COMUNIONE
E MISSIONE
SERVIZIO DI SPIRITUALITÀ MISSIONARIA
A CURA DEL CENTRO MISSIONARIO DIOCESANO - TRENTO
comunione e missione - redazione: via s.g.bosco 7, 38100 trento - direttore: carlo speccher
direttore responsabile: agostino valentini - ccp 13870381 - registrazione presso il tribunale di trento n. 178
n.10 dicembre 2006 - periodico mensile dell’opera diocesana per la pastorale missionaria di trento
anno XXXV - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in abb. postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004
n.46) art. 1, comma 2 - DCB Trento - Taxe perçue - Tassa riscossa Trento - contiene I.R.
Dicembre 2006
Dio Amore
Sorgente
della Missione
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lettera del direttore
Carissimi amici,
siamo ormai vicini al Natale!
Per vivere con gioia questa festa
sentiamo che è necessario “scrostarla” da tutte quelle cose che la soffocano e che le fanno perdere la sua splendente bellezza. Se sapremo purificare
il nostro cuore anche noi, insieme a
Maria e Giuseppe, ai pastori, ai magi
e agli angeli del cielo, potremo contemplare il Bambino Gesù come il
Figlio di Dio che ha annunciato a tutti
gli uomini e a tutte le donne che
siamo figli e figlie dell’unico Padre che
è nei cieli. Questa consapevolezza è
fonte di gioiosa speranza, perché ora
sappiamo che Dio Padre ci ama di un
amore che non ha limiti e se siamo
disponibili ad accogliere questo immenso dono anche noi diventiamo capaci di amare gli altri come fratelli e
1
sorelle. Questa speranza ci
dà anche occhi per vedere e
riconoscere i segni di speranza che sono ben presenti nella
nostra vita.
La festa per gli 80 anni del
nostro settimanale diocesano
Vita Trentina è un segno di
speranza. Il prezioso servizio
di informazione fatto nella ricerca faticosa della verità alla
luce del Vangelo ha reso questo nostro giornale strumento
importantissimo a servizio
della missionarietà della nostra chiesa trentina. A nome
di tutti i missionari che ricevono Vita Trentina voglio ringraziare con affettuosa riconoscenza tutta l’equipe
redazionale, perché con il suo
lavoro li aiutano a sentirsi
amati dalla nostra comunità
diocesana. Auguriamo lunga
vita a Vita Trentina!
Certamente un altro segno di speranza è stato il IV
Convegno Ecclesiale di Verona tenuto nel mese di ottobre
che aveva come tema “Testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo”; questo convegno aiuterà la Chiesa Italiana
a fare un salto di qualità nella
pastorale così da poter dare
alle comunità parrocchiali un
volto missionario.
Riguardo a questo argo2
mento, un delegato che ha
partecipato al convegno mi ha
lasciato questa testimonianza: Dalle giornate del Convegno
di Verona, in particolare dai lavori di gruppo centrati sui cinque
ambiti previsti dalla traccia - vita
affettiva, lavoro e festa, fragilità,
tradizione, cittadinanza - emerge innanzitutto una sollecitazione ad uscire da una logica di
pastorale di settore, così come si
è fatto finora e ben rappresentata dalla suddivisione in uffici all’interno delle Diocesi per muoversi verso una visuale di pastorale integrata. Come ben ricordava il prof. don F. G. Brambilla
nella relazione di apertura “la
rappresentazione diffusa delle
funzioni della pastorale (annuncio, celebrazione, comunione, carità, missione,...) ha sovente preso nella pratica un andamento
molto settoriale... con danno
prevedibile all‘unità della vita cristiana e della missione ecclesiale” e incapacità di “servire alla
vita quotidiana della gente”. L’invito del prof. Brambilla era ad
“indicare percorsi e strumenti per
«immaginare la Chiesa» del terzo
millennio” e questo attraverso “la
scelta
prioritaria
della
missionarietà della parrocchia”.
E la sintesi dei lavori dell’ambito
“lavoro e festa” faceva eco parlando di una vera e propria vo-
glia di uscire fuori dalle parrocchie, di produrre una «pastorale
più missionaria»... di «portare
fuori la speranza» ... attraverso
la testimonianza cristiana in luoghi che solitamente non sono
avvezzi a riceverla”.
In conclusione, vorrei salutare Rita, che lascia il servizio al CMD dopo 26 anni, la
ringrazio a nome di tutti gli
amici del CMD e dell’Arcivescovo per il suo lavoro svolto
con passione verso la missione e con amore verso i missionari. Auguro a lei per il suo
futuro serenità e ogni bene.
La pace del Bambino Gesù
sia nei nostri cuori, tra le
religioni e nel mondo intero.
Buon Natale a tutti!
don Carlo Speccher
ESPERIENZA ESTIVA IN MISSIONE
Africa, America Latina, Asia,
realtà di povertà e di sofferenza
viste in televisione, lette sui giornali, sentite descrivere.
Ma dietro quel video, quelle pagine, quelle parole,
ci sono respiri, lacrime e sorrisi.
Se vuoi dare un nome a quei volti
e vedere cosa c’è oltre le immagini e le parole stampate,
PARTI CON NOI.
COS’É?
È un’esperienza di conoscenza e di condivisione che si vive
in gruppo, cercando, con l’aiuto del missionario, di
relazionarsi con le persone del luogo, di comprenderne lo stile di vita, i problemi e i motivi di gioia.
PER INFORMAZIONI:
Nei mesi di ottobre, novembre e dicembre
tutti i mercoledì dalle 18.30 alle 20.00
presso il Centro Missionario
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www.misna.org
Quando diversi anni fa alcune congregazioni missionarie le stesse che ancora oggi la sostengono garantendone la
totale indipendenza - decisero di dar vita a MISNA, oltre al
desiderio di “dar voce a chi non ha voce” (o per meglio dire
a chi non viene mai ascoltato), più di tutto le incoraggiò la
riflessione sulle grandi potenzialità rappresentate dalla
rete capillare di missionari e missionarie distribuiti in
tutto il Sud del Mondo. Grazie a questa fonte principale,
integrata da esponenti della società civile, operatori umanitari e volontariato in genere, dal dicembre 1997 la MISNA
(Missionary International Service News Agency) fornisce quotidianamente notizie ‘da, su, e per’ il Sud del Mondo.
Partendo da queste premesse, come entità giornalistica in
qualche modo atipica, la MISNA, spesso definita agenzia di
notizie ‘alternativa’ o di ‘controinformazione’, intende
soprattutto essere fonte integrativa e talvolta correttiva
delle troppe ripetitive ‘informazioni geneticamente modificate’ di solito disponibili attraverso i grandi fornitori
‘globali’ di notizie. Persone, conflitti, territori e
vicende spesso dimenticati e marginalizzati - incluse le
Giovani Chiese che, insieme ad altri uomini e donne di buona
volontà, svolgono spesso nel Sud del Mondo un ruolo decisivo
per la difesa dei diritti umani, della pace, della giustizia
e dello sviluppo - costituiscono al tempo stesso la fonte
e l’oggetto privilegiati del lavoro redazionale, teso a
produrre “dialogo e ponti” senza facili e dannosi
sensazionalismi.
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RIFLESSIONE SU TEMI E TEMPI PASTORALI
TEMPO DI ATTESA
ATTENDERE: un’esperienza caratteristica della vita dell’uomo.
Attendono con ansia i genitori la nascita del figlio, attende il giovane
l’esplosione dell’amore, attendono i prigionieri la libertà, attende l’anziano
solo la compagnia di qualcuno, attendono i profughi il ritorno in patria,
attende un lavoro il disoccupato, attendono i disperati delle carrette del
mare l’approdo alla riva, attendono popoli interi la fine delle tante guerre
che ancora insanguinano il mondo, attendono giustizia molti oppressi...
Dire attesa è dire sofferenza per qualcosa che manca, ma anche ricerca
attenta e costante, tensione verso qualcosa d’altro, verso qualcuno...
Il tempo di Avvento ci invita ad andare oltre, a mettere in questione
noi stessi e la storia del mondo, per guardare con occhi di fede a quanto
succede vicino e lontano da noi, a quanto noi stessi stiamo costruendo ed
aprirci ad accogliere Lui, il Salvatore, che anche oggi viene a saziare la
sete di vita, verità e gioia presente in ogni uomo.
Il Salvatore viene, ma occorre preparargli la strada. Dio preparò
a lungo l’Incarnazione del Figlio, la fece emergere silenziosamente dall’esperienza dell’umanità. Si preparò un popolo, mandò i profeti, ultimo
Giovanni per indicare “La luce che veniva nel mondo”, ma soprattutto per
Suo Figlio, Dio preparò una Mamma.
Maria è la donna della speranza, aperta alle novità che Dio può
compiere. Sicura nella promessa di Dio, si mette totalmente a sua disposizione. Maria sa su chi è fondata la sua speranza, e nella sua umiltà
prende atto, considera e annuncia le grandi opere di Dio. Nel Magnificat
vede anticipato e realizzato il futuro, nonostante l’ingiustizia, la prevaricazione dei potenti, l’oppressione dei ricchi sui poveri, presenti anche ai suoi
tempi, perché sa vedere ciò che Dio ha fatto ed è certa che continuerà a
realizzare il suo progetto di amore e di vita.
Maria, donna della speranza, può portare in grembo e dare alla luce
Gesù, l’Uomo Nuovo che vive la Speranza. Egli sa che essa si realizza
solo nella Volontà del Padre. Per questo, incarnandosi dice: “Eccomi, io
vengo per fare la tua volontà” e al momento della Croce ripete: “Sia fatta
non la mia, ma la tua volontà”.
A questo Bambino, Dio ha affidato la sua dichiarazione d’amore per tutti
gli uomini. L’Amore non è colui che dà, ma Colui che viene. Il Figlio di Dio
si è fatto Figlio dell’Uomo per camminare con gli uomini fino alla fine dei
tempi, fino agli estremi confini del mondo, finché tutti gli uomini giungeranno là dove Egli è partito. E’ questa la Speranza a cui dobbiamo preparare
la strada e che siamo chiamati ad accogliere e testimoniare.
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PER UN CAMMINO COMUNE
La Chiesa esiste per evangelizzare
Il primo incontro degli animatori missionari, svoltosi il 5 novembre a
Trento, è stato un momento di riflessione sul cammino che i gruppi missionari stanno portando avanti, a livello parrocchiale e decanale, con la
catechesi; infatti il percorso che vogliamo percorrere, in linea con il piano
pastorale, desidera penetrare in alcuni ambiti della pastorale per aiutarla
ad assumere una dimensione missionaria, caratteristica fondamentale della
Chiesa.
In un primo momento, partendo dal vangelo, sono state individuate le
quattro tappe che hanno portato gli apostoli ad essere annunciatori e
testimoni della Parola.
1. Primo annuncio della Parola (Gesù chiama)
Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono
da lui. Ne costituì Dodici che stessero con lui e anche per mandarli a
predicare e perché avessero il potere di scacciare i demòni. (Mc 3, 13-15)
2. Formare alla mentalità di fede - catechesi - (Gesù insegna)
Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io
vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno
che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri”. (Gv 13, 3435)
3. Fare esperienza di Chiesa (Gesù educa)
Gesù prese con sé gli apostoli e si ritirò verso una città chiamata
Betsàida. Ma le folle lo seppero e lo seguirono. Egli le accolse e prese a
parlar loro del regno di Dio e a guarire quanti avevan bisogno di cure. Il
giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: “Congeda la folla, perché vada nei villaggi e nelle campagne dintorno per
alloggiare e trovar cibo, poiché qui siamo in una zona deserta”. Gesù disse
loro: “Dategli voi stessi da mangiare”. Ma essi risposero: “Non abbiamo
che cinque pani e due pesci. (Lc 9,10-13)
4. Diventare testimoni e annunciatori (Gesù manda)
...Gesù disse: “A me è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Perciò
andate, fate diventare miei discepoli tutti gli uomini del mondo; battezzateli
nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo; insegnate loro a
ubbidire a tutto ciò che io vi ho comandato. Io sarò sempre con voi, tutti i
giorni sino alla fine del mondo”. (Mt 28,18-20)
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Nei lavori di gruppo, ci siamo fermati primariamente a riflettere sul
nostro cammino di missionari, sul mandato che Gesù oggi rivolge anche
a noi e ci siamo chiesti: cosa è fondamentale per poter parlare di
Cristo e dargli una testimonianza credibile come quella dei primi
apostoli?
“Gesù stesso, per mezzo dei discepoli, fece diffondere in tutto il
mondo, dall’oriente fino all’occidente, il sacro e perenne messaggio della
salvezza eterna. Amen. (conclusione vangelo di Marco versione
interconfessionale)
“Quanto a noi, non possiamo fare a meno di parlare di quelle cose che
abbiamo visto e udito”. (Testimonianza di Pietro e Giovanni davanti al
Sinedrio At 4,20)
- una conversione continua che parta dall’incontro con Cristo e venga alimentata da un cammino di disponibilità e spiritualità;
- accoglienza e ascolto della persona
- la formazione approfondita aperta a tutti;
- coniugare l’annuncio con la carità per essere testimoni credibili
ciascuno nel proprio ambiente.
In un secondo momento, nei lavori di gruppo, ogni membro ha esposto
la situazione della catechesi nella propria parrocchia o decanato, con
l’aiuto delle seguenti domande:
A chi è rivolto tale insegnamento?
-
A tutti nella liturgia
Ai ragazzi fino alla terza media
Ci sono alcune esperienze di post-cresima e gruppo giovani
Catechesi degli adulti “gruppi di ascolto” sporadici
Incontri biblici interparrochiali
Chi si prende carico di questo?
-
Catechisti
Genitori
Religiosi
Parroco
Laici preparati
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Esistono esperienze positive di collaborazione tra i gruppi di
catechesi e il gruppo missionario nel tuo decanato?
- Contatti per l’animazione dell’Ottobre MIssionario;
- la catechesi inizia il giorno della Giornata Missionaria Mondiale nel
quale viene dato il mandato missionario a tutti i catechisti;
- cantori della stella e infanzia missionaria;
- durante la quaresima di fraternità, i giovani, animano la Via Crucis
e sostengono iniziative missionarie;
- chiusura anno catechistico;
- coinvolgimento di ragazzi per serate con missionari;
- catechesi domenicale per genitori e figli insieme.
Quali suggerimenti ritieni indispensabili per intessere un rapporto proficuo con i catechisti?
- momenti di preghiera insieme;
- incontri di programmazione a inizio anno
- pensare alcuni momenti di formazione comune, curando anche i
rapporti interpersonali fra i membri dei gruppi;
- incontri periodici con i catechisti per fare rete e intessere un cammino comune coinvolgendo il Consiglio Pastorale;
- invitare i rappresentanti dei catechisti a partecipare ad alcuni incontri del Gruppo Missionario;
- Per iniziare un cammino con giovani e adolescenti è indispensabile
intessere un rapporto con le loro famiglie;
- invitare i missionari a parlare ai gruppi di catechesi;
- diffondere tra i catechisti gli itinerari formativi delle POIM e alcune
lettere di missionari.
NOTA A TUTTI GLI ANIMATORI:
da quest’anno le comunicazioni avverrano esclusivamente dalle pagine di Comunione e Missione.
Il prossimo incontro sarà DOMENICA 21 GENNAIO.
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libri e libretti per l’a
vvent
o e
l’avvent
vvento
il na
tale
nat
All’inizio dell’Avvento suggeriamo alcuni libri e sussidi, sia per bambini e
ragazzi che per adulti, che ci accompagneranno durante il tempo dell’Avvento
fino alla domenica del Battesimo di Gesù.
Ai bambini più piccoli che hanno cominciato la catechesi, si potrebbe
regalare Il NATALIBRO che permette di realizzare un libro di 8 pagine animate:
raccontano con immagini da ritagliare e colorare la storia del Natale di Gesù.
Il bambino trascorrerà piacevolmente delle lunghe ore, impegnato in una creazione manuale di cui sarà soddisfatto e che richiederà a volte l’aiuto di mamma
o papà. Sarà un ottimo pretesto per discutere e riflettere in famiglia. (EMI; €
1,50)
L’EMI propone un altro Cammino di Avvento per Natale con il librettino
SEMPLICEMENTE BUON NATALE: FACCIAMO IL PRESEPE CON
PAPI, pensato in modo particolare per la catechesi, ma anche per recuperare
il vero senso del Natale, in uno spirito missionario e solidale. Ai ragazzi si
propone di realizzare un presepe povero utilizzando unicamente materiali di
recupero e seguendo, giorno dopo giorno, la vita di Papi, un bambino del Ciad.
Ogni settimana, oltre alle indicazioni per la realizzazione manuale del presepe,
ci sono riflessioni, preghiere e suggerimenti per l’impegno personale. (€ 1,50)
Le Paoline hanno pensato ad UNA TENDA PER GESÙ: ITINERARIO DI
AVVENTO PER BAMBINI E RAGAZZI, una “tenda” da costruire per ospitare Gesù che viene in mezzo a noi.
Si comincerà col preparare il terreno, poi si pianteranno i pali di sostegno,
quindi si stenderà la tenda e si tireranno bene le corde per darle stabilità!
Questo itinerario simbolico aiuterà i ragazzi a crescere in alcuni atteggiamenti
necessari all’accoglienza: la fiducia, l’attenzione, la disponibilità, la generosità,
la gratuità … Il libretto è agile, semplice, arricchito di storie e disegni. (€ 4,50)
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Di taglio missionario, il sussidio VENGA
IL TUO REGNO: CON I POPOLI DEL
MONDO IN CAMMINO VERSO IL NATALE si presenta sottoforma di un poster da
appendere in camera o in uno spazio comune
della casa. I popoli di tutti i continenti accompagnano il ragazzo con preghiere, figure
suggestive e colorate, messaggi di approfondimento e proposte di impegno concreto.
(EMI, € 1,50)
Per gli adulti consigliamo il sussidio curato da p. Zanotelli CAMINERANNO I
POPOLI ALLA TUA LUCE. Partendo da un dato di fatto devastante “siamo
dentro un sistema che permette a pochi di papparsi quasi tutto, con la conseguente morte di fame di 50 milioni di persone all’anno”, padre Zanotelli provoca
le nostre coscienze - è importante in questo Avvento riconoscere prima di
tutto che viviamo nelle tenebre” - e ci stimola: svegliati, tu che dormi,
rimettiti in piedi, guardati intorno, datti da fare.
Per celebrare attivamente questo periodo, il libretto è ricco di riflessioni,
preghiere provenienti per lo più dalle giovani Chiese (Camara, Casaldàliga),
celebrazione della Parola sul tema della pace. (EMI, € 2,30)
Un altro percorso, IN CAMMINO. NATALE 2006, è incentrato sulla
necessità per i cristiani di uscire dal torpore procurato dal benessere e sul tema
della speranza. Propone dei testi, presi dalle letture bibliche, presentati e
attualizzati e delle preghiere su tematiche legate alle grandi sfide del mondo
attuale. (EDB, € 3,30)
Infine, lo splendido libro di p. Battistella NUOVI STILI DI FEDE: NATALE E PASQUA FESTE DELLA SPERANZA, potrebbe essere un bel regalo
da fare a parenti e amici. Il volume raccoglie delle riflessioni fatte dall’autore in
diversi momenti e luoghi, riflessioni che sembrano poesie … anche se non lo
sono, e che aiutano a meditare sul significato profondo della vita, della storia e
dei misteri che stanno alla base della fede.
Auguriamo a tutti i lettori un Natale di Pace e di Gioia!
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NEL CUORE DELLA MISSIONE
TRACCIA PER LA PREGHIERA (270)
“IL VERB
O
ERBO
SI È FAT TO CARNE
E HA POSTO LA SUA TENDA IN MEZZO A NOI.”
LETTURA DAL VANGELO DI GIOVANNI (1,1-18)
In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.
Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di
lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la
luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno
accolta. Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. Egli
venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti
credessero per mezzo di lui. Egli non era la luce, ma doveva render
testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina
ogni uomo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il
mondo non lo riconobbe. Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno
accolto. A quanti però l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di
Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere
di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si
fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria,
gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità. Dalla sua
pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia. Dio nessuno l’ha mai
visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato.
PREGHIAMO A CORI ALTERNI CON IL SALMO 72
Dio, dà al re il tuo giudizio, al figlio del re la tua giustizia; regga con giustizia
il tuo popolo e i tuoi poveri con rettitudine.
Le montagne portino pace al popolo e le colline giustizia.
Ai miseri del suo popolo renderà giustizia, salverà i figli dei poveri e
abbatterà l’oppressore.
Il suo regno durerà quanto il sole, quanto la luna, per tutti i secoli.
Scenderà come pioggia sull’erba, come acqua che irrora la terra.
Nei suoi giorni fiorirà la giustizia e abbonderà la pace, finché non si
spenga la luna. E dominerà da mare a mare, dal fiume sino ai confini
della terra. A lui si piegheranno gli abitanti del deserto, lambiranno la
polvere i suoi nemici.
Il re di Tarsis e delle isole porteranno offerte, i re degli Arabi e di Saba
offriranno tributi.
segue a pag. 12
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A lui tutti i re si prostreranno, lo serviranno tutte le nazioni.
Egli libererà il povero che grida e il misero che non trova aiuto, avrà
pietà del debole e del povero e salverà la vita dei suoi miseri.
Li riscatterà dalla violenza e dal sopruso, sarà prezioso ai suoi occhi il loro
sangue. Il suo nome duri in eterno, davanti al sole persista il suo nome.
In lui saranno benedette tutte le stirpi della terra e tutti i popoli lo diranno
beato.
SPUNTI DI RIFLESSIONE (di don Piero Rattin)
Nelle cose che ci premono davvero, non siamo mai generici o
banali: amiamo essere precisi, cerchiamo di capire bene, anche a costo
di approfondire e di riflettere con un po’ di fatica.
Anche a Giovanni, l’autore del quarto vangelo, premeva molto Gesù
Cristo e quello che con Lui era accaduto; gli premeva tanto che quando
scrisse il suo vangelo ci mise davanti una pagina d’introduzione e la scrisse
non in forma di prosa, ma di poesia. La prosa si fa presto a leggerla, e
anche a capirla; ma la poesia no: la poesia richiede che ci si fermi a
gustare le parole, a contemplare…
La pagina del prologo è poesia, che canta, celebra il Mistero
dell’Incarnazione.
Perché “mistero”? Perché è troppo grande per abbracciarlo tutto,
troppo bello per poterlo contemplare con uno sguardo solo e poi chiudere
il libro…
Quanto al termine “incarnazione”, è evidente che c’entra con la
parola “carne”: e cosa c’entra la carne con il Natale di Gesù? Ce l’ha detto
l’evangelista, in quella frase che è il momento più alto (o più profondo)
della sua poesia: “Il Verbo si è fatto CARNE e venne ad abitare in mezzo
a noi”. Ecco perché parliamo di “Mistero dell’Incarnazione”.
Occorre premettere subito che questo nome “Verbo” vuol dire
“Parola”: così Giovanni chiama il Figlio di Dio. Esisteva da sempre,
eterno, ed è venuto in mezzo a noi; e perché lo potessimo vedere e
toccare, si è fatto “carne”, come siamo fatti di carne tutti noi.
Ma perché Giovanni non si è limitato a dire che “si è fatto uomo”?.
Quando la Bibbia usa la parola “carne” è perché vuol essere molto
concreta: “umanità”, per la Bibbia, è una parola un po’ troppo generica
(proprio come era generica per Sartre, il famoso filosofo francese, che
diceva: Io amo l’umanità, sì; sono le persone concrete che mi riescono
insopportabili!).
segue a pag. 17
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6 GENNAIO 2007 - GIORNATA DEI RAGAZZI MISSIONARI
GESÙ È RISORTO: INIZIA LA MISSIONE
Può essere portata all’altare una lampada o candela che rappresenta
“La luce vera” che ci può salvare.
Canto iniziale
Cel.:
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Tutti: Amen.
Guida: Vi è mai capitato di trovarvi all’aperto in una notte buia? Provate a chiudere gli occhi e capirete. Buio, cioè nero: non si
distinguono gli oggetti e le persone, non si sa dove mettere i
piedi. Solo una Luce ci può salvare! Ecco perchè il Signore creò
il primo giorno la luce e la separò dalle tenebre. Gli uomini
hanno scoperto il fuoco e hanno poi inventato lanterne, lampadine, candele. Dio che è Luce Vera, ci ha donato le stelle e
con esse la luna e il sole. Venuto nel mondo ha voluto presentarsi a tutti i popoli della terra e ha acceso una stella in cielo
perchè anche da lontano i Magi potessero arrivare a Betlemme.
La stella illumina il cammino di tutti noi, ci chiama a seguirla, a
farla notare anche a chi non l’ha ancora vista.
Cel.:
Oggi festa dell’Epifania, ricordiamo che Gesù è venuto tra
noi per portarci la luce della salvezza e della vita ed è compito di chi come noi ha ricevuto questa luce, donarla a tutti
coloro che ancora vivono nel buio.
Canto dell’Alleluia
Cel.:
Dal Vangelo secondo Matteo
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode,
alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: “Dovè il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo”. All’udire queste
parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme.
Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s’informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia. Gli
risposero: “A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per
mezzo del profeta: ‘‘E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei
13
davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti
un capo che pascerà il mio popolo, Israele”. Allora Erode,
chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da
loro il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme
esortandoli: “Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché
anch’io venga ad adorarlo”. Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere,
li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si
trovava il bambino. Al vedere la stella, essi provarono una
grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con
Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i
loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.
Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un’altra
strada fecero ritorno al loro paese. Parola del Signore.
Tutti: Lode a Te o Cristo
Canto: Astro del Ciel
Guida: Seguendo il cammino giornaliero del sole vogliamo dare luce e
suscitare i colori nella vita di tutti i bambini.
I Bambini dell’Aurora, sono quei bimbi che vivono in Asia, la
terra dove sorge il sole, dove ogni alba spesso si trasforma in
una grigia compagna di fatica.
Lett.1: Signore, abbiamo messo le mani sul tuo arcobaleno:
siamo riusciti a bucare l’azzurro con le esalazioni di rifiuti
radioattivi;
abbiamo lacerato il verde con miliardi di tonnellate di immondizie.
Ma soprattutto, l’egoismo individuale e collettivo ha fatto
strappi nel rosso;
la sete di guadagno sta divorando il giallo;
gli odi razziali stanno frantumando l’arancione;
il commercio delle armi sta macchiando di nero l’indaco
e il violetto trasuda del dolore dei piccoli,
sfruttati dagli adulti.
Quando riusciremo, Signore, a far luce sulla nostra stupidità
e a restaurare l’Alleanza con il mondo?
Guida: I bambini del Meriggio vivono nell’Africa bruciata da un sole
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infuocato, dove guerre senza fine uccidono persone, inquinano fiumi, laghi e colline.
Lett.2: Basta una stella, un uccello, un fiore.
Un sorriso, un bambino, una nube.
Una casa, un amico, una speranza.
Basta, ricostruiremo il mondo.
Un mondo di stelle, uccelli, fiori, sorrisi, bambini, nubi, case,
amici, speranze.
Abbiamo bisogno di un mondo nuovo, allegro, semplice, chiaro, con molto sole.
Guida: I bambini della Notte vivono in America Latina dove le notti
sono abitate da migliaia di bambini che non sanno dove andare a dormire, bambini abbandonati e sfruttati.
Lett.3: Quando un bambino si presenta alle porte del Regno, Dio scruta il volto: se sorride, se è paffuto, se è birichino. Gli fa una
carezza e lo iscrive nella lista degli angeli.
Se ha il volto spento, le braccia scheletriche, il ventre gonfio, il sorriso sbiadito, Dio lo abbraccia e lo mette fra gli
angeli più vicini al suo trono. Poi chiama in giudizio i grandi
della terra.
“Quello che non avete fatto al più piccolo dei miei figli, non
lo avete fatto a me.
Non bussate al mio Regno, non vi aprirò mai”.
Canto
Guida: Ascoltiamo ora il racconto di un bambino italiano, testimone
di Gesù risorto, che dopo aver ascoltato la terribile notizia
dello Tsunami del 2004 nel Sud-Est Asiatico, si è rimboccato
le maniche comportandosi da vero ragazzo missionario.
Lett.4: Io non ho fatto niente di straordinario. Ho fatto quello che
ha detto la mia coscienza. Un giorno ho detto ai miei genitori:
“Io sto bene, perché gli altri devono soffrire?” Il 26 dicembre era successa una cosa bruttissima: il maremoto nel SudEst Asiatico. Così ho pensato di fare un salvadanaio, ho cercato di raccogliere quanto più potevo, anche rinunciando a
qualcosa che a me non serviva. Ho consegnato i soldi raccolti
al mio parroco il quale li ha portati personalmente in Sri Lanka
15
ad alcune famiglie di pescatori, privati di ogni mezzo per poter pescare. Mi sento molto soddisfatto perché spero che
queste famiglie molto lontane adesso non abbiano più fame.
La mia raccolta però non è finita, perché voglio continuare la
mia missione anche ora che di questa grande tragedia non se
ne parla più.
ADORAZIONE DEL BAMBINO
Guida: Come i Magi anche noi vogliamo adorare il Bambino Gesù e
offrirgli il frutto del nostro impegno in favore di tutti i bambini del mondo.
(Accompagnati da un canto natalizio i bambini si recano a baciare il
Bambino Gesù portando i salvadanai con le offerte per la Giornata
Mondiale dell’Infanzia Missionaria. Nelle parrocchie dove si è svolta
l’iniziativa dei Cantori della Stella i bambini nei loro costumi portano
all’altare le offerte raccolte e la loro Stella.)
MANDATO MISSIONARIO AI RAGAZZI
Cel.:
Gesù ha detto un giorno: “ Io sono la luce del mondo, chi viene
con me, non fa la strada al buio”. Il buio di cui parla Gesù è il
male: l’odio, la guerra, la povertà, l’ingiustizia, l’egoismo. Non
dimentichiamo mai che la luce della fede non è solo per noi ma
per il mondo intero. Accendiamo la nostra luce e vedremo
splendere nel mondo i colori della pace, del perdono, della
fraternità.
Tutti: Illuminati da Cristo e pieni del suo amore, dobbiamo
diventare per i nostri fratelli luce e guida verso di Lui.
Noi non abbiamo raggiunto la nostra meta, ma siamo solo
ragazzi che hanno ricevuto gratuitamente da Dio una
missione: quella di essere luce. Come la stella, anche noi
siamo in cammino e arriveremo al luogo dove sta il Bambino
e lì ci fermeremo solo quando vi giungeranno anche coloro
che siamo chiamati a illuminare e guidare.
Cel.:
Recitiamo assieme la preghiera che Gesù ci ha insegnato:
Tutti: Padre nostro…
Benedizione
Canto finale
16
“Carne”, per la Bibbia, è l’umanità concreta di ogni essere umano,
uomo o donna che sia; “carne” è nascere e crescere, in situazioni
normali oppure precarie; è vivere, cioè alzarsi ogni mattina e muovere
mani e piedi e cervello, a volte con ebbrezza, a volte con fiacca e con
fatica…perché “carne” è anche sinonimo di cose storte da affrontare, di
ostacoli contro cui lottare; “carne” è sinonimo di entusiasmo, ma anche
di abbattimento; può voler dire star bene, essere pimpanti, ma può anche
voler dire debolezza, fragilità, malattia, morte.
Insomma, “carne” è proprio la nostra vita concreta, quella che si
snoda giorno dopo giorno…la vita delle nostre famiglie, 24 ore su 24, anzi
– meglio ancora – la vita della tua famiglia…Ecco dove viene ad abitare
il Figlio di Dio! La grotta di Betlemme l’ha lasciata ben presto perché è
proprio nella nostra vita che viene a dimorare!
Ecco cosa vuol dire “mistero dell’Incarnazione”!
E già qui allora – per chi prega e medita con sensibilità “missionaria” - si ha un’indicazione di metodo, ma anche di stile e di comportamento, che diventa un tutt’uno con l’annuncio cristiano: la buona notizia del
Vangelo la si può comunicare solo attraverso una condivisione di vita,
solo con un camminare fianco a fianco di coloro che di quella bella notizia
sono i destinatari. L’esistenza storica di Gesù non farà che confermare
questo principio.
E qui l’evangelista e poeta Giovanni diventa ancora più concreto:
nella sua lingua (il greco) non dice che il Verbo è venuto ad abitare in
mezzo a noi (han tradotto così ma non è esatto!). Lui dice che “si è fatto
carne e ha posto la sua tenda in mezzo a noi!”. E qui la bella notizia, che
è il vangelo, raggiunge proprio il culmine! Perché la tenda? Perché mai
il Figlio di Dio, che viene tra noi, preferisce la tenda alla casa?
Perché siamo tutti nomadi nello spirito e nel cuore, e i nomadi – sia
allora che oggi – abitano sotto le tende. Vi abitano provvisoriamente,
perché oggi sono qui e domani sono da un’altra parte: la tenda è l’abitazione di chi vive da viandante… Che poi noi abitiamo in case di mura o
di cemento, e ci abitiamo stabilmente, specialmente se abbiamo la
fortuna di essere proprietari invece che inquilini, non pregiudica affatto la
nostra condizione di viandanti. Forse che la vita che facciamo è sempre
quella? Chi può dire che la nostra situazione di oggi è la stessa di trenta
o quaranta anni fa’ e che niente è cambiato? Altro che se cambiano le
situazioni nelle nostre famiglie: prima ci sono i figli piccoli, poi crescono,
poi viene il giorno che si sposano e se ne vanno, poi si diventa nonni…Per
17
non dire dei giorni che si susseguono con tutto il loro varietà – quelli belli,
quelli così così, e quelli brutti – non ce n’è uno eguale all’altro: no,
neanche chi vive da solo può mai dire che la vita è sempre la stessa e
che tutto è come sempre…
“Viaggio” è la vita: per tutti, anche se vivessimo 100 anni nella
stessa casa di mura o di cemento. Mura o cemento potranno essere
sempre quelli, ma noi no: noi cambiamo in continuazione, e anche le
situazioni che viviamo cambiano: noi siamo “nomadi”, tutti quanti! Allora
si capisce perché Dio ha piantato la sua tenda in mezzo a noi: per essere
davvero con noi sempre, via via che la nostra vita procede! Per essere
con noi in ogni esperienza che facciamo; perché non ci sia nessuna
situazione in cui si debba dire: non c’è - o - chissà dov’è… No, non lo
possiamo più dire.
“A quanti l’hanno accolto - dice il vangelo - ha dato il potere di
diventare figli di Dio!”. Il potere: che potere sarà? Il potere dell’amore: se
Dio abita con noi, in ogni situazione, abbiamo la certezza di essere amati,
accettati, compresi, così come siamo, con tutti i nostri pregi e difetti. E
oltre che amati, illuminati: è come avere una luce che ci permette di
vedere e di capire ciò che viviamo. Oh, non che la sua presenza ci
esoneri da rischi o da prove, ma è come sentirsi abitati da Qualcuno che
è più forte di noi; Qualcuno che ci dà la certezza che l’ultima parola non
sarà quella della morte, ma della vita in pienezza e per sempre. Ecco
quale potere ci dà la sua presenza, il suo abitare tra noi nella tenda: il
potere di vivere con dignità, da figli di Dio! Questo è il “mistero dell’incarnazione”!
Per la riflessione personale o di gruppo:
- L’abbiamo accolto? Ci crediamo che è davvero così?
- Quanta disponibilità alla condivisione c’è nelle nostre relazioni quotidiane?
- La certezza che il Dio in cui crediamo è il “Dio della tenda”
ci consente di guardare con speranza (invece che con pessimismo) i fenomeni di mobilità del nostro tempo?
- “Missione” ha più a che vedere con nomadismo, cammino,
esperienza di viandanti, che con sedentarietà o arroccamento
su posizioni inamovibili. Ma noi - nel nostro spirito - siamo
viandanti o sedentari?
18
Irene ci racconta la sua Esperienza Estiva fatta ad agosto in
Kenya.
P
er la prima volta dal mio ritorno, sfoglio le pagine del mio taccuino
keniota, non ne avevo ancora trovato
il coraggio. Volevo rivivere quelle emozioni a mente fredda, ma mi accorgo
che è ancora troppo presto. Non ci
credo che sia già passato questo cortissimo mese di agosto: questa doveva
essere L’Esperienza dell’anno, e forse anche la più significativa che io
avessi mai fatto. Lo è stata, ma è passata in un attimo.
Chiacchierando con i miei compagni di gruppo abbiamo ricordato insieme l’“inconsapevolezza” con la quale
ci siamo iscritti al corso del Centro Missionario Diocesano, che prepara per
l’esperienza estiva di un mese in missione: vedevamo agosto così lontano.
Gli incontri mensili di preparazione proposti dal Centro, sono volati, tra riflessioni, risate, chiacchiere e discussioni.
Ed è subito arrivato il momento di partire.
In realtà il mio gruppo ha avuto una
storia particolare: infatti, ad aprile,
quando la Commissione ci ha comunicato le diverse mete, eravamo stati
destinati al Brasile, in piena Foresta
Amazzonica. Ho passato tre mesi ad
immaginarmi Indio, alberi secolari ed
insetti dalle dimensioni spropositate, a
sognare davanti alle cartine dell’America Latina, a sfogliare libri
sudamericani e… a studiare il portoghese, seguendo le lezioni organizzate
dal Centro. Non era destino.
Il 5 luglio, nemmeno un mese prima della partenza ed appena un’ora
dopo il mio orale di maturità, euforica
per aver finalmente finito, ricevo la telefonata del Centro missionario. Fallita la compagnia aerea che avrebbe
dovuto portarci al di là dell’Oceano.
Più volte, durante il corso, ci avevano parlato di questi imprevisti: l’importante è l’esperienza in sé, non
DOVE si fa. Credo che di questo il
mio gruppo possa dare un esempio
positivo: abbiamo accolto come una
sorpresa e senza agitarci questo cambio di programma. E ne è valsa la pena.
Nuova destinazione: Nanyuki,
Kenya, cittadina alle pendici dell’omonimo monte. Ci ha ospitati, e sopportati per un mese Giuseppe Zencher, missionario laico di Rovereto e responsabile del Rural Training Center.
La prima Africa che ho visto è stata durante le tre ore di strada tra
Nairobi e Nanyuki, a bordo del Toyota
di Giuseppe: ogni momento, ogni pae19
saggio, ogni situazione riempiva gli occhi. È stato un viaggio silenzioso, trascorso a tratti concentrata ad osservare dal cassone del Toyota, a tratti in
cabina, incantata dai racconti di Giuseppe.
Giuseppe è uno che “ne sa”, ormai
da 48 anni al servizio della gente nel
continente più antico del mondo. Una
persona pacata, che, nel bel mezzo di
un’ordinaria conversazione, ti snocciola senza presunzione aneddoti incredibili, che ha la capacità di capire al volo
chi gli sta di fronte, di radiografarti.
Nel mese passato insieme, gli aspetti
che mi hanno colpito di più di Giuseppe, sono stati l’autocontrollo, anche davanti a situazioni di disagio e difficoltà,
ed una fede e una fiducia nel prossimo
invidiabili.
La domanda che mi sento porre più
spesso da chi rivedo dopo l’esperienza
è “Che cosa facevate? C’era una giornata tipo?”. Non FACEVAMO niente. Eravamo lì per guardare, per renderci conto, per iniziare a capire che
cos’è la realtà della missione. Eravamo lì per vivere questo mese assieme
a Giuseppe.
Il Rural Training Center comprende una scuola professionale, un ospedale per malati terminali e un centro di
assistenza per bambini orfani malati di
aids. Che cosa abbiamo fatto? Abbiamo giocato, ballato e cantato con i bambini, abbiamo dato una mano a rinfrescare alcuni laboratori della scuola, ma
20
ci sono stati giorni in cui abbiamo fatto
quasi vita da turisti, visitando qualche
città vicina o facendo acquisti al mercato Masai di Nairobi. E ogni viaggio,
ogni SAFARI, era una scoperta, un
capire qualcosa in più della realtà nuova che ci circondava.
L’altra domanda frequente è “Com’è l’Africa?”. Com’è l’Africa… non
solo non so come sia l’Africa, ma so
anche ben poco del Kenya: so che ho
ammirato i più vari paesaggi, dal deserto sabbioso a quello roccioso, dalla
savana alle distese di grano e di mais;
so che le persone sono accoglienti ed
ospitali, apparentemente HAKUNA
MATATA (senza problemi), che i bambini ti seguono sorridendo e gridando
“JAMBO MZUNGU! (ciao bianco)”.
So però anche che, se lo fanno, è
perché vorrebbero una moneta o una
caramella. So che è calma e pacata, la
gente africana: “Non fare oggi quello
che qualcun altro potrebbe fare domani”, ci diceva Giuseppe scherzando.
Non credo di essere tornata cambiata né sconvolta: certo, credo che
l’aver “messo il naso” in una realtà così
lontana dalla nostra, di sicuro lasci un
segno, una sorta di apertura, di
disinibizione verso la diversità. Non mi
sento diversa da come ero quando sono
partita: non so ancora come sia l’Africa, ma spero che il pezzetto di questa
che ho vissuto, si faccia sentire a poco
a poco. E faccia rumore.
Irene - di Trento
Esperienza Estiva in Kenya
“Oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è Cristo
Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto
in fasce, che giace in una mangiatoia…” Lc 2,11-12
E’
questa la Buona Novella che
da duemila anni risuona nel mondo intero e raggiunge ogni uomo di buona
volontà.
Anche quest’anno desideriamo celebrare con fede rinnovata il mistero
dell’incarnazione, che si è fatto visibile
in un bambino debole e indifeso, portatore di vita vera e di pace. La scelta
di amare i deboli e gli indifesi rimane
la sfida di ogni giorno, ma anche la
vera gioia del Natale che ci fa partecipare oggi più che mai a questo mistero di vita e di amore.
Pur in mezzo a tante difficoltà, siamo spettatori di questa verità così concreta. Un giorno sentiamo dei lamenti
non ben chiari, ma che ci fanno pensare al pianto di qualcuno. Decidiamo
di andare a vedere fino a raggiungere
un bambino, abbandonato in mezzo all’erba e visibilmente malnutrito. Lo
portiamo in casa in attesa di poter
cercare i genitori o qualcuno della famiglia. Le nostre ricerche sono vane,
nessuno risponde ai nostri ripetuti appelli, fino a quando una famiglia della
nostra missione decide di prenderlo in
casa propria. Il bambino, chiamato
Mosé (= salvato dalle acque), giorno
dopo giorno ritrova la vita, quella vita
negata forse a causa di un gesto di
disperazione, e riassapora il calore di
una famiglia: comincia a sentirsi a suo
agio, chiama mamma e papà la coppia
che lo ha accolto con amore e generosità, pian piano recupera le forze e il
sorriso.
Un nome nuovo, una vita nuova,
una storia nuova che ricomincia, grazie alla scelta della solidarietà, della
condivisione, dell’accoglienza, della
difesa dei piccoli. È questa la vita che
permette alla luce di Natale di brillare
ancora oggi.
È con questa fede e con questa
speranza che guardiamo anche alla
situazione della Costa d’Avorio, desiderosa di pace e di vita nuova. Al
Bambino, Principe della pace, chiediamo di intercedere per ottenere il dono
della pace nel mondo, non solo come
assenza di guerra, ma anche come
frutto della solidarietà e dell’impegno
per il bene comune.
Buon Natale.
sr. Marisa Piva - di Canale (Pergine)
Costa d’Avorio - C.M. di Villaregia
21
Il Natale della povera gente, il simbolo della speranza di un
futuro per i propri bambini... P. Giuseppe ci scrive dall’Uganda.
Q
uello che più colpisce nelle
visite fatte sono le migliaia di bambini
che spuntano da tutte le parti e che invadono ogni spazio tra le piccole capanne. Essi sono il “Natale” della povera gente, il simbolo della loro speranza, che non tutto è finito, che c’è
un futuro se non per loro almeno per i
loro bambini.
Sono i bambini che danno ragione
di vita agli adulti. Se non ci fossero i
piccoli l’esistenza dei grandi sarebbe
senza senso in un mondo tanto insicuro e tanto incerto e pieno soltanto di
miserie. È per loro, per i più piccoli,
per coloro che hanno ancora una vita
da sviluppare e da vivere che gli adulti
trovano la forza di resistere, di sopportare tutte le umiliazioni, e il coraggio di
rischiare la loro vita perché i loro figli
abbiano la vita.
Le promesse che Dio fece tramite
il profeta Nathan a Davide sono le
stesse promesse/speranze alle quali si
aggrappano i poveri e gli emarginati.
Dio disse a Davide: “Ti darò sicurezza, ti libererò dai tuoi nemici, ti darò
una casa, renderò il tuo nome stabile e soprattutto ti sarò Padre e tu
sarai mio figlio” (cfr. 2Sam 7,10-16).
È questa la speranza di questo popolo abbandonato e lasciato orfano da
uno stato che non si cura minimamente di esso …
22
È nel Dio della vita, nel Dio con noi,
che la gente pone la sua ultima speranza.
La presenza dei missionari, dei sacerdoti e religiosi locali, di laici impegnati, di Ong e associazioni umanitarie, malgrado le limitatezze dei mezzi e
delle possibilità concrete di ribaltare il
presente stato di cose, è segno di speranza e come il Giovanni Battista proclamano che il Signore è vicino, viene
e viene proprio in questa notte santa.
Certamente il Natale è un dono anche per i più fortunati e per tutti, perché in fondo e in maniera diversa siamo tutti prigionieri di qualcosa. Se non
dei campi profughi, siamo prigionieri dei
nostri egoismi, delle nostre paure di comunicare con un prossimo che troviamo sempre più invadente e insopportabile. Siamo prigionieri di una cultura
che esalta valori fatui, irreali e perciò
illusori. Siamo prigionieri della nostra
paura alimentata dalle tante nostre
insicurezze, alcune vere altre inventate da una cultura consumistica, per
costringerci a consumare di più.
Il Natale è il dono che Dio ci fa di
se stesso per dirci che con Lui tutto è
possibile, che non c’è più bisogno di
barriere per difenderci, che è Lui stesso la nostra sicurezza, che nel suo Figlio siamo tutti diventati suoi figli. È la
stessa speranza che si trova nel cuore
dei ricchi e dei poveri, dei potenti e dei
deboli che rende tutti uguali e che ci
riunisce nell’amore del Padre rivelandosi nel suo Figlio nato per noi in questo santo giorno.
E questo è il mio augurio per tutti voi:
la pace, la gioia, la libertà e serenità di
Gesù che viene tra noi in questa notte
sia nei vostri cuori sempre.
p. Giuseppe Filippi - di B.d.Bondone
Uganda - Comboniano
VIDEO DVD VIDEO DVD VIDEO DVD VIDEO DVD VIDEO
a disposizione presso il centro missionario (non in vendita)
PICCOLI LADRI
In una Kabul devastata dalla guerra e dai bombardamenti, i piccoli Zahed e Gol Gothi vivono di
espedienti in compagnia di un cane
randagio. La madre è in carcere con
l’accusa di adulterio, il padre con
quella di essere un guerrigliero
taliban. Con la compiacenza di alcune guardie, la sera vanno a dormire
con la madre, ma un giorno trovano
la porta sbarrata su ordine del direttore, che nega l’alloggio in carcere
a chi non ha commesso reato. Decidono così di darsi al furto senza alcun successo, fino al momento in cui,
in un cinema del bazar non vedono
“Ladri di biciclette...” Un poetico
omaggio al capolavoro di Vittorio De Sica.
codice FL 50 - durata 93’
23
SE I BAMBINI DANNO VOCE
AI BAMBINI...
Come ben noto ai lettori, la nostra Associazione, l’ACCRI è impegnata
fortemente sul territorio fin dal 1987, anno della sua costituzione, per
informare e sensibilizzare la cittadinanza sulle tematiche dell’interculturalità,
del dialogo e della solidarietà tra i popoli con incontri e seminari pubblici,
spettacoli, mostre, partecipazione a progetti di rete sul territorio, collaborazioni con realtà dell’associazionismo locale e con istituzioni locali.
Una particolare attenzione è da sempre dedicata al mondo della scuola, dove siamo presenti con la proposta di sussidi originali e percorsi
didattici di educazione all’intercultura, rivolti agli studenti; siamo inoltre
impegnati nella formazione di insegnanti e operatori.
Negli ultimi anni i volontari dell’ACCRI sono intervenuti anche nelle
classi della Scuola Media di Baselga di Pinè, realizzando numerosi incontri ed avviando una collaborazione a sostegno del suo progetto “Muchachos
Trabajadores”, per il recupero scolastico e l’avvio al lavoro dei ragazzi di
strada di Babahoyo in Ecuador. Lo scorso anno i ragazzi di alcune classi
hanno destinato al progetto il ricavato del tradizionale mercatino di Natale
della scuola.
Tra le molte attività di sensibilizzazione realizzate dall’Associazione,
dal 2000 viene organizzato uno spettacolo canoro, “Ecuantiamo”, a sostegno del progetto “Muchachos Trabajadores”,alla cui gestione l’ACCRI
sta collaborando dal 1994 a fianco della locale Associazione MAS
(Movimiento Acción Social).
Tre cori di bambini e ragazzi, coinvolti per l’occasione, con il loro
repertorio di canzoni “danno voce” ai loro compagni coetanei dell’Ecuador,
per una serata di solidarietà e informazione.
24
Si cerca di realizzare se possibile tale
attività fuori dalla città di Trento, per
decentralizzare la nostra presenza e fare
conoscere al territorio provinciale più
ampio la nostra realtà. Quest’anno, a
partire dal legame con la scuola Media di
Baselga, abbiamo chiesto la partecipazione delle classi di bambini e ragazzi,
ottenendo una entusiastica adesione. Si
è previsto così di portare l’iniziativa a
Baselga di Pinè il 16 dicembre prossimo
presso il Teatro del Centro Congressi Piné
1000. I cori che hanno aderito all’invito di
esibirsi nel corso della serata sono tre
cori locali tra cui quello della scuola musicale di Pergine Valsugana. Ai momenti di musica si alterneranno momenti di informazione sul progetto sia attraverso la proiezione di spezzoni
di un video “Se Angél va a scuola” (storia di un ragazzo di strada di
Babahoyo e del suo riscatto grazie al centro di formazione professionale
“Las Mercedes” promosso e sostenuto dal progetto), sia attraverso le
testimonianze di volontari dell’ACCRI rientrati dallo stesso progetto. Anche i ragazzi della scuola Media interverranno nel corso della serata per
fare conoscere al pubblico presente i risultati di un lavoro di ricerca che
da tempo stanno portando avanti sul tema del lavoro minorile. La partecipazione alla serata è gratuita e il pubblico potrà contribuire liberamente
al sostegno del progetto “Muchachos Trabajadores”.
Celebrazione del Mandato Missionario ai Cantori della Stella
Martedì 26 dicembre alle ore 15 in Duomo a Trento, l’Arcivescovo Mons. Luigi Bressan affiderà il mandato ai Cantori della Stella.
Alla celebrazione sono invitati tutti i ragazzi accompagnati da
catechisti e genitori. Per informazioni contattare il Centro Missionario (0461/891270) o l’Ufficio Catechistico (0461/891250).
25
444
ARRIVI E PARTENZE DEI MISSIONARI 4 4 4
sono arrivati:
dalla Bolivia
dal Brasile
dal Brasile
dal Messico
dalla Tanzania
p. Dario Bona
p. Fausto Beretta
sr. Giovanna Perottoni
sr. Amabile Minati
p. Camillo Calliari
Francescano
Comboniano
PIME
Immacolatina
Consolata
sono partiti per:
l’Australia
p. Beda Barcatta
Benedettini Silv.
la Bolivia
sr. Francesca BolognaniF.M.S.Cuore
la Bolivia
p. Fabio Garbari
Gesuita
la Bolivia
p. Ferruccio Modena
Francescano
la Bolivia
p. Alberto Rizzoli
Francescano
il Brasile
p. Sergio Mazzoldi
Oblato
il Brasile
sr. Miriam Zendron
S.Cuore
la Costa d’Avorio
p. Lionello Melchiori
S.M.A.
l’Ecuador
p. Alberto DellagiacomaSalesiano
l’Ecuador
sr. Gisella Dellagiacoma Salesiana
l’Ecuador
p. Claudio Zendron
Comboniano
l’Etiopia
p. Cornelio Menegatti Comboniano
le Filippine
sr. Annarita Zamboni
Piccole Sorelle
il Kenya
p. Francesco Avi
Camilliano
il Kenya
p. Antonio Dolzan
Comboniano
il Kenya
p. Gerado Martinelli
Consolata
il Perù
Rosanna Filosi
Laica
la R.D.Congo
sr. Iolanda Bertuzzi
Comboniana
di Besagno
di Molina di Ledro
di Marco di Rovereto
di Grigno
di Romeno
di Valfloriana
di Vigo Cavedine
di Trento-Santissimo
di Riva del Garda
di Verla
di Nago
di Valda
di Nanno
di Pozza di Fassa
di Pozza di Fassa
di Valda
di Segonzano
di Ravina
di Baselga di Pinè
di Castagnè S. Vito
di Ronzo Chienis
di Praso
di Albiano
chiamati dal Signore alla ricompensa nel Suo Regno:
sr. M. Florinda Benoni (82 anni), Comboniana, di Ronzo Chienis
APPUNTAMENTI GRUPPI MISSIONE (decanale o interparrocchiale)
Cembra
Lomaso
Mattarello
Oltresarca
Ossana
Tione
Trento
Trento S. Chiara
26
Cembra
lunedì
Sclemo
martedì
oratorio
giovedì
Arco (conv. S.Martino) lunedì
Vermiglio
lunedì
canonica
lunedì
centro missionario
martedì
ora di adorazione miss. martedì
11
19
14
4
4
11
5
5
dic.
dic.
dic.
dic.
dic.
dic.
dic.
dic.
ore
ore
ore
ore
ore
ore
ore
ore
20.30
20.00
20.30
20.00
20.30
20.30
20.30
15.00
SOMMARIO
Lettera del direttore
pag.
1
Esperianza Estiva 2007
pag.
3
www. nel mondo
pag.
4
Riflessioni su temi
e tempi pastorali
Infanzia Missionaria
Traccia di preghiera
pag. 13
Voci dai gruppi
pag. 19
Voci dalla missione
pag. 21
pag.
5
Video
pag. 23
Per un cammino comune pag.
7
ACCRI
pag. 24
Libri
9
Arrivi e partenze
missionari
pag. 26
Sommario
pag. 27
pag.
Traccia per la
preghiera di gruppo
pag. 11
PROGETTO ANNO PASTORALE 2006/2007
AIDS: NELLA PREVENZIONE LA SPERANZA
Centro Missionario Diocesano -Trento
AIDS:
NELLA PREVENZIONE
LA SPERANZA
per dare un futuro ai bambini africani
Progetto Anno Pastorale 2006/2007
per dare un futuro ai bambini africani
La continua proliferazione dell’AIDS nei
Paesi africani, richiama la nostra attenzione!
La Provincia Autonoma di Trento, in collaborazione con alcune realtà locali tra cui il
Centro Missionario Diocesano, ha deciso di
proporre l’iniziativa “Le donne Trentine per
le donne dell’Africa”.
Il Centro Missionario Diocesano ha pensato a quei missionari che, partiti dalla terra
trentina per portare il messaggio di Cristo, si
trovano ora a gestire ospedali e centri medici
dove si lotta ogni giorno contro il virus. Il
CMD ha deciso di unire gli sforzi con le realtà
locali, nella lotta all’AIDS, proponendo come
progetto per l’anno pastorale 2006-2007 l’iniziativa “Nella Prevenzione la Speranza”.
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Da qui e da oggi
Diventato, a Betlemme, bambino in mezzo a noi,
eccoti abitante della terra, di Karachi e New York,
di Johannesburg e di Thule, di Parigi e di Tblisi!
Quale gioia, SIgnore, crederti con noi oggi
in questo mondo che amiamo
e che è sottomesso alle convulsioni della storia
che noi incidiamo a colpi di sangue sparso
e di pacifiche riconciliazioni!
Emmanuele, amore di Dio con noi oggi,
in Te riposa la nostra fiducia, solida e non sradicabile,
anche se le tenebre in tempesta
rotolano su di noi la loro schiuma nera
e le loro insondabili ondate violente!
Perchè crediamo, Gesù Emmanuele, che qui e ovunque,
oggi come ieri e come domani,
crediamo che la tua fraterna presenza divina
ci salva!
Il Centro Missionario vi augura BUON NATALE!
Il fascicolo è espressione del gruppo “COMUNIONE E MISSIONE” del Centro Missionario
Diocesano - via s. Giovanni Bosco 7/1, 38100 Trento - tel. 0461 891270, fax 0461 891277
Il gruppo è composto da:
giulio andreatta - francesca boldrin - lucia borzaga - maddalena brugnara - tatiana brusco
- adelmo calliari - franco castellan - mariapia ciurletti - laura edine - evaristo fia - antonio
filosi - celestino luchi - gianluigi lutteri - celestino miori - carmine giacomuzzi - rita passerini
- ada pezzè - claudio righi - carlo speccher - ilaria e gianmarco tomasi - loredana valentini
- marco turri - lorenza wegher - sr. agata wojcik - maddalena zorzi
opera diocesana per la pastorale missionaria, via s.giovanni bosco 7, trento - c.c.postale 13870381
cassa rurale della valle dei laghi, sarche: cin=V, abi=08132, cab=34442, c/c 12/10/00338
28e-mail:
[email protected] - internet: www.arcidiocesi.trento.it/missioni
composizione: centro missionario diocesano - stampa: grafiche argentarium, trento
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Dicembre 2006 - Arcidiocesi di Trento