Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
Seduta del Consiglio Comunale dell’11 febbraio 2002
Presiede Giovanni Marra Presidente del Consiglio Comunale
Partecipa il Segretario Generale Dr. Giuseppe Albanese
-------Il Presidente dispone si proceda con interventi ai sensi dell’art. 21
del Regolamento di organizzazione e funzionamento del Consiglio
Comunale.
Indi dà la parola al consigliere Mattioli.
Il consigliere Mattioli così interviene:
“Innanzitutto mi spiace per il ritardo con cui iniziamo i lavori
e soprattutto mi spiace intervenire in un’aula dove non è presente
nessun rappresentante della Giunta. Quindi, farò riferimento a Lei,
signor Presidente, perché eventualmente riporti i miei pensieri a chi
di dovere.
In quest’ultima settimana due questioni hanno tenuto banco
sui media: la questione dei rapporti fra l’Assessore Carrubba, la
Giunta e il Sindaco per il bilancio di previsione 2002 e la vicenda
ALER.
Allora, sulla questione Carrubba mi permetto di considerare,
davanti all’aula, quello che abbiamo detto in questi giorni in alcuni
comunicati stampa: noi siamo contenti che l’assessore Carrubba
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rimanga al suo posto perché pensiamo che Milano abbia bisogno di
persone di valore. Quindi indipendentemente dalle opzioni politiche,
dalle scelte politiche che ci portano su versanti contrapposti e
diversi, siccome riteniamo che l’assessore Carrubba sia una
persona di estremo valore, preferiamo quindi politicamente
incrociare le lame con un Assessore competente e valido e quindi
abbiamo valutato positivamente che alla fine del contenzioso
l’Assessore sia rimasto al suo posto.
Ancora una volta è stato necessario l’intervento del vostro
nume tutelare, che è il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. È
stato evidentemente un intervento positivo, ma, a nostro avviso,
ha posto ancora una volta in evidenza i limiti nella gestione della
Giunta del Sindaco Albertini e i limiti stessi delle forze politiche che
compongono la vostra Maggioranza.
In ogni caso riteniamo che l’Assessore Carrubba, con la sua
riconferma, se non altro potrà rappresentare un po’ più uno spirito
d’opposizione all’interno della Giunta dove la sua voce critica si è
sollevata più volte. Infatti non riteniamo che la questione da lui
sollevata sia meramente inerente ai tagli al suo Settore per il
bilancio di previsione 2002, pensiamo che la questione sia più
profonda. L’assessore Carrubba più volte ha manifestato la sua
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criticità, le sue critiche, la sua insoddisfazione per come questa
Giunta gestisce la Città di Milano. Pensiamo che il vero argomento
di scontro alle tensioni derivi da questo suo pensiero libero che ha
manifestato più volte pubblicamente.
Detto questo, l’altra questione, come dicevo, che ha tenuto
banco in questi giorni è la vicenda ALER, la società che gestisce il
patrimonio
pubblico
immobiliare.
Abbiamo
assistito
ad
una
denuncia gravissima del Presidente uscente Guerreri, che ha
dichiarato pubblicamente che la Regione Lombardia, nella sua
ipotesi di ristrutturazione di questa azienda, intende svendere
questa azienda, intende svendere il patrimonio pubblico. È una
denuncia gravissima che tocca in particolare Milano, perché gran
parte del patrimonio abitativo gestito dall’ALER è patrimonio sito
nella Città di Milano.
L’ALER, come sappiamo, tra l’altro, gestisce circa 20 mila
alloggi di proprietà del Comune di Milano, affidati dal Demanio
all’ALER per la gestione. Riteniamo che la denuncia sia gravissima e
che il Comune di Milano non possa rimanere avulso e semplice
spettatore di quanto sta avvenendo in Regione Lombardia.
È
per
questo
che
abbiamo
chiesto
un’audizione
del
Presidente Guerreri in Commissione Demanio. Riteniamo doveroso
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che anche il Consiglio Comunale di Milano sia informato delle sue
denunce, perché pensiamo che il Comune di Milano non possa
astrarsi dalla questione. Così come riteniamo che sia doveroso che
il Comune di Milano si faccia parte attiva presso la Regione
Lombardia per verificare e concordare.
Bisogna che la Regione Lombardia senta il parere del
Comune di Milano, del Sindaco Albertini e dell’Assessore al
Demanio per quanto riguarda tutto il progetto di ristrutturazione
dell’ALER. Sicuramente è una competenza che viene attribuita alla
Regione Lombardia. Dicevo prima: l’ALER è un patrimonio dei
cittadini milanesi, è un nostro patrimonio, non possiamo rimanere
soltanto degli spettatori.
Quindi l’invito che io rivolgo in questo momento è al Sindaco
e all’Assessore al Demanio a farsi parte attiva presso la Regione
Lombardia perché il Comune di Milano deve essere coinvolto in
questo processo di ristrutturazione, perché le proprietà di cui si
tratta sono in gran parte della Città di Milano, sono gestite per
conto della città di Milano. Quindi riteniamo doveroso, in un
processo di federalismo, di decentramento di poteri e quanto altro
volete aggiungere voi, che il Comune di Milano non debba
semplicemente subire l’iniziativa di un nuovo accentramento da
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parte della Regione Lombardia su questioni e su patrimoni che
riguardano il nostro Comune”.
Il Presidente dà la parola al consigliere Baldassarre.
Il consigliere Baldassarre così interviene:
“Il mio intervento odierno riguarda la Galleria San Gregorio,
un’altra arteria commerciale che muore. La Galleria San Gregorio, a
pochi passi da Corso Buenos Aires, un tempo prospera di esercizi
commerciali, oggi vuota e desolata. Infatti sono rimasti pochissimi
negozi. Questa estinzione è stata provocata dal fatto che la società
‘Iniziative Negozi’ del gruppo Pirelli ha acquistato tutti gli immobili
della galleria, se non ricordo male dell’INPS.
Sull’acquisto non ho nulla in contrario, salvo che la società
prima menzionata sta facendo scadere i contratti d’affitto degli
esercizi commerciali lasciando vuoti i locali.
Altro fatto inquietante è che per molti operatori il contratto
scadrà tra 6 oppure tra 8 anni con la conseguente fine del
passaggio commerciale in tale via.
Gli operatori rimasti non riescono ad avere un’audizione con
la società del gruppo Pirelli per poter conoscere il loro futuro. In
compenso la politica della società, che ha acquisito l’immobile, sta
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provocando una desertificazione commerciale che sta lasciando
terreno alla criminalità.
Concludo,
chiedendo
che
l’Amministrazione
comunale
intervenga per impedire che ancora una volta a rimetterci sia una
categoria poco protetta come i piccoli commercianti”.
Il Presidente dà la parola al consigliere Ciccioni.
Il consigliere Ciccioni così interviene:
“Grazie, Presidente. Intervengo per fatto personale, perché
sul sito del Comune di Milano, sul Giornale on-line, a partire da
sabato mattina, è apparsa una notizia che viene riportata in modo
assolutamente inaccettabile. Si legge: ‘Decreto di condanna contro
il consigliere Ciccioni querelato da Albertini’. Ebbene, anzitutto non
corrisponde al vero che il Sindaco Albertini abbia vinto una causa
contro il sottoscritto. In questo caso, se la notizia dell’emissione di
un decreto penale di condanna a mio carico fosse effettivamente
fondata, poiché - come specificherò meglio in seguito - non ho
attualmente
ricevuto
alcuna
notifica,
si
tratterebbe
di
un
procedimento penale aperto a seguito di una querela presentata nei
miei confronti dal Sindaco.
L’affermazione contenuta nel sito del Comune di Milano, ‘Il
Giornale di Milano’ è impropria e scorretta. Sempre quindi che sia
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vero, non si tratterebbe inoltre di un provvedimento definitivo né
tantomeno di una condanna in senso proprio, poiché, quando e se il
decreto mi sarà notificato, provvederò senza indugio ad oppormi e
chiederò lo svolgimento del dibattimento. Infatti, come ha sancito
già più volte la Cassazione per casi analoghi, le mie forti critiche al
comportamento politico del Sindaco sono state legittime e lecite.
Ho esercitato quel fondamentale diritto di critica politica sancita
dall’articolo 21 della Costituzione tale da scriminare anche
un’eventuale diffamazione.
Altrettanto falsa, tendenziosa e denigratoria della mia
persona, è l’affermazione che il decreto penale venga emesso
quando le prove sono così schiaccianti che l’Autorità Giudiziaria non
ritiene opportuno nemmeno aprire il dibattimento, tra virgolette,
perché così è riportato su ‘Il Giornale on-line’!
Ebbene, come sa qualsiasi esperto in diritto, il decreto
penale può essere emesso in presenza di ben determinati elementi
di fatto e di diritto, ma solo allorché Pubblico Ministero e Giudice
ritengano che debba essere applicata esclusivamente una pena
pecuniaria, ossia quando il reato è di minima entità.
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Allora, inveritiero e gravissimo soprattutto è stato il riferire
gli aggettivi da me elencati come se proferiti alla persona del
Sindaco Albertini.
Com’è provato dalle registrazioni e dal verbale della seduta
del 2 di luglio, ho esclusivamente elencato, sì, 100 aggettivi e più,
abbastanza coloriti, ma solo più avanti nel mio intervento – come
ricorderete – ho detto che tale era il mio giudizio riguardo al
comportamento
del
Sindaco
Albertini
sulla
questione
del
referendum del traffico. Mai ho inteso offendere o ingiuriare la
persona del Sindaco, ma ho semplicemente criticato, come è mio
diritto e mio primario dovere verso i cittadini e gli elettori che
rappresento, un comportamento politico fortemente ostruzionistico
e anche antidemocratico teso al boicottaggio del referendum sul
traffico.
I milanesi, lo vorrei ricordare, a causa del traffico e
dell’inquinamento, sempre più spesso si ammalano e muoiono in
questa città.
Ribadisco inoltre che ad oggi non mi è stato notificato alcun
atto giudiziario. Non sono, quindi, neppure a conoscenza del fatto
di essere stato oggetto di indagini, né tantomeno di essere il
destinatario di un decreto penale di condanna. È un fatto molto
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grave, pertanto, Presidente, che il Comune abbia ricevuto e
addirittura pubblicizzato trionfalmente notizie giudiziarie che
dovrebbero essere coperte da segreto, almeno fino alla notifica
all’imputato.
Chiedo quindi formalmente che i soggetti responsabili
vengano sentiti circa la provenienza delle informazioni contenute
nel comunicato, riservandomi a proposito ogni azione a tutela.
Per quanto riguarda il decreto penale, mi limiterò ad
attendere un’eventuale notifica per poterne valutare i contenuti.
Attualmente non voglio neppure esaminare l’ipotesi che la notizia
sia completamente falsa; ovviamente, in tal caso, le mie
determinazioni saranno di eccezionale gravità.
Preannuncio comunque sin d’ora, come ho già avuto modo
di dire, che se la notizia diffusa dal Comune fosse invece vera, mi
opporrò al decreto e chiederò lo svolgimento del processo.
Certo di avere ragione, andrò fino in Cassazione, se ve ne
fosse la necessità, per affermare un principio di civiltà giuridica che
la stessa Corte ha già più volte riconosciuto per fatti che, a
differenza del mio intervento, presentavano gli estremi del delitto
di diffamazione o di reati più gravi. Vedi, ad esempio, le ultime
sentenze su Berlusconi e Bossi, o, addirittura, come ben sa lo
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stesso Sindaco, Presidente, che il 5 febbraio è stato assolto
dall’aver detto ai Vigili Urbani: ‘felloni e parassiti’.
Quanto ai contenuti dell’articolo, che enfatizzano l’affermata
vittoria del Sindaco, e offensivi anche nei miei confronti, non sono
accettabili e si commentano da soli. Mi auguro al proposito che non
fossero noti al Sindaco prima della pubblicazione. Infatti questo
articolo, questo comunicato stampa è, al contrario del mio
intervento, effettivamente denigratorio nei confronti della mia
persona.
Chiedo pertanto che il testo integrale del mio intervento
venga pubblicato sul sito del Comune con la medesima visibilità e
risalto e con gli stessi rinvii alla ‘home page’ che ha avuto l’articolo
oggetto del mio intervento di oggi. Il comunicato stampa relativo
dovrà essere inviato a cura del Comune a tutti i media cui è stato
trasmesso l’articolo stesso, ciò per permettermi di esercitare il mio
diritto di rettifica.
Presidente, ho dato mandato ai miei legali di valutare la
portata delle affermazioni contenute nell’articolo. Mi riservo di agire
nelle
sedi
giudiziarie opportune, nei confronti del direttore
responsabile de ‘Il Giornale on-line’ e di eventuali ulteriori soggetti
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
corresponsabili, di cui chiedo comunque l’immediata rimozione
dagli incarichi. Non è, infatti, accettabile…”
Il Presidente così interviene:
“Consigliere, è scaduto il suo tempo, però”.
Il Consigliere Ciccioni così prosegue:
“Ho quasi finito, Presidente”.
Il Presidente così interviene:
“Eh, lo so, è due minuti oltre il tempo consentito.”
Il Consigliere Ciccioni così riprende:
“…che dipendenti o collaboratori del Comune svolgano il loro
lavoro mistificando la realtà, con evidente partigianeria e con
intenti denigratori nei confronti di un Consigliere di Opposizione.
Sono certo di essere nel giusto e di avere esercitato solo il
mio fondamentale diritto di critica. Ritengo la posizione giudiziaria
del Sindaco frutto di emozione, perché la vera portata del mio
intervento può non essere considerata denigratoria. Pur certo
dell’infondatezza, anche della causa civile promossa nei miei
confronti dal Sindaco e dal Comune ho comunque già offerto,
Presidente, una stretta di mano al Sindaco il quale è, sì, un
avversario politico che sbaglia, ma è anche una persona che stimo
e rispetto e che non ho inteso offendere personalmente”.
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Il Presidente dà la parola al consigliere Vagliati.
Il consigliere Vagliati così interviene:
“Io sarò abbastanza breve per portare a conoscenza del
Vicesindaco, che è anche l’Assessore alla partita, un problema che
sta sorgendo in un’area verde adiacente a via Piero Strozzi, dove
c’è praticamente il Cottolengo di Milano, in zona Caterina da Forlì,
per inquadrare il problema.
Quest’area (ormai segnalata da molti cittadini che hanno
formato comitati spontanei) è oggetto di occupazione notturna con
schiamazzi e con situazioni poco ideali e poco sicure per le persone
che ci vivono.
Il problema è abbastanza grave, perché ormai la situazione
perdura da tanti mesi. In quest’area verde (che era un tempo
cintata) è stata tolta la cinta ed è rimasto solo un muretto molto
basso, inoltre è adiacente a una scuola e c’è un parco giochi anche
per i nostri piccoli bambini. Quindi obiettivamente è un’area che
bisognerebbe essere ripresidiata da parte del Comune.
Il Consiglio di Zona ha già fatto segnalazioni al Vicesindaco.
Io mi aggiungo a queste segnalazioni per fare un sopralluogo da
parte della Polizia Municipale, chiaramente nelle ore notturne tra
venerdì, sabato e domenica, per vedere la situazione in essere e
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valutare la possibilità di chiudere anche quest’area con orari
determinati per l’utilizzo dell’area verde da parte delle famiglie.
Dato che siamo nelle vicinanze di una scuola, si potrebbe
magari dare in gestione questa apertura e chiusura anche al
personale della scuola, che sicuramente è presente. Quindi non
penso che ci siano grossi problemi nel fare anche questo piccolo
servizio alla comunità”.
Il Presidente dà la parola al consigliere Martini Giobbi.
Il consigliere Martini Giobbi così interviene:
“Il mio intervento parte da una notizia che ho letto sui
giornali sulla quale sono perfettamente d’accordo: ‘Più poteri agli
ausiliari della sosta’. È evidente che questo provvedimento va
nell’ordine di regolamentare la sosta e quindi la viabilità. Se così è,
io chiedo che gli ausiliari della sosta vengano attentamente
impiegati anche nei pomeriggi delle domeniche nelle zone 7 e 8,
allorché vi sono le manifestazioni sportive. L’ho già detto ed
insisto: coloro che si recano allo stadio per le manifestazioni
sportive vanno a bloccare tutte le vie che arrivano allo stadio, in
tutti i sensi di marcia.
Da un’attenta osservazione, preciso che i concessionari di
alcune aree che vengono adibite al parcheggio, sono loro stessi che
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favoriscono il parcheggio anche al di fuori dello spazio delimitato.
Preciso: se vi è un’area laddove è consentito il parcheggio e questo
viene dato in concessione o a delle cooperative o comunque a
persone che sono in regolare diritto e permesso di poter fare
parcheggiare, sono proprio loro che autorizzano a un parcheggio
selvaggio, al di fuori dello spazio delimitato, chiudendo di fatto la
possibilità di circolazione per i residenti. Ma, preciso, chiudendo di
fatto la possibilità dell’arrivo di qualunque mezzo di soccorso che
malauguratamente potesse rendersi necessario in una di queste
vie.
Allora, se è giusto consentire e dare più poteri agli ausiliari,
è giusto anche che gli ausiliari intervengano non solamente per
dare le multe – giustissime – a coloro che parcheggiano male nei
giorni di lavoro; ma, peggio ancora, a coloro che per praticare uno
sport vanno a creare dei danni a dei residenti che già, in
conseguenza di queste situazioni sportive, veramente non si
trovano nelle condizioni migliori.
Mi auguro che sia l’ultima volta che faccio un intervento di
questo genere, perché diversamente sarò costretta a portare una
attenta e documentata relazione, corredata da fotografie, affinché
si possa vedere che quello che sto asserendo è una storia che
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ormai si ripete tutte le domeniche in queste zone che sono nelle vie
limitrofe della zona 7 e della zona 8”.
Il Presidente dà la parola al consigliere Colombo.
Il consigliere Colombo così interviene:
“Io mi limiterò stasera a due brevi flash, a due brevi
osservazioni. La prima riguarda il Bingo. Noi abbiamo letto,
sappiamo, che nella nostra Città è stata aperta la prima sala per il
Bingo (che, se non sbaglio, è una specie di tombola) e questa sala
ha subito visto un’affluenza notevole. Io mi congratulo con questa
iniziativa, che può aver senso per scacciare la noia in queste tristi
giornate milanesi, però subito si è posto il solito problema del
traffico e dei parcheggi. Allora, cosa è successo? È arrivata la sala
Bingo, in via Washington, ma tutta la zona intorno è diventata
invivibile per i residenti che non trovano più neanche 5 centimetri
per parcheggiare le loro macchine.
Allora, due questioni. La prima: come sempre si fanno le
iniziative senza guardare il contesto. Ed allora, va bene la sala
Bingo, vanno bene altre iniziative, però ormai sappiamo che
qualsiasi iniziativa deve fare i conti con il primo problema delle
Città,
che
è
quello
delle
macchine,
dei
parcheggi,
dell’inquinamento. E allora mi domando se quella soluzione era
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l’unica soluzione. Soprattutto, in vista dell’apertura di nuove sale,
dico subito che bisogna pensare la collocazione di queste sale in
contesti che non siano contesti già congestionati di traffico. Questo
vuol dire portarli fuori dalla Città. Se vuol dire questo, io sono per
portare fuori anche queste sale dalle vie più centrali della Città.
Seconda questione: cosa si fa, allora, per i residenti? Io
credo che bisogna intervenire subito in quella zona per dare la
possibilità ai residenti di parcheggiare. Quindi mettiamo le strisce
gialle (quelle per i residenti), facciamo subito distinzione tra strisce
gialle e strisce blu, in modo che i residenti possano parcheggiare
senza quelle incredibili difficoltà di queste ultime settimane.
La seconda osservazione è una questione molto modesta,
ma che poi incide pesantemente sulla vita nella nostra Città, ne
parlavo già in chiusura del mio intervento la settimana scorsa. Il
tema tecnicamente si chiama ‘le deiezioni canine’. Ma io prendo
questo argomento da lontano. La siccità di questo periodo ha
mostrato che i nostri giardinetti non sono puliti. Io credo che la
scelta del Global Service sia anche una scelta giusta, ma il Global
Service va controllato quotidianamente, costantemente. E allora io
chiedo
all’Assessore
competente,
che
se
non
sbaglio
è
il
Vicesindaco De Corato, di fare pressioni sul Global Service perché
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
rispetti il capitolato nel contratto, che è molto esplicito in tal senso:
garantire la pulizia. La pulizia vuol dire, soprattutto in tanti
giardinetti, intervenire per togliere le cacche dei cani. C’è poi un
altro aspetto: non solo si tratta di fare pressioni sul Global Service,
ma si tratta anche di fare rispettare…”
Fuori microfono interviene un Consigliere non meglio
identificato il quale pronuncia parole che risultano peraltro
incomprensibili.
Il Consigliere Colombo così riprende:
“In questo caso sono Global come si usa dire, guardiamo in
alto ma guardiamo anche in basso, visto che in questa Città siamo
costretti ad essere in questa posizione sempre vigili.
Cosa dico? Dico che c’è un’ordinanza da anni che prevede
delle sanzioni per i cittadini milanesi che non puliscono le deiezioni
canine. Se non sbaglio a Milano ci sono 100 mila cani, e questo
vuol dire tonnellate di cacca al giorno! Dobbiamo essere molto più
rigidi. Lo dico ad una Amministrazione che dovrebbe garantire
ordine, sicurezza e pulizia in questa Città. Fate le cose bene,
almeno in questo settore”.
Il Presidente dà la parola al consigliere Rutelli.
Il consigliere Rutelli così interviene:
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
“Signor Presidente e colleghi, volevo spostare la vostra
attenzione per un istante su un tema che è un po’ al centro
dell’attenzione di molte fasce sociali e professionali della nostra
Città e riguarda, in particolare, il tema dei lavori che dovrebbero
essere imminenti nell’area de La Scala. Vorrei informarvi che nel
pubblico è presente una delegazione (che saluto anche a nome
vostro) dei lavoratori de La Scala, e chiedo a loro di farsi vedere...
Signor Presidente, ha ragione, lei riesce a fare tre cose insieme. Ha
ragione! Ha ragione!
Ecco, volevo dirle, signor Presidente, che è presente una
delegazione di una decina di lavoratori della Scala; le portano il loro
saluto, anche perché, mio tramite, le vogliono inoltrare questo
elenco di firme di 10 mila cittadini milanesi che hanno costituito un
comitato per la difesa del palcoscenico del Teatro alla Scala.
Quindi, se qualcuno gentilmente vuole inoltrare all’Ufficio di
Presidenza, al Presidente questo elenco di 10 mila firme, così può
essere posto agli atti.
Questo è solo un sintomo, un indicatore che nei prossimi
anni (quando i lavori che, si ritiene, debbano essere legittimamente
portati avanti) ci sarà un’attenzione permanente da parte di larghe
fasce di popolazione sul tema in questione. Perché? Perché molti
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cittadini milanesi si sono preoccupati del fatto che La Scala perda la
sua unicità.
Io oggi ho saputo una cosa che mi ha lasciato un pochino
sbalordito, che al nuovo Teatro degli Arcimboldi, al di là dei pannelli
che sono caduti e che – voi sapete - hanno anche rischiato di fare
danni alle persone, addirittura ho saputo che il neo palcoscenico,
che doveva essere l’occhiello della tecnologia, non è in funzione.
Addirittura, l’organizzazione de La Scala è stata costretta a cercare
delle opere che non abbiano bisogno di palcoscenici mobili. Questo
per sottolineare come quello che doveva essere il fiore all’occhiello
dell’efficienza, in realtà ha già numerose pecche. Noi abbiamo
anche fatto un’interrogazione, firmata da me e dal collega
Antoniazzi, peraltro in coordinamento con tutta l’Opposizione,
un’interrogazione urgente datata 28 dicembre. L’ufficio mi dice che
entro un mese avremmo dovuto avere la risposta. È passato un
mese e ancora la risposta non c’è. Io per correttezza faccio notare
che comunque noi l’attendiamo, anche perché la richiesta era
connessa alla disponibilità a presentare in Consiglio Comunale una
relazione aggiornata, da parte degli Assessori e Istituzioni
competenti, sullo stato dei progetti, al fine di garantire alla Città
un’informazione esauriente sul futuro dei lavori e delle relative
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garanzie di mantenimento della qualità degli attuali standard,
rispetto alle opere di conservazione e ristrutturazione previste e
sulla scadenza di conclusione lavori. La richiesta era pertanto che
queste informazioni venissero offerte al Consiglio Comunale prima
dell’avvio dei lavori.
Ora siccome, dalla stampa, gli Assessori competenti
confermano che con i primi di marzo dovrebbero iniziare i lavori, io
mi attendo che nell’arco del mese di febbraio, il Consiglio Comunale
possa ottenere tutte le informazioni che ha chiesto. Questo non
perché
io
consideri
negativo
in
assoluto
un
lavoro
di
ammodernamento, ma perché credo che ‘ammodernamento’ non
voglia significare necessariamente distruggere quello che la storia
ci ha consegnato e che ancora è funzionante. La cosa che mi
preoccupa è la perdita dell’unicità della Scala, come Teatro nella
sua specificità.
Poi, l’altro aspetto collegato a questo, è che Milano ormai
dispone di vari Teatri. Quello che é importante è sapere come
l’insieme dei Teatri, ormai tanti, possano rispondere al fabbisogno
della Città e quindi avere anche una programmazione, una
pianificazione del coordinamento tra questi Teatri.
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
Quindi io saluto la delegazione che è qui presente, mi
auguro che rimanga attiva in tutto questo periodo e che prima
dell’avvio dei lavori, il Consiglio Comunale possa avere tutte le
informazioni al riguardo”.
Il Presidente così interviene:
“Io ringrazio il collega Rutelli, però vorrei ricordare che la
Presidenza del Consiglio è un organo di autogoverno di garanzia del
Consiglio. Per cui, di fatto, presentare alla Presidenza del Consiglio
Comunale queste 10 mila firme è un atto importante, ma non è
risolutivo. In realtà, queste firme vanno presentate all’Assessore ai
Lavori Pubblici, al quale le presenterò per sua vece, caro collega.
Lei è membro di questo Ufficio di Presidenza e conosce benissimo i
procedimenti. Quindi la prego la prossima volta di osservare i
procedimenti”.
Indi dà la parola al consigliere Fiano.
Il consigliere Fiano così interviene:
“Inizierò il mio intervento, Presidente, con un termine
desueto. Io sono un antifascista, Presidente. Credo che questa sia
una caratterizzazione che ha ancora diritto di cittadinanza in questo
Paese, in particolare se è riferita a quello che è stato il fascismo in
Italia alla metà del secolo scorso.
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
Leggo sul più importante quotidiano nazionale, alla quinta
pagina di oggi, che il nuovo Segretario Nazionale della Fiamma
Tricolore annuncia che la Fiamma si allea con il Polo come fece
Mussolini. Questa, diciamo, è la prima notizia sulla quale avrei
piacere di disquisire, di parlare con gli amici che in Forza Italia,
nella Casa delle Libertà, si rifanno a tradizioni di stampo liberale, di
stampo socialista, di stampo riformista.
Il giornalista (un noto giornalista politico) fa alcune domande a
questo giovane Luca Romagnoli. A parte che viene chiesto come
definirebbe lui Benito Mussolini. Risposta: ‘Il protagonista di
un’esperienza irripetibile come irripetibili sono state le stagioni
dello stalinismo, del Maoismo o del bonapartismo. Evola parla di
cicli di luce e di buio che si alternano a storie dell’umanità. Qui la
risposta è talmente ambigua che non so se lui scrive a Mussolini nei
cicli di luce o in quelli di buio. Temo di sapere quale sia la sua
opinione.
‘Torniamo a Mussolini’ - dice il giornalista - ‘consentì le leggi
razziali’. ‘Dire che le ha volute Mussolini è una semplificazione poco
scientifica. Ci sono momenti in cui gli uomini sono strumenti degli
accadimenti’. Sta parlando un nuovo membro della Casa delle
Libertà. Cioè, questo signore dice che quest’uomo, che era
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Mussolini, è stato strumento di un accadimento che ha portato alla
morte per tortura, per deportazione, per camere a gas, per forni
crematori, molte migliaia di italiani, in ragione della loro religione o
credo politico o appartenenza al Fronte della Resistenza o
antifascisti. La domanda più interessante è la successiva: ‘Qualcuno
le ha volute, però’ - dice il giornalista con riferimento alle leggi
razziali -. Risponde Luca Romagnoli: ‘Ci sono casi in cui non ci si
può sottrarre’. Diciamo, è una risposta che fa parte di una gamma
di risposte che i criminali nazisti hanno dato in questi decenni nei
processi contro i nazisti – l’ultimo che diede una risposta del genere
è stato Priebke a Roma -. ‘Ci sono casi in cui non ci si può
sottrarre. Non dico che Mussolini fosse uno strumento nelle mani di
Hitler, ma erano alleati e nelle alleanze qualcosa bisogna pur
cedere’.
Se questa teoria fosse vera, Mussolini aveva ceduto nelle mani
di questa alleanza quello che voi sapete, che io ho detto poco
prima: le leggi razziali contro gli ebrei, la lotta contro i partigiani,
contro i resistenti, contro i renitenti alla leva, eccetera, eccetera.
Qualche migliaia, decine di migliaia di morti, lasciando stare la
Guerra di Liberazione. Parlo prima della Guerra di Liberazione.
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
Io credo che per gli spiriti liberi che hanno scelto di fare
politica nella Casa delle Libertà questa sia una prova difficile,
perché è difficile stare a fare politica con qualcuno che falsifica la
storia, che non ha vergogna di appropriarsi di uno dei crimini... uno
dei crimini! Io non penso che il fascismo o il nazismo siano l’unico
crimine della storia dell’Europa del secolo scorso. Certo, in Italia lo
è stato. E’ stato il più grave periodo che l’Italia ha passato nel
secolo scorso. Sono molto preoccupato che nel linguaggio politicoitaliano, nel dibattito politico–italiano, che certo porterebbe a noi
tanti argomenti quotidiani per confrontarci, l’impunita falsificazione
degli elementi della storia abbia ormai spazio o alberghi nel
dibattito politico.
Credo che non sia un fatto possibile che quelle forze della Casa
delle
Libertà,
alle
quali
mi
sono
richiamato
prima,
che
legittimamente hanno scelto di partecipare al progetto politico di
Berlusconi,
questa
alta
implicazione
riguarda
la
politica
contemporanea, possano permettere a se stessi una alleanza di
questo tipo. Mi auguro che le persone, che io credo abbiano una
coscienza di sé e della storia della politica italiana alta e che sono
anche in quest’aula, vogliano dire qualcosa perché la storia e la
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
politica di questo Paese non diventano un’inutile insalata russa
nella quale tutto quanto, il bianco e il nero, sono sempre uguali”.
Il Presidente dà la parola al consigliere Farina
Il consigliere Farina così interviene:
“Io avrei dovuto originariamente intervenire in ordine a un
episodio accaduto sabato scorso, il 9 di febbraio, intorno alle ore
15, al mercato di piazzale Lagosta e che, a mio modo di vedere,
non essendo l’unico, da quello che so, pone dei forti interrogativi
sul modello di sicurezza che si vuole applicare in questa città; in
particolare dentro questo modello di sicurezza metropolitano, che
ruolo dovrà avere la nostra Polizia Municipale, un tempo Vigili
Urbani.
Sto parlando di immigrati, venditori abusivi, quindi non di
un’operazione antidroga o anticrimine con caratteristiche di stampo
mafioso. Venditori ambulanti, uno in particolare ammanettato,
incatenato per i piedi, uso di cani addestrati, colluttazione con la
folla - giustamente indignata da un operato a dir poco sbrigativo -,
fuga con mezzi della Polizia Municipale, con macchine private
urtate, senza neanche l’obbligo di una fermata o quel che sia.
Allora, avrei dovuto intervenire su questo, che è uno dei tanti
episodi in catena che si stanno susseguendo e che credo avremo
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
modo anche di capire meglio nella loro dinamica futura anche
quando si discuterà il Bilancio preventivo della Polizia Municipale di
Milano in quest’aula e in sede di Commissione. Ovviamente non
posso che rimbeccare anche la collega Martini Giobbi, dicendo la
mia modesta opinione sul fatto che gli ausiliari della sosta (di cui
sono
state
modificate
le
funzioni,
le
mansioni
e
i
poteri
recentemente) non sono certamente, come scopo primo, stati
istituiti per regolarizzare la sosta stessa, ma questo è un obiettivo
collaterale di questa Amministrazione, relativamente a necessità
ben più forti e stringenti; ossia essenzialmente di fare cassa
attraverso le contravvenzioni.
Se questo non fosse vero, probabilmente gli stessi ausiliari
avrebbero avuto altro inquadramento professionale e anche
contrattuale.
Ma avrei dovuto intervenire (spendo gli ultimi minuti di questo
articolo 21) per segnalare anch’io, come il collega Rutelli, pur nella
disattenzione che contraddistingue quest’aula molto spesso su
questo genere di interventi di inizio Consiglio, sulla presenza di una
delegazione dei lavoratori del Teatro alla Scala, oggi lavoratori
stanziati al Teatro degli Arcimboldi, su una serie di questioni che io
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
spero e conto che diventino oggetto di discussione in Consiglio
Comunale.
Il consigliere Rutelli faceva riferimento ad alcune interrogazioni
presentate fra la fine di dicembre e gli inizi di gennaio. Una di
queste è stata presentata anche dal Gruppo di Rifondazione
Comunista, concordemente con gli altri Gruppi dell’Opposizione: in
essa si chiedevano preventivamente alcune delucidazioni non
chiare dalla Commissione tenutasi il 14 dicembre 2001 con il
Sovrintendente Fontana e il responsabile del lavoro, l’ingegnere
Malgrande, sulla ristrutturazione della sede del Piermarini del
Teatro La Scala e anche sulle modalità con cui si intendeva
procedere relativamente al Teatro degli Arcimboldi. Di più si
chiedeva la costituzione di un osservatorio permanente intorno ai
lavori di ristrutturazione aperto ai lavoratori del Teatro, ai cittadini,
ai Consiglieri e ovviamente a quanti altri ne avessero avuto
interesse.
Di questa interrogazione un mese è passato e notizia non è
giunta. Vero è che un mese è trascorso da poco, però è vero anche
che i pannelli, senza voler strumentalizzare nulla, non aspettano i
tempi
burocratici
e
che
nessun
ripensamento,
tantomeno
trasparenza, sembra avanzare relativamente ai lavori annunciati e
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
preventivati per i primi di marzo e che continuano ad essere, a mia
conoscenza, fissati per quella data.
Siccome, invece, alcune delle caratteristiche tecniche, a cui
faceva riferimento anche il consigliere Rutelli, del Teatro degli
Arcimboldi, del palco, della scena e di molti altri meccanismi che
servono al funzionamento di un teatro, sono fortemente dubbi
dall’esperienza della Prima, ‘La Traviata’, e si verificheranno nel
secondo spettacolo, ‘Sansone e Dalila’, del 17 febbraio e che però
mantengono quindi un elemento di forte interrogazione, siccome gli
stessi criteri si vogliono applicare nella vecchia sede, il Teatro La
Scala qui di fronte, e che quindi quello che veniva chiesto nelle
interrogazioni e anche in sede di Commissione risulta rafforzato
dall’esperienza che abbiamo avuto, siccome questo dipende anche
da un modello gestionale che le fondazioni hanno introdotto, forse
sarebbe il caso che questo Consiglio, certamente sarebbe il caso
che questo Consiglio affrontasse come sua specifica materia,
magari anche in un’udienza pubblica, il corpo di queste tematiche
che fanno riferimento a un valore, a un patrimonio che Milano non
può e non deve disperdere”.
Il Presidente dà la parola al consigliere Ottolenghi.
Il Consigliere Ottolenghi così interviene:
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
“Per chiedere esattamente come ho chiesto una settimana fa,
senza aver avuto alcuna risposta - e quindi annuncio che
continuerò a chiederlo fino a quando non arriverà risposta -, se
corrisponde al vero oppure no, che nei giorni precedenti alla caduta
del pannello al Teatro degli Arcimboldi (di cui hanno ora parlato
anche i consiglieri Farina e Rutelli) si erano verificati altri incidenti,
in particolare si è parlato della caduta di un contrappeso sul palco
non durante una rappresentazione. Intendo continuare a chiedere
spiegazioni fino a quando la Giunta si degnerà di darne. Ed è anche
per questo che nei giorni scorsi abbiamo chiesto la convocazione
urgente della Commissione Cultura, alla quale abbiamo chiesto che
venissero invitati, per essere ascoltati, i rappresentanti dei
lavoratori e delle organizzazioni sindacali, gli ingegneri responsabili
dei lavori a La Scala del Piermarini e agli Arcimboldi: Acerbo,
Castore e Malgrande, l’architetto Gregrotti, l’ingegner Commins e il
Maestro Muti, e naturalmente gli Assessori competenti De Corato e
Carrubba.
Ho ricevuto questa mattina una risposta del Presidente della
Commissione Cultura che dice che sono in corso gli accertamenti
sui pannelli, e quindi al termine degli accertamenti verrà convocata
la Commissione Cultura.
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
Ma forse non ci siamo capiti. È bene che su questo, come su
altre questioni, l’Amministrazione, invece di trincerarsi dietro
l’assenza di responsabilità o i pareri tecnici, faccia il suo dovere,
che è quello di dare informazioni al Consiglio e ai cittadini per far
sapere che cosa sta accadendo alla Scala del Piermarini e agli
Arcimboldi.
Si tratta, cioè, di garantire in primo luogo la sicurezza del
pubblico, in secondo luogo la sicurezza dei lavoratori e la possibilità
che possa essere messa a frutto la loro professionalità. In terzo
luogo la qualità dell’offerta artistica e musicale, tanto alla Scala
quanto agli Arcimboldi, per l’oggi e per il domani, anche dopo che
saranno
terminati
i
lavori
della
Scala
e
che
quindi
le
rappresentazioni della Scala torneranno nella sede storica.
Noi continuiamo, quindi, a chiedere conoscenza e trasparenza
su questi temi perché é in gioco, appunto, la sicurezza delle
persone e la qualità di una delle istituzioni simbolo di Milano nel
mondo. E su questo non intendiamo recedere o lasciar passare
senza informazioni.
Approfitto del tempo che mi rimane per anticipare un’altra
questione. Mi rivolgo a tutti i Consiglieri dell’Opposizione, ma anche
della Maggioranza perché intendiamo proporre all’attenzione del
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
Consiglio nei prossimi giorni una mozione che sollevi la questione
che è stata oggetto di dibattito sui giornali nei giorni scorsi del
Planetario e la necessità, cioè, che anche a quest’altra importante
istituzione culturale della Città vengano date assicurazioni per
quanto riguarda: da un lato, l’uscita da uno stato di emergenza
nella quale questa istituzione si trova in questi giorni, il fatto cioè
che il Planetario possa essere rimesso nelle condizioni di garantire
un servizio di qualità, come è avvenuto finora; dall’altro, che venga
confermato il piano previsto di ammodernamento tecnologico che
può consentire a questa istituzione un rilancio, anche qui, è un
salto di qualità nella propria attività e nella propria offerta
culturale, perché anche questo fa parte di ciò che dovrebbe essere
ordinaria amministrazione e che purtroppo viene trascurato da
questa Amministrazione.
Noi chiediamo, però, che su questo punto, che riguarda
appunto un’importante istituzione della Città, ci possa essere
l’adesione di tutti i Consiglieri, indipendentemente dalla loro
collocazione di Maggioranza o di Opposizione”.
Il Presidente dà la parola al consigliere Di Martino.
Il consigliere Di Martino così interviene:
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
“Non è un fatto personale, consigliere Fiano. Però quello che lei
ha detto mi ha portato a meditare e a rileggere con attenzione
l’articolo che lei ha citato. Anche perché, siccome ha chiesto una
riflessione da parte di questi banchi, ritengo che l’aula non sia né
sorda né grigia e che qualche risposta le si debba dare.
Allora, per quanto riguarda l’articolo, lei ha omesso di citare
che questo neo Segretario della Fiamma, che parla un po’ di tutto e
fa un po’ un frullato di tutto: ha citato anche Fidel Castro, ha
parlato di miti o di qualcos’altro, ha parlato dei ‘no-global’,
addirittura ha detto che la Fiamma e Rauti erano vicini anche al
movimento ‘no-global’ in quanto già Rauti parlava delle stesse cose
che dicevano i ‘no global’ sul globalismo qualche anno prima…
Quindi, dico, c’è un polpettone, sarebbe interessante rileggere tutti
i punti senza i puntini e quindi le virgolette intere.
Per entrare nel merito del suo intervento, io ritengo che il Polo
- e AN in particolare- abbia fatto una scelta qualche anno fa. Allora
su questi temi ritengo che, se si dovesse arrivare a un confronto
con questa forza politica, questa forza politica dovrà comunque in
qualche modo rivedere alcune delle argomentazioni che sono state
riprodotte in questo articolo di giornale che, tra l'altro riporta
un'intervista in cui sono messi parecchi punti, perché vedo che ci
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
sono dei puntini, delle virgolette che allungano i discorsi, ma per
brevità penso siano stati tagliati da chi ha scritto l’articolo.
Quindi,
vorrei
capire
innanzitutto
come
sono
state
argomentate tutte le cose. Sicuramente alcune delle cose che sono
citate in questo articolo non sono assolutamente condivisibili.
Ritengo però che ci siano… Qui parla anche di Mussolini, se è stata
una persona capace o non capace, se è stato uno statista, ne
abbiamo discusso qualche giorno fa dopo…”
Fuori
microfono
interviene
un
Consigliere
non
meglio
identificato, le cui parole non risultano peraltro, comprensibili.
Il consigliere Di Martino così riprende:
“…Sì! Sì! No, ma lei forse non l’ha letto, parla anche di
Mussolini, il collega Fiano ha parlato anche di questo...
Quindi io ritengo che per quanto riguarda le leggi razziali sia
ben chiaro che sono state un enorme errore, un enorme atrocità
averle volute e averle fatte diventare leggi, una legge dello Stato.
Questo è indubbio. L’abbiamo detto più volte, e il collega Fiano lo
sa. E quindi ritengo che chi si deve confrontare con noi dovrà poi
andare a rispondere anche in merito a queste questioni.
Quindi ritengo che proprio da questa parte il collega Fiano
(visto che ha citato la parte che gli sta di fronte) possa stare
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
tranquillo sotto questo aspetto. Io ritengo però che non si debba…
a parte le leggi razziali sulle quali ho detto una parola ben precisa,
su tutto il resto si può discutere perché qui ci sono mille e mille
parole, addirittura parla di Fidel Castro, io non mi sento
assolutamente vicino ad una persona che cita Fidel Castro! L’Ulivo
si è più volte alleato con partiti che hanno fatto la desistenza nel
‘96 e hanno vinto le elezioni. Il Polo non si è alleato con Rauti
all’epoca, perché c’erano ancora delle posizioni di un certo tipo, e
ha perso le elezioni. Abbiamo perso parecchi collegi, soprattutto in
Abruzzo e nel meridione, e avremmo potuto vincere se avessimo
fatto non dico l’alleanza ma la desistenza che altri hanno fatto nel
campo avverso e che citano Che Guevara, Fidel Castro e altri
personaggi.
Quindi, ritengo che questo articolo vada preso con le pinze,
sicuramente c’è scritto tutto e il contrario di tutto in questo
articolo. Quindi prego il consigliere Fiano di stare tranquillo per
quanto riguarda questa parte, certe posizioni sono ben chiare. Però
voglio anche dirgli che su certe posizioni e su certi - diciamo apprezzamenti o idee su quello che può essere stato il fascismo o
Benito Mussolini, sicuramente ci sono state delle responsabilità,
non solo del fascismo già nel ‘22.
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
Io le ricordo, lei lo sa meglio di me, ne abbiamo parlato più
volte anche non pubblicamente, che Mussolini venne mandato alle
Camere con 32 parlamentari alla Camera, ebbe 308 voti tra i
popolari,
tra
Sottosegretario
cui
alla
un
certo
Gronchi,
Pubblica
che
Istruzione
che
poi
era
anche
diventò
anche
Presidente della Repubblica. Quindi ebbe in alcune fasi un ampio
consenso e ci furono degli errori madornali e gravissimi come
quello delle leggi razziali.
Ecco, un altro merito che si può ascrivere (scusi, Presidente,
visto che oggi è l’11 febbraio sto parlando anche un po’ di storia),
la pace con la Chiesa che tentarono Crispi e Giolitti. Non riuscì.
Oggi è l’11 febbraio e mi sembra anche di dover ricordare queste
cose! Quindi se dobbiamo andare a vedere tutto e discutere di
tutto, possiamo discuterne. Sicuramente dissento sulle cose che
sono scritte in questo articolo perché ci sono delle cose che stonano
enormemente con quello che può essere il dialogo tra delle forze
politiche che si richiamano alla democrazia”.
Il Presidente così interviene:
“Un dibattito storico potremmo aprirlo magari in qualsiasi
momento. Qui purtroppo ci tocca solo occuparci del quotidiano e
non della grande Storia. Chiedo scusa al consigliere Di Martino. Ci
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
sono gli ultimi tre iscritti a parlare che sono nell’ordine: i consiglieri
Masseroli, Albertini e Baruffi”.
Dà indi la parola al consigliere Masseroli.
Il consigliere Masseroli così interviene:
“Leggo sulla rassegna stampa di oggi che su ‘Il Giorno’ è
riportato un articolo nel quale si dice ‘Luci rosse nell’area dell’AEM e
la Bovisa scimmiotta’. Si parla dell’ipotesi che si crei una zona a luci
rosse vicino a casa mia, sostanzialmente. Qui si ride. Io accolgo
con piacere la vostra ilarità, perché capite bene di cosa stiamo
parlando. Ma io vorrei partire, come prima considerazione, da un
aspetto culturale. Ho letto sui giornali di questa liberalizzazione.
Qualcuno ha detto qualcosa… Un ex Consigliere Comunale, De
Nicola, oggi Vicesindaco di Segrate, parla di questo progetto in
Bovisa. Innanzitutto io ritengo che considerazioni di questa natura,
al di là che vengano fatte in Bovisa o meno, abbiano bisogno di un
dibattito culturale molto più profondo. Io non sono d’accordo che
una situazione certamente difficile vada ghettizzata. Una situazione
difficile, nel quale c’è del malaffare, va affrontata di petto, con tutto
il rispetto che io ho per le persone che fanno questo tipo di
mestiere, certamente che ha una dose di drammaticità non
irrilevante.
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
Ma il mio intervento di oggi è sostanzialmente per dire due
cose. Prima considerazione: si deve parlare della liberalizzazione
della prostituzione, se ne riparli ma in termini culturali, ovvero si
faccia un dibattito vero per arrivare ad una decisione condivisa.
Solo a questo punto si potrà capire quali saranno le eventuali azioni
da
intraprendere.
Seconda
considerazione:
se
l’azione
da
intraprendere è quella di realizzare un ghetto, cosa che non
condivido, lo si faccia sotto casa dell’ex consigliere De Nicola”.
Il Presidente dà la parola al consigliere Albertini.
Il consigliere Albertini così interviene:
“Presidente, ho chiesto di intervenire perché, metaforicamente,
tirato per i capelli in questa discussione dall’intervento del collega
Fiano, ma più ancora dal collega Farina. Il consigliere Farina ha
fatto un intervento fuori dalle righe, criticando (con le parole che lui
ha detto) l’intervento fatto nel mercato di piazzale Lagosta il 9 di
febbraio da parte della Polizia Municipale e facendolo apparire come
un intervento di Polizia in senso stretto nei confronti di lavoratori
più o meno clandestini- irregolari e portando alcuni particolari che,
ad onor del vero, non fanno molto onore ai lavoratori Vigili Urbani
della Polizia Municipale del Comune di Milano.
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
Allora, per dovere di cronaca, ma anche per un senso di
riconoscimento che la Città e anche il Consiglio Comunale deve
avere nei confronti dei suoi dipendenti, io credo che il consigliere
Farina avrebbe fatto bene – cosa che probabilmente ha fatto ma ha
omesso di menzionare - di riportare ciò che il quotidiano ‘Il
Giornale’ questa mattina ricordava. Ed io mi limito a leggerlo,
quindi senza commentarlo, dove si dice: ‘L’Annonaria (quindi il
servizio di Polizia Annonaria) dice ‘in ogni fiera (e per fiera qui si
intendono anche i mercati settimanali) ci sono almeno 30 senza
licenza’. E si dice: ‘Ogni giorno a Milano ci sono 16 mercati per un
totale di 94 settimanali. Tra le bancarelle sta indagando anche la
Finanza, come è emerso in un recente incontro in Prefettura del
Comitato per l’Ordine e la Sicurezza. Si sospetta (si dice nel
giornale) di infiltrazioni mafiose tra i banchi di frutta e verdura e di
riciclaggio di denaro sporco, soprattutto da parte dei venditori
irregolari, molti dei quali clandestini’. E prosegue. Io credo che
l’intervento fatto dalle Forze dell’Ordine in quell’occasione, sia stato
un intervento probabilmente adeguato ad una realtà molto difficile,
molto diversa da quella che il ‘semplice cittadino’ percepisce
quando si reca al mercato per fare gli acquisti, ma che invece le
Forze dell’Ordine conoscono molto bene.
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
Allora, per quello che mi riguarda, per fare da contraltare a ciò
che ha detto il consigliere Farina, io lancio un plauso agli agenti di
Polizia Municipale che hanno svolto bene il loro lavoro, a tutela dei
cittadini e dei lavoratori che intendono operare regolarmente anche
in quelle realtà e in tutte le altre 93 del Comune di Milano.
Al consigliere Fiano, invece, voglio dire - mi ha tirato per i
capelli veramente!- che qualcuno l’ha fatta fuori dal vaso, una volta
si usava dire così, perché credo che quell’intervista riportata sul
giornale è fatta esclusivamente per provocare un po’ di attenzione.
Non c’entra niente, non c’entrano niente le cose che sono state
dette in quell’intervista con gli ideali e i valori che ci sono dentro
nella Casa della Libertà. Dentro c’è gente che ha storia, posso
citare il sottoscritto, perché insieme a me ho portato la mia
esperienza, ma posso assicurare che dentro nella Casa della Libertà
quelle cose lì non hanno titolo di esserci. Per cui chiudo e risparmio
anche qualche secondo di tempo perché credo che non ci siano
altre cose da aggiungere se non questa affermazione”.
Il Presidente dà la parola la consigliere Baruffi.
Il consigliere Baruffi così interviene:
“Io intervengo per dare comunicazione a quest’aula di
un’iniziativa che è in corso da alcune settimane e che mi vede
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
partecipe in questa settimana. L’iniziativa è un digiuno a staffetta
che viene realizzato da alcune persone che hanno a cuore una
questione. La questione che abbiamo a cuore è quella che non cada
nell’oblio, che non venga dimenticata una situazione molto grave,
che è quella relativa alla detenzione di due persone, Ovidio
Bompressi e Adriano Sofri, che sono detenute - in tempi e modi
diversi - per una condanna che è relativa a vicende che risalgono a
molti anni fa, a circa 30 anni fa.
Allora, su questo c’è da parte nostra, da parte di chi ha iniziato
questa iniziativa di digiuno a staffetta e da parte di chi la sta
proseguendo, la volontà di affermare e di coinvolgere in questo
discorso il maggior numero possibile di persone, cioè di affermare
(dicevo) il fatto che sia necessario a questo punto riprendere in
mano quella domanda di grazia che è stata presentata da parte dei
familiari di Ovidio Bompressi e di riesaminarla.
Offro alcuni elementi di conoscenza. Nella scorsa primavera,
era stata esaminata questa domanda di grazia dei familiari di
Ovidio Bompressi da parte del Ministro della Giustizia Castelli, ma il
Ministro aveva ritenuto non opportuno trasmettere gli atti di questa
domanda al Presidente della Repubblica, anche in presenza di un
atteggiamento negativo da parte della Procura di Milano, ma anche
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
per via di un’altra ragione, cioè il fatto che nell’estate le vicende
legate al ‘G8’ a Genova avevano creato nel Paese un clima in cui
sarebbe stato difficile prendere in considerazione una domanda di
grazia, appunto.
Ebbene,
alcune
settimane
fa,
Franco
Corleone,
ex
Sottosegretario alla Giustizia, ha scritto al Presidente della
Repubblica Ciampi chiedendo che in qualche modo questa vicenda
venisse nuovamente esaminata. Il Consigliere Giuridico della
Presidenza della Repubblica, Salvatore Secchi, ha risposto con una
lettera nella quale si fa presente come il Presidente Ciampi conosca
bene la complessa vicenda relativa ad Adriano Sofri e Ovidio
Bompressi
e
soprattutto
quanto
e
come
il
Presidente
sia
consapevole di come la pena muti nel tempo quando viene irrogata
a lunga distanza di tempo dai fatti, soprattutto se restrittiva della
libertà personale.
In questi giorni Bompressi è rientrato in carcere, e da una
settimana non assume più alcun tipo di alimento, non perché stia
partecipando allo sciopero della fame, ma perché la sua condizione
psicologica è incompatibile con quella della detenzione nel carcere.
Questa era stata la motivazione per la quale già una prima volta
era stato scarcerato. E in una settimana Ovidio Bompressi ha perso
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
6 chili di peso e c’è il rischio che questa forma di anoressia abbia
degli effetti molto negativi sulla sua salute finanche irreversibili.
Allora, su questa vicenda noi riteniamo che sia utile che ci sia
una riflessione da parte di tutti, di tutte le forze politiche e di tutti i
protagonisti del dibattito sociale politico e culturale del Paese. E
credo che anche da quest’aula possa partire una richiesta nei
confronti del Ministro della Giustizia perché venga nuovamente
esaminata la domanda di grazia. Tenete conto che recentemente
anche la Procura di Milano, sia pure in un’intervista a mezzo
stampa, si è espressa per una revisione di quel giudizio negativo
rispetto alla possibilità di concedere la grazia e quindi ci sono delle
condizioni che sono ovviamente mutate e differenti rispetto a quelle
di qualche mese fa.
Io mi rivolgo in questa sede in particolare all’assessore
Pagliarini, che oltre ad essere Assessore è anche autorevole
esponente della Lega, lo stesso Partito di cui fa parte il Ministro
della Giustizia, perché ci sia a tutti i livelli – ripeto- la presa in
esame nuovamente di questo problema, perché non cada nell’oblio,
appunto, come noi diciamo, e perché ci sia la possibilità da parte di
tutti di affrontare serenamente questa vicenda e di cercare di
trovare una soluzione a una detenzione che per quanto riguarda
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
Adriano Sofri è una detenzione che andrebbe a scadenza in un
momento troppo lontano, e cioè il 30 marzo del 2017. Questo
equivale sostanzialmente a un fine pena mai.
Noi crediamo che sia il momento per rivedere alcuni aspetti
delicati di questa vicenda processuale e politica. Credo, quindi, che
l’assessore
Pagliarini
possa
in
qualche
modo
raccogliere
quest’appello e farsene magari carico per trasmetterlo al Ministro
della Giustizia. Credo anche che se in quest’aula venisse da parte di
altri Consiglieri un segnale positivo (per esempio la città di Massa al
Consiglio Comunale ha già sottoscritto un ordine del giorno in cui si
chiede di riprendere in esame la domanda di grazia), sarebbe un
atto giusto. La ringrazio se ho abusato del tempo”.
Il Presidente dispone si proceda all’appello nominale.
Sono presenti i consiglieri:
ALBERTINI RICCARDO, ANTONIAZZI, BALDASSARRE, BARUFFI,
BERETTA, BIANCHI DI LAVAGNA, BIANCO, CAPUTO, CARLINO,
CARUGO,
CIABO’,
CICCIONI,
COLOMBO,
DE
PASQUALE,
DI
MARTINO, FARINA, FERRARA, FIANO, GAMBITTA, GAROCCIO,
GILARDELLI,
GIOBBI
MARTINI,
GIUDICE,
LUCINI,
MARRA,
MARTINELLI, MASSARI, MASSEROLI, MATTIOLI, MOLTENI, OCCHI,
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
PALMERI, PILLITTERI, RICCI, RIZZI, RUTELLI, SANTOMAURO,
SPIROLAZZI, UGLIANO, VAGLIATI.
Sono
assenti
il
Sindaco
GABRIELE ALBERTINI e
i
consiglieri:
ADAMO, BASSI, BOSSI EMILIA, BOSSI UMBERTO, CORMIO, DALLA
CHIESA,
DE
ALBERTIS,
FANZAGO,
MAIO,
MASCARETTI,
MOLINARO, OTTOLENGHI, PARLANTI, PENNISI, RIZZO, SALVINI,
TERZI, TESTORI, TINELLI, TRISCARI, in numero di 20.
Sono altresì presenti gli assessori Goggi, Pagliarini, Predolin,
Simini.
Ha giustificato l’assenza i consiglieri Bassi, Bossi Umberto,
Parlanti.
Essendo, pertanto, presenti n. 40 Consiglieri, alle ore 18.35,
il Presidente dichiara valida la seduta.
Nomina scrutatori i consiglieri Pillitteri, Giobbi, Carlino.
Indi sottopone all’approvazione del Consiglio il verbale del
4.12.2001: non essendo state mosse osservazioni da parte dei
Consiglieri, il verbale stesso si intende approvato senza votazione,
giusta il disposto dell’art. 69, comma 3, del Regolamento di
organizzazione e funzionamento del Consiglio comunale.
Quindi così interviene:
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
“Siccome siamo in attesa dell’arrivo anche dell’assessore Verga che
è per strada e dovrebbe essere qui nel giro di un quarto d’ora,
propongo al Consiglio di fare una leggera inversione all’ordine del
giorno e di trattare come prima deliberazione quella dei Trasporti e
Mobilità.
Non vi sono opposizioni, quindi prego l’assessore Goggi di
illustrare la delibera numero 60”.
N/60 – ADESIONE ALLA CONVENZIONE PER LA REALIZZAZIONE
DI UN PROGETTO NAZIONALE, CHE GARANTISCA LA GESTIONE
COORDINATA ED INTEGRATA DELLA PROMOZIONE DI AZIONI DI
DIVULGAZIONE
E
DI
SVILUPPO
AUTOTRAZIONE
A
BASSO
DEI
IMPATTO
CARBURANTI
AMBIENTALE
PER
E
DI
MONITORAGGIO DEGLI EFFETTI SULLE MISURE ATTUATE, ED
ACCETTAZIONE DELLO STATUTO ICBI – LE.
IL PROVVEDIMENTO NON COMPORTA SPESE A CARICO DEL
BILANCIO COMUNALE.
Il Presidente invita il Consiglio a procedere alla trattazione
dell’argomento in oggetto, di cui alla proposta di deliberazione che
si allega e già notificata ai Consiglieri comunali.
Dà indi la parola all’assessore Goggi.
L’assessore Goggi così interviene:
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
“La delibera, che è presentata oggi alla Loro attenzione,
riguarda l’adesione del Comune di Milano al Progetto Nazionale
promosso dal Ministero dell’Ambiente per l’uso di carburanti per
autotrazione meno inquinanti. Il Ministero dell’Ambiente ha
effettuato una serie di azioni ed ha messo a disposizione
finanziamenti per l’utilizzo di metano e gas di petrolio liquefatti che
sono carburanti che azzerano l’inquinamento dovuto ad alcuni
effluenti, in particolare al benzene, alle polveri e a altri inquinanti,
pur avendo, come tutti i carburanti fossili, un effetto sul
surriscaldamento dell’atmosfera, sul cosiddetto ‘effetto serra’. Il
GPL, in particolare, consente di convertire tutte le auto che ancora
funzionano a benzina rossa e metterle in condizioni di non
inquinare. Per questo il Comune di Milano, così come gli altri grandi
comuni italiani, ha aderito a questa iniziativa del Ministero
dell’Ambiente che prevede finanziamenti ed incentivi per la
trasformazione delle auto a GPL e per l’introduzione del metano
come carburante per autotrazione.
Per il raggiungimento di questi obiettivi è necessaria la
costituzione di un coordinamento nazionale, quale unico referente,
che coordini il rapporto con le associazioni di produttori degli
impianti di GPL e con i gestori e gli erogatori del metano quale
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
carburante per autotrazione. E quindi proposta una apposita
convenzione dal Ministero dell’Ambiente per la realizzazione del
Progetto Nazionale, convenzione che con questo atto, proposto
all’attenzione del Consiglio Comunale, oggi si approva”.
Il Presidente dà la parola al consigliere Occhi.
Il consigliere Occhi così interviene:
“Questa a noi sembra una delibera importante che arriva in
Consiglio Comunale in un momento delicato del dibattito e anche
della situazione ambientale della nostra Città e quindi merita
un’attenzione che magari in un altro momento non avrebbe avuto.
Ora, che il Comune di Milano aderisca a questa convenzione
che consente appunto di accedere ai finanziamenti per la
trasformazione delle automobili in GPL e a metano, ci sembra
interessante, anche se mi pare che nel dibattito di questi giorni
abbiamo sentito anche delle voci molto contraddittorie, a parte la
questione nata dal blocco delle targhe alterne decretato dalla
Regione Lombardia che ad esempio vedeva bloccate anche coloro
che hanno il GPL e metano, e quindi in una misura assolutamente
contraddittoria
rispetto
alle
dichiarazioni
e
alle
conoscenze
scientifiche che ci dimostrano invece che queste non sono
assolutamente inquinanti. E quindi parlare di ‘blocco delle targhe
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
alterne’ di blocco anche di queste è un controsenso, insomma, è
una cosa che non sta né in cielo né in terra, come si dice. Perché è
evidente che se addirittura arriviamo a finanziare coloro che
trasformano le automobili a metano in GPL, vuol dire che si
ammette che sono combustili non inquinanti e quindi è necessario
dire in maniera molto chiara che questi possono circolare anche in
caso di blocco totale e di blocco a targhe alterne.
Questo però dimostra, come dire, che questa materia è poco
approfondita anche da coloro che dovrebbero avere invece
strumenti, non soltanto politici, per intervenire nella materia
dell’inquinamento dell’aria della nostra Città. L’altra considerazione
che sicuramente il consigliere Molinaro, che peraltro è il primo
firmatario anche di una mozione urgente che abbiamo tutti
condiviso e che da esperto, invece, perché lui ha lavorato (mi pare
25 anni) al Centro Ricerche Alfa Romeo non proprio in questo ramo
specifico, però insomma sui motori ci ha lavorato, così come fior di
altre pubblicazioni sostengono che non sempre le macchine
catalizzate sono la panacea di tutti i problemi che abbiamo. Questo
va detto perché, appunto, verrà chiarita meglio, ma tutti sappiamo
che la marmitta catalitica innanzitutto quando è fredda è più
inquinante del motore che usa la benzina normale; non solo, ma
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
sappiamo che intorno ai 40 mila km, al massimo 50 mila, il
catalizzatore perde qualsiasi efficacia, anzi, diventa più dannoso.
Sappiamo tutti che non vi è nessun obbligo di legge a
sostituire il catalizzatore dopo i 40–50 mila km, c’è chi lo fa e
peraltro gli costa anche un patrimonio, quindi anche qui sarebbe
discutibile,
insomma,
di
quanto
costa
al
singolo
cittadino
l’eventuale vocazione ecologica che va a vantaggio di tutti. Nella
mozione all’ordine del giorno chiediamo che venga pensato anche
un finanziamento per coloro che vogliono essere ligi non alla legge,
perché non esiste, ma a questo compito e dovere di tenere l’aria
pulita. Però sappiamo anche di quali truffe, fra virgolette, vengono
esercitate quando c’è il cambio delle marmitte: vengono offerte
marmitte catalitiche non di marca che sono spesso hanno
un’efficacia non solo discutibile, ma anche dannosa per l’ambiente.
L’altra considerazione che voglio fare è quella relativamente
alla dichiarazione del Presidente Formigoni a cui il sottoscritto
riconosce soltanto l’aver detto di voler mettere al primo posto la
salute, ma che nella pratica sta facendo esattamente l’opposto di
quel che dichiara. Quindi sarebbe bene che ci chiarissimo le idee. Io
a Formigoni non do la patente di ambientalista. Formigoni, anzi, sta
contribuendo con tutte le delibere regionali relativamente alle
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
autostrade, alle superstrade, alle tangenziali e quant’altro a
contribuire pesantemente all’aumento dell’inquinamento di questa
nostra Regione. Quindi con una mano dice di voler limitare il
traffico e di voler le targhe alterne, appunto, e tutte le proposte
che sono state sfornate, e dall’altra continua con una politica della
incentivazione a suon di stramiliardi delle strade, autostrade
eccetera che invece sappiamo che procurano, almeno per quel che
pensiamo noi, soltanto un aumento di traffico perché con più si
fluidifica, con più la gente è incentivata a usare il mezzo privato.
Ma vi è un’altra questione che va detta: Formigoni ha
dichiarato che entro il 2005-2006 dovremmo bandire i motori con
carburanti inquinanti e si teorizza l’ibrido elettrico, altri motori.
Ora io penso – e non sono espertissimo – che sul problema
dell’elettrico sarebbe bene che ci pensassimo bene, come si dice e
l’occasione migliore è proprio la discussione di questa sera. Quindi
chi ha elementi dovrebbe dircelo. GPL e metano probabilmente
sono non inquinanti, fra virgolette; ma sostenere che l’elettrico non
è un inquinante, è tutto da dimostrare. Nel senso che non lo è nella
fase di funzionamento del motore, ma sicuramente il problema
delle
scorie,
a
monte
per
la
produzione
dell’energia
e
successivamente per l’eliminazione delle batterie che non solo le
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
piccole batterie dell’automobile, ma sono di dimensioni enormi, è
un problema che non si è ancora ben chiarito e ho l’impressione
che si faccia un po’ come il nucleare, insomma, che si faccia finta di
non sapere quali sono poi le conseguenze successive delle scorie, ai
danni ambientali che potrebbero essere enormi.
Quindi la discussione di questa sera dovrebbe anche far
capire al Consiglio che probabilmente l’incentivazione del GPL e del
metano è invece l’unico ibrido possibile, insomma, in un tempo
anche ragionevole. Ormai mi pare che l’industria automobilistica sia
assolutamente all’altezza del compito, basta che appunto sia le
amministrazioni
pubbliche
che
i
privati,
attraverso
incentivi
sostanziali, che non possono limitarsi a quelli che qui sono
elencati… Mettere un motore a metano significa spendere due
milioni e mezzo; soltanto ottocento mila lire vengono date come
incentivo. Resta sempre una spesa molto grande. È vero che poi
uno la recupera perché il metano costa meno, ma se non si
aumentano i siti di distribuzione, se non si mettono in sicurezza i
box e le rimesse sotterranee che impediscono nei fatti l’uso del
metano in alcune autorimesse, e soprattutto limitano l’autonomia
di coloro che mettono la macchina a metano, è evidente che questo
incentivo non funziona. Non soltanto perché non è un incentivo
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
economico allettante, ma perché poi, nei fatti, uno che mette la
macchina a metano rischia di andare comunque a benzina perché
non ha i distributori a portata di mano e spesso, appunto, non può
mettere la macchina nel box perché il regolamento del caseggiato
lo impedisce, perché non è a norma, un sacco di questioni di
questa natura.
Quindi
sono
interventi
che
non
si
possono
limitare
all’incentivo, peraltro minimo come qui è elencato, ma deve vedere
un ampio coinvolgimento che va dai Vigili del Fuoco, alla sicurezza,
ai distributori dettagliati sul territorio perché altrimenti appunto
rischiamo di… E qui il Comune di Milano deve dire quali sono le
aree sue che mette a disposizione degli eventuali distributori di
metano e di GPL, perché altrimenti chiediamo ad altri di fare cose a
cui dovremmo invece rispondere noi in primo luogo. E qui arriviamo
ai nostri mezzi, non solo quindi alle nostre caldaie. L’assessore
Zampaglione in Commissione l’altro giorno ci ha detto che gli stabili
del Comune di Milano sono 450 ancora da metanizzare. Di questi
450 si è fatto lo studio soltanto per 20 e probabilmente si è pronti
soltanto per 10 per l’anno prossimo. Quindi vuol dire che noi
metteremo a metano impianti di riscaldamento in questa nostra
Città 10 su 450 stabili, e cioè il 5% neanche delle necessità
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
dell’insieme
del
nostro
patrimonio.
Quindi
un
palliativo
assolutamente inaccettabile da una Amministrazione che vuole fare
la seria sul problema dell’inquinamento della Città.
Un’altra considerazione riguarda i mezzi pubblici e il parco
macchine del Comune di Milano.
Noi non possiamo aderire a queste convenzioni nazionali che
valgono soltanto per gli altri, per i privati. Bisogna dire cosa fa il
Comune di Milano per il proprio parco automezzi, cosa intende fare
per adeguarli rapidamente all’uso di combustili non inquinanti,
altrimenti anche questa rischia di essere demagogia che non darà
nessun risultato pratico, stante il fatto che il Comune per primo
parla bene, ma razzola male.”.
Entrano in aula il Sindaco ed i consiglieri Ottolenghi,
Molinaro,
Pennisi,
Mascaretti,
Triscari:
i
presenti
sono,
pertanto, 46.
Entra altresì in aula l’assessore Verga.
Il Presidente dà la parola al consigliere Ciccioni.
Il consigliere Ciccioni così interviene:
“Questa
proposta
di
delibera,
che
ho
attentamente
considerato, l’ho trovata ricca di segnali di cattiva impostazione.
Eppure ho cercato di leggervi dentro tutte le migliori intenzioni
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
possibili. Mi sono chiesto che senso ha spendere 40 miliardi per
ottenere una riduzione complessiva della massa degli inquinanti
pari a meno della metà dell’1 per mille. Infatti, se è vero che i
Comuni che debbono dividersi i 18 miliardi e rotti, destinati a
trasformare i veicoli, sono 23, una semplice divisione mi ha portato
a verificare una disponibilità per Comune pari a circa 800 milioni.
Una somma che divisa per il contributo di impianto, di circa 600
mila, ci darebbe una disponibilità per soli 1330 impianti, su di un
parco veicoli circolanti - ma parlo qui della nostra Città e poi
nell’intera Lombardia - un milione e mezzo a Milano, 5 milioni 370,
facendo una semplice divisione vedremmo che 1333 veicoli
rappresentano lo 0,09% dell’intero parco circolante su Milano.
Io mi chiedo quali sono i vantaggi che potrebbero derivare
da questa posizione. Io credo che molti più vantaggi si possano
trovare da un diverso uso delle somme a disposizione. E non è solo
la voglia di essere alternativo o di fare comunque proposte, perché
con 18 miliardi per 5 anni è possibile dare vita ad un piano di
comunicazione (quotidiani, riviste, televisione) formidabile per
portare davvero il Paese - a partire da Milano, la Lombardia e
l’Italia tutta - ad un piano formidabile d’intervento.
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
Io credo che molti milanesi non sappiano, ad esempio, che
un trasportatore in conto proprio e in conto terzi non userà mai il
GPL, perché ha bisogno di potenza ed il GPL non la fornisce, come
la fornisce ad esempio il gasolio. Anzi, il metano stesso toglie
potenza. Ad esempio una più attenta manutenzione darebbe una
ricaduta positiva sulle officine. Non solo. Va considerato che
intervenire sulla fumosità dei motori significa dare più potenza,
eliminare la parte incombusta e poi, nei fatti, combattere il Pm10,
che è il nostro grave, enorme problema. Insomma, riducendo gli
incombusti si riduce anche il consumo, perché si brucia quella parte
di carburante che prima non veniva bruciata e invece emessa.
Allora, noi dovremmo evitare di fare come quelli che vanno dal
dentista con paura, ma invece dovrebbero andarci per fare la
pulizia del loro motore per evitare naturalmente di inquinare e di
consumare di più. Vediamo un attimo i dati di cui dispone il nostro
mercato. Abbiamo circa 30 milioni, Assessore, di veicoli circolanti a
livello nazionale; 2 milioni e mezzo sembra che siano i veicoli nuovi
che vengono immatricolati ogni anno. Quindi, su questa massa, ci
sono circa 200 veicoli elettrici che vengono immatricolati ogni
anno. Si può pensare ad un rinnovo del parco circolante che
potrebbe avvenire in circa 20–25 anni. Davvero credo che sia molto
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
difficile
ritenere
che
questo
sia
un
modo
per
incidere
sull’inquinamento.
Non solo. Ma è del mese scorso la notizia che una vettura
GPL è esplosa in uno scontro che è avvenuto. Io penso, quindi, che
per intervenire subito sull’inquinamento e dare davvero una
staffilata alle condizioni con le quali il mercato può reagire alla
presenza di nuove misure veramente interessanti, noi dovremmo
determinare una serie di mini–soluzioni alle quali possano avere
accesso moltissimi italiani (nel nostro caso moltissimi milanesi e
lombardi). La prima cosa, tornando a quello che ho detto all’inizio,
sensibilizzare l’opinione pubblica perché utilizzi con moderazione il
proprio veicolo. Questa dovrebbe essere quindi una campagna
propedeutica nei confronti dell’educazione di ciascun proprietario di
vettura.
Naturalmente favorire la diffusione dell’utilizzo del mezzo
pubblico. E in questo abbiamo già più volte chiesto che il mezzo
pubblico
venga
incrementato
e
implementato
in
termini
di
disponibilità e di frequenza.
La
terza
misura
di
cui
parlavo
prima,
una
migliore
manutenzione del veicolo, del motore, determina la riduzione
anche del 50% dei gas di scarico. In questo caso il costo della
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
manutenzione viene recuperato dai minori consumi. Tra l’altro la
normativa CE, la 116 del ’93, dice cose molto precise in questa
direzione, che la nostra Amministrazione potrebbe in qualche modo
fare più proprie.
Ovviamente l’utilizzo collettivo del veicolo privato, il famoso
car sharing, è una cosa sulla quale mettere e indicare con forza che
costituisce un fatto molto importante.
Quinto,
l’incentivazione
dell’utilizzo
della
bicicletta.
Parliamone finalmente della bicicletta, Assessore, facciamo in modo
che la bicicletta diventi il veicolo dei milanesi. È vero che fa freddo,
ma
la
convinzione
che
si
potrebbe
arrivare
a
migliorare
profondamente la qualità della vita e dell’aria a Milano deve - se
opportunamente promossa da questa Amministrazione - senz’altro
venire recepita dal cittadino milanese che naturalmente ha molta
preoccupazione delle condizioni di vita che oggi giorno attraversa
nella nostra Città.
E, non ultima, l’incentivazione dell’utilizzo di quei dispositivi
di contenimento dei gas di scarico che servono a ridurre i fumi e
quindi i consumi. Da notare che il recupero del costo di questi
dispositivi è molto veloce perché nessuno costa più di 200–300
mila lire. Sono mini soluzioni, ma potrebbero venire adottate dai
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
singoli, perché non presuppongono grandi investimenti. Tutte le
altre soluzioni, Assessore, si scontrano con le forti cifre che bisogna
investire. Ad esempio, un veicolo ibrido costa intorno ai 50 milioni
di lire, e costa molto di più del gemello non ibrido. E quindi se noi
dovessimo perseguire la promozione del veicolo ibrido, in qualche
modo andremmo a contenere la velocizzazione, invece del processo
per cui con le mini - plurime soluzioni che ho indicato si potrebbe
arrivare più presto a cercare di contenere l’inquinamento dell’aria.
Io ricordo, signor Sindaco, i suoi poteri speciali e ricordo che
Milano ha bisogno al più presto, con grande tempestività, che
questi poteri portino a determinare delle iniziative, delle azioni. Non
è la prima volta che io ho avuto occasione di dire come sia
importante, a mio avviso, istituire il ticket. Il ticket d’ingresso è una
questione di civiltà. Il ticket di ingresso io però non lo intendo solo
al cor, al centro della Città, intendo dire all’esterno. Cioè quando si
arriva all’interno dei confini di Milano, lì deve scattare un sistema
per cui il ticket di 4–5 mila lire andrà a costituire il fondo per
determinare
nuove
infrastrutture
di
trasporto.
E
questa
è
indubbiamente una cosa che, certo, potrà essere impopolare, ma
noi dobbiamo essere popolari con i cittadini di Milano che muoiono
ogni giorno per inquinamento, signor Sindaco, lo dice anche il
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
Presidente della Regione, in numero di 6 persone, quando le soglie
vengono superate.
Ecco perché, signor Sindaco, rispetto a questa proposta di
delibera, l’atteggiamento del mio Gruppo sarà di astensione perché
se anche la ratio che ha guidato l’estensione è una ratio di buona
volontà, in effetti i mezzi finanziari vengono buttati via e io
propongo, invece, che si utilizzino in modo diverso. È per questa
ragione che su questa delibera voteremo astensione”.
Entrano
in
aula
i
consiglieri
Testori, De Albertis,
Cormio, Adamo: i presenti sono, pertanto, 50.
Entrano altresì in aula gli assessori Bozzetti e Zampaglione.
Il Presidente dà la parola al consigliere Bianchi di Lavagna.
Il consigliere Bianchi di Lavagna così interviene:
“Presidente, la ringrazio, vorrei pregarla di dare un colpetto
sulla spalla al collega Fiano in modo che ci consenta di dialogare
con l’Assessore su questo tema.
Quando molti anni fa militavo tra i cittadini proprietari di
un’autovettura, nell’altro secolo, ricordo di essere entrato in un
parcheggio vicino al mio studio in via Vittor Pisani e di aver trovato
un cartello, che è lì quindi da 15 anni almeno: ‘È vietato l’ingresso
alle vetture a GPL’. Devo ritenere che, o se lo sono dimenticati o
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
che l’evoluzione delle tecniche non abbia ancora risolto questo
problema, cioè del rischio che il gas di petrolio liquefatto possa
generare degli inconvenienti.
A questa considerazione se ne aggiunge un’altra, che la
relazione della delibera evidenzia, che è data dal problema dei
rifornimenti. Credo che se un numero di cittadini congruo si
mettesse a far funzionare la propria automobile a GPL, qualche
problema sul come rifornirsi del carburante sorgerebbe in questa
Città e probabilmente in questo Paese, dove questo sistema non è
più così accettato e quindi non mi sembra abbia alimentato una
rete di distribuzione all’altezza di una ripresa del consumo di questo
prodotto. Questa è una delle ragioni di perplessità rispetto alla
delibera.
Ne aggiungo un’altra, che è lo strumento per incentivare la
trasformazione dei sistemi di alimentazione degli impianti perché si
prevede il contributo. Diceva il consigliere Ciccioni che questo
contributo è inadeguato, troppo modesto, non tanto con riferimento
ai
singoli
automobilisti
ma
con
riferimento
all’investimento
complessivo. Io credo che il sistema del contributo sia un po’
datato. Il contributo alimenta una grande quantità di carta, istanze,
domande, comitati, verifiche, autorizzazioni, se mi è consentito,
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
clientelismo. Mentre ormai in questo benedetto Paese si è scoperto
un incentivo ben più efficace, che è la detrazione fiscale, cioè
prevedere che colui che consuma e realizza questo cambiamento
abbia un beneficio fiscale che utilizza direttamente, come è
avvenuto sulla ristrutturazione degli immobili, settore nel quale c’è
stato un incremento di attività clamoroso; oltretutto questo è
anche un vantaggio che misura i contribuenti, perché, voglio dire,
chi non dichiara nulla non ha margine per dedurre alcunché.
E questo spiega perché in molti settori continua il contributo
e non si ricorre allo strumento dell’incentivo della detrazione
fiscale: perché molti potrebbero non poterla fare, non perché
giacciono in condizioni di indigenza, ma perché, al momento del
fare la dichiarazione, come dire, tendono a chiamarsi fuori in
qualche modo. Quindi questo è un secondo elemento di perplessità.
Però
interessante
c’è
anche
qualcosa
che
in
questa
delibera
ed
mi
è
sembra
nuovo
l’individuazione
e
dello
strumento che organizza gli interventi. Questo del consorzio
(chiamiamolo così) di Comuni, di Enti locali. Cioè la mia sensazione
è che un consorzio di Enti locali possa essere un utile protagonista
di una battaglia seria contro l’inquinamento, cercando di mettere in
campo tutti quegli interventi, di cui parlava anche il collega
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
Ciccioni, che cambiano la cultura, che tendono a cambiare la
cultura del cittadino e quindi, con la cultura del cittadino, anche i
suoi comportamenti; che credo che sia la strada da seguire non
immaginando che l’incentivo in sé per sé possa avere risultati
trascendentali.
Quindi,
interessante
questo
organismo
(io
perlomeno non conoscevo questa applicazione) e credo che questo
(lascio poi al nostro Capogruppo e al Gruppo valutare il voto da
esprimere) sia un elemento che merita di essere sottolineato ed
apprezzato
perché
potrebbe
essere
l’avvio
di
un
discorso
interessante anche in altri settori.
C’è un’ultima considerazione che vorrei fare: la delibera, la
relazione, le premesse del protocollo d’intesa parlano di attenzione
per lo sviluppo sostenibile. Uno sviluppo sostenibile che richiede
sempre più un insieme articolato, bilanciato e coerente di misure
economiche, legislative, tecniche, fiscali, formative ed informative.
Io credo che sia giusto così. Cioè lo sviluppo sostenibile non nasce
da un colpo di bacchetta magica, ma nasce da un mix di strumenti
che, se applicati in qualche modo tutti insieme o comunque
secondo
(come
dire)
una
programmazione
ragionevole
e
funzionale, può dare dei risultati che non danno gli interventi del
tutto occasionali quali sono quelli ai quali noi oggi facciamo ricorso
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
più per sentirci protagonisti della vicenda, ma prescindendo da
quelli che sono i risultati concreti sulla politica, sulla condizione
dell’ambiente.
Ecco, allora io credo, e lo propongo al Consiglio nel suo
complesso, in particolare alla sua Minoranza, se non valga la pena
di incontrarci qui una volta e di ragionare insieme su questo
problema dell’inquinamento per cercare di avere un quadro di
riferimento che sia, come dire, organico, per sapere che ciò che
facciamo oggi (per esempio la sospensione, le targhe alternate) è
funzionale ad altre cose che ci prepariamo a fare che oggi non sono
mature, che magari richiedono tempi più lunghi perché questa è la
condizione anche della tecnologia. Ma quest’idea che la politica
ambientale noi la risolviamo con rimedi empirici in qualche misura,
che poi enfatizziamo utilizzando la stampa amica o comunque la
stampa d’informazione che non può non registrare il fatto che ci
siano questi interventi, beh, ecco, questo a me sembra che non
appartenga allo stile di una classe dirigente che si pone come
obiettivo non quello di tenere buoni gli amministrati, ma di una
classe dirigente che si pone il problema di dare delle risposte
possibili a una Città come questa o a un Paese come il nostro
rispetto ad un problema che è molto sentito.
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
Concludo con un’osservazione un po’ non in linea con una
cultura di tipo ambientalista. Io faccio l’amministratore in qualche
modo di questa Città e cerco di pormi un problema complessivo:
c’è l’ambiente che provoca malattie, probabilmente uccide, giovani,
bambini, uomini maturi e anziani. Ma c’è una Città che ha bisogno
di vivere, una Città che ha bisogno di poter svolgere le proprie
attività. Difendere l’ambiente, a mio modo di vedere, è lotta sì
all’inquinamento, ma è anche ripristino di una condizione di utilizzo
complessivo della Città che consenta alla Città di essere quello che
deve essere, cioè luogo dove si lavora, dove si produce, dove si
vive, dove si gioca, dove si studia. Cioè una visione più
complessiva della Città, quindi in un’ottica che non è solo il
respirare o il lavorare o il produrre e creare ricchezza, ma è un
insieme. Come diceva Lazzati: ‘l’obiettivo è una Città per l’uomo’,
quindi una visione che supera questo discorso un po’ settoriale.
Quindi io mi auguro che il Consiglio Comunale o, se non lo
vorrà il Consiglio Comunale nel suo complesso anche l’Opposizione,
si rendano disponibili ad una discussione su questo tema perché
per avere un quadro di riferimento che faccia capire a chi guarda
noi come l’organismo che guida la vita della Città, che c’è un
disegno e non un insieme di interventi in qualche modo inventati
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
per eliminare una emergenza che è ormai costante. Vedete,
quando le centraline non supereranno più il limite di tolleranza non
è che si respirerà aria buona e salubre; io credo che ci avveleniamo
anche quando siamo sotto il limite di tolleranza.
Questa sensazione che anche oggi siamo in emergenza il
Consiglio Comunale la deve avere ben presente se non vuole
ingannare la Città”.
Entrano in aula i consiglieri Terzi e Salvini: i presenti
sono, pertanto, 52.
Il Presidente dà la parola al consigliere Molinaro.
Il consigliere Molinaro così interviene:
“Voglio subito affermare la mia adesione alla proposta di
delibera del settore Trasporti e Mobilità che aderisce a una
convenzione che ha obiettivi importanti sul fronte ambientale e
della riconversione del sistema del trasporto autoveicolare. È quella
di promuovere azioni di divulgazione e sviluppo di carburanti per
autotrazione a basso impatto ambientale e poi di monitorare gli
effetti che queste misure realizzano. Il provvedimento consente di
utilizzare una quota dei fondi messi a disposizione dal Governo,
sulla base delle strategie ambientali messe in campo dai decreti
Ronchi e dai governi di Centrosinistra; l’adesione alla convenzione
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
consente al Comune di Milano quindi di svolgere un ruolo attivo, un
ruolo di protagonista insieme alle altre grandi Città che hanno
aderito a questa convenzione.
La delibera in sé poi interviene su un aspetto specifico e
particolare che è quello della conversione delle auto tradizionali che
utilizzano la benzina rossa trasformandole per un carburante GPL e
metano. Quindi un carburante che ha basso se non quasi nullo
impatto a base del processo termico di produzione dell’energia che
agli autoveicoli di portare con il loro contributo i cittadini da una
parte all’altra del loro obiettivo di mobilità.
Quindi la delibera in sé non ha grandi ambizioni se non
quella della adesione a questa convenzione. Dentro lo statuto della
convenzione ci sono aspetti che già in Commissione abbiamo
valorizzato, nel senso che viene istituita la Conferenza degli
Assessori
che
immagino
siano
gli
Assessori
al
Traffico
o
all’Ambiente, la Conferenza degli Assessori diventa l’ordine di
indirizzo e controllo dell’attività della convenzione, uno strumento
importante per verificare la attuazione degli obiettivi di questa
convenzione, ma anche proporre iniziative concernenti l’attività
della stessa, cioè della Conferenza degli Assessori, con gli obiettivi
di un allargamento, un’estensione, una diffusione di iniziative
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
pensate e strategicamente orientate alla riduzione dell’impatto
ambientale dovuto ai carburanti che vengono utilizzati per le
automobili a favorire il più possibile la trasformazione dei
carburanti a basso o a zero impatto ambientale. Forse questo è
l’aspetto intorno al quale il comune di Milano potrebbe diventare
leader nel nostro Paese, potrebbe giocare una carta importante.
Non dimentichiamo che il comune di Milano aderisce a questa
convenzione
per
promuovere
l’utilizzo
di
carburanti
per
autotrazione a basso impatto ambientale, potrebbe il Comune di
Milano diventare protagonista anche su altri fronti, meno noti e
conosciuti, della produzione di inquinanti dovuti agli autoveicoli.
Abbiamo discusso in Commissione Traffico e do atto a tutti i
colleghi Consiglieri che la discussione è stata molto interessante,
ha favorito un percorso che ha visto l’adesione del Presidente della
commissione ambiente. L’occasione del Consiglio straordinario
secondo me può essere quella per invertire una tendenza che ha
visto il Comune di Milano nel corso di queste ultime settimane con
un ruolo di comprimario rispetto al ruolo assunto dalla regione
Lombardia. È mancato un po’ di coraggio secondo me al Sindaco di
Milano di affrontare i problemi dell’emergenza ambientale dovuta
certamente a una condizione meteorologica complicata quest’anno,
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
la mancanza di pioggia di vento e così via, ha aumentato in modo
esponenziale la presenza di polveri e inquinanti nell’atmosfera della
nostra Città e nell’area omogenea.
Il Sindaco ha vissuto tutto ciò con un ruolo di comprimario,
abbiamo visto il ruolo protagonista di Formigoni, nel decreto che la
Regione Lombardia aveva approvato un paio d’anni fa che poneva
dei limiti più severi e anche dei vincoli per la riduzione e la chiusura
addirittura del traffico nel momento in cui si supera il livello di
attenzione e di allarme dopo un certo numero di giorni. Il Comune
di Milano non deve subire l’iniziativa della Regione; il Comune di
Milano deve promuovere iniziative per garantire ai cittadini milanesi
benessere e tutela della salute: questo è il ruolo del Sindaco. E il
Sindaco ha poteri che vanno anche al di là dello stesso decreto
regionale, l’abbiamo visto in altre Città della Lombardia. A Cremona
per esempio, il Sindaco ha bloccato il traffico per più giorni durante
la settimana, senza bisogno di decreti ingiuntivi da parte del
Presidente della Regione. Quindi è la dimostrazione che un Sindaco,
anche senza poteri straordinari, può svolgere un’azione molto
incisiva per salvaguardare la salute dei cittadini. Certo, anche
mantenendo e salvaguardando quelli che sono gli interessi
economici e generali della Città, in un equilibrio che deve vedere la
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
salvaguardia della salute come priorità fondamentale intorno alla
quale costruire tutte le politiche dello sviluppo economico e
socialmente sostenibile della nostra Città.
Questo è il punto intorno al quale sarebbe opportuno che il
Comune di Milano riesca a svolgere fino in fondo la sua funzione.
Cominciamo a farlo con la mozione che è stata presentata e che poi
andremo a votare, firmata da tutte le forze politiche e da tutti i
Consiglieri del Consiglio di Milano. È un primo passo che interviene
in un argomento poco noto nella maggioranza dei cittadini, utenti e
acquirenti di autoveicoli che pensano, acquistando i veicoli
catalizzati, di dare contributo all’ambiente, a un miglioramento
sostanziale dell’ambiente. Ecco, anche le marmitte catalitiche sono
un palliativo rispetto alle emissioni in atmosfera, perché nella prima
fase di funzionamento del motore la marmitta catalitica non
funziona, funziona solo quando raggiunge un regime termico di un
comportamento tipo che consente di abbattere gli inquinamenti che
sono gli aldeidi, il benzene, che sono sostanze acclarate come
cancerogene. Ma sappiamo anche che la marmitta catalitica si
esaurisce abbastanza rapidamente, di trattenimento delle sostanze
inquinanti fatte dalla marmitta catalitica scompare. Di fatto una
automobile sostanzialmente nuova, dopo 40 mila km che è la
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
media di km che un utente normale fa in un paio d’anni, ecco che
quell’automobile diventa un pericolo anch’esso di inquinamento
della Città.
Il parco autocircolante della nostra Città si è trasformato
molto rapidamente con gli incentivi. Le auto non catalizzate
presenti nella nostra Città sono il 20 – 30 % del parco auto. Questa
delibera interviene sul 20 – 30 % per una parte delimitata. Il resto,
il 70 – l’80 % del parco auto, oggi comincia a produrre quegli
effetti dannosi all’ambiente che sono derivanti dal fatto che
comunque il parco auto circolante comincia a superare i limiti di
capacità delle marmitte catalitiche di mantenere gli inquinanti.
Il Comune di Milano diventa protagonista di un’ipotesi che
interviene su questo aspetto particolare e tecnologico che è
anch’esso un veicolo di inquinamento molto pesante. Io spero che
la mozione quindi, quando andremo a discuterla, verrà approvata
dal Consiglio e apriamo con questa mozione un capitolo nuovo, un
capitolo che vede il Comune di Milano come promotore, non più
come soggetto che rincorre i provvedimenti della Regione,
addirittura come il primo Comune in Italia che affronta questo tema
e lo affronta con una responsabilità sociale e diventa protagonista
quindi
di
un
modello
che
nell’affrontare
- 70 -
i
temi
derivanti
Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
dall’inquinamento atmosferico dovuti al traffico autoveicolare si
pone alcuni obiettivi di fondo, intanto ridurre l’impatto che gli
autoveicoli hanno sull’inquinamento complessivo, ma poi diventare
promotore, io spero, anche di iniziative che favoriscono il più
possibile la sostituzione del parco autocircolante con autoveicoli a
zero impatto ambientale. Questo è un obiettivo ambizioso che può
essere raggiunto attraverso un forte collegamento con le aziende
produttrici che può vedere il Comune di Milano promuovere con le
aziende produttrici iniziative per raggiungere quegli obiettivi e fare
di Milano il terreno sperimentale delle iniziative innovative nel
campo del trasporto privato e anche del trasporto pubblico.
Io mi fermo qua. Volevo citare un libretto che parla
dell’automobile. Dice che agli inizi dello scorso secolo ricordiamo
tutti Marinetti che dell’automobile diceva “è più bella della vittoria
di Samotracia”. L’automobile che rappresentava velocità, lusso,
qualità, ambizioni e così via, è diventata una croce per tutti, è
diventata un veicolo di inquinamento, non è più lo strumento che
consente
di
accelerare
la
mobilità
delle
persone;
adesso
l’automobile è un po’ come il guscio della lumaca: ognuno di noi
dentro questo guscio ha una velocità media molto bassa proprio
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
perché la congestione ha portato a modificare completamente le
condizioni di mobilità delle persone.
Questo è un altro degli argomenti. Parliamo molto di
inquinamento oggi, ma dobbiamo tornare a parlare anche di
congestione. Perché non è sufficiente trasformare il parco auto con
veicoli a basso o zero impatto ambientale. Non è sufficiente, perché
l’altro fenomeno derivante dall’uso della automobile è presente
nella nostra Città: è la congestione e l’immobilità. Quindi
l’automobile che è nata per la velocità, per rendere facile lo
strumento delle persone, è immobilità delle realtà urbane.
Quindi quest’altro aspetto deve tornare a essere al centro
della nostra attenzione perché ciò significa trovare le forme
alternative della mobilità delle persone e quindi del favorire il più
possibile il trasporto pubblico, favorire il più possibile l’accessibilità
e la mobilità nella nostra Città attraverso nuove forme di mobilità
concentrando i nostri obiettivi soprattutto sul trasporto pubblico”.
Entrano in aula il Vicesindaco De Corato e l’assessore
Carrubba.
Il Presidente dà la parola al consigliere Pillitteri.
Il consigliere Pillitteri così interviene:
- 72 -
Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
“La Commissione che abbiamo svolto in ordine alla delibera
che oggi è all’attenzione di questo Consiglio, è stata una
Commissione molto positiva e probabilmente rappresenta in un
certo senso poi quella che dovrebbe essere un po’ la funzione del
lavoro di Commissione, perché ha avuto un importante momento
informativo che peraltro è andato a toccare temi più ampi di quelli
che inerivano specificamente questa delibera e ha avuto anche un
momento propositivo, cioè l’informazione. Il dibattito è poi sfociato
in quella che è una proposta di mozione che ha raccolto il consenso
di tutte le parti politiche e che oggi viene portata all’attenzione del
Consiglio. Quindi senz’altro in questi termini ha avuto una
dimensione costruttiva che è quella dimensione che sarebbe
auspicabile appartenesse al lavoro delle Commissioni.
Oggi sulla rassegna stampa penso che abbiamo letto tutti un
interessante articolo di Gianfranco Pasquino il cui titolo, un po’
disperante, è poi in un certo senso contraddetto da quello che è poi
il contenuto dell’articolo stesso. Perché il titolo sembra quasi un po’
lo specchio di quelle che sono le frustrazioni che spesso
provengono da entrambe le parti dello schieramento, ovvero
‘Consiglieri
consolazione
senza
lavoro’.
Uno
alle
proprie
frustrazioni,
- 73 -
lo
legge
e
come
invece
per
no,
trovare
invece
Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
giustamente no, Pasquino indica quello che invece dovrebbe essere
il lavoro, un lavoro con una sua dignità, una sua importanza, una
sua nobiltà e in un certo lo ribalta, per così dire, su di noi.
Effettivamente intanto il nostro lavoro può avere un senso in
quanto abbia come obiettivo quella funzione di indirizzo e controllo
che non può prescindere evidentemente da un momento di
formazione e poi di costruzione che in questo caso si è realizzato, e
non posso che esserne lieto.
L’informazione peraltro è andata a toccare tanti aspetti,
molte cose che non sapevamo. Come non sapevamo, ad esempio,
che una parte della flotta di AMSA e una parte della flotta di ATM
già sta portando avanti un progetto pilota sperimentale sull’utilizzo,
appunto, in forme ibride di questi carburanti alternativi e che tutto
il parco veicolare motociclistico dei vigili di quartieri sarà alimentato
con l’energia elettrica. Quindi non risponde a verità che non ci sia
comunque uno sforzo, che senz’altro va incrementato, in questo
senso da parte dell’Amministrazione anche in quelle che sono le
proprie diramazioni, per così dire.
Abbiamo
appreso
anche
che
per
quanto
riguarda
l’implementazione del gasolio, quindi quello che è il suo momento
distributivo, ovvero la presenza di stazioni di servizio sul territorio,
- 74 -
Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
ha avuto come scoglio finora una legislazione regionale che
effettivamente su questo problema è un po’ illogica perché
imponendo sostanzialmente una parte territoriale molto ampia per
la creazione di questi distributori, va in un certo senso a
pregiudicare quella che invece è una esigenza fondamentale,
perché evidentemente se non ci sono i distributori nessuno farà
mai la conversione dell’automobile in GPL. In questo senso, però,
questa legislazione verrà modificata e pertanto sarà possibile
questo incremento.
Per quanto riguarda il merito, si è registrato quel consenso
sostanziale che oggi si è ascoltato anche in aula, così come c’è
un’assoluta unità di vedute in quella che è una esigenza di
coordinamento
di
questi
interventi. Senz’altro è importante
cominciare a farli, perché anche questo è un piccolo intervento, ma
neanche così piccolo, va a interessare un segmento minore, ma
comunque significativo appunto di fattori inquinanti. L’auspicio è
quello evidentemente che si arrivi a una serie di interventi, in
questo senso si richiede anche e ci si attende uno sforzo di
fantasia, uno sforzo di inventiva in una visione coordinata che vada
a toccare i tanti generatori di inquinamento nella nostra città.
- 75 -
Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
In questo senso, e concludo, un aspetto che io ritengo
fondamentale, se mi è consentito uscire un attimo dal seminato
rispetto appunto alla delibera. Le macchine con motori vecchi
oppure con catalizzatori vecchi inquinano e sono oggetto appunto,
oltre che di questa delibera, anche della mozione che è stata
elaborata all’inizio di questa Commissione. Sappiamo tutti, però,
che uno dei fattori, per quanto riguarda il traffico, maggiormente
generatore di questo famigerato Pm10 che tutti abbiamo dovuto
imparare a conoscere, sono senz’altro i motori di quella incredibile
armata di mezzi pesanti che ogni giorno preme alle porte di Milano
e fa ingresso a Milano. Io, che sono motociclista, quando mi ritrovo
gli occhiali o i vestiti completamente anneriti da queste polveri,
conosco bene quello che è questo fattore, questa capacità di
inquinamento di questi mezzi. E in questo senso sarebbe
auspicabile, ed è un discorso che va oltre a quella che è la nostra
attività amministrativa, che si ritornasse a un controllo sistematico
della regolarità dei loro scarichi. Perché io trovo inaccettabile avere
in una città questi autentici mostri, questi mezzi spesso obsoleti
che hanno sostanzialmente (per così dire, volendo un po’
drammatizzare) una vera e propria licenza di uccidere.
- 76 -
Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
Il problema è un problema complesso. Però quando si evoca
la complessità dei problemi diventa un po’ un alibi per non
risolverli. Prendendo spunto da quella che è stata la dinamica di
questa Commissione e di quella che è la dinamica oggi di questo
dibattito, io ritengo che possa essere molto utile appunto un
apporto delle varie sensibilità su questi temi nella maniera laica che
poi si è registrata, tranne alcuni accessi che io ritengo anche un
pochettino di stile visti poi quelli che sono stati anche gli interventi
sul punto.
Un confronto è importante; è importante quello che si
definisce brain storming su questo argomento. Perché io credo che
uno sforzo di fantasia sia importante e che soprattutto la sfida, per
quello che riguarda l’ambiente e i trasporti evidentemente, perché
vanno a un certo senso a sovrapporsi, è quello di riuscire a
comporre una esigenza di mobilità che quanto mai è sentita nella
nostra Regione con l’esigenza appunto di un ambiente sano. Non
sono in contraddizione le due cose e peraltro mi fa piacere che sia
stato riconosciuto anche da diversi membri dell’Opposizione. È
senz’altro una sfida complessa, ma senz’altro è una sfida non più
rinviabile”.
- 77 -
Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
Entra in aula il consigliere Maio; ne escono i consiglieri
Rutelli, Giobbi, Martinelli: i presenti sono, pertanto, 50.
Il Presidente dà la parola al consigliere Ricci.
Il consigliere Ricci così interviene:
“Molto velocemente volevo spendere due parole di plauso a
favore di questa delibera che credo essere una delibera utile, molto
utile
per
quanto
riguarda
il
grave
e
annoso
problema
dell’inquinamento nella Città di Milano. Credo che questa delibera
rappresenti anche una possibile soluzione per quel problema delle
auto abbandonate.
Io e il gruppo di Alleanza Nazionale proprio la settimana
scorsa abbiamo presentato in una conferenza stampa un ordine del
giorno che prendeva in considerazione le preoccupazioni, che poi
sono quelle della cittadinanza, circa l’abbandono e il grave
fenomeno – grave inteso come aumento preoccupante e allarmante
– delle auto che vengono abbandonate in Città. Abbiamo preso in
considerazione il fatto che con la scomparsa della benzina rossa
evidentemente questo fenomeno aumenterà con tutto ciò che ne
consegue. Quindi anche alla luce di questa problematica, riteniamo
che questa delibera, la possibilità cioè di trasformare il carburante
delle macchine oggi alimentate, con benzina rossa, in GPL con
- 78 -
Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
questo contributo, sia un ottimo, decisamente un contributo fattivo
per il miglioramento della qualità ambientale della cittadinanza.
Sono altrettanto convinto che non sia l’unico, non sia la soluzione
di tutti i mali. Sono certo che l’Assessore, il Sindaco, la Giunta
avranno altre iniziative altrettanto utili. Pertanto annuncio il voto
favorevole di Alleanza Nazionale sia alla delibera e anche alla
mozione che ho letto con attenzione”.
Il Presidente dà la parola all’assessore Goggi per la replica.
L’assessore Goggi così interviene:
“Molto brevemente, ringrazio i Consiglieri che hanno voluto
apprezzare questa delibera. Qualche battuta rispetto ai Consiglieri
che hanno espresso delle posizioni critiche circa la limitatezza del
provvedimento. Io penso che tutti sapessero, compreso il Ministro
Bordon e il Ministro Ronchi, che proposero questo provvedimento,
che
non
si
trattava
della
soluzione
globale
ai
problemi
dell’inquinamento, ma di intervenire su una nicchia in cui l’utilizzo
di questi carburanti può essere molto importante, come per
esempio la nicchia delle auto attuali che sono alimentate a benzina
rossa e quelle particolari categorie di persone che non hanno
disponibilità
economiche
sufficienti
- 79 -
per
demolire
l’auto
e
Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
ricostruirla. Per questo vengono dati i finanziamenti per l’uso del
GPL e per aumentare la rete di distribuzione.
Per quanto riguarda l’introduzione delle auto a GPL e nei
parcheggi, con le recenti norme ed è di nuovi serbatoi, è possibile
entrare nei parcheggi interrati con le auto a GPL se queste sono
fatte con la nuova tecnologia dei serbatoi.
Circa al fatto che poi GPL e metano siano o meno inquinanti,
quello di cui trattava il consigliere Occhi, noi ci rendiamo conto che
sicuramente hanno una residua quantità di inquinamento, però
molto più bassa di quelle delle benzine tradizionali e sono
inquinanti dal punto di vista dell’effetto serra più che dal punto di
vista delle sostanze che si disperdono nell’atmosfera. Sappiamo che
non è questa la strada per l’assoluta possibilità di autotrazione non
inquinante, la strada è quella dell’idrogeno, che peraltro è stata
aperta dal Comune di Milano perché i progetti attuali per la
sperimentazione dell’idrogeno sono tutti in capo al Comune di
Milano, iniziati da noi e da noi finanziati, anche se sappiamo bene
che
prima
di
10
–
15
anni
non
si
potrà
arrivare
all’industrializzazione di questi nuovi mezzi.
Per quanto riguarda la facoltà delle auto a GPL e metano di
circolare durante i periodi di blocchi di traffico, noi siamo
- 80 -
Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
perfettamente consapevoli che queste auto possono circolare; mi
risulta che la Regione non abbia ammesso nella sua ordinanza la
circolazione di questi mezzi solo perché sembra che anche il
sollevamento delle polveri che è dato dal traffico sia considerato
dannoso agli effetti dell’abbattimento del Pm10. Speriamo che nelle
prossime delibere della Regione ci sia la possibilità di circolare
anche per questi mezzi”.
Il Presidente comunica che il consigliere Beretta sostituisce il
consigliere Giobbi Martini in qualità di scrutatore.
Indi pone in votazione la proposta di deliberazione in
oggetto.
Dal sistema di votazione elettronico risulta che hanno
partecipato
alla
votazione
n.
40
Consiglieri,
come
da
documento n. 1, che si allega.
Al riscontro dei voti, la votazione dà il seguente esito:
Presenti
n. 40
Astenuti
n.
Votanti
n. 38
Voti favorevoli
n. 38
2
(Carlino, Ciccioni)
Il Presidente ne fa la proclamazione.
---
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
N/59 – VENDITA, A FAVORE DELL’UNIVERSITA’ CATTOLICA DEL
SACRO CUORE DI MILANO, DELL’IMMOBILE SITO A MILANO IN VIA
NIRONE, 15, AL PREZZO A CORPO DI L.13.212.000.000.= (EURO
6.823.425,48).
LA DELIBERA NON COMPORTA SPESA.
Il Presidente invita il Consiglio a procedere alla trattazione
dell’argomento in oggetto, di cui alla proposta di deliberazione che
si allega e già notificata ai Consiglieri comunali.
Indi dà la parola all’assessore Pagliarini affinchè illustri il
provvedimento.
L’assessore Pagliarini così interviene:
“Questa delibera prevede la vendita di un immobile del
Comune che è situato in via Nirone che molti conoscono perché è
stata sede di un notissimo partito politico per molti anni. Questo
immobile è stato costruito dal ‘27 al ‘30, ha una superficie di circa
2 mila e 200 metri quadrati, è stato affittato fino al ‘94 a un partito
politico e dal ’94 ad oggi è completamente vuoto. Abbiamo provato
a
usarlo
per
la
Prefettura,
però
la
Prefettura
ha
detto:
‘Ristrutturarlo costa troppo, ci sono troppi vincoli’, quindi hanno
rinunciato. Ha provato il Tribunale a metterci dei suoi uffici, però
anche loro hanno visto che la ristrutturazione era troppo cara e
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
quindi hanno rinunciato. Il Comune ha pensato di utilizzarlo per uso
diretto per i nostri uffici,
però poi questa idea è stata scartata
perché avremmo aumentato ancora il numero degli uffici in giro per
tutta la Città. Si è pensato di ristrutturarlo per metterlo a reddito,
però abbiamo dovuto rinunciare perché ci veniva a costare
tantissimo
di
adeguatamente
ristrutturazione
a
reddito
e
non
perché
lo
c’erano
si
poteva
dei
mettere
vincoli
della
Sovraintendenza che non ci permettevano di raggiungere questo
obiettivo.
A questo punto si è fatta sotto l’Università Cattolica che ha
chiesto di poterlo comprare per usarlo per le sue attività
istituzionali. Sembrava proprio un’occasione, abbiamo chiesto di
fare una valutazione all’Ufficio Valutazioni del Demanio, è venuta
fuori una stima di 6 milioni al metro, considerando la spesa che
bisogna fare per ristrutturarlo e considerando i vincoli che ci sono.
A questo punto abbiamo chiesto il permesso alla Sovraintendenza
di poter vendere, il permesso ci è stato accordato. Questo edificio
va all’Università Cattolica, quindi abbiamo pensato che si poteva
fare una trattativa privata visto che è utilizzato per uno scopo che
serve alla città di Milano e l’uso è vincolato a università. A questo
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
punto chiediamo di approvare questa delibera e poter procedere
con i rogiti”.
Entra in aula il consigliere Fanzago: i presenti sono,
pertanto, 51.
Entra in aula altresì l’assessore Gallera.
Il Presidente dà la parola all’assessore Verga.
L’assessore Verga così interviene:
“Cari Consiglieri, su richiesta del consigliere Giovanni
Colombo, che partecipò largamente e ampiamente alle attività della
Democrazia Cristiana…”.
Fuori
microfono,
intervengono
più
Consiglieri
pronunciando parole che risultano incomprensibili a causa del
sovrapporsi delle voci.
L’assessore Verga così riprende:
“Beh, con Giovanni Colombo siamo stati insieme a far pezzi
di campagna elettorali, quindi, voglio dire… D’altronde non posso
non dire la soddisfazione di vedere, in molti gruppi, tante persone
che hanno svolto ruoli importanti nella storia della Democrazia
Cristiana.
Sicuramente uno, ma forse più di uno qui, addirittura è
stato nella sede precedente della Democrazia Cristiana…, mi
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
riferisco a Gambitta, gli altri probabilmente necessario. Io mi
ricordo solo via Nirone, Gambitta si ricorda anche via Clerici, quindi
parla di una storia che viene più da lontano. Non so se Bianchi di
Lavagna si ricordi o no, ma insomma…
Al di là di queste battute, certo non posso non dire che in
Giunta quando ho votato questo provvedimento mi è venuto un
tuffo al cuore. Perché pensare di votare la delibera con la quale il
Comune vendeva ad altri un palazzetto che in qualche modo mi
aveva visto protagonista o comunque sicuramente presente a
lungo…”
Fuori
microfono,
intervengono
più
Consiglieri,
pronunciando parole che risultano peraltro incomprensibili.
L’assessore Verga così riprende:
“…per l’Amor di Dio, costruito sicuramente da altri! Devo
dire a Di Martino che purtroppo porta anche i segni di questa
costruzione… Non so se tutti sono stati rimossi.
Comunque, al di là di queste considerazioni, so che la
domanda che voi fate a me è di natura totalmente diversa, che non
c’entra con il palazzetto di via Nirone 15. So che la domanda che il
consigliere Fiano e forse altri mi rivolgono è di sapere che cosa
succede all’inizio di via Nirone, tra via Nirone e via Sant’Agnese,
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
un’area che, all’interno dello studio delle ‘B2’ del centro, è stata
oggetto di riflessioni, di sollecitazioni, di considerazioni diverse
riguardo alla sua utilizzazione; è l’area con destinazione a verde,
limitrofa all’insediamento attuale dell’Università Cattolica di via
Sant’Agnese e via Terraggio, via Nirone in senso stretto non
c’entra. Sì, sì, Testori abita lì al 15 di Piazza Sant’Ambrogio, lo
sappiamo tutti.
Io mi sento qui, nonostante l’irritualità del momento –
questo voglio sottolineare, perché mi sembra veramente irrituale
oltre che un po’ sconcertante che si parli di un altro argomento
intanto che si discute della cessione di un palazzetto; è questione
di ruoli, di competenze, di una certa linea di comportamento
Istituzionale che sicuramente il Presidente condivide - io mi sento
qui di rassicurare tutti che lo spazio a verde di quel giardinetto non
verrà interessato da edificazioni. Ve lo porterò quando verrà qui in
approvazione la cosiddetta ‘B2’ del centro.
Nelle riflessioni che ho fatto con gli uffici, che ho verificato
anche nelle settimane scorse in attesa di questo dibattito, mi hanno
confermato che la scelta progettuale, in qualche modo cui ho
partecipato anch’io lavorando con i funzionari, di prevedere
l’ampliamento dell’Università Cattolica in fregio alla via Sant’Agnese
- 86 -
Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
e non spostata all’interno sugli spazi verdi, consente di sviluppare
l’Università Cattolica per quello che serve – e che è consentito – e
di salvare il verde all’interno. Il tutto tra l’altro, secondo me, offre
un’ulteriore
opportunità
ed
è
questa:
dando
come
criterio
progettuale l’Università Cattolica di non occupare quantomeno il
piano terreno, ma forse anche il primo piano per strutture edilizie,
cioè lasciando libero il piano terreno e il primo piano, si consente
un miglior accesso all’Università, un punto di (in qualche modo)
recapito di quello che è un percorso interessante che si snoda dalla
zona degli scavi romani in evidenza lì tra via Brisa e Corso
Magenta,
la
zona
di
via
Morigi
e
questo
primo
recapito
praticamente in questo percorso – chiamiamolo - archeologico.
Quindi con questo tipo di soluzione progettuale, rispetto alla quale
sarete chiamati ad esprimervi in questo Consiglio, noi salviamo il
verde e salviamo l’espansione della Cattolica. Questo è quanto mi
avevate chiesto”.
Entra in aula il consigliere Tinelli: i presenti sono,
pertanto, 52.
Il Presidente dichiara aperto il dibattito.
Indi dà la parola al consigliere Fiano.
Il consigliere Fiano così interviene:
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
“Per la verità, Assessore, questo è irrituale, ma noi avevamo
chiesto di parlarne in Commissione. Siccome c’è un clima positivo
su questa cosa, la irritualità viene dal fatto che si è scelto di parlare
direttamente
in
aula,
ma
avevamo
chiesto
di
parlare
in
Commissione… No, no, lei ha detto che questo nostro colloquio è
irrituale, avevamo chiesto la ritualità della Commissione, c’è stato
detto che era più semplice il Consiglio. Perché dice di no? Perché
dice di no? Io so cosa ho chiesto…L’irritualità del fatto che noi si
discuta di una notizia che non era ancora conosciuta, quella che lei
ha dato adesso in aula, non é che dipenda da noi. Noi abbiamo
detto: facciamo tutte le cose per benino e discutiamone in
Commissione con i tempi corretti. Dopodiché si è scelta comunque
questa strada.
Mi pare di capire che lei abbia annunciato, in forma diciamo
così
- ufficiosa, la risoluzione anche rispetto alle
osservazioni presentate dai cittadini sulla variante che riguarda
quell’area lì, tra via Sant’Agnese e via Terraggio, sarà che non ci
sia la permuta tra le aree comunali destinate a verde e le aree di
proprietà dell’Università Cattolica dove invece sarà permessa in
fregio alla via Sant’Agnese l’edificazione. Questa è una scelta che
permette la salvaguardia di un giardino, poi bisognerà chiedere
- 88 -
Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
all’Assessore delegato, cioè il Vicesindaco
De Corato che quel
giardino venga mantenuto e venga fatto utilizzare per essere
giardino, sempre che all’assessore De Corato Forza Italia mantenga
la delega ai parchi e giardini.
Visto che lei è stato così cortese da portarci questa notizia,
con riferimento alla delibera che a questo punto non trova in noi
un’opposizione, ma con riferimento a questa delibera che come lei
ha detto e ha anche auspicato (anche io auspico che le università
milanesi si espandano), credo però, Assessore, che all’espansione
di un’università così importante, in particolare nel centro storico
della Città, sarebbe cosa utile se noi potessimo coadiuvare questa
espansione la cui programmazione sia più coesa. Anche perché,
come tutti noi sappiamo, l’espansione di una facoltà universitaria
significa maggiore afflusso di studenti, quindi elementi di maggior
impatto urbanistico, di congestionamento da traffico, in genere
diciamo campus urbani ingentemente stesi trovano maggior sfogo
possibile evidentemente nei luoghi più periferici, non nel centro
della Città. Io dico ben venga che ci sia l’Università Cattolica nel
centro cittadino, mi auguro (e su questo sarebbe cortesia da parte
sua risponderci) che lei possa portarci notizie riguardo al futuro
della Caserma Sant’Ambrogio sulla quale mi consta da molto tempo
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
– l’aveva detto l’assessore Lupi – esiste una trattativa che non
riguarda solo noi, ma anche i due Ministeri dello Stato, oltre che
l’università Cattolica; evidentemente quello sarebbe uno sfogo
importante per l’Università Cattolica. Lo dico semplicemente per
trovare un filo conduttore delle diverse opzioni di espansione che
abbiamo osservato nell’Università Cattolica in questi anni e cioè
l’operazione di Via Sant’Agnese, questo acquisto di via Nirone e la
vicenda dell’accordo di programma che dovrebbe… Ricordo che c’è
un Ordine del Giorno primo firmatario Massimo De Carolis di questo
Consiglio Comunale che spinge affinché il Comune ceda la caserma,
insomma favorisca e firmi l’accordo di programma…
Io le ricordo però, in ordine alle cose che lei ha detto,
ancorché lei riconosca che siano molto meglio, direi quasi
completamente positive rispetto alla situazione che conoscevamo
coante, cioè di questa edificazione posta a cavallo tra Via
Sant’Agnese… a cavallo tra il giardino e la parte prospiciente di
Sant’Agnese, se gli atti amministrativi hanno un’importanza che il
Consiglio Comunale ha votato all’unanimità, con parere favorevole
della Giunta espresso dal suo predecessore, un Ordine del Giorno
che chiede al Comune di Milano che, nell’evenienza, qualora il
Comune di Milano si predisponga a firmare un accordo di
- 90 -
Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
programma con il Ministero della Difesa, Demanio Militare, con il
Ministero delle Università e con l’Università Cattolica perché
l’Università Cattolica trovi espansione delle proprie necessità, prima
che il Comune di Milano apponga una firma su quel documento, la
stessa università rinunci (c’è scritto in quell’ordine del giorno che
abbiamo scritto insieme a quattro mani con Maurizio Lupi), rinunci
all’edificazione di Via Sant’Agnese. Chiedo che lei tenga presente
questo che è un atto amministrativo unanime.
Per il resto, su questa cessione che poi è l’argomento che ci
ha collegato alla vicenda di Sant’Agnese perché all’unanimità in
Commissione
si
decise
di
verificare
se
poteva
esserci
un
collegamento virtuoso tra questa alienazione di bene demaniale e
la
vicenda
di
Sant’Agnese,
essendo
stato
in
maniera
significativamente soddisfacente risposto al primo punto di Via
Sant’Agnese, noi non ci opporremmo a questa delibera”.
Assume
la
presidenza
della
seduta
il
consigliere
designato Riccardo Albertini.
Il Presidente dà la parola al consigliere Mattioli.
Il consigliere Mattioli così interviene:
“Prima di tutto, raccogliendo un po’ lo spunto dell’assessore
Verga, mi permetto di dire che simbolicamente questa cessione
- 91 -
Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
all’Università Cattolica può anche essere di buon auspicio perché
tutto sommato stiamo cedendo quella che fu la sede della
Democrazia Cristiana che oggi passa all’Università Cattolica in una
continuità di pensiero storico – ideale che ha visto in passato
l’Università Cattolica fornire tanta ispirazione e tante personalità a
questa storia politica che sicuramente ha avuto tanti meriti nel
Paese; quindi simbolicamente ne colgo, guardando il futuro un
aspetto simbolico positivo. Ma al di là di questo ritengo che sia
anche positivo che questa Amministrazione abbia accolto le istanze
dell’università Cattolica o per meglio dire di una delle università più
importanti della Città, perché credo che sia di vitale importanza
dare sostegno, fiducia e disponibilità a tutte queste nostre grandi
istituzioni universitarie che tanto offrono a questo nostro Paese e
quindi credo che sia positivo che l'Amministrazione raccolga questa
istanza e anziché pensare di fare un’opera speculativa su questo
immobile
sia
disponibile
a
cedere
questo
immobile
a
quest’istituzione universitaria forse facendo anche qualche sconto
sul prezzo. Credo che un Comune non abbia semplicemente lo
scopo di fare affari, di fare business, credo che in questo momento
stiamo facendo un investimento sul potenziamento della ricettività
e della capacità culturale universitaria milanese. Quindi da questo
- 92 -
Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
punto di vista esprimo un apprezzamento per questa delibera.
Qualche dubbio tecnico ci è venuto in ordine ad alcuni passaggi;
uno è una domanda che rivolgo all’Assessore: questa delibera non
è passata dal Consiglio di Zona, probabilmente è stato valutato che
non fosse necessario, ma semplicemente pongo la domanda per
evitare che ci possano essere eventuali equivoci. Era necessario il
passaggio del Consiglio di Zona? L’altro aspetto erano alcune
valutazioni sul prezzo perché pur non volendo sempre fare
speculazione soprattutto nel momento in cui si vuole aiutare,
agevolare delle istituzioni universitarie, ma comunque ci vuole
sempre una congruità ed una ragionevolezza nel prezzo e quindi
chiedo se sulla parte valutazione del prezzo siano state fatte delle
opportune perizie e delle valutazioni opportune per valutare che
rispetto alla quantità di interventi che saranno necessari per
ristrutturare complessivamente il Palazzo, questo possa essere un
prezzo congruo rispetto al voler cedere ad un’istituzione una
proprietà, ma nel contempo mantenere una ragionevolezza ed
un’equità nello scambio che stiamo predisponendo. Chiedo quindi
alcune risposte su questi elementi tecnici”.
Escono
dall’aula
i
consiglieri
presenti sono, pertanto, 50.
- 93 -
Gilardelli
e
Lucini:
i
Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
Esce altresì dall’aula l’assessore Carrubba.
Il Presidente dà la parola al consigliere Ciccioni.
Il consigliere Ciccioni così interviene:
“Io non so come dire, naturalmente l’Università Cattolica è
un ente, è una fondazione privata tra l’altro, lo vorrei ricordare, che
arricchisce l’immagine della Città e naturalmente questo dev’essere
un
concetto
importante
che
deve
guidare
le
scelte
dell’Amministrazione che non può non tenerne conto, però ci sono
alcune cose che dobbiamo tenere presente. Intanto mi sembra di
ricordare che all’interno della perizia che è stata allegata alla
delibera, la tabella dei prezzi del metro quadro in zona centro porta
valori da 6 a 8 milioni al metro quadro. Certo, il Palazzo non si può
dire in ottime condizioni, però da 6 a 8 mi pare che ci sia una bella
differenza, naturalmente il prezzo indicato in delibera indica 6
milioni
al
metro
quadro.
È
importante
considerare
che
l’Amministrazione sembra intenzionata a by-passare il bando di
concorso perché vorrebbe privilegiare questa istituzione. Per cui io
sono andato a leggermi il regolamento per l’alienazione dei beni
immobili di proprietà del Comune e però sono andato anche a
leggermi la legge del 15 maggio del 1997, la numero 127 che reca
“disposizioni in materia di alienazione degli immobili di proprietà
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
pubblica” e dice così: ‘i Comuni e le Province possono procedere
all’alienazione del proprio patrimonio immobiliare anche in deroga
alle norme di cui alla legge 24 dicembre, numero 783 successive
modificazioni… nonché alle norme sulla contabilità generali degli
enti locali fermi restando i principi generali dell’ordinamento
giuridico – contabile’, cioè non si possono fare alienazioni di beni
pubblici senza ricorrere al bando di concorso.
Allora, con tutto il rispetto per questa fondazione privata che
si chiama Università Cattolica, mi sembra però che non vi siano gli
spazi per fare questa operazione, bisognerebbe, credo, pensare a
qualche ipotesi diversa, per esempio fare un bando di concorso,
verificare se non arrivano offerte più vantaggiose. Allora a quel
punto si potrebbe dire che l’interesse della Città è stato perseguito,
perché prima si è cercato di portare a casa più quattrini e poi, visto
che nessuno ha fatto offerte oppure sono state fatte offerte troppo
basse, per esempio addivenire a concludere con l’università
Cattolica.
E’ importante che noi teniamo presente che non debbono
esistere soggetti diversi dagli altri in nome dei quali si passa sopra
alla legge; la legge dovrebbe essere uguale per tutti. È vero che
assistiamo nel nostro Paese a tutta una serie di questioni per le
- 95 -
Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
quali ogni cittadino potrebbe dire che c’è qualcuno meno uguale
degli altri o più uguale degli altri in Italia, però nel caso
dell’Amministrazione di fronte a questa opportunità, io credo che
noi dovremmo essere più attenti a quello che stiamo facendo. Non
vi sono urgenze, ci sono altre urgenze in Città per le quali è
importante addivenire a decisioni immediate perché gli immobili
crollano, vuoi per esempio parlare della scuderia ‘Liberty’ a San
Siro, questo è molto importante, è fatiscente, sta crollando.
Potrebbe essere interessante a questo punto prima di ritrovarci con
l’immobile a terra, mi sembra che lì l’interesse pubblico sia quello
di fare le cose di fretta. Ma in questo caso mi pare che, anche se il
Palazzo non si presenta più di tanto molto bene, stia su, non stia
crollando.
Quindi, Assessore, io recepisco le alte motivazioni che sono
riportate
in
delibera
a
proposito
della
scelta
di
vendere
all’università Cattolica, però mi piacerebbe che lei mi dicesse se
quanto ha affermato circa l’obbligo comunque di perseguire criteri
di massima trasparenza ed adeguate forme di pubblicità per
acquisire e valutare concorrenti proposte d’acquisto, come dice la
legge, non sia soltanto una mia illazione, ma non risponda, invece,
- 96 -
Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
ad un dato di fatto molto preciso. Su questo mi piacerebbe avere
una risposta”.
Riassume la presidenza della seduta il Presidente del
Consiglio Giovanni Marra.
Il Presidente dà la parola al consigliere Occhi.
Il consigliere Occhi così interviene:
“Io voglio esprimere alcune perplessità, alcune sono state
espresse dal collega Ciccioni che mi ha preceduto, altre le voglio
aggiungere. Innanzitutto andrebbe detto all’amico Mattioli che per
coerenza andrebbe venduto ad AN o a quell’altro più fascista di voi,
a quell’altro che non oso citare, perché qui dice che è stato
costruito in un periodo che non è proprio della Democrazia
Cristiana, era di qualcun altro questa sede e quindi non c’è niente
da rivendicare in questo senso.
A parte queste battute, ammesso e non concesso che siano
giuste le posizioni che qui vengono riportate e cioè che non era
opportuno il pur ventilato utilizzo diretto dal Comune di Milano per
sede dei propri uffici, considerate le dimensioni ridotte del palazzo
rispetto alle esigenze di accorpamento della sede comunale, io mi
permetto su questa affermazione di dissentire, troviamo altre
motivazioni che ci trovano a vendere i nostri stabili e di uno stabile
- 97 -
Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
come questo. Vorrei chiedere all’assessore Pagliarini: quanti affitti
paghiamo per sedi che non sono le nostre? Sono centinaia di
milioni di affitti. È chiaro che questo edificio non ci risolveva il
problema in maniera definitiva, avremmo bisogno di milioni di
metri quadri, non di migliaia, però rispetto al fatto che paghiamo
l’affitto da altre parti è interessante come questa roba venga
riproposta e - a parte la soluzione che ci verrà poi proposta in
Garibaldi-Repubblica - negli anni non abbiamo visto soluzioni
alternative. In compenso vendiamo gli stabili che possono essere
ristrutturati per uffici; qui si sostiene che per le modeste
dimensioni non valeva la pena farlo. Così come si sostiene che
sarebbe
stata
anti-economica
una
ristrutturazione
ai
fini
residenziali dell’edificio che è nato con funzioni terziarie. Noi
facciamo una delibera dove andiamo ad acquistare appartamenti
nei PRU, l’abbiamo votata un paio di settimane fa, quindi
spendiamo fino a 3 milioni e mezzo al metro quadro per comprare
appartamenti e dall’altra parte vendiamo stabili del Comune di
Milano che invece a mio parere, proprio perché essendo a terziario
hanno
spazi
molto
più
liberi
e
vasti,
possono
essere
tranquillamente riadattati. Tant’è che una delle polemiche è che
molti spazi ad uso terziario di questa Città inutilizzati qualcuno ha
- 98 -
Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
pensato di trasformarli, di farle diventare abitazioni. Se non si è
ancora fatto non è perché non conviene dal punto di vista
economico, ma forse qualcuno potrebbe obiettare che chi li ha
costruiti ai tempi e gli ha dato il permesso di farlo ai noti signori
padroni di questa Città hanno sbagliato completamente i conti e
forse adesso paghino, sarebbe un regalo doppio che non vale la
pena dal punto di vista politico fare, non perché non sia
conveniente da un punto di vista economico.
L’altra considerazione (e qui confesso che non ho capito) è
se il piano regolatore prevede zona omogenea A centro storico con
destinazione funzionale R (residenziale) disciplinata dall’articolo 18
e 27 delle norme tecniche di attuazione e cioè che lì si possa
insediare funzione compatibili, ma non per l’intera superficie, ma
vorrei capire come una destinazione come questa possa diventare
sede universitaria? Magari è possibile, mi spiegherete come, a
meno che l’università non intenda fare residenza. Allora non si
capisce perché se era conveniente per l’università non era
conveniente per noi; ci sono delle cose che non mi tornano dal
punto di vista di questa decisione.
Io avrei apprezzato molto di più una valutazione diversa,
molto più terra-terra; l’università ha bisogno, gliela vendiamo
- 99 -
Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
perché pensiamo che l’università Cattolica a Milano sia una cosa
importante come le altre università e quindi intendiamo favorire lo
sviluppo delle università. Perché altrimenti scrivere sulle delibere
queste argomentazioni si significa arrampicarsi sui vetri con delle
argomentazioni che non stanno in piedi e che nascondono una
motivazione che è legittima e che è quella che dicevo prima.
Sarebbe molto più semplice nel nostro dibattimento se le delibere
venissero stese con onestà intellettuale rispetto alle cose che ci si
propone. A meno che nella versione che sembra più trasparente
non sia possibile farla, allora si ricorre ad articolazioni di
ragionamento che però da un punto di vista politico che non mi
convincono affatto.
Rispetto alle università, va detto una volta per tutte,
l’università in Piazza Sant’Ambrogio è in Piazza Sant’Ambrogio c’è
un edificio che è l’unico adatto all’espansione vera di quella
università, ci vogliamo decidere insieme, vi volete decidere adesso
che avete il potere assoluto in questo Paese, Stato, Comune,
Regione, il mondo intero è in mano vostra, vi volete decidere a fare
scattare il meccanismo per cui quella caserma viene dismessa e
ceduta all’università o no? O continuiamo ad andare avanti a
spizzichi e bocconi nel modo in cui si sta procedendo? Avete gli
- 100 -
Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
strumenti politici, economici, istituzionali eccetera per fare in modo
che questa cosa avvenga, questo è il vero - mi scappava la parola
favore
-
vantaggio
all’università
Cattolica
che
se
l’Amministrazione
vuole
veramente
potrebbe
farlo.
dare
Altrimenti
rischiano di essere piccoli regalucci qua e là che però non risolvono
il problema e poi quando sarà il momento di farlo, magari anche un
po’ tardi, si trovano proprietà sparse che sono poco funzionali e
l’università venderà a suo tempo guadagnando anche qualcosina in
più di quello che abbiamo portato noi a casa oggi, perché noi lo
facciamo con un spirito di aiuto rispetto ad un’attività anche se
privata però pubblica dal punto di vista… magari il prezzo non è dei
più larghi. Poi magari un’università acquisirà finalmente lo spazio
della caserma in Piazza Sant’Ambrogio, finalmente avrà il modo di
ampliare, no se lo venderà per fatti suoi e noi avremo fatto doppio
regalo
all’università
Cattolica,
cosa
che
è
legittima,
ma
permettetemi qualche punto interrogativo rispetto a queste
questioni.
Nonostante questo il nostro voto sarà di astensione perché
riteniamo che il ruolo dell’università, anche se privata, sia
assolutamente auspicabile in una Città come la nostra in cui il
pluralismo culturale noi vogliamo salvaguardare.
- 101 -
Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
Spero che la stesse considerazioni vengano fatte per le
università statali e non si pensi che l’unica priorità sia per le
università private e non la salvaguardia del pubblico”.
Esce il Sindaco Gabriele Albertini: i presenti sono,
pertanto, 49.
Il Presidente dà la parola al consigliere Ciabò.
Il consigliere Ciabò così interviene:
“Innanzitutto volevo ringraziare l’assessore Verga che è
intervenuto su un punto che non era all’Ordine del Giorno, era
stato chiamato in Commissione, io allora non potevo essere al
corrente del fatto che già l’assessore Verga prima che si svolgesse
la Commissione era già in contatto con l’università Cattolica per
definire la questione relativa ai giardini di via Terraggio, come è
stato poi.
Per quanto riguarda la delibera, io ho ascoltato l’intervento
del consigliere Ciccioni, per quel che ne so, per quello che mi è
stato spiegato, un’Amministrazione può procedere attraverso ad
un’alienazione, ad una vendita di un bene immobile attraverso
trattativa privata ogni qualvolta ve ne ricorrano le condizioni. In
questo caso si tratta di un immobile storico, ubicato in centro
storico,
rispetto
al
quale
c’è
un
- 102 -
vincolo
da
parte
della
Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
Sovrintendenza, un bene rispetto al quale, secondo me in maniera
assolutamente
condivisibile,
è
stata
prevista
da
codesta
Amministrazione una destinazione d’uso che non è né di tipo
commerciale né di tipo residenziale, ma una destinazione d’uso di
tipo pubblico. L’università Cattolica infatti, come lei ha ricordato, è
una fondazione privata di interesse pubblico. Per quanto riguarda il
vincolo della Sovrintendenza, è stato assolutamente rispettato
perché la Sovrintendenza ha autorizzato questa vendita. Per
quanto riguarda, invece, il prezzo è un prezzo da perizia di 6
milioni al metro quadro che è stato ritenuto assolutamente
congruo.
Per cui ritengo che, essendo la trattativa privata una
procedura assolutamente legittima, altrimenti non penso che
questa delibera potesse passare in Consiglio, essendo il vincolo
della Sovrintendenza assolutamente rispettato, essendo a mio
parere
la
destinazione
assolutamente
ad
condivisibile,
uso
pubblico
essendo
il
una
prezzo
destinazione
congruo,
io
personalmente come Presidente della Commissione esprimo un
parere favorevole”.
Il Presidente dà la parola all’assessore Pagliarini per la replica.
L’assessore Pagliarini così interviene:
- 103 -
Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
“Spero di non dimenticare niente. Mattioli ha detto: ‘forse è
stato fatto uno sconto sul prezzo’. Tu che mi conosci sai che non è
possibile. Certo, nessuno ha mai detto facciamo una speculazione
per portare a casa il massimo, però ti assicuro che se avessi avuto
l’impressione di essere andato sotto un prezzo di mercato sarei
andato a fondo. C’è una perizia firmata dall’ingegner Spada che
gode di una fama terribile, è veramente un duro, quindi c’è una
perizia che supporta questo prezzo. Per quanto so io non è stato
fatto nessuno sconto.
Ciccioni diceva: la tabella dei prezzi del centro è da 6 a 8
milioni. Ipotesi di lavoro: se per ristrutturare ne spendi 2, ecco che
6 valgono 8. Qui ci sono le fotografie, a me hanno detto che lo
stato
di
manutenzione
è
molto
brutto.
Quindi
il
6
vale
probabilmente più di 8 considerando quello che dovrà essere speso
per utilizzarla. Comunque è collegato anche a quello che ho detto a
Mattioli. Mi fa piacere che la parlato della scuderia ‘Liberty’; se le
interessa domani mattina nel mio ufficio c’è una delegazione degli
abitanti della zona San Siro che vengono a discutere di quello
perché la Giunta avrebbe intenzione di fare una gara al più presto
proprio per ristrutturarla perché è una cosa meravigliosa e sta
cadendo a pezzi. C’è questa associazione per tutelare questa
- 104 -
Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
scuderia e domani mattina sono da me, se vuoi venire sono
contento lo dico a chiunque; ci sono queste ferite nel tessuto
urbano che è nostro dovere sistemare, quindi sei il benvenuto!
Sul fatto di poterla vendere o meno ha assolutamente
ragione la Ciabò, figurati se non abbiamo controllato, l’ho chiesto
venti volte! In presenza di queste situazioni – mi prendo tutta la
responsabilità - mi hanno garantito che possiamo non fare la gara
in questa situazione, sennò figurati se portavo la delibera. Ecco,
invece
Occhi ha detto una frase che a me è piaciuta: ‘Sarebbe
bello che le delibere fossero fatte tutte con onestà intellettuale”.
Giurin giuretta, qui io ho cercato di farla con la massima onestà
intellettuale, non ho cercato per niente di... Certo, l’indicazione
politica… Noi possiamo dare, tu lo sai, solo l’indicazione politica, ed
è quella della massima trasparenza, mettiamo giù tutto. Poi magari
tu hai trovato qualcosa che non ti quadrava. Però, non ti quadrava,
ma intanto l’hai trovata. Cioè in queste delibere cerchiamo sempre
di avere la massima trasparenza e di dare tutte le informazioni.
Quanti affitti paghiamo. Attenzione, la delibera dell’altro
giorno prevede che si compra a un prezzo massimo, cos’è, di 3
milioni? Qui la vendiamo a 6, quei soldi entrano e poi possono
essere utilizzati per comprare. Ti do un accordo (te l’ho già detto
- 105 -
Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
al bar, ma te lo do perché è interessante saperlo): nella zona
centrale, zona proprio di pregio, il Comune possiede 602 alloggi
che sono di edilizia popolare, zona centrale di pregio; in media
incassiamo di affitto 276 mila lire al mese per alloggio in zona
centrale. Ed è chiaro che vanno tutelati questi inquilini, però lo
pongo alla Vostra considerazione ora per il futuro, no? È chiaro che
il Comune potrebbe - non c’è nessuna decisione in questo senso,
sia ben chiaro - in linea teorica questi 602 alloggi in zona centrale
farli diventare 6000 alloggi in zona non centrale, aumentando
l’offerta. È chiaro che una cosa del genere richiederebbe però
traumi drammatici per quelli che ci abitano. Lo so, è una scelta.
Però io ti posso dire che sto cercando di…”.
Fuori microfono interviene un Consigliere non meglio
identificato il quale pronuncia parole che risultano incomprensibili.
L’assessore Pagliarini così interviene:
“Per carità! Ho capito. Però 600 alloggi diventano 6000. È
meglio 600 in centro o 6000 in periferia? Ti giro la domanda.
Comunque io l’ho detto solo per dare delle informazioni. Quello che
stiamo cercando di fare è di individuare in questi 602 quelli che
sono in ristrutturazione, quindi senza inquilini; per quelli si può
cercare di venderli senza prendere soldi, ma in cambio prendere
- 106 -
Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
maggiori alloggi ed offrire in zona non centrale. Comunque il punto
che ha sollevato è importante.
L’ultimo punto è… Sì, Sant’Ambrogio è importante, non è del
Comune, c’è quell’impegno che è stato già richiamato e tutti ci
stiamo impegnando per favorire il trasferimento perché ovviamente
risolverebbe i problemi della Cattolica. E quello cerchiamo di farlo
nei limiti in cui noi possiamo. Nel Consiglio di Zona la procedura è
di mandare sempre una lettera dove ci sono non ricordo più se 40
o 60 giorni di tempo per avere una risposta con il principio del
silenzio – assenso. Io quando non ho la risposta telefono sempre.
Confesso che in questo caso non ho telefonato perché mi sembra
così evidente che da uno stabile vuoto si passa a uno stabile che
viene utilizzato…Però una procedura del Demanio è di mandare una
lettera al Consiglio di Zona, non ti so dire qua se l’abbiamo… Okay,
ti ho detto qual è procedura. Però il punto è che uno stabile vuoto,
in pericolo, lo si affitta a gente che lo ristruttura e che ci fa una
sede universitaria, non vedo il problema. La procedura che io
conosco è che si manda sempre una lettera, c’è il silenzio –
assenso e se non arriva la risposta io li chiamo sempre. In questo
caso non li ho chiamati, non ti so dire se gli abbiamo mandato la
lettera…”.
- 107 -
Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
Fuori microfono interviene un Consigliere non meglio
identificato il quale pronuncia parole che risultano peraltro non
udibili.
L’assessore Pagliarini così prosegue:
“Okay, non te lo so dire sinceramente. Può anche darsi,
però in questo caso… perché le lettere si fanno sempre quando ci
sono problemi, novità tipo ‘il Vidas’ che discuteremo tra qualche
settimana. E’ una casa pericolante, la cambi e la metti ad uso
universitario, non vedo il problema”.
Il Presidente sottopone all’esame del Consiglio l’emendamento a
firma del consigliere Testori ed altri, contrassegnato con il n. 1, che
si allega.
Indi dà la parola al consigliere Testori affinchè lo illustri.
Il consigliere Testori così interviene:
“Intanto io condivido quello che diceva prima Mattioli sulla
continuità simbolica dalla vecchia DC alla Cattolica; è una cosa
personale, però, che non deve interessare sotto il profilo
amministrativo la Città. Invece sotto il profilo amministrativo penso
che questo emendamento abbia una valenza di carattere tecnico e
sia perfettamente in linea con il contenuto della relazione allegata
alla delibera.
- 108 -
Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
In generale ho visto che tutti siamo d’accordo sulla
opportunità, sulla necessità dello sviluppo di tutti i poli universitari
in Milano, siano essi pubblici che privati, siano statali o non statali.
Quindi in linea di massima questa delibera è condivisa dalla
maggioranza del Consiglio Comunale (lo vedo, posso constatarlo) e
dei cittadini. Direi che in particolare per l’edificio di via Nirone, che
è vuoto e in attesa di destinazione dal 1994: prima si è cercato di
adibirlo a sede della Criminalpol, poi di un Centro Comunicazioni
sempre della Polizia; è stato offerto anche come spazi giudiziari,
ma, purtroppo anche come sua tipologia di difficile utilizzo, non è
stato mai accettato come sede di queste Istituzioni. Quindi ben
venga la richiesta dell’Università Cattolica che oltretutto ha la sede
lì vicino e quindi, anche per la comodità degli studenti, è molto
opportuna questa possibilità di estendersi per le sue attività
istituzionali.
Ma la decisione di vendere alla Cattolica lo stabile di via
Nirone, è anche in linea con la norma, direi innovativa, mi insegna
l’Assessore Verga, della Legge 15 gennaio 2001 numero 1, il cui
articolo 5 al n° D) recita che ‘nei piani regolatori generali, con
capacità insediativa residenziale prevista superiore a 20 mila
abitanti’ - quindi Milano sicuramente ne fa parte - ‘si debbano
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
prevedere anche spazi aggiuntivi per attrezzature di interesse
generale, ivi compresi gli istituti universitari’. Quindi fa parte
proprio dello spirito della Legge questo ampliamento dell’attività
universitaria anche allo stabile di via Nirone.
Lo scopo dell’emendamento proposto, ho detto di carattere
tecnico, è di subordinare, di includere quindi, nel rogito che sarà
stipulato con l’Università Cattolica, l’impegno dell’acquirente di
destinare, per i propri fini Istituzionali, l’immobile stesso. Questo
evita che possa essere un giorno venduto a terzi e riduce anche il
valore ovviamente dell’immobile perché viene destinato per un fine
preciso e non mutabile nel tempo. Quindi penso che sia un
emendamento di carattere tecnico che è dovuto perché fa parte
dello spirito del contenuto della relazione”.
Esce dall’aula il consigliere Carlino: i presenti sono,
pertanto, 48.
Il Presidente comunica che il consigliere Ugliano sostituisce il
consigliere Carlino in qualità di scrutatore.
Indi pone in votazione l’ememdamento, a firma del
consigliere
Testori
ed
altri,
contrassegnato
con
il
n.
precedentemente indicato.
Dal sistema di votazione elettronico risulta che hanno
- 110 -
1,
Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
partecipato
alla
votazione
n.
39
Consiglieri,
come
da
documento n. 2, che si allega.
Al riscontro dei voti, la votazione dà il seguente esito:
Presenti
n. 39
Astenuti
n.
Votanti
n. 38
Voti favorevoli
n. 38
1
(Ciccioni)
Il Presidente pertanto proclama che l’emendamento è approvato.
--Il Presidente pone in votazione la proposta di deliberazione in
oggetto nel testo, che si allega, risultante dall’emendamento
approvato.
Dal sistema di votazione elettronico risulta che hanno
partecipato
alla
votazione
n.
39
Consiglieri,
come
da
documento n. 3, che si allega.
Al riscontro dei voti, la votazione dà il seguente esito:
Presenti
n. 39
Astenuti
n. 12
(Adamo, Antoniazzi, Baruffi,
Bianchi di Lavagna, Colombo,
Cormio,
- 111 -
Fanzago,
Farina,
Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
Mattioli, Ottolenghi, Spirolazzi, Ugliano)
Votanti
n. 27
Voti favorevoli
n. 26
Voti contrari
n.
1
Il Presidente ne fa la proclamazione.
(Si allegano, ai sensi dell’art. 49 del D.L.gs. 267/2000, i pareri di
regolarità tecnica e di regolarità contabile espressi rispettivamente
dal Direttore del Settore Demanio e Patrimonio e dal Direttore del
Settore Entrate sull'emendamento approvato).
--Il Presidente sottopone all’esame del Consiglio la mozione
urgente, a firma del consigliere Molinaro ed altri, che si allega.
Indi dà la parola al consigliere Molinaro affinchè la illustri.
Il consigliere Molinaro così interviene:
“Innanzitutto un ringraziamento a tutti i colleghi della
Commissione Trasporti con i quali abbiamo costruito nell’ambito di
quella discussione i contenuti di questa mozione urgente che si
collega alla discussione fatta precedentemente relativa alla delibera
numero 60 e indica una strada innovativa relativamente alle auto
che hanno il dispositivo catalitico, quindi le auto che utilizzano
- 112 -
Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
benzina verde, che anche loro producono un inquinamento
consistente nell’atmosfera. Non solo perché come tutte le auto, per
effetto
del
rotolamento
e
del
movimento,
costantemente
movimentano le polveri che poi respiriamo, ma anche per le
emissioni stesse che queste auto producono nell’atmosfera,
emissioni che dipendono dai limiti tecnologici delle marmitte
catalitiche nel caso dell’accensione dell’auto fino a quando la
marmitta non ha un regime termine corretto, la marmitta catalitica
non
trattiene
assolutamente
gli
inquinanti
prodotti
dalla
combustione della benzina verde. Ma poi c’è anche nell’uso una
conseguenza derivante dal fatto che dopo un certo numero di km la
marmitta catalitica perde di efficacia, quindi di fatto dopo la
completa sostituzione del parco auto, con le auto catalizzate, non
abbiamo risolto il problema dell’inquinamento atmosferico, il
problema si ripresenta in termini aggravati anche perché il
benzene, le ammine aromatiche, ecc., sono sostanze cancerogene
acclamate che hanno delle conseguenze gravissime sulla salute
soprattutto per i bambini.
Quindi la mozione urgente, sottoscritta da tutti i Consiglieri,
propone una iniziativa dell’Amministrazione comunale tesa a dare
una corretta informazione ai cittadini che sono possessori di veicoli
- 113 -
Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
catalizzati
ma
anche
agli
autoriparatori.
Perché
molto
frequentemente, anche quando il cittadino volenteroso richiama il
fatto che la marmitta ha esaurito la sua funzione catalizzante, nelle
officine gli viene proposta come alternativa una marmitta che costa
molto meno rispetto a quella che, avendo i metalli particolari, la
ricopertura in ceramica e così via, riesce a trattenere gli inquinanti,
offrendo a un costo decisamente inferiore una marmitta che svolge
la stessa funzione, in genere il cittadino sceglie la soluzione meno
onerosa. E le conseguenze ambientali di questa scelta sono
gravissime, quindi bisogna informare meglio i cittadini.
Bisogna realizzarli un controllo più attento e capillare
sull’efficienza dei convertitori catalitici e la proposta è quella di
istituire per i nuovi veicoli il controllo annuale delle emissioni. Ma
operare anche perché si vada verso l’istituzione di agevolazioni
economiche che consentano di vedere il Comune protagonista in
questo caso di un processo che consenta di utilizzare i materiali
migliori più efficienti e garantiti per l’abbattimento delle emissioni
nocive prodotte dai motori a combustione interna.
La mozione, quindi, indica questa strada come una strada
innovativa
lungo
la
quale
sperimentare
un
ruolo
nuovo
dell’Amministrazione comunale più attento agli utenti e alla filiera
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
più generale dell’auto, che è quella degli autoriparatori che
svolgono una funzione molto importante nel rapporto tra gli utenti
e la buona manutenzione degli autoveicoli e di conseguenza sulla
qualità più complessiva dell’ambiente.
La mozione non interviene soltanto sulle questioni più
generali, ma interviene sui comportamenti individuali dei cittadini
la cui somma provoca poi, alla fine, effetti sull’ambiente che
possono ricadere appunto sull’insieme della collettività”.
Escono
dall’aula
i
consiglieri
Albertini
Riccardo,
Caputo, Gambitta, Pennisi, Testori, Salvini: i presenti sono,
pertanto, 42.
Il Presidente dà la parola all’assessore Goggi.
L’assessore Goggi così interviene:
“Molto brevemente si concorda con gli obiettivi di questa
mozione anche se bisogna ricordare che il nostro impegno
prioritario è quello che tutti gli autoveicoli che circolano siano
catalizzati e questa è la frontiera che non abbiamo raggiunto.
Quindi l’avere anche dai catalizzatori sempre in efficienza e
rinnovati dopo 40 mila km è un obiettivo importante, ma molto
avanzato per la situazione in cui ci troviamo. Il parere della Giunta
può essere favorevole su questa mozione con un’avvertenza, e cioè
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
che l’istituzione di agevolazioni economiche per il cambiamento dei
catalizzatori non è compito dell’Amministrazione comunale, ma
l’Amministrazione comunale si può fare parte diligente con il
Ministero dell’Ambiente perché così come vengono finanziati i
carburanti ecologici (metano, GPL) venga finanziata con il cofinanziamento del Comune anche la sostituzione dei catalizzatori.
Per questo motivo e per questa interpretazione, la Giunta dà
parere favorevole”.
Il Presidente così interviene:
“Prima di dare la parola ai Colleghi che l’hanno richiesta
voglio ricordare che quando una mozione è firmata da tutti i
Gruppi, proprio per accelerare il dibattito, non si fa dibattito.
Questo è un articolo che può a volte essere derogato. In questo
caso ci sono colleghi che vogliono intervenire quindi possiamo
derogare”.
Indi dà la parola al consigliere Bianchi di Lavagna.
Il consigliere Bianchi di Lavagna così interviene:
“Sarò brevissimo. Io condivido l’Ordine del Giorno che non è
firmato da me, perché assente nella seduta per le note ragioni nelle
circostanze in cui è stato elaborato. Mi sembra che l’Assessore
Goggi dia una interpretazione dell’ultima parte corretta, cioè
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
agevolazioni economiche, l’Amministrazione probabilmente non può
darne. Io allora, però, suggerirei come ho detto già nell’intervento
di sostituire la parola agevolazione economiche con la parola
“crediti d’imposta” per la banale ragione che l’Amministrazione
deve
promuovere
provvedimenti
che
garantiscano
credito
d’imposta a coloro che operano questa sostituzione delle marmitte
catalitiche. Questo perché il sistema è molto più efficiente.
Se
come
dice
l’Assessore
Goggi
noi
contributi
agli
automobilisti non ne possiamo dare e dobbiamo rivolgerci al
legislatore nazionale, cosa che l’Amministrazione di Milano può fare
con una telefonata, io credo che allora valga la pena di lavorare
anche sullo strumento, quindi non più il contributo, ma il credito
d’imposta che è strumento principe per realizzare in fretta una
concreta agevolazione”.
Escono dall’aula i consiglieri Ferrara, Ciabò e Carugo: i
presenti sono, pertanto, 39.
Il Presidente dà la parola al consigliere Di Martino.
Il consigliere Di Martino così interviene:
“Io sono uno dei firmatari di questa mozione urgente. Mi
sono già espresso in sede di Commissione e avevamo individuato il
percorso da seguire assieme, ma il collega Molinaro essendo un
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Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
tecnico della materia e esperto per la sua attività lavorativa, più
che precedente passata, aveva dato prova di estrema precisione e
capacità in Commissione, di preparazione soprattutto. Io poi,
avendo avuto contatto con Amministrazioni che hanno già iniziato
questo percorso, come le Città di Napoli e di Palermo, mi sono
procurato il materiale riguardante la materia e l’ho sottoposto
all’attenzione del collega Molinaro. Io ritengo che da questo lavoro
comune sia uscita questa mozione che ritengo positiva per questa
Città.
Ho visto che l’Assessore Goggi l’ha accolta con piacere, su
mandato del Presidente Pillitteri in commissione si era deciso di
produrre un documento di questo genere, che fosse un documento
non della Maggioranza o della Minoranza, ma della Commissione
nella sua interezza. Ritengo che lo spirito sia stato quello e sia
stato poi portato in questo documento. Quindi ritengo che il gruppo
di AN possa tranquillamente esprimersi in modo favorevole su
questo documento”.
Il Presidente pone in votazione la mozione urgente, a firma del
consigliere Molinaro ed altri, precedentemente indicata.
Dal sistema di votazione elettronico risulta che hanno
partecipato
alla
votazione
n.
32
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Consiglieri,
come
da
Seduta consiliare dell’11 febbraio 2002
documento n. 4, che si allega.
Al riscontro dei voti, la votazione dà il seguente esito:
Presenti
n. 32
Astenuti
n.
Votanti
n. 31
Voti favorevoli
n. 31
1
(De Pasquale)
Il Presidente pertanto proclama che la mozione è approvata.
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Seduta consiliare dell`11 febbraio 2002 - 1