Produzioni
Compagnie
Piemontesi
Duemila13/Duemila14
Per segnalazioni e informazioni:
Claudia Grasso
[email protected]
tel. 011 4320788
PROSA
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Accademia dei Folli
ACTI Teatri Indipendenti
Affetti Collaterali
Aleph Associazione Culturale
Alfombras Associazione Culturale
Anna Cuculo Group
Anticamera Teatro
APS Cascina Macondo
Arcademia
ArnoKlein Ass. Cult.
Assemblea Teatro Soc. Coop.
Associazione Parola e Musica
blucinQue
Blusclint
C.P.E.M. (Comunque Polonio era Malato)
Casa degli Alfieri
Cia compagnia
Compagni di Viaggio
Compagnia 3001
Contatto Ass. Cult.
Crab Teatro
Crocevia Teatrali
Cuochivolanti
Daniele Conserva
Derossi – Chiorino
DettoFatto
Divago Ass. Cult.
Dramelot Associazione Culturale
E20 Associazione
Effeci Music - Associazione Contrattempo
Elena Ferrari
Esia
Faber Teater
Festival delle Colline Torinesi
Fondazione Teatro Piemonte Europa
Fools
Fratelli Ochner
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G.B.Studio
Genovese – Beltramo Ass. Cult.
GFTeam – Gipo Farassino
Grandangolo Ass. Cult.
Gruppo del Cerchio
Gruppo Folcloristico Chiusa di San Michele
I Lunatici
Il Cane di Pavlov – Argia Coppola
Il Cerchio di Gesso
Il Contato del Canavese
Il Dottor Bostik
Il mondo delle idee
Il Mulino di Amleto
Il Mutamento Zona Castalia
Il Teatro delle Dieci Ass. Cult.
Ivaldi | Mercuriati Associazione Teatrale Progetto Zoran
La Ballata dei Lenna
La Barca dei Soli
La Bonaventura
La Bottega Teatrale Ass. Cult.
La Quarta Scimmia
La rOsa dei 20
Laboratorio Permanente di Ricerca sull' Arte dell' Attore
L'arcoscenico Ass. Cult.
L'artimista
Le Anfore Compagnia
Le Sillabe Ass. Cult.
Le Venerdì Ass. Cult.
Les Petits Filous
Lewis&Clark
Ludus in Fabula
Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa
Masca Teatrale
Mo.lem
Mulino ad Arte
Municipale Teatro
Nartea
Nessun vizio minore
Nidodiragno
Nuova Avanguardia
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Nuove Forme
O.P.S. Officina per la scena
Occelli Olivero
Officina04
Onda Larsen Ass. Cult.
Paperelle Scampate
P-ars
Piccola Compagnia della Magnolia
Piccolo Teatro per Uomini di Latta
Pierpaolo Nuzzo
PrimoAtto
Produzioni Fuorivia
Progetto FMG
Progetto U.R.T./Compagnia Jurij Ferrini
Refrain
Scampoli
Senza Confini di Pelle
Sfamuse Compagnia
Sipario degli Estranei
Stalker teatro
Stregatti Compagnia Teatrale
Tangram Teatro Torino
Tangram Teatro Torino e Bebo Storti e Fabrizio Coniglio
Teatro Alegre | La Terra Galleggiante
Teatro degli Acerbi
Teatro degli Episodi
Teatro dei Passi
Teatro della Caduta
Teatro delle Selve
Teatro di Dioniso
Teatro Selig
Teatro&Musica di Monica Luccisano
TeatroLieve
Tecnologia Filosofica
Tedacà Ass.
Tékhné Ass. Cult.
Torcigatti
Tre di Picche Marco Voerzio
Trio Hausopera Ass.
Viartisti
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DANZA/CIRCO
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Adriana Cava Jazz Ballet
Ammonia danza corrosiva
Apothema Teatro Danza
Artemovimento Ass. – Monica Secco
Balletto Beatrice Belluschi
Balletto Teatro di Torino
blucinQue
C.ie La Bagarre
C.ie Zerogrammi
Gabriella Cerritelli
Circo Macadam
Cirko Vertigo
CodedUomo – Daniele Ninarello
CòLAPS
Compagnia NAD
EgriBiancoDanza
Ekodance International Project – Pompea Santoro
Fratelli Ochner
Andrea Gallo Rosso
Il Cantiere | Sara Marasso
Improd@nce
L’Araba Fenice compagnia di danza
L’artimista
Les Petits Filous
Liberamenteunico
Ambra Senatore
Stregatti Compagnia Teatrale
Teatro della Caduta
Tecnologia Filosofica
Tedacà Ass. - Compagnia Le Balleronze
The Vers Secret Dance Society - Raffaele Irace
Roberta Tirassa - Danza afro contemporanea
Senza Confini di Pelle
Sowilo Compagnia
Stregatti Compagnia Teatrale
Tangram Teatro Torino
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LIRICA-OPERETTA
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Alfafolies
Francesco Tamagno Società Culturale Artisti Lirici Torinese
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PROSA
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www.accademiadeifolli.com
IL BUGIARDO
di Carlo Goldoni
con Enrico Dusio, Elena Ferrari, Elisa Galvagno, Gianluca Gambino, Raffaele Musella, Carlo Roncaglia
e con la Banda da Camera
Accademia dei Folli
regia di Carlo Roncaglia
Link al trailer http://www.youtube.com/watch?v=HCHgEsYQQ-E
genere: prosa-commedia
Lelio, figlio di Pantalone, torna a Venezia da Napoli, citt{ in cui è cresciuto seguendo l’impulso a vivere
una continua avventura, affidandosi al suo estro di bugiardo impenitente. Capita subito nel pieno di una
serenata che Florindo, amante timido, rivolge segretamente a Rosaura, mentre insieme alla sorella
Beatrice sta sul terrazzino di casa. Senza indugio Lelio, assistito dal servo Arlecchino, si fa avanti,
attirando l’attenzione delle figlie del Dottore e attribuendosi il merito dell’omaggio canoro. Da questo
momento in poi inizia un rutilante gioco di “spiritose invenzioni”, come il fantasioso protagonista
definisce le sue menzogne. Quando le esagerazioni raggiungono un livello insopportabile d’immoralit{,
è scacciato dal padre e da tutti gli altri, mentre sul filo della convezione teatrale si ricompongono le
coppie di innamorati.
Ruota intorno a questa figura tragicomica una galleria di personaggi inconsapevolmente crudeli, avidi,
sospettosi, creduloni. Il malessere e la paura serpeggia tra le battute frizzanti. In un continuo e
inesorabile scambio di ruoli, cinque attori danno vita ai 14 personaggi della commedia goldoniana.
Questa costante trasformazione imprime alla pièce un nuovo ritmo che pur mantenendo ben leggibile la
trama, amplifica il senso stesso del testo in un gioco di specchi in cui la finzione teatrale moltiplica le
caratteristiche del protagonista. Le vere protagoniste sono però, alla fine, le convenzioni, le ipocrisie e
le “maschere” di una societ{ che ancora oggi non lascia via di scampo.
FOLLI ALL’OPERA
con Giovanna Rossi, Enrico Dusio, Carlo Roncaglia
e con Gigi Rivetti (tastiere), Giò Dimasi (batteria), Enrico De Lotto (contrabbasso)
regia di Carlo Roncaglia
genere: teatro - musica
"Folli all’opera" è un affettuoso omaggio al mondo della lirica, uno slalom scanzonato tra le arie più
famose. Tre attori interpretano i personaggi di Mozart, Puccini, Rossini, Verdi, Donizetti. Li
accompagnano altrettanti musicisti che, rielaborando le partiture originali, fanno da contrappunto ai
brani recitati. Il testo, appositamente scritto da Emiliano Poddi, cuce le diverse vicende creando una
specie di Helzapoppin operistico dove tutto può accadere. Le gag, i momenti poetici e le situazioni
assurde si susseguono in una girandola che lascia senza fiato, emoziona, meraviglia. Un gioco raffinato,
un divertimento intelligente rivolto sia agli appassionati sia a chi si affaccia per la prima volta sul
meraviglioso mondo dell’opera.
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Sembra una replica come tante. Madama Butterfly scruta l’orizzonte in attesa del ritorno di Pinkerton, il
suo sposo americano.
Poi arriva Turandot e sottopone Calaf a una specie di quiz televisivo estremo. In palio, se Calaf risponde
esattamente, c’è la mano della stessa Turandot. Ma se Calaf sbaglia lo attende nientemeno che la
ghigliottina. Ce la farà o no? Lo scopriremo dopo la pubblicità di Figaro, barbiere a domicilio.
Nel frattempo Alfredo spasima per Violetta. Ma lo sa che ha la tisi? E ha idea, Alfredo, di quale sia la
professione che lei esercita? E soprattutto, non si rende conto che la loro storia d’amore è senza futuro
dato che, nella quasi totalità dei casi, il soprano fa una brutta fine?
I personaggi dei libretti d’opera si avvicendano sul palco, si rivolgono al pubblico, dialogano con il
direttore d’orchestra e con i musicisti. Vogliono capire, fare il punto della situazione dopo migliaia di
repliche sempre uguali. Non è per niente facile essere personaggi d’opera. A parte lo spaventoso tasso
di mortalità, ci sono stranezze che loro ancora non si spiegano, domande che restano in sospeso.
Esempio. Perché nell’opera, quando qualcuno viene pugnalato alle spalle, invece di sanguinare canta? E
perché il pubblico, nonostante queste stranezze, alla fine si commuove?
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ACTI Teatri Indipendenti
www.teatriindipendenti.org
SOLITUDINE
di Beppe Fenoglio
con Beppe Rosso
regia di Beppe Rosso
genere: monologo, teatro di narrazione
Attorno all’atto unico Solitudine (pubblicato sulla Gazzetta del Popolo di Torino nel 1963, alcuni giorni
prima della morte di Fenoglio) si dipana la vicenda dello spettacolo. Fenoglio negli ultimi anni, spinto
dalla passione per il teatro e dalla sua potente capacità dialogica, scrisse una serie di scene e monologhi
che, nella sua intenzione, avrebbero dovuto costituire un’opera teatrale compiuta. Lo spettacolo porta
alla luce e intreccia quelle scene e quei frammenti del teatro “partigiano” che permettono di
intravedere lo scheletro d’insieme di questo lavoro incompiuto. E qui l’autore propone una nuova
prospettiva: ciò che nei testi precedenti veniva letto come valore assoluto, come scelta senza
compromessi, viene messo in discussione. Il “partigiano” e la sua condizione durante lo sbandamento
dell’inverno del ’44, diventa problematica, il disagio si fa concreto ed esistenziale.
Un dramma che a tratti mostra una perdita di coordinate e svela le paure di questi giovani combattenti,
pur nella tensione verso la “giusta causa” e dell’inderogabile “scelta” fatta.
La scena si popola di personaggi mitici, tragici, sarcastici, irrisolti nelle loro contraddizioni, inconciliabili
con il mondo ma tremendamente umani.
Nel dramma di Fenoglio tutti i protagonisti sono soli. Parlano tra loro, ben sapendo che nessuno
arretrer{ dalle proprie posizioni. Fenoglio ci restituisce l’essenza dello sbandamento, con una precisione
che a volte appare più nitida di quella raggiunta ne Il partigiano Johnny.
DEI LIQUORI FATTI IN CASA
di Gabriele Vacis, Remo Rostagno e Beppe Rosso
regia di Gabriele Vacis
genere: monologo, teatro di narrazione
Dei Liquori fatti in casa ci riporta in un paese della provincia italiana nei primi anni sessanta. A dare voce a
tutti i personaggi, un attore solo che restituisce, con grande efficacia comunicativa, gli umori e i sussulti
di un’intera comunit{ la cui quotidianit{ viene improvvisamente scossa dall’arrivo di una giovane donna
francese attorno alla quale si condensano gli avvenimenti, corposi ed essenziali come certi liquori, che
rivelano valori, desideri, visioni, speranze di un paese e di una generazione. Un’ironica e poetica saga
paesana dove si trattiene il respiro, in consonanza al respiro delle donne e degli uomini che vedono la
loro piazza solcata dall’amore, dal peccato, dal sogno o, addirittura, dalla rivoluzione. Lo spettacolo
narra dell’epoca del boom economico, momento di cruciale mutamento sociale, quando tradizioni
centenarie subirono, nel giro di pochi anni, un cambiamento radicale e il suono delle piazze non fu più il
rintocco del campanile ma quello dello juke-box che narrava di alti neri watussi e sogni americani.
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“Affetti Collaterali”
www.affetticollaterali.it
LA CLINICA DEI SOGNI
di Claudio Morìci
con Vincenzo Galante, Stefano Ghione, Carlotta Bisio, Max Chionetti, Paolo Canfora,
Giovanni Sonzini, Mauro Allegretti
regia di Luca Ghibaudi
link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=RD5b4r2jtsU
genere: commedia surreale onirica
“…l’unica differenza tra me ed un pazzo è che io non sono pazzo…”
Si può affermare dove comincia il sogno? Conoscere il limite estremo della veglia? Chi siamo e dove
siamo, veramente, durante il sonno?
Illustri studiosi hanno distinto quattro stati, caratterizzati dall’assenza di coscienza. L’ultimo di questi, lo
stato REM, costituisce una condizione fisiologica che nel corso del sonno si amplia progressivamente
per durata ed effetti. In definitiva la fase di maggior assenza volontaria nel sonno, quella cioè dove
prendono forma i nostri sogni, è anche la più vicina, fisiologicamente, allo stato di veglia. Nessuno però
aveva mai pensato di osservare il fenomeno sotto l’ottica opposta, che avrebbe rivelato molto di più.
“…ce ne sono di cose che potrebbero accadere e che nessuno immagina…”
ADDIO MONDO CRUDELE
di Tobia Rossi
con Silvia Amoretti, Paolo Canfora, Vincenzo Galante, Noemi Garbo, Carlotta Bisio, Ezio Martini
regia di Carlotta Bisio
link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=IUeMv9J4qxo
genere: commedia tragicomica
Commedia tragicomica ambientata sul tetto di un palazzo, dove il cornicione diventa il lettino della
psicanalisi e sei personaggi si muovono sull'orlo del baratro, oltre che di una crisi di nervi, in una serie
continua di dialoghi serrati, colpi di scena, gag di ogni tipo e battute a non finire. Bianca, tradita dal
marito, decide di farla finita buttandosi dal cornicione della finestra della sua psicologa. Andrea, tradito
dalla moglie, decide di farla finita buttandosi dal cornicione della finestra della stessa psicologa. E
ovviamente decidono di farlo lo stesso giorno, alla stessa ora, utilizzando lo stesso cornicione! La
faccenda si complica con l'arrivo della dottoressa e soprattutto dei rispettivi coniugi Michele e Ilaria per
tentare di impedire il fattaccio, per non parlare poi dell'intervento di improbabili forze dell'ordine...
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Aleph
associazione culturale
https://www.facebook.com/pages/Associazione-CulturaleAleph/569346183083876?fref=ts
UNA NOTTE DI CASANOVA
concerto per voce recitante e chitarra
di Franco Cuomo
con Federico Grassi (voce recitante), Sergio Sorrentino (chitarra)
musiche originali di Sergio Sorrentino
regia di Federico Grassi
link video, pagina web spettacolo: https://www.facebook.com/pages/Duo-Federico-Grassi-SergioSorrentino/207577072715474 | traccia audio: http://www.youtube.com/watch?v=DOBIkUzGAg4
videointervista presentazione spettacolo:
http://www.youtube.com/watch?v=TaxAWYxeLic&feature=player_embedded
genere: teatro musica - nuove creatività
Un Casanova senza età che attende in una sperduta locanda d’Europa una dama che non verr{ se non
quando l’attesa avr{ ormai esaurito il desiderio. Nell’arco di una notte, spazio temporale e mentale di
un’intima confessione, scandita in sette stanze che vanno dalle ore undici all’alba, un avventuriero di
oscuri natali come il nostro eroe veneziano, fattosi cavaliere da solo “rubando otto lettere all’alfabeto
che è propriet{ di tutti”, si adopera per ridimensionare la mistica del potere nel mondo. Nella
drammaturgia di Cuomo non c’è posto per storie comuni, per gente qualsiasi. Il suo diritto ad inseguire il
fantastico puro della storia lo conduce a considerare la condizione per l’elaborazione della trama, per la
definizione del personaggio una sua sospensione al di sopra o al di sotto del resto del genere umano,
mai alla pari: verso la santità o verso la dannazione, mai verso una quiete terrena. Nel caso di questo
Casanova ne scaturisce una figura emblematica al di fuori degli schemi e dei modelli precostituiti, un
reperto umano in grado di fungere da campione esemplare delle nostre passioni, delle nostre
contraddizioni portate alle estreme conseguenze, proposta ai nostri occhi di spettatori
provocatoriamente, per confondere le carte che qualche sapiente addomesticatore aveva messo “per
benino” in quello che si chiama “ordine” ma non necessariamente “vita” o “teatro”. Oscillando
continuamente fra il sacro e il profano, il genio e la sregolatezza, la nobiltà e la cialtroneria, la verità e la
menzogna, la parola potente di Cuomo ricca di fascino e di efficacia teatrale disegna in maniera incisiva il
ritratto esemplare e moderno di un perfetto “arcitaliano”.
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ASSOCIAZIONE CULTURALE ALFOMBRAS
BRIVIDI D’OMBRA, LAMPI DI LUCE
de l’ Associazione Culturale Alfombras
con Ilva Fontana, Mariarosa Bersanetti , Paolo Leone
regia di Ilva Fontana
genere: teatro musica
In occasione dei 150 anni dalla nascita di Gabriele D’Annunzio lo spettacolo è un omaggio al controverso
poeta-vate con brani di poesia e prosa alternati a pezzi musicali e d’opera tratti dai generi che il poeta
amava, alcuni con testi scritti da lui stesso. Rivive l’atmosfera dell’epoca grazie a recitazione e note.
VERDI PER SEMPRE
de l’ Associazione Culturale Alfombras
con Ilva Fontana, Mararosa Bersanetti
regia di Ilva Fontana
genere: teatro musica
La vita avventurosa e la musica travolgente del più grande compositore italiano rivivono sul palco con
ritmo travolgente.
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ANNA CUCULO GROUP
www.annacuculogroup.it
CONCERTO PER ARTHUR RIMBAUD
di Arthur Rimbaud, Anna Cuculo, Matteo Negrin
con Anna Cuculo, Matteo Negrin
regia di Anna Cuculo
link video, pagina web spettacolo: www.annacuculogroup.it
genere: teatro musica
Il testo è tratto da Une saison en enfer (Una stagione all’inferno) di Arthur Rimbaud.
140 anni fa, quando Arthur Rimbaud aveva 19 anni, uscì dalla sua penna questo capolavoro di pensiero e
di letteratura. L’inferno di cui ci parla Rimbaud è quello terreno della società occidentale cristianizzata, è
la sua vita stessa, in una meravigliosa frammistione di fisicit{ e spiritualit{. Oltre all’immenso apporto
alla letteratura dell’Ottocento, Rimbaud ci guida in una moderna visione ‘materiale’ della vita.
La musica di Matteo Negrin, di stile volutamente eterogeneo, si fonde sul palco con le parole della
Saison per dar vita a un solo corpo di suoni armonici o contrastanti di scena in scena.
Rimbaud nacque il 20 ottobre 1854 nella cittadina di Charleville, nelle Ardenne.
Ben presto conobbe Paul Verlaine, che segnò il suo successo di poeta ‘moderno’. Alla Saison appartiene
anche la relazione vissuta con lui, definito ‘la Vergine folle’ dall'esistenza scialba e vile, al quale Rimbaud
fa dire la propria volontà di evasione dalla realtà e la ricerca dei segreti che possono cambiare la vita.
A chiusura del testo tutta la poetica di Rimbaud viene da lui stesso ripudiata: «È finita. Oggi so salutare la
bellezza», ossia la poesia di Baudelaire e dei parnassiani.
ELIZABETH E JOHN DEE
di Maurizio Barracano e Anna Cuculo
con Anna Cuculo, Roberto Briatta, Roberto Bonesio, Cristian Lampis, Pietro Giau, Gabriella Perugini
regia di Anna Cuculo
link video, pagina web spettacolo: www.annacuculogroup.it
genere: classico
Un dialogo tra la regina Elisabetta I d'Inghilterra e il matematico, scienziato e mago John Dee, favorito
della regina, la quale si avvalse della sua scienza e delle sue doti di astrologo.
Nel rispetto della storia e della ricerca esoterica, vengono svelati alcuni dei 'misteri' che condussero
l'Inghilterra di Elisabetta I a divenire la prima potenza navale nel mondo. In più di un'occasione la regina
si recò a trovare John Dee nella sua casa di Mortlake. È qui che si ambienta lo spettacolo in massima
parte. Altri personaggi occupano la vita intima dei due: il giovane fidanzato della regina, ben presto
abbandonato, e il medium Edward Kelley, a cui erano state mozzate le orecchie per qualche azione
passata poco gradita al potere. Un posto a sé, anche se interferisce di continuo con i personaggi, occupa
Azoth, figura atemporale, cinica, grottesca e a volte sgradevole persino con il pubblico.
La musica del liuto vive sulla scena.
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IL SEGRETO DEI MASSONI
di Giuseppe Vatri
cn Enrico Fasella, Cecilia Cernicchiaro, Roberta Indiogia, Matteo Anselmi,
Roberto Bonesio, Pietro Giau
regia di Anna Cuculo
link video, pagina web spettacolo: www.annacuculogroup.it
genere: classico
Parigi 1737
Si celebrava l'elezione di un pari d'Inghilterra a Gran Maestro parigino. Le gazzette parlano della
Massoneria, quelle riunioni segrete cui partecipano borghesi e aristocratici. Il potere se ne interessa: un
sottotenente di polizia fa irruzione in qualche riunione massonica, sequestra documenti e verbali, ma si
ferma di fronte a intoccabili aristocratici. Un intellettuale quietista scrive un discorso che propone il
sostegno della corona alla Massoneria. Il cardinale ministro lo ferma: quelle assemblee dispiacciono al
re. Meno di dieci logge sono attive a Parigi, ma tutto il mondo si interessa alla Massoneria e ai suoi
segreti. Il segreto è la cerimonia di iniziazione: il sottotenente, saputola da una cantante di teatro (che
l'aveva saputa da un amante), finalmente dà il segreto alle stampe.
Insomma, la Massoneria, la novità arrivata dall'Inghilterra appena dieci anni prima, è di gran moda, tanto
che un autore, rimasto anonimo, prende il suo segreto a tema di una commedia, Les Frimaçons, da
rappresentarsi alla Comédie Française, ma che a causa degli attacchi polizieschi sarà stampata a Londra
solo nel 1740.
Una donna curiosa, due amanti, il segreto massonico da scambiare con le sue grazie, uno degli amanti
già Massone, l'altro che deve esserlo per poter conoscere il segreto, medici immaginari e squattrinati
poeti che aspirano alla Massoneria, camerieri pasticcioni e ancelle astute a far da contorno, in un intrigo
tipicamente settecentesco.
VIAGGIO MUSICALE NELLA DIVINA COMMEDIA
di Dante Alighieri e Paolo lova
con Anna Cuculo, Paolo Lova, Daniele Montagner, Tiziano Nizzia
regia di Paolo Lova
link video, pagina web spettacolo: www.annacuculogroup.it
genere: teatro musica
Tutti i canti della ‘Commedia’ si prestano a una lettura pubblica e tutti possono essere accompagnati
dalla musica: non era infatti estranea alla sensibilità di Dante, e più volte nel suo poema dà prova di
conoscerla e apprezzarla, così come mostra di amare i musicisti. Quale incontro è più commovente e
gioioso se non quello con il musico Casella nel secondo canto del Purgatorio? amor che nella mente mi
ragiona/ cominciò elli allor si dolcemente/ che la dolcezza ancor dentro mi sona (vv.112-114). Alcuni canti
che più di altri offrono dialoghi, colpi di scena, descrizioni efficaci oppure tratteggiano figure imponenti
e indimenticabili, possono essere definiti più teatrali e quindi più idonei a una lettura in pubblico.
Toglieremmo valore alla ‘Commedia’ se volessimo stabilire una graduatoria tra canti, spezzando l’unit{
stilistica e l’impianto narrativo del poema; è però possibile individuarne alcuni che presentano affinità
tematiche o che toccano particolari corde della nostra sensibilità.
Canti in Programma:
INFERNO canto V, canto XXVI, canto XXXII, canto XXXIII - PURGATORIO canto VI, canto XI
PARADISO canto XXXIII
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ANTICAMERA TEATRO
Via: Porporati 12 10152 Torino
C.F. 97590260010
www.anticamera.com
BORDERMINDPROJECT
con Elena Pisu
ideazione e regia di Marco Monfredini
in collaborazione con Grimaco MovimentiUmani
link video, Pagina web spettacolo: http://bordermindproject.wordpress.com/
genere:Teatro-Danza
Il nucleo del lavoro nasce nel novembre del 2012 grazie ad una residenza teatrale creativa di un mese nei
Territori Occupati Palestinesi presso il Balata Refugee Camp.
Border_Mind è stato un incontro con la cultura e la società palestinese.
Border_Mind è stato un laboratorio teatrale con giovani che vivono sotto il pressante contesto
dell’occupazione.
Border_Mind è un video teatrale ambientato in location “naturali” della Palestina.
Border_mind è un blog che viene costantemente aggiornato.
Border_Mind è una performance sul tema della separazione e delle barriere.
Il progetto continua in Italia alternando repliche della performance presentata in Palestina, prove
aperte al pubblico del processo creativo in evoluzione e nuove residenze di sperimentazione e
approfondimento del tema .
Corro per non perdermi, lascio che sia il mio fiato a decidere la profondità dei miei pensieri. Ho bisogno
di scavalcare l’attimo per ritrovarmi lì subito dopo l’esplosione.
Io sono le mie barriere.
Io sono il superamento dell’ostacolo.
Io sono l’ostacolo.
Io sono il prima e il dopo sempre durante.
Cos’ è che mi fa scavalcare il tempo per ritrovarmi oltre il muro di separazione? Chi decide che non
possiamo vivere insieme. Cos’è la pace? Dov’è la scala adeguata all’altezza? Cos’è la bellezza della
profondità?
Io sono quello che ti porge la mano.
Io ti fucilo mentre sei di spalle.
Io sono il fucile.
Io sono il proiettile che ti perfora la carne.
Io ti oltrepasso mentre cadi al suolo.
Io sono il suolo che ti accoglie prima dello schianto.
Non esistono confini. Esistono solo penne per tracciarli.
Io sono il confine. Io mi cancellerò.
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APS CASCINA MACONDO
www.cascinamacondo.com
BOB ET BETH
di Nagi Tartamella e Florian Lasne
con Nagi Tartamella e Florian Lasne
regia di Nagi Tartamella e Florian Lasne
in co-produzione con Cie Racines de Poche
link video, pagina web spettacolo: www.racinesdepoche.com, www.cascinamacondo.com
http://www.youtube.com/watch?v=zboTPxk2Wjc
genere: teatro di gesto e di parola
Piccola storia d'amore ironica, poetica e amara.
Teatro di gesto e di parola.
Specchio della coppia nei suoi splendori e decadenze.
Gli attori, con la loro sensibilità e ironia, la loro gestualità e mimica, seducono piccoli e grandi.
Ritmo e movimento.
Burlesco e poesia.
Bob e Beth s’incontrano al mercatino del quartiere
È subito amore ed ha un buon odore
Tempo presente
Attimi eterni
O quasi
Il tempo è denaro
E chi perde tempo perde denaro
Bob conta il tempo
Beth non capisce
Bob corre senza sapere perché
Il cielo è blu
Ma spuntano nuvole scure e pesanti
Inquietudini e ripensamenti
Piccola folle vita quotidiana
Le sue abitudini
Così rassicuranti
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Compagnia ARCADEMIA
www.arcademia.it
LA VITA E' MERAVIGLIOSA
dall'omonimo film di Frank Capra (riedizione 2014)
di Attinà / Marino / Frisone / Quaretta
con Maurizio Frisone, Isabella Tabarini, Fabrizio Rizzolo
regia di A. Quaretta
link video, pagina web spettacolo: www.arcademia.it
genere: musical
George Bailey è un giovane onesto, desideroso di avventure e di viaggi che, per una serie di eventi, si
troverà a dedicare il suo tempo al servizio del prossimo. Nato in una piccola cittadina di provincia, è
costretto a restarvi tutta la vita rinunciando alle sue aspirazioni, ovvero salvare e gestire con lo zio
paterno Billy la Costruzioni e Mutui fondata dal padre, Peter. Un giorno suo zio Billy smarrisce
un’importante somma di denaro necessaria per coprire un debito con la banca e per evitare che
l’azienda cada nelle grinfie del vecchio Henry Potter, un cinico affarista che da sempre tiene in pugno la
cittadina disposto a tutto pur di far fallire l’attivit{ creata dalla famiglia Bailey. Consapevole di cosa
sarebbe potuto accadere George è disperato e decide di farla finita convinto che le persone più vicine a
lui starebbero molto meglio se lui non fosse mai nato… All’ultimo momento interviene Clarence, il suo
angelo custode, che mostrerà a George come sarebbe stato il mondo intorno a lui se non fosse davvero
mai esistito. Il musical è ambientato tra gli anni ‘70 e gli anni ‘90 e ripercorre le tappe più significative
della vita di George Bailey fino al giorno del suo quarantesimo compleanno quando solitamente si
cominciano a fare i primi bilanci della propria esistenza. Uno spettacolo per sorridere ed emozionarsi tra
le vicende dei protagonisti e le canzoni tutte d’autore e in italiano, arrangiate per l’occasione dalla C&M
Orchestra che accompagnerà dal vivo gli interpreti.
Tra sogno e realtà, un inno alla vita di ciascuno di noi.
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Ass. Cult. ARNO KLEIN
www.arnoklein.org
L'UOMO DEL MOCAMBO
di Fabio Fantini e Michelagelo Zorzit
con Cristiano Burgio, Giuseppe Nitti, Federico Piras
regia di Marlen Pizzo
genere: teatro musica
L’Uomo del Mocambo è lo show personale di un viveur sul cui capo stanno crollando, allo stesso istante,
le macerie finanziarie del proprio locale jazz e quelle di una vicenda esistenziale fallimentare, sperperata
a rincorrere amori tanto viscerali quanto effimeri. Ma - quasi incapace di ammettere a se stesso le
tragiche circostanze in cui si trova - l’Uomo del Mocambo non rinuncia a giocare d’azzardo con il
destino… Per strappare un’altra proroga punta a convincere
il Curatore Fallimentare del Mocambo che quanto circolava in quel locale non si può misurare in una
valutazione economica delle entrate e delle uscite, e scommette di poter sedurre questo arido
ragioniere costruendo un grandioso affresco di musica, sensualit{ e poesia da bassifondi. L’Uomo del
Mocambo è il protagonista di quattro canzoni di Paolo Conte, scritte dall’inizio degli anni ‘70 al 2005. Lo
spettacolo origina da quei brani e si sviluppa in una divertente e a tratti malinconica pièce che attinge,
nei monologhi e nelle musiche, da tutta l’opera di Paolo Conte.
L'ORA FELICE
di Elena Griseri
con Elena Griseri e Marlen Pizzo
regia di Elena Griseri e Marlen Pizzo
link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=uugmiD7vtco
genere: teatro infanzia
“L'ora felice” propone, in modo divertente e al contempo poetico, gli elementi fondamentali della
pittura, quali: il segno, la forma, il colore.
Lo spettacolo ha luogo nello studio di una pittrice, la quale, colta da estro artistico, vorrebbe dipingere
dei girasoli su una grande tela. L'artista è però continuamente disturbata da vari fattori esterni: lo squillo
del telefono, il ronzio di una mosca, i pennelli troppo grandi o troppo piccoli.
Una cameriera, che si occupa della casa, contribuisce, con i suoi piccoli disastri, a disturbare la fase
creativa dell'improbabile artista. Eppure la creatività è nell'aria e, all'insaputa delle due donne, la grande
tela si anima di: forme, colori e segni. I protagonisti sono tre pallini colorati (colori primari), i quali
giocando tra loro, danno vita ad altri colori (colori secondari). Nei loro giochi, essi non solo trasformano
il loro colore, ma anche la loro forma, la quale diventa più complessa, fino a diventare un fiore, una
coccinella, una farfalla. Sempre giocando, incontrano divertenti personaggi: una macchinina, una nave,
un bambino, una mosca i quali, al loro passaggio, lasciano una traccia sul bianco della tela.
Ecco che allora i pallini entrano in relazione con i segni e giocano con essi, fino a giungere alla magia
finale: la tela si dipinge da sola! Al fine di dare rilevanza al linguaggio universale dell'arte, nello
spettacolo non vi sono parole, ma solo alcuni suoni vocali, di caratterizzazione dei personaggi, e alcuni
momenti accompagnati da musica.
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ASSEMBLEA TEATRO SOC. COOP.
www.assembleateatro.com
IL FUNERALE DI NERUDA, garofani rossi per Pablo
di Davide Lajolo e Diego Fabbri
con Giovanni Boni, Marco Pejrolo, Annapaola Bardeloni, Angelo Scarafiotti, Roberta Fornier,
Silvia Nati, Mattia Mariani, Toni Mazzara
regia di Renzo Sicco
link video, pagina web spettacolo: http://www.assembleateatro.com/il-funerale-di-neruda http://www.assembleateatro.com/il-funerale-di-neruda
genere: classico
Quattordici giorni dopo il bombardamento del Palazzo Presidenziale de La Moneda a Santiago del Cile, il
23 settembre 1973, nelle feroci ore del Golpe militare, muore Pablo Neruda. Nonostante il coprifuoco e
le strade presidiate dai militari, migliaia di persone accompagnano il poeta, la più alta voce della nazione
e del continente latino-americano, nell’ultimo cammino verso il cimitero. In scena pochi ed essenziali
elementi: alcune macerie, simbolo della devastazione subita dalla casa di Neruda ad opera dei militari di
Pinochet, e la bara del poeta, sulla quale siede l’interprete del poeta stesso, narratore e commentatore
delle vicende.
Dall’orrore della persecuzione, risorge la poesia: la bara si trasforma e ne fuoriescono conchiglie,
bicchieri, bottiglie e altri oggetti con cui Neruda amava arredare le sue case-barca, metafora del
navigare tra porti ove attingere nuovi e significativi versi da donare all’umanit{. Lo spettacolo viene
proposto in occasione del 40nnale della morte del Poeta e nell’attivit{ della riesumazione del suo corpo
alla ricerca della verità sulle cause della sua morte.
JACK FRUSCIANTE E’ USCITO DAL GRUPPO
di Enrico Brizzi - Renzo Sicco
con Andrea Castellini, Chiara Pautasso, Chiara Tessiore, Stefano Filippone,
Michele Forlani, Stefano Conrotto
regia di Marco Pejrolo
link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=bg6a-XHnTR0 http://www.assembleateatro.com/jack-frusciante-e-uscito-dal-gruppo-2
genere: teatro musica
Romanzo cult di diverse generazioni cresciute attorno agli anni ’90 continua ad essere un long-seller
editoriale.
Lo spettacolo, che ha debuttato ad AstiTeatro nel 2012 ad inizio luglio, è un affresco che rappresenta il
mondo sommerso ed inquieto dei giovani trasformandosi in un’ironica ed irridente epopea, in un
racconto non logico e consequenziale ma bensì caotico e disordinato, insomma… anarchico come
l’atmosfera che descrive. Protagonisti Alex e Adelaide con la loro improbabile storia d’amore, attorniati
da diciottenni le cui imprese sono restituite con un ritmo incalzante, scandite da avvenimenti scolastici,
familiari e da tragedie italiane. I temi toccati sono quelli del disagio e del conflitto con gli adulti,
dell’amicizia, del travaglio sentimentale ed esistenziale dei ragazzi, tematiche presentate al pubblico
senza false o accademiche disquisizioni, bensì con sensibilità e forte impatto emotivo, ma soprattutto
con coerente veridicità e col linguaggio che gli appartiene, senza ridurre ad una storiella di ragazzini
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quella che invece è rappresentazione vera e viva di quel passaggio che tutti abbiamo dovuto
attraversare.
IL PESO DELLA FARFALLA
di Erri De Luca – Renzo Sicco
con Manuela Massarenti, Marco Pejrolo, Sax Nicosia, Anna Barbero, Edoardo De Angelis
regia di Renzo Sicco
link video, pagina web spettacolo:
http://www.youtube.com/watch?v=249j1RGMFOc&list=UUZ5x4bHuSDitADiDp9er_xQ&index=28 http://www.assembleateatro.com/il-peso-della-farfalla-3
genere: classico
Accade tutto in montagna. Una farfalla bianca sta sul corno del re dei camosci, un fucile sta a tracolla del
vecchio cacciatore. Li attende un duello differito negli anni. Più che la loro sorte, qui si decide la verità di
due esistenze opposte, lontane.
Le parole vere e ruvide di De Luca ti fanno entrare in una sorta di dissociazione: sei uomo e sei camoscio.
In entrambi i casi scoprirai d’essere natura minacciata, assediata di generazione in generazione. E’ il
desolante spettacolo della violenza che distrugge la poesia, la natura.
C’è la farfalla appunto che pesa come un fiocco di neve ma De Luca ci ricorda che a far partire la valanga
basta solo un fiocco. Una frazione di grammo è l’elemento definitivo.
Renzo Sicco e Assemblea Teatro hanno preso questo testo e lo ha portato in scena con rara efficacia.
Una stupenda storia di montagna, di quella parte di montagna che riesce ancora a mettere distanza dal
nostro vivere quotidiano. Due esistenze si incrociano, entrambe forti ed inesorabilmente congiunte
nella zona del tramonto, quella di un camoscio e di un cacciatore. Uno spettacolo di forti emozioni che
invita al rispetto delle regole della natura.
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ASSOCIAZIONE PAROLE E MUSICA
www.massimobagliani.com
CORAGGIO: IL MEGLIO È PASSATO
di Enrico Vaime
con Massimo Bagliani e Isabella Robotti
regia di Enrico Vaime
genere: teatro comico
Divertentissimo spettacolo.
Satira di costume, meravigliose canzoni, ricchi premi e cotillons senza la pretesa di insegnare niente a
nessuno ma solo di aiutarci nel ricordo di quello che merita di essere ricordato.
IO FÒ BUCHI NELLA SABBIA
di Enrico Vaime e Massimo Bagliani
con Massimo Bagliani e Isabella Robotti
regia di Enrico Vaime
genere: teatro comico
In questo divertente spettacolo si susseguono scenette, ballate, invenzioni comiche, poesie, canzoni
meravigliose, si gioca con le parole e qualcuno si chiederà:
“Cosa avranno voluto dire?”
Niente o meglio TUTTO!
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n
Q
u
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www.blucinque.it
DÉP-DIX
con Elena Cavallo, Maria Rosa Mondiglio, Isabella Filippini, Michela Cotterchio,
Matteo Frau, Caterina Mochi Sismondi
regia di Caterina Mochi Sismondi
link video, pagina web spettacolo: www.blucinque.it
genere: nuove creatività
Musicisti e attori in scena, il pubblico che attraversa il palcoscenico... essere spiazzati, in bilico, fuori
asse, il corpo spezzato, imbarazzato, fuori tempo. Immagini che delineano un percorso di ricerca su
movimento, voce e messa in scena e un lavoro sul testo, musicato dal vivo, contraffatto, reso partitura
musicale, ritmo, poesia. Nell'evolversi della creazione, la costruzione dello spettacolo ha cominciato a
svilupparsi in più tappe di sperimentazione, anche performative, presentate in forma di studio con il
titolo Déplacé.
Il déplacé é diventato così il nome stesso del processo, di cui Dép-Dix é il più recente risultato.
Con particolare attenzione la compagnia ha preso spunto e utilizzato alcuni testi di autori
contemporanei tra cui Beckett e il suo “Non io”.
SOLO DUE
con Elena Cavallo, Maria Rosa Mondiglio
musica dal vivo di Davide Tomat
regia di Caterina Mochi Sismondi
durata 40 minuti
link video, pagina web spettacolo: www.blucinque.it
genere: nuove creatività
Un solo, una signora. Sono due. Un gioco tra passato presente e futuro. Stare nelle parole, nella musica,
nel movimento.
Sempre il tema dello spiazzamento, un corpo, tra passato e presente futuro cerca il proprio spazio:
“Spazio spazio io voglio, tanto spazio per dolcissima muovermi ferita; voglio spazio per cantare crescere
errare e saltare il fosso della divina sapienza. Spazio datemi spazio, ch’io lanci un urlo inumano,
quell’urlo di silenzio negli anni che ho toccato con mano”
Alda Merini
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BLUSCLINT
www.blusclint.com
RICCARDO3
testi di W. Shakespeare, P. Faroni
con Maria Concetta Gravagno e Paolo Faroni
regia di Mr. Blusclint
spettacolo prodotto con il Sostegno del Sistema Teatro Torino
Link al video integrale http://www.youtube.com/watch?v=9Qlk1RokvW4
genere: classico - nuove creatività- classico rivisitato
La storia ricalca fedelmente il testo di Shakespeare arricchendolo di inserti e suggestioni tratti dalla
riscrittura di Carmelo Bene.
Riccardo vive tra la corte e il suo camerino. Tra complotti e menzogne, mette in scena il suo teatro
politico. Lady Anna vive chiusa tra le mura del castello, trascorrendo la maggior parte del tempo nella
propria camera da letto. Consapevole del destino cui andrà incontro, cerca di conoscere i segreti del suo
consorte – e così scopre il teatro. Inizialmente pensa di usare trucchi e stratagemmi per salvare se
stessa, ma di fronte alla crudeltà di Riccardo, che non esita a condannare a morte i giovanissimi eredi al
trono pur di diventare Re, rompe gli indugi e si impossessa delle armi della finzione e della menzogna.
Ucciderà Buckingham, prenderà il posto del sicario Tyrrel e racconterà a Riccardo di omicidi mai
avvenuti. Lo terrà buono spacciandosi per la regina Elisabetta e promettendone la figlia in sposa.
Usando i suoi stessi copioni, avvelenerà la spada con cui Riccardo si ferirà condannandosi a morte. Una
morte che Lady Anna si godrà spacciandosi per lo spettro delle vittime e tormentando Riccardo fino allo
stremo. Riccardo morirà solo, abbandonato da tutti.
GRASSE RISATE, LACRIME MAGRE!
di e con Paolo Faroni e Fabio Paroni
link al video promozionale http://www.youtube.com/watch?v=36WI6tGQ7NU
genere: comico
Un gioco al massacro comico sul teatro, il secondo mestiere più vecchio del mondo ma molto meno
redditizio del primo! Una girandola di battute su malesseri, disagi, luoghi comuni di quello che alcuni
chiamano lavoro nella speranza che un giorno ci sia un posto fisso anche per loro!
“(…) Il duo offre una perfetta padronanza di tutti i registri della commedia, che si coniuga con una forte
consapevolezza del momento storico che il teatro sta vivendo. Una leggerezza profonda, ricca di una
cultura teatrale difficile da trovare anche tra gli addetti ai lavori”
Scenarionline - Francesco Nicolosi Fazi
HAMLETS
da Shakespeare
con la complicità di Carmelo Bene, Jules Laforgue, Giovanni Testori
regia e riscrittura Paolo Faroni, Massimo Canepa
con Emilio Bonelli, Carlo Cusanno, Paolo Faroni, Maria Concetta Gravagno, Federico Manfredi
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Stefano Annoni
scenografie di Massimo Canepa
genere: classico - nuove creatività - classico rivisitato
La storia ricalca fedelmente il testo di Shakespeare arricchendolo di inserti e suggestioni tratti da C.
Bene, J. Laforgue, G. Testori.
Amleto non è indeciso, dubbioso, fragile: semplicemente non è uomo di potere, bensì uomo di teatro –
ed al teatro attinge per vendicare il padre.
Ma il teatro entra a corte solo per dilettare i potenti: qualora corte e palco si confrontassero, il palco ne
uscirebbe sconfitto. Ed è questo il destino di Amleto.
Manchevole dell’autorit{ del padre e del cinismo dello zio usurpatore, l’unico modo per ottenere
vendetta è ricorrere all’inganno della follia.
Di volta in volta, Amleto indosser{ la maschera del politicante di mestiere (Polonio), dell’eroe (Laerte),
del mentitore (Claudio), ma sbaglierà ingressi in scena, battute e tempi comici, fino a rimanere irretito
nella parte del folle: come Polonio, preferirà ricorrere alla strategia anziché approfittare del fatto che
Claudio prega in ginocchio per ucciderlo; in preda ad un eccesso di reazione, come l’esuberante Laerte,
impugna la spada e ne uccide il padre; come Claudio, inscena un altro se stesso – ma come questi
reagisce malamente alla messa in scena degli attori che giungono a corte, Amleto sbaglia reazione ogni
qualvolta gli si presenta l’occasione per vendicarsi, rimanendo così schiavo della maschera della follia. In
questo conflitto tra palco e corte, la tragedia non risparmierà nessuno: né i contendenti né la giovane
Ofelia che, esclusa dalla contesa perché mossa dai sentimenti e manovrata dal potere, finirà per subire il
contagio della follia.
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C.P.E.M. (Comunque Polonio Era Malato) - Teatro
www.cpemteatro.com
GLI OCCHI DI LEONILDA
di e con Monica Bonetto
musiche suonate dal vivo da Matteo Castellan
immagini e fotografie tratte dal Fondo Leonilda Prato-Istituto Storico della Resistenza e della società
contemporanea in provincia di Cuneo
regia della Compagnia
link video, pagina web spettacolo http://www.cpemteatro.com/CPEM-Teatro/Produzioni.html
video http://www.cpemteatro.com/CPEM-Teatro/Video.html
scheda spettacolo completa http://www.cpemteatro.com/files/scheda_leonilda_new.pdf
genere: Teatro Di Narrazione con musica suonata dal vivo
Senti la storia di Leonilda e non puoi crederci.
Che sia davvero vissuta, tanto per cominciare, perché pare inventata, e anche da qualcuno bravo a
farlo.
Poi che fosse davvero nata lì, in un paesino di montagna a metà strada tra le Alpi e il mare, nella seconda
met{ dell’Ottocento, e pure da famiglia umile, a scanso di equivoci.
Ma soprattutto che fosse donna.
Tutta quella esuberante, sfacciata voglia di fare solo ciò che le pareva e che riteneva giusto. E. che
faceva, sistematicamente.
Tutta quella continua sfida al destino, giocandosi tutto, ogni volta, come solo i veri duri. Sorridendo,
anche quando andava male.
Tutta quella determinazione, quella fantasia, quella capacità di stupirsi, lottare, ridere, inventare,
ricominciare.
Tutta quell’arte imparata e messa a frutto.
Tutto quel talento.
Tutta quell’ allegria.
Tutta quella passione.
Sì. A pensarci bene era una donna.
Ma è che devi pensarci proprio bene per capirlo.
Ed è anche per questo che ho deciso di raccontare la sua storia.
Allo spettacolo si può abbinare una mostra fotografica curata dall’Istituto Storico della Resistenza di
Cuneo e montata su 14 pannelli, con una selezione delle foto di Leonilda Prato
NARCISO. Racconto tragicomico di un mito
di e con Stefano Dell’Accio
musiche suonate dal vivo da Davide Sgorlon
regia della Compagnia
link video, pagina web spettacolo http://www.cpemteatro.com/CPEM-Teatro/Produzioni.html
video http://www.cpemteatro.com/CPEM-Teatro/Video.html
scheda spettacolo completa http://www.cpemteatro.com/files/scheda_narciso_9punti.pdf
Genere: Teatro Di Narrazione (brillante) adatto anche ad un pubblico di ragazzi (medie\superiori)
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Un moderno aedo racconta, con scanzonata immedesimazione, il mito di Narciso e le vicende dei
personaggi che ne fanno parte: le paure, le insicurezze, la gioia, l’imbarazzo, la passione travolgente di
un adolescente eccezionale (eppure così simile agli adolescenti di ogni tempo) che annega nel dolore di
un rifiuto. Ad accompagnare le parole, al posto di una cetra, l’impeto ribelle di una Fender Telecaster.
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CASA DEGLI ALFIERI
tra ricerca e memoria – Luciano Nattino
www.casadeglialfieri.it
FRANCESCO SULLA STRADA
cantico blues tra Assisi e il mondo
di Luciano Nattino
con Fabio Fassio, Mariapaola Pierini, Tommaso Massimo Rotella
regia di Luciano Nattino
link video, pagina web spettacolo: http://www.casadeglialfieri.it/spet_dir/francesco/index.html
genere: classico/nuove creatività
Questo nuovo lavoro di teatro e danza “intorno” a Francesco d’Assisi è un’ulteriore tappa di riflessione
sull’attualit{ del suo messaggio, sulla necessit{ che abbiamo ancora di lui, per riparlare di futuro e di
regole, di cammini e di gesti, e perché no? di economia e di rivoluzione. Come ha fatto lui,
allontanandosi di pochi metri da casa ma cambiando tutto, chiudendo con il passato. Non lo trattiamo
da biografi. Ci interessa il suo spirito vagabondo, vicino ai vangeli e ai passeri; ci interessa scoprire
ancora una volta il cantore della piccolezza, l’asceta senza tristezza, innamorato di madonna Povert{. E
per avvicinarci a lui abbiamo trasposto, senza forzature, la sua vicenda agli anni Sessanta del secolo
scorso. Ciò non per alterare la sua lezione di vita, le sue (poche) parole, ma per restituire in modo più
diretto l’importanza di Francesco per il mondo odierno. Così i personaggi del nostro lavoro sono due
uomini “on the road” di quegli anni e una donna esile e forte al loro fianco o nelle loro fantasticherie.
Ma dire "personaggi" è già dire un’opinione sul mondo. I nostri infatti non hanno una precisa identit{.
Come Francesco che vestiva di niente, si nutriva di poco e parlava, accessibile a tutti, con la verità del
corpo e della poesia, disdegnando i sapienti perché più vicini all’orgoglio. Così a noi piace lavorare su
tracce e segni naïf, di danza e musica, di parole e mutismo, scortati da una fragile scenografia e dalle
ballate sensitive di Sua Bobbità e di Cohen.
OFELIA NON DEVE MORIRE
dialogo tra un’attrice e William Shakespeare su “La tragedia di Amleto”
di Luciano Nattino
con Patrizia Camatel
regia di Luciano Nattino
link video, pagina web spettacolo: http://www.casadeglialfieri.it/spet_dir/francesco/index.html
http://youtu.be/VMYNmkhyCic - http://youtu.be/0x7ezURa5a0
genere: classico/nuove creatività
L’idea da cui muove lo spettacolo è che una giovane donna di Stratford-upon-Avon, folgorata dal teatro
portato in provincia da compagnie itineranti (anche italiane), decida di andare a Londra avendo saputo
del successo del suo illustre concittadino William, la cui compagnia (i Lord Chamberlain's Men) è
installata nel nuovo Globe Theatre, aperto da pochi mesi. Siamo nell’estate del 1600 e la donna riesce ad
ottenere il permesso di incontrare di mattina sir William che, in quel momento, si trova in una loggia del
Globe a ritoccare il testo dell’opera in corso: La tragedia di Amleto.
Kate (è questo il nome della giovane donna) ha seguito la tragedia nel corso della settimana per ben
quattro rappresentazioni, arrivando a conoscere quasi a memoria intere sue parti.
Tra Kate e Shakespeare avviene così un dialogo (a tratti divertente, a tratti commovente) in cui la
giovane donna, oltre ad esprimere il suo apprezzamento per l’opera, rivela tutta la sua enorme passione
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per il teatro. In più ha delle richieste precise da fare al poeta (tra cui quella che dà il titolo allo
spettacolo) che accompagna con garbo e freschezza ma anche con grintosa tenacia.
E’ questo il modo da noi scelto per rivelare aspetti conosciuti e non dell’Amleto e di Shakespeare
(attraverso brani del dramma e appunti sulla vita del Bardo e sulla società inglese del tempo) ma anche
per parlare, tramite la finzione spazio-temporale, del teatro di sempre, del suo fascino e dei suoi
problemi, ieri come oggi.
IL MONDO DEI VINTI
di Luciano Nattino dall'opera di Nuto Revelli
con Sebastiano Amadio, Marco Andorno, Massimo Barbero, Paola Bordignon, Lodovico Bordignon,
Patrizia Camatel, Dario Cirelli, Fabio Fassio, Lucia Giordano, Francesco Micca, Federica Tripodi
regia di Luciano Nattino
link video, pagina web spettacolo http://www.casadeglialfieri.it/spet_dir/il_mondo_dei_vinti/index.htm
genere: classico/nuove creatività
“Il Mondo dei Vinti” vuole essere un grande affresco corale sul mondo contadino del secolo scorso:
quella “culla”, quel “paese” il cui ordine fisico e umano è filtrato in noi e impossibile a cancellarsi.
Abbiamo mutuato il titolo dall'opera principale di Nuto Revelli in un intreccio in cui il “lentissimo”
mondo rurale, affondato nella quotidianit{ della sua “piccola” storia, viene scosso dalle brusche
impennate della “grande” storia e dai mutamenti sociali che forzano i destini individuali, li scuotono, li
sottopongono a trasformazioni gigantesche. Quelli che ci appaiono fin dall’inizio sono degli antenati,
forse i nostri nonni e bisnonni, che vengono a ritrovarci la notte del 31 ottobre, a rivedere le case, i
terreni della loro infanzia e vita, ottenendo per “compenso” del loro lungo viaggio delle castagne e un
po’ di latte. Da quella situazione si dipanano tutte le altre vicende: storie e memorie di emigrazione, di
guerre mai finite, di vita e rapporti difficili ma anche racconti di veglie, di feste, di mascheramenti.
Memorie che appartengono ai testimoni di Revelli della provincia cuneese del Novecento ma che sono
le stesse storie di tutto nostro Paese, del nord come del sud, del Veneto come della Calabria, e che
assomigliano tanto a quelle raccontate oggi dai griot africani, dai cantori dell'America latina, dai
danzatori indiani o tibetani.
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CASA DEGLI ALFIERI
teatro e natura – Lorenza Zambon
www.teatroenatura.net
SILLABARIO DELLA NATURA
di Lorenza Zambon
con Lorenza Zambon e Carlo Actis Dato
regia di Lorenza Zambon
link video, pagina web spettacolo:
http://www.teatroenatura.net/spettacoli/sillabario_della_natura/index.html
genere: nuove creatività/altro
Più una partitura che una drammaturgia, addirittura un programma di concerto: una traccia mutevole di
racconti, frammenti, musica e sguardi. Un unico tema: la meraviglia, la grande meraviglia che ci coglie, e
ci accoglie, in natura. Dal micro al macro, dal sentiero delle formiche alla danza dei pioppi, da ammiro il
muschio alla grande foresta, dal cantico dei semi allo sconfinato Oceano. Un nuovo passo sul lungo
sentiero del teatro della natura di Lorenza Zambon
Un grande musicista e un’attrice giardiniera in un fertile incontro. Contributi di autori diversi, poeti e
scienziati, Jealuddin Rumi, Matteo Meschiari, Fritjof Capra, Antonio Catalano, Lorenza Zambon …
Diversi toni, diversi sguardi, consonanze profonde.
Un sentimento forte. Per la vita, per il pianeta. Uno spettacolo rigenerante.
IL GIARDINO SACRO
di Carlo Actis Dato, Patrizia Camatel, Mariangela Celi, Fiona Sansone, Lorenza Zambon
con Carlo Actis Dato, Patrizia Camatel, Mariangela Celi, Fiona Sansone, Lorenza Zambon
regia di Lorenza Zambon
link video, pagina web spettacolo:
http://www.teatroenatura.net/spettacoli/il_giardino_sacro/index.html
http://www.youtube.com/watch?v=zUkYgp7FzE8&feature=related
genere: nuove creatività/altro
L’esperienza dell’incontro con “la natura” può portarci, (sì, proprio noi, adesso) ad un’esperienza del
“sacro”?
Di che “sacro” stiamo parlando?
Ci sono luoghi che sono come porte. Quali sono questi luoghi per noi, persone in scena? E per voi?
Noi siamo la specie più importante dell’universo?
Cosa hanno a che fare sacro e selvatico?
Hanno pratiche comuni? Ascoltare, comunicare oltre ai confini fra le specie, ringraziare? Esultare?
Dov’è il giardino? E il giardiniere?
Il tempo è breve. Ci permettete di farvi un regalo?
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www.ciateatro.com
QUESTIONI DI DONNE
di Ivan Fabio Perna
con Sabrina Scolari, Milena Albertone, Bettina Banchini, Paola Anastasio,
Daniela Freguglia e Tiziana Dentico
regia di Ivan Fabio Perna
link video, pagina web spettacolo http://www.youtube.com/watch?v=JdFk2ymUdc4
La compagnia CiA si avvale della regia di Ivan Fabio Perna riconosciuto a livello nazionale per la sua
esperienza nella comicità nel teatro americano.
Margherita è in carrozzina. La sua vita scorre tra alti e bassi, amori e amicizie. Ogni 8 Marzo, da anni, le
vecchie compagne del liceo si ritrovano nel suo appartamento per trascorrere insieme la Festa della
Donna. Quest'anno però una dello storico gruppo non ci sarà; Patrizia le lascia per colpa della leucemia
mesi prima. Il suo ricordo è rimasto vivo in tutte loro. Ognuna porterà nella serata il proprio modo di
vedere la vita. Margherita sogna di fare la cantante ma non riesce a trovare il coraggio di fare il grande
passo; la sua migliore amica Claudia è un'attrice: sicura di sé, ma non azzecca mai l'uomo giusto; Laura la
bellona mangia uomini che nasconde un triste passato e Antonella, la burbera combattiva, non l'ha mai
sopportata; e poi Raffaella l’ingenua, curiosa, svampita e di grande cuore. Ognuna di loro si aprir{ con
tutte; e tra risate e malinconia, scopriranno che la loro amicizia è stata e rimarrà, la cosa più importante
della loro vita. La Compagnia CiA nasce nel 2012. Formata da attrici provenienti da diverse scuole con
numerose esperienze artistiche nell’ambito teatrale e danza. Dopo il debutto nell’aprile 2012 con
“Questioni di Donne” Torino Spettacoli ha scelto la stessa commedia inserendola nella stagione teatrale
2012/13 al Teatro Erba di Torino. E’ stato un grande successo di pubblico e critica.
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COMPAGNI DI VIAGGIO
www.cdviaggio.it
L’INIZIO DEL VIAGGIO (LA SINDONE: UNA FOTOGRAFIA DI 2000 ANNI FA)
di Riccardo Gili
con Riccardo Gili e Costanza Maria Frola
regia di Riccardo Gili
link video, pagina web spettacolo: http://www.cdviaggio.it/spettacoli/inizio_viaggio.html
genere: prosa teatro tascabile
Gerusalemme, 70 d.C. L’esercito romano, dopo aver seminato distruzione, ha costruito una palizzata per
cingere d’assedio la citt{ del Tempio di Jahvé. Chilometri di fortificazioni per non lasciare scampo a chi si
è ribellato al dominio di Roma. Una donna misteriosa consegna a un soldato ebreo una cassa da portare
fuori dalla citt{. All’interno della cassa c’è un lenzuolo di lino macchiato di sangue, un oggetto
straordinario e misterioso che, probabilmente, già allora aveva creato molte difficoltà.
CERTO NON BASTA!
di Riccardo Gili
con Riccardo Gili e Carlo Cusanno
regia di Marzia Scala
http://www.cdviaggio.it/spettacoli/certo%20non%20basta.html
genere: prosa teatro tascabile
Il giovane Ignazio, refrattario a tutte le imposizioni, si arruola entusiasta per combattere nell’esercito
sabaudo nella prima guerra d’indipendenza. Incontra un altro ragazzo, Pinin, che diversamente vede
nella guerra l’occasione di una paga sicura. La disfatta di Novara demolisce entrambi i loro progetti.
Un
prete esile e curvo accompagna il generale con cui hanno combattuto verso il plotone d’esecuzione. Il
generale, noto anticlericale, addita a tutti il Crocifisso, poi ordina la propria fucilazione. Il generale è
Ramorino, capro espiatorio della sconfitta contro l’Austria, il prete Giuseppe Cafasso, il santo degli
impiccati. In questo e in altri momenti cruciali della loro vita i due giovani incroceranno il cammino dei
futuri santi torinesi scoprendo che cosa “l’amore, la scienza e lo Spirito” possono fare di
straordinario.
Parallelamente alla storia dei due ragazzi, due personaggi “senza tempo” racconteranno
le vicende di quegli anni, seguendo così un percorso storico tra realtà e invenzione.
VOCI NEL BOSCO
di Riccardo Gili
con Marzia Scala e Carlo Cusanno
regia di Riccardo Gili
http://www.cdviaggio.it/spettacoli/schede/Voci%20nel%20bosco.pdf
genere: teatro itinerante all’aperto
Una coppia di animali selvatici, un tasso e un cinghiale, si ritrovano ad interagire con gli esseri umani.
Mondi diversi che si incontrano e si scontrano. La curiosità però prevale sulla paura e permette di
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instaurare un contatto divertente e coinvolgente.
Gli spettatori si ritroveranno a scoprire in modo
originale e giocoso il punto di vista della natura che, per una volta, osserva il mondo degli uomini.
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COMPAGNIA3001
www.compagnia3001.it
VIOLA E LE ALTRE
di Adriana Zamboni e Margherita Casalino
con Margherita Casalino, Cristiana Voglino, Chiara Pautasso
regia di Adriana Zamboni
link video, pagina web spettacolo: www.compagnia3001.it
genere: /teatro musica
Viola è una donna semplice, buona come il pane, fare il pane è proprio la sua professione. Si alza
prestissimo e impasta, inforna, vende…
La panetteria di Viola è il luogo in cui s’incontrano le storie di altre due donne Rosa ed Erica.
Rosa è una donna che ha voluto conquistarsi la propria indipendenza, si direbbe una dura, a lei piace la
focaccia, è una cliente di Viola e le due sono quasi amiche a forza di frequentarsi al mattino presto. Rosa
lavora in una discoteca tutta la notte ed è tornando dal lavoro che si compra la focaccia, per mangiarsela
più tardi, quando si sar{ svegliata, verso le 3 del pomeriggio. Erica vorrebbe fare l’artista e invece è una
giovane precaria che lavora in un’azienda di materie plastiche, stampaggi. Il suo capo ha cercato di
capire di che pasta è fatta ma Erica si è rivelata insensibile alle sue profferte, è così è passato al
contrattacco. Anche Erica conosce il negozio di Viola. Le piacciono molto i panini al latte.
La panetteria di Viola, sopravvissuta chissà come al colonialismo commerciale, è lo spazio in cui si
riescono a sviluppare le relazioni tra le tre protagoniste, in una sorta di tempo sospeso, dove l’aiuto
reciproco è possibile perché ci si conosce, perché ci si incontra, perché ci s’impiccia un po’ l’una
dell’altra… Rosa ed Erica considerano la pacata Viola quasi una confidente, una figura materna a cui
raccontare le proprie ansie, i propri sconforti, una figura in grado di dar loro saggi consigli.
Eppure proprio Viola nasconde un presente angosciante…
La vicenda metterà le tre donne di fronte a delle scelte per riscattarsi e liberarsi dalle rispettive
“catene” ma, a quale prezzo e con quali rinunce?
SANTE,MADRI,SIRENE
di Margherita Casalino e Adriana Zamboni
con Margherita Casalino , Adriana Zamboni, canta Giovanna Mais, alla tastiera Massimo Ilardo
regia di Adriana Zamboni
link video, pagina web spettacolo: www.compagnia3001.it
genere: recital con canzoni e musica dal vivo
Siamo in un periodo in cui il mondo femminile si interroga sulla sua situazione, su quanto si è riuscite ad
avanzare in questi anni nel riconoscimento dei propri diritti e sulla parit{ con i maschi….
La COMPAGNIA3001 spesso ha messo al centro dei suoi spettacoli problematiche riguardanti il mondo
visto dalle donne o comunque che riguardano le donne proponendo momenti di riflessione a volte
drammatici a volte gioiosi.
Lo spettacolo organizzato sotto forma di “recital” intitolato “Sante, Madri, Sirene” , si compone di vari
brani letterari, musicali e interventi pittorici che prendono in esame il rapporto delle donne con vari
aspetti dell’esistente, “le Sante dicono sempre di sì, le Madri allattano, le Sirene cantano”.
In scena ci saranno due attrici, una cantante ed un musicista.
Due amiche s’incontrano casualmente in una biblioteca; erano compagne di classe e si erano perse di
vista. Gli anni trascorsi, le scelte personali e i percorsi lavorativi che ciascuna ha intrapreso hanno
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determinato vite diverse, basate anche su valori e convinzioni differenti. O forse tale diversità è solo
apparente? Una è artista, creativa, indipendente, è lì per realizzare una pittura murale per l’atrio della
biblioteca; l’altra, insegnante, sposata, due figli e un cane, si trova lì poiché è alla ricerca di testi da
sottoporre ai suoi allievi. Da qui si delineano differenti identit{ e visioni dell’essere donna, una, la tipica
“femminista” non asservita, sempre attenta alla parit{ tra uomo e donna, l’altra “femminile” e
“tradizionale”, dedita felicemente alla famiglia e convinta delle proprie scelte.
Le attrici utilizzeranno via via delle letture “teatralizzate” tratte da vari autori, per giustificare le
posizioni di ognuna rispetto a vari temi che emergeranno dal loro dialogo: i figli, le pulizie domestiche, il
sesso libero, la discriminazione tra uomo e donna, la cellulite, il lavoro, lo shopping, ecc…
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ASSOCIAZIONE CULTURALE CONTATTO
www.contatto.tk
MANI IN ALTO
di Alessio Parentela e Fabio Raschellà
con Alessio Parentela, Fabio Raschellà, Gian Mario Siragusa e Chiara Brusa
regia di Alessio Parentela
link video, pagina web spettacolo: www.contatto.tk
genere: commedia borderline
L'Associazione Culturale Contatto è esente da agibilità Enpals perché è iscritta dal 2012
all'Unione Italiana Libero Teatro (UILT).
Attestato di iscrizione UILT anno 2013 n. 201354/1360
Il progetto “Mani in Alto”, nasce da un'esigenza dei due autori di descrivere l'ambiguit{ della follia
indotta da chi vuole manipolare le menti e le vite di persone meno fortunate e di conseguenza più
deboli. Gli autori dopo 12 anni di collaborazione in campo artistico, decidono di avventurarsi in una
scrittura a quattro mani trovandosi in piena sintonia come sul palco. Il testo nasce dall'immaginazione
dei due autori e si proietta sulla carta come se fosse già stato messo in scena.
Attraverso l'improvvisazione di un canovaccio iniziale si è poi arrivati alla stesura finale del testo che è
l'espressione totale di un movimento scenico.
Il grande ritorno sulla scena del tenore Slavno Putrijna è segnato da un tragico incidente. L’esibizione
dell’artista viene drammaticamente interrotta dall’irruzione in sala del brutale criminale Ivo
Berdondeldri che, per tutta la durata dell’opera, tiene sotto la minaccia delle armi non solo il celebre
cantante ma anche gli spettatori del teatro. Ma chi è realmente Slavno Putrijna? E chi è il bandito che
con lui sta intessendo un rapporto che va ben oltre quello tra il criminale e il suo ostaggio?
Grazie ad una serie di situazioni sospese tra il comico e il surreale, gli spettatori saranno condotti
attraverso il labile confine tra pazzia e realtà.
ITACA
di Fabio Raschellà
con Fabio Raschellà, Alessio Parentela, Gian Mario Siragusa, Francesca Bodanza,
Silvio Arduino e Alfonso Ianiri
regia di Fabio Raschellà
link video, pagina web spettacolo: www.contatto.tk
genere: Commedia tragi-comica
“Noi siamo come dei ciechi che credono di vedere. Ma così come il vero cieco ha bisogno del suo corpo per
farsi un’idea delle figure, noi abbiamo bisogno di un corpo che sanguini, crudelmente, di un corpo divorato
dalle immagini, per vederle nel loro reale splendore. Occorrono tramiti, mezzi, persone, gesti che colpiscano
il nostro corpo, per percepire un’energia pura e vibrante, nuova. Questo atto percettivo lo si definisce
vedere.”
“Itaca” è uno spettacolo performativo che vuole affrontare, senza presunzioni psicologiche di sorta, la
pazzia dal di dentro, cioè: come potrebbe comportarsi il tuo cervello se ti trovassi a che fare con una
crisi, la tua, molto profonda e pericolosa? E la tua coscienza che ruolo avrebbe? Come si
comporterebbero il tuo “Super io” sempre in contrasto con il tuo “Es” e incazzatissimi con il tuo “Io”
perché non riesce a prendere una posizione e non ci capisce più un c..... di niente?
Uno spettacolo ironico, drammatico, crudele, immerso in un'atmosfera..... buia.
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CRAB
www.crab-teatro.com
STUDIO CAINO
di e con Pierpaolo Congiu, Eloisa Perone, Antonio Villella
da “Caino” di F. Koffka, traduzione italiana di Eloisa Perone
regia di Congiu, Perone, Villella
link video, pagina web spettacolo: video integrale: http://youtu.be/xsEsKkIDgjY - montaggio 19 minuti:
http://youtu.be/_6VfTMmAMZg
pagina web: http://www.crab-teatro.com/index.php/spettacoli-2/studio-caino.html
genere: nuove creatività
Il vitello ti guarda, quando colpisci? Ha gli occhi aperti quando si colpisce? Sì, penso che debba guardare, che
non possa staccare gli occhi da te e ti debba guardare. Tu hai i suoi occhi addosso e lui ti guarda, sempre, e
ha occhi stupiti, e quando alzi il braccio per colpire tu… tu li devi guardare gli occhi e tu non puoi, non puoi
colpire perché ci sono gli occhi, in mezzo… i tuoi occhi, Abele!
Continua la ricerca sul doppio della compagnia iniziata con Un finale per Sam, in cui scena e realtà, inizio
e fine, verità e finzione si mischiano in un ipotetico dialogo contemporaneo dei personaggi di S. Beckett.
Studio Caino indaga i meccanismi che si celano dietro al desiderio di conoscenza, alla curiosità, alla
morbosità di ognuno di noi.
Abbiamo avvicinato la rappresentazione dello scontro tra i due fratelli, un dialogo denso e sconcertante
dell’espressionista Koffka, a un linguaggio contemporaneo e superficiale. Dal mito biblico alla materia
teatrale e dal teatro alla comunicazione, frammentando il lavoro in scena con ambientazioni video e
musica.
Ne emerge una “trasposizione del bene e del male”, che si muove sul confine tra vero e verità, tra falso e
verosimile e che segna la distanza che corre tra la violenza e la sua rappresentazione.
In un mondo dove il delitto e il dolore sono mercificati, scopriamo che i confini tra bene e male e tra
sacro e profanazione sono fragili; e la contraddizione dell’essere umano ci appare come in uno specchio,
lo stesso in cui Caino vede Abele.
UN FINALE PER SAM. Partita con Beckett
di e con Pierpaolo Congiu e Antonio Villella
regia di Congiu, Villella
link video, pagina web spettacolo: video integrale - http://youtu.be/ajEqje9J8s4 - montaggio 5 minuti:
http://youtu.be/026AzFCMULk
pagina web: http://www.crab-teatro.com/index.php/spettacoli-2/un-finale-per-sam.html
genere: classico
Un palcoscenico. Applausi. Ma subito accade qualcosa di inaspettato: il tempo passa e i due personaggi
si ritrovano in un’altra opera. La scena non è più la stessa e dietro di loro, in una video proiezione, i loro
interpreti si interrogano sul senso del loro lavoro. Sono Hamm e Clov di Finale di partita, ma non si
chiamano più così, sono stati ribattezzati Al e Clay. I loro volti sono bianchi come quelli dei clown. Al
posto dei bidoni due televisori in cui scorrono ininterrottamente immagini; anche le finestre non ci sono
più: “Al: Dev’essere il teatro di ricerca... straccioni”. Non rimane che una soluzione, fosse anche quella
definitiva. Lo spettacolo indaga i meccanismi della ripetizione nell'essere umano. La rilettura immagina
una possibile evoluzione dei personaggi di Beckett ai giorni nostri. Nel testo nulla si muove, quasi per
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non morire, per non cambiare: “…e intanto si va avanti”. Nel 2010 però la partita si gioca con carte
diverse: c’è un mondo che non si nasconde più dietro al nulla, ma che si maschera con il troppo, un
mondo dove non è più la bomba atomica il pericolo imminente, ma il quotidiano produrre superfluo
dell’essere umano e la sua innata capacit{ di auto-distruzione. In scena Al e Clay, insieme ai due attori e
ai due autori tentano di dare un(a) fine alla loro esistenza, giocandosi il confine tra scena e realtà, tra
video e teatro.
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CROCEVIA TEATRALI
Pagina fb: Crocevia teatrali
ODISSEA JAZZ
di Crocevia Teatrali
con gli attori della compagnia Crocevia Teatrali
regia di Mara Catti
link video, pagina web spettacolo: pagina fb “crocevia teatrali”
genere: nuove creatività
….Un’Odissea non si nega a nessuno.
Il nuovo progetto di Crocevia Teatrali affronta il tema classico del viaggio di formazione. Dopo aver
raccontato storie legate al passato recente, ci siamo immersi nel mare magnum dell’odissea della vita.
Lo specchio della vicenda narrata da Omero ci rimanda immagini che parlano della nostra vita,
trasfigurando i personaggi attuali in figure arcaiche.
Chi non ha mai incontrato una Circe o una Calipso, o un Polifemo terribile?
Il nostro eroe cerca la propria strada, districandosi tra dubbi, sogni, incontri importanti e ostacoli,
sempre sotto lo sguardo un po’ ironico e distaccato di dei a volte amichevoli, a volte dispettosi.
Seguiamo Odisseo nel suo viaggio periglioso e scopriamo strada facendo quanto di noi stessi porta con
sé. Il giovane sognatore, artista, attore, danzatore, pieno di curiosit{ verso la vita, un po’ ingenuo ma
tenace ci ricorda che solo i grandi sogni sostengono l’uomo nell’odissea della vita.
INES E LA LAMBRETTA AZZURRA
di Crocevia Teatrali
con gli attori della compagnia Crocevia Teatrali
regia di Mara Catti
link video, pagina web spettacolo: _you tube: crocevia teatrali; pagina fb: crocevia teatrali
genere: nuove creatività
Questo progetto nasce dall’esigenza del gruppo di portare il suo impegno civile in campo teatrale, sia
nelle piazze che all’interno delle aule scolastiche.
E’ un lavoro dedicato alla Resistenza nelle Valli di Lanzo, zona di intense vicende di guerra partigiana.
“Sono innumerevoli le testimonianze, le lapidi, i cippi che ricordano episodi avvenuti nei luoghi che
circondano i nostri paesi.
Abbiamo preso spunto dai tanti libri che ne parlano e soprattutto delle testimonianze raccolte da
persone che hanno vissuto quegli anni e abbiamo cercato di raccontare in modo semplice e non
retorico, l’esperienza della guerra di Liberazione, vista dal nostro territorio.
A fare da guida la figura di Ines Poggetto, lanzese, maestra e donna di cultura nel senso più ampio
possibile.
La guerra di Liberazione non è molto lontana nel tempo, eppure ci sembra appartenere ad un’era antica.
La nostra generazione e quelle seguenti, vissute in un lungo periodo di pace, fanno fatica ad immaginare
che cosa abbia potuto significare per i nostri nonni essere in guerra.
Ines Poggetto era una maestra, figlia di un ebreo deportato, con un cugino, Lino Rolando, partigiano. La
loro vicenda si intreccia con la Storia e ci aiuta a ritrovare il senso dei valori per i quali spesero la propria
vita.
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Si è voluto cogliere lo stato d’animo dei protagonisti, colti nello svolgersi dei fatti, come attraverso
istantanee d’epoca, cercando di rubare per un momento lo sguardo dell’essere umano nella sua
fragilit{.”
LE ANTICHE
di Crocevia Teatrali
con gli attori della compagnia Crocevia Teatrali
regia di Mara Catti
link video, pagina web spettacolo: you tube: crocevia teatrali ; pagina fb: crocevia teatrali
genere: nuove creatività
Il progetto “Le Antiche” vuole essere un omaggio ad alcune figure femminili del passato che fanno
parte della memoria tradizionale e, allo stesso tempo, intende creare un legame con le donne di oggi.
Due generazioni messe a confronto per evocare, grazie a un collegamento spazio temporale spirituale, il
cambiamento delle prospettive, dei sogni, delle possibilità e delle condizioni generali della donna.
“È un lavoro scritto a più mani – afferma Mara Catti - in cui c'è molto di noi, delle nostre nonne, madri e
trisavole che abbiamo ritrovato vispe e vivaci non appena soffiata via la polvere del tempo”.
Il linguaggio, semplice e tragicomico, punta a evidenziare le differenze generazionali: scanzonato,
ribelle e post moderno quello delle giovani; posato, tradizionale e dialettale quello delle antiche.
Tuttavia, nonostante l'apparente diversità espressa da abitudini e costumi, giovani e antiche conservano
allo stesso modo un inattaccabile senso dell'appartenenza di genere. Con l'arrivo del cosiddetto
progresso, le ambizioni sono cambiate, ma la sacra interiorità femminile è rimasta intatta.
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CUOCHIVOLANTI
www.cuochivolanti.it
www.playwithfood.it
HAPPY MEALS
Azione gastro-performativa
di Davide Barbato e Chiara Cardea
con Chiara Cardea e Davide Barbato
sound design Enrico Ascoli
allestimento di Marco Gennaro
regia di Davide Barbato
Progetto realizzato con il contributo della Città di Torino, della Provincia di Torino, con il sostegno di
Sistema Teatro Torino e Provincia.
Con la collaborazione produttiva e il sostegno di:
Cuochivolanti / Associazione Teatro Baretti / Studio Marco Gennaro Architetto / Alain Battiloro fotografo
/ Enrico Ascoli / Giulio Pedretti
link video: (selezione di 10 minuti) www.youtube.com/watch?v=BIPyd5ddPFI
pagina web spettacolo: www.cuochivolanti.it/?page_id=1130
genere: azione gastro-performativa
- Cos'hai mangiato ieri a pranzo?
- Panino e caffè.
- Ieri a colazione?
- Qualcosa e caffè.
- Hai fame?
- Sì.
- Cosa vuoi?
- Un caffè.
Happy Meals, pasti felici.
La vogliamo chiamare azione gastroperformativa? Considerati i due sporchi lavori (teatro e cucina) che
tentiamo di affrontare con medesima passione e determinazione, il neologismo può essere adatto. In
ogni caso. Happy Meals cita, ovviamente, il celebre menù per bambini dell'innominabile colosso del fastfood, che forse per primo, insieme all'altrettanto celebre bibita gasata dalla ricetta segreta, ha sostituito
negli stomaci delle persone il termine “fame” con il termine “felicit{”, scoprendo un nuovo, inaspettato
e insaziabile appetito per i nostri ipernutriti apparati digerenti. Ma cita anche i Giorni felici beckettiani,
l'insensata abbuffata di parole (di cibo) che ci salva dal deserto insensato dell'esistenza: c'è così poco che
si possa dire (mangiare), che si dice (mangia) tutto, tutto quello che c'è.
Abbiamo avuto l'idea di questo progetto lavorando: dal nostro privilegiato punto di osservazione di
ristoratori, dietro il buffet, vediamo il mondo occidentale e contemporaneo che si nutre. Che mangia.
Che cerca la serenità in un piatto di agnolotti.
Che vuole conferme da un panino.
Consolazioni dalla pasta al forno di nonna.
Rassicurazioni da un cestino di verdura biologica.
Stimoli creativi da un piatto gourmet.
Amicizia e affetto da una torta salata.
Mangiamo, quando mangiamo, perché mangiare è un atto ricreativo, per quasi tutti noi. Una piccola
festa privata. È un intervallo dal quale ci aspettiamo di ritrovare una parte di noi stessi.
Per tutto il resto (nutrimento, energie, vitamine, proteine) ci sono gli integratori. E il caffè,
naturalmente.
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KITCHEN KABARETT
di Davide Barbato, Chiara Cardea e Claudio Del Toro
con Davide Barbato, Chiara Cardea, Claudio Del Toro, Sara Allevi
con la straordinaria partecipazione di Sergio Di Gennaro (al pianoforte)
regia di Davide Barbato
pagina web spettacolo: www.cuochivolanti.it/?page_id=9
genere: varietà gastronomico in parecchie portate
Lo Show dei Cuochivolanti è un divertentissimo e frizzante viaggio musicale e teatrale attraverso un
repertorio che parte dalle canzonette italiane degli anni 40 per arrivare a spassosissimi personaggi nati
per l'occasione. Sono i Cuochivolanti stessi che, abbandonate per una volta pentole e padelle in cucina,
prenderanno posto sul palco per continuare con golosità d'altro tipo... ma sempre in tema con il cibo e
l'arte, spesso grottesca, del mangiare. Così questi strampalati cucinieri/cantanti/attori/camerieri (cosa
non ci si inventa in tempo di crisi!), supportati dall'abile tocco del pianista jazz Sergio Di Gennaro,
renderanno omaggio, a loro modo, al variegato e stupefacente mondo del cibo, recuperando le
atmosfere e l'ironia dissacrante del Kabarett espressionista. Dopotutto oggi la passione per il cibo è un
fenomeno diffuso e il compito dell'avanspettacolo classico è quello di “prendere in giro” l'attualit{ con
leggerezza, ma senza compromessi, ecco che non potevamo non dedicare al cibo e ai suoi amanti il loro
proprio, personale, Kitchen Kabarett! Ecco quindi il palco popolarsi di casalinghe disperate alle prese
con cene improbabili, foodbloggers in preda al deliquio di fronte ad ogni cosa edibile, manifesti di cucina
futurista, sketches e kermesse poetiche, molte canzoni e molta musica (rigorosamente dal vivo).
UNDERGROUND DINNER
di PLAY WITH FOOD - La scena del cibo
pagina web spettacolo: http://www.playwithfood.it/pwf/underground-dinner/
genere: cena performativa
Novità assoluta presentata in occasione della quarta edizione del festival PLAY WITH FOOD – La scena del
cibo organizzato dai Cuochivolanti (Torino, marzo 2013), le UNDERGROUND DINNER sono cene in case
private, accompagnate da performance, installazioni, concerti o proiezioni. L’evento performativo viene
“progettato” di volta in volta. Le location rimangono segrete, vengono comunicate all’ultimo momento
e solo ai prenotati. Elemento altrettanto centrale della serata è la figura del padrone di casa, che
accoglie e conversa con gli ospiti raccontando aneddoti della propria casa in un clima che si fa via via
sempre più intimo e conviviale.
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DANIELE CONSERVA
https://sites.google.com/site/raccontiecanzoni/home
PER UN PEZZO DI PANE
Microstoria dell’Emigrazione Italiana.
di Daniele Conserva
con Daniele Conserva e Lorenza Stocchi
regia di Daniele Conserva
genere teatro canzone
Le problematiche delle origini e del divenire dell’emigrazioni Italiane (in special modo Piemontesi), tra la
seconda met{ dell’ 800 sino a dopo la seconda Guerra Mondiale, sono trattate in forma teatrale traendo
spunto da molteplici testimonianze reali derivate da interviste e da testi storici noti e meno noti. Tra i
vari momenti dello spettacolo vengono presentati quelli della scelta dell’emigrazione, di come emigrare,
della vita degli emigranti, delle loro difficoltà. Le musiche originali accompagnano sullo sfondo le
vicende narrate e le canzoni tradizionali e non cantate in Italiano in Francese ed in Dialetto. La scena
nuda contiene solo alcuni elementi caratteristici della vita di emigrazione e ne sottolinea l’emozione e la
drammaticità, seppur accompagnata da momenti di sottile ironia che regalano sorrisi. Uno spettacolo
per ricordare una storia di donne e uomini appena dietro alle nostre spalle.
CARO MOZART
di Daniele Conserva
con Daniele Conserva e Georgui Trendafilov
regia di Daniele Conserva
genere: teatro musica
Si tratta di uno spettacolo teatrale dove ricordando la vita di Wolfang Amadeus Mozart si intersecano
emozioni e sentimenti moderni, dettati dalla lettura di alcune ipotetiche lettere al Maestro, inviategli dal
mondo di oggi trovando nella sua Musica il riflesso di momenti e sensazioni attuali. La musica di Mozart
è cornice e interprete dello spettacolo, accompagnando le letture con alcuni brani registrati di grandi
esecutori ed alcuni brani suonati dal vivo al Pianoforte, con la sensibile interpretazione del M.o Georgui
Trendafilov.
Una voce fuori campo scandisce alcuni momenti storici della vita del Maestro.
CERCANDO L'AMICO G
di Daniele Conserva – tratto da testi di Giorgio Gaber e Sandro Luporini
con Daniele Conserva, Lorenza Stocchi, Costanza Stocchi e Valentina Giupponi
regia di Daniele Conserva
link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/channel/UCCkUPAoqaEuEyE6yqg3QxRA
genere teatro canzone
Giocando sulle attualità dei testi scritti e interpretati da Sandro Luporini e Giorgio Gaber nel suo Viaggio
con l'Amico “G” fatto di tanti spettacoli Teatrali, vengono riproposti alcuni brani recitati e alcune
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canzoni del repertorio Gaberiano, uniti a testi, ragionamenti e considerazioni cantate e no dal repertorio
di Daniele Conserva, da tempo autore e interprete di Teatro-Canzone in stile “one man show”.
Uno spettacolo piacevole e leggero arricchito da momenti di riflessione e pensiero sullo sfondo delle
problematiche dell'uomo dei nostri giorni d'oggi.
CONSERVA...TEVI BENE!
di Daniele Conserva
con Daniele Conserva e Lorenza Stocchi
regia di Daniele Conserva
link video, pagina web spettacolo:
genere: cabaret
Il Cantattore Daniele Conserva dopo vari successi riscontrati in diversi Teatri Piemontesi e dopo la
partecipazione a Laboratori vari di Cabaret (tra i quali Zelig), si propone con uno Spettacolo tra il TeatroCanzone e il Cabaret, dedicato ed ispirato dai problemi della vita moderna visti attraverso gli occhi di un
sessantenne che ha altresì vissuto gli “anni ‘60” con le nuove Canzoni e le nuove Gag di Daniele, che di...
Conserva se ne intende!
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Compagnia DEROSSI-CHIORINO
www.attori.com
NOZZE DI SANGUE
di Federico Garçia Lorca – Trad. Sergio Chiorino
con Silvia Derossi, Sergio Chiorino, Marco La Corte, Paola Catapano, Madica Sarda, Lia Lopomo
regia di Silvia Derossi
link video, pagina web spettacolo: http://www.attori.com/nozzedi.htm
genere: classico
Niente letteratura: teatro puro. Questa la ricerca seguita in modo maniacale ed entusiasta dal poeta di
Granada, ricerca intrapresa nella stesura dei tre drammi Nozze di sangue, Yerma e La casa di Bernarda
Alba e drammaticamente interrotta troppo presto dalla ottusa stupidità di una guerra civile.
Nozze di Sangue è un dramma esso stesso a tre colori: il nero della morte annunciata e puntuale, il rosso
del sangue dei morti e dei vivi, il bianco della calce al sole mediterraneo e della lama d'acciaio. Lama
impugnata dal braccio dello Sposo, che non è più il suo braccio, ma quello di tutti i suoi morti
invendicati. E i tre colori, nella scenografia, nei costumi e nelle sfumature della recitazione, sono la
chiave di lettura di questo straordinario testo, nell’allestimento diretto da Silvia Derossi, con in scena,
oltre alla Derossi stessa, Sergio Chiorino, Marco La Corte, Madica Sarda, Paola Catapano, Lia Lopomo e
un nutrito gruppo di allievi della Scuola di Recitazione di Accademia Attori.
La materia drammaturgica - crisi e scomposizione del nucleo familiare - sollecitata da una selvaggia
fatalità, raggiunge alti vertici di tragedia ridando vita al grande teatro mediterraneo senza tempo.
Teatro che a distanza di secoli risorge all'altro capo del medesimo mare, più colorato e fervido di sensi,
ma col medesimo sentimento tragico del fato e della natura, nel lampeggiare del sole sul bianco delle
case e sullo sterpo arso. Il bianco, il nero, il rosso.
DELITTI A TEATRO: IL DELITTO SI RECITA A SOGGETTO
di Mike Webb
con Silvia Derossi, Sergio Chiorino,Daniele Stolfa, Paola Catapano, Veronica Brunetti, Jonathan Fabri
regia di Sergio Chiorino
link video, pagina web spettacolo: http://www.attori.com/soggetto.htm
genere: giallo-comico
“Delitti a teatro” è il titolo di una serie di gialli teatrali nei quali l'indagine sul delitto viene condotta
anche... dal pubblico stesso, che potrà giocare a cercare la soluzione del mistero. I testi sono costruiti in
modo totalmente originale: la prima parte dello spettacolo è costituito da un giallo teatrale in cui
vengono forniti al pubblico tutti gli elementi per la soluzione. Durante l'intervallo il pubblico potrà
fornire la propria versione dei fatti, rispondendo ad alcune domande attraverso la compilazione di
schede, poi ciascuno potrà confrontare la propria soluzione con l'effettivo svolgersi della commedia. Chi
tra il pubblico avrà indovinato più risposte verrà proclamato vincitore della serata. Gli spettacoli vedono
l'alternarsi di momenti drammatici e di suspence, con altri decisamente divertenti.
Il Delitto Si Recita A Soggetto è ambientato in un teatro, durante una prova generale di uno spettacolo. Il
pubblico diventa testimone di un delitto e dovrà partecipare attivamente alle indagini collaborando con
il Commissario di Polizia. Divertentissimo spettacolo nel quale il pubblico dovrà porre molta attenzione
allo svolgimento dell'azione. Infatti il colpevole si tradirà commettendo un errore, ma solo i più attenti
lo scopriranno. Tutta la parte di deposizione del pubblico testimone verrà improvvisata dagli attori,
creando situazioni molto divertenti, senza perdere di vista la chiave del giallo che si dovrà trovare.
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L’AMANTE DI CHI?
di Mike Webb
con Silvia Derossi, Sergio Chiorino, Daniele Stolfa, Paola Catapano, Susana Pèrez, Gianfranco Calcagno
regia di Sergio Chiorino
link video, pagina web spettacolo: www.attori.com/amante.htm
genere: comico
Una farsa moderna dal ritmo incalzante che vede i protagonisti alle prese con movimentatissime
situazioni da commedia degli equivoci di travolgente comicità. In una suggestiva definizione dello spazio
scenico data da "linee "di luce e contrasti di colore finalizzati a creare due appartamenti a specchio,
prendono vita ineffabili personaggi inseriti in una surreale quotidianità a condurre un gioco spericolato
di coppie incrociate, spingendo fino al parossismo l'acrobatico intrico di reciproci tradimenti,
camuffamenti, scuse e bugie improbabili. L'esplosiva miscela, nella mai banale regia occhieggiante al
teatro dell'assurdo, non può che produrre irresistibile divertimento.
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DETTOFATTO
www.dettofattoteatro.it
GORILLA THEATRE
di Keith Johnstone
con Andrea Bruno, Mariano De Sio, Delia Dimasi, Alessio Gensabella,
Carmen Maimone, Federica Marino, Massimo Pica, Andrea Pittana, Francesco Tratzi
regia di DettoFatto
link video, pagina web spettacolo: www.dettofattoteatro.it
genere: improvvisazione teatrale comica
Nessun copione, nemmeno una riga. Uno spazio vuoto, o quasi, e cinque attori. Ma presto il palco si
riempie di storie da raccontare e interpretare. Un attore a turno diventa il regista di una scena, che vive
grazie alla fantasia degli attori e ai suggerimenti del pubblico. Come se non bastasse un grosso gorilla
può entrare a suo insindacabile giudizio ad aiutare o disturbare gli attori. Il pubblico premierà i registi
che avranno saputo districarsi meglio nelle situazioni create e punirà gli altri, fino alla nomina di un
vincitore…
Gorilla Theatre è uno spettacolo di improvvisazione teatrale canadese, creato da Keith Johnstone, il
fondatore di Theatresports, portato in Italia per la prima volta dalla compagnia di improvvisazione
teatrale DettoFatto.
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ASSOCIAZIONE CULTURALE COMPAGNIA DIVAGO
https://www.facebook.com/pages/CompagniaDivago/142032452602063?fref=ts
CAMERE DA LETTO
di Alan Ayckbourn
regia di Luciano Caratto
link video, pagina web spettacolo:
https://www.facebook.com/media/set/?set=a.157265987745376.35273.142032452602063&type=3
genere commedia
Come spesso accade con Ayckbourn dietro al ritratto comico dell'ordinario esplodono conflitti latenti,
nevrosi e incomunicabilità. In Camere da letto sotto la lente d'ingrandimento finisce l'istituzione del
matrimonio e la sua reale precarietà, con una scena che spostandosi in una notte tra tre camere da letto
e quattro coppie scopre nell'apparente normalità un malessere di fondo. L'indagine delle complesse
dinamiche dei rapporti familiari fa emergere nodi irrisolti, equilibri assai precari, all'interno dii un
generale disagio originato da una sessualità irrisolta e da riti privi di senso. Con grande maestria
Ayckbourn tira le fila delle diverse trame intrecciate, con uno humor e una comicità non priva di trovate
ed effetti.
QUESTA SERA SI RECITA A SOGGETTO
di Luigi Pirandello
regia di Luciano Caratto
link video, pagina web spettacolo:
https://www.facebook.com/media/set/?set=a.217815981690376.50139.142032452602063&type=3
genere classico
La nota commedia pirandelliana, la terza appartenente alla trilogia del teatro nel teatro, è dedicata ai
contrasti fra Attori e Regista con il coinvolgimento del pubblico. La ragione del contendere tra attori e
regista sta nella maniera in cui deve essere rappresentata la novella di Pirandello "Leonora addio",
messa in scena come spettacolo a soggetto, cioè senza copione prestabilito. La polemica che pervade
l'opera è in effetti una riflessione sui rapporti tra Regista, attori e Autore e sul rapporto tra Arte e Vita.
Qual è il modo migliore per far rinascere la vita sul palcoscenico? Quali i limiti del lavoro del Regista in
relazione al testo opera dell' Autore? E dove si colloca il lavoro dell'Attore tra questi due poli, nel suo
tentativo di far vivere la parola scritta da una parte e di seguire le interpretazioni che di questa ne avrà
data il Regista? Temi e domande che hanno segnato e percorso il Novecento dando luogo a diverse
concezioni di regia e prodotto teorie sull'arte della recitazione, nel solco di una più ampia e organica
riflessione del teatro su se stesso e le sue forme di rappresentazione. La messa in scena, pur seguendo
fedelmente il testo, ne accentua i suoi caratteri di convenzionalità riducendo il realismo scenico di inizio
secolo e concentrandosi maggiormente sui problemi connessi alla recitazione.
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FOOLS
di Neil Simon
regia di Luciano Caratto
genere comico
Fools riprende un racconto popolare russo su un villaggio di idioti, che Neil Simon riattualizza e, con
arguzia, rende senza tempo. La commedia si svolge nel villaggio ucraino di Kulyenchikov, vittima di una
terribile maledizione da ormai duecento anni. Tale maledizione prevede che ogni abitante del villaggio
debba soffrire di una forma senza via di scampo e molto acuta di demenza totale. Qui però non di idiozia
si parla, ma di “stupidit{ intelligente”. Simon indaga quel confine sottilissimo fra ilarit{ di situazioni e
dramma dei singoli personaggi. Simon si rifà al classico e supercollaudato, dalla tradizione, schema della
commedia degli equivoci, qui però innescati dalla “foolishness” stessa dei personaggi, che non essendo
in grado di andare al di là del loro naso, non riescono di conseguenza neppure a oltrepassare la barriera
del significato letterale delle parole, come la porta-tormentone che si apre in senso contrario rispetto a
quello che ti aspetteresti. Di qui scaturisce una riflessione nient’affatto banale sulla natura ingannevole
del linguaggio e dei suoi effetti mendaci sulla comunicazione e il rapporto con gli altri.
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DRAMELOT
associazione culturale
https://www.facebook.com/pages/Dramelot-AssociazioneCulturale/144330619069592?ref=ts&fref=ts
COME VIVO ACCIAIO
di liberamente tratto da “Una questione privata” di Beppe Fenoglio
con Andrea Bosca e Elisa Galvagno
regia di Andrea Bosca e Elisa Galvagno
link video, pagina web spettacolo: www.elisagalvagno.it/comevivoacciaio
http://www.youtube.com/watch?v=pB2Hvbn9VCc
genere nuove creatività
In scena un giovane uomo sul punto di vedere frantumarsi ogni sua certezza. Un amore ferito, testardo,
ostinato a sopravvivere anche nell'assurdo della guerriglia, ancora vivo quando tutto intorno si fa
nebbia, fango, abbandono, disperazione. Un partigiano, Milton. Un ragazzo che non può più vivere
dubitando della verità e della realtà del proprio amore. E' la storia di chi sente sgretolarsi tutto ciò in cui
ha creduto fino ad allora. La vicenda di Milton parla di tutti noi, delle nostre vite, dei nostri desideri.
Nelle Langhe, durante la guerra partigiana, Milton è un giovane studente universitario, ex ufficiale che
milita nelle formazioni autonome. Eroe solitario, durante un'azione militare rivede la villa dove aveva
abitato Fulvia, una ragazza che egli aveva amato e che ancora ama. Mentre visita i luoghi dei loro
incontri rievocandone le vicende, Milton viene a conoscenza di una relazione tra Fulvia e Giorgio, il
proprio amico di sempre, ora compagno di guerriglia. Che l'amore della ragazza per Milton - la segreta
ragione della sua sopravvivenza - fosse solo un'illusione? Il pensiero gli risulta inaccettabile, lo coglie
impreparato, lo ossessiona. Forse Milton non ha potuto, forse non ha voluto vedere. Tormentato dalla
gelosia, Milton tenta di rintracciare Giorgio, scoprendo che è stato catturato dai fascisti. Giunti a un
passo dal crollo di ogni certezza, anche noi dobbiamo partire con Milton in una ricerca privata, diventare
assassini della strada marciando nel fango delle colline violentate dalla pioggia, verso qualcosa che
ancora ricomponga il senso del nostro amore, nella partita che in silenzio solitario ognuno gioca con la
propria autenticità.
Una rappresentazione essenziale: due interpreti incarnano tutti i personaggi dell'avventura di Milton. Di
questi ognuno possiede un carattere, differenti necessità ed è distinguibile grazie ad un simbolo che lo
identifica, che ne cattura l'essenza. Dal vuoto della scena compaiono e scompaiono le figure del
territorio piemontese e i personaggi della Resistenza: partigiani, contadini, langhèt, stranieri, vecchie,
giovani fascisti, ragazzini con gli occhi pieni di guerra e di mondo.
12 SUORE SLOVACCHE
di Sonia Chiambretto
con Elisa Galvagno
regia di Sergio Ariotti
link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=eIihbsYXVx0
http://www.festivaldellecolline.it/edizione/showView/325
http://www.youtube.com/watch?v=4gnjmv1nqYs
genere: nuove creatività
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12 soeurs slovaques è un singolare testo della drammaturga francese Sonia Chiambretto che privilegia i
frammenti, valorizza le omissioni e i silenzi, è quasi poesia prima che teatro. Vi si narra di alcune suore e
di una in particore, Suor Rose, che vive nella Casa della Santa Infanzia di Dignes. Da ragazzina, di famiglia
povera, fu mandata in convento in Francia per studiare e non rientrò mai nel suo paese. Una delle tante
monacazioni forzate nel periodo della seconda Guerra Mondiale. In bilico tra la fede e il dubbio, la
ribellione e la gratitudine, questa biografia regala uno straordinario ritratto di donna. Sergio Ariotti
Mi sono occupata di questo universo chiuso, così come di quello della Legione Straniera in un altro mio
testo Mon képi blanc. Penso siano paralleli. Sembra paradossale: una comunità di donne, una comunità
di uomini. E’ interessante notare come i componenti di queste comunit{ siano arrivati da diversi paesi
d’Europa e abbiano imparato il francese in un luogo chiuso. Io le chiamo le “lingue francesi di stranieri”.
Nella Legione, ad esempio, uno degli ultimi arrivati, un polacco che iniziava a parlare francese, lo
insegnava a un tedesco o a un italiano. Questo fatto finisce col creare ibridi. Sia nella Legione che nella
Casa Madre della Santa Infanzia sono nate lingue particolari e io sono andata a cercarle. Non come una
glottologa… L’intreccio delle lingue racconta anche la storia della mia famiglia, che ha origini italiane. Io
non ho voglia di parlarne direttamente, ma mi interessa cercare negli altri queste stesse tracce. Mi
interessa il modo di circolare nel mondo, di spostarsi, di varcare le frontiere.
Sonia Chiambretto
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Compagnia E20 (EVENTI)
https://www.facebook.com/pages/Associazione-E20EVENTI/265861936781439
IL BAR SOTTO IL MARE
di Stefano Benni
con Roberto Gallesio, Maria Calabrese, Simona Sposato, Gianluca Giordano
regia di Roberto Gallesio
link video, pagina web spettacolo: http://youtu.be/RSW5Qb3R0I4
genere teatro musica
Un uomo, mentre vaga per motivi sconosciuti nell'immaginario porto di Brigantes, incontra un vecchio
che davanti ai suoi occhi scende le scalette che portano al mare e vi si immerge, scomparendo. L'uomo,
nel tentativo di fermarlo, lo segue e si ritrova in un incredibile bar, in cui tutti vorremmo capitare, una
notte, per ascoltare i racconti del barista, dell’uomo con la gardenia, della ragazza col ciuffo e degli altri
misteriosi avventori...
“Il Bar Sotto il Mare“ è uno spettacolo realizzato utilizzando diversi linguaggi: il video, il teatro e la
musica. Sul palco quattro personaggi ed uno schermo sul quale si alternano narratori ed altri personaggi
che, interagendo anche con gli attori in scena, danno vita ad alcuni racconti intercalando
accompagnamenti e brani musicali interpretati dal vivo.
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EFFECIMUSIC
Associazioni Contrattempo e Sandro Fuga
www.contrattempo.it
NON PER UN DIO (MA NEMMENO PER GIOCO)
Ella e Kate, Joe e Sam, Jones, Franziska, un Generale di vent’anni: gli “altri eroi” di Fabrizio De Andrè
con NuvoleIncanto + Michele di Mauro voce fuori campo
regia di Lucio Diana
link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=Ft_27qP93Ak
genere teatro musica
La Collina raccontata da Edgar Lee Masters è il luogo dal quale Michele di Mauro ci conduce attraverso i
temi e le canzoni del cantautore genovese. Di volta in volta appaiono così quei personaggi e quelle
storie legate alla guerra, all’amore, alla religione, alla vita quotidiana che hanno sempre popolato la
poetica di De Andrè. Storie e figure di uomini e donne che “non hanno vinto” ma che proprio per questo
ne sono state fonte primaria di ispirazione. Gli interventi “dalla collina” sono tratti liberamente
dall’Antologia di Spoon River e da alcune liriche del poeta genovese Riccardo Mannerini. Alcune tra le
canzoni più celebri di De Andrè (da Bocca di rosa a Fiume Sand Creek, da Geordie al Suonatore Jones)
sono qui rilette in una nuova veste che, pur mantenendo la struttura melodica originale, grazie alle
esperienze musicali degli esecutori, conferisce alla musica atmosfere e arrangiamenti dalla forte
capacità comunicativa ed espressiva.
LA 500 GIALLA
con NuvoleIncanto + contributi audio TG e trasmissioni RAI
regia di Lucio Diana
link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=j0ForiD-L3w
http://www.youtube.com/watch?v=oSt4qYxBAN4
genere teatro musica
L’Italia che cambia, tra gli anni ’60 e ’70, tra il boom economico e le prime vacanze al mare, le gite fuori
porta, la chitarra e il Beat, fino agli anni di piombo con le stragi e il terrorismo. Con la società cambiano
le canzoni, la scrittura ed il loro significato nella vita quotidiana. Un cammino vissuto attraverso gli
avvenimenti narrati dall’autoradio di una Cinquecento gialla, simbolo di un periodo lontano cui fanno da
colonna sonora Paoli, Tenco, De Andrè, Endrigo, Battisti, Guccini, Area, Finardi e altri ancora.
L’ACCORDO PERFETTO
O della vita di Sandro Fuga
con Carlotta Fuga pianoforte e Adriana Zamboni attrice e operatrice allo schermo
regia di Adriana Zamboni e Lucio Diana
link video, pagina web spettacolo: non disponibili, debutto maggio 2013
genere: teatro musica
Un pianoforte, uno schermo, un’attrice. La storia di un pianista, compositore e didatta, raccontata
attraverso la sua musica e i passaggi fondamentali della sua vita. Dai primi concerti, agli studi in
Conservatorio, alle tappe della sua carriera artistica fino all’incontro dell’amore che sar{ fonte primaria
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d’ispirazione. Carlotta Fuga rende omaggio così alla figura artistica e umana di suo padre,
raccontandone il cammino attraverso alcune delle sue composizioni più significative per pianoforte. Ma
la sua vita è solo uno spunto per raccontare la storia di un qualsiasi altro artista e di una carriera che
hanno come unico denominatore nient’altro che la passione, l’amore, il sacrificio e la dedizione totale
per l’arte.
Lo spettacolo si snoda tra la musica eseguita da Carlotta Fuga e le parole, le immagini e le animazioni di
Adriana Zamboni tratte dall’autobiografia di Sandro Fuga e da testi originali.
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ELENA FERRARI
www.elenaferrari.org
CLEOPATRA, CESARE E ANTONIO
di e con Elena Ferrari
regia di Elena Ferrari
genere: classico. Monologo “storicomico”
adatto anche ad un pubblico scolastico (seconda e terza media e superiori)
A chi non piacerebbe poter spiare attraverso il “buco della serratura” nelle stanze di una delle donne più
affascinanti della storia. “Cleopatra, Cesare e Antonio” offre allo spettatore questa indimenticabile
occasione, con un monologo divertente, leggero che coinvolge ed emoziona il pubblico dal primo
all’ultimo minuto. Lo spettacolo ripercorre attraverso gli occhi e la voce di Carmiana, fedele ancella e
inseparabile amica di Cleopatra, la vita della famosa regina d’Egitto: partendo dalla sua infanzia, fino
all’incontro segreto con Giulio Cesare, all’incoronazione passando al periodo romano, fino ad arrivare
all’incontro successivo con Antonio, per giungere alla guerra contro Ottaviano e alla sconfitta-morte dei
due amanti. Considerata la base storica su cui è stata elaborata la drammaturgia, lo spettacolo risulta
particolarmente adatto e indicato anche ad un pubblico scolastico: unisce infatti il divertimento dello
spettacolo comico-brillante con la narrazione di fatti storici realmente accaduti. Cosa c'è di meglio:
“apprendere pagine di storia divertendosi”.
Tra avvenimenti storici reali e leggende tramandate, lo spettatore incontrerà in un brillante monologodialogo molti dei personaggi che più hanno segnato la sua esistenza. Partendo da alcuni fatti narrati da
Shakespeare in “Antonio e Cleopatra”, ma anche attingendo da Plutarco, lo spettacolo propone un
punto di vista ironico e partecipe, non a caso quello della serva Carmiana, per raccontare una storia di
cui tutti conoscono il tragico epilogo, ma di cui tanti ignorano i lati buffi e a tratti grotteschi. Lo
spettacolo sotto forma di studio ha vinto a Torino, presso la Sala Infernotti, il Premio Aquilegia Blu 2005
come migliore attrice e migliore autrice.
SAPERE TUTTO
di Le Hormonas (Elena Ferrari, Carole Ventura, Barbara Comisso)
con Le Hormonas
regia di Alessandro Brucioni
genere: commedia brillante
Lo spettacolo presenta momenti diversi della vita di tre amiche.
Tutte e tre apparentemente offriranno un’immagine ben definita della loro esistenza, dei loro desideri,
dei loro valori. Con il susseguirsi delle scene però verrà rivelata la loro reale essenza e verranno svelati i
loro tre segreti.
La Dottoressa, sessuologa affermata, rinomata scrittrice di testi divenuti best seller, vive in realtà la sua
unica storia d’amore con un vicino di casa utilizzando un telescopio con cui lo spia ininterrottamente e
con cui spia le performance amorose dei suoi vicini da cui prende spunto per i suoi libri.
Possedée, stilista frustrata di lingerie per animali, vanta una libido sfrenata e una totale indifferenza al
rapporto di coppia quando invece in passato è stata legata ad un uomo di cui era follemente innamorata
e che ha involontariamente ucciso intossicandolo con del coriandolo a cui lui era allergico.
Benedetta, cattolica convinta, dedita alla cristalloterapia e a svariate cure new-age, vive la maternità
come una missione, ma sarà invece pronta a tradire tutti i suoi principi per lanciarsi in un’avventura con
uno sconosciuto pur di avere il tanto desiderato figlio.
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Che cosa unisce queste tre donne oltre alla loro amicizia? E’ quello che il pubblico scoprir{ piano piano
durante lo spettacolo ma che le tre donne non sapranno mai.
Da qui nasce “Sapere Tutto”, uno spettacolo colorato e divertente, ma anche amaro perché le tre
protagoniste non “s’incontreranno” mai realmente e non potranno così “sapere tutto” l’una dell’altra.
Tre donne immerse in una ininterrotta conversazione con se stesse. Tre storie parallele intrecciate in
una trama comica con risvolti da tragedia, quasi che le tre protagoniste potrebbero essere uscite da un
film di Pedro Almodovar.
LA LOCANDIERA
di Carlo Goldoni
con Elena Ferrari (Mirandolina), Stefano Micheletti (Cavalieredi Ripafratta), Alessandro Balducci
(Marchese di Forlimpopoli), Diego Baldoin (Conte d’Albafiorita),
Luca Massaroli (Fabrizio), Floriano Negri (servitore)
regia di Stefano Micheletti
link video, pagina web spettacolo: www.elenaferrari.org
genere: commedia, classico.
Uno dei caratteri meglio riusciti a Goldoni è sicuramente quello di Mirandolina: “E’ una delle più
luminose civette che si siano mai viste sulla scena” osservò Silvio d’Amico.
Mirandolina riassume in sé il fascino, la gentilezza, la grazia femminile, ma anche l’astuzia e la seduzione.
Questo allestimento nasce dal felice incontro di Elena Ferrari con la Compagnia Teatro Viaggiante
sinonimo di teatro di tradizione, che si muove fra professionismo e passione. Affrontare La Locandiera
per il Teatro Viaggiante di Stefano Micheletti è quasi naturale, è come voler andare all’origine stessa
della sua famiglia d'arte, i Micheletti, in teatro dal 1888. La storia di Mirandolina, locandiera fascinosa e
ardita che gestisce indipendente e autonoma la sua professione è storia di una donna forte caparbia che
sa e vuole, ma che troppo volendo rischia alla fine di scottarsi.
Ciò che stupisce del testo di Goldoni non è solo la perfezione della vicenda che è un meccanismo
drammaturgico perfetto, ma anche la lingua, un italiano/toscano assolutamente fluido, moderno,
diretto, vivo perché pensato e calibrato sulla pratica della scena. Così ne hanno parlato:
“In tutto ciò Micheletti e compagni ci sguazzano, sanno il fatto loro e per lo spettacolo di chiusura
dell’anno promettono di offrire al pubblico del Sociale uno spettacolo comme il faut, con le scene i
costumi, la recitazione che ci si aspetta dal teatro classico.” (Da “Immortale Locandiera. Teatro
Viaggiante mette in scena Goldoni” di Nicola Arrigoni - La Provincia, 22 dicembre 2012.).
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ASSOCIAZIONE CULTURALE ESIA
www.pietronevolo.it
IL LETTO OVALE
di R.Cooney e J. Chapman
con Alberto Chiesura, Chiara Giovara, Emanuela Menozzi, Luca Martino, Paolo Arsento, Chiara Ribolla,
Tonia Lombardo, Pietro Antonio Nevolo,Elena Blasi
regia di Pietro Antonio Nevolo
link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=eQQZKCriS9Q
genere comico
Esia presenta al pubblico una commedia di Ray Cooney, scritta in collaborazione con John Chapman. Il
nuovo lavoro appartiene al filone brillante e quindi, più che per il contenuto, si impone grazie ad una
intricatissima vicenda vissuta con grande partecipazione da nove personaggi tutti fortemente
caratterizzati (il posato Phillip contrapposto al frenetico Henry, la svampita Linda moglie di Henry,
Joanna moglie quasi fedele di Philip, il fantasioso quanto sprovveduto arredatore (interior decorator)
Alistair, la giovane ed intrigante ragazza alla pari Silvie, “l’imbranatissimo” Walter, la centralinista sexy e
la deliziosa macchietta della famosa scrittrice di libri per bambini: Olive Harriet Smythe. Essi si muovono
a ritmi serrati, senza pause di riflessione, in una scenografia frutto della stravagante ispirazione del
“interior decorator” alla moda. La regia ha scelto di valorizzare i continui spunti comici sia sul piano
della parola e dei silenzi, sia su quello del movimento e della pura gestualità, cercando il giusto ritmo per
un testo che, come tutti i testi comici, è di difficile realizzazione. Il letto ovale è una farsa piccante al
punto giusto, nella quale le frequenti allusioni, le gags, i doppi sensi, gli equivoci, trasportano lo
spettatore in un mondo spensierato dove il sorriso e la risata piena e spontanea regnano sovrani.
SE RINASCO, RINASCO DONNA….SE MUOIO NO!
di Vanessa Pagliano
con Roberta Previati, Patrizia Papandrea, Emanuela Menozzi, Chiara Giovara, Elena Blasi,
Tonia Lombardo, Marlene Pietropaoli, Chiara Ribolla, Cristiana Di Matteo, Valentina Pecchio,
Laura Pezzini
regia di Vanessa Pagliano
link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=UtvsTD-5nfQ
genere: Teatro e danza
Spettacolo satirico di teatro danza in cui si alternano momenti coreografici a monologhi tratti da:
Stefano Benni: “La misteriosa scomparsa di W”, “Teatro”, Francesca Reggiani: “Strati d’animo” ed
infine una “Lezione d’orgasmo” di Franca Rame.7 attimi di vita di donne particolari, in cui viene esaltata
la molteplice natura dell' universo femminile: il senso tragicomico della vita, in un mix di sensibilità,
smarrimenti e nevrosi. E' lo show delle donne: di donne che vogliono smitizzare luoghi comuni; di donne
che vogliono poter esprimere i propri “disastri” con una sana risata.
Una bomboniera ricca di paillettes, ma con un cuore di tagliente verità.
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FABER TEATER
www.faberteater.com
SCIE NEL MARE
di Faber Teater (spettacolo non tutelato)
con Francesco Micca
regia di Aldo Pasquero e Giuseppe Morrone
pagina web spettacolo: http://www.faberteater.com/scie_nel_mare.htm
link video: http://www.faberteater.com/scie_video.htm
genere: teatro di narrazione
In un'epoca in cui vaste aree del mondo erano ancora sconosciute, Luigi Amedeo di Savoia, Duca degli
Abruzzi, ha guidato spedizioni in Alaska, verso il Polo Nord, in Karakorum, sui Monti della Luna in
Africa...
Ha navigato per i mari del mondo. Ha frequentato famiglie reali d'Europa e guide valdostane.
Vissuto tra '800 e '900, in un mondo che cambiava in fretta, ha creduto in valori come la lealtà, il dovere,
l'amicizia nel tempo, la sete di conoscenza... la nobiltà.
Ammiraglio al comando della flotta italiana durante la Prima Guerra Mondiale, all'alba dell'avvento del
fascismo, si è ritirato in Somalia per dedicarsi, fino alla morte, ad un innovativo progetto di colonia
agricola e di cooperazione con i popoli africani.
Questo spettacolo è la sua storia, raccontata dai compagni e testimoni che hanno condiviso con lui la
strada. Un solo attore, dieci personaggi per raccontare a tutto tondo una figura complessa e
affascinante.
Lo spettacolo è una produzione Faber Teater e C.A.I. sez.Chivasso, in collaborazione con Museo
Nazionale della Montagna "Duca degli Abruzzi" di Torino
LETTERE DALLE CITTA’ BIANCHE
di Faber Teater (spettacolo non tutelato)
con Lucia Giordano
regia di Aldo Pasquero e Giuseppe Morrone
pagina web spettacolo: http://www.faberteater.com/lettere_dalle_citta_bianche.htm
link foto: http://www.faberteater.com/lettere_foto.htm
genere: teatro di narrazione
È la storia di un viaggio. Il viaggio di Adina e Michelazzo, due orsanti, girovaghi e teatranti di strada. Nel
1912 i due partono dalla Val di Taro, tra Emilia e Liguria. Partono con Griso, il loro piccolo orso bruno, per
fare spettacoli di strada. Viaggiano verso est, attraversano Austria, Romania, Ucraina… La Russia fino a
Vladivostock, mentre infuria la Rivoluzione. In Michelazzo il desiderio di possedere un orso siberiano, un
orso bianco enorme e feroce, diventa a poco a poco un’ossessione che lo allontana da Adina.
La donna racconta il suo amore e la sua disperazione attraverso le lettere al vecchio padre rimasto in
Italia. Lettere vere, lettere solo sognate, forse mai spedite.
Nella sua voce, il rimpianto di una donna sradicata dalla sua terra, straniera in un paese che sente non
suo.
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BRUNO NERI CALCIATORE PARTIGIANO
di Faber Teater (spettacolo non tutelato)
con Francesco Micca, Lodovico Bordignon, Marco Andorno
regia di Aldo Pasquero e Giuseppe Morrone
link video, pagina web spettacolo: http://www.faberteater.com/bruno_neri.htm
genere: classico
Un mediano è obbligato a correre a perdifiato, a conquistare palloni, a rilasciarli da una parte all'altra del
campo. È il baluardo del centrocampo, cerniera tra difesa e l'attacco: un mediano deve coprire il suo
terzino, ma deve essere pronto a rilanciare l'azione, a far partire l'ala.
Deve tenere la testa alta. Essere vigile. Pronto.
Forse per questo Bruno Neri, mediano di Faenza, giocatore della Fiorentina, della Lucchese e del Torino,
azzurro nelle squadre di Vittorio Pozzo, fuori dal campo si dedicava all'arte, alla poesia, agli incontri
culturali con scrittori, poeti, attori. Per cercare l'ispirazione da mettere poi in campo.
La sua vita, trascorsa lungo le sponde di quattro fiumi: il Lamone, l'Arno, il Serchio, il Po, porta lui,
calciatore, ad incontrare i sentieri della poesia di Dino Campana. Montale, Pavese.
Ma la partita più importante deve ancora venire.
Una volta lasciata la maglia di mediano percorre i sentieri aspri delle montagne della Toscana
romagnola, per affrontare l'avversario più difficile, l'invasore nazista, per l'ultima, infinita partita.
LE BAMBINE DI TEREZIN
di Faber Teater (spettacolo non tutelato)
con Paola Bordignon
regia di Aldo Pasquero E Giuseppe Morrone
link video, pagina web spettacolo: http://www.faberteater.com/terezin.htm
genere: teatro di narrazione
C'era una volta e c'era davvero una città chiamata Terezin, a circa 100 km da Praga. La fortezza di
Terezin tra il 1942 e il 1945 diventa una città-ghetto per gli ebrei, un campo modello, un campo per
privilegiati, è “la citta che Hitler regalò agli ebrei”; una citt{ abitata da ebrei famosi: intellettuali,
decorati al valor militare della I guerra mondiale, filosofi, scienziati, professori, artisti, poeti, pittori,
musicisti, uomini di cultura e di teatro.
E’ un campo particolare, abitato da persone speciali che la sera dopo aver lavorato 10 ore per i nazisti
fanno musica, teatro, leggono poesie, cantano, mettono in scena Brundibar, un'opera per bambini
presentata 55 volte, che parla della lotta contro un tiranno, dell'abbellimento della città per la visita
della Croce Rossa, del film di propaganda girato nel ghetto. Nello spettacolo racconto dei bambini, i loro
disegni, le loro parole, frammenti di vite vissute in un mondo di brutalità e finite presto. 15000 i ragazzi
passati da Terezin, 142 i sopravvissuti, 4000 i disegni ritrovati.
I ragazzi erano spinti ad esprimere le emozioni, le paure, a guardare il cielo e sperare di sopravvivere. C'è
spesso leggerezza nelle loro testimonianze ed è questa leggerezza, questa delicatezza che abbiamo
cercato nel creare questo lavoro, uno sguardo diverso sull'Olocausto, come singolare è la storia di
Terezin. Diciamo dell'arte, della musica, del teatro, della poesia che hanno tenuto in vita le persone, le
hanno aiutate a restare esseri umani.
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FESTIVAL DELLE COLLINE TORINESI
www.festivaldellecolline.it
BIBOTEATRO – PROXIMA RES
www.biboteatro.it
www.proximares.it
INVIDIATEMI COME IO HO INVIDIATO VOI
di Tindaro Granata
con Tindaro Granata, Mariangela Granelli, Paolo Li Volsi, Bianca Pesce, Francesca Porrini, Giorgia Senesi
voce fuori campo di Elena Arcuri
regia di Tindaro Granata
link video: http://youtu.be/gHJ5F2OZsAw
genere: teatro di prosa/di innovazione
Perché ho scritto “Invidiatemi come io ho invidiato voi”.
Quando sono sul tram o in metropolitana, ascolto la gente. Per la strada, guardo la gente.
A volte, guardando e ascoltando mi rivedo in ciò che guardo e sento almeno 32 parole che utilizzerò, o
che ho utilizzato, quel giorno.
Mi blocco. Sono come loro!
Quest’idea, mi blocca. In questo fermo, sto appeso ad un filo tristanzuolo.
Sgocciolo che siamo gente sola, che lottiamo troppo troppo per noi stessi e troppo poco per gli altri,
uccidendo quella cosa che sta tra la valvola tricuspide e la valvola aortica. Stiamo morendo per far vivere
i nostri desideri, dimenticando come sia bello vivere per far vivere i desideri degli altri.
Egoismo genera Solitudine... Solitudine genera Invidia...Invidia genera Infelicità.
Infelicità cerca Felicità per infilzarla; Felicità si nasconde, ha paura.
Infelicità spinge gli uomini a cercare Felicit{ in “Ogniccosa”.
“Ogniccosa” è composta da “Ogni” e da “Cosa”, una è bianca e l’altra è nera;
insieme diventano : “Invidiatemi come io ho invidiato voi”.
Una donna diventa amante del datore di lavoro di suo marito. Si frequentano di nascosto.
La donna, che ha una figlia di 3 anni, progetta di lasciare il marito per andare a vivere con l’amante.
Per abituare la bimba alla presenza di una figura maschile diversa da quella del padre, la donna, affida
spesso la bimba all’amante. L’amante è un pedofilo e dopo un abuso, la bimba muore.
Il pedofilo ha avuto l’ergastolo, la madre viene condannata a 15 anni di reclusione perché viene
dichiarata colpevole di connivenza. Sapeva.
Tutti i componenti della storia, dichiareranno la loro versione dei fatti, cercando una verità che non tiene
conto della bimba che è morta.
Se volessi essere banale e superficiale direi che la bambina rappresenta la nostra Italia. La perdita di un
innocenza stuprata dalla nostra disonestà.
A volte sono banale. Il testo è basato su una storia vera, ma il riferimento che c’è sotto è puramente
metaforico.
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FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA
www.fondazionetpe.it
IL DIVORZIO
di Vittorio Alfieri
con Stefano Moretti, Marcella Favilla, Daria-Pascal Attolini, Riccardo De Leo, Alessandro Meringolo,
Riccardo Ripani, Diego Casalis, Camillo Rossi Barattini, Fabrizio Martorelli, Fabio Bisogni,
Roberto Carrubba, Alberto Onofrietti
regia di Beppe Navello
link video, pagina web spettacolo: www.fondazionetpe.it; http://youtu.be/GU7urxDfd2A
genere: classico-commedia
disponibilità metà febbraio - marzo 2013
IL Divorzio è l’ultima commedia di Vittorio Alfieri, messa in scena con la regia di Beppe Navello e
l’interpretazione di una pattuglia di giovani attori formati nelle migliori scuole di recitazione e nel
laboratorio triennale sul verso tenuto dallo stesso Navello. Una commedia divertente e amara sui
costumi italiani dell’epoca (1803) “obbrobrio d’Europa tutta”, uno spettacolo che, secondo lo stile della
Fondazione e le parole del regista, “cerca l’innovazione congiungendo passato, presente e futuro”.
Scrive Osvaldo Guerrieri.” Una compagnia do attori giovani sulle cui bocche il verso di Alfieri acquista un
senso quasi di naturalezza, e libera il nucleo avvelenato della commedia con il ritratto feroce di una
famiglia in cui ognuno è portatore di un vizio o di una stortura. L’autore lavora di frusta, e il regista non è
da meno. Accende un gioco al limite del farsesco, esaspera la doppiezza dei personaggi, manovra gli
interpreti con tempi cronometrici e ottiene da loro un’adesione al testo che garantisce effetti comici
pressoché infallibili”.
ECCE HOMO
di e con Lucilla Giagnoni
coproduzione con CTB-Teatro Stabile di Brescia
Lo spettacolo debutterà a luglio 2013
link video, pagina web spettacolo: www.lucillagiagnoni.it
genere: recital
Negli ultimi dieci anni scrivere spettacoli ha significato, per Lucilla Giagnoni, indagare intorno a
questioni che da sempre la tormentavano. Ogni spettacolo è stato un momento insieme doloroso e
felice di crescita che più che trovare risposte ha suscitato ogni volta nuove domande. “Vergine madre”:
qual è la via possibile per uscire dall’inferno? “Big Bang”: perché Dante chiude ogni cantica della Divina
Commedia con la stessa parola, Stelle? “Apocalisse”: se le stelle ci indicano gli Inizi, quale sarà la nostra
Fine? Questo percorso ha rappresentato per l’artista novarese una “trilogia della spiritualit{”.
Il nuovo spettacolo “Ecce Homo”, Ecco l’Uomo, inaugura la “trilogia dell’umanit{”.
È la frase che viene attribuita a Pilato nel mostrare alla folla assatanata un Gesù flagellato, torturato,
ridotto al livello più infimo dell’essere umano: uno straccio di sangue e carne con in testa una corona di
spine, mascherato, per burla, da Re del Mondo, ma con la Morte stampata in faccia. Se ci dicessimo oggi
“Ecco l’Uomo”, che cosa vedremmo? “Ecce Homo” è una drammaturgia originale di cui è autrice e unica
interprete.” La tecnica teatrale è quella del monologo e alterna momenti d’interpretazione poetica a
passaggi narrativi in diretta comunicazione al pubblico.
Sono altresì disponibili tutti gli spettacoli sopra citati, vergine Madre, Big Bang e Apocalisse, alle
medesime condizioni. Tutti gli spettacoli possono essere rappresentati in spazi non teatrali.
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DELIRIO A DUE
di Eugene Ionesco
con Elena Bucci e Marco Sgrosso
regia di Elena Bucci e Marco Sgrosso
coproduzione con LE BELLE BANDIERE
Lo spettacolo debutterà il 9 aprile 2013
link video, pagina web spettacolo: www.lebellebandiere.it
genere: classico /comico
disponibilità da gennaio 2014
Il testo è un modello di relazione a due, sospeso tra le convenzioni del naturalismo borghese e un
acrobatico equilibrismo sul filo di un assurdo che assomiglia sempre di più alla realtà.
Lui e Lei hanno bisogno di verificare continuamente il loro legame, ma non trovano altra via che la
colpevolizzazione dell’altro. Attraverso questo meccanismo, entrambi sono chiusi in un eterno
presente, in una navicella di sicura inconsapevolezza che li traghetta attraverso l’esistenza. Soltanto i
crolli e le esplosioni che sentiamo da fuori, pur sfiorando il grottesco, ci fanno presagire l’esistenza del
tempo e della storia e il possibile frantumarsi del mondo occidentale che Ionesco profeticamente
disegna in preda ad un terrorismo allo stesso tempo ovvio e misterioso. I ridicoli battibecchi di Lui e Lei
sono accompagnati dal controcanto ossessivo di una guerra civile che infiamma al di fuori del nido
protetto dove si consuma la vacua esistenza degli amanti, impermeabili alle bombe che esplodono, alle
sparatorie e alle stragi che riecheggiano nella via, alle pareti e ai soffitti che crollano. E questo esterno
negato rende tragicomico, e a tratti tenero, un dialogo intriso di ripetizioni rituali e non sensi, sorta di
meccanismo inceppato che continua a girare a vuoto. Lui e Lei sono avatar che si mettono in difficoltà
l’un l’altro con stratagemmi sciocchi, come spegnere la luce, cambiare di posto i mobili, confondere le
informazioni. Mentono e rivelano, per ingannare angoscia e tempo.
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Fools
compagnia teatrale
www.fools.it
LE ALLEGRE SIGNORE DI WINDSOR
commedia musicale alla maniera dei comici dell'arte
di William Shakespeare
con i Fools (Martina Spalvieri, Jessica Ugatti, Stefano Sartore, Luigi Orfeo)
in collaborazione con Massimiliano Cutrera e Augusta Balla
regia di Luigi Orfeo
link video: www.youtube.com/watch?v=Li1MDOs_1zM
pagina web con video: www.fools.it/fools/index.php?p=eventi/d6993672e1db770a9ff7ac617f3da7e9
genere: classico/comico/teatro musica
Grazie al sostegno della Compagnia Mauri-Sturno e Festival Micron, i Fools realizzano le Allegre Signore
di Windsor. Il Cavalier Falstaff, a corto di denaro, decide di corteggiare due ricche donne sposate, la
signora Ford e la signora Page, inviando loro due identiche lettere d'amore. Il signor Ford teme di poter
essere tradito dalla consorte, si travestirà da Rivolo per indagare. Anna, la figlia dei Page, ama un
giovane di nome Spantica, ma il signor Page vuole che sposi Mingherlo mentre la signora Page il dottor
Caio. Tra beffe continue e sotterfugi le donne si vendicheranno dell'audace “grassone” ed Anna riuscir{
a sposare, ingannando i suoi genitori, il giovane Spantica. Per le tematiche trattate, le origini popolari
del testo ed il suo passaggio attraverso i canovacci dei comici italiani del XVI secolo, l' allestimento de Le
allegre signore di Windsor utilizza gli stessi espedienti e la stessa forma di linguaggio diretta ed
immediata della Commedia dell'Arte, ricorrendo anche all'utilizzo delle maschere quali archetipi di alcuni
personaggi che caratterizzano il testo stesso, e quindi la società. Un ulterior legame tra la commedia di
Shakespeare e lo stile della Commedia dell'Arte è da riscontrarsi nell'utilizzo della musica che diventa
strumento per rinsaldare l'attenzione del pubblico e come veicolo immediato di emozioni ed ulteriore
virtuosismo degli attori. Le musiche sono realizzate dal M° Martina Spalvieri, l’ esecuzione sarà affidata
agli attori stessi, come nella miglior tradizione della Commedia dell'Arte.
ASSAGGI D'ASSURDO
Follie per orchestra e uomini in cilindro, ovvero Campanile in salsa comica
di Achille Campanile e Fools
con Luigi Orfeo, Stefano Sartore (Fools) in collaborazione con Giorgio Bevilaqua (contrabbasso)
regia di Luigi Orfeo e Stefano Sartore (Fools)
link video, pagina web spettacolo: www.youtube.com/watch?v=ycNVGCzKUf4
www.fools.it/fools/index.php?p=eventi/d115cbe0829c95046b0b6da618a41e29
genere: cabaret/comico/teatro musica/nuove creatività
Due uomini in cilindro venuti da Chissadovve: parlano in modo strano, stracciano la lingua, cucinano le
parole, soffriggono l'ironia e dolcificano l'amaro: letteratura, chitarra, teatro, calze, musica, cilindri,
drammi, ironie, storia, panciotti, sketch, noccioline, papillon, scienza, violino e bambole. Passaggi,
assaggi e messaggi di comicità assurda, avallata scritta e controfirmata dalla nobile penna barbuta di
Achille Campanile. In scena due attori, congiunzione di nord e sud: il torinese Stefano Sartore e il
napoletano Luigi Orfeo. Eleganti, seri ed imperturbabili ma colpiti da improvvisi lampi di imbecillità,
riusciranno lì dove Garibaldi ha fallito? Achille Campanile può essere considerato uno dei padri
dell'umorismo moderno italiano, con la sua raffinatezza, la sua intelligenza, riesce a far ridere con
continui giochi di parole, senza cadere mai nella volgarità. Il testo parte da alcune pièce teatrali celebri
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con innesti di brani inediti scritti dagli stessi Fools, coerenti però con la linea stilistica di Campanile. La
scena è essenziale, la spettacolarità viene generata dall'abilità del musicista e dalle abilità interpretative
dei due attori. Le musiche sono ispirate alla peculiarit{ dell’ umorismo di Campanile: sorpresa,
virtuosismo e assurdit{. E’ stato divertente trovare una chiave comica anche a Beethoven, inframezzare
Pachelbel col Pop, etc. La musica segue il ritmo del parlato, crea scenografie sonore, risponde a tono
agli attori, li contesta, li sostiene e spesso, in alcuni momenti d' improvvisazione, li spiazza.
MA PER FORTUNA È UNA NOTTE DI LUNA
dialogo conviviale tra un melomane e una neofita disinteressata
di Fools
musiche di Verdi, Donizzetti, Puccini, Leoncavallo
con Jessica Ugatti e Daniele Mazzocchi
regia di Luigi Orfeo
link video, pagina web spettacolo
http://www.fools.it/fools/index.php?p=eventi/a0f7562e355f91133133f4a28834661d
genere: teatro musica/prosa/lirica
In uno studio di registrazione specializzato in incisioni rock s'andranno ad incidere alcuni brani destinati
alla realizzazione di un disco di lirica. Jessica, il tecnico del suono, non ne è molto entusiasta, ma Daniele,
il tenore venuto per registrare le arie d’opera, grazie anche ai racconti che farà delle trame e i rari
aneddoti sugli autori, trasporterà Jessica in un mondo di intrighi, tradimenti, amori appassionati e gesta
di eroi invincibili: conoscerà Calaf, il Principe Ignoto della Turandot , si scoprirà a sorridere di Nemorino
nell’Elisir d’Amore ed a piangere, trascinata nella piazza di un piccolo paesino del sud, ascoltando “Vesti
la giubba” de' I Pagliacci. Infine, completamente sedotta, si troverà improvvisamente nei panni di Mimì,
protagonista de' La Boheme, ammaliata del gentile Rodolfo. Uno spettacolo brillante e leggero,
coronato da arie d'Opera magistralmente eseguite dal vivo da Daniele Mazzocchi. Pensato per
avvicinare i cosiddetti "profani" o "disinteressati" al mondo del teatro d'Opera, ritenuto elitario e
noioso, si scoprirà attraverso le straordinarie musiche e le storie più coinvolgenti dei loro autori, quanto
questo mondo può essere appassionante e contemporaneo. Il teatro d'Opera fa parte delle nostre
radici culturali, è espressione della nostra storia. Il nostro intento non è quello di insegnare la storia
dell'Opera, né di farne un sunto sommario ma di accendere una fiammella, di smuovere la curiosità,
affascinare e sedurre poco alla volta.
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FRATELLIOCHNER
www.fratelliochner.com
URCA URCA TIRULERO (VOGLIO STARE MEGLIO DI COSÌ)
di Alberto Barbi, Paolo Cecchetto, Lara Quaglia
con Alberto Barbi, Paolo Zaltron
e con Marco Piccirillo (Contrabbasso) e Simone Garino (sax, clarinetto)
regia di Alberto Barbi
genere: teatro musica/musical
Per essere veramente un grand'uomo bisogna resistere anche al buon senso (Dostojevskij).
Mia madre, come tanti altri, guarda il tg tutto il giorno, si fa bombardare di notizie che intimidiscono,
che annichiliscono. Sembra che tutto stia crollando, che non ci sia più un futuro a causa della crisi. E’
vero?
Posso capire perché tanto pessimismo. mia madre come tanti altri della sua generazione patiscono il
senso di impotenza: sono la prima generazione i cui discendenti hanno una aspettativa di qualità di vita
peggiore, ma soprattutto ci lascano un senso di impotenza, la sfiducia verso il futuro e verso le nostre
possibilità. Però se si guarda attraverso alle pieghe di questa situazione, se si superano le ferite si può
trovare la luce. cancellare la parola "peggiore", sostituirla con "diversa" in realtà. Un'altra occasione, un
nuovo modo di vivere. Finora il senso comune, la pubblicità, l'abitudine e le comodità ci hanno portato
ad ubbidire a esigenze indotte, che adesso non possiamo più permetterci.
Ci troviamo così di fronte ad una scelta, o un lento ed infelice rassegnato decadimento o un
cambiamento, un colpo di reni faticoso ma produttivo, una rivoluzione nei costumi, nei valori nella
ricerca della felicità. di un'altra felicità.
Un concerto spettacolo che in maniera divertente e divertita, attraverso canzoni eseguite dal vivo,
racconta di uomini e donne normali che diventano speciali grazie alle loro scelte nella loro quotidianità.
Un viaggio musical teatrale nato dalla felice esperienza dello spettacolo “riprendiamoci il nostro
futuro”. Una passeggiata divertente ed emozionante capaci di esplorare e raccontare il tempo che
viviamo. Con coraggio e allegria. Ovviamente un punto di vista parziale, soggettivo ma che attraverso la
conoscenza del coraggio di molti ci può portare ad un ottimismo attivo.
Credo che sia tempo di raccontare e di cantare di chi nonostante tutto non si ferma, non si arrende,
lotta e spesso vince. Ne abbiamo esempi tutti i giorni vicino a noi, in famiglia, in casa, sul posto di lavoro.
io ne ho. A loro è dedicato questo spettacolo.
CARNERA
di Alberto Barbi, Paolo Cecchetto
con Alberto Barbi
regia di Alberto Barbi
link video, pagina web spettacolo: link su www.fratelliochner.com- www.torinospettacoli.it
genere: teatro narrazione, teatro musica
Primo Carnera è una figura che ha generato, negli anni, una mitologia molto particolare: ricordato da
tutti come un pugile potente più che abile, rimane vivo nella memoria collettiva come pochi altri atleti di
quegli anni. Sono nate leggende sulla sua infanzia, quasi fosse un novello Eracle, viene ricordato come
un pugile dal pugno che uccide, come un uomo dalla forza straordinaria, quasi quanto le sue misure. Su
di lui sono stati scritti libri e fumetti, sono stati fatti sceneggiati televisivi, sono stati aperti musei.
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Ma quale è la verità? Carnera, chi era costui? Campione del mondo di pugilato, fenomeno da baraccone,
eroe del proletariato, icona fascista, bruto ignorante, amante di Dante e della lirica, mendicante, malato,
uccisore di uomini, bufala giornalistica. Tante definizioni hanno accompagnato Primo Carnera nel corso
della sua vita, eppure nessuna di queste è sufficiente per descrivere un uomo che ha fatto della forza di
volontà di chi lotta contro le avversità la sua vera caratteristica principale. La vita stessa ha preso a
pugni Primo carnera e solo un uomo come lui avrebbe potuto restare a testa alta di fronte a tutto quello
che gli è successo.
Questo spettacolo è un viaggio che, partendo dall’incontro col quale perde il titolo di campione del
mondo dei pesi massimi e seguendone le sue 11 estenuanti riprese, racconta la vita di un uomo unico e di
come abbia saputo resistere, anche nella tempesta.
Undici riprese per raccontare gli anni della giovinezza e la guerra, l’espatrio, le sue esperienze in viaggio
con il circo, i primi contatti con la boxe. E poi ancora i debiti, le truffe dei suoi manager, il matrimonio
mancato, l’abbandono da parte del fascismo, la povert{, la malattia.
Undici riprese per raccontare come, a volte, l’uomo sia più grande del campione.
FAMIGLIE IN GUERRA (DUE ZII ED UN NONNO)
di Alberto Barbi
con Alberto Barbi
regia di Alberto Barbi
link su www.fratelliochner.com
Genere: teatro narrazione/teatro musica
Famiglia in guerra, è legato ai ricordi di una famiglia. La mia. Anche la genesi dello spettacolo è molto
personale: l'idea nasce durante un permanenza nell’ex Jugoslavia, durante la guerra.
E incontrando quel dolore, quella delusione, vedendo il disastro, sentendo le ragioni di chi non può
perdonare, ho ricordato della storia della mia famiglia. Mi è apparsa fuori dai ricordi, dal folklore
famigliare, dalle fazioni personali. Mi è apparsa per quello che è: una storia. Niente di più, niente di
meno.
Durante la seconda guerra mondiale tre fratelli (mio nonno e i due miei zii) si trovano divisi dopo l’otto
settembre. Uno va in montagna coi partigiani, il secondo rimane con la repubblica di Salò, il terzo, il più
piccolo muore in campo di internamento. E da allora la famiglia si spacca. Sensi di colpa taciuti, accuse
velate, litigi. Eredità litigate case divise e abbandonate. Una storia che si dipana tra drammi, passioni, e
commedia, e che porta ad un quotidiano che ancora 65 anni dopo è segnato dalla guerra e che
nasconde quello che la guerra è stata ed è: uomini che prima si sparano e poi non lo fanno più. Uomini,
solo uomini.
Lo spettacolo coniuga teatro di narrazione e memorie visive.
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ASSOCIAZIONE CULTURALE G.B.STUDIO
http://www.facebook.com/pages/Gb-studio/309724465802223
SENZA VUOTO INTORNO (CORPI DI DONNE OPERAIE)
di Gianluca Bottoni
uno spettacolo ideato e diretto da Gianluca Bottoni
con danzatrici e operaie
regia di Gianluca Bottoni
link video, pagina web spettacolo: http://vimeo.com/39924968 (password: operaie1)
http://vimeo.com/49628619 (password: chiaverano3)
genere: nuove creatività
“…Le soluzioni ergonomiche derivanti dall’applicazione dei nuovi sistemi
permettono sulle linee a trazione meccanizzata con scocche in
movimento continuo un regime di tre pause di 10 minuti ciascuna fruite in modo collettivo nell’arco del
turno di lavoro”
Ci sono sei bambine, crescono in una Italia già compromessa, ridono giocano, sognano di diventare
donne felici ,di avere famiglie e lavoro, di innamorarsi ,di danzare, di divertirsi. E’ il 1970. Le seguiamo nei
loro giochi e nei loro movimenti ,adesso sono ragazze già grandi, fino al loro ingresso nel mondo del
lavoro: la fabbrica e la catena di montaggio. E’ l’inizio di una nuova fase per loro ,per i loro corpi, e la fine
definitiva di un’Italia che abdica agli anni’80. Nel 1979 la Rai trasmette “Processo per stupro”, nel 1980 a
Torino la “marcia dei 40mila” sovverte definitivamente il rapporto sindacale padrone operaio, nel 1982
la Fininvest manda in onda in prima serata programmi di “intrattenimento” con ragazze dagli attributi
fisici “alterati”. Il corpo delle donne viene ratificato e mercificato in quei canoni estetici, mentre sulle
catene di montaggio delle merci, le nostre operaie dovranno adattare i loro di corpi a movimenti e tempi
sempre più…senza vuoto intorno…
EVELINA, UNA NARRASENZ’AZIONE
di Gianluca Bottoni –Cinzia Villari
voce di Cinzia Villari
regia di Gianluca Bottoni-Cinzia Villari
link video, pagina web spettacolo: http://vimeo.com/49969027 (password: lucacinzia)
genere: performance sonora in cuffia per max 4 spettatori alla volta
Ciascuno di noi è una partitura vivente, come scrisse Edith Stein nei suoi studi sull’empatia.
Il pianista che conduce una persona sorda a contatto diretto con la cassa armonica di un pianoforte
riesce a farsi ascoltare dalla persona sorda . E i sordi a loro volta sono fortemente attratti dai suoni.
Per quanto possa apparire strano i sordi insegnano in che cosa consiste l’ascolto.
E lo insegnano a noi che pur sentendo smarriamo spesso il silenzio necessario a favore di futili brusii, di
veloci partiture. Di presunzione e sufficienza anche nei confronti della storia.
I sordi insegnano che non è vero che noi sentiamo soltanto con le orecchie.. .Siamo di fronte a qualcosa
di molto grande, più grande di noi: ogni percepire è un evento soggettivo legato alle caratteristiche di
ogni persona, al momento, alla relazione che si stabilisce fra le persone .
Perciò questa “narrasenz’azione” parte da un paradosso, quello di raccontare acusticamente
un’esperienza di sordit{… Ma chi è il sordo? La protagonista della nostra esperienza sonora (peraltro
realmente esistita),o chi oggi presta poca attenzione a fatti che nella nostra storia parlano ancora voce
alta? O chi anche allora prestava sorda indifferenza all’orrore che travolge i più estranei alle vicende
della violenza organizzata?
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Perciò questa provocazione: parliamo di “resistenza” da un punto di vista, d’ascolto che
apparentemente non risuona …apparentemente…
L’esperienza sonora si ispira alla vicenda di Evelina (Avellina) Ostorero una giovane pastora sorda che
non avendo sentito “l’alt!” intimatole durante una rappresaglia dai nazisti in quel mese di settembre
1943, mentre sulle Valli piemontesi si organizzavano le prime sacche di resistenza, fu falcidiata da una
raffica di mitra. E’ una narrazione di ieri ? o anche una sensazione odierna? Pochi giorni dopo a Torino si
inaugurava beffardamente una stagione operistica con il “Rigoletto” di Verdi. ..per chi poteva
ascoltarla…L’installazione sonora dura 15 min. e viene mandata a più riprese durante le serate.
ANGIOLETTI/DIAVOLETTI
di Gianluca Bottoni da Thea von Harbou
con Gianluca Bottoni, Federica Finello, Giovanna Asia
suoni dal vivo di Francesco Lurgo
regia di Gianluca Bottoni
link video, pagina web spettacolo:
ascolta Il Prologo "Angioletti" trasmesso su RADIO 3 SUITE del 21.12.2012 >>
https://soundcloud.com/gbstudio-1/radio3-angioletti-e-diavoletti
http://www.teatrodellacaduta.org/index.php?option=com_content&view=article&id=814:angiolettische
da&catid=2:non-categorizzato&Itemid=141
genere: nuove creatività
"La fine di un mondo?" è un esperimento teatrale in più momenti. Il prologo dal titolo "Angioletti" è
andato in onda su Radio3Rai poco prima dello scorso Natale, in diretta da un reparto ospedaliero di
maternità. Un uomo ormai deluso dal "troppo di realtà, che non si sa ..non si sa più", nell'attendere fuori
dal reparto una nascita, perplesso preconizzava il ritorno di una nuova era barbara, di cui sentiva la
mancanza...la mancanza di barbarie , appunto. Tutto questo avveniva in un luogo reale, in un tempo
reale e possiamo dire con una convinzione abbastanza concreta. Il prologo è stato realizzato da
Gianluca Bottoni, con i suoni di Lord Theremin e Andrea Ferroni. Il secondo momento avviene "post
mortem" in un teatro, col pubblico attorno a un corpo sottoposto insieme agli spettatori a un momento
elettrocardiografico: se dovessimo procedere all'attività settoria sarebbe per appurare quanto (a tutti
ci) piace il nazismo. Invece come rinchiusi in un bunker ci si racconta una favoletta per bambini,
coadiuvati dalle risposte elettriche degli strumenti live di Francesco Lurgo e dagli interpreti (non nel
senso di attori) dei fatti. Il secondo momento ha per titolo "Diavoletti".
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GENOVESEBELTRAMO COMPAGNIA
http://www.compagniagenovesebeltramo.it/
TIO SONO LA LUNA –PERCORSI SULL’OBESIT[
di Savino Genovese
con Savino Genovese, Viren Beltramo
regia di Savino Genovese
link video, pagina web spettacolo: https://www.youtube.com/watch?v=paFefuoEbOw
http://www.compagniagenovesebeltramo.it/produzioni/io-sono-la-luna.html
genere: nuove creatività
Io sono la luna ecco cosa dicevo ai miei compagni il giorno di carnevale del 1988. Volevo fare la luna.
Avevo creato una enorme palla. Era fantastica. Mi ci sono infilato e mi sono truccato come Pierrot per
sembrare malinconico. Come la luna. Ero d’accordo con Melania: se io avessi fatto la luna lei avrebbe
fatto il sole. Ma quando stavo per uscire mio padre mi disse Perché sei vestito come zio? Ma io sono la
luna dissi. E mio padre fece un sorriso. Avrei dovuto capirlo. Bel costume da ciccione disse un mio
compagno di classe. Non sono vestito da ciccione dissi. Non era possibile erano talmente convinti che il
mio fosse il costume dell’obeso che ne fu convinta anche la giuria e vinsi il premio per il miglior costume.
Sergio ti sei ispirato a qualche personaggio del paese per il tuo costume? No risposi. E’ un personaggio
inventato? Sì. Come si chiama? Il ciccione lunatico. Però io volevo fare la luna. Io sono la luna non offre
soluzioni, informa. Aspetti autobiografici scritti da chi sa cosa significa essere stato un ragazzo obeso si
mescolano a testimonianze e dati per raccontare la storia di un uomo e una donna che vivono il proprio
percorso sull’obesit{ in maniera speculare. Sergio, obeso solo da ragazzo e Melania, obesa solo in età
adulta, hanno due vite molto diverse. Entrambi offrono allo spettatore un ventaglio di punti di vista su
uno dei mali più pericolosi e ignorati del nostro tempo. Saremmo superficiali se pensassimo di aver
trovato una soluzione che vada bene per tutti. Possiamo solo dire che la cura migliore per i protagonisti
sar{ l’amore.
NONNO ROSENSTEIN NEGA TUTTO
di Marco Bosonetto
con Savino Genovese, Viren Beltramo
musiche originali dal vivo a cura del Nonno Rosenstein Kletzmer Quartet
regia di Savino Genovese
link video, pagina web spettacolo: https://www.youtube.com/watch?v=Vwf_R13Vazs
http://www.compagniagenovesebeltramo.it/produzioni/nonno-rosenstein-nega-tutto.html
genere: nuove creatività
Tra i sommersi e i salvati dell’Olocausto nonno Rosenstein è un curioso esempio di randagia irrazionale
serenità. Nonostante quello che ha passato nulla può fermare la sua privata diaspora. Parte con il
clarinetto a suonare dovunque lo chiamino e i suoi improvvisi ritorni riempiono le instabili presenze di
disagi, che finiranno per emarginarlo dalla famiglia. Chi ricorda le sue gesta, tra lo stupore e
l’insofferenza per l’imbarazzante clownesco parente, è la nipote Sara. E il suo rientro ne sconvolge
l’esistenza perché scopre che costui sta scrivendo una sua sconvolgente verità secondo la quale la
Shoah non sarebbe altro che un’invenzione degli ebrei e di un loro fantomatico Progetto Resurrezione.
Ma la molla che ha spinto l’anziano musicista ad asserzioni così aberranti non è che il desiderio di
ingannare la memoria come se l’intollerabilit{ dei ricordi, il segno indelebile dell’oltraggio non
lasciassero spazio che al suicidio o alla cancellazione di quegli eventi. Spettacolo originale con musiche
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dal vivo tratto dal romanzo omonimo di Bosonetto adattato per il teatro dallo stesso autore, lo
spettacolo ribadisce la necessità di non dimenticare il male della Shoah, utilizzando una prospettiva
inconsueta, mettendo in scena il confronto tra un nonno reduce di Auschwitz che vorrebbe cancellare i
propri ricordi e una nipote che meglio di lui avverte i pericoli dell’oblio. Un incontro fra generazioni e
sensibilit{ diverse, una riflessione sul problema della memoria che usa l’ironia per uscire da ogni retorica
celebrativa.
VIETATO AI MINORI
di Savino Genovese
con Viren Beltramo, Paola Colonna, Savino Genovese
regia di Savino Genovese
link video, pagina web spettacolo: https://www.youtube.com/watch?v=Iz2Oh_nFHYU
http://www.compagniagenovesebeltramo.it/produzioni/vietato-ai-minori.html
genere: nuove creatività
Tutto ha un prezzo. Tutto si può comprare. Tutto può essere considerato “una merce”, perfino un
bambino. Il bambino si vende, si gestisce, si ingrassa, si ricatta, si sterilizza, si droga, si parcheggia, si
incatena davanti alla tv e dentro la tv, si esibisce, si addestra, si dimentica davanti ad un videogioco. Il
bambino segue la legge del mercato. Siamo passati dall’educazione all’addestramento. Che tu sia
genitore o meno non puoi far finta di niente. L’infanzia intesa come et{ dell’innocenza sta
scomparendo. I bambini sono vittime di campagne pubblicitarie, videogiochi violenti, concorsi e realtà
digitali. Barattiamo la loro infanzia. Lasciamo che vengano sedotti e strumentalizzati come se questo
facesse parte di un inevitabile cambiamento. Ma siamo davvero sicuri che sia inevitabile? Non è che
osservando più attentamente questi meccanismi perversi ci vien voglia di salvarli, di offrire loro
un’alternativa? Vietato ai minori è la storia di un game designer che sta per diventare padre ed è
costretto a scontrarsi con la realtà, uscendo dal proprio universo virtuale. Siccome dietro ogni realtà
digitale c'è sempre una persona reale che fa delle scelte lo spettacolo indaga proprio alcune di quelle
scelte. Dall’incontro della Compagnia GenoveseBeltramo e Paola Colonna nasce uno spettacolo in cui
teatro e danza convivono per dar luogo ad una narrazione inter-attiva.
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GFTeam di GIPO FARASSINO
COM’È BELLO PROTESTARE DA TRIESTE IN GIÙ
di e con Gipo Farassino
regia di Gipo Farassino
link video, pagina web spettacolo: www.gipofarassino.it online dal 30/6/2013
genere: recital/cabaret
In un mondo dove tutti protestano con o senza pretesto, Gipo Farassino, chansonnier per eccellenza
mette in scena le “sue proteste” : canta la difficolt{ di vivere in campagna, la gioia di avere una cascina,
la carenza sistematica di dove poter fare la pipi…in questo recital Gipo rappresenta ed interpreta tutte
quelle canzoni scritte molto tempo fa, ma ancora modernissime ed attuali , veri e propri cornici di
emozioni dalle quali traspaiono: difficoltà, sentimenti, emozioni di ieri come di oggi necessari ad
affrontare la vita.
Accompagnato da quattro musicisti rock, i Les Tres con l’aggiunta del maestro Armando Lardù al flauto
e alla Fisarmonica, il cantautore piemontese è pronto ad affrontare un tour nelle piazze e nei teatri del
Piemonte.
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GRANDANGOLO ASSOCIAZIONE CULTURALE
[email protected]
IL DIARIO DI EVA
di Alessio Bertoli (liberamente tratto da Mark Twain)
con Elena Zo, Alessandra Franco
regia di Alessio Bertoli
link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=Rl9x2m53oLs&feature=youtu.be
https://www.facebook.com/#!/events/367676543320916/?fref=ts
genere: prosa con musica classica dal vivo
"Nel 'Il diario di Eva' abbiamo cercato una singolare, satirica, ma nello stesso tempo, emozionante
rivisitazione del celebre mito. Una versione teatrale, in forma di monologo “contaminato” dalle melodie
(eseguite dal vivo dalla musicista Alessandra Franco) in cui l’arpa – simbolo della Creazione – genera un
universo ispirato alla controcultura hippie degli anni sessanta/settanta. È una versione ironica e fiabesca
dell’incontro tra l’uomo e la donna per eccellenza, caricati di tutti gli stereotipi dell’uomo moderno,
come se fossero vissuti davvero ai nostri giorni. Eva è romantica, vanitosa, chiacchierona. Adamo (che
non vediamo mai in scena ma ci viene raccontato da Eva) è cinico, solitario, rude. Eppure, nonostante le
diversit{, uomo e donna si amano. Mentre Eva (interpretata dall’attrice Elena Zo), giorno dopo giorno,
scopre attraverso occhi sognanti e incantati il mondo e Adamo, l’arpista Alessandra Franco, artefice
della Creazione attraverso la musica, rappresenta un “Dio androgino” che osserva, ascolta, studia
“l’esperimento” Eva. Parola,musica e immagini accompagneranno lo spettatore in un viaggio
dall’incanto del Paradiso alla sua perdita per amore. Senza rimpianti. Regalando al pubblico un grande
insegnamento: la bellezza risiede, in realtà, negli occhi e nel cuore di chi guarda. Attraverso gli occhi di
Eva, scoprir{ un mondo meraviglioso e un amore puro e incondizionato.” (Alessio Bertoli)
AL DI LA’ DEL MURO
di Loredana Bosio, Elena Maro e Elena Zo
con Elena Maro, Elena Zo, Marco Bombi, Andrea Cerrato, Simone Poncino,
Massimo Saracino, Antonio Sarasso
regia di Alessio Bertoli
link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=4exvsSvk45s&feature=youtu.be
https://www.facebook.com/#!/AlDiLaDelMuroSpettacoloTeatrale
genere: prosa con musica dal vivo
“Al di l{ del muro” è uno spettacolo in tre atti o “capitoli”, che, prendendo spunto da ciò che
sull’argomento dicono cinema, letteratura, televisione, parla dei complessissimi rapporti tra uomini e
donne. I tre atti sono delicatamente legati da un “cordone ombelicale” lungo il quale vengono
“disegnati” indizi funzionali per un finale assolutamente a sorpresa! Un testo che miscela la "commedia
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della stranezza", poiché gli attori si comportano spesso in modo inspiegabile sia per il pubblico che, a
volte, per gli altri personaggi, con (ma solo in apparenza) il teatro dell’assurdo….ma i rapporti tra
uomini e donne non sono proprio, spesso, amorevolmente, pazzamente, adorabilmente assurdi?!
Dai tempi di Darwin, il dibattito sul rapporto tra uomini e donne non si è mai sopito. I due differenti sessi
sono sottoposti a pressioni evolutive diverse e a separare le due sessualità c'è un solco profondo. Ma
nel tentativo di raggiungere posizioni politically correct, negli ultimi anni ci si è dati da fare per sfumare
le differenze e declassare al rango di boutade la tesi secondo cui le donne vengono da Venere e gli
uomini da Marte.
A riportare i due pianeti alla giusta distanza o, addirittura, a spostarli in galassie lontanissime una
dall’altra, ci proveranno i personaggi dello spettacolo “Al di l{ del muro” per una storia nella quale il
pubblico sicuramente si ritrover{. O si perder{ definitivamente. Ma, per lo meno, in un caso o nell’altro,
con gran divertimento!” (Alessio Bertoli)
SONO UN CABARETTISTA DI ORDINARIA AMMINISTRAZIONE
di Paride Mensa
con Paride Mensa e Elena Zo
regia di Paride Mensa
genere: cabaret
Paride Mensa propone un repertorio di cabaret del quale è anche autore; le sue tematiche spaziano dal
sociale al rapporto di coppia, per arrivare a raccontare in chiave ironica vizi e virtù non solo del
Piemonte, ma di tutte le regioni, in un giro d’Italia dove le sfumature dialettali tipiche la fanno da
padrone. Grande divertimento assicurato.
Paride Mensa ha un’esperienza più che ventennale del settore: Vincitore del premio di RAI 2 "Torre d'
oro" nel 1987 per la trasmissione "Una grande occasione" con Luciano Rispoli, tredici puntate su RAI 2
Domenica 20.30, nello stesso anno sarà la rivelazione comica del seguitissimo programma "Asiago
tenda" in onda tutti i giorni su RAI Stereo 1 condotto da Claudio Lippi, Paride Mensa è tra i pochi comici
che possono annoverare come maestri ed amici attori quali: Oreste Lionello, Lino Banfi, Gianni Magni e
due anni in compagnia del grande amico Walter Chiari, a questo proposito segnaliamo che dal 1997 è
con Bruno Guidazzi conduttore della manifestazione "Il Sarchiapone" a Milano Marittima, dove i comici
emergenti di tutta Italia si distinguono in un suggestivo "memorial" ricco di ospiti illustri, amici del
grande Walter. Al suo fianco l’attrice Elena Zo, che lo accoster{ interpretando divertenti monologhi di
teatro brillante scritti dallo stesso Mensa.
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GRUPPO DEL CERCHIO
www.gruppodelcerchio.it
INTERVISTE IMPOSSIBILI: A VITTORIO EMANUELE II, AL CONTE DI CAVOUR, A COSTANTINO NIGRA
di Carola Benedetto
con Susanna Paisio, Igor Piumetti, Elisabetta Piras
regia di Carola Benedetto
link video, pagina web spettacolo:
http://www.youtube.com/watch?v=Dh9fD2BPVAc,
http://www.youtube.com/watch?v=5n5BfVgqckY
http://www.youtube.com/watch?v=NdUQObzAga8
genere: teatro musicale
Nei tre spettacoli della durata di 1 ora, in uno spazio elettrico che ci riporta sonoramente al
“sottomarino giallo”, un attore e un’attrice entrano ed escono dai loro personaggi, dando voce ai
protagonisti del Risorgimento per raccontare tutto ciò che in vita ruoli e situazioni gli imposero di non
dire. Mentre si raccontano, i protagonisti captano però anche dei suoni dallo spazio che li circonda: sono
i suoni che parlano di loro, che rivelano la loro umanità più vera e vanno dalla musica coeva e colta di
Vincenzo Bellini a quella popolare piemontese dell’epoca di Carlo Alberto; dal rock ‘n’ roll fino al pop
italiano degli anni ’70 in un meccanismo serrato che rende lo spettacolo adatto a ogni et{ e tipo di
pubblico. L’intento infatti è di rivolgersi anche a chi non frequenta il teatro e non conosce la storia in
modo approfondito, scelta perseguita anche nei costumi che sono stati pensati da Luciana Ciliento per
evocare la moda dell’epoca rinunciando a ogni naturalismo, e prediligendo una ruvida contemporaneit{.
Vittorio Emanuele II è incalzato dalle domande della sua balia Teresa Rasca, Camillo Benso Conte di
Cavour è intervistato dalla Principessa Maria Clotilde di Savoia, mentre Costantino Nigra risponde
all’Imperatrice Eugenia.
LA CONFERENCE DES OISEAUX
di Farid Uddin Attar
con Jean-Claude Carrière e Nahal Tajadod
musiche di Susanna Paiso
progetto sonoro di Carola Benedetto e Susanna Paisio
commento sonoro eseguito dal vivo da Susanna Paisio
regia di Jean-Claude Carrière
link video http://www.youtube.com/watch?v=C3bFHCjAnIc
genere: racconto
Lo sceneggiatore e premio Oscar Jean-Claude Carrière, storico collaboratore di Luis Buñuel e Peter
Brook, e la scrittrice persiana Nahal Tajadod ci trasportano in una favola medievale che nasce dalla
tradizione mistica del sufismo. La conférence des oiseaux (La conferenza degli uccelli) composta in versi
dal poeta e mistico persiano Farid Uddin Attar (1142-1220) narra di come gli uccelli del mondo decisero di
partire alla ricerca del mitico uccello Simurgh per farne il proprio re. Un viaggio che si trasforma in una
vera e propria epopea, attraverso sette vallate che rappresentano le diverse fasi dell’evoluzione di un
individuo. Fino al colpo di scena finale che fa di questo racconto variopinto e giocoso un apologo sul
viaggio esistenziale che ognuno di noi è chiamato a compiere. Da questo testo allegorico, Jean-Claude
Carrière ha tratto un’opera teatrale, messa in scena da Peter Brook ad Avignone nel 1979 e poi
rappresentata con grande successo in tutto il mondo. Un adattamento teatrale che oggi Carrière,
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accompagnato dalla moglie, la scrittrice Nahal Tajadod, e dalle musiche di Susanna Paisio, riprende in
una forma più intimista mescolando il testo francese alla lettura di brani dell’originale persiano. Per la
versione italiana dello spettacolo il Gruppo del Cerchio ha realizzato un’apposita trama sonora in
perfetta adesione col testo, avvalendosi delle sonorità di chitarra elettrica e synth. Nel 2011 lo spettacolo
ha debuttato in Italia al Cinema Teatro I Portici di Fossano (CN). Lo spettacolo è sovratitolato in italiano.
LA STANZA SACRA DEL DESIDERIO
di Carola Benedetto
con Susanna Paisio
coreografie di Simona Paisio
danze di Simona Paisio
regia di Carola Benedetto
link video. http://www.youtube.com/watch?v=NVPt3rUvon0
genere: racconti e danze
Come ha fatto, infine, la divina Parvatì a conquistare il potente Shiva, l’asceta divino per eccellenza? E
perché il principe Siddharta lasciò prima il suo palazzo dorato per cercare la Verità e poi rinunciò anche
alla meditazione più estrema per trovarla? Perché il dio Ganesha ha testa di elefante su un corpo di
uomo? Sono alcune delle domande racchiuse nelle storie che La Stanza Sacra del Desiderio porta in
scena. Lo spettacolo, infatti, racconta i miti più celebri della letteratura indiana liberamente tratti, e
riadattati, dai racconti della tradizione induista, buddista, e islamica. Ai racconti parlati si alternano ora
danze dell'India del sud ora danze più moderne e scanzonate nell’inconfondibile Bollywood style.
XMAS CAROL
di Carola Benedetto
con Susanna Paisio (voce e chitarra) e Igor Piumetti (voce e tastiera)
regia di Carola Benedetto
genere: reading musiclae
Xmas carol è il racconto di un evento stra-ordinario in cui il distante si fa vicino e l’impossibile si rende
possibile. Nello spazio cosmico accadde un giorno che tre pianeti arrivassero a congiungersi tanto da
parere cosa sola. Non più Giove, non più Saturno, e nemmeno Marte ma una sola scia, allungata e
abbagliante. Forse nasceva una stella nuova, forse il cielo si curvava in terra. Di certo nasceva una nuova
vita. E quella vita, prodigiosa e semplicissima, era portata nel grembo da Maria, una ragazza qualsiasi
che si fidò della voce di un angelo e cambiò il mondo. Xmas carol ripercorre poeticamente la vita di
Maria, dall’infanzia alla Nascita di Gesù, ispirandosi agli scritti dei primi autori della Chiesa come
Anfilochio di Iconio, Giovanni Crisostomo, Romano il Melode, ma anche di poeti moderni come Novalis,
Giovanni Pascoli, Rainer Maria Rilke e Federico Garcìa Lorca, arricchendola con canzoni che spaziano
dall’ambito tradizionale europeo (il medioevo spagnolo, la tradizione dei koledy polacchi e quella
popolare dell’Appennino tosco-emiliano, le carols inglesi) alla musica leggera (il Fabrizio De Andrè della
Buona novella, Giuni Russo interprete del poeta afghano Rumi, le canzoni mistiche di Giovanni Lindo
Ferretti).
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GRUPPO FOLCLORISTICO DI CHIUSA DI SAN MICHELE
http://www.laltracampana.org/
GIROMIN A VEUL MARIESSE
di D. Belmondo
con Renato Adorno, Marta Pesce, Klizia Miletto, Veronica Mischinelli, Giovanna Ferrante, Matteo
Alberti, Angela Bruno, Davide Papiro, Massimiliano Allemanini, Roberto Bertolo, Italo Pent
regia di Anna Allais
pagina web spettacolo:
http://www.laltracampana.org/notizia.asp?tip=Chiusa%20che%20merita&cod=125
genere: comico
Commedia brillante in tre atti ricca di colpi di scena ed equivoci che porteranno ad uno sviluppo del
tutto inaspettato.
Giromin ama gli insetti, Giromin ama le piante e la natura ma... non pensa ancora all’amore delle donne!
Che rabbia per la sua “mammina” che lo trascina, quasi per le orecchie, in casa Pautasso... !
Ecco, allora, Cupido farsi vivo... scoccare una freccia nel presente e... svelare, al tempo stesso, un
torbido passato...
La commedia fu rappresentata per la prima volta ad Asti, presso il teatro Alfieri, nel marzo del 1949 dalla
compagnia di Mario Casaleggio.
Alla fine degli anni Settanta fu riproposta, con grande successo, da Gipo Farassino che mise in scena ben
175 repliche consecutive.
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www.ilunatici.it
L’IKEA VENDE PIÙ DELLA BIBBIA (FALLISCI E SEI MORTO!)
di Giulia Vola
con Mirella Mastronardi e Valentina Pollani
scene di Ivano Coviello
cura del movimento di Anna Redi
boxer trainer di Benoit Manno
regia Cristiano Falcomer
Spettacolo vincitore di Bando Sistema Teatro Torino 2011
Bando Residenze Creative 2011 - Santibriganti Teatro
Video promo: http://youtu.be/bV58q-vXgoI
Facebook: http://www.facebook.com/Ikea-Vende
Web: http://i34514.wix.com/ikea
genere: prosa-nuove creatività (teatro contemporaneo)
Lo spettacolo è il figlio del giro del mondo della giornalista torinese Giulia Vola. Giulia parte da San
Salvario e sbarca ai quattro angoli del pianeta per conoscere le famiglie di alcuni degli immigrati che
oggi vivono in uno dei quartieri più multietnici d’Italia, San Salvario a Torino. Nel suo viaggio, raccoglie
storie ed emozioni, drammi e gioie, nostalgie e sogni. Entra nelle case dei genitori, dei fratelli, degli amici
che sono rimasti a casa. E ovunque incontra l’Ikea: librerie Billy, lampade Arstid, tende Tupplur e letti
Aspelund. Un oggetto Ikea è un deja-vu che ti riporta a casa. L’Ikea democraticamente unisce ogni
recondito angolo del pianeta.
Ma il viaggio di Giulia è anche e soprattutto l’esperienza di una donna che conosce e si confronta con
altre donne, altre femminilità. Una storia contemporanea impregnata di quotidianità e lirismo allo
stesso tempo. C’è il confronto. Lo spazio è limitato, da un casa/ring, dove la quotidianit{ svela le culture,
gli usi e i costumi, i dubbi e le incertezze degli inquilini.
Due artiste, Mirella Mastronardi e Valentina Pollani, dalle caratteristiche opposte e contrastanti, unite
da una sottile ironia recitativa che permette loro di compenetrarsi. Due attrici perfette per
rappresentare le due facce della medaglia, per contendersi la scena, il diritto ad esistere, a
rappresentare lo stereotipo delle due parti di mondo contrapposte. L'Ikea vende più della Bibbia è uno
spettacolo teatrale visionario, lirico, ironico. In un ring due donne lottano per lo spazio, l'aria, la
sopravvivenza. Apparentemente è uno scontro di civiltà. Nel combattimento le due donne si
confrontano in un'atmosfera di confidenze e intimità arrivando a minare i nostri pregiudizi. La messa in
scena, rapida e spiazzante, segue il percorso frammentario delle interviste di Giulia Vola. Quattro livelli l'universo interiore, il rapporto con l'altro, la società, la verità - ruotano attorno ad un nocciolo centrale:
la catastrofe, un cataclisma interiore che unisce e disgrega le differenze. Lo spettacolo è un turbinio di
immagini dai colori forti, brillanti e decisi. Suoni e musiche descrivono ambienti surreali. Scene e costumi
scandiscono la lenta svestizione, la metamorfosi, delle protagoniste.
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IL CANE DI PAVLOV ASSOCIAZIONE
www.argiacoppola.it
OUIJA
(Dal carteggio amoroso del conte Camillo Benso di Cavour
e Anna Schiaffino Giustiniani detta Nina)
di Argia Coppola e Roberto Tarasco
medium di Argia Coppola
regia di Roberto Tarasco
link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=8jiGDvCRCG8&feature=youtu.be
genere: teatro musica
“La Ouija è un tavola di legno sulla quale sono rappresentati l’alfabeto, dieci cifre e i termini "sì" e "no". La
planchette è il puntatore che serve a indicare le lettere e i numeri. La tavola Ouija è utilizzata per
permettere agli spiriti e ai demoni di manifestarsi e conversare con noi. Metto i polpastrelli leggermente su
ogni lato della planchette, ed entro in una specie di trance. Presto la tavola comincia a risuonare,
leggermente. Mi rilasso e mi lascio possedere… ”.
Mi piace frugare nell'intimità della gente. Perversamente. In particolare della gente di potere. Come
l'amore gestisce il potere e il potere si nutre dell'amore. Legami passionali e poteri amorosi, partiture
diaboliche che mi seducono... perché sono mappe da decifrare. Sono un’attrice, offro il mio corpo
perché sia posseduto da un personaggio: “l’attore ha bisogno di un tipo di analisi ben diversa da quella a
cui ricorrono sia lo studioso che il critico; se infatti il risultato dell’analisi scientifica è il pensiero, ne
consegue che il risultato di quella artistica deve essere il sentimento. Conoscere significa sentire” ricorda
Stanislavskij. “L’inconscio attraverso il conscio, ecco il motto della nostra arte. L’entusiasmo e il trasporto
sono i migliori stimoli del sentimento creativo e i primi mezzi di analisi conoscitiva”. Allora spingo il
cuore e il corpo verso la creazione di un’azione intuitiva e immaginaria in cui tutto è possibile. Mi
abbandono. “Quando riesco nell’intento di abbandonarmi all’azione immaginaria e alla lotta con gli
avvenimenti incombenti, sento che dentro di me accade un meraviglioso processo di trasposizione”. In
questo senso l’attore agisce come uno straordinario transfer magico. Sono nata e vivo nella città magica
per eccellenza, Torino, dove emanazioni invisibili e vibrazioni sotterranee fanno parte della
conformazione stessa del territorio. “… Infatti gli uomini comunicano fra di loro non solo grazie alle
parole, ai gesti, ma soprattutto con quelle che sono le emanazioni invisibili della volontà, con le
vibrazioni che passano dall’anima qualcuno a quella di qualcun altro. Non esiste altra via…” scrive
sempre Stanislavskij. Nel mio atto di possessione ripropongo l’eterno conflitto tra eros e thanatos. Lo
faccio ricreando con la voce nuovi corpi erotici da penetrare, geografie anatomiche da attraversare che
mostrano del potere e dell'amore un'altra faccia, la faccia nascosta, in ombra. La seduta spiritica evoca
voci del passato che si raccontano, parlano tra loro e infine si mostrano nella loro fisicit{. Nell’atto
“psico-tecnologico” avviene un processo medianico di trapasso fisico e vocale, in cui lei è lui e lui è lei,
sublimazione di un desiderio dell'altro che potenzia l'oggetto amoroso. "Sono occorsi succhi perché la
vita di un giovane, non vita qualunque, diventasse vita potente. La fama lo baciò, il potere e l'ingegno lo
gonfiarono fino quasi a farlo scoppiare...E si servì di corpo di donna a cui succhiare questa vita."
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IL CERCHIO DI GESSO
www.ilcerchiodigesso.com
DON GIOVANNI – UN POP SHOW ANNI ‘80
da Moliere
con Elisa Ariano, Giulia Cicerale, Vincenzo Di Federico, Mara
Scagli
regia di Girolamo Lucania
link video, pagina web spettacolo: http://youtu.be/E0E1RZ7jJKE
genere: classico/comico/teatro musica/
Don Giovanni è l’emblema della nostra generazione, figlia degli anni ’80. Il momento storico in cui tutto
diventa show: pregi e difetti mischiati, passato e futuro confusi, senza distinzione di genere o classe
sociale, dal 1980 in poi tutti siamo diventati parte di un grande, infinito, degenerativo spettacolo.
La storia di Don Giovanni è nota: libertino, conquistatore di donne, egli sfida il proprio destino e le
regole che gli sono attorno con sfacciata arroganza; comprende che per essere padrone dei suoi piaceri
deve fingere d’essere benpensante; può nascondere la sua dissolutezza con le parole a tutti, ma non a
Dio; il quale, sfidato, decide di punire il Don Giovanni, e di relegarlo all’inferno.
Il nostro Don Giovanni è quindi uno show, un grande show. I personaggi sono tutti attratti dalla
spettacolarizzazione dei propri sentimenti e delle proprie (non) misure. Figure comiche e grottesche
che ruotano attorno a Don Giovanni sfidandolo in una spettacolarizzazione infinita. Ogni gesto, ogni
intenzione è votata allo spettacolo.
L’ambientazione sono gli anni ’80. Anni in cui il genere, maschile\femminile, è mischiato e confuso. Negli
anni ’80 tutto diventa spettacolo, l’immagine delle pubblicit{, le icone della musica, la stessa politica,
tutto diventa spettacolo. E lo diventa con una forza tale da dover necessariamente cambiare il modo di
pensare di tutti. Negli anni ’80 nasce l’eccesso spettacolarizzato: anche il sesso, e la sessualit{, sono
spettacolari. La propria trasgressione deve diventare spettacolo.
M – UNA COSA NOSTRA
con Jacopo Crovella, Elisa Ariano, Vincenzo Di Federico, Mara Scagli
regia di Girolamo Lucania
link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=mmCL9jP2eW0
genere teatro civile/Epico
Lo spettacolo racconta la vita di un pentito mafioso, dagli esordi da killer per la famiglia, al pentimento.
Attraverso le sue dichiarazioni si comprende come i vertici di Cosa Nostra abbiano cambiato politica,
passando dal terrore delle stragi alle poltrone comode dei poteri istituzionali. Inoltre la sua vita è
l'esemplare racconto di come il retaggio culturale e la società che stanno attorno a un essere umano
possano influenzarlo a tal punto da fargli ambire con giusta causa ad essere un killer della mafia, e
dunque ad aderire al Male.
Parlare di Mafia, oggi, significa parlare di qualcosa che è radicalmente associato al tessuto politico ed
economico del nostro Paese. L'organizzazione mafia nel tempo si è affinata, i suoi vertici capirono anni
addietro che per vincere contro lo Stato era necessario entrare dentro lo Stato legittimamente,
attraverso un processo di acculturamento e di investimento.
Così l'immagine del mafioso oggi è sdoppiata: da un lato ci sono i mafiosi veri, i boss che girano nella
terra di Sicilia, la cui immagine è quella del tipico mafioso da immaginario collettivo, e che vengono
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costantemente arrestati con squilli di tromba. Dall'altro ci sono i mafiosi incravattati, i collusi, seduti
sulle poltrone del Parlamento o del Senato, costantemente difesi dalla politica.
Lo spettacolo si mette dalla parte di M, deve aderire alle ragioni del male: dietro quella riconoscibile
malvagità, esiste l'umanità. Un uomo che ama, ed è amato.
LA COMMEDIA DEGLI ERRORI
di W. Shakespeare
con Elisa Ariano, Giulia Cicerale, Jacopo Crovella, Vincenzo Di Federico, Franco Prunotto, Mara Scagli
regia di Girolamo Lucania
link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=MF2Xugi8OxU
genere: classico/comico/teatro d’ombre
La Commedia degli Errori è il testo più divertente, e breve, del genio inglese William Shakespeare.
Ambientata in una Efeso magica e onirica, la commedia racconta la vicenda di Egeon, mercante di
Siracusa, arrestato mentre cerca suo figlio, a causa dell’inimicizia che intercorre tra le due citt{; e di
Antifolo, suo figlio, anch’egli di Siracusa, alla ricerca del fratello gemello scomparso.
Quali ombre si celano dietro le loro storie? Uomini alla ricerca di se stessi, i protagonisti affrontano il
dramma dell’uomo moderno: trovarsi fra le ombre fluttuanti di una società in continua accelerazione,
oppressi dalla Legge del Tempo. Lo scopo del teatro è aiutare l’uomo a trovarsi, a riflettere e, in questo
caso, a ridere di se stesso.
Nello spettacolo sono inseriti con grande semplicità diversi codici rappresentativi: ombre, maschere,
trasformismo. Ogni cosa è ciò che non sembra. Tutti gli elementi, tutti i personaggi si cercano, confusi,
all’interno di una società instabile, fluttuante, dove trovare la propria parte mancante è difficile, se non
impossibile, eppure decisamente necessario.
Adatto a qualsiasi tipo di pubblico, anche molto giovane.
TUTTO IL RESTO
con Elisa Ariano, Giulia Cicerale, Mara Scagli
regia di Girolamo Lucania
link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=o9WZj03w59o
genere: teatro nuova drammaturgia/civile
Una storia civile, il racconto delle vittime di tratta.
Tre storie si intrecciano. Una studentessa, una prostituta, l’Europa.
La prima: una studentessa, emblema della difficoltà di un giovane a trovare occupazione oggi, legge per
caso la storia di una donna nigeriana vittima di tratta. Da qui inizia una ricerca che la porterà a fondo del
tema della prostituzione, della migrazione; fino ad arrivare ai paralleli con la propria esistenza e con il
sistema della propria società: scoprirà che quelle stesse dinamiche regolano anche il lavoro e la
cittadinanza.
La seconda storia, la più intima e feroce, è la storia di Atagà. La ragazza vittima di tratta di cui la
studentessa legge le vicende. Il percorso di Agat{ è l’emblema di una condizione civile mondiale:
africana, ovvero per il mondo cittadina emarginata dalla civiltà e dalla ricchezza proprie della Fortezza
Europa, spera di poter arrivare in Italia. Da lì inizia il suo cammino verso lo svuotamento e la perdita di
identità: da Atagà diventa Rose sul passaporto, e diventa Precious quando viene costretta a prostituirsi.
Diventa ossia un corpo, privo di volontà, inserito in un feroce sistema di mercificazione che non può
fermarsi.
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La terza storia è il paradosso. I paradossi, anzi: quelli della Fortezza Europa. Tratteremo le fotografie di
un sistema che nega la condizione interiore: la condizione del lavoro, quella del corpo delle donne, la
condizione dell’artista; del cittadino lavoratore italiano e occidentale in genere.
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IL CONTATO/TEATRO GIACOSA DI IVREA
www.ilcontato.it
IL MERCANTE DI VENEZIA
di W. Shakespeare
con Mino Manni, Stefano Cordella, Francesco Meola, Davide Palla, Valeria Perdonò
regia di Alberto Oliva
link video, pagina web spettacolo: www.ilcontato.it
genere: classico
ENRICO IV
di L. Pirandello
con Mino Manni, Davide Palla, Valeria Perdonò e altri due attori
regia di Alberto Oliva
link video, pagina web spettacolo: www.ilcontato.it
genere: classico
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IL DOTTOR BOSTIK/UNOTEATRO
www.ildottorbostik.it
TENTAZIONI, omaggio a H.BOSCH
di Remo Rostagno
con Dino Arru, Laura Righi, Raffaele Arru, Marco Zicca e le marionette del Dottor Bostik
regia di Dino Arru
link video, pagina web spettacolo: http://www.ildottorbostik.it/site/it/scheda2.asp
genere: teatro di figura
Corpi infernali o paradisiaci, sublimi o deformi, esseri immaginifici popolano la pittura di Bosch.
Tentazioni è stato scritto sulla scorta delle immagini provenienti da tutta l’opera di Bosch. La Compagnia
Il Dottor Bostik ha scolpito i personaggi in legno prezioso che accondiscende d’essere trattato da mano
d’artista. Ha costruito le scene. Poi lo spettacolo ha preso vita attraverso le prove nello spazio, castello,
fortezza, convento, universo di vita medioevale. Un brulicare di vita animata da un demiurgo e i suoi
aiutanti. Luci di fiaccole e candele. Rumori di scena. Lo spettacolo, della durata di 50 minuti, comprende
un prologo, dieci scene e un epilogo.
Questa la struttura dello spettacolo:
PROLOGO: lo spazio si illumina e si anima.
1. IL CONDANNATO dove un prigioniero viene mandato a morte sulla forca.
2. LA FIERA E LA FAME dove colpisce la brutta bestia della fame.
3. IL BAGNO, l’eterno girotondo dell’amore.
4. FURTO E OMICIDIO, a volte, basta poco per giungere al delitto
5. MISTERO: che cosa ha commesso quell’uomo appeso a testa in giù?
6. CROCIFISSIONE, lo spartiacque cronologico della nostra storia.
7. LA STREGA qualunque pretesto è sufficiente per la tortura di una donna.
8. IL GIOCO: proibito e punito, in modo esemplare.
9. LA TRASGRESSIONE, indicibile, pudicamente mostrata, da interpretare.
10. L’USURAIO dove arriva la falce, a sistemare i conti.
EPILOGO: dove si sale con il pittore sulla sua nave dei folli.
B&B, BECKETT E BACON
di Dino Arru
con Dino Arru e le marionette del Dottor Bostik
regia di Dino Arru
link video, pagina web spettacolo: http://www.ildottorbostik.it/site/it/scheda4.asp
genere: teatro di figura
B & B mette in relazione l' opera drammatica di Samuel Beckett con le suggestioni visive di Francis
Bacon, l'artista delle violente deformazioni corporee. In un'atmosfera di allarmante metafisicità,
comunicata da una scena costruita con gabbie metalliche, lo spettacolo si articola in due atti. Nel primo,
Winnie, marionetta di carne, racconta i suoi giorni (in)felici muovendosi con gesti guidati, volta la testa
solo se voltata, il suo corpo si torce solo quando il burattinaio-padrone lo consente. Nel secondo, tre
marionette in serioso completo grigio, scolpite nel legno e naturalisticamente animate senza fili,
disegnano la voglia di vivere contro il tempo che scorre veloce in un 'trittico' di ispirazione baconiana,
che comprende Atto senza parole, Atto senza parole II e uno stralcio da "L'ultimo nastro di Krapp". Le
vite delle marionette-essere umano si tendono tra gli estremi della logorrea e del mutismo, espressioni
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entrambe di un disegno esterno che nega a Winnie la possibilità di muoversi e ai fantocci degli "Atti"
quella di dirsi. I loro corpi non sono dotati di vita propria, è l'animatore che con scrupolosa attenzione
ne crea e delimita i possibili percorsi, obbligandoli all'azione con gelida e raffinata determinazione. I loro
volti, inizialmente immobili, subiscono via via deformazione nei tratti somatici, ispirata dalle
agghiaccianti visioni dei personaggi di Bacon, su cui il tempo incombe e che dal tempo vengono
fisicamente corrotti.
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www.ilmondodelleidee.org
AQUILA SAPIENS SAPIENS
(canto per Prometeo)
di Maria Letizia Compatangelo
con Bruno Pennasso
e Chicca Morone (alle crystal bowls)
regia di Bruno Pennasso
genere: classico
Aquila sapiens sapiens è la rivisitazione del mito di Prometeo; con un linguaggio poetico, ironico,
appassionato genera in chi assiste domande profonde e attuali.
Zeus ha incatenato sulle impervie vette del Caucaso Prometeo, titano compassionevole nei confronti del
genere umano, e per punirlo invia un avvoltoio a cibarsi del suo fegato. Inaspettatamente, tra vittima e
carnefice si accende la scintilla di un legame. Nasce un dialogo e nell’avvoltoio sorge il desiderio di
andare oltre nella conoscenza e nella saggezza. Con il passare del tempo l’avvoltoio si trasforma in
aquila: imparando a volare in alto e a librarsi sopra le miserie della condizione terrena. Il finale catartico
aprirà nuove strade alla riflessione sul rapporto tra allievo e maestro e sul sacrificio che la crescita
spirituale comporta.
La scenografia, volutamente spoglia, lascia alla parola il ruolo di protagonista. Il contributo musicale
aggiunge suggestione e sottolinea i momenti più intensi.
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IL MULINO DI AMLETO ASSOCIAZIONE
www.ilmulinodiamleto.com
DOPPIO INGANNO - Una commedia perduta di William Shakespeare
di William Shakespeare
traduzione di Marco Lorenzi
con Lorenzo Bartoli, Luca Di Prospero, Gianluca Gambino, Alessandro Marini, Barbara Mazzi,
Maddalena Monti, Raffaele Musella
regia di Marco Lorenzi
link video PROMO http://www.youtube.com/watch?v=gx_nkx6C6mE
link video INTEGRALE http://www.youtube.com/watch?v=tCvhCF809KA
genere: prosa-commedia
Henriquez, figlio del Duca dell’Andalusia, si innamora non corrisposto di Leonora promessa sposa del
suo migliore amico Julio. Per averla è disposto anche a tradire, con un complesso inganno, l’amico.
Tuttavia la giovane età e la passione di Henriquez non conoscono tregua. Egli perde la testa per
Violante, una popolana che rifiuta il nobile, finché lui non approfitta di lei con la forza. Nel frattempo il
padre di Leonora, Don Bernardo, impone alla figlia di sposare Henriquez. L’intreccio scorre veloce, con
fughe e travestimenti, i personaggi si sfiorano senza riconoscersi e si scontrano in duello; solo un nuovo
inganno, nel quale tutti sono coinvolti, sveler{ la verit{ di queste appassionate storie d’ amore.
“…affiatato e generosissimo cast: un gruppo di attrici e attori – tutti diplomati alla scuola del teatro
Stabile di Torino – che rivela un talento incontestabile e versatile…”
Sistemateatro.it - Laura Bevione
“Il Mulino di Amleto, in scena con un pezzo di teatro ben allestito e divertente per qualsiasi spettatore”.
Il Secolo XIX - Margherita Rubino
“operazione ben studiata e realizzata da un affiatato ed ispirato gruppo di lavoro formato da attori
[…]che portano lo spettatore ad una risata, sempre però condita da una amara riflessione sulla
condizione umana.”
Teatroteatro.it - Roberto Canavesi
“questo Doppio Inganno vale come antidoto alla pesante solennit{ dello Shakespeare più imparruccato
e polveroso”
Cinemateatro.com - Massimo Lechi
GL’INNAMORATI
disponibile da febbraio 2014
di Carlo Goldoni
con Nello Mascia, Lorenzo Bartoli, Barbara Mazzi, Maddalena Monti, Raffaele Musella
e cast in via di definizione
regia di Marco Lorenzi
genere: prosa-commedia
Note: Nello Mascia, grande attore di teatro e interprete di numerosi film e fiction, che andranno in onda
anche nella prossima stagione televisiva, ha aderito con entusiasmo a questo progetto per stima
profonda nei confronti della compagnia e del suo regista che sta ottenendo notevoli apprezzamenti.ere:
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Perché “Gl’innamorati”, perché Goldoni?
Abbiamo scelto di lavorare su questo capolavoro, perché troviamo che sia una delle commedie più
commoventi e intense della drammaturgia goldoniana. Scegliere Goldoni e il suo testo “Gl’innamorati”
oggi, per un gruppo giovane come il nostro, equivale a fare una scelta importante: noi apparteniamo a
una generazione che ha un grande bisogno di maestri e di punti di riferimento che non è facile trovare,
per questo dobbiamo cercarli nei testi, nella grande drammaturgia, in quegli archetipi che ci ricordano il
senso del nostro mestiere. Che cosa rimane a Gl’Innamorati se tolgo la crinolina, le parrucche e tutta
quell’idea di ‘700 che abbiamo nella testa? Una storia: due giovani ragazzi provano un desiderio d’amore
fortissimo, ma non riescono neanche a sfiorarsi! Amarsi con forza, passione, indisturbati, questo è il loro
sogno.
Eppure qualcosa intorbida proprio il loro rapporto, il loro desiderio: la storia di Fulgenzio ed Eugenia è
attraversata da gelosie, violenza furibonda, silenzi. Questi litigi diventano il campo in cui sfogare la
fortissima energia che i personaggi accumulano l’uno verso l’altra. Litigano furiosamente perché
vorrebbero avvinghiarsi al corpo dell’altro, ma non conoscono le parole per dirselo e soprattutto
vengono interrotti continuamente da altre persone, altri eventi. Per questo penso che nella stanza in cui
la commedia è ambientata debba aleggiare un eros solo potenziale, frustrato, mai sfogato, mai
mostrato, mai esibito.
SORVEGLIATI – un progetto su Jean Genet
tratto da Jean Genet
con Lorenzo Bartoli, Yuri D’Agostino, Luca Di Prospero, Marco Lorenzi
regia di Marco Lorenzi
link video PROMO: http://www.youtube.com/watch?v=m3nim8YBziY
genere: drammatico
Tre detenuti condividono un’angusta cella: Occhiverdi, affascinante omicida in attesa della pena
capitale, Lefranc e Maurice, due ladruncoli entrambi invaghiti del suddetto e disposti a tutto pur di
guadagnarsene attenzione e stima. A custodirli c’è un sorvegliante che manifesta estrema ambiguità nei
loro confronti.
Lefranc, geloso del giovane Maurice, nell’illusione di rendersi finalmente degno dell’amore di
Occhiverdi, compie un atto solenne e irrimediabile. Al contrario di quanto desidera, otterrà una discesa
nell’abisso della disperazione e non una ascesa verso l’Olimpo dei grandi Criminali di Genet …
“Ogni personaggio è descritto a 360⁰, facendone emergere forza e debolezza, aspettative e
rassegnazione, perdono e vendetta, scetticismo e ammirazione […]. Impedibile.”
Silvana Costa 16 luglio 2011 Persinsala.it
“Marco Lorenzi non ha cercato di mostrare, di arricchire la scrittura genettiana. L'ha, al contrario, messa
in scena con un'evidente castità, puntando moltissimo sulla fisicità degli attori, sul loro battersi non solo
a parole in nome della menzogna per la verit{, cosa che non ho trovato per nulla impudica. Richiede […]
coraggio metterlo in scena così ipertrofico, così monumentale, così grande. Ma è bene provare ad
averlo, questo coraggio e Lorenzi e i suoi determinati attori - Lorenzo Bartoli, Yuri D'Agostino, Andrea
Redavid ce l'hanno.”
Maria Grazia Gregori 26 giugno 2011 DelTeatro.it
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IL MUTAMENTO ZONA CASTALIA
Associazione di Cultura Globale
www.mutamento.org
CONTRATTO A TEMPO INDETERMINATO
coproduzione Il Mutamento Zona Castalia / Teatro Popolare Europeo 2012
di Giordano V. Amato, Alessandra Rossi Ghiglione
con Eliana Cantone e Alberto Pagliarino
regia di Giordano V. Amato, Alessandra Rossi Ghiglione
link video, pagina web spettacolo:
http://www.youtube.com/watch?v=jMiqGSDR6_Y&list=UUwm_ThGrLuMMfPuux9W4IYQ
genere: nuove creatività
Contratto a tempo indeterminato ci conduce, con un registro prevalentemente comico ma anche
commovente e drammatico, verso una prospettiva - solo apparentemente paradossale - di
riconciliazione con la morte. A volte è proprio la fase finale della vita ad offrire l'occasione per
abbandonare i modelli e il ruoli che tanto rigidamente hanno governato l'esistenza di tutti i giorni,
permettendo un'accettazione di rado sperimentata in precedenza.
Un'apertura illimitata a ogni nuovo cambiamento, anche il più sottile, sia esso piacevole o doloroso, è la
migliore preparazione alla morte, così come a un nuovo senso di meraviglia per la vita.
Lo spettacolo indaga la possibilità reale di una profonda trasformazione e di una rinascita, rinascita
forse dalla crisi attuale, o da ogni momento difficile che un essere umano affronta nel proprio percorso
di trasformazione. Ogni volta che si cresce si deve morire un poco a se stessi.
LA FAVOLA DI UN’ALTRA GIOVINEZZA
liberamente ispirato a Un’altra giovinezza di Mircea Eliade
produzione Il Mutamento Zona Castalia 2012
di Giordano V. Amato
con Eliana Cantone
musica dal vivo di Elisa Fighera
regia di Eliana Cantone
link video, pagina web spettacolo:
http://www.youtube.com/watch?v=xMNwmGa1t-M&list=UUwm_ThGrLuMMfPuux9W4IYQ&index=1
genere: nuove creatività
La favola di un’altra giovinezza prosegue l’indagine iniziata nel 2011 con Il tempo scolpito, questa volta in
chiave comica e ironica, proponendo un intreccio tra letteratura, filosofia e teatro a partire dal romanzo
di Mircea Eliade “Un’altra giovinezza”, il mito dell’eterno ritorno e l’occasione di una seconda possibilit{.
La storia segue le esperienze della protagonista italo-rumena Maria Piarulli, figlia di immigrati italiani in
Romania alla fine dell’800. All’et{ di 65 anni Maria viene colpita da un fulmine che, anziché ucciderla, le
dona una nuova possibilità, una seconda giovinezza. Si tratta un viaggio onirico, sospeso e sottile, verso
la ricerca e la possibile scoperta della propria essenza. Una fiaba dell’eterno ritorno alla rovescia, epica e
metafisica, dalla struttura circolare; una riflessione sul tempo e sull'eternità.
Lo spettacolo è arricchito da giochi e virtuosismi polifonici e linguistici, dall’originale musica di archi resa
dal vivo, elementi che lo rendono a tratti surreale, dove le tematiche più astratte, dalla metempsicosi
all’esoterismo indiano, all’eterna giovinezza, incontrano i temi dell’immigrazione e dell’integrazione
culturale.
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GOODBYE MRS THATCHER
coproduzione Il Mutamento Zona Castalia, Teatro Popolare Europeo, Banca Popolare Etica,
Associazione Pop Economix
di Alberto Pagliarino e Nadia Lambiase
con Eliana Cantone, Alberto Pagliarino, Inti Nilam
regia di Alberto Pagliarino
genere: nuove creatività
Goodbye Mrs Thatcher è una narrazione multimediale che racconta attraverso la trasversalità dei
linguaggi della scena - il lavoro attorale sui personaggi, il supporto diretto multimediale, la performance
digitale visiva, la narrazione, il teatro fisico, la drammaturgia con un taglio da inchiesta giornalistica - la
nascita e il dilagare della Grande Crisi Economica Mondiale, a partire dal 15 settembre 2008 - giorno del
fallimento della Lehman Brothers - a oggi. Attraverso il doppio sguardo di un attore e un’attrice e la
presenza in scena di un performer multimediale visivo e sonoro - che attraverso proiezioni in chiave
warholliana POP e musiche elettroniche dialoga con la scena - si sviluppano i passaggi della grande
storia globale che ci ha travolto negli ultimi 5 anni, dei meccanismi della finanza e del mercato, insieme
ai racconti delle piccole storie di chi ha visto cambiare la propria vita radicalmente. Su questo panorama
contemporaneo aleggia un’icona ormai antica, l’icona POP per eccellenza del sistema economico
liberista: Margaret Thatcher.
Goodbye Mrs Thatcher nasce dalla necessità di creare un grande racconto collettivo, un racconto
popolare, leggero e a tratti inquietante, che ci permetta di metterci in contatto con il momento storico
in cui siamo immersi, comprenderlo e decidere di trovare nuove vie per uno sviluppo economico, ma
soprattutto per una soluzione umana collettiva.
Lo spettacolo ha la supervisione scientifica del Prof. Roberto Burlando – Docente di Economia presso
l’Universit{ di Torino – e di Paolo Piacenza – Giornalista.
Lo spettacolo “POP ECONOMIX / da dove allegramente vien la crisi e dove va”, tratta in gran parte le
stesse tematiche e vede in scena il solo Alberto Pagliarino. Il lavoro, molto rappresentato nella seconda
parte del 2012 e nella prima del 2013, è anch’esso opera di Alberto Pagliarino e Nadia Lambiase con la
supervisione artistica di Alessandra Rossi Ghiglione e di Marco Ferrando (Il sole 24ore).
Immediatamente disponibile, il costo per una replica, comprensivo di scheda tecnica, è di 1.300,00 € +
Iva 10%.
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IL TEATRO DELLE DIECI
www.teatrodelledieci.it
LA CANTATRICE CALVA
di Eugene Ionesco
con Franco Abba, Bruno Anselmino, Maria Paola Bardelli, Domenico Brioschi,
Elena Metta, Fulvia Roggero
regia originale di Massimo Scaglione
messa in scena 2013 di Vincenzo Santagata
link video, pagina web spettacolo: http://www.teatrodelledieci.it/La%20Cantatrice%20Calva.html
genere: classico
Il Teatro delle Dieci, su consiglio di Gian Renzo Morteo, che ne fu l’ineguagliabile traduttore, fu tra le
prime a rappresentare in Italia “La Cantatrice Calva” di Ionesco, anti-commedia capolavoro del teatro
dell’assurdo.
La prima replica fu effettuata all’Unione Culturale diretta da Franco Antonicelli e successivamente ha
costituito lo spettacolo di apertura della compagnia al Bar Augustus di Via Roma. Correva l’anno 1958 ed
aveva come primi interpreti gli attori Franco Alpestre, Piera Cravignani, Wilma D’Eusebio, Luciano
Donalisio, Adolfo Fenoglio, Bob Marchese e Carla Torrero. “La Cantatrice Calva”, che raggiunge effetti
di pirotecnica comicità, attraverso giochi verbali, fonemi, frasi prese a prestito da manuali di
conversazione, proverbi, banalità di ogni genere viene rappresentata ininterrottamente a Parigi, dagli
attori del Theatre de la Huchette, dal 1951 ad oggi venendo a costituire un fenomeno teatrale
paragonabile a quello di “Trappola per Topi” di Agata Christie a Londra. Il Teatro delle Dieci ha stretto
rapporti di gemellaggio con il Theatre la Huchette, in occasione della celebrazione dei 50 anni di attività,
ospitandolo nella programmazione. L’edizione odierna del Teatro delle Dieci, che mantiene le linee
registiche originali, la vuole riproporre come piccolo fenomeno teatrale, unico nel suo genere, con i suoi
ritmi e i suoi funambolismi verbali, per perpetrare una tradizione della compagnia da sempre attratta
dagli autori del teatro dell’assurdo.
PROCACCIATORI D'AFFARI
di Primo Levi/ Massimo Scaglione/Giovanni Tesio
con Bruno Anselmino, Maria Paola Bardelli, Alessandro Curino, Fulvia Roggero,
Vincenzo Santagata, Domenico Brioschi.
regia originale di Massimo Scaglione
link video, pagina web spettacolo: http://www.teatrodelledieci.it/Procacciatori.html
genere: classico
Il Teatro delle Dieci vanta una fruttuosa consuetudine con la parola di Primo Levi, con la messa in scena
di numerosi testi tratti da quelle “Storie Naturali” che attraverso la fantascienza proseguono il discorso
dello scrittore sulla violenza perpetrata all'uomo. C'è infatti un filo rosso che lega i più conclamati “Se
Questo è un Uomo” e “La Tregua”, a questi brevi e corrosivi atti unici, che parlano di futuro e di
tecnologia percorsi da segni inquietanti, e che furono pubblicati da Einaudi sotto lo pseudonimo di
Damiano Malabaila, nel timore che la loro ironia e leggerezza venissero forse a contrastare il clima
severo e alto della deportazione. Lo spettacolo, si pone all'interno del più ampio progetto “Il Mestiere
del Centauro” che racchiude tutte le messe in scena della compagnia negli anni dei testi di Primo Levi,
come “Il Versificatore”, “Il Sesto Giorno”, ”La Bella Addormentata nel Frigo”. “Procacciatori d'Affari”, è
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un curioso e stimolante apologo che ha per protagonista un “Non Nato”; egli viene contattato per
nascere sulla terra da tre emissari, commessi viaggiatori, che hanno il compito di convincerlo con
immagini accattivanti, piene di promesse e di allettamenti. Ma qualcosa non funzionerà nella loro
esposizione e sar{ proprio questo a convincere il “Non Nato” ad accettare l'offerta. Nascerà sulla terra
ma alle sue condizioni, che però prevedono un doppio finale. Levi volle siglare lo spettacolo proprio con
una variante, che non compare nell'edizione scritta.
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IVALDI | MERCURIATI
Associazione Teatrale Progetto Zoran
www.ivaldimercuriati.com
PIEMONTEMISTERIOSO
di Marco Ivaldi
con Silvia Mercuriati
foto di Alessandro Bosio
regia di Marco Ivaldi
link video: http://www.youtube.com/watch?v=SZz6dolg9VU
genere: nuove creatività
Lo spettacolo si fonda sul volto misterioso del Piemonte, regione da sempre considerata tra le più
magiche d'Italia e sulle leggende popolari presenti e ricordate in tantissimi comuni piemontesi. Gli
elementi narrativi dei monologhi e dei dialoghi saranno centrati sulle vicende misteriose, sulle leggende,
sui caratteri oscuri propri dei luoghi in cui verrà effettuato lo spettacolo. Ogni impianto narrativo
necessita di un recupero storico e archivistico legato alle vicende del luogo; il testo messo in scena
cambierà e sarà specifico per ogni luogo affrontato mantenendo caratteristiche della narrativa gialla e
noir. Lo spettacolo prevede momenti di recitazione-narrazione, momenti di lettura di documenti
originali e momenti di revisione storica delle vicende narrate. L'ambientazione sonora su musiche
originali sarà incisiva e creerà un tappeto sonoro necessario per aumentare l'effetto scenico durante la
rappresentazione.
Lo spettacolo è caratterizzato da una estrema adattabilità e può essere allestito su palchi di piazza,
luoghi non convenzionali (ville, cortili, castelli, edifici pubblici, sale museali), teatri (con palco all’italiana
e non) od avere una struttura itinerante. In caso di allestimento in siti specifici con pregi architettonici
l’allestimento avr{ una specifica ambientazione in grado da un lato di evidenziare l'architettura del
luogo in cui viene realizzato e dall'altro lato di creare un impatto scenico di importante effetto.
Nello specifico si useranno proiettori di elevata potenza in grado di illuminare tutta la struttura del
luogo in cui si svolgerà la rappresentazione. Gli spettatori potranno essere dotati di lampada con lume
ad olio per essere parte integrante dell'ambientazione e illuminare a loro volta la struttura.
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LA BALLATA DEI LENNA
www.facebook.com/laballatadeilenna
LA PROTESTA una fiaba italiana
di Nicola Di Chio, Paola Di Mitri, Miriam Fieno
collaborazione alla scrittura di Michele Santeramo
con Nicola Di Chio, Paola Di Mitri, Miriam Fieno
regia di Nicola Di Chio, Paola Di Mitri, Miriam Fieno
link video, pagina web spettacolo:
1° parte http://www.youtube.com/watch?v=s6hRqA1iBtE
2° parte http://www.youtube.com/watch?v=rt18VNHhobM
genere: nuove creatività
Qui c’è un fatto, un percorso vero.
Tre giovani che cercano il loro spazio per farsi sentire, ma nessuno questo spazio glielo concede. E
dunque se lo prendono. Nonostante tutto. Dimostrano di essere vivi. La precariet{ all’improvviso li
travolge e mette in discussione ogni loro certezza. I tre si ritrovano, da un giorno all’altro, appesi solo al
loro spaesamento. Allora ciascuno dà inizio alla propria protesta. Una protesta che arriva ad esprimere
l’incapacit{ di riconoscere un futuro per sé stessi e la conseguente sensazione di perdere il senso della
propria identità. La vita che si conosce fa a pugni con quella che si vorrebbe, e mai nessuna parte esce
sconfitta da questo scontro.
Ma noi, il futuro, ce lo possiamo permettere?
Questa domanda scorre sempre sottotraccia, come se il futuro fosse un costoso privilegio destinato a
chi sa conquistarselo. Bisogna poter restare aggrappati, non perché sia importante ma perché questo è
tutto. È un tempo di confusione e spaesamento, un tempo in cui si urla forte il diritto ad avere la propria
illusione, senza essere disposti a pagare il prezzo della disillusione. I tre personaggi avvertono il bisogno
di fare i conti, di rimettere le cose in pari, di dirsi in faccia come stanno, hanno una vita da dire, una
storia di speranze da raccontare. Invece di occupare, occupiamoci, questo è il senso della nuova
protesta, una protesta non da urlare, ma da fare, perché nulla può appiattirsi su ciò che non funziona ed
è nelle singole storie che si cerca una possibilità di rivincita. Il restare aggrappati, appunto, è quello che
ci dà la speranza.
E non è forse di una speranza che abbiamo bisogno?
CANTARE ALL'AMORE
di Nicola Di Chio, Paola Di Mitri, Miriam Fieno
collaborazione alla scrittura Michele Santeramo con Nicola Di Chio, Paola Di Mitri, Miriam Fieno
regia di Nicola Di Chio, Paola Di Mitri, Miriam Fieno
genere: nuove creatività
Non sappiamo proprio come è successo. Un giorno, per caso, abbiamo perso l’amore. È successo senza
che ce ne rendessimo conto. Abbiamo cominciato a cercarlo, ma niente. Lo abbiamo cercato abbarbicati
su ammassi di robe. E adesso la ricerca sta diventando disperata. Ciò che ne rimane sono solo cose perse
e spaiate. Ci avevano detto che non sarebbe finito mai, che ci sarebbe rimasto tutto dentro.
Ma quando abbiamo creduto di viverlo ci è scappato ed è scivolato via inevitabilmente. Ora lottiamo,
mani e piedi, senza poter più capire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, perché ormai giusto e
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sbagliato non aiutano a salvarsi. E allora c’è bisogno di rimettere in ordine le cose. Di non abituarsi. Di
dare importanza.
Ma l’amore, a che ora è l’amore? Quando torna? Quanto ancora dobbiamo aspettare?
Qualcuno ci potrebbe dire, in mezzo a tutto questo maledetto casino, a che dannata ora arriva?
Cantare all’amore è stupido.
Cosa c’è di più stupido di un innamorato? Esso è così stupido che il canto d’amore ne risulta
addomesticato, mediocre, banalizzato.
Cantare all’amore è antiquato e osceno.
Viviamo in un rovesciamento storico: ciò che è indecente non è più la sessualità, ma la sentimentalità
perché censurata in nome di ciò che, in fondo, non è che un’ennesima morale.
Cantare all'amore è solitario. Il suo canto è di un' estrema solitudine. Forse è ascoltato da milioni
d’individui ma non è sostenuto da nessuno, si trova ad essere completamente abbandonato dai discorsi,
ad essere tagliato fuori non solo dal potere, ma anche dai suoi meccanismi.
E allora è doveroso andare in mezzo alla gente, tocca mischiarsi di tristezze e di umori buoni, e provare a
raccontarlo davvero questo sentimento popolare che non fa più storia, ma che è alla base di tutte le
storie.
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LA BARCA DEI SOLI
https://www.facebook.com/#!/groups/150417955097940/?fref=ts
CONVIVIUM: PANE AL PANE & VINO AL VINO
di Francesca Puopolo
con Claudio Del Toro, Francesca Puopolo, Alessio Rossone
regia di Francesca Puopolo
link video, pagina web spettacolo: https://vimeo.com/55743376
genere: spettacolo sensoriale
“Convivium” è l'opportunit{ di riappropriarsi del piacere del gusto attraverso il teatro. Si potrà vivere la
gioia di “annusare e assaporare” il mondo attraverso alimenti che sono espressione di antiche culture di
ogni parte d'Italia e di altri Paesi. Tre attori accompagneranno i presenti in un percorso di profumi,
sapori e ricordi legati alla produzione e alla degustazione del vino e del pane, ricreando l'atmosfera
arcaica dei grandi banchetti dell'antichità: una performance "sensoriale" in cui il pubblico non esiste,
poiché si è tutti convitati. “Convivium” è un invito al viaggio attraverso la storia del vino, alla scoperta
dei significati simbolici di una delle bevande più antiche del mondo, mentre come un sussurro
all’orecchio della memoria, la fragranza del pane risveglier{ i ricordi legati al sapore della vita. Si
decanterà la storia del pane con i conseguenti assaggi, dal pane di farro etrusco, per poi passare al pane
che veniva cotto a Roma (ne esistevano più di cinquanta tipi diversi) per poi seguire il corso della storia e
spiegare come il pane sia diventato un cibo universale. Una parte del pubblico verrà fatta accomodare al
“regale banchetto” insieme agli attori in scena. Solo alla fine della performance si inviterà tutto il
pubblico a svelare il buffet imbandito, per gli assaggi e gli esperimenti sensoriali nel foyer del teatro. La
storia può essere anche raccontata attraverso il cibo, le persone possono prendere coscienza della
propria cultura trovandosi ad un tavolo, annusando e gustando, riscoprendo le proprie radici e
conoscendo curiosi aneddoti storici che si consumavano proprio sul desco familiare. Noi vogliamo
celebrare il pane e il vino insieme a tutti i cittadini e a tutte le cittadine, grandi, piccoli, anziani in un
tripudio di odori e sapori.
PUPEIDE: BETTINA BALLA IL BOOGIE
di Francesca Puopolo
con Claudio Del Toro, Francesca Puopolo
regia di Francesca Puopolo
pagina web spettacolo: http://madamalamarchesa.wix.com/home#!spettacoli-maggio/cnq4
genere: nuove creatività
Torino, 1979. Piazza Statuto: la porta a vetri di “Pupeide”, un’elegante bottega d’antiquariato, piena di
preziose bambole di porcellana e abiti d’epoca, cattura gli sguardi dei passanti. I due giovani antiquari,
proprietari in società della bottega, amano condurre soliloqui con i volti di porcellana bisquit…o,
almeno, così appaiono quei momenti di confidenze all’occhio del passante ignaro. Le bambole hanno
una particolare predilezione per Bruno Russo, che le cura come figlie, raccontando loro i sogni ad occhi
aperti e la voglia di vivere di un giovane emigrante siciliano, che la sera smette i panni di Bruno per
indossare quelli scintillanti di Bettina.
Una delle bambole della bottega racconta la storia di Bettina, strangolata nella sua casa di via Medail 42
a Torino la notte del 23 ottobre 1979 da un ragazzo di vita. Una vicenda realmente accaduta, dimenticata
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da anni, che si snoda sullo sfondo politico e sociale della fine degli anni ’70, in una Torino che assiste,
muta spettatrice, all’apertura delle prime discoteche di genere d’Italia e al fervente lavoro del
movimento per i diritti - ma anche citt{ nella quale, però, l’intolleranza è pane quotidiano, e
l’omosessualit{ e le identit{ di genere che non si inscrivono in una comune dicotomia esistenziale
coronata dal rapporto uomo-donna sono ancora viste come forme di malattia, o, peggio, come qualcosa
da dominare e piegare alla “normalit{”, o, nel peggiore dei casi, un insopportabile, stereotipato
“problema” da eliminare e dimenticare in fretta.
Drammaturgia originale basata su un fatto di cronaca nera.
INQUISITA: STREGHE, MASCHE, ERETICI E STRIÙN
di Claudio Del Toro e Francesca Puopolo
con Sara Allevi, Nathalie Bernardi, Chiara Cardea, Claudio Del Toro, Pietro Giau,
Camilla Pietribiasi, Francesca Puopolo
regia di Claudio Del Toro
genere: spettacolo itinerante
“Sul tuo carro/ o cocchiere/ sono salita/ a braccia nude ho salutato/ paesi che passavano/ e le ultime
strade luminose/ ho conosciuto. / Sopravvissuta alle tue fiamme/ che ancora mordono le gambe/ e alle
tue ruote che ancora/ rompono le ossa/. Una donna così/ non ha vergogna/di morire. /Come lei /io sono
stata.”
Anne Sexton, Una come lei
Stria e Striùn, Mascha e Mascùn, Giustòra e Giustòr, Làmia, Vernèja, Fanti-na, Splorcia: questi sono solo
alcuni dei nomi che la cultura popolare delle valli piemontesi ha attribuito alle Streghe e agli Stregoni.
Uomini e donne custodi di un sapere arcaico legato ai culti italici originari, in cui la Luna ed il Sole erano
divinità primigenie. La conoscenze e i rimedi, tramandati di voce in voce da madre a figlia e da nonna a
nipote rendevano “la strega” il punto di riferimento dell'intera comunit{: chiederne l'intervento per
favorire una nascita, la buona riuscita di un affare o un buon raccolto, come spesso la guarigione di una
malattia era abitudine inscritta nella quotidiana normalità di un borgo. Medici prima dei medici,
colpevoli di libertà di spirito e di culto. A partire dal XIV secolo, per arginare il fenomeno delle “eresie”
ed imporre una ferrea condotta dello spirito, la macchina del Tribunale del Santo Uffizio si mette in
moto ed unge il meccanismo che porterà alla persecuzione, alla tortura e all'uccisione di Manichei,
Catari, Valdesi, Albigesi, Ebrei e gente di campagna rastrellata al grido di “Pagani!”.
Dal 1267 al 1571 uno dei conventi Domenicani più antichi del Piemonte, quello di Savigliano, diventa
sede del Tribunale della Santa Inquisizione. Chi venne arso vivo in piazza Santarosa nell'anno del Signore
1334? Cosa cela una parete di palazzo Miretti? Quale pianta officinale è indicata per la cura dei malanni
da freddo secondo Paracelso? Chi ospita l'antica pharmacia del Museo Civico Olmo? Per dare risposta a
questi ed altri quesiti, la città apre le porte sulla storia per dare nuova voce a figure enigmatiche
realmente esistite, tra realtà e leggenda, in uno spettacolo a tappe che avvicina il pubblico ai luoghi
consueti con una nuova prospettiva consapevole.
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LA BONAVENTURA ASSOCIAZIONE
www.la-bonaventura.it
PER QUESTO!
di Lucio Diana, Eleonora Mino, Davide Viano
con Eleonora Mino
regia di Lucio Diana
collaborazione alla messa in scena di Roberta Triggiani
link video, pagina web spettacolo:
http://www.youtube.com/watchv=w62bZqSWMuo&feature=player_embedded
genere: classico
Giovanna è una ragazzina di Palermo. Dopo un episodio di bullismo di cui è testimone, il papà decide che
di regalarle una giornata speciale, da trascorrere insieme, per raccontarle la storia di “Giovanni”
(Falcone, il Magistrato), e per svelarle il mistero di Bum, peluche con le zampe bruciacchiate. Attraverso
le parole delicate della narrazione, incontreremo padre e figlia che esplorano Palermo, e la storia di
Giovanni Falcone e del pool anti-mafia. Rievocata nei suoi momenti-chiave, la vita del Giudice
s'intreccerà con la storia personale della ragazzina, che scoprirà cos'è la mafia, che esiste anche nelle
piccole prepotenze di tutti i giorni, ed è una nemica da combattere subito, senza aspettare di diventare
grandi. Lo spettacolo è un intenso monologo, delicato e poetico, che ha il pregio di far rivivere il periodo
storico del maxi processo contro cosa nostra (1986/1987), gli attentati del 1992, il pool anti-mafia,
dandone una chiave di lettura di speranza, attraverso l'esempio di coloro che lottano, e non si
arrendono, perché credono nelle Istituzioni e in un paese migliore. Lo spettacolo è nato all'interno del
progetto “In viaggio con Giovanni”: da un'idea di Eleonora Mino, avvocato ed operatrice culturale
torinese, ha ricevuto la Medaglia del Presidente della Repubblica Napolitano; lo spettacolo è stato
presente in importanti stagioni teatrali quali quelle di Bologna, Milano, Roma, ed è stato ospite, nel
2012, presso il Teatro Gobetti di Torino, per Biennale Democrazia.
LOLA, omaggio a Fred Buscaglione
di Eleonora Mino
con Diego Casale, Eleonora Mino, Davide Viano
musicosti: al pianoforte Lino Mei; alla batteria Renato Taibi; al basso Gualtiero Marangoni;
alla chitarra Maurizio Baldini
regia di Diego Casale
link video, pagina web spettacolo: www.la-bonaventura.it/produzioni/lolaomaggioafredbuscaglione
genere: teatro musica
Spettacolo per attori, cantante e musicisti, che propone una storia noir ambientata nella Torino degli
anni '50, e vede sul palcoscenico un continuo susseguirsi di attori e musicisti, di ritmo, note musicali e
parola. I musicisti, che accompagnano la calda voce di Diego Casale (noto attore torinese), eseguono i
brani di repertorio di Fred Buscaglione, in una rielaborazione fedele alle musicalità dell'amato musicista
torinese, ed in sintonia con la parte recitata. I Teatri e le sale, laddove è possibile, si trasformano in un
locale anni '50, con comparse sedute ai tavolini di un locale dell'epoca. La storia recitata affascina il
pubblico con atmosfere retrò e dal sapore noir: un investigatore privato viene ingaggiato dalla moglie di
un capo della malavita, accusata di aver freddato con tre colpi di pistola il socio del marito. Le indagini
porteranno il detective a ricercare la verità nei quartieri, nelle strade, nei nights della Torino degli anni
'50, fino all'inaspettato e sorprendente finale!
97
LA BOTTEGA TEATRALE ASSOCIAZIONE CULTURALE
www.labottegateatrale.it
PINOCCHIO
di Giuseppe Cardascio
con Salvatore Varvaro e Giuseppe Cardascio
regia di Giuseppe Cardascio
link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=nVD4sNHSUl8
genere: teatro di figura
La più classica delle favole adattata ad un pubblico anche adulto. Tratta dal Pinocchio del grande attore
Carmelo Bene ed allestito per ricordare il grande artista a 10 anni dalla morte, rivive secondo le nostre
idee e concezione del Teatro di Figura, la tecnica mista la fa da padrone, l’attore è sempre in piano ma
usa con maestria gli oggetti, le figure, i pupazzi per raccontare con severità (come Carmelo Bene ha
insegnato) ed eleganza (come Comencini ha sottolineato nel suo Pinocchio televisivo) e rigore stilistico
(come Collodi ha scritto). In questo spettacolo diverse tecniche si amalgamano e si completano l’un
l’altro, l’attore, i pupazzi, gli oggetti, le ombre. Un allestimento poetico che hanno già visto oltre seimila
spettatori.
IL LUPO E LA GALLINELLA, IL GIGANTE E LA STREGA
di Giuseppe Cardascio
con Salvatore Varvaro e Giuseppe Cardascio
regia di Giuseppe Cardascio
link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=ZelLpr6tKeg
genere: teatro di figura
Questo spettacolo è dedicato ai più piccoli. Eterna lotta tra il bene e il male, il grande e il piccolo, il forte
e il debole. Qui prevale, però, il più debole sul più forte. Grazie alla disarmante e candida una gallinella
ha la meglio su un lupo (inconsapevolmente diretto da una strega e dal suo amico gigante), che cerca di
sopraffarla e di toglierle la sua casetta per darla alla strega autrice di un incantesimo finito male. Al
termine, il povero lupo e la sua povera mamma finiranno con prendere solamente tante scopate dalla
strega per essere stati incapaci di depredare la casa dell'operosa gallinella. Tutto è bene quel che finisce
bene. O quasi!
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LA QUARTA SCIMMIA Ass.cult – Nuts Performance Group
www.laquartascimmia.net
LE SETTE SOLITUDINI
studio e messa in scena a cura di Nuts Performance Group
con Carlo Nigra, Carlotta Scioldo
link video: http://www.youtube.com/watch?v=76jLNgcDALc
Alzati. Preparati. Vai al lavoro. Ma non guardare in faccia niente e nessuno. Compra e leggi il giornale ma
non capire. Mangia ma non compiacerti. Guadagna e poi spendi, per dare una giusta motivazione in più
al tuo lavoro. Prega. Ma solo la domenica. Prendila per mano. Ma non farle domande.
Una piccola riflessione sulle nostre solitudini, pigre, frustranti, piacevoli e qualche volta ridicole.
Megaphone Perfomance Festival ‘07. | Bochum, Germania
Vincitore del Gran Premio della Giuria | “Jongeren Perfomance Festival ‘08”, Groeningen, Olanda
Vincitore Festival “Ri-Generazione ’08”, Torino, Italia
VELVET BUNNY
di Ade Zeno
con Rebecca Rossetti, Marco Mazza, Federica Tripodi, (casting in via di definizione)
regia di Carlo Nigra
Vincitore Premio “Nuove Sensibilità 2010”
link video: http://www.youtube.com/watch?v=JU8IwjkmlvI
pagina web spettacolo: http://www.laquartascimmia.net/
genere: nuove creatività
Dopo molti anni di oblii e dimenticanze, quattro fratelli si ritrovano per partecipare alla cerimonia di
riconsegna delle ceneri di un caro estinto. Raccolti intorno all’urna funeraria in attesa dell’addetto
cimiteriale, i quattro si scoprono costretti a rievocare i momenti fondamentali della loro vita,
soprattutto quelli legati all’infanzia vissuta insieme prima della separazione, in un susseguirsi di episodi e
retroscena che lentamente condurranno a svelare le loro entità profonde, da tempo addormentate
sotto il velo delle convenzioni sociali. Il trauma dell’incontro diventer{ allora un inatteso pretesto per
scoprirsi e capire cosa significhi indossare gli scomodi vestiti del velvet bunny: un coniglietto nato per
muoversi rapidamente, ma paralizzato da strati di velluto che rallentano drammaticamente la corsa. Chi
ha cucito loro addosso questi strati invalidanti? Le aspettative della famiglia? La disciplina religiosa? Il
rispetto a priori di divise e simboli assurdi? In un continuo susseguirsi di dialoghi serrati e balzi visionari,
le risposte – forse – non tarderanno ad arrivare.
CHIAMANO BINGO! O DELLA DEMOCRAZIA DELLA SPERANZA
spettacolo ideato da: Christian Castellano
collaborazione al Progetto Carlo Nigra, Giorgio Quarello, Enrico Seimandi
scritto da Christian Castellano ed Enrico Seimandi
con Cristian Castellano, Carlo Nigra, Giorgio Quarello
messa in scena a cura di Sudatestorie Teatro Ricerca, La Quarta Scimmia
Vincitore Bando di Produzione Sistema Teatro Torino
pagina web spettacolo: http://www.sudatestorie.it/sudatestorie/node/22
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genere: nuove creatività
All’interno di una sala Bingo di una città italiana, due giovani si incontrano: il primo è un addetto alla
vendita delle cartelle bingo che grazie a quel lavoro part-time, che nasconde una clamorosa truffa,
sbarca a mala pena il lunario, il secondo è un comune giocatore, che ormai da troppo tempo aspetta la
giusta cinquina che gli permetterebbe di dare una svolta alla sua vita.
Nasce tra i due un dialogo che allo stesso tempo è uno sfogo, un confronto una riflessione ironica sul
nostro paese e sul nostro modo di vivere.
I due giovani, seppur con storie e punti di vista diversi, si ritrovano a lottare contro le stesse paure e a
dover convivere con incoerenze, sogni ma soprattutto le stesse speranze.
Lotto, superenalotto, gratta e vinci, totocalcio, totogol, video poker e Bingo, non-luogo per eccellenza,
fanno da sfondo ad una società che ha riposto le proprie svolte nei sogni di gloria.
Le sale bingo sono piene. Così piene che non chiudono quasi mai. Anzi pullulano. In epoca di crisi si
moltiplicano. Sono la tassa sulla speranza. Sono la formula di un nuovo grido popolare: Chiamano Bingo.
WONDER WOMAN + GESÙ CRISTO
di Ade Zeno
con Rebecca Rossetti, Carlo Nigra
messa in scena a cura de La Quarta Scimmia
Finalista Premio Scenario 2011
pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=1I05ncoSHog
http://www.laquartascimmia.net/
genere: nuove creatività
Fra gli abbagli ipnotici dei neon di un locale notturno, lo sguardo disilluso di un giovane operaio si
incrocia con quello di una ballerina costretta a svendere il proprio corpo per regalare un futuro migliore
alla bambina che porta in grembo. Da questo incontro fortuito e inaspettato la scintilla che innescherà –
in un continuo scambio di dialoghi e monologhi – il meccanismo della presa di coscienza grazie al quale
due semplici «perdenti» si trasformeranno lentamente in simboli, icone: da una parte Gesù Cristo,
finalmente capace di riappropriarsi di una Parola ormai impoverita da chi se ne è appropriato per
reinventarla a propria immagine e somiglianza; dall’altra un’eroina pop, Wonder Woman, il cui super
potere è però ora animato da una nuova e quanto mai attuale esigenza: quella di riconquistare la
capacità di pensare con la propria testa, fuori dagli schemi, senza sottotesti e fraintendimenti, resistere
e reagire.
Due preghiere parallele che confliggono addentandosi, per poi fondersi insieme in un’unica battaglia
che non cerca una vittoria, né un lieto fine, ma soltanto il riscatto dovuto, dopo millenni di frasi ascoltate
e riascoltate, ma mai comprese fino in fondo.
RANDOM CRASHES - studio
studio e messa in scena a cura de La Quarta Scimmia
con Rebecca Rossetti, Marco Mazza
studio presentato per il Progetto Speciale Performance 2012. “Ripensando Cage”, in collaborazione con
Centro Teatro Ateneo dell'Università La Sapienza di Roma,Fondazione Romaeuropa, L'arboreto-Teatro
Dimora di Mondaino, Armunia/Festival Inequilibrio di Castiglioncello eCSC - Centro per la Scena
Contemporanea/Casa della Danza di Bassano del Grappa
link video: https://vimeo.com/62299630 e-mail:[email protected] password:sapone
100
Quante volte al giorno il mio corpo s’impatta con altri corpi? O con degli oggetti? E con quanti animali,
rumori o suoni? O anche più semplicemente, quante volte ci impattiamo con delle immagini, in un solo
giorno? Perché alcuni li definiamo incontri e altri scontri? Che cosa succede un attimo prima e un attimo
dopo questi impatti? Ci cambiano anche se non ce ne accorgiamo? Perché alcuni sono violenti e altri
sono estremamente lievi? E perché, a volte, dopo una profonda violenza, mi fanno scoprire una gioia
mai provata prima? Sono voluti o sono casuali? Oppure anche questa casualità di tempo e spazio, di
secondi precisi e millimetri infallibili hanno un motivo ma io e te non siamo stati allenati a leggerli?
Eppure questi impatti hanno segnato i momenti più importanti della mia e della tua vita…di tutti. Senza
non andremo avanti.
Non abbiamo risposte, e forse non le stiamo nemmeno cercando. Per ora. Forse quello di cui abbiamo
veramente bisogno sono domande precise, che non lasciano spazio ad interpretazioni, ma che ti fanno
iniziare a camminare, ti smuovono, e non capisci il perché ma scopri che il tuo corpo, a tua insaputa, ha
iniziato a danzare, tra un colpo e una carezza, impatto dopo impatto, trasformandosi…trasformandoti.
Chiss{ per quanto tempo resister{…
ANCORA UN GOCCIO
testi liberamente ma dichiaratamente tratti da Rodrigo Garcìa
con Carlo Nigra, Marco Mazza, Rebecca Rossetti
idea e regia La Quarta Scimmia
pagina web spettacolo: http://www.laquartascimmia.net/
genere: nuove creatività
Riflessioni di tre persone comuni e ubriache (o quasi) sul mondo d’oggi.
Tre persone si incontrano su una panchina di un parco. Sono amici? Nemici? Amanti? Di sicuro li lega la
necessità di bere ancora un goccio per trovare l'ironia e la voglia di sfogarsi delle incoerenze che li
circondano…
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LA ROSA DEI 20 Associazione Culturale
www.larosadei20.org
SI PIGLIA CHI SI SOMIGLIA
di Roberto Bena
con Compagnia della Rosa dei 20 di Montanaro
regia di Roberto Bena
link video, pagina web spettacolo: www.larosadei20.org
genere: commedia musicale
Commedia brillante. Dante Lighiero è stato appena lasciato dalla moglie ed è disperato tanto da affidarsi
alle cure di un improbabile analista. Una pletora di amici sui-generis (un appassionato agente di borsa
con una moglie ansiosa, una ginnasta che usa il marito come portaborse) cerca di aiutare il povero
Dante a trovare una nuova compagna. E’ così che Dante incontra una serie di donne dai caratteri diversi
e multiformi: la colta, la ragazza-ballerina, la ragazza materiale…ma nessuna è all’altezza della
situazione, finché un giorno, la nuova vicina di casa non entra prepotentemente (si fa per dire) nella vita
del nostro protagonista… Si tratta di una commedia spigliata e moderna intervallata da parti
coreografate e da canzoni eseguite dal vivo che fanno da colonna sonora.
I NUOVI SANTI, DIMENTICATI
di Roberto Bena
con Compagnia della Rosa dei 20 di Montanaro
regia di Roberto Bena e Marco Mancin
link video, pagina web spettacolo: www.larosadei20.org – YouTube – I nuovi santi, dimenticati
genere: teatro sociale
Si tratta di uno spettacolo di teatro sociale che tratta il delicato tema delle cosiddette “morti bianche”,
le morti sul lavoro che ogni anno falciano la vita di circa un migliaio di lavoratori e che, spesso, fanno
notizia solo per lo spazio di un minuto e che sono destinati poi ad essere consegnati all’oblio. Il testo
parte da un nucleo centrale formato da testimonianze vere di due donne che hanno perso
rispettivamente il figlio ed il marito in incidenti sul lavoro. Queste testimonianze personali diventano
l’emblema di un lamento corale di una umanit{ che chiede giustizia e soprattutto chiede di non essere
dimenticata. Lo spettacolo si basa sull’uso della voce e dell’espressione corporea e sull’uso prepotente
del meccanismo dell’analogia che da figura retorica testuale diventa figura retorica di immagine.
Una problematica attuale raccontata con un linguaggio antico come la nostra cultura.
Lo spettacolo è patrocinato dalla Regione Piemonte e dalla Provincia di Torino.
UOMINI SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI
di Rosario Galli e Alessandro Capone
con Compagnia della Rosa dei 20
regia di Tiziana Lugli
link video, pagina web spettacolo: www.larosadei20.org
genere: commedia brillante
Quattro uomini alle prese con le proprie problematiche famigliari e tutti e quattro in qualche modo
messi sotto scacco dalla propria moglie: il sottomesso, il separato, il menefreghista, l’incazzato. Tutti i
lunedì si ritrovano per la solita partita di poker e per raccontarsi i propri “scazzi famigliari”. Ma questo
102
lunedì ne succedono proprio delle belle e la tensione sale, sale, sale… Per sfogarsi e vendicarsi delle
mogli, i quattro decidono così di pagare una prostituta che li possa far divertire per una sera… ma
quando arriva Yvonne…
La comicità tutta italiana di due autori affermati nel teatro, nel cinema e nella televisione per uno
spettacolo dal ritmo incalzante e travolgente con un “cameo” di tango argentino ad arricchire il ritmo
del secondo atto.
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LABORATORIO PERMANENTE di RICERCA sull’ARTE dell’ATTORE
di Domenico Castaldo
www.labperm.it
DONNARUMMA
tratto da Donnarumma all'assalto di Ottiero Ottieri
con Domenico Castaldo
regia di Domenico Castaldo
link video, pagina web spettacolo: http://www.labperm.it/produzione/donnarumma-allassalto/
https://www.youtube.com/watch?v=1vR4XnZ0S_s
genere: classico
L’uomo meridionale non è diverso dagli altri, ma è un uomo deformato. Le avventure della sua vita, la
storia, lo peggiorano e lo esaltano fuori dalle leggi comuni. Ecco l’intuizione di Ottiero Ottieri, selezionatore
del personale presso lo stabilimento Olivetti di Pozzuoli (Na), riportata nel diario compilato tra il 1955 e il
1957.
In quanto uomo meridionale mi son chiesto quali potessero essere le forme della deformità del popolo
da cui traggo origine,che hanno toccato e spaventato lo scrittore. Mi sono poi soffermato sul vero
dramma di Donnarumma, personaggio principale di questa storia, che nasce dall'assurdo fiorire, su un
territorio contadino mai progredito, di uno stabilimento industriale raro ed unico per i suoi principi…e
dunque molto anelato: 400 posti per 40.000 domande di assunzione!
Lo spettacolo si articola su un sottile, ma tenace, equilibrio tra attore, scena e testo. Si potrebbe definire
un monologo, poiché l’attore è uno, ma i personaggi interpretati sono in realtà moltissimi e la vividezza,
la presenza scenica e l'umanit{ di ognuno popolano la performance facendo sì che l’attore non sia più
solo. La grande maestria di Castaldo, gli consente di trasformarsi in altro/altri con un solo contrarre o
sciogliersi di muscoli. Non ha bisogno d’altro. Questa stessa peculiarit{ gli permette di addentrarsi
nell’animo di ogni personaggio, Ottiero Ottieri per primo, e allo stesso tempo di non tralasciare lo
spettatore, che con stupore crescente lo segue fino alla fine.
FIGURELLE – CANZONI STORIE E APPARIZIONI
di Domenico Castaldo
con Domenico Castaldo, Paolo Moreschi , Rui Albert Padul, Fabio Rosso, Gianni Maestrucci,
Katia Capato, Ginevra Giachetti, Marta Laneri, Francesca Netto, Alessandro Borroni
regia di Domenico Castaldo
link video, pagina web spettacolo: http://www.labperm.it/produzione/figurelle/
https://www.youtube.com/watch?v=nU_w58vO3Qs
https://www.youtube.com/watch?v=32gnac8AWLo
genere: teatro musica
Le fi'urelle in dialetto napoletano rappresentano le immagini dei calciatori e quelle dei santi. Abbiamo
collezionato una serie di Figurelle canore, ma anche musicali, e pure teatrali. Ognuna di esse si apre sopra
un personaggio, o sopra un paesaggio con dentro uno o più personaggi. Le parole e la musica si supportano,
s'inseguono, si abbracciano come nella canzone d'autore, come nella musica popolare. Ma non ci si ferma lì.
Castaldo e il gruppo le incarnano e le rendono fi'urelle animate, vive, senzienti e rispondenti.
E' un concerto? Sì ma un po' più che cantato.
Allora è uno spettacolo di teatro. Sì ma costantemente musicato.
Allora cos'è?
È una cosa che odora di rosa ma rosa non è...vieni a vedé!
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L'ensemble non è solo musicale: ci sono attori che cantano e fanno gli strumenti, suonatori che vivono
le storie di ogni fi'urella!
È una ora e mezza di piacere condiviso nella danza e nella panza.
Attenzione! non lo stomaco, la panza...
Che è dove risiede ogni più gioiosa sostanza.
MOGADISHOW
di Domenico Castaldo e Saba Anglana
con Saba Anglana, Cheikh Fall
regia di Domenico Castaldo
genere: teatro musica
Il 3 ed il 4 ottobre 1993, è la data della più nota e tragica battaglia di Mogadiscio, ingaggiata tra le forze
della UNOSOM e le truppe di uno dei maggiori leader del paese. Si contano 3000 morti somali, 20 morti
tra le truppe internazionali guidate dagli U.S.A. L'alleanza UNOSOM era mirata a ripristinare la sicurezza
locale e favorire l'eventuale reinsediamento di un governo legittimo. La missione fallì e l'epilogo della
vicenda fu scioccante per i mass media occidentali. Il risultato e stato quello di minare ancora una volta
la credibilità delle Nazioni Unite tanto più se si considera che durante la missione il segretario era
africano.
Vent’anni dopo il progetto Mogadishow mira a creare uno spettacolo teatrale di forte impatto emotivo
ed informativo su di un'area geografica che per tante ragioni è vicina all'Italia. In Somalia, a Mogadiscio
si consuma da molti anni una devastante e silente guerra civile. È la guerra che ha visto Saba Anglana
costretta a fuggire a soli quattro anni dalla propria città natale (Mogadiscio appunto) trasformatasi in
un inferno di orribili violenze. E' la storia di una bambina nata in Africa da un padre italiano e da madre
Etiope, profuga in Italia. E' il racconto di un ritorno, per dare concretezza ai ricordi, nei luoghi delle radici
dell'autrice/attrice. E' la scoperta sempre nuova di parole, colori e suoni che riportano ad una realtà di
profonda bellezza, brutalizzata dalla storia, una terra culla di civiltà che invoca pace.
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L'ARCOSCENICO Associazione Culturale
www.larcoscenico.it
IL FIUME DELLA PREPOTENZA
di Mario Capanna e Ileana Spalla
con Ileana Spalla (attrice) Daniele Ferretti (musicista)
regia di Sergio Danzi
link video, pagina web spettacolo: www.larcoscenico.it
genere: teatro civile
Nel corso del tempo tutto è stato analizzato, ma mai nessuno ha scritto prima d'ora la storia della
prepotenza. Eppure la prepotenza accompagna la nostra vita, anzi, spesso la domina. Dall'origine
dell'uomo ai nostri giorni il percorso di questo grande fiume, sempre in crescita, che sta travolgendo le
nostre esistenze. Dalla consapevolezza dei greci a Cartagine e Hiroshima passando per la conquista
dell'America, le Crociate e il Colonialismo fino ad arrivare ai nostri giorni. Certo la prepotenza ha
cambiato aspetto, si è adeguata ai tempi, si è "travestita": oggi ha a disposizione un apparato scientifico
tecnologico che prima non poteva avere: il suo potere sta nella rimozione. La rimozione è la leva con cui
la prepotenza tiene sospeso il mondo, si è senza radici, non si sa da dove si viene e non si sa dove si va,
questo genera l'angoscia, questo ci chiude nel cerchio della solitudine. Pensate a quanto è facile oggi,
rispetto al passato, viaggiare, comunicare, eppure mai come prima si è persa l'abitudine al dialogo, al
confronto e la sensazione è di essere sempre più soli. L'equilibrio è l'alternativa, l'unica via possibile per
riappropriarci delle nostre esistenze e costruire un futuro diverso, meno profitto e più umanità, l'essere,
non l'avere e né l'apparire, questa è la condizione per costruire uomini migliori in grado di dare la grande
svolta, il cambiamento necessario per inoltrarci in questo nuovo millennio.
VUOTI A RENDERE
di Maurizio Costanzo
con Sergio Danzi e Ileana Spalla
regia di Sergio Danzi e Ileana Spalla
link video, pagina web spettacolo: www.larcoscenico.it
genere: commedia
Due coniugi in pensione, costretti a traslocare per lasciare la casa al figlio, ripercorrono la loro
travagliata vita di coppia rinfacciandosi errori e mancanze. Tra un litigio e l'altro si alternano gioie e
tenerezze, i ricordi del loro passato: l'incontro con i genitori di lei per chiederla in sposa, i primi anni di
matrimonio, le ambizioni, le speranze, due tentativi di tradimento da parte dei protagonisti, entrambi
falliti.Una coppia in cui, nelle diverse fasi della vita, tutti si riconoscono. Gli attori si sono divertiti ad
interpretare i protagonisti in tutte le loro età giocando con cambi di scena e costumi dinamici e colorati
che tendono a vivacizzare l'intero spettacolo.
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LE ANFORE Compagnia Teatrale
www.oratoriorbassano.it/new
DON BOSCO. IL MUSICAL
libero adattamento dell’opera di Biagioli e Castellacci
regia di Maria Rita Cirla
link video, pagina web spettacolo:
http://www.oratoriorbassano.it/new/index.php?option=com_content&view=article&id=353:don-boscoil-musical&catid=90:espressivita-e-creativita
genere: musical
Il musical alterna momenti narrativi di alcuni eventi salienti della vita del Santo con scene musicali e di
danza, il tutto proposto da oltre 70 interpreti, tra cantanti, attori e ballerine. Inventore di una forma
originale dell’Oratorio, Don Bosco ha saputo modulare il suo stile educativo come una musica che desta
il cuore e rende capace di sognare in grande, di sognare secondo lo stesso cuore di Dio. Lo
accompagnano, tra gli altri, mamma Margherita, San Giuseppe Cafasso e Santa Maria Domenica
Mazzarello. Diceva Don Bosco: “Fa che tutti quelli con cui parli, diventino tuoi amici”.
AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA
libero adattamento dell’opera di Garinei Giovannini
regia di Maria Rita Cirla
link video, pagina web spettacolo:
http://www.oratoriorbassano.it/new/index.php?option=com_content&view=article&id=354:aggiungiun-posto-a-tavola&catid=90:espressivita-e-creativita
genere: commedia musicale
La nota commedia musicale è stata scelta per la sua assoluta modernità ed è stata liberamente adattata
in un tempo, qualsiasi. La sceneggiatura di Maria Rita Cirla conserva la trama snellendola e punta a
trasmettere un messaggio di Fede. Il noto episodio biblico è lo spunto della vicenda su cui si è invitati a
riflettere, pur mantenendo un linguaggio ironico e un po’ scanzonato. Il Diluvio universale è visto come
opportunità per una svolta decisiva nel cammino di ricerca. L’Arca diventa il simbolo della possibilit{ di
cambiamento, di rinnovamento positivo, di adesione fiduciosa all’invito divino. La posizione della chiesa
istituzione non è più considerata di ostacolo, ma di prudenza di fronte a manifestazioni di fede solo
emozionali. Il senso vero della relazione con Dio non può essere scisso dal rapporto tollerante ,fiducioso
e aperto verso il prossimo quindi accogliente. Il finale è completamente cambiato. Ciascun interprete
anziché rifiutarsi di salire sull’arca trova una motivazione che potrebbe essere quella di ciascuno di noi
per aderire all’invito divino. In uno sperduto paesino di montagna, Dio parla con un semplice prete che
ha appena finito di dirigere le prove del coro e gli annuncia un nuovo diluvio Universale intimandogli di
far costruire un’Arca perché ha deciso di salvare solo quel paese. Sta all’esterrefatto Don Silvestro
convincere i suoi parrocchiani, in primis il Sindaco Crispino tra incredulità e imprevisti. Alla fine…
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LE SILLABE Associazione Culturale
www.lesillabe.it
SOLITUDO
di Fabio Castello
con Fabio Castello, Doriana Crema e Raffaella Tomellini
regia di Fabio Castello, Doriana Crema e Raffaella Tomellini
link video, pagina web spettacolo: https://vimeo.com/52997366
genere: teatro -danza
Solitudo è uno studio su alcuni aspetti dell’uomo nei confronti della spiritualit{, che parte dalle parole di
Enzo Bianchi, priore della Comunit{ di Bose, e dall’esperienza di tre artisti, Doriana Crema, Fabio
Castello, Raffaella Tomellini, che hanno vissuto una settimana nella semplicit{ dell’accoglienza dei
monaci e delle monache, nella semplicità degli spazi, la cella, il refettorio e nell’ascolto che porta con sé
la parola fede.
“Quest’anno ho piantato un viale di tigli, li ho piantati per rendere più bella la terra che lascerò, li ho
piantati perché altri si sentano inebriati dal loro profumo, come lo sono stato io da quello degli alberi
piantati da chi mi ha preceduto.” Enzo Bianchi.
Noi vogliamo provarci. Fabio, Doriana, Raffaella.
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LE VENERDÌ Associazione Culturale "
LA PALLA AL PIEDE
di Georges Feydeau
con Ileana Stefanelli, Mario Piazza, Nausicaa Bosio, Tonino Aricò, Luigi Cavuoto, Maria Grazia Gotro,
Luca Tonarelli, Loredana Ullio, Ugo De Los Rios, Ombretta Bosio, Claudio Beneventi.
regia di Nausicaa Bosio
link video: http://youtu.be/iDzGwTpVgvU
genere: comico
La storia, raccontata attraverso un complicato meccanismo di commedia degli equivoci, è quella di un
amante libertino e spiantato che si vuole finalmente sistemare con una “ragazza di buona famiglia”, ma
non riesce a troncare la relazione con Lucette, cantante della Parigi della Belle Epoque che, anzi, viene
scritturata per rallegrare la sua festa di fidanzamento.
Quando sembra ormai tutto precipitare ecco l'irrazionalità dell'amore che viene a sovrastare le cose e a
riparare l'irreparabile.
La compagnia Le Venerdì nasce nel 1992, avvalendosi della collaborazione artistica del Teatro d' Uomo
di Torino. Inizialmente si dedica ad un repertorio classico, da Aristofane a Pirandello a Buzzati.
Successivamente, annoverando al proprio interno competenze musicali di vario tipo, mette in scena le
commedie musicali Cenerentola, My fair lady, La contessa di Escarbagnas.
Dalla commedia musicale alla musica classica. Tratto dal capolavoro teatrale di Ibsen, su musiche di
Grieg, la compagnia presenta il poema drammatico Peer Gynt, concerto per voci recitanti e pianoforte a
quattro mani. In prima assoluta porta sul palcoscenico il dramma teatrale Vengo domani, Elena e, in
occasione del Giorno della Memoria, da La notte di E. Viesel Shoah.
Frutto di allegre scorribande nell' opera lirica la Compagnia allestisce le commedie teatrali
rispettivamente dal Falstaff di G. Verdi e dal Gianni Schicchi di G. Puccini: tutto nel mondo è burla e La
beffa di Santa Reparata. Più recentemente la Compagnia ha presentato gli atti unici di Čechov: La
domanda di matrimonio, L'orso, Le nozze, L'anniversario e, da “Il medico per forza” di Molière, Sganarello
burlato.
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LES PETITS FILOUS
www.facebook.com/lespetits.filous
POLLO FRITTO ALLA FERMATA DEL TRENO PER …”
di Les Petits Filous
con Andrea Carlo Fardella e Fulvia Beatrice Romeo
regia di Andrea Carlo Fardella
link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=3wljVMw_7OE
genere: teatro musica
Quattro personaggi : un'Attore, la cantante Amandine Grolleau pericolosamente in bilico sul baratro dei
suoi tacchi (entrambi incarnati da A.C. Fardella ), un irriverente Servo di Scena (F.B.Romeo ) e un pollo di
gomma abitano con le loro comicità allibite questa produzione di Les Petits Filous.
In programma: un recital bizzarro, tra la satira e la comicità allibita. L'assurdo va a braccetto con la
poesia destrutturando le confortanti codificazioni, valorizzando uno stato d'animo d'interrogazione
piuttosto che d'affermazione.
In scena: L'Attore è dei quattro personaggi colui che ha più dimestichezza con il razionale, ma allo
stesso tempo da voce ad altre sfumature di sé incarnando la cantante Amandine Grolleau. L'irriverente
Servo di Scena si fa complice involontario della romantica ed ironicamente patetica cantante nei suoi
quotidiani rituali di auto-redenzione.
In musica: la fugacità dell'amore, la solitudine, l'inadeguatezza, la noia, i pensieri senza un nesso
apparente, l'insostenibile gestione delle emozioni, i tormenti dell'io polimorfo.
Una regia che gioca sorniona con la poesia e la stravaganza dando vita a un recital comico surreale
scandito da musiche originali e testi liberamente tratti da Fernando Pessoa e Walt Whitman.
Lo spettacolo si avvale del teatro musicale come forma espressiva. La scena minimale e scarna lo rende
adatto ad essere rappresentato anche in sale teatrali molto piccole.
ANGELINA
di Les Petits Filous
con Fulvia Beatrice Romeo
regia di Fulvia Beatrice Romeo
link video, pagina web spettacolo: www.facebook.com/lespetits.filous
http://www.youtube.com/watch?v=Ojtz0xL2gsM
genere: teatro - danza
"A volte la mia eterna esistenza spirituale mi pesa, non vorrei più fluttuare così in eterno, vorrei sentire un
peso dentro di me che mi levi questa infinitezza, legandomi in qualche modo alla terra, a ogni passo, ad
ogni colpo di vento."
Angelina è un angelo. E ha un desiderio. Diventare di carne. Scrollarsi di dosso tutto quel bianco candore
immateriale per sporcarsi con la vita. Discendere, incarnarsi. Un Icaro al contrario, più che un volo sogna
un capitombolo, più che ali sogna ancore.
Il lavoro di ricerca nasce dall'incontro con la visione del film "ll cielo sopra Berlino" del regista tedesco
Wim Wenders. Lo spettacolo, traendo dal film alcune suggestioni e re-interpretandole in chiave
personale, vuole essere una metafora poetica e lieve del disagio umano. Di quel malessere che fa sì che
alcune persone, non sostenendo la precarietà del vivere, si facciano simili ad angeli, tentando così
un'ascesa dalla materialità che li renda sempre più invisibili e trasparenti, pallidi come creature alate. La
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figura dell'angelo è quindi utilizzata come archetipo dell'uomo disincarnato, immateriale e incorporeo,
simbolo della fuga dal mondo.
Angelina è una spettacolo di teatro danza in cui l’utilizzo del corpo in chiave immaginifica ed evocativa
ha l’obbiettivo di rendere visibile o intuibile una sostanza profondamente umana orientandosi nel
territorio del non dicibile.
Tutto il lavoro è nato dall’esigenza di ricercare un linguaggio che esprima dimensioni di noi stessi
restituendo alla parola la sua più profonda essenzialità.
SBALLI RAVVICINATI DEL SOLITO TIPO
di Les Petits Filous
con Andrea Carlo Fardella e Fulvia Beatrice Romeo
regia di Fulvia Beatrice Romeo e Andrea Carlo Fardella
link video, pagina web spettacolo: www.facebook.com/lespetits.filous
http://www.youtube.com/watch?v=XcJJ9PbsQiw
genere: nuove creatività
“La notte di Capodanno. Una sala da ballo piena di sedie vuote. Due invitati alla festa.Non si conoscono tra
loro. Il silenzio è rotto da un giradischi che di tanto in tanto fa girare la musica come a voler colmare il
disagio per l'attesa che giunga la mezzanotte.
Due solitudini a confronto in una ricerca frenetica, ansiogena, surreale, ridicola e a tratti disperata, di quella
parte dell'amore che sembra offuscata, introvabile o addirittura perduta”
Lo spettacolo si avvale del teatro sperimentale e del teatro danza come principale mezzo espressivo. Si
avvicendano momenti di una comicità surreale ed allibita ad altri più poetici ad altri decisamente
drammatici. Lo “ Sballo danzato “ di due cuori che come nella vita goffamente si sfiorano, a volte si
inseguono, forse si rincorrono, cercando di amarsi.Il ritmo dello spettacolo è incalzante, fresco, ilare e a
tratti giocoso.
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COMPAGNIA LEWIS&CLARK
www.lewiseclark.com
Oscar&Felix: LA STRANA COPPIA
di Neil Simon
con Ivan Fabio Perna e Marco Manzini e con Eugenio Gradabosco,
Carmelo Cancemi, Claudio Orlotti, Silvia Barbero e Claudia Appiano
regia di Ivan Fabio Perna
link video, pagina web spettacolo: Trailer: http://www.youtube.com/watch?v=ak-Lug1ia1g
sito web: www.lewiseclark.com
Felix Ungar e Oscar Madison sono due amici dal carattere diametralmente opposto: uno pignolo e
maniaco della pulizia al limite della follia, l’altro irascibile e disordinato, capace di sconvolgere una
stanza pulita con la velocità di un uragano. Entrambi divorziati, si troveranno a condividere lo stesso
appartamento, con tutti i problemi di convivenza che ne deriveranno, raggiungeranno punte di ilarità e
totale divertimento.
Ivan Fabio Perna, esperto conoscitore della commedia americana, è autore, regista e attore. A New York
ha lavorato a fianco di attori americani, in Italia con Franca Nuti, Giancarlo Dettori, Franco Branciaroli,
ha, inoltre, collaborato con il Teatro Stabile di Ancona e con il Piccolo Teatro di Milano. È traduttore di
Neil Simon ed è stato il regista del musical in tournée nazionale Moulin Rouge tratto dal film con Nicole
Kidman.
La Compagnia Lewis&Clark. Nasce nel 1999 con l’intento di produrre commedie all’americana. Nelle
stagioni dal 2008 al 2013 a Torino, porta in scena dodici nuove produzioni segnando un’affluenza di oltre
30.000 persone, confermando le sue commedie come le più viste della stagione. La compagnia è in
tournée con La Strana Coppia dal 2011.
I RACCONTI DEL TERRORE DI EDGAR ALLAN POE
di Edgar Allan Poe
con Ivan Fabio Perna
regia di Ivan Fabio Perna
link video, pagina web spettacolo: www.lewiseclark.com
Lo spettacolo può essere rappresentato, oltre che in teatro, anche in luoghi più inusuali come chiese, scavi
archeologici, luoghi all’aperto.
Il recital vedrà rappresentare il meglio dei racconti dell'incubo del più grande maestro della letteratura
dell'orrore: Edgar Allan Poe. A dar vita all'inquietante atmosfera narrativa sarà l'attore Ivan Fabio Perna.
Lo spettacolo offrirà agli amanti del genere o a chi si voglia avvicinare per la prima volta all'horror, una
rappresentazione emozionante e suggestiva coadiuvata da proiezioni video e musiche dal vivo. Le
parole ed i sentimenti di Poe riecheggiano nel nostro animo con Il Cuore Rivelatore, La Maschera della
Morte Rossa, Il Gatto Nero e altri capolavori. Folli e lucidi assassini, amanti distrutti, oggetti inquietanti e
molto altro ancora, si confonderanno con il mondo dell'incubo e con le nostre più nascoste e intime
paure.
Le musiche originali sono di Igor Ferro, l’allestimento, la consulenza artistica e i video a cura di
Massimiliano Nicotra, i musicisti sono Igor Ferro alla Ghironda e Fabrizio Sandri al Violoncello, il disegno
luci di Pietro Striano, la regista assistente è Tiziana Dentico
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UNA T-BIRD per FRED (Tributo a Fred BUSCAGLIONE)
Uno spettacolo cantato, suonato e... “recitato” dal vivo!
di Ivan Fabio Perna
con Carmelo Cancemi e Tita Giunta
regia di Ivan Fabio Perna
link video, pagina web spettacolo: Trailer: www.youtube.com/watch?v=19Mh277ansE
sito web: www.lewiseclark.com
L’amore per uno dei più grandi interpreti canori italiani del dopoguerra viene riproposto in questo
recital musicale che ripercorre la vita artistica di Fred Buscaglione vista attraverso gli occhi di Fernando
Bombardone, un paparazzo freelance dell’epoca con la passione per l’investigazione e per Buscaglione,
tanto da identificarlo come un vero duro e gangster. E con Fred, egli ha anche condiviso anche la
prigionia nei campi americani in Sardegna. Ma improvvisamente arriva una notizia in redazione: Fred
Buscaglione è stato rapito! Da quel momento Bombardone, aiutato dalla sua fida assistente, comincerà
ad indagare per trovare il responsabile… sar{ stato “Sugar Bean”? O uno dei tanti tipi loschi raccontati
nelle canzoni di Fred? La strada verso la verità è pericolosa e piena di ostacoli, e sarà percorsa da
Bombardone attraverso le canzoni più famose di Buscaglione, sino ad arrivare ad una tragica verità,
molto più amara: verità che ha spento per sempre il microfono del mitico Fred.
Lo spettacolo si avvale dei contributi video a cura di Massimiliano Nicotra della “Solaria Cinema” che
insieme al racconto e alle musiche guideranno lo spettatore attraverso trent’anni della storia d’Italia, dal
dopo guerra fino alla morte di Buscaglione.
Con la Band di Enrico Messina - Le scene sono di Maurizio Franceschini, il disegno luci di Pietro Striano, le
coreografie di Lucetta Schiavina.
ANDY&NORMAN
di Neil Simon
con Ivan Fabio Perna, Marco Manzini e Silvia Barbero
regia di Ivan Fabio Perna
link video, pagina web spettacolo: sito web: www.lewiseclark.com
Dopo il successo ottenuto con La Strana Coppia, Ivan Fabio Perna e Marco Manzini propongono un altra
grande commedia di Neil Simon, ricca di humor e situazioni comiche.
San Francisco - Inizio anni ’60. Andy & Norman sono una coppia di autori (manco a dirlo), squattrinati
all’eccesso! Il giovane disordinato e anticonformista Andy è il procacciatore che si occupa della gestione
della ditta; mentre il geniale Norman è la mente, che per mantenere in piedi la baracca, scrive per riviste
di ogni genere nascondendosi dietro improbabili pseudonimi (Uno su tutti? “Madame Croissant” per
“Uncinetto&Ricamo”!). Andy nel frattempo è alla disperata ricerca di un produttore per la loro ultima
commedia a cui manca ancora un finale, ma complicare il tutto arriverà nel palazzo la bella Sophie Ross,
un’americana mozzafiato con un corpo da modella e un cervello da cartone animato, che far{
innamorare alla follia il povero Norman! Una coppia di geniali scrittori e una ex-campionessa di nuoto
olimpionico sono una miscela esplosiva! Sì, ma di risate!
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LUDUS IN FABULA
Marina Thovez - Mario Zucca
RICHARD WAGNER. DIARIO VENEZIANO DELLA SINFONIA RITROVATA
libero adattamento tratto dai testi
Resoconto dell’esecuzione di un lavoro giovanile di Richard Wagner
e i Tagebücher di Cosima Liszt Wagner
con Marina Thovez e Mario Zucca
drammaturgia e regia di Gianni Di Capua
in coproduzione con Tiven Group
Link video, pagina web spettacolo: è in fase di preparazione. Lo spettacolo parte di un progetto cross
mediale di cui segnaliamo sito www.wagnerinvenice.com e link video del documentario da cui lo
spettacolo prende spunto:
http://www.youtube.com/playlist?list=PLmRkSEpfIoScewkAks6bstEZnHuUFlNJr
Genere: prosa
La pièce teatrale coglie nelle celebrazioni del bicentenario della nascita di Richard Wagner (Lipsia, 1813)
l’occasione di portare in scena un episodio poco noto della vita del grande compositore tedesco, sullo
sfondo del rapporto privilegiato tra Wagner e Venezia, la città che ha più amato e dove vi morirà il 13
febbraio 1883. Alcune settimane prima della sua scomparsa, Wagner aveva scritto un lungo articolo in
forma di lettera al direttore di un settimanale musicale che lo pubblica col titolo Bericht über die
Wiederaufführung eines Jugendwerkes (Resoconto sulla ripresa di un’opera giovanile). Wagner vi narra
le circostanze del ritrovamento di una sua sinfonia creduta persa, e della sua esecuzione avvenuta il 24
dicembre, nelle Sale Apollinee del Teatro la Fenice, in occasione del compleanno dell’amata moglie
Cosima. Oltre al Bericht, wagneriano, altre sono le fonti che concorrono a ricostruire lo storico concerto.
Infatti, se ne trova riscontro nel meticoloso rendiconto della quotidianità del compositore, rivelato dalle
pagine dei Tagebücher, i Diari di Cosima Listz Wagner, destinati ai propri figli e resi pubblici soltanto nel
1976. Dal 1869, fino al giorno che precede il decesso di Wagner, Cosima tenne sui propri Diari
assiduamente traccia di tutto quello che il marito diceva, compreso il suo pensiero politico, filosofico e
religioso, caratterizzandolo da un infinito numero di dettagli sulla sua vita vissuti accanto al genio, della
sua malattia che negli ultimi tempi andava sempre più aggravandosi.
Intrecciati tra loro in un costante gioco di rimandi tra la sfera intima e quella più squisitamente pubblica,
i Tagebücher di Cosima e il Bericht di Richard Wagner, rivelano un episodio della biografia personale del
compositore nelle sue ultime settimane di vita, quando l’omaggio sinfonico all’amata consorte assume
inaspettatamente il significato del bilancio di un’esistenza. Una sinfonia ritrovata di cui la maggior parte
dei biografi del compositore sottostimer{ l’importanza storica, ma che invece è pietra fondante di
quella struttura che ha le sue chiavi di volta nel “Tristan”, nel “Götterdämmerung” e nel “Parsifal”.
CASINA
da Tito Maccio Plauto
adattamento e regia di Marina Thovez
con Marina Thovez e Mario Zucca
scene di Nicola Rubertelli
Genere: prosa
“Proporre la rielaborazione di un classico significa nuotare nel ventre della nostra civilt{, una cultura che
ha raggiunto un livello tale di eccellenza che è doveroso tenerla viva e continuare a divulgarla, ma
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significa anche attraverso l’antico dire qualcosa di nuovo. La forza dell’originale sta nell’intreccio sicuro,
nella gioia di vivere che scatenano i personaggi, in tutti i tipi di comicità del suo linguaggio; la nostra
originalità sta nel calare Plauto in quel mondo, la Roma repubblicana, militare e contadina, che si sta
affacciando al dominio del mondo, che ha un forte interesse per la cosa pubblica e che vuole diventare
grande anche nell’arte come sommo segno di civilt{.
Gli attori sono gli ultimi due personaggi plautini post litteram, pieni di difetti, egocentrici e bugiardi,
malati, malati per la risata, ma in fondo eroi, animati dalla stessa voglia di far teatro che portò Plauto
ragazzino a cercare fortuna a Roma.
2200 anni fa Roma riconobbe in quel forestiero innovatore il genio e gli tributò un successo senza pari.
Se oggi ci siamo allontanati da quel sentire allora non è forse inutile ricordarlo”.
M. Thovez
LA PRIMAVERA DI PRAGA
l’insostenibile leggerezza
di Marina Thovez
con Marina Thovez e Mario Zucca
voce fuori di Dubcek di Maurizio Scattorin
scene Nicola Rubertelli
genere: prosa
Un uomo e una donna, loro malgrado coinvolti nelle vicende praghesi capitate nella primavera del ‘68, i
carri armati e le violenze sconvolgeranno la loro vita, segnata da proclami, spiate, carriere distrutte….
circostanze commentate con simpatia ed umorismo da un'allieva ed un professore che condurranno il
pubblico attraverso quegli eventi.
“Ho ambientato la vicenda in un labirinto. L’appartamento del protagonista, la stessa Praga sono un
dedalo da cui non c’è via d’uscita. Lui e lei si muovono nel poderoso allestimento di Nicola Rubertelli
come topi in gabbia, spiati e costretti in un percorso obbligato, quello del regime stalinista, che censura
ogni movimento. Frontiere sbarrate, mezzi d’informazione che diventano mezzi di disinformazione,
scuole chiuse, intellettuali in galera o sottoterra. Questa è la punizione per quella bellissima città che
con la sua Primavera stava cercando di riportare il socialismo verso gli ideali di democrazia sotto cui era
nato…..”
M. Thovez
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MARCIDO MARCIDORJS E FAMOSA MIMOSA
www.marcidomarcidorjs.org
EDIPO RE
da Sofocle
drammaturgia e regia di Marco Isidori
scenario e costumi di Daniela Dal Cin
con Marco Isidori – Edipo, Lauretta Dal Cin – Giocasta, Maria Luisa Abate – Tiresia,
Paolo Oricco – Creonte, Stefano Re - Servo pastore, Valentina Battistone - Messaggero
Virginia Mossi - Coro
Produzione Fondazione del Teatro Stabile di Torino/Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa
link video, pagina web spettacolo: http://www.teatrailer.it/spettacoli/edipo-re-1
genere: classico
Un’enorme ziggurat, una piramide mesoamericana che si trasforma in bunker, con botole, rotaie su cui
far scorrere carrelli e pannelli semoventi. Ideato da Daniela Dal Cin, un impianto scenografico di potente
impatto visivo è cornice della versione firmata da Marco Isidori della tragedia di Sofocle.
“Un elemento importante”, spiega il regista, “che ci ha guidato nella decisione di rappresentare questo
corpo teatrale così tanto incrostato di suggestioni interpretative tra loro anche in palese discordanza, è
stata la continuata, amorosa, fedele frequentazione dell’Edipo il Tiranno di Hölderlin”.
Ne risulta un testo fedele all’originale e insieme irriverente, dissacrante. Tra colori psichedelici, costumi
imprevedibili e musiche che accostano il repertorio classico al rock, prende corpo uno spettacolo
suggestivo, animato da ingegno visionario e scrittura drammaturgica fuori dagli schemi.
L’Edipo re dei Marcido scava nei significati più profondi del testo: tra ironia e disperazione, l'inesorabile
solitudine di chi è vittima del proprio destino.
LORETTA STRONG
di Copi
con Paolo Oricco, Maria Luisa Abate, Valentina Battistone, Virginia Mossi, Stefano Re
"Astronave" di Daniela Dal Cin
regia di Marco Isidori
genere: classico/nuove creatività
«Per il viaggio teatrale della protagonista di quest'ultima nostra fatica spettacolare, abbiamo inventato
e poi costruito uno strabiliante oggetto cinetico, una "vera" Astronave; un'astronave abbagliante
d'acciaio e di luce, un "Disco Volante" che in un qualche segreto modo, sembrerà venir catapultato
effettivamente verso le lontananze dello spazio profondo, esorbitando da ogni fiacchezza scenica non
appena gli avremo dato abbondante gas drammatico, aprendo le valvole della sfrenatezza attorale che
ci è propria.
Interpreterà l'impareggiabile, stralunata, folle, smisurata icona di Loretta Strong, il giovane attore Paolo
Oricco, che, però, non sarà il solo a reggere le sorti dello spettacolo: accanto a lui, a fiancheggiarne lo
sforzo, Maria Luisa Abate, Stefano Re, Virginia Mossi e Valentina Battistone ("Topi", "Granchi",
"Pappagalli", "Serpenti" ed altro vociante ciarpame celeste), per quanto presenze non contemplate
nell'organico originale della commedia, serviranno a dare alla versione-Marcido di questo gioco della
dismisura e del
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grottesco, il suo esatto "passo" ritmico, portando la già vulcanica energia verbale con cui l'autore sa
esprimere con diabolica maestria la caleidoscopicità squisitamente pop di Loretta, ad un grado di
parossismo dionisiaco (temprato, è ovvio, dall'ironia che pervade tutta l'opera di Copi), che assai di rado
trova luogo sui palcoscenici normali.»
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https://sites.google.com/site/lamascateatrale/
PIROFILIASI
di Antonio Martorello
con Associazione Masca Teatrale
regia di Antonio Martorello
link video, pagina web spettacolo:
https://sites.google.com/site/lamascateatrale/home/spettacoli/pirofiliasi
genere: teatro di figura
Pirofiliasi è strutturato in quattro quadri che raccontano, in ordine temporale, altrettante storie di
violenza o, meglio ancora, di trionfo del male. A partire dal 1300 troviamo due amanti capaci di
sterminare le proprie famiglie, un untore che infetta una città (1500), una impiegata modello che uccide
il proprio capufficio (1900), una moglie tradita e delusa che si sbarazza del proprio marito (2005) e,
infine, un accorato appello proveniente dal futuro, che ci scongiura di distruggere la causa di tutto ciò.
Pirofiliasi è un viaggio allusivo nel tempo e nell’animo umano alla ricerca delle motivazioni esplicite e
recondite di azioni malvagie che da sempre aborriamo, ma che da sempre continuiamo a commettere.
Lo spettacolo non richiede particolari attrezzature tecniche né particolari spazi teatrali anzi, proprio
grazie alla sua origine di spettacolo itinerante, ben si adatta ad eventuali saloni e/o cortili di modeste
dimensioni, con impianti elettrici non diversi da quelli comunemente reperibili, o, addirittura, privi di
impianti elettrici.
Pirofiliasi è uno spettacolo particolarmente adatto a permettere la scoperta di palazzi, scorci, giardini o
cortili spesso presenti nelle nostre città, ma, a volte, dimenticati o non valorizzati a sufficienza.
LA VIJA
di Antonio Martorello
con Associazione Masca Teatrale
regia di Antonio Martorello
link video, pagina web spettacolo:
https://sites.google.com/site/lamascateatrale/home/spettacoli/la-vija
genere: teatro di figura
“Esiste una natura Mater comune a tutti gli uomini, come comuni sono le speranze e le paure, le gioie ed
i dolori, e comuni sono le tradizioni ed i costumi, anche se troppo spesso la frenesia del vivere cittadino
tende a farle dimenticare o a svuotarle di significato”. L’argomento dello spettacolo, la magia, le
masche ed il potere, ben si adatta ad essere il collante ideale tra cultura contadina ed urbana, pur senza
cadere in una facile e stucchevole operazione alla “Mulino Bianco”. Lo spettacolo è costituito da tre
episodi, uno tragico, uno tragicomico ed uno comico e può essere rappresentato anche in forma
itinerante. La durata dello spettacolo è di circa 90 minuti. La pièce non richiede particolari attrezzature
tecniche.
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COL SUDORE DELLA FRONTE
di Antonio Martorello
con Associazione Masca Teatrale
regia di Antonio Martorello
link video, pagina web spettacolo:
https://sites.google.com/site/lamascateatrale/home/spettacoli/con-il-sudore-della-fronte
genere: teatro di figura
Prima di tutto, e soprattutto, non chiamatelo spettacolo. Di spettacoli e di spettacolarizzazioni ne
abbiamo già fin troppe. Rappresentazione teatrale, ecco, rappresentazione teatrale andrà benissimo.
Una rappresentazione teatrale in memoria dei morti sul lavoro, dei morti nel mulino Cordero certo,
perché noi siamo di Fossano e né possiamo né vogliamo dimenticare, ma non solo. Una
rappresentazione teatrale in ricordo di tutti i morti sul lavoro e, per favore, non chiamatele morti
bianche. Le morti bianche sono quelle dei neonati che muoiono inspiegabilmente … qui di inspiegabile
c’è solo il nostro silenzio. Siamo una piccola associazione di provincia, con una piccola compagnia di
provincia, una compagnia non professionista, amatoriale,… si, amatoriale va bene perché il teatro lo
amiamo veramente e lo sappiamo fare, soprattutto quando il teatro parla della nostra storia e della
nostra terra. La nostra rappresentazione non è un’inchiesta né una cronaca, non riguarda tanto i fatti,
quanto le emozioni, i sentimenti. Questo non solo perché non ci riteniamo all’altezza di compiere
indagini ed emettere giudizi, ma anche perché le emozioni, i sentimenti sono trascendenti rispetto al
tempo ed allo spazio e ci permettono, quindi, di ricordare non solo ciò che è “qui” ed “adesso” ma
anche “l’altrove” ed “il sempre”. Sia ben chiaro, non abbiamo inventato niente. Ci sono una cinquantina
di “interviste” che ci raccontano le speranze, le paure, le gioie, il dolore di alcuni protagonisti di quel
tragico evento, ma questi racconti sono stati spezzati, mescolati, distribuiti o sintetizzati e non solo i
nomi cambiano ma anche le età, a volte il sesso, le azioni. Perché non vogliamo né spettacoli né eroi,
non li vogliamo noi e non li vogliono, soprattutto, coloro i quali ci hanno raccontato le loro storie. La
durata della pièce è di circa 90 minuti. La rappresentazione è concepita per essere rappresentata
all’interno o all’esterno
VITA E MORTE DELL’ ARCANGELO CATERINA
di Antonio Martorello
con Associazione Masca Teatrale
regia di Antonio Martorello
link video, pagina web spettacolo:
https://sites.google.com/site/lamascateatrale/home/spettacoli/l-arcangelo-caterina
genere: teatro di figura
Vita e morte dell’arcangelo Caterina, ha come protagonista una donna, un angelo, che perde la sua vita
per voler conservare le sue ali troppo a lungo tenute celate per la loro vergognosa diversità. Quello che
quest’opera vuole portare in scena è la difficolt{ di essere davvero originali, davvero “diversi”. I media
dicono di esaltare l’originalit{, nell’uguale intento di accrescere la propria audience, nell’uguale intento
di crearsi fama e ricchezza, nell’uguale intento di proteggere l’uomo dal vero mondo che lo circonda
creando attorno a lui una muraglia di idilliaci paesaggi e fantastiche visioni e, così facendo, ottengono
l’unico risultato di creare un’originalit{ stereotipata. “Vita e morte dell’arcangelo Caterina” è una
riflessione sulla diversità e sulla reale capacità di accettazione della devianza, al di fuori di facili e comodi
stereotipi. L’atto di accusa finale dell’arcangelo nei confronti di chi l’ha spinta al suicidio non riguarda la
propria morte, traguardo finale per tutti, bensì il tentativo, tanto caritatevole quanto violento, di
renderla uguale a tutti gli altri, la feroce determinazione all’omologazione nell’inconscia presunzione
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che solo il nostro modo di vivere, il nostro modo di essere sia quello veramente giusto e degno di essere
vissuto.
IO VI COMANDO
di Antonio Martorello
con Associazione Masca Teatrale
regia di Antonio Martorello
link video, pagina web spettacolo:
https://sites.google.com/site/lamascateatrale/home/spettacoli/io-vi-comando
genere: teatro di figura
Lo spettacolo nasce dalla volontà di ricordare i tragici eventi scaturiti dal fascismo e dal nazismo,
ricordare non solo per non dimenticare, ricordare non solo per commuovere, ricordare non solo per
condannare od esaltare, ma ricordare affinché ciò non accada mai più, ricordare perché, come ci
ammonisce Primo Levi, il confine tra la nostra democrazia ed il campo di concentramento è sottile,
molto sottile.
Durante la sua detenzione ad Auschwitz, Primo Levi viene aiutato, salvato come dice lui in “Se questo è
un uomo” ed in “Lilit ed altri racconti“, da Lorenzo Perone un muratore Fossanese che lavorava nel
complesso industriale di Buna-Werke in teoria come lavoratore volontario in pratica da prigioniero come
tutti.
Lorenzo non era un politicizzato né un caritatevole e mite uomo di studi, taceva Lorenzo, taceva ed
ascoltava, ma quando ci fu bisogno di lui, lui non si tirò indietro e a rischio della propria vita fece ciò che
andava fatto, tese una mano a chi ne aveva bisogno.
La tese al momento giusto e nel modo giusto, che la sinistra non sapesse ciò che faceva la destra; due
litri di zuppa al giorno, tutti i giorni per Primo Levi e per altri, rimasti anonimi, ma forse vivi grazie a quel
gesto semplice, normale in tempi normali ma assolutamente eroico nell’orrido universo del lager. Quella
zuppa non donava solo le calorie indispensabili alla sopravvivenza, ma donava la speranza di un mondo
normale, migliore, popolato da persone capaci di gesti d’amore gratuiti, quella zuppa scaldava il cuore e
permettendo la vita a chi la riceveva, stabiliva il “perché” della vita a chi la donava.
Lorenzo e Primo si conoscono per caso, un filo tragico e tenace unisce le loro vite, i loro destini e
quando il campo è ormai solo un terribile ricordo si ritrovano a bere il vino forte ed aspro del Pigher, la
piola del borg vej a Fossano, ma Lorenzo è lontano, insegue un'altra meta, ode solo altre voci, vede altre
cose e lentamente, ma caparbiamente, in silenzio così come è abituato, si autodistrugge, ci lascia. Ma il
filo che li ha uniti nella vita li unirà, sebbene a distanza di tempo, anche nella morte. Forse perché la loro
riserva d’amore si era esaurita, forse troppo gliene abbiamo chiesto.
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MOvimento Libere Espressioni Metropolitane
formato dalle compagnie teatrali torinesi Anticamera Teatro, Chi per Es
Teatro, Grimaco Movimentiumani, Ivaldi|Mercuriati, e l’attrice Chiara Cardea.
TRICHER 3_non dire falsa testimonianza
di MO.Lem
con Chiara Cardea, Roberta Maraini, Silvia Mercuriati, Salvo Montalto, Elena Pisu
regia di Marco Ivaldi, Marco Monfredini e Francesca Tortora
direzione tecnica di Andrea Sancio Sangiorgi
foto di scena di Alessandro Bosio
foto locandina di Marco Monfredini
riprese e montaggio video Giulia Gobbi e Francesco Dinolfo
link video:
promo 1 minuto:www.youtube.com/watch?v=Lmkv8PwMOxg
promo 10 minuti www.youtube.com/watch?v=MEjfm5kbGtM
intero www.youtube.com/watch?v=fM5RSBQS7R0
pagina web spettacolo: www.facebook.com/groups/collettivomolem/
genere: teatro contemporaneo
I bambini salveranno il mondo.
Non dire le parolacce davanti ai bambini.
I bambini sono come spugne, assorbono tutto.
E allora
voglio farmi un sondaggio.
Voglio dire ciò che penso.
Voglio pensare ciò che dico.
Come faranno i bambini a salvare il mondo? Noi raccontiamo loro un mucchio di bugie.
Voglio fare un sondaggio.
Voglio sapere la verità.
Voglio trovare la domanda giusta per avere la risposta che non mi aspetto.
Inoculiamo paure assurde, verità false, goccia dopo goccia.
Perché i bambini cambino il mondo, domani, io devo cambiare oggi.
Voglio smetterla di mentire.
Voglio essere un testimone oculare.
Voglio dare la mia testimonianza.
E il mio esempio.
Voglio cambiare canale.
Voglio cambiare colore.
Voglio cambiare.
Spegnere e non riaccendere.
Ri-co-min-cia-re.
Accetterò solo la fatica di non sapere. Voglio che le domande cambino nel tempo.
Voglio che le domande rimangano le stesse, ma cambino le risposte.
Voglio potermi porre delle domande e almeno qualche volta trovare le risposte.
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La nostra domanda di partenza è sempre la stessa: “Che differenza c’è tra non dire la verit{ e mentire?”
In questo terzo capitolo proveremo a rispondere concentrando la nostra analisi sull’apporto che le
“Testimonianze” possono dare alla ricerca della _ non menzogna_ .
Porremo l’attenzione sul verbo _ volere_ e non su _ accettare_ o _accontentarsi_.
Proveremo, noi, oggi, a non commettere il reato di FALSA TESTIMONIANZA.
TRICHER 4_selodicelaTValloraèvero
di MO.Lem
con Chiara Cardea, Roberta Maraini, Silvia Mercuriati, Salvo Montalto, Elena Pisu
regia di Marco Ivaldi, Marco Monfredini e Francesca Tortora
direzione tecnica di Andrea Sancio Sangiorgi
foto di scena di Alessandro Bosio
foto locandina di Marco Monfredini
contributo alla produzione E45 Napoli Fringe Festival
in collaborazione con Stalker Teatro | officine CAOS
link video: (promo) www.youtube.com/watch?v=K2X7StdC4CY
Lo spettacolo debutta a giugno 2013 all’ E45 Napoli Fringe Festival, il video definitivo sar{ disponibile
solo in seguito al debutto.
pagina web spettacolo: www.facebook.com/groups/collettivomolem/
genere: teatro contemporaneo
Stato nostro che non stai più in piedi
sia riabilitato il tuo nome
fermenti lo sdegno
venga alla luce la verità
come al nord così al sud
dacci oggi un vero quotidiano
e rimetti a posto i nostri crediti
come noi metteremo a posto tutti gli evasori
e non fingere elezioni
ma liberaci dal Male
Amen/o che…
TRICHER 4_ selodicelaTvalloraèvero è uno spettacolo.
No, non è uno spettacolo. È solo quello che voi volete vedere e nient’altro. La nostra domanda di
partenza è sempre la stessa: che differenza c’è tra non dire la verit{ e mentire? Abbiamo provato a
togliere dal teatro tutto il superfluo per trovare, forse, la cosa che più del teatro rappresenta l'essenza
finale: fare insieme e dire qualcosa di non detto. Il risultato è una tragedia dentro una tragedia, seguita
da una tragedia che sembra possa durare per sempre. Snervante.
Ti verrebbe da uccidere personalmente i protagonisti. Per il bene di tutti.
“Non ci posso credere, non ci posso credere. Madonna, non ci credo. Non ci posso credere. Oh mio dio.
Ho in programma di costituirmi a Napoli per tentare un patteggiamento subito dopo le vacanze. Si salvi
chi può e nessuno può salvarsi, non si è mai salvato nessuno, non uno fra tutti questi miliardi di uomini.
Lei stesso è un esempio perfetto. Lei medita e non fa nulla. Lei vede la miseria ma non la rimuove. Lei è
uno che osserva questo marciume ma non lo toglie di mezzo. Mi arrabbio. Mi calmo. Mi annichilisco. Lo
so anch'io che non è abbastanza, ma stiamo parlando di nove miliardi di euro di patrimonio solo in
Italia.”
“io spero non si offender{ nessuno se parliamo un poco anche di noi”
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MULINO AD ARTE
www.mulinoadarte.com
LEVEL UP
di Cristian Piovano e Daniele Ronco
con Daniele Ronco, Costanza Maria Frola, Jacopo Trebbi
regia di Mulino Ad Arte
link
video,
pagina
web
spettacolo:
http://www.mulinoadarte.com/pages/level_up.html
genere: commedia
LEVEL UP affronta il tema di Internet. Sempre più spesso si rischia di cadere nella dipendenza dal web,
che può spaziare dai social network, e quindi Facebook, Twitter, Skype,… fino ai giochi di strategia e
combattimento on-line. Chi cade nella ragnatela diventa schiavo del pc e i rapporti sociali veri – quelli “in
carne e ossa” – si riducono esponenzialmente. Indubbiamente Internet porta con sé importanti
rivoluzioni nella nostra quotidianità: la velocità di comunicazione, l' apprendimento, l' aggiornamento
costante su ciò che accade in tutto il pianeta.
Matteo spende la sua vita inchiodato alla scrivania davanti al computer. Dai cristalli liquidi del suo pc
trae linfa per vivere i suoi vent' anni. Solo Miriam, piombata all’improvviso nella sua vita, sapr{ catturare
l’attenzione del ragazzo; solo lei riuscir{ ad attirare gli occhi e la mente di Matteo verso qualcosa di più
profondo, reale, sorprendentemente Vivo!
I VOLTI DI HIROSHIMA
di Daniele Ronco
con Daniele Ronco, Jacopo Trebbi, Costanza Maria Frola
regia di Daniele Ronco, Jacopo Trebbi
link video, pagina web spettacolo: http://www.mulinoadarte.com/pages/i_volti_di_Hiroshima.html
genere: drammatico
L’idea di mettere in scena questa storia nasce dalla voglia di raccontare i catastrofici avvenimenti della
Seconda Guerra Mondiale, concentrandosi su un episodio avvenuto ben oltre i confini Europei e del
quale si parla meno. Daniele Ronco, affiancato in un secondo momento da Jacopo Trebbi, ha
provveduto ad adattare per il teatro il testo scritto da Karl Bruchner, dal titolo “Il gran sole di
Hiroshima”; il risultato è una pièce ricca di suggestioni, nella quale si avvicendano narrazione e prosa.
Sullo sfondo di una Hiroshima prossima allo scoppio della bomba atomica, Satoshi Mitsawa narra la
storia di Scigheo e Sadako Sasaki, due bambini spensierati che vivono la difficile situazione del loro
paese in guerra.
Durante lo spettacolo è proprio Satoshi, giocattolaio e origamista, ad evocare i personaggi coinvolti
nella vicenda: ufficiali giapponesi acciecati dal fanatismo del loro regime marziale, giovani americani
catapultati in una vita militare che non appartiene loro, Tibbets e Parson, esponenti di spicco
dell’aviazione, sconvolti e increduli dopo lo scoppio della bomba, la danza macabra di due scienziati ai
piedi di un candido altare/bomba. Ciò che accomuna le loro storie è l’inconsapevolezza di ciò che
sarebbe successo di lì a poco.
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LA TRASMISSIONE DEGLI OGGETTI
di Daniele Ronco, Camilla Bonacchi
con Daniele Ronco, Camilla Bonacchi
regia di Mulino Ad Arte
link video, pagina web spettacolo:
http://www.mulinoadarte.com/pages/la_trasmissione_degli_oggetti.html
genere: clownerie
Due clown atipici: una presentatrice e il suo valletto, Frescotti. Lui, maldestro, lei volenterosa ma con la
testa fra le nuvole. E’ il giorno della messa in onda de La Trasmissione degli Oggetti, una vera e propria
trasmissione televisiva, in cui la presentatrice mostrerà al pubblico una serie di sketch, chiedendo al suo
valletto personale di aiutarla; questi però, essendo goffo e impacciato, si farà distrarre da tutti gli
oggetti che gli capiteranno tra le mani e giocando di fantasia li far{ diventare qualcos’altro. Ce la
faranno Frescotti e la presentatrice a fare bella figura con il pubblico a casa?
SCALA DI LUNA
di Daniele Ronco
con Jacopo Trebbi, Daniele Ronco, Costanza Maria Frola, Alice Enrici (Soprano),
Sergio Lucisano (Pianoforte)
regia di Mulino Ad Arte
link video, pagina web spettacolo: http://www.mulinoadarte.com/pages/scala_di_Luna.html
genere: Recitazione di poesie, prosa, canto lirico e musica dal vivo
In un’epoca in cui quasi tutto è effimero e i grandi valori che ci vengono trasmessi dal passato rischiano
di essere dimenticati , è importante continuare a credere nel più nobile dei sentimenti: l’amore. L’amore
che è gioia, voglia di vivere, estasi, ma anche dolore, illusioni, amarezza, delusioni… La parola amore
abbraccia l’intera vita di un uomo, da quando muove i primi passi fino a quando esalerà il suo ultimo
respiro. Coltivare quotidianamente questo prezioso sentimento che ognuno di noi ha dentro di sé per
costituzione, è la cura più sana e naturale per combattere le tante malattie non segnalate sui libri di
medicina. A tal proposito, la poesia, può farsi garante di un’ assoluta sincerit{, di naturalezza, di
limpidezza, perché altrimenti , è meglio che non nasca neppure, non avrebbe ragione di esistere.
Trascorreremo un’ora in compagnia del pubblico, al quale, attraverso la prosa, la poesia e la musica,
cercheremo di regalare un distillato d’amore, qualche preziosa goccia con cui potersi inumidire le labbra
quando essi lo vorranno. La messa in scena avr{ come filo rosso l’incontro su una panchina di due
uomini che incarnano le due facce del rapporto uomo-donna: quella sentimentale e quella carnale.
DUE FRATELLI
di Fausto Paravidino
con Daniele Ronco, Costanza Maria Frola, Jacopo Trebbi
regia di Riccardo Bellandi
genere: drammatico
La cucina di un appartamento di una delle nostre città. Una storia. Quella dei fratelli Boris e Lev e della
loro coinquilina Erica, che si lasciano vivere al ritmo disperato di un tic-tac di sveglia che si ferma
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arbitrariamente, per coglierli e mostrarceli in alcuni casuali momenti di passaggio apparentemente
insignificanti.
Dialoghi serrati, un fiume di pensieri, un oceano di parole. In cui non c’è traccia di uno scopo di vita
individuale, seppure quotidiano, né la ricerca di un benessere, e nemmeno la reale volontà di entrare in
contatto con il prossimo. Incatenati l’uno all’altro, prigionieri di una cucina-buco nero dove ogni
occasionale spiraglio di luce viene stroncato alla fonte, la vita scorre senza grazia e l’analfabetismo
emotivo si trasferisce dalle parole ai gesti. Solo una storia. Sicuramente inventata, o forse no. Forse già
accaduta, forse non ancora. Nella cucina di un appartamento di una delle nostre città.
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MUNICIPALE TEATRO
www.municipaleteatro.it
TRA ACQUA E TRENI
di Giulia Bavelloni, Enrico Gentina, Chiara Lombardo, Daniela Pisci
con Giulia Bavelloni e Daniela Pisci
regia di Enrico Gentina e Chiara Lombardo
link video, pagina web spettacolo:
http://www.youtube.com/watch?v=rTpiTSNSz7g&feature=youtu.be
http://www.municipaleteatro.it/tra_acqua_e_treni.html
genere: nuove creatività/performance
Tra Acqua e Treni è un viaggio nel tempo e nello spazio di due aspiranti esploratrici; l'avventura e la sfida
di due presenze femminili che, giocando, crescono e ci accompagnano in un viaggio nella semplicità
delle piccole cose. Due attrici si muovono tra lastre di alluminio che disegnano a terra la pianta in scala di
un quartiere; restituiscono la loro personale mappatura urbana e accompagnano lo spettatore verso la
sensazione vertiginosa che chiunque ha provato un giorno perdendosi in uno spazio, in un mondo del
quale poi si è innamorato.
Tra Acqua e Treni nasce da un laboratorio teatrale, da una fase di studio su “Le citt{ invisibili” di Calvino.
Tra Acqua e Treni è un racconto che - partendo da un primo confronto con i volti e le storie che
s’incontrano di sfuggita nelle nostre strade, nei nostri quartieri - attraversa le strade, i mercati, le piazze
di tutto il mondo. Racconta la rete di relazioni territoriali e i suoi rapidi cambiamenti. Parla del territorio
e al territorio perché forse, in fondo, è questo il teatro: uno strumento per procedere in racconti che da
specifici divengono universali, incontrando sguardi, suggestioni e pensieri di nuove persone, di nuovo
pubblico e nuovi attori.
Tra Acqua e treni è un esercizio di ampliamento della veduta: è il tentativo di inglobare molteplici punti
di vista e scorci per porre l'attenzione su meccanismi sociali complessi, sulla poesia di contesti più ampi.
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www.nartea.it
MADRI…CORO DI DONNE
di Lidia Masala
con Patrizia Gugliotta, Lidia Masala e Pamela Bongiovanni
alla fisarmonica: Sara Milanolo
alla Chitarra: Giovanni Masala
link video, pagina web spettacolo: www.nartea.it
genere: teatro musica
Uno spettacolo divertente con storie di donne che si incrociano e si raccontano.
Sono storie di donne che vivevano in montagna, donne immigrate in Francia, in Brasile; donne di paese,
storie di maestre, storie di donne contadine e operaie.
Un incrocio di storie, di vite e di periodi storici dall’unit{ D’Italia alla seconda guerra mondiale,
raccontate nel quotidiano, con intrecci di musiche e canzoni dell’epoca.
La scelta di inserire la fisarmonica, le cantate delle bande, le cantate tradizionali anche in lingua patua è
per dar vita ad un teatro popolare, ad un teatro che si avvicina allo spettatore e lo rende partecipe con i
suoi ricordi.
“Ho lavorato anch'io nel mulino... coi mulini a pietra si fa la farina più buona...” racconta una delle donne
contadine, madre anche lei, perché una volta il lavoro c’era, soprattutto nelle valli.
“Sono stata più di 40 anni in Francia... sono andata che avevo 13 anni, sono andata in Francia a Majà,
successivamente sono stata a Lione e poi … in Brasile.... Lavoravo nei telai per la seta....” “Tre anni in
Brasile a San Paolo... racconta una delle donne immigrate che a sua volta è ritornata nel suo paese.
I racconti sono accompagnati da musica e canzoni dell’epoca e da un accurato lavoro sull’immagine, con
una scenografia e dei costumi antichi per ricreare dei quadri legati ad un tempo passato.
Un lavoro intimo e accurato sulla creazione dei personaggi, sui loro bisogni e come gli stessi li coprono,
un lavoro sugli sguardi, sul prendersi un rischio, sui movimenti e sulle musiche, il tutto ha dato vita ad
un’opera drammatica ma nello stesso tempo ironica e divertente, entrando nelle loro vite, attraverso il
quotidiano.
Ha replicato: durante il Festival internazionale della cultura popolare, nei Teatri della provincia di Torino e
del Comune di Torino, Sagra della castagna a Nomaglio, Festival della Montagna a Condove, all’interno della
manifestazione Chantar l'Uvern: frammenti di cultura occitana e francoprovenzale.
TIENIMI PER MANO
di Lidia Masala e Alessandra dell’Atti
in scena Alessandra Dell'Atti e Lidia Masala
link video, pagina web spettacolo: www.nartea.it
genere: classico
Il computer, come altri dispositivi tecnologici(tablet, smartphone...),è ormai entrato a far parte della
quotidianità di un numero sempre crescente di persone a partire dalla più tenera età: anche i bambini
imparano presto a servirsi di questo strumento e dei suoi innegabili vantaggi pratici non solo per
svolgere i loro compiti ed informarsi , ma anche per giocare e comunicare con gli altri. Spesso però l'uso
diventa un abuso, generando una dipendenza da quello che dovrebbe essere solo uno dei tanti mezzi di
comunicazione e di intrattenimento ed invece finisce con il diventare l'unica possibilità di esprimersi e di
entrare in contatto con il mondo.
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Si parla in modo generico di dipendenza da internet, o internet addiction, un fenomeno complesso, che
porta ad isolarsi sempre di più in una realtà virtuale trascurando gli affetti e le esperienze dirette vissuti
nel mondo reale.
Lo spettacolo, a partire dalla consapevolezza della necessità di confrontarsi con le moderne tecnologie,
senza rifiutarle, ma sfruttandole per la loro effettiva utilità secondo un uso responsabile, sviluppa una
riflessione sui limiti e sugli effetti dell'esperienza virtuale e di una comunicazione priva di sguardi in cui
manca un reale contatto tra esseri umani.
I corpi di due attrici si muovono all'interno di una scacchiera simulando un videogioco attraverso il quale
introdurranno progressivamente lo spettatore in una realtà virtuale in cui niente è come appare e tutto
è fatto in modo da attirarlo, blandirlo e convincerlo a fare qualcosa senza che nemmeno se ne renda
conto ( come in una televendita ).In queste visioni si inseriscono i racconti (tratti da storie vere) di chi ha
cercato nel web un rifugio alla propria solitudine e alla noia creando relazioni virtuali dato che “nessuno
vuole parlare con me
I corpi e le voci delle attrici, la musica e la pittura evocano il mondo virtuale e le sue insidie, che si
svelano progressivamente e lasciano infine il posto alla magia dell'incontro, del contatto, dell'emozione
condivisa.
IL MULINO: RACCONTI E STORIE DI COMUNITÀ SUL PANE
con Lidia Masala, Chiara Puleo e Sara Milanolo.
Dopo una realizzazione di interviste alla popolazione locale per la registrazione delle storie del rapporto
tra la comunità, il mulino e i forni che raccolga la documentazione relativa alle storie, alle fotografie
vecchie e nuove (eventualmente raccolte attraverso i giovani). La raccolta verrà organizzata attraverso
la videoregistrazione, la raccolta scritta, quella fotografica e durante lo spettacolo verrà messa a
disposizione del pubblico attraverso il racconto degli attori.
Tra storie, immagini e canzoni si racconterà dal mulino, ai forni alla vita di comunità.
Il pane dunque diventerebbe il fil rouge, l’idea guida. Il processo di panificazione e l’utilizzo dei forni
rappresenta per Usseaux una tradizione che si era consolidata e andata poi in disuso a causa del
fenomeno dell’immigrazione dei residenti verso i vicini centri urbani di Pinerolo, Torino e la Francia. Nel
corso degli ultimi anni grazie alla rimessa in funzione di parte dei forni e all’organizzazione di momenti
pubblici dedicati alla cottura del pane, tale tradizione sta riprendendo vita.
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NESSUN VIZIO MINORE Associazione Teatrale
www.nessunviziominore.it
PRIMA CHE CADA LA NOTTE
di Davide Bernardi (liberamente ispirato al racconto “Pretending the bed is a raft” di Nanci Kincaid)
con Matteo Barbero, Davide Bernardi, Silvia Caltagirone, Corinna Costa, Simone Cutri, Monica Iannessi,
Paolo Mazzini, Mara Scagli, Patrizia Schneeberger
regia di Davide Bernardi
link video promo: http://www.youtube.com/watch?v=cRlcqMJ_Pm8
pagina web spettacolo: http://www.nessunviziominore.it/gli-spettacoli/prima-che-cada-la-notte/
genere: testo drammatico con allestimento contemporaneo
Giulia ha 25 anni, un compagno e due bambini che ama. E un male incurabile; un tumore che nell’arco di
tre mesi le porterà via i suoi affetti ed il suo domani.
Giulia decide che tre mesi sono troppo brevi per trascorrerli tra corsie d’ospedale, esami e lacrime. Ma
tre mesi, forse, possono bastare per realizzare una lista di piccoli e grandi desideri, per sé stessa, e per
assicurarsi che i suoi cari ricordino di lei solo le cose belle vissute insieme.
“Lo spettacolo è liberamente ispirato al racconto “Pretending the bed is a raft” dell’americana Nanci
Kincaid. Nella messa in scena – scrive Davide Bernardi che firma il testo e la regia - ho cercato di
sottolineare il messaggio di speranza del quale la protagonista si fa portavoce. Il cuore della storia,
quindi, è quella lista di “cose da fare prima di morire” che Giulia scrive e mette in atto, raccogliendo i
piccoli e grandi desideri di una donna che sceglie di vivere il più intensamente possibile.”
Lo spettacolo ha debuttato a fine 2012 al Teatro Vittoria di Torino, in collaborazione con l’ANAPACA
(Associazione Nazionale Assistenza Psicologica Ammalati Cancro) e con il patrocinio di: Città di Torino,
Circoscrizione 1 Centro-Crocetta, Provincia di Torino, Regione Piemonte, Azienda OspedalieroUniversitaria San Giovanni Battista di Torino, Azienda Ospedaliera Ospedale Infantile Regina Margherita
Sant’Anna di Torino.
NATURA MORTA IN UN FOSSO
di Fausto Paravidino (con adattamento e revisione drammaturgica di Davide Bernardi)
con Matteo Barbero, Davide Bernardi, Silvia Caltagirone, Simone Cutri,
Monica Iannessi, Patrizia Schneeberger
regia di Monica Iannessi e Davide Bernardi
pagina web spettacolo: http://www.nessunviziominore.it/gli-spettacoli/natura-morta-in-un-fosso/
genere: giallo commedia drammatica con allestimento contemporaneo
In un paese qualunque della provincia italiana, in un sabato sera come tanti, una ragazza viene
massacrata di botte ed uccisa. Il suo corpo senza vita viene abbandonato in un fosso. È il corpo di Elisa
Orlando, 22 anni. Intorno alle indagini sulla sua morte si intrecciano le vicende dei genitori increduli e
spezzati dal dolore della perdita, di agenti di polizia che devono trovare la verità in poche ore, di amici
fidanzati conoscenti, ognuno convinto, a suo modo, di aver conosciuto la vera Elisa. E a poco a poco
129
emerge un mondo fatto di droga, prostituzione, discoteche, ma anche di ingenuità, tenerezze e voglia di
vivere sempre al massimo, con la disperazione tipica dei vent’anni.
Seguendo i racconti di chi l’ha amata e conosciuta, avvicinata o appena intravista, viene ricostruito il
puzzle di quella notte e di quello che Elisa era veramente. Ma la verità può assumere aspetti violenti ed
inattesi, e non si è mai preparati abbastanza a scardinare le proprie convinzioni e a pagarne le
conseguenze.
“Il giallo raccontato in questa storia - scrive Davide Bernardi che ha adattato il testo - è lo strumento
attraverso il quale viene raccontata una umanità profondissima. È l’umanità di quei personaggi che si
ritrovano coinvolti, volenti o non, a fare i conti con sé stessi e con l’idea che di sé stessi e degli altri si ha.
Lo spettacolo ha ricevuto il patrocinio di: Città di Torino, Provincia di Torino e Regione Piemonte e
debutta alla Cavallerizza Reale di Torino a maggio 2013.
BELLE, RI-BELLE
di Carol Rocha
con Silvia Caltagirone, Monica Iannessi, Carol Rocha, Luisa Trompetto, Matteo Barbero, Davide Bernardi
regia di Carol Rocha
link video promo: http://www.youtube.com/watch?v=hnNPmZUEeB0
pagina web spettacolo: http://www.nessunviziominore.it/gli-spettacoli/belle-ri-belle/
genere: miscellanea di testi sulla femminilità con allestimento contemporaneo
Casalinghe di tutte le epoche che fanno le pulizie a suon di musica; una Biancaneve che, dopo aver fatto
da serva per la matrigna, i nani e anche per il principe, capisce finalmente che nella vita c’è qualcosa di
meglio che fare le pulizie; streghe che dissertano di chirurgia plastica; ragazze di strada cui viene negata
ogni forma di rispetto, anche da sé stesse; madri che han dedicato la propria vita a crescere figli
dimenticandosi di sé stesse. Piccole scene di un quotidiano femminile; ritratto ora in maniera realistica,
ora in maniera assurda ma sempre con ironia (e autoironia). Belle, Ri-Belle nasce come “Ode”, ma
un’Ode ironica, per tutte le donne, felici di esser donne e capaci di dimostrare la propria vera bellezza in
piccoli (e magnifici) atti di ribellione.
“Motivo ispiratore dello spettacolo – scrive Carol Rocha, regista dello spettacolo - è stata la ricerca della
vera bellezza delle donne e la volontà di ribellarsi ai ruoli cui il loro sesso le condanna; ribellarsi a quel ruolo
passivo e accondiscendente radicato nell'immaginario comune, a quell'esser vittima di una scelta che altri
hanno fatto per loro e prima di loro, senza considerare le aspirazioni, i talenti, l'unicità che ogni donna
porta con sé.”
Lo spettacolo ha debuttato nel 2011 al Teatro Garybaldi di Settimo Torinese ed è stato replicato con
successo in diverse piazze di Torino e provincia.
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NIDODIRAGNO Produzioni teatrali
www.nidodiragno.it
IL DIARIO DI MARIAPIA
di Fausto Paravidino
con Fausto Paravidino, Monica Samassa e Iris Fusetti
regia di Fausto Paravidino
link video, pagina web spettacolo: http://www.nidodiragno.it/produzioni-a-distribuzioni/faustoparavidino
genere: nuove creatività
disponibilità dal 13 gennaio al 9 febbraio 2014
La Mariapia del titolo è un medico di campagna che, dopo una lunga malattia, è stata ricoverata in
ospedale per non uscirne più. Lì ha perduto tutte le sue forze e, con esse, la vitalità con la quale per
paradosso sperava di morire. Per far fronte a questa imprevista depressione il suo medico le ha
consigliato di continuare a fare il suo lavoro, il dottore appunto, rendendo testimonianza della sua
esperienza sanitaria. Lo spettacolo tratto da questo materiale è una commedia che parla della vita
quando si avvicina alla morte e dell’effetto che questo fa ai futuri superstiti. La cosa speciale di questo
testo e di questa messa in scena è la particolare ricerca con la quale avvicinare l’orecchio ad un
testimone di una fase straordinaria della vita, forse la più spaventosa, per cercare dei piccoli indizi sul
segreto della vita, con la speranza che questa prospettiva ci possa dire qualcosa… e la cosa
sorprendente è che oltre a commuoverci sa anche farci sorridere molto. Una ennesima grande prova
drammaturgica di Fausto Paravidino.
UNA SPECIE DI ALASKA
di Harold Pinter
con Sara Bertelà, Nicola Pannelli e Orietta Notari
regia di Valerio Binasco
genere: nuove creatività
Una specie di Alaska è una commedia terribile come un incubo, dura come una relazione scientifica e
struggente come un mèlo. È ispirata alla raccolta di testimonianze reali che il medico Oliver Sacks
raccoglie nella sua memorabile opera “Risvegli’ in cui racconta le esperienze dei suoi pazienti affetti
dell'encephalitis letargica, epidemia che dopo il 1916 terrorizzò buona parte del mondo.
Harold Pinter (Premio Nobel per la letteratura 2005) colpito da queste incredibili vicende umane, ci
descrive in modo commovente ed estremo il risveglio di una donna dopo ventinove anni di coma
letargico e lo smarrimento che deriva da questo lungo periodo di assenza.
A sua volta Valerio Binasco, regista stimatissimo, sedotto dalle opportunità di una storia così unica,
mette in scena uno spettacolo nel quale emergono tutte le caratteristiche contradditorie del Teatro
Povero: “minimalismo e assoluto classico, intimit{ e crudezza” che secondo lui costituiscono le
suggestioni del teatro contemporaneo. Occorrono attori importanti per un teatro fatto di soli attori,
afferma Binasco ed ecco che disarmante è la prova di Sara Bertelà nei panni di Deborah, affiancata da
Nicola Pannelli e Orietta Notari, capaci di condurre il pubblico in un clima sospeso -… in una specie di
Alaska – tra un presente assurdo dove non riesce a collocarsi e quel tempo ‘bianco’, non vissuto e
rubato che non tornerà più.
Lo spettacolo può avere luogo in spazi anche non convenzionali .
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QUALCHE PAROLA SULL’ANIMA
voce e pianoforte per la poesia di Wisława Szymborska
con Sara Bertelà (voce recitante) e Rita Marcotulli (pianoforte)
genere: nuove creatività
Wisława Szymborska è una delle piú grandi poetesse dei nostri tempi, premio Nobel alla Letteratura nel
199. Sara Bertelà e Rita Marcotulli entrano in punta di piedi nel suo straordinario e fittissimo percorso
umano e letterario e con passione e sensibilità femminile tessono una straordinaria partitura di note e
parole, delicata ed intensa, ironica ed emozionale, guidate dalla lezione della grande poetessa. Lo
spettacolo va oltre la semplice enunciazione delle liriche di Wislawa, e cerca di raccontare le stagioni di
una donna lungamente lontana dalla ribalta, ma felicemente coerente al suo percorso letterario. Vita e
poesia, storia e arte si mescolano così in una narrazione tenue ed emozionante che prova a restituire
l’ispirazione più profonda del messaggio della poetessa: nulla di quel che accade è irrilevante. Ogni cosa
ha un canto in serbo per un cuore che ascolti.
Sara Bertela’ è apprezzatissima attrice del panorama teatrale italiano da oltre vent’anni. Rita Marcotulli
è unanimemente considerata tra le migliori jazziste italiane.
MI CHIAMO ARAM E SONO ITALIANO
di Aram Kian e Gabriele Vacis
con Aram Kian
regia di Gabriele Vacis
link video, pagina web spettacolo: http://www.nidodiragno.it/produzioni-a-distribuzioni/faustoparavidino
genere: nuove creatività
Una classica infanzia degli anni Ottanta, vissuta nella periferia industriale di una grande città del Nord,
fra tegolini del Mulino Bianco e compagni di scuola strafottenti; una banale adolescenza anni Novanta,
condita di musica grunge, cortei studenteschi e serate in discoteca; una comune giovinezza a cavallo del
nuovo secolo, fatta di inconcludenti anni universitari e lavoro che non si trova. Ritratto tipico di un
trentenne italiano. Solo che, quando il trentenne in questione si chiama Aram e ha un padre iraniano, le
cose si complicano un po’... “Io sono uno di quelli che si riempiono lo zainetto di esplosivo e fanno
saltare la metropolitana di Londra… Se uno alto, biondo venisse qui a dirti: ho lo zainetto pieno di
bombe… tu ti metteresti a ridere, no? Ma se te lo dico io? Un brivido ti viene, no? Solo perché sono
basso e nero. Che poi non sono neanche tanto nero, al limite un po' olivastro…" In bilico fra incanto,
ironia e tragedia, lo spettacolo racconta la storia dei nuovi italiani, i figli degli immigrati, le cosiddette
"seconde generazioni". Attraverso la voce dell’attore protagonista, Aram Kian, Gabriele Vacis costruisce
un testo che è uno stralcio di vita e di memoria e, insieme, uno sguardo al futuro di una società che
impara, giorno per giorno, a dare un significato all’aggettivo “multietnica”.
FAVOLA IN MUSICA PER CORNACCHIE, CANI SELVATICI, MALEDIZIONI, TIRANNI, SEPOLCRI &
FANCIULLE IN FIORE –LA STORIA DI ANTIGONE”
riscritta da Ali Smith dalla tragedia di Sofocle
con Anita Caprioli e Didie Caria
regia di Roberto Tarasco
link video, pagina web spettacolo: http://www.nidodiragno.it/produzioni-a-distribuzioni/anita-caprioli
genere: nuove creatività
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Anita Caprioli, attrice sensibile e colta, torna in teatro e si cimenta in una rilettura dell'Antigone
attraverso il testo della scrittrice scozzese Ali Smith, scelto da Alessandro Baricco come una delle storie
"da salvare" (Collana Save the Story, un’idea editoriale della Scuola Holden pubblicata dal Gruppo
Repubblica L’Espresso). Anita offre un’intensa interpretazione che trova perfetto connubio con le
melodie del cantante e musicista Didie Caria (semifinalista di X Factor edizione 2012-2013), così come si
unisce efficacemente alle installazioni dello scultore Giovanni Tamburelli e alla cura dell'abito realizzato
dall'atelier di Fabiana Bassani.
“La storia di Antigone” è una delle tragedie classiche più note che in questo lavoro viene raccontato con
una prospettiva ecologista ovvero dalla parte delle cornacchie che osservano le umane vicende e infine
dimostrano di guardarle con maggiore saggezza.
Sono più importanti le leggi degli uomini o quelle di Dio?
E queste ultime esistono, o sono anch’esse leggi di uomini ammantate di sacralit{?
Può una donna contrapporsi al potere di un uomo? E se questi è un re?
Cosa è più giusto? Difendere i diritti del fratello o far rispettare la legge, anche se colpisce i familiari?
Suscitando questi interrogativi Antigone rimane, a distanza di millenni, una straordinaria storia di
emancipazione.
IL NOSTRO AMORE SCHIFO
con i Maniaci d’Amore
testo di Francesco D’Amore e Luciana Maniaci
regia di Roberto Tarasco
link video, pagina web spettacolo: http://www.nidodiragno.it/produzioni-a-distribuzioni/maniacidamore
genere: nuove creatività
“Il nostro amore schifo” è un composto di comicit{, cinismo e puro surrealismo, un'indagine semiseria
sul sentimento intricato della gioventù, sezionato e fatto a pezzi da due figli del nostro tempo, ingenui e
al tempo stesso spietati.
E' una storia di non-amore durata decenni e condensata nel giro di un'ora, tra apici sublimi e biechi
deragliamenti, nel tentativo di comporre la guida illustrata della prima esperienza sentimentale, letta
come tragicomico rito di passaggio che tocca a tutti, prima di consacrarsi alla tiepidezza dell'età adulta.
Uno spettacolo capace di esprimere un humor acuto e sottile, freschissimo e surreale che evoca Troisi,
ma ricorda anche l'ironico dualismo Vianello-Mondaini e non prescinde dalla lezione di Petrolini.
Lo spettacolo ha la sua forza nel testo, in questo gioco di compiere una carrellata velocissima su una
storia lunga, loquace e piena di alti e bassi.
Ogni scena è un'istantanea della loro parabola esistenziale in una sorta di racconto trai decenni che
alterna una serie di istantanee surreali, ironiche e feroci: il primo incontro, la crisi dei sette anni, il pranzo
dai genitori di lei, un funerale inaspettato, l'ombra di un tradimento, il matrimonio...
Lo strumento che caratterizza questi fermo-immagine è proprio la comicità messa in atto attraverso il
lento svelarsi di quell'ironia atroce che è nascosta sotto ogni storia d'amore troppo chiassosa e
movimentata per essere autentica.
BIOGRAFIA DELLA PESTE
con i Maniaci d’Amore
testo di Francesco D’Amore e Luciana Maniaci
regia di Roberto Tarasco
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link video, pagina web spettacolo: http://www.nidodiragno.it/produzioni-a-distribuzioni/maniacidamore
genere: nuove creatività
“Biografia della peste” sono due favole. Una favola nera e una favola bianca. Il racconto di due luoghi,
un luogo di morte e un luogo di vita: uno si confonde nell'altro, e nessuna unità si compie. Dentro ci
sono le nostre madri, il peso delle generazioni passate, l'incapacità di muoversi, il desiderio di
ricominciare da capo, la necessità di chiamare ogni cosa col proprio nome. Uno spettacolo psicotico e
magico.
Perché col linguaggio della fiaba si possono raccontare le cose peggiori. Con quello degli adulti solo
alcune piccole verità. A Duecampane dominano il dubbio e l'incompiutezza. Così, anche la morte è
diventata incerta e parziale. La peste del titolo non è altro che questo: una morte part-time, 23 ore al
giorno. Tutti gli abitanti – meno due - ne sono infetti. Nell'unica ora di vita che è loro concessa è
possibile per i semi-morti cercare una via per “migliorare la propria biografia”, come si augurava Sartre.
“Biografia della Peste” è la storia, raccontata dal punto di vista del virus, dell'unica famiglia scampata al
virus. Il ritratto di una madre-frigorifero che è l'unica donna felice del mondo, di un padre-cavolo,
innocuo e saggio come ogni ortaggio, di un figlio che all'occasione sa essere spastico o gentiluomo, e di
una ragazza morta che non fa che sbagliare i verbi e lamentarsi di non poter ballare.
Se la più grande sfortuna dell'uomo è quella di nascere da altri esseri umani, ereditandone errori e
conflitti, non sarebbe tutto più facile se derivassimo dai cavoli, come suggerisce la fantasia popolare?
Duecampane è il luogo dopo la Caduta, in cui quest'alternativa può essere considerata l'unica base per
la costruzione di una nuova e più sana umanità. Parliamo di un paese da fiaba, per questo c'è permesso
riderne. Un paese inventato, almeno quanto il nostro.
DI SUONI E D’ASFALTO
con Les Nuages Ensemble e Eugenio Allegri
testi di Chatwin, Le Clezio, Soldati, Baricco, Calvino
regia di Eugenio Allegri
link video, pagina web spettacolo: http://www.nidodiragno.it/produzioni-a-distribuzioni/eugenio-allegria-nuages-ensembles
genere: teatro musica
Il viaggio è tema antico della Letteratura, che in ogni sua epoca ha scelto la Musica per ideale compagna
di strada. Parole e suoni hanno raccontato nel canto questa straordinaria dimensione di scoperta,
conoscenza ed emozione che ha accompagnato singoli uomini e intere popolazioni. Un nomadismo di
gambe, occhi e spirito senza il quale oggi l’uomo non sarebbe quello che è.
Amore, avventura, guerra, inferno, pace, morte, dolore, leggerezza, solitudine, gioia, follia, bellezza,
paradiso, fatica, seduzione, religione, lavoro, felicit{, ribellione, conquista e quant’altro ancora hanno
inciso tracce indelebili nei racconti e nelle melodie di artisti di ogni tempo.
Raccontare il viaggio è un po’ viaggiare, e chi presta occhi ed orecchie a queste narrazioni parte senza
valigie, sulle tracce dei sentieri percorsi dai viaggiatori e dai loro cantori.
Uno straordinario quartetto di musiciste quali Les Nuages Ensemble e un attore avvezzo al racconto
come Eugenio Allegri intrecciano dunque le loro storie e quelle dei personaggi evocati da racconti e
dalle note, per costruire un Reading-Spettacolo di forte impatto emotivo.
Da Oriente ad Occidente, da Nord a Sud, solcando le pagine di Miller, Cervantes, Kerouac, Soldati,
Chatwin, Le Clézio, McCarthy e cavalcando suoni Berberi, Klezmer, Jazz, Tango e Mediorientali, pubblico
e artisti salpano alla volta di mondi che sono al contempo territori geografici e dell’anima, in
un’avventura di scoperta appassionante e suggestiva.
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’70 MI DA TANTO
con i Pappazzum
regia di Eugenio Allegri
link video, pagina web spettacolo: http://www.nidodiragno.it/produzioni-a-distribuzioni/pappazzum
genere: teatro musica
I Pappazzum sono un gruppo di musica comica (il riferimento più semplice è alla Banda Osiris) nato nel
circuito di arte di strada ed evoluto verso una dimensione teatrale che gli è maggiormente propria,
attraverso il lavoro attuato con il regista e attore Eugenio Allegri.
La musica è collante fondamentale di questo percorso: i Pappazzum in verità gli strumenti li suonano
ovviamente, ma si divertono anche a cambiarne completamente la funzione ( il paragone d’obbligo è
con la Banda Osiris): danno vita ad improbabili balletti, improvvisano una inguardabile break-dance,
diventano un “corpo unico” e poi si “frangono” in svariati sketch per poi nuovamente riunirsi in
performance musicali di impatto.
Lo spettacolo "70 mi dà tanto" sviluppa l'intenzione comica del gruppo grazie ad una serie di quadri ad
alto tasso di divertimento, trovando il fil rouge nelle evocazioni degli anni '70: dai riferimenti
cinematografici (Arancia Meccanica, Easy Rider, Jesus Christ Superstar), a quelli storici (gli anni di
piombo, la guerra in Vietnam...): uno spettacolo divertente, quindi, ma dal forte valore evocativo e non
privo di spunti di riflessione.
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NUOVA AVANGUARDIA
PARALISI (TRAGICOMMEDIA DI TENDENZA)
di Stefano Fiorillo
con Stefano Fiorillo, Micol damilano, Alex Zacchello, Andrea Puglisi
regia di Stefano Fiorillo
link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=LvLDjoTjeXM
genere: Commedia
Quattro ragazzi, tra i diciotto e i venticinque anni, vivono reclusi dentro un appartamento nella periferia
di una grande metropoli. Si presentano come deboli creature che sopravvivono apatici al tempo che li
uccide, ad un sistema malato che soffoca ogni loro sogno e aspirazione. Privi di qualsiasi comunicazione,
sfoggiano: fatica, noia, infelicità, totale rassegnazione agli eventi. Apatici e timorosi di vivere, si lasciano
scivolare addosso il sistema senza riuscire a reagire per migliorare il loro stile di vita. Incapaci a mettersi
in gioco, scoraggiati, privi di forza di volontà, esibiscono sentimenti distorti, perversi, violenti.
Preferiscono i silenzi alla dialettica. La violenza è il solo sentimento che li pervade; in una paralisi del
sistema di cui sembrano esserne i veri protagonisti. La scrittura è tagliente, incisiva. Il dialogo è
incalzante, violento, affettuoso, in molte momenti comico. Le battute sono rapide, in un ping pong
serrato dove inconsciamente i personaggi si raccontano in un dialogo che non è dialogo.
Non mancano momenti di assoluta comicità, espressi soprattutto dal personaggio di Ciccio, ragazzo
estremamente sensibile che sembra vivere in un suo mondo fatto di giocattoli. Ovviamente non verrà
capito da nessuno. È una feroce critica verso una società sempre più sorda al grido dei giovani. L'autore
rappresenta il malessere, la malattia, la profonda solitudine non soltanto dei quattro ragazzi in
questione, ma di un sistema intero, dimostrando così di esserne non solo un acuto rappresentante, ma
nello stesso tempo un implacabile fustigatore.
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NUOVEFORME COMPAGNIA
http://www.nuoveforme.com/
CORRISPONDENZE
liberamente tratto da Variazioni Enigmatiche di E.E. Schmitt
con Simone Faraon, Paolo Mazzini, Francesca Roi, Elisa
Alberghini
regia di Sergio Cavallaro
link video, pagina web spettacolo: http://www.nuoveforme.com/corrispondenze.html
genere: tragicommedia con prosa&danza
“I miei personaggi parlano molto, ma raramente dicono la verità. Altrimenti non ci sarebbe una storia…
Una volta che i miei personaggi hanno detto la loro verità, essi vengono contraddetti dalla vita. Altrimenti
non firmerei la storia”. A dirlo è Eric-Emmanuel Schmitt, autore di “Variazioni enigmatiche”, testo preso
in prestito dalla compagnia NuoveForme Diamonds per un nuovo adattamento teatrale che unisce la
prosa alla danza. Un reporter chiede un'intervista ad un premio Nobel per la letteratura. Uomo molto
bizzarro, che vive su una piccola isola del Mare di Norvegia. Abel, il premio Nobel, passa il tempo
componendo lettere per una donna, forse un'immagine della sua mente, che egli ama ormai da 8 anni. Il
colloquio tra i due uomini è vibrante fin dall'inizio, in un'alternanza di ferocia e compassione, ironia e
pietà. Fino all'ultimo, drammatico segreto. La regia è affidata a Sergio Cavallaro che propone una lettura
originale e registicamente affascinante del testo: un doppio livello di narrazione simultaneo e
complementare che nasce come una commedia e sfocia nel dramma. Afferma il regista: “... di fronte ad
un’opera del genere, ho dovuto necessariamente dare libero sfogo creativo al sottotesto attraverso la
danza. Il pensiero e l'azione, o la parola che ne consegue, per loro natura non sono mai simultanei e non
sempre l'uno soddisfa le attese dell'altro. E viceversa. Nella mia immaginazione appare dunque un
"SOPRA" fatto di parole ed apparenze, precario e fluttuante, ed un "Sotto" composto da pensieri,
sedimentazioni di resti di azioni passate e gesti. Entrambi i livelli comunicano, interagiscono, creano
linee immaginarie di relazioni che non sempre viaggiano parallele, anzi, il più delle volte, si allontanano
come le rette di una parabola. Si ipotizza che ogni persona abbia un proprio pensiero ed una propria
azione. Tuttavia in alcuni momenti sembra si voglia lasciare a qualcun'altro la responsabilità delle nostre
azioni per pigrizia, per inettitudine, per paura o semplicemente per avere un'alternativa. Per sentirsi
liberi. Cosa accadrebbe, dunque, se il nostro Sopra non fosse Spinto dal nostro Sotto ma dal Sotto di un
altro? Se una donna dal suo Sotto spingesse due uomini ad azioni fino ad allora impreviste? L'incontro
tra i due uomini creerà un corto circuito di Relazioni Imprevedibili ed Indecifrabili, talvolta comiche ed
esilaranti, altre volte tragiche ed emozionanti. Queste sono Corrispondenze, queste sono le mie
Variazioni Enigmatiche."
BOLLE DI PAROLE
liberamente tratto da La cantatrice calva
di E. Ionesco
con Sergio Cavallaro, Simone Faraon, Paolo Mazzini, Monica Iannessi, Francesca Roi
regia di Simone Faraon
link video, pagina web spettacolo: http://www.nuoveforme.com/bolle-di-parole.html
genere: tragicommedia dell’assurdo
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La cantatrice calva (La cantatrice chauve) è la prima opera teatrale di E. Ionesco. Egli fa il contrario del
teatro tradizionale, sottolineando l’aspetto convenzionale delle relazioni fra gli esseri che
corrispondono solamente ad apparenze e rivelano la difficoltà di stabilire una comunicazione vera e
sincera. La compagnia NuoveForme Diamonds affronta una straordinaria opera teatrale che ha segnato
le basi per la nascita del teatro dell’assurdo, una parodia del teatro tradizionale che si mescola con i
colori dello stile NuoveForme, in questo un inedito mix di teatro e danza. Bolle di parole suscita anche il
riso, ma il comico veicolato risulta correlato con l’assurdit{ che caratterizza il linguaggio e il
comportamento dei personaggi: gli eccessi e lo sfalsamento che suppone questa andatura parodica
sono portatrici di effetti comici. Il carattere delle battute rivela la difficoltà a comunicare. Il dialogo
risulta difficile, se non impossibile: ciascuno si trova chiuso all'interno della sua concezione delle cose,
ha la sua idea delle nozioni e delle parole che utilizza e che utilizzano gli altri. Dall’assurdo i personaggi
passano al non-senso, nuova fonte di comicità. Lo spettatore ride del delirio verbale nel quale cadono i
personaggi, delle storie stupide che raccontano, della distruzione finale di un linguaggio che è divenuto
totalmente incomprensibile. Ecco cosa lo stesso Ionesco dichiarò: «questa commedia (poiché tutto ciò
si era trasformato in una specie di commedia o anticommedia, cioè veramente la parodia di una
commedia, una commedia nella commedia) ero sopraffatto da un vero malessere, da un senso di
vertigine, di nausea. Ogni tanto ero costretto ad interrompermi e a domandarmi con insistenza quale
spirito maligno mi costringesse a continuare a scrivere, andavo a distendermi sul canapè con il terrore di
vederlo sprofondare nel nulla; ed io con lui.» Non resta che lasciarsi affascinare dalla dirompente
genialità di questo spettacolo.
RISATE IN 3D
di Simone Faraon & Corrado Trione
con Sergio Cavallaro, Simone Faraon, Francesca Roi, Elisa Alberghini, Greta Carrara, Ivan Fornaro
regia di Simone Faraon & Sergio Cavallaro
link video, pagina web spettacolo: http://www.nuoveforme.com/risate-in-3d.html
genere: varietà comico&danzante
La compagnia teatrale Nuoveforme Diamonds è lieta di presentare lo spettacolo comico-musicale dal
titolo “ RISATE IN 3D… Divertente Danzante Dadaumpa”, scritto e diretto da Simone Faraon, con le
coreografie di Sergio Cavallaro. Si tratta di un nuovo varietà inedito, molto divertente, che presenta un
ricco alternarsi di sketch comici, spassosissime parodie, eccentrici e assurdi personaggi, originali ed
esplosive coreografie che utilizzano le varie forme di danza come strumento di comicità. La musica
diventa il comune denominatore di un coloratissimo viaggio all’insegna della spensieratezza e
dell’allegria, 100 minuti di performance dinamica, ironica e frizzante che si rivolge ad una tipologia di
pubblico eterogenea e che non si dimentica di strizzare l’occhio alla rivista, al variet{ televisivo degli
anni d’oro e ai comici attori brillanti che hanno reso grande la cultura del nostro Paese. Un variet{
teatrale innovativo, originale e sorprendente che alla consueta forza comica e alla dissacrante ironia,
affianca, con originalità e acutezza, l’analisi discreta e intelligente di temi sociali forti e attuali: i tempi
comici, la capacità di comunicare a far sorridere attraverso la danza sono caratteristiche proprie dello
spettacolo.
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O.P.S. Officina Per la Scena
www.officinaperlascena.it
SONATA MASCARATA
di Michele Guaraldo
con Maria Augusta Balla, Cecilia Bozzolini, Simone Campa,
Oreste Forestieri, Michele Guaraldo
regia di Michele Guaraldo
link video, pagina web spettacolo:
PROMO http://www.youtube.com/watch?v=R58Yh87uuUM
lo spettacolo: https://www.youtube.com/watch?v=xKxmHfq04To,
scheda spettacolo www.officinaperlascena.it/sonata mascarata.html
genere: comico/teatro di figura/teatro musica/musical/Commedia Dell’arte/
Qual è il filo rosso che unisce la tradizione della musica popolare italiana con la tradizione della
commedia dell’arte? Quale era il peso della musica e del canto all’interno di uno spettacolo di commedia
dell’arte? Cosa unisce il grottesco della maschera con i ritmi indiavolati dei tamburelli? Molto è stato
scritto a riguardo ma di sicuro la matrice di tutto questo è la ricchezza culturale della tradizione italiana
famosa in tutto il mondo. Son{ta Mascar{ta è un classico canovaccio di commedia dell’arte dove
l’amore contrastato dei due amorosi è accompagnato, ingarbugliato e poi risolto dai frizzi e i lazzi delle
maschere grottesche. Una storia che si sviluppa affrontando i temi dell’improvvisa come l’amore, la
follia, la fame, conditi dall’irresistibile comicità assurda e scanzonata dei suoi caratteri, narrato in musica,
canto e danza. È una performance dove la forza travolgente dei ritmi veloci ed incalzanti come la
tarantella, la pizzica salentina, la tammurriata napoletana, accompagnano la follia che contraddistingue
le maschere grottesche della commedia dell’arte.
IO REGNO – THE SHOW
di Michele Guaraldo
con Maria Augusta Balla, Luca Busnengo, Michele Guaraldo, Valentina Volpatto
regia di Michele Guaraldo
link video, pagina web spettacolo:
Link per visualizzare il promo: https://www.youtube.com/watch?v=xllKq9Rf144
Link per visualizzare lo showreel: https://www.youtube.com/watch?v=v4d3Feajr7A
Scheda spettacolo http://www.officinaperlascena.it/progetti-teatrali-prosa-torino.html
genere: comico/ /teatro musica/musical/nuove creatività/
Lo spettacolo è ispirato al testo di A. Camus "Stato d’assedio", attenta e disincantata riflessione sulla
dittatura che lo scrittore francese d{ alle stampe all’indomani della fine della guerra. In essa si
affrontano anche le questioni della resistenza e dell’uguaglianza sociale, mettendo in guardia contro la
manipolazione, la rassegnazione, la sottomissione, la passivit{, l’accettazione della tirannia. Le parole di
Camus a cento anni dalla sua nascita (7 novembre 1913) sono profetiche: la schiavitù si abbraccia
attraverso il sorriso, l’intrattenimento, l’ammiccamento, la volgarit{, il patinato, il successo, il sesso e la
promessa di tutto ciò. Il processo di omologazione, la peste moderna, viaggia rapidamente, e diffonde
come il contagio medioevale livellando la quotidianit{, imponendo all’individuo bisogni, necessit{ e
aspettative, affossando la lucidità critica. In io regno-the show la Peste è arrivata in città portandosi
dietro le sue cose buone. Vi regalerà uno spettacolo divertente e spumeggiante, con giochi, coreografie,
macchiette e passatempi. Vi mostrerà la sua valigia carica di sogni, di magie, di slogan per coinvolgervi e
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non farvi pensare. E come nelle fiere di paese, tutti sono chiamati a vincere il premio più ambito: la
libertà di omologarsi. Allora la grande estrazione può avere inizio, la macchina diabolica e magica allo
stesso tempo è avviata. Le palline rosse che contengono i numeri come scintillanti nasi da clown
vengono snocciolate una ad una secondo una logica ai più misteriosa.
BEAT – Beatles Esistenze A Tempo
di Valentina Volpatto
con Giorgia D’agostino, Michele Guaraldo, Orlando Manfredi, Paola Raho
regia di Valentina Volpatto
link video https://vimeo.com/63726151
pagina web spettacolo: www.officinaperlascena.it/beatles.html
genere: /teatro musica/musical/nuove creatività
A cinquant’anni esatti dall’uscita di «Love me do», i Beatles rimangono per la rivista Rolling Stone, il
gruppo musicale più importante e influente del XX secolo. Secondo stime del Guinness dei primati, è il
complesso musicale di maggior successo di sempre con oltre 1 miliardo di dischi venduti. Gli anni
Sessanta hanno rappresentato certamente il decennio caratterizzato dal più importante rinnovamento
generazionale che il secolo scorso abbia mai visto. Gli eventi socio-politici e culturali di quegli anni
avrebbero infatti inevitabilmente influenzato e modificato profondamente valori, aspirazioni e stile di
vita delle future generazioni. In un periodo di «crisi» economica, sociale e culturale, in anni dove l’arte e
la cultura non sono più considerati dei valori, la chiave con cui pensiamo a quel decennio è il
mutamento, il cambiamento, la ‘rottura’. Vogliamo parlarne oggi, per analizzare il passato con la
speranza di modificare il futuro, oggi.
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OCCELLI-OLIVERO
MA IL MIO AMORE È PACO
di Beppe Fenoglio
con Luca Occelli e Franco Olivero
regia di Luca Occelli
link video, pagina web spettacolo: youtube “Ma il mio amore è Paco” Luca Occelli
genere: teatro musica
Un racconto di Beppe Fenoglio realizzato da una voce recitante e contrappuntato da musiche originali
eseguite dal vivo.
TRAME, CANTI, ANIMALI E TRABUCANTI
di G.Brassens/J.Brel/L.Occelli
con Luca Occelli, Franco Olivero, Marco Allocco
regia di Luca Occelli
genere: recital
Un percorso attraverso le canzoni di G.Brassens e J.Brel, realizzato alternando frammenti originali in
prosa ed arrangiamenti per flauto trav., sax soprano e violoncello.
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OFFICINA04 Associazione Culturale
www.officina04.net
MACBETTO
di Shakespeare – rielaborazione del testo a cura di Raffaella Caruso
con Antonio Immediato, Francesca Gnan, Enzo Inserra, Fabio Sciacca, Alberto Errigo,
Federico Bava, Livio Robaldo, Federica Gaeta, Federica Martoglio, Laura Bellacicco, Raffaella Caruso
regia di Raffaella Caruso
link video: https://www.youtube.com/watch?v=oEJDXHee6CA
https://www.youtube.com/watch?v=R0YpPCFSyi8
pagina web spettacolo: http://www.officina04.net/Pages/Voces/Macbeth...%20Macbetto.htm
genere: spettacolo comico grottesco, ideale anche itinerante all’aperto per i parchi o i centri storici con
musica dal vivo di ghironda e tamburo.
Rivisitazione in chiave comico-grottesca del noto dramma scozzese composto da W. Shakespaere.
Spettacolo adatto alle famiglie. Macbetto mira a diventare la più potente carta del mazzo. Le tre sorelle
magiche accompagneranno gli spettatori nel castello di Macbetto, ove potranno essere testimoni di
eventi al limite dell’inverosimile. Passaggi tragici si alterneranno a momenti umoristici, inaspettati in tale
contesto.
MEMORIE DAL SOTTOSUOLO
di Dostoevskij – rielaborazione teatrale del romanzo a cura di Raffaella Caruso
con Paolo Mazzini, Federica Gaeta
musiche dal vivo in scena a cura di Emanuel Victor
regia di Raffaella Caruso
link video integrale (prima versione ormai rimaneggiata):
https://www.youtube.com/watch?v=Ysjddx01pF8
pagina web spettacolo:
http://www.officina04.net/Pages/Cyrano/MEMORIE%20DAL%20SOTTOSUOLO.htm
genere: spettacolo comico grottesco con musica dal vivo su palco
Spettacolo adatto ad un pubblico adulto e per i ragazzi delle scuole secondarie. Trattasi della messa in
scena del romanzo di Fedor Michajlovic Dostoevskij Memorie dal sottosuolo in una versione ambientata
nel 2000 con protagonisti un uomo di 32 anni ed una misteriosa ragazza incontrata in un pub. È
delineata una critica all’ottimista "societ{ del benessere" fondata su scienza e ragione in cui anche una
persona "istruita" e "a modo", come chiunque di noi, può essere in realtà profondamente abietta. Tra
provocazioni e contraddizioni, il protagonista invita tutti a considerare la propria spregevolezza e quasi
a sottoscriverla, inventando scuse o difese per poi smascherarsi da sé con ostentata soddisfazione.
Abbiamo scelto di proiettare filmati (non più quelli che sono presenti nel video, ma un mix di impressioni
visive) che invitino a riflettere sulle conseguenze a cui un pensiero eccessivamente individualista, come
quello attuale, può dar adito.
Ipotesi recita scolastica: al termine della rappresentazione teatrale la regista Raffaella Caruso laureata
in filosofia e gli attori invitano i ragazzi ad un approfondimento riguardo alle tematiche affrontate,
prendendo in considerazione i seguenti filosofi e letterati connessi al tema del “sottosuolo”: Platone,
Sestov, Nietzsche, Dostoevskij.
Lo spettacolo ha debuttato per tre serate nell’aprile del 2012 presso il teatro Espace di Torino. A marzo
2013 è stato riproposto per due serate al teatro bellARTE di Torino. È stato replicato, nell’aprile 2013, al
Liceo Avogadro di Biella per nove classi del liceo scientifico e psicopedagogico riscuotendo molta
attenzione ed apprezzamento. Nella prossima stagione saremo presenti in altri due licei di Torino.
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ONDA LARSEN Associazione Culturale
www.ondalarsen.org
ANDREA IN GABBIA: MONOLOGO A DIECI VOCI E UN CONTROCANTO
di Lia Tomatis
con Riccardo De Leo, Luciano Faia, Gianluca Guastella, Lia Tomatis
regia di Lia Tomatis
genere: commedia onirico-surreale con musica dal vivo
Il progetto Andrea in gabbia: monologo a dieci voci e un controcanto è il risultato di una ricerca stilistolinguistica sul teatro, unita ad una riflessione sull’attuale condizione umana alienante e convenzionale,
che ha portato ad una forma di spettacolo ibrida, a metà tra una commedia a quadri e teatro
sperimentale. Quello che viene messo in scena è un flusso di coscienza, un monologo interiore tradotto
in visioni e suggestioni multiformi. La protagonista Andrea, infatti, rappresenta l’uomo contemporaneo
nel suo percorso di costruzione del sé, la sua volontà di ricercare e comprendere la propria essenza. Le
sovrastrutture di questo mondo vengono così teatralizzate attraverso l’immagine di una gabbia in cui la
protagonista è chiusa. La drammatizzazione delle difficoltà di un essere umano ad uscire da quella
prigione riconoscendo cosa è condizionamento esterno, da cosa è scelta personale, passa attraverso
incontri con figure simbolo, proiezioni della protagonista stessa, e soprattutto attraverso linguaggi
diversi, come la musica. Il pianoforte suonato dal vivo, infatti, non è solo un commento musicale alla
vicenda, ma è un personaggio.
L’autrice non giudica e non da soluzioni, ma ritaglia per sé (e per Controcanto, il non-personaggio che in
scena in qualche modo la rappresenta) il ruolo di cronista e si accontenta di raccontare fatti e misfatti,
dolci emozioni e terrificanti paure, ricordi e rimpianti, sogni e disillusioni di una vita qualsiasi, di una
persona qualsiasi.
LA GUERRA DI PINTER
di Harold Pinter
con Riccardo De Leo, Gianluca Guastella, Luciano Faia
regia di Riccardo De Leo
genere: commedia/dramma con musica dal vivo
Questo progetto è stato pensato per raccontare delle storie di oggi: storie di guerra, di lotte di classe, di
attualità, di disagio sociale, di politici incapaci e informazioni pilotate. La grossa crisi economica che ci ha
colpiti, la disoccupazione e il diffuso senso di sfiducia sono gli argomenti principali sui quali vorremmo
riflettere e far riflettere. Vorremmo porre, inoltre, agli spettatori delle implicite domande sulle
problematiche del presente che saranno poi, con ogni probabilità, anche quelle del futuro prossimo:
nonostante alcuni dei testi proposti siano stati scritti prima degli anni ’60, risultano più che mai attuali
per raccontare il mondo di oggi fatto di guerre (inutili) di ogni tipo.
Questo spettacolo è composto da una serie di corti teatrali, alternati alla lettura di poesie, entrambi
scritti dal premio nobel per la letteratura Harold Pinter legati da un filo conduttore: la guerra, tema
ricorrente nelle opere dell’autore che per tutta la vita si è battuto contro la violenza e la prepotenza dei
poteri forti. In questi sketch troviamo così la guerra in tutte le sue forme: dalla lotta quotidiana della
gente, alla follia distruttrice dell’uomo.
Tutta la messa in scena è sonorizzata dal vivo (pianoforte e armonica a bocca) per rendere più incisive le
parole dell’autore e coinvolgere maggiormente gli spettatori.
143
O DIAVULE NON TIENE ‘E CORNA
(ovvero una parte di storia, quasi tutta vera, di cosa avvenne dietro il delitto Matteotti e anche un po’
prima e un po’ dopo, raccontata a tre giovani dalla nonna)”
di Lia Tomatis
con Riccardo De Leo, Luciano Faia, Gianluca Guastella, Lia Tomatis
regia di Riccardo De Leo
genere: commedia di carattere storico
Il 10 giugno 2014 sarà il novantesimo anniversario del delitto Matteotti: questa è la base de ‘O diavole
non tiene ‘e corna. Quest’opera, però, non intende parlare soltanto della morte di un uomo, per grande
che sia stato; perché la morte finisce per essere considerata un “fatto individuale” per la quale si può
certo celebrare l’uomo e la sua grandezza, ma questo non può essere abbastanza, perché tradisce il
monito stesso di Giacomo Matteotti: Uccidete pure me, ma l’idea che è in me, non l’ucciderete mai! Per
questo si vuole raccontare il “Delitto Matteotti”, evidenziando che è il “fatto collettivo” che si tenta di
mettere a fuoco. Quel delitto compiuto da una parte di italiani che, colpendo Giacomo Matteotti,
cercarono di affossare in Italia tutti quei valori che invece si dimostreranno ben saldi e forti nel
momento in cui si trattò di scrivere la nostra Costituzione.
I personaggi storici vengono raccontati attraverso le vicende tragicomiche di personaggi inventati, le
loro vite si incrociano e si scontrano, ma senza mai tradire la verità storica. È ai limiti del funambolismo
teatrale la scelta, già compiuta nel testo e non solo registica, di far interpretare i numerosissimi
personaggi (inventati e storici) a soli quattro attori, che si trasformano da personaggi ad attori e a nuovi
personaggi sotto gli occhi del pubblico, mettendo in scena il racconto di una realtà storica, svelandone e
allo stesso tempo acquisendone i significati profondi.
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PAPERELLE SCAMPATE Compagnia
www.facebook.com/CompagniaPaperelle
LA BALLATA DEL VECCHIO MARINAIO
liberamente ispirato all'opera di S. T. Coleridge
con Nathalie Bernardi, Alessandra Deffacis, Anna Fantozzi, Sabrina Fraternali, Deborah Gallo,
Giuseppe Perez
regia di Nathalie Bernardi, Sabrina Fraternali, Deborah Gallo, Giuseppe Perez
link video, pagina web spettacolo:
http://www.facebook.com/media/set/?set=a.206103856169933.48606.206054302841555&type=3
genere: altro – teatro di ricerca
Le vicende narrate dall'opera di Coleridge vengono trasposte attraverso l'uso di corpi, voci ed una
scenografia minimale e funzionale. I mezzi del teatro di parola, del teatro fisico e del teatro danza sono
utilizzati per creare immagini evocative che richiamano costantemente il mare, il lavoro dei marinai, le
strutture di una nave e il viaggio allucinato. Il pubblico viene direttamente coinvolto nell'azione,
assistendo agli incubi presenti ed immaginati del protagonista incarnati in figure femminili che, come le
Erinni, ne tormentano il ricordo. Suggestive colonne sonore, in un voluto effetto anacronistico,
sottolineano l'atmosfera cupa in un crescendo che giunge all'apice con la comparsa della Morte
all'equipaggio; la redenzione del marinaio invece accompagnerà dolcemente la narrazione al suo
epilogo catartico con il raggiungimento della terra natia.
DI PIANETA IN PIANETA
liberamente ispirato al Piccolo Principe di Saint-Exupéry
con Nathalie Bernardi, Alessandra Deffacis, Anna Fantozzi, Sabrina Fraternali, Deborah Gallo,
Giuseppe Perez
regia di Nathalie Bernardi, Sabrina Fraternali, Deborah Gallo, Giuseppe Perez
link video, pagina web spettacolo:
http://www.facebook.com/media/set/?set=a.206438269469825.48716.206054302841555&type=3
genere: altro – teatro di ricerca
Lo spettacolo rappresenta il viaggio compiuto dal piccolo principe che, volutamente, non compare
permettendo così l'identificazione con lo spettatore che assisterà alla sfilata di strambi personaggi.
Questi ultimi, ricalcati sulle figure di un Kabaret anni '30, inscenano un teatrino “freak” al contempo
emozionante e grottesco. Gli attori eseguono i loro cambi scena “a vista” in quanto collocati
direttamente sul palco e confinati in dei minuscoli camerini, i personaggi si avvicenderanno portandosi
al centro dell'allestimento appropriandosi, ciascuno a suo modo, di una grosso pallone rappresentante il
suo personale pianeta. Il coinvolgimento dello spettatore è al centro delle scelte registiche ed ogni
carattere si rivolgerà direttamente al pubblico ed interagirà con lui.
EPOCHÉ
di liberamente ispirato ad “Alice nel paese delle meraviglia” e “Attraverso lo specchio” di L. Carroll
con Nathalie Bernardi, Alessandra Deffacis, Anna Fantozzi, Sabrina Fraternali,
Deborah Gallo, Giuseppe Perez
regia di Nathalie Bernardi, Sabrina Fraternali, Deborah Gallo, Giuseppe Perez
genere: altro – teatro di ricerca
145
Partendo da un'analisi del tema della sospensione si è scelto di rappresentare l'arco narrativo in
verticale, in una continua ascesa dei personaggi che animano il surreale racconto di Carroll. Alice viene
chiamata a riflettere sul proprio “senso di realt{” e a sperimentare un progressivo e delirante
allontanamento da esso attraverso le interazioni con i personaggi che la guideranno verso la sua scelta.
A nessun personaggio del paese delle meraviglie è concesso di toccar terra e, come in un gioco ad
incastri, ognuno si rivela essere il sogno del successivo. Spazio, tempo, consapevolezza del proprio
corpo, unità del discorso, differenza sé-altro, e tutte quelle altre solide basi psicologiche e filosofiche
dell'essere umano vengono scardinate progressivamente fino al funambolico finale in cui le due regine
del mondo attraverso lo specchio costringono Alice a compiere la fatidica scelta tra delirio e realtà.
146
P-Ars Andrea Roccioletti Studio
www.p-ars.com
PENTESILEA, O MUORI!
dramaturg: Marco Pozzi Ilenia Pennini, Claudia Cravero
con Giorgia Cipolla, Alba Porto, Danilo Ottaviani, Ivana Cravero
link video, pagina web spettacolo: http://www.p-ars.com/page6/page208/page208.html
genere: nuove creatività
Il testo di partenza del progetto è la Pentesilea di Heinrich Von Kleist, tragedia dell'amore impossibile
tra Achille e Pentesilea. I versi scritti da Von Kleist, che furono al centro di notevoli e controverse
vicende letterarie ai tempi della prima pubblicazione dell’opera, portano il lettore a riflettere sull'enigma
dell'amore e dell'odio, sull'assimilazione cannibalica dell'altro, sulle differenze di genere, portate
all'esasperazione dalle figure mitiche delle amazzoni. Fortissimo è l’eco che richiama episodi attuali di
cronaca, che vedono il genere femminile coinvolto, come vittima oppure carnefice, nel dilemma
dell’eros e della violenza.
I dramaturg coinvolti nel progetto, prendendo spunto dal testo di Von Kleist, ne proporranno diverse
rielaborazioni: da un punto di vista psicologico, storico, sociale, con particolare attenzione all’attualit{
del tema e alle notizie di cronaca che portano ogni giorno in primo piano la questione.
Dalle “Vedove di Allah”, le terroriste suicide che hanno operato in Cecenia, fino agli episodi individuali di
violenza “della porta accanto”, il tema scelto per il Progetto Pentesilea ha gi{ nei suoi intenti il
coinvolgimento del pubblico, attraverso un linguaggio vicino a quello esperienziale dello spettatore, ma
allo stesso tempo con gli intenti di trarlo fuori dalla “zona di comfort” che la comunicazione
dell’informazione mediatica induce, per portarlo a nuovi e personali sviluppi.
Gli organizzatori hanno selezionato attori diplomati presso scuole altamente professionalizzanti quali,
ad esempio, il Teatro Stabile di Torino, e li coinvolgeranno in una serie di incontri, a latere delle prove,
con artisti e comunicatori che si sono occupati nella loro carriera di temi vicino a quello scelto, così da
poter offrire una visione a 360 gradi della questione.
Non saranno coinvolti nel progetto soltanto le figure professionali tradizionali del teatro, ma anche
tecnici video e curatori d’arte, per la preparazione dei video e la loro iniziale circuitazione a scopo
conoscitivo e promozionale nelle gallerie d’arte contemporanea di Torino, sensibilizzando la
partecipazione di istituzioni pubbliche e soggetti privati alla produzione di un prodotto culturale di
qualità, e raggiungendo il pubblico anche in sedi non convenzionali.
147
PICCOLA COMPAGNIA DELLA MAGNOLIA
www.piccolamagnolia.it
MOLIERE O IL MALATO IMMAGINARIO
di Moliere
coproduzione Piccola Compagnia Della Magnolia e Théâtre De L’épée De Bois – Cartoucherie De
Vincennes - con il sostegno di Sistema Teatro Torino e Provincia
con Davide Giglio, Giorgia Cerruti, Fabrizia Gariglio, Anna Montalenti, Pierpaolo Congiu, Luca Busnengo
adattamento e regia di _Antonio Diaz-Florian
direzione d’attore di Giorgia Cerruti
link video https://vimeo.com/63724941
pagina web spettacolo http://www.piccolamagnolia.it/il_malato_immaginario.htm
genere: classico
Il lavoro sulla pièce del Malato Immaginario ha messo in luce – dietro l’immagine stereotipata
dell’autore di “Commedie” – l’avventura di un uomo di Teatro adulato e detestato, cortigiano e
sovversivo, applaudito e censurato, in un’epoca in cui gli ori di Versailles non riescono a nascondere
l’odio delle coalizioni integraliste.
Il protagonista Argan si spoglia della maschera della Commedia dell’Arte – in cui il vecchio avaro e
ipocondriaco affronta l’universo ridicolo dei medici – e si avvicina a Jean Baptiste Poquelin, detto
Molière, direttore di troupe e attore che recita gli ultimi istanti della sua vita incarnando questo
personaggio. Alla quarta rappresentazione (17 febbraio 1673) Molière si sente infatti male in scena, ma
riesce a mascherare la sofferenza, portando a termine lo spettacolo. Muore poco dopo a casa. La sua
vita si apre e conclude nel segno del teatro.
La scena associa indissolubilmente Argan e Molière di fronte all’evoluzione della malattia ed al suo
epilogo che culmina nella rappresentazione del Malato Immaginario. Lo spettacolo è frutto di una
prestigiosa coproduzione con lo storico teatro parigino Epée de Bois/Cartoucherie de Vincennes e
rappresenta un’occasione per mostrare al pubblico italiano il lavoro di un maestro della regia europea.
HAMM-LET / STUDIO SULLA VORACITÀ
produzione Piccola Compagnia della Magnolia
con il sostegno di Sistema Teatro Torino e Provincia
in collaborazione con Théâtre Durance / Scène Conventionnée (Paca - France)
e Corte Ospitale di Rubiera (Mo)
elaborazione da Shakespeare, Muller, Laforgue, Moscato, Pasi
con Davide Giglio, Giorgia Cerruti, Fabrizia Gariglio
elaborazione e regia di Giorgia Cerruti
link video http://vimeo.com/4614397
pagina web spettacolo: http://www.piccolamagnolia.it/hammlet.htm
genere: nuove creatività
Shakespeare nostro contemporaneo: proseguendo la costante ricerca sull’antinaturalismo, la
compagnia allestisce uno spettacolo in cui la contemporaneità si nutre della tradizione per mostrare
Amleto come uomo del nostro tempo.
Hamm-Let ….hamm….l’uomo da mangiare...e poi la mamma Gertrude - complice dell’assassinio del
padre di Amleto e moglie del fratello del re defunto - e l’amata Ofelia che è troppo luminosa e fragile per
la Vita ; ad unire queste anime c’è il sentimento dell’Amore quando oscilla tra le pulsazioni
148
dell’innamoramento e il vizio della possessione. Una madre ingombrante e vorace, l’agonia di chi è
abbandonato, la gelosia bruciante e un uomo-Amleto che è l’Umanit{ intera nella sua fragilit{ di
esistere. Lo spettacolo è la prima creazione di una trilogia shakespeariana denominata Trilogia
Dell’individuo. Una rielaborazione audace e toccante del classico shakespeariano in chiave edipica,
capace di riscuotere successi di pubblico e critica in Italia ed in Europa, presso teatri e festival attenti alla
scena contemporanea.
OTELLO / STUDIO SULLA CORRUZIONE DELL’ANGELO
produzione Piccola Compagnia della Magnolia
con il sostegno di Sistema Teatro Torino e Provincia in collaborazione con Théâtre Durance / Scène
Conventionnée (Paca - France) e Corte Ospitale di Rubiera (Mo)
elaborazione da Shakespeare e Paradiso Perduto di John Milton
con Davide Giglio, Giorgia Cerruti, Fabrizia Gariglio
elaborazione e regia di Giorgia Cerruti
link video https://vimeo.com/37580003
pagina web spettacolo: http://www.piccolamagnolia.it/otello.htm
genere: nuove creatività
Un maestoso diamante colpito nel modo e nel punto giusto risulta fragile e si rompe.
Così Otello. Che cade dall’alto, come gli angeli, gli eroi, i miti, i rivoluzionari.
Così prima di lui Iago, doloroso Lucifero che soffre la privazione della Bellezza, dell’ Amore e guarda con
nostalgia e furore il paradiso perduto.
Così Desdemona, l’inarrivabile guerriera, una calamit{ mortale, un’insidia vivente di grazia avvolta,
capace di scatenare il Pandemonio.
Un'atmosfera cupa e quasi medievale incontra il mondo di Shakespeare e si spinge verso l’attuale, per
riflettere in ultimo sulla cecità dello sguardo.
Due attori in scena: gli "indivisibili" Otello e Desdemona e sopra di loro – isolato su una macchina
scenografica incombente in legno e ferro - ecco provenire Iago/demiurgo/regista/ ragno
predatore/agente del male. Macchine scenografiche, teatro d’attore, teatro di figura: una ricchezza di
linguaggi espressivi per indagare l’innesto tra tradizione e ricerca nella rielaborazione dei classici,
cercando l’unione tra teatralit{ e verit{ emotiva, alla ricerca di un senso tutto contemporaneo dell'agire
umano. Lo spettacolo, di forte impatto visivo e denso di motivi poetici, è la terza creazione di una
trilogia shakespeariana denominata Trilogia Dell’individuo
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PICCOLO TEATRO PER UOMINI DI LATTA
www.uominidilatta.com
OCEANI. ATTO UNICO PER PESCI LANTERNA
di Stefano Visconti
con Diego Garzino, Stefano Visconti
scene e luci di Tina Bruni
link video, pagina web spettacolo: http://vimeo.com/24613110
http://uominidilatta.com/spettacoli-2/oceani/
genere: surreale, tragicomico
Negli abissi oceanici i pesci lanterna vagano nell’oscurit{. In superficie gli uomini lanterna affrontano la
luce. Chi sta ‘in alto’ vuole tornare ‘sotto’ per ritrovare l’oscurit{ e l’indeterminazione, chi vive ‘sotto’
vuole evolvere per riuscire finalmente a vedere le cose ‘distanti’. Ognuno, a suo modo, desidera fuggire
dalla propria natura.
L’evoluzione è davvero un movimento verso il miglioramento della propria condizione? Tra il buio e la
luce può essere semplice muoversi verso la seconda, ma quando la luce diventa troppa? Quando ne
viene deformata l’essenza fino a diventare insopportabile, che cosa succede?
In un punto imprecisato del percorso evolutivo, oscurit{ e luce sembrano riflettersi l’una nell’altra. I
pesci lo sospettano: il luogo dove hanno sempre vissuto presto avrà un nome - acqua - e, soprattutto,
non sar{ l’unico luogo possibile. Da qualche parte, seguendo la luce, c’è un universo da esplorare.
Tutto inizia dando il nome alle cose.
Gli uomini lanterna contemplano invece la propria evoluzione con lo sguardo rivolto agli abissi e la
valutazione finale sarà quella di un probabile fallimento: la conclusione non potrà che essere un ritorno
all’origine e al disordine primordiale. Ordine e disordine rinascono senza posa, nel caos. Buio e
indeterminazione come nuovo inizio, come messa in gioco di tutto ciò che si è guadagnato e si è perso.
D’altronde, il buio è una condizione ottima per ricominciare, non è così che ha origine l’universo?
NoiSe
di Stefano Visconti
con Diego Garzino, Roberto Pilone, Stefano Visconti
scene e luci di Tina Bruni
link video, pagina web spettacolo: http://vimeo.com/35370324
http://uominidilatta.com/spettacoli-2/noise/
genere: surreale, tragicomico
Il teatro è vuoto. La compagnia si è dissolta, l’orchestra ha fatto le valigie, se ne sono andati tutti. O
quasi. Due attori e un musicista si muovono ancora tra le quinte, il palco e le poltrone. Attendono
l’arrivo dell’autore, passano il tempo indossando vecchi personaggi e provando nuovi esercizi.
Fuori, il mondo è rumore, e il rumore svuota gli sguardi, asciuga il tempo, sottrae alle cose il loro senso
intimo.
E se non arrivasse per davvero? Se non tornasse più? Proveremo a inventarci qualcosa – si dicono.
Ma guardiamoci bene negli occhi – si rispondono – avremo davvero qualcosa da dir.
Davanti alle poltrone vuote, orfani delle parole con cui fino ad oggi siamo stati nutriti, non c’è che una
cosa da fare: chiedersi, in fondo, che cosa resta di noi tra tutte le umanità che abbiamo interpretato.
150
PIERPAOLO NUZZO
MI DISPIACE DEVO ANDARE
di Pierpaolo Nuzzo
con Pierpaolo Nuzzo
regia di Pierpaolo Nuzzo, consulenza di Philip Radice
genere: comico/teatro di figura
Una maschera stralunata ed il dialetto veneto sono corpo e parlata di un improbabile Ulisse che ad anni
di distanza dal sofferto ritorno ad Itaca è in procinto di ripartire.
La vigilia del viaggio diviene il pretesto per ricordare quello precedente: la mitica Odissea; ma come il
protagonista, anche il racconto non è quello che tutti conosciamo. Così sotto gli occhi degli spettatori si
sviluppano una serie di situazioni improbabili e paradossali, lungo le quali i personaggi mitici (Circe
Polifemo Calipso Penelope...) vengono stravolti, nuovi “personaggi” compaiono e accompagnano la
platea verso una conclusione che, forse, non sarà proprio quella omerica.
Lo spettacolo è un gioco ed una esplorazione delle diverse possibilità espressive e di interazione fra
maschera e figure, essendo ciascuna assimilabile alle altre.
Pierpaolo Nuzzo lavora come attore dal 1999 frequentando diversi seminari e lavorando tra gli altri con
Roberto Castilla Green, Pasquale De Cristofaro, Michele Monetta, Vincenzo Pirrotta. Nel 2004 si
trasferisce a Torino dove, presso l'Atelier Teatro Fisico Philip Radice, frequenta il P.A.U.T.: biennio
intensivo di formazione nelle Arti Performative, durante il quale studia oltre a Teatro (pedagogia di J.
Lecoq) anche Danza, giocoleria, Acrobatica, Musica, Scherma Teatrale. Inoltre, seguendo la propria
curiosità lo spirito della scuola e per ampliare la propria formazione, frequenta alcuni seminari tra cui
con Eugenio Allegri, Pierre Byland, Adrien Bandirali.
151
PRIMOATTO Compagnia Teatrale – Saluzzo (Cn)
http://compagniaprimoatto.jimdo.it
DIECI RINTOCCHI DI CAMPANILE
di Achille Campanile
con Annalisa Aragno, Luca Bertero, Mario Bois, Annachiara Busso, Alessandra Margaria, Luisella
Picco,Riccardo Pittavino, Elena Richard, Teresa Rubiolo, Corrado Vallerotti, Giorgio Berardo, Raniero
Cane, Alessandra Faggin, Mario Colmo, Alessio Giusti, Valeria Cardetti
regia di Annachiara Busso e Mario Bois
link video, pagina web spettacolo:
http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=oIe0nCvG3WY
genere: Comico
Lo spettacolo è un lungo viaggio attraverso la produzione teatrale di Achille Campanile, senza dubbio
uno dei grandi padri della comicità italiana, autore che come pochi seppe giocare con la nostra lingua,
creando situazioni di grande comicità, una comicità semplice, garbata, adatta a qualsiasi tipo di
pubblico, ma mai banale. Saranno quindi portati in scena alcuni dei migliori “atti unici” del periodo tra il
1920 e il 1930, senza dubbio uno di quelli in cui la stella di Campanile brillò in maniera più intensa, da “La
rivolta delle sette” a “Acqua minerale”, da “Dramma giallo” a “Il nuovo pensionante”, fino ad arrivare
agli anni ’70 e ad uno dei suoi grandi capolavori, “Visita di condoglianze”, che occuper{ tutto il secondo
tempo dello spettacolo.
Uno spettacolo assolutamente per tutti, adatto ad un pubblico, come si suol dire, “dai nove ai
novantanove anni”, e che senza dubbio sapr{ far trascorrere un’ora e mezza di serenit{ e allegria.
LADRI, MANICHINI E DONNE NUDE
di Dario Fo
con Giorgio Berardo, Donatella Percoco, Luca Bertero, Annalisa Aragno, Cecilia Spampinato, Corrado
Vallerotti, Mario Bois, Raniero Cane, Alessio Giusti, Valeria Cardetti, Annachiara Busso, Micol Midulla,
Elena Richard.
regia di Annachiara Busso e Mario Bois
genere: Comico
Un doppio spettacolo quello proposto quest’anno dalla Compagnia Teatrale Primoatto di Saluzzo: dal
genio Premio Nobel di Dario Fo, vanno in scena due piece, " Non tutti i ladri vengono per nuocere" e “I
cadaveri si spediscono e le donne si spogliano". In "Non tutti i ladri vengono per nuocere" un ladro si
ritrova nel suo "lavoro" con i padroni di casa che tornano mentre lui è all'opera e con la moglie che lo
chiama al telefono: è solo l'inizio di una serie di esilaranti situazioni che complicheranno la nottata al
povero ladro. Nello spettacolo "I cadaveri si spediscono e le donne si spogliano" la scena è ambientata
in Italia nel 1958, dove un detective travestito da donna indaga su una serie di cadaveri che vanno e
vengono da una nota sartoria teatrale. Una sorta di opera buffa senza musica con una trama intrigante
e con ininterrotte trovate comiche.
152
PRODUZIONI FUORIVIA
www.produzionifuorivia.it
CHISCIOTTIMISTI
di Erri De Luca
con Erri De Luca, Gianmaria Testa e Gabriele Mirabassi
coordinamento di Paola Farinetti
luci di Andrea Violato
fonica di Claudio Viberti
link video, pagina web: www.produzionifuorivia.it
genere: teatro musica
A 4 anni dall’ultima replica di Chisciotte e gli invincibili, una delle nostre produzioni più belle, più
poetiche e più fortunate (ha girato l’Italia in lungo ed in largo nel corso di 4 stagioni, la Francia e ha
toccato Canada, Spagna e Svizzera), nasce una nuova produzione, Chisciottimisti, che vede in scena la
stessa compagnia, tre artisti che sono anche tre amici: Erri De Luca, Gianmaria Testa e Gabriele
Mirabassi.
Siamo Chisciottimisti perché vediamo in giro molti Chisciotte all'opera. Dove altri vedono il pessimismo
sanchopanzista noi riconosciamo la sagoma ostinata e ossuta del cavaliere erratico. Esistono i Chisciotte e
spronano i Ronzinante coi quali ci identifichiamo. Ecco la rivolta per la difesa dei 600 alberi di Istanbul, ecco
la misteriosa formula dell'acqua, ecco la più giusta definizione di ciò che è abbastanza.
A una tavola poco apparecchiata, una terna fraterna di affiatati amici, Testa, Mirabassi, De Luca, in ordine
rigorosamente analfabetico, si dichiara chisciottimista.
Erri De Luca
ITALY – SACRO ALL’ITALIA RAMINGA
di Giuseppe Battiston e Paola Farinetti
con Giuseppe Battiston e Gianmaria Testa
regia di Giuseppe Battiston
assistente alla regia Valentina Fois
link video, pagina web spettacolo: http://www.produzionifuorivia.it/ProgettiNovita/italy.html
genere: teatro musica
Giuseppe Battiston e Gianmaria Testa tornano di nuovo insieme in palcoscenico, dopo i successi di “18
mila giorni – Il Pitone”, a raccontare di Italia e delle migrazioni nostre del secolo scorso. Lo fanno
attraverso la poesia e le parole di Giovanni Pascoli, ma anche attraverso la musica e le canzoni dello
stesso Gianmaria Testa che al tema delle migrazioni contemporanee ha dedicato un intero album, “Da
questa parte del mare”.
“Italy” è uno spettacolo-reading, essenziale, ma ad alto tasso di poeticità. La bravura di Giuseppe
Battiston è, se è possibile, ancora più esaltata dal verso pascoliano che, attraverso la sua voce, sentiamo
più vicino e familiare; Gianmaria Testa porta in punta di piedi le sue canzoni, ma anche quelle della
tradizione popolare dei migranti e non manca la messa in musica di una delle più note poesie di Pascoli,
X agosto, una chicca assoluta. Il poemetto pascoliano viene inoltre inquadrato in una più ampia
riflessione sull’Italia tra fine ‘800 e primo ‘900 quando emigrarono oltre 14 milioni di italiani su una
popolazione complessiva di circa 30 milioni.
153
“Nella ricerca del materiale Pascoliano -dice Giuseppe Battiston- mi sono imbattuto in una serie di
fotografie e di queste una mi ha colpito in modo particolare la foto di un barcone carico all’inverosimile. Di
italiani.
L’analogia con i tempi che viviamo, con la nostra Storia contemporanea, che sarà “futura Storia e
Memoria” è il motivo per cui ho scelto di proporre questo poema. Vorrei che l’Italia, gli italiani avessero
rispetto per la propria Memoria e ne facessero un patrimonio”.
CHELSEA HOTEL
di Massimo Cotto, Mauro Ermanno Giovanardi e Paola Farinetti
con Massimo Cotto, Mauro Ermanno Giovanardi e Matteo Curallo
coordinamento scenico di Simone Gandolfo
link video, pagina web spettacolo: http://www.produzionifuorivia.it/ProgettiNovita/hotel.htm
http://www.produzionifuorivia.it/ProgettiNovita/CHELSEA.html
genere: teatro musica
Sono passati tutti da lì. Ci hanno vissuto a lungo, come fosse un rifugio e non solo un hotel sulla 23esima
strada, a New York. E poi hanno ricordato il loro passaggio in mille libri, film e canzoni. Al Chelsea Hotel
Bob Dylan ha scritto Sad Eyed Lady Of The Lowlands e Sara; Leonard Cohen e Janis Joplin hanno
consumato una breve storia poi raccontata in Chelsea Hotel #2. Nico ne ha cantato l’epopea in Chelsea
Girl. Al Chelsea Arthur Clark ha scritto 2001: Odissea nello spazio, Ginsberg e Corso hanno dato fuoco alle
polveri beat. Nella stanza numero 100 Sid Vicious ha accoltellato Nancy Spungen, nella 822 Madonna ha
scattato le fotografie di Sex. Qui Jack Kerouac ha scritto in tre soli giorni, su rotoli di carta igienica, la
prima stesura di Sulla strada. Al Chelsea hanno vissuto Patti Smith, Mapplethorpe, Iggy Pop, Bukowski,
Burroughs, Arthur Miller, Tennessee Williams, Kubrick, Jane Fonda, Dennis Hopper, Hendrix , Edith Piaf.
La lista non finisce qui, ma qui inizia un’idea: raccontare le molte storie che si sono consumate all’interno
del Chelsea Hotel per ricreare il grande affresco.
Uno spettacolo che è narrazione e canto, affabulazione e commozione. Un uomo che racconta,
Massimo Cotto, e un artista che canta, Mauro Ermanno Giovanardi, meglio conosciuto come Joe. Le
parole della narrazione evocano un quadro, la musica e la voce ne garantiscono la cornice. A metà tra
spettacolo teatrale e concerto: un viaggio per ricordare quello che abbiamo e quello che abbiamo
perduto.
LA MERDA/THE SHIT - THE DISGUST DECALOGUE #1
di Cristian Ceresoli
con Silvia Gallerano
link video, pagina web spettacolo:
http://www.cristianceresoli.it/cristian_ceresoli/la_merda___the_shit___la_merde.html
http://www.youtube.com/watch?v=aL1NKeLqlrU&feature=youtu.be
genere: recital/ nuove creatività
La Merda, spettacolo vincitore dell'ultimo Festival di Edimburgo, è la prima produzione di un nuovo
soggetto produttivo indipendente, figlio della collaborazione tra lo scrittore Cristian Ceresoli e la
produttrice esecutiva Marta Ceresoli. La Merda è un assolo che nasce dall’intuizione di un’attrice di
selvatico talento, come Silvia Gallerano, di sviluppare dentro a nuove scritture una maschera (fisica e
vocale) di sua invenzione. Ne La Merda questa maschera (tragicomica) vive su di una ripida partitura
letteraria concepita su misura. Attraverso un’ulteriore deviazione di un percorso creativo in cui la parola
suona e si fa carne, Cristian Ceresoli costruisce una scrittura originale ispirata allo stream of
154
consciousness (da Joyce a Céline a Hrabal) in cui si scatena la bulimica e rivoltante confidenza pubblica
di una “giovane” donna “brutta” che tenta con ostinazione, resistenza e coraggio, di aprirsi un varco
nella societ{ delle cosce e delle libert{. Nel corpo dell’interprete, attraverso la sua maschera e la vocalit{
delle parole, emerge una partitura fisica minimale in cui l’attrice si offre come in un banchetto, pronta a
venire sbranata da tutti, nelle sue escursioni vocali, nelle sue cadute tonali, nella sua progressiva
umiliazione. Una scrittura che nasce così dalla carne e alla carne ritorna, pur dentro a una rigidissima
confezione estetica. Applausi obbligatori.
Silvia Gallerano è la prima attrice italiana a vincere il The Stage Award for Acting Excellence 2012 come
Best Solo Performer, il più alto riconoscimento per attori/attrici al Edinburgh Festival Fringe
PIRÈTA E É LÒPP
di Ivano Marescotti (da Prokofiev)
ideazione di Ifigenia Kanarà
con Ivano MarescottI e Quintorigo
Valentino Bianchi - Sax
Andrea Costa - Violino
Gionata Costa - Violoncello
Stefano Ricci - Contrabasso
adattamento e direzione musicale Quintorigo
adattamento drammaturgico e direzione teatrale Ivano Marescotti
l
ink video, pagina web spettacolo http://youtu.be/L0kR8EsTUBM
genere: teatro musica
Pierino e il Lupo, per voce recitante e orchestra, op. 67, è una fiaba musicale per bambini che Prokofiev
compose su proprio testo nel 1936, quasi a voler evadere dalle violente problematiche che
imperversavano allora in Unione Sovietica sul ruolo e le funzioni della musica.
Essa ha lo scopo non solo di divertire, ma anche di esercitare i ragazzi a riconoscere i vari strumenti
dell’orchestra; infatti ciascun personaggio è rappresentato da un differente strumento e ha un suo tema
conduttore.
La proposta di affidare l’interpretazione musicale a un gruppo poliedrico come i Quintorigo rovescia
questa impostazione. La forte personalit{ di ogni musicista e la particolarit{ dell’inventiva e della tecnica
musicale, tipica del gruppo, fa dello spettacolo un evento straordinario.
La parte affidata alla “voce recitante” non sar{ da meno: Ivano Marescotti ha liberamente tradotto dal
russo al dialetto romagnolo il testo di Prokofiev. La scelta di interpretare Pierino e il lupo in romagnolo
deriva dal fatto che la storia è talmente semplice che anche chi non afferra il dialetto è in grado di
seguirla. Il linguaggio utilizzato quindi si trasforma in una occasione sonora, musicale, alla pari degli altri
strumenti. Una sorta di gramelot sonoro integrato perfettamente nella interpretazione jazz dei
musicisti. Non si tratta dunque di una “voce” fuori campo recitante, l’attore offre qui una performance
fisica coinvolgente, una sorta di cartone animato che spazia per tutto il palco, coinvolgendo i musicisti
stessi nell’azione. Il divertimento per i piccoli è assicurato ma soprattutto gli adulti trarranno grande
godimento da uno spettacolo di alto valore musicale e teatrale.
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PROGETTO FMG
Michele Di Mauro/Francesca Bracchino/
Francesca Brizzolara/ Carlotta Viscovo
in collaborazione con Tecnologia Filosofica/CAP10100
e in co-produzione col Festival delle Colline Torinesi
FEROCEMADREGUERRA
del selvaggio dolore di essere uomini
uno spettacolo di : M. DI MAURO/F. BRACCHINO/F. BRIZZOLARA/C. VISCOVO
Con _Francesca Bracchino, Francesca Brizzolara, Michele Di Mauro, Carlotta Viscovo
link video http://youtu.be/zvL6nk2YeLo
pagina web spettacolo: http://www.facebook.com/ferocemadreguerrafmg
http://www.facebook.com/micheledimauro
genere: teatro
FMG: uno spettacolo modulare, scomponibile. “Un monologo per 4 attori”, che, a seconda dei luoghi,
dei tempi e delle condizioni, prenderà forme diverse; anche senza sapere in quanti lo andranno ad
interpretare. E pure gli spazi, potranno essere all’altezza di questo pensiero decostruttivo: perfetti o
sconvenienti/ grandi teatri o piccole alcove. Non per “adattare” lo spettacolo, ma per assumersi la
responsabilità di scegliere la soluzione migliore, di volta in volta. Punto di partenza: il testo di
J.P.Simeon,“Stabat mater furiosa”, un’invettiva contro la guerra,una preghiera nera, che ha dato il via
ad una drammaturgia originale, col contributo di autori complici: Artaud, Morante, Kane, Shakespeare,
Szimborska, Fabre - che cercher{ di affermarsi e divulgare, la forza di un Rito Pubblico d’ intimit{ feroce.
Una direzione di guerra, uno sguardo bellicoso sulle cose. Una voglia di alleare ferocia e dolcezza. Un
desiderio di dire per conquistare e di stare per condividere. Di vincere per convincere. GUERRE: Oggi,
per noi quali? Contro chi? Per ottenere cosa? Che armi abbiamo a nostra disposizione? Ci interroghiamo e
apriamo pubblicamente la questione. GUERRE: non come condizioni da condannare, ma necessarie
perché ti obbligano a scegliere: TU, da che parte stai?? Ferocemadreguerra: uno spettacolo su piccoli e
grandi conflitti da vincere, per affermare il valore della bellezza e della dignità come motori irrinunciabili
dei rapporti umani.
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compagnia Jurij Ferrini
www.progettourt.it
ASPETTANDO GODOT
di Samuel Beckett
con Natalino Balasso e Jurij Ferrini
e con Angelo Tronca e Michele Schiano di Cola
regia di Jurij Ferrini
pagina web spettacolo:
http://www.progettourt.it/home/i_grandi_capolavori_della_drammaturgia_comica/Voci/2013/10/1_Aspet
tando_Godot_di_Samuel_Beckett.html
genere: classico - comico
Jurij Ferrini e Natalino Balasso affrontano un classico del moderno: Aspettando Godot di Beckett. Lo
spettacolo ha debuttato in anteprima al Teatro di Locarno in Svizzera e in prima nazionale al Teatro
Comunale di Ferrara nell’autunno del 2012 ed è il frutto di un incontro singolare fra Natalino Balasso e
Jurij Ferrini, il risultato di una intesa scenica molto forte nata durante la tournée de I Rusteghi di
Goldoni, spettacolo di grande successo del Teatro Stabile di Torino firmato da Gabriele Vacis.
Due uomini, due clochard, clown, Didi e Gogo si incontrano ogni giorno presso una strada di campagna.
E aspettano. Aspettano che un certo signor Godot arrivi e porti un cambiamento alle loro vite.
Attraverso i loro dialoghi surreali, in un non luogo, dove tempo e spazio sembrano sospesi, ci portano a
riflettere sul fatto che probabilmente anche noi siamo come loro in attesa dell'occasione che darà una
svolta e un senso alla nostra esistenza. Si tratta quindi di un teatro ben poco assurdo ma semmai
estremamente allegorico, almeno da quando l’assurdit{ della vita ha di gran lunga superato il non senso
apparente di ciò che viene detto in scena. In questa versione di Aspettando Godot – ci dicono gli
spettatori - si ha la sensazione d’aver capito qualcosa in più, divertendosi molto. Questa è per noi la
migliore recensione che si possa ricevere. Anche se un vero e proprio consenso unanime della critica ha
salutato il debutto di questo nostro spettacolo….
Jurij Ferrini
LA LOCANDIERA
di Carlo Goldoni
con Jurij Ferrini e Ilenia Maccarrone
e con Massimo Boncompagni, Alessandra Frabetti, Loris Leoci, Michele Schiano di Cola,
Wilma Sciutto, Angelo Tronca
regia di Jurij Ferrini
pagina web spettacolo:
http://www.progettourt.it/home/i_grandi_capolavori_della_drammaturgia_comica/Voci/2013/6/30_Loca
ndiera_di_Carlo_Goldoni.html
genere: classico - comico
Jurij Ferrini propone un capolavoro intramontabile, La locandiera di Carlo Goldoni, in una versione
innovativa, dove la scena è priva di orpelli scenografici e la lingua è asciugata da vezzi e manierismi. Lo
spettacolo risulta particolarmente comico, perché l’azione drammaturgica si concentra sulla potenza
157
del linguaggio e del testo accentuandone il potenziale esilarante. Alla sua decima ripresa lo spettacolo
continua e mietere grande successo di pubblico e critica.
MANDRAGOLA
di Niccolò Machiavelli
con Jurij Ferrini
e un cast in via di definizione
regia di Jurij Ferrini
coproduzione con La Corte Ospitale Di Rubiera
Debutto in prima nazionale il 12 luglio Festival Di Borgio Verezzi
pagina web spettacolo:
http://www.progettourt.it/home/i_grandi_capolavori_della_drammaturgia_comica/Voci/2013/7/15_Mand
ragola_di_Niccolo_Machiavelli.html
genere: classico - comico
Mandragola, ispirata da un motivo erotico-cortese - d’ascendenza medievale e di sapore decameroniano,
ossia l’innamoramento da lontano per semplice suggestione durante una disputa sul primato di bellezza
“tra le donne italiane e quelle franzesi” - non è solo una perfetta macchina comica ma anche una
meravigliosa allegoria sulla “corruzione della logica politica”, allegoria che scambia i vizi della vita
pubblica con quelli della vita privata, allargando il suo orizzonte critico anche al clero (infatti non si
ricorda spesso che quest’opera è stata messa all’indice dalla chiesa cattolica per più di 400 anni, fino ai
primi anni ’50!) e che in quasi cinque secoli di storia - e qui sta il secondo motivo di stupore nel
riprenderla in mano oggi - non solo non ha perso mordente sull’attualit{, ma al contrario è stata in
qualche modo una lucidissima premonizione sui nostri tempi, rivelando la nostra stessa identità di
popolo e le radici profonde di un malcostume - ahimè - tutto italiano.
158
REFRAIN
7.50
di Marco Amistadi
con Marco Amistadi
aiuto regia Elena Valente
regia di Marco Amistadi
link video, pagina web spettacolo:
https://vimeo.com/67659111 (durata 5_min)
https://vimeo.com/67405295 (durata 15_min)
genere: Teatro di parola, musica, live electronics
La vicenda illustra l'incontro anomalo tra un ragazzo e un misterioso personaggio adulto. Tra i due si
instaura un legame sessuale. Il giovane racconta in prima persona, con attenzione particolare per le
percezioni e le sensazioni provate, fondendo l'esperienza con impressioni fisiche, mentali e uditive. Un
monologo scandito da narrazioni surreali, che si dipanano tra suono, musica, immagini letterarie e
ambienti scenici.
Il ragazzo non rifugge gli incontri, ma neanche li incoraggia. Non emette giudizio, si limita a osservare e
percepire. L'Autodidatta si limita a essere presente, senza violenza, senza parole. Punto d'incontro tra i
due è il capolinea della corriera, dove il giovane attende il pullman che lo riporta giornalmente fuori
città, verso casa.
I tre cardini della narrazione sono il protagonista, l'Autodidatta, la corriera. Quest'ultima è vista come un
essere vivo, a pieno titolo nella schiera dei personaggi, ma è anche un luogo. E contemporaneamente un
viaggio da un luogo conosciuto, la casa, a uno sconosciuto, la città.
"7.50" è, in ultima analisi, un progetto di fusione intima tra sensazioni e narrazione (nel testo), e tra
suono e recitazione (sulla scena). L'obiettivo è di creare un momento percettivo, più che teatrale,
avvolgendo la vicenda narrata con suggestioni visive e sonore.
159
GLI SCAMPOLI
www.gliscampoli.it
IL MATRIMONIO
di Mario Alessandro
con musiche dal vivo dei 4&4otto
regia di Andrea Canavero
link video, pagina web spettacolo: http://www.gliscampoli.it/wordpress/spettacoli/il-matrimonio/,
www.youtube.com/watch?v=491L_YXYFMo
genere: commedia brillante
Come si trasforma un matrimonio, (un bel matrimonio!), in commedia, una bella commedia?
Prendete il primo atto ed immaginatevi il matrimonio, in chiesa, visto dal lato dei parenti della sposa.
Poi prendete il secondo atto ed immaginatevi lo stesso matrimonio, in chiesa, visto dal lato dei parenti
dello sposo. Ora agitate e mescolate il tutto, versatelo in un teatro e metteteci sopra un bel terzo atto,
dove... Beh, mica posso dirvi come va a finire, no?
ATTENTO ALLA CIOCCOLATA, CALLAGHAN!
di Quattrocchi e Cattivelli
con musiche dal vivo dei 4&4otto
regia di Andrea Canavero
link video, pagina web spettacolo: http://www.gliscampoli.it/wordpress/spettacoli/attento-allacioccolata-callaghan/, www.youtube.com/watch?v=BgHiD6SnvWk
genere: commedia brillante
Prendete un detective privato di successo, protagonista di centinaia di gialli che hanno venduto milioni
di copie, con tutto il suo entourage di poliziotti corrotti, assistenti innamorate, clienti dal fascino
internazionale e via dicendo. Poi prendete anche il suo autore che, in piena crisi creativa, non riesce a
finire l’ultimo romanzo della serie… Ora, con un abile colpo di mano, scaraventateli tutti insieme sullo
stesso palcoscenico: cosa ne esce? Beh, se ci sono Gli Scampoli… Novanta minuti di risate!
TRAPPOLA PER TIPI
di Corrado Vallerotti
regia di Andrea Canavero
link video, pagina web spettacolo: http://www.gliscampoli.it/wordpress/
genere: commedia brillante
Quante volte, magari leggendo un libro, siete stati tentati di pianificare la prematura dipartita di vostra
moglie, di un socio in affari, o magari dell’amante di vostro marito? Solo che poi, tra il dire e il fare…
Bene, ecco la “Trappola” giusta per i vostri turpi scopi: un ambiente raccolto, isolato dal mondo, ideale
per un incontro clandestino, un delitto o, peggio ancora, una serata tra amici…
Certo che se poi volete fare tutto insieme…!
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SENZA CONFINI DI PELLE
www.senzaconfinidipelle.com
LIQUIDI
di Dario La Stella > Senza Confini Di Pelle
drammaturgia originale di Dario La Stella
con Dario La Stella, Valentina Solinas, Stefano Visconti
regia di Dario La Stella
link video, rappresentazione del 5 aprile 2013:
http://www.youtube.com/watch?v=cQdq5Jj4cVo&list=HL1367529877
genere: nuove creatività
LIQUIDI è uno spettacolo per due attori e videoproiezione coadiuvato da un intervento tematico a fine
rappresentazione su Acqua e sostenibilità.
2111. 250° anniversario dell’unit{ dell’ex Stato Italiano. Dopo la catastrofica fusione dei ghiacci delle
calotte polari, le terre emerse sono ridotte, l’acqua dolce è scarsa, la sovrappopolazione è dilagante.
L’Italia, come gli altri paesi ricchi di fonti, è stata comprata dalle grandi multinazionali: Torino, comprata
dalla Tauros Planet Drink e rifondata in Taurina. Politicamente un unico stato amministra il pianeta
mantenendo il controllo sugli individui attraverso le loro debolezze. Tutto si basa sulla velocità, sul
cambiamento continuo, sul piacere effimero del nuovo, sul consumo immediato. Non sono permessi
legami duraturi. Tutte le relazioni (economiche, sociali) sono a scadenza. Ogni tipo di relazione è
regolato dal denaro, anche le conversazioni. Si compra il tempo per essere ascoltati. Una coppia in
scadenza entra in crisi: una falla nel sistema ha creato un’altra possibile realt{.
Nei dialoghi dei personaggi la drammaturgia si snocciola e svela la fantascientifica civiltà futura. La
liquidità nelle sue diverse accezioni è il cuore della drammaturgia che prende spunto da fonti
scientifiche geologiche, sociologiche e letterarie e da autori come il National Snow and Ice Data Center,
Z Bauman, A Huxley.
Le proiezioni video rendono l’ambiente esterno e gli umori dei personaggi con immagini oniriche e forti
variazioni di colore.
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SFAMUSE Compagnia
SE VUOI PUOI
di Fabiana Gariglio
con Fabio Rossini, Giulia Berto, Elena Bonino, Lucia Carnevale, Valentina Cesano,
Daniela Freguglia, Sabrina Scolari
regia di Fabiana Gariglio
pagina web spettacolo: https://www.facebook.com/pages/Sevuoipuoi/525329134166244
http://www.teatrailer.it/blogs/sevuoipuoi-scena-al-teatro-giulia-di-barolochi-mal-risponde-peggiocomprende#.URd69m63q6k.facebook
link video: http://www.teatrodeisogni.it/video/promo_sevuoipuoi.mp4
genere: comico
Lo spettacolo vede protagoniste sei giovani attrici alle prese con la difficile arte della "comicità al
femminile".
Ad affiancarle in questa impresa un famoso cabarettista, Fabio Rossini (noto al grande pubblico per la
sua partecipazione a Zelig nel duo comico "I Mammuth"), per dare vita ad uno show comico,con spunti
cabarettistici.
Lo spettacolo è la rappresentazione di una realtà parallela, quella della televisione: il palcoscenico
diventerà l'enorme inquadratura televisiva delle puntate di un talk show condotto da un sedicente
"Maestro", ovvero un presunto conoscitore della natura umana, un venditore di fumo a tutti gli effetti,
del quale le povere donne ospiti saranno (...ma solo inizialmente!) vittime inconsapevoli.
Una divertente versione teatrale dell'esasperante e ben studiato linguaggio televisivo che entra
quotidianamente nelle nostre case e ci rende incapaci di resistere al seducente mondo patinato.
Una riflessione sulla fragilità umana alla costante ricerca di conferme, risposte, premi, il tutto in chiave
brillante e canzonatoria!
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SIPARIO DEGLI ESTRANEI
www.sipariodegliestranei.it
BEST SELLER ED. TASCABILE
di Paolo Vallerga e Simone Alessio
con Roberto Zunino, Delia Dimasi, Antonella Serra, Paolo Vallerga, Mauro Simolo, Enrico Messina
regia di Paolo Vallerga
link video, pagina web spettacolo:
http://www.youtube.com/watch?v=fHJRO_1eCAQ
http://www.youtube.com/watch?v=lGjc5pHvFSM
genere: Improvvisazione comica
Long form di improvvisazione teatrale in atto unico. Uno scrittore si accinge a scrivere un romanzo
giallo. Lo far{ in scena, seguendo i capricci dell’ispirazione. I personaggi all’oscuro delle scelte narrative
dello scrittore, scopriranno presto di essere reali, vivi, e padroni della scena al di là della volontà dello
scrittore stesso, perché prendono vita e incrociano i propri destini in base ai suggerimenti messi per
iscritto dal pubblico prima dello spettacolo. La storia cambierà secondo inattesi bivi e insospettabili
risvolti, catapultando personaggi, attori, scrittore e pubblico nel cuore di un racconto totalmente
imprevedibile. Surreali flashback, storie d’amori impossibili e drammi interiori creati dalla fantasia
scenica degli attori che nulla hanno sul palco, ma tutto mostrano perché il tutto è frutto
dell’improvvisazione. Questo rende il “romanzo” unico e irripetibile, originale alchimia di sentimenti e
situazioni comiche... in pratica un “Best Seller” (in edizione tascabile)!
SUDOKU DI CUORI
di Claudio Procopio, Paolo Vallerga e Mauro Simolo
con Mauro Simolo, Sabrina Scolari, Andrea Pagano, Giulia Berto, Stefano Fiorillo,
Paolo Vallerga, Enrico Messina, Simona Mereu, Antonio Mele.
regia di Eugenio Gradabosco
link video, pagina web spettacolo: http://www.sipariodegliestranei.it/
genere: commedia musicale con 14 canzoni cantate e ballate live
Una divertente commedia musicale fatta di intrecci amorosi e colori mediterranei, con improbabili
pupazzi e ancor più improbabili personaggi per raccontare l’amore... come lo avete sempre visto.
Dopo parecchi anni lontano da casa, Antonio, uno scultore di dubbie doti artistiche, torna nel suo paese
natale dove ritrova i suoi amici di scuola: Toni, un onesto trafficone, Masa (Maria Rosaria), avvocato di
successo e soprattutto Juanita che vive esclusivamente in un mondo guidato dalla televisione, tra una
serie tv e l'altra. La festa del patrono San Bernardino, amichevolmente conosciuto come "Ber'dino" fa
da cornice al nascere delle passioni, dell'amore, delle illusioni e delle disillusioni dei quattro protagonisti.
In questo intreccio d'amore entrano a creare non poco scompiglio un ladro di appartamento, scambiato
per il nuovo parroco, un supereroe inflessibile ai suoi doveri di eroe e una coppia di topi, nella veste di
narratori dell'amore... esattamente come lo avete sempre visto.
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STALKER TEATRO
www.stalkerteatro.net
DIES. GIORNI CONTATI
di Stalker Teatro
con Adriana Rinaldi, Raffaella Marsella, Stefano Bosco, Gigi Piana, Dario Prazzoli,
Erika Di Crescenzo, Ivana Messina, Maura Dessì
musiche originali eseguite dal vivo di Riccardo Ruggeri
regia di Gabriele Boccacini
link video http://www.stalkerteatro.net/produzioni/dies.htm
pagina web spettacolo:
http://issuu.com/stefanobosco/docs/spettacolo_dies?mode=window&viewMode=doublePage
genere multidisciplinare
Il pre-testo di riferimento dello spettacolo "DIES-giorni contati", è una rara e poco conosciuta
rappresentazione iconografica del "Cristo della domenica" ancora visibile negli affreschi del XV secolo di
alcune chiese in Italia e all'estero. In queste composizioni pittoriche della fine del Medioevo, il corpo di
Cristo è circondato da attrezzi di lavoro e da scene di svago e di vita quotidiana.
Dal contrasto fra gli utensili e le scene festose del dipinto, ha avuto inizio il confronto con la
contemporaneità e la valenza contradditoria della condizione lavorativa dell'attuale periodo di crisi. Nel
nostro contemporaneo, in questa fase recessiva, la riduzione dell’occupazione caratterizza socialmente
e intacca profondamente la nostra identità, determinando una dicotomia sostanziale fra la ricerca di una
partecipazione attiva alla società e l'obbligo della sospensione di questa in un ozio forzato.
Lavoro e tempo libero, creatività e apatia, disoccupazione e ricerca di un'alternativa, sono stati gli
stimoli tematici che hanno ispirato la creazione performativa, dove il teatro, la danza, la musica e le arti
visive diventano un’unica sostanza espressiva.
INCONTRI. 14 PASSI NELLE SCRITTURE
di Stalker Teatro
con Adriana Rinaldi, Raffaella Marsella, Stefano Bosco, Gigi Piana, Dario Prazzoli
regia di Gabriele Boccacini
link video http://www.stalkerteatro.net/produzioni/encounters.htm
pagina web spettacolo:
http://issuu.com/stefanobosco/docs/incontri__it_?mode=window&viewMode=doublePage
genere multidisciplinare
Inoltre lo spettacolo offre agli spettatori la possibilit{ di partecipare direttamente all’evento teatrale: la
performance teatrale viene così a trasformarsi in una sorta di happening.
Il tema poetico a cui si ispira il testo è tratto da una ricerca su brani dell’Antico testamento ed in
particolare su alcuni frammenti dedicati all’ “incontro con l’altro” e alla positiva convivenza fra le
persone in una comunità. Uno degli aspetti principali della ricerca artistica della compagnia riguarda la
sperimentazione di situazioni e giochi teatrali che facilitano il coinvolgimento attivo degli spettatori.
Negli ultimi anni Stalker Teatro ha prodotto numerose performance che possono essere scelte e
facilmente adattate secondo le caratteristiche spaziali e temporali in cui avviene l’incontro con il
pubblico. Lo spettacolo è composto da alcune scene, che creano diverse situazioni teatrali, realizzate
utilizzando un particolare linguaggio, elaborato dalla compagnia durante una lunga esperienza di
laboratorio, con persone di diverse et{, fondato sull’utilizzo di semplici oggetti che stimolano la
dinamica del gioco teatrale collettivo.
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Lo spettacolo “Incontri” può anche essere presentato insieme ad un gruppo di persone giovani e altri
abitanti, della città ospitante, tramite un breve laboratorio teatrale di tre incontri per la preparazione
dello spettacolo, dove i partecipanti diventano coprotagonisti insieme agli attori della compagnia.
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STREGATTI COMPAGNIA TEATRALE
https://www.facebook.com/pages/Stregatti-CompagniaTeatrale/309115362521239?ref=hl
http://www.youtube.com/user/TeatroStregatti
IL CORO music and money
di Gianluca Ghnò
con Daniela Faletti, Assunta Floris, Simona Gandini, Giusy Barone,
Antonello Cannito
regia di Gianluca Ghnò
link
video,
pagina
web
spettacolo:
http://www.youtube.com/watch?v=N1a9bckzmbk
genere: grottesco/comico/teatro musica/nuove creatività/
Un’amabile vecchietta vive con il suo gattino adorato sotto una miniera d’oro; una cantina fatta di muri
di terra in cui sarebbe “facilmente” possibile scavare un tunnel che “facilmente” porterebbe al cavò di
un casinò. Una donna, nome in codice Orange Bon Bon, conosce la cantina della vecchia vedova e
insieme alla sua banda di terribili donne\assassine si fingeranno una “Corale d’oratorio” in cerca di una
“cantina” in cui fare le loro prove. Che cosa accadr{? La cara nonnina non pare essere tanto amabile
come sembra…. Thriller psicologico "psicopatico" tutto a ritmo di musica e rumori sonori Musica Live
d’improvvisazione. Lo spettacolo lavora sullo stereotipo della donna mascolinizzata.
DONNE DISARMANTI – LISISTRATA
liberamente tratto dalla Lisistrata di Aristofane
con Assunta Floris, Giusy Barone, Laura Tartuferi, Daniela Faletti, Simona Gandini, Moreno Mantoan
violino Chiara Giacobbe
regia di Gianluca Ghnò
link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=O27Us4KaVCM
genere: classico/teatro musica/nuove creatività/
Sfrontata, intelligente, ironica, spregiudicata, lungimirante, concreta, immaginosa, appassionata, lucida,
solidale e sferzante, così pensata dal suo autore Aristofane e giunta a noi. Lisistrata una donna
disarmante, personaggio frutto di un tempo e di un mondo che si è depositato nell’immaginario comune
come modello di lotta non violenta. “Lisistrata” affronta insieme il problema della pace e della posizione
della donna nelle citt{, un’ipotesi di potere femminile che si realizza nell’abolizione della propriet{
privata e soprattutto di quella sessuale. I tempi sono quelli tragici delle guerre del Peloponneso tra
violenze fratricide che segnano la rovina della civiltà della Grecia. Lisistrata chiama a raccolta le donne
per organizzare il più incredibile sciopero della storia, quello del sesso, per costringere gli uomini a fare
la pace. Non solo è una rivoluzione non violenta, ma la costruzione di un nuovo sistema dove la prima
regola è la rinuncia alla violenza come via verso il dialogo dove uomini e donne decidono
insieme per il bene comune. Lo spettacolo degli Stregatti propone attraverso il teatro e la musica il
manifesto non violento, e racconta attraverso Aristofane come è possibile organizzare una rivoluzione
di questo genere, prendendo come esempio le gesta di Lisistrata e le sue donne: donne disarmanti che
166
stupiscono gli uomini per il coraggio di infrangere le regole sociali e ancora “disarmanti” cioè capaci di
far cessare la guerra.
PROGRESSIVE LOCANDIERA
versione rivisitata della “Locandiera” di Carlo Goldoni
con Giusy Barone, Luca Bertolotti, Luca Visconti, Claudio Vescovo, Assunta Floris, Simona Gandini
regia di Gianluca Ghnò
link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=jVPSZn1ARxc
genere: classico rivisitato/comico/nuove creatività/
Versione rivisitata della Locandiera di Goldoni, dove la musica progressive ascoltata in cuffia da Fabrizio,
funge da leitmotiv dell’intera commedia, colorando gli sbalzi d’umore di Mirandolina, rappresentandone
l’intelligenza e la sua vivacità. Le scene sono ispirate ai quadri di Mondrian (suprematismo visivo) a
sottolineare la modernità del pensiero della protagonista, che cambia abito a seconda della scena e di
chi ha di fronte. Un gioco di colori e musica, mantenendo intatto il linguaggio goldoniano, cercando
però di spogliarlo dei vezzi settecenteschi per arrivare a una forma più essenziale ma comunque
comunicativa e “musicale”.
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TANGRAM TEATRO
www.tangramteatro.it
QUALCUNO ERA GIORGIO GABER
nuova produzione in occasione del decennale della scomparsa)
di Giorgio Gaber e Sandro Luporini
con Bruno Maria Ferraro
regia di Ivana Ferri
link video, pagina web spettacolo: http://www.tangramteatro.it/index.htm
genere: teatro musica
A dieci anni dalla scomparsa di Giorgio Gaber, Tangram Teatro con uno spettacolo di teatro-canzone
riprende il repertorio più recente di un artista che ha lasciato un segno profondo nella musica, nel teatro
e nella cultura italiana. Le sue canzoni e suoi monologhi riescono ancora, a distanza di anni, a
fotografare in modo impietoso una società nella quale l'individuo fatica a riconoscersi. L'intelligenza
acuta, l'ironia sottile, la rabbia di Giorgio Gaber sono uno strumento prezioso per continuare a
"leggere" il nostro tempo e per creare un ipotetico, ma reale, dialogo tra generazioni.
DEDICATO AD ALDA MERINI
di Alda Merini
con Lucilla Giagnoni
regia di Ivana Ferri
link video, pagina web spettacolo:
http://www.tangramteatro.it/PRODUZIONI/DEDICATO%20AD%20ALDA%20MERINI.htm
http://www.youtube.com/watch?v=npLgUv-FTVw
genere: classico/recital/cabaret/comico/teatro di figura/teatro musica/musical/nuove creatività/altro
“È un po’ abusato e logoro il termine “poeta”. Contaminato, speso male, spesso usato in modo non
appropriato. Ma a lei, ad Alda Merini piaceva tanto usarlo, ci si identificava al punto che parlava in terza
persona del poeta, un plurale maiestatis che faceva tenerezza. Alda Merini è stata una poetessa, anzi lei era
la “poesia”.
Così Ivana Ferri ricorda la poetessa milanese scomparsa nel novembre scorso, alla quale aveva dedicato
uno spettacolo alcuni anni fa “Una sottile linea d’ombra”. E in quell’occasione, la Merini, era stata ospite
al Tangram Teatro dove aveva festeggiato i suoi 71 anni incontrando il pubblico e parlando a ruota libera
della poesia di lei del manicomio che portava come una cicatrice indelebile sulla pelle. A distanza di anni
e con la tenerezza di un’assenza, Ivana Ferri, ha chiamato Lucilla Giagnoni ad interpretare un percorso
articolato tra le liriche ed i racconti di vita scritti da Alda Merini in epoche e situazioni diverse. Una serata
per ricordare “lei” ma per richiamare anche, ancora una volta, l’attenzione su quella pagina nera che è
stato il sistema manicomiale italiano fino a fine anni ’70. Una pagina nera che rischia di riaprirsi ogni
volta che si dimentica ciò che è stato, e che un falso “bisogno” di ordine e di omologazione fa
riaffiorare pericolosamente nella confusa politica italiana di oggi.
168
F.D.A. BOCCA DI ROSA E ALTRE STORIE
di Bruno Maria Ferraro
con Bruno Maria Ferraro
regia di Ivana Ferri
link video, pagina web spettacolo: http://www.tangramteatro.it/PRODUZIONI/fda.htm
genere: teatro musica
Perché uno spettacolo va in scena per 15 anni e continua ad essere riprogrammato? Perché il pubblico
continua a seguirlo con affetto e partecipazione. Continua così lo straordinario viaggio di Fda Bocca di
Rosa e Altre Storie spettacolo teatrale in memoria di Fabrizio De Andrè che continua il suo viaggio sui
palcoscenici italiani.
F.D.A. Bocca Di Rosa e Altre Storie è il ricordo di Fabrizio De André con uno spettacolo musicale che nelle
passate stagioni ha ottenuto uno straordinario successo di pubblico. Un’occasione per condividere
ricordi lontani ed emozioni che appartengono al nostro passato recente, ma che sono anche lo specchio
della nostra coscienza sociale.
Bocca di rosa, Marinella, Tito e tantissimi altri personaggi del mondo degli emarginati, dei vinti ci sono
divenuti familiari acquistando almeno nel nostro immaginario la dignit{ dell’esistere. Con De André è
scomparso qualcuno che a tutti sembrava di conoscere, un amico discreto che ha accompagnato le
nostre riflessioni, che ci ha regalato preziosi momenti di poesia. Un compagno di tante serate passate
tra amici a ricomporre e rivivere meravigliosi affreschi umani, trasportati da una poesia semplice ed
essenziale, in grado di raggiungere tutti.
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TANGRAM TEATRO TORINO E BEBO STORTI E FABRIZIO CONIGLIO
SUICIDI? TANGENTOPOLI IN COMMEDIA
di Bebo Storti e Fabrizio Coniglio
con Bebo Storti e Fabrizio Coniglio
regia di Bebo Storti e Fabrizio Coniglio
link video, pagina web spettacolo: cliccando il titolo spettacolo su youtube vi è video spettacolo e su
richiesta verranno inviati via mail recensioni importanti di testate nazionali
genere: commedia teatro civile
Siamo in piena tangentopoli e due comuni cittadini italiani, giocando a fare gli ispettori, indagano su “3
suicidi eccellenti” di quel periodo: Castellari, direttore generale degli affari economici del Ministero delle
Partecipazioni Statali e consulente dell’Eni, Cagliari, presidente dell’Eni e Gardini, capo indiscusso della
Montedison e maggior azionista dell’Eni. Perché le scene dei suicidi sono state alterate? Perché
Castellari, Cagliari e Gardini si uccidono proprio il giorno in cui dovrebbero incontrare i magistrati? Hanno
tutti e 3 un forte legame con L’Eni. È solo una coincidenza? Il sistema uccide chi all’improvviso diventa
inaffidabile? Non daremo presuntuosamente la soluzione a questi quesiti, ma insinueremo nello
spettatore ,con le testimonianze, gli interrogatori, le analisi compiute sul luogo del delitto, le perizie e le
autopsie, il dubbio che questi suicidi possano forse essere anche degli omicidi, senza cadere nella
retorica, ma usando l’ironia e la forza teatrale della rappresentazione. Nulla di ciò che viene
rappresentato è inventato ma è tratto da documenti ,dichiarazioni e perizie ufficiali ,raccolte con
minuziosa scrupolosità dal presidente del tribunale di Civitavecchia Mario Almerighi. Lo spettacolo
“Suicidi?” è infatti tratto dal libro “3 Suicidi Eccellenti” di cui Almerighi è l’autore. Ma perché
riattraversare quel periodo? Perché riparlarne? Tutti sappiamo che era uso comune , in quegli anni, il
"sistema" delle tangenti; il favore all'amico di partito, al sodale, alla persona "vicina" per ideologia e per
appartenenza. Una mafia che si stringe attorno all'idea di Patria, ma che poi fa spreco di denaro
pubblico. Una classe dirigente e politica che ha perso, se mai l'ha avuto, il senso dello stato, del "servire
il popolo" ma che è invece terrorizzata dal perdere i propri privilegi, dal veder svanire il potere con i
privilegi. E così montagne di danaro pubblico vanno in fumo fra gli anni settanta e gli anni novanta ,
indebitando lo stato, e quindi i cittadini italiani per i prossimi decenni a venire. Riattraversare quel
periodo con queste tre vicende è anche un modo per capire che cosa è il nostro paese oggi e cosa
continuer{ ad essere negli anni , se questo “sistema” non verrà smantellato.
BANCHE –UN LADRO IN CASA
di Bebo Storti e Fabrizio Coniglio
con Bebo Storti e Fabrizio Coniglio
regia di Bebo Storti e Fabrizio Coniglio
link video, pagina web spettacolo: su youtube breve video spettacolo e su richiesta verranno inviate via
mail recensione nazionali di testate come “ La Stampa”(debutto nazionale al Carignano di Torino
nell’ottobre 2012)
genere: commedia Teatro Civile
Il titolo di questo spettacolo prende spunto da una frase che una signora di 78 anni si è sentita dire dal
direttore della propria banca, quando è andata a lamentarsi per come le avessero volatilizzato i risparmi:
”Signora non c’è più niente da fare, ci metta una pietra sopra… come se un ladro le fosse entrato in
casa”. C’è un momento della vita, magari in tarda età, in cui una famiglia ,dopo anni di sacrifici, può aver
messo da parte un risparmio, un tesoretto. È in quel momento che forse per coincidenza o più
170
probabilmente per strategia, la nostra banca ci suggerisce un investimento sicuro, infallibile, un
guadagno facile per realizzare i nostri sogni di vecchiaia…. Dopo poco più di un 1 anno o addirittura
qualche mese si scopre che i nostri soldi sono spariti… nel nulla… in obbligazioni proposte come sicure
e infallibili, che invece sono pura spazzatura senza valore (Bond argentini, Parmalat, Cirio ,Lehmann)…
Liquidazioni, risparmi di una vita, di operai, piccoli artigiani, volatilizzati in pochi mesi. E come nel
peggior incubo o racconto kafkiano, quando si ritorna in banca, avendo saputo magari dalla televisione
dei crack finanziari che hanno coinvolto i gruppi e le imprese in cui la banca aveva indirizzato i nostri
risparmi, il direttore, il promotore finanziario, l’impiegato che ci aveva suggerito quell’investimento, non
c’è più , è sparito anche lui, dopo i crack finanziari, nel nulla . Un viaggio dentro le famiglie truffate,
dentro le strategie di un sistema bancario che non conosce più regole, che ha distrutto migliaia di
risparmiatori e che vive solo per arricchire se stesso. Porteremo in scena quindi, ancora una volta, storie
vere, che ci faranno magari anche ridere per la loro assurdità, il tono ancora una volta sarà infatti della
commedia, ma che ci immergeranno in uno scenario avvilente. Un teatro dell’assurdo insomma, ma
vero! Tutte le storie narrate sono infatti documentate da atti processuali. Perché parlarne? Conoscere le
strategie delle truffe messe a punto dalle banche è un modo per capire fino a che punto si sta
spingendo il demone del profitto senza etica.
IL VIAGGIO DI NICOLA CALIPARI
di Fabrizio Coniglio
con Alessia Giuliani e Fabrizio Coniglio (Giuliana Sgrena segue lo spettacolo per incontro col pubblico
dopo-spettacolo)
regia di Fabrizio Coniglio Alessia Giuliani
link video, pagina web spettacolo: produzione Tangram Teatro Torino “su google e youtube materiali
spettacolo) rassegna stampa nazionale molto dettagliata e con articoli importanti su richiesta verranno
inviati via mail.
genere: teatro civile
Due attori ripercorrono il viaggio tragico che ha portato all’uccisione di Nicola Calipari.
Si parte con il racconto del rapimento e quindi la prigionia di Giuliana Sgrena(il rapporto con i rapitori, gli
aneddoti, la paura, la speranza) per poi arrivare all’inizio della fine, con la liberazione di Giuliana, la gioia,
l’incontro con Nicola Calipari e il viaggio verso l’aeroporto.
Poi il racconto degli spari, quel “fuoco amico” che arriva all’improvviso, nel buio; la gioia ,l’euforia che
diventa tragedia, incredulità, senso di impotenza.
Il nostro viaggio si chiude con un’ipotesi di tribunale tratta dai documenti ufficiali della delegazione
italiana in Iraq, ovvero la versione americana e quella italiana sui fatti del 4 marzo 2005.
Metteremo così a confronto le dichiarazioni di Giuliana Sgrena con quelle del mitragliere americano
Mario Lozano. Evidenzieremo le omissioni e le contraddizioni della ricostruzione fornita dall’esercito
americano, cercando di essere il più neutrali possibili, con la volontà di condurre lo spettatore a una
riflessione e a un desiderio di giustizia e di verità più che a facili e a non obiettivi sentimenti
antiamericani. Credo che lo spettacolo sia molto adatto a un pubblico sia adulto, sia giovane.
Parlare di Nicola Calipari, della situazione dell’Iraq, della drammaticità dei rapimenti, penso sia un
argomento di storia contemporanea che si presti molto a essere rappresentato nella scuole, soprattutto
medie superiori. Sono convinto infine che, poter parlare ai giovani sotto forma di spettacolo, con una
narrazione non retorica e noiosa, possa interessarli e catturarli anche su tematiche importanti e allo
stesso tempo difficili come quelle riguardanti la guerra e la nostra storia contemporanea.
171
TEATRO ALEGRE
www.teatroalegre.it
MARIONETTE IN CERCA DI MANIPOLAZIONE
di Damiano Privitera
con Georgina Castro Küstner e Damiano Privitera
regia di Damiano Privitera
link video, pagina web spettacolo: http://www.teatroalegre.it/video.marionette.html
genere: teatro di figura
Lo spettacolo è uno sguardo acido, umoristico e allo stesso tempo satirico verso le regole che reggono
la nostra società. Le marionette ci raccontano la solitudine, il tempo che passa, i rapporti umani, la
frivolezza della vita conservando un distacco e una retrospettiva che permette di denunciare il tutto
rimanendo pieno di umore e sarcasmo.
Brevi episodi senza parole che trattano, con ironia e poesia, temi diversi della vita quotidiana
esclusivamente attraverso la comunicazione gestuale dei burattini. Una pantomima dove i burattini,
costruiti e manipolati alla maniera dei "bunraku" giapponesi, con la loro precisione e ricchezza di
movimenti diventano dei piccoli attori geniali e sulla scena scoprono un nuovo linguaggio, al di là della
parola, basato sulle immagini e sulle sensazioni
“… un piccolo gioiello di precisione e delicatezza. Dietro una forma semplice e pura si nasconde tutto
un universo di leggerezza e poesia”
Jean-François Ruiz –Centre Culturel La Ricamarie - Scène Rhônes Alpes
“…tre atti di grande bellezza, plastica e teatrale, resi senza parole, con magnifici pupazzi in legno dagli
impressionanti visi e grande mobilita e articolazione”
Jose Henrìquez Guìa del Ocio - Madrid
“…Quello che hanno presentato è stato eccezionale. Le loro figure sapevano fare di tutto, come se
avessero un anima” "
Zsàkomban a bàbom" Bota Gabor Sarospatak - Ungheria
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TEATRO DEGLI ACERBI
www.teatrodegliacerbi.it
ARISTOFANE LA PACE
di Aristofane / Oscar De Summa
con Massimo Barbero, Patrizia Camatel, Dario Cirelli, Fabio Fassio, Elena Romano,
Tommaso Massimo Rotella
regia di Aristofane / Oscar De Summa
link video, pagina web spettacolo: www.teatrodegliacerbi.it/la-pace/index.html
http://youtu.be/wvFMR_fTeJA
genere: classico/comico
Una commedia spassosa e onirica, una fiaba epica e insieme lucidamente concreta e spietata verso le
consolidate logiche di potere di tutti i tempi. In groppa a un gigantesco scarafaggio stercorario, il
contadino Trigeo vola in cielo a chiedere spiegazioni agli Dei sulla guerra che sta insanguinando la
Grecia. Ma l’Olimpo è quasi deserto; sono rimasti solo Ermes, un portinaio facilmente corruttibile, e
l’iracondo Dio della guerra. La Pace è imprigionata dietro “insormontabili” cancelli. Contro ogni
aspettativa Trigeo riuscirà addirittura a sposare la Dea del raccolto, suggellando una promessa di pace
tanto utopica quanto desiderabile. E’ la fine dei mercanti di armi, dei generali vanagloriosi e dei profeti
scrocconi umiliati dall’impresa del più umile degli uomini e del più disgustoso degli animali. Rotture
metateatrali, ritmi serrati, momenti di intensa comicità alternati a riflessioni amare e poetiche sono il
linguaggio scelto per rappresentare il modulo drammaturgico .
“(...) un lavoro rigoroso, senza sbavature, attento a curare un meccanismo teatrale basati su tempi
perfettamente calibrati. Il risultato è una comicità fresca che non mette il testo sul piedistallo (...) ma
neppure si prende troppe libertà. (...) Molte risate, applausi a scena aperta e alla fine soddisfazione
generale. Insomma, un successo.” (C.F.Conti, La Stampa)
CESARE, LA LUNA E LA VIGNA
Viaggio attraverso le opere, la vita e i luoghi letterari e reali del grande scrittore
di Luciano Nattino
con Dario Cirelli, Fabio Fassio, Francesco Ecclesia, Paola Tomalino, Federica Tripodi
regia di Luciano Nattino
link video, pagina web spettacolo:
http://www.teatrodegliacerbi.it/la_casa_in_collina/CESARE,LA_LUNA_E_LA_VIGNA.pdf
http://youtu.be/ecDgVvEXZ2o
genere: classico
Lo spettacolo, musicale, è il ritratto dell’uomo Cesare Pavese, delineato attraverso le sue opere: lettere,
poesie, racconti e romanzi. Nella visionaria e poetica rivisitazione della sua opera, si è dato corpo e voce
ad alcune delle sue pagine più memorabili; lo spettacolo mette in luce una serie di momenti focali della
vita di Pavese raccontati appunto dagli stessi personaggi presenti nelle opere scritte in quei momenti
particolari, tramite il dialogo stesso tra Pavese e i personaggi da lui creati. È un fluire dinamico di
immagini suggestive, visionarie e al limite del surreale quelle che si formano davanti agli occhi dello
spettatore come un grande puzzle costituito da diverse tessere. E ogni tessera è collegata alla
successiva tramite l’avvicendarsi di momenti biografici o “apparizioni” di personaggi pavesiani. Cesare
entra in relazione scenica con le sue opere e i suoi personaggi. Lo vediamo immergersi nella calura
violenta dei “Paesi Tuoi” e riapparire mentre viene mandato al confino in Calabria, da dove manderà
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lettere piene di mestizia e rancore alla sorella e agli amici. Finito il confino, riprende il dialogo con i
personaggi di quello che può esser definito il suo autentico diario ai posteri, in alcune scene della “Casa
in Collina”. Non pago di quel successo letterario, ritorna alla sua madre terra immergendosi tra le sue
colline e le tradizioni contadine de “La Luna e i falò” proprio per sfuggire all’ennesima delusione
amorosa a cui dedica quest’ultimo suo romanzo.
PAISAN
ritratti di gente di collina
di Fabio Fassio, Giuseppe Morrone, Aldo Pasquero
con Marco Andorno, Dario Cirelli, Fabio Fassio, Elena Romano
regia di Fabio Fassio, Giuseppe Morrone, Aldo Pasquero
link video, pagina web spettacolo: www.teatrodegliacerbi.it/paisan/scheda-PAISAN.pdf
genere: recital/cabaret/comico/nuove creatività
Questo progetto nasce dalla collaborazione tra Teatro degli Acerbi e Faber Teater, sostenuto
dall’Assessorato Unesco della Provincia di Asti è a supporto della candidatura a Patrimonio dell’Umanit{
dei paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato.
Lo spettacolo recupera la tradizione del varietà, tre attori e un fisarmonicista danno vita a una girandola
di personaggi e situazioni che si muovono intorno alle bancarelle del mercato, il luogo, forse l’ultimo,
che permette alla gente di incontrarsi e di confrontarsi, alla cultura di un territorio di crescere, integrarsi
e trasformarsi. Questo luogo, magico e variopinto, diventa il pretesto per parlare di “paesanit{”, della
ricchezza di un paesaggio umano che va tutelato e di cui bisogna essere fieri.
Accanto a Pavese, Silone, Dante Alighieri e Verga siedono con dignità Carlo Artuffo, I Trelilu, Dumini
Badalin e Fred Buscaglione. Poesia dialettale e sonetti della tradizione letteraria si contrappuntano a
canzoni popolari e sketch sui tipi da mercato. Il nostro dialetto acquista così dignità di lingua e la sua
musicalità si sposa dolcemente con i testi più alti della letteratura italiana.
“Paisan” ritrae in tutta la loro poetica semplicit{ i caratteri fondanti della cultura popolare piemontese
rendendola esportabile, universale e curiosa per qualsiasi tipo di pubblico.
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TEATRO DEGLI EPISODI
UOMINI MONTAGNA
(Le mirabolati avventure dei fratelli Ugo da Vinadio)
con Clara Bisotto, Cristina Curti, Manuel Spada, Simona Grosso, Simone Massa, Fabio Vicari,
Elide Giordanengo, Germano Giordanengo, Paolo Borello, Caterina Ciravegna,
Mara Ghibaudo, Tiziana Dutto, Angelo Marasco
regia di Elide Giordanengo
link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=1dpXQIsTavE
La storia narra di due fratelli nati in montagna a Vinadio.
Nel passaggio di secolo, in un’epoca segnata da grandi avvenimenti e scoperte, gli esseri lunari, nomadi
da una platea all’altra sono i “freacs” dei quali fanno parte anche i giganti Ugo. In mano ad affaristi
senza scrupolo che approfittano della loro ingenuità, trascorrono la loro vita al chiuso dei carrozzoni e
dei tendoni nei quali si esibiscono, alla ricerca costante di stabilità economica che permetta loro di
tornare nella amata Vinadio.
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COMPAGNIA “TEATRO DEI PASSI” di Guido Tonetti
www.compagniateatrodeipassi.it
DIVERTIMENTO CECOVIANO
di Anton Cechov
con: Sara Comeri, Renato Lucchini, Eleonora Pizzoccheri, Guido Tonetti
regia di Guido Tonetti
genere: brillante
La domanda di matrimonio”, “L’anniversario”, “L’orso” : rivisitazione di tre atti unici brillanti di A.
Cechov.
SPETTACOLO VIAGGIANTE
di Sara Comeri
con Guido Tonetti e Eleonora Pizzoccheri
regia di Guido Tonetti
genere: brillante
Spettacolo poetico – brillante con attori, burattini e giocoleria.
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TEATRO DELLA CADUTA
www.teatrodellacaduta.org
MADAMA BOVARY
di Lorena Senestro
con Lorena Senestro
regia di Massimo Betti Merlin e Marco Bianchini (disegno luci Roberto Tarasco)
link video, pagina web spettacolo:
VIDEO PROMO (4 minuti) >>
RIPRESA COMPLETA >>
SITO WEB >>
genere: classici, nuove creatività, nuova drammaturgia
Spettacolo Finalista Premio Scenario 2011 - Stagione 2011-12 Teatro Stabile Di Torino
L’universo di Flaubert e l’ambientazione di Madame Bovary sono prossimi alla bruma che aleggia sui
prati della pianura padana. Individuano i caratteri propri della vita di provincia, la provincia nella sua
dimensione assoluta, esistenziale. Lorena Senestro reinventa una Emma Bovary dei nostri giorni, in
chiave
piemontese.
Ai personaggi e alle atmosfere del romanzo di Flaubert si aggiungono versi di Gozzano; tutto filtrato
attraverso l’autobiografia dell’attrice. Coniuga una nuova drammaturgia con un classico della
letteratura, teatro d’attore e tradizione dialettale.
“[…] Nel suo abito vagamente nuziale, l’inquieta cacciatrice di eros scilla tra oscilla tra lingua e dialetto,
tra dramma e sarcasmo, entrando e uscendo dal personaggio […] Vive situazioni sentimentali che si
trasformano in desiderio e paura, disegna piroette verbali che svelano una grande intelligenza
interpretativa.” Osvaldo Guerrieri (La Stampa) “ […] Madama Bovary di Lorena Senestro (Torino),
brava attrice, colta e intelligente, che cerca il bovarismo nella sua biografia tra italiano e dialetto
piemontese…” (Hystrio) “È una monologante di classe Lorena Senestro. […] questo soliloquio ha i
documenti in regola per il circuito di tutto il bel paese, la Bovary della giovane attrice, torinese
d’elezione, può calcare l’Italia, anche per l’estrema agilit{ dell’allestimento.”
Maura Sesia
PARADISI PERDUTI: CRONACA DI UN MALATO PER NULLA IMMAGINARIO
di Marco Bianchini
con Marco Bianchini
regia di Marco Bianchini e Massimo Betti Merlin
link video, pagina web spettacolo: promo>>, ripresa completa>> pagina web
genere: comico, nuove creatività, nuova drammaturgia
cachet omnicomprensivo di scheda tecnica: 1700 euro – 1000 euro (usando la dotazione del teatro)
Un monologo che muove dalla narrazione di fatti autobiografici per affrontare i molteplici aspetti della
malattia, attraverso impressioni, ricordi e digressioni più o meno serie.
Dalle corsie di un pronto soccorso di provincia al giardino dell’ Eden, passando per la Parigi di fine
Ottocento, approdando infine in un reparto di rianimazione, lo spettatore assiste alla terribile battaglia
con il batterio responsabile della meningite, alla genesi di tutte le malattie e alle avventure
tragicomiche di un artista maledetto e di un ricoverato in terapia intensiva. L’esperienza della malattia,
vista dalla prospettiva di chi l’ha sperimentata in prima persona, oscillando tra ironia e dramma, comicit{
e inquietudine.
“Abile nel dar voce e mimica a più di un personaggio, Marco Bianchini somministra in giuste dosi la sua
cura a base di divertimento e inquietudine, sa arricchire il racconto di gustosi particolari e però riesce a
cavare dall’esperienza di corsia una serie di suggestioni spinte ben oltre l’aneddotica, approdando ad
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una riflessione sull’umana fragilit{, sul caso che la governa, sulla separatezza dei mondi di chi sta dentro
a una clinica e di chi sta fuori, prima o poi destinati entrambi a scambiarsi”. Antonio Stefani (Giornale di
Vicenza).
FRANCESCO GIORDA LIVE SHOW
di Francesco Giorda
con Francesco Giorda
regia di Roberto Tarasco
link video, pagina web spettacolo:
VIDEO PROMO >>
PAGINA WEB >>
genere: comico, stand-up comedy
cachet omnicomprensivo di scheda tecnica: 1850 euro - 1250 euro (usando la dotazione del teatro)
Talk-show teatrale dalla comicità trascinante dove a parlare è sempre il protagonista: Francesco Giorda,
comico, presentatore, artista di strada, intrattenitore verbale inesauribile, dedito all’improvvisazione e
al dialogo con il pubblico grazie a quindici anni di esperienza come artista di strada nelle piazze e nei
festival di tutta Europa. Comicità sottile e sagace sullo stile dello stand-up anglosassone al servizio di
tematiche dei nostri giorni: dalla fine del mondo predetta dai Maya ai social network, dall’amore ai sexy
shop, dalla sostenibilità alle vicende della politica italiana, dal reportage a Shakespeare . Una selezione
dei pezzi migliori realizzati in due anni di repliche mensili di questo format al Caffè della Caduta. Il
pubblico viene tirato in ballo su questioni d’attualit{ in equilibrio tra teatralit{ e dialogo aperto con la
sala. Tutto è live e accade in diretta di modo che ogni serata segue il format ma è sempre diversa. Al
tutto si aggiunge la proiezione di interviste realizzate con uno stile fuori dall’ordinario, nelle quali
Francesco Giorda interroga i passanti sugli argomenti più svariati. Francesco Giorda ha vinto il 1° premio
della giuria e del pubblico al "Concorso Internazionale di Regia Fantasio Piccoli"(2006). Regista di
spettacoli per la scuola di circo FLIC di Torino, ha coordinato il "Circo per l'Estate" su Rete 4. E’ stato
presentatore ufficiale in manifestazioni di rilievo come il pre-show per il lancio della nuova Fiat 500.
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TEATRO DELLE SELVE
www.teatrodelleselve.it
BUON VINO, FAVOLA LUNGA
di Laura Pariani, Franco Acquaviva
con Franco Acquaviva, Anna Olivero, Elisabetta Locatelli
regia di Franco Acquaviva
link video, pagina web spettacolo:
http://www.teatrodelleselve.it/progetto.php?id_ap=44&id_sap=82&id_p=203
genere: comico, popolare, di ricerca
Il testo di Laura Pariani è nato su commissione del Parco Culturale Terre Divino e di Riso, coordinato
dalla Fondazione per Il Libro, La Musica e la Cultura di Torino.
Lo spettacolo è un divertentissimo excursus tra le storie e i miti dedicati al vino. Vi si vede il contrasto tra
due semplici donne del popolo e un petulante attore che vorrebbe recitare come i grandi del passato, e
cerca di imporre all’uditorio varianti colte ed erudite sul tema. Ma le due donne non accettano il suo
gioco e lo interrompono, lo tampinano, lo sbeffeggia no, infine lo mettono ko, per raccontare, loro sì,
una tra le più belle storie sul vino: una variante d’Autore della famosa favola nella quale un soldato
incontra la Morte a Samarcanda. Ma qui la morte viene sconfitta. Come? Lasciamo allo spettacolo il
compito di svelarlo. Una cosa è certa: la convivialità che il vino genera non rimarrà confinata
nell’evocazione scenica e letteraria, ma invader{ la sala, trovando infine piena espressione nel brindisi
più audace che si possa immaginare: quello che festeggerà la vittoria sulla Morte. Lo spettacolo è
leggibile a vari livelli: è popolare, colto, citazionista, parodistico e può essere fruito con diletto da un
pubblico trasversale per cultura ed estrazione sociale.
LA STORIA DI MARCO CAVALLO
di Franco Acquaviva
con Franco Acquaviva
regia di Franco Acquaviva
link video, pagina web spettacolo:
http://www.teatrodelleselve.it/progetto.php?id_a=59&id_sa=106&id_p=383
genere: attore-narrazione
Trieste 1973. Un grande cavallo di cartapesta, azzurro, cresce nei mesi ad opera dello scultore Vittorio
Basaglia; intorno ad esso il lavoro paziente del poeta e regista Giuliano Scabia intesse con i pazienti
dell'Ospedale Psichiatrico di Trieste un'epica collettiva: le storie, i canti, i testi, le poesie, i disegni, i balli,
il teatro della gente dell'OPP, tutto si compone intorno al grande cavallo e diventa azione quotidiana di
riscatto e di immaginazione. L'ultimo giorno di lavoro, al momento della festa che dovrà sancire
simbolicamente la riunione tra città e manicomio, Franco Basaglia insieme ad altri operatori e pazienti,
abbatte materialmente un vero muro quando si accorge che il cavallo, troppo grande, non potrà passare
dalle porte e uscire all'aperto. Ma alla fine Marco Cavallo, come fosse un cavallo di Troia al contrario,
insieme all'esercito della gioia che lo ha creato, usciranno dal manicomio e invaderanno festosamente la
città. Fine della storia? No, quello è stato soltanto l'inizio... Uno spettacolo che ripercorre la storia della
prima esperienza europea - e forse mondiale - di apertura del manicomio alla vita e alla libertà di
autodeterminazione dei malati attraverso il percorso di un'arte sociale e di comunità. Un'esperienza che
ripensò il ruolo dell'istituzione totale e della stessa psichiatria, operando un vero e proprio rivolgimento
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radicale. “La storia di Marco Cavallo” racconta con i mezzi essenziali del teatro la possibilit{ concreta
dell'utopia. Tratto dal libro “Marco Cavallo” di Giuliano Scabia, Einaudi, 1976.
QUANDO NOTTE ILLUMINAVA
di Franco Acquaviva
con Franco Acquaviva
regia di Franco Acquaviva
link video, pagina web spettacolo:
http://www.teatrodelleselve.it/progetto.php?id_a=52&id_sa=92&id_p=391
www.youtube.com/watch
genere: altro/ teatro di narrazione e figura
Spettacolo di narrazione e figure tratto da una fiaba di Guido Gozzano. Il celebre poeta scrisse anche un
certo numero di fiabe, tra cui “I tre talismani” da cui è tratto lo spettacolo.
Prataiolo, il protagonista della storia, è un ragazzo povero e trasognato, un tontolone senza prospettive
e malvisto da tutti che scappa di casa con l'unica eredità di una vecchia camicia donatagli dalla sorella.
Ma la camicia insignificante non è: il suo potere magico infatti scaraventerà Prataiolo dentro a un vortice
di avventure incredibili che culmineranno nell'incontro con una principessa molto bisbetica.
L’attore, dopo aver chiesto in cuor suo la benedizione del poeta Guido Gozzano, narra la storia e
interpreta i vari personaggi con lazzi, danze e il supporto di fantastiche apparizioni pupazze e burattine.
NERANUBE – una fiaba ecologica
di Anna Olivero e Franco Acquaviva
con Franco Acquaviva e Anna Olivero
regia di Franco Acquaviva
link video, pagina web spettacolo:
http://www.teatrodelleselve.it/progetto.php?id_ap=42&id_sap=80&id_p=193
genere: altro/ teatro di narrazione e figura
Un giorno il Cielo, indignato per le cose orribili che gli esseri umani compiono sulla Terra, decide di non
concedere più il bene prezioso della pioggia. E così una tremenda siccità si abbatte sul Pianeta. Chi
risolverà la drammatica situazione? La risposta è semplice e strana: un asino. Proprio lui, l'animale forse
più misconosciuto di tutta la storia dell'umanità. Ma chissà se la lezione d'umiltà impartita dal simpatico
animale agli esseri umani farà capire loro quanto sia necessario tornare a vivere in armonia con la
Natura...
Due personaggi girovaghi, forse profughi provenienti da qualche lontano paese, raccontano e fanno
raccontare a un asino e a una gallina di pezza e lana la storia della Nera Nube che tutto allagò.
Lo spettacolo è una riedizione, senza animali, di “Neranube”, coprodotto nel 2011-12 in collaborazione
con l'Ass. Somariamente di Montorfano (Vb).
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TEATRO DI DIONISO
www.teatrodidioniso.it
AMLETO
di W.Shakespeare , versione italiana Valter Malosti
con Valter Malosti, Sandra Toffolatti, Mariano Pirrello, Leonardo Lidi,
Roberta Lanave, Jacopo Squizzato, Mauro Bernardi, Cristian Mariotti Larosa, Anna Maria Troisi
regia di Valter Malosti
genere: classico/nuove creatività
Un «Amleto» tutto nuovo, quello prodotto dal Teatro di Dioniso e dal Teatro Stabile di Torino , per la
regia di Valter Malosti: uno spettacolo inconsueto e coraggioso, innanzitutto per la scelta dei
protagonisti, giovani ex allievi della Scuola dello Stabile, freschi di diploma. Giovanissimo è Leonardo
Lidi, un Amleto tutt'altro che emaciato, ma piuttosto un bambinone irrisolto dei nostri giorni, ma non
per questo meno sofferente nella sua presunta pazzia. E giovanissima è Roberta Lanave, un'Ofelia
finalmente forte, decisa, concreta che a maggior ragione ci commuove nel momento della follia e della
morte, interpretando uno dei momenti più intensi dello spettacolo. Il gruppo di giovani è affiancato dai
bravi Sandra Toffolati, Mariano Pirrello e Malosti stesso nel triplo ruolo di Re Claudio, dello Spettro e del
Primo Attore. Originale è la scelta di ambientare tutto in un unico luogo, la camera da letto della madre,
con tanto di talamo nuziale, che simbolicamente diventa tomba nel finale: lì si sviluppa tutta la vicenda
e lì, seduto su una sedia, c'è sempre Amleto, quasi imprigionato in uno spazio mentale claustrofobico,
da cui hanno origine tutti i suoi dilemmi. L'allestimento si avvale di un ambiente sonoro (da sempre cifra
stilistica del regista), che accompagna e punteggia la narrazione, diventandone parte integrante e
contribuendo significativamente a creare momenti di forte suggestione. Il risultato è uno spettacolo
moderno, incisivo, energico, pieno di vita, pur restando fedelissimo al testo, in particolare alla versione
in Folio del 1623, in cui la prima cosa che salta agli occhi e alle orecchie è la modernità di Shakespeare.
Giovanna Rossi Grazia.it 5/4/2013
LO STUPRO DI LUCREZIA
di W.Shakespeare , versione italiana Valter Malosti
con Valter Malosti, Alice Spisa, Jacopo Squizzato
regia di Valter Malosti
“Uno degli spettacoli più intensi visti fin qui è lo stupro di Lucrezia di Valter Malosti, attore e regista. E’ il
poemetto di Shakespeare “gemello” di Venere e Adone che sempre Malosti fece qualche anno fa in una
versione viva e di grande successo. Qui il genio di Shakespeare è di ricostruire un atto di violenza di un
uomo contro una donna attraverso i due flussi di coscienza. Di lui, Tarquinio generale romano, e di lei,
Lucrezia moglie di Collatino. Malosti ne fa uno spettacolo realistico ed asciutto (“no budget”, dice lui:
senza scena se non una poltrona regale e un baule), calato nel buio. Come nel teatro di Carmelo Bene, la
sua voce al microfono diventa il filo della tensione irrequieta incarnata da due ex-allievi della Scuola
dello Stabile di Torino, Alice Spisa e Jacopo Squizzato con verità. Il maschio distruttivo e morboso nella
sua nudità disfatta, sudata. La femmina con un inquieta energia, lotta, cade, muore. Un lavoro forte,
teso. E civile in un paese dove di queste cose ce n’è una ogni due giorni.”
Anna Bandettini – La Repubblica 23/12/12
Attenzione s'informa che la presenza di scene di nudo e contenuti tematicamente violenti potrebbero
offendere la sensibilità di qualche spettatore, in generale si consiglia comunque la visione ad un
pubblico adulto
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VENERE E ADONE IN CONCERTO
di W.Shakespeare , versione italiana Valter Malosti
conValter Malosti
regia di Valter Malosti_
“Shakespeare / Venere e Adone in concerto” è la versione disidratata dello spettacolo che ha debuttato
nel dicembre 2007, facendo ottenere a Malosti nel 2009 (insieme a Quattro Atti Profani di Tarantino) il
premio della associazione Nazionale Critici di Teatro (ANCT) per la regia. L’alta densit{ musicale dello
spettacolo ci ha convinto a tentare di proporne una versione senza scena, se non quella, ricchissima,
sonora. Londra, 1593. La peste sta devastando la città, i teatri sono chiusi. Shakespeare trova
l’ispirazione, e un patrono, e scrive un piccolo capolavoro in versi: il poemetto erotico-mitologico Venere
e Adone. Sar{, per l’epoca, un grandissimo successo, con numerose ristampe fino alla metà del secolo
successivo, immancabile nei bordelli, quanto sotto il cuscino delle grandi signore aristocratiche e degli
amatori. Venere e Adone sfugge a qualsiasi definizione: “comico oppure tragico, leggero oppure
profondo, un inno alla Carne oppure un ammonimento contro la Lussuria: il poemetto è un mixtum in
cui tutti i termini di queste antitesi sono simultaneamente veri. Introducendo nella sua storia un
conflitto erotico che nelle Metamorfosi di Ovidio non era presente, Shakespeare ha fatto qualcosa di più
che produrre un sicuro effetto comico — anche se questo "di più" passa precisamente e innanzitutto
attraverso la comicit{. “
CLAREL, Poema e pellegrinaggio in Terrasanta
di Herman Melville
con Valter Malosti
regia di Valter Malosti
genere: nuove creatività/altro
Clarel (Poema e pellegrinaggio in Terrasanta) è senz’altro la meno conosciuta fra le grandi imprese di
Melville. Ma si sa che la sua opera non delude mai ed è piena di rivelazioni anche negli angoli più riposti.
Diciottomila versi suddivisi in centocinquanta canti, uno scosceso massiccio poetico, versi che fanno
«trasalire alla lettura» per la loro «virtù profetica». Clarel, un giovane studente americano di teologia,
insoddisfatto degli insegnamenti dogmatici ricevuti in patria e ansioso di elaborare una propria risposta
personale al senso della vita e della sua stessa vita, decide di recarsi in Palestina per scoprire dall'interno
il significato dell’esistenza e del senso ultimo della vita. Il mio teatro ha un unico obiettivo, emozionare,
essere offerto al pubblico come esperienza, viaggio. Il regista per me è colui che cerca di possedere un
mondo e lo fa in ogni spettacolo che decide di affrontare. Quale occasione migliore in tempi bui e poveri
di poesia quella di affrontare questo pellegrinaggio in versi che immagino inserito in una ricerca sonora
scabra ma che dia conto dell’incontro del protagonista intanto con la Terra Santa e poi con i vari mondi
e umanità che la abitano in un tentativo di teatro musicale in cui però non vada perduto il senso e la
profondità della parola ma anzi vada a costruire un progetto che si fondi sulla musica per amplificare ed
evocare l’invisibile e il mistero.
CORSIA DEGLI INCURABILI
di Patrizia Valduga
con Federica Fracassi
regia di Valter Malosti
genere: nuove creatività/altro
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Corsia degli incurabili, pubblicato nel 1996, è un atto unico scritto in versi da Patrizia Valduga, una delle
voci più significative della poesia contemporanea italiana. Il/la monologante si esprime in una lingua che
si nutre del rapporto-divario tra linguaggio alto e linguaggio basso, “qui spinto fino ad impastare in una
sola ipotesi tonale gli estremi del sublime e della più trita umiliante attualità: oggetto questa di uno
sdegno di matrice dantesca che la Valduga usa anche per ridare un senso e dignità di vita a ciò che i
nostri esausti tempi d’impostura tendono a non considerare vita.”
Ho immaginato un lavoro intimo e scabro. Una donna “soldato del dolore”, malata terminale, giace in
una stanza d’ospedale, immobile, inchiodata su una sedia a rotelle, i capelli divenuti rampicanti; i muri
scrostati e le poche luci si animano come esseri viventi, respirano, agonizzano, soffrono, amano con lei.
Con determinazione la donna lancia le sue parole che si fanno, di volta in volta, invettiva, desiderio,
scherno, preghiera, bisbiglio, confessione, provocazione, accompagnata da una partitura sonora tesa e
multiforme, una sorta di suono interiore emotivo e disturbato, che passa dalla natura rivisitata da Chris
Watson, tocca le ultime sonate per pianoforte di Beethoven, Wagner e Tosti, si incendia con Fausto
Romitelli e urla con Giovanni Lindo Ferretti.
SENSO
da Camillo Boito
con Irene Ivaldi
regia di Valter Malosti
genere: nuove creatività/altro
Sullo sfondo dell’Italia risorgimentale si snoda la vicenda della contessa Livia Serpieri, protagonista della
novella del 1883 Senso di Camillo Boito, senza dubbio la più fortunata grazie alla trasposizione
cinematografica che ne fece Luchino Visconti nel 1954 con protagonista Alida Valli. La contessa Serpieri
ha trentanove anni e, attraverso un lungo monologo interiore, rivive senza reticenze, con toni crudi
venati da nero umorismo, la scandalosa relazione con l’abbietto tenente austriaco Remigio Ruz, iniziata
a ventidue anni, appena sposata e all’apice della bellezza. L’atmosfera voluttuosa di Venezia e la scialba
vecchiaia del marito fomentano la passione per il cinico ufficiale dell’esercito nemico. Passione che
dall’adulterio la conduce alla disperazione e infine all’umiliazione, quando realizza l’inganno di Remigio,
che l’ha sedotta per estorcerle il denaro necessario a disertare, assistendo da una porta socchiusa alle
“orge” dell’amante. La fine si riveler{ atroce e grottesca.
183
TEATRO SELIG sas
www.teatroselig.it
STORIA D’AMORE DI UN DYBBUK
riduzione di Marina Bassani da il Dibbuk di Shalom An-ski
con Marina Bassani, Lorenzo Bartoli e Roberta Maraini
regia di Marina Bassani e Girolamo Lucania
link video, pagina web spettacolo: www.teatroselig.it - https://vimeo.com/58373328
genere: classico
Chonen in un ultimo gesto estremo, decide di consegnare la propria anima a forze oscure e di
conseguenza rimane tragicamente sospeso tra due mondi, come un Dybbuk (Spirito).
Questa è la storia di una trasgressione. La storia di una passione.
Qui c’è un matrimonio deciso in terra. Qui c’è un amore combinato in cielo. Come nella storia di Giulietta
e Romeo, l’amore non è un sentimento ammesso, ma esiste un altro mondo - quello della qabbal{ - dove
il naturale e il sovrannaturale convivono.
184
TEATRO&MUSICA di Monica Luccisano
www.youtube.com/user/monicaluccisano
DALLA MUSICA AL SILENZIO
dramma musicale per due attori/strumenti
idea e testo di Monica Luccisano
con Davide Bernardi, Matteo Barbero
e con Claudia Ravetto, strumento violoncello
Riccardo Balbinutti, strumenti percussioni
regia di Monica Luccisano
link video: www.youtube.com/user/monicaluccisano
genere: opera di prosa con musiche in scena
E se improvvisamente gli strumenti smettessero di suonare? Se dalle corde del violoncello, dagli
strumenti a percussione, dalle casse dello stereo non uscisse più alcun suono?
Gli strumenti hanno abbandonato il mondo degli uomini, hanno deciso di non suonare più per gli esseri
umani, e si sono trasferiti in un universo parallelo, in cui sono artefici e unici fruitori della musica.
Gli esseri umani sono stati vittime di un colossale equivoco, pensando di essere loro i veri interpreti della
musica e relegando gli strumenti alla mera funzione di attrezzi, dispositivi sonori, il cui unico fine era di
accompagnare le storie e le vicende umane, permettendo loro di esprimere idee e di darsi emozioni.
Gli strumenti hanno voce e pensiero, e si ritrovano in un proprio “altrove”, dove spiegano, raccontano e
confrontano in presa diretta i motivi che hanno portato ciascuno di loro al silenzio, la precisa volontà di
suonare non più per gli esseri umani, ma solo per se stessi.
Violoncello e Percussioni escono allo scoperto, nudi e sinceri per raccontare la loro storia. L’uno nella
compattezza del suo profilo, della sua forma e del suo manto, l’altro nei diversi volti che lo ritraggono
risuonando di metallo, di legno, di membrane, fra colpi e vibrazioni (toms, bongos, cassa, temple blocks,
gong, sirena, marimba, vibrafono, timpani). La loro voce scivola nell’incertezza tonale, nella schizofrenia
espressiva tra il suono e il silenzio. Oggi, forse, gli strumenti potrebbero fare un’eccezione...
Musiche tratte da: Bach, Xenakis, Cassadò, Vivaldi, Webern, Huesgen, Albeniz, Brahms, Donatoni,
Strauss, Reich, Händel – con eventuali inserzioni dal repertorio per “flauto”.
NOTA: Il progetto può essere modulato con altri strumenti e altri repertori.
VIETATO SUONARE
la censura musicale nel mondo
idea e testo di Monica Luccisano
nuova edizione con Sax Nicosia
(ed. orig. con Davide Livermore)
Xenia Ensemble, quartetto d’archi
regia di Monica Luccisano
regia del suono Stefano Pierini
link video: www.youtube.com/user/monicaluccisano
genere: opera di prosa con musiche in scena
Si può morire a ventitré anni perché si canta o si danza? Può essere stroncata la carriera di un giovane
rocker sudafricano solo perché nero? Si può impedire di far passare in radio canzoni di libertà o di pace,
quando un paese è in guerra? Si può vietare di cantare le proprie idee?
Fare musica non è un fatto scontato né così libero come possiamo immaginare.
185
Per cause politiche, religiose, etniche, in situazioni di guerra e persino in contesti democratici, o presunti
tali, il canto, la musica e la danza sono attaccati violentemente, l’arte è censurata secondo le volontà di
regime, e gli artisti condannati e puniti gravemente.
Una giovane cantante pakistana uccisa dalla furia dei talebani, un ragazzo coreano appassionato di pop
internazionale finito in carcere, la voce dissidente del punk a Cuba, l’odissea di un rocker sudafricano, il
governo francese contro il rap delle banlieue, le censure radiofoniche negli Stati Uniti dopo l’11
settembre: otto quadri per otto Paesi dove fare musica è una libert{ d’espressione negata.
Le suggestive pagine tratte da Different Trains di Steve Reich cingono le diverse storie di Vietato
suonare con il ritmo ipnotico e propulsivo, mescolandosi alle voci e ai rumori dei protagonisti.
Cosa si vuole mettere a tacere? Cosa significa suonare o cantare dove si rischia il carcere e condanne
durissime, fino alla morte? Chi colpisce veramente la censura? L’artista, che non potr{ esprimersi, e tutti
noi che saremo privati di quell’arte e di quelle emozioni.
GOULD IL LUPO
radiodramma in concerto
idea e testo di Monica Luccisano
con Sax Nicosia, Giancarlo Judica Cordiglia
e con Manuela Custer, mezzosoprano
Diego Mingolla, pianoforte
regia di Monica Luccisano
link video: www.youtube.com/user/monicaluccisano
genere: opera di prosa con musiche in scena
Glenn Gould, pianista di estremo talento e fascino, è un individuo oscuro, complesso, a tratti
ipocondriaco, un uomo che si isola dal resto del mondo nella totale dedizione al pianoforte, quando –
giovane concertista all’apice del successo – abbandona le sale da concerto e il contatto con il pubblico
per chiudersi negli studi di registrazione. In solitudine si interroga sul dilemma dell’interpretazione e
della fedelt{ all’opera, e sul perché della musica come via di salvezza rispetto al silenzio.
Siamo in uno studio radiofonico. Gould sta per andare in onda con un nuovo radiodramma, dopo la
Solitude Trilogy degli anni Sessanta per la CBC canadese. Si sentono voci che si intrecciano, si inseguono
e si sovrappongono in forma musicale: al centro è l’anima inquieta del pianista che riflette sulla
dodecafonia, una forma di comunicazione in un mondo che di sé ormai vuole solo tacere.
Ma nello studio radiofonico accadono cose strane.
Gould evoca la fragilità di ogni sistema, e mostra la natura camaleontica dell’artista: geometra e poeta,
matematico e ultimo dei romantici. Alle sue incalzanti domande risponde una voce dall’oltretomba... È
Schönberg, che a sua volta lo interroga e mette alle strette. Gould è solo, tra i suoi fantasmi: un
pianoforte, la voce di una donna, la voce di Arnold e l’ululato dolente di un lupo.
Pagine musicali per pf e per mezzosoprano e pf di Schönberg, Ravel, Duparc, Berg e Cage; con una
selezione dalle Variazioni Goldberg di Johann Sebastian Bach, la più autentica sigla dell’arte di Glenn
Gould.
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TEATROLIEVE
www.teatrolieve.it
MEDEAMATERIAL
di Heiner Muller
con Luca Brancato Marinella Debernardi Annalisa Canetto
regia di Luca Brancato
link
video,
pagina
web
http://www.youtube.com/user/DyadyVanja
genere: classico
spettacolo:
Si divide in tre parti: “riva abbandonata”, che risale ai primi anni ’50, è una descrizione, criptica, del
paesaggio di morte e distruzione lasciato nella colchide dal passaggio degli argonauti; “materiale per
Medea”, il cuore dell’opera, scritta da Muller alla fine degli anni ’60, nella quale si snoda la tragedia di
Medea; infine “paesaggio con argonauti”, epilogo affidato a Giasone e composto nel 1983, incentrato
sul tema della guerra e della conquista. “sono fortunato. Non dovrò andare al mio funerale. Voi invece
si”. Heiner Muller, in punto di morte, agli amici .la voce di un bambino perduto è la metafora dell’oggi.
Un tempo in cui l’umanit{ sembra aver dimenticato le proprie responsabilit{ nei confronti delle
generazioni a venire. E' un testo crudo, privo di speranza. Un grido d’angoscia. Al contempo, è un feroce
invito rivolto all’umanit{ ad amare i propri figli. La natura morta di “riva abbandonata”, la lotta
sanguinaria tra l’istinto materno e l’anelito di vendetta che dilania le viscere della protagonista in
“materiale per Medea”, il grido disperato del soldato Giasone, conquistatore vinto in “paesaggio con
argonauti”, sospeso tra tutto ciò che la guerra ha annientato e il nulla che la ricostruzione riserver{ ai
sopravvissuti, non lasciano scampo. Elio de capitani ha scritto che quando si affronta Heiner Muller
“l’esegesi del testo non è la via per la sua messinscena, è solo una precondizione. Muller è una sfida
anarchica all’immaginazione degli artisti.”
LA MORTE DI IVAN IL'IC
di Lev Tolstoj
con Luca Brancato, Anna Mastino
regia di Giovanni Mongiano
genere: classico
Un attore, in tournée, nel suo camerino si prepara per la replica serale. Manca un’ora all’inizio dello
spettacolo. Mentre fa esercizi di routine, la sua serva di scena se ne sta con un libro in mano. L’attore è
incuriosito, fa leggere la ragazza ad alta voce, mentre si veste accenna scherzosamente a qualche
azione suggerita dal testo. Comincia un gioco, il camerino si anima, l’attore indossa un frack e va a far
visita alla vedova. I due si divertono, la ragazza sembra avere una pessima dizione. Forse siamo finiti in
una commedia di Gogol. Poi l’attore sembra appassionarsi al povero Ivan Il'ic, (l’interfono gracchia che
manca mezz’ora), e quasi dimenticarsi degli spettatori che lo aspettano là fuori. Il camerino a poco a
poco prende un’altra forma. Che succede? L’attore adesso sta male? Prende medicine, riceve la visita dei
dottori. La moglie e la figlia invece stanno per andare a teatro, che combinazione. Ora l’attore si sente
solo, ma c’è Niusha, una ragazza, no, non è la serva di scena, che cerca di farlo star bene, gli parla
dolcemente. Ivan Il’ic l’ascolta e le risponde, non vuole vedere nessun altro che lei. Adesso il camerino
non c’è più, c’è un letto, l’attore è sparito, ma c’è Ivan Il’ic, o forse no, c'è semplicemente un uomo.
Ecco, è la fine. Macché, siamo a teatro. L’interfono gracchia l’ineluttabile “chi è di scena”. Una dolce e
terribile riflessione sulla morte con le sole parole di Tolstoj. Un lieve gioco di teatro nel teatro.
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DONNA COME TI CHIAMI
di Brecht, Wesker , Szymborska
con Marinella Debernardi
regia di Giovanni Mongiano
genere: classico
Donne. Donne discriminate, emarginate. Donne che combattono. Donne umiliate, stuprate, ammazzate.
Donne che non si arrendono. Donne forti, coraggiose, intelligenti, orgogliose. Donne che rialzano la
testa, sempre. Donne non rieducabili, donne abbandonate al proprio destino, donne oltraggiate per la
loro diversit{, che si rifiutano di soccombere alla follia di una societ{ che s’inventa gli espedienti più
subdoli per perseguitarle, ignorarle, ghettizzarle.
Uno spettacolo ispirato e cadenzato da alcune straordinarie poesie di Wislawa Szymborska, nel quale
incontriamo profondi ed elevati momenti di teatro civile. A fare da fulcro “la moglie ebrea” di Bertolt
Brecht, nona stazione di “terrore e miseria del terzo reich”, amara riflessione sulla decomposizione
degli affetti più cari a causa di motivi razziali, passando attraverso le donne contemporanee di Arnold
Wesker, qui riunite in un solo personaggio, emblematico e rivelatore, ricostruito drammaturgicamente
in un atto unico intitolato “due lettere”, per infine rendere omaggio al sacrificio di una donna eroica,
Anna Politkovskaja, usando le parole dei suoi reportage e gli interrogatori dei suoi aguzzini, fino al
terribile e non inatteso epilogo
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TECNOLOGIA FILOSOFICA
www.tecnologiafilosofica.it
ORFEO_quell’Attimo lì
di Tecnologia Filosofica & Michele Di Mauro
con Stefano Botti, Francesca Brizzolara, Viridiana Casali, Francesca Cinalli,
Renato Cravero, Riccardo Maffiotti, Aldo Torta, Elena Valente,
regia di Michele Di Mauro
link video, pagina web spettacolo:
spettacoli/der-augenblick-dort.html
genere: nuove creatività
http://www.tecnologiafilosofica.it/it/produzioni/tecnologia-
"Esiste un momento decisivo, un punto di non ritorno, un luogo del tempo e dell'anima da cui
dipendono traiettorie e prospettive della nostra vita: una scelta, una rinuncia, uno scarto, una parola, un
semplice sì, o un no che complica tutto". 3 colori che non si toccano: bianco-nero-rosso. Il quadrato
come confine. Come centro di gravità vigilata. Le parole di Rilke. Le ombre di Lynch. Le note di
Offenbach. Il corpo che diventa parola e la parola che salta un giro. Quattro stagioni all'inferno e ritorno.
La negazione del volto. L'assonanza col regno dei Morti. La distanza dal Regno dei Vivi. L'inferno dietro
l'angolo. Quell'attimo lì. Uno stop definitivo. Un gesto non ripetibile. Un movimento eterno. Otto unità
di dis-misura.
Nato nel 2009 dall’incontro fra Tecnologia Filosofica e Michele Di Mauro, il lavoro esplora il buio degli
inferni contemporanei sulla scia del mito di Orfeo. Per poter rivedere Euridice, Orfeo sfida l’ineluttabilit{
del destino e affronta la discesa agli inferi. C’è una sola condizione: non si deve voltare...
Sul piano stilistico parola, corpo e ambientazioni sonore sono impreziosite dalle suggestioni incontrate:
dai Dialoghi con Leucò di C. Pavese all’Orfeo di Pina Bausch; dai fumetti di D.Buzzati ai Sonetti a Orfeo di
Rilke, da Offenbach a Monteverdi, da J.Cocteau a Kim Ki Duk sino agli inferni domestici di David Lynch.
Presentato al Festival delle colline torinesi, il lavoro è approdato poi in Francia grazie alla co-produzione
con il Theatre Durance di Chateau Arnoux.
LE TESTE DI PALLINO
dalla vita e dalle opere di Carlo Brizzolara
di Francesca Brizzolara
con Francesca Brizzolara e i burattini di Carlo
regia di Francesca Brizzolara
link video, pagina web spettacolo: http://youtu.be/R0XW073devo
genere: teatro di narrazione
Le teste di Pallino sono i burattini che Carlo Brizzolara (paracadutista nella Folgore ad El Alamein, 19111986) si è portato dietro dal campo di concentramento di Geneifa in Egitto, dove fu internato per
quattro anni come prigioniero di guerra durante la seconda guerra mondiale.
I burattini ideati da Carlo cominciarono la loro vita di personaggi grazie alle storie fornite da un certo
Capitan Pallino, avventuriero e combattente prodigioso, compagno di Carlo in quel rettangolo di filo
spinato. Questi attori di cartapesta sono ancora “vivi” e dopo anni negli scatoloni sono stati riportati alla
luce dalla nipote dell’autore, l’attrice Francesca Brizzolara, che attraverso la loro storia ha cominciato
una ricerca molto personale sulla figura del nonno-scrittore-burattinaio.
189
Nel lavoro si intrecciano tre piani: quello della storia della vicenda guerra/prigionia, con l’ideazione del
teatro di burattini nel campo di Geneifa; quello dei ricordi legati alla figura del Brizzolara-nonno, nutriti
da lettere e materiale privato della famiglia; e quello dei testi tratti dall’opera che ha lasciato l’autore: le
commedie per burattini, molte delle quali ideate nel periodo della prigionia, raccolte nel libro “La
minghina bastonata”, e i racconti de “La vita è sport”.
Un omaggio a un grande scrittore che ha pubblicato con Vallecchi, Einaudi, Mondadori, è stato tradotto
in Francese, Spagnolo e Tedesco e, tuttavia, è poco conosciuto.
Una riflessione sul potere salvifico del teatro.
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COMPAGNIA DI TEATRO TEDACÀ
www.tedaca.it
D-OVVERO LA FIGURA DELLA DONNA NELL’ITALIA DEL ‘900
di Simone Schinocca
con Valentina Aicardi, Silvia Freda e Celeste Gugliandolo
regia di Simone Schinocca
link video, pagina web spettacolo: http://tedaca.wordpress.com/spettacoli/d-ovvero-la-figura-delladonna-nellitalia-del-900/
genere: nuove creatività
“D” rappresenta il percorso di emancipazione delle Donne nel Novecento italiano. Tre donne si
ritrovano in una stanza del tempo dove vengono catapultate all’inizio del Ventesimo secolo, parte così il
loro avventuroso viaggio nelle storia contemporanea: la vita agricola degli anni Quaranta e l’arte di
arrangiarsi nella Seconda Guerra, l’attivit{ di Resistenti e il referendum per la Repubblica, l’abolizione
della Legge Merlin e il Boom Economico, toccando inoltre temi come violenza, istruzione, lavoro e
matrimonio. L’opera utilizza l’ironia, dote tipicamente femminile, e si avvale di una messa in scena
semplice: un grande baule dove sono custoditi gli oggetti e i vestiti che segnano ogni tappa narrativa. D
ha esordito nel 2009 come uno degli eventi della Biennale Democrazia di Torino, chiudendo la
manifestazione il 26 aprile alla Cavallerizza Reale. Oltre al Piemonte, è stato replicato in Lombardia,
Liguria, Veneto, Lazio, Campania e Calabria, vincendo il Rota in Festival di Salerno, il Festival Nazionale
D’Arte Drammatica, il premio Citt{ di Vigevano e due Festival Teatrali a Belluno e San Donato Milanese.
L’opera conta ormai più di cinquanta repliche ed è stata inoltre rappresentata nella rassegna
GiocaTeatro 2011 e per i giovani dell’Istituto Penale per i Minorenni "Ferrante Aporti".
PARI&DIS-PARI
di Irene Zagrebelsky
con Valentina Aicardi, Antonella Delli Gatti, Elio D'Alessandro, Silvia Freda, Celeste Gugliandolo,
Silvana Luppino e Simone Schinocca
regia di Irene Zagrebelsky
link video, pagina web spettacolo: http://paridispari.wordpress.com/
genere: altro (teatro forum)
Pari&dis-pari s’interroga sul posto riservato alle donne nella societ{ italiana, attraverso la tecnica del
teatro forum. Lo spettacolo rappresenta inizialmente la storia di due donne che incontrano difficoltà in
ambito familiare e sul lavoro, le scene si ripetono poi in un secondo momento e gli spettatori sono
invitati a prendere il posto dei protagonisti per esprimere le proprie idee, confrontando la propria
volont{ di trasformazione con le reazioni degli altri personaggi. L’incontro fra scena e pubblico viene
mediato dalla figura del Joker. Pari&dis-pari s’ispira a storie reali raccolte in un blog nato per dare voce a
esperienze di disagio femminile. Il processo creativo si avvale di confronti diretti con sindacalisti,
dirigenti, sociologi, lavoratori, cittadini e associazioni che operano nelle pari opportunità; gli attori si
sono formati alle tecniche del teatro forum con la supervisione di Rui Frati, direttore del Théâtre de
l’Opprimé di Parigi. Lo spettacolo è una produzione Tedac{, in coproduzione con Teatro Primo di Reggio
Calabria, con il contributo di Regione Piemonte, in collaborazione con Fondazione del Teatro Stabile di
Torino, Sistema Teatro Torino e Fondazione Circuito Teatrale Del Piemonte, ha esordito per Biennale
Democrazia 2011, continuando il suo percorso nel 2012, con alcuni laboratori per gli studenti torinesi, e
nel 2013 con le scuole dell’Emilia Romagna, prima di replicare presso l’auditorium di Carpi.
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STRANI-IERI
di Simone Schinocca
con Valentina Aicardi, Elio D’Alessandro, Silvia Freda, Costanza Frola, Celeste Gugliandolo, Paolo Li Volsi
e Mauro Parrinello
musiche dal vivo dei Pappazzum
regia di Simone Schinocca
link video, pagina web spettacolo: http://straniieri.wordpress.com/
genere: nuove creatività
Tra il 1950 e il 1970 milioni di contadini del Sud Italia abbandonano le campagne per recarsi nelle grandi
città del nord. Torino è una delle mete privilegiate di questa ondata migratoria. La città ne viene
completamente stravolta e trasformata. Strani-ieri narra la storia di questi migranti sia attraverso un
lavoro di ricostruzione storica, sia grazie a una drammaturgia che si basa su interviste alle persone che
hanno vissuto tale esperienza. Lo spettacolo utilizza l’ironia per rappresentare tutte le tappe del
processo migratorio (scelta della partenza, viaggio nel “treno del sole”, arrivo nella nuova città, ricerca
della casa, lavoro in fabbrica, primo ritorno al paese natio, prospettive per il futuro), con una particolare
attenzione ai problemi legati alla vita quotidiana. Ogni attore interpreta un personaggio di provenienza
diversa (Sicilia, Campania, Veneto, Basilicata, Piemonte), quindi con differente bagaglio linguistico e
culturale. Al suo esordio, Strani-Ieri apre al Teatro Astra il 2011 della stagione di Teatro Piemonte Europa,
dove torna per l’edizione successiva; ha partecipato inoltre alla rassegna RomaCittàTeatro e al Festival
Teatrale di Resistenza di Reggio Emilia, dove si è aggiudicato il primo premio. Una produzione Tedacà,
co-prodotta da La Tela di Arcane, con il contributo di Regione Piemonte, in collaborazione con
Fondazione del Teatro Stabile di Torino, Sistema Teatro Torino e Fondazione Circuito Teatrale Del
Piemonte.
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TÉKHNÉ
www.tekhneteatro.com
[OMISSIS] non dimenticare
di Serena Bavo
con Serena Bavo, Daniele De Luca, Marta Di Giulio, Elena Ruzza
regia di Fabio Palazzolo
link video, pagina web spettacolo:
http://www.youtube.com/watch?v=n7VwZwpH_YA&feature=share&list=UUg9rZo68F4KWXEq33Q7Wt
Ww
genere: teatro civile
"Sai quale è la mia più grande paura? Che quando anche l'ultimo di noi sarà morto, e non ci vuole molto
ormai, i giovani non ricorderanno perché vivono in un Paese libero." Partendo da queste poche parole di
Beppe Migliore, il partigiano di Pradleves incontrato nell'estate del 2010, è nata l'idea dello spettacolo
[Omissis] -non dimenticare-. Le fasi della liberazione dell'Italia, dall'occupazione nazista alla nascita della
nostra Costituzione, vengono raccontate attraverso le memorie di Beppe.
Beppe era un ragazzo poco più che maggiorenne e come tanti altri suoi coetanei e coetanee, decide di
lasciare la sicura vita della famiglia e degli affetti, per inseguire il sogno di consegnare alle generazioni
future un' Italia libera. La drammaturgia risalta i sentimenti dei protagonisti, che grazie agli attori, i video
storici e le canzoni partigiane suonate in scena, accompagna gli spettatori attraverso la storia della
Costituzione dell'Italia come libera Repubblica. Come per R. Esistenza, Tékhné Teatro dedica questa
nuova produzione al periodo storico della Resistenza Partigiana, utilizzando i video, il corpo degli attori
e la musica, come veicolo della Memoria: i sacrifici di tanti ragazzi e ragazze non possono essere
dimenticati.
Just a Sip ACQUA
di Serena Bavo
con Serena Bavo, Daniele De Luca, Annagrazia D'Antico
regia di Fabio Palazzolo
link video, pagina web spettacolo:
http://www.youtube.com/watch?v=9CzRLgOKPG8&feature=share&list=UUg9rZo68F4KWXEq33Q7WtW
w
genere: teatro civile
"Immagina di abitare in un tranquillo paese di montagna.
Immagina che in questo paese arrivi, inaspettatamente un giorno, una compagnia di saltinbanchi e
teatranti.
Immagina che questo "circo" abbia un'attrazione molto speciale..."
Così Just a Sip -Acqua- (dallo slang inglese "appena un sorso") rapisce e accompagna gli spettatori in un
mondo fantastico, in bilico tra il reale e il surreale, dove i vari personaggi, ognuno con la propria storia ci
racconta il rapporto tra l'essere umano e la natura. Un racconto colorato ed ironico, a volte amaro che
attraverso l'elemento naturale dell'acqua pone una riflessione su quanto il nostro comportamento
abituale sia o meno in armonia con la natura. Acqua bene comune ma diritto negato, acqua necessità
fisica ma anche interesse economico; acqua come veicolo, legata al tema delle migrazioni: affrontare il
mare per sfuggire a situazioni di carestie, guerra, disperazione; acqua come fonte di vita ed elemento
fondamentale del corpo umano. Tékhné Teatro riproduce l'universalità del messaggio e dell'elemento
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attraverso la sperimentazione di diverse discipline come l'espressione corporea, la narrazione, il video e
la musica.
"Questo mondo in cui viviamo, non lo abbiamo ereditato dai nostri padri, ma preso in prestito dai nostri
figli"
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COMPAGNIA TORCIGATTI
www.torcigatti.it
A MILLE MIGLIA DA VANIGLIA
di Dario Benedetto e Didie Caria
con Dario Benedetto e Didie Caria
regia di Roberto Tarasco
link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=GuYuTm5rgiQ,
http://www.torcigatti.it/?p=52
genere: teatro musica
Dedicato a Dino Buzzati
[… Nominato ufficiale, Giovanni Drogo partì... per raggiungere la fortezza Bastiani, sua prima
destinazione...]
Così cominciano le esistenze nel mondo degli adulti: si vince un concorso, si apre un esercizio
commerciale, si supera brillantemente un colloquio presso l'azienda che sognavi, si è assegnati ad un
posto e tu ti cimenti con il tuo presente sapendo che l'obiettivo è il futuro. E allora una nutrita e
frizzante schiera di aspettative si lancia all'assalto di questo futuro. A briglia sciolta, liberi il cavallo del
Tempo che passa per conquistare quello che brami, le terre straniere della tua consacrazione al mondo,
corri per valicare confini che però invece di avvicinarsi non fanno altro che allontanarsi e ti solleticano
con l'idea di essere a portata di mano, ma manca sempre un millimetro, diavolo, per raggiungerli...
Nello spettacolo A Mille Miglia Da Vaniglia si vedranno ritratti di uomini noti e ignoti accomunati da una
sorta di bisogno, assolutamente umano, di rendere omaggio alla vita, ai suoi sogni, alle Grandi
Occasioni, fino al culmine o alla sua perdizione. Ritratti incredibili, fulminanti, patetici, comici.
AMERICAN PROUST
di Dario Benedetto, DidieCaria
con Dario Benedetto, Didie Caria, Simone Arlorio, Damir Nefat
regia di Fabio Gianotti, Silvia Bongiovanni
link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=-LLtdblH4DY,
http://comune.sistemateatrotorino.it/?p=2487
genere: teatro musica
È grazie alla sua umanit{ imperfetta che Proust giunge a scrivere il suo capolavoro “Alla ricerca del
tempo perduto”. I suoi fallimenti sentimentali hanno preso la forma di una scrittura indelebile, e gli
amori non corrisposti in corrispondenza di lettere. Se fosse andata bene, non avremmo mai avuto il
piacere di leggere la sua opera. Perché non infilare tutta la saggezza del romanzo di Proust, considerato
il più lungo del mondo, dentro una Madeleine? D’altronde, chi non vorrebbe tornare indietro nel tempo
per assaporare un ricordo lontanissimo, delizioso, ormai offuscato dallo scorrere degli anni? Ecco, l’
American Proust è proprio questo. Una madeleine, chiamata Maddalena per evocare ancora di più, che
permette di ritrovare il Tempo Perduto.
La memoria non ripete, la memoria rivaluta. Parallelamente si riscopre Proust, il primo Nerd in
letteratura. Racconta Proust come uomo e come autore, di lui narra vezzi e curiosità. Funziona?
Funziona tantissimo l’American Proust. Tutti la vogliono comprare, tutti vogliono ritrovare il Tempo
Perduto. Ma come tutte le dipendenze crea assuefazione. Il Tempo è un elemento troppo grande per
poterlo educare a nostro piacimento. L’American Proust dovr{ essere eliminato dal mercato, distrutto.
Potrà rimanere ancora una Maddalena, una sola. Una per poter raccontare che questa storia è davvero
accaduta. E che funzionava.
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PIGLIA UN UOVO CHE TI SBATTO
di Dario Benedetto
con Dario Benedetto
regia di Martino Cipriani
link video, pagina web spettacolo:
http://www.teatrodellacaduta.org/index.php?option=com_content&view=article&id=522:senestropatru
cco-24&catid=2:non-categorizzato&Itemid=141
genere: comico
“Vede dottore, sar{ che sono figlio di una sarta, ma io sono un uomo misurato. Credo di aver imparato
nel tempo a voler controllare le emozioni. Non che non ne abbia, ma di solito, prima nascono e solo
dopo vanno ad allagare la tua testa. Invece io ho imparato il contrario. Prima vedo se van bene, poi
fornisco un lasciapassare e solo a quel punto agiscono. Ma mica tutte passano. Alcune rimangono
impigliate nella coscienza e mica svaniscono.”
Esordisce cosi questo monologo brainstorming davanti ad un ipotetico psicoanalista che ascolto un
uomo “misurato”. Dalla sua infanzia dove la coscia di una supplente lo porta in un mondo parallelo fatto
di negozi di intimo e nylon, al suo approcciarsi alla musica per fare Rumore.
Dal Rumore la necessità di produrre del Suono. Da amici ciccioni che rimangono incastrati in scivoli
acquatici, alla dissacrazione delle Teen Love Songs. Dalle sue considerazioni su come la felicità sia
rappresentata da una bella bugia, alla difficoltà di percepire una verità.
Fino alla conclusione per comprendere di far parte di una Generazione Tiepida, perennemente scaldata
da uno schermo di un computer e perennemente raffreddata dal mondo esterno, sempre in
contemporanea, bloccando cosi la vera forza d'azione dell'uomo.
Cinico, surreale, terribilmente comico e leggero, Dario Benedetto porta in scena il risultato
dell'esperienza di Stand Up Comedy appresa a New York nel 2012.
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TREdiPICCHE Compagnia Teatrale
www.tredipicche.it
COME QUANDO FUORI PIOVE
di Marco Voerzio, Diego Mariuzzo, Stefano Trombin
con Marco Voerzio, Valentina Storto, Diego Mariuzzo e Stefano Trombin
regia di Marco Voerzio
link video, pagina web spettacolo: www.tredipicche.it
genere: teatro dialettale comico/brillante
Tre uomini, Tre uomini soli. Tre “specchi” sui quali riflettere i propri difetti. Tre uomini stressati dalle
proprie vicissitudini coniugali. Tre amici che si ritrovano tutti i giovedì sera per la solita ed ormai stanca
partita a poker, che si rivela solo più un pretesto, per ognuno, di vuotare il sacco, di confidare i propri
problemi, di confrontarsi, di punzecchiarsi fino a litigare, per poi, a fine serata ritornare i tre amici di
sempre. Ma in uno di questi giovedì sera, in prossimità del Natale, ecco avanzare un'idea strepitosa:
perché non farsi una volta tanto un regalo? Un bel regalo! Per trascorrere quel giovedì sera
diversamente, in maniera nuova, trasgressiva, per riscattarsi e rinvigorire il loro orgoglio. Per sentirsi
ancora uomini! Uomini veri! Uomini "duri"!
MI E … ‘L BALENGO
di Marco Voerzio, Diego Mariuzzo, Stefano Trombin
con Marco Voerzio, Valentina Storto, Diego Mariuzzo e Stefano Trombin
regia di Marco Voerzio
genere: teatro dialettale comico/brillante
Alberto Martini, un piccolo editore locale, un sabato al mese, organizza con i suoi scriteriati amici una
cena, dove ognuno di loro invita un perfetto “BALENGO”. Vince il premio chi porta il più “Balengo” di
tutti. Alberto non vede l' ora di presentare a tutti Camillo Bignola ,il suo invitato particolare di quella
sera, un oscuro impiegato del municipio di Torino, a suo dire un “Balengo Totale”, nonché campione
mondiale di “Balengaggine”. Ma ciò che non si aspetta è che Camillo è un maestro nel seminare intorno
a sé le peggiori catastrofi e che sarà in grado di distruggergli la vita dorata che credeva di avere.
AMORE VUOL DIR GELOSIA
di Marco Voerzio, Diego Mariuzzo, Stefano Trombin
con la collaborazione della Compania Ij Camola’ di Giaveno
regia di Marco Voerzio
link video, pagina web spettacolo: www.ijcamola.jimdo.com
genere: teatro dialettale comico/brillante
Madama Clotilde sospetta che il marito, l’avvocato Filiberto Tamagnone titolare di una stimata
compagnia di assicurazioni, la tradisca. Consigliata dalla sua amica Margherita, moglie di un focoso
allevatore di tori, fa giungere al marito, fingendo di essere una innamorata sconosciuta, l’invito ad un
appuntamento d’amore in un noto albergo di dubbia fama…
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TRIO HAUSOPERA
www.triohausopera.it
DOPO LA TEMPESTA
di Federico Grassi
con Federico Grassi, attore; Alberto Bocchino, chitarra
regia di Federico Grassi
link video, pagina web spettacolo: www.triohausopera.it
genere: teatro musica
“Dopo la Tempesta” è un recital shakespeariano in cui provano ad interagire tre diverse e
complementari espressioni artistiche: il teatro, la musica e l’arte figurativa.
Il tracciato drammaturgico muove dalla tesi espressa da H. Bloom in un suo famosissimo saggio
letterario: Shakespeare, più che semplici ruoli teatrali o personaggi, ha creato vere e proprie personalità, ha
creato noi, così come oggi ci concepiamo. La voce recitante, in cui possiamo identificare indistintamente
l’attore protagonista, lo stesso Shakespeare accompagnatore epidittico alla scoperta dell’uomo, oppure
Prospero conduttore del magico gioco del teatro, ci conduce quindi come un novello Virgilio in un lungo
viaggio dentro noi stessi ed i temi fondamentali dell’esistenza attraverso le parole di Amleto, Otello,
Jago, Macbeth, Prospero ed i versi di alcuni sonetti.
La voce di Federico Grassi e la chitarra di Alberto Bocchino sono il corpo, parola e carne viva, della
poesia shakespeariana, stagliati sullo sfondo delle installazioni scenografiche che ne restituiscono
l’anima ed i volti. Da queste immagini prende spunto il commento musicale che apre con la “Melancholy
Galliard” di J. Dowland, per introdurci nel periodo storico shakespeariano e, attraverso un percorso
articolato con brani del novecento a sottolineare la modernità dei personaggi di Shakespeare, si chiude
con il celebre song “Come, heavy sleep”.
198
VIARTISTI
www.viartisti.it
BOCCUCCIA DI ROSA
di Pietra Selva
con Gloria Liberati, Raffaella Tomellini, Renato Cravero, Silvano Berton
regia di Pietra Selva
link video, pagina web spettacolo: www.viartisti.it
genere: classico
Percorrendo le periferie delle nostre città vediamo delle ragazze, giovanissime, spesso minorenni, in
attesa del cliente: rischiano di tutto, anche la morte. Passiamo oltre, con un miscuglio inestricabile di
sentimenti, chiedendoci, forse, che cosa spinge un essere umano a comprarne un altro. Nel 2006 ho
conosciuto donne giovanissime, ragazzine, costrette a battere; abbiamo fatto “teatro” insieme, alcune
erano già mamme, molte sognavano una famiglia, tutte avevano difficoltà ad accettare una cura, un
contatto affettivo senza provare smarrimento, nostalgia, paura. “Boccuccia di rosa” è ciò che ho
imparato e vissuto con loro.
La scena si apre su un grande armadio che contiene tutto ciò che occorre per vivere in una stanza vuota
e anche altro. È notte, si sente un temporale, nell’ombra un uomo attende, una donna apparecchia un
provvisorio tavolinetto per la cena. S’intravvede una grande bella bambola gettata nell’armadio. E’ una
famiglia appena entrata nella sua nuova casa quella che sta per cenare? No, quella stanza è il luogo che
ospita “l‘educazione sentimentale” delle prostitute che hanno “sbagliato”. Una feroce struggente
maman, un cinico magnaccia, una giovane prostituta giocano la loro ultima partita attorno a un
sacchetto di soldi spariti. A un vecchio misterioso barbone è affidata l’inattesa svolta del giallo.
“Boccuccia di rosa” ha debuttato nel 2007 presso la Cavallerizza Reale di Torino, nella stagione del
Teatro Stabile di Torino, produzione Sistema Teatro Torino; adatto in occasione della Giornata Mondiale
Contro la Violenza alle Donne / festa dell’8 marzo / serate di denuncia della tratta delle donne.
C’È UN’APE CHE SE POSA
di Trilussa
con Gloria Liberati
regia di Gloria Liberati
link video, pagina web spettacolo: www.viartisti.it
genere: recital
Trilussa, poeta dialettale e di una sola città - che però era Roma - è stato l’ultimo poeta di grande
pubblico. Maestro della romanissima arte di dissacrare il grande e l’enfatico, Trilussa, si fa amare per
quella sua poesia finemente umoristica e satirica, dove animali e persone, danno voce alla ripetitività dei
vizi umani. La serata si apre con la presenza di Dio e con la genesi, si sofferma sugli aspetti più comuni
dell’essere umano e si chiude con “questi pochi e limpidi versi che hanno la leggerezza di un battito d’ali”
Felicità (1944), C’è un’ape che se posa/ su un bottone de rosa/ lo succhia e se ne va/ tutto sommato la
felicità/ è una piccola cosa.
Percorrere l’opera di Trilussa, significa anche riscoprire, che si possono canzonare fatti e personaggi
della cronaca e della storia, con ironia raffinata, acuta, spietata ma gentile ed elegante. E questo, fa
bene all’animo.
Gloria Liberati
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IN NOME DELLA MADRE
di Erri De Luca
con Raffaella Tomellini
regia di Pietra Selva
link video, pagina web spettacolo: www.viartisti.it
genere: classico
Monologo intenso di Miriam/Maria, dall’annunciazione alla nascita di Jesu/Gesù, che celebra e inaugura
la vita. È un racconto sapiente, suddiviso in immaginarie stanze: quella dell’annunciazione, quella della
fuga con Giuseppe/Josef, quella del parto solitario nella stalla di Betlemme. Personaggi come
Giuseppe/Josef, Anna, madre di Maria e le donne di Nazareth, sono voci rievocate. È un flusso di ricordi
dove si mescolano passato e presente, in cui il passato improvvisamente diventa presente.
Lo spettacolo è adatto in modo particolare nel periodo natalizio e nel mese di maggio, che è il mese di
Maria.
HABITAT PER ALDA
di Alda Merini
con Raffaella Tomellini, Roberto Regis, Paolo Franciscone, Maurizio Bucca
regia di Raffaella Tomellini, Roberto Regis
link video, pagina web spettacolo: _http://www.youtube.com/watch?v=jB2P7aygpdo;
www.viartisti.it
genere: teatro musica
“Habitat per Alda” è una piccola creazione di parole e musica impastati sui versi poetici e prosaici di Alda
Merini. Ci ha guidato la scelta di attraversare i luoghi abitati dalla poetessa milanese, scomparsa il primo
novembre del 2009. E la volontà di darle una casa, un rifugio, visto che la sua abitazione in Ripa di Porta
Ticinese 47 non è stata salvaguardata da una furia ordinatrice e miope. Lo spettacolo-concerto è
composto di tre “tracce” del tema “abitare”: abitare la casa; abitare la poesia e il poeta; abitare il
manicomio e l’amore. La musica è certamente stata sempre molto presente nella vita di Alda Merini, da
Patty Pravo a Shubert, che lei amava suonare al pianoforte, a casa. Nel nostro spettacolo-concerto la
musica crea un habitat accogliente ed adeguato alla voce umana della poesia di Alda. Gli strumenti del
trio si fondono al suono della voce, facendosi quartetto. Un “tema d’amore” si costruisce piano piano.
Mentre la figura di Alda tra le sue parole diventa più definita, calda, presente, la melodia si svela in un
canto ad libitum.
200
DANZA/
C IR C O
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ADRIANA CAVA JAZZ BALLET
www.adrianacava.it
LE VOCI DEL MUSICAL
coreografia di Adriana Cava
con la compagnia Adriana Cava Jazz Ballet, Fabrizio Voghera e Ilaria De Angelis (10 danzatori + 2
cantanti)
durata: 1 ora e 20 min. (senza intervallo)
link video, pagina web spettacolo: www.adrianacava.it
Uno spettacolo che ripercorre la storia dei più grandi musical del mondo: dall’incontro della coreografa
Adriana Cava con Fabrizio Voghera, interprete del musical Notre Dame de Paris, è nato Le Voci Del
Musical, che mette in scena le più importanti “arie” delle opere che hanno incantato milioni di persone:
Notre Dame de Paris, Jesus Christ Superstar, Cats, Moulin Rouge, Metropolis il musical, Jeckyll e Hyde, West
Side Story, Chicago. Lo spettacolo vede l’alternarsi in scena di grandi artisti nel panorama del teatro
musicale italiano come Fabrizio Voghera e Ilaria De Angelis (interpreti dei più importanti personaggi di
opere musicali come Notre Dame de Paris, Giulietta e Romeo di Riccardo Cocciante, Metropolis il Musical
di Adriana Cava ed Ivan Stefanutti, e molti altri) insieme alla Compagnia Adriana Cava Jazz Ballet. La
Compagnia, produttrice dello spettacolo Metropolis il musical, è una delle più importanti realtà italiane
nel settore della danza jazz. Nello spettacolo Le Voci Del Musical, le ricche coreografie studiate
appositamente da Adriana Cava vedono l’alternarsi in scena di due sostenuti da un corpo di ballo di dieci
danzatori, mentre sullo sfondo corrono suggestive proiezioni di immagini tratte da celebri musical e film
musicali. Lo spettatore viene così trascinato in una nuova dimensione e per tutta la durata dello show
ripercorre la storia dello spettacolo più bello del mondo, il musical: fusione di grandi autori della musica,
del canto e della danza.
MOMENTI JAZZ
coreografie di Andrè De La Roche, Adriana Cava, Vinicio Mainini, Tony Lo Faro
con la compagnia Adriana Cava Jazz Ballet, Fabrizio Voghera e Ilaria De Angelis
(10 danzatori + 2 cantanti)
durata: 1 ora e 20 min. (senza intervallo)
link video, pagina web spettacolo: www.adrianacava.it
Momenti Jazz è uno spettacolo che presenta diversi brani di jazz dance sotto forma di galà: accanto ai 10
danzatori dell’Adriana Cava Jazz Ballet, in scena grandi artisti di fama internazionale - come Fabrizio
Voghera (protagonista di Notre Dame de Paris e Giulietta e Romeo di Riccardo Cocciante) e Ilaria De
Angelis (protagonista di Notre Dame de Paris) - a proporre un itinerario artistico fondato sull’armonia
delle voci e dei corpi in movimento, che ritraggono diversi momenti di vita quotidiana, spaziando dai
temi più drammatici e spettacolari a quelli più gioiosi e istintivi. Le storie che prendono vita sono legale
alla passione, all’amore, alla gioia, alla spiritualit{: tutte queste atmosfere vengono messe in evidenza
attraverso coreografie eleganti e di grande impatto visivo. Tra i brani presentati ricordiamo dal musical
Moulin Rouge il Tango di Roxanne, All that jazz, Take Five su musiche di Dave Brubeck, Fever, Your Song.
Nella serata saranno proposti due balletti creati da due coreografi di grande talento come Andrè De La
Roche e Vinicio Mainini: la collaborazione di questi artisti con Adriana Cava ha permesso lo sviluppo e la
creazione di un nuovo repertorio della compagnia.
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AMMONIA DANZA CORROSIVA
www.ammoniadanzacorrosiva.com
DANCECYCLING
Debutto 19 giugno Presso Energy Tree Festivalcoreografia di Valentina Gallo
con Valentina Gallo Gessica Cipriano Erika Milanesio Aurora
Rullo Malika Magnaghi Bianca Morsiani Beatrice Ferlaino
Niccolò Orsolani
durata 50 minuti
link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=BeqVOWofhTc
Dance clycling nasce dalla fusione dello studio coreografico Urban contamination dance al concetto di
upcycling design dell'artista JUNKY LAB (Fabio Piazzano) Coreografie Valentina Gallo Scenografie Fabio
Piazzano :La coreografa osserva il movimento corale della città, la perfezione del moto spontaneo.
Affacciarsi dalla finestra e osservare lo scorrere del tempo e i cambiamenti socio culturali, la bicicletta
torna ad essere protagonista della quotidianietà anche nelle metropoli e nelle grandi città. Si ferma Il
Bus. Sorpassa un auto. Ci si addentra nell centro città. La biciletta è ovunque. Positiva, viva, nuova. Lo
sguardo si pone al di là della riflessione economico sociale. La bicicletta porta nuova energia a chi la fa
entrare nel proprio quotidiano Cambia il ritmo e la qualità della vita. La bicicletta come oggetto che si
rinnova trasformandosi attraverso l'upclycling design. La bicicletta come moto perpetuo Lo spettacolo
introduce lo spettatore con un'atmosfera cupa, che richiama una fabbrica il lavorio della città
industriale. L'elemento di rottura;la bicicletta nella sua vitalità. La scenografia (alta due metri laga due)
un meccanismo analogico fatto interamente di scheletri di bici che innescando il movimento fano
accadere tutto nella scena. Incursioni di Parkour, danza aerea, video in stop motion. Tutta l'allegria della
cultura metropolitana contemporanea, della nuova concezione di spazi urbani, del rispetto per la
natura. La cinestestica del movimento del danzatore come porseguimento del moto innescato dalla
biciicletta
ABITI_ THE CLOTHES
Debutto 6 Dicembre 2012 presso Il Teatro di Huittinen Finland
coreografia di Valentina Gallo
con Valentina Gallo Gessica Cipriano Erika Milanesio Aurora Rullo Malika Magnaghi Bianca Morsiani
Beatrice Ferlaino Niccolò Orsolani
durata 65 minuti
link video, pagina web spettacolo: https://www.youtube.com/watch?v=WNkiR0jCUp8
ABITI, ABITI che prendono vita.
ABITI che diventano lo specchio di una vita quotidiana scuro.
Una danza di studio e di movimento cinestetico come metafora di essere donna e di un essere umano in
questo momento prima che accada qualcosa nella vita.
Lo spettacolo vuole fotografare quei momenti a cui nessuno dà importanza,il momento antecedente o il
momento successivo in cui una persona è sul punto di prendere decisioni cruciali.
Il momento prima di prendere la strada piena di speranze e dubbi.
Dopo aver preso la strada di delusione, gioia, amore.
ABITI parte da uno studio del lavoro di Sylvia Plath "Ariel", traendo ispirazione dalla perfezione metrica
e la forza dei versi di uno dei più grandi poeti moderni.
203
Sylva Plath come musa per lavorare sulla base del concetto di sconfessare le caratteristiche interiori più
determinati a distinguersi dalla orrore di essere "Ragazze usuali"
Un viaggio verso il luogo della mente in cui è possibile e da cui possiamo attingere la gioia di essere.
Un sogno in cui vi è "una strana tempo grammaticale: futuro incantato"
MARLENE D.
coreografia di Valentina Gallo
con Valentina Gallo e Bianca Morsiani
durata 45 minuti
Io non mi lascio sedurre. con gli occhi inizio ad assaggiare e lavista è già del tutto sazia.
Marlene Dietrich Icona Vamp, tedesca, internazionale. Lo studio dell'iconografia dell'artista. Il sorriso
d'angelo affascinava uomini, donne dagli schermi ammaliatrice cinematografica a icona.
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APOTHEMA TEATRODANZA
Per notizie recenti visitare pagina facebook o entrare nella pagina apothema di
www.fitapiemonte.it
LA FLOR
da un’idea di Ricky Oitana, liberamente tratto da “l’uomo dal fiore in bocca” di L. Pirandello
con Ricky Oitana, Raffaele Montagnoli, Delia Bonino
regia di Raffaele Montagnoli, coreografia Ricky Oitana e Delia Bonino
link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=qXXpCB9DdN4
genere: teatro e danza
La vita, l’evento, la fine. Una rilettura de “L’uomo dal fiore in bocca” sottolineata da musiche e suoni
lontani dal mondo pirandelliano, che pone l’accento sull’incontro con la morte, che ogni essere dovr{
affrontare, qualunque sia la latitudine in cui vive. Il movimento, al servizio della parola, pone in evidenza
gli stati d’animo non dichiarati.
“È stata un’esperienza creativa molto particolare e stimolante. Teatro, danza e mimo si sono mescolati
in un tenero abbraccio. Regia e coreografia hanno trasformato tecnica, testo e struttura in sincera
emozione”
Con questa operazione Apothema teatrodanza ha voluto cambiare pelle. Nata come compagnia di
teatrodanza, con all’attivo spettacoli di successo come “Frammenti” “Nella tela del ragno,” e il
recentissimo “Fango” nei quali le vicende vengono raccontate principalmente con il movimento, con
“La Flor” si è voluto sperimentare il connubbio totale e completo di diversi linguaggi. Il risultato è stato
incredibile, nessuno avrebbe mai pensato che la compagnia orbassanese riuscisse a vincere 14 premi
nazionali tra i quali ricordiamo miglior spettacolo e miglior attore protagonista (l’orbassanese Ricky
Oitana) al prestigioso festival internazionale di Viterbo.
FANGO
di Ricky Oitana
con Ricky Oitana, Massimo Trono, Gianni Cordero, Delia Bonino, Elisa Perrone, Maria Carlone,
Alessandra Alemanni, Goitre Ilaria, Anna Rolando
regia e coreografia di Ricky Oitana
link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=pUJuVbZl8q8
genere: danza e teatro 1.500 euro + Iva 10%
Apothema teatrodanza presenterà in occasione delle programmazioni estive, la suggestiva ed
emozionante nuova produzione dal titolo “Fango” di Ricky Oitana.
Si tratta di un viaggio emozionale tra passato, presente e futuro e la riflessione dell’autore sulla vita.
“Il tempo trascorso, quello in corso, quello che verrà diventano lo scenario della ricerca spasmodica
della perfetta simbiosi fra corpo e anima, fra apparire come gli altri e essere se stessi, La consapevolezza
che quando riuscirai a fare pace con la tua anima, diventerai finalmente quello che vuoi essere: ALTRO
FRA GLI ALTRI.”
Con “Fango” c’è un ritorno alle produzioni classiche di Apothema. Oggi che lo spettacolo “La flor” ha
fatto conoscere la compagnia orbassanese in tutta Italia, è giunto il momento di conoscere anche
l’aspetto più originale della compagnia, il cui direttore artistico, Ricky Oitana, fonda le sue radici nel
teatro espressionista tedesco della compianta Pina Bausch.
205
M’AGRADO
di Patrizia Corte
con Ricky Oitana e Maria Carlone
regia di: Patrizia Corte
link video, pagina web spettacolo: vedi pagina facebook
genere: teatro danza
“nel castrante mondo delle categorie la forza del travestimento inonda i corpi disposti al gioco,
le menti disposte a rischiare,
le menti disposte a sognare.”
Come in un campo di forze, la presenza si espande al di l{ del cuore, e se l’intensit{ cambia rimane
invariato l’oggetto. C’è sempre una forza che pulsa.
M'AGRADO, che in lingua occitana significa “mi piace, mi sta bene”, è il titolo di questo spettacolo di
danzateatro che trae spunto da una riflessione personale della regista in merito al concetto di forza.
In riferimento a questa tematica è stato richiesto sia all'autrice del testo che al musicista e al danz-attore
di indagare liberamente alla scoperta di sfaccettature, suggestioni ed immagini da tradurre in parole,
suoni e movimenti.
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ARTEMOVIMENTO di MONICA SECCO
www.artemovimento.org
SOTTO IL SOLE
coreografia di Monica Secco
con Monica Secco
durata 40 minuti
link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=P8skTbAfLe0
Come fare per raggiungere uno stato di quiete se la tempesta sembra non finire mai?
Un viaggio nei tormenti della quotidianit{ di una donna, cercando nell’infinito dell’anima, rappresentata
dall’acqua, ciò che placa l’irrequietezza o la malinconia di alcune memorie. L’acqua presente in scena
ricorda di tornare, di sentire, ascoltare e di vivere. La scena è ambientata in una sorta di salotto vintage
circondato da acquari.
TWO LIGHTS IN NOVEMBER
coreografia di Monica Secco
con Monica Secco e Virginia Spallarossa
durata: 45 minuti
link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=gq19mbN4L_c
Novembre è lo sfondo del ritratto sfuggente di due donne, donne senza nome, costantemente fuori
posto. I gesti, le parole altisonanti, le menti lontane e un corpo che accetta solo raramente di
assecondarle. Novembre è la natura che silenziosamente si oppone alle violenze quotidiane. Il lavoro
propone un panorama emotivo profondo e variopinto. L’azione femminile mai del tutto rivelata, una
affermazione di forza e coraggio all’interno di una natura morta..
IMPROVVISAZIONI SUL PERCHE’
coreografia di Monica Secco
con Monica Secco, Marilena Converso, Monica Pirrone, Francesca Bovino
durata: 20 minuti
link video, pagina web spettacolo: in fase di elaborazione
Una sposa con un’enorme bouquet , con un vestito ingombrante e troppi fiori che cadono invece di
restare al loro posto; una donna in nero con un orologio sulla schiena simbolo del tempo che passa
inesorabile; altre due invitate al matrimonio, due donne ignare e superficiali sedute su due sdraio,
immerse nel solo atto di vedere se stesse. Perché?
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Compagnia di Balletto Beatrice Belluschi
www.compagniaballettobelluschi.com
www.ballettoditorino.com
SOIRÉE CLASSIQUE
musiche di P.I. Ciaikovskij
coreografie di Beatrice Belluschi
con n° 15 danzatori in scena (+ a richiesta una coppia di ‘Etoiles’)
durata : h 1,30 due parti con intervallo
Nel variegato mondo della Danza, sempre più orientato verso tecniche moderne e contemporanee, non
è più così usuale poter assistere ad uno Spettacolo di pura Danza Classica, a livello professionale. La
Compagnia di Balletto Beatrice Belluschi (‘Balletto di Torino’) da anni si fa interprete e portavoce del
migliore stile classico, con i suoi Spettacoli di Repertorio, e non solo. ‘Soirèe Classique’ è
un’appassionante serata di virtuosismo coreutico ‘sulle punte’, cullati dalle intramontabili melodie
ciaikovskijane.
I° parte: suite dal ‘Lago dei Cigni’
Il ‘Lago dei Cigni’ è uno dei più famosi e acclamati Balletti del XIX° secolo, musicato da Pyotr Ilyich
Ciaikovskij. Nel 1895 ebbe luogo il primo allestimento coreografato da Marius Petipa e Lev Ivanov
presso il Teatro Mariinskij di San Pietroburgo.
Le Coreografie della ‘Suite’:
Dal 2° Atto: ingresso dei Cigni / Valzer / Coda
Dal 3° Atto: danza spagnola / Tarantella / Czarda / Mazurka / Pas de deux, variazioni e Coda ‘Cigno nero’
II° parte: ‘Tema e Variazioni’ dalla 3° Suite di P.I. Ciaikovskij
Su questa splendida e complessa partitura di Ciaikovskij, George Balanchine grande coreografo del ‘900
creò nel 1946 un Capolavoro, rimasto nella storia della Danza. La personale coreografia di Beatrice
Belluschi vuole esserne un rispettoso omaggio.
‘SCHIACCIANOCI
musica di P.I. Ciaikovskij
coreografie di Beatrice Belluschi, dall’originale di M. Petipa e L. Ivanov
con n° 20 danzatori in scena + comparse (+ a richiesta una coppia di ‘Etoiles’) ed effetti scenografici
durata: h 1,45 - 2 atti con intervallo
La prima rappresentazione del Balletto ebbe luogo nel 1892 in Russia presso il Teatro Mariinskij di San
Pietroburgo. Il Balletto è una tra le più popolari composizioni della tradizione russa. Le musiche di
Ciaikovskji appartengono ormai alla tradizione romantica e contengono alcuni brani diventati
memorabili come la Danza russa, il Valzer dei fiori, la Danza della Fata Confetto.
Numerosi coreografi si sono cimentati nell’interpretazione di questo Balletto di Repertorio. Il primo in
assoluto è stato M. Petipa, con il suo assistente L. Ivanov. Nell’allestimento, Beatrice Belluschi ha creato
le proprie coreografie mantenendo lo stile prettamente classico-accademico, conservando la
Coreografia originale di Petipa del ‘Gran pas de Deux’ del 2°atto. La trama è quella tradizionale e
l’intento più significativo della coreografa è di dare al Balletto la caratteristica essenziale della fiaba, con
la sua magica atmosfera e il suo incanto natalizio .
Atto I
Alla vigilia di Natale -inizio ’800-, il signor Stahlbaum, in Germania, indice una festa per i suoi amici e per i
loro piccoli figli. Questi, in attesa dei regali e pieni di entusiasmo, stanno danzando quando arriva
Drosselmeyer, un amico di famiglia, che porta regali a tutti i bambini, intrattenendoli con giochi di
208
prestigio. Alla sua prediletta, Clara, regala uno Schiaccianoci a forma di soldatino che Fritz, il fratello
della bambina, rompe per dispetto. Clara, stanca per le danze della serata, dopo che gli invitati si
ritirano, si addormenta e inizia a sognare. È mezzanotte, e tutto intorno a lei inizia a crescere: la sala,
l'albero di Natale, le sedie, i giocattoli, e soprattutto una miriade di topi malvagi che cercano di rubarle
lo Schiaccianoci. Lei tenta di cacciarli, quando lo Schiaccianoci si anima e partecipa valorosamente alla
battaglia con i soldatini di Fritz. Ma ecco che lo Schiaccianoci si trasforma in un Principe, e Clara lo
segue, entrando in una foresta innevata. L'Atto si chiude con lo splendido ‘Valzer dei fiocchi di neve’.
Atto II
I due giovani entrano nel Regno dei Dolci, dove -a Palazzo- li riceve la Fata Confetto, che si fa raccontare
dallo Schiaccianoci le sue avventure, compresa la vittoriosa battaglia col Re Topo. Tutto il Palazzo si
esibisce in una serie di Danze (il famoso ‘Divertissemement’). Lo stesso Principe-Schiaccianoci e la Fata
Confetto si esibiscono in un memorabile ‘Pas de deux’. Il Balletto si conclude con un ultimo Valzer e il
sogno finisce: una volta risvegliata, mentre si fa giorno, Clara ripensa alla magia del suo sogno,
abbracciando lo Schiaccianoci di legno.
209
BALLETTO TEATRO DI TORINO
www.ballettoteatroditorino.it
SERATA POP
coreografia di Matteo Levaggi
con i danzatori Manuela Maugeri, Kristin Furnes, Viola Scaglione, Denis Bruno,
Giuseppe Inga, Vito Pansini
produzione Balletto Teatro di Torino - Loredana Furno
co-produzione Lavanderia a vapore, Collegno
durata 60 minuti con intervallo
link video, pagina web spettacolo: https://vimeo.com/62660347
IN MOZART
musiche di Michael Nyman (da Drowning by Numbers)
FREE CHOCOLATE LOVE
un tributo a Andy Warhol Mito della POP Art
musiche David Shea + Scanner
Matteo Levaggi crea nel 2005 Drowning by Numbers per il Balletto dell’Arena di Verona, su musiche
eseguite dal vivo di Michael Nyman. Riprende oggi il balletto riadattandolo agli straordinari danzatori
del Balletto Teatro di Torino. Nyman ha fatto spesso riferimento a Mozart nelle sue colonne sonore e
nelle sue composizioni e proprio il famoso brano in Re del Don Giovanni, della colonna sonora del film di
Peter Greenaway Drowning by Numbers è il tema del primo brano in programma. Ne nasce un pezzo
musicale esplosivo, ricco di suoni e suggestioni, in cui far immergere una danza ben ancorata al
vocabolario classico, come del resto è qui la musica, ma attraversata da un grande sentire
contemporaneo. La seconda parte della serata riprende un lavoro coreografico di Levaggi ispirato al
mito della Pop Art, Andy Warhol.
Free Chocolate Love, sulla trascinante e ipnotica musica dell’americano David Shea e dell’inglese
Scanner, ci immerge in un mondo colorato, in cui i danzatori si mettono in mostra, si scambiano i ruoli,
trascinando il pubblico in un vortice di danza e musica elettronica per giovani amanti (come gli autori
stessi la definiscono) e in un mondo Glamour, Pop, Star, Pose, Love, Smootchy, Andy, Karole and me!
SEXXX
coreografia di Matteo Levaggi
con i danzatori Manuela Maugeri, Kristin Furnes, Viola Scaglione, Denis Bruno,
Giuseppe Inga, Vito Pansini
musiche di John Zorn, David Bowie, John Foxx, Ooioo, The Longcut
produzione Balletto Teatro di Torino - Loredana Furno
co-produzione Lavanderia a vapore, Collegno / Festival MilanOltre
durata 50 minuti senza intervallo
link video, pagina web spettacolo: http://vimeo.com/61122943
Sexxx è un’istantanea sul contemporaneo, sul corpo abusato del ballerino, che ricerca sempre più
potenza fisica, tecnica, costruendosi un’ideale di perfezione che forse finisce per non trasmettere più
emozioni. Tre “x” per esprimere il troppo, la superficie, l’ipertrofia dell’oggi e lo sguardo incensurato
dello spettatore. Matteo Levaggi si interroga sullo stato del balletto e della danza, guardando indietro,
210
al proprio repertorio costruito con il Balletto Teatro di Torino. Che cosa significa oggi, creare movimenti
e condurli così verso una poetica visiva?
Sexxx è un viaggio, che comincia ad un bivio dove i corpi dei danzatori si ritrovano esausti, ma allo
stesso tempo spinti ad apparire sempre più potenti, abbattendo le barriere del suono, del ritmo, della
resistenza fisica. Un viaggio che solca sul finale una nuova strada. Velocità, potenza, tecnica diventano
parte integrante del proprio respiro, prendono sembianze naturali e seguono il ritmo interiore di ciascun
danzatore.
Un’opera ribollente nel suo movimento al vetriolo che si suddivide in due sezioni dal flusso unico
attraverso umori e pulsioni sensuali contrastanti. Un vortice di passi ben ancorati al linguaggio
accademico, esemplificato anche nell’utilizzo di scarpette da punta, sia per le danzatrici che per i
danzatori. La sessualità in Sexxx è racchiusa nel titolo: è un pensiero della danza sepolto nel più
profondo anfratto della mente, quel pensiero audace che emerge dai corpi seminudi ed esposti dei
danzatori, che si pongono allo sguardo clinico del pubblico.
La musica di Zorn scotta, corrode, lasciando cicatrici emozionali forti, dense.
DIDONE E ENEA
coreografia di Matteo Levaggi
con i danzatori: Manuela Maugeri, Kristin Furnes, Viola Scaglione, Denis Bruno,
Giuseppe Inga, Vito Pansini, Ruggero Griffini
musiche Henry Purcell
produzione Balletto Teatro di Torino - Loredana Furno
co-produzione Lavanderia a vapore, Collegno
durata 60 minuti con 1 intervallo
link video, pagina web spettacolo: http://vimeo.com/61126447
“L’opera più celebre di Purcell rivive in forma di balletto, nella seducente e graffiante coreografia di
Levaggi”. Danza&Danza – 2009
L’amore narrato da Virgilio, nel quarto capitolo dell’Eneide, fra la regina di Cartagine ed Enea, riappare in
chiave contemporanea, nel balletto Didone e Enea, creazione coreografica di Matteo Levaggi per il
Balletto Teatro di Torino, sulla struggente drammaturgia musicale firmata da Henry Purcell nel 1689,
capolavoro dell’arte musicale barocca.
La triste vicenda di Didone, che il compositore inglese sviluppò nello schema operistico seicentesco,
arricchendolo di elementi surreali e magici, ha tentato spesso la via della coreografia. Fra le più celebri e
recenti trasposizioni in danza, quella di Mark Morris, peraltro nel ruolo stesso della regina, e quella di
Sasha Waltz. Danza, dunque, lasciandosi andare alla sontuosa musica scritta da Purcell per quest’opera,
integrata da Levaggi con altri suoi brani strumentali, affidando l’interpretazione, emotivamente
coinvolgente, al BTT, formazione che s’impone come una delle più mature del panorama italiano
contemporaneo. Il vocabolario coreografico carico di eleganza e di sensualità, rende superfluo qualsiasi
intento drammaturgico, lasciando semplicemente che i suoni barocchi riempiano i movimenti dei
danzatori.
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b
l
u
c
i
n
Q
u
e
www.blucinque.it
ESTRATTO 1
coreografia di Caterina Mochi Sismondi
con Caterina Mochi Sismondi e Gianluca Pezzino
durata 40 minuti
link video, pagina web spettacolo: www.blucinque.it
Estratto1 è un lavoro sullo spiazzamento. In scena un uomo, una donna, una relazione, un cubo che
delimita e trasforma. Un quadro, uno spazio fisico, uno interiore, un neutro che prende forma e subito il
gioco delle parti si crea, senza capire se esiste fuori o dentro di noi. A partire dallo studio di segmenti del
corpo e frames musicali e di testo, questo primo Déplacé della compagnia porta il desiderio di indagare
sui generi il dialogo le relazioni, prendendo ispirazione anche da immagini di Francis Bacon.
UNICORNO Déplacé Solo
coreografia di Caterina Mochi Sismondi
con Elena Cavallo
musica dal vivo Guido Canavese, Alessandro Minetto, Mauro Battisti
installazione sonora Davide Tomat
durata 35 minuti
link video, pagina web spettacolo: www.blucinque.it
Un corno aguzzo sulla fronte, bianco alla base, in mezzo nero. L’unicorno può essere catturato da una
bambina, e fugge. Alcuni vedono nell’unicorno la figura di un uomo a cavallo, altri dicono che il corno
stesso, tagliato in due, riveli la figura di un uomo. Non sappiamo se sia uomo donna o animale, forse è
un sogno. L’unicorno è una performance in déplacé presentata all’interno della Reggia di Venaria Reale,
nello spazio della Chiesa di Sant’Uberto. Questo lavoro, insieme ad altre due installazioni della
compagnia “Sirene” e “Il Doppio” presentate all’aperto sempre nei Giardini della Reggia, sono studi in
chiave astratta e contemporanea di figure mitologiche e dei loro possibili incroci. Queste creazioni
nascono dall’esigenza di lavorare sul tema del fuori luogo, inteso in questo caso come azioni sceniche
fuori dagli spazi convenzionali, e sul corpo e il movimento inteso come altro da sé, parte per il tutto,
parte spezzata. Le figure sono tratte da “Il libro degli esseri immaginari” di Borges e i testi da poesie di
Pessoa e Szymborska.
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C.ie LA BAGARRE
www.cielabagarre.com
ETUDE POUR LA SAINTETE
coreografia di Erika Di Crescenzo
con Erika Di Crescenzo (danza), Raffaele Casarano (Alto Sax ed Effetti)
durata 60 minuti
link video, pagina web spettacolo: http://www.cielabagarre.com/it/works/studio-per-la-santita
Etude pour la Sainteté è uno spettacolo di perturbante corporeità costruito tra Torino e Parigi,
avventurandosi nei canali sotteranei dove si incrociano e confondono sensualità ed estasi, isteria e
santità, secondo le intuizioni di un mentore come Georges Bataille e la dolorosa casistica degli archivi
sull’isteria dell’ospedale Salpêtrière di Parigi. Un sacro scherzo dove la messa in scena è il luogo della
“rappresentazione isterica”. Fondamentale è il corpo e la sua relazione con la Santit{; danzato e
dichiarato come la più onesta offerta del sé procede per tentativi e ammiccamenti urlando il suo
richiamo ad essere amato.
“Quando la piccola novizia dagli occhi inquieti si toglie silenziosamente le mutandine per poi strozzarle
in un nodo di castit{ al di sopra della testa reclina, tutti noi pubblico dimentichiamo l’ipotesi santifica
della serata e ci abbandoniamo ad un latente erotismo in punta di piedi. Erika duetta con la creazione.
Estetica. Sonora. Coreografica. Mette una se stessa spudorata al centro d’una leggiadria possibile, d’uno
sberleffo accidentale, d’una gioia elastica. Canta e suona e danza come per caso, ma nello stesso tempo,
ci fa capire che tutto è lì per sua volont{. Per una scelta virtuosa: c’è ironia e immediatezza. C’è
l’artigianato e il pop. La classicit{ dell’ “adesso basta, si fa come piace a me!”. E piace anche a noi, quello
che succede. Ciò che vediamo e sentiamo. Ciò che intuiamo essere un modo di “tessere” lo stare in
scena”.
Michele Di Mauro
PER IL BENE DI CARMELO
coreografia di Erika Di Crescenzo
con Erika Di Crescenzo e Simonetta Sola, Gianni Denitto (sonorizzazione live)
durata 60 minuti
link video, pagina web spettacolo: http://www.cielabagarre.com/it/works/per-il-bene-di-carmelo
Il balletto romantico Giselle e la figura di Carmelo Bene: due grandi classici intrecciati nel progetto “Per il
Bene di Carmelo”. Baricentro della performance di teatro-danza è il tema dell’addio, tra dolorosa
solitudine e ironico salvataggio puramente intellettuale. Una dichiarazione d’amore alla gentile anima
defunta. Ma vale anche il contrario ovvero una Dichiarazione d’Odio alla Maleducata Anima Resuscitata.
La protagonista Flora vive con Carmelo un’onirica relazione vagamente necrofila, tra echi romantici e
irriverenti provocazioni sonore composte da Gianni Denitto, giovane ed affermato sassofonista indicato
tra i migliori talenti 2012 dalla rivista Musica Jazz.
“A Dacia Maraini che lo accusava di inscenare, con le sue attrici nude e reificate, un sistematico
maschilismo, il Bene-amato Carmelo impagabilmente rispondeva: lei è una bigotta! Ma lui, diceva l’amico
Giancarlo Dotto, era in realtà un misogino con una feroce nostalgia per il femminile. E ora che – ironia
della sorte – è il femminile ad avere una feroce nostalgia di lui, una giovane regista e coreografa restia
alle etichette (fossero anche quelle di “maschile” e “femminile”) come Erika Di Crescenzo gli dedica
un’appassionata dichiarazione d’amor-odio, letteralmente danzando sulla sua tomba. Un omaggio213
sberleffo che al sublime iconoclasta di certo piacerebbe. E magari, dopo essere apparso alla Madonna,
riapparir{ anche a noi. Ovviamente spernacchiandoci per come siam caduti in basso…”.
Grumwalski
LA BAGARRE
coreografia di Erika Di Crescenzo
con Erika Di Crescenzo
durata variabile tra 15 - 45 minuti
link video, pagina web spettacolo: http://www.cielabagarre.com/it/works/la-bagarre
Bagarre: libero melange italo-francese tra Blague (scherzo) e Guerre (guerra) che definisce LE BOTTE DA
ORBI IN UN CLIMA DI FESTA. Una performance Short or Long Form, in cui il corpo della danzatrice
incontra lo strumento musicale tracciando insieme un unico segno corpo-sonoro. La Bagarre è il
“risultato - in progress” di una ricerca sui temi che investono il paesaggio bellico; un paesaggio che per
scelta individuale è situato in un notturno livido, pallido e mortifero, e che insieme contempla soluzioni
sceniche di tenera malinconia e ridente mostruosità.
“Atmosfera decisamente convincente in La Bagarre, dove vive un personaggio naif, tra il disperato e il
grottesco, candido e desolante nella sua smorfia da clown. La coreografa esprime in un personale segno
corpo-sonoro nell’incontro con una fisarmonica, che suona visceralmente con l’intero suo corpo in
improbabili brani di cantastorie di luoghi altri. Convince ed allibisce”.
Il Gazzettino Udine
“La completezza caratterizza il bellissimo “La Bagarre”: una creatura quasi irreale, livida, a met{ fra il
Pierrot, la marionetta e un guitto artista di strada, suona una malinconica fisarmonica. Il corpo diventa
tutt’uno con lo strumento, dando vita a un passo a due stralunato, intenso, carnalmente lirico, in uno
scambio di sonorità e di respiri. Un passaggio di grazia, musica e passione”.
klpteatro.it
La performance è adatta a spazi chiusi o aperti con pavimentazione liscia ed è indicata per un pubblico
misto di adulti e bambini.
214
C.ie ZEROGRAMMI
www.zerogrammi.org
PASTO A DUE
liberamente tratto da Tieste di Seneca
coreografia di Stefano Mazzotta, Emanuele Sciannamea
con Stefano Mazzotta, Emanuele Sciannamea
durata 50 min.
link video, pagina web spettacolo http://www.zerogrammi.org/it/pastoadue.html
Pasto a Due, opera coreografica ispirata alla tragedia senecana “Tieste”, è un trattato sulla forza, sul
cedere e opporre, sul consumare o conservare, soccombere e rinunciare o assoggettare, riportato con
ossessione maniacale da ciò che resta di due corpi sorpresi nell'atto del contendere. Sono i fratelli
senecani, duri e spietati per brama di possesso, sono ciò che ne rimane, ombre terribili, uccelli della
notte, a ricordare Tantalo, espressione di contesa, odio, atrocità. Siedono composti alla tavola
imbandita su cui, secondo il racconto del tragediografo latino, si consumerà la più efferata delle
vendette. Sono fermi nell'istante precedente l'epilogo del racconto, quello spazio in cui dubbio e
tensione, giunti al loro apice, reiterati da tempo infinito, ne alterano e incrinano il contegno superficiale,
scomponendo gradualmente le forme dell'etichetta. E qui la tragedia già si consuma nello stillicidio della
domanda, della possibilità, della speranza vana, nel ribaltamento della logica, nell'eccesso del desiderio,
nell'impossibilità della ragione assoluta e nei mostri che il suo sogno produce. Con PASTO A DUE si
chiude il dittico ispirato al mito degli Atridi realizzato con il sostegno di MIBAC e Ministero della Cultura
della Federazione Russa in occasione di ITALIA-RUSSIA 2011.
S. Mazzotta
MAPPUGGHJE
una libera riscrittura dall’Odissea di Omero
coreografia di Stefano Mazzotta, Emanuele Sciannamea
con Chiara Michelini, Maria Cristina Valentini
durata 75 min.
link video, pagina web spettacolo http://www.zerogrammi.org/it/mappugghje.html
Le mappugghje sono, nel dialetto salentino, le carabattole, cianfrusaglie, quelle cose che si accumulano
nel portafogli, nei cassetti, in scatole di latta, cose che si conservano a dispetto del poco valore
materiale. Ad esse affidiamo pezzetti di cuore, di viaggi, di ricordi, e gli chiediamo di custodirli
nell'attesa di essere pronti per metterle in soffitta. Un'attesa che una singolare Penelope, il personaggio
omerico qui narrato per corpo e voce, vive nell'immobilità di una piccola casa. Da tempo immemorabile
e con devozione attende. In silenzio si muove tra le “mappugghje” del suo cuore, nel tentativo di
recuperarne la trama, inesorabilmente destinata a sciogliersi come zucchero nelle numerose tazzine di
caffè del suo infinito aspettare. Questo lavoro, frutto di due anni di ricerca scanditi in residenze
coreografiche realizzate tra Italia e Portogallo, vede coesistere in scena due differenti linguaggi in
dialogo fra loro, la danza e la prosa, cuciti in due racconti paralleli e “incidentalmente” legati. La
struttura narrativa intende rispondere alla precipua scelta drammaturgica di un tempo spazio non
lineare, di un disordine cronologico che sostituisce a logica e direzione nel viaggio per mare dell'eroe
Ulisse, il complesso, ricco vagabondaggio interiore della sposa in attesa. Accade così che la donna sia in
scena, al tempo stesso, la giovane Penelope all'alba di un solitario aspettare di là da venire e la donna
anziana che ha indefinitamente atteso e che, non sempre lucida, dimentica talvolta dell'oggetto di
215
questo persistente attendere, è pronta a farci partecipi, in un appassionato soliloquio, del suo
amorevole, a tratti disilluso diario di viaggio.
S. Mazzotta
INRI
coreografia di Stefano Mazzotta, Emanuele Sciannamea
con Stefano Mazzotta, Emanuele Sciannamea
d
urata 50 min.
link video, pagina web spettacolo http://www.zerogrammi.org/it/inri.html
Il tema intorno al quale ruota l'intera drammaturgia di Inri è la pratica della fede nella religione cattolica.
In scena due docili vecchiette rosario-munite bardate in nero. C'è, nel loro mettere in danza le parole e il
silenzio, una lingua del corpo in ostensione, una coreografia di passi, ora dolorosi, ora angelicati, giocata
nella parodia di un bigottismo religioso e quotidiano che appartiene alla nostra cultura. C'è un universo
sacro e profano, crudele e tenero, ironico e tragico nella liturgia di gesti, di genuflessioni sghembe, di
posture scomode, di sgrammaticate maschere espressive che trasudano una goffaggine innocente. Nei
dettagli di mani in preghiera alimentate da vorticosi e ipnotici roteamenti di bauschiana memoria; negli
estatici fermo-immagine di bocche e occhi, nelle liturgie di gambe e braccia assurte a Crocifissione, e ad
una barocca Deposizione, che rimandano a icone popolari. Ci sono suoni e voci di paese, di processioni
di Madonne, di litanie e rosari profumati, di un Agnus Dei struggente sulle cui note la danza stordisce e
ammalia. C'è il rumore della quiete mistica, e la sospensione del miracolo pregato; c'è l'isteria dei
muscoli contratti e delle schiene scoperte, e infine dei due corpi esposti a denudamenti, che rivelano la
vuotezza di una pratica religiosa sterile. C'è in tutto questo, infine, un senso d'attesa perenne,
incolmabile, in quella terra desolata, eppure abitata di visioni, dell'anima bisognosa di spiritualità.
G. Di Stefano
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GABRIELLA CERRITELLI
www.gabriellacerritelli.it
MINUTO,MOBILE E LEGGERO - SECONDO STUDIO (produzione 2012)
performance di danza e live visuals
coreografia di Gabriella Cerritelli
con Gabriella Cerritelli: danza
Nadia Zanellato: live visuals
durata: 30 min.
link video, pagina web spettacolo:
https://vimeo.com/57442172 2012 (video 30 min.)
“Minuto mobile e leggero” trae ispirazione dalle immagini letterarie evocate da Italo Calvino ne “La
leggerezza” (dalle Lezioni Americane) e dall'esperienza artistica di Philippe Petit, “funambulo e poeta
della vita.” È un lavoro che indaga l’opposizione leggerezza/peso partendo da una dimensione interiore
e da un modo di sentire, la cui ricerca è orientata verso l'espressione di un corpo “senza peso”, libero
nel pensare e nell’agire. In questa prospettiva, Gabriella Cerritelli sperimenta una danza guidata da un
movimento leggero e preciso, che si adatta con sensibilità ad un contesto in continua trasformazione.
Viene assunta come immagine emblematica il funambolo: tenace determinato e spinto da una grande
forza interiore, si muove senza lasciare traccia sospeso nel vuoto. Il funambolismo è un’arte sottile,
effimera e ineffabile, come l’arte di vivere.
Il primo studio, presentato il 19 luglio 2011 a Torino per “La Piattaforma” all’interno del Festival “Teatro
a Corte”, è stato incentrato sull’opposizione leggerezza/peso ed ha visto la collaborazione della
trapezista Justine Bernachon.
Nel secondo studio, frutto di una sperimentazione di live VJing in collaborazione con lo IED (Istituto
Europeo di Design) di Torino, Gabriella Cerritelli lavora sullo spazio e sulla percezione visiva interagendo
con i live visuals di Nadia Zanellato.
CORPO/MEMORIA - IL RIMOSSO NELLA MEMORIA DEL CORPO (produzione 2012)
performance di danza e lettura
testi tratti da “L’amore molesto” di Elena Ferrante
coreografia di Gabriella Cerritelli
con Gabriella Cerritelli: danza
Roberta Fornier: lettura
durata: 50 min.
link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=ffYa7Cp7LAU 2008
(demo 6,15 min.)
http://www.youtube.com/watch?v=QO_QHAIpyCE 2008 (estratto 3,37 min.)
Da uno studio realizzato all’interno del progetto “Behind the door“, Gabriella Cerritelli trae un lavoro di
ricerca sulla memoria del corpo basandosi sugli scritti tratti da “L’amore molesto” di Elena Ferrante.
“Behind the door” è la storia di una donna che, sollecitata da un'attrazione sinistra ed inquietante,
riesce ad accedere ad una materia oscura risvegliando il ricordo di un trauma rimosso. Delia, la
protagonista del romanzo “L’amore molesto”, indagando sulla morte improvvisa e violenta della madre
ripercorre una straziante storia famigliare cruda e violenta. Rivive luoghi e persone, ritrova odori e
sensazioni fisiche che la riportano ad una sua zona d’ombra restituendole un vissuto negato. In
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Corpo/Memoria, il gesto e la parola scavano nel passato e, partendo dall'oscuro, rivelano la possibilità di
superamento e di apertura ad un nuovo presente.
“Ogni strada interrotta è una porta chiusa che si ripresenta in tutte le strade che percorriamo nella
nostra vita. Si può cambiare strada in eterno o ritrovarsi ad aprire la porta, per scelta o per necessit{.”
Gabriella Cerritelli
ATTACK (produzione 2008-2009)
installazione/performance di arte e danza
regia di Gabriella Cerritelli e Roberto Tarasco
coreografia di Gabriella Cerritelli
con Gabriella Cerritelli
installazione di Paolo Grassino
durata: 20 min.
link video, pagina web spettacolo:
http://www.youtube.com/watch?v=KuM8PcfLxkQ 2009 (demo 3,17 min.)
http://www.youtube.com/watch?v=r9TfSbXyCKs 2008 (demo 5,36 min.)
https://vimeo.com/45911957 2009 (video 20 min.)
Attack è un buco nero, un obice, un tronco di cono alto 2 metri e profondo 3, completamente rivestito di
velcro nero. Al suo interno un bozzolo forse un embrione o un virus, la performer, anch’essa fasciata di
velcro nero. Il corpo si mimetizza e interagisce con il congegno generando suoni in tempo reale, creati
dall’attrito con la materia e dagli strappi necessari per ogni movimento. Ne deriva una relazione difficile
e sofferta - una ricerca di legame, movimento e libertà nella staticità della materia - dove scultura, danza
e suono sono complici in scena. (Due microcamere posizionate sui bordi opposti possono riprendere,
come due occhi vigili, l’azione all’interno del cono per rimandarla all’esterno su due monitor. Le
immagini prodotte suggeriscono differenti prospettive e suggestioni nuove da quelle create dal vivo).
Attack é un progetto in evoluzione: la prima fase è stata presentata con il titolo di “Mara's Attack”
come prototipo a “Spazi per la danza contemporanea 2008” di Torino; la seconda fase, in cui è stata
addizionata la parte video presso l’Accademia Albertina di Belle Arti Torino e - successivamente
sviluppata nell’allestimento - è stata rappresentata a Torino per “Piattaforma 2009”. In ogni fase, il
progetto è stato modificato in relazione allo spazio, a nuovi innesti artistici e all’evento cui veniva
inserito.
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CIRCO MACADAM
GLI ULTIMI RESTI
coreografia di Chiara Vitale, Amalia Ruocco, Irene Segalla
con Chiara Vitale, Amalia Ruocco, Irene Segalla
durata 40 minuti
link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=kB7quOtfItw
Tre artiste, “gli ultimi resti” di una gloriosa compagnia di circo, cercano di portare in scena il loro
spettacolo con gli avanzi di una produzione che le ha abbandonate. Il pubblico sarà chiamato a
collaborare in prima persona al divertente e irriverente allestimento, dove le acrobazie si fanno
sull'asfalto perché trasportare il linoleum sarebbe stato troppo costoso, bisogna condividere in due il
cerchio aereo come coinquilini di una casa troppo piccola, e la giocoleria si fa con quel che c'è perché
palline e clave... le abbiamo vendute!
Eppure, tra luci fulminate e tendoni rattoppati, la magia dell'arte riesce comunque a farsi spazio; i sottili
equilibri mozzafiato del circo sembrano riflettere alla perfezione la precarietà del contemporaneo, dove
la mancanza diventa opportunità; per comprendere, infine, che lo stretto indispensabile è molto meno
di quanto immaginiamo.
INCONTRI
coreografia di Chiara Vitale, Amalia Ruocco
con Chiara Vitale, Amalia Ruocco
durata 40minuti
link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=QFrPJcEe7Mo
Due donne nell'attesa dell'uomo amato: una, romantica e sognatrice, danza con i ricordi, giacche,
cappelli, camicie, lasciatigli dal partner nell'ultimo appuntamento; l'altra, briosa e un po' stralunata,
ammazza il tempo bevendo spumante... ma lui si presenterà? L'incontro non andrà come ci si
aspettava...
Tra poesia e momenti esilaranti, sarete affascinati da acrobazie aeree su tessuti mossi dal vento e dalla
seduzione di un tango ballato nella cornice di un cerchio sospeso.
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CIRKO VERTIGO
www.cirkovertigo.com
CIRQUE DECO
coreografia di Paolo Stratta e Luisella Tamietto
con Luisella Tamietto e gli artisti di Cirko Vertigo.
Lo spettacolo può essere accompagnato dalla Vertigo Jazz Band composta da Aldo Rindone
(pianoforte), Giuseppe Calvagna (basso), Paolo Franciscone (batteria) e Simone Garino (sax)
durata 70 minuti
link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=6EKQvYidm_c
scheda artistica completa:
http://www.scuoladicirko.it/download/SCHEDA_ARTISTICA_Cirque_Deco_2013_musicisti.pdf
Cirque Déco è l'incontro tra la modernità del Cabaret e la tradizione del Nouveau Cirque. Uno spettacolo
che ripercorre qualità ed atmosfere della tradizione del circo, dal clown bianco ai numeri esotici,
all’evocazione di fenomeni della natura e rarit{ proprie dei padiglioni delle meraviglie con disincantata
comicità. Un sincero omaggio al genere en travesti come possibile dissimulazione dell’altro sesso
(qualità ricercata nello spettacolo di Varietà che ha avuto in Fregoli, Paolo Poli e Arturo Brachetti
precedenti illustri) sublimazione e celebrazione della perfezione femminile. La stessa Barbette eliminò
dal suo repertorio alcune prodezze poiché la verosimiglianza era considerata una qualità. Dunque uno
spettacolo a cavallo tra circo e vaudeville, punteggiato dalla presenza di personaggi clowneschi,
caratteri più eterei e onirici ed evocazioni in chiaroscuro di cliché rivisitati della vita nel circo del secolo
scorso.
Lo spettacolo è accompagnato dalla Vertigo Jazz Band, un quartetto di virtuosi musicisti composto da
Aldo Rindone (pianoforte), Giuseppe Calvagna (basso), Paolo Franciscone (batteria) e Simone Garino
(sax). Su richiesta lo spettacolo è disponibile anche senza l’accompagnamento musicale dal vivo, con
colonna sonora registrata.
LA LUNA IN UN GIORNO
coreografia di Pablo Volo
con Anibal Virgilio (Cile), Aurelia Eidenberger (Austria), Garazi Pascual Esnaola (Spagna), Pol Mejias
(Spagna), Salvatore Cappello
durata 55 minuti
link video, pagina web spettacolo: http://youtu.be/k-DYaE269Cc
scheda artistica completa
http://www.scuoladicirko.it/download/scheda_artistica_la_luna_in_un_giorno_cirko2013.pdf
La luna in un giorno è un’opera coreografica ispirata al mondo surreale e malinconico delle poesie di
Federico Garcia Lorca. Un sogno ad occhi aperti, leggero e violento. Un viaggio in cui tutto sembra
possibile, ma dove aleggia, come un cattivo presentimento, l'incubo franchista. Uno spettacolo che
svela il limite vertiginoso della poetica corporea. Il rischio come prova d'amore e testimonianza della
vita. Un salto nel buio per capire che siamo ancora vivi.
Il paesaggio sonoro creato da Bruno Franceschini mette in parallelo due opere musicali legate all’
universo di Lorca: l’Amor brujo di Manuel De Falla, (1915) amico stretto del poeta, e Songs Drones and
Refrains of Death, opera del 1968 di Georg Crumb, su testi di Lorca.
La sovrapposizione di due musiche apparentemente molto diverse permette di creare una colonna
sonora che non rispetta l’inizio e la fine dei ‘numeri’ ma abbraccia tutta la sequenza dello spettacolo. In
scena 5 giovani artisti internazionali impegnati nelle seguenti discipline del circo contemporaneo:
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trapezio fisso, cinghie aeree, filo teso, corda molle, scala di equilibrio e tessuti. La creazione è avvenuta
nel 2012 al termine di un ciclo di 3 anni di formazione ed è durata 4 settimane presso lo spazio residenze
Chapitombolo di Monale (AT) e alla Casa del Circo di Grugliasco. Gli artisti si sono ispirati alle opere di
grandi maestri quali Lorca, Buñuel, Tarkowki, Vigo, Pina Bausch e Beckett.
KABARET VERTIGO
coreografia di Paolo Stratta e Luisella Tamietto
con gli artisti della Compagnia Cirko Vertigo
durata 50 minuti
scheda artistica completa http://www.scuoladicirko.it/download/Scheda_KabaretVertigo_2013_02.pdf
Spettacolo allo stato puro, poesia, arte, creatività. Kabaret Vertigo è tutto questo e molto altro ancora.
È un cabaret circense e popolare innovativo, eclettico, che raccoglie l’energia di giovani artisti con la
scrittura e la direzione di esperti professionisti dell’Arte scenica nazionale ed internazionale.
Kabaret Vertigo anche ironia, fascino, stupore dell'artista che non smette di meravigliarsi e di
meravigliare un pubblico senza età e alla ricerca di novità ed entusiasmo. Bambini come adulti non
cessano di fantasticare e viaggiare verso mondi lontani ammirando la danza di nastri, clave e corpi
leggeri che non temono di contrastare e smentire le stesse leggi di gravit{. Dopotutto cos’è l’aria se non
un mondo magico, leggero ed infinito in cui far vibrare le corde dell’anima: luogo ideale in cui mettere in
scena spettacoli di luci, ombre e talenti in erba? E cos’è la terra se non il palcoscenico di una vita che non
conosce certezza ma infinite possibilit{ di interpretazioni e visioni? Circo e intrattenimento s’intrecciano
sul filo di una comicit{ eccentrica, di uno humour che sfiora l’assurdo in cui viene meno il confine tra
artista e spettatore, tra finzione, magia e realtà. Spettacolo per ogni tipo di pubblico che presenta una
carrellata di tecniche e discipline del grande circo.
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CODEDUOMO - Associazione Culturale
Daniele Ninarello
www.cargocollective.com/danieleninarello
ROCK ROSE WOW
coreografia di Daniele Ninarello
con Annamaria Ajmone, Marta Ciàppina e Daniele Ninarello
durata 60’
Rock Rose WoW tenta di scolpire il profilo di tre distinti corpi che “eccedono” verso il proprio “ego”
facendo tutto ciò che possono. In mostra silenziose rivoluzioni volontariamente spogliate di pathos
romantico e dietro le quali si celano, come sostegno invisibile, le pieghe grottesche dell’animo umano. Il
gioco è leggero e candido. Analizzando da diverse prospettive il tema della corsa alla realizzazione del
sé, riflettiamo sulle molteplici personalità che si formano in noi, tutte differenti, e sulle infinite
potenzialità sigillate e perse nel tempo. Il tentativo è di indagare questo territorio per tradurre nel corpo
e sulla scena il “tutto ciò che posso”, dove il corpo si duplica, triplica per raccontare la fragile bellezza e
le tracce di una caduta innocenza, celate dietro la necessità di essere importanti, riconosciuti qui ed ora,
lasciando affiorare il timore di non esistere negli occhi di chi osserva.
Rock Rose WoW è una nuova produzione di danza contemporanea e arte performativa che nasce
dall’esigenza di approfondire e articolare le tematiche emerse in un precedente studio, “Trois Corps”,
finalista al Premio Prospettiva Danza 2012 e selezionato per la vetrina DNA-Romaeuropa Festival 2012.
Coproduzione Fondazione Fabbrica Europa per le arti contemporanee, Lavanderia a Vapore-Centro di
eccellenza per la danza di Collegno (Torino), Balletto dell’ Esperia/Palcoscenico Danza (Torino), Festival
Interplay/ Mosaico Danza (Torino), Electa Creative Arts (Teramo), Tanztendenz München (D).
Con il sostegno del progetto DE.MO./MOVIN’UP II sessione 2012
BIANCONIDO
coreografia di Daniele Ninarello
con Daniele Ninarello
durata 18’
link video, pagina web spettacolo: www.vimeo.com/52881410
Un tempo bianco.
Uno spazio bianco.
Un odore ed un suono bianco.
Bianco come un’interruzione apparente, una sospensione. L'intenzione che si nasconde nella parete
frontale, appena dietro gli occhi chiusi. Spazio/Tempo Bianco di latenza che scorre sotto.
Lo spazio nitido si fa Nido in cui il corpo vibra, si dimentica di essere corpo. È in questo luogo che si
immaginano sostare le sensazioni per meglio preparare la realtà futura immaginata, sognata.
Bianconido è quel luogo di latenza tra pensiero e azione, tra intenzione e direzione; è quello spazio in cui
la sensazione si fa realt{, l’intangibile diventa palpabile e il corpo tutto si fa “istante presente
impregnato di futuro”. Attraverso il corpo un tentativo di sondare questi tempi di sospensione, per
afferrare scie di sensazioni che si susseguono nel costruirsi un nido.
Una riflessione sul corpo come scia di se stesso, un' eco e un riverbero. Con questa idea vorrei
proseguire nel lavoro cercando una danza che viene da altrove, passa attraverso il corpo
trasformandolo e va altrove. Lasciarsi inseguire scatenarsi e manifestarsi, e dal riverbero che si lascia di
se ricominciare prima che finisca.
Non si può tornare indietro, e forse nemmeno afferrare l'effetto che si sta per scatenare.
222
Nel bianco si può illuminare.
Coproduzione Festival Interplay/12-Mosaico Danza (Torino, Italia)
Con il sostegno di Torinodanza/Fondazione Teatro Stabile di Torino, Cango Cantieri Goldonetta (Firenze) e
Balletto dell’Esperia (Torino)
NON(LEG)AZIONI
coreografia di Daniele Ninarello
con Daniele Ninarello
durata 18’
link video, pagina web spettacolo: www.vimeo.com/38809386
Indagare lo spazio con il corpo attraverso la sua creatività.
Attraverso l'improvvisazione si va sempre a sondare luoghi del corpo e della mente che a volte
accantoniamo, ma in quel momento riaffiorano immagini e situazioni cariche di un potenziale poetico
che permette generosità e catarsi. La Figura si isola nello spazio e si ritrova in una altra disponibilità ad
essere.
L'improvvisazione tira fuori quello che a livello di emozioni e sensazioni è reale, e dunque, necessario
all'atto scenico e alla creazione. Dare vita al momento , all'istante, percepirlo, afferrarlo e seguirlo,
scegliere di farlo attraverso l’ irrazionalit{ di un corpo che racconta un passaggio.
Non(leg)azioni è un progetto di atti improvvisativi in diversi luoghi e diverse situazioni, dove il corpo si
organizza nella sua architettura e in quella dello spazio per trovare nuove forme e direzioni senza alcun
intento al racconto. Unico fine è quello di aprirsi una via al possibile sconosciuto, assecondando ogni
inclinazione per una giustezza della Figura Corporea.
Coproduzione Mosaico Danza/Festival Interplay
In collaborazione con Associazione Artemovimento/Festival Insoliti
Creazione selezionata per CDC- Les Hivernales Avignon 2011 100% Danse “Quand les régions s’en mêlent…”,
progetto sostenuto dalla Regione Piemonte.
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CòLAPS Compagnia
https://www.facebook.com/pages/COMPAGNIAC%C3%B2LAPS/485757028125862
XX
coreografia della Compagnia CòLAPS
con Jessica Maria Bellarosa, Marco Di Stefano, Maurizio Mauro, Sara Santoro
regia e testi di Marco Di Stefano
durata: 50'
link video, pagina web spettacolo: http://vimeo.com/25688148
“Faremo un'eccezione per chi porta in Italia belle ragazze”
Così il Presidente del Consiglio Italiano ironizzava poco tempo fa sugli scafisti albanesi che portano in
Italia clandestini a bordo di gommoni. Senza pensare che le “belle ragazze” albanesi portate dagli
scafisti spesso finiscono su una strada, costrette a vendere il proprio corpo da magnaccia – albanesi e
italiani – che prima le sottopongono a ogni genere di violenza sessuale.
Una battuta, certo. O meglio, un sintomo, un sintomo di quello che è, in effetti, il paese più maschilista
d'Europa. Un paese dove gli uomini hanno 81 minuti al giorno di tempo libero in più. Dove le quote rosa
sono tristemente necessarie e spesso non sono neanche rispettate, come nel caso eclatante del
consiglio provinciale di Isernia, sciolto due volte di fila per mancanza di donne al suo interno. Un
disprezzo sessista che nasce dal profondo, un disprezzo spesso giustificato dalle donne stesse, succubi
di una cultura secolare. Ci siamo semplicemente chiesti: “Perché?” Parole, gesti, azioni quotidiane.
Osservazione. Osservazione di un paese, il nostro. Tanto materiale. Spesso altrettanto disgusto:
Vallettopoli, Miss Italia, la presunta capacità di procreazione di Eluana Englaro. I salari diversi a parità di
lavoro. E poi l'estero: la società islamica, la provincia americana. Non siamo arrivati a una risposta. Forse
una risposta non esiste. O forse esistono molteplici risposte, troppe per essere condensate in una forma
artistica definita. Ma noi non facciamo i sociologi: ragioniamo su terreni più semplici. Abbiamo
interrogato il corpo (visto che di danza ci occupiamo) su una differenza strutturale che ci sembra tutto
sommato iniqua: Uomo – Donna. Una differenza che esiste, è tangibile, sarebbe stupido negarlo, ma che
non giustifica la discriminazione attuale. Il risultato è estetico, certo. Ma soprattutto politico. Non ce ne
vogliate. In fondo il corpo è sempre politico.
REWIND – STUDIO #1
coreografia della Compagnia CòLAPS
con Jessica Maria Bellarosa, Maurizio Mauro, Sara Santoro
regia e drammaturgia di Marco Di Stefano
durata 20'
link video, pagina web spettacolo: (estratto) http://www.youtube.com/watch?v=_Op21ZistEk
Il Mito della Giovinezza. E chi ci pensava più? Sembrava un argomento vetusto, una delle ossessioni
umane più antiche e per questo ormai desuete, demodés. Qualcosa che non ci riguarda più. Insomma, lo
abbiamo capito che dobbiamo invecchiare e poi morire, no? Ok, nessuno vorrebbe, però è così: si nasce,
si cresce, si invecchia e si muore. Punto. Poi è arrivato il novecento, il secolo breve. E il fascismo. E il
nazismo. I totalitarismi di Hitler, Mussolini, Franco, Salazar (eh sì, anche il Portogallo ha vissuto una
dittatura, alzi la mano chi lo sapeva.). Ed eccolo lì, fresco come una rosa, rialzare la testa
nell'immaginario collettivo. Il Mito della Giovinezza. E con esso l'ardore, la virilità, il coraggio, la sfida
continua. Tutti in forma, tutti perfetti. A qualsiasi età. E fu la Seconda Guerra Mondiale. Italia oggi. Sono
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passati più di sessant'anni. E a partire dagli anni novanta (i ruggenti anni novanta...) il Mito della
Giovinezza è tornato prepotentemente alla ribalta. Insomma, tagliando corto... non vi ricorda qualcosa?
Vostro padre si compra una Harley Davidson a cinquant'anni. Vostro zio va a ballare al sabato
rimorchiando ventiquattrenni. Vostra madre si imbottisce di creme dai nomi assurdi, mediamente di
derivazione latina, vantandone gli effetti miracolosi. Naturalmente perché ha paura che vostro padre
sull'harley ci porti una delle ventiquattrenni avanzate allo zio.
Belli e giovani a qualunque costo, a qualunque età.
Il Presidente del Consiglio si fa il trapianto di capelli. Il Presidente del Consiglio indossa una bandana e
tiene la camicia aperta. Il Presidente del Consiglio si fa vedere in giro con ragazze sempre più giovani.
(siamo alle minorenni ormai...). Il medico del Presidente del Consiglio dice che biologicamente
Berlusconi ha vent'anni di meno. Il medico del Presidente del Consiglio dice che biologicamente
Berlusconi è in grado di vivere fino a centocinquant'anni.
Sara: Ma sei sicuro?
Marco: Ma sì, se non lo facciamo adesso che abbiamo vent'anni!
Jessica: Veramente ne abbiamo trenta...
Marco: Ma sì, se non lo facciamo adesso che abbiamo trent'anni!
Per il primo studio partiamo da noi. Dalla nostra ossessione per la giovinezza. Per combatterla.
Un corpo. Bloccato in uno spazio di 60 cm per 60 cm. È una metafora. È una banalità. È il mio modo di
fare politica. Io sono quel corpo. Non posso permettermi di evolvere.
Non posso permettermi di invecchiare. Non posso permettermi di crescere. Non posso neanche
ringiovanire. Noi che abbiamo trai 25 e i 30 anni siamo giovani o vecchi? Il mondo reale non esiste più.
Il mio corpo è il campo di battaglia.
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Compagnia NAD
www.compagnianad.it
TRITTICO PER QUATTRO STAGIONI E CINQUE ELEMENTI
coreografia di Antonella Usai
con Antonella Usai, Elena Picco, Adis Flores (danza) Andrea Ayassot (sax),
Claudio Riaudo (percussioni)
durata 70 min circa
link video, pagina web spettacolo: http://www.compagnianad.it/produzioni.html
Trittico è una jam session sottratta al caso e ricomposta in una sorta di collage di visioni‚ utilizzando i
linguaggi della musica dal vivo‚ della danza e del video.
Lo spettacolo‚ ispirandosi a una ricerca sui principi filosofici orientali dei cinque elementi‚ indaga la
relazione tra questi e il corpo‚ snodandosi lungo l’arco delle quattro stagioni. L’ambiente naturale che
irrompe sulla scena attraverso la proiezione video mostra il corpo nel suo confrontarsi con una natura
colta nel suo costante fluire e sembra suggerire che proprio qui si trovi lo spazio della trasformazione
per eccellenza‚ poiché‚ come scrive il filosofo Galimberti‚ “i simboli circolano su quel significato fluttuante
che è il corpo”.
LA DANZA BHARATANATYAM TRA STORIA MITO E ATTUALITÀ
ideazione di Antonella Usai, coreografie tradizionali indiane
con Antonella Usai (danza e canto) e Alessandro Tessitore (voce narrante)
durata 90 minuti
link video, pagina web spettacolo: http://www.compagnianad.it/danza_bharatanatyam.html
Qual è il terreno culturale da cui trae origine e ispirazione la danza Bharatanatyam? Quali fonti storicoletterarie, ma soprattutto quale pensiero si trova alla base e sostanzia il suo articolato repertorio? Quale
infine il suo ruolo nell’India di oggi e più in generale nel mondo contemporaneo?
Lo spettacolo si snoda a cavallo di questi e altri interrogativi‚ dando modo allo spettatore di orientarsi
più agevolmente e di contestualizzare la visione di una delle forme di teatro-danza più affascinanti al
mondo.
VIAJE
coreografia di Diaz,Mohanan, Picco, Usai
con Angela Placanica, Elisa Diaz, Antonella Usai
durata 60 minuti
link video, pagina web spettacolo: http://www.compagnianad.it/viaje.html
Lo spettacolo a cavallo tra danza‚ pittura e video, si sviluppa seguendo un percorso ideale‚ quasi un
viaggio danzato che partendo dall'India giunge ad Occidente attraverso il crocevia spagnolo.
Gradualmente si dispiega un percorso del corpo nelle sue molteplici possibilità espressive: dal rigore
geometrico della danza bharatanatyam‚ alla sinuosit{ del flamenco‚ fino alla danza contemporanea che
sembra spingere il corpo al limite di un equilibrio instabile.
La pittura si trasforma in scenografia sempre mutevole‚ ma soprattutto in grafia poetica dei corpi
danzanti che‚ pur nella diversit{ di linguaggi‚ cercano momenti di incontro e comunicazione.
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EgriBiancoDanza Compagnia
www.egridanza.com
DANCE DANCE DANCE
coreografia di Raphael Bianco
con Elisa Bertoli, Maela Boltri, Melissa Boltri, Alberto Cissello, Vincenzo Criniti,
Vincenzo Galano, Cristian Magurano, Francesca Ossola
durata 1 ora con intervallo
link video:
SACRED https://www.youtube.com/watch?v=v5x_ckPqDjM&feature=youtube_gdata_player
SECRET https://www.youtube.com/watch?v=XBWubUo9sV4&feature=youtube_gdata_player
SIMPLY https://www.youtube.com/watch?v=SV_ZZPoT_us&feature=youtube_gdata_player
pagina web spettacolo: http://www.egridanza.com/schede/dance.pdf
Il titolo di questo spettacolo riprende quello del romanzo omonimo del visionario scrittore giapponese
Haruki Murakami: danzare ovvero agire, per non ripiegarsi su se stessi per superare le difficoltà e
conquistare nuove dimensioni di esistenza, consapevolezza e pienezza. Nulla di più positivo in tempi
così difficili. Dopo balletti da me dedicati a importanti tematiche dell'attualità e della società che ci
circonda propongo "Dance, Dance, Dance" sulle musiche di tre fra i più interessanti compositori
americani contemporanei: dalla sperimentazione vocale di David Hykes , all'avanguardia di John Cage di
cui mi piace ricordare il centenario della nascita, per approdare all'eclettismo minimalista di John
Adams. In "Sacred Dance" l'attenzione è focalizzata sull'origine sacrale del gesto e della danza in cui si
struttura, veicolo fisico e spirituale per comunicare col trascendente, in "Secret Dance" il gesto invece
viene esplorato nel suo aspetto seduttivo. Per concludere "Simply Dance" dove la danza viene
presentata nel suo aspetto forse più conosciuto, ovvero come elemento di aggregazione e
divertimento. L'aspetto Iudico della danza vede anche la possibilità di divertirsi attraverso ogni genere
di danza senza preclusione di stili. Un balletto ludico ed eclettico per riaffermare il concetto che la danza
è una e che si manifesta sotto multiformi aspetti: una danza universale per divertire e comunicare.
IL CIOCCOLATO + CHAGALLIANA
coreografia di Raphael Bianco
con danzatori: Elisa Bertoli, Maela Boltri, Melissa Boltri, Alberto Cissello,
Vincenzo Criniti, Vincenzo Galano, Cristian Magurano, Francesca Ossola attrice: Tiziana Catalano
durata 1 h 15 m
link video https://www.youtube.com/watch?v=xogZCwu_F-M&feature=youtube_gdata_player
pagina web spettacolo: http://www.egridanza.com/schede/ciccolato_chagalliana.pdf
Il Cioccolato
Lo spettacolo è la celebrazione di uno dei prodotti piemontesi più apprezzati ed esportati nel mondo
intero: il cioccolato. Mancava ancora nel mondo del teatro e specialmente in quello della danza, un
balletto di sicura godibilità e divertimento. Il balletto, che si avvale degli elementi scenici ideati da
Emanuele Luzzati, è accompagnato dalle musiche di Gioachino Rossini, che, non a caso, oltre ad essere
uno dei più grandi compositori italiani di tutti i tempi, fu anche grande estimatore del piacere del cibo.
Nella sua creazione il coreografo Raphael Bianco intende esaltare tre aspetti del cioccolato: sensualità,
fastosità, divertimento. Non quindi una semplice storia del cioccolato ma una spregiudicata serie di
microstorie che hanno come elemento centrale il cibo degli dei.
Chagalliana
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Susanna Egri ha sempre sostenuto che il balletto è l’arte del presente, non solo perché svanisce nel
momento stesso in cui si manifesta, ma perché parla a un pubblico che gli è contemporaneo. Della
Chagalliana da lei creata nel 1954, restano i contenuti e la spiritualità che del resto è insita in tutte le
opere di Chagall: ma tutto ciò è ora trasmesso con un linguaggio diverso da Raphael Bianco a cui
Susanna Egri ha affidato il compito di creare un corpo nuovo all’anima di Chagalliana.
PERSONA
coreografia di Raphael Bianco
con Elisa Bertoli, Maela Boltri, Alberto Cissello, Vincenzo Criniti, Vincenzo Galano,
Cristian Magurano, Francesca Ossola
durata 1 h
link video: https://vimeo.com/65376853
pagina web spettacolo: http://www.egridanza.com/schede/persona.pdf
Persona è il titolo di una nuova creazione di Raphael Bianco, nel suo duplice significato di “individuo” e
“maschera”. La nuova creazione che Bianco presenta con la Compagnia EgriBiancoDanza, è una
riflessione sul danzatore, di cui esplora l’ umanit{, le fragilit{ e la passione che lo spingono ad
intraprendere un percorso di vita difficile dove ogni giorno sia il corpo che l’ anima vengono sollecitati,
arricchiti e logorati profondamente. Il danzatore osservato nella quotidianità del proprio allenamento,
dove però confluiscono umori e emozioni differenti di giorno in giorno e con cui ognuno permea ogni
gesto che, seppur eseguito da tutti allo stesso modo, è sempre unico. Il danzatore confrontato con il
palcoscenico e i suoi spazi, una dimensione in cui è facile perdersi e dove ci si espone coraggiosamente
agli occhi impietosi del pubblico.
Persona viene presentato in occasione della Giornata Mondiale della Danza, per affermare l’identit{ e le
caratteristiche uniche di una delle figure teatrali meno comprese dal mondo politico e della cultura in
un’epoca di profonda crisi e di forte precarietà per il teatro e per la danza.
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EKODANCE INTERNATIONAL PROJECT
LA BELLA...GISELLE
coreografia di Mats Ek
con Sara Barbagli, Annalisa Barberio, Alice Capello, Giorgia Bonetto,
Manuela Gallingani, Veronica Morello, Martina Scandola, Arianna Todisco, Andrea de Marzo,
Tiziano Pilloni, Fabrizio Matarrese, (Bernardo Badano, Andrea Zardi)
durata 50'
Nella Giselle Ekiana l'ambientazione cambia rispetto alla versione classica e invece di trovarci in una
radura illuminata dalla luna, ci troviamo catapultati all'interno di un manicomio dove le anime delle Willy
diventano giovani donne ferite, violate, spezzate, depresse. Nell'estratto qui scelto vi verranno
proposte due scene dal Secondo Atto: quella iniziale prima dell’ingresso di Giselle in manicomio, in cui il
coreografo ha voluto sottolineare come la storia della protagonista, in questa versione solo sottintesa,
sia anche la storia di altre donne che, come lei, sono state ferite profondamente da persone amate o
esperienze vissute; e la scena finale dove le rinchiuse Willy accettano la loro condizione di dolore e
sofferenza con però un sguardo di speranza verso il futuro.
Nella seconda parte una pièce tratta da La Bella Addormentata dove Mats Ek rielabora un altro grande
classico. La storia della bella principessa Aurora che a sedici anni, nella favola di Charles Perrault, resta
vittima del maleficio della strega Carabosse e cade in un sonno incantato dopo essersi punta con il fuso
di un arcolaio, si trasforma nell'oblio di una pubescente tossicomane non capita, trascurata, lasciata a sé
stessa; le quattro fate che crescono Aurora al riparo nel bosco donandole una virtù ciascuna, diventano
nella versione del coreografo svedese le infermiere che fanno nascere Aurora e la malvagia strega è il
medico che porterà la giovane nel mondo della droga .
MELLAN OSS
coreografia di Mats Ek
con Sara Barbagli, Annalisa Barberio, Alice Capello, Giorgia Bonetto,
Manuela Gallingani, Veronica Morello, Martina Scandola, Arianna Todisco,
Andrea de Marzo, Tiziano Pilloni, Fabrizio Matarrese, (Bernardo Badano, Andrea Zardi)
durata 60'
Evoluzione della coppia.
Un percorso che si può leggere non solo da un punto di vista universale ma anche una sorta di "eredità"
artistica da Birgit Cullberg a Mats Ek in cui i ruoli uomo-donna vengono analizzati dall'origine fino ai
giorni nostri: dall'archetipo di Adamo ed Eva in un concetto cristiano religioso alla libertà dell'amore
conquistata con dolore negli anni fino all'accettazione della coppia omosessuale prima relegata nei
meandri di una "ubris" cattolica. Dalla coppia archetipica si passa quindi a Romeo e Giulietta, emblema
della coppia romantica in cui l'amore nella sua forma perfetta trova la morte in quanto avversato dalla
società. La seconda parte della serata sarà dedicata alle coreografie di Mats Ek, figlio di Birgit nonché
suo successore nella direzione della Compagnia svedese Cullberg Ballet: Giselle, Carmen, Pas de danse,
Gamla bar, Fluke. Nelle coreografie di Ek il ruolo della donna è sempre più complesso e non si esaurisce
nell'unità con l'uomo ma, con la sua forma androginizzata, assume caratteristiche emotive e fisiche
molto forti. Un percorso ambizioso per la serata per mostrare come l'amore, la coppia, la società
evolvendo conducano necessariamente anche una rivisitazione delle relazioni.
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FRATELLI OCHNER
www.fratelliochner.com
LUNA A PEDALI
regia di Alberto Barbi
con Lara Quaglia, Paolo la Torre, Alberto Barbi, Paolo Zaltron
durata 70 min circa (per teatro, 45 min per spettacoli all’aperto)
link video, pagina web spettacolo: www.fratelliochner.com
Uno spettacolo ecologico e interattivo. L’elogio di una forma di pensiero e di sentire.
Omaggio alla bicicletta come mezzo di trasporto, di ricerca di libertà, di possibilità, di economia e di
ecologia. L’energia elettrica necessaria per lo sviluppo dello spettacolo proviene infatti da bicigeneratori
su cui gli spettatori sono invitati a pedalare per poter eseguire lo show.
Uno spettacolo circense ecologico, divertente e clownesco.
Un piccolo gruppo di musici e clown arrivano con il loro carico di bici, strumenti musicali e attrezzi
circensi e prepara il loro viaggio verso la luna, citano nomi come Verne o Cirano di Bergerac, il loro mito
è il capitano Nemo, in continua lotta per la libertà e la conoscenza.
Hanno con loro i piani per costruire un veicolo a pedali che può farli volare via da questo mondo alla
ricerca di una nuova dimensione e si apprestano a costruirlo, ma manca l’energia per azionare il tutto.
Così si trovano a dover convincere gli spettatori a pedalare per poter creare il viaggio nell’Utopia, poter
raggiungere pedalando la luna. Tra goffi e divertenti tentativi di costruzione, giocoleria, acrobazie
aeree, equilibrismi, ombre cinesi, trasformismi, canzoni e musica dal vivo, e soprattutto grazie alle
gambe, i polpacci e l’energia degli spettatori ogni teatro, scuola, biblioteca piazza o strada dove il
gruppetto si esibir{ diventer{ Teatro riuscito del viaggio verso l’Utopia, che fortunatamente ora non è
più tale, ma è necessità e possibilità. Con divertimento e coraggio attori e spettatori creeranno il viaggio
verso la luna, verso un nuovo futuro.
Tra risate e pensieri. Uno spettacolo davvero per tutti.
Tecniche usate, clownerie, equilibrismo, tessuti, trapezio, musica dal vivo, giocoleria, teatro di figura
BAULÒ
regia di Alberto Barbi
con Lara Quaglia
durata 45 min
link video, pagina web spettacolo: www.fratelliochner.com
È un gioco della fantasia, gli oggetti inanimati prendono vita e nuove forme uscendo da un magico
forziere! È la danza di una rapsodia di ombrelli fantastici e costumi che si trasformano, improbabili
animali dai mille colori , piccole acrobazie e ironiche giocolerie, magie buffe e delicate, da cui nascono
l’incanto e la sospensione e nulla è più ciò che appare ma tutto può accadere!
Ci sono ombrelli a cui piove dentro e pupazzi canterini, papere ballerine, struzzi viola, ombrelli mostri,
ombrelli da leggere, ombrelli che profumano e quelli che brillano, elefanti, leoni e feroci tigri di pezza,
trapezisti e domatori, insomma a poco a poco nasce un circo strampalato, eufemistico, poetico e
provvisorio a misura di…baule! È infine la capacità di guardare il mondo, ogni giorno e in ogni aspetto,
con lo stupore di un bambino.
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GIRO DEL GUSTO
regia di Alberto Barbi
con Lara Quaglia
durata 60 min
link video, pagina web spettacolo : www.fratelliochner.com
Immaginate una clown innamorata della cucina.
Pensate che sia impiegata come tuttofare in una cucina di un grande chef.
Sappiate che non sa cucinare ma che le piacerebbe tanto.
Ora mettete insieme tutti questi ingredienti, aggiungete un bel po’ di fantasia, tanta voglia di
divertimento, qualche trucco di magia, un po’ di circo sospeso tra cielo e terra, il gioco del teatro
e…frullate! Infine…assaggiate e buon appetito!
Con un carretto attrezzato a cucina e un enorme libro di ricette, direttamente sulla strada, nelle piazze,
nei cortili e borghi del nostro Paese ,con passione e trasporto, divertimento e poesia, cuoce, impasta,
mescola e trasforma ingredienti , parole, musica, immagini e oggetti, emozionandosi ed emozionando ,
ovunque ci sia un pubblico disposto ad aiutarla e assecondarla, fino a una gran festa finale con brindisi e
tovaglia appesa per aria !
Un viaggio alla scoperta delle nostre radici culinarie, di ciò che ci differenzia e unisce, attraverso lo
sguardo stralunato di un clown e la cucina, perché noi siamo, anche, ciò che mangiamo!
Lo spettacolo nasce da un’esigenza di ricerca e riscoperta della nostra cucina con la volont{ di creare un
blog dove editare le ricette tipiche del posto raccolte in loco, assieme a storie aneddoti leggende
annesse, per poi farne un grande ricettario italiano per e di tutti!
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https://vimeo.com/user6129921
www.andreagallorosso.com
OCCHI
coreografia di Andrea Gallo Rosso
con Andrea Gallo Rosso
co-produzione “Mosaicodanza / Festival Interplay” – un ringraziamento a “Piemonte dal Vivo” e gli spazi
Chorodanza, mcfbefioredanza, Opificiodellarte
durata 15 minuti
link video, pagina web spettacolo: https://vimeo.com/63155402 | psw: occhi
Programmato all'interno di: Les Repérages 2013 (Roubaix, Francia), Dance in The Cities 13 (Heupen,
Belgio) International White Night 2012 (Skopie, Macedonia), Corpi Urbani 2012 (Genova, Italia),
Interplay12 (Torino, Italia).
Occhi è una storia di evoluzione e cambiamento, una tappa che nella vita di ognuno si verifica, presto o
tardi. Due sono state le suggestioni iniziali: la differente percezione corporea di persone con disabilità
mentali e fisiche, e una sperimentazione personale sul canale comunicativo degli occhi.
Così si è creata una struttura che si è arricchita del mio vissuto personale senza che me ne rendessi
conto. A 15 anni una macchina mi investì mentre ero a piedi. Ne derivarono la perdita dei sensi, diverse
fratture e un fermo di 6 mesi. Guardando scientificamente l'ordine degli eventi, ci furono: un prima, un
evento improvviso e un dopo. Il prima con una routine consolidata. L'evento improvviso, destabilizzante
e dirompente. Infine il dopo con tutto il suo carico di potenziale cambiamento. Occhi è tutto questo.
Celebra la possibilità insita in qualsiasi evento di avere un effetto rigenerante e innovativo.
NO HABLA
coreografia di Andrea Gallo Rosso e Manolo Perazzi
con Andrea Gallo Rosso e Manolo Perazzi
coproduzione “Mosaicodanza” & “Electa Creative Arts” all'interno del progetto Sharing Choreographic
Residencies
durata 20 minuti
link video, pagina web spettacolo: https://vimeo.com/63152147 | psw: nohabla
Programmato all'interno di: Interplay13 (Torino, Italia), selezionato per la Vetrina Giovane Danza
d'Autore - OUT / Anticorpi XL all'interno del Festival Ammutinamenti 13 (Ravenna, Italia).
“Per vedere cosa c'è sotto il proprio naso occorre un grande sforzo” cit. George Orwel
L'individuo d'oggi è un ottimo comunicatore, mezzi quali internet e un miglior livello culturale gli hanno
fornito i mezzi per diventarlo, ma ha creato una sempre maggiore distanza emotiva dall'Altro. Le
persone si ritrovano fisicamente vicine, in città sempre più affollate, ma distanti empaticamente.
Questa solitudine si nutre della perdita di “spazi comuni”, luoghi dove un tempo si creavano contatti
sociali e relazioni umane...
Così dei personaggi estraniati tentano di ricostruire un dialogo.
In questa sordità di relazione si va a tentoni, si manipola l'altro per ritrovare una vicinanza dimenticata.
...ti ritrovi a camminare senza sapere chi tu abbia al fianco, a stringere mani di persone senza preoccuparti
di chi siano: ormai sei indifferente...
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IL CANTIERE | SARA MARASSO
www.ilcantiere.net
WHEN I DANCE, I DANCE. WHEN I SLEEP, I SLEEP
coreografia di Sara Marasso
con Sara Marasso, Mattia Mele
durata 35/40 minuti
link video: http://vimeo.com/53682511
Il tema dello spettacolo When I dance è la parola, quella che vorremmo dire e non diciamo per lasciar
spazio al corpo e al suo linguaggio movimento. Sulla scena cerchiamo darle un posto ma in modo
trasversale ed indiretto, attraverso il suono registrato o il segno scritto, permettendoci di essere,
quando apriamo bocca, maldestri e un po’ fuori luogo come quando si cerca di dare spiegazioni e non
c’è bisogno di spiegare nulla. Così tra necessità di dire e di tacere con le parole giochiamo, muovendoci
tra gestualità quotidiana e segno astratto per evidenziare semplicemente, attraverso la danza, il
raffinato animale che chiamiamo essere umano. Un essere colto nella sua urgenza di produrre un senso
aperto alla molteplicità dei significati e alla fragilità del sentire.
SOLUZIONE PARZIALE A PROBLEMA TRANSITORIO
coreografia di Sara Marasso
con Sara Marasso
durata 25 minuti
link video: http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=ZTd_t_LTi1Y#
Soluzione parziale a problema transitorio è un assolo di danza contemporanea che nasce a partire da
una ricerca sulle braccia come motore del movimento e guida alla composizione coreografica.
Rappresenta la seconda parte di un percorso in assolo iniziato con lo spettacolo Solo Carta. Al silenzio
del primo lavoro segue, in questa nuova creazione, la collaborazione con un compositore di musica
contemporanea. Seguendo un percorso che dal foglio di carta bianco approda alla scrittura nella forma
semplice di segno. Una breve corpo-grafia per la scena in cui le braccia, lasciando traccia del loro
passaggio, diventano segni di orientamento e punti da cui perdersi.
SOLO CARTA
coreografia di Sara Marasso
con Sara Marasso
durata 25 minuti
link video: http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=5bX3a6lLgD4#
Solo Carta è un assolo di danza contemporanea basato sul suono della carta che interagisce con i
movimenti di una danzatrice. Brevi esercizi ripetuti, modificati, amplificati, di un corpo solo che tenta di
farsi piatto, sottile e bianco. Un corpo che espone una ricerca intorno alla questione dell'origine di ogni
percorso creativo: cosa c'è all'inizio? Quale vuoto anticipa il pieno di una costruzione? Per approfondire
e soffermarsi su quel prima che è passaggio necessario ad ogni dopo, un 'vuoto' che è già la creazione
stessa.
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IMPROD@NCE
www.myspace.com/chiararosenthal
www.facebook.com/chiara.rosenthal.7
UOMA (2004)
coreografia di Chiara Rosenthal
con Nicolò Di Paola, Chiara Rosenthal ed Elena Sgarlata
durata 60 minuti circa
Tre personaggi, tre modi diversi di crescere e di svilupparsi, il loro rifiuto alla tendenza comune di essere
omologati, la loro paura di quello che potrebbe portare un progresso scientifico senza un adeguato
controllo etico.
Una donna cerca di conoscere la propria essenza femminile specchiandosi in un’altra. Nel confronto
viene fuori una danza fatta anche di lotte, dubbi, domande: il lupo cattivo esiste o non esiste?
La provocazione di un uomo le stimola a mostrarsi intimamente, alla ribellione, alle scelte, a indagare in
una notte la difficolt{ di trovare un’occupazione…come bisogna travestirsi per andare a cercare lavoro?
Non è forse meglio rimanere bambini o magari scegliere una vita più spirituale?
“…invero, sembra che la scienza di distruggerci e ucciderci a vicenda, di rovinare e perdere la nostra
stessa specie…homo sapiens, non abbia molto di che farsi desiderare dalle bestie che non la
possiedono”. (Michel de Montaigne)
Le scene sono accompagnate da proiezioni video che raccontano momenti di vita vissuta dai tre
personaggi in compagnia di amici, bambini e vecchietti siciliani.
Testi di riferimento: “Gente sul ponte” di Wislawa Szymborska, un “Atto senza parole” di Samuel
Becket , una poesia di Pablo Neruda e un antico testo celtico anonimo.
MISS KIANDO (2006)
coreografia di Chiara Rosenthal
con Carola Iannuzzi, Chiara Rosenthal, Rebecca Rossetti e Dafne Rusam Carli
durata 45 minuti circa
link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=l-a-1lpBgOM
Mischiando danza contemporanea e gesti tradizionali tratti da antiche danze odissi, lo spettacolo mette
in scena lo scontro tra la civiltà occidentale e quella orientale avvenuto in India ai tempi del colonialismo
britannico e mostra come ogni lotta umana tra forze terrene in competizione sia comunque destinata a
dissolversi senza vincitori né vinti nell’energia spirituale, divina ed ineluttabile dell’universo che tutto
ingloba e riduce a sé.
THE LAST NUMBER o L'Ultimo Numero (2008)
coreografia di Chiara Rosenthal
con Matteo Castellano, Gabriella Squilibria Dal Farra, Raffaele Irace, Tonichina e Chiara Rosenthal
durata 1 ora e 15 minuti circa
link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=ZTZfIBsJYG0
http://www.youtube.com/watch?v=5E7igDBK_Fk
http://vimeo.com/29091976
N.B. Lo spettacolo può anche essere rappresentato in forma di solo!
234
Il gioco dell’oca…una spirale sinistrorsa, la più antica forma di gioco da tavola di origine cinese,
tramandato nei secoli intatto nella simbologia attribuita ai suoi 63 numeri. Un viaggio mistico, iniziatico
e antropologico alla ricerca dell’essenza, del significato di una vita, quella di chiunque abbia il coraggio
di mettersi in gioco, di guardarsi dentro e di affrontare le tappe della propria esistenza. Un percorso
archetipo che ci riporta inesorabilmente sempre ad un inizio, ad un 1 in cui tutto è contenuto e
compreso, e dado dopo dado, giro dopo giro, via via una nuova partenza, una continua rinascita...fino
alla vittoria, allegoria del ricongiungimento con Madre Natura nel Nirvana o in qualunque Dio si creda!
Lo spettacolo sceglie di approfondire 6 numeri a cui corrispondono le caselle ritenute più significative
dal Dietsch, noto studioso tedesco di questo antico gioco: 6 il ponte, 19 la casa, 31 il pozzo, 42 il labirinto,
52 la prigione e 58 la morte.
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COMPAGNIA DI DANZA L’ARABA FENICE
Diretta da Renè Renato Cosenza e Luca Baraldi
www.compagnialarabafenice.com
GESÙ:L’UOMO
balletto in due tempi di Renè Renato Cosenza
coreografie di Luana Schilardi
musiche di Bach, Mozart, Rachmaninov, Schonberg, Tchaikovsky, Maurice Jarre, Hans Zimmer
libretto di Lia Cucconi
con i danzatori Marco Cosenza, Luana Schilardi, Veronica Morello, Giulia Calcina, Stefania Pulzella,
Roberta Morra, Renè Cosenza, Debora Seminerio, Yuri Ferrero, Lorenzo Deliperi
e con la partecipazione degli attori formati dalla Scuola “Teatro delle Dieci” diretta da Massimo
Scaglione
durata 1h30m con intervallo
Il Balletto: "Gesù: l'Uomo”, che la Compagnia di Danza L'Araba Fenice, presenta nella Stagione 20122013, nasce nella continuità delle sue scelte legate anche alla tradizione torinese dei Santi Sociali, come
"Il Punto Prezioso", era balletto dedicato a Giulia Colbert di Barolo, andato in scena nel 2011 in occasione
del 150° Anniversario dell’Unit{ d’Italia, proiettati dentro la sacralità cristiana a sostenere i bisogni
immediati della sopravvivenza del corpo.
Così Gesù di Nazareth che si riveste della carne umana, diventando "corpo", ha sollecitato attraverso la
danza, che è azione del corpo, il racconto della Sua parabola divina e umana nella sua dura realtà, così
simile a molti esseri umani. Il Balletto rivive il Suo percorso più umano e coinvolgente dall'Annunciazione
alla Morte, fino alla simbologia più terrena nel Suo Essere Pane.
La Compagnia, arriva così alla sua quinta produzione e come tradizione debutta sempre con il nuovo
spettacolo a fine gennaio, in aggiunta alle altre produzioni stagionali.
PER ESSERE ANCORA INSIEME A LORO
balletto in due tempi di Renè Renato Cosenza dedicato al giorno della Memoria dell’Olocausto
coreografie di Renato Cosenza e Laura Scaringella
libretto di Lia Cucconi
musiche di Gustav Mahler, Johannes Brahms, John Taverner, John Towner Williams,
Witold Lutoslawski,
con Marco Cosenza, Giulia Calcina, Luana Schilardi, Roberta Morra, Veronica Morello
Stefania Pulzella, Laura Scaringella, Francesco Pullano, Federico Bertetto, Marco Foglino,
Alessia Pulzella, Federica Corgiat, Micaela Meotto
durata 1h30m con intervallo
Il 27 Gennaio in Italia e in molte altre Nazioni è il giorno della memoria. Quando parliamo di memoria non
possiamo non pensare all’olocausto, specialmente nel giorno che ci riporta alla stessa data del 1945,
quando le truppe sovietiche dell’armata rossa arrivarono nella citt{ polacca di Auschwitz, scoprendo gli
orrori del campo di concentramento più tristemente conosciuto.
La Compagnia di Danza L’Araba Fenice, diretta da Renato Cosenza (Renè), si è proposta di realizzare
questo Balletto per riportare i partecipanti nello spirito della Resistenza e dell’Olocausto conducendoli
attivamente nel Ricordo, proponendo che nel futuro non accada più.
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La Compagnia di Danza L’Araba Fenice, prosegue così con gli strumenti della Danza Classica e
Contemporanea, il suo intento di affrontare storico-sociali nella forma del Balletto, senza mai
dimenticare l’aspetto estetico e poetico delle possibilit{ espressive del corpo nella Danza.
Così interpreta la trama di “per essere ancora insieme a loro” e ci racconterà la storia di Marco e Catia,
due giovani ebrei che si innamorano durante una festa in casa tra amici, ma la festa viene interrotta dal
sopraggiungere delle SS che arrestano tutti i ragazzi e li deportano nei vari campi di concentramento;
Marco riesce a nascondersi ed entrerà nella Resistenza ma purtroppo durante uno scontro a fuoco
viene arrestato, identificato come ebreo, verrà deportato.
Sulla scena si apre la vita nei campi di concentramento. Verrà non solo visualizzato e danzata la tragedia,
ma le azioni verranno interagite con il pubblico, per coinvolgerlo emotivamente nella morte di Catia
nella camera a gas. Finalmente, l’arrivo dei russi e degli americani porta fine a questo genocidio.
Marco solo e senza più affetti, si chiede quale ragione ha di rimanere in vita, intorno a lui c’è il vuoto
portato dalla Morte. Ma la Vita lo accoglie ancora e riesce ad allontanarlo dalla Morte. Marco
comprende che deve vivere per testimoniare, raccontare, la sua esperienza, il suo dolore, perché
attraverso la sua presenza e le sue parole vivr{ e far{ vivere “per essere ancora insieme a loro”.
SENSUAL TANGO
coreografie di Renato Cosenza e Laura Scaringella
musiche di Astor Piazzola, Gotan Project, Carlos Gardel, Otros Aires
poesie di Lia Cucconi
con Arianna Michielon, Giulia Calcina, Laura Scaringella, Luana Schilardi, Marco Cosenza
Roberta Morra, Stefania Pulzella, Veronica Morello
durata 1h30m con intervalli
Il Tango così antico ma così attuale, il Tango ha tutta una sua storia, ha radici nel passato già verso la
fine dell’800. Ballare il Tango vuol dire parlare dell’Argentina e della sua storia ma probabilmente il mix
di popoli che l’ha composta, o il ripetersi della storia umana fa si che questa sia comune a molte altre
nazioni e popoli. Venendo a conoscenza della storia di questa giovane nazione si può capire molto della
struttura del Tango: Dal 1810, anno della Rivoluzione di Maggio che ha portato all’indipendenza dalla
Spagna, l’Argentina ha avuto una storia con pochi momenti di pace e (relativo) benessere. Come altri
stati dell’ America Latina, i governi nazionali sono stati un succedersi senza soluzione di continuit{ di
dittature e regimi autoritari che poco hanno fatto per cercare di migliorare, stabilizzare, far crescere la
popolazione. Alcuni momenti di relativa tranquillità e pace sociale ci sono stati ma il succedersi delle
sciagurate, delinquenziali amministrazioni militari hanno caratterizzato fino a tempi recenti la situazione
nazionale. Non è compito nostro analizzare politicamente la storia dell’Argentina, probabilmente non
ne siamo neanche all’altezza ma riteniamo di non sbagliare portando all’attenzione dello spettatore gli
avvenimenti cui sono ispirati alcuni balletti.
Il nostro compito come compagnia è certo trasmettere dei contenuti, creare (plasmare) dei ballerini,
crescere nel lavoro di ricerca e coreografia ma anche fare spettacolo, intrattenere, divertire. Parte del
balletto parla di argomenti attuali come la guerra, l’immigrazione, i mezzi di informazione, le relazioni
intergenerazionali, l’omosessualit{. Un’altra parte rimane più leggera sia come scelta delle musiche che
dei contenuti. Questa parte ha comunque un gran contenuto tecnico con momenti di interpretazione
personale dei ballerini, fusione di stili, ricerca di alti momenti di danza.
La Compagnia nasce come danza di ricerca sulla storia della musica e sui suoi personaggi è in questo
spettacolo ecco anche la storia musicale di Astor Piazzola, Carlos Gardel ai più recenti Gotan Project, una
danza africana in versione tango (anche perché il Tango ha origini con ritmi africani) così come la
versione del tango in danza Hip-Hop per il Mondo musicale giovanile di oggi.
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COMPAGNIA L'ARTIMISTA
www.lartimista.com
MENZOGNE DELLA NOTTE
coreografia di Daniela Paci
con Daniela Paci Martina Guidi Paola Carbone Florian Lasne Rossella Canginidurata 35 minuti
musiche di Arvo Part, Rossella Cangini, Fabrizio Elvetico, Armand Amar
costumi di Ombradifoglia
link video, pagina web spettacolo: http://vimeo.com/3404914
durata: 35 minuti (possibile estratto di 8/20 minuti)
Riflessione sul tema della notte. I segreti, le atmosfere e le trasformazioni sono la punteggiatura su cui
si muove una ricerca coreografica. Forse streghe forse umani forse corvi. L'illusione della notte e la
magia della luna creano spazi per architetture di movimento. La ricerca coreografiche parte dalle
illusioni fisiche nella notte, i cambi di ombra e luce nel corpo. L'immaginazione è come un'armatura da
cavaliere entro cui corre una farfalla. La ricerca coreografica è racchiusa in tre luoghi scenici.
Il primo è la scoperta del bosco, la fuga, le parole, la frammentazione verso un'unione del dettaglio.
La seconda è la scoperta del personaggio maschile nella notte, la forza, la giustizia, la poesia. La terza è
l'incontro di luna e buio e personaggi. Il lavoro sul movimento ha analizzato alcune forme animali più
vicine al mondo notturno .
L'ultimo e la chiusura è un piccolo sabba dolce che rappacifica il corpo nei confronti di un mondo cosi
inafferrabile. La notte è colma di menzogne. Ma anche di verità.
L'atmosfera musicale parte da un gioco di Fabio Viana utilizzando suoni notturni campionati e riprodotti
a loop, rane, fusa di gatto, fuochi, corvi aggiungendo ritmi e altre balzane trovate per rendere il
percorso musicale elettronico ma con effetti a volte documentaristici.
Liberamente ispirato alla Bussola D'oro di Philip Pulmann e Le menzogne della notte di Gesualdo
Bufalino.
STUDIO SULLA FARFALLA SO FAR
coreografia di Daniela Paci
con Daniela Paci e Antonio Raspanti
musiche di Erik Satie e musiche originali composte e suonate dal vivo da Antonio Raspanti al
contrabbasso
voce di Alessio Maria Romano
durata 15 minuti
link video, pagina web spettacolo: studio sulla farfalla su facebook su floc compagnia
La farfalla non vive per morire vive unicamente per amare. Simbolo della brevità della vita. E della sua
perenne durata, divenne per molti l'animale dell'anima..
La rigenerazione del movimento e il suo esaurirsi per nutrire altri luoghi dell'anima. Il cerchio, la
profondità del coinvolgimento emotivo, lo spazio, la sincerità dell' intenzione, fanno da leit-motiv di una
narrazione vestita dalla semplicit{ di una danza cruda e necessaria. Liberamente tratto da “Farfalle e le
stagioni della vita” di Hermann Hesse. La farfalla, la trasformazione, la crisalide. La musica di Antonio
Raspanti Antonio Raspanti presenta il suo primo album da solista, So far. Un viaggio sonoro nell'intimità
del musicista, alla scoperta delle emozioni e sensazioni che lo governano. Antonio Raspanti ha
intrapreso lo studio del Contrabbasso nel 2002 col M L. Ghidini, prima al Conservatorio A. Scontrino di
Trapani, poi al V. Bellini di Palermo, ed infine al G. Nicolini di Piacenza sotto la guida del M E. Fagone con
il quale si è diplomato nel 2009. Ha collaborato con varie orchestre, spesso in qualità di 1 contrabbasso,
tra cui: Orchestra Sinfonica del Mediterraneo, Orchestra Giovani Solisti Siciliani, Orchestra da camera
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Kandinskij di Palermo, Accademia Concertante degli Archi di Milano. Inoltre vanta numerose esibizioni e
collaborazioni nell'ambito di diverse formazioni da camera. Da alcuni anni si dedica alla composizione di
musica propria, e a progetti di vario genere miranti all'integrazione fra musica e corpo, in particolare
all'improvvisazione nel Circo Contemporaneo. Nel giugno del 2011 si è esibito all'Auditorium Parco della
Musica di Roma, all'interno della manifestazione "Vivere di Cultura", a cura del Prof. Peppino Ortoleva,
eseguendo brani di sua composizione. Nel giugno del 2012 ha iniziato la realizzazione del suo primo
album da solista So far, registrato interamente con un contrabbasso acustico.
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LES PETITS FILOUS
www.facebook.com/lespetits.filous
CHANCE
coreografia di Fulvia Beatrice Romeo e Andrea Carlo Fardella
con Fulvia B.Romeo e Andrea C.Fardella
durata 40 min
link video, pagina web spettacolo: www.facebook.com/lespetits.filous
http://www.youtube.com/watch?v=wps7Pp3MbMA – Link al Video
“Un uomo e una donna, gli occhi chiusi dietro a una benda. Il loro continuo incontrarsi e poi perdersi sulle
note di uno spartito che accoglie il silenzio come la più sublime delle sinfonie. La chance è il caso ma anche
la possibilità. Incontrarsi o dimenticarsi senza vedere con gli occhi, cibandosi di altri sensi, cercando tra le
pieghe di un corpo il coraggio di affidarsi a se stessi e all'altro. Al caso.”
Il lavoro si basa sulla possibilità di creare sul momento senza ripetere sulla scena una struttura
predefinita affidandosi unicamente alla presenza extra quotidiana del performer come veicolo
espressivo. La nostra ricerca si è spinta oltre la possibilità di stare in scena senza struttura. Abbiamo
deciso infatti di lavorare bendandoci gli occhi. Nessuno dei due danzatori sa dove è e cosa fa l'altro,
ognuno è alle prese con la propria intimità e insicurezza che si esprime attraverso il la danza e il canto.
Pur non vedendosi i due performer generano incontri ed immagini fortemente emotivi lasciando che la
casualità dei tragitti collabori alla creazione di una performance ogni volta diversa generata dalla verità
del momento.
Il risultato è una creazione sempre in evoluzione unica e irripetibile, che si nutre dell'attimo presente.
Non c'è nulla di prestabilito e tantomeno nessuna storia da capire. Si tratta di “ascoltare” le lontananze
e le vicinanze, gli incontri sfiorati e quelli trattenuti, l'impossibilità a dire ogni cosa e, in fondo, la
continua ricerca di autenticità che ci portiamo addosso come esseri umani.
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LIBERAMENTEUNICO
www.liberamenteunico.it
POLVERE, LA VITA CHE VORREI
coreografia di Barbara Altissimo
con Ivana Messina, Gian Luca Colombelli, Speranza Sottomano, Renato Alessandria,
Giovanni Bina, Vito D'Andrea, Remo Giordano, Gilberto Girotto, Paolo Mantovani,
Antonio Negro, Virginio Peano
durata: 50 minuti
link video: http://www.youtube.com/watch?v=LTxjXxA3s5A
link video: http://www.youtube.com/watch?v=1AHiD2BSNtg
http://www.youtube.com/watch?v=HC1WAuwjUlE&list=UUg9rZo68F4KWXEq33Q7WtWw&index=1&feat
ure=plcp
Il progetto, è iniziato nell'aprile 2011 su invito del Teatro Stabile di Torino e ha coinvolto 11 residenti al
Cottolengo di Torino con handicap fisici e psichici di diversa entità.
L'impatto forte è però con una "atroce normalità".
L'intero progetto ha ruotato quindi intorno al concetto di offrire dignità a questa "materia umana"
straordinaria.
Il progetto è stato sostenuto dal Sistema Teatro Torino e ha debuttato nella Stagione TPE 2012/2013.
“Polvere la vita che vorrei, è uno spettacolo «scritto» e interpretato da un gruppo di persone con vicende
personali e condizioni diverse, accomunate dal vivere alla Piccola Casa della Divina Provvidenza.
Tutti attori nati, interpreti di se stessi e dei propri sogni con una professionalità che Barbara Altissimo ha
coltivato con dedizione…sono poesia vivente.”
Maria Teresa Martinengo per La Stampa
Quando la "diversità" si riappropria della natura Spettacolo che raschia l'umano fino in fondo quello che
Barbara Altissimo ha messo in scena a Torino al Teatro Astra: Polvere.
La vita che vorrei. Una scena tridimensionale in cui si confrontano tre mondi, quello della tecnica, quello
della parola proverbiale, e quello dell'umano corporeo. Sulla destra della scena una postazione di lampade,
monitor e specchi è simmetrica ad una figura di saggio di sapienza orientale che attende in silenzio, l'inizio
della performance. Un tappeto di foglie ingiallite che ricopre il centro della scena allude ad una stagione di
memorie da raccontare.
Si inizia subito con un corpo a corpo armato e vociante degli speciali protagonisti, che entrano in luce piena
da un fuori scena: sono gli «ospiti» del Cottolengo di Torino, uomini e donne con malattie psichiche e fisiche.
Entrano armati di pistole e scortati da un ambiguo aguzzino mentre una giovane redentrice raccoglie le
armi e le ripone in un cestino. E loro sono sordomuti, invalidi, malati di epilessia... che assumono però nello
spettacolo lo status di narratori di verità. Perlomeno di quelle più intime che si raccontano con la voce, ma
soprattutto con il corpo. È forse è proprio il corpo ad essere il medium ideale per far risuonare vite in
scacco, interrotte e svuotate di desiderio e speranza. Così in un groviglio fatto di radio gracchianti,
canzonette orecchiabili, urla disperate, questi corpi, seppur imperfetti, ma di straordinaria grazia umana,
fanno uscire le loro voci, raccontando, cantando o chiedendo aiuto. Soprattutto dicendo i loro affetti. In
fondo è questo il punto di arrivo di una sperimentazione corporea e fonica che insegna a dire l'amore, o
forse solo ad immaginarlo possibile. Che vuole fotografare un'illusione di normalità e di semplicità che può
esistere solo nel desiderio: «la vita che vorrei». E si assiste alla fine ad un ribaltamento dei piani scenici e di
realtà quando «l'umano diverso» si riappropria della natura: questi uomini e donne, indossando grandi
teste di animali, escono di scena mentre la cultura tecnica, l'uomo aguzzino, si sveste dei suoi abiti per
rannicchiarsi inerme al centro della scena; mentre il saggio, da una carrozzina, ne commisera la fragilità.
Una produzione di Liberamente Unico in collaborazione con l'associazione Oustsider Onlus.
Rosa Revellino per Il Giornale
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COMPAGNIA NUOVEFORME
www.nuoveforme.com
MOVING FUSION DANCE COMPANY
www.robertosaraceno.com
POP UP
coreografia di Roberto Saraceno e Sergio Cavallaro
con la Moving Fusion Dance Company di Barcellona
e la compagnia di danza NuoveForme di Torino
durata 80 minuti (senza intervallo)
i siti delle compagnie sono www.nuoveforme.com e www.robertosaraceno.com
“Pop Up” è uno spettacolo di danza che nasce dalla collaborazione italo-spagnola di due compagnie di
danza: la Moving Fusion Dance Company di Barcellona diretta da Roberto Saraceno e la compagnia di
danza NuoveForme di Torino diretta da Sergio Cavallaro. I due coreografi hanno dato vita ad uno
spettacolo energico, potente e spettacolare che racconta attraverso il movimento coreografico la
positivit{ che si cela dietro il cambiamento, la crisi, lo smarrimento di un’epoca. “Pop up” è uno
spettacolo che fonde la tecnica moderna a quella hip hop, strizzando l’occhio allo stile classico e a quello
jazz: un allestimento in cui i vari stili si incontrano e la danza viene contaminata dalla parola di attori sulla
scena. La musica diventa il comune denominatore di un viaggio all’insegna dell’allegria che sfocia
nell’angoscia, nel dramma che risale fino all’euforia, della pazzia che divora la razionalit{. La Spagna e
l’Italia, due Stati in profonda crisi economica e valoriale, si legano artisticamente attraverso le sensibilità
dei due coreografi che, a loro volta, fanno incontrare le loro compagnie di danza in un concentrato di
forza ed armonia esplosiva. Troppe volte l’occhio artistico legge la negativit{ della nostra epoca in senso
unidirezionale, senza vedere una via di fuga, senza lasciare intravedere una speranza, nella totale
malinconia e buio dell’anima. “Pop Up”, al contrario, vuole urlare l’entusiasmo, l’euforia, la voglia di
rialzarsi senza lasciarsi abbandonare allo sconforto. È un grido di istinto alla vita, di ottimismo puro. È il
sorriso di chi ha voglia di essere diverso. Ora. Adesso. In quest’epoca. Perché si può e si deve fare. “Pop
up” è la vera risposta alla crisi che porta con sé il cambiamento, la novit{, l’evoluzione: il pubblico
assisterà alla trasformazione dell’incubo in sogno, del buio in dirompente furia vitale del fuoco.
Inaspettata e piacevolmente sorprendente risulta infine essere la commistione e l’unione delle visioni
artistiche di Roberto Saraceno e Sergio Cavallaro che regalano al pubblico un’indimenticabile serata e
tanta voglia di rialzarsi, e ballare!
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AMBRA SENATORE
www.ambrasenatore.com
ALDES
www.aldesweb.org
A POSTO
coreografia di Ambra Senatore
con Caterina Basso e Claudia Catarzi
durata 1 h
link video, pagina web spettacolo:
info e foto http://www.aldesweb.org/it/a_posto
video https://vimeo.com/65218634 pass: apostoparis
Con A Posto, Ambra Senatore prosegue i l progetto coreografico intrapreso con Passo*, ovvero la
direzione di un gruppo e il lavoro su dinamiche di movimento danzate, nutrite di elementi teatrali, di
pennellate di azioni e di gesti consueti.
"Intendo qui esplorare maggiormente la costruzione drammaturgica: non penso necessariamente ad una
narrazione, ma ad una drammaturgia che passi attraverso le azioni e la presenza dei corpi. Intendo
concentrarmi sul limite tra costruzione dell’azione, gioco della finzione e verità della presenza. "
A. Senatore
Costruendo e decostruendo immagini in movimento, distribuendo indizi il cui senso trasla via via, Ambra
Senatore crea una partitura che brilla per immediatezza ed eloquenza, per le sfumature sottili in cui
raffinatezza e semplicità si fondono, offrendo uno sguardo giocoso e insieme amaro sul la natura
umana.
*Vincitore del Premio Equilibrio 2009 della Fondazione musica per Roma e da mesi in tournée in Francia.
JOHN
coreografia di Ambra Senatore in collaborazione con Matteo Ceccarelli, Elisa Ferrari, Marc Lacourt
con Matteo Ceccarelli, Elisa Ferrari, Marc Lacourt, Ambra Senatore
durata 1 h
link video, pagina web spettacolo:
info e foto http://www.aldesweb.org/it/john video https://vimeo.com/65038167 pass: johnintegrale
John costruisce un tessuto drammaturgico che avanza per accumulazione e stratificazione di segni; usa
come traccia drammaturgica l’elemento giocoso che nutre una scrittura coreografica sottile in cui azioni
semplici compongono una partitura precisa, ma dagli spazi larghi, dove entrano ed escono elementi
bizzarri. Ma chi è John? Durante il periodo di prova che ha preceduto la messa in scena di questa nuova
creazione, gli interpreti e la Senatore hanno condiviso quotidianamente un lessico corporeo e verbale
dal quale sono emersi gesti, parole, personaggi e termini per designarli. Tra questi termini è comparso
per uno dei personaggi il nome John, nome tra i più diffusi in area anglofona, una sorta di Mario per
capirsi. Ora il personaggio di John ha cambiato nome, o meglio lo cambia continuamente, pur dando il
titolo allo spettacolo. Chissà che il titolo John non sia forse anche un nascosto omaggio a Cage,
coerente con uno spettacolo che vive di suoni concreti e di combinazioni aleatorie all’interno di una
scrittura precisa. John è un gioco, un meccanismo nel quale il pubblico è chiamato a entrare. Il gioco,
che con il suo dispiegarsi propone allo spettatore una riflessione sulla natura umana, sul proprio modo
di vivere, e la presenza gioiosa, vitale degli interpreti, sono il crocevia tra la vita reale e la finzione,
243
all’interno di una costruzione puntuale e raffinata, di un discorso concreto e surreale sull’essere umano
contraddistinto da un tocco d’umore alla Senatore.
PASSO
coreografia di Ambra Senatore
con Ambra Senatore, Caterina Basso, Claudia Catarzi, Matteo Ceccarelli,
Elisa Ferrari, Tommaso Monza
durata:
Quintetto – durata 1 ora
Versione breve/duo – durata 20 min.
link video, pagina web spettacolo: info e foto http://aldesweb.org/it/passo
“Questo lavoro ha due moventi: la volontà di danzare maggiormente rispetto alle mie creazioni precedenti,
di cercare un movimento in dinamica e nello spazio dando fiducia al corpo, e il desiderio di dirigere un
gruppo per la prima volta. Passo ruota intorno a due macro questioni: da un lato il rapporto tra realtà e
finzione, il limite tra il dentro e il fuori della scrittura scenica, tra partitura e imprevisto; dall’altro la
relazione, il rapporto tra individuo e collettività. Giochiamo con la finzione teatrale e con la variazione
inaspettata e continua del senso: l’inattesa deviazione della percezione è una componente del gioco
teatrale e di fatto, anche la vita pone di fronte al continuo trasformarsi del senso di quello che incontriamo,
chiedendoci elasticità, capacità critica e allenamento al dubbio, alla messa in discussione ”
A. Senatore
I danzatori, allo stesso tempo disarmati e costruiti, sono esposti allo sguardo e creano una complicità
con lo spettatore tramite una danza dinamica e tinta di ironia giocosa, squarciata, a tratti, da pennellate
di esistenza anche dai toni più scuri. Si ride senza sapere esattamente perché. Si è toccati da quei corpi
semplicemente presenti all’azione, che negano la possibilit{ di un’univoca interpretazione degli
accadimenti, lavorando sul dubbio e sulla sorpresa.
244
SENZA CONFINI DI PELLE
www.senzaconfinidipelle.com
15 LANDSCAPES
coreografia di Dario La Stella
con Dario La Stella e Valentina Solinas
durata 35 minuti
link video, pagina web spettacolo: http://vimeo.com/46922307 password: spoleto
15 Landscapes è uno spettacolo costituito da una sequenza di 15 scene in rapida successione, 15
partiture performative senza soluzione di continuità in cui un uomo e una donna attraversano i
cambiamenti della società contemporanea mostrandone uno spaccato sfaccettato e pungente: le città
crescono, i comportamenti si modificano, le tecnologie innovano, le abitudini invecchiano.
Ogni paesaggio è caratterizzato da una modalità emotiva differente: dal comico al drammatico,
all’ironico al decadente. I linguaggi espressivi utilizzati durante lo spettacolo spaziano tra la danza, il
video, le azioni fisiche, la musica, e la parola.
È una successione di suggestioni sul vivere contemporaneo, quadri metropolitani in cui il gesto è lo
strumento simbolico di interazione ed espressione. Tutto lo spettacolo è un viaggio dell’umanit{ dal
macro al micro: dallo spazio astronomico al rapporto interpersonale.
Debutto: 09/04/2011 – Wild Project, 195 East 3rd Street, New York City, USA
ADD UP – TORINO BODYSCAPES
coreografia di Dario La Stella
con Dario La Stella, Valentina Solinas, Silvia Alfei
musica dal vivo di Andrea Viti
stage Designer Ricubic aka Riccardo Muroni
durata: 33 minuti
link video, pagina web spettacolo: http://vimeo.com/46744657 password: cavallerizza
Add Up - Torino Bodyscapes, quinta tappa del progetto ADD UP, è frutto del percorso di ricerca
internazionale sviluppato dalla compagnia Senza Confini Di Pelle tra Italia, Germania e Brasile, attraverso
l’adesione dei corpi all’arredo urbano. Add Up - Torino Bodyscapes nasce dall’incontro artistico tra le 3
realtà Senza Confini Di Pelle, Ricubic, Dual Lyd (Silvia Alfei e Andea Viti).
La performance si dipana attraverso quattro interventi performativi che propongono altrettante visioni
della relazione tra uomo e architettura, tra identità sociale e costruzione dello spazio pubblico.
La dimensione urbana, nucleo della ricerca, è espressa attraverso i corpi dei performer nel suo impatto
fisico, emotivo e intellettuale.
La danza in stretta interazione con le immagini video, le partiture coreografiche e sonore “dell'istante”
e le proiezioni video mirano a ricreare geometrie, flussi di movimento e forme, proprie del “vivere
l’urbano”, di cui cerca una dimensione poetica mettendo in scena l’identit{ e l’intimit{ dello spazio
sociale.
Premiére: 16 giugno 2012, Festival La Piattaforma, Cavallerizza Reale - Manica corta, Torino, Italia
245
SOWILO COMPAGNIA
Danza afro contemporanea
www.sowilodanza.it
GUARDA
coreografia di Simona Brunelli
con 5 ballerine e 3 percussionisti
durata 50 minuti
link video, pagina web spettacolo: https://www.youtube.com/watch?v=CaOhjST5Reo
La Compagnia Sowilo sperimenta e gioca con gl’elementi naturali: l’acqua, la terra, il fuoco e l’aria. Li
porta in scena, li mostra e con essi sporca e crea nello stesso tempo la scenografia. Ognuno di essi è
rappresentato da una ballerina, l’unione dei quattro crea il 5° elemento: la magia, la 5° danzatrice.
Ispirate dalle parole di M. K. Gandhi “sono le cose semplici che mozzano il fiato”, Guarda rappresenta
una favola leggera che ci fa assaporare la magia contenuta in tutto ciò che ci circonda.
La magia è l’elemento nella vita che ti fa aprire gli occhi quando meno te l’aspetti, solo l’intuito può
svelare tale l’incantesimo.
L’animo umano è alla riscoperta di sensazioni ed emozioni forse dimenticate, che possono in realtà
giungere in maniera inaspettata e da cose piccole e semplici come lo stupore di fronte alla perfezione
della natura, l’energia vitale che ci viene donata dalla purezza di un bosco, di un animale selvatico o di un
lago ghiacciato. Gli elementi naturali, appunto. Solo un cuore puro è veramente libero di amare.
TO-DO’S TOUJOUR DONNA IN SE
coreografia di Simona Brunelli
con 6 ballerine + 1 action painting
durata 50 minuti
link video, pagina web spettacolo: https://www.youtube.com/watch?v=24LCeDG2fs4
Presentato per la prima volta al Ouagadougou International Dance Festival, in Burkina Faso nel Gennaio
del 2013, lo spettacolo to-do’s - toujours donna…in sé approfondisce ed amplia il tema dell’animo
femminile. Un viaggio alla scoperta della figura della donna attraverso gli occhi stessi di una donna, per
carpirne l’essenza e le sfaccettature al di l{ di tempi e luoghi, culture e ruoli sociali. Attraverso la figura
della donna si scoprono i cicli e le inclinazioni che attraversano la sua vita: la donna materna, la donna
seducente e affascinante, l’amore tra due donne, la complessit{ della donna e la sua speciale unione con
le altre donne.
TO-DO’S si esprime con un linguaggio coreografico contemporaneo arricchito di spunti d’ispirazione
etnici-africani e d’improvvisazione che porta il pubblico in uno spettacolo misto tra danza, espressione,
musica e pittura. Una carrellata di brani di elettronica, minimal e rock fusi insieme sono il tappeto
musicale di sfondo che accompagnano in luoghi remoti e sentimenti propri della figura ferina.
“Non reprimete la sua creatività, perché se non troverà un’apertura verso l’esterno, un’angoscia intensa le
ricadrà addosso, mentre se liberata, attingerà ai pozzi profondi delle proprie fantasie. Lei sa che la risposta
è dentro di sé, se saprà ascoltare ciò che le dice il corpo, l’intuito e l’energia che sale dal ventre”.
246
STREGATTI COMPAGNIA TEATRALE
https://www.facebook.com/pages/Stregatti-CompagniaTeatrale/309115362521239?ref=hl
http://www.youtube.com/user/TeatroStregatti
M MOTHER MEDEA MAN MADNESS MAIDEN MAIM MALICE MANIA MARK MASQUERADE MASSACRE
MURDER MURDEROUS...
coreografia di Giusy Barone
con Giusy Barone Antonello Cannito
durata 1 ora 10 minuti
link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=xgP-KPML2qY
Medea fu davvero un’infanticida, la donna strega e pazza? No, vittima del mondo patriarcale,
rappresentato da Giasone (raziocinio), Medea, che è depositaria di un mondo non violento e
matriarcale, viene privata della sua vera identità per essere mistificata nei secoli a venire come il
prototipo della donna preda delle sue passioni. Una storia raccontata attraverso le parole\gesto musica;
parole doppie, mother \madness - massacre\masquerade, parole che danno corpo, e privano allo stesso
tempo, una donna della sua vera identità: M
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TANGRAM TEATRO
www.tangramteatro.it
IO AMO HELEN_ultimo movimento
liberamente ispirato all’autobiografia di Helen Keller
coreografia di Silvia Battaglio
con Silvia Battaglio e Patrizia Pozzi
durata 70 min
link video, pagina web spettacolo:
http://www.tangramteatro.it/PRODUZIONI/IO%20AMO%20HELEN%20.htm
http://www.youtube.com/watch?v=QGYOy0dT668
Lo spettacolo, basandosi sull’autobiografia di Helen Keller, sordo-cieca dall’et{ di sei anni, va oltre il
racconto cinematografico di Arthur Penn del 1962 (Anna dei Miracoli) e penetra in quello che è uno dei
temi più attuali del nostro tempo: la difficoltà di comunicazione. La storia di Helen è la nostra storia, del
nostro bisogno di entrare in relazione e di riconoscerci parte di una comunità, di una famiglia, di un
corpo, nel tentativo di esprimere noi stessi in relazione ad un altro “diverso” da noi. Grazie all’incontro
con Anne Sullivan, la sua maestra, Helen entrerà in contatto con il mondo, con la natura, con gli altri
esseri umani e infine con l’amore. Una parte importante per la realizzazione dello spettacolo è stata la
possibilità di raccogliere una serie di interviste a persone comuni che in qualche modo poi sono entrare
nel processo creativo e nel lavoro finale. La ricerca sul piano espressivo e corporeo ricopre in questo
lavoro un ruolo fondamentale, come risultante di una gestualità contaminata dalla lingua dei segni
italiana, la LIS, che entra in modo sostanziale nella drammaturgia. Dopo aver imparato a comunicare
attraverso il linguaggio dei segni, l’alfabeto manuale e il metodo Tadoma, Helen Keller riuscirà a leggere
in Braille e infine a parlare, morirà nel 1968 lasciando un segno indelebile nella consapevolezza che è
proprio nella comunicazione che l’uomo esiste e può esprimersi, costruendo così il senso della propria
esistenza.
IOLORENZO&GIULIA
coreografia di Silvia Battaglio
con Silvia Battaglio, Giulia Ceolin e Lorenzo Bartoli
durata 70 min
link video, pagina web spettacolo:
http://www.silviabattaglio.it/pagine/iolorenzo&giulia.html
http://www.youtube.com/watch?v=ONdmoCQdXdw
Tre persone si ritrovano nel mezzo del cammin di “loro vita”, nel tempo che più ci appartiene, quello di
coloro che vivono nel punto di passaggio tra il ragazzo e l’adulto. Nasce l’esigenza di tornare all’origine,
di ritrovarsi nel luogo in cui ci si è persi. Diventare adulti certo significa “crescere”, ma qual è la
dimensione giusta? Come diventare adulti senza perdere la semplicità dei bambini? Lo spettacolo si
prefigura come un’immersione nell’anima di questi tre giovani personaggi che cercano di ritrovare se
stessi rivedendosi come dentro uno specchio, incrociando tra loro i ricordi e le immagini che
costruiscono simbolicamente il tessuto del tempo di una vita intera dove sogni, abitudini e illusioni
fanno da sfondo alle azioni che man mano si snodano. In Io Lorenzo&Giulia ci si addentra nell’et{ delle
delicate paure, della volont{ che spinge in direzioni opposte dove il potere dell’immaginazione non si
arrende e tenta di trasformare il sogno in realtà, mentre avanza la necessità delle scelte. In
Iolorenzo&Giulia l’attenzione è focalizzata sulla relazione tra noi e il mondo che ci rappresenta,
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relazione che nasce e si evolve attraverso la scoperta, lo scambio, nel continuo susseguirsi del tempo
che trascorre e modifica ognuno di noi. Lo spettacolo attraversa l’infanzia, l’et{ adulta e la vecchiaia, tre
piani distinti ma legati tra loro dai corpi cui appartengono, dalla loro memoria, dalla loro capacità di
lasciare segni nel tempo e nello spazio. I tre personaggi viaggiano attraverso la vita, aprendo immaginari
sul mondo degli anziani, nelle loro delicatezze, dove i corpi mutano e le sensazioni spaziano tra un
immortale desiderio di esistenza e il senso del reale, per poi farci tornare di nuovo e per sempre
bambini.
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TEATRO DELLA CADUTA
www.teatrodellacaduta.org
VARIETÀ DELLA CADUTA
spettacolo di arte varia, numeri circensi, caffè-concerto, musica dal vivo e altre attrazioni
coreografia di Francesco Giorda, progetto Massimo Betti Merlin
con Marco Bianchini, Benjamin Delmas, Francesco Giorda, Lorena Senestro e un ospite diverso ogni
volta (danza, circo, poesia, canzone). Accompagnamento musicale dal vivo Valerio Chiovarelli
(pianoforte e fisarmonica), Gipo Di Napoli (percussioni), Andrea Verza (tromba)
durata: da 75 minuti a 100 minuti (con più numeri ospiti)
link video, pagina web spettacolo:
VIDEO PROMO (4 minuti) >>
PAGINA WEB >>
Lo spettacolo che ha rilanciato la moda del varietà a Torino e ha reso noto al pubblico il Teatro della
Caduta, la piccola sala di 50mq nel quartiere Vanchiglia di Torino che rievoca i cabaret d’inizio secolo. E’ il
resoconto di un’esperienza artistica che coinvolge centinaia di artisti e migliaia di spettatori ormai da 8
anni ogni settimana con il tutto esaurito. Fa sfoggio dei più vari registri alternando numeri di genere
diverso, facendo leva su performer che presentano qualità artistiche insolite per guadagnarsi il pubblico,
come al circo: si gioca sul tema della “caduta”, nelle sue possibili interpretazioni filosofiche e di
attualità. Coniuga le risorse dell'arte di strada con il teatro di prosa e la musica dal vivo. Ha messo
d’accordo il pubblico più popolare (15.000 spettatori) con gli addetti ai lavori: “L’autentica diversit{
sorprende. E forse i giovani di questa compagnia indicano davvero la via al nuovo teatro.[…] La Caduta
recita l’inesorabile trascorrere dei momenti” (M.Sesia - La Repubblica) - “Così a Torino è tornata la vera
avanguardia.[…]Ci sono giocolieri, maghi, illusionisti, acrobati, comici, cantautori, attori. L’atmosfera è
fra il bohémien e il baraccone. Può sembrare Parigi o Berlino, un po’ Rive Gauche e un po’ Kreutzberg.
Invece è Torino, Borgo Vanchiglia. Fino a quattro anni fa era un magazzino delle damigiane, adesso è
una grotta delle meraviglie: il più nuovo, originale, incantevole, necessario teatro di Torino.”(GL.Favetto
- Venerdì di Repubblica)
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TECNOLOGIA FILOSOFICA
www.tecnologiafilosofica.it
CANZONI DEL SECONDO PIANO
coreografia di Francesca Cinalli
con Stefano Botti, Francesca Brizzolara, Francesca Cinalli, Renato Cravero,
Paolo De Santis, Aldo Torta, Elena Valente
durata 50’
link video, pagina web spettacolo:
spettacoli/canzoni-del-secondo-piano.html
http://www.tecnologiafilosofica.it/it/produzioni/tecnologia-
Canzoni Del Secondo Piano è il piano sequenza coreografico di un ideale condominio grottesco e surreale
abitato da anime in continuo movimento, pesci urbani di un onirico acquario, alle prese con smarrimenti,
fragilità, incoerenze e minuscole meschinità quotidiane, da svelare in punta di piedi: una carrellata di
quadri che mimetizzano i piccoli grandi disagi della vita, come a voler fotografare le miserie di
un’umanit{ sempre in bilico tra il tragico ed il comico.
Il lavoro ispirato dall’immaginario evocato dal film Songs from the second floor del regista svedese Roy
Andersson, esplora i temi legati alla coabitazione, per poterne mettere in luce anomalie e
disadattamenti con le armi indispensabili dell’ironia e della levit{.
La compagnia in questo lavoro disegna uno spaccato di vita quotidiana attraverso una simultaneità di
piani: al piano coreografico e fisico, si sovrappongono piani narrativi, musicali, espressivi che agiscono in
simultanea creando invisibili connessioni. La colonna sonora originale, suonata e cantata dal vivo,
muove dalla canzone italiana e dalle citazioni prese in prestito da Mina, Modugno, Giuni Russo, Vanoni,
rielaborate e rivisitate in chiave personale.
L’elemento scenografico semplice ed essenziale fa leva sulla forza evocativa della porta, simbolo di una
quotidianità precaria, traslocante, costantemente in movimento.
Lo Spettacolo è stato selezionato al Festival di Avignone 2010 per Les Hivernales in rappresentanza della
Regione Piemonte
YY + IN SUPERFICIE
coreografie di Aldo Torta, Stefano Botti, Francesca Cinalli
con Aldo Torta, Stefano Botti, Francesca Cinalli
durata: 1h
link video, pagina web spettacolo: http://www.tecnologiafilosofica.it/it/produzioni/tecnologiaspettacoli/in-superficie.html + http://www.tecnologiafilosofica.it/it/produzioni/tecnologia-spettacoli/yyduo.html
Con questa proposta la compagnia presenta le coreografie curate dai due gruppi di progetto che in
questi anni si sono maggiormente contraddistinti all’interno della compagine per la vocazione alla
danza. Si tratta di 2 lavori che si avvicendano sul palco nel corso della stessa serata: YY di Aldo Torta e
Stefano Botti e In Superficie di Francesca Cinalli e Paolo De Santis .
YY è un duo in cui un bagnante ed un bagnino si trovano ad interagire in una relazione di intesa, di gioco,
di frizione, di attese e complicità. "Tra esercizi ripetuti quasi a memoria, può succedere che a sorpresa ci si
ritrovi a galleggiare nell'abitudine. Bisogna tirare e sollevare diverse volte, ripetere la spinta e poi farsi
portare. Una spinta più forte, il tempo di rallentare e ci si ritrova da capo."
Il duo proposto a Interplay 2008, è stato selezionato per la Vetrina Giovane Danza d'Autore.
In superficie è invece un lavoro dedicato al significato profondo che sta dietro all'atto del pulire. Un
lavoro "al femminile", esplorato tra il pubblico ed il privato. Il contrasto tra il pulito e lo sporco, il bianco
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e il nero, l’illuminazione e l’oscurit{ si gioca su un ideale campo di battaglia: il bagno, vero e proprio
tempio domestico dei giorni nostri. Ispirati dalle immagini che il tema dell'igiene personale ha prodotto
nel tempo, scorrono come in un film muto sequenze del quotidiano tragicomico.
Presentato a Piattaforma2012, il lavoro è stato inserito in Palcoscenico Danza del Balletto dell’Esperia.
252
TEDACÀ ASSOCIAZIONE
COMPAGNIA LE BALLERONZE
www.tedaca.it
STREET STRIIT
coreografia di Le Balleronze con la supervisione di Simona Maggi
con Federica Beccaria, Giulia Guida, Valeria Pugliese, Valentina Renna e Viviana Stizzolo
durata 70 minuti
link video, pagina web spettacolo: http://tedaca.wordpress.com/spettacoli/street-striit/
Il valore dell'educazione rappresentato con ironia attraverso teatro-danza e fumetto. Street Striit
racconta la storia di alcune ragazze, un po’ frivole, che si ritrovano a dover affrontare la gravidanza
imprevista di un’amica. Dopo la nascita della bimba, la neo mamma è incapace di affrontare la situazione
in maniera adulta, pensa solo a divertirsi con le amiche e impone regole senza riflettere sulle esigenze
della figlia. Il risultato di questo comportamento è una bambina-burattina che possiede fili tanto intricati
da sembrare ormai incapace di muoversi. Ma il finale è negativo solo in apparenza: al termine della
rappresentazione viene distribuito in sala un fumetto, dove la storia prosegue dal punto di visto della
bambina-burattina, narrando l’avvento di una fatina-educatrice. La conclusione negativa dello
spettacolo sottolinea il bisogno di un’appropriazione delle responsabilità da parte degli adulti, mentre il
fumetto testimonia la possibilità di recuperare questa situazione solo se si decide di andare incontro al
disagio maturato dalla bimba. L’opera si basa su una storia scritta dagli animatori di Valpiana, traendo
spunto dalle storie di alcuni ragazzi ospitati in centri educativi e in comunità alloggio.
Nuova produzione di Tedacà, con il contributo della Città di Torino, esordita il 17-18 aprile 2013 presso la
Cavallerizza Reale, con repliche anche mattutine per gli studenti delle scuole medie e superiori.
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THE VERS SECRET DANCE SOCIETY / RAFFAELE IRACE
www.verysecretdance.com
ULTRA
coreografia di Raffaele Irace
con Raffaele Irace e Vittoria Carpegna
durata 70 minuti (ULTRA più una breve coreografia dal repertorio della compagnia)
link video (estratto), pagina web spettacolo: http://www.verysecretdance.com/it/produzioni/ultra.html
Presentato al Theatre Aux-Echappé-Belle per Festival InterMed di Lione, Teatro Erba di Torino per il
Festival “La Piattaforma - teatrocoreograficotorinese&co.”, Teatro Garybaldi di Settimo Torinese per il
Festival Residenze Creative, Premio per la coreografia “Danz’é” di Rovereto Festival Oriente
Occidente, Centro Culturale Candiani di Venezia, Teatro Gobetti Torino, Centro Culturale Santa Chiara di
Trento, XXXII edizione del Festival Vignale Danza.
La luce. L'oscurità. In "Ultra" Raffaele Irace utilizza la danza dei corpi, vestiti di luci e d'ombre, per
esprimere una dualità e le sue infinite sfumature. La luce e l'oscurità si spogliano della loro valenza
morale per ispirare e aiutare a conoscere ciò che con sguardo disattento non si riesce a percepire. Un
viaggio personale che avvolge lo spettatore rendendolo parte di un mondo fatto per condividerne la
scoperta. Il colore nero e bianco si alternano, come in una visione, ora in maniera dialettica, ora isolata.
La coreografia é ricca di dinamica e gestualità, vuole parlarci di mondi astratti e incontri possibili.
Nello spettacolo Ultra, ideato e coreografato da Raffaele Irace, i danzatori indossano le opere/costumi
della designer veneziana Sonia Biacchi direttrice del CTR Centro Teatrale di Ricerca di Venezia, che con la
sua lunga esperienza di costumista d'eccezione, contribuisce con estrema eleganza all'impianto visuale
della mise en scene.
SECRET DANCES (serata trittico)
Nerodinamico / Beautiful screesaver / Shaker loops
coreografie di Raffaele Irace
con Emanuela Boldetti, Vittoria Carpegna, Vanessa Michielon, Gianluca Multari, Francesca Porta
durata 70 minuti
link video (estratto), pagina web spettacolo: http://www.verysecretdance.com/it/produzioni/beautifulscreensaver.html
La compagnia torinese di danza contemporanea The very secret dance society presenta la serata Secret
Dances, composta da tre opere coreografiche del proprio repertorio, che pongono l’accento sulla
fisicità della danza e della sua espressività attraverso il gesto e il movimento. Storie diverse, oniriche,
futuristiche o concrete, ma ove sempre l’uomo e le sue relazioni con l’altro sono al centro della ricerca
drammaturgica e coreografica.
LUNAR
coreografia di Raffaele Irace
con Vittoria Carpegna, Vanessa Michielon, Francesca Porta
durata 90 minuti (LUNAR più una breve coreografia dal repertorio della compagnia)
Lunar racconta una storia che appartiene al futuro. Evoluzione e metamorfosi, una danza ispirata alle
geometrie frattali, paesaggi galattici, strutture involucro e corpi pulsanti in movimento. Tre donne,
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eternaute, naviganti del cosmo, esploratrici, portano in sé la vita umana al di là dei confini terrestri.
Raccolte in involucri architettonici ne esplorano l'interno e l'esterno, attraversando lo spazio profondo
in un viaggio di conoscenza. In un ambiente estremo si incontreranno, conoscendosi l'un l'altra, se
stesse e l'umano, alla continua ricerca.
255
ROBERTA TIRASSA Compagnia
Danza afro contemporanea
www.robertatirassa.com
www.robertatirassa.wix.com/ivreaartresidency
Ô
coreografia di Nestor Solvis Kouamè (Costa D’avorio-Francia)
con Nestor Solvis Kouamè (costa d’avorio-francia) e Roberta Tirassa (I)
durata 40-50 min
link video, pagina web spettacolo: www.youtube.com/robertatirassa
“Ô” è un viaggio ascensionale immaginario e metaforico attraverso le creature mitiche e fantastiche
dell’oceano, dove l’acqua diventa simbolo di vita-morte e rinascita.
IEMANJÁ: RAINHA DO (A)MAR
coreografia di Roberta Tirassa
con Roberta Tirassa. Costumi Paola Risoli, Barbara Sordi. Musica Massimo Barbiero
durata 30 min
link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=7I323hmDjRI
Iemanjá, divinità africana e brasiliana dell’acqua di mare. Incorporazione della Divinit{ in una donna.
Una celebrazione della femminilit{, dell’amore e della gioia di vivere.
INFINITO VUOTO/PIENO
coreografia di Roberta Tirassa
con Roberta Tirassa, installazione di Marco Sbizzera, musica di Massimo Barbiero
durata 30min
link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=RCIjwEgkDbA
“Respiro. Uno spazio-tempo, infinito. Il centro di ogni sorriso e di ogni impulso creatore. dove tutto è
connesso a tutto. Anima. Amore. Libertà”
“La materia in quanto tale non esiste! Tutta la materia ha origine ed esiste solo in virtù di una forza che
fa vibrare le particelle atomiche e tiene insieme quel minuscolo sistema solare che è l’atomo…
Dobbiamo presumere che dietro questa forza esista una mente conscia ed intelligente. Questa mente è
la matrice di tutta la materia”.
Max Planck – Fisico e Premio Nobel Nel 1918
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LIRICA/
OPERETTA
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ALFAFOLIES
www.operette.it
IL PAESE DEI CAMPANELLI
di Lombardo/Ranzato
regia di Augusto Grilli
link video, pagina web spettacolo: http://www.operette.it/operetta_il_paese_dei_campanelli.php
Ecco uno spettacolo pienamente rappresentativo dell’operetta italiana di inizio novecento: il tocco del
“senza tempo”, ripreso poi nella commedia musicale da Garinei e Giovannini, l’intreccio gustoso e le
amenit{ del comico La Gaffe, la musica che pone l’accento sui ritmi di danza moderna più in voga,
l’attenzione allo sfarzo della messinscena hanno reso questa operetta una delle più popolari e più
eseguite nel nostro paese.
AL CAVALLINO BIANCO
di Benatsky/Stoltz
regia di Augusto Grilli
link video, pagina web spettacolo: http://www.operette.it/operetta_al_cavallino_bianco.php
Accanto a La Vedova Allegra, quale altra operetta può competere, oggi in Europa, per popolarità con Al
Cavallino Bianco? Una curiosità: la sua musica, pur firmata generalmente da Ralph Benatzky, in realtà è
dovuta a ben cinque compositori. Ed è questa particolarità che la rende così fresca, varia e gioiosa. Uno
spettacolo che sembra un fuoco d'artificio, quadri di elegante spettacolarità e colpi di scena che
portano all'immancabile "happy end" che vede coinvolti tutti: i simpatici personaggi del palcoscenico ed
i felici spettatori in platea.
CIN CI LA
di Lombardo/Ranzato
regia di Augusto Grilli
link video, pagina web spettacolo: http://www.operette.it/operetta_cin_ci_la.php
"Cin ci là" è un caso atipico di operetta: pochi spazi lirici ed un impianto che guarda sicuramente più alla
rivista. Ma nel 1925 era quello il tipo di spettacolo che gli amanti del genere chiedevano, e Lombardo e
Ranzato si adeguarono.
Le cronache dell’epoca riportano notizie di duetti bissati e trissati. Anche la musica fu lodata come
aggraziata nelle sue larghe volute sentimentali, nel ritmo delle canzoni e nelle sue svelte allegrie.
Oggi Cin ci là resta, nel territorio italiano, una delle operette più amate dal pubblico e più rappresentate
dalle compagnie di giro.
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LA SCUGNIZZA
di Lombardo/Costa
regia di Augusto Grilli
link video, pagina web spettacolo: http://www.operette.it/operetta_la_scugnizza.php
Riproponiamo la popolarissima operetta così come è stata scritta da Mario Costa (una delle grandi firme
della canzone napoletana), così come venne rappresentata per la prima volta al Teatro Alfieri di Torino
nel 1922. Il libretto è ricco di spunti che ricordano l’opera verista e la dominante vena melodica
partenopea è attraversata dai ritmi dei nuovi ballabili come lo “Shimmy”, caratteristica dello stile
“Lombardo” propenso alla contaminazione tra generi musicali diversi.
LA VEDOVA ALLEGRA
di Franz Lehar
regia di Augusto Grilli
link video, pagina web spettacolo: http://www.operette.it/operetta_la_vedova_allegra.php
C’è un mondo, in cui tutti sono baroni o almeno visconti; in cui scorre lo champagne e i locali notturni
sono pieni di donnine allegre, i mariti vedono solo le corna altrui, non le proprie. Un mondo in cui ci si
veste in frack e si balla il valzer, la politica si fa alle feste da ballo, i bilanci statali si salvano sposando le
belle ereditiere. Questa operetta, la più rappresentata fra tutte, è il simbolo del genere stesso, la punta
di diamante della “silver age”, imbattuto cavallo di battaglia tra i due secoli. La “belle époque” ha
rivissuto in questo ultimo palpito inebriante la sua languente agonia e ha ritrovato nella gioia di vivere
delle sue note e delle sue parole l’illusione di una rinascita perenne, anche se di pura finzione.
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SOCIETÀ CULTURALE ARTISTI LIRICI TORINESE
“FRANCESCO TAMAGNO” Impresa Lirica
www.lirica-tamagno.com
GRAN GALA’ D’OPERETTA
di Vincenzo Santagata
con 4 Cantanti solisti – 2 Attori – 6 ballerini – 12 Artisti del Coro – Quartetto d’Archi – Pianista – Direttore
regia di Vincenzo Santagata
link video, pagina web spettacolo: www.lirica-tamagno.com
Il titolo può trarre in inganno, pensando ad un semplice e usuale Concerto di Operetta, viceversa è un
vero e proprio spettacolo di circa due ore dove si alternano trame e scenette divertenti, in costume, che
introducono le circa 20 arie arricchite dalla presenza di danzatori ed artisti del coro. Lo spettacolo si
avvale di scenografie del pittore Bosio del 1900 (quindi autentici e costosi pezzi di antiquariato).
LA TRAVIATA
di Giuseppe Verdi
con 35 artisti del coro - 30 professori d’orchestra – solisti – balletto - comparse- aiuto regista - direttore
di palcoscenico - maestri sostituti – macchinisti – direttore d’orchestra - regista
regia di Vincenzo Santagata
link video, pagina web spettacolo: www.lirica-tamagno.com
Il Titolo non ha bisogno di presentazione poiché La Traviata è l’opera lirica più rappresentata in assoluto
nel mondo, l’allestimento che noi proponiamo pur essendo tradizionale si avvale di un nuovo
allestimento con scenografie armate di Ugo Bassi, i costumi sono tradizionali ambientati nel 1800. Gli
artisti sono giovani promesse della lirica, la protagonista si alterna con un giovanissimo soprano
francese Erminie Blondel e una giovane artista ligure Anna Delfino.
CONCERTO: “G.VERDI: 1813 – 2013. 200 anni dopo”
musiche di Giuseppe Verdi
con 5 solisti – 40/50 artisti del coro – pianoforte - direttore
regia di Angelica Frassetto
link video, pagina web spettacolo: www.lirica-tamagno.com
Concerto commemorativo in occasione dei bicentenario dalla nascita di Giuseppe Verdi il nostro grande
maestro. Il concerto è composto da brani corali e solistici, tratti dalle più famose opere del repertorio di
Giuseppe Verdi quali: Nabucco, La forza del destino, Aida, La Traviata, Simon Boccanegra, Rigoletto,
Trovatore ecc.. Con l’accompagnamento del pianoforte.
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L’esclusione dal suddetto catalogo non implica la non valutazione delle
produzioni non presenti nell’ambito della programmazione.
Qualora si riscontrino delle imprecisioni, a causa dell’elevato materiale
pervenuto ove non è da escludere l’errore umano, si richiede di
segnalarlo a Claudia Grasso [email protected]
Illustrazioni di Francesca Ballarini
Chiuso il 22 maggio 2013
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