il Bracco italiano • Settembre 2006 - n. 3 ANNO IX - Numero 3 Settembre 2006 IL BRACCO ITALIANO Periodico tecnico di cultura cinofila della Società Amatori Bracco Italiano Pubblicazione riservata ai soci della S.A.B.I., Direttore Responsabile: Dr Giuseppe Colombo Manfroni Editore S.A.B.I. - Via Dosso, 7 - 26856 Mirabello di Senna Lodigiana (Lodi) - Autorizzazione del Tribunale di Voghera n. 135/98 Spedizione in abbonamento postale - 70% - Pavia Stampa: Tipografia Zaffaroni snc - Via Al Corbè, 21 - Mozzate (CO) CONSIDERAZIONI In questo editoriale voglio considerare il comportamento di quei soci che, nei raduni, nelle mostre speciali e nelle prove speciali non accettano le classifiche e le qualifiche assegnate dai Giudici/Esperti: ne contestano la capacità e l’imparzialità mettendo anche in dubbio la correttezza della SABI. Tra i contestatori vi sono pure alcuni delegati. Voglio ricordare loro che il delegato è nominato dal Consiglio e che, pur nella personale libertà di espressione, dovrebbe essere coerentemente in sintonia con la dirigenza ed avere a cuore, oltre ai propri soggetti allevati, prevalentemente la razza. Ora voglio chiarire il meccanismo delle manifestazioni. La Società Specializzata, che autorizza le prove speciali, sceglie i giudici fra gli specialisti di razza dell’ENCI e che, nel confronto fra i diversi soggetti di qualità hanno il compito di indirizzare l’allevamento. Possono esserci diverse interpretazioni degli standard, può esserci qualche errore di giudizio ma, dobbiamo riconoscere che, se il soggetto ha buone qualità, arriva comunque alla meta. La passione per i propri soggetti a volte fa dimenticare gli standard di razza. E’ sempre stato così, ma non si erano mai create situazioni tanto sgradevoli tra concorrenti e Giudici che portano disagi anche nella Società. La SABI concede prove speciali su selvaggina naturale nei territo- ri idonei dove la selvaggina è vera e dove il confronto fra i nostri cani è estremamente difficile e i risultati, specie nei mesi estivi, sono modesti e limitati, ma riteniamo che questo sial il sistema migliore per ottenere un’ottima selezione di allevamento. A Terni, con l’organizzazione di Giovanni Barbieri, c’ è stata, come sempre una buona partecipazione qualitativa e quantitativa. Nella prova su 5 batterie di 11 cani ciascuna si è classificato un solo soggetto ma molti degli esclusi si erano brillantemente classificati nelle prove prima- verili di Coltano e Poggibonsi. Una delusione! Forse causa di questi risultati è stato il caldo eccessivo con l’evaporazione del terreno dopo l’acquazzone (tutti sappiamo che a caccia succede così). D’altra parte è impossibile spostare la data della manifestazione in una stagione più propizia, la Provincia non acconsente ed i terreni sarebbero arati. A Caldes, grazie alla collaborazione di Giuseppe Colombo Manfroni si è tenuto il convegno “Quale futuro per il Bracco Italiano”, cui hanno partecipato numerosi braccofili, allevatori, appassionati e giudici. E’ stato un momento importante per l’indirizzo dell’allevamento. Positivo per qualità anche il raduno del giorno successivo. Giovanni Grecchi La Redazione Il Consiglio Direttivo ha deliberato recentemente di assegnare al Presidente un cellulare affinchè sia attivo un filo diretto con i soci, che potranno chiamare il Dott. Grecchi al numero 334/6871848. Raccomandiamo di farne buon uso!! Ancora una volta per corredare di foto questo numero abbiamo dovuto “svaligiare” l’archivio di Lucio Marzano, che si è dimostrato come sempre disponibile. Rinnoviamo l’invito a tutti i Soci per avere foto significative e per proposte su come vorrebbero il giornalino. Per assoluta mancanza di spazio alcuni risultati di mostre speciali, raduni e prove verranno pubblicati con le relative foto sul prossimo numero, ce ne scusiamo con gli interessati. Giovanni Barbieri il Bracco italiano • Settembre 2006 - n. 3 L’ADDESTRAMENTO DEL BRACCO Non esiste un modo di addestrare valido vi vede, obbligandolo a cercarvi, non vi LUCIO MARZANO per tutti i cani ed ancor meno per tutte le preoccupate se non lo vedete per qualche razze, sarà quindi fondamentale cercare di adattare il dressaggio minuto, appena si accorgerà di non sapere dove siete verrà lui a al carattere del cane e premessa indispensabile sarà la profonda cercare voi e così facendo lo abituerete a prestare attenzione alla conoscenza del carattere del soggetto.Quindi quando il cane è vostra posizione. Un cane trova il padrone molto più facilmente giovane, fino circa 8-9 mesi, non sottoporremo il ns. ad alcu- di come il padrone possa trovare il cane. Anzi usando questo sina correzione ma lo lasceremo giocare cercando di capirne le stema otterrete anche il risultato di cacciare in silenzio , che non reazioni ed il temperamento.I vari giochini, tipo la farfalla per è effetto trascurabile. Dirò di più, cacciando nel bosco, quando vederlo fermare (a vista) ed i riporti fatti gettandogli oggettini vedo che il cane cerca diligentemente, dò di tanto in tanto una o peluches, saranno piacevoli diversivi e basta, solo quando il sommessa voce allo scopo di far sapere al cane dove sono in cane avrà imparato ad usare il naso, potremo vederne le doti modo che non interrompa il lavoro per cercarmi. venatoria, non prima. Se volete che il cane, parliamo di soggetti giovani ovviamenIl bracco Italiano è di norma (le generalizzazioni vanno escluse) te, entri in un bosco o in gerbido, non urlate chiamandolo ma un cane di carattere dolce che mal sopporta le punizioni pesanti entrateci voi stessi, lui ci verrà con voi e più tardi fate segno specie quando non le capisce, quindi finché non vi sarete resi col braccio, e se il cane non entra rimanete lì sul posto, il cane conto di quale sia la “tempra” del soggetto sarà bene utilizzare andrà e verrà alcune volte, finché capirà e farà quello che voi più i premi che i castighi. se invece vi accorgete che il cane è un volete che faccia e allora vi muoverete anche voi.. Lo so ci viole “duro” e quindi anche un testone, potrete correggerlo, ma badate pazienza e tempo, ad andarci pano e soprattutto a fare in modo che il cane colle- ma ne vale la pena perché poi caccerete, sicuri, in silenzio e col ghi la punizione all’atteggiamento sbagliato. Per ottenere questo cane collegato e contento, senza timori di punizioni e manterisultato sarà necessario che la punizione sia quanto più vicina nendo tutto l’entusiasmo e la passione di cui è dotato. Se invece possibile nel tempo al misfatto e dopo la punizione sarà bene prenderete la strada del collare elettrico (che bisogna comunque legare il cane e non continuare con altri esercizi. saper usare appropriatamente), probabilmente arriverete prima Il Bracco ha di norma un naturale collegamento col suo padrone al risultato, ma col rischio di avere un soggetto condizionato, e se non lo trova lo va a cercare, ammesso e non concesso che la fretta non rovini tutto. Quanquindi bisogna sfruttare questa sua attitudine per ottenere un col- do andate sulla selvaggina, le prime volte, lasciate che il cane legamento spontaneo e continuato. sfoghi i suoi istinti, che insegua,che scorazzi un po’ a caso, le Quando andata in campagna, soprattutto evitate di chiamarlo esperienze le farà in seguito e se potete ammazzategli un selcontinuamente per ogni sciocchezza, così finirete per segnalare vatico, anche in terra , non importa come, importa invece che il la vostra posizione al cane che sapendo dove siete non si preoc- cane associ sempre di più le emanazioni alla selvaggina e ci si cuperà minimamente di venire da voi ma fate esattamente il con- appassioni. trario, andate a nascondervi, cambiate direzione quando lui non Oggi in molti territori, è indispensabile correggere il cane per insegnargli a non rincorrere gli ungulati, questo è un lavoro molto delicato che va fatto con determinazione ma con prudenza. Ci sono cani che malgrado le reiterate punizioni non imparano mai a controllarsi, altri che si correggono da soli dopo aver constatato che l’inseguimento è inutile. Qui una collarata al momento opportuno è molto utile, talvolta decisiva, ma, se non avete l’assoluta certezza di saperlo fare bene, rivolgetevi ad un professionista di fiducia, saranno soldi spese bene. il Bracco italiano • Settembre 2006 - n. 3 LE CLASSIFICHE A QUAGLIE Sono prove prettamente italiane,non dati alle massime qualifiche. di LUCIO MARZANO esistono infatti in altri paesi, ed hanno Parlando di bracchi italiani , l’andatura costituito i primi field-trials italiani, essendo state “inventa- sarà di trotto allungato ed a celeri battute, te” da cinofili genovesi che volevano vedere e confrontare svolto dall’inizio alla fine del turno, con portamento elegani loro cani in modo comodo e con possibilità per tutti di te, senza azioni di dettaglio, la ferma sicura a testa alta ed seguire direttamente i cani in azione. a giusta distanza (in queste prove si corre sempre a favore Sono prove che si effettuano principalmente nel periodo di vento) sono quindi penalizzati cani che non hanno avuto maggio/luglio quando non sono possibili o meglio, non una specifica preparazione, ed il consenso dovrà essere efsono opportune, altre manifestazioni dato che la selvaggina fettuato (tollerato a comando) è in cova o i pulcini sono ancora troppo piccoli ed indife- e comunque il cane non dovrà mai disturbare l’azione del si. Assolvono così anche il compito di permettere di tenere compagno di coppia. allenati i cani in una stagione “morta” ma la loro valenza Queste prove hanno un valore propagandistico e didattico più importante è, a mio avviso, il fatto che a queste prove perché permettono di vedere il lavoro dei cani distinguendo partecipa un ampio pubblico che ha modo di seguire diret- facilmente i diversi stili di razza e, il confronto fra i vari tamente ed agevolmente tutti i turni soggetti, fa rilevare anche ai non esperti le diverse carattefacendo utili confronti ed osservazioni. Per agevolare tali ristiche dei cani, la loro preparazione ,la aderenza allo stile osservazioni, ai lati di alcuni campi ,sono state costruite di razza e le capacità atletiche e dinamiche. Sono quindi un delle tribunette che vengono sempre ed utilmente banco di prova validissimo per determinare il grado di occupate ed utilizzate. addestrabilità dei soggetti e la loro tipicità e quindi vanno Alle classiche è strettamente richiesto che i cani cerchino rispettate e seguite in stile di razza, con una cerca ordinata svolta in diagonali con il dovuto interesse, attribuendo loro la giusta importanravvicinate ed ampie quanto è possibile, che siano perfetta- za tecnica e propagandistica. mente in mano al conduttore, che fermino e guidino sicuri, che accostino a comando, che restino immobili al frullo, che consentano (sono prove corse in coppia) che non si lascino distrarre dal pubblico e dalle numerosissime emanazioni lasciate sul terreno dalle decine di cani che li hanno preceduti, maschi e femmine. E’ quindi necessario , per competere a livelli di eccellenza, presentare soggetti che siano molto dinamici, perfettamente dressati e che si muovano secondo i canoni di razza senza licenze , ciò che restringe alquanto la rosa dei possibili candi- il Bracco italiano • Settembre 2006 - n. 3 IL PERCHE’ DI UNA SCELTA di GIOVANI BARBIERI Il Consiglio della SABI ha deliberato lo scorso anno di proporre all’ENCI, in sostituzione della verifica in coppia al termine di una prova per i cani qualificati, di rendere obbligatoria la qualifica di almeno MB in una classica a quaglie. I motivi sono stati spiegati anche nell’ultima assemblea della Società a Lodi, ma credo che al termine della stagione delle classiche sia opportuno tornare sull’argomento. La SABI per bocca dei suoi Presidenti da decenni sottolinea l’errore che si farebbe nel far correre in coppia le razze continentali, non sto qui a ricordarne le motivazioni, basta rileggersi i loro scritti per rendersi conto che mai c’è stato consenso più vasto su una decisione assunta. A me basta ricordare , tra i tanti motivi, che proprio la mentalità del cane continentale non è adatta ad un metodo di cerca che presuppone un alto livello di sussidiarietà verso il compagno di coppia. Però a fronte degli inglesisti che ci considerano dei privilegiati e per verificare alcune qualità : rispetto, non aggressività che si potrebbe rischiare di perdere, qualche misura andava presa. Siamo partiti da una considerazione che sembra poco attinente con la discussione in corso, invece è strettamente correlata. Le classiche rappresentano le prove che in assoluto richiamano più pubblico, quindi tra i cinofili sono una grande occasione per pubblicizzare una razza. Purtroppo i continentali, anche per una diversa addestrabilità , hanno sempre di più disertato questo palcoscenico: sicuramente un’occasione perduta. Da qui l’ipotesi di unire l’utile al dilettevole, la possibilità di verificare il consenso e l’occasione di pubblicizzare una razza che in quanto a spettacolarità non è seconda a nessuna. Il consenso, in una prova a selvaggina , quasi mai è data l’opportunità di metterlo in atto nemmeno con gli inglesi: terreni coperti da vegetazione , non perfettamente pianeggianti, siepi, fossi o quanto altro rendono di fatto impossibile verificare questa qualità. Ora passi per gli inglesi che corrono sempre in coppia, per cui è facile che prima o poi l’occasione capiti, ma proporlo in una prova su selvaggina , magari l’unica nella carriera agonistica di un soggetto, con così scarse possibilità di effettuarlo ci è sembrato assurdo. Se è una qualità da salvaguardare dobbiamo adoperarci perchè ci siano le migliori condizioni per farlo altrimenti diventa il solito pasticcio all’italiana . La pubblicità: ho avuto la fortuna di vedere due cani del passato Tabar e Titano, il cui proprietario, il benemerito Enrico Van Engelenhoven pretendeva che si Il vincitore di Rascino esibissero a quaglie, ebbene il pubblico interrompeva di ammirare le prestazioni di pointer e setter per guardare affascinati trotti e percorsi di quei due grandissimi rappresentanti della razza. E’ sempre facile parlare del passato, il presente è un po’ più complesso e parlare di cani e di proprietari in carriera può suscitare invidie e gelosie, ma Laerte di Marzano quest’anno ha partecipato a quasi tutte le speciali a quaglie ed a Colfiorito è stato l’unico cane che il sabato, sui 150 partecipanti, ha ottenuto ben tre qualifiche in tre prove diverse: c’è solo da prenderlo come esempio! E fidatevi, gli apprezzamenti fioccavano da tutto il pubblico presente. Ora qualcuno continua a sostenere la difficoltà di queste prove. È’ vero , ma pensare che un cane che è riuscito a fare il CAC in zone DOC non riesca ad arrivare al MB in classica mi sembra offensivo pensarlo per gli stessi conduttori. Bisogna comunque che i giudici non cadano nell’errore opposto: visto che serve una qualifica si chiude un occhio o anche tutti e due sui percorsi, sui consensi e complessivamente sulla nota del concorso. No. Il presidente dell’ENCI a Colfiorito , si è peraltro congratulato con la SABI per la scelta effettuata, ha sempre puntualizzato nelle sue relazioni, che le classiche a quaglie sono un gioco in cui viene in sommo grado valutato lo stile e l’addestrabilità e lo stile e l’addestramento devono essere esemplari. Non scoraggiamoci mai davanti le difficoltà di insegnare un percorso o un consenso, abbiamo portato i nostri cani a dei livelli che trenta anni fa erano inimmaginabili, dobbiamo continuare con lo stesso impegno e caparbietà. L’ENCI, o almeno la sua commissione tecnica, ha approvato recentemente una integrazione al regolamento per cui entro qualche mese le singole Società Specializzate decideranno autonomamente se la verifica in coppia andrà fatta in classiche a quaglie o in idonee prove a selvaggina in zone DOC. per la SABI la strada è già segnata , non ci resta che percorrerla nell’intesa che gli interessi della razza vengano prima di quelli propri. il Bracco italiano • Settembre 2006 - n. 3 LE CLASSIFICHE DELLE SPECIALI NELLE CLASSICHE A QUAGLIE Bergamo 3 giugno Giudici: Fumi Carradore 1° MB Laerte cond Bottani Rascino (RI) 6 giugno Giudici: Bucci Marchetti 1° MB Alemanno cond Fabri Giovani Nessun Classificato Ornago (BG) 4 Giugno Giudici: Fumi Carradore 1° Ecc Malvasia di Villa Carla cond Bottani 2° Ecc Caruso di Cascina Croce cond Rossi 3° Ecc Laerte cond Bottani Colfiorito (PG) 10 giugno Giudice: Mantovani 1° Ecc Tema di Cascina Croce cond Tognolo 2° Ecc Laerte cond Bottani Giovani CQN cond Bottani TOGNOLO A COLFIORITO (BG) il Bracco italiano • Settembre 2006 - n. 3 LEISHMANIOSI La prevenzione è la miglior difesa Nel sud Italia ed in particolar modo in Sardechiare anche le larve presenti nel sangue, le di FRANCESCA MUREDDU gna si sta diffondendo, tristemente ed a tempo quali, nell’intestino del pappataceo compiono di record, un grande flagello anche per i nostri un ciclo evolutivo che le rende pronte per inamici a quattro zampe, si tratta di una vera e propria epidemia che, fettare un nuovo soggetto non appena la zanzara si nutrirà di nuovo. se non curata, condanna il nostro cane ad un avita straziante e ad uno Il periodo di incubazione varia da un mese a quattro anni, non ha stato di sofferenza tale che lo porterà , in brevissimo tempo, ad una carattere stagionale e quindi il contagio può avvenire durante tutto morte certa. Purtroppo l’epidemia non ha lasciato scampo neanche l’anno. al nostro amato Bracco Italiano che, nonostante il suo aspetto vigoIl quadro clinico di questa patologia è complesso in quanto numerosi roso, una struttura robusta ed una grande prestanza fisica, non ne è sono gli apparati e gli organi colpiti. Spesso il motivo che induce immune. il proprietario a richiedere una visita veterinaria per il proprio cane Stiamo parlando di LEISHMANIA una gravissima malattia di diffiè l’osservazione di un suo progressivo dimagrimento e di un facile cile soluzione. affaticamento. Numerosi sono i casi di contagio che hanno colpito i bracchi italiani Si evidenziano anche: pelo opaco con presenza di forfora, qualche nel corso degli ultimi anni, determinando purtroppo una perdita di piccola escoriazione cutanea, assenza di pelo intorno agli occhi (in ottimi esemplari difficilmente sostituibili. questo caso il soggetto assume il caratteristico aspetto di un “cane L’area di diffusione della malattia, a causa delle variazioni climaticon gli occhiali” e molto spesso sembra essere vittima di un invecche, si modifica di continuo: mentre sino ad alcuni anni fa era prechiamento precoce), unghie lunghe, zoppia, vomito, diarrea e poliuria sente prevalentemente nell’Italia del sud , oggi la troviamo anche al (ossia aumento della sete e della minzione). nord. Purtroppo gli spostamenti di cani da una zona all’altra del paePer quanto riguarda la diagnosi, è necessario che il cane sia sottoposto se, fenomeno che si sta intensificando proprio in questi anni, rende la a degli esami del sangue indirizzati sia alla scoperta di eventuali alteleishmaniosi una patologia di attualità anche per gli operatori sanitari razioni funzionali degli organi colpiti che alla valutazione della rispodelle cosiddette zone non endemiche, che si trovano talvolta impresta immunitaria dell’organismo nei confronti dei protozoi infestanti. parati di fronte a casi imprevisti di questa malattia. Per quanto concerne la terapia anti-leishmania i farmaci in uso sono La leishmania è una malattia che incute timore a moltissime persone principalmente l’antimoniato di N-metilglucamina e l’antimoniato di che possiedono un cane e purtroppo, molto spesso, questi decidono meglumine (Glucantine) che purtroppo non sempre dà garanzie suldrasticamente di far sopprimere l’animale perchè destinato a morire. l’effettiva guarigione del cane. E’ certamente una decisione sofferta sulla quale si riflette a lungo Attualmente non esistono vaccini anti-leishmaniosi e risulta partiritenendo che sia la cosa più giusta da fare, ma avete mai pensato che colarmente difficile prevenire la malattia in quanto il pappataceo è il vostro bracco potrebbe convivere con la malattia, accompagnarvi molto piccolo e non viene fermato dalle normali zanzariere. E’ buona ancora per diverse stagioni venatorie e stare con voi per tantissimo norma però utilizzare sul cane prodotti repellenti per le zanzare ed tempo? effettuare frequenti interventi di disinfestazione dei locali di ricovero Tutto ciò non è difficile: l’importante è essere costanti nella terapia e dei cani con insetticidi a base di piretroidi sintetici. tenere sotto controllo l’animale. Gli studi condotti sinora sulla malattia non hanno portato alcuna noviMa analizziamola un po’ da vicino..... tà e non offrono nessuna speranza a tutte quelle persone che quotidiaL’agente eziologico della malattia è la Leishmania. namente lottano per salvare la vita del proprio bracco; considerando Bisogna però sapere che affinchè avvenga il contagio c’è bisogno del la velocità con la quale si diffonde (in Sardegna viene diagnosticata cosiddetto VETTORE cioè di un evento che permette di trasferire la spesso in età giovanile) mi chiedo: è possibile che tra le cause di larva di leishmania da un individuo all’altro: questo compito è svolto, contagio esista una valenza genetica e che quindi sia a madre o il nel nostro caso, da un PAPPATACEO che è un particolare tipo di zanpadre a trasmettere la leishmaniosi sin dalla gravidanza o addirittura zara molto piccolo che si nutre succhiando il sangue degli animali. al momento del concepimento? Quando la zanzara si nutre da un cane malato di leishmaniosi può sucUn bel quesito da sottoporre ai nostri veterinari SABI e che necessita di una esauriente risposta. LA RISPOSTA DEL DR. BELLODI Grazie per la lettera che ha inviato alla SABI e alla quale mi è stato chiesto di rispondere. I quesiti che lei ha posto sono tutti precisi ed estremamente importanti ed io vorrei cercare di tranquillizzarla sotto tutti gli aspetti. Innanzitutto lei chiede se è possibile una “ valenza” genetica della malattia e le posso subito rispondere di no assolutamente, perchè non è possibile che i geni possano trasmettere un protozoo. Posso dirle che per mia esperienza ho constatato che è più facile il contagio in animali che geneticamente trasmettono un pigmento chiaro e con pelle spessa con conseguente maggiore secrezione sebacea (tipica dei mantelli melati), ma questo non lo posso dimostrare, inoltre non è mai stato dimostrato che il contagio possa avvenire per via transplacentare durante la vita intrauterina del feto, tanto meno al momento del concepimento. Non è neppure vero che la trasmissione possa avvenire tutto l’anno, ma solo nei mesi nei quali sono presenti flebotomi responsabili, soltanto la manifestazione dei sintomi clinici può verificarsi in qualsiasi momento dell’anno. Per quel che riguarda l’armamentario terapeutico da lei riportato, si sa che gli antimoniati sono tuttora i più usati, ma che non hanno mai portato ad una guarigione clinica, ma solo ad una riduzione della gravità sintomatica. Oggi per la terapia si può usare (ed è già stato fatto da molti colleghi) lo stesso farmaco usato per curare l’uomo che ha portato a guarigioni definitive e testate in quasi tutti i casi, ma si tratta di un rimedio difficile da reperire e terribilmente costoso tale da far buttare la spugna a tanti proprietari. Purtroppo la malattia ha avuto la sfortuna di non essere stata per anni sufficientemente considerata da chi fa ricerca perchè circoscritta a poche aree del sud dei Paesi e per questo non sono mai stati approntati efficaci vaccini per la profilassi. Oggi finalmente esiste un primo rimedio vaccinale che viene prodotto in Brasile ed è già stato sperimentato in Italia presso la Facoltà di Veterinaria di Napoli. Tale farmaco sembra funzionare perfettamente tanto che dal 2007 lo avremo in distribuzione al pubblico. Potremo dunque definitivamente allontanare lo spauracchio senza gravi problemi per il portafoglio. il Bracco italiano • Settembre 2006 - n. 3 CONVEGNO E RADUNO A CALDES di GIANERCOLE MENTASTI Ho avuto il piacere il 25 giugno scorso di giudicare a Caldes, nel Trentino; il Raduno nazionale dei Bracchi Italiani. Un piacere ricco di ricordi. Venni per la prima volta a Caldes anni fa, sempre a un “raduno- convegno” sui bracchi ed il relatore principale era Paolino Ciceri, il “maestro” di tutti gli appassionati del Bracco Italiano della mia generazione. Quest’anno, non solo ospiti di Caldes, ma anche del caro amico Colombo Manfroni, anfitrione, con la gentile consorte, di particolare gentilezza e signorilità. Convegno sui Bracchi. Sembra di non aver più nulla da dire , oppure il solito argomento: stato della razza al giorno d’oggi. Ed invece non è così. In un bellissimo,, caldo, accogliente locale , con arredi d’epoca , di casa Colombo Manfroni, che poi è uno dei più bei palazzi del paese, si è a lungo dissertato , fra un gruppo di cinotecnici braccofili sul soma e sul carattere, sull’utilizzo, sull’allevamento, sulla diffusione di questa razza , divagando dal tema, che definire magnifica è ricadere nei soliti luoghi comuni, ma che è veramente tale, RADUNO DI CALDES 2006 Il BIS Ch Ariale dell’Oltrepò di Garanzini perchè offre all’allevatore , al propritario, all’utilizzatore tutto quello che ognuno di noi si aspetta. Magnifico è un aggettivo per il Bracco Italiano che va ancora più in là del bello. Magnifico perchè ha tutto. Il raduno di Caldes ha confermato ancora una volta che la meta del bello e bravo non solo è stata raggiunta, ma si mantiene costante. Lo testimonia il fatto che la miglior femmina ed il miglior maschio, nelle esposizioni , provengono quasi sempre dalla classe lavoro. Dopo il convegno l’esposizione. Come giudice sono stato felice di constatare quanto sia difficile, se non impossibile , assegnare il MB, tanto da far pensare che sarebbe da formulare solo una classifica, in quanto le qualifiche sono nella fascia dell’eccellenza. La nota che maggiormente colpisce chi giudica, oltre alla costante presenza delle caratteristiche somatiche irrinunciabili di razza, è la tipica andatura che fa del Bracco Italiano una razza unica e sola. Vi sono molti modi di trottare ma quello del nostro bracco in cerca dell’emanazione liberata dal selvatico , ancor più quando è entrata nelle sue narici, è irripetibile. Tutte queste mie convinzioni, a Caldes , con mio gran piacere, sono state confermate. I risultati, che trovate al termine di queste mie note, sono una dovuta sintesi, che magari da tutti non può essere condivisa, ma che non inficiano il giudizio generale del raduno che non può non essere che largamente positivo. Brava SABI, continua per questa via che è quella giusta per mantenere la validità di questa razza : produrre soggetti belli e bravi, perchè quella bellezza è quella che conduce alla bravura. Grazie ancora per avermi concesso l’onore di giudicare in un tuo Raduno. CLASSIFICHE DEL RADUNO Maschi BA Campioni 1° Ecc Plutone dei Bricchi prop Gaggero Libera 1° Ecc Taimaut dell’Oltrepò prop Garanzini Lavoro 1° Ecc CAC Saturnino di Cascina Croce prop Gritti Giovani Zeno prop Tori Femmine BA Libera 1° Ecc Diana di Montericco prop Tori Lavoro 1° Ecc CAC Brina prop Garanzini Maschi RM Campioni Ariale dell’Oltrepò prop Garanzini Libera 1° Ecc Uncher di Trebisonda prop Pancheri Lavoro 1° Ecc CAC Argo prop Coppiello Giovani 1° Ecc Toledo dei Sanchi prop Sanchi Femmine RM Libera 1° MB Pamela di Trebisonda prop Pancheri Lavoro 1° Ecc CAC Aidi d’Aleria prop Evangelisti MIGLIORE DI RAZZA Ariale dell’Oltrepò il Bracco italiano • Settembre 2006 - n. 3 QUALE FUTURO PER IL BRACCO ITALIANO Spero a caccia!. gue e dinamismo (è grazie a loro se siamo di CLAUDIO CORTESI E il discorso potrebbe finire qui, con queusciti dalla crisi della razza); ste tre parole di un ermetismo che neanche Ungaretti!. Però 2. In futuro dobbiamo comunque dare sempre più imporvisto che non siamo poeti ma semplici cinofili-cacciatori credo tanza alle caratteristiche squisitamente venatorie: ferche l’argomento meriti un maggiore approfondimento. ma, sagacia, fantasia, intelligenza ( raggiunto l’obiettivo del bracco che va bisogna puntare sul bracco che va Questo era uno degli appassionanti temi dell’ultimo convegno a caccia); cinofilo di Caldes squisitamente organizzato dal Dottor Co3. Il bracco italiano sarà sempre un cane di “nicchia”(cambio lombo Manfroni e signora, al quale purtroppo non ho potuto terminologia per non chiamarlo sempre cane d’amatopartecipare. Pertanto chiedo ospitalità al giornalino per dare il re), perciò dobbiamo puntare su un miglioramento quamio modesto contributo ed esporre la mia opinione in propolitativo piuttosto che un incremento quantitativo della sito. razza. Partirei mettendo a fuoco quelle che a mio avviso sono gli interrogativi su cui ponderare: 1. Situazione della caccia attuale e suo futuro prossimo; 2. Quali riferimenti dobbiamo avere per selezionare il bracco italiano; 3. Differenze tra i giudici di prove del futuro rispetto a quelli del passato; 4. Quale futuro per il bracco italiano. Io difendo questi tre punti fermi: 1. La selezione del bracco italiano si fa sulle prove di lavoro perciò sui cani che dimostrano di possedere san- Situazione della caccia. La caccia di oggigiorno in Italia, al di la della crisi congenita in cui si trova, è regolata come non mai da due componenti: La residenza anagrafica del cacciatore e le sue disponibilità finanziarie. Infatti, con l’avvento degli ambiti e dei comprensori che ci vincolano ai territori di residenza ben diversa è la situazione tra il cacciatore cinofilo che può frequentare la zona Alpi, piuttosto che un ampio territorio collinare o estesissime pianure non frammentate da continue opere dell’uomo e quel poveretto che abita nelle grandi metropoli o nell’immediata cerchia periferica. È ovvio che il primo potrà praticare una caccia seria e trarne beneficio per se e per i suoi cani, il secondo se non vuole aderire alle discutibili “fagianate” del sabato mattina si limiterà in massima parte a passeggiare “portandosi dietro il fucile” come si è usi dire dalle mie parti e facendo correre il cane davanti a se. Si può ovviare a questa situazione cercandosi una quota in una buona riserva ( come se ce ne fossero tante!) o frequentando località venatorie all’estero ( ovviamente non con lo spirito di sparare cinquecento cartucce in quattro giorni come ci promettono e ci invogliano a fare molte nostre discutibili agenzie di viaggi venatori). Tutte occupazioni amene e rilassanti ma che implicano un buon conto in banca e che non tutti possono permettersi. Infatti la maggior parte di noi prepara i cani entrando sistematicamente in bandite e ZRC e rischiando sanzioni esagerate. il Bracco italiano • Settembre 2006 - n. 3 Selezione del cane da ferma. Sono convinto che la selezione del cane da ferma si faccia sui soggetti che emergono alle prove di lavoro e questo lo dicono i principi della selezione zootecnica che da sempre vedono nelle prove lo strumento base per identificare i migliori soggetti da avviare alla riproduzione selezionata. Certamente ci saranno in giro per l’Italia alcuni bracchi italiani validissimi cacciatori e puri morfologicamente che i loro proprietari misogini e testardi si ostinano a tenere nascosti a non portare a prove ed expo (io non credo siano molti, anche perché ognuno di noi appassionato ne sarebbe in qualche modo a conoscenza per quanto riguarda la zona geografica che frequentiamo, e in qualche modo ci saremmo messi in contatto con queste persone). Perciò le prove di lavoro restano lo strumento primario per fare selezione. Dovrebbero anche essere il miglior canale per far conoscere il bracco italiano ai cacciatori ed aumentare tra di loro la diffusione della razza. Purtroppo, per ovvi motivi logistici, le prove più frequentate dal pubblico sono le classiche a quaglie. Forse è un mio personalissimo punto di vista ma credo che queste sono le manifestazioni meno adatte per far emergere le doti intrinseche del bracco italiano. (Io personalmente preferisco recarmi alle prove a quaglie per vedere gli inglesi) e lo spettatore non braccofilo probabilmente rimarrà più impressionato dalla prestazione di un setter, di un pointer o di un breton e in base a ciò magari orienterà la sua scelta futura. Probabilmente sarebbe stato diverso se si fosse recato ad una prova tra i calanchi dell’Appennino od ad una caccia a starne come si deve. Ma quanti si recano in quei luoghi?. Gli esperti giudici del futuro. Così come cani e cacciatori penso che anche i giudici di prove di lavoro risentano pesantemente della crisi della caccia e della rarefazione della selvaggina valida. Tra qualche anno, grazie anche alla delibera di prepensionamento dei giudici settantacinquenni, non ci sarà più in Italia un esperto che avrà cacciato in vita sua le starne italiche naturali e sempre meno che conosce selvaggina specialistica ( beccacce, beccaccini, selvaggina di monte), perché per sua sfortuna (in senso venatorio) abita a Sesto San Giovanni o a Moncalieri, a Trastevere o a Fuorigrotta e gli attuali ATC gli impediscono di recarsi a caccia fuori dagli ambiti di residenza. Pertanto la preparazione del futuro giudice si farà anche su selvaggina di allevamento. Credo che questo incida pesantemente sulla sua cultura cinofila e sui criteri in base ai quali un domani dovrà giudicare il comportamento di un cane in una prova di lavoro. Il futuro del bracco italiano. Le considerazioni esposte nei punti precedenti erano strumentali e preparatorie per affrontare questo quesito che è poi il tema del convegno di Caldes. Dico subito che non sono favorevole all’obiettivo di un incremento quantitativo della diffusione del bracco italiano ad ogni costo e fine a se stesso.. A chi gioverebbe?. Per la soddisfazione di vedere distanziati gli spinoni e raggiunti o superati Drahthaar ed irlandesi?. A chi può interessare questa classifica avulsa da ogni significato zootecnico?. Mi sembra un misero traguardo se non si migliora anche in qualità, e penso sia impossibile pensare oggi ad un incremento sia qualitativo che quantitativo della razza vista la crisi irreversibile della caccia.. Aprire le porte ai bracchi italiani come cani da compagnia? Sarebbe la fine di secoli di lavoro. Peraltro abbiamo davanti agli occhi gli esempi non certo edificanti delle razze da caccia che questa scelta l’hanno già fatta anni or sono. Dunque cani da compagnia solo per piazzare i soggetti inetti alla caccia e per scongiurare tristi destini a queste povere bestie. Possibilmente cedendoli senza certificato e raccomandando al nuovo proprietario di non usarli per la riproduzione. Il fiore all’occhiello della SABI è la ricerca dei cani belli tra i più bravi. Nessuna società specializzata si muove bene come noi in questa direzione. Sono assolutamente d’accordo con chi afferma che la ricerca del bello e bravo si scontra con l’obiettivo di un incremento quantitativo della razza. Le due cose sono antitetiche. Pertanto, vista anche le difficoltà in cui si trova la caccia, ora come mai dobbiamo puntare sul miglioramento qualitativo del nostro cane. La razza sta bene, è in salute. I nostri allevatori hanno lavorato con giudizio e competenza in questi decenni. Il bracco è sano, è avido, prende tanto terreno, si vedono a caccia e alle prove sempre meno pelandroni. Mi sento di poter affermare che stiamo vincendo la battaglia contro chi guardava con ironica sufficienza i nostro cani. A mio avviso la sfida del futuro è promuovere il bracco che a parità di mezzi locomotori dimostri grande istinto di ferma, positività, fantasia e intelligenza nella cerca, cioè tutte doti squisitamente venatorie (che diciamocelo onestamente: non si ravvisano in tutti i cani da prova attuali). In buona sostanza dobbiamo consolidare il concetto che il cane da prove deve essere il più formidabile cane da caccia. Questo bracco dovrà essere il grande razzatore del domani. Meglio un bracco che apre qualche metro in meno, ma sia più positivo e arrivi più facilmente e frequentemente a fermare deciso il selvatico dopo averlo avventato in bello stile di razza bracca. Credo che questo sia il cane che volevano consegnarci i grandi braccofili del passato. E penso sia questo il bracco che dobbiamo tramandare ai nostri figli. Un ultimo capitoletto piccolo piccolo per trattare brevemente un argomento che anche il solo parlarne mi spaventa: l’ipotesi del divieto del taglio delle code. Non mi addentro nella questione, ma rivolgo una raccomandazione a tutti noi braccofili, consiglieri e non. Vigiliamo attentamente, non lasciamoci prendere in contropiede; specialmente chi tra di noi ha incarichi istituzionali presso l’Enci o partecipa a certe commissioni e gruppi cinofili. Non vorrei che mentre noi discutiamo animatamente su riproduzione selezionata, trotto serrato o allungato, importanza degli accertamenti e della presa di punto, un tale dall’oggi al domani ci obbligasse ad andare a caccia con uno di quegli obbrobri che tutti noi abbiamo avuto la sventura di osservare in manifestazioni ove erano presenti certi braccofili d’oltralpe. Sarebbe la fine di tutto!. 10 il Bracco italiano • Settembre 2006 - n. 3 bello e bravo Quindici edizioni. oggi ci ha consentito di raggiungere i livelli di GIOVANNI BARBIERI Non male per una iniziativa che qualcuno in attuali. un passato, fortunatamente lontano, aveva cercato in tutti i modi di Veniamo alla cronaca. ostacolare. Si è imposto dopo un bel duello con una importantissima femmina Quindici anni di successi per una formula che poi è stata abbondanqual’è Atena di Cascina Croce, Taimaut dell’Oltrepò di Garanzini temente copiata anche da altre Società Specializzate. che ha bissato il successo di Piacenza. Quindici anni che hanno visto crescere costantemente il numero dei Una nota a margine: numerosissime le classi libere sia nei maschi presenti facendo si che il Trofeo Bello & Bravo di Terni divenisse sia nelle femmine, cosa che a Terni non era mai stata particolarmenl’appuntamento estivo più importante della SABI. te evidente per il gran numero di cani presentato dai professionisti, Quest’anno l’impegno della Delegazione Umbra, che di fatto orcani che avevano quasi tutti la prova di lavoro. ganizza la manifestazione, è stato premiato sia da nuove presenze Ora con la nuova normativa ENCI, non felicissima direi, che preveitaliane come il gruppo di soci siciliani guidati dal delegato Raffaele de la qualifica per la classe lavoro ottenuta solo in zone DOC, si è Fede e da Giovanni Capone giunto dalla Puglia (finalmente il Sud!) alzata la soglia e le classi intermedie sono affollatissime: il Bello & che dalla riconferma di soliti abituè come la braccofila tedesca JeaBravo sarà ancora più difficile. nette Koepsel che ormai da anni parte da Berlino per non mancare a Al termine ognuno libero di organizzarsi la serata, per i buongustai questo appuntamento umbro. a fianco del luogo del Raduno, c’era un invitante Sagra del piccioAppuntamento che quest’anno è andato un po’ fuori della tradizione naccio (Colombaccio) che in Umbria gode di una tradizione antidato che sabato pomeriggio, poco prima dell’inizio del Raduno, un chissima. L’intero Consiglio, invece, insieme ai Giudici ed al Detemporale tremendo ha reso inagibili i ring, bagnando tutto quello legato Antonellini sono stati invece invitati per una eccellente cena che poteva essere bagnato e provocando un ritardo di ben due ore da Amalia Ricci, socia romana, innamoratissima dei bracchi ma non sulla tabella di marcia. cacciatrice, a quando una bella cacciata insieme a noi signora? Colombo Manfroni, Evangelisti ed Alessandra Gaggero, all’esordio Mario Di Pinto, ospite d’onore, ha voluto partecipare portando con i bracchi italiani, hanno giudicato i 68 partecipanti : dall’alto mozzarelle di bufala dalla Campania, c’è stato un assalto all’arma della loro esperienza Colombo Manfroni ed Evangelisti, con molta bianca....... precisione Alessandra che ha redatto relazioni accuratissime come La pioggia però non ha procurato danni solo per il raduno. sempre dovrebbero essere quelle dei raduni. L’indomani mattina prova di lavoro per 55 bracchi suddivisi in 5 Complimenti! si vede che ama e conosce la razza. batterie giudicate da Colombo Manfroni, Evangelisti, Di Pinto, BoC’è stato qualche mugugno, forse un po’ eccessivo, tra gli esposivicelli e Mantovani. tori. Il Presidente nell’articolo di fondo affronta il problema ed io Leggerete le relazioni sull’annuario del prossimo anno, ma vi gasottoscrivo in toto quanto da lui asserito, voglio solo ricordare che rantisco che escluso poche eccezioni sono stati presentati soggetti di lo standard è si uno strumento preciso che fissa i paletti di ciascuna buona qualità, il risultato è stato però modestissimo, un solo cane in razza , ma al suo interno ci sono margini ampi entro i quali giudicare classifica Aristeo dell’Oltrepò di Scevi condotto da Rebaschio con un soggetto; voglio dire che lo standard non è un adesivo da applical’ECC. e conseguente assegnazione del Trofeo Bello & Bravo. re su ciascun cane, perchè altrimenti basterebbe una sola qualifica, Una vittoria che viste le condizioni la dice lunga sulle qualità di queinvece c’è bisogno di più giudizi dati da Giudici diversi per arrivare sto bracco che anche nella difficilissima speciale di Piacenza aveva ai massimi livelli e quindi ci può pure stare se c’è disparità di giudiottenuto un meritatissimo 2° Ecc. Congratulazioni! zio tra un giudice ed un altro, forse faremmo bene , tutti, a rileggere Scrivo queste note a distanza di un mese dalla prova, quindi ho fatto il significato delle qualifiche riportato in fondo al libretto del cane: decantare la delusione! Perchè credetemi i primi ad essere rammaci renderemmo conto che MB o B non significa distruggere un cane. ricati se non ci sono cani in classifica sono gli organizzatori che in Poi via, non si può fare un dramma per una qualifica non ideale, genere mostrano con orgoglio le Zone che hanno a disposizione. a chi, anche con un’ottima carriera di studi, non è andato male un Invece quest’anno le poche covate di Valleantica così come di esame? Fiaiola e l’aggiunta di quel tipico fenomeno del “caldo/freddo”, doPartiamo dal presupposto che i giudici esperti, soprattutto nei raduvuto alla pioggia del sabato, hanno reso impossibile portare cani in ni, sono particolarmente rigorosi perchè è da li che devono passare classifica. i campioni e ci renderemo conto che è il rigore quello che fino ad C’è da dire comunque che le prove estive proprio per le particolari condizioni climatiche sono tra le prove più difficili in assoluto, certo con animali di fresca immissione questi pericoli non si corrono, ma la qualità e dunque la selezione hanno un prezzo che ben volentieri va pagato. Però al di là degli scarsi risultati tecnici è stata una vera e propria festa dei braccofili in un clima amichevole e solidale che non può non fare piacere. Questa è la strada giusta e così dovremo continuare perchè solo lavorando in armonia tutti verso un unico obiettivo, anche se con ruoli diversi, potremo tutelare al meglio la nostra razza. Un’ultima annotazione: sono stati presentati i nuovi gadget della SABI realizzati da Riccardo Soderi e da Claudio Gritti: gilet, borsoni, cappellini, t shirt hanno avuto un’ottima accoglienza, per chi ne fosse rimasto privo diamo appuntamento ai prossimi raduni. 11 il Bracco italiano • Settembre 2006 - n. 3 LE CLASSIFICHE DI TERNI RADUNO MASCHI BIANCO ARANCIO Cl. Campioni 1° Ecc Zorro prop Garanzini Cl Libera 1° Ecc Taimaut dell’Oltrepò prop. Garanzini Cl. Lavoro 1° Ecc CAC Quasimodo di Casamassima prop. Scevi Cl. Giovani Zeno prop. Tori FEMMINE BIANCO ARANCIO Cl. Campioni 1° Ecc Teodora prop. Bottero Cl Libera 1° Ecc Atena di Cascina Croce prop. Camporiondo Cl Lavoro 1° Ecc CAC Brina prop Garanzini MASCHI ROANO MARRONE Cl Campioni 1° Ecc Ariale dell’Oltrepò prop Garanzini Cl Libera 1° Ecc Mikonos prop. Koepsel Cl Lavoro 1° Ecc CAC Argo prop. Coppiello Cl Giovani 1° Ecc Taro della Vallesanta Prop. Ciappetta FEMMINE ROANO MARRONI Cl Campioni 1° Ecc Tosca prop. Casetti Cl Lavoro 1° Ecc CAC Peppa del Boscaccio Prop. Tirotti Cl Giovani 1° Ecc Idra prop Petrini BOB Taimaut dell’Oltrepò PROVA Giudice Evangelisti 1° Ecc Aristeo dell’Oltrepò cond Rebaschio prop Scevi TROFEO BELLO E BRAVO Aristeo dell’Oltrepò prop. Scevi 12 il Bracco italiano • Settembre 2006 - n. 3 LA SABI A LONGARONE di FRANCESCONI MANUEL Il primo fine settimana di maggio, si è tenuta presso il quartiere fieristico di Longarone (BL), la fiera della “caccia, pesca e natura”, una delle più importanti del settore con circa 30.000 visite da parte di appassionati provenienti da tutta Europa. In seno alla manifestazione c’era anche l’angolo dedicato alla cinofilia e alle varie razze dei cani da caccia. Grazie all’amico Miglioranza Giuseppe, responsabile del “reparto” cinofilia, siamo stati invitati in rappresentanza del nostro amato Bracco Italiano e della SABI, abbiamo avuto così il piacere di organizzare e allestire gli spazi a noi affidati e per circa un mese ci siamo improvvisati tipografi, fotografi, topi di biblioteca, artisti, il tutto per reperire il materiale e preparare al meglio lo stand.. Il Venerdì sera nel vedere i padiglioni dei vari commercianti allestiti si respirava già profumo di caccia e le doppiette da collezione esposte facevano sognare. Al sabato, già dalle prime ore del mattino, ci rendiamo conto che la manifestazione è un successo, in moltissimi si sono soffermati al nostro stand perché cacciatori interessati ad avvicinarsi al mondo del Bracco Italiano, tra questi tantissimi giovani (forse finalmente il preconcetto che il B.I. non sia un bravo ausiliare sta scomparendo), moltissimi anche gli appassionati che già utilizzano il B.I. nelle loro giornate di caccia, moltissimi i curiosi. Parlando con i vari cacciatori che utilizzano il B.I. quasi tutti si sono detti soddisfatti, per non dire entusiasti, e la cosa penso sia davvero confortante. Sul posto oltre a me e Magda presenti anche le nostre tre bracche Aida e Rosa dell’Angelo del Summano (dette Dafne e Alice) e Zampa del Monte Alago (detta Diana), anche loro hanno contribuito a pubblicizzare il B.I., infatti per 3 giorni, rigorosamente senza guinzaglio, si sono esibite in “fantastici lacet” da un estremo all’altro dello stand, per non farsi sfuggire le carezze e gli apprezzamenti dei visitatori. Avevamo inoltre predisposto uno schermo con fotografie ed immagini di caccia e prove, per smentire immediatamente coloro i quali sono ancora convinti che il bracco italiano sia un specie di “grosso bufalo” che a caccia sta sempre in mezzo ai piedi, vi assicuro che molti si sono dovuti ricredere. Alla sera dell’ultimo giorno, mentre smantellavamo il materiale, la soddisfazione per quello che eravamo riusciti, nel nostro piccolo, a fare, superava ogni cosa persino la stanchezza. A riprova che tutto è andato al meglio è arrivato anche l’invito per la manifestazione del prossimo anno, quindi per i primi di maggio 2007 non prendete impegni!!!! ............................ e AL GAME FAIR ........E AL GAME FAIR di FRANCESCO ROSSI Anche quest’anno il 19,20 e 21 maggio a Bracciano, provincia di Roma, nella Tenta S. Barbara , si è svolto l’ormai consueta e seguitissima manifestazione chiamata “Game Fair”. In questa manifestazione, che si svolge in un lembo di splendida campagna laziale, sono messe in mostra ed anche vissute tutte quelle attività svolte all’aria aperta. Folta la partecipazione di appassionati interessati alle dimostrazioni di attività venatorie, pesca, sport equestri ed altre. Nel contesto dell’attività venatoria vi è stata una massiccia presenza di industrie armiere e di abbigliamento sportivo. Nutrita l’adesione delle varie società specializzate per le varie razze di cani da seguita, da riporto, da ferma. Quest’anno, dopo alcuni anni di latitanza dovuta probabilmente al costo dello stand , si è rivista la nostra SABI , con l’interessamento e la spinta organizzativa del Consigliere Giovanni Barbieri e del Delegato del Lazio Giorgio Pace, la SABI ha avuto il suo spazio a questa manifestazione, che va detto, richiama sempre un notevole numero di partecipanti, appassionati cacciatori e cinofili. Lo stand quest’anno forse non è stato particolarmente curato a causa della mancanza di tempo per reperire materiale adeguato ad organizzare il nostro spazio , ciò nonostante è stato visitato ed anche solo ammirato da molti cacciatori e cino- fili, a riprova dell’interesse che sta sollevando sempre di più il bracco italiano nel mondo cinofilo venatorio. Molte persone hanno chiesto ai volenterosi soci laziali, presenti allo stand, notizie sulla razza, più di qualcuno ha effettuato l’iscrizione alla Società o ha chiesto le modalità per effettuarla, altri hanno chiesto indicazioni di cucciolate o di allevatori presso cui acquistare un cucciolo. Qualcuno (e come poteva mancare) ha intavolato il solito discorso sulla scarsa esuberanza del nostro bracco, concetto questo che è duro a morire , ma nessuno si perita di andare a vedere i nostri cani in mano ai cacciatori. Oserei dire, e mi si passi la battuta, che oggi il bracco italiano più che stare tra i piedi del proprio padrone sta tra i piedi degli altri cacciatori per quanto terreno è solito prendere quando ne ha a disposizione. Tutto comunque serve a farci conoscere e a dare della nostra razza una visione nuova e attuale al passo con i tempi. In definitiva, questa del Game Fair è stata una presenza più che positiva, ci ha fatto mettere le basi e nello stesso tempo ci ha permesso di cogliere idee per una migliore organizzazione futura. Inoltre, credo che questa manifestazione possa essere annoverata tra quelle iniziative che la SABI deve tenere in considerazione per lo sviluppo e la conoscenza del nostro Bracco Italiano 13 il Bracco italiano • Settembre 2006 - n. 3 PAR CONDICIO di ANNAMARIA MATTEUZZI SCOTTO Per i grandi non c’è bisogno di parole, per loro parlano i fatti. Ma c’è un terzo ” ragazzo” , di cui vi voglio parlare , oltre ai due già raccontati: Angelo Giacchero Infatuato dei Bracchi, lui marinaio di nascita, col sale sulla pelle, già colorato anche in pieno inverno, è salito sul nido dell’aquila per fare di quel bricco il suo nido, per la sua compagna e per i suoi amati bracchi. Sono andata a trovarlo; forse il canile è più grande della sua casina , là sull’Appennino Ligure. Quando c’è la neve lo spettacolo è meraviglioso, si è sospesi tra cielo e terra su una nuvola di panna. Molto restio ai complimenti, è molto poco comunicativo con i suoi simili, ma vi assicuro c’è ottima intesa e complicità con i suoi cani e questo è in fondo quello che conta . Ha già raggiunto brillanti risultati, ma la strada è ancora lunga e non certo facile per questo ragazzone dai capelli (quando ci sono) biondi come l’oro rosso CALENDARIO 2007 Il tema del Calendario 2007 sarà IL BRACCO AL TROTTO Preghiamo quindi chi volesse inviare fotografie di volersi attenere all’argomento prescelto. Le fotografie vanno inviate a : Mauro Nerviani c/o Officine Nerviani SS. 32 n° 23/aA 28050 Pombia Sono preferibili le foto su carta. Eventuali foto via e-mail devono essere inviate con risoluzione di 300 dpi possibilmente una per una al seguente indirizzo: [email protected] Si invitano i soci a partecipare fattivamente con le foto ed a contribuire finanziariamente ricordando l’alto fine umanitario dell’iniziativa. La scelta delle foto verrà effettuata direttamente dall’Editore senza alcun coinvolgimento della SABI. CRUFT di GIOVANNI CAPONE Nella mia carriera di espositore la mia Selva di Paludelonga, oltre ad aver conquistato i titoli per numerosi campionati di bellezza in Italia ed in diversi paesi esteri mi ha dato la soddisfazione di classificarsi per il CRUFT. Visto che ora sono libero dagli impegni di lavoro, mi sono voluta levare la soddisfazione di farmi un viaggetto in Inghilterra. Il numero di cani presenti è impressionante (circa 25.000 cani nei 4 giorni), l’organizzazione è sconvolgente, e le presenze per ogni razza sono di enorme rilievo (400/500 setter inglesi, pointer, setter gordon ed irlandesi, e stessi numeri per le altre razze comprese quelle da caccia che da noi scarseggiano sempre !!!!) Purtroppo non ha potuto partecipare all’esposizione, forse la più prestigiosa al mondo, in quanto la nostra amata razza non è riconosciuta dal Kennel Club Inglese. Devo confessare che vedere un ring con 160 Spinoni Italiani e nessun Bracco Italiano, mi ha dato fastidio. Fra gli stands promozionali delle varie razze, però era presente anche lo stand del Bracco Italiano e mi sono avvicinato per conoscere di persona l’appassionato della nostra razza in terra inglese. Ho constatato di persona che anche lì il bracco ha colpito. Mr. John era proprio innamorato dei suoi bracconi !!!!! Mr. J. Hayward , ha gradito la mia visita e mi sono sentito in dovere di fargli dono del mio distintivo della SABI. Mi ha confermato che si sta interessando per il riconoscimento della razza, e che la difficoltà dipende dal numero di soggetti iscritti nei libri genealogici. I riferimenti possiamo trovarli sul sito della “Bracco Italiano Society” www.bracco-italiano.co.uk ([email protected] oppure tramite l’indirizzo di Mr. P. March [email protected]) Mi confermava che i suoi cani li utilizza anche per la caccia e che comunque sono ottimi cani da compagnia (nota negativa in quanto mi sembra che sia la loro attività prevalente). Mi auguro che questa positiva esperienza possa essere rivissuta in futuro in compagnia dei nostri amici a quattro zampe e che gli amici inglesi trovino interesse nei nostri bracchi per usarli a caccia sui loro magnifici territori. Giovanni Capone 14 il Bracco italiano • Settembre 2006 - n. 3 RICORDO DI FABIO VARZI mo fatto prendere anni fa un figlio di Gaur Non avevo mai pensato di scrivere in medi GIOVANNI BARBIERI di Montetricorno per una cagna di Laschi, moria di un amico, è un calice veramente amaro da ingoiare , ma ricordare Fabio Varzi, braccofilo, beccac- ne aveva tirato fuori un cane eccezionale. Ricordo le sue telefonaciaio , tra i primi soci della delegazione Umbria è un impegno a te , quando con la tipica cadenza dell’Alta Umbria, era di vicino cui non voglio sottrarmi. Città di Castello, mi diceva orgoglioso che i suoi amici setteristi lo Ho conosciuto Fabio molti anni fa quando avevo cominciato a andavano a cercare per cacciare insieme a lui perché come trovariunire nella delegazione Umbria i proprietari di bracchi della mia va le beccacce il suo bracco non c’erano né setter né pointer. regione, un amico comune, Alessandro Carpineti ci aveva messo Negli ultimi mesi era alla ricerca di un nuovo bracco per sostituire in contatto. Veniva dal mondo dei setter poi aveva conosciuto il Bracco Italiano ed era scoppiato l’amore per una razza che ti ruba il suo prematuramente scomparso , invece la notizia incredibile il cuore. Cacciatore autentico , beccacciaio vero non aveva voluto della sua morte improvvisa. mai abbandonare la caccia per impegnarsi di più nella cinofilia uf- Chiudo gli occhi e rivedo il suo sguardo buono e piango un amico ficiale: la caccia era la sua passione ed il connubio B&B, Bracchi che non c’è più. e Beccacce, lo esaltava. D’accordo con Moreno Panni gli aveva- Ciao Fabio. RICORDO DI MARCO CARIA Non è facile trovare le parole per ricordare da un’antica poesia, ma al tempo stesso era di STEFANO BELLOI un amico che tutto a un tratto non c’è più, un uomo di bontà infinita! o forse è meglio dire che non si vorrebbe mai doverle cercare Trascorrevamo ore insieme, tra un cioccolatino e un vin santo, anche in compagnia della moglie Letizia; avevo nuove e belle novità queste parole. Sul Professor Caria vorrei e potrei dire tanto, sono innumerevoli i da condividere con lui e, sinceramente, ero certo che ci saremmo ricordi che in questo momento mi corrono per la testa, ma amo la incontrati ancora, sempre nel soggiorno di casa sua, per parlarne sobrietà e così mi limito a pochi e semplici pensieri. un po’. Poi l’1 agosto, alla sera, si è spento andando via in modo Marco era un amico carissimo, un maestro di vita, il mio punto di riservato. riferimento in ogni aspetto legato alle passioni che ci univano: i Marco, questo è il saluto mio e di quanti sentono il dolore della bracchi italiani e la caccia. Sua scomparsa; ed anche un ricordo di Lei per tutti coloro che non Era una persona dotata di grande intelligenza e cultura, con un hanno avuto la fortuna di conoscerLa. Personalmente, Le rivolcarattere estremamente forte, di animo nobile e capace di estremo gerò un pensiero ogni volta che accarezzerò uno dei nostri amati affetto. bracchi e quando mi troverò nei sentieri che, insieme, abbiamo Da anni la malattia lo aveva segnato ma, sorretto dalla cara moglie percorso alla ricerca delle beccacce. Letizia, dalla figlia Costanza e dal genero Ettore, stimolato anche La delegazione Sardegna, in persona di Davide Ebau, si associa dalla grande passione per i bracchi e la caccia, trovava ancora nel saluto del caro Marco Caria. la forza per resistere e andare avanti. Ho visto Marco Caria una sola Quando negli ultimi mesi mi volta, quando è venuto a visiaccorsi che le sue difficoltà tare la mia famiglia, qualche crescevano, provai ancora a anno fa. Da allora, solo telefonate e lunghissime e-mail. Ma spronarlo dicendogli: «coragquesto non ci ha impedito di gio Marco, ha ancora tanto da insegnarmi!». Così mi portava accomunare alcune cose, oltre a vedere i suoi bracchi: Circe all’amore per i Bracchi italiae Cocco; in quei momenti legni: lo sport, la poesia, la politigevo nei suoi occhi la voglia ca ...controcorrente!!! di condurli ancora nei colli D’ora innanzi, quando accenalla ricerca delle pernici, o nei derò queste “piccole lampadi“suoi” boschi a caccia delle ne” nella mia mente, sarà un beccacce. po’ come far rivivere l’amico Marco aveva un carattere Marco. forte ed era testardo, proprio come il vero nuorese descritto Alessandro Grecchi 15 il Bracco italiano • Settembre 2006 - n. 3 10° ANNIVERSARIO CLUB S.A.B.I. Raduno OLANDA di PAOLO POGGIO In un ottimo scenario e con una buona organizzazione, il 21 Maggio 2006 al Nuovo Lido di Waalwjk nei pressi di Eindhoven Olanda,si è svolto in occasione del 10° anniversario dalla sua fondazione, il Raduno del Club S.A.B.I. Olandese presieduto attualmente dal Signor Frans Krjbolder coadiuvato dai Signori, Rommert Hazenberg (Segretario) e Arian Turion, Henk Eelevelt , Marianne eelevelt consiglieri. Erano presenti 52 Bracchi dei 258 presenti in Olanda e Braccofili giunti dalla Scozia, dal Belgio e il sottoscritto dall’ Italia. Logicamente, grande presenza dei Bracchi dell’ Allevamento di Ala d’Oro di Jaap e Tina Muller, seguito dall’ Allevamento Dei Vicini del Monastero di Marieke Hamakers e dagli ottimi soggetti presentati da Sonja Weber , comunque, a detta del Giudice Dr Alessandro EVANGELISTI, tutti ottimi soggetti. A farla da padrone, sono stati i Bracchi del Monte Alago piazzando 2 soggetti ai primi tre posti del Best finale. Si è aggiudicata il B.O.B. Asia del Monte Alago una Bracca BA di 14 mesi battendo la sua Mamma, la plurititolata Rivana del Monte Alago, ambedue di proprietà di GianPaolo Poggio e Valendino di Ala d’ Oro di Sonja Weber, già Ch Erupeo. L’alza bandiera, con inno Nazionale, è stato eseguito da un gruppo di Caccia con corni, che ha allietato tutta la manifestazione. Il Presidente Sig, Frans Krjbolder, ha chiuso la manifestazione, complimentandosi con il Dr Evangelisti e ringraziandolo per la perizia ed esperienza nei giudizi e augurando a tutti i partecipanti, un arrivederci al prossimo anno e possibilmente un numero superiore. CLASSIFICHE: Classe Baby Maschi 1° Promettente Asco del campo di Pini Classe Giovani Maschi 1° Ecc Penotto Pio Classe Intermedia maschi 1° Ecc Castellano di ala d’Oro Classe Libera Maschi 1° Ecc Ugo Valero dei Vicini del Monastero Classe Lavoro Maschi 1° Ecc Salvatore di Ala d’Oro Classe Veterani Femmine 1° Ecc Bice di cascina Croce Classe Allevamento Femmine 1° Ecc Gabana di Ala d’Oro Classe baby Femmine 1° Promettente Adina di Campo dei Pini Classe Giovani Femmine 1° Ecc C.A.C. B.O.B Asia del Monte Alago Classe Intermedia femmine 1° Ecc Miuccia Prada di Ala d’ Oro Classe Campioni Maschi 1° Ecc Ris C.A.C. Don Corleone di Ala d’ Oro Classe Veterani Maschi 1° Ecc Valentino di Ala d’Oro Classe Libera Femmine 1° Ecc ris C.A.C.la d’Oro Classe Allevamento Maschi 1° Ecc Tito Pedrini di Ala d’Oro Classe Campioni femmine 1° ECC Rivana del Monte Alago RINGRAZIAMENTI pregevoli risultati andando a vincere la prova classica su quaglie di Cervesina il 10 giugno con il 1° Ecc ed il X Campionato Nazionale ANLC a Rimini con la stessa qualifica. Complimenti anche a Rossi Ottavio qualificatosi 2° Ecc con Caruso di Cascina Croce nella Classica a quaglie speciali Bracchi Italiani a Burago (BG). di EDOARDO SACCO Sono socio della SABI e nutro una grande passione per i bracchi; ho avuto soggetti molto validi, sia in bellezza che in lavoro. Ora credo di poter presentare agli amanti braccofili un bracco maschio roano marrone che ha vinto il derby 2005. Tale soggetto, con grande riconoscenza per il privilegio che ho avuto dall’allevamento dell’Angelo del Summano del signor Segalla , è Balzan III, che in 85 giorni ha conseguito il titolo di campione di bellezza nazionale. Pur non togliendo nulla al cane desidero esprimere un ringraziamento al signor Petracchini Carlo, delegato di Torino, che con la sua passione e maestria ha portato il cane a tale risultato. Ringrazio la SABI per avermi dato questo spazio ed invio tante cordialità a tutti i braccofili. SEGNALAZIONI di MARIO GIUSSANI Complimenti al nostro socio Garanzini Ernestino che con Zorro ha ottenuto due Classe Lavoro Femmine 1° Ecc Nebbia Gucci di Ala d’Oro 16 il Bracco italiano • Settembre 2006 - n. 3 TROFEO DELLE DELEGAZIONI A SELVATICO ABBATTUTO AFV SAN FIORANO CAGLI (PU) DOMENICA 15 OTTOBRE 2006 SPECIALE A SELVATICO ABBATTUTO CAC In collaborazione con la Delegazione SABI di Pesaro e Ancona e con il Gruppo Cinofilo Cagliese GIURIA Bianconi Sergio Bucci Leandro Evangelisti Alessandro Principi Aldo Ritrovo Iscrizioni ore 7,00 presso la casa di caccia dell’AFV San Fiorano lungo la Provinciale Cagli-Pergola ( circa 2 Km da Cagli) via fax al n. 0721/804571 complete di tutti i dati utili per la predisposizione del catalogo Pernottamenti Albergo residence La Collinetta tel 0721/781541 Albergo La Terrazza sul Burano tel 0721/790396 Albergo Leon d’Oro Acqualagna tel 0721/798164-798608 Itinerario dal nord e dal sud: A 14 uscita Fano poi superstrada per Roma ed uscire a cagli dal centro E45 Orte–Cesena uscire a Bosco (dopo Perugia) seguire le indicazioni per Fano ed uscire a Cagli Informazioni tel (ore pasti) 0721/828933 cell 349/4675529 Il Regolamento del Trofeo delle Delegazioni a selvatico abbattuto è visionabile sul sito della SABI www.il bracco italiano.it Si ringrazia il sig. Francesco Romiti, gestore dell’AFV San Fiorano, per la preziosa collaborazione