a cura di
Rosanna Polimeno
e Costantino Pugliese
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Presentazione:
Maria Antezza
Presidente del Consiglio Regionale di Basilicata
Antonietta Botta
Presidente Commissione Regionale
per le Pari Opportunità
pag. 08 Famiglia
pag. 11 Maternità
pag. 11 Sessualità, procreazione interruzione di gravidanza
pag. 14 Violenza
pag. 16 Minorenni
pag. 18 Casalinghe
pag. 19 Pari opportunità e lavoro
pag. 22 Difesa legale
pag. 22 Tutela del diritto alla salute
pag. 25 Indirizzi utili
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A sessant’anni dall’approvazione della Costituzione della Repubblica Italiana, pubblicata sulla
Gazzetta Ufficiale del 27 dicembre 1947 ed entrata in vigore il 1 gennaio 1948, il modo migliore di festeggiare questo evento è fare in modo
che i diritti, ed in particolare, quelli delle donne
e dei minori, vengano affermati nella realtà di
ogni giorno in famiglia, nella società e nel mondo del lavoro.
La presente guida è uno strumento agile di supporto per rendere le donne maggiormente consapevoli dei propri diritti e in grado di utilizzare
concretamente i vantaggi offerti dall’attuale
legislazione, che si ispira ai principi fondamentali della convivenza civile sanciti dalla Costituzione. Nel testo costituzionale, infatti, è scritto
che vanno garantiti il rispetto della dignità della
persona umana, l’uguaglianza morale e giuridica, la libertà di opinione, di stampa, di riunione,
di associazione, di religione, il diritto di partecipare alle scelte che toccano tutti e ciascuno, il
diritto all’istruzione, alla salute, alla giustizia, il
riconoscimento del valore di ogni lavoro e la tutela di tutti i lavoratori, il riconoscimento della
funzione essenziale della famiglia.
Nonostante le molte ed importanti leggi conquistate in questi 60 anni dalle donne delle istituzioni e delle associazioni, questo sistema di valori fondamentali e di garanzie non trova ancora
riscontro nella vita di tutti i giorni.
Occorre quindi promuovere e valorizzare la funzione che le strutture formative svolgono perché
la cultura delle pari opportunità venga divulgata
nel mondo del lavoro e nella società. Ed è impor-
tante che il sistema educativo, dal nido all’università, continui a formare alla cultura della non
discriminazione, introducendo lo studio della
prospettiva di genere.
Confidiamo nella utilità di questo strumento di
rapida consultazione e nella cooperazione di un
ampia schiera di associazioni e di istituzioni a
ciò preposte. Ma ci rivolgiamo, anche, alla politica perché la sfida della crescita della nostra
regione e del nostro paese si gioca in maniera
rilevante sulla capacità e sulla volontà di dare
spazio alle donne.
Ciò significa avere ben chiaro che lo sviluppo dei
prossimi anni non potrà prescindere, anzi sarà
misurabile, in gran parte con il livello di pari opportunità consentite e sostenute a tutti i livelli e
in ogni comparto della società.
Della credibilità di questo nuovo corso, che deve
condurre alla modernizzazione compiuta della
nostra regione e del nostro paese, il trend ascensionale della condizione femminile rappresenta
il banco di prova più impegnativo e la cartina di
tornasole più eloquente.
In questa occasione il nostro pensiero va a tutte
quelle donne che con la loro instancabile azione ed il loro esempio hanno fatto in modo che
sia possibile immaginare un mondo migliore nel
quale sia bandita, una volta per tutte, qualsiasi
forma di violenza e di discriminazione dalle relazioni umane.
Maria Antezza
Presidente del Consiglio Regionale
della Basilicata
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La piena realizzazione della parità dei Diritti e
delle Pari Opportunità deve necessariamente riguardare tutti se si ritiene di voler vivere in una
società nella quale nessuno calpesti la dignità
dell’altro.
Il Parlamento Italiano e la Regione Basilicata
hanno messo a punto numerose leggi per promuovere l’uguaglianza dei diritti; tuttavia le
leggi non sono sufficienti se non si produce un
cambio culturale che coinvolga scuole, famiglie,
chiesa, operatori sociali, associazioni, politica e
singoli individui.
E’ necessario continuare il confronto e produrre
davvero un cambio di passo che ci accompagni
verso la riorganizzazione della società oppure a
risentirne saranno le donne innanzitutto perché
su di loro ricadono ancora oggi gli effetti dei ritardi nella realizzazione di questo obiettivo, ma
ne risentirà l’intera società, donne e uomini,
perché si rinuncerà sempre di più alla maternità,
perché ci saranno sempre più conflitti all’interno delle famiglie, perché tante donne dovranno
continuare a rinunciare alle proprie aspirazioni e
la società intera sarà più povera perché dovrà rinunciare al valore e al talento di tante donne.
E’ necessario un confronto sempre più stringente che porti alla eliminazione di quel fenomeno
assurdo rappresentato dalla violenza contro le
donne.
Violenza fisica, terribile perché lascia segni evidenti; violenza psicologica, ancora più terribile
perché segna la mente e l’anima.
I dati che tutti conosciamo ci consegnano una
realtà sconcertante; i numeri delle violenze
tra le mura domestiche, per strada, sui luoghi
di lavoro sono sottostimati se si considera che
gran parte di questi soprusi non viene denunciata perché troppe volte le donne ignorano le
leggi a loro tutela e sono esse stesse prigioniere
di retaggi culturali soprattutto, purtroppo, nel
Mezzogiorno d’Italia.
La “Guida ai Diritti delle Donne” vuole rappresentare uno strumento utile attraverso il quale
diffondere la conoscenza perché riteniamo che
la consapevolezza dei propri diritti restituisca
libertà
Il sentiero che conduce alla uguaglianza nei diritti è ancora lungo; percorriamolo insieme, donne
e uomini, perché insieme possiamo rendere la
società più giusta e più democratica.
Antonietta Botta
Presidente Commissione Regionale
per le Pari Opportunità
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FAMIGLIA
La riforma del diritto di famiglia del 1975 ha riconosciuto alla donna ed all’uomo pari diritti e doveri.
I coniugi con il matrimonio assumono l’obbligo reciproco alla fedeltà, all’assistenza morale e materiale,
alla collaborazione nell’interesse familiare, alla coabitazione e contribuzione ai bisogni della famiglia,
secondo le proprie capacità di lavoro professionale o
casalingo.
I coniugi esercitano congiuntamente la potestà sui
figli minorenni ed assumono, di comune accordo, le
decisioni rilevanti nell’interesse della famiglia.
Se sei in disaccordo con il coniuge su questioni importanti della vita familiare (art. 145
codice civile) puoi:
chiedere, senza formalità, l’intervento del giudice,
il quale, sentite le opinioni espresse dai coniugi e,
per quanto opportuno dai figli conviventi, che abbiano
compiuto il sedicesimo anno, tenta di raggiungere una
soluzione concordata.
La Regione Basilicata con la Legge regionale 14 aprile 2000, n.45 “Interventi a favore della famiglia”,
riconoscendo il ruolo fondamentale della famiglia
per lo sviluppo della persona e della vita sociale,
promuove specifiche iniziative per favorire fra l’altro:
- la formazione dei giovani al matrimonio;
- l’incentivazione all’acquisto della prima casa da
parte delle giovani coppie;
- l’attivazione di politiche di sostegno alla genitorialità, intesa come scelta di procreazione responsabile e cura verso i figli.
La Consulta regionale per la famiglia, istituita con la
medesima legge, è l’organo propositivo e consultivo
in materia di politiche regionali familiari.
Se la soluzione non è possibile e il disaccordo
concerne la fissazione della residenza
o altri affari essenziali puoi:
chiedere, espressamente e congiuntamente al coniuge, l’intervento del giudice, il quale adotta la soluzione più adeguata con provvedimento definitivo.
Se il coniuge si allontana, senza un valido
motivo, dalla residenza familiare e rifiuta di
tornarvi, il suo diritto all’assistenza morale e materiale è sospeso.
In tal caso, il giudice può ordinare il sequestro dei
beni del coniuge che si è allontanato in misura adeguata a garantire l’assistenza morale, materiale ed
economica, nonché i doveri nei confronti dei figli.
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MATERNITÀ
SE HAI SEDICI ANNI ED HAI UN FIGLIO:
puoi riconoscerlo, assumendo la responsabilità di
mantenerlo, istruirlo e educarlo. Il riconoscimento di
tuo figlio è un atto personale che non coinvolge l’altro
genitore. Se riconosci tuo figlio e sei nubile o divorziata, il bambino assume il tuo cognome.
Se sei sposata la paternità del figlio viene automaticamente attribuita a tuo marito.
L’azione per il disconoscimento della paternità spetta a te, ma anche a tuo figlio, al compimento della
maggiore età.
SESSUALITÀ,
PROCREAZIONE,
INTERRUZIONE
DI GRAVIDANZA
Hai diritto di vivere liberamente la tua sessualità, decidendo se e quando avere un
figlio.
Hai diritto di conoscere e utilizzare gli anticoncezionali per evitare una gravidanza non voluta.
Hai anche il diritto di sapere se tuo figlio nascerà sano
e, quindi, di chiedere tutti gli esami di diagnostica
prenatale utili.
I consultori, (legge 405/1975 e successive modificazioni), sono stati istituiti dalla Regione Basilicata con
la legge regionale 24 gennaio 1977, n.7.
I consultori sono servizi pubblici che gratuitamente
assicurano assistenza sanitaria e sociale, a disposizione dei singoli e delle coppie per affrontare problemi
psicologici e fisici legati alla sessualità, alla procrea-
zione e alla gravidanza. Forniscono, prima e dopo la
nascita, ogni forma di assistenza per tutelare la salute
delle donne e dei bambini.
Entro i primi 90 giorni di gravidanza se ritieni di interrompere la gestazione sia per evitare
pericoli per la tua salute psico - fisica, che a causa
di particolari condizioni economiche, sociali, familiari e in previsione di anomalie o malformazioni del
concepito puoi: rivolgerti ad un medico di fiducia,
ad un consultorio, ad un ospedale, ad una struttura
socio-sanitaria che ti aiuteranno a trovare le possibili
soluzioni.
Dopo 90 giorni di gravidanza puoi:
interrompere la gestazione solo se da essa o dal parto
derivi un grave pericolo per la tua vita, per la tua salute fisica o psichica, oppure in presenza di accertati
processi patologici, tra cui quelli relativi a rilevanti
anomalie e malformazioni del feto.
Il personale sanitario delle strutture preposte, deve
accertare e certificare la gravità delle tue condizioni di salute fisica e psichica ed eventuali anomalie
e malformazioni del nascituro. In tal caso, il medico
deve autorizzare l’interruzione di gravidanza.
Spetta, in ogni caso, a te decidere se interrompere o meno la gravidanza.
Se sei minorenne puoi: interrompere la gravidanza entro i 90 giorni, con il consenso di
entrambi i genitori o del tuo tutore.
Se non riesci a consultarli, rivolgiti al consultorio o ad una struttura socio sanitaria o ad un medico
di fiducia.
Il medico competente, espletate le procedure sanitarie, trasmetterà una relazione al giudice tutelare del
luogo in cui opera la struttura sanitaria. Sarai chiamata da lui per esporre le ragioni della tua scelta.
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Il giudice tutelare ti concederà l’autorizzazione ad
interrompere la gravidanza.
In caso di pericolo grave per la tua salute fisica o
psichica, il medico certificherà l’urgenza dell’ interruzione di gravidanza, indipendentemente dall’assenso dei tuoi genitori o del tutore e senza rivolgersi al
giudice tutelare.
I medici e il personale infermieristico possono chiedere, per ragioni di coscienza, solo di non praticare
interruzioni di gravidanza, di non svolgere i colloqui
precedenti l’intervento e di non compilare i certificati necessari. Il personale che fa obiezione non può
comunque rifiutarsi di assistere la donna in ospedale
prima e dopo l’intervento, fornendo le cure mediche
e infermieristiche necessarie.
Se sei in pericolo di vita puoi abortire in qualsiasi
momento della gravidanza, in ogni struttura i medici,
anche se obiettori, non potranno rifiutarsi di praticare
l’intervento.
Se sei maggiorenne, coniugata oppure convivente con una persona di sesso diverso, in età
potenzialmente fertile, con problemi riproduttivi derivanti da sterilità o infertilità
puoi:
ricorrere alla procreazione medicalmente assistita
(P.M.A.), (legge n.40 del 19 febbraio 2004).
E’ consentita soltanto la fecondazione omologa, che
si ha quando il seme e l’ovulo utilizzati appartengono
alla coppia di genitori del nascituro.
E’ vietata la fecondazione eterologa, ossia la coppia
non può ricorrere al seme o all’ovocita (cellula uovo)
di un donatore.
E’ ammesso l’impianto in utero di soli tre embrioni.
E’ vietato congelare gli embrioni, salvo il caso in cui
l’impianto degli stessi non è possibile per causa di forza maggiore, derivante dallo stato di salute della don-
na, non prevedibile al momento della fecondazione.
I figli nati in conseguenza della applicazione di questa tecnica sono figli legittimi della coppia; non può
essere esercitata l’azione di disconoscimento di paternità.
La legge, inoltre, ha fatto divieto di indagini genetiche preimpianto sugli embrioni anche quando la donna è portatrice di gravi anomalie.
Tuttavia, la giurisprudenza si sta orientando favorevolmente sull’ammissibilità della diagnosi
preimpianto. Il Tar Lazio con sentenza n. 398 del
21 gennaio 2008 ha annullato il divieto esplicito di
diagnosi preimpianto, contenuto nelle linee guida
applicative di cui al Decreto Ministeriale 21 luglio
2004.
Lo stesso TAR Lazio ha sollevato innanzi alla Corte
Costituzionale la questione di legittimità dell’articolo 14, commi 2 e 3 della legge sulla P.M.A.
La P.M.A. (procreazione medicalmente assistita) può
essere eseguita soltanto in strutture pubbliche o private, autorizzate dalle Regioni ed iscritte in un apposito registro istituito presso l’Istituto Superiore della
Sanità.
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VIOLENZA
La violenza contro la donna rientra tra le
violazioni dei diritti umani. Consiste in atti che si
manifestano attraverso soprusi di vario tipo che procurano danni o sofferenze psicologiche, economiche,
fisiche, sessuali.
La violenza può essere:
Psicologica: se ti mancano di rispetto, ti denigrano, ti
mortificano. [Ad es. con critiche, offese, minacce.]
E’ conosciuto con il termine stalking (“appostarsi”)
quel comportamento persecutorio che ti induce in
uno stato di tensione e stress psicologico. Ad es.
telefonate, sms, e- mail, pedinamenti, visite indesiderate, raccolta di informazioni su di te, da parte non solo di sconosciuti, ma anche di familiari o
compagni.
E’, invece, definito mobbing (“assalire”) la violenza psicologica che subisci nella attività lavorativa
da parte del datore di lavoro, di colleghi di grado
superiore (verticale), di colleghi di pari grado (orizzontale), di persone al di fuori del luogo di lavoro
(trasversale).
Economica: se esercitano nei tuoi confronti forme dirette o indirette di controllo economico, per indurti
in uno stato di soggezione, [Ad es. impedendoti di trovare un lavoro, di disporre di denaro, di fare acquisti
ecc.]
Fisica: se aggrediscono e maltrattano te, il tuo corpo
e/o le tue cose.
Sessuale: se abusano di te, senza il tuo consenso, sia
all’interno che al di fuori della coppia.
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Una forma di violenza sessuale è rappresentata dalle molestie sessuali (verbali, visive, fisiche), che si
sostanziano in comportamenti indesiderati di natura
sessuale o riferiti al sesso.
La violenza sessuale è un delitto contro la
libertà personale ( legge n. 66 del 1999).
“Chiunque, con violenza o minaccia o mediante
abuso di autorità, ti costringe a compiere o subire
atti sessuali, è punito con la reclusione da 5 a 10
anni. Alla stessa pena soggiace colui che ti induce a
compiere o subire atti sessuali, abusando delle tue
condizioni di inferiorità fisica o psichica al momento del fatto, o con l’inganno sostituendosi ad altra
persona.”
do l’abuso è commesso nei confronti di un minore o
…..da un genitore o suo convivente o da una persona
cui il minore è affidato per ragioni di cura, di educazione, di istruzione, di vigilanza o di custodia……….).
In qualità di parte lesa, puoi chiedere che il processo
sia tenuto a porte chiuse, senza la partecipazione del
pubblico, e che il tuo nome e la tua immagine appaiano sui giornali.
Se hai bisogno di sostegno psicologico, di
consulenza legale, di ospitalità anche con i
tuoi figli minorenni puoi: rivolgerti ad una delle Associazioni presenti sul territorio che prestano la
propria attività in favore delle donne vittime di violenza.
La violenza sessuale di gruppo è punita con
pene più severe.
La legge finanziaria dello Stato per l’anno 2008 ha
istituito un fondo di 20 milioni di euro destinato ad un
piano contro la violenza alle donne.
Se sei vittima di violenza rivolgiti, il più presto
possibile, ad un medico di fiducia o recati in ospedale
per essere visitata, affinché siano certificate le ferite
psicologiche e le eventuali lesioni fisiche.
Agisci anche se non presenti segni visibili di violenza,
affinché il medico rilevi il tuo stato psichico; il reato,
infatti, è punito anche se l’abuso non è stato compiuto. Se decidi di denunciare l’abuso sessuale devi
presentare la querela nei confronti del violentatore
o, se non conosci la persona, verso ignoti recandoti presso un Ufficio della Polizia, o dai Carabinieri o,
per mezzo di un avvocato, direttamente alla Procura
della Repubblica. La querela deve essere presentata
entro sei mesi dal giorno in cui hai subito la violenza
ed è irrevocabile. Il procedimento penale avrà seguito
indipendentemente dalla tua volontà.
La Regione Basilicata con la legge regionale n. 9 del
29 marzo 1999 ha istituito un fondo di solidarietà a
favore di donne e minori vittime di reati di violenza sessuale, inteso a coprire integralmente le spese
legali per la costituzione di parte civile, sostenute
dalle persone che hanno subito delitti di violenza
sessuale.Al fine di contrastare la violenza di genere,
esercitata nei confronti di donne e minori, la Regione Basilicata ha istituito un Osservatorio regionale
(legge regionale n. 26 del 18 dicembre 2007).
L’organismo, attestato presso il Dipartimento regionale Sicurezza e Solidarietà Sociale, persegue
l’obiettivo di prevenire e contrastare questo aberrante fenomeno attraverso un’attività di monitoraggio e studio, anche al fine di orientare e proporre
politiche regionali efficaci.
In alcuni casi non è necessaria la querela della persona offesa, ma si procede di ufficio (ad es. quan-
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MINORENNI
I diritti dei minori sono riconosciuti nell’ambito della
famiglia, dove chi esercita la potestà nei loro confronti ha il dovere di mantenerli, istruirli, educarli
assumendo le decisioni più opportune.
Se subisci violenze e maltrattamenti, anche
in famiglia puoi: rivolgerti ai Servizi sociali del tuo
Comune di residenza, che attiveranno tutte le procedure necessarie per risolvere i tuoi problemi.
La legge n. 977 del 1967, che detta norme per
la tutela del lavoro, distingue tra:
“bambino”, che è il minore che non ha ancora compiuto i 15 anni di età o che è ancora soggetto all’obbligo scolastico;
“adolescente”, che è il minore di età compresa tra
i 15 ed i 18 anni di età, non più soggetto all’obbligo
scolastico.
Se sei una bambina ti è vietato lavorare (salvo
eccezioni per l’impiego in attività lavorative di carattere culturale, artistico, sportivo o pubblicitario,
autorizzate dalla Direzione Provinciale del lavoro con
assenso scritto dei genitori, che esercitano la potestà
genitoriale).
Se sei un’adolescente, è prevista dalla normativa
vigente una tutela specifica che varia in relazione alle
diverse attività lavorative.
Dopo l’assolvimento dell’obbligo scolastico
e, comunque, al compimento dei 15 anni puoi:
- richiedere di essere ammessa al lavoro con il riconoscimento del diritto dovere di istruzione;
- svolgere un rapporto di apprendistato frequentando
i relativi moduli di formazione pari ad almeno 120 ore
annue retribuite dal datore di lavoro.
Le tue esperienze formative e le tue competenze
professionali saranno inserite nella scheda professionale rilasciata dal Centro per l’impiego, in base
all’art. 8 del Decreto Legislativo n.297/2002, la
quale ha sostituito il libretto di lavoro a far data dal
30 gennaio 2003.
Se sei un bambina il tuo orario di lavoro non potrà
superare le 7 ore giornaliere e le 35 ore settimanali.
Se sei un’adolescente il tuo orario di lavoro non
potrà superare le 8 ore giornaliere e le 40 settimanali. Non potrai essere adibita al lavoro notturno, salvo
casi particolari previsti dalla normativa (articolo 17
della legge 977 del 1967). Con il termine notte si intende un periodo di almeno 12 ore consecutive, comprese nell’intervallo tra le ore 22 e le ore 6 ovvero tra
le 23 e le ore 7.Non potrai essere adibita a prestazione
lavorativa senza interruzioni per oltre 4 ore e mezzo,
(limite che si riduce a 3 in caso di lavori pericolosi o
gravosi e su prescrizione della Direzione Provinciale del
Lavoro).
La Regione Basilicata con la legge regionale 2 gennaio
2003, n. 1 ha istituito, presso la Presidenza del Consiglio regionale, la “Consulta regionale di Protezione
e pubblica tutela dei minori”, con il compito di svolgere un’attività di sensibilizzazione per la diffusione
di una “cultura dell’infanzia”, di realizzare percorsi
formativi interdisciplinari rivolti a coloro che si relazionano con i minori, di esprimere parere sui criteri
di utilizzazione del Fondo nazionale per l’infanzia.
Con la medesima legge, la Regione Basilicata ha istituito, altresì, l’Osservatorio regionale per il disagio
minorile. Una rilevante finalità della legge è quella
di effettuare un’ampia attività di monitoraggio delle diverse tipologie di disagio presenti sul territorio
e delle relative cause economiche, culturali e sociali, al fine di assumere le opportune iniziative per
la prevenzione e la riduzione del fenomeno.
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CASALINGHE
Il lavoro delle casalinghe è definito attività di valore
sociale dalla legge n. 493 del 1999.
Dal marzo 2001 è diventata obbligatoria l’iscrizione
presso l’INAIL ai fini della assicurazione contro gli infortuni domestici.
In caso di infortunio domestico, hai diritto
ad una rendita versata dallo Stato se:
- da tale infortunio ti deriva un’invalidità permanente, certificata, pari o superiore al 27 % (percentuale
prevista a partire dal 1 gennaio 2007);
- sei in regola con il pagamento del premio annuo pari
a Euro 12,91 da versare all’INAIL o se presenti un’
autocertificazione, dalla quale risulti che lo stesso è a
carico dello Stato, sussistendo le limitazioni di reddito personale e familiare, previste dalla legge;
- possiedi i requisiti di assicurabilità previsti dalla normativa (età compresa tra i 18 ed i 65 anni, esclusività
del lavoro domestico, assenza di vincolo di subordinazione, svolgimento gratuito dell’attività).
Per ulteriori informazioni ed aggiornamenti collegati
al sito internet: www.inail.it
di natura sociale, socio-sanitaria, socio-assistenziale, socio-educativa e socio-lavorativa. Gli interventi sono realizzati dagli enti locali e dalle Aziende
Sanitarie Locali, anche in collaborazione con altre
istituzioni o organismi sociali, comprendenti tutte
le attività relative alla predisposizione ed all’erogazione di servizi, gratuiti o a pagamento, o di prestazioni dirette a rimuovere o alleviare le situazioni di
difficoltà o di bisogno per le persone e la famiglia.
L’INPS, inoltre, ha avviato il nuovo Fondo di Previdenza per i lavori familiari, che fornisce alle
persone, le quali svolgono un’attività non retribuita
nell’ambito della famiglia, l’opportunità di costruirsi
una pensione. Per ulteriori informazioni e aggiornamenti collegati al sito internet:
http:// wai.inps.it/doc/casalinghe/
La Regione Basilicata con la Legge regionale 14 febbraio 2007, n.4 “ Rete regionale integrata dei servizi di cittadinanza sociale” ha disposto l’organizzazione di una rete regionale per erogare interventi
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PARI OPPORTUNITA’
E LAVORO
Il “Codice delle pari opportunità tra uomo e donna”,
( Decreto Legislativo 11 aprile 2006, n.198), assume la
promozione della pari opportunità tra uomo e donna
come principio fondamentale e la adozione delle azioni positive come strumento per favorire l’occupazione
femminile e realizzare un’uguaglianza sostanziale fra
uomo e donna nel lavoro.
Gli ambiti di intervento delle azioni positive riguardano la formazione e l’orientamento scolastico e
professionale, l’accesso al lavoro e alle professioni,
la progressione di carriera, l’organizzazione delle
attività lavorative, delle condizioni e del tempo di
lavoro.
La Direttiva 23 maggio 2007 della Presidenza del
Consiglio dei Ministri disciplina le misure per l’attuazione concreta delle parità e pari opportunità
tra uomini e donne nelle amministrazioni pubbliche.
Se hai almeno 5 anni di anzianità nella tua azienda o amministrazione e vuoi completare la formazione nell’arco della vita lavorativa hai diritto ad
appositi congedi e, pertanto, puoi:
- chiedere di sospendere il rapporto di lavoro, per
non più di 11 mesi continuativi o frazionati per
completare gli studi;
- chiedere, inoltre, un congedo per la formazione
continua secondo piani aziendali o territoriali ed in
base ai contratti collettivi.
Dopo il periodo di congedo per maternità, paternità o parentale puoi:
- chiedere per il tuo reinserimento lavorativo cor-
si di formazione, il cui finanziamento può essere a
carico dello Stato.
Risorse per l’ impresa femminile
Sono previste dalla legge finanziaria 2008 che :
- ha modificato la legge 296/2006 (finanziaria 2007),
istitutiva del “Fondo per la finanza d’impresa”, prevedendo che le risorse di tale fondo siano destinate anche a sostenere la creazione di nuove imprese
femminili e il consolidamento aziendale di piccole e
medie imprese femminili;
- ha riassegnato al “Fondo per la competitività” e al
“Fondo rotativo per le imprese”, le risorse derivanti
da revoche operate a valersi sulla Legge 215/1992 al
fine di sostenere le iniziative di imprenditoria femminile.
Congedo di maternità e parentale in materia
di figli naturali, di materia di adozione nazionale, internazionale e di affidamento.
Le norme per la tutela ed il sostegno della maternità e della paternità, fissate dal decreto legislativo
151/2001 e successive modificazioni, definiscono :
- “congedo di maternità” l’astensione obbligatoria
dal lavoro della lavoratrice;
- “congedo di paternità” l’astensione dal lavoro del
lavoratore, fruito in alternativa al congedo di maternità;
- “congedo parentale”, l’astensione facoltativa della lavoratrice o del lavoratore;
- “lavoratrice” o “lavoratore”, i dipendenti, compresi quelli con contratto di apprendistato, di amministrazioni pubbliche, di privati datori di lavoro
nonché i soci lavoratori di cooperative.
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Se sei una lavoratrice, hai diritto al congedo di maternità per un periodo massimo di 5
mesi (astensione obbligatoria durante i due
mesi antecedenti la data presunta del parto
ed i tre mesi successivi ALLA NASCITA DEL TUO
BAMBINO). Previa certificazione medica, puoi
astenerti dal lavoro a decorrere dal mese
precedente la data presunta del parto e nei
quattro mesi successivi.
Le norme, modificate dalla finanziaria dello Stato
per il 2008 dispongono l’equiparazione del trattamento dei genitori adottivi e affidatari a quello dei
genitori naturali relativamente ai congedi di maternità e parentali, a prescindere dall’età del bambino
adottato o affidato.
In caso di adozione nazionale hai diritto alla
astensione dal lavoro anche se il minore ha
superato i sei anni di età e se durante il congedo lo stesso raggiunge la maggiore età.
Il congedo spetta per i primi 5 mesi, decorrenti
dal giorno successivo all’effettivo ingresso del minore
in famiglia (5 mesi + il giorno di ingresso).
In caso di adozione internazionale, hai diritto alla astensione dal lavoro per il medesimo
periodo, a prescindere dalla età del minore
all’atto della adozione ed anche se durante
il congedo lo stesso raggiunge la maggiore
età.
Puoi fruire del congedo, anche frazionatamene,
prima dell’ingresso del minore in Italia o anche entro i
5 mesi successivi all’ingresso stesso (5 mesi + il giorno
di ingresso).
Se rinunci al congedo, esso può essere fruito anche
dal tuo coniuge (cd. congedo di paternità).
In caso di affidamento di un minore hai diritto alla astensione dal lavoro per un periodo
massimo di 3 mesi, entro l’arco temporale di 5 mesi,
decorrenti dalla data di affidamento del minore.
Puoi fruire del congedo parentale anche in
caso d’adozione nazionale o internazionale o di affidamento qualunque sia l’età del minore, entro 8 anni
dal suo ingresso in famiglia e, comunque, non oltre il
compimento della maggiore età.
La Regione Basilicata con la Legge regionale n. 27
del 14 dicembre 2004, in attuazione della legge
n.53 dell’8 marzo 2000, ha introdotto norme per
il Coordinamento dei tempi delle città e la promozione dell’uso del tempo. La legge si pone come
norma di riferimento per tutte le politiche che riguardano le pari opportunità e che attengono alla
qualità della vita, alla progettazione degli spazi ed
al coordinamento e all’organizzazione temporale
dei servizi pubblici e privati.
Parità e divieto di discriminazione nel lavoro
E’ vietata la discriminazione tra i due sessi; sono vietati i comportamenti discriminatori diretti e indiretti,
palesi e occulti:
- test di gravidanza al momento dell’assunzione;
colloqui in sede di assunzione in cui venga chiesto
se sei sposata, o se hai figli o se hai intenzione di
averne;
- rifiuto di assumerti perché sei donna;
- rifiuto di assumerti perchè il lavoro prevede orari
notturni;
- rifiuto di assumerti perchè il lavoro è pesante;
- discriminazioni indirette quali la richiesta di requisiti che sfavoriscono le donne;
- molestie;
- mobbing;
- licenziamento per causa di matrimonio.
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DIFESA LEGALE
Se hai bisogno di assistenza legale per difenderti o per il rispetto dei tuoi diritti, e non
hai la possibilità di sostenere tale onere finanziario, puoi:
chiedere la nomina di un avvocato a spese dello Stato.
Il gratuito patrocinio è un diritto civile, costituzionalmente garantito a tutti, siano essi cittadini italiani o
stranieri.
Se il tuo reddito imponibile annuo non supera 9.723,84
euro, (salvo il limite del cumulo dei redditi), puoi
chiedere il gratuito patrocinio.
Il patrocinio a spese dello Stato può essere concesso
nell’ambito dei giudizi civili, amministrativi, contabili o tributari già pendenti ed anche nelle controversie civili, amministrative, contabili o tributarie
per le quali si intende agire in giudizio.
La domanda di ammissione al patrocinio in materia
civile, deve essere presentata al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati del luogo dove ha sede il giudice
competente.
La domanda di ammissione al patrocinio in materia
penale, deve essere presentata presso la cancelleria del magistrato penale competente.
Per ulteriori informazioni ed aggiornamenti collegati al sito internet del Ministero di Grazia e Giustizia:
www.giustizia.it/servizi_cittadino/patrocinio_stato.htm
TUTELA DEL DIRITTO
ALLA SALUTE
PROGRAMMA “ BASILICATA DONNA” SCREENING
La Regione Basilicata già dal 1999 ed in coerenza con
gli indirizzi programmatori nazionali ed europei, ha
avviato programmi di screening di massa - gratuiti-,
finalizzati alla prevenzione dei tumori femminili del
collo dell’utero, per la fascia di età 25 – 64 anni e
della mammella, per la fascia di età 50 – 69 anni .
Se sei una donna residente in Basilicata, di
età compresa nella fascia prevista dal Programma di screening:
sarai chiamata, mediante invito scritto, per sottoporti a due esami, ripetibili, innocui (pap test e mammografia), totalmente gratuiti.
Il programma garantisce, per le donne risultate positive al test di screening, la presa in carico per tutto
l’iter di completamento degli approfondimenti diagnostici e delle eventuali procedure chirurgiche.
Il programma coinvolge tutti gli ambiti territoriali regionali con attività che sono realizzate sotto la
sorveglianza delle strutture del servizio sanitario regionale.
VACCINAZIONE
ANTI PAPILLOMAVIRUS (HPV)
La Regione Basilicata ha avviato una campagna
di prevenzione primaria del carcinoma della cervice
uterina attraverso la VACCINAZIONE ANTI PAPILLOMAVIRUS, (anti - HPV), che si affianca alle politiche regionali di prevenzione secondaria
(pap test).
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Il vaccino anti - HPV previene le infezioni che possono provocare lesioni cervicali dell’utero a rischio
di evolvere in tumore, mentre il pap-test consente
di diagnosticare precocemente lesioni pre-cancerose e cancro.
Al fine di raggiungere la massima copertura della popolazione femminile, la Regione ha optato per una
strategia vaccinale rivolta a più classi di età, sulla
base delle indicazioni del Consiglio Superiore di Sanità, posto che il vaccino è somministrabile, come da
autorizzazione, alle donne tra i 9 e i 26 anni compiuti.
La vaccinazione anti-HPV, solo in Basilicata,
- è offerta gratuitamente a ben 4 classi di età,
cioè alle donne nel 12° (target prioritario), 15°, 18°
e 25° anno di età, prevedendo al momento anche la
vaccinazione anti-HPV delle 25enni presso i servizi di
Igiene e Sanità Pubblica, nelle more della riorganizzazione (in atto) dei centri screening.
coce del carcinoma del colon retto che è la seconda neoplasia più comune nei paesi occidentali, dopo
il carcinoma del polmone nell’uomo e quello della
mammella nella donna.
Il programma è diretto a tutta al popolazione della
Regione, uomini e donne appartenenti alla fascia di
età compresa tra i 50 – 70 anni .
Uomini e donne appartenenti alla fascia di età,
vengono invitati con lettera a sottoporsi al test di
rilevazione del sangue occulto nelle feci e, successivamente, qualora il test stesso risultasse positivo,
invitati a sottoporsi ad approfondimento diagnostico mediante colonscopia, presso una struttura
ospedaliera.
Le lettere di invito ai destinatari del programma
sono state spedite a partite dal mese di febbraio
2005 ed il programma è in corso.
- è offerta al prezzo di costo per il Servizio Sanitario
Regionale, alle donne lucane appartenenti alle classi
di età intermedie, rispetto quelle in cui il vaccino è
offerto gratuitamente, e fino al compimento del 26°
anno di età, ( con versamento da effettuarsi da parte
dell’avente diritto sul c/c n. 00218859 intestato a Regione Basilicata – Potenza Servizio di Tesoreria – causale “Vaccinazione anti-HPV” e da presentare al punto vaccinale per la somministrazione del vaccino).
SCREENING DEL CANCRO
DEL COLON - RETTO
La Regione Basilicata con le D.G.R. n. 1262/03 e n.
138/2004 ha programmato le attività di screening del
cancro del colon retto, finalizzato alla diagnosi pre-
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INDIRIZZI UTILI
Dipartimento per i diritti e le pari opportunità
Largo Chigi 19, 00187 Roma - Tel. 06.67791
Antiviolenza donna Tel. 1522
Commissione nazionale per le pari opportunità
Piazza Colonna, Palazzo Chigi, Roma
Tel. 06.84563700
Commissione regionale pari opportunità
V.le della Regione Basilicata, 6
Potenza tel. 0971.447121 – 447130
Consigliera di parità della Regione Basilicata
V.le della Regione Basilicata, 8
Potenza – tel. 0971.666101-2
Consigliera di parità della Provincia di Potenza
Largo Gianturco, 1 - 85100 POTENZA
Tel. 0971/473466
Consigliera di parità della Provincia di Matera
Via Ridola, 24 - 75100 MATERA
cell. 328.4585391 - tel - 0835.310058
Telefono Donna
Casa delle donne vittime di violenze
Via dei Ligustri, 32 Potenza tel. 0971/ 55551
UFFICI URP DELLA REGIONE BASILICATA
Consiglio regionale
Ufficio Relazioni con il Pubblico
V.le della Regione Basilicata, 6 - 85100 Potenza (Pz)
Telefono 0971.447068 - Fax 0971.447182
[email protected]
www.consiglio.basilicata.it
Dipartimento Presidenza Giunta Regionale
Ufficio Comunicazione Istituzionale
e Relazioni con il Pubblico
Sede POTENZA
V.le della Regione Basilicata, 4 - 85100 Potenza
Tel. 0971.668322 - 668136/40/31 - Fax 0971.668154
[email protected]
Sede MATERA
Via Annibale Maria Di Francia, 40 - 75100 Matera
(ex Ospedale - Padiglione 3)
Tel. 0835.284261/27 - Fax 0835.284249
[email protected]
Dipartimento Agricoltura, Sviluppo rurale,
Economia montana
Comunicazione e relazioni con i Cittadini
V.le della Regione Basilicata, 12 - 85100 Potenza
Telefono 0971.668735/676 - Fax 0971.668799
[email protected]
Dipartimento Ambiente, Territorio,
Politiche della sostenibilità
Comunicazione e relazioni con i Cittadini
Viale della Regione Basilicata, 5 - 85100 Potenza
Tel. 0971.669003 - Fax 0971.669082
[email protected]
Dipartimento Attività produttive,
politiche dell’impresa, innovazione tecnologica
Comunicazione e relazioni con i Cittadini
V.le della Regione Basilicata, 8 - 85100 Potenza
Tel. 0971.668624 - Fax 0971.668820
[email protected]
Dipartimento Formazione, Lavoro, Cultura e Sport
Comunicazione e relazioni con i Cittadini
Viale della Regione Basilicata, 8 - 85100 Potenza
Tel. 0971.668055/07/40 - Fax 0971.668107
[email protected]
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Dipartimento Infrastrutture,
Opere pubbliche e mobilità
Comunicazione e relazioni con i Cittadini
C.so Garibaldi, 139 - 85100 Potenza
Tel. 0971.668470/19 - Fax 0971.668550
[email protected]
Dipartimento Salute, Sicurezza e Solidarietà sociale, servizi alla persona e alla comunità
Comunicazione e relazioni con i Cittadini
V.le della Regione Basilicata, 9 - 85100 Potenza
Tel. 0971.668707/895 - Fax 0971.668900
[email protected]
ww.sanita.basilicata.it
Camera di Commercio di Potenza
Comitato Imprenditoriale Femminile
85100 Potenza - Corso 18 Agosto 34
Tel. 0971.412269
Camera di Commercio di Matera
Comitato Imprenditoriale Femminile
75100 Matera - Via Don Minzoni
Tel. 0835.338443
Azienda Ospedaliera S. Carlo
85100 Potenza - Via Potito Petrone
Tel. 0971.611111 www.ospedalesancarlo.it
IRCCS – Istituto di Ricerca e Cura
a Carattere Scientifico
85028 Rionero in Vulture
Strada Provinciale n. 8
Tel. 0972.726111 A.S.L. N. 1
URP n.verde 800-213205
Venosa - Via Roma 2
Tel. 0972.39111
www.asl1venosa.it
sede dei consultori familiari
- Melfi, Piazza Mancini - Tel. 0972.773021
- Rapone, Calata San Vito - Tel. 0976.96133
- Venosa, Via Di Chirico Tel. 0972.39239
- Lavello, Zona 167 s.s. 93 - Tel. 0972.39131
- Rionero, Strada Provinciale, 8 - Tel. 0972.721214
A.S.L. N. 2
URP n.verde 800.541212
via Torraca, 2- Potenza - Tel. 0971.310111
www.asl2.potenza.it
sede dei consultori familiari
- Potenza , C/so Umberto - Tel. 0971.26907-8-12
- Potenza, Via Potito Petrone
Tel. 0971.310311-2-3-4-5-6-7
- Avigliano,Via Sturzo.5 - Tel. 0971.81306
- Campomaggiore, Via Scerre - Tel. 0971.982192
- Laurenzana ,Via S.S. 92 - Tel. 0971.961583
- Muro Lucano, C/o Ospedale - Tel. 0976.72072
- Oppido Lucano, Via P. Neruda - Tel. 0971.945447
- Picerno, Via Piacenza - Tel. 0971.991341
- Sant’Angelo Le Fratte, Via Roma - Tel. 0975.386552
- Villa d’Agri, Via C. Colombo - Tel. 0975.312435
- Marsiconuovo, Via Roma - Tel. 0975.342442
- Sant’Arcangelo, Via L.da Vinci - Tel. 0973.611518
- Corleto Perticara, Via De Gasperi - Tel. 0971.963557
A.S.L. N. 3
Lagonegro - Via Piano Lippi - Tel. 0973.21100
www.asl3lagonegro.it
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Lagonegro c/o Sub-Distretto, Via G. Fortunato
Tel. 0973.48829 - 0973.48868 - 0973.48876 0973.48870
Latronico c/o Sub-Distretto, Via Zanardelli
Tel.0973.858569 26
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Lauria c/o Distretto, Via XXV Aprile
Tel. 0973.621432 - 0973.621405 - 0973.621440
75029 Valsinni (MT), Via Isabella Morra
Tel. 0835.818368
Maratea c/o Sub-Distretto, Via S. Nicola
Tel. 0973.875712/715- 0973.875710
Tribunale per i minorenni di Potenza
85100 Potenza
Via Appia 175 bis
Tel. 0971.52071/55258
Fax 0971.53978
Rotonda c/o Sub-Distretto
Via P. Nenni - Tel. 0973.661260
Senise c/o Distretto, Via G. Amendola Tel. 0973.641345 - 0973.641343
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Matera, Via Montescaglioso
Tel. 0835.253111
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sede dei consultori familiari
Matera, Via Montescaglioso,s.n.c.
Tel. 0835.253688/89;
Matera, Via Matteotti 7
Tel. 0835.253726/28.
A.S.L. N. 5
Montalbano J. (MT)
Viale dei Caduti 29 – Tel. 0835.5961
www.asl5.basilicata.it
sede dei consultori familiari
75015 Pisticci (MT), Corso Metaponto
Tel. 0835.443218
75020 Marconia (MT), Via di Vittorio
Tel. 0835 585446
Difensore Civico regionale
85100 Potenza
P.zza Vittorio Emanuele II, 14
Tel. 0971.274564/668076
Fax 0971.330960
75100 Matera
Via Cappelluti 17
Tel. 0835.333713 - Fax 0835.334883
Ufficio URP Prefettura di Potenza
85100 Potenza - P.zza M. Pagano
Tel. 0971.419284/419239/419255
Fax 0971.419315
Questura di Potenza
85100 Potenza - Viale Marconi 42
Tel. 0971.334111 - Fax 0971.334778
Ufficio URP Prefettura di Matera
75100 Matera - P.zza Vittorio Veneto 1
Tel. 0835.349482 - Fax 0835.349666
Questura di Matera
75100 Matera - Via Gattini 12
Tel. 0835.378300 - Fax 0835.378777
75025 Policoro (MT), Via G. Cesare 26
Tel. 0835.986450/451
75020 Stigliano (MT) Piazzale Ospedale via Napoli
Tel. 0835.569884
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Progetto grafico
ADECOM, Matera
www.adecom.it
Finito di stampare
nel mese di marzo 2008
presso lo stabilimento tipografico
Ars Grafica Srl
Villa d’Agri (PZ)
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La guida dei diritti delle donne - Consiglio Regionale della Basilicata