CONTENUTI CARTELLA STAMPA
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PRESENTAZIONE PRESIDENTE FONDAZIONE ROMA
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COMUNICATO STAMPA
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SCHEDA TECNICA
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DUE CASI DI RACCOLTE RECENTI - di Andrea G. De Marchi
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SCULTURA, MATERIA E MERCATO - di Dario Del Bufalo
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ELENCO OPERE
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DIDASCALIE IMMAGINI
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PRESENTAZIONE FONDAZIONE ROMA
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PRESENTAZIONE FONDAZIONE ROMA - ARTE - MUSEI
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ELENCO MOSTRE FONDAZIONE ROMA MUSEO
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SCHEDA CATALOGO
CONTENUTI CD
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FILE SOPRA ELENCATI
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TESTI IN CATALOGO >
- SU ZERI E SULLE COSE CHE HA RACCOLTO - di Andrea G. De Marchi
- PICCOLA LEZIONE SULLA SCULTURA - di Federico Zeri
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IMMAGINI
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PARTICOLARI delle IMMAGINI
L’impronta delle esposizioni di Palazzo Sciarra è ormai ben definita, ed è orientata, per mio impulso, verso un percorso di
riscoperta della grande arte classica, preminentemente nella Città Eterna. Un’arte fondamentale e intramontabile, che non solo
influenza, ma addirittura sprona la produzione artistica che le succede.
Questo convincimento ha dato vita a una serie di mostre che hanno visto proprio nella Città Eterna il filo conduttore. Tra queste mi
fa piacere ricordare “Via del Corso. Una strada lunga 2000 anni” nel 1999, “La Roma di Piranesi. La Città del Settecento nelle
Grandi Vedute” nel 2006, “Il Quattrocento a Roma. La Rinascita delle Arti da Donatello a Perugino” nel 2008, “Roma e l’Antico.
Realtà e Visione nel ’700” nel 2010, e infine “Il Rinascimento a Roma. Nel segno di Michelangelo e Raffaello”, da poco conclusasi.
In questo tragitto sono stati molti i compagni di viaggio, tra cui i più prestigiosi e autorevoli Musei italiani ed esteri, con i quali la
Fondazione Roma ha stretto importanti e consolidati rapporti di collaborazione. Tra le molte stazioni di posta del nostro cammino
(o mansiones, come venivano chiamate in età imperiale) è stato dunque istintivo rivolgersi ora alle collezioni private, realtà
imprescindibili e nodali per quella che ormai intendo come una missione: rendere accessibile a tutti quell’arte che, altrimenti,
rimarrebbe celata e riservata a pochissimi privilegiati.
Dalla Collezione della Fondazione Santarelli e da quella di Federico Zeri, emerge un sentimento di intenso legame con Roma. Due
collezioni diverse eppure conciliabili e dialoganti, che proprio nel segno di Roma riuniscono un assortito insieme di opere di
straordinaria bellezza, quali ritratti di età romana, rinascimentale e barocca, statue, grandi e piccoli frammenti, bassorilievi,
campionari di marmi colorati di età imperiale.
La Collezione della Fondazione Santarelli, creata in onore di Dino ed Ernesta Santarelli, abbraccia con intelligenza un vasto arco
temporale: dai reperti archeologici ai ritratti settecenteschi, e ci consente un percorso attraverso la tradizione scultorea in marmo.
La Collezione di Federico Zeri è senza dubbio lo specchio dell’anima del grande storico e critico, che grazie alla vivida curiosità per
la quale si distingueva, unita all’abile conoscenza dei mercati dell’arte, ha dato vita a una vera e propria “sintesi dell’arte” di
sbalorditiva acutezza. Per illustrare al meglio le due collezioni, le loro affinità e le loro divergenze, sono state selezionate circa
novanta opere, la maggior parte delle quali mai mostrate prima d’ora al pubblico. Una piccola parte di esse proviene da importanti
istituzioni museali, quali l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici, l’Accademia Carrara di Bergamo e i Musei Vaticani, a cui
Federico Zeri lasciò parte della sua eredità.
Il percorso di mostra si profila da subito suggestivo e coinvolgente, offrendo allo spettatore un excursus cronologicamente ordinato
di elementi di grande dimensione, dalla notevole Testa di Dioniso in marmo, porfido e alabastro del I-II secolo d.C.
con rifacimenti del ’500, fino alla Andromeda, capolavoro di Pietro Bernini del XVII secolo.
La seconda sezione lascia invece spazio agli armoniosi campionari di marmi colorati e alle piccole sculture incantevoli quali la
Testa di fanciullo di ambito romano del ’500.
Andando verso la chiusura della mostra, si potrà godere di un originale settore dedicato al ritratto. L’arte del ritratto veniva spesso
percepita come avversa dai grandi maestri dell’epoca, i quali ritenevano che la riproduzione di un soggetto svilisse la loro libera
interpretazione. Su questo la storia ha dato loro torto, infatti in mostra si possono ammirare capolavori assoluti, sui quali il tratto
stilistico dell’autore si impone vigorosamente. È il caso del Busto di Alessandro Magno, del Busto ritratto di Federico II, o del Busto
del Cardinale Marzio Ginetti eseguito da Alessandro Rondone. Il senso di compiutezza del primo è differente dall’equilibrio e dalla
misura classica che trasmette il secondo, ed entrambi differiscono dallo stile del terzo, che rappresenta perfettamente l’altezza
tecnica della seconda metà del XVII secolo.
Inoltre, in sintonia con la mia personale teoria della “contestualizzazione delle opere d’arte”, della quale sono – come spesso mi
viene riconosciuto – alfiere, è stato allestito in mostra Lo studio dello Scultore, riproduzione di un’antica bottega, dotata degli
strumenti di lavoro, che fornisce un ottimo punto di vista sulle tecniche esecutive e sul mestiere dello scultore.
Una grande occasione di approfondimento dunque quella offerta dalle Collezioni Santarelli e Zeri. Ogni opera esposta rappresenta
un tassello di un mosaico di conoscenza, che con scrupolo e umiltà mettiamo a disposizione dei visitatori, nella speranza di
contribuire, nel nostro piccolo, ad accrescere la consapevolezza che la ripresa dell’Italia può e deve iniziare dalla Cultura e
dall’intelligente utilizzo del proprio incredibile patrimonio artistico.
Emmanuele Francesco Maria Emanuele
Presidente Fondazione Roma
COMUNICATO STAMPA
Dopo il successo della grande mostra sull’icona dell'arte americana del XX Secolo Georgia O’Keeffe, la Fondazione Roma
offre al pubblico un’inedita esposizione intitolata Sculture dalle Collezioni Santarelli e Zeri, dedicata a due grandi
esponenti del collezionismo italiano, Federico Zeri, celeberrimo critico d’arte, e la famiglia Santarelli.
Promossa dalla Fondazione Roma, la mostra è organizzata dalla Fondazione Roma - Arte - Musei con Arthemisia
Group, in collaborazione con la Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, e sarà ospitata nelle sale del Museo
Fondazione Roma, Palazzo Sciarra, a Roma, in via Minghetti, dal 14 aprile all’1 luglio 2012.
Afferma il Prof. Avv. Emmanuele Francesco Maria Emanuele, Presidente della Fondazione Roma: “Siamo lieti di ospitare
questa mostra che rende omaggio a due delle principali collezioni italiane di opere d’arte, quella della famiglia Santarelli e
quella di Federico Zeri. Una delle missioni della Fondazione Roma è proprio di rendere accessibile al grande pubblico
anche l’arte “nascosta” e quindi le opere di straordinaria bellezza e di impossibile fruizione conservate nelle raccolte private.
Entrambe le collezioni, pur non incrociando mai le proprie strade, contengono opere glittiche e sculture dall’Età Imperiale
sino al ‘700, con un particolare interesse per la storia di Roma. La Città Eterna è il filo conduttore che ha ispirato le due
raccolte, le cui scelte - singolarmente affini per alcuni aspetti e divergenti per altri - sono il motivo di questa esposizione.
L’importanza dell’antichità classica, quale periodo storico ed artistico che ha ispirato artisti di diverse epoche, i quali hanno
fatto della lezione dell’Antico la cifra stilistica da cui sviluppare un proprio ed autonomo linguaggio espressivo, è stata
testimoniata da molte delle mostre ospitate dalla Fondazione Roma, tra le quali mi fa piacere ricordare “Via del Corso. Una
strada lunga 2000 anni” (1999), “La Roma di Piranesi. La Città del Settecento nelle Grandi Vedute” (2006), “Il Quattrocento
a Roma. La Rinascita delle Arti da Donatello a Perugino” (2008), “Roma e l’Antico. Realtà e Visione nel ‘700” (2010), “Il
Rinascimento a Roma. Nel segno di Michelangelo e Raffaello”, da poco conclusasi. Questa esposizione rappresenta
dunque un ulteriore omaggio alla Città Eterna e a chi, con un importante lavoro di ricerca, ne conserva la memoria.”
La mostra Sculture dalle Collezioni Santarelli e Zeri, a cura di Andrea G. De Marchi e con la consulenza scientifica di
Dario Del Bufalo, presenta in prevalenza statue, grandi frammenti lapidei e bassorilievi dall’antichità all’epoca barocca. Le
opere, in gran parte accessibili per la prima volta al pubblico in questa occasione, rappresentano gli interessi sulla scultura
di Federico Zeri, condivisi dalla Fondazione Santarelli istituita dai figli nel ricordo dei genitori Dino ed Ernesta Santarelli.
Il nucleo fondativo di quest'ultima raccolta e le aggiunte successive evidenziano un'intelligente linea strategica indirizzata su
una produzione artistica fino a pochi anni fa assai sottostimata. La cospicua quantità di pezzi va dai reperti archeologici sino
al ‘700, con un particolare interesse rivolto ai marmi colorati e alla storia di Roma.
Di inestimabile valore storico, artistico e filologico sono le opere provenienti dal lascito del grande Federico Zeri (Roma, 12
agosto 1921 - Mentana, 5 ottobre 1998), che il critico accumulò nell’arco della sua vita, senza mai disporre di grandi mezzi
economici – come egli stesso raccontava – ma seguendo la propria curiosità e ricercando sempre la qualità, assistito da
un’eccezionale competenza tecnica e da una notevole dimestichezza nel commercio dell’arte. L'occasione consente inoltre
interessanti considerazioni sulla figura di quello che è stato probabilmente lo studioso d'arte figurativa più insigne dalla metà
del XX secolo in poi.
LA MOSTRA
L’evento riunisce pezzi lapidei cercando di raccontare aspetti dello stile, dei soggetti e dei materiali della scultura, attraverso
una selezione compiuta fra le due raccolte. L’esposizione mette in evidenza le affinità e le differenze che esse esprimono,
permettendo qualche cenno sui vari approcci del collezionista nei confronti dell’opera da acquisire.
Per illustrarlo è stato selezionato un nucleo straordinario di oltre 90 opere tra statue, reperti archeologici e ritratti
provenienti dalle due Collezioni private e da importanti istituzioni museali, quali l’Accademia di Francia a Roma - Villa
Medici, l’Accademia Carrara di Bergamo e i Musei Vaticani.
Per introdurre il visitatore nel clima suggestivo della mostra sono esposti capolavori come il Ritratto femminile e la Testa
di satiro, entrambe di ambito romano appartenenti al I Secolo d.C.
Reperti dell’antichità quali la Ulpia Felicitas, busto femminile di Età tardo-repubblicana, e la Cerere del II-III secolo d.C.,
provenienti dalla Collezione Santarelli, dialogano con le sculture Allegoria della Virtù vittoriosa sul Vizio e Andromeda
(XVI-XVII sec.) di Pietro Bernini, entrambe appartenenti alla collezione Zeri e provenienti dall’Accademia Carrara di
Bergamo.
La ricchezza artistica delle due collezioni è documentata ancora dal Busto di Papa Paolo V Borghese (XVI sec.) di
Nicolas Cordier e dal Busto del Cardinale Marzio Ginetti (1673) in marmo e porfido di Alessandro Rondone.
Sono esposti anche molti bassorilievi della tradizione berniniana che tramandano le reali fattezze dei loro committenti,
illustrando una delle grandi conquiste figurative dell’Occidente: il ritratto.
Novità assoluta è l’illuminazione di alcuni pezzi, dinamica, proveniente da punti differenti. Si potranno così apprezzare
meglio la qualità dei materiali e le tecniche scultoree delle superfici, nonché i volumi in gioco.
IL PERCORSO IN TRE SEZIONI
PRIMA SEZIONE Statuaria e frammenti maggiori
La sezione riunisce esemplari di statuaria e frammenti dalle misure più cospicue. Ordinati con un semplice criterio
cronologico, costituiscono un insieme sistematico di pezzi che abbracciano un ampio lasso temporale, dai primi secoli
avanti Cristo fino all'età neoclassica.
Ad illustrare questo periodo vengono esposte opere come il bellissimo busto di Dioniso, in marmo, porfido e alabastro del II
secolo d.C., proveniente dalla Fondazione Santarelli, e la già citata Andromeda \di Pietro Bernini.
SECONDA SEZIONE Sculture piccole e campionari di marmi
Sono qui raccolti manufatti scolpiti dalle dimensioni contenute, come la dolcissima Testa di fanciullo di ambito romano del
'500, abbinati a marmi colorati e a mattonelle lapidee.
TERZA SEZIONE Ritratti
L’ultima sezione è dedicata al ritratto, genere notoriamente ostico all'attribuzione, poiché gli artisti, dovendo avvicinarsi alle
sembianze reali del soggetto, hanno tendenzialmente ridotto la manifestazione del proprio stile.
Ciò non toglie che l’avvicendarsi delle epoche artistiche sia perfettamente visibile attraverso le opere esposte in questa
sezione. La perfezione stilistica della statuaria romana del III secolo è mirabile nel Busto di Alessandro Magno. La
ritrovata classicità del XIII secolo è esemplare nel Busto ritratto di Federico II, mentre la raffinatezza del Busto del
Cardinale Marzio Ginetti (1673) eseguito da Alessandro Rondone, testimonia l’altezza tecnica e stilistica raggiunta dagli
artisti del tempo.
In ultimo è allestito lungo il percorso di mostra Lo studio dello scultore, dove viene ricostruita la bottega di uno scultore,
dotata dei vari strumenti e dei materiali di lavoro, per fornire al visitatore un'idea concreta delle tecniche esecutive.
All’interno della stanza sono stati collocati lavori dei due celebri falsari romani della prima metà del Novecento: Gildo
Pedrazzoni e Alceo Dossena.
Catalogo Skira
Uffici Stampa
Arthemisia Group
Adele Della Sala
[email protected] - M +39 345 7503572
[email protected] - T +39 06 69380306
Catalogo Skira
Lucia Crespi
T +39 02 89415532
T +39 02 89401645
[email protected]
SCHEDA TECNICA
Titolo
Sculture dalle Collezioni Santarelli e Zeri
Orario apertura
Tutti i giorni dalle 11.00 alle 20.00
lunedì chiuso
(la biglietteria chiude un’ora prima)
Sede
Museo Fondazione Roma
Palazzo Sciarra
Via Marco Minghetti, 22 - 00187 Roma
T +39 06 697645599
www.fondazioneromamuseo.it
Biglietti
Intero €10,00
Ridotto € 8,00
Ridotto gruppi € 8,00 (valido dal martedì al venerdì,
massimo 25 persone, prenotazione obbligatoria)
Scuole gratuito
Date al pubblico
Dal 14 aprile 2012 al 1 luglio 2012
Biglietto ridotto valido per
Giovani fino a 26 anni
Adulti oltre i 65 anni
Gruppi (valido dal martedì al venerdì, massimo 25
persone, prenotazione obbligatoria)
Forze dell’ordine e militari con tessera di riconoscimento
Dipendenti Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Promossa da
Fondazione Roma
Questa mostra è stata organizzata da
Fondazione Roma - Arte - Musei
con
Arthemisia Group
in collaborazione con
Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli
Mostra a cura di
Andrea De Marchi
Biglietteria
PierreciCodess
Servizi didattici
PierreciCodess
Catalogo
Skira
Convenzioni
Feltrinelli Carta Più ( valida per due)
Possessori Bibliocard
Dipendenti Agenzia delle Entrate - Direzione Regionale
Lazio
Archeoclub
Avis
ROMA PASS
FAI ( valida per 2 se con tessera coppia)
ATAC - METREBUS
CTS
Associazione Negozi Storici di Eccellenza di Roma
Carta PerDue - Megalopoli Srl (valida per due)
Teatro Quirino Vittorio Gassman e Teatro Quirinetta
Upter (Università Popolare Terza Età)
Biglietto gratuito valido per
Bambini fino a 6 anni
Visitatori diversamente abili (incluso 1 accompagnatore)
1 accompagnatore per ciascun gruppo prenotato
1 accompagnatore ogni 10 studenti
Studenti universitari con libretto e docenti delle Facoltà
con indirizzo Storia dell’Arte e Archeologia Studenti dell’
Accademia di Belle Arti
Studenti IED – Istituto Europeo di Design
Dipendenti ISCR
Possessori Carta Amici del Museo
Giornalisti muniti di tessera di riconoscimento
Soci ICOM
Confesercenti
Federagit - Guide Turistiche Roma
Diritto di Prenotazione
(il diritto di prenotazione non sarà applicato ai gruppi
accompagnati da guida interna)
Scuole € 15,00
Gruppi € 25,00
Informazioni e prenotazioni
T +39 06 399 678 88
(da lunedì a venerdì ore 9.00>18.00, sabato ore
9.00>14.00)
Biglietteria on line
www.pierreci.it
Visite guidate per gruppi e scuole
(tariffe biglietto escluso, prenotazione obbligatoria, max
25 persone)
Gruppi € 100,00
Scuole € 80,00
Sistema di microfonaggio
Incluso nel costo della visita guidata, per gruppi e scuole
con guida interna
Incluso nel costo del diritto di prenotazione, per gruppi e
scuole con guida esterna
Ufficio Stampa
Arthemisia Group
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DUE CASI DI RACCOLTE RECENTI
Andrea G. De Marchi
Le raccolte Zeri e Santarelli inducono ad accennare ai diversi profili dei collezionisti e al loro approccio alle opere d’arte. Ma
prima di passare a discutere tali argomenti, si anticipa che l’opportunità di questa mostra è stata suggerita da una ragione
ulteriore: vale a dire dall’accordo stabilito fra l’erede di Zeri, Eugenio Malgeri, e la Fondazione costituita dai figli di Dino ed
Ernesta Santarelli, consacrata a promuovere la scultura. Non si è trattato di una vendita di pezzi lapidei appartenuti al
grande studioso, ma di una cessione circoscritta nel tempo, pensata e pattuita con lo scopo di studiare, rendere fruibile e
meglio conosciuta quella parte della collezione.
Sembra del resto sempre più evidente che il carattere pubblico del patrimonio artistico – tema di cui si parla da oltre un
secolo e mezzo con argomenti spesso demagogici – risieda soprattutto nelle possibilità di accesso diretto alle opere, più
che nella loro proprietà in stretto senso giuridico. Così come – al contrario – non mancano deplorevoli accenti personalistici
nella gestione di complessi storici e artistici appartenenti di diritto alla collettività.
Non c’è dubbio che la cultura e l’intelligenza di Zeri ne abbiano determinato fortemente la vita e la fama internazionale. Ma il
suo nome è stato ammirato e temuto soprattutto per la speciale capacità di riscoprire, basandosi sui dati formali, l’incrocio di
tempo e di luogo che vide nascere i testi d’arte figurati. Egli fu una specie di grande stregone della connoisseurship,
disciplina spesso creduta quasi magica, nonostante sia frutto di lungo esercizio e di una certa predisposizione, similmente a
quanto succede per le lingue. Zeri non si ridusse a diventare uno specialista, riuscendo a destreggiarsi con autorevolezza
entro un ampio panorama di temi, epoche e scuole. Tutti i suoi interventi critici e polemici si svolsero sotto il segno di una
potente semplicità e concretezza, senza mai usare il linguaggio come paravento dietro a cui nascondersi o cercare nuove
forme poetiche, dirozzando così dalla tradizione prevalente nella letteratura artistica italiana.
Non deve stupire granché se, con tali doti, egli sia riuscito a riunire una gran quantità di oggetti d’arte di notevole interesse,
senza disporre delle grandi somme possedute dai collezionisti e dai commercianti che spesso consigliava o assisteva
variamente. Così è avvenuto anche nel campo delle sculture, dalle quali si propone qui una selezione. Ma il suo identikit di
acquirente non si esaurisce con il prevedibile conseguimento del miglior rapporto qualità/prezzo. L’esame delle opere da lui
raccolte permette di cogliere aspetti illuminanti, altrimenti non facili da mettere a fuoco, sull’uomo, sullo studioso e sull’epoca
in cui si mosse. Discuteremo brevemente di questi caratteri in un testo che segue.
Ben diverso è l’esempio costituito dall’altra raccolta, di cui viene qui presentata una scelta ampia e proporzionalmente
significativa. Nessuno della famiglia Santarelli ha comprensibilmente potuto disporre dell’occhio leggendario dello studioso.
Costoro hanno oltretutto svolto studi e sviluppato attività in settori completamente diversi, appartenenti al mondo
imprenditoriale. Si sono tuttavia avvalsi dell’esperienza personale e della consulenza di esperti, in particolare dell’architetto
Del Bufalo. Grazie a questi apporti sono state assunte scelte strategicamente indovinate. In circa un ventennio ha preso
forma una collezione focalizzata sulla scultura lapidea, dai primi secoli prima di Cristo sino a inizio Ottocento,
prevalentemente orientata sul panorama romano. La raccolta ha accresciuto un nucleo familiare di partenza e oggi
annovera elementi di rilevanza assoluta, ad esempio, riguardo ai campionari di marmi archeologici colorati. Sembra
superfluo perdere altro tempo nel passare in rassegna le antinomie fra i due raccoglitori, mentre vale la pena segnalare
alcuni punti in comune.
Anzitutto, emerge una posizione simile nell’atteggiamento verso il pubblico. Difatti Zeri e Santarelli hanno ripetutamente
prestato proprie opere a esposizioni, ben prima che questa circostanza si andasse profilando. Così come entrambi hanno
aperto le rispettive raccolte agli studiosi, favorendo la circolazione delle immagini e quindi lo sviluppo degli studi sui pezzi.
La Fondazione Santarelli ha concesso in comodato d’uso ai Musei Capitolini una ricca collezione di gemme antiche, che
ricorda i legati fatti da Zeri a enti museali.
Si è delineata, con le debite differenze, una speciale attenzione a Roma, città unica al mondo quanto alla stratificazione
della storia. Zeri ha di continuo elaborato l’argomento sia come studioso, sia come raccoglitore. I Santarelli hanno
orchestrato attorno a quel centro l’orbita dei propri acquisti. In questo specifico sia lo studioso sia gli imprenditori hanno
raccolto con particolare interesse frammenti e manufatti di marmi policromi. I colori dell’antico testimoniati da quelle pietre
risultano trascurati da oltre mezzo millennio di cicliche “riscoperte” del passato, condotte prevalentemente in bianco e nero.
È un probabile indizio che la bicromia possa aver facilitato la ricostruzione mentale di quel glorioso trascorso. Tanto che in
una capitale del Rinascimento come Firenze si osserva una frequente ripresa di modelli antichi, deprivati della loro realtà
cromatica, attraverso quella tavolozza semplificata e tutta cerebrale, non a caso usata anche nel cinema per il flashback.
La scultura ha registrato nell’ultimo quarto di secolo un crescente interesse di studi e di mercato. Eppure le mostre centrate
su questa disciplina tendono a risultare particolarmente noiose e indecifrabili al pubblico. Forse perché la tradizione delle
esposizioni temporanee si è sviluppata specialmente sui quadri, non elaborando allestimenti adeguati allo specifico
tridimensionale. Per questo si è qui voluto tentare di sperimentare qualcosa di diverso.
L’iniziativa si caratterizza per i differenti punti di illuminazione dei pezzi, punti che si alternano fra loro. Il risultato potrà
risultare a tutta prima un po’ frivolo e spettacolarizzante, ma dovrebbe poter favorire un miglior apprezzamento della
lavorazione delle sculture, evidenziandone diverse condizioni di luce e di ombra. Per ragioni didattiche poco distanti si è
voluto ricostruire un modello di bottega di scultura, con relativa dotazione di attrezzatura tradizionale, nel tentativo di fornire
quanti più possibili elementi di giudizio concreti, anche sotto il profilo tecnico, riguardo a un mondo sempre meno avvezzo
alla cultura dei materiali.
La partizione delle opere è stata modellata su criteri semplici, dettati anche dagli spazi espositivi. Per cui si comincia da una
sezione dedicata in prevalenza alla statuaria e ai frammenti più grandi, per passare a cose di dimensioni minori e a
campionari, che segnalano un gusto un po’ da gabinetto di meraviglie. La rassegna si chiude con una serie di ritratti.
SCULTURA, MATERIA E MERCATO
Dario Del Bufalo
A Roma l’impatto visivo con il marmo è tanto forte da essere quasi invadente. In molti casi gli abitanti tendono a evitare ogni
contatto percettivo con i monumenti della città, finché, a un certo punto, come per un sortilegio di stregoneria, ogni opera,
manufatto o architettura sembra diventare invisibile.
La vita frenetica e probabilmente improduttiva della città tende a trasfigurare ogni cosa, perfino il Colosseo. Quella
meraviglia d’ingegneria in travertino pare trasformarsi in un “montarozzo” lasciato a intralciare il traffico, dando asilo a
piccioni, turisti e squallidi commerci.
In modo simile, il gioiello di egittomania augustea della Piramide Cestia, tutto in marmo di Carrara, vecchio di 2030 anni,
tende a risultare una specie di segnacolo moderno, posto a indicare quasi solamente la fermata della metropolitana.
Altrimenti si qualifica come ricovero alla più antica comunità felina della città.
Più di venti enormi obelischi egiziani di granito rosso di Assuan, alcuni alti 30 metri, decorano le piazze della capitale.
Durante l’Impero romano, quei pezzi giungevano a Roma risalendo il Tevere, dopo aver attraversato il Mediterraneo su navi
costruite su misura. Ma ancora prima, 4000 anni fa, erano discesi lungo il Nilo, provenendo dalle cave di Siene. Ebbene:
oggi fanno parte semplicemente dell’arredo urbano, senza costituire più la mirabilia che hanno rappresentato per millenni.
Molti monumenti della Città Eterna costruiti con preziosi materiali lapidei, fatti arrivare con fatica da tutto il Mediterraneo,
finiscono per essere percepiti quali opere scavate e scolpite in una semplice roccia del posto, tanta è la quantità di questo
materiale che ancora permea la città, sopra e sotto il suolo. Ma Roma non poggia su un banco di marmo naturale, tutta la
sua struttura è anzi grandiosamente artificiale.
Per questa strana consuetudine all’abbondanza, molti cittadini di Roma non riescono a comprendere, né ad apprezzare, lo
straordinario livello qualitativo e quantitativo dei materiali lapidei che compongono il loro panorama quotidiano.
Capita che qualcuno venga stimolato a una maggior consapevolezza grazie ai volti stupefatti dei turisti interessati alla parte
storica della città. Proprio l’empatia trasmessa dagli stranieri più sensibili consente talvolta di accendere l’attenzione dei
romani. Di qui può nascere la sorpresa di riscoprire cose e luoghi vicini eppure ignorati, come ad esempio i pavimenti
cosmateschi delle basiliche, le catacombe, i mitrei o una passeggiata sulle Mura aureliane. È un fenomeno simile a quello
che ci fa accorgere della bellezza di una donna ben nota solo quando ci viene fatta osservare da qualcun altro.
Questo strano meccanismo percettivo mi è capitato quando nel 1972 ho accompagnato Frank, un mio cugino americano, a
visitare il Foro romano. Partimmo per l’avventura sul boxer verde di mia madre. Durante il tragitto, Frank con la meraviglia
negli oc- chi ripeteva: “Voi non vi rendete conto di quello che avete, se lasciate tutto questo al sole e all’acqua!”. Era mai
possibile che uno yankee, oltretutto incolto di storia e di arte, si fosse accorto prima e meglio di me delle ricchezze della mia
città? Purtroppo era così.
Tuttavia, per mezzo di un turista non particolarmente geniale, una specie di fuoco di Prometeo accese da quel momento la
mia curiosità.
Da quel giorno ho cominciato a guardare la mia città e il resto del mondo con curiosità ingenua ma continua, informandomi
attraverso la lettura sulla storia antica di Roma e della sua architettura. Da allora, quando devo mostrare la mia città a un
amico, lo faccio possibilmente in motocicletta: è il miglior modo che conosco. Il mezzo aveva suggestionato anche Federico
Fellini nel suo Roma e in precedenza era stato adottato anche per Vacanze romane.
Questa digressione autobiografica introduce un mio ragionamento poco ortodosso sulla scultura e, soprattutto, su quella del
marmo.
Mi pare che sotto certi aspetti sia il materiale a determinare un tipo di arte e non il contrario. Altrimenti non si spiegherebbe
perché la scultura in legno segua percorsi tutti diversi nei secoli da quella realizzata in pietra. Il caso della creta è
esemplare: quando essa viene lavorata per creare una autonoma terracotta tende a raggiungere un certo risultato artistico;
ma se il lavoro è preparatorio a un marmo, tutta l’opera risente in genere dell’esecuzione lapidea finale. Inoltre, se un
bozzetto in creta è finalizzato a una fusione in bronzo, l’artista tende a una tecnica e a uno stile ancora differenti.
Ogni materiale va con la propria tecnica e quindi con il proprio artigianato e di conseguenza approda a risultati artistici
differenti.
La scultura in marmo vive in un mondo creativo di modellazione che appartiene solo a essa e quando la sua esecuzione
viene contaminata da una diversa tecnica artistico-artigiana, la dissonanza si avverte immediatamente.
È il caso, per esempio, di quando si dice che una certa scultura in marmo di epoca romana derivi da una statua di bronzo di
età ellenistica: la notazione risulta davvero comprensibile anche a occhi non molto esperti.
Dunque la scultura lapidea ha un ruolo a sé nel mondo dell’arte. Per chi è nato a Roma, il contatto fisico col marmo è
inevitabile. È ovunque, anche per strada, e magari proprio per questo il romano medio tende a schivarlo, tanto fisicamente,
quanto dal punto di vista dell’attenzione culturale. Eppure non si può e non si deve vivere a Roma senza accorgersi del
marmo e dei suoi mille colori, poiché con questo materiale è stata da sempre costruita e decorata. La città si identifica con
la materia lapidea, nelle sue numerosissime varietà.
A questo punto, sostengo che, tra le tecniche artistiche, la scultura marmorea sia sempre stata seconda alla pittura. In tal
senso è andata la considerazione del grande pubblico, così come quella del mercato, anche nel passato. Mi pare risulti
un’arte di minor valore venale rispetto alla rappresentazione pittorica. Tale sottovalutazione è dipesa forse dal fatto che la
disciplina apparisse troppo materica, fisica, di faticosa realizzazione, di difficile allestimento, o magari perché ritenuta più
vicina al rude artigianato, di quanto si potesse dire del lavoro più delicato del pittore.
Vi sono ragioni anche pratiche per le quali la pittura è stata un mezzo di comunicazione più semplice e di successo. Un
quadro di media grandezza lo sposti, lo sollevi e lo appendi a un chiodo, una scultura di marmo (anche se in bassorilievo),
che abbia le stesse capacità decorative di quel quadro, pesa almeno 300-400 kg. Le statue poi o i busti e le loro basi non si
spostano facilmente e decorano superfici minori rispetto a un dipinto, un arazzo o un affresco. La scultura in marmo
propone complessi problemi ideativi e di realizzazione, risultando quindi piuttosto difficile da comprendere e godere a fondo.
Sono queste forse alcune ragioni alla base dei minori valori commerciali conseguiti, in linea molto generale, rispetto alla
pittura.
Non si tratta cioè solo di una questione di tridimensionalità, contro le due dimensioni della pittura, che rende complessa
“l’arte del levare”. La lavorazione lapidea, anche rispetto a tutte le altre tecniche scultoree, è una strada senza possibilità di
correzioni: un colpo di scalpello sbagliato diventa un errore pressoché impossibile da correggere.
Soprattutto, l’interpretazione del complesso figurato presenta maggiori difficoltà di comprensione e discernimento, per
stabilire se un’opera possegga le caratteristiche qualitative più vicine a un capolavoro o a una mediocre esecuzione. Se il
numero di letture per la pittura di un autore può essere elevato al quadrato, nella scultura questo numero viene elevato al
cubo, fosse anche solo per le maggiori variabili che questa comporta.
Se la scultura lapidea subisce i danni del tempo o dell’interro archeologico e si riduce a frammento, il suo fascino, la sua
suggestione e il suo indice di interpretazione (e perciò di godimento) sale. Concorre allo strano fenomeno l’apparire di
nuove variabili quali patine, rotture, restauri ecc. Invece una pittura frammentata e rovinata tende a perdere quegli elementi
di godibilità senza favorirne la suggestione.
Nonostante il minor appeal commerciale alla base delle rare raccolte di scultura lapidea, esistono altri aspetti che
rappresentano buone motivazioni per collezionare scultura in marmo: è un materiale solido (più duro e duraturo di altri
materiali artistici); non prende fuoco (come le tele, le tavole e altri materiali); se si rompe, si restaura facilmente senza
perdere di molto il suo valore (al contrario della pittura, porcellana, cristallo ecc.); è pesante e dunque più difficile da rubare;
ogni pezzo è unico e irripetibile, non può avere multipli.
Quest’arte è stata sempre sottostimata, nonostante tali motivazioni indichino che dovrebbe essere più diffuso il
collezionismo di sculture, con un loro conseguente aumento di valore. Solo negli ultimi venti-trenta anni si registra un
aumento dei prezzi, probabilmente destinati a crescere ancora. Non sarà così ovvio che queste regole quasi “matematiche”
possano funzionare per tutti, ma solo per i cultori della materia, gli appassionati, gli studiosi o i maniaci collezionisti. Certo è
che il mondo del mercato internazionale e del collezionismo sta rapidamente cambiando riguardo le valutazioni in crescita
della scultura in genere e di quella in marmo in particolare.
La mostra qui presentata, grazie alla sensibilità e alla lungimiranza del Presidente della Fondazione Roma, Professor
Emmanuele Emanuele, mette in evidenza due collezioni contigue nel tempo della loro formazione.
La collezione di Federico Zeri (partita dal nucleo del parente Muñoz) si sviluppa nel dopoguerra fino alla fine degli anni
novanta, e oggi, grazie all’intelligente disponibilità del nipote, Dottor Eugenio Malgeri, è possibile ammirarne qui alcuni
pezzi. Ho conosciuto Federico Zeri per un breve periodo e abbiamo parlato solo di marmi. Mi è sembrato che amasse
possedere più un frammento di marmo che una pittura, materia questa per la quale è diventato famoso nel mondo.
La collezione della Fondazione Santarelli ha origine dal gruppo appartenente alla famiglia di Ernesta D’Orazio, si
incrementa negli anni grazie al marito Dino Santarelli e si espande maggiormente negli ultimi quindici anni grazie alla
passione e all’impegno della figlia Paola, con il supporto dei fratelli Santa e Toni, anche in relazione agli impegni della
Fondazione in campo umanitario.
Ho avuto il privilegio e la responsabilità di consigliare molti degli acquisti fatti dalla Fondazione Santarelli negli ultimi dodici
anni, ricercando opere e realizzando acquisizioni degne di un museo nazionale. La qualità delle sculture esibite in questa
sede ne è testimonianza solo parziale.
Queste collezioni sono lo specchio di un mondo e di un mercato in rapido cambiamento. Va da sé che oggi non sia facile
come nel dopoguerra trovare opere scultoree con la qualità, la quantità e i prezzi di allora. La crescita degli studi sulla
scultura degli ultimi decenni ha fatto sì che l’interesse mondiale verso questa forma d’arte salisse. Con esso sono lievitati
anche i prezzi realizzati nei mercati internazionali. Così, con notevoli sforzi finanziari e anche con grande oculatezza, queste
due collezioni si sono formate per passione e con il criterio di acquistare sul mercato la miglior qualità artistica reperibile,
nonostante i prezzi salgano ogni anno di più.
Abbiamo voluto allestire nel percorso della mostra il così detto “studio dello scultore”, uno spazio nel quale il visitatore può
osservare gli strumenti dello scultore del marmo, dagli scalpelli con i “mazzuoli” (martelli) ai modelli in gesso sempre
presenti per l’ispirazione dell’artista; antichi sistemi di uso quotidiano come il “toppo”, una base girevole per modellare il
blocco di marmo, o la “binda”, una specie di antico crick per sollevare con poco sforzo i pesanti massi lapidei.
Sul toppo del marmoraro, nel piccolo spazio di questa sezione, possiamo notare una scultura in compiuta e appena
abbozzata, proveniente dal laboratorio del grande scultore Alceo Dossena (Cremona 1878 – Roma 1937), falsario suo
malgrado. Il Dossena ha avuto una carriera da artista riconosciuta solo dal 1928, anno dell’autodenuncia come falsario, al
1937, data della sua scomparsa. Di questo artista si è voluto mostrare anche un’opera finita, il bassorilievo di Madonna con
Bambino del 1934 insieme a un altro rilievo del suo assistente. Si tratta del grande Gildo Pedrazzoni di Parma (Parma, 1902
– Roma, 1974), del quale presentiamo un’altra Madonna col Bambino sul cuscino, firmata e datata 1963. Quest’ovale fu
donato dall’autore stesso al restauratore Pico Cellini in quell’anno.
È stato possibile ricostruire che il bassorilievo venne commissionato a Pedrazzoni da un famoso antiquario romano di quegli
anni, che poi lo rifiutò, perché la Madonna mostrava un difetto: il marmo aveva una macchia e una crepa. Il povero Gildo,
personaggio di cui poco sappiamo, fu obbligato a eseguire una seconda copia che questa volta venne accettata.
È il caso di segnalare qui il passaggio di quel secondo esemplare, ricomparso come opera rinascimentale nello stand di un
noto dealer alla mostra del Tefaf di Maastricht.
ELENCO OPERE
1.1 Clemente Massimi e Girolamo Santorio
Sfingi alate, 1828 (copie da calco in resina patinata e
polvere di marmo)
1.1 Clemente Massimi e Girolamo Santorio
Sfinge alata, 1828 (copie da calco in resina patinata e
polvere di marmo)
1.1 Clemente Massimi e Girolamo Santorio
Sfinge alata, 1828 (copie da calco in resina patinata e
polvere di marmo)
1.2 Scultore greco della fine del VII - inizio del VI
secolo a.C.
Lucerna con protome umana
marmo greco, altezza 7,5 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 81
1.7 Scultore romano di inizio II secolo d.C.
Busto di Ulpia Felicitas
marmo a grana fine, altezza 56,5 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 138
1.8 Scultore romano (o greco) della metà del I secolo
a.C.
Ritratto femminile
marmo a grana fine, altezza 34 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 17b
1.9 Scultore egizio della prima metà del II secolo a.C.
Ritratto di regina tolemaica (?)
marmo bianco a grana grossa, altezza 16 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 135
1.10 Scultore romano della metà del III secolo d. C.
Frammento di statua di Giove Eliopolitano
marmo, altezza 33 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli
1.3 Scultore romano del II secolo d.C. (busto)
Torso femminile e testa di Dioniso
marmo bianco statuario (testa)
porfido egiziano (torso), altezza 82 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 165
1.11 Scultore romano del II secolo d.C.
Lotta di animali
portasanta, altezza 43 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 71
1.4 Scultore romano della seconda metà del II secolo
d.C.
Testa di satiro
marmo bianco statuario, altezza 30 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 17a
1.12 Scultore greco-romano del I-II secolo d.C.
Cavaliere orientale
marmo bianco a grana grossa, forse microasiatico, altezza
115 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 55c
1.5 Scultore romano del I-II secolo d.C.
Testa di satiro o di centauro
marmo bianco statuario, altezza 29 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 62
1.13 Scultore romano del I secolo d.C. (torso),
leggermente posteriore (testa)
Bacco
marmo greco statuario a grana fine, altezza 170 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 55a
1.6 Scultore romano del I secolo d.C.
Torso femminile drappeggiato
alabastro orientale, altezza 67,4 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 293
1.14 Scultore romano del II-III secolo d.C.
Busto di satiro
marmo bianco statuario a grana fine, altezza 19 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 285
1.15 Scultore romano di fine II - inizio III secolo d.C.
Cerere
marmo bianco statuario, altezza 85 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 61
1.16 Scultore romano del I-II secolo d.C.
Erma bifronte
marmo bianco statuario, altezza 19,7 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 126
1.17 Scultore romano di fine III - inizio IV secolo d.C.
Testa virile di divinità, probabilmente Mithra
marmo, altezza 83 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 45
1.18 Scultori romano del I-II secolo d.C. (busto), metà
XVII secolo (testa)
Vestale
alabastro verde e bronzo dorato, altezza 56 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 70
1.19 Scultore romano del II o III secolo d.C.
Busto femminile velato
marmo bianco, altezza 41 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli
1.20 Scultore pugliese del XII secolo
Capitello con aquile bicefale
marmo, altezza 25 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 218
1.21 Scultore di ambito federiciano?
Testa di cervo (acroterio?)
marmo, altezza 44 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 47e
1.22 Scultore italiano di fine XII - inizi XIII secolo
Vescovo benedicente
marmo, altezza 82 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 224
1.23 Scultore dell’Italia meridionale della metà del XIV
secolo
Santo vescovo
marmo, altezza 63 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 114
1.24 Gregorio di Lorenzo (Firenze, 1436 circa - Forlì,
1504 circa)
Madonna con Bambino
marmo, altezza 49 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 124
1.25 Bartolomeo Bellano (Padova, 1434-1496)
San Girolamo penitente nel deserto, 1460-1470
marmo, altezza 54,5 cm
Bergamo, Accademia Carrara, lascito Federico Zeri, inv.
98SCZR001
1.26 Scultore dell’Italia meridionale della prima metà
del XVI secolo
Angelo annunciante
marmo, altezza 115 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 27
1.27 Bottega dei Gagini, prima metà del XVI secolo
Tabernacolo eucaristico
marmo, altezza 87,5 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 226
1.28 Scultore romano del XVII secolo
Ritratto di Didio Giuliano (?)
marmo bianco a grana fine, altezza 37 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 172
1.29 Scultore romano della seconda metà del XVII
secolo
Spellato drappeggiato
marmo, altezza 86 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 67
1.30 Pietro Bernini (Sesto Fiorentino, 1562 - Roma,
1629)
Andromeda, 1615-1617 circa
marmo, altezza 105 cm
Bergamo, Accademia Carrara, (lascito Federico Zeri), inv.
98SCZR008
1.31 Pietro Bernini (Sesto Fiorentino, 1562 - Roma,
1629)
Allegoria della Virtù vittoriosa sul Vizio, 1610 circa
marmo, altezza 42 cm
Bergamo, Accademia Carrara (lascito Federico Zeri), inv.
98SCZR009
1.32 Scultore attivo a Roma nel XVII secolo
Testa di Socrate
marmo nero, altezza 41,5 cm
Bergamo, Accademia Carrara (lascito Federico Zeri), inv.
98SCZR013
1.33 Scultore romano del XVII secolo
Frammento di Mascherone
marmo, altezza 36 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, 65a
1.34 Scultore romano della seconda metà del XVII
secolo
Ercole fanciullo con il serpente
marmo, altezza 60 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli
1.35 Scultore italiano del XVIII secolo
Divinità fluviale
marmo, altezza 91 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 74
1.36 Scultore romano dell’ultimo quarto del XVIII
secolo
Busto di moro
marmo, altezza 23 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 260
1.37 Andrea di Michelangelo Ferrucci (Fiesole, 1559 Firenze, 1626)
Bacco, primo decennio del XVII secolo
marmo, altezza 185 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 49
1.38 Pierre Legros (Parigi 1666 – Roma 17119)
San Stanislao Kotska, 1703 circa
marmo, alabastro, altezza 31 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 73
1.39 Scultore veneto della prima metà del XVIII secolo
Filosofo
marmo, altezza 71 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 133b
1.40 Scultore veneto della prima metà del XVIII secolo
Filosofo
marmo, altezza 71 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 133a
1.41 Scultore romano dell’ultimo quarto del XVIII
secolo - primo quarto del XIX secolo
Busto d’uomo con basettoni
porfido egiziano, con base in verde di Prato, altezza 35,5
cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 139b
1.42 Scultore romano dell’ultimo quarto del XVIII
secolo - primo quarto del XIX secolo
Busto di donna velata
porfido egiziano, con base in verde di Prato, altezza 36 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 139°
1.43 Francesco Celebrano (Napoli, 1729-1814)
Testa di donna ridente
marmo, altezza 57 cm
Bergamo, Accademia Carrara (lascito Federico Zeri), inv.
98SCZR035
1.44 Francesco Celebrano (Napoli, 1729-1814)
Testa di uomo ridente
marmo, altezza 57 cm
Bergamo, Accademia Carrara (lascito Federico Zeri), inv.
98SCZR036
2.51 Scultore romano della seconda metà del I secolo
d.C. (età flavia)
Quadretto con maschere teatrali
marmo pentelico, altezza 22,2 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 253c
1.45 Giovanni Bonazza (Venezia, 1654 - Padova, 1736)
San Luca evangelista, 1700-1710
marmo, altezza 26 cm
Bergamo, Accademia Carrara (lascito Federico Zeri), inv.
98SCZR026
2.52 Scultore romano del III-IV secolo d.C.
Disco centrale di labrum
porfido egiziano, altezza 39 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 272c
1.46 Giovanni Bonazza (Venezia, 1654 - Padova, 1736)
San Marco evangelista, 1700-1710
marmo, altezza 26 cm
Bergamo, Accademia Carrara (lascito Federico Zeri) inv.
98SCZR027
1.47 Scultore italiano del XIX secolo
Kore
marmo, altezza 143
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 109
1.48 Randolph Rogers (Waterloo, New York, 1825 Roma, 1892)
Giovane pescatrice indiana d’America, 1866 circa
marmo scolpito, altezza 86 cm
Bergamo, Accademia Carrara (lascito Federico Zeri) inv.
98SCZR046
1.49 Randolph Rogers (Waterloo, New York, 1825 Roma, 1892)
Giovane cacciatore indiano d’America, 1866 circa
marmo scolpito, altezza 95,5 cm
Bergamo, Accademia Carrara (lascito Federico Zeri) inv.
98SCZR045
2.50 Scultore egizio dell’epoca di Amenhotep III (14031365 a.C.) o romano del II secolo d.C.
Testa di leone
porfido egiziano, altezza 16 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, INV. 256
2.53 Scultore romano del I-II secolo d.C.
Frammento di vaso
basanite (grovacca), altezza 29 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 272d
2.54 Scultore romano del II secolo d.C.
Elemento di panneggio
alabastro fiorito, altezza 30 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 272h
2.55 Scultore romano del II-III secolo d.C.
Testa di Eros
marmo giallo antico, altezza 14,5 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 16
2.56 Scultore romano dell’inizio del II secolo d.C.
Ritratto di neonato
marmo a grana grossa con venature gialle, altezza 14 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 93
2.57 Scultore romano del III secolo (oppure della fine
del XVII secolo?)
Busto di giovinetto
marmo, altezza 19 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 84
2.58 Scultore romano dell’inizio del XVI secolo
Testa di fanciullo
marmo, altezza 19 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 217
2.59 Scultore egizio del I secolo d.C.
Urna cineraria
alabastro melleo egiziano, altezza 39,4 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 137
2.60 Scultore di ambito federiciano del XIII secolo
Testa di leone
porfido rosso egiziano, altezza 20 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 288
2.61 Tommaso Fedeli (Fossombrone, 1599 - Roma,
1658)
Putto dormiente
porfido, altezza 27 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 246
2.62 Matteo Ferrucci (Fiesole, 1570 - Firenze, 1651)
Vergine Annunciata
porfido, altezza 35 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 289
2.63, 64
Vetrine con campionario di marmi antichi
altezza circa 190 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli
3.65 Scultore romano degli anni trenta del II secolo
d.C. (età tardo-adrianea)
Busto-ritratto maschile
marmo bianco a grana fine, altezza 51 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 235
3.66 Scultore romano dell’inizio II secolo d.C. (età
traianea)
Altare-cinerario del veterinario A. Iulius Myrtilus
marmo a grana fine, altezza 146 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 172
3.67 Scultore egizio del terzo quarto del I secolo a.C.
Ritratto muliebre (Cleopatra VII?)
marmo bianco a grana fine, altezza 42 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 125
3.68 Scultore romano del I-II secolo d.C.
Busto-ritratto maschile
(tarda età flavia / prima età traianea)
marmo bianco a grana media, altezza 36 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 100
3.69 Scultore greco del 190-200 d.C.
Ritratto maschile con corona
marmo bianco a grana fine, altezza 35 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 79
3.70 Scultore romano dell’inizio del II secolo d.C.
Statua di fanciulla con testa ritratto
marmo bianco a grana grossa, altezza 68,5
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 101
3.71 Scultore romano del 220-235 d.C. circa (ritratto),
del II-III secolo d.C. (busto), il piedistallo è moderno
Busto in porfido con ritratto virile
marmo bianco pentelico (testa) inserita in un busto in
porfido con piedistallo modonato in serpentino, altezza 26
cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 158
3.72 Scultore romano dell’inizio del III secolo d.C. (età
severiana)
Busto di Alessandro Magno
marmo statuario pentelico, altezza 70 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 103
3.73 Scultore romano della metà del III secolo d.C.
Ritratto di Vibius “Volutianus”
marmo bianco statuario, altezza 47 cm
Roma, Académie de France à Rome - Villa Medici
Propriété Académie des Beaux-Arts, Paris, inv. A.F.R.
1998-S-1 (lascito di Zeri all’Institut deFrance)
3.74 Scultore di Palmira della seconda metà del II
secolo d.C.
Frammento di rilievo funerario con testa di sacerdote
calcare rosato, altezza 38 cm
Città del Vaticano, Musei Vaticani, Museo Gregoriano
Egizio (lascito Federico Zeri) inv. 56599
3.81 Nicolas Cordier (Lorena, 1567 circa – Roma,
1612)
Busto di papa Paolo V Borghese, 1605-1612 circa
marmo, altezza 62 cm
Bergamo, Accademia Carrara (lascito Federico Zeri) inv.
98SCZR007
3.75 Scultore di Palmira dell’inizio del III secolo d.C.
Ritratto di defunta con tavola scrittoria
calcare grigio, altezza 45 cm
Città del Vaticano, Musei Vaticani, Museo Gregoriano
Egizio (lascito Federico Zeri) inv. 56598
3.82 Scultore romano della seconda metà del XVII
secolo
Busto di magistrato?
marmo, altezza 67 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 173
3.76 Scultore romano della prima metà del I secolo
d.C. (età proto-tiberiana?)
Busto di giovane
marmo pario, altezza 40 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 272a
3.83 Scultore romano del XVII secolo
Busto di prelato o di procuratore
marmo, altezza 60 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 261
3.77 Scultore romano di fine IV - inizio V secolo d.C.
Ritratto di giovane
marmo bianco a grana finissima, altezza 21 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 140
3.78 Scultore romano della prima metà del III secolo
d.C.
Ritratto virile
marmo bianco a grana fine, altezza 31 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 33b
3.79 Scultore attivo in ambito federiciano del XIII
secolo
Busto ritratto di Federico II
marmo bianco lunense, altezza 44.5
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 30c
3.80 Scultore italiano a cavallo del 1250
Ritratto di nobildonna (o Madonna?)
marmo, altezza 48 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli
3.84 Alessandro Rondone (notizie 1663?-1710)
Busto del cardinale Marzio Ginetti, 1673 circa
porfido egiziano e marmo statuario, altezza 89 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 75
3.85 Lorenzo Ottoni (Roma, 1648-1736)
Busto di Clemente XI Albani
marmo di Carrara, altezza 102.5 cm
Roma, Collezione Federico Zeri - Fondazione Dino ed
Ernesta Santarelli
3.86 Agostino Cornacchini (Pescia, 1686 - Roma, circa
1754) (già attribuito)
Busto di Clemente XI Albani, 1712 circa
marmo di Carrara, altezza 100 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 170
3.87 Vittorio Barbieri (Firenze, 1674 - 1755)
Busto di Francesco I di Lorena
marmo, altezza 76 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 14
3.88 Bertel Thorvaldsen (Copenaghen, 1770-1844)
Ritratto di Federico VI di Danimarca, post 1842
marmo, a altezza 51 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, inv. 77a
2bis Emile Bruyas
Officina dello Scultore, 1880
firmato e datato: E. Bruy.1880, 120x85
Roma, Collezione Del Bufalo
3.89 Giovanni Duprè (Siena, 1817 - Firenze, 1882)
Ritratto di Luigi Fonti
porfido, altezza 38 cm
Bergamo, Accademia Carrara (lascito Federico Zeri) inv.
98SCZR044
2bis.11
Torso del Belvedere
XIX secolo
copia in gesso, altezza 156 cm
Roma, Collezione Del Bufalo
SEZIONE II bis
2bis.03 Alceo Dossena
Busto in marmo semi-lavorato
72x51x42 cm
Roma, Collezione Del Bufalo
2bis.06
Toppo girevole da scultore
fine XIX secolo
legno, 70x70x50 cm
Roma, Collezione Del Bufalo
2bis.07
Serie di attrezzi storici da marmoraro
Roma, Collezione Del Bufalo
2bis.08
Binda (una specie di crick) da marmoraro
Roma, Collezione Del Bufalo
2bis.15 Alceo Dossena
Madonna con Bambino, 1934
bassorilievo, 40X50 cm
Roma, Collezione Del Bufalo
2bis.14
Gildo Pedrazzoni
Madonna con Bambino sul cuscino, 1963
bassorilievo, 40x30
Roma, Collezione Del Bufalo
2bis.16
Testa
copia da calco in gesso
Roma, Collezione Del Bufalo
2bis.17
Testa
copia da calco in gesso
Roma, Collezione Del Bufalo
2bis.18
Testa
copia da calco in gesso
Roma, Collezione Del Bufalo
2bis.09
Elemento Architettonico
copia da calco in gesso
Roma, Collezione Del Bufalo
2bis.19
Madonna con Bambino
copia da calco in gesso
Roma, Collezione Del Bufalo
2bis.12
Madonna con Bambino
copia da calco in gesso
Roma, Collezione Del Bufalo
2bis.10
Mensola con fauno
copia da calco in gesso
Roma, Collezione Del Bufalo
2bis.13
Tondo di Madonna con Bambino
copia da calco in gesso
Roma, Collezione Del Bufalo
DIDASCALIE IMMAGINI
PRIMA SEZIONE Statuaria e frammenti maggiori
1
Scultore romano del II secolo d.C. (busto)
Torso femminile e testa di Dioniso
marmo bianco statuario (testa), porfido egiziano (torso),
altezza 82 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli
Foto Giuseppe Schiavinotto
2
3
Scultore romano del I secolo d.C. (torso), leggermente
posteriore (testa)
Bacco
marmo greco statuario a grana fine, altezza 170 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli
Foto Giuseppe Schiavinotto
Pietro Bernini (Sesto Fiorentino, 1562 - Roma, 1629)
Andromeda, 1615-1617 circa
marmo, altezza 105 cm
Bergamo, Accademia Carrara (lascito Federico Zeri)
Foto Giuseppe Schiavinotto
4
Pietro Bernini (Sesto Fiorentino, 1562 - Roma, 1629)
Allegoria della Virtù vittoriosa sul Vizio
1610 circa
marmo, altezza 42 cm
Bergamo, Accademia Carrara (lascito Federico Zeri)
Foto Giuseppe Schiavinotto
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Scultore romano di fine II - inizio III secolo d.C.
Cerere
marmo bianco statuario, altezza 85 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli
Foto Giuseppe Schiavinotto
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Scultore italiano del XVIII secolo
Divinità fluviale
marmo, altezza 91 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli
Foto Giuseppe Schiavinotto
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Scultore veneto della prima metà del XVIII secolo
Filosofo
marmo, altezza 71 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli
Foto Giuseppe Schiavinotto
Scultore romano del I-II secolo d.C.
Erma bifronte
marmo bianco statuario, altezza 19,7 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli
Foto Giuseppe Schiavinotto
Scultore romano della seconda metà del II secolo
d.C.
Testa di satiro
marmo bianco statuario, altezza 30 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli
Foto Giuseppe Schiavinotto
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Scultore romano della metà del I secolo a.C.
Ritratto femminile
marmo a grana fine, altezza 34 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli
Foto Giuseppe Schiavinotto
Scultore romano di inizio II secolo d.C.
Busto di Ulpia Felicitas
marmo a grana fine, altezza 56,5 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli
Foto Giuseppe Schiavinotto
Scultore romano del II secolo d.C.
Lotta di animali
portasanta, altezza 43 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli
Foto Giuseppe Schiavinotto
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Scultore romano del XVII secolo
Frammento di Mascherone
marmo altezza 36 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli
Foto Giuseppe Schiavinotto
Scultore romano della seconda metà del XVII
secolo
Ercole fanciullo con il serpente
marmo, altezza 60 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli
Foto Giuseppe Schiavinotto
SECONDA SEZIONE Sculture piccole e campionari di marmi
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Scultore romano del I-II secolo d.C.
Frammento di vaso
basanite (grovacca), altezza 29 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli
Foto Giuseppe Schiavinotto
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Scultore romano dell’inizio del XVI secolo
Testa di fanciullo
marmo, altezza 19 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli
Foto Giuseppe Schiavinotto
Tommaso Fedeli (Fossombrone, 1599 - Roma,
1658)
Putto dormiente
porfido egiziano, altezza 27 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli
Foto Giuseppe Schiavinotto
Scultore di ambito federiciano?
Testa di cervo (acroterio?)
marmo, altezza 44 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli
Foto Giuseppe Schiavinotto
TERZA SEZIONE Ritratti
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Scultore romano dell’inizio del III secolo d.C. (età
severiana)
Busto di Alessandro Magno
marmo statuario pentelico, altezza 70 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli
Foto Giuseppe Schiavinotto
Nicolas Cordier (Lorena, 1567 circa – Roma, 1612)
Busto di Papa Paolo V Borghese, 1605-1612 circa
marmo, altezza 62 cm
Bergamo, Accademia Carrara (lascito Federico Zeri)
Foto Giuseppe Schiavinotto
Scultore romano della seconda metà del XVII secolo
Busto di magistrato?
marmo, altezza 67 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli
Foto Giuseppe Schiavinotto
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Scultore romano del XVII secolo
Busto di prelato o di procuratore
marmo, altezza 60 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli
Foto Giuseppe Schiavinotto
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Alessandro Rondone (notizie 1663?-1710)
Busto del cardinale Marzio Ginetti, 1673 circa
porfido egiziano e marmo statuario, altezza 89 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli
Foto Giuseppe Schiavinotto
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Scultore attivo in ambito federiciano del XIII secolo
Busto ritratto di Federico II
marmo bianco lunense, altezza 44.5 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli
Foto Giuseppe Schiavinotto
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Scultore romano del 220-235 d.C. circa (ritratto),
del II-III secolo d.C. (busto)
Busto in porfido con ritratto virile
marmo bianco a grana fine (testa) inserita in un
busto in porfido con piedistallo modonato in
serpentino, altezza 26 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli
Foto Giuseppe Schiavinotto
Vittorio Barbieri (Firenze, 1674 - 1755)
Busto di Francesco I di Lorena
marmo, altezza 76 cm
Roma, Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli
Foto Giuseppe Schiavinotto
La storia della Fondazione Roma trae origine nel 1539 dalla nascita del Monte di Pietà di Roma,
istituito con Bolla Pontificia di Paolo III al fine di combattere la pratica dell’usura, e prosegue nel
1836, per iniziativa di benemeriti cittadini, attraverso la costituzione, approvata con rescritto
pontificio di Gregorio XVI, della Cassa di Risparmio di Roma, che nel 1937 incorporò il Monte di
Pietà. La storia ha visto in seguito il sorgere della Fondazione Cassa di Risparmio di Roma, che
nei primi anni ’90, in attuazione della Riforma “Amato”, ha ereditato le originarie finalità di utilità
sociale della Cassa di Risparmio. Nel 2007 la Fondazione Cassa di Risparmio di Roma cambia
denominazione in Fondazione Roma, allo scopo di evidenziare fin nel nome l’evoluzione identitaria
avvenuta con la separazione dell’attività bancaria da quella filantropica, entrando così a pieno titolo
nella categoria delle fondazioni di diritto comune, quale soggetto preposto all'organizzazione delle
libertà sociali. La Fondazione Roma rappresenta pertanto l’ultima tappa di un lungo percorso che
si dipana attraverso circa 500 anni di storia, durante i quali, nel perseguimento delle tradizionali
finalità istituzionali, essa si è profondamente trasformata e rinnovata, adeguando le iniziative di cui
è protagonista in funzione del mutato contesto socio-economico: una testimonianza tangibile, fatta
di progettualità attiva e risultati concreti, del legame che la unisce da sempre alla Città Eterna ed al
più ampio territorio di riferimento. Sotto la presidenza del Prof. Avv. Emmanuele F.M. Emanuele, la
Fondazione Roma ha avviato una nuova modalità di intervento, orientata alla realizzazione di
iniziative strutturali, la maggior parte delle quali a carattere continuativo, per rispondere alle grandi
“emergenze” del territorio di operatività, che comprende la città di Roma e la sua provincia, le
province di Latina e Frosinone. Abbandonata definitivamente la modalità dell’“erogazione a
pioggia”, la Fondazione Roma ha progressivamente privilegiato l’opzione per il modello operativo,
che le ha consentito di sviluppare una capacità progettuale autonoma, realizzando, in ciascuno dei
cinque settori di intervento in cui è attiva – Sanità; Ricerca scientifica; Istruzione; Arte e cultura;
Assistenza alle categorie sociali deboli – iniziative di grande valore sociale. Attraverso il confronto
costante, dinamico e costruttivo con le Istituzioni, le associazioni, gli enti pubblici ed i soggetti
privati, e le realtà che operano, sia a livello locale che nazionale, nel Terzo Settore, la Fondazione
Roma vive oggi una “piena cittadinanza” all’interno della dimensione della “socialità”,
costituzionalmente riconosciuta e tutelata attraverso il principio di sussidiarietà, partecipazione
concreta e propositiva. Ascolto, dialogo, impegno sono i suoi tratti distintivi, che si traducono in
iniziative ed interventi a favore del benessere della collettività, esempi di best practice concepiti
nella prospettiva della costruzione della nuova welfare community.
Fondazione Roma
Via Marco Minghetti, 17
00187 Roma
T. 06 6976450
www.fondazioneroma.it
La Fondazione Roma-Arte-Musei, in breve “Musarte”, nasce per rendere più strutturata l’attività
svolta nel campo della cultura dal Museo della Fondazione Roma, che dal 1999 ad oggi ha
realizzato oltre 35 esposizioni temporanee, in collaborazione con i più prestigiosi musei italiani e
stranieri ed è presente a Roma con i due spazi espositivi prospicienti di Palazzo Sciarra e Palazzo
Cipolla - lungo la centrale Via del Corso - offrendo mostre dedicate rispettivamente all’arte classica
e a quella contemporanea. Ente morale senza fini di lucro, ha come finalità la promozione e la
realizzazione di iniziative artistiche e culturali, consapevole che l’arte e la cultura, nelle loro
molteplici forme e manifestazioni, svolgono un ruolo di primo piano per la crescita integrale della
Persona. La Fondazione Roma-Arte-Musei opera in cinque aree culturali, corrispondenti a cinque
differenti Muse: le Arti Visive, la Poesia, la Musica, il Teatro, l’Editoria. La Fondazione crea e
realizza attività museali ed espositive, in forma permanente o temporanea; iniziative letterarie,
musicali e teatrali; eventi di socializzazione, quali convegni, studi, ricerche, corsi di formazione,
approfondimenti didattici di tipo divulgativo e turistico. Opera altresì nel settore dell’editoria,
realizzando pubblicazioni e prodotti multimediali di contenuto artistico e culturale. Le iniziative di
cui la Fondazione è artefice mirano ad accrescere l’offerta culturale del Paese e sono gestite
autonomamente o in collaborazione con enti ed istituzioni, pubblici e privati - sia nazionali che
internazionali - i cui programmi e progetti perseguono finalità coerenti alle proprie.
Fondazione Roma - Arte - Musei
Via Marco Minghetti, 17
00187 Roma
T. 06 6976450
ELENCO DELLE ESPOSIZIONI TEMPORANEE REALIZZATE DAL 1999 AD OGGI
1. Una Collezione da scoprire: Capolavori dal ’500 al ’700 dell’Ente Cassa di Risparmio
di Roma (1999)
2. Via del Corso
Una strada lunga 2000 anni (1999)
3. Da Poussin agli impressionisti
Capolavori francesi (1999-2000)
4. I Macchiaioli
Origine a affermazione della macchia 1856-1870 (2000)
5. Il ’900 scolpito da Rodin a Picasso (2000)
6. Paper Road (2001)
7. D’Annunzio
L’uomo, l’eroe, il poeta (2001)
8. Tesori nascosti (2001)
9. Erté
Fascino e Seduzione Déco (2001)
10. La Gloria di New York
Artisti Americani dalla collezione Ludwig (2001-2002)
11. La Campagna Romana da Hackert a Balla (2001-2002)
12. Dal Futurismo all’Astrattismo
Un percorso d’avanguardia nell’arte italiana del primo Novecento (2002)
13. Verso il Futuro
Identità nell’Arte Italiana 1990 - 2002 (2002)
14. Max Ernst ed i suoi amici surrealisti (2002)
15. La Famiglia nell’Arte
Storia e immagini nell’Italia del XX secolo (2002-2003)
16. Kéramos
Ceramica nell’arte italiana 1910 - 2002 (2002-2003)
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17. La Spagna dipinge il Novecento
Capolavori del Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía (2003)
18. Movimento Arte Concreta (2003)
19. Fabergé (2003-2004)
20. Ori d’Artista
Il Gioiello nell’arte italiana 1900-2004 (2004)
21. Kazimir Malevič
Oltre la figurazione oltre l’astrazione (2005)
22. Corpora
La vertigine dell’infinito (2005)
23. Umberto Mastroianni
Scultore europeo (2005-2006)
24. La Roma di Piranesi
La città del Settecento nelle Grandi Vedute (2006-2007)
25. L’Arte Animalier nel ’900 italiano
Pittori e Scultori alla Corte di Diana (2007)
26. Capolavori dalla Città Proibita
Qianlong e la sua Corte (2007-2008)
27. Il ’400 a Roma
La Rinascita delle Arti da Donatello a Perugino (2008)
28. Da Rembrandt a Vermeer
Valori civili nella pittura fiamminga e olandese del ’600 (2008-2009)
29. Hiroshige
Il maestro della natura (2009)
30. Niki de Saint Phalle (2009-2010)
31. Edward Hopper (2010)
32. Sante Monachesi (2010)
33. Il Teatro alla Moda
Costume di Scena. Grandi Stilisti (2010)
34. Echaurren | Crhomo Sapiens (2010-2011)
35. Roma e l’Antico
Realtà e visione nel ’700 (2010-2011)
36. Gli irripetibili anni ’60
Un dialogo tra Roma e Milano (2011)
37. Georgia O’Keeffe (2011-2012)
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38. Il Rinascimento a Roma
Nel segno di Michelangelo e Raffaello (2011-12)
39. Sculture dalle Collezioni Santarelli e Zeri (2012)
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