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© Comune di Quartu Sant’Elena
Monumenti all’Aperto è una manifestazione finanziata da “Riscoprire il patrimonio artistico-culturale e paesaggistico per una cultura ecologica a
Quartu Sant’Elena”, Progetto Obiettivo Regionale.
Un particolare e sentito ringraziamento a don
Paolo Sanna, parroco della chiesa di san Luca e
a dott. Giuseppe Carro per la cortese e paziente
disponibilità. Un ringraziamento anche a don
Gianni Paderi, parroco della chiesa di santa Maria
degli Angeli.
Un grazie vivissimo al signor Raffaele Perra che
con grande senso di ospitalità ha permesso la
visita straordinaria alla chiesa di san Forzorio.
Si ringrazia il personale del Settore Ambiente e
Servizi Tecnologici per la preziosa collaborazione.
chi vive o percorre il territorio di Quartu
Sant’Elena, appare con notevole evidenza
come il paesaggio costituisca uno dei suoi
principali elementi di ricchezza e qualità.
Questo nonostante il luogo, soprattutto nel recente passato, sia stato segnato, talvolta irrimediabilmente, dall’uso indiscriminato che l’uomo ne ha
fatto. Diversi elementi ambientali di pregio -dalla
zona umida del Molentargius alla zona costiera,
fino alla zona collinare percorsa da brevi corsi
d’acqua- costituiscono rilevanti caratteristiche
naturali a cui si sommano pregevoli componenti
storiche.
Alcune di queste costituiscono già un forte riferimento per la comunità che vi abita attualmente;
altre è importante riscoprirle e creare con esse
un nuovo legame perché diventino presto oggetto
di tutela e di valorizzazione.
Questa è la finalità della nuova iniziativa proposta
dal Comune di Quartu S.Elena“Monumenti all’Aperto”, nuova ma dichiaratamente in continuità
con Monumenti Aperti, la fortunata manifestazione regionale che ormai tutti conosciamo.
Essa è rivolta a quei monumenti che si trovano
sul territorio, che costituiscono preziosi elementi
del paesaggio, ancora più esposti forse di quelli
presenti nei centri urbani alle scelleratezze di cui
talvolta l’uomo è purtroppo capace.
Monumenti all’Aperto propone dunque un percorso alla riscoperta dei beni culturali inseriti in
contesti paesaggistici di pregio che ne esaltano il
significato. Ma in questa visione il paesaggio da
contesto diventa protagonista , elemento imprescindibile di un approccio conoscitivo al luogo e
alla comunità che lo vive e che vi si riconosce.
In questo percorso ci guideranno moltissimi
volontari, provenienti da diverse aree cittadine,
che hanno accolto con sorprendente entusiasmo
anche questo nuovo invito dell’Amministrazione,
a riprova che c’è un forte bisogno di testimoniare
il desiderio di custodire questi beni preziosi, i più
saldi ancoraggi della nostra esistenza collettiva.
Anna Paola Loi
Assessore Politiche Ambientali e Beni Culturali
Stefano Delunas
Assessore Politiche Sociali
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I siti saranno visitabili:
Sabato dalle ore 9.00 alle ore 17.00
Domenica dalle ore 9.00 alle ore 15.00
Comune di Quartu S. Elena LUIGI RUGGERI
Sindaco
ANNA PAOLA LOI
Assessore alle Politiche
ambientali e Beni
culturali
STEFANO DELUNAS
Assessore alle Politiche
sociali
Direzione Regionale per i Beni PAOLO SCARPELLINI
e le Attività Culturali SANDRA VIOLANTE
SABATO A MOLENTARGIUS
ore 9/17 - Percorso guidato a piedi nel parco.
Visita alla scuderia e lezione di prova per bambini a
cura del “Circolo Ippico Molentargius”.
ore 9/12 - Visita alla scuderia e dimostrazione dell’addestramento dei cavalli per il salto ad ostacoli, a
cura del “Circolo Ippico Carmus”.
Percorso in carrozza (su prenotazione), a cura di
“Equitur” di Salvatore Cogoni.
Soprintendenza B.A.P.P.S.A.E. GABRIELE TOLA
ANTONIA GIULIA MAXIA
PATRICIA OLIVO
MARCELLA SERRELI
ore 15 - Laboratorio di pittura dal vero, a cura della
“Scuola di pittura Artemisia” di Quartu.
Soprintendenza Archeologica DONATELLA SALVI
DOMENICA A MOLENTARGIUS
Associazione Culturale FABRIZIO FRONGIA
Imago Mundi ALESSANDRO PILUDU
Consorzio del Parco Naturale LUIGI RUGGERI
Regionale Molentargius - Saline MARIANO MARIANI
SEGRETERIA TECNICA
GIOVANNA MARIA DEIANA
MARCELLA DEIANA
SARA SERRA
SILVIA MURGIA
SERVIZIO COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE
ANGELO PORRU
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Monumenti all’Aperto in Internet
www.comune.quartusantelena.ca.it
www.monumentiaperti.com
Pomeriggio - Percorso guidato nel parco in bicicletta
a cura di Agriturisport Pro. Va. Lo.
ore 9/15 - Percorso guidato a piedi nel parco.
Visita alla scuderia e lezione di prova per bambini a
cura del “Circolo Ippico Molentargius”.
Percorso guidato nel parco in bicicletta a cura di
Agriturisport Pro. Va. Lo.
ore 9/12 - Visita alla scuderia e dimostrazione dell’addestramento dei cavalli per il salto ad ostacoli, a
cura del “Circolo Ippico Car.Mus.”.
Percorso in carrozza (su prenotazione), a cura di
“Equitur” di Salvatore Cogoni.
SABATO POMERIGGIO E DOMENICA MATTINA
Percorsi guidati in bicicletta lungo l’itinerario “Chiesa di San Luca Su forti – Chiesa di Nostra Signora
del Buoncammino – Chiesa di San Forzorio”, con
partenza dalla Chiesa San Luca Su forti, a cura di
Agriturisport Pro. Va. Lo.
DOMENICA ORE 16
Il parco Sant’Andrea sarà allestito per ospitare chi
volesse concludere la giornata con una merenda
all’aperto.
PROGRAMMA
COMITATO SCIENTIFICO
È disponibile un servizio di trasporto disabili a cura
dell’Associazione di volontariato Delta 2000 Onlus.
Prenotazioni telefoniche al num. 070827203.
Il C.T.M. garantirà il servizio autobus per i siti di
Molentargius, Torre Foxi, Chiesa Sant’Andrea e Is
Mortorius. L’ingresso al parco di Molentargius sarà
consentito esclusivamente da via don Giordi, dove
sarà predisposto il punto di accoglienza.
ITINERARIO. Dal Km 13.200 della S.S. 554 (semaforo)
prendere la Provinciale 35 per S. Isidoro, superando
dopo 700 metri il bunker del caposaldo XVI, all’epoca camuffato da chiesetta. Dopo altri 700 metri,
prendere sulla sinistra la deviazione per la chiesa
di Nostra Signora del Buoncammino. Oltre la chiesa,
costeggiando il lago per altri 750 metri, si giunge al
caposaldo.
CAPOSALDO XIV - Gruppo Licata
Is Mortorius
BATTERIA ANTINAVE “CARLO FALDI”
La batteria si estendeva su un’area di circa 7
ettari acquisita dal Demanio nel 1936 e costituiva
uno dei bastioni del “Fronte a Mare” di Cagliari;
è stata l’ultima batteria antinave del Golfo
di Cagliari ad essere allestita. Dal 1939 era
servita da personale della 4° Legione MILMART
(Milizia Artiglieria Marittima) con 5 Ufficiali, 16
Sottoufficiali ed 82 Militi. Era armata con 4 pezzi
da 152/50 Armstrong mod. 1918 scudati, da un
pezzo illuminate da 120/40 A. e da 4 mitragliere
antiaeree. Il telemetro era un Goerz da 4 metri.
Il deposito munizioni principale era scavato
in roccia e disponeva di 2000 colpi. Ciascun
pezzo disponeva di una riservetta interrata di
munizioni e di 6 colpi di pronto impiego, sistemati
in altrettanti fori nei massi di granito posti a
costituire il parapetto della piazzola. Dai primi
mesi del 1943 completavano la dotazione della
batteria un proiettore S. Giorgio da 120/240
(mobile e trainabile e prima impiegato dalla
vicina batteria contraerea di Capitana) completo
di colonnina di punteria ed aerofono modello
Galileo. Sola azione di guerra dei cannoni
antinave fu nell’aprile 1943, quando spararono
contro il sommergibile inglese “Safari”. Le
mitragliere antiaeree spararono nell’agosto 1943
contro aerei americani P38. Nel sito si trovano
ancora la postazione telemetrica, piazzole e
ricoveri, ruderi di edifici di servizio, la garitta
di guardia, il posto di osservazione. Durante la
guerra esistevano inoltre tre appostamenti per
mitragliatrice nell’area nord-est della batteria. Il
Nuraghe Diana, sovrastante la batteria, ospitava
una piccola e ben mimetizzata postazione
osservatorio, che era in collegamento telefonico
con la batteria “Faldi”. Inoltre una postazione
telemetrica ed un osservatorio, posizionati
rispettivamente in una non ben specificata
torre e “Casa Capitana”, costituivano degli
“Osservatori fuori Batteria”. Poco dopo la guerra
gli alloggiamenti ed i servizi della batteria
furono utilizzati come colonia marina. Da notare,
sul litorale di Capitana e di Is Mortorius, due
esemplari di piccolo fortino che vigilavano contro
sbarchi e colpi di mano dal mare.
In Sardegna le fortificazioni costiere antisbarco
(bunker) furono progettate e realizzate dall’Esercito tra la fine del 1941 e l’estate del 1943,
integrando le artiglierie della Milizia già attivate
negli anni Trenta (Capitana, Mortorius, ecc.). Per
resistere ai colpi nemici, i bunker costieri italiani
si avvalevano più di una accurata mimetizzazione (mascheramento) che di grandi spessori di
cemento.
Affidati ai fanti costieri del Regio Esercito, i
bunker dovevano ostacolare e ritardare ‘ad ogni
costo’ l’avanzata del nemico sbarcato, in attesa
delle divisioni mobili di rinforzo.
Il settore difensivo di Quartu (XIII Brigata Costiera,
dall’estate 1943 divenuta 203^ Divisione Costiera)
era molto importante e fu dotato di difese in
profondità. Pertanto, oltre ad una linea avanzata
di postazioni su spiaggia, fu creato un “arco di
contenimento” (oltre 70 opere) arretrato. Era una
linea difensiva continua - da Is Meris a Margine
Rosso - costituita da gruppi di bunker (i capisaldi) rinforzati da artiglierie antisbarco, reticolati e
campi minati. L’area del bacino di Simbirizzi, con
i suoi bunker “poliarma”, era parte di questo arco
di contenimento.
In particolare, il caposaldo XIV controllava le strade che dall’antica chiesa di Nostra Signora del
Buoncammino portavano a Quartu.
Con i suoi bunker in cemento per armi automatiche e cannoni anticarro, rappresenta una rara
testimonianza della prima fase delle fortificazioni
costiere italiane, più articolate ed interessanti
rispetto al piccolo tipo “monoarma” che divenne
lo standard a partire dalla metà del 1942 e che
risulta ancora visibile sulle spiagge di Capitana,
Santa Luria, Margine Rosso, ecc.
Simbirizzi
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CHIESA DI SAN FORZORIO
Simbirizzi
CHIESA DI NOSTRA SIGNORA DEL BUON CAMMINO
La chiesa campestre di Nostra Signora del Buoncammino è situata su un’altura da cui domina il
Simbirizzi, sul luogo del villaggio medievale di
Simbilis. Sorgeva vicino alla strada romana che
passava verso il Sarrabus, intitolata alla Madonna
Odigitria, cioè del Buoncammino, a protezione dei
viandanti e dei pellegrini. La semplice facciata
a capanna dell’impianto originario trecentesco,
è conclusa da un campanile a vela ed è preceduta da un piccolo loggiato a capriate, aggiunto
posteriormente con l’intento di offrire riparo ai
pellegrini in occasione delle feste patronali. Ci si
immette all’interno attraverso una porta rettangolare, tardocinquecentesca, i cui stipiti, l’architrave e le mensole sono realizzati in bei conci di
tufo decorati da rosoni e rosette di gusto classico,
di raffinata esecuzione da parte dei picapedras
della zona. A destra dell’ingresso, l’acquasantiera
è costituita da un rocco di colonna romana su cui
poggia un capitello utilizzato come materiale di
spoglio. L’interno ad aula mononavata allungata,
è concluso da un’ampia abside semicircolare che
accoglie il vecchio altare in pietra, nascosto da
una recente mensa in granito su cui poggia un
polittico ligneo pesantemente ridipinto, forse settecentesco, risultante dall’assemblaggio di varie
parti, di cui la predella, probabilmente proveniente dalla distrutta chiesa di sant’Elia, risulta il
pezzo più antico (XVII sec.). Il manufatto, che conserva ancora la cromia originaria, consta di undici
riquadri nei quali sono raffigurati i santi Cosimo
e Damiano, gli evangelisti Marco, Matteo, Luca
e Giovanni, i santi Sebastiano, Lucia, Caterina e
Rocco, mentre nel riquadro centrale è rappresentato uno sbarco di navi presumibilmente nel golfo
di Cagliari. Proviene dalla stessa chiesa di sant’Elia, il piccolo simulacro ligneo del santo profeta
(XVII secolo), vestito di un saio marrone e recante
un libro e la tradizionale spada fiammeggiante. A
Nostra Signora del Buoncammino appartengono
anche i simulacri della Vergine patrona e di sant’Anastasia attribuibili ad artigiani locali operanti
nel XVIII secolo.
La chiesa di san Forzorio, in località Santu Frassori, sulla strada che collega Quartu con Sant’Isidoro, fu acquistata dalla famiglia Perra, attuale
proprietaria, nel corso dell’800.
L’impianto è ad aula mononavata, chiusa ad
oriente da un’abside semicircolare. L’alzato è
costituito da conci calcarei di media e grossa
pezzatura conservati soprattutto nella facciata,
caratterizzata da una luce semicircolare e dal
campanile a vela. Il portale architravato è sorretto
da due mensole: quella sinistra reca scolpita una
foglia triangolare, quella destra è scalettata. La
fabbrica originale, tardoromanica (seconda metà
XIII secolo), è probabilmente opera di maestranze locali che adoperarono materiale di spoglio
trovato in situ, la cui presenza è rivelata dal
ritrovamento di tombe romane. Ne sono esempi
l’architrave della porta, scavata in tre cavità di
forma quadrata, e un’acquasantiera ricavata da
un frammento di colonna.
La decorazione dell’interno, voltato a botte, riporta una cromia azzurra con stelle dorate e bande
a motivi geometrici nella zona absidale, forse
realizzata nel corso dell’800. Gli unici arredi presenti sono un altare in muratura e, all’interno di
una teca in legno e vetro di foggia novecentesca,
il simulacro ligneo di foggia settecentesca di un
giovane santo con palma del martirio e libro.
La chiesa subì svariati restauri, di cui il primo
documentato risale al 1599 quando, in occasione
della visita pastorale, l’arcivescovo Laso Sedeno,
trovandola quasi distrutta, nominò due obrieri
affinché la risistemassero. Altre fonti attestano
rifacimenti avvenuti nella prima metà del XVIII
sec. e la profanazione nel 1793 da parte dei soldati francesi.
Il nome “Forzorio” a cui la chiesa è dedicata,
risultato assente in tutti i martirologi, è forse
derivante dal toponimo della località Santu Frassori, riconducibile al nome Fossorio e quindi
all’attività delle confraternite dei fossores, scavatori di catacombe. San Forzorio, non festeggiato
da più di cinquant’ anni, fu comunque adottato
come Santo protettore dalla categoria degli isposus storraus (i promessi sposi lasciati).
Sant’Isidoro
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Situato sul lato sinistro della strada provinciale
per Villasimius, l’edificio venne costruito intorno
al XIII-XV sec., forse sui ruderi di un tempio
pagano del quale si conservano ancora oggi
alcuni rocchi di colonna.
L’impianto originario venne concepito secondo gli
schemi propri dello stile “gotico-sardo-catalano”,
costituito da muri perimetrali e dai contrafforti
dei prospetti laterali in pietre appena abbozzate
e legate con malta. Nel Seicento subì aggiunte e
rifacimenti.
La facciata, appartenente al primo impianto,
termina con una cornice coronata da merli dentati
ed è sormontata da un piccolo campanile. Tra i
contrafforti del prospetto laterale destro sono
stati costituiti la sacrestia e gli ambienti che si
utilizzano per le feste; sempre sullo stesso lato,
è stata ricavata una piccola loggia dalla quale si
accede all’ingresso secondario.
L’interno è costituito da una spaziosa navata
rettangolare con dieci pilastri in muratura che si
allargano verso l’alto a sostegno delle capriate su
cui poggia la copertura.
Nella chiesa sono presenti diversi elementi
architettonici tardo-romani, tra cui una base di
colonna su cui è sovrapposto un capitello corinzio,
usato come acquasantiera, provenienti forse da
un edificio preesistente.
Altri arredi sono: un pulpito ligneo e le statue di
S. Andrea, S. Giovanni Battista e S. Antonio da
Padova.
Recentemente la piazza antistante la chiesa
è stata attrezzata a verde pubblico, così da
facilitarne la fruizione all’intera popolazione.
CHIESA DI SANT’ANDREA
Il merito di poter oggi annoverare tra i vari monumenti storici di Quartu anche la chiesa di Su forti,
più nota come il Fortino di san Luca, va ai primi
abitanti del Margine Rosso e a padre Leonardo
Pisano che, evitandone la demolizione, lo hanno
ristrutturato e, adibendolo a chiesa, ne hanno fatto la radice storica della comunità parrocchiale di
san Luca. Secondo alcuni Su forti, sorto forse sui
resti di un nuraghe, era di dimensioni più ridotte.
La parte triangolare potrebbe essere, per analogia
con altre postazioni fortificate del XII secolo, quella più antica; ad essa si sarebbe aggiunto, intorno
al XVII secolo, il settore rettangolare. Secondo
altri, invece, la struttura fu edificata nei primi anni
dell’800 per volontà del Genio Militare, come fortino di avvistamento in difesa della zona che, per la
ricchezza dei terreni e le potenzialità economiche,
era sempre stata oggetto di incursioni nemiche.
Fu proprio durante l’incursione dei Francesi (1793)
che ci si rese conto della poca validità difensiva
delle torri già esistenti sin dal 1500, quelle di Foxi,
Carcangiolas, Bocca di Rivo, Pohuet. Si decise,
pertanto, di individuare nuovi siti da fortificare.
Uno di questi fu la zona del Margine Arrubiu dove
il capitano Capson richiese la costruzione di un
fortino: “Su forti”, appunto. Il fortino fu usato
anche durante le due guerre mondiali e, nell’intervallo fra queste, dalla Guardia di Finanza come
sede di avvistamento dei contrabbandieri.
Dopo la II Guerra Mondiale il fortino cadde in stato
di abbandono: sin dagli anni ’50 fu adibito ad ovile
e negli anni ’70 era ormai ridotto ad un rudere
fatiscente e pericoloso. Il già citato padre Leonardo non rimase insensibile a questa situazione e
considerò la possibilità di adibire a luogo di culto
Su Forti. La concessione fu firmata il16 ottobre
1973 ed i lavori di restauro, a totale carico degli
abitanti della zona, furono talmente celeri che
solo un anno dopo, il 21 dicembre 1974, mons.
Bonfiglioli inaugurava la nuova chiesa.
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Sant’Andrea
Margine Rosso
CHIESA DI SAN LUCA - SU FORTI
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Lungo la strada per Villasimius, dopo l’incrocio
del Margine Rosso, si trova la torre di Fogia
Sissia (Foxi). Si tratta di una delle torri erette
dagli spagnoli alla fine del 1500, che prende
il nome del rio sulla cui riva sinistra è stata
costruita; è ricordata nella relazione del vicerè
Miguel De Moncada del 1578 insieme alle altre
torri del litorale di Quartu. Situata su un terreno
pianeggiante sopra la sabbia marina, è costruita
con pietrame di granito ed ha la consueta
struttura troncoconica. Vi si accede tramite
una sola apertura posta circa a metà della sua
altezza e ricavata nello spessore murario senza
particolari finiture di rilievo. Da questa apertura
si accede ad un’ unica camera voltata e, sotto di
essa si scorgono quattro ambienti, irraggiungibili
dall’esterno. Qui, presumibilmente, trovavano
posto le provviste di viveri e d’acqua indispensabili
per affrontare i lunghi turni di avvistamento. Una
scala a pioli conduce alla terrazza, dalla quale si
gode una vista spettacolare.
Due soldati avevano la funzione di vigilare il
litorale e di ricevere segnali dalle vicine torri di S.
Andrea e Is Carcangiolas.
Nel 1793 la torre fu interessata alla difesa della
città di Cagliari e del retroterra, nella lotta contro
i francesi comandati dagli ammiragli Truquet e
Latrouche.
Il Comune di Quartu, verso la fine degli anni ’80
ha curato gli interventi di restauro che hanno
restituito stabilità alle precarie condizioni statiche
della torre realizzando anche alcune opere di
sistemazione degli spazi esterni.
TORRE FOXI
Il nuraghe Diana sorge sulla collinetta granitica di
Is Mortorius, a 35 m. sul livello del mare e a breve
distanza da quest’ultimo. La sua collocazione
risponde evidentemente ad esigenze strategiche,
e per la precisione alla necessità di tenere sotto
controllo le vie di penetrazione dalla costa verso
l’interno.
Possiamo classificarlo a schema plurimo con
tholos principale, costituito da un mastio (torre
centrale del complesso fortificato) e tre torri
minori, collegate tra loro da ciclopiche cortine
murarie, che ne delineano una pianta a forma
triangolare del tipo cosiddetto a “corte”.
La torre centrale o “mastio” risulta sovrastata da
una torretta di avvistamento, riferita al periodo
bellico (II guerra mondiale), raggiungibile
dall’esterno tramite una rampa di gradini
cementati, dagli stessi militari, sullo spessore
della cortina nord-est. Dal pavimento di
quest’ultima, si apre una botola che si affaccia
all’interno della torre centrale. All’interno del
monumento sono presenti, inoltre, accorgimenti
architettonici di pregio, come per esempio la
finestrella triangolare di scarico del mastio o
le “feritoie” che si affacciano sul cortile. Lungo
il perimetro del nuraghe sono presenti grandi
quantità di materiale litoide dovuto a crolli e al
deposito naturale avvenuto nel corso dei secoli.
Il nuraghe doveva certamente costituire la parte
più avanzata verso il mare di una linea fortificata
di difesa, che aveva la funzione di impedire
l’accesso alla parte più interna del territorio dove
erano dislocati numerosi altri nuraghi.
Sul nuraghe, posto a circa 100 metri dal mare,
insistono i ruderi di un fortino militare edificato
durante l’ultima guerra. Il nuraghe Diana è uno
dei meglio conservati del territorio quartese
e paradossalmente deve questo al fatto che
fu riadattato nel corso della seconda guerra
mondiale per essere utilizzato come fortino. I
risultati di questo intervento, piuttosto invasivo,
sono ben visibili ancora oggi, in particolare
sulla sommità della torre centrale, dove è stata
realizzata una copertura in cemento dotata di
aperture per permettere di sparare.
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Foxi
Is Mortorius
NURAGHE DIANA
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Quartu Sant’Elena
PARCO NATURALE REGIONALE MOLENTARGIUS - SALINE
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Il Parco Naturale Regionale Molentargius Saline,
istituito con Legge regionale nel 1999, costituisce
una zona umida di valore internazionale tra le più
importanti in Europa. Comprende bacini di acqua
dolce (Bellarosa minore e Perdalonga), di acqua
salata (Bellarosa maggiore o Molentargius e
stagno di Quartu) e una piana di origine sabbiosa
(Is Arenas). Le caratteristiche principali che lo
rendono un ecosistema unico al mondo sono la
sua estrema vicinanza a due tra le maggiori città
della Sardegna, Cagliari e Quartu, e la presenza
di zone a diversa salinità che favoriscono una
ricca varietà di specie vegetali ed animali, tra cui
il fenicottero che qui ha nidificato per la prima
volta nel 1993.
Lo stagno del Molentargius fa parte di un sistema
di stagni e lagune formatisi nella pianura del
Campidano da 75.000 fino a 18.000 anni fa e
nasce in una depressione quasi circolare di
sedimenti arenaci. Lo Stagno di Quartu, di natura
retrodunale, si è formato più a sud separato
dalla striscia di terra di Is Arenas e a ridosso
della spiaggia del Poetto. Il prosciugamento
estivo formava, in passato, una salina naturale
e fu l’interesse dell’uomo per il sale, il motore
della storia di questo ecosistema. Il Bellarosa
Minore e il Perdalonga sono nati, invece, come
vasche di espansione delle acque meteoriche e
hanno assunto nel dopoguerra anche la funzione
di bacino di raccolta di acque reflue bianche e
nere. Nel 1985 la tracimazione delle acque del
Bellarosa Minore nel Molentargius ha causato la
chiusura delle saline per motivi igienico-sanitari.
Il risanamento ha consentito la regolazione
dei sistemi idraulici e la realizzazione di un
innovativo impianto naturale di fitodepurazione
che, con l’entrata a regime, alimenterà gli stagni
d’acqua dolce con il giusto apporto di nutrienti.
In prossimità degli accessi di Cagliari e di Quartu
S. Elena sono state realizzate, per creare una
barriera alla pressione esercitata dai Comuni
sul territorio di Is Arenas, le aree verdi che
costituiscono un luogo ideale per passeggiate a
piedi e in bicicletta.
Ingresso: da Via della Musica girare in Via Is Arenas, a
circa 200 m dall’incrocio si trovano i parcheggi.
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PARTECIPANO ALLA MANIFESTAZIONE
La manifestazione si è potuta realizzare grazie
alla collaborazione di:
A.D.M.O. Associazione donatori midollo osseo
A.S.S.Fort. Sardegna
Agriturisport Pro.Va.Lo.
Associazione culturale Sicuterat
Associazione di volontariato Croce d’Oro Quartu
sant’Elena
Associazione di volontariato DELTA 2000 Onlus
Associazione di volontariato Divinae Misericordiae
Misericordia di Quartu Sant’Elena San Luca
Associazione Volontari Quartu Soccorso
Associazione volontaria Parrocchia S. Luca
Circolo Ippico Car.Mus.
Circolo Ippico Molentargius
Equitour di Salvatore Cogoni
Gruppo Locale Agenda 21 “Quarto ad Urbe condita forum Patrimonio Culturale e Paesaggio” Anna
Algeri, Paola Fenu, Patrizia Zuncheddu, Gianpietro Secci, Milvia Serra, Valentina Pulina
Gruppo Scout Agesci Quartu 1 “Kelly”
Gruppo Scout Agesci Quartu 3 “Freedom”
Gruppo Scout Raider Sardi Flumini
Italia Nostra Onlus, Luisa Marini Drò
Luciana Ullu Filippini
Paolo Bullita
Parco del Molentargius, Alessia Atzeni, Irene Contu
Scuola di Pittura Artemisia - Quartu
Servizi Ambiente Sardegna snc
Unione Italiana Ciechi
Centro Sociale Anziani del Comune di Quartu
sant’Elena Coord. Carmina Sciolla
Servizi educativi del Museo e Territorio
Soprintendenza B.A.P.P.S.A.E.
Marcella Serreli, Giancarlo Biondi, Luisa de Gioannis,
Antonia Giulia Maxia, Mario Pes, M. Francesca Porcella,
Simonetta Zucca. Tirocinanti: Alice Cardia, Elisabetta
Masala, Giovanna Pala, M. Antonietta Piras, Daniela
Rapetti, Gloria Uccheddu, Valentina Vacca. Gruppo Aristos: Andrea Pala, Silvia Caracciolo, Stefania Mele
Istituto di Storia dell’Europa mediterranea CNR
M. Grazia Mele, Giovanni Serreli
Giovanni Pau e l’obrieria di san Giovanni
Paolo Lorettu, accolito della chiesa di sant’Andrea
Raffaele Lai e Giuseppina Salis
e l’obrieria di sant’Elia
Ignazia Tocco e Francesco Cocco
e l’obrieria di Nostra Signora del Buoncammino
Simonetta Sarritzu e Pierluigi Ibba,
e l’obrieria di santa Anastasia e santa Scolastica
Referenze Fotografiche: Mario Pes, Arnaldo Pisu
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