foto M. Topini Campo de’ fiori 2 SOMMARIO Editoriale: Un dono inaspettato................................... 3 Intervista: I cugini di campagna.................................. 5 Collezionismo: Nicofilia................................................... 6-7 Roma che se n’è andata: Il porto di Ripa Grande........................... 8-9 Suonare Suonare: Il Rock in Abruzzo.......................... 10-11-12 Cinema News: Transformers............................................ 15 Monumenti: vita, vicende, restauri: L’arco di Costantino..................................21 Vita Cittadina......................................56-57 Attualità: Tosca si aggiudica il Fescennino..............40 Programmi festeggiamenti...................52-53 Nasce a Civita Castellana un nuovo centro di ricera: la X-Tech spa.......61 Resoconto dell’estate 2007......................61 Ecologia e ambiente: Paesi che non hanno aderito al trattato di Kyoto.........................................50 Neuropsichiatria, Psicologia, Logopedia, Psicopedagogia: Il rifiuto della scuola: Lavativi o Fobici?....49 Le guide di Campo de’ fiori: Tarquinia.........................................22-23-25 Come eravamo: Se piove a San Romano... non piove a San Marciano........................28 Civitonici illustri: Serafino Vincenti.......................................33 Arte: L’arte per Mario Annesi............................ 18 Info Pubblicità P.za della Liberazione 2 01033 Civita Castellana T. 0761.513117 Scopri l’Arte.............................................. 27 Luciano Vinardi e Civita Castellana..........51 Messaggi:.......................34-35-36-37-38-39 Una “Fabrica” di ricordi: Anni ‘60: concerto beat a San Matteo......54 Il Fumetto:............................................... 42 L’angolo CIN CIN:....................................45 Album dei ricordi...............................46-47 Le storie di Max: Mina..........................................................48 Noel......................................................... 43 Annunci Gratuiti.................................58-59 Selezione offerte immobiliari.................62 Nel cuore:................................................63 www.accademiainternazionaleditalia.it www.campodefiorionline.it www.campodefiori.biz [email protected] Milioni di persone leggono Campo de’ fiori perciò la vostra pubblicità arriva e porta bene ri o i f ’ e d o p m à t Ca e a h n no Compiti per le vacanze: “ragazzi” Corchianesi intenti nello studio Campo de’ fiori di Sandro Anselmi 3 Un dono inaspettato Sto cambiando il costumino a Federico e, così, chino, non m’accorgo che un uomo si è fermato ad osservarci. Quando poi mi alzo, vedo che un “vu cumprà” è lì, che guarda mio figlio, con uno sguardo velato di tristezza e colmo di bontà. Resta in silenzio e, con un gesto pieno d’amore, regala una girandolina al mio bambino. Tento, invano, di dargli dei soldi, ma, con modo gentile e fermo, non li accetta. Io resto imbarazzato e sorpreso da un gesto così inaspettato, un gesto dalla valenza enorme! Cerco allora di ringraziarlo ma, non parlando la sua lingua e non comprendendo lui la mia, mi esprimo con sorrisi misurati e brevi cenni di assenso. Lui ricambia e, mentre s’allontana, con il capo voltato, seguita a guardare Federico. Gli chiedo, in inglese, il suo nome. Lui scopre, allora, una fila di denti bianchissimi e, con gli occhi neri che gli si illuminano, mi risponde: “Alì”. Ora si perde tra la folla dei bagnanti ed io lo ringrazio ad alta voce mentre si allontana. Resto a pensare. Federico è attratto dall’arcobaleno di colori della girandolina, che ha preso a girare vorticosamente al vento del mare. Chissà, forse la vista di mio figlio gli ha fatto ricordare un suo figlio lontano e per il quale, magari, accetta di condurre una vita così dura ed avara, oppure è stato colpito dalla sua “diversità”, che fatica a paragonarsi con la felicità degli altri ragazzi, che giocano e si divertono spensierati. Questo dono inaspettato è stato il più prezioso tra tutti quelli che ha ricevuto finora mio figlio, anche perchè è venuto da chi deve umiliarsi, ogni giorno, per racimolare qualche spicciolo per mangiare e questo forte episodio ha segnato questa mia estate, fatta di giorni spesso aridi e squallidi e ha dato uno scossone alla mia coscienza. Sono profondamente commosso per quello che è successo e quel volto scuro, quello sguardo sofferto, quel sorriso malinconico non li dimenticherò mai! Alì, vorrei poterti rincontrare per ringraziarti tante volte ancora, ma, all’uscita di questo numero, chissà dove sarai…… Buona fortuna amico… Campo de’ fiori 5 Nick Luciani, Ivano Michetti, Luca Storelli, Silvano Michetti I Cugini di Campagna Erano quasi sei anni che non incontravo più I Cugini di Campagna, gruppo che mi ha sempre trasmesso grosse emozioni sia dal di Sandro Alessi punto di vista professionale che umano, e, osservando uno di quei manifesti attaccati agli alberi lungo la strada che mi portava ad una breve vacanza in quel di Corchiano, ho avuto un sussulto...... I Cugini di Campagna in concerto a Fabrica di Roma. Poteva essere una bella occasione per riascoltare le loro mitiche canzoni, ma soprattutto per incontrarli e salutarli di nuovo! Grazie all’intraprendenza ed alla caparbietà di una donna imprenditrice della zona, Maria Teresa Manfredi, il gruppo ritorna dalle parti di Viterbo e precisamente al parco “Le Vallette” di Fabrica di Roma. Ricordo, ancora bambino, il loro primo successo, grazie all’arguzia di due geni quali Arbore e Boncompagni, che nel 1970 inventarono i Cugini di Campagna e lanciarono Il Ballo di Peppe nella storica trasmissione “Alto Gradimento”. La prima voce solista fu Flavio Paulin, che rimase nel gruppo fino al 1977 e che inventò quell’ angelico falsetto grazie al quale il gruppo, tre anni dopo, nel 1973, decolla rapidamente, scalando la vetta della classifica dei dischi più venduti con Anima Mia che, come ci ricorda Ivano, è stata cantata in quasi tutte le lingue del mondo ed adattata da grandi cantanti stranieri quali Dalida, Abba, Bobby Riddel e tutt’ora è la loro canzone più richiesta. E si, Ivano Michetti insieme al fratello gemello Silvano sono i leader storici de I Cugini di Campagna. Sono loro che, nel 1997, dopo varie vicissitudini, incontrando Fabio Fazio riportano le loro canzoni in tv, partecipando al programma “Anima Mia”, il quale, insieme a Claudio Baglioni, decide di rivisitare in tv la musica degli anni ‘70. Entrano a far parte della band Luca Storelli, arrangiatore ed appassionato di tecnologia (lo ricordo tanti anni prima produrre anche personaggi di successo della black dance che mi portava a Radio Espansione e Radio Roma) e Nick Luciani, la grande voce odierna e con due grandi passioni : i dolci e la musica. Nick Luciani Ivano Michetti Ma torniamo a noi. Dopo il 1973 seguono a Anima Mia altri grandi successi quali Innamorata ed Un’ Altra Donna (1974), 64 Anni e Preghiera (1975), Conchiglia Bianca e Tu sei Tu (1977), Meravigliosamente (1979), No Tu No (1980), Valeria (1981), Cucciolo (1982), Che cavolo d’ Amore (1985), Vita della Mia Vita (2002), Sapessi Quanto (2006). E questi sono solo alcuni estratti dai 18 Album ufficiali e per non parlare delle varie raccolte… Insomma alla fine del concerto mi trovo mia figlia Chiara di tre anni e mezzo che canta Anima Mia e Cucciolo ! E’ lei che vedendo Luca sui manifesti e dal vivo gli chiede dove siano finiti tutti quei capelli e lui, con la gentilezza di sempre, le risponde che dopo la trasmissione televisiva “Bisturi”, a cui partecipò alcuni anni fa, decise di prendere la palla al balzo e di lasciare i capelli corti. Ci accolgono come al solito con molta cordialità, d’altronde i Cugini sono fatti così ed è forse anche per il modo di fare di Ivano, Silvano, Nick e Luca che la gente li segue sempre e loro continuano a girare l’Italia ed il mondo come 37 anni fa, quando, nei teatri tenda, cantavano Anima Mia….ed ancora oggi bambini ed adulti cantano insieme i loro grandi successi! Luca Storelli Silvano Michetti Campo de’ fiori 6 NICOFILIA: un astro in asce Modenese il più grande del m Conosciuta da anni negli USA, Gran Bretagna, Giappone, Argentina, Brasile, Danimarca ed Olanda, la collezione di pacchetti vuoti di sigarette è approdata anche da noi da di Alfonso Tozzi oltre due lustri, ma solo in questi ultimi tempi si nota un certo fervore fra i nicofili italiani, fervore forse dovuto alle varietà di marche che, nonostante tutte le leggi limitative, approdano giornalmente nei tabaccai della Penisola. L’origine della sigaretta è ancora incerta: una versione afferma che fu ideata casualmente nel 1831/32 ad Akka (S. Giovanni d’Acri), città di Israele nel distretto di Haifa, sulla costa mediterranea, assediata dai soldati egiziani guidati dal grande Ibrahim Pascià, nella guerra contro i Turchi, i quali, privi di narghilé e con l’irresistibile desiderio di fumare, avrebbero usato i tubetti di carta svuotati dalla polvere da sparo e riempiti con il tabacco trovato sul posto. Un’altra versione attribuisce invece la scoperta alla “genialità” di alcuni soldati inglesi sbarcati a San Giovanni d’Acri nel 1840 in seguito all’azione navale contro gli Egiziani; questi militari, in sostituzione delle pipe, sarebbero ricorsi al the, accartocciandolo in foglietti di carta. L’unica cosa certa sembra essere la località della “scoperta”: S. Giovanni d’Acri e la data della comparsa in Europa fra il 1840 ed il 1850 : da quel momento le sigarette si diffusero rapidamente in tutti i continenti e svilupparono un commercio, statale o privato, fra i più proficui del mondo. In origine la sigaretta, confezionata a mano, venne ben presto eseguita a macchina. Il trinciato, opportunamente prescelto e mescolato in qualità, tipi di foglia, aroma, ecc., viene caricato in una tramoggia, quindi da un nastro di tela viene trasportato su altro nastro di carta velina, il quale si avvolge intorno al tabacco, passando in un canaletto del diametro della sigaretta. Qui avviene pure la sovrapposizione dei lembi della carta velina, l’incollatura o la graffatura. Questa sigaretta continua (detta baco) viene poi tagliata alla lunghezza voluta da un coltello circolare. Appositi rulli, prima che il tabacco sia raccolto nel nastro, provvedono alla stampigliatura delle diverse marche o all’applicazione delle strisce formanti il bocchino. Queste macchine, che sostituivano il lavoro di ben 48 arrotolatori a mano, permettevano di realizzare fino a 200 sigarette al minuto! Oggi i metodi sono molto più sofisticati, veloci e tecnicamente più perfetti. Create le sigarette, sorse di conseguenza la necessità di doverle custodire, in quanto, fino a quel momento, vendute sfuse, ossia “a peso” o “a numero”, erano frequentemente soggette a sciuparsi: nacque così, nel 1880, ad opera di un giovane inventore statunitense, James Albert Bonsach, una macchina capace di confezionare il prodotto in pacchetti di dieci o venti pezzi, così come testimoniano alcuni rari esemplari conservati nei musei dei rispettivi Paesi quali Nil-cigaretten (Austria), Murad (Canada), Sublima (Germania). In Italia i primi pacchetti di Spagnolette (come si chiamavano all’inizio le sigarette) ORIENTALI, GIUBEK e DEL LEVANTE apparvero all’inizio del Novecento e fu solo nel periodo precedente la Prima Guerra Mondiale che il Monopolio del Regno mise in vendita le prime “NAZIONALI” e “MACEDONIA” in confezioni tipografiche molto modeste e che, ancora oggi, rappresenta- Claudio Rebecchi direttore del Tabacco Museum di Modena - il più grande nicofilo del mondo no il sogno nascosto di molti collezionisti. L’evolversi della tecnica, la incessante pubblicità delle multinazionali hanno, via via, perfezionato le modalità grafiche e conquistato al vizio e al collezionismo milioni di persone. La nicofilia nacque quasi subito, contemporaneamente alla comparsa dei primi pacchetti e si sviluppò, negli altri Paesi, molto rapidamente, tanto che in Francia sorse a Bordeaux l’“Association del collectionneurs d’emballages de cigarettes et Campo de’ fiori 7 esa nel collezionismo italiano mondo con 152 mila esemplari cigare” e in Giappone una rivista specializzata nella produzione locale. Non essendoci un catalogo le quotazioni risultano essere squisitamente amatoriali. La quasi totalità dei nicofili ritiene giusto corrispondere somme anche a tre cifre per “pezzi” di particolare rarità o di un certo pregio tipografico; qualcuno pur di entrare in possesso di un pacchetto “di valore” ha sborsato persino 1500/2000 euro. Come in tutte le collezioni anche in nicofilia esistono delle tematiche accattivanti ed estremamente interessanti ai fini della storia del costume; fra le più apprezzate: le PUBBLICITARIE “Fram” (cartuccia per motori), “INA” (assicurazioni), “ESSO” (benzina); SPORTIVE “Sport”, “Goal”; MILITARI “Marina Militare”, “Scuola di Guerra Accademia Aeronautica”; CINEMATOGRAFICHE “Parigi Brucia”, “Attila”, “Ulisse”, “Riso Amaro”; COMMEMORATIVE ossia prodotte per occasioni particolari quali “Jubileum” (1947), “Anno Santo” (1950), “Fiera di Padova” (1952) e la lunga serie delle “Fiera di Milano” ad iniziare dal 1932. Non tutti i pacchetti sono apprezzabili però dal punto di vista tipografico, ma lo sono dal punto di vista collezionistico come le “MILIT”, un tipo assai comune di sigaretta destinata ai nostri militari e posta in vendita al prezzo di 50 centesimi dell’epoca; rarissimi e molto quotati sono i pochi, pochissimi pacchetti sopravvissuti deside- rati dalla maggior parte dei nicofili. Fra le moltissime rarità mi sembra opportuno segnalare le “EJA” (1927-1936) prodotte in omaggio al grido fascista; “ME NE FREGO” confezionate ad Alessandria d’Egitto in ossequio al celebre detto mussoliniano; “MORESCA” (1934), “AMBROSIANA” (1950) che ebbero vita brevissima e tantissime altre. I pacchetti di norma vengono collezionati vuoti, delicatamente scollati ed opportunamente sistemati in albums con cartelle di plastica, badando bene ad inserirli in ordine alfabetico e di nazione; lo stesso vale per quelli in cartoncino, mentre con un ordine a parte e personale vengono ordinati i pacchetti in metallo. L’Italia, approdata, come si è detto, solo di recente a questo tipo di raccolta, vanta tuttavia la presenza del più grande collezionista del mondo: l’emiliano Claudio Rebecchi, possessore di oltre 152 mila esemplari di 300 Paesi, accertati dal Guinness dei primati e collocati nel “Tobacco Museum” di Modena, unico al mondo per numero di pezzi, realizzato dal Rebecchi e dallo stesso curato. Il Nostro ha iniziato a collezionare nel 1962 e conta fra i pacchetti più importanti anche le scatole delle sigarette personali di re Gustavo V di Svezia e moltissimi altri. E’ appena il caso di segnalare che, accanto a questo collezionismo, se ne sta sviluppando uno nuovo, assai curioso, relativo alle scritte che la legge antifumo impone dover essere stampate sui pacchetti: c’è chi ha collezionato finora tutte “le scritte” con preferenza a quei pacchetti dove le avvertenze sono stampate in più lingue: stranezze del collezionismo! La nicofilia non è ricca di letteratura ma è opportuno chiudere queste note segnalando un simpatico volumetto “La sigaretta” (Storia, vizio, confezione), edito qualche anno fa da Idea Libri, scritto da Roberta Maresci, nota giornalista RAI, autrice di successo. Il libro, oltre a fornire importanti notizie storiche, riproduce numerosi pacchetti, molti dei quali probabilmente non conosciuti da tutti i nicofili. 8 Campo de’ fiori Roma che se n’è andata: luoghi Il Porto di Ripa Il Porto di Ripa Grande non esiste più, anche questo, come il Porto di Ripetta, è scomparso con la costruzione dei famosi muraglioni. Ettore Roesler Franz, l’acquarellista di Roma, ci ha lasciato una testimonianza scritta secondo la quale furono proprio quei lavori di sistemazione delle sponde del fiume che lo indussero a cimentarsi nella non facile impresa di conservare, con l’ausilio del suo pennello, quanto più era possibile degli aspetti di quella Roma che rapidamente e inesorabilmente era destinata a scomparire. Furono proprio quei lavori, infatti a determinare una trasformazione assolutamente radicale del fiume di Roma, tanto da fare assumere alla stessa città un aspetto assolutamente nuovo. Se osservi il dipinto dal titolo “Sponda destra del Tevere a monte di Ripa Grande”, eseguito dall’artista nell’anno 1885, potrai notare le sponde del fiume coperte di vecchie case sporgenti nell’acqua con i balconi, le terrazze e i giardini di agrumi, unitamente a numerosi avanzi di Mura e di Torri sparse, particolari questi che concorrono a determinare un quadro suggestivo pieno di ricordi ormai cancellati dai grandi muraglioni eretti a difesa delle sponde. Il Porto di Ripa Grande si estendeva tra il Ponte Sublicio, il primo ponte che la storia dell’Urbe ricordi, fatto costruire da re Anco Marcio, e occupava buona parte dell’attuale LungoTevere Ripa, immediatamente a valle dell’Isola Tiberina. Fin dal XIV secolo il Porto venne ricordato negli Statuti di Roma e costituì per lungo tempo l’approdo, non solo per le navi mercantili, ma anche per quelle militari. Sisto V, Felice Peretti, 1585 - 1590, proprio dal Porto di Ripa Grande, salutò le galee pontificie che andavano a combattere i Turchi al comando del Cardinale Oliviero Carafa e, in questo approdo, in epoca antecedente i ricordati lavori, era facile vedere ancorati i velieri, prevalentemente siciliani, sui quali i romani salivano ben volentieri per bere dell’ottimo marsala. Proprio al vino era titolata una delle Corporazioni esistenti a Roma che comprendeva il “Collegio dei Sensali di Ripa e Ripetta “ e che, per volere di Paolo V, Camillo Borghese, 1605 - 1621, contava venticinque membri e aveva sede presso la Chiesa di S. Maria dell’Orto, ubicata in prossimità dell’approdo trasteverino alle spalle dell’edificio della Manifattura dei Tabacchi. “L’Università dei Barillari” sorta nel Quattrocento, aveva, invece, sede nella Chiesa di S. Maria in Cappella, oggi posta sul LungoTevere Ripa, il cui attributo si vuole derivato dal termine “Coppella”, ossia quella caratteristica misura a forma di piccolo barile che si associava con gli addetti allo scarico del vino dalle imbarcazioni attraccate al Porto di Ripa Grande. Voglio qui ricordare come, all’epoca, le botteghe di Roma venissero raggruppate seguendo una logica di criterio topografico, che contribuì a caratterizzare alcune zone della città per cui a Ripa Grande erano dislocati numerosi magazzini di vini, salumi, frutta, piante ed altre merci, tutte provenienti via mare. Va da se che in prossimità del Porto di Ripa Grande non potevano mancare le Osterie e alcune di queste furono riprodotte in numerosi dipinti, come nel caso di un famoso interno di Franz Catel dal titolo “Luigi di Baviera all’Osteria di Anglada a Ripa Grande”, dedicato al capitano spagnolo don Raffaele d’Anglada che, divenuto proprietario di una spaccio di vini a Ripa Grande, forniva vini vecchi al Casino di Malta, dove si davano convegno intere comitive. Correva l’anno 1824 allorquando il Principe di Baviera, in procinto di salire al trono con il nome di Ludwig I, visita Roma, il dipinto di cui sopra lo ritrae seduto su una panca con il braccio levato verso l’Oste che accorre prontamente. Numerosi i personaggi riprodotti: lo scultore Thorvaldsen, il Conte Karl von Seinsheim, l’architetto Leo von Klenze che, ispirandosi al Rinascimento italiano, darà nuovo volto alla capitale bavarese, il pittore - scultore Joh. Martin Wagner, il pittore Philipp Veit, il medico personale di Luigi dottor J. Ringseis e, ancora, il pittore Julius Schnorr von Carolsfeld, il maresciallo di Corte von Gumppenberg, e, naturalmente, lo stesso autore della tela. Non potevano peraltro mancare le storie d’amore legate a questo grande approdo e Johann Wolfgang Goethe, nelle sue “Romische Elegien”, mise in risalto un motivo dichiaratamente romantico e arricchito da una nota di sensuale fragranza, estrapolata dalle chiassose giocondità tipiche dell’Osteria romana di quei tempi. Racconta il poeta di tale Faustina: “ … qui stava la nostra tavola e c’erano, torno torno, dei tedeschi, così, alla buona … / la piccola cercò un posto, a me di faccia, vicino alla madre; e tanto smosse la panca e così bene seppe armeggiare, che mi scoprì alla vista il viso e tutto il collo … / più forte ella parlava che non usino le Campo de’ fiori 9 i, figure, personaggi Grande romane; si mise a mescere, si volse a guardarmi, versò e sbagliò il bicchiere … / il vino fluì sulla tavola ed ella col dito grazioso cominciò a tracciare umidi cerchi sul legno … / e il mio nome intrecciò col suo … / alfine tracciò rapida il segno del cinque romano e, non appena l’ebbi visto, intrecciò cerchi su cerchi per cancellare lettere e cifre … / ma restò impressa nel mio occhio e nel mio cuore l’immagine deliziosa del quadro … “ Un appuntamento fissato con estremo garbo e astuzia e infine mantenuto dalla bella Faustina, che di certo avrà fatto prediligere ancor di più l’Osteria al quarantenne Johann Wolfgang, il quale non trascurò mai quella frequentazione, unitamente alla visita ai barconi attraccati al Porto di Ripa Grande in un’epoca che vedeva nel Tevere la sola grande via di comunicazione. Ludwig I di Baviera, nello storico locale “la Campana”, fece posare un marmo per commemorare il soggiorno dell’autore di Faust “ … in questa Osteria soleva recarsi Johann Wolfgang Goethe durante il suo di Riccardo Consoli soggiorno a Roma negli anni 1786-87-88 … “, correva l’anno 1865 e quel marmo, non sai quanto a torto, taceva della bella Faustina. Roma è una città piena di preti e il poeta, ma non solo lui, è memore di questo noto adagio: “ … quando sei in Roma fai ciò che i romani fanno … / se è giunta l’ora del pranzo, vai alla ricerca di un prete … / accodati a lui, seguine le orme … / non dovrai aspettare a lungo, Roma è città di Papi, così piena di preti, la maggior parte dei quali è qui per una breve visita e deve mangiar fuori, quindi conoscono dove poter desinar bene e bere con poca spesa … / un simpatico prete rubicondo sulla mezza età potrebbe verosimilmente rappresentare la tua guida ideale … / egli ti condurrà ad una buona Osteria dove pietanze e vino sono senz’altro eccellenti e a buon mercato … ” Del Porto di Ripa Grande non restano che i grandi anelli di attracco fissati ai muraglioni, oltre ad una interminabile fila di portoni chiusi a ricordo degli antichi fondachi, le celebri “stanze di Raffaello”, come qualche insigne studioso identificava “l’Osteria di don Raffaele d’Anglada”, non sono riportate in nessuna guida perché semplicemente non esistono più, esse sono note soltanto da alcuni eruditi viaggiatori, della gloriosa scritta poi “Spagna - Vini diversi stravecchi”, ormai nessuna traccia. A guardia del Porto di Ripa Grande insistevano due Torri ormai scomparse per consentire la costruzione dell’ex Ospizio di San Michele e del LungoTevere Aventino, di quello che fu il glorioso Porto oggi soltanto due scalinate con altrettante sconnesse discese convergenti su quella che era la Ripa Grande; il vero grande Porto di Roma, un Porto con tanto di lanterna è sparito, i muraglioni, che pure hanno salvato la città dalle periodiche inondazioni, sono riuscite a ridurre a semplice corso d’acqua senza carattere quello che fu il fiume del Mito e della Storia. 10 Campo de’ fiori di Carlo Cattani Non è da tutti essere un appassionato di musica ed avere una zia ultranovantenne gran virtuosa della chitarra … quella per le fettuccine! Le fettuccine alla chitarra in duetto con un gran ragù sono …. MUSICA sublime per le fauci e, gli “accordi” di una mia cara “zietta” Abruzzese eseguiti con la SUA chitarra, sono da … registrare … sul piatto! Ma non è di fettuccine alla chitarra che voglio parlarvi in questo nuovo appuntamento, bensì di rock fatto in casa … ma che dico … di fettuccine in Abruzzo… o su via, sarà per il calo glicemico che mi assale nell’ora in cui ho spazio per scrivere MA IO voglio parlarvi de “IL ROCK IN ABRUZZO”, il libro! Questo mese, ho il grande piacere di consigliarvi la lettura di un libro che, sebbene, uscito da qualche anno, non dovrebbe mancare nella libreria di un cultore di vicende del mondo della musica: “IL ROCK IN ABRUZZO”, un volumetto di oltre 200 pagine edito nel 2000 dalla “Ecam Lab Edizioni”, ad opera del 45 enne giornalista e scrittore (è capo servizio del quotidiano “IL CENTRO”) Luigi Di Fonzo, natio di Pescara. Il libro si pone l’obiettivo di documentare vicende ed individuare personaggi, formazioni musicali, istituzioni, iniziative, luoghi, che hanno contribuito alla nascita della cultura “pop-rock” e al successivo sviluppo di quel panorama musicale in Abruzzo, partendo dal secondo dopoguerra, con una sintetica ma esauriente analisi del fenomeno delle bande paesane; abbiamo modo di apprendere, così della diffusa resurrezione, alla fine dei ’40, delle bande di paese …<insiemi musicali…in qualche caso di “fortuna” … creati per sostenere, una volta all’anno, la processione del Santo Patrono … rappresentanti della tradizione e della storia di un paese, istituzione aggregante della comunità, nonché la fucina di bravi musicisti > (L.DiFonzo) …. oltre 100 complessi tra bande paesane ed orchestre private, disseminati tra l’Abruzzo costiero e l’Abruzzo montanaro, costituivano l’ossatura dell’intrattenimento musicale agli inizi degli anni ’50, a testimoniare la voglia di rinascita dopo gli anni di buio culturale e povertà quotidiana dettati dal periodo bellico … “LEONESSA D’ITALIA”, “LUPA D’ABRUZZO”, solo per citare alcuni di questi organici bandistici, accoglievano giovani “orgogliosi” di appartenervi! I tempi scorrono e altre formazioni musicali hanno modo di farsi apprezzare negli stabilimenti “a la page” della costa Abruzzese o nei ritrovi giovanili Pescaresi, Teramani, Chietini e degli altri Capoluoghi e grossi centri urbani della Regione, nei concorsi, in serate “memorabili”. E via con “I Lampioni”, “I Nassa”, i “Guitar Boys”, “Gli Angeli”, i “Jaguar’s Brothers” e tanti, tanti altri. I “fermenti culturali” Abruzzesi si andava- no gradatamente ravvivando, compatibilmente con la disponibilità delle risorse economiche, la musica, nelle sue varie forme, anche contaminata dalle “importazioni sonore e stilistiche” d’oltre Atlantico, costituiva la “motrice” ed il substrato per iniziative di varia natura. I personaggi, le iniziative, gli epicentri di questa “movida” Francesco Lenin D’Alessandro detto Nino Dale Campo de’ fiori 11 Mare, Monti ....Musica! Il R ock in Abruzzo il libro del giornalista e scrittore Luigi Di Fonzo: intervista all’autore musicale Abruzzese della seconda metà del ‘900 ci sono tutti e la narrazione di Luigi non omette riferimenti ad avvenimenti sociali di carattere Nazionale che, in taluni casi, hanno pesato sui destini delle iniziative e dei personaggi raccontati. Certamente, qualcuno non si sarà ritrovato nel fiume di nomi e formazioni, ma lo sforzo di Luigi Di Fonzo di rintracciare con accuratezza la genesi di personaggi, eventi ed iniziative, ben oltre il semplice stringato dato per un censimento, si coglie e si apprezza nella sua appassionata esposizione e competente analisi. Contribuiscono ad arricchire la profondità dell’argomento, le interviste ad alcuni musicisti che, nati in Abruzzo, si sono distinti nel più vasto panorama artistico e manageriale Nazionale: pensiamo a Franz Di Cioccio (PFM),Tony Pagliuca (Le Orme), Vincenzo Caporaletti (Pierrot Lunaire), Pino Ballerini e Franco Sabatino (Rovescio Della Medaglia), Mario “The Black” Di Donato musicista e pittore, Mimmo Locasciulli, Umberto Palazzo (Santo Niente) … l’indimenticabile Ivan Graziani: di lui, in verità , ne parlano sua moglie, Anna Maria Bischi, Nino Dale, il suo capo orchestra nella formazione “Nino Dale and his modernist “ negli anni ’60 , esperienza alla quale Ivan dedicherà una propria composizione presente sul disco “Ivan Graziani” del 1983 … Il libro, nel finale, offre ancora spunti d’ interesse, con due sezioni: una dedicata ad un censimento dei gruppi pop-rock Abruzzesi attivi nel secondo cinquantennio del ‘900 e l’altra dedicata ai “fans club” e alle “fanzines” (quelle pubblicazioni a carattere amatoriale dedicate ad un artista, una band, un genere musicale) … sempre rigorosamente Abruzzesi. Insomma, se ci riuscite, ACCATTATEVILLO ! ! ! Ed ora spazio all’autore, Luigi Di Fonzo, incontrato tempo fa, lungo i “viali virtuali” della posta elettronica . Fuori scena…<…ziaaaaa … ancora due “accordi in maggiore” … nel piatto, grazie ! > L’intervista . Carlo: Ciao Luigi, stavolta le domande le faccio io … raccontami delle tue origini. Luigi: Beh, trovarmi “dall’altra parte”, con il taccuino degli appunti chiuso e la penna “incappucciata” … pronto per essere intervistato, mi imbarazza un po’ … ma proverò a rispondere alle tue “raffiche” … Dunque, partiamo da lontano, da molto lontano … sono nato a Pescara nel 1962, sono sposato e con due figli bellissimi! Attualmente rivesto la funzione di caposervizio nell’ambito del quotidiano “IL CENTRO”, occupandomi delle pagine della provincia di Pescara. Il giornale è sempre stato di casa … in casa mia! Sin da piccolo, mio padre, ferroviere, riportava copie del MESSAGGERO e della GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO, i suoi quotidiani preferiti. La lettura del giornale, posso affermare, era sacra! continua a pag. 12...... Campo de’ fiori 12 ...continua da pag. 11 La dimestichezza con questo “media” l’ho acquisita a partire dalla scuola media e, le prime avvisaglie della mia inclinazione al giornalismo, i “semini” della professione, sono di quegli anni e del successivo periodo di frequentazione dell’istituto d’arte: ricordo, con una punta di commozione, l’entusiasmo dei “giorni” del giornalino scolastico dell’Istituto presso il quale mi sarei diplomato in fotografia e grafica. Negli anni dell’Università a Napoli, ho instaurato delle collaborazioni con il MESSAGGERO e, per IL MATTINO di Napoli ho realizzato articoli nell’ambito dell’inserto del mercoledì dedicato al mondo dell’Università. L’attivismo nel mondo della musica si avvia in concomitanza con la mia elezione a segretario provinciale dell’ARCI di Pescara negli anni dal 1980 al 1983; proprio in questo arco di tempo si collocano le rassegne “E la musica divene le “Lezioni-Concerto”. ne cinema” Successivamente, siamo nel giugno ’84, in una Villetta Barrea (AQ) ancora sconvolta dal terremoto del maggio dello stesso anno, organizzai la rassegna “Rock contro il terremoto”, con la partecipazione, a titolo gratuito, di diverse bands. Poi andai a Napoli, dove per conto della UISP curavo le pubblicazioni del giornalino “BY -PASS”; qui entrai in contatto con l’ambiente artistico musicale e non solo… tra tanti conosciuti in quel periodo cito i BISCA, i 666 sul fonte musicale, il regista Mario Martone, i pittori Lucio Amelio e Nino Longobardi. Nel 1986 … mi aprono un giornale in casa … a Pescara, ”IL CENTRO”! …. torno a Pescara! Carlo: … la musica al “CENTRO” delle tue attenzioni e del tuo lavoro al “QUOTIDIANO” …. Luigi: la prima idea fu di parlare della Città (Pescara) trattando degli avvenimenti della musica rock che l’avevano vista e vedevano come palcoscenico: era il 1990. L’allora direttore Carlo Pucciarelli elogiò questa impostazione e ciò rappresentò uno sprono a continuare su questa linea per diversi anni. Ad agosto del 1994 la mia serie di articoli si concluse con un Ivan Graziani grande concerto dal vivo al noto impianto polifunzionale della città di Pescara “LE NAIADI” con l’esibizione di molti dei gruppi storici Pescaresi e la concomitante pubblicazione di un cd realizzato con il fondamentale contributo de “IL CENTRO”. Da allora, raccogliendo anche i suggerimenti provenienti dall’ambiente musicale locale, iniziai a raccogliere materiale del passato e a tenermi aggiornato sugli avvenimenti contemporanei. Nel frattempo, essendo “emigrato” come caposervizio prima a L’Aquila e poi a Chieti (dal ‘96 al ‘98), riproposi l’idea di recuperare la “storia del rock” di queste città con l’ausilio prezioso dei miei collaboratori di redazione . Carlo: il culmine di tutto questo lavoro certosino di raccolta di materiale si concretizza nel 2000 …. Luigi: si, nel 2000 ho pubblicato il libro “IL ROCK IN ABRUZZO”, arricchito da un’appendice che costituisce una sorta di censimento delle bands pop-rock Abruzzesi, con rilevazione a partire dagli anni ’50 per arrivare a citare gruppi fin sotto al periodo di chiusura dell’edizione da dare alle stampe … direi una catalogazione “tendente” alla completezza … ho affidato le pagine conclusive del libro al giornalista Antonio Ranalli che ha fornito un prezioso contributo dedicato a fanzines e fans club “targate” Abruzzo. Il libro oggi avrebbe bisogno di un’edizione aggiornata e per una seconda edizione avrei bisogno di poter contare su un editore dalle più ampie possibilità distributive. Il libro è passato fra le mani di musicisti e critici, con diverse positive recensioni sulla carta stampata e sul web … anche il mitico (nda: davvero mitico) RED RONNIE ne ha parlato. La struttura del libro, ribadisco, è semplice: la storia, alcune interviste, il censimento e la breve appendice sulle fanzines e fans club. Franz Di Cioccio Tra i personaggi intervistati manca, purtroppo, il grande Ivan Graziani ma ne parlano sua moglie e il mitico capo orchestra Nino Dale (nda: è uscito da poco “W IVAN” un cd e dvd –Sony Bmg con 17 brani e tante immagini inedite del grande chitarrista/cantautore Teramano scomparso all’età di 52 anni nel gennaio del ‘97) e di Luigi Martelli alias “LOU X”, un rapper che all’epoca non era molto disponibile a parlare con i giornalisti . Carlo: approssimandoci alla conclusione della nostra chiacchierata, parlami dei tuoi ascolti musicali in gioventù e “dove ti portano le orecchie” …. Luigi: musicalmente sono cresciuto con il rock dei Led Zeppelin e dei Deep Purple, con il progressive di Emerson Lake & Palmer e dei Genesis. Amo gli Inglesi e la musica inglese ma salvo tutti gli italiani della scena musicale dei ’70, dalle Orme alla PFM, dal Banco Del Mutuo Soccorso ai Pierrot Lunaire, per citarne alcuni. Ora provo emozioni ascoltando i Nirvana e i R.E.M. e mi piacciono anche … i nuovi gruppi pop rock Abruzzesi! Carlo: c’è altro tuo materiale letterario da annoverare accanto all’esperienza de “IL ROCK IN ABRUZZO”? Luigi : confesso tutto: ebbene si, ho scritto brevi saggi di sociologia e due libri di poesia: “L’Alfabeto dei ricordi” (1986) e il poemetto “Scatola nera” (1989) ispirato al disastro di Ustica. Alcune mie poesie sono presenti in antologie e ho partecipato alle rassegne internazionali “Ghiribizzi” al Teatro dell’Orologio di Roma nel 1990, al “1° Reading di poesia contemporanea” al Convento San Francesco in Agnone nel 1991, alla manifestazione “Quattro Poeti” a Castelbasso nel 1991, e a “Versi e Controversi” al Florian Espace di Pescara nel 1992. (Per contatti : [email protected] ). Campo de’ fiori 15 Transformers di M. Cristina Caponi Transformers. Usa, 2007; genere: azione; regia: Michael Bay; sceneggiatura: Alex Kurtzman, Roberto Orci; interpreti: Shia LaBeouf, Megan Fox, Josh Duhamel, Tyrese Gibson, John Turturro, Jon Voight, Anthony Anderson, Rachael Taylor, Michael O’Neill, Sophie Bobal, Charlie Bodin; fotografia: Mitchell Amundsen; costumi: Deborah Lynn Scott; musica: Steve Jablonsky; distribuzione: Universal Pictures; durata: 144 minuti. Cosa resterà di questi anni ’80? Così cantava, alla fine del decennio, Raf in una sua celebre canzone. Di sicuro, nell’immaginario collettivo della generazione cresciuta tra la fine dei ’70 e l’inizio degli ’80, sono rimasti i mitici Transformers. Tali mutanti suscitarono scalpore, dapprima come linea di giocattoli nata in Giappone e prodotta in America dalla ditta Hasbro, poi il loro successo aumentò, fino a che vennero realizzati fumetti, giochi, una serie tv e, addirittura, un lungometraggio (Transformers: the movie). Con incredibile sagacia, quindi, il regista tutto muscoli e testosterone Micheal Bay ha pensato bene di rispolverare un “classico” e adeguarlo ai giorni del world wide web. Per portare a termine tale missione (definirlo film sarebbe un’iperbole), l’autore di Pearl Harbour e Armaggedon ha richiesto al suo fianco un autore infallibile quale Steven Spielberg, qui in veste di produttore esecutivo. Il risultato? Triplice: un blockbuster da 150 milioni di dollari, discreta accoglienza da parte della critica e orde d’ex “teen ager”, al giro di boa dei loro trenta anni, in coda al cinema. Lunga vita ai transfomers! Nella torrida estate del 2007, orfani dei vari Spiderman, Batman, Superman &CO, i terrestri vedono minacciata la loro vita dai malefici Dece-pticon (Starscream, Blackout, Brawl, Barricade, Frenzy, Bonecrusher, Scorponok) e dal loro incontrastato leader, il terribile Megatron. Ma niente paura, a proteggere la razza umana intervengono gli Autobot: macchine dal cuore, ops motore d’oro, che stringono amicizia con il timido e imbranato adolescente Sam Witwicky (alias Shia LaBeouf) e con la bella e decisa Mikaela (Megan Fox). Saranno questi ultimi a far sì che il magico Cubo d’Energon, ovvero il potere supremo capace di infondere linfa vitale ai Transformers, torni in possesso d’Optimus Prime, Bumb-lebee, Jazz, Ironhide e Ratchet, i cinque robot buoni. Ma cosa possiamo mai aspettarci da questo roboante e, soprattutto, robotico prodotto a stelle e strisce? Per prima cosa una lunga indigestione, date le due ore e un quarto d’improbabili battaglie iper- tecnologiche, realizzate grazie all’In-dustrial Light and Magic di George Lucas. Eccessivamente lungo si rivela il prologo iniziale in cui i cosiddetti “extra terrestri non biologici”, come li definisce il governo americano, attaccano a sorpresa le truppe militari USA, stanziate in Qatar. Ma a mettere seriamente in pericolo la resistenza del pubblico sono, in primo luogo, le insopportabili espressioni facciali del tanto declamato astro nascente Shia LeBeouf (lo rivedremo presto nell’atteso Indiana Jones), spinte fino al parossismo della caricatura. Per finire, stendiamo un velo pietoso sui dialoghi e sulla consistenza dei per- Bandiere dal mondo Sapresti dirci a quale nazione appartiene questa bandiera? Il primo che indovinerà e ne darà comunicazione in redazione riceverà un simpatico omaggio dalla Gioielleria Ponte Vecchio sonaggi “in carne ossa”… Dove sono finiti Jon Voight de Un uomo da marciapiede o John Turturro de La tregua? Sono rimasti inghiottiti dal bluescreen, davanti a cui recitano? Di sicuro sono stati triturati dai meccanismi dello star system Hollywoodiano; ma, in fondo, come direbbe Optimus Prime con filosofia spicciola: “In te c’è molto più di quel che vedi”. Speriamo che, alla fine, anche questi due grandi attori se lo ricordino. E, con una morale degna delle frasi tratte dai cioccolatini, cala il sipario sul kolossalbaraccone di Micheal Bay. Un marchio registrato presso la camera di commercio proprio per la necessità di sottolineare la profonda differenza strutturale e didattica che fà una vera scuola di danza. La Scuola Superiore Di Danza Honey, nell’interesse primo degli allievi, rispetta norme e didattiche professionali nell’insegnamento dell’arte della danza. I pavimenti tecnici, in legno rialzato e molleggiato, assorbono le vibrazioni impedendo alle stesse di ripercuotersi sulla muscolatura e sulle ossa. Lo staff degli insegnanti è di elevatissimo livello artistico ed in possesso di laurea di insegnamento conseguita in accademie nazionali o straniere. Il che dimostra e attesta una profonda conoscenza, oltre che della disciplina della danza e della storia della danza, dell’anatomia del corpo umano (importantissima quando si parla di bambini che hanno una muscolatura diversa ad ogni fascia di età e ad ogni tappa del personale sviluppo fisico), della grammatica musicale e del solfeggio (necessari nello studio della danza perché insegnano a capire il tempo ed il ritmo della musica, creando nell’allievo la capacità di muoversi ed esprimersi sulla musica, senza il diseducativo bisogno di contare i passi...). Per questo è importate affidare i propri figli ad una scuola di danza e ancora più importante conoscere l’esperienza artistica e di studio dell’insegnante destinato a seguirne il percorso. Nella Scuola Superiore di Danza Honey l’unico obiettivo è quello di promuovere la vera danza ed ogni risorsa, sia economica che commerciale, è volta a migliorare e perfezionare questo servizio. Tutti gli insegnanti lavorano sotto la direzione artistica e tecnica del Maestro Fabrizio Bartoli , considerato uno dei più grandi Maestri di danza che abbiamo in Italia. Proprio per il suo valore e per la sua autorità artistica è stato scelto dall’ANAD a scrivere e redigere un manuale sull’insegnamento della danza, rivolto esclusivamente agli insegnanti. Un libro che verrà pubblicato in questi giorni e che delinea e cataloga il metodo di insegnamento della danza dal 1° all’8° corso . La Scuola Superiore di Danza Honey è fiera di poter dare un servizio così prestigioso ai propri allievi, con un percorso di studio monitorato costantemente sia dai Docenti Honey, sia dai Maestri Ospiti che vengono chiamati periodicamente a tenere lezioni di perfezionamento e approfondimento delle varie tecniche della danza. A Luglio 2007, con grande soddisfazione di tutta la Honey e a riscontro della grande preparazione che hanno ricevuto, sono già state selezionate tre ragazze per entrare a far parte di importanti Compagnie di Balletto. Le ragazze, della “tenera” età di sedici-diciassette anni, Valeria Profili, Benedetta Lanzi e Federica Casadidio, avranno così modo di iniziare una esperienza lavorativa di grande formazione artistica. Una scuola dove le future prospettive di lavoro diventano realtà e dove nulla è lasciato al caso e all’improvvisazione…. Campo de’ fiori 18 Associazione Artistica Ivna Artisti di Vignanello, Vallerano, Corchiano, Civita Castellana condividono l ‘arte L’ARTE PER MARIO ANNESI, MARIO ANNESI PER L’ARTE a cura della Prof.ssa Maria Cristina Bigarelli Fin da adolescente Mario Annesi rivela capacità creatrici pittoriche che lo affascinano e lo gratificano, permettendogli di esprimersi in maniera spontanea ed autentica. Grazie agli studi specialistici, acquisisce la consapevolezza del suo talento. Ha la fortuna di incontrare personaggi e artisti affermati che lo incoraggiano e lo stimolano a studiare nuovi sistemi, nuove tecniche, applicati in sintonia con l’arte classica. Un soggetto può essere rivisto, rivisitato, ricostruito e ridipinto con tecniche più tradizionali. Si tratta di una strategia e di un metodo che danno l’opportunità di accostare il “vecchio” ed il “nuovo”, il passato ed il presente, partendo dai concetti propri dei macchiaioli e degli impressionisti, in una forma non proprio realistica, riprendendo i tratti figurativi. Incuriosire, stimolare l’osservatore, suscitare sentimenti e idee sono alcune delle finalità dell’artista Annesi. Qualcuno ha detto che il quadro è lo specchio dell’anima, quindi qualcuno ci si può rispecchiare. E l’Artista ? L’artista è un personaggio che traduce, che codifica certe cose per sé ed anche per gli altri. Le interpretazioni di un’opera d’arte e le associazioni ad essa legate possono essere molteplici. Quando l’artista si esprime, crea un’opera che già risiede nella mente, è come se fosse su carta e nell’attimo che la esegue, riproduce soltanto ciò che vede. Può dare delle correzioni, però l’impatto dell’immagine già esiste, perché l’impulso dell’artista che si esprime è compiuto. In questo passaggio molto veloce c’è un punto di unione tra tutte le arti: la meditazione e l’armonia. La formazione artistica, attraverso la quale passa Annesi, avviene in seguito ad un percorso intenso di studi, che gli permette di conoscere, osservare, imparare il mestiere dell’arte nelle sue forme più ampie, ma anche nelle sue tecniche più specifiche e settoriali, portandolo ad assumere una fisionomia attuale, scevra da accademismi spinti e restrittivi, pregna di saggezza espressiva, dovuta al suo spontaneo atteggiamento intuitivo e particolarmente umile nei confronti della “materia” che riproduce, quasi a voler dire al visitatore, all’osservatore delle sue opere e, perché no, a se stesso, quanto sia complessa la realtà e quanto interessante sia il peculiare oggetto da riproporre in chiave artistica variegata nelle sue tecniche, nelle scelte del colore, nello stile che esso assume. Così, del tutto svincolata da rigidi formalismi e da applicazioni casuali del tratto, del colore, in una ambientazione dell’immagine sostenuta da finezza ed impeto riproposta con acrilico, olio su tela, su carta, o utilizzando l’arte ceramica. Si ha la percezione di trovarsi di fronte ad un Artista con la A maiuscola quando con chiarezza linguistica e linearità di pensiero Annesi rivela di non avere una predilezione per un particolare tipo di tecnica o per una peculiare fonte di ispirazione, bensì di proiettarsi in più versanti, partendo dal formale per poi sfiorare ed inoltrarsi nell’informale, astraendo la realtà. La sua è una vera e propria filosofia del colore, della forma, del tratto, della realtà presente e passata impressa, immortalata nelle sue splendide opere che aiutano a migliorarci, ad amare la vita in modo più libero dai “ganci” della nostra artificiosa società , seppur disciplinata dalle regole della intrinseca grammatica pittorica. Davanti alle opere di Mario Annesi si è indotti a meditare, spaziando da Platone a Kant, da Brandt ai filosofi più d’avanguardia del nostro tempo: nella prospettiva platonica e kantia- na sembrerebbe impossibile riflettere filosoficamente su un’immagine. In opposizione Brandt si diletta a far esprimere i pittori come se fossero dei filosofi; un po’ il senso dei colloqui avuti con Mario Annesi Mario che, attraverso il suo mondo intuitivo, mostra i suoi pensieri e sviluppa così una originale idea filosofica del tutto personale, vissuta, interpretata, e riprodotta, prima, dall’ispirazione e, poi, dall’azione; una filosofia cui possiamo accostarci oltre che con i sensi anche con un flusso di pensieri che trovano pace e loco nell’opera d’arte di Mario Annesi. Viterbo - Roma - Civita Castellana Vallerano - Porto D’Ascoli www.lisi-bartolomei.com 6 colorazioni per 20 sport PESCA, BICICLETTA, PATTINAGGIO - INUIT polarizzante giallo Ideale in condizioni di leggera luminosità (alba, tramonto o cielo coperto). Contrasta i riflessi dell’acqua, per vedere meglio i pesci. Attenua il riverbero sul manto stradale e sulla carrozzeria. Permette una visione nitida per individuare le imperfezioni stradali SCI (in condizioni di foschia), TIRO A SEGNO, CACCIA, TIRO CON L’ARCO APACHE arancio - Protegge gli occhi dalla luce diffusa permettendo agli sciatori di distinguere la pendenza della pista e le gobbe, in condizioni di foschia o neve. - Offre un contrasto ottimale, quindi una grande puntualità di visione, ideale per coloro che prediligono sport di precisione. 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Figlio di Massimiano, Massenzio, escluso dalla successione ad Imperatore, si era autoproclamato Princeps e, come tale, aveva governato l’Italia e l’Africa dal 306 al 312. Giunto in Italia nel 312, Costantino sconfisse l’esercito dell’usurpatore in due battaglie, a Torino ed in seguito a Verona, per giungere infine a Roma, attraverso la Via Flaminia, ed accamparsi nei pressi di Prima Porta, sulla riva destra del Tevere, non molto lontano dal posto in cui si trovavano le truppe di Massenzio. La dura battaglia del 28 ottobre portò alla sconfitta definitiva dell’esercito di Massenzio nonché alla morte dell’usurpatore stesso, annegato, con molti dei suoi uomini, nel fiume Tevere e la cui testa venne portata in parata dall’esercito vittorioso quando Costantino, entrato trionfalmente a Roma, fu proclamato imperatore d’Occidente. Alto 25 mt, quest’imponente arco trionfale fu fatto erigere dal Senato romano ed inaugurato ufficialmente nel 315, in occasione dei decennalia, i festeggiamenti per il decimo anno di regno, come conferma l’iscrizione, riportata al centro di ambo le facciate dell’attico: Imp(eratori) Caes(ari) Fl(avio) Constantino Maximo / P(io) F(elici) Augusto s(enatus) p(opulus)q(ue) R(omanus) / quod instinctu divinitatis mentis / magnitudine cum exercitu suo / tam de tiranno quam de omni eius / Faccione uno tempore iustis / Rem publicam ultus est armis / Arcum triumphis insignem dicavit. Trad. All’Imperatore Cesare Flavio Costantino Massimo, Pio, Felice, Augusto, il senato e il Popolo Romano dedicarono questo arco insigne poiché, per ispirazione della divinità e per la grandezza del suo spirito, con il suo esercito vendicò lo Stato sia su un tiranno che su tutta la sua fazione con giuste armi. Molto interessante e soggetta ad interpretazioni diverse è la dicitura “instinctu divinitatis” (“per ispira- zione della divinità”), se si tiene conto del ruolo importante svolto dall’imperatore Costantino nei confronti della cristianità. Con ogni probabilità, la frase è volutamente sibillina e riporta alla mente l’episodio della visione di Costantino, descritta dallo storico Eusebio di Cesarea, nella Vita di Costantino. Secondo questa versione dei fatti, il 27 ottobre 312, il giorno antecedente la battaglia di Ponte Milvio, mentre marciava con il suo esercito, guardando verso il sole, a Costantino apparve una croce di luce e, al disotto di essa, la frase greca “En Toutw Nika” , che in latino è “In hoc signo vinces” ovvero “Con questo segno vincerai”. Non avendo Costantino compreso il significato della visione, durante la notte fece un sogno in cui Cristo gli spiegò che per vincere doveva usare il segno della croce contro i suoi nemici. Lo storico Eusebio poi descrive lo stendardo che Costantino fece realizzare per la sua guerra, recante il segno “ChiRho”. Benché sull’oggetto del sogno le fonti siano discordi, sembra comunque che l’imperatore dedicò la sua vittoria al Dio cristiano e proibì le persecuzioni permettendo così alla nuova religione di diffondersi liberamente, spinto, probabilmente, più che da una profonda fede, dalla convenienza di porre il monoteismo cristiano come base ideologica del suo impero. L’arco a tre fornici, un passaggio centrale grande e due minori ai lati, è inquadrato sui due lati da quattro colonne con capitelli corinzi poste su alti plinti e addossate alle pareti. I grossi piloni dell’arco sono realizzati in opera quadrata di marmo, l’attico è invece realizzato in muratura e rivestito di blocchi marmorei. Negli anni in cui venne costruito quest’arco trionfale, Roma aveva perso di fatto il suo ruolo di capitale dell’impero a favore di Costantinopoli e le ricchezze che affluivano nella città in decadenza si erano ridotte drasticamente: è questo il periodo in cui si diffonde la pratica del reimpiego di materiale di spoglio, con marmi, sculture ed elementi decorativi che vengono sottratti ad altri monumenti della città, pratica che si perpetuerà per tutto il Medioevo. Nonostante il materiale di spoglio, il monumento commemorativo cela una logica costruttiva unitaria dove la difficoltà di uniformare ed integrare tra loro rilievi e decorazioni, realizzate appositamente per l’arco, ed elementi scultorei provenienti da monumenti dell’epoca di Traiano, Adriano e Marco Aurelio, appartenenti quindi a stili e periodi artistici differenti, viene brillantemente superata attraverso rapporti di proporzione fra le parti estremamente complesse ed una forte componente simbolica. Tutti gli elementi rappresentati hanno un filo conduttore, quello per cui Costantino è perno dell’impero, in quanto continuatore della politica illuminata dei sui predecessori, gli optimi principi, i “buoni imperatori” del II secolo, appunto Traiano, Adriano e Marco Aurelio e, soprattutto, Costantino è colui che, con la sconfitta di Massenzio, l’usurpatore, ristabilisce quel passato di gloria e, conseguentemente, legittima la sua autorità sull’impero romano. Ed è anche in quest’ottica che deve essere vista la scelta del materiale di recupero, quella del richiamo simbolico ad altri imperatori amati dal popolo di Roma, con i loro volti che vengono rimodellati con la fisionomia di Costantino, il quale si propone quindi come erede del loro passato e del loro operato. Inoltre, la dislocazione delle scene, disposte simmetricamente sulle facciate nord e sud e sui lati corti, est ed ovest, dell’arco, segue un preciso accostamento di tematiche omogenee. La facciata meridionale, rivolta verso l’esterno della città, riporta episodi bellici, mentre la facciata settentrionale, dalla parte del Colosseo, ovvero verso la città, riporta scene di pace e di vita pubblica. continua sul prossimo numero…… 22 STORIA La cittadina viterbese di Tarquinia si sviluppa su di un colle, a 169 m sul livello del mare, nella maremma laziale, quasi a confine con la Toscana, fino a toccare il mare. Essa domina il corso del di Ermelinda Benedetti fiume Marta ed é foto Mauro Topini fiancheggiata dalla Via Aurelia. Conta attualmente 16.300 abitanti. Ha origini antichissime e fu molto importante nella storia etrusca e romana. Il primitivo sito, secondo le testimonianze di necropoli villanoviane e di capanne adibite ad abitazioni, sorgeva più a nord-est rispetto all’attuale abitato ed è da far risalire al IX secolo a.C.. La mitologia latina ci tramanda che fu fondata da Tarconte, figlio o fratello di Tirreno, nobile venuto dalla Lidia con il suo popolo, dal quale derivò, appunto, il Campo de’ fiori a i n i u q r a T polamento del nucleo originario, a favore di un nuovo insediamento, proprio dove sorge attualmente la cittadina, che prese il nome di Corneto, dalla denominazione di una rocca, detta Corgnetum o Cornietume e nel IV secolo divenne sede vescovile, fino ad essere Duomo nome di Tarxuna o Tarch(u)na. L’agricoltura, l’allevamento e il commercio, principalmente marittimo, grazie al famoso porto di Gravisca, e incentrato, soprattutto, sui minerali estratti dai Monti della Tolfa, permisero agli Etruschi di diventare, immediatamente, molto potenti e ricchi, tanto da dare i natali alla dinastia dei Tarquini, due dei quali, Tarquinio Prisco e Tarquinio il Superbo, divennero Re di Roma, fino alla famosa cacciata, nel 510 a.C., che diede inizio all’irrimediabile declino di questo popolo, dapprima con la sconfitta a Cuma nel 474 a.C., poi con la distruzione di Vejo e la sottomissione di Caere, fino al totale assoggettamento di Tarquinia e del suo porto, nel 309 a.C.. Sotto il dominio romano, forte della precedente esperienza commerciale marittima, il centro guadagnò nuovamente importanza, tanto che nel 90 a.C. i Romani lo elevarono a municipio, concedendo ai suoi abitanti la cittadinanza romana. In seguito alla crisi dell’Impero, affrontò un forte spo- annessa nel V secolo, al regno romanogotico di Teodorico, dopo aver subito le invasioni barbariche e il disastroso saccheggio dei Visigoti di Alarico. Nella prima metà del VI secolo patì le durezze causate dalla guerra tra Bizantini e Ostrogoti e, nella seconda metà dello stesso secolo, a causa dell’invasione longobarda, fu annessa al ducato della Tuscia, fino a quando, nella seconda metà dell’VIII secolo, la Tuscia stessa non fu prima unita ai domini carolingi e poi donata al pontefice, come parte del neo-costituito Stato della Chiesa. Nel periodo medievale, si arricchì e si popolò nuovamente, dandosi l’ordinamento comunale e munendosi di una possente cinta muraria che racchiudesse i tanti piccoli borghi e li difendesse dalle nuove ed eventuali invasioni barbariche. Nella seconda metà dell’XI secolo divenne possedimento della contessa Matilde di Canossa. In età comunale le ricche attività marittime, ma anche la fiorente agricoltura, portarono Tarquinia ad avere un ruolo di pri Le guide maria importanza nei rapporti con i vari Stati, sino ad allearsi con Pisa ed a mantenere rapporti proficui con Venezia, Genova e Ragusa. Resistette al terrificante assedio di Federico II nel 1245 e ad un secondo assedio delle forze romane nel 1283. Divenne feudo dei Prefetti Di Vico, che costruirono castelli ovunque. Nel 1330 la popolazione si ribellò all’oppressivo governo di Matteo Vitelleschi, esponente di un’altra importante famiglia, rivale dei Di Vico per la supremazia della cittadina. Il Cardinale Albornoz, nel 1355, ristabilì il potere sulla terra della Chiesa. A porre fine alla rivalità tra i due nobili casati, fu il Cardinale Giovanni Vitelleschi, comandante dell’esercito pontificio, che fece rapire Giacomo Di Vico insieme ai suoi tre figli, dal castello di Vetralla e lo fece decapitare a Soriano nel Cimino. Nel 1393 un nuovo assedio da parte dei bretoni venne sanguinosamente respinto. Proprio tra il ‘300 e il ‘400, Tarquinia raggiunse il massimo splendore, testimoniato dai 35.000 Chiesa di San Pancrazio Campo de’ fiori e di Campo de ’ fiori abitanti, le oltre 50 chiese e i 7 ospedali. Nel 1418, in onore del suo grande Cardinale guerriero Givanni Vitelleschi, il senato Romano concesse ai tarquinesi la cittadinanza, così Tarquinia rimase per molto tempo della Chiesa, condividendone la stessa sorte ed entrando a far parte del Patrimonio di San Pietro in Tuscia, fino ad eleggersi comune libero. Nel 1478, una grande pestilenza mise a terra la cittadina. Una decina d’anni dopo, la stessa epidemia si diffuse a Roma, costringendo il Pontefice Alessandro VI a soggiornare nella località tirrenica. Fu occupata, se pur per un breve periodo, nel XVIII secolo, da francesi ed inglesi e nel 1870 venne annessa al Regno d’Italia, con il nome di Corneto Tarquinia, trasformato in quello attuale nel 1922. ITINERARIO TURISTICO Fuori dall’attuale centro abitato, a circa tre chilometri, su un altopiano chiamato Monterozzi, per la presenza dei cumuli di terra che celavano gli ingressi alle camere funerarie sotterrane, si trova una ricca e vasta necropoli etrusca, di circa 500 ettari, con oltre 6.000 tombe a tumulo, scavate nella roccia, i cui dipinti rappresentano il più cospicuo nucleo pittorico, a noi giunto, non solo di arte etrusca, ma di tutta la pittura del periodo che precede l’età imperiale romana. Le tombe, con una o più camere, hanno un doppio soffitto spiovente a volte e gli affreschi vennero realizzati su pareti leggermente intonacate, con scene che spaziano dal carattere magico-religio- Necropoli so a raffigurazioni di banchetti e giochi funebri, di danzatori e suonatori e di paesaggi, tutti armoniosi e dai colori vivaci. A partire dal V secolo vengono inserite figure di demoni e divinità. Di minor rilievo rispetto alla pittura è la scultura in pietra, impiegata nei rilievi su lastre o nelle riproduzioni del defunto giacente, sul sarcofago. Tra le più importanti, le Tombe dei Leopardi e del Triclinio, risalenti al V 23 austera, presenta un campanile a vela e tre portali ad archi a tutto sesto, di cui quello centrale è ornato da pregevoli decorazioni cosmatesche e sormontato da una bifora. L’interno è diviso in tre navate, da grandi pilastri con fregi e capitelli in stile arcaico e volte a crociera, arricchito da mosaici policromi. Conserva opere di pregevole fattura e importanza: un bellissimo pulpito del 1209, di Giovanni di Guittone, un fonte battesimale ottagonale, un altare ed un ciborio, risalenti al 1166. La chiesa di Santa Maria di Valverde è di epoca romanica, ma venne più volte rimaneggiata nei secoli successivi. Di grande importanza è la tavola bizantina custodita al suo interno, raffigurante la Madonna e il Bambino. continua a pag. 25 ............. Porto romano secolo a.C., la Tomba delle Leonesse, della fine del V secolo, in cui sono raffigurati due danzatrici ed un danzatore, che, affiancati da scene di lotta, sono anche i soggetti della Tomba Cardarelli, del VI secolo. Dello stesso periodo è la Tomba dei Giocolieri, nella quale sono rappresentati una serie di giochi per allietare il defunto. Oltre alla necropoli è possibile ammirare i resti dell’antico abitato, sebbene siano scarsi: gli avanzi di un tempio, oggi detto l’Ara della Regina, del IV-III secolo a.C.. È il più grande tempio etrusco, a pianta rettangolare, in tufo, con sovrastrutture in legno e decorazioni fittili e con un solo colonnato e una cella. Nelle sue vicinanze venne rinvenuto il gruppo di cavalli alati, diventato famoso in tutto il mondo. È inoltre identificabile il tracciato della cinta urbana, adattato all’altura, per un percorso di circa 8 km. L’attuale centro abitato mostra, come testimoniano gli eventi storici, uno spiccato carattere medievale, grazie alle numerose torri, alle mura e alle chiese. La chiesa di Santa Maria in Castello è datata al 1121, probabilmente eretta su un precedente edificio. La facciata semplice e Chiesa S.Maria in Castello Campo de’ fiori ......continua da pag. 23 La chiesa di Santa Margherita è il Duomo della città. Di epoca romana, di cui rimane soltanto il presbiterio, dove sono conservati gli affreschi del Pastura, eseguiti tra il 1508 e il 1509, raffiguranti la vita della Vergine e scampati alle fiamme, venne ricostruita, appunto, a seguito di un rovinoso incendio, nel 1643. La chiesa dell’Annunziata fu eretta nel XII secolo ed ha una pianta con absidi lombarde. La facciata, semplice, è arricchita da una serie di caratteristici archetti e da un raffinato rosone in stile siculo-normanno. L’interno mostra evidenti segni barocchi, che testimoniano rifacimenti tardivi. La chiesa di San Francesco, edificata tra il XIII e il XIV secolo per volere dei frati francescani e originariamente annessa ad un nucleo monastico, ha una facciata modesta, ma arricchita da uno splendido roso- 25 dottiero delle truppe Pontificie, Giovanni Vitelleschi, nel 1436, come residenza estiva. L’architettura presenta elementi gotici, catalani e rinascimentali. La facciata è divisa in tre parti ben collegate tra loro. Sulla sinistra è posto il grande portale d’ingresso rinascimentale, sormontato dallo stemma cardinalizio, da una grande bifora e da un loggiato architravato, che poggia su colonne. Al centro si aprono numerose coppie di bifore, mentre a destra, su due piani, vi sono tre trifore, impreziosite da colonne tortili e rosoni, ognuno diverso dall’altro. All’interno si apre un grande cortile, con al centro un pozzo ottogonale e intorno un porticato con volte a crociera, sul quale si affacciano il balcone e le finestre a sesto acuto. Dal piano nobile parte un loggiato a colonne corinzie, sotto il quale si può ammirare il monumento sepolcrale di Aurelio Mezzopane, realizzato nel 1500. Il palazzo è attualmente sede del Museo Archeologico Nazionale Palazzo dei Priori Tarquinese, dove sono raccolti sarcofagi, vasi, coppe candelabri, specchi, monete, gioielli e il famoso gruppo dei Cavalli Alati. Altri palazzi mirabili si possono scoprire passeggiando per le vie del centro storico. LE CURIOSITA’: Ma lo sapevate che a Tarquinia… Il più anziano del paese è una signora nata il 13 aprile 1908. Qui sono nati personaggi molto importanti: i cardinali Giovanni Vitelleschi e Adriano Castellesi e il grande scrittore e poeta del ‘900 Vincenzo Cardarelli. Palazzo Vitelleschi sede del Museo Nazionale di Archeologia ne. L’interno, elegante, è diviso in tre navate con archi poggiati su pilastri decorati da pregiati capitelli. La chiesa di San Giovanni Battista, del XIII secolo, con una facciata ornata da sarcofagi, é, all’interno, in stile gotico, con affreschi di epoche successive. La piccola chiesa di San Giacomo, risalente anch’essa al XIII secolo, è uno dei luoghi più suggestivi di Tarquinia, grazie alla visuale che dalla vallata arriva fino al mare. Tra gli edifici più importanti, il Palazzo Vitelleschi, voluto dal famoso Cardinale, conChiesa di San Francesco Campo de’ fiori Scopri L’Arte di Cristina Evangelisti Al mondo ci sono milioni di artigiani, ma solo pochi sono dei veri artisti, capaci di trasformare, come per incanto, le loro materie prime in veri e propri capolavori. Fra questi artigiani ve n’è uno proprio a Civita Castellana, un giovane forgiatore di armature e spade medioevali: Emilio Matteucci. La lavorazione del ferro, per Emilio, è una tradizione di famiglia. Già suo nonno, nel 1964, era dedito a questo mestiere che tramandò poi ai suoi due figli, Armando e Mauro (meglio conosciuto come “Marasma” – vincitore del palio di Siena del 1980). Nonno Emilio, nella sua officina, forgiava principalmente i dischi che servivano per le macchine tagliatufo. Negli anni successivi, però, i macchinari occorrenti per le cave vennero prodotti a livelli industriali e, quando l’attività, nel 1985, passò al figlio Armando, questi la trasformò in carpenteria metallica. Emilio, intanto, lavorando nell’officina del padre, cercò pian piano di dedicarsi anche alla forgiatura del ferro battuto, con la produzione di tavoli e sedie, ma nel tempo esce fuori la sua vena artistica e scopre una forte passione per le armature e le armi medioevali. Dopo alcuni anni di studio sul Medioevo, inizia a forgiare la prima armatura e nel 2003 realizza quella del Cavaliere Templare, esattamente come avrebbero fatto nel medioevo, da semplici fili metallici, arrotolati su di un tondino, e uniti fino a farli diventare un “Vestito”. Per quell’armatura, con l’aiuto di un amico, Emilio, in una settimana, dovette realizzare più di 200.000 anelli di metallo. Ci vollero altre due settimane per assemblarle, una settimana per cucire la tunica e il mantello, poi dovette realizzare l’elmo, la lancia, lo scudo, la spada, il vessillo e le scarpe in cuoio. Fu un lavoro di pazienza, precisione e una vera e propria opera di artigianato artistico. Nel frattempo la passione per le armature e le spade cresceva in Emilio tanto che, fino ad oggi, ne ha realizzate di veramente belle, sia attenendosi a quelle che erano le armature dell’epoca, sia creandone di sua fantasia, ed alcune sembrano veramente essere uscite da film come “Il Signore degli Anelli”. Nel 2006 Emilio inizia ad esporre le sue opere a Castiglione in Teverina, a Celleno, a Soriano nel Cimino e a Civita Castellana. La realizzazione di queste opere, oltre ad essere molto costosa, è anche estremamente complessa perché la lavorazione, sia a caldo che a freddo, e le varie tecniche di tempra e di brunitura medievale, variano a seconda del tipo di metallo utilizzato. Noi non possiamo che ammirare queste bellissime “vesti” di altri tempi e augurare a Emilio che possa, con questa sua passione, costruire anche una grande carriera. Magari, perché no, entrando a far parte di quei rari artigiani-artisti che realizzano queste magnifiche opere per il “grande schermo”. Emilio Matteucci nella sua officina 27 Emilio Matteucci 28 Campo de’ fiori Come eravamo Se piove a San Romano ... non piove a San Marciano Quando Civita Castellana anni ‘40, - Piazza Matteotti durante i festeggiamenti dei Santi Patroni uscirà Foto del Sig.Luigi De Santis questo articolo, i giochi saranno fatti, perché il di Alessandro locale Soli proverbio parla chiaro: San Romano, protettore della vicina Nepi, è stato festeggiato il 25 Agosto u.s., mentre le reliquie di San Marciano e Giovanni saranno portate in processione, qui a Civita Castellana, il 16 Settembre. Certo le stagioni ormai sono cambiate, non seguono più il loro regolare decorso, ed ecco che se i temporali e le piogge, tipiche del dopo Ferragosto, tardano a verificarsi, e superano la data del 25 tana dalla concorrenza cinese, perché i loro faceva dare un calcio alla monotonia quotiAgosto, qui a Civita, per dirla alla “bona”, prodotti non possono essere imitati, né diana, quella fatta dall’andare, d’estate, in “semo fritti”. Devo essere sincero, ho tardaesportati. Ma torniamo alle antiche dispute colonia su al “Boschetto”, o a fare il bagno to a scrivere questa rubrica fino ad oggi 25 (dispute, non guerre), qualche sana “scazsulle amene spiagge del Treja da “Cavò” Agosto, e purtroppo, caro San Marciano, zottata” generata da futili motivi, che aveva alla “Brecciara”, all’ “Albero Viola” alla ancor oggi è una splendida giornata estiva. Spero alla fine un esito scontato: tutti a Nepi, su nobile “Llegata”. Man mano che scrivo, i però in una tua “intercessione”, perché all’orto de Romano a “fà a panzanella, coi ricordi affiorano nella mia mente un po’ alla almeno la tradizione venga rispettata, pummidori ‘e cipolle e ‘o sellero a mollo lì rinfusa, vorrei fissarli subito per non permagari con un po’ di vento che porti via le ‘o fundanile co’ ‘o cocommero vicino”. derli di nuovo, ma mi accorgo che, così nubi e tenga in piedi la “disputa” col “tuo Erano i tempi di personaggi mitici. facendo, mi allontanerei dalla traccia iniziacollega” San Romano, che a Nepi ha “fatto Macchine, poche e rare, che costringevano le di questo “Come eravamo”. Allora torniail suo dovere”. gli abitanti dei due paesi a servirsi della cormo ai “Cessaroli” e ai “Cipollari”, così vicini Scherzi a parte, vorrei analizzare a fondo riera, di “quell’autobbusse” guidato dal ma così diversi, anche nel modo di parlare. l’antico proverbio del titolo, perché dietro nepesino Tullio Cupelloni, coadiuvato dal Noi civitonici, col nostro dialetto fatto di ad esso si celano delle verità sacrosante, quasi civitonico Gaetano (Umberto) parole tronche e articoli mozzi, loro i nepeche vanno dal fattore “meteorologico”, al Bernardini, per ogni spostamento fuori sini, con la erre moscia e mai raddoppiata, sano “campanilismo”, che in tempi passati porta. Io ero piccolo, ma questi due, per tipica del dialetto romanesco, che ricalcano ha animato le nostre due confinanti cittadime, erano dei veri e propri “eroi”: li rivedo quasi completamente. Gli anni passano, ne: Civita e Nepi. Fin da piccolo, ho sempre ancora col loro sinalone, col cappello dalla ormai i due paesi si sono avvicinati, sono sentito raccontare storie e fatti, che hanno rigida visiera, sempre unti di grasso, mecsorte industrie ceramiche anche nel territocontrapposto queste due “roccaforti canici per l’occorrenza, e provetti autisti, rio di Nepi, insomma, non c’è più nemmeno Borgiane”. Eravamo nemici in tutto, ognuno riuscivano ad esaltarmi, mi facevano fantala disputa e il campanilismo di una volta, con la sua realtà economica e sociale: noi sticare viaggi meravigliosi, tipo: Civita rimane solo quel vecchio proverbio figlio di civitonici arricchiti dai “cessi” e dai piatti, i Castellana – Castel S. Elia destinazione “stagioni regolari”, gettato là, come un nepesini invece più ruspanti: a coltivar insaSantuario Madonna ad Rupes! Quei pochi guanto di sfida : “A Nepesì, stà attendo, che lata, sedani e cipolle. Visto come vanno le chilometri sembravano interminabili, ma si piove a San Romano, nun piove a San cose oggi, sono loro che hanno fatto delera pur sempre un viaggio, e come tale ti Marciano”. l’orto una vera e propria industria, ben lon- Campo de’ fiori 33 Civitonici Illustri Serafino Vincenti 1938 - operai della Ceramica Vincenti al centro Serafino Vincenti di Enea Cisbani La Manifattura Ceramica Vincenti, in Via Nepesina, viene fondata e costituita da SERAFINO VINCENTI, agli inizi del’900, a Civita Castellana, in una fase storica e sociale di intensi mutamenti e in un contesto economico assai ricco e vivace dove già, attive e numerose, operano varie manifatture ceramiche che rivoluzioneranno profondamente, negli anni a venire, il tessuto economico della cittadina. La figura di Serafino VINCENTI, tuttora in fase di studio ed analisi, domina, con l’altra possente personalità di Casimiro MARCANTONI, la storia della Ceramica Civitonica: imprenditori dalle spiccate doti organizzative e tecniche, profondi conoscitori della lavorazione ceramica e “pioneri” assoluti di una forma produttiva ed organizzativa come è appunto la manifattura, di cui non esistevano precedenti nel nostro centro e nel resto della provincia viterbese. Si deve, infatti, a Serafino Vincenti la creazione del primo stabilimento ceramico organizzato nei vari settori produttivi in una moderna catena di montaggio del prodotto ceramico, dal primitivo impasto al pezzo finito e smaltato, pronto per la sua commercializzazione. Nell’archivio storico della Ceramica Vincenti è conservato un raro documento, che si può definire il “primo” contratto ceramico nella storia della ceramica locale, redatto da Serafino Vincenti e Casimiro Marcantoni con gli operai delle loro manifatture: …………. “TABELLA DELLE TARIFFE CONCORDATE DALLE DITTE CASIMIRO MARCANTONI E SERAFINO VINCENTI CON LA LEGA DEGLI OPERAI CERAMISTI DI CIVITA CASTELLANA. Foggiatori cessi Lire 3,50 - foggiatori orinatoi Lire 0,55 – Foggiatori lavabi Lire 5,00 – pressatori Lire 15,50 – molinaro Lire 16,50 – battiterra Lire 16,00 – casolaro Lire 16,50 – fornaciari Lire 400,00. RIMANE INTESO CHE TALE AUMENTO E’ CONCESSO A TITOLO DI CARO VIVERI E IN CONSIDERAZIONE DELL’ATTUALE RINCARO DELLA VITA COME APPUNTO VOI AVETE ESPOSTO NEL VOSTRO MEMORIALE IN DATA 6 CORRENTE. FIRMATO GLI INDUSTRIALI: SERAFINO VINCENTI e CASIMIRO MARCANTONI. LA LEGA OPERAI CERAMISTI: CAVALIERI ALFREDO, CIMA UMBERTO, NELLI VINCENZO, SCOPETTI AUGUSTO. Civita Castellana 12 Giugno 1920. Negli anni ’50, la Manifattura Vincenti raggiunge l’apice della sua importanza, dominata dalla carismatica figura di Serafino, che giorno e notte guida la sua fabbrica, ormai nota a livello nazionale e internazionale per la pregevole fattura e qualità delle sua apparecchiature sanitarie. Un vecchio libro paga del 19 Novembre 1954 riporta i nomi dei suoi operai a cui si deve il successo della Ceramica Vincenti:……..“DE VITTORI PARIS, SORGE ANGELO, BARBONI TOMMASO, PLACIDI GIUSEPPE, FINESI FRANCESCO, MARCANTONI ALFREDO, PROFILI ERNESTO, GIOVANNETTI ANGELO, MOSCIONI SILLI, STENTELLA VITTORE, CATINARI ALFREDO, BALDOFFEI LUIGI, ANGELETTI SETTIMIO, CAVALIERI ORLANDO, MARCHETTI LORENZO, RONCIO ANGELO, FLORI GIOVANNI, EROLI CLEOMENE, CRESCENTINI BRUNO, MOSSI GIULIO, LANZI VINCENZO, PALMARI NATALE, MARCUCCI FAMIANO, PLACIDI LUCIANO, CONTI RENATO, FANTERA MAURO, MENICHELLI VITTORIO, SORGE GIOVANNI, SERGENTI ERMETE, FLORI NATALE, ARPINI TOMMASO, FAGIANI FABIO, CALCINARI MARIANO, CRESCENTINI RAFFAELE, FASANARI LUIGI, ARIGONI FRANCESCO, STOPPONI OLIVIERO, CHIANI MARIO, NELLI BRUNO, MEZZANOTTE FABRIZIO E LEMME CHERUBINO”. Tanti auguri a mamma Marianna che il 6 Agosto ha compiuto 31 anni e al suo piccolo Sebastiano che ha compiuto 2 mesi il 6 Settembre, da papà Ettore e da tutta la famiglia. Tanti auguri a Tonino (Billy) e Luciana che ad Agosto hanno compiuto 50 e 45 A Simona e Marcello che anni, dai figli, si sono uniti in matrimonio il 7 Luglio. Perché oggi sia i genitori, la nuora, il genero e dai solo l’inizio di una nipotini bellissima vita insieme Alessio e Nicole fatta di amore, comprensione e vera felicità. Tanti auguri di cuore dalle mamme Ornella e Corona e dai papà Tonino e Moreno. Tanti auguri a Perla che il 14 Agosto ha compiuto 22 anni, e a Alessio che il 5 Settembre compirà 2 anni, da Alessandro, Nicole e tutti i parenti. Tantissimi auguri a Michele che il 28 settembre compie 9 anni. Auguri da mamma, papà, Giancarlo, Sonia e Aldo. Tantissimi auguri alla piccola Giulia Fontana che il 14 Settembre compie 2 anni e al suo cuginetto Lorenzo Merlini che ha compiuto 6 mesi il 7 settembre. Auguri dalle mamme, i papà, i nonni e dagli zii. La redazione di Campo de’ Voglio ringraziare con tutta me stessa mio fratello Davide e mia cognata Sabrina per avermi reso infinitamente felice donandomi il diamante più prezioso del mondo: Giulia Di Bella, che il 4 Agosto ha compiuto tre anni. Tantissimi auguri dolce stella di zia! Ti amo con tutto il cuore. “Zia Iaia” Tanti auguri a Luca Egidi che il 4 Agosto ha compiuto 1 anno. Auguri da mamma, papà, gli zii, i nonni e tutti i parenti. Tanti auguri a Manuel Colella che il 9 Settembre ha compiuto 2 anni. Tanti auguri da mamma Valentina, papà Stefano, dai nonni, gli zii, le zie e le bisnonne. Tanti auguri di Buon Compleanno a Francesco Santini che il 27 Agosto ha compiuto gli anni, dalla moglie Peppina e tutti i parenti Tanti auguri a Francesca Cioccolini che il 6 Settembre ha compiuto 7 anni, da mamma, papà, Michele, i nonni, le zie, lo zio e Walter Tanti auguri a Cristian Casagrande che il 1° settembre ha compiuto 5 anni. Auguri da mamma Ingrid, la nonna Antonietta, i nonni Luigi e Umberto. Auguri a Maria Rita e Luca che il 12 Settembre festeggiano il loro 15° Anniversario di matrimonio. Auguri da Chiara, Diletta e mamma. fiori si associa agli auguri Tanti auguri a Fabrizio Caponi che il 28 agosto ha festeggiato gli anni. Un bacio caloroso da parte della moglie Ida, della figlia Cristina e di Massimiliano. A Ezequiel Sacchetti. Ti vorremmo regalare una stella perchè illumini ogni passo del tuo cammino, nella vita e, con la sua luminosità, ti dica che ti vorremo per sempre bene ... Tantissimi auguri per il tuo 18° compleanno !!! Mamma e papà , nonni e parenti tutti. Con questo sorriso, la piccola Angela, insieme a mamma Meri e papà Fabio, augurano a nonna Rosanna tanti auguri di Buon Compleanno. Il 20 Settembre, Dino Quattrini e Elena Latini festeggiano 60 anni di matrimonio. I migliori auguri e serenità da parte dei figli Concetta, Pina e Fausto, dei cognati e da tutti i nipoti. Un augurio particolare a Marilena Ciano e Elio Pirro che hanno festeggiato il loro anniversario di matrimonio il 5 settembre. Auguri doppi, poi, ad Elio che il 13 settembre compie gli anni. Un abbraccio caloroso da parte della nonna Elisa, dei figli, di Maria Cristina e Antonella Tanti auguri di buon compleanno a Vanessa Micci di Fabrica di Roma che il 13 Agosto ha compiuto 23 anni. Baci da parte dei cugini Manuel e Noemi, e dagli amici Daniel, Gloria, Daniela e Cristina. Buon compleanno a Gianni che l’8 settembre ha compiuto gli anni da parte di Daniela E., Gloria, Daniela e Maria La redazione di Campo de’ fiori si associa agli auguri Tanti auguri a Luca che ha compiuto 30 anni il 2 settembre. Auguri dalla mamma, il papà, il fratello, la moglie e il figlio. Buon compleanno a Vincenzo Pirro di Gaeta che il 3 Settembre ha compiuto gli anni. Tanti auguri da parte dei genitori, della nonna Elisa, della fidanzata, del fratello e di Maria Cristina. Congratulazioni alla nostra Dott.ssa Vanessa Leonardi per il posto da ricercatrice all’Università di Ferrara e per la sua prima pubblicazione internazionale. Auguri genio…… da mamma, papà, fidanzato, fratelli, cognate e il super nipotino !!! Tanti auguri a Daniela Rosati che il 28 agosto ha compiuto 29 anni. Auguri dal marito, il figlio, i suoceri e il cognato. La figlia, il genero, i nipoti, Antonella e Cristina augurano un buon compleanno a nonna Elisa che il 20 Agosto ha compiuto gli anni. Mille di questi giorni. Tanti auguri a Claudio e Luciana Bruzziches che il 7 Settembre hanno festeggiato il loro anniversario di matrimonio. Auguri dagli amici, Alessandra, Mauro, Tiziana, Piero, Marina, Fabrizio e Silvana Tanti auguri a nonna Rosa per i suoi 70 anni dai nipotini Patrizio, Claudio, Viola, Valentina e Tiziano. Buon compleanno a Maria Cristina Caponi (Hachi) di Fabrica di Roma che il 28 settembre compie 23 anni. Tantissimi auguri da parte del suo ragazzo Massimiliano, dei suoi genitori Fabrizio e Ida, di Elio, Marilena e nonna Elisa. Tanti auguri a Piero Martani e Marina Gatti che festeggiano 21 anni di matrimonio il 20 Settembre, dagli amici Alessandra, Mauro e Tiziana e le figlie Alessia e Serena Tanti auguri a Silvana Masciullo e Fabrizio Sciattella che festeggiano il loro 15° anniversario di matrimonio il 19 Settembre, dagli amici Alessandra, Mauro e Tiziana e il figlio Alessio A Michele De Carolis di Fabrica di Roma che compie 2 anni il 20 Settembre ed è un tesoro. Tanti auguri dai nonni Lorella e Paolo De Carolis di Corchiano, dalla bisnonna Annunziata Orlandi, da Antonietta Casali e lo zio Walter Bea. Tantissimi auguri a Michela e Alessio di Civita Castellana che si sono uniti in matrimonio l’ 8 Settembre, da Anna e Cristina Tanti auguri a Daniele che il 20 Settembre compie 15 anni, da mamma, papà e dalla sorella Valentina. Tanti auguri Elisotta mia per i tuoi 18 anni che hai compiuto il 2 Settembre. Tanti auguri a Ti amo tantissimo e grazie a Marco e Mariella “Campo de’ fiori” voglio urlarche il 9 lo a tutto il mondo: Settembre hanno festeggiato il loro Ti amo piccola mia e auguri!! Il tuo e per sempre Diego. primo anniversario di matrimonio. Gli auguri più sinceri Tanti affettuosi auguri, Elisa, per i tuoi 18 anni da chi ti per un lungo cammino insieme vuole un casino di bene: i tuoi giungano forti da genitori, i fratelli, le cognate, Erminio e Romina. i nonni, Fede e Alessia, e dai tuoi futuri suoceri e nonni. Tantissimi auguri a Alessio Palladino che compie 1 anno il 26 Settembre, da mamma Manuela e papà Corrado. Tanti auguri a Fabrizio Stefan di Gaeta che a Settembre compie 23 anni. Un bacio da parte di Massimiliano e Maria Cristina. Per Mario e Giusy che festeggiano il 25° anniversario di matrimonio. A parte qualche chilo in più e qualche capello in meno, vi ringraziamo per averci fatto sentire parte della vostra famiglia con questo invito. Auguri da Carmine e Paola P.S. La cerimonia per che ora è fissata? Agli zii Mario e Giusy, da Marta e Noemi. Anche se non siamo state invitate, verremo ugualmente alla cerimonia ma non contate su di noi! Zia Giusy non chiederci di tenerti il velo o il cuscino per le fedi… Per il lancio del riso e il bouquet ci possiamo accordare! Baci e auguri ! Tanti auguri a Fabio Lucentini che il 21 Settembre compie 3 anni, da mamma, papà, la sorella Ilaria, i nonni e gli zii. Tantissimi auguri a Catia e Corrado che si sono uniti in matrimonio il 5 Agosto, da Michela e Alessio. Tanti auguri di Buon Compleanno a Riccardo Coppola che ha compiuto 8 anni il 25 Agosto da mamma, babbo, i nonni, zio Marco e zia Daniela. Tanti auguri a Laura Stefanelli e Massimo Coppola che il 31 Agosto hanno festeggiato con amore il loro decimo anno di matrimonio, dai genitori e dal piccolo Riccardo. Tantissimi auguri a Serena che il 15 Settembre compie 17 anni, dalla mamma, Emanuel, la nonna, gli zii e i cugini. 40 Campo de’ fiori TOSCA si aggiudica l’VIII Fescennino d’Oro Venerdì 3 agosto ha avuto luogo l’VIII edizione del Fescennino d’oro, manifestazione artistico-culturale, strettamente legata alla solidarietà, che, per la sua importanza, non ha, ormai, più bisogno di di presentazioni. Ermelinda Benedetti Visto il successo degli anni passati, la formula vincente non è stata cambiata. Identico, per l’appunto, è rimasto il luogo scelto per lo spettacolo, l’ampia Piazza Pina Piovani di Corchiano, che ha accolto più di mille spettatori; identica la presentatrice, la frizzante Norma Martelli e identica la giuria, composta da Vincenzo Cerami, Curzio Maltese, Germano Mazzocchetti, Vincenzo Mollica, Mario Monicelli, Paila Pavese e presieduta da Nicola Piovani e Bengasi Battisti. Identico è rimasto, ovviamente, anche il premio consegnato: il bassorilievo che riproduce il frammento di un antico sarcofago etrusco, ritrovato a Corchiano e denominato Guerriero Fescennino, realizzato dal maestro Roberto Candolfi. Ma, soprattutto, identico e sempre valido ed apprezzato, è rimasto lo scopo della serata: una nuova raccolta fondi per un nuovo progetto di solidarietà. Quest’anno, infatti, il ricavato della serata è stato destinato alla realizzazione di un impianto di approvvigionamento d’acqua potabile nell’area del Kinshasa, nella Repubblica del Congo. Nuovo, naturalmente, invece, è stato il personaggio a cui è stato assegnato il premio: la cantante romana Tosca. La serata è iniziata con l’intervento dell’Assessore alla cultura del Comune di Corchiano, dott. Livio Martini, che ha voluto brevemente illustrare chi e cosa raffiguri il frammento del Fescennino. È stata, poi, invitata sul palco Anne Marie Kolly, presidente dell’associazione onlus Kakasu, che ha coordinato tutte le iniziative realizzate fino ad ora in Congo, grazie ai proventi del Fescennino d’oro e non soltanto. Accompagnata dal Sindaco Bengasi Battisti e da Maria Chiara Segato, presidente dell’associazione Arnies, anch’essa impegnata in progetti umanitari, Kolly ha voluto calorosamente ringraziare Corchiano per il suo prezioso contributo e il suo primo cittadino per tutta la sua disponibilità e collaborazione. Si è lasciato, immediatamente, campo libero alla grande ospite della serata, Tosca, per una meravigliosa esibizione, tratta dal suo spettacolo intitolato Romana, dedicato alla straordinaria Gabriella Ferri, che, tra l’altro, ha vissuto a Corchiano gli ultimi anni della sua vita. Proprio lei, confessa emozionata Tosca, è stata la sua grande ispiratrice e colei che la incitò ad intraprendere la strada della canzone romana, che interpreta magistralmente, come sapeva fare la Ferri. Accompagnata dalla Nicaband, dopo essersi cimentata in alcune delle più belle canzoni romane, non poteva non deliziare il pubblico con il suo ultimo successo, con il quale ha partecipato allo scorso Festival di San Remo: Il terzo fuochista, che, musicalmente, riprende molto dalla tradizione dei canti popolari della capitale e anche dalla stessa Ferri. Dopo essere stata premiata dal presidente della Provincia Mazzoli, ha salutato la piazza eseguendo la colonna sonora del film La vita è bella, in lingua spagnola, accompagnata al pianoforte dal maestro Piovani. Campo de’ fiori 42 Il Fumetto LETTERATURA PER IMMAGINI CHE EMOZIONA 20th CENTURY BOYS di Naoki Urasawa 20th Century Boys ha una trama solida e ben congegnata. L’autore,infatti, sembra aver pianificato tutto il lavoro a tavolino, poiché partendo da un determinato presupposto iniziale (un gruppo di di bambini progetta la Daniele Vessella distruzione e la salvezza della Terra), ci cattura con una narrazione costruita su continui salti temporali, disseminando indizi che faranno da filo conduttore per tutta l’opera. Questo ci permette di mettere un tassello dopo l’altro per comporre l’intero puzzle, anche attraverso l’uso del flashback, che viene usato per mostrarci l’infanzia dei protagonisti e farci entrare nel loro mondo… conoscere i loro caratteri e le loro motivazioni, in modo approfondito. Ma l’autore non ci facilita il lavoro deduttivo, cambiando spesso le carte in tavola e le condizioni dei personaggi; come nella vita vera, tutto è dominato dall’incertezza e l’imprevisto è sempre alle porte. Quello di 20th Century Boys non è certo un mondo piatto; preparatevi, quindi, a gustare il sapore dell’imprevedibilità. Tutti i personaggi hanno una psicologia ben definita, questo ci permette di immedesimarci maggiormente con loro e vivere le stesse emozioni provate da Kenji e dagli altri. Paura… incertezze… smarrimento… rabbia… superbia… tutto questo trasuda dal fumetto e ci proietta dentro le sue pagine, per condurci, per mano, tra le avventure dei protagonisti. All’inizio sarà divertente vedere come i piccoli sono cresciuti e come hanno impostato la loro vita. In seguito, una volta conosciuti i loro caratteri e le loro storie, sarà piacevole vedere come si comporteranno riguardo le sorti del mondo. Chi da bambino non ha sognato di salvare il pia- neta dalle catastrofi più assurde? E proprio queste sciagure prendono forma nel futuro, sotto il simbolo che i protagonisti usavano da piccoli per crearci una bandiera e fantasticare sulle sorti del mondo. Il tutto sostenuto da un disegno essenziale, che ben caratterizza l’impostazione grafica dei personaggi, ma potrebbe far storcere il naso ai maniaci del disegno “figo”. Ecco, giudicare quest’opera, dandogli solo una sfogliata e riposarla negli scaffali di una fumetteria, potrebbe essere un tragico errore. Tanto che, alla fine di ogni volume, c’è solo una cosa che vuoi assolutamente sapere: quando uscirà il prossimo numero? Non fatevi scoraggiare dal prezzo piuttosto alto, i 7 euro saranno ben spesi. Certo, per chi non è appassionato di fumetti, possono sembrare un’enormità, ma se un’opera affascina non si guarda più il costo… si compra e basta. E 20th Century Boys attrae per come l’autore maneggia le immagini e le espressioni dei personaggi, sviluppando uno stile di disegno perfettamente funzionale alla narrazione e alle scene d’azione. Nell’impostazione della tavola Urasawa si dimostra, inoltre, un narratore esperto, riuscendo a conferire alla storia un ritmo abbastanza sostenuto e coinvolgente. Insomma, 20th Century Boys affascina sia per il reparto grafico che per quello narrativo. Non acquistarlo equivarrebbe a commettere un omicidio nei confronti della Nona Arte. Campo de’ fiori 43 Cari amici la storia di Noel si arricchisce sempre più di nuove avventure. Conservate gli inserti e... buona lettura dai vostri Cecilia e Federico soggetto e testo Sandro Anselmi Campo de’ fiori seleziona fumettisti per la storia di Noel Il personaggio Misterioso Qui accanto è riportata la foto di una famosa attrice. Sapresti dire di chi si tratta? I primi 5 che, chiamando in redazione, daranno la risposta esatta, riceveranno un simpatico omaggio offerto dalla profumeria Paolo e Concetta. continua sul prossimo numero... Campo de’ fiori 44 Associazione Accademia Internazionale D’Italia (A.I.D.I.) www.campodefiori.biz www.campodefiorionline.it www.accademiainternazionaleditalia.it ATTENZIONE ci è stato segnalato, da alcuni operatori commerciali di essere stati contattati per l’inserzione pubblicitaria delle loro attività su Campo dè fiori, da persone a noi sconosciute. Comunichiamo pertanto che le persone incaricate a qualsiasi titolo, da Campo dè fiori, dovranno essere munite di autorizzazione su carta intestata, debitamente firmata dal direttore e contenente i dati anagrafici dell’incaricato stesso. L’incaricato dovra inoltre esibire un documento di riconoscimento. Campo de’ fiori è la più grande vetrina per i tuoi affari. La pubblicità su Campo dè fiori arriva e “porta bene” ed entra nelle case di milioni di lettori. TEL. 0761/513117 [email protected] Sede, Direzione e Redazione: Piazza della Liberazione n° 2 - 01033 Civita Castellana (VT) SOSTENETE CAMPO DE’ FIORI CON IL VOSTRO ABBONAMENTO CARTOLINA DI ABBONAMENTO ANNUALE SI desidero abbonarmi a : Campo de’ fiori (12 numeri) a € 25,00 I miei dati Nome___ ____ __________________________________ Cognome________________________________________________ data di nascita_______________ __________Città________________________________________________________Prov._______ Via_______________________________________________________________Telefono____________________________________ Desidero regalare l’abbonamento a: Campo de’ fiori (12 numeri) a € 25,00 Il regalo è per: Nome_______________________________Cognome_________________________________________________________________ data di nascita___________________________Città______________________________________________________Prov.________ Via_________________________________________________________________Telefono__________________________________ effettuerò il pagamento con c/c postale n. 42315580 intestato alla Associazione Accademia Internazionale D’Italia - P.za della Liberazione n. 2 - Civita Castellana Data______________Firma__________________________________ Autorizzo il trattamento dei miei dati personali secondo quanto disposto dalla legge n. 675 del 31.12.1996 in materia di “Tutela dei dati personali”. Titolare del trattamento dei dati è Campo de’ fiori - P.za della Liberazione,2 - 01033 Civita Castellana (VT) Data______________Firma__________________________________ Per abbonarti puoi spedire questa cartolina a Campo de’ fiori - P.za della Liberazione, 2 - 01033 Civita Castellana (VT) o puoi trasmetterla per fax allo 0761 . 513117 Campo de’ fiori L’angolo ... cin cin Vista la bella stagione e quindi l’aumento del consumo di birra che accompagna spesso le nostre serate “fuori” in pizzeria o nei pub, in questo numero tralascerò l’argomento cantina e aprirò una piccola parentesi proprio su questa bevanda. Non mi soffermerò molto sulla sua produzione, prenderò soprattutto in esame le proprietà della birra e la sua classificazione. La birra è una bevanda dalle origini antichissime, ottenuta dalla fermentazione di cereali aromatizzati con luppolo. È composta precisamente da orzo, cereali, luppolo, lieviti ed acqua. La sua produzione prevede le seguenti fasi principali: - preparazione del malto; - preparazione del mosto; - fermentazione; - pastorizzazione. La birra possiede notevoli proprietà dissetanti grazie all’azione anestetica esercitata dall’anidride carbonica nel cavo orale, ma non tutti sanno che possiede anche altre proprietà: - digestive per la presenza del luppolo; - nutritive per la presenza di proteine, carboidrati, vitamine e sali minerali; - tonificanti ed energetiche; - diuretiche per l’azione diretta dell’alcol sui reni. Non ci sono, però, basi scientifiche che attestano la secrezione lattea nelle donne appena diventate mamme come spesso dicono le credenze popolari! Il modo più semplice per classificare le birre è di dividerle per colore nei tre grandi gruppi: chiare, scure e rosse. Le birre chiare hanno sapore delicato, forte aroma di luppolo e sono soggette a facile deterioramento. Temperatura di degustazione 6-8°C. Le birre scure hanno un sapore forte, sono corpose ed hanno un marcato gusto di malto. Temperatura di degustazione 1015°C. Le birre rosse hanno caratteristiche intermedie rispetto alle precedenti, il loro colore è ambrato e sono prodotte con orzo meno raffinato. Temperatura di degustazione 8-10°C. Le birre prendono denominazioni differenti a seconda dei paesi di origine e i loro nomi sono sempre legati al colore. In Inghilterra, ad esempio, le birre scure sono chiamate “stout”, le rosse “ale” e le chiare “lager”. In Germania il suffisso “ator” indica birre scure e forti, mentre le birre rosse sono dette “alte” e le chiare “lager” e “pils”. Nel nostro Paese vengono prevalentemente prodotte birre chiare e vi è la produzione di una sola birra rossa. Altra distinzione riguarda la fermentazione, abbiamo infatti birre a bassa fermentazione ed ad alta fermentazione. BIRRE A BASSA FERMENTAZIONE MUNCHENER Ha un’origine che si perde nei tempi ed è ora la tipica birra della città di Monaco. Viene prodotta con orzo leggermente tostato, che le conferisce un sapore spiccatamente di malto. La temperatura di degustazione non deve essere troppo fredda. VIENNA Questa birra viene prodotta in marzo, alla fine dell’inverno ed è piuttosto forte. L’alcol è presente in grande quantità, per permetterne la conservazione, anche nei mesi caldi. Si serve preferibilmente a temperatura di cantina. Viene particolarmente consumata durante l’annuale Oktoberfest di Monaco. PILSNER Di origine cecoslovacca. È una birra chiara con un caratteristico gusto amarognolo regalato da un particolare tipo di luppolo coltivato in Boemia. Temperatura di servizio 8°C. DORTMUNDER EXPORT Si produce nelle tipologie chiara e scura e dal gusto aromatico e maltato, in modo particolare la scura. Ha una relativa presenza di luppolo. Si gusta non ghiacciata. BOCK E DOPPELBOCK La birra Bock ha un colore biondo, dal dorato al bruno, mentre la Doppel è chiara o scura. Il gusto è pieno, maltato e poco luppolato. A seconda dei gusti, si beve a temperatura ambiente o poco più fredda. BIRRE AD ALTA FERMENTAZIONE Le trappiste sono birre “extra forti”, prodotte in Belgio e in Olanda. Vanno servite a temperatura ambiente o di cantina. Presentano lievito in sospensione, con il compito di portare a termine la fermentazione. KOLSCH 45 di Letizia Chilelli Ha tonalità tipicamente pallide, color oro, dal sapore di luppolo piuttosto marcato, rinfrescante. È un tipo di birra che stimola la digestione e si beve a temperatura di cantina. ALTBIER È la più diffusa in Germania, di colore ramato e dal gusto spiccatamente aromatico di luppolo, con schiuma cremosa. Viene servita a temperatura di cantina, accompagnata da prosciutto cotto italiano tagliato a fette spesse. ALE Produzione di stile inglese, colore ambrato o leggermente scuro. Ottime se servite alla spina a temperatura ambiente o di cantina. BITTER STOUT Birra nazionale irlandese, colore molto scuro, gusto amaro e secco ma cremoso e vellutato. La sua degustazione risulta migliore se bevuta a temperatura ambiente, ma in situazioni particolari, può essere servita ghiacciata, talvolta miscelata a Champagne. Si consuma prevalentemente alla spina. Troviamo anche le BIRRE DI FRUMENTO BERLINER WEISSE L’uso di una miscela d’orzo e frumento per la preparazione (4 a 1) permette la produzione di una birra che viene definita “bianca”. Viene consumata ad una temperatura di 7°C, con il tipico succo di lampone o sciroppo di asperula, che la rendono ottima come aperitivo nei mesi estivi. SUDDEUTSCHE WEIZEBIER Nonostante il suo sapore di malto, viene considerata una birra rinfrescante. Viene solitamente servita come aperitivo con una fetta di limone, ma è anche adatta allo spuntino del mattino, accompagnata da salsicce bianche di vitello, pane secco con grani di sale e senape. Ricordo che il bicchiere ha un’importanza fondamentale nella degustazione della birra, poiché un bicchiere appropriato ne esalta le caratteristiche (proprio come avviene per il vino). Il bicchiere da degustazione dovrebbe essere in genere un calice abbastanza lungo, con una capacità di 258 cl, di vetro sottile, ben pulito e bagnato al momento dell’uso, ma ciascuna birra viene poi servita in bicchieri di forma e capacità specifiche. Vi ricordo però di bere con moderazione rispettando tutte le regole per salvaguardare la propria vita e quella degli altri, quando si deve poi guidare. Campo de’ fiori Albu 19.11.1908 Civita Castellana - Maria Pampana e Giovanni Ferri foto della Sig.ra Anna Ferri Favalli Famiglia Baldi Raffaele e Coacci Maria 46 Fabrica di Roma 6.9.1970 matrimonio di Carlo e Andreina Corteselli Se vi riconoscete in queste foto, venite in redazione e riceverete un simpatico omaggio. Se desiderate vedere Campo de’ fiori 47 um dei ricordi 14.6.1962 alunni di Fabrica di Roma in gita scolastica a Fiumicino foto della Sig.ra Piera Pulcinelli 1955 Un gruppo di civitonici festeggiano 50 anni 1958 Francesco Cingolani di Vignanello e pubblicate le vostre foto, portatele presso la redazione di Campo de’ fiori, esse vi verranno subito restituite. 48 rie o t s e L x di Ma Campo de’ fiori Mina Origini artistiche dei nostri cantautori e cantanti più famosi Dopo aver parlato di due grandi cantanti del panorama della musica italiana degli anni ’60, Battisti e Celentano, è giusto lasciare spazio di Sandro Anselmi anche ad una altrettanto importante cantante femminile di quell’epoca: Mina. Anna Mina Mazzini, questo il nome completo, inizia la scalata verso il successo nel 1959, quando è ancora una diciannovenne, con la passione del canto. Vive a Cremona, benché sia nata a Busto Arsizio. Il padre, industriale farmaceutico, non accoglie affatto di buon grado la decisione della figlia di lasciare gli studi di ragioneria per dedicarsi al canto, ma la brunetta, con i capelli a caschetto, per lo più spettinati, è caparbia. La prima volta che si esibisce è nel 1957, davanti ai suoi amici ed ai pochi clienti rimasti a sentirla nel locale di Sergio Bernardini, La Bussola, a Forte dei Marmi, interpretando la canzone Un’anima tra le mani, del cantante cubano Don Marino Berreto Jr. Dopo solo qualche mese si ritrova ad essere la voce dell’orchestra di un famoso locale di Roma. Poco più tardi David Malton, della casa discografica Italdisc, le fa firmare il suo primo contratto e le concede l’opportunità di esibirsi di fronte a Bernardini, proprietario di quel ristorante che aveva segnato gli inizi della carriera di Mina, il quale la scrittura per l’estate successiva, consigliandole di non “urlare”, però, così tanto. Mina inizia ad affermarsi al grande pubblico, grazie alla stampa dell’extended-play dell’urlatrice, prodotto dalla Italdisc, nel 1959, con il nome d’arte Baby Gate. Il singolo raccoglie quattro brani già editi: Splish, Splash, dal repertorio di Bobby Darian, Venus, di Fran-kie Avalon, The Diary, dove la cantante riproduce perfettamente gli “urletti” finali dell’artista americano Neil Sedaka e Be-Bop-A–Lula, lanciata da Gene Vincent. Ad essi si affiancano un quinto singolo Passion Flower, dei Fraternity Brothers e The Diamonds, accoppiato a My True Love, tratto dal repertorio di Jackie Scott. Ben presto Mina passa ad incidere dischi sia in lingua inglese, con l’etichetta Brodway distribuita sempre dalla Iatldisc, che in Italiano, con la Italdisc stessa, sua prima casa discografica. I gruppi che inizialmente accompagnano Mina sono I Solitari e gli Happy Boys, tranne che per Venus, in cui viene accompagnata dall’orchestra di Ray Franch. Mina/Baby Gate viene subito considerata un personaggio di rottura, che stropiccia le parole e gesticola con le sue lunghe braccia, seguendo i modelli americani, in quell’epoca dove le canzoni venivano ancora interpretate con le lacrime agli occhi e il pugno chiuso sul petto. Appare anche in qualche importante tra- smissione televisiva come Il Musichiere, di Mario Riva, insieme ad altri “urlatori” del momento, Tony Dallara, Jenny Luna, Giorgio Gaber e Adriano Celentano e Lascia o raddoppia?, condotta da Mike Bongiorno. Fino ad allora gli unici dischi di Mina/Baby Gate che avevano riscosso maggior successo erano stati: Nessuno, Tintarella di luna e Folle banderuola, ma il suo cammino era appena all’inizio. continua sul prossimo numero...... Campo de’ fiori 49 CENTRO DI CONSULENZA Neuropsichiatrica, Psicologica, Logopedica, Psicopedagogica Via T. Tasso 6/A - Civita Castellana (VT) Tel. 0761.517522 Cell. 335.6984281-284 www.centroceral.com [email protected] Il rifiuto della scuola: Lavativi o Fobici? La maggior parte degli alunni perde occasionalmente qualche giorno di scuola, altri alunni mantengono una forte antipatia per la scuola per tutta la loro infanzia ma si assoggettano a frequentare regolara cura della mente; una porzione Dott.ssa Francesca Celeste più esigua di alunni smette di frequentare la scuola per un periodo di tempo prolungato: lavativi o fobici? Viene fatta una distinzione importante fra i “lavativi” e i ragazzi che presentano una fobia nei confronti della scuola: i lavativi, frequentano discontinuamente la scuola, non provano un’ansia o una paura eccessiva frequentando la scuola, né generalmente si lamentano di disturbi fisici. Il più delle volte nascondono le loro assenze ai genitori e vagabondano per le strade durante l’orario scolastico. I ragazzi con fobia della scuola, invece, sono quasi sempre bambini/ragazzi che non hanno difficoltà di apprendimento, a scuola se la cavano bene, hanno instaurato una relazione sufficientemente significativa sia con i loro insegnanti sia con i compagni, fino a che, in maniera improvvisa o graduale, iniziano a manifestare: - gravi difficoltà nel frequentare la scuola, con il risultato di assenze prolungate; - grave sofferenza emotiva, con sintomi di paura eccessiva, capricci, infelicità, il lamentarsi di essere malati senza cause organiche evidenti quando si profila l’eventualità di andare a scuola. La fobia della scuola esordisce in genere verso i 5-7 anni, verso i 10-11 e in adolescenza dai 12 ai 15 anni. Può presentarsi all’inizio dell’anno scolastico, ma anche in periodi successivi, magari dopo una vacanza, o una malattia o in seguito a un episodio particolare. In queste situazioni il bambino esprime angoscia intensa; a mano a mano che il momento della separazione si avvicina, il disagio si fa più acuto; egli è in preda a una forte agitazione, piange, si dispera, supplica i genitori, promette che il giorno dopo non farà storie, tiene stretti la mamma o il papà con una morsa così forte che non si riesce a sciogliere. Di fronte a tentativi di costrizione la situazione si aggrava ancor di più; può capitare, infatti, che il bambino entri in classe, ma l’angoscia è così presente che egli può scappare via oppure può raggiungere uno stato di agitazione così forte da sfociare in condotte aggressive e autoaggressive. Una volta a casa il bambino riacquista il proprio equilibrio, partecipa alla vita familiare, è collaborativo e si spreca in solenni giuramenti e promesse: “Ti prometto che domani andrò a scuola senza problemi”; “Ti prometto che non farò più storie”. Il bambino, quando è nel nucleo familiare, tenta di rispondere ai mille perché dei genitori e si sforza di razionalizzare la propria fobia attribuendola a fatti avvenuti a scuola o a atteggiamenti dei docenti e dei compagni. In alcuni casi la fobia scolare è accompagnata da altre manifestazioni: difficoltà nel mantenere il ritmo sonno – veglia, presenza di incubi, ansia da separazione anche in relazione ad altre esperienze, (ad esempio, si può evidenziare lo stesso problema anche rispetto allo sport, all’andare a casa di amici, ecc..). Talvolta si incontrano modalità di relazione ambivalenti con i familiari, principalmente con la madre, per cui si assiste ad una alternanza di atteggiamenti eccessivamente affettuosi e prevaricatori. In altre situazioni alla fobia scolare si associano un forte calo di umore, chiusura, senso di tristezza, che caratterizzano uno stato di tipo depressivo. Nel caso in cui genitori o insegnanti riconoscano nel proprio figlio o alunno tale sindrome è molto importante che si comportino in modo da: - non sottovalutare il problema - non sdrammatizzare - non dire che sono problemi immaginari - dare un periodo di stop alla scuola - preoccuparsi più della sofferenza del bambino che delle assenze - avere fiducia nel bambino e nelle sue risorse - rivolgersi all’esperto. Oggi è largamente accettato che la fobia della scuola non è una sindrome unitaria ma, piuttosto, multicausale ed eterogenea e pertanto gli operatori nella valutazione del caso preferiscono esaminare i bisogni del bambino/ragazzo che vengono soddisfatti dal fatto di non frequentare la scuola e in base a questi, specificatamente, elaborare le forme più efficaci di intervento. Campo de’ fiori 50 Paesi che non hanno aderito al Trattato di Kyoto di Giovanni Francola Il trattato di Kyoto è il risultato di anni di sforzi impiegati a livello internazionale per combattere i cambiamenti climatici. Tra i paesi non aderenti al protocollo figurano: gli Stati Uniti, responsabili del 36,1% del totale di emissioni, il Principato di Monaco, l’Australia, la Croazia e il Kasakistan. Nessun tipo di limitazione alle emissioni di gas serra è previsto per i paesi in via di sviluppo come Cina e India, per evitare di ostacolare la loro crescita eco- nomica, anche se ritengo questa esclusione profondamente ingiusta, per il fatto che nazioni come la Cina producono quantità di anidride carbonica incontrollabile proprio per le loro politiche industriali. Davanti alla situazione di rischio ambientale irreversibile, alcune nazioni applicano politiche di sviluppo sostenibili in grado di frenare tali emergenze, mentre altre, non curanti dei rischi, non adottano Una montagna di ciclomotori e motocicli in una città cinese nessun tipo di programmazione, ingannate proprio dagli alti profitti di economie in crescita. Quindi, ritengono l’obbiettivo dichiarato del Protocollo di Kyoto di ridurre le emissioni di gas serra nei paesi industrializzati del 5 % nel periodo 2008/2012, rispetto ai livelli del 1990, una cosa buona ma insufficiente per evitare il punto di non ritorno. E’ cosa del tutto scontata che allineare tutte le nazioni di questo mondo su vincoli di emissioni, comporterebbe inevitabilmente una decrescita di economie di mercato, ma siamo davvero convinti che le attuali esponenti crescite economiche portano benessere, profitti e benefici per il nostro ambiente? Non vorrei che, in un prossimo futuro, le nostre stesse dinamiche di sviluppo affogassero intere generazioni nelle più drammatiche emergenze ambientali, senza dare loro la possibilità di ridisegnare un mondo più equo e più sano. Campo de’ fiori 51 Luciano Vinardi e Civita Castellana di Enea Cisbani Luciano Vinardi nasce a Roma nel 1935. Mosaicista, pittore, grafico e designer di fama internazionale, dal 1978 al 1995 è docente di progettazione ceramica e disegno professionale presso l’Istituto Statale d’Arte di Civita Castellana, che tuttora conserva alcune sue opere in ceramica di rara e suggestiva bellezza. Compie la sua prima formazione artistica e professionale presso l’Accademia di Belle Arti di via Ripetta in Roma. Partecipa ad importanti premi e mostre nazionali. Dedica la sua attività alla progettazione di opere in vetrata, scultura e mosaico, sperimentandone le infinite possibilità espressive nell’architettura moderna. Entra in contatto con prestigiosi studi di architettura ed urbanistica, lavorando in rapporto con la funzione plastica dei volumi architettonici, dove forma e colore divengono elemento strutturale che troverà espansione nei materiali e nelle molteplici tecniche di esecuzione. Si determina, così, la predilezione per le vetrate e per la molteplicità dei materiali, che propongono particolari evidenze e motivi espressivi nella ricerca del rilievo e della fluidità della rappresentazione dello spazio figurato. Realizza opere vetrate per lo Studio Paniconi e Pediconi nella Chiesa di San Giuseppe Cafasso e per la Casa Generalizia dei Carmelitani Scalzi in Roma. Per lo Studio Boccuni di Roma, le vetrate per la Chiesa di Santa Maria della Pietà a Nicastro. Per lo Studio Armellin della Capitale, realizza la grande scultura in terracotta nel Santuario della Visitazione in Santa Marinella, provincia di Roma. Intenso il rapporto di Vinardi con Civita Castellana: non soltanto prestigioso docente presso il locale Istituto d’Arte, ma anche autore di importanti opere conservate nel nostro centro. Opera giovanile di particolare bellezza le Vetrate per la Chiesa Cattedrale in Piazza del Duomo, dove la luce e il colore, sapientemente utilizzati, creano una composizione che anticipa nettamente le opere della maturità. La padronanza del disegno figurato, l’uso magistrale del vetro colorato e l’intensa modulazione della luce e degli accenti chiaroscurali creano un modello artistico, che ben si accorda con le architetture classiche della Chiesa Settecentesca. Nel 1990 è il vincitore del Concorso promosso dall’amministrazione comunale per il Monumento al Ceramista, da erigersi in Via della Repubblica. La raccolta storica dell’Istituto d’Arte conserva, del Maestro Vinardi, un vaso-scultura in smalto verde, un vaso con decorazio- ni a rilievo in smalto bianco e il modello in gesso di una scultura dall’intenso modellato. Così Luigi Tallarico ha descritto l’opera di Vinardi:……. “Le sue impaginazioni, sia nel mosaico che nelle vetrate, confermano, sul piano dei valori estetici, come la tecnica specifica ottenga risultati di autonomia espressiva da rinvenire non solo nella diversità e intensità del movimento e dei colori, ma nella vibrazione della luce, che porta alla motilità e alla modulazione e vibrazione delle superfici e dell’intera struttura….Concorrono, indubbiamente, a questi risultati la scelta operata da Vinardi sui materiali, l’impiego sapiente degli elementi diversi, il rifiuto della casualità e dell’automatismo. Ed è per questo che le sue opere e strutture sono tese alla creazione di nuovi valori estetici, che rimandano allo spazio concreto cioè architettonico e alla luce del profondo della materia…….”. Il Professor Claudio Longo ritrae così l’opera di Vinardi:……. “L’Artista esprime la sua arte attraverso la materia e il colore sprigionando luci e forme sempre in movimento, in un rapporto semantico colore-architettura. La sua arte si lega spontaneamente all’architettura e alla composizione architettonica …… Il nostro incontro è stato un rapporto ricco di dibattiti sulla ricerca spaziale, sullo spazio – forma, che Luciano ha magistralmente tradotto in una composizione senza fine.” 52 Campo de’ fiori Campo de’ fiori 8-16 Sett. loc. Catalano - Circolo Tennis Davis 76, torneo Open Santi Marciano e Giovanni. 9 Sett. ore 9:00 Loc. Pizzo Garofalo Esibizione Mini Moto; ore 15:30 Loc. Quartaccio-Aldero Hotel 2° torneo di Burraco Santi Marciano e Giovanni 10-28 Sett. Via Roma circolo ACLI torneo di Calciotto “memorial Ivan Rossi”. 13-30 Sett. Via Garibaldi 35, galleria Halesus, mostra “scorci, ruderi e paesaggi di Civita Castellana” . 13 Sett. ore 17:30 Piazza Duomo, Chiesa Cattedrale, Santo Rosario a seguire Santa Messa; Via di Corte “Festa a Corte” con cena sulla via a partire dalle ore 20:00. 14 Sett. Piazza S.Pertini “Notte bianca per bambini” dalle ore 16:00 in poi; ore 17:30 Piazza Duomo Chiesa Cattedrale, Santo Rosario e a seguire Santa Messa; ore 20:00 Via Terrano località Il Castellaccio “Cena sotto le stelle”. 15-17 Sett. ore 10:00 sala Pablo Neruda apertura mostra/concorso fotografico “cattura l’immagine”, esposizione costumi carnevaleschi “proponi la tua mascherata”, temi per il prossimo carnevale. 15-18 Sett. Campo Sportivo “C.Angeletti” Via E.Minio, Triangolare Rugby “Old Verani”. 15 Sett. ore 10:00 Via Ferretti, Sala Cicuti, manifestazione enologica a cura della Winesnob; Via Enrico Minio, Circolo Bocciofilo G.Cavalieri, torneo triangolare di bocce; ore 16:00 Piazza Matteotti stand espositivo G.A.R.(15-16-17 Sett.); ore 17:30 Piazza Duomo, Chiesa Cattedrale, Vespri Solenni e a seguire Santa Messa; Piazza Martiri Fosse Ardeatine, New Green World, degustazione di vini italiani; ore 20:00 Via Terrano, Loc. Il Castellaccio, cena sotto le stelle; ore 22:00 P.zza Matteotti concerto con LUCA CARBONI. 16 Sett. Piazza Duomo, Chiesa Cattedrale, dalle ore 05:00 alle ore 9:30 celebrazione continua delle Sante Messe; ore 8:00 Via F.Petrarca, gara ciclistica Trofeo SS. Marciano e Giovanni; ore 10:00 Via Ferretti, Sala Cicuti, manifestazione enologica a cura della Winesnob; ore 11:30 Piazza Duomo, Chiesa Cattedrale, Santa Messa Solenne presieduta da S.E. Mons Giuseppe Bertello Nunzio Apostolico per l’Italia e concelebrata da altri Vescovi, da S.E. Mons. Divo Zadi Vescovo di Civita Castellana e dai parroci della città; ore 18:00 Piazza Matteotti, esibizione banda “Città di Civita Castellana”; ore 19:00 Piazza Matteotti dimostrazione dei volontari della C.R.I.; ore 19:30 Piazza Duomo, Chiesa Cattedrale, Santa Messa presieduta dal Vicario Foraneo Mons. Pasquale La Rocca; ore 20:15 Piazza Duomo, Chiesa Cattedrale, solenne processione con le Reliquie dei Santi Patroni; Piazza Matteotti, bengalata; ore 21:30 Piazza Duomo, cor- 53 teo storico e investitura dei capitani. 17 Sett. Grandiosa Fiera di Merci e Bestiame per l’intera giornata; ore 21:00 Piazza Matteotti, spettacolo “musica e moda”. 19-29 Sett. Via del Forte, galleria d’arte “Atmosfere” mostra collettiva di pittura. 21 Sett. Via del Forte, New Green World, degustazione di vini italiani. 21-22 Sett. Piazza San Clemente, festa rionale. 21-22-23 Sett. Sala Pablo Neruda, personale del pittore Gordon Faggetter. 22 Sett. Piazza Martiri di Nassirya (parcheggio P.T.) cerimonia di intitolazione della piazza; ore 21:30 Via del Rivellino, serata di astronomia. 23 Sett. ore 11:00 Via Santi Martiri Marciano e Giovanni, giardino pubblico, cerimonia di intitolazione del giardino a Sir. Robert Baden Powel; ore 16:00 Forte Sangallo (fossato nord) 12° edizione del Palio degli Anelli; Piazza Matteotti, premiazione dei capitani di contrada; ore 19:00 Piazza Matteotti estrazione della tombola di € 2.000,00; ore 20:30 Via Terrano, Loc. Il Castellaccio, cena Medioevale; ore 22:30 Via Belvedere Falerii Veteres, grandioso spettacolo pirotecnico. 28 Sett. Via del Forte, New Green World, degustazione di vini italiani; 28-30 Sett. Sala Pablo Neruda, personale del pittore Attilio Fioravanti. Campo de’ fiori 54 Una “Fabrica” di ricordi Personaggi, storie e immagini di Fabrica di Roma Anni ‘60: concerto beat a San Matteo di Sandro Anselmi Eravamo alla fine degli anni ’60 e per il nostro gruppo musicale, “Max e i Grandi Naufraghi”, quei giorni di Settembre, che precedevano le feste patronali dei Santi Matteo e Giustino, erano colmi di impegni. Provavamo e riprovavamo i brani che avremmo eseguiti durante il concerto in piazza nella serata del 21 e, giorno dopo giorno, cercavamo di perfezionarci. Preparavamo, con cura, la parte strumentale ed ancor più quella vocale, che avevamo l’abitudine di provare a voci scoperte. All’inizio, questa tecnica era risultata davvero ostica, ma poi, pian piano, era diventata una nostra metodica usuale. Durante le prove, si erano aggiunti al nostro gruppo degli amici che avrebbero arricchito, con una presentazione particolare, la serata. Carlo e Lella, affiatatissimi, inventavano le loro battute comico-ironiche, che dovevano coinvolgere il pubblico in una sorta di musichiere. In realtà questa non era la nostra prima esibizione in piazza, ma avevamo già tenuto un concerto la sera del 15 Agosto, per il varo del primo ferragosto fabrichese, ed eravamo stati accolti dal pubblico con un calore indicibile ed indimenticabile. A maggior ragione, dovevamo per forza migliorarci, anche per essere all’altezza del successo che ci aveva accompagnato fino a quel momento. Avevamo vinto già diverse gare di complessi e venivamo, oramai, invitati a partecipare fuori gara, e a fare gli ospiti d’ono- re durante importanti manifestazioni. Tornando da scuola, in quei giorni, e passando per la piazza, guardavo appena di sfuggita gli operai, che costruivano il palco. Tiravo dritto per non incappare in qualche battuta dei “matusa”, che se la sarebbero presa, magari, con i miei capelli lunghi. Quel palco, per me, valeva più di quello dell’ Olympia di Parigi e del Metropolitan di New York ed invece era un semplice palco, fatto di tavole di legno e di assi segate. Quell’elemento magico era stato il luogo nel quale avevo potuto ammirare, fin da bambino, tutti gli artisti che venivano ad esibirsi per le feste ed erano gli unici che io conoscevo ma, per me, erano i più bravi del mondo e così, i cantanti, i comici, i ballerini, i rumoristi, che mi avevano tanto colpito, era come se mi avessero lasciato il testimone. Arriva la sera fatidica, e già molte ore prima, il pubblico aveva riempito la piazza occupando anche tutti i balconi circostanti, e perfino il tetto dell’edicola dei giornali. S’accendono le luci e, dopo i primi penati momenti, ve-niamo sommer-si dagli applausi e dalle incitazioni, che ci danno la giusta carica per dare il meglio di noi. Poi, un susseguirsi delle più belle canzoni di quegli anni (Portami tante rose, Ed ho in mente te, Ragazzo triste, C’era un ragazzo, Aushwitz…), ed un crescendo di gag esilaranti, fecero scoppiare le prime, grossolane, “hola”. La serata resta, nei miei ricordi, come una delle migliori in assoluto e, ancora oggi, mi emoziona ricordare tutte quelle facce di giovani in prima fila, che sognavano “un cambiamento” e che avrebbero scoperto, molti anni dopo, di aver vissuto un’ illusione. Campo de’ fiori 55 Info Pubb. 0761.513117 56 Campo de’ fiori Vita Cittadina Luglio - Corchiano (VT) - selezioni per il concorso di bellezza “Miss Italia” - foto Eleven Focus Agosto - Vallerano (VT) Concerto del cantautore Francesco De Gregori. Nei riquadri: il numeroso pubblico che ha seguito il concerto e il comitato organizzativo della festa patronale, insieme al cantautore foto Mauro Topini Protegge i tuoi valori Silvia Malatesta - Via S. Felicissima, 25 01033 Civita Castellana (VT) Tel.0761.599444 Fax 0761.599369 [email protected] 56 Campo de’ fiori Vita Cittadina Luglio - Corchiano (VT) - selezioni per il concorso di bellezza “Miss Italia” - foto Eleven Focus Agosto - Vallerano (VT) Concerto del cantautore Francesco De Gregori. Nei riquadri: il numeroso pubblico che ha seguito il concerto e il comitato organizzativo della festa patronale, insieme al cantautore foto Mauro Topini Protegge i tuoi valori Silvia Malatesta - Via S. Felicissima, 25 01033 Civita Castellana (VT) Tel.0761.599444 Fax 0761.599369 [email protected] 58 Annunci Campo de’ fiori LAVORO CERCO -LAUREATA in matematica ed abilitata all’insegnamento impartisce lezioni private di matematica e fisica per scuole superiori e scuole medie, zona Civita Castellana. Tel. 339.8540427 -LAUREATA in lettere classiche impertisce ripetizioni di latino, greco, italiano, inglese, ai ragazzi delle scuole superiori; di tutte le materie ai ragazzi delle scuole medie. 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Città......................................................Tel...................................Firma................................................................ INDOVINELLO In quale mese dell’anno le donne parlano meno? Avete risolto l’indovinello ?? Il primo che indovinerà e ne darà comunicazione in redazione, riceverà un simpatico omaggio offerto dalla GIOIELLERIA SPERANDIO Campo de’ fiori 61 Nasce a Civita Castellana un nuovo centro di ricerca: la X-TECH s.p.a. 28 Giugno 2007, data che ha segnato l’inizio di una grande realtà, destinata a tracciare un percorso significativo verso lo sviluppo della ceramica. In un momento in cui la crisi industriale non di risparmia neanche CiErminio vita Castellana, alcune Quadraroli tra le più importanti aziende civitoniche, hanno deciso di stringersi in un patto di forza e fondare la XTECH S.p.a.. La Disegno Ceramica S.r.l., la Ceramica Flaminia S.p.A., la Ceramica Galassia S.r.l. e la Simas S.p.a., unitamente allo studio di progettazione Nexas S.r.l., hanno messo insieme le loro forze per dar vita a questa nuova realtà. Alla presentazione ufficiale delle attività della X-TECH S.p.a., i molti industriali presenti, hanno accolto con favore le parole del Sindaco di Civita Castellana, Massimo Giampieri, e del Presidente della Provincia di Viterbo, Alessandro Mazzoli, i quali, plaudendo all’iniziativa, si sono augurati che, sempre più imprenditori, uniscano le loro forze per aumentare la competitività sul mercato. L’ Ing. Bartolo Giannone ha concluso l’ inaugurazione illustrando le collaborazioni con alcuni atenei, e mettendo in evidenza come la XTECH S.p.a., inserita all’interno dell’importante contesto industriale civitonico, si proponga quale punto di riferimento per approfondire e sviluppare, in maniera razionale, i potenziali della ceramica tradizionale, usata per la fabbricazione di sanitari e non solo. La X-TECH S.p.a. disponendo, infatti, di conoscenze specifiche e dei più avanzati strumenti di ricerca, è in grado di caratterizzare gli impasti e i prodotti ceramici, sia da un punto di vista chimico-fisico, che meccanico. L’obiettivo primario della X-TECH S.p.a., tuttavia, resta quello di coniugare tecnologia e professionalità per studiare materiali innovativi ed arrivare all’ottimizzazione dei processi ceramici già esistenti, al fine di migliorarli e giungere ad un maggior valore Diamo il benvenuto, sulle nostre pagine, al neocollaboratore, per il litorale romano, Andrea Serpa. Andrea, oltre ad essere proprietario e bagnino dello stabilimento balneare Andrea Serpa “Saint Tropez” di Anzio, vive contemporaneamente una interessante carriera artistica. Dopo aver partecipato a diversi spettacoli televisivi e teatrali, è stato tronista nel programma di Canale 5, Uomini e donne, di Maria De Filippi e lo abbiamo visto in uno degli spot televisivi della Unieuro, con T. Guerra. E’ ideatore e conduttore di trasmissioni per Radio Enea. E’ protagonista in vari fotoromanzi della produzione Cioè e insegna recitazione alla Crazy school di Anzio, diretta dalle maestre Roberta ed Elena Vitiello. RESOCONTO DELL’ESTATE 2007 Un’estate complessivamente positiva questa del 2007, nonostante il frequente mare mosso. A parte le condizioni meteo, i villeggianti, ormai, si limitano ai soli week-end, salvo rare eccezioni. Le problematiche che causano il lento spopolamento delle spiagge sono molte: il caroprezzo degli affitti delle case, la rinuncia ad un lungo periodo di ferie da parte degli autonomi, la sempre meno disponibilità economica. Anzio assomma a questi problemi, anche quelli derivati dalle negligenze del comune stesso che, nonostante la quinta bandiera blu consecutiva, non ha provveduto alla ottimale manutenzione del suo mare. aggiunto sul prodotto finito. La X-TECH S.p.a., quindi, si propone come un anello di giunzione tra innovazione e tradizione ceramica, che è vanto di Civita Castellana. I giovani, inoltre, disertano le nostre spiagge per la mancanza di attrazioni adeguate. Questo vale anche per gli stranieri, tant’è che Anzio può contare perlopiù sui romani, che, da sempre, lo preferiscono come meta balneare perché trovano la tranquillità e la sicurezza di stare in spiaggia con tutta la famiglia, per passare momenti felici da ricordare, magari, un domani, con una fotografia. Campo de’ fiori 62 Sandro Anselmi P.zza della Liberazione, 2 - 01033 Civita Castellana (VT) Tel./Fax 0761.51.31.17 e-mail : [email protected] Da 40 anni al vostro servizio Pubblicizza una selezione di offerte immobiliari -AFFITTO a Civita Castellana 2 -VENDO a Civita Castellana villini su tre livelli appartamenti di campagna di con giardino. Ottime rifiniture. cui uno ammobiliato. Ottimi per -VENDO a Civita Castellana, appartamento di mq trascorrere i fine settimana. 130 in zona nuova, con ascensore. -AFFITTO a Civita Castellana, Cucina, salone con balcone di mq 16, due camecentro storico, locale commer-VENDO a Civita Castellana, appartamento mq ciale di mq 60 con servizi. 100 in zona nuova, piano IV con ascensore. -AFFITTO a Civita Castellana, Salone, cucina abitabile con camino, due bagni, zona industriale, terreno di mq camera grande, due camerette. 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La tua sorellina Meri, a cui manchi immensamente, la tua cara nipotina Giorgia, che crescerà anche per te, la tua mamma, che non ti lascerà mai sola, perché rimarrai sempre nel suo cuore e nella sua mente ed, infine, ma non perché ultimo, il tuo adorato cognato Marcello (più che un fratello per te), per il quale resterai sempre cara e viva nella sua casa. Un ringraziamento, per la sua disponibilità verso Daniela, va al suo medico di base Dottor Marco Granatelli, che lei considerava un amico, ed al Centro Sociale Rosa Merlini Frezza, per la partecipazione al suo ultimo saluto, e a tutti quelli che hanno partecipato. Famiglia De Vittori. Il 12 Agosto, all’età di 101 anni, ci ha lasciati, per raggiungere i suoi cari e il suo amato Dario, nonna Virginia Conte. Avevamo parlato di lei sul numero 33 di Campo de’ fiori e, Attraverso il racconto della sua vita, da parte della nostra collaboratrice Ermelinda Benedetti, avevamo scoperto una donna dolcissima, ma al tempo stesso tenace e coraggiosa. Campo de’ fiori seleziona ragazzi/e da inserire nel settore commerciale. Per informazioni 0761.513117 oppure [email protected] oppure Piazza della Liberazione 2 Civita Castellana Lo Studio Legale dell’ Avv. Aldo Piras Patrocinante in Cassazione, ha stipulato una convenzione con Campo de’fiori con la quale, tutti i lettori, avranno diritto a n. 3 consulenze gratuite. Per informazioni rivolgersi in redazione Campo de’ fiori è distribuito a Civita Castellana, Corchiano, Fabrica di Roma, Vignanello, Vallerano, Canepina, Vasanello, Soriano Nel Cimino, Vitorchiano, Bagnaia, Viterbo, Montefiascone, Carbognano, Caprarola, Ronciglione, Sutri, Capranica, Cura di Vetralla, Blera, Monte Romano, Tarquinia, Civitavecchia, Orte, Gallese, Magliano Sabina, Collevecchio, Tarano, Torri in Sabina, Calvi nell’Umbria, Stimigliano, Poggio Mirteto, Otricoli, Narni, Terni, Amelia, Nepi, Castel Sant’Elia, Monterosi, Anguillara, Trevignano, Bracciano, Canale Monterano, Mazzano, Campagnano, Sacrofano, Olgiata, Faleria, Calcata, S.Oreste, Nazzano, Civitella San Paolo, Torrita Tiberina, Rignano Flaminio, Morlupo, Castelnuovo di Porto, Riano, Ostia, Nettuno, Anzio, Fregene e nei migliori locali di Roma, in tutte le stazioni MET.RO. Spedito a tutti gli abbonati in Italia e all’estero, inviato ad Istituzioni Culturali e sedi Universitarie italiane e straniere, a personaggi politici, della cultura, dello sport e dello spettacolo. Campo de’ fiori Periodico Sociale di Arte, Cultura ed Attualità edito dall’Associazione Accademia Internazionale D’Italia (A.I.D.I.) senza fini di lucro Presidente Fondatore: Sandro Anselmi Direttore Editoriale: Sandro Anselmi Direttore Responsabile: Stefano De Santis Direzione Amministrazione Redazione Pubblicità ed Abbonamenti: Piazza della Liberazione, 2 01033 Civita Castellana (VT) c/c postale n.42315580 Tel. e Fax 0761.513117 e-mail: [email protected] Redazione di Roma: Viale G. 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