Spettacoli 55
L’ECO DI BERGAMO
SABATO 2 MARZO 2013
a
a
a
Stagione lirica
a Seriate
con omaggio
a Verdi
Suggestioni
sacre
e profane
in Sala Piatti
«L’arte
sprigionata»
Teatro
a Capriolo
a Con «Super flumina» gli
a Si intitola «L’arte sprigionata» il primo concorso teatrale del
Basso Sebino e della Franciacorta, da
oggi al 23 marzo, ogni sabato (ore
20,30) all’Auditorium BCC Basso Sebino, a Capriolo (BS).
Incontri europei con la musica presentano oggi (alle 16, ingresso libero) nella consueta cornice di Sala
Piatti un progetto ambizioso.
Venerdì Rigoletto, poi Traviata
Balletto con Romeo e Giulietta
Brena: una rassegna romantica
MARINA MARZULLI
ma, sotto la guida del direttore
Romano Oppici. Il capolavoro di
Shakespeare su musiche di Sergej
Prokofiev, «Romeo e Giulietta» è
allestito dalla Compagnia stabile
di danza Ariston Proballet di Sanremo e saranno previste agevolazioni per gli allevi delle scuole di
danza.
«C’è un certo orgoglio nel riuscire a presentare anche quest’anno la Stagione lirica, nonostante i
tagli economici cui sono sottoposti i Comu– commenta il sinÈ raro ni
daco, Silvana Santisi
un Saita, recentemente
in Regione –, ancartellone eletta
che se dovessi essere a
in un Milano non mi perla prima, proprio
comune non derò
il giorno della Festa
capoluogo della donna». «Quest’anno abbiamo presentato il programma un po’ più
tardi del solito, per via delle elezioni, ora speriamo ci sia un veloce passaparola perché sarebbe un
peccato avere posti vuoti in platea
– commenta l’assessore alla Cultura del Comune di Seriate, Ferdinando Cotti, ideatore cinque
anni fa della rassegna. – A tutti gli
spettatori è richiesto un contributo di 15 euro che, anche se certo
non copre tutte le spese, ci aiuta a
mantenere viva la nostra proposta culturale». La rassegna «Bella
figlia dell’amore» prende il titolo
da un verso del libretto del Rigoletto e ha come filo conduttore la
celebrazione della donna. «Nel bi-
a Non sono molti i Comuni in grado di presentare una stagione lirica e di balletto. Seriate è
un’eccezione: per il quinto anno
di fila il cineteatro Gavazzeni
ospiterà due grandi opere di Verdi e il balletto «Romeo e Giulietta».
Il titolo della rassegna è «Bella
figlia dell’amore», la prima opera
in programma è «Rigoletto», venerdì prossimo, 8 marzo. Gli spettacoli, in
collaborazione con
l’Associazione musicale Chitarfisa, si tengono tutti di venerdì sera
alle 21. Un altro grande classico verdiano,
«La traviata», il 10
maggio; chiude la stagione «Romeo e Giulietta», il 4 ottobre. I biglietti, al prezzo fisso di 15 euro, si
possono acquistare negli orari di
apertura del teatro oppure al primo piano del palazzo comunale
di piazza Alebardi il lunedì e mercoledì mattina (9,30-12) o il giovedì pomeriggio (16-18) prima
della rappresentazione (per info
sulle prevendite contattare l’Ufficio Cultura allo 035.304.308 035.304.354).
L’allestimento delle due opere
di Verdi è curato dall’Orchestra
sinfonica lombarda, diretta dal
maestro Antonio Brena, che fin
dagli esordi è il direttore artistico
della stagione lirica seriatese. In
scena anche il Coro lirico di Par-
Antonio Brena, direttore artistico della stagione lirica di Seriate
centenario della nascita di Verdi
proponiamo due delle sue opere
più famose che evidenziano il
grande rispetto che il compositore aveva per le donne – spiega il
maestro Antonio Brena –. La
donna è vista come la personificazione dell’ideale d’amore: nel
Rigoletto, Gilda è l’emblema della purezza, mentre, nella Traviata, Violetta simboleggia l’amore
autentico disposto al sacrificio».
Uno spirito romantico che si trova ovviamente anche nel balletto.
«Sono pochissime le realtà non
capoluogo di Provincia a sostenere una stagione lirica – commenta il direttore artistico –, al massimo propongono qualche aria accompagnata dal pianoforte, noi
invece offriamo uno spettacolo
completo. Il pubblico, lo abbiamo
visto negli scorsi anni, per circa la
metà è del posto, ma viene anche
da tutta la Bergamasca». Il baritono Giovanni Guerini ha eseguito
alcune arie delle opere in cartellone. ■
Il baritono Giovanni Guerini
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Sotto il titolo «Suggestioni sacre
e profane tra Barocco e contemporanei» questo appuntamento
della manifestazione di Pieralberto Cattaneo è in sinergia con
Simc, Società italiana per la musica contemporanea. Il progetto
«Super flumina» propone «l’incontro col sacro della musica
d’oggi», con un manifesto esplicito: «Promuovere e sollecitare
concerti nei quali la grande musica del passato coesista con una
musica sacra del presente di alto artigianato e congrua ispirazione». E per rendere ancora più
esplicito l’intento, Musica Aperta spiega come l’idea sia nata
perché è «parso urgente concorrere alla elusione di melense melodie che al trascendente dovrebbero indurre sortendo invece esiti sanremesi» e quindi «divenire mascherato intrattenimento liturgico». Dunque «Super flumina e i compositori e interpreti che a esso hanno aderito – chiosa l’organizzazione – si
pone umilmente il compito di
una resurrezione di una musica
degna di elevare la mente a ben
altra Resurrezione». Protagonisti del concerto saranno Sabina
Macculi, voce, vincitrice di vari
premi internazionali, il bergamasco Matteo Fagiani alla tromba, allievo di Ermes Giussani a
Bergamo e vincitore di vari concorsi, e Roberto Mucci, organista titolare della Cappella di Santa Maria Maggiore: a lui sarà affidato il pregevole organo Mascioni in Sala Piatti.
Le pagine in programma sono: Elevaverunt flumina di Emanuala Ballio, Aquæ dilabuntur di
Guido Boselli, Per sorella aqua di
Beatrice Campodonico, Chain di
Sonia Bo, Viderunt te aquæ di
Pieralberto Cattaneo e Acquarello su Victimæ Paschali di Roberto Mucci, opere in gran parte
in prima esecuzione. ■
Sei le compagnie teatrali selezionate che si esibiranno, due a serata, con i loro relativi spettacoli
oggi, il 6 e il 16 marzo per contendersi, oltre all’applauso del pubblico, la vittoria de «L’arte sprigionata». Temi importanti approderanno sul palcoscenico del
concorso: l’artista senegalese
Mohamed Ba porterà il suo spettacolo «Invisibili» dedicato ai
due suoi connazionali vittime
della strage razzista di Firenze
del 13 dicembre 2011, mentre Officine Mentali riproporrà «L’isola», l’opera di Athol Fugard sull’apartheid. La Locanda Spettacolo accompagnerà nel suo viaggio nel disagio psichico tra «Le
stanze di Faber» ideato dallo psicologo Gabriele Catania e Jessica Leonello in quello a ritroso nel
tempo con il suo monologo sugli
anni ’90 «Cingomma». Ci sarà
spazio anche per il teatro-danza
dell’Associazione Carciofi Rossi
con «La passeggiata», inno alla
bellezza e all’arte dello scrittore
svizzero Robert Walser, e per i
più piccoli con «Carillon» del
Teatro Flauto Magico.
A decretare il vincitore una
giuria popolare e una tecnica,
composta da esperti del settore.
Il concorso è promosso dalla
Banca di Credito Cooperativo
Basso Sebino e curato, con il supporto del Comitato Culturale
David Copperfield, dalla Compagnia arte/teatro I suggeritori, nata dall’incontro di Marcella Pezzarossa e Nevia Martèn. «Vogliamo offrire alla realtà provinciale
un teatro che attinga all’attualità
con un linguaggio meno obsoleto – spiega Marcella Pezzarossa
– e aiutare chi come noi fatica a
rimanere a galla nel panorama
artistico». Sabato 23, dopo la premiazione, gran finale con una serata aperta alle compagnie, alle
giurie e agli addetti ai lavori. ■
Bernardino Zappa
Patrizia Simonetti
professione che amo – spiega –. Di
sacrificio, che va fatta bene e seriamente, non per apparire. Adesso, viviamo in un periodo di crisi,
un tempo i precari per eccellenza
eravamo noi attori».
Gassman si è costruita da sola:
«Non volevo lavorare con mio padre, mi ribellavo perché volevo
crearmi la mia carriera in modo
indipendente – dice –. Ho lavorato con lui due volte, più per accontentarlo, ma in realtà non volevo
perché dovevo fare la mia strada,
da sola e non stando nella scia di
mio padre o perché ero la “figlia
di”». Agli inizi della carriera recita in «Orlando Furioso» di Luca
Ronconi, che dirigeva la compagnia di cui Gassman faceva parte:
«Era uno spettacolo innovativo
che fu una palestra meravigliosa
– racconta –. In quel periodo ho
condiviso il percorso con Mariangela Melato. Era un’amica ed era
sempre un’emozione vedersi. Con
lei era un riconoscersi nella serietà, parlavamo nella stessa lingua». Tra i molti importanti registi con i quali Gassman ha lavorato ci sono anche Lina Wertmuller,
Luigi Squarzina, Massimo Castri:
«Sono stata fortunata ad aver fatto esperienza con loro – continua
–. Tutti mi hanno dato qualcosa:
è come un puzzle, dove ognuno
mette un pezzettino, e sono dei
doni. E poi questi pezzettini li
puoi riutilizzare. Accumuli mestiere e tecnica, che poi filtri con
la tua sensibilità perché il lavoro
deve emozionare».
Un modo di affrontare e vivere
il proprio mestiere che la famiglia
tramanda da sempre. Infatti, oltre a mamma e papà noti attori,
Paola Gassman ha anche i nonni
(Renzo Ricci e Margherita Bagni)
e i bisnonni (Ambrogio Bagni,
Ines Cristina, Ermete Zacconi)
che furono attori importanti:
«Una grande famiglia dietro le
spalle», come recita il titolo dell’autobiografia pubblicata nel
2007 da Marsilio Editori: «È un
grande privilegio avere una famiglia simile – afferma -. Era doveroso scrivere questo libro, fondamentale ricordare soprattutto i
nonni e i bisnonni che erano attori famosissimi, in un’epoca in cui
non esisteva la televisione. L’insegnamento che tutti mi hanno lasciato è che il mestiere dell’attore
è fatto di studio, abnegazione, sacrificio e serietà». ■
a
A Treviglio le crisi coniugali
raccontate da Paola Gassman
a Paola Gassman stasera alle
20,45 sarà sul palco del Teatro Filodrammatici di Treviglio. Figlia dei due
grandi attori Vittorio Gassman e Nora
Ricci, è protagonista con Pietro Longhi, e in scena con Pierre Bresolin e Elisa Gallucci, di «Due dozzine di rose
scarlatte», per la regia di Maurizio Panici.
Il testo, scritto da Aldo De Benedetti nel 1936, è un’intramontabile commedia degli equivoci, dall’enorme successo. Uno spettacolo umoristico e brillante che gioca con il tema della gelosia che
può ricreare interesse nella coppia: «La donna che interpreto –
racconta Paola Gassman – è ingenua, romanticona, bisognosa di
attenzione. Più che i personaggi,
è il tema che regge i tempi: la crisi coniugale. Il testo, scritto nel
passato, può valere anche adesso:
una volta c’erano le rose, oggi i cellulari». E per renderlo più vicino
alla realtà odierna, Davide Norisco ha svecchiato il testo così da
renderlo ancor più comico. Lo
spettacolo è in tournée dal 2011,
ma questo non ha impedito a Gassman di essere impegnata in altre
pièce, anche di tutt’altro genere:
infatti, arriva a Treviglio dopo
aver recitato, insieme a suo marito, l’attore Ugo Pagliai, in «Wordstar(s)», spettacolo innovativo e
moderno di Vitaliano Trevisan su
Samuel Beckett.
«Quello che cerco di fare è di
affrontare testi diversi: passare da
un monologo su Golda Meir, che
riporterò in scena il prossimo anno, ad una commedia come questa. Per fare l’attore ci vuole studio, esperienza, credere in quello
che si fa, che si interpreta perché
altrimenti il pubblico non si emoziona, non ci crede». Un mestiere,
quello dell’attore, che non si improvvisa: «Da 45 anni faccio una
Paola Gassman con Pietro Longhi in «Due dozzine di rose scarlatte»
Micaela Vernice
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