N. 19 · Gennaio – febbraio 2007 CIRCOLARE ____________________ ____________________ ____________________ ____ Fondata nel 1997 e pubblicata semestralmente dalla Commissione Internazionale per gli Studi Salesiani (ICSS) degli Oblati di S. Francesco di Sales ________________________________________________________________________________ L’“EMBLEMATICO ABITO MENTALE” 1 DI S. FRANCESCO DI SALES Come ha osservato recentemente uno studioso 2 , S. Francesco di Sales (1567-1622) è noto nella storia della spiritualità cristiana per “l’uso brillante della metafora”, più o meno come S. Teresa d’Avila (1515-82) e S. Giovanni della Croce (1542-91) sono conosciuti per il loro “vivido stile poetico”. Questa osservazione serve a sottolineare che Francesco “non viveva né scriveva in un vuoto” (ibid.) e che i suoi lettori di oggi possono trovare utile ricordare che l’abbondanza delle immagini e delle metafore, onnipresenti nei suoi scritti e nei sermoni, è indicativa del contesto religioso, letterario e culturale più ampio a cui il nostro santo apparteneva. L’arco della vita di Francesco coincise con il Rinascimento e il Barocco, con la Riforma cattolica dell’inizio dell’età moderna e con il periodo immediatamente successivo al Concilio di Trento (1545-1563) ed anche con l’aetas emblematica, “l’età emblematica”. Durante lo scorso anno è stata realizzata una mostra, sono apparsi nuovi libri e ci sono state conferenze da parte di studiosi che evidenziano questo aspetto del contesto storico di Francesco e la sua rilevanza per ben valutare e comprendere il ministero di Francesco come scrittore e predicatore. Nel 2006 la mostra, “Emblemata sacra: Libri di emblemi provenienti dalla Biblioteca Maurits Sabbe della Katholieke Universiteit Leuven”, alle1 Figura 1. François Berthod, OFM, Emblesmes sacrez, tirez de l’Escriture Saincte et des pères, inventez et expliquez en vers franòois, avec une brieve meditation sur le mesme sujet. Augmentez d’exemples tirez des histoires de la Sainte Bible, pour servir à la conduite de la vie chrestienne. Seconde partie (Paris: chez Estienne Loyson, 1665), Emblema L. Per concessione della Biblioteca Maurits Sabbe della Katholieke Universiteit Leuven. Fra le immagini più impressionanti della tradizione emblematica, gli emblemi di Berthod sono un esempio notevole dello stretto legame tra l’emblematica e l’arte della memoria, che ha evidenziato come quanto più un’immagine è insolita, tanto più facilmente la si ricorda. Le immagini di Berthod possiedono un carattere surrealista, che è dovuto sia all’intensità emotiva sia alla collocazione del quotidiano in contesti imprevisti. L’Emblema L illustra Ct 4, 9 (Vulnerasti cor meum in uno oculorum quorum, “Hai ferito il mio cuore con uno dei tuoi occhi”): un occhio che non è parte di un corpo, avvolto dalle nubi, lancia una freccia che trafigge un cuore fiammeggiante, tenuto a mezz’aria da una mano che fuoriesce da una nuvola. Berthod spiega: “Quest’occhio da cui esce una freccia che trafigge un cuore rappresenta l’occhio di Gesù Cristo, che guarda un’anima che Egli ama e contemporaneamente la ferisce e la infiamma col Suo amore” (p. 375). E. Stopp, “Francis de Sales at Clermont College: A Jesuit Education in Sixteenth-Century Paris” [Francesco di Sales al Collegio di Clermont: una formazione gesuitica nella Parigi del XVI secolo], nel suo A Man to Heal Differences: Essays and Talks on St. Francis de Sales [Un uomo per guarire le differenze: saggi e conferenze su S. Francesco di Sales] (Philadelphia, Saint Joseph’s Univ. Press, 1997), 23-50, a p. 34; pubblicato originariamente in Salesian Studies [Studi Salesiani], 6, n. 1 (Inverno 1969), 42-63. 2 C. Helms, “Introduction” alla sua edizione e traduzione di Fénelon: Selected Writings [Fénelon: Scritti scelti], Classics of Western Spirituality [Classici della spiritualità occidentale] (New York, Paulist Press, 2006), 3-113, a p. 14. stita inizialmente a Lovanio in Belgio nel gennaio 2005 in concomitanza con un simposio internazionale sulla letteratura e la retorica religiose illustrate, è stata trasferita negli Stati Uniti. Offrendo uno sguardo d’insieme sull’uso cattolico dell’emblema dal XVI a tutto il XVIII secolo, questa mostra, presentando quasi settanta libri di emblemi della ricca collezione di preciosa e Jesuitica della più importante biblioteca teologica del mondo, è stata prima esposta alla Biblioteca Francis A. Drexel della Saint Joseph University di Filadelfia, dal marzo al dicembre 2006, poi si è spostata in una seconda sede, la Biblioteca William D. Walsh della Fordham University a New York (Bronx), dove rimarrà esposta fino al 30 giugno 2007. Un catalogo a colori composto da quella che è stata definita “una équipe estremamente dinamica” di studiosi di emblemi “se mai ce n’è stata una” 3 , accompagna la mostra. In coincidenza con l’apertura della mostra “Emblemata sacra” a Filadelfia, è stato pubblicato il libro Adrien Gambart’s Emblem Book: The Life of St. Francis de Sales in Symbols [Il libro di emblemi di Adrien Gambart: la vita di S. Francesco di Sales in simboli]. Questo volume è composto di tre parti. Innanzitutto c’è lo studio della compianta Elisabeth Stopp su La vie symbolique du bienheureux François de Sales [La vita del beato Francesco di Sales in simboli] del Gambart, pubblicato nel 1664 in preparazione alla canonizzazione del santo (1665). Lo studio della Stopp è stato predisposto per la pubblicazione e curato dal dott. Terence O’Reilly dello University College di Cork (Irlanda) sulla base di una serie di conferenze con proiezione di immagini sul libro di Gambart, che ella tenne alla comunità della Visitazione di Waldron, nel Sussex in Inghilterra, e più tardi a varie comunità della Visitazione degli Stati Uniti nel 1985. La seconda parte è un saggio, che aggiorna lo studio della Stopp, intitolato: “The Contexts of Adrien Gambart’s Emblem Book: Literary, Cultural, Biographical, and Christological [I contesti del libro di emblemi di Adrien Gambart: letterario, culturale, biografico, cristologico]”, di Agnès Guiderdoni-Bruslé, un’esperta in letteratura emblematica, dell’Università Cattolica di Lovanio, in Belgio. Nella terza parte è riprodotta la straordinaria opera del Gambart, resa, così, facilmente accessibile per la prima volta dal 1664. Il facsimile riproduce l’esemplare del Gambart conservato presso la biblioteca di ricerca del De Sales Resources & Ministries a Stella Niagara, New York. Andiamo velocemente all’ottobre 2006, quando sono stati tenuti due convegni accademici internazionali incentrati sulle immagini religiose nel cattolicesimo dell’inizio dell’età moderna e nella tradizione salesiana. Il primo appuntamento è stato il 2° Lovis Corinth Colloquium, “Ut pictura meditatio: l’immagine meditativa nell’arte dell’Europa del Nord, 1500-1700”, dal 12 al 14 ottobre all’Emory University di Atlanta, Ga., a cui hanno partecipato studiosi da Belgio, Francia, Germania, Olanda, Italia, Stati Uniti e Galles. Una settimana dopo, dal 18 al 22 ottobre, al De Sales Resources & Ministries ha avuto luogo il Salesian Scholars Seminar [Seminario degli studiosi salesiani]. L’argomento di quest’ultimo, suggerito dalla pubblicazione di Adrien Gambart’s Emblem Book, è stato: “Immagini e simboli nella tradizione salesiana”. L’iniziativa comprendeva una giornata di seminario guidata dalla Guiderdoni-Bruslé su Francesco di Sales e la tradizione emblematica. (Per ulteriori informazioni e per un elenco completo degli studi presentati al Salesian Seminar, vd. sotto in “Studi salesiani nel mondo”). Il nostro scopo, qui, è di condividere con la più ampia famiglia salesiana alcuni elementi notevoli evidenziati da queste iniziative e pubblicazioni che ci permettono di comprendere più in profondità il ministero di Francesco come predicatore e scrittore. Cominciamo innanzitutto considerando che cosa è un emblema e poi vedendo lo sviluppo della letteratura emblematica cattolica prima di Francesco e durante la sua vita, in seguito verranno ricordati i contatti di Francesco con la tradizione emblematica e infine si tratterà della presenza di emblemi e di immagini emblematiche negli avvenimenti della vita di Francesco e della sua esaltazione emblematica dopo la morte. Lungo tutta la trattazione, verranno individuati i punti di convergenza fra la tradizione / mentalità emblematica e gli scritti di Francesco. Che cos’è un emblema? Come funziona? 3 S. Rawles, recensione in Society for Emblem Studies Newsletter [Circolare della Società per gli studi degli emblemi], n. 39 (luglio 2006), 5-6, a p. 6. 2 Oggi distinguiamo fra immagine e XVII secolo, essendo i confini tra permeabili, questa distinzione non era così per noi. Genere bimediale che utilizza sia l’emblema è un fondamentale esempio di Un emblema combina tre elementi: (1) (pictura), (2) un titolo o motto e (3) una testo, ma nel XVI e immagine e testo chiara come lo è immagine sia testo, questa permeabilità. una stampa subscriptio costituita da un Figura 2. Anton II Wierix (1555/59-1604), La trasverberazione di S. Teresa d’Avila e la Sacra breve epigramma, Famiglia, ca. 1615, calcografia. Nella sua autoda una citazione bibiografia (iniziata nel 1562 e terminata nel blica, da un distico 1565) Teresa racconta un avvenimento eccezioin rima semplice o nale che ha avuto luogo attorno al 1560. Deda un brano in proscrive una visione da lei avuta di un angelo alla sua sinistra, che teneva una grande freccia d’oro sa più lungo. L’emdalla punta infuocata. L’angelo immerse la blema presenta a freccia nel cuore di Teresa, causandole intenso chi guarda dolore, ma lasciandola “tutta infiammata di aun’immagine enigmor di Dio” (cap. 29). Questo episodio divenne noto come “trasverberazione”, dal latino tranmatica che può essere decifrata solo scoprendo il nesso fra quesverberare, che significa “trapassare”, ed è sta e il motto apparentemente non collegato, pressappoco come l’avvenimento della vita di Teresa più spesso succede per una vignetta politica di oggi. Alla base rappresentato nell’arte. (Riguardo all’influsso dell’emblema sta una metafora o un tropo. Vediamo un esemdella rappresentazione artistica della trasverbepio. razione di Teresa sull’iconografia di S. Giovanna di Chantal, vd. la Circolare della ICSS n. 16 François Berthod era un frate del XVII secolo dei France[luglio-agosto 2005], pp. 1-2). L’incisione di scani Osservanti ed è autore di Emblesmes sacrez, tirez de Wierix rappresenta un’efficace rielaborazione l’Escriture Saincte et des pères… [Emblemi sacri tratti dalla della storia teresiana. Qui il Cristo fanciullo è Sacra Scrittura e dai Padri…] (Paris, 1665). Le immagini del rappresentato come il divino e celeste Cupido che lancia la Sua freccia a Teresa. Una freccia è libro di emblemi di Berthod sono considerate “fra le più impresgià conficcata nel petto di Teresa e il Bambino sionanti della tradizione emblematica perché cercano di rappreGesù si prepara a lanciarne un’altra. Maria tiene sentare letteralmente la citazione biblica che accompagna ogni la successiva freccia da lanciare e S. Giuseppe emblema” 4 . Molte delle immagini del Berthod possiedono un aiuta Gesù a puntare l’arco. Questa incisione moderno carattere surrealista, che è dovuto sia all’intensità servì come modello compositivo per diversi dipinti successivi su questo soggetto, compreso emotiva sia alla collocazione del quotidiano in contesti impreviun dipinto francese anonimo del secondo terzo sti. del XVII secolo nello stile di Simon Vouet Consideriamo, per esempio, l’emblema L di Berthod (Fi(1590-1649). gura 1), che illustra Ct 4, 9 (Vulnerasti cor meum in uno tuorum oculorum [Volgata], “Hai ferito il mio cuore con uno dei tuoi occhi”). Sospeso a mezz’aria sopra un paesaggio desertico, un occhio che non è parte di un corpo, avvolto dalle nubi, lancia una freccia che trafigge un cuore fiammeggiante, tenuto da una mano che fuoriesce da una nuvola. Il breve commento in prosa di Berthod spiega succintamente questa immagine e il suo motto scritturale: “Quest’occhio da cui esce una freccia che trafigge un cuore rappresenta l’occhio di Gesù Cristo, che guarda un’anima che Egli ama e contemporaneamente la ferisce e la infiamma col Suo amore” (p. 375). L’interpretazione letterale di Ct 4, 9 da parte di Berthod visualizza la metafora o tropo di Cristo come divino arciere o Cupido, immagine, quest’ultima, tratta dalle Metamorphoses di Ovidio e adattata dai Padri della Chiesa e dai cristiani del Medio Evo, che è divenuta in seguito luogo comune nella letteratura spirituale ed emblematica, così come nell’arte sacra del periodo tardo medioevale e della Riforma cattolica dell’inizio dell’età moderna (Figura 2). Questo motivo emblematico e iconografico ricorre, per esempio, in uno dei testi di Francesco sul fondamentale mistero biblico salesiano della visitazione. Nella sua lettera del 30 giugno 1610 alla Madre di Chantal (1572-1641), mentre la comunità della Visitazione appena fondata si prepara a celebrare la sua festa patronale per la prima volta, Francesco offre una meditazione su questo mistero, nella quale immagina Gesù nel grembo di Maria come il divino Cupido che penetra nel cuore di S. Giuseppe con un raggio, una variante rispetto alla freccia o al dardo: “S. Giuseppe, da parte sua, brama solo il Salvatore, 4 A. Guiderdoni-Bruslé, “The Contexts of Adrien Gambart’s Emblem Book: Literary, Cultural, Biographical, and Christological [I contesti del libro di emblemi di Adrien Gambart: letterario, culturale, biografico, cristologico]”, in Adrien Gambart’s Emblem Book (1664): The Life of St. Francis de Sales in Symbols, una edizione in facsimile con uno studio di E. Stopp, a cura di T. O’Reilly (Philadelphia, Saint Joseph’s Univ. Press, 2006), 11-40, a p. 40. 3 che con raggi nascosti colpisce il suo cuore con mille straordinari sentimenti” (Lettera 608, Oeuvres XIV, 324) 5 . Lo sviluppo della tradizione emblematica cattolica Il primo libro di emblemi apparve nel 2° quarto del XVI secolo, quando nel 1531 fu pubblicato ad Augsburg l’Emblematum liber [Libro di emblemi] di Andrea Alciato (1492-1550), un avvocato di Milano. Il libro di Alciato era una raccolta di epigrammi con insegnamento morale tratti da fonti classiche e cristiane, a cui l’editore, Heinrich Steyner, aggiunse delle incisioni per illustrare simbolicamente ogni epigramma. Le fonti iconografiche per gli emblemi comprendevano bestiari medievali e geroglifici egiziani, che erano stati resi popolari dai Geroglifici di Orapollo (V secolo), disponibili fin dal 1505 sia in versione greca che latina. Il libro di Alciato ebbe un grandissimo successo e divenne il prototipo di un nuovo genere: l’emblema. L’uso dell’emblema per fini religiosi non tardò ad apparire sia ad opera dei cattolici sia dei protestanti. Il primo libro religioso di emblemi fu Emblèmes ou devises chrestiennes ([Emblemi o stemmi cristiani]; Lione, 1567) di Georgette de Montenay (1540-1607), membro di un piccolo gruppo di donne scrittrici del Rinascimento francese e calvinista 6 . Il primo libro cattolico di emblemi fu Humanae Salutis Monumenta ([Memoriale della salvezza umana]; Anversa, 1581) dello spagnolo Benito Arias Montano (1527-98), umanista cristiano con ampia erudizione biblica. L’Humanae Salutis Monumenta è diviso in due parti: la prima consiste in settanta incisioni di episodi biblici con un’ode di spiegazione dell’immagine nella pagina a fronte, mentre la seconda parte presenta un lungo commento e una meditazione su ogni scena biblica. Il libro di Montano serve a evidenziare che i libri religiosi di emblemi o l’“emblematica sacra” furono un prodotto dell’unione fra la più antica e ben affermata tradizione di illustrazione ed ermeneutica della Bibbia con la più recente tradizione emblematica 7 . La rappresentazione ‘alla lettera’ di un tropo o di una metafora attraverso la pictura dell’emblema si fondava evidentemente sulla tradizione passata piuttosto che sul surrealismo. Le immagini emblematiche erano impressionanti per coloro che le guardavano all’inizio dell’età moderna come lo sono per noi oggi. A partire dall’ultimo quarto del XVI secolo, i libri di emblemi assunsero un ruolo sempre più importante come strumenti per l’educazione, la catechesi, la propaganda e l’apologetica nel conflitto tra cattolici e protestanti oltre che come aiuto per la preghiera meditativa metodica. Membri di molti ordini religiosi redassero libri di emblemi, ma nessun ordine utilizzò l’emblema nella sua attività apostolica più della Compagnia di Gesù. Questo certo non stupisce dal momento che gli Esercizi spirituali di S. Ignazio di Loyola (pubblicati per la prima volta nel 1548) contribuirono a determinare lo sviluppo dell’emblematica sacra. Questa influenza si può attribuire al primato che gli Esercizi accordano alla descrizione immaginativa e alla formazione di rappresentazioni mentali, specificatamente alla composizione di luogo (n. 47), che viene usata per meditare su episodi dei Vangeli o su soggetti più astratti (ad es. il peccato, la virtù, ecc.) per i quali non si fa ricorso alla storia, ma a “similitudini” o a “figure sapientemente inventate per significare alcune qualità della cosa… per analogia o somiglianza” 8 . Con una produzione di circa 1700 libri di emblemi (500 prime edizioni e 1200 edizioni successive, ristampe e traduzioni), quale gli è attribuita, i gesuiti pubblicarono più libri di emblemi (in tutte le principali lingue europee come in latino) di ogni altro gruppo di scrittori che si possa identificare 9 . I gesuiti usarono gli emblemi nella formazione spirituale e nella catechesi, nella predicazione, nel lavoro 5 Altrove Francesco usa l’immagine del raggio di luce per descrivere la santificazione prenatale di Giovanni Battista da parte di Gesù (Oeuvres IX, 384-385; Sermone per la Festa della Presentazione di Nostra Signora al tempio, 21 novembre 1620). 6 Sui libri di emblemi protestanti vd. A. Adams, Webs of Allusion: French Protestant Emblem Books of the Sixteenth Century[Intrecci allusivi: i libri di emblemi della Francia protestante del XVI secolo] (Ginevra, Droz, 2003). 7 Su questa dimensione dell’emblematica sacra vd. A. Guiderdoni-Bruslé, De la figure scripturaire à la figure emblématique: Emblématique et spiritualité, 1540-1740 [Dalla figura scritturistica alla figura emblematica: emblematica e spiritualità] (Turnhout, Brepols, 2007). 8 L. Richeome, Trois discours pour la religion catholique… (Bordeaux, 1597), 412, citato in R. Dekoninck, “Meditation on the res incorporea (invisible or abstract) [Meditazione sulla res incorporea (invisibile o astratta)]”, in Emblemata sacra: Emblem Books from the Maurits Sabbe Library, Katholieke Universiteit Leuven [Emblemata sacra : libri di emblemi della Biblioteca Maurits Sabbe dell’Università Cattolica di Lovanio], exh. cat. (Philadelphia, Saint Joseph’s Univ. Press, 2006), 23-28, a p. 23. 9 Vd. Corpus Librorum Emblematum: The Jesuit Series [Il Corpus dei libri di emblemi: la serie dei gesuiti], compilato e curato da P. M. Daly e G. R. Dimler, SJ, e pubblicato da McGill-Queen’s Univ. Press (Parte 1, 1997) e Univ. of Toronto Press (Parte 2, 2000; Parte 3, 2002; Parte 4, 2005). Dire che i libri di emblemi sono stati dei “bestsellers” è affermare una cosa ovvia. L’esempio del gesuita tedesco Jeremias Drexel (1581-1638) è istruttivo. Drexel, lo scrittore più produttivo e pubblicato dell’Europa del XVII secolo, scrisse dodici libri di emblemi, ognuno dei quali fu tradotto e ripubblica- 4 missionario e nella loro attività educativa. Dato questo contesto, è probabile che Francesco di Sales sia venuto a contatto con gli emblemi per la prima volta durante i suoi studi dai gesuiti al Collegio di Clermont a Parigi. Disegnare, comporre emblemi e sottoporli alla critica generale era parte integrante del piano di studi dei collegi tenuti dai gesuiti, particolarmente nell’ambito della retorica come parte della dottrina dei tropi. Come spiega l’illustre studioso di emblemi Karel Porteman: I gesuiti più di chiunque altro integrarono l’emblema nell’attività didattica e lo utilizzarono non solo come esercitazione preferita, ma come la perla pedagogica per raccomandare il loro sistema educativo all’esterno… Nelle mani dei gesuiti l’emblema fu un mezzo di comunicazione sia artisticamente ingegnoso che persuasivo. Rese lo spirituale insistentemente tangibile, visibile e ammirabile per tutto l’essere umano, cioè per gli occhi e gli altri sensi, per le capacità intellettuali, il cuore, i sentimenti e gli affetti. Da questo punto di vista l’emblema faceva parte dell’alta tecnologia dell’eloquentia dei gesuiti. Esso esercita una fortissima influenza sulla gente e dimostra l’ingenium di chi lo disegna. Così l’emblema doveva giocare un ruolo importante nel metodo didattico dei collegi dei gesuiti, un metodo didattico che era completamente finalizzato all’acquisizione di questa eloquentia 10 . Lo scopo finale dell’eloquentia non era semplicemente una comunicazione efficace, ma sopratutto acquisire sapienza e conoscenza. Gli emblemi davano rilievo alla cultura della Latinitas, alla creatività letteraria, all’arte della memoria (ars memorativa) e all’esercizio nelle arti simboliche che aiutavano gli studenti a sviluppare l’immaginazione e l’abilità nel persuadere: tutti elementi che erano considerati come prerequisiti per l’eloquentia. Il ruolo primario degli emblemi nel sistema educativo dei gesuiti è chiaro fin dagli anni ‘60 del XVI secolo, quando Padre Ledesma, responsabile degli studi nel Collegio Romano, propose che una volta all’anno, in un giorno di festa, fossero esposti i migliori componimenti degli allievi – discorsi, lettere, poemi visivi ed emblemi – insieme a quelli del corpo insegnante. Di fatto le esposizioni (affixiones) di emblemi composti da studenti divennero rapidamente una caratteristica tipica dei collegi dei gesuiti 11 . Il posto privilegiato che i gesuiti diedero all’emblematica in pedagogia era motivato dalla convinzione consacrata dal tempo che nel processo di apprendimento l’occhio è l’organo di senso più importante e quindi che le immagini visive, come gli emblemi, hanno un effetto più profondo e duraturo sulla memoria rispetto alle parole: “Codificare l’argomento in libri di emblemi rende più facile cogliere il significato e imparare a memoria; decodificare leggendo e guardando rende il contenuto più facilmente e durevolmente assimilabile” 12 . Perciò l’emblema era intrinsecamente collegato all’arte della memoria, il cui scopo principale non era semplicemente la memorizzazione, ma la composizione creativa, che coinvolgeva le facoltà intellettive, stimolava nuova riflessione e sfociava nella “produzione” di cose nuove. Questo processo implicava il creare immagini che impressionassero, cioè immagini con una forte carica emotiva (sanguinose, violente, mostruose, patetiche, che vogliono in qualche modo provocare o incutere timore), o il porre immagini comuni in con- to in numerose edizioni successive. Tra il 1618 e il 1642 furono venduti di Drexel dai suoi tre editori solo a Monaco 170.000 libri di emblemi. Questa è una cifra sbalorditiva avendo Monaco a quel tempo solo 22.000 abitanti. Vd. G. R. Dimler, SJ, The Jesuit Emblem: Bibliography of Secondary Literature with Select Commentary and Descriptions [L’emblema presso i gesuiti: bibliografia ragionata della letteratura riguardante l’argomento] (Brooklyn, AMS Press, 2005), xii. 10 K. Porteman, “The Use of the Visual in Classical Jesuit Teaching and Education [L’uso della dimensione visiva nell’insegnamento e nella didattica tipici dei gesuiti]”, Paedagogica Historica 36 (2000), 179-96, a pp. 180-181. 11 K. Porteman, “Introductory Study [Studio introduttivo]”, in Emblematic Exhibitions at the Brussels Jesuit College (1630-1685): A Study of Commemorative Manuscripts (Royal Library, Brussels) [Esposizioni di emblemi al Collegio dei gesuiti di Brussel (1630-1685): uno studio dei manoscritti commemorativi (Royal Library, Brussel)], trad. di A. Simoni (Brussel, Royal Library / Turnhout, Brepols, 1996), 9-46, spec. 10-11, 14-15, e J. Cull, “The Baroque at Play: Homiletic and Pedagogical Emblems in Francisco Garau and Other Spanish Golden Age Preachers [Il Barocco in azione: emblemi omiletici e pedagogici in Francisco Garau e altri predicatori del Secolo d’oro spagnolo]”, in Writing for the Eyes in the Spanish Golden Age [La scrittura per gli occhi nel Secolo d’oro spagnolo], a cura di F. de Armas (Lewisburg, pa., Bucknell Univ. Press, 2004), 237-56, spec. 238-240. 12 Porteman, “The Use of the Visual in Classical Jesuit Teaching and Education”, 183. A questo proposito, l’emblema di uno studente del XVII secolo del Collegio dei gesuiti di Brussel sentenzia Plus verbis res ipsa juvat, “La cosa in se stessa aiuta più delle parole”, mettendo così in evidenza che “Le immagini rappresentano le res, le cose, che hanno un effetto più diretto e convincente che le verba, le parole. Ciò che si vede ha più capacità di influire di ciò che si sente, dice l’epigramma. È assolutamente inutile stordire delle orecchie stanche con una gran quantità di parole. I fatti e le cose sono molto più attraenti delle parole, afferma lo studente Jan van der Beken” (ibid., 187). Vd. anche Porteman, “Introductory Study”, p. 41 e figura 21. 5 testi inattesi 13 . Considerate attraverso il prisma della tradizione emblematica, le immagini e le metafore di Francesco assumono immediatezza e vivacità nuove. Francesco e la tradizione emblematica Francesco è stato descritto come persona dall’“abito mentale emblematico, senza il quale il suo modo di scrivere è inconcepibile” 14 . Anche se Francesco non è mai stato autore di un libro di emblemi (di uno fu però il soggetto: La vie symbolique du bienheureux François de Sales di Gambart), ci sono molti dati nella vita e negli scritti di Francesco che dimostrano gli stretti legami tra il santo e la tradizione emblematica. Nel suo studio classico sul periodo che Francesco trascorse a Parigi come studente, Elisabeth Stopp ricorda che la congregazione mariana di cui Francesco faceva parte aveva la duplice funzione di pia confraternita e di accademia letteraria. È significativo che una delle attività di questo gruppo nei suoi incontri settimanali come accademia era “‘enigmi, iscrizioni e stemmi simbolici’, cioè venivano composti degli emblemi con scritte o disegni e sottoposti al giudizio degli altri” (ibid.). Figura 3. Anton II Wierix (1555/59-1604), Cristo che ripoInoltre essendo formato a comporre e disegnare emblemi, Francesco sa nel cuore, ca. 1585, calcogracondivideva con gli scrittori emblematici suoi contemporanei fonti comuni, fia. Per concessione della Maucome la Bibbia (soprattutto il Cantico dei Cantici e i Salmi), la storia naturarits Sabbe Library, Katholieke le e le raccolte di immagini. Per esempio, tra le fonti che Francesco cita nel Universiteit Leuven. “Il secondo suo Défense de l’Estendart de la saincte Croix [Difesa dello stendardo della modo di metterti alla santa presenza di Dio è di ricordare che santa Croce], una ricerca teologica sulla natura della rappresentazione pittoEgli non è solo nel luogo dove tu rica nella cristianità, c’è Hieroglyphica (Basilea, 1556) di Giovanni Piero ti trovi, ma che è anche presente Valeriano Bolzani, un erudito ed enciclopedico manuale iconografico che in modo particolarissimo nel tuo ebbe un’enorme influenza e al quale la letteratura emblematica attinse amcuore e al centro del tuo spirito. Lo ravviva e lo anima con la Sua piamente (Oeuvres II, 98) 15 . divina presenza, perché Egli è là Non di minore importanza è che Francesco avesse dimestichezza con come il cuore del tuo cuore e lo gli sviluppi contemporanei della letteratura emblematica. Ad esempio, nella spirito del tuo spirito” (IntroduPrefazione al Trattato dell’amor di Dio (1616), Francesco include nel suo zione alla vita devota, II, 2). elenco di autori e libri sull’amore di Dio “dei nostri giorni” il gesuita Louis Richeome (1544-1625) e la sua importante e innovativa opera emblematica La peinture spirituelle: L’art d’admirer, aimer & louer Dieu en toutes ses oeuvres …([La pittura spirituale: L’arte di ammirare, amare e lodare Dio in tutte le sue opere] …; Lyon, 1611). Il libro di Richeome riprende dei tentativi precedenti di Ignazio di Loyola e del suo più stretto collaboratore, Jerome Nadal (1507-80), di sviluppare una teologia delle immagini pittoriche e il suo ruolo nel coltivare la vita spirituale. Francesco ha parole sentite di lode per Richeome e La peinture spirituelle: “questo autore è così amabile sia personalmente sia nei suoi splendidi scritti che lo è indubbiamente anche di più quando scrive sull’amore” (Oeuvres IV, 6) 16 . Francesco, inoltre, era amico stretto di un altro gesuita autore di opere emblematiche, Étienne Binet (1569-1639), da quando erano studenti insieme al collegio di Clermont, e la guida spirituale e intellettuale di Francesco, Antonio Possevino (1534- 13 Porteman, “Introductory Study”, p. 20, e M. Carruthers e J. Ziolkowski, “General Introduction [Introduzione generale]” al loro The Medieval Craft of Memory: An Anthology of Texts and Pictures [L’arte della memoria nel Medioevo: un’antologia di testi e di immagini] (Philadelphia, Univ. of Pennsylvania Press, 2002), pp. 1-31, spec. a p. 3 e p. 13. 14 Stopp, “Francis de Sales at Clermont College” [Francesco di Sales al Collegio di Clermont], 34. 15 L’edizione di Annecy identifica i Hieroglyphica di Valeriano anche come fonte di un passo sull’olivo in uno schema di omelia di Francesco per l’Avvento 1616 sul secondo versetto del cantico di Zaccaria, il Benedictus (Lc 1, 69) (Oeuvres VIII, 226). L’uso della croce da parte di Francesco come immagine emblematica è stato esaminato da Patricia Siegel Finley nel saggio da lei presentato nell’ottobre 2006 al Salesian Scholars Seminar [Seminario degli studiosi salesiani]. 16 Uno studio accurato di quest’opera è stato presentato da J. Loach, “An Apprenticeship in Seeing: Richeome’s La peinture spirituelle” [Un apprendistato nel vedere: La peinture spirituelle di Richeome], al 2° Lovis Corinth Colloquium alla Emory University e sarà pubblicato negli Atti di questa conferenza internazionale (Turnhout: Brepols, 2008). 6 1611), aggiunse un lungo capitolo sugli emblemi all’edizione veneziana del 1603 della sua monumentale Bibliotheca Selecta (pubblicata per la prima volta a Roma nel 1593) 17 . Il vero fondamento della mentalità e della tradizione emblematiche è discusso da Francesco nella lettera del 5 ottobre 1604 sul ministero della predicazione ad André Frémyot (1573-1641), fratello di S. Giovanna di Chantal, divenuto da poco arcivescovo di Bourges. Nello spiegare l’opportunità di trarre dalla storia naturale materia da usare nelle omelie, Francesco si appella al principio del simbolismo universale, formulato per la prima volta da S. Agostino (354-430) e sviluppato poi da S. Bonaventura (1221-74): “E che dire della storia naturale? Una cosa eccellente, perchè il mondo, fatto dalla paFigura 4 – Adrien Gambart, La vie symbolique du bienheureux François de Sales, evesque et prince de Genève, comprise sous le voile de 52 emblèmes, qui marquent le caractère de ses principales vertus, avec autant de méditations, ou réflexions pieuses, pour exciter les âmes… (Paris : Aux frais de l’auteur pour l’usage des religieuses de la Visitation, & à la disposition de celles de Fauxbourg saint Jacques, 1664), Emblema VII. Per concessione della Biblioteca Maurits Sabbe, Katholieke Universiteit Leuven. Nella lettera dedicatoria a La vie symbolique, Gambart mette in evidenza, attraverso gli emblemi che egli usa per rappresentare la vita del santo, l’analogia strutturale tra il modo di esporre e argomentare di Francesco di Sales “per mezzo di similitudini” e il metodo di Cristo di insegnare con immagini e parabole. Gambart considera importante usare proprio le immagini di Francesco per molti dei suoi emblemi. Nell’Emblema VII, per es., un elefante che sta caricando è fermato da un agnello: un’immagine usata da Francesco nell’Introduzione alla vita devota (III, 8), per spiegare come la collera debba essere dominata dalla mitezza (Mansuetis grandia cedunt, “La grandezza cede alla mitezza”). L’immagine emblematica di Gambart rappresenta la nota mitezza di Francesco e il suo controllo sull’ira, perché il santo, come spiega il testo che accompagna l’immagine, vinceva il cuore degli eretici con la gentilezza e quello dei peccatori con la mitezza, poiché il suo modello era Gesù Buon Pastore, che è “mite ed umile di cuore” (Mt 11, 19). rola di Dio, riflette questa parola ovunque; ogni sua parte canta la lode del suo Creatore. È un libro pieno della parola di Dio, ma con un linguaggio che non tutti comprendono. … Questo libro è adatto per trarne similitudini, paragoni …” (Oeuvres XII, 307) 18 . Sono stati documentati numerosi paralleli tra passaggi particolari degli scritti di Francesco e illustrazioni specifiche di libri di emblemi del suo tempo. Per esempio, Agnès GuiderdoniBruslé, in un recente articolo sulle immagini e gli emblemi nella spiritualità di Francesco, ha giustapposto illustrazioni di picturae tratte da quattro diversi libri di emblemi con passi dell’Introduzione alla Vita Devota (1609) che servono da commento a queste immagini 19 . Qui può bastare un esempio: il Cristo che riposa nel cuore di Anton II Wierix (ca. 1586) e l’istruzione di Francesco a Filotea di potersi mettere alla presenza di Dio ricordando che Egli è presente in modo particolare nel suo cuore (II, 2) (Figura 3). (È degno di nota che delle incisioni simili a quelle di Wierix appaiono sul frontespizio della editio princeps del Trattato e sull’edizione in folio del 1652 delle opere di Francesco). Ad eccezione dell’incisione della Pietà sul frontespizio, l’editio princeps dell’Introduzione non ha illustrazioni; tuttavia paralleli tra il testo ed alcuni emblemi servono ad evidenziare 17 Binet, con un altro gesuita, Étienne Luzvic (1567-1604), riprese la serie di emblemi, Cor Iesu amanti sacrum, eseguita verso il 1586 da Anton II Wierix (1555/59-1604), per produrre il libro Le coeur devot [Il cuore devoto; Paris, 1626]. Sull’interpretazione degli emblemi da parte di Possevino nella Bibliotheca Selecta, cfr. J. Donnelly, SJ, “Antonio Possevino, SJ, critico d’arte della Controriforma”, Journal of the Rocky Mountain Medieval and Renaissance Association [Rivista dell’Associazione sul Medioevo e il Rinascimento delle Montagne Rocciose] 3 (1982): 153-64, spec. 160-62. 18 Questo aspetto del pensiero di Francesco è stato rilevato spesso dagli studiosi: vd., per es., E. Stopp, “The Emblems of Adrien Gambart [Gli emblemi di Adrien Gambart]”, in Adrien Gambart’s Emblem Book (1664), 1-9, spec. 5; e A. Guiderdoni- Bruslé, “Images et emblèmes dans la spiritualité de saint François de Sales [Immagini e emblemi nella spiritualità di S. Francesco di Sales]”, XVII e siècle [XVII secolo], 214 (Genn.-Mar., 2002): 35-54, spec. 52, e “The Contexts of Adrien Gambart’s Emblem Book [I contesti del Libro degli Emblemi di Adrien Gambart]”, 24-25. Sul principio del simbolismo universale, vd. History of Beauty [Storia della bellezza], a cura di U. Eco, trad. di A. McEwen (New York, Rizzoli Ed., 2004), 143. 19 Guiderdoni-Bruslé, “Images et emblèmes”, 43, 45, 47-48. 7 l’affinità (e la competizione?) che esisteva ai tempi di Francesco tra immagini visive e un linguaggio e un modo di descrivere vividi e immaginifici: una tecnica retorica nella quale il nostro santo eccelleva e che dai suoi contemporanei era considerata l’apice della virtuosità omiletica 20 . L’esaltazione emblematica di Francesco di Sales Dall’inizio del XVII sec. in poi gli emblemi permearono virtualmente ogni aspetto della vita: il teatro; eventi ecclesiastici, liturgici e civici; vita di corte, ecc. E questo è vero anche nella vita di Francesco. Nel corso della missione nello Chablais immagini emblematiche furono esposte pubblicamente durante le Quarantore che Francesco e i suoi collaboratori tennero a Thonon dall’ 1 al 3 ottobre 1598. In occasione dell’insediamento di Francesco come vescovo di Ginevra (14 dicembre 1602) e del suo funerale ad Annecy (24 gennaio 1623), la cattedrale di S. Pietro fu adornata di emblemi e composizioni emblematiche. Dopo la morte di Francesco, la sua dottrina e la sua apoteosi furono regolarmente esaltate con emblemi sia stampati sia come parte delle celebrazioni per la sua beatificazione (1661) e per la sua canonizzazione (1665). Per esempio, la bella edizione in folio delle opere di Francesco pubblicata a Parigi nel 1652 include un emblema sotto forma di un piccolo quadro, tratto principalmente dagli scritti del santo, all’inizio di ogni libro e delle parti che lo costituiscono. L’intento di questi emblemi, come indica la prefazione del libro, è duplice: fornire un’idea del contenuto che segue e suscitare la curiosità di chi legge / guarda così che si sforzi di comprendere il significato dell’immagine. La chiesa del primo monastero della Visitazione ad Annecy (l’attuale chiesa di S. Francesco di Sales), luogo in cui fu inizialmente seppellito Francesco, fu adornata con emblemi per le solenni cerimonie tenutevi il 30 aprile 1662 per celebrare la sua beatificazione. (La celebrazione della sua canonizzazione ad Annecy nel 1666 fu più modesta). Anche oggi si possono vedere due eleganti emblemi scultorei policromi (cfr. gli emblemi XXVII e XXXI in Gambart) sul retroaltare dell’altare maggiore di questa chiesa: un vivo richiamo dello stretto rapporto di Francesco con la tradizione emblematica 21 . Le celebrazioni per la canonizzazione di Francesco tenute al di fuori di Annecy inclusero anche delle composizioni emblematiche, quali la parata dei carri rappresentanti le virtù del santo, disegnate dal gesuita Claude-François Ménestrier (1631-1705), che erano parte delle cerimonie solenni tenute a Grenoble il 26 maggio 1667. Questa è la seconda esaltazione emblematica più importante di Francesco dopo il Libro degli Emblemi di Gambart 22 . Il Libro degli Emblemi di Gambart Agli inizi dell’età moderna, gli emblemi erano usati per esaltare i santi perché erano un modo di presentare la loro vita e la loro dottrina conciso e facile da ricordare. Perciò le collezioni di emblemi dedicate alla vita e alle virtù dei santi erano spesso parte della letteratura “promozionale” prodotta nel corso del processo di canonizzazione. Questo è anche il contesto del Libro degli Emblemi di Gambart, dedicato e indirizzato alle sorelle del monastero della Visitazione del Faubourg Saint-Jacques di Parigi, dove Gambart (16001668), un sacerdote di S. Vincenzo de’ Paoli, fu cappellano per oltre trent’anni. L’ampio pubblico a cui si rivolgeva in modo immediato sarebbe stato ben preparato per il suo approccio, perché “Il tipo di gente che leggeva i libri di S. Francesco o che entrava alla Visitazione o in altri Ordini riformati nella prima metà del 20 M. Fumaroli, L’Âge de l’éloquence (1980; Ginevra, Droz, 2002), 678-79. L’affinità tra visivo e verbale è riassunta dalla massima di Orazio, ut pictura poesis, “com’è la pittura così è la poesia”. Ai tempi di Francesco questo era un tema discusso volentieri dalle principali figure del mondo delle lettere e dell’arte, compreso Possevino, che riprese l’argomento nella sua Tractatio de Poesi et Pictura (Lione, 1594), pubblicata originariamente come Libro 17 della Bibliotheca Selecta. Possevino inviò a Francesco una copia di questo libro, nel quale – il santo attesta – egli trovò “un’immagine di Possevino” che è ritratta “con tale grazia ed esattezza” che “mi è presente in questo libretto quasi come lo sarebbe nella realtà” (Lettera 49, ad Antoine Favre, Oeuvres XI, 123). 21 C.-A. de Sales, Histoire du bienheureux François de Sales, 2 voll. (pubblicato la prima volta in latino e francese nel 1634; Paris: Louis Vives, 1857), 1: 209, 339-40, 2:273; Annales de la dévotion à saint François de Sales et à sainte Jeanne-Françoise de Chantal à Annecy (Annecy : J. Abry, 1911), 6, 75-83, 87-91 ; e F. Roulier e D. Vidalie, Un art retrouvé : Églises et chapelles baroques du diocèse d’Annecy, 3 voll. (La Balme de Sillingy, 2001-2002), 3 : 103-104. La chiesa di S. Francesco di Sales ad Annecy fino al 1923 fu la chiesa di S. Giuseppe. Fu proprio Francesco che ne benedì la pietra angolare nel 1614 e che quattro anni dopo consacrò solennemente la chiesa scegliendo S. Giuseppe come suo patrono titolare. Nel 1923 il vescovo di Annecy intitolò la chiesa a Francesco in occasione del terzo centenario della sua morte. Sono grato al mio confratello P. Jean Gayet, OSFS, per questa informazione basata sul suo articolo inedito “Historique de l’Église Saint François restaurée” [Cronistoria della chiesa S. Francesco restaurata]. 22 Guiderdoni-Bruslé, “The Contexts of Adrien Gambart’Emlem Book”, 14-15. 8 Figura 5. Adrien Gambart, La vie symbolique du bienheureux François de Sales, evesque et prince de Genève, comprise sous le voile de 52 emblèmes, qui marquent le caractère de ses principales vertus, avec autant de méditations, ou réflexions pieuses, pour exciter les âmes … (Paris : Aux frais de l’auteur pour l’usage des religieuses de la Visitation, & à la disposition de celles de Fauxbourg saint Jacques, 1664), Emblema I. Per concessione del De Sales Resources & Ministries, Stella Niagara, N.Y. L’emblema iniziale di Gambart fa riferimento a due episodi della vita di Francesco, quando egli viene a contatto con la Sindone di Torino, mettendo così in evidenza, fin dall’inizio, il tema principale del libro, quello della perfetta conformità di Francesco a Cristo, e mantenendo un taglio concreto piuttosto che astratto. Secondo alcuni biografi di Francesco, quando la Sacra Sindone fu portata ad Annecy nel 1566 ed esposta alla venerazione pubblica nella chiesa di Nostra Signora di Liesse, la signora di Boisy pregò di avere un figlio maschio e lo offrì a Dio fin da quel momento, mentre venerava la Sacra Sindone. Altri ritengono che mentre era incinta di lui e consapevole che sia la sua vita che quella del bambino alla nascita sarebbero state in pericolo, la madre di Francesco abbia venerato la Sindone a Chambéry nel 1567, offrendo a Dio il bambino che portava in grembo. Nell’Emblema I, una rugiada celeste (nella scritta definita sudor a causa della Sindone) discende sull’offerta della signora di Boisy: Primitias sudor aethereus beat, “La rugiada celeste benedice le primizie”. Anni dopo, in una lettera a Madre di Chantal, Francesco descrive come nella festa della Sacra Sindone, il 4 maggio 1613, mentre era tra i vescovi che tenevano sollevata la Sindone a Torino per la venerazione del popolo e del duca di Savoia, alcune gocce di sudore, dovute al gran caldo, caddero dal suo viso sul telo mescolandosi così con il sudore di Nostro Signore. Francesco scrive: “Il Principe-Cardinale fu irritato che il mio sudore fosse caduto sulla Sacra Sindone del mio Salvatore. Ma mi venne in mente di dirgli che Nostro Signore non era così fastidioso e che aveva versato il Suo sudore e il Suo sangue perché potessero mescolarsi con il nostro e per ottenerci così la salvezza eterna. Possano i nostri sospiri mescolarsi con i Suoi così da poter salire come soave profumo fino all’eterno Padre” (Lettera 971, Oeuvres, XVI, 178). XVII secolo avrebbe sicuramente avuto familiarità con i libri di emblemi religiosi e con un pensiero emblematico” 23 . Gli emblemi di Gambart o visualizzano molte delle immagini letterarie di Francesco (Figura 4) o attingono ad altre fonti popolari della tradizione emblematica. Il carattere del libro di Gambart è meditativo piuttosto che celebrativo, come il ricordo di Francesco da parte di S. Giovanna di Chantal. Ogni emblema invita chi legge o guarda a meditare su un episodio della vita di Francesco o su una delle sue virtù caratteristiche con l’intento di imitare il santo. Per facilitare il processo di imitazione, è proposto un emblema per ognuna delle cinquantadue settimane dell’anno con una meditazione, che è poi seguita da sette punti per la preghiera e l’azione, uno per ogni giorno della settimana. Mediante gli emblemi, Gambart, in un modo concreto e facile da ricordare, rende accessibili le qualità veramente notevoli della vita di Francesco e gli elementi caratteristici della spiritualità salesiana. Nella lettera dedicatoria del suo libro alle Visitandine, Gambart afferma che raccontare la storia della vita di Francesco con emblemi è un modo di presentare la sua biografia che rimane fedele al santo stesso, il quale usa costantemente le immagini come “veli” e “simboli” per insegnare verità e virtù, ed è un omaggio al suo modo emblematico di pensare. Inoltre, secondo Gambart, il metodo di Francesco di insegnare attraverso immagini mette in evidenza la sua imitazione di Cristo (Figura 5), che, nella Sua vita e nel Suo apostolato, utilizzò ampiamente e autorizzò l’uso di immagini e similitudini perché “sotto il nome delle cose più familiari e comuni, [Egli] rivelò Se stesso e le Sue virtù più sublimi all’umanità” (45). Pensieri conclusivi La vita e gli scritti di Francesco coincidono con la parte più ricca e prolifica dell’età emblematica, soprattutto nell’emblematica sacra. Considerare Francesco in questo contesto offre un’apertura importante sul processo del suo pensiero e indica la via per un nuovo approccio alla sua vita e ai suoi scritti che è fedele alla storia, ma che è anche in sintonia con il primato dato all’immagine nella cultura di oggi. Possiamo portare via qualcosa, e cosa, dalla precedente analisi di un argomento così complesso, ma così affascinante? Oltre al resto emergono tre elementi. Primo: è una verità lapalissiana che “un’immagine vale mille parole” e quanto più un’immagine è insolita e colpisce, tanto più si ricorderà. I lettori moderni talvolta sono distratti dall’abbondante uso da parte di 23 Stopp, “The Emblems of Adrien Gambart”, 4. 9 Francesco di immagini prese dalla storia naturale, ma queste immagini non devono essere sembrate meno strane ai suoi lettori del XVII secolo. La loro utilità non sta nel loro contenuto di verità oggettiva (ammesso che ne abbiano), ma nella loro funzione mnemonica in quanto “alludono a” qualcos’altro, per es., alle “piccole virtù”, all’elemento particolare che Francesco sta cercando di spiegare, ecc., in modo da fissarlo saldamente nella memoria. Secondo: giustapporre emblemi e passi degli scritti di Francesco mette in luce la complementarietà, ma anche la dinamica tensione intrinseca tra immagini visive e immagini verbali, area, quest’ultima, in cui l’arte di Francesco è impareggiabile. Terzo: gli emblemi di Gambart forniscono un mezzo per “lavorare a ritroso” sui testi e sulla biografia di Francesco così da facilitare l’apprendimento e la memorizzazione degli esempi virtuosi e dell’inesauribile dottrina spirituale del nostro santo. Joseph F. Chorpenning, OSFS STUDI SALESIANI NEL MONDO Nomina di un nuovo membro della ICSS Tra le aggiunte allo Statuto della ICSS, proposte dalla ICSS nel suo incontro a Roma nell’aprile 2005 e approvate successivamente dal Consiglio Generale, c’era quella di un quarto membro per rappresentare le aree di lingua spagnola e portoghese. Il Consiglio Generale ha recentemente nominato come membro della ICSS con questo ruolo il P. Valdir Formentini, OSFS, pastore della chiesa di St. Charles nel Principato di Monaco. I nostri lettori conoscono forse di P. Formentini l’imponente raccolta delle immagini di S. Francesco di Sales nell’arte, che si trova sul sito della ICSS (www.franz-von-sales.de) sotto “Pictures”. La ICSS dà un caloroso benvenuto a P. Formentini! Borse di studio della ICSS per il 2006-2007 Il Consiglio Generale, su indicazione della ICSS, ha approvato le borse di studio per il 2006-2007 per i seguenti progetti: a P. Michael Murray, OSFS, direttore esecutivo del De Sales Spirituality Center, della Provincia di Wilmington-Philadelphia, per la traduzione in spagnolo delle Domeniche salesiane - Ciclo C e per numerose singole pubblicazioni salesiane; al fratello Daniel P. Wisniewski, OSFS, per un seminario di una giornata su “La tradizione emblematica, la creazione di immagini e S. Francesco di Sales”, tenuto dalla dott. Agnès Guiderdoni-Bruslé, una specialista nel campo della letteratura emblematica, dell’Università Cattolica di Lovanio (Belgio), all’interno del Salesian Scholars Seminar [Seminario degli studiosi salesiani] del 18-22 ottobre 2006 al De Sales Resources & Ministries a Stella Niagara, N.Y.; e per sostenere la pubblicazione della biografia di P. Brisson di P. Dirk Koster, OSFS, membro della ICSS. Notizie Web Uno dei principali obiettivi della ICSS è quello di aiutare le province e le regioni degli Oblati a creare un proprio sito. Grazie agli sforzi instancabili e all’indispensabile assistenza di P. Herbert Winklehner, OSFS, un membro della ICSS, quattro province e regioni hanno potuto creare il loro sito: la Missione d’Asia (www.osfs-asia.net), la Provincia italiana (www.osfs-italia.net), la Regione della Namibia (Keetmanshoop) 10 (www.osfs-namibia.net) e la Provincia francese (che include il Benin) (www.osfs-france.net). I quattro siti contengono tutti una panoramica delle comunità e dell’apostolato degli Oblati di S. Francesco di Sales, così come notizie e fotografie d’ogni genere. Questa importante realizzazione dovrebbe permettere agli Oblati di S. Francesco di Sales di diffondere lo spirito salesiano e il loro carisma in una cerchia molto più ampia di persone. L’ICSS ha anche aiutato la Provincia tedesca a migliorare e rilanciare il suo sito (www.osfs.de). Asia CINA P. John Harvey, OSFS, ha l’onore di essere il primo Oblato di S. Francesco di Sales “missionario” in Cina. Lo scorso giugno ha condiviso con diversi gruppi di Hong Kong la bella notizia che è forse possibile fondare Courage International, associazione per quanti provando attrazione per persone dello stesso sesso desiderano vivere in castità. Il Sunday Examiner, il settimanale cattolico della diocesi di Hong Kong, ha fatto in prima pagina uno speciale su P. Harvey e su Courage e su un altro collaboratore, il dott. Peter Redegeair che lo accompagnava. Essi sono stati invitati dal cancelliere della diocesi. Oltre che in Messico e in Slovacchia, l’infaticabile P. Harvey, giovane di 88 anni, ha ora aperto la strada per la fondazione di Courage anche in Cina. INDIA Negli ultimi mesi la Regione è stata più volte in festa per un anniversario di ordinazione sacerdotale, per una professione perpetua e per un’ordinazione sacerdotale. Con il Giorno dei Fondatori degli Oblati in ottobre la Regione ha festeggiato anche il quarantesimo anniversario di ordinazione sacerdotale di P. Alfred Smuda, OSFS. P. Smuda per trentadue anni ha prestato il suo servizio ministeriale in terre di missione (venticinque in Brasile e sette in India). P. Smuda ha l’onore di essere l’ex maestro dei novizi di P. Aldino Kiesel, OSFS, recentemente eletto Superiore Generale degli Oblati di S. Francesco di Sales, e presta attualmente il suo servizio come superiore nello studentato di teologia degli Oblati da poco fondato a Mangalore. La ICSS estende le sue più calorose congratulazioni a P. Smuda per la sua passione nel vivere e diffondere il carisma salesiano degli Oblati. Una settimana circa dopo la celebrazione anniversaria di P. Smuda, John George Kadavumkandathil ha fatto la professione definitiva come Oblato di S. Francesco di Sales. È il dodicesimo confratello indiano professo e la comunità Bliss [Beatitudine] e molti amici hanno festeggiato con gioia l’impegno di John. Poco dopo questo memorabile evento, è stato ordinato sacerdote il decimo confratello indiano, P. Bala Swamy: un’altra occasione di grande gioia per gli Oblati di S. Francesco di Sales in Asia e in verità in tutto il mondo. P. Bala Swamy proviene da Suriapet nell’Andhra Pradesh e svolgerà il suo ministero come vicario parrocchiale nella diocesi di Vizhak. Le foto di queste celebrazioni molto vivaci si possono vedere sul sito: http://www.osfsasia.net/news.html. P. Shaju Kanjiramparayil, OSFS, ha scritto un articolo per la rivista LICHT sul pensionato per ragazzi che la comunità di Samapanaram ha aperto da non molto. L’articolo è intitolato “Mit Freude gemeinsam lernen” [Studiare insieme con gioia] ed è stato pubblicato nel numero di aprile 2006. È disponibile on line sul sito: http://www.zeitschrift-licht.de/index.htm. FILIPPINE Come è stato detto in uno dei numeri precedenti di questa Circolare, la Regione indiana ha preso l’impegno di sostenere la fondazione degli Oblati nelle Filippine. P. Bruzily Abraham Vettukallamkuzhyil, OSFS, si è generosamente impegnato per tre anni in questo importante apostolato e tra breve si unirà a P. Josef Költringer, OSFS. P. Költringer, una volta al mese, predica una giornata di ritiro su un tema salesiano alle sorelle della Visitazione delle Filippine. Le sorelle hanno ora due nuove candidate. COREA DEL SUD Lo scorso maggio i Salesiani di Don Bosco hanno ospitato un Festival musicale per giovani a cui hanno partecipato 5000 fra ragazzi e giovani adulti. Il Festival, che ha ricordato il cinquantesimo anniversario dell’inizio dell’attività dei Salesiani a servizio dei giovani di Kwangju, comprendeva un concerto e altre iniziative. 11 Europa Zenit News Service ha riportato la seguente notizia: Il Rettore Maggiore dei Salesiani ha esortato i suoi religiosi a riprendere “con coraggio il nostro meraviglioso compito di restituire all’Europa la sua anima”. Padre Pascual Chávez, SDB, ha consegnato questo messaggio ad un congresso tenuto al Salesianum di Roma, il cui tema era: “Europa – terra di missione: le sfide dell’evangelizzazione in Europa oggi alla luce dell’Esortazione apostolica Ecclesia in Europa”. Riferendosi alla perdita da parte del continente delle sue radici cristiane, Padre Chávez ha commentato: “Come congregazione salesiana siamo particolarmente consapevoli che chi risente maggiormente di questa perdita sono i giovani, che sono i più esposti alle conseguenze negative del modello culturale dominante, ma siamo altresì convinti che chi può meglio invertire questa tendenza sono ancora i giovani”. AUSTRIA-GERMANIA DEL SUD Dall’8 all’11 giugno 2006 un gruppo laicale salesiano degli Oblati e delle Oblate di S. Francesco di Sales (Gruppo di Vienna) ha partecipato ai ritiri salesiani presso il monastero della Visitazione di Zangberg in Baviera, tenuti dalla signora Hannelore Flach, membro dell’equipe per i ritiri salesiani. La Provincia dell’Austria-Germania del Sud degli Oblati di S. Francesco di Sales nel 2006 ha celebrato il suo centenario. In quattro grandi appuntamenti, a Vienna (Austria) e a Eichstätt e Fockenfeld (Baviera) è stata raccontata la ricca storia della Provincia. Informazioni dettagliate su questi eventi, come pure sulla storia della Provincia e sul suo stato attuale si possono trovare sul sito web creato particolarmente per questo centenario: www.eslebejesus.de. Per questo anniversario sono stati composti da Christian Heiß, direttore musicale per la diocesi di Eichstätt, due nuovi canti salesiani “Vivat Jesus” e “Tenui nec dimittam”. Questi canti sono disponibili sul sito www.franzvonsaleslexicon.de, sotto “Liturgia”. Il 14 ottobre 2006 è stato ordinato sacerdote a Dachsberg, nell’Alta Austria, Markus Kraxberger, OSFS. Gli Oblati di S. Francesco di Sales hanno approfittato dell’occasione per dare alla celebrazione un carattere tipicamente salesiano. Padre Kraxberger ha contribuito scegliendo come suo motto la seguente massima di S. Francesco di Sales: “La libertà è la parte più preziosa dell’essere umano” (Sermone per la Festa di S. Agostino, 28 agosto 1620 [Oeuvres IX, 324-39]). Dal gruppo video di Dachsberg è stato realizzato un DVD dell’ordinazione con interviste a P. Kraxberger, al Vescovo Maximilian Aichern, OSFS, e a P. Konrad Haußner, OSFS, provinciale della Provincia dell’Austria-Germania del Sud. Il DVD si può avere da P. Kraxberger in cambio di un’offerta ([email protected]). Il 15 dicembre 1931, P. Franz Reisinger, OSFS, fondava la casa editrice Franz-Sales-Verlag. Il 2006 ha segnato il 75° anniversario di questa istituzione per la diffusione e la promozione in lingua tedesca di S. Francesco di Sales e della spiritualità salesiana. Oltre alla bimestrale rivista salesiana LICHT, sono attualmente disponibili della Franz-Sales-Verlag circa 100 libri salesiani di vario genere, compresa l’edizione tedesca delle opere di S. Francesco di Sales (12 volumi e CD-ROM), come anche l’annuale Jahrbuch für salesianische Studien (Quaderno annuale degli studi salesiani). Negli ultimi anni la diffusione della spiritualità salesiana per mezzo delle nuove tecnologie si è intensificata come attestano i due siti web: www.franzvonsaleslexicon.de e www.franz-sales-verlag.de. Nell’Avvento 2006 P. Herbert Winklehner, OSFS, membro della ICSS, ha nuovamente pubblicato un calendario salesiano on line per l’Avvento (www.salesadvent.de). Nel 2006 ha anche offerto delle “Risposte salesiane” a ventiquattro domande sottoposte via e-mail. Le domande includevano ad es.: “Come posso pregare?”, “Devo accettare la gerarchia cattolica?” e “C’è l’inferno?”. Queste risposte sono ancora on line come i calendari degli Avventi passati. Delle giornate salesiane di ritiro hanno avuto luogo, dall’8 al 10 dicembre 2006, al centro di formazione della diocesi di Passau (Baviera) e sono state guidate da P. Benedikt Leitmayr, OSFS. Nel 2007 questi giorni di ritiro sono programmati dal 7 al 9 dicembre. Per iscriversi (il numero di partecipanti è limitato) contattare la casa provincializia degli Oblati, Ettinghausengasse 1, A-1190 Wien, tel. 01-302 66 97, e-mail: [email protected]. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito www.osfs.at L’11 gennaio 2007 P. Josef Költringer, OSFS, ha tenuto la conferenza “L’autocompiacimento nella fede è un’aberrazione: il lavoro missionario cristiano oggi”, presso il centro di formazione di St. Franziskus a Ried nell’Innkreis (Alta Austria). Per ulteriori informazioni vedere: http://www.diozeselinz.at/einrichtungen/bildungszentrum-stfranziskus/. 12 Gli Oblati di S. Francesco di Sales del Salesianum Rosental a Eichstätt in Baviera (www.salesianumrosental.de) nel 2007 hanno celebrato la solennità di S. Francesco di Sales con quattro eventi diversi. Mercoledì 24 gennaio è stata celebrata la Liturgia eucaristica nella cappella del Centro Cattolico dell’Università di Eichstätt (www.khg-eichstaett.de). Il 25 gennaio, per onorare il patrono dei giornalisti, si è tenuto un incontro sul giornalismo che aveva come relatrice principale Michaela Pilters, responsabile dello staff editoriale di “chiesa e vite” nella ZDF, la seconda stazione televisiva tedesca per importanza sponsorizzata dal governo. Subito dopo l’incontro c’è stato un ricevimento per tutti i giornalisti invitati. Il 26 gennaio il dott. Josef Weismayer, per lungo tempo professore di dogmatica e di spiritualità all’Università di Vienna, ha tenuto una conferenza dal titolo: “Vivere in abbondanza: approcci alla spiritualità salesiana”. Il momento culminante di questa settimana salesiana è stato la celebrazione dell’Eucaristia al Salesianum Rosental domenica 28 gennaio, presieduta dal neo-consacrato vescovo diocesano di Eichstätt, dott. Gregor Maria Hanke, OSB. P. Thomas Günther, OSFS, P. Thomas Mühlberger, OSFS, e la signora Monika Rauh, il 20 gennaio 2007, al centro di formazione di St. Franziskus a Ried nell’Innkreis (Alta Austria), hanno organizzato una giornata salesiana di ritiro dal tema “Poco, ma bene: guardare le nostre azioni con gli occhi amorevoli di Dio”. Uomini giovani che vogliono saperne di più su S. Francesco di Sales e sugli Oblati di S. Francesco di Sales sono invitati a trascorrere un weekend al Salesianum Rosental di Eichstätt (www.salesianum-rosental.de). Questo fine settimana, guidato da P. Thomas Vanek, OSFS, inizierà alle 17, 30 di venerdì 9 marzo 2007 e si concluderà alle ore 13, 00 di domenica 11 marzo 2007. Il termine ultimo per le iscrizioni è il 1° marzo. Contattare P. Thomas Vanek, OSFS, Rosental 1, D-85072 Eichstätt, tel. (++49) 08421/93489-0, e-mail: [email protected]. S. Francesco di Sales sempre più viene scoperto nel mondo di lingua tedesca quale patrono non solo dei giornalisti, ma anche degli audiolesi, dopo anni di abbandono di queste tradizioni. Il fratello Franz Wenigwieser, OFM, membro dell’equipe del centro pastorale per i non udenti in Austria (www.gehoerlosenseelsorge.at), ha fornito informazioni ai singoli uffici diocesani per audiolesi sul loro patrono, in occasione della celebrazione della festa di S. Francesco di Sales di quest’anno. A questo scopo P. Herbert Winklehner, OSFS, ha procurato al fratello Franz il materiale necessario, che è disponibile anche su internet sul sito: www.franvonsaleslexicon.de, keyword “audiolesi”. PAESI BASSI Probabilmente la prima statua che rappresenta S. Francesco di Sales e S. Giovanna Francesca di Chantal insieme è stata creata dall’artista olandese Dik Komier di Leiden nel 2005. La statua di bronzo è alta 35 cm e pesa 4 kg. I due santi sono in piedi uno accanto all’altro. Francesco di Sales è rappresentato mentre tiene un cuore fiammeggiante e un libro e Giovanna di Chantal con la mano sul braccio di lui in segno di approvazione. Questa statua è disponibile presso P. Dirk Koster, OSFS, S. van Capelweg 62, NL-2431 AH Noorden, tel. (++31) 0 172-408379, fax: (++31) 0 172-408544, e-mail: [email protected]. Il prezzo è di 65 euro più spedizione e trasporto. FRANCIA Come sottolineato altrove in questo numero della Circolare della ICSS (vd. sotto p. 16), la recente morte di Sr. Marie-Patricia Burns, VSM, archivista della Visitazione di Annecy, è una grossa perdita non solo per la sua comunità, ma anche per gli studiosi salesiani di tutto il mondo. La dott. Hélène Bordes, amica stretta di Mary Pat, traccia un elogio molto appassionato, affascinante, istruttivo e ben meritato di Mary Pat nella Lettre de RES, n° 12: “Souvenirs de Soeur Marie-Patricia, Archiviste de la ‘Sainte Source’” [Ricordi di Sr. Marie-Patricia, archivista della ‘Santa Sorgente’”]. Lo stesso numero include anche un articolo-recensione della dott. Bordes di Adrien Gambart’s Emblem Book: The Life of St. Francis de Sales in Symbols [Il libro di emblemi di Adrien Gambart: la vita di S. Francesco di Sales in simboli] (2006) di Elisabeth Stopp così come diversi interventi presentati agli Echanges salésiens negli ultimi tre anni: Hélène Bordes, “François de Sales et le thème de la ‘Marche’” [Francesco di Sales e il tema del ‘cammino’ (2006); Philippe Legros, “La pratique de la charité dans la troisième partie de l’Introduction à la vie dévote” [La pratica della carità nella Terza parte dell’Introduzione alla vita devota] (2005); Jean-Luc Leroux, OSFS, “Le Christ, eucaristie, présence du monde” [Cristo, l’Eucaristia, la presenza al mondo] (2005); Emmanuel Blanc, PSFS, “Les prêtres de saint François de Sales” [I preti di S. Francesco di Sales] (2005); Nicole Valcke, FSFS, “La société des Filles de François de Sales” [La società delle Figlie di S. Francesco di Sales] (2005); Sr. Jacqueline Sauté, “Se laisser mouvoir par l’amour” [Lasciarsi muovere dall’amore] (2004). Copie di questo numero e di quelli arretrati di 13 La Lettre RES si possono acquistare presso l’Association Recherches et Études Salésiennes, 118 avenue Pierre Dumond, F-69290 Craponne, France. P. Jean Gayet, OSFS, ha generosamente messo a disposizione delle copie del suo lavoro di digitalizzazione dei ventisei volumi della Edizione di Annecy delle Oeuvres de saint François de Sales a diversi studiosi salesiani che ne hanno fatto richiesta all’ultimo Salesian Scholars Seminar, tenuto nell’ottobre 2006. Si sta ora cimentando con il compito ben più impegnativo di scansionare gli indici del volume 27. Il contributo che il lavoro di P. Gayet ha dato e darà agli studi sugli scritti di S. Francesco di Sales è incalcolabile. Le Oblate di S. Francesco di Sales hanno recentemente incaricato Sr. Madeleine Thérèse, OSFS, di continuare il lavoro sulla causa di P. Brisson. Sr. Madeleine Thérèse è attualmente iscritta alla scuola vaticana per postulatori. Le Figlie di Maria Ausiliatrice nel 2007 apriranno a Thonon un centro di spiritualità e rinnovamento salesiani. Sr. Anne-Marie Baud, FMA, nativa di Thonon, che avrà l’incarico di direttrice del centro, si trova ora a Roma per ricerche su fonti salesiane. ITALIA La provincia italiana degli Oblati di S. Francesco di Sales piange la morte di P. Emilio Testa, OSFS. Per molti anni P. Testa ha svolto egregiamente il ruolo di Procuratore Generale della Congregazione stabilendo stretti legami con i vari dicasteri del Vaticano con i quali era in relazione per conto della congregazione. Come postulatore della causa di P. Brisson ha lavorato indefessamente con P. Roger Balducelli, OSFS, e P. Yvon Beaudoin, OMI, per promuovere la causa. È stato incaricato anche della causa di canonizzazione di S. Léonie Françoise de Sales Aviat, fondatrice delle Oblate. Recentemente ha lavorato anche per riattivare la causa di beatificazione di Madre Marie de Sales Chappuis. Grazie alle monache della Visitazione di Salò (Brescia) la Circolare della ICSS è ora disponibile anche in italiano. Le prime due traduzioni in italiano (dei numeri 17 e 18) si trovano sul sito della ICSS: http://www.franz-von-sales.de/. François de Sales et l’éducation di P. Morand Wirth, SDB, è stato tradotto in italiano e pubblicato con il titolo Francesco di Sales e l’educazione: Formazione umana e umanesimo integrale (Roma: Libreria Ateneo Salesiano, 2006; ISBN: 88-213-0614-3; 39 €). Per l’uscita della versione italiana, nel maggio 2006, è stata tenuta una conferenza stampa organizzata dall’Istituto di Teologia spirituale della Pontificia Università Salesiana. Il libro è stato presentato da Guy Avanzini, direttore dell’Institut des Sciences et Pratiques d’Éducation et de Formation di Lione e da Mario Midali, professore emerito di teologia all’università. L’influsso salesiano è presente in diversi dicasteri vaticani soprattutto attraverso i Salesiani di Don Bosco. Questo influsso dovrebbe essere ancora più rilevante con la recente nomina del cardinale Tarcisio Bertone, SDB, a Segretario di Stato del Vaticano da parte di Papa Benedetto XVI. Pure degno di nota è che P. Pascual Chávez, Rettore maggiore dei Salesiani, ultimamente sia stato eletto Presidente dell’Unione dei Superiori Generali. Margherita Occhiena, la madre di Don Bosco, recentemente è stata dichiarata “Venerabile”. All’età di cinquant’otto anni ella lasciò la sua casetta di Colle e seguì il figlio nel suo apostolato missionario tra i ragazzi poveri e abbandonati di Torino. Qui, per dieci anni, madre e figlio unirono le loro vite nel dare inizio all’opera salesiana. Ella fu la prima e principale cooperatrice di Don Bosco, dando il contributo della sua presenza materna al metodo preventivo. In questo modo divenne la “confondatrice” della famiglia salesiana (Zenit News). MONACHE DELLA VISITAZIONE P. Valentín Viguera Franco, SDB, noto studioso salesiano spagnolo, nel 2006 è stato nominato nuovo Assistente Generale delle Monache della Visitazione. Le sue pubblicazioni includono una traduzione spagnola delle Meditazioni sulla Chiesa (Controversie) (1985), una biografia di S. Francesco di Sales (1990) e uno studio comparato della spiritualità di S. Francesco di Sales e di S. Giovanni Bosco (1992). P. Viguera è stato inoltre confessore delle monache della Visitazione del monastero di Siviglia. Il compito dell’Assistente Generale è di promuovere la spiritualità delle Visitandine nel mondo, incoraggiare la vita contemplativa, preservare l’unità e l’autentico spirito della Regola. 14 FIGLIE DI S. FRANCESCO DI SALES Il gruppo delle Figlie di S. Francesco di Sales dell’Austria (www.franz-von-sales.org), nel settembre 2006, ha intrapreso un pellegrinaggio, “Sulle orme di S. Francesco di Sales”. Il momento culminante del pellegrinaggio è stata la celebrazione eucaristica con le sorelle della Visitazione di Annecy nella basilica dove sono sepolti e venerati da gente proveniente da varie parti del mondo sia S. Giovanna Francesca di Chantal sia S. Francesco di Sales. Il gruppo ha visitato anche Ginevra, dove Francesco si incontrò due volte con Theodore Bèze, la fortezza di Allinges, dove Francesco si rifugiava la notte durante la sua missione nello Chablais, e il castello di Sales vicino al luogo dove Francesco nacque. In questi luoghi il gruppo ha sentito più volte lo spirito vivo di Francesco. Avvicinandosi al Monte Bianco il gruppo ha potuto rendersi meglio conto delle molte difficoltà affrontate da Francesco nelle sue visite pastorali in quei piccoli paesi di montagna. Il pellegrinaggio si è concluso all’eremo di S. Germain dove Francesco desiderava ritirarsi. La responsabile regionale del gruppo svizzero delle Figlie, Helen Dora-Fehr, ha partecipato all’incontro delle responsabili delle Figlie di S. Francesco di Sales di lingua francese. Il tema dell’incontro, “Essere testimoni d’amore”, poneva l’accento sulla sfida salesiana del che cosa significa essere testimoni d’amore: amare gli altri non solo come se stessi, ma come Dio li ama. Due membri del gruppo del Baden (Germania) termineranno i loro due anni di formazione nel febbraio 2007; diventeranno quindi membri ufficiali delle Figlie facendo le loro promesse di consacrazione. P. Antony Kolencherry, MSFS, direttore spirituale del gruppo svizzero delle Figlie, predicherà il loro ritiro nel marzo 2007 al monastero della Visitazione di Solothurn in Svizzera. Stati Uniti PROVINCIA DI TOLEDO-DETROIT Dal 18 al 22 ottobre il centro De Sales Resources & Ministries a Stella Niagara (New York) ha ospitato il Salesian Scholars Seminar [Seminario degli studiosi di S. Francesco di Sales], che si svolge ogni due anni e il cui tema quest’anno era “Immagini e simboli nella tradizione salesiana”. Nella prima giornata vera e propria del seminario, la dott. Agnès Guiderdoni-Bruslé, una specialista dell’Università Cattolica di Lovanio (Belgio) nel campo della letteratura sugli emblemi, ha guidato un seminario di gruppo sugli emblemi relativi alla vita e all’epoca di S. Francesco di Sales. Nei due giorni successivi sono stati presentati otto interventi con il metodo già sperimentato nell’ultimo Seminario di far riassumere l’intervento a una persona che non sia l’autore e aprendo poi il dibattito tra tutti i partecipanti. Sono stati discussi i seguenti interventi: dott. Patricia Siegel Finley, “La croce: immagine emblematica secondo la Difesa dello Stendardo della santa Croce di S. Francesco di Sales”; P. Alexander T. Pocetto, OSFS, “L’immagine della scala di Giacobbe negli scritti di S. Francesco di Sales (1567-1622)”; Sr. Mary Paula McCarthy, VSM, “L’abbondanza di Plinio: le immagini nella Introduzione alla vita devota” ; dott. Wendy M. Wright, “S. Francesco di Sales (1567-1622) e la Concezione della Vergine Maria”; dott. Jill R. Fehleison, “Attirare i sensi: la celebrazione delle Quarantore nel ducato dello Chablais, 1597-1598”; P. Joseph F. Chorpenning, OSFS, “La composizione del mazzetto spirituale, la pittura e l’arte della memoria nella Introduzione alla vita devota”; P. Joseph Boenzi, SDB, “Francesco di Sales: immagini per una spiritualità per i giovani”; dott. Roberta Brown, “Cinque immagini prese dalla navigazione nelle opere di S. Francesco di Sales”. Il Seminario è stato organizzato e presieduto dalla dott. Wright e da P. Chorpenning. Hanno partecipato al Seminario anche due uditori: la dott. Kathy Brown, teologa della pastorale, che tiene il corso di Spiritualità salesiana alla Theological Union di Washington, e Christian Krokus, uno studente che sta conseguendo il dottorato in teologia al Boston College e che attualmente fa ricerche a Parigi su Louis Massignon (m. 1962), un pioniere del dialogo fra cattolici e musulmani. L’argomento del prossimo Salesian Scholars Seminar, programmato per l’ottobre 2008, sarà “Diffondere lo spirito salesiano”. Un’altra conferenza salesiana che ha avuto successo, la 24a Conferenza annuale sulla spiritualità di S. Francesco di Sales e S. Giovanna Francesca di Chantal intitolata a Joseph F. Power, OSFS, è stata tenuta nell’agosto 2006 al Hilton a Durham, N.C. L’argomento della conferenza era “Danzare nelle tenebre: una spiritualità della speranza per ogni tempo”. Shaun Lowery, OSFS, fornisce una sintesi della conferenza nel numero di Bondings dell’autunno 2006, la circolare della provincia. Nello stesso numero, P. Roland Calvert, OSFS, recensisce St. Francis de Sales and the Bible [S. Francesco di Sales e la Bibbia] (2005) del compianto P. Anthony Ceresko, OSFS, notando che questa raccolta di articoli “unisce tre passioni dell’autore: gli studi sulla Sacra Scrittura, … la spiritualità salesiana e la teologia della liberazione”. P. Calvert giustamente sotto- 15 linea che questi articoli eccellenti stimolano i lettori “a uno sforzo più appassionato per costruire il Regno di Dio di pace e di giustizia nel nostro tempo”. Un’altra recensione favorevole di questo libro è apparsa nel numero di gennaio-giugno 2006 di Estudios Josefinos, una rivista pubblicata semestralmente dai frati Carmelitani Scalzi di Valladolid (Spagna). La dott. Patricia Siegel Finley, una Figlia di S. Francesco di Sales e preside del Dipartimento di Lingue Straniere alla State University di New York-Brockport, si è generosamente offerta per curare l’edizione dei saggi di P. Joseph Power, OSFS. Nel preparare questa pubblicazione sarà assistita da Joanne Kinney, amministratrice del De Sales Resources & Ministries. PROVINCIA DI WILMINGTON-PHILADELPHIA La provincia piange la morte di P. Richard J. Wojnicki, OSFS, direttore del De Sales Service Works (DSW), avvenuta il 31 dicembre 2006, a 52 anni, “nel fiore della vita”, per cancro al rene. Ora nel suo quinto anno di attività, il DSW è un progeto promosso dalla provincia di Wilmington-Philadelphia degli Oblati di S. Francesco di Sales che “recluta” giovani che siano disponibili a fare volontariato per almeno un anno con le persone svantaggiate e bisognose di Philadelphia. P. Wojnicki era stato direttore dal 2003 e durante il suo mandato era iniziata la pubblicazione di una circolare, era stato lanciato un nuovo sito (www.2desales.com.) ed era in programma l’apertura di una seconda casa per volontari a Greensboro, N.C. Lo scorso anno i volontari del DSW hanno prestato il loro servizio a circa 250 persone bisognose da vari punti di vista. Fin dalla partenza del DSW nel 2002, i volontari provengono da undici stati diversi. Per sapere di più del DSW visitate il sito ricordato sopra. Nel giorno della Festa dei Fondatori, il 12 ottobre 2006, la provincia ha festeggiato con sincera gratitudine i dodici anni di servizio di P. Lewis S. Fiorelli, OSFS, come Superiore Generale degli Oblati di S. Francesco di Sales. Una liturgia eucaristica è stata tenuta nella chiesa della Madonna del Buon Consiglio a Vienna, Va., seguita da un momento di festa. L’evento è stato organizzato da un’apposita commissione presieduta da P. John McGee, OSFS. Per celebrare la Festa dei Fondatori, presso la comunità degli Oblati del Salesianum di Wilmington, De., si è tenuta una conferenza della dott. Elisabeth M. Nagel, preside e docente di Antico Testamento al St. Charles Seminary di Philadelphia, seguita da un momento di festa. La dott. Nagel ha posto a confronto i viaggi spirituali di Abramo e di P. Brisson, che furono entrambi chiamati a camminare nella fede abbandonando ciò che era loro familiare ed agevole per fondare nuove famiglie religiose. Oltre alla comunità del Salesianum hanno partecipato a questa iniziativa, organizzata da P. Michael Connolly, OSFS, una cinquantina tra sacerdoti diocesani, religiosi e religiose. Christopher Dayett, un musicista, parrocchiano della chiesa della Immacolata Concezione, N.C., che ha terminato la Salesianum School di Wilmington, De., nel 2000, ha composto una Messa del Momento Presente ispirata alla nostra spiritualità salesiana. L’intento di Chris in questa composizione è di fondere le parole e i suoni di ieri con quelli di domani creando e celebrando il momento presente. La messa ha ricevuto l’approvazione ecclesiastica e attualmente viene cantata nella chiesa dell’Immacolata Concezione. Sarà presto a disposizione per la provincia. Per ulteriori informazioni contattare P. Barry Strong, OSFS, all’indirizzo [email protected]. Il De Sales Spirituality Center continua ad offrire numerose iniziative: missioni parrocchiali, ritiri, giornate di raccoglimento, ecc., su tutto il territorio degli Stati Uniti. Durante la quaresima saranno proposte iniziative sulla spiritualità salesiana in parrocchie della Virginia, del Kentucky, del Texas e della Pennsylvania e al Collegio militare dell’esercito degli Stati Uniti di Carlisle sempre in Pennsylvania. Per ulteriori informazioni su come il Centro può aiutare nel mettere a disposizione queste attività e altri servizi, contattare P. Michael Murray, OSFS, direttore esecutivo ([email protected]). P. Thomas B. Curran, OSFS, è recentemente entrato in carica come quattordicesimo presidente del Rockhurst College di Kansas City, Mo. Il Rockhurst è un’istituzione cattolica dei gesuiti ed è gestita da un Consiglio d’amministrazione composto principalmente da laici. P. Curran è il primo presidente non gesuita dell’istituzione. La terza giornata annuale di riflessione e rinnovamento tenuta dagli Oblati di S. Francesco di Sales nella Bishop Ireton High School di Alexandria, Va., in occasione della quaresima con il tema “Vivere Gesù nel 2006”, ha attirato più di trecento persone provenienti da trentacinque parrocchie della diocesi di Arlington, 16 Va., e dell’arcidiocesi di Washington. Hanno guidato la giornata P. Michael Murray, OSFS, e Susan Gardner, direttrice regionale del De Sales Spirituality Center, che ha tenuto una riflessione dal titolo “S. Francesco di Sales va al cinema” analizzando la sapienza e le massime del santo che appaiono in molti film moderni. Il fratello Michael O’Neill McGrath, OSFS, riconosciuto a livello nazionale come artista salesiano, è intervenuto sul tema “Se senti oggi la voce di Dio” e ha esposto alcuni suoi quadri illustrando come si può udire la voce di Dio nella vita di tutti i giorni. Fratel Mickey è stato anche il principale relatore alla seconda Conferenza dei ministeri parrocchiali della diocesi di Allentown, in cui ha approfondito la relazione tra arte e fede. La conferenza ha avuto più di 300 partecipanti. Nel corso di un pranzo, a cui hanno partecipato più di 700 persone di fedi diverse, è stato conferito a P. Daniel Gambet, OSFS, presidente emerito della De Sales University, il premio Lehigh Valley Community Service. Questa onorificenza è stata conferita a P. Gambet da Life Path, un’organizzazione che aiuta persone in particolari situazioni di bisogno, come persone colpite da autismo, da Sindrome di Down e da paralisi cerebrale, quale riconoscimento per i suoi molti e notevoli contributi a numerose organizzazioni di servizio alle comunità nella Lehigh Valley. La fraternità dei Figli di S. Francesco di Sales ha fatto il suo ritiro annuale dal 3 al 5 novembre 2006 al Centro di spiritualità del Preziosissimo Sangue di Columbia, Pa., sotto la guida di P. Joseph F. Chorpenning, OSFS, Presidente della ICSS. Il tema del ritiro era “S. Giuseppe: il primo santo salesiano”. Il Salesian Leadership Institute della De Sales University, diretto da p. Thomas Dailey, OSFS, responsabile del Salesian Center for Faith and Culture [Centro salesiano per la fede e la cultura] (SCFC), è stato oggetto di un servizio speciale sia nel Catholic Standard & Times, rivista per giovani dell’arcidiocesi di Philadelphia, e in Compass, la circolare del Catholic Leadership Institute. Frank Ryan, che ha generosamente finanziato il corso per un triennio attraverso la Ryan Family Foundation, era presente al ritiro di fine-corso per il primo gruppo di quattordici studenti e ha commentato: “Mi aspetto moltissimo da questo tipo di corso, ma voi avete superato le mie aspettative. Vorrei aver potuto partecipare cinquant’anni fa a un corso di questo genere. Siete dei pionieri e siete i leader di domani. Con meno sacerdoti e meno religiose, dei leader laici come voi determineranno il futuro della Chiesa”. Per saperne di più sulle attività e i corsi del SCFC visitate il suo sito: http://www4.desales.edu./SCFC/news.htm. Durante la “Heritage Week” [“Settimana dell’eredità”] (21-25 gennaio 2007), la De Sales University ha celebrato l’eredità del suo patrono con una serie di iniziative volte a mettere in luce gli aspetti della vita di S. Francesco di Sales che corrispondono ad ambiti accademici in cui fede e cultura continuano ad essere implicate nel mondo di oggi: vescovo di Ginevra (21 gennaio, Messa di S. Francesco di Sales con p. James P. Olson, responsabile del corso annuale di spiritualità al St. Charles Borromeo Seminary di Philadelphia, come celebrante e predicatore), umanista cristiano (22 gennaio, Forum pubblico della Baranzano Society di Bioetica), giurista e prevosto della cattedrale (23 gennaio, conferenza su “La nuova evangelizzazione” del dott. Patrick McKinley Brennan, docente e Scripta Chair in Studi Legali Cattolici della Scuola di diritto della Villanova University), patrono dei giornalisti (24 gennaio, conferenza “Trovare un terreno comune tra giornalismo e religione” di Kenneth L. Woodward, curatore per lungo tempo degli articoli in materia di religione su Newsweek) e dottore della Chiesa (25 gennaio, conferenza in memoria di R. Wayne Kraft di Sr. Carol Jean Vale, SSJ, presidente del Chestnut Hill College di Philadelphia). Fransaliani I Missionari di S. Francesco di Sales (MSFS), conosciuti anche come Fransaliani, hanno messo on line “Facile consultazione tematica delle Prospettive Salesiane” (Thematic Easy Reference to Salesian Perspectives) su settantacinque differenti argomenti, come abbandono, santa indifferenza, semplicità, ecc.: http://www.fransalians.com/sfs-views/salesian-views.htm. Simposio su Spiritualità salesiana e educazione Un simposio su Spiritualità salesiana e educazione con particolare riferimento alla missione della evangelizzazione ed educazione dei giovani si terrà dal 18 al 25 luglio 2007 a Don Bosco Hall e The Dominican School di filosofia e teologia a Berkeley, Ca. Il tema del simposio è Da mihi animas cetera tolle, “Dammi le anime, prendi il resto”, il motto di san Giovanni Bosco che egli prese da Spirito di S. Francesco di Sales, di Jean-Pierre Camus. Ci sarà un riferimento a Francesco di Sales per dare avvio alla settimana. Per altre infor- 17 mazioni contattare p. Joseph Boenzi, SDB, 1831 Arch Street, Berkeley, CA 94709-1309, tel. 510/204-0829, e-mail: [email protected]. Risorse online Henri Bremond, Histoire littéraire du sentiment religieux en France depuis la fin des guerres de religion jusqu’à nos jours. Tutti gli undici volumi su http://www.abbaye-saint-benoit.ch/histoiredusentimentreligieux/ L’Introduzione alla Vita Devota, il Trattato dell’amor di Dio e i Trattenimenti spirituali in francese possono essere trovati su http://www.abbaye-saint-benoit.ch/saints/francoisdesales/index.htm Vedere “All Bookstores” per un elenco di libri su S. Francesco di Sales in varie lingue: http://www.allbookstores.com/Francis_De_Sales_Saint_1567-1622.html Una breve biografia di S. Giovanna di Chantal con note a piè di pagina, più un atto di abbandono e tre modi di pregare tratti dalle Istruzioni di Giovanna in francese si possono trovare su http://missel.free.fr/Sanctoral/12/12.htm. Nuove pubblicazioni Enzo Bianco, Francesco di Sales. Contro-storia di un mansueto (Leumann [Torino], Editrice Elle Di Ci 2001). Questa opera si delinea come la storia di un uomo e di un sacerdote portavoce della dolcezza cristiana che si contrappone alla maggior parte delle storie basate sulla violenza. Françoise Bouchard, Sainte Jeanne de Chantal ou la puissance d’aimer (S. Giovanna di Chantal o la potenza di amare) (Parigi, Salvator, 2004). Una versione abbreviata in francese di questo libro si può trovare on line su: http://pages.infinit.net/eglisejc/s5-s-jeanne-htm. Henri Bremond, Histoire littéraire du sentiment religieux en France depuis la fin des guerres de religion jusqu’à nos jours. (Storia letteraria del sentimento religioso in Francia dalla fine delle guerre di religione fino ai nostri giorni) (Grenoble, Jérôme Millon, 2006). Una nuova edizione in cinque volumi con commento. Joseph F. Chorpenning, OSFS, “St. Joseph in the Spirituality of Teresa of Avila and of Francis de Sales: Convergences and Divergences” (S. Giuseppe nella spiritualità di S. Teresa d’Avila e Francesco di Sales: convergenze e divergenze) in The Heirs of St. Teresa of Avila: Defenders and Disseminators of the Founding Mother’s Legacy (Gli eredi di S. Teresa d’Avila: difensori e divulgatori dell’eredità della Madre fondatrice), Carmelite Studies IX, ed. Christopher C. Wilson (Washington, D.C., Institute of Carmelite Studies / Roma, Edizioni Carmelitane, 2006), 123-40. Questo saggio è stato contemporaneamente pubblicato in una traduzione spagnola in Estudios josefinos 60, nr. 120 (luglio-dicembre 2006): 213-23. Stefan Hauptmann, Franz von Sales: Novene (Francesco di Sales: novena), (Monaco, 2007). Nove giorni di preparazione spirituale con Francesco di Sales. Questa novena si trova anche on line su: www.franzvonsaleslexikon.de. Herbert Winklehner, OSFS, “Franz von Sales. Der Lehrer der Liebe“ (Francesco di Sales: il maestro dell’amore) in Licht der Erde – Die Heiligen (Luce nel mondo – I Santi), ed. Michaele Langer (Munich, Patloch Verlag, 2006), 453-58, offre un piacevole ritratto della vita di S. Francesco di Sales in cui sono toccati brevemente, ma in modo preciso, tutti gli argomenti essenziali. Diverse riviste ben note in Germania di supporto per omelie sempre più menzionano S. Francesco di Sales: Gottes Volk, Lesejahr B72006, ed. Bernhard Krautter and Franz-Josef Ortkemper (Stuttgart: Verlag Katholisches Bibelwerk, 2006), 32-33; Die Botschaft heute, Kontexte zu Liturgie und Predigt, Heft 9/2006, ed. Kurt Josef Wecker (Aachen: Bergmoser + Höller, 2006), 341-42. Altre pubblicazioni: Gottes Wort im Kirchenjahr 2000, Lesejahr B, Volume 1, ed. Rainer Rack, OMI, (Würzburg: Echter Verlag, 2000), 223-25, sermone di Klaus Leist per la festa di S. Francesco di Sales, sul tema: “Un santo notevole e amabile”; Gottes Wort im Kirchenjahr 2004, Lesejahr C, vol. 1, ed. Thomas Klosterkamp, OMI (Würzburg: Echter Verlag, 2003), 59-60, sermone di Klaus Leist per il Natale: Gottes Wort im Kirchenjahr2005, Lesejahr A, vol. 1, ed. Christoph Heinemann, OMI (Würzburg: Echter Verlag, 2004), 209-12, sermone di Klaus Leist per il Capodanno. Quelli che seguono sono nuovi titoli / edizioni disponibili presso il De Sales Resources & Ministries (www.desalesresource.org): nuova edizione rivista di Wendy Wright, Francis de Sales: Introduction to the 18 Devout Life and Treatise on the Love of God (Introduzione alla vita devota e Trattato dell’amor di Dio); John Francis Fink, Letters to Francis de Sales: Mostly on Prayer (Lettere di Francesco di Sales: per lo più sulla preghiera; ristampa di Jean-Pierre Camus, The Spirit of Francis de Sales (Lo spirito di Francesco di Sales); Lorenzo Scupoli, Spiritual Combat: How to Win Spiritual Battles and Attain Inner Peace (Combattimento spirituale: come vincere le battaglie spirituali e raggiungere la pace interiore) (Sophia Press, 2002) una edizione ridotta della traduzione inglese pubblicata da Longmans, Green & Company, London, 1899; una registrazione di Holiness in Everyday life: The Wisdom of St. Francis de Sales (La santità nella vita di ogni giorno: la sapienza di S. Francesco di Sales) di Ralph Martin. La casa editrice dei salesiani di don Bosco, Don Bosco Verlag, ha prodotto una serie di piccoli pieghevoli in cui sono presentati ai bambini vari santi salesiani. In questa serie si possono facilmente trovare Don Bosco, Domenico Savio, Maria Mazzarello, Michele Rua, Laura Vicuna e, ora, S. Francesco di Sales. Nel 2007 la rivista salesiana LICHT si dedicherà all’argomento “Pregando con S. Francesco di Sales”. I sei numeri del 2007 avranno i seguenti argomenti: “Pregare?”, “Quando pregare?”, “Dove pregare?”, “Come pregare?”, “Che cosa pregare?” e “Lo scopo della preghiera”. La rivista LICHT si trova anche on line: www.zeitschrift-licht.de. Il numero del 100° anniversario di LICHT contiene un articolo “Die salesienische Lehre verbreiten” (Divulgare il carisma salesiano) che commemora il 30° anniversario della Commissione Internazionale di Studi Salesiani. Il Monastero della Visitazione di Tyringham, Ma, ha riavviato la pubblicazione della sua circolare semestrale, Living Spring. Il numero dell’agosto 2005 riporta due CD intitolati “Christmas at Mont Deux Coeurs” (Natale a Mont Deux Coeurs) registrati dalle suore e disponibili per l’acquisto su www.nunsong.com. CALENDARIO SALESIANO 2007 PER GLI OBLATI DI S. FRANCESCO DI SALES Mercoledì 10 gen. Festa di S. Léonie Françoise de Sales Aviat, confondatrice delle suore Oblate di S. Francesco di Sales Mercoledì 24 gen. Solennità di S. Francesco di Sales, patrono principale della congregazione Venerdì 2 feb. 99° anniversario della morte di p. Brisson (1908) Giovedì 31 mag. Festa della Visitazione della Vergine Maria Venerdì 15 giu. Solennità del Sacro Cuore di Gesù Sabato 18 ago. Festa di S. Giovanna Francesca di Chantal, patrona secondaria della congregazione (12 dicembre fuori delle Americhe) Venerdì 12 ott. Fondazione degli Oblati di S. Francesco di Sales Martedì 16 ott. Festa di S. Margherita Maria Alacoque, apostola del Sacro Cuore Mercoledì 21 nov. Memoria della Presentazione della Vergine Maria Mercoledì 12 dic. Festa di S. Giovanna Francesca di Chantal, patrona secondaria della congregazione (18 agosto nelle Americhe) La Circolare della ICSS è stata fondata nel 1997 ed è pubblicata semestralmente dalla Commissione Internazionale per gli Studi Salesiani (ICSS) degli Oblati di S. Francesco di Sales (Joseph F. Chorpenning, OSFS, Presidente; Herbert Winklehner, OSFS; Dirk Koster, OSFS). Il suo obiettivo principale è diffondere su scala mondiale le informazioni relative agli Studi Salesiani (S. Francesco di Sales; S. Giovanna di Chantal; P. Louis Brisson, fondatore degli Oblati di S. Francesco di Sales; gli Oblati di S. Francesco di Sales; le Oblate di S. Francesco di Sales; la Visitazione di S. Maria; Istituti Laicali e Religiosi, membri della famiglia salesiana). Direttore: Joseph F. Chorpenning, OSFS (Saint Joseph’s University Press, 5600 City Avenue, Philadelphia, PA 19131-1395, USA; e-mail: [email protected]) Capocronista: Alexander T. Pocetto, OSFS. Le notizie per i numeri futuri devono essere spedite a P. Pocetto via e-mail ([email protected]), fax (610/282-2059), o per posta (De Sales University, 2755 Station Avenue, Center Valley, PA 18034-9568, USA). Grafica, composizione e stampa presso il Printing Office della Saint Joseph’s University Press, 5600 City Avenue, Philadelphia, PA 19131-1395, USA. 19 Marie-Patricia BURNS, VSM (1925-2005) Sr Marie Patricia Burns, VSM, o Mary Pat, come moltissimi la conoscevano, è morta il 3 dicembre 2005, una settimana prima del suo 80° compleanno, a Lione, dove è morto anche S. Francesco di Sales. Mary Pat era stata colpita da infarto il giorno precedente e trasportata in ambulanza all’ospedale di Annecy. Su consiglio del primario di cardiologia fu trasferita all’ospedale di Lione dove poteva essere sottoposta a esami più approfonditi. Ma, a causa del suo stato indebolito, il viaggio si rivelò eccessivo e, giunta a Lione, morì. Al momento della sua morte, Mary Pat era archivista del monastero della Visitazione di Annecy, la Sainte Source, da trentasei anni e membro onorario dell’Accademia Florimontana. Nata a Denver, Colorado, il 10 dicembre 1925, Mary Pat imparò l’arte dello scrivere dal padre, che era giornalista. Sembrava destinata a una carriera nel giornalismo ma discernendo la vocazione alla vita consacrata come visitandina, entrò nel monastero di Toledo, Ohio, dove fece la sua prima professione il 30 maggio 1946. Diversi anni dopo la sua professione solenne, fu scelta, con altre tre suore, per la fondazione di un monastero in Atlanta, Georgia. Per prepararsi a questo compito le quattro suore furono mandate a Annecy. Sopravvissuta nell’infanzia alla poliomielite, Mary Pat non fu mai robusta e le pesanti incombenze e fatiche che la fondazione di Atlanta richiese alla fine minarono la sua salute e fu ricoverata. Il suo ricovero fu seguito da due anni di convalescenza presso sua sorella a Phoenix, Arizona. Le sue superiore le proposero di ritornare a Annecy dove il clima era simile a quello del Colorado dove era nata e Mary Pat accettò. Il 21 gennaio 1967 s’incorporò nella comunità di Annecy dove fu maestra della novizie e poi archivista. Fu come archivista che Mary Pat si fece strada nel mondo degli studi salesiani, ai quali diede un incalcolabile e durevole contributo. Il suo studio pionieristico su S. Giovanna di Chantal, insieme a quelli di Elisabeth Stopp e Wendy Wright, contribuì alla riscoperta della “Giovanna storica” e del suo contributo personale alla fondazione dell’Ordine della Visitazione e alla spiritualità salesiana. Il meticoloso e approfondito studio quasi ventennale delle lettere di Giovanna sfociò nella assai elogiata edizione critica dell’intera corrispondenza della santa, pubblicata in sei volumi dalle Éditions de Cerf (1986-1996), per la quale a Mary Pat fu conferito il premio Descostes dell’Académie de Savoie. Mary Pat ha introdotto il vol. 5, ma i rimanenti volumi contengono i saggi introduttivi di una rassegna di studiosi salesiani francofoni tra i più importanti: André Ravier, sj, (vol. 1), Roger Devos (2 ), Louis Terreaux (3), Elisabeth Rabut ( 4) e Hélène Bordes (6). L’edizione critica della corrispondenza di Giovanna fu seguita nel 2002 dalla biografia definitiva, intrapresa su invito dell’Académie Salésienne di Annecy, di un’altra grande visitandina, Françoise-Madeleine de Chaugy, brillante intellettuale e scrittrice di talento del XVII secolo, che con coraggio e risolutezza superò le infinite difficoltà e sfide del processo di canonizzazione di Francesco di Sales. Mary Pat ha giocato un ruolo cruciale nell’organizzare l’importante convegno “Visitation et Visitandines aux XVIIe et XVIIIe siècles”, svoltosi a Annecy nel 1999 (gli “Atti” furono pubblicati nel 2001) così come nell’allestire la ricca mostra che lo ha accompagnato. Nel corso degli anni ha pubblicato numerosi articoli e saggi sui fondatori della Visitazione, illuminando ogni volta un aspetto fondamentale, ma trascurato, dei suoi amati Giovanna e Francesco. 20 Per es., il suo scritto “Giovanna di Chantal e il perdono” (1998) studiò l’eroica magnanimità della santa nel perdonare in varie occasioni: a suo marito che le era stato infedele; all’uomo che accidentalmente uccise suo marito; alla serva-padrona del suocero che tiranneggiava Giovanna a Monthelon. Una menzione speciale merita l’articolo di Mary Pat, “Visitandines” nel prestigioso Dictionnaire de Spiritualité, vol. 16 (1994). (Da parte del Salesian Scholars Seminar è in corso la raccolta in un unico volume degli scritti di Mary Pat disponibili in traduzione inglese). Si sperava che, per il IV centenario della fondazione della Visitazione nel 2010, Mary Pat avrebbe scritto una biografia di Giovanna di Chantal e una storia della comunità di Annecy e dell’Ordine, ma la sua morte lascia che questo lavoro sia preso in considerazione da un altro studioso. L’atteggiamento e lo spirito giovanili ed energici di Mary Pat, che nascondevano la sua età anagrafica, hanno lasciato un’impressione indelebile in tutti coloro che l’hanno conosciuta e le hanno voluto bene. Gli studiosi salesiani di tutto il mondo facevano affidamento sulla sua incomparabile conoscenza delle origini della Visitazione e del pensiero salesiano, oltre che sulla sua grande premura e generosa prontezza nell’assisterli nelle loro ricerche. Il tratto caratteristico dell’approccio di Mary Pat agli studi era un’immersione nelle fonti primarie della tradizione salesiana, con un’insistenza sulla assoluta necessità di questo metodo per ottenere risultati che fossero il più possibile accurati storicamente. I suoi molti amici e colleghi ne sentono profondamente la mancanza e la sua morte lascia un vuoto nel mondo salesiano. Possano l’ardente devozione di Mary Pat al Francesco e alla Giovanna storici, l’elevata qualità della ricerca pur senza pretese e il suo generoso spirito di collaborazione essere una fonte continua di incoraggiamento e di ispirazione alle generazioni presenti e future di studiosi salesiani! R.i.p. 21