APPROVATI 5 MILA POSTI NELLE SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE
PER L’ANNO ACCADEMICO 2006-2007
Prossima la firma del Dpcm per i contratti di formazione dei medici specializzandi
Saranno 5 mila i nuovi contratti di formazione specialistica che verranno stipulati tra medici, Regioni e atenei
per l'anno accademico 2006-2007. Cinquemila posti nelle scuole di specializzazione (erano 4.999 lo scorso anno), a fronte di un fabbisogno stimato in 7.003, in cui si aggiungono 64 borse del Ministero degli Esteri per i
medici dei Paesi in via di sviluppo, 54 riservate ai camici bianchi militari, 38 ai medici del Ministero degli Interni
e 1.454 ai dipendenti in servizio nelle strutture sanitarie diverse da quelle inserite nella rete formativa regionale.
La disponibilità è stata ufficializzata dal dicastero dell'Università con il Decreto firmato il 27 aprile dal ministro
Mussi. Gli esami di ammissione si svolgeranno a luglio: martedì 3 per l'area funzionale di medicina, mercoledì
4 per quella di chirurgia e giovedì 5 per quella dei servizi.
Il cerchio aperto otto anni fa con il Dlgs 368/1999 si è finalmente chiuso, dunque. O meglio: sta per chiudersi.
Perché per completare il puzzle, dire addio alle borse di studio da 900 euro al mese e suggellare il nuovo atteso status dei medici specializzandi manca la firma del Presidente del Consiglio sul Dpcm che contiene lo schema di contratto, approvato dalla Conferenza Stato-Regioni il 18 aprile.
Non si escludono sorprese: le Regioni avevano preteso nell'accordo l'abolizione del divieto di sostituzione del
personale di ruolo previsto per gli specializzandi dall'articolo 37 del Dgls 368/1999. Le associazioni di categoria – FederSpecializzandi e Amsce – erano però insorte, denunciando lo stravolgimento dei capisaldi della legge del 1999, che recepiva le direttive comunitarie e che recita "lo specializzando non è in nessun modo sostitutivo del personale di ruolo".
Comunque se il contratto andasse in porto come è arrivato, il bottino sarebbe ricco. Otto articoli in tutto, che ricalcano gli articoli 37-41 del Dlgs 368/1999 e contengono novità attesissime: la tutela della maternità e della
malattia, la copertura assicurativa a carico delle aziende sanitarie, le ferie, i contributi previdenziali (seppur con
l'iscrizione a una gestione separata dell'Inps, novità introdotta dalla Finanziaria 2006 e non gradita agli specializzandi), la facoltà di esercitare l'intramoenia e un trattamento economico annuo onnicomprensivo, esente
dall'Irpef. Oggetto, quest'ultimo, di un altro schema di Dpcn che lo ha fissato in una parte fissa lorda di 22.700
euro annui e una variabile di 2.300 euro lordi per i primi due anni e di 3.300 euro lordi per ciascuno degli altri.
L'orario di lavoro – tema in discussione al tavolo tecnico – dovrà essere pari a quello previsto per il personale
medico del Servizio sanitario nazionale a tempo pieno, ovvero al momento 36 ore settimanali più 2 ore settimanali per aggiornamento. Gli atenei forniranno a ogni specializzando un log book – "libretto personale di formazione" – sul quale dovranno essere annotati interventi e attività, certificati dal dirigente dell'UO in cui il medico svolge la sua formazione.
La strada dovrebbe dunque essere in discesa. Ma, fatti i contratti, bisognerà davvero "rifare" il percorso formativo. Occorrerà una vera triangolazione perché le modifiche del rapporto di lavoro inneschino il circolo virtuoso
necessario a "sprovincializzare" le scuole di specializzazione e a sfornare specialisti "europei". Adeguati nella
teoria e nella pratica ad affrontare la sfida della libera circolazione.
Se finora si è sostanzialmente approfittato della "manodopera a basso costo" dei giovani medici, considerati
studenti dal punto di vista normativo e retributivo nonostante lavorassero alacremente in corsia per colmare le
carenze dell'attività assistenziale, la riforma sbloccata con la Finanziaria 2006 impone un ripensamento
dell'organizzazione dell'intero sistema. Senza riguardi, senza incongruenze.
I sindacati medici, AAROI in prima fila, hanno fatto scudo intorno ai giovani medici. Così come la FnomCeo. "le
questioni che da anni questi colleghi pongono al centro della loro giusta e civile protesta – ha affermato il presidente, Amedeo Bianco – sono centrali allo sviluppo di una buona rete di servizi sanitari che deve poter contare su professionisti motivati e sostenuti nella loro preparazione nel saper essere e nel saper fare". Bianco non
ha rinunciato a una stoccata all'Università: "Nell'attuale modello formativo c'è un difetto di fondo, rappresentato
da un'insostenibile autoreferenzialità delle istituzioni universitarie".
Presidenza Nazionale
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