VEROnews Numero 3, Anno 2014 EDITORIALE Sommario Editoriale Il Neuschwanstein Schloss Di Anna 1 1e2 Visita al Deutsches Museum Di Giovanni 2 Dachau: dove l’uomo era solo un numero Di Giuseppe 3 I retroscena della gita a Monaco Di Chiara e Teresa 4e5 Wagner, il compositore a 360° Di Marco 5e6 “Cose che nessuno sa” Di Diletta 6e7 This spring’s fashion Di Virginia 7 Questo è un numero speciale di VEROnews: i ragazzi di terza, guidati dalla professoressa Cumer, hanno deciso di condividere con tutta la scuola Veronesi la loro gita a Monaco di tre giorni. La classe è stata accompagnata dai professori Broz, Nemes e Palladino ed ha avuto modo di visitare non solo la bellissima città di Monaco ma anche il castello di Neuschwanstein Schloss, il Museo della Scienza e della Tecnica e il campo di concentramento di Dachau. Grazie agli articoli scritti da alcuni dei ragazzi avremmo modo di viaggiare anche noi tra questi splendidi luoghi e conoscere qualcosa in più di questa classe, che ha voluto raccontarci anche alcuni simpatici retroscena. E per finire l’approfondimento, la recensione di un libro e la rubrica sulla moda di primavera. La classe terza vi augura buona lettura! IL NEUSCHWANSTEIN SCHLOSS Il castello delle fiabe 26 febbraio 2014: il giorno tanto atteso da tutti, da quelli di terza che scappavano dalla scuola verso Monaco, dai ragazzi di prima e di seconda e dai prof che si sarebbero liberati per tre giorni dei malandrini di terza. Si parte alla mattina, un po' in ritardo perché dovevamo aspettare la prof Broz e proprio a lei non si poteva rinunciare, visto che è l'unica a conoscere bene il tedesco! Prima tappa: visita al castello di Neuschwanstein, quello che ha ispirato la Walt Disney. Dopo qualche imprevisto e dopo aver fatto qualche foto ricordo di classe, arrivano le prof. e coi biglietti portano con loro la notizia che è possibile visita- re anche un museo, dove ci rechiamo subito. Ci accorgiamo così della presenza di un lago e facciamo quindi l'ennesima foto di classe con questo di sfondo. Al museo ci vengono date delle cassette con cui è possibile informarsi su ciò che ci interessava digitando il numero dell'oggetto o del quadro esposto. Il castello apparteneva a Ludovico II che ne commissionò la costruzione e che ne fece il suo ritiro personale a omaggio al genio del musicista Richard Wagner, da lui particolarmente amato. Il re amava rimanere isolato dal mondo e questo era divenuto per lui un rifugio personale. Continua a pagina 2 Pagina 2 La posizione del castello è sommamente scenografica: ai piedi di una montagna, poco distante da un lago, sul ciglio di una gola vertiginosa e in vista di un altro castello, immerso nella foresta. Dopo la morte di re Ludovico II, nel 1886, il castello fu aperto subito al pubblico, desideroso di visitare quello che veniva considerato un progetto fantasioso. Dopo un'ora trascorsa al museo, ci incamminiamo in direzione del castello. Ed ecco che, in 25 minuti di cammino, ci VEROnews arriviamo. Qui attendiamo un poco e poi entriamo. Il nome "Neuschwanstein Schloss" si traduce in italiano come: "Il castello della N u m e r o 3, An n o 20 1 4 nuova pietra del cigno". Difatti il cigno è un motivo che viene ripreso più volte all'interno delle stanze. Visitiamo la sala dei cantori, la sala del trono, il salotto, lo studio, la sala da pranzo, la camera da letto... una stanza più maestosa e lussuosa dell'altra! Dopo la visita interna del castello e dopo aver conosciuto una nuova storia con protagonista re Ludovico II, ecco così concludersi la prima tappa della nostra gita! Anna VISITA AL DEUTSCHES MUSEUM Il secondo giorno di gita a monaco siamo andati al Museo della Scienza e della Tecnica. All’interno abbiamo visto varie mostre, tra cui una sulla storia nautica della Germania con navi d’epoca e modellini che mostravano l’evolu- zione delle navi da quelle a vela alle moderne navi a benzina. Successivamente abbiamo visto una sezione Abbiamo anche visto una parte sulla fisica che mostrava tutti i fenomeni fisici tra cui il funzionamento delle ali di un aereo. Giovanni dedicata alla corrente elettrica dove si vedeva il comportamento dei fulmini nell’aria e i danni che causano agli edifici. Dopo abbiamo visitato una sezione sull’aviazione, dove venivano mostrati vari aerei germanici. Nella sezione sull’ ottica abbiamo osservato il comportamento della luce con lenti specchi e prismi e gli ologrammi. N u m e r o 3 , An n o 2 0 1 4 VEROnews Pagina 3 DACHAU Dove l’uomo era solo un numero Durante la gita d'istruzione a Monaco siamo andati a Dachau, il primo campo di sterminio non solo per ebrei ma per tutti gli “scarti” della società per il pensiero nazista: zingari, handicappati, fannulloni, ragazzi da riformare e disertori. L'ingresso è una palazzina di tre piani dove è ricavato un tunnel lungo circa 4m, largo 5m e alto 3m. In fondo al tunnel c'è un'inferriata con una porta che permette l'ingresso a una sola persona e reca la scritta “Arbeit macht frei” ( il lavoro rende liberi). Questa frase menzognera però si è avverata solo una volta. La sensazione lugubre di camminare sopra un ossario è stata testimoniata dal silenzio che avvolgeva quasi tutta la classe. Sulla palazzina all'en- trata c'erano sbarre alle finestre solo nella parte interna e non in quella esterna; trovandosi nel cuore della Germania era molto improbabile un attacco esterno, era molto più pericoloso e possibile un attacco dall'interno cioè da parte dei prigionieri. Nel campo ci sono due chiesette: una evangelica , una cattolica e una sinagoga ebraica che sembra dicano che non tutto è finito, si può ricominciare. Fuori dal campo ci sono le docce e il forno crematorio tutto nello stesso edificio. La stanza del massacro è una stanza bassa di forma quadrata di circa 10m per lato. Sul soffitto ci sono come dei camini da cui esce il gas. Nella stanza affianco ci sono dei forni in cui venivano carbonizzati i corpi. É sbagliato credere che venissero ridotti in polvere perché sarebbe costato troppo carbone, ma venivano carbonizzati e le parti più grosse erano gettate nelle fosse comuni. c'erano due file di sei letti a tre piani. Sembrava uno spazio non comodo, ma vivibile se non fosse che stavano uno al capo e uno ai piedi del letto. Abbiamo visto diverse fondamenta delle baracche, ma solo due erano intere ed erano delle ricostruzioni, perché quando la Germania fu invasa le S.S. uccisero dei prigionieri e tutte le possibili testimonianze dell'accaduto. Le baracche dove dormivano i prigionieri erano strettissime e in una stanza di circa 40m2 Visitare Dachau mi ha fatto pensare come l'uomo sia potuto arrivare a un tale livello di disumanità da considerare altri uomini come numeri e come abbia potuto sterminare un popolo e annullarne la personalità. Una cosa che mi ha dato i brividi era pensare che la gente, se poteva, stava più in alto possibile perché, per il troppo freddo, si facevano i bisogni nel letto e al terzo piano si era un po' più riparati. Per ultimo abbiamo visitato l'edificio dove stavano le S.S. cioè la polizia segreta tedesca. Era un edificio in muratura adesso adibito a mostra, ma ci siamo soffermati poco perché spiegava quello che ci avevano spiegato i prof. con un po' più precisione. Giuseppe N u m e r o 3 , An n o 2 0 1 4 VEROnews Pagina 4 I RETROSCENA DELLA GITA A MONACO Carissimi lettori del Veronews, in quest’articolo vorremmo raccontare, come potete intuire già dal titolo, i retroscena della gita a Monaco. Ovvero le parti più divertenti. Iniziamo dalla prima sera. Circa verso le 22.00 noi ragazze eravamo nella nostra camera ad ascoltare la musica e a mangiare degli spuntini come patatine, caramelle, cioccolata e altro... ben rilassate insomma! Ad un certo punto abbiamo sentito bussare alla porta, alla nostra solita domanda: “chi è?” ha risposto un nostro compagno di classe, Daniele. Così lo abbiamo fatto entrare e gli abbiamo raccomandato di nascondersi in caso la prof. fosse entrata a controllare, anche se ne dubitavamo. E invece dopo neanche 10 minuti abbiamo sentito bussare di nuovo la porta, Daniele si è subito nascosto dietro al letto. Quando la prof. è entrata e ha visto che era tutto in ordine se ne è andata. Di certo non potevamo immaginare che si sarebbe messa ad origliare quello che dicevamo davanti alla porta. Così abbiamo dato il segnale al nostro compagno di uscire, e subito ci siamo rimessi a parlare con lui. Quando abbiamo riaperto la porta per far uscire Daniele, ci siamo trovati la prof davanti a noi che ci guardava con aria arrabbiata. Ha cacciato subito il nostro amico dalla stanza dandogli l’ordine di andare in camera delle professoresse ad aspettarla. Appena se ne sono andati siamo scoppiate tutte a ridere e non riuscivamo più a smettere, è stato di sicuro uno dei momenti più divertenti del nostro soggiorno a Monaco. Il secondo episodio che vorremmo raccontare ha come protagonista la compagna di classe, Martina. Tutto si è svolto la mattina del secondo giorno. C’era tanto movimento soprattutto nella camera di noi ragazze, perché ci eravamo appena svegliate e alcune dovevano farsi la doccia, altre dovevano truccarsi, altre vestirsi, insomma c’era caos ovunque. Io avevo già finito di prepararmi ed ero in camera mia con altre due mie compagne. Lì c’era un attimo di tranquillità, che è subito stato interrotto da Martina. E’ entrata di tutta fretta in stanza con un aria abbastanza arrabbiata e si capiva subito il perché, bastava guardarla in faccia. Era tutta piena di mascara, per colpa di due dei nostri compagni che si erano di- vertiti a spalmarglielo sulle guance invece che sull’occhio. Non so cosa sia stato, forse il modo in cui è entrata in quelle condizioni così ridicole, so solo che appena l’abbiamo vista non abbiamo potuto fare altro che iniziare a ridere. Continua a pagina 5 N u m e r o 3 , An n o 2 0 1 4 La sera del secondo giorno, in seguito alle minacce della sicurezza dell’ostello di chiamare la polizia, abbiamo deciso di radunarci tutti nella stanza dei maschi. Qui tutti si sono divertiti per le stupende imitazioni di Daniele: la professoressa Nemes , Conzatti , Cumer gli riuscivano magnificamente. Mentre cercava ogni volta di cimentarsi in una nuova personalità faceva delle smorfie terribilmente divertenti. Sempre la stessa sera, con i nostri corpi ammassati su quattro letti in croce, abbiamo ascoltato il racconto della vita di Barbara Broz: i viaggi, le VEROnews famose sette morti scampate e turbolenti viaggi in aereo. Arrivate le dieci, l’ora del coprifuoco, siamo tornati tutti alle nostre stanze, ma non eravamo ancora stanchi e di conseguenza c’era il tentativo di evadere per andare dai nostri amici. Il problema che tutti dovevamo affrontare era una specie di statua impassibile in fondo al corridoio: il professor Palladino. Una figura alta e assonnatissima, con un cespo di capelli in testa che non permetteva di prenderlo sul serio. Nonostante questo, nessuno si fidava- Pagina 5 no ad attraversare la propria soglia; e chi osava veniva rispinto al suo interno bruscamente. Anche se i momenti citati sono pochi , potete capire come abbiamo passato quelle giornate: nel più assoluto divertimento! Chiara e Teresa Approfondimento WAGNER, IL COMPOSITORE A 360° In occasione della visita al castello Neuschwanstein durante la nostra gita a Monaco abbiamo saputo che Ludwig, il re che fece costruire il castello, amava tanto Wagner ed era suo mecenate. Tanti si sono chiesti, “Ma chi è Wagner?” Sicuramente conoscete il suo pezzo più famoso, “La cavalcata delle Valchirie”, che è stato usato per molti film. Ma ecco qualcosa in più: Richard Wagner è stato un compositore tedesco del XIX secolo. Scrisse principalmente opere, molte di queste ispirate a miti e leggende. Nacque a Lipsia il 22 maggio 1813. Finite le scuole medie non sapeva a cosa dedicarsi, era indeciso tra pittura, letteratura, saggistica, scultura e persino architettura, e la musica era ancora una sorta di sogno lontano. A 16 anni assistette ad una rappresentazione del “Fidelio” di Beethoven e da quel momento decise di diventare compositore. Cominciò a scrivere semplici melodie, ma, dopo aver studiato composizione per sei mesi iniziò a comporre opere. La sua particolarità di compositore era il suo totale controllo sull'opera: a differenza degli altri operisti, Wagner non scriveva solo la musica, ma scriveva anche il libretto (le parole che gli attori pronunciano) ... Continua a pagina 6 N u m e r o 3 , An n o 2 0 1 4 ...e pensava alle scenografie e le coreografie che i ballerini eseguivano. Un'altra delle caratteristiche delle opere di Wagner è la loro durata: non meno di 3 ore (una dura addirittura 12 ore, ma viene sempre divisa in 3 parti). La lunghezza delle opere necessitava di far ricordare al pubblico i personaggi visti in precedenza, così Wagner si inventò un modo per facilitare questo processo: abbinava a un personaggio una musica, così, quando questo rientrava in scena, si capiva subito di chi si trattava. Questa invenzione sarà ripresa in seguito con l'arrivo del cinema sonoro. Forse non avete capito bene… vi farò un esempio: nel film VEROnews “Indiana Jones”, quando arriva un cattivo e comincia a tormentare qualcuno ad un certo punto si sente “la melodia di Indiana Jones”: subito si capisce che sta arrivando l'eroe! Ebbene questo metodo è stato inventato da Wagner! Il compositore ebbe una vita molto tormentata perchè, non essendo bravo con gli affari, dovette spesso scappare per troppi debiti. Andò pure in sud Italia dove ebbe l'ispirazione per una sua opera, il “Tannhäuser”. L'Italia fu anche meta del suo ultimo viaggio perchè il 13 febbraio 1883 Wagner morì a Venezia in seguito ad un attacco cardiaco. La sua musica venne ripresa dai Pagina 6 nazisti nel secolo seguente come simbolo della potenza della Germania. Per questo motivo in Palestina non viene mai eseguita musica wagneriana per non ricordare l'olocausto degli Ebrei. Nel resto del mondo invece le sue opere sono eseguite frequentemente e sono molto apprezzate. Marco Il libro da leggere “COSE CHE NESSUNO SA” Il nuovo romanzo di Alessandro D’Avenia Cose che nessuno sa è il secondo romanzo scritto da Alessandro D’ Avenia dopo Bianca come il latte rossa come il sangue pubblicato nel 2011 dalla casa editrice Mondadori. Racconta di Margherita è una ragazza di 14 anni che inizia a frequentare il liceo. All’inizio è difficile inserirsi coi sui compagni di classe ma grazie all’aiuto dei genitori, il fratello e la nonna Teresa riesce ad andare avanti. Un giorno, tornata a casa da scuola ascolta un messaggio nella segreteria telefonica: suo padre se ne è andato. Per Margherita è come se il mondo fosse caduto sotto i suoi piedi. Soffre e proprio grazie a questo che, anche se… Continua a pagina 7 N u m e r o 3 , An n o 2 0 1 4 ...inconsapevolmente, diventa grande. Purtroppo in questa situazione neanche la simpatia, la dolcezza e la gentilezza della nonna riesce a tirarla su. A scuola fa nuove conoscenze: Marta una ragazza strana ma molto simpatica e entusiasma che, grazie a queste caratteristiche, riesce ad aiutarla, e Giulio: un ragazzo con gli occhi azzurri come il cielo molto misterioso e infine diventa amica anche del prof. di lettere. A scuola Margherita legge l’Odissea e, grazie alla storia di Telemaco, trova il coraggio di partire per cerca- VEROnews re il padre con Giulio si offre di accompagnarla in quel viaggio. Margherita è una ragazza timida, insicura e fragile che deve attraversare il periodo dell’adolescenza e, come ogni ragazza, si sente confusa. La frase che mi ha colpito di più è: "Regalare il proprio dolore agli altri, è il più bell'atto di fiducia che si possa fare.” Cose che nessuno sa è un romanzo davvero affascinate e piacevole. In ogni personaggio ho trovato un po’ di me stessa: delle mie paure, delle mie ansie e, THIS SPRING’S FASHION Care ragazze, per la primavera-estate 2014 ci vuole un look decisamente acceso! Ovviamente non troppo, quel poco che basta per farvi risaltare. Per prima cosa partiamo dagli abiti e dai colori! Quest'anno vanno di moda il verde pistacchio, il viola oltre a tutte le altre fantasie a fiori. Ma di certo non abbandoniamo il fluorescente, anche se possiamo usarlo poco. Un bel look elegantesportivo molto colorato va bene per tutti i giorni. Una cosa un po' più particolare, ad esempio, può essere un bel vestito con fantasie per la sera. A queste cose si può abbinare una bella scarpa con la zeppa ,anche questa colorata, un bel stivaletto basso, oppure una sneakers. Passando agli accessori, beh, con quelli potete sfogarvi, sempre facendo attenzione a non esagerare se no diventa pesante. Vanno bene gli anelli, quest'anno vanno portati anche più di uno sia sul medio che sull' anulare; poi braccialetti di tutti i tipi, come quelli di Pandora o più semplici. Lo stesso vale per le collane, anche una o due messe insieme. Poi ci sono trucco e acconciatura: per il trucco quello dovete vedere voi con Pagina 7 soprattutto, ho ritrovato la mia passione per i libri. Alessandro D’ Avenia è davvero dotato nel raccontare la storia dei ragazzi adolescenti e il loro mondo, la loro vitalità e il loro coraggio. Ognuno dei protagonisti principali compie all'interno della storia il proprio cammino per ritrovarsi alla fine cambiato, migliorato. Questo libro lo consiglio perché tratta di vita reale, da cui possiamo solo apprendere degli insegnamenti fondamentali. La capacità di trovare una scintilla di speranza nelle occasioni più buie e disperate. Diletta cosa state meglio. Per l'acconciatura invece va di moda la permanente bella forte, oppure lo shatush ( la parte finale dei capelli bionda). E per completare l'opera un bell'occhiale da sole. Un piccolo consiglio: se volete recuperare qualche vestito che avete già nel armadio, ma non vi piace così com'è , potete piegarlo con un filo grosso intingerlo in un misto di colori apposta, lasciarlo in ammollo per pochi secondi, poi tirarlo fuori ed esponerlo al sole per asciugarlo. Infine togliete il filo e il risultato è un capolavoro. A questo punto... buona, colorata primavera! Virginia