Tecnologia a bordo
Il pannello
L
a barca è una divoratrice di energia: frigoriferi, pompe di sentina, strumentazione elettronica, luci interne ed esterne richiedono corrente elettrica. Energia che
ci si deve portare dietro stivata dentro le
batterie. Per ricaricare gli accumulatori, gli unici
mezzi in dotazione a una barca sono l’alternatore
del motore e il caricabatterie da collegare in banchina, ma questo rappresenta un grande limite
che costringe o a entrare in porto o a fare molte
ore di motore. Oggi però il diportista ha delle alternative per generare energia elettrica in autonomia senza ricorrere al motore principale. Si può
scegliere tra diversi sistemi, dal generatore diesel, quello eolico, a trascinamento, per arrivare
al pannello fotovoltaico. Tra tutti i sistemi senza
dubbio il più economico, sicuro e piacevole da
usare è il pannello fotovoltaico.
Il pannello fotovoltaico non ha movimenti meccanici, quindi ha meno probabilità di rompersi di un
generatore diesel, non è rumoroso, non pesa e
tra tutti i sistemi disponibili ha il miglior rapporto costo–efficienza-durata. Si consideri che un
pannello fotovoltaico, a terra, è garantito per
20/25 anni all’80% del rendimento, ovvero, si
garantisce che dopo 20/25 il pannello ha ancora
un rendimento minimo pari all’80% del rendimento a nuovo.
fotovoltaico in barca
Produrre energia elettrica per la barca senza inquinare,
in assenza di rumore e a basso costo è una sfida che il
fotovoltaico avanzato sta vincendo. In questo articolo una
guida alla scelta del pannello giusto per la barca a vela
di Maurizio Anzillotti
Diversi tipi di celle
La tecnologia del pannello fotovoltaico, per
quanto sia ancora in rapida evoluzione, è ben conosciuta. I pannelli fotovoltaici che si trovano in
commercio sono realizzati con celle fotovoltaiche
di silicio. È il cristallo di silicio lavorato e purificato che è in grado di trasformare l’energia che
riceve dal sole in energia elettrica, ma non tutte
le celle fotovoltaiche hanno lo stesso rendimento.
Le celle dei pannelli fotovoltaici possono essere
divise in tre categorie che dipendono dal tipo di
cristallo di silicio utilizzato per realizzarle e la sua
disposizione sul pannello:
a) silicio monocristallino – Il silicio monocristallino è un cristallo unico derivato da un primo taglio
e fortemente purificato.
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e nel quale i cristalli si presentano aggregati e disposti con forme e orientamenti differenti. Oggi le
tecniche utilizzate per la produzione di silicio policristallino sono così avanzate che consentono di avere prestazioni elettriche poco al di sotto del silicio
monocristallino.
Le celle in silicio policristallino hanno una purezza
minore rispetto alle mono, condizione che comporta
una minor efficienza, ossia il loro rendimento si aggira tra l’17 e il 18%. Si presentano di un colore blu
intenso cangiante dovuto alla loro struttura policristallina. Hanno forma quadrata e spessore analogo
al precedente tipo.
I cristalli sono disposti in modo ordinato e la loro
quantità è uniforme su tutta la superficie della cella.
Il parametro più importante della cella è il suo rendimento “η” (o efficienza) che rappresenta il rapporto
fra la massima potenza Pmax[Wp] che si ottiene dalla cella e la potenza totale della radiazione incidente
sulla superficie frontale.
Il livello del rendimento diminuisce all’aumentare della
temperatura delle celle, poiché la temperatura ostacola il passaggio degli elettroni nel semiconduttore.
Per efficienza di cella s’intende quindi il rapporto fra
la sua potenza nominale e il prodotto dell’irraggiamento solare standard (1000 W/m2) per la superficie
complessiva della cella.
In alto due
piccoli pannelli
della Tregoo.
Sopra una barca
attrezzata con i
vecchi pannelli
rigidi con vetro e
cornici di alluminio. Di lato uno dei
tanti utilizzi che si
possono fare di un
pannello fotovoltaico. In questo
cat, il pannello
fornisce l’energia
per accendere le
luci di via. Di lato a
sinistra, una cella
monocristallina
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c) silicio amorfo – Un materiale amorfo presenta una
struttura chimica analoga a quella che si trova in un
cristallo, con la differenza che il reticolo risulta del
tutto disordinato. Il silicio amorfo è una forma allotropica (diverso aspetto ma stessa sostanza) non
cristallina del silicio. La cella fotovoltaica in silicio
amorfo è senz’altro quella più economica, ma anche
quella con il minor rendimento e più soggetta a un
degrado del rendimento nel tempo.
La cella viene deposta su un substrato coperto da un
ossido (SnO2) trasparente e conduttore che costituisce l’elettrodo frontale della cella, ossia quello che
L’efficienza cella:
∏=Imp Vmp/Ps
dove Ps è la potenza della luce solare
Queste celle hanno un grado di elevata purezza del
materiale e garantiscono le migliori prestazioni in
termini di efficienza avendo il rendimento che può
arrivare al 19% - 20%.
Si presentano di colore blu scurissimo uniforme e
hanno forma circolare o ottagonale, di dimensione
dagli 8 ai 12 cm di diametro e 0.2 -0.3
mm di spessore.
b) silicio policristallino – In alternativa al silicio monocristallino,
l’industria del fotovoltaico
usa anche il silicio policristallino che ha costi di produzione decisamente più bassi
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La flessibilità
La qualità di un pannello da istallare su di una
barca è costituita da tre elementi:
La qualità del supporto, che dev’essere molto
flessibile e resistente, si deve poter flettere in
tutte le direzioni per potersi adattare facilmente
alla forma delle superfici della barca.
La qualità della cella, che dev’essere composta
da cristalli monocristallini molto purificati.
Lo spessore; meno è spessa la cella, più è adattabile il pannello
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Rilevamento consumi
Nel comporre la scheda dei consumi dove si annotano
tutte le utenze e il loro assorbimento, i dati vanno presi o sul libretto delle istruzioni o direttamente sull’etichetta del prodotto. I dati che si trovano sui depliant
pubblicitari non sono affidabili
riceve la radiazione solare incidente. Il primo strato
amorfo è realizzato con una lega di silicio-carbonio
drogata con boro, segue poi lo strato costituito da
solo silicio amorfo che è responsabile della generazione di corrente. Il rendimento dei pannelli fotovoltaici in silicio amorfo va dal 6 al 10% circa, ma, nei
primi due mesi di vita, il rendimento diminuisce di
circa il 20% per poi rimanere stabile nel tempo.
Diversi tipi di pannelli
I primi pannelli che si sono visti montare sulle barche
erano pannelli fotovoltaici per uso terrestre adattati;
questi erano ingombranti, rigidi e poco efficienti. Nei
cinquant’anni di storia del pannello fotovoltaico (la
prima cella fu realizzata dalla Sharp nel 1963), il pannello si è molto evoluto e oggi ne esistono di molti
tipi. Quello che interessa i velisti è un pannello che
deve avere delle caratteristiche molto precise: peso,
flessibilità, resistenza all’urto, efficienza.
Per avere queste caratteristiche è fondamentale l’involucro che ospita le celle. I pannelli per uso terrestre
sono realizzati con supporti rigidi chiusi in cornici di
alluminio e sigillati con lastre di vetro. La svolta per
il pannello fotovoltaico in barca si è avuta quando la
Enecom, il leader mondiale in questo tipo di pannelli,
ha creato il primo pannello flessibile. Il pannello della
Enecom significa potersi adattare a diverse situazioni. L’eliminazione del vetro e delle cornici di alluminio liberò il pannello fotovoltaico dalla gabbia rigida
che lo teneva a terra. Il passo successivo fu quello
di rendere la cella fotovoltaica resistente agli urti e
all’usura. Ancora oggi la società fiorentina commercializza i pannelli con il più elevato grado di elasticità
presenti sul mercato mondiale. Sempre alla Enecom
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Sfruttare la luce
Come abbiamo visto esistono tre diversi tipi di cella fotovoltaica, quelle monocristalline, quelle policristalline
e quelle amorfe. Le migliori in fatto di rendimento sono
le monocristalline e sono anche quelle che si trovano
sui pannelli di maggiore qualità e di maggior costo, ma
non tutte le loro caratteristiche vanno a loro favore. La
capacità di assorbire luce in condizioni diverse dall’irraggiamento perpendicolare diminuisce all’alzarsi della
qualità del cristallo di silicio usato. Ciò significa che
una cella monocristallina per funzionare deve ricevere
la luce solare in modo perpendicolare, mentre una cella realizzata con materiale amorfo può fornire elettricità
anche se la luce non la raggiunge perpendicolarmente;
in effetti lo può fare anche se la luce è diffusa e non
diretta. Per questa ragione i mini generatori solari degli apparecchi elettrici di largo consumo sono realizzati
con questo tipo di cella. Tuttavia, si è visto che anche se
la cella amorfa può sfruttare meglio la luce e utilizzarla
per periodi più lunghi della giornata,
alla fine la differenza
di rendimento con la
cella monocristallina
è tale da far sì che
quest’ultima produca
molta più elettricità
di quanto possa fare
la cella di materiale
amorfo.
Pannelli a celle amorfe
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In alto il moderno impianto
della Enecom per la produzione di
pannelli flessibili. Di lato un momento della lavorazione delle celle
fotovoltaiche a opera di un robot.
Nella lavorazione delle celle la pulizia ambientale è fondamentale
va attribuito lo studio per ridurre lo spessore dei
pannelli. I pannelli della Enecom sono, con i loro
1,7 millimetri, tra i più sottili sul mercato. Lo spessore molto contenuto del pannello, unito alla sua
flessibilità e soprattutto alla loro calpestabilità, ne
permette un vasto uso sulle imbarcazioni. Il prossimo passo prevede l’istallazione del pannello fotovoltaico al momento della costruzione della barca.
Quale potenza
Per decidere quali pannelli fotovoltaici acquistare
è fondamentale sapere di quanta energia elettrica
si ha bisogno a bordo. Determinare il fabbisogno
elettrico di bordo non è un’operazione semplicissima. L’errore che spesso si compie è quello di sommare l’assorbimento delle utenze e assumere che
l’energia che occorre è pari al risultato della somma
dei diversi assorbimenti. Nella realtà non si usa mai
il winch elettrico per issare la randa contemporaneamente al salpancore per dare fondo in rada, il
compressore del frigorifero non rimane acceso ventiquattro ore e le luci di via si usano solo in navigazione. Uno dei diversi sistemi che si può usare
è controllare quanto si scaricano le batterie in un
giorno. Annotando il dato per una decina di giorni di crociera si può determinare il consumo medio
giornaliero e regolarsi di conseguenza. Un altro sistema è usare la propria conoscenza della barca e
del proprio modo di usarla. Lo skipper sa bene per
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quanto tempo usa le luci di via in media, quanto il
verricello elettrico del salpancore, conosce il frigorifero che ha a bordo e sa quante volte viene aperto
durante il giorno, sa per quanto tempo usa l’autoclave. Sulla base di queste conoscenze può determinare quale è il tempo di uso medio di ogni utenza
e, dividendo l’assorbimento in Ah di ogni utenza per
il suo tempo di uso, ottiene il suo assorbimento medio per giorno. Una semplice somma aritmetica gli
darà il fabbisogno giornaliero in termini energetici. Il
conto non sarà mai preciso perché i fattori in gioco
sono moltissimi: basta avere a bordo un ospite in più
che apre il frigorifero, si fa la doccia e legge un libro
la sera in cuccetta e i consumi varieranno anche in
modo consistente, ma sicuramente un calcolo così
fatto darà un’idea di quello che serve per tenere cariche le batterie. Se il fabbisogno complessivo è di 50
Ah, non servirà acquistare un pannello fotovoltaico
in grado di darci questo tipo di energia (un pannello
riesce a caricare le batterie per il 50% del suo valore
nominale: un pannello da 100 watt fornirà 50 watt).
Si potrà comprare un pannello in grado di fornire una
carica da 6 Ah, il quale nell’arco di otto ore fornirà i
50 Ah (esattamente 48 Ah) necessari a ricaricare la
batteria. In linea di massima possiamo dire che un
pannello da 120/130 watt è l’ideale per la maggior
parte delle imbarcazioni.
Istallazione
Istallare un pannello fotovoltaico flessibile è semplice. Sia la Enecom che li ha inventati, sia altre case
produttrici come Solbian, Solopower, Gioco Solution, Power Film, suggeriscono diversi sistemi per
fissare i pannelli a bordo.
A) Si possono legare - quando si compra il pannello
si chiede di avere delle
brancarelle sul pannello
di supporto, dei semplici
occhielli in acciaio inox.
Il pannello legato può essere posto fra i due paterazzi di poppa se si ha
il paterazzo sdoppiato,
o può essere legato alle
draglie.
B) Si possono fissare con
il biadesivo - il pannello
può anche essere fissato
sulla coperta della barca, con del biadesivo.
In questo caso, però, bisogna tenere conto che
Pannello Enecom
In queste due
fotografie dei
pannelli fotovoltaici della Tregoo
montati su di un
bimini top
I produttori italiani e i loro partner
Le aziende che producono pannelli fotovoltaici flessibili
non sono molte nel mondo e sono concentrate negli Stati
Uniti, Canada, Cina e Italia. L’Italia è il leader del settore
per quello che concerne i pannelli flessibili (Enecom è il
primo produttore mondiale) e detiene molti brevetti connessi con la tecnologia delle celle e dei supporti.
Nella ricerca connessa alla tecnologia delle energie
rinnovabili, fotovoltaico e non, le università e i centri
di ricerca svolgono un ruolo essenziale. Assicurarsi la
collaborazione delle migliori università e centri di ricerca, per una società produttrice di elementi per le energie
rinnovabili, è essenziale.
In Italia le maggiori società del settore sono:
Enecom – La società che ha creato il pannello flessibile e la sua tecnologia che collabora con i seguenti
istituti:
CREAR – Centro Interdipartimentale di Ricerca per le
Energie Alternative e Rinnovabili dell’Univ. di Firenze
CRIACIV – Centro di Ricerca Interuniversitario di Aerodinamica delle Costruzioni ed Ingegneria del Vento
DESTeC – Dipartimento di Ingegneria dell’Energia, dei
Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni – Università di
Pisa
Solbian – Conosciuta per essere partecipata dal navigatore Giovanni Soldini. La Solbian collabora con il:
CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche
Gioco Solution – che collabora con il:
SUCAI (Sottosezione Universtià CAI Torino)
Politecnico di Torino
da 130 w
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Un momento della
lavorazione delle
celle fotovoltaiche
Gli strati del pannello
Un pannello fotovoltaico è composto da cinque strati o
livelli. Partendo dal lato posteriore del pannello, il primo
strato è detto back sheet ed è l’elemento di protezione
che deve assicurare l’isolamento elettrico del “sandwich”
sul quale si poseranno le celle fotovoltaiche; è realizzato
con polimeri termoplastici (policarbonato) flessibili. La
Enecom ha studiato un suo polimero in collaborazione
con una grande azienda del settore con il quale realizza i
suoi back sheet; è proprio questo che permette alla Enecom di vantare i pannelli più flessibili tra quelli presenti
sul mercato. A seguire viene interposto uno strato di materiale “incapsulante”. Trattasi di tecno polimero poliuretanico in grado di sciogliersi al raggiungimento di una
certa temperatura e inglobare perfettamente i due strati
di materiale adiacenti.
Il terzo strato è quello dove si trovano le celle fotovoltaiche, realizzate in forma di stringhe e composte da “n”
celle saldate e interconnesse con ribbon (nastro di rame
ricoperto di stagno e argento). Il suo spessore è di circa
200 micron, che corrisponde allo spessore di cella.
Il quarto strato prevede ancora il foglio di materiale “incapsulante” che completerà l’inglobamento della parte
frontale di pannello con le celle.
Infine c’è il front sheet; anche questo è un polimero, ma
questa volta si tratta di un polimero trasparente con caratteristiche di “trasmittanza energetica” elevata simili a
quelle del vetro fotovoltaico (> 90%).
Una volta accoppiati questi cinque strati si ottiene il pannello. Una cattiva qualità dei diversi materiali o una non
corretta laminazione possono essere l’eventuale causa di
malfunzionamenti potrebbero compromettere definitivamente l’efficienza del pannello.
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per potervi camminare sopra, il pannello dev’essere
a contatto con la coperta su tutta la sua superficie,
pena la rottura delle celle e dei supporti. Per ottenere il contatto su tutta la superficie del pannello, è
fondamentale che questo sia molto flessibile. Più è
flessibile più si adatta alle forme della barca. Più è
sottile, più è flessibile.
C) Fissaggio a mezzo cerniera - il pannello può essere dotato di cerniere da chiudere sul bimini top.
Tra tutti i sistemi di fissaggio, quello con biadesivo
sulla coperta è senz’altro il più comodo, perché una
volta messo il pannello non si deve togliere più. Se lo
si lega ai paterazzi o alla draglia, in caso si alzasse il
vento, bisognerà levarlo e, inoltre, essendo verticale il suo periodo d’irraggiamento durante la giornata
sarebbe molto contenuto. I pannelli che si mettono e
tolgono al bisogno rischiano maggiormente la rottura e sono ingombranti da stivare.
Il regolatore
Il regolatore è quello strumento che ha il compito
di abbassare la tensione della corrente proveniente
dal pannello fotovoltaico fino a 14,4 volt, che è la
tensione corretta per ricaricare le batterie. Questi si
basano su diverse tecnologie; quelle più usate sono
PWM e MPPT. Il primo è un semplice riduttore di tensione, il secondo oltre a ridurre la tensione aumenta
l’intensità della corrente, supplendo in questo modo
ad alcuni problemi del pannello o migliorandone le
prestazioni.
Il regolatore non è mai prodotto dal produttore di
pannelli fotovoltaici. La Enecom, che come abbiamo
detto è il leader di questo settore, ha compiuto una
serie di test per i quali appare evidente che la differenza di resa tra un pannello sul quale è montato
un regolatore PWM e lo stesso pannello sul quale
è montato un regolatore MPPT, è poco rilevante e
non giustifica la differenza di prezzo (un MPPT costa
circa cinque volte un regolatore basato su tecnologia PWM). Tuttavia, gli utenti sono liberi di utilizzare
il regolatore che preferiscono; l’importante è tenere
presente che la qualità del pannello non è data dal
regolatore che monta. Tutti i pannelli possono montare entrambi i regolatori. La qualità del pannello è
data dalla qualità delle celle al silicio, dalla flessibilità del supporto sui quali queste sono montate,
dallo spessore e dalla capacità produttiva a monte
del regolatore.
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Dove va il fotovoltaico
Il direttore generale di Enecom ci parla di quello che l’azienda fiorentino,
leader di settore, sta studiando e progettando nel mondo del fotovoltaico
C
Alessandro Patrizi
ome abbiamo detto
la En-Ecom è la società leader nel settore
dei pannelli fotovoltaici
flessibili. Per capire a
che punto è lo sviluppo
di questa tecnologia abbaio intervistato il suo
direttore generale il dottore Alessandro Patrizi.
SVN – Voi siete riconosciuti come i primi produttori mondiali di pannelli fotovoltaici flessibili, come vi
siete conquistati un mercato di questa importanza.
A.P. – Siamo stati i primi a studiare le problematiche dei pannelli flessibili e lo abbiamo fatto potendo
contare su partner di eccellenza, questo ci ha dato
il vantaggio sulla concorrenza che ancora abbiamo.
SVN – Il mercato del pannello fotovoltaico per le
barche è ancora contenuto, lei crede che si espanderà in un futuro prossimo.
A.P. – Si , ne sono certo, lo farà non appena i cantieri cominceranno a dotare le loro imbarcazioni di
pannelli fotovoltaici. Uno scenario al quale ci stiamo
preparando da tempo.
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SVN – Perché un cantiere dovrebbe integrare un
pannello fotovoltaico nella propria barca.
A.P. – Perché se vuole continuare a mettere optional che richiedono energia e vuole che le sue barche
siano sempre più comode, deve necessariamente
affrontare il problema dell’indipendenza energetica
e il pannello fotovoltaico è il mezzo più economico,
più ecologico e più pratico per raggiungere questa
indipendenza. Lei pensi a quanti velisti amano passare la notte in rada, ma non lo possono fare perché hanno bisogno di acqua e elettricità. Oggi con
quantità di energia modesta si riescono a far funzionare degli apparecchi che sino a qualche anno
fa avevano bisogno di molta energia, mi riferisco a
desalinatori, frigoriferi e anche impianti di aria condizionata. Una quantità di energia che è facilmente
producibile con il fotovoltaico. Per questo credo che
il pannello fotovoltaico molto presto sarà presente
nella lista degli accessori dei cantieri più importanti.
Cosa che del resto già avviene in altri settori, i moduli Enecom sono infatti montati di serie da alcuni anni
sui camper e sui caravan di alcuni costruttori leader
di mercato.
SVN – Lei, quindi, è convinto che il pannello fotovoltaico possa risolvere il problema energia a bordo.
79
A. P. – In parte già lo sta facendo, gli utenti che comprano e istallano un nostro pannello sulle loro barche, se scelgono bene la potenza del pannello e lo
posizionano nella giusta posizione, lo risolvono, ma,
non è il pannello da solo che risolve. Il pannello deve
lavorare insieme a batterie più efficienti e utenze che
consumano poco. Una barca indipendente dal punto
di vista energetico, è a portata di mano, le tecnologie
ci sono e non sono costose, il pubblico le chiede,
serve solo di cominciare a montarle a bordo.
Per rispondere a questa esigenza crescente di installazione di privati, abbiamo deciso, a livello di gruppo
industriale, di vendere online tramite il brand Tregoo,
proponendo kit completi di pannello solare, regolatore di carica e cavi marini.
Quanto costano i pannelli
Abbiamo fatto un confronto con i prezzi delle tre aziende
italiane più conosciute nel settore dei pannelli fotovoltaici flessibili: En-eco (Tregoo); Solbian e Gioco Solution,
tra le tre, solo la prima espone i prezzi dei propri prodotti
nel sito della sua business unit commerciale, la Tregoo.
Per non fornire prezzi non attendibili, prezzi di listino da
scontare, abbiamo cercato i prodotti della Solbian e della
Gioco Solution on line dove li abbiamo trovati scontati.
Il problema non si pone per la En-eco perché, in questo
caso, i prezzi sono fissi.
Abbiamo messo a confronto i pannelli di potenze simili
intorno ai 130 watt perché pensiamo che questa sia la
potenza ideale per una barca media
SVN – Lei prima ha detto che vi state preparando
al momento in cui i cantieri inizieranno a mettere i
pannelli fotovoltaici sui loro prodotti da tempo, cosa
significa.
A.P. - Significa che abbiamo studiato dei pannelli
particolarmente sottili e particolarmente flessibili,
proprio per poterli adattare alle esigenze di un cantiere che li vuole integrare sui propri prodotti. Siamo
inoltre gli unici produttori che oltre ad una gamma
standard offrono ai costruttori la possibilità di realizzare modelli “custom”, elemento fondamentale
per una perfetta integrazione funzionale, tecnica ed
estetica con l’imbarcazione.
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SVN – In un futuro un po’ più lontano cosa vede.
A.P. – Vedo il superamento del silicio per arrivare al
biologico. Al momento stiamo studiando un avveniristica vernice che sfruttando il sistema di fotosintesi
è in grado di creare energia.
SVN – Una Vernice per fare cosa.
A.P. - Trasformare una vela in una centrale elettrica,
dipingere un palazzo, o anche tutta la barca. Domani qualsiasi superficie esposta al sole potrà produrre
energia elettrica.
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gruppo tutto incentrato verso le energie rinnovabili.
A.P. – Siamo parte di En-Eco SpA, gruppo specializzato nelle energie rinnovabili in tutte le loro eccezioni. Costruiamo dagli impianti a pale eoliche alle
tegole fotovoltaiche per i tetti delle abitazioni, dal
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fotovoltaico in barca