Testata: Il Corriere dell’Irpinia
Data: 5 settembre 2013
Pag.: 16
Testata: Il Corriere dell’Irpinia
Data: 5 settembre 2013
Pag.: 16
Testata: Il Corriere dell’Irpinia
Data: 5 settembre 2013
Pag.: 17
Testata: Il Corriere dell’Iripinia
Data: 6 settembre 2013
Pag.: 17
Testata: Salerno notizie
Data: 6 settembre 2013
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Testata: Orticalab
Data: 4 settembre 2013
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«Politica fascista che uccide la
cultura», j’accuse di Roberto De
Simone
Il maestro racconta
come hanno affossato il
suo progetto su
Gesualdo
«Questa è una amministrazione
fascista» così Roberto de Simone
definisce le giunte Caldoro e De
Magistris. Il maestro ha sparto a
zero sulla classe di
amministratori della Regione e
del Comune di Napoli intervenendo ad una delle giornate gesualdiane nel programma "Gesualdo
Domani" messo in piedi dal centro studi Carlo Gesualdo in occasione del 400ennale della morte del
principe dei musici.
A offrire l’assist a Roberto De Simone il presidente del Cda del Teatro Carlo Gesualdo Luca Cipriano
che ha evidenziato come «Dove Napoli dimentica, l’Irpinia celebra. Se non fosse per il programma del
Centro Studi Gesualdiani e quello del Teatro Carlo Gesualdo di Avellino non ci sarebbero celebrazioni
in Campania per questa figura immensa conosciuta più all’estero che in Italia di cui quest’anno cade
il 400ennale della morte. Non c’è un grande evento promosso dalla Regione Campania per celebrare
questa data, non c’è alcuna iniziativa se non quelli del comune di Gesualdo ed Avellino».
In verità il grande evento c’era, aveva respiro internazionale visto che portava la firma di Roberto De
Simone e metteva in scena “Cinque voci per Gesualdo” il cui libretto uscirà per Einaudi il 17
settembre a firma di De Simone, appunto. Uno spettacolo maestoso per la vastità dello studio che lo
ha generato. De Simone è andato alla ricerca del suono reale dei Madrigali di Gesualdo: un suono che
non possiamo riprodurre perché non conosciamo gli strumenti che utilizzava. Di certo però
prediligeva il suono di strumenti a corda pizzicata come il liuto. Di qui l’idea di utilizzare 16 arpe a
registro fisso.
Un progetto avviato quando era assessore Giuseppe De Mita che, all’indomani delle sue dimissioni, è
stato depennato da qualsiasi agenda. De Simone ha spiegato fino a che punto Napoli dimentica e fino
a che punto arriva l’oltraggio alla cultura. «Sono mesi che cerco di avere un appuntamento con
questi signori (gli assessori regionali ndr), sono così scostumati che non rispondono nemmeno, non si
degnano di incontrarmi. Sanno solo dire: non ci sono soldi. I soldi ci sono sempre per iamici e famigli.
Noi siamo sconfitti».
Una analisi lucida ed amara di una Napoli che mastica e sputa il suo bene primario, il suo simbolo più
alto: la cultura. La cancellazione del progetto su Carlo Gesualdo non è che un piccolo tassello dalla
grande débâcle culturale della città di Napoli, che trascina sul fondo anche altri pezzi. Lo spettacolo
su Gesualdo da tenere al Comunale di Avellino rappresentava anche la partecipazione dell’Irpinia al
Forum della Culture. La nostra Provincia è adesso definitivamente esclusa dal Forum non ospitando
alcun sito Unesco.
«Perché i fondi per la cultura devono andare sempre ai soliti noti?- prosegue De Simone- Esiste forse
solo il Mercadante? Il sistema della distribuzione dei fondi non ha alcun criterio di valore, nessuna
logica di sostegno reale alla cultura. Inoltre durante i miei studi su Gesualdo ho chiesto di visionare
le sacrae cantiones i cui originali sono custoditi solo ai Girolamini e mi hanno detto che essendo sotto
sequestro giudiziario non era possiabile prenderne visione. Allora ho chiesto che almeno mi facessero
sapere se ci sono ancora questi documenti preziosi custoditi solo lì al mondo, e mi è stato risposto
che non potevano dirmi nemmeno questo. Io credo che nel 400ennale della morte di Carlo Gesualdo
noi abbiamo il diritto di conoscere il destino di questi documenti. Se Sono stati rubati anche questi si
sappia, e si sappia adesso».
Una deriva a cui non sembra s voglia porre rimedio, una distrazione strumentale nei confronti dei
monumenti della cultura napoletana, campana, italiana, mondiale. Pensiamo anche al caso Marotta,
ma anche Città della Scienza e non ultima la vicenda del Museo De Simone sulla nascita del quale agli
atti abbiamo un triste botta e risposta tra il Maestro e De Magistris.
«Il Teatro Carlo Gesualdo non fa produzione, non ancora putroppo- ha aggiunto Luca Cipriano- quindi
il mio sostegno al maestro ed al progetto Gesualdo non può essere che di disponibilità di spazi ed
energie: «Maestro io le dico solo che il Teatro Gesualdo è anche suo, io idealmente le consegno le
chiavi del nostro teatro e lo metto a sua disposizione per qualsiasi progetto».
Portici ha donato uno spazio al genio di De Simone, mentre De Magistris nicchia, Avellino ha dato
istituzionalmente l’ok ad accogliere i volumi rifiutati dalla città di Napoli della immensa biblioteca di
Marotta, il Teatro Gesualdo di Avellino è pronto a fare la sua parte per sostenere ogni progetto di
Roberto De Simone. A Gesualdo si è parlato del futuro delle aree interne, come luogo privilegiato per
far fiorire le eccellenze. Progetti culturali che saranno in grado di invertire la rotta dell’esodo delle
giovani menti in cerca di futuro.
Ci si è chiesto, a Gesualdo ed in altre sedi di periferia, quale fosse la vocazione delle nostre aree
interne e di tutte quelle periferie dell’impero depauperate da una politica stolta e miope. La
vocazione è data: diventare centro, sostituire un fulcro che non è più in grado di essere anima di una
Regione che avrebbe potuto essere il più grande propulsore culturale del mondo e che invece vive la
sua caduta di impero di seconda mano corrotto, cieco e incapace di attingere ai suoi tesori.
Testata: Il Ciriaco
Data: 4 settembre 2013
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Testata: Il Ciriaco
Data: 4 settembre 2013
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Testata: Il Corriere dell`Irpinia Data: 5 settembre