A © Comune di Quartu Sant’Elena Monumenti all’Aperto è una manifestazione finanziata da “Riscoprire il patrimonio artistico-culturale e paesaggistico per una cultura ecologica a Quartu Sant’Elena”, Progetto Obiettivo Regionale. Un particolare e sentito ringraziamento a don Paolo Sanna, parroco della chiesa di san Luca e a dott. Giuseppe Carro per la cortese e paziente disponibilità. Un ringraziamento anche a don Gianni Paderi, parroco della chiesa di santa Maria degli Angeli. Un grazie vivissimo al signor Raffaele Perra che con grande senso di ospitalità ha permesso la visita straordinaria alla chiesa di san Forzorio. Si ringrazia il personale del Settore Ambiente e Servizi Tecnologici per la preziosa collaborazione. chi vive o percorre il territorio di Quartu Sant’Elena, appare con notevole evidenza come il paesaggio costituisca uno dei suoi principali elementi di ricchezza e qualità. Questo nonostante il luogo, soprattutto nel recente passato, sia stato segnato, talvolta irrimediabilmente, dall’uso indiscriminato che l’uomo ne ha fatto. Diversi elementi ambientali di pregio -dalla zona umida del Molentargius alla zona costiera, fino alla zona collinare percorsa da brevi corsi d’acqua- costituiscono rilevanti caratteristiche naturali a cui si sommano pregevoli componenti storiche. Alcune di queste costituiscono già un forte riferimento per la comunità che vi abita attualmente; altre è importante riscoprirle e creare con esse un nuovo legame perché diventino presto oggetto di tutela e di valorizzazione. Questa è la finalità della nuova iniziativa proposta dal Comune di Quartu S.Elena“Monumenti all’Aperto”, nuova ma dichiaratamente in continuità con Monumenti Aperti, la fortunata manifestazione regionale che ormai tutti conosciamo. Essa è rivolta a quei monumenti che si trovano sul territorio, che costituiscono preziosi elementi del paesaggio, ancora più esposti forse di quelli presenti nei centri urbani alle scelleratezze di cui talvolta l’uomo è purtroppo capace. Monumenti all’Aperto propone dunque un percorso alla riscoperta dei beni culturali inseriti in contesti paesaggistici di pregio che ne esaltano il significato. Ma in questa visione il paesaggio da contesto diventa protagonista , elemento imprescindibile di un approccio conoscitivo al luogo e alla comunità che lo vive e che vi si riconosce. In questo percorso ci guideranno moltissimi volontari, provenienti da diverse aree cittadine, che hanno accolto con sorprendente entusiasmo anche questo nuovo invito dell’Amministrazione, a riprova che c’è un forte bisogno di testimoniare il desiderio di custodire questi beni preziosi, i più saldi ancoraggi della nostra esistenza collettiva. Anna Paola Loi Assessore Politiche Ambientali e Beni Culturali Stefano Delunas Assessore Politiche Sociali 3 5 I siti saranno visitabili: Sabato dalle ore 9.00 alle ore 17.00 Domenica dalle ore 9.00 alle ore 15.00 Comune di Quartu S. Elena LUIGI RUGGERI Sindaco ANNA PAOLA LOI Assessore alle Politiche ambientali e Beni culturali STEFANO DELUNAS Assessore alle Politiche sociali Direzione Regionale per i Beni PAOLO SCARPELLINI e le Attività Culturali SANDRA VIOLANTE SABATO A MOLENTARGIUS ore 9/17 - Percorso guidato a piedi nel parco. Visita alla scuderia e lezione di prova per bambini a cura del “Circolo Ippico Molentargius”. ore 9/12 - Visita alla scuderia e dimostrazione dell’addestramento dei cavalli per il salto ad ostacoli, a cura del “Circolo Ippico Carmus”. Percorso in carrozza (su prenotazione), a cura di “Equitur” di Salvatore Cogoni. Soprintendenza B.A.P.P.S.A.E. GABRIELE TOLA ANTONIA GIULIA MAXIA PATRICIA OLIVO MARCELLA SERRELI ore 15 - Laboratorio di pittura dal vero, a cura della “Scuola di pittura Artemisia” di Quartu. Soprintendenza Archeologica DONATELLA SALVI DOMENICA A MOLENTARGIUS Associazione Culturale FABRIZIO FRONGIA Imago Mundi ALESSANDRO PILUDU Consorzio del Parco Naturale LUIGI RUGGERI Regionale Molentargius - Saline MARIANO MARIANI SEGRETERIA TECNICA GIOVANNA MARIA DEIANA MARCELLA DEIANA SARA SERRA SILVIA MURGIA SERVIZIO COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE ANGELO PORRU @ Monumenti all’Aperto in Internet www.comune.quartusantelena.ca.it www.monumentiaperti.com Pomeriggio - Percorso guidato nel parco in bicicletta a cura di Agriturisport Pro. Va. Lo. ore 9/15 - Percorso guidato a piedi nel parco. Visita alla scuderia e lezione di prova per bambini a cura del “Circolo Ippico Molentargius”. Percorso guidato nel parco in bicicletta a cura di Agriturisport Pro. Va. Lo. ore 9/12 - Visita alla scuderia e dimostrazione dell’addestramento dei cavalli per il salto ad ostacoli, a cura del “Circolo Ippico Car.Mus.”. Percorso in carrozza (su prenotazione), a cura di “Equitur” di Salvatore Cogoni. SABATO POMERIGGIO E DOMENICA MATTINA Percorsi guidati in bicicletta lungo l’itinerario “Chiesa di San Luca Su forti – Chiesa di Nostra Signora del Buoncammino – Chiesa di San Forzorio”, con partenza dalla Chiesa San Luca Su forti, a cura di Agriturisport Pro. Va. Lo. DOMENICA ORE 16 Il parco Sant’Andrea sarà allestito per ospitare chi volesse concludere la giornata con una merenda all’aperto. PROGRAMMA COMITATO SCIENTIFICO È disponibile un servizio di trasporto disabili a cura dell’Associazione di volontariato Delta 2000 Onlus. Prenotazioni telefoniche al num. 070827203. Il C.T.M. garantirà il servizio autobus per i siti di Molentargius, Torre Foxi, Chiesa Sant’Andrea e Is Mortorius. L’ingresso al parco di Molentargius sarà consentito esclusivamente da via don Giordi, dove sarà predisposto il punto di accoglienza. ITINERARIO. Dal Km 13.200 della S.S. 554 (semaforo) prendere la Provinciale 35 per S. Isidoro, superando dopo 700 metri il bunker del caposaldo XVI, all’epoca camuffato da chiesetta. Dopo altri 700 metri, prendere sulla sinistra la deviazione per la chiesa di Nostra Signora del Buoncammino. Oltre la chiesa, costeggiando il lago per altri 750 metri, si giunge al caposaldo. CAPOSALDO XIV - Gruppo Licata Is Mortorius BATTERIA ANTINAVE “CARLO FALDI” La batteria si estendeva su un’area di circa 7 ettari acquisita dal Demanio nel 1936 e costituiva uno dei bastioni del “Fronte a Mare” di Cagliari; è stata l’ultima batteria antinave del Golfo di Cagliari ad essere allestita. Dal 1939 era servita da personale della 4° Legione MILMART (Milizia Artiglieria Marittima) con 5 Ufficiali, 16 Sottoufficiali ed 82 Militi. Era armata con 4 pezzi da 152/50 Armstrong mod. 1918 scudati, da un pezzo illuminate da 120/40 A. e da 4 mitragliere antiaeree. Il telemetro era un Goerz da 4 metri. Il deposito munizioni principale era scavato in roccia e disponeva di 2000 colpi. Ciascun pezzo disponeva di una riservetta interrata di munizioni e di 6 colpi di pronto impiego, sistemati in altrettanti fori nei massi di granito posti a costituire il parapetto della piazzola. Dai primi mesi del 1943 completavano la dotazione della batteria un proiettore S. Giorgio da 120/240 (mobile e trainabile e prima impiegato dalla vicina batteria contraerea di Capitana) completo di colonnina di punteria ed aerofono modello Galileo. Sola azione di guerra dei cannoni antinave fu nell’aprile 1943, quando spararono contro il sommergibile inglese “Safari”. Le mitragliere antiaeree spararono nell’agosto 1943 contro aerei americani P38. Nel sito si trovano ancora la postazione telemetrica, piazzole e ricoveri, ruderi di edifici di servizio, la garitta di guardia, il posto di osservazione. Durante la guerra esistevano inoltre tre appostamenti per mitragliatrice nell’area nord-est della batteria. Il Nuraghe Diana, sovrastante la batteria, ospitava una piccola e ben mimetizzata postazione osservatorio, che era in collegamento telefonico con la batteria “Faldi”. Inoltre una postazione telemetrica ed un osservatorio, posizionati rispettivamente in una non ben specificata torre e “Casa Capitana”, costituivano degli “Osservatori fuori Batteria”. Poco dopo la guerra gli alloggiamenti ed i servizi della batteria furono utilizzati come colonia marina. Da notare, sul litorale di Capitana e di Is Mortorius, due esemplari di piccolo fortino che vigilavano contro sbarchi e colpi di mano dal mare. In Sardegna le fortificazioni costiere antisbarco (bunker) furono progettate e realizzate dall’Esercito tra la fine del 1941 e l’estate del 1943, integrando le artiglierie della Milizia già attivate negli anni Trenta (Capitana, Mortorius, ecc.). Per resistere ai colpi nemici, i bunker costieri italiani si avvalevano più di una accurata mimetizzazione (mascheramento) che di grandi spessori di cemento. Affidati ai fanti costieri del Regio Esercito, i bunker dovevano ostacolare e ritardare ‘ad ogni costo’ l’avanzata del nemico sbarcato, in attesa delle divisioni mobili di rinforzo. Il settore difensivo di Quartu (XIII Brigata Costiera, dall’estate 1943 divenuta 203^ Divisione Costiera) era molto importante e fu dotato di difese in profondità. Pertanto, oltre ad una linea avanzata di postazioni su spiaggia, fu creato un “arco di contenimento” (oltre 70 opere) arretrato. Era una linea difensiva continua - da Is Meris a Margine Rosso - costituita da gruppi di bunker (i capisaldi) rinforzati da artiglierie antisbarco, reticolati e campi minati. L’area del bacino di Simbirizzi, con i suoi bunker “poliarma”, era parte di questo arco di contenimento. In particolare, il caposaldo XIV controllava le strade che dall’antica chiesa di Nostra Signora del Buoncammino portavano a Quartu. Con i suoi bunker in cemento per armi automatiche e cannoni anticarro, rappresenta una rara testimonianza della prima fase delle fortificazioni costiere italiane, più articolate ed interessanti rispetto al piccolo tipo “monoarma” che divenne lo standard a partire dalla metà del 1942 e che risulta ancora visibile sulle spiagge di Capitana, Santa Luria, Margine Rosso, ecc. Simbirizzi 7 6 CHIESA DI SAN FORZORIO Simbirizzi CHIESA DI NOSTRA SIGNORA DEL BUON CAMMINO La chiesa campestre di Nostra Signora del Buoncammino è situata su un’altura da cui domina il Simbirizzi, sul luogo del villaggio medievale di Simbilis. Sorgeva vicino alla strada romana che passava verso il Sarrabus, intitolata alla Madonna Odigitria, cioè del Buoncammino, a protezione dei viandanti e dei pellegrini. La semplice facciata a capanna dell’impianto originario trecentesco, è conclusa da un campanile a vela ed è preceduta da un piccolo loggiato a capriate, aggiunto posteriormente con l’intento di offrire riparo ai pellegrini in occasione delle feste patronali. Ci si immette all’interno attraverso una porta rettangolare, tardocinquecentesca, i cui stipiti, l’architrave e le mensole sono realizzati in bei conci di tufo decorati da rosoni e rosette di gusto classico, di raffinata esecuzione da parte dei picapedras della zona. A destra dell’ingresso, l’acquasantiera è costituita da un rocco di colonna romana su cui poggia un capitello utilizzato come materiale di spoglio. L’interno ad aula mononavata allungata, è concluso da un’ampia abside semicircolare che accoglie il vecchio altare in pietra, nascosto da una recente mensa in granito su cui poggia un polittico ligneo pesantemente ridipinto, forse settecentesco, risultante dall’assemblaggio di varie parti, di cui la predella, probabilmente proveniente dalla distrutta chiesa di sant’Elia, risulta il pezzo più antico (XVII sec.). Il manufatto, che conserva ancora la cromia originaria, consta di undici riquadri nei quali sono raffigurati i santi Cosimo e Damiano, gli evangelisti Marco, Matteo, Luca e Giovanni, i santi Sebastiano, Lucia, Caterina e Rocco, mentre nel riquadro centrale è rappresentato uno sbarco di navi presumibilmente nel golfo di Cagliari. Proviene dalla stessa chiesa di sant’Elia, il piccolo simulacro ligneo del santo profeta (XVII secolo), vestito di un saio marrone e recante un libro e la tradizionale spada fiammeggiante. A Nostra Signora del Buoncammino appartengono anche i simulacri della Vergine patrona e di sant’Anastasia attribuibili ad artigiani locali operanti nel XVIII secolo. La chiesa di san Forzorio, in località Santu Frassori, sulla strada che collega Quartu con Sant’Isidoro, fu acquistata dalla famiglia Perra, attuale proprietaria, nel corso dell’800. L’impianto è ad aula mononavata, chiusa ad oriente da un’abside semicircolare. L’alzato è costituito da conci calcarei di media e grossa pezzatura conservati soprattutto nella facciata, caratterizzata da una luce semicircolare e dal campanile a vela. Il portale architravato è sorretto da due mensole: quella sinistra reca scolpita una foglia triangolare, quella destra è scalettata. La fabbrica originale, tardoromanica (seconda metà XIII secolo), è probabilmente opera di maestranze locali che adoperarono materiale di spoglio trovato in situ, la cui presenza è rivelata dal ritrovamento di tombe romane. Ne sono esempi l’architrave della porta, scavata in tre cavità di forma quadrata, e un’acquasantiera ricavata da un frammento di colonna. La decorazione dell’interno, voltato a botte, riporta una cromia azzurra con stelle dorate e bande a motivi geometrici nella zona absidale, forse realizzata nel corso dell’800. Gli unici arredi presenti sono un altare in muratura e, all’interno di una teca in legno e vetro di foggia novecentesca, il simulacro ligneo di foggia settecentesca di un giovane santo con palma del martirio e libro. La chiesa subì svariati restauri, di cui il primo documentato risale al 1599 quando, in occasione della visita pastorale, l’arcivescovo Laso Sedeno, trovandola quasi distrutta, nominò due obrieri affinché la risistemassero. Altre fonti attestano rifacimenti avvenuti nella prima metà del XVIII sec. e la profanazione nel 1793 da parte dei soldati francesi. Il nome “Forzorio” a cui la chiesa è dedicata, risultato assente in tutti i martirologi, è forse derivante dal toponimo della località Santu Frassori, riconducibile al nome Fossorio e quindi all’attività delle confraternite dei fossores, scavatori di catacombe. San Forzorio, non festeggiato da più di cinquant’ anni, fu comunque adottato come Santo protettore dalla categoria degli isposus storraus (i promessi sposi lasciati). Sant’Isidoro 9 8 Situato sul lato sinistro della strada provinciale per Villasimius, l’edificio venne costruito intorno al XIII-XV sec., forse sui ruderi di un tempio pagano del quale si conservano ancora oggi alcuni rocchi di colonna. L’impianto originario venne concepito secondo gli schemi propri dello stile “gotico-sardo-catalano”, costituito da muri perimetrali e dai contrafforti dei prospetti laterali in pietre appena abbozzate e legate con malta. Nel Seicento subì aggiunte e rifacimenti. La facciata, appartenente al primo impianto, termina con una cornice coronata da merli dentati ed è sormontata da un piccolo campanile. Tra i contrafforti del prospetto laterale destro sono stati costituiti la sacrestia e gli ambienti che si utilizzano per le feste; sempre sullo stesso lato, è stata ricavata una piccola loggia dalla quale si accede all’ingresso secondario. L’interno è costituito da una spaziosa navata rettangolare con dieci pilastri in muratura che si allargano verso l’alto a sostegno delle capriate su cui poggia la copertura. Nella chiesa sono presenti diversi elementi architettonici tardo-romani, tra cui una base di colonna su cui è sovrapposto un capitello corinzio, usato come acquasantiera, provenienti forse da un edificio preesistente. Altri arredi sono: un pulpito ligneo e le statue di S. Andrea, S. Giovanni Battista e S. Antonio da Padova. Recentemente la piazza antistante la chiesa è stata attrezzata a verde pubblico, così da facilitarne la fruizione all’intera popolazione. CHIESA DI SANT’ANDREA Il merito di poter oggi annoverare tra i vari monumenti storici di Quartu anche la chiesa di Su forti, più nota come il Fortino di san Luca, va ai primi abitanti del Margine Rosso e a padre Leonardo Pisano che, evitandone la demolizione, lo hanno ristrutturato e, adibendolo a chiesa, ne hanno fatto la radice storica della comunità parrocchiale di san Luca. Secondo alcuni Su forti, sorto forse sui resti di un nuraghe, era di dimensioni più ridotte. La parte triangolare potrebbe essere, per analogia con altre postazioni fortificate del XII secolo, quella più antica; ad essa si sarebbe aggiunto, intorno al XVII secolo, il settore rettangolare. Secondo altri, invece, la struttura fu edificata nei primi anni dell’800 per volontà del Genio Militare, come fortino di avvistamento in difesa della zona che, per la ricchezza dei terreni e le potenzialità economiche, era sempre stata oggetto di incursioni nemiche. Fu proprio durante l’incursione dei Francesi (1793) che ci si rese conto della poca validità difensiva delle torri già esistenti sin dal 1500, quelle di Foxi, Carcangiolas, Bocca di Rivo, Pohuet. Si decise, pertanto, di individuare nuovi siti da fortificare. Uno di questi fu la zona del Margine Arrubiu dove il capitano Capson richiese la costruzione di un fortino: “Su forti”, appunto. Il fortino fu usato anche durante le due guerre mondiali e, nell’intervallo fra queste, dalla Guardia di Finanza come sede di avvistamento dei contrabbandieri. Dopo la II Guerra Mondiale il fortino cadde in stato di abbandono: sin dagli anni ’50 fu adibito ad ovile e negli anni ’70 era ormai ridotto ad un rudere fatiscente e pericoloso. Il già citato padre Leonardo non rimase insensibile a questa situazione e considerò la possibilità di adibire a luogo di culto Su Forti. La concessione fu firmata il16 ottobre 1973 ed i lavori di restauro, a totale carico degli abitanti della zona, furono talmente celeri che solo un anno dopo, il 21 dicembre 1974, mons. Bonfiglioli inaugurava la nuova chiesa. 11 Sant’Andrea Margine Rosso CHIESA DI SAN LUCA - SU FORTI 10 Lungo la strada per Villasimius, dopo l’incrocio del Margine Rosso, si trova la torre di Fogia Sissia (Foxi). Si tratta di una delle torri erette dagli spagnoli alla fine del 1500, che prende il nome del rio sulla cui riva sinistra è stata costruita; è ricordata nella relazione del vicerè Miguel De Moncada del 1578 insieme alle altre torri del litorale di Quartu. Situata su un terreno pianeggiante sopra la sabbia marina, è costruita con pietrame di granito ed ha la consueta struttura troncoconica. Vi si accede tramite una sola apertura posta circa a metà della sua altezza e ricavata nello spessore murario senza particolari finiture di rilievo. Da questa apertura si accede ad un’ unica camera voltata e, sotto di essa si scorgono quattro ambienti, irraggiungibili dall’esterno. Qui, presumibilmente, trovavano posto le provviste di viveri e d’acqua indispensabili per affrontare i lunghi turni di avvistamento. Una scala a pioli conduce alla terrazza, dalla quale si gode una vista spettacolare. Due soldati avevano la funzione di vigilare il litorale e di ricevere segnali dalle vicine torri di S. Andrea e Is Carcangiolas. Nel 1793 la torre fu interessata alla difesa della città di Cagliari e del retroterra, nella lotta contro i francesi comandati dagli ammiragli Truquet e Latrouche. Il Comune di Quartu, verso la fine degli anni ’80 ha curato gli interventi di restauro che hanno restituito stabilità alle precarie condizioni statiche della torre realizzando anche alcune opere di sistemazione degli spazi esterni. TORRE FOXI Il nuraghe Diana sorge sulla collinetta granitica di Is Mortorius, a 35 m. sul livello del mare e a breve distanza da quest’ultimo. La sua collocazione risponde evidentemente ad esigenze strategiche, e per la precisione alla necessità di tenere sotto controllo le vie di penetrazione dalla costa verso l’interno. Possiamo classificarlo a schema plurimo con tholos principale, costituito da un mastio (torre centrale del complesso fortificato) e tre torri minori, collegate tra loro da ciclopiche cortine murarie, che ne delineano una pianta a forma triangolare del tipo cosiddetto a “corte”. La torre centrale o “mastio” risulta sovrastata da una torretta di avvistamento, riferita al periodo bellico (II guerra mondiale), raggiungibile dall’esterno tramite una rampa di gradini cementati, dagli stessi militari, sullo spessore della cortina nord-est. Dal pavimento di quest’ultima, si apre una botola che si affaccia all’interno della torre centrale. All’interno del monumento sono presenti, inoltre, accorgimenti architettonici di pregio, come per esempio la finestrella triangolare di scarico del mastio o le “feritoie” che si affacciano sul cortile. Lungo il perimetro del nuraghe sono presenti grandi quantità di materiale litoide dovuto a crolli e al deposito naturale avvenuto nel corso dei secoli. Il nuraghe doveva certamente costituire la parte più avanzata verso il mare di una linea fortificata di difesa, che aveva la funzione di impedire l’accesso alla parte più interna del territorio dove erano dislocati numerosi altri nuraghi. Sul nuraghe, posto a circa 100 metri dal mare, insistono i ruderi di un fortino militare edificato durante l’ultima guerra. Il nuraghe Diana è uno dei meglio conservati del territorio quartese e paradossalmente deve questo al fatto che fu riadattato nel corso della seconda guerra mondiale per essere utilizzato come fortino. I risultati di questo intervento, piuttosto invasivo, sono ben visibili ancora oggi, in particolare sulla sommità della torre centrale, dove è stata realizzata una copertura in cemento dotata di aperture per permettere di sparare. 13 Foxi Is Mortorius NURAGHE DIANA 12 Quartu Sant’Elena PARCO NATURALE REGIONALE MOLENTARGIUS - SALINE 14 Il Parco Naturale Regionale Molentargius Saline, istituito con Legge regionale nel 1999, costituisce una zona umida di valore internazionale tra le più importanti in Europa. Comprende bacini di acqua dolce (Bellarosa minore e Perdalonga), di acqua salata (Bellarosa maggiore o Molentargius e stagno di Quartu) e una piana di origine sabbiosa (Is Arenas). Le caratteristiche principali che lo rendono un ecosistema unico al mondo sono la sua estrema vicinanza a due tra le maggiori città della Sardegna, Cagliari e Quartu, e la presenza di zone a diversa salinità che favoriscono una ricca varietà di specie vegetali ed animali, tra cui il fenicottero che qui ha nidificato per la prima volta nel 1993. Lo stagno del Molentargius fa parte di un sistema di stagni e lagune formatisi nella pianura del Campidano da 75.000 fino a 18.000 anni fa e nasce in una depressione quasi circolare di sedimenti arenaci. Lo Stagno di Quartu, di natura retrodunale, si è formato più a sud separato dalla striscia di terra di Is Arenas e a ridosso della spiaggia del Poetto. Il prosciugamento estivo formava, in passato, una salina naturale e fu l’interesse dell’uomo per il sale, il motore della storia di questo ecosistema. Il Bellarosa Minore e il Perdalonga sono nati, invece, come vasche di espansione delle acque meteoriche e hanno assunto nel dopoguerra anche la funzione di bacino di raccolta di acque reflue bianche e nere. Nel 1985 la tracimazione delle acque del Bellarosa Minore nel Molentargius ha causato la chiusura delle saline per motivi igienico-sanitari. Il risanamento ha consentito la regolazione dei sistemi idraulici e la realizzazione di un innovativo impianto naturale di fitodepurazione che, con l’entrata a regime, alimenterà gli stagni d’acqua dolce con il giusto apporto di nutrienti. In prossimità degli accessi di Cagliari e di Quartu S. Elena sono state realizzate, per creare una barriera alla pressione esercitata dai Comuni sul territorio di Is Arenas, le aree verdi che costituiscono un luogo ideale per passeggiate a piedi e in bicicletta. Ingresso: da Via della Musica girare in Via Is Arenas, a circa 200 m dall’incrocio si trovano i parcheggi. 16 PARTECIPANO ALLA MANIFESTAZIONE La manifestazione si è potuta realizzare grazie alla collaborazione di: A.D.M.O. Associazione donatori midollo osseo A.S.S.Fort. Sardegna Agriturisport Pro.Va.Lo. Associazione culturale Sicuterat Associazione di volontariato Croce d’Oro Quartu sant’Elena Associazione di volontariato DELTA 2000 Onlus Associazione di volontariato Divinae Misericordiae Misericordia di Quartu Sant’Elena San Luca Associazione Volontari Quartu Soccorso Associazione volontaria Parrocchia S. Luca Circolo Ippico Car.Mus. Circolo Ippico Molentargius Equitour di Salvatore Cogoni Gruppo Locale Agenda 21 “Quarto ad Urbe condita forum Patrimonio Culturale e Paesaggio” Anna Algeri, Paola Fenu, Patrizia Zuncheddu, Gianpietro Secci, Milvia Serra, Valentina Pulina Gruppo Scout Agesci Quartu 1 “Kelly” Gruppo Scout Agesci Quartu 3 “Freedom” Gruppo Scout Raider Sardi Flumini Italia Nostra Onlus, Luisa Marini Drò Luciana Ullu Filippini Paolo Bullita Parco del Molentargius, Alessia Atzeni, Irene Contu Scuola di Pittura Artemisia - Quartu Servizi Ambiente Sardegna snc Unione Italiana Ciechi Centro Sociale Anziani del Comune di Quartu sant’Elena Coord. Carmina Sciolla Servizi educativi del Museo e Territorio Soprintendenza B.A.P.P.S.A.E. Marcella Serreli, Giancarlo Biondi, Luisa de Gioannis, Antonia Giulia Maxia, Mario Pes, M. Francesca Porcella, Simonetta Zucca. Tirocinanti: Alice Cardia, Elisabetta Masala, Giovanna Pala, M. Antonietta Piras, Daniela Rapetti, Gloria Uccheddu, Valentina Vacca. Gruppo Aristos: Andrea Pala, Silvia Caracciolo, Stefania Mele Istituto di Storia dell’Europa mediterranea CNR M. Grazia Mele, Giovanni Serreli Giovanni Pau e l’obrieria di san Giovanni Paolo Lorettu, accolito della chiesa di sant’Andrea Raffaele Lai e Giuseppina Salis e l’obrieria di sant’Elia Ignazia Tocco e Francesco Cocco e l’obrieria di Nostra Signora del Buoncammino Simonetta Sarritzu e Pierluigi Ibba, e l’obrieria di santa Anastasia e santa Scolastica Referenze Fotografiche: Mario Pes, Arnaldo Pisu