•• 28 BOLOGNA SPETTACOLI VENERDÌ 5 SETTEMBRE 2014 Nel bassomondo dei ladri s’aggira Ermanno il solitario Stefano Bottoni Cavazzoni all’Ambasciatori con un vecchio-nuovo libro «IN ALTO c’è sempre posto», diceva Daniel Webster, l’uomo politico americano che, nell’800, fece crescere la potenza degli armatori del New England. E la stessa battuta, salvo una falla nella mia memoria, la pronuncia Bette Davis in Eva contro Eva, film di culto di Mankiewicz. Ermanno Cavazzoni, scrittore (Il poema dei lunatici, che ispirò a Fellini La voce della luna e Le tentazioni di Girolamo), già docente di poetica e retorica all’Alma Mater e a Zurigo, ci ricorda adesso che di posto, e molto, moltissimo, ce n’è anche in basso. «Precisamente nel bassomondo», dice alla vigilia della presentazione — ore 18, alla libreria Ambasciatori — del suo romanzo La valle dei ladri, edito da Quodlibet. SI CHIAMAVA CIRENAICA Nel ’99 Einaudi lo pubblicò e poi è stato dimenticato Ora torna con un altro titolo Ma questo bassomondo che cos’è? E dov’è? «E’ il nostro mondo, quando si è di un umore un po’ cupo, un po’ buio. O quando si ha l’impressione di vivere in un mondo chiuso, persecutorio». E chi ci vive? «Principalmente Paolo, il protagonista, quello che parla in prima persona, e poi Mastronardi, Alix Farulli, e Bonanno che ha una gamba più pesante dell’altra, il resto del gruppo. Nonostante abbiano passato vent’anni, se ne vanno in giro a rompere i vetri delle finestre o a tirare sassi a caso o a svellere pali e cartelli, a cercare una ragazza. Teppismo allo stato di natura». Quando uscì per la prima volta da Einaudi, nel ’99, il libo si chiamava ‘Cirenaica’? Perché ha deciso di ripubblicarlo cambiando il titolo? «Einaudi, l’editore originario, non se ne occupava più, il libro era sparito. Mi sono immaginato poi che alla stazione di Milano, fra i binari dove dormono i senza casa e i senza lavoro, sia stato ritrovato un manoscritto intitolato appunto la ‘valle dei ladri’. Nessuno lo ha reclamato, ma se c’è un autore che vi si ricono- sce, può farsi avanti. Cirenaica, invece, lo sentivo sempre ripetere da un mio zio che aveva fatto la guerra d’Africa. La Cirenaica divenne il racconto di un’epoca meravigliosa, di un mito». E come si vive nel bassomondo? «Ah, c’è tutto, agenzie di viaggio, cinema, stazione, treni, lotterie, tante mete per i turisti che arrivano in massa, e poi insegne, parenti, amici, belle fanciulle come Annamaria, quella che piace a Paolo. Solo che tutto è falso, un regno di truffe, imbroglioni, scioperati, donnacce. E’ una condizione esistenziale, in fondo. Forse anche nel mestiere di scrittore c’è qualche cosa di truffaldino». Meglio là... andarsene da «Qui non vorrei svelare troppo della parte finale del romanzo. Man mano nel bassomondo manca l’elettricità, l’energia. Paolo riesce ad agguantare una corriera per scappare, ma da sbalestrato qual è si ritrova da tutt’altra parte. Non proprio in Cirenaica». Risultato? «Dovrei citare Platone, il libro X della ‘Repubblica’, l’aldilà platonico viene prima della vita, non dopo come il cristianesimo. Il viaggio di Paolo è come trasferirsi da un aldilà alla vita vera. Quella che uno crede regolare e senza ladri. E sottolineo crede». Stiamo dando l’idea di un romanzo greve, angosciante? «Penso proprio di no. Non sarebbe nel mio stile, del resto. Le truffe che si consumano qui sono alla buona, all’italiana, spesso alla Totò. E c’è un effetto comico, come se la nostra vita fosse una frenetica successione di gag, dalla nascita alla morte». E’ puro Cavazzoni, tutto questo. Surreale. Grottesco. Ed è anche l’anteprima del libretto che egli pubblicherà a gennaio da Guanda, con i suoi testi giornalistici. Si chiamerà Il pensatore solitario. Nomina sunt consequentia hominum. I nomi corrispondono agli uomini, se si può correggere il detto latino. Cesare Sughi Ermanno Cavazzoni sarà alle 18 in via Orefici con il suo ‘La valle dei ladri’ Sogni e Bottoni Il fabbro che creò i Buskers UNA COLONIA di ferraresi eccellenti sbarcherà oggi sotto le Due Torri ma, assicurano, parleranno la lingua universale della musica e della creatività, rivolgendo un pensiero particolare a Lucio Dalla. Sono Leonardo Rosa, giornalista e autore di Una strada lastricata di sogni (Edizioni Pendragon), Stefano Bottoni, ispiratore del libro e ideatore del Buskers Festival (di cui si è appena chiusa la 27ª edizione), il Ministro alla Cultura, Dario Franceschini. Alle 18, alla Sala Stabet Mater dell’Archiginnasio, introdotti da Luce Tommasi, si confronteranno su un testo che ambisce a scardinare le derive agiografiche delle biografie tradizionali, riconoscendo il valore del ‘sogno’ come motore di crescita. Rosa, di solito le strade sono lastricate di insidie…. «Sì, ma Bottoni, partito come fabbro, è l’esempio di come il sogno possa essere intuizione. Poi nella vita ci sono altre componenti, come la casualità e la fortuna, di cui è dimostrazione l’incontro di Bottoni con Dalla». Ci spieghi… «Dalla si recò nel laboratorio di Stefano per commissionargli due panche di ferro battuto. Stefano gli raccontò della sua idea, ancora in embrione, di realizzare una manifestazione per gli artisti di strada. Dalla non solo approvò, ma senza farsi annunciare partecipò alla seconda edizione. ‘Voglio vedere il pubblico negli occhi’, aveva motivato. Fu un successo. Era il 1989. Se non se ne fosse ‘andato’, sarebbe tornato per festeggiare il 25esimo, lui e Bottoni se lo erano promessi». Ma perché una biografia romanzata proprio di Bottoni? Cosa può trovarci un lettore di Bologna o Palermo? «Stefano è ambasciatore di un concetto di cultura poliedrica. Come fabbro riproduceva un artigianato rinascimentale; come musicista, componeva e ha inventato il Buskers Festival; come ‘curioso’ ha realizzato una mostra/rassegna sui tombini provenienti da tutti i Paesi del mondo, comprendendo per primo che la loro lavorazione racconta la storia delle città. Bottoni è ‘internazionale’, non ha ‘confini’». Beh, mica male il Ministro alla Cultura per il suo debutto letterario. Coalizione tra ferraresi? «La cosa mi onora e inorgoglisce, anche se sono consapevole che Franceschini ci sarà in nome del rapporto che lega lui e Stefano. Ma oggi, a Bologna, molti nostri pensieri saranno per Lucio Dalla, musica e arte in tutte le sue forme». Camilla Ghedini Riapertura martedì 9 settembre h 23 Via Bazzanese, 95/3 - Casalecchio di Reno (Bologna) - Tel. 051-570500 - www.carosellodisco.it