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D.D. SV Fornaci
Bang
QUANDO NASCONO LE IDEE...
Giornalino del Circolo Didattico SV-Fornaci
Scuola di Pace
GIUGNO 2010 anno VI N° 9
IN TEMPO DI CRISI E DI TAGLI ……UN NUMERO IN BIANCO E NERO!!! SUL WEB PERÒ POTETE
TROVARE LA VERSIONE A COLORI CON TANTE PAGINE IN PIÙ. VI RICORDIAMO L’INDIRIZZO DEL
NOSTRO SITO: www.ddfornaci.sv.it E VI AUGURIAMO UNA BUONA LETTURA E UNA BUONA ESTATE!!! A PRESTO! LA REDAZIONE
) PAG.
5-6-7
LA REDAZIONE DEI PICCOLI
A PAG. 2 ESPERIENZA
CON LA
SCUOLA DI PACE.
A PAG.8-9
I maghi della
Panissa!!!
IL VOLO DEGLI AQUILONI.
Pag. 11-12
...IN SCENA!
SPECIALE
TEATRO
CLASSI QUINTE C - D
Classi 4^A e 4^B –Scuola XXV Aprile
L’11 OTTOBRE 2009 NOI DELLE CLASSI QUARTE
DELLA SCUOLA XXV APRILE CI SIAMO RITROVATI
SULLA SPIAGGIA ALLA FOCE DEL FIUME LETIMBRO
PER FAR VOLARE GLI AQUILONI CHE ABBIAMO
COSTRUITO A SCUOLA USANDO DUE BACCHETTE
DI LEGNO E UN FOGLIO DI PLASTICA LEGGERA;
SUL FOGLIO DI PLASTICA ABBIAMO DISEGNATO
☺☺☺ GLI SMILE CHE ABBIAMO COLORATO CON I
PENNARELLI INDELEBILI.
OLTRE AI NOSTRI AQUILONI ERANO PRESENTI
ALTRI AQUILONI PICCOLI, GRANDI, A FORMA DI
POLPO, COCCODRILLO, PIPISTRELLI… MA SOPRATTUTTO MOLTO BELLI. QUESTA FESTA SI SVOLGE
CONTEMPORANEAMENTE IN TUTTO IL MONDO,
PER DIMOSTRARE CHE TUTTI DESIDERIAMO LA
PACE; ADDIRITTURA SULLA NOSTRA SPIAGGIA
ERANO PRESENTI ANCHE PERSONE STRANIERE.
QUESTO EVENTO DA 20 ANNI HA LUOGO NELLA
SECONDA DOMENICA DI OTTOBRE IN PIÙ DI 400
SITI NEL MONDO, DA CINQUE ANNI LA LIGURIA
E DA DUE ANNI ANCHE SAVONA HANNO DIMOSTRATO IL LORO IMPEGNO NEI CONFRONTI DELLA
SOLIDARIETÀ E LA PACE FRA I POPOLI E LA SALVAGUARDIA DEL PIANETA .
1
A pag. 3-4 vieni
“A spasso per il
centro storico
di Savona” con i
ricordi di Giuseppe
Cava e i nostri.
Classi V A-V B scuola “Astengo”
INDICE
PACE, PACE, PACE!................PAG. 2
SAVONA:
NEWS, STORIA, TRADIZIONI...PAG. 3
LARGO…AI PICCOLI!..............PAG. 5
MANGIAR BENE............…......PAG. 8
NEWS
DALLE NOSTRE SCUOLE......PAG.10
…IN SCENA!.......................PAG.11
“UN CIELO , UN MONDO” È LA MANIFESTAZIONE
NATA IN AMERICA NEL 1985,
PENSATA DA UN AQUILONISTA DEL COLORADO, JANE
PARKER CHE, IN OCCASIONE DI UNO STORICO INCONTRO SUL DISARMO NUCLEARE, PREPARÒ UN AQUILONE
E UN TESTO CHE SPIEGAVA LA NECESSITÀ DELLA PACE NEL MONDO. DA ALLORA
OGNI ANNO, NELLA SECONDA DOMENICA DI OTTOBRE
GLI AQUILONI SI ALZANO IN CIELO PER LA PACE.
È STATO EMOZIONANTE PENSARE CHE CONTEMPORANEAMENTE A NOI, IN TANTI ALTRI POSTI NEL MONDO,
C’ERANO PERSONE CHE STAVANO FACENDO LA STESSA
COSA. TUTTI INSIEME ABBIAMO AFFIDATO AL VENTO LA
NOSTRA RICHIESTA DI SOLIDARIETÀ E DI PACE.
➔ (LEGGI L’ARTICOLO CORREDATO DA ALTRE FOTO SUL
NOSTRO SITO)
PACE, PACE, PACE!
RICORDI DA
AUSCHWITZ
Dal 1939 al 1945 si scatenò la Seconda Guerra Mondiale con milioni e
milioni di vittime. Questa guerra coinvolse molte nazioni di tutto il mondo.
Anche l’Italia fu trascinata in guerra
per stare al fianco di Hitler (capitano
dell’esercito tedesco). Mussolini (dittatore italiano ) fece alleare l’Italia e la
Germania. Hitler ordinò di imprigionare
tutti gli Ebrei e di portarli nei campi di
sterminio. Gli Ebrei vennero soprattutto portati ad Auschwitz e a Birckhenow:
due città della Polonia. Nel campo di
concentramento ci furono 8 milioni di
vittime tra cui 3 milioni di bambini.
All’interno del campo di concentramento si dormiva su tavole di legno fatte a
castello; i bisogni igienici si facevano in
gabinetti fatti a fossa, tutti messi uno a
fianco all’altro.
I soldati tedeschi costrinsero gli Ebrei
a spogliarsi e a recarsi nei locali adibiti
alle docce. La maggior parte degli Ebrei
venne uccisa sotto queste “docce” dai
soldati tedeschi: dalle docce invece
dell’acqua usciva un gas che uccise tutte le persone che lo respiravano.
Dopo la loro morte s’impadronirono
delle loro valigie e dei loro vestiti e delle loro scarpe.
I prigionieri potevano digiunare anche
per tre o quattro giorni.
Nel campo di concentramento venne
costruito un cimitero in cui erano seppellite le famiglie ebraiche: i cadaveri
della stessa famiglia venivano seppelliti
uno sopra all’altro.
I cadaveri potevano essere anche bruciati nei forni crematori.
Esperienza con la scuola di pace.
Il campo di concentramento di Cairo Montenotte
Ieri mattina un signore di nome Luigi Capra è venuto ad illustrarci la vita delle persone che 60 anni fa furono rinchiuse come prigionieri nel campo di concentramento
di Cairo Montenotte.
Nel campo vennero rinchiusi anche donne e bambini per poco tempo, poi, a causa
del troppo freddo vennero trasferiti a sud di Roma, in un altro campo.
Ci ha spiegato che i prigionieri, appena arrivati, venivano rasati a zero per evitare
la diffusione dei pidocchi e di altri parassiti, dormivano in baracche di legno con il
letto fatto di tavole di legno e il materasso di fieno: il campo ne aveva 14.
I loro pasti erano un’unica portata, non come noi oggi, solitamente una zuppa fatta
con brodo di foglie di carote e poco riso, cucinata da loro stessi: chi era fortunato
ne trovava un po’ nel piatto, ma non più di due cucchiaini.
Nel campo c’era una fila di rubinetti coperti da una tettoia, dove i prigionieri si lavavano, lavavano i loro indumenti, prendevano l’acqua per bere, cucinare e per il
gabinetto (grande buco a cielo aperto, che emanava un terribile odore).
Chi avesse cercato di scappare sarebbe stato ucciso; non era facile provare a fuggire, ogni angolo del campo era illuminato e il perimetro circondato da filo spinato.
Andavano a dormire molto presto e si svegliavano “con le galline”, cioè molto presto. Facevano tutti i lavori che gli venivano chiesti.
Il sig. Capra ci ha consegnato delle schede: nelle prime si doveva rispondere a delle
domande, sia su quello di cui avevamo appena parlato, sia sull’osservazione di un
plastico del campo di Cairo Montenotte.
Infine, abbiamo fatto un gioco a gruppi, in cui dovevamo orientarci nel campo,
analizzando tre foto di particolari del campo stesso; sembrava una cosa facile, ma
abbiamo scoperto di non essere buoni osservatori.
Alla fine tre di noi, quelli che hanno fatto meglio le schede, sono andati a spiegare
ad un’altra classe quello che il sig. Luigi aveva detto a noi.
“Questa esperienza è stata molto bella e ha generato in noi la consapevolezza di quanta sofferenza e crudeltà può nascere se non si rispetta il
valore della persona.”
CLASSI V C e V D – “Astengo”
2
SAVONA: news, storia, tradizioni
A spasso per il centro
storico di Savona
con i ricordi di Giuseppe Cava e i nostri
V A- V B – scuola “Astengo”
Ieri, mercoledì 20 gennaio abbiamo visitato le vie e le piazze della città come momento
finale del percorso “Savona ieri e oggi” organizzato con la Pinacoteca Civica. In questo
modo ci siamo resi conto dei grandi cambiamenti che la nostra città ha subito nel tempo.
Infatti, nel Medioevo Savona era una cittadina molto piccola, stretta fra il mare e le colline,
circondata da mura difensive; nell’entroterra c’erano solo campi e molti orti. La via principale di Savona era via Pia che all’epoca si chiamava via Fossavaria o via Nattoni. Il nome
attuale “via Pia” è dovuto alla prigionia fra le mura di Savona subìta da Papa Pio VII; in
un primo tempo solo il tratto che portava dal Brandale a piazza Maddalena fu battezzata
via Pia, poi il nome fu esteso a tutta la strada. In questa via simbolo di potenza, fierezza e
nobiltà abitavano le più importanti famiglie patrizie come i Sansoni, i Della Rovere, i Gavotti, i Boselli, i Multedo, i Cassinis, i Naselli. Via Pia, già allora era il cuore della città ,la
vera anima del commercio,
con le sue numerose case a
schiera e i numerosi negozi e magazzini di vario tipo:
salumi, formaggi, pane, olio
e stoffe. Proseguendo per
via Pia incontriamo piazza
Maddalena, un tempo considerata una delle piazze più
importanti della città. Essa
deve il suo nome alla chiesa di Santa Maria Maddalena che ora non esiste più. Su
questo caratteristico slargo
si affaccia il Palazzo Multedo. Da qui ci siamo diretti
alla storica piazza del Brandale, il simbolo di Savona antica; è una piccola piazza non molto grande delimitata, però,
da importantissimi monumenti: il Palazzo degli Anziani, la Torre del Brandale, chiamata
anche Turris – Forata e dai savonesi detta “Campanassa”.
La Torre del Brandale, la cui costruzione risale al 1177, ospitava l’Abate del popolo e il
suono della sua grande campana rappresentava per tutti un avvenimento. I giovani, gli
anziani, i bambini alzavano lo sguardo verso il cielo a guardare con stupore il tripudio
della campana che suonava a festa in occasione di ricorrenze o lieti eventi e rimbombava minacciosa quando la città si trovava in pericolo. Con il tempo la vecchia campana
si ruppe e fu sostituita da un’altra , che non suonava allo stesso modo, aveva una voce
estranea più simile a quella di una matrigna che a quella di una mamma che arriva dritta
al cuore di ciascuno come ricorda lo scrittore G. Cava. Vicino alla Torre del Brandale si
trova la casa dove è nato e cresciuto il poeta e scrittore savonese: Giuseppe Cava. Un
3
SAVONA: news, storia, tradizioni
tempo vicino a piazza del Brandale sorgeva piazza delle Erbe dove ogni mattina si svolgeva il mercato. C’erano contadini che vendevano frutta e verdura dei loro raccolti e poi
altri ambulanti come macellai, fornai… che arrivavano da posti lontani. Al pomeriggio
quando tutte le ceste erano state portate via, i bambini di quella zona si ritrovavano a
giocare a nascondino… e addirittura si divertivano ad assistere incuriositi ai macelli delle bestie e ad andare a pescare al porto. Dopo la visita in piazza Brandale ci siamo
spostati in piazza Vacciuoli dove nel Medioevo sorsero le
prime mura di cinta della città e, a testimonianza dell’epoca, si trovano ancora oggi Palazzo Sansoni e una torre.
Abbiamo poi raggiunto piazza Della Rovere dove si trova il
grande e maestoso palazzo Della Rovere fatto costruire da
Giuliano Della Rovere nel 1495. Progettato da Giuliano Da
Sangallo è un palazzo nobiliare sulla cui facciata ci sono
finte colonne che ricordano le case a schiera. Dopo piazza
Della Rovere siamo andati in via Quarda, strada dove vivevano famiglie nobili e di mercanti e palazzo Pozzobonelli
e palazzo Lambadoria ne sono testimonianza. Infine, l’ultima tappa alla Torre della Quarda, chiamata più affettuosamente “ Torretta” o Torre Leonpancaldo. Isolata dal resto della città, forse proprio per
il suo ruolo di difesa, la sua data di costruzione risale al 1300 e un tempo faceva parte
delle mura della città. Un tempo esisteva anche il quartiere di via Cassari e dintorni dove
si conciavano le pelli e tra le tante botteghe c’era quella di
“ Davide il trippaio”, un personaggio curioso con i baffoni e capelli neri. Questo tipo era
convinto che conciato così la morte non lo avrebbe chiamato a raduno. Inoltre era un suonatore e animatore di feste, usava un profumo scadente che si mescolava al sapore poco
piacevole di trippa bollita. Al termine di questa bella mattinata tappa obbligatoria da Rosanna, Nadia e Mauro: i tre maghi della panissa. Buonissima, una vera delizia per il palato!
Questo percorso ci ha interessato moltissimo perché visitare le vecchie strade di Savona
insieme a persone preparate come Silvia Asiani e Alessio Cotena operatori culturali della Pinacoteca Civica,
e accompagnate dalle meravigliose descrizioni di un
tempo di Giuseppe Cava ci
ha fatto riflettere molto su
come doveva essere la vita
allora, come si divertivano
e imparavano i bambini di
quell’epoca. Non sapremmo
dire se ci sarebbe piaciuto di
più vivere allora o al giorno
d’oggi!
4
5
SOLUZIONE.
1.
2.
3.
4.
RACCONTA LA STORIA.
5.
LA VOCALE E E LA VOCALE I
GIOCANO IN UN PRATO.
LA I CADE IN UNO STAGNO.
UNO SCOIATTOLO LA SENTE
PIANGERE.
ALLORA LANCIA UNA CORDA
ALLA I E LA TIRA SU.
FELICI E CONTENTE LA E E LA
I RINGRAZIANO LO SCOIATTOLO.
RIORDINA LE IMMAGINI.
classe 1ª C - Astengo
UNA BRUTTA AVVENTURA.
LARGO AI
PICCOLI!
LARGO AI PICCOLI!
CIBO PER LA MENTE???
Classe 1ª A - Astengo
1. I BAMBINI TROVANO UNA IMMAGINE,
MA NON CAPISCONO IL SUO SIGNIFICATO.
2. UN BAMBINO DICE: “FORSE SIGNIFICA
CHE IL LIBRO SI DEVE MANGIARE”.
3. UN ALTRO BAMBINO DICE: “FORSE
SIGNIFICA CHE IL LIBRO SI DEVE FAR
ENTRARE DALLA PANCIA”.
4. UN ALTRO BAMBINO DICE: “FORSE
SIGNIFICA CHE IL LIBRO SI DEVE FAR
ENTRARE NELLA TESTA”.
5. UNA BAMBINA DICE: “NO! IL LIBRO SI
DEVE LEGGERE E RILEGGERE ED ENTRA DA
SOLO NELLA TESTA!!!”
6. ALLA FINE I BAMBINI VANNO A TAVOLA.
UNO MANGIA UN PIATTO DI PASTA E UNO
LEGGE UN LIBRO, MA DA ENTRAMBI ESCE
IL MEDESIMO FUMETTO CHE DICE: “PER
CRESCERE ABBIAMO BISOGNO DI CIBO....
PASSAPAROLA!
6
LARGO AI PICCOLI!
PRINCIPE DELLA LETTURA
Classe 1ª A - Astengo
1. I BAMBINI TROVANO UNA IMMAGINE, MA
NON CAPISCONO IL SUO SIGNIFICATO. DOPO
ESSERSI CONSULTATI UNO DI LORO PROPONE DI ANDARE DAL PRINCIPE DELLA LETTURA.
LUI SICURAMENTE SAPRÀ DARE LORO UNA
SPIEGAZIONE.
2. IL PRINCIPE RICEVE I BAMBINI E DICE
LORO: “VENITE CON ME, IO CONOSCO
UN RISTORANTE CHE SI CHIAMA «DELLA
LETTURA».
3.QUESTO È IL LORO MENÙ:
ANTIPASTI
VOCALI
PRIMI
CONSONANTI, SILLABE
SECONDI
PAROLINE
FRUTTA
FILASTROCCHE E INDOVINELLI
DOLCI
STORIE, FIABE, POESIE, CANZONI
4. ALLA FINE DEL PRANZO I BAMBINI SAZI
DICONO: “ORA CHE ABBIAMO LA MENTE PIENA
STIAMO PROPRIO BENE...PASSAPAROLA!”
L‛ANGOLINO DELLE CURIOSITÀ
NOI E GLI ANIMALI
I CONIGLI CHE OGGI POPOLANO L’AUSTRALIA
DISCENDONO DA 29 ESEMPLARI IMPORTATI DA
UN PROPRIETARIO TERRIERO NEL 1859.
30 ANNI DOPO ERANO DIVENTATI 20
MILIONI!
SAI CHE UN CONIGLIO DORME IN MEDIA
11 ORE AL GIORNO? TI SEMBRA TROPPO?
NO, SE PENSI CHE IL GATTO NE DORME 12
7
E IL FURETTO ADDIRITTURA 14!
UN GATTO NON CHIEDE.PRENDE. ( GARFIELD )
UN CANE È UNA DELLE POCHE RAGIONI CHE
INDUCONO ALCUNE PERSONE A FARE UNA
PASSEGGIATA . ( O. A. BATTISTA )
UN CANE PUÒ ESPRIMERE DI PIÙ CON LA
CODA IN UN MINUTO CHE IL SUO PADRONE
CON LA LINGUA IN UN’ORA. ( ANONIMO )
QUANDO SI SCEGLIE DI VIVERE CON UN CANE È PER
SEMPRE. NON LO SI ABBANDONA. MAI.
METTETEVELO BENE IN TESTA PRIMA DI ADOTTARNE UNO.
( DANIEL PENNAC )
IV A e IV B –XXV Aprile
MANGIAR BENE
Intervista ai… tre
“maghi della Panissa”!
(V A-V B scuola “Astengo)
Un piccolo spunto per fare anche voi la panissa.
Paniccia o Panissa
Paniccia fritta o
Panissa frϊta
250 gr. di farina di
ceci; sale.
✔ Stemperare la farina di ceci in una
pentola con 1 litro
d‛acqua e far riposare per un‛ intera nottata.
✔ La mattina successiva salare e porre
a cuocere su fuoco
moderato, rimestando continuamente con un cucchiaio di legno
dal lungo manico.
✔ Trascorsi circa 45 minuti, versare in due
piatti fondi e lasciar raffreddare.
✔ La <<panissa>> così ottenuta si potrà friggere o insaporire in olio e cipolline novelle
affettate sottilmente, oppure ancora calda
condire con olio e succo di limone.
Paniccia; olio extravergine d‛oliva; sale.
✔ Togliere dalle fondine la Paniccia precedentemente preparata (v. sopra) e
tagliarla a strisce
lunghe 7– 8 cm circa
e spesse 1; nel ponente cittadino i singoli
pezzi sono chiamati “tavelle”, nome che designa le mollette per stendere i panni.
✔ Porre al fuoco una padella a bordi alti con
abbondante olio: quando sarà ben caldo, immergervi le panisette e lasciarle cuocere finché non saranno ben dorate e croccanti.
✔ Salare e servire caldo.
✔ Se friggendo tendessero a disfarsi, significherà che non sono stati rispettati i tempi
di cottura o le dosi.
Focaccette di Savona o Fûgassette de Sann-a
400 gr. di semola finissima; Paniccia da friggere; olio extravergine d‛oliva; sale.
✔ Mettere la semola sulla madia e disporla a fontana; versarvi al centro mezzo bicchiere
d‛olio emulsionato con altrettanta acqua tiepida; salare e lavorare con cura, unendo ancora
l‛acqua tiepida necessaria ad ottenere un composto morbido e omogeneo.
✔ Dividere la pasta in tanti pezzi delle dimensioni di una mela e lasciarli riposare per almeno
per almeno 1 ora, sotto un canovaccio umido e uno asciutto.
✔ Trascorso tale tempo, stendere i pani all‛altezza di 2 cm circa e adagiarli via via in una
teglia unta d‛olio.
✔ Cuocere in forno a 180°, per 20 minuti circa.
✔ Tagliare la paniccia a fettine sottili quanto patatine, poi friggerle in olio ben caldo.
✔ Tagliare a metà le focaccette calde e farcirle con le paniccette opportunamente salate.
✔ Servite subito .
8
MANGIAR BENE
Che cos‛è la panissa?
E‛ un impasto di farina di ceci, acqua e sale che viene bollito e lasciato raffreddare in
contenitori di alluminio. Le signore hanno aggiunto: è un cibo tipico savonese molto antico e
genuino.
Preparate anche altri
piatti tipici oltre alla
panissa?
Sì, prepariamo frittelle di vario
tipo con baccalà e verdure,
bugie e castagnaccio.
In quale
settimana
panissa?
giorno della
vendete più
Vendiamo più fette il sabato.
Come vengono servite “le
fette”?
Noi le serviamo appena fritte
e ancora calde nei cartocci
di carta o nel panino azzimo.
Molte persone, però, comprano solo “le liste” che a casa verranno tagliate a fettine e fritte
oppure condite con olio e limone.
Da quanto tempo esiste nel centro storico di Savona il vostro negozio?
È stato aperto circa 200 anni fa e noi siamo la 4° generazione della nostra famiglia che si
dedica a questo lavoro. La ricetta antica e originale della panissa c‛è stata insegnata dalla
nostra prozia.
CURIOSITA‛
Due sedie bianche poste
fuori dalla porta del negozio
ci avvertono che il negozio è
aperto.
9
NEWS DALLE NOSTRE SCUOLE
zz
INTERVISTA
ALLA BIBLIOTECARIA
CLASSE V C – “ASTENGO”
INTERVISTA AD ALESSIA
1.
Come si chiama?
Mi chiamo Silvana
2.
Le piace il suo lavoro?
Non tanto, ma sono
contenta lo stesso.
Prima facevo la
maestra e mi piaceva molto.
3.
Vengono tanti bambini da lei?
In verità non vengono tanti bambini
4.
Da quanto tempo lavora qui?
Lavoro qui da dieci anni
5.
In cosa consiste il suo lavoro?
Indirizzo i bambini che chiedono un libro, li
aiuto nella scelta della lettura.
6.
A che ora inizia il suo lavoro?
Inizio a lavorare alle 7.30
7.
A che ora finisce?
Alle 14.30
8.
Se dei libri non vanno più di moda, lei li butta?
No, assolutamente, i libri hanno sempre
una storia da raccontare che valga la pena
essere ascoltata.
9.
Ha dei figli?
Non ne ho.
10. Ha letto tutti i libri?
Non ho letto tutti i libri ma molti di
questi, altrimenti come potrei dare dei
veri buoni consigli?
11. Ha dato dei libri a mostre o manifestazioni
da far leggere ad altri bambini?
Certo, è stato molto interessante e sicuramente piacevole per i libri avere nuovi lettori!☺
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
Che emozioni hai provato quando sei andata nella classe 5° A, a spiegare
come funzionava il campo di concentramento di Cairo Montenotte?
Ero emozionata, ma sapevo che ce la potevo fare.
Come ti sei trovata con i compagni di quella classe?
Erano agitati ma interessati all’argomento.
Ci puoi spiegare come funziona il campo di concentramento di Cairo Montenotte?
Il campo di concentramento di Cairo Montenotte era formato da un piazzale dove si svolgeva l’appello e da baracche di legno usate come dormitori.
Dentro le baracche, un tempo stalle, c’erano due ripiani di assi di legno in
cui potevano coricarsi quattro persone per volta. Non c’era il materasso,
ma paglia come isolamento per il corpo.
Si andava a dormire all’ora delle galline, perché nel campo non c’era la
luce elettrica.
Nel campo potevano essere rinchiuse circa 2000 persone; l’igiene personale era scarsa, per lavarsi usavano una fila di rubinetti.
Appena arrivati venivano rapati a zero, come prevenzione
contro le piattole e i pidocchi. I pasti erano preparati dai
prigionieri con grandi pentole su fuochi e legna, mangiavano minestre di foglie di carota. Per pochissimi giorni furono
rinchiusi anche donne e bambini, ma poi spostati nel campo di Alatri a Roma, a causa del grande freddo. I soldati
che sorvegliavano il campo non erano tedeschi ma italiani.
I bambini sono stati bravi a rispondere alle domande?
Si, a parte qualche imprecisione e qualche errore.
Erano interessati all’argomento?
Sì, molto.
Ti è piaciuto l’argomento del campo di concentramento?
Sì tantissimo.
Sei riuscita a spiegare bene l’argomento?
Mi pare di si, è stata una bellissima esperienza.
zz
INTERVISTA AL BIDELLO GIULIO
INTERVISTA A NANDA
1.
2.
3.
4.
5.
6.
1.
Ti piace il tuo lavoro?
Sì perché lavoro con i bambini.
Avresti voluto fare altri lavori?
Sì mi sarebbe piaciuto sport motoristico.
Ci puoi spiegare il tuo lavoro? Sorveglio
e pulisco i locali per garantire sicurezza
e igiene.
Da quanti anni lavori in questa scuola?
Da 16 anni.
Hai lavorato in altre scuole? Sì ma sempre per questa
direzione didattica.
Ci puoi dare dei consigli per migliorare il servizio scolastico? Mantenerlo così.
Come passi il tempo a scuola? Rendendomi utile e
stando attento alle esigenze di bambini e insegnanti.
2.
Come si trova a lavorare qui?
Benissimo, soprattutto con i bambini.
Lei da piccola voleva diventare insegnante?
No.
Cosa prova a stare con dei bambini?
Dipende: a volte ansia, a volte allegria, a volte
nervosismo.
Quale materia le piace di più?
Italiano e storia, le stesse che insegno quest’
anno.
Lei è stata anche vicaria, è stato faticoso?
Sì, abbastanza, a volte sì.
I bambini sono contenti di averla come insegnante?
Ma non so…proviamo a chiederglielo….☺☺☺
Sìììììììì!
bcbcb
3.
4.
5.
6.
7.
★★★★★★★★★
INTERVISTA ALLA SEGRETARIA
1.
2.
INTERVISTA AL DIRIGENTE
1.
2.
3.
4.
5.
6.
3.
Come si chiama?
Livio Virtù.
Le piace il suo lavoro?
Sì, anche se a volte è complicato.
Da quanto è assunto in questa direzione?
Sono stato assunto il 1° settembre 2009.
Vorrebbe cambiare lavoro? No.
Le piacciono i bambini?
Sì mi piacciono.
In che cosa consiste il suo lavoro?
Far funzionare bene la scuola.
Si trova bene a lavorare con altri colleghi e in
questa scuola? Sì.
4.
5.
6.
7.
8.
10
Come si chiama?
Maria Grazia Canavese.
Le piace il suo lavoro?
Sì, mi piace molto il mio lavoro.
Da quanto è assunta in questa direzione?
Sono stata assunta il 1° settembre 2008.
Vorrebbe cambiare lavoro? No.
Le piacciono i bambini?
Sì mi piacciono.
In che cosa consiste il suo lavoro?
Amministrare contabilmente la scuola.
Si trova bene a lavorare con altri colleghi?
Sì mi piace molto lavorare con i colleghi.
Le piace lavorare in questa scuola?
Sì, infatti non ho cambiato scuola.
E’ mai stata maestra?
Non sono mai stata maestra, ma ho insegnato
nella scuole superiori.
...IN SCENA!
IL VESTITO NUOVO DELL’IMPERATORE.
Il giorno 22 ottobre 2009 la nostra classe
è andata al teatro Chiabrera, per vedere
l’opera lirica per bambini “Il vestito nuovo
dell’imperatore”.
Molti di noi non avevano mai visto un’opera lirica,
perciò eravamo un po’ curiosi.
L’opera era basata sulla fiaba di Hans Christian
Andersen, su libretto di Gianni Rodari.
Quando siamo usciti pioveva e così ci siamo messi
in fila con giacche e ombrelli e siamo andati sino
alla fermata
dell’ autobus. Arrivato l’ autobus, siamo saliti
e c’era una marea di persone, perché abbiamo
preso l’ autobus di linea. Ad ogni fermata delle
signore ci chiedevano: “Ma quando scendete? “
oppure “Scendete qua? “.
Quando siamo finalmente entrati nel teatro,
tutto era meraviglioso e pieno di luci, con un
lampadario grandissimo.
L’opera aveva l’orchestra dal vivo,
vivo che non
comprendeva molti strumenti,
però era
bellissima! Era posizionata nel golfo mistico, un
grande semicerchio con l’orchestra dentro.
Abbiamo visto la grancassa, il flauto traverso, il
vibrafono, il gong, il violoncello, alcuni violini e viole,
le trombe, il tamburo, il wood block,, e perfino
un’arpa a corde!
Il direttore d’orchestra dirigeva con le mani,
senza bacchetta.
Noi ci siamo accomodati per bene, ci siamo
seduti in fondo alla platea per far sedere davanti
i bambini della scuola dell’infanzia.
Dopo aver occupato i nostri posti, le luci si sono
spente e il brusio delle classi è cessato. Ad un
tratto le tende si sono aperte e c’è stato un
sonoro applauso.
Un coro di bambini ha iniziato a cantare e si
capiva molto bene, la loro voce era “soffice”.
Fingevano di essere cortigiani che aspettavano
che l’imperatore si svegliasse e avevano in mano
scope e spazzoloni per spazzare il palco.
Poi è entrato l’imperatore dicendo: ”Buongiorno”
con voce lirica e tutti lo hanno applaudito, anche
la sua voce si capiva molto bene.
Appena sveglio l’imperatore si è lamentato che
nella notte c’era stato un rumore fastidioso, e
un cortigiano ha ammesso che era stato lui, e
che aveva il raffreddore. L’imperatore allora ha
preso una forbiciona e voleva tagliargli il naso!
Il sovrano teneva molto ai suoi vestiti, ma era
indeciso su cosa mettersi per la prossima
parata.
Nessun suo vestito gli sembrava adatto. Le
trombe hanno annunciato l’arrivo di due sarti (in
realtà due truffatori) che hanno fatto vedere al
re una stoffa magica, più leggera dell’ aria, fatta
ARPA
Strumento cordofono a
pizzico con corde perpendicolari tese parallelamente tra loro.
Timbro: delicato e diafano. E’ importante nell’orchestra, perché i suoi
arpeggi danno una sonorità morbida e piena.
CLARINETTO
E’ insieme alla tromba uno
degli strumenti a fiato più
diffusi. Il suo timbro è molto ricco, pastoso, morbido.
TAMBURO
Strumento costituito da una
cassa cava su cui sono tese
le membrane. Ci sono tre
tipi di vibrazione: a pizzico,
percussione e a frizione.
I materiali di cui è fatta
la cassa sono il metallo, il
legno, la terracotta.
FAGOTTO
Il suo timbro si presta a
effetti diversi, dalla risata al lamento, al verso di
animali.
TROMBA
Occupa un posto importante nell’orchestra. Il
suo timbro baldanzoso,
chiaro e squillante si
presta a evocare scene
di guerra e sentimenti di
gioia.
FLAUTO TRAVERSO
E’ a forma di cilindro
allungato.
Il suono si ottiene
soffiando direttamente
contro il bordo di un foro
chiamato bocca.
di niente; dicevano che avrebbero cucito un
vestito finissimo, che solo chi era degno avrebbe
potuto vedere. Così tutti hanno fatto finta di
vedere quella stoffa bellissima e raffinata, per
non fare la figura degli stupidi. Anche la regina
voleva una veste così bella e i due sarti hanno
preso le misure anche a lei. La voce della regina
non si capiva molto bene perché era un soprano
e raggiungeva note alte. I truffatori hanno fatto
finta di cucire i vestiti . L’imperatore e la regina
se li sono messi, però sono rimasti nudi! In realtà
avevano due buffi costumi di gomma piuma con
una foglia di fico sulle parti intime, e tutti noi ci
siamo messi a ridere! Alla parata hanno sfilato
davanti a tutti e tutti dicevano “Che belli questi
vestiti!”.
Solo un bambino ha avuto il coraggio di dire la
verità e l’ imperatore, offeso, voleva farlo uccidere
dal boia. Ma, mentre i truffatori scappavano con
le ricchezze guadagnate, le dame hanno nascosto
e protetto il bambino. Finito lo spettacolo tutti
si sono messi ad applaudire e gli attori hanno
fatto anche un sacco di inchini.
LO SPETTACOLO CI È PIACIUTO PERCHÉ C’ERA
L’ORCHESTRA.
Le voci ci sono sembrate un po’ strane, era come
se all’inizio la voce fosse bassa e poi sempre più
alta. Ci è sembrata difficile da capire soprattutto
la voce della regina.
L’opera è un genere di spettacolo particolare,
non a tutti è piaciuto il fatto che fosse tutta
cantata. Qualcuno ha apprezzato le voci e
qualcun altro no, ma di sicuro è stata
UN’ ESPERIENZA INDIMENTICABILE!
CLASSE V C – SCUOLA ASTENGO
VIOLA
Strumento antico, cordofono ad arco. Può
essere suonato sia con
l’arco che a mano. Ha un
timbro morbido e dolce.
VIBRAFONO
Strumento a percussione, il cui suono è prodotto dalla vibrazione
del materiale stesso di
cui è fatto.
Ha una serie di lamine
d’acciaio di diversa lunghezza.
CLASSE V C
SCUOLA ASTENGO
11
...IN SCENA!
CHERUBINO O UNA FOLLE GIORNATA
Robinson & Man Friday
Spettacolo: in inglese.
Due i personaggi: Man Friday, Robinson.
Due culture molto lontane tra loro.
Obiettivo di Robinson:
insegnar le buone maniere a Man Friday.
Obiettivo di Man Friday:
FAR RIDERE GLI SPETTATORI!!!!!
L’attore protagonista racconta i fatti partendo dalla
fine raccontando la storia di … un ragazzo di nome
Cherubino, che viveva con un conte, suo educatore. A
palazzo era il giorno delle nozze tra Figaro e Susanna,
tutti erano in ansia: c’era gente che correva su e giù
per le scale, altra che portava vestiti…insomma, tutti
indaffarati. Nel trambusto Cherubino ne approfitta e
va nella sala delle donne di corte, ma il conte lo trova
e glielo proibisce, minacciandolo di farlo finire all’accademia militare di Siviglia…così Cherubino si allontana ma finisce vicino alla stanza di Susanna, dove
ascolta il conte che chiede a quest’ultima di poterla
vedere in segreto la notte stessa in giardino…il conte voleva impedire il matrimonio! Cherubino, però,
ne parla con la contessa; questa escogita un piano
e prepara Cherubino vestito da donna per sostituire
Susanna, ma lui rimane chiuso in un armadio nella
stanza di Susanna; dal conte stesso così è la contessa stessa che va al suo posto. Il conte smascherato
si scusò con tutti … e Figaro si sposò con Susanna,
lasciando libero Cherubino di rimanere a palazzo e
non partire per Siviglia.
E’ bello come “Cherubino racconta di essere innamorato e per questo motivo credeva di essere malato
… ma l’amore è un sentimento non una malattia!”
E quando “decide di parlare alla sua innamorata ma
non trova la porta nel castello? Perché le porte erano
tutte uguali e senza cartelli ad ogni stanza..la sua è
stata proprio una folle giornata di amore e di risate”.
“… A Cherubino è accaduto di tutto: si è dovuto travestire persino da donna, per salvare Susanna dalla
corte del conte.” “Certo che Cherubino era innamorato di molte ragazze. ..ma il conte gliele rubava tutte”.
“Cherubino, è come un paggio di corte che racconta
la sua giornata stramba.”
Nello spettacolo c’erano personaggi come Figaro, un
vero cantante lirico e poi Cherubino aveva un suo
doppio, interpretato da un’attrice.
“E’ Robinson Crusoè , disperso in un’isola apparentemente deserta, che, durante una caccia, trova Friday un uomo
non civilizzato. Lo accetta nella sua dimora..e gli insegna i
buoni comportamenti”.
Robinson chiama Man Friday proprio così perché lo incontra un venerdì, gli insegna a lavorare e a comprendere il
valore dei soldi…che gli dona per le sue attività, ma che gli
vengono subito restituiti in cambio di cibo ed acqua!!!
All’inizio sembra che Friday non capisca nulla: fa buffi gesti e dice cose divertenti. Spesso si lancia in furiose baruffe
con Robinson, ma alla fine la situazione sembra capovolta
ed è Robinson che sembra aver tante cose da imparare da
Friday.
E’ sbracciandosi per farsi vedere da una nave all’orizzonte
che i due capiscono di voler continuare a stare insieme e
alimentare la loro amicizia anche lontano dall’isola.
PER UN ATTIMO
Lo spettacolo “Per un attimo” si ispira ad un testo scritto dalla
astrofisica Margherita Hack; parlava del tempo e della storia dell’uomo e del pianeta Terra, una sorta di conferenza sul
tempo a cui ha partecipato in video conferenza la stessa Hack,
che ci ha spiegato cosa c’entra la torta della nonna con il Big
Bang.
All’inizio dello spettacolo c’era un’attrice che ci ha raccontato
alcune cose sul tempo … ci ha dimostrato che un minuto sembra corto, ma invece in un minuto più accadere di tutto.
In un monitor c’era una clessidra virtuale che segnava il tempo e, a volte, compariva Margherita, che aggiungeva delle riflessioni sul tempo e l’origine dell’universo.
Ci ha raccontato che l’universo è come una torta con le noccioline: la torta si espande e le noccioline si allontanano.
E’ piaciuto molto il momento in cui l’attore al buio ha rappresentato delle stelle in movimento facendo il giocoliere con
delle palline illuminate, così come è stata divertente l’idea del
trascorrere del tempo come di una pianta che cresce, da un
seme di orologio al grande Big Ben di Londra, la scena della
comparsa di Margherita Hack nello schermo e quella in cui
piovono orologi e fiocchi di neve…con un ticchettio così coinvolgente da portarci a battere tutti le mani a ritmo!
Alla fine dello spettacolo gli attori hanno chiamato due bambini sul palco facendo delle domande a cui non necessariamente
siamo stati chiamati a rispondere.
CLASSE V D – SCUOLA ASTENGO
GIORNALINO DEL CIRCOLO DIDATTICO DI SAVONA-FORNACI
REALIZZATO GRAZIE AI CONTRIBUTI DEL COMUNE DI SAVONA
STAMPATO PRESSO LA COOP TIPOGRAF-SAVONA
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Giugno 2010