COMUNE DI QUARTUCCIU Assessorato alla Cultura e Lingua Sarda Antologia delle opere CONCORSO DI POESIA “QUARTUCCIU 2011” QUARTA EDIZIONE Col patrocinio e finanziamento del Comune di Quartucciu Assessorato Cultura e Lingua Sarda Quartucciu 22 Ottobre 2011 -1- -2- COMUNE DI QUARTUCCIU Assessorato alla Cultura e Lingua Sarda IL COMUNE DI QUARTUCCIU in collaborazione con ASSOCIAZIONE TURISTICA PRO LOCO ASSOCIAZIONE CULTURALE “Impari Po Imparai” BANDISCONO E ORGANIZZANO IL CONCORSO DI POESIA “QUARTUCCIU 2011” REGOLAMENTO 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) Il Concorso è aperto a tutti e comprende due sezioni: A) Poesia in lingua sarda che si suddivide in due sotto sezioni: a) poesia in rima; b) poesia in verso libero; B) Poesia in lingua italiana Si possono inviare opere in tutte le varianti del Sardo e le lingue alloglotte. Poiché è prevista la raccolta delle opere premiate, al fine di una maggior comprensione dei testi, è gradita la traduzione a fronte o un glossario delle parole di più difficile comprensione. Il tema è libero e non si dovranno superare i 40 versi Le opere, anonime e senza pseudonimi, non devono risultare premiate o segnalate in altri concorsi e tali devono restare fino alla data della premiazione, pena l'esclusione delle stesse, dovranno pervenire in n.8 copie dattiloscritte. I dati personali (nome e cognome, indirizzo completo, numero di telefono, eventuale indirizzo mail, titolo dell'opera), saranno inseriti in busta a parte, regolarmente sigillata e allegata alla principale. I concorrenti potranno partecipare a tutte le sezioni con una sola opera per sezione Le opere non verranno restituite. (Ai sensi del D.lgs. 196/03- I concorrenti autorizzano l'Organizzazione al trattamento dei loro dati personali nell'ambito del concorso). Il plico contenente le opere dovrà pervenire entro il 10 giugno 2011 al seguente indirizzo: CONCORSO DI POESIA “Quartucciu 2011 “ASSOCIAZIONE TURISTICA PRO LOCO via Corongiu, 36 – 09044 Quartucciu (CA) 9) 10) 11) 12) 13) Non è prevista alcuna quota di partecipazione Il giudizio della Giuria è insindacabile e inappellabile Sono previsti premi in denaro per i primi tre classificati di ogni sezione e per i quattro menzionati. Per i segnalati, con la pubblicazione della poesia sul libretto che sarà distribuito gratuitamente tutti i partecipanti alla cerimonia di premiazione, è prevista la consegna della pergamena. Tutti i partecipanti al Concorso sono fin d'ora invitati alla cerimonia di premiazione che si terrà nei locali della DoMusArT ( ex Casa Angioni), via Corongiu 34, alle ore 10 del 22 ottobre 2011. Per informazioni telefonare ai seguenti numeri: 070 845203-070 805024-070 883603-070 884675 L'Associazione Turistica Pro Loco Anna Chiara Loi COMUNE DI QUARTUCCIU Assessorato alla Cultura e Lingua Sarda Damiano Paolucci -3- L'Associazione Culturale “Impari po Imparai” Angelo Spiga CONCORSO DI POESIA “QUARTUCCIU 2011” Verbale della Commissione giudicatrice per le e poesie vincitrici in lingua Sarda – sezione in versi liberi Il giorno 08 settembre 2011, alle ore 09.30, si è riunita la giuria del CONCORSO DI POESIA “QUARTUCCIU 2011” per la sezione di poesia in lingua sarda in versi liberi composta da: Giovanni Piga in qualità di Anna Cristina Serra Ettore Sanna Francesco Pilloni Giovanni Casciu Giuseppe Dore Salvatore Vargiu Presidente Componente Componente Componente Componente Componente Componente Dopo aver esaminato gli elaborati pervenuti alla segreteria del Premio, ha espresso a voti unanimi il seguente giudizio: 1^ premio a Canti 'olti di Gianfranco Garrucciu di Tempio Pausania Paraulas cuadas di Gonario Carta Brocca di Dorgali (Nu) Umbras di Maria Rita Farris di Serdiana (CA) Menzione d'onore a Eclissi di Giuseppe Tirotto di Castelsardo (SS) Menzione d'onore a Messaiu furuncu di Sandro Chiappori di Cagliari Menzione d'onore a Stabiliu d'anti di Gisella Pibiri di Iglesias (CA) 2 premio a 3^ premio a Menzione d'onore a Ho sercau a ca' di nonni di Maria Tina Battistina Biggio di Cagliari Segnalazione di merito a Su propriu celu di Marinella Sestu di Iglesias (CA) Segnalazione di merito a La suredda mala di Maria Caterina Martinazzi di Valledoria (SS) Segnalazione di merito a Pabaros dolos di Giovanni Chessa di Torpè (NU) Segnalazione di merito a Candu su gradinu di Vincenzo Casu di Quartucciu (CA) Segnalazione di merito a Migrò di Ambra Ilaria Cincotti di Calasetta (CA) Segnalazione di merito a Volarìu aetti ancora di Domenico Battaglia di La Maddalena (OT) -4- Il Segretario Salvatore Porcu CONCORSO DI POESIA “QUARTUCCIU 2011” Verbale della Commissione giudicatrice per le e poesie vincitrici in lingua Sarda sezione in rima Il giorno 08 settembre 2011, alle ore 09.30, si è riunita la giuria del CONCORSO DI POESIA “QUARTUCCIU 2011” per la sezione di poesia in lingua sarda in rima composta da: Giovanni Piga in qualità di Anna Cristina Serra Ettore Sanna Francesco Pilloni Giovanni Casciu Giuseppe Dore Salvatore Vargiu Presidente Componente Componente Componente Componente Componente Componente Dopo aver esaminato gli elaborati pervenuti alla segreteria del Premio ha deciso a voti unanimi di non assegnare il 1^ premio e attribuisce gli altri premi nel modo seguente: 2^ premio a Mudu su sartu di Salvatore Ladu di Mamoiada (NU) 3^ premio ex aequo a Ijerru di Giovanni Pira di Orgosolo (NU) 3^ premio ex aequo a Buffadore de sonnios di Gonario Carta Brocca di Dorgali (NU) Menzione d'onore a Beni benius di Camillo Corona di Quartucciu (CA) Menzione d'onore a S'attrivida di Mimui Maicu di Santulussurgiu(OR) Menzione d'onore a Rosa poesia di Tonino Fancello di Dorgali (NU Segnalazione di merito a Bandela 'e vida di Stefano Arru di Pozzomaggiore(SS) Segnalazione di merito a Nademì chie di Nanni Murtas di Santulussurgiu(OR) Il Segretario Salvatore Porcu -5- CONCORSO DI POESIA “QUARTUCCIU 2011” Verbale e poesie vincitrici in lingua italiana Il giorno 09 settembre 2011, alle ore 16.00, si è riunita la giuria del CONCORSO DI POESIA “QUARTUCCIU 2011” per la sezione di poesia in lingua italiana composta da: Prof. Ettore Casu in qualità di Andrea Nateri Eraclio Nateri Gesuino Murru Maria Bonaria Lai Rosanna Podda Presidente Componente Componente Componente Componente Componente Dopo aver esaminato gli elaborati pervenuti alla segreteria del Premio ha espresso a voti unanimi il seguente giudizio: 1^ premio alla poesia Ricordo una sera d'estate di Tomaso Melis 2^ premio alla poesia Sogno giovanile di Maria Josè Marongiu 3^ premio alla poesia Primavera a Cagliari di Mimiu Maicu Menzione d'onore: Tornare a casa di Maria Antonina Busalla Menzione d'onore: Il tuo amore, come il mare di Mirella De Cortes di Cagliari Menzione d'onore a Parlerò di te di Rosaria Floris di Quartu S.Elena (Ca) Menzione d'onore a Briciole di tempo di Giuseppa Sicura di Selargius (Ca) Segnalazione di merito: Così il paese di Fulvio Castellani di Enemonzo (UD) Segnalazione di merito a La cicala di Efisio Ledda Segnalazione di merito a Il vento canta tiepide canzoni di Margherita Sabatini di Torino Segnalazione di merito a L'dore dell'inverno di Benito Galilea di Roma Segnalazione di merito a Serenità di M.Antonietta Borgatelli di Balzola (AL) Segnalazione di merito a E sono quì di Sabato Laudato Segnalazione di merito a Vivo nel mondo di Giovanni Formaggio -6- di Iglesias(Ca) di Gonnosfanadiga (MC) di Santulussurgiu (OR) di Nuoro di Castiglione delle Stiviere (MN) di Nocera Superiore (Sa) di Canegrate (MI) Il Segretario Salvatore Porcu CONCORSO DI POESIA “QUARTUCCIU 2011” SEZIONE “ A “” Poesia in lingua Sarda – sezione in versi liberi 1^ premio a Canti 'olti di Gianfranco Garrucciu di Tempio Pausania Paraulas cuadas di Gonario Carta Brocca di Dorgali (Nu) Umbras di Maria Rita Farris di Serdiana (CA) Menzione d'onore a Eclissi di Giuseppe Tirotto di Castelsardo (SS) Menzione d'onore a Messaiu furuncu di Sandro Chiappori di Cagliari Menzione d'onore a Stabiliu d'anti di Gisella Pibiri di Iglesias (CA) 2 premio a 3^ premio a Menzione d'onore a Ho sercau a ca' di nonni di Maria Tina Battistina Biggio di Cagliari Segnalazione di merito a Su propriu celu di Marinella Sestu di Iglesias (CA) Segnalazione di merito a La suredda mala di Maria Caterina Martinazzi di Valledoria (SS) Segnalazione di merito a Pabaros dolos di Giovanni Chessa di Torpè (NU) Segnalazione di merito a Candu su gradinu di Vincenzo Casu di Quartucciu (CA) Segnalazione di merito a Migrò di Ambra Ilaria Cincotti di Calasetta (CA) Segnalazione di merito a Volarìu aetti ancora di Domenico Battaglia di La Maddalena (OT) -7- MOTIVAZIONI QUARTUCCIU 22/10/201 a cura di Anna Cristina Serra 1° PRÉMIU “CANTI 'OLTI” Gianfranco Garrucciu In s'andanta dìliga e sonadora de sa fueddada gadduresa un'intréveru de sentidus durcis e fitianus amantaus de tristura po una pàntasima de unu contu chi no si podit averai. Is versus curtzus, su in prus senàrius e cuinàrius e calancunu setenàriu, donant a chini ligit s'idea di èssiri sétziu castiendu cuss'unda e de dda intèndiri addobbendu sa Terra e sa vida de su Poeta po si sciai a pustis in sa spuma de ancà totu s'iat a bòlliri abbrandai. Aici po sa cilixia chi su Poeta imperat in sa crobetàntzia de sa serrada, sa cilixia chi s'intregat a sa dì po chi si scallit in-d-unu beranu nou. Fortzis su chi su Poeta iat a bolliri po su coru sû? Durci e lìmpia che su mari de Gaddura, punciuda e aresti che is arrocas de sa Terra sua custa est un'àtera proa bella e de sustàntzia de custu Poeta chi at onorau e onorat a dónnia passu su Logu de ancà at abertu is ogus e ancà at arrexinau su coru. Nel ritmo delicato e musicale della parlata gallurese un'alternarsi di sentimenti dolci e perenni ammantati di tristezza per un fantasma di una storia impossibile. I versi brevi, prevalentemente quinari e senari, con qualche settenario, dànno al lettore la sensazione di osservare quell'onda e di sentirla, quasi, colpire la Terra e la vita de Poeta per sciogliersi, infine, in quella schiuma dove tutto il patire vorrebbe trovare consolazione. Così per la brina che il Poeta utilizza nella metafora della chiusura, il gelo che si offre al giorno affinché si possa sciogliere in una nuova primavera. Forse ciò che il Poeta vorrebbe per il proprio cuore? Limpida e dolce come il mare di Gallura, appuntita e indomita come le rocce della sua Terra, questa è un'altra prova, bella e compiuta, di questo Poeta che ha onorato e onora ad ogni passo il Luogo dove ha aperto gli occhi e radicato il cuore. 2° PRÉMIU “ PARAULAS CUADAS” Gonariu Carta Brocca Una cantzoni de amori, custa de Gonàriu Carta Brocca, po sa Terra stimada chi “unu fogu de fide at in su sinu”. Una Terra chi parat fronti a problemas di oi e fortzis de sempri: integratzioni, identidadi, orgogliu de èssiri su chi semus. Cun sa sensibbilidadi chi ddi luxit de sèmpiri su Poeta innoi s'inditat cali podit èssiri sa bia po arribbai a su bisu fitianu: ...e prufessones mannas/de zente de tottue/ in carreras de sole/ e portales apertos.../ Sa bia podit èssiri ...unu sónniu 'e balentes/ armados de s'allega de sos mannos/ e leppa 'e dinnidade/ chi a s'anzena e nostra identidade/ cara noale intregat... Fueddus chi ndi faint apillai àterus a sa menti e a su coru: “.. chi a cumandai fessant is poetas, sa realidadi puru iat èssiri unu bisu..”. In su sonu sighiu donau de s'imperu sàbiu de is pluralis chi marcant sa torrada fitiana de sa consonanti S si ddoi intzertat giai-giai cussa bia de soli, cussu bisu cuau, cussa spera de milli coloris chi in su coru de sa Poesia e de su Poeta no ant a mòrriri mai. In su coru de custu Poeta in primis: issu cantat sèmpiri a deghile dónnia spuntoni de coru e de memória de custa Terra sua, e issa, in cunfiantza, parit giai-giai dd'intreghit is speras e is disigius po ddus spràxiri deapetotu. Una canzone d'amore, questa di Gonario Carta Brocca, per la Terra amata che “unu fogu de fide at in su sinu”. Una Terra che affronta problemi di oggi e, forse, di sempre: integrazione, identità, orgoglio “de essere su chi semus”. Con la sensibilità che lo contraddistingue da sempre il Poeta qui ci indica quale potrebbe essere la strada per giungere al sogno perenne... ...e prufessones mannas/de zente de tottue/ in carreras de sole/ e portales apertos.../ La strada potrebbe essere...unu sónniu 'e balentes/ armados de s'allega de sos mannos/ e leppa 'e dinnidade/ chi a s'anzena e nostra identidade/ cara noale intregat... Parole che ne fanno sovvenire altre alla mente e al cuore “ se a governare fossero i poeti, anche la realtà sarebbe un sogno...” Nel ritmo incalzante dato dall'uso sapiente dei plurali che segnano il susseguirsi cadenzato della consonante S quasi si indovina quel cammino di sole, quel sogno nascosto, quella speranza multicolore che nel cuore della Poesia e del Poeta non moriranno mai. Nel cuore di questo Poeta soprattutto: egli canta ormai da tempo, e sempre in modo appropriato, ogni angolo del cuore e della memoria di questa sua Terra e lei, in confidenza, sembra quasi affidargli speranze a desideri affinché li sparga ovunque. -8- 3° PRÉMIU “UMBRAS” Maria Rita Farris Nci podit àiri, massimamenti oi, in su mundu una cosa prus bella de altaris de olia? Fortzis no ma innoi funt po unu deus allenu e su bentu portat manus e sa luna est citia e su scuriu est unu sperrumu.... Custas e àteras crobetàntzias lichitas faint de custa poesia una prenda de sustàntzia e de imposta. Impostas de tristura intreveradas perou a disigius durcis e cuaus, adìtziu-adìtziu scoviaus in sa serrada: comente cussu de una luxi po dda pòdiri cosiri a sa spera: mancai siat cussa de una làntia. Cali siant poi cussas umbras de perda chi nd'apillant de su mari in-d-unu celu scullau...fortzis sa genti nostra ndi scit calancuna cosa.... Un'àteru sùlidu lébiu de Poesia chi custa Poetessa s'istrinat, a pustis de àiri giai bintu àteras proas de gabbali, de ancà imperat limba e sentidus lìmpius e chi si faint nodius in is assimbillus e in is amostas de is bisuras poéticas. Può esistere al mondo, oggi specialmente, una cosa più bella di altaris di olia? Forse no, ma qui sono per unu deus allenu e il vento ha mani...e la luna è muta... e il buio è un precipizio... Queste e altre squisite metafore fanno di questa poesia un gioiello impregnato di sostanza e di messaggi. Messaggi di tristezza alternati però a desideri dolci e nascosti rivelati, a malapena, nella chiusa: come quello di una luce da poter cucire alla speranza, una luce anche piccola come quella di una lanterna. Quali possano essere, infine, quelle ombre di pietra che emergono dal mare in un cielo disfatto...forse la nostra gente ne sa qualcosa... Un altro respiro leggero di Poesia che questa Poetessa ci regala, dopo aver vinto altre prove di valore, dove lingua e sentimenti limpidi si rivelano preziosi nell'uso delle metafore e delle immagini poetiche. -9- Canti 'olti 1^ Premio Canti 'olti, tandu t'aggj'ambaratu 'nvanu a l'intrinata, chi' undi batti l'unda e la risacca dìlica, l'appoggja la so sciuma! Canti 'olti, tandu l'aggju 'ntesi li colbi di mari a strìuli dammi la saluta in chissu cantu! E canti 'olti, tandu mill'aggju fatti mei li to' pinsamenti! Tu dulci fantasimu a la me' fola antica scriduta da lu tempu e impussibbili! E eu … t'aggj' ambaratu pal videtti iscendi sola, da lu mari … un mari graidu di bunaccia e di sirenu pal turramm' a viu l'amaru sònniu chi più e più ancora m'assaccarra. T'aggj'ambaratu comu la sainaglia frisca ambara li primmi fa di luci affacc'a mani e a lu so caldu tutta si dona illu turratu branu …e si cunsumi. Gianfranco Garrucciu di Tempio Pausania Quante volte,allora/ti ho aspettato invano/verso sera, li/dove batte l'onda/e la risacca/leggera, addossa/la sua schiuma!/Quante volte, allora/ho sentito/i gabbiani/stridire/per salutarmi/con quel canto!/E quante volte, allora/ho fatto miei/i tuoi pensieri!/Tu dolce fantasma/della mia fiaba antica/svuotata dal tempo/e impossibile!/E io … ti ho aspettato/per vederti uscire/sola, dal mare …/quel mare gravido/di sereno e bonaccia/per ridare vita/al mio amaro sogno/che ancor di più/ora mi travolge./Ti ho aspettato/come la brina fresca/aspetta/le prime luci/sul far del giorno/e al suo caldo/tutto si dona/in una rinnovata primavera/ … e si consuma. -10- Paraulas cuadas 2^ Premio Sa terra mia de litos sa terra mia de preda in su coro' e carchina unu bisu secretu at isticchidu: unu sonniu de bragas de istimas e de fides ue craros e iscuros che omines colamus sutta su toccu 'e sas fainas nostras; unu sonniu 'e balentes armados de s'allega de sos mannos e leppa 'e dinnidade chi a s'anzena e nostra identidade cara noale intregat. Sa terra mia de sole sa terra mia 'e siddados unu fogu de fide at in su sinu e visiones de babbos afainados e mammas chin su risittu in laras e cussorzas fecundas inue in luna 'ona creschene sos pitzinnos chene deper fuire a logos isconnottos a pedire su pane a pedire s'orgogliu d'essere su chi semus Unu sonniu de zente 'e bonu 'ettu e prufessones mannas de zente de tottue in carreras de sole e portales apertos a s'allega connotta 'e sos amigos a s'allega 'e s'istranzu a paraulas cuadas in su coro Gonario Carta Brocca di Dorgali (NU) La mi a terra di boschi/la mia terra di pietra/nel suo cuore calcareo/un sogno segreto ha nascosto:/un sogno/di gioia di amori e di fede/dove i chiari e gli scuri/da uomini viviamo/al ritmo delle nostre consuetudini;/un sogno di balentes/armati della lingua degli avi/e spada di dignità/che all'altrui e nostra identità/regala un nuovo volto./La mia terra di sole/la mia terra di tesori/un fuoco di fede ha nel suo cuore/e visioni/di padri affaccendati/e madri/col sorriso sulle labbra/e campagne feconde/dove senza problemi/crescono i ragazzi/senza dover fuggire/in posti sconosciuti/a chiedere il pane/a chiedere l'orgoglio/d'essere ciò che siamo./Un sogno/di gente cordiale/e grandi processioni/di tutti quanti popoli/su strade di sole/e porte spalancate/alla voce conosciuta degli amici/alle parlate aliene/alle parole nell'anima nascoste. -11- Umbras 3^ Premio Benit de mari un'unda longa 'e prantu umbras de perda in celus scullaus de sa notti Citia sa luna infrissit chiriollus de bisus allisaus in d'unu sperrumu e' scuriu, oru oru 'e mari mi seu sezzia e hapu prantu non curru prus in su npruini a cuai is santus mius, imoi in is lacanas de sa sorti preparu altaris de olia po unu deus allenu In is manus de su 'entu is umbras sunt liagas in corus strintus strintus intre unu zunchiu 'e prantu Soberanu de custu mori 'e axiu donami una canzoni chi non siat matracca 'e luttu e una lantia alluta po cosiri luxi a sa speranza Maria Rita Farris di Serdiana (CA) Un'onda di lungo pianto/viene dal mare/ombre di pietra/nei cieli disfatti dalla notte/muta la luna/s'immerge in lembi di sogni consumati/nel buio profondo/vicino al mare/mi sono seduta/e ho pianto/non corro più nella polvere/a nascondere i miei santi/adesso/nell'infinito confine della sorte/preparo altari d'ulivo/per un dio sconosciuto/le ombre sono ferite/nei cuori stretti/dentro un singhiozzo di pianto/Sovrano di questo sentiero doloroso/dammi una canzone/che allontani il pianto/e un piccolo lume/per cucire luce alla speranza -12- Menzione d'onore Eclissi Videtti chissa primma volta era staddu solu buleu, intindia lu poaru cori meu scunsaltammi sangu, maragni e veni, intumbiddu, imbagliaddu da un soli chi no arriscia, né pudìa agguantà. Tutt'inghjru mancu unu sfraizzu, né un cantu di gaddi né abbagghjà di cani, parìani fugghjì a li nidi assultaddi li piggioni, l'animali a li tani. Tutt'inghjru un nieddori impruisu, culori vistu mai, né primma nè a poi, solu tu in scagli taglienti di lugi luminosi cumenti li brillanti di una cuddana infiladda a diamanti. Suttrunosi, irripetibili aiggi, una volta i la vidda, una volta dugna cent'anni, cumenti in chiddu mangianili azzosu di lu 61, noi tutti in Monti Ghjudigi, calchi metru più altu casa nostra, a figghjulà la luna carragghjà lu soli, nudi, chena linzoli darredu a lu pezzu di vedru affumigaddu, inutili puru a l'innucenzia … Giuseppe Tirotto di Castelsardo Vederti quella prima/volta era stato solo scompiglio, sentivo/il mio povero cuore squassarmi/sangue, tempie e vene,/stordito , abbagliato da un sole/che non riusciva, ne poteva guardare./Tutt'intorno neanche un fruscio,/né un canto di galli né abbaiare/ di cani , sembravano fuggire/ai nidi spaventati gli uccelli, /gli animali alle tane./Tutt'intorno un nero improvviso,/colore visto mai, né prima né dopo,/solo tu in scheggia accecanti di luce/luminosi come brillanti/di una collana infilata a diamanti./sconvolgenti, irripetibili attimi,/una volta nella vita, una volta/ogni cento anni, come/in quel mattino/gelido del 61, noi tutti/a Monti Ghjudigi, qualche metro/più alto casa nostra, ad ammirare/la luna coprire il sole,/nudi, senza lenzuola/dietro il pezzo di vetro/affumicato, inutile/pure all'innocenza … -13- Menzione d'onore Messàiu furuncu Cun d'una soga su 'entu de cibixia nd'as acciappau e in d'una cresura 'e su sartu dd'as accappiau. T'iant a nai: messaiu furuncu! Ma no ti nd'incuras est un'ierru de cibixia chi no nci 'ollit passai. Meri de terras aspriadas as fintzas furau a su celu araxis de unu beranu fragus de trigu cabudraxu e cun fueddus de meli as imbusticau una notti 'e beranu poita iscrutzessit custa notti mala de ierru. Comenti 'olìasta tui camminas prexau castiendi immoi su sartu … e ant a nai: messaiu furuncu! Ma tenis nottesta sa notti de su beranu chi 'oliasta e chi tenit sabori de bellu suspi-suspi de panixeddu 'e narbedda poita t'indurcit comenti disigiasta una vida de milli tribulias. Sandro Chiappori di Cagliari Con una fune/il vento gelido/hai catturato/e al recinto del tuo podere/l'hai legato./Ti direbbero:/contadino ladro!/Ma non ti importa:/è un inverno gelido/che non ci vuole passare./Padrone di esasperate terre/hai anche rubato al cielo/brezze di una primavera/profumi di grano precoce/e con parole di miele/hai imbrogliato/una notte di primavera/perché scalzasse/questa notte austera d'inverno./Come volevi tu/cammini contento/guardando ora il tuo podere …/ e diranno:/contadino ladro!/Ma hai la notte stanotte/della primavera che volevi/e che ha il sapore/ di succoso nettare/di dolce frutto di malva/perché ti addolcisca/come desideravi/una vita di mille affanni. -14- Menzione d'onore Stabiliu d'anti Stabiliu d'anti: a su mesi, unu tanti. Unu, dusu … tresi … si attentu non sesi contendi is billettus, unu po dusu, porinti fai. Torraddu à contai! Unu … dusu … tresi … quattru … cincu e sesi. Su contu est torrau, sa strara as pigau po domu a rientrai. Ma deppis comprai sa pezza, sa frutta, deppis fai sa pastasciutta. Paga sa bombola, su bistiri, su francubullu, pinna e paperi. Paga s'affittu, su latti … nd'as postu a patti? Aund'est'andau? Est giau spacciau custu dinai? Torr'à contai! Unu … dusu … e non prusu. Narendi giai sesi: “Cumment'app'a fai a sa fin'e su mesi? M'anti imbrogliau, m'anti torrau cincu po scentu, coment'è bentu s'inc'est'andau custu tiau!” Gisella Pibiri di Iglesias E' stato stabilito/al mese un tanto./Uno … due … tre/se non stai attento/nel contare i biglietti/uno per due/possono darti./Conta di nuovo!/Uno … due … tre … /quattro … cinque … sei./I conti tornano/prendi la strada/per tornare a casa./Ma devi comprare/la carne, la frutta,/devi fare la pastasciutta./Paga la bombola, il vestito,/ il francobollo,carta e penna./Paga l'affitto, il latte/Ne hai messo da parte?/Dove è andato?/E' già finito/questo denaro?/Conta di nuovo!/Uno … due …/e non più./Stai già dicendo:/ ”Come farò alla fine del mese?/Mi hanno imbrogliato,/mi hanno dato/cinque al posto di cento/come il vento/ se n'è andato/questo diavolo!” -15- Menzione d'onore Ho sercau a cà di nonni Intu paize che uàiva ben ho bevuu pe augurò ai noe lune, ho sercau prumisse, ho ripescau cun lami de nustalgia 'nto mò di dexidèi. Ho sercau a cà di nonni pe sentime figètta, unde u mò u l'èa sutta i oggi tutti i giurni pe suddisfòme de turchin. Tuttu inturnu, aighe, rèmi e barchètte, e l'odù penetrante du baxeicò 'nta curte. Sun ancun incantò nu possu se nu mesc-ciu i pensieri cun i dexidèi, 'ntu mè ascuzu ritegnu ho streppelau i òe. Ho bezognu d'amù e de poxe de aregalò emusuìn, grande affettu de vèa pasciùn quellu che u mè co u sa do, foscia cun troppa abundansa, 'ntu môdu de dì ai cunfin du tempu, mi … Maria Tina Battistina Biggio di Cagliari Nel paese che amavo/ho brindato alle nuove lune,/ho cercato promesse,/ho ripescato con ami nostalgici/nel mare dei sogni./Ho cercato la casa dei nonni/per sentirmi bambina, dove/il mare era sotto gli occhi/ogni giorno,/per saziarmi d'azzurro./Tutto intorno,alghe, remi e barchette,/e l'odore pungente del basilico/nel cortile./Sono ancora sognatrice/non posso se non mischio/i pensieri con i sogni,/nel riposto pudore/ho strappato le ali./Ho bisogno d'amore e di pace,/di donare emozioni,/sensazione di vera passione/che quel che il mio cuore sa dare,/forse con troppa abbondanza,/nel linguaggio ai confini/del tempo,/io … -16- Segnalazione di merito Su propriu celu Mi suat in sa cara s'atongiu de su mari asullu frori imprentau de sa luna partèra, prenda stimada appuntada a su sinu sene fini de su celu. Su propriu celu sprigat chini at pigau punta de peis de sa vida ludu e famini a corona de pensamentus axedus. Pregadorias sene boxi aporrint a oghiadas fui-fui sortis sene orizzòntis, passus lebius allisant su tempus sene pasiu e sene beridadi. Unu sulidu prus forti e prus biazzu de is orus dei is arrugas marrias pruinis e follas ingroghìas fait baddai unu certu ballu tundu infrocchittau … E de sa terra limpiada de cadenas sa cara de unu nfrori s'amostrat a luxentai de speru sa mudesa de custu mericeddu affriggìu. Marinella Sestu di Iglesias Soffia sul mio viso/ l'autunno del mare/azzurro fiore cinto/dalla luna materna/gioia amata/attaccata/all'infinito seno/del cielo./Lo stesso cielo riflette/chi ha preso i calci dalla vita/fango e sangue a corona//di amari pensieri./Preghiere senza voce/porgono a sguardi fuggenti/destini senza orizzonti/fragili passi/abbracciano il tempo/senza tregua e senza verità./Un soffio più forte e più gioioso/dai bordi delle strade scarnite/polveri e foglie rinsecchite/fa ballare/un certo ballo tondo in allegria …/ E dalla terra sgombrata di catene/il volto di un fiore si mostra/a risplendere di speranza il silenzio /di questa sera appassita. -17- Segnalazione di merito La suredda mala E' intrinendi entratizzi drentu nossia ghi venghia a zuccati la janna. Tu mi gunnosci. M'hai 'istu umbè di 'olti d'allongu e mizz'hai giratu la vaccia. Calche volta t'aggju zuccatu la janna e no m'hai abaltu. Eu sogu la suredda mala nisciunu vo abrì a una cumente me puru si zelti 'olti mi ciammani e mi dizini d'andà currendi candu arreu no m'abrini. Canti 'olti puru tu m'hai ciammatu! Eu sogu vinuta ma no aggju zuccatu. Da lu vrisciu di la janna t'aggju viggjulatu. Eri cussi bedda cu li viddoleddi toi chi mancu si m'erani pagatu arìa fattu umbra a chissi agnuleddi. Abà sei a la sola e no voi cumpagnia. Primma di intratizzi poni abbanda un pogu di ricattu pa chissa jattulina chi dugna manzana veni a scitatti e a giugà cu li nipoteddi toi. Maria Caterina Martinazzi di Valledoria (SS) E' l'ora del crepuscolo/torna dentro/non si sa mai che venga/a bussarti alla porta./Tu mi conosci/mi hai visto tante volte da lontano/e hai voltato la faccia./Qualche volta/ti ho bussato la porta/e non mi hai aperto./Io sono la sorella cattiva/nessuno vuole aprire/ad una come me/anche se alcune volte mi chiamano/e mi dicono di andare correndo/quando arrivo non mi aprono./Quante volte pure tu/mi hai chiamato!/Io sono venuta/ma non ho bussato./Dal buco della serratura/ti ho spiato./Eri così bella/con i figlioletti tuoi/che nemmeno se mi avessero pagato/avrei fatto ombra/a quegli angioletti./Adesso sei da sola/e non vuoi compagnia./Prima di entrare/metti da parte un pò di cibo/per quella gattina/che ogni mattina/viene a svegliarti/e a giocare/con i nipotini tuoi. -18- Segnalazione di merito Pàbaros dolos Non ti faghes agatare in s'ispregu de s'abba 'e su putu chi a tremula e pispisada illaschiat e incalchiat, aberit e carpit mazines tuas, malas a incraitare. Aite ti chirco in s'antigoria faddida? in cust' abba ludosa olga e pudida de malos meigares? E gheto sa cofa de canna su pischeddu 'e toa fago proa chin chilivru 'e seda. Intre s'ùbigu abbaido su ch'est ingalliadu… d'abba proinzana chi a gutziu ruet a sonu intre su poju de aurdos intancadu. Puite non potes Tue chin s'abba ghissare su muru brincare de s'incrichine 'e su putu? andache custu cugutu torrende a jogos de ballina e ti pota apompiare a ancas a rughe chirchende 'e miriare in s'aèra a una cantone, e cussos pabaros dolos apemas de immentigare. Giovanni Chessa di Torpè (NU) Non trovo il tuo volto/nello specchio dell'acqua del pozzo/che trema nel cerchio delle onde/s'addensa e dirada,/dove s'aprono e spaccano/i tuoi ritratti,/così difficili da inchiodare./Perché ti cerco nella passata e fallita storia?/In quell'acqua fangosa/putrida di siero e cattiva medicina?/Io vi butto il cesto di canne/il cestino di salice/e riesco con setacci di seta./Dentro la nassa/guardo il pescato …/d'acqua piovana/che con le gocce cade/e suona/dentro il lago/racchiuso tra muri a secco./Perché non puoi/Tu/stramazzare con l'acqua/sgrondare e saltare il muro/dall'orlo del pozzo?/scopriti la testa/riprendi il gioco delle biglie/e ti possa guardare/mentre con le gambe incrociate/cerchi di colpire/nell'aria/una poesia,/e così inconsistenti tristezze/scorderemo. -19- Segnalazione di merito Candu su gradinu Giovunu e prenu di abèttu, ainnantis andàsta fiduciosu … e fiat nodiu cuddu beranu candu, attobiendi in su mori, t'iat pigau a brazzètu, su mali. Spantau, dd'iast castiau cun annugiu poita timoria e trumentu fiant benius a t'affracai. Ma, si puru a cambas di arròda, cun issu ses boffiu abbarrai a pustis chi, cun su tempus, unu cumpensu t'at donau ammostenditì de is cosas su giustu valori. E i custu poita a cunfrontu cun aterus ti podis nai ancora fortunau mancai su cumenzu siat stetiu tostau. A bellu a bellu, de inzandus, a issu ti ses tanti abituau che as imparau finzas a dd'olli beni. E ancora fiduciosu ti biu andendi si puru de tanti in tanti ananti 'e unu gradinu ses custrintu a ti firmai. Vincenzo Casu di Quartucciu (CA) -20- Segnalazione di merito Migrò Migrò, partì, arrancòse, desvacantòse, pe poi arvise a n'incuntru e atruvòse turna. T'arrivi dall'otra porte du mundu Omu in viaggi Sensa che nisciun te cunusce, cu'a pèlle de n'òtru culure, cu'i tò paule che asquexi nisciun accapisce in te scta sulitudine, angusciusa. De corpu ti vedi 'na faccia e te vegne 'n co i facce di tò vègi Cotti do su, segnè do ventu e do sorsu, e ti te senti un po' menu sulu. In tu centu d'en figio abbandunau, che 'a Vigilia u crie “Ogiu mè mamma” T'atrovi u to criu, a sufferensa per vèsse in t'en giurnu tantu speciole Lutan da' to ca. Poi in riu, in t'en mumentu u te pòrte u burdellu du tò mò e D'incantu Ti te senti in pòxe. Cuscì, amiandu i nuvie, ti te senti sutta 'n taitu seguu, u taitu du tò mundu, do tò Tera e alua nu l'importe da che mò tei arrivau … ti te senti de corpu in ca, omu che viagge, in mezu a omi che viaggian omu in mezu a omi. Ambra Ilaria Cincotti di Calasetta(CA) Migrare, partire, sradicarsi, svuotarsi,/per poi aprirsi ad un incontro/e ritrovarsi./Arrivi dall'altro capo del mondo,/Migrante,/Sconosciuto/con la pelle di colore diverso,/una lingua incomprensibile per molti./in questa solitudine,frustrante./Ad un tratto scorgi un volto, e questo richiama alla tua mente/i visi degli anziani del tuo paese,/Cotti dal sole sferzati dal vento e dalla salsedine,/e ti senti un pò meno solo./Nel pianto di un bimbo abbandonato,che alla vigilia di Natale grida/”Voglio mia mamma”/Ritrovi il tuo grido, la tua sofferenza per essere in un giorno tanto speciale/lontano da casa./Poi un fiume, in un momento ti riporta al rumore del tuo mare e/magicamente/dona pace al cuore./Così guardando le nuvole ti senti sotto un tetto sicuro,/il tetto del tuo pianeta, la tua Madre Terra/e allora non importa più da quale parte del mare sei arrivato,/ti senti magicamente a casa,/migrante tra migranti,/uomo tra uomini -21- Segnalazione di merito Volariu aètti ancòra Volarìu aètti ancòra und'i silenzi timuròsi d'un'antra carda istati a stuzzicani i sogni chi c'u tempu hai mudellatu senza mai pirditti und'a fumaccia o unde l'umbri da matina. Volarìu aètti, qui, ancora cu i to peni e i stanchi membri, cum'una criatura da smammà, 'ammintani a primma impronta de'nosci pèdi scarzi, pirduta po' pe scunnisciuti vii primma che artu fussi u sòli. Volarìu aètti ancòra pe frigà l'aspra vòci chi, in un artilinà di vita e di morti, riclamaia l'affittu du to corpu, tra nùuli o monda vicini o monda luntani. Lagrimi gialli piegni avà u limmonu mentri forti briunigghjia u silenzio chi s'appruffitta de' to labbri muti; e ghjè, qui, sòlu, a strignitti i mani, a carizzatti u visu … a circatti l'anima, ch'immagghjinigghjiu, und'a terra firita, suttu un vilu di fòddi d'oru, undi volarìu ritruammi stracquatu a u to fiancu oramai fusu in te 'assittà, und'u so impassibbili andà, u risvegliu de' stagioni e u vinì d'una vita nòa chi forzi, un ghjornu, u Signòri ci svilarà. Domenico Battaglia di La Maddalena Vorrei averti ancora/nei silenzi timorosi/di un'altra calda estate/a stuzzicare i sogni/che col tempo hai modellato/senza mai perderti nella nebbia/o nelle ombre del mattino./Vorrei averti, qui,/malgrado le tue pene/e le tue stanche membra,/come una creatura da svezzare,/a ricordare la prima impronta/dei nostri piedi scalzi,/smarrita poi per sconosciute vie/prima che alto fosse il sole./Vorrei averti ancora/per ingannare l'aspra voce/che, in un altalenare di vita e di morte,/reclamava l'affitto del tuo corpo,/tra nuvole/o troppo vicine o troppo distanti./Lacrime gialle piange ora il limone/mentre forte urla il silenzio/che s'approfitta delle tue labbra mute;/ed io, qui solo,/a stringerti le mani,/a carezzarti il viso/ … a cercarti l'anima,/che immagino,/ nella terra ferita, /sotto un velo di foglie d'oro,/dove vorrei ritrovarmi/ disteso al tuo fianco/ormai fuso in te/ad attendere,nel suo impassibile procedere,/il risveglio delle stagioni/e il sopraggiungere d'una vita nuova/che forse, un giorno, il Signore/ci rivelerà. -22- CONCORSO DI POESIA “QUARTUCCIU 2011” SEZIONE “ A “” Poesia in lingua Sarda – sezione in rima 2^ premio a Mudu su sartu di Salvatore Ladu di Mamoiada (NU) 3^ premio ex aequo a Ijerru di Giovanni Pira di Orgosolo (NU) 3^ premio ex aequo a Buffadore de sonnios di Gonario Carta Brocca di Dorgali (NU) Menzione d'onore a Beni benius di Camillo Corona di Quartucciu (CA) Menzione d'onore a S'attrivida di Mimui Maicu di Santulussurgiu (OR) Menzione d'onore a Rosa poesia di Tonino Fancello di Dorgali (NU Segnalazione di merito a Bandela 'e vida di Stefano Arru di Pozzomaggiore (SS) Segnalazione di merito a Nademì chie di Nanni Murtas di Santulussurgiu (OR) -23- Premio “Quartucciu”: Motivazioni edizione 2011 a cura del Presidente Giovanni Piga Poesia n. 21, Mudu su sartu – 2° premio Un'istrina intregada a sa mimòria de un'amicu coriale, chi naschit dae un'afetu berteru e dae unu dolore isporosu chi petzi sa morte podet batire. Mudesa e iscuru in su pessare de su poete. Non s'intendet istripitu in su sartu. Non bi luchet isteddu. Peri sa luna, dudosa, non bocat cara pro no irfadare su dolu e sa malanconia chi imbòlican sa note. Petzi su lucore de sa fide e s'ammentu de s'ànimu bonu de su mortu, iscrarit su sentiu de su poete, chi sonniat s'amicu, in chelu, negossiande serenu chin sos ànzelos « Contande carchi sana balentia... / cun bellos versos d'una poesia”. Chin d-unu limbazu sicuru, prenu de ìnnidos acentos Serbadore Ladu intesset de dilichia custa lìrica. Sos versos musicales e de afetu, dan bida e colore a màzines prenas de sentiu chi intran che respiru caente in s'intranna 'e su letore. Un omaggio sentito alla memoria di un amico fraterno, dettato da sincero affetto, e dal dolore mai sopito che solo la morte può causare. Buio e silenzio avvolgono il sentire del poeta. Non s'ode uno strepito. Le stelle non ridono. Persino la luna, discreta, si tiene in disparte per non turbare l'alone di malinconico rimpianto che riveste la notte. Solo la luce della fede, il ricordo della bontà d'animo del defunto rischiara i pensieri del poeta che lo portano ad immaginare l'amico, in cielo, discorrere sereno con gli angeli “Contande carchi sana balentia.../ cun bellos versos d'una poesia”. Con linguaggio sicuro intriso di accenti solari Salvatore Ladu tesse questa lirica semplice quanto delicata, con versi sonori e toccanti che danno vita ad immagini dense di patos, che entrano come un caldo respiro nell'animo del lettore. Poesia n. 44, Ijerru – 3° ex aequo S'iberru fachet pesare cada die prus sos bìssios suos supra s'edade de su poeta. Issu lu maleichet ispissu ma non timet sas traschias suas. Fritu e ghiddighia non li ghettan pore «Ca a sas lusingas tuas non m'arrendo». Isetat un'ispera de sole nobu pro dare apentu a su coro suo, istraccu ma non bintu. Est animosu chi peri custa borta, mancari “Chin sos pes e sas manos cancaradas / si ti mi ponzo a sutta occannu puru”, resessit a si frànghere dae sos rigores suos. Li ponet antzis sa marrania de s'adopàrene a “s'ater'Annu Nou!” pro un'àtera isfida pro sa bida, chi issu est detzisu a batallare “Finas a cando mi restat alènu”. Jubanne Pira, chin custa poesia supra s'iberru, metafora de sa betzesa, nos intregat verso cundios de bona lìrica in d-una tessidura de pessos lucorosos chi dan punnas, in d-unu cussideru prus apertu, a parare fronte chene pagura a s'intrìghinu 'e sa bida I'inverno grava con tutto il suo peso umorale sull'età del poeta. Egli lo maledice spesso ma non lo teme. Freddo e gelo non lo sgomentano ”Ca a sas lusingas tuas non m'arrendo”. Confida in un nuovo alito di sole per il suo cuore stanco, ma non vinto. E' sicuro di sè il poeta che anche stavolta, nonostante “Chin sos pes e sas manos cancaradas.../ si ti mi ponzo a sutta occannu puru” riuscirà a sottrarsi ai suoi rigori. Con la convinzione d'incontrarsi ancora il prossimo anno per una nuova sfida per la vita, che egli intende portare avanti “Finas a cando mi restat alènu”. Giovanni Pira, con provata maestria, con questo componimento sull'inverno, metafora sulla vecchiaia, ci offre spunti di buona lirica in un susseguirsi di sensazioni che inducono ad affrontare, in una visione più ottimistica, senza patemi, il crepuscolo della vita. -24- Poesia n. 127, Buffadore de sònnios – 3° ex aequo Sa bida chi rucrat àndalas de pragas fughias a su contipizu 'e su tempus. Su bentu chi frùschiat in sos afannos de bidas codiadas, bortande su pasu de sònnios in incubos de turmentu. Su bentu chi arrancat su risitu innossente de s'arbèschia. E ùrulat in s'intrìghinu chi s'est fachende note. Dae su chelu ingrisau, s'iscampiat un'istruminzu d'isteddu chin d-unu lucore istasiu. Su locu est fascau “d'iscuru e ghiddighia”. Sinnos de un'istajone de àstragu e de anneos. Ma su poete non s'isporat. “Malàidu 'e disizos e d'amore” acatat amparu in sos sònnios, ube s'ànima sua s'apentat e isperat in d-unu benente de assèliu in locos “Inue non tenet fine su bisare”. In custa metafora de su bentu e de su sònniu, ispricada in màzines balentes, su poeta chircat su pasu pro sos anneos chi li supuzan s'esistentzia. Acatat assentu e cossolu “Peri chelos de gosu e de fortuna” ube sos sònnios no imbetzana mai. La vita che scorre fra sentieri di piaghe sfuggite alle cure del tempo. Il vento che fischia sugli affanni di vite emarginate, trasformando sogni quieti in incubi di tormento. Ancora il vento che graffia il sorriso incerto del mattino. E urla sulla porta della sera che s'è fatta scura, dal cui cielo opaco traspare un aborto di stella con un fiacco riflesso. Tutt'intorno “... iscuru e ghiddighia”. Preludio ad una stagione di gelo e inquietudini. Il poeta non si sgomenta. “Malàidu 'e disizos e d'amore”, si rifugia nel sogno, dove la sua anima trova quiete e spera in un futuro sereno in luoghi “Inue non tenet fine su bisare”. In questa appropriata metafora del vento e del sogno, attraverso immagini valenti e suggestive, il poeta cerca la serenità per lenire le ansie che s'annidano nei meandri della sua esistenza. Quella catarsi che egli avverte “Peri chelos de gosu e de fortuna” dove i sogni non si spengono mai. -25- MUDU SU SARTU (a compare Alessandro) 2^ Premio Compare meu a nues est boladu Poi de annos de pena e sa rughe Pius non trazat, ma s'eterna lughe L'han' anghelos in chelu preparadu. Brunzos a sonu gurdu sun giamende Sos caros suos, coroso a toccheddu, Che umbr'iscura s'est fattu s'isteddu, Chi pro nois in altu fit lughende. Oje chi tottu est tristu, su lamentu De sas piagas pasu ad agattadu In su corpus, ca s'anima at boladu In prados chi non bulluzat su entu. Mancu sa luna at gana 'e passizare Istanotte in s'antiga caminera, Mudu su sartu nostru e in s'aera Sa turturas non pesana a bolare. Ma si est beru cantu ap'idu in bisu. Mi cunfortat, c'alligru izis andande Cun duos anzeleddos brullettande Che zovaneddu a cantigos e risu Contande calchi sana balentìa E serenadas a lugore 'e luna Chi fini indirizzadas solu a una Cun bellos versos d'una poesia. Ue su corpus pasat cun amore Una rosa fieru app'appuntare, Bianca, senz'ispina e pro compare Iscrio: Custu it babbu 'e su dolore. Tentaennos da supra 'e s'infinidu Senz'ispinas, dolores, senz'anneu Affiancadu da s'amore 'e Deu Pro ricupessa 'e cantu azis pattidu. Salvatore Ladu di Mamoiada (NU) -26- 3^ Premio ex aequo IJERRU Tra s'annu 'etzu e dies de su nou Trapuntana, granzola, bentu e frittu... E cantas bortas t'apo maleitu Ijerru, pro su malu fagher tou? E cantas bortas t'apo frastimadu, Peleande sas tuas temporadas, Chin sos pes e sas manos cancaradas, Finas su coru acandelobradu? Epuru sempre paradu appo fronte, Isfidadu biddìa e astraore, Chin s'ispera de lughe e de calore De unu sole nou in s'orizonte. E sa Pasca de Resurretzione Est semper arribada pro me puru: Bortande in lughe su pighidu iscuru, E su lupu addurcadu che anzone. E como? Chie nd'ischit si su flebile Palpitu de su coro est d'aguantu? Ca istracu l'intendo, e cada tantu, Implorat pasu, affannadu e debile. Ma non ti timo Ijerru! So serenu, E chin totu sas fortzas chi possedo A corfu a corfu chin tegus las medo, Finas a cando mi restat alènu. A sas lusingas tuas no m'arrendo, E m'atrivo a brincare cada ostaculu, Chen'isetare un'ateru meraculu Chi non merito e mancu lu pretendo. Ca cussos sunu raros! In sa vida, Benin pro totus una borta solu, E cheret s'ocajone tent'a bolu Ca mai podet benner ripitìda. Eo so orgogliosu, si m'isprigo Chene macula, netta est sa cussentzia. Ma si ch'est già iscrita sa sententzia, Non frastimo pius, ne maleigo. Ma si tue mi pones a su prou, No m'agatas marranu, so siguru: Si ti mi ponzo a sutta ocannu puru... Nos bidimos a s'ateru Annu Nou!!! Giovanni Pira di Orgosolo (NU) -27- 3^ Premio ex aequo BUFFADORE DE SONNIOS Fruschiat su 'entu supra milli praes chi su tempus no at pottidu crusare e sas pigadas de cust'avantare donnia die mi parene prus graes. Fruschiat su 'entu supra sas istimas in carreras de vida accodiadas e durches visiones chi ziradas si son in oriolos e in primas Fruschiat su 'entu supra su cannidu risittu lugorosu 'e su manzanu e in su sero chi s'est fattu canu sol'un'isteddu de lugor'aurtidu. De meses e de annos su furone benit bestìu d'iscuru e ghiddighìa faghend' irmentigare su chi fia e menettande fritta un'istajone. Ma jeo buffadore intreveradu de bisos innossentes e galanos chi non reghen sos rajos solianos un'isula in su coro apo servadu. E malaidu 'e disizos e d'amore incunzo po cust'anima messeras de visiones caentes e bragheras chi mi dan vida isperas e asore. Che puzone chi s'ala s'at truncadu e dae su sole falat a su ludu Irvetto irvetto e mi nd'isto mudu intas a cando forte so torradu. E tando che un'ae ap'a bolare peri chelos de gosu e de fortuna e galu prus innedda de sa luna inue non tenet fine su bisare. Gonario Carta Brocca di Dorgali (NU) -28- Menzione d'onore BENI BENIUS Tristu in su mundu m'intendia solu mi pariat chi tottu si olessi firmai De nebodeddus privu de consolu Cun prexu e gosu oi potzu cantai. Oi potzu cantai ca custu millenniu unu donu mannu m'at prestu portau ca prenu de grazia a domu ses benniu a Chiara e Franciscu sa vida as donau; de is nonnus intrau – seu hoi in su regnu ap'essiri degnu – de tanti virtudi prontu a ddu accudi – in dogna momentu cun su bonu intentu – de mi ddus gosai. De mi ddus gosai felici e cuntentu ca sunt angiuleddus in vida benius e cantu abettau fiada cust'eventu de podi ammirai nebodeddus mius c'a su mundu enius – cun prexu e amori impegnu e calori – de su babbu offriu lodau Padre Piu – in tottu s'attesa un innu 'e biadesa – oi bollu intonai. Oi bollu intonai 'nu cantu 'e biadesa ca sa primavera in domu est froria portendi in giardinu candori e puresa arrisu e consolu e dogna allegria sana cumpangìa – divinu splendori germoglius de amori – ca tottu e' prus bellu; arrosa e gravellu – e giust'a s'abettu de is nonnus s'affettu – non at a mancai. No at a mancai sa stima e s'affettu ca seis custodi de nostru caminu beni ndi conosci dogna bonu aspettu chi ai onorau su nostru destinu seis su continu – de sa nostra storia futura memoria – nd'atturat sa luxi a sa nostra gruxi – Chiara e Franciscu unu frori friscu – si dd'eis a portai. Si dd'eis a portai ca no seu prus solu biu sa vida mia chi sighit andai de is nebodeddus prenu de consòlu cun amori a Deus mi pongu a pregai. Camillo Corona di Quartucciu (CA) -29- Menzione d'onore S'ATTRIVIDA Lughiant sos isteddos, una “duna” nos fud'amparu in sas renas friscas, cun s'amorad'in amorosas triscas nos fù cumpanza risida sa luna. Pariat narrer: “tenta sa fortuna, si govinu non paras, ite piscas? Si istanotte tottu no arriscas Podes restare cras a sa jauna.” Deo che maccu ponz'in ment'a issa e za dd'ischìo cant'est faularza, ca mai n'at cumpridu de promissa. Ma s'amorada si pesat che arza: “Tue, semper cun cuss'idea fissa!” Ponide fatt'a sa luna majarza..... Mimiu Maicu di Santulussurgiu (OR) -30- Segnalazione di merito ROSA POESIA Beni che isposa arcana poesia settiti in coa ca mi parzo assentu Faeddàmi in lampos interi su entu porrimi in carchi musa un'ermosura istura grobes dae sa seportura chi mi preguntet cada fantasia. Dae sa funtana chi t'ido perenne cantaros cherzo prenos de cuffortu intas in versos chi lacan'a tortu mustrami in cada musa sa maghia e si cumprendes custa vida mia m'istringhes a su sinu a mi tratenne. Jeo chi ti chirco cherzo su diritttu de ti posare inoche carch'iscutta Chilliami s'anima si paret rutta e pastina sos versos in su coro isterremi in sas campuras de oro sos versos de ispica 'e custu sittu. Ti pesso settia in arenas de mare chin mill'isteddos chi rundan'a tie intro su versu e intritzin in sa die donzi valore de sa terra anzena che un' emigrante c'alleviat sa pena m'intendo si tue pasas su colare. Che filumena cantami in cust'ora canzones betzas chi son'in s'armanzu de cantadores fortes de attarzu ch'ichintiddana versos de arghentu t'aperzo una ventana in s'aposentu intra balente bella e gherradora. Rosa poesia ghettami su mantu fattu de frases de sedas de luna chirco sa luche interi sa fortuna t'ido rundande in pittu 'e sas aeras sona chin s'arpa custas camineras ricamami sa vida chin s'incantu. Bussa ca carta chin sa manu 'orte in custa mesa joco sas isperas pica su picche...lassa sas chimeras son de su poeta...son de custa corte. Tonino Fancello di Dorgali (NU) -31- Segnalazione di merito BANDELA 'E VIDA BANDIERA DI VITA Cun su tempus che betzu a costazu no apo dudas feas solovradu ca peruna bandela at cuadu s'storia ch'at corpadu cun su mazu; maglio; b'at cherfidu unu 'arriu de corazu a fagher sa battaglia 'e su passadu. Nde cheria torrare binchidore e so in nues de iscurigore. Con il tempo qual vecchio a fianco non ho penosi dubbi dissipato chè alcuna bandiera ha celato la storia che ha colpito con il Poninde fat'a pessos che trainu moliant undas columas de dudas e siguresa cun peraulas mudas non m'ant potidu dare in caminu ue minettas de nues in sinu trazan temporad' a dies fiudas. Cando apo peraulas sen'afogu a agatare cun sa sorte in giogu? Inseguendo pensieri qual fiumana onde ruotana colme di dubbi e certezza con parole mute non m'han potuto dare lungo via ove nubi con minaccia in seno portan tempesta a vedovi giorni. Quando le senz'angoscia troverò con il destino in gioco? Tando solu e pienu de isetu mi che sero in bisos de isperas de paghe in noales camineras! Cosa sigura sena prus apretu est s'istima chi mai at segretu e che pigat su coro in aeras. Oe a s'umbra de bandela nida fagher cherzo sa festa de sa vida. Allor solo e pieno di attesa m'avvedo entro sogni di speranze in novelli sentieri di pace! Cosa sicura senza più urgenza è la stima che mai ha segreto e sull'aere il cuore solleva. Oggi all'ombra di nivea bandiera voglio fare la festa della vita. Bandela chi mi 'entulas in coro, alu noa pro nobiles dissignos, imbitzada a diligos carignos de sa patria ses richesa e oro. Ischis cantu ti amo e t'adoro fatu a tie s'intendent prus dignos fizos fideles parende petorra sena sas tentas a s'anda e torra. Bandiera che mi sventoli nel cuore, ancor nuova per nobili progetti, invogliata a tenere carezze della patria sei ricchezza e oro. Sai quanto t'amo e t'adoro seguendoti si sentono più degni i fedeli figli che mostran coraggio senz'ideali all'andirivieni. In tegus b'at giustesa, libertade e si esseras abbisti pintore cuadros tias faghe de amore, rupinde s'arte de sa veridade. In sa cornitze de s'umanidade che tias ponner gustu e sabore pro viver vida digna fin'a fundu ue b'est su segretu de su mundu. In te c'è giustizia, libertà e se fossi avveduto pittore quadri d'autore faresti d'amore, penetrando l'arte della verità. Nella cornice dell'umanità metteresti il gusto e sapore per viver vita degna fin'in fondo ove c'è il segreto del mondo. c'è voluta un somma di coraggio a compiere la lotta del passato. Volevo ritornare vincitore E mi trovo di tenebra fra nubi. Stefano Arru di Pozzomaggiore (SS) -32- Segnalazione di merito NADEMI CHIE SEO Pretesa manna foltzis est sa mia si a fagher preguntas mi arrisco, pro chi mi finat custa presonìa. Si sa conca la porto tropu tosta e tribagliosu m'est su pensamentu, est naturale, no est fat'aposta. Basta! Como pius no mi afrisco in sa presone de su no ischire e cherz'ischire cosas chi no isco. Mi rispondides in custu momentu totu sos ch'azis un'intelligentzia; bos prego, dademilu su cuntentu. M'ispozo de su meu presumire, poi frundidos cuddos betzos pannos, che alimusineri and' a pedire. cussentzia. Prima de che finire s'esistentzia, faghidemila custa caridade, pro mi ponner in paghe sa Novas mias noales, e de annos passados, sas preguntas las impreo però sentza mi fagher contos mannos. Non tenzedas peruna piedade, nademi totu su chi mi merito, Chie so veramente, mi lu nade. Deo, cunvintu semper d'esser deo, Sos chi l'ischin risposta mi nde dien e mi nelzan abberu chie seo. Bos ap'a esser gratu, lu promitto, si mi dades sa man'in tal'impresa, Sol'a bos esser gratu mi permitto. In sa figura mia ite 'ien, mi lu nerzan, ca est essentziale, sos seriosos chi non si nde rien. Cherio tenner solu siguresa, siat ispina o siat ambaghe: Ischire chie so est sa pretesa Garanto ca no mi nde paret male, cale siat chi siat sa risposta; bos prego de mi dar' unu signale. e sos sentidos mi ponner in paghe. Nanni Murtas di Santullurgiu (OR) -33- CONCORSO DI POESIA “QUARTUCCIU 2011” SEZIONE “ B “” Poesia in lingua Italiana 1^ premio alla poesia Ricordo una sera d'estate di Tomaso Melis 2^ premio alla poesia Sogno giovanile di Maria Josè Marongiu 3^ premio alla poesia Primavera a Cagliari di Mimiu Maicu Menzione d'onore: Tornare a casa di Maria Antonina Busalla di Nuoro Menzione d'onore: Il tuo amore, come il mare di Mirella De Cortes di Cagliari Menzione d'onore a Parlerò di te di Rosaria Floris di Quartu S.E.(Ca) Menzione d'onore a Briciole di tempo di Giuseppa Sicura di Selargius (Ca) Segnalazione di merito: Così il paese di Fulvio Castellani di Enemonzo (UD) Segnalazione di merito a La cicala di Efisio Ledda Segnalazione di merito a Il vento canta tiepide canzoni di Margherita Sabatini di Torino Segnalazione di merito a L'dore dell'inverno di Benito Galilea di Roma Segnalazione di merito a Serenità di M.Antonietta Borgatelli di Balzola (AL) Segnalazione di merito a E sono quì di Sabato Laudato Segnalazione di merito a Vivo nel mondo di Giovanni Formaggio -34- di Iglesias (Ca) di Gonnosfanadiga (MC) di Santulussurgiu (OR) di Castiglione delle Stiviere (MN) di Nocera Superiore (Sa) di Canegrate (MI) Motivazioni poesie in italiano 2011 1^ premio Ricordo una sera d'estate. La memoria fedele e affettuosa , annullando quasi l'opera inesorabile del tempo, ricrea un “piccolo mondo operaio” ormai quasi scomparso che, nonostante l'asperità dei luoghi e la fatica quotidiana, lascia infine l'impressione d'una vita in armonia con l'ambiente e, in fondo, serena. 2^ premio Sogno giovanile. La poesia, che ha il ritmo cantabile di una ballata, accresciuto da rime saltuarie, assonanze e allitterazioni, riesce a raccontare una storia d'amore non duratura, ma a suo modo compiuta e quasi felice, sottomessa all'ineluttabile fragilità delle vicende umane. 3^ premio Primavera a Cagliari L'aria di primavera in città viene suggerita attraverso brevi immagini di alacrità e leggerezza che destano una sensazione di sogno ad occhi aperti, quasi di felicità. -35- RICORDO UNA SERA D'ESTATE 1^ Premio. Sono sparsi alla rinfusa i muri e i tetti di quel piccolo mondo operaio che il tempo ha saldato sul cuneo roccioso che sfiora il cielo. Si intravedono appena nella crosta di terra verde di cisto sporca di fango. Montescorra è tutta lì in fila disordinate i fichi d'india orecchie tese al silenzio e ai violini del vento. In sogno si attardano fra le pieghe del monte strilla di bimbi là dove era la scuola color d'azzurrino. Grave e lontano l'eco di greggi a Santu Perdu tra ferule fresche e basse spine d'asparagina. Fantasie di donne in panni scuri e chiari leggeri come i discorsi interrotti da risa nella casbah di tortuosi sentieri. E gli operai arsi dal sole vedo risalire la china polverosa nella stradina che li riporta a casa stanchi ma vivi benedetto Iddio. Ricordo una sera d'estate mia nonna sulla seggiola bassa che aspetta la sera esile ulivo che non dà frutto …. intorno a lei solo i monti lontani dalla città. Tomaso Melis di Iglesias -36- SOGNO GIOVANILE 2^ Premio Entrasti piano, silenziosamente, senza irruenza e senza far rumore nella mia vita allegra e spensierata. A sedici anni ero un'adolescente che sognava l'amore. Colto ed arguto, pieno di ambizioni, miravi in alto per il tuo avvenire. Le tue attenzioni e il tuo fare gentile conquistarono presto anche il mio cuore. Quante serate in dolce compagnia, mentre fuori pioveva a non finire ….. Quante risate piene d'allegria, quando felice ti stavo ad ascoltare! Amavi declamare la poesia, che col pensiero mi portava lontano. Sovente, poi, la mano nella mano, si andava in giro lungo le vie del centro cittadino. Era un amore, il nostro, un poco clandestino, che ci portava a ridere e a celiare, come il gioco innocente di un bambino. Poi lentamente, senza una ragione, senza lasciare traccia, né scontento, svanì quel sentimento dell'amore. Fu come la parabola del sole, che sfolgorante ascende su nel cielo e all'orizzonte, poi, lento scompare. E come il vento fa con l'aquilone, che sospinto nell'aria prende il volo, così il destino ci costrinse ad andare. Ognun per la sua strada e la sua meta. A ciascuno il suo ruolo nella vita. Ci lasciammo così, senza parlare, senza rancore e senza ipocrisia e nel prender il volo il tuo aquilone scelse una via diversa dalla mia. Maria Josè Marongiu di Gonnosfanadiga ( VS ) -37- PRIMAVERA A CAGLIARI 3^ Premio E' bello camminare come in sogno per le strade affollate, con il vento che scompiglia i superstiti capelli. Girovagar … così … senza una meta, consunta vela che non trova un porto, sfogliata canna che l'acqua trascina. Nella fiumana di gente incontrare, marzolina viola, una fanciulla dagli occhi ridenti, fresca e leggera come la brezza che sale dal mare. Mimiu Maicu di SantuLussurgiu (OR) -38- Menzione d'onore TORNARE A CASA Te ne sei andato in cerca di una vita migliore, portandoti via lo sguardo della tua terra madre impresso sulle tempie dove ti pulsa il cuore. Anima che piangi nostalgia nel tuo cupo viaggio d'emigrante! se torni, chi t'accoglie? le scogliere che alzano la voce durante le burrasche? o i gelsomini che muoiono Iin mezzo a queste frane? Il mare non è più quello d'allora … la battigia è scomparsa nella miniera di sabbia, i sassi ed il cemento precipitano a ridosso dei pini, dove le ombre formano zolle che nutrono quell'erba che profuma ancora. L'acqua azzurra del mare accoglie i tuffi di chi ha vent'anni, l'età in cui gli ostacoli sono una sfida verso le nuvole dell'avventura. Ormai la nostra età è già in discesa, con quel volo lento, che impone di guardare ciò che accade, che tu lo desideri o che avvenga. Sai amico … la giornata spesso varia sui nostri rami secchi, ciò che non muta è l'anima di quel sogno che non t'abbandona: tornare in questa isola per abbracciar per sempre, quei profumi che ancor ti porti dentro. Maria Antonietta Busalla di Nuoro -39- Menzione d'onore PARLERO' DI TE Parlerò di te, un giorno, quando sarai lontano. Parlerò cercando di ricordare i sogni sognati. Parlerò di me un giorno quando sarà un sibilo d'ali il battito del mio cuore e, quando finito avrò il canto, vivrò un sol giorno, il tempo di una farfalla. Rosaria Floris di Quartu S.Elena -40- Menzione d'onore IL TUO AMORE, COME IL MARE Quel che amo di te è il tuo modo d'amare così avvolgente, tenero, sicuro. Amo le tue mani pronte a sorreggermi, a condurmi, a raccogliere i miei resti dispersi fra gli abissi. E poi amo i tuoi silenzi, il tuo aspettare. Amo il tuo modo di capire di sorridere, di baciare. Amo il tuo amore, come un faro o un porto protetto cui approdare fra tempeste e bufere. Amo il tuo modo d'amare e mi cullo sui flutti come fossi una barca e tu il mio mare. Perché come il mare mi ami, e mi cedi al mondo. Come il mare, che culla le sue conchiglie e poi le posa sulla spiaggia. E le regala al sole. Mirella De Cortes di Cagliari -41- Menzione d'onore BRICIOLE DI TEMPO Briciole di tempo lungo il viale che si apre all'orizzonte briciole di tempo sparse alla rinfusa come foglie secche al vento. Ne avrò ormai solo una manciata da intrappolare tra le ultime pagine nel libro dei miei giorni. Ne ho fatte scorpacciate nelle antiche stagioni in groppa a nuvole effimere tra il tutto e il niente o arenata nei circoli viziosi della mente! Ero nave e vagavo per le onde senza approdare mai. Briciole di tempo sparse lungo il viale rosse … gialle da afferrare senza esitazioni né ripensamenti. Le ordinerò per numero e per nome e in ognuna disegnerò albe argentate soli e lune senza tramonti. Le verserò poi ad una ad una dentro una clessidra speciale e starò lì a guardare … senza parole mentre scivolano nel buio eterno a rallentatore. Giuseppa Sicura di Selargius (CA) -42- Segnalazione di merito LA CICALA Rompe il silenzio dall'albero vicino la cicala. Invade i pensieri e mi assedia con lo stridente frinire. Rabbrividisce il cuore e l'anima mette le ali per librarsi nel tempo e accarezzare il capo grigio della mamma, il volto segnato del babbo, le crepe della casa lasciate dal martellare del sole. Un nugolo di polvere brucia gli occhi e li asciuga mentre, incessante, si fa più serrato il suo canto alla vita. Efisio Ledda di Castiglione delle Stiviere (MN) -43- Segnalazione di merito COSI' IL PAESE Ho interrogato la sera per scoprire il segreto delle strade quei sassi che rotolano da secoli e sono sempre lì tra i piedi a raccontare una storia identica. E l'ombra allungata dentro le foglie mi ha narrato di passi che cantano di notti ubriache giocate a morra di giornate lavorate nel bosco di ore bucate nell'orgia ilare del vino … Così il paese mi si è svelato nel suo nitore montanaro, caldo. Ed ho capito che quelle poche case vecchie ammuffite possiedono un'anima che non muore: nata ieri e viva nel sorriso aperto di un manipolo di discoli sempre uguali e mai stanchi di cantare e di giocare a rimpiattino. Fulvio Castellani Maiano di Enemonzo (UD) -44- Segnalazione di merito IL VENTO CANTA TIEPIDE CANZONI Il vento canta tiepide canzoni che sfiorano la sabbia e la mia pelle come amante gentile. Il mare gli risponde con le sue mille onde e ogni onda ha la sua voce, inconfondibile che s'intreccia alle dolci parole sussurrate da chi mi ama e mi tiene per mano. Verranno giorni grigi. Tornerà l'inverno col fascino silente delle sue nevi. Ma nel candore immobile del gelo che ricorda la morte, la sua quiete ed il suo sonno senza risveglio, io sentirò, dentro di me, per un arcano incanto la musica del mare, l'ambra del sole, il palpito del vento, le tue carezze, l'eco della tua voce, come conchiglia che sembra pietra, ma ricanta la vita. Margherita Sabatini di Torino -45- Segnalazione di merito L'ODORE DELL'INVERNO Come fossimo scampati a un diluvio tu mi parli dei silenzi di tua madre, ossuta e feconda, ferma sulla soglia, mentre guardava la sera farsi nera. In queste nostre terre si invecchia per paura, passando il vino in cerchio, da mano a mano, per ricordare la gioventù che fummo, la voce che non siamo. Chinati su quelli della cosca per un bacio, i cari compagni dei silenzi vecchi contemplano le aiuole dei cimiteri per quando saranno cadaveri della mafia nuova, per quando diverranno nomi tra tanti chili di carta in tribunale. E pure il cielo s'affanna in briciole nascoste mentre il sogno annotta tra piccoli crocefissi sulle porte, sciacquati dal sangue dei tagli sotto il mento. Sono le maledizioni dei primi venerdì del mese che regnano in mezzo agli uliveti, la mia terra di ciucci con le sonagliere abbassate tra gli odori dell'inverno. Da vecchio saprò ancora fiorire come un padre che ha pregato dalla parte sbagliata senza mai piegarsi, sarò una meridiana dentro l'ora breve per portare una nenia nel mio tempo. Benito Galilea di Roma -46- Segnalazione di merito SERENITA' Serenità tu danzi tra i fiori che sbocciano nel mio giardino e mi colorano la vita. Aleggi tra i fili d'erba del verde prato e poi ti addentri nel mio orticello mentre estirpo erbacce e dissodo la dura terra dilettata dal cinguettio degli uccelli. Silente ti scorgo nel tepore del focolare domestico e tra gli affetti più cari della mia casa. Ti sento nell'aria che respiro quando c'è allegria nelle persone che mi circondano. Serenità tu non ci sei là dove pullula la gente in cerca di futili cose e in quei luoghi incantevoli dove i piaceri della vita sono solo momentanei. Tu non vivi nella ricchezza materiale ma in quel piccolo mondo antico fatto di semplici cose dove ogni giorno mi addentro per sentire il caldo abbraccio della vita. Maria Antonietta Borgatelli di Balzola (AL) -47- Segnalazione di merito E SONO QUI E sono qui, vivo e vero a guardare ogni cosa, anche il buio più profondo, nella solitudine della sera. Nel mio silenzio, perso nell'ombra del rimpianto, scavo ancora frammenti di tempo tra i colori d'un altro tramonto. E continuo a camminare nel vento, nel chiarore d'un altro giorno scomparso, là dove gente balorda innalza ancora altari di pianto. Sabato Laudato di Nocera Superiore -48- Segnalazione di merito VIVO NEL MONDO Non cercatemi sotto la pietra con simboli religiosi o politici perché non mi troverete. Sono nella neve della montagna nella sabbia del deserto nell'acqua del mare nel verde della pianura. Non cercatemi sotto la bandiera di una nazione perché non conosco confini e non mi troverete. Attraversavo il ponte della libertà dall'altra parte la Pace. Mi travolse la ruota dell'odio e il mio sangue fecondò la terra. Per me forse qualcuno pianse o forse no, ma non importa. Sono nei colori del cielo nel profumo dei fiori nel volo degli uccelli negli occhi dei vostri figli nel cuore dei vostri vecchi tra voi, con voi. Ricordatemi quando l'urlo della guerra vi porta il mio dolore quando il sole della Pace vi porta il mio amore. Giovanni Formaggio di Canegrate (MI) -49- ALBO D'ORO dei VINCITORI Lingua Sarda Rima: 1° edizione 2008 1^ Premio Sedattande sa vida 2^ Premio S'olia 3^ Premio Alas 2° edizione 2009 di Salvatore Ladu di Mamoiada di Mimiu Maicu di Santu Lussurgiu di Gonario Carta Brocca di Dorga 1^ Premio Si cheres t'accumpanzo… 2^ Premio Peri sos saltos de sa fantasia 3^ Premio Sa mezus cosa 3° edizione 2010 di Giovanni Chessa di Torpè di Mimiu Maicu di SantuLussurgiu di Francesco Piga di Loiri 2^ Premio 3^ Premio 3^ Premio di Mimiu Maicu di SantuLussurgiu di Tonino Fancello di Dorgali di Vincenzo Piu di Cagliari Mariposas Pilos de piche In su niu de s'amori Lingua Sarda Verso libero: 1° edizione 2008 1^ Premio 2^ Premio 3^ Premio Isperu de paxi S'isula 'e s'ispera Fiori di luna di Maria Rita Farris di Serdiana di Gonario Carta Brocca di Dorgali di Gianfranco Garrucciu di Tempio 2° edizione 2009 1^ Premio 2^ Premio 3^ Premio Chimeras Poeta Tottu cambia…. di Tonino Fancello di Dorgali di Gonario Carta Brocca di Dorgali di Domenico Battaglia di La Maddalena 3° edizione 2010 1^ Premio 2^ Premio 3^ Premio E cantas muttetus Alas Béni di Sandro Chiappori di Cagliari di Gonario Carta Brocca di Dorgali di Giuseppe Carta di San Sperate Lingua Italiana: 1° edizione 2008 1^ Premio: 2^ Premio: 3^ Premio: I vecchi Fra i monti Il poeta di Matilde Ciscognetti di Napoli di Francesca Maria Spanu di Genova di Pietro Cruccas di Quartucciu (CA) 2° edizione 2009 1^ Premio 2^ Premio 3^ Premio Bambini di strada A mio padre Compassione di Erminia Mereu di San Sperate di Maria Carmela Scalas di Assemini di Carlo Onnis di Cagliari 3° edizione 2010 1^ Premio 2^ Premio 3^ Premio Io ci sarò di Franco Fiorini di Veroli ( FR ) In una sacca atantia di tempo di Simona Leonardi di Forte dei Marmi (LU) Un altro giorno di Sergio Mossa di Quartucciu -50- IL DIRETTIVO DELL' ASSOCIAZIONE TURISTICA “PRO LOCO” E DELL'ASSOCIAZIONE CULTURALE “ IMPARI PO IMPARAI “ RINGRAZIANO GLI ENTI ED I SINGOLI CITTADINI CHE HANNO CONTRIBUITO ALLA BUONA RIUSCITA DEL CONCORSO, in particolar modo: L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE QUARTUCCIU TUTTI I POETI CHE HANNO PARTECIPATO AL CONCORSO Si ringrazia inoltre: il Signor LUIGINO CAMEDDA per l'immagine presente in copertina, relativa alla tomba dei giganti “Sa D'om'è S'Orcu”, e l’Amministrazione Provinciale di Cagliari per i testi messi a disposizione per i Poeti premiati. -51- -52-