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GIOVEDÌ
11 FEBBRAIO 2010
Sabato Pichierri
ordinerà
un nuovo sacerdote
«Fatica del vivere»
ATorino in dialogo
Galletto e Meluzzi
BARLETTA. Sabato alle
18 nella Chiesa Madre di
Trinitapoli l’arcivescovo di
Trani-Barletta-Bisceglie,
Giovan Battista Pichierri,
ordinerà presbitero fra’
Sabino Perillo, dei Frati
Minori Cappuccini. Nato a
Grumo Appula, nel Barese,
34 anni fa, il neo
sacerdote ha maturato la
sua vocazione nella
parrocchia Spirito Santo
di Palo del Colle. Entrato
nel Seminario Serafico dei
Frati Minori Cappuccini di
Giovinazzo, ha completato
gli studi filosofici a
Campobasso e teologici di
primo grado nella Facoltà
teologica di Santa Fara in
Bari. (S.Leo.)
TORINO. «La fatica di
vivere, oltre il tunnel che
attraversa il proprio io».
È il tema dell’incontro in
programma stasera alle
21, al Centro Incontri
(Corso Stai Uniti 23) di
Torino. Interverranno lo
psicologo Giovanni
Galletto e lo psichiatra
Alessandro Meluzzi. Il
confronto, che sarà
moderato dallo storico
Maurilio Guasco, è il
quarto appuntamento
della «Cattedra del
dialogo», iniziativa
promossa dalla
Commissione regionale
comunicazioni sociali
della Conferenza
episcopale piemontese.
Al vescovo Pillolla
la cittadinanza
onoraria di Iglesias
IGLESIAS. Il vescovo emerito
di Iglesias,Tarcisio Pillolla – alla
guida della diocesi sulcitana dal
5 settembre 1999 al 13 giugno
2007 – nei giorni scorsi ha
ricevuto la cittadinanza
onoraria di Iglesias. «Il
riconoscimento è stato votato
Il vescovo Pillolla
all’unanimità dal Consiglio
comunale – ha detto il sindaco
Pierluigi Carta – a dimostrazione della stima della città per
il vescovo Pillolla, il cui servizio pastorale è stato
contrassegnato da una spiccata attenzione alle molteplici
povertà e fragilità che hanno segnato» e «continuano a
segnare in modo sempre più drammatico la vita della città
e del territorio». Pillolla ha ringraziato per l’onorificenza
(che si unisce a quella ricevuta tre anni fa a Carbonia)
«perché rende ancora più profondo il mio legame con un
territorio che continua a vivere momenti drammatici»
soprattutto sul piano occupazionale e ha rinnovato
«l’invito a tutti ad operare generosamente» per «la
promozione integrale dell’uomo e della società» (A.Ser.)
Libro sull’iconografia
di BernardoTolomei
e Francesca Romana
SIENA. «Iconografia dei santi
Bernardo Tolomei e Francesca
Romana» è il volume curato da
Giovanni Brizzi che sarà
presentato il 15 febbraio alle
17,30 nell’aula magna del
rettorato dell’Università di Siena.
Interverranno l’abate generale
della Congregazione benedettina
di Santa Maria di Monte Oliveto
(fondata dal Tolomei) dom
Michelangelo Tiribilli, il docente
di iconografia all’ateneo senese
Michele Bacci, il rettore Silvano
Focardi, il presidente della
Fondazione Monte dei Paschi
Gabriello Mancini. La ricerca
spazia dal XV secolo ai nostri
giorni ed è stata realizzata per la
canonizzazione del Tolomei
avvenuta il 26 aprile scorso a
Roma. (G.Gam.)
Apostolato del mare, l’invito di Marchetto:
«Non ignorare la situazione dei pescatori»
ROMA. La Chiesa «non può
ignorare la difficile
situazione» in cui vivono
molti pescatori e le loro
famiglie. Lo ha affermato
monsignor Agostino
Marchetto, segretario del
Pontificio Consiglio della
pastorale per i migranti e gli
itineranti, intervenendo in
Vaticano il 6° incontro del
Comitato internazionale
dell’Apostolato del mare per
la pesca. Marchetto ha
ricordato i motivi
dell’incontro – che si svolge
dal 2003 –: «la Chiesa non
può ignorare la difficile
situazione in cui vivono molti
pescatori e le famiglie». Di
qui l’urgenza di compiere
«passi decisivi» per
sviluppare modelli «per la
pastorale diretta ai
pescatori». Che sono 30
milioni, nel mondo e, di
questi, 15 milioni lavorano a
tempo pieno sui pescherecci.
Un lavoro – ha proseguito
l’arcivescovo – che ha
caratteristiche differenti da
altri settori, perché esercitata
in «condizioni difficoltose».
Infine, Marchetto si è
soffermato sugli incidenti e
sui decessi nel settore, con
statistiche «così elevate che,
in numerosi Paesi, la pesca è
l’occupazione lavorativa più
pericolosa».
Agesci, educare i giovani
all’annuncio del Vangelo
DAL NOSTRO INVIATO AD ASSISI
SALVATORE MAZZA
e la famiglia è certamente al primo
posto tra le «alleanze da stringere»
per poter affrontare la «sfida educativa», altrettanto certo è che «tali alleanze devono iniziare tra di noi». Parrocchie, associazioni, movimenti, tutti
«devono sentire la responsabilità comune» in direzione di un impegno da
cui dipende il futuro delle giovani generazioni. E, in questo sforzo di collaborazione, un compito decisivo è quello che
spetta ai sacerdoti, che per questo «devono ricuperare in pieno la propria dimensione ministeriale, di servizio, a partire dal seminario». Perché «una Chiesa
ministeriale può amare il mondo, una
Chiesa non ministeriale non riesce neppure ad amare se stessa».
È stato l’arcivescovo di Potenza-Muro
Lucano-Marsico Nuovo Agostino Superbo, vice presidente della Cei, a chiudere ieri mattina con questa sottolineatura il suo intervento – su La Chiesa italiana in cammino verso il decennio sull’educazione – al terzo Convegno nazionale degli assistenti ecclesiastici dell’Agesci. Un appuntamento «giovane» ma
già entrato nella tradizione dell’Asso-
S
Assisi: la Messa presieduta ieri dall’arcivescovo Superbo. Sotto: un gruppo di scout Agesci
Il vicepresidente della Cei,
l’arcivescovo Superbo,
ha chiuso ieri il convegno
nazionale degli assistenti
ecclesiastici chiamando
all’«alleanza» famiglie,
parrocchie e associazioni
ciazione guide e scout cattolici italiani,
quale «evento di comunione con la Chiesa», come sottolineato da Eugenio Garavini, Capo scout d’Italia, per il quale
«la ricerca di questo legame sempre più
stretto deve essere il luogo in cui giocare la nostra sfida». «Agli assistenti ecclesiastici – ha aggiunto – chiedo di aiutarci in questo sforzo, consapevoli dell’importanza di questa proposta in una società con così tante problematiche che
dipendono da noi, non dai ragazzi. Perché a noi interessa educare i giovani, non
"fare attività"».
Di assistenti ecclesiastici, a questo appuntamento convocato per due giorni
alla «Cittadella di Assisi», ne sono arrivati
oltre duecentocinquanta, con rappresentanze anche da Belgio, Francia, Sviz-
Comunicare la fede, il «metodo scout»
lo strumento
L’esperienza e i percorsi
educativi dell’associazione
in un agile vademecum
DAL NOSTRO INVIATO AD ASSISI
l problema è sempre quello: come si
traduce un convegno nella pratica?
Come, in altre parole, intuizioni e
indirizzi scaturiti da un confronto di idee
possono essere travasati effettivamente –
ed efficacemente – nella pratica di
un’associazione educativa? È a questo –
I
eterno – interrogativo che prova a
rispondere il vademecum «Narrare
l’esperienza di fede. Riflessione
sull’educare alla fede oggi con il metodo
scout», con il quale l’Agesci ha voluto
calare nel quotidiano della vita associativa
quanto emerso nei primi due convegni
nazionali riservati ai suoi assistenti
ecclesiastici. Il risultato è un libretto,
essenziale nella forma e nel linguaggio, che
in sostanza, a partire dalla sottolineatura
della tradizione associativa di educazione
alla fede e dai suoi sviluppi più recenti,
aiuta i capi a progettare e costruire
percorsi di formazione. Il vademecum è
stato realizzato dal «Gruppo sulle Tracce»,
costituito nel 1999 con l’obiettivo di
supportare il Comitato nazionale (il
(S.M.)
L’Aquila, una «piazza virtuale» per ricostruire la città
l’iniziativa
DALL’AQUILA
ALESSIA GUERRIERI
n’agorà per comunicare la fede e riaccendere
la speranza. Riparte dal
web la ricostruzione della comunità terremotata d’Abruzzo
con un nuovo sito della diocesi dell’Aquila, realizzato con il
contributo della Cei. Una piazza digitale per tornare ad essere una collettività, con informazioni parrocchiali, una sezione dedicata alla ricostruzione dei monumenti, un media
center per rivivere insieme i
momenti più belli della vita
diocesana. La curia aquilana
però non parlerà solo di sé; con
il nuovo blog infatti ognuno
sarà protagonista, per passare
«governo centrale» dell’Agesci) nel
ripensare alle tematiche inerenti la vita di
fede in associazione. La parte, per così dire,
«teorica» è limitata all’introduzione che, in
breve, inquadra la problematica generale
del tema dell’educazione alla fede. Il resto,
cioè la parte centrale del lavoro, è
occupato da schede che presentano lo
sviluppo degli argomenti e si concludono
con una proposta di riferimenti biblici per
la riflessione e di domande utili per il
confronto e per attivare nuovi percorsi
educativi. E, nel più classico stile scout, il
tutto si conclude con una scheda
esemplificativa di un «percorso» a livello
adulti. Appena quarantun pagine. Una
sfida, anche questa.
zera e Finlandia. A riprova di come «la
formazione degli assistenti sia una cosa
importante e sentita», ha osservato don
Francesco Marconato, assistente ecclesiastico generale dell’Agesci, sottolineando come dal primo convegno del
2006 ad oggi «si sia manifestata in maniera evidente l’apertura al dialogo interecclesiale».
È a questa assemblea, resa ancora più
folta dalla presenza di molti capi laici
dell’Associazione, che il vice presidente
della Cei ha proposto la propria riflessione e risposto agli interrogativi della
platea. Per lo più centrati, questi ultimi,
sulla difficoltà di un discorso educativo
che non sia mai «"rassegnato" di fronte
all’ambiguità» del presente ma, allo stesso tempo, neppure dipendente da «"severità esterne" che, alla fine, non servono a nessuno». Se queste, infatti, sono
generalmente «le due risposte, entrambe sbagliate, date ai problemi che si pongono nell’educazione», per Superbo «la
chiave di tutto sta nell’educare le coscienze a essere esigenti, perché è la coscienza del singolo da porre al centro
dell’azione educativa».
In tutto questo, per il presule, rientrano
anche problematiche educative specifiche come l’immigrazione, l’illegalità e il
rapporto nord-sud; tema, quest’ultimo,
del documento di ormai prossima pubblicazione della Conferenza episcopale
italiana, in cui si affronterà anche l’aspetto più propriamente legato alla sfida educativa. Sfida, ha scandito Superbo, che per la Chiesa è e resta «un’esigenza costitutiva e permanente della
Chiesa», per la quale i giovani rappresentano «una priorità stabile».
Quando oggi si parla di giovani, ha detto Superbo, si parla di una realtà complessa, rispetto alla quale la Chiesa italiana ha assunto un impegno speciale,
consapevole di quanto delicata e decisiva sia la sfida posta dall’educazione, che
va raccolta in tutti gli ambiti, «facendo
sempre anche riferimento – ha aggiunto – al progetto culturale della Chiesa italiana». In questo percorso, però, «la
Chiesa che vuole rendere i giovani responsabili dell’evangelizzazione deve
mostrare le qualità che il suo Signore le
ha donato. Soprattutto, sarà "animata
dall’amore" per educare col fervore dei
santi evangelizzatori».
U
L’incontro di ieri (Tam Tam)
della logica della connessione a
quella della relazione.
È questo il nodo cruciale della
dimensione web e la Chiesa
vuole capire i mutamenti nei
modelli di comunicazione,
spiega monsignor Domenico
Pompili, sottosegretario e portavoce della Conferenza epi-
scopale italiana presentando,
contestualmente al sito, alle
diocesi di Abruzzo e Molise il
convegno che si terrà in aprile
a Roma Testimoni digitali.
«Il mondo digitale – aggiunge
Pompili – sta cambiando la nostra relazionalità, ma anche la
nostra spiritualità. La sfida ora
è quella di essere dentro il contesto digitale facendo risuonare la parola del Vangelo di cui
ciascuno è testimone». Serve
perciò non rimanere meri spettatori, ma «testimoni della vivacità della fede cristiana anche in questa nuova cultura»,
riconciliando il mondo virtuale con quello reale. La Chiesa
chiama a raccolta a otto anni
da Parabole mediatiche «con
un approccio non moralistico»;
anche il terremoto, prosegue il
portavoce della Cei, ha innescato un meccanismo virtuoso
di comunicazione con il territorio, che si ritrova nell’interattività del nuovo spazio web
della diocesi.
Il 6 aprile scorso il sisma non
ha solo distrutto le case, ma
scosso le coscienze, disgregando per mesi comunità e famiglie; ora che molti sono tornati in città in case sicure, ma lontane, lo spettro della solitudine e dell’abbandono fa più
paura del terremoto. In questi
mesi la rete è stata il miglior
mezzo di comunicazione per
parlare di rinascita, di fede, di
futuro; ecco allora la volontà di
potenziare lo strumento che è
stato una mano tesa per gli sfol-
La presentazione del nuovo
sito Internet diocesano
e del convegno nazionale
«Testimoni digitali»: questa
l’«agenda» dell’incontro
di ieri con l’arcivescovo
Molinari, l’ausiliare D’Ercole
e monsignor Pompili (Cei)
lati lontani, rinnovando il sito
diocesano.
«La tentazione di chiudersi nel
proprio mondo è forte soprattutto dopo un terremoto – precisa l’arcivescovo dell’Aquila
Giuseppe Molinari – attraverso
i moderni mezzi di comunica-
zione potremo far conoscere la
vita della Chiesa che rinasce,
aiutare gli uomini di oggi a scoprire il volto di Cristo, ascoltare le difficoltà e le idee della
gente». Una comunità che si ritrova in rete, che torna a stringere in modo più forte i legami
di comunione, che si confronta per ricostruire la città del terzo millennio abbracciandosi
nella fede: l’obiettivo del nuovo mondo web della Curia è
proprio questo.
Conosce bene le grandi potenzialità pastorali e la necessità di
avere una nuova piazza virtuale, in una città che ha molti dei
suoi luoghi d’incontro inagibili, il vescovo ausiliare dell’Aquila, Giovanni D’Ercole. «Dopo il terremoto del 1703, l’A-
quila venne ricostruita intorno
alle chiese e ai campanili – sottolinea – anche adesso come
Chiesa e come cristiani aquilani possiamo offrire il nostro apporto in termini di idee, valori
e spirito evangelico». La Cei,
conclude, ci ha offerto questo
sito perché la Chiesa aquilana
non è impegnata a ricostruire
solo le basiliche distrutte, ma
«la città del futuro, traducendo
i desideri in progetti e i progetti in realizzazioni».
La rinascita non è solo materiale ma – ed è questa la sfida
più grande per l’Abruzzo – umana, sociale e spirituale. Il
nuovo diario di rete è dunque
il primo passo per attuare un
progetto condiviso con l’impegno di tutti.
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S Comunicare la fede, il «metodo scout» L`Aquila, una «piazza