Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 Seduta del Consiglio Comunale dell’11 febbraio 2002 Presiede Giovanni Marra Presidente del Consiglio Comunale Partecipa il Segretario Generale Dr. Giuseppe Albanese -------Il Presidente dispone si proceda con interventi ai sensi dell’art. 21 del Regolamento di organizzazione e funzionamento del Consiglio Comunale. Indi dà la parola al consigliere Mattioli. Il consigliere Mattioli così interviene: “Innanzitutto mi spiace per il ritardo con cui iniziamo i lavori e soprattutto mi spiace intervenire in un’aula dove non è presente nessun rappresentante della Giunta. Quindi, farò riferimento a Lei, signor Presidente, perché eventualmente riporti i miei pensieri a chi di dovere. In quest’ultima settimana due questioni hanno tenuto banco sui media: la questione dei rapporti fra l’Assessore Carrubba, la Giunta e il Sindaco per il bilancio di previsione 2002 e la vicenda ALER. Allora, sulla questione Carrubba mi permetto di considerare, davanti all’aula, quello che abbiamo detto in questi giorni in alcuni comunicati stampa: noi siamo contenti che l’assessore Carrubba -1- Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 rimanga al suo posto perché pensiamo che Milano abbia bisogno di persone di valore. Quindi indipendentemente dalle opzioni politiche, dalle scelte politiche che ci portano su versanti contrapposti e diversi, siccome riteniamo che l’assessore Carrubba sia una persona di estremo valore, preferiamo quindi politicamente incrociare le lame con un Assessore competente e valido e quindi abbiamo valutato positivamente che alla fine del contenzioso l’Assessore sia rimasto al suo posto. Ancora una volta è stato necessario l’intervento del vostro nume tutelare, che è il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. È stato evidentemente un intervento positivo, ma, a nostro avviso, ha posto ancora una volta in evidenza i limiti nella gestione della Giunta del Sindaco Albertini e i limiti stessi delle forze politiche che compongono la vostra Maggioranza. In ogni caso riteniamo che l’Assessore Carrubba, con la sua riconferma, se non altro potrà rappresentare un po’ più uno spirito d’opposizione all’interno della Giunta dove la sua voce critica si è sollevata più volte. Infatti non riteniamo che la questione da lui sollevata sia meramente inerente ai tagli al suo Settore per il bilancio di previsione 2002, pensiamo che la questione sia più profonda. L’assessore Carrubba più volte ha manifestato la sua -2- Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 criticità, le sue critiche, la sua insoddisfazione per come questa Giunta gestisce la Città di Milano. Pensiamo che il vero argomento di scontro alle tensioni derivi da questo suo pensiero libero che ha manifestato più volte pubblicamente. Detto questo, l’altra questione, come dicevo, che ha tenuto banco in questi giorni è la vicenda ALER, la società che gestisce il patrimonio pubblico immobiliare. Abbiamo assistito ad una denuncia gravissima del Presidente uscente Guerreri, che ha dichiarato pubblicamente che la Regione Lombardia, nella sua ipotesi di ristrutturazione di questa azienda, intende svendere questa azienda, intende svendere il patrimonio pubblico. È una denuncia gravissima che tocca in particolare Milano, perché gran parte del patrimonio abitativo gestito dall’ALER è patrimonio sito nella Città di Milano. L’ALER, come sappiamo, tra l’altro, gestisce circa 20 mila alloggi di proprietà del Comune di Milano, affidati dal Demanio all’ALER per la gestione. Riteniamo che la denuncia sia gravissima e che il Comune di Milano non possa rimanere avulso e semplice spettatore di quanto sta avvenendo in Regione Lombardia. È per questo che abbiamo chiesto un’audizione del Presidente Guerreri in Commissione Demanio. Riteniamo doveroso -3- Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 che anche il Consiglio Comunale di Milano sia informato delle sue denunce, perché pensiamo che il Comune di Milano non possa astrarsi dalla questione. Così come riteniamo che sia doveroso che il Comune di Milano si faccia parte attiva presso la Regione Lombardia per verificare e concordare. Bisogna che la Regione Lombardia senta il parere del Comune di Milano, del Sindaco Albertini e dell’Assessore al Demanio per quanto riguarda tutto il progetto di ristrutturazione dell’ALER. Sicuramente è una competenza che viene attribuita alla Regione Lombardia. Dicevo prima: l’ALER è un patrimonio dei cittadini milanesi, è un nostro patrimonio, non possiamo rimanere soltanto degli spettatori. Quindi l’invito che io rivolgo in questo momento è al Sindaco e all’Assessore al Demanio a farsi parte attiva presso la Regione Lombardia perché il Comune di Milano deve essere coinvolto in questo processo di ristrutturazione, perché le proprietà di cui si tratta sono in gran parte della Città di Milano, sono gestite per conto della città di Milano. Quindi riteniamo doveroso, in un processo di federalismo, di decentramento di poteri e quanto altro volete aggiungere voi, che il Comune di Milano non debba semplicemente subire l’iniziativa di un nuovo accentramento da -4- Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 parte della Regione Lombardia su questioni e su patrimoni che riguardano il nostro Comune”. Il Presidente dà la parola al consigliere Baldassarre. Il consigliere Baldassarre così interviene: “Il mio intervento odierno riguarda la Galleria San Gregorio, un’altra arteria commerciale che muore. La Galleria San Gregorio, a pochi passi da Corso Buenos Aires, un tempo prospera di esercizi commerciali, oggi vuota e desolata. Infatti sono rimasti pochissimi negozi. Questa estinzione è stata provocata dal fatto che la società ‘Iniziative Negozi’ del gruppo Pirelli ha acquistato tutti gli immobili della galleria, se non ricordo male dell’INPS. Sull’acquisto non ho nulla in contrario, salvo che la società prima menzionata sta facendo scadere i contratti d’affitto degli esercizi commerciali lasciando vuoti i locali. Altro fatto inquietante è che per molti operatori il contratto scadrà tra 6 oppure tra 8 anni con la conseguente fine del passaggio commerciale in tale via. Gli operatori rimasti non riescono ad avere un’audizione con la società del gruppo Pirelli per poter conoscere il loro futuro. In compenso la politica della società, che ha acquisito l’immobile, sta -5- Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 provocando una desertificazione commerciale che sta lasciando terreno alla criminalità. Concludo, chiedendo che l’Amministrazione comunale intervenga per impedire che ancora una volta a rimetterci sia una categoria poco protetta come i piccoli commercianti”. Il Presidente dà la parola al consigliere Ciccioni. Il consigliere Ciccioni così interviene: “Grazie, Presidente. Intervengo per fatto personale, perché sul sito del Comune di Milano, sul Giornale on-line, a partire da sabato mattina, è apparsa una notizia che viene riportata in modo assolutamente inaccettabile. Si legge: ‘Decreto di condanna contro il consigliere Ciccioni querelato da Albertini’. Ebbene, anzitutto non corrisponde al vero che il Sindaco Albertini abbia vinto una causa contro il sottoscritto. In questo caso, se la notizia dell’emissione di un decreto penale di condanna a mio carico fosse effettivamente fondata, poiché - come specificherò meglio in seguito - non ho attualmente ricevuto alcuna notifica, si tratterebbe di un procedimento penale aperto a seguito di una querela presentata nei miei confronti dal Sindaco. L’affermazione contenuta nel sito del Comune di Milano, ‘Il Giornale di Milano’ è impropria e scorretta. Sempre quindi che sia -6- Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 vero, non si tratterebbe inoltre di un provvedimento definitivo né tantomeno di una condanna in senso proprio, poiché, quando e se il decreto mi sarà notificato, provvederò senza indugio ad oppormi e chiederò lo svolgimento del dibattimento. Infatti, come ha sancito già più volte la Cassazione per casi analoghi, le mie forti critiche al comportamento politico del Sindaco sono state legittime e lecite. Ho esercitato quel fondamentale diritto di critica politica sancita dall’articolo 21 della Costituzione tale da scriminare anche un’eventuale diffamazione. Altrettanto falsa, tendenziosa e denigratoria della mia persona, è l’affermazione che il decreto penale venga emesso quando le prove sono così schiaccianti che l’Autorità Giudiziaria non ritiene opportuno nemmeno aprire il dibattimento, tra virgolette, perché così è riportato su ‘Il Giornale on-line’! Ebbene, come sa qualsiasi esperto in diritto, il decreto penale può essere emesso in presenza di ben determinati elementi di fatto e di diritto, ma solo allorché Pubblico Ministero e Giudice ritengano che debba essere applicata esclusivamente una pena pecuniaria, ossia quando il reato è di minima entità. -7- Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 Allora, inveritiero e gravissimo soprattutto è stato il riferire gli aggettivi da me elencati come se proferiti alla persona del Sindaco Albertini. Com’è provato dalle registrazioni e dal verbale della seduta del 2 di luglio, ho esclusivamente elencato, sì, 100 aggettivi e più, abbastanza coloriti, ma solo più avanti nel mio intervento – come ricorderete – ho detto che tale era il mio giudizio riguardo al comportamento del Sindaco Albertini sulla questione del referendum del traffico. Mai ho inteso offendere o ingiuriare la persona del Sindaco, ma ho semplicemente criticato, come è mio diritto e mio primario dovere verso i cittadini e gli elettori che rappresento, un comportamento politico fortemente ostruzionistico e anche antidemocratico teso al boicottaggio del referendum sul traffico. I milanesi, lo vorrei ricordare, a causa del traffico e dell’inquinamento, sempre più spesso si ammalano e muoiono in questa città. Ribadisco inoltre che ad oggi non mi è stato notificato alcun atto giudiziario. Non sono, quindi, neppure a conoscenza del fatto di essere stato oggetto di indagini, né tantomeno di essere il destinatario di un decreto penale di condanna. È un fatto molto -8- Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 grave, pertanto, Presidente, che il Comune abbia ricevuto e addirittura pubblicizzato trionfalmente notizie giudiziarie che dovrebbero essere coperte da segreto, almeno fino alla notifica all’imputato. Chiedo quindi formalmente che i soggetti responsabili vengano sentiti circa la provenienza delle informazioni contenute nel comunicato, riservandomi a proposito ogni azione a tutela. Per quanto riguarda il decreto penale, mi limiterò ad attendere un’eventuale notifica per poterne valutare i contenuti. Attualmente non voglio neppure esaminare l’ipotesi che la notizia sia completamente falsa; ovviamente, in tal caso, le mie determinazioni saranno di eccezionale gravità. Preannuncio comunque sin d’ora, come ho già avuto modo di dire, che se la notizia diffusa dal Comune fosse invece vera, mi opporrò al decreto e chiederò lo svolgimento del processo. Certo di avere ragione, andrò fino in Cassazione, se ve ne fosse la necessità, per affermare un principio di civiltà giuridica che la stessa Corte ha già più volte riconosciuto per fatti che, a differenza del mio intervento, presentavano gli estremi del delitto di diffamazione o di reati più gravi. Vedi, ad esempio, le ultime sentenze su Berlusconi e Bossi, o, addirittura, come ben sa lo -9- Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 stesso Sindaco, Presidente, che il 5 febbraio è stato assolto dall’aver detto ai Vigili Urbani: ‘felloni e parassiti’. Quanto ai contenuti dell’articolo, che enfatizzano l’affermata vittoria del Sindaco, e offensivi anche nei miei confronti, non sono accettabili e si commentano da soli. Mi auguro al proposito che non fossero noti al Sindaco prima della pubblicazione. Infatti questo articolo, questo comunicato stampa è, al contrario del mio intervento, effettivamente denigratorio nei confronti della mia persona. Chiedo pertanto che il testo integrale del mio intervento venga pubblicato sul sito del Comune con la medesima visibilità e risalto e con gli stessi rinvii alla ‘home page’ che ha avuto l’articolo oggetto del mio intervento di oggi. Il comunicato stampa relativo dovrà essere inviato a cura del Comune a tutti i media cui è stato trasmesso l’articolo stesso, ciò per permettermi di esercitare il mio diritto di rettifica. Presidente, ho dato mandato ai miei legali di valutare la portata delle affermazioni contenute nell’articolo. Mi riservo di agire nelle sedi giudiziarie opportune, nei confronti del direttore responsabile de ‘Il Giornale on-line’ e di eventuali ulteriori soggetti - 10 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 corresponsabili, di cui chiedo comunque l’immediata rimozione dagli incarichi. Non è, infatti, accettabile…” Il Presidente così interviene: “Consigliere, è scaduto il suo tempo, però”. Il Consigliere Ciccioni così prosegue: “Ho quasi finito, Presidente”. Il Presidente così interviene: “Eh, lo so, è due minuti oltre il tempo consentito.” Il Consigliere Ciccioni così riprende: “…che dipendenti o collaboratori del Comune svolgano il loro lavoro mistificando la realtà, con evidente partigianeria e con intenti denigratori nei confronti di un Consigliere di Opposizione. Sono certo di essere nel giusto e di avere esercitato solo il mio fondamentale diritto di critica. Ritengo la posizione giudiziaria del Sindaco frutto di emozione, perché la vera portata del mio intervento può non essere considerata denigratoria. Pur certo dell’infondatezza, anche della causa civile promossa nei miei confronti dal Sindaco e dal Comune ho comunque già offerto, Presidente, una stretta di mano al Sindaco il quale è, sì, un avversario politico che sbaglia, ma è anche una persona che stimo e rispetto e che non ho inteso offendere personalmente”. - 11 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 Il Presidente dà la parola al consigliere Vagliati. Il consigliere Vagliati così interviene: “Io sarò abbastanza breve per portare a conoscenza del Vicesindaco, che è anche l’Assessore alla partita, un problema che sta sorgendo in un’area verde adiacente a via Piero Strozzi, dove c’è praticamente il Cottolengo di Milano, in zona Caterina da Forlì, per inquadrare il problema. Quest’area (ormai segnalata da molti cittadini che hanno formato comitati spontanei) è oggetto di occupazione notturna con schiamazzi e con situazioni poco ideali e poco sicure per le persone che ci vivono. Il problema è abbastanza grave, perché ormai la situazione perdura da tanti mesi. In quest’area verde (che era un tempo cintata) è stata tolta la cinta ed è rimasto solo un muretto molto basso, inoltre è adiacente a una scuola e c’è un parco giochi anche per i nostri piccoli bambini. Quindi obiettivamente è un’area che bisognerebbe essere ripresidiata da parte del Comune. Il Consiglio di Zona ha già fatto segnalazioni al Vicesindaco. Io mi aggiungo a queste segnalazioni per fare un sopralluogo da parte della Polizia Municipale, chiaramente nelle ore notturne tra venerdì, sabato e domenica, per vedere la situazione in essere e - 12 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 valutare la possibilità di chiudere anche quest’area con orari determinati per l’utilizzo dell’area verde da parte delle famiglie. Dato che siamo nelle vicinanze di una scuola, si potrebbe magari dare in gestione questa apertura e chiusura anche al personale della scuola, che sicuramente è presente. Quindi non penso che ci siano grossi problemi nel fare anche questo piccolo servizio alla comunità”. Il Presidente dà la parola al consigliere Martini Giobbi. Il consigliere Martini Giobbi così interviene: “Il mio intervento parte da una notizia che ho letto sui giornali sulla quale sono perfettamente d’accordo: ‘Più poteri agli ausiliari della sosta’. È evidente che questo provvedimento va nell’ordine di regolamentare la sosta e quindi la viabilità. Se così è, io chiedo che gli ausiliari della sosta vengano attentamente impiegati anche nei pomeriggi delle domeniche nelle zone 7 e 8, allorché vi sono le manifestazioni sportive. L’ho già detto ed insisto: coloro che si recano allo stadio per le manifestazioni sportive vanno a bloccare tutte le vie che arrivano allo stadio, in tutti i sensi di marcia. Da un’attenta osservazione, preciso che i concessionari di alcune aree che vengono adibite al parcheggio, sono loro stessi che - 13 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 favoriscono il parcheggio anche al di fuori dello spazio delimitato. Preciso: se vi è un’area laddove è consentito il parcheggio e questo viene dato in concessione o a delle cooperative o comunque a persone che sono in regolare diritto e permesso di poter fare parcheggiare, sono proprio loro che autorizzano a un parcheggio selvaggio, al di fuori dello spazio delimitato, chiudendo di fatto la possibilità di circolazione per i residenti. Ma, preciso, chiudendo di fatto la possibilità dell’arrivo di qualunque mezzo di soccorso che malauguratamente potesse rendersi necessario in una di queste vie. Allora, se è giusto consentire e dare più poteri agli ausiliari, è giusto anche che gli ausiliari intervengano non solamente per dare le multe – giustissime – a coloro che parcheggiano male nei giorni di lavoro; ma, peggio ancora, a coloro che per praticare uno sport vanno a creare dei danni a dei residenti che già, in conseguenza di queste situazioni sportive, veramente non si trovano nelle condizioni migliori. Mi auguro che sia l’ultima volta che faccio un intervento di questo genere, perché diversamente sarò costretta a portare una attenta e documentata relazione, corredata da fotografie, affinché si possa vedere che quello che sto asserendo è una storia che - 14 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 ormai si ripete tutte le domeniche in queste zone che sono nelle vie limitrofe della zona 7 e della zona 8”. Il Presidente dà la parola al consigliere Colombo. Il consigliere Colombo così interviene: “Io mi limiterò stasera a due brevi flash, a due brevi osservazioni. La prima riguarda il Bingo. Noi abbiamo letto, sappiamo, che nella nostra Città è stata aperta la prima sala per il Bingo (che, se non sbaglio, è una specie di tombola) e questa sala ha subito visto un’affluenza notevole. Io mi congratulo con questa iniziativa, che può aver senso per scacciare la noia in queste tristi giornate milanesi, però subito si è posto il solito problema del traffico e dei parcheggi. Allora, cosa è successo? È arrivata la sala Bingo, in via Washington, ma tutta la zona intorno è diventata invivibile per i residenti che non trovano più neanche 5 centimetri per parcheggiare le loro macchine. Allora, due questioni. La prima: come sempre si fanno le iniziative senza guardare il contesto. Ed allora, va bene la sala Bingo, vanno bene altre iniziative, però ormai sappiamo che qualsiasi iniziativa deve fare i conti con il primo problema delle Città, che è quello delle macchine, dei parcheggi, dell’inquinamento. E allora mi domando se quella soluzione era - 15 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 l’unica soluzione. Soprattutto, in vista dell’apertura di nuove sale, dico subito che bisogna pensare la collocazione di queste sale in contesti che non siano contesti già congestionati di traffico. Questo vuol dire portarli fuori dalla Città. Se vuol dire questo, io sono per portare fuori anche queste sale dalle vie più centrali della Città. Seconda questione: cosa si fa, allora, per i residenti? Io credo che bisogna intervenire subito in quella zona per dare la possibilità ai residenti di parcheggiare. Quindi mettiamo le strisce gialle (quelle per i residenti), facciamo subito distinzione tra strisce gialle e strisce blu, in modo che i residenti possano parcheggiare senza quelle incredibili difficoltà di queste ultime settimane. La seconda osservazione è una questione molto modesta, ma che poi incide pesantemente sulla vita nella nostra Città, ne parlavo già in chiusura del mio intervento la settimana scorsa. Il tema tecnicamente si chiama ‘le deiezioni canine’. Ma io prendo questo argomento da lontano. La siccità di questo periodo ha mostrato che i nostri giardinetti non sono puliti. Io credo che la scelta del Global Service sia anche una scelta giusta, ma il Global Service va controllato quotidianamente, costantemente. E allora io chiedo all’Assessore competente, che se non sbaglio è il Vicesindaco De Corato, di fare pressioni sul Global Service perché - 16 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 rispetti il capitolato nel contratto, che è molto esplicito in tal senso: garantire la pulizia. La pulizia vuol dire, soprattutto in tanti giardinetti, intervenire per togliere le cacche dei cani. C’è poi un altro aspetto: non solo si tratta di fare pressioni sul Global Service, ma si tratta anche di fare rispettare…” Fuori microfono interviene un Consigliere non meglio identificato il quale pronuncia parole che risultano peraltro incomprensibili. Il Consigliere Colombo così riprende: “In questo caso sono Global come si usa dire, guardiamo in alto ma guardiamo anche in basso, visto che in questa Città siamo costretti ad essere in questa posizione sempre vigili. Cosa dico? Dico che c’è un’ordinanza da anni che prevede delle sanzioni per i cittadini milanesi che non puliscono le deiezioni canine. Se non sbaglio a Milano ci sono 100 mila cani, e questo vuol dire tonnellate di cacca al giorno! Dobbiamo essere molto più rigidi. Lo dico ad una Amministrazione che dovrebbe garantire ordine, sicurezza e pulizia in questa Città. Fate le cose bene, almeno in questo settore”. Il Presidente dà la parola al consigliere Rutelli. Il consigliere Rutelli così interviene: - 17 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 “Signor Presidente e colleghi, volevo spostare la vostra attenzione per un istante su un tema che è un po’ al centro dell’attenzione di molte fasce sociali e professionali della nostra Città e riguarda, in particolare, il tema dei lavori che dovrebbero essere imminenti nell’area de La Scala. Vorrei informarvi che nel pubblico è presente una delegazione (che saluto anche a nome vostro) dei lavoratori de La Scala, e chiedo a loro di farsi vedere... Signor Presidente, ha ragione, lei riesce a fare tre cose insieme. Ha ragione! Ha ragione! Ecco, volevo dirle, signor Presidente, che è presente una delegazione di una decina di lavoratori della Scala; le portano il loro saluto, anche perché, mio tramite, le vogliono inoltrare questo elenco di firme di 10 mila cittadini milanesi che hanno costituito un comitato per la difesa del palcoscenico del Teatro alla Scala. Quindi, se qualcuno gentilmente vuole inoltrare all’Ufficio di Presidenza, al Presidente questo elenco di 10 mila firme, così può essere posto agli atti. Questo è solo un sintomo, un indicatore che nei prossimi anni (quando i lavori che, si ritiene, debbano essere legittimamente portati avanti) ci sarà un’attenzione permanente da parte di larghe fasce di popolazione sul tema in questione. Perché? Perché molti - 18 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 cittadini milanesi si sono preoccupati del fatto che La Scala perda la sua unicità. Io oggi ho saputo una cosa che mi ha lasciato un pochino sbalordito, che al nuovo Teatro degli Arcimboldi, al di là dei pannelli che sono caduti e che – voi sapete - hanno anche rischiato di fare danni alle persone, addirittura ho saputo che il neo palcoscenico, che doveva essere l’occhiello della tecnologia, non è in funzione. Addirittura, l’organizzazione de La Scala è stata costretta a cercare delle opere che non abbiano bisogno di palcoscenici mobili. Questo per sottolineare come quello che doveva essere il fiore all’occhiello dell’efficienza, in realtà ha già numerose pecche. Noi abbiamo anche fatto un’interrogazione, firmata da me e dal collega Antoniazzi, peraltro in coordinamento con tutta l’Opposizione, un’interrogazione urgente datata 28 dicembre. L’ufficio mi dice che entro un mese avremmo dovuto avere la risposta. È passato un mese e ancora la risposta non c’è. Io per correttezza faccio notare che comunque noi l’attendiamo, anche perché la richiesta era connessa alla disponibilità a presentare in Consiglio Comunale una relazione aggiornata, da parte degli Assessori e Istituzioni competenti, sullo stato dei progetti, al fine di garantire alla Città un’informazione esauriente sul futuro dei lavori e delle relative - 19 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 garanzie di mantenimento della qualità degli attuali standard, rispetto alle opere di conservazione e ristrutturazione previste e sulla scadenza di conclusione lavori. La richiesta era pertanto che queste informazioni venissero offerte al Consiglio Comunale prima dell’avvio dei lavori. Ora siccome, dalla stampa, gli Assessori competenti confermano che con i primi di marzo dovrebbero iniziare i lavori, io mi attendo che nell’arco del mese di febbraio, il Consiglio Comunale possa ottenere tutte le informazioni che ha chiesto. Questo non perché io consideri negativo in assoluto un lavoro di ammodernamento, ma perché credo che ‘ammodernamento’ non voglia significare necessariamente distruggere quello che la storia ci ha consegnato e che ancora è funzionante. La cosa che mi preoccupa è la perdita dell’unicità della Scala, come Teatro nella sua specificità. Poi, l’altro aspetto collegato a questo, è che Milano ormai dispone di vari Teatri. Quello che é importante è sapere come l’insieme dei Teatri, ormai tanti, possano rispondere al fabbisogno della Città e quindi avere anche una programmazione, una pianificazione del coordinamento tra questi Teatri. - 20 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 Quindi io saluto la delegazione che è qui presente, mi auguro che rimanga attiva in tutto questo periodo e che prima dell’avvio dei lavori, il Consiglio Comunale possa avere tutte le informazioni al riguardo”. Il Presidente così interviene: “Io ringrazio il collega Rutelli, però vorrei ricordare che la Presidenza del Consiglio è un organo di autogoverno di garanzia del Consiglio. Per cui, di fatto, presentare alla Presidenza del Consiglio Comunale queste 10 mila firme è un atto importante, ma non è risolutivo. In realtà, queste firme vanno presentate all’Assessore ai Lavori Pubblici, al quale le presenterò per sua vece, caro collega. Lei è membro di questo Ufficio di Presidenza e conosce benissimo i procedimenti. Quindi la prego la prossima volta di osservare i procedimenti”. Indi dà la parola al consigliere Fiano. Il consigliere Fiano così interviene: “Inizierò il mio intervento, Presidente, con un termine desueto. Io sono un antifascista, Presidente. Credo che questa sia una caratterizzazione che ha ancora diritto di cittadinanza in questo Paese, in particolare se è riferita a quello che è stato il fascismo in Italia alla metà del secolo scorso. - 21 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 Leggo sul più importante quotidiano nazionale, alla quinta pagina di oggi, che il nuovo Segretario Nazionale della Fiamma Tricolore annuncia che la Fiamma si allea con il Polo come fece Mussolini. Questa, diciamo, è la prima notizia sulla quale avrei piacere di disquisire, di parlare con gli amici che in Forza Italia, nella Casa delle Libertà, si rifanno a tradizioni di stampo liberale, di stampo socialista, di stampo riformista. Il giornalista (un noto giornalista politico) fa alcune domande a questo giovane Luca Romagnoli. A parte che viene chiesto come definirebbe lui Benito Mussolini. Risposta: ‘Il protagonista di un’esperienza irripetibile come irripetibili sono state le stagioni dello stalinismo, del Maoismo o del bonapartismo. Evola parla di cicli di luce e di buio che si alternano a storie dell’umanità. Qui la risposta è talmente ambigua che non so se lui scrive a Mussolini nei cicli di luce o in quelli di buio. Temo di sapere quale sia la sua opinione. ‘Torniamo a Mussolini’ - dice il giornalista - ‘consentì le leggi razziali’. ‘Dire che le ha volute Mussolini è una semplificazione poco scientifica. Ci sono momenti in cui gli uomini sono strumenti degli accadimenti’. Sta parlando un nuovo membro della Casa delle Libertà. Cioè, questo signore dice che quest’uomo, che era - 22 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 Mussolini, è stato strumento di un accadimento che ha portato alla morte per tortura, per deportazione, per camere a gas, per forni crematori, molte migliaia di italiani, in ragione della loro religione o credo politico o appartenenza al Fronte della Resistenza o antifascisti. La domanda più interessante è la successiva: ‘Qualcuno le ha volute, però’ - dice il giornalista con riferimento alle leggi razziali -. Risponde Luca Romagnoli: ‘Ci sono casi in cui non ci si può sottrarre’. Diciamo, è una risposta che fa parte di una gamma di risposte che i criminali nazisti hanno dato in questi decenni nei processi contro i nazisti – l’ultimo che diede una risposta del genere è stato Priebke a Roma -. ‘Ci sono casi in cui non ci si può sottrarre. Non dico che Mussolini fosse uno strumento nelle mani di Hitler, ma erano alleati e nelle alleanze qualcosa bisogna pur cedere’. Se questa teoria fosse vera, Mussolini aveva ceduto nelle mani di questa alleanza quello che voi sapete, che io ho detto poco prima: le leggi razziali contro gli ebrei, la lotta contro i partigiani, contro i resistenti, contro i renitenti alla leva, eccetera, eccetera. Qualche migliaia, decine di migliaia di morti, lasciando stare la Guerra di Liberazione. Parlo prima della Guerra di Liberazione. - 23 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 Io credo che per gli spiriti liberi che hanno scelto di fare politica nella Casa delle Libertà questa sia una prova difficile, perché è difficile stare a fare politica con qualcuno che falsifica la storia, che non ha vergogna di appropriarsi di uno dei crimini... uno dei crimini! Io non penso che il fascismo o il nazismo siano l’unico crimine della storia dell’Europa del secolo scorso. Certo, in Italia lo è stato. E’ stato il più grave periodo che l’Italia ha passato nel secolo scorso. Sono molto preoccupato che nel linguaggio politicoitaliano, nel dibattito politico–italiano, che certo porterebbe a noi tanti argomenti quotidiani per confrontarci, l’impunita falsificazione degli elementi della storia abbia ormai spazio o alberghi nel dibattito politico. Credo che non sia un fatto possibile che quelle forze della Casa delle Libertà, alle quali mi sono richiamato prima, che legittimamente hanno scelto di partecipare al progetto politico di Berlusconi, questa alta implicazione riguarda la politica contemporanea, possano permettere a se stessi una alleanza di questo tipo. Mi auguro che le persone, che io credo abbiano una coscienza di sé e della storia della politica italiana alta e che sono anche in quest’aula, vogliano dire qualcosa perché la storia e la - 24 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 politica di questo Paese non diventano un’inutile insalata russa nella quale tutto quanto, il bianco e il nero, sono sempre uguali”. Il Presidente dà la parola al consigliere Farina Il consigliere Farina così interviene: “Io avrei dovuto originariamente intervenire in ordine a un episodio accaduto sabato scorso, il 9 di febbraio, intorno alle ore 15, al mercato di piazzale Lagosta e che, a mio modo di vedere, non essendo l’unico, da quello che so, pone dei forti interrogativi sul modello di sicurezza che si vuole applicare in questa città; in particolare dentro questo modello di sicurezza metropolitano, che ruolo dovrà avere la nostra Polizia Municipale, un tempo Vigili Urbani. Sto parlando di immigrati, venditori abusivi, quindi non di un’operazione antidroga o anticrimine con caratteristiche di stampo mafioso. Venditori ambulanti, uno in particolare ammanettato, incatenato per i piedi, uso di cani addestrati, colluttazione con la folla - giustamente indignata da un operato a dir poco sbrigativo -, fuga con mezzi della Polizia Municipale, con macchine private urtate, senza neanche l’obbligo di una fermata o quel che sia. Allora, avrei dovuto intervenire su questo, che è uno dei tanti episodi in catena che si stanno susseguendo e che credo avremo - 25 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 modo anche di capire meglio nella loro dinamica futura anche quando si discuterà il Bilancio preventivo della Polizia Municipale di Milano in quest’aula e in sede di Commissione. Ovviamente non posso che rimbeccare anche la collega Martini Giobbi, dicendo la mia modesta opinione sul fatto che gli ausiliari della sosta (di cui sono state modificate le funzioni, le mansioni e i poteri recentemente) non sono certamente, come scopo primo, stati istituiti per regolarizzare la sosta stessa, ma questo è un obiettivo collaterale di questa Amministrazione, relativamente a necessità ben più forti e stringenti; ossia essenzialmente di fare cassa attraverso le contravvenzioni. Se questo non fosse vero, probabilmente gli stessi ausiliari avrebbero avuto altro inquadramento professionale e anche contrattuale. Ma avrei dovuto intervenire (spendo gli ultimi minuti di questo articolo 21) per segnalare anch’io, come il collega Rutelli, pur nella disattenzione che contraddistingue quest’aula molto spesso su questo genere di interventi di inizio Consiglio, sulla presenza di una delegazione dei lavoratori del Teatro alla Scala, oggi lavoratori stanziati al Teatro degli Arcimboldi, su una serie di questioni che io - 26 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 spero e conto che diventino oggetto di discussione in Consiglio Comunale. Il consigliere Rutelli faceva riferimento ad alcune interrogazioni presentate fra la fine di dicembre e gli inizi di gennaio. Una di queste è stata presentata anche dal Gruppo di Rifondazione Comunista, concordemente con gli altri Gruppi dell’Opposizione: in essa si chiedevano preventivamente alcune delucidazioni non chiare dalla Commissione tenutasi il 14 dicembre 2001 con il Sovrintendente Fontana e il responsabile del lavoro, l’ingegnere Malgrande, sulla ristrutturazione della sede del Piermarini del Teatro La Scala e anche sulle modalità con cui si intendeva procedere relativamente al Teatro degli Arcimboldi. Di più si chiedeva la costituzione di un osservatorio permanente intorno ai lavori di ristrutturazione aperto ai lavoratori del Teatro, ai cittadini, ai Consiglieri e ovviamente a quanti altri ne avessero avuto interesse. Di questa interrogazione un mese è passato e notizia non è giunta. Vero è che un mese è trascorso da poco, però è vero anche che i pannelli, senza voler strumentalizzare nulla, non aspettano i tempi burocratici e che nessun ripensamento, tantomeno trasparenza, sembra avanzare relativamente ai lavori annunciati e - 27 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 preventivati per i primi di marzo e che continuano ad essere, a mia conoscenza, fissati per quella data. Siccome, invece, alcune delle caratteristiche tecniche, a cui faceva riferimento anche il consigliere Rutelli, del Teatro degli Arcimboldi, del palco, della scena e di molti altri meccanismi che servono al funzionamento di un teatro, sono fortemente dubbi dall’esperienza della Prima, ‘La Traviata’, e si verificheranno nel secondo spettacolo, ‘Sansone e Dalila’, del 17 febbraio e che però mantengono quindi un elemento di forte interrogazione, siccome gli stessi criteri si vogliono applicare nella vecchia sede, il Teatro La Scala qui di fronte, e che quindi quello che veniva chiesto nelle interrogazioni e anche in sede di Commissione risulta rafforzato dall’esperienza che abbiamo avuto, siccome questo dipende anche da un modello gestionale che le fondazioni hanno introdotto, forse sarebbe il caso che questo Consiglio, certamente sarebbe il caso che questo Consiglio affrontasse come sua specifica materia, magari anche in un’udienza pubblica, il corpo di queste tematiche che fanno riferimento a un valore, a un patrimonio che Milano non può e non deve disperdere”. Il Presidente dà la parola al consigliere Ottolenghi. Il Consigliere Ottolenghi così interviene: - 28 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 “Per chiedere esattamente come ho chiesto una settimana fa, senza aver avuto alcuna risposta - e quindi annuncio che continuerò a chiederlo fino a quando non arriverà risposta -, se corrisponde al vero oppure no, che nei giorni precedenti alla caduta del pannello al Teatro degli Arcimboldi (di cui hanno ora parlato anche i consiglieri Farina e Rutelli) si erano verificati altri incidenti, in particolare si è parlato della caduta di un contrappeso sul palco non durante una rappresentazione. Intendo continuare a chiedere spiegazioni fino a quando la Giunta si degnerà di darne. Ed è anche per questo che nei giorni scorsi abbiamo chiesto la convocazione urgente della Commissione Cultura, alla quale abbiamo chiesto che venissero invitati, per essere ascoltati, i rappresentanti dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali, gli ingegneri responsabili dei lavori a La Scala del Piermarini e agli Arcimboldi: Acerbo, Castore e Malgrande, l’architetto Gregrotti, l’ingegner Commins e il Maestro Muti, e naturalmente gli Assessori competenti De Corato e Carrubba. Ho ricevuto questa mattina una risposta del Presidente della Commissione Cultura che dice che sono in corso gli accertamenti sui pannelli, e quindi al termine degli accertamenti verrà convocata la Commissione Cultura. - 29 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 Ma forse non ci siamo capiti. È bene che su questo, come su altre questioni, l’Amministrazione, invece di trincerarsi dietro l’assenza di responsabilità o i pareri tecnici, faccia il suo dovere, che è quello di dare informazioni al Consiglio e ai cittadini per far sapere che cosa sta accadendo alla Scala del Piermarini e agli Arcimboldi. Si tratta, cioè, di garantire in primo luogo la sicurezza del pubblico, in secondo luogo la sicurezza dei lavoratori e la possibilità che possa essere messa a frutto la loro professionalità. In terzo luogo la qualità dell’offerta artistica e musicale, tanto alla Scala quanto agli Arcimboldi, per l’oggi e per il domani, anche dopo che saranno terminati i lavori della Scala e che quindi le rappresentazioni della Scala torneranno nella sede storica. Noi continuiamo, quindi, a chiedere conoscenza e trasparenza su questi temi perché é in gioco, appunto, la sicurezza delle persone e la qualità di una delle istituzioni simbolo di Milano nel mondo. E su questo non intendiamo recedere o lasciar passare senza informazioni. Approfitto del tempo che mi rimane per anticipare un’altra questione. Mi rivolgo a tutti i Consiglieri dell’Opposizione, ma anche della Maggioranza perché intendiamo proporre all’attenzione del - 30 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 Consiglio nei prossimi giorni una mozione che sollevi la questione che è stata oggetto di dibattito sui giornali nei giorni scorsi del Planetario e la necessità, cioè, che anche a quest’altra importante istituzione culturale della Città vengano date assicurazioni per quanto riguarda: da un lato, l’uscita da uno stato di emergenza nella quale questa istituzione si trova in questi giorni, il fatto cioè che il Planetario possa essere rimesso nelle condizioni di garantire un servizio di qualità, come è avvenuto finora; dall’altro, che venga confermato il piano previsto di ammodernamento tecnologico che può consentire a questa istituzione un rilancio, anche qui, è un salto di qualità nella propria attività e nella propria offerta culturale, perché anche questo fa parte di ciò che dovrebbe essere ordinaria amministrazione e che purtroppo viene trascurato da questa Amministrazione. Noi chiediamo, però, che su questo punto, che riguarda appunto un’importante istituzione della Città, ci possa essere l’adesione di tutti i Consiglieri, indipendentemente dalla loro collocazione di Maggioranza o di Opposizione”. Il Presidente dà la parola al consigliere Di Martino. Il consigliere Di Martino così interviene: - 31 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 “Non è un fatto personale, consigliere Fiano. Però quello che lei ha detto mi ha portato a meditare e a rileggere con attenzione l’articolo che lei ha citato. Anche perché, siccome ha chiesto una riflessione da parte di questi banchi, ritengo che l’aula non sia né sorda né grigia e che qualche risposta le si debba dare. Allora, per quanto riguarda l’articolo, lei ha omesso di citare che questo neo Segretario della Fiamma, che parla un po’ di tutto e fa un po’ un frullato di tutto: ha citato anche Fidel Castro, ha parlato di miti o di qualcos’altro, ha parlato dei ‘no-global’, addirittura ha detto che la Fiamma e Rauti erano vicini anche al movimento ‘no-global’ in quanto già Rauti parlava delle stesse cose che dicevano i ‘no global’ sul globalismo qualche anno prima… Quindi, dico, c’è un polpettone, sarebbe interessante rileggere tutti i punti senza i puntini e quindi le virgolette intere. Per entrare nel merito del suo intervento, io ritengo che il Polo - e AN in particolare- abbia fatto una scelta qualche anno fa. Allora su questi temi ritengo che, se si dovesse arrivare a un confronto con questa forza politica, questa forza politica dovrà comunque in qualche modo rivedere alcune delle argomentazioni che sono state riprodotte in questo articolo di giornale che, tra l'altro riporta un'intervista in cui sono messi parecchi punti, perché vedo che ci - 32 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 sono dei puntini, delle virgolette che allungano i discorsi, ma per brevità penso siano stati tagliati da chi ha scritto l’articolo. Quindi, vorrei capire innanzitutto come sono state argomentate tutte le cose. Sicuramente alcune delle cose che sono citate in questo articolo non sono assolutamente condivisibili. Ritengo però che ci siano… Qui parla anche di Mussolini, se è stata una persona capace o non capace, se è stato uno statista, ne abbiamo discusso qualche giorno fa dopo…” Fuori microfono interviene un Consigliere non meglio identificato, le cui parole non risultano peraltro, comprensibili. Il consigliere Di Martino così riprende: “…Sì! Sì! No, ma lei forse non l’ha letto, parla anche di Mussolini, il collega Fiano ha parlato anche di questo... Quindi io ritengo che per quanto riguarda le leggi razziali sia ben chiaro che sono state un enorme errore, un enorme atrocità averle volute e averle fatte diventare leggi, una legge dello Stato. Questo è indubbio. L’abbiamo detto più volte, e il collega Fiano lo sa. E quindi ritengo che chi si deve confrontare con noi dovrà poi andare a rispondere anche in merito a queste questioni. Quindi ritengo che proprio da questa parte il collega Fiano (visto che ha citato la parte che gli sta di fronte) possa stare - 33 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 tranquillo sotto questo aspetto. Io ritengo però che non si debba… a parte le leggi razziali sulle quali ho detto una parola ben precisa, su tutto il resto si può discutere perché qui ci sono mille e mille parole, addirittura parla di Fidel Castro, io non mi sento assolutamente vicino ad una persona che cita Fidel Castro! L’Ulivo si è più volte alleato con partiti che hanno fatto la desistenza nel ‘96 e hanno vinto le elezioni. Il Polo non si è alleato con Rauti all’epoca, perché c’erano ancora delle posizioni di un certo tipo, e ha perso le elezioni. Abbiamo perso parecchi collegi, soprattutto in Abruzzo e nel meridione, e avremmo potuto vincere se avessimo fatto non dico l’alleanza ma la desistenza che altri hanno fatto nel campo avverso e che citano Che Guevara, Fidel Castro e altri personaggi. Quindi, ritengo che questo articolo vada preso con le pinze, sicuramente c’è scritto tutto e il contrario di tutto in questo articolo. Quindi prego il consigliere Fiano di stare tranquillo per quanto riguarda questa parte, certe posizioni sono ben chiare. Però voglio anche dirgli che su certe posizioni e su certi - diciamo apprezzamenti o idee su quello che può essere stato il fascismo o Benito Mussolini, sicuramente ci sono state delle responsabilità, non solo del fascismo già nel ‘22. - 34 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 Io le ricordo, lei lo sa meglio di me, ne abbiamo parlato più volte anche non pubblicamente, che Mussolini venne mandato alle Camere con 32 parlamentari alla Camera, ebbe 308 voti tra i popolari, tra Sottosegretario cui alla un certo Gronchi, Pubblica che Istruzione che poi era anche diventò anche Presidente della Repubblica. Quindi ebbe in alcune fasi un ampio consenso e ci furono degli errori madornali e gravissimi come quello delle leggi razziali. Ecco, un altro merito che si può ascrivere (scusi, Presidente, visto che oggi è l’11 febbraio sto parlando anche un po’ di storia), la pace con la Chiesa che tentarono Crispi e Giolitti. Non riuscì. Oggi è l’11 febbraio e mi sembra anche di dover ricordare queste cose! Quindi se dobbiamo andare a vedere tutto e discutere di tutto, possiamo discuterne. Sicuramente dissento sulle cose che sono scritte in questo articolo perché ci sono delle cose che stonano enormemente con quello che può essere il dialogo tra delle forze politiche che si richiamano alla democrazia”. Il Presidente così interviene: “Un dibattito storico potremmo aprirlo magari in qualsiasi momento. Qui purtroppo ci tocca solo occuparci del quotidiano e non della grande Storia. Chiedo scusa al consigliere Di Martino. Ci - 35 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 sono gli ultimi tre iscritti a parlare che sono nell’ordine: i consiglieri Masseroli, Albertini e Baruffi”. Dà indi la parola al consigliere Masseroli. Il consigliere Masseroli così interviene: “Leggo sulla rassegna stampa di oggi che su ‘Il Giorno’ è riportato un articolo nel quale si dice ‘Luci rosse nell’area dell’AEM e la Bovisa scimmiotta’. Si parla dell’ipotesi che si crei una zona a luci rosse vicino a casa mia, sostanzialmente. Qui si ride. Io accolgo con piacere la vostra ilarità, perché capite bene di cosa stiamo parlando. Ma io vorrei partire, come prima considerazione, da un aspetto culturale. Ho letto sui giornali di questa liberalizzazione. Qualcuno ha detto qualcosa… Un ex Consigliere Comunale, De Nicola, oggi Vicesindaco di Segrate, parla di questo progetto in Bovisa. Innanzitutto io ritengo che considerazioni di questa natura, al di là che vengano fatte in Bovisa o meno, abbiano bisogno di un dibattito culturale molto più profondo. Io non sono d’accordo che una situazione certamente difficile vada ghettizzata. Una situazione difficile, nel quale c’è del malaffare, va affrontata di petto, con tutto il rispetto che io ho per le persone che fanno questo tipo di mestiere, certamente che ha una dose di drammaticità non irrilevante. - 36 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 Ma il mio intervento di oggi è sostanzialmente per dire due cose. Prima considerazione: si deve parlare della liberalizzazione della prostituzione, se ne riparli ma in termini culturali, ovvero si faccia un dibattito vero per arrivare ad una decisione condivisa. Solo a questo punto si potrà capire quali saranno le eventuali azioni da intraprendere. Seconda considerazione: se l’azione da intraprendere è quella di realizzare un ghetto, cosa che non condivido, lo si faccia sotto casa dell’ex consigliere De Nicola”. Il Presidente dà la parola al consigliere Albertini. Il consigliere Albertini così interviene: “Presidente, ho chiesto di intervenire perché, metaforicamente, tirato per i capelli in questa discussione dall’intervento del collega Fiano, ma più ancora dal collega Farina. Il consigliere Farina ha fatto un intervento fuori dalle righe, criticando (con le parole che lui ha detto) l’intervento fatto nel mercato di piazzale Lagosta il 9 di febbraio da parte della Polizia Municipale e facendolo apparire come un intervento di Polizia in senso stretto nei confronti di lavoratori più o meno clandestini- irregolari e portando alcuni particolari che, ad onor del vero, non fanno molto onore ai lavoratori Vigili Urbani della Polizia Municipale del Comune di Milano. - 37 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 Allora, per dovere di cronaca, ma anche per un senso di riconoscimento che la Città e anche il Consiglio Comunale deve avere nei confronti dei suoi dipendenti, io credo che il consigliere Farina avrebbe fatto bene – cosa che probabilmente ha fatto ma ha omesso di menzionare - di riportare ciò che il quotidiano ‘Il Giornale’ questa mattina ricordava. Ed io mi limito a leggerlo, quindi senza commentarlo, dove si dice: ‘L’Annonaria (quindi il servizio di Polizia Annonaria) dice ‘in ogni fiera (e per fiera qui si intendono anche i mercati settimanali) ci sono almeno 30 senza licenza’. E si dice: ‘Ogni giorno a Milano ci sono 16 mercati per un totale di 94 settimanali. Tra le bancarelle sta indagando anche la Finanza, come è emerso in un recente incontro in Prefettura del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza. Si sospetta (si dice nel giornale) di infiltrazioni mafiose tra i banchi di frutta e verdura e di riciclaggio di denaro sporco, soprattutto da parte dei venditori irregolari, molti dei quali clandestini’. E prosegue. Io credo che l’intervento fatto dalle Forze dell’Ordine in quell’occasione, sia stato un intervento probabilmente adeguato ad una realtà molto difficile, molto diversa da quella che il ‘semplice cittadino’ percepisce quando si reca al mercato per fare gli acquisti, ma che invece le Forze dell’Ordine conoscono molto bene. - 38 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 Allora, per quello che mi riguarda, per fare da contraltare a ciò che ha detto il consigliere Farina, io lancio un plauso agli agenti di Polizia Municipale che hanno svolto bene il loro lavoro, a tutela dei cittadini e dei lavoratori che intendono operare regolarmente anche in quelle realtà e in tutte le altre 93 del Comune di Milano. Al consigliere Fiano, invece, voglio dire - mi ha tirato per i capelli veramente!- che qualcuno l’ha fatta fuori dal vaso, una volta si usava dire così, perché credo che quell’intervista riportata sul giornale è fatta esclusivamente per provocare un po’ di attenzione. Non c’entra niente, non c’entrano niente le cose che sono state dette in quell’intervista con gli ideali e i valori che ci sono dentro nella Casa della Libertà. Dentro c’è gente che ha storia, posso citare il sottoscritto, perché insieme a me ho portato la mia esperienza, ma posso assicurare che dentro nella Casa della Libertà quelle cose lì non hanno titolo di esserci. Per cui chiudo e risparmio anche qualche secondo di tempo perché credo che non ci siano altre cose da aggiungere se non questa affermazione”. Il Presidente dà la parola la consigliere Baruffi. Il consigliere Baruffi così interviene: “Io intervengo per dare comunicazione a quest’aula di un’iniziativa che è in corso da alcune settimane e che mi vede - 39 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 partecipe in questa settimana. L’iniziativa è un digiuno a staffetta che viene realizzato da alcune persone che hanno a cuore una questione. La questione che abbiamo a cuore è quella che non cada nell’oblio, che non venga dimenticata una situazione molto grave, che è quella relativa alla detenzione di due persone, Ovidio Bompressi e Adriano Sofri, che sono detenute - in tempi e modi diversi - per una condanna che è relativa a vicende che risalgono a molti anni fa, a circa 30 anni fa. Allora, su questo c’è da parte nostra, da parte di chi ha iniziato questa iniziativa di digiuno a staffetta e da parte di chi la sta proseguendo, la volontà di affermare e di coinvolgere in questo discorso il maggior numero possibile di persone, cioè di affermare (dicevo) il fatto che sia necessario a questo punto riprendere in mano quella domanda di grazia che è stata presentata da parte dei familiari di Ovidio Bompressi e di riesaminarla. Offro alcuni elementi di conoscenza. Nella scorsa primavera, era stata esaminata questa domanda di grazia dei familiari di Ovidio Bompressi da parte del Ministro della Giustizia Castelli, ma il Ministro aveva ritenuto non opportuno trasmettere gli atti di questa domanda al Presidente della Repubblica, anche in presenza di un atteggiamento negativo da parte della Procura di Milano, ma anche - 40 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 per via di un’altra ragione, cioè il fatto che nell’estate le vicende legate al ‘G8’ a Genova avevano creato nel Paese un clima in cui sarebbe stato difficile prendere in considerazione una domanda di grazia, appunto. Ebbene, alcune settimane fa, Franco Corleone, ex Sottosegretario alla Giustizia, ha scritto al Presidente della Repubblica Ciampi chiedendo che in qualche modo questa vicenda venisse nuovamente esaminata. Il Consigliere Giuridico della Presidenza della Repubblica, Salvatore Secchi, ha risposto con una lettera nella quale si fa presente come il Presidente Ciampi conosca bene la complessa vicenda relativa ad Adriano Sofri e Ovidio Bompressi e soprattutto quanto e come il Presidente sia consapevole di come la pena muti nel tempo quando viene irrogata a lunga distanza di tempo dai fatti, soprattutto se restrittiva della libertà personale. In questi giorni Bompressi è rientrato in carcere, e da una settimana non assume più alcun tipo di alimento, non perché stia partecipando allo sciopero della fame, ma perché la sua condizione psicologica è incompatibile con quella della detenzione nel carcere. Questa era stata la motivazione per la quale già una prima volta era stato scarcerato. E in una settimana Ovidio Bompressi ha perso - 41 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 6 chili di peso e c’è il rischio che questa forma di anoressia abbia degli effetti molto negativi sulla sua salute finanche irreversibili. Allora, su questa vicenda noi riteniamo che sia utile che ci sia una riflessione da parte di tutti, di tutte le forze politiche e di tutti i protagonisti del dibattito sociale politico e culturale del Paese. E credo che anche da quest’aula possa partire una richiesta nei confronti del Ministro della Giustizia perché venga nuovamente esaminata la domanda di grazia. Tenete conto che recentemente anche la Procura di Milano, sia pure in un’intervista a mezzo stampa, si è espressa per una revisione di quel giudizio negativo rispetto alla possibilità di concedere la grazia e quindi ci sono delle condizioni che sono ovviamente mutate e differenti rispetto a quelle di qualche mese fa. Io mi rivolgo in questa sede in particolare all’assessore Pagliarini, che oltre ad essere Assessore è anche autorevole esponente della Lega, lo stesso Partito di cui fa parte il Ministro della Giustizia, perché ci sia a tutti i livelli – ripeto- la presa in esame nuovamente di questo problema, perché non cada nell’oblio, appunto, come noi diciamo, e perché ci sia la possibilità da parte di tutti di affrontare serenamente questa vicenda e di cercare di trovare una soluzione a una detenzione che per quanto riguarda - 42 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 Adriano Sofri è una detenzione che andrebbe a scadenza in un momento troppo lontano, e cioè il 30 marzo del 2017. Questo equivale sostanzialmente a un fine pena mai. Noi crediamo che sia il momento per rivedere alcuni aspetti delicati di questa vicenda processuale e politica. Credo, quindi, che l’assessore Pagliarini possa in qualche modo raccogliere quest’appello e farsene magari carico per trasmetterlo al Ministro della Giustizia. Credo anche che se in quest’aula venisse da parte di altri Consiglieri un segnale positivo (per esempio la città di Massa al Consiglio Comunale ha già sottoscritto un ordine del giorno in cui si chiede di riprendere in esame la domanda di grazia), sarebbe un atto giusto. La ringrazio se ho abusato del tempo”. Il Presidente dispone si proceda all’appello nominale. Sono presenti i consiglieri: ALBERTINI RICCARDO, ANTONIAZZI, BALDASSARRE, BARUFFI, BERETTA, BIANCHI DI LAVAGNA, BIANCO, CAPUTO, CARLINO, CARUGO, CIABO’, CICCIONI, COLOMBO, DE PASQUALE, DI MARTINO, FARINA, FERRARA, FIANO, GAMBITTA, GAROCCIO, GILARDELLI, GIOBBI MARTINI, GIUDICE, LUCINI, MARRA, MARTINELLI, MASSARI, MASSEROLI, MATTIOLI, MOLTENI, OCCHI, - 43 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 PALMERI, PILLITTERI, RICCI, RIZZI, RUTELLI, SANTOMAURO, SPIROLAZZI, UGLIANO, VAGLIATI. Sono assenti il Sindaco GABRIELE ALBERTINI e i consiglieri: ADAMO, BASSI, BOSSI EMILIA, BOSSI UMBERTO, CORMIO, DALLA CHIESA, DE ALBERTIS, FANZAGO, MAIO, MASCARETTI, MOLINARO, OTTOLENGHI, PARLANTI, PENNISI, RIZZO, SALVINI, TERZI, TESTORI, TINELLI, TRISCARI, in numero di 20. Sono altresì presenti gli assessori Goggi, Pagliarini, Predolin, Simini. Ha giustificato l’assenza i consiglieri Bassi, Bossi Umberto, Parlanti. Essendo, pertanto, presenti n. 40 Consiglieri, alle ore 18.35, il Presidente dichiara valida la seduta. Nomina scrutatori i consiglieri Pillitteri, Giobbi, Carlino. Indi sottopone all’approvazione del Consiglio il verbale del 4.12.2001: non essendo state mosse osservazioni da parte dei Consiglieri, il verbale stesso si intende approvato senza votazione, giusta il disposto dell’art. 69, comma 3, del Regolamento di organizzazione e funzionamento del Consiglio comunale. Quindi così interviene: - 44 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 “Siccome siamo in attesa dell’arrivo anche dell’assessore Verga che è per strada e dovrebbe essere qui nel giro di un quarto d’ora, propongo al Consiglio di fare una leggera inversione all’ordine del giorno e di trattare come prima deliberazione quella dei Trasporti e Mobilità. Non vi sono opposizioni, quindi prego l’assessore Goggi di illustrare la delibera numero 60”. N/60 – ADESIONE ALLA CONVENZIONE PER LA REALIZZAZIONE DI UN PROGETTO NAZIONALE, CHE GARANTISCA LA GESTIONE COORDINATA ED INTEGRATA DELLA PROMOZIONE DI AZIONI DI DIVULGAZIONE E DI SVILUPPO AUTOTRAZIONE A BASSO DEI IMPATTO CARBURANTI AMBIENTALE PER E DI MONITORAGGIO DEGLI EFFETTI SULLE MISURE ATTUATE, ED ACCETTAZIONE DELLO STATUTO ICBI – LE. IL PROVVEDIMENTO NON COMPORTA SPESE A CARICO DEL BILANCIO COMUNALE. Il Presidente invita il Consiglio a procedere alla trattazione dell’argomento in oggetto, di cui alla proposta di deliberazione che si allega e già notificata ai Consiglieri comunali. Dà indi la parola all’assessore Goggi. L’assessore Goggi così interviene: - 45 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 “La delibera, che è presentata oggi alla Loro attenzione, riguarda l’adesione del Comune di Milano al Progetto Nazionale promosso dal Ministero dell’Ambiente per l’uso di carburanti per autotrazione meno inquinanti. Il Ministero dell’Ambiente ha effettuato una serie di azioni ed ha messo a disposizione finanziamenti per l’utilizzo di metano e gas di petrolio liquefatti che sono carburanti che azzerano l’inquinamento dovuto ad alcuni effluenti, in particolare al benzene, alle polveri e a altri inquinanti, pur avendo, come tutti i carburanti fossili, un effetto sul surriscaldamento dell’atmosfera, sul cosiddetto ‘effetto serra’. Il GPL, in particolare, consente di convertire tutte le auto che ancora funzionano a benzina rossa e metterle in condizioni di non inquinare. Per questo il Comune di Milano, così come gli altri grandi comuni italiani, ha aderito a questa iniziativa del Ministero dell’Ambiente che prevede finanziamenti ed incentivi per la trasformazione delle auto a GPL e per l’introduzione del metano come carburante per autotrazione. Per il raggiungimento di questi obiettivi è necessaria la costituzione di un coordinamento nazionale, quale unico referente, che coordini il rapporto con le associazioni di produttori degli impianti di GPL e con i gestori e gli erogatori del metano quale - 46 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 carburante per autotrazione. E quindi proposta una apposita convenzione dal Ministero dell’Ambiente per la realizzazione del Progetto Nazionale, convenzione che con questo atto, proposto all’attenzione del Consiglio Comunale, oggi si approva”. Il Presidente dà la parola al consigliere Occhi. Il consigliere Occhi così interviene: “Questa a noi sembra una delibera importante che arriva in Consiglio Comunale in un momento delicato del dibattito e anche della situazione ambientale della nostra Città e quindi merita un’attenzione che magari in un altro momento non avrebbe avuto. Ora, che il Comune di Milano aderisca a questa convenzione che consente appunto di accedere ai finanziamenti per la trasformazione delle automobili in GPL e a metano, ci sembra interessante, anche se mi pare che nel dibattito di questi giorni abbiamo sentito anche delle voci molto contraddittorie, a parte la questione nata dal blocco delle targhe alterne decretato dalla Regione Lombardia che ad esempio vedeva bloccate anche coloro che hanno il GPL e metano, e quindi in una misura assolutamente contraddittoria rispetto alle dichiarazioni e alle conoscenze scientifiche che ci dimostrano invece che queste non sono assolutamente inquinanti. E quindi parlare di ‘blocco delle targhe - 47 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 alterne’ di blocco anche di queste è un controsenso, insomma, è una cosa che non sta né in cielo né in terra, come si dice. Perché è evidente che se addirittura arriviamo a finanziare coloro che trasformano le automobili a metano in GPL, vuol dire che si ammette che sono combustili non inquinanti e quindi è necessario dire in maniera molto chiara che questi possono circolare anche in caso di blocco totale e di blocco a targhe alterne. Questo però dimostra, come dire, che questa materia è poco approfondita anche da coloro che dovrebbero avere invece strumenti, non soltanto politici, per intervenire nella materia dell’inquinamento dell’aria della nostra Città. L’altra considerazione che sicuramente il consigliere Molinaro, che peraltro è il primo firmatario anche di una mozione urgente che abbiamo tutti condiviso e che da esperto, invece, perché lui ha lavorato (mi pare 25 anni) al Centro Ricerche Alfa Romeo non proprio in questo ramo specifico, però insomma sui motori ci ha lavorato, così come fior di altre pubblicazioni sostengono che non sempre le macchine catalizzate sono la panacea di tutti i problemi che abbiamo. Questo va detto perché, appunto, verrà chiarita meglio, ma tutti sappiamo che la marmitta catalitica innanzitutto quando è fredda è più inquinante del motore che usa la benzina normale; non solo, ma - 48 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 sappiamo che intorno ai 40 mila km, al massimo 50 mila, il catalizzatore perde qualsiasi efficacia, anzi, diventa più dannoso. Sappiamo tutti che non vi è nessun obbligo di legge a sostituire il catalizzatore dopo i 40–50 mila km, c’è chi lo fa e peraltro gli costa anche un patrimonio, quindi anche qui sarebbe discutibile, insomma, di quanto costa al singolo cittadino l’eventuale vocazione ecologica che va a vantaggio di tutti. Nella mozione all’ordine del giorno chiediamo che venga pensato anche un finanziamento per coloro che vogliono essere ligi non alla legge, perché non esiste, ma a questo compito e dovere di tenere l’aria pulita. Però sappiamo anche di quali truffe, fra virgolette, vengono esercitate quando c’è il cambio delle marmitte: vengono offerte marmitte catalitiche non di marca che sono spesso hanno un’efficacia non solo discutibile, ma anche dannosa per l’ambiente. L’altra considerazione che voglio fare è quella relativamente alla dichiarazione del Presidente Formigoni a cui il sottoscritto riconosce soltanto l’aver detto di voler mettere al primo posto la salute, ma che nella pratica sta facendo esattamente l’opposto di quel che dichiara. Quindi sarebbe bene che ci chiarissimo le idee. Io a Formigoni non do la patente di ambientalista. Formigoni, anzi, sta contribuendo con tutte le delibere regionali relativamente alle - 49 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 autostrade, alle superstrade, alle tangenziali e quant’altro a contribuire pesantemente all’aumento dell’inquinamento di questa nostra Regione. Quindi con una mano dice di voler limitare il traffico e di voler le targhe alterne, appunto, e tutte le proposte che sono state sfornate, e dall’altra continua con una politica della incentivazione a suon di stramiliardi delle strade, autostrade eccetera che invece sappiamo che procurano, almeno per quel che pensiamo noi, soltanto un aumento di traffico perché con più si fluidifica, con più la gente è incentivata a usare il mezzo privato. Ma vi è un’altra questione che va detta: Formigoni ha dichiarato che entro il 2005-2006 dovremmo bandire i motori con carburanti inquinanti e si teorizza l’ibrido elettrico, altri motori. Ora io penso – e non sono espertissimo – che sul problema dell’elettrico sarebbe bene che ci pensassimo bene, come si dice e l’occasione migliore è proprio la discussione di questa sera. Quindi chi ha elementi dovrebbe dircelo. GPL e metano probabilmente sono non inquinanti, fra virgolette; ma sostenere che l’elettrico non è un inquinante, è tutto da dimostrare. Nel senso che non lo è nella fase di funzionamento del motore, ma sicuramente il problema delle scorie, a monte per la produzione dell’energia e successivamente per l’eliminazione delle batterie che non solo le - 50 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 piccole batterie dell’automobile, ma sono di dimensioni enormi, è un problema che non si è ancora ben chiarito e ho l’impressione che si faccia un po’ come il nucleare, insomma, che si faccia finta di non sapere quali sono poi le conseguenze successive delle scorie, ai danni ambientali che potrebbero essere enormi. Quindi la discussione di questa sera dovrebbe anche far capire al Consiglio che probabilmente l’incentivazione del GPL e del metano è invece l’unico ibrido possibile, insomma, in un tempo anche ragionevole. Ormai mi pare che l’industria automobilistica sia assolutamente all’altezza del compito, basta che appunto sia le amministrazioni pubbliche che i privati, attraverso incentivi sostanziali, che non possono limitarsi a quelli che qui sono elencati… Mettere un motore a metano significa spendere due milioni e mezzo; soltanto ottocento mila lire vengono date come incentivo. Resta sempre una spesa molto grande. È vero che poi uno la recupera perché il metano costa meno, ma se non si aumentano i siti di distribuzione, se non si mettono in sicurezza i box e le rimesse sotterranee che impediscono nei fatti l’uso del metano in alcune autorimesse, e soprattutto limitano l’autonomia di coloro che mettono la macchina a metano, è evidente che questo incentivo non funziona. Non soltanto perché non è un incentivo - 51 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 economico allettante, ma perché poi, nei fatti, uno che mette la macchina a metano rischia di andare comunque a benzina perché non ha i distributori a portata di mano e spesso, appunto, non può mettere la macchina nel box perché il regolamento del caseggiato lo impedisce, perché non è a norma, un sacco di questioni di questa natura. Quindi sono interventi che non si possono limitare all’incentivo, peraltro minimo come qui è elencato, ma deve vedere un ampio coinvolgimento che va dai Vigili del Fuoco, alla sicurezza, ai distributori dettagliati sul territorio perché altrimenti appunto rischiamo di… E qui il Comune di Milano deve dire quali sono le aree sue che mette a disposizione degli eventuali distributori di metano e di GPL, perché altrimenti chiediamo ad altri di fare cose a cui dovremmo invece rispondere noi in primo luogo. E qui arriviamo ai nostri mezzi, non solo quindi alle nostre caldaie. L’assessore Zampaglione in Commissione l’altro giorno ci ha detto che gli stabili del Comune di Milano sono 450 ancora da metanizzare. Di questi 450 si è fatto lo studio soltanto per 20 e probabilmente si è pronti soltanto per 10 per l’anno prossimo. Quindi vuol dire che noi metteremo a metano impianti di riscaldamento in questa nostra Città 10 su 450 stabili, e cioè il 5% neanche delle necessità - 52 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 dell’insieme del nostro patrimonio. Quindi un palliativo assolutamente inaccettabile da una Amministrazione che vuole fare la seria sul problema dell’inquinamento della Città. Un’altra considerazione riguarda i mezzi pubblici e il parco macchine del Comune di Milano. Noi non possiamo aderire a queste convenzioni nazionali che valgono soltanto per gli altri, per i privati. Bisogna dire cosa fa il Comune di Milano per il proprio parco automezzi, cosa intende fare per adeguarli rapidamente all’uso di combustili non inquinanti, altrimenti anche questa rischia di essere demagogia che non darà nessun risultato pratico, stante il fatto che il Comune per primo parla bene, ma razzola male.”. Entrano in aula il Sindaco ed i consiglieri Ottolenghi, Molinaro, Pennisi, Mascaretti, Triscari: i presenti sono, pertanto, 46. Entra altresì in aula l’assessore Verga. Il Presidente dà la parola al consigliere Ciccioni. Il consigliere Ciccioni così interviene: “Questa proposta di delibera, che ho attentamente considerato, l’ho trovata ricca di segnali di cattiva impostazione. Eppure ho cercato di leggervi dentro tutte le migliori intenzioni - 53 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 possibili. Mi sono chiesto che senso ha spendere 40 miliardi per ottenere una riduzione complessiva della massa degli inquinanti pari a meno della metà dell’1 per mille. Infatti, se è vero che i Comuni che debbono dividersi i 18 miliardi e rotti, destinati a trasformare i veicoli, sono 23, una semplice divisione mi ha portato a verificare una disponibilità per Comune pari a circa 800 milioni. Una somma che divisa per il contributo di impianto, di circa 600 mila, ci darebbe una disponibilità per soli 1330 impianti, su di un parco veicoli circolanti - ma parlo qui della nostra Città e poi nell’intera Lombardia - un milione e mezzo a Milano, 5 milioni 370, facendo una semplice divisione vedremmo che 1333 veicoli rappresentano lo 0,09% dell’intero parco circolante su Milano. Io mi chiedo quali sono i vantaggi che potrebbero derivare da questa posizione. Io credo che molti più vantaggi si possano trovare da un diverso uso delle somme a disposizione. E non è solo la voglia di essere alternativo o di fare comunque proposte, perché con 18 miliardi per 5 anni è possibile dare vita ad un piano di comunicazione (quotidiani, riviste, televisione) formidabile per portare davvero il Paese - a partire da Milano, la Lombardia e l’Italia tutta - ad un piano formidabile d’intervento. - 54 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 Io credo che molti milanesi non sappiano, ad esempio, che un trasportatore in conto proprio e in conto terzi non userà mai il GPL, perché ha bisogno di potenza ed il GPL non la fornisce, come la fornisce ad esempio il gasolio. Anzi, il metano stesso toglie potenza. Ad esempio una più attenta manutenzione darebbe una ricaduta positiva sulle officine. Non solo. Va considerato che intervenire sulla fumosità dei motori significa dare più potenza, eliminare la parte incombusta e poi, nei fatti, combattere il Pm10, che è il nostro grave, enorme problema. Insomma, riducendo gli incombusti si riduce anche il consumo, perché si brucia quella parte di carburante che prima non veniva bruciata e invece emessa. Allora, noi dovremmo evitare di fare come quelli che vanno dal dentista con paura, ma invece dovrebbero andarci per fare la pulizia del loro motore per evitare naturalmente di inquinare e di consumare di più. Vediamo un attimo i dati di cui dispone il nostro mercato. Abbiamo circa 30 milioni, Assessore, di veicoli circolanti a livello nazionale; 2 milioni e mezzo sembra che siano i veicoli nuovi che vengono immatricolati ogni anno. Quindi, su questa massa, ci sono circa 200 veicoli elettrici che vengono immatricolati ogni anno. Si può pensare ad un rinnovo del parco circolante che potrebbe avvenire in circa 20–25 anni. Davvero credo che sia molto - 55 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 difficile ritenere che questo sia un modo per incidere sull’inquinamento. Non solo. Ma è del mese scorso la notizia che una vettura GPL è esplosa in uno scontro che è avvenuto. Io penso, quindi, che per intervenire subito sull’inquinamento e dare davvero una staffilata alle condizioni con le quali il mercato può reagire alla presenza di nuove misure veramente interessanti, noi dovremmo determinare una serie di mini–soluzioni alle quali possano avere accesso moltissimi italiani (nel nostro caso moltissimi milanesi e lombardi). La prima cosa, tornando a quello che ho detto all’inizio, sensibilizzare l’opinione pubblica perché utilizzi con moderazione il proprio veicolo. Questa dovrebbe essere quindi una campagna propedeutica nei confronti dell’educazione di ciascun proprietario di vettura. Naturalmente favorire la diffusione dell’utilizzo del mezzo pubblico. E in questo abbiamo già più volte chiesto che il mezzo pubblico venga incrementato e implementato in termini di disponibilità e di frequenza. La terza misura di cui parlavo prima, una migliore manutenzione del veicolo, del motore, determina la riduzione anche del 50% dei gas di scarico. In questo caso il costo della - 56 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 manutenzione viene recuperato dai minori consumi. Tra l’altro la normativa CE, la 116 del ’93, dice cose molto precise in questa direzione, che la nostra Amministrazione potrebbe in qualche modo fare più proprie. Ovviamente l’utilizzo collettivo del veicolo privato, il famoso car sharing, è una cosa sulla quale mettere e indicare con forza che costituisce un fatto molto importante. Quinto, l’incentivazione dell’utilizzo della bicicletta. Parliamone finalmente della bicicletta, Assessore, facciamo in modo che la bicicletta diventi il veicolo dei milanesi. È vero che fa freddo, ma la convinzione che si potrebbe arrivare a migliorare profondamente la qualità della vita e dell’aria a Milano deve - se opportunamente promossa da questa Amministrazione - senz’altro venire recepita dal cittadino milanese che naturalmente ha molta preoccupazione delle condizioni di vita che oggi giorno attraversa nella nostra Città. E, non ultima, l’incentivazione dell’utilizzo di quei dispositivi di contenimento dei gas di scarico che servono a ridurre i fumi e quindi i consumi. Da notare che il recupero del costo di questi dispositivi è molto veloce perché nessuno costa più di 200–300 mila lire. Sono mini soluzioni, ma potrebbero venire adottate dai - 57 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 singoli, perché non presuppongono grandi investimenti. Tutte le altre soluzioni, Assessore, si scontrano con le forti cifre che bisogna investire. Ad esempio, un veicolo ibrido costa intorno ai 50 milioni di lire, e costa molto di più del gemello non ibrido. E quindi se noi dovessimo perseguire la promozione del veicolo ibrido, in qualche modo andremmo a contenere la velocizzazione, invece del processo per cui con le mini - plurime soluzioni che ho indicato si potrebbe arrivare più presto a cercare di contenere l’inquinamento dell’aria. Io ricordo, signor Sindaco, i suoi poteri speciali e ricordo che Milano ha bisogno al più presto, con grande tempestività, che questi poteri portino a determinare delle iniziative, delle azioni. Non è la prima volta che io ho avuto occasione di dire come sia importante, a mio avviso, istituire il ticket. Il ticket d’ingresso è una questione di civiltà. Il ticket di ingresso io però non lo intendo solo al cor, al centro della Città, intendo dire all’esterno. Cioè quando si arriva all’interno dei confini di Milano, lì deve scattare un sistema per cui il ticket di 4–5 mila lire andrà a costituire il fondo per determinare nuove infrastrutture di trasporto. E questa è indubbiamente una cosa che, certo, potrà essere impopolare, ma noi dobbiamo essere popolari con i cittadini di Milano che muoiono ogni giorno per inquinamento, signor Sindaco, lo dice anche il - 58 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 Presidente della Regione, in numero di 6 persone, quando le soglie vengono superate. Ecco perché, signor Sindaco, rispetto a questa proposta di delibera, l’atteggiamento del mio Gruppo sarà di astensione perché se anche la ratio che ha guidato l’estensione è una ratio di buona volontà, in effetti i mezzi finanziari vengono buttati via e io propongo, invece, che si utilizzino in modo diverso. È per questa ragione che su questa delibera voteremo astensione”. Entrano in aula i consiglieri Testori, De Albertis, Cormio, Adamo: i presenti sono, pertanto, 50. Entrano altresì in aula gli assessori Bozzetti e Zampaglione. Il Presidente dà la parola al consigliere Bianchi di Lavagna. Il consigliere Bianchi di Lavagna così interviene: “Presidente, la ringrazio, vorrei pregarla di dare un colpetto sulla spalla al collega Fiano in modo che ci consenta di dialogare con l’Assessore su questo tema. Quando molti anni fa militavo tra i cittadini proprietari di un’autovettura, nell’altro secolo, ricordo di essere entrato in un parcheggio vicino al mio studio in via Vittor Pisani e di aver trovato un cartello, che è lì quindi da 15 anni almeno: ‘È vietato l’ingresso alle vetture a GPL’. Devo ritenere che, o se lo sono dimenticati o - 59 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 che l’evoluzione delle tecniche non abbia ancora risolto questo problema, cioè del rischio che il gas di petrolio liquefatto possa generare degli inconvenienti. A questa considerazione se ne aggiunge un’altra, che la relazione della delibera evidenzia, che è data dal problema dei rifornimenti. Credo che se un numero di cittadini congruo si mettesse a far funzionare la propria automobile a GPL, qualche problema sul come rifornirsi del carburante sorgerebbe in questa Città e probabilmente in questo Paese, dove questo sistema non è più così accettato e quindi non mi sembra abbia alimentato una rete di distribuzione all’altezza di una ripresa del consumo di questo prodotto. Questa è una delle ragioni di perplessità rispetto alla delibera. Ne aggiungo un’altra, che è lo strumento per incentivare la trasformazione dei sistemi di alimentazione degli impianti perché si prevede il contributo. Diceva il consigliere Ciccioni che questo contributo è inadeguato, troppo modesto, non tanto con riferimento ai singoli automobilisti ma con riferimento all’investimento complessivo. Io credo che il sistema del contributo sia un po’ datato. Il contributo alimenta una grande quantità di carta, istanze, domande, comitati, verifiche, autorizzazioni, se mi è consentito, - 60 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 clientelismo. Mentre ormai in questo benedetto Paese si è scoperto un incentivo ben più efficace, che è la detrazione fiscale, cioè prevedere che colui che consuma e realizza questo cambiamento abbia un beneficio fiscale che utilizza direttamente, come è avvenuto sulla ristrutturazione degli immobili, settore nel quale c’è stato un incremento di attività clamoroso; oltretutto questo è anche un vantaggio che misura i contribuenti, perché, voglio dire, chi non dichiara nulla non ha margine per dedurre alcunché. E questo spiega perché in molti settori continua il contributo e non si ricorre allo strumento dell’incentivo della detrazione fiscale: perché molti potrebbero non poterla fare, non perché giacciono in condizioni di indigenza, ma perché, al momento del fare la dichiarazione, come dire, tendono a chiamarsi fuori in qualche modo. Quindi questo è un secondo elemento di perplessità. Però interessante c’è anche qualcosa che in questa delibera ed mi è sembra nuovo l’individuazione e dello strumento che organizza gli interventi. Questo del consorzio (chiamiamolo così) di Comuni, di Enti locali. Cioè la mia sensazione è che un consorzio di Enti locali possa essere un utile protagonista di una battaglia seria contro l’inquinamento, cercando di mettere in campo tutti quegli interventi, di cui parlava anche il collega - 61 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 Ciccioni, che cambiano la cultura, che tendono a cambiare la cultura del cittadino e quindi, con la cultura del cittadino, anche i suoi comportamenti; che credo che sia la strada da seguire non immaginando che l’incentivo in sé per sé possa avere risultati trascendentali. Quindi, interessante questo organismo (io perlomeno non conoscevo questa applicazione) e credo che questo (lascio poi al nostro Capogruppo e al Gruppo valutare il voto da esprimere) sia un elemento che merita di essere sottolineato ed apprezzato perché potrebbe essere l’avvio di un discorso interessante anche in altri settori. C’è un’ultima considerazione che vorrei fare: la delibera, la relazione, le premesse del protocollo d’intesa parlano di attenzione per lo sviluppo sostenibile. Uno sviluppo sostenibile che richiede sempre più un insieme articolato, bilanciato e coerente di misure economiche, legislative, tecniche, fiscali, formative ed informative. Io credo che sia giusto così. Cioè lo sviluppo sostenibile non nasce da un colpo di bacchetta magica, ma nasce da un mix di strumenti che, se applicati in qualche modo tutti insieme o comunque secondo (come dire) una programmazione ragionevole e funzionale, può dare dei risultati che non danno gli interventi del tutto occasionali quali sono quelli ai quali noi oggi facciamo ricorso - 62 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 più per sentirci protagonisti della vicenda, ma prescindendo da quelli che sono i risultati concreti sulla politica, sulla condizione dell’ambiente. Ecco, allora io credo, e lo propongo al Consiglio nel suo complesso, in particolare alla sua Minoranza, se non valga la pena di incontrarci qui una volta e di ragionare insieme su questo problema dell’inquinamento per cercare di avere un quadro di riferimento che sia, come dire, organico, per sapere che ciò che facciamo oggi (per esempio la sospensione, le targhe alternate) è funzionale ad altre cose che ci prepariamo a fare che oggi non sono mature, che magari richiedono tempi più lunghi perché questa è la condizione anche della tecnologia. Ma quest’idea che la politica ambientale noi la risolviamo con rimedi empirici in qualche misura, che poi enfatizziamo utilizzando la stampa amica o comunque la stampa d’informazione che non può non registrare il fatto che ci siano questi interventi, beh, ecco, questo a me sembra che non appartenga allo stile di una classe dirigente che si pone come obiettivo non quello di tenere buoni gli amministrati, ma di una classe dirigente che si pone il problema di dare delle risposte possibili a una Città come questa o a un Paese come il nostro rispetto ad un problema che è molto sentito. - 63 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 Concludo con un’osservazione un po’ non in linea con una cultura di tipo ambientalista. Io faccio l’amministratore in qualche modo di questa Città e cerco di pormi un problema complessivo: c’è l’ambiente che provoca malattie, probabilmente uccide, giovani, bambini, uomini maturi e anziani. Ma c’è una Città che ha bisogno di vivere, una Città che ha bisogno di poter svolgere le proprie attività. Difendere l’ambiente, a mio modo di vedere, è lotta sì all’inquinamento, ma è anche ripristino di una condizione di utilizzo complessivo della Città che consenta alla Città di essere quello che deve essere, cioè luogo dove si lavora, dove si produce, dove si vive, dove si gioca, dove si studia. Cioè una visione più complessiva della Città, quindi in un’ottica che non è solo il respirare o il lavorare o il produrre e creare ricchezza, ma è un insieme. Come diceva Lazzati: ‘l’obiettivo è una Città per l’uomo’, quindi una visione che supera questo discorso un po’ settoriale. Quindi io mi auguro che il Consiglio Comunale o, se non lo vorrà il Consiglio Comunale nel suo complesso anche l’Opposizione, si rendano disponibili ad una discussione su questo tema perché per avere un quadro di riferimento che faccia capire a chi guarda noi come l’organismo che guida la vita della Città, che c’è un disegno e non un insieme di interventi in qualche modo inventati - 64 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 per eliminare una emergenza che è ormai costante. Vedete, quando le centraline non supereranno più il limite di tolleranza non è che si respirerà aria buona e salubre; io credo che ci avveleniamo anche quando siamo sotto il limite di tolleranza. Questa sensazione che anche oggi siamo in emergenza il Consiglio Comunale la deve avere ben presente se non vuole ingannare la Città”. Entrano in aula i consiglieri Terzi e Salvini: i presenti sono, pertanto, 52. Il Presidente dà la parola al consigliere Molinaro. Il consigliere Molinaro così interviene: “Voglio subito affermare la mia adesione alla proposta di delibera del settore Trasporti e Mobilità che aderisce a una convenzione che ha obiettivi importanti sul fronte ambientale e della riconversione del sistema del trasporto autoveicolare. È quella di promuovere azioni di divulgazione e sviluppo di carburanti per autotrazione a basso impatto ambientale e poi di monitorare gli effetti che queste misure realizzano. Il provvedimento consente di utilizzare una quota dei fondi messi a disposizione dal Governo, sulla base delle strategie ambientali messe in campo dai decreti Ronchi e dai governi di Centrosinistra; l’adesione alla convenzione - 65 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 consente al Comune di Milano quindi di svolgere un ruolo attivo, un ruolo di protagonista insieme alle altre grandi Città che hanno aderito a questa convenzione. La delibera in sé poi interviene su un aspetto specifico e particolare che è quello della conversione delle auto tradizionali che utilizzano la benzina rossa trasformandole per un carburante GPL e metano. Quindi un carburante che ha basso se non quasi nullo impatto a base del processo termico di produzione dell’energia che agli autoveicoli di portare con il loro contributo i cittadini da una parte all’altra del loro obiettivo di mobilità. Quindi la delibera in sé non ha grandi ambizioni se non quella della adesione a questa convenzione. Dentro lo statuto della convenzione ci sono aspetti che già in Commissione abbiamo valorizzato, nel senso che viene istituita la Conferenza degli Assessori che immagino siano gli Assessori al Traffico o all’Ambiente, la Conferenza degli Assessori diventa l’ordine di indirizzo e controllo dell’attività della convenzione, uno strumento importante per verificare la attuazione degli obiettivi di questa convenzione, ma anche proporre iniziative concernenti l’attività della stessa, cioè della Conferenza degli Assessori, con gli obiettivi di un allargamento, un’estensione, una diffusione di iniziative - 66 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 pensate e strategicamente orientate alla riduzione dell’impatto ambientale dovuto ai carburanti che vengono utilizzati per le automobili a favorire il più possibile la trasformazione dei carburanti a basso o a zero impatto ambientale. Forse questo è l’aspetto intorno al quale il comune di Milano potrebbe diventare leader nel nostro Paese, potrebbe giocare una carta importante. Non dimentichiamo che il comune di Milano aderisce a questa convenzione per promuovere l’utilizzo di carburanti per autotrazione a basso impatto ambientale, potrebbe il Comune di Milano diventare protagonista anche su altri fronti, meno noti e conosciuti, della produzione di inquinanti dovuti agli autoveicoli. Abbiamo discusso in Commissione Traffico e do atto a tutti i colleghi Consiglieri che la discussione è stata molto interessante, ha favorito un percorso che ha visto l’adesione del Presidente della commissione ambiente. L’occasione del Consiglio straordinario secondo me può essere quella per invertire una tendenza che ha visto il Comune di Milano nel corso di queste ultime settimane con un ruolo di comprimario rispetto al ruolo assunto dalla regione Lombardia. È mancato un po’ di coraggio secondo me al Sindaco di Milano di affrontare i problemi dell’emergenza ambientale dovuta certamente a una condizione meteorologica complicata quest’anno, - 67 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 la mancanza di pioggia di vento e così via, ha aumentato in modo esponenziale la presenza di polveri e inquinanti nell’atmosfera della nostra Città e nell’area omogenea. Il Sindaco ha vissuto tutto ciò con un ruolo di comprimario, abbiamo visto il ruolo protagonista di Formigoni, nel decreto che la Regione Lombardia aveva approvato un paio d’anni fa che poneva dei limiti più severi e anche dei vincoli per la riduzione e la chiusura addirittura del traffico nel momento in cui si supera il livello di attenzione e di allarme dopo un certo numero di giorni. Il Comune di Milano non deve subire l’iniziativa della Regione; il Comune di Milano deve promuovere iniziative per garantire ai cittadini milanesi benessere e tutela della salute: questo è il ruolo del Sindaco. E il Sindaco ha poteri che vanno anche al di là dello stesso decreto regionale, l’abbiamo visto in altre Città della Lombardia. A Cremona per esempio, il Sindaco ha bloccato il traffico per più giorni durante la settimana, senza bisogno di decreti ingiuntivi da parte del Presidente della Regione. Quindi è la dimostrazione che un Sindaco, anche senza poteri straordinari, può svolgere un’azione molto incisiva per salvaguardare la salute dei cittadini. Certo, anche mantenendo e salvaguardando quelli che sono gli interessi economici e generali della Città, in un equilibrio che deve vedere la - 68 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 salvaguardia della salute come priorità fondamentale intorno alla quale costruire tutte le politiche dello sviluppo economico e socialmente sostenibile della nostra Città. Questo è il punto intorno al quale sarebbe opportuno che il Comune di Milano riesca a svolgere fino in fondo la sua funzione. Cominciamo a farlo con la mozione che è stata presentata e che poi andremo a votare, firmata da tutte le forze politiche e da tutti i Consiglieri del Consiglio di Milano. È un primo passo che interviene in un argomento poco noto nella maggioranza dei cittadini, utenti e acquirenti di autoveicoli che pensano, acquistando i veicoli catalizzati, di dare contributo all’ambiente, a un miglioramento sostanziale dell’ambiente. Ecco, anche le marmitte catalitiche sono un palliativo rispetto alle emissioni in atmosfera, perché nella prima fase di funzionamento del motore la marmitta catalitica non funziona, funziona solo quando raggiunge un regime termico di un comportamento tipo che consente di abbattere gli inquinamenti che sono gli aldeidi, il benzene, che sono sostanze acclarate come cancerogene. Ma sappiamo anche che la marmitta catalitica si esaurisce abbastanza rapidamente, di trattenimento delle sostanze inquinanti fatte dalla marmitta catalitica scompare. Di fatto una automobile sostanzialmente nuova, dopo 40 mila km che è la - 69 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 media di km che un utente normale fa in un paio d’anni, ecco che quell’automobile diventa un pericolo anch’esso di inquinamento della Città. Il parco autocircolante della nostra Città si è trasformato molto rapidamente con gli incentivi. Le auto non catalizzate presenti nella nostra Città sono il 20 – 30 % del parco auto. Questa delibera interviene sul 20 – 30 % per una parte delimitata. Il resto, il 70 – l’80 % del parco auto, oggi comincia a produrre quegli effetti dannosi all’ambiente che sono derivanti dal fatto che comunque il parco auto circolante comincia a superare i limiti di capacità delle marmitte catalitiche di mantenere gli inquinanti. Il Comune di Milano diventa protagonista di un’ipotesi che interviene su questo aspetto particolare e tecnologico che è anch’esso un veicolo di inquinamento molto pesante. Io spero che la mozione quindi, quando andremo a discuterla, verrà approvata dal Consiglio e apriamo con questa mozione un capitolo nuovo, un capitolo che vede il Comune di Milano come promotore, non più come soggetto che rincorre i provvedimenti della Regione, addirittura come il primo Comune in Italia che affronta questo tema e lo affronta con una responsabilità sociale e diventa protagonista quindi di un modello che nell’affrontare - 70 - i temi derivanti Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 dall’inquinamento atmosferico dovuti al traffico autoveicolare si pone alcuni obiettivi di fondo, intanto ridurre l’impatto che gli autoveicoli hanno sull’inquinamento complessivo, ma poi diventare promotore, io spero, anche di iniziative che favoriscono il più possibile la sostituzione del parco autocircolante con autoveicoli a zero impatto ambientale. Questo è un obiettivo ambizioso che può essere raggiunto attraverso un forte collegamento con le aziende produttrici che può vedere il Comune di Milano promuovere con le aziende produttrici iniziative per raggiungere quegli obiettivi e fare di Milano il terreno sperimentale delle iniziative innovative nel campo del trasporto privato e anche del trasporto pubblico. Io mi fermo qua. Volevo citare un libretto che parla dell’automobile. Dice che agli inizi dello scorso secolo ricordiamo tutti Marinetti che dell’automobile diceva “è più bella della vittoria di Samotracia”. L’automobile che rappresentava velocità, lusso, qualità, ambizioni e così via, è diventata una croce per tutti, è diventata un veicolo di inquinamento, non è più lo strumento che consente di accelerare la mobilità delle persone; adesso l’automobile è un po’ come il guscio della lumaca: ognuno di noi dentro questo guscio ha una velocità media molto bassa proprio - 71 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 perché la congestione ha portato a modificare completamente le condizioni di mobilità delle persone. Questo è un altro degli argomenti. Parliamo molto di inquinamento oggi, ma dobbiamo tornare a parlare anche di congestione. Perché non è sufficiente trasformare il parco auto con veicoli a basso o zero impatto ambientale. Non è sufficiente, perché l’altro fenomeno derivante dall’uso della automobile è presente nella nostra Città: è la congestione e l’immobilità. Quindi l’automobile che è nata per la velocità, per rendere facile lo strumento delle persone, è immobilità delle realtà urbane. Quindi quest’altro aspetto deve tornare a essere al centro della nostra attenzione perché ciò significa trovare le forme alternative della mobilità delle persone e quindi del favorire il più possibile il trasporto pubblico, favorire il più possibile l’accessibilità e la mobilità nella nostra Città attraverso nuove forme di mobilità concentrando i nostri obiettivi soprattutto sul trasporto pubblico”. Entrano in aula il Vicesindaco De Corato e l’assessore Carrubba. Il Presidente dà la parola al consigliere Pillitteri. Il consigliere Pillitteri così interviene: - 72 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 “La Commissione che abbiamo svolto in ordine alla delibera che oggi è all’attenzione di questo Consiglio, è stata una Commissione molto positiva e probabilmente rappresenta in un certo senso poi quella che dovrebbe essere un po’ la funzione del lavoro di Commissione, perché ha avuto un importante momento informativo che peraltro è andato a toccare temi più ampi di quelli che inerivano specificamente questa delibera e ha avuto anche un momento propositivo, cioè l’informazione. Il dibattito è poi sfociato in quella che è una proposta di mozione che ha raccolto il consenso di tutte le parti politiche e che oggi viene portata all’attenzione del Consiglio. Quindi senz’altro in questi termini ha avuto una dimensione costruttiva che è quella dimensione che sarebbe auspicabile appartenesse al lavoro delle Commissioni. Oggi sulla rassegna stampa penso che abbiamo letto tutti un interessante articolo di Gianfranco Pasquino il cui titolo, un po’ disperante, è poi in un certo senso contraddetto da quello che è poi il contenuto dell’articolo stesso. Perché il titolo sembra quasi un po’ lo specchio di quelle che sono le frustrazioni che spesso provengono da entrambe le parti dello schieramento, ovvero ‘Consiglieri consolazione senza lavoro’. Uno alle proprie frustrazioni, - 73 - lo legge e come invece per no, trovare invece Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 giustamente no, Pasquino indica quello che invece dovrebbe essere il lavoro, un lavoro con una sua dignità, una sua importanza, una sua nobiltà e in un certo lo ribalta, per così dire, su di noi. Effettivamente intanto il nostro lavoro può avere un senso in quanto abbia come obiettivo quella funzione di indirizzo e controllo che non può prescindere evidentemente da un momento di formazione e poi di costruzione che in questo caso si è realizzato, e non posso che esserne lieto. L’informazione peraltro è andata a toccare tanti aspetti, molte cose che non sapevamo. Come non sapevamo, ad esempio, che una parte della flotta di AMSA e una parte della flotta di ATM già sta portando avanti un progetto pilota sperimentale sull’utilizzo, appunto, in forme ibride di questi carburanti alternativi e che tutto il parco veicolare motociclistico dei vigili di quartieri sarà alimentato con l’energia elettrica. Quindi non risponde a verità che non ci sia comunque uno sforzo, che senz’altro va incrementato, in questo senso da parte dell’Amministrazione anche in quelle che sono le proprie diramazioni, per così dire. Abbiamo appreso anche che per quanto riguarda l’implementazione del gasolio, quindi quello che è il suo momento distributivo, ovvero la presenza di stazioni di servizio sul territorio, - 74 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 ha avuto come scoglio finora una legislazione regionale che effettivamente su questo problema è un po’ illogica perché imponendo sostanzialmente una parte territoriale molto ampia per la creazione di questi distributori, va in un certo senso a pregiudicare quella che invece è una esigenza fondamentale, perché evidentemente se non ci sono i distributori nessuno farà mai la conversione dell’automobile in GPL. In questo senso, però, questa legislazione verrà modificata e pertanto sarà possibile questo incremento. Per quanto riguarda il merito, si è registrato quel consenso sostanziale che oggi si è ascoltato anche in aula, così come c’è un’assoluta unità di vedute in quella che è una esigenza di coordinamento di questi interventi. Senz’altro è importante cominciare a farli, perché anche questo è un piccolo intervento, ma neanche così piccolo, va a interessare un segmento minore, ma comunque significativo appunto di fattori inquinanti. L’auspicio è quello evidentemente che si arrivi a una serie di interventi, in questo senso si richiede anche e ci si attende uno sforzo di fantasia, uno sforzo di inventiva in una visione coordinata che vada a toccare i tanti generatori di inquinamento nella nostra città. - 75 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 In questo senso, e concludo, un aspetto che io ritengo fondamentale, se mi è consentito uscire un attimo dal seminato rispetto appunto alla delibera. Le macchine con motori vecchi oppure con catalizzatori vecchi inquinano e sono oggetto appunto, oltre che di questa delibera, anche della mozione che è stata elaborata all’inizio di questa Commissione. Sappiamo tutti, però, che uno dei fattori, per quanto riguarda il traffico, maggiormente generatore di questo famigerato Pm10 che tutti abbiamo dovuto imparare a conoscere, sono senz’altro i motori di quella incredibile armata di mezzi pesanti che ogni giorno preme alle porte di Milano e fa ingresso a Milano. Io, che sono motociclista, quando mi ritrovo gli occhiali o i vestiti completamente anneriti da queste polveri, conosco bene quello che è questo fattore, questa capacità di inquinamento di questi mezzi. E in questo senso sarebbe auspicabile, ed è un discorso che va oltre a quella che è la nostra attività amministrativa, che si ritornasse a un controllo sistematico della regolarità dei loro scarichi. Perché io trovo inaccettabile avere in una città questi autentici mostri, questi mezzi spesso obsoleti che hanno sostanzialmente (per così dire, volendo un po’ drammatizzare) una vera e propria licenza di uccidere. - 76 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 Il problema è un problema complesso. Però quando si evoca la complessità dei problemi diventa un po’ un alibi per non risolverli. Prendendo spunto da quella che è stata la dinamica di questa Commissione e di quella che è la dinamica oggi di questo dibattito, io ritengo che possa essere molto utile appunto un apporto delle varie sensibilità su questi temi nella maniera laica che poi si è registrata, tranne alcuni accessi che io ritengo anche un pochettino di stile visti poi quelli che sono stati anche gli interventi sul punto. Un confronto è importante; è importante quello che si definisce brain storming su questo argomento. Perché io credo che uno sforzo di fantasia sia importante e che soprattutto la sfida, per quello che riguarda l’ambiente e i trasporti evidentemente, perché vanno a un certo senso a sovrapporsi, è quello di riuscire a comporre una esigenza di mobilità che quanto mai è sentita nella nostra Regione con l’esigenza appunto di un ambiente sano. Non sono in contraddizione le due cose e peraltro mi fa piacere che sia stato riconosciuto anche da diversi membri dell’Opposizione. È senz’altro una sfida complessa, ma senz’altro è una sfida non più rinviabile”. - 77 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 Entra in aula il consigliere Maio; ne escono i consiglieri Rutelli, Giobbi, Martinelli: i presenti sono, pertanto, 50. Il Presidente dà la parola al consigliere Ricci. Il consigliere Ricci così interviene: “Molto velocemente volevo spendere due parole di plauso a favore di questa delibera che credo essere una delibera utile, molto utile per quanto riguarda il grave e annoso problema dell’inquinamento nella Città di Milano. Credo che questa delibera rappresenti anche una possibile soluzione per quel problema delle auto abbandonate. Io e il gruppo di Alleanza Nazionale proprio la settimana scorsa abbiamo presentato in una conferenza stampa un ordine del giorno che prendeva in considerazione le preoccupazioni, che poi sono quelle della cittadinanza, circa l’abbandono e il grave fenomeno – grave inteso come aumento preoccupante e allarmante – delle auto che vengono abbandonate in Città. Abbiamo preso in considerazione il fatto che con la scomparsa della benzina rossa evidentemente questo fenomeno aumenterà con tutto ciò che ne consegue. Quindi anche alla luce di questa problematica, riteniamo che questa delibera, la possibilità cioè di trasformare il carburante delle macchine oggi alimentate, con benzina rossa, in GPL con - 78 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 questo contributo, sia un ottimo, decisamente un contributo fattivo per il miglioramento della qualità ambientale della cittadinanza. Sono altrettanto convinto che non sia l’unico, non sia la soluzione di tutti i mali. Sono certo che l’Assessore, il Sindaco, la Giunta avranno altre iniziative altrettanto utili. Pertanto annuncio il voto favorevole di Alleanza Nazionale sia alla delibera e anche alla mozione che ho letto con attenzione”. Il Presidente dà la parola all’assessore Goggi per la replica. L’assessore Goggi così interviene: “Molto brevemente, ringrazio i Consiglieri che hanno voluto apprezzare questa delibera. Qualche battuta rispetto ai Consiglieri che hanno espresso delle posizioni critiche circa la limitatezza del provvedimento. Io penso che tutti sapessero, compreso il Ministro Bordon e il Ministro Ronchi, che proposero questo provvedimento, che non si trattava della soluzione globale ai problemi dell’inquinamento, ma di intervenire su una nicchia in cui l’utilizzo di questi carburanti può essere molto importante, come per esempio la nicchia delle auto attuali che sono alimentate a benzina rossa e quelle particolari categorie di persone che non hanno disponibilità economiche sufficienti - 79 - per demolire l’auto e Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 ricostruirla. Per questo vengono dati i finanziamenti per l’uso del GPL e per aumentare la rete di distribuzione. Per quanto riguarda l’introduzione delle auto a GPL e nei parcheggi, con le recenti norme ed è di nuovi serbatoi, è possibile entrare nei parcheggi interrati con le auto a GPL se queste sono fatte con la nuova tecnologia dei serbatoi. Circa al fatto che poi GPL e metano siano o meno inquinanti, quello di cui trattava il consigliere Occhi, noi ci rendiamo conto che sicuramente hanno una residua quantità di inquinamento, però molto più bassa di quelle delle benzine tradizionali e sono inquinanti dal punto di vista dell’effetto serra più che dal punto di vista delle sostanze che si disperdono nell’atmosfera. Sappiamo che non è questa la strada per l’assoluta possibilità di autotrazione non inquinante, la strada è quella dell’idrogeno, che peraltro è stata aperta dal Comune di Milano perché i progetti attuali per la sperimentazione dell’idrogeno sono tutti in capo al Comune di Milano, iniziati da noi e da noi finanziati, anche se sappiamo bene che prima di 10 – 15 anni non si potrà arrivare all’industrializzazione di questi nuovi mezzi. Per quanto riguarda la facoltà delle auto a GPL e metano di circolare durante i periodi di blocchi di traffico, noi siamo - 80 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 perfettamente consapevoli che queste auto possono circolare; mi risulta che la Regione non abbia ammesso nella sua ordinanza la circolazione di questi mezzi solo perché sembra che anche il sollevamento delle polveri che è dato dal traffico sia considerato dannoso agli effetti dell’abbattimento del Pm10. Speriamo che nelle prossime delibere della Regione ci sia la possibilità di circolare anche per questi mezzi”. Il Presidente comunica che il consigliere Beretta sostituisce il consigliere Giobbi Martini in qualità di scrutatore. Indi pone in votazione la proposta di deliberazione in oggetto. Dal sistema di votazione elettronico risulta che hanno partecipato alla votazione n. 40 Consiglieri, come da documento n. 1, che si allega. Al riscontro dei voti, la votazione dà il seguente esito: Presenti n. 40 Astenuti n. Votanti n. 38 Voti favorevoli n. 38 2 (Carlino, Ciccioni) Il Presidente ne fa la proclamazione. --- - 81 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 N/59 – VENDITA, A FAVORE DELL’UNIVERSITA’ CATTOLICA DEL SACRO CUORE DI MILANO, DELL’IMMOBILE SITO A MILANO IN VIA NIRONE, 15, AL PREZZO A CORPO DI L.13.212.000.000.= (EURO 6.823.425,48). LA DELIBERA NON COMPORTA SPESA. Il Presidente invita il Consiglio a procedere alla trattazione dell’argomento in oggetto, di cui alla proposta di deliberazione che si allega e già notificata ai Consiglieri comunali. Indi dà la parola all’assessore Pagliarini affinchè illustri il provvedimento. L’assessore Pagliarini così interviene: “Questa delibera prevede la vendita di un immobile del Comune che è situato in via Nirone che molti conoscono perché è stata sede di un notissimo partito politico per molti anni. Questo immobile è stato costruito dal ‘27 al ‘30, ha una superficie di circa 2 mila e 200 metri quadrati, è stato affittato fino al ‘94 a un partito politico e dal ’94 ad oggi è completamente vuoto. Abbiamo provato a usarlo per la Prefettura, però la Prefettura ha detto: ‘Ristrutturarlo costa troppo, ci sono troppi vincoli’, quindi hanno rinunciato. Ha provato il Tribunale a metterci dei suoi uffici, però anche loro hanno visto che la ristrutturazione era troppo cara e - 82 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 quindi hanno rinunciato. Il Comune ha pensato di utilizzarlo per uso diretto per i nostri uffici, però poi questa idea è stata scartata perché avremmo aumentato ancora il numero degli uffici in giro per tutta la Città. Si è pensato di ristrutturarlo per metterlo a reddito, però abbiamo dovuto rinunciare perché ci veniva a costare tantissimo di adeguatamente ristrutturazione a reddito e non perché lo c’erano si poteva dei mettere vincoli della Sovraintendenza che non ci permettevano di raggiungere questo obiettivo. A questo punto si è fatta sotto l’Università Cattolica che ha chiesto di poterlo comprare per usarlo per le sue attività istituzionali. Sembrava proprio un’occasione, abbiamo chiesto di fare una valutazione all’Ufficio Valutazioni del Demanio, è venuta fuori una stima di 6 milioni al metro, considerando la spesa che bisogna fare per ristrutturarlo e considerando i vincoli che ci sono. A questo punto abbiamo chiesto il permesso alla Sovraintendenza di poter vendere, il permesso ci è stato accordato. Questo edificio va all’Università Cattolica, quindi abbiamo pensato che si poteva fare una trattativa privata visto che è utilizzato per uno scopo che serve alla città di Milano e l’uso è vincolato a università. A questo - 83 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 punto chiediamo di approvare questa delibera e poter procedere con i rogiti”. Entra in aula il consigliere Fanzago: i presenti sono, pertanto, 51. Entra in aula altresì l’assessore Gallera. Il Presidente dà la parola all’assessore Verga. L’assessore Verga così interviene: “Cari Consiglieri, su richiesta del consigliere Giovanni Colombo, che partecipò largamente e ampiamente alle attività della Democrazia Cristiana…”. Fuori microfono, intervengono più Consiglieri pronunciando parole che risultano incomprensibili a causa del sovrapporsi delle voci. L’assessore Verga così riprende: “Beh, con Giovanni Colombo siamo stati insieme a far pezzi di campagna elettorali, quindi, voglio dire… D’altronde non posso non dire la soddisfazione di vedere, in molti gruppi, tante persone che hanno svolto ruoli importanti nella storia della Democrazia Cristiana. Sicuramente uno, ma forse più di uno qui, addirittura è stato nella sede precedente della Democrazia Cristiana…, mi - 84 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 riferisco a Gambitta, gli altri probabilmente necessario. Io mi ricordo solo via Nirone, Gambitta si ricorda anche via Clerici, quindi parla di una storia che viene più da lontano. Non so se Bianchi di Lavagna si ricordi o no, ma insomma… Al di là di queste battute, certo non posso non dire che in Giunta quando ho votato questo provvedimento mi è venuto un tuffo al cuore. Perché pensare di votare la delibera con la quale il Comune vendeva ad altri un palazzetto che in qualche modo mi aveva visto protagonista o comunque sicuramente presente a lungo…” Fuori microfono, intervengono più Consiglieri, pronunciando parole che risultano peraltro incomprensibili. L’assessore Verga così riprende: “…per l’Amor di Dio, costruito sicuramente da altri! Devo dire a Di Martino che purtroppo porta anche i segni di questa costruzione… Non so se tutti sono stati rimossi. Comunque, al di là di queste considerazioni, so che la domanda che voi fate a me è di natura totalmente diversa, che non c’entra con il palazzetto di via Nirone 15. So che la domanda che il consigliere Fiano e forse altri mi rivolgono è di sapere che cosa succede all’inizio di via Nirone, tra via Nirone e via Sant’Agnese, - 85 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 un’area che, all’interno dello studio delle ‘B2’ del centro, è stata oggetto di riflessioni, di sollecitazioni, di considerazioni diverse riguardo alla sua utilizzazione; è l’area con destinazione a verde, limitrofa all’insediamento attuale dell’Università Cattolica di via Sant’Agnese e via Terraggio, via Nirone in senso stretto non c’entra. Sì, sì, Testori abita lì al 15 di Piazza Sant’Ambrogio, lo sappiamo tutti. Io mi sento qui, nonostante l’irritualità del momento – questo voglio sottolineare, perché mi sembra veramente irrituale oltre che un po’ sconcertante che si parli di un altro argomento intanto che si discute della cessione di un palazzetto; è questione di ruoli, di competenze, di una certa linea di comportamento Istituzionale che sicuramente il Presidente condivide - io mi sento qui di rassicurare tutti che lo spazio a verde di quel giardinetto non verrà interessato da edificazioni. Ve lo porterò quando verrà qui in approvazione la cosiddetta ‘B2’ del centro. Nelle riflessioni che ho fatto con gli uffici, che ho verificato anche nelle settimane scorse in attesa di questo dibattito, mi hanno confermato che la scelta progettuale, in qualche modo cui ho partecipato anch’io lavorando con i funzionari, di prevedere l’ampliamento dell’Università Cattolica in fregio alla via Sant’Agnese - 86 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 e non spostata all’interno sugli spazi verdi, consente di sviluppare l’Università Cattolica per quello che serve – e che è consentito – e di salvare il verde all’interno. Il tutto tra l’altro, secondo me, offre un’ulteriore opportunità ed è questa: dando come criterio progettuale l’Università Cattolica di non occupare quantomeno il piano terreno, ma forse anche il primo piano per strutture edilizie, cioè lasciando libero il piano terreno e il primo piano, si consente un miglior accesso all’Università, un punto di (in qualche modo) recapito di quello che è un percorso interessante che si snoda dalla zona degli scavi romani in evidenza lì tra via Brisa e Corso Magenta, la zona di via Morigi e questo primo recapito praticamente in questo percorso – chiamiamolo - archeologico. Quindi con questo tipo di soluzione progettuale, rispetto alla quale sarete chiamati ad esprimervi in questo Consiglio, noi salviamo il verde e salviamo l’espansione della Cattolica. Questo è quanto mi avevate chiesto”. Entra in aula il consigliere Tinelli: i presenti sono, pertanto, 52. Il Presidente dichiara aperto il dibattito. Indi dà la parola al consigliere Fiano. Il consigliere Fiano così interviene: - 87 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 “Per la verità, Assessore, questo è irrituale, ma noi avevamo chiesto di parlarne in Commissione. Siccome c’è un clima positivo su questa cosa, la irritualità viene dal fatto che si è scelto di parlare direttamente in aula, ma avevamo chiesto di parlare in Commissione… No, no, lei ha detto che questo nostro colloquio è irrituale, avevamo chiesto la ritualità della Commissione, c’è stato detto che era più semplice il Consiglio. Perché dice di no? Perché dice di no? Io so cosa ho chiesto…L’irritualità del fatto che noi si discuta di una notizia che non era ancora conosciuta, quella che lei ha dato adesso in aula, non é che dipenda da noi. Noi abbiamo detto: facciamo tutte le cose per benino e discutiamone in Commissione con i tempi corretti. Dopodiché si è scelta comunque questa strada. Mi pare di capire che lei abbia annunciato, in forma diciamo così - ufficiosa, la risoluzione anche rispetto alle osservazioni presentate dai cittadini sulla variante che riguarda quell’area lì, tra via Sant’Agnese e via Terraggio, sarà che non ci sia la permuta tra le aree comunali destinate a verde e le aree di proprietà dell’Università Cattolica dove invece sarà permessa in fregio alla via Sant’Agnese l’edificazione. Questa è una scelta che permette la salvaguardia di un giardino, poi bisognerà chiedere - 88 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 all’Assessore delegato, cioè il Vicesindaco De Corato che quel giardino venga mantenuto e venga fatto utilizzare per essere giardino, sempre che all’assessore De Corato Forza Italia mantenga la delega ai parchi e giardini. Visto che lei è stato così cortese da portarci questa notizia, con riferimento alla delibera che a questo punto non trova in noi un’opposizione, ma con riferimento a questa delibera che come lei ha detto e ha anche auspicato (anche io auspico che le università milanesi si espandano), credo però, Assessore, che all’espansione di un’università così importante, in particolare nel centro storico della Città, sarebbe cosa utile se noi potessimo coadiuvare questa espansione la cui programmazione sia più coesa. Anche perché, come tutti noi sappiamo, l’espansione di una facoltà universitaria significa maggiore afflusso di studenti, quindi elementi di maggior impatto urbanistico, di congestionamento da traffico, in genere diciamo campus urbani ingentemente stesi trovano maggior sfogo possibile evidentemente nei luoghi più periferici, non nel centro della Città. Io dico ben venga che ci sia l’Università Cattolica nel centro cittadino, mi auguro (e su questo sarebbe cortesia da parte sua risponderci) che lei possa portarci notizie riguardo al futuro della Caserma Sant’Ambrogio sulla quale mi consta da molto tempo - 89 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 – l’aveva detto l’assessore Lupi – esiste una trattativa che non riguarda solo noi, ma anche i due Ministeri dello Stato, oltre che l’università Cattolica; evidentemente quello sarebbe uno sfogo importante per l’Università Cattolica. Lo dico semplicemente per trovare un filo conduttore delle diverse opzioni di espansione che abbiamo osservato nell’Università Cattolica in questi anni e cioè l’operazione di Via Sant’Agnese, questo acquisto di via Nirone e la vicenda dell’accordo di programma che dovrebbe… Ricordo che c’è un Ordine del Giorno primo firmatario Massimo De Carolis di questo Consiglio Comunale che spinge affinché il Comune ceda la caserma, insomma favorisca e firmi l’accordo di programma… Io le ricordo però, in ordine alle cose che lei ha detto, ancorché lei riconosca che siano molto meglio, direi quasi completamente positive rispetto alla situazione che conoscevamo coante, cioè di questa edificazione posta a cavallo tra Via Sant’Agnese… a cavallo tra il giardino e la parte prospiciente di Sant’Agnese, se gli atti amministrativi hanno un’importanza che il Consiglio Comunale ha votato all’unanimità, con parere favorevole della Giunta espresso dal suo predecessore, un Ordine del Giorno che chiede al Comune di Milano che, nell’evenienza, qualora il Comune di Milano si predisponga a firmare un accordo di - 90 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 programma con il Ministero della Difesa, Demanio Militare, con il Ministero delle Università e con l’Università Cattolica perché l’Università Cattolica trovi espansione delle proprie necessità, prima che il Comune di Milano apponga una firma su quel documento, la stessa università rinunci (c’è scritto in quell’ordine del giorno che abbiamo scritto insieme a quattro mani con Maurizio Lupi), rinunci all’edificazione di Via Sant’Agnese. Chiedo che lei tenga presente questo che è un atto amministrativo unanime. Per il resto, su questa cessione che poi è l’argomento che ci ha collegato alla vicenda di Sant’Agnese perché all’unanimità in Commissione si decise di verificare se poteva esserci un collegamento virtuoso tra questa alienazione di bene demaniale e la vicenda di Sant’Agnese, essendo stato in maniera significativamente soddisfacente risposto al primo punto di Via Sant’Agnese, noi non ci opporremmo a questa delibera”. Assume la presidenza della seduta il consigliere designato Riccardo Albertini. Il Presidente dà la parola al consigliere Mattioli. Il consigliere Mattioli così interviene: “Prima di tutto, raccogliendo un po’ lo spunto dell’assessore Verga, mi permetto di dire che simbolicamente questa cessione - 91 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 all’Università Cattolica può anche essere di buon auspicio perché tutto sommato stiamo cedendo quella che fu la sede della Democrazia Cristiana che oggi passa all’Università Cattolica in una continuità di pensiero storico – ideale che ha visto in passato l’Università Cattolica fornire tanta ispirazione e tante personalità a questa storia politica che sicuramente ha avuto tanti meriti nel Paese; quindi simbolicamente ne colgo, guardando il futuro un aspetto simbolico positivo. Ma al di là di questo ritengo che sia anche positivo che questa Amministrazione abbia accolto le istanze dell’università Cattolica o per meglio dire di una delle università più importanti della Città, perché credo che sia di vitale importanza dare sostegno, fiducia e disponibilità a tutte queste nostre grandi istituzioni universitarie che tanto offrono a questo nostro Paese e quindi credo che sia positivo che l'Amministrazione raccolga questa istanza e anziché pensare di fare un’opera speculativa su questo immobile sia disponibile a cedere questo immobile a quest’istituzione universitaria forse facendo anche qualche sconto sul prezzo. Credo che un Comune non abbia semplicemente lo scopo di fare affari, di fare business, credo che in questo momento stiamo facendo un investimento sul potenziamento della ricettività e della capacità culturale universitaria milanese. Quindi da questo - 92 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 punto di vista esprimo un apprezzamento per questa delibera. Qualche dubbio tecnico ci è venuto in ordine ad alcuni passaggi; uno è una domanda che rivolgo all’Assessore: questa delibera non è passata dal Consiglio di Zona, probabilmente è stato valutato che non fosse necessario, ma semplicemente pongo la domanda per evitare che ci possano essere eventuali equivoci. Era necessario il passaggio del Consiglio di Zona? L’altro aspetto erano alcune valutazioni sul prezzo perché pur non volendo sempre fare speculazione soprattutto nel momento in cui si vuole aiutare, agevolare delle istituzioni universitarie, ma comunque ci vuole sempre una congruità ed una ragionevolezza nel prezzo e quindi chiedo se sulla parte valutazione del prezzo siano state fatte delle opportune perizie e delle valutazioni opportune per valutare che rispetto alla quantità di interventi che saranno necessari per ristrutturare complessivamente il Palazzo, questo possa essere un prezzo congruo rispetto al voler cedere ad un’istituzione una proprietà, ma nel contempo mantenere una ragionevolezza ed un’equità nello scambio che stiamo predisponendo. Chiedo quindi alcune risposte su questi elementi tecnici”. Escono dall’aula i consiglieri presenti sono, pertanto, 50. - 93 - Gilardelli e Lucini: i Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 Esce altresì dall’aula l’assessore Carrubba. Il Presidente dà la parola al consigliere Ciccioni. Il consigliere Ciccioni così interviene: “Io non so come dire, naturalmente l’Università Cattolica è un ente, è una fondazione privata tra l’altro, lo vorrei ricordare, che arricchisce l’immagine della Città e naturalmente questo dev’essere un concetto importante che deve guidare le scelte dell’Amministrazione che non può non tenerne conto, però ci sono alcune cose che dobbiamo tenere presente. Intanto mi sembra di ricordare che all’interno della perizia che è stata allegata alla delibera, la tabella dei prezzi del metro quadro in zona centro porta valori da 6 a 8 milioni al metro quadro. Certo, il Palazzo non si può dire in ottime condizioni, però da 6 a 8 mi pare che ci sia una bella differenza, naturalmente il prezzo indicato in delibera indica 6 milioni al metro quadro. È importante considerare che l’Amministrazione sembra intenzionata a by-passare il bando di concorso perché vorrebbe privilegiare questa istituzione. Per cui io sono andato a leggermi il regolamento per l’alienazione dei beni immobili di proprietà del Comune e però sono andato anche a leggermi la legge del 15 maggio del 1997, la numero 127 che reca “disposizioni in materia di alienazione degli immobili di proprietà - 94 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 pubblica” e dice così: ‘i Comuni e le Province possono procedere all’alienazione del proprio patrimonio immobiliare anche in deroga alle norme di cui alla legge 24 dicembre, numero 783 successive modificazioni… nonché alle norme sulla contabilità generali degli enti locali fermi restando i principi generali dell’ordinamento giuridico – contabile’, cioè non si possono fare alienazioni di beni pubblici senza ricorrere al bando di concorso. Allora, con tutto il rispetto per questa fondazione privata che si chiama Università Cattolica, mi sembra però che non vi siano gli spazi per fare questa operazione, bisognerebbe, credo, pensare a qualche ipotesi diversa, per esempio fare un bando di concorso, verificare se non arrivano offerte più vantaggiose. Allora a quel punto si potrebbe dire che l’interesse della Città è stato perseguito, perché prima si è cercato di portare a casa più quattrini e poi, visto che nessuno ha fatto offerte oppure sono state fatte offerte troppo basse, per esempio addivenire a concludere con l’università Cattolica. E’ importante che noi teniamo presente che non debbono esistere soggetti diversi dagli altri in nome dei quali si passa sopra alla legge; la legge dovrebbe essere uguale per tutti. È vero che assistiamo nel nostro Paese a tutta una serie di questioni per le - 95 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 quali ogni cittadino potrebbe dire che c’è qualcuno meno uguale degli altri o più uguale degli altri in Italia, però nel caso dell’Amministrazione di fronte a questa opportunità, io credo che noi dovremmo essere più attenti a quello che stiamo facendo. Non vi sono urgenze, ci sono altre urgenze in Città per le quali è importante addivenire a decisioni immediate perché gli immobili crollano, vuoi per esempio parlare della scuderia ‘Liberty’ a San Siro, questo è molto importante, è fatiscente, sta crollando. Potrebbe essere interessante a questo punto prima di ritrovarci con l’immobile a terra, mi sembra che lì l’interesse pubblico sia quello di fare le cose di fretta. Ma in questo caso mi pare che, anche se il Palazzo non si presenta più di tanto molto bene, stia su, non stia crollando. Quindi, Assessore, io recepisco le alte motivazioni che sono riportate in delibera a proposito della scelta di vendere all’università Cattolica, però mi piacerebbe che lei mi dicesse se quanto ha affermato circa l’obbligo comunque di perseguire criteri di massima trasparenza ed adeguate forme di pubblicità per acquisire e valutare concorrenti proposte d’acquisto, come dice la legge, non sia soltanto una mia illazione, ma non risponda, invece, - 96 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 ad un dato di fatto molto preciso. Su questo mi piacerebbe avere una risposta”. Riassume la presidenza della seduta il Presidente del Consiglio Giovanni Marra. Il Presidente dà la parola al consigliere Occhi. Il consigliere Occhi così interviene: “Io voglio esprimere alcune perplessità, alcune sono state espresse dal collega Ciccioni che mi ha preceduto, altre le voglio aggiungere. Innanzitutto andrebbe detto all’amico Mattioli che per coerenza andrebbe venduto ad AN o a quell’altro più fascista di voi, a quell’altro che non oso citare, perché qui dice che è stato costruito in un periodo che non è proprio della Democrazia Cristiana, era di qualcun altro questa sede e quindi non c’è niente da rivendicare in questo senso. A parte queste battute, ammesso e non concesso che siano giuste le posizioni che qui vengono riportate e cioè che non era opportuno il pur ventilato utilizzo diretto dal Comune di Milano per sede dei propri uffici, considerate le dimensioni ridotte del palazzo rispetto alle esigenze di accorpamento della sede comunale, io mi permetto su questa affermazione di dissentire, troviamo altre motivazioni che ci trovano a vendere i nostri stabili e di uno stabile - 97 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 come questo. Vorrei chiedere all’assessore Pagliarini: quanti affitti paghiamo per sedi che non sono le nostre? Sono centinaia di milioni di affitti. È chiaro che questo edificio non ci risolveva il problema in maniera definitiva, avremmo bisogno di milioni di metri quadri, non di migliaia, però rispetto al fatto che paghiamo l’affitto da altre parti è interessante come questa roba venga riproposta e - a parte la soluzione che ci verrà poi proposta in Garibaldi-Repubblica - negli anni non abbiamo visto soluzioni alternative. In compenso vendiamo gli stabili che possono essere ristrutturati per uffici; qui si sostiene che per le modeste dimensioni non valeva la pena farlo. Così come si sostiene che sarebbe stata anti-economica una ristrutturazione ai fini residenziali dell’edificio che è nato con funzioni terziarie. Noi facciamo una delibera dove andiamo ad acquistare appartamenti nei PRU, l’abbiamo votata un paio di settimane fa, quindi spendiamo fino a 3 milioni e mezzo al metro quadro per comprare appartamenti e dall’altra parte vendiamo stabili del Comune di Milano che invece a mio parere, proprio perché essendo a terziario hanno spazi molto più liberi e vasti, possono essere tranquillamente riadattati. Tant’è che una delle polemiche è che molti spazi ad uso terziario di questa Città inutilizzati qualcuno ha - 98 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 pensato di trasformarli, di farle diventare abitazioni. Se non si è ancora fatto non è perché non conviene dal punto di vista economico, ma forse qualcuno potrebbe obiettare che chi li ha costruiti ai tempi e gli ha dato il permesso di farlo ai noti signori padroni di questa Città hanno sbagliato completamente i conti e forse adesso paghino, sarebbe un regalo doppio che non vale la pena dal punto di vista politico fare, non perché non sia conveniente da un punto di vista economico. L’altra considerazione (e qui confesso che non ho capito) è se il piano regolatore prevede zona omogenea A centro storico con destinazione funzionale R (residenziale) disciplinata dall’articolo 18 e 27 delle norme tecniche di attuazione e cioè che lì si possa insediare funzione compatibili, ma non per l’intera superficie, ma vorrei capire come una destinazione come questa possa diventare sede universitaria? Magari è possibile, mi spiegherete come, a meno che l’università non intenda fare residenza. Allora non si capisce perché se era conveniente per l’università non era conveniente per noi; ci sono delle cose che non mi tornano dal punto di vista di questa decisione. Io avrei apprezzato molto di più una valutazione diversa, molto più terra-terra; l’università ha bisogno, gliela vendiamo - 99 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 perché pensiamo che l’università Cattolica a Milano sia una cosa importante come le altre università e quindi intendiamo favorire lo sviluppo delle università. Perché altrimenti scrivere sulle delibere queste argomentazioni si significa arrampicarsi sui vetri con delle argomentazioni che non stanno in piedi e che nascondono una motivazione che è legittima e che è quella che dicevo prima. Sarebbe molto più semplice nel nostro dibattimento se le delibere venissero stese con onestà intellettuale rispetto alle cose che ci si propone. A meno che nella versione che sembra più trasparente non sia possibile farla, allora si ricorre ad articolazioni di ragionamento che però da un punto di vista politico che non mi convincono affatto. Rispetto alle università, va detto una volta per tutte, l’università in Piazza Sant’Ambrogio è in Piazza Sant’Ambrogio c’è un edificio che è l’unico adatto all’espansione vera di quella università, ci vogliamo decidere insieme, vi volete decidere adesso che avete il potere assoluto in questo Paese, Stato, Comune, Regione, il mondo intero è in mano vostra, vi volete decidere a fare scattare il meccanismo per cui quella caserma viene dismessa e ceduta all’università o no? O continuiamo ad andare avanti a spizzichi e bocconi nel modo in cui si sta procedendo? Avete gli - 100 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 strumenti politici, economici, istituzionali eccetera per fare in modo che questa cosa avvenga, questo è il vero - mi scappava la parola favore - vantaggio all’università Cattolica che se l’Amministrazione vuole veramente potrebbe farlo. dare Altrimenti rischiano di essere piccoli regalucci qua e là che però non risolvono il problema e poi quando sarà il momento di farlo, magari anche un po’ tardi, si trovano proprietà sparse che sono poco funzionali e l’università venderà a suo tempo guadagnando anche qualcosina in più di quello che abbiamo portato noi a casa oggi, perché noi lo facciamo con un spirito di aiuto rispetto ad un’attività anche se privata però pubblica dal punto di vista… magari il prezzo non è dei più larghi. Poi magari un’università acquisirà finalmente lo spazio della caserma in Piazza Sant’Ambrogio, finalmente avrà il modo di ampliare, no se lo venderà per fatti suoi e noi avremo fatto doppio regalo all’università Cattolica, cosa che è legittima, ma permettetemi qualche punto interrogativo rispetto a queste questioni. Nonostante questo il nostro voto sarà di astensione perché riteniamo che il ruolo dell’università, anche se privata, sia assolutamente auspicabile in una Città come la nostra in cui il pluralismo culturale noi vogliamo salvaguardare. - 101 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 Spero che la stesse considerazioni vengano fatte per le università statali e non si pensi che l’unica priorità sia per le università private e non la salvaguardia del pubblico”. Esce il Sindaco Gabriele Albertini: i presenti sono, pertanto, 49. Il Presidente dà la parola al consigliere Ciabò. Il consigliere Ciabò così interviene: “Innanzitutto volevo ringraziare l’assessore Verga che è intervenuto su un punto che non era all’Ordine del Giorno, era stato chiamato in Commissione, io allora non potevo essere al corrente del fatto che già l’assessore Verga prima che si svolgesse la Commissione era già in contatto con l’università Cattolica per definire la questione relativa ai giardini di via Terraggio, come è stato poi. Per quanto riguarda la delibera, io ho ascoltato l’intervento del consigliere Ciccioni, per quel che ne so, per quello che mi è stato spiegato, un’Amministrazione può procedere attraverso ad un’alienazione, ad una vendita di un bene immobile attraverso trattativa privata ogni qualvolta ve ne ricorrano le condizioni. In questo caso si tratta di un immobile storico, ubicato in centro storico, rispetto al quale c’è un - 102 - vincolo da parte della Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 Sovrintendenza, un bene rispetto al quale, secondo me in maniera assolutamente condivisibile, è stata prevista da codesta Amministrazione una destinazione d’uso che non è né di tipo commerciale né di tipo residenziale, ma una destinazione d’uso di tipo pubblico. L’università Cattolica infatti, come lei ha ricordato, è una fondazione privata di interesse pubblico. Per quanto riguarda il vincolo della Sovrintendenza, è stato assolutamente rispettato perché la Sovrintendenza ha autorizzato questa vendita. Per quanto riguarda, invece, il prezzo è un prezzo da perizia di 6 milioni al metro quadro che è stato ritenuto assolutamente congruo. Per cui ritengo che, essendo la trattativa privata una procedura assolutamente legittima, altrimenti non penso che questa delibera potesse passare in Consiglio, essendo il vincolo della Sovrintendenza assolutamente rispettato, essendo a mio parere la destinazione assolutamente ad condivisibile, uso pubblico essendo il una prezzo destinazione congruo, io personalmente come Presidente della Commissione esprimo un parere favorevole”. Il Presidente dà la parola all’assessore Pagliarini per la replica. L’assessore Pagliarini così interviene: - 103 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 “Spero di non dimenticare niente. Mattioli ha detto: ‘forse è stato fatto uno sconto sul prezzo’. Tu che mi conosci sai che non è possibile. Certo, nessuno ha mai detto facciamo una speculazione per portare a casa il massimo, però ti assicuro che se avessi avuto l’impressione di essere andato sotto un prezzo di mercato sarei andato a fondo. C’è una perizia firmata dall’ingegner Spada che gode di una fama terribile, è veramente un duro, quindi c’è una perizia che supporta questo prezzo. Per quanto so io non è stato fatto nessuno sconto. Ciccioni diceva: la tabella dei prezzi del centro è da 6 a 8 milioni. Ipotesi di lavoro: se per ristrutturare ne spendi 2, ecco che 6 valgono 8. Qui ci sono le fotografie, a me hanno detto che lo stato di manutenzione è molto brutto. Quindi il 6 vale probabilmente più di 8 considerando quello che dovrà essere speso per utilizzarla. Comunque è collegato anche a quello che ho detto a Mattioli. Mi fa piacere che la parlato della scuderia ‘Liberty’; se le interessa domani mattina nel mio ufficio c’è una delegazione degli abitanti della zona San Siro che vengono a discutere di quello perché la Giunta avrebbe intenzione di fare una gara al più presto proprio per ristrutturarla perché è una cosa meravigliosa e sta cadendo a pezzi. C’è questa associazione per tutelare questa - 104 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 scuderia e domani mattina sono da me, se vuoi venire sono contento lo dico a chiunque; ci sono queste ferite nel tessuto urbano che è nostro dovere sistemare, quindi sei il benvenuto! Sul fatto di poterla vendere o meno ha assolutamente ragione la Ciabò, figurati se non abbiamo controllato, l’ho chiesto venti volte! In presenza di queste situazioni – mi prendo tutta la responsabilità - mi hanno garantito che possiamo non fare la gara in questa situazione, sennò figurati se portavo la delibera. Ecco, invece Occhi ha detto una frase che a me è piaciuta: ‘Sarebbe bello che le delibere fossero fatte tutte con onestà intellettuale”. Giurin giuretta, qui io ho cercato di farla con la massima onestà intellettuale, non ho cercato per niente di... Certo, l’indicazione politica… Noi possiamo dare, tu lo sai, solo l’indicazione politica, ed è quella della massima trasparenza, mettiamo giù tutto. Poi magari tu hai trovato qualcosa che non ti quadrava. Però, non ti quadrava, ma intanto l’hai trovata. Cioè in queste delibere cerchiamo sempre di avere la massima trasparenza e di dare tutte le informazioni. Quanti affitti paghiamo. Attenzione, la delibera dell’altro giorno prevede che si compra a un prezzo massimo, cos’è, di 3 milioni? Qui la vendiamo a 6, quei soldi entrano e poi possono essere utilizzati per comprare. Ti do un accordo (te l’ho già detto - 105 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 al bar, ma te lo do perché è interessante saperlo): nella zona centrale, zona proprio di pregio, il Comune possiede 602 alloggi che sono di edilizia popolare, zona centrale di pregio; in media incassiamo di affitto 276 mila lire al mese per alloggio in zona centrale. Ed è chiaro che vanno tutelati questi inquilini, però lo pongo alla Vostra considerazione ora per il futuro, no? È chiaro che il Comune potrebbe - non c’è nessuna decisione in questo senso, sia ben chiaro - in linea teorica questi 602 alloggi in zona centrale farli diventare 6000 alloggi in zona non centrale, aumentando l’offerta. È chiaro che una cosa del genere richiederebbe però traumi drammatici per quelli che ci abitano. Lo so, è una scelta. Però io ti posso dire che sto cercando di…”. Fuori microfono interviene un Consigliere non meglio identificato il quale pronuncia parole che risultano incomprensibili. L’assessore Pagliarini così interviene: “Per carità! Ho capito. Però 600 alloggi diventano 6000. È meglio 600 in centro o 6000 in periferia? Ti giro la domanda. Comunque io l’ho detto solo per dare delle informazioni. Quello che stiamo cercando di fare è di individuare in questi 602 quelli che sono in ristrutturazione, quindi senza inquilini; per quelli si può cercare di venderli senza prendere soldi, ma in cambio prendere - 106 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 maggiori alloggi ed offrire in zona non centrale. Comunque il punto che ha sollevato è importante. L’ultimo punto è… Sì, Sant’Ambrogio è importante, non è del Comune, c’è quell’impegno che è stato già richiamato e tutti ci stiamo impegnando per favorire il trasferimento perché ovviamente risolverebbe i problemi della Cattolica. E quello cerchiamo di farlo nei limiti in cui noi possiamo. Nel Consiglio di Zona la procedura è di mandare sempre una lettera dove ci sono non ricordo più se 40 o 60 giorni di tempo per avere una risposta con il principio del silenzio – assenso. Io quando non ho la risposta telefono sempre. Confesso che in questo caso non ho telefonato perché mi sembra così evidente che da uno stabile vuoto si passa a uno stabile che viene utilizzato…Però una procedura del Demanio è di mandare una lettera al Consiglio di Zona, non ti so dire qua se l’abbiamo… Okay, ti ho detto qual è procedura. Però il punto è che uno stabile vuoto, in pericolo, lo si affitta a gente che lo ristruttura e che ci fa una sede universitaria, non vedo il problema. La procedura che io conosco è che si manda sempre una lettera, c’è il silenzio – assenso e se non arriva la risposta io li chiamo sempre. In questo caso non li ho chiamati, non ti so dire se gli abbiamo mandato la lettera…”. - 107 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 Fuori microfono interviene un Consigliere non meglio identificato il quale pronuncia parole che risultano peraltro non udibili. L’assessore Pagliarini così prosegue: “Okay, non te lo so dire sinceramente. Può anche darsi, però in questo caso… perché le lettere si fanno sempre quando ci sono problemi, novità tipo ‘il Vidas’ che discuteremo tra qualche settimana. E’ una casa pericolante, la cambi e la metti ad uso universitario, non vedo il problema”. Il Presidente sottopone all’esame del Consiglio l’emendamento a firma del consigliere Testori ed altri, contrassegnato con il n. 1, che si allega. Indi dà la parola al consigliere Testori affinchè lo illustri. Il consigliere Testori così interviene: “Intanto io condivido quello che diceva prima Mattioli sulla continuità simbolica dalla vecchia DC alla Cattolica; è una cosa personale, però, che non deve interessare sotto il profilo amministrativo la Città. Invece sotto il profilo amministrativo penso che questo emendamento abbia una valenza di carattere tecnico e sia perfettamente in linea con il contenuto della relazione allegata alla delibera. - 108 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 In generale ho visto che tutti siamo d’accordo sulla opportunità, sulla necessità dello sviluppo di tutti i poli universitari in Milano, siano essi pubblici che privati, siano statali o non statali. Quindi in linea di massima questa delibera è condivisa dalla maggioranza del Consiglio Comunale (lo vedo, posso constatarlo) e dei cittadini. Direi che in particolare per l’edificio di via Nirone, che è vuoto e in attesa di destinazione dal 1994: prima si è cercato di adibirlo a sede della Criminalpol, poi di un Centro Comunicazioni sempre della Polizia; è stato offerto anche come spazi giudiziari, ma, purtroppo anche come sua tipologia di difficile utilizzo, non è stato mai accettato come sede di queste Istituzioni. Quindi ben venga la richiesta dell’Università Cattolica che oltretutto ha la sede lì vicino e quindi, anche per la comodità degli studenti, è molto opportuna questa possibilità di estendersi per le sue attività istituzionali. Ma la decisione di vendere alla Cattolica lo stabile di via Nirone, è anche in linea con la norma, direi innovativa, mi insegna l’Assessore Verga, della Legge 15 gennaio 2001 numero 1, il cui articolo 5 al n° D) recita che ‘nei piani regolatori generali, con capacità insediativa residenziale prevista superiore a 20 mila abitanti’ - quindi Milano sicuramente ne fa parte - ‘si debbano - 109 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 prevedere anche spazi aggiuntivi per attrezzature di interesse generale, ivi compresi gli istituti universitari’. Quindi fa parte proprio dello spirito della Legge questo ampliamento dell’attività universitaria anche allo stabile di via Nirone. Lo scopo dell’emendamento proposto, ho detto di carattere tecnico, è di subordinare, di includere quindi, nel rogito che sarà stipulato con l’Università Cattolica, l’impegno dell’acquirente di destinare, per i propri fini Istituzionali, l’immobile stesso. Questo evita che possa essere un giorno venduto a terzi e riduce anche il valore ovviamente dell’immobile perché viene destinato per un fine preciso e non mutabile nel tempo. Quindi penso che sia un emendamento di carattere tecnico che è dovuto perché fa parte dello spirito del contenuto della relazione”. Esce dall’aula il consigliere Carlino: i presenti sono, pertanto, 48. Il Presidente comunica che il consigliere Ugliano sostituisce il consigliere Carlino in qualità di scrutatore. Indi pone in votazione l’ememdamento, a firma del consigliere Testori ed altri, contrassegnato con il n. precedentemente indicato. Dal sistema di votazione elettronico risulta che hanno - 110 - 1, Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 partecipato alla votazione n. 39 Consiglieri, come da documento n. 2, che si allega. Al riscontro dei voti, la votazione dà il seguente esito: Presenti n. 39 Astenuti n. Votanti n. 38 Voti favorevoli n. 38 1 (Ciccioni) Il Presidente pertanto proclama che l’emendamento è approvato. --Il Presidente pone in votazione la proposta di deliberazione in oggetto nel testo, che si allega, risultante dall’emendamento approvato. Dal sistema di votazione elettronico risulta che hanno partecipato alla votazione n. 39 Consiglieri, come da documento n. 3, che si allega. Al riscontro dei voti, la votazione dà il seguente esito: Presenti n. 39 Astenuti n. 12 (Adamo, Antoniazzi, Baruffi, Bianchi di Lavagna, Colombo, Cormio, - 111 - Fanzago, Farina, Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 Mattioli, Ottolenghi, Spirolazzi, Ugliano) Votanti n. 27 Voti favorevoli n. 26 Voti contrari n. 1 Il Presidente ne fa la proclamazione. (Si allegano, ai sensi dell’art. 49 del D.L.gs. 267/2000, i pareri di regolarità tecnica e di regolarità contabile espressi rispettivamente dal Direttore del Settore Demanio e Patrimonio e dal Direttore del Settore Entrate sull'emendamento approvato). --Il Presidente sottopone all’esame del Consiglio la mozione urgente, a firma del consigliere Molinaro ed altri, che si allega. Indi dà la parola al consigliere Molinaro affinchè la illustri. Il consigliere Molinaro così interviene: “Innanzitutto un ringraziamento a tutti i colleghi della Commissione Trasporti con i quali abbiamo costruito nell’ambito di quella discussione i contenuti di questa mozione urgente che si collega alla discussione fatta precedentemente relativa alla delibera numero 60 e indica una strada innovativa relativamente alle auto che hanno il dispositivo catalitico, quindi le auto che utilizzano - 112 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 benzina verde, che anche loro producono un inquinamento consistente nell’atmosfera. Non solo perché come tutte le auto, per effetto del rotolamento e del movimento, costantemente movimentano le polveri che poi respiriamo, ma anche per le emissioni stesse che queste auto producono nell’atmosfera, emissioni che dipendono dai limiti tecnologici delle marmitte catalitiche nel caso dell’accensione dell’auto fino a quando la marmitta non ha un regime termine corretto, la marmitta catalitica non trattiene assolutamente gli inquinanti prodotti dalla combustione della benzina verde. Ma poi c’è anche nell’uso una conseguenza derivante dal fatto che dopo un certo numero di km la marmitta catalitica perde di efficacia, quindi di fatto dopo la completa sostituzione del parco auto, con le auto catalizzate, non abbiamo risolto il problema dell’inquinamento atmosferico, il problema si ripresenta in termini aggravati anche perché il benzene, le ammine aromatiche, ecc., sono sostanze cancerogene acclamate che hanno delle conseguenze gravissime sulla salute soprattutto per i bambini. Quindi la mozione urgente, sottoscritta da tutti i Consiglieri, propone una iniziativa dell’Amministrazione comunale tesa a dare una corretta informazione ai cittadini che sono possessori di veicoli - 113 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 catalizzati ma anche agli autoriparatori. Perché molto frequentemente, anche quando il cittadino volenteroso richiama il fatto che la marmitta ha esaurito la sua funzione catalizzante, nelle officine gli viene proposta come alternativa una marmitta che costa molto meno rispetto a quella che, avendo i metalli particolari, la ricopertura in ceramica e così via, riesce a trattenere gli inquinanti, offrendo a un costo decisamente inferiore una marmitta che svolge la stessa funzione, in genere il cittadino sceglie la soluzione meno onerosa. E le conseguenze ambientali di questa scelta sono gravissime, quindi bisogna informare meglio i cittadini. Bisogna realizzarli un controllo più attento e capillare sull’efficienza dei convertitori catalitici e la proposta è quella di istituire per i nuovi veicoli il controllo annuale delle emissioni. Ma operare anche perché si vada verso l’istituzione di agevolazioni economiche che consentano di vedere il Comune protagonista in questo caso di un processo che consenta di utilizzare i materiali migliori più efficienti e garantiti per l’abbattimento delle emissioni nocive prodotte dai motori a combustione interna. La mozione, quindi, indica questa strada come una strada innovativa lungo la quale sperimentare un ruolo nuovo dell’Amministrazione comunale più attento agli utenti e alla filiera - 114 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 più generale dell’auto, che è quella degli autoriparatori che svolgono una funzione molto importante nel rapporto tra gli utenti e la buona manutenzione degli autoveicoli e di conseguenza sulla qualità più complessiva dell’ambiente. La mozione non interviene soltanto sulle questioni più generali, ma interviene sui comportamenti individuali dei cittadini la cui somma provoca poi, alla fine, effetti sull’ambiente che possono ricadere appunto sull’insieme della collettività”. Escono dall’aula i consiglieri Albertini Riccardo, Caputo, Gambitta, Pennisi, Testori, Salvini: i presenti sono, pertanto, 42. Il Presidente dà la parola all’assessore Goggi. L’assessore Goggi così interviene: “Molto brevemente si concorda con gli obiettivi di questa mozione anche se bisogna ricordare che il nostro impegno prioritario è quello che tutti gli autoveicoli che circolano siano catalizzati e questa è la frontiera che non abbiamo raggiunto. Quindi l’avere anche dai catalizzatori sempre in efficienza e rinnovati dopo 40 mila km è un obiettivo importante, ma molto avanzato per la situazione in cui ci troviamo. Il parere della Giunta può essere favorevole su questa mozione con un’avvertenza, e cioè - 115 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 che l’istituzione di agevolazioni economiche per il cambiamento dei catalizzatori non è compito dell’Amministrazione comunale, ma l’Amministrazione comunale si può fare parte diligente con il Ministero dell’Ambiente perché così come vengono finanziati i carburanti ecologici (metano, GPL) venga finanziata con il cofinanziamento del Comune anche la sostituzione dei catalizzatori. Per questo motivo e per questa interpretazione, la Giunta dà parere favorevole”. Il Presidente così interviene: “Prima di dare la parola ai Colleghi che l’hanno richiesta voglio ricordare che quando una mozione è firmata da tutti i Gruppi, proprio per accelerare il dibattito, non si fa dibattito. Questo è un articolo che può a volte essere derogato. In questo caso ci sono colleghi che vogliono intervenire quindi possiamo derogare”. Indi dà la parola al consigliere Bianchi di Lavagna. Il consigliere Bianchi di Lavagna così interviene: “Sarò brevissimo. Io condivido l’Ordine del Giorno che non è firmato da me, perché assente nella seduta per le note ragioni nelle circostanze in cui è stato elaborato. Mi sembra che l’Assessore Goggi dia una interpretazione dell’ultima parte corretta, cioè - 116 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 agevolazioni economiche, l’Amministrazione probabilmente non può darne. Io allora, però, suggerirei come ho detto già nell’intervento di sostituire la parola agevolazione economiche con la parola “crediti d’imposta” per la banale ragione che l’Amministrazione deve promuovere provvedimenti che garantiscano credito d’imposta a coloro che operano questa sostituzione delle marmitte catalitiche. Questo perché il sistema è molto più efficiente. Se come dice l’Assessore Goggi noi contributi agli automobilisti non ne possiamo dare e dobbiamo rivolgerci al legislatore nazionale, cosa che l’Amministrazione di Milano può fare con una telefonata, io credo che allora valga la pena di lavorare anche sullo strumento, quindi non più il contributo, ma il credito d’imposta che è strumento principe per realizzare in fretta una concreta agevolazione”. Escono dall’aula i consiglieri Ferrara, Ciabò e Carugo: i presenti sono, pertanto, 39. Il Presidente dà la parola al consigliere Di Martino. Il consigliere Di Martino così interviene: “Io sono uno dei firmatari di questa mozione urgente. Mi sono già espresso in sede di Commissione e avevamo individuato il percorso da seguire assieme, ma il collega Molinaro essendo un - 117 - Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 tecnico della materia e esperto per la sua attività lavorativa, più che precedente passata, aveva dato prova di estrema precisione e capacità in Commissione, di preparazione soprattutto. Io poi, avendo avuto contatto con Amministrazioni che hanno già iniziato questo percorso, come le Città di Napoli e di Palermo, mi sono procurato il materiale riguardante la materia e l’ho sottoposto all’attenzione del collega Molinaro. Io ritengo che da questo lavoro comune sia uscita questa mozione che ritengo positiva per questa Città. Ho visto che l’Assessore Goggi l’ha accolta con piacere, su mandato del Presidente Pillitteri in commissione si era deciso di produrre un documento di questo genere, che fosse un documento non della Maggioranza o della Minoranza, ma della Commissione nella sua interezza. Ritengo che lo spirito sia stato quello e sia stato poi portato in questo documento. Quindi ritengo che il gruppo di AN possa tranquillamente esprimersi in modo favorevole su questo documento”. Il Presidente pone in votazione la mozione urgente, a firma del consigliere Molinaro ed altri, precedentemente indicata. Dal sistema di votazione elettronico risulta che hanno partecipato alla votazione n. 32 - 118 - Consiglieri, come da Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002 documento n. 4, che si allega. Al riscontro dei voti, la votazione dà il seguente esito: Presenti n. 32 Astenuti n. Votanti n. 31 Voti favorevoli n. 31 1 (De Pasquale) Il Presidente pertanto proclama che la mozione è approvata. --- - 119 -