7LYPVKPJVKPPUMVYTHaPVULYHJJVTHUKH[V KHSSH*HTLYH,\YVWLHWLYSH*VVWLYHaPVUL LKPUJLU[P]VHS7HYSHTLU[V 76:;,0;(30(5,:7(:7,+0A065,05())65(4,5;676:;(3,+3*65=0535(9;*644(+*)403(56 (556??00 L’AMBIENTE 7,906+0*6;,*50*6:*0,5;0-0*6+0*<3;<9((4)0,5;(3, 1 GENNAIO - FEBBRAIO 2015 Driving Innovation in Municipal Wastewater .09:( 2015 KLIMAENERGY 26 - 28 marzo 2015 | Bolzano Fiera internazionale delle energie rinnovabili gio-ven: 9.00-18.00 | sab: 9.00-17.00 GaVVLoFazLonH GHl lHJno MLFroFoJHnHrazLonH GLIIXVa 2WWLmLzzazLonH GHJlL LmSLanWL HVLVWHnWL 6WoFFaJJLo H aXWoFonVXmo 6HrYLzL LnnoYaWLYL KLIMAMOBILITY 2015 INSIEME A lars.it SALONE INTERNAZIONALE DELLA MOBILITÀ SOSTENIBILE www.klima-energy.it s.r.l. MANUFACTURER OF POLLUTION CONTROL SYSTEMS Campionamento PCDD/PCDF Mega System propone il sistema di campionamento per il metodo con filtro e condensazione, conforme alla UNI EN 1948-1 emissioni da sorgente fissa. 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Votta *ra¿ca ed impaJinazione Gra¿ca Ripoli snc – TiYoli (RM) 7ipoJra¿a Gra¿ca Ripoli snc – TiYoli (RM) Abbonamento annuale (6 numeri) Poliedit srl – Putignano (BA) Abbonamento ordinario € 130,00 Socio sostenitore € 180,00 Fascicolo arretrato € 15,00 Tiratura 9000 copie Diffusione 8.500 copie Spedizione in abb. postale bimestrale/50% - Milano Tutto il materiale verra’ restituito esclusivamente dietro richiesta degli interresati ed in ogni caso non oltre sei mesi. Spese di spedizione a carico del richiedente. La redazione non risponde del contenuto degli articoli ¿rmati. L’ abbonamento e’ deducibile al 100%. Per la deducibilita’ del costo ai ¿ni ¿scali vale la ricevuta del versamento postale a norma (DPR 22/1286 n.917 Art. 50 e Art. 75). Conservate il tagliando - ricevuta, esso costituisce documento idoneo e suf¿cente ad ogni effetto contabile. Non si rilasciano, in ogni caso, altre quie L’AMBIENTE (55 6? 03(5 6 L’AM B 7,9 *)4 SOMMARIO ?00 0*6 ;,* 50* 5 (9 ; * 64 4( + 06+ *0, 1 NAI O IENT 5;0- 0*6 +0* <3; <9( (4 )0, E 5;( 3, - FE Driv 2 0 1 BBRA 5 IO i in M ng Inno unic v ipal ation Was tew ater 76: ;,0; (30( 5,: 7( : 7,+ 0A06 5 ,05 ( ))6 5(4 ,5; 6 76 :;( 3, +3 *6 5=05 3 GEN 6: 7LY KHSSH PVKPJVK *HT PP LYH UMVYTHa ,\YV WLH PVULYH LKPU WLYSH JJVTHU * JLU[ KH P]VHS VVWLYHaP [V VUL 7HY SHT LU[V .0 9: ( editoriale Zombie, smartphone e realtà oggettive 5 À scienza e inquinamento Analisi e valutazione della sicurezza idraulica nelle trasformazioni urbanistiche 6 # analisi e strumentazione Atlete II: lavatrici “in prova” nei laboratori di IMQ 14 Gestione di un impianto a fanghi attivi mediante controllo dei parametri ORP e OD 18 legislazione La disciplina dei centri di raccolta 24 prima di copertina Driving Innovation in Municipal Wastewater Termoflow: un sistema innovativo per la produzione di aria calda 48 L’evoluzione di un rotore nato vincente 52 Il Biometano: dalla teoria alla pratica 53 L osservatorio ambientale Riflessioni sui processi decisionali in materia di “marketing verde” 62 rubriche Il Libro 35 Attivi per l’ambiente 46 Fiere in Vetrina 47 Prodotti & Servizi 58 Libri 60 28 · report RemTech Expo: un mondo di conoscenza, tecnologie e opportunità energia e ambiente 3 30 · tecnologie applicative ) le aziende informano Caprari 54 Testo 55 Amianto dipinto 36 NSK 56 Reazioni a catena 40 Econorma 57 +++ New: Hall organization is based on the water cycle +++ +++ New: FLOOD MANAGEMENT BERLIN +++ +++ New: Expanded well boring and drilling technology segments +++ +++ New: Congress integrated into the trade fair halls +++ +++ New: Admission to the trade fair includes congress participation +++ www.wasser-berlin.com Per informazione in ITALIA Tel.: 0233402131 Editoriale Zombie, smartphone e… realtà oggettive Il mio precedente editoriale, in chiusura del trascorso 2014, aveva il seguente titolo: “La specie umana, un futuro da zombie?“. Non si tratta più di fantascienza in divenire realtà, bensì di un segnale premonitore di come il destino dell’uomo si stia inevitabilmente incamminando su tale percorso evolutivo. Un percorso che, purtroppo per noi, è destinato a diventate un’autostrada con un inizio che data dall’origine della specie ma con un termine che appare sempre più ravvicinato, forse non quanti¿cabile in termini temporali, ma che nondimeno noi tutti sentiamo non lontano. E lo avvertiamo non lontano perché molti assiomi del passato, tabù se si vuole, sono caduti miseramente in polvere nel proseguo dei secoli che hanno caratterizzato l’evoluzione umana. In particolare, il percorso evolutivo della nostra specie, esploso in misura stupefacente negli ultimi cento anni con andamento esponenziale, peraltro annullando molte credenze che apparivano inamovibili e destinate ad accompagnare l’uomo sino alla ¿ne, ha registrato una imprevedibile rivoluzione copernicana. La ricerca scienti¿ca, e le sue strabilianti applicazioni, hanno inferto un colpo de¿nitivo ai dogmi del teismo nelle cui varie forme ci si rifugiava in cerca di un abbraccio protettivo. La spiegazione della natura dei fenomeni naturali ha reso inutile, ed anche fuori luogo, il perdurare dei misticismi vari acquisiti sin dalla nascita e sovente imposti come obbligo di vita. Uno dei Comandamenti delle Tavole di Mosè “Io sono il signore Dio tuo, non avrai altro Dio al di fuori di me” ha costituito un assioma che solo da relativamente pochi decenni ha visto incrinati nelle masse popolari i fondamenti su cui poggia; il suo dettato è impositivo ed implica l’accettazione passiva di un “quid” sconosciuto senza il diritto di veri¿ca. I personaggi che nel lontanissimo passato umano coniarono tali ardite costruzioni teologiche e le loro leggi furono dei Grandi e possono considerarsi i precursori dell’ordinato vivere sociale: Mosè, Gesù, Confucio, Maometto meritano tutta la gratitudine e l’ammirazione dei popoli cui hanno elargito il loro messaggio di coesione e dignità sociale. Chi scrive queste riÀessioni si considera intellettualmente un agnostico, e ritengo lo rimarrà sino al termine del suo iter di vita. Lo è, e lo sarà giacché è sua convinzione che né la scienza né le sue meravigliose derivazioni tecnologiche riusciranno a risolvere il divario ormai molto esile che le separa dal concetto astratto di divinità. A suo personalissimo avviso le due posizioni mentali riescono incompatibili l’una all’altra sino al limite loro consentito. La prima risulta una costruzione mirabile per conoscenza e fattibilità, che rispecchia, peraltro, realtà oggettive di nostra appartenenza; la seconda delinea il concetto astratto di dogma, da accettare o ri¿utare a priori; ossia l’incognita nelle sue impenetrabili nebbie meta¿siche. A questo punto si vorrebbe che siffatte realtà/non realtà potessero trovare il loro punto di incontro in un dualismo che consenta ad entrambe di coesistere in simbiosi armonica. Il che purtroppo non risulta possibile: per quanto fantastico il cammino evolutivo della scienza non risolverà mai il “quid “ dell’Universo nel suo essere e relativa evoluzione. Ogni teoria in proposito potrà rivelarsi sempre e comunque un’ipotesi; per quanto affascinante non sfuggirà ad ulteriori interrogativi. Per contro, il dogma non consente veri¿che né speculazioni intellettuali: è e resta una posizione esclusiva di accettazione o ri¿uto. La specie umana, come le altre, costituisce una delle variabili che compongono il complesso mondo “conosciuto” e sottoposto ad evoluzione continua. Variabile dominante, che però rischia di restare vittima delle sorprendenti variazioni di cui lei stessa si è resa arte¿ce. La realtà, il senso di vita quotidiana, rischiano di sfuggire alla percezione dell’uomo di oggi. La tecnologia elettronica ha causato le più profonde modi¿cazioni al comportamento di ognuno di noi. Le comunicazioni si effettuano in tempo reale quale che sia la distanza che intercorre fra le persone. Questo è bello, meraviglioso? Per un verso, certamente, giacché risulta espressione di completezza, sicurezza, compiacimento ed appagamento. Per un altro, l’allentamento delle relazioni personali si dimostra disarmante ed inevitabile. Il rischio di perdere la nostra personalità, di non sapere più comunicare tra noi se non con i supporti elettronici anche a distanza molto ravvicinata non solo è reale bensì segno premonitore della nostra vulnerabilità soprattutto futura. Ai tempi odierni, qualora si abbia ventura di salire su un trasporto pubblico anche affollato, sette persone su dieci, di qualsiasi età, tengono gli occhi incollati a ciò che io mi diletto di de¿nire lo “specchietto”, ossia lo smartphone: dentro tale “aggeggio” è possibile introdurre di tutto, di utile ma anche di superÀuo. Però ci dona una sensazione di sicurezza, di protezione dal malessere strisciante de¿nito come solitudine. Viene spontaneo il seguente interrogativo: ”Se già oggi il moltissimo di cui siamo possessori non riesce a lenire la solitudine ed il vuoto che ci assalgono, quale futuro ci verrà riservato? Quali le prospettive? Saremo ancora noi gli arte¿ci dell’evoluzione dei pianeta oppure tale nostro ruolo si avvierà fatalmente, molto rapidamente, alla conclusione? C’è da temere un non certamente allettante futuro da zombie? Tale rischio, purtroppo, è altissimo. Il rischio che il futuro suf¿cientemente prossimo riuscirà esclusivo appannaggio dell’intelligenza arti¿ciale, scaturita a sua volta dall’intelletto umano, non appartiene più alla fantascienza, bensì alle ipotesi possibili. Per la nostra specie sussistono due pericoli estremi: la perdita dell’identità, l’estinzione nel tempo a causa di quanto ha creato essa stessa. il direttore responsabile 1/2015 5 À Scienza & Inquinamento Analisi e valutazione della sicurezza idraulica nelle trasformazioni urbanistiche 3\PNP-HUPaaP,*6(*8<, ®,THPS!PUMV'LJVHJX\LP[ Gli obiettivi della sicurezza idraulica, nelle azioni di trasformazione urbanistica, sono de¿niti, statisticamente, in termini di tempo di ritorno (Tr) degli eventi meteorologici. All’uopo, pertanto, costituisce obiettivo primario, la riduzione della pericolosità alluvionale, così come de¿nita dal D. Lgs. 23 febbraio 2010, n. 49, ossia la riduzione dei carichi idraulici prodotti, in riferimento alle trasformazioni antropiche, operate sul tessuto territoriale esistente. Analisi pluviometrica Per la determinazione dei carichi idraulici, prodotti dal progetto di una nuova urbanizzazione territoriale, attraverso le tradizionali metodologie, è necessario calcolare la curva di possibilità pluviometrica (cpp), che de¿nisce le altezze di pioggia e le relative intensità, per fenomeni di durate temporali diverse. Dovendo affrontare, sostanzialmente, un problema di reti fognarie, s’impiega la curva di possibilità pluviometrica, a due parametri, che meglio ricostruisce le precipitazioni intense e di breve durata (E. -. Gumbel, 1957). Seguendo le indicazioni, presenti nella disciplina regionale (art. 113, comma 1, D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 e s.m.i.), per la stima della portata di piena, viene adottato, normalmente, un tempo di ritorno idrologico di 5 anni (p.to 8.3.5, di cui al DPCM 4 marzo 1996). Stima ed impatto dei carichi idraulici Nella fase di stima dei carichi idraulici, si valuta l’impatto, che questi possono avere, nella trasformazione prevista in progetto, indicandone gli interventi necessari e suf¿cienti atti a garantire l’invarianza idraulica ossia l’invarianza del dHÀuVVR idricR Vul VuRlR, rispetto alla condizione iniziale (anWH RpHraP). Si procede, quindi, a suddetta stima ed alle relative misure compensative considerando, per le due tipologie analizzate (ante e pRVt RperaP), secondo l’ipotesi d’intervento, con un uso del suolo gravoso, in termini di formazione del carico idraulico da smaltire. Le due tipologie d’uso del suolo: aJricRlR e prRduttivR; riassumono le più frequenti con¿gurazioni d’uso che, nella fase progettuale, è possibile de¿nire con precisione. I carichi idraulici, prodotti dalla trasformazione urbanistica, oggetto di studio, sono stimati utilizzando il metodo dell’invaso. Per la valutazione del coef¿ciente di deÀusso >ij 1,00@, si fa riferimento all’espressione (AA.VV., 1997): ij ijIMP  IMP ijPERM  (1 – IMP) Dove IMP è il cosiddetto cReI¿ciente di iPperPeaEilitj, rapporto tra le aree impermeabili e l’area totale del bacino. Nella Tabella 1, sono riportati i valori dei coef¿cienti ijIMP e ijPERM, in funzione del tempo di ritorno Tr (AA. VV., 1997). &XUYDGLSRVVLELOLWjSOXYLRPHWULFD h = a’ ȉ t n’ con a’ >mm/hn’@ ed n’ >n. p.@, parametri della suesposta equazione monomia, rappresentativa della ccp, ragguagliati alla super¿cie, del bacino scolante, interessata dal progetto di trasformazione antropica (U. Puppini, 1932): a’ = Per Tr = 5 anni, si adottano i valori: ijIMP = 0,80 e ijPERM = 0,20 (come si appalesa, tali valori penalizzano le impermeabilizzazioni, sovrastimandone i coef¿cienti di deÀusso, al contempo sottostimano, in egual modo, i coef¿cienti di deÀusso delle parti permeabili). Metodi per il calcolo delle portate di piena e n’ = nelle quali S >ha@ è la super¿cie del bacino, a >mm/hn@ il coef¿ciente Tempo di ritorno Tr [anni] MIMP <2 0,60 y 0,75 0,00 y 0,15 2 y 10 > 10 0,65 y 0,80 0,10 y 0,25 0,70 y 0,90 0,15 y 0,30 MPERM Tabella 1 – Valori dei coefficienti di deflusso per aree impermeabili e permeabili (AA.VV. 1997). 6 della curva di pioggia ed n >n. p.@ il suo esponente. Per il modello di calcolo delle portate di piena, si fa uso di metodi di tipo concettuale ovvero dati da modelli matematici. Tra i modelli di tipo analiticRcRncettuale, di trasformazione aIÀuVVi-deÀuVVi, disponibili in letteratura, il più adatto, in considerazione del grado di determinatezza di alcuni elementi progettuali (quali, ad esempio, la reale distribuzione urbanistica, la reale lunghezza della rete di raccolta ¿no al collettore fognario o al corpo recettore più vicino), appare il metodo dell’invaso. Tale metodo de¿nisce la portata critica come quella portata che risulta esattamente pari, per la durata critica (șc), alla portata di riempimento della rete, nella sezione di chiusura considerata. Da questa condizione, con l’ovvio signi¿cato dei simboli, derivano le relazioni (G. Becciu et Al., 2013): 1/2015 l’Ambiente șc = (2,6 + n’) [h] E’ sempre opportuno veri¿care che tale valore critico, non si discosti troppo dal tempo di corrivazione (Tc = tempo di accesso alla rete di drenaggio + tempo di rete). Onde: 1 șc = p0 × S × n’ × (φ j a' ) n' w e w= 1 1 n' Esaminando la trasformazione, aIÀuVVi-deÀuVVi, secondo il modello concettuale dell’invaso, il coef¿ciente udometrico può essere calcolato nel seguente modo (A. Pistocchi ed Al., 2004): u= [L/(s · ha)] [m] W0 = w0  S  IMP [m3] Per il volume invasato dalla rete, Wr, si considera, invece, l’80 % della somma dei volumi massimi dei collettori a monte: Wr = 0,80  S ʌ · L [m3] ovvero, in mancanza di dati sulla rete di drenaggio, quest’ultimo può essere stimato secondo la seguente relazione (mod. G. Iannelli1, 1969): · (0,005 · r · S 0,227) · S · 104 [m3] dove: n’ (adimensionale) è l’esponente della curva di possibilità pluviometrica; S [ha] è l’area del bacino di drenaggio; 0,005 m3/m2 volume dei piccoli invasi; r (adimensionale) è il coef¿ciente di G. Cotecchia (G. Iannelli2, 1969), che assume i seguenti valori: 0,27 per territori a forte pendenza; 0,29 per territori a media pendenza; 0,33 per territori a debole pendenza. L [m] è la massima lunghezza della rete di drenaggio (AA.VV., 1997) # 19,10 · (100 · S)0,548. Valutazione dei volumi di invasi compensativi Come misura di mitigazione e compenso, si provvede ad invasare la differenza dei volumi, fra stato di progetto (pRVt RperaP) e stato di fatto (ante RperaP). I volumi di invaso, da realizzare, per garantire l’invarianza idraulica, nelle super¿ci soggette a trasformazione antropica, si possono ricavare con differenti metodologie, ognuna delle 1/2015 Metodo dell’invaso [L/s] dove p0 è un parametro che dipende dalle unità di misure richieste e dal tipo di bacino (per bacini di modeste dimensioni, vale 2.168; G. Becciu et Al., 2013), w [m] è il volume speci¿co d’invaso, ij [ 1] è il coef¿ciente di deÀusso, S [ha] è l’area del bacino scolante, a’ [m/hn’] ed n’ [n. p.], i parametri, ragguagliati, della curva di pioggia. Per quanto riguarda la stima del volume dei piccoli invasi, w0, si usano valori unitari dell’ordine di w0 = 15 m3/haIMP, da applicare alla sola parte di bacino impermeabile dell’area del bacino: Wr = 0,80 · quali speci¿ca, per determinati casi. La letteratura riporta vari metodi di calcolo, nel seguito, fra questi, viene descritto quello adottato ossia il metodo dell’invaso. In cui p0 è un parametro dipendente dalle unità di misura richieste e dal tipo di bacino (generalmente, per piccoli bacini, vale 2530; C. Datei et Al. 1996), a’ ed n’ sono i parametri della curva di possibilità pluviometrica, ij rappresenta il coef¿ciente di deÀusso e w il volume di invaso speci¿co. Volendo mantenere costante il coef¿ciente udometrico (invarianza idraulica), al variare del coef¿ciente di deÀusso, indotto dalla trasformazione urbanistica ossia delle caratteristiche idrauliche delle super¿ci drenanti, per valutare i volumi di invaso, in grado di modulare il picco di piena, si può scrivere (A. Pistocchi, 2001): w = w0 · [m3//h [m /ha] ha a]] dove : w0 = volume speci¿co di invaso, prima della trasformazione dell’uso del suolo; ij0 = coef¿ciente di deÀusso speci¿co, prima della trasformazione dell’uso del suolo; n’ = esponente, ragguagliato, della curva di pioggia, di durata inferiore all’ora (dal momento che i tempi di corrivazione attesi dalle aree, tutte di modeste estensioni, sono inferiori all’ora); Ȟ0 = volume speci¿co di invaso per super¿cie impermeabilizzata; I = percentuale di super¿cie impermeabilizzata; P = percentuale di super¿cie che non viene ViJni¿cativaPente modi¿cata, sistemata o regolarizzata, totalmente inalterata, indipendentemente dalla permeabilità o meno della sua super¿cie (I + P = 100 %). Per la determinazione delle componenti di w0, le indicazioni di letteratura porgono, 50 m3/ha nel caso di fognature, in ambito urbano, comprendente i soli invasi di super¿cie e quelli corrispondenti alle caditoie e similari (C. Datei et Al., 1997). Il Centro di Studi sui DeÀussi Urbani, con sede presso il Politecnico di Milano, ha suggerito di calcolare il volume dei piccoli invasi, in ragione di 15 m3/ha di area impermeabilizzata (A. Paoletti, 1996). Il volume totale, espresso dalla relazione: W = w · S [m3] a servizio del territorio di nuova urbanizzazione, essendo S l’area di trasformazione, può essere realizzato sia sotto forma di rete di drenaggio (i cui collettori, però, andranno sovrastimati, rispetto alle pra- 7 À Scienza & Inquinamento tiche ordinarie), sia sotto forma di vasche d’invaso ovvero laghetti (a seconda delle esigenze architettonico-urbanistiche). Azioni compensative e di mitigazione Per quanto riguarda il principio dell’invarianza idraulica, in linea generale, le misure compensative sono da individuarsi nella predisposizione di volumi di invaso che consentano la laminazione delle piene. Nell’area in trasformazione territoriale, pertanto, andranno predisposti dei volumi che devono essere riempiti, man mano che si veri¿ca deÀusso dall’area stessa, fornendo un dispositivo che ha rilevanza, a livello di bacino, per la riduzione delle piene, nel corpo recettore. L’obiettivo dell’invarianza idraulica, richiede una trasformazione d’uso, attraverso opportune azioni compensative, nei limiti del modello adottato, per i calcoli dei volumi, gli oneri del consumo della risorsa territoriale, costituita dalla capacità di un bacino di regolare le piene e, quindi, di mantenere le condizioni di sicurezza idraulica, del territorio, nel tempo. Prima di entrare nel merito della speci¿ca tecnica di calcolo, si introduce una classi¿cazione degli interventi, di trasformazione super¿ciale, che consente di de¿nire, qualitativamente, le soglie dimensionali, in base alle quali applicare considerazioni differenziate, in relazione all’effetto atteso dall’intervento (mod. M. G. Marziliano et Al., 2008) . Classe Intervento Definizione CL1 Trascurabile impermeabilizzazione potenziale Intervento su superfici di estensione inferiore a 0,1 ha. CL2 Modesta impermeabilizzazione potenziale Intervento su superfici comprese fra 0,1 e 1 ha. CL3 Significativa impermeabilizzazione potenziale Intervento su superfici comprese fra 1 e 10 ha; interventi su superfici di estensione oltre 10 ha con grado di impermeabilizzazione IMP 0,3. CL4 Marcata impermeabilizzazione Intervento su superfici superiori a 10 ha con grado di impermeabilizzazione IMP ! 0,3. Tabella 2 í Classificazione degli interventi di trasformazione superficiale ai fini dell’innovazione idraulica. Per ciascuna classe di invarianza idraulica, si riportano in tabella, quindi, le azioni da intraprendere: Calcolazioni (esemplificazioni) Ad esempli¿cazione di quanto teoricamente esposto, si riporta, di seguito, l’applicazione del calcolo della realizzazione di un invaso di compensazione dell’impermeabilizzazione, afferente un intervento di trasformazione urbanistica, interessante una super¿cie totale pari a S = 3,54 ha > 1 ha. Nel caso in esame (essendo S 10 ha), ci si trova nella situazione di “signi¿cativa impermeabilizzazione potenziale” (CL3), che comporta, oltre alla normale veri¿ca, con il metodo convenzionale [w = w0 ·(ij/ij0)(1/(1-n))-15 · I – w0 · P], anche un’ulteriore valutazione, considerando, su un tempo di ritorno idrologico di 10 anni, una durata di pioggia di 2 ore. Calcolo del volume d’invaso Per il calcolo del volume d’invaso, si applica la seguente formula: w = w0 · [[m [m] m] nella quale: w0 = 50 m3/ha; Ȟ0 = 15 m3/ha; ij0 = coef¿ciente di deÀusso, prima della trasformazione (ante RperaP); ij = coef¿ciente di deÀusso, dopo la trasformazione (pRVt RperaP); n’ = esponente della curva di pioggia; I = percentuale di area trasformata; P = percentuale di area non trasformata (p. inalterata). Per la valutazione dei coef¿cienti di deÀusso, ij e ij0, si è fatto riferimento alle seguenti espressioni: ij0 = 0,80 · IMP0 + 0,20 · PER0 = 0,80 · IMP0 + 0,20 · (1 í IMP0) e ij = 0,80 · IMP + 0,20 · PER = 0,80 · IMP + 0,20 · (1 – IMP) Classe G¶LQWHUYHQWR Descrizione CL1 Superfici 0,1 ha Adottare buoni criteri costruttivi per ridurre le superfici impermeabili, quali le superfici dei parcheggi (tetti verdi, eccetera). CL2 Superfici comprese fra 0,1 e 10 ha Oltre al dimensionamento dei volumi compensativi cui affidare funzioni di laminazione delle piene è opportuno che le luci di efflusso non eccedano le dimensioni di un tubo di diametro di 200 mm e che i tiranti idrici ammessi nell’invaso non eccedano 1 metro. nelle quali: IMP0 = frazione dell’area totale, da ritenersi impermeabile, prima della trasformazione; IMP = frazione dell’area totale, da ritenersi impermeabile, dopo la trasformazione; Per0= frazione dell’area totale, da ritenersi permeabile, prima della trasformazione; Per = frazione dell’area totale, da ritenersi permeabile, dopo la trasformazione. CL3 Superfici comprese fra 1 e 10 ha; IMP 0,3 Oltre al dimensionamento dei volumi compensativi cui affidare funzioni di laminazione, è opportuno che i tiranti idrici ammessi nell’invaso e le luci di efflusso siano correttamente dimensionati, in modo da garantire la conservazione della portata massima defluente dall’area in trasformazione ai valori precedenti l’impermeabilizzazione. Si precisa che la frazione P, si riferisce, esclusivamente, alla percentuale di area che non viene signi¿cativamente modi¿cata, regolarizzata o sistemata, totalmente inalterata, indipendentemente dalla permeabilità o meno della sua super¿cie. Superfici ! 10 ha; IMP ! 0,3 E’ richiesta la presentazione di studio idraulico di dettaglio, molto approfondito CL4 Tabella 3 í Suddivisione degli interventi da intraprendere ai fini dell’innovazione idraulica. 8 Ubicazione cartografica dell’area di intervento Nel caso speci¿co, si prendono in esame le caratteristiche idrauliche di terreni agricoli siti nell’agglomerato urbano del Comune di 1/2015 l’Ambiente Bari. La zona è caratterizzata dalla seguente curva di possibilità pluviometrica (stazione pluviometrica di Bari Osservatorio; Bacino delle Murge), con Tr = 5 anni: Pertanto i coef¿cienti di deÀusso risulteranno, rispettivamente, pari a: h = 35 · t 0,40 per t < 1h e ij0= 0,80 · 0 + 0,20 · ( 1 í 0) = 0,20 ij = 0,80 · (20.408/35.408) + 0,2 · (1 – 20.408/35.408) = 0,55 h = 35 · t 0,20 per t > 1 h Situazioni idrauliche ante e post operam L’intervento in progetto, oggetto d’invarianza, riguarda la realizzazione di un insediamento residenziale. Nel rispetto degli obiettivi dell’invarianza idraulica, che impone a chi effettua trasformazioni di uso del suolo, la realizzazione di azioni compensative e di mitigazione, al ¿ne di mantenere inalterata la capacità di un bacino di regolare le piene, si è considerata, come super¿cie idraulicamente esposta, quella territoriale, oggetto d’intervento urbanistico, d’estensione pari a 3,54 ha. Nel caso speci¿co, per la trasformazione antropica, in oggetto, avremo: Per lo stato di fatto iniziale (situazione idraulica ante operam): Terreno agricolo Aree impermeabili Totale Superficie reale U. M. 35.408 m 0 35.408 Coefficiente di assorbimento Superficie equivalente U.M. 0,00 0 m 2 2 m 2 m 1,00 2 2 0 0 m 2 m Super¿cie impermeabile equivalente ante trasformazione = 0 m2 (IMP0 = 0); Super¿cie permeabile equivalente ante trasformazione = 2 35.408 m (PER0 = 1). Per lo stato di progetto (situazione idraulica post operam): Superficie reale U.M. Lotti edificabili 12.500 m 2 Strade, marciapiedi, piste ciclabili e parcheggi (pavimentazioni impermeabili) 14.158 m 2 Verde (area a parco) 6.150 m Terreno non oggetto di significative trasformazioni (vasca di laminazione) Totale 2.600 m 35.408 m Superficie equivalente U.M. 6.250 m 2 1,00 14.158 m 2 2 0,00 0 m 2 2 0,00 0 m 2 20.408 m 2 Coefficiente di assorbimento 0,50 () e le percentuali di area, trasformata e non trasformata, pari a: I = 32.808/35.408 = 0,93 percentuale di area trasformata; P = 2.600/35408 = 0,07 percentuale di area inalterata; I + P = 1,00 (100 %). Quindi il “volume minimo” d’invaso, per ogni ettaro di super¿cie (i. speci¿co), interessata idraulicamente dall’intervento di trasformazione urbanistica, verrà calcolato come segue: w = 50 · (0,55/0,20)1/(1í0,40) – 15 · 0,93 – 50 · 0,07 = 252,44 m3/ha Considerando che l’area interessata dall’intervento, ha una super¿cie di 3,54 ha, si ottiene un volume d’invaso, per il dimensionamento della vasca di laminazione, pari a: W = 252,44 m3/ha · 3,5408 ha = 893,84 m3 Come volume d’invaso, quindi, è possibile computare, all’interno del suddetto volume di laminazione anche l’80 % del volume, costituito dalla rete fognaria, posta a monte della vasca di laminazione: Wr = 0,80 · 163 m3 = 129,60 m3 A tale scopo si ritiene opportuno maggiorare leggermente il diametro della rete fognaria (D = 0,700 m), af¿nché sia possibile ridurre il dimensionamento della vasca di laminazione. Se si considera di ridurre il volume, sopra calcolato, derivante dall’intera rete fognaria di adduzione, corrispondente a ca. 130 m3, si ottiene un volume, residuo d’invaso, pari a: ǻW = 893,84 – 129,60 = 764,24 m3 Pertanto la vasca di laminazione dovrà essere dimensionata per contenere almeno 764,24 m3 di acqua. Si prevede, di conseguenza, una vasca di laminazione di 765 m3 d’acqua, con bocca d’efÀusso tassata. 2 () Il coefficiente di assorbimento utilizzato per i lotti edificabili, tiene conto della percentuale del lotto che, verosimilmente, sarà destinata a verde condominiale (aiuole) o comunque, avrà un certo grado di permeabilità. Super¿cie impermeabile equivalente post trasformazione = 20.408 m2 (IMP = 0,58 > 0,3); Super¿cie permeabile equivalente post trasformazione = 15.000 m2 (PER = 0,42); 1/2015 Super¿cie oggetto di signi¿cative trasformazioni (35.408 í 2600) = 32.808 m2 Dimensionamento e verifica della strozzatura (bocca tassata) Le ipotesi di lavoro prevedono l’utilizzo di una tubazione circolare, a sezione chiusa, di diametro da calcolare, posta al fondo della vasca d’invaso. Tale bocca tassata, dovrà essere dimensionata adeguatamente, af¿nché la portata ammissibile, efÀuente al corpo ricettore, non risulti superiore a quella speci¿ca (coef¿cien- 9 À Scienza & Inquinamento te udometrico u), ante RperaP, stimata pari a 20 L/(s · ha). Inoltre, al ¿ne di evitare possibili intasamenti, della bocca tassata, in uscita, è stato posto un limite massimo del diametro del tubo, pari a 20 cm. Con le formule a seguire, valide per condotte circolari, una volta ¿ssato il battente massimo, sopra l’asse della condotta di immissione, al ricettore ¿nale, si determina il diametro della bocca tassata, che impedisce il deÀusso nel ricettore di valle, dell’acqua d’accumulo, in modo eccessivamente veloce (vu < 5 m/s). La formula, utilizzata, per il calcolo del diametro della bocca tassata (luce a Eattente idraulicR, a spigolo vivo), è la seguente D. Citrini et Al., 1987): Qamm = ȝ · ȍ · (2 · g · h)0,5 [m3/s] onde, imposto: Qamm = Qagr = u · S = 0,020 m3/(s · ha) · 3,5408 ha = 0,07082 [m3/s] La velocità massima, invece, risulta di: vu = 0,07031/0,01767 = 3,98 m/s < 5,00 m/s derivano, la sezione del condotto: ȍ= Per la vasca d’invaso, pertanto, si prevedono le seguenti dimensioni geometriche utili: [m2] ed il suo diametro: 25,25 m · 25,25 m · 1,20 m = 765,08 m3 765 m3 Du = [m] dove: ȝ = 0,82 (adimensionale), è il coef¿ciente di efÀusso dall’imboccatura Venturi (E. Scimeni, 1964); g = 9,81 m/s2 è l’accelerazione di gravità, sulla super¿cie terrestre; h = 1,20 m è il tirante idrico, ¿ssato sopra la mezzeria della sezione del condotto d’immissione. La portata uscente, con la condotta adottata (DN = 150 mm), quindi, risulta di: Qu = 0,82 · 0,01767 · (2 · 9,81 · 1,20) = 0,07031 m3/s < 0,07082 m3/s 0,5 Verifica della volumetria, per piogge con tempo di ritorno di 10 anni e durata di 2 ore Il volume di invaso, di compensazione dell’impermeabilizzazione effettuata (formula del W), avendo un valore di: W = 893,84 m3 > ǻV = 433,32 m3 è, ampiamente, veri¿cato. Parametri Valori Superficie territoriale (St) U.M. 3,5408 ha Tempo di ritorno idrologico (Tr) 10 anni Coefficiente della curva di pioggia (a’) 40 mm/h Esponente della curva di pioggia (n’) 0,20 í 2 h Durata della pioggia (tp) Parametri Valori U.M. Coefficiente di deflusso post operam (ij) 0,55 í Portata ammissibile 0,07082 m /s 3 Altezza d’acqua piovuta in tp (h = a’· tp ) 48,25 mm 1,20 m Volume d’acqua piovuto in tp (Vp = h · St) 1.708,27 m 3 0,01778 m Volume effluente in tp (Ve = Vp · ij) 939,55 m 3 3 Battente massimo sulla bocca tassata Sezione massima del condotto 2 n’ DN massimo condotto 0,151 m Portata effluente dalla strozzatura adottata (Qu) 0,07031 m /s DN adottato per il condotto 0,150 m Volume scaricato nel ricettore in tp (VU = Qu · tp) m 3 0,01767 m 506,23 433,32 m 3 Sezione del condotto adottato 10 2 Volume da laminare ('V = Ve – Vu) n’ 1/2015 À Scienza & Inquinamento Bibliografia [1] C. Datei, L. Natale (1996): “Le reti idrauliche”, Manuale di Ingegneria Civile, Ed. =anichelli ESAC, Bologna; [2] C. Datei, L. Da Deppo, P. Saladin (1997): “6iVtePaziRne dei cRrVi d’acqua”, Ed. Cortina, Padova; [3] A. Paoletti (1996): “6iVtePi di IRJnatura e drenaJJiR urEanR”, Ed. CUSL, Milano; [4] AA.VV. 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Pistocchi, O. =ani (2004): “L’invarianza idraulica delle traVIRrPaziRni urEaniVtiche il PetRdR dell’$utRritj dei Eacini reJiRnali rRPaJnRli”, Atti del ;;I; Convegno di Idraulica e Costruzioni idrauliche, Trento; [12] E. J. Gumbel (1957): “6tatiVticV RI e[trePeV´ &RluPEia 8niverVit\ 3reVV 1eZ <RrN [13] D. Citrini, G. Noseda (1987): “,draulica´ ,, (diziRne &aVa (ditrice $PErRViana 0ilanR [14] A. Pistocchi (2001): “La valutaziRne idrRlRJica dei piani urEaniVtici”, Ingegneria Ambientale, n. 7/8, Ed. CIPA, Milano; Italia ancora ultima in Europa per il riciclo delle pavimentazioni stradali L’Italia è fanalino di coda nel riciclo delle pavimentazioni stradali: solo il 20% (contro una media europea che s¿ora il 60%) viene recuperato. Ogni anno il pieno recupero delle pavimentazioni stradali “fresate” produrrebbe un valore economico di almeno 500 mln di euro senza contare la riduzione di emissioni inquinanti equivalenti a quelle generate da 3 raf¿nerie di medie dimensioni e dal traf¿co prodotto da 330.000 autocarri sul territorio nazionale. Sono questi i principali dati che emergono dall’analisi condotta dal Siteb - l’Associazione Italiana Bitume e Asfalto Stradale - che ha elaborato e confrontato i dati nazionali relativi al riciclo delle pavimentazioni stradali con quelli dei principali Paesi Europei. Come testimoniato dallo studio promosso dall’Associazione, l’Italia (un tempo il secondo mercato in Europa dietro alla Germania per le attività connesse alla realizzazione e manutenzione di strade) ha perso posizioni, ma comunque resta ai primissimi posti per la produzione di conglomerato bituminoso con 22,3 milioni di tonnellate; la precedono solo Turchia (46,2 mln), Germania (41 mln) e Francia (35,4 mln). In compenso il nostro Paese è in coda (terz’ultimo posto) nella speciale classi¿ca dei Paesi che riciclano maggiormente questo materiale seguito solo da Repubblica Ceca (18%) e Turchia (3%). A differenza di ciò che avviene in Paesi come Germania (90% di recupero), Francia (64%), Regno Unito (80%) e anche nel piccolo Belgio (61%), in Ungheria (90%), in Svizzera (48%) e nella Slovenia (26%), in Italia si recupera solo il 20% del fresato disponibile, con grave spreco di risorse economiche. Questo materiale, oltre a possedere elevate caratteristiche tecniche e ad essere totalmente riutilizzabile nelle costruzioni stradali, possiede infatti un notevole valore economico. Lo hanno capito bene nel resto dell’Europa: in Francia vige il “divieto” di portare in discarica il fresato d’asfalto, considerato “prodotto primario”, da riutilizzare nel ciclo produttivo. La Germania, che ha perso quest’anno il primato europeo nella produzione di asfalto a vantaggio della Turchia, giudica il fresato d’asfalto (11,5 mln di tonnellate) come il miglior materiale costituente e lo recupera al 90%. In Olanda, Paese notoriamente povero di terra, sono attivi impianti che eliminano l’eventuale presenza di catrame nel materiale raccolto e consentono di recuperare totalmente l’inerte. In Italia il fresato, pur avendo le caratteristiche di un sottoprodotto secondo l’art. 184 bis del Dlgs 182/06 (ovvero originato da un processo produttivo il cui scopo non è la produzione di questa sostanza, la certezza del suo riutilizzo e la valenza economica del materiale), viene considerato dalla Pubblica Amministrazione un ri¿uto speciale e in tutti i modi si cerca di ostacolarne il recupero pensando di salvaguardare l’ambiente e la salute dei cittadini (per informazioni: [email protected], [email protected]). 1/2015 11 AGRO-FARMACEUTICO ABOCA ALIMENTARE | AGRO-ALIMENTARE CONSORZIO TUTELA GRANA PADANO LAVAZZA MARENCO VINI Viticoltori in Strevi PERFETTI VAN MELLE PODERE ARGO Agriturismo Biologico ARREDAMENTO NATUZZI GROUP SCAVOLINI SITLAND VENETA CUCINE ASSICURAZIONI EUROP ASSISTANCE ITALIA GLOBAL ASSICURAZIONI GRUPPO ASSIMOCO ASSOCIAZIONI | FONDAZIONI AICA ASSOCIAZIONE ITALIANA PER L’INFORMATICA ED IL CALCOLO AUTOMATICO AVIS COMUNALE DI MILANO CONFARTIGIANATO IMPRESE VARESE CONFINDUSTRIA UMBRIA FONDAZIONE ENASARCO FONDAZIONE MEDIOLANUM ONLUS FONDAZIONE PROGETTO ARCA ONLUS FONDAZIONE SVILUPPO COMPETENZE AUTO BMW ITALIA MOCAUTO GROUP BANCHE BANCA MEDIOLANUM CASSA DI RISPARMIO DI ASTI FEDERLUS GRUPPO CREDITO VALTELLINESE ICCREA BANCAIMPRESA ING BANK N.V. SUCCURSALE DI MILANO RCI BANQUE SUCCURSALE ITALIANA VENETO BANCA BENI DI LARGO CONSUMO ARTSANA GROUP FATER CAMERE DI COMMERCIO CAMERA DI COMMERCIO DI ANCONA CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO CARTA IPI ASEPTIC PACKAGING SYSTEMS TECNOCARTA CHIMICO | FARMACEUTICO | COSMESI A.MENARINI ABBVIE ALPA ANGELINI ASTELLAS PHARMA BASF the chemical company BECTON DICKINSON BIOFUTURA PHARMA BRISTOL MYERS SQUIBB CIP4 CLARIANT FINE FOODS & PHARMACEUTICALS GRUPPO BOERO KEDRION BIOPHARMA L’ERBOLARIO LODI NOVARTIS FARMA NOVARTIS VACCINES ROQUETTE ITALIA SANDOZ SANOFI SIAD SOL GROUP gas tecnici, medicinali e homecare UNIVAR ZAMBON ZOBELE GROUP COMMERCIO | GRANDE DISTRIBUZIONE BIANCHI CUSCINETTI METRO ITALIA CASH AND CARRY NSK ITALIA COMPONENTI AUTO APOLLO COOPERATIVA VOLOENTIERI DELPHI AUTOMOTIVE SYSTEMS DELPHI CONNECTION SYSTEMS MAGNETI MARELLI – Powertrain MECCANOTECNICA UMBRA TIBERINA WEBASTO EDITORIA ABRUZZO MAGAZINE AGENDA DEL GIORNALISTA BUSINESSCOMMUNITY.IT DEA EDIZIONI RIVISTA ECO DM&C MAGAZINE ECCELLERE BUSINESS COMMUNITY EDIFORUM: Daily Media, Daily Net, Mediaforum, Netforum GUERINI E ASSOCIATI GUERINI NEXT GRUPPO MAGGIOLI HARVARD BUSINESS REVIEW ITALIA L’AMBIENTE GIRSA MAGAZINE QUALITA’ MARIO MODICA EDITORE: Spot andWeb MEDIA KEY METHODO MONDOLIBERO PROMOTION MAGAZINE PUBLITEC: Costruire Stampi, Deformazione, InMotion, Soluzioni di Assemblaggio&Meccatronica, Applicazioni Laser, NewsMec, Elemento Tubo RIVISTA IL PERITO INDUSTRIALE TECNA EDITRICE: L&M Leadership & Management, ICT Security TVN MEDIA GROUP: Pubblicità Italia, Pubblicità Italia Today, AdV Strategie di Comunicazione V+ idee e strumenti per vendere di più e meglio ELETTRODOMESTICI BERTAZZONI BITRON INDUSTRIE ELETTROTECNICA ROLD FABER INDESIT COMPANY TVS ELETTROMECCANICO | MAT. ELETTRICO ABB - ABB SACE Division ANSALDO ENERGIA BTICINO WEIDMÜLLER ELETTRONICO | ELETTROTECNICO CELLULARLINE VISHAY SEMICONDUCTOR ITALIANA ENTI DI CERTIFICAZIONE CERTIQUALITY SGS ITALIA ENTI CULTURALI E DI FORMAZIONE CENTODIECI - MEDIOLANUM CORPORATE UNIVERSITY I.I.S. ISTITUTO PACIOLI ENTI PUBBLICI AVEPA AZIENDA SANITARIA TO3 REGIONE PIEMONTE COMUNE DI SEGRATE COMUNE DI SETTIMO MILANESE COMUNE SESTO FIORENTINO - Servizio Educativo CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO CONSORZIO ZAI INTERPORTO QUADRANTE EUROPA ENAC ENTE NAZIONALE PER L’AVIAZIONE CIVILE FOTO | CINE-OTTICA E COMPONENTI BARBERINI lenti solari in vetro DE RIGO VISION LUXOTTICA MARCOLIN EYEWEAR GOMMA | PLASTICA GALLAZZI GIAT GRUPPO PIRELLI MICHELIN ITALIANA GRANDI INFRASTRUTTURE | MAT. 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In generale, la sorveglianza del mercato è un’attività svolta dalle Autorità nazionali nominate per questo scopo da ogni Stato Membro. Tuttavia, negli ultimi anni la Commissione Europea ha promosso una serie di azioni dirette e indirette a supporto della sorveglianza del mercato, co-¿nanziando una serie di progetti per valutare tra l’altro la conformità dei principali elettrodomestici ai requisiti di etichettatura ed ecodesign in tutta l’UE. Fra questi progetti, Atlete I e Atlete II sono iniziative sostenute nell’ambito del programma Intelligent Energy Europe della Commissione Europea che partono dalla convinzione che le etichette energetiche e i requisiti per la progettazione eco-compatibile sono driver fondamentali per la trasformazione del mercato delle applicazioni ¿nali, in quanto orientano la scelta dei consumatori verso apparecchi più ef¿cienti e favoriscono il progressivo smaltimento di quelli meno 14 In particolare, il progetto Atlete II (Appliance Testing for Washing Machines Energy Label & Ecodesign Evaluation), partito nel mese di maggio 2012 e terminato a ottobre 2014, ha veri¿cato la conformità di 50 modelli di lavatrici a tutti i requisiti applicabili di ecodesign e all’etichettatura energetica. I partner del progetto sono: • ISIS - Institute of Studies for the Integration of Systems, Italia, coordinatore del progetto, • CECED - European Committee of Domestic Equipment Manufacturers, EU, • ENEA - Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile, Italia, • SEVEn - The Energy Ef¿ciency Center, Repubblica Ceca, • ADEME - French Environment and Energy Management Agency, Francia, • ECOS - European Environmental Citizens Organisation for Standardisation, EU, • AEA - Austrian Energy Agency, Austria, • Università di Bonn, Germania, • SEA - Swedish Energy Agency, Svezia, • ECEEE - European Council for an Energy Ef¿cient Economy, EU, • ICRT - International Consumer Research Testing, EU. Veri¿cando la conformità dei requisiti delle etichette energetiche delle lavatrici e le caratteristiche tecniche degli apparecchi, compresa la loro ef¿cienza energetica e le prestazioni funzionali, il progetto Atlete II si è posto quindi come supporto all’autorità di vigilanza nazionale fornendo una dettagliata guida metodologica per lo svolgimento dei loro compiti in modo ef¿cace ed economicamente ef¿ciente. Ne parliamo con l’ing. Stefano Ferrari, Responsabile Laboratorio elettrodomestici dell’Istituto Italiano del Marchio di Qualità IMQ, unico laboratorio di prova italiano ad aver partecipato al progetto. Come è avvenuta la selezione di IMQ come unico laboratorio di prova italiano del progetto? La scelta di IMQ è avvenuta a seguito di un processo di selezione af¿dabile e trasparente. Innanzitutto, una prima selezione dei laboratori papabili è stata fatta grazie a un mix di criteri “knock out” e di un sistema a punti. Successivamente, abbiamo compilato un questio- 1/2015 l’Ambiente nario contenente domande sull’esperienza e la capacità di prova del laboratorio, sull’eventuale accreditamento per le prove degli elettrodomestici o a determinati standard come EN 17025, sulla strumentazione disponibile, la frequenza di calibrazione, ecc. Lo step successivo ha visto un’ulteriore selezione dei laboratori che in precedenza avevano superato i criteri “knock out” sulla base dell’offerta economica inviata e di una visita da parte di due esperti incaricati dal progetto Atlete II che hanno intervistato il responsabile del laboratorio. Alla ¿ne del processo, IMQ è risultato l’unico laboratorio di prova italiano a essere selezionato per partecipare al progetto assieme ad altri cinque laboratori europei (CTTN, Intertek, LCOE, SLG e VDE). Come sono stati scelti i 50 modelli di lavatrice da testare? I modelli sono stati selezionati fra quelli presenti sul mercato comunitario in modo da rappresentare sia i grandi produttori e sia, almeno in parte, quelli con limitate quote di mercato. I modelli scelti sono tutti “best seller”, criterio di scelta che si è confermato come il più adeguato in caso di veri¿ca pan-europea della conformità, in quanto garantisce che i prodotti veri¿cati coprano tutti i produttori e i marchi presenti all’interno del Mercato comunitario. Il focus solo sui modelli più ef¿cienti (quelli di classe energetica A++ o A+++), invece, non sarebbe stato un buon criterio da seguire, dato che questi prodotti, solitamente, sono già nel mirino dei concorrenti, hanno una forte visibilità ma una quota di mercato parecchio limitata. I modelli “best seller”, invece, hanno un maggiore impatto sul mercato e un’elevata pressione commerciale. Quali sono i parametri delle lavatrici che avete testato? I parametri che abbiamo sottoposto a veri¿ca nei nostri laboratori sono: x il consumo di energia; x il consumo di acqua; x l’ef¿cienza di lavaggio; x l’ef¿cienza di centrifugazione; x la velocità della centrifuga; x la capacità di carico; x il consumo in modalità “spento“ e in modalità “standby“; x i requisiti minimi di eco design; x i requisiti speci¿ci di prodotto; x le informazioni obbligatorie. Successivamente, siamo passati alle prove in laboratorio secondo lo standard per i parametri misurabili (EN 60456: 2011) e abbiamo raccolto i relativi risultati in un report sviluppato ad hoc. Siamo così passati all’esame ¿sico delle macchine per il controllo della corretta identi¿cazione dei programmi standard. In¿ne, la veri¿ca dei requisiti generici dell’ecodesign. In questo caso, abbiamo veri¿cato sia i requisiti generici per le lavatrici domestiche (presenza e identi¿cazione del ciclo a 20 C e identi¿cazione dei programmi standard sul frontalino) e sia le informazioni presenti nel libretto di istruzioni (indicazione dei programmi standard e loro caratteristiche, consumo nelle modalità “off” e “left-on”, raccomandazioni sull’uso dei detersivi, informazioni indicative sui vari programmi di lavaggio come la durata, il contenuto di umidità, il consumo di acqua ed energia). Quali risultati avete ottenuto? I principali risultati emersi sono: x 100% di conformità delle dichiarazioni relative alla classe di ef¿cienza energetica e al consumo di energia dellµetichetta energetica; x 92% di conformità globale per le prestazioni funzionali e i relativi parametri; x 84% di conformità globale delle informazioni riportate sulla scheda di prodotto (per lµetichettatura energetica) e sul libretto di istruzioni (per la direttiva ecodesign); x 64% di conformità allµidenti¿cazione dei programmi standard sulle singole macchine; x 38% di conformità per le informazioni da riportare obbligatoriamente sul libretto istruzioni; x 30% di conformità considerando tutti i singoli parametri. Al termine delle prove, i risultati sono stati immediatamente comunicati ai singoli produttori responsabili per ciascun modello e alle autorità di sorveglianza del mercato dei paesi in cui queste lavatrici erano disponibili per la vendita, e sono stati in¿ne resi disponibili pubblicamente durante la conferenza ¿nale del progetto Atlete II nel corso di giugno 2014. Quali prove avete effettuato? Con quali macchinari e strumenti? Innanzitutto, abbiamo ispezionato la documentazione di ogni modello per veri¿care la presenza dell’etichetta, della scheda prodotto, del libretto di istruzioni, di tutte le informazioni sull’apparecchio e delle dichiarazioni richieste. 1/2015 Figura 2 - Laboratorio IMQ di prova prestazioni lavatrici. 15 # Analisi e Strumentazione Che ¿ne hanno fatto i prodotti risultati non conformi? Per quanto riguarda i modelli che non hanno superato lµintero processo di veri¿ca, alcuni di questi non sono risultati conformi ad almeno uno dei parametri tecnici; per altri non sono state fornite tutte le informazioni obbligatorie che il consumatore deve ricevere prima di deciderne lµacquisto, o non sono state presentate nel formato richiesto. In tutti questi casi i risultati delle veri¿che sono stati immediatamente comunicati alle autorità di sorveglianza del mercato dei paesi in cui i prodotti erano disponibili. Una parte dei modelli sono stati resi conformi dai rispettivi produttori con delle speci¿che azioni correttive volontarie. In generale quali sono le sue considerazioni sui risultati del progetto Atlete e, oltre a questo, a che punto siamo con le etichette energetiche? I risultati emersi da Atlete II testimoniano la conformità delle lavatrici all’etichettatura energetica comunitaria e ai requisiti di eco design. Il progetto Atlete II dimostra anche i fondamentali bene¿ci derivanti dalla veri¿ca della conformità dei prodotti a livello pan-europeo e lµimportanza del supporto economico da parte della Commissione Europea. Occorre anche sottolineare un altro aspetto: l’importanza delle modalità di applicazione delle direttive. Mi spiego meglio. Tra le non conformità segnalate molte erano da imputare non tanto ad aspetti speci¿ci ma a requisiti più generali e di tipo formale. Cito il caso di un’etichetta energetica trovata non conforme per l’incompletezza dei dati riportati sulla label. Un’incompletezza in realtà da attribuire alla necessità di dover utilizzare il cirillico, una lingua dai numerosi caratteri, impossibile da utilizzare per esteso in uno spazio ridotto. Da qui l’importanza, da parte delle norme, di saper interpretare in maniera corretta ma nello stesso tempo Àessibile e pratica le direttive. Un’altra osservazione riguarda l’approccio olistico al prodotto. Il progetto Atlete ci ha permesso anche di fare attenzione a non concentrarci esclusivamente sugli aspetti di ef¿cienza energetica, ma di analizzare il prodotto sotto tutti i punti di vista. Faccio un esempio. Se una lavatrice dimostra di avere un’altissima ef¿cienza energetica, ma poi, per un lavaggio, richiede una durata di gran lunga superiore alla media, il rischio è la perdita di praticità per il consumatore. O ancora: se la fase di lavaggio dimostra di necessitare un consumo ridotto di acqua, sono poi certo che il risciacquo sarà comunque completo? Domande che i normatori si stanno ponendo: e infatti i Comitati tecnici a livello internazionale stanno lavorando per inserire nelle future edizioni della Normativa anche aspetti riguardanti l’ef¿cacia del risciacquo. Circa le etichette energetiche in generale, è un percorso in continua evoluzione. Tra le novità segnalo l’obbligatorietà di rendere visibile l’etichetta energetica anche sui prodotti venduti on line (Regolamento 518/2014). L’estensione, in un futuro prossimo, (adesso non sono ancora pubblicati) del Regolamento relativo alle etichette energetiche anche ai prodotti professionali come, ad esempio, macchine da caffè, banchi refrigerati e così via. In¿ne, l’estensione dell’etichetta anche ad altri elettrodomestici quali i forni elettrici e le cappe. L¶Italia capo¿la in Europa di un network d’eccellenza L’Italia guida la certi¿cazione europea degli impianti che trattano i ri¿uti elettronici (RAEE). Ecodom, Ecolight, ERP Italia, RAEcycle e Remedia, cinque consorzi che gestiscono complessivamente oltre l’80% dei RAEE prodotti in Italia, hanno aderito al progetto Weelabex per la creazione di regole e standard omogenei in tutta Europa nella gestione e trattamento dei ri¿uti elettronici A distanza di un anno, sono 82 gli impianti in Europa che hanno avviato il processo di certi¿cazione; di questi, il 30% (24 impianti) riguarda strutture italiane. Il processo di accreditamento secondo gli standard Weeelabex è lungo e complesso: al momento hanno ottenuto la certi¿cazione 30 impianti,10 italiani. Weeelabex (acronimo di WEEE LABoratory of E;cellence, ovvero “Laboratorio di eccellenza dei RAEE”) è stato ideato dal WEEE Forum in collaborazione con i principali stakeholder della ¿liera RAEE ed è co-¿nanziato dalla UE nell’ambito del programma Life+. Il progetto ha il duplice obiettivo di mettere a punto nuovi standard di qualità per la raccolta, il trasporto e il trattamento delle varie tipologie di RAEE, oltre a individuare e realizzare una modalità uniforme e strutturata di veri¿ca del rispetto di questi standard in tutti i Paesi europei, attraverso auditors quali¿cati e opportunamente formati. Il processo di audit, che in Italia ha mosso i primi passi nell’aprile dello scorso anno attraverso l’avvio dell’iter presso l’organismo internazionale no-pro¿t Weelabex Organisation, sta portando il nostro Paese ad essere la nazione europea con il maggior numero di impianti accreditati Weeelabex, fornendo un grande esempio a livello internazionale a tutti i soggetti impegnati nella gestione dei 5AEE Gli audit italiani svolti tra la seconda metà del 2014 e l’inizio del 2015 hanno interessato prevalentemente i Àussi di trattamento dei RAEE pericolosi, ovvero i ri¿uti elettronici appartenenti ai raggruppamenti R1 (frigoriferi e congelatori) ed R3 (televisori e monitor): complessivamente sono stati auditati 31 Àussi. Per quanto riguarda il trattamento di R2 (lavatrici, lavastoviglie, forni) ed R4 (piccoli elettrodomestici ed elettronica di consumo), sono stati auditati 15 Àussi. www.weeelabex.org 16 1/2015 sardinia_2015 15° SIMPOSIO INTERNAZIONALE SULLA GESTIONE DEI RIFIUTI E SULLO SCARICO CONTROLLATO Forte Village _ S. Margherita di Pula (Cagliari) 5 _ 9 ottobre 2015 CALL FOR WORKSHOP 1TICPK\\CTGWPYQTMUJQRCN5CTFKPKCQHHTGNŏQRRQTtuPKV´FKGUUGTGRTQVCIQPKUVCFKWPGXGPVQUEKGPVKſEQKPVGTPCzionale, un’incomparabile occasione per discutere il proprio progetto e le proprie opinioni davanti a un pubblico di professionisti di altissimo livello. Le proposte dei workshop saranno focalizzate su temi attuali e in continua evoluzione TKIWCTFCPVKNCIGUVKQPGFGKTKſWVKRTQIGVVKFKTKEGTECKPEQTUQ KPPQXC\KQPGUEKGPVKſECGVGEPQNQIKECFGNUGVVQTG Le proposte dei workshop devono essere inviate in formaVQ2&(CRCRGTU"UCTFKPKCU[ORQUKWOKV entro il 15 marzo 2015 e dovranno includere le seguenti informazioni: 1TICPK\\CVQTGK TKVQNQFGNYQTMUJQR$TGXGFGUETK\KQPG 1DKGVVKXQ7PCRCIKPCFGNFKUEQTUQKPVTQFWVVKXQ7na lista di speaker disposti a prendere parte al workshop con un DTGXGKPVGTXGPVQ0WOGTQOCUUKOQFKRCTVGEKRCPVK Per ulteriori informazioni si prega di contattare la Segreteria 1rganizzativa all’indirizzo [email protected] organizzato da: IWWG . International Waste Working Group con il supporto scientifico di: 7PKXGTUKV´FK2CFQXC +TŖTongji 7PKXGTUKV[ %0ŖTGEJPKECN7PKXGTUKV[QH&GPOCTM &- (WMWQMC7PKXGTUKV[ ,2Ŗ7PKXGTUKV[QH%GPVTCN(NQTKFC 75Ŗ*CODWTI7PKXGTUKV[QHTGEJPQNQI[ &' PRESENTAZIONE Sulla base della felice esperienza della 14esima edizione che si è tenuta nel 2013 e ha visto la partecipazione di oltre 700 delegati provenienti da tutto il mondo, il Sardinia 2015 si preannuncia EQOGNŏGXGPVQRKÔKORQTVCPVGFGNNŏCPPQPGNECORQFGNNCIGUVKQPGUQUVGPKDKNGFGKTKſWVKGFGNNQUECTKEQ controllato. Il programma si articolerà in otto sessioni parallele dedicate alla presentazione contributi orali, svariati workshop e una sessione poster. Prima dell’inizio del Simposio si svolgeranno alcuni corsi di aggiornamento organizzati dall’IWWG. LATE ABSTRACT Il termine per l’invio degli abstract per il Simposio Sardinia ÂWHſEKCNOGPVGUECFWVQKN Gli autori che non avessero inviato il proprio abstract entro la data preposta, ma fossero interessati a farlo ora, possono ancora inviare il proprio contributo utilizzando l’apposito form online e faremo del PQUVTQOGINKQCHſPEJÃXGPICKPENWUQPGNRTQEGUUQFKTGXKUKQPGGUGNG\KQPGCVVWCNOGPVGKPEQTUQ Tutti i lavori che verranno presentati durante il Sardinia 2015 saranno inclusi nel volume e nel cd degli Atti del Simposio (con un ISSN e ISBN dedicato). Un considerevole numero di lavori inoltre UCT´UGNG\KQPCVQFCN%QOKVCVQ5EKGPVKſEQFGN5KORQUKQUWNNCDCUGFGNNCSWCNKV´UEKGPVKſECGFGNNŏKPnovatività dei contenuti presentati, per la procedura di peer-review e pubblicazione su Waste MaPCIGOGPVNCTKXKUVCUEKGPVKſECEQPKNRKÔCNVQ+( PGNUGVVQTGRWDDNKECVCFC'NUGXKGT CALL FOR COMPANIES NN%QOKVCVQ5EKGPVKſEQFGN5CTFKPKCRTQOWQXGNŏKPXKQFKCDUVTCEVRGTQTICPK\\CTGWPCUGTKGFKUGUUKQPK dedicate principalmente alle aziende, da inserire all’interno del Programma del Simposio. .ŏCDUVTCEVFGXGGUUGTGRTGUGPVCVQKPHQTOCVQ2&( RCIKPGGURGFKVQXKCGOCKNCRCRGTU"UCTFKniasymposium.it entro e non oltre il 31 marzo 2015. Per ulteriori dettagli sulle Industrial Session e per conoscere tutte le opportunità riservate alle aziende si RTGICFKKPXKCTGWPCOCKNCKPHQ"UCTFKPKCU[ORQUKWOKVQFKXKUKtare il sito www.sardiniasymposium.it SEGRETERIA ORGANIZZATIVA '7419#ST'UTNŖXKC$GCVQ2GNNGITKPQŖ2CFQXC +T t ŖfŖKPHQ"GWTQYCUVGKVŖYYYGWTQYCUVGKV Informazioni sempre aggiornate sono disponibili sul sito: www.sardiniasymposium.it # Analisi e Strumentazione Gestione di un impianto a fanghi attivi mediante controllo dei parametri ORP e OD. 7PL[YV+PMVUaV0UNLNULYLJOPTPJV¶,THPS!WKPMVUaV'NTHPSJVT Abstract The wastewater treatment management requires knowledge about hydraulics, mechanics, biology and analytic issues. Monitoring the performance and the parameters on a plant, it needs a proper sampling method which results suitable for the scale and the layout complexity. Through the support of a cloud system, it is possible to control the process in order to improve the efÀuent quality, focusing on the monitoring strategy, by increasing the sampling frequency and the data type. Below it is represented a study – case in which we tried to apply a management protocol directly on real scale plant, continuously monitoring processes parameters . The whole project introduces an Oxidation - Reduction Potential parameter (ORP) that is a cheap and reliable way to increase the number and the grouping of the parameters used to improve the general performance. The trial aims to reduce the energy, the chemicals and the environmental impact due to accurate management of them. The ORP parameter reveals the importance of including effortless analytic factor able to determine the right condition to enrich the information about the dynamic progress, within the biological system where are delimited by biological reaction and the red-ox conversion. La gestione dei presidi di depurazione rappresenta una materia complessa che presuppone la conoscenza di elementi d’idraulica, elettromeccanici, di processo e microbiologici. Le potenzialità di un sistema cloud di monitoraggio e controllo, a servizio di un impianto di trattamento, si riconoscono nella disponibilità di una raccolta analitica capillare in assetto dinamico, che permette di elaborare con maggior precisione gli input acquisiti. Inoltre, si sempli¿ca la procedura d’intervento, funzione del modello di gestione, riducendo il numero di sopralluoghi in-situ soprattutto a livello di ordinaria manutenzione e gestione. Con questo articolo e attraverso la presentazione di un casestudy, si vuole enfatizzare la funzionalità di una sperimentazione supportata da un sistema di misura e controllo on-line, in grado di identi¿care con maggior precisione l’intervento da eseguire attraverso un’elaborazione più dettagliata, generata da una valutazione su un data-set di più ampia estensione. L’approccio seguito con la sperimentazione di seguito presentata, integra la metodologia a servizio dell’ingegneria di 18 processo capace di coniugare aspetti di sostenibilità ambientale ad esigenze produttive ed economiche, con l’aiuto degli strumenti delle nuove tecnologie a servizio dell’Information and Communications Technology (ICT). La predisposizione di uno studio ¿nalizzato all’identi¿cazione della fenomenologia che regola i meccanismi di reazione, attraverso l’elaborazione dei dati raccolti e la ricerca di correlazioni, ha permesso di incrementare la qualità dell’iniziativa in virtù del fatto che la prima applicazione pratica si è concretizzata su un impianto a grande scala, a servizio quindi di un agglomerato urbano reale. L’acquisizione dei dati su un impianto reale ha facilitato l’identi¿cazione dei fenomeni, con maggiore ef¿cacia rispetto ad un approccio relegato ad un’impiantistica su scala pilota in quanto, spesso, l’incremento di scala ostacola la riproducibilità del protocollo di gestione e il metodo d’indagine. In più, la manipolazione di un insieme di dati ha introdotto una nuova metodica di calcolo con l’obiettivo di identi¿care interventi reali (spegnimento o accensione sof¿ante, apertura o chiusura pompe di ricircolo, ecc.) attraverso la valutazione delle combinazioni parametriche al variare delle condizioni esterne (eventi meteorologici, avaria di strumentazione, cattiva ricezione segnale, ecc.). L’iniziativa vede anche l’introduzione di un parametro chimico-¿sico (il potenziale di ossido-riduzione: ORP) nell’insieme delle misure, al ¿ne di ricercare possibili impieghi come risposta all’ottimizzazione strategica di processo. La scelta di avvalersi di un parametro quale l’ORP deriva da una serie di considerazioni di natura tecnico-economica: bassi costi, af¿dabilità della misura, consolidamento della tecnologia di misura e semplicità da interfacciare ad un sistema di controllo open–source. La ¿nalità di introdurre una proposta innovativa punta a raggiungere elevati livelli di ottimizzazione complessiva in termini di ef¿cienza di rimozione degli inquinanti, con limitata domanda di risorse (energia elettrica, aria e reagenti), promuovendo una politica di sostenibilità ambientale tanto importante nella manipolazione del processo, quanto delicata nelle discussioni ambientali recenti. Premessa teorica Il monitoraggio basato sullo studio analitico tradizionale, quindi, attraverso la caratterizzazione di un campione puntuale, rappresenta un limite tecnico nella conoscenza delle 1/2015 l’Ambiente condizioni locali dinamiche: sono trascurati elementi peculiari dell’esercizio dell’impianto in costante assetto variabile (distribuzione dei carichi lungo la giornata, eventi meteorici, variabilità stagionale, modi¿ca dell’assetto urbano di riferimento, ricezione di scarichi anomali, ecc.). Attraverso il monitoraggio intensivo, mirato ad incrementarne il numero di parametri di processo e la frequenza di acquisizione, si descrive il trend speci¿co con maggiore livello di dettaglio. Tale prassi rappresenta già una soluzione innovativa, ¿nalizzata al raggiungimento di obiettivi di qualità in linea con i vincoli normativi che disciplinano il livello di contaminazione consentito in uscita. Il metodo di gestione associato al monitoraggio intensivo, invece, rappresenta il legame logico in grado di completare un approccio innovativo che miri ad ottimizzare l’impianto, conseguentemente alle informazioni acquisite, elaborate, trasmesse e gestite a distanza. In un’ottica generalizzata quello che s’intende eseguire richiama la realizzazione di uno strumento ad alto contenuto tecnologico di facile fruizione per la consultazione di dataset, come punto di partenza per le trattazioni attinenti la concezione smart-city, ma soprattutto uno strumento di supporto alle decisioni per la gestione ottimizzata, come elemento di sostegno per decretare la messa in essere di concrete attuazioni. L’impianto, oggetto dello studio, rappresenta un tradizionale presidio di trattamento a fanghi attivi con pre-denitri¿cazione e ossidazione articolato su due linee, come la tipologia di layout diffusa maggiormente sul territorio nazionale. Nel lavoro di sperimentazione si è intervenuti, in primo luogo, nella stabilizzazione del processo biologico attraverso la modi¿ca della logica intrinseca all’algoritmo, passando da un proporzionale puro ad un proporzionale derivativo. In secondo luogo, è stato introdotto un parametro chimico-¿sico poco diffuso (ORP), come elemento aggiuntivo, utile per integrare i parametri di processo funzionali ad un controllo maggiormente spinto. L’idea di impiegare sonde REDOX per la misura del potenziale di ossido riduzione (ORP), inserita nel contesto stringente di conseguire obiettivi di ottimizzazione, deriva dall’esigenza di avviare un percorso di studio e ricerca improntato sull’identi¿cazione di elementi di facile determinazione analitica, in grado di fornire correlazioni causa-effetto con la fenomenologia presente negli impianti di trattamento. La sperimentazione condotta sull’impianto oggetto, si focalizza sulla capacità di captare bene¿ci gestionali con l’introduzione di un noto parametro chimico-¿sico, ma inutilizzato nel trattamento dei reÀui: il potenziale di ossido-riduzione. Da qualche tempo i tentativi di conciliare questi due elementi in un’unica applicazione hanno trovato riscontro nella tipologia impiantistica con funzionamento a cicli discontinui, a differenza del presente lavoro che si pre¿gge l’intento di proporre una tecnica gestionale su un’architettura a funzionamento continuo. 1/2015 Il caso reale Layout di processo L’impianto oggetto dello studio serve un agglomerato urbano di tipo costiero ed ha una potenzialità complessiva di 18.000 A.E. Esso è dimensionato per rimuovere gli inquinanti conformemente ai limiti normativi previsti per lo scarico in corpo idrico recettore (Tab.4 – Allegato V- del D. Lgs. 152/06). Considerando gli obiettivi dello studio in oggetto, interamente concentrati nella valutazione puntuale del processo biologico limitatamente alla matrice liquida, si delimiterà la descrizione delle speci¿che nella linea acque, escludendo per semplicità le fasi che prevedono ulteriori trattamenti nei confronti delle matrici solide facenti parte della cosiddetta linea fanghi. Il layout - come mostrato in Figura 1 - è del tipo “Ludzack- Ettinger modi¿cato” con comparto di denitri¿cazione a valle del reattore aerobico. Esso si compone delle seguenti sezioni: x grigliatura, x sollevamento iniziale, x dissabbiatore a sezione circolare, x vasca di equalizzazione a sezione quadrata, x due vasche di sedimentazione primaria, x sollevamento intermedio costituito da tre pompe Pn= 6,7 kW (H= 18 m, Q= 287 m3/h) di cui due alimentano, rispettivamente, le due linee del comparto biologico e la terza a soccorso delle due, x vasca di sedimentazione secondaria che riceve i fanghi biologici prodotti dalle reazioni di ossidazione-denitri¿cazione. Il comparto biologico si ripartisce su due linee di processo, in cui è stata riscontrata una differenza dimensionale e di con¿gurazione sul bacino di denitri¿cazione: la linea I presenta un volume del reattore anossico pari a 544 m3, mentre la linea II un volume netto di 672 m3. Figura 1 – Schema a blocchi impianto depurativo. 19 # Analisi e Strumentazione Strumentazione di campo Con l’integrazione strumentale sull’impianto, si è resa necessaria l’installazione delle sonde redox per entrambe le linee del processo, su due punti rappresentativi delle condizioni operative, tipicamente ottenibili nei due ambienti del sistema biologico: denitri¿cazione e nitri¿cazione. L’adozione di ulteriori sistemi di misura in questa fase ha reso evidente la necessità di usufruire di una campagna di monitoraggio sugli assorbimenti energetici, a favore dei motori elettrici annessi alle apparecchiature elettromeccaniche, soprattutto, in riferimento al consumo elettrico dei compressori di aria, responsabili della fornitura di aria per il mantenimento dei livelli di ossigenazione. Per monitorare gli assorbimenti energetici dei compressori, è stato realizzato un apposito cablaggio con l’acquisizione delle potenze assorbite da ciascuna sof¿ante, con¿gurando il segnale 4-20 mA in uscita dal relativo inverter, ed elaborare il consumo puntuale di ciascun’apparecchiatura (primaria e di riserva) operante nella rispettiva linea biologica. In de¿nitiva, considerando le integrazioni elettro-strumentali, il sistema di acquisizione risulta così costituito: x portata in ingresso all’impianto (Qin), x portate di ripartizione sollevate dalla stazione di sollevato intermedio (Qin, 1, Qin, 2), x ossigeno disciolto nei comparti aerobici delle due linee (OD1, OD2), x potenziale di ossido-riduzione: o redox 1,in = ingresso denitri¿cazione linea I, o redox 1,out = uscita ossidazione linea II, o redox 2,in = ingresso denitri¿cazione linea II, o redox 2,out = uscita ossidazione linea II, x energia totalmente assorbita dall’impianto, x energia assorbita dalle apparecchiature di fornitura aria: o INV1 e INV2 = sof¿anti regolate da inverter a servizio della prima linea con funzionamento alternato, o INV3 e INV4 = sof¿anti regolate da inverter, a servizio della seconda linea a funzionamento alternato. La strumentazione di misura installata in campo è collegata ad un PLC il quale attraverso un router GPRS è connesso in VPN con il server e trasmette tutti i parametri di processo e automazione al centro di controllo, con¿gurato per espletare le funzioni di supporto alle decisioni attraverso il monitoraggio real-time del processo. La sperimentazione REDOX Richiami teorici e applicabilità Il potenziale di ossidazione rappresenta una misura indiretta dell’attività degli elettroni, implicati nelle trasformazioni di ossido-riduzione negli ambienti di reazione. La degradazione di materia organica appartiene alla categoria dei processi ossido-riduttivi nella quale s’individua una correlazione tra ORP e attività biologica. Lo studio dei parametri ORP e OD rappresenta una valutazione 20 funzionale al monitoraggio e al controllo dei processi biologici, in virtù della loro natura esplicativa dello stato di avanzamento del processo ossido-riduttivo (Ndegwa P.M., 2007). In passato si ipotizzava dell’ORP come la risposta alle informazioni rimediabili nelle condizioni in regime di sovraccarico o sottocarico ed eventualmente sovra-aerazione o de¿cit di aerazione. Al di sotto delle normali condizioni di carico, l’ORP nei processi di nitri¿cazione si attesta all’interno di un range tipico delle condizioni ossidative (O’Rourke J.J., 1963). Una più recente trattazione, invece, attesta che nei processi biologici di rimozione degli inquinanti, il valore dell’ORP riÀette le variazioni di OD, le concentrazioni di substrato organico, l’attività dei microrganismi e le cinetiche di reazione. (Comolli P., 1994) (Goncharuk V. V., 2010). Inoltre un team di ricerca spagnolo avanza l’ipotesi dell’importanza dell’inibizione o la limitata ef¿cienza nella correlabilità diretta, legata alla presenza di un rapporto COD/TKN diverso da quello ottimale o dalla presenza di alcuni elementi tossici nell’afÀuente, seppur in tracce (Martin de la Vega P.T., 2012). In accordo con le sperimentazioni recenti operate dai diversi team di ricerca, si può formulare l’ipotesi di escludere la regolazione diretta del comparto biologico mediante interfacciamento diretto degli organi di misura (sonde redox) con gli attuatori (inverter). A seguito di ciò è stato introdotto un nuovo parametro necessario per integrare le informazioni conseguite con il data-set a base ORP, cioè il cosiddetto OUR (oxygen uptake rate). Con buona approssimazione tale parametro è relazionabile alle seguenti applicazioni: x stima dei parametri cinetici e stechiometrici, x ottenimento dei dati necessari per impostare un bilancio di massa nelle componenti organiche ed azotate, x valutazione dell’attività dei fanghi in termini di tasso di utilizzazione del substrato esogeno ed endogeno. Si tratta di un parametro valutabile durante la fase di spegnimento delle sof¿anti, mediante una metodologia dinamica che integra i fondamenti microbiologici dell’attività respiratoria alle reali esigenze del ciclo biologico (Martin de la Vega P.T., 2012). La determinazione dell’OUR in seguito allo stop di azionamento, passa attraverso la seguente espressione: dove: qO2 = tasso di assorbimento speci¿co di ossigeno [mol O2 kg-1 s-1] Cx = concentrazione di biomassa [kg m -3] OUR = tasso di assorbimento di ossigeno [mol O2 kg-1s-1] L’OUR è calcolato dalla pendenza del gra¿co costruito interfacciando la concentrazione di OD in diminuzione durante l’interruzione del sistema di aerazione con il tempo (vedi Figura 2). La concentrazione di biomassa in quel punto permette di corre- 1/2015 l’Ambiente lare i parametri di processo per svincolare la dipendenza dagli effetti Àuidodinamici di scambio gas-liquido. L’esigenza di riuscire a correlare l’OUR in assetto dinamico, fornirebbe indicazioni utili alla riformulazione del Àusso di O2 da insufÀare e di conseguenza al protocollo di gestione dettato dalla concentrazione di OD. Regolazione comparto biologico con sistema ORP – OD La de¿nizione del nuovo algoritmo nasce da una correlazione dei dati rilevati in campo adeguatamente captati e trasferiti al centro di calcolo. Si sottolinea che il metodo di correlazione è stato accompagnato da valutazioni che hanno incluso approfondimenti tematici attraverso lo studio delle variazioni di carico organico ed idraulico. La metodologia seguita nasce aggregando le informazioni generate dal sistema di acquisizione attraverso una logica dettata dalle assunzioni ottenute da studi di ricerca simili e disposti da altrettanti team di ricerca. L’intenzione di questo elaborato non pretende di eliminare l’entità del fenomeno celato dietro una gestione incontrollata, ma mira alla riduzione della stessa introducendo una prospettiva gestionale di diversa natura: il codice di calcolo è il risultato di una valutazione della capacità biologica del sistema di trattamento, studiando i fenomeni che questo impianto presenta rispetto ad altri impianti, matrici di reÀui diverse e collocazioni geogra¿che altrettanto differenti. La regolazione del processo attraverso l’impiego dell’ORP, si prepone di governare gli interventi di somministrazione di ossigeno, limitando il numero e la durata ai soli eventi di necessità ¿siologica dei microrganismi, abbandonando un metodo basato sulla somministrazione di aria con intervalli di funzionamento temporizzati. L’inverter a servizio delle elettropompe è stato designato come attuatore unico per la fornitura di aria, poiché la variazione della frequenza consente di mantenere, in maniera omogenea la concentrazione interna al sistema reagente: la rapidità di intervento e la garanzia di risultato hanno contribuito a confermare tale scelta. Nel nuovo metodo il parametro di set-point non è ¿sso, ma può subire modi¿che di alcuni punti decimali come indicato dalle osservazioni sul sistema durante il normale funzionamento. Con l’implementazione del nuovo algoritmo s’introduce un arresto forzato alle sof¿anti, per comprendere in maniera dinamica le condizioni e lo stato di vita del sistema biologico in termini di consumo netto di ossigeno a sof¿anti spente; quindi, per calcolare in maniera dinamica l’assetto del parametro OUR. Nella breve fase di spegnimento (al max. cinque minuti, per agevolare repentinamente il ripristino di set-point prestabilito) si determinerà la penden- 1/2015 Figura 2 – Esempio di elaborazione DO vs t. za della retta, che indica la rapidità di assorbimento di ossigeno durante l’adempimento delle funzioni vitali, cioè maggiore è l’inclinazione della retta, maggiore è l’attività respiratoria del sistema biologico e, quindi, maggiore deve essere la fornitura di aria. L’automazione proposta in questa fase racchiude i seguenti fondamenti, relativamente al comparto aerobico del reattore biologico, come ipotesi confermate per la messa in atto del nuovo algoritmo: x il valore del parametro ORP rilevato sotto un regime di somministrazione non apporta informazioni fruibili in modo assoluto, in quanto la misura è in¿ciata dal quantitativo di aria insufÀato e quindi dall’ossigeno (noto agente fortemente ossidante); x la molteplice variabilità del sistema non permette di identi¿care i fattori determinanti nel costruire il pro¿lo temporale del parametro ORP, per cui, eliminando il grado di dipendenza dall’ossigeno, si riduce l’effetto aleatorio del processo di regolazione; x in termini di OUR, minore è la pendenza (vedi Figura 2) tanto meno accentuato è il fabbisogno di ossigeno; quindi, si sfavorisce un’attività respiratoria della Àora batterica. Al contrario, maggiore è la pendenza, maggiore è l’assorbimento di ossigeno, quindi maggiore deve essere l’integrazione di aria (Ruano M. V., 2012); x in regime di ossidazione-nitri¿cazione, non sono af¿dabili valori puntuali del redox ai ¿ni di decretarne interventi di regolazione correttiva, ma risultano migliori gli intervalli chiusi più o meno ristretti (Myers M., 2006). Figura 3 - Andamento ORP nelle linee di processo I (rossa) e II (blu), in seguito ad un mese di monitoraggio. 21 # Analisi e Strumentazione Nel comparto di denitri¿cazione, invece, il compito di una sonda redox aiuterebbe a comprendere alcuni elementi peculiari del ciclo di rimozione dell’azoto. E’ bene non dimenticare come la variabilità delle condizioni alla quale è soggetto ciascun impianto non permette di generalizzare le assunzioni delineate dalla campagna di monitoraggio seguita. L’evoluzione del processo con il tempo, la stagionalità e l’usura della strumentazione sono alcuni dei fattori che comportano una modi¿ca dinamica all’assetto di regolazione. In merito all’implementazione di un nuovo algoritmo con il parametro ORP, si assumono come input di riferimento i dati raccolti in un intervallo di tempo limitato, così come mostrato in Figura 3 integrando le indicazioni del gestore in termini di problematiche riscontrate nella corretta riduzione dei nitrati nello stesso periodo. Si evince dal gra¿co di Figura 3 come il parametro ORP descrive un andamento ciclico, con la quasi totalità dei picchi superiori, soprattutto in corrispondenza di una fascia oraria di alcune ore. Il picco superiore è compreso in una fascia tra – 50 mV e +50 mV. Il superamento del limite superiore, nel nostro caso è stato interpretato come anomalia nella corrente interna di ricircolo, dove si riscontra un quantitativo di ossigeno disciolto superiore a quello atteso accentuato dall’assenza di un selettore anossico. In virtù della sito-speci¿cità di ciascun impianto, è impensabile adottare un algoritmo con il redox che sia utile in senso generalizzato, o che si adatti per tutto il periodo di vita dell’impianto; ma come anticipato, esso deve essere sottoposto a continua sintonizzazione, parallelamente all’interpretazione dei nuovi dati generati. (Cola E., 2010). La proposta de¿nitiva è valida per un periodo strettamente legato alla stagionalità, in quanto l’impianto è caratterizzato da un duplice grado di funzionamento, in virtù del periodo estivo che richiama un tessuto urbano differente. Nel ragionamento dell’algoritmo si considera un range ottimale di funzionamento variabile sia nell’ambiente anossico che in quello aerobico. Gli interventi rilevanti sono governati da un superamento della soglia superiore nel range anossico, con la risposta di incremento del set-point di ossigeno, viceversa un superamento della soglia inferiore nell’ambiente anossico comporta lo stop della sof¿ante. 'urante il tempo di arresto dell’insufÀazione, avviene il calcolo dinamico della pendenza della retta O' vs. t con il ¿ne di decretare il ripristino o la modi¿ca del set-point ¿ssato, attraverso una variazione del valore o una conferma del precedente. Conclusioni e prospettive In merito all’obiettivo di questo studio, è stata indagata la possibilità di coadiuvare un approccio tecnologico al moni- 22 toraggio ed alla telegestione, con uno studio sull’applicabilità della misura del potenziale redox, quale indicatore dell’attività della biomassa, nel comparto biologico di un impianto a scala reale. La ricerca di informazioni sullo stato di attività della biomassa in correlazione con altri parametri oggetto del monitoraggio intensivo, ha costituito il focus dello studio di ricerca. E’ importante sottolineare quanto uno studio simile, nelle condizioni auspicate, possa dare risultati confortanti in termini di ottimizzazione del processo. L’approccio seguito riconosce la fondamentale sito-speci¿cità di ciascun impianto, scartando la pretesa generalizzata di risolvere le criticità che riguardano i depurativi, adottando una metodica valida per la totalità dei siti. L’innovazione celata nel metodo di monitoraggio segue una prassi sperimentale eseguita su presidi reali e non su scala pilota poco rappresentativi delle effettive condizioni di processo, inoltre l’intensi¿cazione del monitoraggio fornisce maggiore corrispondenza con la natura dinamica del sistema, irraggiungibile con campionamenti puntuali. L’intenzione alla base dell’esperienza menzionata cerca risposte in una prospettiva gestionale fondata sul monitoraggio differenziato e di facile determinazione, attraverso strumentazione consolidata dal punto di vista tecnologico e con incidenza economica ridotta. I risultati riscontrati in un periodo di osservazione limitato, sono confortanti soprattutto in chiave di continuità dello studio per periodi stagionali diversi e più lunghi, in aggiunta ad una completa sperimentazione estesa ai momenti di maggiore criticità ai quali l’impianto è sottoposto (estate per Àusso di turisti che raddoppia, di fatto, l’incidenza del carico organico e stagioni con maggiore presenza di eventi meteorologici, quindi con incrementi delle portate idrauliche). In termini numerici, si è veri¿cata una maggiore stabilizzazione della concentrazione di ossigeno in vasca, spesso problematica con un algoritmo fondato sul sistema sonda-sof¿ante tendenzialmente più instabile. Non è esclusa a questo punto l’implementazione di ulteriori sfaccettature di sperimentazione che vedono alla base della modi¿ca la variazione del valore di set-point in base alle esigenze di carico. Le attività alla base di questa esperienza, hanno permesso di avviare un percorso di integrazione tra la scienza dell’automazione con l’ingegneria di processo industriale. Seppur pochi siano i risultati impiegabili in maniera diffusa, s’incentiva con questa pubblicazione una nuova metodologia, in grado di affrontare la gestione ottimizzata degli impianti di trattamento attraverso l’incremento delle performance e con la riduzione degli input ¿sici ed energetici. L’introduzione di un nuovo metodo d’indagine su scala reale, rappresenta un punto di partenza per la realizzazione di uno strumento tecnologico in grado di supportare le decisioni in campo, con un effetto immediato sulla manipolazione dei parametri attraverso la lettura e l’interpretazione delle condizioni locali. 1/2015 l’Ambiente Bibliografia [1] &ola E., %. 3. (). ,nnovazione tecnologica e automatismi di processo per le migliori pratiche di gestione degli impianti: casi reali nella Provincia Autonoma di Trento. Ecomondo Atti , pp. 1004-1011, Rimini. [2] &omolli P. (14). Possibilitj di applicazione della misura del potenziale redox come parametro di controllo nei processi di nitri¿cazione-denitri¿cazione - Teoria e primi risultati. ,ngegneria Ambientale , vol. XXIII, n.1 pp 37-50. [3] Goncharuk V. V., V. B. (2010). The use of redox potential in water treatment processes . Phisical Chemistry of Water Treatment Process , Vol. 32 n. 1 pp. 1-9. [4] Martin de la Vega P.T., E. M. (2012). New contributions to the ORP & 'O time pro¿le characterization to improve biological nutrient removal. Bioresource Technology Volume 114Pages 160-167. [5] Myers M., L. M. (2006). The use of oxidation-reduction potential as a means of controlling efÀuent ammonia concentration in an extended controlling efÀuent ammonia concentration in an extended aeration activated sludge system. Water Enviroment , 5901-5911. [6] Ndegwa P.M., L. W. (2007). Potential strategies for process control and monitoring of stabilization of dairy wastewaters in batch aerobic treatments systems. Process Biochemistry 42(9): 1272-1278. [7] O’Rourke J.J., H. T. (1963). Variation in ORP in an activated sludge plant with industrial waste industrial waste load. Industrial Water Wastes 8, 15-21. [8] XRuano M. V., J. R. (2012). An advanced control strategy for biological nutrient removal in continuous systems based on pH and ORP sensors. Chemical Engineering Journal , pp. 212221. Anche le email inquinano Che il web giocasse ormai un ruolo rilevante nel bilancio globale delle emissioni prodotte sul nostro Pianeta, si sapeva già da un po’. Quello che ancora, forse, non era chiaro proprio a tutti è il “quanto” l’utilizzo, a volte incontrollato, della posta elettronica possa incidere sul consumo di energia e, di conseguenza, su inquinamento e emissione di gas a effetto serra. Ademe – l’Agenzia francese che si occupa di ambiente ed energia – ha voluto così indagare quant’è l’impronta ambientale di una delle pratiche web più diffuse al mondo: l’invio di posta elettronica. Il dato che emerge è davvero sorprendente, quanto allarmante. Si calcola infatti che una mail da 1megabyte emette circa 19 g. di CO2, tenendo conto sia del consumo energetico del pc che di quello dei server coinvolti nel traf¿co. Volendo esempli¿care il concetto, sarebbe come dire che, per un’azienda con 100 dipendenti che inviano in media 33 messaggi di posta al giorno, per circa 220 giorni all’anno, si producano all’incirca 13,6 tonnellate di CO2, equivalenti, ad esempio, a 13 viaggi andata e ritorno da Parigi a New York. In poche parole, internet inquina, proprio come un volo intercontinentale o un viaggio in auto. Solo che, se per la maggioranza di noi è chiaro che andando in auto si bruciano combustibili che poi inquinano l’aria, il concetto che mandare una “innocua mail” posso inquinare l’ambiente risulta sicuramente meno chiaro e dif¿cile da comprendere con immediatezza. In realtà, ogni volta che scriviamo sul web, lasciamo una sorta di “impronta ambientale”: questo succede perché prima di raggiungere i vari destinatari, le nostre mail vengono copiate, più o meno 10 volte, dai vari server che hanno poi il compito di trasmetterle all’indirizzo di posta digitato: in pratica tutti questi passaggi richiedono l’utilizzo di energia elettrica e quindi producono emissioni di CO2. Per questo, Tessa Gelisio – ambientalista e blogger di Ecocentrica.tv, storico volto di Pianeta Mare – ha pensato di porre l’attenzione su questa pratica diffusa e sui pericoli per l’ambiente derivati da un uso improprio della posta elettronica grazie ad un vademecum lanciato sul suo blog ecocentrica.tv. Tessa Gelisio ha realizzato una sorta di vademecum dell’eco-mail, con consigli molto pratici per evitare di inquinare con l’invio di mail non sempre utili e, spesso, inopportune. Qualche regola, insomma, per “rendere – come afferma Tessa - la nostra mailbox« un posto migliore” (http://ecocentrica.tv). Ecco allora, qualche pratico consiglio di Tessa Gelisio per usare l’email nel modo corretto. 1. Pensare prima di scrivere 2. Rileggere prima di spedire 3. Evitare i CC inutili 4. Usare le mailing list con intelligenza 5. Evitare le mail non conclusive 6. Svuotare la mailbox 7. Ricordare l’allegato 1/2015 23 Legislazione La disciplina dei centri di raccolta )LYUHYKV:LYH(97(3HaPV¶,THPS!ILYUHYKVZLYH'HYWHSHaPVP[ Il DM Ambiente 8 aprile 2008 reca la “Disciplina dei centri di raccolta dei ri¿uti urbani raccolti in modo differenziato - Articolo 183, comma 1, lettera cc) del D. Lgs. 1522006”. I ri¿uti speciali puntualmente elencati nel relativo allegato, sono assimilati agli urbani solo ai ¿ni del conferimento nel centro di raccolta. Ad oggi continuano ad essere assimilati agli urbani anche i ri¿uti di cui all’art. 2 lettera g) del DPR 254/2003 ed i ri¿uti di cui al punto 1.1.1 della Deliberazione CIPE 27 luglio del 1984. I centri di raccolta Il D. Lgs. 152/2006 all’art. 183 comma 1 lettera mm) de¿nisce centro di raccolta “area presidiata ed allestita, senza nuovi o maggiori oneri a carico della ¿nanza pubblica, per l’attivitj di raccolta mediante raggruppamento differenziato dei ri¿uti urbani per frazioni omogenee conferiti dai detentori per il trasporto agli impianti di recupero e trattamento. La disciplina dei centri di raccolta q data con decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentita la Conferenza uni¿cata, di cui al decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281´ Il DM Ambiente 8 aprile 2008 reca la “Disciplina dei centri di raccolta dei ri¿uti urbani raccolti in modo differenziato - Articolo 183, comma 1, lettera cc) del D. Lgs. 1522006”, che per vizio di forma è stato successivamente modi¿cato dal DM 13 maggio 2009. La Sentenza n 1690 della Cassazione Penale Sezione III del 14 gennaio 2013, precisa : “Ê evidente che, a seguito dell’introduzione nel D. Lgs n. 152 del 2006 della de¿nizione di ³centro di raccolta´, non puz più essere seguito l’orientamento che attribuiva in passato alle ³ecopiazzole´ la quali¿ca di centri di stoccaggio di ri¿uti soggetti al corrispondente regime autorizzatorio, poichp tali aree sono ora normativamente individuate, ma q altrettanto evidente che, una volta determinata la nozione di ³centro di raccolta´, la soggezione alla relativa disciplina introdotta con i decreti ministeriali di cui si q detto in precedenza deve ritenersi riservata esclusivamente a quelle aree che presentino caratteristiche corrispondenti a quelle indicate nel D. Lgs n. 152 del 2006, articolo 183, lettera mm. Deve conseguentemente escludersi che, al di fuori dell’ipotesi contemplata dal legislatore, la predisposizione di aree attrezzate per il conferimento di ri¿uti astrattamente riconducibili ad un generico concetto di ³ecopiazzola´ o ³isola ecologica´ possa ritenersi sottratta alla disciplina generale sui ri¿uti, poiché l’intervento del legislatore ha ormai de¿nitivamente delimitato tale nozione prevedendo, peraltro, un regime autorizzatorio e gestionale che, come si q visto, consente il conferimento ai centri di raccolta di un’ampia gamma di ri¿uti in maniera controllata. In tutti i casi in cui non vi sia corrispondenza con quanto indicato dal legislatore dovrj procedersi ad una valutazione dell’attivitj posta in essere secondo i principi generali in materia di ri¿uti.” 24 L’articolo 2 del succitato decreto precisa che la realizzazione dei centri di raccolta è eseguita in conformità con la normativa vigente in materia urbanistica ed edilizia ed il Comune territorialmente competente ne dà comunicazione alla Regione e alla Provincia (l’adeguamento degli impianti esistenti, ai sensi del comma 7 del succitato articolo, doveva avvenire entro 6 mesi dalla pubblicazione del DM su Gazzetta Uf¿ciale); i centri di raccolta devono essere allestiti e gestiti in conformità a quanto riportato in allegato 1 al DM in parola; il soggetto che gestisce il centro deve essere iscritto all’Albo nazionale gestori ambientali di cui all’art. 212 del D. Lgs. 152/2006 nella categoria 1 “Raccolta e trasporto dei ri¿uti urbani” di cui all’art. 8 del DM Ambiente n 406 del 28 aprile 1998. I rifiuti assimilati agli urbani Allo stato si hanno tre categorie di ri¿uti speciali assimilati agli urbani: x i ri¿uti di cui di cui al punto 4.2 dell’Allegato I al DM 8 aprile 2008, assimilati “ope legis” e possono essere anche pericolosi; x i ri¿uti di cui al punto 1.1.1 della Deliberazione CIPE 27 luglio del 1984; x i ri¿uti di cui all’art. 2 lettera g) del DPR 254/2003 (1). I ri¿uti contemplati nella Deliberazione del CIPE e dal DPR 254/2003, necessitano di un regolamento comunale e sono solo non pericolosi. Si ricorda inoltre che ai sensi dell’art. 198 comma 1 del D. Lgs. 152/2006 ³«.. i Comuni continuano la gestione dei ri¿uti urbani e dei ri¿uti assimilati avviati allo smaltimento in regime di privativa nelle forme di cui al l’articolo 113, comma 5, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267” Compete al comune, ai sensi dell’art. 198 comma 2 lett. g) l’assimilazione, per qualità e quantità, dei ri¿uti speciali non pericolosi ai ri¿uti urbani, secondo i criteri di cui all’articolo 195, comma 2, lettera e), ferme restando le de¿nizioni di cui all’articolo 184, comma 2, lettere c) e d). L’articolo 195, al comma 2, pone in capo alle competenze dello Stato “e) la determinazione dei criteri qualitativi e quali-quantitativi per l’assimilazione, ai ¿ni della raccolta e dello smaltimento, dei ri¿uti speciali e dei ri¿uti urbani. Con decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e del mare, d’intesa con il Ministro dello sviluppo economico, sono de¿niti, entro novanta giorni, i criteri per l’assimilabilitj ai ri¿uti urbani”. A tutt’oggi non essendo stati emanati i succitati criteri, l’articolo 265 (Disposizioni transitorie) del D. Lgs. 152/2006 precisa che “Le vigenti norme regolamentari e tecniche che disciplinano la raccolta, il trasporto il recupero e lo smaltimento dei ri¿uti restano in vigore 1/2015 l’Ambiente sino all’adozione delle corrispondenti speci¿che norme adottate in attuazione della parte quarta del presente decreto. Al ¿ne di assicurare che non vi sia alcuna soluzione di continuitj nel passaggio dalla preesistente normativa a quella prevista dalla parte quarta del presente decreto, le Pubbliche amministrazioni, nell’esercizio delle rispettive competenze, adeguano la previgente normativa di attuazione alla disciplina contenuta nella parte quarta del presente decreto, nel rispetto di quanto stabilito dall’articolo 264, comma 1, lettera i). Ogni riferimento ai ri¿uti tossici e nocivi continua ad intendersi riferito ai ri¿uti pericolosi.” Rimane tuttora in vigore la Deliberazione 27 luglio del 1984 “Disposizioni per la prima applicazione dell’ articolo 4 del DPR 10 settembre 1982, n. 915, concernente lo smaltimento dei ri¿uti” che al punto 1.1 detta i “Criteri generali per l’ assimilabilitj dei ri¿uti speciali ai ri¿uti urbani” di cui al punto 1.1.1, fermo restando che l’assimilabilità è di natura tecnologica e tali criteri sono rivolti a permettere, senza maggiori rischi per la salute dell’uomo e/o per l’ambiente, lo smaltimento di ri¿uti speciali in impianti aventi le caratteristiche minimali stabilite in funzione dello smaltimento, nei medesimi, di ri¿uti urbani; inoltre, come precisato alla lett. c) del punto 1.1.1 “nel caso in cui i ri¿uti speciali sopraindicati siano stati contaminati da sostanze o preparati classi¿cati pericolosi ai sensi della normativa vigente in materia di etichettatura (legge 29 maggio 1974, n. 256, decreto del Presidente della Repubblica 24 novembre 1981, n. 927, e successive modi¿che ed integrazioni) o da policlorodibenzodiossine eo policlorodibenzofurani, non possono essere ammessi in discariche di cui al punto 4.2.2. se preventivamente non sottoposti ad adeguati trattamenti di boni¿ca.” Nel caso in cui per i ri¿uti di cui al punto 1.1.1 della succitata delibera non vi sia stata alcuna disciplina comunale, gli stessi sono ri¿uti speciali e sono sottoposti al relativo regime. Nel caso in cui per i ri¿uti di cui al punto 1.1.1 della succitata delibera sia stata emanata la relativa disciplina comunale di assimilazione, tutti i ri¿uti assimilati sono soggetti al diritto di privativa da parte del comune e possono essere conferiti esclusivamente al comune, nelle forme di cui all’articolo 113 comma 5 del D. Lgs. 267/2000. Tale assimilazione deve essere effettuata sia qualitativamente che quantitativamente, quest’ultimo aspetto sarà stabilito caso per caso da ciascun Comune in funzione della capacità dei suoi sistemi di trasporto e smaltimento, come peraltro ribadito dalla sentenza n 9631/2012 dalla Sezione tributaria della Corte di Cassazione, la quale precisa che un regolamento comunale che prevede una mera elencazione delle sostanze assimilabili, indicandole nominativamente e senza alcuna speci¿cazione dei relativi limiti quantitativi, di conseguenza deve essere ritenuto illegittimo. Questo perché l’impatto igienico ed ambientale di un materiale di scarto non può essere correttamente valutato, nel rispetto della delibera CIPE 27 luglio 1984, “se non tenendo conto anche della sua quantitj”. I rifiuti conferibili presso i centri di raccolta Le tipologie di ri¿uti che possono essere conferite presso i centri di raccolta sono elencate al punto 4.2 dell’Allegato I al DM 8 Aprile 2008. 1/2015 Le 32 tipologie di ri¿uto sono assimilate ai ri¿uti urbani ai soli ¿ni del conferimento presso i centri di raccolta; la tipologia di ri¿uti di cui al punto 32 dell’allegato I al DM in parola è costituita da “ri¿uti assimilati ai ri¿uti urbani sulla base dei regolamenti comunali, fermo restando il disposto di cui all’art. 195, comma 2, lettera e) del decreto legislativo 1522006 e smi”. Per alcune tipologie di ri¿uto indicate al punto 4.2 viene puntualizzato che le stesse possono provenire esclusivamente da utenze domestiche, per esempio: x il punto 25 è relativo a “batterie ed accumulatori di cui alle voci 160601 160602 160603 provenienti da utenze domestiche) (codice CER 200133)”; x il punto 32, prima voce, è relativo a “toner per stampa esauriti diversi da quelli di cui alla voce 080317 (provenienti da utenze domestiche) (codice CER 080318)”; x Il punto 32, quarta voce, è relativo a “pneumatici fuori uso (solo se conferiti da utenze domestiche) (codice CER 160103)”; x il punto 32, sesta voce, è relativo a “componenti rimossi da apparecchiature fuori uso diversi da quelli di cui alla voce 16 02 15 (limitatamente ai toner e cartucce di stampa provenienti da utenze domestiche) (codice CER 160216) ”. Restano fermi per i gestori del centro di raccolta: x gli obblighi relativi all’iscrizione all’Albo nazionale gestori ambientali di cui all’art. 212 del D. Lgs. 152/2006 nella categoria 1 “Raccolta e trasporto dei ri¿uti urbani” di cui all’art. 8 del DM Ambiente n 406 del 28 aprile 1998; x gli obblighi relativi agli adempimenti documentali (FIR, registro di carico e scarico, SISTRI, MUD); x la compilazione dei moduli conformi a quelli indicati agli allegati IA e IB al DM 8 aprile 2008, ai soli ¿ni della contabilizzazione dei ri¿uti da utenze non domestiche in ingresso ed in uscita dal centro di raccolta Ricorre l’obbligo della compilazione di formulari identi¿cativi del ri¿uto nel trasporto verso il centro di raccolta, obbligo più in generale per “chiunque effettua a titolo professionale attivitj di raccolta e trasporto dei ri¿uti” a meno che non si tratti di ri¿uti non pericolosi trasportati dal produttore dei ri¿uti stessi, in modo “occasionale” e “saltuario” che non eccedano la quantità di 30 chilogrammi o di 30 litri (oltre che ovviamente per il soggetto che gestisce il servizio pubblico di raccolta e trasporto dei ri¿uti). Conclusioni Il DM Ambiente 8 aprile 2008 reca la “Disciplina dei centri di raccolta dei ri¿uti urbani raccolti in modo differenziato - Articolo 183, comma 1, lettera cc) del D. Lgs. 1522006”. I ri¿uti speciali puntualmente elencati nel relativo allegato, sono assimilati agli urbani solo ai ¿ni del conferimento nel centro di raccolta. Si applica la disciplina ordinaria al di fuori delle condizioni richiamate nel succitato DM, fermo restando gli obblighi di cui agli artt. 189, 190 e 193 del D. Lgs. 152/2006 per i gestori dei Centri di Raccolta. Ad oggi continuano ad essere assimilati agli urbani anche i ri¿uti 25 Legislazione di cui all’art. 2 lettera g) del DPR 254/2003 ed i ri¿uti di cui al punto 1.1.1 della Deliberazione CIPE 27 luglio del 1984 solo ed esclusivamente sulla base di regolamenti comunali che devono prevedere anche un’assimilazione quantitativa. Note art. 2 lettera g) del DPR 2542003 1) i ri¿uti derivanti dalla preparazione dei pasti provenienti dalle cucine delle strutture sanitarie 2) i ri¿uti derivanti dall’attivitj di ristorazione e i residui dei pasti provenienti dai reparti di degenza delle strutture sanitarie, esclusi quelli che provengono da pazienti affetti da malattie infettive per i quali sia ravvisata clinicamente, dal medico che li ha in cura, una patologia trasmissibile attraverso tali residui 3) vetro, carta, cartone, plastica, metalli, imballaggi in genere, materiali ingombranti da conferire negli ordinari circuiti di raccolta differenziata, nonchp altri ri¿uti non pericolosi che per qualitj e per quantitj siano assimilati agli urbani ai sensi dell’articolo 21, comma 2, lettera g), del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22 4) la spazzatura 5) indumenti e lenzuola monouso e quelli di cui il detentore intende disfarsi 6) i ri¿uti provenienti da attivitj di giardinaggio effettuata nell’ambito delle strutture sanitarie 7) i gessi ortopedici e le bende, gli assorbenti igienici anche contaminati da sangue esclusi quelli dei degenti infettivi, i pannolini pediatrici e i pannoloni, i contenitori e le sacche utilizzate per le urine 8) i ri¿uti sanitari a solo rischio infettivo assoggettati a procedimento di sterilizzazione. (1) Bibliografia [1] Deliberazione 27 luglio 1984 ³Disposizioni per la prima applicazione dell’articolo 4 del DPR 10 settembre 1982, n. 915, concernente lo smaltimento dei ri¿uti´ (6O n 253 alla GU 13 settembre 1984. [2] Pasquale )imiani, ³La tutela penale dell’ambiente´, 6econda Edizione, Giuffrq Editore, Milano 2011 [3] Gianfranco Amendola, ³Gestione dei ri¿uti e normativa penale´, Giuffrq Editore, 2003 [4] Gianfranco Amendola, ³La gestione dei ri¿uti´, Maggioli Editore, 2005 [5] Gianfranco Amendola, ³Inquinamenti, istruzioni per l’uso. Manuale pratico di pronto intervento contro gli inquinamenti di aria, acqua e da ri¿uti secondo il testo unico ambientale´, EPC, 2009 [6] D. Lgs. 362003 ³Attuazione della direttiva 199931CE relativa alle discariche di ri¿uti´ (6O n 40 alla GU 12 marzo 2003 n 59) [7] D. Lgs. 1522006 ³Norme in materia ambientale´ (6O n 96 alla GU 14 aprile 2006 n 88) [8] Mauro 6anna ³I nuovi ri¿uti assimilati´, industrie ambiente.it [9] DM Ambiente 8 aprile 2008 ³Disciplina dei centri di raccolta dei ri¿uti urbani raccolti in modo differenziato, come previsto dall’articolo 183, comma 1, lettera cc) del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modi¿che´ (GU 6erie Generale n.99 del 28-42008) [10] DM Ambiente 13 maggio 2009 ³Modi¿ca del decreto 8 aprile 2008, recante la disciplina dei centri di raccolta dei ri¿uti urbani raccolti in modo differenziato, come previsto dall’articolo 183, comma 1, lettera cc) del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modi¿che´ (GU 6erie Generale n.165 del 18-7-2009) [11] 6entenza n 96312012 dalla 6ezione tributaria della Corte di Cassazione, www.reteambiente.it Delibera Comitato Interministeriale 27 luglio 1984 “Disposizioni per la prima applicazione dell’articolo 4 del D.P.R. VHWWHPEUHQFRQFHUQHQWHORVPDOWLPHQWRGHLUL¿XWL´ Il Punto 1.1.1 Punto della succitata delibera, ai ¿ni dello smaltimento dei ri¿uti in discarica, elenca i ri¿uti assimilati agli urbani, in particolare: “Abbiano una composizione merceologica analoga a quella dei ri¿uti urbani o, comunque, siano costituiti da manufatti e materiali simili a quelli elencati nel seguito a titolo esempli¿cativo: - imballaggi in genere (di carta, cartone, plastica, legno, metallo e simili); - contenitori vuoti (fusti, vuoti di vetro, plastica e metallo, latte e lattine e simili); - sacchi e sacchetti di carta o plastica; fogli di carta, plastica, cellophane; cassette, pallets; - accoppiati quali carta plasti¿cata, carta metallizzata, carta adesiva, carta catramata, fogli di plastica metallizzati e simili; - frammenti e manufatti di vimini e di sughero; - paglia e prodotti di paglia; - scarti di legno provenienti da falegnameria e carpenteria, trucioli e segatura; - vibra di legno e pasta di legno anche umida, purché palabile; - ritagli e scarti di tessuto di ¿bra naturale e sintetica, stracci e juta; - feltri e tessuti non tessuti; - pelle e simil-pelle; - gomma e caucciù (polvere e ritagli) e manufatti composti prevalentemente da tali materiali, come camere d’aria e copertoni; - resine termoplastiche e termo-indurenti in genere allo stato solido e 26 manufatti composti da ali materiali; - ri¿uti ingombranti analoghi a quelli di cui al punto 2) del terzo comma dell’art.2 del decreto del Presidente della Repubblica n. 915/1982; - imbottiture, isolanti termici ed acustici costituiti da sostanze naturali e sintetiche, quali lane di vetro e di roccia, espansi plastici e minerali, e simili; - moquettes, linoleum, tappezzerie, pavimenti e rivestimenti in genere; - materiali vari in pannelli (di legno, gesso, plastica e simili); - frammenti e manufatti di stucco e di gesso essiccati; - manufatti di ferro tipo paglietta metallica, ¿lo di ferro, spugna di ferro e simili; - nastri abrasivi; - cavi e materiale elettrico in genere; - pellicole di lastre fotogra¿che e radiogra¿che sviluppate; - scarti in genere della produzione di alimentari, purché non allo stato liquido, quali ad esempio scarti di caffe, scarti dell’industria molitoria e della pasti¿cazione, partite di alimenti deteriorati, anche inscatolati o comunque imballati, scarti derivati dalla lavorazione di frutta e ortaggi, caseina, sanse esauste e simili; - scarti vegetali in genere (erbe, ¿ori, piante, verdure, ecc.), anche i derivanti da lavorazioni basate su processi meccanici (bucce, baccelli, pula, scarti di sgranatura e di trebbiatura, e simili); - residui animali e vegetali provenienti dall’estrazione di principi attivi. 1/2015 0,/$12Ɛ6(77(0%5( LA FIERA INTERNAZIONALE DEDICATA A CHIMICA, STRUMENTAZIONE, CONTROLLO DI PROCESSO, SISTEMI DI AUTOMAZIONE E IMPIANTISTICA PER L’INDUSTRIA E I LABORATORI ORGANIZZATO DA IN COLLABORAZIONE CON IN CONTEMPORANEA CON w w w. c h e m - m e d . e u W PRIMA DI COPERTINA Driving Innovation in Municipal Wastewater Le elettropompe XFP Le elettropompe sommergibili per fognatura Sulzer XFP sono state le prime pompe ad essere dotate di motore sommergibile ad elevato rendimento secondo lo standard IE3. In realtà il motore rappresenta solo una delle esclusive caratteristiche. Le pompe XFP sono un prodotto completamente ingegnerizzato, la cui progettazione tiene conto di tutti gli aspetti legati alla gestione dei reÀui fognari. Ancora oggi la pompe sommergibili per fognatura XFP sono ai vertici del settore per af¿dabilità e prestazioni energetiche, grazie in particolare agli ulteriori sviluppi nella tecnologia di realizzazione della girante Contrablock Plus, progettata speci¿catamente per gestire i reÀui di oggi, sempre più dif¿cili. Figura 1 - Installazione di un turbocompressore HST. Il continuo impegno di Sulzer a superare i limiti della tecnologia nel settore della depurazione, con particolare attenzione all’ef¿cienza energetica, abbracciando la catena produttiva, dalla progettazione alla realizzazione, ha consentito di ottenere soluzioni innovative che riducono il consumo di risorse. La gamma di prodotti world-class Sulzer è la risposta completa alle s¿de di oggi, e incorpora una ricca varietà di bene¿ci in termini di consumo energetico e di af¿dabilità, sia nel caso di grandi che di piccole apparecchiature. La gamma risponde ai nuovi requisiti normativi, soddisfando al tempo stesso le esigenze pratiche manifestate oggi dal settore del collettamento e trattamento dei reÀui. Oltre ad aver scelto l’utilizzo di motori ad elevato rendimento (IE3 o equivalenti) per l’intera gamma, abbiamo affrontato e ridotto il rischio di bloccaggi e gli effetti della riduzione del consumo idrico e del cambiamento nelle abitudini in tema di igiene personale. Trovare il giusto equilibrio tra queste diverse esigenze è la chiave che consente di ottenere risparmi sia in termini energetici che di costi operativi. La gamma di prodotti world-class Sulzer garantisce la massima ef¿cienza e af¿dabilità, e si pone ai vertici assoluti nel campo della tecnologia per le acque reÀue. 28 I principali vantaggi includono: • massimo risparmio energetico, • af¿dabilità nel tempo, • eccellente pompaggio di reÀui contenenti stracci e ¿bre, • progettate per il futuro, • sostenibilità nel ciclo di produzione e di funzionamento. Le giranti ContraBlock Plus La nuova serie delle giranti Contrablock Plus ride¿nisce la resistenza al bloccaggio, garantendo un passaggio libero mai inferiore a 75 mm. La girante è progettata in modo tale che l’80% dei materiali ¿brosi in ingresso vengano convogliati attraverso il canale della stessa, riducendo così la necessità di ricorrere ad azioni di taglio e l’usura che ne deriva. Le nuove giranti sono disponibili in versione monocanale e multicanale, per tutte le pompe sommergibili per fognatura XFP nella gamma da 1,3 kW/ DN80 a 400 kW/DN400. I miscelatori XRW Figura 2 - Installazione di una pompa XFP. I miscelatori sommersi Sulzer XRW si contraddistinguono per la capacità di offrire equilibrio tra ef¿cienza energetica e investimento iniziale, grazie all’utilizzo di tre distinte con¿gurazioni di motorizzazioni: x alta velocità - motore a gabbia di 1/2015 l’Ambiente x x x x la tecnologia di motore più appropriata, minimi consumi energetici, economicità nell’installazione e manutenzione, massima af¿dabilità. I turbocompressori HST Figura 3 - Elettropompe sommergibili XFP. scoiattolo ad elevato rendimento IE3, x media velocità - motore a magneti permanenti ad elevato rendimento (equivalente IE3), x velocità medio-bassa - motore ad elevato rendimento IE3 con riduttore. L’impiego di un’unica tecnologia di motorizzazione non è in grado di garantire lo stesso equilibrio tra investimento iniziale, ef¿cienza energetica e costi operativi nell’intero ciclo di vita utile. La combinazione di tecnologie di motorizzazione ad elevato rendimento con eliche dal design ottimizzato e ampiamente collaudato garantisce i più bassi consumi energetici a qualsiasi velocità di miscelazione. Ciò consente di ottenere ¿no al 35% di miglioramento dell’ef¿cienza totale rispetto agli altri miscelatori presenti sul mercato, risultato che si traduce in una sostanziale riduzione dei consumi energetici. I vantaggi esclusivi di questa gamma di miscelatori includono: I turbocompressori HST rappresentano la terza generazione dei compressori Sulzer raffreddati ad aria. Eccezionali risparmi energetici “wire-to-air” consentono di offrire la massima portata d’aria per ogni singolo kilowatt assorbito dalla rete. Inoltre, l’integrazione di silenziatori e di altri accessori consente un’installazione compatta, silenziosa e conveniente. Se poi aggiungiamo l’af¿dabilità dei cuscinetti magnetici e l’intuitivo sistema di controllo che ottimizza i vostri processi di aerazione, i turbocompressori HST sono l’evidenza assoluta di una indiscutibile leadership. Il controllore per pompe PC 441 Sviluppato appositamente per l’utilizzo in stazioni di pompaggio di acque reÀue municipali, il controllore per pompe Sulzer PC 441 offre funzioni avanzate, ma di facile utilizzo, che consentono di ridurre i costi di esercizio e accrescere l’operatività della stazione di sollevamento – con bene¿ci sull’intera rete fognaria. Recenti studi dimostrano che modi¿cando le apparecchiature o i sistemi di automazione, è possibile risparmiare dal 30 al 50% dell’energia consumata da una stazione di sollevamento. Questo risultato può essere ottenuto grazie al controllore per pompe PC 441, in grado di effettuare il telecontrollo e l’automazione per stazioni da una a quattro pompe sommergibili, e che può anche essere impiegato come sistema di comando e controllo locale. La Società Il gruppo Sulzer, la cui sede è a Winterthur in Svizzera, nasce nel 1934 ed è specializzato in soluzioni per il pompaggio, l’aerazione e miscelazione, oltre che nell’assistenza e manutenzione di apparecchiature rotanti. Sulzer progetta, sviluppa e fornisce soluzioni complete per il pompaggio in tutto il mondo. Una ricerca e sviluppo incessante in materia di Àuidodinamica, prodotti orientati ai processi, materiali speciali oltreché soluzioni per un servizio di assistenza af¿dabile, consentono a Sulzer di mantenere una posizione di leadership nei suoi mercati chiave: oil gas, energia e acqua. La società tratta con clienti in tutto il mondo, grazie ad una rete di oltre 150 sedi produttive e di centri di assistenza, ed è ben radicata anche nei mercati emergenti. Nel 2014, Sulzer ha raggiunto un fatturato di oltre 3.200 MCHF, con circa 15.000 dipendenti. Driving Innovation in Municipal Wastewater (www.sulzer.com) 1/2015 29 · Report RemTech Expo: un mondo di conoscenza, tecnologie e opportunità <MÄJPV:[HTWH9LT;LJO,_WV,THPS!JVT\UPJHaPVUL'MLYYHYHÄLYLP[ Abstract Since 2007, it is the main point of reference among trade fairs in Italy for the remediation community - private companies, public bodies, universities and research centers, associations, professionals, industry, oil sector and real estate - that, year after year, chooses it as an authoritative showcase, a place where sharing virtuous experiences and an opportunity for the growth of knowledge. Also for the ninth edition, scheduled at FerraraFiere on September 23 to 25, RemTech Expo con¿rms itself to be the more quali¿ed Italian event on remediation of contaminated sites, maintenance and requali¿cation of the territory, protection of the coast. Organized by Ferrara Fiere Congressi, with the partnership of the Emilia-Romagna Region and the sponsorship of Eni Saipem, RemTech and its Special Sections CoastEsonda and Inertia have among their strengths ¿rstly a prestigious and highly specialized exhibition area, with the most advanced solutions, products and projects. Furthermore RemTech includes a conference session of high scienti¿c and technical level, training and advanced training courses for operators, authorities and decision makers, multidisciplinary debates at national and international level on the latest technologies and excellent case studies, moments dedicated to the deepening, Dal 2007, è il principale punto di riferimento ¿eristico in Italia per la community delle boni¿che – società private, enti pubblici, università e centri di ricerca, associazioni, professionisti, mondo dell’industria, comparto petrolifero e real estate – che, anno dopo anno, lo elegge a vetrina autorevole, luogo di condivisione delle esperienze virtuose e momento di crescita della conoscenza. Anche per la IX edizione, in programma alla Fiera di Ferrara dal 23 al 25 Settembre, RemTech Expo (www.remtechexpo. com) si conferma l’evento italiano più quali¿cato sulle boni¿che dei siti contaminati, la manutenzione e la riquali¿cazione del territorio, la protezione e la tutela della costa. Organizzati da Ferrara Fiere Congressi, con la partnership della Regione Emilia-Romagna e la sponsorship di Eni Saipem, RemTech e le sue Sezioni speciali CoastEsonda e Inertia hanno tra i propri punti di forza innanzitutto un’area espositiva prestigiosa e altamente specializzata, dove trovano spazio le soluzioni, i prodotti e i progetti più avanzati. Un esempio è SmartStripping®, l’innovativo processo di green remediation promosso da Ecosurvey per la boni¿ca del sotto- 30 Figura 1 - Area Espositiva della scorsa edizione di Remtech. suolo e delle acque sotterranee da composti organici volatili e semi-volatili (VOC and sVOC). Come valutato anche dalla commissione Eco-Innovation, EACI, della Commissione Europea, si tratta di una tecnica ecocompatibile ad alta ef¿cienza, ovvero di un ricircolo continuo e forzato di aria nelle acque sotterranee, che stimola la rimozione degli agenti inquinanti senza emissioni in atmosfera, senza scarichi idrici e tutelando la risorsa idrica sotterranea. Un software di modellazione dedicato è, inoltre, in grado di valutare l’applicazione in condizioni sito-speci¿che. Tra i protagonisti di RemTech anche il progetto MIAPI (Monitoraggio e Individuazione di Aree Potenzialmente Inquinate nelle Regioni obiettivo convergenza), cui lavora la società HELICA. Nato dalla collaborazione tra il Comando Carabinieri per la Tutela Ambientale e il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, è stato ¿nanziato con 10.556.570,00 euro e si rivolge a Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, allo scopo di fornire agli Enti investigativi preposti alla prevenzione dei crimini informazioni territoriali nuove, per contrastare più ef¿cacemente i reati ambientali e piani¿care interventi di boni¿ca. In materia di boni¿ca di acque sotterranee, tra gli espositori che saranno presenti in Fiera spicca Tauw Italia, che ha di recente applicato le più moderne tecniche di bioremediation in ambiente sia aerobico che anaerobico, in casi di contaminazione da inquinanti di natura diversi¿cata (solventi clorurati, idrocarburi, BTEX e alcuni metalli). Tauw ha realizzato una doppia barriera biologica (aerobica/anaerobica) in grado di intercettare le acque di falda e degradare i contaminanti, sti- 1/2015 l’Ambiente molando così una naturale attività biologica. Nell’ambito dei sistemi ad alta tecnologia, i prodotti che Codevintec presenta a Ferrara restano un caposaldo sia per quanto riguarda le Scienze della Terra e del Mare (geo¿sica, geologia, monitoraggio terremoti e vulcani, oceanogra¿a), lo studio del sottosuolo (georadar, sismogra¿, magnetometri, geoelettrica, logger da foro, inclinometri), i rilievi di fondali e delle coste (Multibeam, SideScan Sonar, SubBottom Pro¿ler, ADP, Sonar3D, Camere Acustiche), la vulcanologia e il monitoraggio sismico (reti sismiche, gravimetri, inclinometri), sia in relazione a navigazione, posizionamento e misura di assetto – anche sott’acqua (GNSS, INS, IMU, USBL) – telerilevamento e 3D Imaging (Camere Iperspettrali, LIDAR). I servizi industriali per l’ambiente saranno anche quest’anno rappresentati a RemTech da aziende della caratura di Petroltecnica S.p.A., che contribuisce alla prevenzione e alla risoluzione delle problematiche ambientali del suolo e del sottosuolo offrendo servizi specialistici e integrati, con l’impiego di sistemi innovativi e tecnologie “No Man Entry”, in un’ottica di rispondenza assoluta ai principi della sicurezza per l’uomo e della sostenibilità per l’ambiente. Boni¿ca e diagnostica serbatoi, trattamento e gestione ri¿uti, recupero siti contaminati, boni¿che siti industriali, pronto intervento ambientale, trattamento e recupero acque compongono il portfolio dei principali servizi offerti da Petroltecnica. RemTech prevede, inoltre, una sessione congressuale di elevato livello tecnico-scienti¿co, corsi di formazione e di alta formazione per operatori, autorità e decision maker, dibattiti multidisciplinari a livello nazionale e internazionale sulle tecnologie più all’avanguardia e i casi di studio eccellenti, momenti dedicati all’approfondimento e altri allo scambio e all’incontro fra domanda e offerta, aprendo la strada ai mercati emergenti e creando nuove occasioni di business per gli espositori. A questi obiettivi puntano le novità introdotte nella IX edizione, a partire dalla costruzione di nuove partnership con importanti network internazionali, per favorire la partecipazione dei progetti transfrontalieri ad alto contenuto tecnologico e dei key Figura 2 - Panoramica padiglione, Remtech 2014. 1/2015 partner. Oltre ai mercati già coinvolti da RemTech, quali quelli cinese e russo, sono in fase di de¿nizione percorsi mirati che interessano alcuni Paesi dell’Est Europa, della Turchia e del Nord Africa. Tutti i temi affrontati da RemTech, CoastEsonda e Inertia saranno oggetto di internazionalizzazione mentre la RemTech Russia School (II edizione) si focalizzerà sulla formazione di key manager russi, pubblici e privati, e consentirà alle imprese espositrici di presentare e proporre a un nascente mercato internazionale le migliori soluzioni tecnologiche, le proprie competenze e il know-how italiano. Tra i driver della manifestazione, anche il potenziamento del comparto istituzionale, degli organi di controllo, della rappresentanza industriale – chimica e petrolifera – e delle più importanti strutture appaltanti. Inedito è, poi, il Comitato Espositori, che af¿ancherà il lavoro dei Comitati Scienti¿ci. Attraverso quest’organo, le aziende potranno trasferire la propria conoscenza ed esperienza nella costruzione di RemTech 2015. Durante la prima riunione di Febbraio del Comitato Espositori, sono state condivise strategie, percorsi, proposte e progetti che faciliteranno il match tra domanda e offerta. La Project Manager di RemTech, Silvia Paparella, ha inoltre presentato alle aziende presenti all’incontro importanti anticipazioni sulla prossima edizione e i nuovi servizi attivati in esclusiva per gli espositori (Carta dei Servizi), allo scopo di incentivare la cooperazione su argomenti di comune interesse, accrescere la visibilità di tutti gli attori e organizzare momenti di incontro con interlocutori di primo piano e potenziali partner. Se la formazione sarà garantita dall’assegnazione di crediti formativi, per soddisfare le esigenze di aggiornamento professionale continuo, i Premi di Laurea Magistrale e di Dottorato si apriranno a tutte le tematiche trattate e ogni sessione congressuale uf¿ciale sarà pubblicata in forma di “Atti”. Per quanto riguarda le due Sezioni speciali di RemTech, CoastEsonda Expo, l’evento sulla gestione e tutela della costa Figura 3 - Sala Rossa 31 · Report e del mare, il dissesto idrogeologico e la manutenzione del territorio a rischio, prevede la partecipazione delle imprese più competitive e delle principali autorità del settore, tra le quali il Ministero, Italiasicura (Struttura di missione contro il dissesto Idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche), la Protezione Civile, ISPRA, le Autorità Portuali, i Distretti Idrogra¿ci e i Consorzi di Boni¿ca, le Regioni, i Comuni e le Associazioni. Al programma congressuale sui temi della valorizzazione delle coste, opere, monitoraggio, porti, marine strategy e offshore si af¿ancano la Direttiva Alluvioni, il dissesto idrogeologico e il rischio idraulico, alla luce dell’aumentata frequenza e intensità degli eventi meteoclimatici calamitosi. Nell’ambito di CoastEsonda si terrà, poi, la III Conferenza Nazionale sul Dissesto Idrogeologico. Inertia, con un ampio spazio espositivo dedicato anche al settore estrattivo, rappresenta l’appuntamento italiano più quali¿cato sui ri¿uti inerti e gli aggregati naturali, riciclati e arti¿ciali. Nell’agenda di Inertia, spiccano le demolizioni civili e industriali, gli impianti per la selezione e il riciclaggio dei ri¿uti CD, l’utilizzo degli aggregati riciclati, la certi¿cazione e marcatura CE, il movimento terra, l’attività estrattiva e gli impianti specializzati, la gestione dei materiali da scavo, le costruzioni, le infrastrutture, il risanamento e la riquali¿cazione del patrimonio Figura 3 - Particolare espositivo a Remtech 2014. edilizio, il Life Cycle Assessment. Tra le novità di quest’anno, il I Premio per la Sostenibilità Ambientale delle Grandi Opere, promosso in collaborazione con Italferr, la tavola rotonda che coinvolgerà i principali general contractor, i focus sui temi delle strade, con la partecipazione di ANAS, del back¿lling e del recupero ambientale, e della gestione dei materiali da scavo contenenti amianto. Solar Share: la condivisione a distanza dell’energia solare Il primo esperimento italiano di solar energy sharing è uf¿cialmente partito ed è già un successo: 121 famiglie provenienti da ogni parte d’Italia hanno aderito a Solar Share, il primo progetto nazionale di condivisione a distanza dell’energia solare, che permette di superare ogni limite geogra¿co sfruttando in tutto il territorio italiano l’energia prodotta dall’impianto La Masseria del Sole, in funzione a Lecce. L’iniziativa è stata sviluppata da LifeGate, punto di riferimento per lo sviluppo sostenibile, in collaborazione con ForGreen, partner tecnico con grande esperienza nella creazione di progetti di condivisione di energia proveniente da fonti rinnovabili. Le motivazioni che hanno portato le famiglie ad aderire sono diverse: investire nelle rinnovabili, produrre energia per la propria casa, avere un impianto di energia solare a prescindere dal condominio in cui si risiede, risparmiare, essere autonomi e indipendenti. Solar Share, oggi pienamente attivo, ma ancora aperto a nuove adesioni, ha permesso ¿nora di portare energia solare in 13 regioni italiane, compresa la Puglia sede dell’impianto: Veneto e Lombardia sono le regioni con il maggior numero di adesioni (rispettivamente 53 e 42), seguono Piemonte (8), Emilia Romagna (4), Liguria (3), Trentino Alto Adige (2), Umbria (2), Toscana (2), Puglia (2), Lazio (1), Sardegna (1), Friuli Venezia Giulia (1), Abruzzo (1). Le famiglie che hanno aderito al progetto hanno scelto di diventare socie della Cooperativa Energia Verde WeForGreen e hanno partecipato all’acquisto dell’impianto solare che è in grado di produrre l’energia necessaria a soddisfare il loro fabbisogno energetico. Solar Share è il primo progetto italiano che apre questa opportunità a tutti, indipendentemente dalla loro ubicazione geogra¿ca e superando limiti architettonici o il fatto di abitare in un condominio. Solar Share rappresenta un nuovo modello di investimento energetico, una soluzione virtuosa per l’ambiente e per l’economia domestica: scegliere energia pulita, infatti, signi¿ca contribuire concretamente alla riduzione dell’inquinamento e, al contempo, risparmiare sul prezzo della bolletta di casa, rendendosi indipendenti dal mercato energetico. www.solarshare.it 32 1/2015 IL CONTROLLO STATISTICO DELLE ANALISI CHIMICHE E MICROBIOLOGICHE La diffusione crescente dei metodi statistici nell’interpretazione dei dati delle analisi chimiche e microbiologiche impone oramai al chimico, al tecnico e al biologo un certo volume di conoscenze della materia che superino decisamente le nozioni di calcolo degli errori. Alla luce della normativa tecnica di settore (ISO 17025), in questo volume vengono esposte tutte le modalità di controllo qualità interno attraverso una panoramica completa delle “carte di controllo”; vengono inoltre approfonditi i modelli di determinazione dell’incertezza di misura e di campionamento. ww.ranierieditore.it (JX\PZ[VU]VS\TLP03*65;96336:;(;0:;0*6 +,33,(5(30:0*/040*/,,40*96)0636.0*/, HSJVZ[VKPÁÁWLYZWLZLKPZWLKPaPVUL (Cognome) (Nome) )VUPÄJVIHUJHYPV*(907(94((NLUaPH 0U[LZ[H[VH.Y\WWV0[HSPHUVKP9PJLYJH:VJPV (TIPLU[HSL 0)(5!0; = (Società) (Indirizzo) (ZZLNUVIHUJHYPVPU[LZ[H[VH.Y\WWV0[HSPHUVKP 9PJLYJH:VJPV(TIPLU[HSL (N°) (Località) 0U]PHYLPSZLN\LU[LTVK\SVJVUKVJ\TLU[HaPVUL JVTWYV]HU[LPSWHNHTLU[VHSS»PUKPYPaaVLTHPS SHTIPLU[L'YHUPLYPLKP[VYLP[VHSU\TLYVKP-H_ (Provincia) (CAP) (P. IVA) 6WW\YLZWLKPYLH!9P]PZ[H3»(4)0,5;, =PH,NHKP4PSHUV (Tel.) KH[H (Fax) ÄYTH E-mail 7LYPUMVYTHaPVUP! .09:(,KPaPVUP=PH,NHKP4PSHUV ;LS -H_ LTHPS!SHTIPLU[L'YHUPLYPLKP[VYLP[^LI!^^^YHUPLYPLKP[VYLP[ Il Libro Gli ingranaggi di dio Dal caos molecolare alla vita (\[VYL!7L[LY4/VMMTHUU*HZHLKP[YPJL!)VSSH[P)VYPUNOPLYP Il libro che presentiamo è un’opera altamente complessa in quanto ad argomenti, ma in ogni caso offertaci in linguaggio semplice, Àuido, particolarmente assimilabile da quanti non appartengono al singolare mondo, talora ermetico, della scienza. Peter M. Hoffmann ha maturato la sua prima formazione scienti¿ca in Germania, alla Technische Universitat Clausthal. Già ricercatore a Oxford, attualmente insegna ¿sica e scienza dei materiali alla Wayne State University di Detroit, in Michigan. In questa università dirige il laboratorio di nanomeccanica ed è promotore di un intenso programma di biomedica. Ma torniamo a questa sua prima opera divulgativa, ove scienza e ¿loso¿a si fondono in un dualismo che si presenta sì armonico ma pure inconciliabile. Già il titolo, ”Gli ingranaggi di Dio”, la dice lunga sui signi¿cati nascosti al suo interno; il sottotitolo, dal caos molecolare alla vita, è molto più esplicativo, e sarebbe appannaggio esclusivo delle varie discipline scienti¿che se Hoffmann non ci porgesse le complesse argomentazioni con un linguaggio che permette una loro agevole assimilazione. Il tema su cui ruotano tutti gli argomenti è quello della natura della vita, argomento di scontro intellettuale e psicologico in cui il dualismo millenario “visuale scienti¿ca (da Democrito a Darwin) e la propensione vitalista ”riconducibile” a Dio ha trovato fertile terreno di scontro. Da diversi decenni la lettura vitalista, del resto non supportata da riscontri oggettivi, ha ceduto il passo alle ipotesi ed affermazioni della scienza, che pur non ha risolto la questione né proposto risposte de¿nitive. La vita, nella sua espressione globale, permane un mistero forse non risolvibile. Essa appartiene al disordine/ ordine sorto dal primo caos molecolare, a sua volta generato dal nano-cosmo corpuscolare nella primitiva formazione. In fondo, tutto si riduce ad un rapporto di forze ed energia. Il meraviglioso consiste nell’ordine generato dal disordine. Il controllo statistico delle analisi chimiche e microbiologiche (\[VYL)PHNPV.PHUUP»*HZHLKP[YPJL!.09:(,KPaPVUP Questa ultima fatica del dr. Biagio Giannì, già autore di testi fondamentali sulle metodiche analitiche del laboratorio chimico (Excel per chimici – Le analisi chimiche ambientali – Manuale operativo delle emissioni e della qualità dell’aria) è incentrato su un argomento molto tecnico, basilare per l’attendibilità dei risultati ottenuti da qualsiasi processo di analisi. In effetti l’interpretazione dei dati delle analisi chimiche richiede al chimico analitico ed al microbiologo di oltrepassare i limiti propri al “calcolo degli errori”, metodo non più suf¿ciente per veri¿care l’attendibilità dei dati ottenuti. Si presenta quindi l’esigenza di acquisire conoscenze decisamente maggiori che solo lo sviluppo dei metodi statistici può colmare positivamente. Invero, bisogna riconoscere che la normativa tecnica sui laboratori di analisi chimiche e di microbiologia ha imposto di addentrarsi per necessità nelle conoscenze di statistica e relative applicazioni, un compito del resto enormemente facilitato dall’uso dei computer e di software molto specialistici. L’ISO 17025 rispecchia la normativa tecnica dei laboratori chimici e microbiologici, ed in base ad esso, nel libro qui presentato, il dr. Giannì espone tutte le modalità di controllo qualità interno, grazie a una panoramica completa sulle “Carte di Controllo”. Nel testo è compresa anche un’ampia trattazione dei modelli sulla determinazione dell’incertezza di misura e del campionamento. Considerato a livello pratico il testo del dr.Giannì si pone come una guida di consultazione Immediata, molto completa ed esaustiva, certamente in grado di colmare quelle carenze di conoscenza disciplinare che impediscono a troppi chimici analitici di raggiungere l’eccellenza del dato ¿nale in fatto di attendibilità. 1/2015 35 T Tecnologie Applicate Amianto dipinto (SILY[V=LYHYKV,THPS!HSILY[V]LYHYKV'NTHPSJVT Il più famoso è sicuramente “La gioia di vivere” (450x247 cm), un dipinto ad olio su una lastra in cemento-amianto realizzato da Pablo Picasso nel 1946 durante il suo soggiorno nel Castello Grimaldi in Costa Azzurra, ma già nel 1907, in Italia, Lorenzo Viani realizzò un pastello su Eternit che denominò “La cieca” (99x56 cm), aprendo un ¿lone di attività che si andò progressivamente affermando. L’esperienza si protrasse, indicativamente, sino agli anni ottanta, lasciando un patrimonio di opere in parte, ancora oggi, scarsamente conosciuto. Nella seconda metà del secolo scorso, numerose sono state altresì le opere di pittori dilettanti, ma non di basso livello, impegnati a realizzarle nel corso di manifestazioni culturali pubbliche di paesi e di piccoli borghi. Parte da questo presupposto l’intervento di seguito illustrato. Premessa Nel corso del 2010, il Comune di Apricale (IM), ottenne dagli aventi titolo le necessarie autorizzazioni a procedere per la realizzazione di opere edilizie di recupero conservativo dell’edi¿cio municipale. Figura 2 – La preparazione delle opere provvisionali. Trattandosi di palazzo storico, tra coloro che si espressero, vi fu la struttura regionale preposta alla conservazione dei beni storici e architettonici che formulò la speci¿ca prescrizione, in ordine alla presenza sul prospetto frontale dell’edi¿cio di lastre in cemento-amianto affrescate e sagomate ¿ssate con tasselli murali, della loro eliminazione per recuperare all’edi¿cio l’originale stile sobrio ed essenziale. Le lastre affrescate, installate non solamente sul frontale del Palazzo Municipale ma bensì in numerose vie della cittadina, rappresentano ancora oggi l’evidenza storica di una iniziativa culturale, che si protrasse per numerosi anni a cavallo di metà secolo scorso, legata alla pittura e ad artisti di un discreto livello. L’Amministrazione Comunale, non volendo rinunciare a questo patrimonio culturale, decise allora di procedere allo smantellamento delle opere, come era stato descritto, ma anche al loro recupero con conseguente idonea ricollocazione lungo le vie della località. La strategia comportamentale Figura 1 – Il municipio di Apricale con i pannelli dipinti. 36 Trattandosi di un intervento che riguardava lo smantellamento ¿nalizzato alla reinstallazione di lastre in cemento-amianto ¿ssate alla muratura con tasselli di tenuta in gomma e viti di pressione, sono state avviate dal Comune di Apricale tutte le procedure necessarie per individuare una Impresa idonea allo svolgimento dell’intervento in base alle corrette procedure e all’assegnazione dell’opera. La scelta cadde sull’Impresa Sol.Tec. di Sanremo che, come prescritto all’art. 256 del Decreto Legislativo 09/04/2008 numero 81, predispose un idoneo Piano di Lavoro che fu visionato e approvato dalla struttura di vigilanza dell’Azienda Sanitaria Locale competente per territorio. Tenuto conto della particolarità dell’intervento (che richiedeva delicatezza) e della sua atipicità (derivante anche dalla particolare collocazione) venne convenuto che il medesimo - dalla strategia da adot- 1/2015 l’Ambiente Figura 3 – Uno dei pannelli da rimuovere. tare per intervenire sulle lastre dipinte sino alla nuova installazione delle medesime - fosse seguito da uno speci¿co gruppo di lavoro rappresentativo delle diverse componenti coinvolte. La movimentazione delle lastre installate, del loro recupero e della loro nuova installazione, doveva tener conto, oltre che delle condizioni di sicurezza ambientale e degli operatori, del fatto che l’intervento riguardava lastre in cemento-amianto di un’età strutturale non inferiore ai sessant’anni, con pregressa e continuativa esposizione agli agenti atmosferici, e che le medesime non dovevano assumere, dopo il loro distacco dal prospetto murario, la veste di ri¿uto come invece previsto dalle vigenti disposizioni. di lavorazione contenenti amianto, che dovessero essere prodotti o generati da inconvenienti durante le movimentazioni. Tralasciando il dettaglio dell’articolato del Piano di Lavoro presentato all’Organo di Vigilanza dalla Sol.Tec. per le conseguenti valutazioni, in quanto il medesimo ha seguito lo sviluppo previsto dal già citato articolo 256 del D.Lgs. 81/2008 come modi¿cato dal D.Lgs. 106/2009, merita rilievo soffermarsi sulle modalità di esecuzione dell’intervento. Le fasi operative dell’intervento hanno avuto inizio con la rimozione dei cavi elettrici – in taluni casi – adiacenti alle lastre in cementoamianto dipinte, per poi proseguire con la pulizia a umido di ogni singola lastra dipinta sottoposta allo smontaggio a cui è seguito l’incapsulamento dei bordi delle lastre affrescate con prodotti certi¿cati; la sequenza di intervento ha previsto l’applicazione di un “primer” ¿ssativo di tipo trasparente, e successiva applicazione di incapsulante acrilico in soluzione acquosa. Per non danneggiare l’opera pittorica, durante l’applicazione del prodotto incapsulante (a bassa pressione), i bordi superiori dei pannelli dipinti furono opportunamente nastrati. Ê quindi iniziata l’operazione di rimozione delle lastre in cementoamianto attraverso l’inserimento, nella zona immediatamente sottostante ciascuna lastra, di due cunei in legno con funzione di appoggio provvisorio per sostenere le lastre nelle successive operazioni di sblocco dei tasselli di tenuta. L’azione successiva ha riguardato lo sblocco delle viti di tenuta dei tasselli in gomma senza giungere al disancoraggio dalla muratura, avendo quindi cura di mantenere i relativi gommini inseriti anche nelle sedi della lastra e quindi ad essa ancorati; i gommini vennero asportati successivamente in condizioni di maggiore sicurezza. Il distacco della lastra dal diretto contatto con la parete cui era appoggiata, ha comportato la necessità di appoggio della stessa sui tasselli provvisori precedentemente posizionati. A posizionamento avvenuto è seguito l’incapsulamento – ancorché oggettivamente sommario – della parte dell’intradosso della lastra, introducendo nell’esiguo spazio venutosi a determinare, la lancia della pompa airless. Gli spazi aperti tra muratura e lastre, vennero sistematicamente tamponati esternamente per evitare inutili dispersioni di prodotto incapsulante. Giunti a questo punto la Sol.Tec. ha proceduto al posizionamento – L’intervento L’azione ipotizzata venne considerata come una boni¿ca mediante rimozione con successivo recupero conservativo di lastre in cemento-amianto affrescate e con l’evidente necessità di fornire indicazioni sulla corretta procedura da adottare ai ¿ni della protezione individuale dei lavoratori e dell’ambiente, nonché sul rispetto delle prescrizioni normative connesse al corretto intervento; da ciò, anche l’esigenza di valorizzare adeguatamente l’azione di coordinamento degli operatori coinvolti da osservare in corso d’opera. L’Impresa Sol.Tec., a seguito dell’incarico ricevuto da parte del Comune di Apricale per l’esecuzione dei lavori, considerata la tipologia di intervento che si andava a connotare con un potenziale basso rischio per i lavoratori e avendo presente le direttive dell’Azienda Sanitaria Locale competente per territorio, propose il relativo Piano di Lavoro che conteneva anche indicazioni circa le preventive opere provvisionali e per il conferimento in discarica degli eventuali residui 1/2015 Figura 4 – Evidenza del bordo di una lastra. 37 T Tecnologie Applicate Figura 5 – Una lastra dipinta predisposta per il confinamento finale. in aderenza con la super¿cie dipinta della lastra in cemento-amianto – di una “cassaforma provvisoria” in MDF con struttura lignea esterna e materiale antiurto interno precedentemente allestita, di dimensioni e sagoma idonea al contenimento e al calo al piano di campagna delle lastre in essa depositate. Alla precedente operazione è seguito il distacco dal muro dei tasselli in gomma e il conseguente ribaltamento della “cassaforma” con all’interno la lastra, che di volta in volta è diventata oggetto dell’intervento, sul piano di appoggio allestito all’atto della realizzazione della punteggiatura che è stata asservita al medesimo. La fase successiva ha riguardato l’incapsulamento omogeneo dello intradosso e l’asportazione dei gommini rimasti ancorati alla lastra in cemento-amianto. Adempiuto a questa operazione, la “cassaforma” è stata adeguatamente chiusa con un coperchio a tenuta, e trasferita al piano di campagna. L’intervento, esclusi i tempi per l’allestimento e lo smontaggio delle opere provvisionali connesse alla speci¿ca azione che ha interessato le lastre di cemento-amianto, è stato svolto in cinque giorni lavorativi. È doveroso precisare che tutte le operazioni sono avvenute in condizioni di sicurezza per gli operatori che erano adeguatamente bardati dei DPI necessari e anche di tutela ambientale avendo avuto l’accortezza di svolgere le operazioni sopra elencate, laddove necessario, in presenza di aspiratori a ¿ltri assoluti attivi, gestiti puntualmente da operatori. Tutti i residui di lavorazione, come i prodotti venuti a contatto con le lastre di cemento-amianto e dalle stesse smontati nonchè gli indumenti da lavoro dismessi (compresi gli eventuali ¿ltri), sono stati confezionati, diligentemente etichettati e destinati al conferimento in apposito centro di stoccaggio temporaneo, come ri¿uti pericolosi contenenti amianto. de¿nitive”, allestite in ferro e policarbonato, destinate a contenere in forma de¿nitiva e stabile, completamente sigillate, le lastre di cemento-amianto affrescate. Ciascuna delle opere temporaneamente allocata nella “cassaforma provvisoria”, è quindi stata trasferita nell’area di deposito delle “bacheche de¿nitive” e, seguendo la procedura inversa a quella precedente descritta, dopo aver estratto il coperchio a tenuta della “cassaforma” assicurando una aspirazione con ¿ltri assoluti, la Sol. Tec. ha proceduto al trasferimento dei pannelli in cemento-amianto affrescati, nella “bacheca de¿nitiva”. Quest’ultima, posizionata a fronte e in aderenza alla “cassaforma provvisoria”, ha ricevuto, di volta in volta, la lastra in cemento-amianto con l’affresco che, con movimento rotatorio verticale, è stata traslata al suo interno, bloccata con fermi precedentemente predisposti e sigillata con il posizionamento del coperchio, reso solidale con il contenitore, sistemato in aderenza alla medesima. Nel contempo si è proceduto, con idonei comportamenti e azioni, alla rimozione delle nastrature poste, come citato in precedenza, sui bordi della super¿cie dipinta a protezione dei medesimi dal possibile deposito di incapsulante. Le misure di protezione dell’ambiente e dei lavoratori Con il ¿ne di tutelare e salvaguardare l’ambiente e, ancor più, i lavoratori, tutti gli interventi sono stati effettuati in presenza di aspiratori a ¿ltri assoluti da operatori opportunamente e adeguatamente formati e informati, in modo particolare sui rischi da dispersione e possibile inalazione di ¿bre di amianto, in possesso altresì di idoneità sanitaria. La squadra operativa è stata formata da quattro persone tra le quali La collocazione finale L’allestimento del cantiere di lavoro aveva preventivamente tenuto conto della necessità di destinare un’area opportunamente delimitata e inaccessibile, nella quale vennero collocate le “bacheche 38 Figura 6 – Una lastra dipinta confinata installata. 1/2015 l’Ambiente era presente un “Dirigente delle attività di boni¿ca”, con compiti di indirizzo e coordinamento. Gli operatori hanno osservato scrupolosamente le misure disposte dal datore di lavoro ai ¿ni della sicurezza individuale e collettiva, usando con cura i dispositivi di sicurezza e i mezzi di protezione messi a disposizione e segnalando immediatamente, al proprio datore di lavoro, le eventuali de¿cienze - qualora ce ne fossero state - dei dispositivi e dei mezzi di sicurezza, laddove presenti. Relativamente all’utilizzo dei Dispositivi di Protezione Individuali, che corrispondono alla classi¿cazione di III Categoria (contro i rischi di danno mortale o permanente), gli operatori hanno utilizzato tute in Tyvek tipo 6 (EN13034), scarpe antinfortunistiche, guanti e maschera facciale ¿ltrante P3. Al termine di ciascuna giornata di lavoro, l’operatore ha provveduto a smaltire - secondo le procedure normative vigenti – la tuta e la maschera FFP3, mentre i guanti e le scarpe antinfortunistiche sono stati puliti a umido (con conseguente smaltimento del panno come ri¿uto) e resi riutilizzabili per la giornata successiva. SOL.TEC snc - Impresa di costruzioni Bussana di Sanremo - IM La denominazione “SOL.TEC.”, acronimo di “Soluzioni Tecnologiche”, nasce nel 1987 e si quali¿ca sul territorio per interventi di impermeabilizzazione, risanamento strutturale, consolidamento e boni¿ca. Gli albori degli anni novanta, inducono l’Impresa, sempre attenta alle esigenze ambientali, ad intraprende un percorso di ulteriore specializzazione nel campo della boni¿ca da amianto dove si è progressivamente affermata, svolgendo interventi per soggetti pubblici e privati, con personale adeguatamente formato e periodicamente aggiornato. www.soltec-edilizia.it Corrono gli investimenti delle utility: +6,8% Top Utility Analysis: prima in Italia è Acque S.p.A. Per sostenibilità vince Hera, per comunicazione il gruppo Cap, per tecnologia A2A, per performance operative Contarina. Il piano del Governo Renzi per dare alle aziende di servizi pubblici locali più ef¿cienza economica e un servizio migliore ai cittadini trova un settore in lieve crescita, con capacità di investire in impianti e in tecnologia, più vicino ai consumatori. Emerge dalla terza edizione del rapporto Top Utility Analysis presentato oggi che ha preso in esame le maggiori 100 utility pubbliche e private italiane attive nel gas, luce, acqua e ri¿uti. La migliore azienda in assoluto è Acque, del Basso Valdarno, (in ¿nale con Aimag, Hera, Marche Multiservizi e Nuove Acque). Ecco il risultato delle valutazioni: oltre alla graduatoria assoluta, prima per sostenibilità è Hera di Bologna (¿nalista con Acea, Acque, Iren e Marche Multiservizi), primo per comunicazione è il gruppo Cap della provincia di Milano (con A2A, Acea, Acque ed Hera), prima per tecnologia e innovazione è A2A (con Acqua Novara Vco, Acque del Chiampo, Aimag e Metropolitana Milanese), prima per performance operative è la trevigiana Contarina (con Atena, Etra, Lario Reti e Toscana Energia). Il report esamina il quadro economico e la situazione ¿nanziaria dell’ultimo triennio, la gestione operativa, la comunicazione, la sostenibilità sociale e ambientale, il rapporto con i consumatori e con il territorio, il patrimonio tecnologico e l’innovazione per valutare in un’ottica integrata di sostenibilità economica, ¿nanziaria, sociale e ambientale le performance delle principali utility attive sul territorio italiano, evidenziandone eccellenze, criticità e tendenze di fondo. La carta d’identità del settore Il sistema dei servizi pubblici locali ha un ruolo fondamentale. Il fatturato sviluppato dalle 100 aziende più grandi rappresenta il 7,7% del Prodotto interno lordo italiano 2013. I loro servizi condizionano la competitività delle imprese e il benessere dei cittadini. Fanno parte del settore utility imprese di grandi dimensioni a ¿anco di piccole e medie aziende locali (il 53% fattura meno di 100 milioni). L’insieme delle 100 più grandi utility italiane copre nel 2013 oltre il 52% dell’elettricità prodotta in Italia, il 66% dell’acqua potabile erogata e il 36% dei ri¿uti. Nel 2013 le 100 Top Utility hanno visto un calo leggero dei ricavi complessivi (125,1 miliardi di euro, -1,3%) e un aumento degli investimenti (5,7 miliardi, +6,8%). La tendenza af¿anca alle grandi utility stabilmente in alto anche una serie di medie e piccole realtà, grazie a ottimi risultati della gestione operativa, a una particolare considerazione per la sostenibilità, all’attenzione ai clienti e al territorio. Ricavi stabili o in crescita per le aziende medio piccole dei comparti ambientali (servizio idrico integrato e ri¿uti). I risultati delle aziende di nettezza urbana sono superiori alla media, con una percentuale di raccolta differenziata che raggiunge il 49%. Il settore dell’acqua invece rileva perdite medie attorno al 35%, soprattutto al Sud (50%) mentre il Nord è vicino agli standard europei, indicando la necessità di investire di più sulle condutture, sebbene una parte consistente delle perdite sia di natura amministrativa. Ma il dato sulle perdite può essere anche condizionato dal maggior rigore nelle rilevazioni statistiche conseguente all’avvento dell’AEEGSI. Le perdite in Gran Bretagna sono il 19%, in Danimarca il 10% e in Germania il 7%. Il livello di customer satisfaction (soddisfazione dei cittadini) è pari all’83,92% con un numero particolarmente ridotto di reclami. I tempi di attesa per la risposta dei call center, ad esempio, sono diminuiti da 89 a 75 secondi. A ¿anco a molti casi di eccellenza, vi sono però ancora aziende, soprattutto alcune di minori dimensioni, che mancano di trasparenza, non pubblicando adeguate informazioni sulle proprie attività e risultati e che necessitano ancora di uno sforzo nella comunicazione agli stakeholder. www.toputility.it 1/2015 39 T Tecnologie Applicate Reazioni a catena Un viaggio al centro delle resine a scambio ionico (SL_HUKLY3HUL*VTTLYJPHS+PYLJ[VY,4,(¶,THPS!HSHUL'KV^JVT Chain reaction. A deep dive into ion exchange resin Global water usage is usually most commonly associated with municipal drinking water, used every day for showering, cooking as well as other domestic uses. However, what is not often considered is that municipal water use is relatively low when compared to the amount of water required for many manufacturing and industrial processes. In order to produce the variety of water qualities required for each industrial process, a wide range of treatments are employed, one of which is ion exchange elements. Ion exchange resins, either positively or negatively charged and typically an insoluble matrix or support structure in the form of small beads made of styrene-divinylbenzene or other monomers, are used to alter the ionic and chemical composition of liquids. They are widely employed in different separation, puri¿cation, and decontamination processes to obtain clean water of varying qualities, depending on the ¿nal desired use. In the following article, Dow Water & Process Solutions presents its ion exchange resin solutions within the context of various industrial processes, from ultra-pure water (UPW) for electronics manufacture, to water required for the generation of energy, to food and beverage production. For more information, please visit www.dowwaterandprocess.com. Quando parliamo del consumo idrico, i primi aspetti a cui pensiamo sono forse l’acqua potabile, quella per fare la doccia, per cucinare e per altri usi domestici. Tuttavia, tutto questo rappresenta solo la punta dell’iceberg. Ciò che molti di noi non sanno è che il consumo dell’acqua comunale è relativamente ridotto: in realtà, le statistiche fornite dall’ISTAT indicano che, in Italia, ognuno dei suoi circa 60 milioni di abitanti ne usa direttamente solo 175 litri al giorno a scopo domestico, mentre è il consumo di acqua pulita necessaria per produrre praticamente qualsiasi cosa – dai 120 litri d’acqua necessari per produrre un bicchiere di vino ai 235.000 litri utilizzati per fabbricare una tonnellata di acciaio – che sta veramente esaurendo le risorse di acqua pulita. Inoltre, la produzione di acqua pulita per produrre cibo e bevande non richiede lo stesso dispendio energetico né i sistemi di separazione richiesti invece, ad esempio, per la produzione di acqua ultra-pura necessaria per fabbricare prodotti elettronici. Per garantire la quantità suf¿ciente di acqua pulita per soddisfare la crescente domanda dei processi di produzione, vengono spesso impiegate le resine a scambio di ioni per trattare 40 l’acqua modi¿candone la qualità in modi diversi. Queste resine, dotate di carica positiva o negativa, sono di norma una matrice insolubile o una struttura di supporto in forma di piccole perle di stirene-divinilbenzene o di altri monomeri, e sono impiegate per alterare la composizione ionica e chimica dei liquidi utilizzati in numerosi processi industriali. I campi di applicazione possono includere i più variegati settori quali il farmaceutico, l’industria mineraria e idrometallurgica, il settore chimico e petrolchimico, nonché quello sanitario e quello energetico, ognuno dei quali richiede una speci¿ca qualità dell’acqua. L’eliminazione degli ioni dal liquido trattato avviene immettendo allo stesso tempo altri ioni: è per questo motivo che il processo è chiamato scambio di ioni. Dow Water & Process Solutions, fornitore leader di tecnologie di ¿ltrazione, depurazione e separazione, è consapevole delle complessità dei processi mirati ad ottenere la qualità dell’acqua adeguata per ogni singola applicazione ed offre un ampio ventaglio di soluzioni avanzate a base di resine per imprese, consumatori, settori e municipi in tutto il mondo. Nel 1983, Dow Water & Process Solutions fu la prima a produrre, commercializzare e lanciare resine in gel a scambio di ioni con dimensioni uniformi delle particelle (UPS – uniform particle size). Ad oggi, è la prima e unica azienda che offre una linea completa di resine a scambio di anioni e cationi UPS, sia in gel che macro-porose, per le applicazioni più disparate, come il Figura 1 - Le resine a scambio di ioni di Dow Water & Process Solutions sono ampiamente utilizzate nell’industria di processo alimentare. 1/2015 l’Ambiente semplice addolcimento dell’acqua a ¿ni industriali, la produzione di acqua ultra-pura o depurazione per dolci¿canti. Tuttavia, tutte le soluzioni a base di resine di Dow Water & Process Solutions offrono quanto segue: x Af¿dabilità – investimento di capitali in infrastrutture di produzione in tutto il mondo, per soddisfare la domanda sempre più globalizzata e garantire qualità di prima categoria, servizi e assistenza di livello mondiale. x Valore – prodotti sviluppati per applicazioni che riducono i costi operativi, aumentando al contempo produttività, fatturato e qualità del cibo. x Innovazione – R&S mirati alla fornitura di prodotti innovativi ad alte prestazioni. Costruiamo legami nel settore Per quanto concerne le acque industriali, Dow Water & Process Solutions ha sviluppato una gamma di resine a scambio di ioni per migliorare i processi industriali, aumentandone l’ef¿cienza energetica e migliorando le prestazioni di altri impianti di trattamento dell’acqua, quali le membrane ad osmosi inversa o di ultra-¿ltrazione. L’addolcimento dell’acqua è una delle prime operazioni di base nel trattamento dell’acqua, ed è volto a proteggere le super¿ci di trasferimento termico e l’impianto di produzione del vapore. Il processo di addolcimento elimina dall’acqua gli ioni di calcio e magnesio, noti come durezza. Comuni nelle acque sotterranee, questi ioni formano sali insolubili che si legano alle super¿ci di trasferimento termico, interferendo con quest’ultimo processo e aumentando così i costi energetici per i bollitori. Su scala industriale, l’addolcimento dell’acqua può avvenire sia tramite ¿ltrazione sia, più comunemente, attraverso processi a scambio di ioni. Dealcalinizzazione La tecnologia più impiegata per l’addolcimento di acqua industriale è lo scambio di ioni del ciclo del sodio. Durante tale processo, l’acqua viene attaccata da una resina a scambio cationico con acido forte (SAC – Strong Acid Cation) nel sodio (Na+), permettendo lo scambio tra il calcio (Ca+2) e il magnesio (Mg+2) contenuti nell’acqua “dura” e gli ioni di sodio più solubili contenuti nella resina. Questa reazione è reversibile e, non appena Salamoia NaCl Acqua grezza Figura 3 - Le resine di Dow Water & Process Solutions aiutano a proteggere le membrane di osmosi inversa durante il processo di addolcimento dell’acqua. terminata, la resina può essere riconvertita alla forma di sodio tramite rigenerazione, attaccandola con un eccesso di cloruro di sodio (NaCl). Una resina ideale - sviluppata speci¿catamente per i processi di addolcimento dell’acqua - è la Dowex™ Marathon™ C. Si tratta di una resina cationica con acido forte, con dimensione uniforme delle particelle, costituita da piccole perle uniformi che presentano una cinetica più rapida rispetto alle resine di dimensioni convenzionali. La cinetica migliorata di norma aumenta l’ef¿cienza rigenerativa e la capacità operativa, riducendo, al contempo, il consumo di rigenerate e la produzione di acque di scarico. L’addolcimento con cambio di ioni nel ciclo del sodio viene effettuato in recipienti in pressione con interni ingegnerizzati per distribuire e raccogliere liquidi e mantenendo le resine al loro interno. I sistemi rigenerati con co-Àusso semplice, in cui il Àusso di servizio ed il Àusso di rigenerante acido scorrono nella stessa direzione, sono di norma gli impianti con i costi di capitale più ridotti; i sistemi rigenerati a Àussi inversi, in cui il rigenerante viene iniettato in direzione opposta rispetto al Àusso di servizio, sono quelli che garantiscono la migliore qualità dell’acqua, riducendo al minimo gli scarti. Anche l’addolcimento dell’acqua è un’eccellente prassi per proteggere le membrane ad osmosi inversa dalla sporcizia, e la combinazione dei due trattamenti costituisce un sistema di trattamento dell’acqua resistente ed a prestazioni costantemente elevate. Demineralizzazione Dove R = resina a scambio di ioni Acqua addolcita Ciclo di servizio Ciclo rigenerativo Salamoia di scarto (NaCl, CaCl2, MgCl2) Figura 2 – Tipico processo di addolcimento con scambio di ioni nel ciclo del sodio. 1/2015 Un altro importante trattamento per i processi industriali è la demineralizzazione. Questo trattamento, a base di resine, implica l’eliminazione di quasi tutti gli ioni presenti nell’acqua grezza, ed è comunemente impiegato per applicazioni con vapore ad alta pressione in cui è richiesta acqua molto pura. Le resine a scambio di ioni sono state la prima tecnologia sviluppata per demineralizzare completamente l’acqua. 41 T Tecnologie Applicate Figura 4 - Confronto tra un tipico letto compatto ed una configurazione standard a scambio di ioni Mentre i processi ad osmosi inversa rappresentano una conveniente alternativa per la demineralizzazione dell’acqua, le resine a scambio di ioni dovrebbero essere prese in considerazione laddove il contenuto di silicati è basso e la quantità totale di liquidi disciolti non raggiunge i 200 mg/l. I sistemi a letto compatto sono i più ef¿cienti per demineralizzare i liquidi impiegando resine a scambio di ioni, poiché presentano i costi chimici e i volumi di scarto più bassi, garantendo la miglior qualità di prodotto e mantenendo, al contempo, livelli di conduttività a 0,1 uS/cm e di silice inferiori a 5 ug/l (ppb). Prendiamo in esame, ad esempio, le tecnologie a scambio di ioni con letto compatto Amberpack™, Upcore e Advanced Amberpack di Dow, sviluppate per trattamenti di demineralizzazione in grado di addolcire un’ampia gamma di acque di alimentazione diverse, soddisfacendo anche i più severi requisiti di qualità. Amberpack è un sistema rigenerato a Àussi inversi con Àusso di servizio e contro-Àusso di rigenerazione. I recipienti possono contenere combinazioni di resine con elettroliti forti e deboli, consentendo così di ottenere sistemi ad alta ef¿cienza. Idealmente, vengono utilizzate insieme alle resine UPS Amberjet™, che contribuiscono a massimizzare le prestazioni del sistema. Generazione energia elettrica L’industrializzazione e l’aumento della popolazione stanno ampliando la domanda di elettricità, che a sua volta incrementa il fabbisogno di acqua. Se pensiamo che possono essere necessari quasi 60 litri d’acqua circa per accendere una lampadina da 60 watt per 12 ore, possiamo considerare l’acqua come la linfa vitale del settore energetico. Tuttavia, i requisiti di qualità dell’acqua per la generazione di energia elettrica dipendono principalmente dal tipo di operazione, dall’acqua di alimentazione per i bollitori ¿no alla depurazione del condensato. Pertanto, la tecnologia di trattamento può variare moltissimo. Uno dei principali utilizzi dell’acqua negli ambiti della generazione dei carburanti fossili e dell’energia nucleare è la depurazione del condensato, un processo attraverso il quale il condensato generato dal vapore viene ¿ltrato allo scopo di eliminare qualsiasi traccia di minerali disciolti e contaminanti 42 sospesi prima che venga riutilizzato come acqua di alimentazione del bollitore. Tale processo è simile a quello della demineralizzazione (già descritto in precedenza); infatti, il trattamento di “depurazione” permette l’eliminazione degli ioni per riportare il condensato ad uno stato di pH naturale, riducendo il tasso di corrosione quando viene a contatto con i metalli, ad esempio in bollitori, generatori e turbine. Inoltre, le perdite nel condensatore rappresentano un notevole rischio per le operazioni nelle centrali elettriche. Che si tratti di una piccola perdita da un tubo o di un guasto catastro¿co, gli agenti di depurazione del condensato come le resine Dowex Monosphere aiutano a proteggere i componenti fondamentali delle centrali elettriche, migliorandone l’af¿dabilità. Ad esempio, la resina a scambio di cationi Dowex Monosphere 650C (H) è una resina in gel UPS di elevatissima qualità, sviluppata speci¿catamente per l’uso in letti misti, ed è ideale per le elevate esigenze di portata delle applicazioni di depurazione del condensato. L’uniformità delle dimensioni delle perle è sviluppata speci¿catamente per compensare la minore densità della resina anionica Dowex Monosphere 550A (OH) e, se combinate, offrono una separazione quasi perfetta in letti misti. Le perle translucide, color ambra scuro, garantiscono una conversione ionica del 99,7%, dimostrando l’elevatissima ef¿cienza nell’eliminazione degli ioni indesiderati. Cibi e bevande di qualità migliore Uno dei settori in cui le resine a scambio di ioni sono più frequentemente impiegate è quello alimentare. Tutti gli ingredienti naturali usati per produrre cibi e bevande presentano proprietà uniche che de¿niscono le caratteristiche del prodotto ¿nale, come sapore, colore e consistenza. Ad esempio, l’alimentazione di una mucca inÀuisce sul sapore del formaggio ottenuto dal suo latte, mentre i sali e i minerali contenuti nell’acqua hanno un impatto sul sapore e la qualità delle birre: tutto questo costituisce una s¿da per i produttori di cibi e bevande, che devono garantire una qualità coerente dei loro prodotti. Pertanto, molti ingredienti richiedono trattamenti di puri¿cazione prima di poter essere venduti ed usati per la fabbricazione dei prodotti ¿nali. Le resine a scambio di ioni sono impiegate per trattare l’acqua ed altri liquidi in processi come la raf¿nazione di sciroppi di mais ad elevato contenuto di fruttosio, la deamarizzazione dei succhi di frutta, la separazione cromatogra¿ca degli zuccheri e la concentrazione di sciroppo d’acero. Composizione dei dolcificanti Attualmente, i dolci¿canti a base di mais e di amido sono i più usati nel settore alimentare. A causa della varietà delle loro fonti e utilizzi, i dolci¿canti richiedono un’ampia gamma di tecnologie di processo durante la lavorazione. Essi variano dall’eliminazione delle impurità ioniche, nota anche come deashing, ai processi cromatogra¿ci per la separazione di diversi agenti chimici o composti. 1/2015 l’Ambiente Il deashing Le impurità inorganiche e proteinacee sono presenti nei dolci¿canti a base di amido ricavati sia da risorse naturali che da additivi aggiunti. Tali impurità devono essere eliminate sia per i requisiti di qualità che per ottimizzarne l’elaborazione a valle. Quando viene applicato ai dolci¿canti, questo processo è detto deashing. Dow Water & Process Solutions offre un ventaglio di prodotti e tecnologie per produrre dolci¿canti della più elevata purezza, consentendo l’impiego dei processi di produzione più ef¿cienti in termini di costi. Le resine a scambio di ioni sono la tecnologia preferita, e le resine Dowex™ e Dowex™ Monosphere™ stabiliscono lo standard in quanto a rendimento nell’ambito del deashing dei dolci¿canti a base di amido. Tali resine sono il prodotto leader per quanto concerne il deashing e la depurazione in letti misti, permettendo di eliminare gli ioni indesiderati ed altri contaminanti dallo sciroppo. Le resine a scambio di ioni impiegate per il deashing sono costituite da perle macroporose di polistirene funzionalizzate per raccogliere gli ioni indesiderati. Il design e la produzione di ogni resina a scambio di ioni Dowex derivano da una scienza complessa e di precisione che implica il controllo delle dimensioni delle perle, la porosità, la lunghezza delle catene di polimeri, i legami incrociati (i legami molecolari che garantiscono l’integrità strutturale), nonché altre proprietà che contribuiscono all’equilibrio ottimale tra lunga durata e funzionamento ef¿ciente. Ad esempio, la resina cationica ad acido forte Dowex 88 viene caricata inizialmente con ioni di idrogeno positivi. Quando lo sciroppo viene pompato attraverso il letto di resina, Dowex 88 scambia prontamente i propri ioni di idrogeno con altri cationi indesiderati, come calcio e sodio, presenti nel Àusso di sciroppo. Poiché le perle sono porose, lo scambio di ioni avviene sia al loro interno che sulla loro super¿cie mentre il Àusso di sciroppo si sposta sul letto. Tali resine sono dette perle macroporose a causa dei loro pori relativamente ampi, che permettono ai componenti dello sciroppo di spostarsi liberamente nella perla, garantendo un ef¿ciente scambio di ioni. La capacità totale di scambio di ogni resina dipende dal numero di siti attivi nel polimero. La capacità operativa di ogni resina speci¿ca, ossia la capacità impiegata per produrre sciroppo di una determinata qualità, dipende anche dalle condizioni operative dell’impianto e dal design delle resine. Quando quasi tutti i siti attivi sono stati scambiati, la resina deve essere rigenerata. Per la resina cationica ad acido forte Dowex 88, la rigenerazione avviene forzando il ritorno degli ioni di idrogeno nei siti di scambio pompando nel letto acido cloridrico o, in alcuni casi, acido solforico. Separazione cromatografica La separazione cromatogra¿ca è un processo di produzione attraverso il quale si separa un componente chimico disciolto dall’altro; esso viene eseguito mediante la resina che serve come “supporto” cromatogra¿co o “fase stazionaria”. Nel caso dell’elaborazione dei dolci¿canti, lo scopo è separare i diversi 1/2015 Figura 5 - La resina per separazione cromatografica Dowex Monosphere 99. zuccheri contenuti nell’ingrediente originale, come fruttosio e glucosio. Uno dei fattori più delicati nella separazione cromatogra¿ca è l’uniformità delle perle di separazione. Essa inÀuisce sia sul grado di separazione ottenuto nel dolci¿cante che sulla pressione nelle colonne cromatogra¿che del sistema di elaborazione. Le resine con un’ampia distribuzione di dimensioni delle particelle mostrano un’elevata diminuzione della pressione del sistema, diminuendo la produttività. Inoltre, generano più Àussi di prodotto diluito a causa della scarsa separazione (fasce di separazione ampie e meno nette). Le sfere con particelle di dimensioni ampie richiedono ulteriore acqua di eluzione e, poiché alla ¿ne tutta quest’acqua dovrà essere eliminata, implicano fabbisogno e costi più elevati per il processo di evaporazione, già costoso di per sé. Le resine Dowex Monosphere 99 aiutano ad eliminare questi problemi. Si tratta di una resina per separazione cromatogra¿ca, idonea per varie applicazioni nella produzione di dolci¿canti, che aiuta ad ottenere separazioni cromatogra¿che in modo rapido, ef¿ciente ed economico. Le dimensioni e la struttura uniformi delle perle di resina, così come la loro super¿cie liscia, aiutano a produrre fruttosio arricchito in modo più ef¿cace. A differenza della struttura macroporosa e dell’aspetto opaco delle resine Dowex impiegate nel deashing, le resine di separazione Dowex Monosphere 99 sono costituite da perle di gel che presentano una super¿cie liscia, uniforme e translucida. Le resine per separazione cromatogra¿ca sono funzionalizzate e raccolgono una notevole quantità d’acqua. Gli zuccheri da separare possono disciogliersi nell’acqua delle sfere ed interagire con lo ione calcio, ed è proprio questo il meccanismo di separazione del fruttosio dal glucosio. Nella 43 T Tecnologie Applicate separazione di glucosio e fruttosio queste resine sono impiegate in forma di calcio, tuttavia per altre separazioni sono disponibili anche resine simili in forme di potassio e sodio. Questa tecnologia ha ricevuto riconoscimenti a livello mondiale, poiché contribuisce ad aumentare la capacità di sciroppo dell’impianto e a generare riduzioni durante la rigenerazione, abbassando i costi chimici ¿no al 25%. Quando il Àusso di sciroppo raggiunge l’unità del processo di separazione cromatogra¿ca, la concentrazione di fruttosio è circa il 42-45% dei solidi disciolti. Con la separazione cromatogra¿ca del glucosio e del fruttosio, viene facilitata la produzione di fruttosio arricchito e la concentrazione di fruttosio può essere aumentata ¿no a oltre il 90%. Più che pura Mentre i trattamenti ad osmosi inversa solitamente sono suf¿cienti per depurare l’acqua marina o l’acqua di scarico a standard accettabili per il consumo umano, non è considerata suf¿cientemente pulita per altre applicazioni, soprattutto quelle relative alla produzione di elettronica. L’acqua ultra-pura è essenziale per la corretta fabbricazione di circuiti stampati integrati nel settore dei semiconduttori. Poiché il grado di integrazione sta diventando sempre più complesso, questo settore richiedi livelli di purezza dell’acqua ancora più elevati. I sistemi con resine a scambio di ioni con letti singoli e misti sono ideali per l’impiego nella produzione di acqua ultra-pura. Numerosi esperti raccomandano sistemi ad osmosi inversa a doppio passaggio o a elettrodeionizzazione per la produzione di acqua ultra-pura per la ridotta quantità di agenti chimici richiesti e la scarsa produzione di scarti durante il normale funzionamento. Tuttavia, questi sistemi possono essere sensibili alle oscillazioni nella composizione dell’acqua in ingresso. Tali oscillazioni possono causare depositi imprevisti di composti chimici all’interno delle attrezzature, compromettendone le prestazioni e aumentando l’esigenza di frequenti lavaggi. Le oscillazioni nella composizione dell’acqua di entrata possono anche variare la qualità del permeato, facendo aumentare il caricamento ionico nel letto misto a valle del sistema ad osmosi inversa o a elettrodeionizzazione. L’installazione di una tecnologia con resine a scambio di ioni con rigenerazione controcorrente in letti impacchettati a monte del sistema ad osmosi inversa consente di ottenere una Àuttuazione relativamente ampia nell’acqua di entrata e presenta diversi vantaggi tecnici nella produzione di grandi volumi di acqua ultra-pura. DOW Amberjet UP6150 è un letto misto completamente rigenerato, concepito per l’impiego in sistemi ad elevata purezza dell’acqua a valle dell’osmosi inversa. Questo prodotto con letto misto è particolarmente idoneo per l’impiego nella depurazione dell’acqua ad elevata purezza per applicazioni speci¿che di elettronica come dispositivi di visualizzazione, CD-ROM, chip IC a bassa densità, dispositivi con semiconduttori o nelle operazioni back-end di taglio e montaggio dei die nei circuiti elettrici stampati. Nei sistemi ad acqua ultra-pura adeguatamente progetta- 44 ti, la resina Amberjet UP6150 fornirà acqua di qualità di 18 Megohm •cm, con livelli totali di carbonio organico ben al di sotto dei 5 ppb nel suo primo ciclo operativo come letto misto di depurazione. Grazie al suo elevato livello di rigenerazione, è idonea anche per qualsiasi applicazioni con letto misto per scopi generici per la produzione economica di acqua ad elevata purezza. Le resine componenti hanno dimensioni uniformi delle particelle, le cui grandezze sono state selezionate per garantire prestazioni eccellenti nel letto misto di primo ciclo, permettendo al contempo la futura separazione e rigenerazione delle resine. Le resine sono miscelate per ottenere un equivalente stechiometrico della capacità di scambio di cationi e anioni, e la miscela di resine non presenta agglomerazione. Le dimensioni uniformi delle particelle delle resine massimizzano le prestazioni cinetiche nel ciclo di servizio del letto misto, consentendo al contempo la successiva separazione e rigenerazione. Tutte queste caratteristiche sono essenziali per produrre acqua ad elevata purezza riducendo al minimo i lavaggi. Made in Italy I materiali copolimerici e le soluzioni basate su resine a scambio ionico costituite dalle varie perle polimeriche porose, sono fabbricati nello stabilimento di Dow Water & Process Solutions di Fombio, in Italia, da dove vengono poi vendute ad aziende ed imprese in tutta Europa, nel Medio Oriente e in Africa. Le resine vengono chimicamente modi¿cate con vari gruppi funzionali, a seconda dell’impiego desiderato. Dow Water & Process Solutions dedica costantemente le proprie risorse allo sviluppo di soluzioni a base di resine innovative e più ef¿cienti dal punto di vista energetico e che aiutino non solo a migliorare le infrastrutture di trattamento e di processo dell’acqua, ma che possano anche contribuire a migliorare notevolmente la qualità in tutto il settore della produzione industriale. 1/2015 MANUALE OPERATIVO PER IL MONITORAGGIO DELLE EMISSIONI E DELLA QUALITÀ DELL’ARIA Nei paesi industriali la politica ambientale che riguarda l’inquinamento atmo di qualità, valori limite, metodologie di controllo e criteri autorizzativi, tutte Uno degli strumenti fondamentali per il controllo dell’inquinamento atmosferico è rappresentato dalla disciplina delle emissioni. La legislazione nazionale, anche sotto la spinta delle direttive europee, ha subito un rapido processo di evoluzione nel decreto legislativo 152/06. Parallelamente allo sviluppo del quadro legislativo di settore, gli enti di norma zione tecnica quali UNICHIM e UNI a livello nazionale, CEN a livello europeo, l’americana EPA e ISO hanno prodotto una serie di norme tecniche sulle quali si basa il processo di controllo, descrivendo nel dettaglio le modalità di effettuazio ne del campionamento e dell’analisi dell’emissione industriale. In questo ambito, la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025 per l’accreditamento delle prove, ormai diffusa e adottata in tutto il territorio nazionale, enfatizza l’importanza del piano di campionamento come parte integrante del processo di analisi. Il processo di campionamento deve tenere conto di fattori che devono essere controllati per assicurare la validità dei risultati di prova e di taratura. In questo senso l’UNI ha recepito in una norma UNI CEN TS 15675 2008 come applicazione della UNI EN ISO/IEC 17025 alle misurazione periodiche. (JX\PZ[VU]VS\TLP4(5<(3,67,9(;0=6 WLYPSTVUP[VYHNNPVKLSSLLTPZZPVUPLKLSSHX\HSP[n KLSS»HYPHHSJVZ[VKPÁ (Cognome) (Nome) )VUPÄJVIHUJHYPV*(907(94((NLUaPH 0U[LZ[H[VH.Y\WWV0[HSPHUVKP9PJLYJH:VJPV (TIPLU[HSL 0)(5!0; = (Società) (Indirizzo) (ZZLNUVIHUJHYPVPU[LZ[H[VH.Y\WWV0[HSPHUVKP 9PJLYJH:VJPV(TIPLU[HSL (N°) (Località) 0U]PHYLPSZLN\LU[LTVK\SVJVUKVJ\TLU[HaPVUL JVTWYV]HU[LPSWHNHTLU[VHSS»PUKPYPaaVLTHPS SHTIPLU[L'YHUPLYPLKP[VYLP[VHSU\TLYVKP-H_ (Provincia) (CAP) (P. IVA) 6WW\YLZWLKPYLH!9P]PZ[H3»(4)0,5;, =PH,NHKP4PSHUV (Tel.) KH[H (Fax) ÄYTH E-mail 7LYPUMVYTHaPVUP! .09:(,KPaPVUP=PH,NHKP4PSHUV ;LS -H_ LTHPS!SHTIPLU[L'YHUPLYPLKP[VYLP[^LI!^^^YHUPLYPLKP[VYLP[ Attivi per l’ambiente a cura di Mariano Votta e Tiziana Toto Mobilitazione civica in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua. *PUaPH7VSSPV7YVQLJ[THUHNLYWVSP[PJOLKLPJVUZ\TH[VYP*P[[HKPUHUaH[[P]H¶,THPS!T]V[[H'JP[[HKPUHUaH[[P]HP[ Oltre 200 appuntamenti in tutto il Paese per informarsi, partecipare e discutere sull’acqua, bene comune, organizzati e promossi da Cittadinanzattiva. Banchetti informativi, incontri istituzionali, workshop, consultazione dei cittadini interessati e attivi sul tema, questi ed altri ancora i tipi di iniziative che prevedono il coinvolgimento di tutte le regioni italiane. Ogni italiano in media consuma 175 litri di acqua: si tratta di una quantità in diminuzione ma ancora alta rispetto alla media europea. A fronte di ciò è fondamentale adottare comportamenti più responsabili per un uso consapevole della risorsa idrica ma è altrettanto importante garantire ai cittadini un servizio di qualità che consenta loro di soddisfare i propri bisogni. Il servizio idrico integrato, come anche gli altri servizi pubblici locali (in particolare trasporti e ri¿uti), è caratterizzato da varie criticità, prima fra tutte la mancanza di coinvolgimento e di partecipazione dei cittadini nella de¿nizione del servizio e nella sua valutazione, come è invece previsto ormai da anni dal comma 461, art. 2 legge 244/2007. Infrastrutture obsolete e non adeguate, gestioni frammentate e poco ef¿cienti del servizio sono responsabili di non poche inef¿cienze che pesano sui cittadini: acqua contaminata in alcune zone del nostro Paese, non adeguato trattamento delle acque reÀue in speci¿che città, tariffe in aumento per un servizio di acquedotto a intermittenza, specialmente in alcuni periodi dell’anno, ecc. A margine di ciò, si pensi che in media il 33% dell’acqua immessa nelle tubature (per tutti gli usi) viene persa a causa delle perdite di rete. Risultato di ciò è che ogni anno sempre più cittadini si rivolgono alle Associazioni di consumatori come Cittadinanzattiva perché vedono leso o addirittura non riconosciuto un proprio diritto. Quotidianamente si confrontano con servizi di pubblica utilità non sempre in linea con le proprie esigenze e individuano nelle Associazioni un riferimento per saperne di più sui propri diritti e su cosa fare per farli valere. L’obiettivo di questa nostra grande mobilitazione è proprio quello di informare le persone su come partecipare attivamente alla costruzione dei propri diritti e quali strumenti di tutela possono adoperare per farli valere, perché secondo noi fare i cittadini è il modo migliore di esserlo! 46 Le iniziative organizzate da Cittadinanzattiva riguardano tutto il mese di marzo e ruotano intorno a due appuntamenti fondamentali: il 16 marzo – Giornata Europea del Consumatore e il 22 marzo – Giornata mondiale dell’acqua. Tra i materiali messi in distribuzione è prevista una piccola guida (scaricabile dal sito www.cittadinanzattiva.it) contenente cinque consigli per far conoscere il servizio idrico, la sua organizzazione, le forme e i modi di partecipazione previsti per i cittadini: x Conosci l’acqua, bene comune! Ricorda che l’acqua è fonte di vita e, in quanto tale, è patrimonio di tutti. x Riduci la tua impronta idrica! Non usare più acqua del necessario e fai attenzione a ciò che compri. x Conosci e partecipa! Informati sul modo in cui viene gestito il servizio idrico integrato e sulle forme e i modi previsti per apportare il tuo contributo per il miglioramento. x Informati prima di pagare! Informati su come si compone la tariffa del servizio idrico e su cosa paghi in bolletta. x Tutelati se subisci un disservizio! Se non sei soddisfatto del servizio erogato nella tua zona di residenza attivati e presenta un reclamo. A completare i materiali, gratuitamente a disposizione, un pieghevole “Domande e risposte per la tutela del cittadino” sul servizio idrico integrato e una video-pillola che in 120 secondi istruisce su un uso consapevole dell’acqua (visualizzabile sul canale You Tube di Cittadinanzattiva). In occasione degli appuntamenti animati dai volontari i cittadini sono invitati a esprimere una valutazione sul servizio idrico integrato del proprio territorio partecipando ad una consultazione civica (aperta anche online). L’obiettivo è quello di individuare le criticità e valutare le proposte a partire dal punto di vista del cittadino, utente ¿nale del servizio e destinatario delle peggiori conseguenze della cattiva gestione. Queste iniziative rientrano nel quadro del progetto “Consumatori in rete: diamo forza ai nostri diritti” realizzato da Cittadinanzattiva in collaborazione con Adiconsum (capo¿la), Associazione Utenti Dei Servizi Radiotelevisivi, CTCU e ¿nanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico. CITTADINANZATTIVA-ONLUS C.F.: 80436250585 centralino: 06367181 (dal lunedì al venerdì 9.00/17.00 orario continuato); Per la tutela dei tuoi diritti, contatta il PiT Servizi: 0636718555 (lun. - merc. - ven. 9.30/13.30); [email protected]; Per saperne di più sulle attività di Cittadinanzattiva, visita il sito, iscriviti alla newsletter gratuita su www.cittadinanzattiva.it e seguici su 1/2015 Fiere in Vetrina The Mediterranean Chemical Event L’unica manifestazione in Italia in grado di offrire una vetrina completa di prodotti, tecnologie, processi e strumentazione per l’industria del settore: Chem-Med/Rich-Mac torna dal 23 al 25 settembre 2015 nel quartiere espositivo di ¿eramilanocity proprio in concomitanza con EXPO 2015, cui parteciperanno oltre 150 Paesi e a cui sono attesi più di 20 milioni di visitatori provenienti da tutto il mondo. E sarà proprio l’Esposizione Universale milanese, articolata sul decisivo tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, a offrire una cornice d’eccezione assolutamente irripetibile e ad aumentare ulteriormente la capacità di attrazione di Chem-Med/Rich-Mac, che giunge alla sua 43ª edizione forte del successo dell’appuntamento del 2013 (oltre 200 espositori su una super¿cie espositiva di 15.000 metri quadrati e più di 8.000 visitatori dal pro¿lo altamente quali¿cato e dal forte potere decisionale all’interno delle proprie aziende). Sempre più ampio il ventaglio dell’offerta merceologica, che nella prossima edizione del 2015 spazierà da apparecchiature, tecnologie e materiali per il laboratorio, strumentazione, controllo di processo, sistemi di automazione e impiantistica (tutti raccolti sotto lo “storico” marchio Rich-Mac) a macchinari, attrezzature e componenti per la produzione e il processing chimicofarmaceutico, tecnologie e strumentazione di veri¿ca, di controllo e per l’automazione, camere bianche e attrezzature per ambienti in atmosfera controllata, materie prime per l’industria chimica e chimico-farmaceutica, soluzioni per la sicurezza industriale e del lavoro, che costituiscono invece il contesto espositivo di Chem-Med. La sezione espositiva di Chem-Med/Rich-Mac sarà af¿ancata anche da un interessante programma di convegni e workshop che vedrà il coinvolgimento di quali¿cati rappresentanti di istituzioni, università, associazioni e aziende. Inoltre, per incrementare le opportunità di contatto professionale offerte da Chem-Med / Rich-Mac , anche nella prossima edizione sarà attivato (a partire da maggio 2015) il servizio My Partnering , incontri di business one-to-one. A conferma dell’importanza della manifestazione, la “tre giorni” di ¿eramilanocity può già contare sulla collaborazione scienti¿ca di Gisi (Associazione Italiana Imprese di Strumentazione) e sui prestigiosi patrocini di A¿, Aias, Ais-Isa, Aidic, Anipla, Ascca, Assicc, Cnr, Ordine Interprovinciale dei Chimici della Lombardia, Sci e Sisnir. Ulteriori informazioni su Chem-Med/Rich-Mac 2015 sono disponibili visitando il sito www.chem-med.eu. 1/2015 Torna “l’evento italiano di riferimento” per Cogenerazione, Biomasse e Biogas Il 25 giugno 2015 a Milano (Crowne Plaza Hotel San Donato) torna di scena l’importante giornata mcTER, evento leader in Italia dedicato alle tematiche della Cogenerazione, dell’Energia e dell’Ef¿cienza Energetica. Un appuntamento che è cresciuto negli anni, divenendo punto d’incontro privilegiato del settore, anche per la capacità di coinvolgere nell’ultima edizione oltre 100 espositori diretti - i protagonisti del mondo della cogenerazione e delle soluzioni e servizi collegati - unitamente a più di 1.100 visitatori quali¿cati tra progettisti, ingegneri, impiantisti, responsabili tecnici, manager, integratori, utilizzatori di energia e calore dall’industria, dal terziario e dai servizi tecnici. La cogenerazione resta infatti una delle tecnologie più ef¿cienti per un uso razionale dell’energia: secondo la relazione annuale sulla cogenerazione trasmessa alla Commissione europea il 30 aprile 2014, in Italia nel 2012 si è avuta una capacità di generazione di 13.986 MW, con un risparmio complessivo di energia primaria pari a 1,46 Mtep (-10,3%) derivante dalla generazione combinata di elettricità e calore rispetto alla generazione separata. L’edizione del 2015, per massimizzare l’interesse e le sinergie di operatori e aziende, si svolgerà ancora in concomitanza con mcTER Forest (appuntamento dedicato a soluzioni, tecnologie, componenti per impianti alimentati a biomassa, anche in assetto cogenerativo) e mcTER Bio-Gas (iniziativa rivolta alla ¿liera del BioGas e alla cogenerazione da Bio-Gas e Gassi¿cazione), con particolare attenzione al mercato del Biometano. Una interessante novità che si aggiunge alla giornata è poi il primo appuntamento con mcT Ecoindustria Olii, Mostra Convegno Ef¿cienza, Trattamento, Riciclo e smaltimento olii, nuovo appuntamento verticale che si integrerà perfettamente con le tematiche del settore, consentendo agli operatori interessati al ciclo dell’olio di trovare in mostra soluzioni dedicate. mcTER, a partecipazione gratuita per tutti gli operatori quali¿cati, prevede una sessione congressuale mattutina curata da ATI, un’area espositiva e una serie di workshop tecnicoapplicativi pomeridiani organizzati dalle stesse aziende partecipanti che potranno presentare approfondimenti, soluzioni e novità legate alle tematiche. Il programma della giornata è disponibile sul sito www.mcter.com/cogenerazione_milano 47 Energia e Ambiente 3 Termoflow: un sistema innovativo per la produzione di aria calda 4HYJV4HYYVaaPUP7HVSV7HZ[VYL*LU[YVYPJLYJOL*,:(),THPS!WHVSVWHZ[VYL'JLZHIYPJLYJOLP[THYJVTHYYVaaPUP'JLZHIYPJLYJOLP[ Abstract The current economic and energy crisis that our country is going through, it may represent a development opportunity for ¿rms to invest in technological innovation related to energy and environmental sector. This is also the philosophy upon which the CESAB, Centre for Research in Environmental Sciences and Biotechnology, Scienti¿c Institute, Catholic-inspired. Together with the company Termotend sas has signed an agreement for the testing of a solar collector named termoFlow can produce hot air from solar energy in order to verify its performance.The experiment has yielded impressive results. L’attuale crisi economica ed energetica che sta attraversando il nostro paese può rappresentare un’occasione di sviluppo per le imprese che investono nell’innovazione tecnologica legata al settore energetico-ambientale. Questa è anche la ¿loso¿a su cui si basa il CESAB, Centro Ricerche in Scienze Ambientali e Biotecnologie, istituto scienti¿co interuniversitario di ispirazione cattolica. Assieme alla società Termotend sas di Carpi ha sottoscritto un accordo per la sperimentazione di un collettore solare, denominato TermoFlow, in grado di produrre dall’energia solare aria calda, che può essere immessa direttamente negli ambienti. La sperimentazione è consistita nel veri¿care gli aspetti quali¿canti del sistema, riscontrando i dati e le caratteristiche dichiarate dalla società produttrice. L’obiettivo del progetto è quello di assicurare vantaggi innovativi dal punto di vista tecnologico e pratico grazie alla tecnologia utilizzata che mira ad ottenere ottimi rendimenti con totale assenza di manutenzione. Non sono impiegati circuiti contenenti liquidi e quindi il pannello può essere esposto a temperature esterne di qualsiasi natura senza riportare alcun danno. La conformazione speci¿ca è idonea a limitare l’accumulo di polveri all’interno e la continua esposizione al sole ed a temperature elevate rendono l’ambiente ostile alla proliferazione di batteri nocivi quali la legionella. Nella seguente tabella si riportano le caratteristiche tecniche del dispositivo: Figura 1 – Thermoflow: il funzionamento del sistema è regolato da un controllore elettronico programmabile, fornito con il collettore. La superficie captante è realizzata senza l’impiego di vernici o sostanze che possano volatilizzare ed emettere esalazioni inquinanti di alcun tipo. 48 Dimensioni 200x100cm Pot. Termica nom.* 1400 W Dt tipica 30 °C Sup. esposta 2 m2 Portata aria 180 nm3 /h Peso Kg 16,5 kg Adatto per ambienti di: 30 m2 * Potenza misurata con 1000 8-10 W/m2 di insolazione Tabella 1 – Caratteristiche tecniche TermoFlow. 1/2015 l’Ambiente Il pannello è stato installato presso una chiesa di Roma per fornire calore ad un locale parrocchiale (Figura 2). E’ stata testata e monitorata l’ef¿cienza del pannello in termini di gestibilità, rumorosità, apporto termico, consumi, anche in relazione all’irraggiamento solare fruibile tenuto conto della posizione dell’installazione. La sperimentazione è iniziata il 4 aprile 2014 ed è durata due mesi. Il pannello presenta molte caratteristiche innovative positive che sono state testate, tra cui la leggerezza e la velocità di risposta alla radiazione solare. Queste speci¿che sono state sviluppate per consentire al sistema di sfruttare al meglio tutta l’insolazione disponibile, anche in situazioni di cielo parzialmente coperto e velato. La sua leggerezza, inoltre, mira ad assicurare una notevole versatilità in fase di installazione, senza richiedere opere particolarmente invasive. Il sistema è regolato da un controllore elettronico programmabile, integrabile con il crono termostato ambientale. Il suo basso pro¿lo, meno di 10 cm, ed il suo colore grigio brillante sembrano particolarmente idonei a consentire un ridotto impatto visivo negli edi¿ci. Sono state, inoltre, monitorate l’incidenza delle attività di manutenzione e il grado di automazione della gestione. La tecnologia utilizzata per realizzare la super¿cie assor- Figura 3 – Interno ufficio parrocchiale. bente è molto sensibile alla banda dell’infrarosso, con una prevedibile ef¿cienza del pannello anche nella fase di valorizzazione del fenomeno della radiazione notturna a scopo di raffrescamento. La sperimentazione ha visto il monitoraggio delle seguenti caratteristiche: x rumorosità della ventola per la circolazione dell’aria; x consumi elettrici; x ef¿cienza nella conversione della radiazione solare in energia termica sotto forma di aria calda; x facilità e costi di installazione; x ef¿cacia dell’apporto termico sviluppato dal pannello. Figura 2 – TermoFlow all’esterno della chiesa. 1/2015 Il pannello è stato installato su parete verticale adiacente la sacrestia e collegato all’ambiente parrocchiale tramite due tubi collettori: uno di aspirazione (in alto) e uno di immissione di aria calda (in basso), posizionati verticalmente sulla parete interna (Figura 3). Il pannello è stato posizionato con un orientamento di 170 gradi sud e una inclinazione verso il basso di 1,5 gradi. Si evidenzia anche una facilità dell’installazione. Infatti, l’intervento è consistito essenzialmente nel creare due fori profondi cm. 50 su muro pieno di diametro 102 mm oltre a opere e forniture accessorie. All’interno compaiono solo due piccole griglie: una ospita la ventola 49 Energia e Ambiente 3 che aspira aria dall’interno per inviarla al collettore che la restituirà riscaldata all’altra griglia. Ora T Controller T Esterna T Sala Condizioni Cielo Le attività di sperimentazione sono state condotte misurando le seguenti grandezze: (1) temperatura interna del pannello rilevata dal controller; (2) temperatura esterna limitrofa al pannello rilevata da termometro in ombra; (3) temperatura della sala interna parrocchiale rilevata da termometro collocato in posizione perpendicolare sotto alla griglia di ingresso dell’aria calda ad una distanza di due metri; (4) livello di insolazione del pannello in relazione alla copertura del cielo, (5) rumorosità della ventola espressa in decibel. 9,30 17 18 21 sereno 10,15 19,2 19,5 21,5 sereno 10,45 22,5 19,9 21,5 sereno 11,00 29 22 21,5 sereno 11,30 38 28 21,5 velato 11,55 40 * 30 21,5 coperto 12,00 29 23,5 21,5 coperto 12,30 27,2 23 21,5 velato 13,00 28,1 24,2 21,4 velato 13,30 26 24,2 20,9 velato Il locale assistito dal pannello presenta le seguenti dimensioni: • altezza: 7,35 m.; • lunghezza: 17 m.; • larghezza 7,5 m. 14,30 25,2 23,5 20,9 nuvoloso 15,00 22,8 23 20,8 nuvoloso La misurazione di cui al numero (5) ha fornito i seguenti risultati: • 74 decibel fonometro aderente griglia; • 43 decibel fonometro a 1 metro da griglia. Per quanto riguarda le misurazioni dal numero (1) al numero (4), esse sono state effettuate ad intervalli di 30 minuti, dal momento dell’inizio della fase di insolazione al momento dell’inizio della fase di ombreggiamento, con i risultati di seguito speci¿cati. Allo scopo di esaminare la differente reazione termica del pannello in presenza o meno della circolazione d’aria interna, la ventola è stata attivata in ritardo rispetto all’inizio della sperimentazione e precisamente alla temperatura di 40 °C del controller. Si riporta l’esito delle misurazioni in Tabella 2 e se ne da una rappresentazione gra¿ca in ¿gura 4. MISURAZIONI TEMPERATURA 42 39 36 33 30 27 24 21 18 15 9,3 10,15 10,45 11 11,3 t controller 11,55 t ext 12 12,3 13 13,3 t sala Figura 4 – Misurazioni temperatura Termoflow. 50 14,3 15 Tabella 2 – Misurazioni TermoFlow. Conclusioni La sperimentazione condotta, ha potuto veri¿care quanto indicato dalla ditta costruttrice. Si osserva che il sistema mantiene una temperatura interna stabile, per tutto l’arco della giornata, nonostante le variazioni esterne di temperatura. Il collettore risponde rapidamente alle variazioni esterne di temperatura, mantenendo la temperatura di esercizio costante. Si osserva che questa caratteristica viene mantenuta anche in condizioni di cielo coperto o velato, sfruttando quindi l’insolazione disponibile. Il sistema non impiega circuiti contenenti liquidi quindi può essere esposto a temperature esterne di qualsiasi natura senza riportare alcun danno. Il pannello, inoltre, presenta una facilità d’installazione e bassi costi di gestione. Si sottolinea inoltre, che si tratta di un sistema che si integra facilmente in strutture preesistenti e consente di ottenere risparmi energetici signi¿cativi. La leggerezza e lo spessore ridotto del collettore, consentono una rapida e semplice installazione su qualsiasi tipologia di parete. Sono suf¿cienti quattro tasselli del diametro di 8 mm, forniti con il collettore. Il dispositivo viene semplicemente appeso come un quadro aderente alla parete, in modo da non lasciare entrare insetti o altri animali. Può essere facilmente rimosso e reinstallato, nel caso si rendano necessarie eventuali ispezioni della parete sottostante. Con la stessa tecnologia possono essere realizzate dimensioni personalizzate o realizzate in opera su strutture preesistenti. Quest’ultima possibilità consente di avere dispositivi perfettamente integrati nella struttura ed integrabili con i sistemi di condizionamento ambientale, asserviti dai normali controlli elettronici. Attraverso questa sperimentazione il Cesab prosegue sui principi etici su cui è stato fondato, evidenziando che è possibile realizzare sistemi innovativi in grado di rispettare l’ambiente e produrre bene¿ci economici ed ambientali. 1/2015 7, $ 5( ,),& 7 / / ,2 48$ 7 6 , , (9 725 5 3 5$ ( 23 ,QFRQFRPLWDQ]DFRQ Cogenerazione Bio-Gas Termoindustria Biomasse Soluzioni, Tecnologie, Componenti 'RSR O·HFFH]LRQDOH VXFFHVVR GHO WRUQD D 0LODQR PF7(5 )RUHVW O·HYHQWRGHGLFDWRDVROX]LRQLWHFQRORJLHFRPSRQHQWLSHULPSLDQWLDOLPHQWDWL DELRPDVVDGLSRWHQ]DWHUPLFDVXSHULRULDN:ÀQRDWDJOLGLLQWHUHVVH GHJOLLPSLDQWLGLWHOHULVFDOGDPHQWRDQFKHLQDVVHWWRFRJHQHUDWLYR PF7(5 )RUHVW VL ULYROJH D SURJHWWLVWL LQJHJQHUL LPSLDQWLVWL UHVSRQVDELOL WHFQLFL PDQDJHU LQVWDOODWRUL PDQXWHQWRUL XWLOL]]DWRUL GL HQHUJLD H FDORUH GDOO·LQGXVWULDGDOWHU]LDULRHGDLVHUYL]L ,OSURJUDPPDSUHYHGH XQDVHVVLRQHFRQJUHVVXDOHSOHQDULDPDWWXWLQDDFXUDGL&7, XQDSDUWHHVSRVLWLYD XQDVHVVLRQHSRPHULGLDQDFRQZRUNVKRSHFRUVLGLIRUPD]LRQH EXIIHWHFRIIHHEUHDNRIIHUWLGDJOLVSRQVRU JLXJQR &URZQH3OD]D+RWHO6DQ'RQDWR0LODQHVH0, 6XSSRUWHGE\ 5HJLVWUD]LRQHJUDWXLWDSHUJOLRSHUDWRULSURIHVVLRQDOL www.mcter.com/forest 2UJDQL]]DWRGD Energia e Ambiente 3 REDAZIONALE L’evoluzione di un rotore nato vincente Figura 1 - Le nuove lame del modello MT3000. Figura 2 - Output paglia. Ormai vicini al trentennale di attività, perpetuando il binomio lavoroprofessionalità cresciuto nel tempo, Molinari, con sede a Lenna, si distingue ancora una volta per l’elevata innovazione dei prodotti offerti, progettando e portando sul mercato nazionale e internazionale macchinari destinati al settore del recycling e del waste-toenergy. prodotti di plastica di grandi dimensioni, riducendoli ad una dimensione omogenea adatta alla termovalorizzazione o altri processi. Le lame del rotore possono essere utilizzate quattro volte prima dell’af¿latura, e sono af¿labili ¿no a 6 volte. Un’altra importante particolarità di questa macchina consta nello speciale dispositivo di alimentazione forzata posto sopra la camera di macinazione. È costituito da due rulli dentati, che hanno la funzione di sfaldare ed aprire le balle o eventuali agglomerati voluminosi di materiale. Lo stesso consente anche di regolare, in base all’assorbimento energetico del rotore della camera di macinazione, l’afÀusso del materiale in ingresso, consentendo così di rimanere nei parametri di consumo energetico ottimale e lavorando in continuo. In linea con le caratteristiche di tutti i suoi prodotti (qualità, funzionalità e bassi consumi), anche con il nuovo MT3000, Molinari consente ai suoi clienti di raggiungere alte performance e consumi energetici ridotti. Il trituratore MT3000 nasce come evoluzione del tradizionale rotore cavo a lame sfalsate che già contraddistingue i Granulatori Molinari. È stato rivisitato per trattare espressamente CDR e combustibili alternativi come pallet, biomasse di vario genere, balle di paglia e I vantaggi di questa nuova macchina e le sue performance in termini di produzione oraria e consumi sono state apprezzate da un’altra importante realtà bergamasca, che li ha installati in due suoi impianti in India (www.of¿cinamolinari.it). Figura 3 - Output RDF. Figura 4 - La linea di macinazione installata in India. 52 1/2015 Energia e Ambiente 3 REDAZIONALE Il Biometano: dalla teoria alla pratica Figura 1 - Da biogas a biometano. Austep dal 1995 progetta e realizza impianti di trattamento anaerobici per il settore agricolo, agro zootecnico e industriale. Propone impianti di trattamento di digestione anaerobica per la produzione di energia da fonti rinnovabili in grado di rispondere ef¿cacemente anche ai recenti sviluppi introdotti dalla normativa FER. Grazie al nuovo Decreto Legislativo del 5 dicembre 2013, è stata introdotta la possibilità di immettere in rete o utilizzare come carburante per autotrazione il metano ottenuto dalla raf¿nazione del Biogas, de¿nito Biometano. Ma di cosa si tratta? Il Biometano è metano come quello che utilizziamo nella nostra vita quotidiana. La differenza è che il metano che conosciamo e che abitualmente utilizziamo è un combustibile fossile, il biometano è una fonte energetica rinnovabile prodotta attraverso un processo biologico. Il procedimento che porta a ottenere il biometano è comunemente chiamato “upgrading”. Il combustibile ottenuto ha caratteristiche idonee a poter essere utilizzato sia per l’autotrazione sia per l’immissione in rete. Il Biometano rappresenta un’opportunità nascente sia per le aziende che già producono Biogas, sia per chi si affaccia per la prima volta, al mondo delle energie rinnovabili e alla produzione di biocombustibili e biocarburanti. In pratica è un biocombustibile prodotto dal biogas, con eliminazione della CO2 che consente un aumento del potere calori¿co. dimento upgrading proposto da Austep impiega speciali membrane semi-permeabili e non richiede complessi sistemi di monitoraggio poiché si tratta di un processo automatico a funzionamento continuo, controllato da un PLC e da un analizzatore per la veri¿ca delle caratteristiche del biometano prodotto. La tecnologia b:UP sviluppata da Austep è semplice dal punto di vista della gestione, economica, sicura e af¿dabile in termini di durata dei componenti e di qualità del Biometano. L’impianto di upgrading può essere alimentato con il biogas prodotto da digestione anaerobica di sottoprodotti agricoli, deiezioni, FORSU, scarti di macellazione; è prevista una sezione di pretrattamento speci¿ca in funzione delle caratteristiche del biogas di alimentazione. b:UP è realizzato in prossimità dell’impianto biogas in soluzione modulare e containerizzata. L’impianto è scalabile in diverse taglie con capacità produttive differenti. La tecnologia si basa sulla ¿ltrazione a membrana del biogas. La ¿ltrazione a pressione controllata garantisce un’operatività costante ed af¿dabile, la strumentazione e i dispositivi di controllo consentono il completo automatismo dell’impianto, con conseguenti vantaggi: x sistema semplice, x compatto e continuo, x economico in termini di costo di investimento e di esercizio, x elevate rese di recupero. Austep cura l’intera realizzazione, a partire dalla stesura del progetto preliminare, progettazione esecutiva, realizzazione e gestione. E’ stata infatti la prima società italiana ad avere sviluppato la tecnologia b:UP, applicandola già concretamente ad impianti Biogas per la conversione in Biometano. Tecnologia e processo di conversione L’upgrading del biogas a biometano consiste nel rimuovere la CO2 ed eliminare le impurità quali H2S, umidità, etc. Il proce- 1/2015 Figura 2 - Austep_bUPT. 53 ) Aziende Informano Alberto Caprari eletto presidente Anima L’industria meccanica, che si compone di oltre 194mila addetti e 40 miliardi di ricavi, è la spina dorsale dell’industria italiana e rappresenta una vera eccellenza in Europa e nel Mondo. ANIMA, la Federazione della Meccanica Varia di Con¿ndustria, è una delle Associazioni più importanti ed affermate in tutta Europa e comprende ben 34 associazioni e oltre mille Aziende associate. Alberto Caprari, già Vice Presidente di ANIMA dal 2010, dopo aver ricoperto l’incarico di Presidente di Assopompe per 6 anni, è stato eletto, con una larghissima maggioranza del Consiglio Direttivo, all’importante ruolo di Presidente della Federazione. Durante la presidenza Caprari, Assopompe ha assunto nuovo vigore attraendo numerosi nuovi soci ed acquisendo una maggiore rilevanza a livello europeo nei tavoli tecnici in cui si discutono i temi proposti dai vari organismi e le future normative, diventando così uno dei maggiori riferimenti nella vita associativa di Europomp a livello europeo e internazionale. Il gruppo Caprari è tra le principali realtà internazionali nella produzione di Pompe ed Elettropompe centrifughe e nella realizzazione di soluzioni avanzate per la gestione del Ciclo Integrato dell’Acqua; la capogruppo, che ha sede in Italia, è riconosciuta come protagonista del settore da 70 anni e rappresenta un brand apprezzato nel mondo. Forte di oltre 700 collaboratori, Caprari si compone di diverse realtà produttive (tre in Italia, una in Cina e una in Turchia), di dieci Filiali Estere, Joint Ventures e una presenza consolidata in tutti i cinque continenti tramite la propria rete di distribuzione. L’Azienda e il Gruppo hanno sostenuto Alberto Caprari lungo questo signi¿cativo percorso ed oggi possono dirsi orgogliosi dell’incarico che egli ha assunto, convinti che il suo operato conferirà un prestigio ancora maggiore ad ANIMA ed al settore fondamentale che essa rappresenta. Il programma di lavoro presentato dal nuovo Presidente mira allo sviluppo di strumenti ed azioni per rafforzare la presenza delle imprese italiane della meccanica nei mercati internazionali, proprio quelli più ricettivi ed interessati al know-how manifatturiero italiano, e alla crescita in segmenti di mercato ad alto valore aggiunto in Italia, utilizzando l’esperienza di Caprari. Sono infatti questi gli ambiti in cui ha trovato successo l’azienda Caprari, la cui storia e caratteristiche potranno essere di ottimo esempio per numerose imprese della meccanica ed elettromeccanica. Siamo certi che il lavoro di Alberto Caprari contribuirà fortemente a rafforzare la percezione di qualità ed af¿dabilità del vero “Made in Italy” che nelle mille aziende in ANIMA trova la sua migliore testimonianza. In questo modo la Federazione ANIMA consoliderà ancora di più il suo ruolo di interlocutore privilegiato per le istituzioni italiane ed internazionali sui temi che vedono la Manifattura quale motore competitivo del XXI Secolo come indicato, peraltro, nei programmi di sviluppo della Commissione Europea. Caprari Spa Via Emilia Ovest, 900 – 41123 Modena Tel. 059.897611 - Fax 059.897897 Email: [email protected] – Web: www.caprari.com 54 1/2015 l’Ambiente Analisi di combustione: il modo più semplice Se un sistema di riscaldamento non lavora in modo ef¿ciente, questo consumerà troppo combustibile e produrrà molta fuliggine. Ancora peggio è il fatto che esso potrebbe emettere gas velenosi di CO nell’aria ambiente, i quali rappresentano un pericolo potenzialmente mortale per le persone presenti nei locali. Per questo motivo, la misurazione dei gas di combustione non è un lusso, ma una necessità. Testo AG, il produttore leader mondiale di strumenti di misura portatili, ha presentato l’analizzatore di gas di combustione Testo 310. E’ robusto e semplice da usare, conforme a quanto richiesto dal nuovo D.P.R. 74 per eseguire la regolazione e i controlli di ef¿cienza energetica degli impianti termici. Testo 310 offre quattro funzioni di misura per analisi di combustione, tiraggio, CO ambiente e pressione. Ai ¿ni della misura diretta, lo strumento dispone di due sensori di gas per O2 e CO, e una sonda per il gas di combustione che integra la sonda di temperatura. Da queste misure, tutti i parametri signi¿cativi come valore di CO2, il ren- Nuova architettura per Public Utility La nuova architettura FP7 di Panasonic per le Public Utility (Depurazione e Ciclo Idrico integrato) offre una piattaforma che permette di eseguire contemporaneamente Acquisizione, Controllo, Automazione & Telecontrollo. dimento, le perdite, l’eccesso d’aria e il CO non diluito sono calcolati. Lo strumento integra le formule e la procedura per la media delle tre misure richieste dalla norma UNI 10389-1. Subito operativo, comodo da usare Ergonomico, struttura dei menu chiara, azzeramento di sensori rapido, ampio display retroilluminato, durata della batteria ¿no a 10 ore, caricabatterie USB: sono queste le caratteristiche che distinguono testo 310 nell’utilizzo quotidiano. L’analizzatore può passare da una misura all’altra semplicemente premendo i pochi ma ben pensati pulsanti. I valori misurati sono ben leggibili anche in condizioni di scarsa luminosità. Grazie all’azzeramento automatico dei sensori, lo strumento è pronto in 30 secondi dalla sua accensione. La nuova stampante sviluppata appositamente per Testo 310, permette di presentare i risultati e lasciarli al cliente. Testo SpA Via F.lli Rosselli, 3/2 - 20019 Settimo Milanese (MI) Tel. 02.335191 – Fax 02.33519200 Email: [email protected] - www.testo.it nale) per acquisire sensori di precisione con elevata velocità. x Design compatto ad elevata modularità (¿no a 4096 punti I/O) per elevate integrazioni. ni. x Alimentazione diretta a 24V per temi di utilizzo da batterie e sistemi backup. Perché sceglierla? x Ethernet a bordo PLC (Modbus TCP, IEC60870-5-104, FTP) per connettività IT. x Performance della CPU (11nsec/passo) per gestire processi e algoritmi complessi. x Performance delle schede analogiche (16 bit @ 25msec/ca- 1/2015 x Elevato numero di portee seriali /RS485) (¿no a 35porte RS232/RS485) per interfaccia a strumentazioni Per maggiori informazioni: https://www.panasonic-electric-works.com ric-works.com 55 ) Aziende Informano Cuscinetti per riduttori industriali Prestazioni ottimali e massima affidabilità NSK, uno dei più importanti produttori al mondo di cuscinetti volventi, ha investito in maniera signi¿cativa nello sviluppo di nuovi materiali e design per soddisfare i requisiti dei riduttori industriali. Nel settore industriale moderno, i sistemi ad azionamento meccanico devono garantire af¿dabilità e prestazioni elevate in un’ampia gamma di condizioni. I requisiti per i cuscinetti utilizzati in processi di precisione come le macchine da stampa sono molto diversi rispetto a quelli che caratterizzano, ad esempio, le applicazioni delle turbine eoliche, dove si richiede un funzionamento il più possibile esente da manutenzione. Comprendere tali requisiti è fondamentale per sviluppare cuscinetti in grado di garantire af¿dabilità e un servizio ef¿ciente. All’interno di un riduttore si trovano diversi cuscinetti, ognuno dei quali ha un compito preciso, e sussistono condizioni operative differenti per le quali è necessario adottare design speci¿ci. A seconda del riduttore in questione, le esigenze in termini di cuscinetti possono variare. Anche la disposizione degli alberi dei riduttori e il sistema di lubri¿cazione de¿niscono i requisiti per il design del cuscinetto. La capacità di acquisire tutte le informazioni rilevanti e trasformarle in un progetto speci¿co rappresenta una delle s¿de più importanti che il produttore di cuscinetti sta affrontando. Un albero di un riduttore necessita di almeno due cuscinetti per un supporto ed una guida ottimali rispetto all’elemento ¿sso. I cuscinetti volventi, oltre a sopportare i rispettivi carichi radiali ed assiali, consentono l’espansione termica dell’albero. Un aspetto di notevole interesse riguarda la disposizione di un cuscinetto assiale (supporto ¿sso) e di un cuscinetto Àottante e tutte le regolazioni necessarie per il corretto funzionamento. Il cuscinetto assiale è progettato per sostenere i carichi assiali dell’ingranamento, mentre il cuscinetto Àottante sostiene i carichi radiali e agevola il movimento assiale, oltre a compensare le tolleranze di produzione e le variazioni della temperatura di esercizio. Questo agevola la scelta del cuscinetto standard e l’abbinamento con altri cuscinetti su ogni albero dell’azionamento. Calcolare il carico del cuscinetto e la direzione richiede una notevole conoscenza ed esperienza e risulta fondamentale per effettuare la scelta corretta. La tipologia di cuscinetto costituisce solo la fase iniziale del processo; è necessario de¿nire la disposizione dei cuscinetti, oltre al materiale, le dimensioni, il design della gabbia e i sistemi di lubri¿cazione. Anche la scelta dei materiali per la realizzazione del cuscinetto costituisce un aspetto fondamentale da tenere in considerazione. Il materiale, la gabbia dell’elemento volvente e ogni materiale di tenuta devono essere scelti con cura per garantire un livello ottimale delle prestazioni del sistema. 56 NSK, esaminando un ampio numero di cuscinetti guasti e utilizzando tecniche avanzate d’ispezione, ha messo a frutto la propria ricerca per sviluppare l’acciaio Super-TF il quale, grazie a una nuova composizione di materiali e a uno speciale trattamento termico, garantisce un aumento signi¿cativo della durata anche in presenza di contaminazione, ¿no a dieci volte superiore rispetto a un materiale standard. Inoltre, si sono ottenuti bene¿ci per la resistenza allo sfaldamento, all’usura e alle sollecitazioni termiche. Un ulteriore fattore che è necessario considerare è la durata del cuscinetto, che dipende essenzialmente dall’utilizzo operativo. Per questo motivo, NSK ha sviluppato il software “ABLE-Forecaster” (Advanced Bearing Life Equation – metodo di calcolo avanzato della durata dei cuscinetti) che utilizza dati effettivi di applicazioni e test – acquisiti in decenni di attività sul campo – e li abbina a dati riferiti a sistemi di lubri¿cazione, condizioni ambientali, fattori di contaminazione e analisi dei materiali fornendo un modello predittivo per prendere decisioni progettuali importanti. La gamma di prodotti NSK varia dai cuscinetti miniaturizzati con diametro del foro pari a 1 mm ai cuscinetti volventi con diametro di 5 metri. L’azienda produce oltre 35.000 tipi diversi di cuscinetti a sfera e a rulli, e continua a sviluppare nuove soluzioni e migliorie per anticipare le richieste del settore. Al ¿ne di supportare tutte le persone coinvolte nel processo di selezione dei cuscinetti, NSK ha prodotto una guida approfondita per rendere più chiari e intuitivi i principi base e gli ultimi sviluppi nel campo dei cuscinetti. E’ possibile scaricare una copia gratuita della brochure dedicata ai cuscinetti per riduttori industriali dal sito di NSK www.nskeurope.it. NSK Italia S.p.A. Silvia Cozzi Via Garibaldi, 215 - 20024 Garbagnate Milanese (MI) Tel. 02.995191 - Fax 02.99025778 Email: [email protected] – Web: www.nskitalia.it 1/2015 l’Ambiente Termometro FT-Reader/TE Termometro palmare multisonda per il monitoraggio della temperatura in laboratori, processi industriali e agricoltura Si tratta di un dispositivo portatile palmare per il monitoraggio della temperatura. Applicazioni tipiche di questo strumento sono la mappatura delle celle climatiche e frigoriferi, manutenzioni, laboratori di analisi, ricerche agronomiche, gestione calore, ricerche ambientali, ecc. Ha due batterie ricaricabili da 6 volt che permettono all’operatore di utilizzare il dispositivo in modo indipendente per circa 61 ore continue. L’FT-Reader/TE può comunque registrare anche per più tempo lasciandolo collegato all’ alimentatore a 7,5 V. Caratteristiche La memoria è di tipo circolare, quindi i dati più vecchi vengono sovrascritti. E’ disponibile un software per scaricare i dati registrati in formato per Excel. Fra una missione ed un’altra è possibile fare un reset della memoria, liberando spazio per successive registrazioni. modo univoco, sempli¿ca il cablaggio del sistema; inoltre, rende la comunicazione insensibile ai disturbi e consente di veri¿care la presenza o meno delle sonde rilevando eventuali guasti; x possono essere posizionate anche a notevole distanza dallo strumento senza che questo inÀuenzi l’accuratezza della misura. La nuova serie di Controller FT-200/MP prevede la possibilità di collegare una stampante termica. Soluzione molto utile nel settore dei trasporti a temperatura controllata. Si possono infatti registrare e stampare, sia in continuo che come report ¿nale, i valori di temperatura durante il tragitto ¿no a 4 sonde. Per il trasferimento dei dati registrati dal palmare al PC, si utilizza il relativo programma di scarico mediante porta seriale RS232. Il programma è multipiattaforma per cui gira su sistemi operativi Windows, Mac-Os, Linux. Il termometro FT-Reader/TE utilizza la tecnologia digitale per la visualizzazione e memorizzazione dei dati di temperatura. Ha un display gra¿co LCD retroilluminato ed una porta di comunicazione RS232 per riversamento dati. La programmazione avviene tramite il tastierino frontale. Si possono registrare ¿no a 13.700 letture. Ha batterie ricaricabili ad alta capacità ed un orologio interno con batteria tampone. Il contenitore è in ABS colore nero. Si possono collegare in serie ¿no a 12 sonde di temperatura digitali in parallelo. Le sonde utilizzate per le misure, di tipo digitale, presentano i seguenti vantaggi rispetto alle tradizionali sonde analogiche: x escludono la necessità di provvedere a tarature periodiche; x il tipo di protocollo usato ed il fatto che ogni sonda è identi¿cata in 1/2015 Econorma sas Prodotti e Tecnologie per l’Ambiente Via Olivera, 52 - 31020 S. Vendemiano (TV) Tel. 0438.409049 E-Mail: [email protected] – Web: www.econorma.com 57 Prodotti e servizi Heat & Power Grundfos Produzione di lieviti ad alta efficienza Nuova gamma di pompe SP Un risparmio di 715.000 standard metri cubi all’anno di gas naturale: questo è in un solo dato l’effetto dell’intervento di recupero termico effettuato da Interesco, azienda specializzata del Gruppo Heat&Power, presso lo stabilimento di Casteggio (PV) della AB Mauri Italy S.p.A., società del Gruppo AB|Mauri – Associated British Foods plc (ABF plc). Si tratta di uno dei più grandi stabilimenti mondiali dedicato alla produzione di lieviti di ogni tipo, con maggiore focalizzazione sui lieviti per pani¿cazione (freschi, essiccati e disattivati) e su quelli per uso speciale, utilizzati nell’industria farmaceutica ed enotecnica. La produzione di lieviti e dei suoi derivati richiede l’utilizzo di grandi quantità di energia termica, principalmente negli impianti di produzione di lievito essiccato, negli impianti di produzione di lievito disattivato attraverso Spray Dryers ed in¿ne nel trattamento dei brodi esausti di fermentazione, da cui deriva la produzione di concentrati proteici depotassati e Solfati Potassici. L’energia termica viene distribuita all’interno dello stabilimento utilizzando quale Àuido termovettore vapore tecnologico, prodotto nella centrale termoelettrica a ciclo combinato in assetto cogenerativo basata su due gruppi turbogas, due generatori di vapore a recupero ed una turbina a vapore in contropressione. La centrale, così come l’intero stabilimento produttivo, opera su base continuativa con ciclo 24/7. Su entrambi i gruppi turbogas Interesco è intervenuta con un sistema di recupero termico posto a valle dei generatori di vapore e con presa fumi al camino, che permette di estrarre energia termica a bassa temperatura recuperando buona parte del calore sensibile e latente che ancora era presente nei fumi. La potenza di recupero media è pari a 1100 kW (potenza massima di recupero superiore a 1500 kW), corrispondente ad un recupero energetico di circa 9.000 MWh l’anno. L’energia recuperata serve per produrre acqua calda in circuito chiuso, impiegata per preriscaldare diverse utenze termiche a bassa temperatura all’interno dello stabilimento. L’intervento realizzato da Interesco è in parte ripagato dal contributo dei Titoli di Ef¿cienza Energetica, acquisiti e gestiti direttamente dalla stessa. Questo consente tra l’altro al Cliente la possibilità di avere il service incluso per il periodo di erogazione dei TEE senza alcun onere. Grundfos ha lanciato una nuova gamma di pompe SP di medie dimensioni. Sono pompe sommerse ad elevata ef¿cienza energetica per acqua di falda. La migliorata ef¿cienza e resistenza all’usura della pompa permette di accrescere ancora di più la già ottima reputazione che la pompa SP detiene in termini di af¿dabilità, integrazione in impianti ed ef¿cienza. Molti miglioramenti presenti nella nuova gamma SP da 4” sono stati presi dalla gamma di pompe “Large” SP di grandi dimensioni per uso professionale. La gamma si è ingrandita ed ora sono disponibili tre famiglie, invece di due, ed è costruita in acciaio inox, con tre possibili gradazioni del materiale, permettendone l’utilizzo con liquidi di diverse caratteristiche: dall’acqua potabile ¿no all’acqua di mare. Oltre le speci¿che di ef¿cienza energetica: la Direttiva EuP stabilisce una serie di modalità e di criteri per implementare speci¿che di progettazione ecosostenibile all’interno dell’UE. Le speci¿che EuP per le pompe per acqua rotodinamiche sono stabilite utilizzando l’Indice di Ef¿cienza Minima, noto come MEI. Dal 1° Gennaio 2015 ogni pompa per acqua all’interno dell’ambito di applicazione della Direttiva EuP deve possedere un MEI 0.40. La nuova gamma estesa di pompe sommerse per acqua di falda SP va ben oltre il valore MEI minimo necessario. Pompe per acqua di falda af¿dabili e testate: la gamma di pompe sommerse Grundfos SP è ormai nota per la propria elevata ef¿cienza e af¿dabilità. Ogni pompa SP è totalmente in acciaio inox, altamente resistente alla corrosione. Per questo motivo le pompe possono essere impiegate in moltissime e differenti applicazioni, dal prelievo dell’acqua di falda, irrigazione, aumento di pressione, alle applicazioni industriali. Ogni pompa Grundfos SP è dotata di avanzate soluzioni progettuali che forniscono un eccellente livello di ef¿cienza. Ne derivano costi a lungo termine molto bassi e un’elevatissima af¿dabilità di funzionamento, indipendentemente dall’applicazione. La pompa sommersa SP da 4” per acqua di falda sarà inizialmente immessa sul mercato Europeo e successivamente in alcuni mercati selezionati del mondo. Per informazioni: Heat&Power Tel. 0131.810275 – Fax 0131.810270 Email: [email protected] Web: www.heat-and-power.com Per informazioni: Grundfos spa Tel. 02.9583811 – Fax 02.95367421 Email: [email protected] Web: www.grundfos.it Montech AG Nastri trasportatori silenziosi Il nastro trasportatore BTB di Montech trasporta prodotti o pezzi in modo rapido e silenzioso. Il picco massimo di pressione sonora del nastro è infatti compreso fra 45 e 50 dB(A), un livello di rumorosità paragonabile a quello di un appartamento tranquillo o di una radio a basso volume. Questa soluzione è quindi ideale in ambienti e/o processi di montaggio con postazioni di lavoro manuale presidiate da addetti, ai quali è richiesta una certa concentrazione. Un esempio è la produzione di apparecchi acustici, orologi o smartphone, che richiede operazioni manuali eseguite in ambienti silenziosi. Il livello di rumorosità standard dei nastri trasportatori di Montech è comunque attorno ai 60 dB(A), equivalenti al volume di una normale conversazione. Il nastro BTB non solo è silenzioso, ma ha anche un azionamento compatto che consente di trasportare carichi ¿no a 40 kg. Il modello BTB è disponibile in 58 sette diverse larghezze da 45 a 250 mm e cinque velocità di avanzamento. Montech AG commercializza in tutto il mondo componenti modulari per l’automazione di complessi processi produttivi, di trasporto e di assemblaggio. La gamma di prodotti comprende nastri trasportatori tradizionali, componenti per automazione e il sistema di pro¿li Quick-Set. Specializzata in sistemi di trasporto e nastri sia standard che personalizzati, Montech offre una combinazione ottimale di soluzioni su misura per ciascun cliente con un grado elevato di standardizzazione. Fondata nel 1964, l’azienda ha sede in Svizzera ed è sinonimo di innovazione nel settore dell’automazione. Per informazioni Montech AG - Elke Manthei Telefon: +41 (0)32 6815542 - Fax: +41 (0)32 6821977 E-Mail: [email protected] Web: www.montech.com 1/2015 l’Ambiente Flir Systems Omron C2, termocamera tascabile con piene funzionalità La sostituzione dell’Inverter per una “rete smart” Flir Systems presenta Flir C2, la prima termocamera di dimensioni tascabili con funzionalità complete, progettata per aiutare gli esperti del settore costruzioni a visualizzare la distribuzione del calore, altrimenti invisibile ad occhio nudo, e indicare chiaramente le aree problematiche, quali dispersioni di calore, difetti strutturali, e molto altro. Compatta e sottile, la C2 può essere portata comodamente in tasca. La C2 concentra in appena 125 × 80 × 24 mm e 130 g tutte le funzionalità, attestandosi come la termocamera più conveniente disponibile sul mercato. Grazie alla funzionalità MSX® in tempo reale, un brevetto FLIR, e al touch screen luminoso e facile da usare con orientamento automatico, la termocamera crea immagini termiche dettagliate, utili a identi¿care facilmente le problematiche. MSX aggiunge dettagli determinanti (acquisiti dalla fotocamera integrata) alle immagini termiche riprese dalla C2, rendendo chiaramente riconoscibili elementi quali cifre, lettere, conformazione dei materiali e altre caratteristiche ¿siche, senza compromettere le proprietà e l’ef¿cacia dell’immagine termica. Il sensore ad alta sensibilità della C2 con una risoluzione di 4800 pixel, cattura e visualizza le caratteristiche termiche e le più piccole differenze di temperatura. La C2 integra inoltre un illuminatore e un Àash, utili nelle ispezioni in aree scarsamente illuminate, che consentono di ottenere, in aggiunta all’immagine termica, fotogra¿e chiare e de¿nite anche in situazioni di scarsa luminosità. Basta inquadrare la scena e premendo un pulsante la C2 memorizza ¿le jpeg radiometrici. Una volta scaricate le immagini sul computer con il software Flir Tools, è possibile regolare i livelli dell’immagine termica, isolare e aggiungere misure di temperatura, cambiare le tavolozze dei colori e creare ef¿caci rapporti di ispezione. Flir C2 sarà disponibile presso i partner Flir da marzo 2015, al prezzo di 699 euro. Siamo a Lucera, in provincia di Foggia, dove l’azienda agricola Paolucci ha installato sul tetto di un ricovero per attrezzi un impianto fotovoltaico da 50 kWp che ha avuto accesso al secondo conto energia e tariffa premio per integrazione architettonica. Anche questo, come tutti gli impianti fotovoltaici connessi alla rete di Bassa Tensione ed entrati in esercizio prima del 31 marzo 2012, ha subito l’adeguamento normativo che richiede la conformità con la CEI 0-21, quindi inverter in grado di contribuire alla stabilità della rete di distribuzione, messa a dura prova dall’enorme crescita del numero di impianti di generazione diffusa. Purtroppo la dif¿cile situazione del mercato fotovoltaico ha causato “l’uscita di scena” di molte aziende, anche produttrici di Inverter, che non sono state in grado di adeguare la loro tecnologie alla nuova normativa. Esattamente in questa situazione si è trovato l’impianto dell’azienda agricola Paolucci: il produttore degli inverter installati era in crisi e quindi, oltre alle criticità legate all’adeguamento normativo, con ogni probabilità non avrebbe potuto rispettare i termini dei 5 anni di garanzia. La soluzione proposta dalla società progettista dell’impianto, la TreE s.r.l. di Gravina in Puglia, e accettata di buon grado dal proprietario, è stata la sostituzione dell’inverter originale con il KP100L della Omron che garantisce la Àessibilità architetturale necessaria per essere inserito in impianti esistenti. L’inverter Omron infatti ha 3 MPPT (Maximum Power Point Tracking) agevolmente con¿gurabili via software, e un ampio range di tensione in ingresso tali da adattarsi a un vasto numero di installazioni esistenti senza richiedere modi¿che architetturali . “Le caratteristiche tecniche del KP100L, in particolare la tecnologia inverter di stringa con 3MPPT, oltre a essere con¿gurabile e quindi adattabile a qualsiasi impianto, garantisce ottime prestazioni di esercizio” afferma l’ing. Pace delle TreE “limitando le interruzioni a situazioni veramente estreme. L’operazione è stata indolore tecnicamente, e anche la procedura burocratica non particolarmente onerosa: è stato suf¿ciente comunicare al distributore e al GSE la sostituzione degli inverter dando i nuovi numeri di matricola e allegando la dichiarazione sostitutiva di atto notorio del costruttore che certi¿ca la conformità alla Delibera 84/2012, allegato A70 e CEI 0-21. Dal 2006 gli inverter fotovoltaici Omron sono venduti in Europa, e dal 2011 è presente sul mercato italiano la Environment Solution Business Unit che segue il settore fotovoltaico per l’Italia e per diverse altre Nazioni, tra cui la Spagna, la Danimarca, la Germania, la Turchia e il Sud Africa. Le attività di questa divisione rientrano nel brand Green Automation che comprende tutte le attività Omron nel settore delle energie rinnovabili e dell’ef¿cienza energetica. Per informazioni Flir Systems Tel. 02.99451001 – Fax 02.99692408 Email: [email protected] Web: www.flir.com/C2 Per informazioni: Omron Italia Tel. 02.32681 – Fax 02.3268282 Email: [email protected] - www.industrial.omron. it/it/solutions/green-automation Philips Più prodotti green Royal Philips (NYSE: PHG, AEX: PHI) ha annunciato di avere raggiunto un buon livello nel miglioramento delle sue performance di sostenibilità con l’aumento delle vendite dei prodotti Green ¿no a 11,1 miliardi di euro nel 2014, valore che rappresenta il dato record del 52% del totale delle vendite. I prodotti Green devono dimostrare la leadership in almeno una delle Green Focal Area rispetto agli standard dell’industria, che sono de¿niti da un gruppo di lavoro speci¿co del settore. Questo avviene sia superando le performance dei prodotti di riferimento (che può essere un concorrente o un prodotto predecessore in una particolare famiglia di prodotti) di almeno il 10%, superando eco-requisiti speci¿ci del prodotto o essere premiato con un marchio di qualità per le prestazioni eco. Le Green Focal Area sono: ef¿cienza energetica, packaging, sostanze pericolose, peso, sistemi di riciclo e smaltimento e af¿dabilità. Nel 2014, Philips ha investito 463 milioni di euro in Innovazioni Verdi e ha raggiunto con un anno di anticipo il suo obiettivo di 2 miliardi di euro che era stato de¿nito all’interno del programma EcoVision. Nel 2014 il portafoglio prodotti di Philips ha visto un leggero aumento delle soluzioni sempre più attente all’ef¿cienza energetica. Per esempio, nella città di Madrid, Spagna, Philips rinnoverà l’illuminazione della città con 225.000 luci a 1/2015 risparmio energetico, diventando questo il più importante progetto di miglioramento d’illuminazione stradale al mondo. Nel settore Healthcare, il portafoglio di prodotti Green si è ampliato con l’introduzione di sette nuove soluzioni che migliorano i risultati e l’accesso alle cure dei pazienti e riducono al contempo l’impatto ambientale. Philips si è impegnata maggiormente anche nel campo dell’economia circolare e ha aperto un nuovo centro dedicato alla diagnostica per immagini a Best in Olanda. Questa struttura rappresenta un’importante pietra miliare nel trasferire i bene¿ci economici e ambientali dell’economia circolare all’industria sanitaria. Un altro esempio è la nuova macchina del caffè Senseo ® Up, composta per il 13% da plastiche riciclate. L’aggiornamento relativo alla sostenibilità Philips 2014 è parte integrante del report Annuale 2014 di Philips disponibile al seguente link: www.annualreport2014.philips.com. Per informazioni: Philips Group Communications Eeva Raaijmakers E-mail: [email protected] 59 Libri Perché non vediamo le crisi Autore Gary B.Gorton Casa editrice FrancoAngeli Prezzo € 33,00 - Pagine 287 4XHVWRODYRURGL*RUWRQVXOOHFULVLÀQDQ]LDULHSUHQGHQGRVSXQWRGDTXHOODGHOGUDPPDWLFDHSHUFHUWL DVSHWWLQRQDQFRUDSLHQDPHQWHDVVRUELWDYHUWHVXTXHVWRTXHVLWRSHUFKpLOPRQGRFRQWHPSRUDQHRKDGLPRVWUDWR GLHVVHUHLQFDSDFHGLFRPSUHQGHUHOHUDJLRQLGLIRQGRGHOODFULVLÀQDQ]LDULDLQSDUWLFRODUHGLDQDOL]]DUHLQDQWHSULPDLIDWWLLGDWLJOLHYHQWLSUHPRQLWRULFKHQHDQWLFLSDYDQRODEXIHUDLPPLQHQWH"/DGRPDQGDFKHQHUDFFKLXGH PROWHDOWUHqGHFLVDPHQWHFRPSOHVVD /HFULVLÀQDQ]LDULHFLVRQRVHPSUHVWDWHHVLVYLOXSSDQRLQFRQFRPLWDQ]DGHOOHHVSDQVLRQLHFRQRPLFKHVRFLDOLQD]LRQDOLLQXQPRQGRRUDPDLWRWDOPHQWHJOREDOL]]DWRDVVXPHQGRQHOHFDUDWWHULVWLFKHGHULYDQWL&LzULVXOWDDVVROXWDPHQWHRYYLR«0DFKHFRVDJHQHUDXQDWDOHFULVL"3HUXQYHUVRODJUDQGHGLVSRQLELOLWjGLPH]]LÀQDQ]LDULLQFLUFROD]LRQH SHUO·DOWURODOLHYLWD]LRQHGHOGHELWRHGHOVXRULÀQDQ]LDPHQWRDVFRSRGLOXFUR,QXQDSDURODO·HFRQRPLDÀQDQ]LDULD KDGDWHPSRFHVVDWRGLULVSHFFKLDUHTXHOODUHDOHVXUFODVVDQGRODGLPROWHYROWHÀQHQGRSHULQJOREDUODLQTXHOORFKH SRWUHEEHGHÀQLUVLXQEXFRQHUR,QEXRQDVRVWDQ]DO·HFRQRPLDUHDOHqTXHOODGLQRLWXWWLGHOODYRURGHOODSURGXWWLYLWjGHOJLXVWRSURÀWWRVHVLYXROH/·HFRQRPLDÀQDQ]LDULDqYLUWXDOHSDUDVVLWDULDVLDOLPHQWDVXOODSULPDHSURVSHUDD VXHVSHVH'DOODVXDKDXQYDQWDJJLRQRQPHULWDWRPDDFTXLVLWRLOSRWHUHGRPLQDQWHLYDORULFKHHVLELVFHHTXDQWLÀFDVRQRIDVXOOLPDLGRQHLDOGRPLQLRVXWXWWRHWXWWL,GDQQLGHOODFULVL"(·ODVRFLHWjFKHOLSDJDQDWXUDOPHQWH *RUWRQQRQqXQSROHPLFRGDXQODWRYRUUHEEHVSLHJDUHDQRLWXWWLLOSHUFKpVRSUDYYHQJDQRWDOLGHYDVWDQWLFULVL ÀQDQ]LDULH FKH FROSLVFRQR OD FROOHWWLYLWj SHU O·DOWUR YHUVR DVSLUD D VXJJHULUH DL GHWHQWRUL GHO SRWHUH HFRQRPLFR JUDQGLEDQFKHHFRVuYLDO·LQYLWRDUHQGHUVLFRQWRGLFRPHFULVLFRVuPDVVLFFHVLDQRFRQWURSURGXFHQWLSHUWXWWL /HJJHQGR*RUWRQVLWUDHO·LPSUHVVLRQHFKHLQWHOOHWWXDOPHQWHVLDPROWRRQHVWRHFKHODVXDSRVL]LRQHPHQWDOHFRQYHUJDVXXQDQWLFRDGDJLR´GDUHD&HVDUHTXHOFKHqGL&HVDUHD'LRTXHOFKHqGL'LRµ Energia da Biogas Manuale per la progettazione, autorizzazione e gestione degli impianti Autore Francesco Arecco Casa editrice Edizioni Ambiente Prezzo € 40,00 - Pagine 210 (·XQPDQXDOHPROWREHOORFRPSOHWRQHOODVRVWDQ]DSUHFLVRQHOO·HVSOLFD]LRQHGHJOLDUJRPHQWLFRQFLVRHGLQFLVLYRQHOO·DUWLFROD]LRQHSHUGLSL(GL]LRQL$PELHQWHFHORSRUJHLQXQDYHVWHJUDÀFDDEEDVWDQ]DLQXVXDOHLQTXDQWRDOIRUPDWRPDPRGHUQDHG DFFDWWLYDQWH 1HOO·DPELWRGHOOHHQHUJLHULQQRYDELOLTXHOODGDELRJDVFHUWDPHQWHULFKLHGHPDJJLRULFRQVLGHUD]LRQLLPSLDQWLVWLFKHSLDQLGLIDWWLELOLWjSLVHYHULHWXWWDXQDJDPPDGLYDOXWD]LRQLFKHYDQQRGDOO·DQDOLVLGHOVLWRSUHVFHOWRDOOHGLQDPLFKHFKLPLFKHÀVLFKHGHO WUDWWDPHQWRGHOOHPDWULFLDOODVHOH]LRQHGHLFHSSLPLFURELFLDOFRQWUROORGHOODÀOLHUDGLSURFHVVRÀQRDOOHFRQVLGHUD]LRQLJHVWLRQDOL FKHFHUWDPHQWHQRQVRQRVHPSOLFL3HUzLOELRJDVVRSUDWWXWWRTXHOORRWWHQXWRGDOOHPDWULFLDJUR]RRWHFQLFKHYDQWDDVXRIDYRUH XQDSUHURJDWLYDSDUWLFRODUPHQWHLQWHUHVVDQWHDSDUWHLOIDWWRGLXQLPSDWWRDPELHQWDOHDVVDLOLPLWDWRSXzFRQVLGHUDUVLXQSURFHVVR DFLFORFRQWLQXROHPDWULFLGLDOLPHQWD]LRQHRWWHQXWHGDLVRWWRSURGRWWLDJUR]RRWHFQLFLWRUQDQRDLWHUUHQLVRWWRIRUPDGLIHUWLOL]]DQWL HGDPPHQGDQWL2YYLDPHQWHSULPDGHEERQRVXELUHDGHJXDWLWUDWWDPHQWLFKHOHUHQGDQRDIÀGDELOLSHUWDOHULXVR3HUJOL568HGL )2568LOGLVFRUVRULVXOWDHVVHUHDOTXDQWRGLYHUVRPDXJXDOPHQWHIDWWLELOH 4XHOORFKHVWLDPRSUHVHQWDQGRqXQPDQXDOHFKHYDGDOOD$DOOD=GDPRQWHDYDOOH6LLQL]LDGDOOHGHOXFLGD]LRQLVXOOHPDWULFLVLQR DOSURFHVVRGLGLJHVWLRQHDQDHURELFDGLVHJXLWRYHQJRQRDIIURQWDWHOHGLQDPLFKHGLSURFHVVRSHUSRLSDVVDUHDOODGHVFUL]LRQHGHOOHWHFQRORJLHLPSLDQWLVWLFKH,OGLVFRUVRVLHVWHQGHDSSURIRQGHQGRODSURJHWWD]LRQHGLLPSLDQWLDELRJDVOHFULWLFLWjVLDGLLPSLDQWLVWLFDFKHGLSURFHVVRHDUJRPHQWRPROWRDSSURSULDWRVLVRIIHUPDVXOWUDWWDPHQWRGHOGLJHVWDWRFRPHVXOO·DEEDWWLPHQWRGHOO·D]RWR 3HUDOWURQRQPDQFDXQ·RWWLPDUHOD]LRQHVXOELRJDVELRPHWDQRQHOVHWWRUHGHLWUDVSRUWL1HOODFRQVLGHUD]LRQHGHOSURÀORGHJOLLQFHQWLYL GHOOH DXWRUL]]D]LRQL GHL FRQWUDWWL GHOO·DQDOLVL GHO EXVLQHVV SODQ OD WUDWWD]LRQH DSSDUH DVVDL FKLDUD VHPSOLÀFDWD D GHOOH LQIRUPD]LRQLHVVHQ]LDOLPDSHUIHWWDPHQWHHVDXVWLYH0ROWLUHODWRULKDQQRODYRUDWRDTXHVWRPDQXDOHLOFKHFRQWULEXLVFHDUHQGHUOR SLHQDPHQWHYDOLGR Acque di prima pioggia da insediamenti produttivi Caratterizzazione e depurazione Autore Nicola Giovanni Grillo Casa editrice Geva Edizioni Prezzo € 24,00 - Pagine 138 %HQHIjO·DXWRUHGLTXHVWRYROXPHO·LQJ1LFROD*LRYDQQL*ULOORDGHYLGHQ]LDUHFRPHOHDFTXHGLSULPDSLRJJLDVLDQRTXHOOHDFTXHFKHSRVVRQRULVXOWDUHGRSSLDPHQWHLQTXLQDWHLOSULPRLQTXLQDPHQWRGHULYDQWHGDOOD FDWWXUDGLLQTXLQDQWLVRVSHVLLQDWPRVIHUDLOVHFRQGRFRPHQDWXUDOHFRQVHJXHQ]DGHOO·D]LRQHGLGLODYDPHQWR VXOOHVXSHUÀFLFRQOHTXDOLOHDFTXHGLSULPDSLRJJLDYHQJRQRDFRQWDWWRDUULFFKHQGRVLGLDOWULLQTXLQDQWLGL VRYHQWHLQPLVXUDFRVSLFXDSROYHULPHWDOOLSHVDQWLROLPLQHUDOLFRPSRVWLFKLPLFLWDQW·DOWUR« *ULOORIDXQ·DQDOLVLDFFXUDWDGLWDOHIHQRPHQRHQHGHOLQHDODFULWLFLWjRJJHWWLYDVLSUHPXUDVXJJHULUHLPHWRGL SLVLJQLÀFDWLYLDOÀQHGLPLWLJDUHJOLLPSDWWLQHJDWLYLVXOO·DPELHQWH4XHVWRDSSXQWRSHUFKpJOLHIIHWWLGHOGLODYDPHQWRDXPHQWDQRDQFKHDVHFRQGRGHLVLWLJUDQGHPHQWHO·LQTXLQDPHQWRSULPDULRGHOO·DWWUDYHUVDPHQWR DWPRVIHULFR6RWWRTXHVWDSUHFLVDRWWLFDO·DXWRUHGLTXHVWDPRQRJUDÀDPDQXDOHVLSUHRFFXSDGLLOOXVWUDUHLO FRUUHWWRDSSURFFLRDOODLQGLYLGXD]LRQHHSURJHWWD]LRQHGHLVLVWHPLGLWUDWWDPHQWRSLLGRQHLDOOHYDULHWLSRORJLHGDYDOXWDUHVHFRQGRODFDUDWWHUL]]D]LRQHGHLVLWLSURGXWWLYLLQWHUHVVDWL 2YYLDPHQWH DOOD EDVH GHL SURYYHGLPHQWL GD DGRWWDUH VXJJHULWL YL q WXWWD XQD VHULH GL VWXGL GHWWDWL GD FRQRVFHQ]H WHFQLFKH H SUDWLFD VXO FDPSR XQ DSSURFFLR LO TXDOH FRQVHQWD O·DSSOLFD]LRQH GHOOH VROX]LRQL SL RSSRUWXQHDQDOLVLVWDWLVWLFDGHOOHSLRJJHFDUDWWHUL]]D]LRQHÀVLFRFKLPLFDGHOOHDFTXHPHWHRULFKH(TXHVWD SURFHGXUDQDWXUDOPHQWHVHJXLWDGDTXHOODVXOOHDFTXHGLSULPDSLRJJLDQRQWUDVFXUDQGRLOSDUWLFRODUHUXVFHOODPHQWRVXOVLWRVSHFLÀFRLQRVVHUYD]LRQH &LzIDWWRLGDWLUDFFROWLSRVVRQRLQGLFDUHLPHWRGLSLHIÀFDFLGDDSSRUUHLOWLSRGLGHSXUD]LRQHGDDSSOLFDUHHO·LQGLFD]LRQHGHOOHPLJOLRULSUDWLFKHJHVWLRQDOLPDDQFKHSURFHGXUDOLSHUXQDFRUUHWWDULVROX]LRQHGHOOD SUREOHPDWLFD 60 1/2015 l’Ambiente La fisica dei perplessi L’incredibile mondo dei quanti Autore Jim Al-Khalili Casa editrice Bollati Boringhieri Prezzo € 22,00 - Pagine 175 8QEUHYHÁDVKVXOO·DXWRUH-LP$O.KDOLOLSXzIRUVHDLXWDUHDPHJOLRFRPSUHQGHUHORVSHVVRUHFXOWXUDOHHGLYXOJDWLYRGLTXHVWROLEURFHUWDPHQWHLQIRUPDWLYRPD PROWRVFLHQWLÀFR$O.KDOLOLqXQÀVLFRWHRULFRPROWRFRQRVFLXWRQHJOLDPELHQWLDFFDGHPLFLVLDFRPHGRFHQWHFKHULFHUFDWRUHLQVHJQDÀVLFDWHRULFDSUHVVR OD8QLYHUVLW\RI6XUUH\GRYHGHWLHQHDQFKHODFDWWHGUDLQFRPXQLFD]LRQHVFLHQWLÀFD1XPHURVHRQRULÀFHQ]HKDQQRSUHPLDWRODVXDDWWLYLWjVFLHQWLÀFDHGq PHPEURGHOOD%ULWLVK$VVRFLDWLRQIRU7KH$DYDQFHPHQW6FLHQFH)UDLQXPHURVLULFRQRVFLPHQWLHODUJLWLJOLVSLFFDQRLO0LFKDHO)DUDGD\SUL]HHGLO.HOYLQSUL]H 'LFRVDVLRFFXSDTXHVWRYROXPH"'LXQDUJRPHQWRQRQVHPSOLFHPDFKH$O.KDOLOLULHVFHPDJLVWUDOPHQWHDSRUJHUFLFRQLQFRPSDUDELOHFDSDFLWjGLYXOJDWLYDVHPSOLFHHVFRUUHYROHVWX]]LFKHYROHJHQLDOPHQWHDVVLPLODELOH3DUOLDPRGHOODJUDQGHVYROWDVFLHQWLÀFDFKHODÀVLFDKDDYXWRGDJOLXOWLPLDQQL GHOO·RWWRFHQWRÀQRDLJLRUQLQRVWULXQSURFHVVRQRQDQFRUDFRPSLXWRPDGDOORVWUDELOLDQWHSHUFRUVRFRQVROLGDWRGDLQQXPHUHYROLYHULÀFKH,QVRPPDVWLDPR SDUODQGRGHOODWHRULDGHLTXDQWLODTXDOHKDIDJRFLWDWRODPHFFDQLFDFODVVLFDLQJOREDQGRODHGHVFULYHQGRFLLOPRQGRGHOO·LQÀQLWDPHQWHSLFFRORDOÀQHGL LPPHUJHUFLQHOOHRULJLQLGHOODPDWHULD $O.KDOLOLSDVVDDWWUDYHUVRLJUDQGLFRVWUXWWRULGHOODWHRULDTXDQWLVWLFDGDLSUHFXUVRULWDOYROWDQRQVHPSUHFRQVDSHYROLGHOO·LQFUHGLELOHYDORUHGLTXDQWRRJJHWWR GHOOHORURVSHFXOD]LRQL0D[ZHOO5XWKHUIRUGDOWULDLIRQGDWRULSHUHFFHOOHQ]DFRPH(LQVWHLQVHQ]DO·LQWXL]LRQHTXDQWLVWLFDQRQVDUHEEHVWDWDSRVVLELOHODUHODWLYLWjPDVRSUDWWXWWR1LHOV%RKUFKHGLTXHVWDWHRULDSXzHVVHUHFRQVLGHUDWRLOSDGUH7HRULDTXHOODGLFXLVWLDPRSDUODQGRFKHKDYLVWRPDWWRQFLQRVXPDWWRQFLQRHVVHUHSRUWDWDDOFXOPLQHGHOORVYLOXSSRGDXQDVFKLHUDGLYDORURVLÀVLFLIUDLSLUDSSUHVHQWDWLYLFLWLDPR3DXOL+HLVHPEHUJ6FKHGULQJHU'H%URJOLH 2JJLOHFRJQL]LRQLVXOODPDWHULDYDQQREHQROWUHODVFRSHUWDGHOO·DWRPR(·O·LPPHQVRPRQGRGHOOHSDUWLFHOOHVXEDWRPLFKHDGDVVRUELUHJOLVIRU]LHOHLQWHOOLJHQ]HGHLÀVLFLGLWXWWRLOPRQGR6XVFDODPDFURVFRSLFDDLQRQDGGHWWLDLODYRULVLSXzGLUHFKHVHQ]DODWHRULDTXDQWLVWLFDQRQYLVDUHEEHVWDWDODIDPRVD UHOD]LRQHGL(LQVWHLQVXOUDSSRUWRPDVVDHQHUJLDPDQHSSXUHVWUXPHQWLDGXVRVRFLDOHJOREDOHGLFXLQRQSRVVLDPRSLIDUHDPHQRTXDOLFRPSXWHUWHOHYLVRUL PLFURRQGHODVHUWHOHIRQLFHOOXODULHWDQW·DOWURWXWWHFRQTXLVWHFKHIDQQRSDUWHGHOODQRVWUDTXRWLGLDQLWj 1HOVXRLQVLHPHLOWHVWRULVSHFFKLDXQDUJRPHQWRDOWDPHQWHWHFQLFRFKHSHUzFLYLHQHSRUWRLQPDQLHUDSDUWLFRODUPHQWHJUDGHYROH/HJJLDPROR Il responsabile amianto 0HWRGLGLYDOXWD]LRQHHGLJHVWLRQHGHOULVFKLRDPLDQWRQHJOLHGLÀFLHQHJOLLPSLDQWL Autori Fulvio Cavariani , Fulvio D’Orsi Casa editrice EPC Editore Prezzo € 25,00 - Pagine 224 (·LQHYLWDELOHGLWDQWRLQWDQWRWRUQDUHDSDUODUHGLTXHVWRPDWHULDOHXQLFRSHUOHVXHTXDOLWjSLURIREHLQVRQRUL]]DQWL LVRODQWLEDVVRFRVWRPDDQFKHJLXVWDPHQWHEROODWRFRPHVHULDONLOOHUPHVRWHOLRPDDVEHVWRVLFDQFURSROPRQDUH 'LDPLDQWRVLPXRUHqTXHVWDODWUDJLFDUHDOWjVLVHJXLWHUjDPRULUHDQFRUDSHUPROWLDQQLDYHQLUHDQFKHVHqVWDWRPHVVRDOEDQGRQHOO·RUPDLORQWDQRFRO'OJV,OSHUFKpqPROWRVHPSOLFHJOLHIIHWWLQHIDVWLGDHVSRVL]LRQHDGDPLDQWR SRVVRQRPDQLIHVWDUVLDQFKHDGLVWDQ]DGLTXDUDQW·DQQL )XOYLR&DYDULDQLGLUHWWRUHGHO&HQWUR5HJLRQDOH$PLDQWRGHOOD5HJLRQH/D]LRH)XOYLR'·2UVLVSHFLDOLVWDLQPHGLFLQDGHO ODYRURGRFHQWHDOO·8QLYHUVLWjGHOOD6DSLHQ]DGL5RPDVRQRLQDSSXQWDELOLHVSHUWLGHOODPDWHULD 1HOO·DEEDVWDQ]DUHFHQWHqVWDWRSURPXOJDWRLO´1XRYR3LDQR1D]LRQDOH$PLDQWRµLOTXDOHUHQGHWDVVDWLYDO·REEOLJDWRULHWjGHOODÀJXUDSURIHVVLRQDOH5$UHVSRQVDELOHDPLDQWRFRQFRPSHWHQ]HVSHFLÀFKHFRPHDYYLHQHJLjQHOVHWWRUH GHOOHERQLÀFKH ,QSRFKHSDUROHODÀJXUDGHO5$GHYHVDSHUHFRPHHIIHWWXDUHO·DFFHUWDPHQWRGHOODSUHVHQ]DGL0&$YDOXWDUQHLSRVVLELOLULVFKLJHVWLUQHLQVLFXUH]]DODSUHVHQ]DYDOXWDUHOHFRQGL]LRQLGLFRQVHUYD]LRQHHFFHWHUD$VVROXWDPHQWHQHFHVVDULR UHGLJHUHLOSURJUDPPDGLFRQWUROORHOHSURFHGXUHPDQXWHQWLYH ,QTXHVWRPDQXDOHHVVHQ]LDOHHGHVDXVWLYRJOLDXWRULULHVFRQRPROWREHQHDVRGGLVIDUHWDOLLQWHQWL,O&'5RPDOOHJDWR IRUQLVFHLQFKLDYHVHPSOLFHJOLDOJRULWPLGLYDOXWD]LRQHXWLOL]]DELOLLQ([FHOHOHSULQFLSDOLFRQRVFHQ]HQHFHVVDULHVLDDOLYHOOR QRUPDWLYRTXDQWRWHFQLFR ,OSUHVHQWHPDQXDOHVLSUHVWDPROWREHQHDQFKHFRPHYDGHPHFXPSHUXQDHIÀFDFHDWWLYLWjGLGDWWLFD Utilizzo del calore geotermico Manuale di tecniche geotermiche per la climatizzazione e gli usi tecnologici Autore Massimo Ghisleni Casa editrice Tecniche Nuove Prezzo € 34,90 - Pagine 238 (·XQWHVWRSHU´DGGHWWLDLODYRULµPDDQFKHSHUFRORURFKHQXWURQRSDVVLRQHSHUODPDWHULDSHUzSRVVHGHQGROHFRJQL]LRQL QHFHVVDULHDOVXRDSSUHQGLPHQWR ,OVXRDXWRUH0DVVLPR*KLVQHQLqXQWHFQLFRHVSHUWRLQDSSOLFD]LRQLLPSLDQWLVWLFKHEDVDWHVXOO·LPSLHJRGLSRPSHGLFDORUH LQJHQHUHDGDVVRUELPHQWRLQSDUWLFRODUH3HUDOWURFROODERUDFRQLO&RPLWDWR7HUPRWHFQLFR,WDOLDQRSHUODVWHVXUDGLQRUPH WHFQLFKHLPSRUWDQWL *OLXOWLPLDQQLGHOQRVWUR3DHVHKDQQRUHJLVWUDWRXQ·DWWHQ]LRQHFUHVFHQWHQHLFRQIURQWLGHJOLLPSLDQWLGLFOLPDWL]]D]LRQHJHRWHUPLFL,OWHUPLQH´JHRWHUPLDµVLULIHULVFHSHUHVVHUHOHVVLFDPHQWHFRUUHWWLDWHFQRORJLHDWWHDVIUXWWDUHLOFDORUHHQGRJHQR DWWUDYHUVRORVFDPELRWHUPLFRFRQÁXLGLSURYHQLHQWLGDOVRWWRVXROR,QUHDOWjTXHVWRWHUPLQHKDVXELWRSUHYDULFD]LRQLHVROLWDPHQWHYLVLIDULIHULPHQWRSHULPSLDQWLGLWLSR´SRPSHGLFDORUHµQHOOHTXDOLLOVXRORqVIUXWWDWRLQPDQLHUDLQGLUHWWDFRPH VRUJHQWHIUHGGD ,OWHPDWUDWWDWRqPROWRFRPSOHVVRLQL]LDQGRDQFKHGDLWHUPLQLGLGHÀQL]LRQH,QHIIHWWLVLDQHJOLVWXGLGLIDWWLELOLWjFKHQHOOD SURJHWWD]LRQHLPSLDQWLVWLFDGHLGLYHUVLVLVWHPLJHRWHUPLFLRFFRUURQREXRQHFRQRVFHQ]HGLJHRORJLDLGURJHRORJLDJHRWHFQLFDJHRWHUPLDWHUPRWHFQLFDÀVLFDWHFQLFDFDUWRJUDÀDTXLQGLODSURJHWWD]LRQHGLIÀFLOPHQWHSXzHVVHUHDIÀGDWDDGXQ VLQJRORSURIHVVLRQLVWD /·DXWRUHKDLQWHVRSURSRUUHXQWHVWRQHOTXDOHIRVVHURWUDWWDWHWXWWHOHRSHUD]LRQLJHRWHFQLFKH,QIDWWLLQTXHVWRODYRURWURYDQRXQ·DSSURIRQGLWDSUHVHQWD]LRQHYDULHWHFQRORJLHJOLLPSLDQWLGLVIUXWWDPHQWRGHLÁXLGLFDOGLSURYHQLHQWLGDOVRWWRVXROR LVLVWHPLDVRQGHJHRWHUPLFKHYHUWLFDOLHGRUL]]RQWDOLLVLVWHPLDSDOLHQHUJHWLFLLVLVWHPLDGDFTXDGLIDOGDHGDOWUHWLSRORJLH LPSLDQWLVWLFKH&RPHVLqDQWLFLSDWRqXQOLEURPROWRWHFQLFRO·DXWRUHVLqSURSRVWRGLUHDOL]]DUHXQYDGHPHFXPGLDLXWR DOODSURJHWWD]LRQHGHLVLVWHPLGLVFDPELRWHUPLFRFRQLOVXRORDEHQHÀFLRGLTXDQWLRSHUDQRQHOO·DPELWRGHOODJHRWHUPLD 1/2015 61 L Osservatorio Ambientale Riflessioni sui processi decisionali in materia di “marketing verde” Nell’affrontare tale argomento possono essere premessi alcuni interrogativi preliminari: • • • Il prorompere di una coscienza ecologica è in grado di mutare il rapporto fra acquirenti e produttori? La messa in conto della protezione ambientale, in che misura inÀuenza il comportamento dei consumatori? Quali strategie di marketing debbono essere intraprese per soddisfare le nuove tipologie di clienti che, di sovente, si aggregano in gruppi di pressione ma anche di azione organizzando, ad esempio, forme di boicottaggio nei confronti delle aziende produttrici? Cercheremo di fornire qualche forma di risposta a tali quesiti. Nota introduttiva Le discussioni intorno agli adeguamenti fra le procedure di Marketing e quanto in genere viene de¿nito come ”s¿da ecologica”, determinata questa da problemi complessi, si cercherà di sempli¿carle compendiandole in una visione che costituisca il punto di partenza delle decisioni raggiunte di conseguenza. Infatti è abbastanza noto come in materia ambientale le problematiche siano assai più dipendenti da realtà oggettive piuttosto che dai differenti umori dei protagonisti più o meno numerosi; assai spesso sfocianti in una dualità intransigente: opposizione inamovibile/totale unanimità. 62 Nell’ottica di quanto esposto brevemente sopra, può constatarsi come si sia sviluppato un fatto curioso: l’entusiasmo intercorso dalla ¿ne degli anni ottanta sino ad oggi ha prodotto una “sorta di matrimonio“ di convenienza fra la militanza ecologista all’interno dei movimenti dei consumatori e le strategie sia di produzione che di mercato. Questa specie di alleanza richiede comunque una qualche precisazione: la dif¿denza fra il mondo degli ecologisti (armati dei loro dati “assoluti”) e le strategie imprenditoriali di produzione e commercio risulta ancora latente, tuttavia è radicata la consapevolezza di come l’evoluzione collettiva sociale/industriale suggerisca di sottoporre ad attenta revisione diverse convinzioni passate in materia di ¿loso¿a industriale. In questo settore, come in altri, il criterio di un’azione ef¿cace consiste nello spostare le modalità del presente e mettere in rilevanza i confronti intrattenuti tra le parti, sia che si tratti di organizzazioni sociali, sia dei gruppi del management imprenditoriale. A tale proposito riesce opportuno rilevare come l’inconciliabilità drastica molto spesso non appartenga soltanto al mondo degli ecologisti, ma anche alle organizzazioni imprenditoriali; sotto tale pro¿lo il marketing ecologico ci propone una ¿gura emblematica dell’andamento di confronto di una società, la nostra, che cerca da oltre un secolo di esprimere le proprie scelte secondo le modalità del consenso maggioritario. Per cui, da una parte si viene ad avere un insieme di modelli che a dir poco potrebbero essere de¿niti “apocalittici” (si tratta di una serie di dati dif¿cilmente contestabili sotto il pro¿lo tecnico-analitico), dall’altra viene messo a confronto il cosiddetto “Modello umanista”. I primi sono patrocinati da una minoranza in grado di annunciare in linguaggio suf¿cientemente stringato le conseguenze fatali derivanti da condotte imprudenti ed improvvide da parte di dirigenti male illuminati, il secondo - a sua volta - in nient’altro consiste che il sottoporre un problema (o quant’altro) all’approvazione generale. Il problema che sorge è che queste due posizioni hanno in comune un grave handicap, quello di ignorare la discussione dell’argomento; in una parola, si presentano come modalità contrapposte, ma in realtà risultano segretamente connesse: un fatalismo persino astioso contrapposto ad un senso di suf¿cienza di forgia squisitamente tecnocratica; però, a dire Il vero, viene a svilupparsi un tipo di confronto nel quale molto spesso interviene risolutivo un compromesso a carattere politico. Bisogna comunque ammettere che, malgrado le dif¿cili condizioni iniziali del confronto e delle relative negoziazioni, le espressioni di inquietudine degli ecologisti non hanno mai mancato di raccogliere attenzione e recepimento sia da parte del settore pubblico che privato. E, possiamo dirlo, soprattutto in Italia… 1/2015 Il confronto fra partners differenti Riconversione interna In questo paragrafo passiamo ad esaminare alcuni componenti sociali in relazione all’evoluzione del marketing nei confronti dell’ecologia. Più che di evoluzione delle idee, abbiamo constatato come si tratti di interpellanza fra le sponde del fossato che divide gli antagonisti i quali, pur parlando la stessa lingua, tuttavia si ignorano volutamente. Le aziende sanno, da molto tempo, che il cliente è pronto a cambiare prodotto se è in gioco un vantaggio ambientale; ma sanno anche che non è disposto a pagarne lui stesso la differenza di prezzo. La condotta delle operazioni in un ambiente incerto rappresenta l’arte del manager: costituisce l’oggetto di corsi di formazione avanzati, e, soprattutto, del lavoro di ricerca; per un certo verso rappresenta il saper fare della buona strategia; può incoraggiare l’evoluzione dei regolamenti in modo tale da spingere i suoi vantaggi di concorrenza. Perché siano ef¿caci, questi movimenti tattici suppongono una rilettura dell’insieme delle attività dell’azienda. Se si dà ascolto alle conclusioni secondo cui l’inquinamento è una componente intrinseca dell’intero processo di trasformazione non risulta utile persistere nel considerare l’iter di riÀessioni sull’ambiente come una sommaria lotta antispreco, ispirata dall’idea acquisita secondo la quale l’inquinamento costituirebbe un errore di cui dovrebbero occuparsi gli altri, giacché tutti i processi di trasformazione presentano aspetti dissipativi. Nelle discussioni sulla gestione dei sottoprodotti delle attività industriali solo obiettivi ben de¿niti potranno essere discussi, per il fatto che possono presentarsi molte soluzioni, da valutarsi con cura al ¿ne di ben de¿nire l’impostazione ¿nale, nella quale ogni tassello dello schema globale può essere chiamato a giuocare ruoli imprevisti. Per addurre un esempio, un’impresa aveva appreso di dover disporre in tempo breve di competenze certi¿cate per affrontare la questione ambientale. Ma viene assodato che questa è stata talvolta inÀuenzata da gruppi il cui capitale intellettuale era a dir poco assai differente da quello al quale era intenzionata ad accedere. Il dialogo critico sulla gestione delle risorse è in fase di attuazione, ma è già stato soppiantato da una molteplicità di dubbi. Tale drammatizzazione a volte un po’ bizzarra della problematica ecologica può distogliere l’osservatore dalla realtà sociale, qualora egli sia intenzionato all’ascesa della razionalità nelle interazioni umane. Alcuni processi di questo tipo hanno qualcosa di sproporzionato; ma i loro stessi eccessi ci rendono edotti di quanto il loro andamento di pensiero collettivo risulti indifeso alle ampli¿cazioni, spesso del tutto indotte, deformate, e talora grossolane. Tutte le interazioni sociali sono soggette a tali processi, spesso sottovalutati, e persino soprannominati “sbalzi di irrazionalità”. La loro analisi si rivela necessaria di anno in anno. Consideriamo tali curiose interazioni per la loro incidenza sulle prese di decisioni all’interno del management. L’azienda cui abbiamo fatto riferimento abbandona, per imballare i suoi panini farciti di carne trita, la scatola di polistirolo espanso in favore dell’imballaggio di carta. La stessa azienda, qualche anno prima, era giunta alla conclusione, in linea con le conoscenze disponibili, che dati i diversi problemi, i quali vanno dal riciclo alla produzione, era preferibile il materiale sintetico. Sia i fornitori quanto l’entourage non mancano di rimarcare ciò pubblicamente. L’esempio che abbiamo riportato, di molto ampli¿cato dai mass media, la dice lunga sulla sensibilità assai vulnerabile degli stati d’animo dei clienti ed anche dei gruppi ecologisti. Tutto questo, però, appare nient’affatto appropriato… Ma bisogna rimarcare che tale modo di fare è tipico segnale della fragilità delle industrie la cui produzione riguarda direttamente il contatto con il corpo umano (prodotti di bellezza, indumenti intimi, alimentari,…) allorché ci si rende conto che il segmento produttivo può essere messo in relazione con l’impatto ambientale. 1/2015 Questo dato fondamentale della costruttività nei sistemi operativi entra come parte essenziale e imprevedibile dell’evoluzione intellettuale, dalla storia degli insiemi dei numeri a quella della gestione ecologica. Le funzioni bloccate, priorità assolute, risorse-miracolo, e miraggi vari costituiscono le “risorse” assai conosciute degli scenari catastro¿ci. L’effetto moltiplicativo dei provvedimenti governativi e delle scelte imprenditoriali sarà determinante per la costruzione di uno spazio di razionalità migliore. Al ¿ne di evitare gli errori di comportamenti arbitrari non risulta affatto suf¿ciente volersi razionalizzare: sarà saggio creare le condizioni che permettano alla razionalità di risultare pro¿cua Studio L’Ambiente 63 LE ANALISI CHIMICHE AMBIENTALI SECONDA EDIZIONE Le ANALISI CHIMICHE AMBIENTALI Seconda Edizione Biagio Giannì ! METODI DI CAMPIONAMENTO DI ACQUE SOLIDI E ARIA ! PARAMETRI CHIMICO-FISICI DELLE ACQUE ! COSTITUENTI INORGANICI NON METALLICI ! PREPARATIVA DEL CAMPIONE ! PARAMETRI ORGANICI ! LC-MS NELLE ANALISI CHIMICHE AMBIENTALI I.C.S.A. INIZIATIVE CULTURALI SOCIETÀ AMBIENTE EDIZIONE CORRETTA, RIVISTA, AMPLIATA, UTILE PER LE ANALISI SECONDO LA NORMATIVA IPPC (JX\PZ[VUFFFFFF]VS\TLP3,(5(30:0*/040*/, (4)0,5;(3000,KPaPVULHSJVZ[VKPÁ Edizione riveduta e ampliata utile per le analisi secondo la normativa IPPC (Cognome) )VUPÄJVIHUJHYPV*(907(94((NLUaPH .Y\WWV0[HSPHUVKP9PJLYJH:VJPV(TIPLU[HSL 0)(5!0; = (Nome) (Società) (ZZLNUVIHUJHYPVPU[LZ[H[VH.Y\WWV0[HSPHUVKP 9PJLYJH:VJPV(TIPLU[HSL (Indirizzo) (N°) (Località) 0U]PHYLPSZLN\LU[LTVK\SVJVUKVJ\TLU[HaPVUL JVTWYV]HU[LPSWHNHTLU[VHSS»PUKPYPaaVLTHPS SHTIPLU[L'YHUPLYPLKP[VYLP[VHSU\TLYVKP-H_ (Provincia) (CAP) (P. IVA) 6WW\YLZWLKPYLH!9P]PZ[H3»(4)0,5;, =PH,NHKP4PSHUV (Tel.) KH[H ÄYTH (Fax) E-mail 7LYPUMVYTHaPVUP! .09:(,KPaPVUP=PH,NHKP4PSHUV ;LS -H_ LTHPS!SHTIPLU[L'YHUPLYPLKP[VYLP[^LI!^^^YHUPLYPLKP[VYLP[ MANUALE APPLICATIVO Le analisi chimiche ambientali, che spesso sono parte integrante delle leggi, non sono sempre esposte in modo unitario e coordinato, dando in questo modo pochi riferimenti a chi si affaccia per la prima volta al settore. La normativa ambientale nella sua applicazione ha diverse prospettive di lettura e si rivolge a differenti tipi di professioni e di professionisti. L’obiettivo degli enti di controllo e dei professionisti è quello di ottenere dati ambientali validi attraverso l’adozione di tecniche di campionamento e di analisi ufficiali o condivise dalla comunità scientifica. Sappiamo che esistono diverse metodologie di campionamento e analisi che provengono da enti tecnici di normazione o scientifici che possono confondere un professionista come disorientare un neofita della materia. Per ogni parametro chimico esistono diverse norme tecniche emanate da organismi nazionali ed internazionali che non sono sempre degli organismi di normazione. Nella maggior parte dei casi l’aggiornamento della legislazione ha tempi più lunghi rispetto a quelli delle norme tecniche che viceversa si evolvono più velocemente. In quest’ottica rispetto alla prima edizione, oltre alla rivisitazione di alcuni capitoli, la grossa novità consiste nell’introduzione di un capitolo ampliato sul campionamento che riguarda le analisi delle emissioni industriali e della qualità dell’aria. Si è cercato di trattare un’ampia panoramica cercando di dare un supporto pratico, ed offrire una trattazione unitaria di alcuni argomenti specifici del settore che normalmente non trovano spazio nei libri di chimica analitica. L’indice del volume si può consultare sul sito www.ranierieditore.it. TRATTAMENTO ACQUE WATER TREATMENT Grigliatura / Screen filtering Disoleazione / Oil separation Sedimentazione primaria / Primary sedimentation Ossidazione biologica / Biological oxidation Sedimentazione secondaria / Final sedimentation Filtrazione terziaria / Tertiary filtration Flottazione / DAF flotation ACQUA, un bene prezioso da recuperare. WATER, a precious resource to recover Progettazione e dimensionamento per ogni esigenza specifica. Planning and design for any specific requirement Allegri Geom. Primo S.r.l. • Parma • Italy www.allegriecologia.it