COMUNE DI QUARTUCCIU
Assessorato alla Cultura e Lingua Sarda
Antologia delle opere
CONCORSO DI POESIA
“QUARTUCCIU 2011”
QUARTA EDIZIONE
Col patrocinio e finanziamento del Comune di Quartucciu
Assessorato Cultura e Lingua Sarda
Quartucciu 22 Ottobre 2011
-1-
-2-
COMUNE DI QUARTUCCIU
Assessorato alla Cultura e Lingua Sarda
IL COMUNE DI QUARTUCCIU
in collaborazione con
ASSOCIAZIONE TURISTICA PRO LOCO
ASSOCIAZIONE CULTURALE “Impari Po Imparai”
BANDISCONO E ORGANIZZANO
IL CONCORSO DI POESIA “QUARTUCCIU 2011”
REGOLAMENTO
1)
2)
3)
4)
5)
6)
7)
8)
Il Concorso è aperto a tutti e comprende due sezioni:
A) Poesia in lingua sarda che si suddivide in due sotto sezioni:
a) poesia in rima; b) poesia in verso libero;
B) Poesia in lingua italiana
Si possono inviare opere in tutte le varianti del Sardo e le lingue alloglotte. Poiché è prevista la
raccolta delle opere premiate, al fine di una maggior comprensione dei testi, è gradita la
traduzione a fronte o un glossario delle parole di più difficile comprensione.
Il tema è libero e non si dovranno superare i 40 versi
Le opere, anonime e senza pseudonimi, non devono risultare premiate o segnalate in altri
concorsi e tali devono restare fino alla data della premiazione, pena l'esclusione delle stesse,
dovranno pervenire in n.8 copie dattiloscritte.
I dati personali (nome e cognome, indirizzo completo, numero di telefono, eventuale indirizzo
mail, titolo dell'opera), saranno inseriti in busta a parte, regolarmente sigillata e allegata alla
principale.
I concorrenti potranno partecipare a tutte le sezioni con una sola opera per sezione
Le opere non verranno restituite. (Ai sensi del D.lgs. 196/03- I concorrenti autorizzano
l'Organizzazione al trattamento dei loro dati personali nell'ambito del concorso).
Il plico contenente le opere dovrà pervenire entro il 10 giugno 2011 al seguente indirizzo:
CONCORSO DI POESIA “Quartucciu 2011
“ASSOCIAZIONE TURISTICA PRO LOCO
via Corongiu, 36 – 09044 Quartucciu (CA)
9)
10)
11)
12)
13)
Non è prevista alcuna quota di partecipazione
Il giudizio della Giuria è insindacabile e inappellabile
Sono previsti premi in denaro per i primi tre classificati di ogni sezione e per i quattro
menzionati.
Per i segnalati, con la pubblicazione della poesia sul libretto che sarà distribuito gratuitamente
tutti i partecipanti alla cerimonia di premiazione, è prevista la consegna della pergamena.
Tutti i partecipanti al Concorso sono fin d'ora invitati alla cerimonia di premiazione che si terrà
nei locali della DoMusArT ( ex Casa Angioni), via Corongiu 34, alle ore 10 del 22 ottobre 2011.
Per informazioni telefonare ai seguenti numeri: 070 845203-070 805024-070 883603-070 884675
L'Associazione Turistica
Pro Loco
Anna Chiara Loi
COMUNE DI QUARTUCCIU
Assessorato alla Cultura e Lingua Sarda
Damiano Paolucci
-3-
L'Associazione Culturale
“Impari po Imparai”
Angelo Spiga
CONCORSO DI POESIA “QUARTUCCIU 2011”
Verbale della Commissione giudicatrice per le e poesie vincitrici in lingua Sarda –
sezione in versi liberi
Il giorno 08 settembre 2011, alle ore 09.30, si è riunita la giuria del CONCORSO DI POESIA
“QUARTUCCIU 2011” per la sezione di poesia in lingua sarda in versi liberi composta da:
Giovanni Piga in qualità di
Anna Cristina Serra
Ettore Sanna
Francesco Pilloni
Giovanni Casciu
Giuseppe Dore
Salvatore Vargiu
Presidente
Componente
Componente
Componente
Componente
Componente
Componente
Dopo aver esaminato gli elaborati pervenuti alla segreteria del Premio, ha espresso a voti unanimi il
seguente giudizio:
1^ premio a
Canti 'olti
di Gianfranco Garrucciu
di Tempio Pausania
Paraulas cuadas
di Gonario Carta Brocca
di Dorgali (Nu)
Umbras
di Maria Rita Farris
di Serdiana (CA)
Menzione d'onore a
Eclissi
di Giuseppe Tirotto
di Castelsardo (SS)
Menzione d'onore a
Messaiu furuncu
di Sandro Chiappori
di Cagliari
Menzione d'onore a
Stabiliu d'anti
di Gisella Pibiri
di Iglesias (CA)
2 premio a
3^ premio a
Menzione d'onore a
Ho sercau a ca' di nonni di Maria Tina Battistina Biggio
di Cagliari
Segnalazione di merito a
Su propriu celu
di Marinella Sestu
di Iglesias (CA)
Segnalazione di merito a
La suredda mala
di Maria Caterina Martinazzi
di Valledoria (SS)
Segnalazione di merito a
Pabaros dolos
di Giovanni Chessa
di Torpè (NU)
Segnalazione di merito a
Candu su gradinu
di Vincenzo Casu
di Quartucciu (CA)
Segnalazione di merito a
Migrò
di Ambra Ilaria Cincotti
di Calasetta (CA)
Segnalazione di merito a
Volarìu aetti ancora
di Domenico Battaglia
di La Maddalena (OT)
-4-
Il Segretario
Salvatore Porcu
CONCORSO DI POESIA “QUARTUCCIU 2011”
Verbale della Commissione giudicatrice per le e poesie vincitrici in lingua Sarda sezione in rima
Il giorno 08 settembre 2011, alle ore 09.30, si è riunita la giuria del CONCORSO DI POESIA
“QUARTUCCIU 2011” per la sezione di poesia in lingua sarda in rima composta da:
Giovanni Piga in qualità di
Anna Cristina Serra
Ettore Sanna
Francesco Pilloni
Giovanni Casciu
Giuseppe Dore
Salvatore Vargiu
Presidente
Componente
Componente
Componente
Componente
Componente
Componente
Dopo aver esaminato gli elaborati pervenuti alla segreteria del Premio ha deciso a voti unanimi di
non assegnare il 1^ premio e attribuisce gli altri premi nel modo seguente:
2^ premio a
Mudu su sartu
di Salvatore Ladu
di Mamoiada (NU)
3^ premio ex aequo a
Ijerru
di Giovanni Pira
di Orgosolo (NU)
3^ premio ex aequo a
Buffadore de sonnios
di Gonario Carta Brocca di Dorgali (NU)
Menzione d'onore a
Beni benius
di Camillo Corona
di Quartucciu (CA)
Menzione d'onore a
S'attrivida
di Mimui Maicu
di Santulussurgiu(OR)
Menzione d'onore a
Rosa poesia
di Tonino Fancello
di Dorgali (NU
Segnalazione di merito a Bandela 'e vida
di Stefano Arru
di Pozzomaggiore(SS)
Segnalazione di merito a Nademì chie
di Nanni Murtas
di Santulussurgiu(OR)
Il Segretario
Salvatore Porcu
-5-
CONCORSO DI POESIA “QUARTUCCIU 2011”
Verbale e poesie vincitrici in lingua italiana
Il giorno 09 settembre 2011, alle ore 16.00, si è riunita la giuria del CONCORSO DI POESIA
“QUARTUCCIU 2011” per la sezione di poesia in lingua italiana
composta da:
Prof. Ettore Casu in qualità di
Andrea Nateri
Eraclio Nateri
Gesuino Murru
Maria Bonaria Lai
Rosanna Podda
Presidente
Componente
Componente
Componente
Componente
Componente
Dopo aver esaminato gli elaborati pervenuti alla segreteria del Premio ha espresso a voti unanimi il
seguente giudizio:
1^ premio alla poesia
Ricordo una sera d'estate
di Tomaso Melis
2^ premio alla poesia
Sogno giovanile
di Maria Josè Marongiu
3^ premio alla poesia
Primavera a Cagliari
di Mimiu Maicu
Menzione d'onore:
Tornare a casa
di Maria Antonina Busalla
Menzione d'onore:
Il tuo amore, come il mare
di Mirella De Cortes
di Cagliari
Menzione d'onore a
Parlerò di te
di Rosaria Floris di
Quartu S.Elena (Ca)
Menzione d'onore a
Briciole di tempo
di Giuseppa Sicura
di Selargius (Ca)
Segnalazione di merito:
Così il paese
di Fulvio Castellani
di Enemonzo (UD)
Segnalazione di merito a
La cicala
di Efisio Ledda
Segnalazione di merito a
Il vento canta tiepide canzoni
di Margherita Sabatini
di Torino
Segnalazione di merito a
L'dore dell'inverno
di Benito Galilea
di Roma
Segnalazione di merito a
Serenità
di M.Antonietta Borgatelli
di Balzola (AL)
Segnalazione di merito a
E sono quì
di Sabato Laudato
Segnalazione di merito a
Vivo nel mondo
di Giovanni Formaggio
-6-
di Iglesias(Ca)
di Gonnosfanadiga (MC)
di Santulussurgiu (OR)
di Nuoro
di Castiglione delle Stiviere (MN)
di Nocera Superiore (Sa)
di Canegrate (MI)
Il Segretario
Salvatore Porcu
CONCORSO DI POESIA “QUARTUCCIU 2011”
SEZIONE “ A “”
Poesia in lingua Sarda – sezione in versi liberi
1^ premio a
Canti 'olti
di Gianfranco Garrucciu
di Tempio Pausania
Paraulas cuadas
di Gonario Carta Brocca
di Dorgali (Nu)
Umbras
di Maria Rita Farris
di Serdiana (CA)
Menzione d'onore a
Eclissi
di Giuseppe Tirotto
di Castelsardo (SS)
Menzione d'onore a
Messaiu furuncu
di Sandro Chiappori
di Cagliari
Menzione d'onore a
Stabiliu d'anti
di Gisella Pibiri
di Iglesias (CA)
2 premio a
3^ premio a
Menzione d'onore a
Ho sercau a ca' di nonni di Maria Tina Battistina Biggio
di Cagliari
Segnalazione di merito a
Su propriu celu
di Marinella Sestu
di Iglesias (CA)
Segnalazione di merito a
La suredda mala
di Maria Caterina Martinazzi
di Valledoria (SS)
Segnalazione di merito a
Pabaros dolos
di Giovanni Chessa
di Torpè (NU)
Segnalazione di merito a
Candu su gradinu
di Vincenzo Casu
di Quartucciu (CA)
Segnalazione di merito a
Migrò
di Ambra Ilaria Cincotti
di Calasetta (CA)
Segnalazione di merito a
Volarìu aetti ancora
di Domenico Battaglia
di La Maddalena (OT)
-7-
MOTIVAZIONI QUARTUCCIU 22/10/201
a cura di Anna Cristina Serra
1° PRÉMIU “CANTI 'OLTI” Gianfranco Garrucciu
In s'andanta dìliga e sonadora de sa fueddada gadduresa un'intréveru de sentidus durcis e fitianus
amantaus de tristura po una pàntasima de unu contu chi no si podit averai. Is versus curtzus, su in prus
senàrius e cuinàrius e calancunu setenàriu, donant a chini ligit s'idea di èssiri sétziu castiendu cuss'unda e
de dda intèndiri addobbendu sa Terra e sa vida de su Poeta po si sciai a pustis in sa spuma de ancà totu s'iat a
bòlliri abbrandai. Aici po sa cilixia chi su Poeta imperat in sa crobetàntzia de sa serrada, sa cilixia chi
s'intregat a sa dì po chi si scallit in-d-unu beranu nou. Fortzis su chi su Poeta iat a bolliri po su coru sû?
Durci e lìmpia che su mari de Gaddura, punciuda e aresti che is arrocas de sa Terra sua custa est un'àtera
proa bella e de sustàntzia de custu Poeta chi at onorau e onorat a dónnia passu su Logu de ancà at abertu is
ogus e ancà at arrexinau su coru.
Nel ritmo delicato e musicale della parlata gallurese un'alternarsi di sentimenti dolci e perenni
ammantati di tristezza per un fantasma di una storia impossibile. I versi brevi, prevalentemente quinari e
senari, con qualche settenario, dànno al lettore la sensazione di osservare quell'onda e di sentirla, quasi,
colpire la Terra e la vita de Poeta per sciogliersi, infine, in quella schiuma dove tutto il patire vorrebbe
trovare consolazione. Così per la brina che il Poeta utilizza nella metafora della chiusura, il gelo che si
offre al giorno affinché si possa sciogliere in una nuova primavera. Forse ciò che il Poeta vorrebbe per il
proprio cuore?
Limpida e dolce come il mare di Gallura, appuntita e indomita come le rocce della sua Terra, questa è
un'altra prova, bella e compiuta, di questo Poeta che ha onorato e onora ad ogni passo il Luogo dove ha
aperto gli occhi e radicato il cuore.
2° PRÉMIU “ PARAULAS CUADAS” Gonariu Carta Brocca
Una cantzoni de amori, custa de Gonàriu Carta Brocca, po sa Terra stimada chi “unu fogu de fide at in su
sinu”. Una Terra chi parat fronti a problemas di oi e fortzis de sempri: integratzioni, identidadi, orgogliu
de èssiri su chi semus. Cun sa sensibbilidadi chi ddi luxit de sèmpiri su Poeta innoi s'inditat cali podit
èssiri sa bia po arribbai a su bisu fitianu: ...e prufessones mannas/de zente de tottue/ in carreras de sole/ e
portales apertos.../ Sa bia podit èssiri ...unu sónniu 'e balentes/ armados de s'allega de sos mannos/ e
leppa 'e dinnidade/ chi a s'anzena e nostra identidade/ cara noale intregat... Fueddus chi ndi faint apillai
àterus a sa menti e a su coru: “.. chi a cumandai fessant is poetas, sa realidadi puru iat èssiri unu bisu..”.
In su sonu sighiu donau de s'imperu sàbiu de is pluralis chi marcant sa torrada fitiana de sa consonanti S si
ddoi intzertat giai-giai cussa bia de soli, cussu bisu cuau, cussa spera de milli coloris chi in su coru de sa
Poesia e de su Poeta no ant a mòrriri mai. In su coru de custu Poeta in primis: issu cantat sèmpiri a deghile
dónnia spuntoni de coru e de memória de custa Terra sua, e issa, in cunfiantza, parit giai-giai dd'intreghit is
speras e is disigius po ddus spràxiri deapetotu.
Una canzone d'amore, questa di Gonario Carta Brocca, per la Terra amata che “unu fogu de fide at in su
sinu”. Una Terra che affronta problemi di oggi e, forse, di sempre: integrazione, identità, orgoglio “de
essere su chi semus”. Con la sensibilità che lo contraddistingue da sempre il Poeta qui ci indica quale
potrebbe essere la strada per giungere al sogno perenne... ...e prufessones mannas/de zente de tottue/ in
carreras de sole/ e portales apertos.../ La strada potrebbe essere...unu sónniu 'e balentes/ armados de
s'allega de sos mannos/ e leppa 'e dinnidade/ chi a s'anzena e nostra identidade/ cara noale intregat...
Parole che ne fanno sovvenire altre alla mente e al cuore “ se a governare fossero i poeti, anche la realtà
sarebbe un sogno...”
Nel ritmo incalzante dato dall'uso sapiente dei plurali che segnano il susseguirsi cadenzato della
consonante S quasi si indovina quel cammino di sole, quel sogno nascosto, quella speranza multicolore
che nel cuore della Poesia e del Poeta non moriranno mai. Nel cuore di questo Poeta soprattutto: egli
canta ormai da tempo, e sempre in modo appropriato, ogni angolo del cuore e della memoria di questa
sua Terra e lei, in confidenza, sembra quasi affidargli speranze a desideri affinché li sparga ovunque.
-8-
3° PRÉMIU “UMBRAS”
Maria Rita Farris
Nci podit àiri, massimamenti oi, in su mundu una cosa prus bella de altaris de olia?
Fortzis no ma innoi funt po unu deus allenu e su bentu portat manus e sa luna est citia e su
scuriu est unu sperrumu.... Custas e àteras crobetàntzias lichitas faint de custa poesia una
prenda de sustàntzia e de imposta. Impostas de tristura intreveradas perou a disigius
durcis e cuaus, adìtziu-adìtziu scoviaus in sa serrada: comente cussu de una luxi po dda
pòdiri cosiri a sa spera: mancai siat cussa de una làntia. Cali siant poi cussas umbras de
perda chi nd'apillant de su mari in-d-unu celu scullau...fortzis sa genti nostra ndi scit
calancuna cosa....
Un'àteru sùlidu lébiu de Poesia chi custa Poetessa s'istrinat, a pustis de àiri giai bintu
àteras proas de gabbali, de ancà imperat limba e sentidus lìmpius e chi si faint nodius in
is assimbillus e in is amostas de is bisuras poéticas.
Può esistere al mondo, oggi specialmente, una cosa più bella di altaris di olia? Forse no,
ma qui sono per unu deus allenu e il vento ha mani...e la luna è muta... e il buio è un
precipizio... Queste e altre squisite metafore fanno di questa poesia un gioiello
impregnato di sostanza e di messaggi. Messaggi di tristezza alternati però a desideri
dolci e nascosti rivelati, a malapena, nella chiusa: come quello di una luce da poter
cucire alla speranza, una luce anche piccola come quella di una lanterna. Quali
possano essere, infine, quelle ombre di pietra che emergono dal mare in un cielo
disfatto...forse la nostra gente ne sa qualcosa...
Un altro respiro leggero di Poesia che questa Poetessa ci regala, dopo aver vinto altre
prove di valore, dove lingua e sentimenti limpidi si rivelano preziosi nell'uso delle
metafore e delle immagini poetiche.
-9-
Canti 'olti
1^ Premio
Canti 'olti, tandu
t'aggj'ambaratu 'nvanu
a l'intrinata, chi'
undi batti l'unda
e la risacca
dìlica, l'appoggja
la so sciuma!
Canti 'olti, tandu
l'aggju 'ntesi
li colbi di mari
a strìuli
dammi la saluta
in chissu cantu!
E canti 'olti, tandu
mill'aggju fatti mei
li to' pinsamenti!
Tu dulci fantasimu
a la me' fola antica
scriduta da lu tempu
e impussibbili!
E eu … t'aggj' ambaratu
pal videtti iscendi
sola, da lu mari …
un mari graidu
di bunaccia e di sirenu
pal turramm' a viu
l'amaru sònniu
chi più e più
ancora m'assaccarra.
T'aggj'ambaratu
comu la sainaglia frisca
ambara
li primmi fa di luci
affacc'a mani
e a lu so caldu
tutta si dona
illu turratu branu
…e si cunsumi.
Gianfranco Garrucciu
di Tempio Pausania
Quante volte,allora/ti ho aspettato invano/verso sera, li/dove batte l'onda/e la risacca/leggera,
addossa/la sua schiuma!/Quante volte, allora/ho sentito/i gabbiani/stridire/per salutarmi/con quel
canto!/E quante volte, allora/ho fatto miei/i tuoi pensieri!/Tu dolce fantasma/della mia fiaba
antica/svuotata dal tempo/e impossibile!/E io … ti ho aspettato/per vederti uscire/sola, dal mare
…/quel mare gravido/di sereno e bonaccia/per ridare vita/al mio amaro sogno/che ancor di più/ora
mi travolge./Ti ho aspettato/come la brina fresca/aspetta/le prime luci/sul far del giorno/e al suo
caldo/tutto si dona/in una rinnovata primavera/ … e si consuma.
-10-
Paraulas cuadas
2^ Premio
Sa terra mia de litos
sa terra mia de preda
in su coro' e carchina
unu bisu secretu at isticchidu:
unu sonniu
de bragas de istimas e de fides
ue craros e iscuros
che omines colamus
sutta su toccu 'e sas fainas nostras;
unu sonniu 'e balentes
armados de s'allega de sos mannos
e leppa 'e dinnidade
chi a s'anzena e nostra identidade
cara noale intregat.
Sa terra mia de sole
sa terra mia 'e siddados
unu fogu de fide at in su sinu
e visiones
de babbos afainados
e mammas
chin su risittu in laras
e cussorzas fecundas
inue in luna 'ona
creschene sos pitzinnos
chene deper fuire
a logos isconnottos
a pedire su pane
a pedire s'orgogliu
d'essere su chi semus
Unu sonniu
de zente 'e bonu 'ettu
e prufessones mannas
de zente de tottue
in carreras de sole
e portales apertos
a s'allega connotta 'e sos amigos
a s'allega 'e s'istranzu
a paraulas cuadas in su coro
Gonario Carta Brocca
di Dorgali (NU)
La mi a terra di boschi/la mia terra di pietra/nel suo cuore calcareo/un sogno segreto ha
nascosto:/un sogno/di gioia di amori e di fede/dove i chiari e gli scuri/da uomini viviamo/al ritmo
delle nostre consuetudini;/un sogno di balentes/armati della lingua degli avi/e spada di dignità/che
all'altrui e nostra identità/regala un nuovo volto./La mia terra di sole/la mia terra di tesori/un fuoco
di fede ha nel suo cuore/e visioni/di padri affaccendati/e madri/col sorriso sulle labbra/e campagne
feconde/dove senza problemi/crescono i ragazzi/senza dover fuggire/in posti sconosciuti/a chiedere
il pane/a chiedere l'orgoglio/d'essere ciò che siamo./Un sogno/di gente cordiale/e grandi
processioni/di tutti quanti popoli/su strade di sole/e porte spalancate/alla voce conosciuta degli
amici/alle parlate aliene/alle parole nell'anima nascoste.
-11-
Umbras
3^ Premio
Benit de mari
un'unda longa 'e prantu
umbras de perda
in celus scullaus
de sa notti
Citia sa luna
infrissit chiriollus
de bisus allisaus
in d'unu sperrumu e' scuriu,
oru oru 'e mari
mi seu sezzia
e hapu prantu
non curru prus in su npruini
a cuai is santus mius,
imoi
in is lacanas de sa sorti
preparu altaris de olia
po unu deus allenu
In is manus de su 'entu
is umbras sunt liagas
in corus strintus strintus
intre unu zunchiu 'e prantu
Soberanu de custu mori 'e axiu
donami una canzoni
chi non siat matracca 'e luttu
e una lantia alluta
po cosiri luxi a sa speranza
Maria Rita Farris
di Serdiana (CA)
Un'onda di lungo pianto/viene dal mare/ombre di pietra/nei cieli disfatti dalla notte/muta la
luna/s'immerge in lembi di sogni consumati/nel buio profondo/vicino al mare/mi sono seduta/e ho
pianto/non corro più nella polvere/a nascondere i miei santi/adesso/nell'infinito confine della
sorte/preparo altari d'ulivo/per un dio sconosciuto/le ombre sono ferite/nei cuori stretti/dentro un
singhiozzo di pianto/Sovrano di questo sentiero doloroso/dammi una canzone/che allontani il
pianto/e un piccolo lume/per cucire luce alla speranza
-12-
Menzione d'onore
Eclissi
Videtti chissa primma
volta era staddu solu buleu, intindia
lu poaru cori meu scunsaltammi
sangu, maragni e veni,
intumbiddu, imbagliaddu da un soli
chi no arriscia, né pudìa agguantà.
Tutt'inghjru mancu unu sfraizzu,
né un cantu di gaddi né abbagghjà
di cani, parìani fugghjì
a li nidi assultaddi li piggioni,
l'animali a li tani.
Tutt'inghjru un nieddori impruisu,
culori vistu mai, né primma nè a poi,
solu tu in scagli taglienti di lugi
luminosi cumenti li brillanti
di una cuddana infiladda a diamanti.
Suttrunosi, irripetibili aiggi,
una volta i la vidda, una volta
dugna cent'anni, cumenti
in chiddu mangianili
azzosu di lu 61, noi tutti
in Monti Ghjudigi, calchi metru
più altu casa nostra, a figghjulà
la luna carragghjà lu soli,
nudi, chena linzoli
darredu a lu pezzu di vedru
affumigaddu, inutili
puru a l'innucenzia …
Giuseppe Tirotto
di Castelsardo
Vederti quella prima/volta era stato solo scompiglio, sentivo/il mio povero cuore
squassarmi/sangue, tempie e vene,/stordito , abbagliato da un sole/che non riusciva, ne poteva
guardare./Tutt'intorno neanche un fruscio,/né un canto di galli né abbaiare/ di cani , sembravano
fuggire/ai nidi spaventati gli uccelli, /gli animali alle tane./Tutt'intorno un nero improvviso,/colore
visto mai, né prima né dopo,/solo tu in scheggia accecanti di luce/luminosi come brillanti/di una
collana infilata a diamanti./sconvolgenti, irripetibili attimi,/una volta nella vita, una volta/ogni
cento anni, come/in quel mattino/gelido del 61, noi tutti/a Monti Ghjudigi, qualche metro/più alto
casa nostra, ad ammirare/la luna coprire il sole,/nudi, senza lenzuola/dietro il pezzo di
vetro/affumicato, inutile/pure all'innocenza …
-13-
Menzione d'onore
Messàiu furuncu
Cun d'una soga
su 'entu de cibixia
nd'as acciappau
e in d'una cresura 'e su sartu
dd'as accappiau.
T'iant a nai:
messaiu furuncu!
Ma no ti nd'incuras
est un'ierru de cibixia
chi no nci 'ollit passai.
Meri de terras aspriadas
as fintzas furau a su celu
araxis de unu beranu
fragus de trigu cabudraxu
e cun fueddus de meli
as imbusticau
una notti 'e beranu
poita iscrutzessit
custa notti mala de ierru.
Comenti 'olìasta tui
camminas prexau
castiendi immoi su sartu …
e ant a nai:
messaiu furuncu!
Ma tenis nottesta sa notti
de su beranu chi 'oliasta
e chi tenit sabori
de bellu suspi-suspi
de panixeddu 'e narbedda
poita t'indurcit
comenti disigiasta
una vida de milli tribulias.
Sandro Chiappori
di Cagliari
Con una fune/il vento gelido/hai catturato/e al recinto del tuo podere/l'hai legato./Ti
direbbero:/contadino ladro!/Ma non ti importa:/è un inverno gelido/che non ci vuole
passare./Padrone di esasperate terre/hai anche rubato al cielo/brezze di una primavera/profumi di
grano precoce/e con parole di miele/hai imbrogliato/una notte di primavera/perché
scalzasse/questa notte austera d'inverno./Come volevi tu/cammini contento/guardando ora il tuo
podere …/ e diranno:/contadino ladro!/Ma hai la notte stanotte/della primavera che volevi/e che ha
il sapore/ di succoso nettare/di dolce frutto di malva/perché ti addolcisca/come desideravi/una vita
di mille affanni.
-14-
Menzione d'onore
Stabiliu d'anti
Stabiliu d'anti:
a su mesi, unu tanti.
Unu, dusu … tresi …
si attentu non sesi
contendi is billettus,
unu po dusu,
porinti fai.
Torraddu à contai!
Unu … dusu … tresi …
quattru … cincu e sesi.
Su contu est torrau,
sa strara as pigau
po domu a rientrai.
Ma deppis comprai
sa pezza, sa frutta,
deppis fai sa pastasciutta.
Paga sa bombola, su bistiri,
su francubullu, pinna e paperi.
Paga s'affittu, su latti …
nd'as postu a patti?
Aund'est'andau?
Est giau spacciau
custu dinai?
Torr'à contai!
Unu … dusu …
e non prusu.
Narendi giai sesi:
“Cumment'app'a fai
a sa fin'e su mesi?
M'anti imbrogliau,
m'anti torrau
cincu po scentu,
coment'è bentu
s'inc'est'andau
custu tiau!”
Gisella Pibiri
di Iglesias
E' stato stabilito/al mese un tanto./Uno … due … tre/se non stai attento/nel contare i biglietti/uno
per due/possono darti./Conta di nuovo!/Uno … due … tre … /quattro … cinque … sei./I conti
tornano/prendi la strada/per tornare a casa./Ma devi comprare/la carne, la frutta,/devi fare la
pastasciutta./Paga la bombola, il vestito,/ il francobollo,carta e penna./Paga l'affitto, il latte/Ne hai
messo da parte?/Dove è andato?/E' già finito/questo denaro?/Conta di nuovo!/Uno … due …/e non
più./Stai già dicendo:/ ”Come farò alla fine del mese?/Mi hanno imbrogliato,/mi hanno dato/cinque
al posto di cento/come il vento/ se n'è andato/questo diavolo!”
-15-
Menzione d'onore
Ho sercau a cà di nonni
Intu paize che uàiva ben
ho bevuu pe augurò ai noe lune,
ho sercau prumisse,
ho ripescau cun lami de nustalgia
'nto mò di dexidèi.
Ho sercau a cà di nonni
pe sentime figètta, unde
u mò u l'èa sutta i oggi
tutti i giurni
pe suddisfòme de turchin.
Tuttu inturnu, aighe, rèmi e barchètte,
e l'odù penetrante du baxeicò
'nta curte.
Sun ancun incantò
nu possu se nu mesc-ciu
i pensieri cun i dexidèi,
'ntu mè ascuzu ritegnu
ho streppelau i òe.
Ho bezognu d'amù e de poxe
de aregalò emusuìn,
grande affettu de vèa pasciùn
quellu che u mè co u sa do,
foscia cun troppa abundansa,
'ntu môdu de dì ai cunfin
du tempu,
mi …
Maria Tina Battistina Biggio
di Cagliari
Nel paese che amavo/ho brindato alle nuove lune,/ho cercato promesse,/ho ripescato con ami
nostalgici/nel mare dei sogni./Ho cercato la casa dei nonni/per sentirmi bambina, dove/il mare era
sotto gli occhi/ogni giorno,/per saziarmi d'azzurro./Tutto intorno,alghe, remi e barchette,/e l'odore
pungente del basilico/nel cortile./Sono ancora sognatrice/non posso se non mischio/i pensieri con i
sogni,/nel riposto pudore/ho strappato le ali./Ho bisogno d'amore e di pace,/di donare
emozioni,/sensazione di vera passione/che quel che il mio cuore sa dare,/forse con troppa
abbondanza,/nel linguaggio ai confini/del tempo,/io …
-16-
Segnalazione di merito
Su propriu celu
Mi suat in sa cara
s'atongiu de su mari
asullu frori imprentau
de sa luna partèra,
prenda stimada
appuntada
a su sinu sene fini
de su celu.
Su propriu celu sprigat
chini at pigau punta de peis de sa vida
ludu e famini a corona
de pensamentus axedus.
Pregadorias sene boxi
aporrint a oghiadas fui-fui
sortis sene orizzòntis,
passus lebius
allisant su tempus
sene pasiu e sene beridadi.
Unu sulidu prus forti e prus biazzu
de is orus dei is arrugas marrias
pruinis e follas ingroghìas
fait baddai
unu certu ballu tundu infrocchittau …
E de sa terra limpiada de cadenas
sa cara de unu nfrori s'amostrat
a luxentai de speru sa mudesa
de custu mericeddu affriggìu.
Marinella Sestu
di Iglesias
Soffia sul mio viso/ l'autunno del mare/azzurro fiore cinto/dalla luna materna/gioia
amata/attaccata/all'infinito seno/del cielo./Lo stesso cielo riflette/chi ha preso i calci dalla vita/fango
e sangue a corona//di amari pensieri./Preghiere senza voce/porgono a sguardi fuggenti/destini
senza orizzonti/fragili passi/abbracciano il tempo/senza tregua e senza verità./Un soffio più forte e
più gioioso/dai bordi delle strade scarnite/polveri e foglie rinsecchite/fa ballare/un certo ballo tondo
in allegria …/ E dalla terra sgombrata di catene/il volto di un fiore si mostra/a risplendere di
speranza il silenzio /di questa sera appassita.
-17-
Segnalazione di merito
La suredda mala
E' intrinendi
entratizzi drentu
nossia ghi venghia
a zuccati la janna.
Tu mi gunnosci.
M'hai 'istu umbè di 'olti d'allongu
e mizz'hai giratu la vaccia.
Calche volta
t'aggju zuccatu la janna
e no m'hai abaltu.
Eu sogu la suredda mala
nisciunu vo abrì
a una cumente me
puru si zelti 'olti mi ciammani
e mi dizini d'andà currendi
candu arreu no m'abrini.
Canti 'olti puru tu
m'hai ciammatu!
Eu sogu vinuta
ma no aggju zuccatu.
Da lu vrisciu di la janna
t'aggju viggjulatu.
Eri cussi bedda cu li viddoleddi toi
chi mancu si m'erani pagatu
arìa fattu umbra
a chissi agnuleddi.
Abà sei a la sola
e no voi cumpagnia.
Primma di intratizzi
poni abbanda un pogu di ricattu
pa chissa jattulina
chi dugna manzana
veni a scitatti
e a giugà
cu li nipoteddi toi.
Maria Caterina Martinazzi
di Valledoria (SS)
E' l'ora del crepuscolo/torna dentro/non si sa mai che venga/a bussarti alla porta./Tu mi conosci/mi
hai visto tante volte da lontano/e hai voltato la faccia./Qualche volta/ti ho bussato la porta/e non mi
hai aperto./Io sono la sorella cattiva/nessuno vuole aprire/ad una come me/anche se alcune volte mi
chiamano/e mi dicono di andare correndo/quando arrivo non mi aprono./Quante volte pure tu/mi
hai chiamato!/Io sono venuta/ma non ho bussato./Dal buco della serratura/ti ho spiato./Eri così
bella/con i figlioletti tuoi/che nemmeno se mi avessero pagato/avrei fatto ombra/a quegli
angioletti./Adesso sei da sola/e non vuoi compagnia./Prima di entrare/metti da parte un pò di
cibo/per quella gattina/che ogni mattina/viene a svegliarti/e a giocare/con i nipotini tuoi.
-18-
Segnalazione di merito
Pàbaros dolos
Non ti faghes agatare
in s'ispregu de s'abba 'e su putu
chi a tremula e pispisada
illaschiat e incalchiat,
aberit e carpit
mazines tuas,
malas a incraitare.
Aite ti chirco in s'antigoria faddida?
in cust' abba ludosa
olga e pudida de malos meigares?
E gheto sa cofa de canna
su pischeddu 'e toa
fago proa chin chilivru 'e seda.
Intre s'ùbigu
abbaido su ch'est ingalliadu…
d'abba proinzana
chi a gutziu ruet
a sonu
intre su poju
de aurdos intancadu.
Puite non potes
Tue
chin s'abba ghissare
su muru brincare
de s'incrichine 'e su putu?
andache custu cugutu
torrende a jogos de ballina
e ti pota apompiare
a ancas a rughe
chirchende 'e miriare
in s'aèra
a una cantone,
e cussos pabaros dolos
apemas de immentigare.
Giovanni Chessa
di Torpè (NU)
Non trovo il tuo volto/nello specchio dell'acqua del pozzo/che trema nel cerchio delle
onde/s'addensa e dirada,/dove s'aprono e spaccano/i tuoi ritratti,/così difficili da
inchiodare./Perché ti cerco nella passata e fallita storia?/In quell'acqua fangosa/putrida di siero e
cattiva medicina?/Io vi butto il cesto di canne/il cestino di salice/e riesco con setacci di seta./Dentro
la nassa/guardo il pescato …/d'acqua piovana/che con le gocce cade/e suona/dentro il
lago/racchiuso tra muri a secco./Perché non puoi/Tu/stramazzare con l'acqua/sgrondare e saltare il
muro/dall'orlo del pozzo?/scopriti la testa/riprendi il gioco delle biglie/e ti possa guardare/mentre
con le gambe incrociate/cerchi di colpire/nell'aria/una poesia,/e così inconsistenti
tristezze/scorderemo.
-19-
Segnalazione di merito
Candu su gradinu
Giovunu e prenu di abèttu,
ainnantis andàsta fiduciosu …
e fiat nodiu cuddu beranu
candu, attobiendi in su mori,
t'iat pigau a brazzètu, su mali.
Spantau, dd'iast castiau
cun annugiu poita timoria
e trumentu fiant benius a t'affracai.
Ma, si puru a cambas di arròda,
cun issu ses boffiu abbarrai
a pustis chi, cun su tempus,
unu cumpensu t'at donau
ammostenditì de is cosas
su giustu valori.
E i custu poita a cunfrontu
cun aterus ti podis nai
ancora fortunau mancai
su cumenzu siat stetiu tostau.
A bellu a bellu, de inzandus,
a issu ti ses tanti abituau
che as imparau finzas a dd'olli beni.
E ancora fiduciosu ti biu andendi
si puru de tanti in tanti
ananti 'e unu gradinu
ses custrintu a ti firmai.
Vincenzo Casu
di Quartucciu (CA)
-20-
Segnalazione di merito
Migrò
Migrò, partì, arrancòse, desvacantòse,
pe poi arvise a n'incuntru
e atruvòse turna.
T'arrivi dall'otra porte du mundu
Omu in viaggi
Sensa che nisciun te cunusce,
cu'a pèlle de n'òtru culure,
cu'i tò paule che asquexi nisciun accapisce
in te scta sulitudine, angusciusa.
De corpu ti vedi 'na faccia e te vegne 'n co i facce di tò vègi
Cotti do su, segnè do ventu e do sorsu,
e ti te senti un po' menu sulu.
In tu centu d'en figio abbandunau, che 'a Vigilia u crie
“Ogiu mè mamma”
T'atrovi u to criu, a sufferensa per vèsse in t'en giurnu tantu speciole
Lutan da' to ca.
Poi in riu, in t'en mumentu u te pòrte u burdellu du tò mò e
D'incantu
Ti te senti in pòxe.
Cuscì, amiandu i nuvie, ti te senti sutta 'n taitu seguu,
u taitu du tò mundu, do tò Tera
e alua nu l'importe da che mò tei arrivau …
ti te senti de corpu in ca,
omu che viagge, in mezu a omi che viaggian
omu in mezu a omi.
Ambra Ilaria Cincotti
di Calasetta(CA)
Migrare, partire, sradicarsi, svuotarsi,/per poi aprirsi ad un incontro/e ritrovarsi./Arrivi dall'altro
capo del mondo,/Migrante,/Sconosciuto/con la pelle di colore diverso,/una lingua incomprensibile
per molti./in questa solitudine,frustrante./Ad un tratto scorgi un volto, e questo richiama alla tua
mente/i visi degli anziani del tuo paese,/Cotti dal sole sferzati dal vento e dalla salsedine,/e ti senti un
pò meno solo./Nel pianto di un bimbo abbandonato,che alla vigilia di Natale grida/”Voglio mia
mamma”/Ritrovi il tuo grido, la tua sofferenza per essere in un giorno tanto speciale/lontano da
casa./Poi un fiume, in un momento ti riporta al rumore del tuo mare e/magicamente/dona pace al
cuore./Così guardando le nuvole ti senti sotto un tetto sicuro,/il tetto del tuo pianeta, la tua Madre
Terra/e allora non importa più da quale parte del mare sei arrivato,/ti senti magicamente a
casa,/migrante tra migranti,/uomo tra uomini
-21-
Segnalazione di merito
Volariu aètti ancòra
Volarìu aètti ancòra
und'i silenzi timuròsi
d'un'antra carda istati
a stuzzicani i sogni
chi c'u tempu hai mudellatu
senza mai pirditti und'a fumaccia
o unde l'umbri da matina.
Volarìu aètti, qui,
ancora cu i to peni
e i stanchi membri,
cum'una criatura da smammà,
'ammintani a primma impronta
de'nosci pèdi scarzi,
pirduta po' pe scunnisciuti vii
primma che artu fussi u sòli.
Volarìu aètti ancòra
pe frigà l'aspra vòci
chi, in un artilinà di vita e di morti,
riclamaia l'affittu du to corpu,
tra nùuli
o monda vicini o monda luntani.
Lagrimi gialli piegni avà u limmonu
mentri forti briunigghjia u silenzio
chi s'appruffitta de' to labbri muti;
e ghjè, qui, sòlu,
a strignitti i mani,
a carizzatti u visu
… a circatti l'anima,
ch'immagghjinigghjiu,
und'a terra firita,
suttu un vilu di fòddi d'oru,
undi volarìu ritruammi
stracquatu a u to fiancu
oramai fusu in te
'assittà, und'u so impassibbili andà,
u risvegliu de' stagioni
e u vinì d'una vita nòa
chi forzi, un ghjornu, u Signòri
ci svilarà.
Domenico Battaglia
di La Maddalena
Vorrei averti ancora/nei silenzi timorosi/di un'altra calda estate/a stuzzicare i sogni/che col tempo
hai modellato/senza mai perderti nella nebbia/o nelle ombre del mattino./Vorrei averti,
qui,/malgrado le tue pene/e le tue stanche membra,/come una creatura da svezzare,/a ricordare la
prima impronta/dei nostri piedi scalzi,/smarrita poi per sconosciute vie/prima che alto fosse il
sole./Vorrei averti ancora/per ingannare l'aspra voce/che, in un altalenare di vita e di
morte,/reclamava l'affitto del tuo corpo,/tra nuvole/o troppo vicine o troppo distanti./Lacrime
gialle piange ora il limone/mentre forte urla il silenzio/che s'approfitta delle tue labbra mute;/ed io,
qui solo,/a stringerti le mani,/a carezzarti il viso/ … a cercarti l'anima,/che immagino,/ nella terra
ferita, /sotto un velo di foglie d'oro,/dove vorrei ritrovarmi/ disteso al tuo fianco/ormai fuso in te/ad
attendere,nel suo impassibile procedere,/il risveglio delle stagioni/e il sopraggiungere d'una vita
nuova/che forse, un giorno, il Signore/ci rivelerà.
-22-
CONCORSO DI POESIA “QUARTUCCIU 2011”
SEZIONE “ A “”
Poesia in lingua Sarda – sezione in rima
2^ premio a
Mudu su sartu
di Salvatore Ladu
di Mamoiada (NU)
3^ premio ex aequo a
Ijerru
di Giovanni Pira
di Orgosolo (NU)
3^ premio ex aequo a
Buffadore de sonnios
di Gonario Carta Brocca
di Dorgali (NU)
Menzione d'onore a
Beni benius
di Camillo Corona
di Quartucciu (CA)
Menzione d'onore a
S'attrivida
di Mimui Maicu
di Santulussurgiu (OR)
Menzione d'onore a
Rosa poesia
di Tonino Fancello
di Dorgali (NU
Segnalazione di merito a
Bandela 'e vida
di Stefano Arru
di Pozzomaggiore (SS)
Segnalazione di merito a
Nademì chie
di Nanni Murtas
di Santulussurgiu (OR)
-23-
Premio “Quartucciu”:
Motivazioni edizione 2011
a cura del Presidente Giovanni Piga
Poesia n. 21, Mudu su sartu –
2° premio
Un'istrina intregada a sa mimòria de un'amicu coriale, chi naschit dae un'afetu
berteru e dae unu dolore isporosu chi petzi sa morte podet batire. Mudesa e iscuru in su
pessare de su poete. Non s'intendet istripitu in su sartu. Non bi luchet isteddu. Peri sa
luna, dudosa, non bocat cara pro no irfadare su dolu e sa malanconia chi imbòlican sa
note. Petzi su lucore de sa fide e s'ammentu de s'ànimu bonu de su mortu, iscrarit su
sentiu de su poete, chi sonniat s'amicu, in chelu, negossiande serenu chin sos ànzelos «
Contande carchi sana balentia... / cun bellos versos d'una poesia”. Chin d-unu limbazu
sicuru, prenu de ìnnidos acentos Serbadore Ladu intesset de dilichia custa lìrica. Sos
versos musicales e de afetu, dan bida e colore a màzines prenas de sentiu chi intran che
respiru caente in s'intranna 'e su letore.
Un omaggio sentito alla memoria di un amico fraterno, dettato da sincero affetto, e dal dolore
mai sopito che solo la morte può causare. Buio e silenzio avvolgono il sentire del poeta. Non
s'ode uno strepito. Le stelle non ridono. Persino la luna, discreta, si tiene in disparte per non
turbare l'alone di malinconico rimpianto che riveste la notte. Solo la luce della fede, il
ricordo della bontà d'animo del defunto rischiara i pensieri del poeta che lo portano ad
immaginare l'amico, in cielo, discorrere sereno con gli angeli “Contande carchi sana
balentia.../ cun bellos versos d'una poesia”. Con linguaggio sicuro intriso di accenti solari
Salvatore Ladu tesse questa lirica semplice quanto delicata, con versi sonori e toccanti che
danno vita ad immagini dense di patos, che entrano come un caldo respiro nell'animo del
lettore.
Poesia n. 44, Ijerru – 3° ex aequo
S'iberru fachet pesare cada die prus sos bìssios suos supra s'edade de su poeta. Issu lu
maleichet ispissu ma non timet sas traschias suas. Fritu e ghiddighia non li ghettan pore
«Ca a sas lusingas tuas non m'arrendo». Isetat un'ispera de sole nobu pro dare apentu a su
coro suo, istraccu ma non bintu. Est animosu chi peri custa borta, mancari “Chin sos pes e
sas manos cancaradas / si ti mi ponzo a sutta occannu puru”, resessit a si frànghere dae sos
rigores suos. Li ponet antzis sa marrania de s'adopàrene a “s'ater'Annu Nou!” pro
un'àtera isfida pro sa bida, chi issu est detzisu a batallare “Finas a cando mi restat alènu”.
Jubanne Pira, chin custa poesia supra s'iberru, metafora de sa betzesa, nos intregat verso
cundios de bona lìrica in d-una tessidura de pessos lucorosos chi dan punnas, in d-unu
cussideru prus apertu, a parare fronte chene pagura a s'intrìghinu 'e sa bida
I'inverno grava con tutto il suo peso umorale sull'età del poeta. Egli lo maledice spesso ma
non lo teme. Freddo e gelo non lo sgomentano ”Ca a sas lusingas tuas non m'arrendo”.
Confida in un nuovo alito di sole per il suo cuore stanco, ma non vinto. E' sicuro di sè il poeta
che anche stavolta, nonostante “Chin sos pes e sas manos cancaradas.../ si ti mi ponzo a
sutta occannu puru” riuscirà a sottrarsi ai suoi rigori. Con la convinzione d'incontrarsi
ancora il prossimo anno per una nuova sfida per la vita, che egli intende portare avanti
“Finas a cando mi restat alènu”. Giovanni Pira, con provata maestria, con questo
componimento sull'inverno, metafora sulla vecchiaia, ci offre spunti di buona lirica in un
susseguirsi di sensazioni che inducono ad affrontare, in una visione più ottimistica, senza
patemi, il crepuscolo della vita.
-24-
Poesia n. 127, Buffadore de sònnios – 3° ex aequo
Sa bida chi rucrat àndalas de pragas fughias a su contipizu 'e su tempus. Su bentu chi
frùschiat in sos afannos de bidas codiadas, bortande su pasu de sònnios in incubos de turmentu. Su
bentu chi arrancat su risitu innossente de s'arbèschia. E ùrulat in s'intrìghinu chi s'est fachende
note. Dae su chelu ingrisau, s'iscampiat un'istruminzu d'isteddu chin d-unu lucore istasiu. Su locu
est fascau “d'iscuru e ghiddighia”. Sinnos de un'istajone de àstragu e de anneos. Ma su poete non
s'isporat. “Malàidu 'e disizos e d'amore” acatat amparu in sos sònnios, ube s'ànima sua s'apentat e
isperat in d-unu benente de assèliu in locos “Inue non tenet fine su bisare”. In custa metafora de su
bentu e de su sònniu, ispricada in màzines balentes, su poeta chircat su pasu pro sos anneos chi li
supuzan s'esistentzia. Acatat assentu e cossolu “Peri chelos de gosu e de fortuna” ube sos sònnios no
imbetzana mai.
La vita che scorre fra sentieri di piaghe sfuggite alle cure del tempo. Il vento che fischia sugli
affanni di vite emarginate, trasformando sogni quieti in incubi di tormento. Ancora il vento che graffia
il sorriso incerto del mattino. E urla sulla porta della sera che s'è fatta scura, dal cui cielo opaco
traspare un aborto di stella con un fiacco riflesso. Tutt'intorno “... iscuru e ghiddighia”. Preludio ad
una stagione di gelo e inquietudini. Il poeta non si sgomenta. “Malàidu 'e disizos e d'amore”, si rifugia
nel sogno, dove la sua anima trova quiete e spera in un futuro sereno in luoghi “Inue non tenet fine su
bisare”.
In questa appropriata metafora del vento e del sogno, attraverso immagini valenti e suggestive,
il poeta cerca la serenità per lenire le ansie che s'annidano nei meandri della sua esistenza. Quella
catarsi che egli avverte “Peri chelos de gosu e de fortuna” dove i sogni non si spengono mai.
-25-
MUDU SU SARTU
(a compare Alessandro)
2^ Premio
Compare meu a nues est boladu
Poi de annos de pena e sa rughe
Pius non trazat, ma s'eterna lughe
L'han' anghelos in chelu preparadu.
Brunzos a sonu gurdu sun giamende
Sos caros suos, coroso a toccheddu,
Che umbr'iscura s'est fattu s'isteddu,
Chi pro nois in altu fit lughende.
Oje chi tottu est tristu, su lamentu
De sas piagas pasu ad agattadu
In su corpus, ca s'anima at boladu
In prados chi non bulluzat su entu.
Mancu sa luna at gana 'e passizare
Istanotte in s'antiga caminera,
Mudu su sartu nostru e in s'aera
Sa turturas non pesana a bolare.
Ma si est beru cantu ap'idu in bisu.
Mi cunfortat, c'alligru izis andande
Cun duos anzeleddos brullettande
Che zovaneddu a cantigos e risu
Contande calchi sana balentìa
E serenadas a lugore 'e luna
Chi fini indirizzadas solu a una
Cun bellos versos d'una poesia.
Ue su corpus pasat cun amore
Una rosa fieru app'appuntare,
Bianca, senz'ispina e pro compare
Iscrio: Custu it babbu 'e su dolore.
Tentaennos da supra 'e s'infinidu
Senz'ispinas, dolores, senz'anneu
Affiancadu da s'amore 'e Deu
Pro ricupessa 'e cantu azis pattidu.
Salvatore Ladu
di Mamoiada (NU)
-26-
3^ Premio ex aequo
IJERRU
Tra s'annu 'etzu e dies de su nou
Trapuntana, granzola, bentu e frittu...
E cantas bortas t'apo maleitu
Ijerru, pro su malu fagher tou?
E cantas bortas t'apo frastimadu,
Peleande sas tuas temporadas,
Chin sos pes e sas manos cancaradas,
Finas su coru acandelobradu?
Epuru sempre paradu appo fronte,
Isfidadu biddìa e astraore,
Chin s'ispera de lughe e de calore
De unu sole nou in s'orizonte.
E sa Pasca de Resurretzione
Est semper arribada pro me puru:
Bortande in lughe su pighidu iscuru,
E su lupu addurcadu che anzone.
E como? Chie nd'ischit si su flebile
Palpitu de su coro est d'aguantu?
Ca istracu l'intendo, e cada tantu,
Implorat pasu, affannadu e debile.
Ma non ti timo Ijerru! So serenu,
E chin totu sas fortzas chi possedo
A corfu a corfu chin tegus las medo,
Finas a cando mi restat alènu.
A sas lusingas tuas no m'arrendo,
E m'atrivo a brincare cada ostaculu,
Chen'isetare un'ateru meraculu
Chi non merito e mancu lu pretendo.
Ca cussos sunu raros! In sa vida,
Benin pro totus una borta solu,
E cheret s'ocajone tent'a bolu
Ca mai podet benner ripitìda.
Eo so orgogliosu, si m'isprigo
Chene macula, netta est sa cussentzia.
Ma si ch'est già iscrita sa sententzia,
Non frastimo pius, ne maleigo.
Ma si tue mi pones a su prou,
No m'agatas marranu, so siguru:
Si ti mi ponzo a sutta ocannu puru...
Nos bidimos a s'ateru Annu Nou!!!
Giovanni Pira
di Orgosolo (NU)
-27-
3^ Premio ex aequo
BUFFADORE DE SONNIOS
Fruschiat su 'entu supra milli praes
chi su tempus no at pottidu crusare
e sas pigadas de cust'avantare
donnia die mi parene prus graes.
Fruschiat su 'entu supra sas istimas
in carreras de vida accodiadas
e durches visiones chi ziradas
si son in oriolos e in primas
Fruschiat su 'entu supra su cannidu
risittu lugorosu 'e su manzanu
e in su sero chi s'est fattu canu
sol'un'isteddu de lugor'aurtidu.
De meses e de annos su furone
benit bestìu d'iscuru e ghiddighìa
faghend' irmentigare su chi fia
e menettande fritta un'istajone.
Ma jeo buffadore intreveradu
de bisos innossentes e galanos
chi non reghen sos rajos solianos
un'isula in su coro apo servadu.
E malaidu 'e disizos e d'amore
incunzo po cust'anima messeras
de visiones caentes e bragheras
chi mi dan vida isperas e asore.
Che puzone chi s'ala s'at truncadu
e dae su sole falat a su ludu
Irvetto irvetto e mi nd'isto mudu
intas a cando forte so torradu.
E tando che un'ae ap'a bolare
peri chelos de gosu e de fortuna
e galu prus innedda de sa luna
inue non tenet fine su bisare.
Gonario Carta Brocca
di Dorgali (NU)
-28-
Menzione d'onore
BENI BENIUS
Tristu in su mundu m'intendia solu
mi pariat chi tottu si olessi firmai
De nebodeddus privu de consolu
Cun prexu e gosu oi potzu cantai.
Oi potzu cantai ca custu millenniu
unu donu mannu m'at prestu portau
ca prenu de grazia a domu ses benniu
a Chiara e Franciscu sa vida as donau;
de is nonnus intrau – seu hoi in su regnu
ap'essiri degnu – de tanti virtudi
prontu a ddu accudi – in dogna momentu
cun su bonu intentu – de mi ddus gosai.
De mi ddus gosai felici e cuntentu
ca sunt angiuleddus in vida benius
e cantu abettau fiada cust'eventu
de podi ammirai nebodeddus mius
c'a su mundu enius – cun prexu e amori
impegnu e calori – de su babbu offriu
lodau Padre Piu – in tottu s'attesa
un innu 'e biadesa – oi bollu intonai.
Oi bollu intonai 'nu cantu 'e biadesa
ca sa primavera in domu est froria
portendi in giardinu candori e puresa
arrisu e consolu e dogna allegria
sana cumpangìa – divinu splendori
germoglius de amori – ca tottu e' prus bellu;
arrosa e gravellu – e giust'a s'abettu
de is nonnus s'affettu – non at a mancai.
No at a mancai sa stima e s'affettu
ca seis custodi de nostru caminu
beni ndi conosci dogna bonu aspettu
chi ai onorau su nostru destinu
seis su continu – de sa nostra storia
futura memoria – nd'atturat sa luxi
a sa nostra gruxi – Chiara e Franciscu
unu frori friscu – si dd'eis a portai.
Si dd'eis a portai ca no seu prus solu
biu sa vida mia chi sighit andai
de is nebodeddus prenu de consòlu
cun amori a Deus mi pongu a pregai.
Camillo Corona
di Quartucciu (CA)
-29-
Menzione d'onore
S'ATTRIVIDA
Lughiant sos isteddos, una “duna”
nos fud'amparu in sas renas friscas,
cun s'amorad'in amorosas triscas
nos fù cumpanza risida sa luna.
Pariat narrer: “tenta sa fortuna,
si govinu non paras, ite piscas?
Si istanotte tottu no arriscas
Podes restare cras a sa jauna.”
Deo che maccu ponz'in ment'a issa
e za dd'ischìo cant'est faularza,
ca mai n'at cumpridu de promissa.
Ma s'amorada si pesat che arza:
“Tue, semper cun cuss'idea fissa!”
Ponide fatt'a sa luna majarza.....
Mimiu Maicu
di Santulussurgiu (OR)
-30-
Segnalazione di merito
ROSA POESIA
Beni che isposa arcana poesia
settiti in coa ca mi parzo assentu
Faeddàmi in lampos interi su entu
porrimi in carchi musa un'ermosura
istura grobes dae sa seportura
chi mi preguntet cada fantasia.
Dae sa funtana chi t'ido perenne
cantaros cherzo prenos de cuffortu
intas in versos chi lacan'a tortu
mustrami in cada musa sa maghia
e si cumprendes custa vida mia
m'istringhes a su sinu a mi tratenne.
Jeo chi ti chirco cherzo su diritttu
de ti posare inoche carch'iscutta
Chilliami s'anima si paret rutta
e pastina sos versos in su coro
isterremi in sas campuras de oro
sos versos de ispica 'e custu sittu.
Ti pesso settia in arenas de mare
chin mill'isteddos chi rundan'a tie
intro su versu e intritzin in sa die
donzi valore de sa terra anzena
che un' emigrante c'alleviat sa pena
m'intendo si tue pasas su colare.
Che filumena cantami in cust'ora
canzones betzas chi son'in s'armanzu
de cantadores fortes de attarzu
ch'ichintiddana versos de arghentu
t'aperzo una ventana in s'aposentu
intra balente bella e gherradora.
Rosa poesia ghettami su mantu
fattu de frases de sedas de luna
chirco sa luche interi sa fortuna
t'ido rundande in pittu 'e sas aeras
sona chin s'arpa custas camineras
ricamami sa vida chin s'incantu.
Bussa ca carta chin sa manu 'orte
in custa mesa joco sas isperas
pica su picche...lassa sas chimeras
son de su poeta...son de custa corte.
Tonino Fancello
di Dorgali (NU)
-31-
Segnalazione di merito
BANDELA 'E VIDA
BANDIERA DI VITA
Cun su tempus che betzu a costazu
no apo dudas feas solovradu
ca peruna bandela at cuadu
s'storia ch'at corpadu cun su mazu;
maglio;
b'at cherfidu unu 'arriu de corazu
a fagher sa battaglia 'e su passadu.
Nde cheria torrare binchidore
e so in nues de iscurigore.
Con il tempo qual vecchio a fianco
non ho penosi dubbi dissipato
chè alcuna bandiera ha celato
la storia che ha colpito con il
Poninde fat'a pessos che trainu
moliant undas columas de dudas
e siguresa cun peraulas mudas
non m'ant potidu dare in caminu
ue minettas de nues in sinu
trazan temporad' a dies fiudas.
Cando apo peraulas sen'afogu
a agatare cun sa sorte in giogu?
Inseguendo pensieri qual fiumana
onde ruotana colme di dubbi
e certezza con parole mute
non m'han potuto dare lungo via
ove nubi con minaccia in seno
portan tempesta a vedovi giorni.
Quando le senz'angoscia
troverò con il destino in gioco?
Tando solu e pienu de isetu
mi che sero in bisos de isperas
de paghe in noales camineras!
Cosa sigura sena prus apretu
est s'istima chi mai at segretu
e che pigat su coro in aeras.
Oe a s'umbra de bandela nida
fagher cherzo sa festa de sa vida.
Allor solo e pieno di attesa
m'avvedo entro sogni di speranze
in novelli sentieri di pace!
Cosa sicura senza più urgenza
è la stima che mai ha segreto
e sull'aere il cuore solleva.
Oggi all'ombra di nivea bandiera
voglio fare la festa della vita.
Bandela chi mi 'entulas in coro,
alu noa pro nobiles dissignos,
imbitzada a diligos carignos
de sa patria ses richesa e oro.
Ischis cantu ti amo e t'adoro
fatu a tie s'intendent prus dignos
fizos fideles parende petorra
sena sas tentas a s'anda e torra.
Bandiera che mi sventoli nel cuore,
ancor nuova per nobili progetti,
invogliata a tenere carezze
della patria sei ricchezza e oro.
Sai quanto t'amo e t'adoro
seguendoti si sentono più degni
i fedeli figli che mostran coraggio
senz'ideali all'andirivieni.
In tegus b'at giustesa, libertade
e si esseras abbisti pintore
cuadros tias faghe de amore,
rupinde s'arte de sa veridade.
In sa cornitze de s'umanidade
che tias ponner gustu e sabore
pro viver vida digna fin'a fundu
ue b'est su segretu de su mundu.
In te c'è giustizia, libertà
e se fossi avveduto pittore
quadri d'autore faresti d'amore,
penetrando l'arte della verità.
Nella cornice dell'umanità
metteresti il gusto e sapore
per viver vita degna fin'in fondo
ove c'è il segreto del mondo.
c'è voluta un somma di coraggio
a compiere la lotta del passato.
Volevo ritornare vincitore
E mi trovo di tenebra fra nubi.
Stefano Arru
di Pozzomaggiore (SS)
-32-
Segnalazione di merito
NADEMI CHIE SEO
Pretesa manna foltzis est sa mia
si a fagher preguntas mi arrisco,
pro chi mi finat custa presonìa.
Si sa conca la porto tropu tosta
e tribagliosu m'est su pensamentu,
est naturale, no est fat'aposta.
Basta! Como pius no mi afrisco
in sa presone de su no ischire
e cherz'ischire cosas chi no isco.
Mi rispondides in custu momentu
totu sos ch'azis un'intelligentzia;
bos prego, dademilu su cuntentu.
M'ispozo de su meu presumire,
poi frundidos cuddos betzos pannos,
che alimusineri and' a pedire.
cussentzia.
Prima de che finire s'esistentzia,
faghidemila custa caridade,
pro mi ponner in paghe sa
Novas mias noales, e de annos
passados, sas preguntas las impreo
però sentza mi fagher contos mannos.
Non tenzedas peruna piedade,
nademi totu su chi mi merito,
Chie so veramente, mi lu nade.
Deo, cunvintu semper d'esser deo,
Sos chi l'ischin risposta mi nde dien
e mi nelzan abberu chie seo.
Bos ap'a esser gratu, lu promitto,
si mi dades sa man'in tal'impresa,
Sol'a bos esser gratu mi permitto.
In sa figura mia ite 'ien,
mi lu nerzan, ca est essentziale,
sos seriosos chi non si nde rien.
Cherio tenner solu siguresa,
siat ispina o siat ambaghe:
Ischire chie so est sa pretesa
Garanto ca no mi nde paret male,
cale siat chi siat sa risposta;
bos prego de mi dar' unu signale.
e sos sentidos mi ponner in paghe.
Nanni Murtas
di Santullurgiu (OR)
-33-
CONCORSO DI POESIA “QUARTUCCIU 2011”
SEZIONE “ B “”
Poesia in lingua Italiana
1^ premio alla poesia
Ricordo una sera d'estate
di Tomaso Melis
2^ premio alla poesia
Sogno giovanile
di Maria Josè Marongiu
3^ premio alla poesia
Primavera a Cagliari
di Mimiu Maicu
Menzione d'onore:
Tornare a casa
di Maria Antonina Busalla
di Nuoro
Menzione d'onore:
Il tuo amore, come il mare
di Mirella De Cortes
di Cagliari
Menzione d'onore a
Parlerò di te
di Rosaria Floris
di Quartu S.E.(Ca)
Menzione d'onore a
Briciole di tempo
di Giuseppa Sicura
di Selargius (Ca)
Segnalazione di merito:
Così il paese
di Fulvio Castellani
di Enemonzo (UD)
Segnalazione di merito a
La cicala
di Efisio Ledda
Segnalazione di merito a
Il vento canta tiepide canzoni
di Margherita Sabatini
di Torino
Segnalazione di merito a
L'dore dell'inverno
di Benito Galilea
di Roma
Segnalazione di merito a
Serenità
di M.Antonietta Borgatelli
di Balzola (AL)
Segnalazione di merito a
E sono quì
di Sabato Laudato
Segnalazione di merito a
Vivo nel mondo
di Giovanni Formaggio
-34-
di Iglesias (Ca)
di Gonnosfanadiga (MC)
di Santulussurgiu (OR)
di Castiglione delle Stiviere (MN)
di Nocera Superiore (Sa)
di Canegrate (MI)
Motivazioni poesie in italiano 2011
1^ premio
Ricordo una sera d'estate.
La memoria fedele e affettuosa , annullando quasi l'opera inesorabile del
tempo, ricrea un “piccolo mondo operaio” ormai quasi scomparso che,
nonostante l'asperità dei luoghi e la fatica quotidiana, lascia infine
l'impressione d'una vita in armonia con l'ambiente e, in fondo, serena.
2^ premio
Sogno giovanile.
La poesia, che ha il ritmo cantabile di una ballata, accresciuto da rime
saltuarie, assonanze e allitterazioni, riesce a raccontare una storia d'amore
non duratura, ma a suo modo compiuta e quasi felice, sottomessa
all'ineluttabile fragilità delle vicende umane.
3^ premio
Primavera a Cagliari
L'aria di primavera in città viene suggerita attraverso brevi immagini di
alacrità e leggerezza che destano una sensazione di sogno ad occhi aperti,
quasi di felicità.
-35-
RICORDO UNA SERA D'ESTATE
1^ Premio.
Sono sparsi alla rinfusa
i muri e i tetti
di quel piccolo mondo operaio
che il tempo ha saldato
sul cuneo roccioso che sfiora il cielo.
Si intravedono appena
nella crosta di terra
verde di cisto
sporca di fango.
Montescorra è tutta lì
in fila disordinate i fichi d'india
orecchie tese al silenzio
e ai violini del vento.
In sogno
si attardano
fra le pieghe del monte
strilla di bimbi
là dove era la scuola color d'azzurrino.
Grave e lontano l'eco di greggi
a Santu Perdu
tra ferule fresche e basse spine d'asparagina.
Fantasie di donne
in panni scuri e chiari
leggeri come i discorsi
interrotti da risa
nella casbah di tortuosi sentieri.
E gli operai
arsi dal sole
vedo risalire la china polverosa
nella stradina che li riporta a casa
stanchi ma vivi
benedetto Iddio.
Ricordo una sera d'estate
mia nonna sulla seggiola bassa
che aspetta la sera
esile ulivo che non dà frutto ….
intorno a lei solo i monti
lontani dalla città.
Tomaso Melis
di Iglesias
-36-
SOGNO GIOVANILE
2^ Premio
Entrasti piano, silenziosamente,
senza irruenza
e senza far rumore
nella mia vita allegra e spensierata.
A sedici anni ero un'adolescente
che sognava l'amore.
Colto ed arguto, pieno di ambizioni,
miravi in alto per il tuo avvenire.
Le tue attenzioni e il tuo fare gentile
conquistarono presto anche il mio cuore.
Quante serate in dolce compagnia,
mentre fuori pioveva
a non finire …..
Quante risate piene d'allegria,
quando felice ti stavo ad ascoltare!
Amavi declamare la poesia,
che col pensiero mi portava lontano.
Sovente, poi, la mano nella mano,
si andava in giro
lungo le vie del centro cittadino.
Era un amore, il nostro, un poco clandestino,
che ci portava a ridere e a celiare,
come il gioco innocente di un bambino.
Poi lentamente,
senza una ragione,
senza lasciare traccia, né scontento,
svanì quel sentimento dell'amore.
Fu come la parabola del sole,
che sfolgorante ascende su nel cielo
e all'orizzonte, poi, lento scompare.
E come il vento fa con l'aquilone,
che sospinto nell'aria
prende il volo,
così il destino ci costrinse ad andare.
Ognun per la sua strada e la sua meta.
A ciascuno il suo ruolo nella vita.
Ci lasciammo così, senza parlare,
senza rancore e senza ipocrisia
e nel prender il volo il tuo aquilone
scelse una via diversa dalla mia.
Maria Josè Marongiu
di Gonnosfanadiga ( VS )
-37-
PRIMAVERA A CAGLIARI
3^ Premio
E' bello camminare come in sogno
per le strade affollate,
con il vento che scompiglia i superstiti capelli.
Girovagar … così …
senza una meta,
consunta vela che non trova un porto,
sfogliata canna che l'acqua trascina.
Nella fiumana di gente
incontrare,
marzolina viola,
una fanciulla dagli occhi ridenti,
fresca e leggera
come la brezza
che sale dal mare.
Mimiu Maicu
di SantuLussurgiu (OR)
-38-
Menzione d'onore
TORNARE A CASA
Te ne sei andato in cerca
di una vita migliore,
portandoti via lo sguardo
della tua terra madre
impresso sulle tempie
dove ti pulsa il cuore.
Anima che piangi nostalgia
nel tuo cupo viaggio d'emigrante!
se torni,
chi t'accoglie?
le scogliere che alzano la voce
durante le burrasche?
o i gelsomini che muoiono
Iin mezzo a queste frane?
Il mare non è più quello d'allora …
la battigia è scomparsa
nella miniera di sabbia,
i sassi ed il cemento
precipitano a ridosso dei pini,
dove le ombre formano zolle
che nutrono quell'erba
che profuma ancora.
L'acqua azzurra del mare
accoglie i tuffi di chi ha vent'anni,
l'età in cui gli ostacoli sono una sfida
verso le nuvole dell'avventura.
Ormai la nostra età è già in discesa,
con quel volo lento,
che impone di guardare ciò che accade,
che tu lo desideri
o che avvenga.
Sai amico …
la giornata spesso varia
sui nostri rami secchi,
ciò che non muta
è l'anima di quel sogno
che non t'abbandona:
tornare in questa isola
per abbracciar per sempre,
quei profumi
che ancor ti porti dentro.
Maria Antonietta Busalla
di Nuoro
-39-
Menzione d'onore
PARLERO' DI TE
Parlerò di te, un giorno,
quando sarai lontano.
Parlerò cercando di ricordare
i sogni sognati.
Parlerò di me un giorno
quando sarà un sibilo d'ali
il battito del mio cuore
e, quando finito avrò
il canto,
vivrò un sol giorno,
il tempo
di una farfalla.
Rosaria Floris
di Quartu S.Elena
-40-
Menzione d'onore
IL TUO AMORE, COME IL MARE
Quel che amo di te
è il tuo modo d'amare
così avvolgente, tenero, sicuro.
Amo le tue mani
pronte a sorreggermi, a condurmi,
a raccogliere i miei resti
dispersi fra gli abissi.
E poi amo i tuoi silenzi,
il tuo aspettare.
Amo il tuo modo di capire
di sorridere, di baciare.
Amo il tuo amore, come un faro
o un porto protetto
cui approdare fra tempeste e bufere.
Amo il tuo modo d'amare
e mi cullo sui flutti
come fossi una barca
e tu il mio mare.
Perché come il mare mi ami,
e mi cedi al mondo.
Come il mare,
che culla le sue conchiglie
e poi
le posa sulla spiaggia.
E le regala al sole.
Mirella De Cortes
di Cagliari
-41-
Menzione d'onore
BRICIOLE DI TEMPO
Briciole di tempo
lungo il viale che si apre all'orizzonte
briciole di tempo sparse alla rinfusa
come foglie secche al vento.
Ne avrò ormai solo una manciata
da intrappolare tra le ultime pagine
nel libro dei miei giorni.
Ne ho fatte scorpacciate
nelle antiche stagioni
in groppa a nuvole effimere
tra il tutto e il niente
o arenata nei circoli viziosi
della mente!
Ero nave e vagavo per le onde
senza approdare mai.
Briciole di tempo sparse lungo il viale
rosse … gialle da afferrare
senza esitazioni né ripensamenti.
Le ordinerò per numero e per nome
e in ognuna disegnerò albe argentate
soli e lune senza tramonti.
Le verserò poi ad una ad una
dentro una clessidra speciale
e starò lì a guardare … senza parole
mentre scivolano nel buio eterno
a rallentatore.
Giuseppa Sicura
di Selargius (CA)
-42-
Segnalazione di merito
LA CICALA
Rompe il silenzio
dall'albero vicino
la cicala.
Invade i pensieri
e mi assedia
con lo stridente frinire.
Rabbrividisce il cuore
e l'anima mette
le ali per librarsi
nel tempo e accarezzare
il capo grigio della mamma,
il volto segnato del babbo,
le crepe della casa
lasciate dal martellare
del sole.
Un nugolo di polvere
brucia gli occhi e li asciuga
mentre, incessante,
si fa più serrato
il suo canto alla vita.
Efisio Ledda
di Castiglione delle Stiviere (MN)
-43-
Segnalazione di merito
COSI' IL PAESE
Ho interrogato la sera
per scoprire il segreto delle strade
quei sassi che rotolano da secoli
e sono sempre lì
tra i piedi
a raccontare una storia identica.
E l'ombra allungata dentro le foglie
mi ha narrato di passi che cantano
di notti ubriache giocate a morra
di giornate lavorate nel bosco
di ore bucate nell'orgia ilare del vino …
Così il paese mi si è svelato
nel suo nitore montanaro, caldo.
Ed ho capito che quelle poche case
vecchie
ammuffite
possiedono un'anima che non muore:
nata ieri e viva
nel sorriso aperto di un manipolo
di discoli
sempre uguali
e mai stanchi di cantare
e di giocare a rimpiattino.
Fulvio Castellani Maiano
di Enemonzo (UD)
-44-
Segnalazione di merito
IL VENTO CANTA TIEPIDE CANZONI
Il vento canta tiepide canzoni
che sfiorano la sabbia e la mia pelle
come amante gentile.
Il mare gli risponde con le sue mille onde
e ogni onda ha la sua voce, inconfondibile
che s'intreccia alle dolci parole sussurrate
da chi mi ama e mi tiene per mano.
Verranno giorni grigi. Tornerà l'inverno
col fascino silente delle sue nevi.
Ma nel candore immobile del gelo
che ricorda la morte, la sua quiete
ed il suo sonno senza risveglio,
io sentirò, dentro di me,
per un arcano incanto
la musica del mare, l'ambra del sole,
il palpito del vento, le tue carezze,
l'eco della tua voce, come conchiglia
che sembra pietra, ma ricanta la vita.
Margherita Sabatini
di Torino
-45-
Segnalazione di merito
L'ODORE DELL'INVERNO
Come fossimo scampati a un diluvio
tu mi parli dei silenzi di tua madre,
ossuta e feconda, ferma sulla soglia,
mentre guardava la sera farsi nera.
In queste nostre terre si invecchia
per paura, passando il vino in cerchio,
da mano a mano, per ricordare la gioventù
che fummo, la voce che non siamo.
Chinati su quelli della cosca per un bacio,
i cari compagni dei silenzi vecchi
contemplano le aiuole dei cimiteri
per quando saranno cadaveri della mafia
nuova, per quando diverranno nomi
tra tanti chili di carta in tribunale.
E pure il cielo s'affanna in briciole
nascoste mentre il sogno annotta
tra piccoli crocefissi sulle porte,
sciacquati dal sangue dei tagli sotto il mento.
Sono le maledizioni dei primi venerdì del mese
che regnano in mezzo agli uliveti,
la mia terra di ciucci con le sonagliere
abbassate tra gli odori dell'inverno.
Da vecchio saprò ancora fiorire
come un padre che ha pregato
dalla parte sbagliata senza mai piegarsi,
sarò una meridiana dentro l'ora breve
per portare una nenia nel mio tempo.
Benito Galilea
di Roma
-46-
Segnalazione di merito
SERENITA'
Serenità tu danzi
tra i fiori che sbocciano
nel mio giardino
e mi colorano la vita.
Aleggi tra i fili d'erba
del verde prato
e poi ti addentri
nel mio orticello
mentre estirpo erbacce
e dissodo la dura terra
dilettata dal cinguettio
degli uccelli.
Silente ti scorgo
nel tepore del focolare domestico
e tra gli affetti più cari
della mia casa.
Ti sento nell'aria che respiro
quando c'è allegria
nelle persone che mi circondano.
Serenità tu non ci sei
là dove pullula la gente
in cerca di futili cose
e in quei luoghi incantevoli
dove i piaceri della vita
sono solo momentanei.
Tu non vivi
nella ricchezza materiale
ma in quel piccolo mondo antico
fatto di semplici cose
dove ogni giorno mi addentro
per sentire
il caldo abbraccio della vita.
Maria Antonietta Borgatelli
di Balzola (AL)
-47-
Segnalazione di merito
E SONO QUI
E sono qui, vivo e vero
a guardare ogni cosa,
anche il buio più profondo,
nella solitudine della sera.
Nel mio silenzio,
perso nell'ombra del rimpianto,
scavo ancora frammenti di tempo
tra i colori d'un altro tramonto.
E continuo a camminare nel vento,
nel chiarore d'un altro giorno scomparso,
là dove gente balorda
innalza ancora altari di pianto.
Sabato Laudato
di Nocera Superiore
-48-
Segnalazione di merito
VIVO NEL MONDO
Non cercatemi sotto la pietra
con simboli religiosi o politici
perché non mi troverete.
Sono nella neve della montagna
nella sabbia del deserto
nell'acqua del mare
nel verde della pianura.
Non cercatemi sotto la bandiera
di una nazione perché non conosco
confini e non mi troverete.
Attraversavo il ponte della libertà
dall'altra parte la Pace.
Mi travolse la ruota dell'odio
e il mio sangue fecondò la terra.
Per me forse qualcuno pianse
o forse no, ma non importa.
Sono nei colori del cielo
nel profumo dei fiori
nel volo degli uccelli
negli occhi dei vostri figli
nel cuore dei vostri vecchi
tra voi, con voi.
Ricordatemi
quando l'urlo della guerra
vi porta il mio dolore
quando il sole della Pace
vi porta il mio amore.
Giovanni Formaggio
di Canegrate (MI)
-49-
ALBO D'ORO dei VINCITORI
Lingua Sarda Rima:
1° edizione 2008
1^ Premio
Sedattande sa vida
2^ Premio
S'olia
3^ Premio
Alas
2° edizione 2009
di Salvatore Ladu di Mamoiada
di Mimiu Maicu di Santu Lussurgiu
di Gonario Carta Brocca di Dorga
1^ Premio
Si cheres t'accumpanzo…
2^ Premio
Peri sos saltos de sa fantasia
3^ Premio
Sa mezus cosa
3° edizione 2010
di Giovanni Chessa di Torpè
di Mimiu Maicu di SantuLussurgiu
di Francesco Piga di Loiri
2^ Premio
3^ Premio
3^ Premio
di Mimiu Maicu di SantuLussurgiu
di Tonino Fancello di Dorgali
di Vincenzo Piu di Cagliari
Mariposas
Pilos de piche
In su niu de s'amori
Lingua Sarda Verso libero:
1° edizione 2008
1^ Premio
2^ Premio
3^ Premio
Isperu de paxi
S'isula 'e s'ispera
Fiori di luna
di Maria Rita Farris di Serdiana
di Gonario Carta Brocca di Dorgali
di Gianfranco Garrucciu di Tempio
2° edizione 2009
1^ Premio
2^ Premio
3^ Premio
Chimeras
Poeta
Tottu cambia….
di Tonino Fancello di Dorgali
di Gonario Carta Brocca di Dorgali
di Domenico Battaglia di La Maddalena
3° edizione 2010
1^ Premio
2^ Premio
3^ Premio
E cantas muttetus
Alas
Béni
di Sandro Chiappori di Cagliari
di Gonario Carta Brocca di Dorgali
di Giuseppe Carta di San Sperate
Lingua Italiana:
1° edizione 2008
1^ Premio:
2^ Premio:
3^ Premio:
I vecchi
Fra i monti
Il poeta
di Matilde Ciscognetti di Napoli
di Francesca Maria Spanu di Genova
di Pietro Cruccas di Quartucciu (CA)
2° edizione 2009
1^ Premio
2^ Premio
3^ Premio
Bambini di strada
A mio padre
Compassione
di Erminia Mereu di San Sperate
di Maria Carmela Scalas di Assemini
di Carlo Onnis di Cagliari
3° edizione 2010
1^ Premio
2^ Premio
3^ Premio
Io ci sarò
di Franco Fiorini di Veroli ( FR )
In una sacca atantia di tempo di Simona Leonardi di Forte dei Marmi (LU)
Un altro giorno
di Sergio Mossa di Quartucciu
-50-
IL DIRETTIVO DELL' ASSOCIAZIONE TURISTICA “PRO LOCO”
E DELL'ASSOCIAZIONE CULTURALE “ IMPARI PO IMPARAI “
RINGRAZIANO GLI ENTI ED I SINGOLI CITTADINI CHE HANNO
CONTRIBUITO ALLA BUONA RIUSCITA DEL
CONCORSO,
in particolar modo:
L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE
QUARTUCCIU
TUTTI I POETI CHE HANNO PARTECIPATO AL CONCORSO
Si ringrazia inoltre:
il Signor LUIGINO CAMEDDA per l'immagine presente in copertina,
relativa alla tomba dei giganti “Sa D'om'è S'Orcu”,
e l’Amministrazione Provinciale di Cagliari per i testi messi a
disposizione per i Poeti premiati.
-51-
-52-
Scarica

poesie 2011 - Formaparis