LIFE CLUB 11 FEBBRAIO - MARZO 2006 L 11 ife club FEBBRAIO - MARZO 2006 I L M A G A Z I N E D E L FREE PRESS T U O S T I L E D I V I T A Italia MATERA PER SEMPRE Auto LA NUOVA AUDI S8 Psicologia LA SELEZIONE DEL PERSONALE Benessere SALUTE IN CAMMINO Golf TUTTO PER UNO SWING PERFETTO COPERTINA FEBBRAIO_1.indd 1 27-01-2006 16:59:50 PAG 2 MANPOWER.indd 2 27-01-2006 13:55:38 febbraio - marzo 2006 ANNO III febbraio - marzo 2006 Autorizzazione Tribunale di Ivrea n. 2 del 2004 registro periodici direttore editoriale Silvio Bernelli editore L Keyco S.r.l. P.zza Martiri della Libertà, 30 10083 Favria (Torino) redazione www.lifeclubmagazine.com [email protected] segreteria di redazione 11 ife club I L M A G A Z I N E D E L T U O S T I L E D I V I T A Barbara Secreto tel. 0124 47 05 53 fax 0124 34 96 07 [email protected] pubblicità Susann Bernien tel. 3403401643 [email protected] hanno collaborato Barbara Secreto, Luca Servelli, Norberto Midani, Alessio Andrej, Fabrizio Rosboch, Massimo Bagetto, Chiara Munnia, Davide Corradini, Alberto Cardinali, Eva Morletto, Paolo Antonino Nigro, Maurizio Di Maggio, Chiara Manzo, Marco Mussini direttore responsabile Mauro Giubellini progetto artistico Simona Goi grafica e impaginazione Antonio Daniele stampa Diffusioni Grafiche Editoriali Strada Statale 31, km 22 15030 Villanova Monferrato (Al) PAG 3 COLOFON.indd 1 27-01-2006 13:54:04 som ] ma rio 6 L 11 febbraio - marzo 2006 ife club I L M A G A Z I N E D E L T U O S T I L E D I V I T A GOLF A lezione con Luca Servelli 15 EVENTI 20 ARTISTI 28 MOSTRE 33 VIAGGI 43 ITALIA 49 CASA 54 PSICOLOGIA & LAVORO 57 ECONOMIA & PATRIMONIO 60 AUTO 64 AMICI MIEI 66 HI-TECH 68 SUONI 70 LIBRI 73 SAPORI 76 BENESSERE 78 TENDENZE A Torino impazzano i Giochi Olimpici Le città impossibili di Botto & Bruno 49 33 Dubuffet e l’informale a Modena Alla scoperta della Libia Matera, i nuovi Sassi Palestra e beauty farm a domicilio La selezione del personale Trust di famiglia 66 La nuova Audi S8 Giacinto Facchetti secondo Norberto Midani Nuovi diffusori flessibili Akron family e Angels of light “Non riattaccare” di Alessandra Montrucchio La grande cucina del grande Nord Riflessologia plantare Shopping a San Valentino 15 4 Life club febbraio marzo 11 PAG 4 SOMMARIO.indd 2 27-01-2006 13:56:29 PAG 5 PUB KENNAMETAL.pdf C M Y CM MY CY CMY K 27-01-2006 11:46:01 golf ] Signori, che swing! Trucchi e consigli secondo il nuovo maestro di “Life Club” Luca Servelli CONSIGLI PRATICI E TEORICI SU GRIP E POSIZIONE DAVANTI ALLA PALLA GRIP Quello che ci chiediamo giocando a golf è di tirare la pallina verso un obiettivo, distante o vicino che sia, per chiudere lo score del campo in meno colpi possibili. Quello di cui 6 Life club febbraio marzo 11 avremmo bisogno sarà la capacità di colpire la palla con la faccia del bastone diritta a quell’ obiettivo, e con il corpo che spostando il suo peso da destra verso sinistra sviluppa più o meno spinta, a seconda delle necessità. Con il corpo che sviluppa velocità ma con la faccia del bastone che arriva “deviata” verso dove sta il bersaglio, non potremmo che aspettarci un colpo storto, rimanendo fuori dalle nostre aspettative. Male comune che porta a questo tipo di problema è sicuramente il grip, l’impugnatura. La maggior parte dei giocatori medi non è capace di impugnare il bastone sempre allo stesso modo. Ricordate che a golf ogni colpo è un colpo nuovo, ragion per cui dovreste sempre ripetere un’impugnatura che sia la più corretta possibile. Vedo molta gente praticare sullo swing. Vedo poca gente praticare cercando di migliorare il proprio grip. Ma allora, come praticare il grip correttamente? Mano sinistra: impugnate con le spalle rilassate, tenendo il bastone appoggiato al terreno puntato sul piede destro: vi aiuterà ad impugnare con una posizione naturale e non forzata del polso sinistro, responsabile della posizione del bastone durante lo swing. (foto1) Sollevate il bastone sentendo la “presa“ dell’indice sinistro che avvolge il bastone e l’appoggio di questo sul cuscinetto inferiore del palmo. Adoperate questi due punti di pressione nell’impugnare senza stringere troppo le ultime tre dita (mignolo, anulare, medio). Se provate a farvelo “sfilare via“ dovreste già essere in grado tenerlo nella mano senza stringere troppo e senza che scappi. (foto2 a-b) Mano destra: impugnate con il bastone sollevato a trenta centimetri da terra, vi aiuta ad impostare una certa pressione necessaria durante lo swing. Impugnate mantenendo il palmo destro rivolto al bersa- foto 1 foto 2 a foto 2 b glio: vi permetterà di avvolgerlo e sostenerlo con le dita e non con il palmo. (foto 3) Se non avete le dita troppo lunghe provate un interlock grip, incrociando cioè mignolo destro e indice sinistro: vi aiuterà a mantenere una buona presa senza dover stringere ulteriormente mentre fate lo swing, allontanandovi così da una azione “volontaria” delle mani. Così vi aiutate a mantenere una posizione corretta del bastone durante il movimento. foto 3 foto 4 CORPO DAVANTI ALLA PALLA Con il bastone impugnato e posizione eretta ponete la testa del bastone dietro la palla ortogonalmente rispetto al target che vi siete prefissati. Piegate il busto verso la palla facendo in modo che le braccia pendano naturalmente sotto il mento, verso il basso . Notate come il busto vada a formare un angolo all’incirca di 90° rispetto alla posizione del ferro. Flettete le ginocchia fino a coprirvi i lacci delle scarpe, portando cosi il peso a gravare dalla pianta dei piedi verso le punte. Spalle, ginocchia e piedi stanno sulla stessa linea verso il terreno, il che vi assicura un buon equilibrio soprattutto durante lo swing. (foto 4) Aprite i piedi in sequenza, prima il sinistro poi il destro, tanto da formare una base leggermente più larga delle vostre spalle. È più facile cosi mantenere il vostro peso all’interno delle piante dei piedi. Giocate la palla all’altezza dell’occhio sinistro, non verso il piede sinistro, visto che sarà proprio in quel punto sul terreno che il bastone ritornerà diritto al bersaglio e alla massima velocità. Per fare ciò consiglio di puntare il mento due dita a destra della palla. E per finire, i vostri fianchi e le vostre spalle devono essere paralleli alla linea che va dalla palla all’obiettivo, se il vostro obiettivo è un volo di palla diritto. Molti golfisti purtroppo allineano solo i piedi. (foto 5 a - b) CARICAMENTO DEL PESO E ROTAZIONE VERSO DESTRA Per giocare a golf, e quindi per colpire e mandare la palla verso il green o fairway che sia, il bastone che noi usiamo dovrà essere mosso da una azione rotatoria del corpo che prima carica il lancio dalla parte opposta dell’obiettivo (backswing) per poi scaricare verso l’obbiettivo stesso (downswing), passando attraverso la zona dove è posizionata la palla. Immaginate una linea che parte perpendicolarmente dalla palla. Quello che il busto deve fare ruotando nel backswing è semplicemente spostarsi a destra di quella linea; l’ancoraggio della gamba destra garantisce un potente caricamento di peso. Non abbiate paura di spostarvi troppo verso destra, in fondo se vi chiedessi di lanciare lontano un oggetto con le mani carichereste il vostro peso sulla gamba destra, fino quasi a sbilanciarvi. Il gesto del lancio è quello che ci serve per giocare a golf. Il guaio nasce quando l‘idea di backswing diventa solo “ruotare”, uno dei tanti termini ingannevoli che brulicano sui campi da golf. In assoluto, cercate di portare la spalla sinistra almeno verso il ginocchio destro, lasciando che il foto 5 a foto 5 b bastone dolcemente aiuti il caricamento dei polsi, e quindi il bastone verso l’alto e non dietro la vostra schiena! “Sentite” con il vostro orecchio il bastone che gli sta davanti. (foto 6 a - b) foto 6 a foto 6 b IMPATTO SOLIDO CON LA PALLA Dove finisce il backswing inizia il downswing. L’ azione necessaria per generare velocità che si verifica è uno spostamento del peso dal piede destro a quello sinistro. Per fare ciò aiutatevi con il movimento del piede e del ginocchio destro che spingono in avanti verso l’obiettivo attraversando la palla. Concentratevi su questa azione. L’errore comune del giocatore medio è di cominciare il downswing con la parte opposta del corpo e cioè spalle, braccia e mani. L’ azione propulsiva di ogni lancio che l’uomo fa in natura deriva proprio dall’ azione della parte bassa del corpo, addominali e gambe, capaci di sviluppare forza centrifuga compiendo proprio uno spostamento di peso. Praticate questa sensazione guardando la pallina nella sua metà di destra. Attenti studi hanno dimostrato quanto sia importante non perdere di vista la palla fino all’impatto. Gran parte dei giocatori medi lo dimentica o non ne conosce l‘importanza. Guardare la pallina nella sua metà di destra vi aiuterà a coordinare l’azione della parte superiore del corpo con quella inferiore. Vi aiuterà ad essere più solidi, guadagnando quindi distanza del volo di palla! ( foto 7) FINISH IN EQUILIBRIO Senza ombra di dubbio un finish in equilibrio è il derivato di un buon passaggio di peso da destra a sinistra. La maggior parte dei giocatori professionisti completa il colpo mantenendo un’unica linea formata da spalle, fianchi e ginocchia, con il peso che è completamente trasferito sul tallone sinistro. Praticate cercando di mantenere il massimo equilibrio al finish. Il ginocchio destro deve sfiorare quello sinistro, mentre i gomiti sono relazionati tra loro. Se il vostro colpo è un classico slice provate ad eseguire un finish con il gomito sinistro che punta l’obiettivo. Non scomponetevi, almeno fino a quando la palla e’ atterrata. Concentratevi sul finish già prima di eseguire il colpo, vi aiuta a coordinare la distribuzione dei pesi anche durante lo swing. (foto 8 ) TOP, SLICE: ERRORI COMUNI, RIMEDIO COMUNE Esistono due errori comuni che spesso vedo sui campi da golf. Il top e lo slice, Il top quando il bastone arriva a colpire la parte superiore della palla, che fatica a prendere il volo. Lo slice quando la palla gira a destra senza che ciò sia aspettativa del giocatore. Se il vostro problema è uno di questi colpi, supponendo un buon grip e una buona posizione di partenza, probabilmente il vostro swing è troppo veloce e la vostra pallina è posizionata troppo verso il piede sinistro, il che vi crea scompensi nel cercare di colpirla. Praticate con un ferro 7, magari foto 7 foto 8 dal tee, posizionando la pallina sotto la perpendicolare del vostro naso, e concentratevi attentamente nel guardare la pallina verso la sua metà di destra fino a quando non siete sicuri d’averla colpita. Eseguite dei movimenti lenti, lasciando che il bastone vada verso dove vi aspettate che vada la palla. Vi aiuterà a mantenere una certa relazione con la palla durante lo swing, evitando che la parte superiore del corpo compia movimenti sbagliati. Ricordate, per giocare bene a golf, ci va calma. Mentre vi allenate imparate a respirare. Se la respirazione è affrettata e veloce, determina una tensione negativa per i muscoli. Il respiro deve essere lento. In questo modo sbloccherete il vostro diaframma e, come una valvola di sfogo, uscirà l’ansia eccessiva, sentendo una sensazione di calma. Nonostante ciò non abbiate paura dell’ansia e cercate di trasformarla in una carica positiva. È sem pre importante mantenere una certa dose di tensione durante il gioco, poiché aiuta a mantenere un buon livello di concentrazione, il che aiuta l’apprendimento. Provare per credere. Luca Servelli 12 Life club febbraio marzo 11 52 redazionale informazione pubblicitaria Arezzo Capitale del golf Pagina 1 ] Dal 24 febbraio Arezzo ospita il Primo Salone Italiano del Golf Arezzo cala l’ asso di ferri e bastoni. Presso il polo fieristico Centro Affari della superba città toscana, prenderà il via il 24 febbraio il Primo Salone Italiano del Golf, organizzato dalla Golf Town - società del Gruppo Stefilo - con il sostegno della F.I.G. Un folto parterre di personaggi popolerà l’ intensa 3 giorni dedicata al golf in tutti i suoi aspetti. Lo spettacolo, la politica, lo sport, i media e le aziende invieranno al S.I.G. i loro anfitrioni, che porteranno come vessillo comune l’ amore per il golf. Lo spazio espositivo di oltre 7.000 mq sarà un caleidoscopio magico per gli appassionati dello sport: giochi indoor e outdoor per il pubblico, attrezzature, gare promozionali, performance, il tutto sotto l’occhio vigile dei più importanti network televisivi nazionali, e dei principali organi di stampa. Punta di diamante della manifestazione: le gare che avranno come protagonisti i grandi campioni provenienti dai cinque più prestigiosi golf club italiani, tutti ospiti del Salone nei loro esclusivi stand. Orgoglio italiano e entusiasmo esterofilo: il Salone acquisterà ulteriore lustro con la presenza del Doral Golf Resort di Miami, e di due importanti circoli cinesi, anche in Estremo Oriente dilaga infatti la passione per il golf e giungerà al S.I.G. il Mission Hills Golf Club, che in territorio cinese si proietta nel futuro con le sue 180 buche e il suo avveniristico impianto di illuminazione che consente di giocare 24 ore su 24. Evento mondano, omaggio al golf, occasione d’incontro e di conoscenza con questo sport sempre più amato nel nostro paese: sono numerose le ottime ragioni per recarsi al S.I.G. Il sipario calerà il 26 febbraio, pronto per il bis del prossimo anno. 14 Life club febbraio marzo 11 PAG 14 REDAZ SAL_GOLF.indd 14 27-01-2006 17:51:24 eventi ] A Torino impazzano i Giochi! A febbraio la città ospita le Olimpiadi della neve e mille iniziative Nell’ altra pagina, in senso orario: evento in piazza Vittorio Veneto, Oval, Tatiana Totmianina e Maxim Marinin, Palasport Olimpico 16 Life club febbraio marzo 11 Alla Torino barocca del Guarini, alla Torino del Risorgimento e della corpulenta silhouette di Cavour che si muoveva tra il Parlamento di palazzo Carignano e i velluti del caffè Fiorio, alla Torino della grande industria, gemella sabauda di Manchester, e a quella dei nostri anni col febbrile crescere del suo interesse per l’arte contemporanea, se ne aggiunge un’altra. Sì, un’altra Torino, che vivrà tra il 10 e il 26 febbraio: la Torino Olimpica. 16 giorni di gare, 15 discipline sportive, 84 medaglie in palio, 2500 atleti: ecco i numeri dei Giochi Olimpici firmati Torino 2006, racchiusi tra le parentesi delle spettacolari cerimonie di apertura e di chiusura. Torino e Pinerolo ospiteranno gli sport del ghiaccio – quelli della mascotte Glitz , per intenderci – mentre la neve sarà protagonista in Val di Susa e in Val Chisone. Prescelte reginette olimpiche saranno le stazioni sciistiche di Cesana, Bardonecchia, Pragelato, Sauze d’Oulx e infine Sestriere, pronta a rivivere il fasto degli anni Trenta in cui nacque, con gli Agnelli impegnati sulle sue piste e il jet set internazionale ospite del “Principi di Piemonte”. In città, le strutture ricettive regi- strano il tutto esaurito. Torino dà i ritocchi al maquillage e sollecita le ultime prove d’orchestra per i numerosissimi eventi collaterali: mostre, manifestazioni, concerti, convegni. Si va dalla proposta espositiva “pantagruelica” della Triennale dei Tre Musei – la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, il Museo d’Arte Contemporanea Castello di Rivoli, la Galleria Civica d’Arte Moderna – con la sua generosa collezione di opere pittoriche, fotografia, videoarte, opere sonore, progetti web, alla mostra straordinaria sui capolavori di Leonardo Da Vinci allestita presso la Biblioteca Reale, ai classici dell’opera – Manon Lescaut e La Bohème – al Teatro Regio e così via, in una carrellata impressionante di micro e macro eventi. Naturalmente lo sport sarà protagonista centrale. Le Olimpiadi saranno un’imperdibile occasione per avere una panoramica completa sugli sport invernali, e per avvicinarsi ai meno conosciuti. Accanto allo sci alpino, dove i colori azzurri possono aspirare alle medaglie grazie ad atleti del calibro di Blardone e Rocca, allo spettacolare free-style e allo snowboard, che vedrà tra i protagonisti anche 11 febbraio marzo Life club 17 Le foto in apertura dell’ evento, dell’ Oval e del Palasport Olimpico sono state gentilmente concesse dall’ agenzia LaPresse 18 Life club febbraio marzo 11 l’eporediese Simone Malusà, si affiancheranno discipline meno note, ma non per questo meno interessanti per gli spettatori. Si potrà infatti assistere a gare di combinata nordica, composta da due discipline: il salto e lo sci di fondo; al curling, gioco di squadra che vede gli atleti far scivolare i propri stone – blocchi di pietra dotati di manico - per farli arrestare sul bersaglio disegnato sul campo ghiacciato. E ancora il biathlon, curiosa combinata di sci di fondo a tecnica libera e tiro con la carabina. Tra le competizioni più spettacolari ci saranno le gare di hockey su ghiaccio ospitate nei diversi palazzetti torinesi - e qui i nostri colori azzurri verosimilmente sbiadiranno contro la potenza indiscussa degli atleti statunitensi, canadesi e rus- si – e la magia del pattinaggio di figura, dove invece vantiamo memorie di cui inorgoglirci, dato che la coppia Margaglio/Fusar Poli nel 2002 si portò a casa una medaglia dalle Olimpiadi di Salt Lake City. L’Italia ripone inoltre le sue speranze nel bob, nello slittino, nello short track, ma medagliere a parte, l’atleta più impegnato e verso il quale si nutrono più aspettative è proprio la città di Torino. Le Olimpiadi sono un importantissimo investimento per il futuro del Piemonte e del suo capoluogo e, questa volta, ci si aspetta l’oro. Eva Morletto 16 Life club marzo aprile 06 PAG 16 CLUB CAR.indd 16 27-01-2006 12:19:06 artisti BOTTO E BRUNO 20 27-01-2006 14:01:22 ] Lʼarte della città impossibile Gli inventori di spazi urbani Botto & Bruno in un’intervista esclusiva BOTTO E BRUNO 21 27-01-2006 14:01:35 Nella pagina precedente:”My way home”, 2005 Sopra:”Disappearing doors II”, 2005 Botto & Bruno. Lui & Lei. Una coppia unita da una visione tutta personale dell’arte contemporanea. Le loro creazioni sono minuziosissimi puzzle costruiti con scatti fotografici, capaci di ricreare e reinventare la realtà. Le loro periferie urbane e le loro citazioni della dj culture sono entrate nei Musei d’arte Contemporanea di Madrid, Ginevra, Barcellona e Nizza. I napoletani che viaggiano in metropolitana possono ammirare ogni giorno l’intervento firmato Botto & Bruno alla stazione di Poggioreale. Life Club ha incontrato la coppia di artisti torinesi per un’intervista esclusiva. Botto & Bruno. Una coppia nella vita e nell’arte. Come e quando vi siete conosciuti? All’Accademia Albertina di Torino. Frequentavamo due differenti corsi di pittura. Spesso ci incontravamo al corso di incisione. Poi è iniziata la nostra storia. Quand’è nata l’idea di produrre arte insieme? Appena abbiamo finito l’accademia abbiamo capito che fare arte singolarmente non ci interessava, l’idea dell’artista che crea in solitudine la trovavamo poco stimolante. Sentivamo che insieme le nostre forze aumentavano. Il lavoro prima di essere formalizzato veniva preceduto da lunghe riflessioni. Fare arte in due e trovare il giusto equilibrio per rendere unitario un lavoro erano tutti elementi che ci davano e che ci danno tutt’ora grande stimolo. 22 Life club febbraio marzo 11 BOTTO E BRUNO 22 27-01-2006 14:01:50 Non temete che la vostra relazione privata possa influenzare la vostra arte? È difficile rispondere a questa domanda. Abbiamo sempre cercato di non preoccuparci di questo aspetto, ma di vivere liberamente quello che stava accadendo, affrontando giorno per giorno le cose avendo però chiaro che il nostro sogno era quello di riuscire a fare arte insieme. Sicuramente l’influenza c’è, ma nella misura in cui tutte le esperienze della vita influenzano la nostra visione delle cose. La biennale di Venezia del 2001 vi ha lanciato come enfant prodige dell’arte contemporanea italiana. Come siete arrivati a questa svolta? Harald Szeemann, il curatore della Biennale, aveva visto il nostro lavoro in diverse mostre: a Palazzo delle Papesse a Siena, a Palazzo delle Esposizioni a Roma nella nostra prima personale in un museo. E poi seguiva il nostro lavoro anche nelle fiere internazionali come Basilea e Madrid. Sicuramente per noi Venezia è stata una svolta, trovarsi ad avere gli occhi puntati addosso da un pubblico internazionale, confrontarsi con artisti provenienti da tutto il mondo. Soprattutto, avere a che fare giornalmente con uno dei più grandi curatori internazionali ha reso questa esperienza indimenticabile. L’invito alla Biennale è arrivato al momento giusto. Avevamo alle spalle diverse mostre che ci sono servite per affrontare questo impegno. Sotto:”Disappearing city”, 2004 11 febbraio marzo Life club BOTTO E BRUNO 23 23 27-01-2006 14:01:54 Sopra: “Sleeping town”, 2005 Come si è evoluta la vostra percezione dello spazio urbano in questi anni? Nei primi anni della nostra ricerca avevamo la sensazione che parlare di periferia non volesse solo focalizzare l’attenzione sui problemi sociali di quei luoghi, ma potesse essere un punto di partenza per parlare di una parte della città non ancora completamente organizzata. Un luogo dove gli spazi di libertà si potevano ancora trovare. Erano le zone d’ombra, la parte oscura ma necessaria per l’immaginazione. Ora, se si vogliono ritrovare queste sensazioni dobbiamo spostarci più in là, oltre i confini della periferia, perché nel frattempo la suburbia si è organizzata, non sempre al meglio. Quegli spazi vuoti, quegli spazi dell’anima così necessari, sono stati occupati da parcheggi o da supermercati. La provincia sta diventando ora la nuova periferia. Per noi invece i vuoti sono necessari, ci spaventa un luogo completamente organizzato dove ogni edificio ha la sua funzione. Questo perché in periferia arrivano sempre gli scarti, difficilmente ci sono progetti urbanistici pensati da importanti architetti. Si vorrebbe trasformare la periferia in un secondo centro, una copia, senza però averne i vantaggi. In attesa di progetti migliori, preferiamo che gli spazi vengano lasciati alle persone, perché solo chi vive quei luoghi sa di cosa ha bisogno. In tutti questi anni abbiamo imparato a leggere questi luoghi rendendoci conto che non sono anonimi. Certo sono luoghi problematici, bizzarri da un punto di vista architettonico, ma assolutamente non sono dei non-luoghi. Non esistono 24 Life club febbraio marzo 11 BOTTO E BRUNO 24 27-01-2006 14:01:57 dei non-luoghi, se abitati. Abbiamo imparato a distinguere i muri sbrecciati, i condomini, l’asfalto, le scale che non portano a nulla. Abbiamo cercato di non farci inghiottire da quegli spazi, ma di conoscerli, per non essere sopraffatti da quel senso di assenza che a una prima lettura sembra venir fuori guardandoli. Sentiamo un senso di affezione verso quei luoghi che sono stati quelli della nostra infanzia e che continuano ad esserlo nella nostra vita da adulti. Perché poi in fondo per noi l’isola dei nostri sogni è proprio dietro l’angolo, vicino a un cavalcavia, un prato sterrato, una fabbrica abbandonata. Il posto migliore dove vivere è dove puoi guardare il cielo carico di nuvole che si confondono con l’asfalto e con binari del tram che non portano più a nulla. È stare in mezzo alle persone che si devono inventare ogni giorno qualcosa per sopravvivere. Qui c’è la vita vera, e qui ci sono i sogni più intensi, adolescenti inquieti che formano garage - band o qualsiasi altra cosa per non sentirsi invisibili. La tematica delle periferie è un punto di partenza per parlare di altro? Sicuramente, vuol dire anche parlare dell’isolamento tipico della nostra contemporaneità, della difficoltà di comunicazione, dei desideri adolescenziali. Parlare di periferia vuol anche dire parlare della memoria di luoghi che si trasformano in continuazione, delle fabbriche che vengono abbattute senza tener conto della storia del quartiere e delle persone che ci vivono. Significa riflettere su come si stanno trasformando le nostre metropoli, perché stare in periferia offre un punto di vista privilegiato per verificare questi cambiamenti. Sono i luoghi più mutevoli, dove i confini si spingono sempre più lontano. “kids play”, 2004, video dvd 11 febbraio marzo Life club BOTTO E BRUNO 25 25 27-01-2006 14:01:59 Sopra: “Just for one day IV”, 2004 Le vostre opere più imponenti hanno un grande impatto cinematografico. Il cinema è una parte importante della vostra cultura? Il cinema è sempre stato fonte di stimolo. A parte tutto il Neorealismo, abbiamo iniziato nel vedere i film di Wim Wenders e Ken Loach per poi passare a Jim Jarmush, John Carpenter, Aki Kaurismaki, Jafar Panahi, ai fratelli Dardenne a Laurent Cantet, Gus Van Sant, Thierry Tzigoff, Abdellatif Techiche. Non siamo cinefili. Andiamo a vedere solo i film che hanno le atmosfere e le tematiche che ci interes- sano. Il cinema è per noi una fonte di energia e perciò cerchiamo di inserirlo all’interno dei nostri lavori con esplicite citazioni. E la musica? Quanto fa parte della vostra cultura? In particolare mi sembra che la vostre opere siano frutto della stessa cultura del campionamento dell’ hip hop americano… In una nostra fanzine del 1994 scrivevamo: “il collage come il rap”! Sicuramente l’hip hop a rappresentato per noi il nuovo punk, proprio per le istanze e le urgenze che portava con sé. Anche il fenomeno grunge ci ha influenzato, soprattutto per le tematiche di disagio esistenziale che affrontava. Un altro fenomeno che ci ha interessato molto è stato quello dei rave, queste zone temporaneamente autonome utilizzate solo per una notte. L’ attitudine punk è stata per noi importante. Il nostro atteggiamento sul lavoro consiste nel mettere grande energia sulle cose che conosciamo meno o che non abbiamo mai fatto; cosi abbiamo fatto con la fotografia e il collage. Amiamo la trasversalità. Approcciarci a un progetto laterale al mondo dell’arte ci permette di utilizzare fino in fondo il nostro intuito. Silvio Bernelli 26 Life club febbraio marzo 11 BOTTO E BRUNO 26 27-01-2006 14:02:01 Documento3 12-01-2006 12:52 Pagina 1 mostre Il Musée des Arts Decoratifs di Parigi, il MOMA di New York, l’Art Institute di Chicago, lo Stedelijk Museum di Amsterdam, la Tate Gallery di Londra e il Guggenheim di New York hanno qualcosa in comune: l’aver ospitato una retrospettiva di Jean Dubuffet. Oggi tocca al Foro Boario di Modena ] Informale, tutta la furia Jean Dubuffet, amici e maestri al Foro Boario di Modena 28 Life club febbraio marzo 11 mostre.indd 28 2-02-2006 11:27:57 esporre le opere del “genio dell’informale”. La mostra “Jean Dubuffet e l’arte europea 1945-1970” viene infatti ospitata nella città emiliana fino al 9 aprile 2006 e propone un’insolita panoramica sul mondo della pittura europea nel secondo dopoguerra, dove il criterio di selezione delle opere si rifà alle scelte dei grandi collezio- nisti americani dell’epoca. Dubuffet è stato significativamente figlio del proprio tempo. Nato nel 1901 a Le Havre, negli anni Venti era a Parigi e frequentava personalità quali Fernand Leger, Max Jacob e l’anticonformista Suzanne Valadon, madre del pittore Utrillo. Viaggiò in Italia e in Sudamerica, svolse diversi lavori e co- Jean Dubuffet Il cane (Chien), 1973 11 febbraio marzo Life club mostre.indd 29 29 2-02-2006 11:28:11 minciò a dedicarsi esclusivamente all’arte a partire dal 1942. Gli anni più fecondi per l’artista furono quelli in cui finì la Seconda Guerra Mondiale e iniziò la guerra fredda, quel periodo inquietante popolato di nemici invisibili, di spie e agenti segreti che percorrevano un’Europa divisa da quello squarcio che Churchill definì “cortina di ferro”. C’era una società claudicante che sopravviveva con il piano Marshall, c’era un futuro nutrito di incertezza. Più tardi ci sarebbero stati lo spauracchio atomico, il Vietnam portato in casa dalla TV a colori, i cortei di protesta immortalati da Riboud, Martin Luther King assassinato prima di esaurire i suoi discorsi di pace. Non erano anni di sonni tranquilli nemmeno per l’arte. Se le avanguardie storiche dadaiste e surrealiste avevano perso impeto con l’instaurarsi dei regimi totalitari, ora l’arte stava esplodendo nel fermento creativo. Già nel 1937, lo sdegno per lo scempio di Guernica fece tornare Picasso alle scomposizioni e sintesi cubiste, dopo un periodo in cui era passato a canoni rappresentativi più legati alla tradizione. Adesso, abbattuta la legione Condor e finita la guerra, le ragioni per indignarsi erano altre, ma altrettanto importanti. L’emigrazione di artisti e intellettuali verso l’America negli anni Trenta, fenomeno che aveva permesso a New York di soppiantare Parigi nel ruolo di capitale dell’arte moderna, vide nascere oltreoceano le correnti artistiche più rivoluzionarie. Tra queste senza dubbio l’espressionismo astratto americano, che svuotava l’arte della sua compo- mostre.indd 30 2-02-2006 11:28:16 nente idealistica e faceva cadere con dichiarata disillusione la fede nella sua possibilità di cambiare il mondo. Con il termine informale si identificano una molteplicità di esperienze artistiche, sviluppatesi in particolar modo negli anni Cinquanta, caratterizzate da una comune matrice astratta. L’arte informale, lo dice il nome stesso, si propose come antitesi alla forma e ad ogni espressione di essa. Se veniva aborrita la rappresentazione del reale, con i suoi elementi naturali ed i loro contorni, con altrettanta veemenza il rifiuto del concetto formale investiva l’arte astratta. L’esperienza creativa, con la negazione della forma, paradossalmente si ampliò e si arricchì, rivoluzionò le tradizionali categorie di pittura e scultura e si rivelò come base e humus di tutta l’arte contemporanea. Fu Tapiés a coniare il termine “informale”. Sono diverse le tendenze accomunate da questa definizione. C’è l’informale gestuale, detto anche “action painting”, di Jackson Pollock e dei suoi quadri colpiti da una pioggia anarchica di colori, lasciati gocciolare sulla tela secondo gli imperscrutabili dettami del caso e dell’inconscio. C’è l’informale materico, figlio prodigio del cubismo sintetico di Picasso e Braque e del surrealismo di Ernst, a cui appartengono Dubuffet e l’italiano Alberto Burri, con il suo uso di lamiere e legni bruciati ad esasperare la forza espressiva dei materiali nell’opera d’arte. C’è lo spazialismo di Fontana con i suoi tagli nelle tele, capaci di rivelare spazi estranei alla dimensione percettiva naturale, e la pittura segnica di Giuseppe Capogrossi. Al Foro Boario di Modena, i differenti segmenti dell’informale vengono debitamente rappresentati. Dubuffet, considerato negli Stati Uniti come l’erede unico di Picasso, è protagonista. Le sue opere spaziano dalla produzione pittorica - l’enorme trittico “Nunc stans” ed altre opere decisamente più materiche – alle sculture e a una ricca selezione del suo imponente corpus grafico. Dubuffet morì nell’85; nel 1981 il Museo Solomon Guggenheim di New York gli dedicò una mostra in occasione del suo ottantesimo compleanno. Erano anni relativamente tranquilli, il tempo giusto per il congedo di un uomo che, in anni estremamente caotici e rumorosi, fu capace anche di far sentire prepotente la voce dell’arte e seppe rivoluzionarla, mentre il mondo era impegnato a rivoluzionare se stesso. Sopra:Carla Accardi Blu concentrico, 1960 Nell’altra pagina: Karel Appel Due teste (Deux têtes), 1953 Eva Morletto 11 febbraio marzo Life club mostre.indd 31 31 2-02-2006 11:28:19 25X35_NO_B_CENA.qxd 27-04-2005 17:23 Pagina 1 E’ VERO, CI PIACE ORGANIZZARE CENE. Progetto Rotary “Tendere la mano”: cibo, assistenza e riparo alle comunità che vivono sotto la soglia di povertà. I Rotariani, cento anni di servizio. I Distretti d’Italia, Albania, Malta e San Marino del Rotary International 06 marzo aprile Life club PAG 21 ROTARY.indd 21 21 27-01-2006 15:05:02 viaggi ] Antica Libia, eterno fascino L’altra sponda del Mediterraneo appena aperta al turismo La Palazzina del Governatore Panorama di Tripoli anni 30 Nella pagina precedente: lago salato di Gabroun nell’Erg Ubari 34 Life club febbraio marzo 11 Frugando in una soffitta di famiglia qualche anno fa trovai un libretto intitolato “Ricordo di Tripoli”. Era un carnet di cartoline in bianco e nero e in fondo c’era un’annotazione scritta con l’inchiostro rosso: Tripoli, 27 marzo 1938. Era un’altra epoca. Nel 1911 gli Italiani avevano conquistato la Libia, sovrapponendosi alla dominazione Ottomana. Con ingenti investimenti furono creati il lungomare di Tripoli, una rete di strade, i palazzi, le piazze. Ho scannerizzato le foto in bianco e nero e sono andato a cercare quegli stessi scorci a distanza di 67 anni. Molte cose sono cambiate: vicino al porto svettano torri avveniristiche e un bellissimo hotel 4 stelle, il Corinthia “porta d’Africa”. La cattedrale è stata trasformata in moschea, e la Palazzina del Gover- L’arco di Marco Aurelio La Medina negli anni 30 natore è diventata una biblioteca. La sola cosa immutabile è l’arco di Marco Aurelio, che continua a sfidare i secoli. Il nome Tripoli indica le tre polis, le tre città che in epoca romana furono i porti dai quali partivano verso Roma le merci preziose provenienti dall’Africa Nera. Dopo aver attraversato il Sahara spezie, pelli, schiavi e animali feroci destinati al Circo raggiungevano le coste del Mediterraneo. Assieme all’olio e al grano furono le principali fonti di ricchezza per Oea (l’attuale Tripoli), Sabratha e Leptis Magna. Le rovine lasciano immaginare che magnifiche città fossero. Ma la storia di questa parte dell’Africa inizia molto prima con i graffiti dell’Akakus, la regione montuosa lunga circa 400 km e larga fino a 120, dove 13.000 anni fa si estendeva una savana umida con fiumi e laghi e che oggi è ricoperta di sabbia. La desertificazione è avvenuta velocemente, nel giro di un migliaio di anni. E l’arte sublime, che testimonia un alto livello di civiltà, venne sosti- L’arco di Marco Aurelio oggi L’arco di Settimio Severo all’ingresso di Leptis Magna 11 febbraio marzo Life club 35 tuita nel corso dei secoli da un’arte naif, prodotta da uomini che dovettero lottare per sopravvivere in un ambiente sempre più ostile. Rimangono sulle pareti di roccia le eleganti silouhettes di animali che popolavano la zona più di 10.000 anni prima: giraffe, elefanti, grandi felini, cani e cacciatori. E i partecipanti ad una festa di matrimonio, con le loro originali acconciature che li fecero chiamare dagli studiosi “teste rotonde”. L’Akakus è fatto di wadi, letti di fiumi disseccati, valli di pietra riempite di sabbia e picchi rocciosi. Dove affiora un po’ di umidità sboccia il verde. Dal deserto roccioso a quello di pura sabbia, l’Erg Ubari, una catena ininterrotta di dune alte fino a 250 metri, punteggiate da una Dall’ alto: la regione dell’Akakus, dune dell’Erg Ubari (foto P. Marinoni), Pitture rupestri nell’Akakus 36 Life club febbraio marzo 11 Dall’alto: Lago salato di Uum al-Ma’, ragazza tuareg, le vie coperte di Ghadames ventina di laghi di acqua fossile, emersa da falde antichissime. I laghi sono salati per effetto dell’evaporazione e costituiscono uno spettacolo naturale irripetibile. L’Erg Ubari si estende con le sue dune altissime per 400 km. Si pernotta in un campo tendato che viene montato in autunno e smontato a fine primavera. Le tende sono molto confortevoli e dotate di bagni. Una riserva d’acqua permette il lusso di una breve doccia al termine della giornata. Si cena in una grande tenda collettiva. La cucina libica è gradevole ma non molto fantasiosa. In entrèe c’è sempre la chorba, una zuppa di verdura, seguita da un piatto di pesce, quando si è sulla costa, o di carne. Solitamente pollo oppure vitello. Ho mangiato un cous cous a base di carne di cammello a Gha- 11 febbraio marzo Life club 37 dames, un antico villaggio, famoso per la sua architettura, a 650 km a sud di Tripoli, al confine con la Tunisia. È un perfetto esempio di conglomerato abitativo protetto, costruito in mattoni cotti al sole di fango, ottimo isolante ma materiale estremamente fragile che Il campo tendato Magic Lybia nell’Ubari (foto P. Marinoni) L‘ autista tuareg Alì rende impossibile l’inserimento di tubi idraulici e fili elettrici. Perciò oggi gli abitanti si sono trasferiti in abitazioni moderne all’esterno dell’oasi. Molti però continuano a tenere in ordine le vecchie case e le aprono ai visitatori, cucinando per loro. Le stanze sono decorate Il campo tendato Magic Lybia nell’Akakus Erg Ubari (foto P. Marinoni) con disegni rossi e rigurgitano di oggetti tipici coloratissimi come copri pentola, ventagli, set di bicchieri. A Ghadames una fonte offre da secoli acqua calda, intorno ai 35 gradi. La canalizzarono in modo da passare sotto tutto l’agglomerato urbano dando frescura di giorno e calore la notte, durante la quale la temperatura scende drasticamente. Perché quando fuori ci sono 50 gradi all’ombra, nelle vie coperte del villaggio, riparate dal vento rovente e dal sole, avere una temperatura media di 35 è decisamente gradevole. Ho chiacchierato con 11 febbraio marzo Life club 39 Dall’alto: le altissime dune dell’Erg Ubari, Interno di una abitazione di Ghadames, Mr. Ibrahim, Ghadames un abitante di Ghadames ultraottantenne che parlava un italiano antico. Dice di averlo imparato da bambino a scuola, quando la Libia era la “quarta sponda” italiana. Maurizio Di Maggio 40 Life club febbraio marzo 11 INFORMAZIONI PER IL VIAGGIO Moneta: il dinaro vale 0,6 Euro Un litro di benzina costa circa 12 cent di Euro Limite di velocità: 150 km/h Fuso orario: +1 Voli diretti Alitalia Roma/Milano-Tripoli, tutti i giorni tranne il mercoledì Occorre il visto sul passaporto rilasciato dai consolati libici di Milano, Roma o Palermo La Libia è un paese che si è aperto al turismo da poco e ancora non ha strutture alberghiere e un’ organizzazione adeguata per ricevere i visitatori sempre più numerosi Il consiglio è affidarsi ad un tour operator qualificato che possa ospitarvi nelle migliori strutture e che si appoggi ad affidabili agenzie locali In ordine dall’ alto: commerciante tuareg nell’Ubari, la guida Kassam a Ghadames, i colorati oggetti in una casa di Ghadames Best Tours organizza tour di 7, 8, 10 e 14 giorni a partire da 1.515 Euro www.besttours.it 11 febbraio marzo Life club 41 60 Life club marzo aprile 06 PAG 60 pub OME.indd 60 27-01-2006 15:05:57 italia ] Matera, giardino di pietra Novemila anni di storia per la città diventata Patrimonio dell’Umanità Era il 1956, nello stivale italico che piroettava per l’euforia del boom economico. In quell’anno il reporter John Chillingworth si aggirava per il Sasso Caveoso di Matera, immortalando le soglie delle case trogloditiche e gli sguardi perplessi degli abitanti che squadravano questo inviato della BBC con la stessa curiosità con cui si osserverebbe un venusiano in gita turistica sulla Terra. Se il prode Chillingworth, che per la rete nazionale inglese stava svolgendo un’inchiesta sulle condizioni dell’infanzia in Italia, era arrivato fin qui, tra le gravine di tufo arroventate dal sole di Mezzogiorno, Cristo si era fermato un po’ prima. Precisamente ad Eboli, per la felicità dei pignoli. Glielo aveva suggerito Carlo Levi, lo scrittore piemontese che nel 1935 trascorse un anno di confino in Lucania. Il risultato di quel periodo fu appunto il libro “Cristo si è fermato ad Eboli”, dato alle stampe dieci anni dopo: un vivido spaccato del contesto socio-economico in cui versava il Sud in quegli anni; un vigoroso esempio di denuncia delle condizioni di miseria e arretratezza che affliggevano la classe contadina. All’epoca, e per molti decenni a venire, i Sassi, le dimore scavate nel tufo che caratterizzano gran parte del tessuto urbano di Matera, vennero considerati una vergogna architettonica, la rappresentazione concreta e tangibile di quel vivere miserevole. Le case erano scarsamente illuminate, scarsamente aerate, spesso in un paio di stanze vivevano famiglie intere, animali domestici compresi. Il libro di Levi scostò un 44 Life club febbraio marzo 11 lembo delle vesti lacere di un’Italia traboccante di contraddizioni e rivelò una piaga. Uomini di cultura e politici si spinsero fino qui per esaminare la situazione. Vennero Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi, il quale nel 1954, firmò la prima Legge Speciale per lo sfollamento dei Sassi, considerate abitazioni malsane e degradate, tuguri da evacuare al più presto. Erano gli anni del boom: boom economico, boom edilizio, boom di progresso a ritmo di canzonette by San Remo e twist d’oltremanica. Il passato, per molte realtà italiche, era un fardello pesante, da archiviare, da nascondere. I Sassi vennero abbandonati, in favore di alloggi nei quartieri moderni della città, concessi per quote di affitto irrisorie. Per decisione dello Stato, due terzi di tutti gli abitanti della città, circa sedicimila persone, dovettero forzatamente abbandonare le loro case. Era la prima volta al mondo che questo aveva luogo, e lo sfollamento dei Sassi interessò i più illustri sociologi e antropologi dell’epoca. Trascorsero così moltissimi anni. I Sassi diventarono una desolata no man’s land, una sorta di limbo sospeso sulla gravina, la sua anima vitale sfrattata altrove. A metà degli anni Ottanta si cominciò a guardare ai Sassi con occhio diverso. Com’era possibile che un immenso patrimonio architettonico di tremila abitazioni scavate nella roccia, di più di centosessanta chiese rupestri affrescate, caratterizzato da un impianto urbanistico unico al mondo, venisse completamente abbandonato? Nuove leggi e agevolazioni fiscali permisero ai Sassi di rinascere, di essere restaurati, di valorizzare la propria unicità, e nel 1993 giunse l’UNESCO, a dichiarare ufficialmente i Sassi di Matera come Patrimonio per l’Umanità. Oggi è un autentico piacere aggirarsi nei quartieri trogloditici, disposti in modo geniale e caotico: fino a dieci piani scavati gli uni sugli altri. In alcune case si entra da una botola sul tetto, camminando per strada ci si imbatte in comignoli, perchè effettivamente sotto ci sono dimore abitate. All’appa- 11 febbraio marzo Life club 45 renza un’allegra anarchia architettonica, i Sassi sono stati scavati con tecniche accorte: gli scavi nel tufo hanno seguito un’inclinazione per cui gli alti raggi solari estivi non possono superare la soglia della grotta, e i bassi raggi del sole d’inverno penetrano invece tutta la casa, portando luce e calore. Matera è l’unico posto al mondo dove gli abitanti possono dire di vivere nelle stesse case dei loro avi di 9.000 anni prima, recita una guida turistica inglese. Matera è costituita da tre poli d’ interesse principali: l’acropoli della Civita, sullo sperone roccioso che domina e divide i due Sassi. Questa, un’autentica fortezza naturale, racchiusa da mura fino al Cinquecento, è caratterizzata dall’imponente Duomo romanico e dai resti delle numerose torri che lo cingevano, tra cui la Metellana, la Torre Quadra, la Torre Capone. Ci sono poi il Sasso Caveoso, si 46 Life club febbraio marzo 11 pensa che il nome derivi dal fatto che si volge verso la città di Montescaglioso, un tempo chiamata Mons Caveosus, e il Sasso Barisano, forse denominato così perchè rivolto verso Bari, il primo dei due quartieri trogloditici a fruire delle operazioni di restauro. Nel suo libro “Giardini di pietra”, l’urbanista Pietro Laureano paragona i Sassi e il parco delle Chiese Rupestri che circonda la città ai paesaggi di fata della Cappadocia e del Monte Athos in Grecia. Cristo, oggi, da Eboli sarebbe certamente arrivato fino a qui. Eva Morletto INFORMAZIONI PER IL VIAGGIO Comune di Matera Tel. (centralino): 0835-2411 e-mail: [email protected] Pro loco “Sassi” di Matera Via Nazionale 22 Tel. 335254658 Museo Archeologico Nazionale “Domenico Ridola” Via Ridola 24 Tel. 0835-310058 Museo Laboratorio della Civiltà contadina Via San Giovani Vecchio 60 Tel. 0835-385248 E-mail: [email protected] Parco Archeologico delle Chiese rupestri del Materano Tel: 0835-336166 E-mail: [email protected] Hotel Sant’Angelo **** Piazza San Pietro Caveoso Tel: 0835-314010 E-mail: [email protected] Bed & breakfast. Per dormire nel cuore dei Sassi: [email protected] Tel: 0835333997 Ristorante Baccanti Via Sant’Angelo, 58 Tel. 0835-333704 Web: www.baccantiristorante. com 11 febbraio marzo Life club 47 52 Life club marzo aprile 06 pag 52 BRONDY.indd 52 27-01-2006 15:09:59 casa ] Casa, palestra e beauty farm Come ritagliarsi e arredare un luogo dove prendersi cura di sé Stanza da bagno.indd 49 27-01-2006 15:14:58 In una casa in cui è importante stare bene con gli altri ma prima di tutto con se stessi, cresce il bisogno di ricavare uno spazio specifico, anche piccolo, per prendersi cura del proprio corpo e del proprio spirito. Un’esigenza che vede il corpo come mezzo per raggiungere un equilibrio generale e ritrovare quell’armonia psicofisica contrastata da uno stile di vita frenetico eppure sedentario. A maggior ragione se impegni, orari impossibili e traffico rendono difficile la frequenza di palestre o centri benessere. In quest’ottica la possibilità di usufruire dello spazio domestico offre una soluzione ai problemi di tempo e di spostamento e consente inoltre di personalizzare l’ambiente in base alle esigenze ed attitudini personali. Scegliendo gli attrezzi, gli accessori e gli elementi più adatti secondo il caso a rilassare, allenare, tonificare, massaggiare. O semplicemente coccolare fisico e mente. Innanzitutto occorre scegliere la giusta collocazione. Un ambiente luminoso, possibilmente affacciato sul verde, è lo spazio ideale. I locali scuri o in penombra oltre a rendere difficoltosa l’attività fi- 50 Life club febbraio marzo 11 Stanza da bagno.indd 50 27-01-2006 15:15:00 sica influiscono negativamente sull’umore. Dove non è possibile sfruttare i benefici della luce naturale è consigliabile puntare su un’illuminazione calda e attenuata. Inoltre va considerato che sia gli esercizi di movimento che di meditazione si basano su una corretta respirazione, è quindi importante che il locale sia ben areato, in modo da garantire al corpo un buon apporto di ossigeno e un’adeguata traspirazione. La pavimentazione consigliata è il legno ma sono adatti anche i rivestimenti componibili in materiale plastico antibatterico, di facile manutenzione e in grado di assorbire gli urti. Molta attenzione deve essere dedicata alla scelta delle attrezzature specifiche: poiché infatti sono progettate per assolvere ognuna una determinata funzione è importante prima dell’acquisto mettere a fuoco l’obiettivo da raggiungere. Al fine di scongiurare possibili infortuni è inoltre opportuno scegliere prodotti di aziende affermate, certificati da marchi di garanzia allineati alle normative per la tutela del consumatore. Il consiglio di un istruttore esperto, in base allo spazio disponibile e alle esigenze personali, potrà aiutarci nell’acquisto dello strumento più adatto e nel suo migliore utilizzo. Se avete problemi di spazio in alternativa ai singoli strumenti le macchine multiuso consentono di svolgere più esercizi mirati ai diversi gruppi muscolari con ingombri contenuti. In un’ottica multifunzionale invece potete optare per attrezzi da ginnastica utilizzabili anche come 11 febbraio marzo Life club Stanza da bagno.indd 51 51 27-01-2006 15:15:02 elementi decorativi o normali arredi : ad esempio librerie che diventano spalliere, o tavolini trasformabili in panche per addominali. Ovviamente diverso il discorso se l’ambiente è dedicato alla meditazione o alle pratiche orientali: qui vale la regola dell’essenziale, di una quasi totale assenza di arredi fatta eccezione per tappeti, futon e cuscini in fibre naturali sul pavimento. L’ambiente dedicato al benessere può anche essere quello del bagno che da locale di servizio si trasforma in una stanza piacevole da vivere, all’insegna del comfort e della cura dei dettagli. Dove possono trovare posto anche sauna, bagno turco, idromassaggio o minipiscina domestica. Grazie all’elevato livello tecnologico raggiunto vasche, docce e minipiscine a idromassaggio consentono oggi di effettuare in casa quei trattamenti che fino a pochi anni fa erano prerogativa di centri estetici e termali. Impariamo dunque a dedicarci del tempo seguendo i nostri ritmi, bisogni e desideri. E non dimentichiamo che l’uso appropriato di musiche, aromi, luci e colori può contribuire a farci entrare in quello stato di armonia che è la condizione migliore per raggiungere il vero benessere psicofisico. Chiara Munnia 52 Life club febbraio marzo 11 Stanza da bagno.indd 52 27-01-2006 15:15:04 30 Life club marzo aprile 06 PAG 30 JAMES.indd 30 distribuito da Keyco s.r.l. 27-01-2006 15:17:38 psicologia & lavoro ] Personale cercasi La psicologia al servizio delle aziende in cerca di personale La selezione del personale è un’attività rivolta a scegliere il soggetto che tra differenti candidati risulta maggiormente idoneo a ricoprire un determinato ruolo grazie alle conoscenze, alle competenze e alle motivazioni che possiede. Il processo di selezione coinvolge sia la “Line” che le funzioni di “Staff ” dell’organizzazione, infatti devono essere coinvolti sia i futuri responsabili gerarchici delle persone che si vogliono selezionare, sia i responsabili della direzione del personale. In linea generale, un’adeguata selezione del personale comporta la definizione di criteri di analisi (chi cerco e dove, quanto investo per cercarlo), di comunicazione e screening (strumenti di comunicazione verso i candidati e screening dei curriculum vitae), e di valutazione (colloquio e test psicologici). È necessario considerare in questa fase i vincoli e le opportunità isti- tuzionali, tecniche, sociali, culturali e la mission aziendale. Nella forma più generale il processo di selezione comprende tre livelli principali: il reclutamento, la valutazione e l’inserimento. Tale processo viene normalmente preceduto da un’attenta job-analysis che tiene conto della specificità del contesto organizzativo e del profi lo del candidato. Il reclutamento rappresenta la prima fase del processo di selezione e per questo va pianificato con attenzione, scegliendo le fonti migliori da cui attingere i candidati e gli strumenti più idonei per attirare il loro interesse. Un indicatore di recruitment positivo è sicuramente dato dal numero dei candidati potenziali, che per garantirne la validità deve essere maggiore dei posti disponibili. Il reclutamento si distingue in reclutamento esterno e reclutamento interno: il primo si rivolge al 54 Life club febbraio marzo 11 psico.indd 54 27-01-2006 15:21:41 personale occupato presso l’azienda e disponibile a sostituzioni o avanzamenti di carriera, invece, il secondo si rivolge a personale esterno in cerca di lavoro o occupato in altre aziende e quindi in possesso di professionalità specifiche. Le fonti del reclutamento interno riguardano la ricerca informale e pianificazione della mobilità in azienda, il tutto agevolato dalle tecniche del job posting, quello esterno ha le sue principali fonti nelle autocandidature, agenzie di selezione del personale, agenzie per il lavoro, scuole ed università. Ultimata la fase di raccolta delle candidature si procede ad una fase di pre-screening che è realizzata attraverso l’esame dei curricola. Le tecniche per la selezione sono varie e numerose, tuttavia possono essere ricondotte a quattro grandi categorie: a) colloqui o interviste di selezione b) test c) prove pratiche d) metodi multipli di valutazione (assessment center). Difficilmente una selezione potrà essere realmente efficace se non si effettua almeno un colloquio tra il selezionatore ed il candidato. Infatti, attraverso il colloquio si confrontano le reciproche aspettative e si scambiano informazioni al fine di verificare se il candidato è idoneo e viceversa permette al candidato di verificare se l’azienda offre la soluzione ad alcune delle sue specifiche esigenze ed aspettative. Il colloquio può essere libero o semistrutturato e cerca di analizzare la motivazione, le capacità e le competenze del soggetto o le sue psico.indd 55 conoscenze. Il colloquio libero o non guidato si svolge senza alcuna traccia predeterminata. L’ intervistatore si limita a sollecitare il candidato, fornendogli spunti che permettono di valutarne motivazioni e attitudini. Una seconda tipologia di colloqui sono quelli strutturati, attraverso i quali vengono poste al candidato delle domande predefinite per verificare capacità e competenze in relazione al profilo individuato, ma soprattutto vengono maggiormente garantiti criteri di oggettività e standardizzazione. Una seconda modalità di selezione, che si trova spesso associata ai colloqui, è data dai test psicometrici, che possono essere di tipo attitudinale, di personalità, di valori e di atteggiamenti. I test garantiscono, ancor più dei colloqui di tipo strutturato, una misura standardizzata ed oggettiva delle caratteristiche cognitive e personali del candidato. Un ulteriore criterio di selezione del personale è dato dalle prove di tipo pratico che consentono di valutare la capacità del candidato durante lo svolgimento di un determinato compito legato al ruolo. Infine, esiste anche un metodo di valutazione di tipo multiplo (assessment center) , che prevede l’osservazione dei comportamenti del candidato in situazioni di gruppo (a seguito di stimolazioni fornite dai selezionatori) e l’utilizzo di vari strumenti quali test, prove di simulazione e colloqui. Paolo Nigro 27-01-2006 15:21:42 economia & patrimonio ] Patrimonio su misura Storia e funzionamento delle fondazioni private Il popolo “delle tre T”. Gli inglesi, scherzando, si descrivono così. Due “T” si riferiscono ad un’immagine tipica della realtà British: la tazza di tè (Tea) ed il commercio (Trade), specie quello marittimo. Sempre per “T” inizia una terza parola, che forse non si associa ad un’immagine così immediata, ma è profondamente radicata nella vita dei sudditi di Sua Maestà, oltre che di tutte le ex colonie dell’Impero britannico. A tal punto che non ne esiste una traduzione precisa in italiano: è il “Trust”. Con il trust si può “blindare” il proprio patrimonio tenendolo al riparo da eventi sfortunati ed assicurandone l’integrità ed una precisa destinazione anche dopo la morte. Nel rom a n z o “L a r a g a z z a imbronciata” (The sulky girl) del 1933, l’avvocato americano Erle Stanley Gardner descrive il caso di una ragazza, Frances, che avrebbe ereditato una cospicua fortuna dal padre se quest’ultimo non 11 febbraio marzo Life club ECONOMIA.indd 57 57 27-01-2006 15:50:18 avesse deciso di affidarla in trust al fratello. Lo zio di Frances, in qualità di trustee (intestatario fiduciario dei beni in trust), le corrisponde così un modesto vitalizio in attesa di stabilire ciò che sarà meglio per lei quando avrà raggiunto l’età di 27 anni. La ragazza decide di interpellare il celebre Perry Mason sperando di mettere mano in anticipo sul capitale, ma è tutto inutile. Quando il trustee è un fratello, è naturale fare pieno affidamento su di lui, almeno nella maggioranza dei casi. A maggior ragione quando il trustee è un legale o un ragioniere di fiducia, che da generazioni ha seguito le vicende di famiglia, come accadeva per le dinastie industriali dell’Inghilterra vittoriana. Difatti in tempi più recenti i trust si scrivono “su misura”, con un attento equilibrio di poteri tra chi li costituisce e chi li gestisce (il trustee): esiste un’ampia casistica in merito. Un’alternativa più vicina alla sensibilità di chi vive al di qua della Manica è invece la fondazione. Nate agli albori del Medio Evo, ancor prima delle società commerciali, le fondazioni sono patrimoni a sé stanti, destinati ad una specifica finalità e gestiti da amministratori. Chi affida un patrimonio in trust se ne spoglia e si rimette al trustee, che peraltro lo deve amministrare secondo rigide regole di diligenza e lealtà. Chi costituisce una fondazione si separa dal patrimonio con cui decide di dotarla, ma può restare nel consiglio di amministrazione, magari come presidente. Non in tutti i Paesi le fondazioni possono essere costituite unicamente per finalità benemerite e di pubblica utilità, come in Italia o in Francia. In un mondo finanziario ormai senza più confini, esistono molti casi di fondazioni private o familiari, legittimamente costituite al solo fine di gestire e preservare un patrimonio di famiglia. In Austria, ad esempio, una legge in questo senso è entrata in vigore nel 1993 e ad oggi esistono oltre 2.600 fondazioni private, con un indotto di servizi che danno lavoro a circa duecentomila persone. Per di più, per i contribuenti austriaci, la fondazione è una delle forme fiscalmente più convenienti per organizzare gli investimenti. Seppur con qualche differenza, lo stesso vale per l’Olanda, dove non è raro che gli azionisti di prestigiose società industriali si organizzino in fondazioni familiari. Non si tratta di una novità di questi giorni. Andando indietro nel tempo, l’idea delle fondazioni private è nata in Liechtenstein nel 1926. La Grande Guerra si era appena portata via il grande Impero asburgico ed il piccolo principato, che storicamente era sempre stato affiliato all’Austria (come dimostra il palazzo dallo stesso nome nel centro di Vienna), si doveva cercare un nuovo posizionamento nello scacchiere europeo. Soluzione: una politica di integrazione con la Svizzera ed un sistema giuridico innovativo con diverse invenzioni, tra cui la fondazione privata. Settant’anni più tardi anche a Panama, in cui all’inizio del Novecento era stata inventata la società off-shore, una 58 Life club febbraio marzo 11 ECONOMIA.indd 58 27-01-2006 15:50:19 legge del 1995 ha introdotto la possibilità di costituire fondazioni d’interesse privato. Nata da un concetto solido, univoco di proprietà, la fondazione consente al fondatore di riservarsi poteri di controllo e d’indirizzo, come pure di cambiare idea, emanando successive versioni di un regolamento interno (una sorta di norme tecniche aziendali) a cui gli amministratori devono scrupolosamente attenersi. Non a caso in molte ex colonie britanniche, dove ci sono forse più trust che residenti, la legislazione sta evolvendo nella direzione delle fondazioni. Nel 2003 ha così visto la luce la legge di St. Kitts, una delle prime isole scoperte da Cristoforo Colombo, il cui nome di battesimo è stato storpiato dai nativi nel modo che oggi è la denominazione ufficiale dell’isola. E così alle Bahamas e a Jersey, l’isola a metà strada tra l’Inghilterra e le coste normanne in cui per la prima volta è stata codificata la legge dei trust. A scanso di equivoci, nella maggioranza dei casi le fondazioni devono solo essere registrate in questi paesi ed hanno poi diritto di circolare liberamente e di essere amministrate in qualunque altra parte del mondo. D’altra parte, anche senza arrivare ad una legge ad hoc, proprio nella vecchia Inghilterra non è infrequente che i trust di più grandi dimensioni, ovvero quelli destinati a durare più a lungo, siano denominati da chi li costituisce fondazioni, o meglio, foundations. Paolo Panico ECONOMIA.indd 59 27-01-2006 15:50:22 auto Ammiraglia e sportiva ] La nuova Audi S8 unisce eleganza e prestazioni mozzafiato audi s8.indd 60 27-01-2006 15:44:10 Sportività ed eleganza. Sono questi i fattori sui quali l’Audi ha lavorato per dare vita alla nuova S8 che sarà in commercio nel primo semestre di quest’anno. Una vettura di gran classe, raffinata per la linea, pregevole per qualità di interni e finiture, ricca per quanto concerne la dotazione di serie, “morbida” ma allo stesso tempo brillante nel comportamento su strada. E con un cuore sportivo. Infatti, per la prima volta, la casa automobilistica dei quattro cerchi adotta un propulsore a dieci cilindri di 5.000 cm3 che sviluppa 450 cavalli di potenza a 7.000 giri/min, con una coppia di 540 Nm, il 90% dei quali disponibili già a 2.300 giri/min. Un motore frutto degli studi compiuti con la Lamborghini Gallardo, in grado di assicurare una velocità massima di 250 Km/h e un’accelerazione da 0 a 100 km/h in appena più di cinque secondi. Grandi prestazioni, dovute anche a soluzioni tecnologiche d’avanguardia adottate per la realizzazione della struttura, come la scocca in alluminio, dal peso del 50% inferiore ad una tradizionale in acciaio. Questo consente all’Audi S8 un rapporto peso-potenza di 4,3 chilogrammi, simile a quello di una vettura sportiva. E da sportiva sono anche le dotazioni nel campo della sicurezza, come ad esempio il differenziante autobloccante EDS, che garantiscono al guidatore un comportamento di marcia stabile e una pronta risposta ai comandi. Un’auto veloce, leggera e quindi anche relativamente “poco assetata”, considerate le proporzioni, visto che il consumo si attesta, secondo la casa madre, attorno ai 11 febbraio marzo Life club audi s8.indd 61 61 27-01-2006 15:44:11 13,4 litri di “verde” ogni 100 chilometri; questo, grazie al suo ridotto coefficiente di resistenza aerodinamica, pari a 0,29. Una linea filante, “atletica” e ben proporzionata, impreziosita da cerchi in lega di alluminio di misura 9Jx20 e pneumatici da 265/53, che la rendono davvero incollata all’asfalto. Nella parte anteriore spicca la vasta calandra “single frame” che è un pò il marchio di fabbrica dell’ultima generazione dei prodotti Audi, personalizzata in questo caso con il logo S8 in grigio platino e le centine verticali cromate. Tre basse prese d’aria mettono in risalto lo spoiler anteriore, mentre le più grandi disposte sotto i gruppi ottici sono dotate di griglia a nido d’ape. Eleganza e sportività sono anche gli elementi che caratterizzano gli interni. A partire dal volante multifunzione, con bilanceri in look alluminio. Una soluzione, quest’ultima, che orna anche il pomello del cambio, il freno di stazionamento elettromeccanico e le bocchette di aerazione. La selleria è in pelle Valcona (in due colori), così come in pelle sono anche la consolle centrale e gli appoggiabraccia nelle portiere. L’equipaggiamento prevede poi il sistema di navigazione con dvd, i sedili anteriori e posteriori riscaldati, il climatizzatore comfort, il sistema di accesso e abilitazione all’avviamento “advanced key”, i cristalli doppi, gli specchietti retrovisori esterni schermabili automaticamente e ripiegabili elettronicamente, oltre a tanti accessori che rendono la S8 un vero salotto di lusso. Un occhio di riguardo, poi, è stato rivolto alla musica: di serie c’è un impianto audi s8.indd 62 27-01-2006 15:44:22 Bose con caricatore cd, ma è disponibile anche l’advanced sound system targato Bang&Olufsen. Si tratta di un sistema digitale della casa danese che integra quattordici altoparlanti con due amplificatori da 1000 watt complessivi di potenza e tweeter anteriori in tecnologia acoustic lense, che fungono da sorgente sonora puntiforme. Insomma, una piccola sala da concerto. Infine, un ultimo dettaglio, non di poco conto: il prezzo. In Germania la S8 sarà in commercio a partire da 97.600 euro. Marco Mussini audi s8.indd 63 27-01-2006 15:44:35 amici miei Facchetti, cuore e pallone ] Il grande campione dell’Inter alle prese con una coda epica Barbara Facchetti alla sua festa di compleanno balla con papà Giacinto 64 Life club febbraio marzo 11 FACCHETTI 64 27-01-2006 15:58:28 Amici di “Life Club”, anche se siete di fede bianconera o romanista leggete queste poche righe che raccontano di un mito nerazzurro. Vi risparmio dove come e quando sono diventato amico di Giacinto Facchetti e la sua splendida famiglia. Mi ci vorrebbero cento pagine solo per parlare di Giovanna, sua moglie: una donna che sa trasmettere forza ed energia a chiunque le stia vicino. Immaginate quanta ne abbia trasmessa ai suoi quattro figli ed al suo famoso marito. Non vi parlerò di Giacinto calciatore, per questo potete chiedere al mitico Candido Cannavò, senza dubbio più preparato di me. Occhio però, se comincia poi scrive un libro! Eravamo in coda per tentare di entrare nell’aereoporto di Sharm el Sheik, Giacinto tornava da una vacanza al Coral Bay (Domina vacanze), io da una settimana di spettacoli. Era una coda da esodo biblico: valige colorate, urla arabe, sequestri di conchiglie e un sole da deserto egiziano. Una confusione che nemmeno al San Silvestro napoletano si riesce a vedere. Tutti si lamentavano all’italiana, urlando le nostre più famose parolacce con finale “…a te e all’Egitto!”. Lì ho visto la grande umanità di Giacinto che avrebbe potuto usare la sua fama di campione internazionale per evitare almeno la snervante attesa. È rimasto ore in coda senza mai lamentarsi, credetemi. Io invece stavo tentando di spacciarmi per Al Bano pur di passare, ma non mi hanno creduto. Non è facile vivere il mondo del calcio senza effetti collaterali, Giacinto è un esempio di come si debba vivere il più amato sport in Italia. Mi è bastato vederlo al compleanno di Barbara, la sua primogenita, per capire quanto affetto, l’uomo non il campione, ha dato e dà alla sua famiglia. Vederlo giocare nella grande Inter, quando ero bambino, mi entusiasmava. Essere suo amico oggi mi dà felicità. Mi fa pensare che si può arrivare molto in alto, senza staccare i piedi da terra. Norberto Midani www.norbertomidani.it 11 febbraio marzo Life club FACCHETTI 65 65 27-01-2006 15:58:30 hi-tech Casse sì, ma flessibili ] Nuovi sistemi di diffusione per suoni ad alta tecnologia 66 Life club febbraio marzo 11 CASSE.indd 66 27-01-2006 16:00:46 Una volta c’era lo stereo. Una volta c’erano le casse acustiche ad esso collegate. Oggi invece la tecnologia ha cambiato le regole del gioco anche per quanto riguarda i diffusori di suoni, rendendoli indispensabili anche per tutta una nuova serie di marchingegni, come l’home video, i videogiochi e il personal computer. Poco male, comunque. La rivoluzione tecnologica ha mandato in soffitta le vecchie care casse con il loro banale design in legno squadrato e gettato sul mercato tutta una nuova generazione di diffusori acustici. Più compatti, più liberi, più adatti all’era digitale che pretende sempre massima flessibilità e minimo ingombro. Ideali per essere montati ai lati dello schermo del computer o della Tv al plasma, insomma. A seconda di ciò che si cerca, in commercio esistono sistemi di diffusione di altissima qualità, capaci di soddisfare le esigenze di chiunque. Per il notebook è interessante l’USB Speaker Set SP-2930. Grazie al cavo USB non necessita di alimentazione. Volume e controlli vari si gestiscono tramite il software media player che si preferisce. È appena apparso sul mercato. Per chi invece vuole entrare nel ricco mondo dell’home theatre, una buona scelta è lo Z-5450 targato Logitech. Forme vagamente anni 70, tre altoparlanti centrali e subwoofer, due altoparlanti posteriori wireless per parte dell’impianto, sistema audio surround, telecomando. Non male per un prodotto commercializzato appena sotto la soglia dei 500 €. Altra qualità e altro prezzo garantisce invece l’SAFT7ED marchiato Sony. La spesa vale 1.900 €, ma in casa ci si porta una resa sonora impressionante, cinque altoparlanti e un subwoofer da far ballare anche i vicini. I diffusori satellite, profondi solo tre centimetri, possono essere piazzati ovunque. Muri compresi, of course. Alessio Andrej SONY - SA-FT7ED LOGITECH - Z-5450 TRUST - USB Speaker Set SP-2930 11 febbraio marzo Life club CASSE.indd 67 67 27-01-2006 16:00:48 suoni Capolavoro di famiglia ] Akron Family e Angels of Light firmano insieme un grande cd akron_family 68 27-01-2006 16:19:04 Parte da lontano la storia di questo lavoro. Dalla fine degli anni ’80 almeno, quando Michael Gira, allora leader degli iconoclasti Swans, sorprende i più e inizia a segnare le coordinate della nuova ballata americana: epica, ipnotica, condita da tocchi rumoristici. Oggi gli Swans non ci sono più e Michael Gira ha dato vita a una nuova formazione, gli Angels of Light. Gira però è stato anche nel 2004 il produttore del lavoro d’esordio degli Akron Family: un combo capace di combinare le sperimentazioni più ardite con la tradizione classica della musica americana. Dall’incontro tra queste due forze, nasce il lavoro firmato a due mani con i soli nomi dei gruppi, idealmente una facciata a testa dell’antico vinile. Aprono gli Akron Family con le convincenti “Awake” e “We all will” ma è con “Future myth” che piazzano il gancio da K.O. Una sorta di gospel psichedelico che sembra miscelare in un colpo solo quarant’anni di rock americano, con un cantato che ricorda l’indimenticabile Perry Farrel dei Jane’s Addiction di “Ritual de lo habitual”. Polifonie corali protagoniste anche nella successiva “Dylan part II”. Circolare e incisiva è “Raising the sparks”, che chiude alla grande la parte dedicata agli Akron Family. Cinque i pezzi targati Angels of Light, in cui gli Akron Family fungono da backing band del grande Michael Gira, tra cui spiccano “One for hope”, delicata perfino rispetto agli Swans della svolta acustica, e “Mother/ father”, una sorta di blues corale con tanto di testo cattivissimo. Baricentro dell’intero cd, è “I pity the poor immigrant” di Bob Dylan, coverizzata dagli Angels of Light. Il collegamento ideale tra il suono rock più moderno che ci sia e il monumento vivente della musica americana è perfetto per sintetizzare i temi di un cd destinato a lasciare il segno. Nella storia della musica indipendente e non solo. Nell’ altra pagina: Akron Family. In alto da sinistra: CD cover art Akron / Family - Michael Gira Silvio Bernelli 11 febbraio marzo Life club akron_family 69 69 27-01-2006 16:19:06 libri Quando la passione non molla ] Tensione e sentimenti nel nuovo romanzo “Non riattaccare” di Alessandra Montrucchio Scrittrice di buon successo, tradotta all’estero, autrice anche di una saga per bambini, Alessandra Montrucchio si mette alla prova con le regole del romanzo breve con “Non riattaccare” (Marsilio Editore, 12 €). La storia è già tutta nell’esortazione del titolo. In una notte afosa, la protagonista del libro riceve una telefonata dall’uomo che amava, e che l’ha lasciata. Nel corso della conversazione, l’uomo confida di trovarsi con il morale sotto i tacchi e i piedi sul balcone di casa, al settimo piano. Vuole salutarla per l’ultima volta e poi suicidarsi. Esaurito lo shock iniziale, la giovane donna non si dà per vinta. Invita l’antico compagno, di cui è malgrado tutto ancora innamorata, a continuare a parlare, a non riattaccare appunto, così che lei abbia il tempo di raggiungerlo e farlo desistere dal proposito assai insano. Peccato però che tra la donna e l’uomo ci siano più di duecento chilometri, il confine tra Italia e Svizzera e svariati chilometri di tunnel e gallerie. E così, per salvare l’amato, la protagonista s’imbarca in una vera e propria lotta contro il tempo, che presto diventa anche una corsa a ostacoli tra automobili da prendere in prestito, parenti ficcanaso e svariate cadute della linea telefonica. Forte di una lettura incisiva del rapporto che da sempre sembra legare l’amore femminile al telefono e alla fiducia nella parola, chiara metafora dell’“essere scrittore” , con “Non riattaccare” Alessandra Montrucchio regala ai lettori una storia vivace e serrata. Il romanzo ha il pregio di puntare la carta dell’intrattenimento non corrivo, specialità poco praticata dagli autori italiani, riuscendo così a rimanere in bilico tra il thriller e la storia d’amore fino all’ultima pagina. Sorprendente l’epilogo della vicenda, che sarebbe peccato mortale rivelare. Silvio Bernelli 70 Life club febbraio marzo 11 MONTRUCCHIO.indd 70 27-01-2006 16:21:13 MONTRUCCHIO.indd 71 27-01-2006 16:21:14 06 marzo aprile Life club PAG 45 KEYCO.indd 45 45 27-01-2006 16:22:42 sapori ] Grande Nord, Grande cucina Prelibatezze di pesce e non solo nei piatti della Scandinavia 11 febbraio marzo Life club sapori.indd 73 73 27-01-2006 16:24:51 Per curiosità, moda o per vera passione la cucina esotica è ormai entrata a far parte della nostra cultura gastronomica, anche grazie al proliferare di ristoranti e negozi tipici. Diversamente, se non altro forse per scarsità di occasioni, la nostra esperienza riguardo alla cucina dei paesi scandinavi si limita per lo più al salmone affumicato e ai biscotti. Ma in realtà la tavola nordica è molto più ricca di quel che sembra. Ciò che sicuramente non manca mai, considerata la vicinanza del mare e di un gran numero di laghi, è il pesce: salmoni, aringhe, sgombri, merluzzi, trote e gamberi di acqua dolce. Marinato, affumicato, crudo o semplicemente lessato e accompagnato da salse, è alla base delle preparazioni più tipiche. Tra queste il salmone marinato, oggi apprezzato per la sua raffinatezza e un tempo considerato molto popolare. Anche tra le carni troviamo piatti di origine antichissima, come la lonza di maiale bollita sotto sale o lo stufato di montone con cavolo. Ma certamente le ricette più caratteristiche sono quelle di origine lappone a base di carne di renna e di alce. Le zuppe di cereali, legumi o patate sono un altro elemento tipico della cucina nordica tanto che alcune risalgono alla tradizione religiosa medievale dei digiuni. Chi ama il pane nel Nord Europa ha davvero l’imbarazzo della scelta in quanto ne esistono numerose varietà: segale, frumento, orzo, cereali misti, integrale. Ai golosi è poi sicuramente da consigliare la pasticceria, che stupirà con il suo sapore inconsueto di zenzero, zafferano o cannella. Come sono da provare i frutti di bosco locali, non solo come dessert, ma anche di contorno alle carni a cui donano un sapore particolare. Senza dubbio insolita per i nostri palati, questa cucina ci porta lontano nel tempo, rievocando le fiabe dell’infanzia con i dolcetti speziati, i cestini di more e lamponi, i fumanti pentoloni delle zuppe. E ci fa sognare le foreste incantate delle leggende nordiche, i laghi profondi e misteriosi, i fiordi. Perché la scoperta dei sapori e dei profumi di una cucina ci regala sempre qualcosa che va ben oltre a ciò di cui ci cibiamo. Chiara Manzo 74 Life club febbraio marzo 11 sapori.indd 74 27-01-2006 16:24:54 06 marzo aprile Life club PAG 35 OMP.indd 35 35 27-01-2006 16:30:30 benessere Salute sempre in cammino ] Tecniche e segreti dell’antica tecnica della riflessologia plantare C’era un tempo in cui la buona educazione imponeva addirittura di non parlarne, ma ancora oggi il piede è spesso dimenticato. Per gran parte dell’anno nascosto e compresso in calzature a volte impossibili, sottoposto a pesi e fatiche. Eppure il piede oltre ad avere un ruolo fondamentale nel sorreg- gerci e consentirci il movimento è riconosciuto da millenni come sede privilegiata anche se non unica di zone riflesse, cioè in stretto collegamento con le altre parti del corpo. Grazie alla riflessologia plantare è infatti possibile intervenire su alcuni punti del piede per ristabilire equilibri perduti, preve- 76 Life club febbraio marzo 11 riflessologia 76 27-01-2006 16:43:25 nire e curare molti disturbi e mantenere il benessere. Una tecnica di massaggio di origine antica se si pensa che già circa 5.000 anni fa in Cina e in India esistevano trattamenti basati sulla pressione di punti precisi del piede. Questo si spiega con il fatto che i piedi hanno una straordinaria ricchezza di terminazioni nervose, le quali esercitano un’azione riflessa su tutto l’organismo. La riflessologia è in grado di fornire lo stato di funzionalità dell’organo corrispondente al punto riflesso nel piede, che viene stimolato e quindi in un certo senso interrogato. Secondo i casi tale punto può rispondere alla pressione con dolore, fastidio, piacere o indifferenza. Un punto dolente segnala la situazione di malessere dell’organo bersaglio, le cui cause vanno a loro volta indagate e circoscritte. Pertanto il terapeuta nel corso di una seduta di riflessologia esercita con i pollici una pressione su alcune zone del piede seguendo un percorso preciso, rappresentato dalla mappa dei punti riflessi. Si tratta di una tecnica il cui vastissimo campo di applicazione spazia dalla cura delle allergie a quella delle depressioni, dalle disfunzioni ormonali all’artrosi cervicale. Ma, grazie all’assenza di controindicazioni, un breve ciclo di sedute al cambio di stagione può essere utile a tutti per mantenere il benessere psicofisico e prevenire disturbi e malesseri. E per non dimenticare che nel cammino verso la salute i nostri piedi sono importanti. Chiara Manzo 11 febbraio marzo Life club riflessologia 77 77 27-01-2006 16:43:30 tendenze Shopping a San Valentino ] Idee regalo e fashion in stile Life Club BenQ TITANIUS DV3250 LCD TV 1.399 € Portachiavi-levatappi da viaggio, acciaio 12, 00 € BUSHNELL “Compact Instant Replay”: binocolo con macchina fotografica digitale incorporata di 3.1 MP 299, 00 € www.bushnell.com 40WEFT Maglione “Manitou” www.40weft.com 58, 80 € 78 Life club febbraio marzo 11 shopping 78 2-02-2006 11:41:48 CHRISTOFLE Le couverts de la Terre 145, 00 € www.christofle.com THUN Caffettiera da tre – al volo “Amore” 64, 90 € Zuccheriera - al volo “Amore” 18, 90 € Tazza cappuccino – al volo “Meodia” 18, 90 € www.thun.com FRANCESCA TREZZI Borsa Morena in nabuk blu navy / vitello martellato bianco 550, 00 € Borsa Morena mignon in nabuk blu navy / vitello martellato bianco 420, 00 € www.francescatrezzi.com GODIVA CHOCOLATIER Collezione Platinum Confezione da 8 cioccolatini 9,75 € tel. 06/69783318 SERENGETI Medium aviator A partire da 189, 00 € www.bushnell-europe.com 11 febbraio marzo Life club shopping 79 79 2-02-2006 11:41:56 distribuzione L ife club I L M A G A Z I N E D E L T U O S T I L E D I V I T A Ecco dove trovarlo gratuitamente GOLF Abruzzo Il Cerreto di Miglianico Pescara Golf & County Club Miglianico CH Abruzzo Golf Brecciarola CH Basilicata Metaponto Golf Club Metaponto MT Calabria San Michele Golf Club Cetraro CS Montechiarello Ortì RC Feudo Montalto Limbaldi VB Campania Volturno Golf Castel Volturno CE Club Sport. Univ. Napoli Napoli Napoli Circolo Golf Arco Felice NA Emilia Romagna Le Fonti Golf Club Castel San Pietro Terme BO Bologna Golf Club Monte San Pietro BO Argenta Golf Club Argenta FE Modena Golf e Country Club Colombaro di Formigine MO Croara Country Club Loc. Croara Nuova di Gazzola PC Golf Promotion Academy BO Molino del Pero Monzuno BO Golf Club riviera San Giovanni in Marignano RN Casalunga Golf Club Castenaso BO Cus Ferrara Ferrara FE I Fiordalisi Maglianico Forlì La Bastardina Agazzano PC Piacenza Golf PC La Rocca Golf Club Sala Baganza PR Salsomaggiore Golf & Country Club Salsomaggiore Terme PR San Valentino Golf San Valentino di Castellarano RE Riolo Golf & Country Club Riolo Terme RA Matilde di Canossa Golf Club S. Bartolomeo RE Santo Stefano Campagnola RE Rimini Golf Club Associazione Sportiva Villa Verucchio RN Friuli Venezia Giulia Grado Golf Club Grado GO Gorizia Golf Capriva del Friuli GO Gorizia Golf San Floriano GO Castel D’Aviano Golf Castello di Aviano PD Golf Club Trieste Trieste TS Udine Golf Club Fagagna UD Lignano Golf Club Lignano sabbiadoro UD Lazio Fiuggi Terme Golf Club Fiuggi FR Belmonte Golf Belmonte in Sabina Rieti Golf Centro d’Italia Rieti Golf Colle dei Tetti Poggio Catino Rieti Eucalyptus Golf Club Aprilia ROMA Castelgandolfo Golf Club Castel Gandolfo ROMA S.S. Golf Marco Simone Guidonia ROMA Nettuno Golf Club Nettuno ROMA Olgiata Golf Club Roma ROMA Fioranello Golf Club Roma ROMA Parco De’medici Golf Club Roma ROMA Circolo del Golf di Roma Acquasanta Roma ROMA Arco di Costantino Golf Club Roma ROMA Parco di Roma Golf Club Roma ROMA Real ROMA Marediroma Ardea ROMA Le Querce Golf Club Sutri VT Tarquinia Tarquinia VT Liguria Golf Sant’Anna Cogoleto GE Rapallo Circolo Golf e Tennis Rapallo GE Arenzano Golf Club Arenzano GE Circolo Golf degli Ulivi Sanremo Sanremo IM Marigola Lerici Golf Club Lerici SP Filanda Golf Club Albisola Superiore SV Garlenda Golf Club Garlenda SV Lombardia Bergamo l’Albenza Golf Club Almenno San Bartolomeo BG Parco dei Colli Golf Club Bergamo BG La Rossera Golf Country Club Chiuduno BG Franciacorta Golf Club Nigoline di Corte franca BS Gardagolf Country Club Soiano del Lago BS Arzaga Golf Club Carzago di Calvagese della Riviera BS Circolo Golf Bogliaco Toscolano Maderno BS La Pinetina Golf Club Appiano Gentile CO Carimate Golf Club Carimate CO Monticello Golf Club Cassina Rizzardi CO Il Torrazzo Golf Club Cremona CR Golf Club Lecco Annone Brianza LC Castello di Tolcinasco Golf e Country Club Pieve Emanuele MI Ambrosiano Golf Club Bubbiano MI Associazione Sportiva Molinetto Country Club Cernusco sul Naviglio MI Villa Paradiso Golf Club Cornate D’Adda MI Green Club Lainate Lainate MI Barlassina Country Club Lentate sul Seveso MI Le Rovedine Golf Club Noverasco di Opera MI Milano Golf Club Parco Reale di Monza MI Brianza Golf & Country Club Usmate Velate MI Circolo di Campagna Zoate Golf Club Zoate di Tribiano MI Vigevano santa Martretta Golf Club Vigevano PV Varese Golf Club Luvinate VA Le Robinie Golf Club Solbiate Olona VA Associazione Sportiva Golf dei Laghi Travedona Monate VA Crema Golf Club Crema San Vito Golf San Vito di Gaggiano MI Mirasole Noverasco di Opera MI Panorama Golf Varese Marche Amici del Conero Golf Club Sirolo AN Molise Varvarusa Filgniano Isernia Piemonte Margara Circolo Golf Fubine AL Le Colline Acqui Terme AL Villa Carolina Golf Club Capriata d’Orba AL 80 Life club febbraio marzo 11 80-82 distribuzione.indd 80 27-01-2006 17:28:40 Colline del Gavi Golf Club Tassarolo AL Golf Feudo di Asti Asti Cavaglià Golf Club Cavaglià BI Living garden Golf Club Cossato BI Cherasco Golf Club Cherasco CN Bogogno AS Circolo Golf Bogogno NO A.S. Golf Club Novara Bellinzago Novarese NO Arona Golf Club Borgoticino NO I Girasoli Golf Club Carmagnola TO La Margherita Golf Club Carmagnola TO Golf Club Druento Cascina I Merli Druento TO La Romanina Golf Club Favria TO Moncalieri Golf Club Moncalieri TO I Ciliegi Golf Club Pecetto TO San Giovanni dei Boschi Golf Club San Giovanni Canavese TO Stupinigi Golf Club Torino TO Circolo Golf Grugliasco Grugliasco TO Iles Borromees Golf Club Brovello Carpugnino VB Verbania Golf & Sporting Club Verbania Fondotoce VB Lago di Salasco Golf Salasco VC Puglia Barialto Golf Club Casamassima BA Acaya Golf Club Acaya LE Riva dei Tessali Golf Club Castellaneta TA Sardegna Is Molas Circolo Golf Santa Margherita di Pula CA Is Arenas Golf & Country Club Narbolia OR Pevero Golf Club Porto Cervo SS Sa Tanca Golf Quartu Sant’Elena Cagliari Sicilia Il Picciolo Golf Club Castiglione di Sicilia CT Le Madonie Collesano PA Toscana Firenze Ugolino Golf Club Grassina FI Castelfalfi Golf & Country Club Montaione FI Poggio dei Medici Golf Club Scarperia FI Golf Club Toscana Il Pelagone Gavorrano GR Punta Ala Golf Club Punta Ala GR Maremma Golf Club Fonteblanda GR Argentario Golf Monte Argentario GR Elba Golf Club dell’Acquabona Portoferraio GR Cosmopolitan Golf Club Tirrenia LI Versilia Golf Club Pietrasanta LU Tirrenia Golf Club Tirrenia PI Montecatini Golf Club Monsummano Terme PT Le Pavoniere Golf & Country Club Prato Golf Casentino Poppi AR Golf Montelupo Montelupo Fiorentino FI Golf Fontevivo San Miniato PI Valdichiana Golf Bettolle-Sinalunga SI Umbria Antognolla Golf Club Antognolla PG Perugia Golf Club Ellera Umbra PG Calvese Città di Castello PG Golf Lamborghini Panicale Panicale PG Golf La Romita Terni Veneto Castelfranco Castelfranco Veneto TV Golf Club Paradiso del Garda Peschiera del Garda VR Golf Club Villafranca Villafranca di Verona VR Golf Club della Montecchia Selvazzano Dentro PD Frassanelle Golf Club Rovolon PD Padova Golf Club Valsanzibio di Galzignano Terme PD Albarella Golf Club Rosolina RO Golf Club Rovigo Rovigo RO Asolo Golf Club Cavaso del Tomba TV Villa Condulmer Golf Club Zerman di Magliano Veneto TV Ca’ della Nave Golf Club Martellago VE Venezia Circolo Golf Alberoni VE Jesolo Golf Club Lido di Jesolo VE Colli Berici Golf Club Brendola VI Golf Club Vicenza Villa degli Olmi Creazzo VI Ca’ degli Ulivi Golf Club Marciaga di Costermano VR Associazione Golf Club Verona Sommacampagna VR Zerman Golf Club Zerman di Magliano Veneto TV Montecarlo MonteCarlo Golf Club La Turbie HOTEL / CENTRI BENESSERE Friuli Venezia Giulia Nuovo Hotel Daneu Opicina TS Lombardia Grand Hotel Terme Sirmione BS Hotel Principe di Savoia Milano MI Grand Hotel Como Como CO Piemonte Meta S. Giusto TO Hotel Green Park Cavaglià Cavaglià BI Romantic Hotel S. Farncesco al Campo TO Hotel Santa Fe S. Giusto Canavese TO Hotel des Geneys Splendid Bardonecchia TO Chalet “il capricorno” Salice d’Ulzio TO Grand Hotel La Torre Salice d’Ulzio TO Grand Hotel Principi Piemonte Sestriere TO Grand Hotel Sestriere Sestriere TO Hotel Belvedere Sestriere TO Hotel Du Col Sestriere TO Puglia Hotel La Peschiera Monopoli BA Riva dei Tessali Golf Hotel Riva dei Tessali TA Sardegna Fortevillage S. Margherita di Pula CA Is Molas Hotel S. Margherita di Pula CA Toscana Grand Hotel Villa Medici Firenze FI Grand Hotel Bellavista Montecatini Terme PT Calidario Venturina LI Umbria Hotel Villa Montegranelli Gubbio PG Hotel Brufani Perugia PG Valle d’Aosta Hotel Printemps Gressan AO Veneto International Hotel Bertha Montegrotto Terme PD Hotel Terme La residence Abano Terme PD Hotel Terme Esplanade Tergesteo Montegrotto Terme PD Hotel Terme Bristol Buja Abano Terme PD Hotel President Terme Abano Terme PD Grand Hotel Trieste & Victoria Abano Terme PD Abano Ritz Hotel terme Abano Terme PD Hotel Danieli Venezia VE Hotel Cipriani & Palazzo Vendramin Venezia VE Hotel Terme Preistoriche Montegrotto Terme PD YACHT CLUB Campania Capri Yacht Club Capri Circolo del remo e della vela Italia Napoli NA Yacht Club Canottieri Savoia Napoli NA Friuli Venezia Giulia Adriatico Yacht Club Trieste TS Liguria Yatch Club Italiano Genova GE Sardegna Yacht Club Costa Smeralda Porto Cervo SS Toscana Yacht Club Punta Ala Punta Ala GR Veneto Compagnia della vela Venezia VE 11 febbraio marzo Life club 80-82 distribuzione.indd 81 81 27-01-2006 17:28:41 PUNTI VENDITA / CENTRI SPORTIVI Emilia Romagna Fini Sport (Reparto Golf) Bologna BO Blue Team Snc Piacenza PC La Boutique Di Adani Modena MO Volpi Di Volpi Raffaele & C Modena MO Lazio Golf House Roma RM Honeycomb Roma RM Italgolf Srl Roma RM Mario Lucchese Roma RM Bellettini Golf E Cashemere Cura di Vetralla VT Golf Bazar Roma RM Manpieri Centro Moda Olevano Romano RM Santoni Store Roma Liguria Golf House Spa Garlenda SV Mauri Adriano Genova GE Annamode SanRemo IM Lombardia L. 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