Dalla
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Foglio informativo ad uso interno
Il segreto dell’amore
Qual è il vero segreto di santa Gianna Beretta Molla? Qual è, dunque, il segreto dell’amore?
Ce lo svela il “vangelo delle beatitudini”. L’evangelista Matteo volutamente fa in modo che, nel breve
volgere di alcuni versetti, per ben dieci volte Gesù pronunci la parola: «Beati». La decima volta è un
invito alla gioia: «Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli» (5, 12).
Sono parole che si adattano splendidamente a santa Gianna.
Si adattano a lei, perché in realtà ogni santo è uomo, è
donna delle beatitudini. E questo perché le beatitudini, prima
ancora che dirci come dobbiamo essere noi credenti, ci
dicono come è lui, il Signore Gesù, il Maestro.
È lui il «povero in spirito», perché lui stesso è il regno dei
cieli. È lui l’afflitto, il crocifisso che ci consola. È lui il mite,
l’affamato e l’assetato di giustizia. È lui il misericordioso, colui
che ha il cuore puro, perché senza peccato. È lui che opera e
dona la pace. È lui che, perseguitato, insultato e ingiustamente accusato, ci offre la serenità e la gioia. Così ci ha parlato nell’ultima cena: «Vi ho detto queste cose, perché la mia
gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena» (Giovanni 15, 11).
È questo il segreto di santa Gianna: ella volle essere nei
gesti concreti della sua giornata “donna delle beatitudini” ed a
questo educò le ragazze dell’Azione Cattolica. Così si esprimeva in una sua catechesi del 12
dicembre 1946: «Se Gesù avesse fatto il suo invito alla pratica della povertà soltanto con il suo
discorso della montagna «Beati i poveri…» pochi avrebbero cercato la felicità nella povertà. Ma egli
nacque povero, visse povero e morì povero […] Incarnarsi vuol dire rendere la verità visibile nella
nostra persona, cioè manifestare attraverso la nostra umanità Gesù Cristo e la bellezza della vita
secondo il Vangelo. Dobbiamo essere i testimoni viventi della grandezza e della bellezza del
cristianesimo».
(dall’omelia dell’Arcivescovo in occasione della inaugurazione del Santuario della famiglia dedicato a
Santa Gianna Beretta Molla, Mesero, 1° novembre 2007)
Sante Messe festive: ore 8,30 - 10 - 11,30 - 18 * (sabato e prefestivi: ore 18 [e ore 15 al CTO])
Sante Messe feriali: ore 8,30 – 18 * Rosario tutti i giorni alle ore 17,38 (al suono delle campane)
Confessioni: Giorni feriali: ore 7,00-8,30 e 17,30-18,00; Sabato: ore 16-18; Domenica: prima e dopo le Messe
Apertura della chiesa: dalle ore 7 alle ore 19 (Sabato e Domenica: dalle 7,30 alle 12 e dalle 15 alle 19)
Segreteria Parrocchiale con Centro d’Ascolto: dalle ore 9 alle ore 12 (dal lunedì al venerdì)
Ancora dopo anni, noto in tanti fedeli qualche grossa riserva rispetto alla celebrazione
comunitaria del Sacramento della Penitenza. Tante persone nutrono ancora qualche sospetto
in ordine alla stessa “validità” della Confessione, quando è celebrata comunitariamente.
Questo mi spinge a proporre qualche riflessione in
proposito.
La Penitenza è uno dei sette Sacramenti e, nel corso dei
quasi venti secoli di storia della Chiesa, ha subito
notevoli evoluzioni in ordine alle modalità di
celebrazione, pur rimanendo costantemente il
Sacramento che dà il perdono di Dio.
L’essenza del Sacramento è perciò la assoluzione che il
sacerdote, in nome di Dio, impartisce al penitente che,
nella confessione dei suoi peccati, dichiara la propria
contrizione ed esprime l’impegno ad una vita cristiana
più conforme al Vangelo.
Tentiamo innanzitutto di analizzare la “struttura
celebrativa” di questo sacramento. Andrò per punti,
tentando di mostrare ogni passo che il penitente compie quando si avvicina al perdono
sacramentale di Dio.
1° - Entro in preghiera. Innanzitutto predispongo il mio spirito ad entrare in relazione con il
Dio della misericordia e del perdono. Cerco di stanziare del tempo sufficiente per poter
passare dalla mia normale vita attiva ad un momento di maggiore rilevanza spirituale e
meditativa.
2° - Ascolto la Parola di Dio. Consapevole che il mio peccato è la distanza che ho creato tra
quello che faccio e la Parola di Dio, mi premuro innanzitutto di mettermi in ascolto di questa
Parola, meditandola, lasciandomi da lei interrogare, cercando di percepirne con chiarezza il
messaggio. Apro perciò il Testo Sacro, oppure mi avvalgo di qualche sussidio che già mi
suggerisce qualche brano particolarmente adatto, leggo, medito, faccio silenzio, cerco di
capire, entro nello spirito della Parola.
3° - Faccio l’esame di coscienza. A questo punto cerco di capire, soprattutto alla luce della
Parola che ho ascoltato, che cosa c’è che non va nella mia vita, che cosa non è evangelico,
che cosa rompe la mia comunione con Dio, e quindi con i miei fratelli. E nel frattempo mi
chiedo anche quanti e quali doni il Signore mi sta facendo, per poterlo ringraziare, per poter
essere equo nel giudicare il mio rapporto con Lui, per non essere ingiusto nell’attribuire a Dio
solo le fatiche che sopporto ma anche le cose belle di cui gioisco.
4° - Parlo al Sacerdote. A colui che mi rappresenta visivamente il Dio che perdona, esprimo il
mio “grazie” a Dio, racconto con pentimento i miei peccati, esprimo le mie problematiche di
vita, chiedo consiglio.
5° - Ascolto il Sacerdote. Lui mi potrà dire qualche parola di commento sulla mia situazione
di vita, potrà darmi qualche consiglio, mi potrà indirizzare verso l’ideale evangelico.
6° - Esprimo il mio pentimento. Con la preghiera “Pietà di me Signore…” esprimo il mio
pentimento e la mia richiesta di perdono.
7° - Ricevo l’assoluzione. Il Sacerdote, in nome di Dio, mi dà il perdono: “e io ti assolvo dai
tuoi peccati, nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”.
8° - Ringrazio il Signore. Il “grazie” a Dio per essere stati perdonati è l’ultimo e doveroso atto
di questa celebrazione sacramentale che ricrea il mio spirito riportandolo agli splendori
battesimali. Non uscirò perciò di chiesa senza prima aver ancora pregato e ringraziato: salmi,
formule tradizionali o parole mie, saranno la mia preghiera di gratitudine al Signore che mi ha
perdonato e mi concede di “andare in pace”.
Dunque, celebrare comunitariamente o individualmente il Sacramento della Penitenza, qual è
la differenza?
Premesso che ciascuna delle due modalità di celebrazione ha uguale valore sacramentale,
diciamo innanzitutto che la celebrazione comunitaria mette maggiormente in evidenza il
carattere ecclesiale del peccato e del perdono, mentre quella individuale accentua
maggiormente il mio rapporto personale con Dio. Quindi diciamo che nella prima formula
coltivo di più il mio desiderio di riflessione e di preghiera mentre nella seconda esprimo di più il
bisogno di parlare di me e della mia vita con il confessore. Perciò sceglierò l’una o l’altra
modalità anche a seconda delle mie esigenze del momento.
Noto comunque che l’una e l’altra modalità accentuano più o meno i singoli momenti della
celebrazione, aiutandomi in un verso o nell’altro, a seconda delle esigenze del momento.
La celebrazione comunitaria dà molto spazio ai punti 1,2,3,8, che invece la celebrazione
individuale trascura molto.
La celebrazione individuale dà molto spazio ai punti 4,5,6, che nella celebrazione comunitaria
sono ridotti al minimo o realizzati comunitariamente.
Notiamo come il punto 7 “ricevo l’assoluzione” è rilevante in entrambi i casi, proprio perché è il
nocciolo della celebrazione, qualsiasi sia la modalità.
Avrò perciò l’accortezza di individuare ciò che più risponde, in
quel dato momento, alle mie esigenze spirituali e sceglierò.
Desidero pregare con calma, ascoltare, condividere con la
comunità il mio momento penitenziale? Allora celebrazione
comunitaria! Ho voglia di parlare un po’ con il sacerdote,
confrontarmi con lui, chiedergli consiglio? Allora celebrazione
individuale!
Dunque qual è meglio? Tutte e due ugualmente! Con tutte e due celebro il Sacramento e
ricevo il perdono di Dio!
Don Giuseppe
al tavolo dei giornali
LIBRETTO PER LA PREGHIERA QUARESIMALE QUOTIDIANA
€1
Domenica
27 gennaio
Festa della Sacra Famiglia
ore 11,30
Messa Anniversari Matrimonio + rinfresco
pomeriggio
Tombolata in oratorio
ore 21
Caritas decanale
29 gennaio
ore 21
Consiglio Affari Economici Parrocchiali
Mercoledì
ore 21
Incontro per tutti gli operatori liturgici
ore 21
Giovani
31 gennaio
ore 21
Lettura del Vangelo (Sala Fontana)
Venerdì
ore 16,30
Adorazione del 1° venerdì del mese
ore 8,30
PRESENTAZIONE DI GESÙ AL TEMPIO – CANDELORA
Messa con il Rito della Luce
Martedì
30 gennaio
Giovedì
1 febbraio
Sabato
2 febbraio
Domenica
3 febbraio
IV tempo ordinario
alle Messe
Benedizione della gola per la festa di San Biagio
FESTE DI CARNEVALE IN ORATORIO: sabato sera 2 e domenica 3 pomeriggio
3 FEBBRAIO: GIORNATA DELLA VITA – VENDITA DELLE PRIMULE
Il giorno 5 febbraio 2008, Martedì, alle ore 21,
presso la consueta sede in via La Farina 15 (Sala Borroni)
è convocata la 9a seduta del C.P.P. con il seguente
Ordine del Giorno:
1. Approvazione del verbale della seduta precedente
2. Notizie dalle Commissioni
3. Festa della comunità, Bicocca day
4. Varie ed eventuali
Arrivederci puntuali!
la Segretaria (R.M.)
il parroco (d.G.B)
mercoledì 5 marzo - pomeriggio
PELLEGRINAGGIO PARROCCHIALE
SANTUARIO MADONNA di LOURDES di MONGUZZO (Co)
ore 14: partenza dalla chiesa - Santa Messa al Santuario - Rientro per le ore 19 circa
Iscrizioni presso il centro parrocchiale - Quota: 10 euro
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