INDEBITAMENTO DEI PVS COME QUANDO PERCHE’ Laura Mannocchi, a.a. 1999-2000 21/12/1999 ARGOMENTI DELLA TRATTAZIONE ž• ANALISI STORICA : dal decollo dei Paesi sviluppati agli ostacoli che si oppongono all’evoluzione dei Paesi del Terzo mondo ž• INDEBITAMENTO DEI PVS : i fattori alle origini del problema, i rischi che ne derivano e i principali protagonisti ž• PER RIDURRE IL DEBITO: OPZIONI DI POLITICA ECONOMICA : le principali iniziative, i risultati che hanno o non hanno raggiunto, la situazione dei PVS negli anni ‘90 21/12/1999 ANALISI STORICA • XVIII SECOLO: 75-80% POPOLAZIONE PAESI SVILUPPATI OCCUPATA IN AGRICOLTURA, CON BASSA PRODUTTIVITA’ • IL PROGRESSO DELLE TECNICHE AGRICOLE COMPORTA AUMENTO PRODUTTIVITA’ • SENZA SVILUPPO DELL’AGRICOLTURA, SAREBBE STATO IMPOSSIBILE LO SVILUPPO INDUSTRIALE PERCHE’ NON AVREBBE PERMESSO L’UTILIZZO DELLA POPOLAZIONE IN ALTRE ATTIVITA’ • RIVOLUZIONE INDUSTRIALE COMINCIA NEL 1760 • AUMENTO PRODUTTIVITA’ AGRICOLA CAUSA PRINCIPALE DELLO SVILUPPO INDUSTRIALE MA FATTORE LIMITATIVO DI TALE PROGRESSO NEI PVS 21/12/1999 RIVOLUZIONE AGRICOLA E RIVOLUZIONE INDUSTRIALE • • • • • • Sostituzione del maggese con un sistema di rotazione continua delle colture (foraggio) Introduzione o estensione di nuove colture miglioramento attrezzature tradizionali e introduzione nuove selezione sementi e animali da riproduzione estensione uso cavalli nei lavori agricoli dal 1700 al 1800 produzione agricola aumenta in media del 75% in Europa 21/12/1999 • • • • • Enorme disponibilità di risorse aumenta consumo pro-capite nascita processo di meccanizzazione industria TESSILE incremento domanda di ferro per rivoluzione agricola, pressione su industria SIDERURGICA ricerca di concimi spinge allo sviluppo industria CHIMICA caratteristiche settori industriali a livello REGIONALE e a diffusione INTERNAZIONALE PERCHE’ IL TERZO MONDO NON HA IMITATO L’EUROPA DEL XIX SECOLO • Scarto tra i livelli di sviluppo delle diverse parti del mondo • Mezzi di comunicazione disponibili • Condizioni climatiche (PVS in zone tropicali o intertropicali mentre rivoluzione agricola si diffonde in zone temperate) • la rivoluzione agricola aveva apportato miglioramenti alle colture tipiche di zone temperate • densità della popolazione come fattore limitativo dell’espansione delle tecniche • Fattori storici : AMERICA, AFRICA, ASIA 21/12/1999 EVOLUZIONE NEL 1900 NEL TERZO MONDO E OSTACOLI AL DECOLLO ECONOMICO • • • • • • • • • Elevata crescita della popolazione, attiva quasi solo in agricoltura; scarsa industria manifatturiera e ipertrofia del terziario Agricoltura: espansione colture di esportazione; crescita produzione agricola alimentare più bassa dell’incremento della popolazione Industria: incremento di quella estrattiva per esportazione verso i PI; miniere in mano a capitali stranieri; attrezzature importate dall’estero PVS importano più di quello che esportano; esportazioni solo di materie prime Ostacolo demografico Ostacolo tecnico (enorme dislivello) Riduzione costi di trasporto (sfruttamento risorse senza goderne benefici) Elevato costo investimenti industriali; ipertrofia del terziario Condizioni sociali occupazione; esodo dei cervelli 21/12/1999 INDEBITAMENTO DEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO • CRISI DEBITORIE PRIMA E DOPO 2° GUERRA MONDIALE • FATTORI ESTERNI ED INTERNI ALLE ORIGINI DEL DEBITO • RELAZIONE TRA DEBITO ESTERO E CRESCITA ECONOMICA • TEORIA DEI 2 “GAP” • I RISCHI DEL DEBITO: RICONTRATTAZIONE E RIPUDIO • FUGA DI CAPITALI DAI PVS • COMPORTAMENTO DEL SISTEMA BANCARIO INTERNAZIONALE • RUOLO DEL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE E DELLA BANCA MONDIALE 21/12/1999 CRISI DEBITORIE PRIMA E DOPO LA 2° GUERRA MONDIALE • PRIMA DEL CONFLITTO MONDIALE: I Paesi si indebitavano quasi esclusivamente sul mercato finanziario; i crediti non erano ufficiali; c’era mancanza di cooperazione tra debitore e creditore; mancava un organismo internazionale come il FMI; situazione debitoria si aggrava col collasso nel mercato delle materie prime, nel periodo della grande depressione. • CRISI PIU’ RECENTI: fino ai primi anni ‘60 è prevalente la quota di prestiti concessi dai governi; nell’ultimo ventennio aumentano i crediti concessi dalle banche commerciali; evento “default” visto come opzione finale del debitore; cresce il potere contrattuale dei creditori che formano “clubs” e tendono ad adottare strategie di tipo collaborativo; presenza di un organismo internazionale (FMI) che segue l’evolversi del fenomeno debitorio 21/12/1999 FATTORI ESTERNI ALLE ORIGINI DEL DEBITO Non sotto il diretto controllo dei debitori • • • • Shock petroliferi: (73-74 e 79-80); – incremento prezzo del petrolio ha incoraggiato accumulazione di debito da parte dei paesi produttori e importatori; fenomeni recessivi nei PI hanno ridotto volume e valore esportazioni. Esportazioni e ragioni di scambio – si può guardare “servizio debito/esportazioni” per valutare la vulnerabilità dei paesi debitori a shock esterni; valore max 1985-86 Tassi di interesse – buona parte del debito è contratta a tasso variabile e guardando “deb.a tasso var./debito tot.” si nota che l’incidenza è raddoppiata dal 1970 (26,6%) al 1991 (49,2%) Ammontare di risorse effettivamente disponibili – somma effettivamente resa disponibile dal flusso lordo del debito flusso servizio del debito : è inferiore a quella che si avrebbe senza debito. 21/12/1999 FATTORI INTERNI: evidenziano il ruolo degli elementi specifici di ogni Paese • • • • • • • Politiche governative che implicano eccessivi livelli di spesa e tassi di inflazione superiori alla media mondiale; che incentivano consumi piuttosto che investimenti; Grado di efficienza degli investimenti effettuati: incapacità del debitore di investire in attività il cui rendimento ecceda il costo dei debiti contratti; Differenze strutturali tra Paesi possono condurre a diverse performance in tema di rimborso: espandere le esportazioni piuttosto che limitare le importazioni (Paesi asiatici) o viceversa (Paesi latino-americani); Politica dei tassi di cambio la cui sopravvalutazione può condurre a perdita di competitività; La fuga di capitali dovuta ad aspettative di svalutazione; Peso politico del settore agricolo sui Governi dei PVS che porta a minore incentivazione delle esportazioni laddove predomina il settore agricolo; Distribuzione del reddito: disuguaglianze minano la stabilità politica; 21/12/1999 Dalla seguente tabella è evidente la scarsa coincidenza temporale delle politiche debitorie (Tasso di crescita del debito) con il ritmo di sviluppo (Tasso crescita del PNL) e la frazione di PNL coperta dagli interessi (Interessi/PNL) dall’80 al ‘91. 21/12/1999 I rischi del debito : RICONTRATTAZIONE E RIPUDIO • • • • Fasi del processo di crisi nel rimborso del debito: – accumulazione di mancati o parziali pagamenti delle rate del servizio; – ridefinizione formale, in accordo con creditori, dei termini contrattuali; – sospensione unilaterale del rimborso; Ricontrattazione o “rescheduling” – comporta una riduzione del grado di liquidità dei creditori poiché i Paesi debitori richiedono: l’abbuono di parte dello stock di debito, la riduzione del tasso di interesse, la capitalizzazione degli interessi, l’allungamento del periodo di rimborso o la sospensione temporanea del rimborso; Ripudio del debito o “default” – vantaggi: permanenza nel Paese debitore delle risorse destinate al servizio – svantaggi: sanzioni e limitazione delle risorse per lo sviluppo al solo risparmio nazionale per interruzione di nuovo credito; “enforcement”; “moral hazard; adverse selection” 21/12/1999 FUGA DI CAPITALI E COMPORTAMENTO BANCHE • FUGA DI CAPITALI – porzione dei prestiti non investita in attività produttive ma verso attività fin. estere – dipende da differenziale tassi, dal livello dei prezzi, dal cambio – duplice costo: riduzione fonti esterne e freno alla formazione interna di capitale. – Se permanente, provoca scarse risorse per investimenti e tasso crescita economia; indebolisce mercato interno con conseguenze su produzione e occupazione 21/12/1999 • COMPORTAMENTO BANCHE – Il sistema bancario si interessa ai PVS dopo metà anni ‘70, quando si trovò con eccesso di liquidità dovuto ai depositi da parte dei paesi OPEC derivanti da esportazioni di petrolio – le banche non prestarono attenzione al modo di impiego dei fondi per forte competitività lato offerta e per garanzia di governi, organismi pubblici o organi internazionali – si confidava nel fatto che gli Stati non possono fallire – hanno reagito in modo eccessivo alle prime difficoltà, sospendendo i prestiti volontari FMI E BANCA MONDIALE • FMI – creato per rendere disponibili le risorse e correggere le distorsioni delle bilance dei pagamenti – dopo la moratoria del Messico il Fondo aumenta i prestiti ma con una manovra di breve periodo; questo per atteggiamento “staff”; – ha imposto condizioni durissime ai paesi poveri facendoli arretrare come la svalutazione, riduzione spesa pubblica e imposizione prezzo del petrolio 21/12/1999 • BANCA MONDIALE – sorta per provvedere alle risorse finanziarie per accrescere gli investimenti, la produttività e gli standard di vita dei Paesi membri – accettò la strategia concepita dai Governi dei PI, dalle banche commerciali e dal FMI che consisteva in scarso livello di prestiti dalle banche e più accesso al FMI; rinegoziazione dei pagamenti in scadenza; stabilizzazione dei Paesi debitori con riduzione delle spese e restrizioni creditizie – questi procedimenti anziché stimolarele esportazioni, fecero ridurre le importazioni ai PVS PER RIDURRE IL DEBITO : OPZIONI DI POLITICA ECONOMICA • IL PIANO BAKER (1985) prevedeva prestiti per 20 miliardi di $ dalle banche commerciali e 9 miliardi di $ dalla Banca Mondiale ai 15 Paesi scelti tra i più in difficoltà. • IL PIANO BRADY (1989) adesione delle banche favorita da adesione del FMI e della WB per quasi 35 miliardi di $. • L’INIZIATIVA HIPC (Heavily Indebted Poor Country) a favore dei Paesi fortemente indebitati con intento di rendere “sostenibile” il pagamento di una quota ridotta del debito contratto, coinvolgendo i creditori. • LA POSIZIONE DELLA CHIESA E LA CAMPAGNA SDEBITARSI • I RISULTATI DEL VERTICE DI COLONIA (1999) lancia la “Koln Debt Initiative” per realizzare una riduzione del debito più profonda, più ampia e più rapida attraverso maggiori cambiamenti della struttura HIPC. 21/12/1999 IL DEBITO DEI PVS ALCUNI INDICATORI : A CHI E’ DOVUTO? D e b it o t o t a le d e i P V S ( m ilia r d i d i $ ) ANNI W . BANK FMI G O VER N I BAN C H E ALTR I 1980 3 4 ,1 1 2 ,4 1 3 7 ,4 2 0 9 ,2 265 1990 1 3 7 ,4 3 4 ,7 391 3 2 1 ,3 5 5 9 ,5 1996 1 8 0 ,6 6 0 ,1 543 3 5 0 ,3 9 6 1 ,2 F o n t e : W o r ld B a n k Debito Tot PVS (%); Fonte : World Bank(1996) 100% 50% 0% 1980 1990 anni 21/12/1999 1996 Altri Banche Governi FMI World B. TOT 6 5 8 ,1 1 4 4 3 ,9 2 0 9 5 ,4 LA PROPORZIONE DI DEBITO DAI PVS DOVUTA AI DIVERSI CREDITORI VARIA DA REGIONE A REGIONE Debito PVS varie Regioni ; Fonte: World Bank (1999) 100% 21/12/1999 Africa subsahar. Asia del sud Africa nord e centr.or America lat.e Caraibi Europa e Asia centr. Asia est e pacif. 0% PVS 50% Altri Banche Governi FMI WB I PAESI MAGGIORMENTE INDEBITATI D E B I T O T O T A L E ( m ilia r d i d i $ ) Paesi B r a s ile M e s s ic o In d o n e s ia C in a 1996 179 1 5 7 ,1 129 1 2 8 ,8 1 9 8 0 in c r.8 0 -9 6 (% ) 7 1 ,5 150 5 7 ,4 174 2 0 ,9 517 4 ,5 2762 F o n t e : W o r ld B a n k D E B IT O T O T A L E /E S P O R T A Z IO N I Paesi G u in e a B is s a u Sudan M o z a m b ic o E t io p ia N ic a r a g u a 21/12/1999 d e b ito to t/e s p 2312 1964 1344 1093 763 Paesi d e b ito to t/e s p R . D . del C ongo 693 R uanda 682 B u ru n d i 538 S ie r r a L e o n e 515 T a n z a n ia 499 F o n t e : W o r ld B a n k ( 1 9 9 8 ) IL DEBITO COME TASSA SUI DIRITTI DEI BAMBINI SSSB:SPESA IN SERVIZI SOCIALI DI BASE SSD: SPESA IN SERVIZIO DEL DEBITO D O VE VAN N O I SO LD I ANNI %SSSB PAESI A F R IC A T a n z a n ia K enya M a la w i Z a m b ia C a m e ru n C o s t a d 'A v N ig e r ia B e n in B u r k in a F . U ganda S u d A f r ic a N a m ib ia 1 9 9 4 -9 5 1995 1997 1997 1 9 9 6 -9 7 1 9 9 4 -9 6 1995 1997 1997 1 9 9 4 -9 5 1 9 9 6 -9 7 1 9 9 6 -9 7 15 13 8 7 4 11 20 10 20 21 14 19 1992 1996 8 13 A S IA F ilip p in e S ri L a n k a %SSD PAESI N epal 4 6 T a ila n d ia 4 0 A M .L A T 40 E C A R . 4 0 J a m a ic a 3 6 E l S a lv a d o r 3 5 H o n d u ra s 3 3 B r a s ile 1 1 N ic a r a g u a 1 0 C o s ta R . 9 B o liv ia 8 R e p . D o m in . 3 C o lo m b ia B e liz e 2 1 C ile 22 ANNI %SSSB %SSD 15 14 1997 1997 15 1 1996 1996 1992 1995 1996 1996 1997 1997 1997 1996 1996 10 13 13 9 9 13 17 9 17 20 11 31 27 21 20 14 13 10 10 8 6 3 F o n te : U N IC E F e U N D P ( 1 9 9 8 ) 21/12/1999 PRINCIPALI INDICATORI ECONOMICI PER VALUTARE IL DEBITO , RELATIVI AI 4 PRINCIPALI PVS debito tot./pil (%) 21/12/1999 14,5 16,3 24 debito tot./esport.(%) 45,7 America latina 105 250 Africa 119,5 31,7 29,2 36,3 69,8 300 200 100 0 238,1 debito estero dei PVS nel 1998 (FMI, 1998) servizio deb./esport (%) Asia Medio Oriente