COMUNIONE E MISSIONE SERVIZIO DI SPIRITUALITÀ MISSIONARIA A CURA DEL CENTRO MISSIONARIO DIOCESANO - TRENTO comunione e missione - redazione: via s.g.bosco 7, 38100 trento - direttore: carlo speccher direttore responsabile: agostino valentini - ccp 13870381 - registrazione presso il tribunale di trento n. 178 n.10 dicembre 2006 - periodico mensile dell’opera diocesana per la pastorale missionaria di trento anno XXXV - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in abb. postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 2 - DCB Trento - Taxe perçue - Tassa riscossa Trento - contiene I.R. Dicembre 2006 Dio Amore Sorgente della Missione 339 lettera del direttore Carissimi amici, siamo ormai vicini al Natale! Per vivere con gioia questa festa sentiamo che è necessario “scrostarla” da tutte quelle cose che la soffocano e che le fanno perdere la sua splendente bellezza. Se sapremo purificare il nostro cuore anche noi, insieme a Maria e Giuseppe, ai pastori, ai magi e agli angeli del cielo, potremo contemplare il Bambino Gesù come il Figlio di Dio che ha annunciato a tutti gli uomini e a tutte le donne che siamo figli e figlie dell’unico Padre che è nei cieli. Questa consapevolezza è fonte di gioiosa speranza, perché ora sappiamo che Dio Padre ci ama di un amore che non ha limiti e se siamo disponibili ad accogliere questo immenso dono anche noi diventiamo capaci di amare gli altri come fratelli e 1 sorelle. Questa speranza ci dà anche occhi per vedere e riconoscere i segni di speranza che sono ben presenti nella nostra vita. La festa per gli 80 anni del nostro settimanale diocesano Vita Trentina è un segno di speranza. Il prezioso servizio di informazione fatto nella ricerca faticosa della verità alla luce del Vangelo ha reso questo nostro giornale strumento importantissimo a servizio della missionarietà della nostra chiesa trentina. A nome di tutti i missionari che ricevono Vita Trentina voglio ringraziare con affettuosa riconoscenza tutta l’equipe redazionale, perché con il suo lavoro li aiutano a sentirsi amati dalla nostra comunità diocesana. Auguriamo lunga vita a Vita Trentina! Certamente un altro segno di speranza è stato il IV Convegno Ecclesiale di Verona tenuto nel mese di ottobre che aveva come tema “Testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo”; questo convegno aiuterà la Chiesa Italiana a fare un salto di qualità nella pastorale così da poter dare alle comunità parrocchiali un volto missionario. Riguardo a questo argo2 mento, un delegato che ha partecipato al convegno mi ha lasciato questa testimonianza: Dalle giornate del Convegno di Verona, in particolare dai lavori di gruppo centrati sui cinque ambiti previsti dalla traccia - vita affettiva, lavoro e festa, fragilità, tradizione, cittadinanza - emerge innanzitutto una sollecitazione ad uscire da una logica di pastorale di settore, così come si è fatto finora e ben rappresentata dalla suddivisione in uffici all’interno delle Diocesi per muoversi verso una visuale di pastorale integrata. Come ben ricordava il prof. don F. G. Brambilla nella relazione di apertura “la rappresentazione diffusa delle funzioni della pastorale (annuncio, celebrazione, comunione, carità, missione,...) ha sovente preso nella pratica un andamento molto settoriale... con danno prevedibile all‘unità della vita cristiana e della missione ecclesiale” e incapacità di “servire alla vita quotidiana della gente”. L’invito del prof. Brambilla era ad “indicare percorsi e strumenti per «immaginare la Chiesa» del terzo millennio” e questo attraverso “la scelta prioritaria della missionarietà della parrocchia”. E la sintesi dei lavori dell’ambito “lavoro e festa” faceva eco parlando di una vera e propria vo- glia di uscire fuori dalle parrocchie, di produrre una «pastorale più missionaria»... di «portare fuori la speranza» ... attraverso la testimonianza cristiana in luoghi che solitamente non sono avvezzi a riceverla”. In conclusione, vorrei salutare Rita, che lascia il servizio al CMD dopo 26 anni, la ringrazio a nome di tutti gli amici del CMD e dell’Arcivescovo per il suo lavoro svolto con passione verso la missione e con amore verso i missionari. Auguro a lei per il suo futuro serenità e ogni bene. La pace del Bambino Gesù sia nei nostri cuori, tra le religioni e nel mondo intero. Buon Natale a tutti! don Carlo Speccher ESPERIENZA ESTIVA IN MISSIONE Africa, America Latina, Asia, realtà di povertà e di sofferenza viste in televisione, lette sui giornali, sentite descrivere. Ma dietro quel video, quelle pagine, quelle parole, ci sono respiri, lacrime e sorrisi. Se vuoi dare un nome a quei volti e vedere cosa c’è oltre le immagini e le parole stampate, PARTI CON NOI. COS’É? È un’esperienza di conoscenza e di condivisione che si vive in gruppo, cercando, con l’aiuto del missionario, di relazionarsi con le persone del luogo, di comprenderne lo stile di vita, i problemi e i motivi di gioia. PER INFORMAZIONI: Nei mesi di ottobre, novembre e dicembre tutti i mercoledì dalle 18.30 alle 20.00 presso il Centro Missionario 3 www.misna.org Quando diversi anni fa alcune congregazioni missionarie le stesse che ancora oggi la sostengono garantendone la totale indipendenza - decisero di dar vita a MISNA, oltre al desiderio di “dar voce a chi non ha voce” (o per meglio dire a chi non viene mai ascoltato), più di tutto le incoraggiò la riflessione sulle grandi potenzialità rappresentate dalla rete capillare di missionari e missionarie distribuiti in tutto il Sud del Mondo. Grazie a questa fonte principale, integrata da esponenti della società civile, operatori umanitari e volontariato in genere, dal dicembre 1997 la MISNA (Missionary International Service News Agency) fornisce quotidianamente notizie ‘da, su, e per’ il Sud del Mondo. Partendo da queste premesse, come entità giornalistica in qualche modo atipica, la MISNA, spesso definita agenzia di notizie ‘alternativa’ o di ‘controinformazione’, intende soprattutto essere fonte integrativa e talvolta correttiva delle troppe ripetitive ‘informazioni geneticamente modificate’ di solito disponibili attraverso i grandi fornitori ‘globali’ di notizie. Persone, conflitti, territori e vicende spesso dimenticati e marginalizzati - incluse le Giovani Chiese che, insieme ad altri uomini e donne di buona volontà, svolgono spesso nel Sud del Mondo un ruolo decisivo per la difesa dei diritti umani, della pace, della giustizia e dello sviluppo - costituiscono al tempo stesso la fonte e l’oggetto privilegiati del lavoro redazionale, teso a produrre “dialogo e ponti” senza facili e dannosi sensazionalismi. 4 RIFLESSIONE SU TEMI E TEMPI PASTORALI TEMPO DI ATTESA ATTENDERE: un’esperienza caratteristica della vita dell’uomo. Attendono con ansia i genitori la nascita del figlio, attende il giovane l’esplosione dell’amore, attendono i prigionieri la libertà, attende l’anziano solo la compagnia di qualcuno, attendono i profughi il ritorno in patria, attende un lavoro il disoccupato, attendono i disperati delle carrette del mare l’approdo alla riva, attendono popoli interi la fine delle tante guerre che ancora insanguinano il mondo, attendono giustizia molti oppressi... Dire attesa è dire sofferenza per qualcosa che manca, ma anche ricerca attenta e costante, tensione verso qualcosa d’altro, verso qualcuno... Il tempo di Avvento ci invita ad andare oltre, a mettere in questione noi stessi e la storia del mondo, per guardare con occhi di fede a quanto succede vicino e lontano da noi, a quanto noi stessi stiamo costruendo ed aprirci ad accogliere Lui, il Salvatore, che anche oggi viene a saziare la sete di vita, verità e gioia presente in ogni uomo. Il Salvatore viene, ma occorre preparargli la strada. Dio preparò a lungo l’Incarnazione del Figlio, la fece emergere silenziosamente dall’esperienza dell’umanità. Si preparò un popolo, mandò i profeti, ultimo Giovanni per indicare “La luce che veniva nel mondo”, ma soprattutto per Suo Figlio, Dio preparò una Mamma. Maria è la donna della speranza, aperta alle novità che Dio può compiere. Sicura nella promessa di Dio, si mette totalmente a sua disposizione. Maria sa su chi è fondata la sua speranza, e nella sua umiltà prende atto, considera e annuncia le grandi opere di Dio. Nel Magnificat vede anticipato e realizzato il futuro, nonostante l’ingiustizia, la prevaricazione dei potenti, l’oppressione dei ricchi sui poveri, presenti anche ai suoi tempi, perché sa vedere ciò che Dio ha fatto ed è certa che continuerà a realizzare il suo progetto di amore e di vita. Maria, donna della speranza, può portare in grembo e dare alla luce Gesù, l’Uomo Nuovo che vive la Speranza. Egli sa che essa si realizza solo nella Volontà del Padre. Per questo, incarnandosi dice: “Eccomi, io vengo per fare la tua volontà” e al momento della Croce ripete: “Sia fatta non la mia, ma la tua volontà”. A questo Bambino, Dio ha affidato la sua dichiarazione d’amore per tutti gli uomini. L’Amore non è colui che dà, ma Colui che viene. Il Figlio di Dio si è fatto Figlio dell’Uomo per camminare con gli uomini fino alla fine dei tempi, fino agli estremi confini del mondo, finché tutti gli uomini giungeranno là dove Egli è partito. E’ questa la Speranza a cui dobbiamo preparare la strada e che siamo chiamati ad accogliere e testimoniare. 5 PER UN CAMMINO COMUNE La Chiesa esiste per evangelizzare Il primo incontro degli animatori missionari, svoltosi il 5 novembre a Trento, è stato un momento di riflessione sul cammino che i gruppi missionari stanno portando avanti, a livello parrocchiale e decanale, con la catechesi; infatti il percorso che vogliamo percorrere, in linea con il piano pastorale, desidera penetrare in alcuni ambiti della pastorale per aiutarla ad assumere una dimensione missionaria, caratteristica fondamentale della Chiesa. In un primo momento, partendo dal vangelo, sono state individuate le quattro tappe che hanno portato gli apostoli ad essere annunciatori e testimoni della Parola. 1. Primo annuncio della Parola (Gesù chiama) Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici che stessero con lui e anche per mandarli a predicare e perché avessero il potere di scacciare i demòni. (Mc 3, 13-15) 2. Formare alla mentalità di fede - catechesi - (Gesù insegna) Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri”. (Gv 13, 3435) 3. Fare esperienza di Chiesa (Gesù educa) Gesù prese con sé gli apostoli e si ritirò verso una città chiamata Betsàida. Ma le folle lo seppero e lo seguirono. Egli le accolse e prese a parlar loro del regno di Dio e a guarire quanti avevan bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: “Congeda la folla, perché vada nei villaggi e nelle campagne dintorno per alloggiare e trovar cibo, poiché qui siamo in una zona deserta”. Gesù disse loro: “Dategli voi stessi da mangiare”. Ma essi risposero: “Non abbiamo che cinque pani e due pesci. (Lc 9,10-13) 4. Diventare testimoni e annunciatori (Gesù manda) ...Gesù disse: “A me è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Perciò andate, fate diventare miei discepoli tutti gli uomini del mondo; battezzateli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo; insegnate loro a ubbidire a tutto ciò che io vi ho comandato. Io sarò sempre con voi, tutti i giorni sino alla fine del mondo”. (Mt 28,18-20) 6 Nei lavori di gruppo, ci siamo fermati primariamente a riflettere sul nostro cammino di missionari, sul mandato che Gesù oggi rivolge anche a noi e ci siamo chiesti: cosa è fondamentale per poter parlare di Cristo e dargli una testimonianza credibile come quella dei primi apostoli? “Gesù stesso, per mezzo dei discepoli, fece diffondere in tutto il mondo, dall’oriente fino all’occidente, il sacro e perenne messaggio della salvezza eterna. Amen. (conclusione vangelo di Marco versione interconfessionale) “Quanto a noi, non possiamo fare a meno di parlare di quelle cose che abbiamo visto e udito”. (Testimonianza di Pietro e Giovanni davanti al Sinedrio At 4,20) - una conversione continua che parta dall’incontro con Cristo e venga alimentata da un cammino di disponibilità e spiritualità; - accoglienza e ascolto della persona - la formazione approfondita aperta a tutti; - coniugare l’annuncio con la carità per essere testimoni credibili ciascuno nel proprio ambiente. In un secondo momento, nei lavori di gruppo, ogni membro ha esposto la situazione della catechesi nella propria parrocchia o decanato, con l’aiuto delle seguenti domande: A chi è rivolto tale insegnamento? - A tutti nella liturgia Ai ragazzi fino alla terza media Ci sono alcune esperienze di post-cresima e gruppo giovani Catechesi degli adulti “gruppi di ascolto” sporadici Incontri biblici interparrochiali Chi si prende carico di questo? - Catechisti Genitori Religiosi Parroco Laici preparati 7 Esistono esperienze positive di collaborazione tra i gruppi di catechesi e il gruppo missionario nel tuo decanato? - Contatti per l’animazione dell’Ottobre MIssionario; - la catechesi inizia il giorno della Giornata Missionaria Mondiale nel quale viene dato il mandato missionario a tutti i catechisti; - cantori della stella e infanzia missionaria; - durante la quaresima di fraternità, i giovani, animano la Via Crucis e sostengono iniziative missionarie; - chiusura anno catechistico; - coinvolgimento di ragazzi per serate con missionari; - catechesi domenicale per genitori e figli insieme. Quali suggerimenti ritieni indispensabili per intessere un rapporto proficuo con i catechisti? - momenti di preghiera insieme; - incontri di programmazione a inizio anno - pensare alcuni momenti di formazione comune, curando anche i rapporti interpersonali fra i membri dei gruppi; - incontri periodici con i catechisti per fare rete e intessere un cammino comune coinvolgendo il Consiglio Pastorale; - invitare i rappresentanti dei catechisti a partecipare ad alcuni incontri del Gruppo Missionario; - Per iniziare un cammino con giovani e adolescenti è indispensabile intessere un rapporto con le loro famiglie; - invitare i missionari a parlare ai gruppi di catechesi; - diffondere tra i catechisti gli itinerari formativi delle POIM e alcune lettere di missionari. NOTA A TUTTI GLI ANIMATORI: da quest’anno le comunicazioni avverrano esclusivamente dalle pagine di Comunione e Missione. Il prossimo incontro sarà DOMENICA 21 GENNAIO. 8 123456789012345678901234567890121234567890 123456789012345678901234567890121234567890 123456789012345678901234567890121234567890 123456789012345678901234567890121234567890 123456789012345678901234567890121234567890 123456789012345678901234567890121234567890 123456789012345678901234567890121234567890 123456789012345678901234567890121234567890 libri e libretti per l’a vvent o e l’avvent vvento il na tale nat All’inizio dell’Avvento suggeriamo alcuni libri e sussidi, sia per bambini e ragazzi che per adulti, che ci accompagneranno durante il tempo dell’Avvento fino alla domenica del Battesimo di Gesù. Ai bambini più piccoli che hanno cominciato la catechesi, si potrebbe regalare Il NATALIBRO che permette di realizzare un libro di 8 pagine animate: raccontano con immagini da ritagliare e colorare la storia del Natale di Gesù. Il bambino trascorrerà piacevolmente delle lunghe ore, impegnato in una creazione manuale di cui sarà soddisfatto e che richiederà a volte l’aiuto di mamma o papà. Sarà un ottimo pretesto per discutere e riflettere in famiglia. (EMI; € 1,50) L’EMI propone un altro Cammino di Avvento per Natale con il librettino SEMPLICEMENTE BUON NATALE: FACCIAMO IL PRESEPE CON PAPI, pensato in modo particolare per la catechesi, ma anche per recuperare il vero senso del Natale, in uno spirito missionario e solidale. Ai ragazzi si propone di realizzare un presepe povero utilizzando unicamente materiali di recupero e seguendo, giorno dopo giorno, la vita di Papi, un bambino del Ciad. Ogni settimana, oltre alle indicazioni per la realizzazione manuale del presepe, ci sono riflessioni, preghiere e suggerimenti per l’impegno personale. (€ 1,50) Le Paoline hanno pensato ad UNA TENDA PER GESÙ: ITINERARIO DI AVVENTO PER BAMBINI E RAGAZZI, una “tenda” da costruire per ospitare Gesù che viene in mezzo a noi. Si comincerà col preparare il terreno, poi si pianteranno i pali di sostegno, quindi si stenderà la tenda e si tireranno bene le corde per darle stabilità! Questo itinerario simbolico aiuterà i ragazzi a crescere in alcuni atteggiamenti necessari all’accoglienza: la fiducia, l’attenzione, la disponibilità, la generosità, la gratuità … Il libretto è agile, semplice, arricchito di storie e disegni. (€ 4,50) 9 Di taglio missionario, il sussidio VENGA IL TUO REGNO: CON I POPOLI DEL MONDO IN CAMMINO VERSO IL NATALE si presenta sottoforma di un poster da appendere in camera o in uno spazio comune della casa. I popoli di tutti i continenti accompagnano il ragazzo con preghiere, figure suggestive e colorate, messaggi di approfondimento e proposte di impegno concreto. (EMI, € 1,50) Per gli adulti consigliamo il sussidio curato da p. Zanotelli CAMINERANNO I POPOLI ALLA TUA LUCE. Partendo da un dato di fatto devastante “siamo dentro un sistema che permette a pochi di papparsi quasi tutto, con la conseguente morte di fame di 50 milioni di persone all’anno”, padre Zanotelli provoca le nostre coscienze - è importante in questo Avvento riconoscere prima di tutto che viviamo nelle tenebre” - e ci stimola: svegliati, tu che dormi, rimettiti in piedi, guardati intorno, datti da fare. Per celebrare attivamente questo periodo, il libretto è ricco di riflessioni, preghiere provenienti per lo più dalle giovani Chiese (Camara, Casaldàliga), celebrazione della Parola sul tema della pace. (EMI, € 2,30) Un altro percorso, IN CAMMINO. NATALE 2006, è incentrato sulla necessità per i cristiani di uscire dal torpore procurato dal benessere e sul tema della speranza. Propone dei testi, presi dalle letture bibliche, presentati e attualizzati e delle preghiere su tematiche legate alle grandi sfide del mondo attuale. (EDB, € 3,30) Infine, lo splendido libro di p. Battistella NUOVI STILI DI FEDE: NATALE E PASQUA FESTE DELLA SPERANZA, potrebbe essere un bel regalo da fare a parenti e amici. Il volume raccoglie delle riflessioni fatte dall’autore in diversi momenti e luoghi, riflessioni che sembrano poesie … anche se non lo sono, e che aiutano a meditare sul significato profondo della vita, della storia e dei misteri che stanno alla base della fede. Auguriamo a tutti i lettori un Natale di Pace e di Gioia! 10 NEL CUORE DELLA MISSIONE TRACCIA PER LA PREGHIERA (270) “IL VERB O ERBO SI È FAT TO CARNE E HA POSTO LA SUA TENDA IN MEZZO A NOI.” LETTURA DAL VANGELO DI GIOVANNI (1,1-18) In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta. Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto. A quanti però l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità. Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia. Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato. PREGHIAMO A CORI ALTERNI CON IL SALMO 72 Dio, dà al re il tuo giudizio, al figlio del re la tua giustizia; regga con giustizia il tuo popolo e i tuoi poveri con rettitudine. Le montagne portino pace al popolo e le colline giustizia. Ai miseri del suo popolo renderà giustizia, salverà i figli dei poveri e abbatterà l’oppressore. Il suo regno durerà quanto il sole, quanto la luna, per tutti i secoli. Scenderà come pioggia sull’erba, come acqua che irrora la terra. Nei suoi giorni fiorirà la giustizia e abbonderà la pace, finché non si spenga la luna. E dominerà da mare a mare, dal fiume sino ai confini della terra. A lui si piegheranno gli abitanti del deserto, lambiranno la polvere i suoi nemici. Il re di Tarsis e delle isole porteranno offerte, i re degli Arabi e di Saba offriranno tributi. segue a pag. 12 11 A lui tutti i re si prostreranno, lo serviranno tutte le nazioni. Egli libererà il povero che grida e il misero che non trova aiuto, avrà pietà del debole e del povero e salverà la vita dei suoi miseri. Li riscatterà dalla violenza e dal sopruso, sarà prezioso ai suoi occhi il loro sangue. Il suo nome duri in eterno, davanti al sole persista il suo nome. In lui saranno benedette tutte le stirpi della terra e tutti i popoli lo diranno beato. SPUNTI DI RIFLESSIONE (di don Piero Rattin) Nelle cose che ci premono davvero, non siamo mai generici o banali: amiamo essere precisi, cerchiamo di capire bene, anche a costo di approfondire e di riflettere con un po’ di fatica. Anche a Giovanni, l’autore del quarto vangelo, premeva molto Gesù Cristo e quello che con Lui era accaduto; gli premeva tanto che quando scrisse il suo vangelo ci mise davanti una pagina d’introduzione e la scrisse non in forma di prosa, ma di poesia. La prosa si fa presto a leggerla, e anche a capirla; ma la poesia no: la poesia richiede che ci si fermi a gustare le parole, a contemplare… La pagina del prologo è poesia, che canta, celebra il Mistero dell’Incarnazione. Perché “mistero”? Perché è troppo grande per abbracciarlo tutto, troppo bello per poterlo contemplare con uno sguardo solo e poi chiudere il libro… Quanto al termine “incarnazione”, è evidente che c’entra con la parola “carne”: e cosa c’entra la carne con il Natale di Gesù? Ce l’ha detto l’evangelista, in quella frase che è il momento più alto (o più profondo) della sua poesia: “Il Verbo si è fatto CARNE e venne ad abitare in mezzo a noi”. Ecco perché parliamo di “Mistero dell’Incarnazione”. Occorre premettere subito che questo nome “Verbo” vuol dire “Parola”: così Giovanni chiama il Figlio di Dio. Esisteva da sempre, eterno, ed è venuto in mezzo a noi; e perché lo potessimo vedere e toccare, si è fatto “carne”, come siamo fatti di carne tutti noi. Ma perché Giovanni non si è limitato a dire che “si è fatto uomo”?. Quando la Bibbia usa la parola “carne” è perché vuol essere molto concreta: “umanità”, per la Bibbia, è una parola un po’ troppo generica (proprio come era generica per Sartre, il famoso filosofo francese, che diceva: Io amo l’umanità, sì; sono le persone concrete che mi riescono insopportabili!). segue a pag. 17 12 6 GENNAIO 2007 - GIORNATA DEI RAGAZZI MISSIONARI GESÙ È RISORTO: INIZIA LA MISSIONE Può essere portata all’altare una lampada o candela che rappresenta “La luce vera” che ci può salvare. Canto iniziale Cel.: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Tutti: Amen. Guida: Vi è mai capitato di trovarvi all’aperto in una notte buia? Provate a chiudere gli occhi e capirete. Buio, cioè nero: non si distinguono gli oggetti e le persone, non si sa dove mettere i piedi. Solo una Luce ci può salvare! Ecco perchè il Signore creò il primo giorno la luce e la separò dalle tenebre. Gli uomini hanno scoperto il fuoco e hanno poi inventato lanterne, lampadine, candele. Dio che è Luce Vera, ci ha donato le stelle e con esse la luna e il sole. Venuto nel mondo ha voluto presentarsi a tutti i popoli della terra e ha acceso una stella in cielo perchè anche da lontano i Magi potessero arrivare a Betlemme. La stella illumina il cammino di tutti noi, ci chiama a seguirla, a farla notare anche a chi non l’ha ancora vista. Cel.: Oggi festa dell’Epifania, ricordiamo che Gesù è venuto tra noi per portarci la luce della salvezza e della vita ed è compito di chi come noi ha ricevuto questa luce, donarla a tutti coloro che ancora vivono nel buio. Canto dell’Alleluia Cel.: Dal Vangelo secondo Matteo Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: “Dovè il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo”. All’udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s’informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia. Gli risposero: “A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: ‘‘E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei 13 davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo, Israele”. Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme esortandoli: “Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo”. Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese. Parola del Signore. Tutti: Lode a Te o Cristo Canto: Astro del Ciel Guida: Seguendo il cammino giornaliero del sole vogliamo dare luce e suscitare i colori nella vita di tutti i bambini. I Bambini dell’Aurora, sono quei bimbi che vivono in Asia, la terra dove sorge il sole, dove ogni alba spesso si trasforma in una grigia compagna di fatica. Lett.1: Signore, abbiamo messo le mani sul tuo arcobaleno: siamo riusciti a bucare l’azzurro con le esalazioni di rifiuti radioattivi; abbiamo lacerato il verde con miliardi di tonnellate di immondizie. Ma soprattutto, l’egoismo individuale e collettivo ha fatto strappi nel rosso; la sete di guadagno sta divorando il giallo; gli odi razziali stanno frantumando l’arancione; il commercio delle armi sta macchiando di nero l’indaco e il violetto trasuda del dolore dei piccoli, sfruttati dagli adulti. Quando riusciremo, Signore, a far luce sulla nostra stupidità e a restaurare l’Alleanza con il mondo? Guida: I bambini del Meriggio vivono nell’Africa bruciata da un sole 14 infuocato, dove guerre senza fine uccidono persone, inquinano fiumi, laghi e colline. Lett.2: Basta una stella, un uccello, un fiore. Un sorriso, un bambino, una nube. Una casa, un amico, una speranza. Basta, ricostruiremo il mondo. Un mondo di stelle, uccelli, fiori, sorrisi, bambini, nubi, case, amici, speranze. Abbiamo bisogno di un mondo nuovo, allegro, semplice, chiaro, con molto sole. Guida: I bambini della Notte vivono in America Latina dove le notti sono abitate da migliaia di bambini che non sanno dove andare a dormire, bambini abbandonati e sfruttati. Lett.3: Quando un bambino si presenta alle porte del Regno, Dio scruta il volto: se sorride, se è paffuto, se è birichino. Gli fa una carezza e lo iscrive nella lista degli angeli. Se ha il volto spento, le braccia scheletriche, il ventre gonfio, il sorriso sbiadito, Dio lo abbraccia e lo mette fra gli angeli più vicini al suo trono. Poi chiama in giudizio i grandi della terra. “Quello che non avete fatto al più piccolo dei miei figli, non lo avete fatto a me. Non bussate al mio Regno, non vi aprirò mai”. Canto Guida: Ascoltiamo ora il racconto di un bambino italiano, testimone di Gesù risorto, che dopo aver ascoltato la terribile notizia dello Tsunami del 2004 nel Sud-Est Asiatico, si è rimboccato le maniche comportandosi da vero ragazzo missionario. Lett.4: Io non ho fatto niente di straordinario. Ho fatto quello che ha detto la mia coscienza. Un giorno ho detto ai miei genitori: “Io sto bene, perché gli altri devono soffrire?” Il 26 dicembre era successa una cosa bruttissima: il maremoto nel SudEst Asiatico. Così ho pensato di fare un salvadanaio, ho cercato di raccogliere quanto più potevo, anche rinunciando a qualcosa che a me non serviva. Ho consegnato i soldi raccolti al mio parroco il quale li ha portati personalmente in Sri Lanka 15 ad alcune famiglie di pescatori, privati di ogni mezzo per poter pescare. Mi sento molto soddisfatto perché spero che queste famiglie molto lontane adesso non abbiano più fame. La mia raccolta però non è finita, perché voglio continuare la mia missione anche ora che di questa grande tragedia non se ne parla più. ADORAZIONE DEL BAMBINO Guida: Come i Magi anche noi vogliamo adorare il Bambino Gesù e offrirgli il frutto del nostro impegno in favore di tutti i bambini del mondo. (Accompagnati da un canto natalizio i bambini si recano a baciare il Bambino Gesù portando i salvadanai con le offerte per la Giornata Mondiale dell’Infanzia Missionaria. Nelle parrocchie dove si è svolta l’iniziativa dei Cantori della Stella i bambini nei loro costumi portano all’altare le offerte raccolte e la loro Stella.) MANDATO MISSIONARIO AI RAGAZZI Cel.: Gesù ha detto un giorno: “ Io sono la luce del mondo, chi viene con me, non fa la strada al buio”. Il buio di cui parla Gesù è il male: l’odio, la guerra, la povertà, l’ingiustizia, l’egoismo. Non dimentichiamo mai che la luce della fede non è solo per noi ma per il mondo intero. Accendiamo la nostra luce e vedremo splendere nel mondo i colori della pace, del perdono, della fraternità. Tutti: Illuminati da Cristo e pieni del suo amore, dobbiamo diventare per i nostri fratelli luce e guida verso di Lui. Noi non abbiamo raggiunto la nostra meta, ma siamo solo ragazzi che hanno ricevuto gratuitamente da Dio una missione: quella di essere luce. Come la stella, anche noi siamo in cammino e arriveremo al luogo dove sta il Bambino e lì ci fermeremo solo quando vi giungeranno anche coloro che siamo chiamati a illuminare e guidare. Cel.: Recitiamo assieme la preghiera che Gesù ci ha insegnato: Tutti: Padre nostro… Benedizione Canto finale 16 “Carne”, per la Bibbia, è l’umanità concreta di ogni essere umano, uomo o donna che sia; “carne” è nascere e crescere, in situazioni normali oppure precarie; è vivere, cioè alzarsi ogni mattina e muovere mani e piedi e cervello, a volte con ebbrezza, a volte con fiacca e con fatica…perché “carne” è anche sinonimo di cose storte da affrontare, di ostacoli contro cui lottare; “carne” è sinonimo di entusiasmo, ma anche di abbattimento; può voler dire star bene, essere pimpanti, ma può anche voler dire debolezza, fragilità, malattia, morte. Insomma, “carne” è proprio la nostra vita concreta, quella che si snoda giorno dopo giorno…la vita delle nostre famiglie, 24 ore su 24, anzi – meglio ancora – la vita della tua famiglia…Ecco dove viene ad abitare il Figlio di Dio! La grotta di Betlemme l’ha lasciata ben presto perché è proprio nella nostra vita che viene a dimorare! Ecco cosa vuol dire “mistero dell’Incarnazione”! E già qui allora – per chi prega e medita con sensibilità “missionaria” - si ha un’indicazione di metodo, ma anche di stile e di comportamento, che diventa un tutt’uno con l’annuncio cristiano: la buona notizia del Vangelo la si può comunicare solo attraverso una condivisione di vita, solo con un camminare fianco a fianco di coloro che di quella bella notizia sono i destinatari. L’esistenza storica di Gesù non farà che confermare questo principio. E qui l’evangelista e poeta Giovanni diventa ancora più concreto: nella sua lingua (il greco) non dice che il Verbo è venuto ad abitare in mezzo a noi (han tradotto così ma non è esatto!). Lui dice che “si è fatto carne e ha posto la sua tenda in mezzo a noi!”. E qui la bella notizia, che è il vangelo, raggiunge proprio il culmine! Perché la tenda? Perché mai il Figlio di Dio, che viene tra noi, preferisce la tenda alla casa? Perché siamo tutti nomadi nello spirito e nel cuore, e i nomadi – sia allora che oggi – abitano sotto le tende. Vi abitano provvisoriamente, perché oggi sono qui e domani sono da un’altra parte: la tenda è l’abitazione di chi vive da viandante… Che poi noi abitiamo in case di mura o di cemento, e ci abitiamo stabilmente, specialmente se abbiamo la fortuna di essere proprietari invece che inquilini, non pregiudica affatto la nostra condizione di viandanti. Forse che la vita che facciamo è sempre quella? Chi può dire che la nostra situazione di oggi è la stessa di trenta o quaranta anni fa’ e che niente è cambiato? Altro che se cambiano le situazioni nelle nostre famiglie: prima ci sono i figli piccoli, poi crescono, poi viene il giorno che si sposano e se ne vanno, poi si diventa nonni…Per 17 non dire dei giorni che si susseguono con tutto il loro varietà – quelli belli, quelli così così, e quelli brutti – non ce n’è uno eguale all’altro: no, neanche chi vive da solo può mai dire che la vita è sempre la stessa e che tutto è come sempre… “Viaggio” è la vita: per tutti, anche se vivessimo 100 anni nella stessa casa di mura o di cemento. Mura o cemento potranno essere sempre quelli, ma noi no: noi cambiamo in continuazione, e anche le situazioni che viviamo cambiano: noi siamo “nomadi”, tutti quanti! Allora si capisce perché Dio ha piantato la sua tenda in mezzo a noi: per essere davvero con noi sempre, via via che la nostra vita procede! Per essere con noi in ogni esperienza che facciamo; perché non ci sia nessuna situazione in cui si debba dire: non c’è - o - chissà dov’è… No, non lo possiamo più dire. “A quanti l’hanno accolto - dice il vangelo - ha dato il potere di diventare figli di Dio!”. Il potere: che potere sarà? Il potere dell’amore: se Dio abita con noi, in ogni situazione, abbiamo la certezza di essere amati, accettati, compresi, così come siamo, con tutti i nostri pregi e difetti. E oltre che amati, illuminati: è come avere una luce che ci permette di vedere e di capire ciò che viviamo. Oh, non che la sua presenza ci esoneri da rischi o da prove, ma è come sentirsi abitati da Qualcuno che è più forte di noi; Qualcuno che ci dà la certezza che l’ultima parola non sarà quella della morte, ma della vita in pienezza e per sempre. Ecco quale potere ci dà la sua presenza, il suo abitare tra noi nella tenda: il potere di vivere con dignità, da figli di Dio! Questo è il “mistero dell’incarnazione”! Per la riflessione personale o di gruppo: - L’abbiamo accolto? Ci crediamo che è davvero così? - Quanta disponibilità alla condivisione c’è nelle nostre relazioni quotidiane? - La certezza che il Dio in cui crediamo è il “Dio della tenda” ci consente di guardare con speranza (invece che con pessimismo) i fenomeni di mobilità del nostro tempo? - “Missione” ha più a che vedere con nomadismo, cammino, esperienza di viandanti, che con sedentarietà o arroccamento su posizioni inamovibili. Ma noi - nel nostro spirito - siamo viandanti o sedentari? 18 Irene ci racconta la sua Esperienza Estiva fatta ad agosto in Kenya. P er la prima volta dal mio ritorno, sfoglio le pagine del mio taccuino keniota, non ne avevo ancora trovato il coraggio. Volevo rivivere quelle emozioni a mente fredda, ma mi accorgo che è ancora troppo presto. Non ci credo che sia già passato questo cortissimo mese di agosto: questa doveva essere L’Esperienza dell’anno, e forse anche la più significativa che io avessi mai fatto. Lo è stata, ma è passata in un attimo. Chiacchierando con i miei compagni di gruppo abbiamo ricordato insieme l’“inconsapevolezza” con la quale ci siamo iscritti al corso del Centro Missionario Diocesano, che prepara per l’esperienza estiva di un mese in missione: vedevamo agosto così lontano. Gli incontri mensili di preparazione proposti dal Centro, sono volati, tra riflessioni, risate, chiacchiere e discussioni. Ed è subito arrivato il momento di partire. In realtà il mio gruppo ha avuto una storia particolare: infatti, ad aprile, quando la Commissione ci ha comunicato le diverse mete, eravamo stati destinati al Brasile, in piena Foresta Amazzonica. Ho passato tre mesi ad immaginarmi Indio, alberi secolari ed insetti dalle dimensioni spropositate, a sognare davanti alle cartine dell’America Latina, a sfogliare libri sudamericani e… a studiare il portoghese, seguendo le lezioni organizzate dal Centro. Non era destino. Il 5 luglio, nemmeno un mese prima della partenza ed appena un’ora dopo il mio orale di maturità, euforica per aver finalmente finito, ricevo la telefonata del Centro missionario. Fallita la compagnia aerea che avrebbe dovuto portarci al di là dell’Oceano. Più volte, durante il corso, ci avevano parlato di questi imprevisti: l’importante è l’esperienza in sé, non DOVE si fa. Credo che di questo il mio gruppo possa dare un esempio positivo: abbiamo accolto come una sorpresa e senza agitarci questo cambio di programma. E ne è valsa la pena. Nuova destinazione: Nanyuki, Kenya, cittadina alle pendici dell’omonimo monte. Ci ha ospitati, e sopportati per un mese Giuseppe Zencher, missionario laico di Rovereto e responsabile del Rural Training Center. La prima Africa che ho visto è stata durante le tre ore di strada tra Nairobi e Nanyuki, a bordo del Toyota di Giuseppe: ogni momento, ogni pae19 saggio, ogni situazione riempiva gli occhi. È stato un viaggio silenzioso, trascorso a tratti concentrata ad osservare dal cassone del Toyota, a tratti in cabina, incantata dai racconti di Giuseppe. Giuseppe è uno che “ne sa”, ormai da 48 anni al servizio della gente nel continente più antico del mondo. Una persona pacata, che, nel bel mezzo di un’ordinaria conversazione, ti snocciola senza presunzione aneddoti incredibili, che ha la capacità di capire al volo chi gli sta di fronte, di radiografarti. Nel mese passato insieme, gli aspetti che mi hanno colpito di più di Giuseppe, sono stati l’autocontrollo, anche davanti a situazioni di disagio e difficoltà, ed una fede e una fiducia nel prossimo invidiabili. La domanda che mi sento porre più spesso da chi rivedo dopo l’esperienza è “Che cosa facevate? C’era una giornata tipo?”. Non FACEVAMO niente. Eravamo lì per guardare, per renderci conto, per iniziare a capire che cos’è la realtà della missione. Eravamo lì per vivere questo mese assieme a Giuseppe. Il Rural Training Center comprende una scuola professionale, un ospedale per malati terminali e un centro di assistenza per bambini orfani malati di aids. Che cosa abbiamo fatto? Abbiamo giocato, ballato e cantato con i bambini, abbiamo dato una mano a rinfrescare alcuni laboratori della scuola, ma 20 ci sono stati giorni in cui abbiamo fatto quasi vita da turisti, visitando qualche città vicina o facendo acquisti al mercato Masai di Nairobi. E ogni viaggio, ogni SAFARI, era una scoperta, un capire qualcosa in più della realtà nuova che ci circondava. L’altra domanda frequente è “Com’è l’Africa?”. Com’è l’Africa… non solo non so come sia l’Africa, ma so anche ben poco del Kenya: so che ho ammirato i più vari paesaggi, dal deserto sabbioso a quello roccioso, dalla savana alle distese di grano e di mais; so che le persone sono accoglienti ed ospitali, apparentemente HAKUNA MATATA (senza problemi), che i bambini ti seguono sorridendo e gridando “JAMBO MZUNGU! (ciao bianco)”. So però anche che, se lo fanno, è perché vorrebbero una moneta o una caramella. So che è calma e pacata, la gente africana: “Non fare oggi quello che qualcun altro potrebbe fare domani”, ci diceva Giuseppe scherzando. Non credo di essere tornata cambiata né sconvolta: certo, credo che l’aver “messo il naso” in una realtà così lontana dalla nostra, di sicuro lasci un segno, una sorta di apertura, di disinibizione verso la diversità. Non mi sento diversa da come ero quando sono partita: non so ancora come sia l’Africa, ma spero che il pezzetto di questa che ho vissuto, si faccia sentire a poco a poco. E faccia rumore. Irene - di Trento Esperienza Estiva in Kenya “Oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia…” Lc 2,11-12 E’ questa la Buona Novella che da duemila anni risuona nel mondo intero e raggiunge ogni uomo di buona volontà. Anche quest’anno desideriamo celebrare con fede rinnovata il mistero dell’incarnazione, che si è fatto visibile in un bambino debole e indifeso, portatore di vita vera e di pace. La scelta di amare i deboli e gli indifesi rimane la sfida di ogni giorno, ma anche la vera gioia del Natale che ci fa partecipare oggi più che mai a questo mistero di vita e di amore. Pur in mezzo a tante difficoltà, siamo spettatori di questa verità così concreta. Un giorno sentiamo dei lamenti non ben chiari, ma che ci fanno pensare al pianto di qualcuno. Decidiamo di andare a vedere fino a raggiungere un bambino, abbandonato in mezzo all’erba e visibilmente malnutrito. Lo portiamo in casa in attesa di poter cercare i genitori o qualcuno della famiglia. Le nostre ricerche sono vane, nessuno risponde ai nostri ripetuti appelli, fino a quando una famiglia della nostra missione decide di prenderlo in casa propria. Il bambino, chiamato Mosé (= salvato dalle acque), giorno dopo giorno ritrova la vita, quella vita negata forse a causa di un gesto di disperazione, e riassapora il calore di una famiglia: comincia a sentirsi a suo agio, chiama mamma e papà la coppia che lo ha accolto con amore e generosità, pian piano recupera le forze e il sorriso. Un nome nuovo, una vita nuova, una storia nuova che ricomincia, grazie alla scelta della solidarietà, della condivisione, dell’accoglienza, della difesa dei piccoli. È questa la vita che permette alla luce di Natale di brillare ancora oggi. È con questa fede e con questa speranza che guardiamo anche alla situazione della Costa d’Avorio, desiderosa di pace e di vita nuova. Al Bambino, Principe della pace, chiediamo di intercedere per ottenere il dono della pace nel mondo, non solo come assenza di guerra, ma anche come frutto della solidarietà e dell’impegno per il bene comune. Buon Natale. sr. Marisa Piva - di Canale (Pergine) Costa d’Avorio - C.M. di Villaregia 21 Il Natale della povera gente, il simbolo della speranza di un futuro per i propri bambini... P. Giuseppe ci scrive dall’Uganda. Q uello che più colpisce nelle visite fatte sono le migliaia di bambini che spuntano da tutte le parti e che invadono ogni spazio tra le piccole capanne. Essi sono il “Natale” della povera gente, il simbolo della loro speranza, che non tutto è finito, che c’è un futuro se non per loro almeno per i loro bambini. Sono i bambini che danno ragione di vita agli adulti. Se non ci fossero i piccoli l’esistenza dei grandi sarebbe senza senso in un mondo tanto insicuro e tanto incerto e pieno soltanto di miserie. È per loro, per i più piccoli, per coloro che hanno ancora una vita da sviluppare e da vivere che gli adulti trovano la forza di resistere, di sopportare tutte le umiliazioni, e il coraggio di rischiare la loro vita perché i loro figli abbiano la vita. Le promesse che Dio fece tramite il profeta Nathan a Davide sono le stesse promesse/speranze alle quali si aggrappano i poveri e gli emarginati. Dio disse a Davide: “Ti darò sicurezza, ti libererò dai tuoi nemici, ti darò una casa, renderò il tuo nome stabile e soprattutto ti sarò Padre e tu sarai mio figlio” (cfr. 2Sam 7,10-16). È questa la speranza di questo popolo abbandonato e lasciato orfano da uno stato che non si cura minimamente di esso … 22 È nel Dio della vita, nel Dio con noi, che la gente pone la sua ultima speranza. La presenza dei missionari, dei sacerdoti e religiosi locali, di laici impegnati, di Ong e associazioni umanitarie, malgrado le limitatezze dei mezzi e delle possibilità concrete di ribaltare il presente stato di cose, è segno di speranza e come il Giovanni Battista proclamano che il Signore è vicino, viene e viene proprio in questa notte santa. Certamente il Natale è un dono anche per i più fortunati e per tutti, perché in fondo e in maniera diversa siamo tutti prigionieri di qualcosa. Se non dei campi profughi, siamo prigionieri dei nostri egoismi, delle nostre paure di comunicare con un prossimo che troviamo sempre più invadente e insopportabile. Siamo prigionieri di una cultura che esalta valori fatui, irreali e perciò illusori. Siamo prigionieri della nostra paura alimentata dalle tante nostre insicurezze, alcune vere altre inventate da una cultura consumistica, per costringerci a consumare di più. Il Natale è il dono che Dio ci fa di se stesso per dirci che con Lui tutto è possibile, che non c’è più bisogno di barriere per difenderci, che è Lui stesso la nostra sicurezza, che nel suo Figlio siamo tutti diventati suoi figli. È la stessa speranza che si trova nel cuore dei ricchi e dei poveri, dei potenti e dei deboli che rende tutti uguali e che ci riunisce nell’amore del Padre rivelandosi nel suo Figlio nato per noi in questo santo giorno. E questo è il mio augurio per tutti voi: la pace, la gioia, la libertà e serenità di Gesù che viene tra noi in questa notte sia nei vostri cuori sempre. p. Giuseppe Filippi - di B.d.Bondone Uganda - Comboniano VIDEO DVD VIDEO DVD VIDEO DVD VIDEO DVD VIDEO a disposizione presso il centro missionario (non in vendita) PICCOLI LADRI In una Kabul devastata dalla guerra e dai bombardamenti, i piccoli Zahed e Gol Gothi vivono di espedienti in compagnia di un cane randagio. La madre è in carcere con l’accusa di adulterio, il padre con quella di essere un guerrigliero taliban. Con la compiacenza di alcune guardie, la sera vanno a dormire con la madre, ma un giorno trovano la porta sbarrata su ordine del direttore, che nega l’alloggio in carcere a chi non ha commesso reato. Decidono così di darsi al furto senza alcun successo, fino al momento in cui, in un cinema del bazar non vedono “Ladri di biciclette...” Un poetico omaggio al capolavoro di Vittorio De Sica. codice FL 50 - durata 93’ 23 SE I BAMBINI DANNO VOCE AI BAMBINI... Come ben noto ai lettori, la nostra Associazione, l’ACCRI è impegnata fortemente sul territorio fin dal 1987, anno della sua costituzione, per informare e sensibilizzare la cittadinanza sulle tematiche dell’interculturalità, del dialogo e della solidarietà tra i popoli con incontri e seminari pubblici, spettacoli, mostre, partecipazione a progetti di rete sul territorio, collaborazioni con realtà dell’associazionismo locale e con istituzioni locali. Una particolare attenzione è da sempre dedicata al mondo della scuola, dove siamo presenti con la proposta di sussidi originali e percorsi didattici di educazione all’intercultura, rivolti agli studenti; siamo inoltre impegnati nella formazione di insegnanti e operatori. Negli ultimi anni i volontari dell’ACCRI sono intervenuti anche nelle classi della Scuola Media di Baselga di Pinè, realizzando numerosi incontri ed avviando una collaborazione a sostegno del suo progetto “Muchachos Trabajadores”, per il recupero scolastico e l’avvio al lavoro dei ragazzi di strada di Babahoyo in Ecuador. Lo scorso anno i ragazzi di alcune classi hanno destinato al progetto il ricavato del tradizionale mercatino di Natale della scuola. Tra le molte attività di sensibilizzazione realizzate dall’Associazione, dal 2000 viene organizzato uno spettacolo canoro, “Ecuantiamo”, a sostegno del progetto “Muchachos Trabajadores”,alla cui gestione l’ACCRI sta collaborando dal 1994 a fianco della locale Associazione MAS (Movimiento Acción Social). Tre cori di bambini e ragazzi, coinvolti per l’occasione, con il loro repertorio di canzoni “danno voce” ai loro compagni coetanei dell’Ecuador, per una serata di solidarietà e informazione. 24 Si cerca di realizzare se possibile tale attività fuori dalla città di Trento, per decentralizzare la nostra presenza e fare conoscere al territorio provinciale più ampio la nostra realtà. Quest’anno, a partire dal legame con la scuola Media di Baselga, abbiamo chiesto la partecipazione delle classi di bambini e ragazzi, ottenendo una entusiastica adesione. Si è previsto così di portare l’iniziativa a Baselga di Pinè il 16 dicembre prossimo presso il Teatro del Centro Congressi Piné 1000. I cori che hanno aderito all’invito di esibirsi nel corso della serata sono tre cori locali tra cui quello della scuola musicale di Pergine Valsugana. Ai momenti di musica si alterneranno momenti di informazione sul progetto sia attraverso la proiezione di spezzoni di un video “Se Angél va a scuola” (storia di un ragazzo di strada di Babahoyo e del suo riscatto grazie al centro di formazione professionale “Las Mercedes” promosso e sostenuto dal progetto), sia attraverso le testimonianze di volontari dell’ACCRI rientrati dallo stesso progetto. Anche i ragazzi della scuola Media interverranno nel corso della serata per fare conoscere al pubblico presente i risultati di un lavoro di ricerca che da tempo stanno portando avanti sul tema del lavoro minorile. La partecipazione alla serata è gratuita e il pubblico potrà contribuire liberamente al sostegno del progetto “Muchachos Trabajadores”. Celebrazione del Mandato Missionario ai Cantori della Stella Martedì 26 dicembre alle ore 15 in Duomo a Trento, l’Arcivescovo Mons. Luigi Bressan affiderà il mandato ai Cantori della Stella. Alla celebrazione sono invitati tutti i ragazzi accompagnati da catechisti e genitori. Per informazioni contattare il Centro Missionario (0461/891270) o l’Ufficio Catechistico (0461/891250). 25 444 ARRIVI E PARTENZE DEI MISSIONARI 4 4 4 sono arrivati: dalla Bolivia dal Brasile dal Brasile dal Messico dalla Tanzania p. Dario Bona p. Fausto Beretta sr. Giovanna Perottoni sr. Amabile Minati p. Camillo Calliari Francescano Comboniano PIME Immacolatina Consolata sono partiti per: l’Australia p. Beda Barcatta Benedettini Silv. la Bolivia sr. Francesca BolognaniF.M.S.Cuore la Bolivia p. Fabio Garbari Gesuita la Bolivia p. Ferruccio Modena Francescano la Bolivia p. Alberto Rizzoli Francescano il Brasile p. Sergio Mazzoldi Oblato il Brasile sr. Miriam Zendron S.Cuore la Costa d’Avorio p. Lionello Melchiori S.M.A. l’Ecuador p. Alberto DellagiacomaSalesiano l’Ecuador sr. Gisella Dellagiacoma Salesiana l’Ecuador p. Claudio Zendron Comboniano l’Etiopia p. Cornelio Menegatti Comboniano le Filippine sr. Annarita Zamboni Piccole Sorelle il Kenya p. Francesco Avi Camilliano il Kenya p. Antonio Dolzan Comboniano il Kenya p. Gerado Martinelli Consolata il Perù Rosanna Filosi Laica la R.D.Congo sr. Iolanda Bertuzzi Comboniana di Besagno di Molina di Ledro di Marco di Rovereto di Grigno di Romeno di Valfloriana di Vigo Cavedine di Trento-Santissimo di Riva del Garda di Verla di Nago di Valda di Nanno di Pozza di Fassa di Pozza di Fassa di Valda di Segonzano di Ravina di Baselga di Pinè di Castagnè S. Vito di Ronzo Chienis di Praso di Albiano chiamati dal Signore alla ricompensa nel Suo Regno: sr. M. Florinda Benoni (82 anni), Comboniana, di Ronzo Chienis APPUNTAMENTI GRUPPI MISSIONE (decanale o interparrocchiale) Cembra Lomaso Mattarello Oltresarca Ossana Tione Trento Trento S. Chiara 26 Cembra lunedì Sclemo martedì oratorio giovedì Arco (conv. S.Martino) lunedì Vermiglio lunedì canonica lunedì centro missionario martedì ora di adorazione miss. martedì 11 19 14 4 4 11 5 5 dic. dic. dic. dic. dic. dic. dic. dic. ore ore ore ore ore ore ore ore 20.30 20.00 20.30 20.00 20.30 20.30 20.30 15.00 SOMMARIO Lettera del direttore pag. 1 Esperianza Estiva 2007 pag. 3 www. nel mondo pag. 4 Riflessioni su temi e tempi pastorali Infanzia Missionaria Traccia di preghiera pag. 13 Voci dai gruppi pag. 19 Voci dalla missione pag. 21 pag. 5 Video pag. 23 Per un cammino comune pag. 7 ACCRI pag. 24 Libri 9 Arrivi e partenze missionari pag. 26 Sommario pag. 27 pag. Traccia per la preghiera di gruppo pag. 11 PROGETTO ANNO PASTORALE 2006/2007 AIDS: NELLA PREVENZIONE LA SPERANZA Centro Missionario Diocesano -Trento AIDS: NELLA PREVENZIONE LA SPERANZA per dare un futuro ai bambini africani Progetto Anno Pastorale 2006/2007 per dare un futuro ai bambini africani La continua proliferazione dell’AIDS nei Paesi africani, richiama la nostra attenzione! La Provincia Autonoma di Trento, in collaborazione con alcune realtà locali tra cui il Centro Missionario Diocesano, ha deciso di proporre l’iniziativa “Le donne Trentine per le donne dell’Africa”. Il Centro Missionario Diocesano ha pensato a quei missionari che, partiti dalla terra trentina per portare il messaggio di Cristo, si trovano ora a gestire ospedali e centri medici dove si lotta ogni giorno contro il virus. Il CMD ha deciso di unire gli sforzi con le realtà locali, nella lotta all’AIDS, proponendo come progetto per l’anno pastorale 2006-2007 l’iniziativa “Nella Prevenzione la Speranza”. 27 Da qui e da oggi Diventato, a Betlemme, bambino in mezzo a noi, eccoti abitante della terra, di Karachi e New York, di Johannesburg e di Thule, di Parigi e di Tblisi! Quale gioia, SIgnore, crederti con noi oggi in questo mondo che amiamo e che è sottomesso alle convulsioni della storia che noi incidiamo a colpi di sangue sparso e di pacifiche riconciliazioni! Emmanuele, amore di Dio con noi oggi, in Te riposa la nostra fiducia, solida e non sradicabile, anche se le tenebre in tempesta rotolano su di noi la loro schiuma nera e le loro insondabili ondate violente! Perchè crediamo, Gesù Emmanuele, che qui e ovunque, oggi come ieri e come domani, crediamo che la tua fraterna presenza divina ci salva! Il Centro Missionario vi augura BUON NATALE! Il fascicolo è espressione del gruppo “COMUNIONE E MISSIONE” del Centro Missionario Diocesano - via s. Giovanni Bosco 7/1, 38100 Trento - tel. 0461 891270, fax 0461 891277 Il gruppo è composto da: giulio andreatta - francesca boldrin - lucia borzaga - maddalena brugnara - tatiana brusco - adelmo calliari - franco castellan - mariapia ciurletti - laura edine - evaristo fia - antonio filosi - celestino luchi - gianluigi lutteri - celestino miori - carmine giacomuzzi - rita passerini - ada pezzè - claudio righi - carlo speccher - ilaria e gianmarco tomasi - loredana valentini - marco turri - lorenza wegher - sr. agata wojcik - maddalena zorzi opera diocesana per la pastorale missionaria, via s.giovanni bosco 7, trento - c.c.postale 13870381 cassa rurale della valle dei laghi, sarche: cin=V, abi=08132, cab=34442, c/c 12/10/00338 28e-mail: [email protected] - internet: www.arcidiocesi.trento.it/missioni composizione: centro missionario diocesano - stampa: grafiche argentarium, trento