Big D.D. SV Fornaci Bang QUANDO NASCONO LE IDEE... Giornalino del Circolo Didattico SV-Fornaci Scuola di Pace GIUGNO 2010 anno VI N° 9 IN TEMPO DI CRISI E DI TAGLI ……UN NUMERO IN BIANCO E NERO!!! SUL WEB PERÒ POTETE TROVARE LA VERSIONE A COLORI CON TANTE PAGINE IN PIÙ. VI RICORDIAMO L’INDIRIZZO DEL NOSTRO SITO: www.ddfornaci.sv.it E VI AUGURIAMO UNA BUONA LETTURA E UNA BUONA ESTATE!!! A PRESTO! LA REDAZIONE ) PAG. 5-6-7 LA REDAZIONE DEI PICCOLI A PAG. 2 ESPERIENZA CON LA SCUOLA DI PACE. A PAG.8-9 I maghi della Panissa!!! IL VOLO DEGLI AQUILONI. Pag. 11-12 ...IN SCENA! SPECIALE TEATRO CLASSI QUINTE C - D Classi 4^A e 4^B –Scuola XXV Aprile L’11 OTTOBRE 2009 NOI DELLE CLASSI QUARTE DELLA SCUOLA XXV APRILE CI SIAMO RITROVATI SULLA SPIAGGIA ALLA FOCE DEL FIUME LETIMBRO PER FAR VOLARE GLI AQUILONI CHE ABBIAMO COSTRUITO A SCUOLA USANDO DUE BACCHETTE DI LEGNO E UN FOGLIO DI PLASTICA LEGGERA; SUL FOGLIO DI PLASTICA ABBIAMO DISEGNATO ☺☺☺ GLI SMILE CHE ABBIAMO COLORATO CON I PENNARELLI INDELEBILI. OLTRE AI NOSTRI AQUILONI ERANO PRESENTI ALTRI AQUILONI PICCOLI, GRANDI, A FORMA DI POLPO, COCCODRILLO, PIPISTRELLI… MA SOPRATTUTTO MOLTO BELLI. QUESTA FESTA SI SVOLGE CONTEMPORANEAMENTE IN TUTTO IL MONDO, PER DIMOSTRARE CHE TUTTI DESIDERIAMO LA PACE; ADDIRITTURA SULLA NOSTRA SPIAGGIA ERANO PRESENTI ANCHE PERSONE STRANIERE. QUESTO EVENTO DA 20 ANNI HA LUOGO NELLA SECONDA DOMENICA DI OTTOBRE IN PIÙ DI 400 SITI NEL MONDO, DA CINQUE ANNI LA LIGURIA E DA DUE ANNI ANCHE SAVONA HANNO DIMOSTRATO IL LORO IMPEGNO NEI CONFRONTI DELLA SOLIDARIETÀ E LA PACE FRA I POPOLI E LA SALVAGUARDIA DEL PIANETA . 1 A pag. 3-4 vieni “A spasso per il centro storico di Savona” con i ricordi di Giuseppe Cava e i nostri. Classi V A-V B scuola “Astengo” INDICE PACE, PACE, PACE!................PAG. 2 SAVONA: NEWS, STORIA, TRADIZIONI...PAG. 3 LARGO…AI PICCOLI!..............PAG. 5 MANGIAR BENE............…......PAG. 8 NEWS DALLE NOSTRE SCUOLE......PAG.10 …IN SCENA!.......................PAG.11 “UN CIELO , UN MONDO” È LA MANIFESTAZIONE NATA IN AMERICA NEL 1985, PENSATA DA UN AQUILONISTA DEL COLORADO, JANE PARKER CHE, IN OCCASIONE DI UNO STORICO INCONTRO SUL DISARMO NUCLEARE, PREPARÒ UN AQUILONE E UN TESTO CHE SPIEGAVA LA NECESSITÀ DELLA PACE NEL MONDO. DA ALLORA OGNI ANNO, NELLA SECONDA DOMENICA DI OTTOBRE GLI AQUILONI SI ALZANO IN CIELO PER LA PACE. È STATO EMOZIONANTE PENSARE CHE CONTEMPORANEAMENTE A NOI, IN TANTI ALTRI POSTI NEL MONDO, C’ERANO PERSONE CHE STAVANO FACENDO LA STESSA COSA. TUTTI INSIEME ABBIAMO AFFIDATO AL VENTO LA NOSTRA RICHIESTA DI SOLIDARIETÀ E DI PACE. ➔ (LEGGI L’ARTICOLO CORREDATO DA ALTRE FOTO SUL NOSTRO SITO) PACE, PACE, PACE! RICORDI DA AUSCHWITZ Dal 1939 al 1945 si scatenò la Seconda Guerra Mondiale con milioni e milioni di vittime. Questa guerra coinvolse molte nazioni di tutto il mondo. Anche l’Italia fu trascinata in guerra per stare al fianco di Hitler (capitano dell’esercito tedesco). Mussolini (dittatore italiano ) fece alleare l’Italia e la Germania. Hitler ordinò di imprigionare tutti gli Ebrei e di portarli nei campi di sterminio. Gli Ebrei vennero soprattutto portati ad Auschwitz e a Birckhenow: due città della Polonia. Nel campo di concentramento ci furono 8 milioni di vittime tra cui 3 milioni di bambini. All’interno del campo di concentramento si dormiva su tavole di legno fatte a castello; i bisogni igienici si facevano in gabinetti fatti a fossa, tutti messi uno a fianco all’altro. I soldati tedeschi costrinsero gli Ebrei a spogliarsi e a recarsi nei locali adibiti alle docce. La maggior parte degli Ebrei venne uccisa sotto queste “docce” dai soldati tedeschi: dalle docce invece dell’acqua usciva un gas che uccise tutte le persone che lo respiravano. Dopo la loro morte s’impadronirono delle loro valigie e dei loro vestiti e delle loro scarpe. I prigionieri potevano digiunare anche per tre o quattro giorni. Nel campo di concentramento venne costruito un cimitero in cui erano seppellite le famiglie ebraiche: i cadaveri della stessa famiglia venivano seppelliti uno sopra all’altro. I cadaveri potevano essere anche bruciati nei forni crematori. Esperienza con la scuola di pace. Il campo di concentramento di Cairo Montenotte Ieri mattina un signore di nome Luigi Capra è venuto ad illustrarci la vita delle persone che 60 anni fa furono rinchiuse come prigionieri nel campo di concentramento di Cairo Montenotte. Nel campo vennero rinchiusi anche donne e bambini per poco tempo, poi, a causa del troppo freddo vennero trasferiti a sud di Roma, in un altro campo. Ci ha spiegato che i prigionieri, appena arrivati, venivano rasati a zero per evitare la diffusione dei pidocchi e di altri parassiti, dormivano in baracche di legno con il letto fatto di tavole di legno e il materasso di fieno: il campo ne aveva 14. I loro pasti erano un’unica portata, non come noi oggi, solitamente una zuppa fatta con brodo di foglie di carote e poco riso, cucinata da loro stessi: chi era fortunato ne trovava un po’ nel piatto, ma non più di due cucchiaini. Nel campo c’era una fila di rubinetti coperti da una tettoia, dove i prigionieri si lavavano, lavavano i loro indumenti, prendevano l’acqua per bere, cucinare e per il gabinetto (grande buco a cielo aperto, che emanava un terribile odore). Chi avesse cercato di scappare sarebbe stato ucciso; non era facile provare a fuggire, ogni angolo del campo era illuminato e il perimetro circondato da filo spinato. Andavano a dormire molto presto e si svegliavano “con le galline”, cioè molto presto. Facevano tutti i lavori che gli venivano chiesti. Il sig. Capra ci ha consegnato delle schede: nelle prime si doveva rispondere a delle domande, sia su quello di cui avevamo appena parlato, sia sull’osservazione di un plastico del campo di Cairo Montenotte. Infine, abbiamo fatto un gioco a gruppi, in cui dovevamo orientarci nel campo, analizzando tre foto di particolari del campo stesso; sembrava una cosa facile, ma abbiamo scoperto di non essere buoni osservatori. Alla fine tre di noi, quelli che hanno fatto meglio le schede, sono andati a spiegare ad un’altra classe quello che il sig. Luigi aveva detto a noi. “Questa esperienza è stata molto bella e ha generato in noi la consapevolezza di quanta sofferenza e crudeltà può nascere se non si rispetta il valore della persona.” CLASSI V C e V D – “Astengo” 2 SAVONA: news, storia, tradizioni A spasso per il centro storico di Savona con i ricordi di Giuseppe Cava e i nostri V A- V B – scuola “Astengo” Ieri, mercoledì 20 gennaio abbiamo visitato le vie e le piazze della città come momento finale del percorso “Savona ieri e oggi” organizzato con la Pinacoteca Civica. In questo modo ci siamo resi conto dei grandi cambiamenti che la nostra città ha subito nel tempo. Infatti, nel Medioevo Savona era una cittadina molto piccola, stretta fra il mare e le colline, circondata da mura difensive; nell’entroterra c’erano solo campi e molti orti. La via principale di Savona era via Pia che all’epoca si chiamava via Fossavaria o via Nattoni. Il nome attuale “via Pia” è dovuto alla prigionia fra le mura di Savona subìta da Papa Pio VII; in un primo tempo solo il tratto che portava dal Brandale a piazza Maddalena fu battezzata via Pia, poi il nome fu esteso a tutta la strada. In questa via simbolo di potenza, fierezza e nobiltà abitavano le più importanti famiglie patrizie come i Sansoni, i Della Rovere, i Gavotti, i Boselli, i Multedo, i Cassinis, i Naselli. Via Pia, già allora era il cuore della città ,la vera anima del commercio, con le sue numerose case a schiera e i numerosi negozi e magazzini di vario tipo: salumi, formaggi, pane, olio e stoffe. Proseguendo per via Pia incontriamo piazza Maddalena, un tempo considerata una delle piazze più importanti della città. Essa deve il suo nome alla chiesa di Santa Maria Maddalena che ora non esiste più. Su questo caratteristico slargo si affaccia il Palazzo Multedo. Da qui ci siamo diretti alla storica piazza del Brandale, il simbolo di Savona antica; è una piccola piazza non molto grande delimitata, però, da importantissimi monumenti: il Palazzo degli Anziani, la Torre del Brandale, chiamata anche Turris – Forata e dai savonesi detta “Campanassa”. La Torre del Brandale, la cui costruzione risale al 1177, ospitava l’Abate del popolo e il suono della sua grande campana rappresentava per tutti un avvenimento. I giovani, gli anziani, i bambini alzavano lo sguardo verso il cielo a guardare con stupore il tripudio della campana che suonava a festa in occasione di ricorrenze o lieti eventi e rimbombava minacciosa quando la città si trovava in pericolo. Con il tempo la vecchia campana si ruppe e fu sostituita da un’altra , che non suonava allo stesso modo, aveva una voce estranea più simile a quella di una matrigna che a quella di una mamma che arriva dritta al cuore di ciascuno come ricorda lo scrittore G. Cava. Vicino alla Torre del Brandale si trova la casa dove è nato e cresciuto il poeta e scrittore savonese: Giuseppe Cava. Un 3 SAVONA: news, storia, tradizioni tempo vicino a piazza del Brandale sorgeva piazza delle Erbe dove ogni mattina si svolgeva il mercato. C’erano contadini che vendevano frutta e verdura dei loro raccolti e poi altri ambulanti come macellai, fornai… che arrivavano da posti lontani. Al pomeriggio quando tutte le ceste erano state portate via, i bambini di quella zona si ritrovavano a giocare a nascondino… e addirittura si divertivano ad assistere incuriositi ai macelli delle bestie e ad andare a pescare al porto. Dopo la visita in piazza Brandale ci siamo spostati in piazza Vacciuoli dove nel Medioevo sorsero le prime mura di cinta della città e, a testimonianza dell’epoca, si trovano ancora oggi Palazzo Sansoni e una torre. Abbiamo poi raggiunto piazza Della Rovere dove si trova il grande e maestoso palazzo Della Rovere fatto costruire da Giuliano Della Rovere nel 1495. Progettato da Giuliano Da Sangallo è un palazzo nobiliare sulla cui facciata ci sono finte colonne che ricordano le case a schiera. Dopo piazza Della Rovere siamo andati in via Quarda, strada dove vivevano famiglie nobili e di mercanti e palazzo Pozzobonelli e palazzo Lambadoria ne sono testimonianza. Infine, l’ultima tappa alla Torre della Quarda, chiamata più affettuosamente “ Torretta” o Torre Leonpancaldo. Isolata dal resto della città, forse proprio per il suo ruolo di difesa, la sua data di costruzione risale al 1300 e un tempo faceva parte delle mura della città. Un tempo esisteva anche il quartiere di via Cassari e dintorni dove si conciavano le pelli e tra le tante botteghe c’era quella di “ Davide il trippaio”, un personaggio curioso con i baffoni e capelli neri. Questo tipo era convinto che conciato così la morte non lo avrebbe chiamato a raduno. Inoltre era un suonatore e animatore di feste, usava un profumo scadente che si mescolava al sapore poco piacevole di trippa bollita. Al termine di questa bella mattinata tappa obbligatoria da Rosanna, Nadia e Mauro: i tre maghi della panissa. Buonissima, una vera delizia per il palato! Questo percorso ci ha interessato moltissimo perché visitare le vecchie strade di Savona insieme a persone preparate come Silvia Asiani e Alessio Cotena operatori culturali della Pinacoteca Civica, e accompagnate dalle meravigliose descrizioni di un tempo di Giuseppe Cava ci ha fatto riflettere molto su come doveva essere la vita allora, come si divertivano e imparavano i bambini di quell’epoca. Non sapremmo dire se ci sarebbe piaciuto di più vivere allora o al giorno d’oggi! 4 5 SOLUZIONE. 1. 2. 3. 4. RACCONTA LA STORIA. 5. LA VOCALE E E LA VOCALE I GIOCANO IN UN PRATO. LA I CADE IN UNO STAGNO. UNO SCOIATTOLO LA SENTE PIANGERE. ALLORA LANCIA UNA CORDA ALLA I E LA TIRA SU. FELICI E CONTENTE LA E E LA I RINGRAZIANO LO SCOIATTOLO. RIORDINA LE IMMAGINI. classe 1ª C - Astengo UNA BRUTTA AVVENTURA. LARGO AI PICCOLI! LARGO AI PICCOLI! CIBO PER LA MENTE??? Classe 1ª A - Astengo 1. I BAMBINI TROVANO UNA IMMAGINE, MA NON CAPISCONO IL SUO SIGNIFICATO. 2. UN BAMBINO DICE: “FORSE SIGNIFICA CHE IL LIBRO SI DEVE MANGIARE”. 3. UN ALTRO BAMBINO DICE: “FORSE SIGNIFICA CHE IL LIBRO SI DEVE FAR ENTRARE DALLA PANCIA”. 4. UN ALTRO BAMBINO DICE: “FORSE SIGNIFICA CHE IL LIBRO SI DEVE FAR ENTRARE NELLA TESTA”. 5. UNA BAMBINA DICE: “NO! IL LIBRO SI DEVE LEGGERE E RILEGGERE ED ENTRA DA SOLO NELLA TESTA!!!” 6. ALLA FINE I BAMBINI VANNO A TAVOLA. UNO MANGIA UN PIATTO DI PASTA E UNO LEGGE UN LIBRO, MA DA ENTRAMBI ESCE IL MEDESIMO FUMETTO CHE DICE: “PER CRESCERE ABBIAMO BISOGNO DI CIBO.... PASSAPAROLA! 6 LARGO AI PICCOLI! PRINCIPE DELLA LETTURA Classe 1ª A - Astengo 1. I BAMBINI TROVANO UNA IMMAGINE, MA NON CAPISCONO IL SUO SIGNIFICATO. DOPO ESSERSI CONSULTATI UNO DI LORO PROPONE DI ANDARE DAL PRINCIPE DELLA LETTURA. LUI SICURAMENTE SAPRÀ DARE LORO UNA SPIEGAZIONE. 2. IL PRINCIPE RICEVE I BAMBINI E DICE LORO: “VENITE CON ME, IO CONOSCO UN RISTORANTE CHE SI CHIAMA «DELLA LETTURA». 3.QUESTO È IL LORO MENÙ: ANTIPASTI VOCALI PRIMI CONSONANTI, SILLABE SECONDI PAROLINE FRUTTA FILASTROCCHE E INDOVINELLI DOLCI STORIE, FIABE, POESIE, CANZONI 4. ALLA FINE DEL PRANZO I BAMBINI SAZI DICONO: “ORA CHE ABBIAMO LA MENTE PIENA STIAMO PROPRIO BENE...PASSAPAROLA!” L‛ANGOLINO DELLE CURIOSITÀ NOI E GLI ANIMALI I CONIGLI CHE OGGI POPOLANO L’AUSTRALIA DISCENDONO DA 29 ESEMPLARI IMPORTATI DA UN PROPRIETARIO TERRIERO NEL 1859. 30 ANNI DOPO ERANO DIVENTATI 20 MILIONI! SAI CHE UN CONIGLIO DORME IN MEDIA 11 ORE AL GIORNO? TI SEMBRA TROPPO? NO, SE PENSI CHE IL GATTO NE DORME 12 7 E IL FURETTO ADDIRITTURA 14! UN GATTO NON CHIEDE.PRENDE. ( GARFIELD ) UN CANE È UNA DELLE POCHE RAGIONI CHE INDUCONO ALCUNE PERSONE A FARE UNA PASSEGGIATA . ( O. A. BATTISTA ) UN CANE PUÒ ESPRIMERE DI PIÙ CON LA CODA IN UN MINUTO CHE IL SUO PADRONE CON LA LINGUA IN UN’ORA. ( ANONIMO ) QUANDO SI SCEGLIE DI VIVERE CON UN CANE È PER SEMPRE. NON LO SI ABBANDONA. MAI. METTETEVELO BENE IN TESTA PRIMA DI ADOTTARNE UNO. ( DANIEL PENNAC ) IV A e IV B –XXV Aprile MANGIAR BENE Intervista ai… tre “maghi della Panissa”! (V A-V B scuola “Astengo) Un piccolo spunto per fare anche voi la panissa. Paniccia o Panissa Paniccia fritta o Panissa frϊta 250 gr. di farina di ceci; sale. ✔ Stemperare la farina di ceci in una pentola con 1 litro d‛acqua e far riposare per un‛ intera nottata. ✔ La mattina successiva salare e porre a cuocere su fuoco moderato, rimestando continuamente con un cucchiaio di legno dal lungo manico. ✔ Trascorsi circa 45 minuti, versare in due piatti fondi e lasciar raffreddare. ✔ La <<panissa>> così ottenuta si potrà friggere o insaporire in olio e cipolline novelle affettate sottilmente, oppure ancora calda condire con olio e succo di limone. Paniccia; olio extravergine d‛oliva; sale. ✔ Togliere dalle fondine la Paniccia precedentemente preparata (v. sopra) e tagliarla a strisce lunghe 7– 8 cm circa e spesse 1; nel ponente cittadino i singoli pezzi sono chiamati “tavelle”, nome che designa le mollette per stendere i panni. ✔ Porre al fuoco una padella a bordi alti con abbondante olio: quando sarà ben caldo, immergervi le panisette e lasciarle cuocere finché non saranno ben dorate e croccanti. ✔ Salare e servire caldo. ✔ Se friggendo tendessero a disfarsi, significherà che non sono stati rispettati i tempi di cottura o le dosi. Focaccette di Savona o Fûgassette de Sann-a 400 gr. di semola finissima; Paniccia da friggere; olio extravergine d‛oliva; sale. ✔ Mettere la semola sulla madia e disporla a fontana; versarvi al centro mezzo bicchiere d‛olio emulsionato con altrettanta acqua tiepida; salare e lavorare con cura, unendo ancora l‛acqua tiepida necessaria ad ottenere un composto morbido e omogeneo. ✔ Dividere la pasta in tanti pezzi delle dimensioni di una mela e lasciarli riposare per almeno per almeno 1 ora, sotto un canovaccio umido e uno asciutto. ✔ Trascorso tale tempo, stendere i pani all‛altezza di 2 cm circa e adagiarli via via in una teglia unta d‛olio. ✔ Cuocere in forno a 180°, per 20 minuti circa. ✔ Tagliare la paniccia a fettine sottili quanto patatine, poi friggerle in olio ben caldo. ✔ Tagliare a metà le focaccette calde e farcirle con le paniccette opportunamente salate. ✔ Servite subito . 8 MANGIAR BENE Che cos‛è la panissa? E‛ un impasto di farina di ceci, acqua e sale che viene bollito e lasciato raffreddare in contenitori di alluminio. Le signore hanno aggiunto: è un cibo tipico savonese molto antico e genuino. Preparate anche altri piatti tipici oltre alla panissa? Sì, prepariamo frittelle di vario tipo con baccalà e verdure, bugie e castagnaccio. In quale settimana panissa? giorno della vendete più Vendiamo più fette il sabato. Come vengono servite “le fette”? Noi le serviamo appena fritte e ancora calde nei cartocci di carta o nel panino azzimo. Molte persone, però, comprano solo “le liste” che a casa verranno tagliate a fettine e fritte oppure condite con olio e limone. Da quanto tempo esiste nel centro storico di Savona il vostro negozio? È stato aperto circa 200 anni fa e noi siamo la 4° generazione della nostra famiglia che si dedica a questo lavoro. La ricetta antica e originale della panissa c‛è stata insegnata dalla nostra prozia. CURIOSITA‛ Due sedie bianche poste fuori dalla porta del negozio ci avvertono che il negozio è aperto. 9 NEWS DALLE NOSTRE SCUOLE zz INTERVISTA ALLA BIBLIOTECARIA CLASSE V C – “ASTENGO” INTERVISTA AD ALESSIA 1. Come si chiama? Mi chiamo Silvana 2. Le piace il suo lavoro? Non tanto, ma sono contenta lo stesso. Prima facevo la maestra e mi piaceva molto. 3. Vengono tanti bambini da lei? In verità non vengono tanti bambini 4. Da quanto tempo lavora qui? Lavoro qui da dieci anni 5. In cosa consiste il suo lavoro? Indirizzo i bambini che chiedono un libro, li aiuto nella scelta della lettura. 6. A che ora inizia il suo lavoro? Inizio a lavorare alle 7.30 7. A che ora finisce? Alle 14.30 8. Se dei libri non vanno più di moda, lei li butta? No, assolutamente, i libri hanno sempre una storia da raccontare che valga la pena essere ascoltata. 9. Ha dei figli? Non ne ho. 10. Ha letto tutti i libri? Non ho letto tutti i libri ma molti di questi, altrimenti come potrei dare dei veri buoni consigli? 11. Ha dato dei libri a mostre o manifestazioni da far leggere ad altri bambini? Certo, è stato molto interessante e sicuramente piacevole per i libri avere nuovi lettori!☺ 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. Che emozioni hai provato quando sei andata nella classe 5° A, a spiegare come funzionava il campo di concentramento di Cairo Montenotte? Ero emozionata, ma sapevo che ce la potevo fare. Come ti sei trovata con i compagni di quella classe? Erano agitati ma interessati all’argomento. Ci puoi spiegare come funziona il campo di concentramento di Cairo Montenotte? Il campo di concentramento di Cairo Montenotte era formato da un piazzale dove si svolgeva l’appello e da baracche di legno usate come dormitori. Dentro le baracche, un tempo stalle, c’erano due ripiani di assi di legno in cui potevano coricarsi quattro persone per volta. Non c’era il materasso, ma paglia come isolamento per il corpo. Si andava a dormire all’ora delle galline, perché nel campo non c’era la luce elettrica. Nel campo potevano essere rinchiuse circa 2000 persone; l’igiene personale era scarsa, per lavarsi usavano una fila di rubinetti. Appena arrivati venivano rapati a zero, come prevenzione contro le piattole e i pidocchi. I pasti erano preparati dai prigionieri con grandi pentole su fuochi e legna, mangiavano minestre di foglie di carota. Per pochissimi giorni furono rinchiusi anche donne e bambini, ma poi spostati nel campo di Alatri a Roma, a causa del grande freddo. I soldati che sorvegliavano il campo non erano tedeschi ma italiani. I bambini sono stati bravi a rispondere alle domande? Si, a parte qualche imprecisione e qualche errore. Erano interessati all’argomento? Sì, molto. Ti è piaciuto l’argomento del campo di concentramento? Sì tantissimo. Sei riuscita a spiegare bene l’argomento? Mi pare di si, è stata una bellissima esperienza. zz INTERVISTA AL BIDELLO GIULIO INTERVISTA A NANDA 1. 2. 3. 4. 5. 6. 1. Ti piace il tuo lavoro? Sì perché lavoro con i bambini. Avresti voluto fare altri lavori? Sì mi sarebbe piaciuto sport motoristico. Ci puoi spiegare il tuo lavoro? Sorveglio e pulisco i locali per garantire sicurezza e igiene. Da quanti anni lavori in questa scuola? Da 16 anni. Hai lavorato in altre scuole? Sì ma sempre per questa direzione didattica. Ci puoi dare dei consigli per migliorare il servizio scolastico? Mantenerlo così. Come passi il tempo a scuola? Rendendomi utile e stando attento alle esigenze di bambini e insegnanti. 2. Come si trova a lavorare qui? Benissimo, soprattutto con i bambini. Lei da piccola voleva diventare insegnante? No. Cosa prova a stare con dei bambini? Dipende: a volte ansia, a volte allegria, a volte nervosismo. Quale materia le piace di più? Italiano e storia, le stesse che insegno quest’ anno. Lei è stata anche vicaria, è stato faticoso? Sì, abbastanza, a volte sì. I bambini sono contenti di averla come insegnante? Ma non so…proviamo a chiederglielo….☺☺☺ Sìììììììì! bcbcb 3. 4. 5. 6. 7. ★★★★★★★★★ INTERVISTA ALLA SEGRETARIA 1. 2. INTERVISTA AL DIRIGENTE 1. 2. 3. 4. 5. 6. 3. Come si chiama? Livio Virtù. Le piace il suo lavoro? Sì, anche se a volte è complicato. Da quanto è assunto in questa direzione? Sono stato assunto il 1° settembre 2009. Vorrebbe cambiare lavoro? No. Le piacciono i bambini? Sì mi piacciono. In che cosa consiste il suo lavoro? Far funzionare bene la scuola. Si trova bene a lavorare con altri colleghi e in questa scuola? Sì. 4. 5. 6. 7. 8. 10 Come si chiama? Maria Grazia Canavese. Le piace il suo lavoro? Sì, mi piace molto il mio lavoro. Da quanto è assunta in questa direzione? Sono stata assunta il 1° settembre 2008. Vorrebbe cambiare lavoro? No. Le piacciono i bambini? Sì mi piacciono. In che cosa consiste il suo lavoro? Amministrare contabilmente la scuola. Si trova bene a lavorare con altri colleghi? Sì mi piace molto lavorare con i colleghi. Le piace lavorare in questa scuola? Sì, infatti non ho cambiato scuola. E’ mai stata maestra? Non sono mai stata maestra, ma ho insegnato nella scuole superiori. ...IN SCENA! IL VESTITO NUOVO DELL’IMPERATORE. Il giorno 22 ottobre 2009 la nostra classe è andata al teatro Chiabrera, per vedere l’opera lirica per bambini “Il vestito nuovo dell’imperatore”. Molti di noi non avevano mai visto un’opera lirica, perciò eravamo un po’ curiosi. L’opera era basata sulla fiaba di Hans Christian Andersen, su libretto di Gianni Rodari. Quando siamo usciti pioveva e così ci siamo messi in fila con giacche e ombrelli e siamo andati sino alla fermata dell’ autobus. Arrivato l’ autobus, siamo saliti e c’era una marea di persone, perché abbiamo preso l’ autobus di linea. Ad ogni fermata delle signore ci chiedevano: “Ma quando scendete? “ oppure “Scendete qua? “. Quando siamo finalmente entrati nel teatro, tutto era meraviglioso e pieno di luci, con un lampadario grandissimo. L’opera aveva l’orchestra dal vivo, vivo che non comprendeva molti strumenti, però era bellissima! Era posizionata nel golfo mistico, un grande semicerchio con l’orchestra dentro. Abbiamo visto la grancassa, il flauto traverso, il vibrafono, il gong, il violoncello, alcuni violini e viole, le trombe, il tamburo, il wood block,, e perfino un’arpa a corde! Il direttore d’orchestra dirigeva con le mani, senza bacchetta. Noi ci siamo accomodati per bene, ci siamo seduti in fondo alla platea per far sedere davanti i bambini della scuola dell’infanzia. Dopo aver occupato i nostri posti, le luci si sono spente e il brusio delle classi è cessato. Ad un tratto le tende si sono aperte e c’è stato un sonoro applauso. Un coro di bambini ha iniziato a cantare e si capiva molto bene, la loro voce era “soffice”. Fingevano di essere cortigiani che aspettavano che l’imperatore si svegliasse e avevano in mano scope e spazzoloni per spazzare il palco. Poi è entrato l’imperatore dicendo: ”Buongiorno” con voce lirica e tutti lo hanno applaudito, anche la sua voce si capiva molto bene. Appena sveglio l’imperatore si è lamentato che nella notte c’era stato un rumore fastidioso, e un cortigiano ha ammesso che era stato lui, e che aveva il raffreddore. L’imperatore allora ha preso una forbiciona e voleva tagliargli il naso! Il sovrano teneva molto ai suoi vestiti, ma era indeciso su cosa mettersi per la prossima parata. Nessun suo vestito gli sembrava adatto. Le trombe hanno annunciato l’arrivo di due sarti (in realtà due truffatori) che hanno fatto vedere al re una stoffa magica, più leggera dell’ aria, fatta ARPA Strumento cordofono a pizzico con corde perpendicolari tese parallelamente tra loro. Timbro: delicato e diafano. E’ importante nell’orchestra, perché i suoi arpeggi danno una sonorità morbida e piena. CLARINETTO E’ insieme alla tromba uno degli strumenti a fiato più diffusi. Il suo timbro è molto ricco, pastoso, morbido. TAMBURO Strumento costituito da una cassa cava su cui sono tese le membrane. Ci sono tre tipi di vibrazione: a pizzico, percussione e a frizione. I materiali di cui è fatta la cassa sono il metallo, il legno, la terracotta. FAGOTTO Il suo timbro si presta a effetti diversi, dalla risata al lamento, al verso di animali. TROMBA Occupa un posto importante nell’orchestra. Il suo timbro baldanzoso, chiaro e squillante si presta a evocare scene di guerra e sentimenti di gioia. FLAUTO TRAVERSO E’ a forma di cilindro allungato. Il suono si ottiene soffiando direttamente contro il bordo di un foro chiamato bocca. di niente; dicevano che avrebbero cucito un vestito finissimo, che solo chi era degno avrebbe potuto vedere. Così tutti hanno fatto finta di vedere quella stoffa bellissima e raffinata, per non fare la figura degli stupidi. Anche la regina voleva una veste così bella e i due sarti hanno preso le misure anche a lei. La voce della regina non si capiva molto bene perché era un soprano e raggiungeva note alte. I truffatori hanno fatto finta di cucire i vestiti . L’imperatore e la regina se li sono messi, però sono rimasti nudi! In realtà avevano due buffi costumi di gomma piuma con una foglia di fico sulle parti intime, e tutti noi ci siamo messi a ridere! Alla parata hanno sfilato davanti a tutti e tutti dicevano “Che belli questi vestiti!”. Solo un bambino ha avuto il coraggio di dire la verità e l’ imperatore, offeso, voleva farlo uccidere dal boia. Ma, mentre i truffatori scappavano con le ricchezze guadagnate, le dame hanno nascosto e protetto il bambino. Finito lo spettacolo tutti si sono messi ad applaudire e gli attori hanno fatto anche un sacco di inchini. LO SPETTACOLO CI È PIACIUTO PERCHÉ C’ERA L’ORCHESTRA. Le voci ci sono sembrate un po’ strane, era come se all’inizio la voce fosse bassa e poi sempre più alta. Ci è sembrata difficile da capire soprattutto la voce della regina. L’opera è un genere di spettacolo particolare, non a tutti è piaciuto il fatto che fosse tutta cantata. Qualcuno ha apprezzato le voci e qualcun altro no, ma di sicuro è stata UN’ ESPERIENZA INDIMENTICABILE! CLASSE V C – SCUOLA ASTENGO VIOLA Strumento antico, cordofono ad arco. Può essere suonato sia con l’arco che a mano. Ha un timbro morbido e dolce. VIBRAFONO Strumento a percussione, il cui suono è prodotto dalla vibrazione del materiale stesso di cui è fatto. Ha una serie di lamine d’acciaio di diversa lunghezza. CLASSE V C SCUOLA ASTENGO 11 ...IN SCENA! CHERUBINO O UNA FOLLE GIORNATA Robinson & Man Friday Spettacolo: in inglese. Due i personaggi: Man Friday, Robinson. Due culture molto lontane tra loro. Obiettivo di Robinson: insegnar le buone maniere a Man Friday. Obiettivo di Man Friday: FAR RIDERE GLI SPETTATORI!!!!! L’attore protagonista racconta i fatti partendo dalla fine raccontando la storia di … un ragazzo di nome Cherubino, che viveva con un conte, suo educatore. A palazzo era il giorno delle nozze tra Figaro e Susanna, tutti erano in ansia: c’era gente che correva su e giù per le scale, altra che portava vestiti…insomma, tutti indaffarati. Nel trambusto Cherubino ne approfitta e va nella sala delle donne di corte, ma il conte lo trova e glielo proibisce, minacciandolo di farlo finire all’accademia militare di Siviglia…così Cherubino si allontana ma finisce vicino alla stanza di Susanna, dove ascolta il conte che chiede a quest’ultima di poterla vedere in segreto la notte stessa in giardino…il conte voleva impedire il matrimonio! Cherubino, però, ne parla con la contessa; questa escogita un piano e prepara Cherubino vestito da donna per sostituire Susanna, ma lui rimane chiuso in un armadio nella stanza di Susanna; dal conte stesso così è la contessa stessa che va al suo posto. Il conte smascherato si scusò con tutti … e Figaro si sposò con Susanna, lasciando libero Cherubino di rimanere a palazzo e non partire per Siviglia. E’ bello come “Cherubino racconta di essere innamorato e per questo motivo credeva di essere malato … ma l’amore è un sentimento non una malattia!” E quando “decide di parlare alla sua innamorata ma non trova la porta nel castello? Perché le porte erano tutte uguali e senza cartelli ad ogni stanza..la sua è stata proprio una folle giornata di amore e di risate”. “… A Cherubino è accaduto di tutto: si è dovuto travestire persino da donna, per salvare Susanna dalla corte del conte.” “Certo che Cherubino era innamorato di molte ragazze. ..ma il conte gliele rubava tutte”. “Cherubino, è come un paggio di corte che racconta la sua giornata stramba.” Nello spettacolo c’erano personaggi come Figaro, un vero cantante lirico e poi Cherubino aveva un suo doppio, interpretato da un’attrice. “E’ Robinson Crusoè , disperso in un’isola apparentemente deserta, che, durante una caccia, trova Friday un uomo non civilizzato. Lo accetta nella sua dimora..e gli insegna i buoni comportamenti”. Robinson chiama Man Friday proprio così perché lo incontra un venerdì, gli insegna a lavorare e a comprendere il valore dei soldi…che gli dona per le sue attività, ma che gli vengono subito restituiti in cambio di cibo ed acqua!!! All’inizio sembra che Friday non capisca nulla: fa buffi gesti e dice cose divertenti. Spesso si lancia in furiose baruffe con Robinson, ma alla fine la situazione sembra capovolta ed è Robinson che sembra aver tante cose da imparare da Friday. E’ sbracciandosi per farsi vedere da una nave all’orizzonte che i due capiscono di voler continuare a stare insieme e alimentare la loro amicizia anche lontano dall’isola. PER UN ATTIMO Lo spettacolo “Per un attimo” si ispira ad un testo scritto dalla astrofisica Margherita Hack; parlava del tempo e della storia dell’uomo e del pianeta Terra, una sorta di conferenza sul tempo a cui ha partecipato in video conferenza la stessa Hack, che ci ha spiegato cosa c’entra la torta della nonna con il Big Bang. All’inizio dello spettacolo c’era un’attrice che ci ha raccontato alcune cose sul tempo … ci ha dimostrato che un minuto sembra corto, ma invece in un minuto più accadere di tutto. In un monitor c’era una clessidra virtuale che segnava il tempo e, a volte, compariva Margherita, che aggiungeva delle riflessioni sul tempo e l’origine dell’universo. Ci ha raccontato che l’universo è come una torta con le noccioline: la torta si espande e le noccioline si allontanano. E’ piaciuto molto il momento in cui l’attore al buio ha rappresentato delle stelle in movimento facendo il giocoliere con delle palline illuminate, così come è stata divertente l’idea del trascorrere del tempo come di una pianta che cresce, da un seme di orologio al grande Big Ben di Londra, la scena della comparsa di Margherita Hack nello schermo e quella in cui piovono orologi e fiocchi di neve…con un ticchettio così coinvolgente da portarci a battere tutti le mani a ritmo! Alla fine dello spettacolo gli attori hanno chiamato due bambini sul palco facendo delle domande a cui non necessariamente siamo stati chiamati a rispondere. CLASSE V D – SCUOLA ASTENGO GIORNALINO DEL CIRCOLO DIDATTICO DI SAVONA-FORNACI REALIZZATO GRAZIE AI CONTRIBUTI DEL COMUNE DI SAVONA STAMPATO PRESSO LA COOP TIPOGRAF-SAVONA 12