PROVINCIA DI CAGLIARI
PROVINCIA DE CASTEDDU
RASSEGNA STAMPA 2 FEBBRAIO
Prime pagine
Taccuino avvenimenti
Provincia di Cagliari
Cronaca e politica regionale
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TACCUINO AVVENIMENTI DI OGGI
- 09.00 - CAGLIARI - Caesar's Hotel, via Darwin 2/4 Seminario promosso dalla Provincia di
Cagliari sul tema "L' integrazione sociale: progetto Safe e altre esperienze".
- 09.30 - CAGLIARI - Sotto sede Consiglio regionale, via Roma Sit-in dei forestali per protestare
contro i tagli all'Ente Foreste previsti dalla Finanziaria regionale.
- 09.30 - PAULILATINO - Area archeologica Santa Cristina Convegno regionale sul tema
"Apprendistato, opportunità e prospettive per il settore artigianato".
- 10.00 - CAGLIARI - Consiglio regionale Continuano lavori Consiglio regionale su Manovra
finanziaria 2012 con emendamenti proposti da entrambi gli schieramenti.
- 10.00 - NARBOLIA - Scuola primaria Proseguono appuntamenti 3/a edizione del festival
letterario diffuso "Ananti de sa ziminiera" con la presentazione del libro "Troppo mitico!" di
Gianfranco Liori.
- 10.00 - TRAMATZA - Scuola primaria Presentazione del libro "L'albero delle 1.000 dolcezze e i
cavalieri del vento" di Angela Ragusa, nell'ambito della 3/a edizione del festival letterario diffuso
"Ananti de sa ziminiera".
- 10.30 - CAGLIARI - Ist. comprensivo C. Colombo, via del Sole Il giocatore del Cagliari calcio,
Victor Ibarbo incontra gli studenti nell'ambito dell'iniziativa "Lo stadio dei bambini".
- 10.30 - TRAMATZA - Centro congressi, SS 131, km 103 Assemblea regionale dei pastori su
situazione comparto ovi-caprino.
- 15.30 - CAGLIARI - Circoscrizione n. 3, via Montevecchio Incontro promosso dall'Assessorato
delle Politiche sociali del Comune di Cagliari sul tema dei "minori" nell'ambito della
programmazione del Piano locale unitario di servizi alla persona.
- 16.00 - CAGLIARI - Fiera, viale Diaz Inaugurazione edizione 2012 di "Fiori e Spose", rassegna
sui servizi per il matrimonio.
- 17.00 - MONSERRATO - Presidio ospedaliero, Direzione Sanitaria Conferimento Borsa di
Ricerca in ricordo di Daniela Secchi per l'approfondimento delle conoscenze del tumore della
mammella.
- 21.00 - TEMPIO PAUSANIA - Teatro del Carmine Spettacolo di varietà dal titolo "Scossa" messo
in scena dalla Classe '67 e dalla Classe '62 nell'ambito degli eventi collaterali al Carnevale
Tempiese.(ANSA).
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CACIP: VERSO CAMBIO DELLA GUARDIA ALLA GUIDA CONSORZIO
PROVINCIA CAGLIARI CONFERISCE DELEGA A LUCETTA MILANI
CAGLIARI
(ANSA) - CAGLIARI, 1 FEB - Cambio della guardia all'orizzonte alla guida del Cacip: la
Provincia delega per la presidenza del Consorzio Lucetta Milani. Ora sarà l'assemblea dei soci a
doversi pronunciare sul nuovo nome espresso dall'ente intermedio per la carica sinora occupata da
Emanuele Sanna. "Riscontrati gli impedimenti di natura amministrativa - spiega in una nota la
vicepresidente Angela Quaquero - che non consentono la riconferma alla presidenza del Cacip per
più di una volta della stessa persona, la Provincia di Cagliari ha stabilito di ricercare in ambienti
legati alle professioni e all'imprenditoria, con particolare riferimento a quella femminile, una figura
che risponda per esperienza, capacità e spirito di innovazione alle caratteristiche proprie dei principi
di governo che animano questa amministrazione". La nuova delega per la guida del consorzio è nata
dopo la decadenza del presidente della Provincia Graziano Milia: la formalizzazione è avvenuta
questo pomeriggio nel corso dell'assemblea del Cacip. La Provincia nella nota ringrazia Sanna ed
esprime "rammarico per la mancata rinnovazione del suo mandato". (ANSA).
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(RPT CORRETTA) CACIP CAGLIARI: LUCETTA MILANI DELEGATO PROVINCIA
(AGI) - Cagliari, 1 feb. - Lucetta Milani e' il delegato della Provincia di Cagliari nell'assemblea del
Cacip. E' stata nominata oggi. "Riscontrati gli impedimenti di natura amministrativa che non
consentono la riconferma alla presidenza del Cacip per piu' di una volta della stessa persona", ha
spiegato in una nota la vice presidente Angela Quaquero, "la Provincia di Cagliari ha stabilito di
ricercare in ambienti legati alle professioni e all'imprenditoria, con particolare riferimento a quella
femminile, una figura che risponda per esperienza, capacita' e spirito di innovazione alle
caratteristiche proprie dei principi di governo che animano l'amministrazione provinciale. Per
questo motivo, nel ringraziare l'on. Sanna per quanto sino ad ora fatto in rappresentanza della
Provincia e nell'esprimere il rammarico per la non rinnovazione del suo mandato, la Provincia ha
ritenuto di delegare la dottoressa Lucetta Milani". (AGI) Red/Sol
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Nominato Natale Ditel, consulente di Cappellacci. In assemblea entra Lucetta Milani
Al Cacip il commissario della Regione
Il commissariamento del Cacip, sfumato durante la riunione della Giunta regionale di martedì, si è
materializzato ieri sera: a guidare il consorzio, dopo l'usicta di scena di Emanuele Sanna, sarà
l'avvocato Natale Ditel, consulente dell'ufficio di Gabinetto del governatore Ugo Cappellacci.
LA NOMINA Una mossa arrivata quasi in contemporanea alla nomina di Lucetta Milani, nuova
delegata della Provincia nell'assemblea del Cacip. È stata Angela Quaquero, che siede sulla poltrona
più importante di piazza Palazzo dopo la dichiarazione di decadenza di Graziano Milia, a
comunicare la scelta nella riunione con i sindaci dell'area vasta. Nata a Lucca cinquantasei anni fa,
amministratrice del Cres (centro ricerche e studi sull'economia e lo sviluppo), società di consulenze
per società e enti pubblici, prenderà il posto lasciato libero da Emanuele Sanna nell'assemblea del
consorzio industriale. Molti pensavano a una elezione immediata di Lucetta Milani a presidente
dell'ente: passaggio impossibile, almeno ieri, visto che prima la Camera di commercio dovrà
nominare il proprio rappresentante nella stessa assemblea. Così, poche ore dopo il termine della
riunione, è arrivata la nomina di Ditel a commissario dell'ente.
L'INCONTRO La scelta di Angela Quaquero, ricaduta su Milani, non era scontata: nei giorni scorsi
sarebbero arrivare delle rassicurazioni, anche se in maniera informale, sulla conferma di Emanuele
Sanna. Invece ieri sera, nell'incontro convocato dal collegio dei revisori dei conti, il presidente della
Provincia ha ufficializzato la scelta dell'amministratrice del Cres, confermata poi con un
comunicato stampa: «Riscontrati gli impedimenti di natura amministrativa che non consentono la
riconferma alla presidenza del Cacip per più di una volta della stessa persona, la Provincia di
Cagliari ha stabilito di ricercare in ambienti legati alle professioni e all'imprenditoria, con
particolare riferimento a quella femminile, una figura che risponda per esperienza, capacità e spirito
di innovazione alle caratteristiche proprie dei principi di governo che animano l'Amministrazione
Provinciale». Ecco perché Angela Quaquero ringrazia Sanna «per quanto sino ad ora fatto in
rappresentanza della Provincia e nell'esprimere il rammarico per la non rinnovazione del suo
mandato, la Provincia ha ritenuto di delegare la dottoressa Lucetta Milani».
LA SOSPENSIONE Il 10 gennaio scorso l'assessorato all'Industria aveva inviato all'ex presidente
Sanna una lettera nella quale parlava di «inevitabili riflessi» della decadenza di Milia sugli «organi
consortili». Così Sanna aveva chiesto un chiarimento sulla validità della propria delega per la
rappresentanza dell'amministrazione provinciale nell'assemblea del Cacip. Chiarimenti mai arrivati
da piazza Palazzo, almeno in forma ufficiale. Visto il “silenzio”, l'esponente del Pd è stato costretto
a fare un passo indietro e autosospendersi per evitare il commissariamento da parte della Regione,
che però è arrivato lo stesso ieri sera. ( m.r. )
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Pasticcio Cacip, blitz della Giunta
Una donna al posto di Sanna, poi il commissario
CAGLIARI. Al termine di una giornata ricca di colpi di scena, la Giunta Cappellacci ha deciso di
commissariare il potente Consorzio industriale di Cagliari. La decisione è stata presa a tarda notte.
Il commissario è l’avvocato Natale Ditel, che fa parte dello staff del governatore. Per almeno un’ora
c’è stato un ballottaggio con l’ex assessore al Lavoro Franco Manca, il quale, sostenuto da diversi
assessori, veniva dato per favorito.
Dopo la decadenza del presidente della Provincia di Cagliari Graziano Milia (durante la vacanze di
fine anno) e le pressioni ultimative dell’assessore regionale Alessandra Zedda, il presidente del
Cacip, Emanuele Sanna (Pd), delegato da Milia nel cda, si era autosospeso e aveva chiesto alla
Provincia e agli altri soci di chiarire la situazione. La vice presidente Angela Quaquero, subentrata a
Milia, non aveva assunto decisioni formali ma si era pronunciata con una dichiarazione pubblica a
favore della conferma di Emanuele Sanna.
Ieri il colpo di scena all’assemblea dei soci. Anziché fare il nome di Sanna, la Quaquero ha
designato Lucetta Milano, consulente organizzativa e dirigente di Confindustria. Secondo l’ultimo
parere raccolto dalla Provincia (simile a quello della Giunta Cappellacci e dei revisori dei conti del
Cacip), l’esponente del Pd non poteva essere nominato perché ha già due mandati. La Quaquero lo
ha ringraziato per il lavoro svolto e ha dato la notizia della designazione della Milano. L’assemblea
ha rinviato la scelta sul presidente e poco dopo la Giunta ha commissariato: pare perché i termini
per le nomine erano scaduti.
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VIA SANTA MARIA GORETTI. Parlano due associazioni ospitate nell'ex scuola
«Una sede tutta per noi»
La richiesta degli anziani: vorremmo più spazio
Vorrebbero una casa al centro di Pirri, ma andrebbe bene anche la sistemazione attuale. Nell'ex
scuola di via Santa Maria Goretti convivono due associazioni di anziani che qualche mese fa hanno
ricevuto una lettera su carta intesta dell'assessorato comunale ai Politiche sociali con un'intimazione
che non lascia spazio a interpretazioni: la struttura doveva essere sgomberata il prima possibile.
LA STORIA L'ex istituto pirrese, infatti, avrebbe dovuto ospitare una scuola elementare privata, I
Pini, ma dopo alcuni mesi di tira e molla tutto è rimasto sospeso, con le associazioni pirresi che
tuttora occupano l'edificio in maniera non del tutto regolare. Ma la spada di Damocle dello
sgombero è un'incognita minacciosa che andrebbe eliminata il più presto possibile. «Ci è stato detto
che per adesso possiamo rimanere nell'edificio», dice Salvatore Nateri, vicepresidente
dell'associazione culturale pirrese. «Ma è ovvio che ci piacerebbe avere una sede definitiva». Le
associazioni presenti nell'ex scuola, prima di occuparla, hanno risistemato i locali della struttura,
che erano in condizioni disastrose.
LE ATTIVITÀ «Noi qui stiamo bene - prosegue Nateri - le donne fanno attività di sartoria, ricamo e
pittura, gli uomini giocano soprattutto a carte. Comunque, in un modo o nell'altro si passa sempre il
tempo in modo spensierato e allegro. Ogni anno facciamo anche gite in varie zone della Sardegna e
a breve organizzeremo i corsi di informatica».
LA RICHIESTA Nateri fa sapere che più volte gli anziani hanno chiesto di essere trasferiti in altri
locali che attualmente sono abbandonati. Non solo, sono in posizioni più centrali e quindi più
facilmente raggiungibili per coloro che non hanno un auto per spostarsi. «Per esempio ci sarebbe
l'ex biblioteca di Is Bingias, che è in condizioni disastrose e da parecchio tempo ormai risulta
inutilizzata. Sarebbe un posto ideale per ospitare le nostre associazioni».
ARCOBALENO Lucia Cossu è la presidente dell'associazione Arcobaleno, da una vita nella
struttura di via Santa Maria Goretti. «Non vogliamo restare qui per forza, ci farebbe comodo un
altro locale. Senza alternative, però, rimaniamo dove siamo adesso. Noi paghiamo l'affitto ogni
mese, e di sicuro abbiamo bisogno di una sede».
SENZA CASA Emanuele Armeni, consigliere provinciale del Pd, pirrese, parla anche dei tanti
anziani che non sanno dove andare. «La mancanza di spazi ricreativi per gli anziani che frequentano
La Vetreria è diventata insostenibile. Non è più pensabile vederli in inverno sulle panchine perché
non sanno dove riunirsi per socializzare. Questo problema si protrae da fin troppo tempo. È ora
d'intervenire subito». (p. c. c.)
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Castello
A Palazzo Regio esposizione sul Tibet
Fino al 20 febbraio a Palazzo Regio si potrà visitare la 2ª edizione della mostra “Tibet, mistero e
luce”, patrocinata dalla Provincia. L'ingresso è gratuito. In esposizione oggetti tibetani, antichi e
preziosi, che fanno parte della collezione dell'appassionato di cultura tibetana Enrico Dellacà. Si
potrà assistere all'elaborazione di un complesso “Mandala” di sabbie colorate a cura di alcuni lama.
L'opera sarà portata a termine il 19 febbraio e sarà poi distrutta secondo un antico rituale. ( p.l. )
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Crisi sarda, oggi vertice da Monti
Al centro dell'incontro entrate, patto di stabilità e trasporti
Mario Monti ha detto sì. Oggi alle 15 a Palazzo Chigi il presidente del Consiglio dei ministri
incontrerà una delegazione interistituzionale sarda composta dal presidente della Regione, da quella
del Consiglio regionale da due parlamentari e due consiglieri regionali di maggioranza e
opposizione per discutere della “Vertenza Sardegna”. Il sì del premier è arrivato nel primo
pomeriggio di ieri a ventiquattr'ore dal ricevimento del telegramma con il quale Ugo Cappellacci gli
chiedeva per la terza volta un appuntamento. Ma questa volta a supporto della richiesta c'era l'intera
classe politica sarda che, accerchiata da un numero impressionante di emergenze, si è
eccezionalmente compattata proprio per dare forza alla sua protesta.
Il vertice sarà preceduto da una riunione del Governatore con i parlamentari sardi, Claudia
Lombardo ed i capigruppo del Consiglio regionale nel corso del quale saranno anche indicati i nomi
dei delegati.
IL TELEGRAMMA «Assistiamo con preoccupazione ad un progressivo peggioramento della
situazione di crisi che sta colpendo la Sardegna ed il suo tessuto produttivo con inevitabili
ripercussioni sull'ordine pubblico che rende non più procrastinabile un incontro urgente con il
Governo per la tutela della coesione sociale e la salvaguardia dell'unità nazionale», ha scritto
Cappellacci a Monti. «Si impongono risposte immediate per ristabilire la pace sociale e per
affrontare con decisione le principali questioni aperte del confronto Stato - Regione». Il presidente
della Regione ha poi aggiunto che «questi temi sono stati affrontati nel corso di un incontro fra i
parlamentari della Sardegna ed i rappresentati dei gruppi politici del Consiglio regionale».
Probabilmente anche per questo il riscontro di Monti è arrivato subito. Del resto il premier alcuni
giorni fa aveva ricevuto una delegazione siciliana e sarebbe stato difficile giustificare un no a quella
sarda.
LE RICHIESTE A Monti la delegazione sarda chiederà in primis un allargamento dei vincoli del
Patto di stabilità, ma anche il rispetto delle norme stabilite in sede di conferenza paritetica sulla
compartecipazione alle entrate, in virtù delle quali la Regione si è fatta carico dei costi della Sanità,
del trasporto pubblico locale e di quello aereo. Maggiori oneri che sarebbero dovuti essere
compensati dalle maggiori entrate. La Regione ha rispettato gli impegni, lo Stato no.
Fabio Manca
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La Vertenza Sardegna arriva a Palazzo Chigi Cappellacci va da Monti
CAGLIARI. La Vertenza Sardegna entra oggi a Palazzo Chigi. Mario Monti ha convocato Ugo
Cappellacci per le 15. Il presidente della Regione, che cinque giorni fa aveva avvertito che la
tensione sociale sta arrivando ai livelli di guardia, si presenterà con la presidente del Consiglio
regionale Claudia Lombardo e una delegazione di cui farà parte l’opposizione di centrosinistra
secondo quanto concordato due giorni fa con i parlamentari. La convocazione improvvisa e una
gaffe istituzionale di Cappellacci hanno scatenato ieri sera la bagarre politica in Consiglio.
Prima in un comunicato e poi in aula (dove si è precipitato per evitare che lo scontro politico
finisse per far cadere l’unità d’intento faticosamente raggiunta) Cappellacci ha detto che «l’incontro
con il presidente Monti avvia un percorso, che sarà caratterizzato da altri passaggi interlocutori e
tavoli tecnici». Il presidente ha proposto una riunione preparatoria a Roma (questa mattina alle 11 a
Montecitorio) con i parlamentari sardi e con i capigruppo regionali. E lì che si formerà la
delegazione di due esponenti della maggioranza e di due dell’opposizione. Nel dossier da
consegnare a Monti ci saranno i documenti approvati unitariamente dal Consiglio: dalle entrate
fiscali alla continuità territoriale e al caso Equitalia. Venerdì mattina Cappellacci riferirà al
Consiglio regionale.
La notizia da Palazzo Chigi è arrivata ieri pomeriggio mentre in Consiglio era in corso il dibattito
sulla Finanziaria. Alcuni esponenti del Pd hanno fatto riferimento al vertice romano di oggi e
Renato Soru ha criticato «la scarsa preparazione» dell’evento. A quel punto Luciano Uras (Sel) e
Attilio Dedoni (Riformatori) hanno chiesto chiarimenti. E forte tensione si è avvertita nei banchi del
Pdl, dove si pensava a uno «sgarbo» del presidente nei confronti del partito da cui si è autosospeso.
Chiamata a fornire chiarimenti, la presidente Lombardo ha riferito di aver ricevuto solo un fax. A
quel punto la seduta è stata sospesa, Cappellacci si è precipitato in aula per partecipare alla
conferenza dei capigruppo e ha poi dato la notizia ufficiale. Era stato ipotizzato un dibattito, che
però non si è svolto. Per evitare spaccature clamorose alla vigilia dell’incontro con Monti.
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La Spisa
Opere cantierabili, arriva il via libera della Giunta
Ora le opere pubbliche “immediatamente cantierabili” possono finalmente partire: sul sito internet
della Regione www.sardegnaprogrammazione.it è stata pubblicata la graduatoria per gli interventi
richiesti da Comuni e Province (rifacimenti dei centri storici e della viabilità, completamento di
musei e biblioteche, e altro ancora), che si spartiranno i 50 milioni di euro stanziati dalla Finanziaria
regionale 2011. «Un passo importante che segue l'intenso lavoro di questi mesi per dare ossigeno ai
territori dell'Isola con contrastando l'emergenza economica», dice l'assessore alla Programmazione
Giorgio La Spisa: «Dopo l'approvazione del programma da parte del Centro regionale di
Programmazione e della Giunta potranno essere avviati da subito interventi infrastrutturali prioritari
per l'intera Sardegna». E grazie a «un attento lavoro di verifica avviato da Giunta e commissione
Bilancio», conclude l'assessore, la manovra 2012 stanzierà «ulteriori risorse».
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CONSIGLIO. Il bilancio 2012
Finanziaria in aula, l'impegno dei partiti: «Subito il via libera»
Il patto è: fare in fretta. La Finanziaria 2012 approda in aula tardi, rispetto ai termini di legge, ma
punta al record dei tempi d'approvazione. Se i partiti manterranno l'impegno di limitare gli
emendamenti, per dare subito alla Sardegna un bilancio vero, l'esame in Consiglio regionale durerà
poche settimane: ennesimo sintomo della gravità della crisi economica, anche se la tregua tra i due
poli è solo parziale. L'opposizione promette di non fare ostruzionismo sulla manovra, però non
risparmia critiche severe. La maggioranza si difende, ma senza trionfalismi che accentuerebbero i
contrasti.
TAGLI Si lavora su un testo molto diverso da quello varato a novembre dalla Giunta. È l'effetto di
un lavoro serrato, e bipartisan, della commissione Bilancio, con l'assessore alla Programmazione
Giorgio La Spisa. I tagli delle spese inessenziali hanno regalato quasi 150 milioni da destinare
all'occupazione, al sostegno delle imprese e al contrasto delle povertà.
«Interventi condivisi, che abbiamo proposto per senso di responsabilità», nota Franco Sabatini (Pd),
relatore di minoranza: «Ma il giudizio sulla manovra resta negativo, mancano strategie a lungo
termine». Sempre dal Pd, Renato Soru addebita alla Giunta Cappellacci «il fatto di non aver
prodotto niente per scongiurare la perdita di 35mila posti di lavoro in Sardegna». Gianvalerio Sanna
chiede «perché non è stato fatto nei tempi dovuti il bando per le opere immediatamente
cantierabili».
BOTTA E RISPOSTA «Non c'è un'idea di Sardegna», aggiunge Carlo Sechi (Sel). Per Radhouan
Ben Amara (Pdci) «è grave il taglio dei fondi per la cultura». Però il più duro è Roberto Capelli
(Api), che della Giunta salva La Spisa («abbiamo fatto con lui un gran lavoro») ma spara a zero su
Ugo Cappellacci: «Se ne vada, si dimetta. Non ha idee, sa solo gestire congiunture occasionali».
Pietrino Fois (Riformatori), presidente della commissione Bilancio, riconosce «grande senso di
responsabilità a tutti gli schieramenti, che hanno dovuto fronteggiare anche l'ulteriore taglio di 160
milioni da parte del Governo». Allude alle «risorse limitate» anche l'assessore La Spisa, che in una
nota conferma la volontà di «costruire una Regione finanziariamente sana. In una situazione di
emergenza come quella che stiamo fronteggiando, al di là delle legittime posizioni deve prevalere
l'unità di intenti per approvare la manovra nel più breve tempo possibile». (g. m.)
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Consigli comunali, una cura dimagrante
Perdono più seggi i centri maggiori, norme più leggere per far sopravvivere i piccoli
FILIPPO PERETTI
CAGLIARI. Cura dimagrante per i Consigli comunali: in proporzione perderanno più peso i centri
maggiori, con la fine del «privilegio» sinora riservato a quelli capoluogo di Provincia. Mentre per i
più piccoli, a rischio di sopravvivenza con il Decreto Monti, ci sono norme meno restrittive. La
riforma è stata approvata dalla commissione Autonomia del Consiglio regionale.
La legge sulla composizione dei Consigli comunali varata dalla commissione guidata dal sardista
Paolo Maninchedda va ora all’esame del Consiglio delle autonomie (che ne discuterà la settimana
prossima) e sarà poi votata dall’assemblea regionale in via definitiva.
Secondo quanto previsto dallo stesso Decreto Monti, la Regione, che in materia ha competenza
primaria, ha sei mesi di tempi per adeguare la normativa in vigore ai principi generali sul risparmio
nella spesa pubblica.
Questo è il prospetto previsto dalla commissione sulla composizione dei Consigli e delle Giunte
comunali:
32 seggi (e non più 40) e 8 assessori per i Comuni con più di 100 mila abitanti, vale a dire Cagliari
e Sassari;
24 seggi e 6 assessori per i centri con più di 25 mila abitanti (attualmente ne hanno 32);
16 seggi e 4 assessori con oltre 10 mila abitanti;
12 seggi e 3 assessori per i paesi che hanno più di 3 mila abitanti;
10 e 3 assessori per la fascia tra i mille e i 3 mila;
8 seggi e 2 assessori per i centri con meno di mille abitanti.
Il numero degli assessori, secondo quanto previsto dalla legge varata dalla commissione
Sutonomia, «non deve essere superiore a un quarto del numero dei consiglieri comunali
computando a tal fine anche il sindaco».
Ma al di là del «taglio» delle poltrone che assicura un risparmio di denaro pubblico (anche se i
cittadini aspettano che vengano tagliati i seggi ben più costosi del Parlamento e dei Consigli
regionali), la leggina Maninchedda prevede alcune importanti disposizioni nell’esercizio delle
funzioni comunali e in particolare di quelle associate. Rispetto al Decreto Monti, la novità
sostanziale riguarda i Comuni con meno di mille abitanti, che, nel provvedimento nazionale, sono
«obbligati» ad associarsi con altri Comuni per tutte le funzioni. E’ una disposizione che, unita alla
figura del sindaco-borgomastro, cioé senza Giunta, rischia di provocare la fine di queste
amministrazioni locali. La commissione Autonomia ha invece esteso ai piccoli Comuni lo stesso
trattamento che il Decreto Monti prevede per gli altri Comuni: è obbligatorio associare in Unioni di
Comuni le funzioni «fondamentali», che sono disciplinate dalla normativa.
Per garantire ulteriore risparmio nel funzionamento degli enti locali, è infine prevista la possibilità
di una convenzione con la Regione su determinati servizi, in modo da evitare doppioni e sprechi.
Questa sui Comuni è la prima riforma ad essere varata dalla commissione Autonomia dopo che
maggioranza e opposizione hanno concordato un «processo virtuoso» che deve arrivare sino alla
revisione dello Statuto. Lunedì prossimo, la commissione Autonomia passerà a un argomento che
sul piano politico è sicuramente più ostico, quello delle Province, che il Decreto Monti ha
ridimensionato. Dovranno essere decisi numero, funzioni e tipo di elezione.
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Si spara il 5 e 9 febbraio ma solo a colombaccio, cornacchia e ghiandaia
Caccia, sì alla proroga
Ma le doppiette insorgono: si doveva fare di più
L'assessore regionale alla Difesa dell'Ambiente firma il decreto che autorizza il prolungamento
dell'attività venatoria, solo ad alcune specie, alla prima decade di febbraio. Ma il provvedimento
irrita le 48 mila doppiette sarde che si aspettavano di poter cacciare per più giorni e non solo
colombaccio, cornacchia e ghiandaia ma anche tordo.
A spianare la strada al decreto di Giorgio Oppi è stata una delibera del Comitato regionale
faunistico che autorizza l'attività venatoria il 5 e il 9 febbraio. Ma solo al colombaccio (ogni
cacciatore potrà abbatterne massimo cinque a giornata), alla cornacchia grigia (venti capi a
giornata) e ghiandaia (cinque capi al giorno). Il provvedimento recepisce anche alcune prescrizioni
dell'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e regolamenta, per la prima
volta in Sardegna, la caccia alla posta e senza l'uso del cane. Nel decreto, in via di pubblicazione nel
Bollettino Ufficiale della Regione Sardegna, sono state inoltre previste le modalità per
l'annotazione, nel libretto venatorio, dei capi abbattuti.
L'IRA DEI CACCIATORI I cacciatori, che pochi giorni fa avevano commentato con esultanza la
sentenza della Corte costituzionale che aveva ritenuto legittima la legge regionale sulla caccia,
hanno protestato: «Sono sconcertato e amareggiato», ha commentato Ignazio Artizzu, consigliere
regionale di Fli e presidente della Federcaccia della provincia di Cagliari. «Evidentemente Oppi ha
voluto ignorare la sentenza della Consulta che ha restituito alla Sardegna la facoltà di estendere il
periodo di caccia al mese di febbraio in regime di deroga. Ci aspettavamo quanto meno la riapertura
della caccia al tordo che in questi giorni, e fino alla fine del mese, viene praticata in Francia e in
Spagna. L'assessore», aggiunge Artizzu, «avrebbe avuto tutto il tempo a disposizione per riunire il
Comitato scientifico istituito un anno fa con il compito di fornire il proprio parere e poter dare così
immediata esecuzione alla legge sarda. Ma anche restando nell'ambito della normativa europea»,
conclude l'esponente cagliaritano di Federcaccia, «i margini di manovra sarebbero potuti essere ben
più ampi».
ATTACCO DEI PDL Anche il Pdl critica l'assessore: «Il decreto che prolunga la caccia, tradisce
una legge approvata dal Consiglio regionale e le aspettative dei cacciatori che chiedevano, come la
norma prevede, l'apertura della caccia per tutto il mese di febbraio e la possibilità di caccia al
tordo», attacca Sisinnio Piras. «La Sardegna, anche in materia venatoria deve invece allinearsi a ciò
che accade in altre regioni d'Italia e in Europa». Per Edoardo Tocco, da mesi schierato apertamente
con le 48 mila doppiette sarde, «i cacciatori ancora una volta sono stati relegati ad un ruolo
secondario». (f.ma.)
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CONSIGLIO. In Aula la discussione sulla dismissione dei beni militari
Sicurezza, è emergenza
Ordine pubblico: il prefetto convoca Zedda
Lo stupro di via XX Settembre, il pestaggio di un automobilista da parte di un gruppo di
parcheggiatori abusivi senegalesi e la sparatoria di Pirri: tre episodi che hanno convinto il prefetto
Giovanni Balsamo a convocare per domani il comitato provinciale per l'ordine pubblico e la
sicurezza. Un incontro a cui parteciperà anche il sindaco, come ha annunciato lo stesso Massimo
Zedda ieri sera in aula, rispondendo a un'interrogazione urgente di Maurizio Porcelli (Pdl) proprio
sulla questione sicurezza. Il consigliere azzurro ha ricordato che il prossimo 24 febbraio scadranno i
termini per partecipare a un bando europeo che finanzia, tra le altre cose, anche gli impianti di
videosorveglianza. «Sarebbe utile installarle in alcuni punti della città, visti gli ultimi accadimenti.
Ma anche in luoghi di particolare interesse: penso ad esempio al Bastione di Saint Remy».
«BASTIONE CHIUSO» Zedda ha risposto: «Non so se siano sufficienti le telecamere, a risolvere il
problema del Bastione: meglio ragionare con il Consiglio se delegare o meno il controllo e la
sicurezza o addirittura la chiusura degli accessi a chi opera nelle vicinanze». La discussione in Aula
era iniziata con l'interrogazione di Gianni Chessa (Udc) sulla ristrutturazione nelle case popolari di
via Podgora, dove, «si interverrà solo sulle facciate». L'assessore ai Lavori pubblici Luisa Anna
Marras ha però annunciato che gli uffici del Comune stano «verificando dove si può proseguire con
la demolizione e la ricostruzione degli edifici».
BENI MILITARI La discussione sulle dismissioni degli edifici militari in città ha invece occupato
la seconda parte della seduta, terminata con l'approvazione con voti bipartisan di una mozione
proposta da Piergiorgio Meloni (Pd) e un ordine del giorno firmato da Gennaro Fuoco (Fli) e
Alessio Mereu (Riformatori). Come ha ricordato Meloni, l'accordo di programma per la dismissione
non è mai stato rispettato perché «i militari chiedono di trasferire gli uffici ospitati dagli edifici da
dismettere in un nuovo stabile all'interno della caserma Mereu». Costruzione che costerebbe «57
milioni di euro, come ha già stimato il Genio civile», ha ricordato invece Mereu. L'elenco dei beni è
lungo: la caserma Griffa, i magazzini di viale San Vincenzo, la caserma Ederle e tanti altri edifici,
spesso in posizioni strategiche come l'area di Calamosca. Prima della dismissione però bisognerà
trovare i soldi necessari per costruire il nuovo edificio per i militari e rispettare l'accordo di
programma: il Consiglio ha chiesto di costituire un «tavolo tecnico» insieme alla Regione. ( m.r. )
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Alcoa, corteo di auto contro lo stop
Manifestazione dei lavoratori: blocchi in via Roma e davanti alla Rai
STEFANO AMBU
CAGLIARI. Un corteo di auto in via Roma e clacson a non finire contro l’annunciato funerale
dell’Alcoa. Gli operai sono partiti di mattina da Portovesme e per due volte, a Siliqua e al bivio
dell’aeroporto, hanno bloccato la 130. Poi l’ingresso in città con un altro plateale stop sul lato porto.
Un centinaio di auto che fermano Cagliari. Per non fare bloccare le macchine a Portovesme.Tappa
finale alla Rai: ancora vetture sistemate nelle due carreggiate di viale Bonaria e irruzione
all’ingresso della sede. Cinquanta giorni per non tornarsene a casa a non fare niente, mille buste
paga a rischio solo per parlare dei dipendenti e trascurando tutto ciò che ruota intorno al mondo
dell’alluminio dell’Alcoa: numeri della disperazione. E assoluto bisogno di fare rumore. «Dovete
fare sapere a tutta l’Italia - hanno detto gli operai - quanto siamo arrabbiati». Un blitz improvviso. E
stessa strategia delle manifestazioni dei movimenti della scorsa settimana: disagi e rallentamenti,
con blocchi che non durano più di tanto e comunque non provocano la paralisi totale della città. In
tutti i modiuna prova di forza come dire: se non ci ascoltate, guardate cosa possiamo organizzare in
quattro e quattr’otto. Più o meno come era capitato in occasione dell’assedio al T Hotel per ritardare
l’inizio della gara di due domenica fa. All’orizzonte una nuova riunione a Roma in programma
lunedì per capire quale sarà il futuro dello stabilimento. Ma le speranze sono poche e Il primo
obiettivo è quello di non fermare le macchine. «Affonda la Concordia - ha detto con rabbia davanti
alla Rai Massimiliano Basciu, rappresentante sindacale della Cisl e affonda anche il Sulcis. Il conto
alla rovescia è cominciato, abbiamo soltanto cinquanta giorni di tempo: l’importante è che non si
fermi lo stabilimento perchè poi ci vogliono due anni per rimetterlo in moto. E l’eventuale
acquirente, con questi tempi lunghi, potrebbe essere scoraggiato». Loro, gli operai, continuano a
lavorare. E quando non sono a Portovesme pensano e decidono come farsi sentire. La scelta, ieri
mattina, è stata quasi obbligata: necessità di muoversi perchè il tempo scorre senza che nessuno
fermi il countdown partito con l’annuncio dell’addio alla Sardegna dei vertici Alcoa. E allora tutti in
auto con caschi, trombette e bandiere. Un chiassoso corteo che ha simbolicamente, con la corsa
nella 130 ad appena ventiquattro ore dalla marcia dei sindaci che poi hanno consegnato il tricolore
al prefetto di Cagliari Giovanni Balsamo, attraversato il Sulcis, la terra della disperazione. Per
arrivare a Cagliari, centro del potere politico e dei mezzi di comunicazione. In città le tappe non
sono state scelte a caso: la prima, di fronte al Consiglio regionale, è durata oltre mezz’ora: il corteo
dei manifestanti arrivava sino a piazza Matteotti. Un’invasione subito “scortata” dalle forze
dell’ordine. Perchè, chiaramente, non poteva essere finita lì: le auto hanno puntato presto in
direzione Rai. E in viale Bonaria per il blocco è bastato un attimo: due vetture sulla destra, altre due
sulla sinistra:tutto chiuso e agenti che dirottavano il traffico proveniente da viale Diaz verso via
Roma. Lì è iniziato il vero proprio show: tute blu in strada e poi dentro la sede della Rai a fare ressa
e chiasso. Fuori un concerto di cori da stadio. Uno su tutti: “non molleremo mai”. Alle percussioni
un altro gruppo di dipendenti: a tenere su il ritmo ci pensavano i caschi sbattuti contro le inferriate
della sede della tv di Stato. Caos, urla e slogan. Nessun momento di tensione. Solo una forte e
disperata richiesta di visibilità a livello nazionale. I rappresentanti degli operai lo hanno spiegato al
giornalista della Rai e segretario regionale dell’Assostampa Francesco Birocchi. Un messaggio che
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in qualche modo deve essere recapitato al Governo, hanno fatto capire i dipendenti Alcoa. «Ci
sembra che non abbia colto- ha detto Daniela Piras, Uilm- la gravità della situazione, stanno
facendo passare i giorni senza tavoli risolutivi. Due anni fa era stata messa una pezza a uno strappo.
Ora è necessario trovare una soluzione». Le manifestazioni non si fermano. Saranno sempre a
sorpresa, questa sembra la tattica, e sempre più forti con l’avvicinarsi del giorno dell’addio. Due
mesi molto caldi. Ritorneremo, hanno promesso gli operai.
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SELARGIUS. Il 12 la città va al voto
Primarie per quattro: il centrosinistra sceglie l'anti Cappai
Il centrodestra pronto a sostenere il sindaco uscente, nel centrosinistra entra nel vivo la sfida per le
primarie. La data delle elezioni amministrative deve essere ancora stabilita dalla Regione, ma la
corsa per il palazzo di piazza Cellarium è bella che iniziata.
Per l'attuale maggioranza di centrodestra sembra ormai che ci siano pochi dubbi su una
ricandidatura di Gianfranco Cappai (Udc), primo cittadino dal 2007. L'altra sera si sono incontranti
i rappresentanti locali della coalizione e da parte di quasi tutti è emersa la volontà di continuare
l'esperienza dell'attuale amministrazione.
L'unica forza politica che ora è in maggioranza, ma che potrebbe tirare dritto per la propria strada è
Futuro e libertà, rappresentata in Giunta dall'assessore alla Pubblica istruzione e Cultura Andrea
Delpin e in Consiglio comunale da Dario Delpin e Sandro Porqueddu. La presa di distanze era stata
preannunciata dal segretario regionale Ignazio Artizzu e gli esponenti locali stanno seguendo la
stessa linea.
Futuro e libertà potrebbe dar vita a un terzo schieramento, come già avvenuto l'anno scorso a
Cagliari. Deve ancora scoprire le proprie carte anche il Partito sardo d'azione: alle elezioni di cinque
anni fa sosteneva Cappai, ma non era riuscito a piazzare un proprio rappresentante e ora i rapporti si
sarebbero raffreddati.
Una prima schiarita nel quadro politico selargino sarà data il 12 febbraio, quando si terranno le
elezioni primarie del centrosinistra per la scelta del proprio candidato sindaco. Il maggiore partito si
presente con tre esponenti in lizza: la consigliera provinciale e comunale Rita Corda, il consigliere
comunale Ivan Caddeo e il segretario cittadino Francesco Lilliu.
Non saranno da soli: c'è già la candidatura di Andrea Melis, esponente di Sinistra ecologia e libertà
che è sostenuto da altre forze della sinistra e dell'area autonomista. Oggi alle 10.30 presenterà
ufficialmente il suo programma nella sede elettorale di via Gramsci 2, la stessa utilizzata dall'ex
sindaco Mario Sau quando nel 2002 vinse le elezioni con una coalizione di centrosinistra.
Per le primarie saranno allestiti diversi seggi per coprire sia il centro sia i rioni satellite. L'obiettivo
è portare più persone a votare. Potranno farlo tutti i cittadini e non solo chi ha in tasca una tessera di
partito.
Giovanni Manca di Nissa
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Ultime manovre in vista delle elezioni amministrative di maggio
A Castiadas sfida tra ex amici: si affrontano Sollai e Murgioni
Nelle ultime legislature si sono presentati assieme nella stessa lista, vincendo puntualmente le
elezioni. Quintino Sollai, sindaco uscente, ed Eugenio Murgioni, ex sindaco e da due legislature
consigliere regionale, a maggio saranno quasi certamente i due sfidanti alla carica di sindaco di
Castiadas per il prossimo quinquennio. Due anni fa la rottura con la minoranza passata in
maggioranza ad appoggiare Sollai e con cinque esponenti della maggioranza (fra i quali Murgioni) a
passare all'opposizione. Un autentico ribaltone. A poco più di tre mesi dal voto (si dovrebbe andare
alle urne a maggio), si ipotizza la sfida fra i due gruppi con Sollai e Murgioni che dovrebbero
contendersi la prima carica al Comune.
SOLLAI Probabile la presentazione di due liste civiche. Con Sollai dovrebbero esserci gli assessori
uscenti Federico Bosco, Mauro Vargiolu, Gigi Molinari (attualmente in Giunta come tecnico).
Dovrebbe entrare nella lista anche il gruppo di centro sinistra che da due anni appoggia la Giunta
Sollai: potrebbero quindi esserci Piero Sanna (ex sindaco), Marco Avignone, Luigi Cappai e Giorgio
Melis. «Potrebbe essere - dice Sanna - di sicuro il nostro ingresso in questa lista sarebbe legato ad
un accordo programmatico fatto su cose concrete».
MURGIONI Notizie filtrano anche dalla lista che sarà capeggiata da Eugenio Murgioni. Con lui ci
saranno sicuramente Aurelio Atzori, Stefano Codonesu, Carmelo Isidoro Magro e Anna Bernardo.
Sino al 2010, Murgioni è stato vice sindaco e assessore. In Giunta era presente anche Bernardo.
Sicura la candidatura in questo schieramento dell'imprenditore turistico Giuseppe Onano, direttore
sportivo del Castiadas calcio. Si fanno anche i nomi di Gabriele Contu e Sandro Marci. L'attesa è
grande. In gioco, il futuro immediato di Castiadas che punta tutto sul turismo ma anche
sull'artigianato e sull'agricoltura. Un paese in crescita con 1500 abitanti diviso in tante borgate e con
Municipio a Olia Speciosa che ospita anche le scuole e la chiesa parrocchiale. Castiadas è autonomo
dal 1986. Il primo sindaco è stato Piero Sanna che ha governato sino al 1992. Poi tre legislature con
Murgioni e l'ultima con Sollai dopo un interregno con un commissario.
Raffaele Serreli
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rassegna stampa 2 febbraio