il Bracco italiano • Settembre 2006 - n. 3
ANNO IX - Numero 3
Settembre 2006
IL BRACCO ITALIANO
Periodico tecnico di cultura cinofila della Società Amatori Bracco Italiano
Pubblicazione riservata ai soci della S.A.B.I., Direttore Responsabile: Dr Giuseppe Colombo Manfroni
Editore S.A.B.I. - Via Dosso, 7 - 26856 Mirabello di Senna Lodigiana (Lodi) - Autorizzazione del Tribunale di Voghera n. 135/98
Spedizione in abbonamento postale - 70% - Pavia
Stampa: Tipografia Zaffaroni snc - Via Al Corbè, 21 - Mozzate (CO)
CONSIDERAZIONI
In questo editoriale voglio considerare il comportamento di quei soci
che, nei raduni, nelle mostre speciali
e nelle prove speciali non accettano
le classifiche e le qualifiche assegnate dai Giudici/Esperti: ne contestano
la capacità e l’imparzialità mettendo
anche in dubbio la correttezza della
SABI.
Tra i contestatori vi sono pure alcuni
delegati.
Voglio ricordare loro che il delegato
è nominato dal Consiglio e che, pur
nella personale libertà di espressione, dovrebbe essere coerentemente
in sintonia con la dirigenza ed avere a cuore, oltre ai propri soggetti
allevati, prevalentemente la razza.
Ora voglio chiarire il meccanismo delle manifestazioni.
La Società Specializzata, che autorizza le prove speciali, sceglie i
giudici fra gli specialisti di razza dell’ENCI e che, nel confronto
fra i diversi soggetti di qualità hanno il compito di indirizzare l’allevamento.
Possono esserci diverse interpretazioni degli standard, può esserci
qualche errore di giudizio ma, dobbiamo riconoscere che, se il soggetto ha buone qualità, arriva comunque alla meta.
La passione per i propri soggetti a volte fa dimenticare gli standard
di razza.
E’ sempre stato così, ma non si erano mai create situazioni tanto
sgradevoli tra concorrenti e Giudici che portano disagi anche nella
Società.
La SABI concede prove speciali su selvaggina naturale nei territo-
ri idonei dove la selvaggina è vera
e dove il confronto fra i nostri cani
è estremamente difficile e i risultati,
specie nei mesi estivi, sono modesti
e limitati, ma riteniamo che questo
sial il sistema migliore per ottenere
un’ottima selezione di allevamento.
A Terni, con l’organizzazione di
Giovanni Barbieri, c’ è stata, come
sempre una buona partecipazione
qualitativa e quantitativa. Nella prova su 5 batterie di 11 cani ciascuna
si è classificato un solo soggetto ma
molti degli esclusi si erano brillantemente classificati nelle prove prima-
verili di Coltano e Poggibonsi.
Una delusione!
Forse causa di questi risultati è stato il caldo eccessivo con l’evaporazione del terreno dopo l’acquazzone (tutti sappiamo che a caccia
succede così).
D’altra parte è impossibile spostare la data della manifestazione in
una stagione più propizia, la Provincia non acconsente ed i terreni
sarebbero arati.
A Caldes, grazie alla collaborazione di Giuseppe Colombo Manfroni si è tenuto il convegno “Quale futuro per il Bracco Italiano”,
cui hanno partecipato numerosi braccofili, allevatori, appassionati
e giudici.
E’ stato un momento importante per l’indirizzo dell’allevamento.
Positivo per qualità anche il raduno del giorno successivo.
Giovanni Grecchi
La Redazione
Il Consiglio Direttivo ha deliberato recentemente di assegnare al Presidente un cellulare affinchè sia attivo un filo diretto con i soci,
che potranno chiamare il Dott. Grecchi al numero 334/6871848.
Raccomandiamo di farne buon uso!!
Ancora una volta per corredare di foto questo numero abbiamo dovuto “svaligiare” l’archivio di Lucio Marzano, che si è dimostrato
come sempre disponibile. Rinnoviamo l’invito a tutti i Soci per avere foto significative e per proposte su come vorrebbero il giornalino.
Per assoluta mancanza di spazio alcuni risultati di mostre speciali, raduni e prove verranno pubblicati con le relative foto sul prossimo numero, ce ne scusiamo con gli interessati.
Giovanni Barbieri
il Bracco italiano • Settembre 2006 - n. 3
L’ADDESTRAMENTO
DEL BRACCO
Non esiste un modo di addestrare valido
vi vede, obbligandolo a cercarvi, non vi
LUCIO MARZANO
per tutti i cani ed ancor meno per tutte le
preoccupate se non lo vedete per qualche
razze, sarà quindi fondamentale cercare di adattare il dressaggio minuto, appena si accorgerà di non sapere dove siete verrà lui a
al carattere del cane e premessa indispensabile sarà la profonda cercare voi e così facendo lo abituerete a prestare attenzione alla
conoscenza del carattere del soggetto.Quindi quando il cane è vostra posizione. Un cane trova il padrone molto più facilmente
giovane, fino circa 8-9 mesi, non sottoporremo il ns. ad alcu- di come il padrone possa trovare il cane. Anzi usando questo sina correzione ma lo lasceremo giocare cercando di capirne le stema otterrete anche il risultato di cacciare in silenzio , che non
reazioni ed il temperamento.I vari giochini, tipo la farfalla per è effetto trascurabile. Dirò di più, cacciando nel bosco, quando
vederlo fermare (a vista) ed i riporti fatti gettandogli oggettini vedo che il cane cerca diligentemente, dò di tanto in tanto una
o peluches, saranno piacevoli diversivi e basta, solo quando il sommessa voce allo scopo di far sapere al cane dove sono in
cane avrà imparato ad usare il naso, potremo vederne le doti modo che non interrompa il lavoro per cercarmi.
venatoria, non prima.
Se volete che il cane, parliamo di soggetti giovani ovviamenIl bracco Italiano è di norma (le generalizzazioni vanno escluse) te, entri in un bosco o in gerbido, non urlate chiamandolo ma
un cane di carattere dolce che mal sopporta le punizioni pesanti entrateci voi stessi, lui ci verrà con voi e più tardi fate segno
specie quando non le capisce, quindi finché non vi sarete resi col braccio, e se il cane non entra rimanete lì sul posto, il cane
conto di quale sia la “tempra” del soggetto sarà bene utilizzare andrà e verrà alcune volte, finché capirà e farà quello che voi
più i premi che i castighi. se invece vi accorgete che il cane è un volete che faccia e allora vi muoverete anche voi.. Lo so ci viole
“duro” e quindi anche un testone, potrete correggerlo, ma badate pazienza e tempo,
ad andarci pano e soprattutto a fare in modo che il cane colle- ma ne vale la pena perché poi caccerete, sicuri, in silenzio e col
ghi la punizione all’atteggiamento sbagliato. Per ottenere questo cane collegato e contento, senza timori di punizioni e manterisultato sarà necessario che la punizione sia quanto più vicina nendo tutto l’entusiasmo e la passione di cui è dotato. Se invece
possibile nel tempo al misfatto e dopo la punizione sarà bene prenderete la strada del collare elettrico (che bisogna comunque
legare il cane e non continuare con altri esercizi.
saper usare appropriatamente), probabilmente arriverete prima
Il Bracco ha di norma un naturale collegamento col suo padrone al risultato, ma col rischio di avere un soggetto condizionato,
e se non lo trova lo va a cercare,
ammesso e non concesso che la fretta non rovini tutto. Quanquindi bisogna sfruttare questa sua attitudine per ottenere un col- do andate sulla selvaggina, le prime volte, lasciate che il cane
legamento spontaneo e continuato.
sfoghi i suoi istinti, che insegua,che scorazzi un po’ a caso, le
Quando andata in campagna, soprattutto evitate di chiamarlo esperienze le farà in seguito e se potete ammazzategli un selcontinuamente per ogni sciocchezza, così finirete per segnalare vatico, anche in terra , non importa come, importa invece che il
la vostra posizione al cane che sapendo dove siete non si preoc- cane associ sempre di più le emanazioni alla selvaggina e ci si
cuperà minimamente di venire da voi ma fate esattamente il con- appassioni.
trario, andate a nascondervi, cambiate direzione quando lui non Oggi in molti territori, è indispensabile correggere il cane per
insegnargli a non rincorrere
gli ungulati, questo è un lavoro molto delicato che va
fatto con determinazione ma
con prudenza.
Ci sono cani che malgrado
le reiterate punizioni non
imparano mai a controllarsi,
altri che si correggono da
soli dopo aver constatato che
l’inseguimento è inutile. Qui
una collarata al momento opportuno è molto utile, talvolta decisiva, ma, se non avete
l’assoluta certezza di saperlo
fare bene, rivolgetevi ad un
professionista di fiducia, saranno soldi spese bene.
il Bracco italiano • Settembre 2006 - n. 3
LE CLASSIFICHE
A QUAGLIE
Sono prove prettamente italiane,non
dati alle massime qualifiche.
di LUCIO MARZANO
esistono infatti in altri paesi, ed hanno
Parlando di bracchi italiani , l’andatura
costituito i primi field-trials italiani, essendo state “inventa- sarà di trotto allungato ed a celeri battute,
te” da cinofili genovesi che volevano vedere e confrontare svolto dall’inizio alla fine del turno, con portamento elegani loro cani in modo comodo e con possibilità per tutti di te, senza azioni di dettaglio, la ferma sicura a testa alta ed
seguire direttamente i cani in azione.
a giusta distanza (in queste prove si corre sempre a favore
Sono prove che si effettuano principalmente nel periodo di vento) sono quindi penalizzati cani che non hanno avuto
maggio/luglio quando non sono possibili o meglio, non una specifica preparazione, ed il consenso dovrà essere efsono opportune, altre manifestazioni dato che la selvaggina fettuato (tollerato a comando)
è in cova o i pulcini sono ancora troppo piccoli ed indife- e comunque il cane non dovrà mai disturbare l’azione del
si. Assolvono così anche il compito di permettere di tenere compagno di coppia.
allenati i cani in una stagione “morta” ma la loro valenza Queste prove hanno un valore propagandistico e didattico
più importante è, a mio avviso, il fatto che a queste prove perché permettono di vedere il lavoro dei cani distinguendo
partecipa un ampio pubblico che ha modo di seguire diret- facilmente i diversi stili di razza e, il confronto fra i vari
tamente ed agevolmente tutti i turni
soggetti, fa rilevare anche ai non esperti le diverse carattefacendo utili confronti ed osservazioni. Per agevolare tali ristiche dei cani, la loro preparazione ,la aderenza allo stile
osservazioni, ai lati di alcuni campi ,sono state costruite di razza e le capacità atletiche e dinamiche. Sono quindi un
delle tribunette che vengono sempre ed utilmente
banco di prova validissimo per determinare il grado di
occupate ed utilizzate.
addestrabilità dei soggetti e la loro tipicità e quindi vanno
Alle classiche è strettamente richiesto che i cani cerchino rispettate e seguite
in stile di razza, con una cerca ordinata svolta in diagonali con il dovuto interesse, attribuendo loro la giusta importanravvicinate ed ampie quanto è possibile, che siano perfetta- za tecnica e propagandistica.
mente in mano al conduttore, che fermino e guidino sicuri,
che accostino a comando, che restino immobili al frullo,
che consentano (sono
prove corse in coppia)
che non si lascino distrarre dal pubblico e dalle
numerosissime emanazioni lasciate sul terreno
dalle decine di cani che li
hanno preceduti, maschi
e femmine.
E’ quindi necessario ,
per competere a livelli
di eccellenza, presentare
soggetti che siano molto
dinamici, perfettamente
dressati e che si muovano secondo i canoni di
razza senza licenze , ciò
che restringe alquanto la
rosa dei possibili candi-
il Bracco italiano • Settembre 2006 - n. 3
IL PERCHE’ DI UNA SCELTA
di GIOVANI BARBIERI
Il Consiglio della SABI ha deliberato lo
scorso anno di proporre all’ENCI, in sostituzione della verifica in coppia al termine di una prova per i cani qualificati, di
rendere obbligatoria la qualifica di almeno MB in una classica a quaglie.
I motivi sono stati spiegati anche nell’ultima assemblea della Società a Lodi, ma
credo che al termine della stagione delle
classiche sia opportuno tornare sull’argomento.
La SABI per bocca dei suoi Presidenti da
decenni sottolinea l’errore che si farebbe
nel far correre in coppia le razze continentali, non sto qui a ricordarne le motivazioni, basta rileggersi i loro scritti per
rendersi conto che mai c’è stato consenso
più vasto su una decisione assunta.
A me basta ricordare , tra i tanti motivi,
che proprio la mentalità del cane continentale non è adatta ad un metodo di cerca che presuppone un alto livello di sussidiarietà verso il compagno di coppia.
Però a fronte degli inglesisti che ci considerano dei privilegiati e per verificare
alcune qualità : rispetto, non aggressività
che si potrebbe rischiare di perdere, qualche misura andava presa.
Siamo partiti da una considerazione che
sembra poco attinente con la discussione
in corso, invece è strettamente correlata.
Le classiche rappresentano le prove che in
assoluto richiamano più pubblico, quindi
tra i cinofili sono una grande occasione
per pubblicizzare una razza. Purtroppo i
continentali, anche per una diversa addestrabilità , hanno sempre di più disertato
questo palcoscenico: sicuramente un’occasione perduta. Da qui l’ipotesi di unire
l’utile al dilettevole, la possibilità di verificare il consenso e l’occasione di pubblicizzare una razza che in quanto a spettacolarità non è seconda a nessuna.
Il consenso, in una prova a selvaggina ,
quasi mai è data l’opportunità di metterlo
in atto nemmeno con gli inglesi: terreni
coperti da vegetazione , non perfettamente pianeggianti, siepi, fossi o quanto altro
rendono di fatto impossibile verificare
questa qualità. Ora passi per gli inglesi
che corrono sempre in coppia, per cui è
facile che prima o poi l’occasione capiti,
ma proporlo in una prova su selvaggina ,
magari l’unica nella carriera agonistica di
un soggetto, con così scarse possibilità di
effettuarlo ci è sembrato assurdo.
Se è una qualità da salvaguardare dobbiamo adoperarci perchè ci siano le migliori
condizioni per farlo altrimenti diventa il
solito pasticcio all’italiana .
La pubblicità: ho avuto la fortuna di vedere due cani del passato Tabar e Titano,
il cui proprietario, il benemerito Enrico Van Engelenhoven pretendeva che si
Il vincitore di Rascino
esibissero a quaglie, ebbene il pubblico
interrompeva di ammirare le prestazioni
di pointer e setter per guardare affascinati
trotti e percorsi di quei due grandissimi
rappresentanti della razza.
E’ sempre facile parlare del passato, il
presente è un po’ più complesso e parlare di cani e di proprietari in carriera può
suscitare invidie e gelosie, ma Laerte di
Marzano quest’anno ha partecipato a
quasi tutte le speciali a quaglie ed a Colfiorito è stato l’unico cane che il sabato,
sui 150 partecipanti, ha ottenuto ben tre
qualifiche in tre prove diverse: c’è solo da
prenderlo come esempio! E fidatevi, gli
apprezzamenti fioccavano da tutto il pubblico presente.
Ora qualcuno continua a sostenere la difficoltà di queste prove. È’ vero , ma pensare che un cane che è riuscito a fare il
CAC in zone DOC non riesca ad arrivare
al MB in classica mi sembra offensivo
pensarlo per gli stessi conduttori.
Bisogna comunque che i giudici non cadano nell’errore opposto: visto che serve
una qualifica si chiude un occhio o anche
tutti e due sui percorsi, sui consensi e
complessivamente sulla nota del concorso.
No. Il presidente dell’ENCI a Colfiorito ,
si è peraltro congratulato con la SABI per
la scelta effettuata, ha sempre puntualizzato nelle sue relazioni, che le classiche
a quaglie sono un gioco in cui viene in
sommo grado valutato lo stile e l’addestrabilità e lo stile e l’addestramento devono essere esemplari.
Non scoraggiamoci mai davanti le difficoltà di insegnare un percorso o un consenso, abbiamo portato i nostri cani a dei
livelli che trenta anni fa erano inimmaginabili, dobbiamo continuare con lo stesso
impegno e caparbietà.
L’ENCI, o almeno la sua commissione
tecnica, ha approvato recentemente una
integrazione al regolamento per cui entro
qualche mese le singole Società Specializzate decideranno autonomamente se la
verifica in coppia andrà fatta in classiche
a quaglie o in idonee prove a selvaggina
in zone DOC. per la SABI la strada è già
segnata , non ci resta che percorrerla nell’intesa che gli interessi della razza vengano prima di quelli propri.
il Bracco italiano • Settembre 2006 - n. 3
LE CLASSIFICHE
DELLE SPECIALI
NELLE CLASSICHE A QUAGLIE
Bergamo 3 giugno Giudici: Fumi Carradore
1° MB Laerte cond Bottani
Rascino (RI) 6 giugno Giudici: Bucci Marchetti
1° MB Alemanno cond Fabri Giovani
Nessun Classificato Ornago (BG) 4 Giugno
Giudici: Fumi Carradore
1° Ecc Malvasia di Villa Carla cond Bottani
2° Ecc Caruso di Cascina Croce cond Rossi
3° Ecc Laerte cond Bottani
Colfiorito (PG) 10 giugno
Giudice: Mantovani
1° Ecc Tema di Cascina Croce cond Tognolo
2° Ecc Laerte cond Bottani
Giovani
CQN cond Bottani
TOGNOLO A COLFIORITO (BG)
il Bracco italiano • Settembre 2006 - n. 3
LEISHMANIOSI
La prevenzione è la miglior difesa
Nel sud Italia ed in particolar modo in Sardechiare anche le larve presenti nel sangue, le
di FRANCESCA MUREDDU
gna si sta diffondendo, tristemente ed a tempo
quali, nell’intestino del pappataceo compiono
di record, un grande flagello anche per i nostri
un ciclo evolutivo che le rende pronte per inamici a quattro zampe, si tratta di una vera e propria epidemia che,
fettare un nuovo soggetto non appena la zanzara si nutrirà di nuovo.
se non curata, condanna il nostro cane ad un avita straziante e ad uno
Il periodo di incubazione varia da un mese a quattro anni, non ha
stato di sofferenza tale che lo porterà , in brevissimo tempo, ad una
carattere stagionale e quindi il contagio può avvenire durante tutto
morte certa. Purtroppo l’epidemia non ha lasciato scampo neanche
l’anno.
al nostro amato Bracco Italiano che, nonostante il suo aspetto vigoIl quadro clinico di questa patologia è complesso in quanto numerosi
roso, una struttura robusta ed una grande prestanza fisica, non ne è
sono gli apparati e gli organi colpiti. Spesso il motivo che induce
immune.
il proprietario a richiedere una visita veterinaria per il proprio cane
Stiamo parlando di LEISHMANIA una gravissima malattia di diffiè l’osservazione di un suo progressivo dimagrimento e di un facile
cile soluzione.
affaticamento.
Numerosi sono i casi di contagio che hanno colpito i bracchi italiani
Si evidenziano anche: pelo opaco con presenza di forfora, qualche
nel corso degli ultimi anni, determinando purtroppo una perdita di
piccola escoriazione cutanea, assenza di pelo intorno agli occhi (in
ottimi esemplari difficilmente sostituibili.
questo caso il soggetto assume il caratteristico aspetto di un “cane
L’area di diffusione della malattia, a causa delle variazioni climaticon gli occhiali” e molto spesso sembra essere vittima di un invecche, si modifica di continuo: mentre sino ad alcuni anni fa era prechiamento precoce), unghie lunghe, zoppia, vomito, diarrea e poliuria
sente prevalentemente nell’Italia del sud , oggi la troviamo anche al
(ossia aumento della sete e della minzione).
nord. Purtroppo gli spostamenti di cani da una zona all’altra del paePer quanto riguarda la diagnosi, è necessario che il cane sia sottoposto
se, fenomeno che si sta intensificando proprio in questi anni, rende la
a degli esami del sangue indirizzati sia alla scoperta di eventuali alteleishmaniosi una patologia di attualità anche per gli operatori sanitari
razioni funzionali degli organi colpiti che alla valutazione della rispodelle cosiddette zone non endemiche, che si trovano talvolta impresta immunitaria dell’organismo nei confronti dei protozoi infestanti.
parati di fronte a casi imprevisti di questa malattia.
Per quanto concerne la terapia anti-leishmania i farmaci in uso sono
La leishmania è una malattia che incute timore a moltissime persone
principalmente l’antimoniato di N-metilglucamina e l’antimoniato di
che possiedono un cane e purtroppo, molto spesso, questi decidono
meglumine (Glucantine) che purtroppo non sempre dà garanzie suldrasticamente di far sopprimere l’animale perchè destinato a morire.
l’effettiva guarigione del cane.
E’ certamente una decisione sofferta sulla quale si riflette a lungo
Attualmente non esistono vaccini anti-leishmaniosi e risulta partiritenendo che sia la cosa più giusta da fare, ma avete mai pensato che
colarmente difficile prevenire la malattia in quanto il pappataceo è
il vostro bracco potrebbe convivere con la malattia, accompagnarvi
molto piccolo e non viene fermato dalle normali zanzariere. E’ buona
ancora per diverse stagioni venatorie e stare con voi per tantissimo
norma però utilizzare sul cane prodotti repellenti per le zanzare ed
tempo?
effettuare frequenti interventi di disinfestazione dei locali di ricovero
Tutto ciò non è difficile: l’importante è essere costanti nella terapia e
dei cani con insetticidi a base di piretroidi sintetici.
tenere sotto controllo l’animale.
Gli studi condotti sinora sulla malattia non hanno portato alcuna noviMa analizziamola un po’ da vicino.....
tà e non offrono nessuna speranza a tutte quelle persone che quotidiaL’agente eziologico della malattia è la Leishmania.
namente lottano per salvare la vita del proprio bracco; considerando
Bisogna però sapere che affinchè avvenga il contagio c’è bisogno del
la velocità con la quale si diffonde (in Sardegna viene diagnosticata
cosiddetto VETTORE cioè di un evento che permette di trasferire la
spesso in età giovanile) mi chiedo: è possibile che tra le cause di
larva di leishmania da un individuo all’altro: questo compito è svolto,
contagio esista una valenza genetica e che quindi sia a madre o il
nel nostro caso, da un PAPPATACEO che è un particolare tipo di zanpadre a trasmettere la leishmaniosi sin dalla gravidanza o addirittura
zara molto piccolo che si nutre succhiando il sangue degli animali.
al momento del concepimento?
Quando la zanzara si nutre da un cane malato di leishmaniosi può sucUn bel quesito da sottoporre ai nostri veterinari SABI e che necessita
di una esauriente risposta.
LA RISPOSTA DEL DR. BELLODI
Grazie per la lettera che ha inviato alla SABI e alla quale mi è stato
chiesto di rispondere.
I quesiti che lei ha posto sono tutti precisi ed estremamente importanti
ed io vorrei cercare di tranquillizzarla sotto tutti gli aspetti.
Innanzitutto lei chiede se è possibile una “ valenza” genetica della
malattia e le posso subito rispondere di no assolutamente, perchè non
è possibile che i geni possano trasmettere un protozoo. Posso dirle
che per mia esperienza ho constatato che è più facile il contagio in
animali che geneticamente trasmettono un pigmento chiaro e con pelle spessa con conseguente maggiore secrezione sebacea (tipica dei
mantelli melati), ma questo non lo posso dimostrare, inoltre non è
mai stato dimostrato che il contagio possa avvenire per via transplacentare durante la vita intrauterina del feto, tanto meno al momento
del concepimento.
Non è neppure vero che la trasmissione possa avvenire tutto l’anno,
ma solo nei mesi nei quali sono presenti flebotomi responsabili, soltanto la manifestazione dei sintomi clinici può verificarsi in qualsiasi
momento dell’anno.
Per quel che riguarda l’armamentario terapeutico da lei riportato, si
sa che gli antimoniati sono tuttora i più usati, ma che non hanno mai
portato ad una guarigione clinica, ma solo ad una riduzione della gravità sintomatica.
Oggi per la terapia si può usare (ed è già stato fatto da molti colleghi)
lo stesso farmaco usato per curare l’uomo che ha portato a guarigioni
definitive e testate in quasi tutti i casi, ma si tratta di un rimedio difficile da reperire e terribilmente costoso tale da far buttare la spugna
a tanti proprietari.
Purtroppo la malattia ha avuto la sfortuna di non essere stata per anni
sufficientemente considerata da chi fa ricerca perchè circoscritta a
poche aree del sud dei Paesi e per questo non sono mai stati approntati
efficaci vaccini per la profilassi.
Oggi finalmente esiste un primo rimedio vaccinale che viene prodotto
in Brasile ed è già stato sperimentato in Italia presso la Facoltà di
Veterinaria di Napoli.
Tale farmaco sembra funzionare perfettamente tanto che dal 2007 lo
avremo in distribuzione al pubblico.
Potremo dunque definitivamente allontanare lo spauracchio senza
gravi problemi per il portafoglio.
il Bracco italiano • Settembre 2006 - n. 3
CONVEGNO E RADUNO A CALDES
di GIANERCOLE MENTASTI
Ho avuto il piacere il 25 giugno scorso di
giudicare a Caldes, nel Trentino; il Raduno
nazionale dei Bracchi Italiani.
Un piacere ricco di ricordi. Venni per la
prima volta a Caldes anni fa, sempre a un
“raduno- convegno” sui bracchi ed il relatore principale era Paolino Ciceri, il “maestro” di tutti gli appassionati del Bracco
Italiano della mia generazione.
Quest’anno, non solo ospiti di Caldes, ma
anche del caro amico Colombo Manfroni,
anfitrione, con la gentile consorte, di particolare gentilezza e signorilità.
Convegno sui Bracchi. Sembra di non aver
più nulla da dire , oppure il solito argomento: stato della razza al giorno d’oggi.
Ed invece non è così. In un bellissimo,,
caldo, accogliente locale , con arredi
d’epoca , di casa Colombo Manfroni, che
poi è uno dei più bei palazzi del paese, si è
a lungo dissertato , fra un gruppo di cinotecnici braccofili sul soma e sul carattere,
sull’utilizzo, sull’allevamento, sulla diffusione di questa razza , divagando dal tema,
che definire magnifica è ricadere nei soliti
luoghi comuni, ma che è veramente tale,
RADUNO DI CALDES 2006
Il BIS Ch
Ariale dell’Oltrepò di Garanzini
perchè offre all’allevatore , al propritario,
all’utilizzatore tutto quello che ognuno di
noi si aspetta.
Magnifico è un aggettivo per il Bracco
Italiano che va ancora più in là del bello.
Magnifico perchè ha tutto.
Il raduno di Caldes ha confermato ancora una volta che la meta del bello e bravo
non solo è stata raggiunta, ma si mantiene
costante. Lo testimonia il fatto che la miglior femmina ed il miglior maschio, nelle esposizioni , provengono quasi sempre
dalla classe lavoro.
Dopo il convegno l’esposizione. Come
giudice sono stato felice di constatare
quanto sia difficile, se non impossibile ,
assegnare il MB, tanto da far pensare che
sarebbe da formulare solo una classifica,
in quanto le qualifiche sono nella fascia
dell’eccellenza.
La nota che maggiormente colpisce chi
giudica, oltre alla costante presenza delle
caratteristiche somatiche irrinunciabili di
razza, è la tipica andatura che fa del Bracco Italiano una razza unica e sola. Vi sono
molti modi di trottare ma quello del nostro
bracco in cerca dell’emanazione liberata
dal selvatico , ancor più
quando è entrata nelle sue
narici, è irripetibile.
Tutte queste mie convinzioni, a Caldes , con mio
gran piacere, sono state
confermate.
I risultati, che trovate al
termine di queste mie
note, sono una dovuta sintesi, che magari da tutti
non può essere condivisa, ma che non inficiano
il giudizio generale del
raduno che non può non
essere che largamente positivo.
Brava SABI, continua per
questa via che è quella
giusta per mantenere la
validità di questa razza :
produrre soggetti belli e
bravi, perchè quella bellezza è quella che conduce alla bravura.
Grazie ancora per avermi
concesso l’onore di giudicare in un tuo Raduno.
CLASSIFICHE
DEL RADUNO
Maschi BA
Campioni
1° Ecc Plutone dei Bricchi
prop Gaggero
Libera
1° Ecc Taimaut dell’Oltrepò
prop Garanzini
Lavoro
1° Ecc CAC Saturnino di Cascina
Croce prop Gritti
Giovani
Zeno prop Tori
Femmine BA
Libera
1° Ecc Diana di Montericco
prop Tori
Lavoro
1° Ecc CAC Brina prop Garanzini
Maschi RM
Campioni
Ariale dell’Oltrepò
prop Garanzini
Libera
1° Ecc Uncher di Trebisonda
prop Pancheri
Lavoro
1° Ecc CAC Argo prop Coppiello
Giovani
1° Ecc Toledo dei Sanchi
prop Sanchi
Femmine RM
Libera
1° MB Pamela di Trebisonda
prop Pancheri
Lavoro
1° Ecc CAC Aidi d’Aleria
prop Evangelisti
MIGLIORE DI RAZZA
Ariale dell’Oltrepò
il Bracco italiano • Settembre 2006 - n. 3
QUALE FUTURO
PER IL BRACCO ITALIANO
Spero a caccia!.
gue e dinamismo (è grazie a loro se siamo
di CLAUDIO CORTESI
E il discorso potrebbe finire qui, con queusciti dalla crisi della razza);
ste tre parole di un ermetismo che neanche Ungaretti!. Però
2. In futuro dobbiamo comunque dare sempre più imporvisto che non siamo poeti ma semplici cinofili-cacciatori credo
tanza alle caratteristiche squisitamente venatorie: ferche l’argomento meriti un maggiore approfondimento.
ma, sagacia, fantasia, intelligenza ( raggiunto l’obiettivo del bracco che va bisogna puntare sul bracco che va
Questo era uno degli appassionanti temi dell’ultimo convegno
a caccia);
cinofilo di Caldes squisitamente organizzato dal Dottor Co3. Il bracco italiano sarà sempre un cane di “nicchia”(cambio
lombo Manfroni e signora, al quale purtroppo non ho potuto
terminologia per non chiamarlo sempre cane d’amatopartecipare. Pertanto chiedo ospitalità al giornalino per dare il
re), perciò dobbiamo puntare su un miglioramento quamio modesto contributo ed esporre la mia opinione in propolitativo piuttosto che un incremento quantitativo della
sito.
razza.
Partirei mettendo a fuoco quelle che a mio avviso sono gli interrogativi su cui ponderare:
1. Situazione della caccia attuale e suo futuro prossimo;
2. Quali riferimenti dobbiamo avere per selezionare il
bracco italiano;
3. Differenze tra i giudici di prove del futuro rispetto a
quelli del passato;
4. Quale futuro per il bracco italiano.
Io difendo questi tre punti fermi:
1. La selezione del bracco italiano si fa sulle prove di lavoro perciò sui cani che dimostrano di possedere san-
Situazione della caccia.
La caccia di oggigiorno in Italia, al di la della crisi congenita
in cui si trova, è regolata come non mai da due componenti:
La residenza anagrafica del cacciatore e le sue disponibilità
finanziarie.
Infatti, con l’avvento degli ambiti e dei comprensori che ci
vincolano ai territori di residenza ben diversa è la situazione
tra il cacciatore cinofilo che può frequentare la zona Alpi, piuttosto che un ampio territorio collinare o estesissime pianure
non frammentate da continue opere dell’uomo e quel poveretto che abita nelle grandi metropoli o nell’immediata cerchia
periferica. È ovvio che il primo potrà praticare una caccia seria
e trarne beneficio per se e per i suoi cani, il secondo se non
vuole aderire alle discutibili “fagianate” del sabato mattina si limiterà in massima parte a passeggiare
“portandosi dietro il fucile” come si
è usi dire dalle mie parti e facendo
correre il cane davanti a se.
Si può ovviare a questa situazione
cercandosi una quota in una buona
riserva ( come se ce ne fossero tante!) o frequentando località venatorie all’estero ( ovviamente non con
lo spirito di sparare cinquecento cartucce in quattro giorni come ci promettono e ci invogliano a fare molte
nostre discutibili agenzie di viaggi
venatori). Tutte occupazioni amene e
rilassanti ma che implicano un buon
conto in banca e che non tutti possono permettersi. Infatti la maggior
parte di noi prepara i cani entrando
sistematicamente in bandite e ZRC e
rischiando sanzioni esagerate.
il Bracco italiano • Settembre 2006 - n. 3
Selezione del cane da ferma.
Sono convinto che la selezione del cane da ferma si faccia sui
soggetti che emergono alle prove di lavoro e questo lo dicono i
principi della selezione zootecnica che da sempre vedono nelle
prove lo strumento base per identificare i migliori soggetti da
avviare alla riproduzione selezionata. Certamente ci saranno
in giro per l’Italia alcuni bracchi italiani validissimi cacciatori e puri morfologicamente che i loro proprietari misogini
e testardi si ostinano a tenere nascosti a non portare a prove
ed expo (io non credo siano molti, anche perché ognuno di
noi appassionato ne sarebbe in qualche modo a conoscenza
per quanto riguarda la zona geografica che frequentiamo, e in
qualche modo ci saremmo messi in contatto con queste persone). Perciò le prove di lavoro restano lo strumento primario
per fare selezione. Dovrebbero anche essere il miglior canale
per far conoscere il bracco italiano ai cacciatori ed aumentare
tra di loro la diffusione della razza. Purtroppo, per ovvi motivi
logistici, le prove più frequentate dal pubblico sono le classiche a quaglie. Forse è un mio personalissimo punto di vista ma
credo che queste sono le manifestazioni meno adatte per far
emergere le doti intrinseche del bracco italiano. (Io personalmente preferisco recarmi alle prove a quaglie per vedere gli inglesi) e lo spettatore non braccofilo probabilmente rimarrà più
impressionato dalla prestazione di un setter, di un pointer o di
un breton e in base a ciò magari orienterà la sua scelta futura.
Probabilmente sarebbe stato diverso se si fosse recato ad una
prova tra i calanchi dell’Appennino od ad una caccia a starne
come si deve. Ma quanti si recano in quei luoghi?.
Gli esperti giudici del futuro.
Così come cani e cacciatori penso che anche i giudici di prove
di lavoro risentano pesantemente della crisi della caccia e della
rarefazione della selvaggina valida.
Tra qualche anno, grazie anche alla delibera di prepensionamento dei giudici settantacinquenni, non ci sarà più in Italia un
esperto che avrà cacciato in vita sua le starne italiche naturali e
sempre meno che conosce selvaggina specialistica ( beccacce,
beccaccini, selvaggina di monte), perché per sua sfortuna (in
senso venatorio) abita a Sesto San Giovanni o a Moncalieri, a
Trastevere o a Fuorigrotta e gli attuali ATC gli impediscono
di recarsi a caccia fuori dagli ambiti di residenza. Pertanto la
preparazione del futuro giudice si farà anche su selvaggina di
allevamento. Credo che questo incida pesantemente sulla sua
cultura cinofila e sui criteri in base ai quali un domani dovrà
giudicare il comportamento di un cane in una prova di lavoro.
Il futuro del bracco italiano.
Le considerazioni esposte nei punti precedenti erano strumentali e preparatorie per affrontare questo quesito che è poi il
tema del convegno di Caldes. Dico subito che non sono favorevole all’obiettivo di un incremento quantitativo della diffusione del bracco italiano ad ogni costo e fine a se stesso..
A chi gioverebbe?. Per la soddisfazione di vedere distanziati
gli spinoni e raggiunti o superati Drahthaar ed irlandesi?. A
chi può interessare questa classifica avulsa da ogni significato
zootecnico?. Mi sembra un misero traguardo se non si migliora anche in qualità, e penso sia impossibile pensare oggi
ad un incremento sia qualitativo che quantitativo della razza vista la crisi irreversibile della caccia.. Aprire le porte ai
bracchi italiani come cani da compagnia? Sarebbe la fine di
secoli di lavoro. Peraltro abbiamo davanti agli occhi gli esempi non certo edificanti delle razze da caccia che questa scelta
l’hanno già fatta anni or sono. Dunque cani da compagnia solo
per piazzare i soggetti inetti alla caccia e per scongiurare tristi
destini a queste povere bestie. Possibilmente cedendoli senza
certificato e raccomandando al nuovo proprietario di non usarli per la riproduzione.
Il fiore all’occhiello della SABI è la ricerca dei cani belli tra i
più bravi. Nessuna società specializzata si muove bene come
noi in questa direzione. Sono assolutamente d’accordo con chi
afferma che la ricerca del bello e bravo si scontra con l’obiettivo di un incremento quantitativo della razza. Le due cose sono
antitetiche. Pertanto, vista anche le difficoltà in cui si trova
la caccia, ora come mai dobbiamo puntare sul miglioramento
qualitativo del nostro cane. La razza sta bene, è in salute. I
nostri allevatori hanno lavorato con giudizio e competenza in
questi decenni. Il bracco è sano, è avido, prende tanto terreno, si vedono a caccia e alle prove sempre meno pelandroni.
Mi sento di poter affermare che stiamo vincendo la battaglia
contro chi guardava con ironica sufficienza i nostro cani. A
mio avviso la sfida del futuro è promuovere il bracco che a
parità di mezzi locomotori dimostri grande istinto di ferma,
positività, fantasia e intelligenza nella cerca, cioè tutte doti
squisitamente venatorie (che diciamocelo onestamente: non si
ravvisano in tutti i cani da prova attuali). In buona sostanza
dobbiamo consolidare il concetto che il cane da prove deve
essere il più formidabile cane da caccia. Questo bracco dovrà essere il grande razzatore del domani. Meglio un bracco
che apre qualche metro in meno, ma sia più positivo e arrivi
più facilmente e frequentemente a fermare deciso il selvatico
dopo averlo avventato in bello stile di razza bracca.
Credo che questo sia il cane che volevano consegnarci i grandi
braccofili del passato. E penso sia questo il bracco che dobbiamo tramandare ai nostri figli.
Un ultimo capitoletto piccolo piccolo per trattare brevemente
un argomento che anche il solo parlarne mi spaventa: l’ipotesi
del divieto del taglio delle code. Non mi addentro nella questione, ma rivolgo una raccomandazione a tutti noi braccofili, consiglieri e non. Vigiliamo attentamente, non lasciamoci
prendere in contropiede; specialmente chi tra di noi ha incarichi istituzionali presso l’Enci o partecipa a certe commissioni
e gruppi cinofili. Non vorrei che mentre noi discutiamo animatamente su riproduzione selezionata, trotto serrato o allungato,
importanza degli accertamenti e della presa di punto, un tale
dall’oggi al domani ci obbligasse ad andare a caccia con uno
di quegli obbrobri che tutti noi abbiamo avuto la sventura di
osservare in manifestazioni ove erano presenti certi braccofili
d’oltralpe. Sarebbe la fine di tutto!.
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il Bracco italiano • Settembre 2006 - n. 3
bello e bravo
Quindici edizioni.
oggi ci ha consentito di raggiungere i livelli
di GIOVANNI BARBIERI
Non male per una iniziativa che qualcuno in
attuali.
un passato, fortunatamente lontano, aveva cercato in tutti i modi di
Veniamo alla cronaca.
ostacolare.
Si è imposto dopo un bel duello con una importantissima femmina
Quindici anni di successi per una formula che poi è stata abbondanqual’è Atena di Cascina Croce, Taimaut dell’Oltrepò di Garanzini
temente copiata anche da altre Società Specializzate.
che ha bissato il successo di Piacenza.
Quindici anni che hanno visto crescere costantemente il numero dei
Una nota a margine: numerosissime le classi libere sia nei maschi
presenti facendo si che il Trofeo Bello & Bravo di Terni divenisse
sia nelle femmine, cosa che a Terni non era mai stata particolarmenl’appuntamento estivo più importante della SABI.
te evidente per il gran numero di cani presentato dai professionisti,
Quest’anno l’impegno della Delegazione Umbra, che di fatto orcani che avevano quasi tutti la prova di lavoro.
ganizza la manifestazione, è stato premiato sia da nuove presenze
Ora con la nuova normativa ENCI, non felicissima direi, che preveitaliane come il gruppo di soci siciliani guidati dal delegato Raffaele
de la qualifica per la classe lavoro ottenuta solo in zone DOC, si è
Fede e da Giovanni Capone giunto dalla Puglia (finalmente il Sud!)
alzata la soglia e le classi intermedie sono affollatissime: il Bello &
che dalla riconferma di soliti abituè come la braccofila tedesca JeaBravo sarà ancora più difficile.
nette Koepsel che ormai da anni parte da Berlino per non mancare a
Al termine ognuno libero di organizzarsi la serata, per i buongustai
questo appuntamento umbro.
a fianco del luogo del Raduno, c’era un invitante Sagra del piccioAppuntamento che quest’anno è andato un po’ fuori della tradizione
naccio (Colombaccio) che in Umbria gode di una tradizione antidato che sabato pomeriggio, poco prima dell’inizio del Raduno, un
chissima. L’intero Consiglio, invece, insieme ai Giudici ed al Detemporale tremendo ha reso inagibili i ring, bagnando tutto quello
legato Antonellini sono stati invece invitati per una eccellente cena
che poteva essere bagnato e provocando un ritardo di ben due ore
da Amalia Ricci, socia romana, innamoratissima dei bracchi ma non
sulla tabella di marcia.
cacciatrice, a quando una bella cacciata insieme a noi signora?
Colombo Manfroni, Evangelisti ed Alessandra Gaggero, all’esordio
Mario Di Pinto, ospite d’onore, ha voluto partecipare portando
con i bracchi italiani, hanno giudicato i 68 partecipanti : dall’alto
mozzarelle di bufala dalla Campania, c’è stato un assalto all’arma
della loro esperienza Colombo Manfroni ed Evangelisti, con molta
bianca.......
precisione Alessandra che ha redatto relazioni accuratissime come
La pioggia però non ha procurato danni solo per il raduno.
sempre dovrebbero essere quelle dei raduni.
L’indomani mattina prova di lavoro per 55 bracchi suddivisi in 5
Complimenti! si vede che ama e conosce la razza.
batterie giudicate da Colombo Manfroni, Evangelisti, Di Pinto, BoC’è stato qualche mugugno, forse un po’ eccessivo, tra gli esposivicelli e Mantovani.
tori. Il Presidente nell’articolo di fondo affronta il problema ed io
Leggerete le relazioni sull’annuario del prossimo anno, ma vi gasottoscrivo in toto quanto da lui asserito, voglio solo ricordare che
rantisco che escluso poche eccezioni sono stati presentati soggetti di
lo standard è si uno strumento preciso che fissa i paletti di ciascuna
buona qualità, il risultato è stato però modestissimo, un solo cane in
razza , ma al suo interno ci sono margini ampi entro i quali giudicare
classifica Aristeo dell’Oltrepò di Scevi condotto da Rebaschio con
un soggetto; voglio dire che lo standard non è un adesivo da applical’ECC. e conseguente assegnazione del Trofeo Bello & Bravo.
re su ciascun cane, perchè altrimenti basterebbe una sola qualifica,
Una vittoria che viste le condizioni la dice lunga sulle qualità di queinvece c’è bisogno di più giudizi dati da Giudici diversi per arrivare
sto bracco che anche nella difficilissima speciale di Piacenza aveva
ai massimi livelli e quindi ci può pure stare se c’è disparità di giudiottenuto un meritatissimo 2° Ecc. Congratulazioni!
zio tra un giudice ed un altro, forse faremmo bene , tutti, a rileggere
Scrivo queste note a distanza di un mese dalla prova, quindi ho fatto
il significato delle qualifiche riportato in fondo al libretto del cane:
decantare la delusione! Perchè credetemi i primi ad essere rammaci renderemmo conto che MB o B non significa distruggere un cane.
ricati se non ci sono cani in classifica sono gli organizzatori che in
Poi via, non si può fare un dramma per una qualifica non ideale,
genere mostrano con orgoglio le Zone che hanno a disposizione.
a chi, anche con un’ottima carriera di studi, non è andato male un
Invece quest’anno le poche covate di Valleantica così come di
esame?
Fiaiola e l’aggiunta di quel tipico fenomeno del “caldo/freddo”, doPartiamo dal presupposto che i giudici esperti, soprattutto nei raduvuto alla pioggia del sabato, hanno reso impossibile portare cani in
ni, sono particolarmente rigorosi perchè è da li che devono passare
classifica.
i campioni e ci renderemo conto che è il rigore quello che fino ad
C’è da dire comunque che le prove estive proprio per le particolari condizioni climatiche sono tra le prove più
difficili in assoluto, certo con animali di fresca
immissione questi pericoli non si corrono, ma la
qualità e dunque la selezione hanno un prezzo
che ben volentieri va pagato.
Però al di là degli scarsi risultati tecnici è stata
una vera e propria festa dei braccofili in un clima amichevole e solidale che non può non fare
piacere.
Questa è la strada giusta e così dovremo continuare perchè solo lavorando in armonia tutti verso un unico obiettivo, anche se con ruoli diversi,
potremo tutelare al meglio la nostra razza.
Un’ultima annotazione: sono stati presentati i
nuovi gadget della SABI realizzati da Riccardo
Soderi e da Claudio Gritti: gilet, borsoni, cappellini, t shirt hanno avuto un’ottima accoglienza,
per chi ne fosse rimasto privo diamo appuntamento ai prossimi raduni.
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il Bracco italiano • Settembre 2006 - n. 3
LE CLASSIFICHE DI TERNI
RADUNO
MASCHI BIANCO ARANCIO
Cl. Campioni
1° Ecc Zorro prop Garanzini
Cl Libera
1° Ecc Taimaut dell’Oltrepò prop. Garanzini
Cl. Lavoro
1° Ecc CAC Quasimodo di Casamassima prop. Scevi
Cl. Giovani
Zeno prop. Tori
FEMMINE BIANCO ARANCIO
Cl. Campioni
1° Ecc Teodora prop. Bottero
Cl Libera
1° Ecc Atena di Cascina Croce prop. Camporiondo
Cl Lavoro
1° Ecc CAC Brina prop Garanzini
MASCHI ROANO MARRONE
Cl Campioni
1° Ecc Ariale dell’Oltrepò prop Garanzini
Cl Libera
1° Ecc Mikonos prop. Koepsel
Cl Lavoro
1° Ecc CAC Argo prop. Coppiello
Cl Giovani
1° Ecc Taro della Vallesanta Prop. Ciappetta
FEMMINE ROANO MARRONI
Cl Campioni
1° Ecc Tosca prop. Casetti
Cl Lavoro
1° Ecc CAC Peppa del Boscaccio Prop. Tirotti
Cl Giovani
1° Ecc Idra prop Petrini
BOB
Taimaut dell’Oltrepò
PROVA
Giudice Evangelisti
1° Ecc Aristeo dell’Oltrepò cond Rebaschio prop Scevi
TROFEO BELLO E BRAVO
Aristeo dell’Oltrepò prop. Scevi
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il Bracco italiano • Settembre 2006 - n. 3
LA SABI A LONGARONE
di FRANCESCONI MANUEL
Il primo fine settimana di maggio, si è tenuta presso il quartiere fieristico di Longarone (BL), la fiera della “caccia, pesca e natura”, una
delle più importanti del settore con circa 30.000 visite da parte di
appassionati provenienti da tutta Europa.
In seno alla manifestazione c’era anche l’angolo dedicato alla cinofilia e alle varie razze dei cani da caccia.
Grazie all’amico Miglioranza Giuseppe, responsabile del “reparto”
cinofilia, siamo stati invitati in rappresentanza del nostro amato Bracco Italiano e della SABI, abbiamo avuto così il piacere di organizzare e allestire gli spazi a noi affidati e per circa un mese ci siamo
improvvisati tipografi, fotografi, topi di biblioteca, artisti, il tutto per
reperire il materiale e preparare al meglio lo stand..
Il Venerdì sera nel vedere i padiglioni dei
vari commercianti allestiti si respirava
già profumo di caccia e le doppiette da
collezione esposte facevano sognare.
Al sabato, già dalle prime ore del mattino, ci rendiamo conto che la manifestazione è un successo, in moltissimi si
sono soffermati al nostro stand perché
cacciatori interessati ad avvicinarsi al
mondo del Bracco Italiano, tra questi
tantissimi giovani (forse finalmente il
preconcetto che il B.I. non sia un bravo
ausiliare sta scomparendo), moltissimi
anche gli appassionati che già utilizzano
il B.I. nelle loro giornate di caccia, moltissimi i curiosi. Parlando con
i vari cacciatori che utilizzano il B.I. quasi tutti si sono detti soddisfatti, per non dire entusiasti, e la cosa penso sia davvero confortante.
Sul posto oltre a me e Magda presenti anche le nostre tre bracche Aida
e Rosa dell’Angelo del Summano (dette Dafne e Alice) e Zampa del
Monte Alago (detta Diana), anche loro hanno contribuito a pubblicizzare il B.I., infatti per 3 giorni, rigorosamente senza guinzaglio, si
sono esibite in “fantastici lacet” da un estremo all’altro dello stand,
per non farsi sfuggire le carezze e gli apprezzamenti dei visitatori.
Avevamo inoltre predisposto uno schermo con fotografie ed immagini di caccia e prove, per smentire immediatamente coloro i quali sono
ancora convinti che il bracco italiano sia
un specie di “grosso bufalo” che a caccia
sta sempre in mezzo ai piedi, vi assicuro
che molti si sono dovuti ricredere.
Alla sera dell’ultimo giorno, mentre
smantellavamo il materiale, la soddisfazione per quello che eravamo riusciti, nel
nostro piccolo, a fare, superava ogni cosa
persino la stanchezza.
A riprova che tutto è andato al meglio
è arrivato anche l’invito per la manifestazione del prossimo anno, quindi per i
primi di maggio 2007 non prendete impegni!!!!
............................ e AL GAME FAIR
........E AL GAME FAIR
di FRANCESCO ROSSI
Anche quest’anno il 19,20 e 21 maggio a Bracciano, provincia di
Roma, nella Tenta S. Barbara , si è svolto l’ormai consueta e seguitissima manifestazione chiamata “Game Fair”. In questa manifestazione, che si svolge in un lembo di splendida campagna laziale, sono
messe in mostra ed anche vissute tutte quelle attività svolte all’aria
aperta. Folta la partecipazione di appassionati interessati alle dimostrazioni di attività venatorie, pesca, sport equestri ed altre.
Nel contesto dell’attività venatoria vi è stata una massiccia presenza
di industrie armiere e di abbigliamento sportivo.
Nutrita l’adesione delle varie società specializzate per le varie razze
di cani da seguita, da riporto, da ferma.
Quest’anno, dopo alcuni anni di latitanza dovuta probabilmente al costo dello
stand , si è rivista la nostra SABI , con
l’interessamento e la spinta organizzativa del Consigliere Giovanni Barbieri e
del Delegato del Lazio Giorgio Pace, la
SABI ha avuto il suo spazio a questa manifestazione, che va detto, richiama sempre un notevole numero di partecipanti,
appassionati cacciatori e cinofili.
Lo stand quest’anno forse non è stato particolarmente curato a causa della
mancanza di tempo per reperire materiale
adeguato ad organizzare il nostro spazio
, ciò nonostante è stato visitato ed anche
solo ammirato da molti cacciatori e cino-
fili, a riprova dell’interesse che sta sollevando sempre di più il bracco
italiano nel mondo cinofilo venatorio. Molte persone hanno chiesto ai
volenterosi soci laziali, presenti allo stand, notizie sulla razza, più di
qualcuno ha effettuato l’iscrizione alla Società o ha chiesto le modalità per effettuarla, altri hanno chiesto indicazioni di cucciolate o di
allevatori presso cui acquistare un cucciolo. Qualcuno (e come poteva
mancare) ha intavolato il solito discorso sulla scarsa esuberanza del
nostro bracco, concetto questo che è duro a morire , ma nessuno si
perita di andare a vedere i nostri cani in mano ai cacciatori. Oserei dire, e mi si passi la battuta, che oggi il bracco italiano più che
stare tra i piedi del proprio padrone sta
tra i piedi degli altri cacciatori per quanto
terreno è solito prendere quando ne ha a
disposizione.
Tutto comunque serve a farci conoscere e
a dare della nostra razza una visione nuova e attuale al passo con i tempi.
In definitiva, questa del Game Fair è stata
una presenza più che positiva, ci ha fatto
mettere le basi e nello stesso tempo ci ha
permesso di cogliere idee per una migliore organizzazione futura. Inoltre, credo
che questa manifestazione possa essere
annoverata tra quelle iniziative che la
SABI deve tenere in considerazione per
lo sviluppo e la conoscenza del nostro
Bracco Italiano
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il Bracco italiano • Settembre 2006 - n. 3
PAR CONDICIO
di ANNAMARIA MATTEUZZI SCOTTO
Per i grandi non c’è bisogno di parole, per loro parlano i fatti.
Ma c’è un terzo ” ragazzo” , di cui vi voglio parlare , oltre ai due già
raccontati: Angelo
Giacchero
Infatuato dei Bracchi, lui marinaio di nascita, col sale sulla pelle, già
colorato anche in pieno inverno, è salito sul nido dell’aquila per fare
di quel bricco il suo nido, per la sua compagna e per i suoi amati
bracchi. Sono andata a trovarlo; forse il canile è più grande della sua
casina , là sull’Appennino Ligure. Quando c’è la neve lo spettacolo è
meraviglioso, si è sospesi tra cielo e terra su una nuvola di panna.
Molto restio ai complimenti, è molto poco comunicativo con i suoi
simili, ma vi assicuro c’è ottima intesa e complicità con i suoi cani e
questo è in fondo quello che conta .
Ha già raggiunto brillanti risultati, ma la strada è ancora lunga e non
certo facile per questo ragazzone dai capelli (quando ci sono) biondi
come l’oro rosso
CALENDARIO 2007
Il tema del Calendario 2007 sarà IL BRACCO AL TROTTO
Preghiamo quindi chi volesse inviare fotografie di volersi attenere all’argomento prescelto.
Le fotografie vanno inviate a :
Mauro Nerviani
c/o Officine Nerviani
SS. 32 n° 23/aA
28050 Pombia
Sono preferibili le foto su carta. Eventuali foto via e-mail devono essere inviate con risoluzione di 300 dpi possibilmente una per una al seguente indirizzo: [email protected]
Si invitano i soci a partecipare fattivamente con le foto ed a contribuire finanziariamente ricordando l’alto fine umanitario dell’iniziativa.
La scelta delle foto verrà effettuata direttamente dall’Editore senza alcun coinvolgimento della SABI. CRUFT
di GIOVANNI CAPONE
Nella mia carriera di espositore la mia Selva di Paludelonga, oltre ad
aver conquistato i titoli per numerosi campionati di bellezza in Italia
ed in diversi paesi esteri mi ha dato la soddisfazione di classificarsi
per il CRUFT.
Visto che ora sono libero
dagli impegni di lavoro,
mi sono voluta levare la
soddisfazione di farmi un
viaggetto in Inghilterra.
Il numero di cani presenti è impressionante (circa
25.000 cani nei 4 giorni),
l’organizzazione è sconvolgente, e le presenze per
ogni razza sono di enorme
rilievo (400/500 setter inglesi, pointer, setter gordon
ed irlandesi, e stessi numeri
per le altre razze comprese
quelle da caccia che da noi
scarseggiano sempre !!!!)
Purtroppo non ha potuto
partecipare all’esposizione, forse la più prestigiosa
al mondo, in quanto la nostra amata razza non è riconosciuta dal
Kennel Club Inglese.
Devo confessare che vedere un ring con 160 Spinoni Italiani e nessun Bracco Italiano, mi ha dato fastidio.
Fra gli stands promozionali delle varie razze, però era presente anche lo stand del Bracco Italiano e mi sono avvicinato per conoscere
di persona l’appassionato della nostra razza in terra inglese.
Ho constatato di persona che anche lì il bracco ha colpito. Mr. John
era proprio innamorato dei suoi bracconi !!!!!
Mr. J. Hayward , ha gradito la mia visita e mi sono sentito in dovere di fargli dono del mio distintivo della SABI.
Mi ha confermato che si sta interessando per il riconoscimento della
razza, e che la difficoltà dipende dal numero di soggetti iscritti nei
libri genealogici.
I riferimenti possiamo trovarli sul sito della “Bracco Italiano Society” www.bracco-italiano.co.uk ([email protected] oppure tramite l’indirizzo di Mr. P. March [email protected])
Mi confermava che i suoi cani li utilizza anche per la caccia e che
comunque sono ottimi cani da compagnia (nota negativa in quanto
mi sembra che sia la loro attività prevalente).
Mi auguro che questa positiva esperienza possa essere rivissuta in
futuro in compagnia dei nostri amici a quattro zampe e che gli amici
inglesi trovino interesse nei nostri bracchi per usarli a caccia sui loro
magnifici territori. Giovanni Capone
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il Bracco italiano • Settembre 2006 - n. 3
RICORDO DI FABIO VARZI
mo fatto prendere anni fa un figlio di Gaur
Non avevo mai pensato di scrivere in medi GIOVANNI BARBIERI
di Montetricorno per una cagna di Laschi,
moria di un amico, è un calice veramente
amaro da ingoiare , ma ricordare Fabio Varzi, braccofilo, beccac- ne aveva tirato fuori un cane eccezionale. Ricordo le sue telefonaciaio , tra i primi soci della delegazione Umbria è un impegno a te , quando con la tipica cadenza dell’Alta Umbria, era di vicino
cui non voglio sottrarmi.
Città di Castello, mi diceva orgoglioso che i suoi amici setteristi lo
Ho conosciuto Fabio molti anni fa quando avevo cominciato a andavano a cercare per cacciare insieme a lui perché come trovariunire nella delegazione Umbria i proprietari di bracchi della mia
va le beccacce il suo bracco non c’erano né setter né pointer.
regione, un amico comune, Alessandro Carpineti ci aveva messo
Negli ultimi mesi era alla ricerca di un nuovo bracco per sostituire
in contatto. Veniva dal mondo dei setter poi aveva conosciuto il
Bracco Italiano ed era scoppiato l’amore per una razza che ti ruba il suo prematuramente scomparso , invece la notizia incredibile
il cuore. Cacciatore autentico , beccacciaio vero non aveva voluto della sua morte improvvisa.
mai abbandonare la caccia per impegnarsi di più nella cinofilia uf- Chiudo gli occhi e rivedo il suo sguardo buono e piango un amico
ficiale: la caccia era la sua passione ed il connubio B&B, Bracchi che non c’è più.
e Beccacce, lo esaltava. D’accordo con Moreno Panni gli aveva- Ciao Fabio.
RICORDO DI MARCO CARIA
Non è facile trovare le parole per ricordare
da un’antica poesia, ma al tempo stesso era
di STEFANO BELLOI
un amico che tutto a un tratto non c’è più,
un uomo di bontà infinita!
o forse è meglio dire che non si vorrebbe mai doverle cercare Trascorrevamo ore insieme, tra un cioccolatino e un vin santo, anche in compagnia della moglie Letizia; avevo nuove e belle novità
queste parole.
Sul Professor Caria vorrei e potrei dire tanto, sono innumerevoli i da condividere con lui e, sinceramente, ero certo che ci saremmo
ricordi che in questo momento mi corrono per la testa, ma amo la incontrati ancora, sempre nel soggiorno di casa sua, per parlarne
sobrietà e così mi limito a pochi e semplici pensieri.
un po’. Poi l’1 agosto, alla sera, si è spento andando via in modo
Marco era un amico carissimo, un maestro di vita, il mio punto di riservato.
riferimento in ogni aspetto legato alle passioni che ci univano: i Marco, questo è il saluto mio e di quanti sentono il dolore della
bracchi italiani e la caccia.
Sua scomparsa; ed anche un ricordo di Lei per tutti coloro che non
Era una persona dotata di grande intelligenza e cultura, con un hanno avuto la fortuna di conoscerLa. Personalmente, Le rivolcarattere estremamente forte, di animo nobile e capace di estremo gerò un pensiero ogni volta che accarezzerò uno dei nostri amati
affetto.
bracchi e quando mi troverò nei sentieri che, insieme, abbiamo
Da anni la malattia lo aveva segnato ma, sorretto dalla cara moglie percorso alla ricerca delle beccacce.
Letizia, dalla figlia Costanza e dal genero Ettore, stimolato anche La delegazione Sardegna, in persona di Davide Ebau, si associa
dalla grande passione per i bracchi e la caccia, trovava ancora nel saluto del caro Marco Caria.
la forza per resistere e andare
avanti.
Ho visto Marco Caria una sola
Quando negli ultimi mesi mi
volta, quando è venuto a visiaccorsi che le sue difficoltà
tare la mia famiglia, qualche
crescevano, provai ancora a
anno fa. Da allora, solo telefonate e lunghissime e-mail. Ma
spronarlo dicendogli: «coragquesto non ci ha impedito di
gio Marco, ha ancora tanto da
insegnarmi!». Così mi portava
accomunare alcune cose, oltre
a vedere i suoi bracchi: Circe
all’amore per i Bracchi italiae Cocco; in quei momenti legni: lo sport, la poesia, la politigevo nei suoi occhi la voglia
ca ...controcorrente!!!
di condurli ancora nei colli
D’ora innanzi, quando accenalla ricerca delle pernici, o nei
derò queste “piccole lampadi“suoi” boschi a caccia delle
ne” nella mia mente, sarà un
beccacce.
po’ come far rivivere l’amico
Marco aveva un carattere
Marco.
forte ed era testardo, proprio
come il vero nuorese descritto
Alessandro Grecchi
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il Bracco italiano • Settembre 2006 - n. 3
10° ANNIVERSARIO CLUB S.A.B.I.
Raduno OLANDA
di PAOLO POGGIO
In un ottimo scenario e con una buona organizzazione, il 21 Maggio 2006 al Nuovo
Lido di Waalwjk nei pressi di Eindhoven
Olanda,si è svolto in occasione del 10° anniversario dalla sua fondazione, il Raduno
del Club S.A.B.I. Olandese presieduto attualmente dal Signor Frans Krjbolder coadiuvato dai Signori, Rommert Hazenberg
(Segretario) e Arian Turion, Henk Eelevelt ,
Marianne eelevelt consiglieri.
Erano presenti 52 Bracchi dei 258 presenti in
Olanda e Braccofili giunti dalla Scozia, dal
Belgio e il sottoscritto dall’ Italia.
Logicamente, grande presenza dei Bracchi
dell’ Allevamento di Ala d’Oro di Jaap e Tina
Muller, seguito dall’ Allevamento Dei Vicini
del Monastero di Marieke Hamakers e dagli
ottimi soggetti presentati da Sonja Weber ,
comunque, a detta del Giudice Dr Alessandro EVANGELISTI, tutti ottimi soggetti.
A farla da padrone, sono stati i Bracchi del
Monte Alago piazzando 2 soggetti ai primi
tre posti del Best finale.
Si è aggiudicata il B.O.B. Asia del Monte
Alago una Bracca BA di 14 mesi battendo la
sua Mamma, la plurititolata Rivana del Monte Alago, ambedue di proprietà di GianPaolo
Poggio e Valendino di Ala d’ Oro di Sonja
Weber, già Ch Erupeo.
L’alza bandiera, con inno Nazionale, è stato
eseguito da un gruppo di Caccia con corni,
che ha allietato tutta la manifestazione.
Il Presidente Sig, Frans Krjbolder, ha chiuso
la manifestazione, complimentandosi con il
Dr Evangelisti e ringraziandolo per la perizia
ed esperienza nei giudizi e augurando a tutti i
partecipanti, un arrivederci al prossimo anno
e possibilmente un numero superiore.
CLASSIFICHE:
Classe Baby Maschi
1° Promettente Asco
del campo di Pini
Classe Giovani Maschi
1° Ecc Penotto Pio
Classe Intermedia maschi
1° Ecc Castellano di ala d’Oro
Classe Libera Maschi
1° Ecc Ugo Valero
dei Vicini del Monastero
Classe Lavoro Maschi
1° Ecc Salvatore di Ala d’Oro
Classe Veterani Femmine
1° Ecc Bice di cascina Croce
Classe Allevamento Femmine
1° Ecc Gabana di Ala d’Oro
Classe baby Femmine
1° Promettente Adina di
Campo dei Pini
Classe Giovani Femmine
1° Ecc C.A.C. B.O.B
Asia del Monte Alago
Classe Intermedia femmine
1° Ecc Miuccia Prada di Ala d’
Oro
Classe Campioni Maschi
1° Ecc Ris C.A.C.
Don Corleone di Ala d’ Oro
Classe Veterani Maschi
1° Ecc Valentino di Ala d’Oro
Classe Libera Femmine
1° Ecc ris C.A.C.la d’Oro
Classe Allevamento Maschi
1° Ecc Tito Pedrini di Ala d’Oro
Classe Campioni femmine
1° ECC Rivana del Monte Alago
RINGRAZIAMENTI
pregevoli risultati andando a vincere la
prova classica su quaglie di Cervesina il
10 giugno con il 1° Ecc ed il X Campionato Nazionale ANLC a Rimini con la stessa
qualifica.
Complimenti anche a Rossi Ottavio qualificatosi 2° Ecc con Caruso di Cascina
Croce nella Classica a quaglie speciali
Bracchi Italiani a Burago (BG).
di EDOARDO SACCO
Sono socio della SABI e nutro una grande
passione per i bracchi; ho avuto soggetti
molto validi, sia in bellezza che in lavoro.
Ora credo di poter presentare agli amanti
braccofili un bracco maschio roano marrone che ha vinto il derby 2005.
Tale soggetto, con grande riconoscenza
per il privilegio che ho avuto dall’allevamento dell’Angelo del Summano del signor Segalla , è Balzan III, che in 85 giorni
ha conseguito il titolo di campione di bellezza nazionale. Pur non togliendo nulla al
cane desidero esprimere un ringraziamento al signor Petracchini Carlo, delegato di
Torino, che con la sua passione e maestria
ha portato il cane a tale risultato.
Ringrazio la SABI per avermi dato questo spazio ed invio tante cordialità a tutti
i braccofili.
SEGNALAZIONI
di MARIO GIUSSANI
Complimenti al nostro socio Garanzini
Ernestino che con Zorro ha ottenuto due
Classe Lavoro Femmine
1° Ecc Nebbia Gucci di Ala d’Oro
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il Bracco italiano • Settembre 2006 - n. 3
TROFEO DELLE DELEGAZIONI
A SELVATICO ABBATTUTO
AFV SAN FIORANO
CAGLI (PU)
DOMENICA 15 OTTOBRE 2006
SPECIALE A SELVATICO ABBATTUTO CAC
In collaborazione con la Delegazione SABI di Pesaro e Ancona e con il Gruppo Cinofilo Cagliese
GIURIA
Bianconi Sergio
Bucci Leandro
Evangelisti Alessandro
Principi Aldo
Ritrovo
Iscrizioni
ore 7,00 presso la casa di caccia dell’AFV San Fiorano lungo la Provinciale Cagli-Pergola ( circa 2 Km da Cagli)
via fax al n. 0721/804571 complete di tutti i dati utili per la predisposizione del catalogo
Pernottamenti Albergo residence La Collinetta tel 0721/781541
Albergo La Terrazza sul Burano tel 0721/790396
Albergo Leon d’Oro Acqualagna tel 0721/798164-798608
Itinerario
dal nord e dal sud: A 14 uscita Fano poi superstrada per Roma ed uscire a cagli dal centro E45 Orte–Cesena uscire a Bosco (dopo Perugia)
seguire le indicazioni per Fano ed uscire a Cagli
Informazioni tel (ore pasti) 0721/828933 cell 349/4675529
Il Regolamento del Trofeo delle Delegazioni a selvatico abbattuto è visionabile sul sito
della SABI www.il bracco italiano.it
Si ringrazia il sig. Francesco Romiti, gestore dell’AFV San Fiorano, per la preziosa
collaborazione
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