STUFE E PELLET
Cavare il fuoco
dal cilindro
I combustibili che abbiamo testato
sono promossi a pieni voti. Gli
apparecchi sono convenienti
soprattutto per le seconde case.
S
u qualche piccola emittente
televisiva è facile vedere una
pubblicità trasmessa frequentemente: mostra una singola stufa
alimentata a pellet (piccoli cilindri composti da un mix pressato
e seccato di trucioli, segatura e
corteccia), che riscalda una casa
intera a un costo molto basso.
Ma sapete bene ormai che non bisogna mai fidarsi di quello che dice la pubblicità: ciò vale anche in
questo caso. Infatti, per scaldare
un’abitazione di media grandezza
con una stufa di questo tipo, servono tante cose che la pubblicità
dimentica di citare: un apparecchio molto potente, un sistema di
distribuzione del calore con tanto
Istruzioni per l’uso
Ecco che cosa dovete ricordare, se volete
comprare una stufa a pellet.
Serve una presa d’aria con l’esterno?
Come tutti gli apparecchi a combustione,
anche queste stufe hanno bisogno d’aria. La
quantità necessaria è generalmente bassa:
occorre farla valutare in base alla potenza dell’apparecchio. Un collegamento diretto con
l’esterno (come per le caldaie) non è sempre
necessario, anche se è preferibile.
Si può installare in qualsiasi stanza?
La normativa vieta l’installazione in ambienti
in cui sono presenti apparecchi a gas di tipo
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non stagno e nelle cucine dotate di ventilatori
o aspiratori che possano mettere in depressione il locale.
Quali sono le norme di riferimento?
La Uni En 14785 per la certificazione degli
apparecchi rispetto a prestazioni (rendimento, efficienza, emissioni) e sicurezza. La Uni
10683 per l’installazione (deve sempre farla
un tecnico abilitato).
Dove si deve conservare il pellet?
In un locale al chiuso e ben riparato dall’umidità. Se ne assorbe troppa, infatti, perderà
parte del suo potere calorico.
di radiatori e termostato. Infine,
non ultimo, un luogo dove conservare i pellet al giusto livello di
temperatura e umidità.
In queste pagine, oltre a un test
su questi particolari cilindretti
combustibili, vi spieghiamo in
che situazioni può essere conveniente ricorrere a queste stufe.
Convenienti? Dipende
Le stufe a pellet vengono solitamente utilizzate come moderni
caminetti oppure impiegate in
alternativa alle caldaie in luoghi
dove non arriva il metano. In
quest’ultimo caso è indispensabile disporre di un locale per lo
stoccaggio del combustibile, che
deve essere conservato al giusto
grado di temperatura e umidità
per garantire la massima resa.
■ Riscaldare la casa? Tenete presente che, nel caso voleste impiegare la stufa per il riscaldamento
domestico, è possibile collegarla
a radiatori, in modo da scaldare tutti i locali dell’abitazione.
Questa soluzione può portare a
un risparmio effettivo, a patto
però di avere una casa ben isolata
(per evitare perdite di calore), di
comprare una stufa molto potente
ed efficiente (al costo di almeno
2.000 euro) e di riuscire ad acquistare sacchi da 15 kg di pellet
a un prezzo inferiore ai 3 euro e
mezzo l’uno. Se rispettate queste
condizioni, alla fine dell’anno il
risparmio potrebbe aggirarsi sul
centinaio di euro (anche di più se
il confronto viene fatto rispetto a
una caldaia a gasolio).
■ Non sempre affidabili. Come
abbiamo già ricordato, se usate in
funzione di riscaldamento, servono stufe potenti e affidabili, cosa
che può diventare un problema,
visto che la tecnologia è meno matura rispetto a quella delle caldaie
a metano e non sempre le stufe
mantengono realmente in termini di potenza calorica quello che
promettono sulla carta. Attenzione, quindi, a ciò che dichiarano
i produttori: non fidatevi ciecamente della potenza nominale.
Dalle nostre analisi risulta che in
più di un caso queste stufe garantiscono una potenza effettiva
più bassa anche del 20% rispetto
a quella dichiarata. Anche l’efficienza energetica spesso è molto
meno alta del 90% sbandierato
dai produttori (questa si aggira
intorno al 77%). In ogni caso,
ricordate che a parità di potenza
queste stufe costano un po’ di più
delle caldaie tradizionali.
■ Un locale apposta. Non sottovalutate il problema dello spazio
dove conservare il pellet, visto
che ne viene consumato molto.
Con una stufa da 5 kW di potenza, un sacco da 15 kg dura al
massimo due giorni (mettendo
nel conto anche qualche ora di
spegnimento della stufa e alcune ore non al massimo della potenza). E l’alimentazione va fatta
abbastanza di frequente visto che
il consumo è di circa 1 kg all’ora:
cosa che a lungo andare può diventare fastidiosa.
Occhio al fumo
Che cosa abbiamo trovato nei fumi emessi dalle stufe
a pellet? Facendo il confronto con una efficiente e
moderna caldaia a metano, abbiamo scovato valori
maggiormente elevati di monossido di carbonio (circa
otto volte di più), che potrebbero essere il risultato di
una combinazione non ottimale degli ingredienti che
compongono il pellet.
Ancora, rispetto a una caldaia a metano, nei fumi sono
presenti anche grandi quantità di polveri (assenti nel
metano): un risultato comunque atteso, visto che la
combustione del legno le produce sempre (sia che
si usi un caminetto sia una stufa); più elevati anche i
composti incombusti del carbonio.
Sono invece in media le emissioni di ossidi di azoto.
Scocca la scintilla
Come funzionano queste stufe?
Il pellet va inserito nel serbatoio.
L’accensione è elettrica. Il combustibile non prende fuoco subito:
occorre attendere dagli 8 fino ai
20 minuti. Nel conto finale dei
costi bisogna quindi tenere presenti i consumi di elettricità, che
possono portare a una spesa annua fino a 20 euro per tutta la
stagione invernale.
Ricordatevi anche che le stufe devono essere ben regolate, prima
di poter raggiungere la loro massima efficienza: questo perché ci
deve essere un rapporto ottimale
tra pellet e aria, che spesso non è
facile da ottenere, visto che manca anche su molte stufe nuove di
fabbrica. Quindi chiedete sempre
al tecnico incaricato dal produttore di regolare bene l’apparecchio
prima del collaudo, altrimenti
l’efficienza rischia di abbassarsi.
Infine, non dimenticatevi alcuni
accessori fondamentali.
■ Termostato. Permette di regolare la temperatura voluta. In
qualche modello in commercio
non c’è, ed è sostituito da una
scala di potenza: inutile dire che
è molto meglio il primo della seconda, anche perché aiuta a ridurre il consumo eccessivo di pellet,
visto che la stufa (come una normale caldaia) si blocca raggiunta
la temperatura desiderata.
■ Raccogli-cenere. È il secondo
accessorio da considerare basilare: viene rimosso dopo lo spegnimento della stufa e consente una
facile e veloce eliminazione delle
scorie. In qualche modello manca
del tutto e il libretto di istruzioni
consiglia al suo posto l’uso di un
normale aspirapolvere. Il nostro
consiglio è invece molto più pratico e diretto: lasciate perdere questi modelli, altrimenti la raccolta
MAK HOLZ
Pellets
3,85 euro
Inquinanti
(metalli pesanti)
Ceneri
Polveri
Dimensioni
MARCA
e denominazione
Potere
calorifico
PELLET: CLASSIFICA PER QUALITÀ
GIUDIZIO GLOBALE
Peso del
sacco (kg)
Prezzo
al sacco
in euro
(dicembre
2008)
NEW BIO ENERGY
A
A
A
A
A
A
15
5,30
MAK HOLZ Pellets (1)
B
A
A
A
A
A
15
3,85
FIRESTIXX
A
A
A
A
A
A
10
5,60
GREEN ENERGY
A
A
A
A
A
A
15
3,85
LEITINGER Biopellets
B
A
A
A
A
A
15
3,85
PLP-BINI
B
B
A
A
A
AFB
10
2,75
ECO FOREST
A
B
B
B
B
AFB
15
3,85
ARDECO-BRAGA
A
B
A
C
A
AFB
15
3,85
A ottimo; B buono; C medio; D mediocre; E pessimo
(1) Contatti con il produttore:
tel. 00.43.4232.270270;
email offi[email protected]
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Ecologiche quanto basta
Chi vuole scaldarsi al fuoco di queste stufe, tenga presente
qualche piccolo inconveniente. Fanno un po’ di rumore, ma non
certo superiore a quello delle tradizionali caldaie. Alcune stufe
a pellet usano ventole per sparare l’aria calda verso l’esterno,
cosa che può provocare correnti fastidiose all’interno della stanza
e rendere poco confortevole sostare fino a circa un metro di
distanza dall’apparecchio.
I produttori battono spesso anche sulla presunta “ecologicità” delle stufe a pellet. In
effetti sono più rispettose
dell’ambiente rispetto ad
altri tipi di riscaldamento. A patto però che il
legno usato sia ricavato
da boschi gestiti in modo
sostenibile (e non distrutti
indiscriminatamente) e che non arrivi da grande distanza (perché
il trasporto per nave o su camion provoca l’emissione di grandi
quantità di sostanze inquinanti).
Che il legno sia un combustibile “verde” dipende dal fatto che
emette una quantità di anidride carbonica (gas pericoloso per
l’ambiente) pari a quella che ha assorbito nel corso della sua vita:
se viene sostituito da altri alberi (come accade nei boschi gestiti
in modo sostenibile), il bilancio dell’anidride carbonica è quindi
pari a zero (tanta ne viene emessa e tanta ne viene assorbita).
Attenzione, però: questa situazione è teorica. In concreto, le
condizioni di combustione sono tali per cui si provoca comunque
una produzione di gas inquinanti, come monossido di carbonio
e ossidi di azoto e di zolfo (vedi riquadro a pag. 29). Se poi il
pellet contiene qualche impurità, l’impatto ambientale è superiore. L’eventuale presenza di tracce di metalli pesanti o residui
di colla, oltre a essere dannosa per la salute e per l’ambiente,
può compromettere il buon funzionamento della stufa.
della cenere rischia di diventare rispettarli). La conseguenza è che
un incubo e implicare nuove spe- ad oggi, se non si fa un test, non
ci sono certezze rispetto all’efse (oltre a essere poco sicura).
fettiva resa energetica dei pellet
e alla presenza al loro interno di
Pellet: il nostro test
Per quanto riguarda il pellet, cioè eventuali impurità nocive (dovuil combustibile, abbiamo svolto te a scarti di lavorazione).
un vero e proprio test sulle 8 mar- ■ In etichetta. Le informazioni
che presenti sul mercato italiano. in etichetta sono essenziali (nel
La sintesi dei risultati la trovate caso di Mak Holz e Green Enernella tabella a pag.29. Come po- gy sono riportate solo in inglese):
tete vedere, i giudizi sono tutti spesso non viene citato il tipo di
ottimi o quasi. Una buona noti- legno usato per il pellet, ma quezia, se pensiamo che gli standard sto dato, importante quando si
qualitativi di questo combustibi- acquista normale legna da ardere,
le non hanno ancora forza di legge nel nostro caso è poco significati(il produttore non è obbligato a vo, visto che in ogni caso si tratta
Miglior Acquisto
Un modo differente di scaldare la casa o di fare
atmosfera? Le stufe a pellet possono essere
indicate per seconde case o per abitazioni non
raggiunte dal metano (sono valide alternative a
Gpl e gasolio). Possono sia sostituire il vecchio
e tradizionale caminetto sia fungere da vere
e proprie caldaie alternative. In questo ultimo
caso bisogna realizzare un vero e proprio impianto domestico, con tanto di radiatori: le
spese sono dunque rilevanti, perché non si
fermano al costo base della stufa.
Per quanto riguarda il combustibile, cioè il
pellet, il nostro test ha indicato risultati molto
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buoni su tutti i fronti. Il Migliore del Test è New
Bio Energy (5,30 euro per 15 kg), che ottiene
risultati ottimi in tutte le prove del nostro test,
ma che è anche tra i più costosi dell’intero lotto.
Più conveniente il Miglior Acquisto Mak Holz
pellets (3,85 euro per 15 kg), che a un prezzo
sensibilmente più basso ottiene risultati quasi
identici sul fronte della qualità.
Per risparmiare usando una stufa a pellet al
posto di una a metano, il prezzo medio del
pellet dovrebbe aggirarsi attorno ai 3 euro e
50 centesimi. Quindi un po’ meno dei nostri
Miglior Acquisto e Migliore del Test.
di cilindri pressati e che siano di
segatura di quercia o di pino non
fa grande differenza. Solo in tre
casi viene riportata la percentuale
di umidità e mai la percentuale
di ceneri prodotta. Molto più
frequente l’indicazione del valore calorico netto (in pratica di
quanto calore produce il sacco
acquistato), ma ogni produttore
tende a usare una diversa unità
di misura, rendendo il tutto ben
poco chiaro. Tutti i prodotti analizzati hanno comunque livelli
simili sotto questo aspetto.
■ Tutti promossi. Per quanto riguarda le caratteristiche tecniche,
tutte le marche contengono una
percentuale di umidità inferiore
al 10% e assicurano quindi una
buona resa; solo PLP-Bini ottiene risultati un po’ più bassi.
Identica situazione per le ceneri
(questa volta maglia nera è Ardeco-Braga). Anche sul fronte del
contenuto di sostanze inquinanti,
tutti i campioni si sono comportati bene, tranne Eco Forest, che
ha mostrato una presenza un po’
troppo alta di azoto. Per questo
prodotto abbiamo anche qualche
dubbio sull’eccessivo contenuto di
polveri, che potrebbe dipendere
da una scarsa resistenza del pellet
agli urti durante il trasporto.
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