Restauro & Recupero TEATRO ALLA SCALA - MI L’atteso ritorno Foto di Enrico Cano “Il dialogo fra le strutture storiche e i nuovi interventi parla della complessità ma anche della ricchezza della città europea; la compresenza di differenti linguaggi è indice di un vissuto forte e intenso che riconosce alla cultura contemporanea un impegno Mario Botta sociale e civile prima ancora che estetico” FEBBRAIO 2005 83 Restauro & Recupero È il 1990 quando la Sovrintendenza del Teatro alla Scala chiede all’Amministrazione comunale di intervenire sul Teatro che versa in grave stato di ammaloramento, inadeguatezza impiantistica e di prevenzione incendi. Nello stesso anno si redige il progetto preliminare. Ma è solo nel marzo 2001 che, grazie alla Giunta Albertini e in particolare alla spinta propositiva del Vice Sindaco e assessore ai Lavori Pubblici De Corato, è approvato il progetto definitivo di ristrutturazione e restauro del Teatro alla Scala. Nell’autunno del 2001 il Consorzio Cooperative Costruzioni di Bologna vincitore del concorso d’appalto integrato indetto dal Comune di Milano per la ristrutturazione del Teatro alla Scala, chiede all’architetto Botta di occuparsi del progetto esecutivo. I lavori di ristrutturazione e restauro del Teatro prevedevano due interventi distinti: un primo con i lavori di “restauro conservativo” da eseguirsi sulle parti storiche (il corpo della sala del Piermarini, il volume ottocentesco dell’ex ristorante Biffi e le quinte sui fronti stradali lungo via Verdi e via dei Filodrammatici), un secondo intervento con la ricostruzione di tutti i volumi edilizi interni al perime- Precedente tro dell’isolato urbano fino al limite nord a confine con la proprietà di Mediobanca. Il “progetto esecutivo”, quindi, doveva essere elaborato entro questi vincoli con un programma tecnico-funzionale definito ma soprattutto all’interno di scelte progettuali dove era già stato separato quanto si doveva conservare e ciò che si sarebbe dovuto demolire e ricostruire. “È all’interno di questi margini operativi - spiega Botta- che ho accettato di occuparmi di questo progetto. Mi è parso subito evidente, come le parti “monumentali” del Teatro (ingresso, ridotti e sala) potessero continuare a svolgere le proprie funzioni con poche modifiche e quindi rappresentare il teatro nell’immaginario dei cittadini.” Il Teatro alla Scala, pur avendo subito importanti stratificazioni architettoniche fin dalla sua fondazione (1778) con la sua struttura neoclassica, ha retto egregiamente i differenti aggiornamenti che gli hanno permesso di svolgere un ruolo storico-urbanistico importante. I lavori di “restauro conservativo” che hanno cercato di sottolineare i differenti periodi storici delle trasformazioni, soprattutto all’interno del teatro, sono stati seguiti dall’architetto Elisabetta Fabbri con la supervisione della Soprintendenza ai beni architettonici e ambientali di Milano. L’immagine che i milanesi hanno ritrovato dopo l’apertura del 7 dicembre 2004 all’interno del Teatro è stata simile a quella esistente prima dei lavori poiché sia il restauro, sia il rifacimento degli impianti tecnici e le migliorie acustiche Prospetto su Piazza Scala Nuovo approntate (con il rifacimento della pavimentazione della platea) non hanno scalfito l’immagine composita ed eclettica propria della Scala che dalla situazione originaria di fine settecento ha visto numerose trasformazioni, alcune importanti come quella della ricostruzione post-bellica fino all’alba del XXI secolo. Diverso è il discorso per l’edificazione dei nuovi volumi edilizi all’interno dell’isolato, oltre il boccascena del teatro, in contiguità con via Verdi e lungo il fronte di via dei Filodrammatici. La ristrutturazione architettonica richiesta si è dimostrata importante fin dall’inizio del progetto, interessando circa centoventimila metri cubi da demolire e centotrentamila da ricostruire. Cronoprogramma restauro e ristrutturazione edificio del Piermarini 912 giornate consecutive per svolgere l’intera operazione Aprile 2002 I lavori sono iniziati il 22 aprile con l’allestimento del cantiere e sono proseguiti per 30 mesi, con la prima consegna della “nuova Scala” alla Fondazione prevista per fine settembre 2004. Fino a Dicembre 2002 Le demolizioni hanno riguardato un totale di 81.000 metri cubi e sono state realizzate nei primi nove mesi dell’anno (è stato necessario movimentare circa 1000 camions per tale operazione). Contemporaneamente all’esecuzione delle opere per la ristrutturazione, si sono svolti gli interventi di restauro. Primavera 2003 /Primavera 2004 Sono state realizzate tutte le strutture in elevazione. 84 FEBBRAIO 2005 Foto di Enrico Cano Primavera 2003/Autunno 2004 Sono stati completati gli impianti e le distribuzioni interne degli spazi. Periodi nei quali sono stati realizzati i principali interventi: • Area Palcoscenico e Servizi Finiture e impianti Smantellamenti da luglio 2002 a gennaio 2003 • Area monumentale Fondazioni Speciali da febbraio 2003 a Lavori di restauro giugno 2003 da giugno 2003 a ottobre 2004 da maggio 2002 a settembre 2004 Nuova edificazione torre scenica e servizi da giugno 2003 a giugno 2004 FEBBRAIO 2005 85 Il Teatro alla Scala, come molte altre strutture teatrali neoclassiche, ha continuamente aggiornato i propri spazi per far fronte all’evoluzione della tecnica dello spettacolo. Il Teatro del Piermarini costruito alla fine del settecento nel breve spazio di due anni (1776-1778) sul sedime della vecchia chiesa trecentesca di Santa Maria alla Scala, ricalca i canoni tipologici dell’epoca con la platea libera (gli spettatori in piedi), i palchi addobbati secondo i gusti delle differenti famiglie proprietarie e la profondità scenica del palco disegnata per ricevere scenografie bidimensionali che scorrevano lateralmente; lo spettacolo ovviamente, avveniva al lume delle lampade ad olio. A partire da questa condizione settecentesca con l’evolversi della tecnica e del gusto, il teatro ha affrontato molte trasformazioni che hanno modificato anche la sua configurazione. Per il Comune di Milano alla fine del 2001 venivano a scadere tutte le proroghe concesse che chiedevano la chiusura dell’edificio in quanto inagibile per ragioni di sicurezza; oltre alla mancanza di vie di fuga per gli spettatori, il teatro mostrava evidenti limiti anche per il suo funzionamento. La macchina scenica progettata dall’ingegner Secchi fin dagli anni ’30 era stata il cuore del sistema scenico ma ora appariva inadeguata per le nuove esigenze teatrali, inoltre il moltiplicarsi negli ultimi decenni delle strutture precarie erette in continue situazioni di emergenza (impianto elettrico, generatori, aria condizionata, nuove costruzioni) avevano trasformato gli 86 FEBBRAIO 2005 spazi di servizio in una accozzaglia confusa e impraticabile. A tal proposito, basterebbe vedere l’immagine fotografica di com’era la superficie al di sopra dei tetti di via dei Filodrammatici alla fine del 2001 per rendersi conto dell’improrogabilità dei lavori di ristrutturazione. Questi ultimi hanno interessato l’intero sedime retrostante i volumi sto- rico-monumentali al di là della sala del Piermarini e hanno riorganizzato l’intero sistema teatrale con una nuova torre che nella parte interrata fa posto alla macchina scenica progettata dall’ingegner Franco Malgrande (con una movimentazione articolata che da diciotto metri sotto il palcoscenico può innalzare le scene fino a quattro metri sopra), le sale prova per l’orchestra, il balletto e il coro nei livelli sopra il retro palco e oltre un centinaio di camerini, uffici amministrativi e tecnici, la mensa (sono oltre quattrocento gli addetti al teatro) nonché tutti gli altri spazi necessari al funzionamento della macchina teatrale. Ma al di là delle risposte tecnico funzionali è evidente come le aspettative e i timori della città si siano rivolti verso gli aspetti architettonici. Intervenire oggi nel cuore di una città storica per adeguare un edificio che presenta un’elevata valenza simbolica è stata una scommessa culturale di grande impegno. Le polemiche e le dispute che hanno visto schierarsi modernisti e conservatori sono il segnale di Foto di Enrico Cano Foto di Enrico Cano Restauro & Recupero Alcuni dati tecnici di studio 912 giorni naturali consecutivi 600.000 5+1 120.000 mc vuoto per pieno 17.500 mc 17.000 m 16.000 mc 2.000 t 700 t 140 t 3.000 KW 600 Km 4.000 KW 500 mc 20x18 m 1.600 mq 56 m 1.800 mq 2.000 mq 1.500 mq 450 mq 850 mq Foto di Enrico Cano Durata dei lavori Ore di lavoro previste: Gru installate: Demolizioni: Scavi: Fondazioni speciali: Getti in calcestruzzo: Acciaio per cemento armato: Acciaio per strutture metalliche: Canali per impianto di condizionamento: Potenza frigo installata: Cavi elettrici: Potenza elettrica installata: Riserva d’acqua antincendio: Dimensione palcoscenico: Area di scena: Altezza torre scenica -18 +38 m: Marmorino (recupero + nuovo): Seminato alla veneziana (recupero + nuovo): Pavimenti in cotto (recupero + nuovo): Pavimento platea sala teatrale: Pavimenti ridotti palchi e gallerie: FEBBRAIO 2005 87 Restauro & Recupero Precedente Sezione trasversale C-C 88 FEBBRAIO 2005 Milano fosse legittimo e opportuno per permettere al Teatro di far vivere alle generazioni future la magia dell’immaginario collettivo. Il giudizio sull’intervento architettonico non spetta all’architetto che ha profuso tutto quanto le circostanze gli hanno permesso, ma forse sono utili alcune spiegazioni. Nell’intervento progettuale vengono arretrati i nuovi volumi rispetto al fronte stradale con il doppio intento di evidenziare le facciate storiche nel loro rapporto “figu- Foto di Enrico Lonati una rottura traumatica che la cultura moderna deve registrare rispetto a un processo storico che ha vissuto nel passato come valore positivo la stratificazione della città e dei suoi monumenti. Ora, d’improvviso sembra che la salvaguardia dei valori storico -architettonici passi attraverso la delegittimazione della cultura e del linguaggio contemporaneo; è questo un atteggiamento non tanto di conservazione ma piuttosto di reazione rispetto a ogni forma di modernità che non si può accettare. La ricchezza e il primato che riconosciamo alla città europea rispetto ad altri modelli affermano il contrario di quanto i nostalgici vorrebbero farci credere. Una ricucitura fra le differenti parti architettoniche con i rispettivi linguaggi non solo è possibile ma è condizione indispensabile per chiarire l’interpretazione dei vari momenti storici. Così come la storia può alimentare la cultura del moderno, questa reciprocamente può concorrere a chiarire le stratificazioni avvenute nel passato. È con questa convinzione che l’architetto ha affrontato il progetto di ristrutturazione del Teatro alla Scala: “ mi è sembrato che dopo le incertezze che hanno contraddistinto gli interventi degli ultimi decenni, il programma presentato dal Comune di Foto di Enrico Lonati Nuovo 1776 Il 26 febbraio un incendio divora il Teatro Regio Ducale. L’imperatrice Maria Teresa d’Austria ordina per Milano la creazione di un nuovo grande teatro. Le spese della costruzione furono sostenute dai palchettisti del Ducale, in cambio della concessione del terreno dove sorgeva la Chiesa di Santa Maria alla Scala (da cui il suo nome) e del rinnovo della proprietà dei palchi. 1778 Opera del grande architetto neoclassico Giuseppe Piermarini, il Teatro venne inaugurato il 3 agosto con l’opera di Antonio Salieri, L’Europa riconosciuta, su libretto di Mattia Verazi. 1793-1798 Il rinnovamento del repertorio viene avviato con L’oro fa tutto di Ferdinando Paër (1771-1839) e Un pazzo ne fa cento di Giovanni Simone Mayr (1763-1845). La Scala si apriva così al gusto neoclassico di ascendenza francese e alla successiva, più radicale evoluzione del teatro musicale. Paër e Mayr, infatti, costituiranno storicamente il punto di collegamento e passaggio dall’opera buffa all’opera romantica di Gioachino Rossini (1792-1868). 1806 Alessandro Sanquirico (1777-1849) assume la direzione della scenografia e rinnova la concezione degli allestimenti adeguandoli alla nuova sensibilità romantica. 1812 Con l’avvento di Rossini (La pietra del paragone), la Scala diventa il luogo deputato del melodramma italiano. Il catalogo rossiniano rappresentato fino al 1825 comprende: Il turco in Italia, La Cenerentola, Il barbiere di Siviglia, La donna del lago, Otello, Tancredi, Semiramide, Mosé. Negli stessi anni, le coreografie di Salvatore Viganò (1769-1821) e di Carlo Blasis (1795-1878) estendevano il primato artistico del Teatro anche al balletto. 1814 Si accresce la profondità del palcoscenico, occupando parte dell’area di un convento demolito nella contrada di San Giuseppe (l’attuale via Verdi). Nuovo 1821 L’illuminazione a candele viene sostituita da una grande lumiera centrale a lampade di sicurezza (“Argants”), rimaste in funzione fino all’impianto a gas che sarà adottato nel 1860. Precedente 1822-1825 Con Chiara e Serafina di Gaetano Donizetti (1797-1848) e Il pirata di Vincenzo Bellini (1801-1835) si apre una straordinaria stagione melodrammatica. Le opere successive di Donizetti alla Scala saranno (fino al 1850) Anna Bolena, Lucrezia Borgia, Torquato Tasso, La figlia del reggimento, La favorita, Linda di Chamounix, Don Pasquale e Poliuto. Di Bellini seguiranno (fino al 1836) I Capuleti e i Montecchi, Norma, La sonnambula, Beatrice di Tenda e I puritani. Pianta a quota + 2,94 FEBBRAIO 2005 89 Restauro & Recupero 1839 Oberto, conte di San Bonifacio inaugura il ciclo delle opere di Giuseppe Verdi (1813-1901). 1842 Dopo il clamoroso insuccesso di Un giorno di regno, va in scena Nabuccodonosor, il primo e decisivo trionfo per l’ascesa del “Cigno di Busseto”. Al tempo stesso, il forte sentimento patriottico suscitato da Nabucco, fonda la “popolarità” del melodramma e identifica la sua immagine con la Scala. 1846 Si rompe la collaborazione tra Verdi e la Scala. 1869 E’ la riconciliazione tra il grande compositore e il teatro milanese. Va in scena la nuova versione della Forza del destino. 1872 Si tiene la “prima” europea di Aida di Verdi. 1874 Verdi dirige il suo Requiem 1881 Il musicista bussetano presenta la revisione di Simon Boccanegra. Luigi Manzotti (1835-1905) e Romualdo Marenco (1841-1907) creano il ballo Excelsior, uno dei capolavori della coreografia alla Scala, rimasto ancor oggi in repertorio. 1883 L’illuminazione della sala e del palcoscenico viene interamente elettrificata. 1885 Giacomo Puccini (1858-1924) appare alla Scala con Le Villi cui seguiranno, fra le altre, Manon Lescaut, Madama Butterfly, La fanciulla del West. 1887 e 1893 la Scala mette in scena Otello e Falstaff, i due ultimi capolavori nati dalla collaborazione di Verdi con Arrigo Boito (1842-1918). Fra i più grandi interpreti storici del teatro verdiano alla Scala, si ricordano il soprano Giuseppina Strepponi (1815-1897, sposa del Maestro), Adelina Patti (1843-1919), Teresa Stolz (1834-1902, prima interprete del Requiem), Francesco Tamagno (1850-1905, primo interprete di Otello), il baritono Victor Maurel (1848-1923, primo Falstaff). 1891 Cavalleria rusticana segna l’introduzione nel repertorio scaligero di Pietro Mascagni (18631945) e del Verismo musicale. Seguiranno numerosi altri suoi titoli (Iris, Parisina, Le maschere) e le principali opere di Ruggero Leoncavallo (1857-1919), Francesco Cilea (1866-1950), Umberto Giordano (1867-1948). 1898 Le difficoltà economiche del Teatro danno origine al primo esperimento di modernizzazione della gestione, attuato dal duca Guido Visconti di Modrone, da Arrigo Boito e da Giulio Gatti Casazza, al quale viene affidata la direzione generale (il ruolo del futuro Sovrintendente). Arturo Toscanini (1867-1957) assume la direzione artistica e promuove una radicale riforma del Teatro sia negli aspetti organizzitivi sia nei rapporti con il pubblico. A lui si devono inoltre la rivalutazione e la regolare esecuzione alla Scala delle opere di Richard Wagner (in precedenza tardiva e manchevole) e la stabile estensione del repertorio orchestrale alla musica sinfonica. 1906 L’allestimento di Salome di Richard Strauss costituisce sia una svolta del repertorio verso le nuove correnti musicali, sia una più decisa apertura ai compositori stranieri. Negli anni immediatamente successivi seguiranno opere o musiche, fra altri, di Igor Stravinskij, Claude Debussy, Ferruccio Busoni, Ildebrando Pizzetti, Riccardo Zandonai, Ottorino Respighi. 1913 L’8 marzo s’inaugura il Museo Teatrale alla Scala, nato dall’acquisto delle collezioni dell’antiquario parigino Jules Sambon. 1921 La proprietà dei palchi viene trasferita dai privati al Comune di Milano. La Scala si trasforma in un Ente Autonomo comunale, sotto il controllo dello Stato che assicura il finanziamento annuale dell’attività. Si realizzano un importante ampliamento del palcoscenico e il completo rinnovo degli impianti tecnici. 90 FEBBRAIO 2005 Foto di Enrico Lonati Fra i massimi interpreti del repertorio di Rossini, Donizetti e Bellini si ricordano i soprani Isabella Colbran (1785-1845), Maria Teresa Belloc-Giorgi (1784-1855), Giuditta Pasta (1797-1865), il mezzosoprano Maria Malibran (18081836), il tenore Luigi Pacini (17671837), i sopranisti Gasparo Pacchiarotti (1740-1821) e Giovanni Battista Velluti (1780-1861). Si affermano nella danza tre delle più grandi dive della storia scaligera, Maria Taglioni (1804-1884), Fanny Cerrito (1817-1909) e l’austriaca Fanny Elsler (1810-1884), quest’ultima costretta nel ’48 a lasciare il Teatro perché ritenuta un’informatrice della polizia. Insieme a loro si ricorda il francese Marius Petipa (1818-1910), rimasto celebre anche per aver creato a San Pietroburgo La bella addormentata nel bosco e Il lago dei cigni di Cajkovskij. rativo” con il tessuto urbano e offrire, al di sopra dei tetti esistenti, un linguaggio “astratto” per le nuove costruzioni in modo da separare ed evidenziare i differenti periodi storici”. Il progetto architettonico disegna due nuovi volumi separati: quello principale della torre scenica che consolida l’asse principale del teatro con un parallelepipedo che si innalza fino a contenere le funzioni tecniche dei nuovi graticci, raccordandosi sul fronte della piazza con le torrette esistenti (serbatoi d’acqua) costruite negli anni trenta e un secondo volume a pianta ellittica che si libera sopra via dei Filodrammatici con i camerini dell’orchestra, del ballo e dei coristi costruisce il suo asse compositivo parallelamente a quello del teatro a partire dall’ex Casino Ricordi. La gerarchia di questi due assi generatori dei nuovi volumi sottolinea i differenti momenti di crescita dell’insieme teatrale. 1926 Con la direzione di Toscanini, si tiene la prima di Turandot di Puccini, l’opera considerata conclusiva della storia del melodramma italiano. 1943 Il teatro viene gravemente danneggiata dai bombardamenti. 1946 L’11 maggio la Scala riapre con lo storico concerto di Toscanini. Il Teatro torna rapidamente, sotto la Sovrintendenza di Antonio Ghiringhelli, ai più alti livelli produttivi e artistici. Ritorna alla direzione del Coro Vittore Veneziani, allontanato nel 1938 per le leggi razziali. 1948 Esordisce il maestro Guido Cantelli (1920-1956) che si affermerà fra i maggiori direttori del dopoguerra. 1954 Norberto Mola assume la direzione del Coro. 1955 Esordisce Carla Fracci. 1963 Esordiscono alla Scala Luciano Berio, come direttore e compositore (Passaggio), e Bruno Maderna (1920-1973) come direttore. 1965 Debuttano alla Scala Liliana Cosi; con Atomtod esordiscono Giacomo Manzoni e Claudio Abbado 1968 Debutta il compositore Franco Donatoni (19272000) 1969 Grandi applausi per il pianista Maurizio Pollini. 1970 Riccardo Muti debutta alla Scala come direttore sinfonico. 1972 Claudio Abbado assume la direzione dell’Orchestra. 1975 Esordio alla Scala di Oriella Dorella. Accensione simbolica del lampadario Aggiudicataria: Associazione Temporanea di Imprese F.LLI PANZERI SPA, CONSORZIO COOPERATIVE COSTRUZIONI, DEC SPA 1978 Una grande mostra al Palazzo Reale celebra il Bicentenario del Teatro. 1981 Riccardo Muti debutta alla Scala come direttore d’opera (Mozart, Le nozze di Figaro). Giulio Bertola assume la direzione del Coro. 1982 Nasce l’Orchestra Filarmonica della Scala. 1985 Debutta alla Scala Alessandra Ferri. 1986 Riccardo Muti assume la direzione musicale. 1989-1998 Muti riporta in scena le opere più amate (Rigoletto, La traviata, Macbeth, La forza del destino) e numerosi altri titoli di Verdi, tra cui Falstaff e Don Carlo. Affronta la trilogia italiana di Mozart-Da Ponte, dirigendo inoltre Idomeneo e La clemenza di Tito. Cooperative Assegnatarie SCALA 2004 SOC. CONSORTILE PER REALIZZAZIONE OPERE CIVILI 1991 Roberto Gabbiani assume la direzione del Coro. 1997 La Scala si trasforma in una Fondazione con soci privati, aprendo una decisiva fase di modernizzazione. 2000 In settembre la trionfale tournée in Giappone. Il 16 novembre Riccardo Muti inaugura il Centenario Verdiano. A Palazzo Reale la grande mostra dedicata al Cigno di Busseto. Il 7 dicembre si apre la stagione dedicata a Giuseppe Verdi con Il trovatore, diretto da Muti che la concluderà con Otello. OPERA SOC. CONSORTILE PER REALIZZAZIONE OPERE IMPIANTISTICHE 2002 Il 4 luglio iniziano i lavori di restauro e ristrutturazione REALIZZAZIONE OPERE MECCANICHE DI SCENA 2004 Settembre prima consegna dei locali ristrutturati alla Fondazione Scala FEBBRAIO 2005 91 Restauro & Recupero • Collaboratori Ing. Roberto Gentile Ing. Alessandro de Bartolini • Co-visore Progetto Strutturale Prof. Ing. Antonio Migliacci • Progetto Architettonico e di Restauro Parte Monumentale Arch. Elisabetta Fabbri • Verifica ed Adeguamento Strutture parte monumentale Ing. Franco Forcellini Ing. Gianni Breda Greggio & C. Venezia Studio di Ingegneria S.A.S. • Progetto Impianti Scenotecnici Ing. Franco Malgrande Collaboratori Ing. Alessandro Magrini • Progetto Impianti Meccanici, Elettrici e Speciali Foto di Enrico Lonati Ing. Luigi Berti • Progetto VV.F. Ing. Luigi Berti • Rilievo Architettonico Geosigma s.r.l. Bertoldi e Londero • Programmazione Lavori Ing. Jean Pierre Valenti PROGETTO ESECUTIVO Va notato inoltre che al momento della costruzione del Piermarini, il teatro presentava le facciate come fronti di un isolato racchiuso fra vie anguste; via Manzoni era una contrada stretta e il teatro evidenziava la sua funzione pubblica unicamente con il porticato proteso sul sedime stradale. Nel 1858 con la demolizione della quinta muraria su via Manzoni veniva a configurarsi l’attuale piazza della Scala, dove la facciata principale acquistava un nuovo spazio che si estende fino a Palazzo Marino. La profondità di campo acquisita dal Teatro è una condizione urbana nuova, sconosciuta al Piermarini, che ora permette una visione di insieme dell’intero complesso teatrale. Questa condizione urbana motiva e giustifica la costruzione dei volumi arretrati: quello della torre scenica e quello a pianta ellittica sopra via dei Filodrammatici che dialogano con i volumi neoclassici in una nuova prospettiva di insieme. La composizione del complesso teatrale attraverso la profondità di campo acquisita con la piazza offre un’insieme dove l’architettura del Piermarini è parte di un complesso architettonico più ampio e composito con differenti linguaggi che spaziano dalla fine del ‘700 a oggi. “Mi auguro, afferma Botta, che questo intervento sulla Scala necessario e coraggioso possa essere di stimolo per la città affinché assuma una nuova consapevolezza rispetto alle sue enormi potenzialità.” 92 FEBBRAIO 2005 LA GIUNTA COMUNALE Dott. Gabriele Albertini Sindaco e Presidente della Fondazione Teatro alla Scala Sen. Riccardo De Corato Vice Sindaco e assessore ai Lavori Pubblici Dott. Salvatore Carrubba assessore alla Cultura Coordinatore della Progettazione Ing. Stefano Tugnoli Progetto Architettonico Ing. Mauro Turrini Consulente architettonico Arch. Mario Botta Progetto Strutturale Ing. Aldo Bottini UFFICIO DEL RESPONSABILE UNICO DEL PROCEDIMENTO Arch. Giovanni Varesi Consulente fondazioni speciali Ing. Paolo Marcellino Responsabile Unico del Procedimento fino al 22/10/02 Progetto Strutturale (zona monumentale) Arch. Anna Fontanella Ing. Emanuela Cristante Ing. Carlo Kehrer Ing. Roberto Uslenghi Responsabile Unico del Procedimento dal 23/10/02 al 07/03/04 Ing. Marco Morelli Responsabile Unico del Procedimento dal 08/03/04 all’ultimazione lavori Geom. Simone Ascione Dott.ssa Mirella Domenichella Progetto Impianti meccanici, elettrici, speciali, luci di scena audio e video Ing. Cesare Laffi Coordinamento della progettazione impianti Ufficio Tecnico CEFLA (BO) e F.lli Panzeri (CO) PROGETTO PRELIMINARE • Progetto Architettonico Ing. Carmelo Miggiano (+) Arch. Renato Majocchi Ing. Gianfranco Gianni Ing. Lorenzo Secchi (+) • Progetto Strutturale Prof. Ing. Francesco Martinez Y Cabrera (+) Ing. Gabriele Salvatoni Prof. Ing. Antonio Migliacci • Progetto Impiantistico Geom. Giancarlo Meroni PROGETTO DEFINITIVO • Coordinatori della Progettazione Arch. Anna Fontanella Ing. Franco Malgrande Ing. Giuliano Parmegiani • Progetto della Sicurezza Ing. Antonio Acerbo Progetto di Restauro Arch. Giancarlo Lazzaretti Arch. Alessandra Favero Progetto architettonico (zona monumentale) Arch. Giancarlo Lazzaretti Arch. Alberto Benetello Progetto Impianti Scenotecnici Ufficio tecnico CEIF (Forlì) in collaborazione con Ufficio tecnico ACR (Udine) Consulente impianti scenotecnici Prof. Ing. Franco Mola Consulente per l’acustica Prof. Ing. Alessandro Cocchi UFFICIO DI DIREZIONE DEI LAVORI Ing. Antonio Acerbo Direttore dei Lavori Ing. Paola Cappellini Ing. Bruno Zoccola Direttori Operativi • Progetto Architettonico di Ristrutturazione Ing. Giuliano Parmegiani Giacomuzzi Moore Associati Collaboratori Arch. Eugenio Di Bello Geom. Maura Barbetti • Progetto Strutturale Prof. Ing. Francesco Martinez Y Cabrera (+) Ing. Gabriele Salvatoni Prof. Ing. Piergiorgio Malerba Geom. Luciano Garrini Contabilità Dott.ssa Maria Cannatelli Arch. Lisa Elena Rossi Ispettori di Cantiere Ing. Antonio Acerbo Coordinatore per la Sicurezza in fase di esecuzione Prof. Ing. Marco Lorenzo Trani Monitoraggio Sicurezza e Salute del cantiere Ing. Serena Di Melchiorre Arch. Stefano Rivera Collaboratori per il Monitoraggio Sicurezza e Salute del cantiere Arch. Elisabetta Fabbri Direzione Artistica Parte Monumentale Arch. Pasquale Mariani Orlandi Dott. ssa Paola Castellani • DEC S.p.A. Ufficio legale (impresa mandante) Geom. Giuliano Righi Dr. Vito Degennaro Ufficio acquisti Direzione tecnica generale Geom. Marco Sala Attrezzature di cantiere Prof. Higini Arau Consulente per l’Acustica della Sala teatrale e Sale Prova Prof. Arch. Emilio Pizzi Quality Control - Opere Architettoniche Ing. Luigi Berti • COOPERATIVA DI COSTRUZIONI LAVORANTI E MURATORI - Milano (assegnataria) Arch. Giancarlo Lazzaretti Direzione Tecnica generale Geom. Maurizio Venturini Direzione di cantiere restauro Quality Control - Impianti Elettrici, Meccanici e Speciali Ing. Massimiliano Macchi Geom. Mauro Cofani Ing. Franco Malgrande Assistenti Direzione di cantiere restauro Quality Control - Impianti scenotecnici Sig. Antonio Milone Sig. Rosario Carruba Ing. Gabriele Salvatoni Prof. Ing. Piergiorgio Malerba Quality Control - Opere strutturali Ing. Jean Pierre Valenti Programmazione Lavori L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE Dott.ssa Alessandra Mottola Molfino Direttore Operativo Parte Monumentale Direzione Centrale Cultura, Sport, Turismo e Tempo Libero Dott. Massimo Accarisi Dott. Alfredo Amatu SETTORE SPETTACOLO TURISMO Dott. Giuseppe Albanese Internal Auditing Dott.ssa Maria Rita Surano Dott.ssa Maria Teresa Maffey Dott.ssa Maria Rosa Sala Direzione Centrale Avvocatura Capi cantiere restauro • COOPERATIVA CEFLA - Imola (BO) (assegnataria) Geom. Paride Evangelisti FONDAZIONE DEL TEATRO ALLA SCALA Dott. Carlo Fontana Sovrintendente Ing. Federica Ricci Direzione tecnica generale M.° Mauro Meli Collaboratore per la Programmazione Lavori p.i. Natalino Tonoli p.i. Roberto Grandi Direttore Artistico COMMISSIONE DI COLLAUDO TECNICO AMMINISTRATIVO Direzione cantiere impianti Ing. Giulio Burchi p.i. Marco Rovelli p.i. Diego Rovelli Presidente Ing. Vincenzo Pozzi Componente Ing. Cesare Boffa Componente IMPRESA ESECUTRICE Associazione Temporanea di imprese • CONSORZIO COOPERATIVE COSTRUZIONI (Capogruppo) • “F.lli PANZERI S.p.a.” • “DEC S.p.a.” • CONSORZIO COOPERATIVE COSTRUZIONI Bologna - (Capogruppo) Ing. Stefano Tugnoli Rappresentante ATI Assistenti direzione cantiere impianti Ing. Franco Malgrande Direttore dell’Allestimento Scenico M.° Pier Luigi Pizzi p.i. Luciano Piaia p.i. Maurizio Benedetti Curatore Allestimento del Museo Teatrale alla Scala Direzione tecnica generale p.i. Fausto Fiorini p.i. Benedetto Carron sig. Vinicio Versolatto Direzione cantiere macchine di scena • F.LLI PANZERI S.p.A. (Impresa mandante) Dott. Mario Panzeri Direzione tecnica generale Ing. Marino dell’Acqua Direzione cantiere impianti Geom. Dante Scaini Direzione Commerciale Assistenti direzione cantiere impianti Direzione Tecnica generale Direttore Rapporti Istituzionali - Coordinamento Progetto di Rientro al Piermarini • COOPERATIVA CEIF - Forlì - (assegnataria) p.i. Silvio Gambardella p.i. Carlo Paro Sig. Agostino Turriciano Sig. Lino Robustelli Ing. Ermanno Soverini Dott.ssa Maria Di Freda Ing. Silvia Bianchini Programmazione Lavori Geom. Saverio Beatrice Ufficio Acquisti Geom. Riccardo Bellentani Direzione di Cantiere Dott.sa Tiziana Rovigo Coordinamento e Assistenza alle imprese • COOPERATIVA DI COSTRUZIONI - Modena (assegnataria) Ing. Mauro Turrini Coordinamento Direzione tecnica generale; Direzione di cantiere Ing. Elio Lazzari Capo commessa Ing. Sebastiano Bellini Ing. Riccardo Bracciforti Arch. Davide Fontana Geom. Roberto Lazzaretti Geom. Mirco Mantovani Geom. Fausto Alessio Geom. Federico Ghezzo Geom. Marco Tudori Modello Ivan Kunz Assistenti Direzione di cantiere opere edili Sig. Giancarlo Buzzi Capo cantiere opere edili Geom. Vainer Bizzarri Direzione commerciale FEBBRAIO 2005 93 Restauro & Recupero Consorzio Cooperative Costruzioni I l Consorzio Cooperative Costruzioni è uno dei più importanti general contractor d’Europa. La sua grande capacità imprenditoriale è data dalle 228 cooperative associate, con 20.000 addetti, in grado di affrontare qualsiasi problema tecnico operativo nel settore delle costruzioni. Si va dalla piccola cooperativa di decoratori e stuccatori alla grande impresa impegnata sulla nuova linea ferroviaria ad alta velocità e nella costruzione di dighe nel continente africano. Gli ultimi venti anni del XX secolo, pur segnati da crisi, sono contraddistinti anche da molte iniziative imprenditoriali dalle quali il Consorzio emerge come protagonista. Sono questi gli anni del Centro Idrico Eur, dell’Olimpico, della sede Rai di Grottarossa Roma, della linea Roma-Fiumicino e dei tratti di metropolitana a Roma e a Milano, delle autostrade in Sicilia, in Campania, delle reti di teleriscaldamento a Torino e Ferrara e dei lavori in galleria per le Ferrovie dello Stato. In anni recenti, il Consorzio ha acquisito appalti di grande rilevanza: la linea ferroviaria ad alta velocità, le autostrade Brescia - Bergamo - Milano, il passante di Mestre, la Salerno - Reggio Cala- Il Consorzio Cooperative Costruzioni è uno dei più importanti general contractor d’Europa. La sua grande capacità imprenditoriale è data dalle 228 cooperative associate, con 20.000 addetti, in grado di affrontare qualsiasi problema tecnico operativo nel settore delle costruzioni Si va dalla piccola cooperativa di decoratori e stuccatori alla grande impresa impegnata sulla nuova linea ferroviaria ad alta velocità e nella costruzione di dighe nel continente africano. Gli ultimi venti anni del XX secolo, pur segnati da crisi, sono contraddistinti anche da molte iniziative imprenditoriali dalle quali il Consorzio emerge come protagonista 94 FEBBRAIO 2005 bria, il Villaggio Olimpico, i trampolini e la pista da bob per le Olimpiadi invernali di Torino 2006. Negli ultimi anni, con l’affermarsi dell’importanza attribuita alla valorizzazione dei beni culturali, il CCC è diventato, in Italia, punto di riferimento per enti, istituzioni e operatori del settore. Molti gli interventi già realizzati: la Rocca e San Domenico in Imola, piazza del Nettuno e i Palazzi Senatori Poggi e Hercolani a Bologna, la Filanda di San Leucio ed i percorsi archeologici a Napoli, Palazzo Cà Corner dei Cavalli e il Teatro La Fenice a Venezia, il Palazzo Reale di Torino e il Palazzo Reale di Milano. Nel 2001 con l’aggiudicazione dell’appalto del Teatro alla Scala a Milano, il Consorzio ha visto consolidato il suo prestigio imprenditoriale nel settore dei beni culturali, affidabilità poi confermata dalla puntuale inaugurazione della stagione operistica avvenuta il 7 dicembre 2004. Consorzio Cooperative Costruzioni Via delle Cooperazione, 30 40129 Bologna Tel. 051 4198811 Fax 051 4198888 e-mail: [email protected] www.ccc-acam.it