Galileo al Museo degli Strumenti per il Calcolo Claudio Luperini – Dip. di Fisica "E. Fermi", Univ. di Pisa 53° Congresso SAIt – Pisa 2009 Il Museo degli Strumenti per il Calcolo, gestito dalla Fondazione Galileo Galilei dell'Università di Pisa, propone un affascinante percorso nella storia della scienza, a pochi passi da Piazza dei Miracoli, in mezzo a calcolatori e antichi strumenti scientifici. Alcuni strumenti scientifici della sezione "Astronomia" Macchine per il calcolo Il Museo ha iniziato a raccogliere calcolatori dalla fine degli anni '80, attraverso acquisti e soprattutto donazioni. L'attuale inventario, che ancora non comprende tutti gli oggetti, conta circa 2000 pezzi fra calcolatori meccanici, calcolatrici elettriche, elettroniche, mini e personal computer, grandi calcolatori. La collezione degli strumenti scientifici trae la sua origine dalla prima Cattedra di Fisica Sperimentale istituita all'Università di Pisa nel 1748 e assegnata a Carlo Alfonso Guadagni. In seguito i professori che si sono succeduti hanno contribuito ad arricchire la collezione, fra questi ricordiamo Luigi Pacinotti, Carlo Matteucci e Riccardo Felici. Fanno parte della collezione anche alcuni prototipi ideati e realizzati da Antonio Pacinotti. Il Museo degli Strumenti per il Calcolo annovera tra i pezzi più prestigiosi esemplari unici e emblematici per la storia pisana e italiana. Tre esempi per tutti: - la CEP (Calcolatrice Elettronica Pisana) che fu costruita interamente a Pisa - su proposta di Enrico Fermi – grazie a una collaborazione tra l'Università di Pisa e l'Olivetti - la Macchina di Musschenbroek (costruita nel 1697) - gli Anelli di Pacinotti, che portarono lo scienziato alla costruzione della famosa Macchinetta, la prima dinamo a corrente continua (anch'essa facente parte della collezione) Nel Museo sono presenti anche una biblioteca e una sezione archivistica (Archivio Enrico Fermi, Archivio Riccardo Felici e Archivio Pacinotti) Il fondo archivistico Enrico Fermi è costituito da documenti la cui provenienza è duplice: da una parte Gabriella Sacchetti, nipote di Enrico Fermi, dall'altra Alessandra Raggi, nipote di Enrico Persico. Nei documenti acquisiti da Alessandra Raggi, il corpus più consistente è rappresentato naturalmente dal carteggio Fermi - Persico; c'è poi una sezione che abbiamo definito "altra corrispondenza", di cui fa parte il carteggio tra Enrico Persico e familiari, amici, colleghi. Il pronipote dello scienziato, Carlo Paladini, decise di donare all'Università di Pisa questo fondo in seguito a una mostra su Riccardo Felici aperta a Palazzo Reale nel 1995......... L'Archivio Pacinotti fa parte del Fondo Pacinotti che è costituito anche da una biblioteca (circa 2000 volumi) e dai prototipi delle macchine elettromagnetiche ideati e realizzati da Antonio Pacinotti Dal 25 settembre al 25 ottobre 2009 aprirà la mostra Galileo al Museo degli Strumenti per il Calcolo nell'ambito dell'iniziativa della Regione Toscana Sotto il segno di Galileo. Luoghi della scienza in Toscana. All'interno del percorso della mostra, nella sala didattica, verranno presentati tre modelli di strumenti galileiani attualmente in fase di realizzazione: - il Compasso geometrico et militare (in scala 6:1) - il Pulsilogium - l'Orologio a pendolo il Compasso geometrico et militare di Galileo Galilei Iniziato a costruire a Padova verso il 1597, successivamente fu arricchito di operazioni e di linee; gli esemplari rimasti del compasso presentano sette linee proporzionali tracciate sulle gambe e quattro scale segnate sul quadrante che consentono di effettuare con estrema facilità molte operazioni aritmetiche e geometriche: dal calcolo degli interessi all’estrazione delle radici quadrate e cubiche, dal disegno dei poligoni al calcolo di aree e volumi, al rilevamento del territorio. La costruzione di una copia del compasso galileiano in scala 6:1 mira sia ad una presentazione ottimale della strumento ma, soprattutto, a facilitare la spiegazione del suo uso (esperienze passate ci hanno dimostrato che anche la disponibilita' di copie in cartone - in scala 1:1 - da dare in mano a più visitatori contemporaneamente, rendeva comunque complicato spiegare il funzionamento delle varie operazioni) Lo strumento è attualmente in fase di realizzazione, in particolare è in costruzione il supporto su cui appoggerà il grande compasso. Tale supporto permetterà anche la rotazione dello strumento con semplici manovre e senza il suo sganciamento, il che comporterebbe un pericolo per l'operatore a causa dell'ingombro (circa 170 cm di altezza) e del peso (16 kg circa) non trascurabili. Il Pulsilogium L'idea di costruire un dispositivo, chiamato pulsilogium, che permettesse, variando la lunghezza di un pendolo semplice, di ottenere le frequenze adatte per la misura del battito cardiaco oppure della frequenza del respiro si deve al medico Santorio Santorio (1561-1636). I disegni di questo pulsilogium, riportati nelle sue opere, denotano però la mancanza di qualsiasi conoscenza del legame che esiste fra il periodo di oscillazione di un pendolo e la sua lunghezza, in quanto le scale riportate sono tutte lineari mentre la frequenza di oscillazione dipende dall'inverso della radice quadrata della lunghezza del pendolo. Questa legge del pendolo semplice era stata scoperta da Galileo che Santorio aveva conosciuto e frequentato all'interno dell'ambiente veneziano agli inizi del 1600. Nel 1995, in occasione di un Congresso medico, fu realizzato dal prof. Roberto Vergara Caffarelli un pulsilogium che tenesse conto della legge galileiana del pendolo. Noi ne stiamo realizzando uno in scala 4:1 Pulsilogium originale 8 cm Pulsilogium in scala 4:1 Il terzo strumento che sarà presente alla mostra è l'Orologio a pendolo di Galileo, che sarà costruito sotto la guida del prof. Roberto Vergara Caffarelli in base agli scritti di Galileo. Per motivi organizzativi attualmente non abbiamo ancora nessuna foto da mostrare. La realizzazione dell'orologio secondo le istruzioni dettagliate di Galileo, da lui inviate agli Stati Generali d'Olanda per risolvere il problema della determinazione della longitudine, non fu mai portata avanti probabilmente per i problemi tecnici che presentava. Si tratta comunque della prima idea di orologio a pendolo, che fu poi brevettato da Huygens nel 1656. Nel percorso della mostra questo orologio offre sia un'ulteriore occasione per mostrare la genialità e l'originalità del grande scienziato sia lo spunto per discutere con il visitatore a proposito del fenomeno dell'oscillazione e della misura del tempo Parlo del mio misuratore del tempo, la precisione del quale è tanta e tale, che non solamente ci darà la quantità esatta delle ore e minuti primi e secondi ed anco terzi, se la frequenza loro fusse da noi numerabile; e la giustezza è tale, che fabbricati due, quattro o sei di tali strumenti, cammineranno tra di loro tanto giustamente, che l'uno non differirà dall'altro, non solamente in un'ora, ma in un giorno nè in un mese di tempo, pure d'una pulsazione di polso. tratto dalla lettera di Galileo a Lorenzo Realio [in Amsterdam] Arcetri, giugno 1637 Claudio Luperini - Dip. di Fisica "E. Fermi" - Università di Pisa