066349.
Maisoli ricorda infine che è
possibile donarle il 5x1000,
con il numero 91011820247.
Silvana Bortoli
Sabato 11 maggio 2013
l’Altopiano
La voce degli 8 Comuni
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Sabato 11 maggio 2013
l’Altopiano
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La voce degli 8 Comuni
AUSTRALIA - LA NUOVA TERRA PROMESSA
Australia, il fascino di una terra lontana che sembra diventare
richiamo sempre più forte anche per tanti giovani altopianesi
Pagine a cura di Silvana Bortoli
L’Australia, ieri meta lontanissima e sofferta, oggi è sempre più
la nuova terra promessa. Un sogno per tanti ragazzi che non
solo cercano lavoro, ma che hanno anche voglia di mettersi alla
prova nel fare un’esperienza nuova, necessità sempre più forte
tra i giovani italiani. Secondo le ultime statistiche, recentemente
sono stati oltre 50.000 i giovani emigranti italiani, età media
25 anni, che hanno scelto di partire per l’Australia con l’obiettivo di trovare un lavoro, e di farlo scoprendo questa terra
bellissima, la sua natura, la sua cultura, la sua società tra le
più cosmopolite del mondo. Le stime per il futuro parlano di
numeri incredibilmente in crescita tra coloro che partiranno per
l’Australia con l’intento di passarci qualche mese, stabilirvisi
per qualche anno o … per tutta
la vita. Un tempo, quando anche dall’Altopiano son partiti
in tanti per andare alla ricerca di un po’ di fortuna, dall’Italia ci voleva un mese di
viaggio in nave per andare
in Australia. Oggi basta un
giorno o poco più, mettendo insieme le oltre 20 ore
di volo e i tempi di attesa e trasferimenti negli aeroporti. I contatti con chi rimane a casa
sono diventati facili e immediati: nell’era di internet ci si scrive,
ci si sente, ci si vede in video, senza costi. Vista così, l’Australia sembra diventata molto più vicina, ma resta comunque sempre dall’altra parte del globo. Così come chi vi si
trasferisce, per poco o per tanto, difficilmente riesce a sentirsi a casa propria. Almeno è ciò che sostiene la maggioranza delle persone, siano gli emigranti partiti tanti anni fa,
che coloro che son volati oltre oceano in tempi più recenti.
Che in Australia il lavoro si trovi, a differenza dall’Italia, è
un’idea piuttosto comune, ma anche qui non è tutto semplice. Certo non si può partire allo sbaraglio, come hanno fatto
i nostri genitori o nonni, ma bisogna organizzarsi e informarsi. Non basta risparmiare i soldi per il biglietto, sapere
spiccicare qualche parola in inglese, trovare un primo alloggio in ostello o da parenti. Bisogna conoscere le leggi australiane in materia di lavoro, sapere che per lavorare serve
un permesso di soggiorno. Ottenere un lavoro non è sempre
facile per un emigrante, perché, giunti a destinazione è questo che si diventa, e potrebbero essere necessarie determinate qualifiche professionali. La soluzione, per coloro che
non hanno ancora trent’anni, è il “working-holiday Visa”,
che rende le cose facili a chi non è in possesso di una specifica qualifica e può trovare lavoro come lavapiatti, cameriere e, soprattutto, raccoglitore di prodotti agricoli. Letteralmente tradotto in “visto vacanza – lavoro” il “working holiday
Visa” ha una durata di 12 mesi, e dà la possibilità a chi vuole
fare esperienza in Australia, viaggiando e studiando, di manLa vastità dell’Australia
tenersi lavorando in
rapportata all’Europa
modo occasionale, con il
dichiarato obiettivo da
parte del Governo australiano di favorire lo
scambio culturale, concedendo ai giovani di fare
una vacanza supportata da
un lavoro a tempo determinato. Un programma di “vacanze e lavoro” che l’ente del
Turismo del paese promuove
anche tramite un’iniziativa altisonante, ripetuta
recentemente e che ha avuto
grande risonanza mediatica: l’ offerta di quello che viene chiamato “Il miglior lavoro del mondo”, con 100mila dollari di guadagno per sei mesi di occupazione. E non per un lavoro qualsiasi, bensì per qualcosa di assai originale e molto ambito, visto la
grandissima partecipazione che il concorso ha registrato. Che
tipo di mestiere offre il “Best job in the world”? Sono 6 i posti
disponibili : guardiano di un parco naturale, custode di un’isola di
canguri, esploratore dell’Outback, fotografo trendy per le vie di
Melbourne, specialista del divertimento (esiste anche un lavoro
di questo genere!) e pure quello di maestro del gusto. Chi vincerà il concorso, avendo i titoli per essere assunto in una di
queste sei mansioni, potrà godere non solo di un lavoro da so-
gno, ma anche di un eccellente stipendio di circa 80.000 euro in
sei mesi. Sembra una cosa quasi incredibile, in realtà è un modo
per fare pubblicità alle bellezze naturali, attirando turisti ma anche immigrati, per poter contare su nuove forze lavoro.
L’esperienza di alcuni
ragazzi altopianesi
nella terra dei canguri
Jacopo Rigoni
Il racconto dei giovani che hanno fatto un’esperienza in Australia inizia da quello di Jacopo Rigoni, che lo scorso autunno, a vent’anni, ha deciso di fare un viaggio di un paio di mesi
e andare “in avanscoperta” per capire come si vive oggi nella terra dove alla fine degli anni ’50 emigrarono i suoi nonni e
dove è nata sua madre. Con in tasca il doppio passaporto,
italiano ed australiano, quest’ultimo acquisito dopo aver ottenuto la cittadinanza per discendenza (possibilità data ai figli
di persone nate lì) e dunque con nessuna limitazione temporale e senza necessità di visto di alcun tipo. Prima della sua
partenza, tra i conoscenti e parenti contattati, c’era chi asseriva
che se avesse voluto fermarsi e lavorare sarebbe stato facile, ma c’erano anche coloro che gli dicevano che il lavoro è
diminuito anche per chi già ci vive e che, se non si ha una
specializzazione per certi tipi di attività tra quelle più richieste, trovare un posto non è poi così semplice. “Una volta, lì –
racconta Jacopo - ho provato a informarmi sulle possibilità di
lavoro, capendo che per potersi mantenere serve un’attività
ben remunerata, che ti viene offerta solo se hai una qualifica
nel settore. Il mio diploma di tecnico della gestione aziendale
lì non serve a nulla visto che i sistemi sono diversi, avrei potuto lavorare nel settore della ristorazione nel quale è abbastanza facile trovare un posto, anche se preferiscono chi ha
già esperienza e una discreta conoscenza dell’inglese. Ho
conosciuto numerosi italiani che sono andati là con l’intenzione di restarci, alcuni soddisfatti, altri che alla fine hanno
desistito di fronte alle difficoltà che non avevano messo in
conto. La vita in Australia è molto cara, pur se rapportata ai
loro stipendi che sono alti rispetto ai nostri, ma solo se ci sono
le qualifiche professionali. I luoghi sono bellissimi, le cose da
vedere infinite, ma nonostante in un giorno ci si arrivi o si
torni, non è facile vivere così lontano da casa: l’immensa
distanza si sente soprattutto nel fuso orario, quando pensi
che dove sei tu è giorno e al tuo paese è notte, e viceversa”.
AUSTRALIA - LA NUOVA TERRA PROMESSA
Nicole: “Un posto che mi affascinal’Altopiano
Luca: “All’inizio la cosa più strana9è
moltissimo, ma non ci vivrei”
l’accento australiano, molto diverso
da quello inglese o americano”
Sabato 11 maggio 2013
Fin dal suo primo viaggio in
Nicole Lunardi
Australia nel 2000 con i genitori, quando aveva appena 12 anni, Nicole Lunardi
si è innamorata dell’Australia. “Forse è l’aria che si respira lì – dice – e che ho
percepito immediatamente
ogni volta che sono arrivata
all’aeroporto!” Sono ben
quattro le volte in cui Nicole
ha affrontato il lungo viaggio verso l’Australia: dopo
il primo è tornata nel 2008
per qualche settimana, partendo con un viaggio organizzato dagli Alpini, e girando poi per conto proprio.
Poi, l’anno scorso, dopo
essersi laureata e aver sentito forte il bisogno di fare
un’esperienza all’estero che
non fosse però in Europa,
ha deciso di ripartire munendosi del working-holiday Visa, che ha sfruttato prima per 6 mesi, quindi per altri 3 . “I motivi
che mi hanno spinta ad andare in Australia per un
periodo più lungo sono stati principalmente quello di mettermi alla prova e arrangiarmi da sola,
lavorando per mantenermi, ma anche risparmiare qualcosa per girare e scoprire una terra immensa e bellissima. Oltre che per imparare l’inglese, rendendomi conto che quello che si conosce a livello scolastico è niente”. “Anche se ci ho
pensato – continua Nicole – il mio obiettivo non
era comunque quello di rimanere là, se non per il
periodo permesso dal visto: da qua sembra facile,
ma quando sei sul posto è un’altra cosa, non ti
senti a casa tua. L’Australia mi piace tantissimo,
ho una bellissima opinione su quel paese, ma ho
capito che non è un posto dove vorrei vivere.
Non ci trovo sentimento, anche se è una terra
che ti dà un grande senso di libertà: lì mi sentivo
bene, con tanta voglia di fare diverse cose, si conoscono persone da tutto il mondo, appena fuori
dalle città ci sono posti meravigliosi. A Melbourne,
come in tutte le città, ognuno vive la propria vita
in modo frenetico, ho avuto l’impressione che si
pensi solo agli affari, alla carriera, ai soldi. E’ que-
L’interesse per l’Australia in
Christian Gloder, 28enne di
Gallio (Hell Bovi per gli amici!) nasce da bambino,
quando la nonna
Clelia gli raccontava
le vicende di famiglia:
di 6 fratelli era l’unica ad essere rimasta
in Italia, tutti gli altri
Gloria Gravic
emigrarono
a
Melbourne negli anni
’30, alla ricerca di
una situazione migliore. “Si può quindi immaginare – dice
Christian - quanti parenti abbia da queste
parti. Qualche anno fa ho
iniziato a incontrarne alcuni
che hanno più o meno la mia
età mentre viaggiavano per
l’Europa, da lì è bastato
poco per convincermi a fare
questa esperienza!” Finiti gli
esami universitari, Christian
si è fatto due mesi in Australia con visto turistico,
tra novembre 2012 e gennaio 2013. E’ tornato in Italia per la laurea all’Accademia di Belle Arti di Venezia,
indirizzo di Pittura. Come
La voce degli 8 Comuni
sto che probabilmente mi
ha poco convinta.”
E per quanto riguarda il
lavoro? “Per i giovani ci
sono parecchie possibilità, anche se non mancano le difficoltà e, a differenza dell’Italia, la società è basata sul merito. Io
ho sempre fatto la cameriera, all’inizio mi sono
sentita sfruttata, come
penso sia per tutti gli stranieri: a loro facciamo comodo perché ci diamo da
fare e lavoriamo molto.
Poi ho trovato un posto
migliore, ben pagato. Anche se la vita è cara, stando attenti si riesce a risparmiare qualcosa”. Partita a marzo, dopo 6 mesi
Nicole ha sentito la mancanza di casa, è tornata a
Foza pensando che l’esperienza fosse sufficiente. Invece poi ci ha ripensato, ha deciso di
terminare il suo visto ed è rivolata in Australia.
“Prima di tornare di nuovo a casa – racconta –
son partita da Melbourne, sola con il mio
zainetto, alla scoperta della vera Australia, in
un viaggio incentrato soprattutto sulla cultura
aborigena, che mi ha interessato fin da bambina. Sono stata anche in Nuova Zelanda, realizzando dunque il desiderio di fare il viaggio che
avevo in mente”. “Mi era stata data anche la
possibilità di fermarmi – conclude Nicole –
ma il pensiero di essere là per lavorare e nel
contempo visitare un po’ il paese è una cosa,
una prospettiva di trasferimento è un’altra. Andando in Australia, dall’altra parte del mondo,
ti sembra quasi di andare sulla luna: per un periodo di ferie è una cosa, ma per viverci è ben
diverso. Credo che la cosa più importante sia
poter fare un’esperienza forte e portarsela a
casa, con tutti i suoi lati positivi e negativi, che ti
aiutano comunque a crescere, a migliorare. Quando sono partita avevo delle idee, son tornata con
altre, alcune cose ora fatico a sopportarle, altre le
apprezzo molto di più rispetto a prima”.
Luca Costa (a sinistra)
con amici incontrati in
Australia
Per Luca Costa di Canove,
l’Australia, dove si trova dallo
scorso dicembre, rappresenta
una sorta di “meta di riserva”.
Laureatosi in ingegneria civile
nel 2011, dopo aver fatto la tesi
di laurea a Lund, in Svezia dal
settembre 2010 a febbraio
2011, ci era ritornato poi a lavorare come ricercatore per
l’università fino al luglio 2012.
“Nonostante mi trovassi bene
– racconta – ho deciso di finire il contratto in Svezia perché
avevo voglia di fare un’esperienza come ingegnere in Giappone, dunque a settembre sono
andato a Tokyo per una decina
di giorni, ospite di un’università. Ho fatto alcuni colloqui con
ditte e un paio di istituti di ricerca, però c’era il problema
della lingua: quasi tutti mi hanno detto che per lavorare lì
avrei dovuto imparare il giapponese, quindi ho abbandonato l’idea, per il momento. Il pia-
no di “riserva” era l’Australia,
che mi incuriosiva principalmente perché ne parlano tutti
bene”. “Arrivato a Melbourne,
dove non avevo nessun contatto
– continua Luca - per i primi 4
giorni sono stato in ostello, poi
ho trovato una stanza in un appartamento dove c’erano già 4
giapponesi e 2 francesi. Ho trovato lavoro il primo giorno in
cui l’ho cercato, è abbastanza
facile a livello di hospitality: ho
iniziato in un ristorante, dove ho
fatto un po’ di tutto, dal cameriere, all’addetto ai caffè, fino a
cucinare la pasta! Lavori più
professionali invece richiedono
che tu abbia qualche visto di tipo
permanente. L’inserimento non
è stato difficile… la cosa più
strana all’inizio era l’accento
australiano, che non avevo idea
fosse così diverso rispetto all’inglese british o americano”.
In Australia Luca si è fatto subito delle amicizie, preferendo
Christian: “Qui si lamentano sempre del tempo,
se sapessero come sono gli inverni da noi!”
una specie di sentimento comune,
e tentano di darsi
una mano a vicenda, se non altro…
Tra i ragazzi italiani che ho incontrato, ho potuto constatare
che, senza cercare qualcosa
di specifico,
non hanno
avuto troppe difficoltà
a trovare lavoro, in
particolare nei numerosi ristoranti o bar italiani sparsi per la città”. “Tra i miei scopi –
continua Christian –
c’è quello di migliorare sempre di più il mio
inglese, di conseguenza evito di passare
troppo tempo a parlare
italiano, se possibile
esco con australiani
doc per conoscere me-
Christian Gloder
primo lavoro fa il tatuatore
professionista, ma cerca
sempre di ritagliarsi del tempo per la pittura. Una volta
laureato, ha deciso di tornare in Australia per 12 mesi
(la durata del Working
Holiday Visa). “Al momento
non ho ancora lavorato – racconta - visto che mi sto ancora ri-ambientando, ma entro brevissimo conto di iniziare a cercare lavoro nel
mio settore, visto che
Melbourne è una città molto
“tatuata” e i negozi di tatuaggi
abbondano”. “Sono partito
senza avere troppe nozioni su
cosa mi aspettasse – continua – pur avendo una vaga
idea e delle aspettative, che
sono state ampiamente soddisfatte! La gente qui è molto rilassata, non si vedono le
scene tipiche delle metropoli europee dove lo stress è
alle stelle. Tutti sono molto
amichevoli, forse perché,
abituati ad essere tagliati fuori dal mondo, è nato in loro
glio la cultura e lo slang”. Si
fa poi una bella risata
Christian nel riferire come
abbia notato che a Melbourne
tutti si lamentino del tempo.
“O è troppo caldo, o è troppo freddo, o è troppo
ventoso…se sapessero com’è
un inverno da noi sull’Altopiano
ci penserebbero due volte pri-
ritrovarsi il più possibile con
ragazzi e ragazze giapponesi,
visto che la cultura di quel paese lo affascina molto. “Ci sono
un sacco di altri ragazzi come
me – continua nel suo racconto - con la mentalità di viaggiare e vivere giorno per giorno
senza pensare a cosa succede
domani. Una cosa che mi colpisce è il fatto che la gente sembri essere molto più rilassata qui
che da noi. Probabilmente hanno meno problemi economici
e quindi meno pensieri. Le persone sono molto amichevoli,
pronte ad aiutarti se chiedi loro
indicazioni e informazioni. E se
entri in un locale o negozio ti
salutano domandandoti come
stai… Ora ho deciso di lasciare Melbourne e partire per la
Gold Coast. Mi fermerò lì se
trovo lavoro, altrimenti opterò
per Brisbane. Qua costa tutto
parecchio e quindi è meglio trovar lavoro il prima possibile!”
ma di lamentarsi!” Infine
Christian ci parla di come, in
una terra dalle distanze immense qual è l’Australia, abbia trovato che per spostarsi sia molto naturale l’idea di salire su un
aereo all’ultimo minuto e volare via per passare il weekend
in un’altra città. “L’ho fatto
anch’io verso Perth, costa
ovest, e Sydney, e lo farò ancora, visto che mi manca da
vedere un bel po’, specialmente la parte interna, selvaggia dell’Australia, e quella
settentrionale, più tropicale. Conto perciò di
poter muovermi per
qualche esperienza interessante, non solo
all’interno dell’Australia, ma anche magari
in Giappone o Nuova
Zelanda, tenendo
Melbourne come campo base, visto che il discorso è abbastanza
economico”.
(Nel prossimo numero
avremo i racconti di
altre esperienze australiane di ragazzi
altopianesi).
Sabato 11 maggio 2013
l’Altopiano
10
La voce degli 8 Comuni
Il Golf di Asiago punta all’ampliamento
Oltre 60 gare organizzate, per
più di 6.000 giocatori presenti;
una Pro-Am con 34 squadre
partecipanti, compresi i Pro
Edoardo Molinari e Andrea
Pavan e, complessivamente,
circa 30.000 persone che hanno trascorso almeno una giornata al Circolo. Con questi
numeri si era chiusa la stagione 2012 del Golf Club di
Asiago che l’anno scorso si
era proposto con notevoli interventi di rinnovamento della
struttura per una maggiore
funzionalità e piacevolezza di
gioco. “Un discreto successo, tanti apprezzamenti, anche
sui media, e un bilancio più che
positivo – aveva sintetizzato la
presidente Irene Gemmo – il
tutto ci esorta a proseguire
sulla strada intrapresa per aumentare la redditività”.
L’obiettivo dichiarato per il
futuro, da raggiungere possibilmente in tempi abbastanza
stretti, è l’innalzamento del
posizionamento di questa
struttura e la possibilità di far
vivere il Golf Club Asiago tutto l’anno. Un Golf Club che,
con la rinnovata ed elegantissima Club House, diventa anche prestigiosa sede per iniziative
culturali
e
di
intrattenimento aperte a tutti.
“Quando sono diventata presidente – sottolinea Irene
Gemmo – impegno che mi son
proposta di affrontare con
L’obiettivo della presidente Irene Gemmo è l’innalzamento del posizionamento di
questa struttura in ambito internazionale e la possibilità di farla vivere tutto l’anno
grande passione e
determinazione, ho
deciso di portare
avanti i progetti che
aveva mio padre
quand’è era stato
presidente e che per
un tempo purtroppo
piuttosto lungo erano
stati abbandonati.
In due anni e mezzo,
quindi in tempi decisamente brevi, siamo
riusciti, grazie anche
all’appoggio dell’amministrazione comunale di Asiago che ha
creduto in noi, a
riposizionare l’albergo,
che inizialmente si collocava
come
un
bed&breakfast, e ad ampliare del 30 per cento la
Club House realizzando
una struttura adeguata ai
tempi e in grado di competere con qualsiasi altra
Club House d’Europa;
abbiamo investito molto nell’albergo con la realizzazione
della Spa di altissimo livello e
stiamo investendo tutt’oggi
nelle stanze. I dati sono sicuramente positivi, basta dire che
stiamo dando lavoro a 35 persone fisse tutto l’anno che raddoppiano nei periodi di punta”.
Diversi ed importanti gli interventi fatti anche sul campo da
Golf: un nuovo puttin green, un
restyling del percorso, l’inaugurazione nel giugno scorso
delle prime quattro buche del
Compact Course e della nuova Asiago Golf Academy con
il nuovo campo pratica di 220
metri di lunghezza per 28
postazioni di cui 6 coperte, dotato di macchinari per la ripresa e la
successiva visualizzazione del gesto sportivo. La volontà è quella di continuare a fare
investimenti e migliorare la struttura puntando alla realizzazione di
altre nove buche.
“Sarebbe anche fondamentale – sottolinea Irene
Gemmo - riuscire a far capire
alla Regione le enormi
potenzialità del Golf Club di
Asiago che con adeguati investimenti può diventare sempre più un’attrattiva turistica
importante non solo per Asiago
ma per tutto il Veneto. La cri-
si ci costringe a ripensarci a
tutti i livelli. Il fatto che il Ministero del turismo in Italia non
sia mai stato considerato in maniera strategica è una cosa incredibile. Spero che per il futuro si possa finalmente avere
questo per cominciare a organizzare il turismo in modo nuovo e imprenditoriale. Anche il
Veneto deve ripensare al suo
modo di organizzare lo sviluppo e la promozione turistica”.
Intanto, con l’arrivo di maggio,
dopo una lunga stagione invernale, il Golf Club di Asiago è
stato riaperto con il via ufficiale alla stagione 2013 che si
presenta ricca di appuntamenti
di prestigio. Da sottolineare
senz’altro le gare d’alto tasso
agonistico che il calendario di
quest’anno propone: la Rolex
Cup, in programma il 18 luglio,
che per la prima volta nei 18
anni di storia di questo
prestigioso trofeo si svolge ad
Asiago; torna poi la ProAm
con un montepremi di 30 mila
euro che vedrà la partecipazione, come lo scorso anno, di
Edoardo Molinari, che tra l’altro ha stretto con il Golf Club
di Asiago una partnerchip che
lo vedrà ambasciatore del nostro circolo nel mondo, e di
Diana Luna. Per la ProAm è
stato anche istituito il “Premio
Vhernier” che andrà alla squadra femminile prima classificata.
Restando in tema di gare, dal
4 al 6 settembre si svolgerà la
Alps Tour riservata ai migliori
giovani professionisti. Sarà ricco anche il programma di
intrattenimento e di proposte
culturali del Golf Club Asiago.
Il primo appuntamento di richiamo è senz’altro l’evento
intitolato “Il Baccalà sarai tu”,
serata dedicata al baccalà con
due scuole a confronto in una
schermaglia prima verbale e
poi ai fornelli: la Venerabile
Confraternita del Baccalà rappresentata da Antonio
Chemello e la Confraternita
del Baccalà Mantecato rappresentata da Franco
Favaretto.
Stefania Longhini
l’Altopiano
Sabato 11 maggio 2013
11
La voce degli 8 Comuni
RIFIUTI
“Niente è come sembra”: la nuova campagna di Etra
per migliorare la raccolta differenziata della plastica
Le attività suddivise in tre fasi: una prima di proposta, una seconda di adesione e una terza di controlli
“Niente è come sembra”: si
chiama così la nuova campagna di Etra per migliorare
la raccolta differenziata delle plastica. Già con il titolo si
vuole evidenziare l’idea che
non tutto ciò è di plastica va
nella plastica, e che la “purezza” dei rifiuti portati agli
impianti dipende in prima
battuta dai cittadini che li separano in casa.
«Come abbiamo annunciato
negli scorsi mesi, –spiega
Stefano Svegliado, presidente del Consiglio di gestione
di Etra – in molti Comuni è
stata raggiunta un’alta percentuale di raccolta differenziata, con una media ben superiore al 70%; le difficoltà,
però, nascono con l’introduzione sul mercato di prodotti
sempre nuovi, di origine plastica ma non facilmente
classificabili; in più da maggio 2012 sono stati ammessi
anche piatti e bicchieri usa e
getta e il Corepla, da parte
sua, ha abbassato i limiti di
“frazione estranea”, cioè la
percentuale tollerabile di
materiali diversi dalla plastica. Questi limiti sono passati
dal 22% del primo semestre
2012 al 18% del primo semestre di quest’anno, e nei
prossimi sei mesi si ridurranno ulteriormente, fino al
16%. Superare questi limiti
implica una penalizzazione, il
cosiddetto “declassamento”,
e nel territorio da noi gestito
sono più d’una le situazioni
non ancora positive, nonostante i miglioramenti registrati dopo la campagna
“Plastica o secco?” lanciata
due anni fa. Da qui la necessità di rafforzare il messaggio».
Proposta, adesione e controlli: la campagna in tre
fasi
La nuova campagna di comunicazione sarà coordinata da Etra con la collaborazione di tutti i Comuni soci in
cui si ha la gestione del servizio rifiuti.
I primi destinatari sono i cittadini e le aziende che conferiscono la plastica, ma l’intento è di coinvolgere anche
i dipendenti di Etra e quelli
comunali, le istituzioni (Province di Padova e Vicenza,
Regione), le associazioni, le
scuole.
Le attività si suddivideranno
in tre fasi: una prima di
proposta, una seconda di
adesione e una terza di
controlli.
La fase di proposta consentirà di diffondere
un’informazione più
capillare riguardo le modalità di separazione,
conferimento e riciclaggio
della plastica. Informazione che avverrà su piani
diversi: inizierà Etra con la
divulgazione di obiettivi e
azioni sul notiziario interno per i dipendenti; poi
l’approfondimento sul periodico
E...
tra
l’altroindirizzato alle utenze,
sul calendario rifiuti 2014 e
sul sito www.etraspa.it(da
cui si può scaricare il calendario). Spazio per la campagna anche sulla stampa locale e sui notiziari e siti comunali. «Renderemo “visibile” la campagna “Niente è
come sembra” anche con
manifesti e cartelli vicino ai
contenitori stradali» aggiunge Svegliado.
Le famiglie e le aziende riceveranno inoltre una lettera dove si spiega come nasce questa iniziativa e un pieghevole illustrativo con raffigurate le maggiori categorie di rifiuti da conferire separate da quelle destinate ad
altre frazioni. Una circolare
sarà recapitata agli insegnanti delle scuole, per ricordare
i risvolti educativi della raccolta differenziata e proporre alcune attività, e agli organizzatori di eventi, sagre e
manifestazioni paesane che
si impegnano a differenziare correttamente.
A questa fase di informazione seguirà quella di adesione, che permetterà a Etra di
rendere attivi tutti i partecipanti alla campagna: ecco
allora la formazione con i dipendenti della multiutility e
con quelli dei Comuni, che
incontreranno gli addetti alla
raccolta per un aggiornamento sulla gestione dei rifiuti; sempre in accordo con
le Amministrazioni comunali
si terranno delle serate pubbliche rivolte alla cittadinanza; altri punti informativi saranno allestiti nei Centri di
raccolta, a rotazione secondo un certo calendario, e durante sagre o altri eventi, così
da distribuire materiali infor-
Stefano Svegliado,
presidente di Etra
mativi e registrare interviste
spot dai cittadini.
«Questa fase è importante
perché porta nella realtà la
teoria della prima fase. – sottolinea Manuela Lanzarin,
presidente del Consiglio di
sorveglianza di Etra –
L’interazione con la popolazione e chi lavora alla raccolta
e negli impianti fa scattare la
consapevolezza. È l’approccio che scegliamo anche nelle scuole: educazione che diventa azione. Così ognuno
sente propria la responsabilità di contribuire a una buona
differenziata e a tutti i benefici, ambientali ed economici,
che ne derivano».
E, a proposito di scuole, non
mancheranno lezioni nelle
classi e laboratori, visite didattiche agli impianti di trattamento di Etra o di altri enti,
incontri per insegnanti e personale scolastico, opuscoli a
bambini e ragazzi, realizzazione della raccolta differenziata negli istituti, con nomina di
un “waste manager” (“manager dei rifiuti”) eletto direttamente degli studenti. «Per i
ragazzi di quarta superiore –
continua Manuela Lanzarin –
è in programma “La grande
sfida”, un insieme di attività
sui temi della plastica: dibattiti tra le classi, proiezione di
video e sfide per testare quanto imparato».
Aria di competizione anche nel
concorso rivolto ad associazioni e
cooperative, che gareggeranno
costruendo dei
gadget in plastica
riciclata. Il miglio-
re sarà distribuito al
Weekendone sostenibile di
educazione ambientale per
l’edizione 2014.
Ultima, ma non meno importante, la fase di controllo.
Spiega Stefano Svegliado:
«Questa fase ci aiuta a dare
continuità al messaggio lanciato nella campagna “Niente è come sembra”. Famiglie,
aziende, scuole e associazioni
saranno da subito messe al
corrente del compito affidato agli operatori addetti alla
raccolta, che sarà quello di
valorizzare i comportamenti
corretti nel conferimento della plastica penalizzando, contemporaneamente, le irregolarità». Ciò avverrà attraverso controlli, porta a porta o
con presìdi nelle vicinanze
dei contenitori stradali, che
proseguiranno fino alla fine
del 2014. Gli operatori faranno delle verifiche sui sacchetti e sui bidoni esposti fuori dalle case la sera prima del
giorno di raccolta previsto
o, nel caso delle utenze
non domestiche, durante
l’orario d’apertura degli
esercizi. Dei sacchi riposti nei contenitori stradali
sarà ispezionato il contenuto. A seconda dell’esito
del controllo, gli operatori
rilasceranno un cartellino
di colore diverso: verde, se
la differenziazione è corretta; giallo, da ammonizione, se la plastica non è
stata conferita bene; rosso, successivo all’ammonizione, con errori palesi
o reiterati. Etra fornirà,
quindi, dei resoconti periodici ai Comuni e, in presenza di cartellini rossi, si potranno prevedere sanzioni o
la sospensione delle riduzioni tariffarie oppure, per i
cartellini verdi, l’estrazione
di premi. «Vogliamo sottolineare, – dice Svegliado –
non
tanto
l’intento
sanzionatorio, quanto la volontà di premiare e incoraggiare i cittadini che fanno
bene la raccolta».
Le conseguenze di una
cattiva raccolta e i benefici di una buona
Ma quali sono i motivi per
fare una buona raccolta della plastica? Sono spiegati
nell’opuscolo che Etra distribuirà agli utenti: differenziare male significa,
innanzitutto, perdere del
materiale potenzialmente
riciclabile, che diventa
scarto. Significa anche
sprecare energia per la selezione, rallentare il processo di recupero, aumentare
l’impatto ambientale per il
mancato riciclo delle
risorse.Per produrre 30
bottiglie di plastica da un
litro e mezzo servono due
chili di petrolio e più di
17 litri d’acqua, senza
contare l’inquinamento:
una busta di plastica, che
spesso viene utilizzata
per qualche minuto, può
restare nell’ambiente,
se dispersa, tra i 15 e i
1.000 anni.
L’altro lato della medaglia mostra i benefici di
una raccolta virtuosa:
realizzazione di nuovi
oggetti (con una ventina di bottiglie Pet si può
produrre un maglione di
pile );
risparmio
energetico e minor inquinamento
ambientale;
contenimento dei costi di
gestione dei rifiuti; maggiore responsabilizzazione del
cittadino.
Negli ultimi dieci anni il
recupero degli imballaggi di
plastica ha portato benefici
sociali (posti di lavoro negli
impianti), economici e ambientali per un valore pari a
2,7 miliardi di euro.
Plastica sì, plastica no
Per una buona raccolta della plastica è fondamentale
che il cittadino sappia cosa
va nella plastica e cosa no.
Lo dice Etra: nella black
list, quindi materiali non
conformi alla raccolta della
plastica, ci sono, tra gli altri, pettini e spazzole per
capelli, cd, dvd, videocassette, dischi in vinile, cartucce per stampanti, toner, piccoli elettrodomestici, oggetti di
grandi dimensioni in plastica
(come le sedie da giardino),
cartoni per bevande (succhi di
frutta, latte) che vanno invece
nella carta, bottiglie con evidenti residui, giocattoli, posate
usa e getta, canne per l’irrigazione di orti e giardini.
Vanno invece nella plastica: imballaggi in polistirolo e
polistirene, piatti e bicchieri usa
e getta, tubetti del dentifricio o
di alimenti, stagnola e contenitori in alluminio, tappi in plastica e metallo, sacchetti della
spesa (in plastica o biodegradabili), bottiglie di plastica
vuote (meglio se schiacciate), reti per frutta e verdura, lattine e barattoli vuoti.
Un elenco degli errori più frequenti è riportato nell’opuscolo illustrativo. Al suo interno
gli utenti che lo vorranno
compileranno anche un questionario, rispondendo alla
domanda “Questi rifiuti vanno nel contenitore per plastica e metalli?”. Le risposte
andranno inviate all’indirizzo
e
m
a
i
l
[email protected] o
all’indirizzo postale Ufficio
comunicazione, Etra Spa, via
del Telarolo 9, 35013
Cittadella (PD). Se risulteranno corrette, Etra invierà
un gadget utile per la raccolta o la riduzione dei rifiuti.Per
informazioni: Numero verde
800 247842, dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 20; email
[email protected].
Sabato 11 maggio 2013
l’Altopiano
12
La voce degli 8 Comuni
Nel comune di Roana il gettito
dell’Imu supera i 5 milioni di euro
“Senza il ricavato dall’imposta sulle seconde case – afferma il sindaco - il Comune si sarebbe
trovato in grosse difficoltà nel far fronte agli investimenti previsti, alle tante necessità della
popolazione e alle normali funzioni amministrative”. Le fasce più deboli sono state tutelate
Il gettito dell’IMU a Roana ammonta a oltre 5 milioni, 3 dei
quali che resteranno nelle casse comunali per essere destinati ad opere e servizi. Con l’imposta sugli immobili, il Comune di Roana riuscirà a dare ossigeno alle proprie casse
ma senza gravare sui residenti. Le 2.043 prime case presenti nel territorio comunale hanno infatti goduto dell’aliquota
agevolata del 2 per mille (il minimo consentito) tanto che il
maggior numero dei nuclei famigliari è stato esentato dal
pagamento dell’Imu. Il contribuito che arriva dalle abitazioni
dei residenti ammonta a soli 23.090,08 euro. Considerato che
il Comune di Roana ha applicato l’aliquota agevolata del 5,6
per mille alle attività e ai beni strumentali relativi alle imprese, l’aliquota del 4,6 per mille sulle case degli emigranti iscritti
all’Aire, il 5,6 per mille sulle case locate e il 4,6 per mille sulle
abitazioni cedute in uso gratuito giocoforza il maggior peso
dell’Imu è caduto sulle residenze turistiche. Nello specifico
su complessivi 5.251.314 euro di cui 3.111.501 euro per le
casse comunali e 2.139.812 euro all’erario, gli immobili ce-
duti in uso gratuito, ovvero case cedute dai genitori ai figli o
dai figli ai genitori, hanno portato 2.713 euro nelle casse comunali e 49.132 euro all’erario così come le case affittate
hanno dato complessivamente 17.887 euro di cui 5,750 al
Comune. Le abitazioni degli emigranti hanno prodotto un
gettito di 15.600 euro di cui 2.713 sono rimasti al Comune. In
pratica, a fronte di queste riduzioni ed agevolazioni, il “peso”
dell’Imu è stato supportato dalle seconde case che hanno
versato complessivamente 4.750.000 euro di cui 2.750.000
euro al Comune.
“Senza il ricavato dell’Imu sulle seconde case, dove abbiamo
applicato un’aliquota del 9,6 per mille, inferiore al massimo, il
Comune si sarebbe trovato in grosse difficoltà nel far fronte
agli investimenti previsti, alle tante necessità della popolazione e
alle normali funzioni amministrative – prosegue Frigo – Nella
deliberazione abbiamo anche voluto tutelare le fasce più deboli
equiparando ad abitazione principale gli immobili posseduti a titolo di proprietà o usufrutto da anziani o disabili che acquisisco-
Ninfee nel laghetto di Roana
per ricordare Erica e Marco
Erano venuti in Altopiano a
visitare l’Acropark di Roana,
poco prima di partire per l’Australia, Erica Pasinato e Marco Beghetto, la coppia di
fidanzati di 25 anni rispettivamente di Fontaniva e
Cittadella, prematuramente
scomparsa a causa di un incidente stradale avvenuto nella
terra in cui stavano cercando
una nuova vita. In Australia
erano andati nell’ottobre del
2012. Il 21 gennaio stavano
tornando dal lavoro a piedi a
Manjimup. Un’auto di connazionali ha dato loro un passaggio. Nella corsa, è finita fuori
strada contro un albero. I due
giovani sono deceduti all’istante. Feriti, ma salvi, gli altri
tre occupanti. Due giovani profondamente rispettosi della
natura e del contatto con il pianeta, così domenica 5
maggio le famiglie dei
due giovani ed alcuni
amici, hanno piantato
una decina di ninfee nel
laghetto artificiale dell’area. Un altro modo
semplice, ma molto significativo, per ricordarli. Alcuni amici han-
no portato anche la
grande foto con la coppia abbracciata ed avvolta nella bandiera della pace, quella che più
rappresenta i giovani,
altri indossavano le maglie colorate con le impronte dei piedi create
per il giorno delle esequie. Soprattutto Marco amava farlo per
mantenere il contatto
con la terra. Molto significativa la presenza del consigliere Roberto Tortora con
altri amministratori e della Polizia locale che hanno accolto
il gruppo con la massima stima, sensibilità e vicinanza.
Una partecipazione molto apprezzata da tutti i presenti.
Marco ha lasciato la mamma
Lucia, il papà Fernando ed il
fratello Luca. Erica la mamma Francesca, il papà
Augusto, il fratello Devis e la
sorella Lidia. Marco come da
sue volontà è stato cremato.
La sua urna ed il feretro della
fidanzata sono stati tumulati
assieme nel cimitero di
Fontaniva. Uniti per sempre.
Michelangelo Cecchetto
no la residenza in istituti di ricovero a condizione che la casa non
venga affittata a terzi”. “Per l’anno 2013 lo Stato ha sospeso il
versamento della prima rata e riteniamo che tutto l’argomento
sarà rivisto – conclude il sindaco - Comunque l’amministrazione fin d’ora si impegna a riservare uno speciale trattamento ai
residenti, come già fatto per l’anno 2012".
Gerardo Rigoni
La Cassa Rurale ed Artigiana a sostegno
dell’Associazione Italiana Soccorritori
Domenica 28 aprile,nella
sala gentilmente messa a
disposizione dal Gruppo
Alpini di Roana, l’AIS Associazione Italiana Soccorritori, sezione Altopiano
dei Sette Comuni, ha ufficialmente annunciato
l’apertura del nuovo Centro di Formazione per esecutori BLSD-a (Basic Life
Support
and
Defibrillation). L’AIS
Settecomuni, fin dal 1990
operante su tutto il territorio dell’Altopiano con
Corsi di Primo Soccorso,
da quest’anno è anche accreditata dal SUEM di
Vicenza ad istruire del
personale laico all’utilizzo
del Defibrillatore Automatico Esterno (con il recente Decreto “Balduzzi” viene di fatto sancito l’obbligo per tutte le Associazioni Sportive, dilettantistiche
e non, di dotarsi di questo
apparecchio salvavita). A
raggiungere questo traguardo ha contribuito in
modo decisivo la Cassa
Rurale e Artigiana di Roana
che, tramite l’interessamento in prima persona del
presidente dott. Maurizio
Zovi, ha donato all’AIS due
defibrillatori scuola e un nuovo manichino speciale per la
pratica nella rianimazione
cardio-polmonare.Un Istituto
di Credito questo che, oltre a
fornire un ottimo servizio ai
suoi clienti, è sempre stato un
ente attento al mondo del
volontariato econ la donazione di quattro defibrillatori (due
distribuiti nel Comune di
Roana, uno nel comune di
Foza e uno in quello di Cogollo
del Cengio), spera di riuscire
a dare un valido contributo in
caso di un’emergenza importante quale l’arresto cardio-respiratorio. A questa piccola festa hanno partecipato alcuni
rappresentanti della Comunità Montana, del Comune di
Roana, di Foza, l’assessore allo sport del Comune di
Gallio, un gruppo di volontari della Protezione Civile
di Cogollo del Cengio, e
nell’occasione sono stati
anche consegnati gli attestati ai primi corsisti
diplomati del neonato Centro di Formazione.
L’Associazione Italiana
Soccorritori, sezione
Altopiano dei Sette Comuni, nella persona del Presidente Carlo Tura ringrazia il Gruppo Alpini di
Roana per l’ospitalità e la
simpatia. Un grazie particolare alla Cassa Rurale
e Artigiana di Roana e al
suo presidente Maurizio
Zovi per la disponibilità e
l’attenzione riservate all’associazione.
Si coglie l’occasione per
informare che sono in programma due corsi per esecutore BLSD-a, aperti a
tutta la popolazione, in
data 18 maggio e 8 giugno.
(per
informazioni:
ais.settecomuni@
gmail.com oppure telefonare al 339 1902672).
Foto di Alessandra Allodi
l’Altopiano
Sabato 11 maggio 2013
13
La voce degli 8 Comuni
Foto di Alessandra Allodi
Grande successo per la Sagra San di Marco
Finita la sagra e
Foto di Alessandra Allodi
smontato il palatenda
che di anno in anno si
conferma sempre più
il cuore pulsante della festa assieme alle
giostre e alle bancarelle dei cuchi, per gli
organizzatori della
Pro Loco Canove è il
momento di riprendere fiato e di fare un
primo bilancio dell’evento. “Bilancio
che non può che essere positivo – commenta il presidente
Giuseppe Frigo – visto che è andato tutto bene, l’afflusso
di gente è stato ottimo, l’organizzazione ha funzionato a dove- mico ha visto presenze in
re, e le piccole novità in- crescita, riuscendo ad
trodotte hanno contribu- accontentare tutti coloro
ito al successo delle se- che hanno partecipato
rate. Lo stand gastrono- alle serate. Molto apprez-
zati e richiesti anche i “panini
onti”, novità di
quest’anno assieme alla casetta
delle creme e delle grappe alla
frutta, che è stata
affollatissima.”
Non ci si può nemmeno lamentare del
tempo, che tutto
sommato ha ben
tenuto, regalando
soprattutto una
splendida giornata
nella ricorrenza del
patrono, il 25 aprile. La serata del sabato poi impossibile stabilire quanta
gente, di ogni età
ma soprattutto giovani, si sia
soffermata tanto o poco sotto al tendone: grande è stato il successo del tributo
musicale a Vasco Rossi con
il Nuovo Fronte, terminato
con un immenso coro dei
presenti che
hanno cantato
insieme i maggiori successi
del cantante.
Tornando agli
elementi tradizionali della
sagra, molto
apprezzato è
stato il cuco simbolo di quest’anno creato come sempre da Diego Poloniato, che
è andato esaurito rapidamente. Soddisfatte anche le
volontarie che ogni anno
organizzano la pesca di
beneficienza a favore della
cooperativa San Matteo e
San Luigi, le quali desiderano ringraziare tutti coloro che hanno offerto i premi da mettere in palio. La
sagra è stata occasione anche di altre iniziative benefiche, come quella a favore
della scuola materna. Infine va citato l’appuntamento “aggiunto” di quest’anno,
quando il 1° maggio il
palatenda è stato teatro della festa per il 25° del
Canove Calcio, anche questa andata per il meglio.
Come non fare allora un
plauso a tutti i volontari che
si sono prodigati per mettere in moto e poi gestire
l’evento? Oltre al gruppo
consueto e collaudato da
tanti anni, quest’anno si
sono dati da fare numerosi
giovani, che hanno mosso
così i primi passi in questa
attività importante per tenere in vita tradizioni e appuntamenti paesani, dando buone speranze perché ci possa essere una continuità del
volontariato anche in futuro. Ora la Pro Loco pensa
già agli impegni estivi, che
il buon andamento della sagra paesana permette di af-
frontare con maggiore tranquillità ed entusiasmo. Intanto domenica 12 maggio
il gruppo sarà impegnato
nella preparazione dei pasti in occasione del tradizionale ritrovo paesano alla
Cattedra nella ricorrenza
dell’Ascensione.
S.B.
Numeri vincenti
sottoscrizione
a premi
1° premio: tv Panasonic
42° led 3d smart N° 948
2° premio: Tablet
Samsung Galaxi N° 2566
3° premio: week end
beauty total welness x 2
N° 645
Altri numeri vincenti:
2163 – 2212 – 13711527- 1909 - 2569 – 2184
- 2769 - 2418 – 1770 3134
- 952 – 2200 – 1864 –
178 – 1522 – 2836 – 751
– 2339 – 707 – 1272 –
1280 – 459 – 1066 – 1213
– 373 - 2955
Nonostante il brutto tempo, buon successo
di concorrenti e spettatori per la prova cinetica
Nonostante il tempo inclemente, è ben riuscita l’importante
prova cinetica organizzata il 27 e 28 aprile dalla Società
Italiana Pro Segugio di Vicenza sui territori del comune di
Roana, grazie alla collaborazione del comprensorio alpino
n.4. Denominata “Prova di lavoro di Canove di Roana”, la
manifestazione a carattere nazionale era aperta a segugi
italiani ed esteri delle classi singole coppie mute categoria
A (cani iscritti) e B (cani non iscritti), ed ha richiamato
molti concorrenti da varie regioni, oltre che un numeroso
pubblico accorso per vedere all’opera i cani negli stupendi
areali della zona. Centoncinquanta i conduttori che si sono
dati battaglia con i propri ausiliari, per aggiudicarsi i vari
trofei, in primis quello offerto dalla Riserva di Roana presieduta da Mauro Panozzo. “Il numero di partecipanti e
spettatori è in crescita di anno in anno – commenta il
direttivo SIPS – e questo ci dà grande soddisfazione, ripa-
gandoci per l’impegno profuso nell’organizzazione dell’evento.
Gli stessi giudici E.N.C.I., che hanno modo di svolgere il proprio lavoro in tutta Italia, nel commentare le due giornate
della manifestazione si sono soffermati ad elogiare le meraviglie dei luoghi, difficilmente riscontrabili in altri posti, oltre all’ottima organizzazione e al grande supporto dato dai segugisti
altopianesi. A loro va anche un ringraziamento particolare da
parte della nostra associazione”. “Per quanto riguarda la classifica finale – continuano i componenti il direttivo SIPS di Vicenza
–va detto ch non sono state molte le qualifiche, proprio a causa
del tempo avverso. Di questo ce ne dispiace, ma allo stesso
tempo siamo consapevoli che i veri segugisti sanno apprezzare
queste prove proprio nelle loro difficoltà. Nel ringraziare tutti
coloro che in vari modi hanno contribuito alla riuscita dell’evento, vorremmo citare in particolare il nostro vice presidente Stefano Frigo, principale ideatore e promotore della prova. Un arri-
Stefano Frigo
(a destra)
premia Graziano Pozza, distintosi nella prova
vederci all’anno prossimo, con l’intento di mettere un impegno
ancora maggiore per valorizzare sempre più la manifestazione,
e con essa l’Altopiano che ci ospita, che consideriamo un fiore
all’occhiello della nostra bella provincia di Vicenza”. S.B.
Sabato 11 maggio 2013
l’Altopiano
14
La voce degli 8 Comuni
ROANA
Terre Partigiane: a Treschè Conca
una giornata dedicata alla Resistenza
Una giornata per celebrare l’anniversario del rastrellamento del
13-14 maggio 1944 a Treschè
Conca, ma anche per rendere
onore alla Resistenza dei
garibaldini di Treschè Conca del
Battaglione “Pretto” e della Brigata “Pino” della Garemi, ricordando inoltre la strage del 27 aprile 1945. E’ quella organizzata da
Giorgio Spiller per domenica 19
maggio, con un convegno e
un’escursione sui luoghi teatro
dei tragici fatti. “Pochi territori
del vicentino hanno visto una
così totale adesione della popolazione
al
movimento
resistenziale come Tresché Conca: Fondi, Cavrari, Conca Bassa
e Sculazzon – spiega l’organizzatore, appassionato raccoglitore e custode di testimonianze
vive sul periodo della Resistenza ma non solo – finora però quel
che è successo in queste
contrade non è mai stato ufficial-
mente ricordato. Ecco dunque
l’idea di organizzare questo
primo appuntamento che sarà
inserito nel calendario annuale delle celebrazioni ANPI e
AVL”. Sulla strage di Treschè
Conca, proprio a cura di Giorgio Spiller, è in fase di stampa
una pubblicazione con documenti e numerose testimonianze sulla Resistenza dei
garibaldini della “Pino”.
L’uscita è prevista per il prossimo giugno; sarà il n. 9 della
collana “Quaderni della Resistenza Vicentina dell’AVL”.
Tornando alla giornata di domenica 19 maggio, il ritrovo è fissato
alle 9.30 nella trattoria Al Cacciatore, in contrada Ostarelli, dove i protagonisti superstiti e i parenti delle
vittime si confronteranno con gli
storici e i ricercatori.
“Proprio nella trattoriaAl Cacciatore – racconta Spiller - il 14 maggio
1944 i nazifascisti radunarono 30
persone che vennero incarcerate ad
Asiago. Successivamente una decina di loro venne portata a
Vicenza e cinque finirono a
Mauthausen. Prima di andarsene, i fascisti lanciarono all’interno delle bombe a mano perché lì
nei giorni prima si erano riuniti i
partigiani”. Saranno presenti dei
testimoni diretti di quei giorni, tre
partigiani combattenti di
Montecchio Maggiore, Tresché
Conca e Rotzo, lasceranno le loro testimonianze
sulla lotta di Liberazione.
Si tratta di Renzo Ghiotto
“Tempesta” (classe 1924),
commissario politico della
“Pino”, superstite dei rastrellamenti di malga Fossetta, già protagonista dei
“Piccoli Maestri” di Luigi
Meneghello. “Dopo essere stato ospite d’onore
della recente celebrazione
del 25 Aprile in Piazza dei
Signori a Vicenza, - dice Giorgio
Spiller - Renzo verrà a testimoniare
la sua riconoscenza al territorio di
Tresché Conca”. Ci saranno Elso
Panozzo “Tosca” (classe 1925),
della contrada Rossi e Claudio Dal
Pozzo “Lampo” (classe 1923), di
Castelletto. Saranno presenti inoltre molte donne; staffette, mogli,
fiancheggiatrici che furono l’ossatura della Resistenza, spesso vittime incolpevoli e di cui si è sem-
Le donne, eroine della Resistenza
Il prossimo 19 maggio a Tresché
Conca verranno molti dei protagonisti a raccontarci come era
la vita quotidiana durante la
guerra di Resistenza; un popolo solidale che dopo l’8 settembre del 1943 é stato costretto a
fare la guerra contro una guerra
in cui non credeva più. Soldati
anziani reduci dalla Russia, dai
Balcani, dalla Francia hanno
capito quanto demenziale sia
stata la guerra a cui sono stati
condotti; a loro si sono unite le
giovani reclute che per vari
motivi hanno rifiutato di arruolarsi nella “Repubblichetta di
Salò” e hanno scelto la macchia.
Il reduce Marco Frigo dalle
Oche dai Cavrari addirittura è
rimasto in Francia a combattere
con i “maquis”, i partigiani francesi che proprio dalla macchia
hanno preso il loro nome.
A Tresché Conca sono state le
donne l’ossatura della Resistenza; madri, mogli, fidanzate,
sorelle, bambine... tante grandi,
piccole storie che sono state
completamente dimenticate.
Renzo Ghiotto, il comandante
“Tempesta”, ricorda sempre con
grande riconoscenza il contributo che ha avuto dalla popolazione locale ricordando in particolare che solo a casa di Nelda
e Dora Flossi si è sentito al sicuro. Mi piace ricordare altre
eroiche donne che non potranno essere presenti al convegno
in Conca Bassa; Maria (1925) e
Erminia (1931) Panozzo “Billo”
che con un’altra sorella, la madre e la nonna gestivano l’osteria “al Sole” ai Fondi. Ora vivono in Australia dove negli anni
dopo la guerra sono state costrette ad emigrare come gran
parte degli abitanti di Tresché
La carta d’identità
falsa di Maria
Panozzo “Billo”
Conca. Maria ci ha raccontato che nell’inverno del
1944 con i fascisti alle
calcagna è stata costretta
a cambiare i propri connotati; da bionda è diventata
mora. Di notte è dovuta
Antonia Capriz “Anita”
fuggire precipitosamente
giù per il sentiero del Raparo a S. Capriz “Anita” (1923); le gambe
Pietro Valdastico; lì l’organizza- l’hanno definitivamente tradita.
zione le ha fatto avere la carta di Non era così un tempo: “Anita”
identità falsa con il nome di saliva e scendeva la Valdassa
Rebellato Clara. Da allora Maria verso Conca Bassa come salire e
è diventata un’importante staf- scendere per le scale di casa. Già
fetta di collegamento tra la briga- allora le gambe le si gonfiavano e
ta “Avesani” di Verona e la zona alla sera, di ritorno dalle missioni,
di Thiene; in bicicletta, rischian- era costretta ad immergere i piedi
do la vita sotto i bombardamenti, nella mastella con acqua e sale;
attraverso i posti di controllo, ma quando, a tutte le ore, bussaportava i messaggi alla staffetta vano alla sua porta “Marte”,
“Katia” di Carré che è morta po- “Tempesta”, “Nembo”, “Tullio”...
chi anni dopo la guerra in segui- carichi di zaini da portare alle
to alle torture subite a Marano. A Fratte o in Valdastico, era pronta
sostituire Maria in Altopiano è a partire. Per lei i “tusi” erano
subentra la sorella Erminia; attra- come fratelli, lei avrebbe dato tutverso i boschi di Cesuna si reca- to alla Resistenza; la fede politica
va a Canove dove consegnava i l’aveva appresa dalla madre Mamessaggi nascosti nelle forcine ria Costa che era molto più antidei capelli al conte “Bianco” alla fascista di lei e faceva la cuoca
segheria Bortolaso al bivio Taliano. nei cantieri della ricostruzione.
Ad Albaredo da qualche anno vive “Anita” non ha mai conosciuto il
immobilizzata a letto Antonietta padre di origine friulana: dall’Ar-
gentina dove è emigrato non
ha più fatto più ritorno. Donne
sole, eroiche, vessate dal fascismo che le aveva private di tutto svuotando le loro cantine e
lasciandole senza mucche e
senza la tessera annonaria, costrette a elemosinare un
pentolino di latte dal vicinato.
“Anita” è passata per le carceri
fasciste di Thiene dove le sono
stati applicati i cavi elettrici su
tutto il corpo.
A raccontare la sua storia ed
altre storie dei garibaldini
doveva essere quello che
Antonia chiama “me compare Pierin”, Pietro Scaggiari;
purtroppo tra le sue carte
sono rimaste solo poche
cose tra cui un lungo elenco
di partigiani della brigata
“Pino” di cui il comandante
“Regolo” è stato uno dei
fondatori. È proprio tra queste carte che abbiamo trovato
il nome di “Anita”. Sono tante
le storie eroiche, tutte al femminile, di questa parte
dell’Altopiano; domenica 19
maggio a Tresché Conca, tra le
altre testimoni, ci sarà anche
Bruna Zanotelli (1928) dai
Rebeschini di Roana. Bruna all’epoca era fidanzata con
“Tullio” e verrà a testimoniarci
della sua famiglia e dello zio
Nicola che gestiva l’albergo rifugio al Ghertele; le sue cugine
divennero compagne e mogli di
importanti comandanti partigiani. Quando i fascisti hanno tradotto nelle carceri l’intera famiglia dello zio, è stata Bruna a
subentrare come staffetta e a
mantenere i contatti con la cugina Irma “Sonia” che si era rifugiata a Tresché Conca.
Giorgio Spiller
pre parlato poco. Hanno dunque
assicurato la loro presenza: Marina Pasqua Rigoni, moglie di Federico Covolo “Brocca”; Rosi
Panozzo Pellarin che ha avuto
padre e sorella uccisi nella strage; Bruna Zanotelli, staffetta, all’epoca compagna di “Tullio”;
Ondina Panozzo Lughetto, i cui
padre e lo zio furono fucilati nella
strage;
Dusolina
Frigo
fiancheggiatrice, il cui padre è
morto a Gusen; Mafalda Frigo
Oste, testimone della strage e
moglie del comandante “Vento”;
Gianbruno Frigo Baleti,
fiancheggiatore, il cui padre è
morto a Gusen; Elio Panozzo
Fadini “Piccolo Baldo”, staffetta, anche suo padre é morto a
Gusen; Silvano Frigo Oste,
fiancheggiatore partigiano; Bruno Frigo da Campiello e Guido
Panozzo Stradin entrambi testimoni della strage e di altri fatti;
Giovanni Dalla Via, il calzolaio che
saliva a piedi dal Raparo con il
padre, superstiti del massacro di
Settecà. Saranno presenti anche
alcuni superstiti dei campi di concentramento. Nutrito anche il
gruppo di ricercatori e storici della Resistenza che hanno dato la
loro adesione per questo incontro; tra questi i rappresentanti
dell’ Istrevi di Vicenza e dell’Istituto Veneto per la storia della
Resistenza di Padova. Dopo il
pranzo, verso le 14.30 si partirà, a
piedi o con mezzi 4x4 per
l’escursione guidata sui luoghi
della “Pino”. Il percorso si snoda tra casa Mosele, Sculazzon,
Dosso, Roi, Cavernette, Mosca,
Mantovani, Raparo, val di Barco,
Prà del Roi, Corbin, Cengio.
Si costeggerà il margine occidentale dell’Altopiano che si affaccia sulle valli del Ghelpach, Assa,
Astico; luoghi poco conosciuti
e di grande valore paesaggistico
e naturalistico.
S.L.
Ricordo del Partigiano
“Gian Burrasca”
La sezione ANPI di Sanremo ha salutato per l’ultima volta il suo
storico presidente Gian Cristiano Pesavento Landi, scomparso
nel settembre scorso all’età di 90 anni. Nato ad Asiago nel 1922, si
trasferì con la famiglia nella Valle Argentina, in provincia di Imperia,
dove, durante la guerra, iniziò la sua attività di antifascista.
Successivamente tornò nella zona di Asiago e si unì alle formazioni partigiane che lì operavano per sfuggire all’obbligo di arruolamento nell’esercito repubblichino. Ritornò poi a Imperia, sfuggendo alla cattura perché travestito da tedesco, con i suoi capelli
biondi e gli occhi chiari, e si unì alle bande partigiane garibaldine
della I^ Zona Liguria , che operavano nella Valle Argentina, col
nome di battaglia “Gian Burrasca”. La sua vita trascorsa con
l’amatissima moglie Eliana, fu dedita al lavoro e soprattutto all’impegno politico nel PCI – fu consigliere d’opposizione nel Comune
di Sanremo negli anni ’70 – e ininterrottamente nell’ANPI che per
vent’anni nella città di Sanremo rappresentò con una incessante
passione per mantenere viva la memoria dei compagni caduti e
delle vicende occorse, e con l’obiettivo di trasmettere ai giovani
nelle scuole la conoscenza di quel momento storico in cui maturarono i principi che ritroviamo nella nostra Costituzione. I compagni dell’ANPI di Sanremo l’hanno salutato con queste parole:
“…Sei stato e sei rimasto un Partigiano nel tuo modo corretto e
coraggioso di affrontare i fatti, nel tuo perseverare nel ricercare la
verità, senza nascondere le ombre e mettendo in risalto le luci
degli avvenimenti che andavi a ricostruire e senza permettere che
le difficoltà ti fermassero. Sei stato e sei rimasto un Partigiano nel
tuo saper dare valore ai sentimenti e alle persone, sapendo cogliere anche nelle più umili la grandezza dell’essere umano. Sei stato
e sei rimasto un Partigiano nelle tue scelte politiche, volte sempre
alla ricerca della solidarietà e della giustizia. Sei stato e sei rimasto
un Partigiano perché per le
tue idee hai sempre lottato
con la fierezza e l’intelligenza di un combattente della
Resistenza. Sei stato e sei
rimasto un Partigiano perché chi, come è accaduto a
tanti di noi, ha avuto la fortuna di conoscerti, ha trovato in te un maestro e un
esempio costante di coerenza…” La sezione ANPI
di Sanremo è stata intitolata a suo nome, per scelta
unanime dei suoi compagni di lotta e di idee.
Amelia Narciso
Sabato 11 maggio 2013
l’Altopiano
15
La voce degli 8 Comuni
DI PADRE IN FIGLIO…
Vittorio, Franco e Michele: le tre
generazioni dell’Oreficeria Frigo
È con la storia della
Famiglia Frigo e della
loro oreficeria che riprendiamo, dopo un
po’ di tempo, questa
rubrica che ci accompagnerà nel corso delle settimane facendoci fare un tuffo nel
passato, ripercorrendo
la storia e le origini
delle realtà imprenditoriali altopianesi che si
sono trasmesse, e
continuano a trasmettersi, di generazione in
generazione.
Tutti ad Asiago conoscono il negozio “del Frigo” ma
forse non tutti, almeno non i
più giovani, sanno che, un tempo, lì non si entrava solo per
riparare
l’orologio
malfunzionante o per acquistare un pegno d’amore ma anche per aggiustare la bicicletta
o il motorino!
Possono apparire due mestieri
antitetici tra loro quello dell’orologiaio e del meccanico eppure proprio entrambi questi lavori svolgeva Vittorio Frigo,
classe 1918, padre di Franco e
Anna, che ringraziamo per l’appassionante (e appassionato)
racconto.
È la spiccata manualità a caratterizzare Vittorio già all’età
di tredici anni, quando collabora
alla costruzione del Sacrario
militare di Asiago quale fabbro,
emergendo per la sua abilità all’interno di una squadra di quaranta operai ben più maturi ed
esperti! Manualità e genialità:
basti pensare che la prima
motoslitta in Altopiano è stata
costruita proprio da lui!
Sono i motori, assieme agli orologi, infatti, la sua grande pas-
sione; passione che riesce a
concretizzare quando, nell’ormai lontano 1935, apre una piccola officina in Via Lobbia (vicino a dove ora è situata l’oreficeria del figlio Franco), continuando, parallelamente, l’attività di orologiaio.
Con lo scoppio del secondo
conflitto mondiale e il relativo
impegno militare, egli si trova
costretto ad affidare la gestione del negozio alla sorella e ad
uno dei fratelli ma non smette
mai di lavorare: infatti, anche
durante il servizio di leva continua occasionalmente a riparare qualche orologio, utilizzando gli attrezzi che porta sempre con sé, all’interno dell’inseparabile zaino. Finita la guerra e dopo una parentesi di prigionia tedesca, finalmente Vittorio riesce a tornare nell’amata terra natìa, si sposa, nascono i figli Franco e Anna e riprende appena possibile l’attività forzatamente interrotta.
Sono anni difficili quelli che lo
attendono: anni caratterizzati da
duro lavoro e immensi sacrifici, ripagati quando, nel 1950,
riesce a realizzare quel sogno
che ancora oggi è per molti giovani un’utopia: l’acquisto della
casa. Si rende necessario concentrarsi su una sola delle due
attività e, alla fine, la passione
per gli orologi prevale; così, negli anni ’60, l’attività viene ampliata ad oreficeria, grazie all’esperienza maturata da Vittorio nelle saldature, che lo fa diventare abile anche in questo
settore.
Ha appena 8 anni Franco quando, sulle orme del padre, impara a smontare e rimontare il primo orologio e pochi anni dopo
si trova costretto a sostituire il
padre (temporaneamente trasferitosi in Australia) nella gestione dell’attività di famiglia,
maturando quell’esperienza che
gli consentirà di prendere
definitivamente in mano le redini del negozio negli anni ’70.
Siamo ormai ai giorni nostri ed
una nuova generazione Frigo si
avvicina alla professione: il figlio di Franco, Michele, frequenta la Scuola orafi a Vicenza
oltre a vari corsi di
specializzazione, tra cui quello
di gemmologia e incastonatura. Non eredita invece
dal papà e dal nonno l’interesse per gli orologi, tanto che Franco resta l’ultimo orologiaio presente in
Altopiano.
Un’arte, quella dell’orologeria, ormai abbandonata
dai giovani, un po’ per il
progresso tecnologico ma
soprattutto per la pazienza
certosina che la medesima
richiede, unitamente ad una
rara passione e ad un’ altrettanto rara manualità,
che lo stesso Franco accosta a quella di un microchirurgo.
Non ci resta, di questi tempi,
che fare un grosso in bocca al
lupo a Michele per il proseguimento di questa ormai storica
attività, nella speranza che la tradizione non venga interrotta
nemmeno dalle future generazioni!
Silvia Rodeghiero
Sabato 11 maggio 2013
l’Altopiano
16
La voce degli 8 Comuni
La Grande Rogazione: il Giro del Nostro Mondo
Sabato si avvicina e nella crescente trepidazione, giovani e
adulti preparano scarponi e vettovaglie per compiere insieme
anche quest’anno il rito che è
probabilmente il più profondamente radicatonel sentire di
asiaghesi e altopianesi. Possiamo dar per scontato che cosa significhi la Rogazione per noi,
oppure cercar di comprendere le
origini storiche e le prospettive
future di questo rito e scegliere
quindi con più coscienza
masempre liberamente il significato che intendiamo attribuire al
nostro camminare insieme. Credo che una riflessione sul senso
di questa ritualità sia tanto più
necessaria in questi ultimi anni,
nei quali è dato rilevare con sano
realismo l’esistenza di diverse
“sensibilità” da parte di chi vi
partecipa. Se infatti per alcune
persone la processione riveste
ancora un carattere sacrale e
penitenziale, che si riassume nel
far memoria della peste del XVII
secolo, altri sembrano attribuire
all’evento valori secolarizzati:di
socialità, festivi e talvolta quasi
sportivi.Vorrei cercare di mostrare che la presenza di un’evoluzione nell’attribuzione di diversi
significati alla nostra Rogazione
non deve affatto stupirci o spaventarci, ma costituisce invece
la cifra dei fenomeni culturali in
generale e della nostra processione in particolare. Sarebbe viceversa preoccupante se nulla
mutasse, se la realtà si pietrificasse per sempre in qualcosa di cristallizzato e immutabile.
La storia delle religioni ci aiuta a
capire che anche in passato, in
molte parti del mondo si è usato
segnare l’inizio dell’anno, della
stagione o del ciclo agricolo con
una serie di cerimonie pubbliche,
le quali manifestano l’importanza esistenziale che tali riti rivestivano e rivestono per molte popolazioni del mondo. In questo
senso possiamo affermare che
sin dalla nascita dell’agricoltura
(datata con fonti certe a partire
dall’VIII millennio a.C. in
Mesopotamia, nella Cina Orientale e nella Mesoamerica) e soprattutto nella fase greco-romana della civiltà mediterranea occidentale, si svilupparono vari riti
di processione campestre. Nel
periodo romano, per esempio,
Lupercalia,
Lustratio,
Robigalia ed Ambarvalia si costituirono come riti purificatori e/
o propiziatori in diversi periodi
dell’anno, processioni dal carattere sacrale che contenevano al
loro interno tutta una serie di altre ritualità. A partire dal IV secolo d.C., con la cristianizzazione
dell’Impero romano l’istituzione
ecclesiastica dapprima tentò di
reprimere queste processioni,
considerate espressione di
paganesimo (da pagus, l’abitato
rurale) per poi avviarne una lenta integrazione nel corpus
dottrinale cattolico-romano. Così
le rogazioni, parzialmente modi-
ficate e assorbite dalla religione cristiana, son giunte sino a
noi. Da un punto di vista squisitamente storico la rogazione
di Asiago rientrerebbe nelle
cosiddette rogazioni triduane
(dispiegate su tre giornate)
che furono istituite, secondo
la tradizione ecclesiastica, da
Claudiano Mamerto, vescovo
di Vienne (nei pressi di Lione)
nel V secolo d.C. Esse sono
dette anche minori (per distinguerle dalle rogazioni maggiori, derivazioni dei Robigalia
romani e istituite il 25 aprile
sotto la protezione dell’evangelista Marco), o anche
gallicane proprio per il fatto
che Mamerto operò nell’attuale Francia. Le fonti documentarie al riguardo non mancano. Il vescovo Alcimo Ecdicio
Avito di Vienne, consegnò alla
memoria dei posteri l’operato
del suo predecessore
Mamerto,
redigendo
l’Homelia de rogationibus,
dalla quale si comprende che
gli anni del tardo V secolo furono tragici per molte popolazioni dell’esanime Impero romano. Mamerto pensò allora
(474 d.C.) di imporre al suo
popolo la penitenza e la preghiera, con l’esortazione ad
eseguire per tre giorni, precisamente quelli precedenti la festa
che fa memoria dell’Ascensione
di Gesù al cielo, dei riti di processione. I Concili nazionali di
Orleans, di Tours e di Lione (VI
sec. d.C.) prescrissero che tali
pratiche fossero diffuse in tutto
il Regno franco e, da lì, in Spagna ed in Italia sulla scia
delprogetto imperiale di Carlo
Magno. A Roma le rogazioni
gallicane furono introdotte a partire dal pontificato di Leone III
(papa dal 795 all’816 d.C.),
chedecretò così la dimensione
universale delle rogazioni di
Mamerto. Per quanto riguarda
contenuto e prassi, è solo all’inizio del ‘500 che avvenne una loro
formale e compiuta definizione,
quando
il
domenicano
Domenico Castellani (nel Liber
sacerdotalis, Venezia 1523) riunì
e integrò i testi e i canti liturgici
della rogazione maggiore romana del 25 aprile, trasferendoli poi
a quelle triduane-minori. Da
quando questa formulazione
passò nel Rituale romano, uscito dal Concilio di Trento e pubblicato da Paolo V nel 1614 d.C.,
l’uniformità dei riti dominò fino
alla riforma del Vaticano II e quindi ad oggi. Nel passaggio da pagano a cristiano il rito mutò anche la sua funzione principale:
dalle finalità propiziatorie e purificatorie diventarono preminenti
quelle di ringraziamento-scongiura, con precisi ed evidenti riflessi sul rito stesso e soprattutto nell’atteggiamento dei partecipanti che passò sostanzialmente da festivo a penitenziale.
Se guardiamo alle funzioni che
possono venir attribuite a tali riti
oggi, scopriamo che la presenza
di diversi significati storici, personali e sociali è una ricchezza,
che può aiutarci a chiarire che
cosa rappresenti per noi la Grande Rogazione. Il significato principale e più noto è quello
penitenziale per approfondire il
quale occorre rivolgerci a considerare il luogo del Lazzaretto.
Questo era il sito cimiteriale e di
quarantena per i malati della pestilenza che colpì prevalentemente il Nord Italia intorno al 1630. La
rogazione sarebbe stata quindi
istituita, o modificata, nel senso
di una richiesta di purificazione e
ringraziamento al divino per il venir meno del suddetto flagello infettivo. Mi ricordava il Prof.
Pesavento Nes che un elemento
importante nel sottolineare tale
funzione penitenziale, altrimenti
latente negli ultimi anni, avvenne
quando al principio di una
Rogazione che si presagiva molto bagnata il Mons. Antonio
Bortoli decise che “proprio per
rinvigorire il significato religioso,
che comporta anche sacrificio, la
Rogazione si deve tenere con
qualsiasi tempo”. In questo senso attribuire un significato religioso e penitenziale alla Rogazione
significa anche promuovere
un’omologazione spirituale alla
condizione sofferente del Cristo,
che si manifesta nell’imitazione
etica ed estetica della Passione
nella processione. Molto forte appare poi il ruolo di ridefinizione
del territorio collettivo degli Slegar, e con ciò, dell’identità stessa
della comunità asiaghese, attraverso la circumambulazione dei
propri confini. In questo senso vi
è nella processione un implicito
intento conservativo di quelli che
sono gli equilibri sociali e le strutture di gerarchia e di proprietà.
Tutto origina dal fatto che ogni
anno anche la comunità
asiaghese deve fare i conti con i
naturali eventi della vita (nascite, morti, matrimoni, …) che comportano dei mutamenti nell’assetto relazionale del gruppo sociale
stesso. Tali “crisi” possono essere risolte anche attraverso questo “camminare insieme”, ed è
proprio il “tema dell’insieme” a
far da sfondo a diverse riflessioni che hanno insistito su questo
significato del Giro del mondo.
Giancarlo Bortoli ci ricorda ad
esempio che “la Rogazione è anche affermazione dell’identità
culturale dei «cimbri» di Asiago
e dintorni, dunque un rito
conservativo di cultura e tradizione di un popolo senza il quale
«quel» popolo non sarebbe più
tale ma una parte qualsiasi della
popolazione italiana in fase di
omologazione a quella europea”.
Massimiliano Marangon sottolinea che il bisogno di definirsi
come “alterità” rispetto a chi non
è “indigeno” risulta essere “anche un modo per esorcizzare il rischio - più volte sperimentato di non esserci più nella storia
come comunità, rifondando annualmente quel gusto di esistere
come persone, famiglie, gruppi,
che è, in uno, anche il piacere di
riconoscersi come mondo ancora diverso dal resto di un’indifferente,
e
sempre
più
indifferenziata, umanità”.
Sergio Bonato evidenzia che” al
passare di questo giro, i recinti
dei campi custoditi tanto gelosamente vengono aperti, quasi spa-
riscono o vengono sospesi i
sentimenti di possesso
egoistico, per affermare il valore della solidarietà e della
fraternità, oltre gli angusti vincoli di proprietà e di divisione”. Infine il caro Maestro
Patrizio Rigoni ci ricordava
come “la Rogazione sembra
infatti ribadire, anno dopo
anno, che siamo veramente gli
uni degli altri sia nei momenti
positivi sia ed ancor più in
quelli negativi. Insieme, quindi, non soltanto alla
Rogazione!”.
In tempi di crisi ecologica ed
energetica partecipare alla
Rogazione può avere per alcuni anche una valenza di
“riscoperta della natura” nel
senso della possibilità di
riscoprirsi parte dell’ambiente in cui si vive e non alienati
consumatori e sovrani della
natura. Avere la possibilità di
faticare in una processione
come la nostra, potendo immergersi per molti kilometri
nella natura da poco risvegliatasi, può assumere il valore di
un vero e proprio, nelle parole
di Bonato, “pellegrinaggio attraverso la natura, quasi per
riscoprire i rapporti essenziali
di una comunità con
l’ecosistema biologico in cui si è
formata e sviluppata. Un pellegrinaggio nella fresca primavera
di una giornata di maggio, quando il paesaggio di Asiago diventa una musica di onde gialle nel
tenero verde che si perde all’orizzonte dei boschi confusi nell’azzurro del cielo. Un pellegrinaggio in cui si sente intimamente
che la natura non è un serbatoio
inesauribile di risorse da consumare (…), ma un grembo materno in cui non solo la vita umana,
ma anche quella di ogni animale
e di ogni vegetale trova origine,
alimento ed energia”. Perciò anche attraverso la processione si
tratta realmente di scegliere il
proprio futuro come parte di un
ambiente prezioso da salvaguardare. Infine, che lo si ammetta o
meno esiste nelle processioni
primaverili in genere così come
nella nostra,una funzione di
propiziazione cosmica e umana,
nella quale le esistenze umane a
quella naturale si connettono
nella suggestiva metafora di
“una marcia come un abbraccio”
ideata dal nostro Rigoni Stern.
L’Uomo sembra in tal modo essere cosciente del suo “essere
solo un pezzo di terra” e in questo suo sentire intuitivo e profondo sembra desiderare la fusione con i propri simili nell’ostinata affermazione della vita, quasi rispecchiandosi nella stessa
voluntas di vita della “terra in
amore”, che emerge dall’ordine
ricreante della primavera.
Lo scambio delle uova, ad esempio, procede secondo uno schema che veicola un preciso significato ben descritto da
Marangon: “la promessa di
fecondità femminile, spesso avidamente ricercata dai maschi, esigeva comunque un loro impegno
ad un legame, simbolizzato da un
contro-dono (...) Il ribadire il confine
e
la
perdurante
complementarietà tra i due sessi
è tuttavia uno dei tratti funzionali
strutturalmente tipici della processione, anche ai nostri giorni:
e questa sorta di latente conflitto
limitato è anche segnato dal tono,
che è talora quasi di sfida reciproca, dei canti dei cori maschili
e femminili che, come un tempo
(dove la divisione di genere incrociava quella territoriale) si
snodano, alternandosi, durante
tutto il percorso”. Esistono perciò nella realtà concreta del Giro
del mondo anche questi momenti che possono essere visti come
possibilità
di
carattere
propiziatorio ed indirettamente
pro-creativo, i quali manifestano
nel possibile corteggiamento tra
i giovani tutta la forza del risveglio primaverile.
Malgrado qualcuno creda di poter
fossilizzare un presunto significato
originario della Rogazione, essa
come fenomeno culturale è
costitutivamente un insieme multiforme che si trasforma, per cui ogni
tentativo di controllarne
dogmaticamente il contenuto ne
significherebbe probabilmente il
soffocamento o la riduzione ad evento promosso da parte di un gruppo
ristretto. Quello che risulta importante ricordare è che anche la
Rogazione asiaghese, come qualsiasi altro prodotto culturale, è il risultato di un processo storico che
vede lo stratificarsi nel tempo di fenomeni, pratiche e significati, la cui
trasformazione è inevitabile e “naturale”. Le testimonianze che ho
cercato di riportare ci fanno comprendere alcuni fondamentali elementi, indicativi del valore sociale e
culturale di questa festa, che è una
sintesi periodica di penitenza,
propiziazione, ma forse soprattutto
di riaffermata socialità tra parenti e
paesani. Capiamo perciò che piuttosto che reclamare una presunta
autenticità negli spazi angusti di appartenenze ideologiche risulta ben
più utile acquisire consapevolezza
e conoscenza dell’intreccio di significati che la Rogazione può possedere, nella cui trama ognuno rimane libero di scegliere i propri.
Quest’anno, la Rogazione cade l’11
maggio, giorno che nel 1860 vide
sbarcare i Mille di Garibaldi sulle
coste di Marsala, evento dal quale
deriva parzialmente il nostro essere
italiani. Nell’emozione che ci portiamo dentro, qualunque siano i significati che ognuno deciderà di
donare alla sua Rogazione, l’importante è che il nostro camminare insieme non si limiti ad un’abitudine
o ad un vanto personale, ma sia invece simile a quello dei Mille, sia
cioè ispirato da ideali di libertà e
coesione, sia tra di noi che con l’ambiente e i luoghi che abbiamo il privilegio di abitare e la responsabilità
di difendere.
Giovanni Frigo
Sabato 11 maggio 2013
l’Altopiano
17
La voce degli 8 Comuni
Il Primo maggio di solidarietà:
una festa in cui si sente la gioia
di essere “gli uni degli altri”
Una giornata di quelle
che ti riempiono il cuore; per gli occhi incrociati, i sorrisi scambiati,
i saluti, le battute, le risate, per il bene che circola nell’aria, che senti
arrivarti dentro e che ti
vien spontaneo dare.
Ci ripensi, a distanza di
qualche ora o di qualche
giorno, e ti scorrono davanti i volti incontrati e
le mani operose di chi ti
ha messo sul piatto un
pezzo di pizza o quell’assaggio di carne o quel la
fetta di dolce, di chi ti ha allungato quel bicchiere di macedonia. E tra i volti due in particolare, di Antonio e di Sonia che
c’erano in ogni cosa, in ogni
posto, in ogni attimo di amicizia. Sensazioni ed emozioni di
una festa di piazza il cui leit
motiv è la solidarietà: la festa si
fa per raccogliere fondi da destinare ad iniziative benefiche,
alla festa si partecipa per dare il
Sabato 11 maggio
Ad Asiago si tiene la Grande Rogazione. Processione
religiosa con partenza alle 6,
ai rintocchi del Matio, dal
piazzale del Duomo.
Domenica 12 maggio
A Camporovere la tradizionale Festa della “Fortaja coi
sponsoi”.
Alle 15.30 santa messa e benedizione delle auto, a seguire stand gastronomico a base
di fortaia coi sponsoi, giochi vari per bambini e la 1^
gara degli aquiloni con premi per i tre aquiloni più belli
e creativi.
A Canove la Festa dell’Ascensione con Messa e
pranzo all’aperto in località
Cattedra
Martedì 14 maggio
A Gallio, nella sede di
Polimedica Altopiano, con
inizio alle 20.30, incontro
sulla nutrizione clinica con
la dott.ssa Paola Buoso medico chirurgo specialista in
scienza dell’alimentazione.
proprio piccolo contributo allo
scopo. Quest’anno più che
mai ce lo hanno ricordato gli
amici di Carpi (Mo) con quello
striscione e quei grembiuli con
la scritta “Insieme per ricostruire”. “Da quando abbiamo avuto il terremoto - ci dicono - ci
teniamo ancor di più ad essere
presenti e ci rendiamo conto di
quanta importanza abbiano le
iniziative di solidarietà come
questa”. Altri amici arrivano da
Reggio Emilia, altri ancora da
Castelfranco Veneto e da
Vicenza. Sono qui perché conoscono Lorenzo Longhini,
ideatore e principale organizzatore della festa, ma anche perché il circuito della solidarietà è
diventato orami una grande famiglia e così ci si ritrova una
volta di qua e una volta di là e
una mano lava l’altra: oggi io
Giovedì 16 maggio
Ad Asiago, al Residence Des
Alpes, per la serie di incontri
informativi gratuiti promossi
dalla sezione di Asiago dell’Associazione
Alzheimer
A.M.A.dOnlus è in programma
l’incontro sul tema “I bisogni
del malato e dei familiari nelle
diverse fasi della malattia”.
Giovedì 23 maggio
Ad Asiago Alzheimer: vivere la
quotidianità. Incontri informativi gratuiti promossi dalla sezione di Asiago dell’Associazione Alzheimer A.M.A.dOnlus.
Temi della serata: L’importanza dell’ambiente per la persona
con demenza, l’ausizio nella
gestione del paziente con demenza. Residence Des Alpes
ore 20.30
Sabato 18 maggio
A Conco, il Comitato Biblioteca presenta: “In viaggio verso
il Peru’ – Esperienze e racconti”, a cura di Antonio Paganin.
Biblioteca Comunale – Sala
Marco Poli – ore 20.45.
A Lusiana, nell’ambito della
Notte dei musei, visita guidata
in notturna “Sgarbando sotto la
luna” al Parco del Sojo, dalle
ore 21.00 alle 24.00.Obbligatoria la prenotazione. Il ritrovo
è presso la chiesetta del Covolo,
abbigliamento sportivo e dotarsi
di pila elettrica, euro 5,00 a persona.
Domenica 19 maggio
Ad Asiago, Mercatino dell’Antiquariato e del Collezionismo.
Sabato 25 maggio
A Gallio Agrighel Truck. Mostra espositiva di macchine
agricole e forestali.
Loc. Valbella dalle ore 10.00. A
Conco Le associazioni Alpini e
Donatori di sangue del Comune, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, inaugurano laCasa Alpina del Verde. Alle 15:00 ammassamento
di fronte al piazzale del Rifugio
Val Lastaro, alle 15:30 partenza
della sfilata verso la Casa Alpina, in località Malga Verde. Sarà
presente la Banda “Attilio
Boscato” di Fontanelle. Alle
16:00 la Messa e a seguire saluto delle Autorità presenti e taglio del nastro.
dono a te, domani tu doni
a me. E’ una cosa grandiosa! All’ombra dei
gazebo, i banchetti che
non offrono da bere o da
mangiare sono pochi e si
distinguono: anche quest’anno ci sono gli Amici
del cuore con il via vai di
chi approfitta del servizio
offerto dal dottor Cinetto
e company ovvero la misurazione gratuita della
glicemia. Al centro della
piazza un banchetto vende il libro che raccoglie gli
scritti di Patrizio Rigoni,
su un cartoncino in bella vista
una frase dell’indimenticato
maestro che riassume al meglio lo spirito del Primo maggio di solidarietà: “Siamo gli uni
degli altri”. La stampa del libro
è stata finanziata dagli Amici di
Antonio Pertile e Sonia Sartori;
nel corso della Festa, Sergio
Stella presidente del Comitato
genitori che ha curato la pubblicazione, ha riconsegnato a
Roberto Sartori, presidente degli Amici, i primi 2.500 euro raccolti con la vendita del libro. Il
circolo virtuoso della solidarietà! I Blond Brothers e i Dogma
16 si sono alternati sul palco
per garantire per tutto il giorno
buona musica e le Tiracche
Matte, duo di giocolieri, ha fatto divertire grandi e piccoli
coinvolgendo nei loro numeri
anche il pubblico. Vista la numerosa partecipazione e il divertimento generale, il bilancio
in chiusura di giornata è ottimo e
grande la soddisfazione. Appuntamento dunque all’anno prossimo: Lorenzo andava in giro a dire
che l’impegno è troppo grosso e
che questa era l’ultima volta, ma
sembra proprio non ci creda nessuno!
Stefania Longhini
Sabato 11 maggio 2013
l’Altopiano
La voce degli 8 Comuni
18
Sabato 11 maggio 2013
l’Altopiano
19
La voce degli 8 Comuni
LUSIANA
Il progetto giovani tra social day e teatro
Costruire percorsi di partecipazione alla vita sociale
del Comune sta alla base del
coinvolgimento dei più giovani. A Lusiana da anni si lavora in questa direzione grazie
al Progetto Giovani del Comune promosso dall’Assessorato alle Politiche Giovanili. L’obiettivo è quello di valorizzare la partecipazione attiva dei ragazzi della scuola
media e superiore; le attività
del gruppo sono coordinate da
due operatrici della Cooperativa
Adelante alla quale il Comune
ha affidato l’incarico. Le operatrici si occupano di dare ascolto
ai giovani, capire in che modo
essi vorrebbero vivere il territorio, fornire loro gli strumenti per
attivare il dinamismo e il desiderio di partecipare alla vita della
comunità. I ragazzi si ritrovano
settimanalmente nelle stanze
messe a disposizione del Comune e hanno organizzato una serie di attività per rendere il proprio paese più vicino alle esigenze dei ragazzi più giovani.
Ad aprile i ragazzi delle classi
seconda e terza media di
Lusiana hanno partecipato all’iniziativa del Social Day, un percorso di cittadinanza attiva delle
giovani generazioni, insieme ai
ragazzi degli Istituti Superiori sia
del
Bassanese
che
dell’Altopiano. Il Social Day è
formazione, volontariato e raccolta fondi per progetti di impegno sociale (in Tanzania, Bolivia,
Brasile, Sicilia) chiamando altri
cittadini a sporcarsi le mani nel
proprio paese in iniziative sociali. Le associazioni del paese (Protezione civile,Alpini, Mano d’ar-
gento, centroAuser) insieme agli
insegnanti dell’Istituto Comprensivo e al Comune sono state
coinvolte in questa iniziativa per
collaborare con i ragazzi durante le attività. I ragazzi più grandi
del gruppo giovani di Lusiana
“Quota 752” e di Conco
“ConCoraggio” hanno partecipato al Social Day proponendo
alla popolazione uno spettacolo
teatrale dal titolo “‘Ndemo de
novo a far filò”. Uno spettacolo
creato in collaborazione con il
Centro Anziani per creare un
ponte tra le generazioni per recuperare le antiche tradizioni
mettendo in scena il “Filò”. I ragazzi si sono cimentati nella ricerca delle tradizioni dei loro
nonni e hanno scritto il copione. “Sia con il Social Day che
con lo spettacolo teatrale “Ndemo de novo
a far filò” i nostri ragazzi hanno dato prova di grande impegno
e responsabilità mettendosi a disposizione
del proprio paese con
attività di volontariato a
favore di progetti sociali
e con una bella rappresentazione teatrale che
ci ha fatto fare un divertente tuffo nel passato - spiega l’assessore alle
Politiche Giovanili Sabrina
Passuello - promuovere attività che coinvolgano i ragazzi
più giovani rappresenta
un’azione fondamentale per
far crescere il paese e per fare
in modo che i ragazzi si rendano cittadini attivi e partecipi
della vita del paese”.
Egidio Zampese
CONCO
A Conco la prima casa
privata certificata
“Casaclima Classe A”
Il protocollo di certificazione energetica CasaClima,
conferito agli edifici “virtuosi” che offrono confort
abitativo, risparmio energetico e sostenibilità
ambientale, sta acquisendo sempre maggiore rilevanza
nell’ambito costruttivo. Al giorno d’oggi CasaClima
non si limita più alla sola provincia di Bolzano, dove
è nato, ma è già una realtà consolidata in tutto il
territorio nazionale, e in alcuni casi anche fuori dai
confini italiani. In Altopiano il primo fabbricato
realizzato da famiglia privata certificato CasaClima
classe A è sorto recentemente in Comune di Conco,
località Caselli, a quota 800 slm. L’edificio è adibito
ad uso residenziale unifamiliare, progettato e costruito
cercando di coniugare il rispetto delle caratteristiche
tipologiche locali con le esigenze tecnico-costruttive di
efficienza energetica. Sabato 4 maggio, Silvano Zanella,
presidente del CasaClima Network Vicenza-Bassano
(associazione culturale che rappresenta CasaClima nel
territorio Vicentino) ha voluto consegnare al committente
del fabbricato Gianni Girardi il certificato e la targhetta
CasaClima. Presenti per l’occasione anche il progettista
architettonico geom. Nereo Ronzani, il progettista degli
impianti e consulente CasaClima il perito Manuele
Pettenon, il costruttore edile Diego Pozza e il costruttore
impiantistico Lorenzo Lovison.
Il Comune investe sul futuro dedicando
attenzione ai giovani cittadini
Si è svolta sabato 27 aprile
nella Sala Consiliare del
Palazzon una cerimonia durante la quale il sindaco
Antonella Corradin insieme
all’assessore
Sabrina
Passuello hanno consegnato
a tutti i 30 nuovi nati del Comune un libretto postale come
“Buono Nascita”, le borse di
studio agli studenti che nell’anno scolastico 2011/2012
hanno conseguito i migliori risultati e la Costituzione della Repubblica Italiana ai neo maggiorenni. Il “Buono Nascita” è un
contributo pensato per tutti i bambini nati nel 2012, sostegno che rientra nel programma di interventi a favore delle famiglie
residenti nel Comune di Lusiana. La natalità del Comune fortunatamente è in aumento, nel 2010 i bimbi nati erano 23, nel
2011 sono stati 31 e mentre nel 2012 30. Dai piccoli Lusianesi si è passati poi alla consegna delle borse di studio agli studenti
che si sono particolarmente distinti nell’impegno scolastico dell’ultimo anno di scuola media inferiore, superiore e università;
i ragazzi premiati sono stati: Lara Pozza, Valentina Ava, Luca Brunello, Alberto Cantele, Gianmarco Dalle Nogare, Marta
Xausa, Ilaria Garzotto, Sara Porro, Francesca Rubbo, Chiara Rubbo, Alberto Sartori e Chiara Sartori.
A concludere la cerimonia la consegna delle Costituzioni della Repubblica italiana ai ragazzi che sono già diventati maggiorenni o lo diventeranno nel corso del 2013. Un gesto concreto per lanciare un messaggio di responsabilità verso i giovani
cittadini che iniziano ad assumersi a pieno titolo diritti e doveri nei confronti dello Stato Italiano.
E.Z.
Aperta la stagione del Museo diffuso
Anche se la primavera finora non è stata clemente, sono iniziate,
dai primi giorni di aprile, le visite delle scolaresche ai siti del Museo
Diffuso, in particolare al Villaggio Preistorico del Monte Corgnon e
al Museo Palazzon. Quest’ultimo in continua evoluzione con l’allestimento di nuove spazi espositivi dedicati alla paglia, alla pastorizia
e all’abbigliamento popolare. La rinnovata sezione della paglia ha
sostituito quella precedente presentando al visitatore il ciclo della
produzione, dalla preparazione del terreno alla semina nelle “piantele”, alla “fastugadura”, alla “dressa”, fasi che venivano eseguite
proprio nei campi e nelle contrade di Lusiana. Borse e cappelli
venivano poi confezionati nei vari laboratori sparsi da Conco a
Marostica. La sezione della pastorizia presenta le sagome dei pastori ricoperti con il tipico “tabarro”, quelli esposti sono del Matìo
Parlio, il pastore descritto in diversi libri di Mario Stern. Seguendo il
filo di lana si rivive la vita quotidiana del pastore con il suo gregge.
Queste nuove stanze verranno inaugurate domenica 19 maggio
alle ore 17.00, mentre sabato 18 maggio, in occasione della Notte
Europea dei Musei ,alle ore 20.45 verrà proiettato il video di Giovanni Rigoni Schirat : “Con i pastori Magonara dall’Adige al
Portule”. Il video ha ottenuto un importante riconoscimento internazionale. Il museo Palazzon rimarrà aperto fino a tardi come tanti
altri musei europei. Le attività proseguono per l’estate con un programma di varie escursioni sui luoghi della Grande Guerra nella
zona di Granezza e di incontri letterari nei boschi raccontati da
Mario Stern verso il Monte Corno. Altre escursioni sono previste
nella Valle dei Mulini e nell’area delle calcare del Labiolo. Per i
ragazzi ci saranno vari laboratori botanici al Giardino Alpino del
M.Corno e altri dell’intreccio al Museo Palazzon. Aspettiamo tutti
a partecipare alle iniziative e a visitare le nuove esposizioni. Per
informazioni tel. 0424-407264 o www.museodilusiana.it o seguiteci
su facebook Museo Diffuso di Lusiana per rimanere sempre aggiornati.
l’Altopiano
Sabato 11 maggio 2013
20
La voce degli 8 Comuni
ENEGO - ELEZIONI AMMINISTRATIVE 26-27 maggio 2013
LISTA NUMERO 1- Insieme per Enego
LISTA NUMERO 2 - Enego e le sue contrade
“Un impegno fondato sul
dialogo e sullo scambio
di idee con i cittadini”
“Obiettivo primario il
rinnovamento del paese”
Candidato sindaco:
Fosco Cappellari
Candidati consiglieri:
Alfonso Menghini, Loris
Frison, Alessandro Bussolaro,
Stefania Nalon, Maria Teresa
Goller, Lara Galvan.
Rilanciare Enego. E’ l’impegno
principale della lista “Insieme
per Enego”; impegno attorno al
quale ruota tutto il programma
del gruppo capeggiato da Fosco Cappellari.
“Enego è alle prese con problemi derivanti da decisioni non
condivise, da ritardi, da scarsa
iniziativa – spiega Cappellari –
Sono caratteristiche comuni a
molte zone di montagna ma che
devono essere superate attraverso la collegialità territoriale;
insieme l’Altopiano può essere forte, diviso rimane ai margini delle scelte politiche”.
Tra le novità c’è la riduzione
delle liste e, conseguentemente, il dimezzamento dei componenti del consiglio comunale
dagli attuali 12 a 6 più sindaco; condivide?
“Assolutamente no. Temo che
in questo modo le varie anime
paesane non potranno essere
correttamente rappresentate.
Sono convinto che l’artigianato, il turismo, il commercio e
l’agricoltura siano componenti
fondamentali del tessuto
eneghese; sono intimamente
legati tra loro, operano in definitiva verso un’unica finalità
che è quella dello sviluppo del
paese, ma senza una giusta
rappresentatività si rischia di
tralasciare aspetti importanti di
questa strada improntata alla
valorizzazione di Enego e di
quello che sa offrire”.
Com’è composto il gruppo che
la affiancherà?
“Ci sono volti nuovi come Lara
Galvan, Stefania Nalon, Alessandro Bussolaro e Loris Frison
abbinati a gente di comprovata
esperienza come l’attuale
capogruppo di opposizione
Alfonso Meneghini e l’ex sindaco Maria Teresa Gholler. Infine ci sono io, geometra
59enne, che si divide tra Enego,
ovvero casa, e Vicenza, dove ho
molti lavori. Assicuro
comunque, per togliere ogni dubbio, che
qualora venissi eletto
sarò sindaco a tempo
pieno portando anche
tutta l’attività lavorativa ad Enego proprio
per stare vicino e a disposizione dei cittadini”.
Quali critiche muove
all’attuale amministrazione?
“Anzitutto obietterei
sulle aliquote dell’Imu
che gravano pesantemente sulle attività
produttive. Pur dichiarando che le imprese pagano il 4,6 per mille in realtà troppi
pagano il 10,5
equiparando i locali aziendali alle
seconde case.
Ma tutto forse si
può catalogare
sotto la voce del
poco ascolto delle persone, la non
apertura ai suggerimenti o alle proposte fatte da
chi non è considerato parte del
gruppo di maggioranza. Come
nel caso del progetto di
Marcesina”.
Appunto, lei è tra i fondatori
del gruppo d’opinione che si è
opposto al progetto.
“Non tutto il progetto sia chiaro; riteniamo il progetto valido
in molte parti. Bene il restauro
degli edifici pubblici e dei manufatti della Grande Guerra.
Bene la valorizzazione delle
torbiere, l’istituzione di percorsi didattici, la sistemazione della viabilità. Però 900 posti auto
per affrontare un periodo di
grande afflusso ridotto a poche
settimane lo riteniamo uno spreco. Questi soldi possono essere spesi in maniera più proficua
come l’interramento delle linee
elettriche o portare l’acqua potabile alle malghe. Il turista cerca sempre più la genuinità nell’ambiente così come nei prodotti; dobbiamo quindi valorizzare il nostro grande patrimonio naturalistico partendo dal-
La lista è uguale nel nome e nel simbolo, ma
profondamente cambiata nei nomi che la costituiscono
Candidato sindaco:
Igor Rodeghiero
Candidati consiglieri:
Manuele Caregnato, Loretta
Guzzo, Gianluigi Rossi, Pietro
Scalco, Sonia Caregnato,
Gaetano Spagolla
le malghe
che possono costituire un volano
economico
e turistico
importante
da dove iniziare il definitivo rilancio del paese”.
Altri obiettivi che ritenete fondamentali?
“L’istruzione e il potenziamento
dei servizi offerti alle famiglie e
agli anziani. In più intendiamo
porre grande attenzione ad ogni
valida iniziativa, sia turistica sia
che possa favorire la creazione
di occupazione. Vogliamo dedicarci all’agricoltura spendendoci per la ricerca di fondi e
finanziamenti regionali, statali ed
europei preoccupandoci poi di
farli conoscere ai nostri agricoltori. C’è poi il sociale che necessita di grande attenzione soprattutto in questo momento di grande difficoltà”.
Quale è, secondo voi, la caratteristica che dovrebbe far prevalere la preferenza degli elettori
eneghesi sulla vostra lista?
“La ferma volontà di instaurare
un rapporto di fiducia con i cittadini; uno scambio d’idee franco e
sincero che coltiveremo con l’organizzazione di incontri periodici
con gli abitanti volti a formare, informare e raccogliere informazioni.
Vogliamo rinsaldare le divisioni create proprio per la mancanza di dialogo, per le scelte dettate senza il
coinvolgimento della popolazione.
Tornando al discorso iniziale sulla
riduzione dei consiglieri, proprio ora
più che mai serve la collaborazione
dell’elettorato e vedute ampie per
promulgare politiche lungimiranti e
durature”.
Gerardo Rigoni
Igor Rodeghiero è stato eletto
sindaco di Enego nell’aprile del
2008 raccogliendo il 59,76 per
cento dei voti ed ereditando una
comunità profondamente divisa;
una divisione che aveva portato
al commissariamento del Comune e al blocco di servizi ed opere.
Ora Rodeghiero si presenta nuovamente alla guida della lista
“Enego e le sue contrade” uguale nel nome e nel simbolo, ma profondamente cambiato nei nomi
che la costituiscono. Su sei candidati consiglieri presenti nella
lista troviamo solo 2 degli attuali
assessori ma non per questo
Rodeghiero vuole che si pensi
che ci siano stati contrasti interni.
“Voglio sottolineare come non ci
siano stati dissidi o defezioni –
spiega – Anzi, adesso, con il ridimensionamento degli enti locali
imposto dallo Stato che ci costringerà a lavorare “con le ridotte”, chi non è più in lista
nominalmente rimane parte del
gruppo per portare avanti il lavoro fin qui fatto. Credo che l’immagine più giusta sia quello della squadra di calcio che vince la
coppa; la vittoria ed i risultati raggiunti sono merito anche di chi
sta in panchina pronto ad entrare in campo appena ci sia la necessità. Se siamo riusciti a fare
molto è anche grazie a chi ci sosteneva, chi lavorava “dietro le
quinte”, chi si è speso per la comunità. I nostri successi sono
soprattutto loro”.
Ci presenti la sua lista.
“Sono sei persone che credo rappresentino molti aspetti della
nostra comunità; il commercio e
il turismo con Pietro Scalco, lo
sport con Sonia Caregnato, i prodotti tipici con Gaetano Spagolla,
la protezione civile e il
volontariato con Gianluigi Rossi
oltre agli assessori per il sociale
Loretta Guzzo e per il territorio
Manuele Caregnato”.
Qual è lo spirito che anima
Enego e le sue Contrade?
“Come 5 anni fa puntiamo a rinnovare il paese; rinnovamento
inteso come partecipazione comunitaria scollegata da vecchie
logiche clanistiche ma anche rinnovamento dell’economia turistica e artigianale, rinnovamento
nella promozione della nostra terra, rinnovamento nel far conoscere la nostra storia, le nostre
eccellenze, la nostre
tipicità”.
Igor Rodeghiero è conosciuto per il suo dinamismo e la sua caparbietà;
cosa lo rende orgoglioso del suo mandato, cosa
non è riuscito a fare e
quali sono le prospettive
future?
“Sono orgoglioso di
aver prodotto oltre 9 milioni di euro di investimenti e altri 7 milioni in
via di progettazione o di
finanziamento. Un’operosità che ha aumentato
di 10 volte l’attività degli
uffici finanziari, istituzionali, sociali e di vigilanza
e di 4 volte le
determine dell’area tecnica.
Un trend di
crescita e di
sviluppo tra i
primi
nel
Veneto. Tradotto sono 34
opere finite e
12 finanziate
ed in corso di
ultimazione o di progettazione
definitiva; sono opere per
9.398.511 euro di cui 6.416.601
euro di contributi e 2.699.264 euro
di fondi propri. Vogliamo proseguire su questa strada e dopo la
riqualificazione del paese vogliamo rivolgere la nostra attenzione
al territorio con progetti di ampio
respiro in particolare nelle zone
boschive e montane senza trascurare l’abbellimento urbano
con il progetto di recupero totale
del castello. Il cruccio forse è
quello di non vedere completato
il progetto Marcesina bloccato da
dissidi tra province e Regioni.
Sarebbe stato bello presentare il
risultato di un lavoro difficile
mettendo a tacere tante illazioni
scorrette”.
Ecco, appunto, il progetto
Marcesina: come sta evolvendo
l’intricata vicenda che da anni
la impegna?
“Con il via libera definitivo dei
fondi Odi finalmente si parte;
sono già stati appaltati 4 stralci.
Un progetto poi osteggiato perché mai approfondito; molti lo
hanno giudicato senza mai chiedere copia del progetto per poi
formulare critiche frutto di pregiudizi. E’ invece un progetto fondamentale per la salvaguardia
della piana e, nello stesso tempo, per la sua promozione turistica con ricaduta benefica sul paese. La piana attualmente è soggetta nei periodi estivi ad un flusso turistico abnorme che un eco
sistema così delicato fatica a
supportare.
Una vera invasione simboleggiata dai 20 mila
euro annui che
il Comune deve
sborsare per
raccattare e convogliare i rifiuti abbandonati sulla piana stessa. Quello che, secondo me, dà fastidio è la
regolamentazione degli accessi,
l’imposizione finalmente di regole laddove prima esisteva il far
west, le zone riservate ai
beneficiari di usi civici. Sono azioni che dichiarano apertamente
una riacquisizione della piana da
parte degli eneghesi e questo fa
rabbia a chi finora ha sempre fatto ciò che ha voluto”.
L’asso nella manica?
“Sono tre: il primo è la dimostrazione che abbiamo governato in
maniera oculata dove, a fronte di
investimenti per oltre 9 milioni,
abbiamo ridotto l’indebitamento
complessivo comunale di 115 mila
euro e lasciato un avanzo di bilancio al 31 dicembre 2012 di oltre 172
mila euro; il secondo, l’assoluta
mancanza di interessi privati nelle
scelte amministrative: il terzo, il progetto malghe. Un progetto da 1,6
milioni di euro che riqualificherà e
recupererà tutto il nostro patrimonio di malghe sia sotto il profilo turistico sia sotto quello dell’attività
imprenditoriale agricola dove si cercherà di favorire la diversificazione
delle attività in chiave di aumento
della redditività delle imprese agricole attraverso l’istituzione di attività agrituristica ma anche di
ricettività prevedendo pernottamenti e lasciando spazio poi ad attività collaterali come d’estate
escursioni guidate o uscite fitness
e d’inverno ciaspolade o raid
sciistici”.
Gerardo Rigoni
Sabato 11 maggio 2013
l’Altopiano
ENEGO
All’artigiano emigrante
il San Giuseppe d’oro
La consueta ed attesa
sagra di Fosse di Enego
del primo maggio si è
svolta anche quest’anno
con buon successo grazie alla bravura ed alla
tenacia degli organizzatori, che riescono sempre a creare una piacevole ed invitante atmosfera familiare. La tradizionale festa è giunta
quest’anno alla sua 40^
edizione, alla 14° per
quanto riguarda il premio del S. Giuseppe
d’oro, e a questo proposito è stato giustamente
consegnato un riconoscimento a colui che più
di ogni altro rappresenta il 1° maggio a Fosse,
Giacomo Caregnato, infaticabile organizzatore
della festa. Come vuole
la tradizione, dopo la
Messa delle 10, sono
stati premiati i ragazzi
delle scuole medie e superiori, che nello scorso anno scolastico hanno ottenuto un buon
punteggio. Alla presenza della prof.ssa Dell’Aquila per la Scuola
secondaria di 2° grado,
di Andrea Dalla Palma in
rappresentanza della
Coldiretti e di Sabrina
Galvan del Comitato Genitori, sono state consegnate borse di studio a:
Aurora Caregnato, Noemi
Finco, Anna Gabrieli, per
le medie, Anna Dalla Costa per le scuole superiori. Sempre riconoscendo
un importantissimo e delicato ruolo nella formazione ed educazione dei
più giovani, sono stati
consegnati dei presenti
alle suore della congregazione delle Dimesse, che
per tanti anni hanno gestito la scuola materna di
Fosse, crescendo tanti
bimbi ovvero le suore Lucia, Mercedes, Narcisa,
Nicoletta,
Alberta,
Eleonora, Maddalena,
Clelia e Lina, queste ultime due presenti alla cerimonia.
Quindi è stato festeggiato il 10° anno di vita del
gruppo di volontari del
118, che hanno creato
l’Associazione Monte
Lisser, sempre attiva in
paese 24 ore su 24.
Infine si è svolta, alla presenza
del
sindaco
Rodeghiero,
la
premiazione del San Giuseppe d’oro, che da 14
anni riconosce il ruolo
svolto da un eneghese
che si è distinto in ambito
lavorativo. Quest’anno la
commissione che si occupa di proporre e decidere
a chi conferire l’ambito
premio ha concordato, all’unanimità, di assegnarlo nuovamente ad un artigiano, Gino Bertizzolo.
Testimone ancora di quella generazione che doveva, stando a ferree e rigide regole, e lavorando
duro, trovarsi uno spazio
in un paese straniero, per
dare una mano a casa e
per assicurarsi un futuro:
un emigrante. Nell’officina di casa, Gino apprese
dal padre, fontaniere,
idraulico,
fabbro,
lattoniere e maniscalco,
l’arte della lavorazione
del ferro e di altri materiali.
All’età di 17 anni, dovette emigrare in Svizzera
per un decennio, dove
perfezionò l’arte del
“plombier”(idraulico) e
lattoniere, apprendendo e
affinando nuovi tipi di lavorazioni di materiali,
fondamentali per la sua
futura attività, che oggi
viene perpetuata con successo dal figlio, una tradizione familiare giunta
alla 3^ generazione.
Stefania Simi
21
La voce degli 8 Comuni
GALLIO
Sara e Fabio, due cuori e una divisa
Due cuori e una divisa, quella da arbitro! Sara Bianca
Pertile e Fabio
Manfio, di Gallio,
marito e moglie, sono
uniti anche dalla profonda passione per il
calcio che li ha portati a frequentare insieme e quindi a superare il corso per
arbitri tenutosi da ottobre a dicembre
2012 a Bassano del
Grappa. A febbraio
la prova del campo
per entrambi con
l’arbitraggio della prima partita: Sara ha diretto
ASD Facca –Virtus Romano (categoria Giovanissimi);
Fabio invece, sempre per la
categoria Giovanissimi, si è
cimentato nell’incontro San
Vito Bassano – Villaggio San
Lazzaro.
Una grande emozione e un
grande impegno, non senza
difficoltà: in campo servono
massima attenzione, preparazione fisica oltre che tecnica, polso con i giocatori e,
cosa più difficile, la capacità
di prendere la decisione giusta in soli tre secondi.
Inevitabile dunque qualche
sbaglio, ma tutto serve per
imparare e maturare esperienza.
Sara che, a 31 anni, è contenta di potersi cimentare in
questa sfida è da sempre
appassionata di calcio: grandissima tifosa, è stata negli
ultimi anni segretaria
dell’ASD Gallio.
Una passione che, fin da piccola, le ha trasmesso suo
padre portandola con se su-
gli spalti. Poi è arrivato anche l’impegno in prima persona come dirigente nella
società calcistica del suo paese. Ora però, con la nuova
qualifica, ha dovuto dimettersi dall’incarico di segretaria.
A proposito: Sara ringrazia di
cuore l’ACD Gallio per le
congratulazioni e gli auguri
fatti a lei e a Fabio per
questa nostra nuova
avventura.
Anche dal di fuori, la
nostra donna arbitro
continua comunque a
seguire con grande interesse l’attività
calcistica altopianese,
specie quella giovanile e in modo ancor più
particolare dei “boce”
allenati da suo padre
Giandomenico. Importante per lei, per
crescere ed imparare,
è sicuramente lo
scambio di idee, di
opinioni e d’aiuto con
suo marito Fabio. Lui
è già andato a veder-
la qualche volta, dandole degli ottimi suggerimenti. Fabio è già
arrivato ad arbitrare
anche la categoria
Juniores. Sara per il
momento varia tra
esordienti e giovanissimi. Non è ancora
riuscita ad assistere
ad un arbitraggio di
suo marito anche
perché si devono dividere pure i “compiti familiari” soprattutto la gestione di
Evan il loro bambino
che ha appena compiuto un anno.
E quando sono impegnati entrambi, per fortuna ci sono
sempre i nonni.
Se tra gli associati all’AIA di
Bassano del Grappa insieme
a Sara c’è una quindicina di
donne di varie età e sui campi da calcio diventa sempre
più frequente la presenza di
donne arbitro, un primato è
indiscutibilmente suo: è la prima
donna
arbitro
dell’Altopiano di Asiago.
La sua intenzione è quella di
vivere al meglio questa esperienza, cercando anche di divertirsi. Già è molto contenta
di essere entrata a far parte
dell’AIA Bassano che è
come una grande famiglia.
Bello il ritrovarsi insieme per
incontri di approfondimento o
anche per fare festa, conoscere tanta bella gente e godere di una bella opportunità
di crescita e di arricchimento
personale. Fare l’arbitro significa, per Sara come per gli
altri, anche disciplina personale, significa acquisire un
nuovo stile di vita perché l’arbitro è di fatto un atleta che
ha bisogno di allenamento fisico e di un buon regime alimentare.
Ora,quando guarda una partita o quando la arbitra, Sara
non piò fare a meno di pensare a quante volte da tifosa
ha contestato gli arbitri e quante
imprecazioni ha rivolto verso di loro.
Solo mettendosi dall’altra parte è riuscita a capire le difficoltà di questo ruolo
e quanta preparazione esso richieda.
Per fortuna al corso
per arbitri insegnano
anche a non ascoltare mai quello che
dice il pubblico e ad
andare avanti cercando di fare sempre il meglio con fermezza e autorità.
Stefania Longhini
Agrighel Truck, in località Valbella
una mostra di mezzi agricoli e forestali
Torna anche quest’anno a
Gallio la tradizionale Gara di
Tiro con carabina, giunta alla
17^ edizione.
L’appuntamento è per sabato 25 e domenica 26 maggio
in località Valbella. Una due
giorni che si propone con una
bella ed interessante novità:
la manifestazione sarà infatti
arricchita dall’abbinamento
con una mostra di macchine
agricole dedicate in particolare all’agricoltura montana e
di macchinari per il lavoro
boschivo. La volontà è quella di esporre le attrezzature
più moderne attualmente sul
mercato e di creare un momento privilegiato di contatto
tra
commercianti
e
utilizzatori, nonché un’ulteriore attrattiva per turisti e residenti. “Sarà - sottolinea il sindaco Pino Rossi - un’occasione per dare risalto al settore primario altopianese e ai
suoi pregiati prodotti”.
L’inaugurazione dello spazio
espositivo è prevista alle
10.30 di sabato 25 maggio.
La mostra rimarrà aperta tutto il giorno fino alle 18.30.
Domenica l’orario di apertu-
ra sarà dalle 10 alle 18 con
due momenti assolutamente da non perdere: alle 11
una dimostrazione di cavalli
da tiro e alle 14.30 lo show
dei boscaioli.
Durante tutta la durata della manifestazione sarà
aperto uno stand gastronomico curato dall’associazione Alpini di Gallio.
La manifestazione è organizzata dal Comune di
Gallio, dai Cacciatori di montagna di Gallio e dall’associazione Pro Gallio con il patrocinio di Comunità Montana,
Coldiretti Vicenza e Associazione Provinciale Allevatori di
Vicenza.
l’Altopiano
Sabato 11 maggio 2013
22
La voce degli 8 Comuni
CULTURA
Notte dei Musei in Altopiano
Nella notte tra il 18 e 19 maggio i Musei di tutta Europa si mostreranno
nella seducente veste serale. Per l’Altopiano aderiscono Corbin e Museo
dei Cuchi. L’evento è patrocinato dall’Unesco e dal Consiglio d’Europa
Con la primavera, che per
quanto riguarda temperature
e tempo soleggiato non sembra rispettare il calendario,
ritorna anche l’appuntamento con la Notte Europea dei
Musei. La manifestazione è
promossa dal Ministero per
la Cultura francese e coinvolge 40 paesi del Consiglio
d’Europa, tra cui l’Italia. E’
un’iniziativa che intende proporre un nuovo modo di an-
dare al museo e di scoprire
questi luoghi sotto una veste
diversa, che il fascino della
notte riesce a conferire loro.
Ormai è un appuntamento
tradizionale, a cui l’ente “Musei Altovicentino” ha aderito
sin dalla prima edizione nel
2005, ma rimane un evento
sempre capace di rinnovarsi.
Nella magia della notte di
primavera, i musei, gli spazi
attorno ad essi, le nostre
stesse città diventano teatro
di incontri ed eventi e si trasformano in luoghi vivi, ricchi di emozioni legate alla storia, al territorio e all’arte.
Sull’altopiano di Asiago numerose realtà museali fanno
capo al Centro Servizi che ha
sede a Malo, tuttavia quest’anno solo due hanno aderito all’iniziativa, si tratta del
Museo dei Cuchi e del Mu-
Cansiglio Terra Cimbra
Non tutti sanno che il
Cansiglio, zona di montagna situata tra la provincia di Belluno e la provincia di Treviso, è una terra
interessata dalla tradizione cimbra. Sappiamo, anche in base alla documentazione storica, che verso
la fine del 1700 e nel primo 1800, gruppi di famiglie di Roana che lavoravano nei boschi e nell’artigianato del legno, poiché
non
trovavano
sull’altopiano risorse sufficienti per vivere, si sono trasferiti, prima temporaneamente e poi definitivamente,
nei boschi del Cansiglio. Erano famiglie con i cognomi di
Azzolini, Slaviero, Bonato,
Gandin, tutte provenienti dalla contrada Roana di sopra.
Andavano e venivano dal
Cansiglio a piedi, con carriole
e con carretti. Ora i discendenti di queste famiglie vivono in diverse zone delle provincie di Belluno e di Treviso
e conservano con i loro cognomi anche la memoria delle loro origini, pur avendo
perduto l’uso della lingua
cimbra. Un articolo scritto
da G. Zanussi nel 1928 sulla
rivista “La vie d’Italia” presenta diverse informazioni
storiche e geografiche su
questa montagna del
Cansiglio. Un articolo ricco
anche di belle suggestioni.
Esso inizia: “Al bosco del
Cansiglio, come a tutti i capolavori che sono usciti dal
tormentoso travaglio dell’uomo o dal fecondo grembo
della natura, bisogna accostarsi lentamente…”
Nel bosco si entra come in
un “lembo di mistero e di
sogno”. “Faggi enormi, che
superano i trenta metri, talmente vicini da nascondere
quasi la volta del cielo, attraverso il quale le loro cime e i
loro rami frondosi, come
supplici braccia umane, par
si cerchino avidamente; abeti
e larici lunghi e sottili, allineati in bell’ordine come le colonne di un tempio, sfumanti
a piramide nell’azzurro; e tra
questi e quelli, folte macchie,
ispidi cespugli, piccole radure, ove il sole riesce finalmente a irrompere come un riso
perlaceo di gioia; e tutto intorno, un senso profondo,
augusto, religioso di pace…
La visione che se ne riceve
è ineffabile; e l’anima, scrigno profondo di intime gioie
che valgono tutti i gioielli del
mondo, la serba gelosamente per sempre.”
Seguono notizie storiche che
in gran parte sono comuni
all’altopiano, come i rapporti
con la Repubblica di Venezia, il passaggio sotto il Regno d’Italia, le distruzioni della
Grande Guerra, gli inizi del
movimento turistico (anni
Venti del secolo scorso).
Il Cansiglio era rinomato per
il legno da remi: una relazione del 1500 dice che esso era
considerato “il più bello per
remi che sia in molti altri luoghi.” Dopo il maggio 1915 il
Cansiglio diede oltre 300 mila
metri cubi di legname per
le necessità della guerra.
Accennando al legame con
la tradizione cimbra, l’articolo di Zanussi riporta
come: “Un altro elemento
pittoresco e caratteristico
del Cansiglio è dato dai
“scatoleri”, poche centinaia di individui semplici, laboriosi e frugali, di origine
tedesca (Cimbri) emigrati
dall’Altopiano dei Sette
Comuni all’inizio del secolo scorso, che vivono in
misere case di legno, raccolte prevalentemente nei
pressi del Reggio Palazzo
Vallorch, Le Rotte, ai Pich,
Pian Osteria, Campon e Pian
Canaie, dedicandosi quasi
esclusivamente
alla
fabbircazione di scatole e crivelli. Sino a non molto tempo
fa, essi parlavano a stento
l’italiano e, non emigrando e
non contraendo matrimonio
che tra loro, costituivano una
specie di comunità totalmente separata dalle popolazioni
dei luoghi contigui. Oggi questo stato di cose è in parte
cambiato, benchè nel complesso gli “scatoleri” continuano a fare vita a sé e a
evitare per quanto è possibile, relazioni e contatti con i
vicini…” I cimbri del
Cansiglio sono oggi costituiti in
una associazione che fa parte del
Comitato delle associazioni culturali cimbre. Essi svolgono diverse attività. In stretto rapporto
con l’Istituto di cultura cimbra di
Roana promuovono la lingua
cimbra, organizzano feste, corsi di lingua cimbra, realizzano
pubblicazioni
come
“TzimbarBint”
(Vento
Cimbro), un periodico di informazione e di cultura in cui si
sente vivamente il loro orgoglio di sentirsi legati all’identità
cimbra.
Sergio Bonato
seo Storico Militare Forte di
Punta Corbin. Sabato 18
maggio l’esposizione di figuli
a Treschè Cesuna resterà
aperta con orario serale dalle 20,30 alle 23,30, con possibilità di visite libere o guidate. Per quanto riguarda il
Forte Corbin l’orario è dalle
14,00 alle 19,00, qui la famiglia Panozzo, proprietaria
della struttura, ha organizzato un incontro con splendidi
rapaci accompagnati da
esperti istruttori. Ai presenti
verrà spiegato il mondo di
questi volatili, le loro caratteristiche e le tecniche di addestramento.
Nella splendida cornice naturale del Corbin, affacciandosi al ciglio che sprofonda
nella Valle dell’Astico, sarà
possibile ammirare il volo dei
selvatici. L’ingresso al forte
è gratuito. In loco possibilità
di usufruire di bar e cucina.
Per informazioni e prenotazioni: 349.2685543.
Giovanni Dalle Fusine
A Rotzo uno straordinario concerto
di musica brasiliana e argentina
Una particolare serata è in programma
a Rotzo giovedì 16
maggio alle 20.30
nella chiesa parrocchiale. Organizzata
dal Comune di Rotzo
in collaborazione
con la Parrocchia,
con la Pro loco, con
l’Associazione Musica Altopiano e l’Istituto di Cultura Cimbra, l’appuntamento vede
l’intervento di un qualificato gruppo di musica sudamericana impegnato in una
tournèe in Italia e in Europa, iniziativa patrocinata e sostenuta dal Ministero della Cultura
del Brasile. Saranno a Rotzo Alejandro Brittes,
con la sua fisarmonica ricca di sonorità antiche e nuove, Andrè Ely e Lucas Rocha, con
le loro straordinarie chitarre a sette corde.
Alejandro Brittes ha inciso 7 cd, ha composto oltre 50 canzoni, ha riscosso successi in
diverse parti del mondo. Egli è uno dei principali interpreti del Chamamè, una fusione di
musica europea e di ritmi guaranis, un mantra
nella cultura musicale
brasiliana. La sua musica è piena di profumo
della
terra
sudamericana, piena di
vento della Pampa, di
calore della vita e del
folklore popolare; è piena di sapore della cultura brasiliana e argentina,
tra la nostalgia della tradizione e il gusto creativo contemporaneo. “Con questo concerto – dice
il sindaco Lucio Spagnolo – il Comune di Rotzo
vuole anche ricordare i suoi emigranti che si
sentono ancora fortemente uniti alla loro terra
d’origine, impegnati ad avviare un gemellaggio
tra i paesi di Rotzo e di Antonio Prado nel sud
del Brasile”. La serata è ideata e coordinata da
Fernando Roveda, un emigrante veneto in Brasile, autore di diverse iniziative nel campo delle
relazioni tra Veneto e Brasile, animatore tra
l’altro di un documentario sul dialetto veneto
e sul cimbro in brasile.
Sergio Bonato
Sabato 11 maggio 2013
l’Altopiano
23
La voce degli 8 Comuni
CINEMA
Hemingway
e l’Altopiano
Serata in giallo al Grillo Parlante
Il gruppo Made as Rage del laboratorio teatrale scolastico dell’Istituto Superiore di
Asiago ha messo in scena, con successo, uno spettacolo costruito su due testi di
Agata Christie. Sabato 18 maggio, alle 20.30, si replica al teatro di Canove
Ancora una volta la
compagnia teatrale
dell’Istituto Superiore di Asiago ha
fatto centro. Tutto
esaurito al “Grillo
Parlante”, la sera
del 4 maggio, con
Dieci piccoli indiani e Delitto sul
Nilo di Agatha
Christie.
Il pubblico è stato
sequestrato per tre
ore: questa la durata di un lavoro-fiume, in cui si doveva rendere merito
ai 30 ragazzi coinvolti, tra attori,
scenografi e tecnici. La scelta dei
due testi della
Christie e il loro
intrecciarsi si sono imposti
fin da settembre, quando
una folla di aspiranti attori e
scenografi si è presentata all’appello del trio AllodiAmort-Borgo che da anni tiene le redini del laboratorio
teatrale scolastico “MADE
AS RAGE”.
Dinanzi a tanta grazia bisognava correre ai ripari di una
scrittrice d’eccezione e lavorare di fino a intersecare
due testi abbastanza capienti
da offrire una parte a ogni
attore e tra loro coerenti.
Ecco il perché di questi due
titoli, accomunati dalla
claustrofobia dell’isolamento, dal rimpiattino delle colpe e delle accuse, dal sapore amaro della vendetta.
Il lavoro si è snodato lungo
due percorsi compresenti,
destinati a rispecchiarsi
l’uno nell’altro. I ragazzi, a
turno, sono stati artefici di
uno di questi e tifosi dell’altro; hanno sperimentato la
reciprocità, trepidato al quadrato. Per sette dei nostri attori, scenografi e tecnici storici, Angela, Anna,
Federica, Francesca,
Cristian,
Matteo e... Matteo,
oggi alle soglie dell’Esame di Stato, è
giunto il momento
di passare il testimone alle nuove
leve (promettenti e
numerose, appunto), di migrare verso altri traguardi.
Difficile lasciarli
andare, difficile
spiccare il volo
dopo aver dato e
ricevuto tanto. Chi
li ha visti lavorare
penserà sempre a
loro con un sorriso di
gratitudine. Non possiamo che augurare
loro, di questi tempi,
…di cambiare il
mondo!
A noi che restiamo, il
compito di cambiare
nuovamente meta
(inutile dirvi che è già
in cantiere il lavoro
per l’anno prossimo),
di continuare ad alimentare gli entusiasmi, di insegnare
l’arte umile e vigile
del labor limae. Perché questo si fa in
scena: si impara a
sbagliare e a rialzarsi, a credere in sé e
negli altri. In scena si
gioca a vivere secondo schemi inediti e condivisi. Mentre gli attori conducevano gli
spettatori sul filo della
suspence, dietro le quinte
imperversava l’emozione
come
un
piovasco
rigenerante e bizzarro:
bisbiglìo di scenografi–risolvi-tutto che amministravano
quei dettagli impalpabili senza i quali nulla sarebbe visibile; borbottìo scaramantico
di battute stralette su copioni lisi; disperazioni passeggere (“Qualcuno ha visto il
mio copione?” “Quante
statuine sono rimaste in scena???” “Come facciamo a
raccogliere il proiettile?”
“No, il sipario no!” “Buio,
bip, buio!” etc. etc.) ... Ricordi.
Questo resta. Ricordi impagabili: quello di sentirsi impastati come l’acqua e la farina; quello delle attese fuori scena, dove l’adrenalina si
taglia a fette; quello di un
sorriso che dice più di tante
parole; quello delle nuvole di
talco tra le righe.
Luce! Musica! Si replica
presso il Teatro di Canove
sabato 18 maggio alle ore
20:30! Vi teniamo un posto?
Silvia Borgo
Tra i tanti capolavori dell’ambito cinematografico, approda quest’anno agli occhi dei
telespettatori un film
lungometraggio della durata di
ottanta minuti, dedicato al
noto scrittore del ‘900, Ernest
Hemingway, prodotto dalla
Venice Film Production, in
collaborazione con la Regione del Veneto, la Treviso Film
Commission e la RunningTv
International.
“My name is Ernest.
Hemingway e l’Italia”, il titolo scelto dal regista padovano Emilio Briguglio per raccontare i momenti di vita salienti che il noto scrittore trascorse in Italia ed in Veneto
durante il primo conflitto
mondiale e la successiva vacanza. Il lungometraggio, fa
riferimento, nel particolare, a
due periodi precisi che segnarono la vita di Hemingway,
narrati in: “Addio alle armi”
e in “Di là dal fiume fra gli
alberi”. Il primo periodo, in
cui Hemingway approda per
la prima volta in Italia nel ’18,
come volontario della Croce
Rossa Italiana, vede il suo
ferimento a Fossalta di Piave,
e il suo successivo innamoramento per l’infermiera
Agnes. Il suo ritorno
vacanziero in Italia
nel ’48, narrato tra
Caorle, Venezia e
Cortina, lo rende, invece, nuovamente
protagonista dell’ innamoramento per la
nobildonna Adriana
Ivancich. Numerose
le riprese, effettuate
nel mese di ottobre in
tutto il Veneto, nelle
città di: Venezia,
Caorle, Chioggia,
Torre di Mosto, Padova, Abano Terme,
Verona, Nervesa del-
la Battaglia e Fossalta di
Piave. Seppur non vi siano
scene girate ad Asiago, tutta
la prima parte, relativa alla
Prima guerra mondiale riporta l’atmosfera di quei luoghi
dell’Altopiano dove lo stesso
Hemingway ha combattuto e
che chiaramente ricorda così:
“Vorrei essere seppellito
sull’Altopiano, dove li abbiamo battuti, sul Grappa, sull’angolo morto di qualsiasi
pendio, crivellato di granate, purché mandino le vacche
a pascolare... » nel libro “Di
là dal fiume e tra gli alberi”.
Le riprese, sono state condotte dall’ormai consolidato cast
di Briguglio, con la
sceneggiatura di Riccardo
Fabrizi, la fotografia diretta da
Lorenzo
Pezzano,
la
scenografia di Antonio Panzuto
con la partecipazione di attori
d’eccezione scelti in seguito ad
un cast tenutosi tra Padova e
Roma. Un film che ha già ottenuto l’eleggibilità come film
d’interesse culturale da parte
del MIBAC (Ministero dei Beni
e le Attività Culturali), che vi
cullerà in un viaggio pieno di
emozioni alla scoperta di quell’epoca.
Giulia Rossi
l’Altopiano
Sabato 11 maggio 2013
24
La voce degli 8 Comuni
CALCIO - 3^ CATEGORIA
Lo Stocca affronta la partita
che vale un’intera stagione
Tutti pronti per festeggiare la promozione dello
Stoccareddo in seconda
categoria: manca infatti
un punto soltanto al
raggiungimento dell’obiettivo. Era questo il
tema principale della gara
in programma domenica
5 maggio all’ impianto comunale di Gallio ma il
maltempo ci si è messo
di mezzo e ha costretto
l’arbitro, in accordo con i
capitani delle 2 squadre,
a rinviare la partita tra gli
altopianesi e il San
Lazzaro Santa Croce,
penultimo della classe con niente più da dire in questo campionato vista l’impossibilità di raggiungere posti di classifica
migliori. Festa dunque rinviata a sabato 11 maggio sempre
che i bianco blu riescano a conquistare almeno quel fatidico
punto per assicurarsi la vittoria in campionato e il passaggio
alla categoria superiore. Giocatori, staff, tifosi sono tutti in
fermento per l’attesissima partita. I magici supporters quest’anno non hanno mai deluso le aspettative seguendo la
squadra in tutte le trasferte, figuriamoci in casa dove la partita, comunque vada, si trasforma sempre in una festa capace di coinvolgere anche il tifo avversario.
La “Curva” dello Stocca è stata per tutto il campionato il
vero uomo in più di questa formazione che può centrare uno
storico salto di categoria al primo tentativo visto che la società è stata rifondata proprio quest’anno. Ricordiamo che
la classifica vede il San Pietro Rosà e lo Stoccareddo in
testa a quota 52 punti, con gli avversari in vantaggio sugli
scontri diretti ma con tutte le partite già disputate così come il
Fellette, guastafeste di coppa che però ha chiuso il campionato
in terza posizione. Tutto in mano ai nostri ragazzi insomma, con
appuntamento a Sabato 11 Maggio alle ore 15.30 a Gallio per la
partita che vale un’intera stagione.
F.F.
I Giallorossi di Mister Lorenzi
ancora in corsa per i play off
Tempo di verdetti per i
giallorossi di mister Lorenzi
che, ad una sola giornata dalla
fine del campionato vicentino
di terza categoria (l’ultimo incontro è in programma domenica 12 maggio), si trovano ad
un bivio: disputare o meno i
playoff . Tutto questo dipende
da moltissimi risultati e molteplici sono le soluzioni possibili.
A 90 minuti dal termine del girone, la classifica recita: San
Quirico al comando a 55 punti
e già promosso in seconda
categoria con largo anticipo;
Valli secondo a 48 punti, Monte
di Malo 40, Asiago 39 in quarta piazza, Silva 38 e Valdastico
37 punti, per citare le prime
della graduatoria.
Gli altopianesi si giocheranno
tutto in casa del Valdastico e
con un successo i playoff sa-
rebbero assicurati (in caso di
un distacco di 10 punti o maggiore della seconda squadra
dalla terza, le prime due vengono promosse direttamente e
i playoff non vengono disputati).
Quindi dovesse verificarsi una
vittoria delValli sul Monte di Malo
e un concomitante pareggio o
anche sconfitta dell’Asiago in
trasferta sarebbe tutto già deciso con due promozioni dirette.
La stagione è dunque tutta in
mano ai nostri ragazzi che hanno raggiunto il quarto posto in
classifica grazie anche all’importante vittoria di domenica 5 Maggio in casa dello Zane: un netto
2-0 con una splendida doppietta
di Gheller e che si è rivelato davvero fondamentale per questo
finale di campionato dove di
certo non mancheranno le sorprese.
F.F.
Partito il campionato inline femminile
Al via Asiago Pink Vipers, Piacenza, Roma e Torino. Il titolo verrà assegnato il 9 giugno
Ha preso il via domenica scorsa il campionato
di Hockey Inline femminile seniores 2013. Alla
competizione (dopo i ritiri di Catania, Sacile e
NP Molinese) sono
iscritte quattro squadre:
Asiago Pink Vipers,
Piacenza
Lepis,
Mammuth Roma e Torino Draghi per una stagione che sarà articolata in 4 concentramenti a
tre squadre e che fra
poco più di un mese attribuirà il titolo di Campione d’Italia 2013.
Esordio stagionale e primo
concentramento, come detto, che si è disputato domenica scorsa 5 maggio proprio
sulla pista di via Cinque ad
Asiago ed ha visto impegnate, oltre ovviamente alla padrone di casa, le squadre di
Piacenza e Roma (riposava
Torino). Sul campo asiaghese
sono andate dunque in scena le prime gare di questa
stagione che per il vero non
sono state molto fortunate
per la formazione di casa.
Nel match d’esordio contro
Roma, infatti, le Pink Vipers
dei coach Covolo e Petrone
sono state sconfitte per 2 reti
a 5, stesso punteggio con cui
le asiaghesi sono state battute anche nel match conclusivo della giornata da
Piacenza (da segnalare
come delle quattro reti Pink
tre sono state realizzate da
Elenora Dalprà, trentina di
Cavalese, maglia n° 8, l’al-
tra dalla n° 77, la bellunese
Linda De Rocco); nell’incontro “di mezzo” del programma Piacenza ha regolato di
misura, 4 a 3 , Roma.
“I divari non sono così evidenti come dicono i risultati – commenta la capitana
asiaghese Erika Rodeghiero
– anche se le avversarie
sono migliorate ed il livello è più alto. Cosa ci manca? Qualcosa di sicuro,
compreso un pizzico di
buona sorte (domenica in
due partite abbiano colpito 6 ferri!); dopo i sogni
tricolori e la corsa (sfumata) al titolo dell’anno scorso, quest’anno si è deciso
di allargare il gruppo e
quindi necessita tempo e
pazienza per farlo crescere. Inoltre ci servirebbe poterci allenare di più tutte
insieme, visto che le “straniere”
(quelle
non
dell’Altopiano, ndr) si allena-
no con noi quando possono”.
“Noi siano comunque
tranquille e fiduciose –
conclude determinatissima
Erika - il gruppo è compatto e determinato,
ognuna ha il suo spazio e
… la corsa è ancora lunga! Domenica 12 maggio
saremo a Roma è lì sarà
tosta perché troveremo
anche le Campionesse in
carica del Torino (contro
cui abbiamo perso la finale 2012) ma… siamo
positive”.
Si torna dunque in pista a
Roma domenica 12 maggio
per il secondo concentramento che vedrà i confronti
Roma/Torino, Pink Vipers
Asiago/Torino, Roma/ Pink
Vipers Asiago (riposa
Piacenza).
Il terzo andrà in scena a
Piacenza la successiva domenica 19 maggio con le partite
Piacenza/Torino, Torino/
Roma, Piacenza/Roma (riposeranno le Pink Vipers).
Il quarto ed ultimo si gioche-
PORTIERI
Bonato Francesca
Grottanelli Silvia
GIOCATRICI
Alzetta Daniela
Angeloni Michela
Dalprà Eleonora
De Rocco Linda
Fistarol Federica
Frigo Erika
Lunardi Nicole
Martello Ilaria
Pesavento Monica
Pretto Sara
Rigoni Maria
Rodeghiero Erika
Rossi Alessandra
Tata Francesca
Toffano Silvia
ALLENATORI
Covolo Luca
Petrone Giacomo
rà a Torino domenica 2 giugno con di fronte Torino/
Piacenza, Piacenza/ Pink
Vipers Asiago e Torino/ Pink
Vipers Asiago (riposa
Roma). La stagione avrà il
suo epilogo domenica 9 giugno (sede da definire) quando si disputerà la Final four
che assegnerà il titolo di campione d’Italia 2013; il programma prevede la disputa
delle semifinali 1^ vs 4^ e 2^
vs 3^ (rispettivamente alle 10
ed alle 11:30) e nel pomeriggio delle finali 1°-2° e 3°-4°
posto.
Cesare Pivotto
l’Altopiano
Sabato 11 maggio 2013
26
La voce degli 8 Comuni
VOLLEY CESUNA
Per Under 14 e Under 12 femminile
un finale di campionato in crescendo
La Prima Divisione maschile, girone A, sponsorizzata dal Caseificio
Pennar di Asiago, che sta
svolgendo la fase finale
dei play-out, il 30 aprile
scorso ha perso per tre set
a due contro il Bassano
Volley dopo una gara combattuta in tutti i set. Decisivo il tie-break finito 14
a 16 per gli avversari. Anche nell’incontro giocato
il 4 maggio in casa contro
il S.Croce di Bassano del
Grappa, il Caseificio
Pennar ha subito una
sconfitta per tre set a uno.
La Terza Divisione Femminile
Under 20 ha perso l’ultima partita fuori casa contro il
Valdagno Volley per tre set a
zero e si trova in fondo alla classifica a parità di punti con il
Volley Sottoriva di Marano
Vicentino. Un’annata molto dif-
ficile per la compagine allenata
da Beatrice Pesavento che dovrà ritrovare gli equilibri per affrontare con serenità la prossima stagione agonistica.
Bene il finale di stagione per
l’Under 14 Femminile, allenata
da Michela Silvagni e Stefania
Costa, che ha chiuso al terzo
posto il proprio girone con venti
punti in classifica, frutto di sette
vittorie e cinque sconfitte. Ha
ottenuto una bella vittoria il 24
aprile per tre set a uno in casa
contro la Polisportiva Cogollo
mentre ha perso il 4 maggio per
tre set a uno a Nove.
L’Under 13 maschile, torneo braccio di ferro, allenata da Fabio Carli e Daniele
Magnabosco, ha perso in
casa nel palazzetto di
Mezzaselva contro il
Bassano Volley l’ultima partita. La squadra disputerà la
finale per il 5° e 6° posto il
12 Maggio a Zanè contro il
Contea. Anche l’Under 12
femminile, nel torneo Braccio di Ferro, ha realizzato
un’ottima vittoria per tre set
a zero il 28 aprile vincendo
con un punteggio di 25/22,
25/19 e 25/22 contro il
Nove, mentre ha perso per tre
set a zero a Pove del Grappa
contro la Polisportiva S.Croce,
disputando comunque una discreta gara, sempre alla ricerca del terzo passaggio. Una
forte carica di entusiasmo per
queste ragazzine di 10, 11 e 12
anni, allenate da Serena Allodi
e Giulia Forte, che giocano con
allegria, contagiando anche il
pubblico presente con la loro
esuberanza.
La squadra altopianese dovrà
ancora disputare due partite, la
prima in casa il 12 Maggio contro il Povolaro e l’ultima il 19
Maggio a Marano Vicentino
contro il Belvedere. La Seconda Divisione Femminile, Girone A, guidata da mister Corrado
Pesavento con l’aiuto di Chiara Costa, sponsorizzata dall’Agenzia Immobiliare La Bussola di Asiago e dall’Assicurazione Fondiaria SAI di Asiago,
ha terminato le fatiche del campionato in seconda posizione,
guadagnando con due turni di
anticipo la promozione in Prima Divisione.
Le ragazze del Cesuna hanno
voluto coinvolgere anche i rispettivi fidanzati giocando contro di essi una partita di fine
stagione. Ovviamente le ragazze hanno avuto la meglio vincendo per tre set ad uno, ma i
ragazzi si sono battuti con determinazione riuscendo anche
a vincere un set. Al termine
della partita tutti in pizzeria a festeggiare l’avvenuta promozione.
Matteo Dal Pozzo
VOLLEYASIAGO ALTOPIANO
L’Under 13 conquista la finale AICS
L’U13 Azzurro batte l’Antares in gara 5 e stacca il pass per la finalissima del 19 Maggio
contro il Brogliano. L’U13 Bianco in finale per il 3° posto. Chiusi i raduni Minivolley
Con il 3 a 0 maturato in gara 5 a favore delle giovanissime atlete
asiaghesi, si chiude una tiratissima serie di semifinale play off
contro l’Antares e si apre definitivamente la strada per la finalissima
del 19 Maggio, a Nove, contro la corazzata del Brogliano. Squadra
che ha sempre vinto con tutte le rivali del campionato AICS e che si
presenta come una vera ed autentica corazzata. Mese di finali quello di
Maggio anche per l’Asiago Bianco che affronterà l’Antares Vicenza
per il 3^ - 4^ posto. Ma per una panoramica sul campionato delle due
U13 e dei prossimi importanti impegni ne parliamo direttamente con
coach Ulisse Munari: “La semifinale tra l’Asiago Azzurro e l’Antares
Vicenza ha richiesto, per definire la vincente, la disputa di gara 5
andata in scena al Palasport di Asiago sabato scorso. L’Asiago
Azzurro ha chiuso sul 3:0 aggiudicandosi la serie di semifinale per 3
a 2, una serie bella ed avvincente anche per la possibilità di disputare
cinque partite consecutive di buon livello, tutte tiratissime nel punteggio, che sono state sia un ottimo allenamento in vista della finale
ma anche hanno offerto alle nostre giovani atlete la possibilità di
imparare a gestire le difficoltà proprie, cementare il gruppo, portare
ad ogni successiva partita le novità tecniche e tattiche per controbattere ad un avversario in nettissima crescita rispetto alla regular season.
Il Brogliano? Beh... che dire... imbattuta durante tutto il campionato e i playoff, e composta tutta da ragazze un anno più grandi delle
giovanissime altopianesi, ancora in età da Under 12, campionato
provinciale appena vinto dopo aver vinto l’anno scorso quello di
MiniVolley! Anche se il pronostico sembrerebbe chiuso, le ragazze di
Asiago stanno accrescendo ancor più il loro impegno e motivazione
in questi ultimi allenamenti, pronte a rendere assai dura la vita al
Brogliano.”
Sul fronte delle altre categorie, ormai tutti i campionati sono chiusi e
già si pensa alla formazione delle nuove squadre con, in primis, la
squadra di seconda divisione. Squadra che la società ha intenzione di
portare in prima divisione nel minor tempo possibile e si sta quindi
cercando di creare un team di allenatori e preparatori per seguire al
meglio le 12 che andranno a calcare i parquet di questo campionato.
Infine chiudiamo con un’ampia parentesi sul Mini e Gioca Volley.
Con domenica scorsa si è chiusa la stagione dei raggruppamenti
AICS e anche per il mini volley si inizia a pensare alla prossima
stagione. Ma per un bilancio su quanto è stato fatto quest’anno e
sulle previsioni per il prossimo ne parliamo con il responsabile del
settore Alessandro Siviero: “Direi che anche quella di quest’anno
è stata una stagione esaltante per il settore Mini Volley. Siamo
ulteriormente cresciuti come numeri, e questo è per noi un segnale
importante perché significa che abbiamo la fiducia dei genitori che
portano il loro figli a fare pallavolo, e continuiamo a crescere in
qualità in quanto anche quest’anno, come del resto quello scorso,
abbiamo ottenuto risultati importanti in tutti i 7 raduni ai quali abbiamo partecipato. Credo che i frutti del lavoro che viene svolto al
Mini e al Gioca Volley si inizino a vedere proprio adesso, con i successi che stiamo ottenendo nelle categorie superiori; questo era l’obiettivo che ci eravamo posti e che abbiamo raggiunto: un continuo pro-
durre atlete che arrivino all’Under 12 con un background già formato e sul quale lavorare per migliorarlo e non per crearlo. Ora che
abbiamo finito i raggruppamenti stiamo già pensando a mettere in
campo grande le atlete che escono di categoria, proprio perché si
trovino di più a loro agio il prossimo anno quando faranno il salto in
Under. Nel gioca quest’anno siamo letteralmente esplosi, con ben 28
atlete di 1a, 2a e 3a elementare ufficialmente tesserate in AICS! Buona parte di loro, quelle di 3a, passeranno al Mini il prossimo anno.
Naturalmente abbiamo dovuto far fronte a questi numeri potenziando anche il parco allenatori: quest’anno abbiamo seguito il Mini io e
Katia Stefani (che sta seguendo il corso allievi di Federazione),
mentre il gioca lo hanno seguito ben 5 allenatori/istruttori: Massimo Basso, Claudio Bongiovanni, Sara Pertile, Francesca Rigoni
e, a turno, un’atleta della squadra di 3a Divisione. Chiaramente
a tutti loro va il mio più sentito ringraziamento. Che dire, noi
cerchiamo di far divertire questi bambini insegnando la pallavolo
giocando, se i bambini vengono significa che siamo sulla strada
giusta e cercheremo di mantenere questa rotta.”
Sabato 11 maggio 2013
l’Altopiano
27
La voce degli 8 Comuni
CICLISMO
Grande successo per la Granfondo Rigoni di Asiago
Domenica 5 maggio le
strade dell’Altopiano
sono state testimoni del
matrimonio tra la
Granfondo “Città di
Vicenza”, manifestazione ciclistica giunta alla
sua 13a edizione, e la
Granfondo “Rigoni di
Asiago”, gara giunta invece alla sua 7a edizione. Una corsa che ha
condotto i ciclisti lungo
un percorso panoramico attraverso diversi
paesi altopianesi e della
pedemontana e che lo stesso
ex pro Marino Basso ha descritto come “Il percorso più
bello che più bello non si può”.
Si sono trovati in oltre 500 alla
partenza
allestita
al
palaghiaccio di Asiago: un’allegra combriccola mista di
amatori e semi professionisti
che annoverava tra i suoi nomi
il procuratore calcistico Claudio Pasqualin, l’olimpionica
Dorina Vaccaroni, l’ex direttore del Consorzio tutela formaggio Asiago Antonio
Pozzan. E poi una nutrita
schiera di atleti del
compionato nazionale “50 &
più” organizzato dall’omonima
associazione
di
ultracinquantenni della
Confcommercio che hanno
infoltito il gruppo (circa 120
ciclisti) che ha percorso il tracciato breve di 64 km. Per il
lungo, tracciato di 121,2 km,
erano invece in oltre 400 che
hanno offerto un bellissimo
spettacolo di ciclismo. Il percorso breve, vinto poi da Davide Magon dell’asd team Syntec
con un tempo di 1:41:17:30 e da
Sabrina Zogli della gs Alpilatte
BRPneum Zané con tempo finale di 1:52:16:30, ha portato gli
atleti dal palaghiaccio a località
Sciessere di Lusiana deviando
poi dal gruppo del percorso lungo e scendere verso Santa
Caterina, proseguire verso
Conco e continuare sulla provinciale della Fratellanza per poi ricondurre il gruppo su per Viale
della Vittoria e al traguardo. Appena lasciato Asiago Davide
Magon, Marco Foschesato, Stefano Mogno, Diego Piotto e
Francesco Avanzo si sono piazzati alla testa del gruppo senza
più lasciarla. Alle prime difficoltà Fochesato e Magon hanno
decisamente messo la quinta
cercando
di
staccare
definitivamente gli altri. Ad un
chilometro dal traguardo il quintetto si è presentato compatto; a
metà di viale della Vittoria Magon
ha prolungato quel tanto da tagliare il traguardo con le braccia alzate.
Il lungo invece, vinto da Alessandro Bertuola della Legend
– Miche – Gobbi col tempo di
3:02:47:00 e da Marina Ilmer
della Gobbi – LGL – Somec
con il tempo di 3:28:06:60, dal
bivio di località Sciessere è proseguito lungo la lunga discesa
verso Salcedo. Giunti a
Laverda i corridori hanno affrontato 4 km di salita per
scollinare a Santa Caterina di
Lusiana da dove, dopo la storica salita della Rosina, hanno
proseguito per Pradipaldo e, attraverso brevi tratti di salita che
hanno spezzato il ritmo di molti, proseguito per Contrada
Miotti. Dal lusianese, attraverso una strada militare immer-
Orienteering: i boschi di Valgiardini
teatro degli Highlands Open 2013
Anche quest’anno
l’Erebus Orientamento
Vicenza organizza gli
Highlands Open, manifestazione
di
orienteering giunta alla
sua tredicesima edizione. La gara, in programma domenica 12
maggio in Valgiardini, tra
i comuni di Asiago e
Gallio, è valevole come
Campionato Veneto e
Trentino sulla lunga distanza. Sono circa 500 i
concorrenti attesi, in arrivo anche da Alto
Adige, Lombardia,
Emilia Romagna, Toscana,
Friuli e Puglia. La mappa di
Valgiardini, già teatro dei Campionati Italiani Middle nel 2011,
metterà a dura prova i concorrenti delle categorie assolute
con i suoi boschi molto tecnici
e i dislivelli impegnativi. Molti
atleti della nazionale italiana
saranno al via per saggiare i
terreni in vista dei Mondiali del
2014 sull’Altopiano dei 7 Comuni. Per il titolo veneto i favoriti
sono gli atleti del gruppo sportivo Forestale Emiliano Corona e
Daniele Pagliari, ma il pronostico in assoluto è a favore di
Manuel Negrello, dominatore
della prima prova di Coppa Italia a Transacqua.
Il titolo veneto femminile sarà
una lotta tra Erebus e
Orienteering Tarzo; a
contenderselo ci sono infatti la vicentina Stefania Lerose e le trevigiane
Cristina Bez e Denise
Baggio. Fiducioso nel
buon esito della manifestazione il direttore di
gara Cristian Bellotto; i
percorsi tracciati da Michele Cera promettono
un giusto mix tra tecnica
di orientamento e componente atletica. Il ritrovo è in Valgiardini alle 9,
con prima partenza alle
10. I percorsi vanno dai
2 chilometri degli
esordienti (iscrizioni anche
sul posto) agli 8 chilometri per
le categorie assolute.
La gara di domenica si inserisce in un più ampio programma di gare e training
camp che culminerà a luglio
2014 con i Campionati del
Mondo Assoluti di corsa
orientamento che si disputeranno tra Veneto e Trentino.
sa nel bosco che ha
definitivamente fatto selezione, i ciclisti hanno attraversato Sasso e Stoccareddo, attra-
versato Gallio, raggiunto il Turcio per
poi involarsi verso
l’ultima salita di Viale della Vittoria. Le
salite hanno lasciando una coppia sola al
comando, Bertuola
ed Enrico Zen.
Duetto che dopo 2h
e 50' di gara era già
convinto di contendersi lo scalino più
alto del podio con uno
sprint finale. Ed invece a 500 metri dall’arrivo i due
sono stati raggiunti dal “terzo
incomodo” Roberto Cunico
che ha conteso ai due la vit-
toria poi conquistata da
Bertuola con un colpo di reni
finale. “L’Altopiano è una palestra ideale per il ciclismo –
commenta Andrea Rigoni della Rigoni di Asiago e main
sponsor dell’evento – Il ciclismo è insito sul territorio, con
questa manifestazione non
facciamo altro che coordinare un’iniziativa spontanea.
Noi ci crediamo e speriamo
che la nostra convinzione possa essere supportata da un
movimento sempre più numeroso seguito da un pubblico
sempre più appassionato”,
Gerardo Rigoni
KARATE
Si è svolta a Gallio la 3^ tappa
del Gran premio giovanile Libertas
Domenica 28 aprile, al
Palazzetto dello Sport di
Gallio, si è svolta la 3^ tappa
del Gran Premio Giovanile
Libertas 2013 - 4° Trofeo
Immobiliare Neve, manifestazione riservata alle classi
Bambini (nati nel 2006 e
2007), Fanciulli (nati nel 2004
e 2005) e Ragazzi (nati nel
2002 e 2003) che ha visto la
partecipazione di 150 atleti
di 19 Società provenienti dal
tutto il Veneto. In programma gare di kata (forme), percorso ad ostacoli, gioco tecnico del palloncino e kumite
(combattimento). Dopo i tradizionali saluti da parte delle
autorità, l’assessore allo
sport Giorgio Tagliaro ed il responsabile del Comitato Regionale Veneto Libertas
karate Paolo Bonora, oltre
che di Manuel Pertile (che ha
sponsorizzato l’evento
galliese), il programma si è
aperto con la classe Bambini, per proseguire con la classe Fanciulli, mentre nel pomeriggio si sono svolte le prove per la classe Ragazzi.
Ottima l’organizzazione che
ha garantito la perfetta riuscita della gara e per questo
va dato un doveroso ringraziamento allo staff dell’Ufficio Turistico di Gallio e a tutti i collaboratori che si sono
prodigati per l’intera giornata. Stavolta giocavano in
casa i piccoli atleti altopianesi
dell’A.S.D. Fuji-Yama
Karate-Do Sette Comuni e
non hanno mancato all’appuntamento con le medaglie,
dominando in particolare la
categoria Fanciulli 2 cinture
verdi-blu-marroni. Questi i
risultati ottenuti dagli atleti di
casa: Rachele Pertile (classe Bambini 1 cinture bianche-gialle-arancio) 2^ classificata nella prova del palloncino e 3^ cl. nella prova
del kata; Martina Pertile
(classe Bambini 2 cinture
verdi-blu-marroni) 1^ classificata nella prova di kata, 1^
cl. nella prova del palloncino
e 1^ cl. nella prova del
percorso;Nicolò
Gemmellaro(classe Fanciulli
2 cinture verdi-blu-marroni)
1° classificato nella prova del
percorso, 2 cl. nella prova del
kata e 3° cl. nella prova del
palloncino;Martina
Gemmellaro (classe Fanciulli
2 cinture verdi-blu-marroni)
1^ classificata nella prova del
palloncino e 3^ cl. nella prova del percorso; Francesco
Traverso(classe Fanciulli 2
cinture verdi-blu-marroni) 2°
classificato nella prova del
palloncino e 3° classificato
nella
prova
del
percorso;Giovanni Pertile
(classe Ragazzi 2 cinture
verdi-blu-marroni) 3° classificato nella prova del percorso.
Cesare Pivotto
Cesare Pivotto
Sabato 11 maggio 2013
l’Altopiano
28
La voce degli 8 Comuni
SAPOR D’ACQUA NATIA
La più vecchia artiglieria da combattimento: la mamma
Reggono le sorti del
mondo con la semplice
forza delle cose di tutti i
giorni: la loro arte – discendenti dirette della
Donna dei Vangeli – è
quella di tessere in
un’unica tela il quotidiano e l’eterno, i giorni lavorativi e quelli di festa,
la fatica della settimana
e la gaiezza della domenica, il lievito e la farina.
Sono donne simili a mille
altre, eppure la maternità che le ha rese madri
ha lasciato in loro un fremito di novità. Nessuna di
loro è nata mamma: anche
la loro, come l’avventura
disumana di ogni vocazione, non prevede un addestramento a priori ma esige lo sbaraglio più imprevedibile. Eppure sembrano
creature nate coi vestiti
cuciti addosso tanto sono
diventate ambasciatrici collaudate della vita che non
muore: nelle sale parto degli ospedali come nelle
trepidanti sale d’attesa di
un
ambulatorio,
aggomitolate alle loro stoviglie come titaniche da-
vanti alle sbarre di una galera, festose a condire pietanze come indaffarate a
tenere accesa la speranza,
le trovi sempre pronte al
posto giusto.
Più che fortuna è fedeltà ad
una chiamata, più che
improvvisazione è imperscrutabile mistero di donna,
più che supplenza è garanzia di una presenza che mai
scompare. Nascoste e invecchiate, silenziose e
indomite, con le occhiaie e
a piedi scalzi, invisibili eppure presenti nel cuore della
storia. Le più audaci le tro-
vi agli incroci dell’esistenza, laddove le strade si restringono, scorrono sul limitare di un burrone, sembrano essere “a vicolo cieco”.
Sono le strade nelle quali
abita la malattia e la miseria, il fallimento e la desolazione, l’ambiguità e l’insofferenza. Sono le strade che, assieme alla polvere, rendono i
vestiti sudici di angoscia e di
timore, di quel sentimento
opaco e pericoloso chiamato
vergogna. A quegli incroci –
fossero pure le sbarre di una
patria galera – le contempli
ritte in piedi: dietro di loro i
giudizi del mondo, davanti a loro la forza dei
sentimenti, dentro di
loro la semplicità d’essere capaci di tracciare la rotta dentro un
mare in tempesta. Perché diventare madre è
cucirsi addosso una
missione che toglie il
respiro, che sfida
l’ignoto, che tutela la
vita fin dentro i bassifondi polverosi della
storia dell’uomo. Il loro
esserci quando la miseria fiacca l’animo e
la vergogna offusca lo
sguardo è l’eco di una speranza che sempre abiterà nel
ventre della storia.
Fin quando, almeno, una donna troverà il coraggio di prestare alla vita il suo grembo
perché possa trasformarlo in
un laboratorio in cui tessere
una nuova nascita.
La vecchiaia che avanza non
le rende più anziane ma più
sapienti, le spalle incurvate
dalla fatica in loro non disgustano ma tengono la forza dei
tronchi annodati, le loro lacrime profumano sovente di paura ma mai di rassegnazione.
Quella delle madri è una vecchia artiglieria da combattimento, avvezza alle lunghe attese e ai più aspri combattimenti: c’è la vita da salvare.
Senza elmetto e senz’armi,
scalze e martoriate, piccole
e inermi la storia raccomanda che è sempre meglio
averle nelle vesti di alleate e
non di avversarie: la forza
d’animo di una donna che
s’aggrappa alla vita è “simile al vento orientale, che
squarcia le navi di Tarsis”
(Sal 48,8).
Perché quando le guardi,
pensi davvero che per loro
l’augurio più bello è oggi la
convinzione che Darwin formulò in capo ad una vita di
esperimenti: a sopravvivere
non sarà la specie più intelligente ma quella più capace
di adattarsi ai cambiamenti.
I cambiamenti di chi, nata un
giorno donna, della sua femminilità non tenne gelosa custodia ma, accettando mille rischi, seppe fare del suo grembo la “sala parto” di una piccola meraviglia chiamata vita.
Quella che anche in tempi di
incertezze e tremolii rimane la
scorribanda inarrestabile del-
PER TE, MAMMA
A maggio
quando il cielo
si fa di perla,
e, tanti,
germogliano
richiami,
nuovi fiori
mi sbocciano nel
cuore.
Siano lume
sempre acceso
per te, mamma.
Mina Zavadini
la creatura i cui limiti sono a
tutt’oggi in fase di studio. Perché tendenti all’Infinito.
Don Marco Pozza
L’AVVOCATO RISPONDE
IL CAMBIAMENO DEL NOME E DEL COGNOME
Il diritto al nome è tutelato in primis dalla Costituzione, che
lo inserisce tra i diritti inviolabili ed essenziali della persona. L’articolo 6 del Codice Civile, inoltre, garantisce il diritto di ogni persona ad
avere un nome attribuito per legge, diritto che si acquisisce al momento della formazione dell’atto di nascita. Il medesimo articolo indica la suddivisione del nome in
prenome e cognome. Com’è noto, il
prenome è il nome proprio o di battesimo,
mentre il cognome è il nome di “famiglia”,
ovvero quello indicante l’appartenenza di
una persona ad una determinata discendenza. Lo stesso art. 6, comma terzo del
Codice civile, però, dopo aver stabilito e
garantito il diritto al nome, enuncia chiaramente il principio della sua
immodificabilità, con ciò chiaramente
evidenziando la volontà del legislatore
di attribuire al nome un carattere di
certezza e stabilità, vietandone cambiamenti, aggiunte o rettifiche, se non
nei casi e nelle forme previste dalla
legge. Ogni anno circa 1.400 italiani
decidono di cambiare il proprio nome o cognome, va
quindi sottolineato che chiunque voglia cambiare il proprio
nome o cognome od aggiungere al proprio un altro cognome,
quindi, dovrà seguire la procedura stabilita dal D.P.R. n.396/
2000, anche conosciuto come Regolamento per la semplificazione dell’ordinamento dello stato civile, che distingue due
fattispecie di modifica del nome, autonome e separate tra
loro. Vi potrà essere, infatti, una domanda di cambiamento
del nome, di aggiunta al proprio di un altro nome o di mutamento del cognome motivata dal fatto che lo stesso risulti
essere ridicolo o vergognoso o rivelante origine naturale, la
quale sarà attribuita alla competenza del Prefetto (e che viene disciplinata dagli articoli 88-92 del D.P.R. n.396/2000).
Vi potrà poi essere una richiesta di cambiamento del cognome, o di aggiunta al proprio di un altro cognome, per motivi
differenti dal ridicolo, vergogna o rivelazione di origine naturale, richiesta che sarà in questo caso devoluta alla competenza del Ministero dell’Interno (e che viene disciplinata dagli articoli 84-87 del D.P.R. n.396/2000). Va sottolineato in
ogni caso, ed a scanso di equivoci, che la
concessione del provvedimento di modifica risulta essere del tutto discrezionale
da parte del Prefetto competente o del Ministero dell’Interno e che, comunque, la
stessa risulta essere subordinata alla valutazione delle motivazioni sottostanti la domanda stessa. I provvedimenti di cambiamento o modificazione del nome o del cognome,
infatti, dato il loro carattere eccezionale, potranno essere ammessi solo ed esclusivamente in presenza di situazioni oggettivamente rilevanti, supportate da adeguata e pregnante documentazione e da solide e significative motivazioni. Non potrà in alcun caso affermarsi, infatti,
che sussista un diritto al cambiamento o alla modificazione del nome. In nessun caso, infine, potrà essere richiesta l’attribuzione di cognomi di importanza
storica o comunque tali da indurre in errore circa l’appartenenza del richiedente a famiglie illustri o particolarmente note
nel luogo in cui il richiedente è nato o risiede. Quanto alla
procedura, come chiarito dal sito del Ministero degli Interni,
la richiesta di cambiare il nome o il cognome perché ridicolo
o vergognoso o perché rivela origine naturale andrà rivolta,
in carta semplice, al Prefetto della Provincia del luogo di residenza o del luogo di nascita del richiedente. Il Prefetto effettuerà l’istruttoria e, in presenza dei requisiti previsti, emanerà il decreto con il quale si autorizza l’affissione del sunto
dell’istanza medesima nell’albo pretorio del Comune di na-
scita e del Comune di attuale residenza. Con il decreto con
cui si autorizzano le affissioni, potrà essere prescritto che il
richiedente notifichi a determinate persone (eventualmente
interessare al cambiamento richiesto) il sunto della domanda.
Durante il periodo di affissione (trenta giorni) e durante i trenta
giorni successivi, eventuali controinteressati potranno presentare opposizione al Prefetto competente.
Decorsi detti periodi, il Prefetto emanerà il provvedimento definitivo, che, se favorevole, andrà trascritto e annotato, a cura
dell’interessato, nel registro dello stato civile. La richiesta di cambiare il cognome o di aggiungere altro cognome al proprio, per
motivi diversi per motivi diversi da dal fatto che lo stesso risulti
ridicolo o vergognoso o rivelante l’origine naturale andrà rivolta,
invece, su carta bollata, al Ministero dell’Interno, per il tramite
del Prefetto della Provincia del
luogo di residenza. Il Prefetto,
effettuata l’istruttoria, trasmetterà la relativa documentazione, unitamente al proprio parere, al Ministero. Qualora la richiesta appaia meritevole di
considerazione, il Ministro, o il
sottosegretario di Stato a ciò
delegato, autorizzerà, con proAvvocato Serena Baù
prio provvedimento, l’affissioI lettori che vogliano
ne della richiesta stessa all’alsottoporre domande su
bo pretorio del comune di resiqualsiasi questione di
denza e di nascita dell’interescarattere legale al nostro
avvocato possono inviare
sato.
una mail all’indirizzo
Varranno i medesimi termini
per l’opposizione visti in prece- [email protected]
o scrivere a “L’avvocato
denza, trascorsi i quali potranrisponde” – Giornale
no essere effettuate le annotaAltopiano, Via Jacopo
Scajaro, 23 - 36012
zioni di legge all’anagrafe comAsiago (Vi)
petente.
Sabato 11 maggio 2013
l’Altopiano
Grazie al sindaco di Roana
Il sindaco di Roana è finora l’unico sindaco
dell’Altopiano a rendere
noto il gettito IMU. Così
sappiamo che tra riduzioni e agevolazioni i residenti fissi contribuiscono per
108.422 euro complessivamente (quota comunale ed Erario) mentre, sì
proprio mentre, i residenti
temporanei hanno versato complessivamente (per
le due quote) 4.750.000
euro, quattromilioni
settecentocinquantamilaeuro.
Una sproporzione tanto enorme quanto inqualificabile. Intanto ci sarebbe da dire per
le aliquote diversificate (2
per mille per le prime case
contro il 9,6 per mille delle
seconde case) ma questo è
un altro discorso che riguarda prima di tutto la legittimità di una legge che colpisce
in misura diversa immobili
(trattasi
di
imposta
patrimoniale che colpisce la
rendita non il reddito) di pari
valore economico! Ma torniamo a Roana. Sorprendente davvero che sia il ricavato IMU sulle seconde case
a mandare avanti l’azienda
comunale; lo sostiene il sindaco quando ammette che il
Comune si sarebbe trovato
in grosse difficoltà per far
fronte perfino alle normali
funzioni amministrative (a rischio default quindi). Dunque
i residenti temporanei non
solo contribuiscono come sa-
rebbe giusto, ma addirittura
intervengono pressochè
esclusivamente (quasi cinque milioni contro qualche
decina di euro dei locali) per
mantenere funzioni e servizi
essenziali. Dei quali e per la
gran parte i temporanei non
possono né prendere parte
né usufruirne: dagli organismi di governo che non eleggono ai servizi demografici,
dall’istruzione all’assistenza,
dagli investimenti alla gestione corrente. E non basta;
perché bisogna anche ricordare quell’antica espressione della rivoluzione americana: nessuna tassa senza rappresentanza politica, principio questo che ritroviamo
nell’art. 22 della Costituzione italiana che affida solo
alla legge, dunque a un atto
del Parlamento cioè in rappresentanza dei cittadini,
l’imposizione di prestazioni
patrimoniali. Cosa vuol dire
29
La voce degli 8 Comuni
tutto questo: che a parte
l’impianto della legge la
scelta delle aliquote tra
un minimo e un massimo,
l’applicazione delle riduzioni e delle agevolazioni
in concreto sono opera
del consiglio comunale,
nel quale i temporanei, in
qualità di soggetti di imposta, non hanno né rappresentanza né voce alcuna. E non è prevista
nemmeno una qualche
forma di partecipazione
per legittimare costituzionalmente l’applicazione della legge. Insomma una situazione poco “civile” e piuttosto imbarazzante da parte
delle istituzioni. Che fare? Sul
versante della partecipazione
c’è un tentativo proveniente
dal nostro Panorama village di
Camporovere, il quale dopo
essersi costituito in assemblea,
ha nominato i propri rappresentanti e già avviato i primi
contatti con il Comune. E’ questo un timido inizio ma che tuttavia potrà svilupparsi se in
questo esperimento si affiancheranno anche altri quartieri
per far sentire, tutti insieme, la
voce dei residenti temporanei
e per sollecitare dal Comune
una qualche iniziativa di confronto e di partecipazione sui
principali servizi. E’ questo un
invito al sindaco, se non altro
per un dovere e per riguardo
verso chi sostiene il Comune
e la vita del paese.
Giovanni Bertacche
Una scelta azzeccata
Quando abbiamo inaugurato la
chiesetta di Campolongo di
Rotzo il 9 settembre 2001, mai
avremmo pensato che una
Papa potesse scegliere il nome
di Francesco (sibi nomen
imposuit Franciscus) e ne siamo orgogliosi. La chiesetta tipica di montagna è stata restaurata grazie al lavoro gratuito di
molti volontari ed ad un finanziamento della Regione Veneto.
Da parecchi anni questo manufatto ormai fatiscente annesso alla Malga di Campolongo,
adibito all’allevamento di maiali, era stato dismesso per essere convertito in Centro Fondo
dotato di un Ristorante e di camere per l’alloggio dei turisti. La
chiesetta custodisce ora un
esemplare della Croce Astile.
La Croce originale in
vetroresina è stata issata il 15
aprile 2001 al Polo Nord, al termine di una spedizione
celebrativa guidata da Mons.
Liberio Andreatta,Amministratore delegato dell’O.P.R. (Ope-
ra Romana Pellegrinaggi) e custodita ora al Museo di San
Pietroburgo.
Mons. Andreatta si era allenato
sulle nevi di Campolongo in preparazione della spedizione conclusasi felicemente e ha voluto
mantenere la promessa fatta alla
vigilia di donare un esemplare al
Comune di Rotzo. L’intitolazione
della chiesetta a San Francesco
riveste diversi significati: San
Francesco è considerato il difensore e custode dell’ambiente nella sua più vasta accezione; ci troviamo infatti in un territorio di
eccezionale rilevanza ambientale, per la presenza di vasti pascoli, di abetaie incontaminate, di
flora e di tipica fauna alpina; la
vicinanza del Forte di
Campolongo e di Forte Verena,
fortezze italiane della grande
guerra, ora simboli di pace di fratellanza fra i popoli; la memoria
delle passate generazioni, sopravvissute fra stenti e fatiche
inenarrabili in tempore famis.
Molti sono emigrati oltreoceano
alla ricerca di più dignitose condizioni di vita. Tutto questo ha
voluto significare l’intitolazione
della Chiesetta di San Francesco, che porta ora anche il
nome del nuovo Papa.
Quest’anno la 2a domenica di
settembre festeggeremo il
tredicesimo Anniversario della
Chiesetta, meta in questi anni
di numerosi visitatori e turisti e
che l’O.F.S. (l’Opera
Francescana Secolare), vorrebbe denominare la
Porziuncola delle Alpi. In quell’occasione la Messa verrà
celebrata dal parroco di Rotzo
don Pierangelo Panozzo,
Monsignor Flavio Carraro vescovo emerito di Verona e don
Elia Ferro delegato del Vescovo di Padova per i migranti.
Chissà che un giorno, grazie alla
mediazione di Mons.Andreatta,
si possa avverare il miracolo di
una visita di Papa Francesco a
Campolongo.
Edoardo Sartori
Nessuno muore sulla terra finchè
vive nel cuore di chi resta
CATERINA
GIANESINI
Ved.Pompele
di anni 84
Lascia nel dolore
i figli Marcolina, Lucia,
Natale, Luigina e
Tiziana, la nuora,
i generi, i nipoti e
parenti tutti.
GALLIO
24 Aprile 2013
ELENA FRACARO
Ved.Fracaro Puschera
di anni 90
EZIA
AZZOLINI
di anni 89
Lascia nel dolore i figli
Nica con Toni e Fiorenzo,
i nipoti e pronipoti.
Partecipano con commozione e affetto i nipoti
Fracaro, Costa e la sua
cara amica Lidia Zotti
AUSTRALIA,
ASIAGO 28 Aprile 2013
Lascia nel dolore le
sorelle Iris e Nives, gli
affezionati nipoti,
i pronipoti e parenti tutti.
ROANA
8 Maggio 2013
Inviate il ricordo dei vostri cari all’indirizzo e-mail [email protected] oppure tramite posta all’indirizzo: L’Altopiano, via J.Scajaro, 23 - Asiago (le inserzioni sono gratuite)
a cura di Giovanni Dalle Fusine
Sabato
11 maggio
2013 24 maggio
Da sabato
11 a venerdì
l’Altopiano
La voce degli 8 Comuni
30
L’11 maggio è il 131º giorno del calendario gregoriano. Mancano 234 giorni alla fine dell’anno
Sabato 11 S. Fabio
Domenica 12 Ascens.del Signore
Lunedì 13 Maria di Fatima
Martedì 14 S. Mattia (dipinto)
Mercoledì 15 Torquato
Giovedì 16 S. Ubaldo
Venerdì 17 S. Pasquale
Sabato 18 S. Giovanni I
Domenica 19 Pentecoste
Lunedì 20 S. Bernardino
Martedì 21 S. Vittorio
Mercoledì 22 S. Rita
Giovedì 23 S. Desiderio
Venerdì 24 S. B. V. Maria A.
L’11 maggio il sole nel vicentino sorge alle ore 5.46, passa in
meridiano alle 13.06 e tramonta alle 20.29. Il 24 maggio il
sole sorge alle ore 5.31 e tramonta alle 20.43
Maggio è il mese dell’amore. Lo è fin dall’antichità. Non
solo perché la bellezza della stagione suggerisce pensieri “romantici”, ma anche per un motivo molto più concreto e pratico: dopo i rigori dell’inverno (ai quali, con la diffusione del
Cristianesimo si aggiunsero i rigori della Quaresima), lo sbocciare della bella stagione (e, sempre con il diffondersi del
Cristianesimo, del tempo pasquale) diventava l’occasione per
organizzare feste popolari: occasione privilegiata per gli incontri fra giovani e quindi per il nascere di affetti e di progetti matrimoniali. La letteratura colta e popolare poi insisté molto
su questo abbinamento fra maggio e amore, contribuendo
così a rafforzarlo e a radicarlo nell’immaginario collettivo.
Maggio è anche il mese delle rose. Per la verità adesso non
lo è più, da quando l’innesto con una varietà di piccole rose
orientali (sec. XIX) ha dato alle nostre rose la caratteristica
che mancava, e cioè la rifiorenza. Adesso abbiamo rose da
aprile a novembre, ma un tempo le rose erano proprie del
solo mese di maggio, il che accentuava la loro preziosità e
anche la particolare bellezza di questo mese: e anche questo
è un elemento che predispone il terreno alla marianità di
maggio.
2 proverbi 2. - Maggio, Maggio canto i colori, riempio i
giardini e i prati di fiori; tutto è più bello e profumato ed anche il bosco si è risvegliato. - Se piove i primi di maggio, noci
e fichi faranno buon viaggio.
Astrologia. I nati l’11 maggio hanno un modo molto particolare di vedere il mondo. Se danno voce ai loro sentimenti
in pubblico o agiscono sulla base delle loro fantasie, possono
attirare un’attenzione non voluta: per questo il più delle volte
tengono nascosto ciò che hanno dentro. In casi estremi, però,
possono arrivare a esprimere le loro stranezze: familiari e
amici, che ci sono abituati, trattengono il fiato quando uno di
loro parla, e alzano le sopracciglia dopo che questi ha finito.
I nati l’undicesimo giorno sono governati dal numero 2
(1+1=2) e dalla Luna. Rende meglio se lavora in squadra,
piuttosto che in posizioni dirigenziali, la loro natura molto particolare li rende più adatti ad attività indipendenti o a carattere libero-professionale.
Previsioni meteo a lungo termine: dal 12 al 13 maggio
arriva un temporaneo promontorio di alta pressione sul Mediterraneo centrale dal Nord Africa il quale porterà cieli più
soleggiati e tempo più asciutto soprattutto al Sud e
diffusamente anche al Centro, salvo qualche temporale di
calore sui rilievi nelle ore pomeridiane. Il tempo sarà un po’
più compromesso al Nord dove si farà sentire di più l’influenza di un flusso di aria instabile da Sudovest responsabile
Dalle ore 8.45 di sabato 11
alle ore 8.45 di sabato 18 maggio
GALLIO: Farmacia di Gallio snc del
dr. Stefano Dalla Valle – Via Prestinari, 34
Dalle ore 8.45 di sabato 18
alle ore 8.45 di sabato 25 maggio
ASIAGO: Farmacia Rossi sas
del dr. Adelchi Zuccato – Viale Matteotti
di una maggiore nuvolosità e di piogge o temporali sparsi
specie nelle ore diurne. Verso il giorno 17 il tempo sull’Italia
sarà più instabile oltre che ancora al Nord, anche al Centro
con piogge più frequenti e locali temporali pomeridiani, in
qualche caso anche forti. Non mancheranno, tuttavia, fasi
più soleggiate. Al Sud continuerà a esserci un tempo migliore ma anche qui si farà più frequente l’instabilità pomeridiana con rovesci o locali temporali nelle ore più calde del giorno e soprattutto in prossimità dei rilievi. Tra il 18 e il 21 maggio, sull’Italia il tempo continua a essere più compromesso al
Nord e in parte al Centro per via dell’insistenza di correnti
moderatamente instabili sudoccidentali con locali piogge o
temporali specie nelle ore diurne anche se in un contesto
dove non mancheranno certamente anche ampie fasi
soleggiate.
Accadde oggi, ma
tanti anni fa: 11 maggio 1904, nacque
Salvador Dalì. Fu uno
dei più stravaganti ed
eccentrici artisti, esponenti di rilievo del movimento surrealista
fondato da A. Breton.
Nel 1921 si iscrisse all’accademia di belle
arti di Madrid conoscendo gli intellettuali
dell’epoca. Espulso da
quest’ultima cominciò
a lavorare con Luis
Bunuel attirando l’attenzione di Breton. Conobbe Gala Eluard
che divenne sua amante e musa ispiratrice. Si trasferì nel
1948 a Port Lligat con Gala dedicandosi a molte attività oltre
a quella di pittore. La sua prima mostra si tenne nel 1979 a
Parigi e poi a Londra dove ottenne grande successo. Rinomato per i suoi dipinti folli e visionari, curò i particolari e creò
le ‘immagini doppie’ cioè un oggetto poteva essere visto sia
come parte del corpo umano che parte del paesaggio. Nelle
sue opere cambiò a suo piacimento le proporzioni degli oggetti, tramutando anche solidi in liquidi e viceversa. Si trasferì per 8 anni negli Stati Uniti vivendo soprattutto a New York,
ed al suo ritorno la rottura con il surrealismo fu netta. Nelle
ultime opere seguì l’influenza dell’espressionismo e della pop
art. Morì in solitudine nel castello di Pubol il 23 gennaio 1989
e fu sepolto, dopo essere stato imbalsamato, nel suo museo a
Figueras.
Un dolce di primavera, Ciambella soffice al miele.
Ingredienti: Farina gr 200, zucchero gr 60, miele (millefiori)
gr 60, burro gr 60, 1 uovo, latte ml 150, 1 bustina di lievito
vanigliato. Frullare l’uovo con lo zucchero, aggiungendo poi
il burro ammorbidito e il miele e continuando a frullare. Aggiungere il latte a filo, mescolando. Infine incorporare la farina e il lievito. Imburrare e infarinare uno stampo per ciambella (va bene uno da 20 cm di diametro) e infornare a 180°
per circa 25 minuti, ma è meglio fare sempre la prova dello
stuzzicadenti.
Domenica 12 maggio
ASIAGO: ENI – Via Verdi, 14
LUSIANA: Nord Petroli – Via Europa, 50
Domenica 19 maggio
ASIAGO: TOTALERG – Via Autieri d’Italia
ARIETE
Le idee innovative e la fantasia non vi mancano: potete scegliere se vivere nell’amore il vostro bisogno di rimodernamento e
dunque cercare soddisfazione dei vostri desideri in un nuovo
rapporto. Se invece volete dei cambiamenti nell’ambiente di lavoro, procuratevi informazioni attendibili sugli sviluppi recenti
della scienza, cominciando con l’informatica.
TORO
Il vostro bisogno di novità può essere soddisfatto, a condizione
di scegliere in quale settore volete indirizzare il favore degli astri.
Se è l’amore, basta rinunciare a una posizione intransigente nei
confronti del partner e dargli ragione, soprattutto se ha torto (o
almeno così sembra). Il risultato vi sorprenderà! Nel lavoro e
nelle amicizie le novità possono essere poco vistose, ma gratificanti.
GEMELLI
Non serve ricordare la presenza di Plutone nel vostro segno,
dove resterà a lungo; ormai avete portato a termine quel processo di crescita che il signore dell’inconscio suggerisce a chi vuole davvero andare avanti nel cammino dell’evoluzione. Le cose
vi sono facilitate da Saturno in buon aspetto, che garantisce al
vostra credibilità, anzitutto nel lavoro.
CANCRO
Se avete una visione abbastanza chiara della situazione, siete in
grado di prendere le redini di un rapporto in crisi, che può riacquistare vitalità se è davvero importante per voi. In caso contrario, se a una spregiudicata analisi dovreste dedurre che non è il
caso di insistere, guardatevi attorno con ottimismo: vi è certo
qualcuno, che ancora non avete notato, da prendere in considerazione.
LEONE
Sapete bene che in certe situazioni il rigore non basta, ci vuole
anche fantasia,intuito e la disponibilità alle novità. Nell’amore
siete in grado di farvi ascoltare con successo da un partner che
sembra (ma non è!) insensibile al vostro fascino. Nel lavoro e in
fatto di soldi avete varie opzioni: se non vale la pensa di impegnarsi a fondo, potete permettervi di cedere.
VERGINE
Sapete bene di dover affrontare qualche cambiamento, che sarà
positivo soltanto se saprete interpretare il destino, che vi presenta varie opportunità. Ben quattro pianeti all’opposizione del
segno non sono da trascurare. Un rapporto difficile può diventare piacevole, ma anche arrivate alla sua fine. Nel lavoro puntate anzitutto al riconoscimento dei vostri diritti.
BILANCIA
La vostra natura riservata e prudente è vincente: potete approfittare di una occasione favorevole per prendere una iniziativa
per voi insolita, come quella di sostenere apertamente le vostre
ragioni con chi fa finta di non capire. Nell’amore avete fortuna:
per chi è single ci sono varie occasioni da cogliere al volo, per
chi è già in coppia sono possibili piacevoli sviluppi del rapporto.
SCORPIONE
Siete in grado di farvi avanti con successo in ogni settore: amore, lavoro, amicizie, affarucci di stagione, tutto è improvvisamente a portata di mano, occorre soltanto scegliere dove e come
beneficiare di un destino favorevole, e agire con prudenza e
coraggio. Nella vita sentimentale, se avete bisogno di cambiamenti, il destino ve li offre, basta saperli individuare.
SAGITTARIO
Inutile ricordarvi che Plutone è tuttora all’opposizione del vostro segno, cosa che vi rende più prudenti e meno inclini a facili
illusioni d’amore o di soldi. Per fortuna il pianeta della ragione,
Saturno, è dalla vostra parte, e consiglia massima cautela. Nell’amore, se vi sono incomprensioni con un partner esigente, fate
finta di niente e assentatevi prontamente dal rapporto.
CAPRICORNO
La vostra fantasia e la vostra genialità hanno la meglio su tutto
e su tutti, purché sappiate cogliere il momento opportuno per
farvi avanti. Nell’amore e nel lavoro una iniziativa coraggiosa
potrà andare in porto grazie al favore di ben quattro pianeti
importanti, che vi permettono di prendere le redini di una situazione che vi sta sfuggendo di mano.
ACQUARIO
Siete tuttora condizionati da Saturno, che suggerisce una rinuncia coraggiosa per progredire sul cammino intrapreso. Se avete
iniziato una dieta dimagrante, non cedete alla tentazione di abbandonare l’impresa, che il pianeta della ragione favorisce visibilmente. Nell’amore, se vi è stata maretta, la miglior cosa da fare
è aspettare un segno giustificativo.
PESCI
Potete ancora contare sul favore del destino, con quattro pianeti nel vostro segno, dunque è finalmente possibile risolvere un
problema d’amore o di lavoro, ricordando però che non si può
avere tutto. Occorre scegliere, rinunciando a qualcosa. In amore, se avete dovuto affrontare un periodo difficile con un partner
insolitamente esigente, è il momento di un po’ di auto analisi.
Sabato 11 maggio 2013
l’Altopiano
La voce degli 8 Comuni
Il GRUPPO FOLK “DE GRÛTZIGAR”
CERCA NUOVI COMPONENTI
Il gruppo folk “De Grûtzigar”,
unico in Altopiano, da molti anni
ormai persegue l’obiettivo di valorizzare la cultura locale proponendo balli e musiche in cimbro,
e promuovere l’Altopiano in Italia e all’estero. Nel tempo, il gruppo si è esibito in molte località,
sia a livello regionale che internazionale, riscuotendo ovunque apprezzamento. Attualmente il gruppo è formato da circa
quindici componenti ed intende incrementarne il numero,
dando agli Altopianesi la possibilità di partecipare all’attività
del gruppo folk. L’invito è rivolto in particolare ai giovani,
ma è ovviamente esteso a
chiunque abbia voglia di suo-
nare, ballare, cantare o semplicemente di proporre idee nuove
da sviluppare in futuro. Chi è interessato può dare la propria di-
sponibilità a Marcella Azzolini
telefono 340.5572963 mail
[email protected]
oppure [email protected]
I neolaureati dell’Altopiano
Il 23 aprile, all’Università
degli Studi di Padova,
Michela Cherubin è diventata
dottoressa magistrale in
giurisprudenza, presentando la tesi
intitolata “La Spettabile Reggenza
dei Sette Comuni: il fenomeno
del banditismo e i tentativi di
repressione”. Ancora complimenti a
Michela da mamma, papà
e Marco che le dicono
“Siamo orgogliosissimi di te!”.
Si uniscono tutte le persone
che le vogliono bene
31
Azienda
altopianese
valuta assunzione
anche part-time
di persona seria
e in buona
salute come
apprendista/
operaio nel
settore
metalmeccanico
e infissi.
Richiesta
patente C.
Per informazioni
scrivere a
curriculum.asiago
@libero.it
Il 5 Maggio Dina e Giovanni Forte hanno
festeggiato il 58^ anniversario di matrimonio,
attorniati dai figli Gianbattista, Lilia e Nadia con
nuora, generi e nipoti. Con queste righe rinnoviamo gli auguri per tanti altri anni sereni assieme.
Sabato 11 maggio 2013
l’Altopiano
La voce degli 8 Comuni
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11 maggio 2013