dicembre 2011 Redone numero 5 il Periodico d’informazione della Parrocchia Prepositurale dei Ss. Pietro e Paolo di Gottolengo Nasce per noi il Redone CALENDARIO PASTORALE Periodico d’informazione della Parrocchia Prepositurale dei Santi Pietro e Paolo di Gottolengo Autorizzazione del tribunale di Brescia n. 236 del 16-05-1965 n. 5 - dicembre 2011 Sito Internet della Parrocchia: http://www.parrocchiagottolengo.it e-mail: info @parrocchiagottolengo.it Tel. 030 951042 Direttore responsabile: Don Arturo Balduzzi Redazione: Andrea Milzani, Angelo Biazzi, Delia Milzani, Giuseppe Zanon, Giusi Morbini, Mino Feroldi, Mino Onorini, Paola Rodella, Paolo Bianchi, Silvana Martinelli, Stefania Tenchini In questo numero Calendario Pastorale ........................................2 La Parola del Prevosto ......................................3 Natale... senza Pasqua Auguri Don Arturo .............................................5 Attualità ..............................................................6 Fiat Lux! La Chiesa ci insegna..........................................7 Chiesa, mezzo secolo di comunicazione Il Battesimo dei bambini ................................. 8 Don Luca e la sua cordata ................................9 Cosa spesi? Cosa attendi? Sulle vie di San Francesco Assisi...Assisi...Assisi... Castagnata 2011 “Chi getta semil al vento farà fiorirre il cielo” Jean Claude e Harald Amici di Cristo per sempre Note di tradizione ............................................14 I filòs d’inverno Gruppi Parrocchiali .........................................16 Qui Caritas Il Presepe della Chiesa Parrocchiale Presepe Vivente in Oratorio Voce Missionaria .............................................19 Gli eterni viaggiatori .......................................20 Scuola ..............................................................21 Dislessia, una tappa importante Gara di Pesca ................................................. 23 Aspiranti volontari cercasi ............................ 24 Pellegrinaggi ...................................................25 Nedàl ................................................................26 Lettere alla redazione .....................................27 C’era una volta il mio paese L’Angioletto “Rosa” ........................................28 Caro Luca .........................................................29 Concerto di Natale ......................................... 29 Anagrafe parrocchiale .....................................30 Litotipografia Causetti - 25023 Gottolengo (BS) Piazza xx Settembre 14 - Tel. e Fax 030.951319 ORARIO Ss. MESSE VIGILIARI: Ore 16,30: Ore 18,30: Ore 20,30: Casa di Riposo Parrocchiale Comunità Neocatecumenali FESTIVE: Ore 8,00 - 9,30 - 11,00 - 18,30 FERIALI: Ore 8,00 - 18,30 da lunedi a venerdi Ore 16,30: giovedi Casa di Riposo CONFESSIONI SABATO: dalle ore 9,00 alle ore 11,00 ed in prossimità delle Sante Messe Itinerario di formazione per coppie di fidanzati Insieme verso il... Matrimonio a Gli incontri si terranno in Gottolengo presso il Centro Pastorale nelle seguenti date GENNAIO Domenica FEBBRAIODomenica MARZO Domenica 15 - 22 - 29 5 - 12 - 19 - 26 4 ore 16,00 Tel. Parroco 030.951042 T.R.G.: La trasmissione del notiziario settimanale andrà in onda la domenica (dopo l’Angelus del Papa) e in replica il lunedì e il mercoledì alle ore 20,30 In copertina: CARAVAGGIO - Natività con i Santi Lorenzo e Francesco (1609) Oratorio S. Cita (Palermo) -2- il Redone LA PAROLA DEL PREVOSTO NATALE ... SENZA PASQUA Per tutta una serie di ragioni culturali, folcloristiche, sentimentali e religiose, il Natale ha ancora un grande potere, una forte capacità di coinvolgere, di aggregare. Le solenni cattedrali come le chiesette di campagna la notte di Natale si riempiono. Quel Bimbo nel presepe ha ancora un suo fascino, un suo linguaggio, al quale sono sensibili tutti, anche coloro che hanno un po’ smarrito la via che conduce alla Chiesa. Tutto questo è bello e ha un suo valore. L’evento che si celebra, reso più eloquente dalla liturgia e da quei canti che, mentre richiamano alla mente la poesia dell’infanzia più o meno lontana, riesce sempre a toccarci nel profondo del cuore e a suscitare sentimenti di bontà, di esigenza di comunione, di fraternità e di pace. E poi...? Poi, chissà perché, quel Bimbo, che suscita tenerezza e commozione, che fine fa? Quella storia che ha avviato in terra col suo primo vagito e di cui la mangiatoia segna il punto di partenza, trova spazio per iscriversi nella nostra vita e per coinvolgerci? Se ci guardiamo bene attorno, purtroppo, una grossa percentuale di fedeli che assiepavano le chiese nella Messa di mezzanotte si smarrisce, si disperde con lo spegnersi delle luci colorate che ornavano vie e vetrine. Quel “Seme divino” caduto in terra a Betlemme, per tanti, troppi, rimane tale. Il “Frutto” che la Chiesa contempla con le sue braccia spalancate e trafitte, come il suo cuore, sulla Croce, viene perso di vista, non attrae più o troppo poco, non è importante, dice poco o niente, lascia indifferenti, o quasi. Eppure l’evangelista Luca, presentandoci il Dio neonato, aveva già lo sguardo rivolto alla Croce e alla Pasqua. Mentre annotava “Maria lo avvolse in fasce” ci rimandava a “Giuseppe d’Arimatea avvolse Gesù in un lenzuolo”. Mentre registrava “Maria depose Gesù nella mangiatoia” risuonava nelle sue orecchie “deposero Gesù nel sepolcro scavato nella roccia”. Questa “dimenticanza” della vicenda completa di Cristo Gesù è purtroppo ben presente e diffusa anche oggi nella nostra chiesa. Dalle analisi fatte a vari livelli ecclesiali circa il come la nostra chiesa vive la sua dimensione religiosa è emerso che la nostra chiesa, in gran parte, ha smarrito Gesù, in modo particolare ha perso di vista l’evento di Morte e Risurrezione che ha coronato la sua vita. “La maggioranza della nostra popolazione ha sentito parlare di Gesù, ma Lo conosce poco”. “Si ha di Gesù un’idea incompleta, generica... “. “Gesù è un personaggio del passato”. “Anche la Risurrezione di Gesù lascia molti perplessi. Alcuni credono nella Risurrezione, ma non colgono le implicazioni. In sostanza, il -3- il Redone LA PAROLA DEL PREVOSTO mistero pasquale fa difficoltà a molti”. “Molti non riconoscono in Lui il Figlio di Dio, il senso della vita, il Maestro. “Quanto al fatto che sia unico Salvatore, si nutrono dei dubbi”. Una Chiesa che smarrisce per strada l’evento di morte e Risurrezione di Cristo non è una Chiesa. Più che la mangiatoia a noi occorre il sepolcro vuoto, i nostri veri problemi trovano risposta solo nella Pasqua di Cristo. E’ da Cristo in Croce che scende la bella notizia che i nostri peccati sono perdonati, che il suo Amore è sempre più grande e più potente di tutta la malvagità umana. E’ da Cristo risorto che si sprigiona la bella notizia che la nostra morte, come la sua, è vinta e che noi, da destinatari della tomba, siamo diventati candidati alla Risurrezione. E’ da Cristo risorto e asceso al cielo, cui sono stati conferiti dal Padre pieni poteri, che viene riversato lo Spirito Santo nei nostri cuori, rendendoli nuovi, capaci di amare gratis e di perdonare i nostri nemici. Ripartiamo pure da Betlemme, ma per seguire Gesù con Maria, fin sotto la Croce, là dove si è consumato un mistero d’Amore e di perdono, dove è riecheggiato il grido della Risurrezione e ci è offerta gratis la possibilità di essere perdonati, risorti, con un cuore nuovo e grande come quello di Dio. Don Arturo “Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce” (Lc 2,9) Gesù è luce di Dio e dell’uomo. Sono tante le tenebre che ci avvolgono: quelle personali, quelle di ordine sociale, politiche ed economiche, quelle culturali ed educative. Il Natale svela un mondo chiuso e buio, ma Dio trova sempre un varco per far brillare la luce di Betlemme: accogliendo il suo fulgore si può uscire dalla chiusura degli egoismi e degli interessi personali e ricominciare a costruire. Questo è l’augurio di speranza e fraternità. Don Arturo, don Luca, don Lorenzo, don Angelo e il diacono Giuseppe lo estendono a tutte le famiglie della comunità di Gottolengo in modo particolare a tutti gli operatori di pastorale e volontari che operano nella parrocchia, al signor Sindaco e amministratori, alle associazioni culturali, sportive e ricreative del paese. -4- i r u g Au Auguri Don Arturo! il Redone Quando un compleanno porta con sé il raggiungimento di una cifra tonda, si ha l’impressione di aver conseguito un “traguardo”, una tappa del cammino della propria vita. Se, poi, l’età inizia a regalare la gioia di una maturità pienamente vissuta, la festa assume un sapore particolare. Per noi è naturale, quindi, ricordare con affetto i sessant’anni compiuti dal nostro parroco (o, meglio, “prevosto”). Sessanta candeline spente in compagnia della classe 1951 di Gottolengo, con una serata di cordiale convivialità e amicizia. L’augurio assume, inoltre, un significato particolare perché si aggiunge ad un altro semplice, ma significativo, traguardo: l’Immacolata Concezione, l’otto dicembre, vede lo scoccare del primo anno di apostolato nella nostra parrocchia. Don Arturo Balduzzi entrava in corteo proprio nella solennità mariana del 2010. Quante aspettative, quante curiosità, accompagnate dal reciproco desiderio fra il gregge ed il suo nuovo pastore di conoscersi e d’interagire fraternamente. Sono già passati dodici mesi, molto intensi e, grazie a Dio, assai proficui nell’ambito di quel progetto pastorale che don Arturo ha immaginato per noi. Un anno che ha visto gettate le basi per la costruzione delle Unità Pastorali, realtà che costituiranno una svolta significativa nella storia delle comunità cristiane di tutta la nostra diocesi. Auguri, quindi, per i suoi splendidi sessant’anni! Auguri per il primo anno trascorso a Gottolengo! E, naturalmente, auguri per il Santo Natale oramai alle porte. Sia la nascita del Redentore, caro Don Arturo, il miglior viatico di ogni bene per la sua essenziale opera di missione in terra di Gottolengo! La Redazione -5- il Redone ATTUALITA’ FIAT LUX! “Sia la luce!” La parola creatrice del Signore irrompe nel tempo e nello spazio. La vita, nella Creazione, ha un suo inequivocabile inizio, istantaneo, senza interruzione alcuna: “Et lux fuit.” Due affermazioni totalmente assertive, che non ammettono dubbi. Non esiste orologio in grado di stabilire la frazione di nano secondo che intercorre fra le due proposizioni. Il peso temporale di quel “et” è nullo, perché ciò che la parola di Dio pronuncia, sussiste immediatamente. Per analogia, sono queste le considerazioni che prevalgono nel cuore del cristiano quando si parla di vita nascente. Ciò che la biologia e la medicina narrano sul concepimento, altro non sono che la scoperta e la spiegazione scientifica di quanto accada nel grembo di una madre all’inizio della gravidanza. Con metodi sempre più approfonditi e tecniche raffinatissime, gli studiosi sono andati a ritroso, individuando il feto, l’embrione, i blastocisti, lo zigote, l’ovulo, ecc. ecc. Qual è il punto di partenza? Quando parliamo di essere umano vero e proprio? Quando inizia la vita? La Chiesa, è bene saperlo, ha, sulla questione, una posizione inamovibile: la vita è tale fin dal concepimento!Immaginate un’ipotetica discussione sulla natura dell’embrione Gesù, se, a suo tempo, non fu “vero Dio e vero uomo” fin dal concepimento, ma solo dopo qualche giorno? Quantomeno bizzarro... Ho posto una premessa per introdurre un fatto poco “pubblicizzato” da gran parte della stampa italiana, se non, nella maggior parte dei casi, per esprimere dissenso e perplessità, quasi fastidio. La Corte di Giustizia Europea, il 18 ottobre, ha emesso una sentenza con la quale si boccia la possibilità di brevettare tecniche che sacrifichino embrioni umani, seppur per la ricerca. E’ bene precisare che, essendo stata la questione dibattuta sul piano giuridico e non medico, la Corte non ha voluto in alcun modo ostacolare direttamente lo sviluppo scientifico (come si è voluto far credere in molti commenti), ma ha inteso mettere un punto fermo per la difesa della vita umana fin dal concepimento. E’, infatti, da considerare a tutti gli effetti un embrione umano “qualunque ovulo umano fin dalla fecondazione”, sgombrando il campo da tutte quelle teorie che, divise le varie fasi di sviluppo dell’embrione, volevano giustificarne la produzione in laboratorio, il conseguente utilizzo con, nello specifico della sentenza, la possibilità di brevettarne tecniche e risultati. Il pronunciamento della Corte ha recepito quello che dovrebbe essere patrimonio culturale di tutti: l’embrione umano non può essere considerato alla stregua di un oggetto ma è un soggetto vero e proprio, meritevole di difesa giuridica come lo è ogni persona “adulta”. Certo, la sentenza non vieta affatto la produzione di embrioni in laboratorio, ma impedisce la brevettabilità di tali sistemi e/o risultati eventuali. Eppure, già questo non è fatto da poco. In soldoni. Se io scopro una nuova tecnica per la fusione dei cerchi in lega, cercherò di proteggere la mia innovazione con una serie di brevetti che ne impediscano l’utilizzo ad altri. Se i miei brevetti saranno validi farò tanti soldi. Oppure: avete presente il telefono? L’inventore, l’italiano Meucci, non ebbe, a suo tempo, il denaro a sufficienza per coprire con un brevetto la propria invenzione. Cosa che riuscì all’americano Bell, il quale, copiata e soprattutto brevettata l’idea del Meucci, fece denaro a palate. Ho volutamente utilizzato espressioni terra terra, perché non dissimile è quanto sta succedendo in ambito scientifico attorno al business (che parola terribile!!) degli embrioni umani. La sentenza, con una logica simile al caro vecchio buon senso, ha, infatti, voluto “stoppare” le ambizioni economiche delle case farmaceutiche, colossi finanziari con scrupoli assai ridotti quando si tratta di fare affari. Inutile dire che, come al solito, c’è chi ha già attribuito responsabilità “al Vaticano” per le indebite pressioni ed ingerenze esercitate sui giuristi. Viene da sorridere... Basti pensare che la sentenza è stata, in realtà, la conseguenza del ricorso fatto alla Corte europea dalla sezione tedesca di Greenpeace (in risposta ad un’interrogazione inoltrata da uno studioso anch’egli tedesco), organizzazione ecologista internazionale che nulla a che fare con papi, cardinali o vescovi. Tutt’altro! Senza tanti giri di parole, in barba agli strazianti appelli per la difesa della libertà di ricerca tenuti dai paladini del progresso scientifico a tutti i costi (il fine giustifica i mezzi = l’embrione è solo un mucchietto di cellule e non totalmente essere umano in fieri), Greenpeace ha dichiarato che “impedendo la brevettabilità di embrioni umani, la Corte di giustizia ha agito a tutela della vita umana e contro gli interessi commerciali”. Fosse uscita da Papa Benedetto XVI una simile frase, sai che scandalo! Qualcuno avrebbe evocato il Medio Evo, la Santa Inquisizione, il rogo, ecc.ecc. Io, per concludere, ritorno da dove sono partito: “Dio disse: Sia la luce! E la luce fu”. Sintetico ed efficace. Buon Natale! Andrea Milzani -6- il Redone La Chiesa ci insegna Chiesa, mezzo secolo di comunicazione... Negli ultimi cinquant’anni i media hanno avuto una notevole evoluzione, dall’introduzione e lo sviluppo della televisione al rivoluzionato avvento di internet, all’ingresso nell’era digitale. La Chiesa ha seguito con attenzione questi cambiamenti rilevando volta per volta opportunità e rischi che tali fenomeni comportano per la persona, infatti nel 1963 pubblica il decreto conciliare sugli strumenti di comunicazione sociale “Inter Mirifica” e successivamente istituisce le “Giornate Mondiali della Comunicazione Sociale”. Negli anni ’70 con la nascita d’imprese multimediali ed un ampio uso di tecnologie informatiche si avvertono i primi segnali di un cambiamento epocale, ecco che la Chiesa, con grande impegno, riprende le indicazioni conciliari e organizza seminari di studi che conducono alla pubblicazione dell’Istruzione pastorale “Communio et progressio” (1971), nella quale espone i principi dottrinali e i suggerimenti per l’azione pastorale circa gli strumenti della comunicazione. Gli anni ottanta segnano il primo decennio di Papa Giovanni Paolo II, periodo in cui il Papa è protagonista di un’inedita esposizione sui mezzi di informazione e decennio in cui sorge il Centro Televisivo Vaticano (1983). Negli anni novanta prende vita il polo dell’emittenza televisiva dei cattolici, Sat 2000. Negli anni duemila la Santa Sede e Google-YouTube stringono un accordo per la diffusione di contributi video (in collaborazione con il CTV) riguardanti i messaggi di papa Benedetto XVI. Per quanto riguarda la Chiesa italiana, gli anni duemila si aprono con la pubblicazione degli orientamenti pastorali per il primo decennio del terzo millennio: “Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia” (2001). Si moltiplicano le iniziative sui media, dal coordinamento dei webmaster cattolici al convegno promosso dalla CEI per la cultura e le comunicazioni sociali “Parabole mediatiche: fare cultura nel tempo della comunicazione” (2002). Nel 2004, con la pubblicazione del direttorio sulle comunicazioni sociali nella missione della Chiesa dal titolo “Comunicazione e Missione”, si traccia una magna charta delle comunicazioni sociali per sottolineare l’impegno della Chiesa italiana a comunicare il vangelo, nella cultura mass mediale, attraverso la proposta di nuovi percorsi e iniziative pastorali. Nel 2010, otto anni dopo “Parabole mediatiche”, con il convegno CEI “Testimoni digitali, volti e linguaggi nell’era cross mediale” la Chiesa promuove un’ulteriore occasione di incontro e di approfondimento, espressione della volontà di capire i mutamenti operati dalle nuove tecnologie per non rimanere meri consumatori, ma testimoni della vivacità della fede cristiana anche in questa nuova cultura. Attualmente il fenomeno più importante a cui stiamo assistendo è la confluenza su internet di tutti i tipi di trasmissione, dati, software, video e voce. La Rete è diventata un immenso villaggio globale e se questo da una parte è un’opportunità, dall’altra è un impegno ad una maggiore attenzione ed a una presa di coscienza rispetto ai possibili rischi. Il Santo Padre attraverso il messaggio che ha pronunciato in occasione della XLV GIORNATA MONDIALE DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI ci ricorda che esiste uno stile cristiano di presenza anche nel mondo digitale: “anche nel mondo digitale non vi può essere annuncio di un messaggio senza una coerente testimonianza da parte di chi annuncia. Nei nuovi contesti e con le nuove forme di espressione, il cristiano è ancora una volta chiamato ad offrire una risposta a chiunque domandi ragione della speranza che è in lui (cfr 1Pt 3,15)”. Il messaggio di Benedetto XVI si conclude con l’invito ai giovani “a fare buon uso della loro presenza nell’arena digitale”. Delia Milzani -7- il Redone Il Battesimo dei bambini (dal Direttorio per la celebrazione e la pastorale dei sacramenti nella diocesi di Brescia) 22. «In forza della parola del Signore: “Se uno non rinasce dall’acqua e dallo Spirito Santo, non può entrare nel Regno di Dio” (Gv 3, 5), la Chiesa ha sempre ritenuto che i bambini dei genitori cristiani non debbano essere privati del Battesimo. Essi infatti vengono battezzati nella fede della Chiesa, professata dai genitori, dai padrini e dagli altri presenti al rito: questi rappresentano sia la Chiesa locale sia la società universale dei santi e dei fedeli, la Chiesa madre, che tutta intera genera tutti e ciascuno» NEL TEMPO CHE PRECEDE LA CELEBRAZIONE 23. Il parroco nella sua carità pastorale si premurerà di conoscere le famiglie dei nuovi nati in modo da prendere contatto tempestivamente con esse, per non dilazionare troppo la celebrazione del Battesimo e iniziare con loro un cammino di fede e di preparazione. 24. Sarà preoccupazione del parroco formare una équipe battesimale - formata da presbiteri, diaconi, persone consacrate, coppie di sposi, catechisti per adulti - che accompagni i genitori dei battezzandi in questo cammino di evangelizzazione e di formazione cristiana, nella certezza che «nell’opera pastorale si deve associare sempre la famiglia cristiana all’itinerario di iniziazione» (ScC 19). 25. Gli incontri formativi, di tipo familiare e comunitario, tengano conto della situazione di fede della famiglia e, comunque, non siano meno di quattro. Siano curati bene e prendano sempre più la struttura di un vero e proprio itinerario di fede che diventi prassi e tradizione nella vita della parrocchia. LA CELEBRAZIONE DEL BATTESIMO 33. L’ideale è che il Battesimo venga celebrato nel contesto della Veglia pasquale per farne comprendere compiutamente il significato nella luce della morte e risurrezione del Signore Gesù. In ogni caso la celebrazione del sacramento non avvenga in tempo di Quaresima. 34. A motivo di questo significato pasquale, la parrocchia preveda la celebrazione comunitaria in domenica (cfr. CIC, can. 856), preferibilmente nella celebrazione eucaristica, e soprattutto secondo una cadenza legata ad alcune solennità dell’Anno Liturgico. Le date previste per il 2012 sono • La festa del Battesimo del Signore (8 gennaio) • La domenica che precede la Quaresima (19 febbraio) • La veglia pasquale (7 aprile) • La solennità del Ss. Trinità (3 giugno) • La domenica che segue la festa della Madonna del Monte Carmelo (29 luglio) • La solennità della Dedicazione della chiesa (28 ottobre) Per ogni data (tranne la vigilia di Pasqua) il Battesimo viene celebrato alle ore 9.30 e nel pomeriggio. NEL TEMPO SUCCESSIVO ALLA CELEBRAZIONE 41. È importante che le famiglie dei bambini appena battezzati siano seguite anche dopo il Battesimo attraverso contatti personali e comunitari. Dal Battesimo ai 6 anni, quando inizierà il cammino di completamento dell’ICFR, siano previsti almeno 3 incontri comunitari all’anno, per offrire un minimo di continuità all’itinerario di fede dei genitori. A partire dal terzo anno questo cammino sarà opportunamente collegato anche alla proposta formativa della Scuola Materna, soprattutto se cattolica. -8- il Redone DON LUCA e la sua cordata... Cosa Speri? Cosa attendi? Il tempo dell’Avvento è connotato da sempre dalla dimensione dell’attesa, l’attesa di un venire che si coglie dai tanti segni di festa che riempiono le nostre case e anche le nostre strade. E’ normale che si veda quando uno attende qualcun altro. Nello sguardo di chi attende si legge sempre anche ciò che attende. Nelle nostre case le attese sono tante, alcune più felici ed altre meno. C’è chi attende l’esito di un esame medico, chi il voto della verifica, chi attende di rincontrare parenti lontani, chi attende miracoli di amicizia, chi attende l’autobus e chi attende i bambini fuori da scuola e anche, nascosta tra le case, chi attende la nascita del suo bambino o della sua bambina. Papa Benedetto XVI nel primo Angelus d’Avvento del 2010 così diceva: “L’attendere è una dimensione che attraversa tutta la nostra esistenza personale, familiare e sociale. L’attesa è presente in mille situazioni, da quelle più piccole e banali fino alle più importanti, che ci coinvolgono totalmente e nel profondo. […] Si potrebbe dire che l’uomo a tutti è vivo finchè attende, finché nel suo cuore è viva la speranza. E dalle sue attese l’uomo si riconosce: la nostra “statura” morale e spirituale si può misurare da ciò che attendiamo, da ciò in cui speriamo”. Così davvero noi siamo intimamente uniti dal fatto che possiamo sperare e così l’attesa ha sempre un senso. Ma ha senso un’attesa di ciò che è già avvenuto? Perché ogni anno ci ostiniamo a vivere l’Avvento di chi è già venuto? Ciò non avrebbe alcun senso se non fosse per celebrare qualcosa che ancora è vivo! Ed infatti è così! Ne tempo che ha preceduto il primo Natale le attese erano anch’esse differenti! Il popolo sperava nella venuta di un liberatore dal dominio romano, Erode sperava di non essere usurpato da nessuno, Pilato in qualche parte dell’impero sperava di fare carriera, i magi speravano di non sbagliare strada, i pastori speravano che non arrivassero lupi ad attaccare il gregge … e Maria attendeva di vedere il volto di suo Figlio, il volto di Dio. Continua il Papa: “C’è una misteriosa corrispondenza tra l’attesa di Dio e quella di Maria, la creatura “piena di grazia”, totalmente trasparente al disegno d’amore dell’Altissimo. Impariamo da Lei, Donna dell’Avvento, a vivere i gesti quotidiani con uno spirito nuovo, con il sentimento di un’attesa profonda, che solo la venuta di Dio può colmare”. Solo l’attesa di Dio nella nostra vita può dare senso alle nostre speranze. E l’uomo si riconosce da ciò che spera, da ciò che attende. Gesù a Nicodemo spiega: “Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito”. Così parafrasando chi spera nella carne invecchia come la carne, ma chi spera nello Spirito, chi accoglie la novità che viene dallo Spirito come ha fatto Maria rimane eternamente giovane perché eternamente capace di stupirsi del risultato della propria attesa. Dalla nascita di Gesù solo alcuni rimasero stupiti e rinnovati. Augurandoci buon Natale ci auguriamo di essere una comunità, una famiglia che si riconosce da ciò che aspetta, da ciò che spera. Don Luca -9- il Redone DON LUCA e la sua cordata... .... SULLE VIE DI SAN FRANCESCO .... Pellegrinaggio parrocchiale dal 21 al 23 Ottobre 2011 Assisi, città magica, eterna nel suo splendore, dove ogni cosa riporta a San Francesco e al suo darsi tutto a Dio, nell’umiltà e nell’amore. Nei tre giorni del pellegrinaggio, venerdi-sabato-domenica, abbiamo potuto godere e riflettere delle bellezze che da secoli questo luogo offre: la chiesa della Porziuncola, l’Eremo delle carceri, la basilica di Santa Chiara, la chiesa di San Damiano, la basilica di San Francesco, dove la domenica abbiamo celebrato la Santa Messa (...quanta emozione); non dimenticando La Verna, luogo in cui San Francesco ricevette le stigmate. Quotidianamente ci accostavamo alla preghiera, alla recita delle lodi, alla celebrazione della Santa Messa e, nel più intimo dei nostri cuori ricordavamo tutte quelle persone, che, sapendo del pellegrinaggio si sono affidate alle nostre preghiere; così le giornate trascorrevano in un clima di totale serenità, appagati nella mente e nel cuore. Soprattutto gioivamo dell’allegria dei nostri figli, del loro essere emozionati per la nuova esperienza, ma anche molto bravi, attenti e partecipi nei momenti fondamentali del cammino spirituale che li ha portati a ricevere il 20 Novembre i santi sacramenti della prima comunione e della cresima. Un libretto di preghiere e di approfondimenti ci ha accompagnato per tutto il nostro tempo ad Assisi, nell’ultima pagina, un pensiero di San Francesco: Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile e all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile Grazie a tutti un gruppo di genitori -10- DON LUCA e la sua cordata... il Redone Assisi... Assisi... Assisi... Venerdì 21, Sabato 22 e Domenica 23 Ottobre 2011 noi ragazzi di prima media che domenica 20 novembre abbiamo ricevuto i sacramenti dell’Eucarestia e della Confermazione siamo andati ad Assisi per un pellegrinaggio alla scoperta di San Francesco. Abbiamo visitato La Verna il luogo dove ha ricevuto le stimmate. Siamo poi giunti ad Assisi dove abbiamo visitato le Chiese di Santa Maria degli Angeli, la Basilica Superiore e Inferiore di San Francesco, la Basilica di Santa Chiara, San Damiano, l’Eremo delle Carceri. Il Don c’ha regalato il Tau che simboleggia la Redenzione; questo piccolo ma grande dono l’abbiamo indossato anche nel giorno più importante della nostra vita perché abbiamo ricevuto dentro noi lo Spirito Santo e il Corpo di Gesù. Vogliamo ringraziare a nome di tutti i ragazzi Don Luca e i Catechisti per averci dato questa opportunità di visitare e conoscere i luoghi e la vita di una Santo che ha lasciato un impronta nella nostra vita. Stefano G. - Stefano D. Castagnata 2011 Anche quest’anno, nel giorno 1 novembre, si è svolta la consueta castagnata. Dopo la S. Messa celebrata al cimitero, sono state distribuite caldarroste accompagnate da the caldo, cioccolata, vin broulè per riscaldare la prima vera giornata autunnale Per i bambini c’era anche lo zucchero filato mentre chi voleva, nel tardo pomeriggio in un posto caldo, poteva gustare la trippa preparata dagli esperti cuochi e cuoche dell’oratorio. Al termine della giornata si è festeggiato, un po’ a sorpresa, il compleanno di Don Luca. Anche se la giornata non è stata delle migliori, si è potuto vedere all’interno dell’oratorio persone e famiglie di tutte le età, è questo che l’oratorio deve essere: un luogo di ritrovo, condivisione, divertimento ma anche impegno dove chiunque deve ritenersi partecipe. Paolo e Michela -11- il Redone DON LUCA e la sua cordata... “Chi getta semi al vento farà fiorire il cielo” Domenica 2 Ottobre, in occasione della ripresa dell’ anno catechistico, in oratorio si è svolto un pomeriggio di animazione all’insegna del divertimento per tutti i bambini. I ragazzi che hanno collaborato nelle diverse attività estive hanno animato la giornata, cercando di rendere piacevole quel pomeriggio. Sulle note di bans e balletti, tormentoni della nostra estate in oratorio, sotto un insolito caldo sole, degno di una giornata d’agosto, è stato ricreato un po’ di quel clima estivo, che ormai sembra essere solo un bel lontano ricordo. Dopo i balletti, i bambini più attivi hanno potuto cimentarsi nei diversi giochi a stand, dove mettersi alla prova. Quelli un po’ più pigri invece hanno potuto gustare lo zucchero filato. Nelle stanze, alcuni ragazzi hanno preparato attraverso video, cartelloni, foto, tutto ciò che dell’estate gli era rimasto, portando a tutti una vivida testimonianza delle attività che li ha visti, allo stesso tempo, protagonisti e collaboratori: il grest “Battibaleno”, il campo-scuola in montagna “Sulle orme di San Francesco”, la vacanza al mare e infine l’intensa avventura vissuta a Madrid delle Giornate Mondiali della Gioventù. E’ stato interessante mettere alla prova la capacità di riuscire a trasmettere, attraverso la testimonianza, quello che i ragazzi hanno potuto vivere in prima persona con intense emozioni. La giornata si è conclusa con il consueto lancio dei palloncini, un momento sempre molto intenso e bello: tantissimi palloncini sono stati lanciati per colorare il cielo e portare nell’aria piccoli pensieri di pace universale. Speriamo che questi piccoli semi sbocciati nel cielo possano davvero fiorire e in qualunque luogo siano finiti abbiano potuto suscitare un sorriso verso quei piccoli messaggi di amore e pace. Un poeta di strada disse “Chi getta semi al vento farà fiorire il cielo”: e, semplicemente, in questi versi si può riassumere la meraviglia di fronte ad uno spettacolo che, seppure così piccolo, è davvero sempre emozionante. Speriamo che una giornata così piacevole possa diventare ben presto un’idea da rinnovare felicemente ogni anno. Un’animatrice Jean Claude e Harald: un’amicizia nata nel vento Un palloncino, cos’è un palloncino ?? Una semplice, sottile, colorata pellicola di gomma che, abilmente gonfiata di elio, prende vita, vola, sale in alto nel cielo, portando con sè una parola, una poesia, un messaggio di amicizia e di pace. E questa parola, questo leggero ‘carico’ di augurio, di speranza e di amicizia, seppure dominato dal vento, seppure spinto qua e là da brezze dispettose o venti violenti, raggiunge il suo traguardo, raggiunge il suo scopo: portare un messaggio di amicizia, il battito di un cuore verso un altro cuore. E, in fondo, non ha alcuna importanza dove arriva: qualcuno lo vede, lo raggiunge, lo raccoglie e legge quel pensiero, quel messaggio. Siamo sicuri che, da quel momento, il cuore di Jean Claude batterà insieme a quello di Harald, il pensiero di Harald sarà spesso rivolto a Jean Claude e, insieme, sperano di potersi incontrare un giorno, potersi conoscere, abbracciare, coltivare un’amicizia affidata ad un bigliettino appeso ad una sottile pellicola di gomma portata dal vento. Mino Onorini Il palloncino lanciato il 2 ottobre da Jean Claude Bonsi è stato trovato in mezzo al mare da Harald, un tedesco che si trovava in vacanza in Corsica, sulla costa ovest (Scandola). 9---12 DON LUCA e la sua cordata... il Redone Amici di Cristo per sempre Finalmente domenica 20 novembre, festa di Cristo RE, i nostri ragazzi di prima media, nella stessa celebrazione, hanno ricevuto i Sacramenti della Cresima e della Prima Comunione. Durante il periodo di preparazione, durato cinque anni, abbiamo seguito Gesù che, attraverso il suo Vangelo, ci ha fatto conoscere ed incontrare il mistero di Dio e ci ha rivelato il suo vero volto che è il volto di un Padre Misericordioso, preoccupato per la vita di ogni sua creatura. Con l’aiuto della Bibbia, partendo dalla creazione dell’uomo, abbiamo seguito la storia della Salvezza incontrando le figure principali dell’Antico Testamento. Ci siamo interrogati sullo Spirito Santo che avrebbero ricevuto nella Cresima e abbiamo capito che è lo stesso Spirito presente fin dall’inizio della Creazione, che ha guidato la storia di Israele, che ha agito con potenza nella vita di Gesù ed è lo stesso Spirito che Gesù promette ai suoi discepoli affinchè continuino la sua opera. Abbiamo imparato ed approfondito i doni che lo Spirito Santo trasmette nei Sacramenti, attraverso i quali Gesù, ci accoglie e ci conduce nella Chiesa, dove ogni domenica Egli si dona a noi affinchè possiamo fare della nostra vita un dono d’amore. Ogni volta che ci viene affidato un nuovo gruppo di bambini, si crea un legame di affetto e di fiducia e noi catechisti ci sentiamo responsabili per loro. Il cammino diventa impegnativo, con momenti in cui ti rendi conto di non riuscire a catturare la loro attenzione, momenti in cui perdi la pazienza, ti metti in discussione e ti senti inutile. Ma è proprio allora che arrivano i momenti “luminosi” e comprendi come il Signore sia sempre all’opera, soprattutto nei più “piccoli” e si serve anche di loro per confermare nella fede gli “adulti”. Mi è stato chiesto se questi ragazzi siano pronti a ricevere i Sacramenti della Cresima e dell’Eucaristia; penso proprio “…che solo Dio può giudicare del progresso nella fede di una persona e che noi dobbiamo attenerci solo a ciò che vediamo”. Ma ciò che vediamo e possiamo verificare non è la cosa più importante ovvero la relazione di fede di amore con Cristo e col Padre nello Spirito Santo” (Iniziazione Cristiana dei fanciulli e dei ragazzi. 1° Principi e norme fondamentali). Affidiamoli dunque al Signore, affinchè li accompagni e li sostenga nel loro cammino di crescita umana e spirituale che inizia pienamente proprio da ora, in virtù dei Sacramenti che hanno ricevuto. Bruna Si sono celebrati domenica 8 ottobre i lustri di matrimonio con una sentita celebrazione Eucaristica seguita da una conviviale serata in Oratorio. -13- il Redone NOTE DI TRADIZIONI i “filòs” d’inverno Mi capita, ogni tanto, di entrare in una stalla moderna, una di quelle costruzioni che ti colpiscono per l’ampiezza degli spazi che la compongono. Lì dentro tutto è grande: il posto per le mucche che vogliono stare al coperto ma anche all’aperto, il corridoio centrale dove passa un trattore con il carro per distribuire il foraggio. C’è poi il posto per la sala mungitura ed, in alcuni casi, la stanza della centrale computerizzata per gestire i tempi delle varie attività meccanizzate. Ma... il posto per le persone dov’è? A questa domanda i proprietari mi guardano con espressione interrogativa e, a dir poco, stupita. Eppure essa riporta ad una situazione reale esistente, almeno fino agli anni cinquanta, nelle cascine di campagna e anche nelle periferie dei paesi. A quei tempi l’unico mezzo di riscaldamento delle abitazioni contadine era costituito dal camino e dalle stufe a legna, mai raccolta in quantità abbondante non tanto per motivi economici quanto per la salvaguardia delle rive e delle coltivazioni. Ecco allora che, per risparmiarne qualche pezzo, le famiglie si ritrovavano dopo cena nella stalla di chi offriva la propria disponibilità. Così, mentre nel camino di casa la brace si spegneva, le persone si riscaldavano al tepore umido prodotto dalla presenza delle mucche e dai loro sbuffi. Le stalle erano piccole (alcune contenevano 5 o 6 animali), le finestre sigillate con materiale di recupero ed il soffitto molto basso costituito da “piane “: tronchi d’albero levigati . L’ambiente,si può ben capire, non era dei più salubri ma poco importava e nei piccoli spazi liberi si mettevano le donne sedute a cucire, rammendare o sferruzzare al chiaro della lampadina con il “ cappello” appositamente spostato verso di loro. Poco più in là, seduti su una panca o sulla paglia, stavano gli uomini che parlavano dell’annata agricola passata e delle aspettative per quella nuova. E poi c’eravamo noi, bambini e bambine che tro- vavamo perfino lo spazio per giocare a nascondino nella mangiatoia o dietro le persone sedute. Quando il gioco si faceva troppo rumoroso e le mucche davano segni di nervosismo, gli uomini e specialmente i nonni ci tenevano occupati con storie, di solito improntate a situazioni paurose. Nei ricordi miei e dei miei coetanei sono rimaste alcune fra le più ricorrenti e spesso arricchite da nuove puntate: “ Caterina andom a soche”, “ La gamba d’or”, “I cadinù” (versione nostrana di “Ali Babà e i quaranta ladroni”). Per la gioia di tutti, ma specialmente dei più piccoli, una o due volte ogni stagione invernale veniva Tortelli a “fa balà i giupì”. Arrivava con la sua bicicletta portando sul portapacchi una cassetta di legno contenente i pupazzi ; erano costruiti artigianalmente con pezzi di legno (i biroi) ricoperti di stoffe a mò di vestiti , con dipinti i lineamenti del viso. In fretta e furia veniva allestito un teatrino e , per l’intera serata, tutti eravamo attirati da quei personaggi che si muovevano abilmente nelle mani del burattinaio il quale sapeva anche dare il giusto tono alle loro parlate. Alla fine il bravo Tortelli riponeva accuratamente i burattini nella cassetta di legno,dopo aver permesso a noi bambini di toccarli con prudenza e se ne andava contento con il suo bottiglione di vino, perdendosi nel buio e nella nebbia. -14- NOTE DI TRADIZIONI Anche per il filos d’inverno il numero dei partecipanti non era costante. Talvolta infatti arrivavano, in sordina, alcuni giovani delle cascine vicine e si mettevano in un angolo senza parlare ne osare avvicinarsi ai presenti. Per alcune volte continuava così, non dicevano niente ma tutti sapevano perchè e per chi erano venuti: bastava osservare come l’ago, nelle mani di certe ragazze, entrava tremolante nella stoffa. Solo dopo alcune sere si intromettevano timidamente nelle discussioni agricole degli uomini ed un po’ alla volta si avvicinavano anche alle giovani, ma sempre con molta cautela e timore di apparire troppo intraprendenti. Il desiderio e l’emozione di incontrare le ragazze dei loro sogni erano certo superiori alla paura di dover percorrere tratti di stradine e sentieri, seminascosti da cespugli o lunghe file di alberi, con il buio, il gelo ed il pericolo di incontri spiacevoli. So che il parlare di questi fatti può far sorridere o ridere i giovani di oggi, ma a quel tempo era così ed andava bene così. Anche adesso c’è la voglia di ritrovarsi, di stare insieme, di vivere l’emozione di incontrare una particolare persona (e questo è bene) ma è cambiato molto, forse troppo, il modo di realizzare queste situazioni. il Redone Ciò che appare più evidente e difficilmente spiegabile è l’abitudine di cambiare più posti in una stessa serata: sembra quasi una necessità, una cosa da dover fare per “caricarsi” ed affrontare meglio un’esperienza. Solo che talvolta si ritorna a casa molto tardi e talmente “frastornati “ che neppure il resto della notte garantisce un riposo adeguato. Ma allora, perchè non provare a cambiare programma, una volta ogni tanto e specialmente in certe brutte sere nelle quali i pericoli aumentano con l’aumentare dei chilometri da percorrere? Ci si potrebbe trovare, per esempio, a casa di un amico o di un’amica che hanno a disposizione una stanza abbastanza indipendente; ognuno porta qualcosa,si ascolta della musica, si sta insieme allegramente anche senza bisogno di eccessivi stimoli. Quelle notti, molto probabilmente, poi dormiranno meglio i ragazzi, le ragazze ... ed i loro genitori. Paolo Bianchi -15- il Redone GRUPPI PARROCCHIALI QUI CARITAS l l l Nei mesi di novembre e dicembre la Caritas parrocchiale di Gottolengo è stata al centro di alcune attività che hanno impegnato a fondo i volontari, tra queste: il trasloco dalle vecchie sedi ad un unico accorpamento presso la casa canonica; l’inaugurazione della nuova sede con la partecipazione delle personalità politiche locali, rappresentanti Caritas diocesana, rappresentanti gruppi di volontariato, sacerdoti e coordinatori delle caritas limitrofe che confluiscono con Gottolengo nel Centro d’ascolto zonale ; la giornata del pane, attuata per la prima volta nella nostra parrocchia,grazie alla collaborazione dei fornai del paese l la seconda “raccolta alimentare “ annuale presso i supermercati del paese, organizzata con la parteci pazione dell’Assessore ai servizi sociali e i volontari delle varie realtà del volontariato locale, che ci permetterà di avere a disposizione alimenti da distribuire per alcuni mesi, integrandoli con le forniture che pervengono da altre fonti quali l’AGEA (organismo dell’E.U.) e Ottavo giorno (istituzione diocesana). Ora che la situazione logistica è ottimale spero ci aiuti ad offrire il nostro servizio nel migliore dei modi secondo lo spirito definito dallo Statuto Caritas italiana che dice: “La Caritas italiana è l’organismo pastorale costituito dalla Conferenza episcopale italiana al fine di promuovere, anche in collaborazione con altri organismi, la testimonianza della carità della comunità ecclesiale italiana, in forme consone ai tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell’uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolare attenzione agli ultimi”. Questo significa conoscere i bisogni noti e meno noti, espressi ed inespressi; analizzare le risorse disponibili per rispondere alle reali esigenze; educare alla carità l’intera comunità. Forti e incoraggiati dalle espressioni di solidarietà giunteci dalle istituzioni e dai volontari ci prepariamo ad affrontare il 2012 con slancio, dedizione e servizio, migliorando sempre per il bene del prossimo, della comunità e anche nostro. ORARI CARITAS l Distribuzione alimenti e vestiario: primo sabato di ogni mese dalle ore 9,00 alle 11,00 l Ricevimento abiti dismessi: tutti i giovedì mattina dalle 9,00 alle 10,30 Gruppo Caritas Parrocchiale Gottolengo -16- GRUPPI PARROCCHIALI Il presepe nella Chiesa Parrocchiale il Redone Durante il periodo delle festività natalizie la gente che entra nella chiesa parrocchiale può notare il bellissimo presepio che occupa lo spazio antistante l’altare della Madonna del Rosario. E’ possibile ammirare, con una certa emozione e specialmente per chi ha superato gli “anta”, le grandi statue precedentemente utilizzate all’ex-oratorio femminile gestito dalle suore. A questa statue se ne sono aggiunte altre nel tempo, anche di dimensioni minori e collocate in ambienti sempre diversi e caratteristici. Pochi però sanno che il lavoro di preparazione di questo presepio inizia quando siamo immersi in un’atmosfera completamente diversa ed abbiamo ancora vivo il ricordo delle ferie. Un gruppo di persone si riunisce, infatti, ogni mercoledì sera, già da settembre, in una stanza al pianterreno della vecchia canonica verso il “ piasèt”. Hanno accolto l’invito rivolto, a suo tempo, da Don Saverio; alcuni hanno frequentato corsi di hobbistica specifici nel settore e mettono in pratica le conoscenze apprese, stimolati da una grande passione. Il gruppo non è a numero chiuso, al contrario è aperto a tutti coloro che vogliono imparare, dare una mano o si fermano anche solo per vedere come si effettuano i lavori. E’ necessario sottolineare che i componenti cercano di auto-gestirsi per non pesare sul bilancio della parrocchia: per questo utilizzano materiali riciclati e di recupero. Talvolta realizzano opere che poi mettono in vendita e con il ricavato acquistano nuove statue e rimpiazzano il materiale usato o necessario per altre composizioni. Il loro scopo è quello di diffondere la cultura del presepio in tutti i suoi aspetti: religioso, estetico, culturale, spirituale e far rivivere il gusto di costruirlo con le proprie mani, come segno di espressione cristiana. Quest’anno è stata aggiunta una parte nuova per mascherare meglio il basamento dell’altare e che lasciamo ai visitatori scoprire. I tempi di visita sono quelli soliti: prima e dopo le varie e numerose funzioni... Paolo Bianchi -17- il Redone GRUPPI PARROCCHIALI Presepe vivente in Oratorio Anche quest’anno alcuni collaboratori dell’Oratorio si sono impegnati nella realizzazione del Presepe. Dopo la stesura del progetto, sono iniziati i lavori seguendo le indicazioni della Diocesi, anche per poter partecipare al concorso indetto fra i vari oratori. Quest’anno il tema scelto è “ ... e si misero in cammino...”; quindi vi sarà un percorso da seguire per arrivare alla capanna della natività. Le varie strutture in legno, rappresentanti diversi ambienti dei giorni nostri, sono rese più realistiche dalla presenza di statue meccaniche mobili e da animali vivi. Durante i giorni di Natale, del primo dell’anno e dell’Epifania le statue sono sostituite da “ figuranti” che, svolgendo le loro attività all’interno delle strutture rendono il tutto più realistico: il Presepe diventa vivente! La Processione della Luce, alla sera della Vigilia e l’arrivo dei Re Magi nel giorno dell’Epifania arricchiscono di ulteriori significati il Presepe. Il lavoro, le difficoltà incontrate e le discussioni sono molteplici, ma la collaborazione, l’aiuto reciproco, la perseveranza e la caparbietà permettono di portare a termine il progetto nei tempi prestabiliti. La realizzazione di questo lavoro accresce tutti noi moralmente e spiritualmente insegnandoci il valore dello stare insieme e della collaborazione. L’augurio è quello di trovarci ancora il prossimo anno per rendere migliore il nostro ed il vostro Natale. Michele Davorio Ringraziando tutti coloro che hanno collaborato, ricordiamo gli appuntamenti per assistere al Presepio vivente: Lunedì 26 dicembre 2011 Domenica 01 gennaio 2012 Venerdì 06 gennaio 2012 dalle 16,00 alle 18,30 -18- il Redone Voce Missionaria Domani in America si celebra il Thanksgiving Day, il giorno del ringraziamento. Una festa a sfondo religioso fondata nel 1621. Dopo il raccolto, nel novembre 1623, William Bradford, Governatore della Colonia a Plymouth, nel Massachusetts, emise l’ordine: “Tutti voi Pellegrini, con le vostre mogli ed i vostri piccoli, radunatevi alla Casa delle Assemblee, sulla collina... per ascoltare lì il pastore e rendere Grazie a Dio Onnipotente per tutte le sue benedizioni”. Ormai è festa pagana e si celebra mangiando il tacchino, la zucca e il mais. Sotto la mia finestra, nella parrocchia di Santa Lucia dove mi trovo da alcune settimane, c’è grande movimento. Sono i poveri che vengono a ricevere il loro tacchino per festeggiare domani: i responsabili della parrocchia sono contenti, ne sono arrivati quasi 400 ieri. Fanno parte dei 280 milioni circa di tacchini che ogni anno ci lasciano le piume in questa festa. 400 famiglie contente per un giorno ma punta dell’iceberg dei poveri. Sono arrivato qui dopo un anno passato a Chicago, una delle città più violente, se non la più violenta, degli Stati Uniti: 450 omicidi annuali. Certo ben lontani dai 9.700 cui ero abituato – si fa per dire – quando mi trovavo a Cali (Colombia). Ma insomma… Ho passato l’estate in una parrocchia di afroamericani: se non fosse stato per le ampie strade, le macchine e tutto l’apparato esterno, avrei pensato di trovarmi nell’Africa più profonda. Per conoscere un po’ la parrocchia i primi giorni andavo in giro e ho visto un bellissimo parco con laghetti, piste ciclabili, campi da gioco, piscina e mi accorsi di essere l’unico… bianco. “Se vai in giro a piedi, vestiti da prete”, mi disse un parroco americano, quando seppe che andavo in quella parrocchia. “Rischi di meno!”. Non vi detti allora molto peso. Ci ho ripensato quando, una settimana dopo il mio arrivo, partecipai a un’iniziativa molto americana: la polizia si trova con la gente del quartiere e analizza la situazione. La notizia centrale era che nei mesi di aprile e maggio c’erano stati nel nostro quartiere 171 arresti, dovuti a droga, scasso, assalti a mano armata e… omicidi. San Martin de Porres – è il nome della parrocchia, dove ero –, riunisce una vasta zona servita nel passato da cinque chiese cattoliche fondate da immigrati italiani, tedeschi, polacchi. Questi, una volta sistematisi, si sono spostati in altre zone: qui si sono installati gli afroamericani e la zona è diventata famosa per violenza e dissesto. Per questo il centro giovanile, iniziato da un comboniano, è stato chiamato con il nome espressivo di Peace Corner e, anche se apparentemente è poca cosa, ha una risonanza consistente sulla vita della città. Ho dedicato l’estate a visitare le parrocchie per animazione missionaria. E’ stata un’esperienza interessante che mi ha portato in diverse città: Omaha, Saint Luis, Minneapolis. Ho costatato la varietà sociale del Paese e il variopinto panorama religioso. Chiese antiche, moderne, immense e colme di fedeli che partecipano con fervore; chiesette cadenti, anche se sempre pulite e in ordine, con comunità di fedeli ridotte, come candele che si spengono. E tante comunità d’immigrati spagnoli, con la loro vitalità un po’ confusionaria. Ci chiamano per dare testimonianza missionaria ed è inevitabile accennare a quanto uno ha vissuto. E così alla fine nel salutare la gente mi è capitato di parlare italiano, francese, spagnolo e perfino kishwahili. Una casuale chiamata telefonica mi mise poi in contatto con il centro missionario: avevano bisogno di qualcuno che parlasse spagnolo e così mi trovai coinvolto nella preparazione di un CD con conferenze per animazione missionaria a livello nazionale. Una cosa che mi colpì nella zona di San Martin de Porres fu il numero impressionante di chiese, solenni come cattedrali, chiesette minuscole e perfino angoli diroccati, con esuberanti cartelli di comunità e sette protestanti. Fuori di una bella chiesa stile antico vidi scritto: Parrocchia cattolica tradizionale. Mi invitarono a una celebrazione. Non solo il latino ma tutte le cerimonie di cambio di posto al messale, di genuflessioni, inchini, parole sommesse: mi ricordai di quando ero chierichetto all’inizio degli anni…50. E’ una comunità di religiose, sacerdoti, perfino un vescovo di origine francese. Fanno un ottimo bellissimo lavoro in mezzo ai poveri e stanno installando un canale di televisione. Ne è venuta fuori un intervista sull’Africa e i pigmei in francese. Parlano di rivelazioni e messaggi mistici. Dio saprà. In una parrocchia di Minneapolis ho conosciuto una bellissima comunità cristiana, organizzata e fervente. Alla base c’è l’esperienza di cent’anni fa. Durante un’epidemia, le suore chiesero aiuto a un medico. Finita l’emergenza gli chiesero di restare: gli avrebbero costruito un ospedale. E così fu. E’ adesso un centro di ricerca famoso, vengono da tutto il mondo e – mi raccontava la famiglia di una giovane donna messicana ricoverata – con cui trattano gli ammalati, in barba alla mentalità americana che funziona a suon di dollari. Il brusio sotto la mia finestra aumenta, mancano pochi minuti alla distribuzione. I poveri, in fila ordinata, aspettano come fanno alla fermata dei tram e senza dirlo annunciano una grande verità: il gran sogno americano della ricchezza è finito, la crisi economica si sente pure qui. “Mai in America tanti poveri”, qui a Newark sono il 24% della popolazione. La politica, e mi pare che in Italia siamo allo stesso punto, ha perso l’orientamento del bene comune come se il “Si salvi chi può” su una nave che affonda fosse una soluzione. Certamente lasciare Dio da parte ha le conseguenze in tutti i campi. Pare che non si voglia capire che è così anche in politica e in economia. Vi auguro ogni bene nel Signore e soprattutto la pace del cuore che ci permette di vedere Dio al lavoro e, nonostante tutto, di guardare ogni fratello e sorella che incontriamo con sentimenti di fraternità e amicizia. Dice una scritta sulla porta della nostra Chiesa: In fondo ricorda che Natale è ancora Gesù Cristo. Vi tengo presenti nella mia preghiera. Newark, 23 novembre 2011 -19- P. Gian Paolo Pezzi il Redone Gli eterni viaggiatori nel vero luogo senza confini Abbiamo incontrato per i lettori del Redone la bibliotecaria Patrizia «La biblioteca è illimitata…» azzarda Jorge Luis Borges. Aggiunge poi: «Se un eterno viaggiatore la traversasse in una direzione qualsiasi, constaterebbe alla fine dei secoli che gli stessi volumi si ripetono nello stesso disordine». Questa però è la biblioteca di Gottolengo. L’unico disordine che si lascia apprezzare è quello dell’angolo morbido – così battezzato da Patrizia Braghiroli – dedicato ai più piccoli. Un caos di fiabe e favole che ci fa ben sperare: “Se non altro almeno i bambini che leggono ci sono.” – ci racconta indicando un cartellone promozionale –“Nati per leggere, un progetto non molto conosciuto ma sviluppatosi a livello internazionale, che cerca di favorire l’accostamento dei bambini piccoli alla lettura”. Si tratta di un programma attivo dal 2002 che l’ha vista protagonista tra i banchi delle scuole elementari a promuovere la lettura, che ha permesso di “costruire un legame che si è fidelizzato con la nostra utenza” a partire dai bambini. In fin dei conti si può essere eterni viaggiatori anche con “grembiulino e zainetto”! Siamo all’indomani dell’inaugurazione ufficiale della nuova sede in via Vittorio Veneto. Per lei, Patrizia, non c’è (vera) inaugurazione da molti anni: dietro allo schermo del computer, tra le colline di libri riconsegnati e quelle che per un essere umano paiono semplici scartoffie, il sorriso della nostra bibliotecaria nasconde la stanchezza di fine giornata. Vent’anni a Gottolengo, vent’anni da festeggiare: qual’è il risultato più grande? “I risultati parlano da soli”. Noi ne siamo convinti, ma lei insiste nel mostrarci i dati ufficiali: i prestiti concessi dalla biblioteca nel 2002 sono circa 7.000, quelli del 2011 sono 17.000. “Un record molto particolare perché rispetto la nostra biblioteca occupa la terza posizione per numero di prestiti nella Bassa Bresciana, subito dopo a Leno e Manerbio.” E non è da poco se si pensa che paesi con maggiori risorse - come Orzinuovi e Pontevico, tra gli altri - sono molto distanti da questi numeri. Solo quando le chiediamo di illustra- re i progetti in corso il viso le si illumina. “Il cardine di una biblioteca è offrire attività di promozione alla lettura” e quando il patrimonio librario vanta “oltre 24mila volumi” si capisce che molti obiettivi sono stati raggiunti. Del target “tenera età e infanzia” ci hai già parlato… e per chi ha qualche anno in più? “La vera novità ha un nome: si chiama MediaLibraryOnLine, una banca dati che offre vari servizi a chi ha accesso a internet” – continua Patrizia – “dalla consultazione di quotidiani italiani e stranieri, riviste e non solo, alla partecipazione di corsi online”. Un portale “totalmente gratuito che consente di scaricare e-book, documenti, immagini e audiolibri.” Mezz’ora di intervista che scivola in un bellissimo colloquio. La bibliotecaria Patrizia anche davanti alle telecamere del TRG e al mio taccuino è sempre la stessa di sempre: disponibile, gentile e cordiale come quando ci rechiamo da lei e le chiediamo un libro. La stessa Patrizia che noi – eterni viaggiatori – abbiamo imparato a conoscere e ad apprezzare. Grazie infinite Patrizia e auguri! Domenico Zambelli -20- il Redone SCUOLA Dislessia, una tappa importante Riflessioni in merito alla legge sui disturbi specifici di apprendimento Da più di un anno ormai la scuola ha raggiunto una tappa davvero importante: è stata pubblicata, sulla Gazzetta Ufficiale N. 244 del 18 Ottobre 2010, ed è entrata in vigore, la legge 8 ottobre 2010, n.170. Si tratta delle nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento, in ambito scolastico. La legge riconosce e definisce dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia quali disturbi specifici di apprendimento, in sigla DSA», che si manifestano in presenza di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma possono costituire una limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana. La legge inoltre persegue, per le persone con DSA, specifiche finalità che si possono riassumere in questo modo: garantire il diritto all’istruzione, favorire il successo scolastico per tutti, introdurre prove di verifica e di valutazione adeguate e naturalmente arrivare ad una diagnosi precoce attraverso una continua collaborazione tra scuola, famiglia e servizi sanitari. Gli insegnanti dovranno essere preparati ad affrontare le varie situazioni e a sensibilizzare le famiglie. La dislessia che per anni, diciamolo pure, è stata ignorata o ha fatto davvero paura a genitori e insegnanti, non è una malattia ma un disturbo. In Italia la percentuale dei bambini dislessici varia dal 3 al 5%. In una classe di 25 bambini è probabile che si manifesti il disturbo su 1 o 2 individui. Sembra che il disturbo sia più frequente nei maschi che nelle femmine. Sono statistiche nazionali i cui dati non si discostano da quelli delle scuole del nostro Circolo Didattico. Non è una realtà lontana quindi ma una situazione quotidianamente tangibile. Comunque si calcola che nel nostro Paese ci sia circa un milione e mezzo di dislessici, anche se tre su quattro non sanno di esserlo. Talvolta il problema è stato sottovalutato o addirittura ignorato proprio dagli insegnanti che non sono mai stati aggiornati in modo adeguato. Per spiegare con parole semplici: leggere e scrivere sono degli automatismi ma il bambino dislessico non riesce a fare questo in modo automatico. L’alunno dislessico può’ leggere e scrivere ma riesce a farlo solo impegnando al massimo le proprie capacità e le sue energie perchè non può farlo, appunto, in maniera automatica. Perciò si stanca rapidamente, commette errori, rimane indietro, non impara. La difficoltà di lettura può’ essere più o meno grave e spesso si accompagna a problemi nella scrittura, nel calcolo e, talvolta, anche in altre attività mentali come nella memoria di lavoro che permette la conservazione temporanea di informazioni , utili a eseguire un certo compito. Tuttavia questi bambini sono intelligenti e, di solito, vivaci e creativi. Per affrontare la situazione e favorire alunni con DSA, esistono misure compensative e dispensative. Le misure compensative sono strategie o strumenti, informatici e non, che hanno lo scopo di compensare il disturbo supportando i ragazzi in quelli che sono i loro punti di debolezza dovuti ai DSA. Sono strumenti -21- il Redone compensativi ad esempio il pc, la sintesi vocale, la calcolatrice, la tabella delle formule, la tavola pitagorica, l’utilizzo di mappe concettuali o mentali e cartine durante le interrogazioni, il dizionario digitale, una diversa presentazione delle modalità di verifica. I libri di testo possono essere richiesti in formato digitale (su cd-rom), un formato, cioè, compatibile con il pc, del tutto identico, nella forma e nel contenuto, al formato cartaceo del libro. Tale formato permette, se si possiede un software di sintesi vocale, di ascoltare il contenuto dei libri direttamente dal pc. Il libro digitale consente inoltre di gestire il testo con facilità per fare riassunti, semplificazioni, schemi. Sono invece misure dispensative gli esercizi più corti, evitare la lettura a voce alta, ridurre i compiti a casa, evitare l’apprendimento mnemonico. L’utilizzo di tali strumenti in classe e a casa non elimina il disturbo, ma agevola l’apprendimento . E’ evidente che una certificazione di DSA viene fatta dall’equipe dell’Asl:neuropsichiatra, logopedista, psicologo. Non tutti i bambini svogliati , che commettono errori ortografici o non riescono a memorizzare le tabelline sono dislessici o discalculici . Questa legge si aspettava da tempo soprattutto da parte dei genitori e delle associazioni dei genitori dei bambini dislessici. Può essere però considerata non un traguardo ma un punto di partenza : il percorso è ancora molto lungo e non semplice. Giusi Morbini Giovedi 8 dicembre, presso il teatro Zanardelli, alla presenza delle autorità civili e religiose si è svolta la cerimonia di consegna degli assegni studio agli studenti che si sono distinti per merito e per impegno e la premiazione dei ragazzi che, con il loro elaborato sul tema del volontariato, hanno vinto il concorso promosso dal Gruppo Impegno Sport e Cultura Anziani. Questi gli studenti che si sono distinti per merito: 1. Alberini Sara 2. Almici Claudia 3. Almici Stefano 4. Beatini Andrea 5. Benvenuti Silvia 6. Bettini Giulio 7. Bianchi Francesca 8. Biazzi Linda 9. Biglietti Sara 10.Cammi Leonardo 11.Cerutti Elisa 12.Dancelli Andrea 13.Doninelli Diego 14.Facchi Francesco 15.Facchi Roberto 16.Faglia Nadia 17.Falappi Mattia 18.Gargioni Caterina 19.Gargioni Luigi 20.Guion Eleonora 21.Maggi Irene 22.Milzani Giulia 23.Morbini Giulia 24.Mori Sara 25.Piccinelli Morgan 26.Pini Federica 27.Rodella Filippo 28.Rossi Lorenzo 29.Singh Manjinder 30.Tedeschi Francesca 31.Zacco Federico Questi gli studenti che si sono distinti per l’impegno: 1. Porumb Antonela 2. Saini Simran 3. Zacco Ilaria I ragazzi che hanno ricevuto il premio per il tema sul volontariato sono: Davide Mori 1° media Francesca Milzani 2° media Davide Tomasini 3° media Nel corso della cerimonia è stato offerto un dono ai membri del Gruppo Impegno Sport e Cultura Anziani per ringraziarli del prezioso servizio che offrono alla nostra comunità -22- il Redone Gara di Pesca Domenica 23 ottobre , lungo un tratto del fiume Gambara, si è svolta una gara di pesca per adulti promossa dall’Associazione di Pesca Sportiva “Redone”. Questa Associazione è nata, lo ricordiamo, nel 1966 e fra i fondatori c’è il Biondo che ancora oggi è un assiduo socio al quale viene riservata la tessera di iscrizione numero 1. Si sono iscritti 51 concorrenti, fra cui 4 donne, provenienti dalle provincie di Brescia, Bergamo e Cremona. La gara è stata preparata accuratamente in due settimane: la prima fase ha permesso di rendere agibili gli argini liberandoli da rovi ed erbacce, la seconda di installare delle griglie provvisorie per impedire la fuga al pesce immesso. La competizione è iniziata alle ore 8,00 e si è protratta fino alle 10,30. Numerose sono state le catture; le trote voracissime, infatti, non hanno saputo resistere alle esche dei concorrenti i quali hanno catturato circa l’80 per cento di pesce su un totale di un quintale e 60 kg immessi. Il livello dei concorrenti e la buona distribuzione del pesce sul campo-gara hanno contribuito a rendere la classifica molto equilibrata, infatti il divario tra i primi dieci classificati è stato di sole 7 trote. Le premiazioni, avvenute presso l’argine antistante l’abitazione di Diego Cammi, hanno visto premiati i primi 20 classificati che hanno ricevuto cesti gastronomici offerti, per l’occasione, dall’ “ortofrutta Bazzana “. L’Associazione organizzatrice coglie l’occasione e ringrazia “il Pipo” per le sue donazioni sempre generose. Inoltre tutti partecipanti hanno potuto rifocillarsi con uno spuntino offerto dai soci organizzatori. A.P.S. Redone -23- il Redone Aspiranti Volontari Cercasi… Ormai molti sanno che nel nostro comune, in Località Ponteviche Nuove c’è Villa Bina, la Comunità di recupero per donne Tossicopendenti, della Cooperativa di Bessimo. Ma Comunità vuol dire tutto e niente… Cosa mai accadrà lì dentro, qual è il cammino da intraprendere per il recupero, quali sono le difficoltà che le donne di Villa Bina incontrano? Tante fantasie, tante domande alimentate anche dal fatto che l’ubicazione della villa, fuori dal centro abitato e molto spesso circondata dalla nebbia o nascosta dai campi di mais, non aiuta. Eppure fondamentale per la riuscita del percorso terapeutico è il reinserimento nella “società”, che solitamente avviene a fine percorso, ma che molto spesso incontra difficoltà. Una rete tra territorio e struttura, sarebbe fondamentale, ma talvolta viene a mancare, o meglio non è sufficiente. L’équipe di Villa Bina, costituita da una responsabile, 4 operatrici e un operatore, può contare sul prezioso e fondamentale aiuto del nostro storico volontario Tiziano e sulla disponibilità di Merope che una volta alla settimana viene per fare ballo terapia con le ragazze. Come Tiziano stesso dice, lui è solo e per quanto disponibile e versatile sia (fa il giardiniere, l’autista, l’operatore turistico), sempre solo rimane! Molto è anche cambiato in questi anni, le ragazze escono dalla struttura, trascorrono parecchi giorni negli appartamenti messi a disposizione dalla comunità, frequentano le attività offerte dal nostro paese (Ballo terapia, Calcio femminile, Biblioteca, etc...), attraverso tali esperienze rielaborano e affrontano le difficoltà incontrate. È facile capire come una rete di volontari, presenti sul territorio, possa rappresentare una risorsa incredibile, soprattutto per quelle ragazze che inten- dono restare nella nostra zona e sappiamo come il nostro paese sappia essere generoso quando si parla di volontariato (si pensi solo quante associazioni sono attive e operanti a Gottolengo), pertanto sono assolutamente convinta che molti dei nostri concittadini sarebbero ben lieti di diventare volontari a Villa Bina, ma non hanno idea di come farlo. Da qua l’idea di organizzare un corso per aspiranti volontari. L’idea del corso è quella di fare conoscere la struttura e il mondo della cura e del trattamento della tossicodipendenza, offrendo a chi vi parteciperà gli strumenti per affrontare un’esperienza di volontariato in comunità, in modo tale che ognuno possa trovare la collocazione migliore secondo le proprie attitudini e competenze. Molteplici sono infatti le possibilità per chi vuole prestare il proprio tempo in una struttura come Villa Bina. Naturalmente tale proposta, aperta a tutti, non comporterà nessun obbligo per i partecipanti. Chi vorrà deciderà poi se diventare volontario o meno. Il corso, gratuito, è in fase di organizzazione, ma si prevede di iniziarlo nei primi mesi del 2012 (presumibilmente fine gennaio) e sarà articolato in quattro incontri a scadenza settimanale. Ovviamente informazioni più precise verranno diffuse ampiamente nelle settimane precedenti, per dare modo a tutti gli interessati di iscriversi. Gessica Gosetti (Ex operatrice e volontaria) -24- il Redone La parrocchia di Gottolengo a FATIMA e SANTIAGO de COMPOSTELA 17/21 MAGGIO 2012 (6 giorni-aereo) 17 MAGGIO (giovedì) 1° giorno: MILANO - OPORTO - SANTIAGO DE COMPOSTELA. Al mattino ritrovo all’aeroporto e partenza per Oporto via Lisbona. Arrivo e proseguimento per Santiago de Compostela. Sistemazione in albergo: cena e pernottamento. 18 MAGGIO (venerdì) 2° giorno: SANTIAGO DE COMPOSTELA. Pensione completa in albergo. Come gli antichi pellegrini del medievo. Possibilità di compiere a piedi il tragitto dal monte della Gioia sino alla cattedrale di San Giacomo (circa 4 km), dove si venera la tomba dell’apostolo Giacomo il Maggiore (possibilità comunque di utilizzare il pullman sino al centro città). Partecipazione alle Messa del Pellegrino. Nel pomeriggio visita della cattedrale di San Giacomo con guida locale. 19 MAGGIO (sabato) 3° giorno: SANTIAGO DE COMPOSTELA - OPORTO - COIMBRA - FATIMA. Colazione. Partenza per il rientro in Portogallo. Arrivo ad Oporto: visita della città e pranzo in ristorante. Continuazione per Coimbra. antica città universitaria, la cui vita accademica condiziona tuttoggi quella cittadina. Visita e continuazione per Fatima. Sistemazione in albergo: cena e pernottamento. 20 MAGGIO (domenica) 4° giorno: FATIMA. Pensione completa. Partecipazione alla Messa internazionale. Nel pomeriggio: Via Crucis e visita dei luoghi dei Tre Pastorelli e dell’apparizione dell’Angelo, della Cappellina delle Apparizioni e della basilica della S.ma Trinità. 21 MAGGIO (lunedì) 5° giorno: FATIMA — LISBONA — MILANO. Colazione. Partenza per Lisbona: visita della chiesa sulla casa natale di Sant’Antonio e giro panoramico della città. Pranzo in ristorante. Nel pomeriggio trasferimento all’aeroporto per il rientro. Quota di partecipazione: € 895,oo + quota individuale gestione pratica € 35,oo Supplemento camera singola € 30,oo La quota comprende: Passaggio aereo in classe turistica Milano/Oporto e Lisbona /Milano con voli di linea - Tasse aeroportuali (tasse di imbarco/tasse di sicurezza/tasse comunali/adeguamento carburante) € 30,oo - Trasferimenti in pullman da/ per gli aeroporti in Portogallo - Alloggio in alberghi di 4 stelle a Santiago e 3 stelle a Fatima in camere a due letti con bagno o doccia - Trattamento di pensione completa dalla cena del 1° giorno al pranzo del 5° giorno - Bevande ai pasti con ¼ di vino e 1/2 di acqua minerale - Visite ed escursioni con guida parlante italiano per tutto il tour in puilman - Ingressi come da programma - Radioguida con auricolare - Mance - Assistenza sanitaria, assicurazione bagaglio e annullamento viaggio Europ Assistance. La quota non comprende: Extra personali - Tutto quanto non menzionato alla voce “La quota comprende” - Trasporto all’aeroporto. N.B. E’ necessaria la carta d’identità valida, SENZA timbro di rinnovo sul retro. Per la parte normativa (annullamenti, penalità, recessi) valgono le condizioni pubblicate sul catalogo Brevivet 2011-12. Iscrizioni presso l’Ufficio Parrochiale entro l’11 febbraio 2012 con il versamento di 260,00 euro di acconto. Pellegrinaggio quaresimale al santuario di FONTANELLATO con il vescovo MONARI - sabato 25 febbraio 2012 Ritrovo dei partecipanti e partenza in pullman per Fontanellato (Parma). All’arrivo, partecipazione alla celebrazione penitenziale ed all’Eucarestia presieduta dal vescovo Luciano Monari. Tempo a disposizione per la visita del Santuario dedicato alla Beata Vergine del Santo Rosario, luogo domenicano di preghiera e di pellegrinaggio già dal XVI secolo. Pranzo. Nel pomeriggio visita guidata della medievale Rocca Sanvitale con la saletta dipinta dal Parmigianino, maestro del manierismo. Quota di partecipazione: € 60,00 che comprende: viaggio in pullman come da programma – Pranzo – Visite come da programma - Ingresso alla Rocca Sanvitale - Assistenza sanitaria Europ Assistance. Iscrizioni presso l’Ufficio Parrochiale entro l’10 febbraio 2012 con il versamento dell’intera quota -25- il Redone Nedàl Ghebe de son e òje de ‘nmaciàs, de troàs deànti a ‘n föc con chei che ta ‘öl be. Òje de desmentegà i torcc e le rizù, de tirà sö ‘na riga a chel che gh’è ‘ndat stort; e de ricomincià. Natale Nebbie di sonno e voglie di raccogliersi, di ritrovarsi davanti ad un fuoco con quelli che ti vogliono bene. Voglie di dimenticare i torti e le ragioni, di tirar su una riga a ciò che è andato storto; e di ricominciare. Òje de bögàda, per tirà vià ‘l sporchès che s’è tacàt a j-os, de lasà le magàgne per strada, e ulà lezér ancóntra a chel s-citì che slarga i bras e perdùna töt. Voglie di bucato, per tirar via lo sporco attaccatto alle ossa, di lasciare le magagne per strada, e volare leggero incontro a quel bambino che allarga le braccia e tutto perdona. Angelo Facchi -26- il Redone LETTERE ALLA REDAZIONE Gottolengo, Agosto 2011 C’era una volta il mio....paese! Il paese della mia adolescenza e della mia gioventù. Un agglomerato, con un vecchio Castello (adibito a ghiacciaia) circondato dalla campagna, che si univa a quella dei paesi limitrofi dove sorgevano piccoli e grandi cascinali, frutto di una sana e fiorente agricoltura. Il centro, cosiddetto storico, con la sua piazza, la Casa Comunale, le contrade e la bella Parrocchiale a fare da sentinella, era una specie di “salotto” in cui ci si ritrovava, noi ragazzi, con gli amici, prima di andare all’Oratorio. Per i più “grandi” qualche locale pubblico di allora, offriva loro la possibilità di un caffè, una chiacchierata, un “bicchiere” e magari anche una partita a carte. Quando poi le campane della chiesa suonavano per le varie funzioni religiose, il tempio si riempiva. Gli uomini da una parte, le donne dall’altra, per noi ragazzi c’erano le panche allineate lungo la corsia grande. Dopo, sia il sagrato che la piazzetta adiacente erano un ritrovo per i saluti, per raccontare o raccontarsi prima di far ritorno a casa. Questo era un modo per sentirsi parte del paese con quell’amicizia schietta e sincera, quasi fraterna, che è stato “l’abito” più bello e importante del mio paese. Specialmente quando lo spettro della seconda guerra e gli anni bui del dopo, mettevano paura. In seguito sono arrivati “progresso” e modernità i quali, a poco a poco, hanno contribuito a cambiare il vivere di molti di noi. Il meglio e il peggio di tutto ciò, ha sradicato tanti sentimenti compresa quell’amicizia solidale e umana che ha caratterizzato la vita sociale, civile e religiosa di questo mio paese. Oggi, quei tempi sono solo un ricordo per chi li ha vissuti nella loro totalità. Adesso il paese ha un’altro volto anche geograficamente. Si è allargato da ogni suo lato invadendo un pò di campagna sino a lambire i cascinali più vicini, diventando anch’essi (come i più lontani) parte del medesimo tessuto sociale che ha investito uomini e cose. Nel mio ultimo scorcio di vita resta in fondo al cuore, oltre a tanti ricordi, una piccola delusione: quella di vedere letteralmente cambiato il volto e il “sentire” della gente, di quella gente che in modo o nell’altro si è resa protagonista di quei tempi e nella storia del mio e loro paese e che oggi, magari assorbita da un diverso quotidiano ha scordato - o messo da parte - quella gioia di stare insieme che tanto di buono ha dato a famiglie, donne, uomini, ragazzi, amicizia e affetto. Questo è il mio paese. Nel suo “dare” e nel suo “ricevere”. Nelle sue generosità come nelle sue indifferenze. Nelle sue “bontà” come nelle sue “cattiverie”. Nel suo”spaccarsi” ogni qualvolta si inseriscono nuove realtà che pongono la persona, o meglio le persone, a chiedersi il perchè. Succede in ogni settore ed in ogni ambito che racchiude la vita del paese in qualsiasi comparto della stessa, sia essa sociale, civile o religiosa. Così, quando ho incominciato a conoscere realmente il mio paese l’ho ritenuto “difficile” (non a torto) in ogni campo ed in ogni contesto. Caro paese mio, auguri, nei hai proprio bisogno! Rosi Caprinetti -27- il Redone L’Angioletto “ROSA” C’è trambusto in Paradiso, si avvicina il Natale che si festeggia pure qui. Tra il viavai delle Buone Anime che s’incontrano beatamente passeggiando nei viali tra le nuvole, i più agitati sono gli Angioletti. Corrono, saltano, fanno il girotondo, si confrontano le alucee. Dovete sapere che qui esse crescono seguendo il tempo di permanenza, cioè quando arriva un bimbo dalla terra chiamato da Gesù, al suo Angioletto spuntano le ali, che cresceranno fino quando sarà adulto. Nel frattempo l’Arcangelo Maestra cerca di radunare i piccoli da preparare per la manifestazione della Notte Santa, segnando i loro nomi sul grande libro dorato, poi inizierà a fare le prove in modo che la coreografia sia perfetta. Alcuni di loro hanno già partecipato gli anni scorsi, quindi sanno bene come e cosa fare e sono gioiosi di ripetersi. In un cantuccio, su di un bianco cirro da sembrar bambagia, c’è un Angioletto Nuovo. E’ arrivato da poco risente un po’ del distacco dai suoi genitori e dalla sorellina, è una Bimba e porta un bellissimo nome: Rosa. Si guarda intorno spaesata e curiosa, deve ancora capire bene perchè si trovi proprio lì e poi, è ancora tanto piccola, come piccolissime sono le sue ali. L’Arcangelo Maestra la vede, le va accanto, la osserva, è proprio molto bella! Del resto tutti gli Angioletti sono bellissimi perchè Gesù accanto a sè sceglie e vuole i migliori. Con dolcezza la accarezza, la prende in braccio e le spiega cosa deve fare, la piccolina rincuorata sorride, ha capito che la Notte Magica accompagnando il Divino Bambino, vedrà da vicino i suoi genitori e la sorellina Lucia e potrà far loro capire quanto si trovi bene in Paradiso. Dopo alcuni giorni di prove è arrivata la Vigilia, le Buobe Anime si portano ai lati del grande viale, in mano hanno una stella accesa e tutte insieme rischiareranno il passaggio dello stuolo celeste che cantando “Gloria nell’Alto dei Cieli” accompagnerà Gesù sulla Terra. Ecco come si è formata la Stella Cometa! In una casa c’è un grande Presepe, una bambina di nome Lucia lo osserva estasiata, lo hanno preparato per lei mamma e papà. Ad un certo punto sulla Capanna accanto alla stella con la cosa, scorge seduto un Angioletto dall’aureola lucente che si sbraccia e sbatte le manine in segno di saluto. Dapprima Lucia è basita, ma poi riconosce il sorriso familiare della sorellina Rosa che era volata in cielo qualche tempo prima di Natale. Le avevano raccontato che era salita in Paradiso scelta da Gesù che aveva bisogno di Angioletti bellissimi per il Presepio. La bimba è felice, chiama mamma e papà e si stringe a loro sorridendo a quell’Angioletto ritornato in famiglia il giorno più bello dell’anno e che resterà sempre così, come nei loro cuori che tanto l’hanno amata e seguiteranno ad amare... Resy Pescatori Un particolare ringraziamento alla zia Resy per il suo sentito pensiero dedicato al nostro angioletto Rosa. famiglia Giuliani-Migliorati -28- il Redone Caro Luca .... Accompagnarti in questa vita è stato naturale e spontaneo. Abbiamo sempre deciso per te, sperando di aver fatto il tuo bene. Sei stato la nostra perla da lucidare ogni giorno ed ora, Signore, tocca a Te. Consegniamo nelle tue mani la croce che ci hai donato. Ti ringraziamo per averci trasmesso il significato di famiglia e aiutaci a continuare ad amare. Anna, Alberto e Giulio ... con la tua presenza hai lasciato un segno indelebile nelle nostre esistenze: ci hai insegnato ad amare la vita per quanto essa possa avere anche dei momenti bui, tristi e dolorosi. ... ora quel fiore raro e unico è stato colto, ma lascia in noi un intenso profumo: un’essenza indelebile, un soffio di vita, ogni giorno un ricordo di purezza. Ciao Lù. I tuoi cugini. Parrocchia Prepositurale dei Ss. Pietro e Paolo Coro “Jubilate” Coro Parrocchiale Gottolengo di Gottolengo - Gabbioneta Bina Nuova Direttori: Romano Manfredi e Carlo Fracassi Barbara Vignudelli, soprano del Coro della Radiotelevisione francese (già soprano del Coro del Teatro alla Scala Milano) Concerto di Natale Coro Voci Bianche della Parrocchia di Gottolengo Direttore: Romano Manfredi Orchestra S. Cecilia di Gambara Direttore: M° Luigi Andreoli martedì 27 dicembre 2011 All’organo: M° Francesco Camozzi Alla tromba: Davide Varoli ore 21,00 Chiesa Parrocchiale di Gottolengo -29- il Redone Anagrafe Parrocchiale Rinati nel Battesimo 30. BAZZANA BENEDETTA di Marco e Ronchi Monica 27. GODIZZI MATTIA di Giuseppe e Pini Manuela 31. GIULIANI PAOLO di Luca e Migliorati Federica 28. ESPOSITO EMANUELE di Rosario e Toscano Assunta 29. BIAZZI VERONICA ZOE di Claudio e Bignotti Sonia Sposi in Cristo 7. MILZANI DIEGO e FERREIRA BARROS DE ARAUJO 8. BELLUATI ALESSANDRO e BOLDRINI GLORIA Attendono la Risurrezione 34.ZAMBOLO PIETRO di anni 88 33.GARGIONI MARIA di anni 92 35.BENVENUTI ELIA di anni 77 36.MOR ALDO di anni 69 -30- il Redone 37. FEROLDI MADDALENA di anni 87 38.LORENZI RENZO di anni 76 39.BULGARI CATERINA di anni 89 40.GALEAZZI SEVERINO di anni 70 41.TONINELLI GIOVANNI di anni 88 42.BOFFINI SANTA di anni 74 43.MARINI ANSELMO di anni 79 44.BETTINI LUCA di anni 19 45.DONINELLI MARINA di anni 80 46.BAZZANA ALMAROSA di anni 74 -31- 20 novembre 2011: Sante Cresime e Prime Comunioni