01.1
in primo piano
di Massimo Matteucci
Responsabilità e modello cooperativo
01.1.a Massimo Matteucci,
presidente Cmc.
La grave crisi che stiamo vivendo in Europa
e in gran parte dei Paesi Occidentali impone
un radicale ripensamento delle politiche
economiche e finanziare degli ultimi decenni.
Del resto, è diffuso il convincimento che fra
le cause di questa crisi vi sia anche il deficit
etico che il modello consumistico di sviluppo
globale ha evidenziato in maniera crescente.
Come è dimostrato dalla diseguaglianza
in costante aumento e dal corollario di ingiustizie
e di degrado economico, sociale e democratico
che l’accompagna e che rischia di essere
uno dei principali ostacoli alla ripresa.
In questi mesi è stato detto e ridetto: serve una svolta,
una reazione per rivitalizzare l‘esperienza democratica,
per fare ripartire l’economia, ritrovare le ragioni dello
stare insieme, riscoprendo il significato di bene comune
e il valore delle istituzioni. Probabilmente stiamo
01.1.a
attraversando una fase che ci porterà a trasformazioni
che oggi non siamo in grado di prevedere.
Anche come cooperative dovremo sapere cambiare,
adattando strumenti, competenze e cultura, allargando
il perimetro delle nostre relazioni ed alleanze.
Quello che stiamo facendo, ad esempio, con l’Alleanza
delle Cooperative. Le ragioni, razionali ed ideali,
per costruire la nuova centrale cooperativa unitaria
ci sono tutte. Ci sono pure la convinzione e la comune
volontà. Quello che serve è la capacità da parte
di tutti di sapersi mettere in gioco fino in fondo.
Una decina di anni fa in Cmc abbiamo affrontato
la redazione del bilancio sociale. Lo abbiamo, fin
dall’inizio, interpretato come una scelta di trasparenza,
un impegno fondato sull’accettazione di uno stato
di fatto: la nostra complessa e vissuta realtà d’impresa,
da rappresentare con realismo - perché ciò che ha
veramente valore sociale, economico, etico, è ciò
che essa veramente è - e da lì partire per individuare
le possibili enfasi imprenditoriali ed etiche. In questa
logica e per questi fini, realizzammo una ricerca sociale
rivolta ai soci e ai dipendenti dell’organico fisso che
non mancò di evidenziare, accanto a positive conferme
di solidità e di crescita sociale e di cultura di impresa,
alcune contraddizioni. Era lo strumento di lavoro che ci
serviva per qualificare lo sviluppo del nostro paradigma
societario soggetto a molteplici sollecitazioni di natura
e origini diverse: il difficile contesto esterno (lo era
anche allora), una crescita aziendale intensa e rapida,
una realtà sociale e professionale sempre più plurale
chiamata a confrontarsi con problematiche complesse
che richiedevano impegno, professionalità e
specializzazioni crescenti spesso del tutto innovative.
Il tutto ha comportato trasformazioni e cambiamenti.
Ha significato prendere atto che l’organizzazione con
la quale avevamo fin lì sostenuto lo sviluppo dell’impresa
p.03 la Betoniera
non era più in grado di corrispondere con efficacia ai
nostri programmi, anche se questo significava investire
in qualità e cultura fino a determinare una discontinuità.
L’odierna struttura organizzativa e di governance di Cmc
origina, dunque, da processi che si erano in precedenza
determinati e che abbiamo dovuto governare
con tempestività, sostenendoli con un’articolata
e impegnativa azione di formazione manageriale.
Un impegno formativo a cui abbiamo dato continuità
e che ha prodotto, nel 2009, il progetto Cmc University:
una vera e propria scuola di formazione aziendale
alla quale abbiamo assegnato il compito di favorire
la trasmissione delle competenze professionali e
manageriali dalle risorse più esperte a quelle più giovani.
Un nuovo modello di governance che abbiamo,
naturalmente, sviluppato in stretto raccordo con
i processi mutualistici e democratici della cooperativa.
A conti fatti, questa esperienza mi ha confermato che
anche rispetto ai problemi della modernità gli strumenti
vincenti per una cooperativa continuano ad essere
sostanzialmente gli stessi: la formazione e la crescita
professionale dei soci e dei gruppi dirigenti, la qualità
dell’informazione e degli strumenti della comunicazione,
la trasparenza dei processi democratici di governo, la
partecipazione informata alla costruzione delle strategie
aziendali di lungo periodo, la solidarietà e l’agire collettivo.
La mutualità, dunque, concetto complesso, rappresenta
ancor oggi l’unica misura per distinguere l’impresa
cooperativa dalle altre forme di società.
L’attualità della mutualità cooperativa non sembra
scemare malgrado la sua connaturata affinità con i valori
“dell’agire collettivo” e della “solidarietà” per i quali
l’interesse comune prevale su quello personale. Tuttavia,
non sono necessari particolari richiami sociologici per
convenire che, al contrario, la società odierna, globale
e consumistica, è con tutta evidenza improntata
da un crescente e persuasivo individualismo. E poiché
ciascuno di noi vive le contraddizioni del suo tempo
non possiamo non porci alcuni interrogativi circa
la natura dei valori convergenti sulla figura del “socio
mutualistico” e alla sua possibilità effettiva di viverli
e attuarli appieno nel rapporto associativo e nella
professione e magari trasferirli, almeno in parte, nella
società civile dove, oggi, sperimentiamo un’inquietudine
crescente che induce a non dare nulla per scontato
ma a porre sotto continua verifica tutto. La risposta
al che fare non può probabilmente che essere
un discorso aperto, espressione di una volontà di ricerca
e di impegno concreti da condurre sul campo con
un coinvolgimento sociale ampio, dai soci mutualistici
ai gruppi dirigenti e agli altri stakeholder.
Si tratta, pur non rinunciando agli strumenti della
01.2
competitività di impresa, di concorrere al soddisfacimento
di quei bisogni comuni che in origine sono stati - ma
probabilmente in parte ancora sono - i bisogni collettivi
di una comunità, il lavoro in primo luogo. E un lavoro
buono, qualificato, continuo e non precario, capace di
sostenere un percorso di vita e assicurargli dignità resta
la ragione per cui la nostra cooperativa è nata e vive.
Cmc è oggi una realtà molto più plurale di quella delle
origini o solo di qualche tempo fa. Si sono diversificate
le professionalità, i livelli retributivi e le provenienze,
le attese di vita e gli interessi. Non è allora così scontato
e immediato riconoscersi in un fine comune come
poteva esserlo quando la base sociale era decisamente
più omogenea. Così anche i valori fondanti, seppur
continuiamo a chiamarli con lo stesso nome, inglobano
col tempo significati nuovi. Un solo esempio, al riguardo.
Nei nostri cantieri in Cina, Laos, Algeria, Sud Africa,
Angola, Mozambico e Leshoto lavorano persone
provenienti da 44 diverse nazionalità portatori di una
multiculturalità che sta ridisegnando il paradigma sociale
e culturale di Cmc. La stessa concezione di solidarietà
vira verso significati di apertura e accoglienza, di
disponibilità alla contaminazione. Un qualcosa di diverso
dalla solidarietà originaria che sottintendeva soprattutto
compattazione fra uguali, contrasto alle comuni avversità.
Riflettiamo, dunque, per distillare il meglio della nostra
storia e del nostro patrimonio culturale sapendo
però che una sintesi effettiva non potrà che poggiare
sulla concretezza di un’esperienza condivisa, che
significa anche la costruzione di un lessico comune
in cui le parole e i valori possano avere per tutti lo stesso
significato, indicare i medesimi contenuti e concetti.
01.2.a
in primo piano
di Valda Miani
Bambini si nasce, responsabili si diventa
01.2.a Valda Miani.
Le sono ostili i forti condizionamenti della società,
le strutture caratteriali assunte nell’educazione
infantile, i dogmatismi e le burocrazie. Se non
si muove foglia fino a che Dio non voglia è difficile
che possa diventare un valore di riferimento. Ha
avversari temibili che ne ostacolano l’assunzione:
il dovere, la colpa, la vergogna, la prassi dello
scarica barile… È un valore alto da sostenere
ma forse l’unico che ci fa essere individui liberi:
è la responsabilità, terza delle parole scelte
da Cmc da portare ai prossimi 110 anni. Parliamo
di responsabilità vera, non quella che ci assegnano
gli altri ma quella che noi assumiamo nei
confronti con noi stessi, un impegno individuale
e quotidiano che ci confronta coi nostri limiti e con
le nostre possibilità. In questo numero del giornale
vorremmo dar conto di alcuni dei modi attraverso
i quali si declina nella nostra cooperativa.
È una parola da lunghe distanze, la terza parola scelta
tra le molte dei 110 anni di Cmc, e conoscerla, trovarne
i significati, ci porta indietro nella storia dell’umanità,
a quel pensiero greco che primo fra tutti trovò
la strada della responsabilità individuale rispetto
ad una giustizia divina che anticamente e sola
governava le sorti dell’essere umano. Il pensiero
cristiano fece il resto: da 2000 anni a fondamento
del comportamento degli individui c’è proprio
la responsabilità, quell’etica del comportamento
p.04 la Betoniera
individuale che ci fa essere adulti e capaci di governare
non solo le pulsioni individuali ma anche le molteplici
sollecitazioni esterne alle quali tutti siamo soggetti.
È una grande parola cooperativa perché nasce dal
superamento dell’egoismo e dell’egocentrismo infantili
per avviarsi verso la comprensione che tutti gli esseri
umani sono interconnessi e che le nostre scelte hanno
conseguenze al di fuori di noi, nello spazio e nel tempo.
alla prova con la nostra inadeguatezza, con le nostre
mancanze, con la possibilità di venir meno a ciò
che avremmo dovuto dire, pensare o fare. È un luogo
etico dove non possiamo barare con noi stessi di fronte
al quale stanno due estremi: l’assunzione di tutte
le colpe e l’assoluzione da tutto. Non è una parola
facile perché la responsabilità può essere un grosso
peso. Leo Longanesi in un suo graffiante aforisma
diceva che “è meglio assumere un sottosegretario
che una responsabilità”. La scelta della scuola,
del lavoro, la scelta di quali strade intraprendere per
il nostro futuro, e tra i mille percorsi di fronte ai quali
ogni giorno ci troviamo di fronte. E non solo questo,
perché spesso vicina alla responsabilità sta la colpa
determinata dalle conseguenze per le nostre azioni,
la vergogna per non essere stati all’altezza, delle nostre
o delle altrui aspettative: è un onore che porta
con sé il pesante onere di portare lo sguardo verso
le conseguenze del nostro agire.
La responsabilità è innanzitutto quella di rispondere
a se stessi, alla propria coscienza, al proprio sistema
di valori. È, come dire, una faccenda molto personale
e nel tempo è divenuta sempre più personale e sempre
meno sociale. Se un tempo molti erano i gravami
che dettavano i nostri comportamenti, ora questo
avviene sempre più raramente. E non è nemmeno
qualche cosa che si ottiene così, per grazia divina ma,
come tutte le virtù, viene messa continuamente
Perché mai, dunque, prendere su di sé il peso di questa
parola così impegnativa? Sentirsi responsabili ci rende
vivi, ci rende attenti a noi stessi ed alle nostre scelte, ci fa
uscire dalle prigioni dogmatiche e dalle regole imposte,
ci rende esseri umani. E non si conquista una volta
per tutte ma è una prassi che ci mette continuamente a
confronto coi nostri vincoli, capace di farci intravvedere
gli effetti delle nostre azioni e dei nostri pensieri su noi
stessi che sugli altri. Quale parola è più cooperativa?
Diamo atto ai nostri soci e dipendenti di questa bella
scelta come terza delle parole dei 110 anni di Cmc.
È, come dicevo, una scelta di coraggio perché
la responsabilità porta ad essere consapevoli
delle conseguenze delle proprie condotte personali,
è un atteggiamento dell’adulto che si fa carico
e risponde delle proprie azioni, una scelta di libertà
che non attribuisce ad altri la conseguenza
ed i rischi determinati dalle proprie condotte.
01.3
01.3.e
01.3.f
01.3.g
01.3.h
01.3.i
in primo piano
di V. M.
Andare all’estero, tra identità
cooperativa e strategia d’impresa
01.3.a
01.3.b
01.3.c
L’ultima volta in cui si erano visti è stata anche
la prima: era il 2008 quando il gruppo dirigente
di Cmc si incontrò provenendo dalle varie
aree di riferimento di Cmc. Il 29 ottobre scorso
si è svolto un interessante incontro del vertice
aziendale per condividere e mettere a confronto
le strategie di direzione della cooperativa.
Ad intervenire, dopo un breve saluto del presidente
Cmc Massimo Matteucci, sono stati l’amministratore
delegato Dario Foschini, il direttore generale Roberto
Macrì e il direttore del personale Manlio Malatesta.
Dario Foschini ha parlato dei mercati di riferimento,
Italia ed estero, di come sia cambiata negli ultimi anni la
proporzione tra i due mercati per Cmc, di quali difficoltà
incontra il mercato estero, in particolare i maggiori
rischi cui è soggetto, il difficile reperimento delle risorse
professionali, al quale fa da contrappeso il vantaggio
competitivo che il mercato estero offre e le grandi
capacità tecnologiche acquisite nei lavori in sotterraneo.
Per l’Italia il drastico ridimensionamento del mercato
e la forte concorrenza impongono una forte capacità
produttiva, efficienza ed ottimizzazione dei costi.
Il mercato italiano, che ha visto buoni successi
di Cmc in qualità di general contractor, sta spostando
le opportunità per la nostra impresa verso
le concessioni, soprattutto autostradali, che
porteranno ad intervenire anche nelle manutenzioni,
un tema che diverrà fondamentale per il futuro.
01.3.d
01.3.a Massimo Matteucci,
presidente.
01.3.b Dario Foschini,
Roberto Macrì ha illustrato molti dei temi oggi
all’attenzione per la nostra cooperativa.
Da una parte la Cina, con la lunga esperienza acquisita,
che permette alla nostra cooperativa di mantenere
l’eccellenza nei lavori in sotterranea, dall’altra l’America,
che impone un approccio nuovo, che ci porta ad operare
sempre di più tramite partner ed organizzazioni locali.
Quali dunque i percorsi che si prefigurano tra mercati
consolidati e nuove aree? Efficienza, tecnologia, capacità
di gestione, indirizzo e controllo e, naturalmente, capacità
di esecuzione, il che significa ottimizzare le risorse
professionali, un forte Know how, importanti alleanze
strategiche e la grande attenzione alle risorse finanziarie.
amministratore delegato.
01.3.c Roberto Macrì,
direttore generale.
01.3.d Manlio Malatesta,
direttore del personale.
01.3.e Massimo Marino,
presidente di LM Heavy
Civil Construction.
Il responsabile del personale Manlio Malatesta ha
affrontato nel suo intervento i temi dell’organizzazione
del personale e delle sfide di professionalità,
competenze e formazione che consentano di sostenere
con adeguate politiche di sviluppo delle risorse umane
la crescita aziendale prevista dal programma triennale.
L’occasione ci ha permesso di incontrare alcuni dei
nostri dirigenti che vivono all’estero dai quali abbiamo
voluto sapere, in particolare, come si articola (o quale
può essere) l’elemento identitario di Cmc nel paese
che ci ospita. Massimo Marino da Westford,
Massachussets era per la prima volta a Ravenna.
Ci dice che prima di Cmc lavorava per una impresa
il cui fatturato era simile a quello della nostra
cooperativa e che, pur essendo di grandi dimensioni,
permetteva di lavorare in una atmosfera familiare
simile a quella percepita nell’incontro dei dirigenti Cmc.
È difficile entrare nel mercato americano e tuttavia
nel New England vi sono molti lavori per infrastrutture
e per edilizia. Per consolidare la presenza negli Stati
Uniti contano molto le relazioni che si riescono
ad instaurare, è molto importante essere disponibili
nei tempi e nei modi alle loro esigenze.
L’identità Cmc in Cina per Salvatore Casciaro è
rappresentata dal fatto che è una impresa specializzata
nella costruzione con Tbm. Una impresa italiana
non potrebbe lavorare ma siamo oggetto di interesse
per alcune problematiche tecnologiche e su mercati
difficili (geologia, problemi specifici legati alla
lunghezza dei tunnel). Può essere di grande aiuto
cofinanziare i progetti, individuare alleanze in posizione
di minoranza, accettare la moneta locale. Cmc in
Cina deve fare grande attenzione al dimensionamento
dei costi che ci permette di competere con
le imprese locali. È importante inoltre che ci sia stata
la crescita professionale dei locali di riferimento,
frutto dell’esperienza ultraventennale di Cmc.
I cinesi hanno per loro natura un approccio molto
pratico ed è vitale per Cmc relazionarsi in modo
molto concreto; in questo Cmc è conosciuta
e stimata come una impresa che si assume le proprie
responsabilità professionali e tecniche sia presso
le autorità governative che presso i clienti.
Di un’altra esperienza nuova per Cmc ci parla
Bruno Giovannini, da poco residente in Bulgaria.
Il contratto per la realizzazione del lotto 1
dell’autostrada Maritza è stato firmato il 1 agosto
e la partenza dei lavori è avvenuta il 20 ottobre,
da realizzarsi in 3 anni; il termine previsto è dunque il
20 ottobre 2013. È stato recentemente aperto un ufficio
a Sofia, mentre il personale operativo è a Dimitrograv.
Il team di lavoro è già stato creato: tra espatriati e locali
sono circa una ventina di persone. Essere in questo
paese rappresenta una grande sfida, stiamo parlando di
un mercato difficile nel quale dovremo confrontarci con
la forte concorrenza di imprese provenienti dalla Turchia,
Grecia ed Austria. È comunque un mercato importante,
per il quale sono previsti grandi investimenti della
Comunità europea nei prossimi anni. Un nuovo mercato
che ci porta a confronto con una nuova lingua,
il bulgaro, che “per fortuna” si accompagna all’inglese.
Anche per la Bulgaria vale il fatto che possiamo
essere concorrenziali negli scavi in tunnel, mentre
per i lavori tradizionali è difficile esserlo. Sono
previste anche gare in Macedonia, in Serbia e Bosnia.
Nerio Gridella ci racconta che negli ultimi anni
si è assistito in Mozambico ad una presenza sempre più
forte di imprese portoghesi, specie nelle gare importanti,
che ha determinato una forte concorrenzialità ed una
certa pressione sulla Cmc. In Mozambico sono presenti
anche i cinesi e molti investitori privati, la stessa
Eni è nel paese. Nonostante questo l’identità di Cmc
è molto forte e siamo considerati una impresa
che fa bene il suo lavoro sia qualitativamente sia per
il rispetto dei tempi. Un problema? I vecchi vanno in
pensione e i giovani restano 3 anni poi se ne tornano a
casa ed è difficile inserire personale mozambicano. Anche
coi Tcn ci sono problemi di integrazione, soprattutto
per la lingua (filippini, arabi...) eppure possiamo
dire che Cmc è una impresa nazionale mozambicana.
Un paese con differenze culturali enormi pone
sicuramente un problema di identità, è quanto ci dice
Luca Barbara sul Laos, paese nel quale veniamo
percepiti prima di tutto come impresa italiana.
L’organizzazione ed il modo di lavorare di Cmc
è peculiare, per esempio il rapporto amichevole tra
il vertice ed i dipendenti, un modo che senza intaccare
i ruoli mantiene comunque il rapporto con i lavoratori,
ci mette in relazione allo stile di direzione molto
diverso di cinesi e anglosassoni. È indispensabile che
nelle posizioni chiave siano inserite figure Cmc di lunga
data e questo migliora l’identificazione con l’impresa.
Una delle sfide a cui stiamo lavorando è quella di fare
breccia nei laotiani, continuando a portarli con noi,
valorizzando le loro competenze. È stato fatto
uno sforzo enorme, in pochi mesi dover portare
il numero del personale a 1000. Per noi è una grande
soddisfazione avere una mensa unica per 250 persone.
E a proposito di responsabilità? Lavorare così lontano ci
porta ad assumerla come prassi di lavoro costante, è una
responsabilità di immagine, nei confronti dell’azienda,
una responsabilità nei confronti delle risorse ed
una responsabilità per l’impegno sui risultati e nei
confronti dei colleghi di lavoro. Singapore è una realtà
molto diversa ed estremamente organizzata: richiede
professionalità già consolidate, cura del personale,
il confronto con concorrenti molto agguerriti come
coreani, giapponesi, cinesi ed austriaci. Come sempre,
quando si entra in un nuovo paese occorre imparare
le regole del gioco, e qui vi sono molte regole nuove.
Per esempio, per registrare la nostra impresa abbiamo
dovuto assumere personale con qualifiche precise.
A valere in questo paese sono la cura del personale,
il rispetto ed un notevole impegno tecnico.
01.3.l
01.3.f Salvatore Casciaro,
direttore area Cina.
01.3.g Bruno Giovannini,
direttore tecnico
di cantiere in Bulgaria.
01.3.h Nerio Gridella, direttore
tecnico area Mozambico.
01.3.i Luca Barbara,
direttore area Far East.
01.3.l Il gruppo dirigente
presso la casa Cmc
nella giornata dell’incontro.
p.05 la Betoniera
01.4.a
01.4
in primo piano
di Alfredo Fioretti
Responsabilità individuale
e responsabilità collettiva
01.4.a Alfredo Fioretti,
responsabile ufficio legale Cmc.
In questi giorni ho pensato a ciò che significa
per me la parola “responsabilità”.
Certo, nel mondo giuridico questa parola assume
connotazioni diverse a seconda del contesto di
riferimento. La responsabilità può essere definita riguardo
al diritto civile, penale, amministrativo. Ed in ognuno
di questi contesti di riferimento la responsabilità muta
il proprio limite di applicazione in conseguenza delle
disposizioni legislative. Il concetto di responsabilità
di cui vorrei parlare, tuttavia, pur risentendo dei miei
studi giuridici, riferisce ad una visione personale.
Ed in tal senso vorrei soffermarmi sulla responsabilità
“individuale” e “collettiva”. La responsabilità individuale
01.5
per me si ravvisa tutte le volte che ciascuno di noi
affronta un impegno di qualsiaisi natura. Quell’impegno
dovrà essere svolto nel rispetto delle regole, utilizzando
tutti i mezzi leciti e le conoscenze di cui si dispone
per ottenere un risultato idoneo all’impegno stesso.
È responsabile colui che agisce tenendo ben presente
l’azione che sta per compiere ed i possibili effetti,
cosicchè valutando gli eventuali ostacoli, potrà superarli.
Ritengo che al concetto di responsabilità, oggi più che
mai, debba essere associato quello di professionalità.
Maggiore è la professionalità profusa nel proprio agire,
maggiori saranno le probabilità di agire in modo
responsabile e quindi di ottenere un risultato consono
alle aspettative. Le azioni di ciascun individuo, anche
01.5.a
quelle che ci appaiono più semplice, sul lavoro, nel
vivere quotidiano, nella società sono causa di un’altra
azione ovvero generano una reazione, e l’effetto finale
è valido se si parte da un presupposto comune corretto.
È responsabile, così, chi è in grado in ogni circostanza
di perseguire ciò che comunemente chiamiamo il “bene
comune”. Se sommiamo invece le azioni dei singoli,
avremo la responsabilità collettiva. In tal caso, per avere
come effetto il perseguimento del bene comune sarà
necessario una comunanza di intenti, un comune ideale
da perseguire. Anche la nostra Cooperativa, perciò,
potrà essere un luogo in cui la somma delle azioni
“responsabili” di ogni singolo, potranno determinare
il raggiungimento del bene comune.
01.5.b
01.5.c
in primo piano
Appuntamenti di Natale
01.5.a Concerto di natale
2010.
01.5.b.d-e Alcuni momenti
Musiche dall’Irlanda
In viaggio da Dublino al Connemara
23 dicembre 2011, ore 20.45
Galleria Cmc, via Trieste 76 Ravenna
della befana di Cmc.
01.5.c Il presidente Massimo
Matteucci alla consegna
delle borse di studio.
Il concerto di Natale sarà quest’anno dedicato ad un
paese che della musica ha fatto fin dai tempi più antichi
un elemento importantissimo per la propria identità
nazionale, l’Irlanda. Per l’occasione l’orchestra “Città
di Ravenna” si unisce ad uno dei gruppi italiani più
rinomati del genere, gli Inis Fail, con cui ha creato questa
serata in esclusiva per Cmc. Dalle gighe che si ascoltano
nei fumosi pub di Dublino, alle antiche ballate dal
sapore celtico fino ai briosi hornpipe, i componimenti
01.5.d
p.06 la Betoniera
che accompagnavano le danze dei marinai del capitano
Cook per trascorrere insieme una gioiosa serata.
Con flauti, violini e cornamuse non poteva mancare
un elemento fondamentale della cultura irlandese,
la danza, con una compagnia di ballerini professionisti
i quali si esibiranno in balli di gruppo e solisti,
alternando alle danze popolari alcune rivisitazioni
dei passi tradizionali di questa terra.
Spettacolo della Befana
6 gennaio 2012, ore 10.00
Magia e trucca bimbi per lo spettacolo di quest’anno
presso la galleria Cmc con gli amici della Casa delle Arti
01.5.e
di Mezzano. Musica, palloncini, gags e mille colori per
una giornata indimenticabile per i bambini e i loro genitori.
Consegna borse di studio
22 gennaio 2011, ore 10.30
Torna il consueto incontro annuale di consegna delle
borse di studio. L’appuntamento è domenica 22 gennaio
nella sala corsi di Cmc. Anche quest’anno all’incontro
sarà presente il Prof. Emanuele Bassetti (sociologo ed
esperto di comunicazione dell’Università di Bologna) che
ci parlerà di: “ Il colloquio di lavoro: strategie, modalità
di comunicazione, luoghi comuni e tipici errori relazionali
che attendono i giovani alla ricerca del primo lavoro”.
02
02.a
02.b
qualità, sicurezza,
ambiente
di Cristiana Bolognesi
La qualità: vietato improvvisare
02.a Leonardo Potenza,
responsabile servizio qualità,
sicurezza, ambiente.
02.b Maurizio Didonè,
addetto al servizio prevenzione
e protezione, con Sandra
Perché la qualità è diventata un elemento così
importante per le aziende? Cos’è la certificazione
e cosa comporta? Possono, a prima vista, sembrare
domande da addetti ai lavori. Al contrario sono
al centro di ogni moderna politica di management
aziendale. Ne parliamo con Leonardo Potenza,
responsabile del Servizio Qualità Sicurezza Ambiente.
02.c
Silva, HSE Manager dell’area
Mozambico, in un cantiere
del paese africano.
02.c Leonardo Potenza al corso
per operatore di piattaforme
di sollevamento.
“La qualità, o meglio il sistema di gestione per la qualità,
è l’insieme dei fattori attraverso i quali un’azienda
garantisce che i processi aziendali per la realizzazione
di un prodotto o un servizio rispondano ai requisiti del
committente e delle altre parti interessate e vengano
continuamente migliorati. È considerata, dunque,
un elemento competitivo che consente di valutare
e scegliere le aziende che possiedono un elevato
standard qualitativo in grado di fornire regolarmente
un prodotto/servizio nei tempi e nei modi stabiliti.
La certificazione del sistema di gestione per la qualità
è l’attestazione da parte di un organismo terzo,
indipendente e accreditato, circa la conformità del sistema
di gestione alle norme internazionali di riferimento
che le imprese devono soddisfare. Un’azienda
certificata avrà, pertanto, più prestigio e credibilità
e un maggiore potere contrattuale sul mercato.
Per poter raggiungere gli standard qualitativi necessari
al conseguimento di una certificazione un’azienda deve
fissare politiche, obiettivi, procedure e strumenti per
raggiungere i fini stabiliti e verificare costantemente
l’efficacia dei processi e i risultati conseguiti.
In questo Cmc è, da sempre, in prima linea!”.
Il Codice Etico invece di cosa si occupa?
“Il 10 ottobre 2003 il Consiglio di Amministrazione
della cooperativa ha adottato il Codice Etico (che potete
trovare in versione integrale sul sito di Cmc) che
contiene una serie di principi che definiscono, in modo
chiaro e trasparente, l’insieme dei valori ai quali
l’azienda si ispira per raggiungere i suoi obiettivi.
A questi principi (di professionalità, legalità,
imprenditorialità, onestà, trasparenza, eguaglianza)
deve uniformarsi il comportamento di tutti coloro
che operano all’interno della società. Il modello
organizzativo per la responsabilità d’impresa che
abbiamo noi oggi riguarda principalmente le attività
svolte in Italia, ma stiamo lavorando per adattarlo
a tutte le nostre sedi e attività nel mondo.
Collegato al modello organizzativo e al codice etico
possiamo ricordare che la Cmc è stata la prima
in Italia a siglare un Protocollo di Legalità con Anas
e Prefettura di Salerno nell’ambito dell’appalto
per il 1° Maxilotto della Salerno-Reggio Calabria.
L’iniziativa, finalizzata a rafforzare l’attività
di prevenzione dalle infiltrazioni della criminalità
nell’ambito degli appalti pubblici, è stata
successivamente ripresa con il Protocollo per la Legalità
di Porto Empedocle, sottoscritto il 9 marzo 2009,
con le Prefetture di Agrigento e di Caltanissetta,
la Regione Siciliana, l’Anas Spa, e la Empedocle Scpa
nell’ambito dei lavori per la Agrigento-Caltanissetta”.
In coerenza con quanto affermato nel Codice Etico,
Cmc ha, poi, provveduto in questi anni a dotarsi
delle principali certificazioni internazionali relative
alla qualità, alla sicurezza, all’ambiente. Cosa
significa aderire alla famiglia delle norme Iso?
“In effetti possono essere implementati in
un’organizzazione altri sistemi di gestione riferiti ad
ambiti diversi: sicurezza e salute sul lavoro, ambiente,
ecc. Per ciascuno di essi esistono norme internazionali
di riferimento. In particolare, la Iso 9001:2008 definisce
i requisiti che l’organizzazione deve rispettare per
migliorare il proprio sistema di gestione per la qualità.
Il Sistema di Qualità di Cmc è stato certificato il 7 luglio
2000 in conformità alla Norma Iso 9001/Uni En Iso 9001
Ed.1994 e poi rinnovato l’11 luglio 2009 in conformità
alla Norma Iso 9001:2008. I documenti sono in continua
evoluzione per adattarli alle mutate esigenze aziendali.
Basti dire che solo nello scorso anno sono stati
p.07 la Betoniera
revisionati il Manuale della Qualità e svariate procedure
della qualità generali, procedure della qualità operative
e istruzioni per la qualità, oltre a diverse procedure e
istruzioni del Sistema di gestione ambientale e del sistema
di gestione della salute e sicurezza sul lavoro. Oltre alle
verifiche svolte dall’ente certificatore ogni anno, vengono
svolti audit interni per accertare lo stato di conformità
del sistema nell’ambito dei vari processi aziendali.
Si tratta dunque di un impegno costante e consistente!”
E per quanto riguarda l’ambiente come si muove
Cmc? “La norma volontaria Iso 14001:2004 si occupa
del Sistema di Gestione ambientale. Lo scopo
è di identificare gli aspetti dell’organizzazione legati
all’ambiente, tenere sotto controllo e monitorare quelli
che possono avere un impatto ambientale per ridurne
le conseguenze negative. Il Sistema di Gestione
Ambientale di Cmc è stato certificato l’8 febbraio 2008.
È una certificazione che abbiamo fortemente
voluto e nella quale ci siamo impegnati molto!
Il suo presupposto è non solo il rispetto della normativa
(che è il presupposto di base), ma il miglioramento
delle condizioni di lavoro e del territorio. Cmc si
è dunque dotata di una serie di procedure interne che
regolamentano la gestione delle tematiche ambientali
in modo da non avere sorprese, gap o buchi perché non
ci devono essere impatti negativi. Dato che l’impatto
ambientale dell’opera è già stato studiato quando
l’opera è stata data in appalto, ad esempio attraverso
la Via (valutazione d’impatto ambientale), il nostro
principale campo di intervento è sull’impatto del
cantiere nell’ambiente. Noi pianifichiamo le attività di
cantiere, controlliamo che le procedure vengano attuate
ed eventualmente operiamo delle revisioni del sistema
in un’ottica di miglioramento continuo. Il sistema di
gestione ambientale non è ancora un obbligo di legge,
ma spesso nelle gare si tratta di un prerequisito. In molti
Paesi esteri (Sudafrica, Laos, Singapore ad esempio)
la si dà come un dato di fatto, non si può non avere.
Piuttosto rappresentano per noi una grande difficoltà
la pluralità e le differenze delle norme non solo da Stato
a Stato, ma, in Italia, anche da regione a regione.
Dobbiamo essere sempre attentissimi e non dare mai
nulla per scontato!”
Immagino che il vostro servizio sia partito dalla
sicurezza, che ci puoi dire? Qual è la situazione?
“La legislazione e la giurisprudenza interpretativa sono
chiare e partono da lontano: le prime leggi in materia
sono degli anni ‘50; pur con le differenze culturali
e sociali, le norme sulla salute e sicurezza dei lavoratori
sono piuttosto simili in tutto il mondo. Noi, laddove
la legislazione è meno rigida, aumentiamo lo standard in
un’opera di omogeneizzazione in ogni cantiere e Paese
in cui lavoriamo. Partendo dal rispetto delle norme
di legge, in ogni cantiere implementiamo il sistema
di gestione della sicurezza e salute sul lavoro, che
nel nostro caso si basa sullo standard internazionale
del British Standard Ohsas 18001. Questo Sistema
di gestione è orientato alla creazione di un ambiente
di lavoro sempre più sano e sicuro e alla riduzione
del numero degli infortuni con evidenti risultati sul piano
della qualità dell’ambiente di lavoro ma anche dei costi
aziendali. Il Sistema di Gestione della Sicurezza e Salute
sul lavoro di Cmc è stato certificato il 27 gennaio 2009.
Questo certificato ha completato l’integrazione del
Sistema di Gestione della Sicurezza e Salute sul Lavoro
con i sistemi gestionali della Qualità (Iso 9001)
e dell’Ambiente (Iso 14001). In termini di risultati,
c’è un monitoraggio di tutti i territori in cui operiamo,
una progressiva attenzione e organizzazione nei nostri
cantieri; stiamo mettendo le basi in ogni Paese per
un sistema di gestione adattato alla realtà locale (pur
monitorato dalla sede ovviamente) che consentirà una
comunicazione tempestiva, un monitoraggio costante,
affiancati da una maggiore divulgazione e formazione
sul campo. In Mozambico, ad esempio, stiamo
ottenendo ottimi risultati in termini proprio
di organizzazione della sicurezza: stiamo completando
l’implementazione del sistema, abbiamo svolto
una intensa attività formativa, abbiamo instaurato
un sistema di informazione efficace e tempestivo,
c’è una responsabile di area e diversi safety
manager e safety officer che seguono i cantieri;
è un’organizzazione che darà sicuramente
ottimi frutti. Questo non toglie che gli sforzi
non siano mai abbastanza e che l’obiettivo di non
avere nessun infortunio sia una meta ancora lontana,
ma l’alfabetizzazione di tutti i livelli gerarchici
siamo sicuri che porterà a ottimi risultati. Anche
in Cmc University la materia è presente già da tempo
e nei nuovi piani di studio introdotti quest’anno
in molti percorsi formativi è un esame obbligatorio.”
Quali altre certificazioni possiede Cmc?
“Cmc, è tra le prime imprese di costruzione ad avere
conseguito anche l’attestazione di Qualificazione
alla esecuzione di Lavori Pubblici e vanta l’iscrizione
a numerose categorie di lavoro con buoni livelli
di importo: per 17 categorie di queste, Cmc è attestata
con importo illimitato. Il 16 febbraio 2006 il Ministero
delle Infrastrutture e dei Trasporti ha rilasciato
a Cmc anche l’Attestato di Qualificazione a Contraente
Generale per la classifica III. Si tratta della classifica
di maggior livello che consente la partecipazione a lavori
di importo oltre i 700 milioni di Euro. Insomma un
impegno costante per tutti e a 360° che deve essere fra
gli obiettivi di una grande azienda; se questa azienda,
poi, è una cooperativa credo che questo impegno si
debba trasformare in un valore primario ed essenziale!”
03
04.1
cmc university
di Mara Cavallari
approfondimenti
di Paride Padovani
Il successo
non è mai definitivo
03.a Davide Casadio in
Pianificazione
e controllo
Riprendendo gli approfondimenti pubblicati
nel n. 3, 4 e 5, analizziamo in questa puntata,
il sistema di pianificazione e controllo aziendale,
che si basa sulla piattaforma Vision, e che
prevede l’utilizzo di software e sistemi integrati.
03.a
un momento di Cmc University.
L’attività di pianificazione e controllo si suddivide
in cinque macrofasi:
1. Preventivazione (vedi betoniera n. 5)
2. Programmazione e pianificazione (vedi betoniera n. 5)
3. Contabilità lavori e gestione subappalti
4. Controllo avanzamento
5. Controllo costi
Contabilità lavori / Gestione subappalti
La qualità delle risorse umane disegna i connotati
di un’impresa e la sua capacità di investire con
responsabilità sul futuro. Questa, per certi versi,
banale affermazione è oramai universalmente
riconosciuta dai guru dell’economia che assegnano
ai dipendenti un valore strategico sul quale
inderogabilmente investire. E questo assioma
è tanto più vero per il management di un’azienda,
coloro che hanno, o dovrebbero avere, nelle
proprie mani le conoscenze, le capacità, la visione
per affrontare una realtà in continuo cambiamento
e fare la differenza sul mercato della competizione.
“Il successo non è definitivo, il fallimento non è fatale:
ciò che conta è il coraggio di andare avanti”. Con
questa bella frase, attribuita al genio creativo di Winston
Churchill, si potrebbe spiegare con poche parole perché
in un’epoca di grandi e veloci trasformazioni come la
nostra, il compito principale con il quale le classi dirigenti
sono chiamate a confrontarsi sia quello di capire prima
degli altri cosa sta succedendo e individuare prima
degli altri le possibili risposte. Investire sulla conoscenza
e sulla formazione non è dunque “una” scelta possibile.
Sempre di più è “la” scelta strategica per competere
in un mercato sempre più complesso e sensibile
all’innovazione. Un impegno quello per la formazione
da sempre al centro della nostra impresa cooperativa
che ha prodotto nel 2009 il progetto di Cmc University,
una vera e propria scuola di formazione aziendale
giunta oramai al suo terzo anno di attività.
“L’obiettivo - dice Davide Casadio, responsabile
del Servizio Sviluppo e Formazione - è quello di aiutare
le nostre forze più giovani e interessanti a sviluppare
il proprio potenziale manageriale attraverso l’aiuto
di tutor interni capaci di trasmettere le competenze
professionali e l’esperienza presenti in azienda.
La buona notizia, infatti, è che il management si può
imparare, e l’elemento sfidante è che ogni giorno
quanto imparato andrà messo alla prova dei fatti”.
L’ anno accademico 2011-2012 di Cmc University,
che interesserà 50 lavoratori e 32 tutor oltre che della
sede, anche di diverse sedi italiane ed estere, riproporrà
la novità, assai gradita, delle sessioni d’aula e d’esame
e spazierà su importanti temi formativi: dal contenzioso
nelle opere pubbliche ai contratti, dagli espropri
al controllo di commessa, dal project management
al bilancio come strumento d’impresa. Totalmente
nuova, invece, sarà la definizione di piani di studio
predefiniti in funzione dei ruoli attesi.
In tutti i percorsi di studio è prevista, però, la presenza
di corsi di management efficace e di negoziazione.
E proprio con il corso di management efficace ha
preso avvio il nuovo anno accademico in ottobre a Porto
Empedocle e all’inizio di novembre nella sede centrale.
Mauro Forlani è al suo secondo anno. “Cmc University
è impegnativa ma sicuramente utile. Innanzitutto, si ha
l’opportunità di acquisire una visione d’insieme dell’azienda
e di sentirsi parte del tutto. E poi è importante avere il
p.08 la Betoniera
tempo per fermarsi, per pensare a ciò che si sta facendo,
per confrontarsi con l’esperienza di altri. Insomma, aiuta
ogni tanto staccarsi dalla pratica quotidiana per riflettere
su ciò che si fa e su come si potrebbe fare meglio. Sì, è
impegnativo ma ne vale sicuramente la pena”.
Anche Emanuela Morigi è al secondo anno di studio.
“All’inizio ho avuto qualche difficoltà legata soprattutto
alla preparazione degli esami. Il tempo è poco,
il materiale da presentare troppo. Adesso le cose sono
migliorate: le sessioni d’aula aiutano molto. Penso,
comunque, che la verifica migliore su quanto abbiamo
imparato sia quella che sperimentiamo nel lavoro
quotidiano. Credo anche che alcuni corsi, come,
ad esempio, quello di management efficace, dovrebbero
coinvolgere più persone dentro l’azienda.”
Ma torniamo a Davide Casadio. Quali sono le parole
chiave per un mangement efficace?
“Innanzitutto il senso di responsabilità, che è un
prerequisito per le risorse inserite in questo progetto:
senza di esso non si può fare e parlare di nulla, men
che meno di crescita e responsabilità manageriali. Poi la
capacità di orientarsi a produrre risultati continuativi
nel tempo. Management efficace significa agire con una
strategia capace di andare oltre il quotidiano. Per questo
bisogna saper essere orientati al risultato, (lasciandosi
inevitabilmente attrarre dall’obiettivo, al di là di possibili
sconfitte o rovesci), sapere individuare le priorità
(discernendo tra importanza e urgenza), sfruttare i punti
di forza (rendendo insignificanti i punti deboli), creare
fiducia (un clima di lavoro basato su ascolto, coerenza
e delega) e pensare positivo (disciplinare l’attenzione
verso le opportunità, le soluzioni: “fai ciò che puoi,
con quello che hai, nel luogo in cui sei”). Quello che
abbiamo a cuore di trasmettere non è certo l’ennesima
teoria, magari alla moda, sul management che si tramuti
in rigidi precetti su cui appiattirsi in modo dogmatico.
Piuttosto, vogliamo spronare i nostri corsisti a testare e
ad assimilare i principi appresi nel confronto quotidiano
con gli obiettivi ed incarichi loro assegnati. Infatti, i
comportamenti manageriali non sono solo oggetto di
studio teorico e materia di esame, ma sono anche, e
soprattutto, una precisa metrica applicata in sede di
valutazione professionale delle risorse coinvolte in
questo processo di sviluppo manageriale. L’architettura
sottesa è molto chiara: come diceva Aristotele “noi
siamo ciò che facciamo più spesso, la perfezione quindi
non è atto ma abitudine”, i comportamenti manageriali
appresi vanno reiterati nella pratica professionale
con costanza in modo da assimilarli nella ripetizione.
In questo modo si struttura e affina una forma mentis
capace di tradursi in un’azione orientata che produrrà
risultati continuativi nel tempo”. I primi esami sono già
cominciati con il test scritto di negoziazione a fine
ottobre e con la prova sul management efficace a fine
novembre. I corsi proseguiranno fino al prossimo giugno.
Le lezioni, oltre che dai corsisti selezionati, possono
essere frequentate, sulla base del parere positivo del
responsabile del proprio servizio, anche da uditori che
debbono comunicare la loro intenzione preventivamente.
La contabilità lavori e la contabilità dei subappalti viene
sviluppata all’interno di due moduli dedicati in modo
da consentire una corretta gestione di entrambi. La
contabilità lavori viene gestita per stati di avanzamento,
con quantificazione opere a misura, a corpo,
e in economia. Attingendo dall’elenco prezzi unitari
del preventivo corrente si contabilizzano SIL organizzando
i dati secondo strutture di aggregazione liberamente
definibili nei livelli gerarchici scelti. Come output di questo
modulo vengono prodotte stampe di contabilità (libretto
delle misure, registro di contabilità, stati di avanzamento
lavori, sommario del registro e certificati di pagamento)
e cruscotti di raffronto (libretto/preventivo, libretto/SIL,
SIL/preventivo), di riepilogo libretto e di riepilogo SIL.
Il modulo contabilità subappalti è fondamentale
nella gestione di lavori con molteplici contabilità verso
subappaltatori. L’efficienza nell’elaborazione di grandi
quantità di dati, la gestione dei dati di contratto
organizzata per fornitore garantiscono la redazione
di più contabilità anche complesse. Ogni contabilità,
anche in questo modulo, può essere gestita secondo
strutture di aggregazione liberamente definibili.
All’interno vengono prese in esame condizioni
contrattuali di ribasso/aumento, oneri della sicurezza,
calcolo delle ritenute di garanzia lavori; gestione
contabilità lavori per stati di avanzamento; produzione
stampe di contabilità o cruscotti per ogni singolo
subappaltatore o per situazioni complessive.
Controllo avanzamento
Mensilmente si procede con la verifica dell’avanzamento
delle singole WBS in termini quantitativi attingendo
i dati dalla contabilità lavori, all’interno della quale
vengono gestiti tutti gli stati di avanzamento.
I dati quantitativi, mensili e cumulativi, estrapolati
dalla contabilità lavori, vengono posti a confronto
all’interno di cruscotti dedicati con i valori quantitativi
derivanti da studi preventivi, permettendo di ottenere
informazioni significative di andamento.
Registrazioni e controllo
All’interno del modulo dedicato Registrazioni e Controllo
vengono gestite le registrazioni, le analisi di contabilità
industriale e il controllo avanzato. In registrazioni
si realizzano i rapportini per la gestione dedicata
della manodopera o delle macchine e soprattutto
vi è la possibilità di far dialogare il software con il sistema
gestionale aziendale, SuperStrike, in modo da importare
movimenti e documenti di contabilità industriale, suddivisi
per periodo, centro di costo e voce di spesa, avendo così
una situazione consuntiva in linea con quella reale. È molto
importante nella fase di impostazione della commessa
definire cosa e come si vuole organizzare il sistema di
controllo. La flessibilità delle nostre procedure ci permette
di calzare il sistema alle esigenze delle singole commesse.
In Contabilità industriale la situazione di commessa viene
controllata con stampe personalizzabili, che utilizzano
i dati di quantità, costi, e ricavi, di rapportino, DDT, SAL/SIL
passivi e attivi, aggregati in modo ottimale per evidenziare
con tabulati reimpostati le informazioni necessarie per
il controllo. In questo modo si dispongono di funzioni
04.1.a
complete e flessibili per attuare il controllo tecnico
ed economico delle commesse, ottenendo rapidamente
e tempestivamente le indicazioni utili ai nostri compiti.
Si estrapolano cruscotti (attinenti allo stesso soggetto
e arco temporale) che evidenziano il costo previsto
del lavoro programmato, il costo rilevato per il lavoro
realmente svolto e il costo che si sarebbe dovuto
sostenere per realizzare il lavoro effettivamente svolto
(flessibilizzato), e si mettono in relazione tra loro
per ottenere indispensabili informazioni di andamento.
Vengono forniti gli strumenti necessari per il controllo
economico in base alla struttura dei centri di costo/
(WBS) e alla struttura di gestione sempre rispetto
ai periodi contabili. L’insieme delle lavorazioni ancora da
completare può essere periodicamente ridefinita, sulla
base delle consuntivazione e delle incidenze rilevate
avvalendosi del supporto informatico. Attraverso
specifiche interrogazioni e stampe, i dati di previsione
vengono raffrontati con i dati consuntivi in base
ai diversi livelli di centri di costo o WBS. È possibile
effettuare sia prospetti che confrontano i valori
economici previsti rispetto quelli consuntivi sia prospetti
che partendo dai dati consuntivi e dalla rielaborazione
dei budget a finire sono in grado di mostrare scenari
futuri. Attuando la tecnica dell’earned value vengono
evidenziati gli scostamenti tra previsioni e dati
oggettivati nelle registrazioni consuntive e le loro cause
(per costo o per produzione).
Un esempio, nella tabella sottostante si evidenziano:
• Code = voce di spesa
• Description = descrizione della risorsa
• U.M. = unità di misura della risorsa
• Flex quantity = quantità prevista da utilizzare
Tabella 1: Analisi Qtà-Costi per VdS
p.09 la Betoniera
04.1.a Paride Padovani.
• all’avanzamento XX
• Uc = prezzo unitario previsto
• Flex values = costo previsto all’avanzamento XX
• Achieved quantity = quantità utilizzate
• all’avanzamento XX
• Achievedvalues = costi consuntivi all’avanzamento XX
• Period variances = differenze………..
• Quantity = in termini di quantità
• Price variantce = relativo al prezzo unitario
• Efficiency = causa incidenza
• Total variance = valore scostamento
Questi scostamenti si possono ottenere per singola voce
di spesa, per periodo parziale e progressivo, per centro
di costo (WBS) o per le singole voci di spesa all’interno di
un ogni centro di costo (WBS), tenendo sempre distinto
gli scostamenti dovuti da variazione del prezzo unitario
della risorsa, dagli scostamenti derivanti dal diverso
impiego di risorse (incidenza). L’analisi degli scostamenti
permette di attuare opportune azioni correttive in tempi
ristretti rispetto al momento in cui si verificheranno eventi
che li determineranno, aumentando così notevolmente
la probabilità di rispettare previsioni e budget.
Gli scostamenti verificati dopo essere stati analizzati
possono venire proiettati a finire, grazie a delle funzioni
di ripreventivazione che applicano alle lavorazioni
da completare differenti trend di completamento
(costante, preventivo, nullo).
04.2
04.2.a
approfondimenti
di M. C.
La gestione contrattuale
e l’ingegneria forense
04.2.a Ing. Sergio Palazzo,
responsabile ufficio gestione
contrattuale di Cmc.
Si è tenuto in Cmc, nelle giornate del 10 e 11
novembre, un importante seminario sulla
gestione contrattuale e l’ingegneria forense.
L’appuntamento è nato dalla volontà di arricchire
le basi conoscitive del management di Cmc
in merito alla gestione contrattuale messa
a confronto con l’ingegneria forense.
Come scriveva l’Ing. Sergio Palazzo, responsabile
dell’Ufficio Gestione Contrattuale della nostra
cooperativa, sulla Betoniera n. 5 del 2010
“La complessità delle opere infrastrutturali realizzate
nel nostro Paese, ha richiesto la nascita - ormai da circa
vent’anni - di una contrattualistica assolutamente
rivoluzionaria rispetto al passato, dovendo adeguare
le regole dell’appalto alle indicazioni che imponeva
l’Europa. La nuova configurazione dell’appalto pubblico
ha fatto sì che le figure che normalmente intervenivano
nei processi realizzativi/gestionali di un’opera
infrastrutturale (progettazione, conferimento,
esecuzione, controllo, gestione ecc) acquisissero
un ruolo sempre più importante, caratterizzato,
di conseguenza, da responsabilità sempre più ampie.
Infatti, l’ingegnere professionista, nell’aver subito
anch’egli una concreta metamorfosi, necessita, oggi
ancor più di ieri, non solo di un’assoluta conoscenza
delle norme vigenti nel comparto tecnico/contrattuale
e quindi di una loro applicazione, ma anche di una loro
04.3
04.3.a
corretta interpretazione”. In sostanza, per riuscire
ad ottimizzare, nell’ambito della gestione contrattuale,
la prevenzione di eventuali problematiche che possono
intervenire durante l’esecuzione della prestazione,
con evidenti ripercussioni anche sull’azienda, è sempre
più necessaria una sinergia tra la conoscenza delle
molteplici norme disciplinanti le attività della gestione
contrattuale (acquisizione, produzione, gestione ecc.)
con le attività dell’ingegneria forense (controllo,
verifica, valutazione ecc.) che è deputata ad esercitare
un’attività propriamente “d’indagine” sulla prestazione,
sia gestionale che professionale, dell’operatore.
Lo scopo di queste giornate di formazione è, dunque,
quello di far confluire nella cultura della gestione
contrattuale quelle informazioni inerenti l’attività
dell’ingegnere forense che, per definizione, risulta
essere quel “professionista che indaga sulle cause
più probabili per cui si è verificata una prestazione
diversa da quella attesa e sulle responsabilità”.
Il seminario (al quale hanno partecipato l’ing. Nicola
Augenti, l’avv. Giuseppe Guizzi, l’avv. Fiorenzo Liguori
e l’avv. Giuseppe Olivieri) si è soffermato, attraverso
l’analisi teorica e approfondendo casi realmente avvenuti,
su argomenti comuni sia alla gestione contrattuale che
all’ingegneria forense, quali il diritto amministrativo e
assicurativo, il diritto processuale civile e l’ingegneria
forense con l’obiettivo di evidenziare i concetti, le norme
e i metodi necessari per prevenire eventuali contenziosi.
04.3.b
approfondimenti
di M. C.
L’impresa tra etica e profitto
04.3.a Ing. Nicola Augenti.
04.3.b Avv. Giuseppe Olivieri.
Al termine del seminario abbiamo incontrato
due degli autorevoli relatori: l’Ing. Nicola Augenti
(Professore ordinario di “Tecnica delle Costruzioni”
presso la facoltà di Ingegneria dell’Università
Federico II di Napoli e Direttore del Master
di II livello in “Ingegneria Forense” presso la stessa
Università) e l’Avv. Giuseppe Olivieri
(Professore ordinario di “Diritto processuale civile”
presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università
di Napoli Federico II).
A loro abbiamo rivolto alcune domande su
un tema di grande attualità, quello del rapporto
tra etica ed imprenditoria.
un fascio. Mi sembra che in generale si manifesti
un peggioramento quando le imprese guardano
esclusivamente al profitto che è certamente la prima
missione di un’impresa ma che non può essere l’unica.
Oggi, parlando in mensa, col vostro Presidente,
mi ha molto colpito il fatto che Cmc tenga in grande
cura le mense e gli alloggi per i propri dipendenti.
Questo mi sembra importante sotto il profilo dell’etica:
curarsi dell’uomo. Riassumendo, credo che non
si possa dare una risposta generale a questa domanda
perché, per fortuna, la realtà è molto differenziata
anche se vedo spesso un peggioramento generato
dal seguire il solo profitto ignorando il lavoratore.
Se la funzione sociale dell’impresa è, innanzitutto,
quella di creare ricchezza sono in molti, nell’ultimo
periodo, a sottolineare come la mancanza di etica
possa divenire un ostacolo allo stesso sviluppo
economico ed imprenditoriale. Qual è in proposito
il vostro pensiero?
Prof. Augenti Il rapporto tra etica ed imprenditoria
passa, a mio avviso, attraverso due aspetti importanti.
Il primo è quello di saper fare una distinzione tra
i differenti imprenditori poiché anche tra essi esiste
un gran numero di soggetti improvvisati, privi di
esperienza e professionalità che, nella realtà, non sono
”imprenditori”. L’imprenditore è colui che ha una storia,
una tradizione. Un’impresa con 110 anni di storia
come la vostra non può essere paragonata all’impresa
improvvisata che va a caccia del singolo appalto.
Il problema del rapporto tra etica e imprenditoria,
però, non è legato solamente alla natura dell’impresa.
È invece, molto spesso, la natura dei committenti,
il mondo del “controllo” che c’è intorno, che fa
la differenza. Il malcostume diffuso, le disfunzioni nella
Prof. Olivieri È chiaro che il rapporto tra etica ed
imprenditoria si inserisce nella relazione generale
tra etica e società. Personalmente, forse perché ho
i capelli bianchi, penso che ci sia stato un progressivo
deterioramento dell’etica in generale. Per quanto
riguarda il rapporto tra etica ed imprenditoria,
la mia risposta è: dipende. Ci sono imprenditori
ed imprenditori, non bisogna fare di tutta l’erba
p.10 la Betoniera
pubblica amministrazione spesso creano le premesse
per un distorto rapporto tra etica e imprenditoria.
Il committente privato difficilmente ha questo tipo di
problemi perché sceglie in maniera oculata l’appaltatore
e ne controlla pedissequamente l’operato. Le disfunzioni
dell’apparato pubblico finiscono, invece, per generare
un problema di tipo etico. Anzi, può succedere
che l’imprenditore serio diventi un ostacolo. Quando
le cose non funzionano, spesso purtroppo l’origine va
ricercata in alcune disfunzioni dello Stato che finiscono
con l’alterare il mercato, la qualità imprenditoriale
e l’etica. Quando, invece, tutto funziona correttamente
molti problemi non sorgono neppure perché scatta
una sorta di selezione naturale del mercato e, dunque,
l’imprenditore truffaldino o incapace non ha più spazio.
La cultura cooperativa di produzione lavoro può
rappresentare un freno a queste disfunzioni?
Prof. Olivieri La cultura cooperativa, se è vera, è
l’ideale perché permette al lavoratore di sentirsi parte
dell’impresa e questo è il modo migliore per garantire
la produttività e, al tempo stesso, l’eticità dell’impresa.
D’altra parte, l’esperienza in altri paesi, penso alla
Germania o agli Stati Uniti, va verso l’estensione di forme
di compartecipazione. In fondo la compartecipazione
è una forma minore della gestione cooperativa.
Prof. Augenti Penso che la cultura cooperativa
05.a
05
05.d
05.e
110 anni
di Vera Zamagni
Da Ravenna al mondo
05.b
05.c
sia virtuosa fin quando riesce a tenersi lontana dalla
politica o per meglio dire dai partiti (essendo la politica
parte del nostro agire quotidiano). In questi casi, infatti,
si finisce con l’essere identificati con una “parte”.
Da questo punto di vista, se c’è stato un momento
di cedimento del sistema cooperativo, ciò è accaduto
proprio per questa identificazione con una parte
del sistema partitico, che non le appartiene.
La conoscenza della norma, la sua corretta
applicazione può di per sé garantire risultati
positivi per l’impresa?
Prof. Olivieri Conoscenza e corretta applicazione delle
norme, così come nei rapporti interpersonali, sono
essenziali a qualsiasi impresa. Avere ben chiari i propri
diritti e doveri, fin dal momento in cui si valuta se
intraprendere o meno un’attività, consente all’impresa
una compiuta valutazione di costi e benefici.
Bisogna anche tenere presente che l’impresa “corretta”
può imbattersi in un contraente che, abusando
del diritto e del processo, cerchi di dare, di ciò
che deve, il meno e il più tardi possibile.
È allora necessario che la giustizia, penale e soprattutto
civile, non ostacoli l’attività delle imprese che,
nel loro interesse, abbiano rispettato e rispettino
le regole: ecco perché deve essere una battaglia
di tutti, come del resto esige l’Unione Europea,
quella volta a sollecitare il miglior funzionamento
p.11 la Betoniera
In questo libro l’autrice ricostruisce le vicende
della Cmc negli anni che vanno dal 1952 al 1985, gli
anni nei quali è diventata una grande cooperativa
internazionale. Un’occasione per ripercorrere
la storia dell’azienda ravennate ma anche
per ripensare al valore dell’impresa cooperativa.
Scrivere una business history è sempre un’avventura
coinvolgente perché si tocca con mano il cuore pulsante
della nostra economia, là dove le idee vengono concepite,
valutate, elaborate e quindi incorporate in strutture dalla
lunga vita, che danno lavoro e costruiscono cose utili
al benessere delle persone e allo sviluppo delle nazioni.
Ma ciascuna storia offre emozioni irripetibili, soprattutto
quando non si consultano solo carte, ma si ha
il privilegio di ascoltare dalle vive parole di chi la storia
l’ha fatta con il suo lavoro e le sue passioni quali sono
stati i passaggi cruciali, gli scogli, le mete, gli orizzonti.
Nel lavorare al pezzo di storia di Cmc contenuto
in questo libro, tre sono state le dimensioni che più mi
hanno intrigato. In primo luogo come una cooperativa
riesce a tenere insieme l’economico con il sociale
nella pratica quotidiana, un esercizio tutt’altro che facile.
La necessità di competere sui mercati internazionali
impone, infatti, efficienza aziendale e rapide decisioni,
mentre la tutela del lavoro e la democrazia interna,
tipiche di una cooperativa, rallentano le decisioni e
complicano gli obiettivi da raggiungere. L’attaccamento
dei soci alla cooperativa si dimostra in pratica
un potente fattore di controbilanciamento di tali
“svantaggi”, rendendo una cooperativa ben gestita
un’impresa perfettamente sostenibile. Quando però
il delicato bilanciamento tra economico e sociale
viene meno, la cooperativa cessa di esistere
o perché diventa un’impresa capitalistica (di fatto)
o perché non si regge economicamente.
La seconda dimensione che mi ha affascinato è
la natura corale dell’impresa cooperativa, dove esistono
sì personalità forti, ma il risultato finale è, come in
del “sistema giustizia”, soprattutto attraverso
una maggiore destinazione di risorse.
Prof. Augenti Ovviamente il prof. Olivieri ha risposto
partendo dalle norme giuridiche. Io voglio, invece, porre
l’accento sulle norme tecniche che, come sappiamo,
rappresentano la guida per una corretta progettazione,
realizzazione e collaudo delle strutture. Oggi l’Italia
possiede una normativa tecnica, per lo meno in campo
edilizio, fra le più avanzate. E le norme tecniche
non sono niente altro che la trasfusione della ricerca nel
mondo professionale e imprenditoriale. Qual è l’aspetto
delicato? Le norme devono essere poche e precise, cioè
debbono stabilire dei limiti che si devono superare. Ma
non devono essere eccessivamente prescrittive perché,
in quella che chiamiamo libertà d’impresa, ci deve
essere la possibilità non di interpretare la norma, ma
di proporre cose che non rientrino in un binario preciso.
La libera concorrenza è legata anche alla creatività
dell’impresa che, lo ripeto, garantendo la sicurezza
per i lavoratori e i cittadini, deve avere la possibilità
di indicare e sperimentare soluzioni diverse e nuove.
Nell’attuale fase storica, con una crisi che
preoccupa, quali sono i requisiti che un’impresa
deve coltivare per vincere la sfida?
Prof. Olivieri Distinguerei l’ambito nazionale da quello
mondiale. Per quanto riguarda l’Italia credo che tutti
nessun’altra impresa, dovuto allo sforzo collettivo. Ciò
che è emerso con forza dalle interviste che ho condotto
è stata la delega di responsabilità che coloro che avevano
ruoli di qualche importanza ricevevano. Si risparmiava
così in strati di manager con ruoli di controllo,
si attivava la creatività di ciascuno, ma tutto questo
ha mostrato di funzionare davvero quando i soggetti
responsabilizzati hanno condiviso i fini dell’impresa
e hanno mostrato verso di essa una lealtà senza
tentennamenti. Molti sono stati i dirigenti che mi hanno
esternato la soddisfazione di aver lavorato in Cmc,
perché sentivano la cooperativa come una loro creatura.
Infine, ho anche potuto vedere incarnata in Cmc
la “competizione cooperativa”, che non elimina
gli inevitabili conflitti di punti di vista, sensibilità
e strategie, ma li mette a confronto anche vivace,
con un obiettivo che, quando è raggiunto, fa il successo
della cooperativa: trovare una composizione
delle diversità, una ricetta che è sempre arricchente,
ma difficile da applicare. È per questo che i veri leader
cooperativi non derivano la loro leadership dalla
posizione di comando, ma dalla capacità di “autorità”
che viene loro dalla conoscenza dei problemi, dalla stima
dei colleghi, dal riconoscimento dei giusti diritti
di tutti, dalla pazienza nell’ascolto, dalla dedizione.
Ho sempre pensato che l’impresa cooperativa sia una
forma di impresa superiore a quella capitalistica, perché
più capace di rispettare la dignità di tutti coloro che vi
lavorano, ma, come ha scritto profeticamente John Stuart
Mill, richiede che l’umanità continui a migliorare perché
sia possibile la sua diffusione, essendo la cooperativa
più basata sulle virtù (giustizia, solidarietà, rispetto per
la persona) che sui vizi (interesse egoistico, acquisizione
di ricchezza e di potere). Ricostruire la storia di Cmc
mi ha fornito più occasioni per rivisitare questa verità.
“Da Ravenna al mondo. Come la Cmc è diventata
una grande cooperativa internazionale (1952-1985)”.
Vera Zamagni, Edizioni il Mulino.
dobbiamo augurarci che migliori la situazione
generale, migliori la politica, lo Stato, la pubblica
amministrazione in ogni parte del Paese. E che quindi
il sistema torni a funzionare. Nel mondo globalizzato
il discorso è più ampio e più difficile. Direi che
ogni impresa dovrebbe puntare sulla specializzazione
e quindi sulla qualità del lavoro. È l’unico modo
per poter vincere la sfida della globalizzazione.
Prof Augenti Sono dell’opinione che le prospettive
per gli imprenditori seri siano eccellenti. E credo che
i requisiti siano ovunque gli stessi: competenza, serietà,
qualità e tenacia. La competenza è essenziale perché
oggi, come voi dicevate, bisogna fare ciò che si sa fare. E
aggiungo, fare ciò che gli altri non sanno fare. La serietà
è innegabile perché senza serietà non si fa niente. La
qualità, come dico sempre, è una mentalità. Se lei opera
in qualità ogni giorno le sarà facile esprimersi sempre
con qualità. E poi grande tenacia, non bisogna mollare
mai la presa. Io sono profondamente ottimista per
tutti coloro che lavorano seriamente. Ci possono essere
momenti difficili ma è proprio in questi momenti che
emergono le imprese più sane. Tutti gli imprenditori seri
che conosco stanno investendo. E sulla ripresa non c’è
da avere dubbi. L’Italia è un Paese sano, fatto di imprese
e lavoratori competenti. Lo vedo dai miei studenti
di ingegneria, che con il loro straripante entusiasmo
e il loro impegno, mi confermano ogni giorno
che abbiamo le risorse umane necessarie per farcela!
05.a-c Immagini storiche
delle sedi di Cmc a Ravenna.
05.d Vera Zamagni.
05.e La copertina del libro
“Da Ravenna al mondo.
Come la Cmc è diventata
una grande cooperativa
internazionale (1952-1985)”.
06
06.a
ravenna capitale
di Alberto Cassani
“Cinquetracce”
per Ravenna Capitale
06.a Alberto Cassani,
coordinatore di Ravenna 2019.
06.b Veduta aerea di Ravenna.
Il percorso per la candidatura di Ravenna Capitale della Cultura è entrato ormai
nel vivo. Ce ne parla brevemente Alberto Cassani, coordinatore di Ravenna 2019.
macrotemi che, dopo essere stati condivisi con la cittadinanza e col territorio romagnolo,
orienteranno il lavoro progettuale e le linee programmatiche della candidatura.
La candidatura di Ravenna a Capitale Europea della Cultura, sostenuta anche dalla
Regione, dalla Provincia e dalle principali città della Romagna, è entrata ormai nel vivo.
La fase operativa è avviata, così come la predisposizione degli strumenti e dei metodi
per lavorare sul programma e per stimolare il massimo coinvolgimento di tutti i cittadini.
Gli incontri, che abbiamo voluto intitolare “Cinquetracce”, dal 3 novembre al 3
dicembre, hanno animato la città e permesso di approfondire le implicazioni teoriche
e i possibili sviluppi progettuali di questi cinque grandi contenitori tematici. L’ospitalità
e la diversità culturale, il conflitto e le sue possibili composizioni, il rapporto con
l’acqua e le relazioni con l’esterno, la creatività e le nuove tecnologie, le trasformazioni
e il fare insieme: sono questi alcuni dei temi rilevanti che sono stati affrontati nel
corso degli incontri, attraverso dialoghi, testimonianze e interventi performativi coi
quali le esperienze del territorio si sono aperte ad un respiro internazionale.
Anche la competizione tra le città italiane che hanno espresso una volontà di candidatura
al prestigioso titolo è già in qualche modo iniziata, sebbene l’emanazione del bando
di partecipazione da parte del Ministero per Beni e le Attività Culturali sia atteso solo
per la fine del 2012. Dopo l’avvio ufficiale, ciascuna città candidata avrà a disposizione
solo pochi mesi per produrre e presentare il proprio dossier di candidatura, ovvero
il biglietto da visita per un ruolo da protagonista nel palcoscenico culturale europeo.
I contenuti del dossier saranno il frutto del percorso fino ad oggi compiuto, ma anche e
soprattutto di ciò che Ravenna, i suoi cittadini, e le altre città romagnole che sostengono
la nostra candidatura, riusciranno a mettere in campo nei prossimi mesi. In questi mesi,
lo staff di Ravenna 2019 e il Comitato Artistico Organizzativo hanno individuato cinque
Artisti, scrittori, filosofi, politici, intellettuali, operatori culturali, tutti insieme, hanno
incontrato la città per sviluppare, attraverso un lavoro collettivo, visioni, idee,
progettualità, in una parola “tracce” per la Ravenna del futuro.
Adesso toccherà ai cittadini e alle realtà organizzate del territorio dare un contributo
propositivo attraverso l’open call che lanceremo nei primi mesi e che servirà per raccogliere
idee che, sviluppando i macrotemi, possano trovare posto nel dossier di candidatura.
06.b
07
web 2.0
di Emanuele Bassetti
Il nuovo sito istituzionale di Cmc: innovazione
e usabilità all’insegna del web 2.0
La Cooperativa interpreta il cambiamento
tecnologico in atto nell’ambito della
comunicazione digitale con un nuovo sito
multimediale, integrato e interattivo
Sebbene il fenomeno ci abbia colpito in ritardo rispetto
all’America, anche in Italia la comunicazione aziendale
non può più trascurare l’impatto dei contesti digitali
nella vita quotidiana di cittadini e consumatori e,
più in generale, del proprio target di riferimento.
A testimoniarlo i dati Audiweb di settembre
che fotografano come nell’ultimo anno il numero
degli utenti italiani che navigano in Internet sia cresciuto
del 12%, con un 70% dei cittadini che dichiara oggi
di avere accesso alla Rete. Risulta inoltre connesso
attraverso cellulari, smartphone, palmari e tablet un
italiano su cinque, con un incremento del 74% rispetto
p.12 la Betoniera
al 2010. A queste considerazioni si deve aggiungere
la rilevazione di come siano cambiate le finalità
degli utenti, che se in passato cercavano su Internet
prevalentemente informazioni, oggi desiderano
per lo più condividere esperienze e opinioni, collaborare
a progetti in team e reperire contenuti interattivi
e multipiattaforma (si parla non a caso di “web 2.0”).
Ma cosa significa ciò per le aziende? Come rilevato
da recenti ricerche di mercato (si veda ad esempio
il Social Technographics della Forrester Research),
a livello aziendale il web 2.0 si utilizza prevalentemente
nel rapporto con i propri dipendenti, con i clienti, con
partner e fornitori. Gli strumenti più frequentemente
utilizzati sono blog, social network e strumenti di
fruizione video online che forniscono vantaggi rispetto
ai mezzi di comunicazione tradizionali e richiedono
investimenti economici decisamente inferiori. Ma non
solo. Nel mondo delle aziende il web 2.0 si presenta
anche con modalità ancora più articolate, dando vita
a piattaforme e servizi con l’obiettivo di accedere
ad applicazioni direttamente via Internet, di abbattere
i costi di divulgazione dei propri servizi, di aprire
nuovi canali di contatto e comunicazione, di creare
comunità online e portali tematici, rendendosi
disponibili a un eventuale confronto con i cittadini.
Tra le aziende italiane che hanno abbracciato per prime
questo innovativo modo di comunicare può essere
annoverata anche Cmc, grazie allo sviluppo nell’ultimo
biennio di un network di strumenti web 2.0 che
comprende gate di accesso, blog, social network
(Flickr, Youtube, Twitter e Facebook), minisito 110 anni
e da fine novembre il nuovo sito istituzionale
07.a La home page del nuovo
sito istituzionale di Cmc.
07.b La sezione area stampa
del nuovo sito Cmc.
della Cooperativa. Il sito riprende le caratteristiche
2.0 adottate più in generale dall’intero network,
facendo proprie specifiche all’avanguardia nel settore.
Innanzitutto l’approccio grafico pulito, basato
sia su immagini capaci di veicolare a colpo d’occhio
i valori aggiunti dell’azienda, sia su elementi di grandi
dimensioni che facilitano la navigazione dei contenuti
anche su dispositivi di nuova generazione come
smartphone o tablet. Sotto questo aspetto protagonista
è una innovativa mappa interattiva che, grazie
all’integrazione gratuita con lo strumento Google
Maps e con satelliti preposti, consente di visualizzare
l’esatta collocazione delle più importanti opere
della Cooperativa, in molti casi quasi si fosse
fisicamente presenti davanti alla struttura di proprio
interesse (modalità denominata street view).
Il sito, disponibile sia in inglese che in italiano, si basa
inoltre su una semplice ma corposa struttura
contenutistica. Spicca innanzitutto un gruppo di aree
istituzionali comprendenti una presentazione della
Cooperativa, una sezione dedicata alla sostenibilità
(che approfondisce temi quali la qualità, il codice etico,
le certificazioni, la formazione) e una ricca sezione
dedicata alle opere in cui l’utente può visualizzare
nel dettaglio ogni singola opera attraverso testi,
immagini, video, gallerie fotografiche, mappa
interattiva, decidendo perfino la disposizione dei
contenuti visualizzati nella pagina che si sta navigando.
Seguono due sezioni di documentazione, rivolte
rispettivamente alla diffusione dei bilanci e all’area
stampa (contenente i comunicati stampa più
importanti, le pubblicazioni, l’house organ aziendale
e le campagne di comunicazione). Chiude un gruppo
di sezioni operative: la presentazioni e i link
dedicati alle società del Gruppo, le offerte di lavoro,
le sedi e la pagina contatti.
Garantita sempre in tutto il sito è inoltre l’integrazione
con il mondo 2.0: ogni contenuto può essere postato
su Facebook, Twitter o inoltrato via mail. Così come
sempre garantita è l’integrazione con il network
di Cmc nel suo complesso, grazie alla barra di
navigazione che sovrasta il layout del sito e all’utilizzo
del celebre software Wordpress, sistema open source
gratuito che sta alla base di tutto il network.
07.a
Il nuovo sito di Cmc coniuga in definitiva una grafica
moderna, facilità di lettura e tecnologie innovative,
rendendo protagoniste grazie all’utilizzo sapiente
di strumenti open source le opere e i cantieri della
Cooperativa come mai era stato possibile fare in
passato. Un modo nuovo per valorizzare Cmc attraverso
ciò che la Cooperativa sa meglio fare, attraverso
il suo lavoro e la competenza del proprio personale.
Ma anche un chiaro esempio di come le nuove
tecnologie stiano rapidamente cambiando il modo
in cui le aziende si comunicano, interfacciandosi con
coraggio con il mondo esterno e puntando su sistemi
sempre più collaborativi, interattivi, semplici e flessibili.
p.13 la Betoniera
07.b
08.a
08.c
08.b
08
08.d
08.e
brevi dai cantieri
Brevi dai cantieri
08.a Breakthrough galleria
Yintao in Cina.
08.b Il team di Cmc
nel Gansu. Al centro, vestito
di giallo, Vittorio Inchico.
Un po’ più a destra, in giacca
e cravatta, Salvatore Casciaro.
08.c.f Inaugurazione
di un tratto della SS 640.
08.d La galleria Cupigliolo
a Colfiorito.
08.e Pier Francesco Paglini.
Al via i lavori del lotto 6 A dell’Autostrada A12
Livorno Civitavecchia
Si è tenuta lunedì 17 ottobre la cerimonia di presentazione
per l’avvio del cantiere per la costruzione del lotto 6 A
dell’autostrada A12 Livorno Civitavecchia il cui progetto
definitivo è stato approvato dal Cipe lo scorso agosto.
Alla cerimonia hanno partecipato, tra gli altri,
l’Amministratore Delegato di Autostrade per l’Italia
Giovanni Castellucci e l’Amministratore Unico di Anas
Pietro Ciucci. L’autostrada A12 è affidata in concessione
dall’Anas alla società concessionaria Sat (Società
Autostrada Tirrenica). Attualmente è in esercizio
il lotto di 37 chilometri tra Livorno e Rosignano.
Il tratto rimanente di 206 chilometri, da completare
e poi gestire, inizierà con la costruzione del lotto 6 A.
L’importo complessivo degli investimenti stimati
per completare l’autostrada è di circa 2 miliardi di euro.
Tutti i lavori, compreso il lotto 6 A da Civitavecchia
a Tarquinia per una lunghezza di 15 chilometri
ed un costo di 175.500.000 euro, verranno affidati
dalla Sat ad una società a cui parteciperanno tutti
i soci costruttori presenti nella Sat: il Gruppo Vianini
(35%), Holcoa con Ccc, Cmb, Cmc e Unieco (35%),
Pavimental (20%) e Itinera (10%). L’Amministratore
Delegato della società incaricata della realizzazione
dei lavori, che opererà con la formula del general
contractor, verrà espresso dal Gruppo Vianini
mentre il Direttore Generale verrà espresso da Cmc.
Galleria Cupigliolo a Colfiorito, ripresi i lavori
Dopo una sospensione durata 11 mesi su una canna
e 17 mesi sull’altra, il 19 ottobre scorso sono ripresi
i lavori di scavo e consolidamento all’imbocco lato
Pontelatrave della galleria Cupigliolo a Colfiorito.
La ripresa, conseguente all’approvazione, da parte
del committente Quadrilatero, della Perizia di Variante
che si era resa necessaria a seguito di un imprevisto
p.14 la Betoniera
geologico, è stata formalizzata con l’Ordine di Servizio
dello scorso 6 ottobre. Il tempo necessario per
ripristinare le installazioni logistiche, gli impianti,
le attrezzature, il personale e il giorno 18 ottobre
le attività di avanzamento sono riprese a pieno regime.
l’Assessore Regionale alle Infrastrutture e alla Mobilità
Carmelo Pietro Russo, il Presidente della Provincia
di Agrigento Eugenio D’Orsi, il Sindaco del Comune
di Favara Rosario Manganella e il Condirettore Generale
Tecnico dell’Anas Gavino Coratza.
Breakthrough della galleria di Yintao nel Gansu
Il tratto, tra il km 13,2 e il km 16,2, permetterà
di decongestionare la viabilità locale, evitando di
attraversare i centri di Favara e Racalmuto. Intervenendo
il direttore generale dell’Anas per la Sicilia, Di Bernardo,
ha ringraziato tutte le maestranze ed i soggetti che
hanno partecipato alla realizzazione dell’importante
opera, che si realizza in un territorio difficile e che
può legittimamente rendere orgogliosi.
L’ing. Gavino Coratza, condirettore dell’Anas, ha portato
il saluto del presidente Ciucci ed ha illustrato i progetti
infrastrutturali dell’Anas nel Sud Italia, che prevedono
importanti investimenti proprio in Sicilia, regione
sulla quale si trova il 20% della viabilità Anas d’Italia.
Il 26 ottobre 2011, con sei mesi di anticipo sui
tempi contrattuali, Cmc ha completato con successo
lo scavo dei 18,3 km di tunnel del Progetto Yintao,
Provincia del Gansu, Cina. Vittorio Inchico, il nostro
instancabile Direttore di Produzione, ha coordinato
con professionalità l’operazione di breakthrough
che ha visto questa Tbm doppio scudata del
diametro di 5,75 metri sforare con estrema precisione
topografica nel punto previsto.
Si conclude così la parte più rischiosa di questa nostra
commessa in Cina che contribuirà senz’altro ad
accrescere le credenziali di Cmc sia per la conferma
della nostra capacità di scavo con tecnologia Tbm, sia
per la non usuale lunghezza del tunnel, in un solo drive.
Il Cliente del Progetto, così come l’Engineer
e le altre Autorità presenti, hanno dichiarato di essere
pienamente soddisfatti del risultato raggiunto, dando
credito al nostro Capo Area che anche questa volta
la Cmc ha saputo dare una dimostrazione concreta
della riconosciuta professionalità della nostra Azienda
in questo settore di nicchia. Un sincero ringraziamento
va al nostro compatto e motivato team di persone
nel Gansu, di fortissimo attaccamento aziendale.
Inaugurato un tratto della strada statale 640 di
Porto Empedocle a Favara, in provincia di Agrigento
Giovedì 10 novembre è stato aperto al traffico un tratto
ammodernato a 4 corsie della nuova strada statale
640 “di Porto Empedocle”, a Favara, in provincia
di Agrigento. Alla cerimonia, sono intervenuti
Il raddoppiamento dei 35 km alle 4 corsie migliorerà
notevolmente la sicurezza e la viabilità: questi primi
3 km rappresentano una inaugurazione importante,
alla quale altre seguiranno via via che l’opera verrà
progressivamente terminata.
Sono quindi intervenuti il sindaco di Agrigento e
di Favara, il presidente della provincia di Agrigento
e l’assessore regionale delle infrastrutture Russo
mettendo in rilievo come sia proprio il sistema
produttivo italiano a rappresentare degnamente
la nazione, in un momento così difficile per il Paese.
Parole di elogio, naturalmente, sono
andate al contraente generale (Empedocle scpa),
alle maestranze ed al project manager, ing. Paglini,
che, dopo la benedizione del vescovo ed
il taglio del nastro, ha elogiato tutti per lo sforzo
e la determinazione che hanno permesso
di raggiungere questo primo importante traguardo.
08.f
08.g
08.h
08.i
08.l
08.m
Le aggiudicazioni di ottobre e novembre 2011
Portafoglio “made in Usa”
Affidamento della Ferrara - Porto Garibaldi
08.i Dario Foschini.
A Cmc il primo appalto per Expo 2015 a Milano
La nostra società controllata americana Lm Heavy Civil
Construction ha recentemente sottoscritto due contratti
relativi a lavori di sviluppo urbano nella zona “Outfall
Somerville - Assembly Square” nel New England
per un importo complessivo di 8,4 milioni di dollari e un
contratto con Mbta (Massachusetts Bay Transportation
Authority) relativo al rifacimento della stazione
ferroviaria “Littleton Station”, alla periferia di Boston,
per un importo di 7,6 milioni di dollari.
Il 15 novembre scorso l’Anas ha comunicato l’esito
definito della gara in project financing per l’affidamento
in concessione della riqualificazione funzionale
ad autostrada e della gestione del raccordo autostradale
Ferrara - Porto Garibaldi.
08.g-h.l-m Singapore by night.
Il 20 ottobre scorso sono stati aggiudicati a Cmc
i lavori relativi alla pulizia ed allo sgombero dell’area
nel sito espositivo dell’Expo 2015 a Milano
di cui ci parla Fulvio Maiocchi a pagina 16.
Palazzo Rasponi delle Teste di Ravenna,
firmato il contratto
Giovedì 27 ottobre è stato firmato il contratto d’appalto
per il restauro e la valorizzazione del Palazzo Rasponi
delle Teste di Ravenna. I lavori, per un importo di circa
6,5 milioni di euro e finanziati dalla Fondazione del
Monte, sono stati affidati al Consorzio Cooperative
Costruzioni, Ccc, di Bologna. Cmc sarà una delle imprese
esecutrici insieme all’Adriatica Costruzioni Cervese di
Cervia e alla Ar.Co. Lavori di Ravenna. Impiantisti il Ceir
e la Cz Impianti di Ravenna. I lavori di restauro
conservativo saranno eseguiti dall’impresa Arte & Restauro
di Ravenna. Imminente la data di inizio lavori, prevista
per il mese di dicembre 2011 mentre la data stimata
di conclusione è il 2013. Il progetto di restauro
e valorizzazione ha lo scopo di rendere il Palazzo
Rasponi un fulcro di cultura, arte e di attività espositive.
Nel mese di ottobre 2011 è avvenuta l’aggiudicazione
definitiva per l’affidamento della progettazione
e realizzazione dell’Impianto di potabilizzazione
della Standiana a Fosso Ghiaia. Il nuovo impianto
di potabilizzazione è costituito da tutte le sezioni
di trattamento necessarie al processo, dai relativi
fabbricati, manufatti ed opere accessorie e di
completamento, comprese la viabilità e la sistemazione
dell’area destinata all’impianto. L’ente appaltante
è la Romagna Acque Forlì e l’ammontare complessivo
dell’opera è pari a circa 30 milioni di euro.
Cmc realizzerà le sole opere civili per circa 12 milioni
di euro di cui detiene il 60%.
Cmc “approda” a Piombino
Cmc torna nel Porto di Ancona
Cmc, in Raggruppamento Temporaneo di Imprese
con Sales Spa di Roma, è risultata aggiudicataria
dell’appalto “Prima fase di attuazione del P.R.P.
del Porto di Piombino banchina nord darsena piccola
e primo Stralcio banchina sud darsena grande, bonifica
dei sedimenti marini e messa in sicurezza della falda”
e pertanto è in attesa di espletare le attività formali
per l’aggiudicazione definitiva. L’importo offerto
dal Raggruppamento è di circa 22 milioni di euro
di cui il 51% di quota parte Cmc.
Il 7 novembre 2011 è avvenuta l’aggiudicazione
definitiva dei lavori di costruzione del molo foraneo
di sopraflutto nell’ambito della realizzazione dei lavori
di terza fase delle opere a mare del Porto di Ancona,
Molo di Santa Maria. L’ammontare complessivo
dell’opera è pari a circa 55 milioni di euro di cui il 50%
è la quota parte di Cmc. Ricordiamo che, sempre
nel Porto di Ancona, nel marzo scorso Cmc aveva
concluso i lavori di realizzazione della banchina portuale
della Fincantieri per l’allestimento di navi da crociera.
p.15 la Betoniera
Un nuovo appalto in Romagna
In attesa delle prime foto
del nostro cantiere che ci vedrà
impegnati nella costruzione
di due lotti della metropolitana
di Singapore, un paio di scatti
La migliore offerta è risultata quella presentata dall’Ati
capitanata con il 51% da Autostrada del Brennero.
Gli altri partner dell’Ati sono le imprese di costruzione:
Coopsette, Pizzarotti, Consorzio Co.Seam, Collini Lavori,
Impresa Oberosler, Cordioli & C., Edilizia Wipptal,
Mazzi Impresa Generale Costruzioni, Consorzio Stabile
Modenese Csm e il Consorzio Ravennate.
Il Consorzio Ravennate ha a sua volta affidato la quota
del 7% detenuta nella società di progetto a Cmc
(per il 3,5%) e a Cmb di Carpi (per il 3,5%). Per quanto
riguarda i soli lavori di costruzione, la quota del 14%
nell’Ati detenuta dal Consorzio Ravennate è stata
affidata per il 50% a Cmc e per il 50% a Cmb.
L’opera prevede un costo di investimento di oltre 600
milioni di euro ed una durata della concessione che,
secondo l’offerta dell’Ati Autobrennero, è stata fissata
in 43 anni comprensivi dei 3,5 anni previsti per
l’esecuzione dei lavori.
Con i suoi 53 chilometri di lunghezza complessiva
la Ferrara - Porto Garibaldi funge da completamento
del Corridoio Cispadano fino all’Adriatico. Riqualificata
ad autostrada sarà dotata di 6 svincoli di autostazione,
1 barriera di esazione, 4 aree di servizio.
La configurazione finale dell’arteria autostradale
si articolerà in due carreggiate con due corsie di marcia
di 3,75 m ed in una corsia di emergenza di 3,00 m,
cui sommare lo spartitraffico centrale di 4,00 m
per una larghezza totale di 25,00 m.
di questa modernissima città
con la sua sopraelevata, la ruota
panoramica e le luci dei suoi
grattacieli riflessi nella baia.
09.a
10
in breve
In breve
09
09.b
09.c
Sicuramente in molti se ne sono già accorti, ma
da qualche mese anche Cmc ha fatto il suo ingresso
nel magico mondo di Facebook. Per chi ha già
un profilo Facebook entrare in contatto è facile.
Basta andare all’indirizzo:
https://www.facebook.com/cmc.ravenna
cantiere del mese
di Fulvio Maiocchi
Expo: l’evento più rilevante
in Italia negli ultimi decenni
9.a.c Il nuovo cantiere di Cmc
nell’area dell’Expo a Milano.
9.b Fulvio Maiocchi.
10.a Foto di gruppo dei gruisti.
Queste le parole del Presidente della Repubblica
Italiana, contenute nel messaggio augurale
all’International Participants Meeting
di Cernobbio che ha radunato i primi 57 paesi
sui 150 previsti che hanno deciso di aderire
ad Expo 2015. Indicano che a Milano
c’è un possibile futuro dell’Italia nonostante
la crisi che attanaglia il Paese.
Anche Cmc ha ora la sua pagina su Facebook
di euro, da completare entro il 2013.
Questi lavori sono preparatori ad un secondo appalto
di tipo integrato di circa 300 milioni di euro relativo
alla piastra tecnologica (la cui gara verrà aggiudicata
ad aprile 2012) necessario per le infrastrutture dell’area
e per dotarla dei necessari impianti per ospitare
l’ulteriore fase finale di realizzazione degli spazi espositivi.
La convinzione del Presidente Napolitano potrà
meglio essere verificata con la visita al sito
di Expo in concomitanza con la sua presenza
(che mentre andiamo in stampa è annunciata per
il 7 dicembre prossimo) alla prima della Scala di Milano.
Per quanto di nostra competenza, come esecutori
della prima fase inerente la realizzazione degli interventi
per la rimozione delle interferenze presenti nel sito
espositivo Expo Milano 2015, segnaliamo la consegna
delle aree in data 11 novembre 2011 con la prevista
fine dei lavori per il novembre 2013.
Il nostro osservatorio sul palcoscenico Expo è stato
gratificato dalla aggiudicazione alla nostra impresa
del primo appalto relativo alla opere di rimozione
delle interferenze per un valore, comprensivo
degli oneri per la sicurezza, di circa 65 milioni
Le nostre maestranze tutte sono chiamate ad uno sforzo
notevole di mezzi e risorse che solo una proficua
sinergia fra la struttura di sede e l’operosità del cantiere
potrà garantire al meglio, prefigurando sin d’ora il
nostro massimo impegno per la riuscita dell’operazione.
Cliccare sul “Mi piace” in alto nella pagina
e diventare così fan. Si riceveranno in questo modo
gli aggiornamenti delle attività di Cmc e si entrerà
in contatto con altri amici di Cmc in tutto il mondo.
Per chi non ha ancora un profilo su Facebook,
l’occasione è buona per imparare a conoscere
il social network sul quale si incontrano ogni
giorno milioni di utenti. Attenzione, però:
di pagine e gruppi Cmc su Facebook ce ne
sono altri. Solo la nostra è la pagina ufficiale!
Sempre al sesto posto
Anche per il 2011 Cmc rimane stabile al sesto posto
nella speciale classifica di Edilizia e Territorio
delle 50 maggiori imprese di costruzioni italiane.
“La numero uno delle cooperative fa l’asso pigliatutto
in casa e scala la classifica all’estero”, questo il titolo
della scheda dedicata a Cmc redatta, come ogni anno,
dal prof. Aldo Norsa.
Un monumento in mosaico dedicato alla “gemella”
Chichester
C’era anche Guido Leoni, rappresentante dei soci
pensionati di Cmc, il 13 ottobre ai giardini pubblici
retrostanti la Loggetta Lombardesca, alla cerimonia
di inaugurazione del monumento in mosaico dedicato
a Chichester, la città inglese gemellata con Ravenna.
L’opera, ideata da Daniele Strada, ha la forma
di un leggio ricoperto da un mosaico che richiama
le stelle del mausoleo di Galla Placidia. Anche l’area
dove è stata collocata l’opera è stata intitolata
alla città inglese con il nome di “Chichester Open Air”
analogalmente ad altre aree verdi urbane già dedicate
alle altre città gemellate (Speyer e Chartres).
Alla cerimonia era presente il vicesindaco di Ravenna,
Giannantonio Mingozzi, che tra l’altro ha espresso
un particolare ringraziamento alla Cmc che
si è fatta carico dell’installazione e delle spese
di realizzazione del monumento.
10.a
W i gruisti!
10.b Un momento della
Nel mese di maggio si è svolta a Piacenza una gara
per gruisti a livello nazionale, a cui hanno partecipato,
in rappresentanza della Provincia di Vicenza, due dei
nostri gruisti impegnati nel cantiere di Dal Molin. Vasco
Masanello si è classificato terzo ed è stato premiato
insieme all’altro partecipante, Davide Cannatella.
Sempre nei mesi di maggio e giugno, nel cantiere
di Dal Molin, al cui interno ad un certo punto
si sono trovate ad operare contemporaneamente
ben 24 gru a torre oltre a svariate autogru, si è svolta
una gara di abilità tra gli operatori di tali mezzi
che ha visto coinvolti complessivamente 16 gruisti.
premiazione di Vasco
Masanello e Davide Cannatella.
10.c Un momento della
cerimonia di inaugurazione
del monumento in mosaico
dedicato a Chichester.
10.b
p.16 la Betoniera
10.c
11.1
11.1.a
11.2
attività sociali
di C. B.
11.1.a Guido Leoni.
11.2.a
attività sociali
3 domande a Guido Leoni,
la voce dei soci pensionati
In gita
dai Gonzaga
Incontriamo Guido Leoni da qualche mese eletto
rappresentante dei soci pensionati Cmc.
Il prossimo appuntamento con la gita dei
pensionati Cmc è fissato per il 21 aprile 2012.
11.2.a-b Immagini di Mantova.
Dopo più di 40 anni di lavoro, hai ancora voglia
di dare il tuo contributo per la Cooperativa?
Sono arrivato in Cmc il 3 marzo del 1969 non
per una scelta ma per caso; poi conoscendo l’ambiente
e la Cooperativa mi ci sono affezionato, è diventata
la mia seconda casa. Oggi come ieri e pur negli ovvi
cambiamenti la Cmc è ancora un’impresa a misura
d’uomo, puoi chiedere spiegazioni, puoi interpellare
i vertici aziendali, hai ancora l’impressione di
far parte di una grande famiglia. Il fatto che, dopo
40 anni di lavoro e dopo aver ricoperto anche
ruoli importanti, i soci pensionati mi abbiano
eletto come loro rappresentante, mi gratifica
e mi stimola a continuare a fare del mio meglio.
Che significa essere rappresentante dei soci
pensionati? Oggi, contrariamente al passato quando
i pensionati avevano anche potere di voto, il socio
pensionato ha con la Cooperativa in primo luogo
un legame di tipo affettivo e ci tiene che tutto vada
bene; d’altro canto il contributo dei soci pensionati è
fondamentale per la Cooperativa stessa, perché, lasciando
qui i propri risparmi, ne aiutano il finanziamento. Ecco
perché ci sono soci pensionati così attenti ed informati:
vogliono essere tranquilli rispetto a se stessi
e alla loro azienda! Il loro rappresentante non ha diritto
di voto ma presenzia a tutte le riunioni del Consiglio
d’Amministrazione, è il loro orecchio e cerca, se può,
di dare un contributo grazie alla propria esperienza.
Ci sono altri “benefici” nell’essere socio pensionato?
Per prima cosa il socio pensionato, che ha qui i suoi
risparmi, ha un tasso sul prestito sociale nettamente
favorevole e percepisce il dividendo sugli utili
in proporzione a ciò che ha investito. La Cooperativa,
poi, stipula per i soci pensionati un’assicurazione
contro gli infortuni. Inoltre, si cerca di organizzare
iniziative che li coinvolgano; fra tutte, le gite
che di solito 2 volte all’anno già da qualche tempo
hanno portato i pensionati in giro per l’Italia.
Non da ultimo si stanno cercando di ampliare
le convenzioni con negozi e strutture. Ovviamente
tante cose possono essere fatte, speriamo che
si riesca a lavorare tutti insieme perché l’obiettivo
è continuare a stare bene in Cmc anche da pensionati!
Al momento si sta ancora definendo il programma
ma possiamo già anticiparvi che si andrà a Mantova.
Alla mattina si navigherà nei suoi laghi e nel Parco
del Mincio, protetto dal Wwf, per scoprire la città
dall’acqua. Nel pomeriggio si visiteranno il centro
storico e il Palazzo Ducale con i meravigliosi
affreschi di Giulio Romano. Nel prossimo numero
della Betoniera vi daremo tutte le informazioni: costi,
programma dettagliato e modalità di prenotazione.
11.2.b
11.3
11.4
11.5
attività sociali
attività sociali
attività sociali
Sondaggio
Sull’ultimo numero della betoniera avevamo
pubblicato questa foto e vi avevamo chiesto cosa
fosse. Ecco la risposta.
11.5.a Il marchio di Angolo
Polisportive
Convenzioni
A Scortichini la finale di Conselice
Nuove convenzioni per i nostri soci
Dopo aver vinto la gara di apertura, Scortichini
si ripete conquistando anche la Finale nell’indoor
di Conselice, precedendo Lorenzini, che così fa suo
il titolo piloti, e Tamburriello a completare il podio,
podio poi “allargato” anche all’Azzilonna.
Per i regali dei nostri bimbi è possibile fare acquisti
al Toys center in via Faentina presso il Centro
Mir a Fornace Zarattini, dove potete trovare migliaia
di giocattoli, novità e sconti dietro presentazione
del badge di riconoscimento!
A seguire Bianco, che si afferma come terza forza
del Campionato. Chiudono Falletti e Casadio,
penalizzati da una toccata contro le barriere,
che di fatto li taglierà fuori dalla gara.
Polo sanitario Santa Teresa via don Angelo Lolli
20 Ravenna, offre a soci e dipendenti Cmc dietro
presentazione del badge di riconoscimento o della tessera
i seguenti sconti · 10% su tutte le tariffe applicate per
le Analisi di Laboratorio · 10% sulle visite specialistiche,
fatta eccezione per i Medici che prestano servizio in
regime di intramoenia · 5% sulle prestazioni fisioterapiche.
di paradiso, casa Cmc.
11.5.b Angolo di paradiso,
I bauli sono quelli per la spedizione del Progetto
definitivo del ponte sullo stretto di Messina ai seguenti
soggetti: ministero infrastrutture e trasporti,
ministero ambiente e territorio, stretto di Messina
(committente), Parsons (Pmc).
Le dimensioni dei bauli sono 105X48X52h, pesano
17 kg vuoti e 77 kg in media con gli elaborati.
I bauli spediti in totale sono stati 30 per ogni soggetto,
per un totale di 33.408 elaborati.
11.5.a
casa Cmc.
Nell’altra finale, è un velocissimo “The Doctor” Palazzo
a conquistare la vittoria, seguito da Sbaraglia, Patuelli,
Civenni e Riccardi che così regalano alla compagine
dell’Ufficio Impianti il titolo a squadre 2011, seguiti da Izzo.
Ora la Polisportiva Cmc Kart va in letargo per la pausa
invernale. Appuntamento al Campionato 2012.
All’Angolo di Paradiso-Casa Cmc è possibile affittare
le sale Selleghini ed ex falegnameria con tariffe
agevolate riservate a soci e dipendenti Cmc e Csc.
Per info tel. 0544-461484 o cel. 348 1630453.
11.5.b
p.17 la Betoniera
12
12.a
12.b
12.c
noi e voi
di M. C.
Il valore della relazione
12.a Marinella Piolanti
ed Alessandra Ghirardelli del
Riviera di Romagna palleggiano
in attesa di giocare con
i ragazzi della polisportiva Cmc.
12.b La formazione 2011-2012
della squadra di pallavolo
maschile Cmc Ravenna.
12.c I giovani atleti
della società ciclistica Rinascita
Nel luglio del 2001 la Comunità Europea ha
approvato un testo legislativo, comunemente
chiamato Libro Verde, con l’obiettivo di “Promuovere
un quadro europeo per la responsabilità sociale
delle imprese”.
La Responsabilità Sociale d’Impresa (Rsi)
è generalmente intesa come “L’insieme delle azioni
volontarie che vanno al di là degli obblighi
giuridici, nel campo dello sviluppo della comunità,
della protezione dell’ambiente, dei diritti
umani e del lavoro”.
Ravenna a Cmciclando.
12.d Alcuni figli dei dipendenti
Cmc con i giocatori del
Ravenna Calcio in occasione
della partita dedicata
In altre parti del giornale abbiamo parlato
ampiamente degli aspetti che caratterizzano
la scelta responsabile di Cmc nel campo
della qualità, della sicurezza, dell’ambiente,
della formazione, della legalità.
ai 110 anni della cooperativa.
12.e Anche le giocatrici
del Riviera di Romagna
festeggiano i 110 anni di Cmc.
12.f Foto di gruppo per
i bimbi della Polisportiva
giovanile Ravenna.
12.g Festival di Sant’Arcangelo:
i ragazzi recitano Majakoskij.
Qui vogliamo affrontare un aspetto particolare
che riguarda l’impegno di Cmc a favore del
territorio e a sostegno di attività, le più diverse,
in campo sportivo, culturale, sociale.
Negli ultimi anni Cmc ha progressivamente aumentato
le risorse economiche destinate alla comunità tramite
sponsorizzazioni, erogazioni liberali o collaborazioni.
Da non confondere con la beneficenza o la filantropia,
questa attenzione a favore del territorio è un dato
costitutivo della cultura cooperativa.
Significativa, da questo punto di vista, è la storia
del Teatro Socjale di Piangipane. Costruito nel 1920,
nei ritagli di tempo, dai braccianti della locale
cooperativa, sotto la guida dei mastri muratori,
rispondeva ad un bisogno impellente di cultura
e riscatto sociale. È straordinario pensare che dei
braccianti, in gran parte analfabeti, che sicuramente
avevano gravi problemi da affrontare nel quotidiano,
abbiano dato vita ad una struttura come questa.
Che cosa spinge oggi un’impresa cooperativa a destinare
una parte delle proprie risorse finanziarie ad attività che
nulla hanno a che fare col proprio settore di intervento?
Il marketing, la pubblicità dirà qualcuno.
Certo la volontà di promuovere la propria immagine sul
territorio ha una propria ragione di essere in qualunque
attività sociale di un’impresa. Ma dietro queste scelte
c’è molto di più. C’è la consapevolezza, ad esempio,
che migliorare la qualità della vita della comunità
nella quale si opera genera innegabili ricadute positive
anche sull’economia di quel territorio e dunque sulla
produttività dell’impresa stessa. Del resto, le imprese,
a maggior ragione le imprese cooperative, non hanno
un’esistenza a sé stante ma sono enti che vivono
e agiscono in un tessuto sociale ben determinato.
È importante, però, sottolineare che se la responsabilità
sociale è indubbiamente uno dei pilastri storici
della cultura etica del movimento cooperativo, essa
non deve mai essere data per scontata ma va agita
e ripensata nell’azione quotidiana con consapevolezza
e convinzione perché è anche attraverso essa che
l’impresa esprime il proprio universo identitario e ideale.
Tornando a Cmc risulta evidente la grande attenzione
prestata a favore dello sport, in particolare quello
giovanile. Investire sullo sport significa investire
p.18 la Betoniera
sulla salute fisica e morale dei giovani, riaffermare
valori come la solidarietà, la correttezza, il sacrificio
che sono alla base di ogni buona pratica sportiva.
Ma significa anche sostenere quello che forse
nella società moderna è il principale strumento
di crescita civile, di coesione sociale e di integrazione.
12.d
Parlando di sport, dopo il sodalizio che per 10 anni
ha legato Cmc al Ravenna Calcio, oggi senza dubbio
la parte del leone la fanno la pallavolo maschile
e femminile. Cosa che certamente non stupisce
in una città dove almeno una volta nella vita
tutti hanno provato ad alzare un pallone sotto rete.
Oggi è sulle maglie della Robur, ribattezzata
Cmc Ravenna, che il nostro marchio gira per i palasport
d’Italia. Giunti alla massima serie, dopo un campionato
entusiasmante, questi primi mesi di serie A non sono
certo stati facili per i ragazzi allenati da mister Babini.
Ma alle inevitabili difficoltà ha fatto da contraltare
un sostegno davvero speciale da parte della città
che ha portato agli oltre mille abbonamenti e ad un Pala
de Andrè fino ad oggi sempre esaurito. Ma il sostegno
di Cmc al movimento pallavolistico ravennate
non si ferma alla Robur.
12.e
C’è anche un consolidato sostegno alla pallavolo
femminile e giovanile, a partire dal Consorzio
Teodora e alle rinate realtà del Porto Ravenna Volley
e dell’Olimpia di Alfa Garavini. Per quanto riguarda il
calcio, conclusa l’esperienza del calcio maschile, Cmc è
oggi main sponsor della squadra di calcio femminile del
Riviera di Romagna. Le ragazze romagnole, guidate
dalla mitica capitana Marinella Piolanti sono giunte
in serie A con la società che ha riunito la squadra di
Ravenna e quella di Cervia e hanno tutta l’intenzione di
far bene e di tener alto il nome della Romagna calcistica.
La nuova stagione agonistica ha poi visto in casa
Cmc l’inizio di una nuova collaborazione.
È quella con la squadra di Basket femminile
di Faenza che milita in serie A.
12.f
Non mancano, poi, sponsorizzazioni in sport così detti
minori ma certamente non meno importanti: dall’antico
sodalizio in campo ciclistico con la Società Rinascita
e con Quelli della Scorta, alla Canottieri Ravenna;
dal football americano dei Chiefs al Circolo della
Spada; dal nuoto alla vela, dal tennis allo yudo.
Fra le manifestazioni sportive del 2011 ci piace ricordare
le celebrazioni del marzo scorso in occasione
dei 110 anni di Cmc che hanno coinvolto sui campi
da gioco il Ravenna Calcio, la Robur e il Riviera
di Romagna e l’autunnale Maratona Forlì-Ravenna
che annovera anche Cmc tra i tanti sostenitori.
Per finire con l’ultima, in ordine di tempo, collaborazione
nata con la Polisportiva giovanile Ravenna, una
nuova realtà che permette a ragazzi, dai 7 agli 11 anni, di
provare contemporaneamente calcio, basket e pallavolo.
E non vogliamo dimenticare che in Cmc lo sport non
lo si guarda soltanto ma lo si pratica anche direttamente
grazie alle attività delle sei sezioni della Polisportiva:
ciclismo, tennis, beach tennis, calcetto, pesca, driver.
L’ultima festa della Polisportiva Cmc, nel settembre
scorso, ha dato proprio modo ad alcuni dei “nostri”
atleti di incontrarsi con gli sportivi delle società da noi
sponsorizzate. Di quella due giorni ci piace in particolare
ricordare la presenza dei giovanissimi ciclisti della Rinascita
12.g
12.h
12.i
Pedale alla nostra Cmciclando e quella dei Chiefs
e delle ragazze del Riviera di Romagna alla nostra festa.
Ma Cmc non è una presenza importante solo
per lo sport ravennate.
Anche nel campo della cultura la nostra cooperativa
è protagonista e non solo a Ravenna.
Ravenna Festival, la più importante manifestazione
culturale della nostra città, è da anni un importante
partner per Cmc che, nell’edizione del 2011,
ha concorso alla realizzazione del musical “The Magic
Flute”. Col Maestro Muti, poi, siamo volati a Nairobi
per le “Vie dell’amicizia” in un’esperienza
emozionante di incontro e di condivisione.
Ma è a tutta l’attività teatrale, operistica e danzante
che Cmc presta grande attenzione. Basti pensare
al sostegno importante della stagione d’opera
e danza del Teatro Alighieri che anche quest’anno
porterà nel principale teatro ravennate danza
ed opere classiche e moderne.
O al sostegno al progetto teatrale Nobodaddy
di Ravenna Teatro dove passione, sfida e innovazione
si incontrano in un itinerario di grande forza e vitalità.
E ancora al Festival di Sant’Arcangelo che anche
nell’edizione 2011 ci ha offerto momenti di grande
coinvolgimento emotivo come nel caso della creazione
a cielo aperto dal titolo “la blusa gialla irregolare
del poeta Majakoskij” messo in scena da un “plotone”
di 200 ragazzi provenienti da diverse città del mondo.
E parlando sempre di cultura non possiamo dimenticare
le tante collaborazioni con le più importanti istituzioni
ravennati: dalla mostra “L’Italia s’è desta. 1945-1953.
Arte in Italia nel secondo dopoguerra da De Chirico
a Guttuso, da Fontana a Burri” tenutasi nella
primavera scorsa al Mar di Ravenna alla mostra Tamo
e alla programmazione della Luna a San Nicolò
di Ravennantica, al recente convegno su Cavour
della Fondazione Casa Oriani.
siano scontate per un’azienda cooperativa come
la nostra. Eppure è proprio nel campo del sociale
che i principi mutualistici e di solidarietà del cooperare
trovano ancor oggi la loro massima declinazione.
E allora, per una volta, superiamo il nostro consueto
riserbo per ricordare alcune delle tante, tantissime
associazioni che anche nel 2011 abbiamo
in qualche modo sostenuto.
Si va dall’Aism all’Aias, da Ama la vita all’Auser,
dalla Libera Associazione Genitori al centro sociale
La Quercia, dall’aiuto offerto in occasione della visita
delle donne terremotate dell’Aquila a Ravenna
all’adesione alla Fondazione “Dopo di Noi”,
dal contributo all’Associazione “Il Mosaico Amici dei bambini ospedalizzati” (alla quale
quest’anno abbiamo deciso di devolvere le risorse
derivate da un taglio consistente dei biglietti
di auguri natalizi), a Ravenna Eventi.
Fra tante attività ne vogliamo però ricordare in
particolare alcune. Il sostegno, ad esempio, al Cisim,
il centro culturale e sociale di Lido Adriano o quello
al progetto di ippoterapia del centro Equilandia
a Mensa Matellica o la bella collaborazione instaurata
con l’associazione Il Terzo Mondo per la costruzione
di una scuola nel villaggio di Balevang in Camerun.
E ancora il ciclo di incontri, rivolto in particolare
ai ragazzi e alle loro famiglie, nato dalla sinergia fra
Cmc e la società Robur o l’innovativa esperienza,
scaturita dall’incontro con Linea Rosa e con il consorzio
di pallavolo femminile Teodora, della Settimana Rosa
sotto lo slogan “Uscire dalla violenza si può”.
Per finire con la recente donazione di un pulmino
all’ADVS di Ravenna.
È proprio grazie a questa storia consolidata che per Cmc
è stato naturale rispondere positivamente al progetto
dell’Amministrazione comunale di Ravenna denominato
“Adotta un progetto sociale: diventa un’Azienda
solidale” del quale torneremo a parlare più
diffusamente nei prossimi numeri della Betoniera.
E con importanti associazioni culturali come la Capit e
il suo premio di pittura Marina di Ravenna, Il Centro Pio
Manzù di Rimini, Meditaeuropa, Cinemovel, il Teatro
Socjale di Piangipane, il Mama’s, Ravenna Poesia,
l’Università per Adulti, l’Accademia del musical.
Siamo così giunti alla fine di questa lunga carrellata
del Noi e Voi di Cmc.
Ma, come già detto, Cmc sostiene importanti
manifestazioni anche fuori di Ravenna, là dove è
impegnata con propri cantieri. Ricordiamo, ad esempio,
il Festival di Radiotre che ogni anno porta a Cervia
il fior fiore della cultura italiana o le manifestazioni
del Giugno Pisano, del carnevale di Molfetta, la
rassegna “Porto d’Arte” a Palermo, l’orchestra
regionale Arturo Toscanini che nella prossima tourneè
in Cina porterà con sé anche il marchio di Cmc.
Sicuramente non abbiamo ricordato tutte le nostre
collaborazioni e ci scusiamo con quanti non abbiamo
citato. Abbiamo voluto, alla fine di un intenso anno
di attività, dar conto, seppure in modo sommario,
a tutti i nostri soci e dipendenti della ricchezza
e della varietà dei rapporti intessuti dalla nostra
impresa col territorio dove viviamo ed operiamo.
Una ricchezza della quale andare orgogliosi perché
portatrice di valori fondanti della nostra storia.
Ma più di tutti ci piace ricordare l’impegno per il Premio
letterario Racalmare-Leonardo Sciascia, organizzato
dal Comune di Grotte (Agrigento) e del quale Cmc è main
sponsor. L’importante riconoscimento, istituito 23 anni
fa da Leonardo Sciascia, è andato quest’anno a Franco
di Mare con il suo “Non chiedere perché” (ed. Rizzoli).
Torneremo, nell’anno nuovo, a parlarvi, volta per
volta, dello sviluppo di queste collaborazioni.
E vi racconteremo, in un ideale gemellaggio fra
i continenti, anche le tante e belle iniziative culturali
e sociali che contribuiamo a far crescere all’estero,
nei Paesi in cui operiamo, a partire dal progetto
al quale stiamo lavorando con Ravenna Festival,
per portare la grande musica in Mozambico.
Arriviamo così all’ultima, ma non per questo meno
importante, parte delle attività che Cmc sostiene:
quella del sociale.
Normalmente ne parliamo poco, frenati da un sano
pudore o forse convinti che attività di mutuo soccorso
p.19 la Betoniera
12.i
Una storia fatta di persone, di progetti ambiziosi,
di emozioni vere che, è questo il nostro augurio
per l’anno nuovo che sta arrivando, vogliamo
continuare a mantenere viva.
12.l
12.h L’ing. Menchini premia il
vincitore del premio Racalmare.
12.i Ravenna Festival a Nairobi.
12.l bimbi della scuola
del villaggio camerunense
di Balevang.
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Date dicembre 2011 Titolo La betoniera 06 2011 3.20 MB