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O BELLA MIA SPERANZA
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S.Alfonso e la Madonna
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Biografia mariana di S.Alfonso
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“Madre mia amabilissima, io ti amo; ma non mi contento solamente di amarti: io desidero
prIma in terra e poi in cielo di essere il primo dopo Dio ad amarti” (visita 17^).
Questa incredibile dichiarazione di amore è della bocca e del cuore di S.Alfonso M. de Liguori, il
quale la fa esprimere anche al devoto lettore che giunge alla lettura della visita 17^ del suo prezioso
libretto “Visite al SS. Sacramento e a Maria Santissima.
“Io vi amo, Signora amabilissima, e per l’amore che vi porto, prometto di volervi sempre
servire, e di fare quanto posso, acciocché siate amata ancora dagli altri”.
Ecco il programma mariano della vita di S. Alfonso.
Dice di lui il suo primo biografo, il Tannoia: “Se ad Alfonso stava a cuore vedere Gesù Cristo
glorificato e lo si vedeva tutto zelo perché Cristo fosse amato da tutti…, non minore ardore egli
aveva per vedere la Divina Madre da tutti ossequiata e glorificata”.
Due giorni dopo la sua nascita, avvenuta il 27 settembre 1696, riceve il batesimo nella chiesa di
S.Maria dei Vergini a Napoli e con il sacramento riceve il nome di Alfonso MARIA, ad indicare quasi
che il destino della sua vita verrà guidato da Maria.
L’incanto di quest’amore scaturisce dal contatto materno: Alfonso succhia -quasi- dal seno materno il
tenero ed affettuoso amore alla Madonna. Una tenerezza che nel corso della sua lunga vita diventa
contemplazione sempre più profonda del mistero della Vergine di Nazareth.
“Sei pura, sei pia, sei bella, o Maria / ogni alma lo sa che Madre più dolce il mondo non ha. / O
Madre pietosa, o Madre amorosa, deh prega per me, che t’amo, e d’amore sospiro per te.
Diventato avvocato a sedici anni e mezzo, sottoscrive con gioioso giuramento la professione di fede
sulla Immacolata Concezione di Maria, un impegno che andrà sempre crescendo:
Io, Alfonso Maria de Liguori…,credo fermamente con lo spirito, abbraccio veramente col
cuore, e professo fermamente con la bocca che tu, Madre di Dio, sei stata interamente
preservata da ogni macchia di peccato originale fin dal primo istante della tua concezione…e
per difendere questo sì grande e singolare privilegio son pronto e giuro di dare -se bisognaanche la mia vita…”
Il Papa Pio IX, più di cento anni dopo, l’8 dicembre 1854, dichiarerà il dogma della Immacolata
Concezione , suscitando in tutta la Chiesa dimostrazioni entusiastiche pari a quelle di Efeso, quando
Maria fu proclamata Madre di Dio
A Maria, Alfonso consacrò tutta la sua vita.
La sera del 29 agosto 1723 – che Alfonso chiamerà il giorno della mia conversione – nella chiesa di
nostra Signora della Mercede, il giovane avvocato stacca dal fianco lo spadino, simbolo del suo stato
sociale, e lo depone ai piedi della statua della Madonna, quale pegno della sua eterna fedeltà:
“Sai che vogli’io, dolce Maria: / speranza mia, ti voglio amar. / Voglio star sempre a te vicino, /
bella Regina, non mi lasciar…”
Più tardi, nel fondare la sua Congregazione, Alfonso ne affida la crescita e lo sviluppo alla Madonna
Immacolata:
“La nostra minima Congregazione ha per sua principale Protettrice la SS. Vergine Maria,
appunto sotto questo titolo della sua Immacolata Concezione…”
Un così grande impegno di amore fu corrisposto pienamente dalla Vergine Maria, la quale non fece
mancare ad Alfonso segni sensibili della sua benevolenza, specie nei momenti difficili. Alfonso stesso
farà qualche confidenza a riguardo:
“Quando ero ancora giovane, mi sono trattenuto sovente con la Madre di Dio, la quale mi ha
dato molti consigli concernenti gli affari della Congregazione…”
Questa confidenza richiama la sua personale, mistica, ripetuta esperienza nella grotta di Scala nei
primi anni della fonfazione del suo Istituto.
Ma già prima, a Foggia nel 1732 tutto il popolo fu spettatore della straordinaria estasi avuta da
Alfonso alla presenza della prodigiosa immagine della Madonna dei Sette Veli o Icona Vetere: il
Santo fu sollevato da terra verso la prodigiosa immagine per circa un’ora .
Ad Amalfi, nel 1734, nel duomo, un fascio di luce parte dalla statua della Madonna e investe in pieno
il volto del santo che sta predicando al popolo proprio sulla Madonna.
Non mancò di visitare in pio pellegrinaggio -nonostante i molteplici impegni- alcuni santuari mariani.
Abbiamo notizie delle sue visite al Carmine maggiore in Napoli (Alfonso ne portò l’abitino per tutta
la vita), all’Incoronata di Foggia, alla già citata Madonna dei Sette Veli in Foggia, alla santa Casa di
Loreto nei giorni che precedettero la sua ordinazione episcopale.
Alfonso morirà a 91 anni di età, a Pagani, il 1 agosto 1787, mentre la campana suonava l’Angelus: i
suoi confratelli lo hanno visto sorridere all’improvviso, e tendere quasi fisicamente verso qualcuno
che solo lui vedeva: era la Madonna venuta a prendere il suo servo fedele:
“Io muoio contento, lasciando sulla terra questo mio libro che continuerà a lodarti e predicarti,
o Madre del mio Signore e Madre mia Maria.
La Madonna fu la compagna della sua vita. Sul tavolo di studio Alfonso teneva un grazioso quadro
della Madonna del Buon Consiglio: a lei volgeva con frequenza il suo sguardo nello stendere gli
appunti delle sue numerose opere, specie della Teologia Morale.
Non c’è preghiera nelle opere di Alfonso che non si chiuda con la invocazione alla Madonna. Non c’è
predica che non si concluda con il ricordo del suo patrocinio.
Nelle sue predicazioni mai mancava di parlare di Lei; anzi, una delle prediche fise della missione era
quella sulla Madonna. Alfonso aveva grande fiducia che i peccatori più induriti o i ritardatari si
decidevano alla conversione ascoltando la predica di “Mamma Maria”.
Questo tenero amore per la Madonna Alfonso lo diffuse con le sue opere -e sono 111 opere- , con le
sue meravigliose canzoncine e anche con la pittura: gli si attribuiscono diverse tele sulla Madonna:
la Madonna Pastora, la Madonna dello Spirito Santo rifinita dal De Mura e la Madonna che viene
detta di S.Alfonso, una delicata immagine che il pittore Di Maio riprenderà e diffonderà in diversi
esemplari.
Ai visitatori, parenti, amici non mancava mai di regalare qualche immagine della Madonna,
inculcando la sua devozione, e soleva dire:
“Questa è la Mamma nostra che ci ha da portare in paradiso. Questa è quella che ci ha da
aiutare in punto di morte. Poveri noi se non avessimo questa gran Madre di Dio”
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P. Salvatore Brugnano, 1987
“Profilo mariano di S. Alfonso
inciso su musicassetta”
Alessandro Licata 2003 - S. Alfonso e la Madonna.
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