N° 5
Febbraio 2013
Anno XXX
N° 266
N O T I Z I AR I O
M.A.S.C.I.
M.A.S.C.I. Prato
Un curioso cartello vicino al Rifugio Gualdo.
Indica un sentiero adatto a molti di noi.
Informazioni, programmi, attività, a cura del Movimento Adulti Scouts
Cattolici Pratesi - Piazza Mercatale 149, Prato - Stampato in proprio
www.masciprato.com
Camminare insieme
Calendario del mese di Febbraio 2013
5° appuntamento
Sabato 2, ore 20
La comunità è invitata a casa di Gustavo Pecchioli, che compie.... 25 anni (?!) per una “pizzata”. Avvertire della presenza
Fausta Martini tel. 0574 984101 cell. 39 6138738 - entro mercoledì 30 gennaio. Fausta fornirà anche l’indirizzo di Gustavo
e Vittoria a chi non lo conoscesse.
Domenica 10 febbraio 2013
Lunedì 4, ore 18,00 - Riunione di Consiglio in sede.
Lunedì, martedì, mercoledì 4, 5 e 6
Don Marco parteciperà al 1° Convegno Assistenti Ecc lesiastici
congiunto AGESCI, FSE e MASCI nella Cittadella di Assisi.
Dalla chiesa di S. Rufignano a Sommaia
al Rifugio Gualdo sulle pendici del Monte Morello
Ritrovo ore 8.15 nel piazzale della Sacra Famiglia (P.te Petrino)
♦ Ci sposteremo in auto fino alla chiesa di S. Rufignano a Sommaia.
(mt 160 slm.)
♦ La chiesa di San Rufignano si trova si trova a Sommaia, nel co-
Mercoledì 6, ore 21,15
Riunione di Comunità in sede. Introduzione al grande tema del
“Rispetto della Persona”, che ci terrà impegnati per diversi incontri.
Sabato 9
♦ ore 16,45 - Vespri in sede
♦ ore 17,30 - S. Messa in San Bartolomeo.
Domenica 10
“Camminare insieme”, 5° appuntamento. Vedi a pag. 2 .
Sabato 16, ore 10,00
Riunione di Segretariato Regionale a Prato nella nostra sede.
La Cambusa di comunità è chiamata a un nuovo impegno perché, come è ormai tradizione in regione, la Comunità ospitante
offre il pranzo.
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Mercoledì 20, ore 21,00 precise
Riunione di catechesi con Don Marco.
Sabato 23, ore 17,30
In sede, Serata Cinema. Sarà proiettato il film “Shine”, premio Oscar 1997. (Vedi note a pag. 5). Seguirà discussione.
Ore 20: chi lo desidera può fermarsi per “mangiare qualcosa
insieme”. Prenotare telefonando a Fausta Martini (vedi sopra)
entro mercoledì 20 febbraio. Sarà richiesto un contributo di
10 euro.
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mune di Calenzano. Documentata dal 1020, dal XIV secolo fu patronato dei Da Sommaia, che nella seconda metà del Quattrocento
curarono radicali restauri alla costruzione, durante i quali furono rinvenuti i resti del santo vescovo Rufignano, da allora particolarmente
venerati in un prezioso reliquiario.
Estinti i Da Sommaia, la chiesa appartenne ai Serzelli e agli Strozzi. La stradella forestale per raggiungere il rifugio Gualdo dalla chiesa di Sommaia è “a toma!”, adatta quindi a fare una bella passeggiata anche nella stagione invernale. (… Febbraio, come dice il proverbio, è corto e cattiuccio....!).
Si cammina in salita fino alla Fonte al cilegio (mt 510 slm., culmine
della gita), ma la pendenza è sempre dolce tanto che s'incontrano
numerosi sportivi in bicicletta. Il fondo è sassoso, ma ben assestato (raccomando tuttavia
scarpe alte, con una bella suola!)
Dalla Fonte cambia la pendenza e la strada
diventa in lieve discesa: infatti il Rifugio
Gualdo si trova a 420 mt. slm. (sembra sia il
più basso rifugio d'Italia).
Un buon camminatore impiega circa due ore
a fare tutto il percorso, ma noi ci prendiamo
tutta la mattina. Partiamo alle ore 9 da Sommaia e contiamo di arrivare per mezzogiorno e mezzo al Rifugio.
Pranzo al Rifugio Gualdo alle 13.00.
Costo del pranzo euro 19. Chi si ferma al rifugio per il pranzo deve
telefonare a Fausta Martini, entro mercoledì 6 febbraio 2013, ai
numeri già forniti a pag. 1.
Egisto
1
2
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Il rispetto della persona umana
sesso, della stirpe, del colore, della condizione sociale, della lingua o
della religione, deve essere superato ed eliminato, come contrario al
disegno di Dio ».
(Cft: Catechismo della Chiesa Cattolica)
Spunti di riflessione per le nostre
riunioni comunitarie
1929. La giustizia sociale non si può ottenere se non nel rispetto della dignità trascendente dell'uomo. La persona rappresenta il fine ultimo della società, la quale è ad essa ordinata: «La difesa e la promozione della dignità della persona umana ci sono state affidate dal Creatore; di essa sono rigorosamente
e responsabilmente debitori gli uomini e le donne
in ogni congiuntura della storia ».
1930. Il rispetto della persona umana implica il
rispetto dei diritti che scaturiscono dalla sua dignità di creatura. Questi diritti sono anteriori alla
società e ad essa si impongono. Essi sono il fondamento della legittimità morale di ogni autorità: una società che li
irrida o rifiuti di riconoscerli nella propria legislazione positiva, mina la
propria legittimità morale. Se manca tale rispetto, un'autorità non
può che appoggiarsi sulla forza o sulla violenza per ottenere l'obbedienza dei propri sudditi. È compito della Chiesa richiamare alla memoria degli uomini di buona volontà questi diritti e distinguerli dalle
rivendicazioni abusive o false.
1931. Il rispetto della persona umana non può assolutamente prescindere dal rispetto di questo principio: «I singoli devono considerare il prossimo, nessuno eccettuato, come un altro se stesso, tenendo
conto della sua vita e dei mezzi necessari per viverla degnamente».
Nessuna legislazione sarebbe in grado, da se stessa, di dissipare i timori, i pregiudizi, le tendenze all'orgoglio e all'egoismo, che ostacolano l'instaurarsi di società veramente fraterne. Simili comportamenti si
superano solo con la carità, la quale vede in ogni uomo un « prossimo
», un fratello.
1932. Il dovere di farsi il prossimo degli altri e di servirli attivamente
diventa ancora più urgente quando costoro sono particolarmente bisognosi, sotto qualsiasi aspetto. «Ogni volta che avete fatto queste
cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a
me» (Mt 25,40).
1935. L'uguaglianza tra gli uomini poggia essenzialmente sulla loro
dignità personale e sui diritti che ne derivano: «Ogni genere di discriminazione nei diritti fondamentali della persona [...] in ragione del
3
Salmo n. 8:
Se guardo il cielo, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissate,
che cosa è l'uomo perché Te ne ricordi
il figlio dell'uomo perché Te ne curi?
Eppure lo hai fatto poco meno degli angeli,
di gloria e di onore lo hai coronato,
gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi,.......
Nella rilettura antropologica del salmo suggerita dal Card. Carlo
Maria Martini, bisogna inserire la domanda: Chi sono io? … io sono nulla di fronte a Te Signore, eppure ti ricordi di me! Guai a noi se ci sviliamo, se ci banalizziamo: ciascuno di noi è grande fatto poco meno degli
angeli ... poco meno di un Dio… coronato di gloria e di onore: questo
sono io.
Ma ciò che sono io è ogni uomo: “degno di gloria e di onore!” Allora, ecco la conseguenza di questa rilettura antropologica: Onore all'uomo.
• So onorare veramente ogni uomo?
• So rendere onore a coloro che Dio mi ha messo vicino?
• So rendere onore ad ogni uomo, rispettando l'anima del prossimo,
rispettandone il corpo?
• Faccio quindi del prossimo, di colui che mi sta vicino,della persona
che conosco o che amo, qualcuno che onoro, oppure faccio dell'anima, della vita del corpo di chi mi sta vicino un oggetto di cupidigia,
di avidità, di bramosia, di egoismo, di sensualità?
Il non dare onore all'uomo onorato da Dio è assumere l'atteggiamento possessivo, che carpisce o ghermisce qualcosa per sé, per il
proprio tornaconto, per la propria sensualità, per la propria pigrizia,
per proprio egoismo.
Da queste considerazioni introduttive emergono le tematiche per le nostre riunioni:
• Rispetto della dignità della persona in famiglia. Considerazioni
generali: L'umiltà ed il rispetto in famiglia sono le radici segrete
dell'amore. Il ritorno di Caino: ”La violenza in famiglia” (psicologica, fisica e sessuale) nel rapporto di coppia, nei confronti dei bambini e dei vecchi.
• Rispetto
della dignità personale nella società. La violenza contro
le donne soprattutto riduzione in schiavitù per sfruttamento sessuale
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o di lavoro, ma anche degli uomini sfruttamento e riduzione in schiavitù per lavoro, violenza e non riconoscimento della dignità personale dei
diversi gay e lesbiche. Che differenza c'è fra rispetto della dignità personale dei gay e delle lesbiche e orgoglio gay? Violenza contro i minori
nella società (pedofilia, turismo sessuale, lavoro minorile)Rispetto degli
anziani in una società a crescita zero! Ma soprattutto cerchiamo di
mettere a fuoco i casi meno eclatanti di mancanza di rispetto per la
persona (donne, bambini e vecchi) che quotidianamente osserviamo
intorno a noi.
Un po’ di galateo non guasta
(di Padre Tommaso Pierfrancesco Carlesi)
• Rispetto
della Fede degli altri (dialogo interreligioso in particolare
con gli islamici)
⇒ Conosciamo i “cinque pilastri” della religione Islamica?
⇒ Diffusione dei luoghi di culto islamici e gestione delle conflittualità: La
moschea di via Urbino a Torino come caso di studio.
⇒ Come si pronunciò il Concilio Vaticano II a proposito del rapporto
della religione cristiana con le altre religioni abramitiche? (Cfr. documento “Nostra Aetate”).
⇒ Conclusioni di Padre Federico Lombardi al Convegno sul Dialogo interreligioso.
a cura di Egisto
.La confessione….
La vista del confessionale ti potrebbe far
venire in mente la strana idea di dare una lucidatina alla tua anima dato che, forse, è già un bel po’
di tempo che non ti confessi.
In questo caso però cerca di capire che “confessarsi” non è giocare a rimpiattino col prete…. Perciò, digli tutto ! Se poi ti accorgi che
il prete non ha capito, cerca di spiegarti meglio e soprattutto non cercare giustificazioni peregrine che non stanno in piedi neppure con i
puntelli. Evita anche di far lunghi discorsi menando il can per l’aia e
confessati con semplicità, con sincerità e con umiltà.
Accetta i buoni consigli che il prete ti dà e anche i piccoli rimproveri che certamente hai meritato e, infine, cerca di confessarti un
po’ più spesso.
Una cosa ti può confortare: il prete non si meraviglia mai dei
tuoi peccati… sia perché l’onesto elenco dei tuoi gli fa pensare ai
suoi…… sia perché ormai è abituato a sentirne di peggio…. Perciò
stai tranquillo !
a cura di Fausta
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• Razzismo
In Comunità possiamo affermare con forza che in noi non vi sono atteggiamenti razzistici, e possiamo essere testimoni credibili in questo
campo?
ALCUNE NOTE SUL FILM “SHINE”,
PREMIO OSCAR 1997,
che verrà proiettato il 23 febbraio
Il giovane David Helfgott inizia lo studio del pianoforte in maniera ossessiva per colpa del padre che
lo vuole musicista di successo.
Finisce internato in una clinica psichiatrica. Ne
uscirà, ritrovando la sua arte, grazie all'amore dell'astrologa Gillian.
Nel film, il regista Scott Hicks affronta il delicato tema del rispetto della persona in famiglia (un contrasto fra padre e figlio nato
da troppo amore). Preparate i fazzoletti! ma non per spargervi lacrime comuni: 'Shine' è un film non banalmente commovente.
Ha un incipit di tragedia intima e poi un grande momento musicale, di quelli che lasciano libera la fantasia di vagare nei misteri delle note e della psiche.
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Tratte a caso dal Galateo di Giovanni della Casa (1558)
Gomito - E, quando favella non dee punzecchiare altrui col gomito, come molti soglion fare ad ogni parola, dicendo: Non dissi io vero? Eh voi?
Eh messer tale? - e tuttavia vi frugano col gomito.
Guadagno – Un solenne uomo greco gran versificatore soleva dire che
chi sa carezzar le persone, con piccolo capitale fa grosso guadagno.
Interruzioni – Ed alcuni altri tanta ingordigia hanno di favellare che non lasciano dire altrui; e, come noi veggiamo
talvolta su per l’aie de’ contadini l’uno pollo torre la spica
di becco all’altro, così cavano costoro i ragionamenti di
bocca a colui che gli cominciò e dicono essi. (…). Il rompere altrui le parole in bocca è noioso costume, e spiace
non altrimenti che quando l’uomo è mosso a correre e altri
lo ritiene.
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A che gioco giochiamo?
Prendo spunto da Marino (nostro Segretario regionale), che è
abbastanza arrabbiato per la situazione di sperpero e di malcostume della nostra società, in larga parte causato dai partiti. Rifiutando il rigetto causato da ciò, Marino considera comunque necessario
dare il nostro contributo con il voto nella prossima tornata elettorale valutando secondo coscienza e secondo i nostri principi.
Anche a me viene tuttavia da incollerirmi o almeno alterarmi
e infine chiedermi se i nostri governanti/amministratori - tecnici o
professionisti fa lo stesso - abbiano tutte le rotelle al loro posto
perché mi sembra siano state fatte delle scelte incongrue relativamente a quanto regolamentato sul gioco d’azzardo, le sale da gioco
e le slot machine.
Ad un primo esame - o impatto, visto che non sono addetta/
adatta a disquisire di legislazione - noto sulla stampa varie prese di
posizione di amministratori che - non ultimo per i tempi che corrono - biasimano l’apertura di nuove sale da gioco per tutto quello
che ne consegue nell’ambito familiare sia dal punto di vista educativo che economico. In secondo luogo leggo l’ordinanza del Tar di
Milano
con la quale i giudici annullano, previa sospensione
dell’efficacia, il regolamento comunale per l’installazione di apparecchi e congegni automatici, semiautomatici
ed elettronici da intrattenimento e svago. Il
suddetto Regolamento, impugnato da una società che opera nel comparto del gioco
(secondo me è preferibile leggere “da una
lobby del settore o da amministratori compiacenti”) prevede limiti all’apertura di nuove sale
giochi.
I giudici del Tar si pronunciano in favore
della società ricorrente, specificando quanto segue: “Quantunque in
tema di regolamentazione dell’attività delle sale da gioco, la giurisprudenza costituzionale abbia valorizzato la possibile, concorrente tutela dei “soggetti ritenuti maggiormente vulnerabili, o per la
giovane età o perché bisognosi di cure di tipo sanitario o socio assistenziale” e ciò per “prevenire forme di gioco cosiddetto compulsivo” appare dubbia la sussistenza della competenza delle Amministrazioni comunali ad adottare appositi regolamenti recanti previsioni di carattere limitativo all’insediamento delle viste attività, in
difetto di una puntuale base normativa.”
Tralasciando il linguaggio formale, il messaggio appare chiaro: via libera all’installazione di nuove sale da gioco perché i comuni non possono limitarne l’apertura in quanto manca “una norma di
rango primario” che lo consenta espressamente.
7
Nel sito “vita.it”, che conduce una massiccia campagna contro le
slot machine e di cui ho sottoscritto la petizione, si legge: Lo scorso 3
dicembre siamo entrati nell'era del gioco on-line. Un'era senza freni,
né remore: lotterie istantanee e slot machine saranno da oggi disponibili, non solo nei bar e nelle sale gioco, ma anche in forma di app (*)
su telefonini, tablet (**) e telefoni.
Eppure la mobilitazione dei cittadini e dei sindaci si allarga a
macchia d'olio chiedendo regole che mettano fine all'impoverimento
delle famiglie e dei territori evitando il dilagare delle ludopatie che ormai già interessano un numero illimitato di italiani.
Per rendermene meglio conto, leggo così da chi ne sa più di me:
La ludopatia, o gioco d’azzardo patologico (Gap) è una vera e propria
patologia, una dipendenza che, stando ai dati forniti dall’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), coinvolge il 3% della popolazione
adulta, ovvero un milione e mezzo di italiani.
Eh già, la ludopatia! Che bella parola! E’ un termine di fresco uso
(50 anni fa probabilmente era ancora sconosciuto ai più) e viene ora
applicato al fine di porre rimedio a quel tipo di male. Infatti, come tutti ora sanno, la ludopatia è proprio di recente entrata (ad hoc!) tra le
patologie previste dal nostro sistema sanitario e pertanto trattata a
livello di una polmonite o di una frattura malleolare. Così, prima si incentiva il gioco e il rischio della conseguente malattia, poi - quasi a
discolpa - si cerca di ripararne i danni; e tutto questo a norma di legge!!!
Quindi, alla stregua di darti con calma una vigorosa
martellata sul ginocchio (destro o sinistro non importa),
ché tanto in sala gessi te lo confezionano con amore in un
candido involucro, oppure alla stregua di sorseggiare in relax un litro di varichina, ché poi la consumazione della
“bevanda” gastrica è gratis, il colmo del genio italico si ha rivoltando il
vecchio detto, per cui: trovato l’inganno, si fa la legge, e allora (e termino questa stucchevole tiritera), gioca pure d’azzardo o alle slot machine in modo compulsivo, magari da ammalartene e da finire spiantato, tanto poi la tua ludopatia verrà curata - ovviamente a spese di
noi, contribuenti solidali - dal nostro ineffabile S.S.N.
Anna
(*) Sta per “application” (applicazione), programmi o giochi scaricabili dalla
rete, molti anche a pagamento e servono a prosciugare il credito dai cellulari dei nostri nipoti. Anche questo termine, di origine latina, è arrivato con
i Romani in terra anglofona insieme a migliaia di altri. Tramite il marketing
(guarda caso anche questo termine di origine latina), di cui gli inglesi sono i
divulgatori antesignani, gli stessi anglosassoni, dopo una rapida spolverata
ce li propinano come fossero loro e come fossero nuovi di zecca, e noi, da
sempre esterofili, siamo deliziati di usarli perché è “in” (cioè , “di moda”) e
poi fanno tanto “fino”.
(**) Per “tablet” (tavoletta, dal latino “tabula”), idem come sopra.
Ma tutto questo è un altro discorso.
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L’amore bambino
Quando diventa adulto comincia ad intravedere la vecchiaia e
non sa come affrontarla. Dovrebbe essere un bambino e mantenere lo
stupore e il candore, godere delle coccole e delle carezze, ridere degli scherzi e delle facce buffe, trovare sempre nuovi nomignoli. Non
dovrebbe mai smettere di parlare quella lingua fatta
di parole evocative, di versi, di suoni, di strane assonanze.
L’amore deve aspettare i pacchi dei doni e non
desiderare di aprirli per non smettere di immaginare il
contenuto, giocare con i nastri e le coccarde prima
ancora che con il nuovo giocattolo. Non deve conoscere il senso del tempo. Quando impara cosa vuol
dire “dopo”, ha già perso il “prima” e non riesce più
ad essere felice del momento presente. L’amore deve
correre, saltare, nascondersi ed inseguire. Quando
rimane seduto ad aspettare è ormai un vecchio stanco, divenuto scorbutico e scostante, che teorizza dell’”io” e di tutto ciò
che avrebbe potuto essere.
Da vecchio avrà capito cosa significa essere in ritardo, dire una
parola di troppo, trovare compagni non disposti a fare lo stesso gioco.
Avrà capito il significato delle parole “potere”, “ricchezza”, “povertà”,
“lavoro”, “dovere”, “regola”, “colpa”, “peccato”, “punizione”. Quelle
parole serviranno solo a comporre il significato della parola “morte”.
L’amore deve rimanere un bambino per dialogare con gli altri
bambini, compagni, figli, fratelli, genitori. Deve vedere i vecchi come
bambini più saggi e immaginare che il mondo sia fatto di cose più piccole. Un amore, proprio come insegnano ai bambini, non rimane mai
da solo.
Quando si sentirà abbandonato, quell’amore smetterà di essere
dolce, romantico, istintivo, scanzonato e potrà solo scegliere tra diventare vecchio o finire.
Quell’amore, se rimarrà un bambino, non saprà fare nulla, se non
amare.
Si ricorda che il libretto della catechesi di quest’anno
“CRISTIANI POVERI IN UNA CHIESA POVERA”,
a cura di don Marco,
è riportato anche nel nostro sito
“www.masciprato.com”
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