P. ALDO M. LAZZARIN
LUNGO GLI ANNI
pag. 4
IL SERVIZIO
NELL’ORDINE
pag. 7
VESCOVO NELLA
PATAGONIA CILENA
pag. 12
ANTOLOGIA
D’UN MAGISTERO
pag. 21
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N. 1 - Gennaio - Febbraio 2011
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sommario
EDITORIALE
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LUNGO GLI ANNI
4
IL SERVIZIO NELL’ORDINE
1. ROMA, nel cuore dell’Ordine
fra Ubaldo M. Todeschini
2. VICENZA, in una dinamica periferia
fra Silvano M. Stangherlin
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L’UOMO CHE ACCETTÒ DI MUTARE…
fra Francesco M. Geremia
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VESCOVO NELLA PATAGONIA CILENA
fra Vladimiro Memo
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IN MORTE
Un fratello, un amico
Mons. Bernardo Cazzaro
Benedetta la Chiesa di Aysén
Mons. Luigino Infanti
TESTIMONIANZE
Come un grappolo....
Servo fedele
Mons. Juan Agurto
I suoi occhi brillavano...
fra Agostino M. Poier
ANTOLOGIA D’UN MAGISTERO
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21
Editor
Signore, ti ringraz iamo per averci dat o padre A ldo M. Laz z arin
Stella come fratello, amico, padre,
pastore solerte e vescovo.
Egli è stato per noi un segno luminoso della tua presenz a, Signore.
P
adre Aldo, attento, sensibile, accogliente, mai nervoso ma dolce
e delicato, è stato per noi frati
un punto di riferimento, un fratello
sapiente, un consigliere ricercato ed
amato per la sua saggezza.
Egli, concluso il suo itinerario sulla terra, ci consegna tre gemme, tre valori come eredità spirituale della sua vita.
In copertina: p. Aldo Maria Lazzarin
Foto: Archivio Segretariato Missioni
Bimestrale di informaz ione e animaz ione missionaria dei frati
Servi di Maria della Provincia di Lombardia e Veneto.
N. 1 - Gennaio-Febbraio 2011 - Anno LXXXVII
Aut. Trib. Vicenza n° 150 del 18-12-1979
Corrispondente e amministratore:
Edson M. Choque Véliz - e-mail: [email protected]
Direttore Responsabile: Sessolo Giovanni
Redattori: Ganassin Eugenio, Sartori Domenico, Predonzani Bruno
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36100 Vicenza - Tel. 0444/559550 - Fax 0444/559557.
Per invio di offerte usufruire del c.c.p. 14519367 intestato a:
Provincia Veneta Ordine Servi di Maria “La Missione della Madonna”,
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Stampa: Edizioni Zaltron, Vicenza - Tel. 0444/505542
Questo periodico è associato all’USPI Unione Stampa
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Contiene inserto redazionale
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“La bocca sorridente rivela quello che è l’uomo”
(Siracide 19,27).
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riale
P. ALDO M. LAZZARIN
PRIMA GEMMA:
L’UMILTÀ
Sapienza, saggezza e modestia sono state le note caratteristiche della sua vita.
Anche se vescovo, è vissuto come uno
di noi nella semplicità e umiltà senza esibire le insegne vescovili, che anzi nascondeva non per ritrosia, ma per favorire un rapporto paritario con tutti.
Ricordo che il venerdì santo di alcuni
anni fa egli non volle presiedere la liturgia, ma preferì indossare le vesti liturgiche proprie del diacono. Questa sua
semplicità mi commosse. E di gesti simili
molti ne ha compiuti
.
SECONDA GEMMA:
RISPETTO DELLA PERSONA
Padre Aldo ha sempre avuto rispetto per
la persona e delicatezza verso tutti.
Da maestro e da priore provinciale ha
promosso la persona, ha valorizzato i carismi e le attitudini di ogni frate con la
fiducia e la stima.
Non si è mai imposto. Il dialogo basato sulla fiducia e sulla verità è stato l’arma segreta per convincere e per ottenere il consenso dei frati soprattutto nei
trasferimenti e nella nomina a ruoli di
responsabilità.
TERZA GEMMA:
LA COLLEGIALITÀ
Padre Aldo è stato fervido e costante
cultore della collegialità.
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Puerto Ay sén: 13 giugno 1999:
“nostro cuoco” il vescovo A ldo.
Questo grande valore lo ha insegnato,
e l’ha sempre messo in atto nei capitoli conventuali, provinciali e generali e
anche nel governo della Chiesa in Aysén.
Egli ha sempre cercato di raggiungere
il consenso di tutti, o almeno di quanti
più possibile, prima di prendere decisioni.
Con riconoscenza accogliamo queste tre
gemme con la speranza che possano
sbocciare e maturare presto nelle nostre comunità.
Padre A ldo: t i ringraz io per
quant o mi hai comunicat o e dat o
e graz ie da part e di t ut t i i frat i
della Provincia e dell’O rdine.
fra Ferdinando M. Perri
priore provinciale
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P. ALDO M. LAZZARIN
Lungo gli Anni
ALDO M. LAZZARIN STELLA,
frate Servo di Maria e vescovo, è stato
ospite sulla
terra per una
abbondanza
di 83 anni.
1926, 13 dicembre: nasce
a Selva di Voplago (TV), figlio di Giovanni e Maria
Stella.
1937-1942:
frequenta il
ginnasio nel
2002: comunità
dell’Istituto Missioni.
seminario minore San Giuseppe a Follina (TV).
1942, 15 agosto: inizia il noviziato a Isola Vicentina (VI).
1943, 23 agosto: s’impegna nella vita religiosa con la professione ‘semplice’.
1943-1946: frequenta il triennio del liceo
a Udine.
1946-1950: frequenta il quadriennio di
teologia nel collegio Sant’Alessio a Roma.
1950- 1955 a Follina.
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1948,10 ottobre: s’impegna nella vita religiosa con la professione ‘solenne’.
1950,8 aprile: viene ordinato sacerdote
a Roma, ottenuta (15 marzo) la dispensa super defectum aetatis.
1950-1955:
guida come
priore la comunità e come maestro i
probandi nel
seminario di
Follina.
1955-1958:
dopo breve
sosta a Udine,
viene trasferito a Monte
Berico (VI)
come mae1966: a Puerto Montt con il priore
stro dei progenerale Joseph M. Loftus.
fessi; è membro del consiglio provinciale.
1958-1964: è priore nella comunità Istituto Missioni Monte Berico e maestro dei
probandi.
1958-1961: è socio (vice) provinciale.
1961-1964: è membro del consiglio provinciale.
1964-1966: è maestro dei professi del collegio Sant’Alessio a Roma.
1965-1975: è membro del consiglio generalizio.
1966-1975: è nella comunità della curia
generalizia a San Marcello (Roma).
1968-1975: ricopre vari incarichi generalizi, tra quali quelli di vicario genera-
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P. ALDO M. LAZZARIN
“A ll’angelo della Chiesa, scrivi…” (Apocalisse).
le e di rappresentante delle comunità generalizie presso il priore generale e il suo
consiglio.
1976-1982: è priore provinciale della Provincia Veneta e, di conseguenza, presenta
le dimissioni da consultore generale; durante l’incarico viene eletto presidente
della conferenza dei priori e vicari provinciali d’Italia.
1982, 7 novembre: assiste in Messico all’ordinazione presbiterale dell’odierno
priore generale Ángel M. Ruiz Garnica.
1982-1989: viene assegnato di famiglia alla comunità di formazione a Fatima, Argentina.
La sua presenza in America Latina fu
molto apprezzata, poiché con la sua vita, parola e azione ha spinto i Servi di
Maria verso i nuovi cammini di integrazione, specialmente nel cono Sud.
1989, 16 giugno: il papa Giovanni Paolo
II lo nomima vicario apostolico nel Vicario di Aysén in Cile e lo elegge vescovo titolare di Tigisi in Numidia (Africa
Nordoccidentale).
1989, 13 agosto: è consacrato vescovo nel-
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la cattedrale di Coyhaique
durante il pontificale presieduto dal predecessore
l’arcivescovo di Puerto
Montt padre Bernardo M.
Cazzaro e concelebrato dal
vescovo di Talca Carlos
Gonzales. Il lemma episcopale Respice Stellam
(guarda la stella) è memoria del cognome materno e segno devozionale verso santa Maria madre
di Gesù.
Con il suo servizio pastorale ha consolidato la giovane Chiesa di Aysen, che
guidò, con il suo stile semplice e comunitario, ad una grande apertura di evangelizzazione.
Significative sono le lettere pastorali con
cui orientò la crescita della Chiesa di
Aysén e che mantengono piena attualità:
nel 1990 Dove sta il tuo fratello? ; nel 1992
E voi chi dite che io sia?; nel 1993 Vi invio
due a due; nel 1996 Le comunità ecclesiali
vive e dinamiche ; nel 1997 Prendete e mangiate: questo è il mio corpo.
1997, 10 dicembre: informa il priore ge-
14 gennaio 1990 al paese natale.
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“I vescovi, con il successore di Pietro, reggono la casa del Dio vivente” (Lumen gentium 18).
nerale delle difficoltà, che incomincia ad
incontrare a causa del progressivo aggravarsi delle condizioni di salute, e di
aver già presentato alla Segreteria di
Stato la sua rinuncia alla carica di Vicario Apostolico di Aysén per averne l’accettazione da parte della Santa Sede.
1998, 19 gennaio: il papa Giovanni Paolo II accoglie la rinuncia.
2005, 25 giugno: chiede al priore provinciale veneto, ed ottiene, di ritornare
in Italia.
2002-2003: è membro della comunità dell’Istituto Missioni Monte Berico.
2003-2010: è membro della comunità
di Udine.
2010, 24 luglio: un ictus cerebrale lo
porta alla paralisi.
2010, 17 settembre: viene ricoverato nell’ospedale Don Calabria a Negrar (VR).
2010, 16 ottobre ore 10,45: muore assistito via via da confratelli.
2010, 18 ottobre: ore 11,00 celebrazione
delle esequie nella basilica di Monte Berico.
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2010, 19 ottobre: celebrazioni esequiali nel
paese natale (ore 11,00) e nella basilica
Madonna delle Grazie a Udine (ore
15,30).
Le spoglie mortali riposano nella tomba dei frati Servi di Maria nel cimitero
di Udine.
“È compito del vescovo promuovere l’attività
missionaria” (Ad gentes 30).
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P. ALDO M. LAZZARIN
Il Servizio nell’Ordine
1. ROMA,
nel cuore dell’Ordine
fra Ubaldo M. Todes chini
P
adre Aldo Maria Lazzarin era già
da due anni nella comunità romana di San Marcello come ‘consultore generale’ (oggi si direbbe ‘consigliere generale’), quando il priore
generale, Joseph M. Loftus, mi trasferì
a questa comunità, il 4 settembre 1968.
Allora già da più di dieci anni io lavoravo nel Tribunale della Penitenzieria
Apostolica per trentasei ore la settimana e, in più, insegnavo per altre tre
ore la settimana storia ecclesiastica e patristica nella Pontificia Facoltà Teologica Marianum. Questi impegni hanno
limitato la mia convivenza in comunità
e il contatto personale con il padre Aldo. Tuttavia ho potuto ammirare in lui
le più belle virtù umane e religiose, vissute con grande semplicità, naturalezza e gioia.
Un importante impegno pastorale mi
ha molto avvicinato a lui. Dal marzo
1967 egli esercitava il ministero di cappellano della clinica che allora le suore Serve di Maria Riparatrici avevano
in via Lagrange a Roma. Oltre alla visita settimanale agli ospiti della clinica,
padre Aldo, quando non era lontano da
Roma, celebrava ogni giorno la messa
per le suore la mattina presto e, nei giorni festivi, due messe: una alle ore 9 e
l’altra alle ore 11, per i fedeli che frequentavano la chiesetta, dedicata alla
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beata Vergine Addolorata, annessa alla
casa. Fin dall’inizio della mia venuta a
San Marcello io lo sostituivo in quel compito quando per il suo ufficio di consultore generale si doveva assentare e,
nelle domeniche e festività, celebravo al
suo posto la seconda messa. Quando egli
lasciò Roma, nel 1975, fu affidato a me
il compito di cappellano. Padre Aldo,
di buon mattino, fosse tempo buono o
cattivo, inverno o estate, si recava in
via Lagrange con la sua bicicletta “da
corsa”, che usava atleticamente anche
per altri spostamenti, a volte molto più
lunghi.
In quella clinica e in quella comunità
1992: anno della lettera pastorale
Voi chi dite che io sia?.
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P. ALDO M. LAZZARIN
era molto stimato e ben voluto dai malati, dai medici, dai fedeli che frequentavano la chiesetta e dalle suore (ricordo i nomi di alcune di esse: Reginalda, Enrica, Josefa, Ilarina, Pierpaola,
Vitalina; di altre ho dimenticato il nome, ma non la generosità e la professionalità, che era di tutte). Oggi ancora padre Aldo è ricordato cosi da una
di quelle suore, che mi scrive: monsignor Aldo M. Lazzarin è stato un carissimo padre; tante nostre sorelle, specie infermiere, gli debbono riconoscenza.
Un importante lavoro
Nell’estate del 1998, incaricato dell’ar-
10 aprile 1978: incontri e lavoro del priore provinciale.
chivio della nostra curia generalizia, vi
trovai diversi fascicoli di carte scritte a
macchina, intitolati Note sui Consigli generalizi, che coprono senza lacune il
periodo dall’8 giugno 1965, inizio del
Capitolo generale celebrato nel convento della SS. Annunziata di Firenze,
al 9 dicembre 1975. Ho provveduto alla loro rilegatura in sette volumi. Il primo si estende dal suddetto Capitolo
generale del 1965 a tutto l’anno 1969;
gli altri sei coprono un anno ciascuno
dal 1970 al 1975.
Non si tratta dei veri e propri “verbali”
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delle sedute del consiglio generalizio,
i quali sono scritti appunto nei “Libri
dei verbali”, ma, come indica il loro titolo, di “note” sui consigli generalizi,
cioè, contengono riflessioni, motivazioni, incontri di persone, e tante altre
cose altrimenti non conoscibili. Queste note rivestono certamente grande
importanza per la storia dell’Ordine nel
suddetto periodo. Ora tutto questo ingente e meticoloso lavoro è opera di padre Aldo.
Quando, il 13 gennaio 2003, dall’Istituto Missioni di Monte Berico egli venne per l’ultima volta a Roma nella nostra comunità, invitato a presiedere la
celebrazione eucaristica vespertina della festa di San Marcello il 16 gennaio,
e rimase con noi per alcuni giorni, gli
feci vedere quei volumi: ore intere trascorreva nel mio ufficio a leggerli, ricordando bene, con mia grande sorpresa, i nomi delle persone e molti altri particolari, con evidente soddisfazione, a volte, commovendosi intimamente, rivivendo nel ricordo gli anni
della sua massima e intelligente attività al servizio dell’Ordine.
La cronologia: un messaggio
Nella documentazione archivistica e nella sintesi cronologica delle pagine precedenti sono da notare, in primo luogo, gli importanti e delicati incarichi
che i superiori affidarono al padre Aldo poco dopo la sua ordinazione presbiterale, nonostante la sua giovane età.
È da notare, inoltre, nelle lettere che
padre Aldo, nei suoi vari compiti e viaggi, scriveva al priore generale, oltre alla sua innata, direi, venerazione per i
superiori, e alla chiarezza di esposizione dei fatti e dei problemi incontrati,
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P. ALDO M. LAZZARIN
cia Veneta, segnatamente come priore
provinciale nei due trienni 19761979/1979-1982.
In poche frasi, con aggettivi selezionati, fra Silvano M. Stangherlin, che fu
membro del consiglio provinciale nel
primo triennio, lumeggia alcuni tratti
della personalità di padre Aldo riassunti
in due parole:
MODELLO VIVENTE
A ttività come consigliere generale.
il seguente metodo suo proprio: non
manca di suggerire sempre le possibili
soluzioni dei problemi, esponendole
in ordine della sua preferenza, ma sempre rimettendosi al parere del priore generale e del suo consiglio. Per quanto
ho potuto capire, la soluzione da lui prospettata come prima mi è parsa sempre la migliore.
Esemplare è la corrispondenza che riguarda i primi sintomi e il progredire
del disagio fisico che lo porterà a lasciare il ministero di Vicario Apostolico e, poi, a chiedere di rientrare in Italia. Si nota in essa un ammirevole senso di responsabilità di vero Pastore dei
fedeli, dei quali vuole il bene, una innata onestà e un grande coraggio. Molto bello e commovente, infine, è l’aperto
annuncio, fatto ai fedeli del Vicariato
con la sua ultima lettera pastorale del
19 gennaio 1998, della sua rinuncia al
compito di Vicario Apostolico, accolta
dal Sommo Pontefice.
Padre Aldo per me è stato sempre un modello vivente del vero frate Servo di Maria:
- evangelicamente semplice - mite - umile - tale anche dopo le insegne episcopali;
- servizievole e pronto ad andare incontro al fratello sofferente o appesantito da qualche problema personale;
- dialogante e molto rispettoso delle opinioni altrui.
Sapeva molto ascoltare.
Fu frate di spiccato equilibrio: mai
scattoso, riservato e sereno sempre.
Fu frate di preghiera e di silenz io.
In convento portava sempre l’abito religioso.
2. VICENZA,
in una dinamica periferia
Padre Aldo servì i fratelli e l’Ordine
dei Servi di Maria anche nella Provin-
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Priore provinciale in visita alla fondaz ione in India.
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P. ALDO M. LAZZARIN
Fra Francesco M. Geremia, che fu membro del consiglio
provinciale nel secondo triennio, ricorda tempi di vita e di servizio
di padre Aldo con un titolo scultoreo:
L’uomo che accettò
di mutare…
a breve permanenza nel consiglio degli eventi. Come membro del consiglio generalizio, guidato da padre Joprovinciale mi ha consentito di
seph M. Loftus, ebbe modo di assorbiconoscere da vicino padre Aldo
re la grande ricchezza ispiratrice che
M. Lazzarin come priore provinciale.
guidò l’Ordine nella stesura delle ‘nuoEra stato già mio ‘maestro’ negli ani
ve’ costituzioni in fedeltà alle direttive
1951-55 a Follina dove studiavo in quinconciliari
ta elementare e nelle tre medie. L’aveCome priore provinciale, oltre che per
vo poi avuto ancora come ‘maestro’ nelil rispetto
l’ultimo andelle persono di teolone, la capagia a Roma.
cità analitica
Tempi e luodei fatti e la
ghi assai dicordialità
versi, come
del tratto, lo
diverso si è
ricordo per
mostrato
il valore che
l’uomo che
seppe ricoci guidava.
noscere alla
Frutto della
‘cultura’, altradizionale
la formazioformazione
ne
delle
ecclesiastica
1979: priore provinciale in visita a Coy haique.
menti e deldei ‘collegi’,
le personalità. Non ebbe la fortuna di
Aldo seppe di volta in volta accogliere
potersi laureare presso università laiche
lo spirito nuovo che aleggiava sulla chieo religiose, anche se ne aveva le capasa e sulla società. Com’era stato vivace
cità e la passione. Tuttavia, per un sennegli sport e nel moto, così si rivelò taso innato del vero e del nuovo, seppe
le anche nello spirito attuando il detto
annusare la ventata rivoluzionaria di quelatinoamericano ‘camminando s’apre
gli anni che colpì in pieno società e chiecammino’. E tutto questo senza forzase. Per questo vide nella cura per le
re tempi e metodi, ma accompagnanconoscenze teologiche e antropologido la crescita di persone e l’accadere
L
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P. ALDO M. LAZZARIN
1985: a Fatima (A rgentina) con le Serve
di Maria di Nocera.
che uno strumento efficace perché i frati si disponessero con vivacità a porsi a
servizio dello Spirito che andava scuotendo alla radice tradizioni e istituzioni ormai sclerotizzate. Promosse incontri culturali e
sollecitò singoli frati ad approfondire negli studi il
mistero della vita e della
rivelazione divina, anche
se fu poco ascoltato e appoggiato. Tale disinteresse e insensibilità è forse alla base del declino costante
dell’intera Provincia dei
frati.
Trasferitosi poi in America Latina, Argentina e Cile, e consacrato vescovo in
Aysén, comprese subito le
istanze propagate dalla
Teologia della Liberazione
e con i frati del posto intraprese un ‘aggiornamento’ costante personale ed ecclesiale.
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Con quale commozione mi riferiva la
stima e l’accoglienza che vescovi e clero cileni gli tributavano negli incontri
periodici e nell’invito che gli veniva offerto di tenere corsi di esercizi spirituali
ai preti! Credeva fortemente nel lievito vivificante del vangelo e se ne lasciava
permeare. Nessun interesse perciò per
l’esteriorità connesse al suo ruolo di
vescovo. Una vivacità intellettuale lo
ha guidato anche nel periodo della malattia che lo costrinse alle dimissioni e
al suo rientro in Italia, dove continuò
con una spontaneità invidiabile la vita
comune dei frati.
Mi ha lasciato con una confidenza piena di stupore: “Sai che mi sto interrogando ancora sul senso e il mistero dell’eucaristia”?
“La messa è un tesoro nascosto” (p. Aldo).
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Vescovo nella
patagonia cilena
fra Vladimiro Memo
I
l padre Aldo Lazzarin con la sua presenza in Aysén, patagonia cilena,
ha aperto nuovi orizzonti ed ha seminato ampiamente nei cuori l’amore
di Dio.
Ciò che fu l’ideale della sua vita, la missione, ha potuto realizzare pienamente
quando il papa Giovanni Paolo II, il 13
A rrivo in Ay sén per l’ordinaz ione episcopale.
agosto 1989 lo pose alla guida del Vicariato Apostolico di Aysén.
Non fu facile per il padre Aldo accettare questo compito legato alla consacrazione episcopale, perché era sempre vissuto, nonostante i numerosi incarichi nell’Ordine dei Servi di Maria,
nell’umiltà, nella povertà e nella fraternità. Tuttavia la sua accettazione diede come risultato l’esercizio del suo
ministero episcopale con uno stile semplice e fraterno. Non cambiò assoluta-
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mente nulla della sua forma di vita e nel
modo di relazionarsi con le persone.
Sempre si preoccupò delle persone, specialmente delle più bisognose. La sua
prima lettera pastorale Dov’é tuo fratello? era dedicata ad orientare la pastorale
sociale.
Seppe mantenere sempre una relazione cordiale con i suoi sacerdoti. Governò
collegialmente la Chiesa della regione
ayséniana, cercando costantemente di
raggiungere il consenso dei suoi collaboratori. Prima di pubblicare le sue lettere pastorali, le faceva leggere ai suoi
sacerdoti, sollecitando osservazioni e suggerimenti. Fu stimato molto dall’episcopato cileno; alcuni vescovi lo invitarono a predicare gli esercizi spirituali
al proprio clero.
Lungimirante nel suo ministero, dopo
un tempo di presa di contatto con la
realtà, orientò decisamente il suo lavoro pastorale verso una evangelizzazione non solo nella città, ma anche nel vasto territorio del Vicariato Apostolico.
Nel dicembre del 1992 inaugurò la Missione Generale, che rimase aperta per
alcuni anni, finché la ‘evangelizzazione a fondo’ fu incorporata nel piano pastorale.
Sentì la passione per i cristiani dispersi
nel vasto territorio del Vicariato Apostolico e si sforzò di assicurare loro un
servizio religioso permanente o per lo
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P. ALDO M. LAZZARIN
meno periodico in tutta la regione; lui
stesso preferiva dedicarsi al settore rurale. La geografia, e più ancora, la gente della sua Chiesa, portò sempre nel
cuore fino alla fine dei suoi giorni, dedicando loro quotidianamente il santo
rosario, un’avemaria per ogni comunità
cristiana dell’Aysén.
Insieme all’evangelizzazione considerò
essenziale che il Vicariato Apostolico usufruisse di un clero proprio. Ordinò due
sacerdoti del luogo e ne incorporò altri due provenienti da altre diocesi. Inoltre introdusse il diaconato permanente nella Chiesa dell’Aysén, ordinando i
primi due diaconi sposati.
Ciò che incise fortemente nella sua vita e nel suo ministero fu la Santa Eucarestia. La Santa Messa era la fonte alla quale si alimentava e nella quale trovava vigore per il proprio lavoro pastorale. La sua catechesi preferibilmente
era sulla Messa. “È un gran tesoro nascosto – diceva – scoprire la Santa Mes-
A ccompagnato dai frati e dal sindaco di Ay sén.
sa é scoprire Gesù e per mezzo suo la
Chiesa”. La sua catechesi è stata pubblicata nel 2006 nel libretto La Santa
Messa, editato pure in lingua italiana.
Davvero possiamo dire che padre Aldo
si convertì in un vero tesoro per la Chiesa in Aysén: la sua passione per Cristo
e per la Chiesa, come ebbe a dire una
donna cilena, ci ha convertiti e orientati a vivere con fedeltà il vangelo.
1998: ultimo viaggio del vescovo ‘emerito’ lungo il lago Carrera.
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P. ALDO M. LAZZARIN
IN MORTE
Lunedì 18 ottobre 2010 nel santuario della Madonna di Monte Berico entrarono due bare per la celebrazione delle esequie di due frati Servi di Maria
morti il mattino dello stesso giorno, sabato 18 ottobre, a Negrar (Verona),
l’uno nella casa di accoglienza Perez, l’altro nel reparto di geriatria dell’ospedale Don Calabria: i frati Agostino M. Rizzotto e Aldo M. Lazzarin. Il presidente della celebrazione esequiale padre Bernardo M. Cazzaro, vescovo
predecessore del padre Aldo nel Vicariato Apostolico di Aysén, ricordò entrambi nell’omelia, dedicando parole ammirate e commosse al confratello
vescovo con il quale maggiori furono le frequentazioni.
Un fratello, un amico
padre Bernardo M. Caz z aro
[…]. Ci siamo riuniti in questo Santuario
della Madonna di Monte Berico, davanti
alle bare di questi due nostri fratelli, dopo
che sono stati chiamati alla Casa del Padre
a poche ore di distanza uno dall’altro, per
dar loro il nostro ultimo saluto, mentre eleviamo la preghiera della Chiesa in suffragio delle loro anime.
“Ai tuoi fedeli, Signore, la vita non è tolta,
ma trasformata, e mentre si distrugge la dimora di questo esilio terreno, viene preparata una dimora eterna nel cielo”. Sono le
consolanti parole del Prefazio della Messa
18 ottobre 2010: due bare vicine, i frati
A ldo M. Laz z arin e A gostino Riz z otto.
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che fra pochi minuti risentiremo. Il Vangelo ci ha appena ricordato come Gesù si auto definisce “Risurrezione e vita”. In lui rifulge a noi questa “beata speranza” e ci
consola la promessa dell’immortalità futura. Con questa fede i due nostri fratelli Aldo e Agostino sono vissuti e sono morti. Nella stessa fede anche noi viviamo e confidiamo di perseverare fino al momento di lasciare questo mondo. Nessuna buona morte si improvvisa. Gesù ci insegna come vivere
sempre preparati: in continua vigilanza e
preghiera. “Come si vive, così si muore” dice anche un proverbio.
Al momento della morte è stata loro accanto
la Madre Santissima. Gliel’avevano domandato durante tutta la vita. Ogni Ave Maria
è preghiera anche di una buona morte: “Prega per noi adesso e nell’ora della nostra morte”. La risposta opportuna della Madre è
infallibile, tanto più per coloro che l’hanno servita con fedeltà.
Così li abbiamo conosciuti. Con loro abbiamo lavorato, gioito e sofferto nei compiti che l’obbedienza ci veniva assegnando,
pur in tempi e luoghi diversi, ma tutti concordi nei comuni ideali di servire la Santissima Vergine Maria, nella fraternità dei suoi
Servi, negli impegni pastorali in patria e nelle Missioni, tutto per il bene delle anime, a
maggior Gloria di Dio.
Personalmente con il padre Agostino ho avu-
N. 1 - Gennaio - Febbraio 2011
P. ALDO M. LAZZARIN
L’arcivescovo Bernardo M. Caz z aro impone
le mani su p. A ldo.
to solo contatti occasionali, mentre con il
padre Aldo è stato diverso. Perciò, a suo riguardo, mi sia permesso un ricordo particolare. Ci siamo conosciuti 73 anni fa. Mai
dimenticherò il primo incontro con lui da
ragazzi nel 1937, quella sua faccetta serena
e sorridente, già aspirante alla vita consacrata
tra i Servi di Maria. Era arrivato al Collegio
San Giuseppe di Follina per iniziare la prima ginnasiale. Io vi ero arrivato l’anno prima. Da allora le nostre vite di studenti, di
religiosi, di sacerdoti e vescovi missionari in
Cile, sono trascorse in gran parte parallele.
Particolarmente indimenticabili sono stati
gli anni della teologia a Roma, non solo
per la solida formazione che ricevevamo
dai nostri Maestri, particolarmente dal padre Andrea M. Cecchin, ma anche per l’entusiasmo con cui partecipavamo, insieme
ad altri compagni del Collegio, della spiritualità del nascente Movimento dei Focolarini, vicino alla sua Fondatrice Chiara Lubich. Ritornati in Provincia, ecco gli anni,
impegnativi e gioiosi, dedicati alla formazione dei giovani. Poi l’obbedienza ci separa. Io per il Cile come Vescovo Vicario Apostolico in Aysén. Aldo in Italia con incarichi di grande fiducia come Defìnitore Generale e poi come Superiore della Provincia Lombardo-Veneta. Più tardi dall’Argentina mi raggiunge in Cile, Vescovo anche lui,
mio successore nel Vicariato Apostolico di
Aysén. Ho l’onore di presiedere la sua Ordinazione episcopale a Coyhaique. Lavoria-
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mo insieme nella Conferenza episcopale del
Paese e nella Provincia ecclesiastica di Puerto Montt, la più australe del mondo. L’età
avanzata ci riporta in Italia. Aldo ci arriva già
ammalato. Pochi giorni prima della sua morte ho avuto la grazia di amministrargli il sacramento dell’Olio degli infermi nell’Ospedale San Giovanni Calabria di Negrar.
L’esperienza della fraternità e dell’amicizia
con il p. Aldo è stata di molti fratelli. Tutti
hanno potuto godere delle sue belle doti
di intelligenza, del suo calore umano, del
suo spirito religioso edificante.
Tanto di lui come del p. Agostino si potrebbero dire tante prove di bene compiuto, sebbene le testimonianze umane siano
ben poca cosa di fronte alla parola finale
di Dio: “Servo buono e fedele, sei stato fedele nel poco, entra nella gioia del tuo Signore”. La nostra vita, anche se si prolunga negli anni, è sempre “poco”. Pur avendo fatto tutto quello che ci è stato comandato, siamo “servi inutili”, dai quali il Padrone non ricava nessuna utilità, perché la
lascia tutta ai lavoratori della sua vigna. Lo
afferma anche un altro Prefazio eucaristico: “Tu, Signore, non hai bisogno della nostra lode, ma per un dono del tuo amore
ci chiami a renderti grazie; i nostri inni di
benedizione non accrescono la tua gran-
Prenoviz i e noviz i a Fatima (A rgentina).
dezza, ma ci ottengono grazia che ci salva”.
Oggi, conclusa la vita terrena di Aldo e
Agostino, mentre li consegniamo alla Divina Misericordia, ringraziamo Iddio di averceli donati e di aver percorso insieme un
lungo tratto della vita terrena in cammino
verso la vita eterna.
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P. ALDO M. LAZZARIN
Benedetta la Chiesa
di Aysén
Fra LUIGINO M. INFANTI DE LA MORA è l’attuale vescovo successore di
padre A ldo M. Laz z arin alla guida del Vicariato A postolico di Ay sén. Egli
ha presieduto il rito esequiale lunedì 18 ottobre 2010 nella cattedrale di Coy haique per ricordare la presenz a del defunto confratello e vescovo padre A ldo
in quella terra e ringraz iare per il suo serviz io pastorale lungo nove anni.
Viene qui presentato un riassunto della sua omelia, in cui emerge il ritratto
di padre A ldo
UOMO SPIRITUALE
I
l vescovo Infanti affermò di voler gliente, propositiva, incoraggiante, che
ha lasciato un segno fra tante persone,
“esprimere il sentire di tutti i fedeli
nelle nostre comunità, nella nostra Chiedel nostro Vicariato Apostolico, masa e nella società
nifestando il più caldell’Aysen”. Ricodo e fraterno rinnobbe anche in pagraziamento a Dio
dre Aldo “la perper il padre vescovo
manente ricerca di
Aldo Lazzarin”. Ricomunione profoncordò che “per 60
da, il rafforzamenanni, da quando fu
to dell’impegno di
ordinato sacerdote,
ogni cristiano nei
il padre vescovo Alpropri doveri, la vido Lazzarin celebrò
cinanza solidale con
giorno dopo giorno
i più umili e lontal’eucaristia, che è
ni, l’aiuto nel difonte e vertice di tutscernimento delle
ta la vita cristiana
vocazioni personali,
(…) Egli aveva cal’impulso verso una
pito che nell’eucaChiesa viva e dinaristia sta condensamica, l’urgenza del
ta tutta la vita cricompito missionastiana. E quello è un
rio, una migliore vicammino che stiasione ed organizzamo facendo noi”.
zione ecclesiale, e
Di lui risaltò “la pre1999: Vescovo emerito.
molti altri risultati e
senza umile, acco-
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N. 1 - Gennaio - Febbraio 2011
P. ALDO M. LAZZARIN
Tre frati, tre vescovi: Luigino Infanti, A ldo Laz z arin, Juan A gurto.
realizzazioni”. Riconobbe che “la sua spiritualità” è il più grande regalo che padre Aldo Lazzarin ha lasciato alla Chiesa di Aysen. Essa fu la radice di tutto
quanto egli fece. Quella spiritualità si
esprimeva nella capacità di ascolto alla
Parola di Dio, in un profondo e irreprensibile amore a Cristo.
Il vescovo delineò alcuni punti fermi nella vita e nel servizio episcopali di padre
Aldo tramite cinque perché.
Perché la Croce che come vescovo portava sul petto non fosse appena finitura decorativa ma il segno della vita, egli
seppe affrontare con bontà e speranza
tanti momenti difficili, tante sofferenze
ed incomprensioni.
Perché da bambino e giovane ha respirato e si è alimentato del carisma dei Servi di Maria, ha saputo infondere e concretizzare la collegialità e la corresponsabilità.
Perché per lui Cristo era una meta ed
una conquista che si raggiunge giorno
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dopo giorno e che va crescendo senza
fine verso l’eternità, sentiva che nessun
cristiano, sacerdote o diacono o religioso
o laico, può staccarsi dalla propria formazione teologica, umana, morale, pastorale, professionale.
Perché era uomo di Chiesa, fu docile nell’imparare dai suoi formatori, e in Aysén respirò con i polmoni della Chiesa
Cilena e Latinoamericana, imparando
giorno dopo giorno come essere buon
pastore, vescovo secondo il cuore di
Cristo, tanto che era notevolmente valorizzato e apprezzato da parte di molti vescovi del Cile.
Perché lo Spirito del Signore stava su
di lui, è riuscito a guidare come buon
pastore la Chiesa di Aysén verso i cammini della santità, con la forza della comunione, con il sale della sapienza, con
la luce della prudenza.
E concludeva: “benedetta Chiesa di Aysén, che ebbe il padre vescovo Aldo come guida, maestro e pastore”.
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P. ALDO M. LAZZARIN
Testimonianze
COME
UN GRAPPOLO, come una spiga, come un cesto di fiori... e simili
immagini abbelliscono le testimonianz e raggranellate in luoghi del Vicariato
di Ay sén nei giorni dell’agonia di padre A ldo e nell’evento della sua morte.
fonte
re Aldo è una
ad
p
i
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rsione
La “passi
cede la conve
n
co
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ci spinge a vo
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tà
che abfedel
Per noi tutti
.
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legio di cono
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p
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esembiamo av
re Aldo è un
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p
ro
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ed amarlo
icordia che
umiltà e miser
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pio
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del Signore e
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o. Questa fu
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iluppala gioia
re Aldo ha sv
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de missi
i anni.
te negli ultim
en
lm
ia
oza
ec
sp
to
Alejandra Espin
La mia anima si comm
uove e le lacrime
germogliano dal più
profondo… Stamattina rimango con
quello che mi rispose il vescovo monsign
or Ignazio quando io gli dissi: “padre
Aldo non si merita soffrire, lui meno
che nessuno, poiché nella sua vita ha lot
tato sempre per
essere un pastore fedele
e dedicato al suo
gregge” e lui mi rispo
se: “quella di padre Aldo è una soffe
renza redentrice:
lui non soffre per ‘casti
go di Dio’, il suo
dolore e la sofferenza
dà vita ad altri, è
per la vita del mondo…
Gesù non meritava di morire, non si
meritava tale sofferenza: Gesù dà la vit
a e la dà per amore, come sta facendo pa
dre Aldo”.
Jovita Cerro
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re e preChe Dio benedica i suoi atti, ope
esemghiere, perché la sua vita è stata un
tra i
pio di santità e amore, prodigato
ol’am
per
o
razi
suoi fedeli. Prego e ring
e
ole
par
sue
re che mi ha insegnato, le
buo
re
messaggi: sono sicura che Dio il Pad
no sa delle sue opere.
Guillermina Ponce
Padre Aldo fu
per me parola
paterna, incoraggiante, ch
e mi ha fatto se
ntire di non
avere sbagliat
o scegliendo
di essere sace
dote. Fu confe
rrma del cielo
attraverso un
uomo santo ch
e Dio Padre m
i ha fatto sentire il suo am
ore misericord
ioso.
Un sacerdote
a tristezza in questi
Molto grande è la mi
zzarin ci ha colpito
giorni. Padre Aldo La
ore, ci ha riempito
profondamente nel cu
bontà; ci ha stupito
di abbondanti amore e
a con il bello, il buola sua umiltà e vicinanz
e vicino, era capace
no, il semplice; sempr
verso il dolore deldi sentire compassione
necessità di uomil’altro, capiva tutto, le
ziani. Padre Aldo
ni, donne, bambini, an
sen e in tutti i luoha fatto tanto bene in Ay
vicino a lui, stringa
ghi dov’è stato. Chi è
a, gli sussurri che
la sua mano, lo benedic
re la sua sofferensiamo tanti a condivide
do lui sarà partito
za, coscienti che quan
à dal cielo.
dalla terra, ci benedir
Guadalupe Flores
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P. ALDO M. LAZZARIN
r me un uomo intePadre Aldo è stato pe
propria esistenza a L’immagine di padr
e Aldo è come un picgro, che ha dedicato la
la Chiesa; a me inse- colo cero acceso ment
vivere e ser vire Dio e
re si sta consumanraggiungere la con- do: negli occhi brill
a una fiamma biangnò a pregare fino a
chissima ed accoglien
templazione.
te.
Berta Ilbaca
Enrico Bigotto
SERVO FEDELE
Juan A gurt o
F
ra Juan Florindo M. Agurto
Muños, vescovo di Ancud, diocesi contigua al Vicariato Apostolico di Aysén dove egli stesso visse e
collaborò con padre Aldo, anche come parroco della cattedrale in
Coyhaique, intona il suo grazie in memoria del confratello defunto utilizzando espressioni come ricami, tra
le quali quella potrebbe stare come
titolo: servo fedele.
Con tutto il cuore mi unisco in preghiera
e ringraziamento […] all’annuncio che
il nostro fratello padre Aldo M. Lazzarin è entrato nell’eternità.
In questi momenti, mi pare vedere il padre Aldo sorridendo con il suo viso trasparente, semplice e profondo, mentre s’incammina verso l’incontro definitivo con Dio e con i suoi cari di tutta la vita. Felice, tu servo fedele di Gesù Cristo per mezzo della consacrazione nell’Ordine di Santa Maria! Felice,
tu frate che in tutti gli uffici esercitati
nell’Ordine e nella Chiesa fosti servitore umile e mite di cuore! Felice, tu
che molte volte ci hai insegnato che tutta la nostra realtà umana è “relativa” e
l’assoluto è solo Dio e il suo amore!
Grazie padre Aldo, perché sempre, in
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Fra Juan M. A gurto, al centro,
futuro vescovo di A ncud.
mezzo alle difficoltà ti abbiamo visto con
fede, speranza e una grande capacità
d’accogliere le persone con bontà e affetto.
Grazie per il dono dell’umiltà che Dio
ti ha regalato e tante volte l’hai praticato con sincerità davanti a tutti noi.
Grazie per il ricordo permanente di tutti nella tua preghiera: sono sicuro che
adesso proseguirai pregando di più per
ciascuno di noi.
Grazie per la testimonianza che ci hai
lasciato quale uomo di Dio, frate e padre vescovo.
Sei stato ai piedi delle croci ispirandoti a santa Maria: lo spirito delle costituzioni dell’Ordine in te si è fatto vita.
Adesso goditi pienamente del tuo Signore. Alleluia!
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P. ALDO M. LAZZARIN
I SUOI OCCHI
BRILLAVANO...
A gos t ino M. Poier
F
ra Agostino M. Poier vive e serve
attualmente nel Vicariato Apostolico
di Aysén, dopo lunghi anni di permanenza in Argentina, precisamente a
Coyhaique, dove padre Aldo esercitava
l’espiscopato. Tra i fotogrammi di memoria risaltano gli occhi che brillano.
Anch’io vorrei aggiungere una mia memoria di padre Aldo M. Lazzarin, descrivendo l’ammirazione che sempre ebbi per lui e narrando alcuni fatterelli.
Dopo averlo conosciuto da ragazzino a
Follina negli del seminario 1950-51, ci
siamo ritrovati di nuovo, molti anni dopo, cioè nel 1982-84 a Fatima, Argentina, nella casa in cui si trovavano per la
propria formazione 15 ragazzi. Era molto bello stare con padre Aldo. Un uomo saggio, posato, intelligente, participativo. Ricordo che in primavera si alzava alle cinque del mattino per lavorare nell’orto. Lo vedevo sudare, con un
paio di occhiali vecchi, tenuti insieme
con uno spago. Avevamo in casa un’automobile grande e una motoretta di
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50 cm. di cilindrata. La domenica uscivamo tutti due per la messa. Chi usava
la macchina e chi la motoretta? Lui stesso stabilì questo criterio: usi la macchina chi va più vicino. Giacché la cappella
del suo servizio distava 20 chilometri più
in là della mia, egli se ne andava con
la motoretta, sempre indossando la tonaca. Un giorno, lo scapolare venne
risucchiato dalla ruota posteriore: meno male che esso si ruppe e il viaggiatore non cascò.
Nel 1989 fu eletto vescovo di Aysén. Non
ho vissuto con lui e lascio ad altri tante testimonianze. Però qui tutti ne parlano bene, con ammirazione. L’eco che
ricevo sempre é che sapeva congiungere la missione di vescovo con la spiritualità, il modo di vivere dei Servi, cioè
la semplicità in tutti gli aspetti, il coinvolgimento della gente e dei collaboratori. Ha lasciato un ricordo indimenticabile. L’ho rivisto all’ospedale
di Negrar pochi giorni prima che morisse e gli portai i saluti della missione
di Aysén. I suoi occhi brillavano, voleva parlare ma dalle labbra non gli usciva nessun suono. Gli diedi un bacio in
nome di tanta gente che l’ha conosciuto
nel sud di Cile. Io firmerei perchè venga riconosciuto santo.
Parole e allegria nel Hogar del niño
a Puerto Ay sén.
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P. ALDO M. LAZZARIN
Antologia
d’un magistero
N
stesso tempo aperta per evangelizzare.
Annunciamo Gesù Cristo, proclamiamo la sua Parola, celebriamo la sua presenza e ci lasciamo identificare come comunità riunita nel suo nome. Senza renderci conto, gestiamo e viviamo – almeno
di maniera incipiente –
una nuova coscienza di
Chiesa, esprimendola in
gesti, attitudini e metodo
di lavoro.
Il Regno di Dio, perciò
sta nei missionari quando loro sono membra vive della Chiesa, della quale il capo è Cristo e co1. ecclesiologia di comunione,
me tale lo proclamano e
connotata nella centralo comunicano.
"Al bisognoso aprirai la mano e lo
lità di Cristo, nella evan- soccorrerai" (Deuteronomio 15,7-8).
Il Cristo – quindi – i misgelizzazione e missione, nelsionari faranno presente con fede viva,
la comunione e partecipazione;
serviziali, tolleranti e rispettosi, discreti
2. conseguenze di una ecclesiologia di comue comprensivi, gioiosi, semplici e panione, ossia evangelizzazione e vocazioni
zienti, accoglienti verso tutti i fratelli delnella Chiesa di Aysén, le comunità ecclela Comunità Cristiana, lasciandosi insiali vive e dinamiche, Chiesa dei poveri.
terrogare e guidare dallo Spirito.
Fonte dell’antologia è l’elaborato di fra
L’annuncio del Regno ci spinge a prenVladimiro M. Memo presentato a Coyhaidere iniziative per conoscere e fare coque il 9 agosto 2002, nel quale sono rinoscere di più Gesù come “Figlio amaportate frasi originali di padre Aldo.
to” dal Padre e come fratello nostro: coChi
è
Gesù?
Chi
è
per
me
Gesù?
In
noscere la sua Parola e la sua vita; co*
quale Gesù credo? Apriamo la Bibbia:
noscere ed esperimentare il suo amore.
da soli, in famiglia, in gruppo e riuniti
* La Chiesa è mistero e sacramento. È micome comunità cristiana. Cerchiamo lì
stero la sua realtà visibile e umana che
la persona di Gesù.
sta intimamente unita a una realtà inViviamo
l’esperienza
di
una
Chiesa
divisibile, che è Cristo e lo Spirito Santo.
*
sponibile a lasciarsi evangelizzare e allo
Cristo l’ha costituita, la raccoglie come
on è ancora disponibile una raccolta organica e completa dei
documenti tramite i quali si potrebbe configurare qualità e quantità del
magistero episcopale di padre Aldo M.
Lazzarin. L’antologia qui proposta apre
spiragli su convinzioni personali e catechesi da lui
offerte intorno al tema
forte chiesa come, il quale
si articola in sottotitoli che
riassumono risposte basilari in termini di dottrina e visibilità, e sono soprattutto due:
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P. ALDO M. LAZZARIN
parte vitale di sé che ne è il capo. Lo Spirito la vivifica, la unisce, la ispira, la alimenta e la purifica. La Chiesa è mistero, perché l’uomo entra a formare parte di lui con la conversione interiore e
per la sua fede in Cristo, quando per il
battesimo, Dio l’ha fatto proprio figlio.
Unita a Cristo e con lui, nello Spirito,
la Chiesa è Sacramento di Salvezza, per
la forza della Parola e dei sacramenti.
* La Chiesa è comunione. Comunione,
dice Paolo VI, vuol dire comunione con
i santi. E comunione dei santi vuol dire una doppia partecipazione vitale: l’incorporazione dei cristiani alla vita di Cristo, e la circolazione di un’identica carità con tutti i fedeli. Unirsi a Cristo e
in Cristo; unirsi tra i cristiani dentro della Chiesa: così la Chiesa è una nella sua
1999: incontro con i parenti dei missionari
a Vicenz a.
22
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cattolicità e diversità (citazione documento di Puebla n. 224).
Per questa comunione nello Spirito – oltre che per diretta volontà di Cristo –
la Chiesa è collegiale nella sua costituzione gerarchica (Lumen gentium 22 e
23), ed essa tutta è popolo regale, profetico e sacerdotale, partecipando tutti –
in forma diversa – all’opera della salvezza
(Lumen gentium 10-12).
Quello che noi chiamiamo ‘partecipazione-corresponsabilità-comunione’ lo
troviamo fondato in questo aspetto essenziale della Chiesa, con tanta frequenza
applicato nei documenti conciliari: la
koinonia-comunione.
* Il nostro carisma quali religiosi sgorga
dalla Chiesa, è frutto della Chiesa, è parte della ricchezza della Chiesa universale
e locale. Pertanto, se il mio carisma sgorga dalla Chiesa, è altresì in vista di questa Chiesa, sta al servizio di essa, ha lo
scopo di rinforzarla e farla crescere.
Il carisma missionario è l’anello d’oro
che unisce i nostri carismi, perché carisma o compito di tutti quanti stiamo in
Aysén è quello di essere missionari, missionari di questa Chiesa.
* Comprendo che la maturità e l’autenticità [delle comunità ecclesiali] potrebbe sembrare un ideale: comunque,
si tratta semplicemente dell’ideale evangelico al qual Cristo ci chiama.
* Evangelizzazione e povertà: subito queste parole mi fanno pensare a Gesù allorquando attribuisce a se medesimo le
parole profetiche di Isaia: ‘il Signore
mi ha inviato a evangelizzare i poveri’
(Luca 4,18). Gesù parla in forma molto
concreta. In tutta la Bibbia, in maniera
speciale nella persona di Cristo, evangelizzazione e povertà assumono una dimensione concreta e storica.
N. 1 - Gennaio - Febbraio 2011
P. ALDO M. LAZZARIN
* L’esperienza di Gesù e della Chiesa
apostolica ci offre [a noi sacerdoti] un
parametro di vita e di azione. In primo
luogo, credo che abbiamo bisogno di
ravvivare e rianimare la presenza dello
Spirito santo nei nostri cuori, credere
fermamente in lui, abbandonarci ai suoi
impulsi … L’esempio di Gesù e della
Chiesa apostolica esige che noi abbiamo
chiara consapevolezza dello Spirito santo: consapevolezza non solo implicita che
diamo per scontata, invece una consapevolezza viva e concreta che si traduca in esperienza, in sintonia con lui, in
obbedienza a lui, in disponibilità a farci guidare da lui, in preghiera a lui, nel
vivere in profonda intimità di comunione
con lui. Se lo Spirito è anima della nostra vita, egli sarà altresì anima del nostro apostolato.
* La messa è un grande tesoro nasco-
sto: solamente la luce della fede e la
grazia dello Spirito ci aiuteranno a scoprirlo e valorizzarlo. Scoprire la santa
messa significa scoprire Cristo e per suo
mezzo scoprire la comunità cristiana.
La santa messa è un tesoro nascosto,
ossia sconosciuto che abbiamo bisogno
di scoprire più e meglio. Questa necessità, esigenza e preoccupazione io pensavo e desideravo che si risvegliasse ogni
volta di più tra i fedeli, i presbiteri, religiosi e religiose: infatti, quando su invito di alcuni vescovi, cinque o sei, fui
a guidare gli esercizi spirituali nelle loro diocesi, io presi come tema delle meditazioni propriamente la santa messa
(cioè potrebbe sembrare strano). Dobbiamo riconoscere che la ripetitività, la
rutine, le consuetudini ci fanno perdere la vitalità sempre nuova della santa
messa.
14 gennaio 1990: festa al paese natale.
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23
L’O sservatore Romano,
18-19 ottobre 2010
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p. aldo m. lazzarin - Missioni Monte Berico