22 GIOVEDÌ 11 FEBBRAIO 2010 Sabato Pichierri ordinerà un nuovo sacerdote «Fatica del vivere» ATorino in dialogo Galletto e Meluzzi BARLETTA. Sabato alle 18 nella Chiesa Madre di Trinitapoli l’arcivescovo di Trani-Barletta-Bisceglie, Giovan Battista Pichierri, ordinerà presbitero fra’ Sabino Perillo, dei Frati Minori Cappuccini. Nato a Grumo Appula, nel Barese, 34 anni fa, il neo sacerdote ha maturato la sua vocazione nella parrocchia Spirito Santo di Palo del Colle. Entrato nel Seminario Serafico dei Frati Minori Cappuccini di Giovinazzo, ha completato gli studi filosofici a Campobasso e teologici di primo grado nella Facoltà teologica di Santa Fara in Bari. (S.Leo.) TORINO. «La fatica di vivere, oltre il tunnel che attraversa il proprio io». È il tema dell’incontro in programma stasera alle 21, al Centro Incontri (Corso Stai Uniti 23) di Torino. Interverranno lo psicologo Giovanni Galletto e lo psichiatra Alessandro Meluzzi. Il confronto, che sarà moderato dallo storico Maurilio Guasco, è il quarto appuntamento della «Cattedra del dialogo», iniziativa promossa dalla Commissione regionale comunicazioni sociali della Conferenza episcopale piemontese. Al vescovo Pillolla la cittadinanza onoraria di Iglesias IGLESIAS. Il vescovo emerito di Iglesias,Tarcisio Pillolla – alla guida della diocesi sulcitana dal 5 settembre 1999 al 13 giugno 2007 – nei giorni scorsi ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Iglesias. «Il riconoscimento è stato votato Il vescovo Pillolla all’unanimità dal Consiglio comunale – ha detto il sindaco Pierluigi Carta – a dimostrazione della stima della città per il vescovo Pillolla, il cui servizio pastorale è stato contrassegnato da una spiccata attenzione alle molteplici povertà e fragilità che hanno segnato» e «continuano a segnare in modo sempre più drammatico la vita della città e del territorio». Pillolla ha ringraziato per l’onorificenza (che si unisce a quella ricevuta tre anni fa a Carbonia) «perché rende ancora più profondo il mio legame con un territorio che continua a vivere momenti drammatici» soprattutto sul piano occupazionale e ha rinnovato «l’invito a tutti ad operare generosamente» per «la promozione integrale dell’uomo e della società» (A.Ser.) Libro sull’iconografia di BernardoTolomei e Francesca Romana SIENA. «Iconografia dei santi Bernardo Tolomei e Francesca Romana» è il volume curato da Giovanni Brizzi che sarà presentato il 15 febbraio alle 17,30 nell’aula magna del rettorato dell’Università di Siena. Interverranno l’abate generale della Congregazione benedettina di Santa Maria di Monte Oliveto (fondata dal Tolomei) dom Michelangelo Tiribilli, il docente di iconografia all’ateneo senese Michele Bacci, il rettore Silvano Focardi, il presidente della Fondazione Monte dei Paschi Gabriello Mancini. La ricerca spazia dal XV secolo ai nostri giorni ed è stata realizzata per la canonizzazione del Tolomei avvenuta il 26 aprile scorso a Roma. (G.Gam.) Apostolato del mare, l’invito di Marchetto: «Non ignorare la situazione dei pescatori» ROMA. La Chiesa «non può ignorare la difficile situazione» in cui vivono molti pescatori e le loro famiglie. Lo ha affermato monsignor Agostino Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti, intervenendo in Vaticano il 6° incontro del Comitato internazionale dell’Apostolato del mare per la pesca. Marchetto ha ricordato i motivi dell’incontro – che si svolge dal 2003 –: «la Chiesa non può ignorare la difficile situazione in cui vivono molti pescatori e le famiglie». Di qui l’urgenza di compiere «passi decisivi» per sviluppare modelli «per la pastorale diretta ai pescatori». Che sono 30 milioni, nel mondo e, di questi, 15 milioni lavorano a tempo pieno sui pescherecci. Un lavoro – ha proseguito l’arcivescovo – che ha caratteristiche differenti da altri settori, perché esercitata in «condizioni difficoltose». Infine, Marchetto si è soffermato sugli incidenti e sui decessi nel settore, con statistiche «così elevate che, in numerosi Paesi, la pesca è l’occupazione lavorativa più pericolosa». Agesci, educare i giovani all’annuncio del Vangelo DAL NOSTRO INVIATO AD ASSISI SALVATORE MAZZA e la famiglia è certamente al primo posto tra le «alleanze da stringere» per poter affrontare la «sfida educativa», altrettanto certo è che «tali alleanze devono iniziare tra di noi». Parrocchie, associazioni, movimenti, tutti «devono sentire la responsabilità comune» in direzione di un impegno da cui dipende il futuro delle giovani generazioni. E, in questo sforzo di collaborazione, un compito decisivo è quello che spetta ai sacerdoti, che per questo «devono ricuperare in pieno la propria dimensione ministeriale, di servizio, a partire dal seminario». Perché «una Chiesa ministeriale può amare il mondo, una Chiesa non ministeriale non riesce neppure ad amare se stessa». È stato l’arcivescovo di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo Agostino Superbo, vice presidente della Cei, a chiudere ieri mattina con questa sottolineatura il suo intervento – su La Chiesa italiana in cammino verso il decennio sull’educazione – al terzo Convegno nazionale degli assistenti ecclesiastici dell’Agesci. Un appuntamento «giovane» ma già entrato nella tradizione dell’Asso- S Assisi: la Messa presieduta ieri dall’arcivescovo Superbo. Sotto: un gruppo di scout Agesci Il vicepresidente della Cei, l’arcivescovo Superbo, ha chiuso ieri il convegno nazionale degli assistenti ecclesiastici chiamando all’«alleanza» famiglie, parrocchie e associazioni ciazione guide e scout cattolici italiani, quale «evento di comunione con la Chiesa», come sottolineato da Eugenio Garavini, Capo scout d’Italia, per il quale «la ricerca di questo legame sempre più stretto deve essere il luogo in cui giocare la nostra sfida». «Agli assistenti ecclesiastici – ha aggiunto – chiedo di aiutarci in questo sforzo, consapevoli dell’importanza di questa proposta in una società con così tante problematiche che dipendono da noi, non dai ragazzi. Perché a noi interessa educare i giovani, non "fare attività"». Di assistenti ecclesiastici, a questo appuntamento convocato per due giorni alla «Cittadella di Assisi», ne sono arrivati oltre duecentocinquanta, con rappresentanze anche da Belgio, Francia, Sviz- Comunicare la fede, il «metodo scout» lo strumento L’esperienza e i percorsi educativi dell’associazione in un agile vademecum DAL NOSTRO INVIATO AD ASSISI l problema è sempre quello: come si traduce un convegno nella pratica? Come, in altre parole, intuizioni e indirizzi scaturiti da un confronto di idee possono essere travasati effettivamente – ed efficacemente – nella pratica di un’associazione educativa? È a questo – I eterno – interrogativo che prova a rispondere il vademecum «Narrare l’esperienza di fede. Riflessione sull’educare alla fede oggi con il metodo scout», con il quale l’Agesci ha voluto calare nel quotidiano della vita associativa quanto emerso nei primi due convegni nazionali riservati ai suoi assistenti ecclesiastici. Il risultato è un libretto, essenziale nella forma e nel linguaggio, che in sostanza, a partire dalla sottolineatura della tradizione associativa di educazione alla fede e dai suoi sviluppi più recenti, aiuta i capi a progettare e costruire percorsi di formazione. Il vademecum è stato realizzato dal «Gruppo sulle Tracce», costituito nel 1999 con l’obiettivo di supportare il Comitato nazionale (il (S.M.) L’Aquila, una «piazza virtuale» per ricostruire la città l’iniziativa DALL’AQUILA ALESSIA GUERRIERI n’agorà per comunicare la fede e riaccendere la speranza. Riparte dal web la ricostruzione della comunità terremotata d’Abruzzo con un nuovo sito della diocesi dell’Aquila, realizzato con il contributo della Cei. Una piazza digitale per tornare ad essere una collettività, con informazioni parrocchiali, una sezione dedicata alla ricostruzione dei monumenti, un media center per rivivere insieme i momenti più belli della vita diocesana. La curia aquilana però non parlerà solo di sé; con il nuovo blog infatti ognuno sarà protagonista, per passare «governo centrale» dell’Agesci) nel ripensare alle tematiche inerenti la vita di fede in associazione. La parte, per così dire, «teorica» è limitata all’introduzione che, in breve, inquadra la problematica generale del tema dell’educazione alla fede. Il resto, cioè la parte centrale del lavoro, è occupato da schede che presentano lo sviluppo degli argomenti e si concludono con una proposta di riferimenti biblici per la riflessione e di domande utili per il confronto e per attivare nuovi percorsi educativi. E, nel più classico stile scout, il tutto si conclude con una scheda esemplificativa di un «percorso» a livello adulti. Appena quarantun pagine. Una sfida, anche questa. zera e Finlandia. A riprova di come «la formazione degli assistenti sia una cosa importante e sentita», ha osservato don Francesco Marconato, assistente ecclesiastico generale dell’Agesci, sottolineando come dal primo convegno del 2006 ad oggi «si sia manifestata in maniera evidente l’apertura al dialogo interecclesiale». È a questa assemblea, resa ancora più folta dalla presenza di molti capi laici dell’Associazione, che il vice presidente della Cei ha proposto la propria riflessione e risposto agli interrogativi della platea. Per lo più centrati, questi ultimi, sulla difficoltà di un discorso educativo che non sia mai «"rassegnato" di fronte all’ambiguità» del presente ma, allo stesso tempo, neppure dipendente da «"severità esterne" che, alla fine, non servono a nessuno». Se queste, infatti, sono generalmente «le due risposte, entrambe sbagliate, date ai problemi che si pongono nell’educazione», per Superbo «la chiave di tutto sta nell’educare le coscienze a essere esigenti, perché è la coscienza del singolo da porre al centro dell’azione educativa». In tutto questo, per il presule, rientrano anche problematiche educative specifiche come l’immigrazione, l’illegalità e il rapporto nord-sud; tema, quest’ultimo, del documento di ormai prossima pubblicazione della Conferenza episcopale italiana, in cui si affronterà anche l’aspetto più propriamente legato alla sfida educativa. Sfida, ha scandito Superbo, che per la Chiesa è e resta «un’esigenza costitutiva e permanente della Chiesa», per la quale i giovani rappresentano «una priorità stabile». Quando oggi si parla di giovani, ha detto Superbo, si parla di una realtà complessa, rispetto alla quale la Chiesa italiana ha assunto un impegno speciale, consapevole di quanto delicata e decisiva sia la sfida posta dall’educazione, che va raccolta in tutti gli ambiti, «facendo sempre anche riferimento – ha aggiunto – al progetto culturale della Chiesa italiana». In questo percorso, però, «la Chiesa che vuole rendere i giovani responsabili dell’evangelizzazione deve mostrare le qualità che il suo Signore le ha donato. Soprattutto, sarà "animata dall’amore" per educare col fervore dei santi evangelizzatori». U L’incontro di ieri (Tam Tam) della logica della connessione a quella della relazione. È questo il nodo cruciale della dimensione web e la Chiesa vuole capire i mutamenti nei modelli di comunicazione, spiega monsignor Domenico Pompili, sottosegretario e portavoce della Conferenza epi- scopale italiana presentando, contestualmente al sito, alle diocesi di Abruzzo e Molise il convegno che si terrà in aprile a Roma Testimoni digitali. «Il mondo digitale – aggiunge Pompili – sta cambiando la nostra relazionalità, ma anche la nostra spiritualità. La sfida ora è quella di essere dentro il contesto digitale facendo risuonare la parola del Vangelo di cui ciascuno è testimone». Serve perciò non rimanere meri spettatori, ma «testimoni della vivacità della fede cristiana anche in questa nuova cultura», riconciliando il mondo virtuale con quello reale. La Chiesa chiama a raccolta a otto anni da Parabole mediatiche «con un approccio non moralistico»; anche il terremoto, prosegue il portavoce della Cei, ha innescato un meccanismo virtuoso di comunicazione con il territorio, che si ritrova nell’interattività del nuovo spazio web della diocesi. Il 6 aprile scorso il sisma non ha solo distrutto le case, ma scosso le coscienze, disgregando per mesi comunità e famiglie; ora che molti sono tornati in città in case sicure, ma lontane, lo spettro della solitudine e dell’abbandono fa più paura del terremoto. In questi mesi la rete è stata il miglior mezzo di comunicazione per parlare di rinascita, di fede, di futuro; ecco allora la volontà di potenziare lo strumento che è stato una mano tesa per gli sfol- La presentazione del nuovo sito Internet diocesano e del convegno nazionale «Testimoni digitali»: questa l’«agenda» dell’incontro di ieri con l’arcivescovo Molinari, l’ausiliare D’Ercole e monsignor Pompili (Cei) lati lontani, rinnovando il sito diocesano. «La tentazione di chiudersi nel proprio mondo è forte soprattutto dopo un terremoto – precisa l’arcivescovo dell’Aquila Giuseppe Molinari – attraverso i moderni mezzi di comunica- zione potremo far conoscere la vita della Chiesa che rinasce, aiutare gli uomini di oggi a scoprire il volto di Cristo, ascoltare le difficoltà e le idee della gente». Una comunità che si ritrova in rete, che torna a stringere in modo più forte i legami di comunione, che si confronta per ricostruire la città del terzo millennio abbracciandosi nella fede: l’obiettivo del nuovo mondo web della Curia è proprio questo. Conosce bene le grandi potenzialità pastorali e la necessità di avere una nuova piazza virtuale, in una città che ha molti dei suoi luoghi d’incontro inagibili, il vescovo ausiliare dell’Aquila, Giovanni D’Ercole. «Dopo il terremoto del 1703, l’A- quila venne ricostruita intorno alle chiese e ai campanili – sottolinea – anche adesso come Chiesa e come cristiani aquilani possiamo offrire il nostro apporto in termini di idee, valori e spirito evangelico». La Cei, conclude, ci ha offerto questo sito perché la Chiesa aquilana non è impegnata a ricostruire solo le basiliche distrutte, ma «la città del futuro, traducendo i desideri in progetti e i progetti in realizzazioni». La rinascita non è solo materiale ma – ed è questa la sfida più grande per l’Abruzzo – umana, sociale e spirituale. Il nuovo diario di rete è dunque il primo passo per attuare un progetto condiviso con l’impegno di tutti.